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SAPERE, vol. 1
[ enciclopedia, decreto indecretabile, sperma ]
à CB en double absence
(en absence de son double)
Non so se esista uno storicismo, nel dubbio sulle storie, sulla storia. O
non (so) dire, se esista.
«Oh (oppure: o), non era questo» – dice – «che voleva» (si voleva)
«dire».
Semmai (essere pieno di se, e pieno di mai, e mai di sé):
(Non so) se si sono dati tanti dati a conforto, che confortano, o che li
confondano, che li confortino (quelli che si fanno confortare) sulla
dubbia probabilità di un progressismo
, cioè del raro migliorare, l’immillare nell’animale i meli i mélo
dell’antimale, del mieux, ma perfino di un pendere (perdere?) in una
direzione quale che sia, e se quindi molto dubbio si sparge sul verso
della freccia della storia, quale che sia la cosa che chiama/te storia. (Non
so).
Tuttavia
una cosa si dà sicura: il basso, il peggio, il peggio tuba.
Se pensi che meno di dieci o dici venti anni fa, coestensivo a una
editoria quale fosse, era – c’era – non inesisteva – qualcosa come
Hermitage… Ecco se pensi queste cose pensi – punto. Ma già un errore.
Ottimo allora, non dovevi. Non pensare, ‐àrlo, scòrdalo. (Àrdilo, su).
«Ti» scortano verso la storia. «Ti» stortano? Escoriano (e via e via)?
Realizzante. Positivo. Vedi che ci sono i concittadini. Vedi, vedìllo,
silènzialo, ‐ènziali, ànsiali, questi esiziali, questi f‐iati fiat,
affàcciati al balcone, metti le mani a conchiglia, ma non sulla bocca
semmai sui timpani, e senti il mare semmai, «tu», forza,
blocca l’uscita del labirinto.
§
Ritornando alla condizione di minorità esattamente all’interno della
propria lingua, proponimento (D./K.): (e: procedimento, anche):
smetterla di non sentirla né saperla parlata dai coevi.
Smetterla di inquietarsi (di inquisirsi) pel fatto che la lingua non è dai
coevi parlata. (Perlati, ma sciapi). Cosa dovrebbero parlare? Restando
quel che sono? Assurdo, sono Sordi. Sono anzi, «loro». Peggio. Sono con
il «loro» brusio numerico, effato‐effetto, efebico (dementulato),
efebinato, «loro», per primi, sono una base phoné per i salti. Sono
materiale di lavoro. Grasso grezzo. Sono una base ritmica. Giòcaci––su.
Prendi tutto il colonnino di destra del quoti/di/ano su.
La «loro» anestesia ciarlante, cane dal veterinario, cane che è il
veterinario, perforata e performata, e preformata, è una benedizione.
Benda. Cives cives: a motore, udite? Niente. Non sentono niente, puoi
picchiare sulla pelle e il tamburo resta tamburo.
Fissità/fenomeno. Ci mancherebbe, citare. «Me» ne guardo bene,
guarda.
§
L’hanno voluta, con tutte le maiuscole, la definizione di ipospermia.
Sotto il gotico hollywoodiano, le didascalie. Sul menu puoi scegliere se
vuoi o non vuoi i sottotetti, i sottotutti. Le titolazioni, i titolati.
Stern/Stella, star, brodo di linguaggio.
Come se non bastasse l’essere, COME SE NON BASTASSE L’ESSERE, mio
dio, vedi,
parlano
(parla/no), perlano (ecc…). Click, raddoppia. (no, no..). Radioattivi:
raddoppiano. Parlano! «<irony, avorietto>Usano il linguaggio</smetto>, guarda!».
(«Merda»). (Non citata, non UR, proprio sterco).
(on dit – vomitando nel secchio).
§
Si circonda di rose, di una rosa, di «deve spiegare al funzionario coi
baffi» come funzionano i bassi. Lui lo sa già, gira le manopole del
vecchio mixer, scia sugli slide. Accende led, spegne led.
L’altro‐altro intanto cerca di interromperlo, fermarlo, di dirgli che
mon cher, ma chérie, senza una spermìa quale che sia, nella tesa del
percepito, nella testa tolta, è inutile che stia lì ad armeggiare con i fili,
non esce non escono che plettri, spettrini, lotto casuale, indigenza che si
pettina.
Niente. Lui non capisce, vuole che gli spieghi, dispieghi. Accende il
proiettore, vuole far vedere lo schermo al pubblico, lo schema. Vuole
far capire al pubblico i testi. San Paolo batte San Pietro, non c’è verso.
Una volta si cercava di gambizzarlo, il pubblico packante, di staccargli la
spina, spegnere la luce, bruciargli il cinema. Adesso gli proiettano lo
schermo dell’autore. Gli spiegano le cose! Ma siamo tutti impazziti? Ma
siamo, tutti? Ma non vi basta l’essere? Non è ancora tutto basso
abbastanza?
Pazienza estrema. Va bene sempre.
E allora sì. Affermativo. Va «bene». Andiamo, certo, amico mio, a breve,
se pagano, se pagano bene, a sbucciare queste banane in pubblico. Ne
nasceranno altre scimmie.
§
Un colto mi scrive. Venti pagine di chiose dotte, si autocommenta una
sua brutta poesia. Santo cielo, tutto quel bianco in bianca. Nevaccia. S’è
ammalato. Sta a casa. Stratraduce Aristotele con la candida. Regime,
regine, datevi tono, tonalità, tonalismo (fa).
Perché spiegargli cosa, gli domanderei, se domandare, eccetera. (Toh
che anche sulle ipotetiche dell’impossibilità si debbano mettere
puntini…)
§
Vogliono dire, questi, questi qui, come si chiamano, non ti ricordi,
questi, quei, cod., vogliono dire delle cose, meglio molte, vogliono dire
delle cose.
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Comunicano, contenitori, evento, cose così.
Nessuna cosa (si vergogna