You are on page 1of 334

DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AT PRt^rciPALl MARtlRl, PADRf, AI SOMMI PONTEFICI, CARDlNAI.t
SAffTIj BEATI,
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARlI GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARClVESCOVlLI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILlIj ALtE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPEtLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NO*
CHE AlLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC*

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROJNI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VCL. XXXtV.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLV.
l.y
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

IMM IMM
IMMAGINE, /wrtg^o. Sembianza,
I. tore delle medesime. Inoltre dicesi
somiglianza apparenza , ed anche
, in greco Hagiomachus per inimi-
figura di rilievo, o dipinta, o stam- co de' santi. Dice il Bergier, sareb-
pata ritratto. Con voce greca l'im-
; be inutile che ci mettessimo a
magine si chiama Icona o Icon, provare 1' utilità delle immagini e
pittura o immagine, come si rac- l'impressioni che fanno sull'animo
coglie dalle seguenti parole ripor- di tutti gli uomini ; sono più ef-
tate dal Macri Considera ìconani
: ficaci delle parole ; sovente fanno
ejiis in Sardanay, quae in car- comprendere cose che non si pos-
neni versa, oleum sine cessatione sono esprimere con parole; dicesi
stillat. Caesar. 1. 7, e. 25. Il me- quindi con ragione che questo è il
desimo Macri aggiunge che con catechismo degl' ignoranti. La pit-
questa voce d' Icona fu formata tura, al dire di s. Gregorio I, è
l' altra voce Iconostasion, che si- pegl' ignoranti ciò che la scrittura
gnifica Riposto delle immagini , è pei dotti, 1. 9, ep. 9. Dunque
Questo vocabolo presso i greci si- non è meraviglia che lamaggior
gnifica anche il leggio o pulpito parte dei popoli n' abbiano fatto
acconciato con drappi, sopra del uso per rappresentarsi gli oggetti
quale pongono l'immagine di quel del culto religioso, e che se n'ab-
santo, di cui si fa in tal giorno la bia confessato l'utilità nel cristiane-
festa, e viene posto in mezzo alla simo. Tuttavia alcune sette di ere-
chiesa per essere venerato dal po- tici asserirono che l'uso delle im-
polo. Dalla stessa voce Icona fu- magini è una superstizione, e l'o-
rono chiamati Icononiachus ed /- nore che loro si presta un' Idola-
conoclasla i persecutori delle san- tria (Fedi). Gli ebrei ed i mao-
te immagini, perchè significa op- mettani non hanno alcuna imma-
pugnatore delle immagini, e di&trut- gine nelle loro sinagoghe o moschee,
6 IMM IMM
Ile in alcuno dì quegli altri luoghi drizzassero dai sudditi statue d oro
destinati all'orazione o ad altri at- e d'argento, ma sibbene le doves-
ti di divozione. se formare ne' cuori degli uomini
Antico è il costume delle irnma- col beneficarli , perchè tali statue
gìni o de'quali parla Eze-
ritratti mai non sarebbero dal tempo lo-
chiele, ove dice al cap. 23, v. i4; gorate. Plotino, fra i seguaci di Pia-
Cam que vidisset viros depicLos in ione il più rinomato, non volle
pariete y imagines caldaeoruni ex- mai acconsentire d'essere da pitto-
nressas colorihus. Ma sieno pur re veruno ritratto in tela, perchè
effigiati bronzo e
i volti in in mar- disdicevole cosa stimava, che si e-

mo, se ne formino statue al natu- ternasse la sembianza del corpo


vale, vi s' intagli e scolpisca anche fragile , ed alle bellezze dell'anima
)1 loro nome, alla fine l' intempe- non si rivolgesse il pensiero. Ales-
rie dell'atmosfera, ed il tempo di Sandro il Grande fu vaghissimo di
psse piti potente le riduce in poi- farsi ritrarre, e perciò destinò che
•vere, siccome osserva Pompeo Sar- i soli Apelle lo dipingesse, Pirgo-
pelli, Lellere eccl. t. X, lett. XLl, tele lo scolpisse, e Lisippo gli la-
Ve* ritratti , dell' idolatrìa, e della cesse le statue di bronco, vietan-
venerazione delle sacre immagini, dolo agli altri artisti; anzi ie pri-
I ritratti de* costumi e dell'animo me monete greche, secondo il Sar-
si veggono o negli scritti propri, o nelli, sono di Dario, di Filippo, e
in quelli che trattano della loro di Alessandro colla effigie loro ; co-
vita Di 8. Giovanni Climaco dis-
. sì veramente divennero desiderabili

se un savio scrittore; Porro ani- i loro ritratti per la ricca mate-


piae illius divina quaedani effìgies ria, perchè de'ritratti in altra ma-
viuUo clarius pcrspicitur in suis niera non ognuno si diletta.
Agesilao lasciò nel suo te-
scriptis. Da queste statue e ritratti, al

stamento il divieto che niuno ne dire del Sarnelli, nacque l'idolatria,


facesse ilo io pitture o in
ritratto come si legge nella Sapienza al e.

istatue, rimettendosi alle sue azio- i4> ^* '^•'* Acerbo enim luctu do-
ni che erano famose. A che servo- lens pater, cito sibi rapti filii fé-

pò i ritratti e le statue, ed il com- cit imaginem ; et illum, qui tunc


parire ft'a* vivi morto in una carta, quasi homo mortuus fuerat, nunc
io una tela, in un che
sasso, di tanquani Deum colere coepit , et
disse Cicerone: TJnus Xenophontis coustituit inter servos suos sacra
libellus in eo rege laudando, fa' et sacrifici a". Questi fu Nembrot
Cile omnes imagines, omnes statuas- detto anche Bdo,
a cui essendo
que superavit. \\ cardinal Bellar- morto un figliuolo che teneramen-
mino in una circostanza si espres- te amava, per mitigare il grave e
se, che l'immagine del vecchio per acerbo dolore che per tal perdita
(essere troppo difforme non mevir sentiva, fece fare la di lui imma-
tava di essere mandata a* poste- gine, e cominciò ad adorarla come
fi, e quella del nuovo nemmeno, un Nume, ordinando a tutti i suoi
per non essere ridotta a perfezione, sudditi che fkcessero lo stesso; e que-
Mecenate procurava di persuadere sti prontamente concorsero ad offrir-
Augusto, che vivendo non dovesse gli sacrifizied altri atti di culto di-
perqaettere clie ne' teatri sp ^li vijio, ricevendolo e tenendolo pev
IMM IMM 7

r loro Dio. E primo Idolo


questo fa
(P^edi), al diie del medesimo Sar-
il proibizione era giusta e necessaria,
attesa la grande inclinazione che gli
nelli, adorato nel mondo, e chiamato ebrei avevano per l' idolatria , i

Belo; gli altri poi moltiplicati fu- mali esempi da cui erano circon-
rono detti Bel, Baal, Baalim, Be- dati, e perchè in quel tempo pen-
lia, Beelphegor, Belzebub, perchè savasi che ogni immagine rappre-
Bt;£ iu lingua ebraica significa Si- sentasse una divinità. Ciò nondi-
gnore. Sembra dunque che il primo meno Mosè pose due figure di
motivo dell'idolatria sia stato l'af- cherubini sull'arca dell' alleanza, e
fetto grande verso morti, come i Salomone ne fece dipingere sopra
pur dicemmo al citato articolo Ido- le mura del tempio, e sulla corti-
latria, parlando degli dei dome- na del santuario ; prova che la
stici Lari o Penati ; ed oltre a proibizione non avea più luogo,
Nembrot fu Nino re di Babilonia quando non v'era pericolo che que-
che pure a suo padre piorto in- ste figure fossero prese per un
nalzò altari, e comandò adorazioni. oggetto di adorazione.
E nei susseguenti tempi Semirami- Così non sono proibite ai cri-
de, e altri sino a Nabucco, il qua- stiani le immagini di Gesù Cristo
le fece la famosa statua d'oro or- e de'santi, perchè questi non sono
dinando a tutti che l'adorassero. 11 idoli; sono idoli le immagini di
secondo motivo dell' idolatria fu falsi perchè sono similitudine
dei,
l'adulazione, come nell'apoteosi dei degli dei che non sono dei, e fal-
gentili, di cui parlammo all'artico- sa rappresentanza di un oggetto non
lo Divinità, il terzo la gratitudine, vero, o del culto di latria solamen-
quindi furono riposti tra le dei- te dovuto a Dio onnipotente. Ma
tà Eusculapio primo maestro del- le immagini de'santi e di Cristo
la medicina, Trittolemo che inven- non possono chiamarsi idoli, per-
tò il coltivare campi, Bacco per-
i chè sono immagini di cose vere,
chè insegnò a fare il vino, ec. istituite a rappresentare quello che
Quarto il timore, il quale mosse essi veramente sono. Siccome l'im-

gli uomini a tenere per idei quel- magine del re non si può dir ido-
le cose che potevano nuocere, co- lo perchè rappresenta quello che
me le Eumenidi. Quinto la vita è; sicché il culto che si dà alle
licenziosa fece piti idoli di persone sacre immagini si riferisce al pro-
viziose, come di Giove, Marte, Ve- totipo, che in quelle è rappresen-
nere, Mercurio ec, per potere con talo; cioè non si dà l'onore al
minor vergogna praticare ogni dis- legno, air oro, al metallo od al-
solutezza. Tutti siffatti dei venne- tra materia assolutamente, come
ro rappresentati con immagini scol- se avessero iu sé qualche divinità,
pite, dipinte, o in altro modo rap- ma come rappresentante Cristo ,

presentate. E però Iddio proibì agli la Beata Vergine e i santi , sic-


ebrei di fare qualunque immagine, come degni di onore per 1' eccel-
figura, statua, e di renderle alcu- lenza della loro santità in venera-
na specie di culto, come si legge nel- zione dell'originale che figurano.
l'Exodo e. 20, v. 4; Jìel Levitico Dappoiché sempre ^si verifica il

e, 26, V. I ; e nel Deuteronomio cattolico insegnamento, essere molto


e. 4} ^' i^> *^3p. 5, V. 8. Questa giovevoli i sensibiU segni esterni
8 IMM IMM
ed eccitar ne' popoli interni afletti primi fedeli si rappresentava Dio
divotì. E questa è la perpetua con- Padre, tenendo talvolta la ma-
suetudine delia Chiesa, che ha ori- no un volume, non permettendosi
gine dallo stesso Cristo, che lasciò l'effigie umana. Quanto allo Spiri-
impresso il suo J^olto santo (Vedi), to Santo ordinariamente fu rappre-
nel bianco lino di s. Veronica, ed sentato in figura di colomba per
i lineamenti del suo corpo nella essere comparso in quella forma,
sacra Sindone (Vedi). I ritratti al come insegnarono i santi evangeli,
naturale di s. Pietro e di s. Paolo Luca cap. 3 : Apertuni est codimi
furono diligeptemente conservati fi- et descendit Spiritus sanctus corpo-
no ne' primi tempi della Chiesa: s. rali specie sicut columha in ipsuni.
Giovanni Crisostomo avea un ritrat- Lo insegnarono pure molti santi
to di s. Paolo, e in leggendo le padri, e fu definito nel concilio
sue epistole, di quando in quando Costantinopolitano Act. 2, e nel Ni-
fissamente la contemplava. Onde ceno Act^ 5. Urbano Vili fece ab-
delle immagini di Cristo, della Be^- bruciare quelle immagini che rap-
ta Vergine e de'santi, è bene che presentavano r ineffabile mistero
i cattolici ne tengano per ogni della ss. Trinità con un corpo e
parte delle loro stanze, per avere tre volti ; e Benedetto XIV coi
à chi dirigere i loro voti; e cosi breve Sollicitudini nostrae, diretto
il cattolico si fa ospite de'santi con al vescovo d'Augusta, vietò il di-
accogliere le loro figure fatte per pingersi lo Spirito Santo in forma
divozione, per ricordare i medesi- umana , essendosi sparse per la
mi , per imitarne quindi le loro Germania alcune immagini in for-
Tirlù e meravigliosi esempi. Di- ma di avvenente giovane. Circa le
pingonsi le tre persone delia ss. immagini degli angeli, V. Coro
Trinila, il Padre in forma di vec- DEGLI Angeli.
chio, il Figliuolo in quella di gio- Gesù Cristo mandò la propria
vane, e lo Spirito Santo in forma immagine ad Abgaro re di Edes-
di colomba, di fuoco, e lo fu an- sa (Fedi)f i di cui popoli in virtù
cora di vento, e gli angeli in for- della medesima riportarono insigni
ma di bellissimi giovanetti alati, vittorie contro Cosroe re di Per-
non perchè abbiano corpo, ma per- sia : al citato articolo ed altrove si

chè in tali forme vengono descrit- tratta di tale immagine. Come e-


ti dalla Scrittura sacra, e sono ap- ziandio si rese celebre per molti
parsi agli uomini. Costume prati- prodigi quella statua di rame in-
cato sin dai primi secoli della Chie- nalzata a Gesù Cristo nella città
sa dai fedeli. I primi Iconoclasti di Cesarea di Filippo, da quella
(Vedi)^ eretici disprezzatori e ne- donna dal medesimo sanata da un
mici delle sacre immagini, si op- flusso di sangue, e conservata sino
posero nei medesimi primi secoli ai tempi di Giuliano l'apostata, che
a quelle dello Spirito Santo e de- vi sostituì la propria, rovinata su-
gli angeli, e negli antichi mosaici bito dal fulmine. In testimonianza
vedesi il Padre Eterno in figura, che sino dai primi secoli venera-
o almeno una mano tra le nuvole vansi le sacre immagini, i cristiani
indicante la potenza del Padre. rappresentavano ne' calici V effigie
Questo era il modo in cui dai del Salvatore in forma d' agnello;
IMM IMM 9
ma siccome poi dipinsero e rap- ni e congregazioni di religiosi; e
presenlarono l'agnello in croce, in dell'immagine del Salvatore detta
vece dell'immagine del Crocefisso la Pietà ^ e loro uso diverso.
(Vedi)y con s. Giovanni Battista in- La lezione che i sacri cimiteri
contro che col dito dimostravalo : ci danno in fatto di sacre imma-
Ecce Agnus Dei, dal concilio VI gini dipinte e scolpite non è molto
col can. 82 fu proibito di dipin- estesa, ma
molta importanza. I
di
gere r agnello in croce, ed indi- sacri primieramente non
cimiteri
dicato dal santo Precursore. Il hanno immagini contemporanee a-
Baronio all' anno Sy, num. 52 e gli apostoli, e forse neppure del
III, narra che i cristiani sino nei primo secolo della Chiesa. Pare che
primi secoli dipìngevano le sacre i Pontefici tardassero a giovarsi di
immagini del Salvatore, di Maria questo istromento efficacissimo alla
Vergine, degli apostoli, dei martiri, istruzione delle menti e dei cuori,
nei calici coli' immagine di Cristo per non offendere i neofiti venuti
in figura di pastore colla pecorel- alla fede dal giudaismo, e non pre-
la in ispalla, cosi negli anelli, nelle sentare occasione di scandalo ai neo-
colonne e ne' pilastri delle chiese; fiti venuti dal paganesimo. Fina
in altri vasi sacri , ne' cimiteri e dalla prima metà del secondo seco-
catacombe, nei veli che si appen- lo i più antichi cimiteri sacri com-
devano nelle chiese, ed in quelle parisconoabbondantemente ricchi
di Costantinopoli si dipingevano le d'immagini sante. La Chiesa ro-
immagini sacre in luoghi bassi, per- mana non credette però ancora
chè si potessero baciare dai fedeli. giunto il tempo di far penetrare
Dell'immagine del Salvatore tra gli nelle menti dei neofiti la vera ra-
altri dottamente e con eru-
scrisse gione di quel culto, che ad alcu-
dizione Giovanni Marangoni nel- ne di tali immagini si deve pre-
V Istoria dell' oratorio di s. Loren- stare. Ed è cosa degnissima di
zo nel patriarchio lateranense, e osservazione, che sino a tanto che
della celebre immagine del ss. Sal- durò un qualche pericolo di mala
vatore Acheropita che ivi
detta intelligenza per parte de' convertiti,
conservasi^ come anche delV origi- la Chiesa romana presentò loro le
ne ed uso di tal sorta d'immagi- immagini che non erano in un'a-
ni venerate nella cattolica Chiesa. zione istorica, ma nell'atto dell' o-
Roma 1747. Ivi pure tratta delle razione. E in fatti, il divoto che
immagini del Salvatore effigiate guarda la Beata Vergine, gli apo-
nelle antiche basiliche di Roma, stoli, i martiri, e i santi tutti in
di quella mostrata da Papa s. Sil- atto di pregare, intende facilmen-
vestro I a Costantino imperatore ;
te col solo occhio, che chi usa del-
essere solito effigiarsi anticamente la preghiera non può essere una
nelle medaglie degl'imperatori gre- divinità, e intende insieme che
ci, dei re di monete
Servia, nelle postochè i santi nella beata loro
d'oro di Venezia, nelle monete pon- patria pregano, si può ad essi ri-
tificie, ne'cimiteri comuni in diver- correre acciocché interpongano l'ef-
se maniere, sopra le urne, sarcofa- ficacia della loro preghiera presso
gi e cenotafi de' fedeli ; sopra gli a Dio, onde ottenere le grazie di-
anelli, e nei sigiUi di alcuni ordi- verse di cui gli uomini loro clien-
fo IMM IxMM
ti si trovano avere su questa ter- primari della Chiesa romana, nu-
ra e valle di lagrime continuo trono verso di essa la più viva
bisogno. Conviene entrare ne' sacri sollecitudine. Tal modo di rappre-
cimiteri o catacombe per vedere le sentare la Beata Vergine orante,
pitture più anticlic della Chiesa ro- allude a Mosè che nella guerra
mana. Si conservano tuttora sopra degli amaleciti pregava Dio col-
grintonaclii delle pareti cos\ delle le braccia aperte perchè rendes-
celle sepolcrali delle private fami- se vittoriosi gl'israeliti, e sicco-
glie, come delle cripte che la chie- me questi piegavano all'impeto del
sa stessa scavava in quei sotterra- nemico quando Mosè per stanchez-
nei per le sacre sinassi o adunan- za calava le braccia, Aronne ed
ze de' fedeli. Ur gli si posero a' lati per soste-
Fra quelle che rimontano al se- nergliele sollevate, onde gì' israeli-

condo secolo dell'era nostra deb- ti riportarono pieno trionfo. Il dot-


bonsi contar eziandio le immagini to Bosio, che non avea veduto i

del Buon Pastore ne' vasi cimiteria> vetri dipinti e scritti, credette di
li anche di vetro. Uno di questi vedere nelle tre figure così aggrup-
che si conserva nel museo Borgia- pate una matrona romana orante,
no del collegioUrbano rappresen- e due che a diminuirle il
servi
ta la Beata Vergine in mezzo ai disagio le sostenevano le braccia.
ss. Pietro e Paolo; non è quindi Disconveniente e falso giudizio, che
un arbitrio temerario quello di giu- per confutarlo basta il riflettere
dicare che rappresentino Maria tia che la disciplina primitiva della
i principi degli apostoli quelle tre Chiesa vietava che le donne fos-
immagini dipinte a fresco ne'cimi- sero mischiate cogli uomini ne'luo-
teri, somiglianti in tutto a quelle ghi d'orazione.
simili dei vetri, quantunque man- Antichissimo eziandio è l'effi-

chino di nome scritto. Una copia giare la Beata Vergine Maria, at-
si vede nel cimitero de' ss. Mar- tribuendosene molte dipinte da s.

cellino e Pietro, dove i due apo- Luca : quanto al rappresentarla


stoli stendono la destra verso Ma- col divin figlioGesù in forma di
ria che prega, ma rimangono da Ijambino nel suo grembo, il padre
essa divisi pei^ un sottile albero Lupi nel tom. I delle sue Disserta'
che il ha posto tra mez-
pittore vi ziouij nell'Vlll tratta di questo ar-
zo. Una seconda molto pii^i singo- gomento, dicendo che tale uso eoa
lare trovasi nel cimiterio di Ciria- molta frequenza fu seguito nel quin-
ca, dove i due apostoli sostengono to secolo, dopo che il concilio di
le braccia di Maria stessa solleva- Efeso condannò l'eresia dell'empio
te in orazione; tal pittura rappre- Nestorio, che alla Madonna nega-
senta la Vergine che prega per
ss. va il glorioso attributo di Madre
la Chiesa e pel popolo cristiano, di Dio. Il Sarnelli nel tom. IV
e perchè non cessi mai da tale delle Leu. p. 90, discorre come si
ullizio, né l'una né l'altro abbiano debbano rappresentare le immagi-
ad essere da' loro nemici superati ni dellaBeata Vergine. Dice a-
e vinti, le sono posti a reggere le dunque che avendo cominciato al-
braccia i ss. Pietro e Paolo, che cuni religiosi a vestire tale imma-
ia quuhtà di fondatori e reggitori gine cogli abiti e colori di quelli
IMM IMM n
propri del loro ordine, Urbano Vili un tal capriccio fti stimata ambi-
nel 16^1 fece una costituzione in zione e stoltezza anche ne* gentili,
cui vietò rappresentarsi la Madre come gli storici dissero di Gaio
di Dio in modo diverso da quello imperatore, che deliberato avea di
praticato dalla Chiesa dai suoi pi'i~ far condurre a Roma il simulacro
mi tempi. E certo che sino da di Giove Olimpico, per mutar l'ef-

quelli apostolici la Beata Vergine figie di lui nella propria. E perciò


fu scolpila e dipinta colla veste troppo ambiziosi furono Adriano
di color rosaceo o porporino, e e Giuliano V Apostata imperatori,
col manto azzurro o celeste, pel che fecero nelle monete efligiare il
qual colore si spiega la sua risplen- proprio volto a somighanza di
dente purità come cielo sereno quello di Serapide, con alla sini-
senza macchia pel suo immacolato stra l'effigie d'Iside; le quali imma-
concepimento; ne doversi tal colo- gini dagli egizi furono usate per
re cangiare in nero per significare rappresentare il sole e la luna
la mestizia o il dolore per la mor- che veneravano. Però nelle figure
te del suo Unigenito divin Figlio, inferiori o meno principali il Sar-
perchè il suo dolore non fu discom- nelli trova l'uso tollerabile, avendo-
pagnato dal sapere che il suo figliuo- lo praticato eccellenti pittori. Nel
lo era il Verbo di Dio, e che volon- tom. I, pag. i54 abbiamo di lui
tariamente era morto per la re- la lett. XXXVII: Come si debbono
denzione del genere umano, e che dipingere le sacre immagini. Egli
dopo tre di dovea resuscitare con desidera che il pittore sia erudito,
maestà e gloria. 11 medesimo Sar- onde ben conosca ciò che fa e se ne
nelli nel tom. I, pag. i56 e seg. penetri ,
per evitare i capricci e
eruditamente descrive le forme, la le stravaganze, e per destare divo-
statura e le fattezze di Gesù Cri- zione ne' riguardanti ; ed a certi
sto, della B. Vergine, e de' santi dipinti da lui ordinati volle che
apostoli Pietro e Paolo, e del mo- fossero mezze figure o mezzi bu-
do come vestivano. Inoltre il Sar- sti, secondo l'antico uso de'cristia-
nelli nel tora. Ili, p. 17 ci dà la ni, osservato pure dai greci per
lettera VII: Se sìa lecito pingen- saggi riflessi, pe' quali preferirono
dosi figure di santi fare ne loro volti i bassi rilievi alle statue per mag-
comparire ritratti di persone par- gior modestia e venerazione, ram-
ticolari. Dopo avere indicato vari mentando che le antiche immagini
quadri e tavole in cui sono i ri- del Crocefisso erano coperte da
tratti al naturale di chi ordinò la vesti, rigettando le nudità e le at-
pittura, e degl'individui di sua fa- titudini immodeste, massime nei
miglia, o di altre persone, sotto le putti e negli angeli. Narra che a
sembianze della B. Vergine, de'san- quel pittore che osò fare l'imma-
ti e delle sante, disapprova che gine di Cristo sotto la forma di
nelle figure principali di pitture o Giove, se gli inaridì la mano, e solo
rappresentanze che si espongono guari per le orazioni di Gennadio
sugli altari per destar divozione vescovo di Costantinopoli; riporta
ne' fedeli, e l'imitazione di quelli vari consimili esempi, e dice pecca-
che sono figurati, venga imitata re quegli artisti che introduco-
l'imagine d'alcuno, tauto pii^ che UQ uelle chiese cose, che invece
,

1^ IMM IMM
di edifìcazioue riescouo di icati- tustate consumpta, incendio dentur
idalo. etc, cineres quoque eorum in ba-
Il sinodo Quinisesto del 707, col ptisterium inferantur, ubi nuUus
can. 100 proibì le pitture lascive, transitum habeat, ut in pariete,
e scomunica chi le eseguisce. Il aut in fossis pavimentorum jactea-
concilio di Magonza sotto Paolo IH turj ne introeuntium pedibus in-
nel 1 decretò « Procaces ima-
549 : quinentur ". Quindi narrando il

gines, et nimio artis lenocìnlo ad Sarnelli che la celebre città di An-


inundunae potìus vanitatis speciem, versa in Fiandra ripete la sua
quam ad pietatis commonitionem grandezza da un' immagine della
eliìgiatas, in tempiis proponi omnino 13. Vergine, la quale fu ritoccata
vetamus ". Ed il concilio di Trento e ristorata dai guasti , per le ra-
sess. 2 5 comandò. « Omnis denique gioni che adduce si conferma nel
lascivia viletur , ita ut procaci ve- suo sentimento, doversi riparare le
nustate imagines non pingantur, nec immagini in cattivo stato. Il p.
ornentur. Haec, ut fidelius obser- Rho Sabati del Gesù di Ro-
ne'
"venlur, statuit s. Synodus nemini ma tom. I, esempio 61, dopo aver
licere uUo in loco, vel Ecclesia e- molto studiato sulle immagini del-
tiam quomodolibet exempta, ullam la B. Vergine dichiarò, che quan-
insolitam ponere, vel ponendam to sono le sue immagini più an-
curare imaginera, nisi ab episcopo tiche, tanto pare che sieno piti ve-
approbata fuerit ". Il Sarnelli nel nerabili, come che non sempre di
tom. VI, p. 8r, tratta nella lett. buona maniera dipinte.
XX XIX, Se sia lecito ritoccare al- I raggi o splendori dipinti o posti

cune immagini^ che sono state mi- intorno al capo delle immagini, è il
racolosCf logorate dal tempo e dif- simbolo de'beati: quanto a\V Aureo-
formate. Egli opina doversi fare, la^ Corona^ Diadema Nimbo (P^edi) ^

rinnovando i medesimi lineamenti, che adornano le immagini, sono a


perchè non torna in decoro del vedersi quegli articoli, ove pure si
culto religioso vedere somiglianti spiega il quadrato che si vede sulle
figure disfigurate. S. Carlo Borro- antiche immagini^ massime di Pon-
meo arcivescovo di Milano, nel suo tefici fabbricatori o ristoratóri delle

primo concilio provinciale decretò chiese ove sono rappresentati per lo


che le immagini, qiiae pìctae sunt più in mosaico. Le tavole d'altare
iiidecore, vel deleantur, vel corrin- ebbero l' origine dai Dittici sacri
gatilur. Poco imporla che sieno (Fedi) y colle immagini, di che di-
dipinte malamente, o che sieno rese scorre il Buonarroti a p. 2 58, nel-
logore dal tempo , onde s. Carlo le Osservazioni sui vasi antichi di
nel quarto concilio provinciale fe- vetro , come dei diversi modi di
ce quest' altro decreto : >» Imagines, rappresentare i soggetti; e in fatti
quae pene deletae sunt, renoventur, dice che l* uso de' dittici fu molto
aut deleantur et cumburantur
, adattato alla necessità che aveano i

cineribus in pavimenti fóssis col- primi cristiani, a cagione delle per-


locatis". Argumento can. Altaris secuzioni, di mutar spesso i luoghi
palla, De consecr. disL i, dove si destinati per le sacre adunanze,
dice. « Altaris palla, cathedra, can- poiché se altrimenti le avessero
delabrum, et vellum, si fuerint ve- avute, e stabilmente dipinte nel
IMM IMM i3
muri, le avrebbero sottoposte agli legge in Anastasio Bibliotecario. Ciò
ÌBSulti e profanazioni de' gentili. si deduce da alcune miniature del
E da ciò riceve molta chiarezza il Menologio di Basilio della Vatica-
can. 36 del concilio Illiberitano na , nelle quali per aggiunta ed
che prescrive. «* Placuit pìcturas in ornamento delle figure principali
ecclesia esse non debere, ne quod de' santi, vi sono fatte talora delle
colitur, aut adoratur in parietibus vedute come in lontananza, di al-
dipingatur ". Sì prescrive dunque cune parti interiori di chiese e ,

in questo canone, che le immagini specialmente alla pag. 809 il dì 9


sacre, venerate ed adorate dai cri- gennaio, per ornamento e per cam-
stiani, non si dipingano stabilmen- po dell'immagine di s. Teoctisto
te sui muri delle chiese come , martire, si vedono due archi or-
per alcuni doveva già fare a
si nati di veli, e in cima vi è sos-
cagione lunga pace goduta
della pesa una corona gioiellata,, pen-
da' fedeli, e ciò per una prudente dente nel mezzo di ciascuno, e sot-
economia adattala ai tempi che to un candeliiere con cereo acceso,
correvano allora, dell'imminente e sopra le colonne negli angoli che
persecuzione di Diocleziano, onde fanno gli archi vi è collocato un
tornava molto in acconcio di ave- Flabello (Fedi) o rosta che i gre-
re le sacre immagini in piccoli ci usano nella messa, e 1' usarono

dittici da potersi in ogni accidente anche i latini ed è perciò che co-


;

facilmente levar via e nascondere, me osserva il nell' an-


Buonarroti,
ed evitarne l'oltraggio se fossero tica chiesa di Sabina di Roma,
s.

venute in mano de' nemici della per imitazione degli ornamenti


fede. Il luogo poi ove si colloca- che vi si vedevano nelle feste, ne-
vano i dittici era in testa alle gli angoli fra arco e arco furono
sacre mense, lo che mostra altresì fatti molti di tali flabelli con pic-
ciò che viene praticato fino a'tem- cole lastre di marmo. Uno dei
pi nostri nelle tavole ,
quadri , o luoghi principali, dove più frequen-
palle da altare, succedute ai dittici. temente e con maggiore abbondanza
Anticamente i cristiani ebbero gli antichi cristiani mettevano ed es-
in costume nei giorni più solenni ponevano al pubblico i mentovati
di adornar le chiese di sacri arre- sacri arredi, erano alcuni palchi intor-
di, i principah de' quali erano al- no air altare, che si dissero pergule,
cuni panni preziosi, che chiamava- e particolarmente ancora li mette-
no veli, e che usavano mettere vano in veduta in certi gradi o
pendenti dagli archi o architravi rialti in testa all'altare, che tor-
delle navate, e specialmente nei nando sopra la confessione, si po-
quattro lati delle cappellette , che tevano ben godere dal popolo; i
si chiamavano Cibori (Fedij^ sotto quali rialti, mutato il sito degli al-
i quali stavano gli altari; abbelli- tari, furono trasferiti verso la tri-
vano ancom i sacri templi di buna in faccia e sopra i medesi-
lampade, di candellieri, d'incensie- mi, e quelli hanno dato l'origine
ri, di vasi e di corone, e di altri agli odierni gradini, che si sogliono
cimeli o utensili, i quali erano fat- ancor ornare di vasi preziosi,
essi
ti di metalli preziosi , e sovente di candellieri e di reliquie. In tali
erano tempestati di gioie, come si luoghi vennero ancora a collocarsi
i4 IMM IMM
le varie specie dei dìltici ecclesia- cramentiy tom. I, p. 325, parlnndt)
stici d'avorio, o d'altra materia di del luogo ove si conservava l'Eu-
prezzo, o [X'r mero ornamento, o caristia , dice che il p. Mabillon non
perdio ancora fossero vicini e pron- potevasi persuadere che ne' piimi
ti per r uso che se ne doveva fa- dieci secoli della Chiesa si mettes-
re nelle sacre liturgie; e nel mez- sero immagini sugli altari, e che
zo a questi dittici , nel luogo più il Papa s. Leone IV dell' 847 lo
principale, vi mettevano quelli in- insegna in un* omelia , ove parla
signiti delle sacre immagini dei così. M Nulla si ponga sull'altare,
santi, specialmente di quelli a cui fuorché le cassette e le reliquie, o
dedicata fosse la chiesa o la solen- foi"se i quattro evangeli , e una
nità che celebravasi ; al quale an- pisside col corpo di Nostro Signo-
tico costume molto s' uniformano re pel viatico Tut-
degl* infermi.
tuttavia i greci , i quali pongono to il restante metta in luogo
si

in mezzo al coro, nella parte vi- proprio '*.


Raterio vescovo di Ve-
cina al santuario un compe-
, in rona ripete le parole medesime in
tente rialto, r immagine voltata al un discorso fatto al suo sinodo.
popolo del santo, di cui progressi- Nulladimeno da Fortunato si sa ,
vamente celebrano la festa , come che alcune volte sull* altare si met-
pure indicammo di sopra. Sì con- tevano de' fiori , e san Gregorio
gettura che neir Africa parimenti di Tours afferma, che si usava di
si costumasse di porre sopra l'al- sospendervi una croce. Ora sebbe-
tare o in luogo ad esso vicinissimo ne le casse e i reliquiari dovesse-
le sacre immagini , come rilevasi ro far le veci delle immagini, non
da s. Oliato Milevitano 1. 2, ad è certissimo che solamente un po-
V. Parmen. p. 82. Però le imma- co prima del nono secolo si co-
gini di cui parla tal santo erano minciò a porre sugli altari reli-

le imperiali laureate o labratae, quiari da che si può


e reliquie ,

così dette perchè quasi coronate conchiudere che tempo del se- al
di alloro , corona resa particolare condo concilio di Tours celebrato
agl'imperatori a' quali furono ri- nel 566 o 56^^ sull'altare non vi
servati i trionfi. Da questa testi- si mettevano immagini, cioè in que-
monianza di s. Oliato^ oltre il ri- gli altari ove cuslodivasi l'Eucari-
to di accomodare solennemente gli stia che soleva custodirsi in dis-
Altari (Fedi), il Buonarroti sem- parte, e sotto la croce. Da san
bra vedervi il costume, che quan- Paolino apprendiamo che Severo
do per le feste si adornavano gli fece porre la statua di Gesù Cri-
altari, e in tempo de* sacrifizi, le sto nel battisterio. Filostorgio as-
immagini sacre si collocassero in sicura che la statua del Salvatore
luogo vicinissimo , ed in sito che eretta in Cesarea sunnominata, fu
si potesse dire eh' esse fossero so- collocata nella diaconia o sagrestia
pra gli altari ; poiché se non vi della basilica , e colà veneravasi
fosse stato generalmente un tal com' era dovere. medesimo s.
11

costume intorno alle sacre imma- Paolino, e il ven. Beda affermano


gini, non potevasi inventar dai do- che attaccavano le immagini al-
si

natisti. le loggie delle Chiese (Fedi), e si


Il p. Chardon, Storia de sa- dipingevano sulle volte de' sacri
,

IMM IMJVI i5
templi. Il Macri nella Not. de^vo- gure, ne immagini, ne insegne del-
caholi eccl. dice die nella cappella la Passione. Le croci così velate
pontifìcia le immagini si copriva- dovranno rimanere coperte fino al
no nella domenica di Passione venerdì santo, e le immagini sino
pronunciate le paiole del santo alla fine delie litanie del sabbato
vangelo: Jesum autem ahscondit se, santo. Le dette immagini non si

et exivit de tempio. Soggiunge che possono scoprire nella settimana di


cosi ordina il Cerimoniale lib. 2, Passione occorrendo la festa del
cap. 35. w Cum in fine evangelii santo titolare, o della dedicazione
dicitur: Jesus autem abscondit se, della chiesa , ne si può cambiare
et exivit de tempio, clerici cappel- il secondo il colore delle fe-
velo
lae super paratum
altare velum steche occorrono. E perciò abuso,
cordulis in rotis supra in altum cadendo la festa dell' Annunziazio-
confìxis euntibus sursum trahnnt ne della B. Vergine tempore Pas-
et eo imagines omnes ibidem de- sionisi od altra simile festa di gioia,
piclae cooperiuntur ". Dice inoltre il il coprire con velo bianco la cro-
Macri, che nella Spagna si cuopro- ce processionale o la vescovile , o
no le sacre immagini nel tempo quella dell'altare, dappoiché la co-
dell'avvento, delle vigilie, delie pertura del velo bianco è solo ri-

quattro tempora, e dalla domenica servata messa del giovedì


nella
di settuagcsima fino al sabbaio santo, e nella lavanda de' piedi al-
santo. Nel voi. Vili, p. 278, 291, la sola croce dell' altare maggiore.
3o8 ; IX, p. 7, e principalmente Quanto al culto delle sacre im-
nel voi. XV III, p. 280 del Dizio- magini esso è antichissimo, ed ebbe
nario abbiamo detto come nella
, principio colia Chiesa. Tutta volta
cappella pontificia dalla domenica ne' primi tempi del cristianesimo,
di Passione in poi si vedono co- quando ancora sussisteva la idola-
perti il quadro o immagini del- tria, se si fossero poste nelle chiese
l' altare , la croce di questo , e la o luoghi pubblici delle sacre adunan-
croce papaie -, dello scuoprimento ze alcune immagini, i pagani avreb-
delle croci nel venerdì santo, e del bero credulo che i cristiani loro
quadro nel sabbato santo , e del rendessero lo stesso culto , eh' essi
significato di tali coprimenti, oltre dirigevano ai loro idoli. Conseguen-
due relativi decreti della congre- temente in pubblico si astennero
gazione de' riti. La liturgìa della da un tale uso ed è perciò che
,

Chiesa su quest'argomento prescri- se ne scorgono poche vestigia nei


ve quanto segue. Nel sabbato pre- primi tre secoli, tranne però quel-
cedente alla domenica di Passione, le dellecatacombe e cimiteri, ove
innanzi ai primi vesperi, quantun- se ne vedono ancora i monumen-
que siano di qualsiasi festa occor- ti. Secondo l' asserzione di s. Ire-
rente nel sabbato, si copriranno con neo, adv. haer. 1. i, e. 25, i car-
veli paonazzi le croci e le imma- pocraziani, eretici del secondo secolo,
gini del Salvatore che sono nella avevano delle immagini di GesU
chiesa, così le immagini degli al- Cristo, Pitagora e di Platone,
di
tari, e quelle dei santi che si tro- cui prestavano lo stesso culto che
vano medesima; nei quali
nella i pagani rendevano ai loro eroi.
veli non debbono apparire uè fi- Altra ragione che dovea far teme*
.

i6 IMM IMM
re onorare pubblicamente le
di tro e di Paolo ch'erano stale
s.

immagini. Alcuni apologisti scriven- fatte a* loro tempi, come si legge


do contro i pagani dissero
che i , neir^w;. eccl. 1. 7, e. 18. Di una
cristiani nelle lororadunanze non antica immagine del Salvatore che
avevano ne immagini , né simula- dicesi donata da s. Pietro al sena-
cri, perchè adoravano un solo Dio tor Pudente, e dell'immagine del
puro spirito, che non può essere s. Apostolo fatta presso quella che

rappresentato da alcuna figura conservava s. Silvestro I, ne parlam-


Nuiladimeno Tertulliano, De piidi- mo a Chiesa di s. Pras sede (l^edi)^
cit. e. 7, che scrisse nel principio ove si venerano. Il Piazza weW E-
del tei-zo secolo, ci dice che Gesù merologìo di Roma pag. 1 13, nella
Cristo sotto la immagine di Buon digressione che fa dell'origine e
Pastore era rappresentato sui vasi culto antico ed utile
misterioso
sacri e in fondo ai calici o tazze nella Chiesa delle sacre immagini,
che servivano ne' cimiteri alla sa- dice esistere nella basilica vaticana
cra Eucaristia e alle agapi , come le immagini de' ss. Pietro e Paolo
attestarono altri pure dicendo che mostrate dal Papa s. Silvestro I

i sacri cimiteri furono adorni di all'imperatore Costantino il Gran-


misteriose immagini dell' antico e de ; ed aggiunge che di altre an-
nuovo Testamento, di simboli ed tichissime immagini venerate in al-
emblemi tutti ordinati a confor- tre basiliche, accuratamente scrisse
tare Io spirito degli eroi della monsignor Ciampini. Il medesimo
primitiva Chiesa. Alcuni de' sud- Eusebio parla di un certo Leuca
detti fondi di calici o tazze col- Carino che avea inventato un li-
r effigie del Buon Pastore , so- bro intitolato yiaggi degli aposto-
no stati tolti dai cimiteri , do- li^ nel quale insegnava l'errore dei
v'erano murati pressoché sempre doceti o dociti, di cui fu invento-
al sepolcro de'martiri, e trasporta- re Giulio Cassiano, i quali eretici
ti ne' pubblici e privati musei. Il ammettevano il mistero dell'incar-
museo cristiano della biblioteca va- nazione successo in visione, e non
ticana ne conserva piti d'uno, e ne in realtà,onde attribuivano a Cri-
conserva molti dell'età medesima, sto corpo fantastico ed ideale. Pre-
cioè se non almeno con-
anteriori tendesi che detto libro sia citato
temporanei a Tertulliano, con al- da Clemente Alessandrino col no-
tre storie sacre, e immagini di va- me di Tradizioni, dunque è del
ri apostoli e martiri. Tertulliano secondo secolo. Ma al dire di Fo-
divenuto montanista, rinfacciò alla zio che ne fece un compendio,
Chiesa romana l'abuso che faceva cod. ii4> Leuca Carino domma-
di queste immagini del Buon Pa- tizzava contro le immagini, come
store nel fondo de' mentovati calici. gì' iconomachi, ciò che non avreb-

Le testimonianze del Baronio be fatto se allora alcuno non a-


intorno all' antichità delle sacre vesse reso loro qualche culto, fi-
immagini, massime del Salvatore, gli si fondava sopra ciò, che un
di Maria, degli apostoli e de* mar- cristiano per nome Licodemo ave-
tiri, le riportammo più sopra. Eu- va fatto fare un'immagine dì san
sebio attesta di aver veduto im- Giovanni, cui coronava ed onora-
magini di Gesù Cristo, di s. Pie- va: pratica ch'era stata disappro-
IMM IMM *7
vata dallo stesso s. Giovanni. Que- santi. Nel settimo secolo i mao-
sta storia è senza dubbio favolosa, mettani si unirono ai giudei nel-
ma la censura di Leuca sarebbe l'errore che aveano delle immagi-
assurda, se alcuno non avesse o- ni, e si fecero un punto di reli-
norato le immagini nel suo tem- gione di distruggerle. Nel principio
po, cioè nel secondo secolo. dell'ottavo secolo, l'imperatore Leo-
I protestanti sono troppo arditi ne HI [' IsaiirìcOj uomo ignorantis-
quando asseriscono non esservi al- simo, ch'essendo semplice soldato
cun vestigio del culto reso alle era divenuto augusto, pieno degli
immagini avanti il fine del quar- stessi pregiudizi, ftroibì con un
to secolo. Mosemio, più guardingo, empio editto il culto delle imma-
non ebbe l'audacia di affermarlo, gini come un atto d'idolatria, e
Hist. christ. saec. I, § 22. S. Ba- comandò di atterrarle in tutte le
silio più istruito dice nell' epist. chiese e luoghi; questa persecu-
860 ad Julìan. che questo culto zione e nefanda eresia riempi l'im-
è di tradizione apostolica; laonde pero di stragi e di crudeltà, pef
lo doveva sapere più nel quar-
si obbligare i popoli ad esegufre ì

to che nel sedicesimo secolo. Come suoi riprovevoli ordini. Quelli che'
allora era cessato il pericolo d*ido- si conformarono a tale decisronef
latria, il culto de'santi e delle lo- furono chiamati iconomachi, nevaio
ro immagini divenne più comune ci delle immagini, e iconoclasti^
e più manifesto; però non si deve spezzatori delle immagini ; per lo-
conchiudere che abbia cominciato ro parte, essi appellarono gli oi'to-
allora, poiché si professava di crede- dossi iconoduli e iconolatri, servi
re e di praticare soltanto ciò che si o adoratori delle immagini; né
aveva appreso per tradizione. I pro- racconta la storia il Bernino, e noi
testanti sono soliti di dire, prima la facemmo compendio all'arti-
in
della tal epoca non troviamo al- colo Iconoclasti. Primieramente
cuna prova positiva di tal uso, vi si oppose con sommo zelo ed
dunque cominciò allora: questa energia il Pontefice s. Gregorio II
prova è solo negativa, e nulla con- che fu imitato dai successori j co-
chiude; essa è combattuta da una me nella persecuzione ed eresia
prova positiva generale che la di- r imperatore ebbe altri augusti a
strugge, cioè che sino dai primi seguaci. Condannò s. Gregorio II
secoli si fece professione di non far l'imperatore, dopo averlo inutil-
novità. Così il Bergier. Se ancora mente con paterna sollecitudine
in oggi da' piotestanti si tacci d'i- invitato ad emendarsi. 11 Severano
dolatria il culto delle sacre imma- nelle Memorie sacre, a pag. 66,
gini, è a vedersi il Zaccaria nel suo parla di una parte della bolla di
jfinti-Feb rollìo i L I, p. VII. Quanto s. Gregorio III contro i profana-
alla qualità del Cullo (Fedi) dovu- tori delle immagini, rinvenuta nel-
to alle sacre immagini, lo dicem- l'altare maggiore dell' antica cap-

mo in quell'articolo, ove si fa la pella di s. Maria della febbre


distinzione del culto di latria do- nella basilica vaticana, e scolpita
TUto a B'ìOi di quello d'iperdulia in pietra. S. Giovanni Damasceno
dovuto alla Beata Vergine, e di scrisse tre discorsi per difendere il

quello di dulia dovuto a tutti i culto delle sacre immagini, e la


VOL. XXXIV.

P./t*s^/^V\jfY»«i
.

i8 IMM IMM
pratica della Chiesa : gli fu perciò ra dopo la morte dell' imperatore
troncata dagl' iconoclasti la mano Teofìlo nemico delle immagini, e
con cui aveva scritto, e mentre sta- fautore dtgli eretici iconoclasti
va appesa nella piazza a vista del Veramente i greci in seguito abu-
popolo, il santo la chiese per gra- sarono delle sacre immagini con
zia air imperatore e V ottenne; diversi atti e riti descritti dal p.
quindi applicandola al proprio brac- Panlaleone domenicano nel suo
cio, gli si riunì per miracolo del- trattato contro gli errori de'greci.
la ss. Vergine, siccome raccontano Ecco i canoni de' principali con-
molti storici ecclesiastici ed il Ri- cilii risguardanti le sante immagini,
naldi all'anno 728. I protestanti »» Chiunque disprezzcrà l'uso della
commendarono il furore degl' im- Chiesa intorno alla venerazione del-
peratori iconoclasti nel distruggere le sante immagini; chiunque le to-
le sacre immagini, ma non ardi- glierà, le distruggerà, le profanerà,
rono approvar le stragi e le inau- o ne parlerà con disprezzo sarà
dite crudeltà che commisero con- privato del corpo e del sangue di
tro di esse e i loro veneratori. Gesù Cristo, e separato dalla co-
S. Gregorio II scrisse all' impera- munione della Chiesa". Conc. di
tore Leone, che quando andava Roma an. 782 sotto il Papa s.

nella basilica vaticana, in veder Gregorio III. »» Dopo averci dato


$olamente l'immagine di s. Pie- tutto tempo, e tutta l'esattezza
il

tro dipinta, si compungeva e pian- decidiamo che le san-


possibile, noi
geva dirottamente. In questa basi- te immagini, tanto di colore, come
lica vi siportò con tutto il popo- di rilievo, o di qualunque altra
lo a piedi nudi, e processionalmen- maniera convenevole, saranno pro-
te Stefano IV dopo aver celebra- poste, come la figura della croce,
to Laterano un concilio per
in tanto nelle chiese sopra i vasi e
promulgarvi il decreto a favore gli abiti sacri , sopra le muraglie
delle sacre immagini. Indi s. Pa- o le tavole, che nelle case e nelle
squale neir824 diede ricovero in
I strade; cioè l'immagine nostro di
Roma, ad esempio de'suoi prede- Signore Gesìi Cristo, della sua ss.
cessori, a molti monaci ed altri Madre, degli angeli , e di tutti i

greci, esiliati come osservatori del santi.Imperciocché quanto più spes-


culto delle sacre immagini. I gre- so si vedono nelle loro immagini,
ci fuggitivi portarono ed nell' Italia tanto più quelli che le mirano so-
altrove molte sacre immagini, mas- no eccitati a ricordarsi e ad ama-
sime del Salvatore e della Beata re gli originali. A queste immagi-
Vergine, che ancora sono in gran- ni si deve rendere il saluto e l'a-
de venerazione pei miracoli da Dio dorazione di onore, non la vera la-
operati ai loro di voti. Dipoi la tria, ch'esige la nostra fede, e la
prima domenica di quaresima fu quale non conviene che alla natu-
dai greci chiamata Doniinica Or- ra divina ; ma si useranno verso
tìiodoxià, perché in tal giorno do- di queste immagini l'incenso e i

po cessata la persecuzione delle lumi, come costumasi verso la cro-


sante immagini, celebravano la fe- cCj agli evangeli e ad altre cose
sta della loro esaltazione, procura- sacre,secondo il pio costume dei
ta ancora dall'imperatrice Teodo- maggiori imperciocché l'onore del-
:
,

IMM IMM ig
la immagine passa all'originale, e per la quale debbasi rendere loro
chi adora la immagine adora il questo culto ovvero che sia ne-
;

soggetto cui rappresenta. Tale è la cessario domandar


loro qualche co-
dottrina de' santi padri, e la tra- sa, o fermar in esse la nostra con-

dizione delia Chiesa cattolica. Cosi fidenza, come facevano un tempo i


noi seguiamo il precetto di s. Pao- pagani, che mettevano le loro spe-
lo ritenendo le tradizioni che ab- ranze negl' idoli ; ma perchè l'ono-
biamo ricevuto. /. Thess. II. Quelli re che loro si rende è riferito agli
adunque che ardiscono pensare o originali cui rappresentano, di ma-
insegnare altrimenti, che abolisco- niera che per mezzo delle immai-
no come gli eretici le tradizioni gini che noi baciamo, e dinanzi al-
della Chiesa, che introducono del- le quali noi ci scopriamo il capo
le novità, che tolgono qualche co- e ci prostriamo, adoriamo Gesti
sa di ciò che conservasi nella Chie- Cristo, e rendiamo i nostri osse-
sa, il vangelo, la croce, le imma- qui ai santi, de' quali portano la
gini,o le reliquie de' santi; che rassomiglianza, siccome fu definito
profanano i o venerabili
vasi sacri, dai decreti dei concili!, particolar-
nionisteri, noiordiniamo che sieno mente del secondo Niceno contro
deposti se sono vescovi o chierici, quelli che attaccavano le immagi-

e scomunicati se sono monaci o ni ". Conc. dì Tremo sess. 2 5, de-


laici ". FU
Conc. gen. il secondo cìs. della invocazione de' santi. Nel-
NicenOy Vanno 787. « Il culto del- la qual sessione il medesimo con-
le immagini non è un'idolatria, cilio de sacris immaginibns, emanè»
come lo pretendono gli eretici, per- il seguente decreto per reprimere
chè i cattolici non le adorano co- l'arbitrio de' superiori delle chiese

me Dio, ne credono in quelle qual- di cambiar le immagini de' santi

che divinità ; ma se ne servono u- a* quali furono consccrati gli alta-


nicamente per ricordarsi del Fi- ri. » Non essere permesso ad al-

gliuolo di Dio , e per eccitarsi ad cuno di porre o di procurare che


amar quello di cui veggono la rap- venga posta qualunque immagine
presentazione, per imitare le sue in alcun luogo o chiesa anche pri-
sante azioni, e perdomandarne la vilegiata, se l'immagine non sia sta-

grazia a Gesù Cristo. Non ci pro- ta approvata dal vescovo ".

striamo noi dunque davanti le im- Le sacre immagini sogliono be-


magini, come davanti ad una di- nedirsi con orazioni e riti prescrit-
vinità, ma
adora quello che gli
si ti dal Pontificale ronianum nella
ha fatti santi. Le immagini servo- seconda parte, de benediciione novac
no a* semplici per eccitarli ad imi- crucis; de benedictione imaginis B.
tarne la virtù ". Conc. di Sens an. M. Virgìnis; de benedictione ima^
i528, i4 ^^^- »» Si devono avere ginum alioruni sanctoriun. Delle be-
e conservare principalmente nelle il Papa comparte alle
nedizioni che
chiese le immagini di Gesù Cristo, immagini con indulgenza, V. Be-
della Vergine Madre di Dio, e de- nedizioni e CoROJJE DivozioNALi. Sul-
gli altri santi, e far loro rendere la Coronazione delle sacre ivima'
l'onore e la venerazione dovuta. giniyV. questo articolo, ove si ri-
Non già che si creda esservi in esse porta l'origine ed il rito. Al voi.
qualche divinità o qualche virtù XXV, p. 3 04 del Dizionario, r^
?.o IMM IMM
porta m tuo come
cappuccino for-il si parla ai nominati articoli, e nel
livese fr. Girolamo Paolucci, si vuo- primo pure dell'origine degli sten-
le che sia stato il primo a coro- dardi colle sacre immagini.
nare solennemente le sante imma- Il Vettori a pag. 106 del Fiorino

gini. Il Buonarroti nelle Osserva- d'oro dice che nelle monete per se-
zioni sopra' i vasi antichi di vetro gno di verità della materia e del pe-
dice che probabilmente gì' impera- so s'incominciò ad imprimervi il no-

tori dopo la restituzione del culto me di Dio o di alcun santo, od il


alle immagini sante, lasciarono le segno della croce, e che per que-
diademe o nimbo per ornamento sto istesso motivo nelle medaglie
delie sole sacre immagini, trala- antiche si trovano scolpite l'ellìgie
sciando di farle ture ne' loro ritrat- dei cesari, perchè se ne venerasse-
ti. Il medesimo parla delle lettere ro e rispettassero le loro imma-
o iscrizioni poste dagli antichi per gini dai popoli i pili lontani , ed
ispiegazione alle figure dipinte; e acciò ninno ardisse alterarne la for-
delle lettere nelle vesti delle figu- ma. Il Borgia nelle Memorie sto-
re delle pitture antiche. Le quali riche a pag. 58 dichiara come le
osservazioni riprodusse l'Adami nel- immagini de' santi nelle monete è
le sue Ricerche sul carcere Tulliano segno della loro protezione delle
a 147. Del legato pio delle corone
p. città o regni ai quali appartengo-
d'oro istituito nel capitolo vaticano no le monete istesse. I fondatori
dal conte Alessandro Sforza, di che o restauratori de* sacri templi so-
parlammo al citato articolo Coro- levano porre nei medesimi le loro
nazione, ne tratta pure il Piazza immagini, come si fa oggidì nelle
neìì'Euseuologio romano, tratt. Ili, solennità in cui nelle chiese si espon-
cap. VII. Della particolare divozio- gono le immagini de' sovrani e
ne de' moscoviti verso le sacre im- Pontefici regnanti, de'cardinali pro-
magini ne discorrono il Macri, ver- tettori, titolari e diaconi delle me-
bo Icona, ed il Sarnelli nel t. I, desime. Analoghe erudizieni le ri-

p. 25o. Tale è la riverenza de'mo- porta il Borgia nel tom. I, p. 4^


scoviti verso le immagini sante, che delle suddette Memorie ist.oriche; e
i nominati scrittori dicono ch'en- siccome i gentili solevano riporre
trando essi nelle case prima «alu- le immagini de' principi ne' luoghi
tano le immagini, poi il padrone sacri, romani ammettevano per
i

della abitazione ,
questa divozione legittima l'elezione degl'imperatori
però non è esente da superstizioni. greci,con ricevere le loro imma-
Anticamente e sino ad Alessandro gini ed esporle nel principal tem-
"VII servi di Dio pubblicamente
i pio o sia nella basilica lateranen-
si beatificavano col porre la loro se, ed altrettanto praticavasi nelle

immagine sopra la porta di qual- città provinciali, f^. Imperatore.


che che ora si fa per
chiesa, ciò Dell'esporre in Roma le immagini
indicare la festa che ivi si celebra de' sovrani nelle loro chiese nazio-
del medesimo. Dei riti della Ca- nali, ciò che non sì fa in quella
nonizzazione e Beatificazione, e del ove il Pontefice tiene cappella pa-
modo come in tali funzioni si espon- pale , ne parlammo al volume IX,
gono alla pubblica venerazione le pag. 9?. del Dizionario. Fedi Ri-
immagini dei servi di Dio defunti. tratti , ed il Paleotti , De ima*-
IMM IMM 31
ginibus sacris et profanis, Ingolsla- regnava, dopo aver con rigorosi pro-
dii. cessi tutto verificato vedendo e ,

Naturalmente in Roma, siccome considerando le calamità che so-


centro del cattolicismo, innumera- vrastavano ai suoi dorainii ed a
bili sono le sacre immagini che ivi tutta la Chiesa, che fatalmente eb-
si venerano, antichissime e mira- bero pur troppo effetto, ordinò le

colose :all'articolo Chiese di Roma, missioni e prediche in sei delle


ed agli articoli relativi non man- principali piazze di Roma, e pubbli-
cammo trattarne. Come pure delle che processioni di penitenza; fece
immagini sacre più celebri che so- esporre le reliquie maggiori in un
no sparse per tutto il mondo, del- ai Volto Santo nella basilica vati-
le principali se ne discorre a"" loro cana, l'immagine del ss. Salvatore
articoli. Delle più rinomate sante ad sancta sanctorum, e quella del-
immagini di Roma ne trattano il la B. Vergine nella chiesa di s. Ma-
p. Giovanni Severano, nelle Me- ria in Campi telli, e prescrisse ora-
morie sacre delle sette chiese, il zioni e digiuni per placare l'ira di-
Paociroli ne Tesori nascosti; il Piaz- vina, ed implorarne misericordia,
za nelle sue opere; Pietro Bom- dappoiché cogli indicati ripetuti
belli nella sua Raccolta di quel- straordinari prodigi furono i po-
le coronate; il Costanzi neil' O^- poli avvertiti della catastrofe che
servatore di Roma nel libro VI pose sossopra tutta l' Europa ed
de' luoghi in cui venerano sacre
si altre parli del mondo nel declina-
immagini prodigiose, al cui capo 1 V re del secolo passato, e nei primi
novera le immagini della B. Ver- anni del corrente, di cui ancora
gine coronate dal capitolo vatica- deploriamo le orribili conseguenze.
no. D. Giovanni Marchetti, poi ar- Le sagre immagini di Roma, del-
civescovo, nel 1797 colle stampe le quali pienamente consta il ripe-
del Zempel pubblicò in Roma col- tuto prodigio, sono quelle dell'Ar-
le rispettive immagini incise; Z?e'/?ro- chetto ; l' Addolorata nella chiesa
digii avvenuti in molte sacre im- degli agonizzanti; al vicolo delle
magini specialmente di Maria ss. Muratte; nel palazzo dell'Impresa;
secondo gli autentici processi com- l'Addolorata presso 3. Andrea della
pilati in Roma; con breve raggua- Valle; T Immacolata in s. Nicola
glio di altri simili prò digii compro- de' Lorenesi; l'Addolorata presso la
vati nelle curie vescovili dello sta- chiesa nuova ; il Crocefisso in casa
to pontificio. In Roma molte delle Pucci; l'Immacolata in s. Silve-
sacre immagini delle chiese e pub- stro Capite; di Maria del Cena-
in
bliche strade dipinte od in istatua colo in detta chiesa; l'Assunta in
incominciarono ad aprire gli occhi, s. Maria in Vallicella ; di Maria
alzare e girare le pupille, ed al- dellaLara pana in s. Giovanni di
cuna a lacrimare a' 9 luglio 1796, Dio; di Maria delle Grazie nella
e durarono si fatti prodigi fino al- vecchia chiesa dell' ospedale della
la metà circa di gennaio 1797; Consolazione; della Vergine sulla
miracoli, che per la loro specialità, piazza dell'Olmo ; del ss. Rosario
frequenza, durata, e numero risve- in rilievo in casa Galh ; di Maria
gliarono la generale divozione e sotto l'arco di Grottapinta; del
compunzione. Pio VI che allora Carmelo a s. Martino a' Monti ;
32 IMM IMM
altra simile nella cappella interna immagini sacre e profane si posso-
del Noviziato ; del ss. Crocefisso in no vedere negli analoghi articoli di
s. Giovanni in A ino ; dei ss. Ro- questo Dizionario j nel Marangoni,
sario all' arco della Ciambella ; di Delle cose gentileschej nel Buonar-
Maria sotto l'arco del palazzo Brac- roti nelle Osservazioni sui vetri
ciano o Odescalchi ; della stessa sotto antichi: e nel Zaccaria, Storia let-

il palazzo delia Consulta ; della teraria p. 44 e seg., tom. II. Delle


medesima nella cappella privata di immagini poste nelle chiese, cap-
casa Bolognetti; dell'Addolorata in pelle, oratorii,ec. quali Tabelle vo-
piazza Madama; delia Madonna di tive,V. quell' articolo. Ne' luoghi
Guadalupe in s. Nicola in Carce- ove fulmina V Interdetto (Vedi)^
si

re ; e dell'Addolorata sul cantone le immagini e le croci vengono


della piazza di Gesù. Delie altre coperte di nero, e si depongono sul
immagini delie quali erano inco- suolo.
minciati i formali processi il Mar- IMMERSIONE. V. Battesimo,'
chetti ne riporta l'indice a p. LIX. Battister^o, Diaconesse, Fonte sa-
Nell'appendice poi tratta di eguali cro.
prodigii delle immagini d'Ancona, IMMUNITÀ', Inw}unitas. Privi-
Maria regina di tutti i santi detta legio, esenzione da un
dovere, da
di s. Ciriaco; di Torriceiia nella un o da un'imposizione
tributo,
diocesi di Taranto, statua di legno qualunque. Questo vocabolo signi-
rappresentante Maria delle Grazie ; fica pure libertà, franchigia, asilo
quella delia Vergine di Arezzo, pel* o luogo di sicurezza, in cui non è
non dire di altre fuori delio stato permesso usare violenza nemmeno
pontificio
; di Veroli ed altri luo- contro i colpevoli vSenza le debite
,

ghi delia diocesi , come Torrice e licenze. Laonde non solo diremo
Ceprano, ec. ec; di Frascati l'Ad- dell' immunità propriamente detta,
dolorata Angelo in Vado ed
; di s. ma ancora dell'asilo e delle fran-
Urbania, diverse immagini ; Mer- chigie. Il vocabolo immunità fu par-

cateiio luogo di tal diocesi ; del ticolarmente usato per le immuni-


convento di s. Liberato diocesi di tà ecclesiastiche, per cui parleremo
Camerino; di Calcata diocesi di prima brevemente dell' asilo. Il

Civita Castellana; e di Todi due luogo di rifugio per un reo , ac-


immagini. Il Giornale ecclesiastico ciocché non cada nelle mani della
di Roma tratta pure di questi pro- giustizia, fu detto asilo con voce
digii, cioè nel tom. XI, pag. i46 greca, che diversamente pronuncia-
e 147; e tom. XII, pag. 2. Dei ta, in una maniera significa traho,
medesimi discorre monsignor Cal- e neir altra dappoiché i
spolio j
dassarri nel tom. II, pag. 896 e seg. rifugiatiné dal luogo sacro pote-
della Relazione delle avversità e vano essei'e estratti , né spogliali
patimenti di Pio VI, spiegando la di ciò che seco avessero recato.
chiusura ed apertura degli occhi Dapprima si concedette l' asilo qua!
della Beata Vergine nelle sue im- misericordioso privilegio agli omi-
magini, due materni virtuosi efietti cidi involontari, e per delilli d' in-
che voleva eccitare nel cuore dei avvertenza fortuita; poscia venne
cristiani, i quali erano di dolore estesoad ogni gran colpevole e ,

e di fiducia. Altre erudizioni delle talmente ne crebbero gli abusi e


,

IMM IMM 23
gì' inconvenienti, che non bastando con insidie e con animo deliberato
le leggi emanate per reprimerli, Abncr ed Amasa, benché si fosse ri-
si dovette venirne alla soppressio- covrato nel tempio, e tenesse con le
ne. Il privilegio dell' asilo fu da mani il corno dell'altare, non volen-
Dio istituito, quando ordinò a Mo- do uscire dal luogo ivi fu scannato da
sè neir ingresso del popolo israeli- Banaia per comando di Salomone.
tico nella Terra Promessa, che sta- Siccome gli ebrei non avevano che
bilite fossero sei città di rifugio, un tempio ed un tabernacolo e ,

nelle quali ritirar si potessero con quindi era probabile che recando-
sicurezza coloro , i quali o casual- visi da tutte le parti gli omicidia-

mente o pure in qualche rissa rì, essi avrebbero turbato colla lo-

uccidessero alcuno non già a ; ma ro moltitudine il servigio divino


caso pensato, o con insidie preme- ovvero quando ne fossero espulsi
ditato , e di queste città trattasi riparando in paese straniero potes-
nell' Exodo cap. 2 1 , nei Numeri sero traviare con adorare i falsi
e. 35, e nel Deuteronomio e. 4 dei, cosi venne stimata salutare
e 19. Questo privilegio fu conce- provvidenza lo stabilimento delle cit-
duto ancora al tabernacolo in cui tà di asilo. Tutti quelli che frui-
era V altare degli olocausti, come si vano dell' asilo, ivi potevano resta-
legge nel libro 111 dei Regi cap. I, re finche fosse esaminata la pro-
V. 5o, ove si dice eh' essendo sta- pria causa, e fosse morto il sommo
to abbandonato Adonia dai suoi sacerdote , sebbene avessero fatto
fautori che lo avevano acclamato constare di avere commesso 1' omi-
re, e vedendo Salomone eh' erasi cidio per difesa della propria vita.
rifugiato presso l' altare , lo fece Morto il sommo sacerdote, il rifu-
assicurare della vita, e che godes- giato riacquistava la sua libertà, e
se l' asilo. Che anco il tempio poteva ricondursi liberamente in
fabbricato poscia da Salomone patria od altrove. Erodoto nel li-

godesse l' asilo , si ha dal capo bro II narra che in Egitto alla fo-

XI, del IV libro de' Re , ove si ce del Nilo era un luogo di fran-
legge che l'empia regina Atalia chigia, cioè il tempio di Ercole, al
essendo entrata nel tempio, il som- quale se fuggivansi gli schiavi, era-
mo sacerdote Jojada ordinò non : no liberi dalla servitù, ed era sti-
occidatur in tempio Domini ^ e mata cosa nefanda e sacrilega il
perchè rea di mille morii, fu quin- toccarli. Strabene fa menzione deU
di estratta ed uccisa. Le sei città r asilo d' Osiride nel medesimo E-
d' asilo degli ebrei erano tra le gitto altri di quello di Tebe che
;

quaranl' otto assegnate ai leviti nel- perciò si aumentò di popolazione.


le altre tribù: del beneficio del- Il p. Menochio nel tom. Ili, p.
l' asilo godevano non solo quelli 371 ci dà il cap. XIX: Degli asili
della nazione ebraica, ma tutti gli cioè luogJd di franchigia appresso
altri qualunque paese
di e culto. gli antichi.
Non avevano ricetto nelle città di Ad esempio degli ebrei gentili i

asilo, oltre gli uccisori con animo greci romani , ed altre nazioni
e
deliberato, i rei di altri delitti, co- istituirono gU asili ed i luoghi di
me di furti, adulterii ed altre scel- franchigia in diversi luoghi e in

leratezze: Gioab per avere ucciso parecchi de' loro templi, stabilendo
,,

a4 IMM IMM
che fossero luoghi d' immunità a sulla piazza ove è ora la statua
quelli che per qualche delitto vi equestre di Marco Aurelio; lo cir-

si rifugiassero, per cui non si pò- condò con un boschetU) di querele,


levano i rei estrarre da essi vio- e l'uno e l'altro fu poscia dedicato
lentemenle. Tra i greci si vuole a Giove, e dichiaralo luogo sacro,
che l'asilo fosse inventato dai ni- Di quest'asilo istituito da Romolo
poli di Ercole in Atene, temendo a coofugio di sicura ft-anchigia, se
le insidie di coloro i quali afflitti fosse aperto tra due boschi , se vi

erano stati dal loro avo. In Atene fosse alcun tempietto sacro alla
pertanto sei asili erano in altiet- Misericordia, a Veiove o a Cei*ere,
tanti templi, cioè in quelli della Mi- ne tratta il Nardiui nella Roma
^ericordia, delle Eumenidi, di Mu- amica 281, 289 e 290. E sic^
p.
nichia, e ne'due di Teseo. Aflinchè come ancor lui alferma che l' asi-
però un tal privilegio non servisse lo fu sempre sul Campidoglio, non
di fomento ad eccessivi delitti, in sembra probabile l'opinione d' ai-
alcuni casi più enormi non som- cuni riportata dal Severano a p.
ministra vasi cibo al delinquente 333 delle Memorie sacre , che
onde moriva di fame, oppure apr 1* asilo o tempio della Misericor-
piccatovi il fuoco era costretto ad dia , sorgesse ov' è al presente la
uscirne. Bella è la sentenza di Plur chiesa di s. Maria Egiziaca. A
tarco sugli od immunità Siasili : quest' asilo concorse da ogni parte
terra ab eas invenire poteris Urbes moltitudine di gente facinorosa ed
mitris , liUeris y regibiis , doniibus armigera, col di cui valore inco-
opibus numismate carenles : Urbeni minciò l'ingrandimento di Roma;
templis , diisque carentem nenio quindi l'asilo, anche tra' romani,
iispiani yidit. La religione nacque fu tenuto per santuaiio di religio-
poir uomo , il rispetto e la vene- ne, come scrisse Livio iib. 35. Non
razione ai luoghi , cose e persone ostante che romani concedessero
i

sacre rimonta all'origine dell' uo- a' templi l'asilo e l'immunità di


ino. Il Strabone fa pure
citato coloro che vi si rifugiassero, tut-
memoria dell'asilo di Nettuno pres- tavolta in molte occasioni ritrovasi
so Froezone, e di Apollo nella So- che non lo praticarono. Volendo
ria, tutti luoghi considerati sacri Tulio Ostilio re di Roma che fos-
e venerabili. In progresso i greci se distrutta la città d' Alba, co-
dierono asilo ai rei, non solo pres- mandò che ne fossero eccettuati i

so i templi, gli altari e le statue templi : non permise però che gli
degli dei, ma pure presso quelle abitanti vi si rifugiassero, e pose
degli eroi, dappoiché credevano che alle loro porle soldati a custodirli,
i numi stessi fossero i protettori per cui i fuggitivi albanesi si que-
dei rei , ed i vendicatori di chi relavano di dover lasciare come
violasse l'asilo, rispetto al quale si imprigionate le loro deità. Dipoi
accordava l' impunità ai 'più gravi nella guerra civile tra Caio Mario
delitti. Ad imitazione de'greci, Ro- e L. Siila, essendo esausto l'erario,
molo a fine di popolare la sua il senato spogliò i templi degli dei
nuova città di R.oma, formò sul di tutti gli ornamenti d'oro e di
Campidoglio un asilo ch'era situa- argento, impiegandoli per stipendio
Ip, §ecopdo i più accurati storici, delle milizie. Non però tutti i terar
,

IMM IMM 25
pli di Roma, come di altre regio- sero nelle chiese. Dice inoltre che
ni, godevano quest' asilo, quantun- ciò ricavasi dagli atti del Papa s.

que fossero consacrati, ma sola- Silvestro I, i quali per attestato


mente quelli che con tale speciale di s. Gelasio I, che fiorì circa un
distintivo fossero privilegiati nel- secolo dopo, erano così autentici,
l'atto della loro consacrazione, scri- che non solo in Roma, ma in altri
vendo Servio neir Vili libro del- luoghi sì leggevano pubblicamente
l' Eneide Asìliun vocari non quod-
: nelle chiese de'cattolici, 11 giustis-
\>is (templum)y sed cui consecra- simo rispetto dovuto alle chiese coi-
lionìs lege esset concessum Ma . rne case di Dio in terra, e luoghi
essendosi a tempo di Tiberio imr sacri, l'osservarono tutti gl'impera-
peratore talmente ampliata la li- tori cattolici successori di Costantino,
bertà d' applicare 1' asilo a' templi, tranne Aicadio che per istigazione
massime nella Grecia, per cui que- dell' eunuco Eutropio emanò una
sti si riempivano di enormi disso- legge che i rifugiati nelle chiese
lutezze, Io stesso principe abolì il fossero violentemente estratti, quin-
privilegio e jus degli asili di tutti di puniti secondo i loro delitti. Dio
i templi. Al dire di Tacito, il qua- castigò il potente eunuco, dappoi^
le narra che la questione fu ven- che caduto dalla grazia imperiale,
tilata in senato, sembra che Tiberio e cercalo a morte, non riconobbe
abolisse soltanto gli asili fuori di altro scampo che rifugiarsi nella
Roma, non Ag-
quelli della città. chiesa di Costantinopoli. Fremendo
giunge Tacito che i templi erano però le milizie contro il malvagio,
divenuti pieni d' una moltitudine Arcadio per frenarle con una nuova
di debitori insolvibili , di schiavi legge confermò l'antica immunità
malvagi, sui quali penavano i ma-» della chiesa; ma
ciò non bastando,
gistratiad esercitare la sorveglian- s. Giovanni
Crisostomo già perse-
za della legge , dacché il popolo guitato dall'eunuco perchè ne ri-^
proteggeva i delitti degli uomini prendeva i vizi mentre Eutropio ,

come le cerimonie degli dei. colle mani stava attaccato all'alta^


Il privilegio degli asili, dopo l'in- re, salito sul pergamo peroiò ai
Iroduzione del cristianesimo, passò soldati, e colla sua facondia otten-
dai templi pagani alle chiese cristia- ne che gli fosse donata la vita,
ne, e venne ad esse conceduto o e non permise che fosse estratto
confermato da vari Pontefici, im- dalla chiesa, se prima il magistrato
peratori e concilii , essendo la re- non si obbligò con giuramento di
ligione cristiana tutta carità e mi- non onde fu rilegalo in
ucciderlo,
sericordia verso i delinquenti. Ap- Cipro, anno medesimo 899
Neil'
pena r imperatore Costantino ebbe venne confermata l' immunità del^-
ricevuto nel Laterano il battesimo, la chiesa, con altra sua legge per
come riferisce il Baronie all' anno l'Afiica da Onorio fratello di Ar-
324, num. 19, nei sette giorni, che cadio, il quale di più nel 4^8 in-
dopo di ciò rimase colle vesti bian- sieme con Teodosio li stabilì un'al-
che, promulgò sette leggi, la quin- tra legge, dichiarando rei di lessi
ta delle quali fu il concedere l'im- maestà coloro i quali alcun reo
munità a tutti coloro, i quali rei eslraessero dalla chiesa. U medesi-
di qualche delitto rifugiati si fos- mo Teodosio II nel 4^1 ampliò
26 IMM IMM
sominnmenle tale legge, estenden- tro, che perciò vi si recarono le ss..

do l'asilo delle chiese non solo si- Marcella e Principia, siccome te-
no alle porte di esse, ma ancora stifica Procopio, De bello goth. 1. 2.
ai loro portici, atri, abitazioni, or- Ivi racconta come furono puniti da
ti e bagni, quale distesamente fu Dio con fulmini i soldati del du-
ìnserila negli atti del concilio ge- ca Ermanno, per aver occupato t

nerale celebralo in Efeso nello stes- prati circostanti alla basilica di s.

so anno, sebbene per alcuni casi Paolo. A pag. 588 parlando della
occorsi, gli convenne poscia correg- basilica Lateranensc
Costantiniana
gerla. Nell'anno 4^6 l'imperatore dice che fu pure chiamato tempio
Leone altra legge amplissima e della Misericordia ed asilo, che per-
severissima promulgò contro i vio- ciò vi erano tre porte, sempre a-
latori di questa immunità delle perte,come meglio dicemmo nel
chiese, perchè il capitano Ardabu- volume XII, pag. 19 del Diziona-
rio volendo far estrarre
ariano , rio, All'articolo Chiesa (Vedi)^ §
un monistero degli a->
rifugiato dal VII, della venerazione die si deve
cemeti, visibilmente apparve sopra alla chiesa, parlammo dell'antichis-
quel luogo l'immagine del Croce- sima sua immunità, e di alcuni
fisso circondata di fuoco, che vi- autori che scrissero sugli asili del-
brando per ogni parte folgori con- la medesima. Nei tempi poi delle
tro gì' insolenti soldati, li pose in successive irruzioni barbariche, e in
fuga. Lo stesso Leone annullò la quella dura e procellosa epoca che
legge del predecessore Teodosio I, tenne lor dietro, quando la legge
in cui comandava a' vescovi , che era nella spada, e il diritto nella
prestando il rifugio nelle chiese a forza , quando scompigliato ogni
coloro ch'erano gravati di qualche ordine sociale, restava qualunque
debito, eglino pagassero a* credito- violenza impunita, ed era il debo-
ri la somma dovuta. le abbandonato all'arbitrio del più
iVei primi anni del quinto seco- forte, la misericordia della Chiesa,
lo avendo Alarico re de' goti pre- unica autorità tutelare che si frap-
sa Roma, la saccheggiò, e pubblicò ponesse fra gli oppressi e gli op-
un editto col quale perdonò e lasciò pressori, ampliò ed estese a molti
la vita e le facoltà non solo de'cri- luoghi considerati come sacri il pri-

stiani, ma eziandio de' gentili , i vilegio dell'asilo. E non era già


quali eransi rifugiati nell'ampia ba- per assicurare l' impunità al reo ,
silica di s. Pietro; onde moltissi- che le leggi ecclesiastiche di quei
mi gentili colle loro ricchezze go- secoli s'adoperavano a rendere così
derono nella chiesa di Cristo quel frequenti ed inviolabili gli asili;

rifugio ed immunità eh' eglino ed ma sibbene per dare ai persegui-


i loro maggiori conceduto non a- tati un rifugio, per impedire il
veano in tali casi ai templi delle compimento di quelle atroci ven-
deità che adoravano. Il citato Se- dette, ch'erano da' feroci costumi
vcrano, descrivendo a pag. ^02. ì de' tempi quasi comandate, né cer-
pregi delia basilica di s. Paolo, di- to condannate mai; per lasciar tem-
ce che i barbari anche a questa po di frenarsi all'ira popolare, di
portarono rispetto, facendola asilo calmarsi all'odio concitato degli of-
e franchigia come quella di s. Pie- fesi , di frammettersi tranquilla-
IMM IMM 27
mente a qua' magistrali , che in sono di privativa giurisdizione della
«jiialunquc modo esercitavano allo- Chiesa. La necessità ed utilità degli
ra la giustizia. Tutte le chiese cri- asili tuttavolta erano cessate, dacché

stiane servivano perciò ad asili, ed vennero introdotte migliori leggi, e


erano considerati siccome luoghi per tutto rinnovali in meglio gli
di franchigia o d'immunità, dove ordini sociali, nò ormai potevano
non aveva ne la
accesso la forza
, contribuire ad altro che ad incep-
giustizia criminale. Però se i rifu* pare il corso della giustizia civile
giati negli asili erano veramente e criminale. Avendo Pio VII nel
colpevoli, venivano obbligati a ri- 1816 soppresso il rifugio d'asilo
parare il male che avevano com- che nello stato pontificio godevano
messo, ed erano assoggettati a pub- le tenute di Conca e Campo Mor-
blica penitenza ; ma non erano mai to, dipoi Leone XII nel 1826 per
consegnati nelle mani di quelli che prudenti ragioni lo ristabilì pei de-
gl'inseguivano, se non a patto che linquenti rei di delitti, prescriven-
venissero loro salve la vita e le do analoghe leggi acciò il confugio
membra. A ciò si provvide coi de- si potesse conciliare colla pubblica
creti di vari concilii, e fra gli al- sicurezza. Di quesla concessione, co-
tri in quello di Sardì, non mai di- me dei nominati due luoghi, se ne
partendosi la Chiesa cristiana da tratta ai voi. XII, p. 3i4, 3i5 e
quei dettami di mansuetudine, che 321 ; e XVI, p. 236 del Dizio-
derivano così spontanei e naturali nario.
dalla legge di carità , sebbene da L'immunità propriamente detta
vari scrittori che scrissero su que- anch'essa è d'istituzione divina, co-
st'argomento, come dall'abbate Gua- me pronunziò Tren-
il concilio di
sco, dall'Alessandro ab Alessandro, 20: Ec'
to nella sessione 25, cap.
e dal Pistorozzi, si dimostri che cltsiae persoìianun ecclesias dea-
,

l'asilo fu comune alle più barbare rum immuuilalcm^ Dei ordinalioiie


nazioni, essendo fallaci le assertive et canonicis sanelioiiibiis constila-
di fr. Paolo Sarpi, di Van-Espen, tam. Le chiese e i sacri templi so-
e di altri. 11 diritto d'asilo fu in no stati sempre in venerazione e
diverse epoche esteso ai cimiteri, culto presso uomini di qualun-
gli

ai palazzi de' vescovi, ai chiostri di que religione ancorché falsa, e con


monaci e di canonici , al terreno più di ragione le chiese dei catto-
che li circondava nella periferia di lici che professano la vera di Cri-

trenta passi, e alle croci pianiate sto, dappoiché in esse non si olire
sulle grandi strade. Godendo que- il sangue degli agnelli e vitelli co-

sto misericordioso privilegio i rei me facevano gli ebrei, ma lo stesso


de' più atroci delitti, e siccome di Cristo con sacrifizio incruento, con
tante altre benefiche istituzioni, se la vera e reale sua presenza. Es-
ne abusò cotanto che si procede sendo l'immunità ecclesiastica pro-
senza il concorso della Chiesa al- cedente dalla santità e riverenza
l'abolizione degli asili in diversi che si deve alle chiese, è di legit-
stati dopo la metà del secolo de- tima conseguenza che questa sia
corso, e in c(uasi tutta l' Europa proceduta dalla Chiesa stessa ; e da
dopo la rivoluzione francese, seb- chi questa Chiesa vien retta e re-
bene le questioni degli asili sacri golata, deve egualmente regolarsi
a8 IMM IMM
e dirìgersi raulorilà secolare non
: no esenti dagli usi ed operazioni
avendovi diritto, deve solo sostener- profane. Godono V immunità loca-
la, lulelaria e difenderla , aHìnchè le non solo le chiese consacrate,
la Chiesa possa in tutta l'estensio- ma ancora quelle soltanto benedet-
ne esercitarla, determinarla e mo- te e la godono se anche fossero
;

derarla a maggior gloria di Dio, pollute ed interdette, purché non


e della nostra santa religione. Al- sieno per autorità del vescovo con-
le chiese, ai luoghi religiosi, ai ci- vertitein uso profano, mentre al-
roiteri, ai ministri ecclesiastici , ed loranon godono immunità. Godo-
alle cose loro appartenenti , i ca- no dell' immunità delle chiese i
noni, i decreti pontifìcii, e le or- portici, l'atrio, il tetto, le porte, le
dinazioni delle autorità ecclesiasti- scale, le pareti, l'area, e si esten-
che, protette e difese anche dalle de al dintorno ed esterno delle
costituzioni imperiali e reali, hanno chiese maggiori per quaranta pas-
loro concessa l'immunità , come se si, muiori trenta, meno che una
se
si ed one-
dicesse libertà, senza pesi legittima causa o consuetudine a-
ri. Triplice è munita, persona-
l'ini vesse diversamente disposto; tanto
Icj reale, e locale. Personale è quel- si legge al can. 36 Id constiluimus,
la che favorisce le persone eccle- ed al can. Antiquitus di Graziano,
siastiche, le quali dovendo essere ma oggi è derogato. Il Giraldi in
continuamente occupate al servigio Exposìtionis juris Pontificii, sect.
della chiesa, degli altari, e dei sagri- 637j p. 47^5 salva la consuetudi-
fìzi che si offrono a Dio, cosi de- ne e lo stile comune delle colon-
vono essere esenti da qualunque nette che si vedono nell' esterno
occupazione e peso che a quelli delle chiese, come confine dell'im-
non abbia relazione. P^. Chierici, mune. Sono immuni campanili i

Clero, ed Ecclesiastici. Reale di- che distano dalla chiesa meno di


cesi quella per cui le cose della trenta passi, le sagrestie ed i cimi-
chiesa debbono essere esenti dai da- teri annessi, e se disgiunti quando
zi, gabelle ed imposizioni che si vi esista altare; ì pubblici non pri-
debbono alla potestà secolare: non vati oja torli o cappelle, i conven-
essendo questa in diritto colla sua ti e monisteri, seminari, ospitali,
giurisdizione temporale d'impor tri- ed altri luoghi religiosi eretti con
buti e gabelle sotto qualunque ti- autorità del vescovo; i palazzi dei
tolo alle chiese, loro beni e per- cardinali anche fuori di Roma, e
sone ecclesiastiche, non possono i quelli ivi annessi alle loro chiese
magistrati laici decretarle , senza titolari. Sono egualmente immuni
l'assenso della potestà ecclesiasti- il palazzo del vescovo, o altra abi-
ca. Dizi
P^. Decime e Beni di
, tazione che ritenesse anche a con-
Chiesa. Locale immunità è quella duzione; le case de' canonici esi-

che spetta e si conviene alle stes- stenti nella canonica; le case par-
se chiese, sacre case, cimiteri e Iot rocchiali, che non distano dalla
cali tutti alle chiese addetti ed a- chiesa parrocchiale mi- un terzo di
derenti, nelle quali chiese e pii luo- glio, purché non siano appigionate
ghi si esercita il divin culto^ ed a laici, come dichiarò la sacra con-
altre opere pie e di religione, così gregazione dell'immunità, in Rea-
è di dovere che questi luoghi sic- tina i4 decembris 1628. Final
IMM IMM 29
mente alcuni dicono che il ss. Sa- conoscere il loro carattere. Tertul-
cramenlo che si porta per le stra- liano nel suo apologetico e. 4*^- >

de presta asilo e sicurezza a queUi rappresentò ai magistrati che niuno


che lo accompagnano, ed a tutti pagava i tributi e non adempiva
quelli che pmcessionalmente lo se- a' pubblici carichi con più fedeltà
guono ed adorano ; ma sembra più de' cristiani ; ch'essi si facevano un
sicuro il dire, che il sacerdote che punto di coscienza di non commet-
porla il ss. Sacramento aiflnni tere in questo genere frode alcuna.
praeslat confiigientJbus ad se : Fa- L' imperatore Costantino il Grande
gnano cap. 9 de ìmmunitale eccle- però nei primi anni del IV secolo,
siastica. Su quanto riguarda tutti e dopo la sua conversione alla fe-
gli estremi dell'immunità ecclesia- de cristiana, accordò diversi privi-
stica, sono a consultarsi i giure- legi alle chiese ed agli ecclesiasti-
consulti e canonisti che ne hanno ci accordò cioè a questi l'immu-
;

trattato; per gli stali de'principi se- nità munerihus civilibus, le immu-
colari deve starsi a' rispettivi con- nità personali. Quanto alle chiese,
cordati conchiusi colla santa Sede. fece prima ima legge, in forza del-
Esempi delle immunità reali ve la quale venne permesso a chiun-
ne sono nella sacra Scrittura. Al que di lasciar per testamento be-
tempo di Giuseppe le terre del- ni stabili alle medesime; e con
l' Egitto pagavano al sovrano il un'altra legge accordò ai beni tutti
quinto del reddito, mentre quelle delle chiese 1' immunità a Jiovis
de'sacerdoti erano esenti da ocni collaclioiiihiis j assolvette cioè i be-
tributo. Cosi era anche al tempo ni stessi da qualunque delle con-
di Mosè. Artaserse re di Persia tribuzioni, che gl'imperatori sole-
esentò dai tributi tutti coloro che vano di tanto in tanto riscuotere
andarono con Esdra a Gerusalem- straordinariamente. In seguito lo
me. Nei primi secoli del cristiane- stessoimperatore Costantino con
simo però tali immunità non erano nuova legge accordò alle chiese
ancora stabilite, giacché Gesù Cri- cattoliche l'esenzione da ogni tri-
sto medesimo nel vangelo parlan- buto anche ordinario, cioè le im-
do dei tributi, decise in generale, munità reali. Fr. Paolo Sarpi, De
che bisogna dare a Cesare ciò jure asflornm, ripete l'origine del-
eh' è di Cesare, ed a Dio ciò che l' immunità ecclesiastica dagl'impe-
appartiene a Dio. E ne avea già ratori ; ma s. Gregorio Nazian/eno
dato egli medesimo l'esempio fa- neWoratio 20 fa conoscere il con-
cendo pagare il censo per sé e per trario e che nell'età di s. Basilio
;

s. Pietro. Anche s. Paolo disse a Magno epoca assai anteriore a


,

tutti i fedeli in generale senza ec- quella determinata dal Saipi quìii'
cezione: rendete a ciascuno ciò gentis annìs post Cìiristwn natimi^
che gli è dovuto, il tributo o l'im- vi fossero leggi sugli asili ed immu-
posizione a chi ha diritto di esi- nità, lo si rileva dal fatto di quella
gerla. Si sa che sotto gì' imperatori donna difesa nel tempio: tiietur
pagani i ministri della religione Dei clementia, et legi quae altari-
cristiana non godevano di alcun bus honorem haberi jubet wanuni
privilegio ne esenzione; essi ave- porrigeret, etc. Il concilio d'Oran-
vano tutto i'inteiesse di non far ges celebrato nel 44 ' >
^^' suoi ca-
3o IIMM IMx\I
noni ci fa conoscere, die dentro Io venuta de' barbari in Italia. Dice
spazio (lei primi cinque secoli della egli dunque, che dopo aver Costan-
Chiesa, occuparono i padri con
si tino donata la pace alla Chiesa,
impegno ed in opposizione all'au- non tutte le persone sacre gode-
torità secolare, per sostenere l'im- rono esenzione totale dai pubblici
inunità ecclesiastica, e senza limo- aggravi, e che neppure immuni
re e con intrepidezza pubblicare furono i beni di tutte le chiese e
opportune leggi, onde non può am- di tutto il clero. Molto più tardi
mettersi che imperatornm tantum^ provò la milizia ecclesiastica i fa-
modo Icgìbus stami tur. Le leggi im- vorevoli effetti dell' indulgenza dei
periali doveano difendere e con- principi. Chi più figurò nelle chie-
servare le leggi della Chiesa, non se, vale a dire i vescovi, i capitoli
toglierle e regolarle. de' canonici, e i monisteri più rag-
Delle immunità reali nuove leg- guardevoli d'ambo i sessi, questi
gi spogliarono ora alcune, ora tutte tutti goderono immunità maggio-
Je chiese cattoliche di quel privile- ri. A parte di sì fatta fortuna non
gio. Tali leggi trovansi nel codice furono già le chiese piccole, ai fon-
Teodosiano, e sono di Costanzo, lib. di e terreni delle quali si conce-
XVI, De episcop. eccles. et cler. lit. deva l'esenzione, ma si negava poi
H, leg. i5; di Costante, lib. XI, ai beni patrimoniali de' chierici.
De immunìfate concessa^ tit. XII, Mai ne' secoli rozzi fu conceduta
leg. I ; di Valentiniano II, lib. XI, immunità ampia degli oneri e tri-
tit. XIII, si per obrcptionem leg. r ; buti pubblici ad alcuna chiesa, che
e dì Onorio, lib. XVI, De episcop. non restassero obbligati e soggelll
eccles. et clericis, tit. II, leg. 4o. i luoghi sacri a qualunque ordina-
Un*altra prova che queste immu- ria o straordinaria funzione. Sul
nità reali non furono sempre con- particolare di questa varietà si no-
servate a tutte le chiese, l'abbiamo ta un gran cambiamento di leggi,
da un passo Ambrogio, epist.
di s. e dissomiglianza di consuetudini in
XXI, class. I. E s. Gregorio I que' tempi. 11 Tomassino nella part.
Magno, scrivendo a quelli che a- Ili del lib. I, al cap. XXVI ripor-
"vevano cura delle terre di Sicilia, la alcuni capitolari dei re Fran-
che appartenevano alla santa Sede chi, da' quali sembra bastantemen-
come suoi patrimoni, raccomandò te dichiararsi, che non solo tutti i
di farle ben lavorare, a fine di po- chierici per riguardo delle persone,
ter più facilmente pagare le impo- ma i beni anche di tutte le chie-

sizioni caricate sulle medesime. 11 se furono esenti dagli aggravi e


IVovaes nella vita di Bonifacio V, servigi pubblici. Che altrettanto
eletto Papa nel 6 9, dice che rin-
1
si osservasse in Italia si può de-
novando gli antichi canoni e de- durre dalla legge promulgata nel-
creti de' suoi predecessori, proibì r 855 dall'imperatore Lodovico I
che ninno ardisse di eslrarre per il Pio nella dieta di Pavia. In essa
forza chi rifugia vasi nelle chiese. 11 non eccettuò alcuna chiesa, ma le
Muratori nelle Dissert. sopra le dichiarò tutte esentì, in conferma
antichità italiane, nella LXX tratta delle concessioni de' suoi predeces-
Delle immunità, privilegi ed aggra- sori. Quasi tutti vescovi ed abba-i

vi del clero e delle chiese dopo la ti, ed anche il resto de' chierici^
IxMM IMM 3i
offerivano al principe dona annua- nica a chi non la rispettasse. Di
liUy particolarmente quando le ne- frequente in tempo di guerra le
cessità del regno li richiedevano. immunità ed esenzioni venivano e-
Secondo i tempi, i re a titolo di normemente lese con violenza. Il
donativo li esigevano dal clero Muratori di tutto riporta diverse
maggiori o minori. Ve ne furono testimonianze documenti
e indi ,

degli altri che annualmente si of- passa a parlare dell'immunità o


frivano dagli ecclesiastici al re per esenzioni dei monisteri dalla giu-
ragione di ossequio. Avevano ap- risdizione vescovile, solo soggetti
parenza di volontari, ma però chi alla santa Sede, privilegio che dice
se ne fosse astenuto, non si crede- risalire al pontificato di s. Grego-
va libero ne sicuro dal non pre- rio I. Zelante difensore dell'immu-
starli. Consisteva V offerta in uno nità ecclesiastica fu s. Gregorio VII
o due o più equorum y lanceae, scu- (Fedi), e martire della medesima
ti, ec. Altri oneri dei vescovi ed s. Tommaso arcivescovo di Canlor"
abbati era dare alloggio e vitto hery [Pedi).
ai ed ai messi ed uffiziali lo-
re, Il concilio di Londra celebrato
ro, onere che si chiamava parata, l'anno 1268, col canone i3 decre-
mansionem, o metatum. Perciò i tò. « Si conserverà la immunità
vescovi ed abbati in Italia procu- dei luoghi santi, chiese e moniste-
ravano levarsi incomodo sì dispen- ri, e chiunque ne trarrà fuori per
dioso allorché domandavano ai re forza quello che ivi si sarà rifu-
ed imperatori privilegi ed esenzio- giato, o asporterà ciò che vi sa-
ni. Inoltre i detti principi vieta- rà messo in deposito
stato sarà ,

vano ai conti ed altri ministri di scomunicato issofatto, e le sue ter-


esercitare autorità sugli uomini, be- re messe sotto interdetto, come pu-
ni e terre del clero, e loro dipen- re i luoghi dov'egli si ritirerà".
denti. Tempi furono anche ne' qua- Nel pontificato di Martino IV ia
li i re ed imperatori riserbaronq Francia sotto l'ombra dell'immu-
a se stessi il giudicar le cause cri- nità ecclesiastica erano nati gravi
minali ne* castelli, tenute e beni abusi, dappoiché uomini malvagi
delle persone sacre. Anticamente i quali o avevano abbandonato la
non mancarono alcuni che non si , fede, come ebrei convertiti ed apo-
facevano scrupolo di non rispetta- stati, ovvero erano infamati di ere-
re i privilegi ed immunità, tanto sia, temendo di essere tratti ai tri-
tempo prima, e da tanti re con- bunali degl' inquisitori, ricorrevano
ceduti alle pei'sone e luoghi sacri, al rifugio delle chiese per sottrarsi
mettendo nell'altrui messe le mani, dalle pene. Tornando ciò in grave
e disprezzando anche l'anatema e danno della religione cattolica, or-
scomunica promulgata frequente- dinò che sì fatte persone non go-
mente dalla Sede apostolica contro dessero l'immunità della Chiesa che
chiunque violava somiglianti con- laceravano coli' eresia. Ciò venne
cessioni. Il Papa Stefano X nel rammentato da Giovanni XXII,
io58 confermò con bolla al clero quando per reprimere la baldanza
secolare di Lucca l'immunità dai de' chierici francesi, concesse al re
giudizii, oneri ed imposte della po- Filippo V di poterli carcerare, » non
testà laicale, fulminando la scomu- in contemptum clericalis ordinis, neo
52 IMM IMM
iit jiirisdictionem usnrpetis in ipfsas, ordinò che gli esenti, fallando, pu-
«;oc) (nntiim, ut rcddaiitnr ad inan< niti fossero dai vescovi loro. Fu
dala Kcclesiae, ne elimina renia- conceduta l'immunità ai famigliari
neanl impunita ". Quanto Bonilìi- de' cardinali che attualmente tali

cio VII! fosse stato sostenitore a- sono, e non a coloro che usi erano
cenimo dell' immunità ecclesiastiea di procacciarsi così fatto privilegio
Io dicemmo agli articoli Francia^ a schifare i mandamenti de* vesco-
e Bonifacio UH (Fedi). Nelle vi. Rinnovossi la costituzione del
biogialie de' Papi, e negli articoli concilio generale di Vienna cele-
degli slati e regni, come in altri re- brato da Clemente V, che i moni-
lativi articoli, si parla de' princi- steri esenti di monache fossero vi-
pali avvenimenti riguardanti l'im- sitali una sola volta l'anno dal
munità ecclesiastica , e riportansi i diocesano; e annullaronsi tutte le
canoni de'concilii trattandosi di que- immunità che si concedessero sen-
sti.Benedetto Xll, Innocenzo VI, za chiamare in giudizio Ja perso-
Innocenzo Vili ed altri Pontefici e- na, in cui danno ciò potesse tor-
manarono zelantissimi decreti a di- nare.
fesa dell' immujiità ecclesiastica. Nel pontificato di Giulio III, es-

Quanto ad Innocenzo VI, si legge sendo Cosimo I, allora duca di


nella sua vita che l'imperatore Car- Firenze, in fiera guerra co' sanesi,
lo IV indotto dai malevoli suoi ed avendo saputo che le sue trup-
ministri ad occupar le rendite di pe in una vittoria avevano com-
alcuni benefizi, e violare la libertà messo in Casole eccessi contro l'im-
ed immunità ecclesiastica, ad istan- munità ecclesiastica, a' 24 ottobre
za del Papa cedette dal comincia- i554 scrisse la seguente lettera a
to errore, e fece una famosa costi- Bartolomeo Concini. « Con nostro
tuzione in difesa de' diritti ed im- mollo dolore abbiamo inteso la ru-
munità ecclesiastica, la quale fu beria che l'esercito del marchese
dipoi confermata co' loro decreti di Marignano ha fatto in Casole,
da Bonifacio IX e Martino V. Que- da cui né anche la casa di Dio
sti decreti colla costituzione Caro- n'è andata esente. Noi ngn voglia-
lina trovansi nel Goldasti, t. Ili, mo queste iniquità; quando l'eser-
in Carlo IV. Alessandro VI nel cito può dare il sacco le chiese ,

i5oi ordinò die gli uomini faci- hanno da essere rispettate, e il


norosi non dovessero godete l'im- primo che oserà fare insulto alle
munità ecclesiastica. Parlando il chiese, monisteri, ospedali ed altri
Rinaldi all'anno i5i5, num. 4> ^^1 luoghi, noi vogliamo che paghi la

concilio generale lateranense ter- V pena di tanta sua malvagità colla


minato da Leone X, dice che fu perdita del capo, e il marchese vo-
letta e confermata in esso colla vo- gliamo che ubbidisca a questi no-
ce de' padri la costituzione fatta a stri ordini; e voi, se vi piace la nostra
stabilire l'autorità de' vescovi; e grazia, vi sforzerete impedire per
in prima a raffrenare la licenza dei tali errori, e ci darete subito av-
canonici e d'altri chierici, che con- viso. Dalla massa della preda che
vertivano l'immunità apostoliche in non è stata divisa, vogliamo che si
irritamenti de' vizi e fortificazio- renda a quelle chiese tutto quello
ni dell'audacia contro i vescovi, si che gli è stato tolto. Eseguite, e
IMM TMM 33
slate sano ". A questo proposilo fu dedicata al cardinal Francesco
dice il Grozio nella sua opera De Barberini ; delle attribuzioni di que-
jure belli et pacìs^ che la conser- sta congregazione, e l'attuale nor-
vazione illesa di tali sacri edifizi, ma che segue, avuto riguardo ai
e di quelle cose che ad essi spet- diversi concordati conchiusi tra la
tano, viene prescritta dalla riveren- santa Sede e vari sovrani. Il Lu-
za delle cose divine; principalmen- nadoro dell'edizione del 1646, par-
te da quelli che hanno la stessa lando di questa congregazione, di-
religione, benché per avventura sie- ce che soleva tenersi ogni martedì
no discordi di alcuni sentimenti o in casa del cardinal prefetto, il

riti. E infatti dice Tucidide, che quale godeva annui scudi mille dal
fra i greci de' suoi tempi era un tesoro pontificio.
diritto sacrosanto, che quelli i quali Nel pontificato di Alessandro VII
si scagliavano contro i loro nemi- abusando delle franchigie i fami-
ci, si astenessero dai luoghi sacri. gliari dell'ambasciatore di Francia
Nel i565 Pio IV con costituzio- Crequi, ebbero luogo que' disgu-
ne, confermata poi da Gregorio stosiavvenimenti che registrammo
Xin, proibì che i palazzi de' car- Avignone (Vedi), che
all'articolo
dinali ed ambasciatori servissero di perciò fu occupato dai francesi sic-
asili ai delinquenti e malfattori. come dominio della santa Sede.
Inoltre Gregorio XIII nel i573 Nel pontificato di Clemente X, a
proibì severamente tutte le fran- cagione dell'abuso che facevano gU
chigie, non eccettuato lo stesso pa- ambasciatori delle franchigie ed
lazzo pontificio. Il suo successore esenzioni di gabelle, poco mancò
Sisto V nell'istituire la congrega- che non succedessero gravi sconcer-
zione de' vescovi e regolari, a que- ti, come narrammo al voi. XX, p.
sta aflidò il geloso incarico di tu- 160 del Dizionario. Al voi. XXVII
telare e vegliare sui diritti della poi, ed a pag. 5o e 5i si descris-
sacra immunità, per la quale decre- se come Innocenzo XI rinnovò le
tarono provvidenze Gregorio XIV costituzioni di altri Pontefici, cioè
e Clemente VIII, non che Paolo di Giulio III nel i552 , diPio IV
V ed Urbano Vili Barberini. Al- nel i56i, di Gregorio XIII nel
lo zelo di quest^ultimo si deve nel 1573, di Sisto V nel i585, di
1626 l'istituzione della cardinalizia Urbano Vili che emanò analoghi
Congregazione dell'immunità eccle- editti a' 5 gennaio 1626, e i5 no-
siastica (Fedi), di cui ora n'è pre- vembre 1634, per non nominarne
fetto un suo discendente, il cardi- altri, che tutti avevano abolito e
nal Benedetto Barberini, e segre- severamente proibito le franchigie
tario monsignor Stefano Scerra ve- che gli ambasciatori de' sovrani in
scovo d'Orope. A tale articolo fa- Roma volevano godere intorno ai
cemmo menzione dei Pontefici che loro palazzi, e talvolta eziandio al-
si distinsero in tutelare l' immuni- le case adiacenti e pressoché ad un
tà, della raccolta che dei decreti intero quartiere, donde nascevano
ne fece il p. Lantusca ; della Sy- gravi e riprovevoli conseguenze,
iiopsis decreta et resoluliones, com- l'alterazione della pubblica tranquil-
pilata dal p. abbate Ricci , la cui lità, l'esposizione del governo ponti-
seconda edizione di Torino 17 19 ficio e de' sovrani, e la protezio-
VOL. xxxiv. 3
,

34 IMM IMM
«e dei malviventi, omicidinri, pre- xcit Asyli eie. Et trfatantur ratiO"
potenti, e rei d'altri delitti ; si dis- nes a Lavardini advocato ( Talonii
ile ancora come il zelante Ponte- regiì advocnti ) productae , in li*
fice fulminò la scomunica contro hello gallico cn/an initium : Si Vau"
chiunque nell'avvenire pretendesse teur, etc, anno 1688.
di aver a godere di tal preteso di- Nel medesimo volume XXVII
ritto ,
per Io che molte poten- pagina 52, dicemmo come Lui-
ze acconsentirono a giuste restri- gi XIV re di Francia e gli
zioni. Ma Luigi XIV rispose con altri sovrani promisero ad A-
alterigia che non era avvezzo a
, lessandro Vili di rinunziare alle
regolarsi sulla condotta altrui, ed franchigie, il qual Pontefice proibì
ordinò al suo ambasciatore mar- agli aitisli, cittadini, ed ai no-
ai
chese di Lavardino di sostenere il bili,seppur non fossero ministri di
suo diritto colla massima pubbli- qualche corona, di tener sulle loro
cità. Questi fece suo ingresso in
il porle gli stemmi pontifìcii, o di qiial-
Roma a' 16 novembre 1687 con sivoglia sovrano, affinchè sotto l'om-
nn corteggio di ottocento persone, bra del rappresentalo principe non
gentiluomini d'ambasciala, uffiziali, avesse da ricovrarsi la malvagità.
guardie di marina^ in apparato piti Gli successe Innocenzo XII nel
ostile che diplomatico. I doganieri 1 691, il quale siccome d'animo co-
quando volevano visitarne le baga- stante, con petto sacerdotale su-
glie, si minacciò di tagliar loro il na- bilo intimò seriamente agli amba-
so e le orecchie. L'ambasciatore si sciatori presso di lui residenti, ch'e-
recò nel palazzo Farnese, ed il suo gli voleva essere il solo padrone
seguilo alloggiò nel quartiere cir- della sua capitale, onde non sof-
convicino, e fece la ronda giorno e frirebbe afifallo le franchigie de' lo-
notte. Papa, come si disse
Allora il ro palazzi, ne sconcerto alcuno pro-
al scomunicò l'am-
succitato luogo, dotto dai loro domestici e fami-
basciatore Lavardino, e pose l' in- gliari ; poiché aveva osservalo nelle
terdetto alla chiesa nazionale di nunziature di Firenze, di Polonia
s. Luigi. Si disse inoltre che Inno- e di Vienna, disimpegnate allorché
cenzo XI fece cessare l'uffiziatura era prelato, che i sovrani altret-
della basilica latei'anense quando tanto esigevano che si osservasse
vi sì recò l'ambasciatore, forse nel nelle loro capitali e corti, non sof-
giorno di s. Lucia per la festa che frendo le nocevoli franchigie. A te-
gli ambasciatori sogliono celebrare nore di questa risoluzione Inno-
con messa
assistere
alla canta- cenzo XII fece rondare sessanta
ta. pur citammo il celebre o-
Ivi Birri (Fedi) (al quale articolo sono
puscolo stampato nel 1688, che alcune notizie analoghe a questo
vuoisi di Celestino Sfondrali poi argomento )
per tutti i palazzi o-
cardinale, e qui ne ripeteremo ma ve si pretendevano le franchigie,
intero il suo titolo: Lrgatio Romani e nello stesso tempo ordinò alle
M archi onìs Lavardini, et oh ean- milizie della guarnigione di Roma,
dtm regi's Chrìstianìssìini ami Ro- che in caso di bisogno prestassero
mano Pontijice dissidiuni. Ubi a^ forza ed assistessero i detti mini-
gitur de jure, orìgine, pregressa^ et stri delia giustizia. La squadra dei

ahtisii quanirioriuìi Fra ne hi lia rum birri ch^ passando innanzi al pa-
,

I uu IMM 35
lazzo dell* ambasciatore imperlale ritti, e la buona concordia si ri-

Tenne prepotentemente bastonata stabilì. Ma di poi a sostegno del-


iìngli aiduchi, fu severamente ven- l' immimità , a' 22 febbraio 1735
dicata da monsignor Giambattista pubblicò la costituzione In supre-
Spinola governatore di Roma e poi mo justilìae solio , presso il Bull.
rnidinaie, il quale a niuno degli tom. XIV, p. i3; e siccome con
aiduchi concesse franchigia, li con- frequenza accadevano gli omicidii ,

dannò alia forca, ed uno scudiere ordinò che a che li com- quelli
j»l taglio della testa, ne mai Tolle mettessero non potesse giovare il
ritirare tali sentenze. Vedendo Lui- luogo immune ; affine poi di to-
gi XIV quanto Innocenzo XII era gliere la causa dell'acciecamento
costante in riprovar le franchigie, nelle risse , volle che passate sei

e com'era obbedito dai suoi mini- ore dopo queste, ogni omicida, an-
stri, -definitivamente rinunziò alle corché chierico, fosse soggetto alla
pretensioni sulle franchigie. Delle sua leg2[e, come se avesse commes-
dispute di precedenza tra gli am- so il delitto a caso pensato. Ol-
basciatori ed alcun ministro della tre a ciò, confermò le bolle dei
santa Sede, massime di quelle av- predecessori sull' immunità eccle-
venute sotto Innocenzo XII e Cle- siastica, dichiarò i casi per poter
mente XI, se ne tratta ai rispetti- godere quella della chiesa nei do-
"vi articoli, giacché anche Clemente minii pontifìcii , e la forma da
XI appena 1700 avvisò
eletto nel praticarsi nell'estrazione de' delin-
gli ambasciatori che mai soffrireb- quenti rifugiati. Nell'anno santo
be le franchigie. 1750, in Roma i birri furono mal-
Benedetto XIII con la bolla Ex menati dagli individui addetti allo
quo divina^ de' 18 giugno 1725, spedale nazionale di s. Giacomo
confeitnò quella di Gregorio XIV degli spagnuoli, per cui ne avven-
Cwn alias, e circa l'immunità ec- ne conflitto , che i superiori del
clesiastica dichiarò quali delin- medesimo rappresentarono con falsi
quenti che di essa non godono rapporti alla corte di Spagna ; ma
sebbene l'estese ad altri delitti, Benedetto XIV che allora regnava,
prescrivendo il modo da osservar- fece passare avanti allo spedale e
si dalle curie ecclesiastiche nell' e- chiesa i birri armati, in segno di
dai luoghi im-
strarre gì' inquisiti essere V unico padrone della città,
muni. Nel pontificato di Clemen- come nel libero passaggio de'&uoi
te XII passando una pattuglia per sudditi per tutte le strade.
le vicinanze del palazzo di Vene- Tanto Benedetto XIV che il succes-
ria in Roma, aletmi servitori del- sore Clemente XIII furono benemeri-
l'ambasciatore veneto, dalmatini di ti dell'immunità per le costituzioni

nazione, si fecero lecito di volerne ch'emanarono. Dappoiché credendo


impedire il passaggio ; attaccarono necessario Benedetto XI V determi-
tuffa coi soldati , e ne l'estarono nare gl'insorti dubbi sulf immu-
uccisi tre oltre un soldato. Nacque nità locale, dichiarò la sua men-
grave differenza tra la repubbli- te e quella de' predecessori colla
ca di Venezia € la santa Sede, ma costituzione Ex officio, de' r "> mar-
il Pontefice essendo dalla parte zo 1750, pres-ìo ilsuo Bull, to-
della ragione , sosteneie i suoi di- mo UT, p. ?-78. Dichiarò pertan-
,

36 IMM IMM
lo, che trovandosi in luogo im- blìcò la costituzione Prncstat ro»
mune un reo di delitto eccellunto, manum Pontificem^ a' 23 agosto
come omicidio proditorio, medita- 766, presso il Guerra, Epil. Bull.
1

to e volontario nella rissa, debba tom. Ili, p. 57 , e con essa pre-


esserne estratto ogni qualvolta vi scrisse i termini dell* una e del-
saranno indizi bastanti a provare l' altra giurisdizione, coli' autorità
il delitto ; che V estrazione dal luo- de' sacri canoni, i quali nelle cau-
go immune non si possa fare sen- se profane prescrivono che l'attore
za l'autorità del vescovo rispetti- debba seguire il foro del reo, che
TO , e r assistenza di persona ec- se questo è chierico spetterà alla
clesiastica da lui deputata, e che curia ecclesiastica , se laico alla
facendosi la consegna alla curia laicale, dove la consuetudine non
secolare, siano a questa intimate le sia diversa. Stabili inoltre che in
censure in cui sarebbe incorsa se si fatte cause se sarà in vigore
il reo estratto non fosse restituito qualche consuetudine nella curia
al luogo immune, subito che nel vescovile, resti pure in vigore, pur-
progresso della causa avesse pur- ché sia quadragenaria e perpetua-
gato gì* indizi che vi erano contro mente costante, non mai però con-
di lui. Essendo quindi insorta la traddetta o interrotta. La consue-
questione se i rei di eresia fuggi- tudine per altro doversi provare
ti dalle carceri dell* inquisizione al con atti gravi, e questi non per
luogo immune potessero da questo tolleranza de' governatori locali , o
cstrarsi, Benedetto XIV rispose al negligenza degli inferiori magistra-
modo narrato al voi. XVI, p. 2*24 ti, e timore riverenziale ne' conni-
del Dizionario. Riguardo poi a non intendeva
venti, ne* quali casi
Clemente XIII, nel suo pontificato Clemente XIII che si potesse in-
in Todi un laico accusò un altro trodurre una lodevole consuetu-
per delitto di furto al tribunale dine.
del vescovo,il quale fece porre in Pio VI non mancò mostrare il
carcere il i*eo accusato. Di questo suo zelo contro l'inveterato abuso
procedere si querelò il governatore delle franchigie e pretese giurisdi-
della città, non essendo il furto di zioni , ma queste ebbero affatto
cosa sacra, e tanto il reo che l'ac- termine nel pontificato del succes-
cusatore essendo laici. Non ostante sore Pio VII. Il regnante Grego-
pretese il vescovo che per legitti- rio XVI nel primo anno del suo
ma consuetudine avesse la sua cu- pontificato avendo pubblicato il re-
ria giurisdizione cumulativa di co- golamento organico di procedura
noscere anco le cause criminali dei criminale, dal suo pro-segretario di
laici. Portata la controversia avan- stato cardinal Tommaso Bernetti
ti congregazione dell'im-
la sacra a' 5 novembre i83i , fece pubbli-
munità, e trovandosi quelli che la care colle slampe della rev. came-
componevano divisi negli opina- ra apostolica V Appendice al re-
menti, il Papa avocò a se la cau- gelamento organico, e di procedila
sa, ordinando al vescovo di con- ra criminale per norma delle cu-
segnare al governatore il carcerato. rie ecclesiastiche j ove si tratta dei
E per mettere riparo a simili con- tribunali ecclesiastici e di giuris-

troversie fra le due podestà, pub- dizione mista, e della immunità


IMM IMM Sr
ecclesiastica . Questo regolamento Per goderne però dovranno esibi-

dà un provvidissimo codice pratico re la nota specifica degli oggetti


immunitario, che riesce di guida che vogliono introdurre per loro
sicura ai tribunali ecclesiastici e uso, e questa dentro sei mesi dal
laici , ed a tutti gli agenti della loro arrivo.
forza pubblica. Non si trova una 3. Decorso il primo anno dal-
collezione cosi unita in poche pa^ l' arrivo cesserà la franchigia illi-

gine, come il regolamento suddet- mitala , e se oltre gli oggetti da


to, di molte leggi apostoliche pub- loro indicati, come all'articolo pre-
blicate in diversi tempi, e sparse cedente, vorranno introdurne de-
in vari libri. Indi lo stesso Pon- gli altri ,
godranno di una limita-
tefice per organo dell'odierno se- ta franchigia che loro si accorda
gretario di stato cardinal Luigi colle seguenti norme.
Lambruschini, a' i8 dicembi'e iBSg 4. Ai signori ambasciatori si
fece pubblicare con le stampe il concede ogni anno la esenzione dai
Regolamento sulle franchìgie dai dazi fino alla somma complessiva
diritti d" introduzione^ di barriera e di scudi seicento. Ai signori mini-
di consumo relativo a derrate e stri fino alla somma di annui scu-

merci provenienti dall'estero, in fa- di quattrocento. Ai signori mini-


vore dei componenti V eccellentissi' stri residenti fino alla somma di

mo corpo diplomatico presso la scudi duecento all' anno. Ai signori


santa Sede, eh' è del seguente incaricati di affari ,
qualora siano
tenore. direttamente accreditati dai loro
1. I signori ambasciatori e mi- governi, ed in permanenza, fino ad
nistri esteri, ed in generale tutte le annuì scudi cento cinquanta.
persone appartenenti alla diploma- 5. I sopraddetti signori ambascia-
zia, che giungono dall' estero, sa- tori, ministri, ed incaricati potran-

ranno trattati dagl' impiegati delle no far applicare la esenzione a


dogane pontificie con tutti i ri- quegli oggetti o merci che loro
guardi dovuti al loro carattere, ed piaccia d' indicare, finché coi dazii
il hbero ingresso de' bauli, valigie liquidati a termine di tariffa si

ed eflfetti di loro uso formanti il giunga alle somme come sopra ac-
bagaglio che porteranno seco, non cennate.
soffrirà alcuna difficoltà. d. Le merci dovranno essere as-
2. I signori ambasciatori , mini- soggettate alle discipline doganali
stri, ed incaricati di affari, purché per la liquidazione de' dazii, anche
questi sieno accreditati direttamen- perchè possa conoscersi quando siasi

te dal loro governo, ed in per- toccato il limite stabilito nell' arti-


manenza, godranno piena esenzione colo 4-° 1^1 queste operazioni do-
per gli oggetti di loro uso da ogni ganali però sarà usato ogni possi-
dazio d'introduzione, di barriera e bile riguardo.
di consumo, vengono a allorché 7. La presentazione di nuove
stabilirsi in Roma a motivo della lettere credenziali per esaltazione
loro missione. Questa esenzione sa- al trono di nuovi sovrani , o per
rà da essi goduta durante un in- altra circostanza o per missione
tero anno dal giorno della pre- straordinaria e passeggiera non da-
sentazione delie lettere ci'edeajiah. va luogo a nuove franchigie, qua^
38 IMM IMM
k)i*a noo si venga a cambiare la di crimini y ec. Kd preambolo della
pet'ionii giù accreditala. convenzione tra il Papd e il duca
8. Nella slessa guisa la riunione sull'esercizio del foro vescovile »pe-
in una medesima persona di due zialmenle criminale, e sopra altri

o più rappreseulanze diplomatiche punii di disciplina^ dice il duca;


ron darà luogo a moUeplice iVaa- » Guidati dal nspetlo che coma
chi^ia y ma si applicherà la mag- sovrano cattolico ci pregiamo di
giore, quella cioè che corrisponde professare alla Chiesa, ed alla sua
al grado più elevalo del diploma- autorità, abbiamo conosciuto il bi-
tico che ii*è rivestito. sogno di rettificare le leggi e pi-a-
g. Le esenzioni delle quali non tiche comunque vigenti nei nostri
si fosse fatto uso nello spurio di dominii in tuttociò che può essere
tempo pel quale sono accordate, in opposizione coi diritti, immuni-

non saranno più valide al di là di tà ed istituzione della Chiesa mede-


non potranno per con-
quell'epoca, e sima. Avulo però riguardo alle
seguenza servire di fondamento a circostanze de'tempi, alle abitudini
reclami per goderle oltre i tempi de'luoghij e ad altre gravi diilicol-
stabiliti. tà cui non ci è dato di ovviare,
SuH'imm unità ecclesiastica perso- ci siamo rivolti alla santità di no-
nale, nel voi. Xlf, p. 4^0 ^ seg. stro Signore Papa Gregorio XVI
degli Annali citile scienze religiose felicemente regnante, invocando dal-
compilati dal eh. mons. Autonino la sua benignità alcune condiscen-
de Luca, leggono due convenzio-
si denze e modificazioni in materia
ni conchiuse tra il Papa che regna, di disciplina ecclesiastica, ed iu
ed i regnanti Carlo Alberto re di particolare sull'esercizio del foro ve-
Sardegna, e Francesco IV duca di scovile specialmente criminale, ec. ".
Modena prima porta la data
: la Queste due convenzioni onorano ,

dei 27 marzo i84i, la seconda grandemente l'esemplare pietà ed


degli 8 maggio 1841. Nel pream- edificante religione ch'eminentemen-
bolo della convenzione col primo è te distinguono i due magnanimi
detto, come il Pontefice ed il re principi, e lo zelo del venerando
animati dal desiderio di fissare le capo della Chiesa.
discipline che dovranno regolare Nell'Africa oggi francese si è
d'ora in poi in tutti i dominii sardi trovato tra le leggi e gli usi dei
la immunità personale degli eccle- kabili, degli arabi, de 'nomadi a-
siastici che avessero la disgrazia fricani esservi in ogni tribù, dei
di rendersi colpevoli di qualche marabutti e sacerdoti loro, il cui
reato, avendo preso gli opportuni oflicio è ereditario ; vivono delle
accordi, la santa Sede avuto riguar- offerte del popolo; le loro deci-
do alle circostanze de' tempi, alla sioni sono come oracoli; sono e-
necessità pronta amministra-
della senti dai dazi e pesi pubblici ; la
zione della giustizia, ed alla man- loro casa o zaoima serve d' asilo a
canza dei mezzi corrispondenti nei tutti i malfattori perseguitali ; ec-
tribunali vescovili, non farà diffi- co l'immunità, la quale presso tut-
coltà che i magistrati laici giudi- ti i popoli è sacra. Della cappella
chino gli ecclesiastici per tulli i cardinalizia che per la fèsta di s,

reati che hanno la qualificazione Tommaso Cantauriense martire del*


^ -

IMM IMO 39
l'imniunità ccclejìiaslica si celebra catfolicQy e di agni altro sacerdo-
nella cappella interna del collegio zio creduto dagli uomini legittimo

inglese, essendo distrutta la con tigna e santo, Cesena 1791. Questa ope-
chiesa ove si teneva coll'intervento ra fu lodata dal num. del XVUi
in cotta del rettore ed alunni del Giornale ecclesiastico di Roma del
medesimo, ne parlanimo ai voi. 1 792. Si può anche consultare il Pi-

IX, p. i47 » 171 del


e XIV, p, sloiozzì. Ragionamento sul diritto

Dizionario. Qui aggiungeremo, che de' sacri asilij Roma i 766 ; e quan-
"vi canta messa un vescovo invita- to scrisse sulla congregazione del-
lo dal cardinal prefello dell' im- Timmunilà l' autore della Pratica
munità, il quale domanda prima della curia romana, voi. II, ca-
la solita licenza al Papa per tene- po XI.
re questa cappella, per la quale IMOLA (Imolen). Città con re-
invila pure i cardinali e gli altri sidenza vescovile nella legazione a-
che riceve in una camera vicina, postolica di Ravenna, situala in aria
e poscia ringrazia i cardinali, onde salubre nella via Flaminia, sulla si-

quelli che non possono recarvisi nistra sponda dei fiume San terno»
mandano al cardinal prefetto un VatrenuSj in una amena e fertile
gentiluomo a tare la scusa. Nella pianura, circondata da vaghe ed
cappella di prospetto all' aliare e ubertose colline, essendo ampiamen-
presso la quadratura de* cardinali te bagnata da detto fiume che
siedono i prelati e consultori. Un scendendo dal sud ovest la bagna
sacerdote in colta nell'ingresso por- da questo lato, e da quello di sud-

ge l'acqua ai nominali, ed
santa est, il quale a quattro leghe circa
all'elevazioniportano le torcie ac- di distanza dal lato sud-ovest, scen-
cese quattro alunni del collegio in de dall'apennino, ed entra dopo
cotta. Olire i citati autori, suU'im' un lungo corso nel Po di Prima
munita ecclesiastica si possono con- ro. Nel 1749 venne costruito sul
sultare Alessandro Ambrosino, De Santerno il ponte di legno, lungo
imniunilale et libertale ecclesiastica piedi 4^8} 6 si ristorò la via che al

Bracciano 1621. Fattolilli, Thea- di là del medesimo il ponte di


: le-

tram immunitatis et libertatis ec- gno piti non esiste, ed aliro se ne so-
elesiaslicae, Romae 17 14' L'avvo- stituì di pietra, terminato nel 1826,
calo concistoriale Lucio Bonzetti, di bella costruzione. Prossima al
De jiire sacri asy li ad l.fideli^cod. fiume s'innalza la vecchia rocca.
de his qui confugiunt ad Ecclesìas, La città è circondala da antiche
1746, dissertazione che si legge mura fiancheggiate da torri, cinte
nella collezione importante di Barto- da fosse. È assai bene fabbricata,
lomeo Belli, ed intitolata: Disserlatio- ha belle strade, essendo denomi-
nes advocatoruni sacri romani con- nate le principali via Emilia, Cor-
sistorii ab
anno MDCCXLV in so, e Seminario. Fuori della città
lucem edilae, quo prinuim eas pii- poi vi sono le strade Montanara e
hlici juris faciendas niandavit sa. Selice: la prima ora si sta prose-

me. BenedicLus XIV, Romae i845 guendo sino ai confini di Tosca-


apud Menicanti. E l'abbate Ador- na. Vi è la piazza maggiore, quel-
ni dotto ex gesuita spagnuolo ,
la detta del Carbone, e il foro boa-
Dell'origine dell'immunità del clero rio. Quattro sodo le porte, che *o-
4o IMO IMO
no (knomìnate Montara, d'fllione, delle monache Clarisse. Tra gli sta-
i\ppìa e Romana; due i borghi, bilimenti d'Imola ricorderemo l'or-
Appio e Spuiiglia, oltre il recente fanotrofio delle donzelle, e quello
a porla Bolognese ossia d'Illione. de* mendicanti d'ambo i sessi c-
11 suo concittadino Cosimo Morelli, retto nel 1602 dal vescovo, dal
celebre architetto, voleva ingran- comune e dai cittadini, per elimi-
dirla con quell'area che trovasi tra nare l'ozio e la volontaria mendi-
il canale de'molini e V ospedale cità. Ora lo stabilimento delle don-
nuovo. Possiede vari palazzi ed al- zelle è incorporato con quello del-
tri edifizi considerabili, come l'epi- le mendicanti, e i mendicanti con
scopio, il seminario, ed i palazzi gli orfani. L'opera pia di s. Te-
Sassatelli, della Volpe, Ginnasi ,
renzio per gl'infermi a domicilio,
Codronchi, Morelli, del Pozzo già il monte di pietà,
il nuovo ospe-
Machirelli, Tozzoni, e Farsetti fab- dale, e il monte frumenlario per
brica innalzata sotto i Riari con dare ai miserabili coloni le semen-
esteriore di ottima architettura, il ti del grano da restituirsi poi alla
cui porlicale adorna la piazza mag- seguente raccolta: fu eretto ne'pri-
giore. Il maestoso palazzo munici- mi anni del secolo passato, ed il

pale fu incominciato dopo la metà vescovo cardinal Gualtieri donò vi-


del secolo decorso, indi nei primi stosa somma all'oggetto. Alle figlie
anni del corrente venne ampliato della carità di s. Vincenzo de Pao-
ed abbellito. L'elegantissimo teatro li fu da ultimo affidata la dire-
fatto edificare dai primari cittadi» zione dei conservatorii delle Giù-
ni con disegno del Morelli, fu di- seppine e delle esposte. Nell'antico
strutto dall'incendio nel 1796. Il luogo suburbano sacro alla Beata
nuovo teatro venne eretto con di- Vergine e ai defunti, è una casa
segno dell'imolese cav. Magistrelli, di ritiro pel clero.
a spese di alcuni particolari, e per Nelle eruditissime Notìzie stori-
la prima volta fu aperto nel 1812. che delle accademie d' Europa ,

Tra le sue numerose chiese faremo del conte Paolino Mastai Ferretti
menzione delle seguenti. La catte- di Senigallia, dedicate a Pio VI, a
drale; le chiese parrocchiali di san p. 61 si legge, che in Imola fiori
Nicolò de' domenicani , di s. Miche- l'accademia nel i656 in casa di
le già degli agostiniani, di s. Giaco- Orazio Celoni imolese, da dove fu
mo nella chiesa della ss. Annunzia- trasportala in altre case, essendo
ta già dei carmelitani, di s. Agata, allievi di essa il giureconsulto A-
di s. Maria in Regola riedificata dai lessandro Tartagna scolare di Gio-
vescovi, e quando nel 1782 si fe- vanni da Imola, e il dottor Gia-
cero gli nuovo tempio, fu
scavi pel como Filippo Porzio oracolo delle
ritrovalo un mascherone di bron- leggi pontificie e cesaree, e carissi-
zo forse già appartenuto a qualche mo Pio V. Di que-
al Pontefice s.
antico acquedotto o fonte stabilito sta accademia Giuseppe Garuffi
nei tempi di L. Cornelio Siila, ed Malatesta ne tratta ndV Iialid ac-
involato nelle vicende politiche del cademica^^ p. 382. L'anonimo imo-
1797; poi fu restituito, ed ora è lese alla parte IH della sua Storia
collocato nella pubblica biblioteca. scrive, che verso la metà del seco-

Merita anch^ menzione la chiesa lo XVII, sotto gli auspicii del car-.
1

IMO IMO 4t
dinal Mesceva Donghi venne istitui- Maria Mancurti, tesse il copioso
ta in Imola l'accademia àe^' Indu- novero di quegli imolesi che fio-
striosi, la quale ha per impresa: rirono in santità, dignità ecclesia-
Duin a^tatur agit. Nata in un se- stiche, nelle lettere, nella giurispru-
colo alla purità e al buon gusto denza, nella medicina, nella poesia,
delle amene troppo fatale,
lettere nelle magistrature, nelle armi , e
ebbe un' infanzia alquanto lunga. nelle arti belle. Noi oltre quelli di
Ria i chiarissimi ingegni imolesi che cui faremo onorata menzione in pro-
fiorirono nel secolo XVII I la fece- gresso dell'articolo, qui appresso,
ro ben presto salire ad uno stato di ed alquanto classificati, accennere-
vigore, di consistenza e di lustro. mo i nomi di quelli che più si di-
Concorse Giovanni Francesco della stinsero in detti pregi.
Volpe in una speciale maniera a In santità abbiamo, s. Cornelio
far rifiorire la quasi estinta acca- vescovo; s. Pier Grisologo arcidia-
demia degV Industriosi j gli diede cono della chiesa imolese, poscia
asilo, fu suo preside, e V animò coi arcivescovo di Pro- Ravenna ; s.

suoi elegantissimi poetici componi- imo-


getto arcidiacono della chiesa
menti. Alla restaurazione dell'acca- lese; s. Donato ch'eresse col suo
demia concorse pure Valerio della patrimonio il tempio de' ss. Mat-
chiara famiglia Troni, cultore fe- teo e Mattia, fu arcidiacono della
licissimo delle muse. Altro ravvi- chiesa imolese , e dottissimo ; s.

vamento l'accademia lo ricevette Maurelio vescovo e martire ; s. Te-


nei primordi del presente secolo, renzio o Renzio patrono di Faen-
essendone preside Manfredo della za, diacono e letterato ; ed il b.
celebre prosapia Sassatelli, noto al- Pietro Pattarino o Passeri, dottis-
la repubblica letteraria per le sue simo giureconsulto , gran priore
produzioni. In fine faremo parola dell'ordine gerosolimitano in Roma,
della biblica accademia, fondata dal- morto nel 1820, di cui parlammo
l' odierno cardinal vescovo. Per la al voi. XXIX, p. 296 del Dizio-
generosità del p. Setti minor conven- nario. Diede Imola secondo il Car-
tuale si eresse e si dotò nel 1747 la della alla santa Sede diversi cardi-
pubblica biblioteca, la quale per nali ed un Papa, alle cui biogra-
la copia de' volumi, per l'intrinseco fie si riportano le notizie. Giusto
loro merito, e per quello delle e- da Imola creato cardinale nell'Siy
dizioni, riesce utile e di ornamen- da Gregorio IV. Lamberto di Fa-
to alla città. Degli eccellenti inge- gnano o Fiagnano detto Scanna-
gni fioriti in Imola, che illustra- becchi e da alcuni ritenuto bologne-
rono la patria e l'Italia, ne fecero se, creato cardinale da Pasquale II,
encomi vari scrittori, e Leandro Al- nel 1 24 fu creato Papa col nome
berti a p. 32 1 e seg. della De- di Onorio da Imola
II. Ridolfo
scrizione d'Italia. L'anonimo imo- fatto nel 1126 cardinale da Ono-
lese trattando nella terza parte di rio II. Francesco Alidosi nato in
sua Storia quella che appartiene Rivo o Castel del Rio, nel i5o5
alla letteratura, coU'autorità della fatto cardinale da Giulio II; ed ai
cronologica raccolta di quegf imo- nostri giorni Anton Domenico Gam-
lesi che si distinsero dell' eruditis- berini, nel 1828 creato cardinale
simo imolese cauoaico Francesco da Leone Xll. Letterali, giurecon*.
,

4l tuo IMO
suUi, oratori, poeti, magistrati e lògna. Giacomo Carradori, Alidosio
gncineri furono più Nel- celebri. vescovo di Rimini, Nicolò Ugudo-
l'arte militare, Cassio, Fausto, Al- nico, Nicolò dall' Orto arcivescovo
berto Alidosi , Troilo e Curzio di Ragusi poi di Manfredonia, Lo-
Nordigli, Gigio Accarisi, Roberto dovico Alidosio anco prode guer-
Cassio, Alvanito, Bulrice, Anselmo, riero, Feraldo, Giovanni Strada
Giovanni ed Eugenio Ferroaldo, il vescovo di Comacchio poi di For-
secondo poi vescovo , e Scipione lì, Alessandro Tartagni celebre giu-
Buonmercati. Baldassare fu racco- reconsulto a cui fu coniata una
glitore delie opere del Grisologo, medaglia. Francesco Ferroaldo, An-
ed illustrò l' epistole di s. Paolo : tonio Tartagni , Matteo Faella
Teodorico re de'goti lo fece mori- Giannantonio Zarrabini detto Fla*
re di fame. Salviano Troilo ora- minio ad onore del suo figlio Mar-
:

tore e poeta, Fausto, Norbano, Cor- c' Antonio fu battuta una meda-
nelio Carvassalli, Benvenuto Be- glia. Sebastiano Flaminio, Gabriel-

roardo, Maurizio Broccardo, Ber- lo Flaminio, Annibale e Girolamo


nardo Floridolo, Rogerio Calvo. Veronese, Girolamo e Giambatti-
Antonio Floridolo reduce dai suoi sta Marconi, Lodovico e Giambat-
lunghi viaggi in India e Gerusa- tista Zappi Ignazio e Giacomo
,

lemme, in rivederlo la madre Po- Cattaui , Andrea e Giambattista


lissena de' Piccoli , sopraffatta dal Cattaneo, Girolamo Chiaruzzi, Eu-
piacere morì. Leonello Carradori, sebio da Imola eruditissimo nelle
Benvenuto Porzio, Pompeo Curial- lettere ebraiche , dappoiché verso
to, Benvenuto Paganelli, Stefano la metà del XVI secolo in Imola
Leucate, Claudio JNaselli che lo fiori una famosa sinagoga. Tra gli
scrittore delle cose memorabili d'I- uomini illustri della famiglia della
mola vorrebbe cardinale; nelle let- Volpe si distinsero Taddeo, uno dei
tere fu pure chiaro altro Claudio più flimìgerati guerrieri dell'età sua;
Naselli. Lorenzo Canlagalli, Loren- fu comandante sotto Cesare Borgia,
zo Lolli, che l'anonimo e Florio sotto Giulio IIj ed al servizio della
correbbero cardinale. Valerio Pe- repubblica veneta che gì' inviò il

liliano, Lucio Dondidei, Projelto bastone del comando guarnito di


e Gherardo Gigi, Maffeo Ungarelli, tre cerchi' d'argento, ove furono
Antonio Passerino, Antonio Orgo- incisi il leone insegna della me-
gliosi Calassi , Antonio Franco , desima, analoga iscrizione colla da-
Giulio Albino che il Palazzi dice ta del i5io, e la volpe col motto
che fu da Innocenzo IV creato Simili asili et dentibus iitar ^ im-
cardinale. Pietro Carvassalli, Cas- presa del capitano : poscia la re-
siano Mezzamici, Antonio Bonase- pubblica riconoscente alle sue glo-
ra, Prudenzio Lelli , Luigi Lader- riose imprese gl'innalzò una statua
chi, Lodovico Tebaldi, Camillo Ban- equestre, di cui l'anonimo ce ne dà
dino, Albertinello Mezzamici, Ben- la figura a p. 63, come delle me-
venuto Rambaldi detto Benvenuto daglie qui memorate. Giambattista
da Imola uno dei più facondi o-
^ fratello di Taddeo preposto della
ratori, storici e filosofi del secolo fu rinomato nelle divi-
cattedrale,
XIV, commentatore di Dante le cui ne ed umane lettere, e dal senato
opere spiegò pubblicamente in Bo- imolesc spedito oratore ad Adria-
IMO IMO 43
no VI, ed a Clemente VH ; fu uomini Enea oratore
, e Guido ,

dotto auche Alessaudro figlio di guerriero, Giacomo Filippo de' Por-


Taddeo. zi giureconsulto , Ottaviano Vestri
Michele Macchirelli, Giambatti- de' conti di Cunio e di Barbiano
sta Florio autore della Cronaca chiarissimo giureconsulto , autore
Vaticana d'Imola intitolala: Me- della Praxis ronianae curine ; gli
titorabìlìa cwitalh Iniolae, come di- furono coniate due medaglie. Lo
mostra il canonico Mancurli. Fran- superò in dottrina Marcello suo
cesco Gabaruccij Lorenzo e Dome- figlio, e fu segretario delle lettere
nico del Carretto Maiicurti. Fabri- apostoliche di Gregorio
Sisto V ,

rio ed Ercole Faelli. Giovanni Sas- XIV, Clemente Vili, e Paolo V.


salelli figlio del prode guerriero Paolo Macchirelli fu benemerito
Francesco fu d'incomparabile valo- ambasciatore della patria a Gre-
re, ed in un duello di sette ita- gorio XV ed Urbano Vili. Ac-
liani contro altrettanti oltramonta- crebbero gloria ad Imola i due
ui, che nel Milanese disputarono fratelli Giambattista Laderchi , il
per la rispettiva nazione il prima- giureconsulto Nicola Codronchi; dei
to militare, restato superstite ai Codronchi Serrantoni fu illustre

compagni, uccise sei emoli, e ri- Ottaviano. Vincenzo Savini, Filip-


portò pieno trionfo col nome di po Sassi, e Luigi Mirri scrissero le
Cagnaccio. Però nell'erudito Elogio cose pili notabiU della città. Nella
di Giovanni Sassatelliy scritto dal Gau^baro o Gambarini ,
famiglia
eh. Tiberio Papolti, dedicato al Gammaro o Gammarini fiorirono
conte Roberto Sassatelli, e pubbli- insigni giureconsulti ,come accen-
cato colle stampe dal Marsigli in nammo al voi. XXVIl, p.i 58 del
Bologna nel 842» si legge che gli
1 Dizionario. Giambattista Sassatelli
italiani furono otto ed francesi i fu prelato di quel merito che si

nove, il general de'quali Armignac legge nella lapide sepolcrale in s.

ebbe a dire essergli parso Giovanni Prassede di Roma. Nel secolo XVU
in quell'assalto un cagnaccio, locchè fiorirono Valeriano Zampieri , A-
tenne egli in gran conto, amò di es- lessandro Magnani , Alberto della
sere così chiamato, e volle che ai Iati Volpe Domenico del Carretto
, ,

dello stemma gentilizio si locassero Enea Vaini Alessandro Poggi


, ,

le figure di due cani. Militò Gio- Francesco del Pelo , Silvestro Mu-
vanni sotto Alessandro VI e Giulio II, zio , Roberto Poggiolini, Antonio
il quale gli donò con mero e mi- Abbondanti, Lodovico Stagni, Giu-
sto impero il castello di Bellaria seppe ed altri della famiglia Mac-
nel territorio di Pisa. Leone X chirelli, Domenico e Cesare Miti,
r investi del dominio del castello Nicola Gambe rini benemerito della
di Reggiano, e Clemente VII di patria storia per aver raccolto le

Coriano, in premio ai suoi utili memorie d'Imola. Camillo Ettorri,


servigi ne furono degni nipoti
: Giovanni Giuliani, Giovanni Ma-
Marc' Antonio ed Ercole, come de- grini, Giambattista Gamberini ca-
gni discendenti furono Gentile e pitano, suo nipote Simone giure-
Francesco celebri militari , e Ro- consulto, Giuseppe Maurelio , e
berto vescovo di Pesaro. La fami- Gio. Paolo Antonio Gamberini. A-
glia Vaioi vautò pure celebratissimi lessaudro Sassatelli fu coraggioso
,

44 IMO IMO
capitana Nel secolo XV^III fioriro- patrie istorie; Luigi Bragaglia li-

no, Vìcv Galeazzo Savini , e Gio- turgico.


vanni suo fratello Giuseppe Pi- , In medicina e chirurgia fioriro-
ghini ; della famiglia Zampieri ab- no, Carlo Bonmercato archiatro
biamo Carlo, Tommaso, Giuseppe, pontificio nel secolo XI, e Cassiano
Vairriano, Antonio, e Camillo poe- dellamedesima stirpe. Aurelio Can-
ta illustre. Giambattista Felice Zap- tagalli,Giacomo Cantagalli, Pietro
pi Francesco Ettorri ,
, Giovanni Corialto da Tossignano Giovanni,

Campagnoli, Antonio Ferri erudi- Feraldi, Lodovico Ba-


Pellegrini ,

to in ogni genere d' antichità, mas- verio Magni nardo Bonetti ar-
di
sime della patria storia. Antonio chiatro di Nicolò V, Onorio figlio
Alaria Manzoni canonista e sacro dell'altro valente medico Sebastiano
jslorico, e come tale dai cardinali Flaminio, Luca Ghini, Andrea Fer-
del Verme e Gozzadini fu inte- ri, Girolamo da Ponte, Giambat-
ressato a scrivere le notizie relati- tista Codronchi che compose una
ve a que' corpi di santi che si dissertazione sulle acque di Riolo e
venerano nella cattedrale, e la storia di Casola Valsenio. Ovidio Gibet-
de' vescovi d' Imola, perciò lodato ti, Bartolomeo Manzoni , Camillo
ilal Muratori , e delle quali poi Zampieri, Lodovico Barbieri, An-
parleremo. Giovanni ed Antonio tonio Maria Fini di Valsalva de-
Maria Cardinali ; Domenico, Fran- gno discepolo di Malpighi divenne
j^esco Maria, e Gio. Francesco del- bravo anatomico, celebre medico,
la Volpe; Martino, Giovanni Se- valentissimo chirurgo, e meritò al-
bastiano, e Giovanni Carlo Vespi- ti encomi da un Morgagni di lui
gnani. Domenico Gaspare, canonico allievo. Antonio Galloni, Giuseppe
Francesco Maria, Giovanni Dome- Maria Conti Tiberio Codronchi
,

bìco , e Domenico Mancurti ; al Domenico Agostino Alberghetti an-


canonico la chiesa e città d'Imola so- che celebre chirurgo, Andrea To-
no principalmente grate per le loro schi pure rinomato ostetricante ,

memorie civili, letterarie e sacre Pier Grisologo Butierli, Luigi An-


che dottamente compilò in due li- geli archiatro onorario di Pio VII,
bri separati. Valerio Troni aprì benemerito della patria storia ed
nella sua casa una letteraria adu- autore di opere di vari argomenti,
nanza; ti è degno discendente il come delle Memorie biografiche di
vivente conte Tiberio direttore ge- uomini illustri iniolesi, Imola 1828.
nerale delle dogane pontificie, da- Nella pittura Imola vanta Deodato
zii consumo , e diritti uniti :
di Giovanelli, Pietro Bagnani anche
ideilasua benemerita carriera di- letterato,Innocenzo Francucci det-
>plomatica in servigio della santa to Innocenzo da Imola allievo del
Sede, ne parlammo al voi. XXVIII, Francia ; per sua gloria fu co-
p. 252, 253, 254 e 256 del Di- niata una medaglia. Gaspare Sac-
zìonario. Bartolomeo Nonni, Gia- chi di cui l'ospedale d'Imola pos-
como Canti, Giuseppe Maria Ri- siede una stimata pittura rappre-
valla, Giovanni Agostino Gamberi- sentante la Beata Vergine ed i ss.

»i padre di Anton Domenico poi Francesco , Antonio e Giacomo.


cardinale; Giulio Papotti giudizio- Innocenzo Monti, Giuseppe Barto-
co ed instaucabile lacco^itoie di liiii. Do meaico Valer lani, Giacomo
IMO IMO 43?

Succi, Giuseppe Righini del quale ditore Giuseppe Benacci al pode-


sono nella chiesa del Carmine due stà e savi della medesima città,
grandi e belli quadri esprimenti pubblicato in due tomi nel 1810
le gesta di Eligi profeta. Neil' ar- in Imola coi tipi comunali per G.
chitettura e scultura tra grimolesi Benedetto Filippini. Ciò che onora
si distinsero, Ercole Fichi scultore maggiormente sì chiaro scrittore è
e valente architetto ; Domenico Be- la solenne ritrattazione, che amptt
ligazzi architetto, disegno del qua- e senza riserve fece stampare dalla
le è la chiesa della ss. Annunziata; tipografia del seminario imolese
Lorenzo e Cosimo Mattoni archi- in data 29 gennaio 181 7, con la
tetti, de'quali è il disegno della chie- quale riprovando sinceramente le
sa di s. JVicolò in cui dovettero proposizioni false, calunniose, scaii-
conciliare quanto esisteva. Ignazio dalose ed ingiuriose alla santa Se-
e Cassiano della Quercia si distin- de, ai romani Pontefici e ad alcu-
sero nell'arte d'imitare i marmi ni sacri ministri della medesima,
colla scagliola o mischia : in Imo- contenute nella detta storia, siccome
la nella cattedrale, e nelle chiese strascinato da rapporti di storici
di s. Giacomo, di s. Stefano pro- sospetti e dal vortice delle passate
tomartire, e del Suffragio sono al- vicende , a togliere lo scandal»
tari in tal foggia da loro mirabil- dato, domandò perdono ed
a Dio,
mente lavorati. In lavori di tarsia implorò dal Papa Pio VII l'as-
furono lodati Andrea e Giuseppe soluzione dei falli commessi. Guar-
Bagnari. Cosimo Morelli architetto dandoci bene dal riportare i suoi
di vasto genio, il quale fu autore errori, noi lo prenderemo per or-
di molti edifìzi, e per dire di dinaria guida ne' seguenti cenai
quelli d'Imola, il duomo nuovo, storici, senza inutilmente citarlo ad
la chiesa di s. Stefano, il teatro ogni passo, per la brevità prescrit-
che il fuoco distrusse, ed il nuovo ta dal nostro sistema, inserendo
ospedale civico : in Roma il tea- a' luoghi opportuni ed au- notizie
tro di Tordinona, e per commis- torità ricavate da altri autori.
sione di Pio VI, che colle proprie Imola è governo distrettuale che
mani gli impose la croce di cava- si divide ne* tre governi d' Imola,
liere dello sperone d'oro, il palaz- di Castel Bolognese, e di Cascia
zo Braschi e la sagrestia Vatica- FalseniOy oltre quaranta villaggi
na , ed in Subiaco i' edifizio del che ne costituiscono il territorio
seminario. Per non dire di altri comunale; ha poi nel suo circon-
imolesi illustri , fra i letterati ag- dario le comuni di Dozza e di
giungeremo Nicola Gommi Flami- Mordano , de' quali luoghi , e di
ni, mancato immaturo nel i83o, quelli ad essi soggetti passiamo a
molto elegante scrittore in verso darne breve indicazione, oltre quan-
ed in prosa. Fu eziandio particolar- to si dirà in questo articolo. La
mente benemerito della patria sto- popolazione di tutto il distretto
ria r imolese Giuseppe Alberghetti d'Imola ascende circa a cinquanta
sacerdote, autore dotto ed anoni- mila abitanti.
mo del Compendio della storia Castel- Bolognese ,
governo , di-
civile^ ecclesiastica e letteraria del- stretto e diocesi d' Imola. Terra
la ciuà d'Imola^ dedicato dall' e- posta alla sinistra del Senio iii pia«
46 IMO IMO
oevole pianiii'a, ed assai bene col- che a Faenza, si disse già ponfe
livatn. Fu edificata in tempo del di s. Procolo, ed è celebre per la
predominio bolognese, nel pontifi- vittoria clie i forlivesi ed faenti-
i

cato di Urbano VI, verso i38o,


il ni insieme agli esuli Lambertazzi
avendovi tanto i faentini quanto riporttuono sui bolognesi nel 127.5,
gì' imolesi acconsentito, in soddisfa- non che por avervi i francesi nel
zione d'un assalto dato in quella 1797 forzalo le truppe pontificie,
contrada, per lo innanzi disabitata, sebbene a quella giornata siasi da-
a due ambasciatori bolognesi che , to il nome di battaglia di Faen-
fui'ono assassinati mentre recavansi za. Al capoluogo del governo di
al detto Papa ; indi fu ingrandita Castel-Bolognese soggiacciono le co-
dopo il i386 dai bolognesi con muni di Bagnava, RIoio , e Sola-
iin castello per sicurezza del viag- rolo con molti nove par-
villaggi e
gio, e poscia cinta di mura nel rocchie. Fu patria di molti uomi-
ì^i5 dagli abitanti, avendo il pae- ni illustri, tra' quali del celebre car-
se numerosi e magnifici fabbricati dinal Domenico Ginnasi che morì
e templi. Dai suoi fondatori la ter- decano del sacro collegio. Del be-
ITI prese il nome di Castel-Bolo- ne ch'egli fece a Castel- Bolognese,
gnese , Castruni Bononiense , mo- se ne traila alla sua biografia. Da
strando i popolani la più costante Agostino Gravini valente predica-
divozione ed affetto a Bologna, che tore fra i conventuali, al3biamo:
sempre fu per essi riguardata co- De viribus ìlliistribns CastriDono-
me la madreper cui bo- patria, i niensis, Bononiae 1608. Altra edi-
lognesi l'aveano validamente muni- zione fu falla dal F'ranchini. Pel-
ta. Il principale disastro a cui sog- legrino Mezza mici nel 161 8 pul>-
giacque, fu quello della irruzione blicò in Bologna De viribus illu-
:

di Cesare Borgia, nel pontificato di stnbiis^ ac stata rerum Castri Bo-


.Alessandro VI. Egli ne discacciò noniensis. Cesare Mezzi^inici scrisse
acerbamente gli abitatori, ne rovi- le Notizie istoriche delie operazio-
nò la rocca, e la costituì quartie- ni pili singolari del cardinal Do-
re esclusivo de' propri soldati. Per- vienico Ginnasi^ Roma 1682. lu
sino al nome fece onta, e volle che queste notizie oltie il lustro che
dal suo si dicesse Filla Cesarina. riceve la famiglia Ginnasi, si trat-
Dopo morte di Alessandro VI,
la ta ancora degli uomini celebri di
cessando il dominio di Cesare Bor- Castel- Bolognese.
gia, gli abitanti vi ritornarono, e Bagnara. Comune con ville an-.
in breve tempo la ridussero a mi- ne.sse, soggetto al governo di Castel-
glior stato di prima, tranne le for- Bolognese, distretto e diocesi d' I-
tificazioni mai più ripristinale. I mola. E certo che verso l'anno 8'>'>

bolognesi governarono luogo con il già eranvi in questo luogo de'fab-


temperato freno, lo arricchirono bricali, che poi crescendo produs-
di privilegi in un al suo territo- sero l'odierno pae*;e. Piano n' è il

rio, al quale affluivano da ogni ha pregiati fabbricali, ed


territorio,
parte di Romagna le genti per e- è racchiuso da mura.
serci larvi il traffico mer-
ne' ricchi Riolo. Comune .soggetto al go-
cati. Il ponte del Senio, eh' è pros- verno di Castel- Bolognese, distret-
«imo al Castel- Bolognese assai più to e diocesi d'Imola. Fu dello pri-
,

IMO IMO 47
ma Ariolo quindi Oriolo, e poscia tenendo ai primi i potenti Manfre-
Riolo. Questo paese fu fondato da di di Faenza, furono questi costret-
Siila nell'anno 67 1 di Roma. Nel ti abbandonar il luogo del loro do-

territorio vi è una grotta detta di minio e rifugiai*si a Solarolo, di


Tiberio, ove sono stallatiti, ed ac- dove in breve furono cacciati da
que che fanno un rumore nel ca- Guido di Montefeltro, ed il castello
dere e percuotersi, che intimorisce quasi distrutto. Sostenuti poscia i

quelli che gli si avvicinano. Delle Manfredi da Roberto il Savio re


«uè acque scrissero i summentova- di Napoli , tornarono a Faenza
tij e l'imolese Angeli cav. Luigi quindi nel i32g forlilìcarono in
pubblicò Vicenza nel lySS:
in miglior modo Solarolo, come luogo
Delle acque medicate di Riolo nel a loro caro, e difficile ad espugnar-
territorio imolese. 11 territorio è in si. Nel i34i i castellani pensaro-
colle ed in piano ; il paese ha buo- no a porre in sicuro le cose sacre,
ni fabbricati cinti di mura. Dopo e però dentro alle mura fu edifi-
l'anno 928 di nostra era, Riolo fu cata la chiesa di s. Maria Assun-
espugnalo dai faentini; però Troi- ta, tuttora sussistente. Nel i35o
io Nordilio lo ricjjperò ad Imola. gli abitanti si difesero valorosa-
Nel 1766 i riolesi tentarono sot- mente da Astorgio Duraforte con-
trarsi alla giurisdizione del comu- te di Romagna, il quale dopo l'as-
ne d' Imola , alla cui dipendenza sedio di due mesi meno un gior-
nel 1770 li restituì Clemente XIV. no quantunque comandasse nume-
Solarolo. Comune soggetto al roso esercito dovette ritirarsi ; dal
governo di Castel-Bolognese, di* che si può argomentare la fortez-
stretto d'Imola, diocesi di Faenza. za del luogo, e l'animo de' castel-
È situato in amena pianura ba- lani. In seguito Francesco Manfre-
gnata dai fiumi Senio e Santerno. di lo vendè ai bolognesi per tre-
Benché antico d' origine non ha , mila fiorini d'oro ;
poscia Astorgio
memoria che oltrepassi il mille. della medesima famiglia sovvertì i

Vari sono nomi che gli vengono


i capi della guardia, e se ne rese pa-
dati nelle vecchie cronache, come drone nel 1390; ma nel i4oo
Solarolo Salaroloy Salaureolo e
y ai bolognesi fu restituito. Cinque
Castel Salutare. Il Tonduzzi nel- anni dopo dal legato di Gregorio
VHistorie di Faenza confessa d'i- XII tolto al conte Alberico , fu
gnorare se Solarolo fosse nome di dato a Gian Galeazzo Manfredi, ma
castello o di villaggio» e dice che la rovinato per l' incendio eccitatovi
sua prima memoria è del io53. Nel- dai difensori. Nel i5oi se ne im-
l'anno 1 187, per inimicizie di parte padronì Cesare Borgia, dopo quat-
insorte tra gli abitanti, rimase ab- tr'anni venne occupato dai veneti,
bruciato e distrutto, essendo quasi nel i5o9 dall'esercito di Giulio W,
tutte le abitazioni formate allora che nel i5ii lo concesse ai faen-
di canna. Nel 8 risorto già dal-
1 2 1 tini, finche Leone X nel i5i4 lo
le sue rovine, per opera de' faen- cede per quarantamila scudi a Si-
tini, che al loro vicariato lo ag- gismondo Gonzaga marchese di
gregarono, comparve munito e for- Mantova : finalmente Gregorio XI U
tificato di fosse e ripari. Per le fa- lo ricuperò nel i
^74 per trentasei
zioni de' guelfi e ghibellini, appar- mila scudi da Luigi Gonzaga xlu-
4« IMO IMO
ca di Nivers. Altro notabile avve- rono soccorso di armati agli uomini
nimento di Solarolo lo riportam- di Casola e Monte Fortino , sot-
mo al voi. XXIV, p. 143 del Di- tratisi dalla dipendenza de' faenti-
zìonario, cioè che la duchessa d'Ur- ni. Giovanni XXllI nel \^ii l'ar-
bino Lucrezia quivi conchiuse la cordò con mero e misto impero a
cessione del ducato di Ferrara coi Lodovico Alidosio vicario d'Imola,
cardinali legati, ed ove fu ricevu- in un alle sue pertinenze. Nell'in-
ta e salutata con novantanove col- cominciare del secolo XVI avendo
pi d'artiglieria Solarolo conserva
. i veneziani occupato Casola, la re-
Je sue mura, ed una torre, avanzo stituirono a Giulio II nel i5o4,
della sua rocca. Vanta alcuni uomi- laonde gli abitanti prestarono giu-
ni illustri. ramento ai procuratori del comune
Casola T^alsenìo governo, di-
,
d'Imola. Nei primi anni del secolo
stretto e diocesi d'Imola. Terra che XVII Casola Valsenio si sottrasse
s'incontra alla sinistra rimontando alla giurisdizione d'Imola, per cui
il fiume Senio da Castel-Bologne- il comune imolese nel 1618 ricorse
se, in vicinanza del Monte Batta- a Paolo V, il quale nel 1621 re-
glia. Fu prima fabbricata in mon- stituì il castello alla dipendenza
te, ove esistè fino al 12 16, quindi d'Imola, il cui comune vi mandò
venne costruita nella valle del Se- per uffiziale Romeo Pascoli. Qui
nio, donde forse prese l'aggiunto fiori la nobile famiglia Ceroni o
Val-Senio. Ne' recenti tempi è an- Cervoni signora del castello di Ce»
dato sempre più migliorandosi il roni o Ceruni, Ceronius Pagus, dal-
suo aspetto dal lato de' privati e- la quale uscirono molti uomini il-

difizi. Né vago è meno dal canto lustri e la nobile stirpe dei Soglia.
della natura, dappoiché gli ameni In Roma nel 1826 co' tipi de Ro-
colli ond'è cinta, formano una sim- manis uscì alla luce l'opuscolo in-
metrica gradazione , cui accresce titolato : Gentis Ceroniae in Aemi-
pregio la feracità de* campi, olive- Ha vetusta aliquot monimenta au-
ti, vigne e le deliziose villeggiatu- ctore Dominico Mitay avente nel
re con buoni edifizi. Vi sono due frontispizio lo stemma dei Ceroni
chiese, un convento di cappuccini, Soglia, ed in fine una tavola geo-
uno spedale e diversi belli fabbri- grafica riguardante le cose narrate
cati. Celebrate sono le sorgenti me- nell'opuscolo sulla gente Ceronia.
dicinali per quanto scrisse Giam- Di questa fu pure l'esemplare re-
battista Codronchi, e particolarmen- ligioso Gio. Battista Ridolfi, nato
te per quanto riuscì discoprirvi nel i588 Casola Valsenio da
in
l'altro dottore Giovanni Montani cavalier Giovanni, e da Alessandra
nel 1824, delle quali acque l'una Soglia da Ceruno, che nel 1610
è semplicemente salata, l'altra mar- vestì l'abito cistcrciense col quale
ziale , una terza epatica forte, e la morì in odore di santità nel i62[
quarta epatica leggiera; di tutte al monte Soratte nel celebre mo-
istituendo il lodato professore esat- nistero di s. Silvestro. Il suo di-
ta analisi, ha procurato al paese scendente monsignor Giovanni So-
un beneficio segnalato, e lascia dei glia , nato, in Casola Valsenio , a-
suoi studi onorevole testimonianza. nonimo ne pubblicò il commenta-
Verso il 12 18 gl'imolesi presta- rio con questo titolo : De vita Joati-
IMO IMO 49
ni» Baptistae a Bernardo mo-
s. dinaie si recò a visitarla. Si legge
nachi fuliensi commentarius^ Ro- pertanto nel num. Sy del Diario
niae i83r, col ritratto del vene- di Roma 1839, che a' i3 luglio
rando religioso. In questo commen- giunse in Casola Valsenio il cardi-
tario il dotto autore dice aver dato nal Soglia, che sebbene per la nota
alla luce alcuni antichi monumenti sua modestia inaspettato , appena
della famiglia Ceroni illustrati dal la deputazione del comune potè
dottissimo sacerdote Domenico Mi- incontrarlo a poca distanza del pae-
li o Mila fino dal i635 da cui se, la popolazione ricolma di gioia^
derivava la sua famiglia, encomia- suonando a festa le campane, lo ac-
to da parecchi letterati , massime colse. Tal giubilo patrio si rin-
di Milano, che giudicarono il com- novò affettuosamente in diverse for-
mentario degno di essere posto fra me nelle ore pomeridiane, quando
le memorie delle cose italiane, ri- il cardinale accompagnato dalle au-
trovate e raccolte dal celebra tissi- torità locali si recò a visitare il
mo Muratori. 11 commentario poi convento de' cappuccini, pio e re-
scritto con aurea semplicità dall'il- ligioso dono di sua munificenza;
lustre prelato ora cardinale , ven- Nel numero poi 64 del medesima
ne volgarizzato, e pubblicato colle Diario , si narra come il cardinal
stampe dal eh. Giuseppe I-prof. Giovanni Soglia Ceroni a' i25 lu-
gnazio Montanari. Intorno al testo gliocon solenne pompa consacrai
latino ne parlarono con lode il la chiesa de' cappuccini , costrutta!
giornale Arcadico nei fascicoli di a sue spese nel 1825 col conven-
luglio i83i e settembre i832, cioè to annesso; com' egli avèa incomin-
il medesimo Montanari e il eh. , ciato ad istituirvi le maestre pie
prof. Domenico Vaccolini, il quale per la cristiana educazione dellcì
pur lodò il volgarizzatore] ed il giovinette; del convito ed accade-
eh. monsignor Tommaso Azzocchi mia vocale ed istromentale coil
nella dedicatoria che fece al car- cui il comune addimostrare
volle
dinale del suo utile Focabolarìo al benefico cardiìiale la sua rico-^
domestico di lingua itali ana, disse noscenza, e coli' intervento dell'o-
essere scritto colle grazie di Corne- dierno vescovo d' Imola. Descrive*
lio Nepote. 11 Papa regnante Gre- ancora la festa che il magistrata
gorio XVI rimunerò le vìkIù ed celebrò nel dì seguente, in rendi-
i lunghi eminenti servigi prestati mento di grazie per all' Altissimo
alla santa Sede da monsignor Gio* l'esaltamento porpora
alla sacra
vanni Soglia , che da arcivescovo dell'eminenza sua, con messa can-
d'Efeso l'avea fatto patriarca di Co- tata in musica , e Tè Deum ne!
stantinopoli, creandolo cardinale ai maggior tempio. Indi il cardinale
12 febbraio i838, e pubblicandolo partitosi appresso la processione del
a' i8 febbraio 1839 con dichiarar- clero dalla cappella del propria
lo pure vescovo d' Osimo e Cingo- palazzo, procede tra l'esultanza del-
lij che con zelo paternamente go- l' immensa moltitudine alla posi-
verna. Esultò la patria per un tan- zione della prima pietra di unai
to onore concesso al suo conter- chiesa in onore della Beata Vergi-
raneo, e lo espresse in più modi, e ne del Carmine, che a pubbliche
njaggiormenle allorquando il car- spese incominciavasi ad erigere ert*

VOL. XKXIV.
4
5ù IMO IMO
Irò il paese, per rendere Juievole di fortino, eh' è di buona costru-
Ja memoria un avvenimento &1
di zione. Quivi nacque il carilinal
glorioso per Casola. Tra le altre Francesco Alidosi , Della fami-
dimostrazioni di giubilo del ma- glia Alidosi signora d'Imola, in Ro-
«bistrato in questa circostanza, volle ma fiu'ono pubblicate le Memorie
ridurre a forma elegante e vaga storiche deli antica ed illustm fami'
la facciata esterna della chiesa prin- glia Alidosiay ne fu ano-
di cui
cipale, decorata di pilastri corinlii nimo lodato autore abbate d. il p.
alla Bramantesca, disegno ed opera Pietro Ginanni ravennate , mona-
dell'egregio architetto casolano d. co cassinese. M.r Chasor nelle Gc'
Luigi Ricciardelli, e sulla porta vi nealogies hist. t. II, p. 53 1, tratta
ha fatto scolpire in marmo analo- des seigneurs d'Imola de la mai-
ga iscrizione in onore del cardina- son d'Alidosio.
le. Inoltre sulla genealogia , dira- Fontana. Comune soggetto al
mazione, alleanze e gesta della po- governo di Casola Valsenio, distret-
tente famiglia Ceroni dififusamente to e diocesi d'Imola. Giace quasi
parla Linguerri ne' suoi Cenni sto- alle sponde del fiume Santerno, in
rici della Valle del Senio. Una piana vallea, fertile ed abbondevo-
parte de' Ceroni si stabili in Imo- le del necessario : é circondata da
la, e furono aggregati alla nobiltà; ubertose colline e monti^ in salu-
ebbero uomini illustri in leggi, in tifero clima. Prima era circondata
lettere, ed in altri pregi, e fini tal di mura con sua porta, dividendo
nobile ramo imolese a' dì nostri il borgo del castello un bell'arco,
nel canonico Ippolito e in due fem- disegno di Luigi Zampa ottimo ar-
mine nubili. Casola Valsenio no- chitetto forlivese. A questi pur si
vera comuni di Castel del Rio^
le deve l'odierno ed elegante palazzo
Fontana^ e Tossignano , folte di pubblico. L'ospedale o ospizio di
popolosi villaggi. Ventuno poi ne s, Antonio abbate ebbe origine nel
sono uniti alla sua amministrazione secolo XVI. JXel 1823 incominciò
principale. la fabbrica del bel cimiterio. Vi
Castel del Rio. Comune sogget- sono inoltre due chiese. Siccome
to al governo di Casola Valsenio, Fontana seguì i destini d'Imola ed
distretto e diocesi d' Imola. Non in parte di Tossignano, qui appres-
è al certo recente l' epoca in cui so ci ad accennare le
limiteremo
originò, essendo antica e ragguar- cose principaliavendo ultima-
,

devole, ma pure non può stabilir- mente scritto la Storia di Fonta-


si il preciso suo sorgi mento. E qui na il eh. Antonio Vesi., Forlì
un ponte di meravigliosa costruzio* tipografìa Bordandini i838: in es-
ne ed altissimo, e che con una sola sa si fa onorevole menzione de'suoi
luce elittica unisce due monti dr uomini illustri, principalmente a
scoglio ove passa il fiume Santer- pag. 263 e seg. Tra questi nomi-
110, ponte eretto dalla famiglia Ali- neremo Domenico Miti o Mita sa-
dosi signora del castello. 11 territo- cerdote dottissimo, la di cui fami-
rio è montuoso ; il paese contiene glia era da più di un secolo sta-
de' semplici fabbricati, fra' quali e- bilita in Fontana; e siccome Ca-
sistono gli avanzi dell'antico palaz- sola, Imola e Tossignano lo vo«
zo degli Alidosi formato a guiia gliono loro, e questo ultimo eoa
.

IMO IMO 5i
fjuanlo elice a p. 122 e seg. della sanguinose civili discordie d'Imola
sua storia, così Io storico di Fon- La prudente condotta di Corrado
tana, ha creduto bene a pag. 268 Sassatelli intiepidì l'odio dei fon-
di riportare la fede del battesimo tanesi che stettero
e tossignanesi,
ricevuto da Domenico nella chiesa indifferenti nella guerra tra i fio»
arciprelale di s. in Fonta-
Pietro rentini e gl'imolesi del 1062, an-
na nel 1 590. A seconda della tra- zi in quella co' bolognesi i fonta-
dizione dicesi fondata dalla repub- nesi aiutarono Imola.Nel declinar
blica fiorentina, poco lunge dalla del secolo XII Fontana, e massi-
presente, seguendo ne'suoi primor- me Tossignano, avendo scosso il
di la ventura del vicino Tossigna- dominio imolese, furono severa-
no e d'Imola. Fu cinta poi di mu- mente punite. Quando i bolognesi
ra, e fornita di torre dal forocor- s'impadronirono del contado d'Imo-
neliese Marzio Coralto, quando nel la,Fontana andò soggetto ad essi,
554 da Narsete gli fu donato il suo e poscia versoil 1222 rinnovò il
agro, mosso a compassione che nel- giuramento di obbedienza all' imo-
l'eccidio della patria avea perduta la lese repubblica. Dopo aver giurato
moglie coi figli. 11 castello fu chia- con tutta la Romagna fedeltà a Fe-
mato ancora Fontana d'Illice, prima derico II, venendo questi scomu-
del o65j Fons Illicis o Castnun nicato da Gregorio IX, Imola si
Illicis. Questa denominazione vuoi- collegò coi luoghi del contado con-
si ripetere, secondo le tradizioni, tro l'imperatore, quindi le fatali
perchè presso la terra esisteva un fazioni deso-
de' guelfi e ghibellini
copioso fonte coperto d'un bellis- larono ancora queste parti. Nel
simo elee. Dopo la morte di Co- 1262 con Imola soggiacque di
ralto soggiacque alla dominazione nuovo Fontana ai bolognesi, e poi
de* longobardi, ed al termine del passò ad essere dominata da Pie-
loro regno passò sotto quello della tro Pagano da Susinana, cui la
santa Sede. Nelle successive guer- ritolsero bolognesi , quindi da
i

re che ebbero gl'imolesi coi faen- Mainardo Alidosio. Nel secolo XIV"
tini, forlivesi e ravignani. Fontana i francesi furono scacciati dalla
ne provò le triste conseguenze, valle del Santerno , e disfatti a
come patì le devastazioni prima Gallisterna : la Romagna tutta stra-
degli ungari, poi de' saraceni, i ziata da guelfi e ghibellini} Fon-
quali furono fugati dal Papa Gio- tana passò in potere prima di Man-
vanni X da Tossignano. Unitosi fredi, poi di Monalduccio da No-
Fontana a Tossignano contro gli cera, indi a molti altri. Gli Alido-
imolesi, onde scuoterne il giogo, si la dominarono più a lungo, al-
furono in vece di nuovo assogget- la cui signoria pose fine il duca
tati alla loro divozione. Non passò di Milano. Al duca subentrò la
gran tempo che Fontana e Tos- Chiesa, a questa Imola e poi Man-
signano nel 966 insorsero nuova- fredi di nuovo Fontana passò al
:

mente colle armi a danno d' Imo- duca di Milano, finche divenendo*
la ; ma per le forze maggiori di ne signore Girolamo R.iario, dopo
questa, furono battute e fatte segno la sua morte fu occupata da Ce-
al militare furore. Bramosi di ven- sare Borgia duca Valentino. All'e-
detta, nel 983 presero parte nelle saltazione di Giulio II nel i5o3.
^2 IMO IMO
Cesare fu spogliato delle signorie te e la chiusa, e ì danni divenne*
usurpate, onde Fontana ritornò al- ro maggiori che prima. Ed è perciò
l'obbedienza della Chiesa. Guido che lo stesso Pontclice prorogò di
Vaini nel i523 mosse guerra ai altri tre anni la concessione. In-
signori di Cerone, ne assediò il tanto 1757 comprò il feudo
nel
castello che fu virilmente difeso: il marchese Francesco Marvelli
divenuto signore di Fontana, Cle- Tartagni forlivese, in un a Tossi-
mente VII gliela tolse e ne inve- gnano dalla famiglia Spada. Fu
stì Ramazzotto , che voleva rite- sotto di questo nuovo signore che
nerla quando Paolo III la cede ad i francesi invasero le legazioni, ed
Imola, quale concesse al castel-
la ebbero luogo quella serie di avve-
lo nel 154B il mercato in vantag- nimenti che ancora deploriamo.
gio del commercio: a questa epo- Sta il territorio in colle e in piano.
ca il convento de' religiosi serviti Tossignano. Comune soggetto al
già fioriva in Fontana. Questa con governo di Casola Valsenio, distret-
Tossignano ed altri luoghi Paolo to e diocesi d'Imola. È posto su
IV diede in feudo al nipote An- ameno colle, le cui falde sono ba-
tonio Caraffa marchese di Montebel- gnate dal Santerno. Vi sono tre
lo, indi passò al dominio ecclesiasti- chiese ed un oratorio, cioè l'arci-
stico, a Federico Borromeo, al car- pretale di s. Michele ch'è la mag-
dinal s. Carlo, e ad Annibale Altemps. giore e fu un tempo de' domeni-
Dopo di guerre e
diverse vicende cani, ove in sontuosa cappella si

di peste terremoto nel 1690 ro-


il venera un' antichissima miracolosa
Tinò il ponte Colombarino che immagine della Beata Vergine; al-
dalla strada conduce al paese, on- tra delta Maria appartiene
di s.

de il comune fu costretto farne allo spedale; la è in onore terza


uno di legno. Nel secolo XVII I il del dottore s. Girolamo; l'orato-
marchese Spada Amatore comperò rio è sacro a' ss. Rocco e Bernar-
il feudo di Fontana, che pati tut- dino, e vi si venera un miracoloso
te quelle vicende che agitarono più Crocefisso. La piazza è fornita di
volte quel memorando secolo. Nel un porticato a foggia d'anfiteatro;
1748 ebbe luogo un terribile av- il palazzo già baronale, ed il co-
venimento ; un erto colle che so- munale due buo-
già pretoriale, sono
vrastava al paese di repente si ne fabbriche. Il suo ampio borgo
avvallò, schiantando i sottoposti è posto in riva al fiume Santerno.
terreni, e molti vi perirono in mo- Antica è 1' origine della terra, che
do Scompar-
fatale e lagrimevole. esisteva nel V secolo ed ei'a luo-
sa la pubblica strada si formò a go atto alla difesa. Nell'VIII seco-
fianco del castello un profondo la- lo fu data agli ostia ri di Ravenna,
go; e si temè che il palazzo pub- e nel principio del X già vi fiorivano
blico, convento de' servi e parte
il distinte famiglie, tra le quali quella
del paese minasse. Soccorse a tanta de' Bulgarelli, e quella de' Cenci da
desolazione il benefico Clemente cui vuole uscito Giovanni X, e-
si

XIII, concedendo l'esenzione dei letto Papa nel 914, nato in Tos-
dazi per tre anni. Eransi quasi signano. Dal dominio degl' imolesi
finite le quando furio-
riparazioni, passò in detto secolo a quello dei
sa tempesta rovinò il nuovo pon- fiorentini ,
quindi ritornò sotto i
,

IMO IMO 53
primi che ne distrussero la rocca. che nel 1399 Bonifazio IX die la
Si diede poscia ai bolognesi , ma terra in vicariato a Lodovico Ali-
nel io3o Ugolino Alidosi punì i dosi, di cui qual ribelle fu spoglia-
ribelli col saccheggiare il paese. Nel to dal cardinal Cossa che nel i4o4
1062 Cassiano Oiaboni tossigna- ne investì Alberico di Cunio conte
nese generale d'Imola, riportò se- di Barbiano. Non andò guari che
gnalato trionfo sui fiorentini pres- l'Alidosi, fatto senno, riebbe il vi-
so Sassatello. Divenuti potenti i cariato, di cui nel 14^4 lo spogliò
tossignanesi tentarono inutilmente il duca di Milano, il quale nel
digiogarsi dagl' imolesi, però molti 1426 restituì ad Imola, e poscia
si unirono a quelli che andarono nel 1435 riprese, finche sotto Eu-
alla conquista di Gerusalemme col- genio dominio ai Man-
IV passò il

la prima crociata, e con essi due fredi. Girolamo Riario ne divenne


della famiglia Eltorri. In quel tem- signore nel i47^> come vicario d'I-
po anche nelT ecclesiastico già Tos- mola, e lo era pure di Forlì. Ver-
signano dipendeva da Imola , che so il i5oo la vicaria imolese fu
mentre parteggiava per gì' impera- data a Cesare Borgia, e nel 1 5o4
tori, la terra seguì sempre le parti Tossignano fu occupato dai vene-
del Papa, e perciò guelfa. Dopo ziani, che neir anno seguente con
essersi unito a' bolognesi contro I- Casola Valsenio ed adiacenze con-
mola, abbandonalo dai primi, fu segnarono a Giulio II. Volendo poi
messo a ferro e fuoco nel i 98 • questo Papa liberar Bologna dai
e gii scampati dalle strage edifica- Bentivoglio, portatosi in Romagna,
rono il borgo di Tossignano. In- a' 20 ottobre i5o6 si condusse a
nocenzo III nel 111 5 confermò al Tossignano incontrato dal clero e
vescovo Mainardino la pieve e ca- dai maggiorenti del paese, tra il
stello, come avea fatto Onorio II. rimbombo dell'artiglierie della roc-
Nel 1226 Tarciprete già era cano- ca , plauso degli abitanti e
ed il

nico delia cattedrale imolese. Nel della moltitudine accorsa dai luo-
12 56 il senato di Bologna ordinò ghi circostanti. Fu alloggiato dalla
che si edificasse una rocca in que- famiglia Orsolini , mentre dodici
sta terra, che ricusò nel 1292 sog- cardinali e i prelati furono ospitati
gettarsi all'Alidosio divenuto capo cogli altri delia corte nelle case
della repubblica d'Imola, e più volte Ungarelli, Passeri, Zagnoni, Favelli,
si difese da diversi attacchi coll'aiu- Fini , Caravaglia ed altre , e nel
to dei bolognesi, da' quali ancora chiostro de' conventuali il cui con-
dipendeva nel iSoy. Dopo il i36o vento poi distrutto era stato colla
di nuovo dipendelte dal vicariato chiesa edificato nel i326 da Gio-
d'Imola, e continuò ad aver parte vanni Ranucci. I tossignanesi in si

nelle vicende tra guelfi e ghibelli- fausta occasione diedero ogni ma-
ni comuni. Nel i386 in Tossigna- nifesto argomento del loro giubilo.
no, anzi in Codrignano suo villag- Dipoi Giulio II investì di Tossi-
gio, ebbe i natali il b. Giovanni gnano Ricciardo Alidosi, di cui Io
Tavelli, che fu vescovo di Ferrara spogliò Clemente VII per alcuni
{Fedi). Nel 1397 i tossignanesi di misfatti, avendolo di là discaccialo
nuovo si tolsero dalla dipendenza il presidente di Romagna unito ai
d'Imola, ma furono repressi, fin- Ceroni di Casola Valsenio. Le osti-
,

54 IMO IMO
lità e le fazioni che avevano de- gnano fu venduto al conte Fede-
solato il contado nei secoli prece- rico Borromei, e dopo due anni gli
denti, si rinnovarono nel poutiQ- successe il fratello cardinal s. Car-
cato di Clemente VII, massime nel- lo arcivescovo di Milano: il suo
la vallata del Senio, per le ostililù governo fu quello di un santo, e
commesse contro i guelfi signori giusto era stato quello del fratel-
di Cerone, i quali non mancarono lo.Nel i565 s. Carlo cede il feu-
con valore sostenere i replicati as- do al cognato conte Annibale Al-
di Guido Vaini e Ramazzot-
salti temps, cui successe il cardinal Mar-
ti; che anzi assistili dai loro alleati co; nel i577 il conte Roberto, e
Soglia, Fichi, ed altri in gran par- nel 1587
il duca Gio. Angelo Al-
te parenti, a* 28 ottobre i523 fe- temps, che mori in Tossignano.
cero dei due uniti nemici completo Successivamente ne furono feuda-
sterminio. Tutta volta riuscì allo tari il duca Pietro Altemps dal
scaltro Ramazzotto ottenere dal Pa- 16*25 al 1692, e il duca Giusep-
pa in feudo Tossignano, Fontana pe Maria Altemps, tutti romani,
ed altri luoghi, ma fu acerbo si- sino al 1700. Sotto il governo dol-
gnore. Paolo III ,
pe' suoi misfat- ce e saggio di tali feudatari, nelle
ti, lo fece esiliare, e benché Ra- scienze e nelle lettere fiorirono in
mazzotto avesse reso inespugnabile maggior numero delle precedenti
Tossignano, questo fu preso dalle epoche molti tossignanesi, senza con-
milizie pontifìcie di Magalotti ve- tare i numerosi sacerdoti e clau-
scovo di Chiusi, presidente di Ro- strali. Il detto duca Giuseppe nel
magna, in un a Fontana ed altri 1700 vendè il feudo al marchese
luoghi che tutti restituì ad Imola, Giacomo Filippo Amatore Spada
a patto di pagare alla camera a- di Bologna, il quale ebbe a suc-
postolica cinquemila ducati, e de- cessori i marchesi Francesco Ma-
molir la rocca di Tossignano , Io ria Alerano nel 1706, Giuseppe
che fu eseguito con grave pregiu- Nicola nel 1728, e Leonida nel
dizio delle fabbriche della terra. 1752. Questi eccellenti feudatari
Paolo IV nel i556 die Tossigna- non furono diversi dai precedenti,
no, Fontana, e la Rocca di Codron- encomiati per beneficenza e pietà.
co con altre comuni in investitu- Però il marchese Leonida nel 1757
ra al suo nipote Antonio Caraffa vendè il feudo al marchese Fran-
marchese di Montebello e capita- cesco Maruelli Tartagni di Forlì
no della guardia pontifìcia: con il amorosa cura prese
quale con
questi incominciò la serie de' ba- il governamento de' suoi popoli, e

roni di Tossignano, che solo ebbe segnatamente de' tossignanesi. Nel


fine nel 1797. Tossignano fu da 1791 facendo la visita di Tossigna-
tutti i feudatari tenuto a capoluo- no il cardinal vescovo Chiaramon-
go del loro piccolo stato, e perciò ti, poi immortale Pontefice Pio VII,
ivi abitavano allorché si recavano dichiarò arcipretale la chiesa di s.
ai feudi, ed era sede dei governa- Bartolomeo del Borgo. Nell'inva-
tori , cancellieri ed altri ministri. sione francese del 1797 '1 marche-
Nelle guerre col duca d'Alba, il feu- se Tartagni restò spogliato del feu-
do Caraffesco soffri gravi danni. do, e Tossignano segui le politiche
Sotto Pio IV e nel i56o Tossi- vicende d'Imola, sorte che toccò
IMO IMO 55
agii altri luoghi del contado; ma mola, annullando il precedente dis-
Tossignano patì il più lag^imevo^c membramento . Siccome però i

saccheggio nei maggio 1799, in cui dozzesi ostavano a ritornare sotto


furono orrendamente profanate le gl'imolesi, così il senato d'Imola
chiese, provocato dal bargello An- ottenne dal Papa a'7 gennaio i548
tonio Lombardi dell'Umbria, avido un nuovo breve diretto al vice-
di fortune e di rapine. In Tossi- legato di Romagna, cui commetle-
gnano un'accademia lettera-
fiorì vasi prendere possesso del castello
ria, dal p. m. Pellegrino
fondata e della rocca di Dozza , e con-
Ricci minore conventuale, intitola- segnar ambedue alla città d'Imo-
la Prima Àgrichia de pastori con-
; la. Gli ordini pontificii furono e-
cordi. Ma delle notizie storiche di seguiti, ed a'3 febbraio il comune
Tossignano e de' moltissimi uomi- del castello spedì i suoi deputati
ni illustri che vi fiorirono ne tratta- che giurarono obbedienza al sena-
no l'erudite ed importanti Memo- to imolese, il di cui comune sbor-
rie sloriche intorno alla terra di sò al vice-tesoriere apostolico scudi
Tossignano^ Imola, dalla tipografia i5oo, ed Annibale Milani fu il

Benacci 1840, raccolte e pubblica- primo uiKìziale dato da Imola ai


te dai benemerito di Tossignano dozzesi. Mal soffrendo questi la
Giuseppe Benacci, e dedicate ai tos- imolese dominazione, mossero lite

signanesi. avanti il tribunale della rota, la


Quanto alle comuni di Doiza quale pronunciò comune
contro il

e Mordano poste nel circondario d'Imola, il quale però nel i549


d'Imola, riportiamo i seguenti bre- si appellò al Pontefice, e fu rein-
vi cenni. tegrato. Nel i562 Pio IV fece re-
Dozza. Comune soggetto al di- stituire il castello alla famiglia Cam-
stretto e diocesi d' Imola. Viene peggi, e furono inutili le energiche
pure denominata Doccia. Il terri- suppliche e rimostranze fatte da-
torio é in colle e piano. Ha un gli imolesi al Papa, e al successo-
palazzo a guisa di fortezza munito re s. Pio V. Nel 1592 il cardi-
di bastioni. Della sua origine poco nal Francesco Sforza legato diRo-
si conosce, riscontrandosi soltanto magna, volendo per suo diporto ve-
che nel 1 98 bolognesi, guidati
1
i dere il castello di Dozza, gli fu vie-
da Uberto Visconti di Piacenza tato l'ingresso dal castellano Fran-
loro pretore, invasero il territorio, cesco Bonini dozzese. Irritato il car-
rivendicato poi dagli imolesi, ai dinale ordinò l'assedio della rocca,
quali l'avevano tolto i bolognesi. e a chi pel primo avesse scalalo
Clemente VII nel i5i/\. o nel i53o le mura promise scudi cento, e la
ne investì il celebre cardinale Lo- liberazione di due banditi. Orazio
renzo Campeggi di Bologna, suoi Lippi imolese riuscì nell'impresa, ed
eredi e successori ; ma per morte ebbe solo il promesso denaro, e ven-
di Rodolfo Campeggi il comune ne scelto consigliere. Nell'anno se-
d'Imola ne implorò la restituzione guente il comune d* Imola espose i
da Paolo III, che dichiarò devolu- suoi diritti su Dozza a Clemente VI1I>
to il castello nel i547 alla came- che nel 1 595 la restituì agi' imo-
ra apostolica, quindi lo restituì con lesi.Nella rocca di questa terra
investitura alla giurisdizione d'I- mostrasi una stanza addobbata ad
56 IMO IMO
arazzi, cbe la tradizione dice esse- chiamiamo Lombardia e Romagna.
re dono fatto da Enrico Vili re Da questo po{)olo fuggitivo l' imo-
d' Ingliilterra al cardinal Lorenzo lese Vincenzo Savini Notabiliiun ,

Campeggi a lui spedito legato a gestorum civitatis Iinolae mss., ri-


intere da Leone X, oltre altri ma- conosce l'origine della città d'Imo-
gnifici doni. la nell'anno del mondo 2790. Il

Mordano. Comune soggetto alla nome d'ilia o Illione con cui viene
diocesi e distretto d'Imola. Il ter- disegnata una porta della città, è
ritorio è in piano, i cui fabbricati l'unico fondamento a cui si appog-
furono circondati di mura l'anno gia questa debole opinione. Due-
i loo. Quando nel i494 Carlo cent'anni dopo Troia
l'eccidio di
Vili si portò in Imola con i4ooo i tirreni, detti anco etruschi o to-

francesi per la conquista del regno scani, divennero abitanti e domi-


di Napoli, cominciò ad attaccare gli natori d'Italia, non però è certo che
stati di Caterina Sforza e di Ot- gli etruschi abbiano fabbricato Imola

taviano suo figlio. Dopo avere i come vollero taluni. Verso l'anno
francesi dato inutilmente l'assalto i56 di Roma molti galli, celti,
a Bubano, si volsero contro Mor- bretoni, cenomani, insubri e car-
dano, castello assai ben fortificato, nuti da Ambigoto loro re, e sot-
che gli abitanti aveano giurato con- to la condotta c^i Belloveso suo
servar ad Ottaviano a costo della nipote, furono mandati a pro-
vita. L'armala assalitrice adoperò cacciarsi stanza e alimenti nel-
il maggior impeto e la più calda le regioni occupate dagli etruschi,
ferocia, che mordanesi sostennero
i mentre i boi ed i lingonesi, al di-
valorosissimamente, ma sopraffatti re di Polibio lib. 2, e di Tito Li-
da forze sproporzionate dovettero vio lib. 5, si dilatarono fra Bolo-
cedere. Entrati i francesi nel ca- gna e Ravenna. Nellanno poi di
stello incrudelirono contro ogni età Roma 363 Breuno condusse in
e sesso, come narrano molti veri- Italia i galli senoni, cos\ appellati
dici storici. Dopo il 1766 e nel da Sens loro capitale, che giunsero
pontificato di Clemente XIII ten- persino a Roma ove furono respinti
tarono i mordanesi sottrarsi dalla dal dittatore Camillo. Non bramanr
giurisdizione d'Imola, come pur do i senoni procu-
ulteriori conquiste,
facevano quei di Casola Valsenio rarono assicurarsi quelle delle pro-
ed altri comuni, ma Clemente XIV vincie occupate, le quali dalle Alpi
nel 1770 con suo chirografo di- si estendevano sino all'Arno ed al
chiarò che Mordano e gli altri Jesi, alla Marca d'Ancona, e che
luoghi dipendessero da Imola. ottennero dai romani il nome di
Imola come altre antighe città Gallia Cisalpina, Citeriore, Togata.
andò soggetta per la storia della Fu dunque dai galli conquistato
sua origine a congetture e a di- quel luogo su cui sorge
ancora
versità di opinioni. Dopo la di- Imola al presente, ed alcuno opi-
struzione di Troia, perseguitati dai no che ne furono i primi edifica-
greci, vennero i troiani condotti in tori. Tal fondazione fu pure attri-
Italia da Antenore, uno de' loro buita ai romani dopo la discesa
capi, ed alcuni vuoisi che passas- d'Annibale in Italia, a Scipione
%^V0 ad abitare que' luoghi che or^ Nasica, ai qimbrijf ai teutoni o 41
IMO IMO ^7
ligurlnl senza prove positive. In tan- di con una popolazione eh' erasi
ta discrepanza di pareri è cer- mostrala cauta, fedele e generosa.
to Imola verso V anno del
che Quindi Siila dichiarò questo suolo
mondo 388o ebbe dai romani se colonia romana, in un modo di-
non l'erezione, almeno il nome, stinto e privilegiato, perchè venne
lo splendore e V ingrandimento. ascritta ad una delle trenlatre tri-
Jjucìo Cornelio Siila valoroso vin- bìi nelle quali rimaneva divisa la
citore di Mitridate, conquistatore cittadinanza romana, cioè alla tri-
della Grecia e della Tracia, dopo bù Follia. In virtù di questo ono-
di aver trionfato dei partigiani di revole legame gli abitanti della co-
Caio Mario, proclamare dit-
si fece lonia avevano luogo e voto ne'gene-
tatore dal senato romano. Fu al- rali comizi, diritto alle supreme ma*
lora che cessate le guerre. Siila gistrature, ed altre prerogative. Che
introdusse il costume di accordare Imola fosserealmente colonia mi-
in premio ai soldati veterani be- litare romana, che in Roma avea
Demeriti, parte di quei terreni ove ì suoi procuratori, e che tra i set-

egli aveva portato le vittoriose sue te quartieri posti nell'agro Rimine-


armi. Siila pertanto mandò il suo se, e amministrati dai rispellivi
favorito Appio prefetto di nume- decemviri e decurioni uno era di
rosa milizia, ad abitar quel vico pertinenza de'corneliesi lo si ha ,

che chiamiamo Imola, posto in da incontrastabili monumenti. In-


dolce clima, in gradevole situazio- trodottisi in Imola amichevolmente
ne, con terreno ubertoso, ed abi- i romani, e provveduti con saggio
tanti di semplici costumi. Ai no- riparto di comodi, di rendite, e di
delli ospiti non vennepermesso quanto occorreva al loro sostenta-
inoltrarsi nell'abitato allora angu- mento, cominciarono a poco a poco
sto, finche non fossero giunti gli a familiarizzarsi cogli abitanti, i qua-
ordini del dittatore e del senato li appresero i loro costumi e le
per accoglierli, e conceder loro una loro leggi. Allora fu che congiun-
porzione di beni. Appio fu ragio- te le famiglie degli abitanti alle
nevole a tali rimostranze, ed intan- romane, la nascente colonia au-
to accampò il suo esercito in un'a- mentò di popolazione. Appio si

mena collina alle rive del Vatre- prestò pel ben essere dell'occupato
no, la quale venne dall'esperto du- paese, e consapevole che la felicità
ce fortificata col farvi sorgere un de' popoli dipende dalle provvide
castello che si chiamò dipoi il Ca- leggi, dalle ben ordinate magistra-
stello d' Imola^ ed ora viene detto ture, e dalla rehgione, ogni cosa
Castellaccio. stabilì nel luogo. A piedi del mon-
Alla esatta disciplina e pruden- te detto Castellaccio fissò un luo-
contegno dell'esercito romano
te go pei comizi , ivi radunò il po-
nel tempo che si aspettavano da polo insieme coi magistrati ed uf-
Roma le risoluzioni, corrisposero i fìziali del medesimo, e vi pubblicò

grati abitanti con tratti amorevoli le saggie leggi romane, all'osser-


e con somministrazioni di vetto- vanza delle quali tutti solenne-
vaglie. Giunti gli ordini di Siila, mente si obbligarono con giura-
venne commesso ad Appio inol- mento, venendo con universale con-
trarsi liei \ico, ed usar cortesi mo- senso acclamato sommo e per-
58 IMO ÌMO
pctuo mngislrato de! paese. Qui stello ne'primi secoli del cristiane-
notei'emo che a piedi dello slesso simo fu creilo l'episcopio colla
monte da pochi auni furono sco- Cattedrale.
peiie salulifeie acque termuh, alle Così ampliato questo paese si

quali concorrono anche molli fo- adoprò il benemerito Appio pel


icslieri. Assunlo appena il coman- suo maggiore abbellinioiilOj il per-
do, Appio si accinse a rendere nelle chè non lunge dalia porla llia fu-
uienli dei docili abilalori le idee rono fabbricale le pubbliche ter-
religiose piìi ferme e più rispelta- me: qui si eresse il foro venale
bili; per lui quindi Marie e Ve- ornato di magnifici portici, qui si

nere ebbero particolari templi, il innalzò un'altra porla chiamala


primo sul Castellaccio, la seconda Appia, e qui si lastricarono le
nella laguna poco distante dal luo- pubbliche vie egualmente che quel-
go ov'è presentemente s. Pietro di la la quale dalla ricordata porta
Laguna, e tra' più savi abitanti conduce alle valli, e che fu deno-
furono scelli i flamini delle due minata Selice, perchè lastricata con
divinità: per lui fu restaurato il quelle selici o selci, che furono
tempio di Minerva ; per lui nel mandate in queste parli onde com-
luogo che allora fu detto Ariolo, pire la via Flaminia. Sì belle dispo-
e poi per corruzione Oriolo oRiò- sizioni piacquero a Siila, il quale

lo, si fabbricò il soggiorno per gli non lasciò quindi di onorare con
auguri falli venire dalla Toscana. amplissimi privilegi quella novella
L' indefesso Appio per affezionar la militare colonia, e di mandarle da
gioventù ai laboriosi esercizi e per Roma uomini integerrimi e illu-
addestrarla alle armi fece edifica- minati, che con onore ammini-
re il teatro o sia arena pei gla- strassero la giustizia. Inoltre im-
diatori, nel luogo ov'è oggi la chie- pose ad Appio di fondare nel
sa di s. Maria in Regola, e in mez- paese due tribunali, ai quali pre-
20 ad esso v'innalzò la statua di siedessero due prelori per la facile
Siila ; disegnò il campo Marzio, trattazione delle cause, per cui il

presso cui per promovere l'agricol- pretore urbano decideva le cause


tura fissò anche il campo Boario^ degli oppidani, ed il pretore pe-
ove dovevano raccogliersi ne' pre- regrino quelle de' forestieri, e sì

scritti giorni i rusticani. Si Irò va- l'uno che l'altro furono investiti
rano i due campi nella pianura di sommi poteri, co' quali decide-
presso al ponte posto sul Valreno, vano affari che per l'addietro al
per mezzo del quale gli abitanti solo senato romano erano riserba-
del monte erano uniti a quelli del- ti; ed è perciò che in questo luo-
la pianura, il ponte divideva il go dovevano concorrere gli abitan-
paese, che per l'ampliazione di Sii- ti delle Provincie per la spedizione
la estendevasi dal monte Castel- delle liti. Appio in tale circostan-
laccio sino quasi al torrente Cor- za fece pubblicare per la provincia
recchio, comprendendo non solo il queste supreme disposizioni del dit-
luogo ove è ora Imola, ma anco- tatore, e fu in quel tempo ch'egli

ra il distrutto castello di s. Cas- chiamò il paese Foro di Siila e


siano, poco lungi dalla chiesa det- Foro di Cornelio, giacché sotto i

ta della Croce coperta. Io tal ca« favorevoli auspicii di Cornelio Sii-


IMO IMO 5^
la questo suolo, prima oscuro e le,r Italia e la Gal Ha Cisalpina ne
negletto, ottenne un ordinato modo provarono le funeste conseguenze.
tli politico regolamento, una forma Giulio Cesare, vinto Pompeo in
elegante, e crebbe alla celebrità e Farsaglia, ottenne la perpetua dit-
Questa è l'epoca
allo splendore. tatura, ma colla sua uccisione ge-
della fondazioneo almeno rinno- nerale fu lo sconvolgimento , ed
vazione di Foro di Cornelio, ed affrettò la caduta della repubblica
errò Agnello con quanto scrisse romana. Il console Marc' Antonio

nella vita di s. Pier Grisologo. Il volendo vendicare il defunto ebbe


complesso delie cose narrate, fece- a rivale Decimo Bruto, che rac-
ro ben presto salire a rinomanza colse molta truppa, e vuoisi che
questo Foro, e diverse illustri fa- ricevesse soccorso dai corneliesi, pres-
miglie romane, mosse dalla felicità so a' quali prevaleva il partito dei
del governamento, e dall'amenità pompeiani , onde la provincia fu
del sito, vi si recarono a stabilirvi, agitata dalla guerra ; Bruto si re-
come fece la stirpe nobilissima dei cò alla difesa di Modena ove l'as-
Vestri, Lucio Spurio, Aulo Petilio, sediò Marc' Antonio. Questo conso-
e Severo Catone, i quali gene-
il le turbolento, per l' eloquente ar-
rosi concorsero a rendere più il- ringa di Cicerone venne dichiara-
lustre il suolo corneliese. E in fat- to ribelle e nemico della patria ,
ti Spurio chiamato da Appio a ed a suo danno mossero consoli i

parte delle sue diffìcili intraprese Ircio e Pansa e Caio Giulio Ce-
,

nel cingere l'ampio Foro di mura, sare Ottaviano nipote ed erede del
ornò la città dalla parte del fiu- trucidato dittatore. Ottaviano fer-
me verso oriente di nuova porta, mò il suo esercito nel Foro di
che per lui si chiamò Spuria e Cornelio ; Ircio andò ad accam-
poscia per corruzione di vocabolo parsi presso eia terna, presenlemeu-
Spu viglia, e la cinse di larghe fos- te Quaderna. Ircio e Pansa dopo
se profonde, di un ponte amovibi- vari combattimenti peiderono la
le, e d'una ben munita torre. Pe- vita, onde Marc' Antonio, Emilio
tilio tàbbricò sopra uno de'vicini Lepido, ed Ottaviano formarono
colli una magnifica villa, dal suo un triumvirato , e alla presenza
nome chiamata Pediliano, ed ora degli eserciti schierati nella cam-
Tediano. M. Porzio Catone, nel pagna bolognese si divisero l'im-
monte che fu detto Catone, in- pero dell'universo. Dipoi Marc'Au-
nalzar fece un ameno soggiorno tonio ed Ottaviano divenuti ne-
per villeggiarvi, e qui si trattenne, mici, questi vinse il primo ad A-
sinché le politiche vicende di Ro- zio, restò arbitro dell' impero, e fu
ma Io chiamarono a porre un ar- salutato imperatore ed augusto.
gine col rigore di sua condotta Applicatosi neir ordinamento d' un
alla depravazione, e a farsi scudo sistema di governo corrispondente
alla libertà vacillante. alla vastità dell' impero, Imola co-
Dopo tre anni di dittatorato Sii- me le altre città nella somma del-
la rinunziò, e tornato alla condi- le cose dovette dipendere da Au-
zione di semplice cittadino, poco gusto: tutlavolta restandole la li-

dopo morì. INon andò guari che bertà di usare di quel diritto che
Koma fu divisa dalla guerra civi- r era stalo conceduto da Siila, prò-
6Ò IMO IMO
seguì essa forse sino all' abolizione stanlìno il Grande trionfato del-
de' romani comizi a congregare i l' usurpatore Massenzio, si rallegrò
suoi decurioni, onde dassero il voto r Italia tutta : questa che da Au-
per l'elezione di quei magistrali gusto era stata divisa in undici
che risiedevano nella capitale del- Provincie , fu da Costantino ripar-
l' impero , e a mandar suggellati tita in diecisette, e per ciascuna di
secondo gli ordini di Cesare i vo- esse vennero create nuove magi-
li a Roma, per unirsi ai suffragi strature, nuovi consoli, nuovi pre-
delle altre città che godevano un sidi e correttori. Due erano pri-
egUHi diritto. Del rimanente que- ma i prefetti pretoriani, Costanti-
sto Foro eslrasse dal suo seno quei no n'elesse quattro con giurisdi-
soggetti che destinar si dovevano a zione territoriale sulle provincie
regolar l' interna polizia ad am^ , assegnate. Trovossi perciò la città
ministrar la giustizia e decidere le d' Imola dipendente dal prefetto
questioni, a formar leve nelle ur- pretoriano, che sorvegliava a tutta
genze di guerra
ad imporre , e la provincia Flaminia, e ad un
quelle contribuzioni che si voleva- consolare o governatore che risie-
no pei bisogni del paese egualmen- deva in Ravenna, e veniva scello
te che dell'impero; restava per dal prefetto. La vicinanza degl'im-
^llro ai cittadini un pieno diritto periali pretori, servì di freno alle
di appellarsi dai decreti e giudizi rispettive autorità municipali, e di-
municipali, alla decisione de' ma- minuì il il comando
potere loro :

gistrati romani. Indi il Foro sog- di questi non ebbe fine che
prefetti
giacque alla sorte delle città del- (il tempo d' Onorio imperatore di
l' impero, avvenimenti che si
agli occidente. Tra i prefetti va lodato
successero, ed alle conseguenze pro- Tauro, uomo giusto e discreto, sot-
dotte dalla bontà o crudeltà degli to cui vide Imola chiusi per sem-
imperatori , non che dalle guerre pre i templi innalzati dalla genti-
civili prodotte da quanti aspirarono lità, e cessati i sacrifizi a que'nu-
all'impero. Sotto l'imperatore Vespa- mi che dalla fervida fantasia rice-
siano, come negli altri municipii vettero l'essere. Allorché Massimo
così nel Corneliese venne ristabili- ribellatosi a Graziano si fece pro-
to il governo introdotto da Au- clamare imperatore^ nel tempo che
gusto, saggio e moderato principe. Imola avea concepito timori per
Però sotto Adriano e verso l'anno le minaccie dell' usurpatore, narra
i35 dell'era cristiana Imola colle il Gamberini che i bolognesi coi
altre città d' Italia scemò di molto modenesi e reggiani mossero guer-
nel potere e nella libertà. Al dire ra agli abitanti di Claterna, e che
dell'annalista Gamberini dopo la questi coUegaronsi cogli imolesi e
metà del terzo secolo patì molto il ravennati marciando contro il ne-
Foro di Cornelio, indi fu risarcito, mico. Dopo aspro conflitto i bolo-
e posto in istato di difesa da Au- gnesi vimasero vincitori ; ma con-
reliano che pacificò l' Italia e ne
, tro questi, già ribellatisi nel 386
riordinò il suo governo, ed Imola a Graziano, rivolse armi il suo le
ubbidì a norma delle altre città capitanio Asclepio, che dopo aver
d'Italia. per venti giorni dato riposo in
Avendo il saggio e benefico Go- Imola alle sue numerose truppe
I MG IMO 6r
soggiogò i bolognesi. Nel 887 di era afflitta da orribile carestia.
nuovo insorse Massimo contro Va- Profittando gli abitanti del paese e
lentiniano U, s'impadronì del-
e della campagna dell'avvenimento,
l' Italia riducendola a compassione- presero le armi, e ne discacciarono
vole stato, come descrive s. Am- i con perdita si riti-
vandali, che
brogio. Avendo questi taciuto lo rarono in Monte del Re, invocan-
stato d' Imola di cui era primate, do il soccorso di quelli ch'erano a
vuoisi inferirne o eh' essa era sla- Modena. Cassio imolese valoroso
ta ridotta a deplorabile condizio- guerriero, presso cui era la supre-
ne, specialmente quando Massenzio ma amministrazione della città , si

contrastò l'impero a Costantino, o pose alla testa e de' concittadini,


spinta dal timore e dalla debolez- rapidamente espugnò il detto mon-
za delle proprie forze, si assogget- te, uccidendo e fugando i nemici*
tò senza opposizione al tiranno Uniti agli osceni taifili venuti da
Massimo. Certo è che dopo la mor- Modena tornarono i vandali a de-
te di esso, accaduta nei 388, Imola vastar le campagne imolesi, e cin-
tornò all'obbedienza del legittimo sero la città d'assedio: caduto gran
principe, che dimenticato il passa- parte del muro che la cingeva, fu
to, cangiando le magistrature ri- liberata dal furore vandalico per le
dusse le cose allo stato primiero. prodezze di Cassio e de' suoi imo-
Passati quattro anni Imola fu co- lesi,che inseguito il nemico a Tos-
stretta ad obbedire al tiranno Eu- signano lo disfece valorosamente,
genio , dal cui giogo la liberò poi dando così fine alla guerra. A Cas-
Teodosio I. Le sconfitte date dal sio glorioso liberatore della patria^
sagace ed intrepido Stilicone mi- decretò il senato una statua nel
nistro d' Onorio nel ^o^ ad Ala- pubblico foro, e quando morì ebbe
rico re de' visigoti , e nel 4^^ ^ nella cattedrale solenni funerali fat-
Radagniso re degli unni, ritarda- ti a spese pubbliche.
rono quelle calamità da cui era Avrebbe potuto Imola godere
minacciata l' Italia. E infatti nel tranquillità, se le guerre civili e
408 Alarico riempì di costernazio* l'anarchia che regnò in Italia dal-
ne r Italia, e tra le città che de- la morte di Valentiniano III sino
vastò si novera Imola. Fatta pri- alla deposizione di Romolo Momil-
gioniera Placidia figlia di Teodo- lo Augustolo ultimo imperatore di
sio I, Adolfo o Ataulfo successore occidente ,
per opera di Odoacre
di Alarico nel ^11 conchiuse in re degli eruli, non l'avessero fatta
Imola ed effettuò il matrimonio
, cadere in peggiori calamità . Nel
coir ottima principessa, celebrando- 476 Odoacre primo barbaro fu il

sene poi con solennità l' avveni- che fondò un nuovo regno in Ita-
mento in Narbona. Nel ^5i Imo- lia, la quale volle fosse governata
la provò il furore del feroce At- dal prefètto del pretorio nelle an-
tila re degli unni, indi quello pur tiche forme. Diversi storici dicono
desola tore di Genserico re de' van- che Imola fu chiamata Odoacrìca,
dali, che ne occuparono il forte o come quella che venne arricchita
rocca ma a cagione di un fulmi-
, dal nuovo re di molti privilegi,
ne rovinata in parte, la guarnigione ornata di pubblici e privati edi-
ne uscì nel /^5S, mentre la città fizi, fortificata, e resa cospicua pei
,

G'jt IMO IMO


molli onorevoli gradi conferiti ai chiamò i longobardi alla conquista
di lei modi be-
cittadini, e in altri d' Italia. Vi si condusse nel 5G8
neficata. Ma
Odoacre fu vinto ed il re Alboino, ed a nulla valse
ucciso nel 49^ da Teodorico re r impegno dell' esarca Longino di
de' goti, che fu acclamato re d'I- difendere Emilia dal rapido con-
l'

talia, nella quale regione die prin- quistatore. Clefo o Clefi successo-
cipio al regno gotico. Principe sag- re di Alboino proseguì le vittorie
gio, giusto e splendido, rinnovò ed occupò nel 5^^, altri dicono
molte città, e probabilmente anco nel 575, anche il Foro di Corne-
Imola ne sperimentò le beneficen- lio. I longobardi poco dopo, e cer-

ze. àSotto il regno del goto Vitige, tamente quando viveva il violento
Giustiniano I imperatore d' oriente Clefo, fortificarono questa città per
spedì al ricupero d'Italia Belisario opporsi ai tentativi de' ravennati,
e l'eunuco Narsete: le provincie e la ornarono di ben munita roc-
italiane abbracciarono il partito ca, eh' ebbe da essi il nome di
imperiale; Imola con tutta l'Emi- Imola, nome il quale dappoi deri-
lia, tranne Cesena, fu occupata da vò alla ci uà medesima per con-
Narsete; Ravenna fu presa da Be- senso di molti storici : questa è la
lisario, e colla prigionia di Vitige più probabile origine della parola
nel 540 ebbe fine la guerra tra i Imola applicata col Foro di Cor-
greci ed i goti. Dopo circa due nelio, benché altri dicono che la
anni Totila re de' goti battè i ne- città cominciossi a chiamare Imola
mici presso Faenza , s' impadronì ai tempi di s. Cassiano, per opera
d' Imola ove lasciò un forte pre- del quale ì cittadini abbandonando
sidio , e riconquistò l' Emilia , la i sagrifizi alle false divinità, comin-
Toscana , Roma ed altre
, parti. ciarono ad offerire ostie incruente
Narsele fu rimandato in Italia e pacifiche al vero Dio. Veggasi
vinse, i goti e Totila fu ucciso, co- r A Iberti , Descrizione dell' Italia
sì Teia suo successore. Si fortifica- p. 32 1 ; ed il Pistoiesi, Fila di
rono i superstiti goti Cuma,in Pio Vlly p. II, tom. L L'avari-
Lucca ed Imola, ma dopo lungo zia e crudeltà di Clefo lo resero
assedio riuscì a Narsete impadro- sì odioso, che fu svenato dopo die-
nirsi di tali città. Raccontano gli ciotlo mesi di regno. Successe un
storici imolesi, che la loro patria interregno di dieci anni , e trentasei
fu presa per assalto a' 24 aprile duchi governarono da tiranni cia-
554 da Yaleriano prefetto di Ra- scuno i propri sudditi. Faroaldo
venna, e da Antioco spediti da primo duca di Spoleto portossia
Narsete alla testa del greco eserci- formare in Imola una piazza di
to, e che abbandonata
la città fu armi per potersi impadronir poi
al saccheggio, ne furono rovescia- di Classe, come fece; ma dopo po-
te le mura, ed incendiali gli edi- chi anni fu costretto ad abbando-
fizi. Terminata la conquista d'Ita- nare con perdita le sue conqtJiiste.
lia cadde la gotica monarchia; e Si narrache l' esarca Smaragdo, e
la bella regione fu per quattordici Drottulfo alemanno ribelle ai lon-
anni governala da Narsete. Questi gobardi, non fiume Valreno nel
indispettito dalla conocchia e fuso ma nel Badrino, unirono una flotta
inviatigli dall' imperatrice Sofia ,
di piccole barche piene di valoro-
,

IMO IMO 63
si fallii,con che sconfissero Faioal- risaurico al Papa s. Gregorio II,

tìo eh' erasi impadronito di Classe. e dell'inasprimento degli animi per


Quantunque Imola fosse slata la persecuzione del culto alle sa-
presa nel secolo VI dai longobar- cre immagini , nel 728 con forte
di, conviene però dire che sempre esercito occupò Bologna, Ravenna
non rimanesse nelle loro mani e r intero esarcato, e la Pentapoli.
mentre ci dicono le storie che Mo- Nella conclusione della pace Imola
dena era la frontiera con cui re- fu ceduta ai longobardi e formò il

stava diviso longobardoil paese confine del loro regno. In fatti nel
dalle città dell'esarcato di Raven- 742 il Pontefice s. Zaccaria man-
na, sotto il quale comprendevasi dò a Luitprando Stefano prete e
Imola. Allorché il re Rotari scon- Ambrogio primicerio, per avvisarlo
fisse r esarca Isacco, s' ignora se la del vicino suo arrivo, e di questi
città fu conquistata dai longobar- spediti scrive l' Anastasio in Fila
di ; però, al dire degli annalisti Zachariae : u ingressi fines longo-
imolesi, il re Grimoardo a vendi- bardorum in civitate quae vocatur
carsi degli imolesi i quali non
, Imola, cognovisse quod prope ditio-
aveano voluto accettare nella città nem ( longobardi ) meditabantur
la di luiarmata, quando nel 663 facere praedicto sancto viro ( Za-
portavasi a soccorrere Romualdo chariae) ne illuc ambularci ". Do-
duca di Renevento attaccato dal- po Luitprando obbedì Imola a* suoi
l'imperatore Costante , distrusse successori, ed Orso duca di Persi-
Imola e fece un orribile massacro, ceto ebbe in dono la città dal re
tuttavolta il suo successore Perta- Astolfo. Avido questi di nuove con-
rito o Rertarito restaurò Imola, quiste , nel 75 1 o 752 cacciò i
fabbricò un castello detto Pertari- greci dall'esarcato, e con Eutichio
to, e dopo chiamato Massa Lom- si estinse la dignità di esarca ;

barda, perchè i longobardi cacciati quindi minacciò Roma, ed occupò


due volte dai confini imolesi ivi varie terre della Chiesa romana, li

si rifugiarono, e finalmente si nar- Pontefice Stefano lì detto III, non


ra che a Feroaldo longobardo, la potendo ottenere da Astolfo che
cui famiglia erasi stabilita in Imo- cessasse dalle stragi, ne soccorso dai
la, diede il comando della città. greci, si portò nel 754 in Francia,
Tali narrazioni degli annalisti sono e lo ottenne da Pipino, il quale
rigettate dall'anonimo imolese. Nel con poderoso esercito calato in Ita-
708 Imola mandò soccorsi a Fe- lia , recò sterminio e saccheggio
lice arcivescovo di Ravenna, ribelle alle città de' longobardi, e sembra
al Pontefice Costantino ed all' im- che Imola non ne andasse esente,
peratore Giustiniano II; ma Felice ed obbligò Astolfo a restituire le
ed i suoi vennero severamente pu- occupate terre e l* esarcato alla
niti. Ravenna scosse il giogo im- santa Sede, perchè sino da s. Zac-
periale , ed Imola colle città e caria erasi posto sotto la prote-
terre dell' esarcato ne seguirono zione della medesima. Dimentico
l'esempio, ma poi tornarono al- Astolfo de' giuramenti fatti, nulla
l'obbedienza. Profittando il re Luit- eseguì ; ma tornato in Italia Pipi-
prando delle persecuzioni mosse no ne represse l' orgoglio , ed il

dall' iconoclasta imperatore Leone sottomise con duri palli, massime


,

64 IMO IMO
in efTeltuare precedente accordo.
il postolica. Adriano I eccitò Carlo
Fu dunque nel 7 5/) che la santa Magno a frenar l'ambizione del-
Sede ebbe da Pipino reintegiato e rarcivescovo, e ad assicurare alla
ampliato il dominio temporale ,
Chiesa romana l'esercizio pacifico
compresa la cessione dell'esarcato de' suoi diritti, la quale piìi tardi
e della Pentapoli, e perciò Imola realmente li ricuperò, e Leone mo-
come si legge nel diploma di Lo- rì nell'anno 777. Benché la città
dovico I il Pio. d' Imola fosse passata a far parte
Eseguì Astolfo parte delle im- dei dominii pontificii, essa però fu
poste condizioni, ma Imola insie- per lungo teìnpo governata in for-
me con altre città rimase in pote- ma di repubblica dai magistrati
re de' longobardi; e benché Stefa- particolari che si formavano nel
no III fosse concorso all'esaltazione seno de'suoi medesioài concittadini,
al trono longobardico di Desiderio, e de* quali vuoisi che fòsse molto
questi restituì solo Faenza e il du- esteso il potere. La prima magi-
cato di Ferrara, per cui il Ponte- stratura era affidata, come nella

fice, e s. Paolo I che gli successe maggior parte delle città italiane,
fecero gravi doglianze. Desiderio ad un solo che portava il nome di
minacciando la rovina di Roma, il marchese, di conte, o di governato-
Papa Adriano I ricorse all'aiuto di re, ed a tempo di s. Gregorio VII,
Carlo Magno che nel 778 impri- come rilevasi dalia sua lettera e da
gionò il re e diede termine al re- altra di s. Pier Damiano, un Gui-
gno de* longobardi in Italia, con- done era conte corneliese o conte
fermando alla Chiesa romana le dei corneliesi, cioè presiedeva agli
donazioni fatte dal padre Pipino, imolesi coH'autorità di conte. Il piìi

comprensivamente alla restituzione antico che nel IX secolo esercitò


dell'esarcato. Allora Stefano III in Imola la suprema magistratura
concesse l'amministrazione di Ra- fu Roberto della stirpe di quel
venna all'arcivescovo Leone, ed ai Cassio celebrato di sopra: il raro
tribuni della città, come scrive il valore militare di Roberto che ver-
Sigonio, De regno Ital. lib. Ili, so 1*828 avea disfatto i saraceni,
an. 755, p. 129. Abbiamo dall'a- meritò che l'imperatore Lodovico
nonimo imolese, che dipoi l'ambi- I r innalzasse alle prime cariche
zioso Leone arcivescovo di Raven- nnlitari. Assalita la città nel detto
na si portò in Francia dal re Car- anno o nelT 834 dai ravennati,
lo, per rappresentargli quanto fos- faentini e forlivesi che portavano
se convenevole che la chiesa di per tutto la devastazione, e impo-
Ravenna acquistasse sull'esarcato tente a far lunga resistenza, ri-

temporale giurisdizione. Benché il chiamò dalle Gallie l'illustre citta-


re ciò non approvasse , l'altiero dino perchè prontamente la soc-
Leone cominciò a chiamarsi esarca, corresse, mentre gì* imolesi sosten-
e tenne soggetta non solo Raven- nero i replicati assalti de* nemici.
na, ma
ancora Bologna, Imola e Con incredibile rapidità Rober-
il rimanente dell' esarcato, condan- to con numerosa truppa giunse
nando a carcere o ad esilio i mini- presso Imola, ed investito il cam-
stri pontificii, e vietando ogni ri- po de'ravennati ne fece strage; i
corso e dipendenza dalla SqìÌq a- faentini parte ne uccisero, altri ne
IMO IMO 65
fecero prigionieri, mentre i forlivesi tini segretamente ne avvisarono il

presero la fuga per l'opportuna senato, il quale condannò a per-


sortila fatta dagV imolesi. Roberto petuo esilio i colpevoli, lasciando
entrò trionfante in patria, accordò in Imola i non rei della fami-
pace ai faentini ed ai forlivesi me- glia Feroaldi onde , vi esercitas-
diante compensi ai danni recati, sero liberamente i diritti dei cit-
ed i ravennati per mancanza di tadini. Dopo
morte del be- la
capo non poterono fare altrettan- nefico Alvanico, neir846 passando
to. Poco sopravvisse Roberto lo- per Imola Lodovico lì, coronato
dato per saggio governo, e gli dal Papa Sergio II re de'longobar-
successe Alvanico che dicesi della di, prepose a reggere la repubbli-
famiglia Vestria. ca imolese Butrice, rinomato guer-
Mentre Alvanico avea liberalo riero, che tra i plausi comuni fu
la Toscana dalle reliquie de' longo- proclamato per capo dai senatori.
bardi, e quasi tutta ridotta in po- Dovendo però Butrice seguire il
tere de' pisani, nell' 842 i raven- re in Francia, lasciò far le sue ve-
nati alleati co' bolognesi fecero pre- ci Selvaggio cavaliere alemanno, da
giudizievoli scorrerie sul territorio cui i cronisti fanno derivare la
d'Imola; ma accorso Alvanico ob- famiglia Sassatelli. In questo tem-
bligò i ravennati a domandar pa- po i cispadani avendo devastalo il

ce ed a restituire il tolto. Egual territorio imolese, pel valore di


sorte incontrarono i bolognesi pres- Giovanni Feroaldo e di Anselmo
so al Sillaro che nella segnata con- fratello di Butrice furono trucidati
cordia fu stabilito per confine del o fugati. R.itornato Butrice ad Imo-
territorio imolese a ponente, come la prese le redini del governo, for-
a levante Io fu il Senio, a setten- tificò la città con fosse e baluardi,
trione Primaro, e a mezzodì l' A- e ristorò la porta Equestre, caduta
pennino. Salutato Alvanico capo nel terremoto dell' 846, porta che
della repubblica, restaurò gli edi- pare fosse presso la chiesa di san
lìzi che tanto aveano sofferto nel- Giovanni incontro alla via Appia
le barbariche incursioni, e si ac- detta Selice. Le provide cure di
cinse a riordinare il governamento Butrice salvò il popolo dalla care-
della patria : divise il popolo in stia, e pieno di meriti morì e fu
quattro centurie, da ognuna delle onorato con magnifiche pompe fu-
quali scelse quattro probi soggetti nerali. La pubblica amministrazio-
che col titolo di senatori dovevano ne fu indi afìidata a Giovanni Fe-
regolare la pubblica cosa ; indi ad roaldo, che poco visse, e terminò
assicurare i diritti e la felicità del di vivere ucciso da un servo. In-
popolo, per ogni centuria nominò tanto Imola avea provato gli scon-
due individui, i quali, benché non volgimenti prodotti in Italia dai
avessero luogo tra' senatori, dovea- Berengari e dai duchi di Spoleto
no però rappresentare al senato le Guido e Lamberto , e le barbari-
ragioni del popolo. Alcuni della che vicende del ferreo secolo X, in
famiglia Feroaldi , mal soffrendo desolanti devastazioni, discordie inte-
veder accordate ad altri onorevoli stine ed altri guai prodotti princi-
cariche, tentarono sommovere i faen- palmente dalle straniere invasioni
tini contro gV imolesi, ma i faen- degli ungheri e saraceni. Avvilita
vot. xxxiv. 5
66 IMO IMO
r per tanti sconvolgimenti, i
Italia espugnato dai faentini, e ì tossi-
Teneziani furono i primi a scuo- gnanesi spiegarono uno spirito in-
tersi dall'inazione, unirono truppe tollerante : insorse la gioventù imo-
numerose, e il gran guerriero irao- lese ed uccise Cornelio. Autore
h?se Fausto Alidosi lo dichiararono principale dell'impresa fu Troilo
prefetto dell'ordine pedestre, per Nord ilio che ridonò la pace al pae-
opporsi agli ungheri. Quanto ai sa- se, richiamò Tossignano alf obbe-
raceni ch'eransi annidati presso il dienza, e liberò Riolo dai fàenti»
Garigliano, trovarono nel Pontefice ni, indi governo della re-
assunse il

Giovanni X un principe che non pubblica. Essendo Giovanni XII in


dubitò di porsi alla testa dell'eser- un all'Italia travagliato da Beren-
cito per combatterli, e chiamato gario ed Adalberto, chiamo dalla
Timolese Fausto lo prepose a pre- Germania il re Ottone I per fini-
fetto di quattromila umbri. I sa- re le loro vessazioni, e a tale ef-
raceni vennero distrutti, e Fausto fetto ingrossò suo esercito con
il

per le sue prodezze fu dagli um- milizie comandate da Troilo. Giun-


bri portato come trionfante in Ro- to in Roma nel 962 Ottone I, it
ma. Tornato Fausto alla patria ne Papa lo coronò imperatore, ed Ot-
sostenne gl'interessi e la sicurezza, tone I restituì alla Chiesa quanto
per quanto il permettevano le cir- gli aveano concesso Pipino e Car-
costanze degl' infelici tempi, che fe- lo Magno, come narrano Lamberto
cero cambiar faccia alle città del- Schafnaburg in Chron. ad an. 962 ;
l'esarcato, che in un a Ravenna e Pistoni tom. I, p, 3i4; Gretsero,
ad Imola si sottrassero dall' auto- Oper. tom. VI in Apolog. Baron.
rità del Papa. lib.I, cap. 20, lib. lì, cap. 5, 1

Agitata Imola dalle italiche ver- p. 216 e 401. Giovanni XII pre-
tìgini, dalle incursioni de' vicini, e miò Troilo colla esenzione dai pub-
dalle intestine sommosse, narrano blici pesi, e tornato ad Imola con
alcuni che mentre ne governava sì benefico privilegio, fu acclamalo
Fausto la repubblica, ravennati i padre della patria. Troilo fece ri-

ne devastarono le campagne, e i staurare le mura, aumentar le for-

dipendenti paesi insorsero a suo tificazioni, accrescere il numero dei


danno. Fausto raccolse un'armata, senatori sino a quello di venti-
marciò sugli aggressori, li vinse, e quattro; ripristinò T uffizio di pre-
presso Massa Lombarda nel 928 tore, e per lui il circuito della cit-
in sanguinoso conflitto li fece nel- tà venne ridotto tra le cinque por-
la maggior parte prigionieri: ì te llia, Appia, Spuria, Equestre e
ravennati domandarono al senato Montanara. Mentre Troilo atten-
la pace, e fu concessa. In questo deva con tanto impegno al pub-
tempo molle famiglie emigrate da blico ordine ed incremento della
Verona si stabilirono in Imola, città, Guglielmo Patarino e Deo-
fabbricarono degli edifizi vicino a dato Cunio eccitarono il popolo a
porta Montanara, indi furono am- sedizione, che la prudenza ed au-
messi alla cittadinanza. A. Fausto torità di Troilo seppero dissipare,

successe il nipote Cornelio, la cui condannando all'esilio i principali

inazione ed avarizia fu sorgente autori. Accordò Troilo alla plebe


di gravi sommosse. Rido venne la vacanza dalla milizia, e conveu-
IMO IMO 67
ne che due della plebe intervenis- Divenula la città teatro dì accani-
sero alle sedute del senato, acciò ta guerra, si sparse in gran copia
dai padri nulla si determinasse sangue civile, molte case furono
opposto ai vantaggi della popola- saccheggiate. Lelio Accarisi preval-
zione. A Troilo succedette nel go- se dopo orrenda strage, adunò il

verno della patria Sigismondo di senato ed assunse il governo della


lui figlio, indi Nordilio. Questi re- repubblica a' 16 novembre : pei"
presse i faentini e li obbligò a re- le sue estorsioni venne ucciso e si
stituire le castella e terra occupa- negò al cadavere l'onor della tomba.
te, e battè i cispadani, laonde ven- Alberto Cunio con unanimi voti
ne Nordilio acclamato principe da- assunse governo, quando bologne-
il i

gl'imolesi, ciò che approvò Gio- si recarousi ad assediar la città nel

vanni XII nel gSG. Antonio Bui- 986, ma con perdita dovettero ri-
garello che per tal conferma con tirarsi. Morto Alberto gli successe

Curzio TjoìIo era stalo spedito al Roberto Alidosi, che subito appli-
Papa, saccheggiò e distrusse la roc- cossi a piomovere i vantaggi della
ca della sollevata Tossignano, e città aumentò il pubblico erario,
:

sottomise gli altri paesi della mon- ricuperò i paesi ribelli, decorò il

tagna insorti ; quindi aiutò Nordi- foro colle spoglie prese ai vinti, e
lio che verso il fiume Sillaro com- in mezzo a tanta calma e benefi-
batteva coi bolognesi perciò fugati. cenze ebbe luogo altra civile sedi-
Nordilio non avendo figli adottò zione. La plebe si allontanò dal
Bulgarello, lo dichiarò suo erede, e senato, e scelse l'indegno Scipione
dopo avergli conferito il governo Bulgarelli, avido di comando, iu
della repubblica in pieno senato suo duce: vane riuscirono le trat-
mori nel 97 5. Bulgarello confer- tative di pace, laonde Roberto
mato nel potere dal Papa Bene- chiamati in aiuto i cispadani, fu
detto VII pose termine alle guer- costretto marciare contro Scipione,
re, ornò la città, ristorò molte che dopo breve combattimento coi
fabbriche, espulse da Imola gli e- suoi prese la fuga. Decretò il se-
brei tollerandone alcuni ne' sobbor- nato perpetuo esilio a Scipione, e
ghi, e proibì il lusso ne' femminili si chiuse con pietra quadrata la
ornamenti, fissandone la pramma- porta Montanara da cui era uscito.
tica con provvido consiglio. Attese poscia Roberto ad accresce-
Morto Bulgarello, per approva- re i borghi della città, a compiere
zione del senato assunse il coman- l'abitazione del pretore, a ristorare
do della città Gigio Accarisi, pro- i sacri edifizi , e tra 1* universa-
bo militare e letterato. Portatosi le compianto mori nei primi anni
a Ravenna, con bravura combattè del secolo XI. Rimase per qualche
contro i greci che volevano conqui- tempo la repubblica senza principe,
starla, ed ivi morì di febbre nel e profittandone i ravennati, faenti-
983. Alla sua morte in Imola ni e forlivesi, nel ioo3 devastaro-
nacque terribile rivoluzione, divi- no le campagne imolesi. Fioriva
dendosi il popolo in due partiti, allora in Imola Corrado, discenden-
uno detto degli Accarisi, l'altro te dall' alemanno Selvaggio sullo*
dei Volusi, per cui le pacifiche fa- dato, che ritiratosi in ameno e
miglie si ricoverarono nella rocca. forte castello denominato Sassat^Uo,
,

68 IMO IMO
posto sui colli Apennini^ e di cui patrio eccidio, raccolse prontamen-
era signore, die origine alla cospi- te buon numero di soldati, e piom-
cua famiglia de'Sassatelli. Prescelto bato sul nemico con strage lo fu-
dal senato a capitano delle mili- gò. Esultanti i cittadini per l'insi-
zie, intrepidamente affrontò i ne- gne vittoria, in premio di loro li-

mici, e ne fece tale strage, massime berazione dichiararono Ugolino ca-


de' faentini, che del sangue fece po della repubblica. Con raro esem-
correre un rio detto poi sangui- pio egli modestamente ricusò il po-
nario. Domandarono i vinti la pa- Cunio ove nell'eser-
tere, e ritirossi a
ce, e fu accordata coi debiti com- cizio delle armi e delle lettere passò
pensi; dei ravennati non fu fatta il resto di sua vita. Nel io32 Ric-
parola in senato. La peste che po- ciardo suo fratello venne obbligato
co dopo desolò V Italia, per più ad accettar l' impero della patria.
anni fece altrettanto in Imola , Ristorò le mura, le porle e il pon-

soccorsa dal generoso Corrado che te Vatreno, costruì forte rocca nel
fu poscia dal consenso e riconoscen- luogo ove tuttora si vede, e di-
za de'cittadini salutato padre della spose che sentinelle vegliassero sul-
patria, e chiamato a regolarne i le mura della città a prevenire ul-
destini. Ad evitare le turbolenze teriore sorpresa. Divise la città in
avvenute in Italia per la morte quattro centurie, ordinò in deter-
di Ottone HI, indusse Corrado il minati giorni la convocazione del
senato, ad esempio di altre popo- senato per trattare gli affari , e
lazioni dell'esarcato, a riconoscere volle che da ogni ordine si sce-
in Enrico II il re d' Italia. Poscia gliessero i cittadini a governar la
colle proprie facoltà, e con oppor- repubblica. Gli ebrei che abitavano
tune misure scampò la città dalla i sobborghi invitarono i ravennati
carestia che affliggeva le altre. Ab- ad occupar ma
furono pu-
la città,

bellì e ristorò gli edifizi, munì di niti i traditori colla morte, gli al-
fosse la porta Appi a, richiamò i tri coir esilio. Grati gì* imolesi a
Bulgarelli e loro aderenti, aggre- Ravenna che in catene aveagli ri-
gò all'imolese giurisdizione parecchie messi gli ebrei deputati, esternaro-
ville e castella; il nobile castello no viva riconoscenza, e strinsero col-
di Monte Catone fu ceduto in do- r illustre città più stretta concordia.
no ad Imola, la quale concesse ai Dopo una serie di magnanime ge-
castellani la propria cittadinanza, sta, Ricciardo morì verso il 1046

col privilegio che due loro indi- senza lasciar mezzi pe' suoi fune-
vidui sarebbero membri del senato. rali, avendo consumato pel
tutto
Tanto fu amara la perdita del pubblico vantaggio. Però il suo ca-
benemerito Corrado, che molto si davere fu portato dai senatori nel-
faticò per dargliene il successore la chiesa di s, Lorenzo, ed a spese

e molto sangue cittadino si sparse. pubbliche gli fu data onorevole se-


Profittandone i bolognesi, a mezzo poltura. L' eloquente Fabrizio Bion-
di traditori notte tempo s'intro- do determinò gli elettori a confe-
dussero in Imola, e vi commisero rire la suprema magistratura della
rapine ed incendii. L'illustre guer- città al fratello del defunto, Ranie-

riero Ugolino Alidosi che trova vasi, ro. Questi governò per ott'anui
tra i cispadani^ com miserando il con somma equità e generosità,
IMO IMO %
Tenendo pianta la sua perdita. Do- coi Macchinando som-
fiorentini.
po i tumulti eccitati dall'ambizioso mosse Ramberto Aliotti, fu impri-
Alberico Spinelli ,
probi cittadini gionato da Giuliano Gigi, indi stra-
fecero affidar governo d* Imola
il scinato per la città fu gittato il
a Gherardo Nascimbeni^ che si re- cadavere nel Vatreno, e la sua fa-
se in pili modi benemerente della miglia esiliata. Dopo il 1070 di-
patria. Alla sua morte furono in- venne conte d'Imola Guidone, e
ti'odotte innovazioni nella forma probabilmente fu quello cui scrisse
del governo : si decretò che dal ce- gravi incombenze s. Gregorio VII
to de' senatori ogn'anno quattro se per reprimere le pretese di Gui-
ne scegliessero, i quali riconoscen- berto arcivescovo di Ravenna. Sci-
do sempre il loro capo col titolo pione Bonmercati castigò i tossi-
di conte, dovessero di concerto trat- gnanesi per aver incitato i fioren-
tare i pubblici affari j si crearono tini a danno d' Imola Fortebrac- :

pure due magistrati eletti fra la cio Farolfo voleva distrutto Tossi-
plebe, ed investiti della potestà gnano, ma l'eloquenza di Sinibal-
tribunizia, perchè entrassero nel do Patarino lo salvò. Anche i ci-
senato per impedire aggravi al po- spadani, sino allora fedeli, spiegaro-
polo. Questo nuovo illustre magi- no il vessillo della rivolta, fomen-
strato resse felicemente e con lode tati da Lorenzo Graziano e Cari-
la patria, ignorandosi chi fosse al- sio Attendoli : Cottignola e Massa
lora conte d'Imola. 1062 i Nel Lombarda erano il centro de' sol-
fiorentini mossero le armi contro levati repressi verso il 1078, e Ro-
gì' imolesi , occuparono vari paesi gerio Cunio fu dichiarato ribelle.
della montagna, i cui abitatori es- 11 di lui Angelo in ven-
fratello
sendosi rifugiati in Sassatello, que- detta uccise nel foro Pirondo Car-
sto pure fu stretto d' assedio. I se- mecosta, uno de' quattro senatori
natori elesseroduce della guerra principali. Insorta la guerra civile,
Cassiano Oraboni , il quale co* ci- due donne dierono prove di eroico
spadani e faentini pose in fuga i coraggio, allorché la militare licen-
fiorentini dopo grave pugna Si . za si abbandonò a mille eccessi.
distinse Bonasera comandante della Livia moglie di Priamo Patarino,
cavalleria, e gli abitanti di Sassatel- per serbare la fedeltà a questo, si
lo dierono prove di singoiar co- uccise alla presenza di un soldato
raggio. Morirono duemila fioren- che minacciava; la moglie di
la
tini, e trecento ne furono fatti prigio- Lucano Feroaldo della chiara fa-
nieri :con amichevoli trattative fu miglia de' Nasci mbeni tenendo eoa
segnala la pace. Tornò Cassiano una mano il proprio figlio, chia-
pieno di gloria in senato, depose mò coir altra un irruente soldato,
nell'erario le somme acquistate, e r uccise ; circondata la casa da
rinunziò la magistratura, e si ri» molti armati per saccheggiarla ,
tirò in Tossignano. combattè con valore sino alla par-
Nel io63 Uguccio Sassatelli ca- tenza del consorte, poscia si die la
pitano degl' imolesi con truppe si morte. Sedati i tumulti e i disor-
portò in soccorso de' ravennati in- dini, Imola riacquistò la tranquilli-
festati dai veneti, e ne riportò ono- tà ; si ristorarono gli edifizi , e
revole pace, ed operò altrettanto riedificarono le atterrate torri, iD'
70 IMO IMO
di ricbiamaronsi gli esuli. Nelle lestina dai maomettani, col premio
gravi tra s. Gregorio
differenze di amplissima indulgenza; anche
FU (redi), ed Enrico IV re dei gl'imolesi tratti da pio entusiasmo
romani, scismaticamente fu eletto presero la croce, e si cuoprirono di
antipapa Clemente Ili , Guìberlo gloria: i Sassatelli contano vari
di Ravenna, venendo questi e ca- individui tra i crocesignati , e i

pare scomunicati. Il conte Ugolino, Carradori Vincenzo Cesare capitano


figlio di Guidone nominato, con di cento imolesi mantenuti a pro-
gli imolesi si dichiarò in favore prie spese. I Carradori presero tal
del re e del falso Pontefice, forse cognome dopo che Scipione amato
per compiacere il vescovo Moran- da Carlo Magno tolse a' nemici un
do, il quale premiò la popolazio- cocchio d'oro, e perciò a lui do-
ne col cedere nel 1084 al comu- nato da Carlo che inoltre lo fece
ne ed ai cittadini i diritti de'da- generale. Vuoisi che i reduci dal-
7Ì, ed uso del porto di Conselice. la crociata ripatriando portassero
Ad onta dei sinistri avvenimenti di reliquie custodite in ricchi reli-
Enrico IV e dell'antipapa gì* imo- quiari, i cui lavori poscia imitati
lesi restarono attaccati al loro par- promossero l'industria de' cittadini.
tito , edconte Ugolino nel 1097
il Damiano Raimondo, bravo militare,
si portò in Cesena per giurare fe- con copioso esercito distrusse quel-
deltà.Se con questo contegno I- l'orda di agricoltori eh' eransi dati
mola andò immune dalie armi di al saccheggio ed alla rapina, incen-
ambedue, si vide occupato il suo diando Toranello da loro occupato.
agro dai bolognesi, e portar l'in- Verso il Ilio sembra che Imola
cendio ne* sobborghi , e disfatto il avesse abbandonate le parti di En-
loro capitano Scipione Montanelli. rico V, figlio e successore di En-
A riparar le perdite il senato in- rico IV, dappoiché calando il prin-
vocò il soccorso de' faentini, e con cipe in Italia con trentamila uo-
allri comandati da Lodovico Alido- mini, fu compresa da forti timori,
si rafforzò l'esercito. Si die bat- che si aumentarono in sentire l'i-
taglia presso ponte del Correc- il niquo attentato commesso contro
chio, e fu tanto sanguinosa che vi Pasquale II. Tuttavolta senza far
vesto ucciso Scipione , e fugate le altro, il re partì d'Italia, e quando
truppe. I senatori portaronsi alla cat- vi ritornò nel 6 nulla patì, per-
1 1 1

tedrale per eccitar ne' cittadini l'a- chè cesare perdonò tutti o per ne-
mor patrio ,
per cui posero subito cessità , o per accattivarsi i popoli.
in piedi forze poderose, e le affida- Frattanto Zaccaria Sulimano tribu-
rono al comando di Lodovico, con- no ordì congiure, sostenuto dal po-
ducendo Antonio Fanio le ausilia- tente Ortensio Fanio, ma ambedue
ri. Riportarono completa vittoria vi perderono la vita, e le loro case
con orrida strage de' bolognesi, e furono atterrale. Nel 1 1 24 i faen-
fu seguila dalla pace. La peste af- tini si accinsero ad espugnar Cu-
flisse pure Imola nel declinar del nio, antico castello di Romagna po-
secolo. co lunge da Cotignola, che conte-
Urbano II nel logS eccitò i neva nel suo distretto Donigallia,
fedeli alla crociata o sia sacra guerra Zagonara, Barbiano, Granarolo ed
per liberare i santi luoghi di Pa- altri luoghi, e ch'era regolato da un
IMO IMO 71
conte dal quale discendono i nobi- lemarchl a sorvegliare le cose di
Jissimi Belgioioso, famiglia che ripete guerra ^ i legisti a presiedere alle

l'origine dalla romana Vestri. Fedi pubbliche ragioni, i ceneconomi ad


il Galletti, nell'opuscolo Perizia su impedire il pregiudizievole eccesso
dì alcuni istrurnenli ec. riguardan- del lusso donnesco, e i neofitachi
ti la nobilissima famiglia de' conti a tutelare i luoghi sacri. Tutte
di Cunio nella diocesi d'Imola, nel queste nuove magistrature doveva-
lom. XXVII degli opuscoli di Ca- no rendere al senato rigoroso con-
Jogerà. Accorsero i ravennati in di- to di loro amministrazione. Tutto
fesa di Cunio, e con 1' aiuto degli progrediva prosperamente, quando
iraolesi liberarono il castello dal- i bolognesi unitisi ai faentini aspi-
l' assedio. Nel i 1 3o cessarono le rarono al dominio della contea di
vecchie inimicizie fra i bolognesi Imola, e che questa venisse gover-
ed i ravennati, e giuraronsi vicen- nata dalle loro due comuni, e che
devole assistenza contro gl'imolesi, alle loro cattedrali gì' iraolesi do-
i quali avevano antiche discordie vessero offrire l' annuo tributo di
col castello di s. Cassiano. Well'an- due pallii. Allora gl'imolesi^ di-
no ii3i gli alleati marciarono spiacenti del procedere de' faentini,
a danno d'Imola , la quale veden- fecero lega coi ravennati , e coi
dosi ridotta agli estremi, nel ii3i conti di Bagnacavallo , di Cunio e
stesso pattuì co'faentini 1' annuo o- di Donigallia. Le parti si azzuffa-
maggio di due pallii del valore di rono con molte perdite ed esito
cento soldi per cadauno nella festa incerto ,
per cui ebbe luogo so-
dell'apostolo s. Pietro. Nel seguente spensione d' armi. Indi i Filgirardi
anno i bolognesi uniti ai ferraresi e Guglielmi principali di Sola-
i

si recarono a danneggiare Imola, rolo vennero a contesa i primi :

che però in unione de*faentini ob- soccombettero, e furono confiscati


bligò gli assedianti a ritirarsi, loc- i loro beni , e proscritti. Questi
chè diede campo agli imolesi di nel II 40 invocarono la protezione
espugnare il nemico castello di s. degl' imolesi, che assistiti dai conti
Cassiano fautore de' nemici e lo , di Cunio li ripristinarono nelle an-
distrussero dai fondamenti. Gli at- tiche proprietà e diritti, ed ebbero
tacchi rinnovati nel ii34 dai bo- in compenso la Selva di Bagnara
lognesi tornarono a loro danno, da s. Paolo fino alla palude nel
venendo inseguiti sino al castello ii4i. Acquistarono ancora gl'i-
di Serra , il quale pure andò di- molesi il castello di Trentola per
strutto; indi le rivali popolazioni cessione fatta da Guarino e suoi
fecero tregua, ed il castello di s. nipoti, con promessa di essere sem-
Cassiano fu rifabbricato. pre cittadini , e di serbare fedeltà
L'interna polizia del governo de- agi' imolesi , che in tal modo au-
stinò due reggitori de'cispadanì, due mentarono in forza. A troncar le
governanti dei montanari, e creò discordie e le inimicizie che turba^-
gli agronomi per regolare i sob- vano la città, nel 1 147 furono da-
borghi, e decidere la controversia gl' imolesi demoliti i castelli d' I-

de' confini, i questori in custodi mola e di s. Cassiano, mentre per


del comunale tesoro, i sitometri a garantirsi dai bolognesi e faentini
trattare gl'interessi annonari, i po- invocarono la piotezionp de' raven-
-

^4 IMO IMO
uali cui si assoggettarono per quin- le lombarde. Tultavolta pare
città
dici anni. In fatti non tardarono che Imola fosse partigiana di Fé-
ì nominati ad assediare Imola, dcrico I, dappoiché il comune dovette
mentre i demoUti castelli vennero cedergli tutti (jne' diritti di sovra-
l'iedificati, facendovi ritorno ca- nità chiamati che prima regalie,
strimolesi e sancassianesi. Non an- godevano i vescovi , i marchesi , o
dò guari che nel ii5o gl'imoiesi conti in Italia. Nel iiSg l' impe-
orsero e distrussero il castello di ratore onorò Imola di sua pre-
Imola, e commisero eccessi su di- senza, e ad istanza di Pellegrino
Tersi abitanti ; egual sorte ebbe il Bulgari reggitore della città, Tarric-
caslello di s. Cassiano. Il vescovo chi di privilegi con insigne di pio-
Ridolfo portò acri reclami al Papa ma riportato dall'anonimo imolese
Eugenio 111, che fulminò contro i a p. ii6. Sebbene nel 1168 gii
distruttori le censure, ed impegnò imolesi fossero stati obbligati a
i bolognesi al sollecito risorgimento giurare di sostenere colle armi i

(del castello di s. Cassiano. Unitisi sancassianesi, i castrimolesi e loro


i bolognesi coi faentini volevano a castella ,
quando Cristiano arcive-
tradimento sorprendere la città, ma scovo di Magonza e legato irnpe-
furono respinti; indi nel ii52 riale nel 1175 espugnò il castello
riedificarono il castello d* Imola, e di s. Cassiano, a preghiera del co-
volendo assediarlo gì' imolesi non mune d'Imola decretò la distruzio-
solo furono battuti dai bolognesi, ne del medesimo cjastello di s. Cas-
ina dovettero ad essi soggettarsi _,
siano e 1' obbligo agli abitanti di
atterrare le fortificazioni e mu- prendere domicilio in Imola stessa.
ra della città, e si dovettero ob- Questo decreto fu confermato a' 22
bligare ai pesi pubblici, al mi- 1177 da Federico I nien-
febbraio
litare servigio, all'omaggio di due tr'era nel
castello di Mordano,
pallii, ed a restituire il tolto ai Quando in Anagni tra legati im i

castrimolesi e sancassianesi. Tali periali ed Alessandro III si stabili


duri patti furono violati, onde rin- rono i luoghi per conchiudere i
novossi la guerra, ed i bolognesi capitoli per la pace, venne destinato
uniti ai faentini , tossignanesi ed che il Papa si recasse a Bologna,
altri riportarono compiuta vittoria e l'imperatore ad Imola siccome ade-
sopra Imola, che ai 18 luglio rente a lui, non avendo il comune
II 53 segnò la pace dettata dai fatto parte della lega lombarda, né
vincitori. mandato deputati alla famosa pace
Divenuto imperatore Federico I, di Gostanza. I bolognesi nel 1178
che usciva dal sangue dei Ghibel- domandarono agli imolesi la ri-
lingi e de' Guelfi, ond' ebbero ori- costruzione del castello di san
gine le tremende fazioni de' Guel- Cassiano ; ed a tale effetto uniti

fi e Ghibellini (Vedi) che furono ai faentini, indi anco ai modenesi,


cagione di una lunga serie di tra- riaccesero la guerra. Imola oppose
vagliose vicende come nell' intiera valida resistenza ad onta che Lo-
Italia cosi ad Imola, il nuovo ce- tarlo conte di Castel dell* Arbore
sare volle signoreggiare T Italia, ed nel 1180 si unisse a' suoi nemici,
ebbe ad ostacoli il Pontefice Ales- come fecero Malvicino conte di
Jiandro III, e la terribile lega del- Bagaaca vallo, Tossignano e Dozza,
IMO IMO 73
Dopo lunga alleinativa di vittorie bitanti passati in Imola, pose fine
e di perdite^ Imola sopraffatta dal- a tante guerre ed uni gli animi.
l'eccedente numero de'nemici fu co- Era importante il castello pe'suoi
stretta ad implorar pace, e conve- santuari e per l'episcopio ivi eretto.
nire a'3i luglio 1181 a gravi con- Aspirando a signoreggiar la pa-
dizioni_, le principali essendo: la ces- tria R.oberto Ugolini, fu ucciso nel
sione del contado imolese e del foro da Lodovico II Alidosi , che
castello di s. Cassiano ; l'atterra- poi si distinse in difesa della re-
mento di una porzione della città; pubblica veneta.Min- Alessandro
che le porte di Spuviglia si tras- garelli tentò di vendicare Roberto
portassero a Faenza, e quelle di con dar la morte ad Antonio fra-
s. Egidio a Bologna ; che offrissero tello dell'uccisore. In sua difesa ac-
gl'imolesi due pallii alle cattedrali corse la moglie Camilla Norbani
de' due comuni ; che ad ogni in- che con virile coraggio stese al
chiesta di essi pigliassero le armi; suolo Alessandro. Dipoi perderono
che giurassero gli statuti delle città la vita nel iigS Anselmo Erige-
lombarde, e che dassero ostaggi e rlo, e poscia Guidone Lanzafame,
compensi. Surse di nuovo il ca- rei di attentato alla patria libertà.
stello di s. Cassiano, gl'imolesi do- Verso questo tempo la carestia ra-
vettero con armi unirsi ai faentini, pi ad Imola duemila cittadini. I
e mandare il loro rettore ai par- bolognesi incendiarono diversi ca-
lamenti di Piacenza e di Costanza stelli, e gli resero la pariglia gl'i-
per stabilir la concordia tra l' im- molesi , i quali uniti ai fiorentini
peratore e la lega lombarda, ciò combatterono i pisani, ma essendo
che non si effettuò ripugnando gli nel suo ritorno ad Imola morto il
imolesi all' invito del rettore. Es- duce dell' esercito il prode Catta-
sendo nel 1 i85 Federico I in brige, con solennissiraa pompa fu-
Bologna, forti di sua prolezione nebre fu portato il cadavere in cat-
cominciarono gì' imolesi a scuo- tedrale. 1 tossignanesi provocarono
tere il giogo , e maggiormente la distruzione del loro castello, on-
quando il figlio Enrico VI fu co- de gli abitanti cacciati alle sponde
ronato re d' Italia. E in fatti alla del Santerno edificarono il borgo
di lui presenza in Ravenna i signo- di Tossignano. Nel 1201 i faenti-
ri di Bagnacavallo , Cunio, Doni- ni uniti ai bolognesi e con un for-
gallia, s. Cassiano, e Castel del- te presidio d' imolesi riportarono
l'Arbore promisero d'essere citta- vittoria sui forlivesi , e ne mano-
dini d'Imola, di aiutarla in pace misero il distretto. R.ecandosi nel
ed in guerra, e di abitarvi due me- 1209 Ottone IV in Roma a rice-
si nel 1187 A grioge de-
dell'anno
: vervi la corona imperiale da Inno-
legato delnuovo re e conte di Ro- cenzo III, si fece precedere dal suo
magna, a favore d' Imola decretò legato Wolfchero patriarca d'Aqui-
che ritornassero a dimorarvi gli uo- leia. Giunto questi in Bologna in-
hiini di BerguUo, e ad essere sot- timò al podestà Ziliolo la dimis-
tomessi al comune. Finalmente nel- sione del contado imolese, ed il po-
y anno medesimo la quasi totale destà consegnò una verga al lega-
distruzione del castello di s. Cas- to, segno di rinunzia del dominio;
siano, e la emigrazione de' suoi a- indi il legato assistè Imola contro
,

74 JMO IMO
icastrimolesi, non essendo ei*o che ed annullò qualunque conces-
tri,

:ii bolognesi e faentini fosse dalo sione che in favore dei medesimi si
in custodia il castello d' Imola. Re- fosse fatta.

duce r imperatore da Roma nel Ridotto a mal partito Ottone IV


1 20C), si trattenne alcuni giorni in dal suo emulo Federico II, liberali
Imola, ed elesse in podestà il ve- i bolognesi e faentini d'ogni limo-
scovo Mainardino, il quale s' inte- re, erano sulle sponde del Santer-
ressò perchè gli abitanti di detto no per incominciar la guerra, quan-
castello obbedissero ad Imola , e do Gigliolo da Sesso pretore d' I-
trovandoli ripugnanti invocò il soc- mola, e Ugolino Albertinelli preto-
corso di Rodolfo conte di Roma- re de' castri molesi presentaronsi al
gna ; laonde a' 9 dicembre fu fat- campo per procedere a trattative
ta la pace tra gì' imolesi e quei di pace ch'ebbero effetto 27 mar- a'
del castello. Indi avendo Rodolfo zo 12 13. Nel medesimo anno fu
commesso agi' imolesi l'atterramen- accordata cittadinanza a sessantatre
to del disobbediente castello, i ca- famiglie del castello di Gallisterna,
strimolesi a prevenir sciagure si e casamenti presso la porta Spu vi-
presentarono al consiglio per udir- glia, coll'obbligo di erigervi edifizi
ne i precelti, ed agli i i gennaio onde abitarvi sei mesi dell' anno.
l^iofu decretato ch'essi, distrutto Morto nel 1218 Ottone IV, la cit-
il loro castello,sarebbero ricevuti tà si occupò d'ottenere la prote-
in Imola, provveduti di alìitazioni, zione di Federico II, il quale nel
riconosciuti cittadini, e concessa la febbraio 12 19 rilasciò in Spira un
quinta parte agli uffizi di onore e diploma con cui confermò ad Imo-
di utilità. Ma i castri molesi come la il privilegio imperiale accordato
furono solleciti d'assicurarsi gli otte- dal suo avo Federico I, restituì per
nuti vantaggi, temporeggiavano in intero lo stato d'Imola alla forma
demolire il castello, profittando del- delle altre città con tutto il con-
la vicinanza di Ottone IV che a'3o tado, assolvè il comune da ogni
marzo trovavasi in Imola. Quindi soggezione di altre città e persone,
giovandosi delle differenze insorte e dichiarò che il contado e diocesi
Ira cesare ed il Pontefice, e passando d' Imola non si dasse ne tutto né
alle minacce ed ostilità, i castri mo- in parte ai bolognesi e faentini, o
lesi ricorsero alle comuni di Bolo- ad altra persona, annullando qua-
gna e Faenza che ne presero la lunque contraria concessione. Ad
difesa e presidiarono il castello per onta di ciò, e sebbene i vicari impe-
impedir l'emigrazione e il suo di- riali invitassero Bologna a rispettare
roccamento. Imola spedì ambascia- Imola, i bolognesi ripugnarono ac-
lori ad Ottone IV, che a' 12 set- consentire, onde posero la città al
tembre 12 IO avea confermato a- bando dell' impero. Indi i bologne-
gl' imolesi le antiche giurisdizioni si, i faentini, i cesenati, i pompi-
e promesso prolezione ; con altro liesi con imponente esercito venne-
diploma dato in Lodi a' 24 gen- ro alle porte d' Imola, che dovette
naio 1212 promise che non avreb- assoggettarsi. Poscia reclamò ad U-
be mai dato o in tutto o in parte golino da Parma conte di Roma-
il contado o diocesi d' Imola ne ai gna, che a' 7 gennaio 1220 inti-
bolognesi, né ai faentini, uè ad aU mò ai faentini di restituire il eoa?
, ,

IMO IMO 75
lado d'Imola e gli ostaggi ; ma ri- lega delle città lombarde. L'impe-
sposero che occorreva il consenso ratore recossi in Imola, ove a' 12
de' bolognesi. Allora Corrado ve- luglio 1226 con diploma dichiarò
scovo dì Metz e Spira legato im- ribelli dell'impero dette città; e
periale intimò ai bolognesi di di- tanto si trattenne in Imola Fede-
mettere senza ritardo il castello e rico li, che si potè cingere la cit-
contado d'iaiola, ed ebbe effetto, tà di fosse e bastioni. Passato ce-
per cui abrogò il bando di pro- sare in Messina nel 1227 coman-
scrizione emanato contro Bologna, dò a' signori e comuni di Roma-
condonò l'ammenda, e richiese che gna di prestar aiuto agi' imolesi
si dassero compensi agl'imoiesi dan- per ridurre la città al primiero suo
neggiati, tutto approvando cesare. stalo, esi vide libera da ostilità.

Giunto questi in castel s. Pietro ai Frattanto Celio Pirondi, Cassia-


22 novembre, i faentini sborsaro- no Oraboni, Giulio Mingarelli, Re-
no millecinquecento marche d' ar- migio Bencivenni, e Marcello Fer-
gento domandate dagl'imolesi , e raldi, valorosissimi, abbandonata la
furono dal cancelliere assolti , con patria, seguirono Giovanni di Bren-
grand'esultanza d'Imola , che vide na re di Gerusalemme e suocero
il castello di Fontana a lei sogget- di cesare, che a favore del Ponte-
tarsi. Il vescovo Mainardino, che fice Gregorio IX contro Federico
ancora sosteneva la prefettura, riu- II stesso combatteva. A cagione di
scì a persuadere i castri molesi di Giulio Frigeiio che tentò usurpar
abbandonare alla rovina il proprio il dominio d'Imola, si coaimisero
castello, in Imola ad
e venire a- nel 1228 molte stragi. I bolognesi
bitarvi, lo che ebbe effetto a' io e faentini mossero nuova guerra
luglio I22I, ed il casleNo andò di- agl'imoiesi, e nel 1284 la rinno-
strutto. Di ciò arse di rabbia Got- varono senza particolari conseguen-
tifredo conte di Romagna, ed or- ze. Nel 1235 ottenne la città l'in-

dinò ai bolognesi e faentini di pren- vestitura di Massa di s.


tutta la
der l'armi contro Imola, esigendo Paolo o Massa Lombarda; mentre
la ricostruzione del castello ed il Federico 11 meritò colle sue ini-
ritorno degli abitanti, ed a loro ne quità che Gregorio IX Io scomu-
affidò la custodia. Di mala voglia nicasse, ed intimasse una crociata
i primi obbedirono, e respinti da- contro di lui, nel 1240 fu posto
gli imolesi occuparono Doccia, Ca- l'assedio a Ferrara che parteggia-
sola ed altri luoghi del territorio, va per cesare, ed Imola vi man-
indi assediarono la città col cairoc- dò molta truppa comandata da Fa-
cio. Ad onta che l'arcivescovo di bio Mingarelli, che si fece grande
Magdeburgo legato imperiale fa- onore. Imola fu costretta ad unirsi
cesse intimare di levar l' assedio ,
alle milizie pontificie, dappoiché era
dichiarando ribelli Bologna e Faen- di parte imperiale, e in fatto Fe-
za, gì' imolesi furono costretti a do- derico li non solo se ne offese, ma
mandar pace con umilianti patti nel 12^1 da Grosseto emanò a
che l'anonimo imolese descrive a suo favore un diploma, riportato
pag. i5i. Federico II sdegnossi al- dall'anonimo imolese a pag. i^)j.
l'udire l'accaduto, si accese d'ira Scomunicato e deposto Federico
cottlro Bologna, la quale si um alla U dal concilio generale di Lione I
76 IMO IMO
convocalo da Innocenzo IV, dipoi clic ognuna formossi numeroso se-
c|ueslo Pontefice nel 124B spedì a guito. Nell'epoca medesima, per la
Bologna il cardinal Ubaldini lega- giurata pace, e per essere gì' imo-

to con imponente esercito per ri- lesi ritornati alla piena obbedien-
«lune la Romagna sotto la legitti- za e sudditanza del Pontefice, la
ma sovranità della Sede aposlplica. città fu prosciolta dall'interdetto,
Dopo aver preso Dozza, Piagnano, in cui erano comprese tutte le città
Casal Fiumanese e Sassatello, Imo- e luoghi Federico II ,
seguaci di
la venne per necessità a conven- che mori a' i3 dicembre i25o.
zioni amichevoli con fr. Giacomo Innocenzo IV da Lione restituen-
Boncambio vescovo di Bologna. Sta- dosi in Roma nel i25i, da Bolo-
biliti gli articoli nel campo schie- gna nell'ottobre giunse ad Imola,
rato presso la città, 6 maggio
a' e come per tutto vi fu ricevuto
giurò il comune di abbandonare la con pubbliche feste e con grande
parte imperiale, e di unirsi alla magnificenza, quali si convenivano
Chiesa romana sua antica signora, ad uno de* più gran Pontefici che
e promise amore e società al co- degnamente con zelo, profonda dot-
mune Bologna, altrettanto que-
di Irina e prudenza governarono la
sta giurando ad Imola, finché fosse Chiesa di Dio. Intanto per evitare
rimasta fedele al Papa. Conseguen- le crudeltà di Eccelino III da Ro-
za della fortunata composizione si mano, già capitano di Federico li,

ili il generoso dato nei


soccorso chiamato nemico del genere uma-
1 249 dagl'imolesi ai bolognesi, quan- no, molte famiglie di Marmirolo,
do mossero le armi contro il re luogo del Mantovano, si recarono
Eitzo naturale di Federico II, es- ad Imola per sicurezza e ricovero,
sendo capo delle genti della mon- venendo investite di alcune terre
tagna Antonio Lolli, e duce di quel- della Massa di s. Paolo, colla con-
le della città e della cispadana co- dizione di certi annui pesi, e quella
me dei faentini Sulpicio Brocchi. di abitare unitamente in un castel-
Per opera principalmente de' roma- lo con fortezza e tempio che vi
gnoli fu completamente sconfìtto avrebbe fabbricato il comune: que-
a' 26 maggio presso Modena l'e- sta è la vera origine di Massa Lom*
sercito imperiale, ed Enzo prigio- barda, di cui parlammo al voi.
niero fu portato a Bologna, ove XXIV, pag. 4B del Dizionario. In-
visse in prigione ventidue anni , e di fu fatto uno statuto pel quale
vi mori. Le feroci e funeste fazio- ninno poteva recarsi in Imola per
ni de' guelfi e ghibellini sotto Fe- offendere, sotto pene severe, men-
derico li presero maggior forza, e tre i partiti de'guelfi e ghibellini
per loro mezzo la face della discor- divenivano più animosi. Mario Fa-
dia afflisse l'Italia pel furore acca- nio potente ghibellino tutto pose
nito de' partiti che divise città e in ordine per cacciare da Imola i

famiglie, guelfo dicendosi chi era guelfi, quando Uguccione Sassatelli,


dìvoto al Papa, ghibellino chi par- siccome d'una famiglia che in Ro-
teggiava per l'imperatore. Imola ne magna fu fautrice de' gnelfì, usci
provò gli effetti sino dall' incomin- in battaglia contro Fanio ma il;

ciare del 1211 nelle due potenti senato li pacificò per non ispargere
famiglie dei Bricci e dei Meadolì, sangue civico. ^ Veliero pure sopir-
IMO IMO 77
le certe differenze die incomincia- sembrò diminuirsi il livore dille
vano coi bolognesi die volevano fazioni ghibelline e guelfe. Rodol-
imporre un tributo, ed esigevano fo I confermò i privilegi e con-
la riedificazione di Monte Catone cessioni de' predecessori, riconoscen-
che sino dal ioo3 formava parte do insieme l'antica sovranità della
della signoria de'Sassatelli. In die- santa Sede sulla Romagna ed esar-
ci mesi nel territorio morirono di calo di Ravenna.
fìinie e di peste cinquemila abi- Per le rinnovate sedizioni civili
tanti, per cui gì' imolesi per si gra- di Bologna si sottrasse Imola dal-
vi flagelli implorarono sbigottiti il la dipendenza, ma i bolognesi pas-
divino aiuto con penitenze, proces- sarono ad occuparla cacciandone i

sioni e discipline a sangue, gridan- ghibellini: questi unitisi a quelli


dosi misericordia e pace. Nel 1262 di Faenza ed altri luoghi sotto il

fu stabilito che il podestà di Bolo- comando del famoso guerriero ghi-


gna lo fosse pure d'Imola ove ter- bellino Guido da MontefeltrOj pres-
rebbe un vicario, per meglio strin- so il ponte di s. Procolo a'i3
gere le relazioni tra due popoli. i giugno 1275 distrussero l'esercito
Le fazioni guelfe de' Geremei e bolognese, ed guelfi fuggitivi si
i

de' ghibellini Lambertazzi di Bolo- rifugiarono in Imola e Bologna.


gna dierono ivi luogo ad uccisio- Ridolfo cancelliere di cesare volle
ni, confische ed esilii ; i Lamber- dai magistrati del comune il giu-
tazzi che cercavano per tutto ade- ramento di fedeltà all' imperatore,
renze, indussero Pietro della po- a cagione che questi nel conferma-
cognominato
tente famiglia Alidosi, re i privilegi alla Chiesa romana
Pagano da Susinana, ad insorgere; avea protestato di farlo senza pre-
egli pertanto dopo aver cacciato giudizio dell' impero. Ma divenuto
da Imola tutti gli amici de' Gere- Pontefice Nicolò III ottenne che
mei e Giacomino Prendiparte che Rodolfo I definitivamente gli ce-
n'era il vicario, si fece signore del- desse la R.omagna ossia l'esarcato di
la città. Subito i bolognesi con Ravenna nel 1278, vale a dire che
grosso esercito ed il carroccio si cessasse di esercitarvi qualunque
presentarono ad Imola, prontamen- autorità, lesiva agli antichissimi di-
te abbandonata dall'Alidosi, ed ispia- ritti della sovranità delia Sede a-
narono le fosse ed serragli; indi i postolica. Dimorando il Papa in
pacificarono i Bricci coi Mendoli, Viterbo ordinò a tutte le città di
e per un biennio vollero tra loro Romagna che gli spedissero i loro
nominare i podestà. Nacquero po- agenti con ampli poteri, ed Imola
scia gravi contese tra i senatori, e mandò Antonio Bricci e Fabio
si venne alle armi Tossignano fu : Carisio. Risoluta Imola di ricupe-
preso da Percolino guelfo, ed Osto- rare i luoghi stralciati dalla sua
lico Bonvillano ghibellino fu co- giurisdizione, per mantenerli ad
stretto ad implorar clemenza. Al- onore della romana Chiesa e del
l'elezione di Rodolfo I d' Absbur- Pontefice, perciò nel 1279 il
go in re de' romani, avvenuta per sindaco protestò in ForPi davanti
opera del Papa Gregorio X, essen- al conte della Pvomagna, che le
do estinta la casa di Svevia con terre di Seleustra^ Casola, Tren-
Corradino nipote di Federico lì, tola, Acquaviva e Cantalupo Sdì-
fi IMO IMO
ce appartenevano alla piena giu- dino da Romena vescovo di A-
risdizione del comune d'Imola, cui rezzo che f^u in Imola ; pubblicò
,

dovevano essere soggette per virlù nuove leggi ed impose alla provin-
di possesso immemorabile, offren- cia l'annua contribuzione di ven-
dosi difendere le delle terre e ra- timila fiorini pel mantenimento
gioni delcomune, invocando l'an- delle milizie. Nel 1292 Alidosio
nullamento delle novità fatte in pre- sorprese la città, e si fece salutare
giudizio d'Imola. Nicolò III a ricon- principe della repubblica imolesc.
durre la pace ed unione in Roma- Ilconte Ildebrandino pronunciò la
gna, destinò legato il nipote cardi- sentenza di scomunica e l'inter-
nal Latino, e Bertoldo Orsini, altro detto contro gl'imolesi; ma Alido-
nipote o fratello, col titolo di con- sio disprezzando le censure eccle-
te di Romagna, i quali furono ri- siastiche, volle il giuramento di
cevuti in Imola con festose acco- fedeltà da tutti i comuni che pri-
glienze, e pacificarono i guelfi coi ma erano soggetti al senato imo-
gliil>€llini un ai Geremei e
, in lese, cioè Orsara, Sassatello, Casal
Lambertazzi. Non tardò Bertoldo Fiumanese, Belvedere, Piancaldoli,
ad abusare in potere, approprian- Fiangoni, Monte Morosino, Monte
dosi diritti a pregiudizio de'comu- Catone, Linaro, Torranello, Pedia-
ni, quando morto Nicolò III gli no, Mezzocolle,Mazzolano, Aguzzano,
successe Martino IV che spiegò Biancanigo, Doccia, Limadiccio, La-
un carattere distruttore del ghi- derchio, Anconata, Trecento, Ca-
bellinismo. Creò conte di Romagna stelnovo, Casanola, Gesso, Serra,
Giovanni d'Appia che principal- Mordano, Fabbrica,Casalecchio, Col-
mente prese di mira i forlivesi, ed lina, Stifonte, Casola, Stignano, Ve-
Imola dovette somministrare uo- dreto, Guercinorio, Sassiglione, Mu-
mini e denaro. Nel 1297 fu per rata. Se non che il conte di Romagna
la prima Tolta nominato un di- vieppiù irritato da simile procedere,
fensore del comune e del popolo, ricorse ai bolognesi promettendogli
nella persona di Litto A li dosi. Nel- il dominio d'Imola , subordinato
la sede vacante di Onorio IV il per altro alla Chiesa, purché la
sacro collegio de' cardinali spedi in ricuperassero. La custodia d'Imola
Romagna Pietro col carattere di affidata ai bolognesi, a' io luglio
legato, che in Imola convocò un 1294 fu rivocata, riducendosi la

parlamento di tutte le città di città a disposizione della Chiesa


Romagna, per imporre un contri- romana, e suoi conti di Romagna.
buto di 26 denari in mantenimen- Roberto di Cornay nominalo
to dei soldati pontificii. Come in conte da s. Celestino V, intimò in
tutta la Romagna così in Imola Imola una generale adunanza de-
di frequente ebbero luogo zuffe e gli ambasciatori delle città ,
per
gravi fatti tra i guelfi e ghibelli- l'accettazione delle leggi. Termi-
ni, che lungo sarebbe il narrare, nato il provinciale consiglio attese
parlandosi delle cose principali, il conte a tranquillare gi' imolesi,
come dei legati, conti o rettori di richiamò gli esuli, ed assolvette da
Romagna Faenza ,
agli articoli qualunque pena chi l'avea merita-
Forlì e Ravenna. Nicolò IV no- ta. Anche il successore di Roberto,

minò conte di Romagna Udebraa- spedito da Bonifacio VIU nella


IMO IMO 79
persona di Pietro arcivescovo di rettore di Romagna procurò ster-
Monreale, convocò nel giugno 29'> i minarli, e volle distruggere quelle
un consiglio generale di Romagna, poche traccie di libertà ch'erano
per istabilir molle cose a sua quie- restate ad Imola, massime nella
te. Essendosi Maghinardo Pagano scelta che il senato faceva delle
impadronito della città, riuscì a magistrature. In sede vacante Fran-
Camilla Princisvalli allontanarlo con cesco Manfredi di Faenza si dichia-
accortezza ; ma poscia con strage rò capitano d'Imola: composte le
de' bolognesi vi rientrò, per cui il cose, Monalduccio di Noce ra otten-
eonte di Romagna Durante privò ne il vicariato del contado, e fece
Imola de' suoi onori e privilegi. demolir il ribelle Pediano. Volen-
Indi successero diversi avvenimen- do il comune nominar il suo ca-
ti, sinché il cardinal legato d'Ac- pitano, i ministri pontificii lo proi-
quasparta richiamò il comune al- birono, onde spedì ambasciatori in
l' ecclesiastico dominio, indi venne Avignone a Giovanni XXII, dichia-
assoluto dal vicario del conte Car- rando la sommissione del comune.
lo di Valois, Iacopo Pagano ve- Il Papa si mostrò contento, ed in-

scovo di Rieti. Dominando la fa- vitò gl'imolesi a somministrar trup-


zione ghibellina, gl'imolesinel i3oi pe al conte Almerico, le quali sot-
a frenare le devastazioni delle milizie to il comando di Beltrando Ali-
francesi del conte gli presentarono dosi cogli altri collegati trionfaro-
battaglia, che fu lunga e sanguinosa, no degli Estensi , ottenendo Bel-
ma Lodovico conte di Cu-
vinta da trando il governo della patria. Nuo-
nio, o da Matteo Cesano. Mori il ve discordie civili fecero occupare
podestà Maghinardo compianto per la città dal legato cardinal Beltran-
belle doti, che manifestò nel bene- do, che per aver irritato gli animi

fico suo testamento^ del quale lasciò col suo cattivo governo , fu cagio-
esecutrice la nobilissima ed antica ne che Ricciardo Manfredi fòsse
famiglia de'Mazzi, da cui usci quel- proclamato signore d' Imola, quan-
la de'Guidalotli di Bologna. Sotto do Benedetto XII dichiarò vicario
Benedetto XI gl'imolesi giurarono d'Imola Lippo Alidosi. Questi fece
al partito ghibellino nuova confe- riformare gli statuti della città, iti
derazione. Divenuto Pontefice Cle- cui tra le altre cose venne dispo-
mente V, che stabilì la sua re- sto, che ventiquattro savi e loro
sidenza in Francia ,
per frenare notari potessero insieme col capi-
gli sconvolgimenti dell' Emilia e tano spendere quanto occorreva ;
le violenze che si commettevano che tutto il governo politico mi- ,

nel contado imolese, spedì in Ro- litare ed economico risiedesse nel


magna col carattere di legato il capitano in concorso de' savi ed
cardinal Orsini, che ritenendosi non anziani ; che il podestà soggiacesse
guelfo si fermò in Imola, mentre ad un sindacato; che la città fosse
le fazioni si distruggevano a vi- divisa in quattro quartieri, ed ogni
cenda, non avendo luogo la pace quartiere in tre cappelle. Lippo
che nel i3o8. Temendosi che nel- fece leghe contro la fazione ghi-
la calata di Enrico VII imperato- bellina, per cui nel i 346 Clemente
re nuovi tumulti facessero i ghi- VI lo confermò nella vicaria, cui
bellini, il re di Napoli Roberto nel i349 successe il figlio Roberta/
,

8ò IMO IMO
Oltre la slrnge della peste la Roma- antipapa Clemente VII, non che
gna era a soqquadro per le prepotenze dalle malaugurate compagnie di
de' piccoli ed infesti tiranni, ed A- ventura. La condotta saggia di Bel-
storgio Duraforte conte pel tradi- trando gli procurò
conferma e la
iTìenlo usato contro Giovanni Pe- nuova investitura del vicariato da
poli ,
per ricuperare le signorie Urbano VI, e morì nel 1391. Ri-
della Chiesa , fu costretto ritirarsi mase Lippo di lui figlio signore
in Imola. Assalita la città dall'e- d'Imola, e siccome minorenne gli fu
sercito ghibellino di Bernabò Vi- data a tutrice e curatrice la ma-
sconti di Milano , seppe valorosa- dre Elisa. Sembra che anco Lodo-
mente difenderla Roberto, onde fu vico fratello del defunto esercitas-
applaudito prode liberatore
qual se il potere, perchè ricorse contro
nel i35r, e vuoisi che il Papa lo gli attentati de' bolognesi , ed in-
confermasse in vicario come fermo vocata da Bonifacio IX l'investi-
sostenitore de* dominii della Chie- tura, l'ottenne a' 16 gennaio i3g9,
da romana. Non andò guari che venendo dichiarato nella tempora-
Innocenzo VI spedì legato in Ro- lità vicario d* Imola per la Chiesa
magna il celebre cardinal Albornoz romana. Instabile e variato come
per ricuperare le terre della Chie- incerto fu nel secolo XV il gover-
sa, e con armi, crociate e scomu- no della città pei molti signori che
niche abbassare l'arroganza de* ti- ne regolarono i destini. Seguendo
ranni, facendo comandante dell'e- Lodovico le parti de' Visconti fu
sercito Roberto, che prese Cesena scomunicato e privato del vicaria-
(Fedi). Benemerito della patria e to; indi reintegrato e fatto prefet-
della Chiesa, Roberto Alidosi mo- to della milizia nel i^o5 dal car-
rì verso il i363. Ebbe a succes- dinal legato Cossa, che gli accor-
sori nel vicariato due suoi figli dò Toranello, Pediano e Gallister-
Azzo e Beltrando, ma essendo ve- na con mero e misto impero, e
nuti a grave contesa, Cornelio Al- giurisdizione temporale, in premio
bornoz rettore di Bologna quivi li di sue fatiche e dispendi. Resse
condusse, finche riconciliati i fra- Lodovico la patria e il contado con
telli ricuperarono la signoria, tran- vigilanza pel pubblico bene; visitò
ne la fortezza che fu affidata alle di frequente i sua giu-
luoghi di
genti pontificie. Morto Azzo, da Gre- risdizione ; legami con di-
strinse
gorio XI ottenne nel iSyS Bel- versi potenti di Romagna per as-
trando la conferma del vicariato e sicurare il suo dominio, dando in
il possesso delia fortezza, e fu utile matrimonio la figlia Lucrezia a
alla patria pe' suoi provvedimenti, Giorgio Ordelaffi signore di For-
fra* quali moderò l' eccessive doti lì. Divenuto Pontefice nel i4io >l

alle donzelle. Istigate dai fiorentini cardinal Cossa col nome di Gio-
molte città nel iSyS si ribellaro- vanni XXI li, e continuando a fa-
no, e Beltrando si dichiarò assolu- vorire Lodovico, con breve degli
to padrone d' Imola i e per le mi- II ottobre i4i 2 accordò all'Alido-
sure vigorose di difesa preservò la sio con mero e misto impero le
città dalle feroci soldatesche bre- castella di Tossignano, Doccia, Rio-
toni guidate dal non men crudele Io, Pieve di s. Andrea, Gaggio, Ca-
cardinal Roberto di Ginevra, poi slellaro, e le ville di Monte Ca-
, 1

IMO IMO 8t
tone, Mancincollo, Belvedere, Or- rato capitano del popolo, cui prin-
sara, Casola, Pregno, Monte For- cipalmente fu affidato il reggimen-
tino, colle pertinenze di Casola, to della patria ; il capitano e gli

Monte Oliveto, Mongardino, Stifon- anziani rimaner dovevano in cari-


te. Sasso, Gallisterna, Toranello ca per un bimestre, i savi per un
Monte Meldola, Pediano, Aguzza- anno : il primo capitano
che si
no. Indi nel 14^4 Giovanni XXIII scelse fu Cornelio Alidosioj che non
benedi in Bologna la rosa d'orOj vedendosi accetto rinunziò a Bel-
e la mandò dono a Lodovico ,
in trando Cantagalli prode guerriero
che confermò nel vicariato prima e celebre letterato, il quale si oc-
di portarsi al concilio di Costanza, cupò subito del pubblico bene. Il

ove fu deposto ed eletto Martino governatore richiamò gli esuli ; e


V. Questi nel 1/^21 confermò la siccome erano frequentissime le guer-
lega tra Lodovico e il comune di re coi vicini, come le interne se-
Firenze per dieci anni. dizioni, così Beltrando a prevenire
Nel 14^3 reggendo Forlì Lu- sì gravissimi mali ottenne la isti-

crezia Alidosio vedova, temendo i tuzione d'un nuovo magistrato che


forlivesi che il padre volesse si- chiamossi dei gonfalonieri, e ne fu
gnoreggiarli si ribellarono , caccia- eletto uno per ogni quartiere. Que-
rono i soldati imolesi e imprigio- sto rispettabile magistrato doveva
narono Lucrezia. Insorta guerra, il essere sempre pronto ad accorrere
duca di Milano Filippo Maria col- colle armi in difesa della patria ^
legato de' forlivesi, a mezzo di An- raccogliendo genti dalle centurie e
gelo della Pergola nel 1424 s' im- quartieri, portarsi con esse alle ca-
padronì d'Imola, di Lodovico e di se de' sediziosi ed arrestarli e se ,

Beltrando suo figlio; così ebbe ter- resistenti anche ucciderli. Essendo
mine il principato degli Alidosi in state le magistrature assegnate ai
Imola. Il senato spedì al duca am- soli nobili insorse la plebe, che pa-
basciatori per riconoscerlo a nome cificò Lodovico della Bordella , il

del comune in signore, e prestargli quale contribuì a preservar la pa-


vassallaggio, ed il duca elesse a ca- tria dall'occupazione che minaccia-
pitano e governatore della città va il duca di Milano. Tornarono
Luigi Grotto, che ricevette il giu- a suonare i nomi de' guelfi e ghi-
ramento dai magistrati, e dai sin- bellini sotto il governatore Fantino
daci e feudatari del contado. A' 12 Dandolo che riuscì a reprimerli.
maggio 1426 però ti duca conse- ISel 1433 Imola cominciò con dis-
gnò Imola al cardinal Lodovico A- piacere a dipendere dal governa-
lemand legato di Bologna, il quale tore di Forlì, per cui gli abitanti
portatosi nella città ricevette il giu- presero pretesto per ribellarsi ad
ramento d'obbedienza, e monsignor Eugenio IV , e chiamare a' 2
Domenico Capranica, poi celebre gennaio i434 1^ milizie del duca
cardinale, fu fatto governatore; I- di Milano, e Nicolò Piccinino scon-
stituì nuove magistrature con otto fisse l'armata pontificia e collega-
janziani superiori ad ogh' altro in ta co' fiorentini e veneti. Tutta-
autorità, e ventiquattro savi che volta Imola fu restituita al Papa
dovevano operare di concerto cogli a' IO agosto i435; ma a cagione
anziani ; su questi uno fu dichia- della condotta del governatore Bal-
VOL. ixxiv. 6
8i IMO IMO
(lassare tli OHìda gì' imolesì nel promessa sposa a Girolamo Kiarid
1438 si rilìellarono di nuovo, dan- fratello del cardinale. Veramente
«ìosi al dura di Milano. Questi do- gì* istorici sono alquanto oscuri sul-
nò la città a Guid' Antonio Man- la vendita d'Imola: il Ratti nella
fi-edi fratello del signore di Faen- vita di Caterina Sforza, Della fa-
za, finché nel ì.{\ì fu restituita miglia Sforza parte II, pag. 35^,
alla santa Sede che dichiarò vica- dice cheGirolamo avea acquistato
rio lo slessoGuido cui nel i44^ poco prima della conclusione del
successe Taddeo suo figlio. Ten- matrimonio Imola dal duca per
tando Taddeo uccidere lo zio o fra- della somma; indi a pag. ^5, sul-
tello Astorgio, perdette piii luoghi Fabio Oliva biografo
l'autorità di
del contado, conne Monte Balla- contemporaneo di Caterina sog- ,

glia, Baffadi, Slifonte, anzi nel i45o giunge che la città fu espressamene
assediò Imola, indi si venne a con- te comprata dal Papa , e che la
cordia. Nel 1453 Nicolò V mi- dote che il duca avea assegnata a
nacciò Taddeo come usurpatore Caterina quando voleva sposarla
d'Imola; e piìi tardi Astorgio fu ad Onoralo Torelli era di soli die-
da Pio II nel 1462 pacificato cimila ducati d'oro. D'altronde va-
con Taddeo, e la città tornò al- ri scrittori e il eh. Righi, Annali
lo stato tranquillo. Nel 1/^65 l'e- di Faenza voi. II, pag. 229, asse-
sercito veneto tenne in angustie il riscono vero il compenso dato da!
contado ; ma Paolo II ricondusse duca a Taddeo, e che la signoria
la pace tra le parti belligeranti, e d' Imola e suo distretto fu la dote
Taddeo fu nuovamente vicario d'I- che portò Caterina a Girolamo.
mola, indi barbaramente imprigio- Forse il duca avrà realmente dato
nato dal figlio Guidaccio. Narra tale dominio per dote, ma ritiran-
l'anonimo imolese che interponen- do dal cardinal Riario in compenso
dosi Galeazzo Maria Sforza duca i quarantamila ducati d'oro. L'a-
di Milano, creò cavaliere Guidaccio nonimo imolese allerma che Sisto
e gli promise in isposa una sua IV con breve de' 6 novembre i473,
sorella, poscia s'impadronì della segnalo da ventiquattro cardinali,
città nel i470> sulla quale Tad- approvò tutti gli atti, investi Gi-
deo con solenne islromento di con- rolamo dello stato d'Imola, e lo
venzione de' 5 maggio avea cedu- dichiarò conte e signore dell' imo-
to al duca le sue ragioni, riceven- lese contea.
do in compenso Castel Nuovo ap- La minorità
di Caterina fece dif-
partenente alla città di Tortona. ferir nozze con Girolamo, e l'es-
le

Nicolò di Scipione Pallavicino fu sere questi obbligato a trattenersi


ilprimo governatore d'Imola pel in Roma, fece che la città si reg-
nuovo dominatore. Mentre il duca gesse dai commissari eletti dal con-
stava in procinto di vendere la cit- te. Finalmente nel i477 s' cele-
tà ai fiorentini, in vece in parte la brarono gli sponsali, che Imola ce-
vendè per quarantamila ducati d'o- lebrò qual faustissimo avvenimen-
ro al cardinal Pietro Riario nipo- to, e spedi in Roma ambasciatori
te di IV, e in parte la ce-
Sisto ai coniugi sovraniesprimendo o-
,

dette a titolo di dote da destinar- m aggio ed allegrezza. Se ne com-


si a Caterina figlia del duca, e piacquero Giiolumo e Caterina, ed
,

IMO IMO 83
incominciarono a far sentire agi* i- pe, il che dai
terzo nella stessa via
molesi gli effetti di loro benevo- Machirelli l'acquistarono i Dal Poz-
lenza con togliere vari pedaggi ed zo. Inoltre Girolamo istituì un'ac-
alcune gabelle. La fìgliuolanza na- cademia letteraria, promosse l' in-
ta ai nobili sposi, e Tinvestituri dustria, favorì l'agricoltura, ed o-
di Forlì concessa da Sisto IV a però altre beneficenze; soggiornò
Girolamo accrebbe il tripudio de- parte in Imola e parte in Forlì ,

gl' iraolesi. Il conte fece risarcir la talvolta in Roma e in Venezia


rocca e le mura, isti luì il collegio finche alla morte dello zio Sisto
degli avvocali, procuratori e nota- IV nel 14^4 ^S'^ò stabile dimo-
ri, emanò altre benefiche disposi- ra ne' propri stati. In una carestia
zioni per render più ameno e for- con proprio dispendio provvide I-
tificato contado imolese, e nel-
il mola di frumento operando nel ,

l'agosto i4^i> dopo essere stati in- resto onde conciliarsi l'affetto di
contrati a Loreto dagli ambascia- tutti. Neir anno i485 Taddeo
lori, consolarono della loro presen- Manfredi pentito della vendita d'I-
za Imola. I Sassatelli ed i Vaini mola tentò di ricuperarla ma la ,

coi loro aderenti gl'incontrarono al trama fu scoperta, e puniti tredici


ponte di s. Procolo, ivi offrendo traditori. Troppo generoso Girola-
loro lo spettacolo di un esercito be- mo divenne esausto de* suoi tesori,
ne ordinato. I nobili della città si per cui trovossi costretto rimettere
trovarono in vicinanza del Santer- in vigore gli aboliti dazi, ciò che
no col baldacchino ; il clero li at- produsse malcontento. Tra i forli-r
tese alle porte insieme col magi- vesi si ordì quella congiura che
strato, che presentò al conte le scoppiando a* i4 aprile 1488 Gi-
chiavi della città; universali furono rolamo fu vittima di un baibaro
le acclamazioni , solenni e non in- assassinio che descrivemmo all'ar-
terrotte le feste. 11 munifico prin- ticolo Forlì, con ciò che accompa-
cipe per testificare il suo attacca- gnò e seguì l'infausto avvenimen-
mento alia città s' interessò pri- to. Ottaviano primogenito dell'uc-

mieramente nel riunire gli animi ciso divenne signore di Forlì ed


de' cittadini discordi , e nel riordi- Imola, riconoscendosi per tutrice
nare le diverse magistrature. Atte- la madre; e tra le saggie disposi-
se poscia ad abbellire la città, am- zioni della vedova Caterina Sfor-
pliò pubblico foro , fece selciare
il za , fu quella di dare onorevole
con mattoni le vie principali , or- tomba all' infelice consorte nel duo-
dinò r incominciamento d' un edi- mo d'Imola. Mandò poscia Cate-
fìzio per le pubbliche scuole che rina il figlio, perchè fosse ricono-
tuttora trovasi fornito d' un deco- sciuto dagl' imolesi, e gli prestasse-
roso portico; concesse soccorsi per ro giuramento di fedeltà, come ven-
la riedificazione di diverse fabbri- ne eseguito con liete dimostrazioni.
che, ed ordinò la costruzione di Laonde Innocenzo Vili con diplo-
tre palazzi, uno nella via Gambel- ma de' 2 8 luglio, sottoscritto da se-
lara, tutto di a punta di dia-
sassi dici cardinali, diede al giovine prin-
mante, poi divenuto proprietà dei cipe l'investitura degli stati di For-
Borelli, l'altro nella via Emilia, in- lì e d'Imola, avendo allora dieci
di passato in potere dei Della Vol- anni.
,

84 IMO IMO
L* eroica Caterina Sforza, come conoscere ad Alessandro VI gli an-
tiitrice del figlio, assunse le redini tichi crediti della famiglia Riario,
del governo, con abolire i dazi im- per onorari dovuti al conte Giro-
posti, con presidiare le fortezze in lamo generale di santa Chiesa, e-
modo sicuro, e con
altre utili prov- sibendosi a pagare il resto; ma inu-
videnze, per che gl'imolesi, al
lo tilmente. Non perciò avvilitasi Ca-
dire delTanonimo, gli coniarono una terina, sebbene priva di alleanze,
medaglia avente l'epigrafe: catha- fece un generale armamento e si

BINA SF. \ICEC0MES DE RIARIO IMOLAE preparò alla difesa. Ottaviano si

FOROLivii DNA. Nel 149^ 1^ guerra porto in Imola, ed al consiglio fe-


civile insanguinò nuovamente Imo- ce un patetico discorso sulle cor-
la, ed appena sedata si tramaro- renti circostanze, cassando ogni ga-
no ivi congiure a danno dell'otti- bella o dazio fu corrisposto con
:

ma contessa dai ghibellini, che sco- larghe promesse per mantenergli


perti furono puniti. Assunto al pon- il dominio d'Imola ; Dionigio Nal-
tificato Alessandro VI padrino d'Ot- di castellano aumentò il presidio
taviano, Caterina volle che in Imo- della rocca, e Giovanni Sassatelli
la si celebrasse con feste l' esalta- s'impegnò a guardarle mura e le
zione d'un personaggio da cui do- porte della città. Giunto il duca
leva sperare bene. Allorché Carlo Cesare Borgia nel novembre sul
Vili calò in Italia per conquistare territorio imolese, fermò a Canta-
il regno di Napoli Caterina fu
, lupo r esercito composto di due
indotta dal cardinal Hiario a te- mila cavalli e seimila fanti, mili-
ner le parti del re Alfonso II, on- zie pontificie e francesi. Domandò
de pose Imola in istato di difesa, la resa della città , che per man-
non che le rocche del contado. Ve- canza di forze proporzionate a re-
dendo Caterina invasi gli stati dai sistergli, lo ricevette a' 2 5 novem-

francesi, fu costretta loro collegarsi bre, e ne divenne signore. Dopo


a consiglio dello zio Lodovico Mo- valorosa resistenza anco la rocca
ro duca di Milano. Aspirando Lo- capitolò, per cui passò il Borgia
dovico XII re di Francia all'occu- ad assediare Forlì inutilmente di-
pazione del ducato di Milano e fesa dalla coraggiosa Caterina, che
del reame di Napoli, nel i499 ^^" fatta prigioniera e poi liberata, si

ce alleanza con Alessandro VI, pro- ritirò co' suoi figli in Firenze, ove
mettendo in isposa di Cesare Bor- mori encomiata altamente per le
gia figlio del Papa, Carlotta d'Albret sue preclare doti. Cesare Borgia la-
figlia del re di Navarra, facendolo sciato in Imola suo rappresentante
duca del Valentinois, ed impegnan- il cardinal Giovanni Borgia legato
dosi dì aiutarlo contro i signori d'Italia, portatosi in Roma fu fatto
d' Imola , Faenza , Forlì , Rimini gonfaloniere e capitano generale di
Pesaro e Camerino. Intanto il Pa- santa Chiesa. Giurarono gl'imolesi
pa dichiarò decaduto Ottaviano del- fedeltà a Cesare, e compilarono al-
la signoria d' Imola perchè da
,
cuni capitoli per una regolare am-
vari anni non avea soddisfatto alla ministrazione, che Cesare approvò
camera apostolica il consueto cen- in Roma agli 11 marzo i5oo, in-
so,mentre Caterina a mezzo del- di nominò luogotenente generale
l' ìmolese Giovanni dalle Selle fece d' Imola Giovanni OHvieri vescovo
IiMÓ IMO 85
d'Isernia. Alessandro VI col con- satelli la parte guelfa giunse a
senso de' cardinali- costituì Cesare trionfare dei ghibellini che furono
in temporale vicario perpetuo e cacciati dalla città. Il valoroso
generale d* Imola, per cui il luo- venne acclamato libera-
Sassatelli
gotenente prese nuovo possesso del tore della patria, che ne eternò la
contado. memoria con iscrizione incisa sulla
Si narra che mentre Alessandro campana maggiore della cattedrale.
VI trattava co'cardinali di far Ce- Nel i5o4 Giulio II ottenne dalle
sare re di Romagna, Marca ed Um- genti di Cesare la consegna della
bria, morte nell'a-
fu colto dalla Rocca, ed il comune spedì amba-
gosto i5o3. Allora Cesare avendo sciatore Giambattista Rondinelli per
presso di sé e da lui beneficati, assicurarlo di fedeltà e divozione;
Giovanni Sassatelli e Guido Vaini ed il Papa destinò a
governatore
capi delle fazioni che avevano ere- e castellano Stefano Negroni, che
ditato lo spirito de' guelfi e ghi- riconciliò nemiche famiglie, e
le
bellini, li spedì in Imola per te- pubblicò Andanis et coni'
la bolla
nere in fede la popolazione. Poco munitati ^ riportata dall' anonimo
visse l'eletto Pio III, onde gli suc- imolese a p. 275, con cui Giulio
cesse il Giuliano della
cardinal II accordava esenzioni e privilegi
Rovere, nipote di Sisto IV, col no- alla città. Quindi fu istituito un
me di Giulio II, acerrimo nemico nuovo consiglio di sessanta sena-
del duca Cesare. Informati i po- tori, cinque de'quali componevano
poli di Romagna di ciò, si diedero il magistrato bimestrale, il primo
a vari signori, e mentre Imola si chiamò gonfaloniere della giu-
era ed incerta, Guido
irresoluta stizia, gli altri conservatori dell'ec-
Vaini co' suoi avea disegnato ac- clesiastica libertà: Gentile Sassatel-
cordare il dominio della città a li fu il primo gonfaloniere. I nuo-
Galeazzo Riario nato in Forlì da vi magistrati si occuparono dei
Girolamo e Caterina, e Giovanni vantaggi della patria, mentre con-
Sassatelli avea risoluto difendere chiusa la pace tra Giulio II ed i
Imola a nome della Chiesa roma- veneziani, questi restituirono Tos-
na sua antica e legittima signora, sìgnano, Monte Battaglia e Casola
per cui i partiti erano sulle armi. Valsenio che avevano occupato: i

11 Vaini liece trasportare dalla cat- procuratori del comune passarono


tedrale, e presentare alla pubblica a ricevere il giuramento di fedel-
vista uno stendardo di broccato tà da tutte le terre del contado.
d'oro ivi posto da Caterina Sforza Giulio II decorò della dignità di
in memoria Girolamo che lo
di cavaliere Giovanni Sassatelli, con-
aveva ricevuto dal Pontefice quan- siderato primario cittadino , forse
do fu dichiarato gonfaloniere della con titolo di prefetto. Grato il co-
Chiesa, e si gridò dai ghibellini : mune ai benefizi del Pontefice, gli
viva Galeazzo Riario; ma sursero decretò l'erezione di una statua in
più numerose le voci de' guelfi che bronzo; ed a gloria di Giovanni
gridavano viva la Chiesa. In que-
: venne stabihto di celebrare un tor-
sto contrasto di opinioni si venne neo col premio al vincitore di un
ai fatti con grande mortalità, ma pallio di damasco del valore di
per la bravura di Giovaaui Sas- venticinque scudi d'oro , donando
86 IMO IMO
inoltre a Giovanni un podere ed romana, e in virtù di un breve
una Volendo Giulio II li-
vigna. pontificio il prelato Bonsignore do-
berare Bologna dai Bentivoglio, vea prendere il possesso de'beni a
nel i5o6 vi si recò alla testa di favore della parte vincitrice; ma
un esercito, ed in Imola nel set- nel i5i6 venne il comune a tran-
tembre ne inlimò la restituzione, sazione coi fratelli Cesare patriar-
e conseguitala vi entrò agli 1 1 no- ca d'Alessandria, Ottaviano vesco-
ve mbre. vo di Viterbo, Galeazzo e Sforza
Nel i5o8 r imolese cardinal eredi e figli Girolamo
del conte
Francesco Alidosi fu fatto legato Riario, e si convenne che ad Imo-
di Bologna e di Romagna, il qua- la appartenessero tre molini ed ,

le emanò utilissimi decreti pel buon una porzione di botteghe poste sul-
governo della città, che ottenne la pubblica piazza, e fossero di
dal Pontefice la reintegrazione di ragione dei Riario molino di Po- il

diversi comuni già occupati dai jano, diverse botteghe sotto il pub-
faentini e da altri. Nella guerra blico palazzo ed alcune cassine
,

contro il duca di Ferrara ed i nel territorio di Bubano. Non man-


francesi, Giulio II colle milizie carono frattanto gare cittadine in
pontificie comparve di bel nuovo lehere agitati gli animi; ed Sas- i

in Imola, ad onorarla di sua pre- satelli prestarono soccorso ai Ben-


senza negli anni i5io e i5ii; tivoglio per ricuperare Bologna,
ma nella strepitosa battaglia com- ed aspirarono sotto Adriano VI
battuta a Ravenna agli aprile, i £ ad impadronirsi d'Imola. Dopo il
avendo vinto francesi, il maestra to
i 15^4 il gonfaloniere Sebastiano
d'Imola, ad esempio degli altri popo- Flaminio Clemente sottrasse alla
li di Romagna, mandò ai vincitori giurisdizione d'Imola diverse terre
le chiavi della città, sebbene il Papa e castella, dieci ne diede in inve-
poco dopo la ricuperò in un alle stitura a Ramazzotto de' Ramaz-
altre. In questo tempo venne isti- zolti, e Dozza al cardinal Campeg-
tuito in Imola il monte di pietà. gi nel pontificato di Clemente VII.
Nel i5i3 divenuto supremo ge- Successe Paolo III che confer-
rarca Leone X, dichiarò la sua be- mò con breve i privilegi concessi
nevolenza agli imolesi, quattro am- ad Imola dai suoi predecessori e
basciatori de' quali recaronsi a Ro- legati pontificii, che favorivano la
ma per protestare divozione e fe- introduzione delle arti della lana
deltà. Siccome poi erano insorte e della seta; si annullarono le
liti gravissime tra il comune e concessioni fatte dai Papi di qua-
la famiglia Riario che pretendeva lunque luogo di giurisdizione del
aver sofferto in Imola enormi dan- comune, mediante compensi ai pos-
ni sotto il principato del duca Ce- sessori; e si stabilirono altre mu-
sare, gì' inviati informarono il Pa- nicipali provvidenze. Nel i54o la
pa sul merito della vertenza. Que- città destinò tenere in Roma uno
sta ferivaegualmente Giovanni Sas- stabile ambasciatore ; e fu scelto il

satelli e Vincenzo Bonmercali, e- celebre giureconsulto Ottaviano Ve-


sigendo i Riario in compenso du- stri. 11 cardinal del Monte legato,
cati ioo3oo. I Riario aveano già poi Giulio IH, portatosi in Imola,
ripoitalo tre sentenze dalla rota obbligò Casola, Riolo e Tossigna-?
IMO IMO 87
no a concorrere alle spese nel pas- si, tuttavolta ebbe luogo la resti-
saggio di truppe per la città. tuzione a' 3o luglio. In detto anno
Con generale esultanza sino dal il faentino Gio. Maria Raccagna
i534 i Sassatelli ed i Vaiai avea- introdusse in Imola l'arte della
no solennemente giurato la pace, maiolica. Nell'anno seguente tra le
e monsignor Gregorio Magalotti utiliistituzioni ch'ebbero luogo,
presidente di Romagna avea pub- va memorata quella del magistra-
blicati severissimi editti contro obi to de' cento pacifici, ai quali in-
si dichiarava guelfo o ghibellino; combesse il conservar l'unione fra
gli animi però nutrivano gli anti- i cittadini, e l'estirpar le fazioni.
chi odii, per cui nel i54f Vin- Ciò non fu bastevole ad impedir
cenzo Sassatelli portatosi a casa del le violenze commesse dal prepoten-
dottore e cavaliere aurato Nicolò te Vincenzo Sassatelli nel i545.
della celebre e benemerita fami- Nel 154B Dozza ritornò precaria-
glia Codronchi, decoro ed ornamen- mente sotto il dominio d'Imola, e
to d' Imola, con barbaro tradimen- finalmente nell'anno appresso ces-
to l'uccise, indi passò a saccheg- sarono le fazioni de'guelfi e ghi-
giare le case dei Vai ni e de'Tar- bellini con giurata pace. Giulio III,
tagni, e col bottino usci dalla cit- grato all'omaggio degl' imolesi, con
tà. Invano si proposero trattative breve speciale confermò ad essi ed
di pace, e furono scelti venti cit- ampliò privilegi, per cui la città gli
i

tadini a prevenir le sedizioni. Re- dimostrò la sua riconoscenza quan-


duce Paolo 111 dal congresso te- do nel i55i vi passò onde por-
nuto in Lucca con Carlo V, ven- tarsi in Lombardia, ove i suoi e-

ne in Imola a' 6 ottobre; una de- serciti combattevano per togliere

putazione di cittadini, il corteggio Parma al duca Ottavio Farnese.


del senato e del clero, un coro di Nel iSyG s'incominciò la fabbrica
venti giovani vestiti con uniforme del pubblico archivio. Il cav. Fe-
eleganza e coronati di palme, ar- derico Sassatelli a' 19 ottobre i5gi
chi trionfali, festosi evviva dell'im- occupò il palazzo pubblico e la
menso popolo, furono le dimostra- rocca; fu punito coli' imprigiona-
zioni fatte dagl* imolesi nelT ingres- mento de' parenti, demolizione del
so del Pontefice che alloggiò nel palazzo, e confisca de' beni. Dopo
palazzo dei Della Volpe. Benché la morte di Alfonso II duca di
si trattenne un sol giorno. Paolo Ferrara ( /^e<^/), ricadendo il ducato
III non lasciò di visitare alcuni al pieno dominio della santa Sede,
templi, massime quello di s. Gio. come dimostrammo a quell' arti-
Battista colTannesso oratorio, tem- colo, volle Clemente Vili prender-
pio che nei primi anni del secolo ne in persona il possesso. Imola
corrente fu ridotto a maggior ele- spedì quattro deputati ad incon-
ganza per le cure del vicario cu- trarlo a Pesaro, e lo ricevette tra
rato d. Vincenzo Meloni. Con dis- le sue mura a' 6 maggio iSgS;
piacere de'ciltadini Paolo II! smem- ma non essendo visi trattenuto, si

brò dal contado Tossignano; e di ferirono le suo ritorno,


feste al
quando ripassò per Imola in por- che fu il primo di dicembre. L'in-
tarsi nel 1543 a Busseto inutili tero consiglio, tutta la nobiltà, e
furono le limoslraaze degli imole^ quattordici paggi elegantemente ve?
,

8S IMO IMO
jllti gli vennero incontro. Sulla ni ed altro, e siccome le ca-
porta Bolognese erano tre gran- stella soggette non volevano som-
d'armi di pietra, una del Papa, ministrare aiiiti, l£^ congregazione
l'altra del cardinal Pietro Aldo- del buon governo ve le obbligò,
btandini suo nipote, la terza del dichiarando Imola città dominan-
cardinal Bandini legato di Roma- te dei castelli medesimi. Nel pon-
gna; tutta la prospettiva della por- tificato di Clemente XII di nuovQ
ta era dipinta. Presso al monte di il territorio imolese solfri non po-
pietà sorgeva un arco di bellissi- co per la guerra tra gli spagnuoli
ma architettura, ornato di emble- e \ tedeschi, per gli alloggi, vive-
ini, piramidi
ed iscrizioni. Sulla ri e contribuzioni che dovette som-
prospettiva del maestoso arco del ministrare ai secondi; ciò rinno-
palazzo pubblico fu rappresentato vossi anche npì pontificato di Be-
dipinto il Papa sedente in trono, e nedetto XIV, e gli austro-sardi
nelle facciate dell'arco medesimo si fissarono il loro quartiere genera-
volle in quattro quadri dipingere la le in Imola. Il detto Papa stabili
pace conchiusa da Clemente Vili nel contado la hbertà del com-
tra Enrico IV e Filippo II, la sua mercio; questo venne favorito da(.
coronazione, l'ingresso trionfale in Clemente XIV, anche colla diminu-
Ferrara, e l'assoluzione data ad zione de'dazi. Nel 177^ succes-
Enrico IV, con analoghe iscrizioni. se Pio VI della famiglia Braschi
Si compiacque il Pontefice delle di Cesena, che nel medesimo an-
straordinarie dimostrazioni di os- no creò cardinale lo zio Gio. Car-
sequio dategli dagli imolesi, e creò lo Bandi vescovo d'Imola. Recan-
cavalieri dello speron d'oro i sud- dosi nel 1782 il Pontefice a Vien-
detti paggi. I detti quadri, opera na dall'imperatore Giuseppe II, si
del celebre Cesi bolognese, tuttora legge nel Diario del viaggio y ec.
si conservano. che nella sera di giovedì 7 mar-
Leone XI nel i6o5 liberò la zo giunse ad Imola, ricevuto nel
città dalle gravezze imposte dal discendere alla porta della catte-
predecessore. Paolo V restituì al- drale dal cardinal Bandi, da mon-
la giurisdizione d* Imola Cascia signor Caccia Piatti vicelegato di
Valsenio, ma la città nel i63o Romagna, dal clero della medesi-
provò terribile pestilenza. Clemen- ma cattedrale, dal magistrato e
te IX concesse agi' imolesi la li- nobiltà. Portatosi dipoi al palazzo
bertà del commercio, diminuì le vescovile, ivi ammise tutti al bacio
imposte, e pose una salutare pram- del piede, e vi restò a riposare.
matica sull'abuso del vestiario, Nella mattina seguente il Papa ac-
gioie e carrozze; anche Clemente compagnato dal cardinale ritornò
X diminuì i contributi, ed Innocen- alla cattedrale, e disceso nel vene-
zo Xt soccorse i cittadini pei dan- rabile sotterraneo in cui riposano
ni sofferti nel terremoto del 1687. con somma venerazione i sacri cor-
Nella guerra per la successione di pi di s. Cassiano martire, di s^a
Spagna volendo Clemente XI os- Pier Grisologo, e di s. Proietto,
servare perfetta neutralità, gì* im- iviascoltò la messa celebrata da
periali gravitarono sopra Imola e monsignor Ponzetti caudatario, am-
luoghi circQstt^nti, con contribuzici- mise poscia nella sacrestia al bacio
IMO IMO 89
del piede le dame della cillh, pas- vile. Nella sera ammise all'udienza
sò al palazzo pubblico per bene- il cardinal Alessandro Mattei, pro-
dire dalla loggia il popolo, quindi veniente dal suo arcivescovato di
riprese il corso del suo l'iaggio, Feriara per ricevere nel dì seguen-
avendo permesso allo zio cardina- te il cappello cardinalizio. A tale
le di accompagnarlo sino alla chie- effetto Pio VI tenne nel lunedi
sa di s. Maria del Piratello lunge concistoro pubblico nella gran sala
due miglia dalla città. dell'episcopio coi suddetti sei car-
Reduce Pio VI da Vienna, da dinali, e vestito pontificalmente,
Bologna partì per Imola, ove ar- con tutte le consuete formalità
rivò come nell'accesso ad ore i/\. impose il cappello cardinalizio al
di sabbato 25 maggio, essendo pas- cardinal Mattei, cui pure assegnò
sato sotto un bellissimo arco trion- il titolo e congregazioni cardina-
fale eretto con disegno dell' imo- lizie : dopo il concistoro il cardi-
lese cav. Cosimo Morelli, in cui nale visitò la cattedrale, essendo
era rappresentato l'abboccamento soliti i cardinali che in Roma ri-

tenuto dal Papa coli' imperatore. cevono il cappello , visitare po-


Disceso all'episcopio venne accolto scia la basilica vaticana. Nella sera
dal vescovo cardinal Bandi, dal poi col solito accompagnamento il

clero da tutta la nobiltà,


e es- conte Antonio Codronchi imolese
sendo egli accompagnato dai car- ministro pontificio ossia internunzio
dinali delle Lanze, Giovannetti ar- in Torino, dichiarato perciò came-
civescovo di Bologna, Boncompa- riere secreto, portò al cardinal Mat-
gni legato di Bologna, Carafa le- tei il cappello cardinalizio. Marte-
gato di Ferrara, e Valenti Gonza- dì 28 maggio sua Santità con l'as-

ga legato di Romagna, e trovan- sistenza di tutti i mentovati car-


dovi la sua sorella d. Giulia. Nel- dinali, e particolarmente assistita
la seguente domenica il Papa pas- nella sacra funzione dai cardinfjli
sò alla cattedrale per celebrarvi la Giovannetti e Mattei, destinati per
messa, corteggiato dal cardinal ve- l'officio di diacono e suddiacono
scovo, dagli altri cardinali, dal se- assistenti i monsignori Nardi ni sd
datore di Roma Rezzonico, e da gretario delle lettere latine, e Co-
tutta la nobiltà imolese. Compito dronchi, fece solennemente la fun-»
il divin sacrifizio ed ascoltata altra zione di consacrare la chiesa cat-
messa, Pio VI discese nella chiesa tedrale nuovamente rie-
d'Imola,
sotterranea, ed offrì colle proprie dificata con ampia e maestosa ar-f
mani *un nobile calice d'oro di fi- chilettura del cav. Cosimo Morel-
nissimo lavoro sopra l'altare di s. li, soddisfacendo il santo Padre alle

Pier Grisologo dottore di santa premure dello zio vescovo cardinal


Chiesa e glorioso cittadino imolese. Bandi, dallo zelo del quale la città
Dipoi colle nobili carrozze del car- deve riconoscere la riedificazione
dinal vescovo si portò con tutto di tal basilica, siccome fatta quasi
il seguito al palazzo del pubblico, tutta a sue spese. Al terminare
dalla cui loggia ed in trono diede della sacra funzione Pio VI fece
al popolo numeroso esistente nel- al popolo una dotta omelia, tutta
la piazza l'apostolica benedizione, fondata sui sentimenti ammirabili
indi fece litorao al palazzo vesco- di s. Pier Grisologo^ per eccitare
9© IMO IMO
maggiormente gli ascollanti nlln le armate francesi, in forza del
divozione verso quel loro insigne quale esse evacuarono la Romagna,
concittadino, ed insieme per illu- Con nuovi pretesti i francesi in-
strare la città con la pubblica ri- vasero nel 1797 la Romagna, ed
luembranza di aver la medesima Imola nel dì primo febbraio, nel
dato alia Chiesa un cos\ gran hi- qual giorno il generale in capo
minare e maestro. L' omelia fu dell'armala d' Italia la unì con ap-
slampata negli atti del viaggio di posilo decreto alla repubblica di
Pio VI, e si legge a p. i5. De- Bologna. Venne in Imola stabilito
poste poscia da sua Santità le sa- un governo provvisorio democra-
cre vesti, assistette alla messa ce- tico, ed installata nuova munict-
lebrata dal cardinal Giovannetti palila, questa vide con dispiacere
sopra l'altare novellamente consa- trasportalo altrove il giornale ed
cralo. Nel seguente mercoledì Pio il registro di lettere del cessato
VI accompagnato dai cardinali, se- magistrato, venendo cosi tolta al
Datore di Roma, e pontiiicio segui- comune un'importante proprietà,
to, si portò al palazzo del pubblico ed una serie di documenti storici,
per dare di nuovo agi' imolesi so- Un generale congresso tenuto in
lennemente la sua apostolica be- Modena, e i voti espressi dai cit-
nedizione; passato indi a vedere la ladini in appositi comizi ,
portaro-
fabbrica dellanuova chiesa di s. no che Imola facesse parte della
Maria de' monaci Olivetani, che si repubblica Cispadana; quindi ia
faceva costruire dal cardinal ve- conformità delle nuove massime
scovo come commendatario della costituzionali si procedette all'ele-
medesiraa, fece ritorno all'episcopio, zione di un corpo municipale, e fu
ed alle ore 18 partì per Firenze, in tal guisa Imola destinata capo-
L'inscrizione marmorea, che fu col- luogo del dipartimento del Santer-
locata nella cattedrale a memoria no, con amministrazione centrale,
della consacrazione, l'anonimo imo- tribunale, casa di forza, ec. Poco
lese la riporta a p. 176 della par- dopo venendo unite le due repub-
te II. bliche Cisalpina e Cispadana, fu
Nel 1785 Pio VI creò cardi- stabilito che i popoli di Bologna,
naie e vescovo d'Imola monsignor Ferrara e della Romagna facesse-
Gregorio Barnaba Chiaramonti, suo ro parte della repubblica Gisalpi-
concittadino e parente. Frattanto na. GÌ' imolesi ebbero nuova co-
spinta la Francia dai vortici di stituzione, e dichiarati appartene-
«na generale rivoluzione repubbli- re al dipartimento del Lamone,
cana, occupò la maggior parte degli poscia a quello del Reno, con nuove
stali italiani, e nel 1796 incomin- municipalità. Per la guerra nuova-
ciò ad invadere quelli della santa mente insorta tra la Germania e la
Sede , e a' 22 giugno s' ìmpa- Francia, la città nel 1799 ^" ^^''

droni Imola senza contrasto,


d* cupata dai tedeschi, e regolata da
La forma del governo allora non una deputazione provvisoria, che
fu rinnovata, solo ebbe luogo un ebbe il titolo di regia cesarea reg-
consiglio provinciale in Ravenna, genza provvisoria dal general te-
Pio VI si vide costretto conchiu- desco conte di Klenau: finalmen-
dere 3*27 giugno un armistizio col- te a' io luglio 1800 l'esercito fraa-
IMO IMO' 91
cese occupb di nuovo Imola, e uno
leria stendardo. A' io novembre
veimero richiamale in vigore le 1800 venendo ordinata la forma-
leggi della repubblica Cisalpina. zione d'una consulta straordinaria.
Sino dai 20 febbraio lygSaven- i membri della quale dovevano a-
do i francesi anteriormente occu- dunarsi in Lione per fissar le ba-
pato lo stato pontifìcio, trasporta- si delle leggi organiche della re-
rono via da Roma il Pontefice pubblica, frale quaranta città pri-

Pio VI, e qual prigioniero Io con- marie che spedirono un deputato


dussero in Valenza di Francia, ove al congresso ebbe parte Imola; le
morì spettacolo di eroica sofl'eren- guardie nazionali del dipartimento
2a a' 29 agosto 1799. '' cardinal del Reno elessero cinque deputati,
Chiaramonti allontanato dalla sua e la commissione straordinaria di

greggia, fu costretto cercare asilo governo un altro, per cui tre imo-
in estere contrade, finche adunato lesi recaronsi a Lione ove a' 20
il sacro collegio per de' cardinali gennaio 1802 fu accettata dalla
dare un successore al defunto Pa- straordinaria consulta una nuova
pa, recossi a Venezia pel concia- costituzione. La repubblica che pri-
ve. A' i4 marzo 1800 il cardinal ma chiamavasi Cisalpina prese il
Chiaramonti fu esaltato al pontifi- nome di repubblica Italiana e ,

calo, e prese il nome


Pio VII, di Napoleone Bonaparte primo con-
senza cessare di essere vescovo d' I- sole della repubblica francese ne
mola che governò per vicari. Es- fu proclamato presidente, e Fran-
sendogli stali restituiti ì dominii cesco Melzi vice presidente. Dipoi
della Chiesa non ceduti nella pace il senato conservatore della re-
di Tolentino, Pio VII nel partire pubblica 18 maggio 1804 con un
a'

da Venezia per Roma donò al senato consulto allldò il governo


tenente maresciallo Manfrault, go- della repubblica allo stesso Napo-
vernatore della piazza di Venezia, leone che prese il titolod' impe-
un anello con zafliro contornato ratore de' francesi, che Pio VII
di brillanti, accompagnando gra- consacrò in Parigi nella solenne
ziosamente il dono con gentilissi- coronazione. Quindi l' italiana con-
mo biglietto, in cui erano scritte sulta di stato collo statuto costi-
queste rimarchevoli parole: «e//Vm- tuzionale de' 17 marzo i8o5 di-
possìbiliià di mostrargli la sua chiaro Napoleone re d'Italia, succe-
soddìsfazione come Papa^ supplì- dendo la sua coronazione in Mi-
sce per lui il vescovo d'Imola^ es- lano a' 26 maggio, per Io che I-
sendo appunto l'anello che porta- mola fece parte del regno italico,
va siccome vescovo di questa chie- coi savi e podestà magistrati mu-
sa. Frattanto Imola come facente nicipali. Con riprovevole ingrati-
parte dell'antica legazione di Ro- tudine, e colla prepotenza del più
magna, che colle legazioni di Bo- forte Napoleone occupò i dominii
logna e Ferrara erano state ce- ch'erano restati alla santa Sede,
dute alla Francia nella pace di ed a' 6 luglio 1809 il virtuoso Pio
Tolentino sotto Pio VI, armò sotto VII fu strappato da Roma, e pri-
il governo francese la guardia na- gioniero portalo qua e là; ma rin-
zionale, ed ebbe in dono dal gover- novossi a dispetto de' suoi nemici
no la fanterìa una bandiera, la cavai- il trionfo della religione avvenuto
^1 IMO IMO
nel glorioso suo predecessore, dap- gì della città di Roma . Nello
poiché i popoli facevano a gara di stesso palazzo comunale ammise
tributargli l'omaggio della più pro- benignamente al bacio del pie-
fonda venera/ione, commiserando de il magistrato della città, e mol-
i patimenti di cui era bersaglio. I ti altri della medesima ,
per cui
suoi persecutori nella deportazione, lo stesso magistrato per memoria
in trastèrirlo da un luogo all'altro^ eresse analoga marmorea iscrizione
onde impedire che venisse cono- nella sala principale del suo palaz-
sciuto, solevano annunziarlo pel zo. Le altre iscrizioni che si fecero
vescovo d'Imola. in Imola per sì felice avvenimen-
La divina provvidenza nel i8i4 to, le riporta il eh. Pistoiesi nel
ridusse in polvere il trono e la tom. Ili, pag. 186 della Fila di
colossale potenza di Napoleone, ed Pio VII. Dopo avere il Papa di-
i sovrani da lui detronizzati pote- morato circa quattordici giorni in
rono pacificamente ritornare alle Imola, a* i5 aprile proseguì ilsuo
loro sedi, mentre la Romagna ven- viaggio trionfale per Faenza. Nel
ne occupata dagli austro-britanni. 18 15 furono restituite alla santa
A' 3[ marzo Pio VII suo fece il Sede le tre legazioni summentova-
solenne ingresso i»i Bologna, ed a' 2 te, compresa quella di Romagna,

aprile si recò ad Imola con esul- così Imola tornò sotto il pacifico
tanza della città e diocesi, che lo dominio de' romani Pontefici e ,

accolse colle più grandi acclama- sotto la legazione apostolica di Ra-


zioni e dimostrazioni religiose, e venna in cui è tuttora. Quanto al-
passò ad abitare nel suo episcopio. le note politiche vicende ch'ebbero

Vi giunse nel dì precedente alla fatale principio nel febbraio i83i,


domenica delle palme; nel dì del- in cui venne inviluppata anche I-
la Pasqua, con tre vescovi e di- mola, ne facemmo parola all'arti-
versi prelati messa nel-
assistè alla colo Forlì ed altrove, e ne par-
la cattedrale, pontificata dal suo leremo anche all'articolo Ravenna.
elemosiniere segreto monsignor ar- Sulla storia d'Imola, oltre i citati

civescovo Bertazzoli, e poi proces- autori, possono consultare Ange-


si

sionalmente si portò al palazzo co- Io Torsano, Oraliones quae de Uin-


munale per dare dalla loggia l'a- hriae, etc, ove parla della provin-
postolica benedizione all' immenso cia di Romagna; il Sansovino, Ri-
popolo, giacche si calcola che acr stretto delle città d'Italia; il Bla-
corressero in Imola più di venti- vio nel Theatrum civilatum; ed il

cinque mila persone, e da diverse Marchesi, La galleria deW onore,


città vescovi, prelati, distinti per- il quale parando della città d'I-
sonaggi, non che deputazioni di di- mola, si diffonde intorno alle fa-
versi luoghi dello stato pontificio, miglie Alidosi, Bardella, Sassatelli,
tutti per esprimere le loro congra- Vaini e Vestri.
tulazioni, e la divozione che nutri- La luce salutifera del vangelo si

vano per l'immortale Pontefice. diffuse nella chiesa Corneliese nel


Il cav. Giacomo Giustiniani, che più primo secolo del cristianesimo, dal
tardi ne divenne vescovo, il prin- glorioso martire e vescovo di Ra-
cipe Ruspoli, ed il conte Pian- venna s. Apollinare, come sem-
dani gli preseptaroao gli onaag- bra provare l'anoiiimo imoiese nel-
IMO IMO 93
la parte II della sua storia d'Imo- no di tutta l'Emilia, a lui appar-
la, dicendo che nel declinar di det- tenendo la consacrazione del vesco-
to secolo Imola era già divenuta vo corneliese, perchè allora essen-
cristiana, non potendosi narrare i do quaresima impedito re-
gli era
primitivi suoi progressi, ne deter- carsi al suppone quindi
foro. Si
minare propriamente l'epoca dell'e- che s. Ambrogio cessate le quare-
rezione di sua sede vescovile , che simali fatiche siasi portato in Imo-
forse può avere avuto origine nel la dopo la Pasqua del 379, e con-
secolo terzo, o meglio nel quarto vocati il clero e la plebe venisse
sotto Costantino. È certo che in eletto il secondo vescovo anonimo
Imola ai tempi del martire s. Cas- come il primo. Terzo vescovo fu s.
siamo eravi una moltitudine di cri- Cornelio, eletto verso l'anno 4o5dal
stiani, ed il dotto Zaccaria nella Pontefice s. Innocenzo 1 : il Gri-
storia de' vescovi imolesi inclina a sologo scrisse di lui : Cornelius me-
persuadersi, che il santo fosse orion- moriae beatissìmae vita clarus, cun-
do romano, e nativo corneliese, es- ctis virtutuni titulis ubique fLilgens^
sendo altro argomento per creder- operitm magiiitadirie notus iiniver-
lo tale l'aver egli aperto scuola nel sis. Ad insinuazione di s. Cornelio
foro, perchè nelle colonie i pubbli- l'imperatore Valentiniano IH fece
ci uffizi solevano affidarsi ai citta- edificare in Imola la basilica detta
dini ; però non è provato se il san- dal suo nome Valentiniana nel ,

to ne fosse pur vescovo, come pre- luogo stesso ove Appio aveva or-
tesero alcuni, o anche di altra chie- dinato il teatro pei gladiatori : il

sa, come Sabbiona ora distrutta, o tempio fu dedicato a Maria, e per-


Bressannone, forse illusi dall'essere ciò chiamato di s. Maria in Are-
tali catl^drali dedicate al santo mar- nula, e poi per corruzione di s.

tire; altri dicendolo vescovo d'Augu- Maria in Regola. Presso questo sa-
stoduna, di un s. Cassiano facendone cro edificio eravi un magnifico pa-
tre. Altra questione è quando il lazzo, ove dimorarono gì' impera-
glorioso atleta rese col proprio san- tori Enrico li. Federico I, Ottone
gue un'insigne testimonianza della IV e Federico li. A s. Cornelio fu
tede da lui professata, lo che pare sostituito r arcidiacono imolese s.
siaavvenuto prima che Dioclezia- Proietto verso l'anno 4^o ed il >

no movesse guerra alla Chiesa, cioè corpo di s. Cornelio fu sepolto nel-


prima dell'anno 3o3. Dal secolo la cattedrale allora esistente nel ca-
IV incomincia la serie de' vescovi stello di s. Cassiano : credesi che
imolesi, ne trova la prima
e se il di lui corpo sia tra le anonime
memoria in s. Ambrogio, eletto ar- reliquie trasportate per ordine del
civescovo di Milano nel 874 ^ in vescovo Alberto l dall'antica alla
una lettera scritta nel 879 a Co- nuova cattedrale, e poste nell'alta-
stanzo vescovo d'una sede vicina re di s. Pier Grisologo nel 1200.
al foro di Cornelio, dalla quale si L'esemplarissimo vescovo Proietto,
rileva che poco prima Imola es- di gran zelo, prudenza e santilù
sendo rimasta priva del proprio ornato, mori a' 2 3 settembre di an-
vescovo, raccomandava a
il santo no incerto.
Costanzo, Ecclesiam quae est ad A voler far menzione de' vesco-
Forum Conielii, come metropolita- vi che principalmente si distinsero.
94 IMO IMO
nomineremo i seguenti. L'imole.^e carono uniti nel prossimo castello
s. Maurelio divenne vescovo cor- di Duzza. Ritornato poscia il col-
neliese nei 532, e vuoisi da alcuno legio canonicale in Imola nel 1 188,
martire, e che subisse il martirio dimorò per quattr'anni circa in
nel 54*2 sotto il barbaro Tolila re gran parte presso la pieve di s.

de' goti i il suo corpo si venera nel- Lorenzo sinché fosse edificala la
la cattedrale. Antonio Maria Man- nuova canonica. Un tal genere di
zoni ci diede l'opuscolo intitolato: vita comune trovavasi in vigore tra
Tumulus ss. Projecd et Maure.lii i canonici imolesi anche nell'anno
civium episcoponini , ac proteclo- 1255. Quanto poi alla elezione dei
rum urbis Corneliensis illustratuSy vescovi d' Imola, è noto come s.

Imolae lyoS, apud haeredes Mas- Leone I Magno accennò come re-
sae. Verso l'So l'imolese Eugenio,
i gola dettata dai padri, e conforme
lodalo per dottrina, ascese alla cat- che la elezio-
all'apostolica autorità,
tedra vescovile. Qui noteremo che ne de' vescovi si facesse dal clero,
a cagione de* tempi venendo trascu- ad istanza e secondo i voti del
rata la vita comune nei canonici popolo. Tale lodevole costumanza
delle cattedrali , a richiamarla in a tutte le antiche chiese occiden-
vigore i conci li i di Magonza , di tali, fu nei vetusti secoli adottata
Tours e di Acquisgrana vi presero anche dalla chiesa imolese; ma nel-
provvidenza, e furono ordinate le 1*88') essendo accaduta la morte
canoniche abitazioni, a facilitar l'e- del vescovo, volle il popolo tutta
rezione delle quali l'imperatore arrogarsi la elezione del successo-
Lodovico neirSig fece un capi-
I re, ciò che diede luogo a dispareri,
tolare, indi il Papa Eugenio li i quali furono portati a cognizio-
neir 826 prescrisse in un concilio ne del Pontefice Stefano VI. Que-
discipline sulla vita canonicale. Tali sti ponderata maturamente la cau-

prescrizioni non poterono non pro- sa, scrisse a Romano arcivescovo di


durre anche Imola l'effetto in-
in Ravenna, impegnando tutta la sua
culcato, e lo produssero veramen- sollecitudine per la canonica elezio-
te ed in modo che al decorrere ne del nuovo vescovo, e dichiaran-
del seguente secolo X e dei suc- do eleclione/n ad clerum spedare.
cessivi non fu bastevole la casa ori- Fu in seguito riserbata la scelta
ginariamente eretta presso l'episco- del vescovo a* canonici della catte-
pio a contenere tutti canonici imo- i drale, che verso l'anno i 194 co-
lesi, de'quali molli dovettero con- minciarono a formare coi canonici
vivere nel monistero di s. Vitale, di s. Lorenzo un solo capitolo, e
che credesi edificato nel fondo chia- ad avere coi medesimi comune il
mato poi Galletta, con ospedale gius dei comizi. I romani Pontefi-
contiguo a benefìcio de' poveri, in- ci poscia riserbarono a se l'elezio-
fermi e pellegrini. Tanto poi i ca- ne de' vescovi imolesi.
nonici imolesi furono premurosi di Al cominciare del secolo X IT-
osservare la vita comune, loro pre- talia tutta impaurita e gemente per
scritta per replicate canoniche san- le invasioni degli ungheri o unni,
zioni, che prossimo vedendo alla barbari a segno di portare le fiamme
distruzione il loro domicilio, come devastatrici nei medesimi santuari, i
nel i]5i, così nel 1 182 si traslo- canonici ed i cittadinid'Imola furo*
I MO IMO 9^
»o solleciti nel prevenirne le con- legrino, e nel 1048 Pianiero Ali-
seguenze, e nel 90 3 trasportarono dosi eresse la chiesa di s. Giulia-
dalle chiese in luoghi nascosti e no, negli ultimi tempi $oppressa.
quasi inaccessibili le reliquie de* lo- Nel 1063 divenne vescovo Basilio
ro santi protettori, e le sacre ce- monaco integerrimo, prudente esen-
neri di s. Cassiano esistenti nella to. In tale anno usci da un lago
basilica di s. Cassiano. Nuove in- prossimo alla città un drago, il qua-
cursioni nemiche portarono per tut- le sparse per tutto la desolazione
to la devastazione e l' incendio , e ed il terrore. Compassionando Ba-
la cattedrale fu saccheggiata, e
qua- silio il lagrimevole stato degl'imo-
si interamente distrutta , per cui lesi, ricorse alle pubbliche preci, e
dopo pochi anni il vescovo Gio- tutta ponendo la sua confidenza
vanni II si accinse a rinnovarla, e nella divota immagine di Maria
mercè le generose obblazioni di Vergine, col sacro velo di que-
Troilo JVordilio imolese di somma sta che Longino avea portato da
autorità, nel 946 fu condotta l'ope- Costantinopoli nel 567 e collocato
ra al suo compimento. In tale cir- nella chiesa di s. Maria in Regola,
costanza furono discoperte le reli- andò contro l'orrida fiera, e la con-
quie di s. Pier Grisologo, riposte quise. A memoria del prodigio in-
in seguito entro quell' urna mar- nalzò una colonna di marmo con
morea ove collocate le avea il san- apposite epigrafi che si vedono sot-
to vescovo Proietto. Inoltre Gio- to l'aitar maggiore di detta basili-
vanni li accordò ai canonici il di- ca, e l'anonimo imolese. nel nar-
ritto di esigere le decime, confer- rare il prodigio le riporta e spie-
mato poscia da' Papi Lucio III, e ga a pag. 62 della p. II, con altre
Celestino III. Fu nel 997 che per analoghe notizie, e del perchè si
opera di Ricciardo Alidosi venne faccia la processione a* 5 febbraio,
restaurata l'antichissima chiesa di nel d'i sacro a s. Agata. A* tempi
s. Lorenzo, la quale non molto del vescovo Basilio eravi fuori di
dopo fu arricchita di molti fondi porta Bolognese un' antichissima
da Guilla nobil donna. Paolo di- chiesa cadente, dedicata a s. Ma-
venne vescovo nel 1027, o meglio ria della Misericordia e a s. Ste-
assai prima e forse nel ioi3; fu fano protomartire in zagonia o dia-
sotto questo vescovo, inteso ad ab- conia ; i cittadini nel 1070 la fe-

bellire la cattedrale già ristorala cero ricostruire, avente annesso uà


dal generoso Corrado Sassatelli nel monistero di benedettine che poi
1010, che si scuoprlrono i sacri nel 1256 per autorità di Alessan-
corpi de* ss. Maurelio e Proietto ; dro IV fu ceduto alle Clarisse. Mo-
e nel 1028 \ennero riposti in ur- rì Basilio nel 1074, e venne distin-
ne di pietra, indi nascosti ad istan- to in un breve di Eugenio 111 col
za degl'imolesi timorosi di guerre- titolo di beato.
sche scorrerie. Pare che Paolo te- Morando, per maneggio degli en-
nesse il vescovato sino al 1082, nel riciani o fautori di Enrico IV, nel
quale anno per le benefiche cure 1 084 assunse il vescovato, mentre
di Ugolino Alidosi venne riedifica- Imola trovavasi immersa in civili

to il teriipio dedicato a s. Giaco- discordie, e in tre parti divisi i cit-

mo apostolo. Sotto il vescovo Pel- tadini: l'una abitava di là dal Va*


96 IMO IMO
treno, o v'era fabbricala la rocca dei se dell'Emilia, eprobabilmente vi
longobardi; l'altra occupava l'anii- comprese la chiesa imoicse. Tale
co sito del foro di Cornelio dello dipendenza però venne rinnovata
poi castello di s. Cassiano; stava nel 1119 da Gelasio II, e confer-
la tei-za in mezzo ov'era situala la mala negli anni 11 25 da Onorio
città dei corneliesi o imolesi. Mo- li, nel II 33 da Innocenzo II, nel
lando che a togliersi dal furore dei 1224 ^^ Onorio III, e nel 1228
parliti avea trasportata la sua se- da Gregorio IX. Nel 1122 diven-
de in Conselice, ad istanza de* cor- ne vescovo Otrico, il quale fu as-
neliesi e sancassianesi fece ritorno sai benemerito del capitolo, gli ac-

in Imola, e quivi tutte impegnò le cordò amplissimi privilegi e il di-


sue cure onde fosse riconosciuto ritto di esigere decime : gli succes-
per legittimo l'antipapa Clemente se nel 1126 Bennone che vuoisi
HI, specialmente dal proprio clero, imolese, umanista celebre dell'uni-
e vi riuscì. Sotto Morando nel versità di Bologna, arcidiacono del-
io85 fu ritrovata la colonna alla la cattedrale imolese, giacché l'ele-

quale credesi fosse legalo s. Cas- zione del vescovo allora cadeva so-
siano quando sostenne il martirio: pra i soggetti più ragguardevoli del
al presente si venera il sacro mo- clero,massime sui canonici di que-
numento a tergo dell' aitar mag- sta Bennone ottenne dal
chiesa.
giore delia chiesa parrocchiale dei Pontefice Onorio II l'ampio privi-
ss.Bartolomeo e Cassiano nei sob- legio con cui si accordò al vescovo
borghi della città. Nel iog4 im- d' Imola e successori gli antichi
perversando fierissima pestilenza, diritti di esiger dazi nella città, di
molti scismatici tornarono al seno pronunciar pubblici giudizi , e di
della Chiesa romana all'obbedien- , possedere il temporale dominio su
za del legittimo Urbano II, e si molti luoghi del contado imolese,
allontanarono dal falso Papa Cle- donde poi fu che i 'vescovi imolesi
mente III ed è probabile che gl'i-
; assunsero il titolo di conte. L'im-
molesi cacciassero da questa sede portante diploma pontifìcio l' ano-
r intruso Morando, il quale rifu- nimo imolese lo produce a p. 74:
giossi in Cesena, e di dove- come morì Bennone nel i Sg. Sotto di i

sostenuto da Enrico IV non volle lui o nella sede vacante, presso lo


rinunziare al vescovato. Il sostituito spedale di s. Giorgio s' incominciò
Oldone venne autorizzato da Ur- la fabbrica d'una chiesa in onore
bano II a consacrare una chiesa di tal non più esistente.
santo, ora
di Como : resse questi la chiesa Ridolfo ravennate monaco bene-
d'Imola sino 1108. Dal quinto
al dettino nel I 146 fu eletto vesco-
secolo della Chiesa sino al i 106 vo mentre era abbate di s. Ma-
:

il vescovo d'Imola era stato sog- ria in Regola ottenne a favore del
getto alla giurisdizione del metro- suo monistero di benedettini di-

polita di Ravenna; ma a' 27. otto- verse castella, chiese, privilegi e


bre di detto anno convocò Pasqua- diritti da Papa Eugenio III. Ritor-
le II in Guastalla un concilio, ove nando il vescovo dal concilio di
fra gli altri per umiliare
decreti Chartres in Francia, nel 1 147 ot-
In chiesa di Ravenna, furono sot- tenne in dono e collocò nella ba-
tratte da queir arcivescovo le chie- silica del suo antico monistero il
,

IMO IMO 97
corpo di s. Sigismondo re di Bor- era già ritornato in Imola. Se pe-
gogna : i forlivesi, ì milanesi ed i rò il clero di s. Cassiano, seguen-
piagesi M vantano di possedere il do esempio del vescovo,
l'ottimo
corpo di tal santo. Ridolfo fu pure spiegò il suo attaccamento ad A-
al concilio di Reims tenuto da Eu- lessandro HI, non venne imitato
genio II r. Questo vescovo ampliò dai cittadini corneliesi, che segna-
Je rendite della chiesa e la sua rono ne' loro atti certuni Papain :

giurisdizione, ed Eugenio III con- nondiwi liabenius. Mori Ridolfo


fermando il diploma di Onorio II dopo il 1166, chiaro per virtù e
accordò altre castella, rendite e pri- per meriti , decorato del titolo di
vilegi con special diploma che si beato negli antichi monumenti, e
legge a pag. 83 loco citato. Gl'in- leggesi il di lui corpo segnato tra
cendi e le distruzioni portate nel le sacre reliquie conservate nella
1 1 52 dai bolognesi agli edifizi del chiesa di Maria in Regola. Il
s.

castello di s. Cassiano, obbligarono successore Arardo compassionando


Ridolfo a trasportar la sua sede in la critica situazione dello spedale
Dozza, e non fece ritorno ad Imola di s. Giorgio, gli concesse alcuni
che nel 1 154. Inoltre il zelante Ri- beni a titolo di permuta , in be-
dolfo compose le differenze che di- nefìcio della chiesa dell' ospedale e
videvano i corneliesi dai sancassia- de' ministri che ivi servivano: fini
nesi, e confermò i diritti spirituali i suoi giorni verso il 1 174. Enri-
e temporali accordati da' suoi pre- co che gli successe, vedendo l'im-
decessori ai canonici di s. Lorenzo, minente distruzione del castello di
stabilendo che una quarta parte dei s. Cassiano, ottenne che i laici con-
fruiti fosse devoluta a' medesimi ca- segnassero a' canonici i corpi de' san-
nonici, un'altra alla fabbrica della ti prolettori Pier Grisologo, Pro-
chiesa, una a'poveri e l'ultima a' ca- ietto e Maurelio nascosti, poi tras-
nonici della cattedrale. Fu anche nel feriti nella cattedrale. Addetto co-

II 59 che Federico conte palatino m'era Enrico alla causa di Ales-


legato imperiale favori la chiesa imo- sandro III, divenne se^^no alle im-
lesecon grazioso diploma, riportato periali persecuzioni, dovette abban-
dall'anonimo imolese a pag. 88. Uno donar la sede, e rifugiarsi in di-
scisma insorto nel nSg nell'elezio- versi luoghi, finche ritornò in Imo-
ne di Alessandro III, in cui s'intru- la nel II 77 per la pace fatta tra
se l'antipapa Ottaviano o Vittore Federico I ed il Papa. Essendo de-
V, cagionò al vescovo Ridolfo una molito il monistero e spedale di
lunga serie di triste vicende : il con- s. ragione de' canonici
Vitale di
ciliabolo di Pavia e l' imperatore Enrico convenne che i beni appar-
Federico riconobbero il falso Pon-
I tenessero parte alla mensa vesco-
tefice, il quale col vero si dierono vile, e parte alla canonicale.
a fulminar scomuniche, e nell'obbe- Nel 1 177 considerando l' imole-
dienza fu divisa lagrimevolmente se illustre Pietro Trullo la vicina
la cristianità. Ridolfo restò sempre demolizione della cattedrale, dispo-
fedele ad Alessandro HI, ma do- se che se la figlia morisse senza
vette per molti anni andare ra- prole, la nuova chiesa di s. Cas-
mingo dalla sua sede in diversi siano, se fabbricata in Imola, aves-
luoghi della diocesi, e nel ii65 se la metà di sua casa e di sua
VOI. xxxiv. 7
,

98 IMO IMO
•vigna. Inlei-Tcnne Ennco al concì- lettori, e vuoisi compresevi pure
lio Interanense III, e conseguì da quelle di s. Cassiano. Morì Enri-
Alessandro IH la conferma di tutti co nel I 193 pieno di grandi me-
i privilegi concessi dai romani Pon- riti,ed autore di utilissimi statuti
tefici alla chiesa imolese. Ritorna* in decoro della sua chiesa. Sotto
to iu Imola, e trovato il castello il successore Alberto I, benché fos-

di s. Cassiano quasi distrutto , si se determinato il numero de' ca-


ritirò co' suoi canonici in Doxza. nonici delia cattedrale, ne vollero
Nel 85 Bertoldo legato imperia-
II questi l'approvazione dal Pontefice
le rìlasciò un diploma con cui con- Celestino III nel 1194» con diplo-
fermò ad Enrico la signoria del ca- ma che diresse al preposto e ca-
stello di s. Cassiano, di Totano, nonici. I canonici si stabilirono in
Poggiolo, s. Geminiano, Ronco, numero di undici, cioè cinque pre-
Rocca Valsalva, Sorbelolo, Taula- ti, tre diaconi e tre suddiaconi. È
ria, Conselice, e di altre castella, qui da osservarsi che la prima di-
terre e chiese. Il saggio e benefi- gnità capitolare è il preposto sino
co vescovo accomodò varie contro- dagli antichi secoli; un'altra di-
versie) e decretò la traslocazione gnità sì è quella dell'arciprete, e
della cattedrale e della sede ve- già esisteva nel io56: essendo ces-
scovile dal castello di s. Cassiano satadopo il 1239, fu restituita nel
entro la città d' Imola, al quale 1479 da Sisto IV, il quale nel
oggetto nel 1187 ottenne da' cit- 1477 avea pure restituita la di-
tadini il rione Montale, ov'è pre- gnità dell'arcidiacono ; altre dignità
sentemente la cattedrale. I consoli sono il decano e il priore, che so-
e Imola fecero la dona-
i*eltori d* spese nel secolo XII, il vescovo
zione del rione con atto riportato Bonadies ripristinò nel i5o4 la p»ì-

a pag. 97, e per maggior garan- ma, e il vescovo Cuccini verso la


lia Ire giorni dopo , cioè a' 6 lu- metà del secolo XVII la seconda.
giurarono solennemente in no-
glio, Della dignità di camerlengo le pri-

me di tutta la città, e promisero me memorie sono del i235. Era-


di salvare e difendere la persona no altre dignità il primicerio, il

di Enrico e di tutti i vescovi suc- tesoriere, il custode, il penitenzie-


cessoli, e le loro giurisdizioni e pos- re e il teologo: ebbero per istitu-
sessioni. Enrico gittò quindi la pri- tori, la prima il vescovo Bonadies,
ma pietra fondamentale della nuo- la seconda e la terza il vescovo
va basilica di s. Ca>siano, la cui Scribonio, le altre il vescovo Musot-
costruzione procedette lentissima ti. Presentemente il penitenziere,
e colle limosine domandate nel il teologo, come anco il parroco
laSo dal vescovo Tommaso, potè tornano semplici canonici alla mor-
finalmente il vescovo Sinibaldo con- te di quelli da'quali erano stati in-
sacrarla solennemente a' 24 otto- vestiti di quegli offizi come ilignità.
bre 127 1. Tuttavolta Enrico nel Abbiamo da Federico Sordi, Consi-
1 1 88 trasportò la vescovile sua se- liade praeeminentiay et dignitate ar-
de insieme colla propria corte nel- chidiacona tus^ praeposiiorum, archi-
la città, e appena eretti i primi presbyterorum Iniolensium ^ Bono-
muri della cattedrale vi sì colloca- niae i58i.
rono le sacre reliquie de' santi prò- Alberto I coH'autorità di Cele-
y

IMO IMO 99
stino III cui fu accettissimo, non al i4%> nel qual tempo furono
solo sopì le discordie tra' cittadini, dal vescovo Volta trasferiti in ara
ma tra i canonici di s. Lorenzo e nuova, come egualmente lo furono
t monaci di s. Donato, i quali do- nel 16 16 sotto il vescovato di Pa-
po la distruzione del castello di leotti; però la ricognizione ebbe
s. Cassiano trasferirono il corpo di solo luogo a' 21 aprile 1700 sotto
s. Donato nella chiesa di s. Paolo il vescovo cardinal del Verme. Ot-
ora distrutta ; così le differenze tra tenne nel 12 IO dall'imperatore Ot«
il vescovo ed i canonici della cat- tone IV un diploma con cui con-
tedrale. Con questi il successore fermò alla giurisdizione del vesco-
Alberto II premuroso di stabilire vo quelle terre e castella, che l'a-
una perenne concordia, li dispensò nonimo enumera a pag. 109 , in-
dall' offerta della candela, dalle spe- sieme a quelle confermate da Fe-
se per accompagnar il vescovo a derico II con diploma emanato nel
Ravenna, confermò loro le decime 1226 in occasione che i bolognesi
con facoltà di punir colie censure e faentini le avevano violentemen-
i renuenti. Con approvazione del te occupate. Anche Innocenzo IH
medesimo Alberto li i canonici di confermò al vescovo Mainardino
s. Maria del Castello d' Imola e i lutti i diritti e beni conceduti da
monaci de' santi Matteo e Mattia Eugenio III ed Alessandro III. Nel
intrapresero a convivere insieme 1227 Mainardino giltò la prima
sotto la presidenza di un solo ar- pietra fondamentale della chiesa di
ciprete o abbate da essi eletto, e s. Maria della Carità presso alle
confermato dal vescovo. Nel 1202 mura della città, con dichiarazione
Alberto II meritò essere trasferito che appartenesse ai canonici. 11 Ga-
air arcivescovato di Ravenna, e nel- ra m pi nelle Memorie ecclesiastiche
la sede iraolese gli successe Gere- pag. 399, dice che Mainardino fon-
mia : sotto di lui e nel 1204 fu dò la chiesa e monistero della Ca-
dato ai monaci camaldolesi il mo- rità, acciò fosse canonica regolare
uistero di s. Caterina, detto di s. secondo la regola del b. Agostino,
Eustachio, situato ne' sobborghi di e i frati e suore della medesima
s. Giacomo, già doppio cioè di uo- dovessero prestare ubbidienza, se-
mini e di donne ; verso il secolo condo detta regola, al priore dal
XV passò il monislero nelle mani quale dovessero correggersi ; obbli-
de' chierici secolari , e Giulio 11 gando medesimi frati e suore a
i

l'unì alla preposituracon titolo di prestare la dovuta soggezione an-


padronato alla famiglia della Vol- che ai vescovi suoi successori. Ver-
pe, che successivamente nominò so il i23o con replicati diplomi
molti individui della propria fami- confermò ai canonici le antiche giu-
glia. Dopo un vescovo ch'era pure risdizioni ; e nel i235 con sua ap-
abbate della Pomposa, venne eletto provazione le monache domenica-
nel 1207 il sagacissimo Mainardi- ne ottennero Inarca onde edificar-
no Aldigieri ferrarese. A' 16 mag- vi una chiesa. Morì Mainardino
gio 1208 collocò nell'altare d'una nel 1249, e delle sue gesta come
cappella da lui fabbricata nella cat- cittadino e podestà ne parlammo
tedrale corpi de' santi Maurelio
i superiormente. Il nuovo vescovo fu
e Proietto, che ivi rimasero fino Tommaso Ubaldini di Firenze, il
foo IMO IMO
quale spieg?> energico e straordi- questi disturbi, il vescovo accreb-
nario impegno per sostenere le an- be le giurisdizioni e i proventi della
tiche consuetudini, ch'erano le ba- cattedrale e de' canonici, e conces-
si di parecchie giurisdizioni vanta- se loro la chiesa di s. Donato pros-
le dalia sua chiesa e dai canonici. sima al cimitcrio della cattedrale /
Nel 17,52 dalla locale polizia e alla casa Alidosi, cogli cdiQzi e
venne adottata la pratica introdot- diritti spettanti alla conceduta chie-
ta in diverse città, della fabbrice- sa. Inoltre nel 1260 o 1264 die-
ria nella cattedrale per raccoglie- de l'ospedale di s. Spirito ai frati
re le spontanee offerte de' fedeli. crociferi , e 1* annessa chiesa di s.

Nell'anno 1^55 fu accordata agli Vincenzo fuori di porta Romana.


agostiniani la chiesa de* ss. Giaco- Morì Tommaso nel 1269.
mo i^Sy fran-
e Filippo; e nel i Sinibaldo nel 1271 consacrò la
cescani aprirono in Imola un insi- cattedrale, e nel sotterraneo o con-
gne studio di teologia. L' anno fessione ripose il corpo del s. mar-
1258 ebbe principio la gravissima tire Cassiano: ratificò la concordia
e lunga controversia tra il vesco- giurata dal predecessore coi citta-
vo ed il comune, il quale tentò to- dini, concedendo al comune in en-
gliere al prelato il gius dell'acqua fiteusi molti terreni ; consagrò la
che dal canale d' Imola scorreva chiesa di s. Donato da lui risto-
nel porto di Consci ice , paese a rata ; ampliò ed abbellì la catte-
que' tempi soggetto alla vescovile drale, e vi aggiunse nel 1278 la
giurisdizione, a tale e effetto di- tribuna del coro, ornandola con di-
vertì l'acqua medesima. 11 vescovo verse pitture. Nel 1 28 1 in detto
Tommaso si oppose fortemente, e tempio fu tenuto un concilio pro-
minacciò le censure, per cui i con- vinciale da Bonifacio Fieschi arci-
soli ed il magistrato civile saccheg- vescovo di Ravenna. La generosi-
giarono l'episcopio, e lo spogliaro- tà e prudenza di Sinibaldo richia-
no de* privilegi e monumenti ma- mò gì' imolesi all'attaccamento del-
noscritti relativi alla chiesa, quindi la sua chiesa, di cui dierono va-
ebbero luogo scomuniche, interdet- rie dimostrazioni, e morì nel 1297.
ti ed appellazioni alla santa Sede, Bonifacio Vili annullò l'elezione
anche quando il podestà, gli an- di Ramberto Sassatelli, e diede in
ziani e i consiglieri per sostenere vescovo Benedetto, che poco visse.

un canonico non voluto dal vesco- Nemico il Papa de'ghibellini, non


vo, portatisi armati alla chiesa di volle a successore Rondino nipote
s. Cassia no, con scuri ruppero le di Machinardo principe della città,
porte e i cancelli, maltrattando il e in veceGiovanni Muti
elesse
clero. Gli scandali si terminarono Papazzurri romano, che nel i3o2
colla concordia tra il comune e la fu traslocato alla chiesa di Rieti,
chiesa 1267, che l'anonimo
nel e gli successe Matteo Orsini ro-
produce a pag. 120; allora il ve- mano de' frati minori. Sotto di
scovo assolvette il comune dalla lui domenicani d' Imola ricevet-
i

scomunica e dall' interdetto , e si tero in dono da Benedetto XI l'an-


ripigliò nella città la celebrazione tica chiesa di s. Nicolò co' suoi

de' divini uffizi, che per quindici beni. Diminuite le rendite della
mesi era slata sospesa. In mezzo a collegiata di s. Lorenzo , V Ordini
,

IMO IMO loi


la restrinse ad un arciprete e quat- Marino già camerlengo di Urba-
tro canonici , i quali poi furono no VI, Guglielmo Alidosi Giaco- ,

soppressi, come negli ultimi tempi mo Caraffa sotto il quale il pseu-


Ja chiesa, ma l'arcipretura esiste do Pontefice a' i8 luglio i384 no-
trasferita nella chiesa di s. Carlo. minò vescovo d'Imola Beltràndo;
Traslocato Matteo nel 1 3 7 a 1
Bonifacio IX nel iSgo fece vesco-
Chiusi, Giovanni XXII fece vesco- vo Antonio Calvi romano assai ze-
vo il suo concittadino Raimbaldo, lante, che nel iSgG trasferì al ve-
che ottenne ai carmelitani un mo* scovato di Todi, poi creato cardi-
iiistero in città e poi la chiesa del- nale da Innocenzo VII. Qui è da
la ss. Annunziata : furono pure ver- avvertirsiche conlenendo questo
so il medesimo tempo introdotti i mio Dizionario le biografie di tutti
frati serviti in Imola, che sotto il i cardinali, ad ognuna vi sono le
vescovo Guarini fabbricarono il con- notizie dei vescovi cardinali d'Imo-
vento. Nel i332, senza trascurare la, e di quei vescovi che poi furono
i doveri vescovili , Raimbaldo fu elevati al cardinalato.
deputato a governar la Romagna Bonifacio IX fece in seguito ve-
da detto Papa , tutto sostenendo scovi Filippo Guidotti bolognese, e
lodevolmente sino alla sua morte, Nicolò d'Asisi di somma probità
accaduta nel i34i. Clemente VI ed impegno per la difesa de'di rit-
dichiarò a succedergli Carlo figlio di ti della chiesa. Benedetto XIII an-
Lippo Alidosi capitano d' Imola tipapa nel 1399 contemporanea-
che per la ecclesiastica disciplina e mente all'elezione di Nicolò desti-
riforma de' costumi tenne nel i346 nò a questa chiesa Francesco di Nis-
un sinodo diocesano, indi si occu- sa. Alla morte di Nicolò nel i4o2

pò a rivendicare alla mensa vesco- lo stesso Bonifacio IX gli die in


\ì\e molti beni occupati o* rapiti. successore Ermanno da Castel Du-
Nel 1348 accordò all'ordine de- rante de'Brancaleoni preposto del-
gli umiliati la chiesa Maria di s. la cattedrale; fu grandemente ac-
del castello di Bozza. Nel i35i fu cetto ad Innocenzo VII e Grego-
distrutto il monistero e tempio dei rio XII, e morì nel 1412. Pietro
santi Giacomo e Filip[X), goduto da- Ondedei di Pesaro fu creato ve-
gli agostiniani sino dal ia57 , e scovo da Giovanni XXIII; alla
venne ad essi accordato di erigere dottrina uni indefesso zelo pasto-
la chiesa di s. Michele, presente- rale. Successore nel i45o fu Ga-
mente detta oratorio di s. Agosti- spare Sighigelli di s. Giovanni in
no; chiesa riformata nel i448, poi Persiceto fatto da Nicolò V, che
resa maestosa e vaghissima negli a di lui riguardo accordò ai ca-
ultimi tempi. A Carlo nel i354 nonici l'uso perpetuo delle almu-
Innocenzo VI diede a successore zie, ed assai lodato mori nel i4^7»
il nipote Litto Alidosi canonico del- vedendosi nel convento dei do-
la cattedrale, che nel 1379 i*»"!^"- menicani, al cui ordine avea ap-
ziò, quando Urbano VI lo fece te- partenuto, la sua itnmagine cin-
soriere generale, mentre la Chiesa ta di raggi col beato. Ca-
titolo di
universale era afflitta dal terribile listo 111 Antonio Ca-
fece vescovo
scisma sostenuto dall'antipapa Cle- stellano della Volta bolognese che
mente VII. IikU furouQ vescovi ampliò la fabbrica della cattedra-
I09 IMO IMO
le, ed isCituì mansio»
i sacerdoti Benti voglio, se da Bologna pron-
Bari per officiare giornalmente la tamente non partiva. Giulio 11
chiesa matrice; promosse ancora gli die in successore Domenico
il magnifico edifìzio della torre delle Scribonio de'Cerboni di Città di
campane annessa alla chiesa, e ad Castello; e nel i5i^, ad insinua-
istania di Taddeo Manfredi permise 2Ìone di fr. Orfeo da Bologna mi-
l'erezione del convento de' minori os* nore osservante, i cittadini offriro-
servanti. Nel i^j i Sisto IV promos- no generose somme per l'erezione
se a questa sede Giorgio Bucchi del monte di pietà questo dotto :

di Carpi che prosegui la torre del ed erudito vescovo mentre era in


duomo, ristorò la cattedrale , con Roma pel concilio generale late-
solenne rito benedi 1' immagine raneuse V, con immensa fatica ri-

della B.Vergine del Sussidio, pro- dusse a codice tutte le concessioni


mosse il restauro ed ornamento di pontifìcie ed imperiali, e quanto
molte cinese della diocesi, e mori apparteneva alla giurisdizione dei
nel i479' Gli successe Giacomo vescovi d'Imola. Benemerito di sua
Passarella cesenate, sotto il quale chiesa morì nel i533, ed il car-
a Stefano Mangelli pellegrino cre- dinal Nicolò RidolQ ne fu fatto
monese si manifestò l'immagine di amministratore: approvò questi le
JMaria dipinta in una colonna di costituzioni del capitolo e ne ordinò
pietra presso una pianta di pero, l'osservanza. Nel i546 Paolo III
delta quindi del Piralello, che fece vescovo Girolamo Dandini da
pei tanti prodigi fatti, nel 1714 Cesena, il quale fu largo di ma-
fu solennemente coronata dal car- gnifici doni alla cattedrale, prese
dinal Gozzadiui: questa immagine efficace impegno per l'erezione del
forma tuttavia una d«lie più care conservatorio delle donzelle, e me-
divozioni degli imolesi. Nel 1488 ritamente da Giulio III nel i55i fu
Innocenzo VHI trasferì il Passarel- creato cardinale, e per l'attaccamen-
la alla sede di Rimino, e nominò to che avea alla città volle sem-
all' imolese Simeone Bonadies, che pre chiamarsi il cardinal d'Imola.
istituì la comunia de' chierici e Con pontifìcio indulto nel i552
sacerdoti beneficiati nella cattedra- rassegnò la chiesa al nipote Uber-
le: abbellì la cattedrale e l'episco- to Dandini, che beneficò la catte-
pio, promosse l'ecclesiastica disci- drale, promosse l' ecclesiastica di-
plina, e nel i5ii passò anch'egli scipHna, e mori nel i558. Col ti-
alla chiesa di Rimino. Sotto di lui tolo di amministratore presiedè di
Giulio II si recò ad Imola, ove al nuovo il cardinal Dandini a que-
dire di Antonio Vesi, chiaro sto- sta chiesa, e terminò i suoi giorni
rico di Fontana, pervenne ai 20 nel 1559.
ottobre i5o6, cavalcando una mu- Pio IV nominò amministratore
la bianca riccamente fornita , e il cardinal Vitellozzo Vitelli di
preceduto dal ss. Sacramento; pas- Città di Castello, ma i gravi affa-
sando per Monte Battaglia e Tos- ri a lui affidati l'obbligarono a
signano ove alloggiò in casa Orso- rinunziare nel i56i, onde fu elet-
lini. Aggiunge il Vesi a pag. 5i, to vescovo Francesco Guerrini di
che da Cesena e non da Imola il lui concittadino. Fornito d'ammi-
Papa intimò gravissime censure al rabile zelo introdusse nella catte*
IMO IMO io3
diale il sacro rito dell'orazione di 18 ro agli giugno fu solenne-
II
r quarant'ore in tempo di quaresima;
pose in esecuzione decreti del con-
i
mente coronata nella cattedrale
dall' illustre lughese monsig. Fran-
cilio di Trento al quale era interve- cesco Bertazzoli arcivescovo di E-
nuto, per cui nel dì primo gennaio dessa poi cardinale. Neli585, do-
i567 fondò il seminario de'chieri- po la morte di Gregorio XllI, si
ci con rendile convenienti, e morì portò ad Imola il vescovo Musot-
compianto nel 1569, ed acclamato ti; subito intraprese la visita del-
padre de' poveri. Fu suo successo- la diocesi; nel iS^i, giusta il pre-
re Giovanni Aldobrandini già go- scritto del concilio di Trento, fra
-vernatore d'Imola; nel iSyos. Pio gli undici canonici due ne prescelse,

V lo creò cardinale, ma divenuto uno in qualità di teologo, l'altro


penitenziere e prefetto de' brevi, di penitenziere: celebrò il sinodo,
rinunziò la sede santamente go- rinnovò la visita pastorale, fu
vernata nel iSyS. L'ottenne Vin- sommo benefattore della cattedra-
cenzo Ercolani perugino, specchio le, dell'episcopio e del seminario,
di virtù e di dottrina, che prese morendo santamente nel 1607.
particolar cura pel culto divino e Sotto di lui e nell'anno i6g4 il

riforma del clero : nel giubileo che Pontefice Clemente Vili restituì
concedette alla città e diocesi fu la chiesa d'Imola sufiraganea della
veduto visitar le chiese assegnate metropolitana di Ravenna, e lo è
coi piedi scalzi. Nel iSyg essendo tuttora. Paolo V nominò il cardi-
stato trasferito a Perugia, Grego- nal Gio. Garzia Millini legato a
rio XIII elesse vescovo Alessandro latere in Francia, che rassegnò la
Musotti bolognese, ma qual teso- chiesa nel 161 1, ed ebbe a suc-
riere segreto pontificio restò in cessore Ridolfo Paleotti bolognese.
Boma. Nella vitadi tal Papa si Fece questi la visita delle chiese,
legge che nel i582 a' 10 dicem- pubblicò savie costituzioni pei chie-
bre innalzò al grado arcivescovile rici del seminario, con gran solen-
la chiesa di Bologna sua patria, e nità il sinodo
celebrò diocesano,
tra le chiese che gli assegnò per e nel 161 5 fu coronata nel pub-
sulfraganee vi comprese questa
, blico foro l'immagine della Beata
d' Imola, sottraendola dalla spiri- Vergine delle Grazie. Morì il ve-
tuale soggezione della metropolita- scovo benemerito nel 161 9, dichia-
na di Ravenna. Sotto il vescovato rando suo erede universale il cle-
del Musotti cominciò a rendersi ro imolese. Paolo V dichiarò suc-
celebre per prodigi l'immagine di cessore Ferdinando Millini nipote
Maria Vergine detta di Ponte rot- del cardinale, che qual zelante pa-
to, oggi di Ponte santo; e furono store fece la visita, celebrò due
tante e sì generose le oblazioni sinodi che pubblicò colle stampe,
de' fedeli che potè erigersi un ma- coronò nel foro l'antica e prodi-
gnifico tempio, negli ultimi tempi giosa immagine di Maria Salus
diroccalo. Ma il pio sacerdote An- infirmorum per aver liberato la
tonio Fanti avendo fatto a pro- città dalla peste, e dopo aver ce-
prie spese riedificare un'elegante lebrato il terzo sinodo, virtuosa-
chiesa , vi collocò la sacra im- mente morì nel i644' Innocenzo
magine che per di lui cura nel X fece occupar la sede dal cardi-
io4 IMO IMO
nal Mario Tcodoli, e per sua ri- Ferrara. Clemente XI fece vcsco*
nunzia uel 1646 da Marc* Antonio vo Filippo Antonio Gualtieri di
Cuccini, alla morte del quale vi Orvieto poi cardinale: fatto legato
promosse il cardinal Fabio Chigi di Romagna colla residenza in Ra-
segretario di stalo, con gran giù- venna, fu sollecito del reggimento
bilo della diocesi. Supplì alla sua di sua chiesa, istituì diverse pie
assenza con zelantissime ordinazio- congregazioni, fece la visita di tut-
ni, e nel i655 fu sublimato al te le chiese, ampliò il palazzo ve-
pontificato col nome di Alessandro scovile, regalò magnifici donativi
VII. Questi nominò suo successore alla cattedrale, fu generoso co'po-
il cardinal Gio. Stefano Bonghi veri e per l'istituzione del monte
genovese, che a* 29 novembre die frumentario, indi nel 1709 venne
splendido alloggio alla celebre Cri- trasferito a Todi. Clemente XI
stina regina di Svezia. Visitò la nominò successore il cardinal Ulis-
diocesi, emanò utili provvidenze, se Gozzadini bolognese, poi fatto
approvò la concordia tra il capi- legato di Romagna: terminò la li-
tolo e il magistrato suU'accompa- te sul cerimoniale, fece edificar in
giiameuto del vescovo alla catte- Imola magazzini annonari!, e sel-
drale, e circa il luogo e l'incen- ciare le pubbliche vie, onde nel
sazione del magistrato nelle solen- foro gli fu eretta onorevole me-
ni funzioni. Nel 1659 celebrò il moria. Nel 1714 siccome legato
sinodo diocesano stampato in Imo- per benedire in Parma le nozze di
la pel Massa ; abbellì la cattedra- Elisabetta Farnese con Filippo V,
le, ampliò l'episcopio, e nel i663 decorò il capitolo colle onorevoli
venne ti'asferito alla chiesa arcive- insegne del rocchetto e cappa ma-
scovile di Ferrara. gna. Celebrò nel 17 18 il sinodo
Alessandro VII nel 1664 nomi- diocesano, regalò e
la cattedrale,
nò vescovo Francesco Maria Ghi- finì di vivere nel Benedet-
1728.
silieri bolognese, traslocandolo da to XIII assegnò in vescovo Giu-
Terracina, e per sua rinunzia Cle- seppe Accoramboni di Spoleto poi
mente X nel 1672 gli die a suc- cardinale. Fatta la visita pastora-
cessore il cugino Costanzo Zani. le, volle ampliar l'edifizio del se-
Questi mosse lunga e grave lite minario, ed accrebbe il numero
sul cerimoniale de'vescovi col ma- degli alunni cui die abili precet-
gistrato, ed avendo ottenuto dal tori nelle filosofiche e teologiche
Papa favorevoli decreti, fu largo discipline. Nel1788 celebrò il si-
di preziosi doni alla cattedrale. nodo diocesano che fece stampare
Piitornò alle questioni sul cerimo- in R.oma, e fu in questa circo-
niale che furono lunghe, siccome stanza che i parrochi della città
acerrimo difensore dei diritti ec- furono da lui decorati di mozzet-
clesiastici : visitò la diocesi, tenne ta nera foderata con tafFettano vio-
nel 1693 il sinodo, e morì nel letto. Generoso colla cattedrale di

1694. Innocenzo XII nel 1696 die argenterie e suppellettili preziose,


ad Imola per pastore il cardinal rinunziò 1379. Dall' arcive-
nel
Taddeo Luigi de! Verme piacen- scovato d'Urbino quivi fu da Cle-
tino; generoso co* poveri, visitò la mente XII trasferito Tommaso Ma-
diocesi, e nel 1701 fu trasferito a ria Marcili torinese, il quale in-
IMO IMO io5
Irodusse la processione del Cor- le, a benefizio della quale assegnò
pus Domini in ogni giorno dell'ot- l'annua rendita di scudi duecento
tava di tal festa. Diligentemente sulla chiesa arcipreiale di s. Patri-
"visitò per cui esiste sul-
la diocesi, zio. Nel seguente anno a'i4 feb-
la medesima voluminosa descrizio- braio consacrò nella medesima cat-
ne, e morì nel 1752. Benedetto tedrale il nominato monsig. Ales-
XIV gli fece succedere Gio. Car- sandretti, da Pio VI deputato in
lo Bandi cesenate, il quale benefi- vicario apostolico della chiesa di
cò il seminario, riedificò la catte- Comacchio. Si adoperò perchè la
drale, che come dicemmo consacrò chiesa di s. Petronio in Castel-Bo -

il nipote Pio VI dopo averlo crea- lo£.'nese fosse terminata, e perchè


lo cardinale. Ricostruì la basilica dalle fondamenta si erigesse quel-
di s. Maria in Regola; al vecchio la de'Badiani. A vantaggio della
spedale degl'infermi ed esposti al- Lugo, diocesi d'Imola, pro-
città di
tro grandioso ne fece sostituire. No- curò che s'ingrandisse il pubblico
tabilmente ingrandì 1* episcopio ; spedale, e si fabbricasse un decen-
troncò le discordie tra la magistra- te luogo per le orfane, consagran*
tura ed il capitolo pel cerimoniale^ do la chiesa de'carmelitani. In I-
Fece la visita della diocesi, si di- mola dopo aver terminata a pro-
mostrò padre cVpoveri ; nel 1765 prie spese la chiesa di s. Maria in
tenne il sinodo e compianto da
, Regola la consacrò solennemente.
tutti morì lodato per giustizia e Trasferì nella chiesa di s. Bernar-
maturità di consiglio nel 1784. H do, assai più comoda e decorosa, la
magistrato ed il capitolo gli cele- parrocchia di s. Lucia, ed in essa
brarono solennissirne esequie, e vol- vi riunì la di s. Egi-
parrocchia
le il primo che al benemerito ve- dio. Incontrò gravi spese per com-
scovo e gonfaloniere perpetuo d'I- piere l'edifizio della cattedrale e
mola si tenesse un funebre elogio il palazzo vescovile. Arricchì di
dall'eloquente d. Giuseppe Pasetti, stamperia, e ingrandì d'un braccio
mentre il capitolo da monsignor il seminario, dove
gli alunni nobi-
Alessandro Alessandretti vescovo di li apprendere le belle
potessero
Zama in partibus gli fece pronun- lettere ed educarsi, ma ora serve
ziare elegante e ragionata ora- ai seminaristi. Stabih una spezieria
zione. a vantaggio sì dell' ospedale che
Il Pontefice Pio VI a' i4 feb- dei poveri. Spiegò mai sempre una
braio 1785 assegnò a questa cit- eroica generosità verso i misera-
tà e diocesi per vescovo il cardi- bili, ed una somma affabilità con
nal Gregorio Barnaba Chiaramon- tutti. Allorché i repubblicani fran-
ti di Cesena, già abbate cassinese cesi invasero la diocesi, il cardina-
e vescovo di Tivoli, ed i dome- le si die ogni premura pel greg-
nicani d'Imola si distinsero nelle ge affidatogli, difendendo e proteg-
dimostrazioni di giubilo. Prese pos- gendo or con la voce, or colla
sesso per procuratoreni a' 17 feb- penna la religione e la fede, con-
braio, ed in persona a' 1 2 agosto. sigliando gii abitanti alla pace, e
Avendo stabilito di fare la visita ad accogliere prudentemente l'i-

generale della diocesi, a' 19 aprile nimico. Trattò con urbanità gli uf-
1786 l'incominciò dalla cattedra- fìziali dall'esercito invasore, consa-
,

to6 IMO IMO


pevolc di nulla ottenere col rigo- camenttt il tuo ministero, e pub-
le, ed esporre pastore e gregge. blicò diverse omelie acciocché i
1 cittadini di Lugo imbrandirono diocesani fossero fermi nella fede,
Je armi contro gli occiipatori, il e non declinassero dai divini pre-
cardinale rivolse loro avvertimenti cetti.
pacifici, ma essi tratti da zelo non Dopo che Napoleone riunì in
l'udirono, indignali dalle imposi/ioni una sola le due repubbliche Cispa-
ch'esigevano i francesi, che inoltre dana e Traspadana, sotto il nome
volevano la stalna d'argento del di repubblica Cisalpina, in una o-
loro patrono s. Ilario. La militare melia o pastorale che il cardinal
licenza ed il risentimento de' con- Chiaramonti pubblicò sul governo
quistatori repubblicani non conobbe repubblicano, ad impedire inutili
limiti, ed orrendo fu il saccheggio rivolte, riportò alcuni passi della
dell'infelice Lugo. Alle calde pre- Bibbia, sebbene dichiarasse » che la
ghiere del vescovo i lughesi furo- forma del governo democratico a-
no risparmiali da mali maggiori, non è in op-
dottata fra noi, no,
e le sacre vergini furono salve. posizione colle massime fin qui
S'interpose eziandio perchè il monte esposte, né ripugna al vangelo".
di pietà d'Imola non venisse spoglia- Come si legge nel lesto riportalo dal
to. Dopo l'armistizio, prevedendo Pio suo biografo Artaud a p. 49- P^"
VI quanto avvenne, invitò il car- rò il Pistoiesi tom. IV, pag. 4^ s»
dinale a guardarsi di rimaner pri- esprime diversamente; egli dice:
gioniero del nemico, per cui si ri- »» riportò alcuni passi della Bibbia,
tirò presso il Savio nel palazzo di per dare sempre più a conoscere
sua flimiglia. Partito per Roma, 1 incompatibilità della cattolica re-
in Spoleto ricevè lettera da quei ligione col repubblicano regime ".
che in Imola aveano preso le re- Indi soggiunge che il ministro di
dini del governo, in cui era solle- polizia in Milano ne scrisse al
citato di ritornare alla diocesi, es- direttorio di Parigi, ma il car-
sendo necessaria la sua presenza dinale seppe addurre in sua dis-
ed autorità, onde conservare la colpa SI valevoli ragioni, e nel
tranquillità ne'diocesani. Allora il tempo «tesso produrre sì efficaci
cardinale interpellò il Papa come mezzi , che non fu rimosso dalla
doveva regolarsi, e n'ebbe in ri- sua diocesi, come per lo stesso og-
sposta che non cedesse all' invito, getto era antecedentemente acca-
per cui prontamente recossi in Ro- duto al cardinal Mattei arcivesco-
ma. Dopo la pace conchiusa a To- vo di Ferrara, poi plenipotenziario
lentino tra la repubblica francese pontificio alla pace di Tolentino.
ed il Papa, il cardinale sempre Inoltre dice il Pistoiesi: » Ne devesi
sollecito della sua chiesa, e temen- con Potter, de Pradt e
allatto credere
do per essa, ottenne da Pio VI Simon che il zelantissimo vescovo
di potervi ritornare, lo che eseguì. avesse avuto influenza alcuna nei
Giunto il vescovo in Imola vide i comizi per la formazione della mede-
disordini cagionati dagli stranieri sima repubblica, né tampoco ch'egli
sbandati i fedeli ministri di Dio, elegesse e nominasse i deputati del
perseguitati e imprigionati, la mez- suo episcopale dipartimento Su .

zo a tante angustie esercitò frau- questo punto è a vedersi l'opuico-


IMO IMO 107
lo pubblicalo a Parigi nel iSi3 mento che prescriveva odio alla
,

intitolato : Le sacre et le couroti- monarchia, ed obbedienza a varie

» nenierit de Napolton premier, chei


Barbe. L' omelia fu compilata per
leggi eterodosse.
nale nel suo lodevole proponimen-
Stabile il cardi-

la festa e pub-
del santo Natale, to non poterono rimoverlo, per cui
blicata collestampe con questo ti- fu immediatamente spogliato della
tolo Omelia del cittadino cardi-
: mensa vescovile, ed il suo rispet-
nal Ciùaramanti vescovo d' Imola tabile nome infamato ne' pubblici
nel giorno del ss. Natale V anno fogli,come aderente alle opinioni
1797. Ne fece l'esame il nominato e papaline. Fu dunque il cardinale
eh. cav.comm. Artaud nella Storia di d'ammirabile esempio e d'istruzio-
Pio Fl/f voi. I, p. 43 e seg. della ne non solo al clero, ma agli uo-
seconda edizione e traduzione del mini di qualunque condizione , la
eh. cav. ab. Cesare Rovida, il quale maggior parte de' quali però co-
vi aggiunse i diversi brani tolti stantemente ricusarono di prestare
dall'originale dell'opuscolo stampa- il detto giuramento, quantunque
to in Imola, non quelli della tra- spogliati di beni , uffizi, e fino del
duzione francese. Dice l'Artaud che necessario sostentamento.
tutta la città d' Imola era in pre- Quando le truppe tedesche coi
da alla costernazione dopo che il soccorsi degl' inglesi discesero in
general Beithier si mise alla volta Italia, e si avvicinarono alla dio-
di Roma per la violenta morte cesi d'Imola, allora fu l'epoca la
dell'imprudente general Duphot, e più pericolosa della sua vita, men-
perciò chiedeva una regola di con- tre si trovò in procinto di per-
dotta al cardinale. L' omelia che derla. E in fatti appena ritirati i

levò tanto grido e che procurò tedeschi subito fu accusato come


tanti rimproveri al cardinale per reo di promossa sedizione. E per
aver lodato ed inculcato sommis- verità il cardinale avea pubblicato
sione al governo repubblicano fran- una pastorale in cui esortava i suoi
cese, aggiunge V Artaud che fu diocesani ad obbedire ai nuovi con-
composta in gran parte dal cardi- quistatori, che Iddio inviava per
nale, il resto da quelli che l'attor- ristabilire la religione. Pieno di co-
niavano compresi di spavento, ed raggio e zelo si presentò al gene-
i loro passi che dichiara inutili so- rale francese residente in Lugo,
no appunto quelli cui si appoggia- ancorché ne conoscesse il cattivo
rono in appresso le diverse accu- animo, e gli parlò con tanta ec-
se. Fa poi osservare che ninno clesiastica franchezza e mansuetu-
parlò dell'omelia sino alla circostan- dine, che rilevata dal generale l'in-

za del conclave 1800, diven-


nel nocenza del vescovo, ed ammiran-
tando un documento importante do la sua virtù, cambiò il risenti-
dopo r innalzamento al trono pon- mento in istima. In quell'epoca ven-
tificio di chi r avea sottoscritta, f ne intercettata la corrispondenza
nemici della religione procurarono che il cardinal vescovo avea coi
eziandio con minacce d' intimorire cardinali Giovannetti e Mattei. Nar-
il pio cardinale, intimandogli an- ra il Pistoiesi, che avendo i due
cora la perdita di tutti i suoi beni, cardinali esortato i loro diocesani
se non prestava il civico giura- a prendere le armi in favore della
,

io8 IMO IMO


religione e dell'imperatore d*Au- prendere il viaggio e sostenere le
shia, da ciò ebheio luogo le ac- spese per Venezia
mantenersi in
cuse in parte vere, ed in parte in- ricorse ad alcune che ia
persone
\entate dal repubblicano magistra- Roma avea conosciuto, una delle
to d* Imola e dai nemici del car- quali gli rimise mille scudi. Giun-
dinal Chiaramonli ,Bo- i quali in to in Venezia il cardinale nelT ot-
logna riferirono comandante, che
al tobre 1799, ^ "°" trovando allog-
gli austriaci erano stati amichevol- gio presso gli antichi suoi confra-
mente accolti dagl' imolesi e che , telli monaci benedettini, prese al-
il vescovo aveva emanato un edit- loggio nel convento dei domenica-
to, col quale si comandava ai dio- ni de' ss. Giovanni e Paolo già ,

cesani di precipitarsi contro i fran- onorato dalla presenza di Pio VI.


cesi. Il generale residente in Bolo- Entrato il cardinale in conclave
gna part\ con forte di-
indispettito, meritò di essere sublimato al pon-
staccamento per Imola, protestan- i4 marzo 1800, e prese
tificato a'
do che avrebbe severamente pu- il nome Pio VII, mentr'era l'ot-
di
nito il vescovo, e saccheggiata la tantesimo ottavo vescovo d'Imola,
ribelle città. Allora il cardinale ve- chiesa di cui volle ritenerne il go-
nuto in cognizione di ciò, a libe- verno pastorale benché Pontefice.
rare Imola dalla militare depreda- Impossibilitato però a reggerla da
zione, parli verso l'armala france- sé medesimo, primo suo
destinò
se, ed incontratala gli riuscì dimo- vicario apostolico monsignor Tad-
strare al comandante 1' innocenza deo preposto della Volpe, che mori
degl' imolesi, e l'adempimento dei a' i5 gennaio 1807, celebrato con
suoi doveri. Tale condotta, l'umil- lodi dall'anonimo imolese, dall'ar-
tà del cardinale, ed insieme la sua ciprete Luca del Carretto Mancur-
sacerdotale costanza, non solo sal- ti, e dal canonico d. Carlo Monti
vò Imola, ma quasi tutta l'Emilia, che Pio VII nominò prò- vicario
poiché eccitò coraggio negli altri generale.
vescovi ad esercitare coraggiosa- Avendo Pio VII a' 16 settembre
mente il pastorale ministero. Tut- i8o3 conchiuso un concordato cou
tavolta in seguito venne allontana- Napoleone, ebbe luogo nell' Italia
to dall'amato gregge, e fu costret- una nuova circoscrizione di diocesi,
to cercare asilo in straniere con- ed Imola venne assoggettata alla
trade. Intanto essendo morto Pio giurisdizione dell'arcivescovo di Bo-
VI, volendo Dio dargli un succes- logna, e poscia secondo la dispo-
sore, in breve tempo dissipò la re- sizione di Clemente Vili ritornò
pubblica Cisalpina e l'effimera Ro- ad essere suffraga nea della metro-
mana, movendo l'animo dell'impe- politana di Ravenna. Aveva Pio
ratore Francesco li ad oflVire al VII designato a vescovo d' Imola
sacro collegio Venezia per la cele- ir degno e virtuoso cardinale An-
brazione del conclave. A questo vi tonioDugnani milanese, ma egli
fu naturalmente invitato il cardi- modestamente ricusò di accettare.
nal Chiaramonli, il quale avendo Dopo la sua gloriosa deportazione,
speso quanto possedeva a sollievo come abbiamo detto superiormen-
de' poveri della diocesi, non poten- te. Pio VII onorò di sua presenza
do da Imola ove si trovava intra-. per- diversi giorni Imola , dispensò
IMO IMO 109
copiose limosine alle parrocchie per virtìi e dottrina, massime nell'ar-
i miserabili, e nell'anno del suo XV cheologia. Nelle politiche vicende
pontificato fece coniare una meda- in Bologna apri la sua casa alla
glia d'argento colla sua effigie con miseria ed alla povertà, ed in Cen-
triregno e piviale, e l'epigrafe pivs to ricevè ospitalmente molti pre-
VII PONT. M. A. XV ; e neir esergo lati, canonici vaticani e pii sacer-
due guerrieri galea li ed armati con doti. Visitò la diocesi, consacrò la
clamide che custodiscono la sedia chiesa parrocchiale di Casola Val-
pontifìcia, ov' è ricamato lo Spirito senio, fece aprire il convento dei
Santo fra raggi. Intorno si legge il cappuccini in Imola ed in Lugo,
motto: VRBI ET ORBI RESTITVTVS , C e procurò che fosse riaperto il con-

sotto l'iscrizione: fides et cvsto- vento della stretta osservanza fran-


DIA MILITVM CAESEN. ET FOROCORNEL. cescana in Massa Lombarda. Altret-
Donò Pio VII la somma di sei- tanto operò coi monisteri delle sa-
mila scudi ad Imola per abbellire cre vergini, e fece riaprire il mo-
la cattedrale, die soccorsi per do- nistero delle domenicane in Imola,
tare povere zitelle, ed in vantag- alla cui cattedrale restaurò l'altare
gio de' luoghi pii, e fece de' doni maggiore. Inoltre Pio VII Io di-
al seminario. Concesse il privilegio chiarò legalo di Romagna, e mori
a tutti i canonici nelle feste solen- encomiato nel 1825 e fu sepolto
ni diassumere le vesti pontificali, nella detta cattedrale.Leone XII
e quindi anche la mitra; ed al nel concistoro de' i3 marzo 1826
preposto come all' arcidiacono in nominò in successore monsignor
l>erpetuo conferì il titolo di prelati Giacomo Giustiniani romano arci-
domestici. Alla cattedrale donò vescovo di Tiro in partibus nun- ^

quattro calici, Ire d'argento ed uno zio apostolico di Madrid, che a'2
d' ornato di gemme , e fece
oro ottobre del medesimo anno creò
un'urna d'argento nobilissima ed cardinale. Siccome di questo par-
ornata per custodia delle sacre re- lammo con qualche diffusione alla
liquie. Finalmente nel concistoro sua biografìa , ivi trattammo del
degli 8 marzo 1816 si dimise dal suo governamento della diocesi imo-
governo della chiesa d'Imola, con- lese. Di esso se ne parla nell'Or^-
ferendolo al cardinal Antonio Ru- zione funebre del conte Alberghet-
sconi bolognese nato in Cento, con ti,che annunziammo in delta bio-
dichiararlo vescovo della medesima. grafia, e posciastampata in Roma
Wel 1817 promosse il pro-vicario nel i844' Ivi dicesi quanto fece
Monti imolese al vescovato di la magistratura e tutti i buoni
Sarsina, e nell'anno seguente lo cittadini sdegnati e dolenti pel mal
trasferì a quello di Cagli e Per- inteso zelo di quelli che invasero
gola. Quanto al cardinal Rusconi, e saccheggiarono l'episcopio, e co-
questi d'abbreviatore di parco mag- me il cardinale ritornò in città a
giore Pio VI lo annoverò alla modo di dopo la sua riti-
trionfo
congregazione de' pubblici sgravi, rata, e come benignamente perdo-
indi lo fece uditore di rota, e passa- nò il grave fallo.
ti quindici anni Pio VII stesso nel Per sua libera dimissione il Pa-
1804 lo elevò al cardinalato, co- pa Gregorio XVI nel
regnante
me quello che si distingueva per concistoro de' 17 dicembre i832
,

no IMO IMO
tratlatò a qnesUi dalla cliiesa ar- quale migliorò riformandone gli sta-
civescovile di monsignor
Spoleto, tuti. Istituì una cosa di ritiro pet
Gio. Maria Maslai Ferra Ili di Se- clero presso la chiesa del cimiterio,
iiigallin, già direttore in Roma dol- e cpiesto pure fu da lui beneiìca-
l'ospizio dell'Aisunta detto di Ta- to. Fondò un'accademia biblica con
ta Giovanni, deputato della pia ca- analoghe regole , stabilendo adu-
sa degli orfani, presidente dell'ospi- nanze al clero una volta al mese
7Ìo apostolico di s. Michele, e spe- nell'episcopio, ove uno degli acca-
dito nel Chili per affari della san- demici traila un argomento bibli-
ta Sede. A premiarne i meriti e co. E per non dire di altro, va
lo zelo pastorale lo slesso Grego- ad ultimare un ricetto per le gio-
rio XVI, con tripudio della diocesi vani pericolanti nelle convenienti
imolese che tuttora paternamente case da lui acquistate, dappoiché
governa, nel concistoro de' ^3 di- sono molti plici le sue cure pasto-
cembre i83g lo creò cardinale, rali, le sue sollecitudini per la pub-
pubblicandolo in quello de' i4 di- blica istruzione, è gl'immensi van-
cembre 1840. Il dolio canonico d. taggi che ne sperimenta la dio-
Antonio Fantini nella tornala de- cesi.
gli accademici industriosi tenutasi La chiesa cattedrale, bellissimo
li i84i pronunziò una
10 gennaio edilìzio, è dedicata a Dio in oiio-
eloquente orazione per tal promo- re di s. Cassiano martire, con bat-
zione in lode dell'amabilissimo ve- listerio, e cura d'anime che si fun-
scovo^ che fu stampata in Imola ge dal canonico deputato. Il ca-
dal Benacci. A pag. 6 e seg. prin- nonico che ha cura d'anime in cat-
cipalmente ne enumerò le bene- tedrale avea titolo di arciprete nel
merenze, lo zelo, la mirabile atti- capitolo normale, ma ora è cano-
vità, l'esempio di sue virlù
e nico parroco. Al piesente il capi-
massime vantaggio de' pii sta>
in tolo si compone di nove dignità,
bilimenti. Ha impiegato vistosa som- la maggiore delle quali è il pre-
ma per rendere splendida di or- posto, di nove canonici comprese
namenti e marmi la cappella del- le prebende del teologo e del pe-
la Vergine Addolorata nella chiesa nitenziere, di sei mansionari, e di
de* servili ; abbellì con eletti mar- altri preti e chierici addetti all'uf-
mi il sepolcro del martire proletto- fìziatiira. Però essendosi aggiunti
re nel sotterraneo recinto; aumentò nel 1889 due mansionari onorari
i comodi dell'episcopio, lo abbellì e con diritto di successione alla pri-
decorò di elegante facciala. Nel semi- ma vacanza, al presente i mansio-
nario eresse un convitto pei chierici nari sono otto. L'episcopio è situa-
di tenue fortuna. Provvide agli or- to incontro la cattedrale, ed è un
fani ed alle orfane, ed alla islru- ottimo palazzo. Oltre la cattedra-
«ione religiosa della gioventù di le nella città vi sono altre dieci
bassa condizione; chiamò da Na- chiese parrocchiali, due delle quali
poli le figlie della Carità di s. Vin- munite del sacro fonte; tre con-
cenzo de Paoli, e le pose nei con- venti di religiosi, due monisteri di
«ervatorii delle Giuseppine e delle monache, un conservatorio, diversi
esposte, ed ancora nell'ospedale, sodalizi, ed altri pii stabilimenti
i' economica amministrazione del già nominati. La mensa ad ogni
IMP IMPn. 1

nuovo vescovo è lassala ne* libri riportatoun» vittoria egli sfesso o


della camera apostolica in norini per mezzo de' suoi luogotenenti, sa-
Irecenlocinquanta , ascendente la lutato era con quel titolo, ed ac-
rendita circa a novemila scudi ro- clamato imperatore dai soldati ; in
mani nontmllis oneribiis gravati. quella occasione i littori del coman-
L'Ughelli weW Italia sacra ci dà dante vincitore ornavano di rami
la serie de' vescovi d* Imola nel d'alloro i loro fasci, e il coman-
tom. II, pag. 6i8 e seg., e lom. dante stesso indirizzava al sennto
X, pag. 271. Abbiamo inoltre: An- una lettera circondata di rami d'al-
tonio Maria Manzoni , Episcoporum loro, nella quale dopo di aver ren-
Corneliensium, sive Imolensiuni hi- duto conto de' suoi felici successi,
storia^ Favenliae 1719 ex praelo pregava quel corpo a ratificare la
Josephi Antonii Archi. Series epi- proposizione fatta dai soldati a fa-
scoporum Forocorneliensium a Fer- vor suo, e di decretare pubbliche
dinando Ughellio digesta, deinde preghiere in suo nome, a fine di
a Nicolao Colelo emendata et an- rendere grazie agli dei de' prospe-
cia, postremo a Francisco Antonio ri avvenimenti. Se accolta era quel-
Zaccaria restituta quinque cum dis- la inchiesta , riguardavasi questo
sertationibus in Ughelli proemìum: come un preludio al trionfo; quel
nccedunt nunc gesta Pii VII Pont. comandante continuava in appresso
Max. Forocorneliensis jam epìsco- ad assumere il nome d' imperato-
pi t et Antonii cardinalis Rusconii re, e non lasciava quel titolo se
episc.^duos in tomos distributa^ Fo- non che al suo reingresso in Ro-
rocornelii iSiotypis seminarii apud ma. Quanto all' impero o imperio,
Joscphum Benaccium. titolo che si dà al dominio e sta-
IMPERATORE ed IMPERO. to dell'imperatore, che dai nostri
Imperatore o imperadore, impera- antichi scrittori dicevasi dover esse-
tores furono cbiamali dagli antichi re sopra ogni signoria temporale,
romani que* che avevano il supre- nei diversi tempi però, e nei di-
mo comando delle armi, e que' che versi luoghi si diede il nome d'im-
a Giulio Cesare sucoedellero nel- pero agli stati sottoposti a un ca-
l'assoluta autorità , quindi impera- po che aveva il titolo d' impera-
tori si dissero da noi diversi altri tore ed ordinariamente di re.
,

monarchi signori assoluti di molte Quindi si nominano l' impero de-


Provincie. Imperatrice, iniperatriXj gli assiri ,
quello de* medi ,
quello
nome che dà a quelle donne
si de' persiani, quello de* greci, l'im-
che hanno dignità ed autorità im- pero romano, il basso impero, cioè
peratoria. Impero o imperio, im- quel periodo degli ultimi tempi del-
perium , dominio e stato dell'im- l' impero romano che d'ordinario
peratore, dominio e signoria. Cosi si fa cominciare da Valeriano pro-
il Dizionario della lingua italiana. clamato l'anno 253 di nostra era;
Il nome d'imperator, derivato dal si estese però quel nome da alcu-
veibo imperare, davasi dai roma- ni scrittori, ed anche si applicò con
ni a tuttii comandanti degli eser- una specie di abuso all' impero
citi; e talvolta si chiamava impe- greco d'oriente, che con l'impero,
ratore, in significato lutto partico- d'occidente possedevano i rispetti-
lare, un comaudante che dopo aver vi imperatori quegli stati che avea»
II» IMP IMP
no formato rantico impero roma- peratore, che il popolo deferito gli

no. Jn appresso alcuni stati d'Eu- aveva, affine di contrassegnare l'au-


ropa ed anche d'Asia e d' Africa torità assoluta di cui godeva nella
non die d'America assunsero il ti- romana repubblica; e da quell'e-
tolo d'imperi, come l'impero tur- poca in poi il titolo d'imperatore
co o ottomano la Russia si qua-
; diventò titolo di dignità. Giulio
lificò col nome d'impero; impero Cesare pertanto gettò fondamenti i

britannico nominaronsi gli stati u- dell'impero romano nell'anno del


nili della Gran Bretagna. In epo- mondo 8956 , cioè (juarantotto
ca recente la Francia formò per anni circa avanti la nascita di Ge-
qualche tempo un impero; l'impe- sù Cristo. Allorché tuttavia prin- i

ro germanico fu disciolto, e gl'im- cipi che succedettero a Giulio Ce-


peratori ritennero quel titolo e sare avevano compiuta qualche
quella dignità semplicemente come spedizione in modo luminoso, ve-
imperatori austriaci : un nuovo im- nivano essi come impera-
salutati
pero surse pure nel Brasile. Gli tori, e quell'omaggio ch'essi non
antichi re di Marocco presero il dovevano ne alla loro qualità, né
titolo d' imperatori , senza parlare al loro grado, era soltanto un pre-
degl' imperatori del Messico, del mio del coraggio e della destrezza
Mogol, che or piìi non sono, e di di un
gran capitano. Si osserva
quelli della Cina e del Giappone, che Augusto nipote e figlio adot-
che sono forse più antichi.
i tivo di Giulio Cesare, e suo suc-
L' impero degli assiri di cesi fon- cessore nell'autorità assoluta, rice-
dato da Nembrod circa 1800 an- vette venti volte il titolo d'impe-
ni dopo la creazione del mondo, e ratore per aver riportato altrettan-
secondo quel computo ebbe a sus- te vittorie celebri; così l'esercito
sistere sino all'anno SiSy in cui di Tito lo accordò a quel princi-
morì Sardanapalo. Arbace gettò i pe dopo la presa di Gerusalemme,
primi fondamenti dell' impero dei e quel costume sussisteva ancora
medi nel suddetto anno del mon- a' tempi di Traiano morto nell'an-
do 8257; ma Ciro nell'anno 3467 no 1
1
7 dell'era volgare. La digni-
Io riunì .a quello de' babilonesi e tà d' imperatore, riunita in una so-
de' persiani. Questo, di cui si è ac- la persona da Giulio Cesare, e di-
cennata l'origine o l' ingrandimen- venuta il titolo e la qualificazione
to, ebbe il suo termine di là a 260 di un potere assoluto, passò come
anni, dopo la morte di Dario Co- in eredità ne' tre primi successori
domano, verso l'anno del mondo di quel principe, Ottavio Augusto,
3674. L'impero de'greci non pi> , Tiberio e Caligola. Ottavio fu il

gliandosi secondo ilcomune avviso primo ad essere fregiato del titolo


degli scrittori se non per la dura- di Augusto ( Fedi), che poi presero
ta del solo regno di Alessandro, gl'imperatori successori ; inoltre gli
cominciò noli' anno del mondo imperatori presero anche il titolo

3674 j e finì colla morte di quel di Cesare [Fedi), dal nome di Giu-
conquistatore nell'anno 368 1. Es- lio Cesare, sebbene il senato lo at-
sendosi Giulie Cesare fatto nomi- tribuì all'erede dell' impero. Gl'im-
nare dittatore perpetuo nell'anno peratori d' occidente o di Germa-
708 di Roma, pigliò il nome d'im- iiia assunsero anch'essi i titoli di
IMP IMP ii3
cesare e di augusto ad imitazio- imperatori Valente , Teodosio sé*
ne degli antichi imperatori romani niore^ Arcadio e Giustiniano I fe-

ai quali jBt^no succeduti. Dopo la cero un decreto sopra questo pun-


morte di Caligob, avvenuta nel- to, che l'ultimo pose nel codice
l'anno 4' di nostra era, la digni- suo nel 27, de .itatuis
lib. I, tit.

tà d' romano diventò


imperatore et imagiiiibusy in cui espressamente
elettiva.Claudio fu proclamato im- si vieta qualunque sorta di adora-
peratore dai soldati della guardia zione si volesse prestare alle impe*
pretoriana, e da quell'epoca in poi riali statue, come solevano gl'ido-
le armate romane si arrogarono il latri co' loro numi, nel giorno del-
diritto di scegliersi un padrone, e la solenne dedicazione delle mede-
quella scelta cadde più volte sopra sime. Teodosio nel suo codice dan-
im semplice soldato. K da notarsi do ancor esso ordini circa le im-
che Augusto per sopraffina politi- periali immagini, vuole che si de-
ca ricusò il titolo di signore, domi- dichino senza l'ambiziosa alterigia
nus^ ciò che fu il soggètto delle dell'adorazione, come si legge nel
erudite dissertazioni di Meursio, di lib. i5, i4; laonde le espressioni
tit.

Emilio, di Rool, di Vandale, e di che si trovano nei medesimi codici :

Henringio, i cui titoli si leggono Adorare purpuram principis ; A-


nel Cancellieri, Lettera sul Domi- dorare serenitatem principis j Ado-
nus ec, benché poi Augusto non rare diuturnitatem imperli^ non al-
mostrasse il minimo risentimento tro significano, che baciare rispet-
per gli altari innalzati in onor suo tosamente la porpora imperiale;
in Lione ed in Narbona, e che la che salutare la nobiltà del princi-
colonia Tarragonense gli battesse pe; che augurare al medesimo utì
una moneta coli' iscrizione deo au- lungo impero. Nei paesi orienta-
gusto. Del titolo di Divo e Divi- li, dove si adopera molto l'incen-
nissimo che gì' imperatori romani so, andavano ad incontrare i po-
accettarono ancor viventi, come del- poli dette immagini con cerei è
la loro apoteosi, ne parlammo al- con incenso. Neil' elezione degli
l'articolo Divinità [P'edi). Il titolo imperatori, come nel trionfo dei
Czar (Fedi), che prima aveva l'im- vincitori, avevano luogo le accla-
peratore delle Russie, vuoisi deri- mazioni, le cui formule possono ve-
vato dal titolo di cesare. dersi presso il Brissonio, De for-
GÌ' imperatori tosto che veniva- mulisi ed il Ferrari, De \>eterant
no eletti spedivano il loro ritrat- acclamationibus. Eguali acclama-
to a Roma ed agli eserciti, affin- zioni si fecero agl'imperatori cri-
chè si attaccasse alle romane inse- stiani quando giunse in Roma
; e
gne militari ; ed alle città più ric- l'immagine dell'imperatore Focat
che e cospicue ne' primi tempi, e e di Leonzia Augusta il rito di
poi a tutte; quali ritratti erano
i queste laudi s' incontrai presso s.

chiamati immagini laureatae o la- Gregorio I, lib. II Regesti ove nar-


hratae^ e venivano ricevute con fe- ra che alle dette immagini man-
ste e giuochi ; e questo era il mo- date in Roma acclamatuni est in
do ordinario con venivano i
cui Laterano in basilica Julii ab omni
nuovi principi riconosciuti, di che clero vel senalu: Exaudi Christe^
trattanimo all'articolo Ivimagine. Gli Phocae Augusto, et Leontiae Ali-
YOL. xxxiv. 8
,

Ii4 IMP IMP


gustae vita . Poscia ripose dette daglioni, dice che gli antichi rap-
immagini nelToralorio di s. Cesa- presentarono col globo la terra a-
reo martire, presso il sacro palaz- vendo cognizione che fosse roton-
zo, cioè quelle molte case ampie da; e perchè per la sua grandez-
per uso del Pontefice, o dell'im- za chiamavano per esagerazione
peratore occorrendo che fosse in l'imperio romano impero di tutta
Roma. Il sacerdozio o il pontifi- la terra , e gì' imperatori padroni
cato massimo annesso era alla di- di tutto mondo,
per questo il
il

gnità d'imperatore, siccome appa- globo in forma di palla fu preso


re dalle medaglie; in questo mo- per simbolo dell' imperio sino dai
do gì' imperatori romani erano ad tenjpi d'Augusto ; e siccome a Gio-
un tempo alla testa dello stato ci- ve per il cielo e per la terra ne
vile, del militare, ed anche della davano due, così ne mettevano uno
religione e dei sacerdoti. Abbiamo in mano alle statue degl' impera-
dal celebre latinista d. Domenico tori , e nelle medaglie , leggendosi
Antonio Marsella // Pontificalo : in una di Costantino l'iscrizione:
Massimo non mai assunto dagli BECTOR ORBis. Nel poH'C gli anti-
imperatori cristiani, 1789. Roma chi la figura della S^ittoria sul glo-
Tullavolta si legge nel Rinaldi die bo, intesero denotare la vittoria
sino a Graziano gì' imperatori cri- ottenuta o con parziali trionfi o
stiani tennero il pontificato mas- per tutte le provincie dell'impero;
simo, non per sacrificare, ma per nelle medaglie d'Augusto un mon-
ricevere la podestà ed autorità ch'e- do simile fra due rami d'olivo si-

ra somma, e forse con permesso gnifica la pace di tutto il mondo.


de' Papi, e Costantino lo trovò in- Gl'imperatori cristiani in vece del-
dispensabile essendo allora il sena- la figura della Vittoria vi posero
to quasi tutto gentile. Inoltre gl'im- la croce per dimostrare che la re-
peratori si chiamarono optimi ma- ligione avea
dato loro 1' imperio
ximi, e alcuni olimpi, titoli presi del mondo.
Del globo imperiale
da Giove; e veniva loro dal sena- ne parlammo pure al voi. XVIf,
to conferita la tribunizia potestà e pag. 177 del Dizionario. In un
imperio proconsolare, dopo avergli medaglione si vede il mondo di-
il medesimo dati nomi di Cesa- i viso da una croce in quattro parti
re, d'Augusto, e il pontificato mas- per i quattro caldini principali
simo. Talvolta gl'imperatori si tra- secondo i quali davano quattro
vestirono da dei, e le imperatrici parti alla terra, non già che aves-
romane vennero rappresentate sot- sero gli antichi cognizione della di-
to figure di deità, I loro nomi era- visionede' moderni geografi. La
no portati scritti dai soldati negli prima immagine d'imperatore, che
scudi e sulla carne; e le loro im- apparisca col globo colla Vittoria
magini scolpite in gioie furono ado- sopra nella destra, si è quella che
perate come amuleti. Figurati in rappresenta nelle medaglie di Tar-
diversi modi nelle statue, meda- ragona la statua d' Augusto eretta
glie ec, lo furono eziandio col glo- da quella città. Altra principale
bo, simbolo del mondo e dell' im- insegna iujperiale fu ed è l'aquila,
pero romano. Il Buonarroti a pag. come si disse altrove. Alcuni cre-
344» Osservazioni sugli antichi me- dono che l'aquila con due teste siasi

4 .L^ùix
IMP IMP ii5
incominciala ad usare fino dai tem- leopardi. Alcuni opinano che i ro-
pi di Costantino imperatore , per mani pigliassero l'aquila da Giove
dimostrare riunito nella sua per- cui era sacra, o per, imitare i to-
sona l'imperio occidentale ed o- scani, ovvero che la ricevessero da-
rientale, e perciò Blosio Palladio gli abitanti dell'Epiro. Le aquile
cantò : romane non erano dipinte sopra gli
stendardi, ma scolpite in oro o ia
Pietà hiceps Àquila hinc Occasum, argento, o piuttosto in rame o in
hinc ditm adsptcìt Ortum, bronzo , e si portavano in cima
Alter y ait^ nostri est, Caesaris d'un' asta: esse avevano le ali di-
alter erit. stese, e talvolta erano effigiate col
fiilmine tra gli artigli. Sotto l' a-
Ma niuno ne ha trattato più quila si appendevano al legno del-
dottamente del Du Gange nella dis- l'asta ora degli scudi , ora delle
sertazione De Impp. Cp. seii de in- corone. Costantino fu il primo,
ferioris aevi , vel imperii , uti vo- dicesi , che introdusse l' aquilaa
calitànumismatihus, dal num. XIV due teste, per significare che l'im-
al num. XVIII, ove si descrive A- pero, sembrasse diviso,
tuttoché
quila imperii symholum Romano^ non formava però che un sol cor-
rum hiceps in nummis hyzantinis po politico, opinione che vuoisi
et occidentalis imperii. D. Sebastia- dubbia. Secondo altri, fu Carlo
no Ciampi Ferìae Varsa-
nelle sue Magno che nel riprislinamento del-
vienses eruditamente ragionò del- l'impero occidentale, ripigliò l'a-
l'aquila, insegna degl' imperatori quila come insegna de' romani, e
d'occidente e di Germania fino al se- che vi aggiunse una seconda te-
colo XIV , e della bicipite intro- sta ; tuttavia non si vede che una
dotta dai greci imperatori, per di- sola testa all'aquila nel sigillo del-
stinguersi dagli occidentali, ed adot- l' imperatore Carlo IV sulla bolla
tata nel 1 284 da Amadeo V eon- d'oro. Sembra che si possa conve-
te di Savoia, e poi secondo il Lu- nire col dotto p. Menestier, il quale
dewig nel i447
imperatore d^^^' dice, che nello stesso modo che
Federico III, oltre varie belle no- gì'imperatori d'oriente, quando era-
tizie aggiunte sull'aquila nera de- no due sul trono , improntavano
gl'imperatori di Germania, e dei sulle loro monete una croce a dop-
marchesi di Brandeburgo poi re di pia sbarra, che ciascuno degl' im-
Prussia, e della bianca vessillo ed peratori teneva con una mano, co-
insegna dei polacchi. Si legge nel me essendo il simbolo de'cristiani,
Dizionario delle origini le seguenti così fecero egualmente rispetto al-
notizie sull'aquila, uccello che ser- l'aquila nelle loro insegne, ma in-
vì d'insegna agli stendardi di diver- vece raddoppiare le aquile le
di
se nazioni, e che vuoisi pei primi unirono insieme , rappresentandole
adottato dai persiani. I romani do- con due teste, nel che furono po-
po aver portato altre insegue, nel scia imitati dagl'imperatori d'oc-
consolato di Mario si appigliarono cidente, i quali lo furono dagli o-
all'aquila definitivamente , dappoi- dierni imperatori d'Austria e di
ché prima portavano indilferente- Russia. Delle cose principali che ri-
menle per insegne aquile, lupi e guardano gli antichi imperatori ro-
ii6 IMP IMP
mani se ne tratta ai relativi arti- stantinopoli. Altri dicono che il

coli, rìporlanclosi a quello di Roma trasporto della sede imperiale da


la serie dei naedesimi imperatori. Roma a Bisanzio, avvenne l'anno
Si tiene per certo da una gran 334 dell'era volgare, i 190 anni
parie de'critici moderni , che il circa dopo la fondazione dell'alma
Pontefice s. Fabiano I del 2 38 Roma. Costantino morì l'anno 337
battezzasse Filippo, il primo cristia- dopo aver diviso impero fra i
1*

no fra gì' imperatori romani, tut- suoi tre figli Costantino, Costanzo
toché non ubbia professata pub- e Costante : Costantino ebbe le
blicamente la cristiana religione, e Gallie e tuttociò ch'era al di là
il di lui figliuolo Filippo ancora delle Alpi; Costanzo la Tracia,
denominato ; propugnando alcuni l'Asia, l'Oriente e l'Egitto; Co-
che Costantino il Grande fosse il stante Roma, l'Italia, l'Africa, la

primo imperatore cristiano, si po- Sicilia , molte isole, l' Illirico, la

trebbe ritenere che Costantino fu Macedonia e la Grecia. Dalmazio


il primo imperatore che pubblica- Cesare e Costantino fratello del-
mente professò la fede cristiana, l'imperatore ebbero anch'essi par-
ed due Filippi
i primi che la i te dell'impero, come ancora Anni-
professarono occultamente. F. San- baliano, cui aveva Costantino con-
dini dissert. 6, De primo iniperat. ceduti gli abiti imperiali e il ti-

christiano j il p. Tommaso Vincen- tolo di nobilissimo. Nell'anno 35o


zo Maniglia nella diss. De annis restò Costanzo solo imperatore, e
Jesii Christi servaloris^ et de iitrìus- nel 379 Graziano dichiarò impe-
que Philippi Augusti religione^ Ro- ratore Teodosio I, gli assegnò l'im-
mae 1 74 ^ i ed il Novaes, Storia dei pero d'oriente, quindi egli si riti-

Pontefici t. Ij p. 75. Nell'anno 3 1 3, rò in occidente. Dipoi l'oriente e


governando la chiesa il Papa s. Mel- l'occidente si riunirono sotto il me-
chiade, l'imperatore Costantino resti- desimo Teodosio I che si meritò
tuì la pace alla Chiesa, e donò al Pon- il titolo di grande j morì nel 397
tefice il palazzo lateranense, colla lasciando l'impero ai due suoi fi-
giunta di rendite bastanti a man- gli Arcadio ed Onorio, che se Io

tenere il decoro della suprema di- divisero, prendendo il primo l'o-


gnità. Sul supposto editto di Co- riente ed il secondo l'occidente.
stantino, nel quale, secondo alcuni, Ma nell'anno 47^ ebbe fine l'im-
si conteneva la donazione alla Chie- pero romano d'occidente, distrutto
sa cattolica di molte provincie e da Odoacre re degli Eruli (Ftdi)^
particolarmente di Roma, si può il quale ne spogliò l' ultimo impe-
consultare Natal Alessandro, Hist. ratore Momillo Augustolo. Qui no-
ecct. saec. IV, diss. 25, art. 2. teremo, che scrivendo s. Felice III
Inoltre Costantino per le cose che nel 4^4 all'imperatore d'oriente
dicemmo all'articolo Costantinopoli Zenone, fu il primo Papa che chta-
(Vtdi)y avendo stabilito trasferire mò r imperatore col nome di Fi-
la sede dell'impero romano da Roma glio (Vedi), come s. Giovanni I

a Bisanzio, seconda ne in-


di questa recandosi nel 525 in Costantino-
traprese la fabbrica nel 326, e con coronando l'augusto Giusti-
poli, e
solenne dedicazione nel 33o gli im- no I, fu il primo Pontefice che
pose il suo nome chiamandola Co- ornò r imperatore colle insegne
IMP IMP 117
imperiali. Rallegrandosi il Papa s. usare tale titolo ne' suoi diplomi,
Anastasio II con Clodoveo I re e ad istanza di Adriano I si fece
de' franchi per essersi fatto battez- vedere in Roma vestito solenne-
zare nel 49^^ ^o chiamò figlio mente dell'abito di patrizio. Nel
della Chiesa, quindi il Pontefice s. 795 per morte di Adriano I, di
Ormisda gii mandò una corona comun consenso fu eletto in suc-
d'oro, per cui l'Alemanni, De la- cessore s. Leone III romano, che
,
teraiiciisibus parie tini s, a p. 129, ad istanza di Carlo Ma^no gli con-
chiama Clodoveo 1 imperatore o- fermò il titolo di patrizio. Sdegna-
norario, indi tratta degli impera- ti dell'esaltazione di s. Leone III,

tori onorari. Pasquale primicero, e Campolo cap-


L* imperatore d'oriente Leone della chiesa romana, pa-
pellano
V Isaurico col proteggere gli ereti- renti del defunto, dignità che es-
ci iconoclasti, si meritò la scomu- si ambivano, tramarono congiura
nica dal Papa s. Gregorio II, il contro di lui, lo arrestarono, e
quale sciogliendo gli italiani dal mezzo morto potè liberarsi dalla
Giuramento (Vedi) fatto all'im- prigione, e ritirarsi nel Vaticano,
peratore, e dai tributi, molti eres- dove si trovavano gli ambasciatori
sero signorie private, ed il ducato di Carlo Magno. Questi invitarono
romano spontaneamente per dedi- a Roma
Winigiso duca di Spole-
zione de'popoli si assoggettò al ro- to, che a questa città con buone
mano
Pontefice verso l'anno ySo, truppe accompagnò il Pontefice,
ond'ebbe principio il temporale il quale si portò da Carlo Magno
dominio della Chiesa romana. I per implorare la sua difesa come
longobardi volendo invadere tale patrizio di Roma. 11 re lo ricevet-
dominio, prima s. Gregorio II, e te in Paderbona con lutti i segni
poi s. Gregorio III invocarono il d'onore, e restò inorridito dei de-
soccorso di Carlo Martello maggior- litti di Pasquale e Campolo, che
domo de' re dei franchi, ed aven- non lasciarono spedirgli inviati con
dolo ottenuto, il secondo creò Car- falsissime calunnie contro s. Leone
io patrizio di Roma, dignità che HI. Allora Carlo Magno invitò il
portava l'obbligo di sostenere i Papa a restituirsi in Roma, facen-
diritti della Chiesa romana, e di dolo accompagnare da cinque com-
difendere le ragioni della santa missari, due arcivescovi, cinque ve<-

Sede e della città di Roma. Di- scovi e tre conti, ordinando loro
poi Stefano li detto III invocan- d'informarsi di quest'affare. Giun-
do pel medesimo motivo l'aiuto di ti in Roma ed esaminate le que-
Pipino re de' franchi figlio di Car- rele, e trovatele insussistenti e fal-
lo, e contro Astolfo re de'longo* se, mandarono con buona guardia
bardi, non solo lo conseguì, ma al re i due delinquenti. Indi por-
Pipino ampliò il principato del ro- tatosi nell'anno 800 in Roma \o
mano Pontefice. Già Stefano III stesso Carlo Magno, in un giorno
,Io avea consaci'ato re in un ai fi- fatticongregare in s. Pietro per
gli Carlo Magno e Carlomano, di- ordine e commissione del Papa gli
chiarandoli patrizi romani, protet- arci vescovi j vescovi, abbati e tutti
tori Sede aposto-
e difensori delia i signori romani e franchi, si parlò
lica. Carlo Magno incominciò ad della causa che si trovò piena di
ìi8 IMP IMP
falsità Tanto il re
ed imposture. li consapevoli del suo disegno, ed
quanto l'assemblea avendo dichia- il re v'intervenne seguito dai suoi
rato che la prima sede non poteva franchi. Il Papa ed il re giunti
essere da alcuno giudicata, e non nella basilica tra le acclamazioni
\oler sopra ciò dare giudizio, san del popolo si portarono ad ora-
Leone HI saUto sul pergamo col re avanti la tomba del principe
Jibro de' santi evangeli, ed invoca- degli apostoli ; levatisi ambedue
to il nome della ss. Trinità, di- in piedi, s. Leone IH impose sul
chiarò la sua innocenza, atto che capo del re una corona ricca, gri-
fu stimato da tutti solenne giusti- dando tutti quelli cui era nota la
ficazione. cosa : Vita e vili orla a Carlo Au'
Il Pontefice s. Leone III fino gusto, grande e pacifico impera-
dall' assunzione al pontificato si tore de'romanij coronato da Dio.
era proposto di sottrarsi in ogni Sorpreso Carlo Magno da que-
maniera dall' impero orientale, per- st'alto improvviso, titubava ad ac-
chè questo sempre mirava a tener cettare sì sublime dignità, quando
soggetti romani, benché si era-
i le acclamazioni si rinnovarono ge-
no ritirati dalla sua obbedienza, nerali, e più volte ripeteronsi, per
e perchè sempre andava di male cui Carlo giato al Pontefice ed
in peggio il potere degl' imperatori alla moltitudine illustre, accettò il

greci. Carlo Ma-


Colla venuta di sommo onore. Il Pontefice che avea
gno in Roma concepì il disegno fatto preparare l'occorrente per la
di dichiararlo imperatore e re dei sacra cerimonia, diede per il pri-
romani, ritenendo legittimamente mo Pontefice a Carlo T unzione
decaduti gì' imperatori d'oriente da sacra, e lo vestì dell'ammanto im-
ogni diritto per l'eresia degl' ico- periale romano. Carlo Magno giu-
noclasti, e quindi rinnovare l'im- rò dal suo canto ch'egli sarebbe
pero d'occidente, che dopo la mor- sempre stato protettore e Difen-
te dell'ultimo imperatore Augustolo, sore della Chiesa (Fedi), ed il
da 32-5 anni era privo di capo, ed Papa gli ratificò il titolo d'impe-
anco perchè non conveniva che gli ratore ereditario in tutta la sua
imperatori eretici d'oriente si chia- discendènza, e con autorità aposto-
massero imperatori d' occidente e lica rinnovò l' impero d'occidente,
di que' popoli co' quali erano dis» dichiarandone capo Carlo Magno.
senzienti ne' dommi della fede. Si- V. S fon d rati, in Gallia vìnd. dis-
gnificò questo pensiere ai cardina- sert. 2, g 2, n. 7; Bellarmino, De
li e principali romani, e venne ap- translat. imperi i a ^raecis ad fran-
plaiuiito, e perciò disposto con ogni cosj Petra in Constit. apost, t. IH,
segretezza di porlo in esecuzione il pag. 125; e la storia del regno
giorno del santo Natale dello stes- di Carlo Magno scritta in france-
so anno 800, giacché il re avea se da M.r de la Bruere, e stam-
mostrato desiderio di essere in quel pata in Parigi nel 174^^ nonché
giorno nella basilica di s. Pietro. principalmente il Cenni nel t. H,
Li questa festività il Papa si por- Monumenta doniinationis pontifi-
tò nella basilica vaticana coi car- ciac cap. ove ne tratta con
IH,
dinali, primari del clero, e ma- singoiar erudizione. L'Alemanni, De
gistrati romani, massime con quel- lateranensibus ^. 160 e seg., ripor»
IMP IMP 119
ta tre cause del Irasferi mento di negli Annali Bertinianì ad an. Sor,
questo impero, per il quale l'o- presso il Muratori, Scriplor. rer.
riente e l'occidente formarono due ital. toni. II, p. 5o5. Cos\ s. Leo-
imperi separati, il primo governa- ne III innalzò Carlo Magno sopra
lo dagli imperatori greci, il secon- tutti i principi d' occidente, egua-
do dagl'imperatori franchi, dappoi- gliandolo agi' imperatori d' oriente,
ché la corona imperiale rimase passando cosi nella dignità imperia-
per qualche tempo nei diversi ra- le quella del patriziato o sia l'av-
mi della casa di Carlo Magno, ora vocazia della Chiesa, essendo più
in Francia, ora in Germania, e splendido il titolo d' imperatore in
talora anche nell'una e nell'altra confronto di quello di patrizio. Per
soggette allo stesso principe. All'ar- segno di questa avvocazia pontifì-
ticolo s. Leone III parleremo di un cia o sia difesa della romana Chie-
riprovevole quadio, che si riprodus- sa, solevano i Papi cinger la spada
se anche in rame, in cui il pittore al nuovo imperatorej e porre e-
Fiammingo Odwaere, pensionato ziandio il di lui nome nelle monete
dall'accademia di Francia, eseguì pontifìcie, ma non in tutte, trovan-
in R.oma nella fatale epoca del dosene Stefano V, di s. Nico-
di
1810, ed in tempo che ad ogni lò I, Giovanni Vili, di Stefano
di
costo per piacere ai persecutori VI, di Benedetto IV, di Anastasia
della Chiesa si tentava l'oppressio- HI, di Giovanni XII, di Leone
ne del romano Pontefice. Fidato Vili, di Benedetto V e di altri
l'artista ad un passo degli annali Pontefici col solo nome del Papa,
d'Italia del Muratori, in cui si ci- giacché il nome e 1' anno dell'im-
tano queste parole degli antichi peratore, che talvolta si leggono
annali de' franchi : a Ponti/ice negli atti pubblici de'sommi Ponte-
more antiquorum principum adora- fici , non vi furono posti che per
lus est^ senza aver presenti le leggi maggior indizio e contrassegno del
degli antichi imperatori, che citam- tempo in cui furono scritti, in se-
mo di sopra, i quali espressamente quela di quanto si accenna anche
vietarono qualunque sorta di adora- nella prefazione della novella XLVU
zione si volesse prestar alle loro di Giustiniano, intitolala: Ut prae-
immagini; il pittore rappresentò fal- ponalur nomea imperatoris docu"
samente s. Leone III prostrato in- mentis ; e per questo in un medesi-
nanzi a Carlo Magno dopo di aver- mo atto pontificio si trova scritto
lo incoronato.Così ancora diremo del- il nome dell'imperatore d'oriente,
la trionfante confutazione di monsig, dell'imperatore d'occidente, ed an-
Antonio Santelli fatta colla dotta che quello del re longobardo unito a
dissertazione intitolata : Oltraggio quello del greco augusto. Ora è a dir-
a Leone IH ed a Carlo
fatto si brevemente in che consistessero gli
Magno in un quadro ed una uffizi dell'avvocazia.
stampa esprimenti V adorazione del Il principale di questi si era dì di-
Pontefice imperatore , Roma
all' fendere la purità della fede e gl'inte-
nella stamperia de Romanis 181 5. ressi della religione, quindi i'diritti

Carlo Magno lasciato il titolo di temporali e gli stati della Sede aposto-
patrizio romano, prese quello d'im- lica centra qualunque nemico. Quin-
peratore ed augusto, come si legge di i romani non meno che gh altri
I20 IMP IMP
sudditi della santa Sede giuravano derc della stirpe Carolina, poiché
di riconoscere gì' imperatori Caro- da questa non potevano aver più
lini come avvocali della Chiesa, che soccorso i romani Pontefici, furono
vale a dire di non far novità in questi obbligali a creare qualche
pregiudizio de' Papi, de' quali essi gran principe in figliuolo adottivo
erano difensori per convenzione di della santa Sede, come digemmo
palli giurati, e passati poscia in re- al mentovato articolo Figlio, per
taggio a tutta la loro schiatta. La dargliil governo de'loro stati, pas-

medesima dignità del patriziato e sando così per allora in questo li-i-

dell'avvocazia fece che di consenso tolo di figlio adottivo 1' uftlzio


de'Ponlefici, Carlo e gli altri suoi dell'avvocazia della Chiesa romana.
successori esercitassero talvolta per Quanto alla divisione dell'impe-
mezzo de' loro messi le giudicature rio in orientale ed occideotale, e
negli stati della santa Sede in suoi limiti , il Sarnelli, Memorie
materie di controversie tra i vas- cronologiche p. 44 > ^ Lelt. eccl.
salli medesima e Papi stes-
della i t. II, p. 80, narra che dopo di
si, ad essi incombeva il
giacche aver s. Leone III , per singoiar
tenerli in fede verso di questi, non provvedimento di Dio, dichiarato
essendo in que* tempi V economia imperatore d' occidente Carlo Ma-
del governo dello stato pontificio gno, sebbene greci imperatori al-
i

in quel diritto e regolato sistema tamente se ne risentirono, pure


in cui è a'nostri giorni. Altro ob- tratti dalla necessità vennero ad
bligo dell' avvocazia si era di so- accordo, dividendosi 1' impero in
praintendere che nell' Elezione dei questa guisa, secondo il Collenuc-
Pontefici i^Fedì)^ non fosse fatta vio- cio ; cioè che l' imperio orientale
lenza da'romani, che ebbe ori-
il fosse de' greci, e l' occidentale dei
gine dopo la morte di s. Pasqua- franchi. Si divise l'Italia per ma-
le I, mentre nacque scisma nell' e- niera, che quanto è da Si ponto a
lezione di Eugenio II che fu l'au- Napoli verso oriente, insieme colla
tore di quel decreto nell'anno 825: Sicilia, fosse sotto l' impero gre-
^d vitanda in poslerum comitiorum co, e l'altra parte verso le Alpi
dissidia, confermato poi da s. Leo- fosse dell'impero occidentale, ed in
ne IV, da Stefano VII, e da Gio- mezzo fu lasciato quasi un ter-
vanni IX, per il quale si ordinò, mine e confine tra l'uno e l'altro
per ovviare ai disturbi, che non si impero il ducato di Benevento, il
•venisse alla Consacrazione del Pa- cui alto dominio Carlo Magno do-
pa (Fedi) se non erano presenti nò alla santa Sede nel pontificato
j messi o ambasciatori imperiali; di Adriano I che il principe tenne
ma questo carico poi passò al se- in conto Degli antichi
di padre.
natore di Roma, e finalmente Ni- termini imperio orientale e
dell'
colò HI lo trasferì ad minorem gen- sue Provincie , se ne legge la de-
tium praesides, ut hodie videmits, scrizione nel Terzi, Siria sacra p,
come osserva il citato Alemanni, 12. Altre notizie sull'impero orien»
Ve laleranens. p.
102, e se ne leg- tale o le riportammo al-
greco
pg puie il decreto nel corpo del l'articoloGrecia; e la serie degli
diritto canonico, C. fundamenta de imperatori greci incominciando da
plect. in 6. Del rimanente sul ca- Costantino il Grande, si può leg-
IMP IMP i:».i

^erla nel citato articolo Costanti- loro nazione. È pero da notar&i


jNoroLi. Le principali notizie di che il Pontefice Stefano V detto
tultociò die riguarda V origine , VI neir 891 coronò imperatore
progresso e termine dell'impero oc- Guido re d'Italia e duca di S[)o-
cidentale o romano, o pili comu- Jeto, ed in tal guisa tornò dopo
nemente impero germanico, sonori- tante vicende negl'italiani l'impero
portate agli articoli Francia e Ger- d'Italia, come osservano il Sigo-
mania (Fedi), ed ai relativi si di- nio, De regno ital. lib. 6, ad an.
scorre di quanto appartiene agli 891, p. 227, ed il Pagi ad an.
imperatori. Luigi IV detto il Fan- 892, nura. 2. Giovanni X nel 916
ciullo, figlio dell'imperatore Arnol- coronò imperatore Berengario rq
fo , ultimo rampollo della razza d'Italia; ma Lamberto figlio di Gui-
Carlovingia, fu elevato all'impero do neir894 era stato coronato im-
dai principi alemanni, i quali scris- peratore da Papa Formoso, con-
Papa Giovanni IX nell'an-
sero al fermato da Giovanni IX, e ricono-
no 899 una lettera, in cui mentre sciuto dai principi italiani che abr
si scusavano d*essei'e stati per pre- bandonarono Berengario prima pe-
potenti ragioni di sana politica co- rò che fosse colonato; ma essendo
stretti ad agire senz'ordine e per- morto Lamberto nell'898 , e corona-
missione del Pontefice, lo pregava- to poscia Berengario, questi visse sino
no ossequiosamente che volesse con- al 924 colle insegne imperiali. Tali
fermare la loro elezione, come si sono i principi italiani che portarono
legge in Labbé, Concil. t. IX, p. il titolo e dignità d'imperatori d'oc-
497. Luigi IV però fu principe cidente. Si osserva che la famiglia
debole, e mori nel 911 senza po- di Carlo Magno possedette per qual-
sterità. Gli stati della Germania che tempo l' impero per diritto e-
erano allora divisi in due classi: la redi tarlo o di successione ; ma
prima composta degli stati della dall'estinzione di quella famiglia in
Francia orientale, comprendeva i poi, o secondo altri scrittori, sol-
popoli soggetti a Carlo Magno, cioè tanto dalla morte di Enrico IV,
i bavaresi, gli svevi, e que'di Fran- la dignità imperiale diventò eletti-
conia ;
gli stati della Sassonia for- va, e alcuno non giunse al pos-
mavano la seconda classe. Queste sesso della medesima se non che
due classi insieme riunite nel 913 per via di elezione. 'J emendo per-
elessero in re Corrado I conte di fino gli elettori che gl'imperatori
Franconia, nipote di Arnolfo dal della famiglia austriaca non ren-
canto di Gismonda sua madre, 11 dessero la dignità imperiale eredi-
regno di Germania doveva per di- taria nella loro linea, inserirono
ritto ritornare al ramo di Carlo il nella capitolazione di Mattia e \\\

Calvo, il solo che sussisteva anco- quella de' successivi imperatori una
ja de' tre ch'erano discesi dai figli clausola, colla quale vincolati rima-
di Lodovico 1 il Era allora
Pio. nessero gli eletti a questo riguardo.
re di Francia Carlo IH il Sem- A Corrado I nel 919 successe
plice; ma i tedeschi posta in non Enrico I VUccellalorc, i quali non
cale la giustizia dei diritti, perchè furono coronali da'Pontefici, e nel
egli era incapace di sostenerli, scel- 986 nel regno di Germania ad
sero un re tolto dal corpo della Enrico I gli successe il figlio Qt-
Ili IMP IMP
Ione I il Grande che divenne re di cidente, come capo dell'impero ro-
Italia 961. Dappoiché essendo
nel mano-germanico lo governava se-
Giovanni XII travaglialo da Be- condo le leggi e gli statuti che im-
rengario Il re d' Italia, e dal di posti gli venivano per mezzo della
lui figlio Adalberto, cliiamò in soc- capitolazione imperiale. Il Rinaldi
corso il re di Germania Ottone I parlando all'anno 996 del conci-
promettendogli l'impero e lo stato lio di Gregorio V, nel quale si
di Milano. Portatosi Ottone I in crede effettuata la concessione agli
Italia ne venne coronato re colla elettori eleggere il re de'romani
di
Corona di fenx> [Pedi), e secon- cesare che prenderà il nome di
,

do il giuramento fatto prima di imperatore se coronato dal Ponte-


giungere in Roma, che riportiamo fice, mediante V approvazione di
all'aiticolo Ingressi solenni in Ro- questi, narra molte cose analoghe
ma [Fedi)j di non ledere dirit- i ed in favore all'autorità pontifi-
ti di sua sovranità, non cìie di cac- cia, dichiarando che come essa ri-
ciar dall' Italia Berengario II ed pristinò l'impero occidentale, e tras-
Adalberto, e di restituir le terre portollo ne'tedeschi, cosi commise
usurpale alla Chiesa, avendo il tut- agli elettori la facoltà di eleggere
to adempiuto , in riconoscenza il l'imperatore, riservandosi la con-
Papa Giovanili XII io coronò in ferma. Di ciò il Rinaldi riporta
Boma nella basilica di s. Pietro prove dei medesimi Pontefici, im-
imperatore a'i3 febbraio del 962. non che degli
peratori ed elettori,
Giovanni XII fu il primo Pontefi- scrittori. Ecco come Innocenzo III
ce che passò Tini pero ai tedeschi, su questo proposito si esprime.
dopo che per la morte di Beren- >» Debbono i principi riconoscere
gario I r impero era restato va- (siccome han ftìtlo in presenza no-
cante circa quarant* anni. Su que- stra) che il diritto e lautorità di
sta traslazione d'impero è a ve- esaminare la persona eletta a re,
dersi l'Alemanni, De lateranens.^ e da promoversi all'impero, tocca
ed il Cenni nel t. II, Monumenta a noi che l' ungiamo e incoronia-
dominalionis pontificiae cap. IV, mo. Essendosi universalmente e re-
ove di ciò tratta eruditamente. Il golarmente osservato, che l'esame
figlio di Ottone I, Ottone II, e il della persona appartenga a chi
nipote Ottone III parimenti furono spetta r imposizione della mano.
coronati dai Papi, e l'ultimo da Gre- Se i principi eleggessero alcun sacri-
gorio V nel 996, il quale da al- lego, o scomunicato, o tiranna, o
cuni si crede istitutore del collegio futuro eretico o pagano, dovrem-
degli Elettori del sacro romano mo noi per avventura ungere, con-
impero [Vedi); certo è, come dice sacrare, e coronare così fatta per-
il Novaes, e come dimostra il San- sona? Tolga Iddio, che mai tal co-
dini nella vita di Gregorio V, che sa per noi si facesse". Sulle con-
il diritto di eleggere l' imperatore vulsioni dell'impero germanico, da
deriva dal romano Pontefice. L'im- esso sofferte tempo stesso che
nel
pero fu quindi dato al principe la Chiesa romana veniva lacerata
legittimamente nominato dagli e- dagli scismi, è a leggersi il Suppl.
lettori, il quale col titolo d'impera- del giornale ecclesiastico di Roma
tore romano, di Germania o d'oc- del 1792, t. IV, p. 3 e seg., ove
, ,

IMP IMP 123


si traila delle prospere ed avverse non se gli possa negare il braccio
vicende della Chiesa di Gesù Cri- secolare, per quanto dicono i me-
sto dal secolo XIII a'tempi nostri, desimi protestanti ; le quali cose
discorso di un giornalista di Pio- sono appoggiate alle sacre lettere
ma, compilato sull'opera Ecclesìa : così del vecchio come del nuovo
jìiilUans regnimi Christi in terris hi Testamento, aggiunta la pratica no-
sui fatìs repracsenlala , di S. A. toria appresso il Marta, De jurisd.
R. il p. d. Martino Geibert abba- par. I, cap. 28, n. 22. E perché
te del raonislero di s. Biagio in chi vuole l'antecedente vuole anche
Selvanera e principe del S. R. I., il conseguente ; avendo la romana
stampata nel 1789 in detto mo- Chiesa dichiaralo imperatori Carlo
niste ro. Magno ed Ottone il Grande prin-
Nel libro del p. Anacleto Calda- cipi ereditarli, senza la qual dichia-

ni , Ristretto dell origine e prò- razione per tali non sarebbero stali

presso dell* impero romano , e del- riconosciuti, è necessario conchiu-


la potestà degli elettori^ Ira le al- dere che r elezione concessa del re
tre cose si legge. Riconoscendosi de' romani sia assolutamente deri-
che il romano impero passò per vala della Sede apostolica. Per
r autorità della Sede apostolica dai l'interesse poi dell'imperatore, anzi
greci nella persona di Carlo Ma- dello stesso impero, il Pontefice
gno e poi negli alemanni, neces-
, Gregorio V cercò anche il consenso
sariamente ne segue che la pote- sì di Ottone ITI che de' principi
stà di eleggere il re de' romani in dell'impero per istabilire l' elezione
imperatole a niiin altro princi- del re de' romani ; ed Ottone III
palmente si debba, checche ne di- col consenso del Papa fece col con-
cano contrari, che alla Chiesa, al-
i siglio de' principi lo statuto dell'e-
la quale si deve attribuire la trans- lezione dell'imperatore, da farsi dai
lazione del romano impero, quin- principali signori tedeschi offiziali :

di ad essa devesi ascrivere l' ele- laonde pare che il Pontefice ro-
zione del romano impeiatore. Ciò mano dovesse ricercare questi pri-
primieramente si deve perchè de- mati della Germania per onestà
gradali gl'imperatori greci dell'im- per equità e per pubblica utilità,
pero occidentale, umiliati i Reren- siccome esigevano i tempi, le cose,
garii e morto senza figli maschi ì luoghi ed altre circostanze. Ciò
Ottone III, in virtù dell'ecclesia- si richiedeva per parte di Otto-
stica suprema giurisdizione com- ne III, non solo perchè per con-
messa da Cristo a'Pontefici, accio- venzione fatta con la Sede aposto-
chè la Chiesa piantala dalla sua ma- lica aveva il diritto di nominare
no non sentisse danno, fu in libera il successore nel regno d'Italia, ma
volontà del Papa eleggere un im- anche perchè la consuetudine di
peratore da qualunque nazione gli Germania portava che , quegli il

piacesse. E la ragione si è, perchè quale dal re moribondo dichiara-


Cristo in ciò che riguarda il pro- vasi successore nel regno di Ger-
movere il bene della fi-de , subor- mania fosse per tale ricevuto dai
clinò gl'imperi terreni al romano principali del medesimo regno. Per
Pontefice in forma tale, che se il parte dei principi degli stali del-
bene della religione così richieda l' impero era necessario il consenso
,

ili IMP IMP


per questa nuova legge ristabilita di lunghi e deplorabili scismi. La
dal Pontefice , ilappoichò potevano prima e forse principale rottura
in selle vacante eleggere in re dei Ira la santa Sede e l' impero ac- ,

germani uno di qualunque nazio- cadde per le Investiture ecclesia'


ne, dalla quale autorità decaddero sliche ( Fedi dalle quali ebbero
) (
ad istanza del sommo Pontefice origine gli eretici Enriciani che
per cui trasferirono il diritto del- concedevano all'imperatore l'au-
r elezione in mano di pochi prin- torità di eleggere il Papa ), tra il

cipali ullìziali della Germania ec- Pontefice s. Gregorio "VII e suc-


clesiastici e laici, e di piìt stabili- cessori fino a Calisto II, e gì' im-
rono che niuno potesse avere il ti- peratori Enrico IV ed il suo figlio

tolo d' imperatore se non che quel- Enrico Vj di che parlammo


prin-
lo che dal Pontefice fosse decorato cipalmente all'articolo s, Gregorio
della corona imperiale. Da che si FU {Fedi). Questi ntW epist. 19,
deduce l' origine del collegio elet- lib. I, pronunziò questa bella sen-

torale dell' impero germanico , e tenza per la felicità dell' impero.


doversi principalmente attribuire Status iinperii gloriosus regitur^ et
alla Sede romana, e meno princi- sanctae ecclesiae if Igor sol adi tur, curri
palmente ad Ottone III ed a' prin- sacerdotium, et imperiuni in uni-
cipi dell' impero. In tal modo si tate concordiae conjunguntur. Voigt
possono conciliare le discrepanti nella sua Storia p. 256, riportan-
opinioni degli storici, secondo quel do alcuni brani di lettere di s.

dello,ben insegna chi ben distin- Gregorio VII, dice « che il mondo
gue. Che r impero romano o ger- è retto dalle forze armoniche di
manico fu offerto alla santa Sede, due grandi astri e luminari, l'uno
e che venne considerato come uno maggiore eh' è il sole, l'altro mi-
de' tanti suoi stati tributari , lo nore cioè la luna. L' autorità del-
abbiamo dal Gretsero nel dotto suo l' apostolo è simboleggiata dal so-
libro: De munijicentia principum le, e dalla luna il potere dei re.
iti Sedem apostolìcam. Siccome questa non risplende che
Dopo la morte di Ottone III pel lume riflesso da quello, cosi
nel I002 fu eletto s. Enrico II di gì' imperatori e i principi sovrani
lui cugino, come discendente d'En- traggono il loro potere dal Pon-
rico duca di Baviera figlio del- tefice ,
perchè il solo Pontefice lo
l' imperatore Enrico I, e fratello di attinge da Dio, unico fonte d'o-
Ottone 1: ebbe per successori Cor- gni Pertanto
autorità. il potere
rado II il Salico ed Enrico III, della santa Sede avanza il potere
cui la morte impedì di rendere de' troni; e l'impei atore è suddito,
ereditaria nella sua famiglia la co- vassallo, e fedele del santo Padre.
rona imperiale; Enrico IV, ed En- Poiché il Papa è costituito da Dio,
rico V, tutti della casa di Franco- perciò cade ogni cosa sotto la su-

nia. Con fatale pregiudizio della prema ragione di lui ", ec. ec.

Chiesa universale e dell' impero ro- Quelli stessi fra i moderni i quali
mano germanico ,
gravi vertenze hanno scritto sull' Alemagua del
talvolta insorsero tra il sacerdozio medio evo non ignorano il diritto
e l'impero, cioè tra' Papi e gì' im- di pontificia supremazia. Pfeffel ci

peratori, con conseguenze funeste fa osservare che la massima e la


IMP IMP 19.5

condotta di s. Gregorio VII era Chron. , storico contemporaneo di


favorita >» dalla persuasione di quei Pasquale II, terzo successore di s.
tempi, che V impero fosse un feu- Gregorio VII, fa parlare i Ponte*
do della santa Sede; persuasione fìci in questa sentenza. «< Impera-
che stessi
gli imperatori sembra- tori, noi vi abbiamo dato l'impe-
vano spontaneamente confermare, ro , e voi ben poco ci deste in
non assumendo il titolo e le in- contraccambio. Sappiate, che se voi
segne imperiali se non dopo essere siete imperatori de* romani , noi
stati per la seconda volta consa- siete che in virtù di noi soli ".
crati dal sommo Pontefice in Ro- Ferdinando I il Grande figlio
ma". Il diritto sassone proibiva che di Sancio il Grande re di Casti-
si eleggesse imperatore colui con- glia e di Leone negò all'impera-
tro il quale il Papa avesse giusta- tore Enrico IH l'omaggio che gli
mente pronunziato il veto , come doveva , e contro il diritto e la

dal lib. Ili, art. LIV. L'eletto non consuetudine assunse il titolo d'im-
otteneva il titolo né T autorità im- peratore. Enrico III mandò i suoi
periale se non dopo che il Ponte- ambasciatori al concilio della Chie-
fice l'avesse consacrato, art. LII ; sa, i quali presentarono le sue que-
ed allorché recavasi a Roma per rele. Ildebrando legato in Francia
la consacrazione, doveva aver seco di Vittore II, e poi Papa s. Gre-

cinque de' primari elettori, quali i gorio VII facilménte persuase En-
garantissero la regolarità dell' ele- rico III che la sua dignità, la qua-
zione, art. XXXI. Il medesimo co- le in tutto l'orbe cristiano era la
dice riserva al Pontefice esclusiva- più grande, correva per tale usur-
mente il diritto di scomunicare pazione un grave pericolo, e che il
l' imperatore, e per tre sole ragio- re Ferdinando I ben più facilmen-
ni : I." nel caso d'eresia o d'a- te avrebbe potuto essere rimesso nei
postasia ;
2.° pel ripudio della le- suoi confini da una sentenza della
gittima consorte; 3." per pertur- Chiesa, che non dal sempre dispen-
bata religione o per saccheggio sul dioso ed incerto mezzo delle armi.
tener delle chiese, lib. IH, art. Enrico III pertanto fece dai suoi
LVII Sachs Land rechi, Dir. sass.y legati pregare il concilio, che qua-
Schwab Landrecht, Dir. svevo^ arti- lora Ferdinando I anche dopo le
colo XXIX. Il dotto e celebre esortazioni della Chiesa non desi-
protestante Eichhorn , Glossa I _,
stesse dal suo proposilo, si pro-
art. 1, Dir. sass., dopo aver enu- nunciasse sentenza di scomunica
merati tutti i diritti che compete- contro di lui, e se ne ponesse il
vano all' imperatore come capo regno sotto l'interdetto. Il Maria-
della aggiunge queste
cristianità
, na riporta la lettera di Enrico III
parole. « Tal potere è dato da Dio presentata al concilio, colla quale
all'imperatore, ma questi all'atto rappresentò quest'usurpazione co-
della sua incoronazione è obbligato me assai pregiudizievole alla Chie-
di giurare al Pontefice obbedienza sa romana. I padri del concilio ri-
e fedeltà". Tale fu il giuramento conobbero giusta la causa dell'im-
prestato da Enrico II , e pejciò peratore, e decisa col consentimen-
anteriore all' epoca di s. Grego- to del Pontefice la lite dei due so-
rio VU. Goflredo di Viterbo, in vrani, mandarono legati al re Fer-
ii6 IMP IMP
dinando I, inlimandogli dovesse ob- aggiungendo ch'essa rivela la men-
bedire al decreto del Papa, dasse te di quel Papa, ed è il compen-
soddisfazione all' imperatore, rinuii» dio delia pubblica giurisprudenza
ciasse al titolo usurpato; minac- d' allora. La lettera è la seguente.
ciandolo che in caso di renitenza, >y Gesù nostro Salvatore ha pro-
la Chiesa assoggetterebbe lui e l'in- nunciato le parole evangeliche : Tu
tera Spagna alle più gravi censu- sei Pietro e su questa pietra edifi-
re. Il re di Castiglia radunò tosto cherò la mia Chiesa; ti conferisco
i vescovi e principi del suo re- la facoltà di sciogliere e di legare
gno, e consigliò con loro la risposta quaggiù ciò che dev'essere sciolto
da farsi ai legali pontificii. Essen- e legato ne* cieli. Da questa giu-
do maggior parte convenuta in
la risdizione di ha forse Dio
Pietro
quest'opinione, che si dovesse pre- esclusi monarchi ? Forse che l
i

stare obbedienza al Pontefice roma- re non fanno parte di quella mi-


no, Ferdinando I rispose ai legati stica greggia die Cristo ha aflìda-
ch'egli era pronto ad eseguir tut- to al suo vicario? Chi vorrebbe
tociò che la santa Sede di Roma sottrarsi da questa piena potenza di
gli aveva intimato. Mostrava En- Pietro, se non colui che, ricusando
rico III di riconoscere per que- di portare il soave giogo di Dio,
st'atto egli slesso, o per lo meno si toglie in collo la schiavitù di
permetteva che venisse basato il Lucifero ? Ma l' insensato che, per
principio, risiedere nel solo Ponte- procurarsi una libertà più servile
fice l'autorità di crearlo impera- di qualunque servaggio, rinnega
tore, di accordargliene o di tor- l'autorità di s. Pietro, la proverà
gliene il titolo e le insegne. Che terribile nel dì del giudizio; che
gli effetti poi di un sì importante nessuno si cela dall'onniveggenza di
sistema si verificarono in altre cir- Dio ( nota il Jager che Gregorio
costanze, la storia ce ne riporta gli VII vuol provare che la santa Se-
esempi. Nella Storia di Papa Gre- de aveva diritto di scomunicare i
gorio FU del celebre protestante sovrani , fondando i suoi argomen-
Voigt, a pag. 590, narrandosi la ti sulla legislazione d'allora, in cui
morte di Rodolfo emulo d'Enrico, slava scritto: il re scomunicato è
si dice, che siccome molti tedeschi re degradato). E questo decreto
aveano dubitato della legittima ele- della suprema volontà del Signore,
zione del primo, malgrado la de- questo privilegio della Chiesa cat-
posizione del secondo, e la sanzio- lolica accordato dal cielo al prin-
ne dell'autorità pontificia, tutti i cipe del collegio apostolico, fu dai
ragionamenti versavano intorno al santi padri ricevuto con venerazio-
problema può dunque il Papa
: ne profonda, e conservato quale
deporre un monarca ? Il vescovo eterno retaggio. Nei concilii uni-
Ermanno di Metz, vuoisi per in- versali, negli scritti e negli alti

carico de'duchi tedeschi, interrogò pontificii , i santi padri successori


Gregorio VII con quali ragioni di hanno sempre dato alla
Pietro
sostenesse quel diritto sì contro- santa romana il nome di
Chiesa
verso; e Gregorio VII gli rispose madre comune e tutti unanime- ;

con una lettera di tanta importan- mente dichiararono che a lei sola
za che ivi il Voigt la riprodusse, appartiene il governo e il giudizio
,

IMP IMP iij


di tulle le chiese, siccome a madre ilGrande, quel signore di lutti i
ed a regina di tutte; che dal suo monarchi confessò ìijuesta supre-
,

tribunale non v'ha appellazione a mazia dell' autorità della Chiesa


tribunal superiore ; che le sue sen- quando al concilio di Nicea si assi-
tenze sono infallibili e non ponno se all' ultimo posto, e lungi dal
essere abolite ne in terra né in giudicare i chiama-
suoi vescovi, li

cielo. Se il b. Gregorio T ( cita va gì' ispirati da Dio, anzi Dei sulla


pure Giulio I e Gelasio I), quel terra, ai quali dovevano essere di-
dottore di tanta sapienza, quel se- scepoli re (cita pure gli esempi
i

guace del mansueto agnello Gesìj, d'Anastasio e di Arcadio, il pri-


ha decretato che non solo si do- mo de' quali si prostrò innanzi a
vessero deporre dal trono, ma ful- Gelasio I, il secondo a Innocenzo
minare di eterna condanna i mo- I. F. Bacio de* piedi ) . Zaccaria
narchi violatori dei privilegi ch'e- romano Pontefice depose il re dei
gli avea accordato a un ospizio, franchi non per delitti ma per la
chi mai potrebbe biasimare un Pon- debolezza del suo governo, assunse
tefice perchè depone e condanna a quel trono il magnanimo Pipi-
quest'Enrico IV che dicono re no, e sciolse a tutti i vassalli la
quest'eretico che sprezza le senten- fede giuj'ata al vecchio mo» arca.
ze apostoliche, che contrista ed op- Lo stesso diritto viene tutti i gk»r-
prime la madre di tutti i credenti, ni esercitato dal Papa quando de-
che spoglia gli altari, che desola grada un vescovo indegno di presie-
r impero e la Chiesa ? E questa dere alla plebe di Dio, e libera i dio-
dignità di mona;*ca, invenzione di cesani dal giuramento di fedeltà.
gente pagana, non dev' essere sog- Un semplice esorcista è rivestito di
getta airelerna autorità di s. Pie- un'autorità apostolica superiore a
tro, cui la misericordia di Dio ha quella del principe, perchè se que-
depositata nelle mani dell' uomo a sti può comandare ai vassalli, que-

salute de' figli redenti? E chi di gli discaccia gli spiriti maligni, ed
noi può ignorare che gì' imperato- è terribile a Satana. Il pio sacer-

ri, i re, i principi, duchi hanno


i dote governa i suoi simili a salute
ereditato questi nomi pomposi da dell'anime loro, ad onore e gloria
uomini dannati in eterno, da uo- di Dio ; ma potentati del mondo
i

mini che con rapine, perfidie, vio- non imperano che per soddisfare
lenze, assassinii hanno esercitato so- l'orgoglio e le vili passioni del cor-
pra i loro simili l'esecrando diritto po. Un monarca cristiano, quando
del forte, e che, fatti despoti, hanno giace sul letto di morte, implora
dominato con tirannico orp[0£jlio? l'assistenza del prete, perchè gli
Chi può dubitare che i ministri rimetta i peccati, lo salvi dagli ar-
del tempio, i sacerdoti di Cristo, i tigli di Satana, e dalle tenebre lo
successori dell'apostolo Pietro non guidi al regno degli eterni splen-
debbano essere venerati per pa- dori ; ma quando mai vedeste un
dri e maestri dei re , dei popoli , prete od un laico rivolgersi nell'a-
del genere umano? E non è dun- gonia al suo re? Qual principe,
que follia il volere che il discepolo qual re della terra si arroga la fa-

governi il maestro, e che il figlio coltà di riscattare un'anima dalla


sia patrono del padre? Costantino schiavitù dell'inferno in virtù del
1

128 IMP IMP


santo battesimo ? E ciò clie forma passò nella casa dei duchi di Svc*
la siibliinitù della religione ealloli- via e d' Alsazia in Federico I, En-
ca, il mistero che contemplano gli rico VI, Filippo di S ve via, Otto-
angeli e paventano le potenze in- ne IV di Brunswick figlio di En-
fernali, dov' è quel monarca dei rico di Baviera, Federico II, e Cor-
mondo che con una sola parola rado, (ino alla morte del quale ed
possa creare il corpo ed il sangue al I 254 restò l'impero negli svevi.
di Cristo?.... Chi dunque potrà Federico I fu eletto nel i 52 do- 1

dubitare che l'autorità del Ponte- po morte dello zio Corrado III,
la
fice non sia sovrana a (piella del il quale per non avere ricevuto la
le ? Quegli non cerca che le cose consagrazione imperiale, ne'suoi di-
di Dio, e vive austero in mezzo al- plomi s' intitolava semplicemente
le vanità della terra ;
quesli non re de'romani, solo nelle lettere a-
si occupa che del proprio interes- gl'impcratori greci d'oriente si chia-
se, e nemico della sua salute, op- mava imperatore, per trattare in
prime con giogo pesante i fratelli. parità con essi. I signori di Stau-
Quegli è membro del corpo di fen o più germanicamente Hohen-
Cristo, questi dell'angelo della pri- staufen, da semplici cavalieri del-
ma menzogna. Quegli rinnega il suo la S ve via, dopo che Federico I

cuore, macera ed affligge il suo divenne genero d' Enrico iV, si

corpo per regnare un giorno con sollevarono prima alla dignità di


Dio; questi regna da tiranno quag- conti duchi di Germania,
,
poi di
giù, per essere in eterno uno schia- con acquistare molti dominii nella
vo di Satana. Vedete quali furono Svizzera, in Alsazj^ e in Franco-
i principi dal principio del mon- nia, fino alle frontiere della Tu-
do a quest'oggi appena ne 1 tro- ri che procurò sommamente
ngia,
viamo qualcuno che sia stato vir- ampliare Federico I divenuto im-
tuoso e prudente. E chi di loro peratore. Inoltre questo principe
ebbe il dono dei miracoli come i ampliò pure la possanza dell'impero
santi Antonio, Benedetto e Marti- più qualunque altro dei
assai di
no? Ma
la santa Sede non conta suoi predecessori, avendo soggioga-
forse da Pietro cento suoi vescovi to la Borgogna, ed unito di nuovo
ascritti alla milizia del cielo? A- Arles all'impero. Nondimeno que-
dunque i principi sono soggetti al sto rimase nella sua forma eletti-

Pontefice ( qui produce le senten- va, perocché imperatore apparte-


l'

ze della Scrittura, I Reg. XV, Jo. ner non doveva ne ad un paese,


Vili, Marc. X)". Tale hnguaggio né tampoco ad una famiglia, ma
parlava Gregorio VII, dereHlto da sibbene alla cristianità, spettando
tutti , assediato nella sua città di l'ele/ione dell'imperatore ai prin-
Roma armata dall' di Enrico IV ,
cipi del medesimo impero germa-
voluto a morte dai lombardi sci- nico. I si portò in Roma
Federico
smatici ribelli, minacciato da mezza nel prendere la corona
ii55 per
r Europa. imperiale da Adriano IV, che ne-
Ad Enrico V nel ii33 succes- gò dargli il bacio ^di pace, finché
se Lotario II, ed a questi Corrado cesare non gli prestò il consueto
III, dopo la morte del quale, avve- ufllzio di staffiere e palafreniere
nuta nel 1 52, il trono imperiale al suo Cavallo {Fedi)^ giusta il
1

IMP IMP 129


costume prescritto dal Ceremonia- e l'impero, ove prostrato Federico
le S. R. E. lit. 2, § 19, tit. 3, § I appiedi di Alessandro III, fii da
26. Ma per avere Adriano IV or- questi teneramente baciato e bene-
nato Guglielmo normanno col tito- detto. F, il voi. XXIX, pag. 14
lo di re delle due Sicilie, restò e seg. del Dizionario, e gli arti-
talmente irritato Federico I, che coli relativi alle gravi vertenze tra
die origine la sua dissensione allo Alessandro III e Federico I, come
scisma che afflisse la Chiesa circa gli articoli Antipapi XXX, XXXI,
vent'anni; dappoiché l'imperatore XXXII e XXXIII.
al successore Alessandro HI fece Neir anno i2o4 ebbe origine
insorgere l'antipapa Vittore V, cui r impero Ialino o dei franchi ia
successero gli antipapi Pasquale III, Costantinopoli, che durò cinquan-
Calisto III ed Innocenzo HI, tutti tasette anni, cioè ebbe termine nel-
sostenuti dalle armi imperiali. Ar- r anno 1237: ciò avvenne nel
nolfo vescovo di Lisieux, pronun- pontificato d'Innocenzo III, al mo-
ciando l'anno 11 63 un suo discor- do che si dice in quell' articolo.
so nel concilio di Tours, si espres- II primo imperatore fu Baldovino

se nella seguente maniera. » Federi- I, il quale a* 16 maggio con so-


co I ha una ragione particolare lenne corteggio si recò nella basi-
per riconoscere la supremazia del- lica di s. Sofia per l' incoronazio-
la santa Chiesa, cioè V ingratitu- ne. Il conte di come con-
s. Polo,
dine della quale si farebbe reo testabile dell'impero, portava la
qualora vi si rifiutasse. Imperocché spada ; il marchese di Monferrato,
sappiamo dalla storia che i prede- come gli teneva il man-
maresciallo,
cessori di lui ebbero l'impero dalla to. Il nuovo imperatore fu quin-
sola grazia della Chiesa romana, e di, giusta l'uso greco, in mezzo al-
che pertanto ogni loro autorità e- le acclamazioni del clero, dell' e-
manava dalle largizioni dei Ponte- sercito e del popolo, vestito degli
fici ". Labbé, Condì, tom. X, p. ornamenti imperiali e calzato dei
i4i5. Alessandro HI colla sua ir- borzacchini di porpora sfolgoranti
removibile fermezza vinse lo scisma di gemme. Dipoi uno degli impe-
che avea lacerato la Chiesa, e col- ratori latini, Pietro de Courtenay,
la sua vigilanza e vigorosa inter- fu coronato imperatore d' oriente
posizione, nel che fu imitato dai dal Papa Onorio III, insieme al-
successori, sostenne che la dignità l' imperatrice Violante, nella pa-
imperiale non per eredità, ma per triarcale basilica di s. Lorenzo fuo-
mezzo di un libero atto dovesse ri le mura di Roma, e ciò non so-
conferirsi, secondo 1' uso fino al- lo perchè l'impero orientale non
lora praticato, al più valoroso, al pretendesse aver perciò acquistato
più saggio, al più pio, al più cri- qualche diritto sopra l'impero di
stiano, ad UQ ortodosso, non ad occidente, ma ancora per non pre-
un eterodosso, non dovendo essere giudicare il patriarca di Costanti-
l'impero patrimonio d'una famiglia, nopoli cui apparteneva la corona-
come Hurter nella Storia
osserva zione degl'imperatori d'oriente. Nel-
(T Innocenzo III. Nel 1 177 in Ve- l'istituzione dell' imperatore latino
nezia finalmente ebbe luogo la so- gl'imperatori greci passarono a ri-
spirata concordia tra il sacerdozio siedere in Nicea, e vi rimasero dal
VOI. xxiiu. 9
i3o IMP IMP
ìio6 al 1160. Dei due imperi la- ro diploma dell'elezione con la
il

lino e di Nicea se ne tratta al formola Elegi et suhscripsi j i


:

ol. XVlIf, pag. 34 e scg., 99 e conti sol con quella Consensi et ;

seg. del Dizionario, suhscripsi. Tutta volta anche Inno-


Essendo morto Federico I nel cen7/) 111 all'elezione di Filippo di
1190 gli successe il figlio Enri- Svevia e di Ottone IV stabilì il

co VI, del quale pur si parla agli sacerdozio sui re , la Chiesa sul-
articoli Germania, ed Innocenzo HI, r imporo, con l'allocuzione che ri-
e morì Tanno 1197, poco prima portiamo alla sua biografia. In se-
dell'elezione di tal Pontefice. Laon- guito Innocenzo IH stimò oppor-
de Filippo di Srevia che dal fra- tuno il tempo per dichiarare qual
tello defunto era stato chiamato in fosse colui che la Chiesa intendeva
Sicilia, per condurre in Germania riconoscere per suo protettore, te-
il di luì figlio Federico II, per ri- nendo Ottone IV per più idoneo
cevere la corona reale promessagli all' impero laonde emanò quella
;

dai principi elettori, udita la mor- bolla che V Hurter riporta a p.


te di Enrico VI ritornò pronta- 366 , della quale ci contenteremo
mente indietro. Allora i principi riprodurre il solo primo periodo.
ecclesiastici e secolari ,
parte eles- ** E debito della Sede il
santa
sero Filippo in re de' romani , e procedere con prudenza e discre-
parte Ottone IV ed ; ecco in que- tezza in ogni sollecitudine sua ver-
sto modo consumato in Germania so l'imperio romano, perchè a
lo scisma pel trono imperiale. Scri- lei si spelta, e non ad altri, il di-
Te Hurter nella Storia d' Innocen- ritto di esaminar 1' elezione in pri-
zo III^ voi. I, p. 2o5: benché a ma ed ultima istanza. In prima
Roma regnasse fermamente l'opi- istanza, perché per merito di lei
nione che ogni potestà terrena e si fu , e per vantaggio di lei, che
temporale emana dalla potestà ce- r impero venne dalla Grecia tras-
leste ed eterna che il rappresen-
, pt>i"tato in Germania : per merito
tante supremo dell'una è preposto di lei come operatrice di questa
a quello dell'altra, e che a lui si traslazione ;
per vantaggio di lei

appartiene confermare o rifiutare, affinchè gotler potesse di più effi-

approvare o disapprovare, Inno- cace prolezione. In ultima istanza,


cenzo IH nondimeno si tenne al- perchè egli è dal Papa che l' im-
l'incontro in dovere di lasciai com- peratore riceve l' imposizione delle
piere liberamente e senza punto mani per la sua esaltazione; dal
mescolarvisi l'elezione dell'impera- Papa è consecrato , coronato , ve-
tore; dappoiché i tentativi di con- stito delle insegne della dignità
ciliazione e di pace per parte sua imperiale. Ora, poiché si sono elet-
non appalesarono se non quando
si ti tre re, il fanciullo Federico H
al suo giudizio richiamaronsi , e re di Sicilia , Filippo ed Otto-
dopo che vide quella grave scissu- ne IV, si vuole in ogni elezione
ra porre in forse il ben essere del- esaminar particolarmente tre cose:
l' impero, la pace della cristianità, ciò ch'é permesso, ciò eh' è ammis-
ed i diritti della Chiesa alla pro- sibile, ciò ch'é conveniente". Dopo
tezione dell' imperatore. I principi lamorte di Filippo di Svevia restò
eh' elessero Ottone IV, sottoscrisse* Ottone IV sul trono imperiale
IMP IMP t3i
sctiza corri pelitori j
per cui nella riserbarci in vita nostra la signo-
dieta di Francfort fece solenne pro- ria del regno di Sicilia. Impercioc-
messa di difendere la santa Chiesa. ché chi sarà più divolo delia Chie-
E perchè non fosse più chi, a so- sa, che colui, il quale tiene a men-
miglianza dei principi della casa te di avere succhiato il latte alle
degli Staufen , tentasse di rendere poppe della Chiesa, e aver trovato
ereditaria la dignità imperiale, fu nel suo grembo la custodia dell'e-
statuito la nascita non dare dirit- tà e della salute, e trovalo l'ac-
to alcuno alla corona; dovere gli crescimento dell'onore? Chi più
arcivescovi di Magonzaj di Treve- fedele? chi men dimentico del ri-
ri e di Colonia, il conte palatino cevuto benefìzio? chi può essere
del Reno , il duca di Sassonia e , stimato grato meglio di colui , in
il maichese di Brandeburgo, que- cui cresce la divozione colla fede
sti tre ultimi in qualità di princi- insieme? »> Lo stesso Federico l£
pi temporali, eleggere l' imperato- temendo che spiacesse ad Ono-
re ; e in caso di discordia esser rio IH che fosse eletto in re dei
libero adchiamar qual altro
essi romani* il medesimo Enrico suo
elettole il re di Boemia. In segui- figlio ,
gli scrisse di questo tenore
to Ottone IV si condusse in Roma presso il Rinaldi. « Parci, beatissi-
a ricevere da Innocenzo III la co- mo Padre ^ e ciò ritogliamo per
rona imperiale ed ebbe luogo il , conghietture evidenti, che concios-
consueto banchetto, cose tutte de- siacosaché voi abbiate noi e nostro
biografia di quel Papa.
scritte alla figliuolo nelle viscere della carità,
Dopoavere Innocenzo HI inve- non per altro vi sia grave la sua
stito del regno delle due Sicilie, qual promozione, se non perché dubi-
feudo della santa Sede, Federico II tate che siunisca il regno coll'im-
figlio dell'imperatore Enrico VI, di pero. II che certo non dee temei'e
poi nel 1220 il Pontefice Onorio e sospettare la Chiesa nostra ma-
ìli coronò
unse e imperatore il dre, perchè intendendo noi per
medesimo Federico II. Prima pe- qualunque modo possiamo la se^
rò di effettuare quest' alto, il Papa parazione di essi _,
quando saremo
invitò Federico II a rinunziaie ad in presenza vostra si farà in tut-
Enrico suo figliuolo il reame di te le cose il vostro piacere. Cessi
Sicilia, acciocché ritenendo questo Dio che l'imperio debba aver niente
colla dignità imperiale , non sem- comune col regno, e che per ca-
brasse che quel regno, tributario gione dell' elezione di nostro fi-

della Chiesa romana, fosse trasferi- gliuolo quelli si congiungano in-


to dalla Sede apostolica all'impero, sieme : anzi noi facciamo osfni sfbr-
su di che P^edeiico li scrisse que- zo e potere, perché non segua mai
.sta lettera al Pontefice, che ripor- nei tempi avvenire tal unione sì
ta il Rinaldi a detto anno. « Noi come vedrete in effetto ". E poco
non poco rifidando alla vostra be- appresso. « Ancorché la Chiesa non
nevolenza e alla divozione che ab- avesse ragione veruna nell'imperio, e
biamo alla Chiesa e a voi, speria- avvenisse che noi passassimo di que-
mo che vostra Beatitudine, quando sta vita senza legittimo erede, noi
saremo in presenza vostra soddis- lodonaremmo anzi alla Chiesa ro-
farà alla nastra domanda sopra il mana che all' imperio. Perché ci
,
lU IMP IMP
meravigliando che la Chiesa e voi riali. II Pontefice Gregorio X (Fé-
\'ì siate così evidentemente e ma- di), nel 1273 non solo ottenne da
nifestamente turbali della promo- lui che tralasciasse di chiamarsi
7Ìone del detto nostro figliuolo ". E imperatore, e deponesse i distinti-
più innanzi. « Ecco che noi ve* vi, ma colla sua autorità e zelo
niamo senza alcuna dimora e sen- favorì ed approvò l'elezione in re
za difficoltà , e nel venire non ci de' romani di Rodolfo 1 d'Absbur-
ratterremo in alcun luogo. Tocche- go, progenitore della augusta casa
rà a voi , padre e signore tenere , ò! Austria (Fec/i). L'elezione di Ro-
in assenza nostra sollecita cura del- dolfo I conte di Absburgo e lan-
l' impero, s\ che il nostro figliuolo gravio dell'alta Alsazia , al trono
non patisca alcun danno nel suo imperiale, ebbe luogo nel 1273.
onore o nella sua dignità ". Da In tal modo l'impero passò per la
tali testimonianze si rileva che fino prima volta in tale illustre prosa-
da Federico II i Papi abilitarono pia da lui discese Alberto II du-
:

alcun imperatore a rileneie nella ca d'Austria, che fu innalzato alla


loro vita il regno delle due Sicilie dignità di re de' romani nel i437,
unito all'impero, mediante parti- per non rammentare l'altro pre-
colari autorizzazioni e bolle, senza cedente imperatore Alberto I, dal
pregiudizio de' diritti della santa quale tempo in poi questa dignità
Sede, di che si parla a* suoi luo- non uscì mai dall'austriaca discen-
ghi. Ma V apparente divozione di denza, tranne Carlo VII di Ba-
Federico II ben presto si cambiò viera, su di che è a vedersi il Ri-
in fiera persecuzione contro la Chie- stretto della storia di Germania
sa ed i Pontefici, come si potrà di PfelTel, opera eccellente per la
leggere al citato voi. XXIX, p. diligenza ed esattezza ond'è scritta;
145 e seg., ed agli articoli Ono- non che Ìl Rodolfo d'Absburgo del
rio III^ Gregorio IX, ed Innocen- patriarca Pyrker arcivescovo d* A»
zo IV^ il quale nel concilio gene- gria, uno de' più grandi poemi di
rale di Lione scomunicò e de- I che si pregia la dotta Germania,
pose dall'impero e dal regno di versione italiana del sommo cav.
Sicilia Federico II. Quanto questi Angelo Maria Ricci : questi scris-
risvegliasse , o dasse maggiore in- se sul poema del vivente epico te-
citamento alle funestissime fazioni desco anche quella bella lettera,
de' guelfi e ghibellini , tenendo i che il giornale romano V Album ci
primi le parti de' Papi e di santa diede uell'anno Vili, a p. 319. Do-
Chiesa, ed i secondi quelle degl'im- po le lagrimevoli vessazioni di Fe-
peratori, Io dicemmo non solo agli derico II la santa Sede e la sto-
Guelfi e Ghibellini ( Fe-
articoli ria deplora quelle di Lodovico V
di), ma a tutti quelli delle città di Baviera (Fedi), contro l'ottimo
italiane, massime dello stato ponti- Pontefice Giovanni XXII (Fedi),
fìcio, che più si resero famose in successore di Clemente V, che nel
parteggiare col nome guelfo e ghi- i3o5 avea trasferito la residenza
bellino. pontificia in Francia, e poi in A-
Alfonso X Ca-
il Savioy re di vignone, donde nel 1377 la ripri-
rtiglia e di Lione, sino dal 1257 stinò in Roma
Gregorio XI. Es-
prese il nome e le insegne impe- sendo morto nel i3i7 Enrico Vii
IMP IMP i33
di Luxemburgo, dopo un interregno, tà che gli competeva nel i339
nel i3i4 pipite degli elettori innal- costituì alcuni vicari feudatari del-
zarono all'impero Lodovico Y, e par- la Chiesa, dichiarandoloro che il
te Federico 111 duca d'Austria fi- vicariatodurerebbe fino a che va-
glio dì Alberto I, ognuno colle casse l'impero, o a lui piacesse. Fi-
armi sostenendone nomina. Nella la nalmente respirò la Chiesa, ed i
vacanza dell'impero appartenendo- popoli ne tripudiarono, quando nel
ne la cura al Pontefice romano, i355 fu eletto imperatore Carlo
questi avea nominato vicario del IV di Boemia, il quale è l'autore
medesimo in Italia Roberto il Sa- della famosa Bolla d*oro {Vedi)^
vio re di Napoli ; quindi vedendo ossia legge fondamentale nell'elezio-
Giovanni XXII che il bavaro si ne dell'imperatore.
trattava come imperatore, non o- Maometto II sultano ed impe-
stanle che dovea attendere la con- ratore de'turchi fu un grande con-
ferma pontificia per quanto dicem- quistatore e terrore della cristiani-
mo al voi. XXI, p. i88 del Di- tà. Va notato che Sultano è lito-
zionariOy lo pregò paternamente a Io di sovranità presso i turchi, vo-
lasciare che sì fatta causa venisse cabolo arabo, che significa signore
esaminata dalla santa Sede, onde o imperatore, e si crede ch'esso
decidere con maturità e pondera^ derivi da Selalat, che vuol dire
zione a chi dei due pretendenti si conquistatore o polente, e si dice
appartenesse V imperò. Ricusando che Bajazet I dei 1389 fu il pri-
Lodovico V di assoggettarsi a que- mo che portò il nome di sultano.
sto giudizio, anzi prendendo la di- Or dunque Maometto ^I mosse eoa
fesa degli eretici Fraticelli (Vedi)^ un formidabile esercito contro Co-
il Papa proibì sotto pena di sco- stantinopoli, e la prese a'29 mag-
munica di porgere aiuto al prin- gio 1453, restandovi ucciso l' ultimo
cipe e di obbedirgli. Allora il ba- imperatore greco d'oriente Costaa-.
varo si appellò al Pontefice meglio tino XII Paleologo. In tal guisa
informato, e al concilio generale, dopo iia3 anni di durata terminò
per cui Giovanni XXII lo privò La serie dei suc-
l'impero orientale.
ci' ognidiritto che potesse avere Maometto II nell'impero
cessori di
suir impero, e lo scomunicò come ottomano da lui fondato in Co-
ribelle alla Sede apostolica. Lodo- stantinopoliy a quest'articolo l'enu-
vico V recandosi nel 1828 in Ro- merammo. Nel voi. XXVII del
ma, contro il Pontefice fece insor- Dizionario, a p. 6, si è detto che
gere Nicolò V Antipapa XXXIF Carlo Vili redi Francia nel ì^g^
(P^edi); e non lasciò sinché visse ottenne dal Papa Alessandro VI
di perseguitare Giovanni XXII. Veg- diverse concessioni, come l'investi-
gasi il Rinaldi, massime all'anno tura de'regni di Napoli e Gerusa-
3i4>num. Benedetto XII, suc-
17. lemme, non che la coronazione di
cessore di Giovanni XXII, rinnovò imperatore d'oriente, per le ragio-
le scomuniche contro il bavaro, ni che su queir impero occupato
come usurpatore dell' imperio e , dagli ottomani gli avea ceduto An-
temendo nella vacanza di questo drea Paleologo. Dopo avere il re
fosse assalita l' Italia da qualche occupato Napoli, si vestì degli or-
nemico d' oUremonte, per rautoii- uameuti imperiali, e prese il tito^
i34 IMP IMP
Jo d'imperatore, e morì nel 1498 esercito; quella per la fuga a lui
senza che i successori assumessero insolita, a cui lo costrinse in Ger-
le insegne e il titolo imperiale. mania Maurizio di Sassonia, onde
JVIerila in cjuest' articolo farsi per alcuni giorni non si lasciò ve-
menzione della famosa rinunzia che dere in pubblico. U reputare che
fece doir impero il potentissimo la fortuna di cesare ed il genio
Carlo V, di che trattammo ai voi. dell'imperatore, sino allora invitto,
XXVIll, p. 32, e XXIX, p. 162 fosse passato in Enrico li, solendo
del Dizionario. Di questa rinun- dire essere la fortuna amica dei
zia, dei motivi che la determina- giovani, e perciò in vece delle co-
rono, come delle cerimoaie colle lonne d' Ercole con il Plus ultra,
quali fu effettuata, a lungo ne scris- solita impresa di Carlo , non V
se il Famiauo
p. Strade^ nella Isto- mancò chi dipingesse un granchio
ria di Fiandra nel principio del colie parole Plus citra, come sim-
primo libro. Il p. Menochio nel bolo più analogo al tempo. Altri
tom. Ili, pag. 4^ delle sue Stuore^ attribuirono la rinunzia all'animo
discorreudo della rinunzia che del- dell'imperatore avido di gloria, di
l'impero fecero gl'imperatori Dio- procacciarsene una maggiore con
cleziano e Massimiano persecutori rinunziare a tutto; ovvero per noa
della Chiesa, dice pure della rinuq- avventurare a perdite le tante vit-
zia di Carlo V suo fratello Fer-
al torie riportate. Altri scrissero che
dinando I re de'romani con mi- Carlo V ciò fece per sicurezza del-
glior fine e più prospero successo, l'anima sua, per aver fatto lega
perchè religiosamente terminò i con Enrico Vili re d' Inghilterra
suoi giorni nel monistero de'giro- scomunicato dal Papa; pentito di
lamini di Giusto di Placencia
s. essersi intromesso in materie ec-
pell'Estremadura. Di questa cla- clesiastiche spettanti alla santa Se-
morosa risoluzione di Carlo V il de; non che della presa e sacco
j). Menochio riporta diversi mo- di Roma, prigionia diClemente
livi, cioè l'accresciuta gravezza dei VII, e dell'ipocrisia che dimostrò in
dolori artetici di cui era continua- tal circostanza, delle quali cose con-
piente molestato, e la mancanza tinuamente sentiva aspri rimorsi.
di che si sentiva nell' im-
forze Nel giornale letterario intitolato //
iiiensa mole del governo dei tanti Saggiatore, diretto e compilato dai
suoi stati, che nella maggior parte chiarissimi Achille Gennarelli e
cedette al suo figlio Filippo li re Paolo Mazio, il primo nel n. 12 del
di Spagna d'animo vigoroso, anti- voi. I, e nel n. 5 del voi. II in due ar-
cipando a far ciò per utile de'suoi ticoli pubblicò un importantissimo
sudditi.Lo sbigottimento della pro- documento sulla storia della rinun-
spera fortuna che favoriva nelle zia di Carlo V all'impero, qioè l'in-
armi Enrico Francia fi-
li re di formazione del vescovo Delfino nun-
glio dal suo emulo Francesco I, zio in Germania data al cardinal
per cui credette meglio opporgli Caraffa nipote di Paolo IV sopra
il giovine re suo figlio. L'afflizione l'ultimo convento o dieta di Franc-
provala nell'inutile assedio di Metz, fort, di quella di Passavia, d'Augustti
ove perdette quarantamila uomini e di Ratisbona, e dell'ultimo col-
^e' centomila che formavano il suo loquio di Vormazia, riguardante le
IMP MP 35
cause che produssero per parte di anzi smo a nostri giorni, esse sono
Carlo V l'abdicazione al «oglio, e riportate con critica ed erudizione
per parte di Ferdinando I l'incer- dal dotto Alfredo Reumont d'Ac-
tezza e la difficoltà dell'accettazio- quisgrana nelle Tavole cronologi-
ne dello scettro e corona rimessi- che e sincronome della storia fio"-
gli dal fratello. Altrove abbiamo rentina, Firenze 1841, neli'appeu-
narrato che Paolo IV nel i558 ri- dice alla storia letteraria. Gli e^
cusò di approvare la rinunzia di lettori di Brandeburgo , di Ba-
SI gran dignità, e l'elezione di Fer- viera, di Sassonia e di Annover,
dinando I , siccome seguite senza successivamente furono assunti alla
sua espressa licenza, ed offensive dignità reale, ed i loro stati elet-
l'autorità apostolica, essendo
per torali con altri dominii furono ce-
ambedue necessario ad ultimarle il retti in regni.
consenso del Pontefice, né si do-
veva considerare vacante l'impero
Notizie sull'elezione degV imperato*
che per morte di Carlo V, come si
ri del sacro romano -gemi anico
legge nel Pallavicini, Istoria del
impero j del re de' romani e sua
concilio di Trento XIV, cap.
lib.
consacrazione e coronazione; e
6. E in fatti Ferdinando I non fu
coronazione imperiale fatta dal
universalmente riconosciuto che do-
sommo Pontefice^ con altre no-
po la morte di Carlo V, avvenuta
fiorii.
ai 2 1 settembre i558, e nell'anno
seguente il nuovo Papa Pio IV lo
confermò nella dignità imperiale. Oltre quanto
si dichiarò su qué»

L' ultimo imperatore romano-ger- sto importante argomento all' arti-


manico poi fu Francesco li, per colo Elettori del sacro romano
V abdicazione emessa a' 6 agosto IMPERO, ed altrove, aggiungeremo le
i8o6, con cui dichiarò estinto l'uf- seguenti notizie colf autorità prin-
fizio e dignità d'imperatore, aven- cipalmente della Relazione coni-
do già a' 7 dicembre i8o4 riuni- pendiosa degli elettori dell' impero
to inun sol corpo gli stati austria- e del modo di eleggere t imperato-
chi tedeschi col titolo d'impero, per re, Padova 171 i; del citalo libro
cui prese il nome di Francesco \ del p. Catelani compilalo su quello
imperatore d'Austria, come meglio intitolato : Dissertatio de S. R. I,
dicesi al voi. XXIX, p. 193 del electorum origine et poteslatCj ec.
Dizionario. All'articolo Francia pur di Jo. Giorgio Su que-
Rieffer.
si è detto come nel i8o4 fu for- st' argomento scrissepure Onofrio
mata in impero la monarchia fran- Panvinio, De comidis imperatoris
cese, come Napoleone Bonaparle fu ec, Argentorati i6i3j ma il Ri-
proclamato imperatore de' francesi, naldi all'anno 996, nuui. 54, dice
che al di lui figlio die il titolo di che in alcune cose fu indotto in
redi Roma, e come nel 18 i4 l'i- eiroie. Il Panvinio riporta la bol-
nunzio all'impero e questo si sciol- la d'oro di Carlo IV, che tradotta
se. Quanto alle notizie sui princi- in volgare si legge a p. 7^ della
pali autori che trattano della sto- c\idii\ì. Relazione. Questa bolla par-
ria dell'impero romano- germanico lando del nuovo eletto non lo
da Carlo Magno sino a Carlo V, chiama mai imperatore, ma sola^
Ì36 IMP IMP
mente re devoniani, o al piìl im- viduale si spiegava la bandiera del-
peratore futuro, supponendo che in- l' impero. romani come
11 re de*
nanzi di essere imperatore bisognava l'imperatore poteva convocar die-
essere prima re de'romani, e perciò te, crear cavalieri, conti, baroni e
quando si dice elezione dell' impe- principi
; poteva fulminar, sospen-
ratore è detto impropriamente, seb- dere e cambiare in pena pecunia-
bene gli elettori alla vacanza del- ria il bando imperiale, nella stes»*

l'impero eleggendo il re de' loraa- sa maniera che si faceva dall'im-


ni era poi imperatore. Anticamen- peralore.Usavano ambedue la for-
te imperatore chiamavasi il re dei mola de plenitudine potestatis; chia-
romani coronato in Roma nella mavano gli elettori coi nomi di ni-
basilica vaticana dal Papa, e fin- poti e parenti, e i principi loro, e
/chè ciò non avea luogo si costumò loro le città imperiali. Gli elettori
poscia dirsi il re imperatore elet- non potevano eleggere il re de'ro-
to. La bolla non determina l' età mani senza licenza dell'imperatore.
di chi doveva essere eletto, sembra L'imperatore poteva creare i re, ed
però che non dovesse aver meno egli solo giudicare di lesa maestà.
d'anni dieciotto come gli elettori; Le c^use tra- princìpi e duchi deU
J3er concessione pontificia e per an- 1* impero precedenze
intorno alle
tica consuetudine l' eletto doveva ed altre materie gravissime spetta-
essere alemanno e cattolico su : vano al solo inaperatore. Il re dei
questo punto veggasi il p. Catela- romani avea per arme una sola
ni cap. XXI, Dell'obbligazione or- aquila, due l'imperatore, il quale
dfnaria di elèggersi un tedesco ; solo usava il titolo d' invittissimo,
cap. XXII, Dover essere cattolica ed egli solo esercitava l' autorità
persona da eleggersi in re dei
Ifl. in nome proprio e dell'impero,
romani, e non poter essere prole- mentre il re de' romani ciò talora
stante. Prima la creazione del re faceva in nome dell'impero, e ta-
de* romani non avea luogo cHe do- lora in solo nome proprio. Nell'in-
po morte dell* imperatore ; poi
la terregno l'elettore conte palatino,
8* introdusse che vivendo l' impe- come vicario imperiale, governava
ratore si potesse eleggere un re dei r impero.
romani, equivalente agli antichi ce- Appena l'arcivescovo elettore di
sari di Roma creati dagl* impera- Magonza udiva la morte dell' im-
toli, al delfino in Fjancia o al peratore, come arpica ncelliere del-
principe di Galles in Inghilterra, l' impero in Germania ne parteci-
credi ed immediati successori nella pava l'avviso a ciascun elettore,
corona. L' imperatore riconosceva cioè ne' luoghi di loro ordinaria
il re de' romani come un secondo residenza^ e per cortesia in quelli
capo impero, e lo ^rattava col
dell' ove si trovavano. Un mese era con-
titolo di maestà ; ed era veramen- cesso per questi avvisi, e tre agli
te capo vicario
ed ausiliare, per elettori per' adunarsi al luogo della
cui in assenza ed impotenza del- dieta, i quali potevano convocarsi
l'imperatore governava solo. Am- se passato il mese non erano stati

bedue si chiamavano avvocati del- invitati. Francfort (Vedi) era il

la Chiesa, ed usavano bolle d'oro luogo della dieta, ma di comun


ne' sigilli. AUa loro presenza indi- consenso potevano gli elettori per
IMP IMP i37
buone ragioni stabilirne altro, co- blicazione di sua elezione, e quin-
me più volte fecero. Gli elettori di dopo confermarla subito.
recavansi in Francfort o ad altro Quando eransi accordati gli elet-
luogo della dieta, scortati dai prin- tori intorno la che desi- persona
cipi, conti e baroni per le cui terre gnavano eleggere, portavano col si

passavano, non potendo entrar nel- loro seguito senza ordine al pub-
la città con più di duecento ca- blico palazzo della città. Ivi giunti
valli di treno, de* quali soli cin- ognuno si ritirava in una camera
quanta armati: dipoi gli elettori , particolare ove assumevano gli abiti
massime secolari, portarono ciascu- elettorali, cioè i tre elettori eccle-
no un treno di circa seicento ca- siastici lui gran manto di scarlat-
valli. Entrati nella città obbliga- to, lungo e maestoso, il quale ro-
vano il magistrato e gli abitanti vesciandosi sulle spalle, rappresen-
a ricevere con giuramento le loro tava una mozzetta guarnita di pelli

persone e seguito in custodia e d'armellino. Gli elettori secolari ve-


protezione, facendo uscire dalla cit- stivano una gran clamide di vel-
tà gli stranieri di qualunque gra- luto rosso cremisi, guarnita nella
do e condizione , tranne qualche medesima maniera, con un berret-
caso. La bolla d' oro prescriveva tone in testaall' alemanna mezzo
trenta giorni agli elettori per con- rovesciato e foderato pur d'armel-
chiudere l'elezione ,
previo giura- lini : il berrettone del re di Boe-
mento ; e quando in tal tempo non mia era in forma di corona col
aveano dato il capo all'impero, li pomo d'oro in cima. Così vestiti
sottoponeva a cibarsi di pane ed uscivano dal palazzo a cavallo per
acqua onde sollecitare l'elezione, recarsi alla chiesa di s. Bartolo-
ciò che non si osservava mediante meo, luogo della funzione. In que-
proteste di non adunati per
essersi sta cavalcata gli elettori erano pre-
eleggere il re de' romani, ma solo ceduti dal maresciallo ereditario
per discorrere amichevolmente in- del proprio principato, e da quello
torno alla futura elezione, facendo di loro corte, portanti la spada in
intanto comodamente la consueta un fodero guernito d' argento do-
capitolazione , accordandosi sulla rato se gli elettori erano ecclesia-
persona da scegliersi, affinchè nel stici, e in un fodero di velluto rosso
giorno che incominciavano la die- cremisino con rilievi d' argento se
ta formale in quello si terminasse. secolari; questo stesso diritto go-
Ordinariamente la capitolazione por- devano gli amministratori degli e-
tava a lungo la dieta. Consisteva lettori pupilli. Quello di Sassonia
la capitolazione in certi capitoli avea il privilegio di essere prece-
stesi dagli elettori, e prescritti al- duto non dal maresciallo del suo
l'imperatore futuro, principalmen- ducato, ma dal vicario ereditario
te per conservare nella sua liber- del suo titolo elettorale, cioè dal
tà ilgoverno aristocratico di Ger- conte di Pappcnheim. Giunti gli
mania. La capitolazione in cui pur elettori in chiesa portavansi in co-
s* includevano le precedenti , veni- ro processionalmenle, ove prende-
va presentata a quello che aspira- vano luogo nelle sedie preparate.
va alla dignità imperiale, ed era Allora entravano nel coro alcuni
obbligato acccttuila innunzi la pub- principi, conti e consiglieri degli
il8 IMP IMP
elettori,ed il conte di Pnppenhcini dassero la fede per osservarli in-
De chiudeva la porta con cliiavi violabilmente in caso che alcun di
che custodiva. Indi il prelato che loro fosse eletto, e che s'impegnas-
dovea ufli/.iaie quella mattina, in- sero nel tempo stesso ad avere a
tuona vu facili Creator Spiritus^ e
: riconoscere per re de* romani que-
poi cantava la nnessà, nel qual tem- gli che dalla pluralità delle voci
po gli eiettori protestanti si ritira- sarà chiamato al trono. 11 che fat-

vano, e solo tornavano dopo ch'e- to si stendeva atto autentico dui


ra finita. Gli elettori cattolici in notari colle testimonianze di tutti
tempo della messa avevano dinanzi i presenti, e poi tosto il conte di
i loro uiUziali in piedi colla spada Pappenheim faceva tutti uscir dal
sulla spalla dritta. Ritornati i pro- conclave, in maniera che restavano
testanti si ripeteva il canto del i soli elettori e procuratori degli
f^tfui Creator SpiriluSy poi si leva- assenti, ed egli stesso ne teneva le
vano tutti, andavano all'altare, do- chiavi. Quindi l'arcivescovo di Ma-
ve prima l'elettore ecclesiastico eli gonza in esecuzione del cap. IV
Magonza in mano di quello eccle- della bolla, raccoglieva i voti de-
siastico di Treveri, e poi tutti gli cominciando da quello
gli eiettori,

altri nelle mani del primo giura- di Treveri, e cosi procedendo si-
vano sopra l'evangelo di s. Gio- no all'ultimo secondo l'ordine con-
vanni con la formola prescritta dal- sueto; poscia egli stesso dava il vo-
la bolla d'oro, vale a dire gli elet- to nelle mani del Trcvirense, e
tori ecclesiastici col porsi la mano fattane la revisione di tutti, quello
destra sul petto, i secolari sul li- che restava nominato dalla plura-
bro de' vangeli. Tornati ognuno litàdelle voci s'intendeva che fos-
a' loro luoghi, per la terza volta si se l'eletto, potendosi votare in
cantava il Feiii Creator, e poi gli proprio vantaggio quando erasi pro-
elettori si ritiravano in un luoga posto per candidato. Si narra che
|)oco discosto dal coro, quale era
il Sigismondo nel i4« ' elesse se stes-
come un conclave preparato per so con il concorso degli altri, ma
1' elez.ione. Quivi facevano entrare non si stimò lodevole cosa re- ,

alcuni consiglieri, e due segretari putando simile azione ed usanza


ileir arcivescovo di Magonza per perniciosa, e di niun valore. Es-
tiue da notari. Allora il conte di sendo compita l'elezione gli elet-
Pappenheim chiudeva la porta del tori facevano entrare i loro prin-
coro e del conclave, depositandone cipali ministri di stato ; ivi il can-
le chiavi insieme con quelle della celliere del Magontino con altro di
città sotto r occhio degli elettori. un elettore secolare contavano i suf-
Essendo così rinchiusi domanda- fragi, e ne stendevano un atto, il qua-
va a lutti gli elettori quel di Ma- le veniva sottoscritto da tutti gli
gonza se nulla avevano a dire at- elettori e sigillato. Usciti gli elet-
to ad impedir la prossima elezio- tori dal conclaveincamminavano
s'

ne del re de' romani, e ninno re- all'altare maggiore, dove facevano


plicando, proseguiva a dire, ch'es- sedere il nuovo eletto. Allora l'ar-
sendosi di comun consenso stesi civescovo di Magonza, dopo avergli
certi capitoli per regola del futu- raccomandato gl'interessi dell'im-
ro regnante, era bene che lutti si pero, e dopo di avergli fatta se-
IMP IxMP 139
gnare la capitolazione, lo obbliga- te si serbavano, secondo gli ordini
va in vigore dei cap. i della bolla di Enrico VI, nella fortezza di Tri-
a couferniare tutti i diritti degli e- fels, sotto la vigilanza della badia
l^tlori, e in fine lo pronunciava re d'Eusserstal dell'ordine cistcrcien-
de* i'Òiuani. Inioiediatameute canta- se. Un' eccelsa torre mostra tutto-

vasi il Te Deuni solenne al suono ra la solidità del castello già eret-


di trombe e timpani, e con lo sca- to sopra tre rocce. INei passati se-
rico di tutte le artiglierie della coli si vedevano le rovine della
città e della moscbelteria prepara- cappella in cui si conservavano le
ta. Ma poi per farne la pubblica- gioie dell'impero.
zione al popolo gli elettori si ri- Nella città di Francfort coman-
tiravano dall'altare, ed ascesi tutti dava la bolla che si facesse l'ele-
sopra una tribuna in mezzo alla zione, e in quella d' Acquisgrana
chiesa, ove stando in piedi coU'e- ( Fedi ) la coronazione ,
per cui
letto,un barone ministro del Ma- l'eletto determinava il giorno per
gontino ad alta voce leggeva la essere coronato. Da Carlo Mainilo
pubblicazione dell'elezione, e per il in poi era uso che la prima co-
primo gridava : Viva U re de ro- ronazione si facesse ad Accjuisgrana,
maniy cui il popolo rispondeva con dove trovavasi i' arcitrono dell'im-
acclamazioni, seguite dal suono del- pero, e che la corona non si po-
le trombe e tamburi, e dal fra- nesse poi dal Papa se non in fron-
gore delle artiglierie. Dopo di che te a colui che già ricevuto avesse
gli elettori dalla chiesa, con quella la corona germanica in quella cit-
gerarchia che descrivemmo all' ar- tà, sede anticamente degl'impera-
ticolo Elettori, si recavano al pub- tori. In progresso di tempo la co-

blico palazzo, portandosi dai me- ronazione si ellettuò medesimo


nel
desimi elettori e loro vicari le in- luogo dell' elezione. Supponendo
segne dell' impero ; cioè, la regia dunque che la coronazione non
spada veniva portata dall' elettore si facesse nella metropolitana dal-
di Sassonia, il pomo o globo d'o- l' arcivescovo di Colonia ( Vedi),
ro da quello di Baviera, e lo scet- toccava all' arcivescovo di Magon-
tro da quello di Brandeburgo . za ( Fedì ) incontrare il re dei
Va notato , che secondo un' anti^ romani nell' ingresso della catte-
chissima consuetudine, il piti pros- drale , accompagnarlo col seguito
simo parente dell'imperatore de- all'altare, e quivi faceva la fun-
funto custodiva le gioie della co- zione : suir altare preparavansi le
rona , corona ornata del
cioè la insegne imperiali con gli ornamen-
brillante che chiamavasl il consa- ti, ed accanto erigevasi maestoso
crato (dern Waisem^ la pietra con- trono. Ivi giunto il re si facevano
sacrata der PVeihe) , la gemma alcune orazioni, ed il Magontino
forse la più bella dell'universo ; lo l'interrogava se prometteva con-
scettro e la spada che già portò il servare e difendere la religione
gran ristauratore dell'impero; il cattolica, amministrar la giustizia ,

globo imperiale segno della mae- accrescere l'impero, e cose simili;


stà e in un della fralezza della ed ilre rispondeva affermativamen-
possanza terrena; la lancia santa te con promesse. Allora si faceva
c la croce santa, le eguali cose tut- la sacra unzione, e presa dall' ar-
,

t4o IMP IMP


civescovo spada imperiale , e
lu ta si chiamarono imperatori. In-
sfoderatala la riponeva nel fodero, e combeva al collegio elettorale dar
la presentava al re ponendogli il subito parte al nunzio apostolico
manto imperiale, lo scettro in ma- dell' elezione seguita, indi mandar-
ni ed incoronandolo : il manto pre- ne notizia al Papa con lettera del
zioso di Carlo Mngno si conserva- seguente tenore scrivendosi in ci-
va in Norimberga, e si adoperava ma nomi i degli elettori colla data
in questa funzione. Dopo ciò l'im- di Francfort. •< Nos electores pra«-
peratore faceva nuovo giuramento dicti, in loco praedicto praesentes,
di mantener le leggi e diritti del- i jus totale ea vice in electione re-
l'impero , e di proteggere la reli- gisromanorum habentes consensi-
gione e immediatamente veniva
, mus concorditer in eumdem N. N.
collocalo sul trono , avendo luogo et ipsum nominavimus quilibet ,

il canto del Te Deum, e tutti quei nostrum prò se, nullo penitus di-
segni di allegrezza che solevano screpante, in romanorum regeni
accompagnare le piti strepitose so- eligendum, in imperatorem post-
lennità. Questa si chiamava la co- modum prompvendum, in advoca-
ronazione germanica , indi soleva tum S. R. et universalis Ecclesiae,
aver luogo la coronazione lombar- viduarum et orphanorum defenso-
dica, nella quale l'imperatore o sia rem. Ea
propter Sanctitati vestrae
re de' romani veniva dichiarato re tam humiliter, quanv devote, voto
d' Italia e di Lombardia in Milano, unanimi , supplicamus ut ipsum ,

in Monza o altra città italiana; fi- electum nostrum in regem roma-


nalmente avea luogo la coronazio- norum paternus ulnis complectens,
ne in Roma per mano del Papa, munus unctionis , et consecrationis
per cui il re de* romani prendeva eidem conferendae a sanctis ma-
il titolo d* imperatore ed augusto. nibus vestris, et S. I. diadema, di-
Anticamente gl'imperatori faceva- gnemini tempore favorabi-
loco, et
no gran conto di queste corona- liter È da notarsi che
impertiri ".
zioni, e Federico I si fece coronare i Pontefici spedivano a Francfort
sino a cinque volte , prima in per l'elezione dell'imperatore un
Acquisgrana come re di Francia, nunzio apostolico, perchè agli elet-
poi in Ratisbona come re di Ger- tori manifestasse le loro intenzioni
mania, indi in Pavia come re dei sul soggetto da esaltarsi, per cui
lombardi, susseguentemente in Ro- talvolta cooperarono all' elezione di
ma, come imperatore, e in fine a taluno, tale altra l'impedirono, co-
Monza come re d'Italia. Ma su me si narra a' rispettivi luoghi.
questo punto sono a vedersi gli Il nuovo re de' romani appena
articoli Coronazione dei re, e Co- eletto con detta lettera spediva in
ronazione degl' imperatori, ove no- Roma un ambasciatore per parte-
tammo che Federico I fu in Roma cipare al Papa la sua elezione
anche coronato con un cerchio di prestargli obbedienza ed in suo no-
oro dall'antipapa Pasquale III, e me questo giuramento. « Tibi do-
che dopo Federico III, tranne Car- mine Papa N. N. ego rex roma-
lo V , i re de' romani non si cu- norum electus, promitto, ac jurare
rarono più di prendere le insegne facio,prout nos nunlii in animain
imperiali dai Pontefice, e tuLtavoU ejus juramus per Patrem, Filium,
,

IMP IMP i4r


et Spirltum Sanclum , et per hoc III, Dell" elezione degV imperato-
lignum TÌvificae crucis, et per has ri romani e dei re d^ Italia, del
reliquias sanctorum ,
quod si per- celebre Muratori , nelle sue Diss.
Domino Rornam venero,
ni it tenie sopra le antichità italiane, ove di-
sanctam Piomanam Ecclesiam, et ce che ai re d' Italia mai competè
te Pontificem illius , exaltabo se- loro alcuna autorità sulla città di

dinduni posse meum, et numquam Roma ; che sebbene Carlo Magno


vitam, autmembra ncque ipsum , fosse fatto dal Papa imperatore
honorem, quem habes, mea voi un- ne' suoi discendenti si richiese il

tate , aut meo consensu , aut mea consenso degli stati e principi italia-
exhortatione perdes ; et in Roma ni, massimamente del romano Pon-
nullum placitum, aut ordinationem tefice, come praticò Io stesso Carlo
factum de omnibus quae ad te ,
nel trasmettere l'impero a Lodovi-
pertinent, aut ad romanos, sine tuo co I suo figlio, il quale non si

Consilio ". 11 Pontefice dopo ap- credette veramente


imperatore se
provata l' elezione del nuovo re non quando ricevette la corona im-
de' romani, teneva nel palazzo apo- periale dal Papa Stefano IV det-
stolico cappella papale in ringra- to V , ed allora ne assunse il ti-

ziamento a Dio, alla quale i car- tolo. Tratta poi come fu rimessa
dinali intervenivano in vesti e V elezione ai sette principi di Ger-
cappe rosse, benché in tempi che mania autorizzati ad eleggere il
,

non si dovesse usare tal colore ;


re della medesima e insieme del-
indi il Papa con apposita allocu- l' Italia , e come il costituito in
zione partecipava in concistoro ai Germania anche ricevuto in
fosse
cardinali la medesima elezione, lì Italia. Conchiude che per conio
cardinal protettore dell'impero pres- della dignità imperiale e del tito-
so la santa Sede soleva far cele- lo d' imperatore de' romani, chia-
brare nella chiesa nazionale di s. ramente risulta in tanti secoli ad-
Maria dell'Anima di Roma (della dietro appartenere al solo Papa di
quale si parla al voi. XXIX, p. conferirlo ; e che i Pontefici sep-
io5 e seg. del Dizionario), cap- pero ben resistere a quei re d* 1-
pella cardinalizia con solenne Te talia che con questa dignità cre-
Deitniy ed i cardinali con permes- devano poter aspirare all' impero,
so pontificio vi si portavano in meno quelli che per loro benepla-
vesti rosse e cappa paonazza. Che cito piacque esaltarli alla dignità
i Papi ebbero sempre diritto di imperiale eziandio, dappoiché senza
confermare 1* elezione dei re ed di loro ninno poteva attribuirsi il
imperatori germanici , e che per titolo d' imperatore. Finalmente di-
tale elezione era necessario il suf- ce che coir andar de' tempi i ti-

fragio della santa Sede , oltre la toliprima diversi dei regni ger-
pratica costante trattarono in fa- manico ed italico, il primo assorbì
\ore dell'argomento molti scritto- il .secondo ; tempi vi furono che
ri, e da ultimo il dotto Voìgt nella senza l'approvazione de' Papi ven-
Vita di s. Gregorio VII ^ ed i ne eletto il re di Germania, come
suoi annotatori, come a p. 47*^ e s' introdusse chiamarsi V eletto re

475. de' romani, anzi Romanoriim rex


Importante è la dissertazione et semper Jugnstus, quelli che noa
, ,

i4^ IMP IMP


aveano ricevuto l' imperiai corona, ivi era ricevuto dal clero, e dopo
e che Massimiliano I del i49^ fatta orazione al ss. Sagramcnlo
introdusse il titolo Romanorum ini- s'incominciava la messa, stando cia-
perator cìcctus , che durò sino ai scuno degli elettori al suo luogo.
nostri giorni. All'articolo Italia, ol- Il re di Boemia quand' egli non
,

tre il parlare di quanto riguarda era 1' eletto, benché coronato, pren-
gì' imperatori , si dice che Federico deva posto dopo l'arcivescovo dì
Il imperatore viene considerato co- Magonza, il quale sedeva a de-
me l'ultimo che fu anche re d'Italia. stra dell' eletto , precedendo gli
A voler meglio dichiarare come ecclesiastici alle dignità secolari.
procedeva la consacrazione e co- Terminata l'epistola si cantavano le
ronazione del re de' romani , la litanie de' santi , e verso il fine
bolla d' oro attribuì la prerogativa di esse 1* arcivescovo consacrante
di ungere e coronare colla corona diceva ad alta voce: Ut regem ad
germanica il re de' romani, all'ar- regni, et imperli fastìgìum perdu-
civescovo di Colonia, perchè Acqiii- cere digneris ; rispondeva il popo-
sgrana era nella sua diocesi, ed lo: Te rogamua aiidi nos. Termi-
avendo Carlo IV autore della bol- nate le litanie, l'arcivescovo face-
la prescelto quella città per luogo va air eletto le seguenti interroga-
della coronazione, volle conservar zioni. Vis sanclani fidem catholi-
Fuso degli altri princìpi di lasciar cani tradì Cam prò viribus tenere.
al primate questo decoro, non po- R. Volo. — ,

Vis sanclis ecclesiis, ec-


tendo gli altri primati usare i pon- clesiarum mìnislrìs fidelis esse tu-
tificali in quella diocesi; e quando tor et defensor ? R. Volo. Vis —
Filippo di Svevia si fece ungere sanclissimo Patri Domino romano
e coronare dall' arcivescovo di Ma- Pontifici suhjectionem , et dehilam
gonza, Papa Innocenzo III invalidò
il iìdtm reverenler exhìbere : eccle-
l'elezione di esso. Era però necessario siasticam non violare :
lìbertalem,
che l'arcivescovo di Colonia o al- te omnibus benignuni, mansuelum

tro avesse conseguito il sacro pal- alque affabilem prò regia dignità-
lio, e quando nel i63o fu coro- te praebere: et ita te gerere, ut
nata r impeiatrice Eleonora, essen- non ad tuam , sed tolius populi
do gli arcivescovi di Magonza e utilitatentf regnare, praemiumque
Colonia non consacrati, fece la fun- benefactorum tuorum non in tcrris,
zione l'arcivescovo di Treveri. La sed in coelo expeclare videa mus ?
bolla d* oro abilitò gli elettori ad R. Volo. Dopo di che l' eletto an-
effettuar V elezione in altra città, dava all'aliare e giurava con que-
secondo le necessità de' tempi ed , sta formola. Ego N. N. Deo an-
ivi avea pur luogo la consacrazio- nuente volo in quantum divino fui-
ne e coronazione del re de' roma- tus adjutorio, et praecibus Jideliuni
ni dall' arcivescovo diocesano pal- chrislianorum : sic Deus me ad-
liato. In quanto dunque alle ceri- jnvet et omnes sanati. Allora l'ar-
monie della consacrazione, doveva civescovo rivolgendosi agli elettori,

il re de' romani eletto determinar- stati e popolo domandava loro .

ne il giorno, ed accompagnato con Vultis tali principi ac reclori , vos


solenne pompa dagli elettori e subjicere, ipsiusque regnuni firma-
principi dell' impero alla chiesa re yjide stabilire, atque jussionibus
IMP IMP
okcmperare, Jiixta Jposlolum :
ejiis Indi l'arcivescovo nel porre !<i

omnis anima potestalihus suhlimio- corona in testa all' eletto, pronun-


rihus subdita sii, sive regi^ tan- ziava : Coronavit te corona justi-
quam praeccllenti. R omnes: Fiat, tiae , et subdilis tuis justiliani mi-
Jiat, fiat. Quindi l'eletto s'ingi- nistres, tuisque s'is venerandus, ho-
nocchiava avanti l'altare, e l'ar- ac post liane
stibus vero tcrribilis,
civescovo r ungeva nella spalla de- vitam, sempiterno angells prae- cum
stra dicendo Factus est prinn'pa-
: mio coroneris. Indi il re de' roma-
liis humeruni ejus ; e nel
super ni faceva questo giuramento Pro- :

braccio pur destro, dicendo: Cor fitcor et promitleo coram Deo , et


sapienti s in dextera efus. Ed asciu- angelis ejus, me Icges servare, ju-
gata r unzione con lana monda, stiliam facere jura regni confir-,

l'arcivescovo vestiva con


l'eletto mare, debitumque honorem roma'
le insegne reali portate da Norim- no aliìsque Pontificibus ,
, alque
berga, compresa la tonicelia sud- vasmllis exhihere, donata ecclesiae
diaconale in segno di essere il di- conservare. Di poi si proseguiva
fensore della Chiesa ;
gli dava la col vangelo sino al fine della mes-
spada di Carlo Magno, indi gliela sa , alla quale ogni elettore assi-
cingeva al fianco. Nel porgergli steva , servendo al nuovo eletto
però lo scettro imperiale l' arci- negli uffici propri delle dignità an-
vescovo pronunciava questa formu- nesse ad ognuno. Finalmente l' ar-
la, jéccipe vìrgam virlulis , aìque civescovo, poneva 1' eletto nella se-
aequilatis y
qua inteWgas mulcere dia regia dicendo: Serva et retine
pioSf et tenere reprobos ; erranti- lociim regium, queni non jure hae-
bus viam pandere, lapsisque manus reditario , nec paterno successorio ,
porrigere : disperdas superbos , et sed principuni EE. in regno Ale-
eleves huniiles, Àperiat libi ostiuni manico suffragiis libi noscas de-
Dominus noster, qui de se ipso hitum. Maxime per aucloritatem
dicit : Fgo suni ostiuni , per vie Dei omnipotentis, et tradilioneni
si quis introìerit , salvabitur : et praesentium, et omnium episcopo-
ipse est cLwis David , et sce- rum, caeterorumque servorum Dei:
ptrum domus Israel qui ,
aperit, et quanto clerum sacris altnribus
et nemo claudit , clandit, et nenio propinquioreni , tanto ci podorem
aperii, sitque tuus duolo r ,
qui e- in locis congruis honorem im pen-
ducit de domo carceris,
vinctuni dere mcmineris; quatenus media-
umbra mor-
sedenteni in tenebris et lor Dei, et hominuni , te mediato-
tis j et in omnibus sequi merearis rem cleri et plebis in hoc regni
,

eum, de quo psalmisla David ce- solio conflrniet et in regno aelef-,

cini t : Sedes tua Domine in sae- no secum regnare faciat. Per Chri-
culum saeculi, virga aequitalis, vir- sluni Dominuni nostrum, ec. Ciò
ga regni lui, et imitando ipsuni , finito s' intuonava il Te Deum lau-
dil'gns justidani, hodio habeas
et da mus, che si proseguiva dai mu-
iniquilatem ,
qua propter ungit te sici, dopo del quale i canonici del-
Deus tuus , ad exeniplum illius ,
la chiesa notificavano al nuovo
queni ante saecula unxerat oleo eletto, che secondo l'antica con-
prae principibus
exultationis y suis. suetudine egli lestava aggregato
Per Dominuni nostrum, etc. fra i canonici della chiesa di s.
,

f44 TMP IMP


INlaria d* Acquisgrana , e lo prega- «anzi all'altare della Beata Ver-
vano eli confermare i loro antichi gine, e quello del soglio; inoltre
privilegi e prerogative, per il che alla chiesa si pagavano cinquantasei
il romani faceva questo giu-
re de' fiorini d'oro, egli si somministra-
ramento.Nos N. N. Divina fa- vano tre carretti di vino.
venie gratin, ronianorum reXy hit- In un cerimoniale mss. lessi sulla
/US no strae ecclesiae B. M. Acquis- coronazione del re de' romani , se
granensis canonicus , ad haec s. fatta nella diocesi dell'arcivescovo di
Dei evangelia juramus^ eidem ec- Treveri, che 1' elettore arcivescovo
clesiae fidelitateni , et quod ipsa di Magonza l'ungeva, quello di
jnra, et bona ejusdem ab injuriiSj Treveri lo consacrava ,
quello di
et violentiis defensabiniiis, et fa- Colonia lo collocava sul trono; che
cìemus defensari: ejusque privile^ l' elettore di Brandeburgo gli po-
già omnia y et singida, et consueta' neva in dito l'anello ov* era l'im-
dines ralificamus , approbamuSj et periale sigillo, quello di Sassonia
de novo conjirmamus. Terminata gli cingeva la spada nuda che poi
la funzione, il re de' romani con portava avanti a lui, quello Pala-
solenne accompagnamento degli e- tino gli poneva in mano il globo,
lettori e principi dell'impero, e quello di IJoemia gli consegnava
tra gli applausi s' incamminava al lo scettro, e quindi lo precedeva
luogo destinato per la creazione di colla corona, la quale in capo al-
alcuni cavalieri dell' impero ; indi l'eletto imponevano i tre elettori
ritornava al palazzo, mentre l'elet- ecclesiastici. Nella messa per le ele-
tore conte palatino andava spar- zioni di Massimiliano II e Ridol-
gendo monete al popolo, impresse fo II gli eiettori protestanti se ne
colla memoria dell' elezione ,
per assentarono ,
poi intervennero a
cui popolo gridava N. N. Au-
il 5 quelle per Leopoldo I e per altri
gusto a Deo coronato magno et , imperatori per soddisfare all'uffizio
piissimo imperatori romanorum, vi- elettorale. Nel VI secolo era già
ta et Victoria. Seguiva per ultimo introdotto il costume di ricordare
il formale convito sontuosissimo al sovrano la caducità delle sue
colle più ricercate cerimonie de- grandezze nel punto più solenne
scritte al cap. iS della bolla d'o- della coronazione, col rammentar-
ro. Convito descrivem-
All'articolo gli che dovea morire, e rendere
mo quello che nel i838 ebbe luo- stretto conto delle sue azioni al Re
go in Milano per la coronazione dei regi, ed al Signore dei domi-
colla corona di ferro del regnante nanti, come narra Leonzio nella
imperatore Ferdinando I.
d' Austria vita di s. Giovanni vescovo di A-
Noteremo che alla chiesa d' Acqui- lessandria cap. 1 7. Osserva il Mar-
'
sgrana restava lo strato del genu- lene che questo costume del VI
flessorio, col cuscino o guanciale secolo fu più o meno il rito di
su cui il re de' romani erasi in- tutti i secoli in simili solenni fun-
ginocchiato nella funzione, e simil- zioni. Del secolo XI abbiamo da
mente quello del trono; la clami- s. Pier Damiano, degli imperatori
de T abito col quale fu con-
reale, greci, epist, 17, lib. i, che in mez-
sacrato due tappeti di drappo
, zo alle acclamazioni del popolo
d'oro, cioè quello che si poneva in- ed agli omaggi de' grandi presea-
TMP IMP ti^
tavasi al novello imperatore un tenuto il consenso del Pontefice
vaso pieno di ossa e di ceneri, e che Io doveva coronare, s' incam-
gli si bruciava innanzi la stoppa minava con maestoso accompagna-
(ciò che tuttora si fa nella coro- mento all'alma città, facendo il
nazione dei Papa); onde non solo viaggio dall'Italia a Roma a spese
considerasse la sua caducità; ma degl'italiani, concorrendo nelle altre
conoscendo nella fiamma istanta- spese ed accompagno di copioso e-
nea della stoppa il nulla de' suoi sercito di fanti e cavalli i princi-
onori, si conservasse umile tra le pi, baroni e feudatari dell'impero,
lusinghe della più seducente for- a ciò obbligandoli lo statuto feu-
tuna . Veggasi David Scoppino ,
dale di dovere a proprie spese se-
Dc consacratìone iinperatorum ro- guire il re de'romani in Roma per
vianorum , Argentorati lySo; e la sua coronazione, ed in tutto il

r opuscolo Histoire de ce qui con- tempo eh' egli dimora fuori per
certie V élcction ci' un Roi des ro- questo fine contribuirgli la me-
mains et le couronnement d' un tà de' frutti feudali, sotto pena di
£'/7?/7e/eMr, Florence 1791,6 Gothe fellonia. V. Feudi. Il re de'roma-
lygr. Si può anche consultare ni vicino a Piacenza soleva riceve-
Cristofoio Marcello nel libro: I- re l'omaggio giurato dagli inviati
nauguratìo coronatio et electio
, del popolo romano. Giunto nelle
aliquot iinperatorum , Hanoverae vicinanze di Roma, attendeva l'e-
161 3. sercito che si accampava campi nei
Sebbene al citato articolo Coro- Neroniani, e nel luogo medesimo
nazione degl'imperatori [Vedi), ab- ritrovava i legati del Papa, i qua-
biamo detto quanto riguarda non li l'incontravano per ricevere il

solo il cerimoniale, ma quanto gli giuramento sugli evangelij concepi-


è relativo, colia narrazione di tut- to in questi termini. Ego N. N.
te le coronazioni imperiali, qui rex romanorum , in imperato-
aggiungeremo qualche altra erudi- rem promovendus^ promitto, spon-
zione. La coronazione de'cesari, che deo^ ac polliceor, atque juro co-
rion era in uso nell' antichità, fu ram Deo, et beato Petro, me de
anch'essa introdotta dopo la prati- caetero protectorem, ac defensorem
ca delle sacre unzioni della Chiesa fore summi Pontificis ^ et hujus
cattolica, la quale stabili che per sanctae romanae Ecclesiae, in o-
mano de'vescovi si facessero le co- mrfibus necessilatibus , et utilitati-

ronazioni dei regi, come si riferisce bus ejus ; custodicndo, et conservan-


degl' imperatori d' oriente coronati do possessiones^ et honores, et ju-
dai patriarchi di Costantinopoli, e ra ejus, quantum divino fultus
in occidente dai sommi Pontefici adjutorio fuero, secundiim scirCj
che riseibaronsi il jus di coronare et posse meum, recta et pura fide:
V imperatore dopo che s. Leone sic Deus me adjuvet, et haec san-
111 investi di questa dignità Car- età Dei evangelia. Ciò fatto faceva
lo Magno. Determinatosi il re dei il re de'romani solenne Ingresso
il

romani di prendere in Roma nel- in Roma (Vedi), dove con solenne


la patriarcale basilica e Chiesa di pompa nel giorno stabilito si por-^

s. Pietro in Vaticano (Fedi) le tava in s. Pietro, ove era dichia-»


insegne imperiali, dopo averne ot- rato cavaliere, e canonico della
VOI. xxKiv. 10
l46 IMP IMP
basilica, alla porla della quale il ziandio il Cancellieri a p. 83 e
sommo Pontefice Io riceveva. Ivi 84 delle Memorie isteriche delle
avevano luogo quelle funzioni de- sacre teste de* ss. Pietro e Paolo.
scritte agli articoli Coronazione Durante il soggiorno dell'impera-
degl' imperatori , E Chiesa di s. tore in Roma, il Papa pensava al-
Pietro , ed imponendogli in testa le spese del suo mantenimento. Di
la corona imperiale il Papa pro- alcuni uffizi esercitati dagl'impera-
nunziava queste parole: Accìpe si- tori nella messa solenne cantata dal
gnum gloriae, diadema regni, co- Papa, e in altre funzioni
nella cap-
ronani imperii. Della cappella di pella pontificia,, se ne parlò al voi.
s. Maurizio ove Timperatore nella XIX, p. 3o5 del Dizionario, ed a-
basilica vaticana riceveva le sacre gli altri analoghi articoli. Dei tan-
unzioni, e delle insegne imperiali ti ossequi ed alti di venerazione
dategli dal Papa , come degli a- prestati dagli imperatori ai Papi
biti di cui eraanche il rivestito, nelle coronazioni, nei conviti, e in
Severano ne discorre a p. io8 e allre circostanze, parlammo in va-
128 delle Memorie sacre; ed il ri luoghi. Siccome gli eretici ed
Sarnelli nelle Lett. eccl. t. Vili, p. altrinemici della santa Sede scris-
6, t. X,p. 83, parla del ricevimen- sero a nulla giovare il ricevere in
to deirimperatore tra i canonici va- Roma dal re de'romani la corona
ticani, e dell'assunzione ch'egli fa- imperiale, bastando all' eletto la
ceva delle vesti corali. Terminata coronazione germanica per goder
Ja coronazione, i' imperatore nella le prerogative sull'impero romano,
messa solenne in abito di suddia- prova il contrario il citato p. Ca-
cono offriva il calice e 1' ampolla, telani nel suo Ristretto a p. ^3
e inter missarum solemnia, depo- e seg. Il p. Zaccaria sua Ànti-
nel
nendo il manto imperiale, riceveva Febronio t. IIjp. 299, 3o2 e seg.
dal Pontefice la sacra comunione, e 356, tratta se agli imperatori
ed in fine della messa la benedi- appartenga la convocazione dei con-
zione apostolica. Dopo la quale in cilii generali, e come li confermas-
Cavalcata (Fedi)^ alla sinistra del sero.
Papa, cui l'imperatore sosteneva la Quanto alle orazioni che la Chie-
staffa ed addestrava il cavallo, pro- sa fa per gl'imperatori, e per quel-
cedendo a cavallo sino presso Ca- le del venerdì santo, è a vedersi
stel s. Angelo, quivi datosi vicen- Gio. Battista Castiglione, Disseria-
devolmente il bacio di pace si se- zione sopra il rito di pregare per
paravano. Il Papa ritornava al va- l'imperatore usato nella chiesa ani'
ticano, e r imperatore spargendo hrosiana ec, Milano i'j'jj' Ales-
monete al popolo sul ponte s. An- sandro Pelliccia, De. Christ. eccl.
gelo creava alcuni Cavalieri [Fedi) Clini pubblica, tuni privata prece
del sacro romano impero, e pro- prò principibus, Neapoli 1778. Nel
cedeva all'arcibasilica lateranense, i5i9, sotto Leone X, pei- la mor-
ove veniva ricevuto tra quei ca- te dell'imperatore Massimiliano I;
nonici, e restava a pranzo nel con- nel 1612, sotto Paolo V, per la

tiguo palazzo papale, di che par- morte dell'imperatore Ridolfo II;


lammo pure al voi. XVII pag. ,
e nel i655, per la morte di Fer-
a 20 del Dizionario, e ne tratta e- dinando III, essendo vacante l'im-
IMP IMP 147
péro, la sacra congregazione dei ri- rautorìta e giurisdizione dell'impe-
ti, t. II, p. 88, n. 1737, decretò ro, fulminava il bando a terrore
che nell'orazione del venerdì santo degli altri. Va avvertito di far di-
si dovesse dire: Oremus et prò Ro- stinzione tra il bando generale, e
mano Imperio, ut DeuSy ac D. N. il bando speciale. 11 bando gene-
subditas UH faciat omnes harbaras rale fulminavasi dall' imperatore o
nationes ad nostram perpetuam- dalla sua camera, l' altro dai tri-
pacem etc. Omnipotens etc. respì- bunali che avevano giurisdizione
ce ad Romanum henignus Lìi' limitata,© dagli stati dell'impero.
perìum^ ut getites, quae in suae fé- Eravi differenza anche tra il ban-
rilate confidunt^ potentiae tuae de- do alto e
il bando basso \ il pri-
xtera comprim antur j e nel Preco- mo eraun decreto imperiale che
nio del sabbato santo, Respice etiani imponeva obbedienza sotto la co-
ad Romanus benignus Imperium, minatoria del bando 1* altro era ;

cujus tu Deus, fldeliuni vota prae- quando si dichiarava il contumace


noscens etc. Lo stesso fu stabilito subito incorso nel bando, nel qual
nel 1790 e nel 179*2. In un tem- caso era lecito a qualunque indi-
po gì' imperatori pretesero di es- viduo d' invaderlo sì nella persona
sere chiamati orbis terrarum Do- che ne'beni. Il Borgia nella Breve
mini. Su questo punto si possono istoria del dominio temporale della
vedere il Sarnelli t. VII, p. 27, Sede apostolica, scrisse molte cose
nelle Lett. eccl.; il Cancellieri p. 4^ importanti sugl'imperatori, i Papi,
della Lettera sul titolo di Domi- Roma ed romani, e spiega vari
i

nus; Quir. Cubachii, Dissertatio, punti da altri male interpretali ,


an imperator recte dicalur Domi- come dell'esercizio del dominio che
nus totius mundi? Est. in Dom. gì' imperatori come re d'Italia eb-
Arumaci, Disc. acad. p. IV, n. bero im tempo sopra i ducali di
1 2 ; e Justi Meyeri , Dissertatio Benevento, di Spoleto e di altre ,

(juomodo imperator sii mundi Do- terre; in che consisteva il giura-


minus ? ex L. 3, D. ad L. Rho- mento di difendere e proteggere
diam, Argentorati 1620. la Chiesa romana quale sorta di ;

Sul famoso bando imperiale dire- giuramento ricevevano dai romani,


mo che era una censura giudiziale giacche né questi né Roma mai
dell'impero, con la quale si esclude- furono soggetti agl'imperatori, tran-
vano delinquenti e violatori della
i ne l'avvocazia di cui parlammo di
pace, dal corpo e comunità del me- sopra, per la quale soltanto Roma
desimo impero, esponendoli alle of- fu detta città dell'impero ; e final-
fese d' ognuno, si nelle persone mente cosa importasse il confer-
come ne'beni. Solevasi fulminare il mar che facevano gl'imperatori al-
bando imperiale anche contro i la Chiesa romana signora indipen-
contumaci nelle materie civili, quan- dente il possesso de' suoi dominii.
do legittimamente citati non com- Di alcune erudizioni sull'imperato-
parivano ovvero condannati non
; re della dottrina cristiana se ne
eseguivano la sentenza ne obbe- , tratta al voi. XX, p. ^43, 25r,
divano a' mandati esecutoriali, nei 252, 2 53 e 254 del Dizionario.
quali casi il giudice della camera 11 medesimo Borgia nelle Memorie,

imperiale, pel mantenimento del- storiche t. II, p. i63 e seg. spie-


i48 IMP IMP
g?» ilmero e misto impero y il me- dichiaralo legalo di Ferrara e prò-
i*o impero pel gius della vita e Icllore ngosliniani e de' mo-
dogli
(Iella morte, pel misto impero la naci di Monte Vergine. Compiuta
facoltà eli conoscere delle cause ci- la sua legazione, in cui lasciò mo-
vili con potestà di punire casi leg- numenti di sua abilità e giustizia,
gieri, e con leggiere pene, citando fu di nuovo destinalo da Alessan-
Ulpiano, Brunemanno e Bartolo. dro VII al governo di Roma, do-
IMPERIALI Lorenzo, Cardina- ve a motivo del tumulto eccitato-
le. Lorenzo Imperiali nato in Ge- si tra il duca di Crequy ambascia-
nova da senatoria famiglia, fornito tore di Francia, e la truppa de'sol-
di egregi talenti, si recò in Roma dati corsi, di cui venne il cardina-
dove da Urbano Vili fu destinato le a torlo accagionato, si tirò ad-
a vice legalo di Bologna, indi al dosso contro ogni ragione lo sde-
governo della città di Fano e di gno di Luigi XIV male informato,
Ascoli, ed in assenza del cardinal onde fu dal Papa allontanato da
Antonio Barberini lo surrogò nella Roma in quella critica circostanza,
legazione di Annoveralo
Ferrara. alìldandogli il governo della Mar-
in seguito tra i chierici di came- ca d'Ancona col carattere di legato.
ra, venne destinato al governo del- Indi il cardinale rinunziala la le-

la provincia del Patrimonio, e del- gazionCj prontamente si condusse


lo stato di Castro col carattere di alla corte di Parigi per giustidcar-
commissario generale delle armi, si col re e fargli constare la retti-

dove con immorlal gloria del suo tudine di sua condotta, e la vene-
nome condii use co'nemici una glo- razione mostrala in quell'emergen-
riosa pace, dopo di che fu spedito te verso la sua real persona. Non
da Innocenzo X nei 1648 con potè ottenere però l'udienza finché
amplissime facoltà, e colla scorta lecontroversie non si accomodaro-
di mille duecento fanti e trecento no con Roma, indi fu accolto con
cavalli, sotto la direzione del conte sommo onore da Luigi XIV, il
David Widman alla città di Fer- quale protestò alla repubblica di
mo, ove in una popolare sommos- Genova essere prima stato mala-
sa era stato ucciso il governatore mente informato sul cardinale, ri-
Visconti suo amico Baratti,
ed il conoscendolo per uomo di spirito
venendo poi il cadavere del primo retto, costante nel sostenere la ra-
trasferito al santuario di Loreto per gione, ed onesto, chiamandosi ben
disposizione de' suoi parenti. Ese- contento d'averlo riconosciuto. Re-
gui l'Imperiali l'incarico con giu- stituitosi in Roma, si mostrò inde-
stizia e prudenza, restituendo alla fesso nelle applicazioni che gli fu-
città il buon ordine, e la tranquil- rono appoggiate in parecchie con-
lità.Tornato nei primi del i653 gregazioni alle quali era ascritto,
in Roma ne fu fatto governatore, e e particolarmente a quelle della
dopo aver per poco più d'un anno consulta e del s. offizio. Intervenne
con universale applauso disimpe- a tre conclavi, e morì nel 1673 di

gnato sì cospicua carica, ai 1 mar- anni sessantadue. Fu sepolto nella


zo 1654 (^al medesimo Innocenzo chiesa di s. Agostino, ove al destro
X fu pubblicato cardinale prete lato della magnifica cappella di san
col titolo di s. Grisogono, non che Tommaso di Villanova venne eretto
,

IMP IMP f49


alla sua memoria un decoroso man- ligenza, a vantaggio delle città e
soleo adorno di belle con
statue, tene pontifìcie. Ogn'anno in lem-
urna di marmo nero, sulla quale fu pò delle vacanze a proprie spese
posta la di lui statua in alto di visitava una provincia^ mentre in-
orare genuflesso, nella cui base si \iava i prelati della medesima con-
legge elegante iscrizione, gregazione a visitare le altre, ancor
iML^ElllALI Giuseppe Renato, essi a sue spese, con immenso uti-
CardiuaUì. Giuseppe Renato Im- le delle comunità visitate, di cui
periali nobile genovese, nacque in rivedevano i conti obbligando i de-
Oria regno di Napoli, presso
nel bitori a pagare, e provvedevano
Francavilla feudo di sua casa, prò- alle miserie de' poveri ; ritornati a
nipote del cardinal Lorenzo, e sino Roma riferivano tutto alla congre-
dalladoloscenza diede manifesti se- gazione per le opportune prov vi-
gni di sublimi talenti e buon sen- denze. Oltre a ciò il cardinale
so. Distintosi negli studi ottenne la pubblicò un codice diviso in quat-
Jaurea dottorale, e da Clemente X tro volumi, contenenti le leggi pel
le insegne prelatizie. Innocenzo XI buon governo dello stato ecclesia-
Io fece chierico di camera, indi teso- stico. Fu ascritto quasi a tutte le
riere^eda'iS febbraio 1690 A les- congregazioni, e fu prefetto anche
Sandro Vili lo creò cardinale dia- di quella della disciplina regolare;
cono colla diaconia di s. Giorgio e come lo zio fu protettore dei
ìnVelabro, a cui nell'anno seguen- romitani di Agostino e de' mo-
s.

te venne aggiunta la legazione di naci di Montevergine. Amante del


Ferrara, e X amministrazione di giusto e della rettitudine, operava
quella chiesa per volere d'Innocen- con franchezza esponendo all'occor-
zo XII. Beneficò i ferraresi e la- renza con rispettosa libertà ai Pon-
sciò loro di sé perenne rinomanza; tefìci i propri sentimenti. Prende-
indi fu fatto protettore d'Irlanda, va cura de'poveri, favoriva le per-
Considerando il cardinale che la sone dabbene di cui avea piena la
sua diaconia per l'antichità era ab- casa, e le molestie anziché affati-
bandonata deforme, con eccle-
e cario lo rendevano più energico,
siaslica munificenza vi ripristinò il Ebbe per uditori distinti perso-
culto divino; liberò il pavimento naggi> due divennero vescovi di
e le pareti dall' umidità, rinnovò Adria e Ripatransone, e due car-
il tetto, l'abbelPi con nuovo ed or- dinali , cioè Girolami e Laudi,
nato soffitto, e chiuse1' atrio con Intento costantemente a promove-
cancelli di ferro. Gli agostiniani re il bene comune, lasciò un' insi-

scalzi,che allora aveano in cura la gne biblioteca a comodo del pub-


chiesa, sopra la pila dell'acqua be- blico, quale però più non sussiste,
nedetta gli eressero onorevole lapi- sebbene Pio VI l'avea acquistata
de. Prese particolar cura e prote- per la suddetta accademia eccle-
zione dell' accademia ecclesiastica siastica : di tale biblioteca parla
cui comparti segnalati benefizi. Com- con lode il dotto padre Montfau-
piuta gloriosamente la legazione di con, che grandi encomi rese al car-
Ferrara, fu fatto prelato del buon dinaie come munifico co' lettera-
governo, ove molto si adoperò pel ti ed eruditi ; ed oltre quanto ne
pubblico bene con industria e di- disse il Piazza trat. XllI, e. XXIX
i5o IMP IMP
dell* EusevologìOf il pelebre Giusto dello XIV nel 174^ ebbe luogo
Fontanini ce ne lasciò l'indice stam- tra i chierici di camera colla pre-
palo. Nel 1711 il cardinale fu da sidenza degli archivi , e dell' anno-
Clemente XI spedito in Milano col na ; e nel 174? fi» promosso alla
carattere di legato a latereper carica di governatore di Roma.
complimentare l'arciduca Carlo ri- Benedetto XIV a* 26 novembre
conosciuto ia parte per re di Spa- 1753 lo creò cardinale prete di s.

gna e poi imperatore, da cui oltre Clemente, e venne ascritto alle


la slima che si guadagnò ottenne congregazioni della consulla , del
quanto seppe domandare a van- buon governo, ed della disciplina,
taggio della santa Sede. Da Giu- «il Largo e munifico verso i
tre.

stiniano Chiapponi fu pubblicata miserabili, non lasciò giammai di


la Legazione del cardinal Impe- sovvenire chiunque ebbe a lui ri-
riali a Carlo III re di Spagna corso. Fondò sei cappellanie nella
Vanno 171 1, Roma per Gonzaga chiesa di Giovanni de'genovesi in
s.

17 12. Dimessa la diaconia, passò Roma, della quale parlammo al


air ordine presbiterale , ed ottenne voi. XXV III, p. 274 del Diziona-
«uccessivamente il titolo di s. Lo- riOf coir obbligo d'istruire i fedeli
renzo in Lucina ; e dopo essersi nelle feste nei misteri della catto-
trovato air elezione di cinque Pon- lica religione e nei cristiani dove-
tefici, fra cui in quella di Clemente ri. Finalmente dopo essersi trovato
XII gli mancò un sol voto pel pon- ai comizi per Clemente XIII, con
tificato, pieno di meriti morì in Ro- quella pietà come visse pervenne
ma a'25 gennaio 1737, d'anni ot- alla meta de'suoi giorni in Roma
tanlasei. Fu sepolto nella chiesa a' i3 ottobre i7(>4> *" ^^^"^ d'anni
di s. Agostino, al destro lato del- ottanta circa, e fu sepolto nel suo
la cappella dedicata al santo dot- titolo di s. Cecilia a cui era passato,
tore,con sontuoso mausoleo orna- sotto una lapide adorna , in cui
to di preziosi marmi ed eccellertti vedesi scolpito distinto elogio, fatto
statue, col ritratto del cardinale per ordine di sua nipote Marzia
espresso al vivo in pittura, soste- Imperiali Centurioni.
nuto dalla fama, nella cui base si IMPERIO o IMPERO. K Im-
legge un magnifico e ben merita- peratore.
to elogio. IMPROPERI. Versetti che sì
IMPERIALI Cosimo, Cardinale. cantano dalla Chiesa nella mattina
Cosimo Imperiali nobile genovese del venerdì santo, mentre si fa la
nacque a' 24 aprile i685 in Ge- solenne adorazione della croce. Si
nova da illustre famiglia. Compiti sogliono cantare con voce sommes-
con successo gli studi nell' archi- sa e flebile, e tenerissimo commo-
ginnasio romano venne ammesso
, vente canto , siccome rimproveri
da Clemente XI tra i prelati, ed paterni ed affettuosi, che fece Dio
occupato nel governo delle città agli ebrei per l'enorme sconoscen-
pontificie, dov'essendo affabile con za con cui corrisposero ai sommi
ogni qualità di persone seppe con- benefizi da lui loro comparliti ;
giungere la giustizia colla piace- essi però convengono anche a quei
volezza, e r integrità col disinteres- cristiani, che rinnovando nelle pre-
se. Chiamato a Roma da Bcnc- varicazioni le ingialitudini d'israe»
IMP ING i5i
le, mal corrisposero alle divine be- to il Cristo del Signore, dopo a-
neficenze. Il (lotto d. Alessandro verne confessato la gloria del suo
Mazzinelli nell' Uffizio della setti' nome, dopo eh' ei vive e regna, è
mana santa, parlando dell'adora- più orribile affliggere il suo cuore,
zione delia croce nel venerdì san- insultare alla sua potenza chi pec- :

to, dice che in tempo che si fa la nuovo Gesù Cristo.


ca crocifigge di
medesima si cantano gT improperi, Nel medesimo tempo dell'adorazio-
con queste belle riflessioni. JNfon si ne della croce, ed al fine di cia-
videro giammai dalla parte di Dio scun improperio si canta in greco
benefizi più. eccelsi e miracoli più e in latino il Trisagro angelico
segnalati ; e dalla parte degli uo- (F'edi). Fu esso dapprima inserito
mini ingratitudine più iniqua, pre- nella liturgia per essere cantato in
varicazioni più enormi, che nel po- onore della ss. Trinità, ed oggi
polo d' Israele ; sicché potè loro a cantandosi alternativamente cogli
giusta ragione rimproverarsi, che improperi in tempo che si adora
gente di dura cervice e di cuore la croce con Gesù crocefisso, si ve-
protervo aveva sempre resistito al- de che in esso la Chiesa ha la mi-
lo Spirito Santo. Ma il sommo del- ra al Redentore, ed a lui si rife-
la loro ingratitudine e della loro risce, quanto è uno nella Trinità,
iniquità comparve nella morte da- che vestito di nostra carne fu po-
ta a Gesù Cristo. Venne il tanta sto in croce, e ad esso ricorriamo
da loro aspettato Messia; ma la per implorare misericordia. Nel
perfìdia giunse a tanto, che i figli Menologio romano del Piazza a p.
micidiali ed ingrati, invece di lie- i85 della parte seconda si legge,
tamente accoglierlo, recarono a mor- che nella imperiai città di Costan-
te quello, che dai loro padri era tinopoli, nel giorno di venerdì san-
slato chiesto con tante istanze, a- to si predicava fuori della città
spettato con tanto desiderio. Nel nella campagna, in memoria della
giorno in cui commisero sì orrido passione di Cristo , che sostenne
sacrilego deicidio se ne fa loro allo gl'improperi della città di Geru-
rimprovero; e con modi tanto te- salenime [Vedi). A quest' artico-
neri ed affettuosi si fa un bel con- lo ^abbiamo descritto la stanza o
fronto de' benefizi che hanno ri- cappella chiamata degl' Imprope-
cevuti , e dell' ingratitudine colla ri , e posta nella basilica del
quale hanno corrisposto. Ciò che santo Sepolcro, poco distante dal
l'Altissimo ha fatto per Israele non luogo ove fu trovata la croce
è stato che un'immagine ed un'om- del Redentore al tempo di Costan-
bra di ciò che ha fatto per noi ; tino.
ed Israele non solo ne' suoi privi- INCAPPUCCIATI. Eretici del
legi e favori, ma ancora nelle sue secolo XIV, discepoli di Wiclefo,
prevaricazioni, ci rappresenta le in- cosi chiamati perchè non si sco-
gratitudini nostre;onde que' rim- privano mai davanti al santissi-
proveri a noii come ad essi con- mo Sagramento, ma tenevano sem-
vengono. E qualche cosa di più pre coperta la testa col berretto
orribile il peccato, che non sono le o cappuccio che usavasi allora.
spine, i chiodi, il fiele e l'aceto; Quanto a quest' abito o coper-
e dopo aver conosciuto ed adora- tura del capo sobo a vedersi gli
,

ìS-à INC INC


articoli Cappuccio, e Francescano rantichità di voce, Navicella
tal
OBDitE. (yedi) o navetta chiamasi poi il
INCARICATO DI AFFARI, Cura piccolo vaso d'argento od altro me-
Cgens. Ministro diplomatico incom-. tallo, fatto a foggia di nave, nel
benzato di rappresentare il suo so- quale si tiene 1* incenso, con Cuc-
Viano presso una corte sovrana, e chiaro (Fedi) per pone l'incenso
trattarne gli affari. ^e\V Excerpta nel turibolo per l' Incensazione
ti Lexico epigraphico Morcelliano, (Vedi). Aggiunge il Maci i, che l'iu-
incaricalo degli affari del re presso censiere o turibolo anche
viene
la santa Sede, si dice in latino : chiamato Pyxis dall' Ordine roma-
Cura agens ad negolia urbis re- no, il quale prescrive : Pyxidem ,
già. Al presente in Roma sono qua thus habetur in manu ferens,
incaricati di affari presso la santa dove viene denominato custos o
3ede e fanno parte del corpo di- princeps ecclesiae chi porgeva la
plomatico, l'incaricato d'affari del- navetta al Papa, perchè questo mi-
la repubblica del Messico, V incari- nistero toccava al titolare di quel-
cato di affari dell'arciduca duca di la ove celebrava il Papa,
chiesa
Modena, V incaricato d'affari della ciò che fu poi attribuito al cardi-
riuova Granata nell'America me- «al decano o a quel cardinal ve-
ridionale, l'incaricato in- d'affari scovo suburbicario che ne fa le ,

leriuo del re di Prussia, e l' inca- veci quando il Pontefice celebra


ricalo di affari del re diWiirtem- solennemente, e quando non cele-
berg che per sua assenza ha un bra lo fa il cardinal primo prete,
incaricato d'affari Interino. La san- Al vocabolo Incensoriuni osserva il
ta Sede poi attualmente ha tre Macri che il medesimo nella ero-
prelati incaricati di affari, uno al- naca Cassinese non può significare
1 Aja , l'altro a Firenze, il terzo il turibolo, dal quale si distingue,
nella Nuova Granata nell'America perchè facendosi ivi menzione di
meridionale. /^.Diplomazia o Di- alcuni donativi fatti al monistero
PLOMATicr, e Nunzi apostolici. dopo di aver nominali due turi-
INCENDIARIO ed INCENDIO, boli, si legge Incensoriuni de ar-
V. Pompieri pontificii, corpo del- genluni unum _,
sicché significherà
\e guardie per gì' incendii. la navicella nella quale si ripone
INCENSAZIONE. F. Incenso. V incenso. Gli incensieri sono di ar-
INCENSIERE, Tubibile o Tu- gento semplice o dorato, di rame
BiBOLo,T/mribulum, Acerra. Vaso od altro metallo inargentato o do-
o stromento di cui si fa uso nelle rato, rari essendo quelli d'oro, la-
chiese per abbruciare l'/«cc«,yo (A^e- vorati e cesellati con maggiore o
di)j diffonderne l'odoroso e grato minore arte e maestria. Le tre ca-
fumo, ed incensare nelle sacre ce- tenelleordinariamente ognuna lun-
rimonie e divini uffìzi. Dice il Ma- ga quattro palmi romani, sono fer-
cri nella Notizia de' vocaboli eccl. mate ad una piastra rotonda la
chiamarsi acerra la navetta da quale ha un anello e sostengono ,

porvi l'incenso sul fuoco che con- propriamente il vaso dell' incensie-
tiene, e riporta le testimonianze di re passando per tre fori o altac-
Tertulliano advers. gentil, cap. 9, caglie praticate in tre angoli del
e dello storico Agati^ lib. 3, suU coperchio, il quale a mezzo d'una
INC INC i53
quarta parimente pen-
catenella che Garampi neW Illustr. del si-
il

dente dalla piastra con suo anello, gillo della Garfagnana a p. ii6
si alza per porre nella padellina fa menzione dell' incenso dato ad
di ferro del vaso il fuoco, e su odorarsi al sacerdote, riportando
questo r incenso : il coperchio ha un brano dell'antico ordine clau-
diversi trafori a disegno donde esce strale della insigne canonica di s.

fuori il fumo dell' incenso, ed or- Giovanni in Monte di Bologna, sui


dinariamente è in forma di cono, riti e costumi di quella religiosa co-

avendo il vaso quella di tazza o munità nel principio del secolo Xlf,
C(fppa con base o piede. Gl'incen- in cui si prescriveva che il sacerdote
sieri degli ebrei non erano pendenti celebrante dopo di avere incensato
da lunghe catene, dappoiché erano l'altare reddat thuribuluin diacono.
una specie di bracieri con manico Jlle recipiens, osculala nianu sa-
o senza, che il sommo sacerdote cerdolisj del et incensum odorare,
poneva sull'altare de' profumi, o et humiliter planctam in anteriori
che portava nel santuario. L'apo- parte deorsuni trahat^ perchè neU
stolo ed evangelista s. Giovanni l'incensazione dell'altare doveva es-
parlando nell'Apocalisse degl'incen- sersi troppo aggruppata al petto.
sieri che tenevano i quattro ani- Cosi pure dopo un'altra incensa-
mali ed i ventiquattro vecchi, li zione si diaconus
prescrive , che
chiama semplicemente pialli o cop- praebeat sacerdoti incensum odorati-^
pe d'oro ripieni di prolumi. Sulle duni, et extendat solito more pla^
medaglie di Simone Maccabeo si netani deorsuni. Il Pouyard nella
vedono incensieri fumanti simili ad Dissertazione sul bacio de piedi ^ a
una coppa, o ad un calice col suo p. Ili parla di un monumento
piede. del 547, in cui un suddiacono tie-
Gì' incensieri di cui servivansi i ne colla destra un incensiere di
primitivi cristiani erano anche bra- argento di forma rotonda senza co-
cieri senza catene , ed in vece di perchio, ornato con tre piedi per
gittarli in alto come si fa presen- poterlo posare in terra, e con sue
temente neir incensazione o turifi- caten uccie.
cazione, si avvicinavano fumanti al 11 Severano nelle Memorie sa-
naso, e ciascuno ne raccoglieva il cre pag. 49^) narrando gli splen^
vapore colla mano dicendo queste didi ornamenti fatti dall' impe-
parole accendat in nobis Domi-
: ratore Costantino il Grande nel
ìiiis ìgneni sui amorisy et flaniniain battisteri o lateranense, dice che in
aeiernae charitatis. Du Vert, Ceri- mezzo al fonte fece porre una co-
monie della Chiesa t. IV , p. 5i. lonna di porfido con un vaso o
L' Ordine romano dice, che dopo lampada d'oro di cinquanta libbre,
recitato il simbolo, i turiboli por- dove ardevano i giorni della Pa^
tavansi in mezzo agli altari, e po- squa duecento libbre di balsamo.
scia accostavansi alle narici, e per Tra i doni poi che l'augusto fece
mezzo delle mani il fumo nella al medesimo battisterio, si novera
bocca trae vasi. Post Credo tliurihu- , un profumiero o incensiere d'oro
In per altana portanlur^ et poslea di dieci libbre, ornato con venti-^

ad nares hominiwi ferimtur, et per quattro gemme preziose. 11 Torri-


manus fuinus ad os Irahitur. Au- gio injlie Sacre grotte mùcane, p.

i
i54 INC INC
469 e seg., raccoula die antica- il Severano a p. 5i4 nel descrive-
mente si solevano appendere sopra re i doni fatti da Sergio IH alla
il corpo di Pietro alcuni incen-
s. basilica lateranense vi novera quat-
sieri detti lurìbula apostolica, che tro turiboli d'argento; e tra quelli
però Anastasio Bibliotecario, par- d'Innocenzo II vi comprende uà
lando di s. Leone III scrive: unum turibolo di argento di libbre un-
thurìhulum ex auro purissimo misit dici.
super corpus e/us (s. Petri) quod Negli antichi riti dei solenni pos-
pensai lib. 1. Onde Cencio Came- sessi de' Pontefici eravi l' incontro
rario che fu poi Onorio III ci di- del romano, massime delle
clero
ce nel suo inss. : Hoc auleni est scuole palatine de' chierici romani,
praentittenduniy quod D. PP. post colle croci e coi turiboli fumanti
quarlam lectionem vigiliae^ descen- d'incenso; inoltre i turiboli veni-
dil ad arcani altaris b. Petri, et vano che ric-
collocati sugli altari
inde extrahit ihurìbuluni cuni can- chi d'argenterie si erigevano fuori
dela, quac alia festivitate a D. di tutte le chiese per dove passa-
Papa fuit reposi ta , e uni carboni- va la processione e solenne pom-
bus poslmoduni ihuri-
et incenso, et pa della cavalcata; co'quali turiboli
buluni cuni candela ibidem remit- degli altari eziandio s'incontravano i

lit. Più a lungo ne scrisse Bene- Pontefici, per cui avevano tali chie-
detto canonico di s. Pietro nel mss. se la distribuzione del presbiterio,
dedicato al cardinale Guidone da e neir Ordine romano XII si legge
Castello, poi Celestino lì, mentre al § XVIII de Presbiterio prò ihu'
parla di cerimonia solita a farsi
tal ribulo dato quibus, et quoniodo de-
all'altare di s. Paolo nella sua ba- tur? Nel cerimoniale di Gregorio
silica, e descritta al voi. IX, p. 78 X, in Ordine XIII, n. i i, p. 23 1,
del Dizionario: la medesima ceri- dicendosi dell'incontro che facevasi
monia si usava in s. Pietro. Nella al Papa eletto fuori di Roma, si

Descrizione della sacrosanta basi- legge. »3 Si D. Papa consecratur,


lica vaticana, Roma 1828, pag. vel eligi tur extra urbem quum ,

95, parlandosi del forame o Fé- venerit ad Romani ad capellam s.


neslrella [Fedi) dell'altare del san- M. Magdalenae ad radicem Montis
to apostolo, ove si calavano i bran- Mali ( o Mario ) , descendit, et in-
dei e le chiavi che si benedette trat cum cardinalibus ipsam capel-
dispensavano a'fedeli, si dice che vi lam, et ibi recej)it pluviale, et mi-
si sospendeva egualmente un incen- tram, et postea equitat, et proce-
siere con tubo di vetro , i cui a- di!; et judaei sibi occorrunt cum
vanzi tanto del carbone che del- lege, et laudibus, et omnes eccle-
l' incenso, ogni anno distribuivansi siae urbis ei obvians honorifice
ai pellegrini nel giorno di s. Pie- cum processione, et vetiiunt omnes
tro, in cui quello si rinnovava. Il Se- clerici induti cum crucibus, et ve-
verano a p. io5 descrive la pro- xillis, et thuribulario, et capsa cum
cessione e le incensazioni che so- thure, et quaelibet ecclesiam occur-
leva fare il Papa in diversi altari, rit ipsi Papae cum thuribulo et ,

quando interveniva nella notte pre- ipsa capsa ; et ipse D. Papa de


cedente la festa di s. Pietro nella thure cum cochleare in thuribulo
sua basilica al mattutino. Quindi ponit, et illi Papam cuna eo in-
INC INC 155
censant; et faciunt ita omnes ec- era pure nella chiesa romana , e
clesiae, et sic ducitur per porticum chi r esercitava veniva chiamato
usque ad gradus s. Pelli ubi est Vesiarìus, Ministro ecclesiastico del-
processìo parata ". Lo stesso si l' incensiere e della navicella è l'ac-
conferma nell'Ordine XIV, n. 22, colito, il quale deve portarlo nelle
pag. 261. » Clerici rem. occorrunt sacre funzioni, e custodire tali sa-
eidem induti in via sacra, ubicum- cri arredi, vegliando che i carbo-
qiie possunt, cum thuribulis et in- ni siano accesi. Nella cappella pon-
censo, et dantur prò thuribulis i3 sono accoliti i cappellani co-
tificia
librae et dimidia ". Lo stesso vie- muni, e per l'assistenza del Papa,
ne detto nel n. 4ij pag- 269. Il quando celebra alcuna funzione, i
Catalani ne tratta in Caerem. epis. prelati votanti di segnatura di giu-
toni. I, pag. 4^- Questi riti dell'in- stizia, cui incombe portare la na-
contro degl' incensieri, dopo il pos- vicella e r incensiere, e per le a-
da Leone X
sesso preso nel i5i3, naloghe notizie sull'uso dell'incen-
non ebbero più luogo. siere è a vedersi T articolo Cap-
Il Macri iìi iliuribuloriim festi- pelle Pox\TiFiciE e quelli delle sa-
vi tas dice eli' era una certa solen- cre funzioni. Eugenio de Levis fe-
nità celebrata dal clero di qualche ce una Dissertazione degli antichi
chiesa quando riceveva dal Papa turiboli^ della forma de* turiboli^
il Presbiterio [Vedi) dopo di aver- ed a quale uso si fossero destinali
lo incensato, il quale presbiterio questi vasi e V incenso ? Il Macri
consisteva in alcune monete. Si fa dice che il turibolo significa il

menzione di questa cerimonia in corpo di Cristo, l'incenso la di lui


certe scritture conservate nell' ar- divinità, ed il fuoco lo Spirito San-
chivio di s. Angelo in Pescheria, to, citando Gem. lib. I, cap. 12;
chiesa collegiata di Roma , nelle ed al vocabolo Thuribuluni ag-
quali si parla del clero della chie- giunge che r incensiere si chiamò
sa parrocchiale di s. Patermuzio, il ancora Thyniiamateriwn et Sufflto-
quale riceveva il presbiterio di sei riunii significando il verbo thurifi,'
denari dal Papa, in thurib ilio rum co incensare o dar l' incenso.
ftHivitate. Della chiesa de' ss. Pa- Rimarchevole è il modo singolare
termuzio e Caprete ne parlammo di profi^ nare con incenso il celebre
al voi. XXI, pag. 38 del Diziona- santuario della chiesa cattedrale di
rio. Il medesimo Macri dice che Compostella [Fedi) durante il giu-
col vocabolo Canstrisiiis fu chia- bileo dell'anno santo, ed anche nel-
mato un ofiìciale della chiesa co- le festività più solenni che in essa
stantinopolitana, il quale custodiva si celebrano. In tale chiesa vi è
i paramenti sacri del patriarca, e un incensiere di smisurata gran-
l'aiutava nel vestirsi ,
portava l'in- dezza, nel quale si pone una gran
censiere ed aspergeva popolo con il quantità di carbone acceso, con cir-
l'acqua benedetta. Alcuni pensano ca ottanta libbre d' incenso ed al-
che tal nome derivi da voce greca tri aromi per volta. Questo incen-
che significa la navetta dell'incenso, siere viene attaccato ad una gran
o da voce che significhi il canestro corda di canape nella sommità del-
dentro il quale si portavano le ve- la cupola, ed in modo che l'in-
sti del patriarca. Questa dignità censiere resta distante dalla terra
i56 INC INC
palmi ilìeci. Due uomini inservien- di Olihanurn, Olf-vano, come si dis-
ti della chiesa
con forza danno se nel voi. XXVlll, p. 200 del
movinienlo all'incensiere, giungen- Dizionario. L'erudito p. Menochio
do l'ondulazione del medesimo dal- nel tom. I , p. 2 5o delle Slnorcy
l'uno all'altro muro, innalzandosi tratta al cap. XLVIll : Che cosa
(ino alla volta della chiesa, restan- nella SrriUiira sacra significhi que-
do essa in breve tempo profuma- staparola incenso, e che cosa sia, e
ta. Si assicura da quelli del luo- dove nasca, come si coltura la pianta
go che da tempo remotissimo fu che la produce ec. Vuoisi che nasca
introdotto questo modo di profu- l'incenso principalmente nell'Egitto e
mare la cattedrale, col fine e sco- nell'Arabia, e chequellodi Saba fos-
po d'impedire l'infezione dell'atmo- se il migliore. Nel salmo 71 leggia-
sfera, che per l'innumerahile con- mo Reges arahuni, et Saba dona
:

corso continuo di forestieri e di- adducent, ec, colle quali parole pro-
voti pellegrini a quel giubileo, ren- feticamente si predisse la venuta dei
devasi assai pregiudizievole alla sa- mogi ad adorare Cristo, e i doni
nità. Forse s\ grande incensiere che offrirono come si ha dal van-
non havyi in tutta la cristianità ,
gelo, furono oro, incenso e mirra,
come il modo di usarlo non de- e r incenso come frutto del paese
v'essere in altro luogo praticato. loro dal quale erano venuti. Fe-
INCENSOed INCliNSAZlONE. di Anticamente era me-
Epifania.
Tlms, inccnsum^ thiirificatio. L'in- no comune perchè costosissimo, ed
censo è una specie di gomma
o in singoiar pregio : quindi si fal-

di resina aromatica e odorosa che sificò, mescolandosi il vero Oliba-


stilla dall'albero detto dai botanici no col mastice e col galipot, spe-
Jiinipcrus Lycia, e forse da qual- cie di resina eh' esce spontanea-
che altra pianta dei lidi meridio- mente dai vecchi pini massime
nali del mare rosso. Si abbrucia- marittimi, e si forma in lagrime
va ne' sagrifizi , e tuttora si ado- al pari del vero incenso. In Ger-
pera nelle cerimonie religiose. Gli mania si fa gran uso di tal resi-
antichi chiamarono la pianta che na, ed è chiamata incenso di Tu-
produce l'incenso thurifera le di y ringia, perchè si trae dai pini di
cui foglie sono simili a quelle del quella provincia. Si è anche fatta
pero. Vi si tanno delle incisioni distinzione dell* incenso prodotto
nei giorni canicolari per farne sor- neir Africa da quello delle Indie
,

lire la resina e la lagrima. L'in- che si ricava da piante teribinta-


censo maschio è il più stimato; cee.
egli è rotondo , bianco ,
grasso in- La parola incenso deriva dal-
ternamente , e si accende appena l' esalarne che fa il vapore, innal-
posto sul fuoco: la distinzione del- zandosi al cielo, come quello ch'e-
l' incenso maschio viene derisa da salava dalle carni della vittima ab-
Virey. Si chiamò anche olibano bruciata, nominata da ciò incenso,
nella bassa latinità, per cui quelle cosa per una figura
abbruciata,
terre la cui rendita era assegnata rettorica che fa prendere l'effetto
al consumo dell'iticenso che serviva per la causa , il fumo che sorte
alle chiese dalle quali queste ter- dalla carne abbruciata per la me-
re dipendevano, presero il nome desima carne abbruciata. Dice il p.
INC INC i57
Menocliio : la parola incenso non sicut incenswn in conspectu tao; e
sempre significa quel sugo o lagri- nel capo I di s. Luca, dove si parla
ma condensata ed odorala clie di s. Zaccaria padre di s. Giovan-
particolarmente si abbrucia nelle ni Battista, Sorte exìit ut poneret
chiese in onore di Dio, ma s'in- incensum ingressas in lemplwn Do-
tende anco a significare il sagrifi- mini. V. Incensiere. Il Ptinaldi nel-
zio dell'olocausto che si faceva da- r Apparato agli annali num. 74»
gli ebrei secondo la legge di Mosè, osserva che nel tempio si trovava-
il cui rito consisteva che l'anima- no pili turiboli o sia incensieri d'o-
le sacrificato ed imposto sopra del- ro, e che l'altare posto nel primo
l' altare con ilfuoco si consumas- tabernacolo dentro del primo velo
se, laonde gli sconvenisse il nome detto altare thyniiamatis , da s.
d'incenso c\oè abbruciato. Così nel Luca si chiamò altare incensi. Tra
cap. XXIX dell'Esodo si legge: gli ebrei essendo l'incenso in mo-
Offtrens totani arietem in incensi/ ni do particolare consacrato al Signo-
super altare; e nel salmo LXV: re , il presentarlo era funzione
Holocausta niedullata afferam tibij propria de' sacerdoti, i quali due
cum incenso arietem. Anzi non so- volte al giorno, la mattina e la se-
lo l'olocausto, ma qualsivoglia al- ra, entravano nel santuario per ab-
tro sacrificio ed ogni oblazione, che bruciarvi r incenso.
secondo la legge antica passava per I gentili oiFrivano incenso ai lo-

il fuoco, si chiamava incenso j così ro idoli per onorarli , e tra loro


nel libro de'JNumeri cap. XXVIII l'offrire l'incenso agl'idoli era lo
comandò Dio, che oblationes et pa- stesso che sacrificare. Arnobio pe-
nes , et incenswn odoris suavi^sinii rò nega che l'incenso fosse adope-
afferatur per tempora sua. Laonde rato dagli antichissimi pagani nei
incensuni non sempre significa thus, sagrifizi, massime quelli lontani dal-
e la parola incensa ni di cesi in e- l'Arabia Felice, luogo principale ove
braico ische che sonat ignilioneni^ nasce questo aroma. Per cui il Sar-
come nota Bon fieri o. Nell'Esodo
il nelli dice che l'invenzione dell'of-
cap. XXX, V. 34 e 87, Dio pre- ferta dell' incenso a Dio devesi a
scrisse a Mosè il modo di compor- Mosè ch'avea praticato nell'Arabia,
re il profumo che doveva essere o allo stesso comando di Dio, on-
bruciato nel tabernacolo, proiben- de al dire del Sarnelli fu senti-
do però agi' israeliti di farne di mento comune di tutte le genti
simili per loro uso. Quindi le un- che a Dio solo l' incenso si offeris-
zioni fatte cogli olii profumati di- se, quindi disse Ovidio nelle Me-
vennero il simbolo di consacrazio- tamorph. lib. 1
4"' Tempia libi sta-

ne le parole Unto^ Cristo, Mes-


: taani, solvam tibi ihuris honores.
sia, che hanno lo stesso senso, in- Che l'incenso poi ancora presso gli
dicarono una persona reverenda antichi gentili fu adoperato nell'e-
consacrata e cara al Signore. Non sequie de' defunti, lo accenna Vir-
si offrivano incensi sugli altari de- gilio nel lib. VI MV Eneide: A-
gli olocausti, ma vi si abbrucia- versi tenuereni facem, congesta ere-
vano delle vittime, come un odo- mantur Thurea dona. I greci pe-
re gradito al Signore. Nel salmo rò e gli arabi, e quasi tutti gli

CXL si dice : Dirìgalur oratio incu antichi popoli conobbero l'incenso,


,

i58 INC ING


e ne fecero uso nei loro sngrlfìzl, e censare nelle chiese, decreto che
ne profumarono sovente i loro tem- vuoisi rinnovalo dal Pontefice s.

pli. Narra Giovanni Villani che Conificio I eletto nel 4'^J "^^ ^

anticamente si sacrificava agli dei critici dubitano di tali decreti. ^.


un fumo d'incenso, che si appelha- il Rinaldi all'anno 179, num. 49-
"va tiiscio, forse perchè adoperato Tuttavolta non si deve tacere che
ne* tempi più antichi dagli etru- nel libro, De consummatione mun-
schi. Dunque sembra vero che l'in- di di s. Ippolito vescovo di Porto,
censo ha goduto in tutte l' età il che viveva nei primi anni del ter-
privilegio di servire al culto della zo secolo, pare che gli odorosi pro-
divinità. Tuttavolta s'introdusse il fumi avessero luogo ne' sacri tem-
costume di offrire incenso anche pli. Oltre a ciò abbiamo che s.

ai principi della terra, ai ministri Efrem, fiorito nel IV secolo, parla


di Dio, ed ai grandi dignitari, per dell'incenso come di un rito usa-
cerimonia collegata col culto divino; to dai cristiani, nel suo testamento
e vuoisi ch'abbia avuto incomincia- riportato dall'Assemanni. Forse Ter-
mento cogli imperatori di Costan- tulliano, nell'escludere l'uso del-
tinopoli. Dell'uso superstizioso del- l'incenso presso i cristiani, mos-
fu
l'incenso, adoperato per indovina- so da falsa opinione, perchè non
re, veggasi Martino del Rio, Disquis. tempo universalmente.
diffuso a suo
magic, lib.2, quaest. 2, sect.
4> e. Altri stranamente con De Vert cre-
I, dove parla della thurifumia, dono che r incenso non sia stato
cioè dell' indovinare per via del fu- dapprima introdotto nella Chiesa
mo dell'incenso, e della libanoman- che per purificare e profumare i
zia, citando Dione Cassio 1 4^> Hi- luoghi ove si celebrava l'uffizio, e
storia Augustae. L'uso dell' incen- le cose che servivano ad esso: que-
so è antichissimo anche fra i cri- sta fumicazione o suffumicazione
stiani, sebbene alcuni dicono non degli antichi era necessaria nelle
potersi provare con valide testimo- chiese a motivo del cattivo odore
nianze ch'essi lo abbiano adopera- inevitabile dalla gran moltitudine
to nei tre primi secoli. Tertullia- del popolo che vi si radunava , e
no nel cap. ^1 del suo Apologeti' più ancora nei sotterranei e cata-
co assicura che non se ne faceva combe dove i primi fedeli teneva-
«so al suo tempo nella Chiesa no le loro riunioni, e celebravano
dappoiché rispondendo al rimpro- i santi misteri. A tali congetture
vero che gl'idolatri facevano a' cri- sioppose fortemente il p. Le-Brun
stiani di essere inutili al commer- nel tom. I, pag. i47, Spiegazione
cio della vita, scrisse. '» Veramen- della messa, in cui dimostra che
te noi non facciamo acquisto d'in- i cattivi odori non erano affitto
censo. Se i mercanti d' Arabia se da temersi nelle riunioni de* fedeli
ne lagnano, sabei sapranno che
i del IV secolo, nel quale si vnde
noi impieghiamo una maggior quan- già l'uso dell' incenso stabilito dai
tità dei loro aromati nel seppelli- canoni apostolici, e dai ss. Efrem,
re i che voi nel profuma-
cristiani, Ambrogio e Giovanni Crisostomo,
re i vostri Dei '*. Però si dice nel- e dalle liturgie di s. Giacomo e
la vita di s. Solerò Papa del lyS, di s. Basilio. Le chiese di que' tem-
che vietò alle sacre vergini d' in- pi erano spaziose e molto ariose,
INC INC 15:9

ed in molte la soffitta essendo di chiesa greca essendo sempre pre-


legno di cedro esso spandeva gra- sente il diacono, esso sempre in-
to odore. D'altronde per espellere censa l'altare ; ma nella chiesa la-
i cattivi odori non sarebbe stato tina il sacerdote. Inoltre i greci
necessario che il Pontefice stesso neir incensare sempre formano col
mettesse V incenso , lo benedicesse toribolo la croce. Anticamente però
e facesse tutta la cerimonia del- una volta l'anno il diacono soleva
l' incensare. L' incenso sarebbe pure nella quarta feria della terza set-
stato inutile nella cerimonia solen- timana dell'avvento incensare l'al-
ne della consacrazione del santo tare nel tempo del mattutino, quan-
crisma, a cui i greci aggiunsero da do il diacono accompagnato dal sud-
tempo immemorabile gli odori i diacono ed altri accoliti ascendeva
più squisiti preparavano sul
ch'essi processionalmente in pulpito ossia
fuoco nella chiesa durante i tre ambone, ove cantava il vangelo cor-
giorni che precedevano quella ce- rente: Missus est Angelus Gabriel,
rimonia, ciò che non toglieva che con r omelia seguente, la quale fi-

il Pontefice non incensasse intorno nita incensava l'altare. Questa ceri-


all'aliare. Sembra quindi che l'in- monia significava l'annuncio fatto
censo non sia stato introdotto nel- alla Vergine dall'Angelo il cui officio
la Chiesa per ragioni fisiche, o al- fa il diacono; l'incensazione poi
meno che se queste ragioni hanno dell'altare denotava la venuta dello
cagionato quest'uso in alcuni luo- Spirito Santo sopra la Vergine, come
ghi, ciò non fu con esclusione del- spiega il Durando. Nei primi secoli
le ragioni mistiche ; ma che all'op- precedeva l'incenso quando il diacono
posto queste ultime ragioni hanno dall' altare si portava al detto am-
acxjompagnato le prime, ch'esse sus- bone^ e quando da questo ritorna-
sistettero dopo di quelle, ch'esse va all'altare. L'incenso dovea pur
furono più universali, ed anco u- precedere l'entrata solenne del sa-
niche in molli luoghi. cerdote nel tempio, per la celebra-
Le ragioni misteriose e spirituali zione del sacrifizio. Si bruciava in-
sono queste. Si offre l' incenso a oltre l'incenso avanti l'altare, oon
Dio per rendergli omaggio come a cui profumasi tutto all'intorno, pri-
nostro supremo Signore, per atte- ma che avesse principio la sacra
stargli che siamo sempre pronti a liturgia, dappoiché l'incensazione
consumare noi stessi per la sua glo- dell'oblata, come quella del clero
ria, e per palesargli la brama che e del popolo si devono ritenere
nutriamo che le nostre preghiere posteriori ai primi tempi. Però già
s'innalzino sino all'eterno suo tro- nel IX secolo si parla dai liturgici
no, come un dolce profumo ed un dell'incensazione dell'oblata come
incenso di grato o<lore. Altresì l'in- d'un rito introdotto in diversi luo-
censo denota le preghiere de' santi
che la Scrittura ci rappresenta co- S'incensano le croci e le immagi-
me profumi offerti a Dio. S'incen- ni, e gl'incensamenti si riferiscono
sa l'altare per pregare Gesù Cri- agli originali, cioè a Gesù Cristo
sto, figurato nell'Apocalisse coU'al- ed ai santi, ai quali noi dirigiamo
tare, di accogliere le nostre pre- l'incenso delle nostre preghiere. S'in-
ghiere figurate dall' incenso. Nella censano i libri degli evangeli per
i6o INC INC
attestare con tale cerimonia ester- tamenle possa fare le sue funzioni;
na il rispello clic abbinino per la negli altri casi debba genuQettere
parola di Dio, e buon odore che
il ncll' inlìmo gradino. Nelle messe
ne viene sparso, come disse s. Pao- e quando è esposto il ss.
de' morti,
lo,da tutti coloro che mettono in Sagramento non si bacia l' incen-
pratica la parola stessa.Si porla siere uè la mano del sacerdote nel
l' incenso avanti al vangelo per de- ministrar l' incensiere , come dice
notare la soavità dell' odore nato il Macri. Anzi avanti il ss. Sagra-
dalla passione di Cristo predicato mento esposto non si benedice l'in-
nel vangelo. S'incensano le offer- censo né si bacia il cucchiaio né
te che si fanno a Dio per suppli- l'anello dell'incensiere ossia som-
carlo di riceverle come un incenso mità dell'incensiere. Nelle messe
di grato odore. S'incensano le obla- de' morti all'elevazione il suddiaco-
te per significare l'unzione fatta al no incensa l' ostia e il calice ; in
capo di Cristo prima della sua pas- quelle de' vivi ciò fti il cerimonie-
sione dalla Maddalena, come notò re. Ponendosi poi l'incenso nel to-
Innocenzo III. S'incensano i fedeli ribolo per incensare solamente il
per avvertirli di elevarsi a Dio col ss, Sagramento, egualmente non si
fervore delle loro preghiere, di cpn- benedice; ma
dovendosi incensare
sumarsi pel suo servigio come l'in- anche con occasione di mes-
l'altare
censo, e di spandere dovunque il sa o vespero si benedirà l' incenso
buon odore di Gesù Cristo. Tali conforme al solito, ancorché sia
incensazioni fanno anche per di- si esposto il Santissimo.
mostrare l'unione ch'esiste fra Ge- S' incensano i corpi dei morti e
sù Cristo e fedeli, ed è perciòi le tombe dei fedeli per indicare
che s'incensa prima l'altare che che la memoria dei fedeli che muo-
rappresenta Cristo e poi i fedeli iono nel seno della Chiesa è in
che sono suoi membri, e che de-
i buon odore, e che la Chiesa offre
vono pregare in Gesù Cristo, per per essi ed anche per quelli che
lui, e con lui. S'incensano parti- vivono l'incenso delle sue preghie-
colarmente i vescovi, i preti, re, i re. Nel secolo V la dama Periste-
i principi, le principesse e le altre ria lasciò la propria eredità alla
persone di distinzione per rendere Chiesa, ut prò ejus anima incen-
onore al loro carattere e alla loro swn obluleritj costume sin d'allora
dignità. S' incensano le reliquie dei praticato ne'funerali de' defunti, e
santi per attestare che il buon odo- solo poi censurato dagli eretici. Il

re di Gesù Cristo da essi


è sparso Rinaldi all'an. 34, num. 3o8, dice
in vita, e si sparge anche dopo la che ne'primi tempi del cristianesi-
loro morte. Il Sarnelli nelle Lett, mo solevansi onorare i corpi dei
eccl. tom. Vili, lett. XXVI, Che defunti con incenso acceso, ed il

il celebrante
quale incensa il ss. il tralasciar questa pratica era stima-
Sagraniento esposto, deve genujlet- to delitto grande. Il Sarnelli nel
tere sopra il primo gradino delfal- tom. V delle Lett. ecc/., lett. XLVI,
tare, è di parere che nella celebra- Perche si dia Vincenso a' morti nel'
zione il celebrante debba genuflet- le loro esequie^ primieramente os-
tere al primo e sùperior gradi- serva che il Durando slimò che le

no dell' altare ,
perchè più spedi- incensazioni ai defunti tolga alle
, 1 j

INC INC 161


loro anime dei peccati veniali. Che que odorem emittunt sunvissimum,
sì legge nel Numeri cap. XVI, Deoque gratissimum. Oltre all'in-
Ter. 4^» ^^^ Aronne postosi in censazione si aspergono i cadaveri
mezzo tra i vivi e i morti offrì a coH'acqua benedetta, in segno del-
Dio l'incenso per comando di Mo- la società e comunione de* sacra-
sé ispirato da Dio, benché solo era menti che i defunti ebbero con noi
lecito offrirlo nell'altare detto iby- mentre vissero ; onde Dionisio por-
miama. Ora essendo verissimo quan- ta per tradizione, che anticamente
to dice s. Tommaso, che noi non i vivi baciavano i morti in segno
facciamo l'incensazione come ceri- dell'unità ch'ebbero con essi. E
monia della legge antica, ma per- Durando dice, che si ponno pren-
chè così ha stabilito la Chiesa, on- dere anche in ordine a Dio, per
de non l'adopriamo nello stesso haec talia Deo in defunctis revc'
modo che si adoperava allora. In- rentiani exhibemus, quorum mem-
censiamo, die* egli, il Sagramento bra credimus fuisse tempia Spiri-
per due motivi: uno, ut scilicet tus Sancii. Scioglie qui il Gavanto
per bomim odoretn depellatur si un dubbio, ed è se si debba be-
quid corporaliler pravi odoris in nedire l'incenso, col quale s'incen-
loco fuerit; il secondo è per rap- sano i morti? E la ragione di du-
presentare l'effetto della grazia, bitare è che di questa benedizione
della quale Cristo fu ripieno, co- non si parla ne'messali antichi, né
me buon odore, secondo la Ge-
di ne' moderni cerimoniali de' vesco-
nesi 27: Ecce odor fila sicut odor y vi, e rituale de'parrochi de' suoi
agri pieni j e perchè da Cristo si tempi; ma solo nel messale rico-
deriva a' fedeli questo buon odore nosciuto apertamente si comanda
per mezzo dell'ufficio de'ministri in questo luogo e con queste pa-
giusta quello eh' è scritto ad Co- role: benedicens illud more solito.
rinth. 2 : Odorem notitiae suae Risponde adunque doversi ciò fare
spargit per nos in omni loco j e per tre ragioni: i." per l'autorità
perciò incensato per ogni parte del cerimoniale del Papa, lib. I,
l'altare, s'incensano tutti gli assi- sect. i5, cap. I, dove espressamen-
stenti al sacrifizio per ordine. On- te si comanda che si benedica
de Isichio, Beda, Radulfo ed altri l'incenso per incensare i defunti
dicono: Thus significat virtutern re- con aggiungere le parole: Ab ilio
ed oralionisy psalm. CXL, 2:
ligionis benedicaris ',
2." perchè al dire di
Dirigaiur oratìo mea sicut incensum Innocenzo III, De myst. missae^
in cospectu tuo. linde in sacris lib.2, cap. 17, l'incensazione si
adhibetur thurificatio , ut praesen- fa precisamente per scacciare i de-
tesmoneantur devotionis, et ora' monii, qual ragione porta insieme
tìonis internae. S' incensa adunque la benedizione dell'incenso; 3." si
il morto per denotare che il de- aspergono i defunti non coU'acqua
funto fedele si offrì a Dio in odo- semplice, ma coH'acqua benedetta,
re delle buone opere, perchè l'in- dunque debbonsi incensare coli' in-
censazione significa: opera sancta censo benedetto. Oltre a ciò si
fervore charilatis quasi liquefactay prescrive la benedizione dell' incen-
et fra granii a, quae in ignem ejus- so nelle messe da morto, e nell'as-
dem charitatis adolentur Beo, ideO' soluzione del tumulo, tanto nel Cc'
VOL. XXXIV. 1
t€^ INC INC
rimontale de* vescovi fatto slampa- 23. Aggiunge che in ciò si manca
i-e da Clemente XI, al lib. Il, cap. notabilmente in alcune chiese, po-
XI, come nel medesimo Cerimo- nendo nell'incensiere storace, o al-
niale corretto da Benedetto XIV, tra sorte d'odori, non consideran-
al lib. II, cap. XI, § 6 e la. do i misteri nascosti sotto l'incen-
Del significato de' cinque gra- so, e le parole pronunziate dal sa-
ni che s' infìggono nel
d' incenso certlote nel benedire quanto nel-
Cereo pasquale (Fedi), è detto r incensare, le quali noti si posso-
a queir artìcolo. Nei primi secoli no applicare ad altri aromi. Le
della Chiesa fu chiamato thurifica- cerimonie e le preci che si usano
tus quel cristiano il quale per ti- presentemente nel benedire l'incen-
more della persecuzione offriva l'in- so nella chiesa ambrosiana, e nel
censo agli idoli; essi erano anche farsi l'incensazione durante la mes-

chiamati thurificuli, e da Tertullia- sa, sono quelle che praticare si so-


no sono nominati thurarii. Molti gliono secondo il romano, l'ul-
rito
furono poi i gloriosi confessori di tima oraziione eccettuata; ma duran-
Cristo,che ricusando offrire incen- te l'incensazione della croce dell'al-
so agli idoli ricevettero la palma tare , l* ostia si tiene coperta colla
del martirio : uno di questi fu s. patena, uffizio essendo del diacono
Giovanni prete, decollato nella via il coprirla e lo scoprirla. E altre-
Salaria vecchia avanti la statua del sì antica cerimonia della chiesa am-
Sole, a cui con generoso rifiuto ne- brosiana, che il diacono dopo di

gò offrire l'incenso, detestando pub- avere incensato il sacerdote, giri


blicamente tale sacrilego culto. Qua- dietro ballare preceduto dagli ac-
lora un cristiano gettava de' grani coliti,profumandolo con l'incenso ;
d'incenso sul focolare in onore degli ed arrivato al corno del vangelo
dei, era ritenuto per apostata di col turibolo, faccia sulla mensa uu
sua religione. Il vescovo s. Ghe- segno di croce, da lui poscia ba-
rardo ordinò che nella sua chiesa ciala. Ritiene pure la chiesa am-
\\ fosse un vaso col fuoco, e che brosiana l'altra cerimonia, che ter-
sempre giorno e notte si ponesse minata dal diacono 1* incensazione
sopra incenso, o altra materia odo- nel coro, un accolito ai cancelli del
rosa, in onore della Beata Vergine; presbiterio dia l'incenso al popolo.
e il Gregorio I mandò
Papa s. Altro rito della chiesa milanese è
alPabbate Secondino aloe, timiama, quello d'incensarsi l'arcivescovo sia
storace e balsamo da consumarsi nella messa che ne' vesperi dalla
in onore de' ss. martiri. Simili o- prima dignità glnocchione: se pe-
dori volle il Pontefice s. Sergio I rò ne' vesperi cade l' incensazione
che si bruciassero avanti il sepoN durante il Magnificat ^ gli si dà
ero de'ss. apostoli, in un vaso d'o- l'incenso dal ministro in piedi. An-
ro che destinò a quest'uso. Avver- che il sommo Pontefice quando
te il Macri che ponendosi nell'in- si trova a sedere nella cattedra
censiere altra sorte di aromati o- viene incensato dal cardinale assi-
doriferi , sempre si deve mesco- stente inginocchiato, per denotare
lare r incenso, il quale dev'essere la riverenza verso la prima sede,
nella maggior parte, citando il ce- ma quando si trova in piedi viene
lemoniale de' vescovi lib. I, cap. incensato dal medesimo cardinale
INC INC i63
in piedi, come si legge nel Macri p. 249 e 2^5, e nel pontificali
polizia dtvocah. eccl. Altre spie- al voi. IX, p. 24 e 74 del Diziona-
gazioni suir incensazione che sì fa rio. Fu proposto il dubbio, perchè
in ginocchio al Papa, ed all'arci- i cardinali assente il Papa nelle
vescovo di Milano, le riportammo cappelle papali s' incensino duplici
al voi. Vili, pagina 249 del Di- triplici ?
ductUj e nelle cardinalizie
zionario. Risposta.Per uno stabilimento fatto
medesimo Macri dice che do-
Il con decreto, e riferito da monsi-
po vangelo non s'incensa il su-
il gnor Febei maestro delle cerimo-
periore, ancorché baci il libro, men- nie pontificie nell'anno 1699, col
tre non è vestito con paramenti quale si prescrive, che nelle fun-
sacri. Che il cardinal titolare nel- zioni, nelle quali vi è il trono del

la propria chiesa mentre assiste al- Papa, i cardmali s'incensino dupli-


la messa cantata bacia il libro del ci ductu, e triplici quando non vi
vangelo, ma nel medesimo tempo è il trono. Monsignor Dini, altro
è incensato il vescovo celebrante. maestro delle cerimonie pontificie,
Perciò soggiunge, che la regola ge- riporta questo istesso nel suo Ce-
nerale si che dopo il vangelo,
è, rimoniale pratico, che mss. si conser-
ed al principio della messa mai si va nell'archivio de'cerimonieri pon-
incensa il superiore, se non è ve- tificii, nel t. I, per la cappella semi*

stito in abiti sacri, ma solamente papale di s. Tommaso d' Aquino.


nell'offertorio, e questo si osserva L'uso de'profumi è antico come il
in cappella pontificia con il Papa, mondo, ed era specialmente neces-
il quale sempre assiste paralo con sario nelle prime età nei paesi cal-
piviale e mitra. Nel cerimoniale di, e popoli che non
presso tutti i

corretto sotto Innocenzo X, lib. T, conobbero l'uso de'pannilini, di che


cap. 23 , si dichiara assai manife- parlammo pure all'articolo Bagni
stamente la pratica di questo rito (Fedi). Per onorare una persona
colle parole . Nullus vero ncque profumavasi la camera dove si rice-
legatiis, neqiie cardinalìs^ ncque e- veva si spandeva olio odorifero
,

piscopus, si non sint mitrati, in- sulla sua testa, si profumavano gli
censantur in missae, nisì semel, sci- abiti di festa. L' astenersi dagl' in-
liret post ohlatae. Noteremo che censi e dagli olii odoriferi era un
ciò ha luogo se il cardinale nel suo segno di Tosto che i
penitenza.
titolo, ed il vescovo nella sua dio- grati odori furono un segno di ri-
cesi assistono colla cappa, non pe- spetto e di affezione verso gli uo-
rò se assistono con mitra o pivia- mini^ si conchiuse che si doveano
le. Nelle cappelle pontifìcie i car- anco adoperare nel culto della di-
dinali sono incensati con due tiri vinità. Giuseppe Maria Querci nel
presente o assente il Papa ; i ve- 1764 stampò in Róma un opusco-
scovi e gli altri prelati e i laici lo Sul gusto degli antichi romani
nobili che hanno luogo in cappel- per gli odori.
la, con un solo tiro. Sulle incensa- Quanto all'incenso ed all'incensa-
zioni che si fanno nelle Cappelle zione, oltre gli articoli Messa so-
pontijìcie se ne tratta ai rispettivi lenne, Vesperi ed altri , si pos-
luoghi di quell'articolo, massime sono consultare i seguenti auto-
per le messe c.vesperi al voi. VIIT, ri. Chr. Henr. Rroemelnj De fhu-
i64 INC INC
m usu in fimerihuSy et sacrìs rc- Le rubriche prescrivono differenti
liquìs vetenim chrìstianoruni^ 1687, sorta d'inchini e di genuflessioni
Georpf. Henr. MartiDÌ, Dissertaiìo durante la messa ed il servigio
tic thurÌ9 in veterum christìano- divino. F'edi
Genuflessione ed i
ntm sacris usUj Lipsìae 17 52. Let- rispettivi analoghi articoli. Il Du-
tre de 31. Dodwel à un ami^ toii- rando nel lib. 4, cap. 7, n. 6 e
chant Vusage de Vencens dans le 7, adduce la ragione mistica per
service public de l'eglise, nella BibL cui si fanno le inchinazioni dal
anglaise tom. II, part. I, art. i. sacerdote tanto nella messa quan-
Ang. Mar. Feltri, De thuris in to nell'uffìzio. M Inclinationes variae
veterum christianorum sacris usu sunt, nec sine mysterio: vel enim
adversus G. Henr, Martini, Romae fiunt in gratiai-um actionem eorum,
1765. Essere antico il rito dell'in- quae Christus fecit ante sui immo-
censazione ne' sacri ministeri lo lationem, vel in memoriam quod
prova il cardinal Bona, Rer. liturg. Christus se inclinavit ad pedes a-
lib. 25, n. 9, con questo passo
I, e. postolorum, dura eos lavit, vel quia
di s. Ambrogio, in Exposit. in Lue. inclinato capite espiravi t in cruce,
lib. I, n. 28 Atque ulinani nobis
: ubi secundum Ambrosiura auctor
quoque adolendbus aitarla ac sa- gratiae in cruce penderis, officia

crificìum ferentibus adsistat Ange- dividebat persecutionem apostolis,


:

lus! Dal qual luogo i detti edito- pacem discipulis, corpus judaeis,
ri raccolgono, che hanno ricono- spiritum Patri, paranymphum Vir-
sciuto gli antichi padri nella Chie- ginis, paradisum latroni, infernum
sa esservi un vero sacrifizio. V. il peccaloris ". L' inchinazione è di
Barbosa, Tractatus, ec. in signifi- tre sorta, cioè profonda, media ed
cata ihurificationis in missa sole- infima. La profonda si fa col pie-
mnis ex tempore; ed in Thurìfica- gare profondamente il capo e gli
tionis. Il p. Menochio nelle Stuore omeri, e si fa dal sacerdote tulle
tom. II, p. 212, cap. XXVIII, Che le volte, nelle quali viene prescrit-

le donne sono escluse dai sacri mi- to dalle rubriche d'inchinarsi pro-
nisteri delCaltare; e se si spiega fondamente, come sarebbe, giunto
un luogo di Pietro Damiani d'u- che sia innanzi Tal tare ove dovrà
na donna che incensava. Giovanni celebrar la messa (purché non si
Dalleo che negò l'antichi tà presso conservi in esso il ss. Sacramento),

ì cristiani del rito dell' incensazio- e mentre dice il Confiteor, il Mun-


ne, e lo fece derivare da gentile- da cor meum, il Te igitur eie-
sca superstizione, fu egregiamente mentissime Pater^ il Supplices te
confutato da diversi liturgici. rogamus, ec. La media si dice
INCESTUOSI, r. Matrimonio. quella che si fa con una pìccola
INCHINO o INCHINAZIONE. inchinazione del capo e degli ome-
Segno di riverenza, che gli uomi- ri^ e si fa pure anch'essa tutte le
ni fanno piegando solo capo o
il volte che nelle rubriche si trova
la persona, e le donne piegando ordinato d'inchinarsi assolutamen-
alcun poco le ginocchia, genuflcxio^ te, come sarebbe al versetto : Deu,v
salutatio. Inchinazione, umiliazio- tu conversus, fino Aufer a no- all'

ne, inchinamento, demissio. Così bis esclusivamente. Del pari quan-


ì\ Dizionario della lingua italiana. do il sacerdote dice; Oramus te
INC INC i65
Domine — In spiritus hiimilitatis — 1* governò la chiesa circa
845^,
Suscìpe sancta Trinitas — • San^ trent'anni, e mori neir882. Ebbe
ctiis '— Agnus Deiy e le tre ora- gran parte in tutti gli affari che
zioni che si dicono prima della si trattai'ono in quel tempo nella
comunione; al Domine non sitm Chiesa gallicana, fra i quali ve ne
dignusy e finalmente al Placeat furono importantissimi, ed in essi
libi sancta Trinitas. L* inchìnazione palesò molto spirito, somma vigi-
poi infima è quella che si fa col lanza e fermezza. Venne accusato
piegare il capo, e questa si suol di essersi lasciato trasportar trop-
suddividere in tre classi : in ma* po neifalfare di Gotescalco ed io^
xima minimarum^ in media mini- quello dì suo nipote Incmaro ve-
marum, e in minima minimarum. scovo di Laon, il quale fu deposto
La prima consiste in una profonda ed accecato, e le sue opere trovan-
ìnchinazione del capo, la quale at- si nelle edizioni di quelle dello zìo.
trae seco anche una piccola incur- Incmaro dì Reims lasciò moltissi-
vazione degli omeri; la seconda si me opere su diverse
materie di
fa con una notabile ìnchinazione domma e di disciplina, che furo-
del capo soltanto; la terza poi è no pubblicate dal p. Sirmond a
una lieve ìnchinazione di capo. Parigi nel i645 in due volumi;
La prima sì fa quando sì pronun- il p. Cellot ne diede un terzo vo-
zia il nome e a tutte di Gesù, lume 658, col compendio del-
nel 1

quelle parole alle quali viene pre- la vita dello zio e del nipote, ed
scritto dalle rubriche d'inchinarsi, un epilogo delle loro contestazioni.
come sarebbe al Gloria Patri, e Questo prelato aveva lo spirito vì-
nell'inno angelico all' Adoramus vo, sottile, penetrante, vasto e ca-
te, Gratias agimus tibi, ec; e
al pace dì maneggiare gli affari i piì^
nel simbolo alle parole Jesuni difficili. Fu l'anima di quasi tutti
Chrislum, e Simul adoratur. Più: i concilii ai quali assistette, e pochi
si fa tale ìnchinazione quando si furono gli affari dello stato e della
passa innanzi alla croce dell'altare, Chiesa in cui non fu consultato.
e nell'accostarsi e retrocedere da A lui si ricorse quando sì volle ri-
essa. La seconda poi si fa quando formare un giovine principe per
proferiamo il nome di Maria. La renderlo degno del trono; ed i ve-
terza finalmente quando pronun- scovi non conobbero persona più
ziamo i nomi dei santi e del Pa- degna per capacità di lui, per in-
pa vivente. Cosi il Bauidry par. 3, segnar loro i doveri del vescovato.
cap. 5, n. 4^ ed altri riferiti dal Fu dotto teologo ed abile cano-
Colti nel suo Dizionario par. I, nista ; il suo stile viene qualifica-
tit. Inclinatio. to per prolisso ed oscuro nelle
INCM ARO, arcivescovo di Reims. opere dommatiche, più chiaro e
Nacque da famiglia illustre di Fran- più conciso nelle sue lettere. Si
cia ; fu lungo tempo alla corte aggiunge che la maggior parte dei
dell'imperatore Lodovico I, e gli suoi scritti avevano molta autorità,
restò sempre fedele. Abbracciò la ed è notabile in essi la maniera
riforma che Ilduìno stabiTi nel mo- con cui Incmaro seppe citare a
nistero di s. Dionigi l'anno 829; suo vantaggio la Scrittura, i conci-
fu eletto vescovo di Reims nei* lii, ed i padri, quantunque noa bq
,

i66 IWD INO


colpisse sempre bene il vero sigoi- fine d'un libro. Il Dizionario della
ficato. lìngua italiana dice che Indice si
INCORRUTTIBIU o INCOR- dice anche al repertorio de* libri
RUFTICOLI. Setta derivata dagli detto altrimenti tavola, registro,
lìretici eutichiani, i quali sosteoe- sommario; index, elenclius, sylla*
\ano che iielia incarnazione la bus. ^Io^eta nella sua 3Ienagìa-
Il

natura utnaaa di Gesù Cristo er^ na tom. IV, pag. 276, è vero chis
iitata assorbita dalla natura divina, riferisce il famoso delto del Cuja-
e che per conseguenia queste due cio, cjui libris sine repertorio nescit
nature eraqo confuse io una sola. uti, nescit nti; ma siccome tutti
Comparvero questi settari nell'anno non sono paragonabili alia prodi-
535, e furono chiamati dai greci giosa memoria e gran dottrina dei
Jfiardoccti , dalla parola aphta- Cujacio ( che molti andarono ap«
ros incorruttibile, da dokeo io
e positamente a Bourges per cono-
credo, io immagino. Dicendo che scerlo, come si veniva a Roma per
^1 corpo di Gesù Cristo era incor- vedere Tito Livio), cosi, è sempre
Vultibile, essi intendevano che dal desiderabile che ogni libro sia prov-
inoment-o in cui fu formato nel visto dell' indice, pel sommo van-
seno materno, egli non fu suscet- taggio che se ne ricava , facilitan-
tibile d'alcun cambiamento, ne di do le ricerche e dimostrando a col-
alcuna alterazione , e neppure di po d* occhio le cose p'iìi degne di
passioni naturali ed innocenti, co- osservazione. F. Letterato e Libro-
me la fame, la sete; di modo che, INDICE de' libri proibiti. Cata-
al dir didopo la sua
loro , logo o registro de' libri proibiti.
morte egli mangiava senza aN Gii antichi, massime i greci ed i

cun bisogno , come dopo la sua romani, proibirono la lettura dei


risurreziope. Ne seguiva dal loro libri, e talvolta li fecero bruciare ;

prrore che il corpo di Gesii Cri- anche i primi imperatori cristiani


pto fpsse impassibile od incapa- dannarono alle fiamme i cattivi li-
ce di dolore, e che questo Salva- bri, come dicemmo all'articolo Li-
tore divino non avesse realmente bro, con altre analoghe erudizioni.
patito per noi. Siccome questa con- Per negare alla Chiesa l'autorità di
seguenza derivavÉ^ assai natural- proibire l'uso di certi libri, bisogna
mente dall'opinione degli eutichia- poter asserire che un pastore uqo
pi, con ragione fu condannata nel ha diritto di allontanare dai p£^scoli
45 1 dal concilio generale di Cal- velenosi la greggia che gli è slat^
cedonia. affidata.Dalle parole dette da Gesì^
IJXDEMOiNlATI , F, EifEBcu- Cristo a s. Pietro Pasci i miei a- :

MENI. gnelli e le mie pecore; conferma i


INDICE, Index. Era una tavQ- tuoi fratelli; dalle altre dette agU
letta, con la quale in vece di cam- apostoli uniti al loro capo: Ammae-
pana si davano 1 segni nei moni- strate tutte le genti; e da quelle che
steri, per chiamare i monaci alle si leggono negli Alti apostolici : Loi
orazioni o ad altro esercizio mo- Spirito Santo ha posto i vescoi^i a
nastico, y. Macri, Notizia de v.o- reggere la chiesa di DiOy siccome
cab, tccL^ verbo Index. Si. dice in ogni tempo, e da tutti i catto-
endice quella tavola che si mette io lici si è dedotta l'autorità che I4
,

IND IND 167


Chiesa rappresentante ha ricevuto loro fierissìmi attacchi. La proibi-
da Dio di giudicare delle cose ap« zione adunque dei libri si fa dalla
parteueuti alla fede e alia morale, Chiesa per impedire il gran male
così in lei si è riconosciuta quella che potrebbero recare a coloro che
ancora condannare e proibire
di li leggessero. Quelli che sono, o una
que' libri che tendono ad offendere \olta furono miscredenti e scostu-
e depravare l'una e Taltra. La Chie- mati, quasi tutti bisogna che per
*a ha esercitata questa autorità fin la verità confessino, che la incre-
dalla sua nascita. 1 fedeli di Efeso dulità e la scostumatezza, come l'ec-
mossi dalla predicazione di s. Pao- citamento a liberamente,
seguirla
lo, abbruciarono pubblicamente lutti ebbe principio o incremento o dalla
i libri reputali cattivi, Alti apost. lettura di perversi libri, o dal col-
XIX, 19. Nei canoni apostolici, can. loquio con quelli che già gli ave-
59, si trova una deliberazione cir- vano letti ; la storia n' è piena di
ca la proibizione di certi libri. Poi tali esempi. È falso che la proibi-
percorrendo le storie ecclesiastiche, zione de' libri tolga agli studiosi la
dal concilio Niceno sino a' nostri comodità primo, perchè
d' istruirsi;
giorni si vede continuato l'esercizio non vi è opera proibita, così su-
di tale autorità, come si nolo ai blime per erudizione, per stile,per
rispettivi luoghi. Sarebbe poi cosa pensieri, di cui dello stesso genere
stranissima l'ammettere che qualun- altra non trovisi o eguale di me-
que laica potestà possa e debba rito o forse anche maggiore; secon-
come può e deve di fatto, proibire do, perchè pel vero fine d'istruirsi,
nei suoi stati i libri che disturba- con certe condizioni in niente gra-
no la pace, che corrompono la mo- vose, la santa Sede accorda licenza
rale de' cittadini, che insegnano ed di leggere i libri proibiti; onde gli

eccilaiio il disprezzo della legittima uomini dediti alla scienza non han-
autorità, e negar poi alla Chiesa no che da mostrare il rispetto loro
questo stesso potere riguardo a tutta all'autorità, col domandarla, espo-
la cristianità in tutlociò che concer- nendo i motivi ragionevoh per cui
ne la fede, la morale, ed il buon la desiderano.
ordine nel corpo de' fedeli, de' quali Avvi in Roma la Congregazio'
è costituita da Dio madre e mae- ne dell' Indice [Fedi), la quale ac-
stra. E un fatto incontrastabile che curatamente esamina i libri e ,

la Chiesa non pronunzia la condan- mette in un indice o catalogo tutti


na de' libri per timore che possino quelli di cui ne proibisce la riten-
essi procurare sua distruzione.
la zione e lettura, o li condanna se-
Tutti i libri che sono venuti alla condo gli errori che contengono,
luce contro di lei dal primo suo con maggiore o minore rigore, spet-
nascere fino ai nostri giorni, lungi tando anco alla Congregazione del
dalfalterare od abbattere le sue dot- santo qffìzio ossia delt Inquisizione
trine, non hanno fallo che rendere (Fedi) la proibizione de' libri e lo-
piii luminosa e più palese la veri- ro condanna, approvandone i de-
tà. Sicura che le podestà delle te- creti lo stesso sommo Pontefice. Il
nebre non prevarranno mai contro dottissimo monsignor Pier Luigi
di lei , sfida coraggiosa i suoi ne- Galletti, come deputato dal p. mae-
mici, e resta sempre vincitrice dei stro dei sacro palazzo (del quale
/
i6d IND IND
è principale prerogativa la censu- diveise emergenze, per le nuove e-
ra e revisione d' ogni stampa in resie, e per i libri perniciosi che
Koma, e perciò ha sempre luogo si divulgavano di tempo in tempo;
tra i consultori delle due nomi- e finalmente quanto 1' ultimo con-
Date congregazioni) alla revisio- cilio di Trento tra i più grandi
ne della celebre Storia polemica affari della religione , inerendo al
^lle proibizioni de* libri, di Fran- concilio lateranense V, si occupò
cesco Antonio Zaccaria, stampata dell'indice de' libri degni di proi-
in Roma nel 1777, e dedicata a bizione, vietandone la lettura per i

Pio VI, dichiara nel suo voto: Non molti esempi che avevano della si

esservi nessuno che sappia negare prevaricazione di uomini anche dot-


alla Chiesa la podestà di vietare ti, che rimanevano afiascinati dal
ai fedeli la lettura de' libri con* bagliore delle false dottrine, e se-
trari alla religione ed alla morale dotti dal trovare nelle medesime
cristiana, altrimenti sarebbe lo stes- un appoggio alle loro passioni. Ed
so che negarle quella divina pode- affinchè il provvedimento fosse sta-
stà, che Dio ha conceduto ai pa- bile fissò ancora le massime da ser-
stori della medesima, e specialmen- vire di norma nel tratto successi-
te al romano Pontefice capo di vo su quest'importantissimo og-
tutti i pastori, di guardare il greg- getto, pome si vede nelle regole
ge loro commesso, da' lupi rapaci premesse all' indice per comando
^ dalle insidie de' ladroni, che non dello stesso sagrosanto concilio, sia
entrando per la porta , s' introdu- per il divieto de* libri perniciosi,
cono e si nascondono neli^ovile pey sia per la permissione di legger-
perdere ed uccidere le pecorelle. li.Quindi è che la santa Sede ha
Quanto poi la santa Sede vada sempre insistito ed insiste per la
circospetta prima di pronunziare il esatta osservanza di queste regole;
suo giudizio sulle opere che chia- e perciò che riguarda le permissio-
marono la sua vigilante e provvi- ni da concedersi in proposito Cle-
da attenzione, non solo il Zaccaria mente XI comandò alle due con-
lo dimostrò nell'opera citata, ma gregazioni del santo offizio e dell'in-
eziandio nell'altra non meno cele- dice quanto segue:
bre intitolata AntiFebronio a pag. I.** Licentìae legendi ac retinen-
XXXVII e in altri luoghi; cosi di omnes et quoscumque libros nul-
può consultarsi sulla diligenza che latenus concedantur.
yi pone la congregazione dell' in- Ut cum debita cìrcumspectio-
2."

dice per implorarne il giudizio pon- ne par est, in re adeo


et cautela, ut
tificio il Giornale ecclesiastico di gravi procedatur licentiae, non con-
Roma, novembre e dicembre 1787, cedantur nisi praevia attestatione
ed il Supplemento del 1790, p. 4^5 in scriptis exhibenda super matu-
e seg. ra aetate, doctrina, et probitate
E già noto, e l'indicammo, quanto oratorum, nec non super verità te
la Chiesa fino dal tempo degli aposto- expositorum in preci bus, quodque il-
li sia stata sempre cautelata in mate- lis librorum prohibitorum lectio nul-

|"ia di libri; quanto in tutti i secoli lum fidei pietatis sanaeque doclrinae
susseguenti abbiano operato i concilii damnum attestantis judicio allatura
generali e particolari, secondo le sii. Quae quidem attestatio quoad
IND IND 169
religiosos debeat a generali ,
fieri st*ultimo poi revoca ancora le fa-
aut procuratore generali suorutn coltà che fossero state concesse ad
ordinum respective, quoad saecula- altri tribunali di accordare queste
res vero ab episcopo, aut vicario licenze, riservandole a se medesimo
generali. e suoi successori per mezzo della
3.**
Actu studenlibus, seu qui sagra congregazione del santo of-
nondum suorum studiorum cursum ficio, adducendo per ragione: Cuni
expleverint, lectio librorum prohi- librorum prohibitorum lectio ma-
bitorum numquam permitlaturj nec gno sincerae fidei cultoribus
esse
juvenibus, praesertim eoruni libro- detrimento noscalur. Questa facol-
rum, qui immunda seu obscoena ex tà poi fu restituita alla sacra con-
professo tractant, narrant, aut do- gregazione dell' indice.
cent. La Chiesa dunque fino dai prin-
4-" Exprimere debeant oratores cipii del secolo XVI, cioè dall'e-
in precibus quod lectione librorura poca in cui per mezzo della stam-
prohibitoruin quos petunt indi- pa venne facilitata la moltiplica-
geant, causamque indigentiae ad zione de' libri, ed in cui si spiegò
dignoscendum an sufficiens ea cau- la sfrenatezza di pensare e di scri-
sa censenda sit. Pro causa vero vere , si vide nella necessità di
sufficienti minime habeatur, quod raddoppiare sia per mezzo de' con-
ea indigent ad majorera sui eru- cilii, o per la suprema autorità
ditionem, sed indigentiae causa es- de' sommi Pontefici le sue più ac-
se debet , vei ad effectum confu- curate diligenze, onde mantenere
tandi, vel quod munere aliquo fun- intatta la purità della fede e del-
guntur ratione cujus vere petitis li- le massime morali, ed ovviare a
bris opus habent. Nec lune licen- quella depravazione che andava
tia conceda tur nisi prò fibris ad prendendo il più gran piede. Que-
idem munus spectantibus praevia ,
sta sfrenatezza manifestatasi poi
attestatione de qua superius dictum in maggiore estensione nel seco-
est. lo decorso, eccitò lo zelo de' som-
In questi ordini il prelodato mi Pontefici Benedetto XIV, Cle-
Pontefice richiama i decreti di Ur- mente XIII, e Pio VI, ad incul-
bano Vili, il quale sull'esempio care con ripetute encicliche esor-
dei Pontefici predecessoriPaolo IV, tatorie a' supremi pastori delle
Pio IV, s. Pio V, Sisto V, Clemen- chiese, la più esatta vigilanza so-
te VIII, e Gregorio XV, seriamen- pra i libri. Il Pontefice Pio VII
te si occupò di questa materia. poi, oltre avere imitato lo zelo dei
Tra i nominati Pontefici in modo suoi predecessori, nell'anno 1819
speciale Paolo IV, Pio IV, e Gre- rivocare voleva tutte le licenze fi-

gorio XV rivocarono espressa- no allora concesse, e non si arre-


mente le licenze fino allora con- stò dal prendere questa misura che
cesse. Il primo colle costituzioni gran perturbazio-
sul riflesso della
Quia in funerum^ e l'altra Apo- ne che avrebbe prodotto. Lo stes-
stolicae Sedis provideiitia ; il se- so forse avrebbe fatto il regnante
condo con suo breve Cum
prò mu- Pontefice se non fosse stato ritenuto
nere, ed il terzo parimenti con suo dal medesimo riflesso. Ma già le
breve AposLolatui officiuni, Que- sue lelaati brame soqo state più
,,

17© IND IND


"Volte bastantemente notificate a dato ancora che i muniti della li-
tutto r orbe ciistiaao< cenza non riportassero alcun dan-
E veramente è troppo manifesto no dulia lettura di questi libri
che sfrenatezza in questo gene-
la rimangono però alla loro morte a
re, che nei passali secoli poteva discrezione degli eredi, o chi sa di
dirsi incipiente, ora sia giunta al- quali persone. La Chiesa ha prov-
l'ultimo eccesso, vedendosiche la veduto a questo caso disponendo
bibliomania sia di stampare o di nella Regola X dell* Indice che
leggere ha invaso furiosamente ogni gli credi dì libri , o gli esecu-
genere di persone, che senza capi- tori testante/ilari ne presentino la
tali scienlilìci, senza cognizioni e nota all' autorità ecclesiastica^ e
senza talenti, e quello che è peg- non ne dispongano per alcun tito-

gio animate in gran parte da fal- lo senza la dovuta permissione.


si principii, e da uno spirito d'or- L' osservanza di questa regola sce-
goglio e di rivolta contro ogni merebbe una difficoltà per la con-
autorità ecclesiastica e civile , scri- cessione di queste licenze. Ma dov'è
vono e leggono sopra ogni sorte che si osservi? Tali riflessi producono
di materie le più venerande e in- una perplessità angustiosa in queste
teressanti la spirituale salvezza del- concessioni. E se malgrado una pra-
le anime, il buon ordine e la quiete tica mitigazione degli ordini di
de popoli. A qual grado giunga que- Clemente XI di sopra riferiti , e
sta mania di leggere si vede nella malgrado l' imponenza di un tri-
segreteria dell'indice, alla quale di- bunale pontificio conviene alla con-
luviano per cosi dire le petizioni, gregazione dell' indice sempre lot-
quantunque probabilmente il nu- tare colle insistenze indiscrete, col-
mero de' petizionari non formi la le pretensioni irragionevoli , e con
centesima parte di quelli che leg- impegni potenti allorquando la
,

gono senza alcuna licenza. Sì dice coscienza non permette di conce-


che chi chiede ha coscienza. Sia dercj quanto più ciò seguirebbe nei
vero. Ma poiché queste licenze per tribunali minori, se avessero sopra
la massima parte vengono ricerca- di ciò libera facoltà? Dal che
una
te non per vero bisogno, non per ne segue, che questa riserva radi-
utile studio, non per libri scienti- cata nelle disposizioni del concilio
fici, ma
per leggerezza, curiosità, e di Trento, serva non a mi- solo
per leggere i libri inetti e perni- norare per le persone immeritevoli
ciosi del giorno , non si sa se la la facilità di ottenere la licenza
buona coscienza si manterrà; sep- ma giovi ancora alla quiete e tran-
pure non si corre anzi il pericolo quillità dei vescovi e loro curie.
del contrario. Oltre di che colle Neil' adunanza generale della sa-
licenze viene ampliato lo smercio cra congregazione dell' indice, te-
di questa sorte dei libri. Infatti gli nuta il d'i 12 giugno 1827, furo-
stampatori e i librari non voglio- no prese in considerazione dai car-
no quasi altro che di questi ,
per- dinali che la componevano le pe-
chè l'avidità comune dei medesi- tizioni di diversi ordinari, i quali
mi li tiene in caro prezzo, e for- imploravano dalla santa Sede la
ma il loro maggiore interesse. Fi- facoltà di poter concedere ai loro
ualmente^ ciò posto da parte, e diocesani la licenza di leggere i
IND IND 171
libri di vietala lezione che nella Queste facoltà che il Papa nella
loro saviezza giudicassero necessa- maggior fiducia della dottrina, pietà
Via ed opportuna a vantaggio dei e saviezza degli ordinari, si degna
postulanti senza pericolo di loro graziosamente concedere esclusiva-
spirituale detrimento. La sacra con- mente ad altri libri di qualunque
gregazione avendo maturamente con- sorta e materia, è accordala colle
sidera te le circostanze de' tempi im- seguenti condizioni.
pose al segretario di esporre Pon- al i." Che durino ad triennium.

tefice il voto favorevole per qualche 1° Che sieno sempre concesse


sorta di concessione su questo pro- con espressa menzione dell'autori-
Avendo qqindi il segretario
posito. tà apostolica.
medesimo fatta una espressa e mi- 3." Che sieno concesse gratuita-
nuta relazione a sua Santità, e mente, onde i postulanti a occa-
venendo benignamente accettalo il sione di queste licenze non paghi-
voto favorevole della sacra congre- no, e non sia ricevuta cosa alcuna
gazione, derogando in questa par- ancorché spontaneamente offerita
te la Santità sua colla pienezza per qualunque titolo sia alla can-
della suprema sua autorità alle co- celleria, sia per la scrittura, sia per
stituzioni apostoliche, e specialmen- il sigillo, sia per gli attestati, o
te al breve Apostolatus qffìciuni, si sia per la ricognizione dei requi-
degnò concedere le seguenti facoltà. siti e degli attestati medesimi, e
I.** Di permettere agli ecclesia- ciò sotto pena della nullità della
stici suoi diocesani, o esteri anco- licenza, che come tale espressamente
ra, dimoranti nella sua diocesi per la dichiarò il Pontefice, onde si ve-
ragione di studi, la lettura de' li- rifichi in tutto il rigore del ter-
bri appartenenti alla teologia dom- mine che la licenza è concessa gr^t/w.
matica, morale, scolastica, all'eru- Tale è la pratica delle congre*
dizione della sacra Scrittura e della gazioni del santo ofiBzio e dell'in'
storia ecclesiastica, ed al gius ca- dice, quantunque alcuni per tirare
nonico, non però in genere, ma di più dai loro corrispondenti fac-
con individuazione ed espressa nu- ciano calunniosamente credere di
merazione de' libri permessi, esclu- avere pagato, o di doversi pagare
si quelli che eoo professo trattano alla segreteria dell'indice. Per le
contro qualche domma cattolico. dette concessioni poi si trova la
2.° Di permettere ai legali in- norma facile e sicura nelle re-
dividualmente come sopra, la let- gole compilate per ordine del
tura de' libri appartenenti a que- sacro concilio di Trento, e pre-
sta facoltà. messe per ordine del medesimo
3." Di permettere nell' istesso concilio all'Indice de' libri proibiti,
modo ai medici, chirurgi, farma- come ancora nelle osservazioni e
cisti e altri professori dell'arte sa- istruzioni dei Pontefici Clemente
lutare la lettura de* libri, de re Vili e Alessandro VII. Da queste
medica, physica, chirurgica, aiia- si vede quali libri possano permet-
tomica et chymica. tersi o vietarsi quando ancora noa
4.° Di permettere agli studenti sieno stati riportati individualmen-
di lingue orieatali V uso de' lessici te nell'indice stesso, e quindi il

proibiti. medesimo Papa che regna col ci«


«7» INO IND
tato breve desidera che sìeno ben sorta di libri, sui quali cadono prin-
ponderate queste regole, e che se- cipalmente le proibizioni. Da tre
condo esse i vescovi procedano nel diritti inviolabili della religione si

governo delle loro diocesi. Sopra prova la necessità di proibire i li-

di ciò merita specialmente di es- bri cattivi. Nuovo argomento della


sere osservato ciò eh* è prescrit- necessità di proibire i libri cattivi,
to Regola X
nella Libertini sit : il danno spirituale che recano ai
tpiscopis aut inquisìloribus gene- leggitori. Alcuni esempi che con-
ralibus, secunduni facullatem^ guani fermano il danno de'libri cattivi, e
habentj eos etiani libros, qui his quindi la necessità di proibirli. Nuo-
regulis perniitti videntur, prohibe- va prova de 'danni che vengono dai
/Te, sì hoc ìa suis regnis, aut prò- libri cattivi presa dal comune sen-
vinciiSy vel dioecesibus expedire JU" timento de'padri e dalla pratica dei
dica verini. novelli convertiti lodata da' medesi-
Oltre quanto su quest'argomen- mi padri. La necessità di proibire
to dicemmo ai citati articoli delle i libri cattivi giustificata dalla pra-
Congregazioni dell' Indice^ e dell'In- tica degli ebrei, e delle stesse na-
quisizione, daremo un cenno della zioni idolatre. Le nostre proibizio-
lodata opera del Zaccaria, il quale ni de' libri sono autorizzate dalla
si può dire ha esaurito il gravissimo pratica degli eretici antichi e mo-
argomento. Egli lo divide in due derni. Si risponde alle ragioni che
Jibri. H primo libro in sette epo- i protestanti e i moderni filosofi

che: tratta nella prima quanto av- oppongono alle proibizioni de'libri.
Tenne dall'anno 5i di Cristo all'aa- Gli argomenti della seconda disser-
no 496, e dell' abbruciamento di li- tazione sono. Della podestà a cui
bri vani e superstiziosi fatto in appartiene la proibizione de'libri.
Efeso alla predicazione e miracoli Mostrasi che all' utile e necessaria
di s. Paolo ; nella seconda dal 49^ proibizione de'libri si domanda una
all' 866, parla del decreto del Papa podestà di costringimento anche in
s. Gelasio I ; nella terza dall' 866 al i pro-
coscienza, checché in contrario
1827, producete risposte del Pon- testanti si dicano. La censura dottri-
tefice s. Nicolò I ai bulgari; nella nale de'libri può appartenere a mol-
quarta dal 82731 i5oi, discorre del-
1 ti; ma la condanna con podestà di ve-

la decretale diPapa Giovanni XXII ro costringimento, almeno per quel-


contro i libri e gli errori di Mar- li che alla religione hanno riguardo,

sigli padovano e di Giovanni Gian- è privativa della sola Chiesa. Si re-


duno; nella quinta dal i5oi al i562, cano le ragioni de'moderni politi-
riporta i decreti di Alessandro VI ci contro la podestà ecclesiastica
intorno stampe; nella sesta dal
le delle proibizioni, e con rifiutarle
1 562 664, dice quanto accadde e
al 1 si mostra anche più l'insussistenza
dell'indice del concilio di Trento ; nel- del loro sistema. La podestà che
la settima discorre dell'indice di Ales- ha Chiesa di proibire i libri al-
la
sandro VII. Il secondo libro contiene la religion,e dannosi, benché sia in
tre dissertazioni e l'appendice. Gli qualche modo comune a tutti i
argomenti della prima dissertazione vescovi, ed ai conci lii anche non
sono sulla necessità di proibire i generali, tuttavia principalmente ri-
libri cullivi. Si espongono vaile siede nel romano Poatefice. Vari
IND IND 173
atti della ecclesiastica podestà in fatta la prima generale proibizione
materia di libri, e diversa discipli- de'libri eretici, poiché prima di lui

na Dell'esercitarli.argomenti Gli nessuna pontificia legge si trova,


della terza disertazione sono. Dei la quale generalmente proibisca la
pretesi abusi delle proibizioni ro- lettura di libri simili, sebbene spes-
mane. Degli abusi generali che si so ritrovansi i particolari libri de-
rimproverano alle proibizioni ro- gli eretici o di particolari eresie.
mane. Se le massime regolatrici Di ciò e del diritto e modo di
delle proibizioni romane sieno ri- proibire i libri cattivi scrisse an-
prensibili ? La qualità de' censori cora accuratamente il p. Jacopo
romani rend'ella le proibizioni dei Gretsero gesuita. Opere t. Ili, p.
libri meno rispettabili ? Altro pre- 17. Della congregazione cardinali-
teso abuso delle proibizioni roma- zia dell' indice ne tratta ancora il

ne, farne autori i Papi, quando p. Hunoldo Plettemberg, Notida


sono di tult* altri. Del preteso di- congrega tionuni cap. XXII. Il p.
spotismo dì Roma nelle condanne Giuseppe Catalani nel 1751 pub-
de'libri. Esami di certi abusi spe- blicò in Roma De secretano sa- :

ciali che si attribuiscono alle proi- crae congregationis indicis libri


bizioni romane. Primo abuso, la duo, in quorum primo de ejusdent
lezione delle Bibbie volgari proibi- originem, praerogativis^ ac muniis
ta. Altro preteso abuso, torre ai agilur ; in altero eorum series
fedeli i messali, uffizi, rituali, ed continetur, qui eo munere ad hanc
altri tali libri volgari. Terzo preteso usque diem donati fuere. Nei Dia-
abuso di Roma ,
proibire i libri ri di Roma del secolo decorso si

contro l'ecclesiastica libertà per in- leggono diversi esempli di libri con-
vadere i diritti de* sovrani e dei dannati alle fiamme, e bruciati
vescovi. Appendice poi sono
Neil* per mano del boia sopra un palco
discussi questi argomenti. Si ri- eretto sulla piazza della Minerva,
sponde a cinque questioni da Ar- come nel numero 2197 dell'an-
naldo proposte al signor Steyaert no 1731.
sulle proibizioni romane de* libri. INDICOLO, Jndiculus. Biglietto
Si premette la notizia del libro in o viglietto , notificazione, con cui
cui si propongono tali questioni. sì citavano alcuni alla corte. Indi-
Si risponde alle questioni. culus regis ad episcopuniy Marculf.
Si legge nella vita di Giulio IH Yìh.Formular, cap. 6. Sì raccoglie
del Novaes, che quel Pontefice ai più chiaramente il significato dal-
22 aprile i55o pubblicò una co- le seguenti parole, che il medesi-
stituzione riportata da Alfonso de mo autore riporta nel lib. 3, cap.
CastrOj De just, haeres. punit. lib. 38 : Si consacramenta les homines
YIII, cap. 17, colla quale rivocò cum ipso venire renuerinty jussio-
a tutte le persone, tranne gl'inqui- ne dominica, aut indiculo, aut si-
sitori della fede, la facoltà che po- gillo ad palatiuni venire cogantur.
tessero avere ottenuta dai Papi suoi Fu così denominato per essere un
predecessori, per leggere o ritenere contrassegno della volontà del pa-
libri de'Iuterani, o di qualsivoglia drone, al dire del Macri, Notizia
altri eretici, essendo egli perciò il de'voc. eccl. Gì' indicoli, secondo il

primo romano Pontefice che abbia Durando nel suo Glossario, erano
174 IND IND
una forma di let-
nollficniìone in sciatori. La stessa denominazione
tere di comando, dn coi non dif- sortirono qualche volta le preci per
ferivano preceUi se non perchè
i qualsivoglia titolo al soviano pre-
erano questi sigillati, e gì' indicoli sentate , le lettere di felicitazione
soltanto sottoscritti. Il Mabillon, che tra loro mandavansi i vescovi,
De re lìiplom.^ un'altra distinzio- i ricorsi indirizzati ai magistrali o
ne tra ambedue assegna, avendo ad altri superiori, le relazioni di
secondo lui il precello riguardato qualche ed altro simile let-
fallo,
l'avvenire, e l'indicolo il presente; tere delle qtiali si leggono le for-
ed osserva pure col Baluzio essere mole presso il citato Marculfo. In-
sialo qualche volta preso l'indico* dicoli pur si dissero certi registri
lo per editto o per dichiarazione necrologici ch'erano nelle chiese.
di un principe. Tuttavolla non una INDlli OCCIDENTALI, India-
specie di lettere, ma più propria- rum occidenta lium patrìarchaliis.
mente negl' indicoli si dovrebbe Titolo del prelato o cardinale pa-
riconoscere come un genere che di- triarca delle Indie occidentali, di-
verse specie ne compiese. E in fat- gnità onorificenlissima sebbene me-
ti sotto il nome d'indicoli nel Diur- ra e semplice in se stessa, ma tale
no de roninni Pontefici (f'edì)^ è siccome unita alle cospicue quali-
registrata la professione di fede che fiche ed ufiizi di cappellano mag-
i Papi dopo la loro elezione al giore della regia cappella del re
pontilicato indirizzavano a s. Pie- di Spagna, suo vicario generale dei
tro, al clero ed al popolo romano, regi eserciti, non che elemosiniere,
come quella pure che gli eletti ve- con privilegi e prerogative. Que-
scovi mandavano al Papa accom- sto titolo fu stal3Ìlilo dalla santa
pagnala da promesse, e conferma- Seàe ad istanza de* re di Spagna
ta con giuramento e con impre- come sovrani delle Indie occiden-
cazioni contro loro slessi se tenta- tali [f^edi); e ad essi ne concesse
to avessero di violarle. Tale è V in- la nomina e presentazione, per cui
diculnm episcopi de Longobardin. deve il nominato, prima di essere
Questa specie d'indicoli fu della approvato dal Papa soggiacere al ,

qualche volta cauzione che i Pon- processo, ad onta che l'avesse già
tefici ed i metropolitani esiger do- esaurito se vescovo di qualche chiesa.
vevano da quelli ch'essere doveva- Il processo si fa dal prelato nimzio

no da loro consacrati vescovi, nel- di Spagna sulle qiralità del sogget-


l'occasione specialmente di nuove to prescelto e sopra i privilegi e
controversie dommatiche nella Chie- prerogative del patriarcato titolare.
sa insorte. Non solo indicolo si Deve inoltre l'eletto patriarca e-
dissero le lettere di avviso, ma le mettere ilgiuramento prescritto ai
citazioni intimate dai principi, i lo- vescovi da Sisto V e Benedetto
ro precetti^ i loro commonitorii, XIV, quindi ha luogo la preconiz-
come anche le loro patenti. Indi- zazione, che ne fa il Pontefice in
coli furono egualmente chiamate concistoro al sacro collegio, prece-
le semplici lettere di complimento duta dalla dispensa della Propositio
che l'uno all'altro si mandavano stampala. Suole il re di Spagna
1 od anche le credenziali
principi, nominare patriarca un vescovo, un
che consegnavano ai loro amba- cardinale, od anche un prete. Tal-
,

IND IISD 175


Tolta il cardinale o
vescovo pa- il positìo stampala, in cui è pur det-
triarca ritiene con indulto aposto- to friicliis minime repcriuntur trt-

lico la chiesa arcivescovile o ve- xati in libris camerae quia ,


nul-
scovile di giurisdizione o iti parti' li sunt.
biiSj tale alila da queste si dimet- Dal narrato resta provato che
te, non essendone necessaria la ri- il patriarca delle Indie occidentali
tenzione ; si suole bensì promovere come non può essere con-
tale
ad una chiesa arcivescovile in par- sacralo né esercitare atto alcuno
tìbus quello che non era fregiato pontificale né giurisdizionale, e pe-
dei carattere episcopale. L' unica rò quando a tal patriarcato deve
e giusta ragione per la quale il promoversi un semplice sacerdote
patriarca delle Indie occidentali de- é necessario che il medesimo ven-
v' essere promosso ad una chiesa ga provveduto di una chiesa arci-
arcivescovile titolare, si è perchè ta- vescovile inpartìbus infìdelìiim^ ac-
le patriarca è un mero titolo infe- ciocché possa essere consacrato per
riore air arcivescovo e vescovo ti- esercitare i pontificali non come
tolare ; giacché gli arcivescovi e patriarca, ma come pro-cappellano
vescovi litolari sono veri arcivesco- maggiore della regia cappella del
vi e vescovi delle chiese esistenti re di Spagna in que' luoghi
, e
nelle parti degl' infedeli , e come sudditi destinatigli ed assegnatigli
tali devono essere consacrati e por- dal re e dai Pontefici. Il promosso
tarsi alle loro chiese , se non che poi a questo patriarcato, se vescovo
vengono esentati dall'indulto che di qualche chiesa, non ha bisogno
concede ad essi il sommo Pontefice di esser né traslatato né promosso
neir atto della loro promozione. ad una chiesa arcivescovile in par-
Questo patriarca però in vigore del tibus per essere consacrato e per
patriarcato delie Indie occidentali avere l'autorità di esercitare gli

non può prenderne la consacra- atti de' pontificali ne' luoghi asse-
zione, ne domandare il pallio, ne gnati alla giurisdizione del cappel-
esercitare atto alcuno pontificale, lano maggiore, avendo egli di già
ne giurisdizionale spirituale o tem- ricevuto l' episcopale consacrazione,
porale e neppure portarsi nelle
, dacché con essa viene ad avere
parli delle Indie occidentali, senza tutta r autorità e facoltà di eser-
espressa licenza della santa Sede citare gli alti tutti pastorali e pon-
come il tutto chiaramente risulla tificali in ogni città e luogo, sem-

dall'atto concistoriale della prov- pre de licentìa proprii ordinarli^ e


vista di tal patriarcato. Ciò pre- molto più in que' luoghi e sudditi
messo, questo patriarcato delle In- a lui come pro-cappellano
soggetti
die occidentali non è dignità né maggiore. Questo patriarca, benché
arcivescovile ne vescovile , essendo decorato di altro titolo vescovile, si
isenza residenza, senza chiesa, sen- sottoscrive negli atti : Patriarcha
za suffraganei , senza clero , senza Indìaram Occidentalium, come che
popolo, e senza giurisdizione, rna titolo più specioso e superiore a
solamente una dignità la quale , quello di arcivescovo e di vesco-
gode soltanto V onore e preceden- vo e come
, patriarca precede ai
za di dignità, conforme si espriVne medesimi, e come patriarca ha il
neirallo concistoriale, e nella Pro- primo luogo nella creazione dei
176 IND IND
novelli cardinali se egli viene esal- tali vacato dalla sua primiera e-
,

tato alla sacra porpora. Il patriar- rezione, ad Antonio di Roxas già


ca delle Indie occidentali fa sem- arcivescovo di Granata, ed allora
pre la sua residenza in Madrid vescovo di Palencia, e che Cle-
capitale della Spagna, presso la fa- mente VII lo conferì a Stefano
miglia reale, e funge 1* esercizio di Gabrieli vescovo di Jaen. >• Cle-
parroco del regio palazzo, e della mens PP. VII Steflìno Gabrieli
famiglia reale e di tutte le cure episcopo Giennen. Licet alias fel.

del patrimonio regio, eccettuate re.Leo PP. X predecessor noster


come sono dalla giurisdizione or- b. m. Antonium archiepiscopum
dinarla del diocesano; di detti luo- Granatensem a vinculo, quo eccle-
ghi è pure giudice ecclesiastico. Per siae Granatensi tenebatur, absol-
le parrocchie situate nel patrimo- verit , seu nos absolverimus, eum-
nio del re, il patriarca sostituisce que ad ecclesiam Palenlin tunc cer-
altrettanti sottocurati, per l'assi- to modo vacantem transtulerit, seu
stenza de' fedeli ; ha il suo sinodo transtulerimus et ne ipse
per l'esame de' ministri necessari, Antonìus ad ecclesiam cathedralem
ed esercita giurisdizione esclusiva translatus digniori titulo carerei,
e indipendente in forza di conces- ad supplicationem regis calholici
sioni della Sede apostolica. Come in insulis Indiarum patriarchalem
vicario generale castrense di lutto ecclesiam erexeril, seu erexerimus,
l'esercito che milita sotto le ban- et illi, ab illius primaeva erectione
diere del re, il patriarca egual- vacanti, de persona dicli Antonii

mente gode particolare giurisdizio- providerit, seu nos providerimus :


ne indipendente affatto da quella lamen nec Antonius ipse literas
de' vescovi , in tutti i dominii del super erectione et provisione pa-
re di Spagna, dentro e fuori della triarchalis ecclesiae expedivit, nec
penisola. 11 patriarca delle Indie ipsa ecclesia hactenus constructa et
occidentali in Maris Oceani non dotata fuil . . . sicut praefatus An-
ha veruna giurisdizione sopra le tonìus sine literaruoi expeditione
chiese e diocesi del di lui titolo. patriarcham Indiarum se denomina-
Le sue rendile consistevano nelle vit, et patriarchae nomen habuit ...

pensioni colle quali erano gravate ita et tu " Il qui nominato Ste-
. .

le sedi vescovili America, pel


dell* fano Gabriele Merini Clemente
quale motivo dopo la proclamata VII stesso nel i533 lo creò car-
indipendenza delle repubbliche a- dinale. Nel 1^72 s. Pio V unì
mericane mancarono le pensioni, la dignità di patriarca dell' Indie

laonde per dotare questo patriarca occidentali al cappellanato mag-


ì re di Spagna lo nominano a giore della reale corte di Spagna,
qualche provvista ecclesiastica nel- ma senza giurisdizione alcuna sul-
le cattedrali spagnuole. le chiese dell' Indie. Il cappella-
Dal documento tratto dall'ar- no maggiore aveva una pensio-
chivio Vaticano ex minut. Brevium ne di ottomila ducati sugli spo-
Clem. PP. FU, lib. 28, n. 182, gli delle chiese del Messico e del
e che qui appresso riportiamo, si Perù, come consta dalle analo-
rileva che Leone conferì il X ti- ghe patenti dall'anno i6o3 all'anno
tolo di patriarca dell' Indie occiden- 1617.'
IND IND 177
Il primo Pontefice che accor- gli uffizi parrocchiali ,
per sé o
dò facoltà e giurisdizioni al pa- per i suoi curati, che pi il propria-
triarca delle Indie pei suoi ufii- mente sono economi o delegali del
zi, fu Innocenzo X a' 26 settem- patriarca; e conferire la cresima
bre del i644> p6i' supplica fatta e le sacre ordinazioni a tutti i suoi
da Filippo IV re di Spagna. Cle- sudditi, allorché sia fregiato del
mente Xil con breve de' 4 f<^t)* carattere vescovile. 1. L'assolvere
braio 17 36 concesse al patriarca i medesimi dall'eresia, apostasia e
prò tempore et ad septennium, co- scisma, non che da qualunque sia-
me vicario generale de' reali eser- si altro crimine, per quanto grave
citi, le che prima godeva
facoltà fosse, ed alla santa Sede riservato.
il cappellano maggiore arcivescovo 3. Ritenere e leggere fuori d'Ita-
di Compostella, già vicario gene- lia i libri proibiti di qualunque
rale de'medesimi eserciti. Altrettan- specie, non però di concedere ad
to concesse e confermò Benedetto altri questa facoltà,
ed eccettuate
XIV a' "i giugno 1741 colla qua- le opere di Carlo de Moulin , Ni-
lifica di cappellano maggiore. Cle- colò Macchiavelli , ed i libri sul-
mente XIII col breve Quoniam in l'astrologia giudiziaria. 4- ^^'^'^ '^
exercitibus, de' io marzo 1762, pro- messa un'ora prima dell'aurora e
rogò ad altro septennìiim le fa- dopo il mezzogiorno, ed in caso
coltà e privilegi che pure ampliò. necessario celebrare due volte al
Lo Clemente XIII spedì un
stesso giorno, o in luoghi sotterranei, o
altro breve a' i4 u)arzo 1764, nel in mezzo alle campagne; l'uso del-
quale dichiarò e spiegò diversi dub- l'altare portatile, ancorché la pietra
bi sulle facoltà in questione. Pio della mensa non cuopra le reliquie
VI agli 8 aprile 1777 emanò il de' santi; e senza pericolo di scan-
breve : Charissime in Christo fili , dalo od irriverenza celebrare ia
colla decla ratio prò rege catholico, presenza di eretici e scomunicati,
quoad loca et personas comprelien- i quali sono esclusi dal servire la
sas in territorio parochiatis ejus messa. 5. Concedere T indulgenza
regiae cappellae. In tal modo a plenaria a tutti i suoi sudditi nel
questo patriarca cappellano o pro- punto di morte; lo stesso ai con-
cappellano regio ad istanza del re vertiti dall'eresia; e nelle feste di
Carlo III concesse e distintamente Natale, Pasqua, ed Assunzione della
assegnò territorio, giurisdizione, li- Beata Vergine. A quelli poi che
bero esercizio di cura d'anime, nelle domeniche assisteranno alla
l'uso de'ponlificali, e di tutti gli spiegazione del vangelo, dieci anni
altri pastorali uffizii indipendente- ed altrettante quarantene d'indul-
mente da qualunque ordinario, in genza. 6. Dire la messa di requiem
tutti i luoghi descritti ne' brevi a- tutti i lunedì non occupati coll'of-
postolici , con facoltà vescovile o fìzio nove lezioni, che in tal ca-
di
quasi vescovile e giurisdizione. Que- so dovrà rimettersi ad altro gior-
ste facoltà i successori Pontefici no della settimana, e la messa ap-
le prorogarono e confermarono ad plicata per l'anima di alcuno dei
septenniiini al patriarca delle Indie, suoi sudditi, come fosse detta ia
come vicario generale de' regi eser- altare privilegiato. 7. Di portare
citi, e sono: i. Esercitare tutti la comunione agi' infermi occulta-
YOL. XXXIV. 12
178 IND IND
mente e senza lumi, allorché vi Clemente X fatto arcivescovo di Ti-
fosse pericolo d'irriverenza, e cu- ro in partibus nel 1670 a* i5 di-
stodir nello stesso modo il ss. Sa- cembre, ed a* 22 patriarca.
gramento. 8. Permettere l'uso di Antonio de Benavides Bazon da
vesti ed abiti secolari a tutti i suoi Innocenzo XI fatto arcivescovo di
sacerdoti ancorché regolari, allor- Tiro nel 1679 a' io aprile, ed agli
ché vi sia qualche pericolo dimo- 8 maggio patriarca.
rando tra nemici della religione y Gusman
Pietro Portocarrero
cattolica. 9. Benedire i paramenti da Innocenzo XII fatto arcivesco-
e vasi sacri, necessari soltanto al- vo di Tiro nel 1691 a' 27 agosto,
l'uso delle sue chiese, io. Ricon- ed a* 2 o novembre patriarca , e
ciliare le chiese, cappelle, oratorii, per ambedue le provviste furono
cimiteri, ne'paesi ove dimora l'e- fatti due processi.
sercito, allorché non sia facile Carlo Borgia y Centellas da Cle-
l'accesso o ricorso al proprio ve- mente XI a' 20 luglio 1705 nomi-
scovo. II. Esercitare gli atti di nato arcivescovo di Trebi sonda in
giurisdizione ecclesiastica nel foro 1708 patriar-
partibus^ a'3 ottobre
esterno con tutti i suoi sudditi ca, e cardinale nel1720: per le
ed impiegati nell'esercito, come due prime promozioni si fecero due
vero ordinario e giudice di essi. processi.
12. Concedere agli stessi l'uso del- Alvaro de Mendoza da Clemen-
la carne e latticini ne' giorni di te XII a' 20 gennaio 1784 sub
quaresima, eccettuati i venerdì e unica propositione fatto arcivesco-
sabbati e la settimana santa, allor- vo di Farsaglia in partibus, e pa-
ché non si trovino nelle attuali triarca, creato cardinale da Bene-
fatiche di campagne militari^ e di- detto XIV nel
1747.
spensarli dal digiuno. i3. Dispen- Bonaventura de Cordova Spino-
sare, commutare ed assolvere dal- la de la Cerda da Clemente XIII
le censure, irregolarità, voti e giu- fatto patriarca nel 1761 a' 6 apri-
ramenti nel modo che fanno i ve- le, e cardinale a* 23 novembre.

scovi, secondo le concessioni dei Francesco Saverio Delgado arci-


sacri canoni, e del concilio di vescovo di Siviglia, da Pio VI nel
Trento. Deve poi avvertirsi che 1778 a' 3o marzo fatto patriarca,
questo patriarca non ha l'uso del- e cardinale primo giugno.
il

le insegue e vesti proprie dei pa- Antonio de Sentmanat y Cartel-


triarchi, ma bensì quello come i la, già vescovo d'Avila, da Pio VI

Riporteremo qui appresso,


"Vescovi. fatto patriarca a' 25 giugno 1784,
oltre i nominati da Leone X e e cardinale nel 1789.
Clemente VH, il novero di alcuni Giuseppe de Arce arcivescovo di
patriarchi delle Indie occidentali, Saragozza ed inquisitore generale,
che nelle annuali iS'oLìzìe di Roma da Pio VII a' 26 agosto 1806 fu
per ordine di gerarchia de'patriar- fatto patriarca.
chi sono registrati nel sesto pa- Francesco Antonio Cebrian y-Val-
triarcato, cioè dopo quello di Ve- da, traslato dal vescovato di Ori-
nezia, e prima di quello di Lis- huela da Pio VII, che a' io lu-
bona. glio 18 15 lo fece patriarca, indi
Antonio Manriquez Gusman da a' 23 settembre 18 16 cardinale.
,

IJND IND 179


Antonio Alluè, già vescovo di queste isole innanzi al nuovo
Girona, fatto patriarca da Pio VII continente, pei navigatori che ven-
agli 8 gennaio 1821. Ancora non gono dall'Europa. Si chiamò que-
gli fu dato successore. sto arcipelago Indie occidentali,
INDIE OCCIDENTALI. Vasto perchè all'epoca della sua scoperta
arcipelago dell' America settentrio- fu preso per una prolungazione
nale, fra il golfo del Messico ed il delle isole indiane orientali le più
mare dei Caraibi, diviso in grandi avanzate. Gì' inglesi conservarono
e piccole, Antille, che si estende una tal denominazione, chiamando-
dalla costa della Florida fino a lo PVest ladies. Gli spagnuoli le
quella di Terra Ferma. Allorché i divisero in isole del Vento, e isole
portoghesi riuscirono a penetrare sotto Vento; ed i francesi e gl'in-
nell'India dall'oriente, gli spagnuoli glesi adottarono una tal divisione,
guidati da Cristoforo Colombo, in- con differenti modifica/ioni. Alcuni
trapresero pure di penetrarvi dal- comprendono l'arcipelago delle Lu-
l'occidente. Nel 1492 appro-
essi cale nel numero delle Antille. Le
darono ad una di quelle isole che Antille appartengono a diverse po-
si trovano nel golfo del Messico tenze europee, come la Francia,
allora chiamate Indie occidentali r Inghilterra, la Spagna, l'Olanda,
per distinguerle dall'Indie propria- la Danimarca e la Svezia , oltre
mente dette, e che si chiamarono gli stati indipendenti. Chiamasi In-
Indie orientali (T^edi). Col nome diana uno degli Stati Uniti dell'A-
d'Indie orientali si comprende d'or- merica settentrionale presso l'Ohio,
dinario quella vasta regione asiati- ov'è la sede vescovile di Vincen-
ca che si due parti, al
divide in nes. Sotto poi il nome d' indiani

di qua e Gange, e cia-


al di là del si conoscono gli aborigeni o primi
scuna termina con una grande pe- abitatori dell'America. Questa par-
nisola, cioè le due grandi contrade te del mondo essendo da principio
dell' Indostan e dell' Indo - China , considerata come le Indie asiati-
i cui abitanti sono detti indostani che o orientali, fu poscia, ricono-
ed indiani , nel sud dell' Asia; ed sciuto r errore , disegnata sotto il
una gran parte delle isole del nord- nome d* Indie occidentali, ed i suoi
est dell' Oceanica, come Sumatra, abitanti sotto quello d'indiani. So-
Java, Borneo, Celebe, le Molucche no essi sparsi tra 1' una estremità
e le Filippine. L' arcipelago delle e l'altra dell'America, e si divi-
Antille, chiamato pure delle Indie dono in molte nazioni suddivise ,

occidentali, il più considerabile dell'o- in popolazioni, tribù, ec.


ceano Atlantico, è situato fra i due Al precedente articolo abbiamo
continenti dell' America. Le Antil- parlalo del patriarca delle Indie
le formano una catena semicirco- occidentali , Indiariuni occidenla-
lare che partendo dalla riva della liuni palriarchatus in maris Ocea»
Florida, nell' America settentriona- ni, semplice titolo di dignità senza
le, va a terminare al golfo del chiesa e suffraganei in queste re-
Messico nell'America meridionale. gioni, ove sono diversi arcivesco-
Si può attribuire , come lo fece vati e vescovati, alcuni detti nelle
qualche scrittore, l'origine del no- Indie occidentali, altri nelle Indie
me di Antille alla posizione dì occidentali di Portogallo perchè nei
,

i8o IND IND


.dominii dell'imperatore de! Brasi- gna. II p. Menochio tratta nelle
le, impero prima unito al Porto- sue Stuore tom. I, pag. ^5i^ cap.
gallo, e governato da un principe XXV, Se neW Indie occidentali^
di quella stirpe reale. Sì conserva avanti che dal Colombo fossero
ancora nella Spagna il titolo di scoperte, sia stato predicato Ve-
patriarca delle Indie occidentali per- vangelo di Cristo. Argomento che
chè il re conserva diverse provin- toccamo all'articolo America ed al-
cia neir Asia, nell' Africa e nell* A- trove.
merica che tra noi si chiamano col INDIE ORTENTALL Sotto que-
nome d'Indie; ed altresì perchè il sta denominazione viene significato
re di Spagna non ha finora rico- il vasto e ricco paese dell'Asia meri-
nosciuta come legittima la separa- dionale, che ha al nord per confine
zione dei diversi governi di Ame- le montagne Himalaya, le qua-
di
rica. Le chiese dell' Indie occiden- li lo separano dal Thibet e dalla

tali arcivescovili e vescovili in Iii- Bucarla, avente all'est l'impero ci-


diisy in Indiis occidenlalibus,sono nese, all'ovest l'impero persiano,
Antequara, Antiochia, Aret{uipa, A- ed al sud il mare. Altri definiscono
"Vana o s. Cristoforo, Releui de Para, le Indie orientali quelle due vaste
Benezuela o Garaccas, Caceres, Carta- contrade, che tanto si estendono al
gine, Cumayagua, Cuenca, Ciisco, s. sud dell'Asia, alla dritta e sinistra
Domingo, Giacomo del Chili, s.
s. del Gange, e che terminano in due
Giaconio de Cuba Guadalaxara ,
grdndi penisole ; l' orientale prese
Guamagna o Ayacucho, Guatimala, il nome d' Indo-Cina, l^occidentale
Jucatan o Merida, Linares, s. Lo- Indostan. Siccome il celebre navi-
dovico di Maragnano, Maynas, Me- gatore e scuopritore dell'America
choacan, Merida , Messico , Nica- Cristoforo Colombo, nel giungere
rauga Olinda e Fernambuco, s.
, per la prima volta alle isole Lu-
Paolo, Paraguai, Popayan Por- , cale ed Antille di detta nuova re-
torico, Quito Sonora, Tlascala,
, gione, credette aver trovato un nuo-
ec. ec. Alcune delle nominate se- vo passaggio per giungere alle In-
di non portano più la qualifica, nelle die, quella regione adottò allora
Indie occidentali. I sovrani di Spa- questo medesimo nome, e gli abi-
gna tuttora portano il titolo di re tanti si dissero indiani, dovendo
delle Indie, Indiaruni rex , come quindi le antiche Indie chiamarsi
già sovrani di gran parte dell' A- orientali^ mentre occidentali si dis-

merica, che non solo si chiamò nuo- sero le americane, secondo la loro
vo mondo, ma rispetto a noi Indie naturale posizione. Cinque ampie
occidentali. Isabella 1 la cattolica contrade si comprendono nell' In-
regina di Castiglia e di Leone, fu dostan , o paese degl'Indii o In-
la prima ad assumere il titolo di dous, secondo la divisione del mag-
regina delle Indie occidentali, per- giore Rennel generalmente ricevu-
chè forni a Cristoforo Colombo la ta. I. La regione del Gange o
flottiglia per scuoprire l'America o r Indostan gangetico. 2. La regio-
Nuovo Mondo, e perchè le conqui- ne dell'Indo o Indostan sindetico.
ste si fecero a vantaggio del suo 3. L' Indostan centrale. 4- L'Iq-

regno, sebbene maritata a Ferdi- dostati meridionale. 5. L' India e-


nando V re d'Aragona o di Spa- steriore o la Indo-China. Sembra
IND IND i8i
die fiume Indo, e gli abitanti
al lo di Meru in Plinio e Strabone.
cliiamati Indù, e la regione deb- Questo nome appropriato a tutte
bano il loro nome. Fu detta an- le città e monti consacrati a Bacco
ticamente Bharatkand, cioè regno in tutto il resto dell'Asia e nella
della dinastia di Bharata; Med- Grecia, potrebbe riconoscere nella
hiania o Paese del rnezzoj Diam- Nysa indiana un tipo primitivo, e
biiDuyp o Penìsola dell' albero v'ha qualche accreditato scrittore
della {'ila, e ne' posteriori tempi che ne ha fatto la congettura.
Mogol da' principi discendenti di I maestosi fiumi che percorro-
Gengis che vi dominarono. La no le terre indiane sono l'Indo, il
grande catena montuosa dell* alti- Gange, il Bramaputre, il Nerbud-
piano centrale d'Asia forma le dah, e l' Irraouaddy. Il clima è
graudi diramazioni delle montagne notabilmente vario, dacché il pae-
in questo suolo. Gli indiani nella se è per la maggior parte sotto la
loro storia e mitologia le com- zona torrida, ma limitrofo alle più
prendono tutte sotto il nome ge- elevate cime coronate di ghiacci ;

nerico di MeiUj o Siimeru, o Kai- lo stesso accade nelle sue produ*


lassaen, che può riguardarsi quale Rupi di sabbia, mon-
zioui naturali.
indico Olimpo patria d'uomini e ti duro macigno, deserti are-
di
di numi. La diramazione di Hiuia- nosi da un lato, e dall'altro bellis-
laya si estende fra V Indostan sin- sime praterie, ricche messi ripro-
detico ed il Thibet occidentale, e dotte due volte ogni anno, fiori

separa il bacino dell'Indo da quel- olezzanti, e copiose frutta danno


lo del Gange. L'altra diramazione all'India talora il più orrido e talo-
di Kantal o Sevolick dal sud vol- ra il più giocondo aspetto. Quindi
ge all'est, ed altra staccandosi dal tutti i cereali, specialmente il riso,

Kantal separa il Gange dal Bra- cibo ordinario del frugale abitato-
Djaputre , si denomina Rentaissè re , droghe d'ogni specie, legni me-
dai tibetani, e fu dagli antichi co- dicinali, il betel gradito a quei po-
nosciuta come una delle tre più poli, cannamele, boschi di bambù,
elevate sommità del Meru. All'o- indaco che cresce spontaneo nelle
vest cinge ie Indie la diramazione campagne, tutte le utilissime spe-
del Belui-, che segue il corso del- cie di palme oltre il cocco , sono
l'Indo nascente, e congiunge coi .si i principali prodotti delle Indie.
monti Rindukos, che sono al nord- Non minore è la dovizia del regimo
est la barriera naturale delle In- minerale. I fiuuìi auriferi indicaiio
die. In fine la lunga catena delle l'abbondanza dell'oro che nelle sue
Gatte giunge fino all' estremità del viscere la terra nasconde. Miniere
capo Comorin nell' Indostan meri- di rame, di ferro, di piombo, di
dionale, e di là continua il suo slagno, di zinco, di mercurio, di
sistema nella vasta Oceanica. Quat- antimonio trovano in diverse
si

tro montuose diramazioni inoltre parti. Ivi pure sono i più perfetti
intersecano le contrade dell'Indo- e più grandi diamanti che si co-
China fino all'estremità meridiona- noscano, le più nitide perle, e tut-
le asiatica. Non può preteimettersi te le altre gemme di cui ve n' è
la misteriosa montagna di Nysa, il dovizia. Oltre altri naturali pro-
di cui nome va congiunto a quel- dotti vi sono quelli dell'industria,
i8i IND IND
massime in ottimi tessuti di coto* te parlando, al governo inglese, ma
ne, ed in copiosi lavori di metallo bensì ad una società di commer-
e di avorio. Gli animali forse non cianti conosciuta sotto il nome di
sono in altra parte del globo sì nu- Compagnia delle Indie orientali^
merosi e sì vari. Gl'inglesi occupano che fu fondata con una carta del-
il primo posto nel novero dei domi- la regina Elisabetta nel iSgi, car-
natori di questa regione; essi si- ta che fu rinnovata circa sedici
gnoreggiano in tutto r Indostan sia volteda una tale epoca la penul- :

col nerbo delle armi, sia colle ar- tima volta fu nel i8i3 per venti-
ti della politica. Alcuni calcolano nove anni, e l'ultima fu nel 1842
a più di cinquanta milioni d' abi- per nove anni, per cui termina nel
tanti la popolazione degli stati ad i85i. privilegio della compagnia
Il

essi direttamente sommessi, altri a non sempre esclusivo: nel 1784


fu
settantadue milioni; e se si uni- essa fece creare dal parlamento il
scono a quel numero i paesi tri- banco dell'Indie; un governatore
butari, vi rimane appena il quar- generale dei possedimenti inglesi
to in tutta la regione nell'indipen- nell'Indie fu nominato nel i8o4, e
denza, ed anche meno se merita- nel 18 13 la compagnia restò socie-
no credenza quelli che dicono a- tà incorporata per l' India di cui
scendere a centoventitre milioni gli amministra la Londra è
sovranità.
individui soggetti agi' inglesi com- la sede della compagnia, donde si
presi i tributari; questa porzione spediscono per l'Indostan gli ordini
libera dell' Indoslan è abitala dai superiori. Non si può esattamente
seik o seichi, e dai maratti. La determinare la popolazione dell'in-
Francia e il Portogallo hanno pu- tera India, e per approssimazione
re neirindostan dei possedimenti. forse saranno centoventi o cento-
Sì dice Indostan inglese l' immen- trentadue milioni di abitanti, com-
sa estensione di paese di cui gli presa l'isola di Ceylan, e lo stabi-
inglesi sono successivamente im-
si limento inglese di Bencuien nell'i-
padroniti neirit)dia, così Indostan sola di Sumatra. La popolazione
francese, Indostan danese, Indostan cattolica poi dell' Indostan non su-
portoghese, ec, si denominò il ter- pera ottocentomila individui, com-
ritorio e possedimenti appartenenti presa quella dell'isola di Ceylan,
a ciascuna nazione. Sì disse Indo- della quale come delle isole prin-
stan danese il territorio che yi cipali del mare dell'Indie o oceano
possedeva la Danimarca, come la indiano pure parleremo. Va avver-
pitta e dipendenza di Tranquebar titoche l'isola di Ceylan appartie-
(B Serampour, che la stessa Dani- ne propriamente al governo inglese,
marca cedette all'Inghilterra per non alla compagnia.
trattato seguito nel i844- Anche Gl'indiani riconoscono un Essere
i Paesi-Bassi possedettero un ter- supremo fornito di tutti i divini at-
vitorio nell' Indie, ma al presente tributi sotto il nome di Parabrahma ;

non vi hanno più alcun dominio. ma yi aggiungono un novero infini-


Quanto all'Indostan inglese, ed alla to di differenti dei e dee, i quali pe-
sovranità dei paesi conquistati da- rò non sono che ministri subalter-
o che furono loro ceduti,
gl'inglesi, ni del primo, o emanazioni e por-
non appartiene affatto, propriamen- zioni della divinità che sotto varie
IND IND i83
forme si riprodussero. I tre princi- resto è commendevole la sobrietà de-
sono Brahma o Brama, Vislma o
pali che pervenne ad astener-
gl'indiani
Vishnu, e Sciva o Schiva. Al primo sida ogni cibo animale e da ogni
dicesi delegata la facoltà di creare, bevanda spiritosa. Non si deve pe-
al secondo quella di conservare, rò tacere, che l'uso di bere il vi-
al terzo quella di distruggere o no, anche con eccesso, benché in
"variare le forme. Inoltre significa- segreto, comincia ora ad introdur-
no il primo la terra, il secondo si fra gl'indiani, ed anche tra le
l'acqua , il terzo il sole o fuoco, caste più nobili. La poligamia è
come dicemmo all'articolo Bramini. fra loro permessa, sebbene rara-
Sono poi insieme compresi sotto il mente seguita, e quelli che ne fan-
nome di Trimurti. Il culto di Brah- no uso, fra le spose distinguono la
ma è la base dell'indiana mitolo- principale. Fra i maomettani poi
gia, feconda di vive e bizzarre im- la poligamia è più comune. Sono di-

maginazioni. Comunque le stranis- visi in caste, vale a dire ordini o

sime metamorfosi di che è ripiena ceti di più ranghi, ne i men puri


vogliano intendersi allegoricamente, ai più distinti si mescono. L' edu-
giusta il parere de^più sensati, pu- cazione de'fanciulli è affidata ai
re nulla può immaginarsi di più bramini; rau le donzelle rimango-
goffo, ridicolo ed indecente. Vedam no presso i loro parenti fino all'età
o Veda si chiama il loro libro sa- d'anni dodici, ch'è quella del loro
cro, ed Exur Vedam il suo com- sollecito sviluppamento e fecondità.
mentario, ambedue compilati in I lineamenti non differiscono gran
lingua sanscritta, e posseduti dai fatta da quelli degli europei, né
bramini, specie di sacerdoti deri- meno belle sono le loro donne.
vati dagli antichi bracmani e gi- L'avarizia, il mancar alle promes-
mnosofisti dell' India. Devesi nota- se, la lentezza nel risolvere, ed una
re che vi sono quattro Vedam o raffinata lussuria sono i vizi pre-
libri sacri degl'indiani: i. Rey o dominanti delle popolazioni india-
Risch-Veda; 2. Jagiur-Veda 3. ; ne. L'astronomia, la medicina, l'ar-
Sciama o Sama-Veda ; 4* Atarva- chitettura sono le scienze predilet-
na-Veda. II libro detto Exur non te, come mirabile é la loro pron-
è antico. Ai superstiziosi dommi tezza nella scienza del calcolo che
sono collegate le istituzioni civili, eseguiscono sempre a memoria senza
che dalle religiose in tutto dipen- l'aiuto dello scritto. Gl'indiani furo-
dono; quindi superstiziosi sono i no gl'ingegnosi inventori delle cifre
riti de' matrimoni , dei conviti e numeriche, passate quindi agli a-
dei funerali. L'eccesso a cui porta- rabi, e da questi in tutto il mondo
no le loro fanatiche mortifica- con tanta utilità propagate. Sono
zioni, i suicidii, i magici presti- gl'indiani monotoni e freddi nella
gi non sono paragonabili ad al- musica, agili nella danza, ed arti-
cun altro mostruoso parto dell' u- ficiosissimi nella mimica. La musi-
mana fantasia delirante. La col- ca degl'indiani assomiglia moltissi-
tura inglese non giunge ancora ad mo a quella delle nazioni del le-
estirpare il barbaro costume delle vante, ed anche a quella dei con-
spose di correre liete a bruciarsi tadini italiani, in sostanza sembra
nel rogo dell'estinto consorte. Del essere la musica antica de' primi pò-
i84 IND IND
poli.Parlano differenti idiomi, che del sistema civile con che questi po-
hanno però pih o meno relazione poli sono organizzati. Queste caste
col sanscritto, l'antica lingua di que- sono in numero di quattro prin-
sta regione nella quale sono com- cipali, che si suddividono in ottan-
posti i suddetti libri Vedam , e taquattro classi , al dire di molti ;
colle lingue delle circostanti popo- siccome è diUlcile fissare precisa-
lazioni. I monumenti e i libri del mente il numero delle suddivisio-
paese attestano che V inciviliuiento ni delle caste, non si può stabilir-
e la letteratura eransi in altri tem- ne il novero, ed è meglio ritenere
pi innalzati a sommo splendore. Il ch'esse sono in gran numero. La
dotto monsignor Nicola Wiseman, prima casta è la sacerdotale che
ora vescovo Mellipotamo, nella con- componesi di tutti bramini, ammi-
ferenza settima sulla storia primi- nistratori di tutti gli oggetti del
tiva, quanto alla connessione che culto, e depositari dei libri sa-
lianiio le scienze colla religione ri- cri, e perciò letterati. Sono suddi-
velata,pubblicata nel tom. VI, p. visi in ordine gerarchico di mag-
3 degli Annali delle scienze reli- gior o minor né giammai
dignità,
giose ^ trattò delle idee esagerate né col convitto, né coi matrimoni
dall'antichità degli indiani; della fra loro si confondono. Il ministe-
loro astronomia; del tentativo di ro spirituale poi non li esclude dal-
Bailly per provarne la straordina- le cariche diplomatiche; anzi at-
ria antichità; della confutazione tendono, ove lor piaccia, alle armi,
fattane da Delambre e Montucla ; al commercio, all' agricoltura. Li
delle ricerche di Davis e Bentley; distingue dalle altre tribù un pic-
delle opinioni di Schaubach, La- colo cordone, composto di venti-
place, ed altri; della cronologia in- sette piccoli fili di cotone, che scen-
diana e delle investigazioni di sir de dalla spalla sinistra al petto ed
G.Jones, Wilfort, ed Hamilton; e al dorso, e chiamasi nella lingua
dei tentativi di Heeren per fissare sanscritta Jahgniapavitra. Non pon-
il principio della storia indiana, co- no mai starne senza, e perdono se il

me pure, delle scopeite del colon- o rompono sida ogni astengono


nello Tod sull'origine degl'indiani sorta di cibo, finché altro non ne
primitivi. abbiano surrogato. I biragi o mo-
Gli indostani o indiani si dico- naci di Matra nella provincia di
no figli di Brama, loro primo le- Agra, abbandonati ad ogni sorta
gislatore, e da esso vogliono trarre di folli stravaganze , e gli austeri
la loro origine. Esso fu il loro pri- eremiti di AUahabad sono compresi
mo uomo, li civilizzò, diede loro in questa classe. Va avvertito che
una religione e delle leggi, e li di- tutti i sacerdoti indkml non sono
vise in caste alle quali assegnò di- bramini, essendo la casta di que-
verse occupazioni che tutte si ri- sti altrettanto civile che religiosa,
feriscono a principii di religione. So- La seconda casta è la militare, e
no tante le differenti caste, tribti, dicesi gsiattria o rajapiUra, quasi
ordini o ceti ne' quali trovansi di- regia progenie. Dividesi in due or-
visi gl'indiani, che sembra indispen- dini che dal sole e dalla luna si
sabile darne almeno qui un cenno fanno discendere, e ad essa è or-
sulle principali, onde dare un' idea dinariamente affidato il comando
IND IND i85
ed il governo. I rajapnti sono fieri nenza, hanno ciascuna il suo spo-^
e bellicosi, ma rare volte disgiun- so, ma sono impunemente scevre
gono il valore da una barbara am- da ogni riservatezza cogli individui
bizione. Poco successo hanno in es- di casta eguale. Con altrettanto fu-
si prodotto le istanze degl' ingle- rore però la gelosia si manifesta,
si per abbandonare la
far loro ove discopransi illecite tresche co-
crudele costumanza di uccider le gli europei , o cogli individui di
figliuole, quando temono di non caste inferiori , tranne quella dei
poter procurare ad esse convenevo- bramini che ai nairi sola sovrasta,
le accasamento. Le donne sono e cui tutto è concesso. Sì distingue
gelosamente custodite dall'età di sei la unione per riparare
stretta loro
anni fino al matrimonio, e le noz- le comuni offese, e forma essa lo
ze con persone di bassa sfera pri- spirito della casta. Le donne sono,
vano i figli delle qualità eredita- come si vede da per tutto dove il

rie. Nell'Adjemir o Agemira com- cristianesimo non è la religione do-


prendonsi i loro stati ereditari. La minante, pressoché in uno stato di
terza casta è dei vaisela, e contie- disprezzo civile. In certe parti del-
ne gli agricoltori e pastori possi- l' Indostan quelle delle caste più
denti, i banchieri, mercanti, ed al- nobili tengono a glande onore di
tre persone addette alla negoziazio- quasimai uscire dalla casa loro.
ne. La quarta casta dei isciulri, o Le mogli dei bramini più facil-
meglio sudras o choiilres, racchiu- mente sono in illecito commercio,
de tutti gli artefici, è suddividesi che quelle delle altre caste nobili.
in moltissime altre, giusta i diver- Sì dice che i mariti se ne appro-
si mestieri. Fra i più vili ordini fittano molto per ottenere dagl'in-
eziandio di questa classe è tolta o- glesi gl'impieghi del governo. Ma
gni comunicazione per disuguaglian- il matrimonio fra queste donne e
za di merito, a ciascuno è insiut»- gli europei è affatto inusitato. Il

to di esercitare l'arte fissata per la rajah appartiene alla classe mede-


sua casta, e quella passa dall' una sima dei nairi, ma d'uopo ha di
in altra generazione con rare e li- essere investito del favore dei bra-
mitate eccezioni, ciò che nelle gior- mini. Per una conseguenza del li-

naliere faccende produce incomo- bertinaggio la successione al regno


dissimo inceppamento. appartiene al nipote primogenito
Fra i popoli malabarici havvi della sorella del regnante, la quale,
la casta de' nairìy con cui è distin- dev' essere maritata alla speciale
ta la nobiltà ereditaria, che pro- tribù dei calarei. I propri figli si

viene dai tscìiUri o artigiani, po- chiamano sono trattati con


tarnbi^
chi trovandosi fra que' principi che distinzione ma raramente è dato
,

possano vantare la discendenza dei loro di aspirare a posti importan-


rajaputi o guerrieri. Il loro carat- ti. La casta malabarica àe cegoi,
tere è freddo al pari di quello de- detti anche lìar è annoverata fra
,

gli altri indiani, ma non vi è clas- le basse ed impure, se si confronti

se in cui più si dispieghi l' orgo- coi bramini e nairi; si riconosce


glio, la vendetta, ed il dispotismo però superiore alle vili e sordide.
colle caste inferiori. Le donne, che La coltura dei boschi di cocco è
sono dotate di una speciale avve- specialmente attribuita ai cegoi, ma
i86 IND IND
non ricusano dì prestarsi ad ogni stanza. Tuttavoltu ì parìa non sono
altro servigio : leggiadre e civili so- schiavi, ne miserabili tutti come si

no lefemmine, ed a queste la co- crede generalmente. Bisogna di-


municazione con gli europei non è stinguere maggior parte di loro
la
punto interdetta. Vi sono pure i con molto più disprez-
certi schiavi,
mapiile^ arabi d* origine, che cer- zati ancora, che si trovano in cer-
carono nei passali secoli di miglio- ta parte dell' hidostan. Tra i paria
rare, emigrando dal paese nativo, vi sono diverse suddivisioni più o
la loro condizione. Nella costa dei meno disprezzate l' una dall' altra.
Coromandcl sono chiamati lapì', e I sono stimati più igno-
calzolari
tì si trovano in maggior nnmero. bili ancora che i paria ; ma gli
Antica inimicizia li separa dai nairi, ultimi di tutti sono quelli che si
ed ha sovente scoppiato con devasta- impiegano nella pulizìa delle latrine.
zioni, stragi ed orrori. Questa divisio- I ntadi o pdeia sono ancor più
ne d* animi fra popoli, caste e tii- miseri, essendo ad essi barbaramen-
bù ha molto contribuito all'ingradi- te interdetto l' ingresso nella città,
mento della potenza inglese nelle laonde menano per boschi la loro
regioni indiane. Tra i mapule tro- vita errante e fuggiasca. I parsi
vansi dei cristiani venuti di Soria, o guebrì nel numero di circa venti-
che seguono il rito siriaco, e di- mila fuggirono di Persia al furore
stinguonsi col nome di mapule na- di Abubecher primo califfo nd VII
zareni. Sono pure cristiani nella secolo. Da Ormus passarono al Gu-
maggior parte i mistizì o topai o zurate e furono dagli indiani ac-
topasy che nati da un'indiana con- colti con benevolenza a sola con-
servano con orgoglio il nome del dizione che non uccidessero ne si
loro genitore europeo, ma vivono cibassero di animali bovini, ciò che
ordinariamente nell' ozio e nella hanno sempre mantenuto. Hanno
mollezza, tranne i pochi addetti in venerazione il gallo che annun-
alle arti ed al commercio. I misti- zia il giorno , e conservano nei
zi o topas sono sistematicamente tempio il fuoco sacro che recaro-
disprezzati dagl'inglesi, i quali te- no dalla patria : sono sobri, cari-
mono che più tardi si possano ri- tatevoli, attivi , fedeli e rispettosi.
vollare contro la madre patria; sono Adottano i costumi europei, pro-
egualmente disprezzati dagl' indiani fittano del commercio e frequen-
perchè per lo più sono nati di donne tano le società inglesi : la loro re-
della casta dei parias. La casta più ligione, al pari di quella di Brahma,
infelice è quella dei paria o pa- non ammette proseliti. Si trovano
rias, perchè diversi di loro soffro- pure in questo paese gli afghani,
no dura schiavitù , e s'impiegano che sono dispersi e vivono sotto
ne' più abbietti ufiizi : vivono dis- un governo feudale, da ultimo in
giunti dalla società tra le risaie, guerra cogl* inglesi. Vi è pure la
in piccole e misere capanne. Il setta indiana debaniani, ì quali si
loro disprezzo giunge a tal ripro- astengono da ogni cibo animale,
vevole segno, che al passaggio di un sono dediti al commercio, e per-
cego, d'un nario, d' un bramino deb- corrono tutte le contrade dell'Asia.
bono sortire dalla via in cui si tro- Nel regno o provincia di Cochin
vano, e ritirarsi in proporzionata di- vi sono ebrei^ divisi in ebrei bioìi'
IND IND 187
clil che vantano remota antlcliltà, come si legge nell'antica storia,
forse dall' Vili secolo, ed ia ebrei sino al mare orientale. Questi bra-
neri che sono schiavi del Malabar mini sarebbero, secondo tale senti-
comprali ed associati al giudaismo. mento, confermato da molte osser-
Le due classi vivono sejjarate, e Ta- vazioni locali, gli stessi egiziani
-vidità loro pel guadagno le priva conquistatori e civilizzatori del-
di considerazione. Finalmente è da l' Indostan. Più tardi Dario figlio
notarsi, che la gerarchia delle ca- d' Istaspe re dì Persia con consi-
ste è collegata alle idee religiose, derabile esercito fece delle conqui-
essendo punto dell' indiana creden- ste che non si estesero al di là
za, che dal capo o dal volto di dell'Indo. Un secolo e mezzo do-
Brahma abbiano i brami sortita po il tentativo di Dario, Alessan-
l'origine, dalle braccia i rajaputi, dro il Grande con trentamila uo-
dal ventre e dall'anca i vaiscia, e mini partì dalla Macedonia, scon-
dal piede i tsciutri. Quindi non è fisse persiani al passo del Gra-
i

a meravigliarsi se ostacoli insor- nico, percorse vincitore diverse re-


inontabili si oppongono alla di- gioni, sconfisse Dario ad Isso e ad
struzione di sì inveterati pregiu- Arbella, e successivamente essendo
dizi. entrato in Persia si portò a Susa,
a Persepoli e ad Ecbatana. Indi
Cenni sforici de^principali avveni- inseguendo Bosso uccisore di Da-
menti dell' Indie sino alla ca- rio, varcò l'Osso, s'impadronì di
duta dell' impero del Gran Mo- Maracanda, oggi Samarcanda, fer-
gol, non compreso lo stabilimen- mandosi a Bulca città primaria del-
to degli europei in queste con- la Battriana. Indi Alessandro s' in-
trade. noltrò verso r India, superò i mon-
li Paropamiri, prese la città di Ni-
L' istoria dell' Indie non racchiu- ca ed assaltò la rocca Aorna ;

de nella sua antichità che favole passò l'Indo, fece costruire sopra
le pili assurde. Tra le prime im- questo fiume delle navi, attaccò e
prese militari eseguite nell'Indie, sconfisse Poro sulle rive dell' Idas-
cominciando da Ercole, debbono pe, e fabbricò la città di Bucefa-
annoverarsi quelle che si raccon- lia in memoria del suo cavallo che
tano di Ercole e di Bacco, il pri- avea perduto. Dipoi l'eroe mace-
mo si dice fu costretto levar l'as- done traversò il Pojab situato fra
sedio della rocca Aorna su l' In- dnque grandi fiumi, ma ripassato
do, secondo che fondò la città
il r Idaspe ricevette un rinforzo di
di IVica. In appresso viene la spe- nuove armi
trentaseimila greci, con
dizione di Sesostri che con seicen- e una flotta di duemila navi di
tomila uomini , ventiquattromila varie grandezze. Allora accompa-
cavalieri, e ventisettemila carri tra- gnato da più di centoventimila
versò l'Asia, e tutta intera la con- combattenti, di cui un terzo era
quistò sino alle rive del Gange. trasportato dalla flotta, ed il resto
Molti pensano che si deve fissare camminava sulle sponde dell' Idas-
l'origine dei bramini nell'Indostan pe, entrò nell'Indo, e discesone sot-
all'epoca della spedizione di Seso- tomise tutti que' popoli. Giunto
stri sino alle rive del Gange,, o nove mesi dopo alla città di lala
,

i88 IND IND


vi sbarcò la più gran pnrta delle parola dell* India negli autori gre-
«Me truppe, e ripresa la strada di ci e latini; si sa vagamente che
Babilonia rieiUrò in questa città Arsace re dei parti vi penetrò e
quando aveva trentadue anni. Se- divenne possessore di tulli paesi i

leuco Nicatore tino de'suoi duci e in cui Poro avea regnato; che i
successori, essendosi reso padrone battriani dopo aver scosso il giogo
di tulla l'alta Asia, formò il pro- dei Seleucidi, fecero più con([uiste
getto di portarsi nell'India col dop- nelle Indie, che non fece lo slesso
pio scopo di stabilirvi la sua au- Alessandro. Menandro loro quarto
torità, e di sottomettere Sandra- re portò le sue armi al di là del
calo o Sandrocotto sovrano dei monte Imaus ; ed Eucradite, uno
parsis, nazione potente sulle spon- de' successori di Menandro, dicesi
de del Gnnge; egli penetrò molto che s' impadronì di mille città nel-
pili lungi dell' intrepido Alessandro l'India. Circa due secoli prima
suo signore, ma fu costretto ritor- dell'era cristiana i parti e gli sci-

nar ne* suoi slati per opporsi ad ti invasero tutta l'India settentrio-
Antigono che ne minacciava l'in- nale, che Tolomeo indicò sotto il

irasione. Antioco il Grande re di nome d'Indo-Scizia. Verso il 648


Siria circa centosettantanove anni i cinesi portarono la guerra nelle
dopo la spedizione di Seleuco, en- contrade vicino al Gange. Al prin-
trò neir Indie, e conchiuse un trat- cipio del secolo seguente setta- i

tato di pace con Soppagazeno, so- tori di Maometto si aprirono la


prano della regione. Le Indie fu- strada nell'India, assoggettarono
rono poco conosciute dagli antichi quasi tutto il Multan, e si stabili-

prima delle conquiste di Alessan- rono neir India settentrionale. Uno


dro e di Seleuco, il quale stabili dei governatori delle provincie con-
delle relazioni con Sandrocotto, in- qiiistate, Makrand kan, divenuto pa-
diano intraprendente che avea se- drone indipendente di Ghiznih
guito Alessandro. fu il primo conquistatore dell' In-

Sandrocotto pervenne a render- dia nei tempi moderni, e il fon-


si padrone di Palibothra o Patna datore della dinastia mussulmana
di cui fece la sede di uno stato dei ghiztjevidei, ghazanidi o gha-
possente, essendo tal città la ca- zenidi, la quale sussistette dal 797
pitale dei o prasii vicini
parsis sino alla metà del secolo XII ; si

dei gangaridoe che occupavano le narra, che spingesse le sue conqui-


bocche del Gange. Si apprende da ste sino a Goa. L' ultimo principe
Plinio che nel paese di Goudjera- di questa dinastia, che avea regna-
te e nel Conca n vi erano due re to inun impero di cui Cabul, il
possentissimi, uno de' quali fu po- Candahar ed il Korassan forma-
scia conosciuto dagli arabi sotto il vano il nodo, fu deposto nel i iSz
nome di Balhara. Inoltre Plinio da Rassim-Gauri , fondatore della
al sud del Rrisna situa la Regio dinastia de'gauridi, che prese il
Pandionis, che si estendeva sino al nome dal paese di Gaur, e risie-
capo Comorin. Quanto alla costa dette a Labore; i gauridi sog-
orientale, fu essa poco conosciuta giogarono il Kanara ed il regno
dagli antichi. Dopo il regno di di Bisnagor, il Multan, il Dehly e
Sandrocotto quasi non fu fatta più sino a Benares. Verso il 12 15
IND IND 189
l'impero tle*gauricli fu diviso, e Kou- dai governatori maomettani sog-
tab, ch'ebbe di sua porzione le getti all' imperatore di DehIy. Ak-
conquiste dell'India, fondò la di- bar conquistò pure il Cabul e ,

nastia dei patani o afgani, e fece s'impadronì del Cachemire, ma


Dehiy la sede del suo impero. Il fallì ne' suoi tentativi sul Dekhan.

regno degli imperatori patani fu Divise il suo impero in sedici su-


turbato dalle successive invasioni babis o governi, suddivisi in par-
di Genghiz kan Tamerlano e di ; ganahas o provincie, amministrate
furono rimpiazzati nel i4i3 dalla da nabab soggetti ai sidiabi ma ,

famiglia di Ghizer, e questa lo fu però dipendenti direttamente dalla


nel i4^o da Bellali-Lodi. Tamei*- corte. Fu questo il più compito
lano alla testa di un esercito di principe dell' Indostan, e morì nel
tartari era partito Poidiana dalla i6o5 dopo aver veduto perire per
verso il i36o, si era impadronito vita disordinata il suo secondo fi-
di Bulca e di Candabar, e dopo glio, che amava molto, ed essere
aver soggiogato tutta l'antica Per- stato costretto di combattere il ri-
sia si aprì il passaggio delle In- belle suo figlio maggiore. Questi
die, traversando il Pojab s' impa- gli successe sotto il nome di Dje-
dronì di DehIy, e dopo altre con- hanghir ; indi Sah-Djehan figlio
quiste neir Asia e nell'Africa, ri- di quest'ultimo si ribellò pure, e
passato l'Eufrate e il Tigri, si sta- vide i suoi tre figli agire verso di
bili a Samarcanda: egli si dispo- esso nel modo istesso. Aureng zeyb,
neva alla conquista della Cina uno di tali figli, dopo aver fatto
quando morì. trucidare due suoi fratelli, ed av-
i

Il piccolo figlio di Bellali-Lodi, velenare montò sul trono


il padre,
chiamato Ibraim-Lodi, fu sconfitto e procacciò all'impero mogolo il
nel 1025 da Baber che divenne il più alto grado di potenza e di ce-
fondatore della dinastia mogola. lebrità; pel zelo dell' islamismo per-
Akbai" suo nipote convalidò ed e- seguitò gì' indiani che si ribellaro-
stese la sua potenza in tutta la no molte volte, ma furono sempre
parte settentrionale dell' Indostan ,
vinti. Non fu lo stesso dei marat-
ed assoggettò il Bengala ove re- ti che abitavano le montagne del-
gnava il radjah Sali Dowes. Que- le Gatte: questi pòpoli bellicosi si

sta porzione era stata soggetta a congiunsero a molti principi in-


numerose rivoluzioni, e formò al- diani stanchi del giogo loro im-
ternativamente un regno e degli posto, diedero il comando al va-
stali separati. La sua storia è fram- lente Siouadgi, e conquistarono uno
mischiata di favole nei primi tem- de' più possenti stati dell' India;
pi, e non incomincia verosimilmen- essi avrebbero senza dubbio fatto
te per noi che al XIII secolo. Ver- crollare il tiono di Aurengzeyb,
so il fine del XIV, Tamerlano,, se la morte non avesse sorpreso il

come dicemmo, per essersi impa- loro capo nel i68o, in mezzo ai
dronito di questa contrada, i tor- suoi vasti progetti di vendetta. E-
bidi che seguirono questa invasio- glino però continuarono la guerra,
ne le procurarono in parte la sua e r in^peratore fu forzato trattare
indipendenza. Spesso fu governata con loro, abbandonando ad essi in
dai sovrani indiani, ed altre volte tributo il quarto delle provincie
,

igo IND
del Deklian che avea conquistale. fine del17 19. I Seidi ascosero la
I figli di Aureng-zeyb si ribella- sua morte per molti giorni, e pro-
rono altresì contro di lui, ma fu- clamarono Mohammed sah secon- ,

rono sempre vinti, e dopo la mor- do figlio di Sah-Allem; questo prin-


te di questo principe V Indoslan cipe, stanco del dominio de* due
divenne preda dell'anarchia e del- fratelli, eccitò egli stesso i princi-
la rivolta, e l'impero mogolo non pali omrahi alla sommossa, e sotto
fece che sempre più decadere. pretesto di marciare contro di essi,
11 maggiore de' suoi figliuoli A- radunò un'armata, fece assassinare
zem-sah s' impadronì della corona, uno de' fratelli, che lo accompa-
ma suo fratello avendogliela dispu- gnava per non perderlo di vista,
tata, accadde una sanguinosa bat- e marciò contro 1' altro che vinse
taglia presso di Agrah , in cui A- e fece prigione. Possessore dell'au-
zem-sah fu sconfitto ed ucciso ; torità si abbandonò al suo genio
suo fratello salì sul trono sotto il pei piaceri, trascurando il governo
nome di Sah-Allem, e morì nel dell' impero ; il disordine e la con-
17 13 dopo un regno di sei anni. fusione regnarono; i maratti ven-
I suoi figligovernatori di provin- nero sino alle porte Dehly, e di
cie, si trovarono ciascuno dopo la non si potè sbarazzarsene che per
sua morte alla lesta di una pos- un trattato loro vantaggioso. Nadir-
sente armata, e si disputarono quin- sah o Thamas-Roulikan re di Per-
di l'impero; tre perirono a diver- sia, profittando dei torbidi dell' ira-
se epoche, ed il maggiore divenne pero, s'avviò alla volta di Ispahan,
imperatore sotto il nome di Dje- alla testa di ottantamila uomini,
hander-sah. Esso disgustò gli om- sottomise la città e territorio di
rahi, e due fratelli della tribù dei Candahar, dopo un assedio di die-
Seidi, di cui portavano il nome, si ciotto mesi; traversando in appres-
posero alla testa di una cospirazio- so l'Indo, dopo aver trattato cogli
ne che condusse al trono Ferokhsir, afgani, camminò sopra Gabal piazza
nipote di Djehandersah, al quale frontiera dell' Indostan, si rese pa-
il nuovo sovrano fece troncare la drone di Labore, una delle dieciot-
testa. Pervenuto all' impero questo to città fondate da Alessandro, ri»
principe risolse di liberarsi dal do- portò vittoria completa sopra 1' e-
minio dei Seidi, il cui potere era sercito del gran Mogol, s'impadro-
divenuto grandissimo; avvedutisene nì per astuzia della persona del-
questi s' impadronirono della sua l' imperatore, prese e saccheggiò
persona, gli fecero cavar gli occhi e Dehly , il cui bottino ascese a tre
Io strozzarono a' 24 febbraio 17 19; miliardi ottocento milioni di fran-
elevaronoquindi alla dignità di gran chi, il giorno II marzo 1789, e
mogol Raffoeil-Derdjaat, che fecero non si ritirò se non che dopo a-
avvelenare tremesi dopo, e pro- versi fatto cedere cinque provincie
clamarono in suo luogo il fratello sul Sind o Indo. Mohammed lan-
maggiore, che prese il nome di guì ancora qualche anno, e perde
Sah-Djehan. I principali omrahi successivamente quasi tutte le pro-
gelosi del potere dei Seidi, si ribel- vincie del suo impero. Nizam-al-
larono, ma furono battuti, e Sah- Mouluck eresse nel Dekhan una
Djehaa moiì naturalnieote verso il sovranità ereditaria; i maratti di-
,

IND IND 191


vennero sì possenti, che convenne Sah-Allem. Questo nuovo sovrano,
abbandonar loro in tributo il quar- volendo disfarsi del visir che lo
to delle rendite delle provincie che opprimeva, invitò Abdallah che ,

avevano percorse colle armi alla regnava sulle provincie indiane ce-
mano, ed i rohillachi, tribù che a- dute a Nadir-sah, per venirlo a
bitava le montagne tra 1* India e ristabilire nei diritti della sovrani-
la Persia, fondarono uno stato li- tà; questi percorse sei volte l' In-
bero sulle rive del Gange a qua- dostan , saccheggiò e commise in
ranta leghe da Dehiy. Dehly i più orribili eccessi. I ma-
Mohammed-sah mori nel 174? ratti risolsero allora di scacciare
e lasciò corona a suo figlio Ah-
la Abdallah, e di rendersi padroni
med-sah, il quale non la godette dell' Indoslan; una sanguinosa bat-
che sei anni, e vide durante questo taglia avvenne nelle pianure di
tempo l'impero totalmente smem- Karnal e di Pampos sessantamila ;

brato e disciolto. Due anni dopo uomini rimasero sul campo ed i ,

il suo avvenimento al trono i ro- maratti avendo perduto le provin-


hillahi sconfissero l'ultima armata cie settentrionali, la loro potenza
imperiale ; i djati invasero la pro- incominciò a declinare. Abdallah
vincia d'Agra, e vi si stabilirono ; godette in Dehly un potere senza
Seisdar-Djong s'impadronì di Aou- limiti, ed invitato avendo Sah-Al-
de ; il Bengala rimase in potere lem figlit) di Allemgher, deposto
del suo viceré Aliverdy; Allah-abad ed assassinato da Ghazi , a venir
fu il dominio di Mohammed-kuli, a prender il possesso, pel suo ri-
ed ì maratti, divenuti sempre più fiuto proclamò Djehan-Buglat fi-
potenti, aggiunsero ai loro possessi glio di lui, che teneva già in suo
una gran parte Goudjerate del potere; ma Abdallah essendo stalo
Oiiza e del Berar. La dinastia
dell' costretto di abbandonar Dehly ai
di Tamerlano fu ridotta a non Seiki, Sah-Allem si pose fra le ma-
avere più che DehIy ed il suo ni dei maratti che lo ristabilirono
territorio, e questa città istessa a Dehly. Infine l'ultimo imperato-
decadette successivamente; però la re mogolo fu pensionato dagT in-
persona ed il nome deiriniperatore glesi che s'impadronirono di Dehly e
erano l'oggetto del rispetto e della di Agra. Nel tracciar la storia del-
deferenza degli usurpatori; essi cer- l'India sino alla caduta dell'impero
cavano di legittimare le loro inva- del gran Mogol, non si parlò dello
sioni con pretese concessioni di que- stabilimento degli europei in queste
sto principe, concessioni ch'estor- contrade non ostante
, essi , come
sero impadronendosi della sua per- andiamo ad accennare , sino dal
sona e facendo passare i loro alti XVI secolo esercitarono la loro
per suoi. La moneta deli'lndostan influenza nelle rivoluzioni deli'ln-
fu sempre battuta col conio- del- dostan , e successivamente fecero
l' imperatore mogolo, quantunque delle conquiste.
più non avesse ne impero, ne pro-
vincie, ne potere. Nel lySS l'im- Brevi notìzie sulla scoperta fatta
peratore Ahmed fu deposto dal suo dai portoghesi del passaggio al-
visir Ghazi, che in apparenza pose le Indie orientali, e loro con-
sul trono Alieiugher, nipote di quislej suW ifi/luenza esercitata
,

19^ IISD IND


ddgU europei nelV ìndie, e
altri Brasile in questa stessa parte del
delle guerre e conquiste da exsi mondo. Vasco di Gama avendo oltre-
fatte in queste regioni, massime passato il Capo di Buona Speran-
dagV inglesi. za nel «498 scoperse la costa di
Mozambico, e la città di Melindo
Le ricchezze indiane, giunte in sulle coste di Zanguebar in Africa;
Eui'opa col mezzo della Persia e indi pel mare delle Indie ossia O-
dell'Arabia, avevano impegnato di- ceano indiano Vasco di Gama giun-
verse nazioni a cercare d'impadro- gendo con una flotta a Calicut
nirsi del commercio di questa con- sulla costa del Malabar, apri l' In-
trada, ch'era tutto intero, verso la dia all' Europa per la strada del-
fìWQ del XV secolo, fra le mani l' oceano, il quale fu poscia attra-
dei veneziani e dei genovesi : Mar- versato da una quantità di navi-
co Polo, gloria dei primi pel suo gatori. epoca Calicut e Cam-
A tal

ritorno dalla Cina, visitato avea nel bnja aveano acquistato una grande
XI 11 secolo le isole NicobaredAn- importanza per l'abitudine contrat-
daman, le coste dell'India e della ta dai mercanti di Persia e d'Ara-
Persia. Da lungo tempo i porto- bia di portarvisi venendo da Ma-
ghesi esploravano le coste d'Africa, scate e da Ormus. I portoghesi
indi sotto la guida del principe essendo perciò in possesso di tutto
Enrico, figlio primogenito di Gio- il commercio degli stati del /amo-
vanni I re di Portogallo, scuopri- rino o re di Calicut, videro con
rono nel i4i8 Madera, come pure pena gli altri europei strappar loro
parecchie altre isole sulla costa oc- questo commercio, onde questi ul-
cidentale d'Africa, e formarono al- timi ispirarono al monarca indiano dei
cuni piccoli stabilimenti nella Gui- timori sui progetti de'portoghesi; tut-
nea. Nel regno di Giovanni II e tavia la spedizione di Gama non fu
nel i486 Bartolomeo Diaz giunse per vero dire che un riconoscinien-
all'estremità sud di questo conti- to. L'ammiraglio portoghese Alvares
nente, la cui punta egli chiamò Ca- Cabrai comparve poscia sulla costa
po di Buona Speranza; la costa del Malabar con una flotta nume-
orientale dell'Africa fu conosciuta, rosa, fu accolto dal re di Cochin,
divenne palese la comunicazione fra e ben tosto i portoghesi eressero
r Atlantico e l'Oceano indiano; dei forti, ed incominciaiono una
mentre essendo succeduto sul trono guerra attiva contro la maggior
portoghese a Giovanni II suo pa- parte dei principi indiani. Almeida
dre, il re Emmanuele il Grande, in due battaglie navali rovinò la
commise all'ammiraglio Vasco di marina del zamorino, battè mus- i

Gama di trovare un passaggio per sulmani, e costrusse un forte nelle


mare alle Indie orientali, colle quali isole Laquedive, onde intercettare
non si aveva commercio che per i navigli mori che vi si radunava-
l'Egitto o la Persia. Essendosi in- no affine di evitare le flotte fd i
coraggiata la navigazione, Cristoforo corsari portoghesi. Nel 1^07 Al-
Colombo era approdato a Guana- meida fu il primo viceré di que-
hani, una delle isole Lucaie, in A- ste contrade; ed ebbe in successore
merica, e cinque anni dopo Ame- Alfonso Albuquerque eli' erasi reso
lico Vespucci nel i497 scopri il celebre per la sua prudenza e per
,

IND IND 193


le sue imprese, il quale avendo a loro un colpo fatale fu la riu-

preso il governo delle conquiste nione del Portogallo alla Spagna.


portoghesi nell'Indie, nel i5io s'im- Sino allora erano stati i soli pa-
padronì di Goa, la fortificò in mo- droni dell'oceano indiano ; nessuno
do di porla al coperto d' ogni in- poteva navigarvi senza un passa-
sulto, e ne fece la capitale e la porto portoghese , e gli olandesi
sede del governo portoghese nel- trasportavano da Lisbona in tutto
l'Indie, per cui divenne una delle il restante dell' Europa le merci
piti floride città della penisola oc- tratte dall'Indie; ma questi ultimi
cidentale dell' India. Albuquerque essendosi ribellati contro Filippo
s' impadronì pure di Malacca, vi fece Il re di Spagna, che sino dal i58o
un immenso bottino, vi eresse una lo pure
era del Portogallo, esso
cittadella, e forzò i principi india- fece chiudere loro i porti del suo
ni a ricercare la sua alleanza; ma dominio. Gli olandesi risolsero al-
non riputandosi del tutto tranquil- lora d'andare eglino stessi a ricer-
lo fino a che gli arabi avevano la care le preziose merci dell' India
città d'Ormus, la prese ed inviò e Cornelio Houtmann condusse in
ostaggi a Goa responsabili di fe- questa contrada una flotta olande-
deltà. se che aiutò in molti luoghi i na-
Sotto il governo di Acunha i turali a ribellarsi contro i porto-
portoghesi si resero padroni della ghesi. Gli olandesi divisero da prin-
città e fortezza di Diu, e sotto il cipio il commercio con quelli , e
comando di don Costantino di Bra- finirono poscia col privarneh , ma
ganza spinsero al piti alto punto si attaccarono principalmente alle
la loro potenza e prosperità. Pa- isole che producono le specierie.
droni di tutta la costa occidentale Bentosto gl'inglesi vollero pure di-
della penisola, dalle bocche dell'In- videre i benefizi che si traevano
do sino al capo Comorin, nel i5i8 dall'Indie, e nel 1577 Drake ebbe
e dopo aver scoperto l' isola delle la gloria di dare alla sua nazione
Specierie , edificarono la città di degli schiarimenti certi sulla stra-
IVagapatuam, sulla costa di Coro- da e sul commercio dell'Asia ; nel
mandel ; nel 1 545 fondarono s. i582 il capitano Stephens andò
Tommaso , e non ebbero mai se all'Indie pel Capo di Buona Spe-
non che questi due punti sulla co- ranza, e cinque anni dopo Caven-
sta orientale, ma le loro flotte in- dish ed altri navigatori, i più abili
crociavano di continuo nel golfo negozianti di Londra formarono una
di Bengala. I portoghesi eccitarono compagnia, che ottenne dalla re-
il malcontento dei naturali del pae- gina Elisabetta nel 1591 un pri-
se per la durezza di alcuni gover- vilegio esclusivo pel commercio del-
natori, lo stabilimento dell'inquisi- l' India sotto il titolo di Compa-
zione, e l'ostinazione in cui persi- gnia dei mercatanti di Londra com-
stettero a voler cacciare dall'India mercianti alle Indie orientali. Fu-
gli arabi ed i mussulmani loro ri- rono eretti in corpo, domandaro-
vali. La estensione de' loro possessi no ventiquattro direttori, e per pri-
nuoceva alla loro sicurezza, e le mo governatore Tommaso Smith
ricchezze acquistate gli avevano a.s- aldermanno di Londra ; formarono
sai ammolliti; ma ciò che portò un fondo di settecentomilà lire stev-
voi. xxxiv. i3
194 IND IND
line, ed equipaggiarono una flotta furono completamente battuti. Sir
di quattro vascelli che misero {iIIm Tommaso Roti, inviato in un'am-
\ela il i3 febbraio 1601. L'arma- basciata solenne a DehIy, guada-
mento si ancorò nella rada di A- gnò la confidenza di Djehanghyr
chem ri re di questo paese
; accor- figlio di Akbar, ed ottenne molti
dò agi' inglesi una intera libertà privilegi considerabili in favore del-
per le loro persone, beni e com- la compagnia. Nel 161 3 gl'inglesi

mercio, e la flotta ritornò in Eu- aiutarono Sah-Abbas ad impadro-


ropa con preziose derrate. Un'al- nirsi di Ormus, che distrussero in-
tra spedizione ebbe pur luogo e , teramente; vi fondarono la città
questa si conciliò la benevolenza di Bender-Abassi, all'ingresso del
dei re di Bantam, Tomaie e Ti- golfo Persico , ed ottennero l'e-

dor, e percorse le Molucche; que- senzione dei dazi pei loro navigli,
sta compagnia non ebbe da prin- e la metà delle rendite delle do-
cipio che dei sopraincaricati, i quali gane, a condizione che avrebbero
qualche anno dopo lasciarono de- nel golfo dei vascelli per difesa del
gliagenti onde vendere carichi e i commercio marittimo della Persia
t'ormare i loro ritorni. Ben presto contro i portoghesi. Gli olandesi
si sentì la necessità di avere degli perseguitarono senza riposo gì' in-
stabilimenti, e furono formati non glesiin tutti i mercati, e mostran-
colla forza aperta, ma col consen- dosi accaniti per nuocer loro, pro-
so delle nazioni indigene. Per al- fittarono abilmente de' torbidi

tro senza forze e senza asilo , non che agitavano 1' Inghilterra che ,

traendo i loro mezzi che dalla stes- allamorte di Carlo I nel 1649 il
sa Inghilterra, si avvidero che lo- commercio della compagnia trovossi
ro conveniva, ad esempio dei por- intieramente annientato in oriente.
toghesi ed olandesi, crearsi una po- Cromvvel protettore d'Inghilterra
tenza navale , e degli stabilimenti seppe valutare le forze di questo
fìssi : ottennero quindi dalla corte regao, e dichiarò la guerra all'O-
di Dehiy la permissione di stabi- landa; il trattato del i654 che vi

lire fondachi a Surate, Gamba ja e pose un fine, fu dettato dal pro-


Ahemed-abad. Parecchie spedizioni tettore e rese la vita al commer-
comparvero nel golfo arabico, a cio dell'Indie. Carlo II salito nel
Java, alle Molucche, al Giappone, 1660 al trono, accordò nuovi pri-
e sulle coste dell' Indostan ; e ben- vilegi alla compagnia; essa fu in-
ché la compagnia non fosse mini- vestita dell'autorità civile e milita-
mamente protetta dal governo di re, del diritto di far la pace e la

Giacomo 1, essa vi supph colla sua guerra coi principi indiani. Nel
perseveranza ed attività. 1670 questo sovrano diede alla
Gli non videro senza
olandesi compagnia Bombay, dote della sua
gelosia r andamento che prendeva sposa Caterina di Portogallo; era
il commercio britannico, e l'ocea- questo per essa un punto importan-
no indiano diveime il teatro dei tissimo pel suo porto, che le per-
più sanguinosi combattimenti tra i metteva di racconciare i suoi va-
due popoli rivali. I portoghesi vol- scelli, ma nel tempo stesso Carlo
lero pure opporsi all' ingresso di II vendette ad alcuni particolari il

una flotta inglese a Surate, ma diritto di commerciare colle Indie,


,, ,

IND IND 195


e permise alla compagnia di attac- loro interessi si riunirono nel 1702
carli. Si videro allora i negozianti sotto il titolo di Compagnia unita
di una nazione slessa farsi una dei mercanli d' Inghilterra^ pel com-
guerra spieiata, e gli olandesi ap- mercio delle Indie orientali. Da ta-
profitlandone , scacciare ignominio- le epoca questa compagnia non ha
samente gì' inglesi da Bantam. Una fatto che aumentare i suoi posses-
spedizione formata per vendicarsi si, ed accrescere il suo commercio.
di un insulto si grande fu sventata Nel 1640 gl'inglesi si stabiliro-
dalla corruzione della corte di Car- no nel Bengala , ma senza potervi
lo II. Vi ebbe un deficit nella erigere fortezze; nel 1680 il subah

cassa della compagnia, e il diretto- accordò al loro agente una guar-


re di Bombay Giovanni Child, al dia di trenta uomini essi furono
;

quale serviva ogni mezzo onde riem- cacciati non molto tempo dopo
pire un tal vuoto, non temette di ma vi ritornarono nel
698, e fon- 1

impadronirsi dei vascelli dei sudditi darono ilWilliams a Cal-


forte
del Gran Mogol, ed anche di u- cutta. Nel 1717 la compagnia ot-
na floUa carica di viveri per una tenne da Hosan-Alì imperatore ,

delle armate di questo principe. mogolo, la concessione di tre vil-


Aureng-zeyb fece assediare Bom- laggi presso Madras, la giurisdizio-
bay Cliild tanto vile quanto era
: ne civile de' suoi fondachi, e la e-
sialo arrogante, chiese grazia, ed i senzione di visita per ogni sorla
suoi ambascialori ammessi all' u- delle sue merci ; fu anche dichia-
dienza del sultano colie mani lega- rata sovrana di trentasette villag-
te ed il viso nella polvere, otten- gi, che aveva acquistati nelle vi-

t»ero non senza pena, dopo di a- cinanze di Calcutta, ed ebbe il di-


ver promesso una compensazione, ritto di esercitarvi la giurisdizione
che si degnasse di accordare la civile e criminale. Da quest'epoca
pace agl'inglesi. Inoltre sotto Gia- incominciarono in questa contrada
como II la compagnia dell' Indie le guerre fra gì' inglesi ed i fran-
ottenne nuove concessioni, ma la cesi. Erano di già scorsi quasi due
rivoluzione politica che sopravven- secoli,che questi ultimi incoraggia-
ne in Inghilterra, minacciò d'an- ti da Francesco I avevano tentato

nientarla. All'avvenimento di Gu- di commerciare coll'India; ma bat-


glielmo III di Nassau al trono al- tuto da una tempesta il loro de-
zossi un grido generale conlro il bole armamento, non potè oltre-
monopolio di questa compagnia passare il Capo di Buona Speranza.

ed il parlamento accordò ai sud- La compagnia dell'Indie orientali


diti inglesi il diritto di fare il com- stabilita da Enrico IV nel 1601
mercio insienie o separatamente; fu un poco meno disgraziata; que-
formossi una nuova società san- sta compagnia però è diversa da
zionata dal parlamento, e l'antica quella che ripete la sua origine
compagnia ottenne la permissione dalla necessità in cui si trovarono
di continuare gli armamenti sino le missioni del secolo XVII di af-
al termine della sua Queste caria. francarsi dalle pretensioni del Por-
due società cercarono reciprocamente togallo. Il gran Colbert fu quello
di distruggersi per ogni mezzo che la stabifi colTautorità di Lui-
ma alfine meglio compiendendo i gi XIV, sulle memorie date prima

I
196 IND IND
di tutti benemerito missionario
(Hai ry. La eredità di questi due prin-
e vescovo di quell'epoca, monsignor cipi cagionò una guerra fra i prin-
Francesco Pallu vicario apostolico cipi indiani; e le compagnie inglese
e amministratore generale delle e francese entrarono come ausilia-
missioni della Cina, primo vescovo rie in queste contestazioni; allora
della congregazione delle missioni comparve nelle armate inglesi quel
estere. Sotto la detta compagnia Clives, semplice provveditore delle
però sino alla metà del XVJI se- truppe, che i suoi talenti naturali
colo, epoca della fondazione dello per guerra portarono alla più
la
stabilimento di Pondichery, i di- elevata fortuna, e che fece pel suo
versi tentativi dei francesi furono coraggio e per le sue buone dis-
infruttuosi; spogliati del possesso posizioni pendere la bilancia a
di questa piazza nel 1698 la ri- favore degl' inglesi del Karnatico.
cuperarono colla pace di Riswick Da un Bussy generale
altro lato
dagli olandesi, che la restituirono francese gran vittoria nel
ebbe
Joro meglio fortificata. Martin e Dekhan e fece il suo ingresso ad
Dumas, i due primi governatori Aureng-abad. Le relazioni che
di questa colonia, la fecero fiorire; giunsero in Europa sulla brillante
dopo di essi Dupleix, il quale fece situazione degli affari francesi nel-
pure di Chandernagor uno dei l'Indie, eccitarono al più alto gra-
principali mercati di Bengala. Ver- do la gelosia del governo inglese
-so il 1744 '^ guerra scoppiò fra che minacciò la Francia di una
Ja Francia e l'Inghilterra, prima guerra in Europa, se non arrestas-
in Europa, e subito dopo nell'In- se di concerto con esso le osti-
dia . La Bourdonnaye fondatore lità nell'India. Il trattato fu sotto-
dell'isola di Francia armò a sue scritto il 2 ottobre 1754, e di-
spese sei e prese Madras
vascelli, chiarava che i due governi gode-
nel 1746; Dupleix recò anch' egli rebbero quietamente e senza con-
molto danno agl'inglesi, ma questi testazioni i loro possedimenti nel-

due uomini di merito, in luogo di l'India, e che in avvenire nessuna


intendersela contro il nemico co- delle due compagnie non s' inter-

mune, si pregiudicarono tacitamen- porrebbe nelle guerre e nelle dif-

te, e gl'inglesi seppero approfitta- ferenze dei principi del paese. Du-
re di tale dissensione. La presa di pleix fu richiamato , e sacrificato
Madras, la vittoria navale riportata al risentimento degl'inglesi.
da La Bourdonnaye, e la gloriosa Frattanto il subab del Bengala
difesa di Pondichery, fatta da Du- dichiarò la guerra agi' inglesi, pre-

pleix contro gl'inglesi, avevano dato se Calcutta ed il forte Williams; ed


ai popoli deU'Indostan un'alta idea i francesi di Chandernagor, in for-
del carattere e del valore dei fran- za della convenzione, rifiutarono
Dupleix si affrettò di profittarne
cesi. di assisterlo. Clives, eh' era allora

onde dare alla Francia solidi vantag- in Inghilterra, s'imbarcò alla testa

gi nell'Asia, e per questo volle dis- di nuove truppe, arrivò all' Indie,

porre della subabia del Duan , va- battè il subab, prese le piazze ap-

cante per la morte di Nizam-el-Mu- partenenti agi' inglesi, e lo sforzò


luck, e della nababia del Karnatico, ad una pace assai vantaggiosa al-

ov'era situata la città di Pondiche- la compagnia inglese. Era già sta-


IND IND 197
lo convenuto che anche in caso di inglese dalla sfavorevole posizione
guerra fra la Francia e l' Inghil- nella quale trovavasi, con due vit-

terra ledue compagnie conserve- torie riportale sulle truppe indiane


rebbero la neutralità, ma ad onta riunite. L' imperatore Sah - Alleai
di tale accordo, allorché gringlesi scacciato da Dehly sua capitale,
ebbero sforzato il subab alla pace, implorò soccorso dagl'inglesi che ve
istrutti di una rottura fra la Fran- Io fecero rientrare ottenendo per
cia e r Inghilterra, marciarono so- tal servigio l'assoluta sovranità del
pra Chandernagor, se ne impadro- Bengala. Ben presto un piti terri-
nirono, e ne distrussero le fortifi- bile nemico sorse nella penisola oc-
cazioni. Clives risolse allora di dis- cidentale dell' India e minacciò la
farsi del subab, e a tale oggetto potenza inglese. Hayder-Ah, uomo
s'intese con Myr-Djeffer- Aly-kaa di bassa origine, s'impadronì della
principale ministro di quel sovrano, sovranità, fece alleanza co'maratti,
al quale dichiarò la guerra, e che e marciò contro gì' inglesi. Ebbe
alfine fu battuto e scannato da da prima qualche vantaggio e ,

uno de' figli del suo ministro che quantunque i maratli lo abbando-
montò subito sul trono. Bussy nassero, marciò sopra Madras. Il
manteneva la gloria delle armi fran- generale Wood finì col batterlo,
cesi nel Dekhan, allorché il gene- ma per altro era ancora formida-
ral Lally fu inviato nell'Indie, ed bile allorché gl'inglesi a forza dì
appena giuntovi s' impadronì del sacrifizi fecero con esso la pace nel
forte SanDavid che diede ai fran- 1769. I maratli sollecitati dagl'in-
cesi ricche provincie ; ma la sua glesi saccheggiarono il Misore, ma
gelosia contro Bussy fece richiama- furono respinti; il mogol Sah-Al-
re questo uffiziale che manteneva lem si mise sotto la loro prote-
nella alleanza della Francia il su- zione, e pervenne a rientrare a
bab del Dekhan. Appena ritirato- Dehly. Gl'inglesi riguardando que-
si questo principe indiano, perden- sto passo come una infrazione del
do l'appoggio dei francesi, si get- trattato precedentemente fatto con
tò nelle braccia dei loro nemici. s'impadronirono di Allah-abad,
essi,

Lally attaccò Madras, e fu obbli- ed acquistarono bentosto Benares.


gato di levarne V assedio e riti- Allorché nel 1770 una fame or-
rarsi nella città di Pondichery che ribile, occasionata da una estrema
fu distrutta ; e ritornato in Fran- siccità,venne a desolar il paese, ì
cia venne a perdere la testa sopra naturali morivano a migliaia ed ,

un patibolo. La pace del lyGS allora si accusò la compagnia in-


arrestò la effusione del sangue in glese di aver comprato tutto il ri-
questo paese; ma servì pur anco so, e con tal mezzo di aver au-
all'accrescimento in esso della po- mentate le sue ricchezze a spese
tenza L'impero del gran
inglese. della vita di quegl' infelici. Lord
Mogol era in decadenza; il
allora Clives accusato, ne fu assolto, ma
debole sovrano non aveva più al- divorato dal rammarico si uccise.
cun potere sui suoi sudditi, allor- Hayder-Aly, i maratli ed il nizam
ché i principi del nord dell' Indo- si riunirono ancora contro gì' in-
stan si riunirono contro gl'inglesi. glesi, la cui posizione divenne cri-
Clives Uasse ancora la coinpaguia tica per la rinnovazione della gue^j
1^8 IND liVD
ra colla Francia. Pondichery ed il niohe che sarebbero inviate nell'In-
Karnatico furono presi e saccheg- doslan, contando dal giorno del lo-
giati dal sovrano del Misoie e da- ro imbarco per questa contrada si-

gl' inglesi j che si ritirarono dopo no a quello del loro sbarco in In-
essere slati battuti molte volte; e ghilterra ; infine erasi incaricata di
Hayder-Aly s'impadronì d'Arcate. tulle le spese e dei viveri necessari
Gì' inglesi marciarono in *)ccorso alle forze navali che sarebbero im-
di Madras, e si resero padroni dei piegate, dietro sua domanda, per
possedimenti olandesi, allorché il la difesa de' suoi stabilimenti nel-
baili di SufFren battè più volte le r India, ad eccezione di un quarto
loro flotte. Fortunatamente per essi che sarebbe riguardato come un
pervennero a staccare maratti ed i debito nazionale verso la compa-
il nizam dalla coalizione , e mol- gnia, e bilanciato nel conto dei be-
to più fortunatamente ancora furo- nefizi di ciascun anno. La pace so-
no liberali colla morte di Hayder- lapoteva rimarginare le piaghe che
Aly. Tippu-Saèb, figlio di Hayder, una guerra lunga e spesso disastro-
fu proclamato sovrano del Misere, sa fatto aveva alla potenza inglese
ed il marchese di Bussy, dopo aver tanto in Europa che nell'lndostan.
guadagnato la battaglia di Goude- Questa pace fu fatta , e fu anche
lour, si appressava a raggiungere svantaggiosa alla Francia che tras-
ilnuovo sovrano, allorché la pace curò i suoi stabilimenti nell'India.
del 1783 lo costrinse all'inazione, Tippu-Saeb però era sempre l'ini-
e produsse quella che la compa- mico degl' inglesi, e non attendeva
gnia fece con Tippu-Saeb. Questa che il momento di piombar sopra
guerra, che minacciati aveva i pos- di essi utilmente; inviò degli am-
sedimenti inglesi di una generale basciatori al re di Francia, che li

e prossima distruzione, rassodò al ricevette 3 agosto 1788; ma tale


il

contrario più che mai il dominio ambasciata non ebbe alcun effetto.
dell' Inghilterra nella penisola oc- La Francia era allora alla vigilia

cidentale dell' Indie. La compagnia d'una crisi, che non le permetteva in


delle Indie orientalinon era stata alcun modo di occuparsi delle con-
mai veramente tanto possente, ma trade d'India. Bentosto scoppiò la
essa più non era che un istrumento rivoluzione francese, si evacuò e
di grandezza e di prosperità fra le Pondichery nel 1789; fu questo
mani del governo britannico. Ave- un errore che seco trascinò la ro-
va ottenuto nel 1780 la proroga vina degli stabilimenti francesi, e di-
della sua carta per dieci anni , a venne una delle cause principali
condizione di pagare al governo una del prodigioso ingrandimento del-
somma di quatlrocentomila lire ster- l'Inghilterra. Tippu trovavasi ap-
line, ed al pubblico i tre quarti punto per tal motivo esposto ai
del soprappiù degli utili netti della colpi degl' inglesi che facilmente
,

rendita de' suoi doni i ni i, dopo aver potevano entrare nel Misore o
prelevato tutte le sue spese, e ri- Mayssour.
partito l'otto per cento ai suoi azio- Nel 1792 la guerra ricominciò
nisti
; impegnata inoltre di
erasi fra il sultano e gl'inglesi. Cornwa-
somministrare le spese di vestito e lis attraversò le Gatte con infiniti

mantenimento delle truppe britau^ stenti, e venne a piantare l'assedio


IND IND 199
dinanzi Baiigalore ;
questa città fu fu essa assediata e presa a'4 mag-
presa, e gì' inglesi si avvicinarono gio 1799, ed il corpo del sultano
allora a Seringapafam, capitale de! trovossi sotto una catasta di mor-
Misore, ma la stagione delle piog- ti. Gl'inglesi s'impadronirono in ta-
gie li sforzò a ritirarsi. L'assedio le incontro di somme immense
fu però ripreso nuovamente; ma d'argento, di gioie, e d'artiglieria
Tippu chiese la pace, e la olten- in questa città. La rivoluzione del
ne-col sacrifizio di un terzo de' suoi Dekham, la espulsione dei francesi
dorainii, e di seltantacinque milio- dagli stati del subab, la evacuazio-
ni di franchi che fu obbligato a ne impolitica di Pondichery ed il
pagare per le spese della guerra. I tradimento di Myr-Saeid, visir di
francesi più non avevano nell'India Tippu, furono altrettante cagioni
die un mediocre territorio, senza della sconfitta di questo sultano.
mezzi di difesa e senza soldati ;
Gl'inglesi divennero allora padroni
luilladimeno potevano ancora in- di quasi tutto l'Indostan, e non
cutere qualche timore negl'inglesi. hanno a temere che i maratti
pili
Uno fra quelli nominato Raimondo, nel centro, ed i seiki al nord. Dal-
uomo di talento, era pervenuto la loro riunione può dipendere
alla corte del nizam ad un alto gra- forse l'annientamento della poten-
do di possanza, e comandava un za inglese nelle Indie, ed è perciò
corpo di venticinque mila uomini che i governatori si danno la cura
disciplinati all'europea, e comanda- di mantenere le discordie fra i
ti da ufflzlali francesi. Vedendo do- capi di queste due popolazioni.
po la presa di Pondichery, fatta da- Quanto a Pondichery, Chanderna-
nel 1793, aumentarsi di
gl'inglesi gor, ed altri possedimenti francesi,
giorno in giorno la loro influenza, de'quali erasi impadronita la Gran
cercò tutti i mezzi possibili di su- Bretagna durante le sue guerre
scitar loro de'nemici, e la prepon- con la repubblica od impero fran-
deranza del partito francese alla cese, essi furono restituiti nel 1 8 4- 1

corte del nizam divenne per gl'in- Gli olandesi cedettero nel 1822
glesi un motivo continuo di gelosia agl'inglesi ciò che avevano nell'In-
e d'inquietudine, alloichè la mor- dostan in cambio di Benculen
te venne a liberarli di questo ac- nell'isola di Sumatra, e qualche
canito nemico; il suo partito cad- altro stabilimento britannico nell'i^
de con esso, ed il subab fu tutto sole della Sonda.
ad un tratto nella dipendenza in- Chiamasi finalmente Indoslan
glese, e preparò l' invasione degli inglese la immensa estensione di
stati di Tippu. Nel 1799 due ar- paese, di cui gl'inglesi si sono suc-
mate inglesi sortirono da Madras cessivamente impadroniti nell'India,
e da Bombay onde penetrare nel e la popolazione dell' Indostan in-
Misore. Il sultano si affrettò di a- glese si fa ascendere a settantadue
dunar delle guarnigioni nelle sue milioni d'individui, cosi divisi. Quat-
piazze principali, e si mise alla te- tjo milioni protestanti, trenta mi-
sta un'armata di sessanta mi la
di lioni indostani ,
quattro milioni
uomini ma perdute due battaglie
; maomettani , e trentaquattro mi-
successivamente venne a rinchiu- , lioni idolatri. Questa popolazione

I dersi in Seringapatam sua capitale; fti già accresciuta cogli abitanti


,

aoo IN'D IND


del paese ceduto alla compagnia di Goa, Daman e Diu, che forma
dall'impero Birmano. I sovrani tri- tultociò che rimane ai portoghesi
butari o alleati soggetti alla com- dei loro brillanti possessi nell'Indie,
pagnia, comandano a cinquantotto governato da un viceré residente
milioni d'indiani. Altri fanno ascen- a Goa, il quale esercita la sua giu-
dere la popolazione di queste con- risdizione su quanto possiede il Por-
trade a centotrenladue milioni, dei togallo in Timor ed in Macao.
quali centoventitre come sudditi Le narrate vicende rendono il pae-
-o come tributati ubbidiscono alla se abitato, oltre gl'indigeni, dai mi-
compagnia inglese, che ha diviso stizi o meticci che traggono origi-
tutto il paese nelle tre presidenze ne dalle indiane e dagli europei
di Calcutta, di Madras, e di Bom- dai mori e dai mussulmani che vi
bay. La lingua inglese ha preso trasmigrarono, e dai persi che nel-
una grande preponderanza sulle le guerre civili di Persia vi ebbero
tante che vi sono in uso, ed è ri- asilo ospitale. Neirultima e recen-
guardato come un onore ed una te guerra del Kabul gl'inglesi furo-
Indosfan
necessità l'apprenderla. L' no costretti ad abbandonare intie-
danese comprendeva le città e di- ramente la provincia, dove al pre-
pendenze di Serampour nel Ben- sente non si trova più alcun di lo-
gala, e di Trinquebar sulla costa ro. Questa disfalla fece molto sen-
del Karnatico: il capoluogo di que- so neirindoslan. Molli autori scris-
sti possessi appartenne ai danesi si- sero la storia delle Indie orientali,
no dal 1616. Dicemmo di sopra fra* quali nomineremo ; il gesui-
quanto la Danimarca cedette nel ta padre Daniele Bartoli, che nella
1 844 all' Inghilterra. L* Indostan Istoria della compagnia di Gesti,
francese comprende gli stabilimenti descrisse i progressi della medesi-
sulla costa di Coromandel, Pon- ma nell'India ed in altre contra-
dichery , e i distretti di Ville- de dell'Asia, e le notizie di queste
nour e di Bahour ; Karikal ed assai interessanti: ci diede pure la

i quattro distretti che stanno Storia delle missioni del Mogoly


in vicinanza ; sulla costa d' Ori- Roma 1662; Lopes, Istoria delle
xa, Yanaon, e le così dette aldée Indie orientali tradotta da Ullao^
che ne dipendono, la loggia o fat- Venezia i568; p. Gio. Pietro Maf-
toria di Masulipatam ; sulla costa fei gesuita, Historìariim Indiar uni
di Malabar, Mahè e il suo territo- libri XVI, Firenze i588: ivi nel
rio, e la loggia di Calicut; nel Ben- 1589 fu pubblicata dal Giunti, tra-
gala, Chandernagor e il suo terri- dotta in italiano da F. Serdonati.
torio, la residenza di Gorretty e Il Gavazzi ci diede: Descrizione
molte loggie e fattorie, oltre la log- dei tre regni Congo, Matamha ed
gia di Surate. Ascendendone gli a- Angola y Bologna 1687. Abbia-
bitanli, comprese le fattorie di Ma- mo ancora del padre Maffei, Let-
scate e di Moka, a circa centono- tere scritte dalle Indie, stampate
vantamila individui governati da un ad Anversa. F. Vincenzo da s. Ca-
governatore generale degli stabili- terina, Fiag^io alle Indie orientali,
menti francesi nell' Indie residente Venezia i683. Schouten, Foyage
a Pondichery. L* Indostaii porlo- aux Indes orientales, Amsterdam
ghese poi comprende il territorio 1707. Niecamp, Histoire de la niis-
IND IND 20C
Sion (lanoise dans les Indes orien- a p. 119 del culto protestante al-
laleSj Genève 174^- f^i^^gìo alle l' Indie.
Indie orientali umiliato alla San-
tità di N. S.Papa Pio FI Pont. Notizie ecclesiastiche delle Indie
Max. da Paolino da s. Bar-
fr. e sue isole , delle sue missioni 3

tolomeo carmelitano scalzo^ Roma sedi vescovili e vicariati apo-


1796. Importante è l'opera di M.r stolici.

Penin, missionario della congrega-


zione delle missioni estere, che por- Il p. Le Quien nelT Oriens chri-
ta per titolo : P^oyage dans f In- stianus tom. II, p. 1278 e seg.
dostan^ Paris 1807, Le Norma nt. riporta le seguenti notizie ecclesia-
Si può consultare con moltissimo stiche sull'Indie, che chiama XIV
vantaggio per la conoscenza dei co- provincia della diocesi de' Caldei
slumi indiani il libro di M.r l'ab- ( J^edi). La tradizione e le testi-

bate J. A. Dubois sacerdote della monianze degli antichi scrittori in-


congregazione delle missioni estere, segnano che r apostolo s. Tomma-
missionario per uno spazio di tren- so predicò il vangelo nelle Indie
t'anni e più nell* Indostan e nel orientali, ed ivi fondò molte chie-
Rfeissour , ed intitolato Moeurs, se. Il dottore s. Girolamo lo as-
inslitutions et cérénwnies des pcu- serisce espressamente nel suo cata-
ples de tlnde, Paris imprimérie logo degli scrittori ecclesiastici ; e
royale 1825. Abbiamo ancora la Sofronio che tradusse quell' opera
Storia universale dell' Indostan dal in greco, ne conferma l' opinione.
1 5oo fino al 8 1 9, di Leopoldo Se-
1 Dice egli in fatti, che s. Tomma-
bastiani, Roma i83i. Ripamonti, so dopo di aver predicato il van-
Storia delle Indie orientali^ Roma gelo ai medi , ai persiani , ai car-
1828. Robertson, Ricerche stori- mani , agi' ircani , ai battri , ed ai
che sull'India antica coi supplì' magi, mori a Calamina nell' India.
menti di G. D. Romagnosi, Fi- Veramente ignorasi quale sia stata
renze i83d. Degli antichi india- la città di Calamina che i moder-

ni, loro principi , sofisti ,


gimno- ni prendono per Meliapor ma ,

sofìsti, loro massime, e loro Tria- Gregorio Bar-Ebreo che fece gran-
de n^ parla ancora il Martinetti di ricerche intorno agli affari ec-
nel tomo I della sua Collezione clesiastici di oriente , asserì positi-
classica, ossia tesoro delle antichi- vamente, che s. Tommaso aposto-
tà. Della pretesa origine indiana lo fu martirizzato a Calamina. In-
del cristianesimo, eruditamente se oltre aggiunge s. Giovanni Criso-
ne tratta nel voi. II, 3o2
p. e ; stomo, che detto santo andò fino
VI, pag. 125 e seg. degli Annali in Etiopia, che percorse cioè tut-
delle scienze religiose compilati da te le regioni dell' Asia, non molto
monsignor De Luca. Nel voi. VII lontane dalle Indie, le quali sono
poi, p. 117, si discorre dell'origi- contigue alia Persia. Il suo corpo
ne giudaica degl' indiani dell'Ame- fu trasportato dall' India ad Edes-
rica settentrionale, e si Fa menzio- sa nel IV secolo , e nel seguente
ne dei giudei negri del Malabar , gli venne tributato un culto so-
i quali sono appellati Ben-Israel, lenne. I popoli del Malabar soste-
ovvero israeliti e non giudei; ed nevano che s. Tommaso li avea

k

90» IND IND


Ktruiti nel vangelo e che aveva dizioni dell' Indiay di questo leno^
egli ricevuto la palma del marti- re. « Vi sono molli cristiani ncl-
rio in quella contrada, secondo il r India^ il di cui numero è di cen-
racconto del veneto Marco Polo tocinquantamila e più sono essi :

Jib. 3, cap. ^4, ed è ciò che tut- sparsi in diversi regni, ed- obbedi-
ti i cristiani dell' India credevano, scono a diversi re idolatri o mao-
quando i portoghesi approdarono mettani : hanno essi il loro arci-
alle loro spiagge. Cosma Indico- vescovo , i loro vescovi ed i loro
Pleusta, che vivea al tempo dell'im- sacerdoti, che vengono loro man-
peratore Giustiniano, nel lib. 3, p. dati di Siria, e che vengono desi-
178, narra che a Calliana, celebre gnati dal patriarca di Babilonia,
porto d'India, eravi nella sua epo- ovvero d'Alessandria. Siccome poi
ca la consuetudine di ordinare un i vescovi non possono sempre vi-
vescovo in Persia, vale a dire che sitare quelle remote contrade, op-
il metropolitano di Persia od il pure vi giungono talvolta troppo
cattolico di Seleucia, ne ordinava tardi, così perchè non manchino
no uno per quella città ; e par- mai di sacerdoti, vengono loro or-
lando dell'isola Ceylan, creduta dinati sacerdoti de' fanciulli , colla
l'antica Taprobana, vicino alla co- condizione che non assumeranno
sta del Malabar, dice eh' eravi una le funzioni del loro ministero , se
chiesa per quellii quali venivano non quando saranno giunti all'e-
di Persia, più un sacerdote ordi- tà competente. 11 motivo per eui i

nalo in Persia, mandatovi con un vescovi ed i sacerdoti di Siria es-


diacono e con tutto ciò eh' era
, sendo una volta entrati nell'India,
necessario pel servizio divino : per vi furono si stimati e tanto ono-
lo che pare, che Mar Tommaso, rati, è che un mercante di Siria,
com' essi lo chiamano, e che dicono chiamato Mar Tommaso, uomo ric-
cananeo, fosse stato in quella regio- co e potente, e perciò considerato
ne avanti la fine del IX secolo, e assaissimo dai re di Carangor e
che vi avesse fondata la chiesa di di Colon, in grazia del nome di
Malabar. Alcuni pretendono che Tommaso eh' egli portava trasse
sieno stati gli eretici Nestoriani seco tutti i cristiani del paese, i

(Fedi) i quali vi abbiano portato quali dicevansi cristiani di s. Tom-


pei primi il nome di Gesù Cristo, maso. Divenuto in tal maniera lo-
e che quella chiesa sia stata sog- ro capo ne ottenne pure la con-
f;eltata bentosto al cattolico di Se- fidenza, di modo che fu a lui fa-
leucia. Che è comune opinione dei cilissimo di persuaderli di non ri»
cristiani, che l'apostolo s. Tom- ce vere altri vescovi ed altri sacer-
maso predicasse la fede dapprima . doti, fuori di quelli che sarebbergli
neir India , e che di là si recasse mandati di Siria. Aggiungasi al-
nella C/'/m, lo dicemmo ancora a tresì, eh' egli diceva loro, che par-
queir articolo. lavano essi la medesima lingua di
Il p. Luigi Guzman gesuita, ci cui erasi servito Nostro Signore, e
diede un compendio di tutto quel- colla quale s. Tommaso li aveva
lo che raccontarono i portoghesi istruiti nella sua religione. Con
intorno al viaggio di Mar Tommaso questo mezzo i vescovi di Siria
nell'India, nella Storia delle spe- essendo entrati nel regno di Ca-
,

IND IND 2o3


ranger, di Colon e di Cocliin, per- pe 1 metropolita del Malabar, ve-
corsero tutti i paesi circonvicini scovo di Cranganor , morì in Co-
tino alla China ". Alcune nozioni chino nel i544- A Junab succes-
sui cristiani di s. Tommaso nel- sero Giuseppe li metropolita del-
r Indie le riportammo al volume l' India, Giuseppe Abramo, Si-
III,

XVIII ,
pag. 2o5 del Dizionario. meone, indi nuovamente Giusep-
Sulla narrazione del p. Guzman pe III a' tempi di Sisto V. Verso
va osservato che dicendo che il il 1600 abbiamo Francesco I, in-
patriarca d' Alessandria mandava di Girolamo, Stefano, Francesco II,
de' sacerdoti nell'India, sembra che Aitallaha, Giuseppe amministratore;
abbia ignorato che i patriarchi sotto Alessandro VII, Alessandro,
melchiti o giacobiti abborrivano poscia Gabriele, e Tommaso del
i nestoriani, e che i malabaresi ot- 1714.
tennero dal patriarca copto d'Ales- Il Rinaldi all'anno i85, num. i,

sandria un metropolitano, affinchè dice che da Panteno filosofo fu


il cristianesimo non si perdesse in- ritrovato nell' India il vangelo di
teramente fra di loro. I regni del- s. Matteo, e eh' egli predicò la fe-

l' India , ne' quali la religione di de agi' indiani , che 1' aveano ri-

Gesù Cristo vi fu stabilita dopo chiesto a mezzo di ambasciatori al


l'epoca di Mar Tommaso, furono vescovo Panteno è
d' Alessandria.
Damper Malea distante
, Cortale , lodato da Eusebio, da Cle-
assai
venticinque leghe da Madura, Tu- mente Alessandrino e da altri ; ed
rubuli, Maota, Batimena, Porca essendosi segnalato in dottrina e
Travancor Pimenta, Tetan Para
, , in santità se ne fa annua memoria
ed altri. I primi metropolitani del- nel martirologio a' 7 luglio. Al-
l' India dopo che ivi venne pro- l' anno 44) >ium. 33 dice che s.

clamata la religione cristiana non Tommaso apostolo penetrò nell'In-


si conoscono ; quelli di cui si han- dia, per cui Teodoreto, De ver. e-
no due caldei chia-
notizie furono vang. lib. 9, e. 8, dice che da lui
mati Xabio o Xabro, e Proud, am- ricevettero la fede di Cristo i par-
bedue distinti per la loro santità, ti, i persi, i medi, i bracmani, gli

e la di cui memoria fu sempre so- indiani ed altri de' paesi circonvi-


lenne nel Malabar ; fiorirono essi cini.Anche l'altro apostolo s. Bar-
nel declinar del IX secolo; ven- tolomeo penetrò nell' India citerio-
nero pur chiamati Mar-Xabio e re, come si ha da Orig. in Gen.
Mar-Proud. Gli altri patriarchi ri- lib. 3 , ed in Socrate lib. i ,
portati dal p. Le Quien, sono: Gio- cap. i5, ed altri, come Pante-
vanni I, che sedette in Cranganor, no nominato, il quale trovò nel-
ed ordinò due vescovi suffraganei, r India ancor viva la memoria del-
uno per l'isola Socotra, l'altro per la predicazione di s. Bartolomeo ;

la Cina o Cataio. Giovanni II che anzi tornando in Alessandria , vi

nel II22 si recò a Costantinopoli portò r evangelo di s. Matteo, tra-


a prendere il pallio, indi coi lega- scritto dallo stesso s. Bartolomeo,
ti pontifìcii si recò in Roma da prima che colà ne andasse. 11 me-
Calisto II. Nel i5oo viveva Mar desimo Rinaldi all'anno 327, num.
Giacomo metropolita del Malabar; 8 e 9, racconta che sotto s. Ata-
Giovanni HI gli successe. Giusep- nasio vescovo d' Alessandria T e-
ao4 IND IND
vangelo penetrò nell* India median- romana la maggior parte de* nesto-
te s. Fnirnenzio di Tiro, il quale riani del Malabar.
ritornalo in Alessandria ed aven- Quanto più le flotte portoghesi
do pregato s. Atanasio di mandare giunte nell'Indie, al mudo detto su-
un vescovo a reggere la novella periormente, formavano colonie ed
cristianità, il patriarca lo consacrò innalzavano forti nel secolo XV,
t mandò medesimo nelF Indie.
lui tanto più la pietà de' sovrani del
Va però avvertito die avendo s. Portogallo pensava a seminarvi la
Frumenzio sparso il lume del van- fede ed a convertire gli eretici. In
f-elo nell' Abissinia ed in Etiopia, mezzo a popoli idolatri innumera-
queste regioni da alcuni furonochia- bili per la moltitudine, infiniti per
mate Indie orientali, per cui la i luoghi, barbari per la crudeltà, si

(Illesa di s. Stefano de Mori ( Fe- vide innalzata per adorarsi la cro-


dì) in Roma degli etiopi , abissini ce, e si formarono quelle cristiani-
e. copti tu delta degl' indiani , dei tà, che si conservano ancora, ad
frati indiani come sono anche chia- aumentar le quali ebbero tanta par-
mati ne' ruoli del palazzo aposto- te i Francesco Save-
gesuiti, e
s.

lico, cosi l'ospedale ed ospizio con- rio che ne meritò il titolo di apo-
tiguo Tu chiamato degl' indiani : gii stolo. I romani Pontefici, che ve-
Hntichi indicavano gli orientali col devano per mezzo delle conqui-
nome di etiopi e d' indiani, per cui ste portoghesi facile il mezzo di
ì greci moderni presso Niceforo, propagarvi la cattolica religione, non
Jlist. 40) fecero s. Toni-
lib. 2, e. esitarono di accondiscendere alle
maso eziandio apostolo degl' india- istanze de' re portoghesi di man-
ni ed Se vogliamo credere
etiopi. dare missionari nell'Indie, di fon-
agi' indiani moderni ed ai porto- darvi vescovati, e di darne ad essi
ghesi, s. Tommaso annunziò Gesù le nomine. Si distinsero con diver-
Cristo ai bracmani ed agi' indiani se concessioni JNicolò V, Calisto ili,
al di là della grand' isola di Ta- e Sisto IV, non che Leone X ed
probana, che gli uni prendono per Adriano VI. Fatta alleanza i por-
Ceylan, e gli altri per Sumatra; toghesi col re di Calicut, questi ab-
ed aggiungono ch'egli sofferse il bracciò poscia il cristianesimo. Il

martirio a Meliapor o s. Tomma- Rinaldi racconta all'anno i522, n.


so, sulla costa di Coromaodel, nella 89, che mentre nelle Indie si pro-
penisola di qua dal Gange. Ancor pagava la purità della legge evan-
il JBergier conviene che il cristia- gelica e seguivano conversioni e
,

nesimo di buon'ora sia stato in- fàbbricavansi chiese, si ritrovarono


trodotto nell'Indie anche al tempo le reliquie di s. Tommaso in cer-
degli apostoli , e che i nestoriani to tempio con alcune lettere scol-
nel V secolo spedirono missionari pite in una lapide di marmo, le
nella parte occidentale dell'Indie, quali testificavano essere stato edi-
eh' è la più vicina alla Persia, os- ficato il tempio medesimo dal san-
sia alla costa di Malabar , fecero to apostolo, ed avergli il re Saga-
adottare i loro errori , indi si sta- no applicate le decime delle merci.
bilì il maomettanismo ; ma che i Il primo vescovato eretto in si re-

missionari portoghesi ed altri ot- motissima parte d'oriente fu quello


teuueix> di ricondurre alici Chiesa di Goa per opera di Paolo IH nei
INb 2oT
i534, cominciava dal
^^ cui diocesi due, Simone Rodriguez portoghe-
Capo di Buona Speranza fino alle se, e Francesco Saverio di Navar-

frontiere della Cina, ed portoghe- i *ra, i quali partirono il primo da


si, come già dicemmo, ne avevano se , il secondo in compagnia del-
fatto la capitale de* loro possedi- l'ambasciatore, colla benedizione di
menti nell'Indie. I primi missiona- Paolo 111. Giunti in Lisbona i due
ri o cappellani che seguirono i por- gesuitiincominciarono ad operare
toghesi neir Indie furono minori tanto di bene, che il re voleva ri-
francescani, dipendenti da un capo tenerli in vantaggio del suo regno,
col carattere di vicario apostolico. per cui il solo Saverio partì per
Un officiale dell' armata portoghe- l' Indie. Prima della partenza il re
se Antonio Calvan, siccome pieno gli consegnò quattro brevi di Pao-
di zelo, fondò un seminario nell'i- lo III ; coi due primi lo fece nun-
sole Molucche, il quale servì di zio apostolico, e gli concesse am-
modello a quello che poi fu eretto pie facoltà ; nel terzo raccoman-
a Goa nel i54o. In quest'epoca davalo a David re di Etiopia, e nel
gli antichi cristiani di s. Tomma- quarto agli altri principi dell'orien-
so o di Maiabar che vivevano nelle te. Saverio imbarcossi senza alcun
indiane regioni, erano quasi tutti servo a'7 i54i, in compa-
aprile
nestoriani; obbedivano al patriarca gnia del Paolo da Camerino, del
p.
de' caldei ossia di Babilonia, e ce- p. Francesco Mansi Ila portoghese, e
lebravano la loro liturgia in siria- di Martino Alfonso di Susa o Sousa
co. I villaggi ch'essi abitavano era- nominato viceré delle Indie. Dopo
no con cento-
circa centoquaranta, cinque mesi di navigazione la flot-
ventisette chiese. Vincenzo Gouvea ta portoghese passò il Capo di Buo-
francescano che andò nell'Indie con na Speranza, e approdò circa la
Giovanni Albuquerque primo ve- fine di agosto a Mozambico, sulla
scovo di Goa, ebbe parecchie con- costa orientale dell'Africa, dove fu
ferenze con essi, e ne fece rientra- costretta a passare l' inverno. Nel
re alcuni nella comunione della marzo 154^ si rientrò in mare, e
Chiesa cattolica; gli altri rimasero la flotta andò a dar fondo all'isola
ostinatamente attaccati ai loro er- di Socotora ov'erano alcune tracce
rori. del cristianesimo , ma sfigurato ,

Venuto in cognizione Giovanni giungendo a Goa a' 6 maggio. Sa-


III re di Portogallo dei grandi e- verio prima di esercitare alcuna
sempi di virtù e del bene che fa- funzione si recò dal vescovo Albu-
cevano in Roma i discepoli di s. querque, gli presentò i brevi pon-
Ignazio, i quali essendo caritatevoli, tificii, ed implorò la sua benedizio-

zelanti ed avidi di patimenti, per- ne. Il prelato maravigliato delia


chè altro non si proponevano che sua umiltà baciò rispettosamente i

la gloria di Dio, li reputò atti a brevi del sommo Pontefice, e gli


piantar la fede nelle Indie orien- promise aiutarlo colla sua autorità
tali. Quindi commise al suo am- vescovile. Lo stato in cui vide la
basciatore Pietro Mascaregnas di religione nel paese dov'era manda-
ottenergli sei di questi uomini apo- to gli fece spargere delle lagrime,
stolici che chiamavansi gesuiti, ma e r infiammò di zelo. I porlogliesi
s. Ignazio non potè accordarne che abbandonati alle più ingiuste pas-
aoG IND INO
sìoni, i sacramenti universalmente re diede al Saverio il nome di
trascurali ; in tutte l' Indie cranvi {^ran padre. La riputazione del san-
quattro predicatori, ne maggior nu- to si sparse in tulle le Indie, on-
mero di preti fuori di Goa. Essen- de gli idolatri di tutte le parti lo
do la scandalosa vita de' cristiani pregavano di portarsi ad istruirli
assai grande ostacolo alla conver- e battezzarli. Saverio fece un viag-
sione de' gentili ed infedeli, Save- gio a Cochin per conferire col vi-
rio cominciò la sua missione dai cario generale delle Indie circa i

primi , e gii riuscì riformar la città mezzi di rimediare ai disordini dei


di Goa. A forza di fatica recò in portoghesi, i quali erano grande
lingua malabarese le principali ora- ostacolo alla conversione degl* ido-
zioni, i comandamenti di Dio, e latri, e lo indusse a recarsi in Por-
tutto il catechismo, ed incominciò togallo per informarne il re, acciò
col popolo detto paravas le sue a- impiegasse opportuni mezzi per re-
postoliclie fatiche, e pel lungo bat- primere gli scandali. Visitò l'isola
tezzare non polca quasi più alzar di Manar e Maliapor per venerare
le braccia, dappoiché i malati che le reliquie di s. Tommaso, indi
si facevano battezzare, invocando passò all' isola di Macassar, a quel-
con fede il nome di Gesù ricupe- la d'Amboina, alle Molucche , a
ravano la salute; lo zelo e la san- Ternate, all'isola di Mora ed al-
tità di lui lo resero venerabile ai tre. Poscia andò a Malacca ed al-

bracmani medesimi, che però si l' isola di Ceylan dove guadagnò


opposero ai progressi del vangelo gran numero d' infedeli, compresi
per interesse. due re, e più tardi quello di Can-
11 santo per virtù divina risu- dè. Fu pure a Cochin a Mana- ,

scitò quattro morti, oltre un infinito par, e nel i549 ^"^ò con immen-
numero di altri miracoli, ed aggiun- so frutto a predicar il vangelo nel
geva ad incredibili fatiche le più Giappone (Predi'), ove di nuovo fu
grandi austerità della penitenza. Sì favorito da Dio del dono delle lin-
procurò dei cooperatori si europei gue, ritornando nell'India nel i55i.
che indiani, che distribuì in diver- Vi trovò che i missionari da lui
si luoghi, altri ne portò seco nel mandali aveano portato il lume
regno di Travancor, ove colle pro- della fede fra diversi popoli : il p.
prie mani in un mese battezzò die- Gasparo Barzea avea convertito l'i-

cimila idolatri: alcuna volta in un sola e la città di Ormuz; il cri-

giorno battezzò gli abitanti di un stianesimo era floridissimo sulla co-


intero villaggio, e Dio gli comuni- sta della Pescaria , ed avea fatto
cò il dono della cognizione delle grandi progressi a Cochin, a Cou-
lingue, parlandole senza averle mai lan, a Bazain, a Meliapor, alle Mo-
imparate. I lacci che gli furono lucche, nelle isole del More, ec. 11

tesi per torgli la vita, Dio li rese le di Tanor, i cui stati erano sul-
inutili, e conservò colui ch'era lo la costa del Malabar, avea ricevu-
strumento delle sue misericordie, to il battesimo, come pure il re di
e col mezzo del quale- risuscitò al- Trichenamalo, uno de' sovrani di
tri morti, ed operò prodigiosi por- Ceylan. Indi mandò nuovi predi-
tenti. Il regno di Travancor in catori in tutte le missioni della pe-
pochi mesi divenne cristiano, ed il nisola al di qua del Gange, e por-
IND IND 207
tatosi a Goa partì per la Cina nel tere apostoliche Pro excellenll eres-
i552, ciò che impedì Alvarez di se le sedi vescovili di Cocci no e di
Atayda governatore di Malacca. Malacca, dichiarandole suffiaganee
Tuttavolla s'imbarcò per l'isola di di Goa, laonde tutti regni delle i

Sariciaiio, ma ivi il Signore Io chia- due penisole furono assegnati ai


mò a sé a' 2 dicembre di detto an- due vescovati istituiti, la cui no-
no, nell'età di quarantasei anni, mina dentro Tanno fu concessa al
avendone passati dieci e mezzo nelle re di Portogallo, per diritto di fon-
Indie il suo corpo fu portato a Goa
: dazione e di dotazione. Gregorio
(Vedi) ed in questa occasione Dio XIII qual magnanimo benefattore
per glorificare il suo servo operò degli orientali nel iSyg lo fu spe-
moltissime guarigioni miracolose. cialmente verso Giovanni re dell'i-
Tavernier parlando del santo lo sola di Ceylan. Essendosi il re fatto
paragona a s. Paolo, e gli dà il ti- con più di ventimila suoi
cristiano'
tolo di vero apostolo delle Indie ; sudditi, privato del regno da
fu
ed il re Giovanni V di Portogal- Maduni suo zio gentile, e costretto
lo ottenne da Benedetto XIV do- a vivere miseramente nella piccola
versi onorare come patrono e pro- città di Colombo divenuta domi-
tettore di tutte le contrade delle nio de' portoghesi. Implorò indar-
Indie orientali. Il Gioberti, Del no più volte l'aiuto del re di Por-
primato degli italiani t. I, p. 44? togallo per ricuperare il regno, on-
dell' edizione che porta la data di de risolvette ricorrere a Gregorio
Brusselles i844» fa il paragone di XIII. Questi dopo averlo consolato
Napoleone e di s. Francesco Sa- con un breve apostolico, si adope-
verio, nei loro successi e vasti con- rò in modo col re Enrico che ot-
cepimenti, e si dichiara in favore tenne l'ordine al viceré di Goa per
del secondo, colla forza d'incontra- rimetterlo in possesso del suo stato;
stabili argomenti. ma la malignità de' ministri regi
Dicemmo che la giurisdizione del- in India , ed i tumulti del Porto-
la diocesi di Goa incominciava dal gallo nella vacanza del trono im-
Capo di Buona Speranza fino alle pedirono delle paterne in-
l'effetto

frontiere della Cina ,


quindi basta tercessioni del Pontefice. Ebbe pe-
conoscere la superficie dell' Africa rò questi la consolazione di riceve-
australe, dell' Arabia , e dell' Indie re lettere obbedienziali dall'arcive-
e Indo- Cina per ispaventarsi della scovo di Angamale, che i gesuiti
vastità di questa giurisdizione, ciò avevano convertito dagli errori ne-
che indusse Paolo IV ad istanza storiani gli rispose Gregorio XIII
:

di Sebastiano re di Portogallo, me- con particolare amorevolezza, e col


diante la bolla Elsi sanata de' 4 dono di reliquie. Le due chiese di
febbraio iSSy, ad innalzar la chie- Malacca e Goccino, erette per coa-
sa di Goa alla dignità arcivescovi- diuvare l'arcivescovo di Goa uel-
le e metropolitana di tutte le In- r immensa arcidiocesi , erano tut-
die : allora restò per sua arcidio- tavolta sì vaste eh' era impossibi-
cesi tutta la costa di Mozambico, le amministrarsi ciascuna da un so-
l'isola di Goa ed altri luoghi adia- lo pastore, giacché il solo vescova-
centi. Inoltre Paolo IV nello stesso to di Goccino oltre l' isola di Cey-
giorno 4 febbraio iSSj colie let« lan si stende" * dal promontorio di
2o8 IND IND
Comoi'ino fino ni regni di Ava e Dizionario j mentre nel voi. XIII,
Pegìi. Per alleviare pertanto si gra- p. i63 e 164, si parlò delle pre-
ve peso a questi tre ordinnri, Cle- tensioni della corona di Portogallo
mente Vili a'4 agosto 1600, col- pel diritto di padronato che vole-
le lettere apostoliche In supremo^ va esercitare sulle chiese delle re-
eresse l'arcivescovato di Angamale, gioni cinesi, fondando le sue ra-
che Paolo V trasferì poi a Cran- gioni sopra diverse bolle de'Poiitefi-
ganor nel Malahar, mediante la co- ci, per le quali credevare che il

stituzione Alias poslquam, emana- fosse appoggiato governo


a sé il

la a' 6 febbraio 1616. Un quarto spirituale di quelle parti, e però


vescovato nell' Indostan eresse lo non potersi dalla santa Sede pro-
stessoPaolo V colla bolla de' 9 vedere ne con vescovi, né con mis-
gennaio 1606, in Meliapor o s. sionari alla salute di quelle anime,
Thomè, che dismembrato dalla se- senza che violati rimanessero i suoi
de di Goccino con territorio che regi diritti . Alessandro VII per
cominciava dal Coromandel fino al sfuggire ogni contrasto col Porto-
Pegù, fu costituito per diocesi. Am- gallo, stimò bene di non dare ve-
bedue le sedi Angamale e Melia- scovi ma tre vicari apo-
alla Cina,
por vennero fondate ad istanza di stolici con titolo e carattere di
Filippo III Spagna, come re
re di vescovi in partibus^ con dar loro
di Portogallo, che per avere sta- in compagnia altri buoni ecclesia-
bilita ad esse la dotazione gli fu stici; conforme poi seguitarono a
riservata la nomina di ognuna. fare Clemente IX, Clemente X ed
Come succede a tutte le umane Innocenzo XT. Nondimeno il re ne
cose, cosi avvenne ai quattro ve- fece querele e più le rinnovò nel
scovati dell'India. Diminuita la for- pontificato d' Innocenzo XII , vo-
za fìsica e morale dei portoghesi lendo sostenere vigorosamente le
nell'Indie, passali quegli stabilimen- sue ragioni. Il Papa rispose con
ti sotto il dominio di principi a- un breve ragionalo, protestando di
cattolici,non poteva non sentirne non intendere di pregiudicare la
grave danno la religione: vigilanti sua autorità reale, di non potere
però sommi Pontefici non tarda-
i abbandonare in quelle missioni le
rono a rientrare sulla nomina dei parti del suo apostolico ministero,
vescovati ne' loro diritti. Urbano e che qualunque privilegio conce-
Vili fu il primo a retrocedere dal- duto alla corona portoghese non
le concessioni, seguito dagli altri poteva mai legare le mani al som-
Papi, a mano a mano che mo- i mo Pontefice, il quale per quella
narchi portoghesi perdevano il do- autorità che ricevette da Cristo può
minio temporale delle quattro dio- fare tutte le provvisioni che giudica
cesi, o si raffreddava la loro pietà. necessarie pel servigio delle anime.
Alessandro VII coi cardinali della E perchè il predecessore Alessan-
congregazione di propaganda fide dro Vili, in riflesso che il vescovo
nel i655 istituì una particolare di Macao, patronato del re di Por-
congregazione per trattare esclusi- togallo, non poteva pascere l'im-
vamente tutti gli affari delle Indie menso gregge cinese, avea per-
orientali e della Cina, come nar- ciò eretto le sedi di Nankino e
j'ammo al voi. XVI, p. 246 del Pekino, ed essendo state a queste
IND IND 209
assegnale vaste provincia, Innocen- un breve all' arcivescovo di Goa
zo XII conoscendo l'inconveniente ed ai vescovi di Macao e di Ma-
che ne proveniva non potendo i lacca, comandando loro che non si

vescovi arrivare ad accorrere ai bi- ingerissero per l' avvenire nel go-
éogni de' fedeli loro soggetti , pru- verno spirituale de' regni di Siam,
dentemente in vece di erigere altri Cocincina, Sciampa, Cambogia ed
vescovati o d' istituire dei sufFra- altri regni e provincie assegnate ai
ganei , nominò alcuni vicari apo- vicari apostolici, ne che in futuro
stolici col titolo di vescovi in par- impedissero sotto qualunque prete-
tibus. Lo temperamento cre-
stesso sto r esercizio di giurisdizione ai
dè la congregazione di propaganda vicari apostolici e loro operai, con-

fidti potersi praticare nel Tonkino tro il breve di Clemente X. Ma


col dichiararlo indipendente dal perchè avrebbe poco o nulla po-
vescovo di Macao , che lo preten- tuto operare la santa Sede nella
deva senza ragione compreso nella Cina per la concessione fatta da
sua diocesi; e negli altri due regni Alessandro Vili al re di Porto-
ancora della Cocincina e di Siam, gallo, il Papa fece scrivere al nun-
non ostante le pretensioni dei ve- zio di Lisbona monsignor Cornaro
scovi di Malacca e di Macao , i poi cardinale, che per conservare
qualinon vi avevano giusto titolo, tanti milioni di anime che si per-
ne mai esercitata considerabile giu- devano nelle Indie orientali avea
risdizione; e per togliere in pro- risoluto smembrare dalle diocesi di
gresso ogni litigio furono ai mede- Nankino e Pekino le altre nuove
simi vicari dati altri vescovi in Provincie, e destinare a ciascuna di
coadiutori, onde succederli se fos- esse un vicario apostolico , anche
sero mancati. Allora i portoghesi per ovviare alle dissensioni rinno-
sul fondamento che Alessandro Vili vate nei regni del Tonkino affatto
aveva concesso la nomina de* ve- indipendente dalla diocesi di Macao.
scovati di Naukino e Pekino, spar-> Questo incarico fu dato al nunzio
sero pubblicamente che la cura colle istruzioni le più prudenziali,
dell' oriente era stata lasciata dalla benché pel servigio divino ed il
santa Sede allacorona di Porto- bene delle anime non devesi ave-
gallo, e che la congregazione di re umani riguardi, senza toccare la
propaganda non avea più che fa- fastidiosa controversia del patronato
re in quelle parti. Con tali vani universale di queste parti tanto sos-
supposti in Cocincina e nel Siam tenuto dai regi ministri; avendo
si recarono vicari in nome dell'ar- voluto il Pontefice che si proce-
civescovo di Goa, supplendo le ve- desse con limedio provvisionale com-
ci del vescovo di Malacca la cui palibile colla suprema autorità del-
sede era vacante; e quindi disto- la Sede apostolica collo stesso pa-
gliendo essi gran parte di quei cri- tronato, senza pregiudizio delle ra-
stiani dall' obbedire ai vicari, e sco- gioni di alcuno, e da durare fin-
municando i vicari medesimi , ris^ ché non prendesse altro più sta-
si

vegliarono un terribilissimo scisma bile provvedimento; essendo la mis-


in quelle nuove cristianità. A ri- sione dei vicari apostolici un diritta
mediare sì gravi attentati Lmo- universale della Sede apostolica per
cenzo XII a' 6 agosto 1696 diresse tutto il mondo, praticato da tanti
VOI. XXXIY. i4
.aio IND IND
Papi , e nelle Indie oi ienlall da del Malabar; come ancora per me-
molti anni. Quindi fu nominato glio insinuarsi nell' animo de' cou-
visitatore generale di tutte le mis- vertendi, e sormontare più agevol-
sioni assegnate e da assegnarsi ai mente le dillìcoltà che s' incontra-
-vicari apostolici nella Cina, . il sa- vano, si adattavano gli operai evan-
cerdote Biagio Terzi di Lauria, au- gelici a soffrire, e persino a prati-
tore della Siria sacra, che però care le costumanze del paese , le
non vi si recò. Come ancora furo- quali comunque bizzarre non si op-
no nominati vicari apostolici col-
i ponessero direttamente alle massi-
le solite facoltà già concesse da me religiose: gli uni sostenendo
Alessandro VII, Clemente IX, Cle- che i contrastati usi e riti fossero
mente X, ed Innocenzo XI ; e nel meramente civili e perciò praticati
Tonkino fu assegnato in luogo del quasi nel corso di un secolo; dagli
defunto vescovo d' Ascalona , uno altri venivano qualificati per reli-
dei due vicari apostolici mandati giosi e perciò idolatrici e super-
in quel regno, il p. Raimondo Liz- stiziosi. Questi riti consistevano nel-
zolimilanese domenicano, e venne rommellere alcune cerimonie nel
nominato coadiutore di monsignor battesimo; nel differire l'ammini-
Giacomo vescovo Aurense altro vi- strazione di questo sacramento ai
Edelmondo Belot
cario apostolico, fanciulli ; donne
nel lasciare alle
sacerdote francese. Indi con decreto un'immagine che rappresentava un
de' 1 5 ottobre 1696 Innocenzo XII idolo; nel rifiutarsi dal recare il

fece la dismembrazione delie pro- santo Viatico ai parins, la cui casta


Tincie del regno della Cina dalle come di sopra si è detto era dal-
diocesi di Pekino e Nankino, con le altre abbominata, onde appun-
ordine di sottoporle alla cura ed to non disgustar queste; nel per-
amministrazione de'vicari apostolici, mettere ai musici cristiani di e-
finche la santa Sede non provve- sercitare la loro arte nei tem-
desse ai loro bisogni coli' erezione pli degli idoli, o il giorno delle lo»

di nuovi vescovati. I missionari ro feste; nel proibire alle donne di


spediti ricevettero dagli inglesi ri- ricevere i sacramenti allorché pro-
levanti servigi, mentre gli olandesi vassero certe infermità, ec. Inoltre
gli usarono molte avanie per esse- scorgendo il p. Roberto de' Nobili
re essimaggiori nemici che al-
i gesuita che gl'indigeni aveano in or-
lora avea la religione cattolica nel- rore gli europei, i quali per dispregio
le Indie. Il Portogallo emanò or- chiamavano pranguis^ e che ciò no-
dini rigorosi contro i missionari, tabilmente impediva la propagazio-
ma per essere deboli le sue forze, ne della fede, credette bene farsi
ed essendo aperti i porti della Ci- riputare membro della rispettata ca-
na agli stranieri, non ebbero con- sta de' bramini del nord, chiaman-
seguenze. dosi sanias ossia penitente. Ne imi-
Frattanto ebbe luogo la fa- tò per conseguenza l'abito, gii usi,

mosa disputa sulla tolleranza o i modi, e rivaleggiò nelle austerità


proscrizione de'rili malabarici. Al- coi sanias indiani ; laonde i suoi
cuni missionari erano d'avviso che compagni animati da non minor zelo,
si potessero tollerare per condi- con successo ne imitarono l'esempio,
scendere a certi gentili della costa come dicemmo al voi. XXX, p. 162
IND
del Dizionario^ parlando delle mis- bollano, soddisfece alle istanze dei
sioni de'gesuiti. Ma dopo le accen- due principi, raccomandandogli in
nate rimostranze e questioni,nel pon- pari tempo la protezione della fede
tificato di Clemente XI monsignor cattolica ne'loro stati, siccome utilis-
di Tournon poi cardinale condan- sima alla pace ed all'incremento dei
nò e proibì sifFati usi e riti, ciò medesimi. L'autorità del Pontefice
che approvò il Papa e confermarono e la saggia condotta de'cappuccini
Benedetto XIII, Clemente XII e conciliarono non solo la confidenza
Benedetto XIV; questi però permise di que' popoli, ma quella pure del
il destinare dei sacerdoti ai parias Tipa viceré del gran Lama nel tem-
soli, ed altri alla nobiltà. Ma di porale, in maniera che ad essi fu ac-
queste controversie malabariche, co- cordata la permissione di predica-
me delle cinesi, ne trattammo ezian- re e propagare liberamente il van-
dio al voi. XI II, p. 164 e seg. del gelo in tutta l'estensione del Thi-
Dizionario. bet. Però nel 174? cappuccini i

Nel 1703 nel pontificato del me- del Thibet furono esclusi dalla mis-
desimo Clemente XI la congrega- sione, per cui si situarono nei paesi di
zione di propaganda Jide istituì la qua dal Gange. Nella summentovata
missione de'cappuccini dell'Indostan opera sul Viaggio alle Indie orientali
detta del Thibet perchè si ebbe per di fr. Paolino da s. Bartolomeo car-
oggetto propagazione del cattoli-
la melitano scalzo, autore di altre ope-
cismo in questo regno. I cappuccini vi re riguardanti le lingue, i costumi,
penetrarono nel 1707, indi Clemen- i monumenti e la religione delle
te XII nel 173*2 spedì molti mis- medesime Indie, ed interessanti non
sionari cappuccini nel Thibet. Il De meno ai missionari nell' esercizio

Fresnoy nel suo Metodo per istu- dell'apostolico ministero, che agli a-
diare la geografia^ tom. Ili, p. 52, manti della storia indiana, si leg-
narra che nella Tartaria cinese evvi gono dotte relazioni della lingua
il regno di Tanguet, la cui parte malabarica e samscrdamica, nuovi
5»ettentrionale è il regno di Thibet^ lumi per conoscere la teogonia di
paese governato dal gran Lama o queste genti, l'antica origine degli
sommo sacerdote una religione
d* usi, e le varie allusioni de' ri ti sacri
particolare, che non è né cristiana, e civili che da esse costumansi. Inol-
né maomettana, sebbene ammetta tre vi sono notizie appartenenti alla
l'unità colla trinità di Dio, con qual- storia naturale, politica e religio-
che altra ombra del cristianesimo. sa, e la geografia di sì vaste regioni*
Quindi trovandosi gli abitanti di riferisce le visite fatte al re di Tra-
questa regione in tanta ignoranza vancor, il rispetto dimostrato da que-
della cattolica religione, il re di sto re gentile al Pontefice romano^
Batgao e quello di Battià, ambe- e la distinzione con cui trattava i
due del Thibet, spedirono al Papa missionari apostolici che riguardava
Benedetto XIV il p. Vito da Re- quali delegati pontificii. E riporta-
canati cappuccino per ottenere una ta la risposta al breve di Clemente
missione di cappuccini. Il santo Pa- XIV che il re fece a Pio VI in
dre col tenore delle due costituzio- lingua portoghese, sottoscritta di
ni DilectOj e Litlerae del 174'^) t^'lie propria mano, ed all'uso orientale
si leggono nel tomo primo del suo posta dentro una borsa. Si ri feri*
ali IND IND
scono gli stati delle cliiese d'allora, tavano più di centomila cristiani di
i quali consistevano: che nel legno rito latino. Tratta similmente del
di Madurè eranvi circa dieciottó- numero di tutti i cristiani delle In-

mila cristiani, de' quali se ne conta- die orientali, confutando Robertson


vano ventimila nel Carnate, e dieci- inglese presbiteriano, il quale nelle
mila in Tanjaur; che missionari i sue Ricerche istoriche sulla conoscen*
danesi in Tranquebar non contava- za che gli antichi ebbero dell' In-
no più di mille cristiani luterani, e dia orientale^ pretende asserire che
questi abbandonavano facilmente la non vi erano neil' India dodicimila
riforma luterana per emigrare; che cristiani. Descrive ancora il p. Pao-

gl'indiani amavano le immagini dei lino i vari riti e costumi delle chiese
santi, le processioni, i riti e le ceri- del Malabar, la penitenza pubbli-
monie della Chiesa, e siccome queste agape che si celebravano tal-
ca,, le

cose mancavano tra' protestanti, i volta da cinque a settemila uomi-


cristiani nativi non si curavano di ni, donne e fanciulli, radunati in.

una religione tanto nuda. Qui note- sieme e con divozione e scambie-
remo, che i discendenti degli antichi vole pace cristiana; eia cura che
cristiani del Malabarsieguono il rito si prendevano i parrochi e gli eco-
Siro colle riforme però del concilio nomi delle chiese di maritare le

di Odiamper, per lo che il loro rito povere zitelle coi denari della co-
è diverso da quello de' siri d'oriente. munità o o delle mul-
della chiesa,
L'altra porzione dei cattolici che te pecuniarie che s' imponevano ai
deve la sua origine all'entrata dei ricchi. Racconta poi che avendo egli

portoghesi nell'Indie segue il rito ottenuto la facoltà di cresimare da


latino. Gli scismatici siriani del Ma- Clemente XIV, nel 1780 enei 1781
labar sono nestoriani ed eutichia- cresimò in diverse chiese del Ma-
ni, la maggior parte ignorantissimi. labar più di ventimila persone, e
Della liturgia siriaca e di quella vide portar in chiesa perfino gl'in-
de' nestoriani ne parliamo all'arti- fermi sopra i loro letti per essere
colo Liturgia. cresimati. Descrive le occupazioni di
Parlando lo stesso p. Paolino del- un missionario del Malabar, il qua-
la popolazione e costumi del Ma- le doveva istruire i fanciulli, pre-
layala, riporta che monsignor Fio- dicare, confessare, visitare le chie-
renzo di Gesù carmelitano scalzo, se, assolvere nel foro esterno dal-
Tescovo Ariopolitano e vicario apo- le censure, osservare se i preti da lui
stolico del Malabar, nel 177 i con- dipendenti mantenevano il decoro
tò novantaquattromila seicento cri- della vita ecclesiastica, se ammini-
stiani di san Tommaso cattolici, i stravano rettamente i sacramenti; se
quali avevano sessantaquattro chie- gli economi delle chiese erano fe-

se del rito siro-caldaico. A questo deli nell'amministrazione delle ren-


numero dovevansi aggiungere set- dite ecclesiastiche; se vi erano don-
tantacinque chiese latine de' pesca- ne di mala vita, se alcuna interveni-
tori Mucua e dei parava alla co- va alle feste e processioni de' gentili,

sta di Travancor, e venti chiese pa- e se si frequentavano i sacramenti.


rimenti di rito latino, che si ritro- Questi missionari costituivano un tri-
vavano da Porracada sino al mon- bunale pei cristiani, ed erano giu-
te d'iili: tutte queste chiese con- dici delle differenze che nascevano;;
IND IND 2i3
le cause matrimoniali e dotali, le \^eraper se medesima, supremo Si-
inimicizie personali delle Famiglie, la gnore, Per compire la storia della
vita de'cliierici e tutl'aitroche non religione dell'India, e per illustrarla
era furto civile o pubblico, od effu- con monumenti certi e sicuri, il
sione di sangue nelle liti, era ri- p. Paolino presenta nella sua opera
ferito al tribunale del vescovo e del i segni geroglifici ne' quali consi-
missionario. Si racconta altresì, che ste una buona parte della religio-
a mantenere e dilatare la religio- ne e superstizione degl' indiani ,

ne cattolica in questi vastissimi pae- poiché portandoli essi dipinti sul-


si giovò moltissimo il seminario di la fronte e sul petto, professano
Virampatuam fondato dal celebre per mezzo de' medesimi la loro di-
missionario Malhon delle missioni vozione verso certi dei, o la setta
estere di Parigi, ed approvalo da di religione cui sono addetti.
Pio vi con breve de' io maggio Pio VII e Leone Xil come Pio
179^, ed in cui si educavano per Vili a mezzo della congregazione
servigio delle missioni alcuni cinesi, di propaganda fide non mancaro-
cocinoinesi , tonquinesi e siamesi. no esercitare il loro pontificio zelo
Si deve avvertile che tal seminario a vantaggio dei cattolici delle In-
non fu fondato da Mathon, ma tras- die. Ma la divina provvidenza avea
portato là da Siam dove lo avevano riservato al regnante Pontefice Gre-
stabilito i primi vicari apostolici del- gorio XVI il potere in parte isti-

la congregazione delle missioni este- tuire,ed in parte consolidare in di-


re. Non vi SI trovava allora alcun versi tempi i vicariati apostolici di
scolare indiano, poiché i missiona- Ava e Pegìi, di Bombay ossia Mo-
ri di delta congregazione non ave- gol, di Calcutta, di Ceylan, di Ma-
vano ancora giurisdizione sul paese, dras, di Pondicheiy, di Maduré, di
non avendo essi in mira come pre- i Sardhanà,diThibet,di Verapoli ossia
senti di formare un clero indigeno. delMalabar, e da ultimo di Palna o
Questo collegio per le grandi spe- Patanà nel vicariato che faceva par-
se che richiedeva, e per le malattie te di quello del medesimo Thibet.
frequenti cui soggiacevano gli alunni, Devesi notare che i vicariati di Ava

fu da Virampatuam nel-
Iraslatato e Pegù, Bombay, Pondichery, Thi-
l'isola di Pulo-Pinang vicino alla pe- bet e Verapoli sono piti o meno
nisola malese dove oggi assai fiorisce. di antica erezione. Sulle quali isti-

Finalmente il p. Paolino parla disle- tuzioni il Papa emanò le lettere


samente intorno agli dei ed alla reli- apostoliche Latissimi terranini tra-
gione degl'indiani: fa vedere ch'essi" 18 aprile i834; Ex debito
ctus^ a'
non sono né materialisti ne manichei, pastoralis, ai5 aprile i834; Coni-
come pretesero Paolo Jablonski, il missi Nohis, a'4 agosto i835; Ex
danese Ziegenbalek, Bayle, il gior- munere pastoralis, a' 2 3 dicembre
nalista di Pisa ed altri. Mostra che i836; ed il celebre breve Multa
ammettono un ente supremo esisten- praeclara Romani Pontifices, a' 24
te da sé, come si rileva dalle voci aprile i838. 11 Papa con quest'ulti-
stesse colle quali si servono per no- mo breve provvedendo con apostoli-
minare Iddio, le quali in lingua co zelo alla salute spirituale de 'po-
samscrda significano Ente sapitiuis- poli indiani, provvisoriamente sot-
sinio, Essenza da sc^ P^erità, cosa trasse dalla giurisdizione metropoli-
%ti IND IND
fica dell'arcivescovo di Goa i luo- Malahariciy Grammatica Samscre-
ghi appartenenti alle diocesi e sedi damicay De anticpiitate linguae Zen*
Malacca^ di
vescovili di Goccino, di dicae^ Examen codicum indicorum.
Meliapor e di Cranganor, ed in vece Musei Borgianiy Systema Brah-
l'alBdò ai vicari apostolici da lui manicum^ Yacarana linguae^ Com-
medesimo nominati con carattere ve- pendiaria legis explicatio.
scovile, pei vicariati apostolici da lui Indostan sindetico o contrade
fondati, restando perciò vacanti le dell' Indo. Oltre il paese di Cache-

dette quattro sedi vescovili. Abbia- rayr, Kabul e Kandahar, che vi è


mo detto di sopra che l' Indostan geograficamente compreso, appartie-
o Indie orientali ossia Asia meri- ne all'Afganistan, o sia Persia orien-
dionale si divide nelle cinque regioni tale, ed ivi trovansi le vaste proviu-

àdVIndo o Indostan sindeticoj del- cie di Seihy Pendjab oLahore^Mul'


V Indostan centrale; del Gange o tan, Delhi o Dehlf, Agemira, e Sin-
Indostan gangetico; òqW Indostan dy. La provincia di Seik, popolo
meridionale j e A^W India esteriore deirindostan sindetico, non differisce
o Indo-China. Nel parlare quindi del- dagli altri indiani che per le opi-
le medesime cinque regioni breve- nioni religiose, e per la forma re-
mente a' rispettivi luoghi accenne- pubblicana del governo; professa il
remo le principali notizie riguardan- deismo, con qualche pratica delle
ti i vicari apostolici, e loro vica- antiche credenze. Capitale della con-
riati. Chi bramasse il dettaglio del- federazione è la gran città di Am-
le notizie ecclesiastiche delie mis- retser, di floridissimo commercio,
sioni dell'Indie degli ultimi tempi celebre per lo stagno sacro de* suoi
può V opera iutitoluta:
consultare dintorni cinto di pietre, di belli edi»
Lettere edificanti^ e gli Annales de fizi con un tempio. Pendjab o La-
la propagation de la foi, i quali horcy paese di cinque fiumi, e rag-
«i hanno pure in lingua italiana ; guardevole provincia, governata da
non che le Lettres à AI. l'éwéque piccoli capi seik, che colle continue
de Langres sur la congrégation des guerre civili pregiudicano alla sua
missions étrangéreSf par J. F. O. fertilità e commercio, che sarebbe
Luquet préire, Paris 1842. Molte il più ricco luogo di tutte le Indie:

e preziose notizie sono principalmen- corrisponde al paese ove anticamen-


te nel Bullarium Pontificiitm sacrae te regnò il famoso Poro. Labore pur
congregalionis de propaganda fide, chiamasi la capitale, che lo fu di
Romae iSSg, typis collegii Urba- tutte le conquiste mussulmane del-
ni. In questa celebre tipografìa si l' Indostan: presso la riva orientale
trovano tra gli altri i seguenti libri è la reggia ove risiedeva l' antico
Stampati: Alphabeta Indica; Al' sovrano ; molto è decaduta dal suo
phabeta Barmanum; Alphabeta Bar- prisco splendore. Molti scismatici gre-
manorumj Alphabeta Brammhani- ci ed armeni stanziano nel regno
ciunj Alphabeta GrandonicoMala- e nella capitale ove hanno magnifica
laricitnij AlphabeliuiiTibetanumj chiesa, sepolti però nella maggiore
Catechismus Annamitici sive Tunki- ignoranza. Multan è il luogo della

nenses j Bellarniinus Avenses sive dimora degli antichi malli, noli ai


Barmanici ; Catechismus prò Bar- tempi di Alessandro ; il governo è
ìnanis j Grammatica Indosianaj nelle mani d' un nabab tributano
,

IND IND 2i5


dei seik e degli regno
afgani, al Nella medesima città fece costruire
tle'quali si unì. Multali chiamasi il una splendida chiesa, e fece altre
capoluogo, circondata di alta mu- lodevoli opere. GÌ* inglesi occupa-
raglia e fiancheggiata di torri, con rono il suo regno o principato,
cittadella ed un tempio. Delhi o ma sinché visse gli lasciarono in
Dehly è rinomata per la fertilità del parte la sovranità. Nelle pianure
territorio e dolcezza del clima , ma che stendonsi tra Sirdanach e Deh-
essendo stala per settant'anni il tea- ly si sono date di grandi batta-
tro delle più sanguinose guerre, la glie, nei tempi antichi e nei mo-
popolazione è oltremodo diminuita. derni. 11 territorio di Sirdanach
La città poi di Delhi grande e bella è in generale sterile e sabbionic-
sul Jumma, già capitale dell'impero cio. Jgeriiira o Adjemir racchiude
del gran Mogol, fu edificata in prin- vari piccoli distretti governati dai
cipio del XVI secolo sulle rovine rajah o soggetti o alleati degl* in-
dell'antica Delhi, dallo ShahJean glesi. N'è capoluogo Adjemir o A-

padre d'Aurengzeb nulla eguaglia- : gemira, vasta città che i maomet-


va la magnificenza de'suoi palazzi, tani chiamano Daralkierj racchiu-
delle moschee, dei giardini, delle de molti vaghi edilìzi , fra* quali
piazze pubbliche, degli acquedotti ;
un palazzo di marmo bianco con
ma lo Shah-Nadir avendola inva- bel giardino; nelle vicine montagne
sa nel 1739, passo a fil di spada havvi un sacro stagno, cui accorro-
duecentomila abitanti , e fece un no molti pellegrini. Sindy, vasta
immenso bottino valutato trecento provincia che ha molta analogia
milioni di scudi. Anche Abdallah coir Egitto, abitata da ventiquattro
re di Candahar vi fece in seguito tribù, è governata da tre emiri
orrida strage ,
per cui si trova della stessa famiglia, i quali sono
sotto il dominio inglese senza lu- maomettani , e pagffno in tributo
stro. Ragguardevole città di Dehly al re di Cabul un milione l'anno.
presso gli seiki è Sirdhanà o Si suddivide nei tre grandi distret-
Sardhana, o meglio Sirdanach o ti di Sewistan, di Nazirpur e di
Sirhind, capitale del principato, i- Tatta : quest'ultimo è il Della for-
sola e distretto del suo nome. Fu mato alle foci dell'Indo ove dimo-
edificata o piuttosto restaurata da rano i tscingani, tribù ch'è lo sti.

Firuz III imperatore di Dehly nei pile di quei vagabondi dediti alla
1357. Era fortificata e fu fioren- divinazione, i quali sul cominciar
te e celebre per le sue moschee e del XV secolo fuggendo la loro
pei giardini superbi, ma in oggi patria da Tamerlano devastata ,
ha molto perduto de' suoi antichi sotto il nome di boemi, di gispi
pregi. JNe fu ultima sovrana la di zingari e di zingeini si diffuse-
principessa o regina Giovanna Be- ro nelle contrade europee. L'intera
gum-Sombie da Sirdanach, bene- provincia si considera oggi politica-
merita della missione di Sirdanach, mente far parte dell' Afganistan.
come meglio diremo qui appresso Hyderabad città capitale della pro-
parlando del vicarialo apostolico vincia di Sindy, e residenza degli
eretto a sua istanza. Essa si fece emiri o principi mussulmani, è sul-
battezzare nell'età di quarant'anni, le sponde del fiume Fulali, con
ex morì nonagenaria anni addietro. forte cittadella. Dell' Jfganistan co^

I
ai6 IND
ine di Cab ni e Kandahar ec. ne mentari il magistrato di IVIeerat,
tratteremo meglio all'articolo Per- luogo in cui essa avea fatto fabbri-
sia (Fedi). care una chiesa, il principe colon-
nello Davide Dyce nipote di sua
Notizie sul vicariato apostolico altezza,ed il vicario apostolico prò-
di Sirdanach o Sardhanà. temporCy il quale però secondo il
testamento resta escluso dall'ammi-
Questo vicariato apostolico for- nistrazione dei beni del seminario, di
mato sullo smembramento di quel- cui dall'Irlanda attendevansi i mae-
lo diAgra ora Thibet, di cui par- stri. Ma il principe Davide fece
leremo, fu eretto dal Papa regnan- togliere dal testamento il nome del
te Gregorio XVI a' 12 settembre vicario apostolico come esecutore
1834, ad istanza della principessa testamentario , e recandosi a Cal-
Giovanna Begum-Sombre di Sir- cutta altro ne fece stipulare. Ora
danach, e la sua giurisdizione ab- passiamo a riportare altre notizia
bracciava tutto il dominio sovrano sulla lodata benefica, pia e muni-
della principessa medesima. Sirda- fica principessa.
nach capitale era la residenza del In data de* 11 gennaio i834
vicario apostolicone fu fatto
, e da Sirdanach la principessa Gio-
tale dal Pontefice monsignor Giu- vanna scrisse una lettera al Pon-
lio Cesare da Caravaggio cappucci- tefice Gregorio XVI coll'obblazio-
no, non che vescovo in partibus ne d'una somma di denaro, notir
di Àmatunta nello stesso anno fìcandogli che gli spediva un qua-
1834. Alla morte della principes- dro e delle stampe della chiesa da
sa il vicariato si può dire che re- lei fatta edificare. Ecco diversi a-
stasse estinto, dappoiché il vicario naloghi articoli della lettera, tra-

vitornò in Italia nel i836, e vive dotti dall'inglese. » Prendo altresì


in patria nel convento del suo or- questa opportunità per inoltrare a
dine. Allora Sirdanach ed i luoghi vostra Santità un gran quadro e-
ritornarono a dipen-
del vicariato seguito in questo paese da un na-
dere come prima dal vicariato a- tivo (la quale cosa scusa tutti gli

postolico del Thibet o Agra. La errori che vi fossero in prospetti-


principessa vi fece a sue spese fab- va), ma le somiglianze sono mera-
bricare una bella chiesa alla qua- vigliosamente colpite. Rappresenta
le dicesi assegnasse per rendita il la consacrazione della mia nuova
capitale di centomila rupie. In chiesa totalmente fabbricata da me
Sirdanach, oltre un collegio ed una nella mia principale presidenza, e
casa, vi è un seminario fondato e- che ho dedicato alla B. Vergine
gualmente dalla principessa Gio- Maria ; ed il foglio di spiegazione
vanna, cui assegnò per dote cento che l'accompagna indicherà a vostra
mila rupie ; inoltre stabilì cin- Santità le differenti persone che vi
quantamila rupie pei poveri di Sir- sono rappresentate. Nella stessa oc-
danach, e dodicimila per sostenta- casione mando a vostra Santità
niento della sua privata cappel- cinque stampe litografiche della
la. Alla sua morte la principessa mia chiesa, quale mi vanto
della
lasciò dei fondi a beneficio della di ripetere ciò che si dice, che seviza
missione, designando esecutori testa- eccezione è la pili bella dell'Indie.
IND IND 217
Il gran quadro, essendo macchino- XVI P. M. muneri misil anno
so, probabilmente non potrà giunge- MDCCCXXXIF. Indi il medesimo
re insieme alla lettera a vostra San- Pontefice per distinzione fece colloca-
tità ". Spiegazione del quadro a re il quadro nell'anticamera segreta
olio. M Davanti all'altare sta il ve- dell'appartamento pontificio del pa-
scovo Pezzoni colla mitra in capo, lazzo Quirinale,ed in una di quelle sue
stende le mani per ricevere do- i intime camere, con cornici di legno
ni offerti per la nuova chiesa. dorato, fece disporre le suddette cin-
Ha alla destra il p. Adeodato da que stampe litografiche. 11 Papa
Perugia, ed alla sinistra il p. Gaeta- corrispose alla principessa con pa-
no da Taormina mio cappellano terna riconoscente lettera, ne lodò
domestico defunto. Tra il vescovo la religiosa munificenza ed edifi-
ed i due reverendi padri vi sono cante zelo, e gli mandò in dono
tre chierichetti colle candele. Ac- un bellissimo reliquiario d'argento
canto al reverendo padre Gaetano in parte dorato, formato di vari
vi è il mio nipote David-Ochten- eleganti ornati, nel centro de'quali
longe-Dyce; incontro a lui vi sono vi erano due angeli in figura inte-
io stessa, in atto di presentare un ma-
ra in alto rilievo, aventi nelle
calice al vescovo; vicino a me vi ni uno la palma, l'altro il giglio,
è il residente britannico della mia oltre Tarma del Pontefice. In una
corte, M.r Francesco Hawkins al umetta in forma di sarcofago fu-
servizio civile di Bengala; dietro a rono disposte dodici teche con al-
me vi è il suo segretario M.r C. trettante reliquie de'seguenti santi:
E. Frevelgan ; vicino al residente Giovanni, Francesco Saverio, Gre-
vi è un olìiziale de'lancieri, accan- gorio I, Benedetto, Romualdo, Mau-
to a lui un altro ufllziale, ed alla ro, Placido, Pier Damiani, Tom-
sinistra l'architetto della mia chiesa, maso, Pietro, Paolo, e quella del-
capitano al mio servizio". la B. Vergine. Inoltre regalò alla
quadro e le stampe arriva-
Il principessa oltre diversi divoziona-
rono in R.oma ottimamente. 11 li un ricco paramento sacro in ter-
Pontefice in segno di gradimento, zo, ricamato in oro. Come pure
fece dorare la cornice del quadro mandò il Papa alla principessa
qh' è di fico d' India egregiamente un breve apostolico col quale di-
intagliata, e sulla parte superiore chiarò cavaliere dell'insigne ordine
della cornice medesima, in un ton- equestre di Cristo il di lei nipote
do di legno con fondo azzurro ed principe Davide con l'analoga in-
ornati dorati, porre ad oro fece segna cavalleresca. La croce era
questa iscrizione: Pictura cimi Co- d'oro con brillanti e rubini, con
ronide indianae arlis monwnentum corona parimenti di brillanti, e suo
effìgiem exhibens Joannae Bcguni crassard o placca egualmente in
Sombre doniinae Sirdanah in prae- rubini e brillanti sopra un campo
sidatu Bengalensì inter sacra sol- in argento bianco intagliato a pun-
lenmict dedicatìonis templi sua im- ta di diamanti. Venula a morte
pensa extrucli, et honori niagnae la principessa a'27 gennaio i836
Dei Genitricis dicali calicem offe- lasciò piena di venerazione al Pon-
reiilisj cjuam ipsa in obsequii et tefice il suo ritratto in miniatura
devoUonis siiae signuni Gregorio somigliantissimo, che fece collocare
9t^ IND IND
su scatola d' oro, e contornare di principe David volendo che in Ro-
brillanti. Il suo nipote volle egli ma, centro della cristianità, riceves-
stesso umiliarlo al Papa, ed a ta- se la principessa Begum sua ava i

le effetto si recò in Roma , per salutari suffragi della Chiesa nell'e-


cui si legge nel numero io5 del poca anniversaria di sua morte, nel
Viario di Roma del i838 che , numero seguente dello stesso Dia-
il principe Davide Sombre nel rio si legge quanto segue. >» Sa-
giorno 23 dicembre, accompagnato bato 26 gennaio 1889 fu cantata
da monsignor Domenico Bruti, eb- solenne messa di requie nella ba-
be l'onore di essere ammesso al- silica di s. Pietro in Vaticano, con
l'udienza di sua Santità, avendo il accompagnamento musica più
di
cardinal Mezzofanti, conoscitore del- scelto e copioso del consueto, ed al-
la di lui lingua nativa, interpreta- la quale si compiacque assistere
ti ed esposti i sentimenti di attac- queir insigne capitolo. Lunedi 28
camento e divozione che nutre ver- ebbe luogo secondo funebre an-
il

so il capo visibile della Chiesa. La niversario nella chiesa di s. Carlo


slessa Santità sua corrispose con al Corso, ove potè ammirarsi da
particolari tratti di benignità e di tutti la più splendida e ricercata
benevolenza. magnificenza. La decorazione del
Inoltre nelnumero 9 del DiU' sacro tempio venne affidata all' e-
rio di Roma del 1889 è riporta- gregio architetto Raffaele Folo, il

lo « che fra l'opere d' ogni ma- quide non


degenere figlio del ce-
niera, che ultimamente sono state lebre incisore di questo nome, è
ordinate agli che fioriscono
artisti mirabilmente secondato dal genio
in questa prima sede delle arti eu- tutelare di famiglia, dal genio su-
ropee, e che andranno in parte blime delle arti belle. Una simme-
anche di là da' monti e de' ma- tricaed elegante disposizione, del
ri, avrà singoiar pregio quella del tutto peregrina , ammiravasi nel
monumento sepolcrale di sua al- ricco addobbo delle pareti, nella
tezza la principessa Begum Som- copiosa illuminazione, e nella rego-
bre di Sirdanach nelle Indie. Es- lare disposizione de' palchi e del-
so è stato commesso dall' alta ri- l'orchestra, la quale dal valente ar-
conoscenza del nipote della defun- tista erasi fatta situare nell'abside,
ta signor principe colonnello Dyce come già costumavasi nell' antica
Sombre, per la somma di quattro- chiesa ad evitare l'irriverenza e
mila luigi, al nostro chiarissimo la soverchia ed incomoda riunione
scultore prof. Adamo Tadolini con- all'ingresso. Nel centro della croce
sigliere dell' insigne pontificia ac- latina sorgeva maestoso il monu-
cademia di s. Luca. 11 sarcofago mento, sovrapposto ad una base
si comporrà di undici statue in quadrata con tre gradini, l'acchiu-
marmo, e dovrà essere collocato sa da quattro sodi che sorregge-
a Sirdanach, nel bel tempio fatto vano altrettanti magnifici candela-
innalzare con disegno d'un archi- bri. Su detta base elevavansi pur
tetto italiano da quella pia prin- anco due sodi, il primo de'quali
cipessa, sì celebre per filiale divo- presentava agli angoli quattro pre-
zione verso la santa Chiesa catto- fiche piangenti con face accesa,
lica e r augusto suo cdpo ". 11 posate sopra mezze colonne scaaa*»
IND IND 219
late, ed ai lati vedevansi espressi in soprannumerario di sua Santità cui
basso rilievo vari fatti allusivi alle ne venne meritamente affidalo il
religiose gesta di quella benedetta, totale incarico. 11 generoso principe

Nell'interno del sodo superiore ap- di Sonibre desiderando che alle ec-
pariva di fronte l' urna cineraria, clesiasliche preci non andassero dis-
su cui la corona riposta in serico giunti i sinceri e fervidi voti dei
origliere, ed ai lati leggevansi a- prediletti figli dell'Altissimo, con
naloghe e dotte iscrizioni. Il si- atto di straordinaria liberalità fe-

mulacro augusto della Religione, ce distribuire copiose elargizioni


sopra parimenti ornata di
base pecuniarie ai poveri di questa do-
coronava l'apice di que-
bassorilievi, minante ".
sto grandioso monumento. La San- Riporteremo la descrizione del
tità di nostro Signore si è degna- nominato mausoleo .della princi-
ta di graziosamente concorrere al pessa Giovanna Begum Sombre,
maggior lustro di questo funebre scoltura del professore Adamo Ta-
apparato, ordinando V esposizione dolini bolognese. Questo mausoleo
del sopraddescritto dipinto fattole u- si compone di undici statue fatte
miliare dalla reale principessa. Que- di naturale, e di tre bassorilievi,
sto quadro, artificiosamente collo- È fatto per essere addossato a
calo dinanzi al pergamo di essa muro, e mostra in conseguenza
chiesa, faceva di sé bella ed edi- tre sole facciate, divise a tre zone
ficante mostra. La solenne messa o partizioni. La prima consta di
di requie accompagnata da scelta un imbasamento quadrato posato
musica composta dal rinomato mae- sopra uno zoccolo ben rilevato, e
stro Filippo Moroni , fu celebrata sopra due gradi, dove sono collo-
da monsignor Giovanni Ignazio cate sei di dette statue in costu-
Cadolini arcivescovo di Edessa e me antico. All'angolo destro di esso
segretario della congregazione di imbasamento è 1' Abbondanza che
propaganda Jide; ed il cardinal ritta ne' piedi mira nobilmente al
Giuseppe della Porla Rodiani vi- simulacro della defunta principes-
cario generale di nostro Signore sa, seduta in cima del monumento
corppi il liturgico con la fu-
rito sopra il suo sarcofago. Dalla si-

nebre assoluzione, dopo di che nistra il Genio


morte (pure della
roonsig. Nicola Wiseman, rettore del in piedi) alza colla mancina un
collegio inglese, espose in dotta orologio a significare che l'ora di
orazione l' elogio della defunta, lei è terminata, mentre spegne
Il complesso di tanta edificante colla destra una face giacenti sui :

splendidezza attirò a questa sacra detti due gradi stanno l'Amicizia


cerimonia un immenso concorso e l'Indigenza, che si legano nella
di popolo e di ragguardevoli per- composizione all' Abbondanza e al
sonaggi SI romani che esteri. I Genio nominato. Alla duitta sem-
monsignori Cioja, Meli-Lupi-Sora- pre di chi guarda, è l'Amicizia che
gna, Frattini, Arnaldi e Durio v'in- tutta ascosa ne'propri panni pian-
tervennero come deputati della chie- gè la spenta piincipessa o regina;
sa ; e la più esatta regolarità deve oltre che per un serpe che le si

ripetersi dallo zelo di monsignor avvolge attorno un braccio, ed ab-


Domenico Bruti cameriere segreto bocca la propria coda, può anche
2?.o IND IND
figurare la Eternità. Dal lato op- dì. Le due suU'innanzi sono il ni-
po^lo si atteggia l'Indigenza,
eh 'è pote della principessa vestilo da
rappresentata in un vecchio il qua- colonnello inglese, ed il re o prin-
le lìitlo appoggio del bastone si cipe marito di lei in costume orien-

consuma nel dolore. JVfel fianco de- tale : le altre due suU'indietro ri-
aìvo sopra il secondo grado (sul- traggono il generale che lasciò la
r indietro accennalo muro) sorge vita nella battaglia, che la regina
in piedi la Fortezza: ha in mano in persona ebbe indi vinta contro
Ja clava, e calca sotto ai piedi gì' inglesi, ed un vescovo indiano.
un ruggente leone. Dall'altra ban- Le inscrizioni incise nel detto ba-
da sullo stesso gradino è la Cari- samento rotondo sono espresse in
tà avente in braccio un suo par- tre lingue, indiana, latina ed in-
golo poppante, ed altro di mag- glese. Seguita dopo un terzo plin-
giore età seduto accanto con un to ottagono, eh' è base al sarcofa-
pomo in mano. I tre bassorilievi go detto di sopra, simile nelle
olle tre facciate di detto imbasa- forme al celebre de'Scipioni. Fini-
mento sono allusivi alle gesta più sce l'opcia la statua sedente della
strepitose dell' estinta regnante. regina Giovanna avente nella de-
Quello di fronte ne dà il trionfo stra un pipilo, e nella sinistra u-
di lei, quando guadagnata una na corona di rosario per segno di
biiltaglia sopra gì' inglesi rientra pietà. Tulio il mausoleo è di
nella capitale del suo regno. In marmo bianco, tranne l'urna ch'è
questo bassoiilievo sono cinquanta- di è alto ventotto palmi
giallo:
due fìgiue, sette cavalli , cinque romani.
cammelli, due bovi trascinanti un Indostan centrale. Sono in que-
eannone, e cinque elefanti. Il bas- sta regione comprese le provincie
sorilievo sul fianco destro è la let- di Orìssa, dei Sicar parte del re-
tura del con cui gl'ingle-
trattalo gno di Golconda, Berar^ Dowla-
si s' impegnano di non molestare tabad, Candeìsh, e Guzurate. Col-
r isola di Sirhind o Sirdanach ,
r essersi riempiti i porti , il com-
vita naturale della principessa.: vi mercio vi è declinato: i pirati sta-
sono quarantaquattro figure parte bìlitivisi dalla parte meridionale,
in piedi e parte sedute, che for- vi mantennero finche nel 1786
si

mano in giro corona alla princi- gl'inglesi s'impadronirono di Ghe-


pessa Giovanna nelle loro conve- riahj il più forte loro stabilimento.
nienti attitudini. Esprime il terzo Orissa, provincia ragguardevole con
sul lato sinistro la principessa nel- paese montuoso, è abitata dai sel-
l'atto di presentare al vescovo vi- vaggi oureas ignudi ed armati di
cario apostolico di Sirdanach un frecce e d'arco. 11 maggior tratto
calice per la consagrazione della di questo paese è occupato dagli
magnifica chiesa da essa fatta colà inglesi , ed il rimanente paga tri-
edificare al nome della gran Ma- buto ai maratti ed al nizam. Cut-
dre di Dio. Sopra il primo imba- tack, r antica Saringur, capo del-
samento se ne eleva un secondo l' intera provincia, giace in un'iso-
pili piccolo, fatto di un bordo con la del Mahanuddy, era dapprima
plinto sotto quadrato a soste- fortificata. Trovasi nel suo terri*

gno di altre quattro statue in pie- torio il celebre tempio di Jagger-


:

IND IND 22r


na, visitato in tutti gii anni da grande fortezza, forse la Tagra o
pifi migliaia di fanatici veneratori. Deo^hìr degli antichi. Vicine sono
L'idolo consiste in una gran pie- le celebri pagode di Ellore che ,

tra nera forma piramidale ir-


di in due gallerie sotterranee alle ra-
regolare, con due ricchi diamanti dici d'una rupe presentano il Pan-
per rappresentare gli occhi, e col teon delle divinità indiane. Can-
naso e le labbra dipinte di colore deish con fertilissimo suolo mal
rosso vivo. Vi si fa uso di con- coltivato, ha Burarapur per capo-
chiglie in luogo di moneta. Sicnr luogo con forte castello. Giizu-
o paese de' circari , considerevole rate, ampia piovincia di ferti-
provincia che si compone delle co- le territorio : la popolazione è
ste meridionali d' Orissa, e di una composta d' indiani, di rajeputi, di
porzione di quelle di Golgonda bramini, di maomettani, e di par-
smembrate dagli stati del nizam. Fé- si cioè persi, tutti divisi in più
condato da molti fiumi, il paese è sette. II mogollo Egar se
ne im-
fertilissimo , non che industrioso, possesso nel i595; dopo la morte
Gli olandesi vi hanno qualche fat- di Aurengzeb, avvenuta nel 1707,
toria. Masulipatanij città marittima i maratli conquistarono il paese che

nel distretto di Condapilly, è situata ora è posseduto parte dagl'inglesi


in piccola isola , con fortezza im- e parte dai capi indipendenti. N'è
portante: mussulmani la conqiii-
i capitale Ahmedabad, una delle più
starono nel 14B0, indi cadde in grandi e delle più forti città dei-
potere del nizan del Decan che ,
1' Indostan centrale ha dodici por- :

nel 1751 la cede ai francesi, i te fiancheggiate da torri; il caro-


quali dopo averla munita di for- vanserraglio al sud della piazza
lifìcazioni, nel 1759 con quasi tut- realeforma il principale suo or-
to il resto della contrada la cedet- namento. Celeberrime furono un
tero agl'inglesi. Berar, che gl'in- tempo le sue manifatture di broc-
digeni chiamano Unniand-Shaltì cati, tele indiane, velluti ed armi,
gran parte di essa è divisa sotto Appena una quarta parte è abita-
il dominio di piccoli rajah o prin- ta, e le sue immense rovine ne
cipi indiani. Nagpur , capoluogo attestano la passata magnificenza,
assai popolato, è residenza del so- Fu presa dagl'inglesi nel 1780,
vrano detto Bunsela. Dowlatabad^ quindi nel 1784 restituita ai ma-
dopo la formazione della provin- ratti, poscia gì' inglesi la ripresero
eia d'Aurungabad ne* suoi dintorni, nel 1819 insieme a tutti i posse-
fatta colle Aurengzeb
conquiste di dimenti del Peshwa maratto di
nel secolo XVII, molto ha per- Punah. Altra città del Guzurate è
duto del suo splendore. E posse- Cambaja, porto principale della pro-
duta nella maggior parte dai ma- vincia, occupata dagli inglesi nel
ratti, ma tributaria degl'inglesi, e i8o3; altra è Surate, grande, for-
risguardasi come la chiave del De- te e ricca, uno de' principali em-
can. Maometto III nel XV secolo pori mercantili dell' Indie orientali
gì' impose il nome che porta, di- con cittadella: gli indigeni sono i
chiarandola capitale del suo regno, baniani , i quali siguardano, per
Egualmente Dowlatabad chiamasi superstizione, di mangiare, uccidere
il capoluogo della provincia con o far male agli animali, per cui
,

«33 IND IND


gì' indiani avevano ospedali per
vi quasi inespugnabile dalla parte del
gli animali malati o feriti. Nel i6r^ mare, essendo meno forti quelle
gl'inglesi ivi ottennero dal ginn dalla parte di terra. Olfre qualche
Mogol Jeangire lo stabilirvi la pri- bel quartiere, e fra gli altri quel-
ma fattoria: in quell'epoca trae- lo del centro, ove rimarcano in-
si

asi da Surafe i più preziosi og- torno ad una gran piazza vari
getti come diamanti perle oro,
, ,
, edifizi di elegante architettura, co-
muschio, ambra grigia, droghe, in- me una chiesa anglicana, il palaz-
daco, nitro, stolfe di seta e coto- zo del governatore ed un bazar :

ne. Vi abitano molti parsi adora- vi si ammirano pure il teatro, e


tori del fuoco : i maratti sovente molti templi indostani. Fra i suoi
saccheggiarono la città, che fino oggetti commerciali si deve men-
dal 1759 è in possesso degl'ingle- tovare quello del cocco e delle
si.Din è un* isola del Guzurate pietre preziose. La città di Bom-
con buona fortezza e comodo por- bay deve la sua origine ai porto-
to, e racchiudeva tempio più
il ghesi, che nel 1661 o 1662 Ifi

ricco di tutto rindostan, che fu cedettero coli' isola agli inglesi. Es-
saccheggiato nel I025 dal sultano sendo stata minacciata nel 1673
Mahmoud di Gazna. I portoghesi da una flotta olandese fu maggior-
s'impadronirono dell'isola nel i535, mente fortificata, e nel 1686 vi si
indi fu devastata dagli arabi nel trasferì la sede del governo ch'e-
1670. Elefanta, altra isola del Gu- ra a Surate. La peste la desolò nel
rurate, con diverse sorgenti, e tem- 1691 e 1702, ed un incendio la
pio sotterraneo ornato di Ire figure consumò quasi del tutto nel i8o3.
colossali. Inoltre nel Guzurate è Fu poscia rifabbricata sopra un
l'isola di Bombay che significa biiO' piano migliore a spese della com-
na baia, una delle tre presidenze pagnia delle Indie.
della compagnia inglese nell'Indie.
E circondata da boschi di cocco Notìzie del vicariato apostolico
diligentemente fortificala, vanta u- di Bombay.
no dei migliori porti dell' India
con arsenale ben corredato, e can- Qui si trova eretto il vicarialo
tiere di costruzione ove si fabbri- apostolico: come il governo com-
cano ottimi vascelli di linea. No- prende più isole e molte provincia
tabili sono le sue fabbriche come della penisola, così il vicariato sten-
il suo commercio. 1 portoghesi nel de la sua giurisdizione sulle vicine
1662 la cedettero agl'inglesi, i qua- isole, tranne quella di Salsette, che
li nella città del suo nome vi sta- dipende dal superiore ecclesiastico
bilirono una delle sedi delle loro di Calcutta, e su molti luoghi del
autorità, ed una coltissima società prossimo continente, e comprende
letteraria ; cioè l'isola fu data in do- il Decan , il Mogol , Concan e
te a^ Caterina infanta di Portogal- Golgonda. La popolazione della
lo moglie di Carlo li re d' In-
, presidenza è di due milioni cin-

ghilterra, che la cedette alla com- quecentomila abitanti, quella del-


pagnia delle Indie nel 1668, di cui l'isola di Bombay di centocinquan-
è la minore delle tre presidenze. tamila . I cattolici del vicariato
Le sue fortificazioni la rendono sono trentamila , tutti di rito la-
IND IND 2?.3

lino; quelli di Bombay sono quin- possiede beni e fondi fruttiferi :

dicimila dove sono tre chiese


, non manca di fondazioni e legati
parrocchiali, una ha il titolo della pii con obblighi di messe, special-
Speranza^ altra della Salute ; vi mente in Bombay. In questo vi-
sono pure alcune cappelle. Nella cariato abbondano protestanti di
piccola isola di Colabà evvi una tutte le sette; hanno essi chiese
gran chiesa fabbricata dal governo e ministri, e spargono in abbon-
pei soldati irlandesi. Surate ha una danza e gratis denari e libri di bib-
chiesa parrocchiale; Ponak ha due bie. Nulladimeno il culto cattolico
chiese, una Drabat. Tra cattolici i è libero e protetto dagl'inglesi. A.

non si comprendono i viaggiatori, questo vicariato è stata estesa la


ne i soldati inglesi o irlandesi, che dichiarazione benedettina per la va-
presidiano le città. Attualmente n'è matrimoni misti come in
lidità de'
vicario apostolico monsignor Luigi Olanda ed in Inghilterra e ciò ,

Maria Fortini carmelitano scalzo, per concessione di Pio VI. I mis-


fatto vescovo di Calamina in par- sionari di questo vicariato fanno il

tibus dal Papa Gregorio XVI agli viaggio a spese della congregazione
8 agosto 1837; il quale gli die di propaganda fide, indi si man-
per coadiutore a' 7 giugno 1842 tengono co' sussidi de' fedeli, e col-
monsignor Gio. Francesco Whelan le rendite della missione , le quali
da s. Teresa dell' istesso ordine,, col pure sono soggette a propaganda.
titolo vescovile in partibits di Au- 1 missionari ottennero da Leone XII

reliopoli.Nel vicariato oltre i car- la facoltà per dieci anni di cambiar


melitani scalzi si trovano circa ven- l'abito di lana in quello di seta.
ti missionari, i quali esercitano l'uf- Indostan gangelico. E questa la
fizio di parrochi, di vice-parrochi terza delle grandi divisioni del-
o di cappellani : il parroco ha dal l'Indie orientali. Gl'inglesi vi pos-
governo scudi quaranta mensili. seggono Bengala^il il Bahar ed il

Nella casa del vicario apostolico si Benaver, che sono il centro della
trovano raccolti molti giovani a gui- formidabile potenza britannica nel-
sa di seminario. Vi è la casa pegli le Indie; il resto comprende le
orfani, cinque scuole frequentate da Provincie di Allahahad^ Ude, A-
circa centoquaranta scolari. I fran- gra , parte del Delhi o Dehly e
cescani ebbero un convento mol-
vi d' Agemira, e Maleva, le quali pro-
to prima che giungesse s. Fran- vi ncieformavano già il nerbo del-
cesco Saverio. Colabà ha un ospi- l'impero del gran Mogol, e degli
zio fabbricato dagli agostiniani di antichi regni indiani; oltre la po-
Goa. Gl'inglesi ne discacciarono i pola/ione inglese di numero vario
gesuiti e francescani, indi nel 1718 ed incerto, circa undici milioni di
vi chiamarono carmelitani scalzi
i indigeni abitano in questa regio-
cui rimane tuttora la missione, ed ne, i quali anche negli stabilimenti
i sono stati quasi
vicari apostolici inglesi si governano colle proprie
sempre di quell'ordme. 11 gover- leggi, e non abbandonano le su-
no somministra ni seminario scudi perstiziose pratiche inculcate dai fa-
settantacinque mensili, al vicario a- natici bramini. La provincia di
postolico scudi duecento annui , e Bengala ha ragguardevole territo-
sovviene i parrochi. 11 vicariato rio, diviso ne' distretti di Calcut-
^74 IND IND
la, Dacca e Mursciedebad. La set- così delfo dal re Guglielmo III, è
ta (lei goffi ignoranti gentivcs^ che rimarchevole per la solidità e bel-
giungono a farsi schiacciare per la architettura di forma ottagana
:

fanatismo sotto il carro dell' idolo supera per forza e regolarità tutte
Jagannat, qnando trasportasi per le altre fortezze delle Indie ; e so-
le pubbliche vie, ha in questa pro- no necessari diecimila uomini per
A^incia molti proseliti. Calcutta o difenderlo. La rinomata e dotta
Forte Guglielmo, città capitale dei società asiatica quivi risiede, così
Bengala, è residenza del governa- l'accademia che sopraintende alla
tore generale di tutti gli stabili- pubblica istruzione, unitamente al-
menti inglesi delle Indie orientali; la corte di giustizia o suprema,
fu fabbricata nel principio del XVI ed a quella di appello. Vi risiede
secolo, ov* era il borgo di Govind- pure un metropolitano anglicano ,

pur, in un paese paludoso ed at- il quale col titolo di vescovo di


torniato da foreste, e talmente pro- Calcutta, ed assistito da tre arci-
sperò in poco tempo, che supera diaconi regola gli affari ecclesiasti-
ora secondo alcuni i cinquecento- ci della sua setta nelle Indie. Il

mila abitanti : però si può rite- contrasto dei costumi europei col
nere per notizie certe, che la po- lusso asiatico che vi dispiega tutta
polazione di Calcutta e delle sue la sua pompa, sorprende ed inte-
vicinanze è stimata quasi un mi- ressa il curioso viaggiatore. Il pa-
lione di abitanti. Giace sulla spon- lazzo del governo è fra i pubblici
da occidentale dell' Ugly, distante edifìci il più rimarchevole di Cal-
trentasei leghe dalla sua foce. Sì cutta. L'industria è nella maggiore
divide in città nera detta Chorin- attività; considerabilissimo quindi
ger, ove abitano gli europei in va- n' è il Dal nome di
commercio.
sti e sontuosi palazzi con magni- Caly dato dagl'indostani alla dea
fici giardini , ed in città asiatica, del tempo, e di Catta nome di un
ove vivono gì' indigeni in case di tempio Caly-Cutta
ch'esisteva in
bambù. Altri geografi dicono che villaggio a quelli vicino di Tchot-
Calcutta è composta di tre parti: tanotty e Gobindopore o Govind-
il forte William o Guglielmo al pur, fra i quali stabilirono gli
sud , la città bianca o degli eu- inglesi una banca nel 1690 in for-
ropei al centro, e la città nera al za di un firmano d'Aureng Zeyb,
nord abitata dagl'indostani. Il pri- è formato quello di Calcutta. Av-
mo forte costruito dagl'inglesi nel venne al Bengala nel 1696 una
1696 è ridotto a dogana: in esso ribellione, e gl'inglesi ne appro-
vi è la famosa prigione detta il fittarono per ottenere la permis-
buco nero, in cui nel lySG il sa- sione di fortificare i loro stabili-
bah Savajat Duhia impadronitosi menti. Due Azyu-Ou-
anni dopo
del forte fece rinchiudere la guar- chan nipote di Aureng-Zeyb ce-
nigione di cento quarantasei ingle- dette alla compagnia delle Indie i
si, dei quali perirono nella prima tre villaggi sopra nominati. Nel
notte miseramente centoventitre di 1719 la colonia assunse il nome
caldo e di sele; una piramide eret- di Forte Guglielmo, o Forte Wil-
ta incontro memoria di tali
là liam, e da quel punto divenne flo-
barbarie. Il nuovo forte Guglielmo, rida. Tutta la guarnigione come
IND . IND 225
si è detto perì, ed il nome di A- sa principale di Calcutta è proprie-
lynaglior rimpiazzò quello di For- tà del popolo, con fondi bastevoli
te William sino al principio del pel suo mantenimento. Il vescovo
1.757, in cui questa città fu ripre- anglicano ha due chiese, una delle
sa dagl' inglesi. Nella stagione delie quali bellissima. Vi hanno pure
pioggie, cioè dalla metà di giugno chiesa i greci e gli armeni : vi
a quella di ottobre, grandi rovine sono inoltre templi idolatri e mo-
produce il cholera morbus, princi- schee. Al presente n' è vicario apo-
palmente fra gl'indigeni. Tuttavol- stolico monsignor Giuseppe Carew
ta pel complesso dei pregi di Cal- traslato da Filadelfia in partibus
cutta, essa viene chiamata la Lon- all'arcivescovato di Edessa in par-
tìra delle Indie, e viene adornata tihus a' 26 maggio i843 dal Papa
da belle istituzioni di scienze, di regnante, il quale sino dai 16 no-
arti e di commercio. vembre 1840 lo nominò vicario a-
postolico; gli die poi per coadiutore
Notìzie del vicariato apostolico a' 26 1843 monsignor Tom-
agosto
di Calcutta, maso che fece vescovo di Mi-
Oliffe
lene in partibus. Vi sono sacerdoti
Dicemmo già che il Bengala è secolari, francescani e di altri or-
la piti considerabile delle tre pre- dini. Sono pii stabilimenti la casa
sidenze politiche, in cui è diviso il abitata dal vicario apostolico e dal
governo inglese delle Indie. Que- clero; la scuola aperta in Martinier;
sto vastissimo paese fu nel i834 la casa per le sorelle della Carità
eretto in vicariato apostolico : prov- con scuole per l' educazione delle
visoriamente comprende anche l'i- fanciulle; ospedali civili e militari
sola Salsette. In Calcutta risiede il comuni anche ai cattolici; altri so-
vicario apostolico. 11 Bengala con- no nelle missioni di Gazupoure e
tiene due milioni e cinquecentomila di Silpure. Alcune chiese sono am-
abitanti ;
quelli di Calcutta e suoi ministrate dai portoghesi scismati-
dintorni ascendono a centomila, ed ci, i quali non si sottomisero alla
i cattolici superano i ventimila, tra erezione dei vicari apostolici fatta
quali trenta orientali di diverso ri- dalla Sede apostolica con immenso
to. La principale chiesa è dedicata spirituale vantaggio di tanti popoli,
alla Beata Vergine del Rosario. E- restando perciò obbedienti all'arci-
sistono quelle fabbricate dai porto- vescovo di Goa. Per recenti dispo-
ghesi ; una fu benedetta da ultimo. sizioni, il suddetto monsignor OlifTe
Altra chiesa esiste in Howrach sob- coadiutore va a risiedere nella cit-
borgo di Calcutta, ed è dedicata tà di Chittagong per farne un nuo-
alla Vergine del Buon viaggio e vo centro di giurisdizione episco-
della Salute. Nel 1837 furono affi- pale onde amministrare meglio la

date a questo vicariato le stazioni cristianità, e sopra tutto formare gli

militari inglesi ; i quartieri militari stabilimenti d'istruzione e di carità,


hanno le loro cappelle. In Durran- ed il seminario per il clero indi-
tullak la chiesa è dedicala al sa- geno, tanto necessario e tanto ra-
cro Cuo» e di Gesù ; in Gazupoure ro ancora in tutte le missioni. Nel
alla ss. Trinità: più vi sono altre Bengala entrarono i missionari ago-
nove chiese nel vicariato. La chie- sliniimi nel 1572.
VOL. xxxiv.
,

asi6 IND IND


La provincia di Bahar già 8Ì la celebre fortezza dello slesso no-
disse Magadha e fu regno indipen- me fondala nel i583 dall' impera-
dente; essa contiene uno de' più lort Akbar, e fortificala all'euro-
fertili territorii dell'Indoslan, ed il pea dagl' inglesi. Sonovi belli edi-
meglio coltivato. In sette distretti fici, giardini amenissimi, ed anti-
era divisa sotto il governo mus- che pagode, oltre un vago tempio
sulmano, ed in altrettante giurisdi- sotterraneo, frequentato dai pelle-
zioni la divisero gli inglesi. JN*è grini: essi accampano tra' due
si

capoluogo Patna, città grande e fiumi, e passano due mesi in pu-


popolata : essa è murata, con tem- rificazioni e cerimonie religiose. An-
pli, moschee e palazzi. Gl'inglesi ticamente spingevano il fanatismo
se ne impadronirono nel 1763. La sino a farsi decapitare in onore del
provincia di Benares è popolatìssi- fiume sacro a Sarassati sposa di
ma, come fertilissimo è il territo- Brahma, ch'è la Minerva indiana ;

rio. Si risguarda questo come il ma lo Shah-Jean abolì il barbaro


suolo classico delle muse indiane costume nel XVII secolo. La pro-
ed ivi dopo la distruzione di tanti vincia d' UdCf chiamata dagl' indi-
troni, e replicate estere invasioni, geni Arad, vasta, fertile, con pae-
i bramini conservano il deposito se piano, è governala da un rajah
delle filosofiche cognizioni e del- o nabab vassallo degl'inglesi, i quali
l'immaginosa mitologia. La città tengono guarnigioni nelle città prin-
di Benares detta anche Cashy è cipali. N'è città capoluogo Lucknu,
vaga , popolosa e ricca. Sorge in residenza del nabab e delle auto-
riva al Gange, sulle cui sponde rità inglesi: ha palazzi, superbi
s' innalzano molti superbi templi giardini, e molte fabbriche d'inda-
ed vi primeg-
altri sontuosi edifìci: co. La provincia d'Agra nella sua
gia tempio di Vivisha che gl'in-
il vastità racchiude molte città e for-
diani si credono obbligati visitare tezze importanti; fu già rinomala
almeno una volta. E celebre l'os- per le manifatture di seta. La sua
servatorio astronomico, fondato dal giurisdizione comprende più di qua-
rajah Djessing, col sistema Co- di ranta piccole città e migliaia di
pernico. Florido n'è il commercio, villaggi. Agra, già delta Akbarad^
sano il clima, sereno il cielo ; la e più anticamente B adidghur, óitìi,

hngua sanscritta ossia de' dotti ha grandissima che giace in vasta pia-
ivi le cattedre più accreditate. La nura sulle rive del Giumna , ma
provincia à* Allahabad, nome che più non le rimane che uno scarso
significa casa di Di'Oy è irrigata da numero de' suoi grandiosi monu-
molti fiumi, ed è ricca di diaman- menti. La fondò nel i5oi Sekun-
ti ; il dominio inglese si estende a der-Lody sulle rovine di un picco-
tutta la contrada, abitata da india- lo villaggio, e la fece capitale dei
ni di dolci maniere, che gli euro- suoi stati. Nel secolo XVI il mo-
pei ed mussulmani scelgono per
i gollo Akbar l'ampliò e gli diede il

interpreti o sensali
; molti si danno suo nome, onde acquistò quello di
ad austera vita eremitica. N'è ca- Agra. Racchiude sessanta atnpi ca-
poluogo l'antica e ragguardevole ravanserragli, ottocento bagni, set-
città di Allahabad. Sul confluente tecento moschee, e la magnifica
del Gange e del Jumma trovasi reggia del gran Mogol, uno de'più
IND IND a-zy

belli edifici dell'Asia. Le sue mu- e nel 1804, conquistalo questo ba-
ra di granito rosso sono mirabil- leardo.
mente connesse. Alla piazza del pa-
lazzo introducono sei archi di trion- Notizie del vicariato opoi 'foli
fo, che formano reslreniilà di al- di y^gra ora lliibet- Indostano.
trettante spaziose vie. Nel mezzo
poi un grande elefante di pietra Agra è la residenza del vicario
getta acqua dalla sua tromba. Ven- apostolico con giurisdizione su va-
tiquattro colonne doppie di mar- sto paese ha due chiese la città,
:

mo bianco con piedistalli di grani- con seimila abitanti, duecento dei


to azzurro e capitelli di mica gial- quali sono cattolici Momillah è ;

lo ornano le gallerie. L'oro e i pre- una stazione militare con cappella.


ziosi marmi vi sono profusi. Sette Dipendono da questo vicariato,
altri palazzi di marmo, già desti- Chandernagore nel Bengala con sua
nati aiprincipi, circondano quella chiesa Ragmall ha casa con chiesa
;

sovrana residenza. La maggior me- e trenta famiglie cattoliche; Bul-


raviglia d'Agra però consiste ne'suoi ghelpore ha chiesa ed ospizio, così
grandiosi sepolcri, fra i quali quel- Purneah ed altri luoghi con chiese,
lo di Tajemekal, cioè corona di case, ospizi, cappelle, ospedali, ec,
edafici, supera ogni immaginazione, con circa seimila cattolici. Vicario
esso è la tomba che lo Shah-Jean apostolico del Thibet è monsignor
fece erigere alia defunta moglie, ed Giuseppe Antonio Borghi de' cap-
è riputato uno de' più splendidi puccini, fatto vescovo di Betsaida
mausolei e forse il primo del mon- in partìbiis a' \/\ agosto i838 dal
do : il pavimento è di marmo bian- regnante Gregorio XVI , cui die
co, ed internamente ornato di pie- a' i843 per coadiutore
2 3 agosto
tre preziose ; si pretende che vi sie- monsignor Gaetano Carli dell'istes-
no slati impiegati per farlo vent'an- so ordine, fatto vescovo di Almira
ni, e tre milioni e mezzo di scu- in parlibus. Leone XII a' 27 gen-
di.Agra è ben fortificata, ma de- naio 1826 avea fatto vicario apo-
cadde dal suo splendore tostochè stolico del Thibet e vescovo di
nel 1647 la sede dell'impero passò Esbona in partibiis monsignor An-
a Dehly. Fu dai mogolli presa nel tonino Pezzoni cappuccino, di cui
r7845 e nel i8o3 dagli inglesi che fu coadiutore nominato monsi-
il

\i mantengono la guarnigione, con gnor Borghi. Monsignor Pezzoni fa


wfficiali civili. Gualior forma un consacrato in Roma e successe a
distretto della provincia d'Agra, ed monsignor Zenobio Maria Benucci
ha la più famosa fortezza delle In- da Firenze vescovo di Hermia in
die di egual nome, la quale appar- parlibus, morto nel 1824. Nella
tiene ad un rajah di maratli: nel missione vi sono parecchi cappuc-
1194 se ne impadronirono i mao- cini missionari irlandesi ed italiani.
mettani: sotto l'impero dei mogoili I pii stabilimenti consistono nella
fu prigione di stato , e molti prin- vasta casa del vicariato con giar-
cipi vi perirono violenleaienle. Mal- dino, in iscuole pei fanciulli d'ara-
grado tutti i lavori fatti per assi- bo i sessi, in un piccolo seminario
curarsene il possesso, gl'inglesi han- per gl'irlandesi; in Agra le sorelle

no già due volte, nell'anno i 780 della Carità hanno chiesa, casa e
aa8 IND' IND
giardino; hanno educande che pa- due scuole, e trecento case abitato
gano venti rupie al mese, e gratis da inglesi. Altre notizie sul vica-
educhino sessanta bambini indiani. riato del Thibet riporteremo in
E slato aperto un nuovo collegio ultimo. Qui noteremo che ora è
con ampia abitazione e giardino, stato istituito il nuovo vicariato
con centomila rupie di Tondi che apostolico di Patria o Patanày con
i\e rendono quattromila ; evvi pure luoghi che facevano parte di quello
uno stabilimento per le l'anciulle in- del Thibet, di cui daremo qui ap-
diane. In Chandernagore, colonia presso un cenno storico. JNel i834
francese, esiste un ospizio fabbri- ad istanza della principessa Begum
cato per comodo e riposo de' mis- Sombre, come abbiamo detto di
sionari che la congregazione di pro- sopra, fu istituito il vicariato apo-
paganda spedisce nel Thibet. la stolico di Sardhanà coi luoghi del
Meerat la principessa Begum fab- di dominio, e già soggetti al
lei

bricò una chiesa, ed inMirret, sta- vicariato del Thibet. Morta la prin-
zione militare con grande chiesa, cipessa nel i836, i medesimi luo-
la casa pel missionario; di più la- ghi sono ritornati alla dipendenza
sciò al vicario apostolico prò tem- di questo vicariato.
pore de fondi che rendono scudi
quaranta annui. In Chunar si trova Notizie del vicariato apostolico
una casa, con orto e cimiterio pei di Patria o Palanà.
cattolici. Nei monti di Hymalaya e
Laudour, dove nei massimi calori Ottenuto monsignor Borghi vi-
si ritira la nobiltà inglese in luogo cario apostolico del Thibet-Indo-
ameno, il governo ha concesso im stano il permesso di recarsi in Eu-
terreno del valore di scudi quindi- ropa, non tanto per motivo di ri-

cimila, e vi si fabbrica una chiesa. stabilirsi in quanto per pro-


salute,
I*er la fabbrica d'una chiesa in curare alla importante missione
Purneah una principessa inglese Thibet-Indostana con la sua perso-
diede settemila rupie. Gli anabat- nale eflìcacia i piii copiosi mezzi
tisti eretici aprono chiese e scuole. per renderne sempre più florido il
I cattolici di Beltiah sono di ori- già soddisfacente stato ; e conse-
gine nepalesiavendo seguita la
, guito lo scopo di abbondanti sus-
sorte de' missionari quando furono sidii, come in denaro, così in sacre
cacciati dal Thibet. Questo vicaria- suppellettili , ed in colJaboraton ,

to indo-tibetano ha un procuratore de' quali seco condusse nel ritorno


in Francia. Della missione di Ga- alle Indie numeroso drappello; il

walier sono benemeriti alcuni uffi- prelato fece e replicò anche nella
ziali francesi, e specialmente il ge- sua partenza le più vive istanze,
nerale Filose originario francese: ha aftinché la congregazione di propa-
dato una somma di BySjOOO ru- ganda fide, considerata la vastità
pie per fondo di pii stabilimenti : del territorio a cui si estende la

75,000 pel vicarialo apostolico, e missione Thibet-Indostana, e la di-


3oo,ooo per pii stabilimenti per i stanza de' luoghi, si degnasse alle-
poveri e per la chiesa d'Agra. In viargli il carico dell'intiero regime

Landaw vi sono due chiese prole- della medesima, troppo gravoso, e


Stanti, collegio, ospedale miHtare, pressoché impossibile a sostenersi
,

IND IND 229


da un sol prelato, ripartendola per cooperatori. Per primo vicario apo-
ora in due vicariati, che pur vasti stolico si destinò il suddetto mon-

rimangono, ed ammettere possono signor Gaetano Carli vescovo d' Ai-


in seguito nuove suddivisioni. Ac- mira, come soggetto il più idoneo
cogliendo la congregazione sì fatte e sperimentato all'uopo, già coa-
istanze, e considerando i vantaggi diutore del vicario del Thibet-In-
che sarebbero derivati ai progressi dostano. Dipoi la congregazione di
della religione cattolica coll'erezio- propaganda darà a monsignor Bor-
ne di un nuovo vicariato, stante i ghi altro vescovo coadiutore per
bisogni di una vasta regione , ne sostenere il carico del rimanente
fece il decreto, e ne ottenne V apo- ben ampio territorio; ma eziandio
stolica sanzione nel corrente anno attiverà, secondo la brama di mon-
1845 dal regnante Gregorio XVI. signor Borghi, due novelle cattoli-
Il novello vicariato apostolico di che missioni nei distretti di Labo-
Patna o Patanà venne pertanto cir- re ed Hymalaya non ancora evange-
coscritto entro la politica giurisdi- lizzati.

zione della presidenza del Bengala, La provincia di Malwah è fe-


prendendo i due punti di longitu- racissima pe* suoi fiumi, per cui
dine dalla città di Rairaahal fino ogni anno si raddoppiano le rac-
a quella di Dinapore, ed estenden- colte de' cereali. E stata vicende-
dolo ai due più remoti punti di volmente occupata dai maometta-
latitudine del regno di Nepal , e ni , dai mogolli, e nel 1707 dai
della gran provincia di Bahar, con maratti, i quali la divisero in mol-
che comprende i due territorii del tissimi brani governati da piccoli
regno di Nepal, la piccola provin- capi; la maggior parte di questi
cia di Sikim, e la detta gran pro- negli anni 18 17 e 18 18 sono stati
vincia di Bahar. La superficie del costretti a porsi sotto l'alta prote-
vicariato fu stabilita di cinquecen- zione inglese. Ugein si considera
to miglia circa in lunghezza sopra come la città principale della pro-
trecento in larghezza, conlenendo vincia; è chiusa da mura di pie-
im considerabile numero di catto- tra, con vasto mercato, osservato-
lici, tanto europei che indigeni, e rio ed ampio palazzo in cui il capo
questi in maggior quantità de' pri- maratto fa la sua residenza. La
mi. Sette chiese già stabilite furo- provincia di Nepaid o Nepal , già
no rinchiuse nel nuovo vicariato florido regno, è un' ampia regione
cioè Patna, Dinapore, Bettia, Ciou- fertilissima, montuosa e sparsa di
ri, Baghelpore , Monghyr e Par- città e villaggi verdeggianti , coro-
neah. Sonovi altresì otto case , ed nati da montagne con nevi perpe-
alcuni appezzamenti di terra pas- tue. Gli abitanti sono coraggiosi e
sati in proprietà di questo vica- robusti, ed appartengono alla casta
riato. Per residenza del vicario a- dei bramini e rajaputi : la tribù
postolico, e sua dimora ordinaria, di Newars segue la poliandria, per
•venne assegnata la città di Patna cui sovente le femmine cambiano
dalla quale prese il nome il vica- il compagno. Uno de' capi del go-
riato. Ai religiosi cappuccini fu af- verno aristocratico di Garka, già
fidata la cura di coadiuvare il nuo- compresa nel regno di Nepaul, im-
vo vicario apostolico, oltre altri padronitosi del supremo potere j
33o IND IND
conquisto nel 1768 il Nepnul e Io Ma dura o Madui^-, di Travancù-
iTse suo tributario. La città forte re, dì Samorin o MaUihar, cioè di
di Kirlepur soIlVì l'atroce vendetta Caliciit^ e le coste tli Canara e di
dcU' usurpatore , che fece troncare Concan. Questa divisione compren-
il naso a tutti gli abitanti, cangian- de la parte maggiore conosciuta
done perfino il nome in Naskata- s<jtto il nome di Decan, e fu già
dur, città dei nasi tagliati. Fu quin- abitata da cinque grandi nazioni,
di il Nepaul sotto la protezione che si nominarono le cinque Dra-
della Cina, e finalmente dopo lun- vire del Punyabhumi o Terra san-
ga lotla divenne dominio inglese, ta dei bramini, divise in un numero
(latamandu è la città capitale, ove infinito di piccoli principati. Que-
nella invasione trasportò la sua re- sta diversità di popoli , indicata
sidenza il i*ajah di Gorka ; ora vi dalla diversità della lingua e dei
è un reggente inglese. Giace in caratteri scritti, ha resistito all'ur-
fiume Bagmut-
deliziosa vallata sul lo delle conquiste, e mostra in mez-
ty, con case fabbricate in pietra, e zo a tutte le vicende la stabilità
templi che hanno pavimenti di mar- delle varie sue istituzioni. I limiti
mo e diaspro; conta centomila a- e r importanza dei regni della pe-
bitanti.L*ultima provincia dell'In- nisola delDecan si sono cangiati a
doslan gangetico è Sirangar^ la più seconda delle politiche rivoluzioni.
lonlana della regione, le cui colli- L'antico regno di Narsinga, di cui
ne abbondano di miniere d'oro, di era capitale Vjianagra, comprende-
rame, di ferro e di piombo. Fu va varie provincie sotto il nome di
già tributaria dell' imperatore di Decan, ed è conosciuto nelle storie
Delhy, e dopo la caduta del trono de* portoghesi, degli arabi e dei
mogollo, lo divenne del Nepaul o gran mogolli,
turchi. Nell'epoca dei
sia del rajah di Gorka, cui il suo il Decan compose un vice-reame
principe fa un annuo ricco presen- maggiore o minore, giusta la for-
te. Siringar nomasi pure la città tima delle armi. L'odierno sovrano
«ve risiede il rajah, eh' è il capo- indica col nome di Decan, oltre i
luogo della provincia. Ha vicina suoi stati, le presidenze inglesi della
una ricca e famosa pagoda del penisola ,
gli stati dei maratti , il

rajah Ishvara ; gli abitanti si oc- regno di Mysore, ed una molti-


cupano indefessamente allo scavo tudine di piccoli principati che han-
delle miniere; e l'arena del fiu- no sovente portato nei geografi
me Aliknumdra contiene particelle confusione. che prima
Il sovrano
d' oro. si chiamava nizam, era anticamen-

Indostan meridionale. È questa te uno de' governatori subalterni


ia quarta gran divisione delle In- del gran mogol, il quale nel 1740
die orientali, circondata dal fiume ricusò obbedienza all'imperatore, e
Kislma, e da altri che gettansi nel si rese padrone assoluto dei paesi
Bima. Vi si contiene la provincia a lui confidati. Egli fu successiva-
di Fisapur o Bejapur, la più gran mente in guerra coi maratti , coi
parte di quella Golgonda^ e
di mysoresi e cogl'inglesi i quali mol-
quelle di Misere o Mysore, o me- to ne diminuirono la potenza. Nel
glio Mayssoiirj di Carnale^ di Co- trattato di pace firmato nel i8o3
efii/i; i principati di Tanjore ^ di fra i maralti e gì* inglesi, ed i pie-
,

IND IND 23i


coli slati deir interno del paese, i cipi, e poi contro la compagnia
di cui capi senza numero diconsi inglese ; il loro impero già rag-
poligarij sono ligi o tributari di guardevole è ora ridotto ad uno
questa nazione. La costa orientale slato dipendente dagl'inglesi, e go-
di questa contrada ha il nome di vernato da due rajah residenti uno
Coromandel, e la occidentale quel- a Punah e l' altro a Najpore. Pe-
lo di Malabar. La provincia di rò nel 18 19 gì* inglesi costrinsero
Visapur o Bejapur ha suolo fer- il Pesci va di Punah ad abdicare,
tilissimo, per cui le sue produzio- a con pensione lo rilegarono a Be-
ni sono a buon prezzo. A questa nares. Altix> distretto del Visapur
provincia appartierje il distretto di sulla costa del Malabar è Goa,
Coiìcan sulla costa del Malabar il quale fa parte del governo por-
ripieno di baie e porli, sovente in- toghese, il cui viceré abita nella
festati dalla pirateria, e dagl'ingle- città di Goa [Fedi). La provincia di
si e maralli nel lyoG conquistati. Golgonda, già Talingana ed oggi
Furono già celebri le miniere di Hyderabad , fu conquistata dai
di;'. manti di questo regno. Bejapur maomettani, che la eressero in re-
o A^isapur città capitale, una delle gno indipendente. Nel 1687 fu
più grandi d'Asia perchè contiene soggettata dal gran mogol Aureng-
tre città una dentro l'altra, con Zeyb, e fece parte regno di del
circa cinque leghe di giro. Però Delhy. Nel secolo di nuo- XVIII
non offìe ingran parte che rude- To scosse il giogo, il nizam fissò
ri e rovine gli abitanti vantano
: la sua residenza in Hyderabad, no-
la più rimota antichità e le più me che ^ dette al regno di Gol-
copiose ricchezze. I mar£^lli sono gonda. È governata la provin-
popoli bellicosi che nel regno di cia da un salabar, al quale gl'in-
Visapur hanno la città di Punah glesi aggiunsero una specie di am-
per capitale. Furono formidabili busciatore, e uomini di
diecimila
nell'India, e tuttora sono alquanto guarnigione N' è capoluogo la
.

potenti. Appartengono alla stirpe città di Hyderabad, con belli pa-


de' rajpputi, e tengono il mezzo fra lazzi e moschee ; vi ha pure Gol-
le alte e basse caste ; essi gradi- gonda fortissima città edificata su
scono di essere chiamati gli abi- d' una rupe, considerata come la
tanti del Decan, e si vantano della cittadella d' Hyderabad. Vi si con-
più grande antichità. I principi servano i tesori del nizam, e n'è
maralli sono indipendenti uno dal- vietato ad ogni europeo l'ingresso.
ma riconoscono in comune
l'altro, La provincia di Misore o Mays-
per capo supremo il Pescivà, sup- soiir è grande, e consiste in una
posto ministro del re di Sattam, vasta pianura circondata da colli-
il quale è un sovrano di puro no- ne donde sortono molti fiumi;
me, da lui guardato qual prigionie- clima temperato, e numeroso be-
ro. E questa la sola nazione guer- stiame. Prima del secolo XVII e-
riera dell'Indie, che sempre ricusò ra un piccolo stato, ma nel se-
sottomettersi ai maomettani. Essi guente giunse all'apice di sua gran-
stabilirono il loro dominio nel 1660, dezza, la quale però fu passeggera.
dopo un seguito di guerre disa- Gl'inglesi nel 174^» clopo aver vin-
strose e lunghe contro diversi prin- to Tippu-Saib figlio di Hyder-Aly,
^3a IND IND
smembrarono la magf![ior parte del o Forte s. Giorgio, presidenza in-
suo territorio, e ridussero alla me- glese deirindoslan meridionale, ha
tà lesile rendile.Quindi nel 1799 per capoluogo la città del suo nome
l'intrepido Tippu-Saib, 1* inimieo
nel golfo di Bengala. Questa cit-

più inveterato che gl'inglesi abbia- tà coniprendeva nel suo principio


no avuto nelle Indie, si seppelPi una lingua di terra sabbiosa ed
suo trono, do-
sotto le l'ovine del arida, lunga due leghe, avuta in
po che Seringapatam aprì median- feudo dal re di Carnate ; mentre
te un tradimento al vincitore le la presidenza ora contiene dodici
porte. La provincia di Misere fu al- milioni di abitanti. È suddivisa la
lora conceduta con durissime condi- presidenza in ventiquattro distretti,
zioni ad un rajah, vassallo degl'in- a ciascuno de' quali è addetto un
glesi, quali
i occupano le piazze giudice ed un ricevitore, che di-
forti e percepiscono gran parte
, pendono dalla corte suprema di
delle rendite. Seringapatam, fortis- Madras, la quale poi, per quanto
sima città capitale del Misore, giace riguarda gli affari politici, è sotto la
in formata dal Cavery, e
un'isola suprema giurisdizione di Calcutta.
racchiude una bella reggia, ed altri La città di Madras capitale del
vasti edifici. JVella caduta di Tip- Carnate, dopo la caduta d' Arcot
pu fu saccheggiata, e le truppe as- fu nel 1 640 fabbricata sulla ste-
sedianti vi raccolsero immenso bot- rile area sopraindicata. Consiste nel
tino; parte dei tesori, della gran- Forte s. Giorgio, o città bianca^
de biblioteca, e dei preziosi ogget- che racchiude cinquecento case di
ti fu trasportata in Inghilterra. La pietra, vasti magazzini e varie ca-
popolazione che allora giungeva a serme. Ivi risiede il governatore e
centocinquantamila individui, è ri- le autorità civili e militari inglesi,
dotta a trentaduemila. Havvi un e vi dimora la popolazione europea:
bel tempio dell'idolo Visnìi, la cui nella città nera poi costrutta al-
costruzione è contemporanea alla l' uso indiano abitano gì' indigeni,
fondazione della città ; ed il ma- gli armeni, i mistizi o meticci,
gnifico mausoleo che racchiude le i cinesi, gli ebrei neri, gli arabi ed
ceneri di Hyder, di Tippu e sua i mussulmani. Ciascuno ha il li-

moglie. Misore o Mayssour appar- bero esercizio di religione; gli in-


tiene al vicariato di Pondichery. glesi stanno sotto la giurisdizione
La provincia di Carnate o Kar- ecclesiastica di un arcidiacono di-
natico è considerevole, e compren- pendente dal vescovo anglicano di
de il territorio già posseduto dal Calcutta. Sì calcola la popolazione
nabab d'Arcot: il terreno in qual- di Madras a più di trecentomila
che parte è fertilissimo. Le mani- abitanti . L' aspetto di Madras che
fatture ed il commercio attraggo- fa mostra sopra un vasto terreno
no gli europei sulla costa poco unito , è assai ameno per la va-
favorita dalla natura, non poten- rietà delle sue costruzioni, la cui
dovisi approdare se non con pic- architettura è generalmente bella
cole barche piane, dette scelinghe. nella parte abitata dagli europei ed
]Vcl 1801 gl'inglesi ne divennero inglesi,ed irregolare e bizzarra in
intieramente padroni, lasciando al quella ove risiede il restante della
pabab una piccola parte. Madras popolazione, ma non ha alcuna ri-
IND IND 233
viera navigabile, ne porto. II forte al suo lato. Madras nel 1744 ^^
che dà il nome alla ciltà bianca assediata comandati
dai francesi
o F^orte s. Giorgio è una delle più da La Bourdonnaye, che la fece
formidabili fortezze delie Indie; fu bombardare, ed arrendere ai io
costrutto sul disegno del celebre settembre, ritraendone un ricco bot-
ingegnere Robins, e non ha biso- tino. Alla pace d' Acquisgrana fu
gno per la sua difesa che di una restituita all'Inghilterra, ma i fran-
guarnigione mediocre. In vicinanza cesinon la evacuarono che nel
evvi il palazzo di Tchepak, soggior- 1749, dopo avervi operato miglio-
no ordinario del nabab dei Car- ramenti nelle fortificazioni. Altre
iiatico. La città nera nel 767 1 ebbero luogo successivamente, onde
fu cinta da una buona muraglia nel 1759 il Forte Giorgio potè sos-
ed altre fortificazioni. Vi sono chie- tenere con vantaggio l'assedio, che
se, moschee e molti templi indo- i francesi comandati da Lally spin-
stani: diversi importanti migliora- sero con vigore. Dipoi gl'inglesi ai
menti si effettuarono a Madras da 3 aprile 1769 vi conchiusero un
qualche tempo, sia con costruzione trattato Hyder-Aly che la
con
di nuove chiese, sia con apertura minacciava. Madras si vuole la
di nuovi mercati, sia colla fonda- città più florida delle Indie dopo
zione di molti stabilimenti di cari- Calcutta.
tà e di pubblica istruzione . La
ciltà possiede la zecca, e fa consi- Notizie sul vicariato apostolico
derabile commercio. Dal i8o3 si di Madras.
apri al nord di Madras un canale
navigabile che fa comunicare que- Era una prefettura apostolica
sta città coll'Enore. Tra le amene dei cappuccini, ma ai 3 giugno fu
strade de' dintorni vi è quella che cambiata in vicariato, il quale con-
conduce al monte s. Tommaso, do- ta centomila cattolici, e ventimila
ve si eresse un mausoleo alla me- in Madras. La cattedrale dedicata
moria del marchese di Cornwallis. alla Beata Vergine degli Angeli, è
Gl'inglesi incominciarono Io stabi- un bello e ricco edificio, oflìciatu
limento di Madras «ella suddetta mattina e sera. Ha quattro chiese,
epoca con acquistarne il territorio tre delle quali succursali; forse pe-
da Sry-Rong-Rayil, discendente dal- rò il numero di queste si è ac-
la dinastia indostana di Bisnagar, cresciuto. Diversi luoghi hanno chie-
col patto che si ponesse il suo no- sa ed ospizio , e due con scuole.
me allo stabilimento; ma Damer- Il regnante Gregorio XVI nella
la Vencatadri, che pel primo avea congregazione de' cardinali di pro-
invitato a fondare una
gì' inglesi paganda^V]?e tenuta avanti di lui ai
nuova aveva già ottenuto che
città, 16 agosto i83i decretò di affida-
sarebbe chiamata Tchenappapatani re la prefettura de' cappuccini di
dal nome suo padre, che di fat-
di Madras ad un vicario apostolico
ti restò alla città nera. Francesco insignito del carattere vescovile ;

Day capo della spedizione fece da quindi venne eletto per tale mon-
prima costruire un forte che chia- signor Giovanni Poulden della con-
mossi Giorgio 9 s. Giorgio, indi gregazione anglo-benedettina, fatto
non lardò ad innalzarsi una ciltà vescovo di Gerocesarea in parlibus^
^34 IND IND
Dipoi medesimo Papa fece ve-
il conferenza, alle lezioni di Scrittura
scovo di Castoria in parùbus e vi- sacra , storia ecclesiastica e sacra
cario apostolico a* ^4 aprile 1841 teologia. Tutti gli ospizi, chiese,
monsignor Giovanni Fennely il , beni e ragioni che spettavano ai
quale ha, olire diversi missionari, cappuccini, passarono in potere del
gli oblati di Maria Vergine della vicario apostolico, la cui giurisdi-
congregazione di Torino. Fra i zione si estende a tutti i luoghi
missionari merita nominarsi il ze- che costituivano la prefettura di
lante p. di s. Michele cappuccino essi cappuccini. Vi si sono stabili-
di Savoia, che fatica molto per te diverse comunioni , ed i prote-
gl'indigeni. Per le istesse ragioni stanti nìantengono una missione
vi

indicate parlando del vicariato a- ben provveduta, che paga l'acces-


postolico di Calcutta^ adesso van- so e recesso dei missionari. La ca-
no a stabilirsi due
o coadiutori sa della missione, gli orfani, le
pro-vicari del vicario apostolico, che scuolthanno vistose rendite ; se
risiederanno nelle città d'Hyderabad ne hanno anche per altre opere
e Visagapatnam. I pii stabilimenti pie , assicurate nella cassa della
consistono in iscuole pubbliche e compagnia dell' Indie. 11 governo
private; neli' orfanotrofio fondato britannico concorre allo splendore
specialmente per le figlie di sol- del cullo cattolico con vistosi sus-
dati cattolici; in molti ospizi; nel- sidi,ed ha accordati annui asse-
l'alunnato de' cappuccini che man- gnamenti.
teneva venti giovani ; nel moni- Inoltre nelln provincia del Car-
stero fondato dalla vedova del co- natico vi è la città vescovile di s.

lonnello Smith j che vi menò un Tommaso o Mdiapor [Fedi). Tran-


tempo vita ritirata e virtuosa, u- quebar città posta sulla foce del
nita ad altre religiose sotto la re- Cavery con buon porto. Dessa non
gola della Visitazione legate da vo- era che un misero villaggio che i
ti semplici, le quali istruiscono cen- danesi comprarono nel 16 16 dal
tosessanta fanciulle; ed in tre con- rajah di Tanjore, con annuo tri-
fraternite. La vedova Smith morì buto di duemila pagodi, che paga-
nel maggio iB44 ^" Pondichery, no tutt'ora. Vi fabbricarono un
dove aveva fissato da qualche an- buon forte, e dopo tale epoca la
no la sua casa della Visitazione. Il prosperità di questo stabilimento
seminano ha una rendita lasciata ha sempre aumentato, contando da
dalla principessa Begum. Nel semi- ventimila abitanti. GÌ' inglesi la
nario non vi sono che figli di sol- conquistarono nel 1787, ma la re-
dati o europei, o mistizi o
altri stituirono alla Danimarca nel 181 5,
meticci, ma
nessuno indigeno. Negli indi la ricuperarono nel 1844* Ani-

ultimi anni ebbero luogo parecchie tra città del Carnatico sulla costa
conversioni dall'eresia e dal paga- di Coromandel è Pondichery, ca-
nesimo; come ancora furono accre- pitale degli stabilimenti francesi
sciute le scuole, per cui l'istruzio- nelle Indie, sul golfo di Bengala.
ne religiosa si trova in prospero È residenza del governatore dei
aumento, e vennero stampati più medesimi stabilimenti, d* un ordi-
migliaia di catechismi. Tutti i pre- natore, d' un ricevitore, e di altri

ti SODO tenuti ad intervenire alla ministri ; è pur sede d* una corte


IIND IND 235
reale « d* un tribunale di prima persone ricche, dimodocliè non pos-
istanza. Viene divisa in città bian- sono camminare senza essere sen-
ca e città nera^ le quali sono dis- tite un poco alla lontana. L'uso di
giunte da un canale, essendo la questi ullimi gioielli e quello dei
seconda abitala dalla gente del braccialetti ai piedi è un'invenzio-
paese. In distanza di qualche mi- ne che derivò dalla gelosia de'mari-
glia della città è degna d'attenzio- ti . Esei citano questi popoli libera-
ne la pagoda di Villenour, vasto mente il proprio culto nella colo-
monumento d' un' architettura in- nia; diversi abbracciano la fede
diana e bizzarra, le cui mura so- cristiana, massime quelli delle clas-
no coronate da leste di vacca scol- si interiori. Quasi sempre quivi
pite, e coperte di ornamenti del ptu'o è il cielo, e 1*
aria dolce e
medesimo gusto l' architettura di : salubre. Tuttavolta da 25 o 3o
questa pagoda ha molte cose co- anni a questa parte il cholera mor-
muni coU'architettura egiziana, e, bus visita ogn'anno Pondichery co-
almeno nelle disposizioni generali, me altri luoghi dell' India. Era
eoll'antico tempio di Salomone. Vi Pondichery un villaggio che i fran-
è la zecca, T orto botanico, parec- cesi comprarono unitamente al ter-
chi stabilimenti d'istruzione. I na- ritorio nell'anno 1627 dal re di
tivi hanno la pelle di un nero ros- Bcydjapur ; popolossi rapidamen-
sastro, portano certi segni dipinti te pei vantaggi che i nuovi pos-
sulla fronte e sul petto, secondo le sessori offrivano a quelli che veni-
caste e sette religiose alle quali ap- vano a stabilirvisi. Gli olande-
partengono; portano una
i facoltosi si presero Pondichery nel 1698,
lunga veste di mussolina; gli uomini l' abbellirono e ne accrebbero le
mendicanti vanno quasi nudi, tran- fortificazioni ; ma alla pace di Ri-
ne a mezzo il corpo che cingono swyk furono obbligali a restituirla.
con un Rìzzoletto. Le donne in Poscia i francesi ne formarono u-
Pondichery e nelle vicinanze si na delle più belle città e piii for-
fanno vedere in tutti luoghi pub- i ti dell'India, e per le sue ricchezze
blici senza nessuna differenza fra e per l'importanza sua politica e
le caste; l'uso contrario si trova cominerciale divenne la capitale
particolarmente stabilito nei paesi degli stabilimenti francesi nel paese.
dove si parla la lingua tenuge os- Slava in potere della compagnia
sia telinga. Ordinariamente le don- francese dell'Indie orientali, la qua-
ne hanno lineamenti regolari, be- le la faceva reggere da un gover-
gli occhi, ed una bella taglia ; van- natore patentato dal re, e da un
no decentemente vestite, ed hanno consiglio superiore di sei o sette
generalmente alle orecchie larghi membri; ispirava la prosperità di
buchi che adornano con quantità tal molla gelosia agl'inglesi
paese
di gioielli portano pure alle dita
; che vennero a porre di-
pili volte
molti anelli. Le donne indiane in nanzi a Pondichery 1' assedio ; il
generale portano oltre gli altri gio- primo nel 1748 non ebbe alcun
ielli braccialetti d' oro, o di altra effetto ; ma dopo lungo assedio nel
materia come di \etro ; portano 1761 s'impadronirono della città,
pure ai piedi braccialetti d' argen- e ne distrussero le fortificazioni.
to caricati di gioielli, s' intende le Resa a' francesi nel 1763 cadde
a36 IND IND
nuovamente in potere degringlesi cattolici parimenti. Pondicbery ha
nel 177H, e quindi fu nuovamente una vaga chiesa capace di conte-
nel 1783 alla Francia restituita; nere seimila persone, con cinque
ma furono appena in parte ripri- preti; ha pure altra pi«;cola chiesa
stinate le fortificazioni che al prin- delle monache carmelitane, in cui
cipio della rivoluzione entraronvi vi sono de'religiosi carmelitani scalzi.
gl'inglesi e la conservarono sino al Altri luoghi del vicariato hanno chie-
4 dicembre 1816, epoca nella se; Pralacoudi ha cinquemila fedeli.
quale venne resa alla Francia, IVel vicariato di Pondichery, dove

smantellata e priva d'ogni specie a maggiore, dove a minore distan-


di difesa; egli è sulle rovine di za, vi si trovano sparse molte cri-
«lette forti tlcazioni, dalla parte del stianità, che variano nel numero,
mare, che Desbassyns fece erigere e dove sommano a millecinque-
un passeggio magnifioo. cento, e dove arrivano a seimila;
ovunque si trova chiesa o cappel-
Notizie sul vicariato apostolico la ; ogni chiesa ha il suo catechi-
di Pondichery e Madurh. sta. Nella sponda occidentale e pre-

cisamente nel Malabar si trova


Pondichery è la residenza del Mahè, colonia francese, la quale di-
"vicario apostolico; quivi approdò pende dal superiore ecclesiastico
il nominato cardinale di Tournon della colonia francese di Pondi-
legato rt Intere visitatore apostolico, chery ; vi è un monistero per
ed ivi emanò i suoi celebri decreti l'educazione delle fanciulle special-
sui riti malabarici. La giurisdizione mente orfane , fondato no-
dalla
del vicariato comprende tutti i bil vedova del colonnello Smith.
Jiioghi già commessi agli alunni Il vicario apostolico di Pondicheiy
del seminario di Parigi ad exte- e Madurè è monsignor Clemente
ros. È per questo
Misore che il Bonnand , alunno del seminario
o Mayssour o Missouri, di cui ab- delle missioni straniere in Parigi,
biamo parlato, ed il Madurè, di vescovo di Drusipara in parlihus^
cui parleremo qui appresso , sono succeduto per coadiutoria nel 1837,
compresi in questo vicariato. La in virtù del breve di Pio VII del
{popolazione di Pondichery è di 2 maggio 18 15, l'anteriore vica-
venticinquemila individui nove- , rio o superiore della
apostolico
mila de'qnali cattolici indigeni. In missione per gì' indigeni fu monsi-
tutto il vicariato poi di Pondi- gnor Luigi Herbert vescovo di A-
chery, Madurè e Mayssour cat- i licarnasso in partibus. Il regnante
tolicisono duecentotrentamila. Al- Gregorio XVI fece coadiutore del-
tri dicono Pondichery molto più l'attuale vicario monsignor Stefano
popolata, facendo ascendere il nu- Lodovico Charbonnaux alunno del
mero degli abitanti a quarantamila detto seminario, fatto vescovo di
nella città, e altri trenta o qua- lassa in partibus a' io giugno i84r.
rantamila nel resto del territorio Prefetto apostolico delle colonie
francese ; e che fra queste popo- francesi nelle Indie è d. Giovanni
lazioni vi saranno diecimila cat- Norberto Calmels del seminario
tolici indigeni , e circa due o tre dello Spirito Santo di Parigi. Se-
mila europei o meticci o mestizi condo le nuove disposizioni della
IND IND 237
santa Sede, il vicario apostolico a- vescovo residente nelle città cen-
vrà due coadiutori o pro-vicari, trali delle missioni. Vi sono in
uno risiederà nel Mayssour cioè , Pondichery cioè nella sola città
monsignor Charbonnaux; e laltro, indiana: r. Un seminario o colle-
cioè monsignor Lugat di cui an- gio con settanta scolari tutti indi-
diamo a parlare, dimorerà in Pon- geni delle caste nobili, fra* quali
dichery. Oltre a ciò il medesimo diversi chierici, ed altri che si dis-
Papa ha fatto recentemente vesco- pongono al sacerdozio indigeno di
vo di Prusa in partibus monsi- liete speranze per la missione. 2.
gnor Melchiorre de Marion de Quattro scuole gratuite mantenute
Bresillac, e lo ha dato in pro-vi- dalla missione come il seminario,
cario a monsignor Bonnand per la e tutti gli altri stabilimenti se-
parte del Coimbaltour. Altri pii guenli. 3. Un monastero di car-
stabilimenti sono, due case per melitane, dove si trovano circa
orfane, un piccolo seminario, più venticinque monache tutte india-
scuole, monte di pietà, e comitato ne. 4* Un' altra casa religiosa di
di beneficenza. In queste provincie monache indiane egualmente e ,

i gesuiti aveano dei fondi, che si che si comincia adesso per for-
appropriò la rivoluzione francese, marvi maestre pie per le scuole,
e che rendevano annui dieciotto- 5. Due conservatorii per le zitelle
mila franchi. Nel Coromandel e in delle caste nobili e più basse, ed
tutte le Indie i protestanti vanta- in ciascuna si trovano circa ven-
no quarantamila proseliti. Questi ticinque zitelle. 6. Un ospizio do-
uniti ai gentili mettono in opera ve si dà 1' alloggio, vitto e vestito
ogni sorta di violenza e di seda- a quasi venticinque poveri vecchi,
zione, sia per impedire le con ver- 7. Un ospedale per altrettanti ia-
sioni, sia per eccitare i convertiti fermi. In una parte della casa e-
air apostasia. La divisione della piscopale, dove abitano pure i mis-
missione per gl'indigeni e per le sionari, si è stabilita la stamperia
colonie francesi fu fatta dalla con- lamulica, diretta da due missiona-
gregazione di propaganda fide nel ri, fra i quali il dottissimo sacer-
1828, ad istanza del re Carlo X, dote Dupuis ha scritto e stampato
perchè si volle cosi tornare al si- nella stessa lingua tamulica una
stema osservato avanti l'epoca del- bellissima opera contro i prote-
la rivoluzione, giacche le colonie stanti, intitolata ; Veda purattelei
fino a queir epoca erano state as- nìkkuin sangwì, ossia Rimedio con-
sisti te dai cappuccini francesi della tro V eresia. Nella città di Ben-
provincia di Tours. guelour o Bangalore, una delle
Recentissime relazioni sul vìca- più importanti del Mayssour, si è
riato apostolico diPondichery, ne stabilito pure un seminario pei fi-
descrivono l'attuale suo stato nel gli degli europei o mestizi. Colle
modo seguente. 11 gran numero di nuove disposizioni prese per il
pii stabilimenti, chiese, scuole, ec. Coimbattour si spera di potere
fondati quasi tutti da cinquant'an- stabilirne presto un altro per gli
ni a questa parte nella città di indiani delle caste che si possono
Pondichery, fanno vedere l'impor- chiamare di secondo grado. Tutti
tanza di avere possibilmente un gli stabihmeuti fuori del seminario
238 IND IND
di Bengnelour sono tìeslinati ngli sinodo spettarono a diversi punii
indiani. Diverse scuole sono aperte di disciplina, ma non furono al-
in tutta la missione dove si tro- tro che (|uasi T apertura d* una
vano allualinente ctMilovenlimila strada che si seguirà poscia, con
catlolici, più di trenta missionari moltissimo vantaggio per la chie-
delle missioni straniere, e quattro sa dell' Indoslan, e per il vicariato
soli sacerdoti indigeni. In tutte le apostolico di Pondichery special-
parti dell'I ndostan si trovano gli mente. In seguito dallo stesso si-

scismatici portoghesi. La causa rea- nodo fu mandato in Roma il sa-


le della decadenza del cattolicisnio cerdote francese Giovanni F. O.
in diverse missioni dell' Indoslan Luquet di Langres, del seminario
e delle altre missioni del mondo delle missioni estere di Parigi, ze-
è la mancanza di sacerdoti indigeni lante missionario di Pondichery, col-
e di un indigeno clero. l'incaricG di umiliare alla santa Se-
li principale scopo del sinodo che de le deliberazioni dell' assemblea,
si è tenuto in Pondichery nel me- insieme con diversi progetti impor-
se digennaio i844j ^^ ci' provve- tanti per r incremento e maggior
dere mezzi eflicaci di formare
ai slabilità della religione cattolica in
un buon clero indiano, secondo il queste parti dell'Indie. Il Pontefice
fine della santa Sede, quando sta- Gregorio XVI^ e la sacra congre-
bilì la congregazione ossia il semi- gazione di propaganda fid(i hanno
nario delle missioni estere di Pari- accolto questi progetti con favore,
gi. In questo sinodo, che farà cer- facendo concepire le più belle spe-
tamente epoca nella storia eccle- ranze ai missionari e benemerito
siastica dell Indostan, si trattò del- vicario apostolico di Pondichery.
l'importanza del clero indigeno in Gli atti del suddetto sinodo, do-
generale , e della necessità di un po la presentazione di un impor-
tal clero nell* Indostan particolar- tante memoriale scritto dal sacer-
mente. Poi si discusse sopra i dote Luquet sotto questo titolo:

mezzi più adattati per stabilire Eclaircissements sur de le synode


con frutto i seminari per gli studi Pondichery, furono approvali dalla
di teologia, altre scienze e belle let- congregazione di propaganda. Quin-
tere. IVI a siccome la gioventù scu- di sulla proposizione dei cardinali
ra avere ricevuta una educazione della medesima, fu proposta una
buona nella prima età, di raro istruzione generale per tutti i ve-
può perfettamente adattarsi poi a- scovi e missionari del mondo per
gli studi ed anche alle virtù neces- raccomandar loro l'applicazione dei
sarie allo stato ecclesiastico, e sic- principii esposti negli Eclaircisse-
come la necessità dell' istruzione si ments. In una adunanza dei car-
sente vivamente per tutta la popo- dinali di propaganda fide^ la sud-
lazione indiana tanto per gli uomi- detta istruzione fu da loro esa-
ni che per le donne, cosi il sino- minata ed approvata, quindi sot-
do ha fatto della questione delle tomessa alla suprema sanzione del
scuole in generale il soggetto delle Papa. In seguito dello stesso esa-
sue più importanti deliberazioni, me degli Eclaircissements, il sacer-
dopo quelle riguardanti al clero dote d. Giovanni Luquet fu pro-
indigeno. Le altre deliberazioni del posto spontaneamente dai cardi na-
IND IND 239
li al Pontefice per coadiutore di tutte le chiese, come verso l'augu-
monsignor Bonnand ycscovo di sto suo capo. Dappoiché al punto
Prusipara: ed il santo Padre si precisamente della spiaggia del ma-
degnò confermare la proposizione re dove lutti sbarcano quando si
,

della sacra congregazione. Quindi approda a Pondichery, si trova


il Papa ha fatto coadiutore del una vastissima piazza, dove fu
nominato vicario apostolico, e ve- una volta costrutta la cittadella; e
scovo di Esebon in partìbus, il di là si apre fino alla mentovata
lodato monsignor Luquet, per cui chiesa dei missionari una belhi
a' 7 settembre iS/\^ fu conse- strada piantata d'alberi, e in fijie

crato nella chiesa di s. Maria in sopra di una piccola elevazione del


Vallicella de'Glippini, dal cardinal terreno, la sola che trovasi nella
Giacomo Filippo Fransoni prefet- città, si apre il cortile terminato
to generale della congregazione di dall'elegante facciata della chiesa,
propaganda fide, coll'assistenza dei in mezzo al quale si erigerà ap-
monsignori Giovanni Brunelli ar- punto il busto del Pontefice. Mo-
civescovo di Tessa Ionica, segretario numento che contempleranno i ma-
della medesima, e Francesco Pi- rinai europei, gl'indiani, gli abita-
chi arcivescovo di Eliopoli. tori di queste regioni, ed i viag-
In segno di paterna benevolenza giatori d' ogni nazione.
il Papa si è degnato far dono all'il- Il Ma dure poi è un distretto, come
lustre prelato vicario apostolico ed si dirà, nella parte sud-est dell'lndo-
ai suoi degni operai i sacerdoti delle stan, nella presidenza di Madras, e
missioni estere nella missione di chiamasi anche Madurè il capoluogo
Pontlichery, della sua effigie in un con cinquantaquattromila abitanti ,

busto colossale di bronzo. Questo ventimila de'quali cattolici. Dipen-


busto venne scolpito con grandissimo de il Madurè in parte dal vicario
talento dallo scultore svizzeroVeyras- apostolico Pondichery, benché
di

satrecentemente convertito alla fede esso sia affatto separato con comu-
cattolica, ed è destinato a collocarsi ne accordo, confermato dalla santa
nella stessa città di Pondichery. Il Sede, dal vicariato apostòlico di

busto pei tanto verrà innalzato sopra Pondichery. Il vicario apostolico

di un piedistallo di granito, nel va- ha solamente sul Madurè una spe-


sto cortile aperto avanti alla bella cie di giurisdizione indiretta che
chiesa dei ntissionari ; e diverse consiste a dare una volta per sem-
iscrizioni in lingue europee ed in- pre al superiore della missione dei
diane conserveranno la memoria gesuiti i poteri spirituali eh' egli
del benefizio e della benevola me- poi trasmette ai suoi missionari.
diazione della congregazione di pro- JJon vi si trovano altri missionari
paganda fide. 11 sito dove si col- europei che i gesuiti, che ne so-

locherà il busto si presta molto no veramente gli esclusivi diret-


perchè da tutti sia conosciuto cpie- tori. I pallers e parreas sono il fio-

sto monumento di pontificia be- re della cristianità: in Pallam-Cot-


nevolenza, ed attesterà la pietà fi- tah i sanars delle cristianità sono
liale e la divozione dell* intiera così semplici e buoni che quasi
chiesa dell'lndostan verso la roma- parrebbe che non avessero peccato
na chiesa madre e maestra di in Adamo. Nel resto di questi
a4o IND IND
luoghi domina l'idolatria che ren- stretto di Manar dall'isola di Cey-
de diflìcile la conversione dei po- lan. Si è resa famosa per la quan-
poli, benché vi siano diverse chiese. tità di perle che vi si pescano, e
Nel Madurè gli scismatici di Goa di cui fanno gì* inglesi l'esclusivo
occupano più cliiese, e sono perciò commercio. Le provincie interne
contrari al vicario apostolico favo- dell'antico regno di Madurè sono
rito dal popolo, siccome obbedien- governate da piccoli piincipi, a for-
te alle provvide e benefiche ordi- ma delle italiane istituzioni del
nazioni della santa Sede. Il calto- medio evo. Madura città conside-
licismo fu portato in Madurè dai rabile possiede avanzi di belli e-
portoghesi; questa provincia passò difici e di qualche pagoda. Fu
sotto il dominio inglese nel 1801. prima dell' era cristiana capitale
Nella provincia di Marawa vi eb- della dinastia degli auliclii pandi :

bero nel secolo passato morite con- gl'inglesi come dicemmo ne fecero
versioni, ma soppressa la compa- il conquisto nel 1801, e demoli-
gnia di Gesù, che j'ure suo se le rono le fortificazioni. Cochin, pro-
poteva appropriare ricaddero , i vincia dell'I ndostan meridionale, è
convertiti nell'idolatria : la città di il primo paese ove dai buoni in-
Marawa n'è la capitale. diani si permise agli europei di
Altra provincia dell' Indostan me- formare uno stabilimento, e furono
ridionale è /i/wyore, popoloso e fertile i portoghesi i più solleciti a gode-
distretto del Carnatico,che mantenne re di questo vantaggio. Il rajah
perlungo tempo la sua indipendenza, nel 1791 si pose sotto la prote-
né fu mai soggiogata dai maomet- zione o dominazione inglese, di-
tani. Verso la metà dell' ultimo se- venne vassallo di quella nazione,
colo divenne tributario del Carna- e potè a questo prezzo conservare
tico e cadde con esso in potere
, un'ombra di potere. Cochiii o Goc-
degl'inglesi, che lasciarono la città cino (P^edi) è la capitale di qiie-
dello stesso nome al rajah, le cui sto piccolo stato. Quando nel i557
rendite ascendono a circa sessa n ta- o i558 fu eretta la sede vescovile
niila scudi. JXegapatam è una piaz- di Goccino la collegiata di s. Cro-
za marittima del Tanjore difesa ce fu elevata al grado di catte-
da buon porto: era il capo dei drale; furono allora istituite cinque
possedimenti olandesi nella costa dignità e dodici canonici, con che
di Coromandel, ma col trattato del formossi il capitolo, e tutti prov-

1785 passò in dominio degl'inglesi. veduti con prebende. Fu sua dio-


INel Madurè si trovano una venti- cesi il regno di Travancor, la pro-
na di gesuiti, centodiecimila catto- vincia di Goccino o Gochin, le i-
lici, diverse scuole ed altri pii sta- sole adiacenti, compresa quella di
bilimenti; e nella città di Nega- Geylan. lìlalabar, altra provincia
patam un piccolo collegio pei fi- dell'Indostan meridionale, così no-
gli degli europei o meslizi. Pro- masi la sua costa occidentale, che
vincia altresì dell' Indostan meri- componeva nei passati tempi uà
dionale è la costa della Peschiera polenlissimo impero. Goram-Petoa-
o diMadiira o Madurè; è questa mal divise lo stato fra 'suoi parenti,
la punta meridionale della peniso- ciò che ha dato luogo al gran
la dell' Indostan , separata per lo numero di regoli che oggi lo gor
IND IND 24t
-vernano, ripartito in pih regni e cattolica approdò in questi lidi nel
principati. Il clima è puro ed i i5o2, e si può dire quando vi
fiumi che vi scorrono sogliono dis- giunsero i portoghesi. La illustrò
seccarsi nella stagione estiva. E a- e dilatò s.Francesco Saverio e po-
^^ bitato dagli indù divisi in tribù, scia i suoi correligiosi gesuiti, per
'
che più di altrove serbano tena- cui nel i653 era arcivescovo di
cemente la divisione delle caste : Cranganor monsignor Francesco
la casta sacerdotale o sia de' bra- Garzia gesuita. Insorsero gravi dis-
mini namburini tiene il primo pareri tra questo ed i popoli, i

^'
luogo, e segue la casta militare o quali congregati vicino a
Goccino
dei nairi, dalla quale si scelgono giurarono di non ammettere più
i rajah: grave errore esiste nella fra loro i padri della compagnia
i
'

casta de' nobili, i quali hanno ta- di Gesù. Nacque scisma, giacché
le abbominio per quelle degli agri- i dissenzienti si fecero consacrare
coltori e degli altri eh' esercitano un arcidiacono, secondo il rito di
'.'
arti a segno di crederli inca-
vili, Babilonia: per apporvi riparo la
'
paci della vita eterna; essi voglio- congregazione di propaganda fide
no esserne separati nelle chiese e spedì due carmelitani scalzi, ad u-
fino nelle sepolture. Il Malabar è no de'quali riuscì richiamare all'o-
il primo paese calcato in questa vile molte chiese, ma non all'ob-

parte del mondo dal piede euro- bedienza del pastore. Quegli ch'era
peo. Vasco di Gama sbarcò a Ca- il padre Giuseppe di s. Maria fa
licut nel maggio 1498- ^ paese consagrato vescovo in partibus .
fu interamente soggiogato dai mao- Varie, lunghe, difficili sono state
mettani nel 1675 sotto Hyder- le vicende ecclesiastiche del Mala-
Alì, e nel 1790 dagl'inglesi, i qua- bar. Calicut, gran città della peni-
li lo assoggettarono da prima al stati del Sa-
sola, già capitale degli

governo di Bombay, e quindi a morino, posta sulla riva del mare,


quello di Madras. Lo stato più fu nel principio del XVIII secolo
possente era allora quello del Sa- quasi interamente sommersa. Venne
morino o imperatore, ma avendo quindi riedificata, ma nel 1773
questi per debolezza unito le sue conquistolla Hyder-Alì, il cui figlio
armi a quelle degl' inglesi contro Tippu nuovamente la distrusse,
; Tippu-Saib, fu nel 1792 dai vin- e trasportò a Visapour gli abitanti.

citori spogliato de' suoi possedi- Dopo che gl'inglesi s'impadroniro-


menti. La popolazione del Mala- no di tutto il paese, gli antichi
bar si approssima ad un milio- cittadini ritornarono, e fecero ri-
ne d' individui. I cattolici che so- sorgere le mura, per cui
patrie
^ no più di duecentoquarantatremi- nel 1800 già contavano più di
si

l
la seguono due riti, il latino ed cinquemila c^se. Il suo commercio
il siro-caldaico ; i siri altri sono è florido, ed il porto frequentato
i cattolici, altri scismatici. Le città dai vascelli che navigano dalla
principali sono Calicut, Cananor Arabia e dal mare Rosso.
ed altre, oltre un numero grande
di castelli, ed ovunque si trovano
sparse le chiese de' cristiani ed i

templi degli idolatri. La religione


yoi. xxiiv. iQ
24^ IND IND
Notizie sul vicariato apostolico Teresa dello stesso ordine, fallo
dì f^erapoli ossia del Maialar. vescovo di Europa in parlibus ai
7 giugno 1839, il quale è suc-
Questo vicarialo comprende le ceduto al precedente che mori
diocesi di Cranganor e di Gocci- ultimamente. 11 vicario generale
no, e si estende dal promontorio latino ancora risiede in Verapoli,
di Comorino fino al Canarà o ed esercita anche T uffizio di mis-
Kanarà. Verapoli è una piccolis- sionario. Nel vicariato di Verapoli,
sima isola, distante tre leghe da secondo le nuove disposizioni, vi
Goccino, ed è residenza del vi- sarà un o prò -vicario
coadiutore
cario apostolico. Questo vicariato residente Mangalore e 1* altro
in
ha molte chiese parrocchiali, altre in Gulam, continuando però a ri-
sono di rito latino, altre di siro- siedere in Verapoli il vicario apo-
caldeo, diverso dal rito de*siri che stolico . I pii stabilimenti sono,
abitano 1' Asia centrale. I soriani l'ospizio de'carmelitani scalzi dipen-
scismatici hanno un vescovo nel dente dai superiori d'Italia, dove
Malabar, con cento preti e cin- risiede il vicario apostolico; un
quantaquattro chiese : alcuni sono seminario pei chierici latini e so-
nestoriani, altri giacobiti. Vi sono riani ; un piccolo ospedale ; altro
moltissime cappelle, e addette ai seminario in Paliporto nel regno
carmelitani scalzi sono le parroc- di Travancor, dove si educano a
chie di Verapoli con chiesa dedi- proprie spese circa ventitre alunni
cata a s. Giuseppe, di Gitiate con soriani. Quasi in ogni parrocchia
chiesa della Beata Vergine, e di si trovano stabilite le scuole per
Papanale con chiesa di s. Giusep- ambedue i sessi. La pia vedova
pe. Gomprese queste le chiese del colonnello Smith fondò da
parrocchiali sono ventuna, e quella ultimo un monistero ; questo è
di Granganor è dedicata a s. Fran- ricco, ed è dedicato alia educazio-
cesco d'Asisi , la quale ha pure ne delle fanciulle specialmente or-
due oratori! anche altre chiese
: fane. Questo vicariato dal 1701
hanno oralorii. I soriani hanno in poi è stalo sempre diretto da
Irentanove chiese, dodici oratorii, e un superiore dell'ordine de'car-
cattolici2^679, ^0"^ novant' uno melitani scalzi , o alemanno o i-

sacerdoti. I cattolici latini erano taliano. L'esercizio del culto è li-

ultimamente 39325, con ventiset- bero. Amministratore de' beni sta-


te preti ; i chierici latini diciassette, bili e mobili è il vicario aposto-
i soriani quarantaquattro. Il re- lico pro-tempore. Non è permesso
gnante Pontefice Gregorio XVI, di ammettere in queste provincie
agli 8 marzo i83i fece vescovo alunni all'abito religioso: fuori del
di Amata in parlibus e vicario a- caso di necessità i preti siri non
postolico monsignor Francesco Sa- possono assistere le chiese latine.
verio di sant' Anna dell'ordine Vi era e forse vi è il costume
dei carmelitani scalzi , che poi ai che il parroco sia scelto dal po-
IO aprile 1840 traslatò all'arcive- polo, e confermato dal vicario a-
scovato in partibus di Sardia. Il postolico. Vi è in uso una dot-
medesimo Papa nominò suo coa- trina stampata in Roma in lingua
diutore monsignor Lodovico di s. malabarica e portoghese . Dalle
,

IND IND 243


ultime nolizie che
si cat-
rileva i tico,dappoiché anco in questa pro-
lolicij compreso il Canaià e quei vincia si fa opposizione al breve Mul-
cìiciasseltemila circa che lìon vo- ta praeclara : da ultimo lo scisma
gliono l'iconoscere il breve Multa perde vigore, e si spera in breve
praeclaray ascendono a trecento- vederlo estinto. Quando seguì la
mila, e che vi hanno quattrocento soppressione de' gesuiti che si erano
tra chiese parrocchiali e cappelle, stabiliti in questo regno , vi s' in-
ed un clero assai numeroso di am- trodusse la giurisdizione dell'arci-
bi i riti. vescovo di Goa, che occupò le lo-
Altra provincia dell'Indostan me- ro chiese, senza valutare
i reclami
ridionale è Canarà o Kanarày po- del vicario apostolico di Bombay, cui
sta in ottimo clima, esposta però non rimase che la chiesa di Sunkerì.
in gran parte dell'anno a violenti Nella giurisdizione ecclesiastica del
piogge. Il fertile suolo produce quan- Canarà si comprende quella di Sun-
tità prodigiosa di ottima droga da, piccolo regno, la quale dipende-
per cui è chiamata la costa del va da detto vicario apostolico che
pepe. Gli abitanti, tranne quelli del- vi esercitava il ministero a mezzo
le caste disprezzate, nuotano nel- dei carmelitani scalzi: i cattolici di
r abbondanza, e menano \ita feli- Sunda sono piti di milleottocento.
ce. Nel 1763 Hyder-APi soggiogò I cattolici del Canarà e di Sunda
questo regno, e nel 1799 §'^ ^^' oggi forse provvisoriamente sono
glesi lo unirono ai loro possedi- sotto la giurisdizione del vicario
menti. Mangalore è la città capo- apostolico del Malabar. L' ultima
luogo della provincia, che giace su provincia dell'Indostan meridiona-
d' una piccola penisola, in mezzo a le è Travancor^ abbondante di di-
cui s'innalza un forte all'imboc- versi prodotti, come di biade, zuc-
catura d'un fiume, c^vicino ad un caro, pepe, sale, cardamomo, noci di
bel lago d' acqua salsa. Chiamasi cocco, cassia, incenso ed altri aromi.
anco Curial-Burider, ed è ben edi- Mai i maomettani vi estesero le loro
ficata e propria al commercio. Do- conquiste, e però la religione in-
po Goa e Bombay è il miglior diana vi si mantiene nella sua ori*
porto della costa, dal 1799 ap- ginalità. Il cristianesimo ha fatto
partiene agl'inglesi. Mangalore for- in questo paese notabili progressi,
se diverrà la residenza del vicario forse più che in altra parte delle
apostolico che richiedono quei cat- Indie. Il governo nel principio del
tolici. La provincia di Canarà è secolo XVIII era caduto in mano
abitata da seicentomila idolatri ,
di donne, e dopo vari avvenimen-
trentamila maomettani, e ventimila ti vi si è esteso 1809 quello nel
cattolici.Nel Canarà sono dieciotto inglese. La Trivandapatam
città di
chiese, tutte con cura d'anime; in è ragguardevole ed assai popola-
Mangalore due. Per altro solo quat- ta è degno di osservazione il pa-
:

tordici pairocchie emezzo aveano lazzo di residenza del rajah dopo


riconosciuto r autorità del vicario averla dichiarata capitale, per cui
apostolico del Malabar : queste co- l'anticocapoluogo della provincia,
stituivano una popolazione di die- e che ne porta il nome, è in de-
cisettemila trecento cinquanta indi- cadenza. Il Capo Comorino è il

vidui; il l'estoèforse ancora scisraa- paese che ì malabari chiamano Ab-


a44 ^ND IND
marij e termina maestosamente la sabbie d'oro, ne mancano miniere
costa e catena delle Galle. Vi si di tal metallo, come di altri; ed
adorava la dea Fervali, che la mi- i zaffiri ed i rubini sono così pre-
tologia sognava fra gì' indiani aver ziosi ch'eguagliano il diamante ia
santificalo colle sue lustrazioni il valore. Sei sono i suoi porti prin-
promontorio ed il mare sottoposto. cipali, ma siccome il governo evita
I
Ma s. Francesco Saverio in una le estere comunicazioni, il solo por-
delle rupi piii sporgenti vi edifi- to di Rangun è accessibile agli
cò un tempio alla Beata Vergine, europei. governo è dispotico, ed
Il

propagandone mirabilmente il culto. i figli del sovrano sono nominati


Indo China o India esteriore, a reggere le provincie, delle quali
detta anche penisola indiana al di godono le un de-
rendite, inviando
là del Gange, è la quinta gran di- putato ad amministrarle. V'ha pe-
visione delle Indie orientali. At- rò un consiglio composto di nobili,
tualmente comprende l'impero dei ma le dignità sono personali , e
Bìrniannij nel centro il Siamese, tornano alla corona dopo la morte
all'est i regni di An-nam, ed al dell'investito. Il tsaloe o catena
sud la penisola di Malacca: il Ti- d'oro, è il distintivo ed
de' patrizi,
bet, ed i mari della Cina e delle il numero delle anella ne accenna
Indie ne segnano il confine. Oscu- il grado; il re ne porta ventiquat-
re sono le notizie antiche di que- tro. Lesono chiare, morali
leggi
st'ampia contrada: pare che dal- ed energiche. L'alfabeto birmanno
l' Indostan abbiano ricevuto l' alfa- contiene trentatre suoni semplici ;

beto, la religione e la letteratura ; scrivono da sinistra a destra, come


ma la loro lingua, ch'è il segno più in Europa. Amano lo studio delle
caratteristico della derivazione del- leggi e della religione, ma trascu-
le nazioni, non è stata fin qui ab- rano l'educazione del popolo. In
bastanza comparala. Il paese era ogni Kium o monistero v'é una
Doto agli antichi, anzi sembra che biblioteca: quella del re è rimar-
qui appunto si arrestassero le geo- chevole pei volumi ,
per 1* ordine
grafiche cognizioni a tempo di To- della classificazione, e per gl'indici
lomeo : più modernamente la pri- regolari. Le nozze tra fratelli non
ma contezza è dovuta alle scoper- sono interdette nella famiglia rea-
te dei portoghesi. Porta il nome le, per conservare la purezza del
d' impero Birmanno la vasta e bel- sangue ereditario, ed è pur per-
la regione occidentale dell' Indo- messa la poligamia. I birmanni non
China, antichissima sede della guer- sono seguaci di Brahma, ma di-
riera nazione dei birmanni o bra- scepoli di Budh, riguardato nelle
mini al di là del Gange. Dopo la loro sette come il nono A vaiar, e
separazione dell'Indostan dalla Per- discendente dall'idolo anzi detto,
sia, può impero riguardarsi
quest* e suo mediatore cogli uomini. Dan-
come la quinta grande potenza di no Ente supremo 1' attributo
air
Asia. Puro è il clima, salubre ed della misericordia , ammettono la
adatto al temperamento europeo; futura vita , i premi e le pene, e
gli abitanti sono vigorosi e robu- credono alla metempsicosi ; preten-
sti. Abbondanti ne sono le produ- dono che Budh vivesse mille anni
zioni; i fiumi del Pegù hanno avanti l'era volgare.
IND IND a45
Verso la metà del secolo XVl ni colla parie settentrionale dì Siam;
questo popolo già soggetto al Pegù, nondimeno il regno de' siamesi non
Bel tempo che i portoghesi veni- perde molto dell' antico potere. In-
vano dagli olandesi cacciati, ed in- tanto la colossale potenza britannica
cominciava a stabilirsi in Syriam nelle Indie cominciò a minacciar
ed in Ava qualche fattorìa inglese, l'impero birmanno. Dopo varie u-
spiegò stendardo di rivolta, ed im- milianti concessioni alle quali si vi-
padronissi d'Ava e di Marabatan. de obbligato^ poco mancò che nel-,
Sino al 1740 godettero i birmanni r ultima guerra non vedesse cessa-
la fatta conquista, ma in seguito ta la sua esistenza. Gli inglesi pa-
di civili discordie risorsero nel lySo droni del littorale, marciando di vit-
i peguani, e vinti i loro nemici fe- toria in vittoria, malgrado l'in-
cero il re prigioniero, mentre i trepida resistenza della guarnigione,
figli Siam cercarono asilo; indi
in s'impossessarono del forte d'Arracan,
Bingandella re del Pegù trionfò, le di cui mura furono dal nemico
e lasciò al fratello Apporaza un tro- lasciate vuote di abitanti. Sir Camp-
no glorioso. A quest'epoca il famo- bell coH'esercito s'innoltrò per con-
so birmanno Alombra attaccò in quistare Umrapora capitale degli sta-
dettaglio e rotti i peguani, ricon- ti,ed il generale birmanno Mung-
quistò Ava vincendo Bingandella, in- Cra-Ro, dopo aver fatto la sua con-
Mar-
di prese la capitale del Pegii. giunzione coi siamesi alleati pre-
ciò contro Siam, e nel 1764 mori parossi inutilmente alla difesa, per-
lasciando un bambino per nome chè non ottenendo soccorsi dalla Ci-
Momien. Allora Scherabuen fratello na, fu costretto segnare la pace fra
del defunto si fece reggente, ed u- le potenze belligeranti a' 3 gennaio
surpò il trono; combattè i siamesi, 1826. In seguito di questa vennero
entrò nella capitale dopo aver ro- cedute agh inglesi le quattro Pro-
vesciato un'armata cinese che gli vincie d'Arracan, di Merghi, di Ta-
opponeva Però nel 1771
resistenza. vory e di Yea non che le pro-
,

il re di Siam colse contro i birman- vincie o regni d'Assara, di Casciar,


ni onorevoli allori; Scherabuen mo- di Zitung e di Munnipore per es-
ri in Ava nel 1776, venendo ucciso sere governati dai rajah nominati
il figlio Chenguza ch'eragli succedu- dalla compagnia delle Indie, presso
to, quale odiato per le sue ingiusti- le corti de'quali assisterebbero i re-
zie. Ne occupò il trono lo zio Schem- sidenti inglesi con una scorta di cin-
buen-Minderadgi, che amando am- quanta armati. Fu inoltre accordato
pliar i suoi dominii, nel 1783 con- libero accesso agl'inglesi nei porti, ai
quistò Arracan, e volgendosi con- quali fu promesso un compenso di
tro Siam, minacciò con una flotta un milione di hre sterline, dichia-
r isola Junkailon che fa ricco com- randosi la pace comune alla nazione
mercio di stagno e di avorio. Due siamese. Tali successi superarono la
volte fu vinto, per cui nel 1793 i aspettazione degl' inglesi, che però
birmanni ed i siamesi conchiusero a cagione della infedeltà de'birman-
im trattato, in virtù del quale tutte ni sono obbligati di far loro ese-
le cittàmarittime della costa occi- guire colia forza delle armi il trat-
dentale fino a Merghi restarono ai tato, ed anche da ultimo hanno ri-

primi, e l'impero estese i suoi confì- portata segualati vantaggi e coB'


,

246 IND IND


quiste sulla bellicosa nazione colla Lukiang. 5. Àrracan, una delle più
quale ha avuto pur luogo nuova considerabili provincie dell'impero
pace. birmanno, con fertile paese, abbon-
L'impero birmanno ha per capi- dante di bellissimi elellinli: gli abi-
tale Ummerapoura o Umrapora, od tanti adorarono Budh o Godama
anche Amarapura, fabbricata dal- e condannano a penosi lavori le
l'imperatore Minderais-Prau, che vi donne. Nel i8o3 l'occuparono i bir-
trasferì da Ava la sua sede nel 1 785. manni ; ora gl'inglesi vi nominano i

Giace sulla riva del fiume dell'Ir- il rajah, e tengono un residente nel 1

raovaddy, ed offre un aspetto pitto- capoluogo. 6. Pegh o Begh, già regno


resco, perchè vicina ad un lago di ora provincia birmanna, con sudo
tre leghe di estensione, onde alcu- fertile, e se ne traggono rubini, zaffi-

ni dicono somigliare in parte a Ve- ri, e cristalli di rocca: il legno tek


nezia. £ cinta di fosse e di mura, forma la sua principale ricchezza.
con fortezza la cui forma è un qua- Gli abitanti adorano Budh o Go-
drato perfetto. Nel centro sorge il dama. Alompra nell'anno 1757
palazzo imperiale composto di più conquistò questo regno, ne mise a
corpi di edifici in legno, sormontati morie il sovrano, e rium gli sta*

da una cupola dorata, ed in ogni ti all' impero op-,


gettando nell'

angolo vi è un tempio di cento pie- pressione que'popoli degni di mi-


di d'alfezza. Le torri , i campanili glior sorte.. I tre suoi porli prin-
e gli ornamento.
obelischi gli sono di cipali sono ora accessibili agli in-
"Vi sono ne'dintorni molte cave di glesi. Nella città Pegù
capitale di
bel marmo, e la popolazione ascende il vincitore Alompra condannò a
a cento e cinquantamila abitanti. Il barbara strage circa centocinquan-
lustro di Amarapura ha causato la tamila abitanti: soli templi per i

rovina dell'antica città d'Ava, ì di la loro solidità rimasero intatti, e


cui materiali servono ad ampliare fra essi distinguesi quello di Scho-
Amarapura o Umrapora. Era cele- niadu, costrutto a foggia di pira-
bre in Ava la statua dell'idolo Go- mide; al presente la città si va ri-

dama d'un sol pezzo di marmo costruendo. E meritevole di men-


bianco, alta ventiquattro piedi. E dif- zione Rangun, città della provincia
clle fissare il numero degli abitanti diPegù, per essere il più importan-
dell'impero birmanno: un calcolo e- te porto dell'impero birmanno, si-
sagerato li portò a diciassette milio- tualo sul fiume dello stesso no-
ni, altri a nove, altri a otto, altri a me, e aperto agli europei. Il famo-
sei milioni. L'Impero suole dividersi so tempio di Shoe-Dagun è lonta-
in dieci provincie. i Ava^ che ha la
. no una lega dalla città, edificato in
grande e florida città di Proma, la forma di cono, e risplendente per
quale forma co'suoi dintorni l'ap- dorature. Rangun divenne prospe-
pannaggio del primogenito dell'im» ro dopo la distruzione del Pegù,
peratore, e possiede un serraglio di risiedendovi il viceré della provin-
elefanti. 2. Cassay àelidi anche Me» cia ;
gl'inglesi presero la città nel
ekley o Muggalow, ora soggetta agli 1824. 7. TongOf vasta e fertile pro-
inglesi, ed ha per capitale Munni- vincia eretta in principato che spet-
pore. 3.run^Scian, montuosa. 4- ta al figlio dell'imperatore j la città
Lowascian , attraversata dal fiume dello stesso nome è il capoluogo,
IND IND ^4?
munita di fortezza con «n bel pa- patriarca d'Alessandria spedito da
lazzo suir Irraovaddy. 8. Marta- Clemente XI nel 17 19 alla Cina )
ban o Marlahan, provincia conqui- questi spedì da Canton il p. Sigismon-
stata daibirmanni nel 17^4, sul- do Calchi barnabita ad evangelizza-
l'alto Siam, lungo la riva orientale re i fedeli del Pegù. I portoghesi che
del golfo di Bengala, fu già regno vi erano stati anteriormente non a-

indipendente. Puro è il clima, fer- vevano che assistito i loro conna-


tile il suolo, con ricche miniere. E zionali dispersi nel regno. Dopo non
innaffiata da più Humi, ed il capoluo- poche avverse vicende il p. Sigis-
go, che porla il nome stesso, ebbe il mondo ottenne la libertà d'esercita-
vanto di fiorentissima città. 9. Ta- re l'apostolico ministero dal sovra-
iiasserim^ con capoluogo di egual no, alla cui presenza non dubitò
nome, fu già ricca città commer- predicare, rapito da zelo, la verità
ciale, posta sulla rivad' un bel fiu- della fede cattolica; indi l'abbate Vit-
É me. Vi è pure Merghi, città e por- toni suo compagno e pio religioso, ad
to di mare, situata nel basso Siam, istanza dello stesso re si recò in Roma
ove i francesi ebbero già una fat- con donativi, e sollecitò i padri bar-
toria; è in ottima posizione pel nabiti a spedire missionari, e pro-
commercio, io. Junk- Ceylan^ il cui fittare della buona disposizione del
capoluogo è neir isola di questo governo. Ai medesimi Benedetto
nome. XIV nel 1741 esclusivamente l'af-
fidò, ed il primo vicario apostolico
Notizie sul vicariato apostolico fu il p. Gallizia, che riuscì benemerito
di Ava e Pegu. della religione nel Pegù. Ai nostri
giorni i pp. barnabiti formalmente ri-

Gli avesi ed peguanì o talain


i nunzìarono a questa missione, per cui
sono quasi tutti della setta diBudda. la congregazione di propagandante
In Cassay ed Assam si trovano mus- nel pontificato di Pio Vili vi spe-
sulmani in gran numero: ì monaci dì come vicario apostolico, con altri
detti rachaans hanno cura della gio- missionari, monsignor Federico Cao
ventù; i sacerdoti osservano il ce- scolopio, fatto vescovo di Zama in
libato. E vietata la poligamia, per- partibus 18 giugno i83o. Ultima-
a'
messo il concubinato ; dopo morti i mente la medesima congregazione di
poveri si seppelliscono, i ricchi si bru- propaganda commise la missione al-
ciano. Siccome i regni d'Ava e Peg-ù la congregazione degli oblati di Ma-
sono stati spesso il teatro delle guer- ria Vergine di Torino. Moulmain,
re tra quei popoli, i funesti effetti città rinascente nella provincia di
I
si provarono anche dalla religione Tanasserim , ceduta agl'inglesi, è la
cattolica. Nel i548 san Francesco residenza del vicario apostolico, abi-
Saverio chiese missionari al p. Ro- tata da ventottomila individui, es«
driguez pel Pegù, ma non si cono- sendo più di mille cattolici. Compre»
sce se questi vi si portassero. For- si questi in tutto il vicariato d'Ava
se la missione non ebbe un prin- e Pegù isono circa due-
cattolici
cipio più solido che nel 1722, quan- milacinquecento, centocinquanta dei
do nel pontificato d'Innocenzo XIII quah sono in Amarapura ov'è una
(riuscita non troppo felicemente la elegante chiesa di legno. Altri dicono
legazione di monsignor Mezzabarba che i cattolici superano i tremila.
248 IND IND
In Moulinain una chiesa ingran-
vi è d'ogni metallo, buoni marmi, ca-
dita nel 1B39; così l'hanno Rango* lamite, agate e zaffiri. Sommona-Co-
ne, Kiandaroa eh* è di mattoni con dom idolo de' siamesi, è lo stesso che
casa, Mounhla con casa, Kiangoa Buddah la religione dominante è il
:

con casa, Nabek anche con casa, e buddismo misto con alcune pratiche
isabaroa fabbricata da un gentile. Il di bramismo. Credono alla trasmi-
regnante Pontefice Gregorio XVI grazione delle anime, ammettono la
f«ice vicario apostolico monsignor poligamia, ma
prima sposa è sem-
la

Gio. Domenico Faustino Cerretti pre in rango superiore alle altre don-
della congregazione degli oblati di ne tenute in poco conto, e dedicale
Maria Vergine di Torino, e vescovo alla servitù ed ai lavori. Hanno dei
di Autinopoli in partibus a' 5 luglio monaci detti telapoini, a'quali è de-
1842. Olire i delti oblati vi sono dicata la educazione de'fanciulli let-
altri missionari, alcuni de'quali reli- teraria, civile e religiosa: i sacerdoti
giosi. I pii stabilimenti consistono, o telapoini vivono ne' monisteri, e
nella casa di Moulmain capace di professano il celibato. Il trasporto
tenere otto alunni e tre missionari, pegli edifizi sepolcrali giunge all'ec-
oltre la comodità di avervi una cesso , si fonda nell'opinione che il

stamperia; evvi altra casa destinata godimento della vita futura sia in
per le maestre. In Amarapura altra proporzione della pompa nel tumulo
casa è stata fabbricata a spese dei fe- adoperata. Mentre i grandi palazzi
deli. Anche inRangonefu fabbricata sono costruiti in legno, si adoperano
altra casa nell'orto ov'è pure il ci- pietre per l'erezione dei monumenti
mi ter io. Sono state aperte delle scuo- funebri e de'lempli, i quali sono in
le; diversi sono gli ospedah comuni forma piramidale. Famosa è la tom-
a tuttigli abitanti. La popolazione ba di un telapoino presso Cambuci.
di Moulmain è un composto di mao- Consiste in un recinto di legno qua-
mettani, idolatri, ebrei e protestan- drato, circondato da moltissime tor-
ti che vi si portano dalle isole bri- ri, le più alte delle quali sono le
tanniche e dagli Stati-Uniti di Ameri- quattro angolari. Queste torri sono
ca. Questi vi hanno tante forme di riunite le une colle altre, mediante
culto,, quanti essi sono. Due alun- casette in cui sono scolpite goffe figu-
ni di questo vicariato ricevono in re di animali e di mostri ; entro vi è
Homa educazione nel celebre Colle- la cappella, ornata anch'essa di pic-
gio Urbano (Fedi). cole torri di legno, e nell'interno
Siam
è un regno dell'Indo-China, della medesima sta il cadavere in
il cui paese è situato in fondo ad una bara di legno aromatico, posta
un golfo che separa in due la peni- sopra un rogo abbellito da varie
sola chiamato dagli
indo-chinese, colonne. Nell'armata siamese sonovi
indigeni Yudra-Pi, o Meuang-Tai, quattromila elefanti addestrati alla
cioè regno degli uomini liberi, e guerra: hanno molte galere ricca-
pvima dell'ingradimento dell'impero mente adorne. I siamesi mostrano
birmanno era riguardato come il molto ingegno in ciò che intrapren-
più bello e il più florido fra i paesi dono; eseguiscono piccoli lavori d'o-
di là dal Gange. fiume Menam 11 ro ed esatte miniature. Il re è il pri-
lo attraversa e feconda con perio- mo mercante dello stato: il governo
diche iuoudaziouì. Vi sono miniere è dispotico, ed ereditario nella sola
.

IND IND 249


linea maschile; al re rendono
si Concauma, risiedendo in ognuna un
onori quasi divini, dappoiché tutta governatore. L'antica capitale del
la sua corte si prostra quand'egli tre regno era Siam chiamata pure Ju-
volte al giorno fa una momentanea thia o Odia, che giace in una bas-
comparsa. Egli sposa ordinariamen- sa isola formata dal Menam, eoa
te le proprie sorelle, per non offu- centomila abitanti. Un muro fian-
scare lo splendore del suo sangue. cheggiato di torri la circonda, e parec-
Mantiene nel suo palazzo gran nu- chi canali l'attraversano. Vi sono
mero di elefanti, e quello di cui si tre grandiosi palazzi, e molte ma-
serve è tutto bianco, venendo pa- gnifiche pagode. E l'emporio del
sciuto per distinzione in vasi d'oro. commercio siamese. Al presente cit-

I popoli sono sobri ed alieni dal vit- tà primaria e capitale del regno
to animale e dalle bevande spiri- è Bankok o Bakok: essa è aperta,
tose; le loro leggi sono severissime. e soltanto difesa contro i vascelli di
La storia de'siamesi non è meno fa- guerra dal riparo del fiume Meinam.
volosa degli altri asiatici, e la loro Vi sono delie belle strade, e mol-
era incomincia 544 ^ni^i avanti quel- ti grandi edifizi, fra i quali il pa-
la volgare, prendendo la data dalla lazzo del re, e qualche tempio; uno
supposta disparizione di Sommora- di essi è rimarcabile pei suoi orna-
Codom. Nell'anno 7 56 dopo la na- menti e per contenere millecinque-
scita di Gesù Cristo si nomina il lo- cento statue, ed alcune colossali
ro primo re. Dopo le scoperte por- Luvo, altra città assai popolata, posta
toghesi si narrano le guerre col Pe- in bella pianura sulla riva del fiume,
gù, e le sofferte usurpazioni di cui è la residenza regia dell'estate. Ol-
facemmo di sopra menzione. JSel tre quanto dicemmo di Siam nel-
i568 dopo molto sangue sparso, il r articolo Cina , e dell' ambasceria
regno di Siam divenne tributario mandata dal suo re al Papa Inno-
dei peguani, ma nel 1620 il rajah cenzo XI, aggiungeremo qui appres-
Hapi liberò la corona da tale umi- so le notizie dei due suoi vicariati.
1680 Costantino Fal-
liazione. ]Nel
cone da Cefalonia aprì un comnier- Notizie sul vicariato apostolico
cio colla Francia per ambiziosi di- orientale di Siam.
segni, ma discoperto fu decapitato.
Prima il re di Siam era tributario La varietà di tanti popoli e di
dell'imperatore della Cina, cui man- tante lingue, il fanatismo mao-
dava ogni anno solenne ambasceria mettano, l'affascinamento in cui i
in segno di vassallaggio. Sebbene bonzi tengono le genti birmanne
i birmanni sempre s'ingrandirono e siamesi, il tolierantismo del go-
col territorio siamese, non riusciro- verno britanno, e quell' esercito
no mai ad interamente soggiogarlo. di anabattisti, episcopali, presbite-
La popolazione è circa due milio- riani dell'America e dell'Inghilter-
ni di abitanti, altri dicono tra i tre ra, che spargono tanti errori nei
e i cinque milioni. 11 paese si divide loro libri e nelle loro scuole gra-
in alto e basso Siam , e contiene tuite, sono di gravissimo ostacolo
dieci Provincie: cioè Supthia, Ban- agli avanzamenti della religione
cale, Pogcelon, Pipli, Camphin,Rap- cattolica, che altronde vi è tolle-
pri, Tennaperim, Ligor, Camburi e rata. Tuttavolta tali protestanti a
a5o INU IND
fronte delle loro prodigalità non XVI monsignor Glo.
fece l'attuale
hanno seguaci che le mogli ed Battista Pallegoix, alunno del semi-
ì figli : i loro libri sono tradot- nario delle missioni straniere in Pa-
ti in diciassette lingue. I cattolici rigi, vescovo di Mallo in parlibus
nel Siam soffrirono crudelissime per- a* 3 giugno 1 836, e vicario aposto-

secuzioni massime nell' anno 1690, lico a' IO settembre i84i. Vi si tro-
nel quale fu disperso il collegio nu- vano missionari francesi ed indigeni.
meroso che vi era stato eretto dai Esiste in Bakok un collegio ca-
primi vescovi delle missioni stranie- pace di ventiquattro alunni: questa
re, e fatto prigione il vicario aposto- città e Chantabun hanno scuole pei
lico monsignor Metellopoli, sebbene fanciulli d'ambo i sessi. Nella detta
i re di Siam per lo più furono in- capitale evvi una casa dove vivono
differenti nel permettere l'esercizio coi lavori delle loro mani sedici
della religione cristiana. Tuttavia vergini, che istruiscono gratuitamen-
nel 1691 le cose cattoliche tornaro- te. Il seminario delle missioni stra-
no in tranquillità, anzi nella malat- niere di Parigi fornisce di soggetti
tia che condusse al sepolcro il det- i due vicariati di Siam, e manda
to vicario apostolico, il re lo fece loro sussidi!, che uniti alle obbla-
visitare ed assistere dai propri medici, zioni de' fedeli sono di sostentamen-
e dopo la sua morte prese sotto la to al clero.Vi è una stamperia do-
sua protezione le missioni ed il col- ve s'imprimono dottrine, catechismi
legio. Dipoi nacque controversia tra ed altre opere già approvate in Eu-
il vicario e il vescovo di Meliapor ropa; ed i catechismi vi si trovano
intorno alla giurisdizione sul regno tradotti nella lingua portoghese, in-
di Pegù, pretendendola il vicario in glese, cinese, siamese e malacense.
vigore delle sue facoltà, ed il ve-
scovo per le bolle dell'erezione del Notizie sili vicariato apostolico oc-
suo vescovato. Il cardinal di Tour- cidentale di Siam ossia della
non fu di parere appartenersi la giu- penisola di Malacca,
risdizione al vicario per essere più
vicino del vescovo al regno. Il vi- La giurisdizione di questo vica-
cariato apostolico di Siam prima oc- riato apostolico comprende l'isola
cupava una giurisdizione maggiore, di Sincapur, la regione di Malacca
la quale oggi è divisa in due diocesi dal lido orientale all'occidentale, il

col nome di vicariato orientale ed regno di Queda, le provincie di


occidentale. Il vicariato orientale Merguy, Tenasserim, Tavai, Mar-
comprende l'intero regno di Siam, taban, eccettuata Moulmain spettan-
non che le isole giacenti nel golfo te al vicariato apostolico di Ava e
di questo nome, con tutte le regio- Pegù , i territori! abitati dai ca-
ni che non si comprendono nel vi- riani, le isole di Andaman, Nico-
cariato occidentale. La residenza del bar, Merguy, Juncseland, Lanace,
vicario apostolico è in Bakok capi- Pulo-Pinang, ed altre non sogget-
tale del regno. Contiene tremila te alla corona olandese. Sincapur,
cattolici e cinque chiese. Chantabun isoletta prossima all'equatore, è la

conta più di settecentosessanta cat- residenza del vicario apostolico :

tolici; Julhia sessanta, e Jongscilan spetta air Inghilterra. La popola-


cento. Il regnante Papa Gregorio zione è di circa diciasseltemila ahi-
IND IJND 25i
tanli, cinquecento de^quali cattolici. di Bidua in partibiis. Il vicariato
In Sincapur vi è una chiesa armena è addetto al lodato seminario, e in
scismatica con più di duecento se- tutta la sua giurisdizione libero è
guaci. Malacca, di cui parleremo l'esercizio della religione.
in appresso, vasta penisola la cui I regni di An-Nan occupano la
città capitale dei ha
suo nome vasta regione orientale dell' Indo-
dodicimila abitanti, dall'anno 1828 China, e comprendono regni di Laos, i

appartiene agl'inglesi: vi è un vi- Toiikùii Cochinchiiia , Gambo scia


cario generale portoghese refrattario e Ciampa. Il regno di Laos è cosi
«.lai breve Multa praeclara. Queda chiamato per la moltitudine de'suoì
è un piccolo regno in cui si profes- elefanti, il suo nome significando mi-
sa la mussulmana, avente
religione gliaia di elefanti. Forse in tutta l'A-
per capitale una citta del suo no- sia non havvi altro paese tanto igno-

me. Merguy o Tenasserim è la to agli europei, malgrado tentativi i

provincia più meridionale ceduta che vi fecero i viaggiatori per pene-


agl'inglesi dai birmanni: anche il trarvi. Si sa però aver territorio
capoluogo ne porta il nome con delizioso e ricco con immensa,

ottomila abitanti , centoltanta dei quantità di olezzanti fiori, che nu-


quali cattolici con chiesa. Tavai, triscono moltitudme di api. Pre-
piccola provincia ceduta dai bir- ziose sono le miniere d'argento e
manni agl'inglesi, contiene quattor- d'oro ; vi sono ancora rubini e
dicimila abitanti: Tavai capoluogo smeraldi. Gli abitanti divisi in tri-

ha trenta cattolici. Martaban, altra bù guerreggiano di frequente tra


provincia inglese, con duemila abi- loro il regno è dipendente dalla
:

tanti. Andaman, Nicobar, Merguy, Cochinchina, non interamente som-


e Juncseland sono tutti arcipelaghi. messo. I meno incolti abitano pic-
Pulo-Pilang o Pinang, o isola del coli castelli, il resto vive in orde
principe di Galles, è di grande erranti. In quanto alla religione
importanza, con trentottomila abi- pare che vi si segua il buddismo.
tanti, duerailacentodieci de' quali Si vuole che il culto semplice che
sono cattolici che hanno un colle- prestano a un Dio creatore e
gio ivi trasportato nel 1807, cioè conservatore del mondo sia stato
l'antico collegio generale fondato adulterato dai bonzi della Cina, i

già in Siam per il clero indigeno quali eleggono il re considerato e-


dellaCina e stati limitrofi. Vi so- ziandio capo della religione. La sua
no pure le scuole per ambo sessi. i popolazione forse non giunge ad
Spelta agl'inglesi, che l'ebbero in un milione e quattrocentomila in-
dono dal re di Queda : n' è capi- dividui. Non apparisce che vi sie-
tale Georgetown. Di Queda, come no entrati missionari cattolici ; so-
di Pulo-Pinang, ne terremo ancor lo negli ultimi tempi si^ pensava
proposito sui cenni della penisola ad istituire un vicariato apostolico
di Malacca. Il Papa regnante Gre- pel bene spirituale dei popoli di
gorio XVI a' 9 settembre i83i Laos. La sua capitale è Hanniah,
dichiarò vicario apostolico monsi- o Lan-Teahbang, che altri chia-
gnor Ilario Paolo Courvezy alun- mano Lanjangj situata sul fiume
no del seminario delle missioni Micon o Matkaung ch'è il princi-
straniere in Parigi, fatto vescovo pale della regione. Nel palazzo rea-
a5a INB IND
le, clie sembra un ampio castello, in regno indipendente, governato
TÌ si dispiega la più ricca magni- da un principe della dinastia di
ficenza. 1 soli talapoini hanno qui Le. Da poco tempo è caduto sot-
licenza di costruir case di pietra, to la soggezione della Cochinchi-
e vuoisi abitata da trentamila in- na per la cattiva amministrazione
dividui. deichua usurpatori del potere. La
Tonkiiw è un regno che forma sua popolazione è di dieciottomila
la parte orientale dell' impero an- abitanti. Questo regno è diviso ia
namitano: il clima vi e sano e due vicariati apostolici de' quali ,

temperato, fertile il suolo. Tutti daremo le notizie non recenti, giac-


gli sforzi degli europei per com- ché da molti anni si trova in-
iDerciarvi sono slati infruttuosi, e volto nelle più luttuose vicende di
gl'inglesi ed olandesi dovettero ri- una fiera persecuzione, che il Papa
nunziare agli stabilimenti che vi a- Gregorio XVI deplorò nel conci-
veano formato. 11 governo, religio- storo de' 27 aprile 1840 colla al-
ne,, lingua, cifre, ed altro de' ton- locuzione Affllictas in Tunquino
kinesi sono modellate su quelle dei finitiniisque regionibus christiano-
cinesi, per cui all'articolo Ciìva vi riini res. In questo regno ecclesia-
sono nozioni che li riguardano. II stici, preti, religiosi, terziari, seco-
eh uà o prefetto di palazzo si è lari, soldati, hanno meritato di da-
quasi impadronito di tutto il regio re la \ìt^ per Gesti Cristo. W è
potere, onde la sua carica è di- capitale Reche o Kescho posta sul
venuta ereditaria. In questo paese fiume Sai-Gong, bella città che
è in molta venerazione Confucio, vuoisi grande quanto la capitale
come lo è nella Cina; e dai suoi della Francia, sebbene non con-
libri si attingono i principii della tenga che quarantamila abitanti, il

morale e della religione. Tutto il rimanente essendo occupato da lar-


regno abbonda di templi consa- ghe strade e da ampli giardini. Ir-
crati a questo filosofo cinese : ivi regolare n'è la costruzione; non ha
si ammette il domma della me- difese, poche case di pietra, il re-
tempsicosi. La setta di Confucio è sto di legno. Sono belli i palazzi
seguita dalle persone civili, quella reali; e le grandiose rovine del-
di Fo è professata dal popolo. An- l'antica città e residenza sovrana,
cora qui si celebra la solenne fe- che nella circonferenza di due le-
sta in onore dell'agricoltura. I ca- ghe erano cinte da triplici mura,
daveri si seppelliscono dopo sette attestano la più splendida ma-
giorni con straordinaria pompa fu- gnificenza. È munita di buon por-
nebre e festevoli cerimonie. Nel- to, sempre pieno di vascelli. Nel
l'entrare del nuovo anno, a mez- 1844 ^^ Roma coi tipi del Salviuc-
zanotte, si aprono tutte le porte ci si è pubblicata un' interessante
delle case, supponendo che le ani- opera con questo titolo : Memorie
me de' trapassatirechino a vi- si delle missioni cattoliche nel regno
sitare i viventi; l'intemperanza e del TonchinOj o sieno brevi notizie
l'incontinenza presiedono a questa degli atti dei martiri, e delle per-
pompa solenne. Il Tonkino faceva secuzioni che si sono levate in quel
anticamente parte della Cina, ma reame contro alla chiesa di Dio, e
se uè distaccò nel i368 erigendosi contro ai missionari dell'ordine di
IND IND 253
5. Domenico, raccolte dalp. Alberto immobili si sostenevano co' propri
Guglielmotti de^ predicatori. lavori. Per l'uno e l'altro vica-
riatoultimamente si posero in cam-
Notizie sul vicariato apostolico mino marittimo non pochi alunni
del Toìikino orientale. del superstite collegio de' domeni-
cani di Ocana della provincia del-
La giurisdizione di questo vica- la nuova Castiglia. Questo vicaria-
riato comprende la metà del regno to commesso ai domenicani, ave-
nella parte orientale, cioè la pro- va chiese con campagne ed or-
vincia orientale, la boreale, Thai, ti in comune bene delle missioni ;

Nguyen, Yen-Quang o Lang-Son. ma tutto è perduto. E accaduto


Di piti entra anche nelle altre tre altrettanto dei fondi gesuitici, noa
Provincie meridionale, occidentale e che dei beni particolari del vicario
di Tuyen-Quangj ed il gran fiu- apostolico. Alcuni distretti di que-
me Bodè ne disegna il confine tra ste missioni erano già in potere
i due vicariati. La residenza del dei gesuiti ed agostiniani; ma ces-
vicario apostolico era nel castello sando questi, oggi sono tutti am-
di Re- Bui nella provincia meri- ministrati dai pp. domenicani spa-
dionale : ora si trova nella provin- gnuoli. I tonkinesi probi all'età di
cia orientale. 11 regnante Gregorio trent'anni sono ricevuti nell'ordine
XVI fece vicario apostolico e ve- domenicano. Vi sono in ogni di-
scovo di Miletopoli in partibus ai stretto i catechisti che ammet-
si

27 luglio 1839 monsignor Giro- tono a tale ufticio dopo una lunga
lamo Hermosilla dell'ordine de'pre- prova ed esame nell' età di tren^
dicatori, della provincia del ss. t'anni, col permesso del provinciale
Rosario ; e nello stesso giorno di- dell'ordine. Vi si vive colle obbla-
chiarò suo coadiutore e vescovo zioni de'fedeli, e coi sussidi dell'or-
di Ruspa in partibus monsignor dine. Altre notizie su questo vica-
Romualdo Ximeno del medesimo riato si possono leggere nel voi.
ordine e provincia. Vi erano due XI li, 171 del Dizionario. Mon-
p.
collegi che ha distrutto la perse- signor Lambert vescovo di Berito
cuzione. Erano settanta gli alunni in partibus e vicario apostolico del
che sono stati
affidati alla cura Tonkino celebrò un sinodo ai 14
de' missionari erano mantenuti a
; febbraio del 1670. Gli atti furo-
spese della provincia domenicana no esaminati in una congregazione
delle Filippine e di Manila cui particolare di propaganda fide, ed
spetta la missione. I missionari vi approvati da Clemente col bre- X
possedevano sopra ottanta case o ve Apostolatus offlcìuni, de'22 di-
residenze, che sono state tutte di- cembre 1673, riportato nel tom. I,
strutte. Vi si trovavano pure ven- p. 198 del Bollarlo di detta con-
tidue case delle sorelle del terzo gregazione.
ordine di s. Domenico ; inoltre tre
case delle A matrici della croce. Non Notizie sul vicariato del
si permettevano i voti se non a Tonkino occidentale.
chi era di un'eminente casta sem-
plicità, avanzata negli anni, e col Comprende il vicariato le pro-
permesso de'superiori ; senza beni vi ncie seguenti, cioè: Quang-binh
a54 i^'t> INO
con qmllro parrocchie; Ha-linh e sparse, e forse si sparge ancora il san-
Ten linh, le quali avevano quattor- gue per la fede. In questo vicaria-
dici parrocchie; Thanbhoa con tre to non si ordinano sacerdoti prima
parrocchie ; Ninh-binh con cinque dei trenlacinque o quaranta anni.
parrocchie; Nam-tinh con quattro Gl'indigeni sono i soli che pos-
parrocchie; Ha noi con dodici par- sono vivere nelle cristianità, dove
rocchie; Son-tay, Hung-hoa, Tuyea- si trovano misti i pagani; prestano
quang o Cuyenqueng, le quali ulti- grandi servigi quando infierisce la
me tre Provincie avevano quattro persecuzione, ma hanno essi biso-
parrocchie. Ovunque si trovava al- gno dell* assistenza dei missionari
meno vicino il missionario che avea europei. Di questo vicariato anco-
il nome di parroco, sebbene impro- ra altre notizie le riportammo in
priamente. Prima della persecuzio- questo Dizionario al luogo succitato.
ne moltissime erano le cappelle di Cochinchina o Dang-Trong, con-
legno destinate al culto. Ora non trada marittima dell' Indo-China,
rimane un oratorio, un altare, e si forma il regno più considerabile tra
celebra occultamente nelle case dei i cinque compresi nell'An-Nan, an-
fedeli. IlPapa che regna Gregorio zi possono gli altri quattro essere

XVI, i838 fece vicario aposto-


nel attualmente riguardati come a que-
lico e vescovo di Acanto in parti- sto soggetti, e tutti nel medesimo
bus monsignor Pietro Andrea Re- si comprenderebbero se non vi si

tord, alunno del seminario delle opponesse la notoria instabilità del-


missioni straniere in Parigi; quin- le conquiste asiatiche . La Cochin-
di nel 1840 nominò suo coadiuto- china o Cocincina ebbe tal nome

re monsignor Giovanni Dionisio dai portoghesi scopritori ,


per la

Gautthier, e vescovo di Emaus i/i rassomiglianza Cocino al paese di


partibus. Per le persecuzioni nel posto sulle coste del Malabar e per
i83g erano ridotti a sei i missio- la vicinanza della Cina. La natura
nari europei. Oggi non vi resta che ha diviso la (!!ochinchina in due di-

un'abitazione pel clero. Ignoti, er- stinte porzioni, pianura cioè, ela

ranti, ignudi vivono i missionari la montagna: il piano è di straor-

nelle caverne, nei tugurii, e nelle dinaria fertilità ; le montagne sono


barche de'pescatori. Esistevano mol- ricoperte di boschi, e racchiudono
ti piccoli collegi per 1' istruzione miniere d'oro, d'argento e di ferro.
della lingua latina: in quelli di Produce quantità di preziosi legni
Vinh-lri e di Doni s'insegnava la che si vendono ai cinesi a peso
teologia. Dei dispersi alunni, dicias- d'oro. I cochinchinesi sono abili ai

sette se ne sono raccolti per com- lavori di ferro e del vasellame di


piere gli studi. Vi erano scuole pei terra. governo è assoluto e di-
Il

fanciulli d'ambo sessi. L'insegna-


i spotico, il sovrano usa titoli i
ed
re era officio de' catechisti. Molte più orgogliosi. I mandarini come
abitazioni delle Amatrici della cro- nella Cina concentrano in loro tut-
ce sono distrutte: ne rimanevano ta Il popolo
l'autorità. segue la
ventiquattro, e le vergini erano sei- religione di Buddah, ed manda- i

cento. Gli arredi sacri in parte per rini studiano i libri di Confucio.
salvarli dall'aUrui rapacità sono stati Vi è in vigore la poligamia; il

sepolti. Anche in questo vicarialo si matrimonio non si riguarda se non


, è,

IND IND 255


come un contratto verbale fatto al- sendosi convertito fu battezzato se-
la presenza di amici. La Cocbin- gretamente. I cochinchinesi si con-
china andò per lungo tempo sog- siderano superiori ai loro vicini
getta al Tonkino; ma l'avo del re, vantaggio loro derivato dall'essersi
eh' era governatore del paese, si discostati dalle massime che ten-
eresse sovrano indipendente. I suoi gono inceppati nella Cina i pro-
successori principi della dinastia di gressi delle arti e delle scienze.
IVguyen soggiogarono la Camhoscia Molti de' loro navigli sono costruiti
ed il Ciampay ma abbandonati ai alla francese, ed i caratteri europei
piaceri soggiacquero all' influenza sono in uso presso i cristiani come
de'tonkinesi cbe presero parte alle fra' pagani. L' imperatore avendo
interne discordie. Però i tre fra- fatto tradurre nel 1822 le migliori
telli Tayson, sdegnati del giogo opere conosciute sull'arte militare,
straniero, chiamarono il popolo al- introdusse l'architettura che il fran-
le armi, si proclamarono liberatori, cese Vauban apprese dall' italiano
e finirono coll'usurpare il trono, e Marchi, e fece costruire le migliori
col fare eziandio la conquista del fortezze d'oriente, forse più rego-
Tonkino. Mentre i loro figli eran- lari ancora Forte Guglielmo
del
si divisi gli stati, il principe legitti- di Calcutta, Forte Giorgio
e del
mo ricoverato presso il re di Siam di Madras. Molte truppe sono mon-
si formò un partito. Il celebre ve- tate all'europea, ed un portoghese
scovo d' Adran che da missionario vi fece molti cannoni ; diversi fran-
era divenuto vicario apostolico, e cesi fra' quali Olivier assisterono il

non primo ministro del regno come re a formare un' importante ma-
alcuni scrissero, condusse a Parigi rina, il quale si occupò del detta-
r erede della corona, e domandò glio della costruzione delle navi,
soccorso alla Francia, la quale non quindi molte vittorie sui
riportò
potè profittarne per lo scoppio del- nemici. La popolazione di questo
la rivoluzione. Il principe col ve- paese ascende circa a due milioni
scovo ed alcuni francesi ripatriò di abitanti. Le principali provincia
e le dissensioni della famiglia Tay- sono l'Huè, Quantim concentra-
il

son contribuirono a fargli ricupe- to nelle montagne, il Chang ov'


rare il trono. Vogliono alcuni che l'antica capitale di Quin-nong, Foy,
il principe finche si fece guidare ed il La
Niatlang. città capitale è
dal vescovo d' Adran figurò guer- Huè o Ke-Hoa, detta dai man-
riero intrepido, umano, generoso, darini Fuscivang, ove il re o impe-
ma nella prosperità cambiò tenore ratore fa la sua residenza. Sorge in
di vita, per cui soggiacque a disgra- bella pianura, ed è divisa da un
zie. Si aggiunge che la religione gran fiume. La corte è bella e nu-
cattolica introdotta dallo zelo dei merosa, e nelle vesti si scorge mol-
missionari francesi prosperava vi to sfoggio di magnificenza. V'ha un
quando la morte del vescovo e palazzo di buona un
architettura,
del principe suo allievo non so- buon presidio ed una popolazione
lo diminuì la propagazione della di trentamila abitanti. Faifo, città
fede , ma moltiplicò i pericoli ai posta su d' un fiume navigabile
suoi seguaci. Certo è che il prin- nella baia di Turon, si considera
cipe nella sua ultima malattia es- come r emporio del commercio co-
a56 IND IND
chinchìnese specialmente colla Cina, In questa regione forse ancora
rali.

al quale articolo parlammo pure non è cessata 1* atroce persecuzione


della Cocincina. Si può dire che contro i fedeli : non bastò al tiran-
non \ì sieno altre città. no spogliare le famiglie de'loro beni,
li ridusse a morte preceduta da
Notizie sul vicariato apostolico inauditi tormenti. In molte cristia-
della Cochinchina. nità si trovavano orli o campi of-
ferti dai cristiani : questi beni erano
La missione della Cochinchina é amministrati dai catechisti. I soli sa-
quasi tutta marittima, e perciò n' è cerdoti indigeni assistono i fedeli ;

compren-
facile l'accesso. 11 vicariato nei tuguri abitati da questi dimorano
de la Cocincina, il Camboscia, il Ciam- i missionari europei. Hw editto rea-
pa comprese nella parte meridionale; le pretendeva obbligare i cristiani a
e pare che voglia dividersi in due conculcare la croce, e prescriveva
giurisdizioni. Divisa la Cocincina r erezione di un tempio in ogni cri-
in settentrionale, media e meri- stianità pei sacrifizi da farsi due
dionale, nella prima parte si trova- volte r anno. Altre notizie di questo
no ventiseimila cattolici, nella me- vicariato le riportammo nel vol.XIlI,
dia ventiquattromila, nella meri- p. 170 del Dizionario. Si deve però
dionale ventottomila, che vivono notare che in quest'anno i84'ì* il
dispersi nelle campagne, intenti a vicariato apostolico della Cochinchi-
coltivarle, impedita essendo ogni co- na è stato diviso in due vicariati
municazione con esteri. La chiesa apostolici, cioè della Cochinchina
della Cochinchina si gloria di molti meridionale o occidentale e della j,

martiri, ma anche piange grandi Cochinchina orientale. La prima


cadute: sono state distrutte nella comprende la parte inferiore chia-
persecuzione quante chiese vi erano. mata Gia-dinh o Dang-nai, ed il
Il Papa Gregorio XVI ai 19 set- regno di Camboja. La seconda com-
tembre 183 1 fece vescovo di Me- prende la parte superiore ossia set-
tellopoli in parlibus monsignor Ste- tentrionale e la media, unitamente
fano Teodoro Cuenot alunno del al regno di Ciampa, e le così dette
seminario delle missioni straniere di terre di Laos. Vicario apostolico
Parigi, non che fatto coadiutore di della Cochinchina meridionale è
monsignor Lodovico Taberd vesco- statonominato il suddetto monsignor
vo d' Isauropoli inpartibus^ cui suc- Le Febvre vescovo Isauropoli tano ;
cesse nel 1840: per cui lo stesso e vicario apostolico della Cochin-
Pontefice nominò a coadiutore allo china orientale è stato dichiarato il
stesso titolo vescovile d' Isauropoli mentovato monsignor Cuenot ve-
ai 26 febbraio 1841 monsignor scovo Metellopolitano.
Domenico le Febvre alunno del All' occasione della fiera persecu-
menzionato seminario di Parigi. Nel zione di Minhmang impero an-nell'
i838 vi erano sei missionari euro- namitico, il Papa Gregorio XVI si
pei, ventisei sacerdoti indigeni, ed è degnato di dichiarare venerabili,
altri ecclesiastici, e studenti di lingua e di autorizzare l' introduzione della
latina e teologia. Nella Cocincina causa di beatificazione di settanta
settentrionale e meridionale teneva martiri, fra'quali due sacerdoti an-
ii vicario apostolico due vicari gene- namitici martirizzati per la fede
IND IIND 257
nel 1 798 ; il vescovo di Tabraca piccolo regno dell' Indo-China con-
alunno delle missioni estere ; quat- arenoso ed ingrato terreno. Gli abi-
tro sacerdoti ; un catechista e diver- tanti chiamati loy sembrano aver
si altri cinesi del Su-Tchueu ; il p. comune V origine coi laos , e coi
Triosa francescano italiano missio- lo lo della provincia cinese di Yun-
nario nella provincia di Hu-Quang ; nan. Come i tonkinesi sono anche
il francese Clet missionario lazzari- essi idolatri, credono alla metempsi-
sta della stessa provinciaed il mis- ; cosi, hanno in pregio Confucio, e
sionario Perboyre della congrega- gran rispetto mostrano per le anime
zione di s. Vincenzo de' Paoli, tutti de' trapassati; nel resto seguono i
martirizzati dall'anno i8i4all'a"" costumi della Cochinchina cui sono
no 1840. Del Tonkino orientale il soggetti, e vuoisi che gli abitanti
vescovo domenicano spagnuolo 1- sieno seicentomila. Malacca j lunga
gnazio Delgado, i due missionari pa- penisola dell' Indo-China, attraver-
rimenti domenicani spagnuoli Do- sata da una catena di alte monta-
menico Henarez e Giuseppe Fer- gne gran numero di piccoli fiumi
:

nandez ; undici sacerdoti indigeni ne bagnano il paese. Gli abitanti


secolari e domenicani, cinque cate- sono conosciuti col generico nome
chisti, tre soldati e diversi altri cri- di malesi, fanatici pel duello, dediti
stiani. Del Tonkino occidentale il alla pirateria, e bellicosi : la loro
"ven. Borie vicario apostolico ; il armoniosa lingua deriva dalla san-
francese Cornay sacerdote alunno scritta dall' araba e dalla
, porto-
del seminario delle missioni estere ghese; è usala in tutta l' Asia, anzi
come il vicario apostolico; dieci sa- impiegata a preferenza dai negozian-
cerdoti indigeni, sette catechisti e ti esteri nel commercio. I malesi
qualche cristiano. Della Cocincina non sono già originari dell' isola di
F. Gagelin, Giuseppe Marchand, Malacca, ma dell' isola di Sumatra,
Francesco Faccard alunni delle mis- né si stabilirono nella penisola che
sioni estere, un catechista, un capi- nel XIII secolo. Vi si trova ancora
tano delle guardie del re, un medi- un' altra razza di abitanti chiamati
co, e diversi altri indigeni. samangs che somigliano ai papous,
Camboscia regno dell' Indo-China indigeni della nuova Guinea nel-
compreso nell' impero d' Annan, il l'Oceania, abitano nei monti incivi-
cui paese è diviso in vallata feracis- lizzati, e divisi in tribù guerreggiano
sima, in deserti montuosi, ed in co- sempre tra loro. Il re di Siam ten-
ste arenose. Gli inglesi e gh olande- ne per lungo tempo in soggezione
si invano tentarono aprirvi il traf- la penisola, ma ora non vi è che la
fico ; Solo ai portoghesi in qualche parte settentrionale, che gli paga
parte riuscì . Dipende dalla Co- tenue tributo. Il governo consiste
chinchina, la sua popolazione si fa in una specie di aristocrazia feudale,
ascendere ad un milione, e la religio- ed i principi che la costituiscono
ne dominante è il buddismo. Cam- hanno per capo un rajah o re che
boscia o Camboja è pure il nome si dà il titolo di sultano. Malacca

della capitale del regno, detta anche ( Vedi) è pure il nome della ca-
Levek, la quale è sulla riva del fiu- pitale della penisola. Sono sei prin- i

me non è gran cosa e vi è un solo


; cipalio regni malesi, tre sulla costa
ma vasto tempio. Ciampa o Tsiampa orientale ; cioè Patani, Tronganon^
VOI. xxxiv. '7

I
,

a58 IND IND


e PaJiang; quello di Tohor ali* estre- un capitano inglese ne conquistò la
mità meridionale ; e gli altri due sovranità che cedette alla sua pa-
Pevah e Queda sulla costa occiden- tria, per cui ebbe la seconda deno-
tale, ai quali è da aggiugnersi il ter- minazione, e vi si formò un impor-
ritorio e città di Malacca. Patani, tante stabilimento sì per la posizio-
capoluogo del principato di questo ne che domina lo stretto di Malac-
nome, è una città forte con ottimo ca,sì per la fertilità del suolo, che

porto nella costa orientale della pe' suoi pregevolissimi prodotti. Gli
penisola di Malacca, abitata dai ma- inglesi vi costruirono una città con
ksi e siamesi, i cui fabbricati so- fortezza, cui dierono il nome di
no di legno, tranne una moschea di George-Town o città di Giorgio.
pietra. Secondo le relazioni dei viag- L'isole principali del mare dell'In-
giatori, il governo è nelle mani d' u- die ossia Oceano indiano sono Cef-
na donna di matura età, eletta dal lan, le Lachedive, le Maldive, le Àn-
popolo sempre nella stessa famiglia, danian, e le Nicobar. L'isola di Cej-
cui anche gli europei danno il no- lan, la più magnifica e ricca di
me di regina, che paga al re di Siam tutto il globo, è situata in detto
il triennale tributo di due arboscel- mare all' ingresso del golfo di Ben-
li, l'uno d'oro, l'altro d'argento, ca- gala. Lo stretto di Manaar la di-
richi di fiori e di frutta. Gli abitan- vide dal Coromandel, ed un ban-
ti sono lottatori ed atleti, passionati co di sabbia noto sotto il nome
pure per le corse de' bovi e de' buf- di Ponte d Adamo, quasi la con-
fali. Tronganotty capoluogo del se- giunge all' Indostan meridionale
condo principato, è una città i di cui e così al continente dell* Asia.
dintorni abbondano di pepe, cera Una catena di monti 1' attraver-
e stagno. PaJiang^ terzo principato sa, e produce la varietà delle sta-
ha la capitale dello stesso nome, che gioni ; il clima però è salubre, tran-
manda all' estero polvere d* oro, ne le cattive esalazioni dell'in-
noci di aree, e canne d' India. To- terno. Le montagne abbondano di
hor^ regno malese, i cui dintorni ab- acque termali, e racchiudono mi-
bondano di pepe e d* avorio ; lo niere d'oro, di ferro, di piombo,
stesso nome porta la Pevah^
capitale. di mercurio, zaffiri azzurri e ver-
capitale del regno malese di egual di, rubini, topazi, ametiste e cri-
nome,é bagnata da un fiume, do- stalli di rocca ; vi è pure il cora-
minata dai principi maomettani che dore o spirito adamantino che ser-
per superstizione vietano lo scavo ve a pulire il diamante. Famoso è
delle miniere, per non disturbare i il monte detto Pico d' Adamo,
geni delle montagne. Queda, regno chiamato dagl'indigeni Hamahtl.
malese, che ha la capitale così pure Nella cima vi è l'impronta di uà
denominata, con porto assai fre- piede gigantesco, che alcuni cre-
guentato. Pulo Pinang^ di cui come dono Adamo, altri dell'aposto-
di
di Queda ne parlammo superior- lo Tommaso, ed i pagani di
san
mente nelle Notizie del vicariato di Budda: monumento che visitano
Siam occidentale ossia della peni- con venerazione tutti i popoli del-
sola di Malacca, detta ancora isola l'Indo-China, presso cui trovansi
del principe di Galles, è situata sulle molte pagode. Laghi, fiumi, boschi
coste del regno di Queda. Nel 1786 ameni e ricchi di produzioni e di
,

IND IJND 259


cannella forse la migliore che si scuoprirono, e vi si stabilirono,
conosca, sono nell'isola. I ceilane- essendo allora il principal monar-
si adorano il creatore del cielo, ma ca il re di Cotta residente a Co-
idolatrano talune divinità seconda- lombo, e Candea o Candy chia-
rie : prestano omaggio a Budda ma vasi la provincia centrale poi
cui danno l'attributo di salvar le capitale del regno. Padroni delle
anime, e credono alla risurrezione coste non cercarono i primi con-
de' morti La negromanzia e la
. quistatori di penetrar nell'interno;
superstizione è assai propagata. Han- ma nel 1660 gli olandesi ne cac-
no molte pagode, e molte specie ciarono i portoghesi non che i cat-
di ministri del culto. Bruciano i tolici, e guerreggiarono col re di
corpi morti de'nobili, gli altri sep- Candy, con cui più tardi nel 1766
pelliscono nelle foreste. Alle donne segnarono un utile trattato che ce-
è permesso avere più mariti; il deva ad essi in pieno dominio le
sesso femminino è assai rispettato coste, rendeva il re loro vassallo,
anche negli animali. Gii abitanti so- e l'obbligava a vendere ogni anno
no chiamati cingalesi o senalesi a tenue prezzo quantità di can-
e il nome di vaddahs o bedhas si nella. Tali possessi nel 1801 alla
dà alla razza selvaggia: i primi pace d'Amiens furono confermati
hanno diverse caste. Condussero le ai nuovi conquistatori della Gran
arti a qualche perfezione, ed anco- Bretagna, onde gl'inglesi nel i8i5
ra si vedono gli avanzi della loro soggiogarono definitivamente Can-
antica coltura, in rovine di molte dy, e divennero padroni dell'inte-
città, in monumenti, in iscrizioni, ra isola, che attualmente è uno
neir immensa figura umana che de'principali governi delle Indie
vedesi a Bilingam Curie, e nei ru- orientali, però interamente sogget-
deri della gran città di Anurongi- to air imperio britannico non alla
burro, sede degli antichi re arabi compagnia delle Indie orientali*
dell'isola, ove tutt'ora esiste un tem- La popolazione dell'isola si fa a-
pio in cui erano le regie tombe. scendere ad un milione e duecen-
Quest'isola fu dagli antichi detta tomila abitanti ; la cattolica a cen-
Taprohana o Sieldeba ,
, Salice tottantamila. N'è la capitale Co-
Cheisoneso d*oro^ ed anche Sines. lombo, città ben fabbricata e po-
La sua storia è coperta di tene- polatissima, che i portoghesi pre-
bre: hanno creduto alcuni, che sero, e nel 1660 loro tolsero gli
Melchior re di quest'isola fosse uno olandesi, ed ora è sede del governo
de'magi che oftiì al bambino Ge- inglese di tutta con fortez-
l'isola,

sù, co' compagni, oro, incenso e za. Quando il portoghese Costan-


mirra; e che al suo ritorno vi tino viceré di Goa la conquistò,
predicasse il vangelo. Plinio rac- bruciò r idolo Allishanimaa ve*
conta che sotto l'imperatore Clau- nerato da tanti milioni d'indiani,
dio venne a Roma un ambascia- che offrirono trecentomila ducati
tore di Darich re de' cindalesi o pel riscatto. Candy antica capitale
senalesi, denomina Racliiae^
ch'egli- è città ben costruita. Jafna fu già
forse confondendo il nome col ti- città capitale d'un regno partico-
tolo. Nel i5o5 portoghesi co- i lare, ed ora si considera fra le più

mandati da Lorenzo Almeida la ragguardevoli, con buona cittadel*-


26o IND IND
la: gl'inglesi se ne impadronirono l'isola. I cattolici vi godono liber-
nel 1795. Manuar piccola ìsola tà di culto. Durante ildominio o-
fu nel i56o occupata dai porto- landese essi ebbero a portare il

ghesi, e venne tutta convertita da duro peso delle leggi penali, dalle
s. Francesco Saverio: nel i658 quali ottennero la liberazione nel
gli olandesi ne fecero luogo di ri* 1806 per opera di sir Alessandro
legazione. Tohaston governatore dell'isola.
Le Lachcdive, gruppo d'isole con-
Notizie sul vicarialo apostolico siderevole sulla costa occidentale del
di Cf/ylan. Malabar, nel novero di trenladue,
diecinove sono di maggior impor-
Il vicario apostolico risiede in tanza, e tulle di difficile accesso.
Colombo, la quale ha più chiese Vasco di Gama le scoprì nel i499'
essendo la matrice dedicata a s. Gli abitanti sono malabari senza
Lucia. 11 Papa Gregorio XVI e- leggi e costumi; la principale isola

resse questo vicariato li 3 dicembre è Lacondy. Quando nel 1664 gli

1834, facendone primo vicario a- olandesi presero la città di Cana-


postolico monsignor Vincenzo del nore, la vendettero ad una fami-
Rosario della congregazione indi- glia indigena signora di queste i-

gena di s. Filippo Neri di Goa, ve- sole.Caduta Cananore sotto Tip-


scovo Taumacense. Essendo questi pu-Saib, gli inglesi accordarono
morto nel 1842, il Pontefice nomi- la loro protezione alle La diedi ve.
nò pro-vicario il p. Gaetano Antonio Le Maldive^ isole dell' Indoslan
dell'oratorio di s. Filippo Neri del- meridionale, se ne contano fino a
la medesima congregazione di Goa, dodicimila, la maggior parie ina-
che ai 24 maggio i843 dichiarò bitabili per la loio piccolezza, e
Ticaiio apostolico, e vescovo Usu- e prive di produzioni. La pesca dei
lense in partibus. Nell'isola non vi cauri o boli, specie di conchiglie, è
sono parrochi, ma missionari in importantissima -, e servono come
numero di ventuno, tulli filippini in alcuni luoghi dell' India e del-
di Goa, Ogni chiesa ha il suo ca- l'Africa in vece di moneta. Il go-
techista eletto dal missionario, ed verno è dispotico, ed il re osserva
approvato dal vicario apostolico. il maomettanisiuo come i sudditi.
Vi è un collegio in Colombo, o- I governatori delle provi ncie si

spedale militare, ed ospizio pegli chiamano naibi la severità delle :

orfani : questi vi apprendono gli leggi non giunge a reprimere la

erudimenti della fede, il latino e sregolatezza del costume. Alale è


l'inglese. In tutta l'isola settanta la maggiore isola, come la più fer-
sono le scuole. Annesse alle cap- tile: racchiude una città ove il re

pelle ed alle chiese vi sono le abi- fa la sua residenza in un palaz-


tazioni pei missionari. Dall'Europa zo ornato delle più fine tappezze-
tì si sono trasferiti gli episcopali, i rie della Cina e dell'Indie. Aiida-

presbiteriani, i luterani, i calvinisti nian è il nome di due isole nella


e gli anabattisti: essi vi hanno tem- costa orientale della baia di Ben-
pH e ministri, ed un vescovo che gala. Nella più grande gì' inglesi
dalla sua sede di Madraspatan si confinano delinquenti del Benga-
i

reca ogni tre anni alla visita del- la. Nicohar, gruppo d'isole del gol-

1
IND IND 261
fo di Bengala, sette grandi e do- se ne fabbricano scialli, e sloffe

dici piccole. Gli abitanti professano conosciute sotto il nome di tibet,

l' tengono chiuse le


islamismo, e ma la maggior parte si esporta
donne. Daremo per ultimo un cen- greggia a Casciemira. Nelle interne
no storico sul Thibet, perchè di parti Tibet vuoisi che esista
del
sopra parlammo di esso non che il creduto per molto
lioncorno
,

del suo vicariato apostolico e sua tempo favoloso. Gli abitanti godo-
divisione, con quello di recente i- no sanità vigorosa sono di re- ,

stituito di Palanà. Il Thibet ap- busto temperamento e meno bru-


partiene alla Tarlaria chinese, la ni o olivastri degli indiani : sono
quale comprende il vicariato apo- di pacifico carattere, e trafficano
stolico di Corea, di cui pure da- colla Cina, col Nepaul e col Ben-
remo breve indicazione come ab- gala. La lingua differisce da quel-
biamo fatto degli altri di queste la deimongolli e mantsiusi: ha due
vaste ed importanti regioni, ma alfabeti,l'uno per l'ordinaria cor-
all'articolo Tarlaria (Fedi). rispondenza, e l'altro per le cose
Tibet o Thibet f
paese della sacre. Scrivono da sinistra a de-
Tartai'ia cinese che gl'indigeni chia- stra all'opposto degli altri orienta-
raano Piiekokin, i cinesi Dehan, ed li. Studiano filosofìa, teologia, a-
i mongolli Teubet o TangiU: i na- stronomia e medicina, ma le su-
turali danno anche il nome di perstizioni religiose si oppongono
Bnt alla contrada situata ai due ai progressi delle scienze. Conosco-
lati dei monti Himalaya. Questa re- no da gran tempo l'arte tipogra-
gione consiste principalmente in fica, ma non
se ne valgono che per
un immenso ripiano, il più elevato la stampa di libri divoti. La reli-
di tutto globo illo circondano : gione loro è il lamismo, che ha
ed attraversano altissime montagne; molta somiglianza co' riti indiani,
poche contrade esistono men favo- Adorano 1' idolo Mahanunia ossia
rite dalla natura di questa, la il Budda del Bengala, il quale è
quale non è che un ammasso di venerato nel resto della Tartaria
monti e deserti; il regno minerà- sotto diversi nomi. La poliandria
le però vi dispiega tutte le sue è seguita dai tibetani a cagione
dovizie, con miniere d'oro, d'ar- del minor numero di sesso fem-
genio , di mercurio ec, cave di minile. Hanno la piti gran divo-
marmo, sorgenti sulfuree e termali, zione pel gran Lama, che risguar-
pietre preziose, e fiumi che tras- dano come agente di Dio sulla
portano polvere d' oro. Prodigiosa terra, e mediatore tra i mortali e
è la quantità de'quadrupedi, fra i l'Essere supremo. Egli è investito
quali la da scialli. La na-
capra delle cure del governo, e la sua
tura ha provveduto questi animali giurisdizione spirituale si estende
di folto vello per guarentirli dal- ai calmucchi ed ai mongolli. Ri-
l'estrema intensità del freddo, e siede a Lassa, e percepisce le ren-
dalle frequenti variazioni dell' at- dite, ma non ha che un'ombra di
mosfera. La materia per gli scialli potere, avendo gl'imperatori della
è una peluria o lanugine finissi- Cina nel 1724, profittando delle
ma aderente alla pelle, e preser- civili discordie, acquistalo un pre-
vaia dal lanoso manto superiore: dominio assoluto sotto il nome di
,

a62 IND IND


pia protezione, col quale pretesto rono da Homa cinque
pel Tibet
occuparono militarmente le piazza religiosi cappuccini che si dissero ,

principali. Il lamismo si è di co- richiesti dalla regina che regnava,


là diffuso in tutta l'Asia centra- ma giuntivi dovettero altrove cer-
le, ed in gran parte della Cina, e care asilo. Varie isole si vedono
delle Indie. L' oggetto principale sorgere in mezzo al lago di Palta
del culto è l'idolo Xaca o Fo, il o JamboOf in una delle quali di-
quale suppongono che viva
essi mora la reggitrice di que' luoghi,
e sia corporalmente presente nella cui si prestanomedesimi onori
i

persona del Dalai-Lama. Questi sos- che rendonsi al gran Lama. Lassa,
tiene la meraviglia della perpetua città capitale del gran Tibet, è sede
esistenza, fingendo che lo spirito del Dalai-Lama^ abitante un pa-
di Fo nel sortire dal corpo che lazzo situato sulla montagna Puta-
abbandona, passi in un nuovo, e la detta Monte Santo. La superba
COSI sottoforme successive. Innan- cupola dorata che il ricopre ha
zi a lui il popolo presta il più sessantadue braccia cinesi di altez-
superstizioso esterno culto, e men- za, la facciata è adorna da in-
tre egli si asside su trono d'oro numerabili piramidi d'oro e d'ar-
circondato da lampade accese, e gento; nel numeio immenso del-
col tìso sempre coperto, gli astan- le camere interne vi sono molti
ti moltiplicano sino alla noia le idoli della stessa preziosa materia.
loro prostrazioni e preghiere. Fra È celebre il vicino monistero di
quanto però si narra di quei riti, Tescu-Lombu o-
Sera, e l'altro di
trovansi molle favole dai moderni ve dimora il secondo Lama. Nel-
rigettate. Nell'anno i ^92 gl'indiani la città un gran numero di prin-
di Nepaul invasero il Tibet, e po- cipi e nobili d'Asia si reca a fa-

co mancò che non s'impadronissero re omaggio algran Lama. Ivi ri-


del gran Lama: battuti quindi in siede pure il viceré ed i manda-
più incontri dai cinesi, dovettero rini cinesi cui è sottoposto. Il

ritirarsi, ed ora risiedono alla cor- Piccolo Tliibet sembra fisicamente


te di Lassa gli agenti della Cina e politicamente distinto dal paese
che vi esercitano il potere, e sono del gran Tibet. La città di Askar-
in assidua relazione con Pekino. do o Ladak n' è la capitale.
La popolazione sembra che sia di Le notizie ecclesiastiche delle In-
cinque milioni, e non quanto cal- die orientali sono sempre più con-
coli esagerati stabilirono. Dopo le solanti, per la propagazione della
prime notizie del celebre veneto cattolica dappoiché ol-
religione,
Marco Polo su questo regno, vi tre di essere stato soppresso il de-
sono alcune osservazioni del cap- testabile tributo di seimila lire
puccino Orazio della Pinna che sog- sterline che da lungo tempo la
giornò per dieciotto anni nella ca- compagnia delle Indie pagava pel
pitale, e quindi qualche nuovo lu- mantenimento del famoso tempio
me si attinse dall'ambascerie ingle- Hindou di Dehaggernauth e delle
si, da alcun manoscritto tibetano abbominevoli superstizioni che vi si
trovato in Calmucchia, e da qual- praticavano, ed oltre l'accrescimento
che tradizione di que* russi dedi- de' vicariati apostolici, al presènte in
cati al lamismo. Nel 1821 parti- Roma nel celebre collegio Urbano di
IND IND i63
propaganda sono diversi alunni
vi matì, molto meno per la conver-
indiani, uno di Pondichery, due sione de' gentili. 3.^ I missionari
delMadurè, due dell'impero Bir- forestieri non hanno la fiducia
manno ossia del Pegù, ed uno di de' popoli come gli stessi naziona-
Goa. Nella Cina, poi secondo le li. 4*^ Hanno molta difficoltà per
ultime notizie, si dice che l'impe- imparare la lingua, costumi ec; e
ratore ha accordato che non si di raro vi riescono perfettamente.
tormentino i sudditi per motivi di 5.^ Danno sospetto ai sovrani che
religione e quelli cinesi che pro- temono sempre qualche cosa dalla
fessano il cattolicismo , e che la parte degli europei. 6.^ Nel tem-
religione cattolica sia rispettata ; si po delle persecuzioni non possono
aggiunge, che nei cinque porti a- celai*si come fanno gì' indigeni.
perti al commercio degli europei, Le sciagure della chiesa tanto
per convenzione colla Gran Bre- già florida del Giappone (Fedi),
tagna, possano i cattolici fabbri- dove non vi era un clero indige-
carvi chiese. Recenti notizie assi- no, e quello che si è veduto ulti-
curano, che il console di Francia mamente nella persecuzione del-
nella Cocincina richiese con molta l' impero annamitico, sono due
dignità la liberazione d'un vesco- prove evidenti delia necessità di
vo capo delle missioni cattoliche, lai clero da per tutto. Nel Giap-
e che ha inculcato a quel sovrano pone, con un popolo naturalmente
la tolleranza del cattolicismo. coraggioso, la mancanza di clero
INDIGENO CLERO. Lo stabi- indigeno fu causa della totale ro-
limento del clero indigeno fu sem- vina in cui si trova ancora quella

pre tenuto dalla santa Sede e chiesa. Nel regno annamitico, del
dalla congregazione di propaganda quale parlammo all'articolo Indie
fide come il solo mezzo partico- Orientali ( Vedi ), con un popolo
lare e veramente efficace per sta- naturalmente debole, dieci anni di
bilire fermamente la religione cat- fiera tempesta non hanno potuto
tolica fra tutti i popoli del mondo. distruggere la fede mantenuta da
Perciò dalle risoluzioni delle dif- cento ottanta sacerdoti indigeni.
ficoltà opposte fino adesso alla Questi erano stati educati dai re-
riuscita compita di questa grande ligiosi domenicani per il Tonkino
opera, dipende la conversione del- orientale, e per il Tonkino occi-
la maggior parte delle nazioni in- dentale e la Cocincina dai sacer-
fedeli. I decreti di propaganda ft- doti delle missioni estere di Pari-
de che lo raccomandano alle dili- gi. Quest' ultima congregazione de-
genti cure dei missionari allegano ve la sua fondazione sotto il Pon-
le ragioni seguenti, che hanno la tefice Alessandro
VII, alla neces-
più gran forza per provarne T e- sità di mandare nelle missioni ve-
vidente necessità, i.'* Questo fu scovi e sacerdoti secolari per la
sempre il voto della Chiesa, e la formazione del clero indigeno. Nel
sua pratica dal tempo degli apo- 1842 pubblicò in Paiigi il sacer-
stoli fino adesso. 2.^ I missionari dote (ora vescovo di Esebon e
forestieri non saranno mai suffi- coadiutore al vicario apostolico di
cienti per la sola amministrazione Pondichery) Luquet della medesima
ile' sacramenti ai ciistiani già foi\ congregazione; Lcttres sur la congré'
a64 IND IND
gatfon desviissìons étrangPrfs. Il si- da derivano dai brownisti Robin- :

nodo tenuto in Pondichery nel . son cominciò la setta, e Giovanni


gennaio i844> tii che trattammo al Colton vi pose l' ultima mano.
citato articolo Indie Orientali, eb- L' indipendentismo esiste pure nel-
be per iscopo principale la forma- le colonie inglesi, e nelle provincia
zione d' un buon clero indigeno, unite.
della sua importanza, e delia sua INDIZIONE, Indìclio. Termine
necessitàmassime nelT Indostan. La esprimente distinzione di tempo,
sacra congregazione di propaganda che i notai sono obbligati a met-
fide non solo nel iS^5 approvò tere ne* loro contratti ed altri at-
gli atti di tal sinodo, ma ordinò ti pubblici, e ogni anno si muta, e
analoga istruzione generale per tut- cammina dall'uno infino al nume-
ti i vescovi e missionari del mon- ro quindici, e poi si torna all' uno.
do, per raccomandargli V applica- I francesi dicono essere l'indizione
zione dei principii esposti dal lo- un termine di cronologia, che si
dalo sacerdote Luquet, qual. de- applica ad un periodo di quindici
putalo del sinodo medesimo. anni. L* indizione è un Ciclo { Kc-
INDIPENDENTI. Settari d'In- di), circolo, rivolgimento, o perio-
ghilterra e di Olanda, così chia- do di quindici anni, dicendosi in-
mali siccome fanno professione di dizione prima, seconda, terza, sino
non dipendere da alcun' altra au- alla decimaquinta, dopo la quale
torità ecclesiastica, e perchè pre- s' incomincia da capo, e così sem-
tendono che ciascuna chiesa o pre ritornandovisi, terminata la
congregazione particolare ha tutto decimaquinta. Cominciò a nume-
il potere necessario per governarsi rarsi l'indizionel'anno 3i2 o me-
da sé stessa. Sì distinguono due glio 3i3, sebbene alcuni protrag-
sorta d' indipendenti : i primi so- gono r epoca al 3i4 o 3x5,
no presbiteriani, e non differiscono dall' imperator Costantino il Gran-
dagli che in ciò che riguar-
altri de, non facendosene prima di questo
da governo della chiesa ; gli al-
il tempo menzione dagli autori. Si
tri sono un mescuglio o di anabatti- ha nei fasti dei greci che nell' an-
sti o d altri eretici, che si uniscono no 3 12 si cominciarono a nume-
agi' indipendenti. Considerano gli rare le indizioni, leggendosi : In-
indipendenti le decisioni de' sinodi dictionum Constanliniariitn hinc
come risoluzioni di uomini saggi exordium. Si chiamò indizione per-
-e prudenti, che si possono seguire chè l'imperatore la denunziava ed
senza esservi obbligati. Morel vol- intimava, onde da Valente impe-
le introdurre fra i protestanti di ratore si chiamò 1' indizione Va-
Francia nel secolo XVI l'indipen- lentiaca, così di altri. Nelle scrit-
dentismo. Il sinodo di Rochelle e ture ecclesiastiche la prima volta
quello di Charenton li condannò che se ne parlò, fu nel conci-
come dannosi alla Chiesa ed allo lio romano sotto s. Giulio I, ele-
stato, giudicando eh' essi aprivano vato al pontificato l' anno 336 ;

la ad ogni stravaganza, e
porta ed in s. Ambrogio nell' epistola ai
davano adito a formare altrettan- vescovi dell' Emilia. Certo è che
te religioni quant' erano le par- dal Papa s. Felice II detto IH,
rocchie. Gli indipendenti di Olan- eletto nel 4^2 o 4^3, fu usata la
IND IND 265
prima volta, e fu il Pontefice Pe- dalle Calende ( Vedi ), o dal prir
lagio II del 578 che la rese co- nio giorno del mese di settembre,
raune nelle Bolle (Vedi); ma e della quale si servivano gì' im-
r uno e l' altro si servirono del- peratori greci. La seconda è Vlni-
r indizione di Costantinopoli. Fu periale o Costantiniana, perchè se
introdotto questo calcolo, perchè ne attribuisce V introduzione al-
ogni opera incominciata fra questo l'imperatore Costantino, e chia-
termine, compiere si dovesse e re- masi pure Cesarea a motivo del-
gistrarsene la memoria ne' pubbli- l'uso che ne hanno fatto gì' im-
ci archivi ; e perchè ai soldati i peratori d' occidente, essendo fis-

quali avevano militato lo spazio di sato il suo principio ni 24 set-


quindici anni, fosse conceduta la tembre, perchè in quel tempo
libertà, se più oltre militar non finita la raccolta di tutte le biade,
volessero ,
godendo della franchi- solevano gli imperatori intimare
già del tributo detto capitationis j alle provincie la somministrazione
e finalmente perchè in ciascuno di delle predette vettovaglie, come pu-
detti anni si distribuivano le vet- re si scorge da un rescritto di Gra-
tovaglie ossiano annone e stipendi ziano 1. 8, De annon. et tribiit. C.
a' soldati, perciò anche V indizione Theod. La terza specie d' indizio-
fu appellata distribuzione, distri- ne chiamata Pontificia o Romana
butiOj e che se ne mandassero dai incomincia col 25 dicembre, ov-
provinciali fedeli relazioni nell' ar- vero col primo di gennaio, secon-
chivio imperiale. E benché i sol- do che 1' uno o l' altro di quei
dati fossero obbligati a militare giorni prendevasi pel primo dei-
sedici anni, come si legge in Ta- V anno. Sebbene le indizioni pon-
cito, tuttavolta Costantino volle di- tificie che si leggono nei registri
minuire un anno. Di questa mis- di Gregorio 1 Magno, sì rico-
s.

sione si tratta in un rescritto di noscano che incominciano dal set-


Costantino, lib. IV, De veteran. C. tembre, il che poscia continuarono
T/ieoi/o^. Da altri viene detta l'in- altri Pontefici, il Petavio però
dizione Fusio, in rescript. Honor. par. I, lib. 5 , e. i, mettendo in
imper.: Usque ad initium fusionis dubbio 1' origine ed il primo au-
quintae. Veggasi il Baronio agli tore delle indizioni, dice che tra
anni i4j i5 e 1 6, e nel com- le molte opinioni, nulla salis prò-

pendio di esso una dotta osserva- habilis adfertur. Uomini dottissimi


zione dello Spondano, intorno l' er- osservarono che non prima del
rore dello Scaligero contro Baro- sesto secolo, nel quale anche assai
nio. L' imperatore Giustiniano I di rado, apparve nelle scritture
r anno 537 ordinò con una costi- pontificie l'indizione romana, ed as-
tuzione che in tutte le scritture seriscono che non poche volte ad
pubbliche si ponesse il numero arbitrio degli scrinari o de' notai
dell'indizione corrente,, e che fos- una piuttosto die l'altra indizione
se enunciata «ome al dì d' oggi ponevasi.Marino I, ossia Martino
dai nostri si pratica. Novel. 47' IIj che successe nell' 882 a Gio-
Ordinariamente si distinguono tre vanni Vili, e s. Leone IX del
sorta d' indizioni : la Costantinopo- 1049 incominciarono le indizioni
Litana q greca^ la quale comincia ora dal settembre, ora dal gennaio;
!i66 IND IND
prova ben certa che si servivano chio, al Mabillon e ad altre eru-
indifferentemente della indizione di ditissime persone. Piìi spesso tro-
Costantinopoli o della romana o vasi usata dagli antichi augusti
pontifìcia. La romana da san Gre- r indizione romana; ma dopo il

gorio VII del 1073 in poi rima- secolo IX quasi sempre fu in vi-
se sola nelle bolle apostoliche. U- gore presso loro 1' indizione gre-
niversalmente V indizione pontifi- ca, riportandone il Muratori sì
ciao romana fu posta in uso la dell* uno che dell* altro sistema gli

prima volta nel concilio di Co- analoghi esempi, ne mancarono re


stanza del i4'7' Alcuni cronolo- d' Italia che segnarono i loro di-
gisli, tra quali il Pagi, Critic. Ba* plomi coir indizione pontificia. Gli
ron. an. 3 1 3, riconoscono altre in- antichi non di rado benché par-
dizioni prese o dal 25 marzo, o lassero dell' anno ab Incarnalione,
dal giorno di Pasqua, e se ne tro- pure in fatti cominciavano taluni
vano molti esempi nelle bolle pon- di essi 1* anno o dalla Natività
F, Anno, Calendario, Bre-
tificie del Signore, ovvero dalla Circon-
vi PoNTiFicn, Diplomi, ed Era. cisione ; da ciò derivò non lieve
Ottimamente la Chiesa e gli an- imbarazzò nell* esame delle antiche
tichi padri si sono serviti del com- carte. Talvolta i documenti furo-
puto ecclesiastico delle epoche, pe- no finti, tale altra furono guasti
riodi, movimenti solari e lunari, dai moderni, siccome non creduti
e dell' anno de' gentili, poiché que- conformi a qualche loro o storica
ste cose tutte conferiscono a sta- o cronologica opinione, e perciò
bilire la certezza de*principii, stati con ardire intollerabile gli acco-
ed accrescimenti della cristiana re- modavano a questa o cassando o
ligione ; scrivendo s. Agostino lib. aggiungendo. Vi sono inoltre di-
2, De doctr. Chris L cap. 28: Per plomi o documenti che sembrano
Olympìadesy et consuliim nomina originali, né altro sono che copie
multa saepe quaeruntur a nohisj et formate ad imitazione di quelli, e
ignorantia considatus, quo natus si può facilmente comprendere
est Dominus^ et quo passus, non- quanto si possa prendere abbaglio
nullos coegit errare. Il Muratori nel ti-ascrivere. Sulla indizione va
nelle Dissert. sopra le antichità consultato il Glossario del Du Fre-
italiane, diss. XXXIV, parla del sne,
vario uso delle indizioni nelle an- INDOVINO, INDOVINA. Que-
tiche carte e diplomi. Dice egli gli o quella che pretende di pre-
dunque che presso gì' imperatori dire futuro e che viene consul-
il

Carolini fu in uso 1' indizione de- tato per quest'oggetto. La Scrittu-


dotta dalle calende di gennaio, non ra condanna la divinazione, gl'indo-
che quella costantinopolitana che vini e quelli che li consultano :
incominciava dalle calende di set- essa tratta questa arte di abbomi-
tembre, la qual varietà molte vol- nazione , ed ordina di lapidare
te intricò gli autori a stabilire il quelli che la esercitano. La divi-
vero anno de' diplomi, e fece ai nazione ossia predizione certa ed
dotti prendere un anno per l'al- infallibile degli avvenimenti con-
tro : questa incostanza diede mol- tingenti non conviene che a Dio
to a fare al Coinle, al Papebro* solo, onde proviene il dirla divi-
.

IND IND 267


nazione, come chi dicesse divina sione generale dei delitti e delle
azione. La divinazione degli indo- pene alle quali i colpevoli avreb-
vini è quella scienza vana e su- bero dovuto essere condannati se-
perstiziosa per la quale alcuni pre- condo il rigore stabilito dalle leg-
tendono indovinare le cose na- gi, come si può vedere nel lib. IX
scoste o future, per la invocazione del codice Teodosiano, tit. de In-
esplicita od implicita del demonio. dulg., ma bensì dalla sacra Scrit-
Ecco alcuni canoni di concilii con- tura che dice al cap. 61 d'Isaia:

tro gl'indovini e la divinazione. SpiritnsDomini. misit me ut. . . . .

» Quelli che fanno uso di divi- praedicarem captivis indulgentiam


nazione come i gentili, o che fan- seu remissioneni come al cap. 4
^

no entrar in casa loro persone di s. Luca. La parola indulgenza


per isciogliere incantesimi, faran- presa in detto senso, riguardo al-
no sei anni di penitenza. Can. di la condotta piena di bontà e di
s. BasiL ep. can. Quelli che sie- condiscendenza di cui Dio e la
guono le superstizioni de'pagani, e Chiesa fanno uso verso de' peccato-
consultano gì' indovini o introdu- ri col rimetter loro la pena dovu-
cono persone in casa sua per i- ta ai loro peccati, si trova ancora
scoprire o fare de'malefizi, staran- presso i santi Cipriano, Paciano,
no cinque anni in penitenza, tre Ambrogio, Girolamo ed Agostino.
anni prostrati, e due anni senza Sebbene la parola indulgenza si
offrire. C. di Ancir. an. 3i4j c. trovi presso gli antichi padri del-
24- Si condannano a sei anni di la Chiesa nella maniera accennata,
penitenza gì' indovini e quelli che pure si deve riflettere, che per
li consultano, i conduttori d'orsi, esprimere propriamente ciò che si-
i dicitori di buona ventura, ed al- gnifica indulgenza, hanno sovente
tri siffatti generi di ciarlatani. C. fatto uso delle voci remissione, ri-
in Trullo can. 6 1 ". serva, condonazione e perdono. Il
INDULGENZA. Remissione del- che prova che la stessa idea cat-
la pena temporale dovuta al pec- tolica era diversamente, cioè con
cato. Il nome d'indulgenza provie- diverse parole, significata dai santi
ne dal verbo indulgere, far grazia, padri, poiché si esprimeva il dom-

ch'è lo stesso che rimettere, reniit- ma; ed in questo tutti erano d'ac-
tere ,
perdonare, accordar grazia, cordo, ma le parole erano diverse
donde ne deriva la parola latina e varie secondo i diversi autori.
reniissio , remissione, perdono. E Come in seguito poi le cose sacre
perciò il tit. IO delle decretali andavan prendendo formole scien-
sulle indulgenze è: De poenitenliis tifiche e più precise, anche per
et remissionibiis^ e le indulgenze contrastare con la precisione delle
sono dette dal Papa Alessandro parole alle bizzarrie degli eretici e
III remissione, remissiones; termi- de'novatori, così la parola indul-
ne che la Chiesa sembra aver pre- genza si adattò dai teologi quasi
so non dair uso che avevano gli da tutti concordemente per dino-
imperatori in certi giorni di pub- tare la comune credenza della
blica allegrezza di accordare la con- Chiesa intorno a questo domma, e
donazione de' tributi che il princi- se ne dettero definizioni esatte. Si
pe imponeva a'popoli, o la remis- rinvengono in fatti varie definizio-
»68 IND IND
ni dcir indulf^en/a presso gli sco- deli, queste non rimettono giammai
lastici del secolo XII e XIII, co- la colpa del peccato né la pena
me allresl presso imoderni dot- eterna la quale uno si merita, non
tori ; ina siccome combinano
esse avendo la Chiesa alcuna potestà di
tnlte tra di loro quando bene si rimettere una tal pena, come rile-
inleiidaiio, così riporteremo quella va il ven. cardinale Bellarmino
che dà Silvioj perchè sembra som- lib.I, de Indulg. e. 3, se non nel-

ministrare un'idea più chiara e più la amministrazione de' sacramenti.


distinta di questa sorta di grazia, Queste parole fuori del sacramen-
che la Chiesa concede di tanto in to significano, che i vescovi non
tanto a* suoi figli. Sì può adunque già per virtù de' sacramenti, ma
definire 1* indulgenza, dice questo bensì per virtù della giurisdizione
teologo, una remissione delia pena che hanno essi ricevuta da Gesù
temporale dovuta a' nostri peccati, Cristo, ci rimettono la pena do-
dopo esserci stata rimessa la colpa vuta a'nostri peccati col concedere
e la pena che la Chiesa
eterna, le indulgenze. Questa remissione
benignamente ci concede fuori del della pena temporale si fa fuori
sacramento della penitenza per mez- del sacramento, nel che essa diver-
zo del ministero di quelli a' quali sifica da quella che si fa nel sa-
da Gesù Cristo è stata commessa cramento stesso, o che corrisponde
la distribuzione ed applicazione del alle disposizioni più o meno per-
tesoro spirituale delle sue grazie. fette dei penitenti. Si aggiunge per
Si dice indulgenza, perchè è una mezzo del ministero di quelli a qua-
grazia ed una remissione favore- li e stata da Gesù Cristo com-
vole, che fa la Chiesa al peccatore, messa la distribuzione del tesoro
della pena, la quale ha egli meri- delle sue grazie, giacche una tal
tato co' suoi peccati. Si dice una podestà non si ha da lutti mi- i

remissione, poiché per mezzo della nistri della Chiesa, non essendovi
grazia annessa all' indulgenza, la che il Papa ed i vescovi, quali i

Chiesa perdona a' peccatori le pe- abbiano l'autorità di concedere in-


ne che hanno essi meritalo. Si dulgenze. Finalmente si dice, ai
aggiunge della pena temporale do- quali è stata da Gesù Cristo com-
vuta a nostri peccali, vale a dire messa la distribuzione del tesoro
di quella che si dovrebbe subire delle sue grazie; e ciò dimostraci
dinanzi a Dio, e secondo il rigore che la virtù delle indulgenze deri-
de' canoni nel foro interiore, giac- va dai meriti sovrabbondanti di
ché r indulgenza non ci esenta da Gesù Cristo, della Beata Vergine,
quella^ che si deve subire nel fo- e dei santi, come suoi membri, che
ro contenzioso esteriore, o eccle- i prelati offrono a Dio ed appli-
siastico o civile, essendo simil sorta cano a'fedeli per soddisfare ai loro
di pene imposte per il bene dello peccati, e che formano, secondo la
stato, ed il buon ordine della so- espressione dei padri del conciljo
cietà. Dopo esserci stata rimessa di Trento, sess. i, cap. 9, un te-

la colpa e pena eterna: parole


la soro celeste della Chiesa, la cui di-
le quali ci vengono ad indicare che stribuzione è stata da Gesù Cristo
per quanto ampie sieno le indul- commessa a'suoi pastori, allorquan-

genze che la Chiesa concede a'fe- do egli disse ai suoi apostoli, Matt.
IND IND 269
1 8 : Tiittocio che scioglier eie sulla ristabilì in pochissimo tempo nella
terra sarà sciolto ne'cicli. Questo chiesa. Or ciò non si j)otè fare
potere di accordare le indulgenze, da questo santo apostolo, se non
non è un potere di ordine ma di in virtù delle indulgenze, attesi gli
giurisdizione, non è un potére di orribili delitti di cui il giovane
ordine, perchè se lo fosse ogni sa- qual capo de'ladroni era colpevole.
cerdote ne potrebbe accordare; è L' altra prova per mostrare che
un potere di giurisdizione, perchè gli apostoli si sono serviti della
non può esercitarsi che sopra per- podestà delle indulgenze, si rileva
sone le quali siano sottomesse al- dalla condotta tenutasi da s. Pao-
l'autorità di colui che le dà. lo riguardo all' incestuoso di Co-
rinto. Avendo quest'uomo con fe-
Dell' origine delle indulgenze _, e deltà ed esattezza adempito una
dell' esistenza o della verità del parte della penitenza che V aposto-
fondamento delle indulgenze^ non lo aveagli imposto, giudicò questi
che delle loro diverse sorta. a proposito pel bene dell' anima
sua, e in considerazione delle la-
Avendo Gesù Cristo data ai pa- crime che i coiinti avevano spar-
stori della Chiesa la podestà di ri- se pel suo delitto, di condonarglie-
mettere i peccati, spelta ad essi la, e quindi concedere l'indulgenza
ancora imporre ai peccatori peni- di una parte delle pene, che me-
tenze o soddisfazioni proporzionate ritava subire per la colpa da lui
al loro bisogno ed alla gravezza commessa. Basta , dice l'apostolo,
delle loio colpe, e \i possono es- scrivendo a' corinti riguardo a que-
sere delle ragioni di diminuire il sto incestuoso penitente, ch'egli
rigore, od abbreviare la durata abbia subito la correzione e la
di queste pene; conseguentemente pena impostagli dalla vostra adu-
spetta al sommo Pontefice ed ai nanza ed ora dovete trattarlo
,

vescovi concedere le indulgenze. I con indulgenza, e consolarlo per


primi esempi dell'esercizio ed an- timore che non sia oppresso da u«
tichità di tale autorità risale al na eccessiva tristezza. Quel che voi,
tempo degli apostoli , dalla quale aggiunse 1' apostolo, gli concedete
epoca ha sempre la Chiesa eserci- per indulgenza, lo concedo io al-
tata la podestà di concedere le in- tresì. Imperciocché se io stesso mi
dulgenze. Questo si può provare servo dell'indulgenza, me ne servo
coir esempio di s. Giovanni , il a cagione vostra in nome e nella
quale concedette senza dubbio u- persona di Gesù Cristo. Vedesi da
na grande indulgenza a quel gio- questo passo che l'incestuoso era
:

vane divenuto capo di ladroni, di stato penitenziato per cagione del


cui riferiscono la storia s. Clemen- suo delitto; che avea egli con u-
te Alessandrino, ed Eusebio di Ce- miltà e sommessione subito la pe-
sarea , imperciocché e' insegnano, nitenza ; che favea eziandio adem-
che questo
santo apostolo promi- pita fino allora con tutta la esat-
se al giovane di soddisfare per lui tezza possibile, a segno di far cre-
dinanzi a Dio; che lo fece colle sue dere che r eccesso della tristezza

lacrime, colle sue preghiere e coi e della penitenza non venisse ad


suoi digiuni, e finalmente che lo opprimerlo; che in vista di ciò e
a7« INO IiND
delle lagrime che i corinti aveano ordine di eseguire la penitenza ca-
sparse pel suo delitto, 1' apostolo nonica. Diritto fondato sul riflesso
giudica conveniente di trattarlo con ch'essi erano gli eredi non solo
indulgenza, rimettendogli una par- dell'autorità di Cristo, ma eziandio
te della ; che viene
sua penitenza della sua carità, e si considerava-
a ciò bene e la salute
fare pel no tutto ad un tratto come giu-
dell'anima sua^ e airmchè Sata- dici, padri e pastori de' fedeli a
nasso non riportasse di lui alcuna loro commessi. Questo punto è im-
vittoria; ch'egli si serve di questa portante, poiché è l'origine di quel-
podestà in nome di Gesù Cristo; le che oggidì chiamiamo indulgen-
finalmente che i corinti non avea- ze. Bisogna dunque provarlo con
no questa podestà di fargli questa autorità, a cui replicar non si

giazia, ma
avevano da lui,
che 1' possa. Il concilio Niceno nel can.
poiché niuno vi ha se non gli a- 12 si espi ime così. Chiunque pe-
postoli, e quei che sono rivestiti netrato dal timore di Dio testifi-
della loro autorità, i quali abbia- cherà colle sue lacrime, colla sua
no la podestà di concedere l'indul- pazienza e buone opere d' avere
genze : Cui autem aliquid donastis, realmente cangiata vita, sarà pel
et ego. Trovasi dunque, come ab- merito delle orazioni ristabilito nel-
biamo detto, in questo solo passo la comunione, dopo aver compiuto
non solamente una prova incon- il tempo assegnato per questa sta-
trastabile che gli apostoli siansi zione degli uditori. Oltre di che
serviti della podestà delle indul- è permesso al vescovo usare mag-
genze, ma altresì un perfetto com- gior dolcezza con per quel- lui. Ma
pendio di tutto quel che la Chiesa li che non sono compunti, e poco
insegna riguardo a tale materia. apprendono lo stato in cui la col-
Quindi è che i santi padri non pa gli ha ridotti e credono' che ,

^mancarono di farvi seria riflessio- basti venir alla chiesa per conver-
ne, e se ne servirono per difende- tirsi, non si diminuisca loro il tem-

re le indulgenze che la Chiesa con- po segnato per la penitenza ". Il


cede in alcune occasioni ai suoi concilio di Ancira non è men chia»
figli. ro in tal punto, e dà ai vescovi
Il p. Chardon nella Storia dei la facoltà non solo di sminuire il
sacramenti ,
parlando nel t. II, tempo della penitenza, ma ancora
lib. I, cap. Ili, della penitenza e di prolungarlo, se lo credono van-
del foro ecclesiastico, e della facol- taggioso pei peccatori. Dice il can.
tà de' vescovi di accorciare il tem- 5. « Noi abbiamo ordinato che i
po della penitenza in favore di vescovi, dopo aver esaminato come
quelli che davano certi contras- si portino i penitenti, possano u-
segni del loro dolore, dice quanto sare loro clemenza, o allungare il

segue. Quantunque vi fossero leggi loro tempo. Prima di tutto ri-

generali, e per cosi dire locali, che cerchino la loro vita passata e
regolavano 1' ordine e il tempo la posteriore, e poi usino clemen-
della penitenza, egli è certo non- za verso di loro". Cosi dicono quei
dimeno che i vescovi avevano di- padri i cui canoni fanno parte del
ritto di accorciarlo, e di fare al- codice generale della Chiesa. Lo
cune mutazioni nella maniera ed stesso avevano comandato nel se*
,

IND IND 271


condo loro canone, che riguarda fessori, in considerazione dellequa-
la penitenza de'chieiicì. « Voglia- li si rimetteva a'penitenti una por-

mo che i vescovi, esaminata la zione delle pene; questo privilegio


vita loro, possano usar clemenza o de'martiri e confessori è assai più
prolungare il tempo di loro peni- antico di Tertulliano, e tale prero-
tenza. Ma soprattutto abbiano mi- gativa era nota non solo in Roma
ra alla loro vita precedente e sus- ed in Africa, ma ancor nelle Gallie.
seguente, e si regolino sopra ciò Nel terzo secolo l'uso delle indul-
nell'usar clenienza con loro'*. Mol- genze era si comune nella chiesa
ti altri concilii, tra'quali quelli di romana, che s. Cipriano e il cle-
Neocesarea e di Laodicea, suppon- ro romano, essendo vacante nell'an-
gono ne' vescovi la podestà di usar no 260 la sede pel martirio del
indulgenza co'penitenti, abbrevian- Papa s. Stefano I, si credettero in
do loro il tempo di penitenza, o obbligo di correggere gli abusi at-
almeno permettendo che lo ab- tesa la facilità de' martiri di dare
brevino quello di Laodicea tenu-
: biglietti ai vescovi per chi era
to nel IV secolo, vuole che si usi caduto, a riguardo de'quali si so-
indulgenza riguardo a' peccatori i leva rimettere ad essi la pena do-
quali colla penitenza danno con- vuta alle loro colpe. Pamelio sco-
trassegni di vera conversione ; e liaste di s. Cipriano dice che eb-
quello di Neocesarea, tenuto poco bero principio le indulgenze dai
prima del Niceno, concesse indul- libelli o biglietti de'martiri, ch'e-
genze alle femmine eh* erano in rano suppliche ch'essi essendo rin-
penitenza. Soggiunge il medesimo chiusi nelle prigioni facevano ai
p. Chardon lib. Il, cap. 8, trat- vescovi, perchè a loro riguardo ab-
tando dell* indulgenza che usava breviassero le penitenze loro in-
la primitiva Chiesa verso i pecca- giunte. Altre prove dell'antico uso
tori penitenti, che i vescovi avea- delle indulgenze l'abbiamo dal quar-
no sempre avuto una somma au- to concilio di Cartagine del 398,
torità circa la disciplina della pe- in cui i padri le concessero ai pe-

nitenza, accorciandone o prolun- nitenti infermi ; quei del primo


gandone il tempo per giuste ca- concilio di Agde del 5o6 le accora
gioni , tre delle quali erano le darono ai peccatori penitenti, cosi
principali: cioè, la prima il fer- quelli del concilio di Tribur adu-
vore straordinario de*penitenti, che nato nel IX secolo. L'indulgenza
glispingeva ad affliggersi senza ri- delle Stazioni {^Vedi) vuoisi co-
sparmio, e ad abbracciar con gio- minciata al tempo di s. Gregorio L
ia i prescritti travagli; la seconda 11 Surio che s. Leone III
narra
la vicinanza della persecuzione, che concesse indulgenze a varie chiese
obbligava i vescovi a riconciliare i di Germania.
penitenti prima che avessero fini- Quanto
all'esistenza ed alla ve-
to il corso di penitenza, per poter rità fondamento delle indul-
del
loro dare la santa comunione co- genze, è un punto di fede deci-
me preservativo contro i pericoli so contro i valdesi , i viclefìsti

a*quali gli esponeva la furiosa tem- gli ussiti , i luterani e i calvini-


pesta ; la terza era le raccoman- sti, che la Chiesa ha il potere di
dazioni o libelli de'martiri e cou- accordai'e delle indulgenze, e che
,

i'}i IND IIVD


quest'uso è salutare a'fedeli. Tale logi che se dopo avere degnamen-
polere della Chiesa è slnhililo sul- te acquistato un'indulgenza pleua-
ia Scrittura, sulla tradizione dei ria, ci toccasse la sorte di morire,
padri, e sui concilii, ed a quelli direttamente si anderehhe al pa-
memorati aggiungiamo i couciiii di radiso ; lo stesso dicasi delle ani-
Carlagine IV, can. 2, 17, 54, e me del purgatorio, qualora in loro
84; Laterano del 11 16; di
di sufìragio da noi si conseguisse una
Costanza sess. i5;edi Trento sess. indulgenza plenaria e che ad esse
25. Decretò quest' ultimo conci- sia applicahile, se si degna la di-
llo : M Avvegnaché la Chiesa len- vina giustizia di accettarla. Dell'in-
ga da Gesù Cristo la facoltà di dulgenza plenaria in articido mor-
accordare indulgenze , e fin dal tis, se ne tratta all'articolo Bene'
primo secolo di sua età abbia u- dizione [Fedi). 11 medesimo moti-
sato di questo potere ch'ella avea -vo poi che indusse Clemente VI
ricevuto da una mano divina; il ad accorciare il tempo alla cele-
santo concilio dichiara, che non si brazione dell'anno santo prescritto
può dispensarsi dal conservarne Tu- centenario da Bonifacio Vili, e da
so, ma vuol che se ne faccia la lui ridotto a cinquanl'anni, quello
dispensa colla stessa prudenza e di Urbano VI che lo stabilì ad 0-
moderazione come facevasi un
, gui trentatre anni, e quello di Pao-
tempo, affinchè una troppa facilità lo li che determinò di celebrarsi
Don introduca il rilassamento nella l'anno santo del giubileo, di ven-
Chiesa ". Le indulgenze poi sono ticinque in venticinque anni, affine
di diverse sorfa, e si dividono in di concedere ad un maggior nu-
plenarie, e non plenarie o parziali, mero di fedeli il mezzo di poler-
L'indulgenza plenaria è quella col- sene approfittare , mosse Alessan-
la quale si ottiene la remissione dro VI e i suoi successori a di-
di tutta la pena temporale dovu- spensarli dal portarsi a Roma
ta al peccato, sia in questa vita, permettendo a ciascuno di lucrar-
sia nell'altra, quando si ha la for- lo nella sua diocesi, facendo in es-
tuna di guadagnarla pienamente, sa quel tanto che viene prescritto
Questa indulgenza è la stessa in dalle loro Si deve ancora
bolle.
sostanza di quella delTanno san- riflettere che i Pontefici molto
to del giubileo, che il Pontefice spesso concedono indulgenze pie-
Bonifacio Vili chiama più piena narie, le quali chiamausi secondo al-
e pienissima, plcnioreni et plenis- cuni impropriamente Giubilei [Fé-
simam, che trattammo all' arti-
di di), perchè si concedono in forma
colo Jnno Santo {Fedi)^ da lui ri- di giubileo, ad instar Juhileì, co-
stabilito nel i3oo. Il termine di me lo chiama Sisto IV nella sua
plenior aggiunge soltanto alla in- bolla del i^jZ. Non havvi tuttavia
dulgenza plenaria il potere straor- altro divario da queste indulgenze
dinario conferito ai confessori di a quelle del giubileo, se non che
assolvere dalle censure e dai casi esse si concedono in ogni tempo,
riservati, e quello di pienissima il né sono istituite soltanto per coloro
potere di dispensare o commutare i quali visiteranno le basiliche di
dai voti semplici, e da altri vin- Roma. I Pontefici sono soliti di
coli simili. Affermano diversi teo- concederle presentemente eziandio,
IND IND oy3
cioè da Sisto V in poi, neirantio non sono che
temporali, cioè che
delia loro esaltazione al pontificato, per un tempo determinato, come
come ancora nelle gravi necessità per sette anni ; in indefinite, che
della Chiesa, e per quelle altre sono accordate senza definizione di
circostanze che notammo al citato tempo ; ed in perpetue, che si ac-
articolo. Sì possono consultare il cordano per sempre. Le indulgen-
p. d. Sebastiano Fabrini silvestri- ze indefinite sono della stessa na-
no, Dichiarazione del giu'
nella tura che le perpetue, e le perpetue
hileo dell'anno sanlo^ nella quale si lo sono veramente, e non han-
tratta del modo di conseguirlo e no bisogno di essere rinnovate do-
di fare il pellegrinaggio di Roma, po venti o ventitre anni come
con la risoluzione di molti dubbi pretendono diversi autori. Le in-
bellissimi sopra questa materia ^ dulgenze si dividono pure in lo-
Roma 1600. Andrea Vittorelli ,
cali, reali e personali. L'indulgenza

Historia de^ giubilei pontificii, ec. locale è attaccata ad un dato luo-


ove sono cose di erudizione eccle- go, come ad una chiesa, cappella,
siastica e di pio ammaestrafnenio, ec. Si acquista visitando quel luo-
con una istruzione per prepararsi go ed osservando tutte le condi-
all'acquisto del giubileo, con l'e- zioni prescritte. L'indulgenza reale
sempio di s. Carlo, Roma i6i5. è quella eh' è attaccata a certe co-
L'odierno vescovo di Le Mans se mobili e passeggiere, come ro-
monsignor Gio. Rattisla Bouvier sari, corone, crocefissi e medaglie
è autore del Trattato dommatico benedette, ed accordata ai fedeli
e pratico delle indulgenze, delle che portano tali cose con divozio-
confraternite, e del giubileo ad uso ne osservando le opere ingiunte.
degli ecclesiastici, la cui ottava e- L' indulgenza personale è quella
dizione fu pubblicata nel i843. che viene accordata immediatamen-
L'indulgenza non plenaria o par- te ad alcune persone in particola-
ziale è quella la quale non rimet- re, o in comune alle persone per
te che una parte della pena tem- esempio d' una data confraternita!
porale dovuta al peccato, come le o altra pia congregazione. Tali per-
indulgenze di molti giorni, di mol- sone possono guadagnare simili sor-
te settimane, di molte
quarantene ta d'indulgenze in qualunque luogo
o di molti anni dire che
; vale a esse siano, sane, inferme, o mori-
questa sorta d'indulgenze rimetto- bonde. Vi sono anche delle indul-
no altrettanti giorni o anni di pe- genze che si chiamano di penitenze
nitenza, quanti se ne dovevano fa- ingiunte, e queste significano che
re in questa vita o nell' altra di noi otteniamo la remissione di al-
pena temporale, secondo gli antichi trettanta pena dovuta ai nostri
canoni della Chiesa detti peniten- peccati al tribunale di Dio, quanta
ziali, per i peccati commessi ; esse ne avressimo potuto pagare colle
rimettono anche la pena di cui penitenze canoniche o con quelle
,

siamo debitori alla giustizia divina, che sarebbero ingiunte a tutto ri-
e che corrisponde alla penitenza gore dal sacerdote.
canonica espressa nell' indulgenza,
ma che Dio solo conosce. Inol-
tre le indulgenze si dividono in
VOL. xxxiv. iB
e

174 IND IND


Delle cause delle indulgenze^ e di quelli che prestarono aiuto nelle
{jitelli che hanno il diritto di guerre o guerreggiarono contro gli
concederle. infedeli, maomettani e saraceni, ere-
tici ed altri nemici della Chiesa
Si distinguono dai teologi quat- cattolica ; e Nicolò V le concesse
tro sorta di cause: l'efficiente, che nel a quelli che cooperarono
i4't'3

produce l' effetto ; la finale o mo- al ristabilimento delle mura di Me-


tiva, che determina all'azione; la dina Sidonia abbattute dai mori.
materiale, che consiste nel soggetto Quanto alle indulgenze per la co-
o materia della cosa ; la formale, struzione o ristauri delle Chiese
che costituisce la sua essenza. La (P^edi), non solo può consultarsi
causa formale delle indulgenze, che tale articolo, ma altresì Fabbrica.
ne costituisce la essenza, consiste in Anche qui noteremo che avendo
tutte le parti che sono loro essen- Leone X nel iSiy fatto pubbli-
ziali, e che risultano dalla loro care le indulgenze plenarie in fa-
stessa definizione. La causa mate- vore di quelli che contribuissero
riale ex qua^ è il tesoro stesso del- limosine alle spese della guerra
la Chiesa j la causa materiale in contro il sultano Selim I, che fa-
qua, è il soggetto di cui poi par- ceva tremare tutta l'Europa dopo
leremo. La causa finale o motiva, aver soggiogato l'Egitto, come alla
è la ragione che determina il pre- riedificazione della basilica di san
lato ad accordar l'indulgenza; ra- Pietro, fu cagione dell' eresia dei
gione che dev* essere giusta e pro- Luterani (Vedi). Dappoiché essen-
porzionata alla natura delle indul- do soliti gli agostiniani promulga-
genze che accorda, giacche senza re le indulgenze per la Germania,
questa proporzione le indulgenze ed avendone avuto questa^ volta
diverrebbero perniciose a'fedeli, fo- l'incarico i domenicani, l'agostinia-
mentando la loro indolenza ed im- no Giovanni Staupitz vicario ge-
penitenza, ed ispirando anche dis- nerale del suo ordine, ne concepì
prezzo verso le chiavi della Chie- un vile dispetto, che fece passa»
sa, come dice Innocenzo III nel nell'animo impetuoso del correli-
concilio di Laterano, e. cum ex eo gioso Martino Lutero, il quale fu-
i4, de poenit. D'altronde i prelati riosamente si scagliò contro l' in-
non sono gli arbitri assoluti dei dulgenze, e diede in quegli eccessi
non ne sono
tesori della Chiesa, essi che fu cagione d' immensi mali, e
che dispensatoli, e non ne possono della perdizione d'innumerabili ani-
disporre senza una giusta ragione. me. Come le indulgenze possano
Le principali ragioni, secondo Sil- applicarsi per le cose temporali, va
vio, sono : la costruzione e la con- letto s. Tommaso qu. 1 1 , ar. 3,
sacrazione delle chiese, la conver- lib. IV Sententiar, Essendo poi la
sione degl' infedeli , V estirpazione causa efficiente principale dell' in-

delle eresie, la divozione de' fedeli dulgenze Gesù Cristo, le cause se-
\erso i santi e la Sede apostolica, condarie e meno principali sono
la gloria de'marliii, il pericolo dei tutti coloro che hanno diritto di

mali spirituali o temporali. Ai ri- accordare delle indulgenze, come i

spettivi articoli del Dizionario si concilii, i Papi, ed alcu-


i vescovi
tratta delle indulgenze concesse a ne altre persone nel modo che an-
IND 275
diamo a dire. I conciliì generali, potere è egualmente fondato sulla
rappresentanli tutta la Chiesa, han- Scrittura, sulla tradizione, sulle de-
no diritto di accordare ogni sorta cisioni de'concilii,e sull'uso costante
d'indulgenze in tutta la Chiesa, non che i Pontefici ne hanno fatto.
solamente quando il Pontefice vi Tutti riguardo al Papa sono
assiste in persona, ma anche quando convenuti ch'egli abbia una piena
non vi assiste mezzo dei
che col autorità di concedere indulgenze a
suoi legati o quando è morto. Sul- tutti i fedeli sì plenarie che altre
la potestà che hanno i concilii ge- simili, le quali giudica poter con-
nerali di concedere le indulgenze, tribuire alla maggior gloria di Dio,
comprese le plenarie, sono a ve- e al bene maggiore della Chiesa.
dersi il Bellarmino , De Indulg. I Papi sono stati sempre in tal
lib. I, cap. II; Navarro, De Jubii, possesso, e nessuno fuorché gli ere-
notab. 3 f , n. 2 ; Domin a Soto . tici glielo hanno contrastato. Sono
in 4) 3i, q. I, art. 4- Infatti
<list. essi che hanno stabilito gli anni
r indulgenza che fu conceduta nel santi ed i giubilei, e che hanno
concilio di Clermont, celebrato sot- concedute le prime indulgenze ple-
to Urbano II, fu plenaria, come si narie; per lo che bisogna conve-
legge nel can. 2. 11 concilio di Pi- nire che la loro autorità non ha
sa del 1409 concedette l'indulgen- in questo altri limiti, che l'obbli-
za plenaria a tutti quelli che vi go in cui si trovano di condursi
avevano assistito, e che aderissero come fedeli distributori de' tesori
al concilio. Quello di Basilea ne della Chiesa, vale a dire del prezzo
concedette parimenti una simile. I del sangue di Gesù Cristo, il qua-
concilii hanno sovente
provinciali le non dev'essere distribuito se non
conceduto indulgenze. Quel di Ra- con tutta la circospezione e pru-
venna nel 1817 concedette qua- denza possibile, regolandosi le in-
ranta giorni d' indulgenza a tutti dulgenze secondo i bisogni della
gli intervenuti al concilio. I concilii Chiesa, e con saggia proporzione
d'Avignone del i326 e di Beziers per la salvezza de' fedeli. Alcuni
del i35i concedettero dieci giorni celebri autori osservano che le pri-
d' indulgenza a quei che facessero me indulgenze plenarie sono state
un inchino di capo, allorché si pro- concedute in favore delle Crociate
nunziasse il nome adorabile di Ge- (Fedi), come il Tomassini, DiscipL
sù. Più giorni d'indulgenza, per eccL par. 4> 1- '> ^^P* 7^* ^^o"^' ^^'

secondare simili esercizi di divozio- E in verità Maldonato,


il De poen.
ne, concedettero ancora i concilii qu. de indulg. tom. Il, par. 2,
di Lavaur nel 1 368 , di Narbona p. 319, dice che non si legge nei
nel «394, e di Colonia nel i^iZ. concilii che sia stata conceduta in-
Non trovasi per altro in alcun luo- dulgenza di questa natura prima
go, che concilii provinciali abbiano
i del concilio di Clermont del logS
conceduto indulgenze plenarie. Il celebrato sotto Urbano II, in cui
Papa essendo il vicario di Gesù si concedette una plenaria indul-
Cristo in terra, ed il capo della genza a tutti quelli i quali si ascri-
Chiesa universale, può accordare di vessero alla crociata per riconqui-
diritto divino ogni sorta d' indul- stare la Terrasanta. Eugenio III
genze in tutta la Chiesa, e questo ne concedette una simile , e pel
, ,

276 IND IND


medesimo motivo, che pubblicò s. delle quali avessero intero penti-
Bemai'do ii4^» ed Innocen-
nel mento. I legati apostolici, per com-
zo Ili nel 12 15; il che si è con- missione del Papa, possono accor-
tinuato a fare in appresso e per dare delle indulgenze in tutti i

detta cagione, o per altri motivi, luoghi della loro legazione. I car-
come si può vedeie ne* decreti dei dinali preti nei loro titoli , ed i

concilii e nelle bolle di Bonifacio cardinali diaconi nelle loro diaco-


Vili, Clemente V, Martino V, ec. nie possono concedere cento giorni
Ma prima tempo ossia delle
di tal d'indulgenza nel possesso che pren-
crociate si andava assai riservato dono di tali loro chiese. Inoltre
in concedere indulgenze. 11 mede- possono concedere cento giorni di
simo Maldonato osserva che con- i indulgenza i cardinali preti tutte
ciliianteriori a quello di Clermont, le volte che pontificano o assistono
furono soliti concedere non più di nei loro titoli, ne' giorni della sa-
sette anni d' indulgenza. Ed Pa- i cra, nelle feste de* santi titolari

pi stessi, giusta la riflessione del ed in altre simili funzioni. Altret-


Baronio, prima delle guerre di Ter- tanto possono concedere nelle dia-
rasanta non concedevano indul- conie i cardinali diaconi, se assi-

genze più d'un anno, come ripor- stono negli indicati giorni e feste

ta all'anno 1177, n. 49- '^ "me- nelle medesime. Anticamente i car-


desimo all'anno 11 82 narra che dinali solevano sottoscrivere ed ap-
Innocenzo II avendo dedicato la porre il loro sigillo alle bolle pon-
chiesa del monistero de' cluniacensi tifìcie per concessioni d'indulgenze.
nel qual tempo furono consagrati I vescovi hanno anche per di-
i ventisei altari, concesse a chi nel- ritto divino il potere di accordare
r anniversario della dedicazione a- delle indulgenze ai loro diocesani ,

vesse visitato la chiesa , la remis- perchè ne sono i capi di di-


essi

sione di quaranta giorni della pe- ritto divino, e perchè hanno una
nitenza ingiuntagli. Inoltre il Ba- giurisdizione esteriore, alla quale è
ronio scrive all'anno 847 aver let- attaccato questo potere che i conci-
to in un antico marmo che Ser- lii possono nondimeno restringere,
gio II avea concesso l' indulgenza come fecero in fatti, perchè esso è
di tre anni e di tre quarantene a loro subordinato per l' istituzione
lutti coloro che visitassero la chie- divina. Da ciò proviene che alcu-
sa de' ss. Silvestro e Martino di ni vescovi, avendo abusato del loro
Koma, alla quale avea trasferito potere in questa materia con con-
molti corpi di santi; Papebro- ma cedere indulgenze superflue, il IV
chio , Mabillon dubitano
e Pagi concilio Lateraneuse celebrato nel
dell'antichità della lapide. Racconta 12 15 da Innocenzo III, col can.
il Malaterra che nel io63 Ales- 62 li privò del diritto ch'essi ave-
sandro Il spedì al duca di Cala- vano di accordare delle indulgenze
bria Roggiero vincitore de' sarace- plenarie, perchè esponevano a dis-
ni, uno stendardo benedetto, con- prezzo le chiavi spirituali della Chie-
cedendo a quelli che procurassero sa, e Io circoscrisse alla concessione
liberare dalle mani degl' infedeli di un anno d' indulgenza alla de-

porzione della Sicilia , indulgenza dica d'una chiesa, tanto se la ce-


plenaria, ed assoluzione delie colpe rimonia si faccia da un solo vesco-
,

IND IND 2177

vo che da molli, dappoiché il Pa- corda questo potere agli arcivesco-


pa stesso fornito della pienezza di vi. Quanto ai vescovi puramente
poleslà non era solito concedere o coadiutori, essi non han-
litolari
pili d'un anno ; e di quaranta gior- no potere di concedere indulgenze,
ni in altre occasioni, e per giuste perché tale autorità non al carat-
ragioni , come per l' anniversario tere ma alla giurisdizione é attac-
della dedicazione, la quale resta in cato. Il diritto ne' vescovi di con-
perpetuo. È incerto se questa re- cedere indulgenze dipende dalla po-
strizione non riguardi che il foro testà di giurisdizione non già di
esteriore e l' indulgente pubbliche, ordine, egregiamente lo spiegò s.

e se i vescovi possano sempre ac- Tommaso, qu. 5, ar. 2, lib. IV


cordare delle indulgenze di molti Sententiar. Lo stesso deve dirsi di
anni nel tribunale e foro della pe- alcune dignità capitolari, peniten-
nitenza, non essendo i teologi d'ac- zieri maggiori, e vicari generali dei
cordo su questo punto, diversi con- vescovi, hanno in fatto
che non
cedendolo; come anche sul potere d'indulgenze, senon ciò che loro
de' vescovi concernente le indul- è accordato da un permesso parti-
genze accordate ai defunti, che al colare o da una legittima costu-
dire del Bellarmino, del Barbosa, manza e non è che su di un tal
;

del Sarnelli e di altri non può fondamento che penitenzieri mag- i

affatto concedersi. La restrizione giori ed altri accordano cento gior-


di quaranta giorni Clemente VI , ni d' indulgenza. Per ciò riguarda
nel i347 l'ampliò a cento all'ar- i capitoli delle chiese caltedraU
civescovo di Benevento Stefano, ciò durante la vacanza della sede ve-
che ritennero i di lui successori. Il scovile, essi segqono l'uso che tro-
regolamento del concilio Latera- vano stabilito nelle foro chiese cir-
nense passò in gius comune, giac- ca alla concessione delle indulgen-
che fu posto nelle decretali da Bo- ze. Il Sarnelli, Leti. eccl. tom. IV,
nifacio Vili , il quale vietò a' ve- lett. XLIX, trattando delle indul-
scovi di oltrepassare il numero pre- genze che può dare un vescovo,
scritto dal concilio generale nel spiega i casi in cui può concedere
concedere indulgenze. Certo è che nelle lettere i quaranta giorni d'in-
il potere di accordare le indulgen- dulgenza, cioè cause pie, come pei'
ze appartiene al vescovo conferma- r edificazione o riparazione delle
to, benché non consacrato, perchè chiese, e sostentamento degU ospe-
egli gode da quell'istante del po- dali, ed altre simili cause; e che
tere di giurisdizione ch'egli può queste indulgenze non sono sospe-
esercitare da sé stesso o col mezzo se ne' giubilei universali, peiché al-
di un delegato, tanto nel suo pro- lora il sommo Pontefice sospende
prio territorio, che in un territo- solamente quelle che sono state
rio straniero a riguardo soltanto concesse o da esso o da' suoi pre-
de' suoi diocesani. Ora ciò che può decessori, come fu dichiarato in un
un vescovo nella sua diocesi per editto del cardinal vicario d'Inno-
rapporto alle indulgenze, un arci- cenzo XII, a' 6 marzo dell'anno
vescovo lo può in tutta la sua pro- santo 1700, tranne quelle indul-
vincia, dovunque è ricevuta la di- genze che notammo ai citati arti-
sciplina delle decretali, la quale ac- coli Anni Santi e Gujbii-ei, ove si
ayS IND IND
riportano molte analoghe notìzie a versa specie, a* rispettivi luoghi se
questo argomento. Soggiunge il Sar- ne tratta all'articolo Cappelle Pon*
nelli, che il medesimo cardinale di- TiriciE.
chiarò, che le indulgenze solite a I parrochi, gli abbati mitrati, i

concedersi dai cardinali legati, nun- superiori degli ordini religiosi, e qua-
zi apostolici e \escovi , o neh' uso lunque altro sacerdote inferiore ai
de* pontificali, o nel dare le bene- vescovi, non possono di diritto co-
dizioni, o in altra forma solita, re- mune accordare indulgenze, secon-
stavano nel loro vigore non ostan- do l'opinione più seguita dai teolo-
te la generale sospensione delle in- gi,appoggiata a s. Tommaso, Suppl.
dulgenze. Inoltre il Sarnelli nel ad 3 p., qu. 26, art. i , il quale
lom. Vili, dà la lett. VI Per-
ci : dice non avere i parrochi la po-
che si dice, che il vescovo concede destà di scomunicare, e molto me-
quaranta giorni della vera indul- no per conseguenza possono avere
genza. Dopo aver spiegato la pa- quella di concedere indulgenze; im-
rola veraj conchiude per la tassata, perciocché vi ha di bisogno di una
per la giusta indulgenza, sicché podestà assai più ampia per conce-
concedendo il vescovo quaranta gior- dere grazia che per punire. Riflette
ni della vera indulgenza, vuol dire s. Giovanni Crisostomo, honi. 4 in
che concede quello che può con- 12 ad Cor., che per concedere in-
cedere, secondochè gli è stato tas- dulgenza conviene essere rivestito
sato dal mentovato concilio gene- delia pienezza dell'apostolica auto-
rale, perchè se ne dà di più non rità. Vi é pure d'Innocen-
il testo
vale. JNoteiemo che anco iella cap- zo III, can. 60 del concilio Latera-
pella pontificia nella formola della nense IV, riferito dal diritto, e. 1
2,
pubblicazione dell' indulgenza vi è de excessibus prael., decretale Ac-
la parola vera la formola antica
: cedentibus j col quale il Pontefice
diceva così. « R.mus in Christo medesimo rimprovera severamente
Pater et Dominus, Domiuus JV. Dei certi abbati, che usurpando i di-
et apostolicae hujus
Sedis gratia ritti de' vescovi, osavano accorda-
*anctae N. Ecclesiae episcopus dat, re delle indulgenze, e lo vieta loro
et concedit omnibus hic praesen- espressamente, tranne il caso di un
tibus quadraginta dies de vera in- permesso speciale, o d'una legitti-
dulgenlia, etc. ". L'odierna formo- ma costumanza. La ragione è che
la è questa. » Sanctissimus in Chri- appartiene ai soli veri prelati, che
Dominus Noster, Do-
sto Pater, et sono i principi del popolo di Dio,
minus Gregorius divina providen- il dispensare i tesori della Chiesa,
tia Papa XVI dat, et concedit o- e perchè secondo s. Tommaso i
ranibus hic praesentibus annos soli vescovi sono veramente prela-
et totidem quadiagenas de vera in- ti, perchè essi soltanto sono i go^
dulgentia, in forma Ecclesiae con- vernatori di tutto il popolo, e quasi
sueta. Rogate igitur Deum prò fe- re d'un piccolo regno, quando in
lici slalu Sanclitatis suae, et sauctae vece i curati e i superiori degli
nìatris Ecclesiae". Di quanto ri- oi-dini religiosi non sono che come
guarda le indulgenze che si conce- padri di una famiglia e di una casa,
dono dal Papa nelle pontificie fun- ed i primi semplicemente coadiu-
zioni, del modo, e della loro di- tori de' vescovi. Alcuni preti ardi-
IND IND 279
rono a' tempi di s. Cipriano di concede le indulgenze a viva voce,
fare ciò in favore di que' che ave- e per organo della Congregazione
vano libelli o biglietti di raccoman- delle Indulgenze, de Brevi segre-
dazione de' martiri, ma tale impre- teria , e de' Memoriali segreteria
sa parve a s. Cipriano un atten- (Fedi). La congregazione delle in-
tato sì intollerabile, che opponen- dulgenze ha particolarmente la rap-
dosi a questo abuso con tutta la presentanza di giudice, destinata a
forza episcopale, rimproverò i preti decidere le questioni che potesse-
tanto per la facilità di riconciliare ro insorgere intorno alle indulgen-
i peccatori senza aver fatto peni- ze concesse o da concedersi, come
tenza, quanto per l'usurpazione d'u- si legge dalla costituzione 36 di
na podestà eh' essi non avevano. Clemente IX de' 6 luglio 1669, il
Cypr. ep. 9. Dice il concilio di quale dichiarò la congregazione per-
Trento, sess. i4» c- 7 • i'"so della petua con ampie facoltà. In tutti
Chiesa deve servirci di norma per i luoghi soggetti alla Congregazio-
giudicare dell' autorità che in essa ne di propaganda fide, ch'enume-
hanno i suoi ministri ; ora egli è rammo a quell'articolo, il Papa
indubitato, non essere giammai sta- concede l'indulgenze per mezzo del-
to in uso presso la Chiesa che i par- la medesima in virtù delle facoltà
rochi concedano indulgenze; si de- concesse alla congregazione tìf£^<7Mm-
ve dunque convenire ch'essi non ne quenniuni da Pio Vili, e conferma-
hanno la potestà. Le lettere di afli- te dal Pontefice regnante ; se ve ne
gliazione che i superiori degli or- sono poi delle straordinarie, si do-
dini religiosi accordano ai loro be- mandano al Papa dal prelato se-
nefattori per comunicar ad essi le gretario. Per breve concede ezian-
soddisfazioni o i suffragi de' loro dio il Pontefice indulgenze per or-
soggetti, non sono dunque indul- gano della dateria apostolica, cioè
genze, giacche esse non applicano alle confraternite canonicamente e-
punto le soddisfazioni passate, ma rette. Straordinariamente le accor-
soltanto le future, e ciò anche in da per qualche funzione o festa
via d'impetrazione, e perchè d'al- particolare, anche per rescritto della
tronde questa comunicazione non congregazione de' riti.

si fa col tesoro dei meriti di Gesù


Cristo e dei santi. Del rimanente Della virtù e degli effetd delle in-
quelle indulgenze e suffragi a'quali dulgenze ; dei soggetti delle in-
per le figliuolanze alcuni ordini re- dulgenze j e delle condizioni e
golari ammettono i loro amici spi- disposizioni necessarie per gua-
rituali e i benefattori, non da essi dagnare le indulgenze.

stessi religiosi si concedono, come


per l'esercizio di loro potere, ma Nessuna indulgenza limette la col-
per privilegio e potere avutone dai pa del peccato, benché veniale, per-
sommi Pontefici. Il potere di ac- chè tutte le indulgenze suppongo-
cordare delle indulgenze essendo no sempre che la colpa del pecca-
un atto di giurisdizione, i diaconi to anco veniale, sia rimessa colla
e chierici inferiori sono abilitati ad contrizione e colla confessione, giac-
esercitarlo per commissione, non ché esse indulgenze non accordano
COSI i laici. 11 somalo Pontefice mai la remissione della pena se
38p IND IND
non a coloro che sono contriti e alia colpa, che suppongono essere
confessati. Per il che quando si slata già rimessa in viitìi del sa-
trova nel formolario delle indul- gramento della penitenza che han-
genze la remissione della pena e no prima ricevuta. Ma hanno al-
della colpa, ciò significa precisa- cuni altri soggiunto: sebbene le
mente che il Papa rimette la col- indulgenze immediatamente per sé
pa, in quanto egli accorda molte stesse non rimettono la colpa del
facilità di rimetterla, come sareb- peccato, nulladimeno si può dire
bero la scelta d'un confessore, il in buon senso, ch'elleno contribui-
permesso di assolvere dalle censu- scono alla remissione de' peccati,
re e dai casi riservati, un gran non solamente perchè il desiderio
numero di opere pie che dispon- che si ha di acquistarle, ordina-
gono ad ottenere il perdono del riamente ispira ai più grandi pec-
peccato, e che lo rimettono per catori sentimenti di penitenza, e
conseguenza non in modo effettivo, li obbliga ad accostarsi a' sacra-
prossimo ed immediato, ma in mo- menti; ma eziandio perchè venen-
^o mediato, dispositivo e prepara- do elleno a supplire alla mancan-
torio. Parlando il Bellarmino, 1. i za per lo naeno di una parte della
De indulg. e. 7, di quelle concessio- soddisfazione, che noi dobbiamo
ni d'indulgenze, in cui si dà la re- alla giustizia di Dio, esse ne pro-
missione della colpa e della pena, a ducono Teffetto, il quale si è di
fulpa et poenUj dice che queste pa- riconciliarsi perfettamente con lui,
role altro non significano se non e liberarci dalle pene dovute ai
ch'essendo necessario per acquistar nostri peccati, altrimenti le indul-
le indulgenze, che i peccatori sia- genze non ci sarebbero di alcun
no contriti, e siansi confessati co- vantaggio presso Iddio. Si può di-
me notasi nella maggior parte del- re adunque in questo senso che
le bolle; in questo senso si può le indulgenze ci rimettono i nostri

dire, ch'essi guadagnando le indul- peccati, e che li cancellano in ,

genze, ricevono la remissione della quanto ch'elleno ci dispongono e


polpa e della pena de' loro pecca- ci obbligano ad accostarci con san-

ti, vale a dire la remissione della te disposizioni al sagramento delia

colpa per mezzo del sacramento penitenza, e che concorrono alla


della penitenza eh' è preceduto, e nostra perfetta riconciliazione con
della pena per mezzo dell'indul- Dio nel supplire a quel che manca
genza che accompagna il sacramen- alla soddisfazione che dobbiamo
to allorché si riceve. Aggiunge lo alla sua giustizia, ed in questo
stesso Bellarmino, che per l'istesso senso appunto si dà loro altresì
motivo allorquando i Papi dicono qualche volta il nome di perdona^
nelle loro bolle che per mezzo del- come si chiama la indulgenza del-
l' indulgenza eh' essi concedono ri- la Porzìiincula (Fedi).
mettono ai penitenti i loro pecca- L'indulgenza rimettendo la pe-
ti, o che ne rimettono loro la me- na canonica, la quale se non è più
tà o la terza parte, questa formo- in uso, era stata stabilita per sod-
la deve sempre intendersi per rap- disfar la giustizia di Dio, ed espiar
porto alla pena temporale ai pec- la pena dovuta al peccato, ritnet-
cati dpyuta, e -pon relati ve^meute te altresì la pena che si sarebbe
IND IND 281
sofferta nel purgatorio, secondo il santi, che tanti meriti accumu-
giudizio di Dio, e che corrisponde larono, anche oltre il bisogno del-
alla pena canonica , perchè senza ed
l'espiazione delle proprie colpe;
di ciò, dice s. Tommaso in Sup. in né anche furono colpe
taluni
qu. 25, art. i, le indulgenze del- ad espiare, ed ebbero meriti, che
la Chiesa sarebbero più dannose lasciarono come un intatto e gran-
che utili, perciocché esse non ri- de deposito nel tesoro della Chie-
metterebbero le pene temporali di sa. E di questi meriti fa parte la
questa vita, se non per farne sof- Chiesa applicandoli a chi ne ha
frire delle più gravi e rigorose bisogno ; e tanto sarà il valore
nell'altra, e solo semplicemente ci quanta n' è V applicazione. Bìsot
dispenserebbero da una pena mo- gna dunque convenire e conchiude^
mentanea, e perchè d'altronde il re coi più dotti teologi, non do-
potere delle chiavi sul quale sono versi dubitareche l'indulgenze non
fondate le indulgenze, appartiene abbiano tanto valore quanto ne
alla vita futura. Non si dee pun- esprimono i termini co' quali elle-
to dubitare, che questa dottrina no si concedono. Quindi si deve
non sia stqta sempre quella delia per conseguenza ammettere che
Chiesa, come può vedere in san
si un' indulgenza per esempio di
Cipriano, il quale ne rende pub- quaranta giorni, o di sett'anni, ri-
blica testimonianza in vari luoghi mette la penitenza che si do-
delle sue opere. Soggiunge san vrebbe fare durante tutto quel
Tommaso nell'articolo 2, essere tempo, e ciò primieramente per
fuor di dubbio che le indulgen- rapporto al tribunale della Chiesa,
ze atibiano tanto valore quanto perché sebbene le penitenze cano-
n'esprimono i termini, non solo nel niche non sieno più in uso e vi-
foro della Chiesa, ma altresì di- gore, nulladimeno la Chiesa ha il

nanzi a Dio, purché chi le conce- diritto e l'autorità d'imporle, al-


de abbia l'autorità necessaria, e lorquando si commettano que'pec^
chi le riceve sia animato dalla ca- imponevansi un tem-
cali pe' quali
rità, -vale a dire sia in istato di po. Le indulgenze finalmente haa^
grafia; e il motivo in fine sia buo- no tanto valore quanto ne espri-»
no e pio, atto cioè a contribuire mono, primieramente per rappor-
all'onore di Dio, e al bene spiritua- to alla Chiesa rimettendoci la pe-
le del prossimo. Né dicasi mai, ag- na canonica, e secondariamente
giunge s. Tommaso, che si è que- dinanzi a Dio rimettendoci in real-
sto un abusarsi della misericordia tà quella parte della pena di cui
di Dio. Imperciocché egli è certo siamo debitori alla sua giustizia pei
che per mezzo delle indulgenze nostri peccati, la quale, il ripete-
non si fa torto alla giustizia di- remo, corrisponde alla remissione
vina, poiché in luogo delle sod- della pena canonica de'canoni pe-
disfazioni, che noi le dovremmo nitenziali espressa nelle indulgenze.
pei nostri peccati, si sostituiscono Che se taluno poi volesse sapere
quelle di Gesù Cristo, della Beata sin dove giunge questa proporzio-
Vergine e de' santi, che sono di ne, si può rispondere con Estio,
maggior valore delle nostre. 11 essere questa una cosa che si co-
quale valore non fu necessario ai nosce soltanto da Dio. L'indulgen-
aSa IND IND
za poi produce il suo effetto al 4> ^'"'. 20, q. i, a. 5, q. 4 ^'^ "/-

inonrieolo in cui si è fatto quanto timwn^ il Papa in tale occasione


è prescritto per guadagnarla, giac- "on agisce come Papa, ma come
che si è adempito allora a tutte «"O della gregge di Gesù Cristo,
le condizioni, alle quali essa è al- Quindi conchiude il Bellarmino du-
taccata. Vedi Penitenza. hilar non si deve che il Papa os-
Passando a dire dei soggetti servando le condizioni che agli
delle indulgenze, per soggetto del- ^'t^'^ prescrive per lucrare le iu-
le indulgenze s* intendono le per- dulgenze, non le venga me-
egli
sone che sono capaci di goderne, desimo a conseguire. Se ne può
ed alle quali possono venire ac- ^^^ rendere anche un' altra ragio-
cordate, e queste persone sono i
"e, che semhra fondamentale. Le
fedeli in istato di grazia, tanto vi- indulgenze riguardano principal-
vi, che defunti, giacché V indul- mente la maggior gloria di Dio, e
genza non rimettendo che la pena, ^^ bene pubblico della Chiesa, e
la quale resta dopo la remissione secondariamente il bene dell' in-
della colpa del peccato, è impossi- dividuo, il quale poi ne parte-
bile eh* essa sia applicata ai pec- ^ipa in quanto che è membro
catori impenitenti che persistono della società, che compone la Chie-
nella colpa del peccato ; e i fedeli s^ stessa. Da ciò nasce che la
stessi che sono in istato di grazia, concessione dell' indulgenza deve
ron possono ottenere la remissione avere sempre giusti motivi e giu-
della pena dovuta ai loro peccati ste cause, che riguardino general-
\eniali prima che ne sia stata can- mente il tutto per cui si concede,
celiata la colpa, perchè fino a che e nelle quali non può quindi non
la colpa sussiste essa merita ed aver parte, e spesso ancora la prin-
esige la pena. cipale, il venerabile capo della so-
Allorchè il Pontefice concede cietà ecclesiastica, che Dio ha elet-
un* indulgenza ovvero un giubileo, to in dispensatore del tesoro cele-
egli lo può lucrare, e riceverne il ste collocato nella sua Chiesa in
frutto medesimo come gli altri fé- benefizio di tutti, cui consegnò le
deli. Si fa l'obbiezione, che le in- chiavi onde dalla terra apra e
dulgenze essendo assoluzioni, il Pa- chiuda le porle de* cieli, manife-
pa non ha sopra di sé alcun su- standogli il potere che esercitereb-
periore, il quale possa fuori del be anche ne' seni della terra, cioè
sacramento esercitare questo offizio nel purgatorio, dispensando i te-
\erso di lui, e nessuno può assol- «ori della sacrosanta passione dei
Tersi da sé stesso. I cardinali Gae- Redentore , coli' indulgenze e re-
tano e Bellarmino rispondono non missione della pena, ed applicando
esservi inconveniente alcuno nell'as- alle anime, come universal tesorie-
serire, che il Papa conceda al suo le, i meriti dello stesso Signore,
confessore la podestà di applicargli Se dunque il Papa, come capo di
le indulgenze nella stessa maniera tutta la società ecclesiastica, e a
che gli concede la podestà di as- proporzione anche i vescovi nelle
solverlo, Cajet. Iract. i5, cap. 5; loro diocesi, come capi di quelle
Bellar. lib. i, De indtilg. cap. 6. particolari popolazioni di cristiani.
Ed in fatti insegua s. Tommaso in debbono aver parte necessariamea-
IND IND 283
le nei bisogni, nei motivi e nelle di assoluzione, è che il Papa co-
cause per le concedono le
quali si me giudice assolve e libera il de-
indulgenze, come non dovranno poi bitore dal reato della pena, in quel
essere abili a partecipare anche modo che pel sacramento della
dell'effetto, che sono le indulgenze penitenza si assolve il penitente
medesime, che vanno finalmente a dal reato della colpa. L' indulgen-
risolversi in quello stesso bene za adunque si concede a' viventi
pubblico, che si ha di mira io per modo di assoluzione insieme,
concederle ? e di soluzione; ai defunti per
Quanto alle indulgenze che ri- modo di soluzione. E la ragione è,
guardano i fedeli defunti che sono che quando il Pontefice concede
liei Purgatorio (f^'edi)j la Chiesa le indulgenze a' vivi non solo co-
loro ne accorda, ma in diversa me dispensatore del tesoro della
maniera dei fedeli vivi. Essa ac- Chiesa paga il loro debito, appli-
corda ai fedeli vivi le indulgenze cando loro le soddisfazioni riposte
per via di assoluzione e soluzione, nel detto tesoro; ma anche colla
in virtù dell' autorità e giurisdi- potestà che ha di legare e di
zione che ha sopra di essi, e ri- sciogliere assolve i medesimi dal
mettendo loro una parte della pe- reato della pena. Come dispensa-
na dovuta ai loro peccati per lore paga, e come vicario di Dio
i' applicazione che fa ad essi dei accetta a nome di lui tal paga-
meriti di Gesù Cristo, della Beata mento, ed assolve. Ma perchè in
Adergine e de' santi, presso a poco quanto ai defunti non ha la facol-
come un sovrano prendesse dal suo tà di legare e sciogliere, però so-
tesoro quanto abbisognasse per li- lo paga per quelli, offerendo il

berar de' prigioni che tenesse nelle prezzo del tesoro pei loro debili.
proprie carceri. La Chiesa accorda E questo vuol dire che 1' indul-
a' fedeli defunti le indulgenze per genza giova a' morti per modiini
via di suffragi soddisfàtorii, offren- suffraga^ non per nioduni absolu-
do a Dio in un modo più parti- tionis. Devesi dunque tener per
colare i meriti di Gesù Cristo, certo che l' indulgenze le quali
della D. Vergine e de' santi pel vengono applicate dalla Chiesa ai
suffragio de' morti, come un so- morti, sono ad essi veramente uti-
vrano che offrisse ad un altro il li,sia che 1' utiUtà eh' essi ne ri-
riscatto de' prigionieri esistenti in traggono non abbia altro fonda-
suo potere per liberarli ; e tale mento che la pura misericordia di
differenza deriva dal non avere la Dio, il quale essendo l' offeso può
Chiesa giurisdizione sui morti, accettarle o rigettarle a suo buon
quando in vece essa ne ha sui vi- grado, non essendo tenuto accet-
vi. Su questo grave punto i teo- tare la soddisfazione da un altro,
logi fanno queste altre distinzioni. come opinano alcuni teologi ; sia
11 Papa come dispensatore del te- eh' essa abbia la sua sorgente in
soro della Chiesa paga pel debito- una sorte di giustizia fondata sul-
re, applicandogli le memorale sod- la istituzione e sulla promessa di
disfazioni, cioè la parte a ciò ne- Dio che si è impegnato di accet-
cessaria, ciò che i teologi chiamano tarle al pari di tutti gli altri suf-
suluzioucj il conferire poi a modo fragi che gli souo offerti pei de-
a84 IND IND
funti, come credono altri teologi. ti sono ancora unite co' vivi col
Tiene 1* affermativa s. Tommaso legame della fede e della carità,
ÌD 4> ^'*'- 4^> ^*'' 3, poste però col quale non compon-
elleno
le debite condizioni di chi le ap- gono con noi, che una sola ed
plica, e dell' anima per la quale istessa Chiesa. Da questi due prin-
si applicano, cioè che non sia di cipii ne segue, che ciascun privato
quelle che mentre erano al mondo può validamente e con frutto of-
furono negligenti di pregaie pei frire a Dio per li defunti, come
defunti, e di esibire le proprie membri dello stesso corpo, le ope-
soddisfazioni per quelli ; essendo re buone che da essi si fanno :

scritto Jacob 2, v. i3: Judicìuni questa si è una verità ben a lun-


sine misericordia fiet illi, qui non go stabilita da s. Agostino nel suo
fedi misericordiam. Erudita ed im- libro della cura che si deve avere
portante è la lettera XX 1 del t. pei molti. Ma se le persone par-
Vili di Sarnelli : Che vuol dire ticolari possono applicare ai defun-
applicare le indulgenze de'' vivi per ti,come membri di un stesso cor- i

modo di siiffragio a' fedeli defun- po, le buone opere che da essi si
tij e come chi le concede ne par- fanno, se elleno possono come tali
tecipa. E dichiara che il Papa aiutarli colle loro preghiere e coi
concede immediatamente e diretta- suffragi, se possono per loro sod-
mente r indulgenza a' vivi con disfare alla giustizia di Dio, per
facoltà che possano trasferire la qual motivo la Chiesa ed il som-
loro soddisfazione a' morti ut in- : mo Pontefice, il quale è il dispen-
dulgentianij quani semper optave- satore del tesoro spirituale della
runtf piis supplicaùonibus conse- Chiesa non potrà loro appli-
stessa,
quantur. care per mezzo delle indulgenze
Il ven. cardinal Bellarmino, lib. le soddisfazioni di Gesù Cristo e
I, De indulg. cap. i4, sulla que- de' santi che formano questo te-
stione che la Chiesa possa valida- soro ? Questo punto di dottrina
mente ed utilmente concedere per viene confermato dall' uso della
i defunti indulgenze il cui fruito Chiesa, la quale autorizza la prati-
venga loro applicato, dice che que- ca di concedere indulgenze in suf-
sto sentimento tra i cattolici si ha fragio de' defunti. Il Bellarmino
per indubitato e per più certo; e inoltre afferma che s. Pasquale I
può essere provato e stabilito con neir 817 stabili un' indulgenza
una solidissima ragione fondata pei defunti in Roma nella cappella
suir autorità della Scrittura, de'pa- di s. Zenone esistente nella chiesa
dri e de' concilii in questa forma. di s. Prassede, per quanto narram-
Egli è certo dalla Scrittura e dalle mo al voi. XIII, p. IO del Dizio-
testimonianze de' padri e de* con- nario. I dottori osservano che mol-
cilii , che si possono soccorrere le ti Papi hanno conceduto simili in-
anime le quali sono in purgatorio, dulgenze; si possono vedere gli
per mezzo delle orazioni, de' suf- articoli Chiesa de* ss. Gregorio ed
fragi, delle limosine, e di altre Andrea al Monte Celio, Chiesa
opere buone che fanno per es- si DI s. Lorenzo fuori delle mura,
se; perciocché, come dicono i san- ed altri. San Tommaso asserisce
ti padri, le anime de' fedeli defua- eh' era costume della Chiesa di far
IND IND 285
pubblicare indulgenze pei Defunti dispregevole l'autorità delle chia-
(P^edi). Essendo indubitato che le vi. Tuttavolta la virtù dell' indul-

indulgenze clie si concedono pei genza è grandissima, e maggiore


defunti sono loro utili, e che la degli altri suffragi, i quali non so-
pratica buona e religiosa è auto- no applicati a' defunti che dai pri-
rizzata dalla Chiesa, poco deve vati, mentre 1' indulgenze vengono
importare il sapere in qual modo loro applicate dal Papa in nome
esse vengano loro applicate, essen- di tutta la Chiesa. Cosi Maldona-
do tal questione più di curio-
in to, De poen. q. 6, De ìndulg.
sitàche di vantaggio. II sentimen- t. II.

to più comune si è che venga- Quanto alle condizioni e dispo-


no loro applicate le indulgenze sizioni guadagnare
necessarie per
per modo di suffragio, per modum le indulgenze, primieramente è a
siiffragìi^ e come spiega Silvio, per rammentarsi che due amarissimi
modo di aiuto ecclesiastico; e di frutti produce nell'anima il peccato,
fatto tale si è il termine che si la colpa che ci priva della grazia
usa dai Papi nelle loro costituzioni, e amicizia di Dio, e la pena che
quando estendono le loro in-
essi c'impedisce di goderlo in paradi-
dulgenze ancora riguardo a' defun- so : questa pena è di due sorta,
ti, come si può vedere nelle bolle eterna una, tempoi'ale l' altra ; la
di Alessandro VI , di Clemente colpa insieme colla pena eterna ci
VII, e di Gregorio XIII su 1' in- viene totalmente rimessa mediante
dizione del giubileo. Non si può i meriti infiniti di Gesù Cristo nel
per altro senza temerità precisa- sacramento della penitenza, purché ci
re e determinare sin dove si e- accostiamo a riceverlo colle dovute
stende la viitù delle indulgen- disposizioni. Quanto però alia pena
ze per rapporto ai defunti; per tal temporale, siccome comunemente
motivo, dice Maldonato, sarebbe non sempre tutta ci viene rimessa nel
parlare da temerario se si dicesse detto sacramento, così in gran parte
che quegli il quale farà la tale o ne rimane da soddisfare in questa
tale altra cosa, anima libererà un' vita per mezzo delle opere buone o
dal purgatorio, dappoiché niuno può della penitenza, ovvero nell'altra per
sapere né quanto un' anima sia mezzo del fuoco del purgatorio. Ora
debitrice alla divina giustizia, ne questa pena temporale dell' una e
ciò che faccia di bisogno per libe- dell'altra specie, si può espiare in
rarla. Clemente V attribuì questa tutto o in parte col mezzo delle
sorte d' ingannevole promessa ai indulgenze, le quali furono chia-
questuanti ed ai predicatori delle mate celesti tesori dal concilio di
false indulgenze, per eludere la Trento, sess. ii, cap. 9. Fu Cle*
semplicità de' popoli, e guadagnar mente VI che nell' extiavag. Uni'
denaro con assicurar loro, che per genitus, chiamò pel primo le indul-
mezzo della tale o tale altra limo- genze infinito tesoro lasciato alla
sina liberavano tre o più anime Chiesa militante qui in terra da
de' loro parenti ed amici dal pur- Gesù Cristo coi sovrabbondanti
gatorio; abuso che Clemente V meriti della sua passione; al cu-
condannò con decreto nel concilio mulo del qual tesoro somministra-
di Vienna, siccome atto a rendere no amminicolo i meriti della Bea-
aae IND IND
ta Vergine, e di tutti gii delti chioni, in piedi, al suono della
dal primo giusto fino all' uitìnio, campana, alla tale ora, nel tal
tanto de' santi del cielo che sono giorno, contriti, confessati, comu-
nel possesso della gloria, che di nicali ec. Che se alcuna delle ope-
quelli che ancor vivono sulla ter- re ingiunte o in tutto ovvero in
ra. Da tuttociò sempre più rileva- parte notabile per ignoranza o per
si di quanto pregio siano le indul- impotenza si ommette ; se alcuna
genze, di quanto valore ed ellìca- delle condizioni di tempo, di luo-
cia, e di quanto spirituale vantag- go prescritte, per qualsivoglia mo-
gio riescano a* fedeli ; e perciò tivo non si osserva, neppure si

ciascun cristiano deve avere un acquista quella indulgenza. A s.

santo impegno per acquistarle Teresa fu poi rivelato, che molto


quanto più gli sia possibile e per pochi ricevevano degnamente V in-
proprio utile spirituale, e per suf- dulgenza per debolezza di fede e
fragio de* fedeli defunti. Per con- di divozione.
seguire quindi le indulgenze più E qui sono d' avvertirsi tre de-
condizioni si ricercano. Sì richiede creti generali della sacra cardinali-
in piimo luogo in chi vuol parte- zia congregazione delle indulgenze,
ciparne, che sia in istalo di grazia comunione,
relativi alla confessione,
cioè in grazia di Dio, perchè chi ed orazioni, come opere quasi
è reo innanzi al Signore della col- sempre ingiunte nella concessione
pa e della pena eterna, non è né delle indulgenze, i.^ Quanto alla
può essere capace di ricevere la confessione, per quelle persone le
remissione della pena temporale. quali hanno il lodevole costume
Ottimo pertanto consiglio si è pri- di farlaalmeno una volta alla set-
ma di eseguire le opere ingiunte timana, purché talvolta non sieno
per r acquisto delle indulgenze, legittimamente impedite, tal con-
quando non si possa far precedere fi^ssione in ogni settimana basta
la confessione, di fare almeno un per conseguire le indulgenze che
vero atto di contrizione con fer- di giorno in giorno vi sono, adem-
mo proposito di confessarsi, per piute bensì le altre opere ingiun-
ricuperare la divina grazia se mai te, senza fare nuova confessione,
si fosse perduta. Siccome poi la la quale però sarebbe necessaria
Chiesa nell' aprire il tesoro delle qualora si conoscessero ree di qual-
sante indulgenze ha sempre obbli- che peccato mortale commesso do-
gato iadempimento di
fedeli air po r ultima confessione. Si eccet-
qualche opera buona a certe cir- tuano per altro le indulgenze del
costanze tempo, di luogo e si-
di giubileo sì ordinario che straordi-
mili ; richiede in secondo
così si nario, e quelle che si concedono
luogo per il conseguimento delle in forma di giubileo, per consegui-
indulgenze, che si adempiano per- re le quali oltre alle altre opere
sonalmente tutte le opere ingiun- ingiunte deve farsi anche la con-
te, e divotamente,
quanto al e fessione sagramentale, nel tempo
tempo e quanto al modo e quan- stabilito nella concessione di tali

to al fine, ec secondochè viene , indulgenze, come consta dal decre-


espresso nella concessione delle in- to della sacra congregazione delle
dulgenze, come per esempio ginoc- indulgenze de' 9 dicembre 1763,
y ,

IND IND 287


approvato da Clemente XIII. 2.* senza limiti ditempo a coloro che
Quanto alla comunione da farsi visiteranno una chiesa, visitandola
per conseguire le indulgenze pie- più volte al giorno, purché ciascu-
narie specialmente, tuttoché ne na visita sia moralmente distinta
siano stabiliti i giorni,non ostan- dalle altre, e non già semplice-
te nelle festività, quando cioè 1' in- mente entrando e sortendo, o pur-
dulgenza incomincia dai primi ve- che non si tratti di un* indulgeu-
speri, può tal comunione premet- za plenaria. Fra le condizioni che
tersi nella vigilia ossia nel giorno sono soliti i Papi di prescrivere ai
innanzi di delta festività, secondo fedeli per 1' acquisto delle indul-
la dichiarazione della stessa sacra genze che concedono, vi sono i di-
congregazione, con decreto de* 12 giun»> la visita e frequenza delle
giugno 1822 confermato da Pio chiese, le limosine, le orazioni, ed
VII. 3.° Quanto poi alle orazioni il pregare Iddio per la pace e ,

assegnate per lucrare le indulgen- concordia tra i principi cristiani,


ze, possono queste recitarsi alter- 1' estirpazione delle eresie, 1' esal-

nativamente, cioè con altre perso- tazione della santa Chiesa cattoli-
ne, come il Rosario^ le Litanie ca, la propagazione della fede, la
V Angelus Domini^ il De
profun- conservazione e santo governo del-
dis e simili, per dichiarazione di lo stesso Pontefice, ec, oltre la

Pio VII con decreto della sacra contrizione e confessione de' pec-
congregazione dell' indulgenze dei cali, e dire il contrario sarebbe
29 febbraio 1820. Finalmente si cadere nell'errore di Lutero con-
richiede in terzo luogo per conse- dannato dal concilio di Trento
guire r indulgenza plenaria e re- il quale eresiarca insegna consistere
missione di tutti i peccati anche la penitenza nel cambiamento di
veniali, che si detestino gì' istessi vita, che sia necessario di
senza
peccati veniali, e si deponga di più soddisfare in alcun modo alla giu-
ogni affetto a tutti ed a ciascuno stizia di Dio coli' esercitarsi nella
dei medesimi. Dio faccia colla sua pratica delle opere della penitenza,
divina grazia, che tali disposizioni I teologi dichiarano che le dis-
sieno in tutti que' cristiani che so- posizioni per ricevere il frutto delle
no desiderosi di conseguire le in- indulgenze sono di due specie, ri-
dulgenze, i quali sappiano altresì, mote Tune, prossime l'altre. Varie
come dice Benedetto XIV nella se ne possono assegnare della pri-
boUa De praeparadone ad annum ma specie, e le principali sono. U-
jubilaei lySo, che sebbene procu- na ferma e viva fede della podestà
lino con tutto V impegno di la- da Gesù Cristo conceduta alla Chie-
crare le indulgenze, non ostante sa di legare e di sciogliere, di as-
devono sempre studiare fare in- solvere dai peccati, e di rimettere
sieme frutti degni di penitenza, e le pene loro dovute, ed in conse-
con altre opere salutari e penali, guenza bisogna credere ferma men-
e di pietà e divozione dare una te che la Chiesa ha la podestà di
qualche soddisfazione alla divina concedere le indulgenze. Una per-
giuslizia per le colpe commesse, fetta riconoscenza della somma bon-
Si può guadagnare molte volte al tà della Chiesa, la quale ci apre
giorno un' indulgenza accordata i suoi tesori per supplire alla no-
a88 IND IND
stra impotenza) e ci aiuta a sod- sì rimarchevoli, che non si potreb-
disfììre alla divina giustizia colTap- bero privameli , senza rapir loro
plicazione ch'essa ci fa nelle indul- un gran tesoro.
genze de' meriti di Gesù Cristo e
de' suoi santi. Un' alta stima della Degli abusi delle indulgenze, ed
grazia dell' indulgenza, un sinceris- altre erudizìoni che le riguar-
simo ed ardenlissimo zelo di pro- dano.
ed una ferma fiducia nel-
fittarne,
la divina misericordia di riceverla Anche nelle indulgenze vi s' in-
col fare dal canto nostro quanto trodussero degli abusi , dappoiché
ci è possibile. Conformarsi alle in- si abusa anche delle cose migliori,
tenzioni che ha la Chiesa nel con- e la Chiesa in tutti i tempi ha con-
cederle, le quali sono di sommini- dannato i relativi abusi, come gli

strarci il mezzo di glorificare Dio eccessi opposti, o di disprezzo o di


più perfettamente, e di unirci più cieca fiducia, il primo de' libertini
strettamente a Gesù Cristo. Le dis- ed eretici , il secondo di que' cat-
posizioni prossime possono ridursi tolici che considerano le indulgen-
a quattro. La prima si è una vera ze come un mezzo di loro salvez-
e;^«!incera conversione a Dio, senza za senza convertirsi. Altri abusi del-
hi quale questo tesoro di grazia e le indulgenze sono l'accordarle sen-
di benedizione, pel cattivo uso che za causa legittima; ma spetta ai
se ne provocherebbe Io sdegno
fa, superiori giudicarne , non ai fedeli
del Signore. La seconda si è un che devono essere tranquilli a que-
vero spirito di penitenza per sod- sto riguardo, allorché essi esegui-
disfare la divina giustizia con tutte scono esattamente e con ispirilo di

le nostre forze, in tutto il rima- penitenza le opere indicate nelle


nente altresì di nostra vita. La ter- bolle, brevi e rescritti d'indulgen-
za è di essere in istato di grazia, e ze. Altri abusi sono il traffico delle

di avere una vera avversione al indulgenze come facevano gli anti-

peccato mortale. La quarta si è di chi questuanti condannati dai con-


fedelmente osservare quanto viene cilii, da Clemente V e da altri Pa-
dal Papa prescritto nella concessio- pi; le superstizioni, 1' estrema cre-
ne delle indulgenze, e di fare con dulità, il pubblicarne delle indis-
una umile obbedienza quanto vie- crete, false, apocrife o die non so-
ne su tal proposito indicalo dal no più in vigore. Avverte il Bel-
vescovo diocesano. Quanto all'uso larmino che l'esistenza delle indul-
delle indulgenze, i padri del con- genze deve provarsi con bolle pon-
cilio di Trento decretarono come tificie, o con lapidi autentiche del-

articolo di fede, che l'uso era gran- le chiese, o per mezzo di scrittori
demente salutare al popolo cristia- gravi e critici, e non già con iscrit-
no, e che conveniva perciò osser- ture e libretti di autori ignoti ed
varlo e ritenerlo. Si è peraltro sog- oscuri , ne' quali sono moltissime
giunto, che quand'anche il concilio invenzioni e favole. I trattatisti del-

di Trento non ne avesse con tal le indulgenze riportano gli elenchi


decisione sempre più autorizzato delle indulgenze false o apocrife, o
l'uso, vantaggi che dall'indulgen-
i rivocate ovvero nulle in qualche
ze derivano a prò de' fedeli, sono parte; come delle indulgenze vere
IND IND 289
e comuni a tutti i Di molle
fedeli. le rispose che avrebbe fatto assai
di quest'ultime in Pvoma se ne stam- meglio predicare la penitenza al
pò la raccolla colle orazioni e pie suo popolo, che avere accumulato
opere per le quali sono state con- tanto denaro per mezzo delle in-
cesse dai Papi r indulgenze. Il p. dulgenze, per fare un tempio sì
Morino, De poenit. lib. io, cap. 20, splendido. Molti altri vescovi, in-
osserva ch'essendo gli antichi Pon- coraggiti dall' esito di Maurizio, a
tefici parchissimi nel concedere in- larga mano profusero indulgenze.
dulgenze, che prima della
stima Impiegavano il denaro che ne ri-
metà del secolo XII appena si tro- traevano nell'edifizio di chiese, di
vino sicure memorie di alcune con- ponti e di altre pubbliche opere ;
cessioni, essendo le altre nella mag- come lo ha rilevato il p. Morino
gior parte suppositizie ed impostu- nel suo trattato De poenit. , e come
re, massime quando sono larghe. se ne può giudicare dalla risposta
11 Muratori nelle Dissert. delUant. che Alessandro IH diede all'arci-
ital.y diss. 68, in cui parla a modo vescovo di Cantorbery, che l'avea
suo della origine delle indulgenze, consultato per sapere se un vesco-
dice che dopo il mille, o forse an- vo potesse concedere indulgenze a-
che prima, cominciarono i sommi gli operai che lavoravano per l'e-

Pontefici ed i vescovi allorché si difizio delle basiliche e de* ponti,


faceva la dedicazione d' una chie- sebbene non fossero suoi diocesani.
sa, a rimettere ai popoli concor- Questa profusione d'indulgenze, che
renti una parte tenue delle peni- distruggeva tutto il vigore della
tenze. Quindi copiose si distribuì' disciplina, come dicemmo costrinse
rono a chi visitava il santuario di il concilio lateranense a porvi ri-
Compostella od altri luoghi di gran paro, che confermò Bonifacio Vili,
divozione, o militavano contro i facendo il simile Sisto IV, il con-
pagani ed eretici, o s' impiegavano cilio di Clemente Vili e
Trento,
in altre opere singolari di religio- Paolo V, per non dire di altri.
ne e carità cristiana. Aggiunge che Avendo Gregorio Vili nella sua
sul principio non si concedevano patria Benevento fondato un mo-
se non indulgenze di pochi giorni ni stero con chiesa sacra a s. An-
ed anni, riserbando le plenarie al- drea, supplicandolo i suoi concitta-
le sole crociate. Da un breve di dini a concedere molte indulgenze
Alessandro III del 1177 si legge a chi la visitasse, giacche alcuni
r indulgenza di venti giorni, ch'e- vogliono che la consacrasse, rispo-
gli concesse a chiunque visitasse la se loro : Tiitius est ut agalis poe-
chiesa di s. Maria della Carità in nitentìanìj quam vel tertiam par^
Venezia, in perpetuo. Maurizio ve- tem^ vel aliquolam vohis remiltam.
scovo di Parigi, che mori qualche Quando Celestino III nel igo o i

tempo dopo il concilio di Clermont, 1191 consacrò solennemente la chie-


ne concesse delle considerabili, e ne sa di s. Giovanni avanti porta La-
ricavò molto denaro per fabbrica- tina, col maggior decoro possibile
re la chiesa magnifica della B. Ver- e con tutti i cardinali, nondimeno
gine in Parigi. Dicesi ch'egli se ne non mise d'indulgenza che soli
vi
gloriasse un giorno avanti a Pietro quaranta giorni. Ampia ne conces-
pio cantore della sua chiesa, il qua- se Onorio IH nel di della sacra
VOI. XXXIV. 19
390 IND IND
della chiesa de* ss. Vincenzo ed A.- detta Domiìiica indulgentìae ^ ma
nastasio, cioè di sette anni e sette n'è oscura la spiegazione. Il p. Mar-
quarantene. Bonifacio IX fu largo lene la vuole così appellata propter
in concedere indulgenze ; ma è da ìndulgentiaSy qnae hac die solenini-
avvertirsi, qualmente
1402 cir-nel ter concedi solebant. Ma il p. Vez-
ca finem sui pontificatus ontnes^ quas zosi crede piìl verosimile l'opinio-
conluleratj revocnvit^ siccome asserì ne del Du-Cange che tal nome a-
S.Antonino, Hist. par. Ili, tit. 22, vesse ob poenìtentium reconciliatiO'
cap. 3, e meglio apparisce dalla nem, quae feria soltmni ritu V
slessa sua bolla eh' è nel registro fiebat. Il teologo parigino Giovan-
dell'anno XIV nell'archivio secreto ni Filesaco nel raro suo opuscolo :

Vaticano, dove specialmente sono Quadragesima Christiana, p. 4^^


rivocale tutte le plenarie, e quelle e seg., vuole che la domenica del-
concesse ad instar di altre chiese le palme detta fosse Doniinica in-
e nominatamente di s. Maria degli dulgentiae, quod reìs, et nocenti-
Angeli della Porziuncula presso A- bus tunc venia daretur, et carcere
sisi. Narra il Rinaldi all'anno i423 liberarentur; ed ancora perchè era
che avendo l' arcivescovo di Can- la domenica innanzi il sabbato, nel
lorbery pubblicata una indulgenza quale la notte da vasi il battesimo

plenaria per tutti quelli che visi- detto ancora indulgentiae. Delle in-
tassero la sua chiesa, il Papa Mar- dulgenze concesse a' santuari, ora-
tino. V gliene fece una fraterna zioni, festività, processioni, medaglie,
correzione. Il cardinale legato Ni- crocefissi e corone benedette, ordini
colò di Cusa del 14510, in un si- equestri e regolari, ec, ec, se ne trat-
nodo provinciale che radunò in ta ai rispettivi articoli. Inoltre su
Maddeburgo, essendogli domandato questo argomento oltre i citati au-
se era lecito al religioso andare a tori si possono consultare i seguen-
Koma senza licenza per acquistare ti. Niccola Giunchi, De indulgentiis
il giubileo dell'anno santo pubbli- ut ad eas requisita, Romae 1760.
calo da Nicolò V, rispose che il Passerini, De indulgentiis, Romae
signore apostolico Papa Nicolò V 1672. Pletlemberg, Nolitia con-
avea detto: melior est obedientiaj gregationum. Andreucci, Hierarchia
quani indulgentia. Della dottrina ecclesiastica tom. II, diss. Vili de
sulle in^rulgenze insegnata in quel requisitis et non requisilis ad lu-
sinodo dal cardinale, si può vede- crandas indulgenlìas. Amort, De
re il Rinaldi all'anno i4^o> n. 10. origine, progressuj valore, ac fru-
Quanto agl'impostori delle indul- ctu indulgentiarunij Venezia. 1788.
genze, Bonificio IX raffrenò quelli La dottrina cattolica dell' indulgen-
che profittavano delle persone sem- za difesa, Foligno 1789. Anche
plici ; Nicolò V impose gravissime il p. Teodoro dello Spirito Santo
pene contro quelli che fìngevano carmelitano scalzo, che in due to-
bolle d'indulgenze; ed Alessandro mi ci diede un eccellente trattato
VI decretò che fossero severamen- sulle indulgenze, stampato in Roma
te carStigati gì' impostori che face- nel 1743.
vaioo abuso delle indulgenze. Di- INDUMENTI SACRI. K Para-
i*en\o per ultimo, che la domenica menti SACRI , e gli articoli che li

dellt palme trovasi in alcuni libri riguardano.


INF INF ^91
INFANTE e INFANTA. Titolo to ai maschi, quanto alle fémmine
d'onore che si dà ai figliuoli ed alle nella Spagna fino sotto il regno di
figliuole di alcuni principi, massi- Evremondo o Veromondo II del
mamente nella Spagna e nel Por- 982. In un documento del 1174
togallo da quelle reali corti ai prin- Alfonso VIII re di Castiglia e di
cipi e principesse del sangue reale. Leone, dà il nome à'infanlissa ad
Antichissimo è il titolo d'infante nel- una sua figliuola.

la Spagna, perchè non solamente at- INFÀNZIA (Figlie dell'). Le fi-

tribuivasi a vari principi della fami- glie dell'infanzia Signor


di nostro
glia reale, ma ancora ad alcuna di Gesù Cristo, era una congregazione
quelle famiglie, che possedevano gran- il cui oggetto consisteva nell'istru-
di signorie ed esercitavano una spe- zione delle giovani e nel soccorso
cie di sovranità. Spa- 1 grandi di delle inferme. Non vi si accettava-
gna appellavansi anticamente rìcom- no vedove, non si obbligavano alla
bri^ ricos-hombres y cioè ricchi uo- casa che dopo due anni di prova,
mini. La loro dignità era sì gran- non si rinunziava ai beni della fami-
de che come pari ed eguali al re, glia obbligandosi all'istituto; le so-
non solo sedevano e si coprivano le nobili potevano essere superiore,
innanzi ad esso, ma suggellavano con intendenti ed econome. Quanto agli
lui tutti gli atti in sigillo rotondo, altri impieghi potevano aspirarvi le
e facevano prendere a'ioro figli il ignobili; molte però erano abbassate
nome d'infante, ad esempio dei re. alla condizione di cameriere e di

Tra le molte loro prerogative aveano fantesche. Questa capricciosa comu-


quella di tenere al loro servigio dei nità cominciò a Tolosa nella parroc-
cavalUros de honor, milites, i qua- chia di s. Stefano nel 1657, per
li erano obbligati a sempre accom- opera di Giovanna Julliard di Mon-
pagnarli , ed a marciare alla guer- doville vedova di Claudio di Tur-
ra sotto le loro bandiere. I figliuo- le signor di Mondoville, e del signor
li di questi cavalieri d'onore pren- di Ciron cancelliere dell'università,
devano il titolo d'infantini, infanùo- canonico della cattedrale, e gran vi-

nes^ diminutivo di quello d'infante u- cario della chiesa di Tolosa. Au-


surpato dai ricomhri. V.
figli dei mentandosi il numero delle fanciulle
il De Marca, de Bearn, I. 8,
Hist. ottenne la fondatrice dall'arcivesco-
num. 6, pag. 4» 3; ed Onorato di s. vo di Tolosa regole e costituzioni col
Maria, Disseriazione sopra la ca- permesso di fare il voto semplice di
valleria, Brescia 1761. Si crede co- perseveranza. Le costituzioni ven-
munemente che il titolo d'infante nero approvate da Alessandro VII
passasse in Ispagna in occasione del- con breve de' 6 novembre 1662,
ie nozze d'Eleonora d'Inghilterra con essendone statoli compilatore l'abba-
Ferdinando li re di Leone e di Ca- te Ciron. Di poi le costituzioni ven-
stiglia del i iSy, e che quel re dasse nero dall'abbate aumentate con altri
per la prima volta la qualificazione regolamenti che non parvero con-
d'infante al principe d.Sancio suo venienti, quindi furono censurate,
Però Pelagio vescovo di O-
figliuolo. gli fu scritto contro, e fu consigliato
\iedo, che viveva nell'anno 1000, l'autore a variare diversi articoli,
fa menzione in una delle sue let- ma l'abbate Ciron giansenista non vi
tere del nome d'infante applicalo tan» si seppe indurre. Tuttavolla le va-
291 INF INF
riazìoni che poscia si fecero d'ordi- senso gV idolatri ed i maomettani
ne dell'arcivescovo di Tolosa si con- sono infedeli. I teologi ne distin-
siderarono di poco momento. Infor- guono di due chiamano in-
specie :

mato Luigi XIV re di Francia che fedeli negativi quei che non inte-
l'istituto era occultamente gianseni- sero mai, né meno ricusarono di u-
stico, nel 1(385 proibì di ricevere dire la predicazione del vangelo; e
fanciulle nella congregazione, indi infedeli positivi quei che hanno re-
con decreto del 1686 annullò la ri- sistito a questa predicazione, e chiu-
provevole fondazione, cassò l'istitu- sero gli occhi alla luce. Chiamasi in-
to, e fece restituire alle loro case le fedeltà la mancanza di fede, cioè la
fanciulle: questa congregazione ebbe falsa religione di coloro i quali non
in poco tempo sei stabilimenti tanto ammettono il battesimo, né gli altri

«ella Linguadoca che nella Proven- misteri del cristianesimo. Trovasi


2a. La fondatrice appellò inutilmen- questa mancanza o in quelli che han-
te alla santa Sede nel pontificato no avuto il mezzo di conoscere Gesù
d'Innocenzo XI, e fu rinchiusa nel Cristo e la di lui dottrina, e non vol-
convento dell'ospedaliere di Coutan- lero profittarne per disprezzo o per
ces, ove mori a' 4 gennaio 1702, negligenza, e allora questa è un'in-
presso a poco com'era vissuta, cioè fedeltà positiva; o in quelli che non

da buona e perfetta giansenista. Alla udirono mai a parlarne, o non è stata


morte di Luigi XIV si lusingarono loro sufficientemente annunziata, ed
alcune figlie dell'infanzia che la loro allora questa è un'infedeltà negativa.
congregazione potesse risorgere; pre- La prima è peccato gravissimo, poi-
sentarono una supplica a Luigi XV, ché è una resistenza formale ad una
il quale siccome istruito del perchè grazia che Dio vuol fare; la seconda
erano state soppresse, non volle mai è una sventura e non un delitto,
neppure sentire parlarne, ond* esse perché è Teffetto d'una involontaria
rimasero soppresse; dimodoché si può ed invincibile ignoranza, che in que-
dire di loro come della loro fonda- sto caso ella scusa da peccato; al-

trice, che A profeta dice di chi


ciò tri teologi dicono
che l'infedeltà ne-
si allontana dalle vie del Signore: gativa non è un peccato, é solamen-
Sicnt tela aranea rum fiducia c/'us. te la pena del peccato originale.
Innitetur super doinuin suam, et Un da un infe-
eretico è differente
non stabit, fulcìel eani, et non con- dele in questo, che il primo è bat-
surget. Job cap. VII, v. i3 e 14. tezzato, altera o combatte alcuni
V. il Helyot , iSVorztìf degli or-
p. dommi, perciò non crede di fede di-
dini religiosi^ t. VIII; e l'abbate Re- vina ; quando che il secondo non li
boulet. Avventure di una dama e conosce, non ha potuto o non vol-
di un abbate ossia istoria della con- le conoscerli. Alcuni teologi afferma-
gregazione delle figlie dell'infanzia, rono che tutte le azioni degl'infe-
i833, traduzione dal francese. deli sono peccati, e vizi tutte le vir-
INFEDELI e INFEDELTÀ'. In- tù dei filosofi. Se ciò fosse vero, di-
fedele dicesi che non ha la
colui cono altri, quanto più un pagano
fede. Appellansi anche infedeli quei facesse di buone opere morali, sa-
che non sono battezzati, né cre- rebbe più degno di condanna. Que-
dono le verità ed i misteri del- sto è un errore condannato dalla
la cristiana religione: in questo Chiesa in Baio e nei di lui fautori.
INF INF 293
Dio concede a tutti gli uomini sen- infedeli e la loro conversione sono
za eccezione delle grazie interne ; riportate agli articoli Battesimo, Ca-
questa è una conseguenza che Dio tecumeni, Edrei, Limbo, ec.
vuol salvi tutti, che Gesti Cristo INFERNALI. Appellaronsi con
è morto per tutti; e Dio concede questo nome nel secolo XVI i
delle grazie interne specialmente ai partigiani di Nicolò Gallo e di
pagani ed infedeli. Inoltre gl'infe- Jacopo Smidelin, i quali asserivano
deli pon possono fare alcuna azio- che nei tre giorni della sepoltura
ne meritoria della vita eterna, per- di Gesù Cristo, l'anima di lui di-
chè essi non hanno la grazia san- scese nel luogo dove patiscono le
tificante, che sola può dare que- anime dannate, e che ivi fu con
sto merito alle umane azioni. Di- quelle tormentata. Questi stolti ap-
ce s. Tommaso 2, 2, qu. io, art. 8, poggiavano il loro errore sopra un
non si devono costringere gli infedeli passo degli Atti apostolici e. 2,
ad abbracciare la fede, perchè que- V. 24, e nel salmo 17, v. 5, 6.
sta dev'essere libera e volontaria; Questo è un esempio dell'enorme
puossi però impedire loro di mo- abuso che predicanti di detto secolo
i

lestare i Fedeli (Vedi) e di perse- facevano della Scrittura sacra.


guitarli, ed è per questo motivo che INFERNO. Luogo di tormenti,
viene loro dichiarata la guerra. Di dove i malvagi dopo questa vita
questa ne parlammo agli articoli andranno soggetti alla pena dovu-
Crociata e Crociate diverse, non ta ai loro delitti. L'inferno quindi
che in altri articoli, cerne Decime ec, è V opposto del cielo o del Para-
nei quali dicemmo degli aiuti spi- diso [Vedi), dove i giusti riceve-
rituali e i Papi
temporali che
die- ranno la ricompensa delle loro vir-
rono ai principi ed ai popoli per tù. L* ebreo Scheol, il greco Tar^

combattere gì' infedeli , frenare il taros, il latino Infernus e Orcus^


loro orgolio , crudellà e conquiste l'inferno, esprimono nella loro o-
a salvezza del cristianesimo. Quan- rigine un luogo basso e profondo,
to agli Apostati ( Vedi), quelli cioè e per analogia il sepolcro, il sog^
che hanno abbandonato la fede cat- giorno de'morti. I giudei si servi-
tolica che aveano abbracciato libe- rono anche della parola Gehenna,
ramente, si possono essi obbligare a Gehinnon , valle vicina a Geru-
mantenere le loro promesse, Puos- salemme, in cui eravi una forna-
si conversare cogl'infedeli, purché ce chiamata Tophet, dove gl'idola-
non si tenga discorso di cose rela- tri fanatici conservavano del fuoco
tive alla religione, e questo conver- per sacrificare od iniziare i loro fi-

sare non sia dannoso ne scandaloso. gliuoli a Moloch. Quindi nacque che
Si può anche trafficare con essi, im- nel nuovo Testamento l' inferno
piegarli e prenderli al proprio ser- viene sovente indicato per Geheii'
vigio ,
qualora non vi sia danno na ignis, la valle del fuoco, della
o scandalo, e salve le legg-i delia quale parlammo pure nel volume
Chiesa in alcuni casi : è altresì per- XXX, p. 45 del Dizionario. Inol-
messo di vendere loro le cose neces- tre la parola inferno si prende ia
sarie, e di tollerare le loro cerimo- generale per tutti i luoghi sotterra-
nie, all'oggetto di evitare mali mag- nei; nello siile della Scrittura, per la
giori. Altre nozioni riguardanti gli morte, per il sepolcro; per il Iuq-
'a94 INF INF
go dimorano
in cui le anime, buo- La pena del senso consiste nel
ne o calli ve, dopo la separazione soffiire i tormenti i più violenti
dal loro corpo; per il luogo par- senza il più piccolo refrigerio. La
ticolare, in cui le anime dei giu- Scrittura c'indica quei tormenti per
sli aspellavano la venula del Sal- mezzo del fuoco, e ci dà hiogo a
vatore, e dal quale uscirono dopo credereche il fuoco dell' interno
la sua risurrezione, per andare in sarà un fuoco reale e vero, che
cielo a godere di un bene eterno, per una virtù soprannaturale agi-
luogo che però chiamasi Limbo rà sui corpi e sulle anime senza
(P^edi)', per il soggiorno dei de- distruggerle. E questo il sentimen-
moni e dei dannati, cioè il luogo to della maggior parte dc'padri e
destinato nell'altra vita per la pu- dei teologi, ma non è un articolo
nizione eterna degli angeli cattivi di fede. Però è di fede che dan- i

(de'quali si disse alTarticolo Coro nati saranno eternamente separati


DEGLI Angeli) e degli uomini che da Dio, e privali del bene eterno.
muoiono in peccato mortale. Vie- E altresì di fede che soffriranno
ne finalmente questo luogo collo- sempre in corpo ed in anima i
cato nel centro della terra, e Tin- supplizi i più crudeli, senza alcu-
Icrno si prende altresì pei Demoni na consolazione, ed in una totale
(f^edi). Alla questione stravagante, disperazione. E di fede che questi
in quale luogo sia l'inferno, se nel tormenti sono indicati nella Scrit-
gran pianeta del sole, o nelle vi- tura colla parola di fuoco eterno;
scere della terra, dell'inglese Swin- ma non è di fede che questo fuo-
denio che nel 1714 pubblicò a co sarà reale e vero. La privazione
Londra un' opera Sidla natura e della presenza Dio sarà eguale
di
sul luogo dell' inferno» rispose con- in tutti i dannati ; ma perla pena
futandola l'eterodosso Federico Ot- del senso, il rimorso continuo della
tone a Wittemberga, ma senza buo- coscienza, lo soffriranno più o me-
ne prove, e col mescolamento di no proporzione che avranno es-
in
molli errori ; fu parimenti com- si più o meno peccato. Dio pro-
battuta da altri , e brevemente porziona le pene al numero ed
dall'erudito p. Fassoni nel suo li- alla malizia de' peccati. Le pene
bro. De pìorum in sinu Abrahae dell' inferno saranno eterne, è un
beatitudine ante Chrislì mortem; e articolo di fede appoggiato alla
finalmente di maggior proposito Scrittuia, alla tradizione, alla deci-
il dottissimo p. Patuzzi nella sua sione della Chiesa, e fu sempre
voluminosa dissertazione De sede considerato il sentimento contrario
inferni.We diede un sunto dell' o- come un' eresia. Nella descrizione
pera dello Swindenio il p. abbate dell'inferno si sogliono talvolta in-
Biagi annotatore del Bergier nel dicare altre specie di pene per im-
Dizionario di questi, alla voce maginarsi un luogo di tormenti ;

Inferno. il pianto poi, lo stridore de'denti,


Quanto alle pene dell'inferno sene le tenebre, 1' immobilità de' corpi,
soffrono dai reprobi due, la pena del il fetore, si deducono dalle sante
danno e quella del senso. La pena Scritture. A
che dicono. Dioquelli
del danno consiste nella privazione è troppo misericordioso per punire
della vista e della presenza di Dio. eternamente un solo peccato naoi>
INF INF 295
tale, che dura talvolta un solo i- e contra sulla pretesa liberazione
slanle, rispondono teologi che i la dell'anima di Traiano ,
imperatore
rnisericordia di Dio non è con- gentile e persecutore della Chiesa,
traria alla sua giustizia, e che la dalle pene infernali ivi ancora :

sua giustizia esige che venga eter- tjatta eruditamente delle opere scrit-
namente punito il peccato d' un te sulla fine del mondo, sul giudi-
uomo impenitente. Aggiungono i zio universale , e della valle di
teologi, chi vuol morire nel pec- Giosafat, della quale noi parlammo
cato merita una pena eterna ; il al citato volume XXX del Diziona-
peccato mortale combalte e di- rio a p. 4'2« Il

Menochio nelle
strugge per quanto può un bene Stuore tom. II, p. 214 ci dà il
infinito, dunque dev'essere punito capo XXIX: Come s' intendano le
con un supplizio eterno ed infini- parole che usa la Chiesa nelle mes-
to,almeno nella sua durata, giac- se de'morti, colle quali prega che
che l'uomo essendo finito non è Nostro Signore liberi le anime de
capace d'un supplizio infinito nella poenis inferni, et de profundo la-

sua natura. Il domma di fede di cu. In Roma nella chiesa di s.

cui un cristiano non può dubitare Prassede una cappella dedi-


evvi
sull'eternità delle pene infernali, e cala a s. Zenone, chiamata Horto
che non finiranno mai, è fondato del paradiso, e s. 31aria libera
sulle parole di Gesù Cristo ripor- nos a poenis inferni, perchè si nar-
tate da s. Matteo e. 25, v. 46. ra che ivi celebrandovi messa il

Questo divino maestro parlando Pontefice Pasquale I vide l'ani-


s.

dell'ultimo giudizio ci assicura che ma di un suo nipote portata dalla


gli empii andranno al supplizio B, Vergine in paradiso. Egualmen-
eterno, e i giusti nella vita eterna. te in Roma v'è la chiesa di s.

Pompeo Sarnelli nelle Lettere ec- Maria Liberatrice, s. Maria libera


clesiastiche parla in piti luoghi nos a poenis inferni, di antica di-
dell'inferno. Nel tom. IX, lett. 60: vozione, posta nel Foro romano
Perchè nel sìmbolo della messa si alla radice del Palatino, che dicesi
sieno tralasciate quelle parole del edificata da s. Silvestro I: ivi è
simbolo apostolico : Descendit ad un aliare dedicato alla B. Vergine,
inferosj ed al num. 14 discorre iu cui per pia tradizione vuoisi
come l'inferno è senza redenzione, che si liberi uu' anima dal purga-
ripetendo le parole di santa Chie- torio celebrandovisi la messa. Il

sa : Quia in inferno nulla est re- p. Gio. Vincenzo Patuzzi dome-


demptio. Nel tom. V, lett. XLIX: nicano ci die r opera De futuro :

Se alcuno sia andato in anima e impiorum statu. Veronae 174^»


corpo aWinfemOy e della sua gran- et Venetiis i764«
dezza. Nei tom.I, lett. XXXVllI: INFRALASSARI o INFRALAP-
La liberazione dell'anima di Tra- Sari. Settari che sostengono avere
iano dall' inferno per le orazioni Dio creato un determinato nume-
di s. Gregorio 7, si rigetta come fa- ro di uomini soltanto per dannarli,
volosa. Il Cancellieri nelle Oisser- senza accordar loro i necessari soc-
tazioni epistolari bibliografiche ^ a corsi perchè possano salvare. Si
si

p. 57, 85, 86, parla dell' inferno, chiamano infralassari perchè non
ed a p. 174 riporta le opere prò vogliono che Iddio abbia preso que-
agS ING ING
sta risoluzione se non che dopo la Il secondo si adunò neir8i7 con-
previsione, ed in conseguenza della tro gli usurpatori dei beni della
caduta del piirno uomo, infra la- Chiesa. Reg. tom. XXI ; Labbé
psum Adami; mentre in vece i tom. VII; Arduino tom. IV.
sopralassarì o sopralapsari pre- Il terzo l'anno 826 contro colo-

tendono che Dio prese una tale ro i quali commettevano delle de-
risoluzione prima della caduta di predazioni nel regno. Ibidem.
Adamo, ed indipendentemente dal- Il quarto fu celebrato nelT 840
la medesima, supra lapsuni Ada- a' 24 giugno, ed in esso Ebbone
mi. ]\on è possibile conciliare que- arcivescovo di Reims fu assolto e
sto sistema colla volontà di Dio di ristabilito con un atto dell'impe-
salvare tutti gli uomini, volontà ratore Lotario I, sottoscritto da ven-
chiaramente rivelata nella Scrittu- ti vescovi tanto delle Gallie che di
ra sacra, e col decreto che Dio fe- Germania riuniti nel palazzo d'in-
ce , prevista la caduta di Adamo , gelheim.Ebbone dopo il suo rista-

di redimere l'uman genere per mez- bilimento ordinò alcuni chierici ,

zo di Gesti CiMSto. ma Carlo il Calvo lo scacciò da


INGELHEIM OBER, Inghelhei- Reims r anno appresso. Concil. t.

num. Borgo del gran ducato di VII, p. 1770; Diz. de coite.


Assia-Darmstadt, provincia del Re- Il quinto fu adunato a' 7 giu-
no, capoluogo di cantone ,
presso gno del 948, e tenuto in presen-
la riva destra del Salzbach, a qual- za dei re Ottone I, e Lodovico IV.

che distanza dalla riva sinistra del Il Papa Agapito II vi spedi lega-
Reno, nella diocesi di Colonia tra to a presiederlo Marino vescovo
Magouza e Bingen. È cinto da un Polimarziense, e v'erano in tutto
muro fiancheggiato da torri, e rin- trentadue vescovi, e buon numero
chiude tre chiese, una delle quali di abbati, di canonici e di mona-
del preteso culto riformalo; essa è ci. Il re Lodovico IV si lagnò del-
antichissima, possiede molti monu- la persecuzione ch'egli soffriva per
naenti curiosi, e belli vetri dipinti, parte di Ugo conte di Parigi, d'Ar-
sui quali sono rappresentati diversi taudo o Artoldo di Reims e di Ugo
fatti dell' istoria di Carlo Magno suo competitore. Sigiboldo diacono
che nel 774 vi radunò la prima deir ultimo vi fu deposto come ca-
dieta, giacche i di lui successori ve lunniatore; Ugo scomunicato, ed
ne tennero delle altre. Nella me- Artaudo ristabilito. Ugo conte di
desima chiesa Carlo Magno depose Parigi doveva essere anch' egli sco-
Tassilo o Tassilone duca di Baviera. municato, se non si sottometteva
al giudizio del concilio. Si stesero
Concila d* Ingelheim. dieci canoni, e vi si determinò che
si festeggierebbe la settimana inte-
primo si tenne Tanno 778,
II ra di Pasqua, e nella Pentecoste
in cui il duca Tassilone di Bavie- il martedì e mercoledì;
lunedi,
ra essendo stato convinto di perfi- che nelle litanie maggiori si di-
dia verso Carlo Magno re de'frau- giunei-» bbe, vale a dire il giorno
chi, fu obbligato ritirarsi in un mo- di s. Marco, e così in quelli delle
nistero. Reg. tom. XX; Labbé tora. rogazioni; si proibì ai laici di ac-
\^1I; Arduino tom. IV. cordare o di togliere delle chiese
ING ING 297
ad un sacerdote qualunque, senza che questo stato e circoscritto al
ilpermesso del vescovo, e che le nord e all'est dal mare Germani-
decime si dovessero delìnire nel si- co, sud dal canale d' Inghilterra
al
nodo, non davanti i giudici seco- o Manica che la divide dalla Fran-
lari. Agapito li nel 949 celebrò cia, ed all'ovest dall'oceano Atlan-

un concilio in Roma in cui con- tico; si estende dal 49^ ^8' al


fermò gli alti di questo d'Ingel- 60° 35' latitudine nord , e dal
heim , scomunicando il conte di io"* 20' al 22" 4o longitudine
Parigi ribeile, finche non ubbidisse ovest. Anglia è chiamata tale re-
a Lodovico IV. Reg. tom. XXV; gione da quelli del paese, e prima
Labbé tom. IX ; Arduino tom. VI; Engle-Land e poscia Eglis-Land
Diz. de conc. o England, cioè terra degli angli
Il sesto concilio ebbe luogo nel ovvero anglo - sassoni ; dai francesi
972 in cui il vescovo Udalrico Angleterre, dai tedeschi Engeland,
e suo nipote Adelberone, ch'erano e dagli spagnuoli Inglalerra. Col
accusati d'aver violati i canoni, nome di Gran Bretagna, Britan-
furono assolti. Diz. de conc. via major j vuoisi indicare l' isola
11 settimo si adunò nel 980, e dell'oceano Atlantico, troppo spesso
vi fu ordinato che monaci di
i ed a torto disegnata col nome del
Otmars e di Mal medi non avreb- suo regno principale l'Inghilterra.
bero che un solo abbate, quello Questa isola che rinchiude la In-
cioè d' Otmars, come avea disposto ghilterra, il principato di Galles
il fondatore de' due monisteri, san e la Scozia, è effettivamente il cen-
Remalo vescovo di Tongres. Gali, tro dell'impero britannico. Sovente
christ. tom. Ili, p. 944- anche si comprendono sotto il no-
INGHILTERRA, GRAN BRE- me di Gran-Bretagna tutti indi-
TAGNA, o IMPERO BRITANNI- stintamente i possessi britannici : la
CO. Col nome d'Inghilterra s in- Gran Bretagna è la più grande
tende chiamare il paese piìi meri- tra le isole di Europa, la cui forma
dionale ed il più considerabile dei è quasi triangolare, e di un trian-
due regni dell' Inghilterra propria- golo allungato , fattasi astrazione
mente e della Scozia, componenti dei numerosi incavi della costa
l'isola della Grande Bretagna i : occidentale, del quale la più piccola
suoi confini sono al nord la Sco- parte sta al sud : in tal modo le
zia, al sud la Manica che la divi- coste presentano tre esposizioni ge-
de dalla Francia, all' est il mare nerali air est, al sud ed all'ovest.
d'Alemagna o del nord, ed all'o- L' impero britannico si estende a
vest l'oceano Atlantico settentriona- tutte le parti del globo, con va-
le ed il mare d' Irlanda. Altri geo- stissima dominazione, e maritti-
grafi dicono che si dà nome di
il ma preponderanza. L' Inghilterra
regno unito della Gran Bretagna è il centro della monarchia, che
alla grande isola dell' Europa che fu eziandio anticamente appellata
comprende i due regni d'Inghilter- Alhion.
ra e di Scozia^ all'isola britannica Non senza ragione si suppose
e regno d'Irlanda, ed a varie iso- che la Gran Bretagna abbia fatto
le minori chiamate Shetland, Or- paite del continente : la poca lar-
cadi ed Ebridi ; ed aggiungono ghezza del passo di Calais, la per-
,

298 ING ING


fella analogia che esiste fra le col- in quella di Oxford. Le monta-
line cretose delle coste, le quali gne Malvern nella contea di Wor-
formano queslo stretto, e la dire- cester deviano dalla catena cen-
zione della catena divisoria d'acqua trale, ma quelle dette Colfwold
di quell'isola, appoggiano una tale nella contea di Gloucester vi ap-
ipotesi. Tre catene di montagne, partengono. I colli Mendisi ec.
i Grampians, i Cheviot, i Moor- della contea di Somerset, quelli
lands orientali, unitamente a molti della contea di Devon, e gli altri
gran dorsi, formano i principali della Cornovaglia stendono que-
bacini del versatolo orientale. Le sta catena fino alle isole Scilly. Vi

montagne dell'Inghilterra non so- sono altre catene nel principato


no né frequenti né alte se si pa- di Galles. Le foreste di Windsor,
ragonano ai montuosi del
sistemi di Dean e di Sherwood , e quella
continente. Pure una ragguardevole detta Nuova sono per la loro va-
catena l'attraversa dal nord al sud, stità, e per la pregevolezza dei co-
da cui partono in seguito tre di- piosi alberi d'alto fusto, degne di
ramazioni, Tuna verso la contea particolare osservazione. L* Inghil-
di Norfolk, l'altra verso quella di terra un tempo coperta di boschi,
Kent, e la terza verso la punta di offre al presente che
vasti spazi
Cornovaglia. Le cime più elevate conservano il nome di foreste, le
sono il Pico di Derby, il Cheviot cui non molte piante bastano ai
sulla frontiera scozzese, il Cots- bisogni degli abitanti, accostumati
would nella contea di Gloucester, a far uso del carbon fossile. Si
il Plinlimmon e lo Snowdon nel pensò da qualche tempo a creare
principato di Galles, ove i monti molte piantagioni ; i numerosi par-
sono per Io più formati di porfido chi sono mantenuti colla maggior
e di granito. Le catene di monta- cura, dimodoché percorrendo il re-
gne possono ridursi: i.** alla Che- gno si vedono pochi cantoni nudi
viot sulla 2.** internamente. Agl'indigeni
frontiera scozzese; si ag-
centrale dal nord al sud, comin- giunse l'introduzione di molti al-
ciando sopra Carlisle e passando beri stranieri che contribuiscono
all'oriente di Durham e Yorkshi- ad accrescere l'amenità de' paesag-
re fino al Derbyshire e Cheshire. gi. Il giardinaggio é coltivato in
Le contee diCumberland, West- Inghilterra con tutto quel profitto
moreland hanno delle montagne che si può attendere dalla mag-
staccate da qualunque catena. Una giore attività; il grande consumo,
catena centrale di elevazióne mino- specialmente della capitale di Lon-
re si può tracciare quasi sino a dra, di frutta e vegetabili, inco-
Salisbury con due rami irregolari raggisce talmente questo genere di
all'est, uno verso la contea di Nor- coltivazione che ciascun acro di
folk,r altro verso quella di Hert- terra dà un vantaggioso prodotto.
ford fino ad Henley in quella di In tal modo dobbiamo principal-
Kent; un altro va verso il sud- mente all'Inghilterra quel gran nu-
ovest verso la Cornovaglia. Vi è mero di giardini e prati artificiali
un altro tratto assai elevato, chia- che tanto influiscono sull' aspetto
malo dei colli Chiltern, steso dalla generale del paese, e dove la na-
contea di Hertford fino ad Henley tura non solo nou si vede offesa
ING ING 299
dai ritrovati di un' arte fredda e commerciale del pae-
alla prosperità
meschina, ma si mostra sempre se. Il più ragguardevole è il Ta-
accompagnata dalTornamento, come migi che sorge nelle montiigne
per vivificarla e perfezionarla. De- Cotswold nella contea di Glouce-
lizioso e pittoresco è l' aspetto del ster, e mantenendo un corso verso
paese : le verdeggianti pianure, le il fino al mare Alemani-
sud-est,
amene colline, la ricchezza de' pa- co, riceve i fiumi Chferwel, Teme,
scoli, la studiata coltura de'campi, Rennett, Wye, Mole e Lee. Il corso
la moltitudine delle città, castelli si computa a centoquaranta miglia

e villaggi presentano all'occhio un inglesi, navigabile fino a Cricklade.


gradevolissimo spettacolo. Malgra- Maestosamente poscia entra nel
do però le più diligenti cure non bel mezzo di Londra, e dopo il
può chiamarsi fertile il suolo, e corso di altre venticinque leghe
tenue compenso offre all'agricolto- gittasi nel mare di Alem;igna. Sos-
re. Però il grosso e minuto be- tiene fino a Deplford qualsiasi va-
stiame prosperosamente si alleva, scello da guerra, e conduce fino
e si pone ogni studio a perfezio- a Londra stessa le navi di otto-
narne le razze. Sì celebra la squi- cento tonnellate col beneficio del-
sitezza de'castrati ; i cavalli sono i la marea, che si fa sentire sino
più destri, vivaci, robusti e docili alla città di Richmond a quattro
dell'Europa ; il genio nazionale per leghe di ulteriore distanza. La Se-
le corselargamente premiate, la verna è il principal fiume del prin-
gara delle scommesse, la scrupolo- cipato di Galles, che gettasi nella
sa attenzione sugli accoppiamenti, baia di Bristol, è navigabile nel
e la libertà accordata a questo suo lungo corso di centocinquan-
ramo di commercio, concorrono ta miglia inglesi fino a Welck-
a renderne il pregio ognor più pool, e comunica col Tamigi, col-
singolare. Propri della contrada la Trenta e con altri fiumi me-
sono pure gli alani, ed i mastini diante artificiosi canali . Il Med-
che quelli eguagliano in forza non way dalle contee di Surrey e di
in ferocia. Sussex passa a Rochester, quindi a
Qualche lago trovasi al nord Chathan viene navigabile, ed entra
delle contee di Cumberland, di nel Tamigi presso la sua imboc-
Lancaster e di Westmoreland, il catura. La Tienta dalla contea di
Windermere, il Bassenthwaite, il Staffoid scorre a bagnare la città
Coniston, r Hawes, il Dervvent, di Trentham, si naviga qiiindi a
r Ulswater, e taluno di minor Burton nella contea di StafFord, e
conto nel Cambridge e di Derby: dividendo poscia la contea di Not-
molte paludi e stagni furono dal- tingham da quella di Lincoln si

l' industria disseccati e ridotti a scarica nell' Humber, altro consi-


coltura. La Inghilterra è grande- derevole flumcj il quale dopo aver
mente resa addentellata dal mare raccolto le acque eziandio dell' Ou-
su molti punti ; lo che sopra due- se e della Aire, sbocca nel mare
mila leghe di coste, vi forma una d' Alemagna. Il Tyne, il Tees, il
quantità di rade, baie e porti, con Tweed, 1' Eden, l' Avon, il Der-

cinquanta riviere navigabili. I mol- went, il Ribble, il Mersey, il Lu-


ti fiumi notevolmente inOuiscono ne ed il Dee formano la serie
3oo, ING ING
de' fiumi minori. Ponendo gli in- dra sotto il regno di Elisabetta, di
glesi a profitto tutti i vantaggi ferro, di piortibo, di stagno, di
che dalle acque derivano, hanno rame, e di altri minerali. Il clima
fatto neir interna navigazione i più dell' Inghilterra si distingue soprat-
niaravigliosi progressi. Il canale di- tutto per la sua incostanza, sicco-
segnato dal Brindley, chiamato il me bagnata da tre lati dal mare.
Grati tronco^ cominciato nel 1766 Situata questa regione nella parte
e terminato nell'anno 1777, lungo settentrionale della zona tempera-
tiovantanove miglia ; quello di ta, soggiace a frequenti e foltissi-

Worsley, quello di Leeds, V altro me nebbie, e non gode che im-


di Lancaster, l* altro della contea perfettamente lo splendore vivifico
di Staflbrd vengono noverati fra i del sole. Pure nell' eguale latitudi-
principali; ma il più mirabile è ne il rigore del freddo è maggio-
quello di Braunston, detto anche re verso le terre continentali, ed
la Gran riunione, il quale collega ordinariamente mentre nell'inverno
insieme vari canali, e comunica sono accessibili i porti inglesi, l'O-
per tal modo colle regioni del landa e l'Alemagna vede i suoi
centro e della capitale. Queste ricoperti di ghiaccio. In generale il

strade idrauliche non sono i soli suo clima è dolcissimo,, non essendo
mezzi immaginati per facilitare le il calore giammai incomodo, né il

relazioni commerciali fra i diversi freddo insopportabile. Quantunque


punti dell' isola, ma un gran nu- si trovi in Inghilterra altrettanta
mero di battelli a vapore formano gente sana e robusta, e di età
un sistema di navigazione assai avanzatissima quanto nel restante
vantaggioso. Quanto alle strade dell' Europa, il clima di questo
ferrate, i83o in poi questa
dal paese inclina naturalmente alla me-
speculazione ha assorbito una gran lanconia.
parte del capitale d' Inghilterra, e Le differenze sensibili che esi-
sebbene vi voglia una legge parti- stevano fra i costumi, gli usi e gli
colare del parlamento per farle, idiomi dei tre popoli, gli inglesi,
ilregno è quasi coperto della rete gli scozzesi ed i gallesi , non sono
di ferro da esse formata. Per la ancora tolte del tutto. Nella Scozia
sua struttura e composizione, e più soltanto e nel paese di Galles, le
per la natura del suolo, V Inghil- persone della prima
adot- classe
terra rinchiude acque minerali di tarono in costumi e
generale i

specie e di proprietà differenti. Le la lingua inglese; non cosi però


più frequentate sono quelle di i montanari di questi paesi. Nel-
Bath, la cui celebrità risale sino l'Inghilterra il clima ha una forte
al tempo dei romani. Dopo ven- influenza sul fisico e sul morale
gono quelle di Bristol, di Tupbrid- degli abitanti, che Baert dice aver
ge, di Buxton, di Scarborough e carattere tetro, brusco e riflessivo.
di Cheltenham, non essendovi nep- L'educazione è quasi interamente
pure una contea che non possa uniforme per le persone di tutte
vantarsi di possedere almeno una le condizioni sopra la classe infe-
sorgente di acqua minerale. Vi so- riore del popolo, e mantiene nel-
no miniere di carbon fossile ab- l'età prima la uniformità, modifi-
bundantissime, reso comune inLoa- cata in progresso da una costila-
,

ING ING 3oi


zìone temperata di monarchia, a- mostri un interesse più generale e
ristocrazia e democrazia , da una più vivo per tuttociò che è gran-
gran diversità di religioni e di set- de. Non si può negare che 1* In-
te, e da un genere di vita solita- ghilterra eserciti un'influenza ed
ria e ritirata. L' amore ed il tras- un potere sovrano su grandi popo-
porto che si attaccano allo spirito lazioni della terra, e che regoli da
di libertà e di eguaglianza, basi qualche tempo ancora talvolta il de-
della costituzione, portano tutte le stino dei troni. Gli inglesi non sono
classi della società ad uno spìrito alieni dai divertimenti, hanno mol-
d' imitazione che in questo paese ti spettacoli, apprezzano il tratte-
è infinitamente più efficace che al- nimento del teatro e quelli della ,

trove, che si scorge in tutte le campagna le mascherate, i con-


:

azioni della vita, e che dà luogo certi, la danza, le corse a piedi ed

ad un grande consumo, una delle a cavallo, le lotte di vario genere,


cagioni pili possenti della naziona- i giuochi di destrezza, i combatti-
le prosperità. Ma se il potere del- menti de' galli attirano la curiosità
l' oro è grande negli altri stati universale. La mania de' pugillato-
nell'Inghilterra è onnipotente? apre ri, e le gare a colpi di pugno, mas-
la strada al parlamento ed innalza sime nella classe inferiore, moti-
alla dignità di pari. Il lusso degli vate da scommesse o da ripara-
equipaggi, gran numero di dome- zioni d'ingiurie, sono spinte tal-
stici gran signori
e di cavalli, nei volta ad eccessi. Il carattere degli
ed opulenti è estremamente diffu- inglesi ecco come l'espresse Mac-
so. Malgrado i difetti dell'educa- Carthy. « Bisogna confessare che
zione in Inghilterra esiste un gran ad eccezione dei loro pregiudizi
cumulo di cognizioni. La classe contro tuttociò che non è inglese,
media non cessa di leggere molto ; e di un orgoglio nazionale che li
ciascuno nel suo stato si sforza di persuade che supremazia appar-
la

acquistare in tal maniera quella tiene loro in tutto, essi sono i più

istruzione, che può dargli la su- abili, i più saggi ed i più valorosi

periorità sopra i suoi competitori. uomini del mondo, e perciò degni


Gli inglesi si credono la prima del posto che occupano nella ge-
nazione del mondo, per cui facil- rarchia politica di Europa ". Inol-
mente dispiezzano le altre, non tre gli inglesi amano assai di viag-
esclusi gl'irlandesi: questa preten- giare, e ciò fanno con generosità,
sione alla superiorità non curano coltura ed intelligenza.
di nasconderla neppure allo stra- Questo regno frequentato, popo-
niero ; ed animati come sono dal- lato e conquistato da popoli di
lo spirito pubblico, col loro corag- stirpe diversa, offre ne* suoi abi-
gio ed industria contribuirono alla tanti le tracce visibili di questo
prosperità del paese. D' altronde mescuglio di nazioni. La loro lin-
sono bravi, intrepidi, generosi, e gua è un composto di celtico, sas-
malgrado la loro freddezza obbli- sone, danese, latino e normanno;
ganti. Hanno lo spirito elevato e ma partecipa principalmente, per
sottile, ed il giudizio eccellente; il la situazione del paese e per altre
loro commercio è sicuro. Vi sono cause, delle due maggiori sue sor-
poche nazioni come questa, che genti, cioè del gotico e del latino,
3o2 ING ING
riunendo ad un cerio punto la moderne lingue d'Europa e spe-
forza del linguaggio de' goti, alla cialmente della francese; che ha
melodìa di quello di Virgilio. La molta espressione ed energia, e può
Inghilterra possiede un gran nu- chiamarsi il più elegante fra i nor-
mero di nìanoscrilli in lingua an- dici idiomi ; eh' essa si parla per
glo-sassone o antica inglese , e si tutto il globo, essendone lo studio
osserva che uno degli scrittori più assai diffuso persino nel sesso gen-
classici di quel tempo è il re Al- tile, massime negl' immensi domi-
fredo il Grande. Molte opere po- nii del vasto impero britannico.
steriori alla conquista di Gugliel- Appena gl'inglesi ebbero abban-
mo provano che la lingua fran"-
I donato l'idolatria, si posero a col-
cese, quantunque usitata solamente tivare il loro ingegno, soprattutto
fra i grandi, non avea dato che collo studio delle scienze sacre; e
una tinta leggiera di mescolanza vi riuscirono, come è noto, in par-
al nazionale linguaggio. Le con- ticolar modo, come puossi provare
quiste di Edoardo
Francia li! in dal solo venerabile Beda. Molti si-

ed altre circostanze operarono nel gnori si recarono in Italia e in al-


XIV secolo un cangiamento inu- tri paesi, onde perfezionare le co-
tilmente tentato dal vincitore nor- gnizioni già acquistate ; e quello
manno. La hngua fece poscia dei che era più d'ammirarsi in essi si
progressi sì rapidi , che risalendo è, che il loro fervore nell' adem-
sino ad Enrico VI essa si trova piere i doveri del cristianesimo e-

poco diversa da quella che Fu po- guagliava, anzi superava l'ardore


scia sotto Enrico VII. Al tempo neir istruirsi. Studiavano non per
del regno di Elisabetta la lingua parere più dotti, ma per divenire
inglese acquistato avea tanta ab- migliori. Siccome non c'erano an-
bondanza, nobiltà, forza e melo- cora università in Inghilterra, i

dia, che una remola posterità giu- grandi tenevano scuole


monisteri
dicherà forse che gli scrittori at- pubbliche, nelle quali venivano i-
tuali non eclissarono mai gli scrit- struiti il clero e i giovani nobili.
tori di quel tempo perdendo pe- ;
Essendo di que* tempi sconosciuta
rò la lingua in forza ciò che ha la stampa, ogni monistero aveva,
guadagnato in eleganza. La lingua il suo scripto riunì, dove si copiava-

inglese ha una costruzione parti- no i libri; e questa era l'occupa-


colare ciò che ne rende assai dif-
; zione della maggior parte dei mo-
fìcile lo studio agli stranieri. Ha naci, quali v' impiegavano quel
i

essa alcune particelle in luogo del- tempo ch'era per gli altri destinata
le declinazioni de' nomi, e di più al lavoro. Così ogni monistero ave-
"«i si trovano molte anomalie, sgra- va la sua biblioteca : in quella di
ziatamente troppo radicali a segno Peteiborough contavansi mille set-

da non poter essere corrette dalle tecento manoscritti ;


quella dei mo-
regole della grammatica.Conchiu- naci grigi di Londra era lunga
dono che la lingua
gì' intelligenti, centoventinove piedi e larga tren-
inglese è un ramo misto della fa- tuno, ed era molto ben provveduta
miglia delle lingue germano scan- di libri. Ingulfo dice che quando
dinave; che si è considerabilmente quella di Croyland fu bruciata nel
arricchita a spese di quasi tutte le 109 1, vi si perdettero settecento
Ij\G IxNG 3o3
volumi. E da credersi che la bi- lezioni compiute in ogni genere ;

blioteca di Wells fosse assai vasla, l'altra fu cominciata nel 1867 *^^
perciocché avea venticinque flnestie Tommaso Cobham vescovo di Wor-
da ogni lato. A s. Agostino di cester, cui Enrico IV ed i suoi fi-

Canlorbery sì pregava tutti gior- i gli accrebbero di molto, e vi riu-


ni pei benefattori della biblioteca, nirono la famosa biblioteca del ce-
sì vivi che morti. Librerie simili lebre Unfredo duca di Gloucesler,
erano presso gli altri religiosi ; e •
la quale era piena di manoscritti
gli atti del parlamento dopo V ar- preziosi comperati a gran prezzo in
rivo de' normanni furono deposti molli paesi. L'orrido sacco delle
in quelle de' principali monisteri. due biblioteche, e quello delle li-

Sotto gli anglo-sassoni vi si posero brerie de' collegi particolari, lo rac-


in custodia i principali decreti del- conta Chamberlain nello Stato pre-
l' assemblea generale degli stati ,
sente dell'Inghilterra par. Ili, p.
detta TViUena Gemote o Mycel 45o. Tommaso JBodley con mira-
Geniote^ come anco gli atti delle bile generosità fondò a Oxford
assemblee dei particolari distretti una nuova biblioteca pubblica, la
detti Gemote. In alcuni monisteri quale fu aperta nel 160*2. Il suo
si conservava una specie di registri esempio ebbe degli imitatori , ma
della storia dei re e degli avveni- questi zelanti protettori delle lette-
menti pubblici^ alcuni de'quali so- re non hanno con tutti i loro sfor-
nosi salvati dalle fiamme e giun- zi potuto ricuperare gli antichi
sero sino a noi, quali sono gli an- manoscritti, la perdita de'quali è
nali e le cronache sassoni, che Gib- compianta.
son pubblicò a Oxford nel 1692: S' impiegano al presente nella
Fiorenzo di Worcester e Gugliel- Gran Bretagna tutti i mezzi pos-
mo di Malmesbury compilarono la onde dilFondervi la istruzione.
sibili

loro storia coll'aiuto di queste cro- Ultimamente contavansi nell'Inghil-


nache che si guardavano nei mo- terra e nel paese di Galles circa
nisteri. Non si può abbastanza de- quarantamila scuole pubbliche, del-
plorare la perdita di questi monu- le quali circa millecinquecento se-
menti, dai quali gli storici avreb- guivano il sistema di Lancaster. La
bero potuto trarre molte cognizio- cura che gì' inglesi anche della clas-
ni, fatta sotto Enrico Vili colla se inferiore pongono nell'educazio-
soppressione di tanti monisteri, che ne della prole, e specialmente delle
ne cagionarono la rovina. I fana- zitelle, merita particolare encomio.

tici di que' tempi) trasportati da Oltre le così dette scuole della do-
un furore di cui i goti non sareb- menica, vi ha un buon numero di
bero stati capaci, non rispettarono collegi, e distinguousi quelli di s.

neppure le biblioteche delle utiiver- Paolo, di Westminster, d'Eton, di


sità, specialmente le due pubbli- Winchester, di Rugby. Celebri poi
che d' Oxford, una fondata sotto sono le due università di Oxford e
il regno di Odoardo IH da Ric- di Cambridge, composte di più colle-
cardo di Burg o Aungerville gran gi riccamente dotati. Quindi la let-
tesoriere d' Inghilterra e vescovo teratura, le scienze, le arti belle
di Durham, il quale avea speso hanno eminente seggio in Inghil-
somme immense per faie delle col- terra, ove sono tesori di collezioni
,

3o4 ING ING


riguardanti ogni genere cìi lettera- e più recenti istruzioni sulle con-
tura, di scienza, di anticliità, e di trade meno conosciute. Lungi di
opere artistiche di classico pregio ; accennare i progressi delle arti
dappoiché è a lutti noto quanto delle scienze e della letteratura del-
gì' inglesi eminentemente abbiano la Gran Bretagna , ci limiteremo
nobile trasporto per tutto ciò che ad indicare quali rami delle umane
riguarda l* erudizione, la dottrina, cognizioni furono maggiormente col-
l'antichità e le belle arti, e quanto tivati in questo paese, e quali uo-
di esse sieno conoscitori, per cui mini si distinsero in ciascuno di essi.

non risparmiarono ne risparmia- Il gran NcAVton si presenta alla


no spese per gli analoghi acquisti, testa de' più illustri promotori del-
massime in Roma principal sede le scienze fisiche e matematiche.
delle arti e degli artisti. Conside- Generalmente meno cogniti di New-
rando quanti progressi il popolo ton, Taylor, Coles, Sterling, Camp-
britannico fece fare alla geografia, bell scozzese, Mac- La uri n scozzese,
noi lo vediamo entrare nel i497 Wallis, Brounker, Barrow, Hoo-
nella carriera delle scoperte. A que- ke, ec, fecero fare alle matemati-
st'epoca gl'inglesi trovarono Terra che, all' astronomia , all' ottica ed
Nuova, e riconobbero le coste del- alla meccanica considerabili pro-
l'America settentrionale. Avidi quin- gressi, e molti fra loro, Mac-Lau-
di di aprirsi un passaggio al gran- rin, Wallis, Hooke, ricanstparisceno
de Oceano, attraversarono il con- pur anco fra i più celebri fisici di
tinente an^ericano, i loro naviga- questo paese, a fianco di Derham,
tori esplorarono successivamente le Jurin, ec. Black scozzese, Macbri-
coste di questa parte del mondo, de scozzese, Cavendish e Priestley
e più particolarmente quelle del segnarono il cominciamento di un'e-
nord e del nordovest, alle quali ra nuova per le scienze chimiche,
imposero i loro nomi. Ben presto distinguendosi dopo di essi fra i

dopo percorsero gli oceani, e fece- chimici sir Humphrey Davy, Rir-
ro frequenti viaggi intorno al mon- waa e Cravrfurd. La botanica de-
do. Nel 1786 si stabilì la società ve molto a Bay, Persoon, Ellis,
Africana, ed i loro agenti non eb- Dillon, ec; e le scienze naturali a
bero appena percorso l'interno del- Bacone, Villoughy, Boyle irlandese,
l'Africa, che ci fornirono di nuovi Hutton e a molti di quelli che
,

lumi su questa parte del globo. già abbiamo nominati. La forma


Intanto la Gran Bretagna s' impa- del governo inglese avrebbe dovuto
dronì deirindostan, o per meglio produrre eccellenti oratori. Si pos-
dire aumentò le sue formidabili sono per altro citare, come molto
conquiste nelle Indie orientali, di- degni di rimarco, Pilt, Burke ir-
venendo gli ufììziali de' suoi eser- landese, Fox, O'Connell irlandese.
citi dotti ed esperti geografi: l'In- La poesia illustrata nel XIV seco-
ghilterra inviò successivamente nel- lo da Chaucer, fu abbandonata si-
le Indie abili ingegneri, onde il no al secolo XVI. Spencer com-
velo che le copriva fu ben presto parve allora, e dopo di esso alla
squarciato. Agli inglesi, che ognor fine di quel secolo, e nel principio
più viaggiano in tutte le parti del del seguente fiorirono i poeti dram-
mondo, noi dobbiamo le maggiori matici i più rinomati della Gran
ING ING 3o5
Bretagna , cioè Shakespear , Ben- gli storici Lingard, Dunkam, Reigh-
Johnsoii, Fletcher e Beauraont. Mil- tley; e tra i poeti Wordfworth.
ton ed il lirico Valler vissero al- Qunnto ai santi, beati e martiri
l'epoca di Cromwell, e Dryden e dell' Inghilterra, se ne tratta prin-
Pope innalzarono poscia la poesia cipalmente nell'opera intitolata Bri-
inglese al più grado
alto di per- tannia sancta, Londra 174^- In
fezione, al quale sia mai giunta. questo Dizionario sono compendia-
Dopo di essi Thompson scozzese te in brevi biografie tutte le vite
e Ifoung la sostennero, e poscia descritte dal celebre Albano Butler.
venne sempre coltivata, con mag- I cardinali inglesi della santa
giore o minor successo, da Gray, romana Chiesa secondo alcuni si

Percy, Sheridan irlandese, Moore fanno sino ad oggi ascendere a


irlandese, Byron e da molti altri. Gli circa cinquanta. Secondo le Memo-
autori di materie controversiali fra i rie storielle de' cardinali del Car-
cattolici sono stati uomini i quali si della, compresi i due creati dopo
sono distinti per dottrina, ingegno ed la pubblicazione di tale opera, so-
impegno nella difesa della fede, fra no i seguenti trentacinque, enu-
i quali possono annoverare Sta-
si merando i quali cronologicamente
pleton, Personio o Persons, Walsin- noteremo il Papa che li esaltò al
gham, Tommaso Moore, i vescovi cardinalato e l'epoca. I trentaqual-
Fisher e Gardiner, Harding, Bri- tro defunti hanno le biografie in
stol, Manning, Sarders, ed il car- (juesto Dizionario. Francesco Go-
dinal Alano; non che i vicari apo- dwino scrisse le vite de' cardinali,
stolici Challoner e Milner, ed Hay, e prelati inglesi. Il primo cardina-
sebbene questo appartenga alla Sco- le di questa nazione fu Ulfrico o
Ma ciò che
zia, e sia controversista. Ulrico creato da Pasquale H nel
forma maggiore onore all'ingle-
il 1107 che lo spedì legato in In-
se letteratura , sono i suoi storici ghilterra.Roberto Bollen o Polleu
politici, come Bacone, Clarendon, nel 1 133 o nel i i44 ^^^ creato car-
Hume, Robertson, Fergusson, Gib- dinale da Innocenzo li; nel 1146
bon, Gillies, ec. ; però in qualche Nicolò Breakspear e Galfrido Arturio
parte le loro prevenzioni religiose ossiaGolfridus Monumethensis di
tolsero loro l'imparzialità che con- Eugenio IH: Nicolò nel 11 54 di-
viene allo storico. Tra gli uomini venne Papa, prese il nome di A-
illustri viventi nomineremo tra , i driano IV, e governò la chiesa
guerrieri, oltre i defunti recente- quattro aimi, otto mesi e ventino-
mente Keane e Nott, Wellington ve giorni ; 11 55 Boso o Bosone
e Sale come tra
; gli ammiragli Co- Breakspear di Adriano IV; 1178
drington, Slopford e Napier. Tra Ereberto o Herbert de Bosham di
gli artisti, sono Stanfield,
i pittori Alessandro III; 1212 e 1218 Ste-
Shee, Herbert, Furse, Croaìek, Se- fano Langton e Roberto Curson d'In-
vern, Landseer; gli scultori Gibson nocenzo IH; 1224 o 1246 Gio-
e tutti quelli di cui tratta il conte vanni Toledo d' Innocenzo IV;
HaAvks le Grice nella sua opera 1278 Roberto Kilvarbio o Kil-
sopra gli studi di Roma. Tra i wardby di Nicolò IH; 1280 o
chimici Faraday, Arnolt, Lardner, 1281 Ugone Atrato di Evesham
e neir astronomia la signora So- di Martino IV; i3o3 Gugliemo
mer ville, residente in Roma. Tra Maklesfejld o Marsfeld; i3o4 GuaU
VOI. XXXIV. 20
3o6 ING ING
lei-o Winlerborn e Winktemburno io nel Dizionario. Così Giovanni
di Benedetto XI; i3o5 Tommaso Cuminiti del 11 83. Roberto So-
Joyce o Joice di Clemenle V; mercol del i?.34; il Cardella lo
i368 Simone di Langham di chiama Uma^arcote e 1* avea om-
Urbano V; iSyS Adamo Eston; messo nel catalogo de* cardina-
i38i Guglielmo Courtney o Cor- li inglesi. Anchero del 1261;
tuney e Tommaso Teobaldi di il Cardella lo chiama A utero Pan-
Urbano VI; i4o8 Filippo Repin- taleone di Troyes di Sciampagna.
don o Repinton di Gregorio XII; Guglielmo Bray del 1262, così
i4ii Roberto Alun o Halam e detto dal luogo ove nacque nella
Tommaso Langley Giovanni
di diocesi di "Reims, al dire di Car-
XXIII; 1426 Enrico Beaufort o della. Bernardo de /tiìguisccll del
Benufort o Chicheley di Martino 1281 ; il Cardella lo chiama Lan-
V; 1439 Giovanni Kemp o Staf- guisset delle Gallie. Berardo del
ford di Eugenio IV; 1464 Tom- 1288; o Berardo de' Berardi det-
maso Bourchier di Paolo II; r493 to di Cagli dal Cardella. Teohaldo,
o i494^'0'''^""i Moorton o Morto- chiamato Teobaldo Stampense del
ne di Alessandro VI; i5ii Cri- 1288, secondo il Cardella, che
stoforo Urswike o Ursovico di Giu- r ommise nel catalogo. Arnoldo
lio II; i5i5 Tommaso Wolsey o de Cantilupo del 3o6 ; dal Car- 1

Volseo di Leone X; i53n> Giovan- della detto Arnaldo Frigerio di


ni Fisher o Fischer, i536 Rigi- Cantalupo nella diocesi di Bor-
«aldo Fole e Polo di Paolo III; deaux. Leonardo Guerunas del
1557 Guglielmo Petow di Paolo i3oo ; dal Cardella appellato Pa-
IV; 1587 Guglielmo Alano di Si- trasso di Guercino zio di Bonifacio
sto 1675 Filippo Tommaso
V; Vili. Sertorins Wallensis del
Howard di Clemente X; 1747 En- i36r ; il Cardella lo chiama For-
rico York, nato in Roma, di Bene- tanerio o Seriori o Vaselli, ma
detto XIV; i83o Tommaso Weld r ommise nel catalogo. Urbano V
di Pio Vili. Carlo Acton, nato in del i362 secondo alcuni. Urbano
Napoli, vivente, dal regnante Pon- V non fu cardinale, e come Ome-
tefice Gregorio XVI nel concistoro ro sette luoghi si disputarono 1'
o-
de' 18 febbraio 1839 creato cardi- nore dei natali : il VValsinghamo
nale e riservato in petto, indi pub- lo disse inglese; la comune opi-
blicalo nel concistoro de' 24 gen- nione lo fa di Grissac nella Lin-
naio 1842. Ma il Catholic Dire- guadoca. Grinioaldus de Grisant
ctory del 1839 dal cardinale Ul- del i366; dal Cardella nominato
rico al cardinal Acton inclusive Angelico Grimaldi o Grimoardi
ne registra cinquanta, non com- fratello di Urbano V. Giovanni
prendendovi alcuni di quelli da Tliorisby ; non lo conosce il Car-
noi riportati, ne il cardinal York. della, così diEnrico Chicheley del
Ecco poi quelli non compresi nei 1426, anzi è lo stesso del Beau-
sunnominati secondo il medesimo fort o Benufort rammentato. Cri-
Directory. Henricus Blesensisj non stoforo Bamhridge del i5ii, è \o
è conosciuto dall'accuratissimo Car- stesso che Cristoforo Urswike del
della,il migliore e il più moderno medesimo Directory, o Ursovico
biografo de'cardinali, la cui conti- summentovalo. 11 Godvvino registrò
nuazione da Clemente XIII faccio tra i cardinali inglesi molti «ali
ING ING 3o7
in Francia nei possedimenti de' re perfezione ; i prodigi poi che V ar-
d' Inghilterra. Alle biografie dei te ha da qualche tempo operati
cardinali si leggeranno quelle an- mercè l' applicazione della forza
cora di cjLie' cardinali riconosciuti del vapore a tutti i lavori mecca-
dal Cardelln, la cui autorità se- nici, destano la più gran meravi-
gniamo. glia. Si deve al discoprimento pro-

Non v' ha nazione che nella gressivo delle fisiche teorie sul ca-
commerciale industria sostenga col- lorico e suir equilibrio del vapore
1' Inghilterra il paragone. Gli in- l'utilità ricavata ne'moderni tempi
glesi sono arrivali a semplificare il da quelle macchine, che nell* età
meccanismo dei loro lavori in mo- prische agli egizi conosciute, e ripro-
do tale, che malgrado 1' alto prez- dotte con universale stupore dal
zo della mano d' opera, pure ri- famoso architetto Antemio in Co-
valeggiano con tutti gli altri po- stantinopoli neir anno 55o, erano
poli, e vendono ali* estero a mi- sempre rimaste nello stato di fan-
nor prezzo che i fabbricatori degli ciullezza e d' imperfezione, e quin-
altri paesi. Il governo pone tutto di sepolte Dell' olDblio. Neil' oriente
in opera per assicurarsi in questa ed in Asia ancora vuoisi ritrovare
parte il primato, mediante esclusi- il tipo delle macchine a vapore,
ve leggi, largizioni generose, e sebbene molto diverse da quelle
vantaggiosi pubblici tiattati. Lo in tempi a noi più vicini inventa-
spirito pubblico nazionale ne se- te, con utilissima e maravigliosa
conda col massimo impegno le applicazione del vapore alla navi-
mire. Si erano instituiti in parec- gazione ed a tanti rami d' indu-
chie contee i festini patriottici coi stria. Sulle odierne macchine a
più .savi regolamenti. Le dame vi vapore molte storie vennero pub-
si dovevano presentare con istofFe blicate : tra gli antichi viene cele-
filate, tessute e lavorate nel ter- brato Empedocle che molto studiò
ritorio, di quel colore che veniva sulle proprietà del vapore; tra i

dalla direttrice stabilito : altrettan- moderni primeggia in tale studio


to avveniva agli uomini, di lavoro tra i fisici italiani il p. Danti.
indigeno rivestili ; con tali spetta- Fiorirono poscia dottissimi e bene-
coli r utilità si univa al diletto, meriti stranieri. I nomi di Wor-
e si manteneva vivo T entusiasmo cester, di Savery, di Papin, di
patrio nell' universale. Le più an- Nowcomen, di Watt scozzese, di
tiche manifatture d' Inghilterra so- Vasco di Garay hanno acquistato
no quelle di lana; prelendesi che diritto air immortalità per la ri-
"vi fossero stabilite dai romani : si- produzione e miglioramento delle
no dal secolo XII erano riguarda- diverse macchine atmosferiche ad
te come uno de' più ricchi pro- alta pressione e di doppio effet-
dolli del paese. Le manifatture di to ; ma fu riserbato al famoso
cotone vi furono stabilite verso la Perkins il vanto di attingere pro-
metà del secolo XVII, e risveglia- babilmente la meta della perfezio-
rono in progresso V industria na- ne. Tali macchine mediante le
zionale, portando la prosperità in opportune combinazioni di ruote,
diverse contee. Le numerose fab- di leve e di altri organi si appli-
briche, e le ricche manifatture si cano ad ogni genere di mestieri e
trovano pervenute all' apice della di manifatture specialmente nel-
'So8 ING ING
1* Ingliilterra. Servono alla maci- tolgono a molte braccia la gior-
nazione, a trasportare pesanti og- naliera occupazione. Non mancaro-
getti, ad eslrarre 1' acqua dalle mi- no profondi economisti confutar la
niere del carbon fossile, a dar obbiezione e giustificare l'uso del-
moto a pesantissimi carri, a fare le macchine, dimostrando che la
agire i principali ordigni delle fer- miseria del basso popolo trae piut-
riere, delle zecche, delle fonderie, tosto l'origine dal sistema regola-
in faccende ed a muovere
rurali, mentano, dai monopoli, e da altr«
ingegnosissime macchine di filatoi cause. Le manifatture di seteria
e tessuti d' ogni specie, che a furono stabilite da Giacomo I; es-
un tempo filano lana e coione. se ritirano le loro prime male- *

La parte piìi interessante è quella rie dal Bengala e dall'Italia, gl'in-


che si adatta ai battelli, ed alle glesi avendo tentato in vano di
navi a vapore. • L* invenzione si allevare bachi da seta. Là savia e
attribuisce dagl'inglesi al loro con- giusta rivocazione dell' editto di
cittadino Ulliso Williso Wallis che Nantes arricchì l'Inghilterra di un
fece nel lySS
primi sperimenti;
i gran numero di eccellenti artisti,
ma Fitche nel
1787, e l'america- di cui privavasi la Francia con tal
no Fulton nel 180 3 coi più felici misura. La sellarla inglese è ricer-
successi ne assicurano l'onore alle cata da per tutto. La carta che
emancipate colonie del nuovo emi- s* introduceva un tempo dal con-
sfero, lasciando al genio instancabi- tinente, ora se ne fabbrica non
le di Perkins il vanto dell'ulterio- solo pel bisogno dell' interno, ma
re perfezionamento Il generale . ancora per una considerabile espor-
Chasseolup o Chasseloup fu il pri- tazione. I numerosi giornali pub-
mo ad accreditarne V impiego alla blici, fogli e scritti giornalieri oc-
difesa delie piazze forti, ed il ca- cupano una gran quantità di tipo-
pitano del genio Girard costruì grafie, trovandosene eziandio nelle
nel i§i4 varie batterie di sei can- più piccole città: s'inventarono nuo-
noni insieme uniti. Perkins pro- vi metodi di stampa che accelera-
pone di lanciare col mezzo del va- no di molto la impressione. La
pore grandi razzi di straordinario stoviglia è un oggetto della più
peso, surrogandoli ai proiettili or- alla conseguenza pel gran consu-
dinari. mo che ne se fa nell'interno, come
Dal fin qui accennato si ma- per la quantità che viene traspor-
nifesta quanto sia animato il com- tata, per la sua bellezza e finezza;
mercio dell'I nghillerra per le interne i cristalli e le porcellane sono di
manifatture, e quanto vasto per la buona qualità. I lavori di accia-
esterna navigazione, onde lucrosissi- io giunsero alla più desiderabile
me sono le importazioni ed espor- perfezione, come l'arte degli oro-
tazioni d'innumerevoli oggetti. Mal- logi. Molte arti meccaniche sono
grado tante fonti di ricchezze è ben formate in corpi, e soggette a de-
lungi dal trovarsi in istato di pro- gli statuti particolari, specialmen-
speritàil basso popolo inglese, mas- te nelle città, con indicibili van-
sime nelle provincie manifatturiere. taggi. E qui è luogo d' accennare
Molti hanno preso da questo dis- le varie compagnie protette dal
ordine argomento di declamare governo, che in mirabile modo
contro l'abuso delle macchine, che contribuirono alla prosperità del
ING 3o9
commercio inglese , come delle zìo di ancora ignoti commerci. Ver-
principali sue banche. so il termine del suo regno e nel
La compagnia d'Africa fondala i6oi la compagnia dell'Indie orien-
da Carlo II, guerni di fortezze le taliincominciò ad agire con cin-
coste della Guinea, ed intendeva quanta azioni, ed un capitale di
specialmente al riprovevole traffi- quattrocentomila lire sterline. J\el
co de'negri, dall'indignata umanità 1698 se ne stabilì una seconda
proscritto. La compagnia di Tur- che anticipò al governo due milio-
chia istituita da Giacomo I, da ni sterlini. Nel 1702 l'una e l'al-
cui ricevevansi , mediante tribu- tra insieme si riunirono, formando
to , le patenti per esercitare il una sola compagnia ; quindi rapi-
commercio nel Levante. La com- dissimi e felici furono i suoi pro-
pagnia del mare Australe, che a* gressi, e nel 1780 ottenne dal par-
vanti la pace di Acquisgrana so- lamento un privilegio per trenta-
leva ogni anno spedire un vascel- quattro anni successivamente rin-
lo ad Acapulco, nota per le som- novato. ]\eir amministrazione ogni
me esorbitanti che al governo ha azionista di mille sterlini ha il suo
nelle urgenze somministrato. La com- voto; deve esserlo di duemila per
pagnia della baia d'Hudson, che fa divenire eleggibile fra i trentaquat-
la ricchissima permutazione con tro direttori. Il presidente ed i se-
merci europee d* immensa quanti- gretari scelgonsi in mezzo a questi,
tà di pelliccie, le quali poi persi- e durano un quadriennio senza po-
no nell'Asia e nella Cina diffonde. ter essere confermati. Sei direttori
La compagnia di Russia creata nel sortono annualmente e vengono ,

1554 dopo la scoperta del mar bian- rimpiazzati da altrettanti. Vi sono


co fatta da Chancellor, di cui è ces- inoltre molti comitati inferiori che
sato lo scopo colle posteriori politi- si dividono le mercantili attribu-
che transazioni. La compagnia o fat- zioni. I vascelli della compagnia
toria d'Amburgo, composta in gran trasportano i pingui caiichi delle
parte di scozzesi, la quale gode in merci indiane in Europa, e spac-
quella libera città i più eslesi privile- ciano colà le inglesi manifatture.
gi. La compagnia dtWIndie orientali La compagnia dell' Indie è la sola
{^Vedi) sopra tutte le altre famosa che veramente corrisponda alla sua
per la sua opulenza, e per l'adito rinomanza, e trovisi in pieno vigo-
che ha aperto alla estensione del re e nel più prospero stato. La
dominio inglese in quelle remote banca d'Inghilterra fondata da Gu-
e doviziose contrade. Quanto al- glielmo IH nel 1694, fa il cam-
l'ultima metà del secolo XVI, sotto bio e vende oggetti d'oro e di ar-
il regno di Elisabetta navigatori i gento, ogni altro commercio gli è
inglesi incominciarono effettivamen- proibito. Anima il traffico a cui è
te a scorrere i mari utilmente ed destinata la cassa di sconto, s' in-
a fare scoperte importanti ,
questa gerisce ne' pubblici fondi, negl'i rn-
regina accordò la prima carta per prestiti ed in ogni affare di finan-
la fondazione delle colonie nel nuo- za. Può anzi chiamarsi il deposito
vo mondo: sotto suoi auspicii si i universale del numerario della na-
formarono la compagnia dell' Indie zione e de' particolari. Moltissime
orientali e quella dei mari del nord banche particolari tennero dietro
istituite per la scoperta e l'eserci- all'erezione della banca d'iughilter-
3io ING ING
ra. Sonovi pure varie società di as- rabile ; erano però qualche vol-
noji
sicurazione per ogni rischio eli mu- ta che semplici segnali di conimi
re, d'incendio, ed anche per la vita o termini. Quanto ai sotterranei,
degli individui. quasi tutte le nazioni n'ebbero nel-
I monumenti di tutti i paesi del- le prime età. Le antichità roma-
l'Inghilterra sono intimamente legati ne sono la maggior parte oggetti
colle principali epoche della loro sto- di pura curiosila. Si dice che esi-
ria, e principalmente colle rivoluzio- stano alcuni antichi anfiteatri ro-
ni occasionate dai diversi conquista- mani a Silchester ed in altri luo-
tori che li soggiogarono, e dai nuovi ghi dell'Inghilterra. Il castello ro-
popoli che gli hanno successivamen- mano di Richborough, l'antica Ru-
te occupati. Le antichità dell' In- tupiae^ nella contea di Rent, offre
ghilterra dividono naturalmente
si gli avanzi di una muraglia massic-
in antichità dei celti, popolo pri- cia cementata con una solidità po-
mitivo, delle colonie belgiche, dei co comune. Le rovine romane in
romani, dei sassoni, e nei monu- questo paese sono di ordinario com-
menti danesi e normanni. I monu- poste di pietre o di ciottoli e di
menti attribuiti ai druidi consisto- letti di mattoni posti a gran distan-

no in pietre isolate, piantate in pie- za. Fra gli avanzi delle case di
di, o di roccia,
in idoli di pietra delizia, delle quali il lusso romano
in sepolcri formati con tre o più decorato avea l'Inghilterra, si rac-
pietre, in circhi o piuttosto chiu- colsero lastricati a mosaico, pittu-
sure circolari di pietre, in mucchi re a fresco, ec. Le iscrizioni roma-
di pietre, in bacini di roccia che ne, gli altari, ec. furono ritrovati
si crede servissero per le espiazio- per la maggior parte nel nord, e
ni, ed in caverne che offrivano un particolarmente presso la grande
ritiro in tempo di guerra. Lo Ston- muraglia frontiera, che si estende-
chengCj il quale corrisponde al cam- va dalle coste occidentali sino al-
po di Marte in Roma, monumen- l'imboccatura del Tyne. Con ra-
to sorprendente dell'industria bar- gione si reputa questo vasto muro,
bara, è attribuito da alcuni ai drui- che avea sessanta miglia di lun-
di istessi, da altri ai romani, ai ghezza, siccome il più importante
belgi e ai danesi. In molte parti monumento della possanza roma-
dell' Inghilterra e dell' Irlanda si na in Inghilterra. Gli avanzi delle
trovano simili circhi di pietra, ma celebri muraglie divisorie appar-
di minor grandezza, che da taluno tengono a quelle erette sotto gl'im-
si credettero luoghi di sepoltura. Al- peratori Adriano e Severo gli a- :

la morte di un monarca o di un vanzi del muro di pietra di Setti-


generale distinto, se gl'innalzava un mio Severo, ornato in ispazio di
elevato sepolcro sopra un'eminenza, torri, si conservano tuttora, e for-
e la minore o maggiore altezza del mano uno degli interessanti mo-
mausoleo dipendeva dalla riputa- numenti che adornano
d'antichità
zione del personaggio. In progres- la Bretagna. Lungo sarebbe il par-
so una gran pietra dritta fu il solo lare del gran numero degli oggetti
segnale d'onore che si poneva sulla lasciati in questo paese dai roma-
tomba degli uomini distinti. Que- ni, come monete, pietre preziose,
ste pietre isolate indicavano ancora armi, ornamenti, ec. Uno dei gran
il campo di una battaglia memo* mezzi impiegati da essi per civihz-
ING ÌISG 3ri
zare le conquistale contrade, fu la castelli sono essi troppo numerosi
costruzione delle grandi strade, che per nominarli. Fra le curiosità na-
divenne anzi un oggetto della loro turali dell' Inghilterra, quelle della
politica. Sì scoprono tuttora mol- contea di Derby passarono sempre
tissime tracce di queste grandi stra- per osservabili. Sono pure rinoma-
de e delle loro diverse ramifica- te le meraviglie di Peak, la ca-
zioni, che portavano l'abbondanza verna di Casllcton o buco del
da diverse parti in un punto. Peak, quelli di Poole e di Bam-
Le antichità sassoni in Inghil- forth la caverna di Yordas , quel-
:

terra consistono principalmente in la di Welheicort, quelle delle mon-


edifìzi tanto sacri che profani. Si tagne di Mendip, quella di Rye-
Tedono ancora molte chiese, che gate, quella di Wokey, e quella dì
furono per la maggior parte co- Gatekirk. La cavità di Hurtlepot,
strutte interamente nel periodo sas- la calanca di Malham, specie d'an-
sone ; e ve ne sono che apparten- fiteatro di pietra calcarea ; nelle
gono al nono e
decimo secolo. al vicinanze di Settle il pozzo curioso
Le arcate elevate da Grimbald ad pel flusso e riflusso ; nella contea
Oxford, sotto il regno di Alfredo, di Durham i tre slagni profondis-
passano per monumenti curiosi del- simi detti calderoni dell' inferno;
l' architettura sassone. I più anli- gli avanzi di uua foresta som-
chi castelli consistono in una torre mersa sulla costa della contea di
qualche volta quadrata ed altre Lincoln.
volte esagona. 11 castello di Co- Parlando degli edifizi, fra i più
ningsburg, nella contea di York, osservabili che possiede la Inghil-
presenta il più informe saggio di terra, nomineremo per primo il ca-
questo genere. La potenza danese, stello Windsor, il quale innal-
di
che gravitò kmgo tempo sul nord zandosi sopra un'eminenza che do-
dell'Inghilterra, fu quasi passeggie- mina il Tamigi, offre un aspetto
ra al mezzodì. I campi dei danesi per la sua grandezza e magnificen-
simili a quelli dei belgi e dei sas- za degno dei giorni della cavalle-
soni avevano la forma circolare, ria. 11 suo punto di vista si esten-
mentre quelli dei romani erano de fino alla cattedrale di s. Paolo,
quadrati. Del restante, non si at- e la scena che presenta tutto al-
tribuisce generalmente ai danesi l' intorno colpisce veramente l'im-
che qualche castello al nord del- maginazione. Questo palazzo rin-
l' Humber, e qualche "pietra carica chiude moltissimi quadri preziosi e
di runiche iscrizioni. 1 monumenti pregiatissime rarità. Il palazzo di
normanni, così chiamati per distin- Hamptoncourt, che pure possiede
guerne r epoca incominciano al
, una bella galleria, eretto sopra un
momento delle conquiste e finisco- terreno più basso, ed ornato di ac-
no al secolo XIV. Lo stile nor- quedotti pei quali scorrono le acque
manno sorpassa, generalmente par- della Coinè. Non restano a Rich-
lando, il sassone, per la grandezza mond che i giardini del re, i quali
delle dimensioni, degli edifizi, e per però sono offuscati da quelli bellis-
la decorazione delle parli. Le catte- simi e ben disposti di Revr, nei
drali di Durham e di Winchester quali la preziosa collezione delle
sono monumenti onorevoli dell'ar- piante di tutti i paesi del mondo
chitetlura anglo-sassone. Quanto ai fa provare all'ammiratore della na-
,

3ll INCr ING


tura un sentimento misto di deli- sorprendente, ed in nitri luoghi
zia e di sorpresa. Il palazzo reale pure se ne costruirono di bellissimi.
di Gree4nvicli,abbandonato da lun- La religione dominante è V an-
go tempo, come palazzo reale, rin- glicana o episcopale , introdottavi
chiude però l'osservatorio famoso dai puritani o calvinisti rigidi dopo
di questo nome. Fra i numerosis- la prelesa riforma; per altro pu- i

simi palazzi signorili che si trova- ritani vSono nemici degli episcopali,
no sparsi nelle diverse contee, e e condannano la liturgia anglicana
tutti degni di essere ricordati, sem- come un'invenzione umana. Gli e-
bra meritare forse il primo luogo piscopali sono principahnente in In-
quello di Stowe, residenza del mar- ghilterra, i presbiteriani nella Sco-
chese di Buckingham, celebre an- zia. che pei domini o le
Quelli
che pe' suoi giardini magnifici. Non forme del culto che professano dif-
conviene om mettere due superbi i feriscono dalla chiesa stabilita e non
ospedali, quello di Greenwicli pei riconoscono i trenlanove articoli
marinai invalidi, e quello di Chel- della religione pretesa riformata
sea dietro il parco san Giacomo possono essere compresi sotto la
S.t James pei soldati. Alcune sale generale denominazione di dissi-
in cui si tengono le riunioni delle denti o dissenzienti e non confor-
contee sono rimarcabili per la lo- misti, quantunque questo nome sia
ro elegantissima architettura. Senza più particolarmente applicato ai
contraddizione poi uno dei più belli presbiteriani d'Inghilterra e agli in-
edifizi d'Inghilterra è quello che dipendenti. Noteremo che i presbi-
si trova nel villaggio di Buxton teriani soli d* Inghilterra si posso-
nella contea di Derby, sopranno- no chiamare dissidenti, non quelli
minato the crescente vasto edi Tizio di Scozia, nella quale il presbite-
di forma semicircolare, che il du- rianismo è la religione stabilita e
ca di Devonshire fece erigere per riconosciuta dalla legge, come la
comodo di quelli che vanno a pren- religione nazionale. Dice il Bergier
dere le acque minerali di Buxton. che il cristianesimo in Inghilterra
La sua regolarità e le sue vaste è diviso in due principali partiti,
dimensioni tanto più sorprendono uno detto degli episcopali che si
quanto che si trova situato in un chiama la chiesa anglicana o Val-
paese quasi selvaggio, inabitato ed ta chiesa; V altro de' non confor-
in mezzo a montagne sterili ed ir- misti o separatisti, che compren-
regolari ; contiene botteghe, alber- dono presbiteriani y puritani a cal-
i

ghi, teatro e magnifiche scuderie. vinisti rigidi^ ed altre sette. Egli


1 ponti in Inghilterra sono degni qui sbaglia, doveva dire: il prote-
della bellezza delle grandi strade, stantismo si divide in due partiti,
e conviene confessare, che gl'inglesi il primo detto degli episcopali os-

fecero in questo ramo notabili pro- sia chiesa anglicana, suddivisa nel-
gressi , specialmente considerando la chiesa alta e bassa j l'altro dei
che alcuni sono di ferro fuso ; il non conformisti, ec. Le altre prin-

primo genere fu eretto


di questo cipali classi de' dissidenti sono i

nel Colebrookdale
1777 a nella , melodisti, i mennoniti, i quakeri o
contea di Salop sulla Severna. Sul tremolanti, gli anabattisti, gli er-
porto di Sunderland si costrusse nuti o fratelli moravi, i metodisti,
un ponte di ferro che si può dire i sociniani, i brownisti o indipen-
ING ING 3i3
(IcnH, swedènborgi così denomi-
i Nelle Notizie letterarie oltramon-
nati da! barone Swedcnborg loro tane che si pubblicavano in Roma
capo, che abbandonando la Svezia nel secolo passato, nel tom. II, par.
sua patria, si fissò in Inghilterra. II del 1743 vi è l'articolo XXIX,
Vi sono ancora, oltre un'immensa Della venuta degli ebrei in In-
quantità di religionari, gli unitari, ghilterra. Ivi si dice che sino a
i quali si trovano contusi colle quel tempo non era stato definita
prime classi, le quali si allontana- tra gli istorici inglesi l' epoca in
rono alquanto dal rigore dell' ori- cui gli ebrei fecero passaggio nel
ginaria disciplina. In generale tutti regno. Si crede comunemente che
questi settari sono assai numerosi; Guglielmo I li chiamasse dalla Nor-
ed è quasi impossibile di valutare mandia ; ma si trova' una legge
il numero de' partigiani di ciascu- anteriore di s. Edoardo in cui egli
no di questi culli diversi. La U- dice; fiulaei, et omnia sua regis
bertà di coscienza è intera : tutta- sunt; anzi negli excerptiones ca-
via prima dell'atto del parlamento nonici di Egberto arcivescovo E-
sull'emaacipazione dei cattolici, bi- boracense del 750 circa, si proibi-
sognava essere acattolico onde eser- sce a' cristiani d'intervenire alle
citareun impiego qualunque, come feste degli ebrei. Guglielmo II Ru-
ancora per essere membro del par- fo cioè il rosso, ch'era assai igno-
lamento, atteso il giuramento che rante in materia di religione, ordi-
si prestava, il quale era illecito nò una pubblica disputa tra cri- i

ad un cattolico. Nelle colonie anco- e


stiani giudei, promettendo di
i

ra tutti i culti sono hberi. Il gover- accostarsi al partito de' secondi sé


no britannico ha pure interesse di avessero vinto, il che non essendo
tollerare nelle Indie orientali quel- successo, non lasciò il re di conti-
le dottrine di Maometto, di Brama nuamente favorirli, permettendogli
e di Budda che abituano gh uomi- tra le altre di aprire tre scuole in
ni alla obbedienza e subordinazio- Oxford. Ne' principii del regno di
ne. Però non ha guari il governo Riccardo I, per certi delitti commessi
delle Indie orientali ha soppresso da alcuno di loro, non solo furo-
l'annuo assegno di seimila lire ster- no espulsi da Londra ed uccisi, ma
line, che pagava ai templi del cul- poco dopo si (ece il medesimo in
lo idolatrico. Nel 17 16 molti inglesi altri luoghi del regno, bruciando-
ed alcuni scozzesi aveano formato gli e rovinandogli le case. Nacque
tra essi un concordato per unirsi questa animosità contro quest'infe-
alla chiesa greca; questo progetto lice nazione particolarmente in quel-
però non ebbe alcun effetto i greci : li che si accingevano alla sacra spe-
per certo non avrebbero consen- dizione di Terrasanta , credendo
tito, quando almeno gli anglica- far con ciò un sagrifizio a Dio; noni
ni non avessero cambiato la loro mancando persone che li tormen-
credenza sopra moltissimi articoli. tarono crudelmente, massime per
Vuoisi che gli ebrei sìeno poco nu- cavarne denari, de' quali il re era
merosi, cioè più di diecimila : essi in estrema necessità. Costituì Ric-
abitano principalmente le cittàmer- cardo I certi giudici detti giusti-
cantih, inclusive alla capitale Lon- zieri de' giudei de gremio scacca*
dra. rii regisj i quali non solo presie-
VOI. XXXiVi di
3i4 ING ING
dessero alle riscossioni delle impo* e de' diaconi. Sono i primi in di-
sto, ma ancora loro amministras- gnità ed in potere gli arcivescovi
sero giustizia. Dal re Giovanni tra di Canlorbery eYork, portan- di
gli altri privilegi ottennero che po- do il primo il di primate titolo
tesseix) costituire un sacerdote o di tutta r Inghilterra, ed il secon-
sommo rabbino che precedesse a tutti do semplicemente quello di primate
gli altri rabbini d' Inghilterra; ma d'Inghilterra: hanno i titoli di
poco dopo il medesimo re, adope- vostra Signorìa e di vostra grazia.
rando ancora atroci tormenti li , I ministri degli episcopali hanno
spogliò di tutti i loro beni. Enrico per rendita la decima sulle pro-
li ora protesse gli ebrei, ora li spo- duzioni, e quelli de' presbiteriani
gliò de' beni, levò capo della si-
il hanno in vece onorari fissi pa-
nagoga di ed una volta
Londra, gati dallo stato, almeno quelli del-
al suo fratello diede per pegno tutti l' Irlanda. Gli ecclesiastici possono
gli ebrei del regno e le loro robe; maritarsi. I canonicati de' capitoli
compensò poi queste violenze con fab- vi sono ancora bastantemente buo-
bricar loro una particolare sinagoga ni, ma le parrocchie molte sono
in Londra, togliendo Tempio costu- ricche^ altre sono mediocri, ed altre
me di spogliar de'loro beni quelli con rendite tenuissime. Sottomessa
che si facevano cristiani. Ordinò la chiesa riformata alla primazia spi-
inoltre, che per distinzione nella so- rituale del re o della regina, quel-
pravveste duas tabulas albas de lo o questa come capi supremi
lino panno j vel parcameno, doves- della chiesa anglicana possono con-
se portare ciascun di loro. Odoar- vocare, prorogare, discogliere i sino-
do 1 esigeva un tributo sotto pena di ecclesiastici, e nominare arcive-
di proscrizione per aver essi croce- scovi, vescovi , ed altri del mi-
fìsso un fanciullo; ma non poten- nistero, che però conferiscono gli
dolo pagare, ed avendo commesso arcivescovi. 1 detti due arcivescovi
nitri delitti, nel 1290 furono inte- di Cantorbery e di York che restaro-
ramente cacciati dal regno, e le no colle loro due provincie eccle-
loro ricchezze furono convertite in siastiche dopo la riforma, diminui-
usi pii. Per tre secoli questa gente ta però di molto la loro antica
fu tenuta lontana dall' Inghilterra, podestà temporale, godono di tut-
cioè sino alla morte di Carlo I. ti i privilegi concessi ai pari, so-
Sotto Oliviero Cromwell cercarono no membii del parlamento e vi ,

gli ebrei di ritornare in Inghilter- siedono come i ventiquattro vesco-


ra, e finalmente Carlo li angustia- vi loro suffraganei, non godendo
to dalle turbolenze interne, e man- però di una tale prerogativa il ve-
cante di denaro, concesse loro l'in- scovo di Sodor e di Mann, il qua-
dulto di tornare nel regno, aven- le siede ma non ha volo nella ca-
dovi presentemente varie sinagoghe. mera de' pari. I vescovi sono no-
Enrico Vili separandosi fatal- minati dal re ed eletti dal decano
mente con scisma dalla Chiesa ro- e dal capitolo, e ad essi soltanto
mana, conservò la gerarchia epi- appartiene al presente il diritto di
scopale. Il corpo del clero della ordinare i diaconi e i preti, di
chiesa anglicana è composto di tre consacrar le chiese ed i cimiteri,
ordini, cioè dei vescovi, de'preti e di prender parte nelle questioni
ING ING 3i5
sulle nascile, matrimoni
morti e , ramento del Test^ con cui abiura-
testamenti. Tutti i vescovi sono vasi il domma della transustanzia-
baroni e pari del regno, tranne il zione, e della giurisdizione spiritua-
solo nominato, e godono estesi pri- le del Papa. Ma a' nostri giorni
vilegi. Il vescovo di Winchester essendo sempre più illuminata la
non è che il terzo in dignità, ma nazione degl'inglesi sopra la savia
è riputato il più ricco. Ciascuna condotta de'caltolici, ha grandemen-
cattedrale ha prebende per cano- te onorato se slessa, abolendo cer-!-
nicati, ed un decano cosi chiama- te irragionevoli sanzioni fatte dai
to perchè un tempo presiedeva a suoi antecessori contro de'caltolici,
dieci canonici questo ed il capi-
: i quali ora godono di maggior
tolo dei prebendati assistono il ve- tranquillità. La chiesa anglicana
scovo negli affari ecclesiastici. Vie- era così lontana dall'arrogarsi qua-
ne poscia l'ordine degli arcidiaco- lunque divina origine, che fino dal
ni, composto in tutto di sessanta suo nascere si chiamò la chiesa
membri, incaricati della ispezione stabilita per legge; il parlamento
de' beni mobili delle chiese, di ri- la fece, ed il parlamento la può
formare i piccoli abusi e di met- disfare. Nella sua forma e legisla-
tere in possesso i benefiziati. L'ul- zione essa è una istituzione mera-
timo ordine del clero in generale mente umana. La carta legislativa
è quello de* diaconi, a cui fu con- sotto la quale questa moderna cor-
fidata r amministrazione de' beni porazione spirituale fu riformala e
dei poveri, essendosi oggidì ristret- costituita di nuovo, fu fatta ad
to il loro impiego a battezzare, a un'epoca quando la nazione ingle-
leggere in chiesa e ad assistere il se era più sottomessa a' suoi mo-
prete nella comunione. 11 curato narchi che a qualunque altro tem-
non è in Inghilterra che un ec- po. Essa dovette la sua esistenza
clesiastico che officia per un altro. come chiesa all' umore di Enri-
I rettori s' interessano delle ripa- co Vili, agi' interessi degli ammi-
razioni ed ornamenti delle chiese, nistratori di Odoardo VI , ed alle
ed alle cose necessarie al servizio necessità politiche di Elisabetta.
divino, riscuotendo però le limosi- Tommaso Lalhbury nel i836 pub-
ne della parrocchia ed altre ren- blicò in Londra l' Istoria deW e-
dite una deputazione speciale. Le piscopato anglicano^ dall'epoca del
rendite della chiesa anglicana sono COSI detto lungo parlamento sino
calcolate a tre milioni di lire ster- all' atto dell' uniformità ; con un
line, pari a sellantacinque milioni ragguaglio intorno appartiti reli-

di franchi , e provengono princi- giosi di quel tempo , e con una


palmente dalle decime. Quantun- rassegna degli affari ecclesiastici
que alcuni scrittori abbiano molto in Inghilterra fino all'epoca della
encomiato la tolleranza stabilita in riforma. Il eh. monsignor Nicola
questo regno, la cattolica religione Wiseman vescovo Mellipola-
ora
fu sempre molestata con severissime mo, dotto autore di parecchie ope-
leggi. Sino agli ultimi tempi un re come delle conferenze sopra la
cattolico non poteva possedere al- connessione delle scienze colla re-
cuna carica, né entrare nel parla- ligione rivelata , delle quali come
mento senza aver prestalo il giu- di altre ne trattano gU Annali del-
3i6 ING ING
le scienze religiose compilati nella credanza della religione cattoli-
prima serie dal eh. monsig. De Lu- ca. Essa anima è come quella
ca ora vescovo di A versa, nel 1887 colomba, che uscita dall' arca
in Roma recitò rtell' accademia di non trovava dove posare il pie-
religione cattolica la Dissertazione de, e svolazzava irrequieta da
sullo stato attuale del protestante- ogni banda, fintantoché vi rien-
simo in Inghilterra^ e massime sul- trò. Ma quando trovò un qual-
le opinioni che esprime intorno alla che altro ricovero, in esso si

regola di fede, e sul bisogno che fermò, né


più fece ritorno al-
egli stesso sente ed esprime di am- l' arca. E cos'i questa nuova
mettere un autorità suprema ed teoria tutta é diretta a provare
infallibile in materia di fede. Fece che la chiesa anglicana presenta
il paragone tra la religione catto- allo spirito tutti quei pregi di
lica sempre una e coerente a se una sufficiente autorità e di
stessa, ed il protestantismo privo on insegnamento apostolico che
d'ogni stabile principio di fede, e fin qui nella sola Chiesa catto-
dato iu balia a discordi pensamen- lica si soleva sperare. Perciò e
ti ed a cangiamenti continui , i di somma importanza di alzar
quali nella Svizzera e nella Ger- la voce, a cautelare quel popolo
mania lo hanno fatto degenerare contro un errore, che rinveste
o in razionalismo perfetto, o nel illupo delle pelli delle pecore.
cosi detto pietismo. Quindi par- Vi vorrà certo un* arte tutta
lando del protestantismo dell' In- speciale ed uno studio che ab-
ghilterra, ove l'ambizione o la ra- bracci insieme le co^ moderne
gione politica suggerirono ai primi e le antiche. Ma la teologia
riformatori l' idea di conservare cattolica non ischi vera una tale
una forma di gerarchia e molti fatica, massime in Roma eh' è

usi interamente cattolici, fece cono- slata, ai tempi nostri, la prima


scere che i suoi seguaci in ogni ad ordinare un corso di questo
tempo, anche loro malgrado, la- studio, in cui nessuno sì trala-
sciarono trasparire il bisogno di scia degli anche moder-
errori
una autorità suprema in punto di nissimi. Vi vorrà un puro e vi-
religione, ma
che ai giorni nostri vo zelo nei banditori delle gran-
questo bisogno potentemente si ma- di verità cattoliche; di questo
nifesta nella maggior parte delle già danno illustri prove, e le
loro opere, e nelle loro più rino- fatiche che durano que' fervoro-
mate assemblee religiose. Dessa non si missionari del clero si secola-
solo meritò di essere inserita nei re come regolare, e l'erezione
lodati annali , ma di venire stam- ogni giorno di nuove chiese e
pata a parte dal Salviucci. Con- nuovi seminari. Sopra ogni altra
chiudesi questa dissertazione colle cosa vi vorrà la copiosa bene-
seguenti parole. dizione del cielo. Voglia Iddio
*» Il motivo più efficace della raccorre ivi le pietre disperse
» conversione si è quella infelicità del suo santuario, e restituirlo
w che trova l' anima dell' eretico alla sua priuiiera bellezza ; co-
w nella incertezza, e la pace che sicché quella terra, ora asilo
«* è sicura di trovar nella salda de' più fatali errori , lorui ad
ING ING 3i7
M essere ciò che fu un tempo il niscecon quella pallida luce, esso
M semenzaio di ogni virtù, e la proviene da qualche sacramento di
« \eia delizia della Chiesa di Ge- santa madre Chiesa che esse han-
« su Cristo. Fiat, fìat ". Cosi par- no conservato. E non presentano
lava zelante prelato inglese, do-
il forse fasisempre variate come quel-
po aver analizzato e discusso il le minore ed opaco astro de-
del
suo grave aigomento, e di aver stinato ad illuminare in tempo di
dimostralo con prove che il pro- notte ? Quando al contrario la
testantisimo privo di ogni stabile chiesa romana è quale splendido
principio di fede, dato in balìa sole immutabile nel suo insegna-
ai discordi pensamenti degli uo- re". Discusse poi che mentre tutto
mini, va soggetto a cambiamen- il mondo cristiano si divide in
ti continui non solo ne' suoi rap- due distinte porzioni, la cattolica
porti esterni, ma anche nella sua e la protestante , la sola chiesa
interna forma ed essenza. anglicana ha un carattere misto;
Altro illustre prelato inglese e misto cioè quanto alle opinioni dei
come il precedente già rettore del suoi membri, misto
nelle sue for-
celebre collegio inglese in Roma, mole, e misto ne' suoi rapporti e-
cioè monsignor Carlo Baggs ora sterni e nelle sue simpatie stra-
vescovo di Fella, ci diede interes- niere , secondo 1' espressione del
sante ed analoga dissertazione, che Critico Britannico, giornale teologi-
fu stampala nel i843 in detta co anglicano. Soggiungendo , che
città,ed anche riprodotta dai pre- non solo però è la chiesa anglica-
detti Annali^ la quale porta il ti- na composta di elementi eteroge-
tolo : Sullo stato odierno della nei, ma pure si modifica continua-
chiesa anglicana.
Il dotto eccle- mente per le influenze tuttora vi-
autore di altre opere, ma-
siastico, venti, alcune di carattere cattolico,
gistralmente dichiarò nella sua dis- altre di carattere protestante. « Es-
sertazione « come Chiesa cattoli-
la » sa è di fatti, prosegue il giorna-
ca spande incessantemente fra gli » le, sempre in istato di cambia-
uomini diffusi per il nostro globo « mento e d' incertezza. Così non
la luce della ed il calore
verità, » si può pretendere, che sia la
della carità, perchè essa ricevette « medesima che fu lasciata dai
qual sacro deposilo la grazia e la M riformatori. Essa ha subito mol-
verità dell' eterno Verbo incarnato, » te fondamentali. Vi
alterazioni
pieno come egli è di grazia e di ve- M è un progresso visibile da
ora
Quindi siccome il sole costante-
rità. « un anno ali' altro. Gran confes-
mente diffonde la luce ed il calo- » sione è questa della verità " 1

re sulla terra, così la Chiesa è Chiude il prelato la dissertazione


fonte perenne ed immutabile di con queste memorabiH espressio-
Terità e di celeste amore. Le sette ni. « Faccia il Signore che le peco-
eterodosse al contrario sono muta- M relle smarrite tornino all' uni-
bilicome la luna: cosicché se in « co ovile dell'unico pastore che :

mezzo alle tenebre tramandano una » i nostri cari fratelli si sottomet-


qualche debole luce, questa tutta « tano una volta all' autorità di
deriva dalla cattolica Chiesa ; e se « Pietro destinato da Cristo no-
qualche tenue raggio di calore si u- « stro Signore a pascere le sue
3i8 ING ING
»» pecoi-e ed i suoi agnelli. Nel gente religiosa questa opinione,
M tornare al seno della cattolica che levando il socinianismo ed il
M Chiesa, troveranno la certezza pelagianismo non vi è eresia vera-
»» della fede, e quella unità per mente pericolosa. Nel tomo XVII
*• conservare la quale, al dire del- p. 4^3 degli Annali delle scienze
>» l'antica chiesa, la suprema cattedm religiose si parla del celebre pro-
» di s. Pietro fu stabilita. Essa non è fessorePusey e della chiesa angli-
» soggetta alle variazioni che ab- cana. La fama in che è venuto
M biamo considerate nella chiesa questo nuovo riformatore della già
» anglicana ; ina resta immobile riformata chiesa anglicana, ci per-
»>quale inconcussa pietra e fonda- suade non dover essere disgradevo-
» mento saldissimo della Chiesa, le la versione di un brano di una
» contro la quale le porte del- sua recente opera, in cui descrive
« r inferno non prevarranno giam- la condizione di essa chiesa nei
» mai. In essa troveranno la vera passato secolo; versione che si leg-
>* apostolica successione, e nella ge nel citato luogo. Queste parole
>* comunione con essa quei mezzi del dotto professore metteranno il
w abbondanti di grazia che li li- suggello alla verità, che le chiese
»» bereranno dai loro mali, e che dal centro dell' unità distaccate,
»> saranno per essi fonti di eterna sono come tralci recisi dal vivifico
» salvezza '*.
tronco della vite^ che se ne muo-
In un' altra dissertazione sul iono per mancanza di alimento.
sistema degli anglicani detti Pu- » Di grado in grado la chiesa angli-
scisti (Fedi)^ monsignor Baggs die- cana prese un andamento secola-
de un saggio delle divisioni nella resco, il quale fu poco combattuto
chiesa anglicana, parlò degli evan- air entrare del secolo presente, e
gelici, ossia della chiesa bassa ; di cui abbiamo tuttora traccie as-
della chiesa collegata collo stato, sai numerose. Ne' trascorsi tempi
ossia delia chiesa alta; e dei pu- non sentivamo mai parlare di an-
seisti ossia trattatisti, uniti tutti negazione di se stesso, o di qual-
n^lla stessa comunione esterna, sivoglia altro malagevole dovere;
benché insegnino dottrine contra- finanche quando facevansi questue
rie. Qui però non finiscono le per oggetti di carità, sacrifizio era
contraddizioni, le varietà di dot- nome sconosciuto fra noi ; ogni
trina. La così detta chiesa angli- cosa procedeva dietro le norme
cana racchiude nel suo seno glt dell' agiatezza ; il decoro e il con-

estremi i non solo i


più opposti : venevole erano la misura e il suc-
pretesi papisti, i quali non ricono- cedaneo della santità; appena cre-
scono il Papa, ma anche gli uni- devasi possibile il giornaliero avan-
tari ossia gli anti-trinitari. Ne si zarsi nella pietà ; nemmeno pensa-
creda che questa sia una calunnia vasi a vivere regolatamente ; il
o invenzione; sono gli anglicani digiunare cadeva visibilmente in
medesimi quelli che attestano la disuso ; il servizio divino non si

verità di tale asserzione. Di fatti celebrava più in lutti i giorni,


nel Critico Britannico ^ giornale per mancanza di adoratori, e ciò
teologico de* puseisti, si legge che finanche nelle città ; e nelle par-
m loghil terra regna angora nella rocchie di coloro che ne avevano
ING INO 3i9
r agio, trascuravasi spesso eziandio rimprovero a' mondani ; i lamenti
i' uffizio divino nella quaresima, contro la lunga durala dei divino
imperocché non potevansi indurre servizio eran segno della mancan-
due o tre a convenire insieme, za di divozione, e le costanti pro-
Nelle campagne e in intieri distret- poste per alterarlo, addimostravano
ti lo stesso venerdì santo era ne- la tiepidezza spirituale. Nello sta-
gletto ; non piti usavasi il cale- to il nostro impero era 1' idolo ;
chismo. Il popolo cadde in una mentre in ogni anno spendevansi
quasi irreligiosa barbarie ; ed i cinquanta milioni di lire sterline
zelanti nelle classi inferiori si a- per guerreggiare, nemmeno una
scrissero alla parte dei dissidenti, centesima parte di questa somma
Le comunioni più non si facevano si poteva ottenere in un anno in
pubblicamente, e il nostro pane servigio del culto ; sentivamo ver-
(^uotidiano non si offeriva che sole gogna di confessare in presenza dei
due o tre volte all' anno. La dot- nostri sudditi pagani, che eravamo
trina e la pratica decaddero insie- Cristiani;tributavamo onori milita-
me ; il servizio divino divenne ri a' loro idoli, e ricusavamo di
freddo, e pochi vi accorrevano ; il riconoscere il nostro Dio ; V invia-
fervore religioso sembrava essere re un vescovo nelT India eccitò
più presto fuori, anzi che entro la un panico timore ; e il nostro
chiesa. Mai parlavasi di religione, istesso clero sembrava che avesse
ne degli affari temporali si parla- paura del troppo, anziché del po-
va in senso religioso ; pareva che co fervore nel fatto di religione,
una parte del popolo si fosse di- Una due grandi sezioni, ia
delle
menticato del conto finale da ren- che spartivasi, sembrava aderire
dersi a Dio, ed un' altra negava ad uno scheletro di un sistema tra-
che noi abbiamo ad essere giudi- dizionale, tenendo spesso una verità
cati secondo le opere nostre; pa- per la negazione di un' altra veri-
revano egualmente terrene la mi- th : l' altra sezione, disperando che
suia de' nostri doveri, 1' insegna- queste aride ossa potessero aver
mento, i fini, i molivi e le spe- vita, si appigliarono ad un sistema
ranze ; ovvero, in contrario, gli estraneo alla nostra chiesa, s* in-
uomini erano invitati a confidar formarono delle dottrine de' non.
nel sangue del nostro Redentore, conformisti, ed in questa guisa
senza che fossero ammaestrati del spesso si lasciarono trarre alla par-
come dovessero seguire i benedetti te dei dissidenti. I sagramenli, per
esempi della sua santissima vita, valermi del Hnguaggio di un anti-
Da un canto eravi un fondamento, co scrittore addimesticato colla
senza edifizio posatovi sopra ; dal- scuola, altri eran negati, altri te-
1' altro un umile edifizio, umiltà nuti come mezzo idoneo a eccitar
ben intesa, che non eravi fonda- un religioso entusiasmo. Le anzi-
mento alcuno. Scarsi erano i soc- dette cose, tuttoché sieno soltanto
corsi largiti per l' educazione reli- un saggio di molte altre che si

giosa, per la costruzione delle chic- tralasciano^ sono tali da stringere il


se, e per V opere di carità, di cuore di afflizione, e da far veni-
nianiera che se taluno sommini- re il rossore al volto",
strava laicamente, era un tacito Tanto fu estratto dal compilato-
320 ING ING
re dell articolo dalla Letter lo the care. L'antico dilemma stringe ogni
archbishop of Canterbury, hy the dì con novello vigore i nostri tra-
rev. E. B. Pusey , D. D., Oxford viati fratelli : o cattolico ovverà-
1842. Quindi il compilatore fa i mente ateo; non c*è via di mezzo
seguenti riflessi. »• Or qual riparo per un uomo di senno Del catto- ".

appresteranno i puseisti ai già de- licismo, ed altro riguardante la chie-


scritti mali ? Con quali sostegni sa anglicana e sue numerose sette,
manterranno il vacillante edifìzio oltre quanto diremo agli articoli
delia chiesa anglicana? forse col Irlanda e Scozia {f^edi), ne ripar-
predicare la necessità delle aposto- leremo nei cenni storici civili ed ec-
Jiche tradizioni? Ma questo espe- clesiastici sul regno d'Inghilterra, e
jdiente non risponderà alle inten- delle relazioni di questo con la santa
zioni loro; essendoché, se alle sum- sede che in progresso tratteremo;
ineulovate tradizioni vorranno gli come ancora dopo avere riportato
anglicani accordare forza, si trove- i concini d'Inghilterra ed il nove-
ranno astretti ad abbandonare lo ro delle sue sedi arcivescovili e ve-
scisma, per rientrare nel seno della scovili, in discorrere dei vicariali
Chiesa cattolica romana, alla cui apostolici d'Inghilterra ed analoghe
autorità le testimonianze de' padri notizie. Passiamo
ora a dire del
ne'primi quattro secoli rendono un sistema governativo, e delle varie
.concorde ed amplissimo omaggio. costituzioni che si succedettero in
Ma i puseisti fanno aperte prote- questa monarchia.
stazioni della loro avversione; e per La gran carta istituita da En-
conseguenza troveranno impasto-
si rico I 100 per restringere l'au-
nel 1

iali da una manifesta contraddizio- torità reale, quella concessa da Gio-


ne con loro medesimi. Prediche- vanni Sema-terra, che fu forzato
ranno forse una maggior frequen- di accettarla nel 12 15, confermala
za di esercizi e pratiche spirituali? poi sei volte da Enrico 111, il quale

Nemmeno questo arrecherà loro stabilì i comuni nel i265, e li fece


giovamento , imperocché l'arida e entrare nel parlamento; tre volte da
fredda indole del culto anglicano am- Odoardo quindici volte da Odoar-
I,

morta il fervore religioso. E finché do IH, daRiccardoll, sei da En-


sei

non sarà ripristinato il quotidiano rico IV, una da Enrico ed una da V


p mistico sacrifizio dell'altare, vana Enrico VI, è il fondamento della
è la di gli an-
speranza che ogni monarchia costituzionale della Gran
glicaniabbiano a convenire insieme Bretagna conviene aggiungervi la
;

ne' tempii per recitare colie lab- dichiarazione dei diritti del 1688.
Jjra una languida preghiera. E se i La potenza sovrana della nazio-
puseisti avranno tanto di vigore da ne britannica è esercitata dal re
ripristinare l'incruento sacrifizio o- e dal parlamento dei regni uni-
gni dì, potranno eglino proseguire ti della Gran Bretagna e dell'Irlan-
nella bestemmiatrice opinione, che la da , composto dalla camera alta o
rnessa sia un diabolico trovato, sic- dei pari, e da quella dei comuni.
come Io chiamano i XXXIX arti- La corona è ereditaria, ed in man-
cpli anglicani? La pretesa riforma canza di maschi passa alle donne:
piotestaute è giunta ora mai a un la fuga di Giacomo II dall'Inghil-
ciuro passo, cui essa non potrà var- terra indusse il parlamento a dichia-
ING ING 321
rare ia vacanza del trono, e Gu- rare la guerra, di fare la pace, e
glielmo d'Orange stabilì defini-
III di conchiudere alleanze e trattati ;

tivamente la monarchia tempera- di fare leve di truppe terrestri e


ta ereditaria ne'due sessi. Per spie- marittime ; di far grazie o miti-
garsi meglio e con brevità, le gar la pena, di crear nobili, di
principali epoche della costituzione nominare agli impieghi civili, co-
inglese sono le seguenti. Enrico I me a molti ecclesiastici, e a queir
mitigò il rigore delle leggi feu- li tutti dell' esercito di terra e di
dali. Enrico li stabih il sistema mare. Può disporre delle fortezze,
della procedura criminale per giu- arsenali, flotte, munizioni da guer-,
rì. Giovanni non rese il parla- ra , coniare monete, convocare i
mento indipendente dalla coro- sinodi provinciali o nazionali. Al-
na, ma meno dipendente dalla co- cuna legge non può essere in vi-
rona, e la corona dipendente dal gore se egli non l' acconsente, ed
parlamento quanto alla legislazione. il potere esecutivo sta lutto intero
Enrico III ed il suo successore O- nelle sue mani ; ma il parlamento
doardo 1 convocarono i deputati ha il diritto di censura verso tut-
di tutte le provincie, città e bor- ti i pubblici funzionari. Le prin?
ghi del regno, ed institu irono in cipali restrizioni alla grande auto-
tal guisa la camera dei comuni, rità non po-
del re consistono nel
la quale crebbe in potere sotto i ter farenuove leggi, ossia bill aclSy
regni seguenti. Carlo I accordò ne impor nuove tasse senza ri-
l'alto detto petizione di diritto che portarne il consenso delle due ca-
aboliva le tasse arbitrarie e le pri- mere del parlamento, cui le do-
gionie illegali.Carlo II emanò manda a mezzo de' ministri. Può
r atto chiamato habeas corpus^ adunare, prolungare, aggiornare e
eh' è l'egida della sicurezza d'ogni sciogliere parlamento a suo be-
il

cittadino . Guglielmo IV in fine neplacito. I pari sono creati dal


consolidò la costituzione come sta re, e godono grandi privilegi, su

e vige oggidì. Ne'successivi cenni di che si può consultare l'opera di


storici ed ecclesiastici, tali
civili Debrett, intitolata Genealogia dei :

disposizioni ed altre analoghe s'in- pari del regno unito ^ Londra i836.
dicheranno meglio. Il re deve pro- Ogni nobile inglese in età di ven-
fessare la religione angUcana, che tuno anni compiti, ed il maggiore
partecipa degli errori di Calvino della famiglia, diviene l'erede dei
e di Lutero. Egli è maggiore a titoli paterni. La nobiltà dividesi
dieciotto sua incorona-
anni. Alla in cinque classi: duchi, marchesi,
zione deve confermare tutte le conti, visconti, e baroni, classi a
leggi fatte durante la sua minori- cui erano anticamente promossi
tà ; e giura eziandio di governare per investitura o per certe forme
secondo le leggi anteriori, e di simboliche , ma che oggidì ven-
osservare la carta delle libertà an- gono conferite per patenti. Sonovi
glicane. La persona del re è in- altresì dei baronetti, i cui titoli

violabile e sacra. Egli è ancora sono ereditari, e per la prima vol-


il capo della religione. I soli suoi ta vennero creati nel 1 6 1 1 da
ministri sono responsabili. Ad esso Giacomo I, come dicemmo all' ar-
solo appartiene il diritto di dichia- ticolo Barone, mentre a quello di
322 ING INO
CowTB parliamo de* conti e de* vi- il numero dei deputati delle con*
sconti ; a quello di Lord , dei tee e di darne ai borghi recenti
lordi; ed a quello di Corte, delle di forte popolazione, essendosi tol-
antiche corti d'Inghilterra. I pari to ai borghi decaduti il privilegio
votano una camera separata da
in che prima di questa legge gli era
quella de* comuni, quando nell'o- rimasto.Quanto al numero dei
rigine del parlamento votavano in mentovatimembri, secondo VAI'
uno stesso luogo. I membri della manach de Gotha del i845, il
camera alta o de' pari sono lordi complessivo è di seicento sessanta-
ecclesiastici e lordi secolari, nomi- quattro nella camera de' comuni,
nali dal sovrano ed ereditari, né perchè dopo la legge di Guglielmo
-v' è alcun limite fissato al loro IV la distribuzione fra le tre parli
numero. I rappresentanti o comu- del regno unito fu così stabilita :

ni dovrebbero essere eletti dal po- Inghilterra i44


4^ contee, 32 3 pei"

polo, ma noti sono i disordini che per 187 città, e 4 per due uni-
tengono dietro ordinariamente ai versità. Galles i5 per 12 contee, e
sistema elettorale. Una parte in- i4 per 56 città. Scozia 3o per 3o
teressantissima della nazione, che contee, e 29 per 76 città. Irlanda
è quella de' proprietari agricoltori, 64 per 32 contee, 39 per 33 cit-
v'è appena rappresentata, non es- tà, e due per una università.
sendovi che ottanta deputati delle La camera dei comuni forma
contee, appartenenti a tale classe. la gran corte d'inquisizione del re-
Nella camera alta sedici pari gno, e può mettere in istato di
scozzesi rappresentano nel parla- accusa i pari più polenti : ma il

mento sino dal 1706 siffatta di- primo privilegio dei comuni, da cui
gnità per parte della Scozia, e dipende il vero loro potere, con-
^entotto rappresentano quella del- siste nel levare le tasse. Uno stes-
l'Irlanda dal 1800. Sonovi inoltre so parlamento, se non è disciollo
ventisei lordi spirituali d'Inghilter- dal re, esiste per sette anni; ma
ra e cinque d'Irlanda. La camera dopo questo periodo la costituzione
de' comuni è composta di cavalie- esige una nuova elezione. Prima
ri, di cittadini e di borghesi eletti del 7 1 6 il parlamento era trien-
1

dal popolo nelle contee e nelle nale. All'apertura di ciascun nuo-


città. Essa avea cinquecento cin- vo parlamento la camera si sce-
quant' otto membri, ma dopo la glie un oratore o presidente, che
unione della Irlanda n' ebbe sei- d' ordinario è mantenuto da un
cento cinquant'otto, cioè 4^9 rap- parlamento all' altro, perchè un
presentanti dell' Inghilterra 24 di
, tale impiego esige gran talenti, ed
Galles, 4'> <^' Scozia e 100 di una perfetta conoscenza delle for-
Irlanda : si calcola che gli elettori me e delle loro applicazioni diver-
reali della camera de' comuni non se. Gli atti del parlamento che co-
sommino che a quindicimila . li stituiscono le leggi del regno, pos-
sistema della rappresentazione ossia sono introdursi in una o l'altra
elezione fu regolalo dalla legge di Camera, essendo però sempre ne-
Guglielmo IV, chiamala la legge cessario il consenso dell'altra, ma
della riforma (reform bill), Teffelto però generalmente in quella dei
della quale è stato di aumgitare comuni si fa la prima proposizio-
ING ING 323
ne. Ciascun anno il parlamento no trionfo; laonde il culto roma-
vota il budget. La lista civile fu no non fu più di ostacolo ai pub-
regolata soltanto verso il principio blici ufììzi, tranne due o tre degli

del regno di Guglielmo IH. uflìzi pubblici di maggior impor-


Varie modificazioni ha dovuto tanza.
subire la costituzione dopo il re- Il re porta il titolo di re del
gno di Giorgio I, fra le quali so- regno unito della Gran Bretagna
no rimarchevoli la durata setten- e d' Irlanda ; e portava quello di
nale de' membri della camera dei Ànnover (Vedi), finche questo re-
comuni, il riot actj che disperde gno restò unito alla corona. Tut-
le popolari assemblee, e le frequen- tora usa il titolo di Difensor della
ti sospensioni dell' habcas corpus^ fede [Vedi). Il suo figlio maggiore
privilegio considerato quasi palladio è nato duca di Cornovaglia, conte
della libertà individuale. Le due di Chester, duca di Rothsay, ba-
antiche fazioni dei whigs e dei rone di Rehfrew e conte di Car-
tories si riprodussero colla que- rick , e riceve ancora il titolo di
stione della riforma parlamentaria. principe di Galles. Il re è gran
A\ dire di alcuni scrittori, entrano maestro degli ordini equestri del
ordinariamente nella classe dei regno, cioè della Giarrettieraj del
whigs i membri dell' opposizione Bagno, del Cardo o di s. Andrea^
ma propriamente sono essi i
più e di s. Patrizio (Vedi). I mini-
discendenti dalle famiglie che ope- stri sono tutti responsabili e si di-
rarono la rivoluzione del 1688. vidono in due classi, la prima del-
Non si può dire che i soli whigs le quali è formata da quelli detti
entrano ordinariamente nell' oppo- di gabinetto, e per lo più vi han-
sizione al ministero, quando esso no luogo il primo lord delia te-
è formato da persone appartenenti soreria o dello scacchiere, il quale
al Per esempio
partito contrario. : generalmente è capo del ministero,
nel regno di Guglielmo IV il mi- e da cui dipendono oltre la teso-
nistero era composto dei whigs e reria, la dogana, f excise o tassa
l'opposizione di tories; adesso gover- sulle derrate, il bollo e la posta ;

nano i tories e stanno in opposizione il lord cancelliere; il cancelliere


ai whigs. I tories che furono già dello scacchiere, ed i tre segretari
partigiani dell'assoluto regalismo, e di stato , cioè il segretario di sta-
che si arrogano ora il titolo di to al dipartimento dell' interno, il

amici del re, si distinguono per segretario di stato delle colonie,


r attaccamento alla disciplina epi- tranne le Indie orientali, e il segre-
scopale. Nemici acerrimi d' ogni tario di stato al dipartimento de-
specie di dissidenti, cospirarono gli affari stranieri. Vi sono pure
co* loro sforzi ad impedire che i diversi dicasteri annessi al ministe-
politici diritti fossero alla parte ro, cioè quello della tesoreria, il

cattolica della nazione compiuta- primo lord della quale, come è


mente renduti. Tutta volta il par- stato detto, è per lo più capo del
tito tories fu quello che introdus- ministero ; dell' ammiragliato ; del
se e fece stabilire colla nazione la commercio; degli affari delle Indie;
decretata emancipazione de' catto- della guerra, oltre quelli che di-
lici nel 1829, e con essa un pie- pendono dai tre segretari di stato
524 ING ING
per gti affari da essi dipendenti. cangiarono minimamente dopo del
Si noti che il titolo di lord dato re Alfredo il Grande. Questo mo-
ai capi di alcuni di questi dicaste- narca divise r Inghilterra in qua-
ri può appartenere ai ministri ranta shire^ parola sassone che si-

scelli nella camera


comuni, e dei gnifica divisione, e che furono po-
non importa che tali lords abbiano scia chiamate contee, perchè go-
diritto di entrare nella camera dei vernate ciascuna da un aldcnnan
pari. Evvi inoltre un consiglio di particolare, parola corrispondente
commercio e delle colonie, ed uno alla latina comes o coiìte, e che
per gli affari delle Indie. L' Inghil^ gli autori anglo-sassoni, che scri-
terra e il principato di Galles so- vevano in latino tradussero qual-
no divisi in contee, in ciascuna che volta per consid , ed altre
delle quali evvi un lord luogote- per Comes. Dopo la conquista dei
nente nominato dal re per la po- danesi questo ufHziale o signore
lizia, e le cui funzioni sono gra- fu conosciuto sotto il nome di
tuite. In Irlanda il re è rappre- eaii^ dalla parola danese iarl, che
sentato da un viceré. Le colonie come quella di barone, nel suo
sono divise in governi, eccettuan- senso primitivo significava sempli-
dosi le Indie orientali, che Io sono cemente, ma in via distintiva, wo-
in tre presidenze. Quanto alle cor- mo. Questi titoli divennero altret-
ti di giustizia, esse non sono le tante dignità verso il principio
medesime nella Scozia, che nel- undecimo secolo, ed il gover-
dell'
r Inghilterra e nel!' Irlanda. La no di uno shire fu devoluto al
tolleranza religiosa ammessa nei deputato dell' e^frZ o cqnte, chia-
tre regni, lo è pure negli altri mato vice-comeSy sceriffo o inten-
dominii soggetti all' impero britan- dente dello shire. La suddivisione
nico, ma non può prendere
il re della vasta contea di York è mol-
in moglie che una donna della to curiosa; fu dessa divisa in tre
religione riformata. porzioni, designate in lingua sasso-
Le forze di terra e di mare sono ne col nome di trilhings ossia ter-
formidabili. Si contano nell' Inghil- zi, e per corruzione poscia chia-
terra sei grandi arsenali di mari- mate rìdings. Si crede generalmen-
na nei porti di Deptford, Wool- te che Alhedo sia stato pure T au-
T\ich, Chathan, Sheerness, Ports- tore delle suddivisioni delle contee
mouth, e Plymouth; gli altri por- in hundreds, centurie, tylhings,
li che servono alla marina milita- decurie, wards , wapentakes. la
re, sono Dealj Harvrich e Leith, generale, la divisione amministrati-
come pure il porto di costruzione va dell' Inghilterra è un poco im-
di Pembrock. I principali porti brogliata. Unadipende
parrocchia
stranieri sono quelli di Gibilterra, qualche volta da due ed anche da
della Giamaica, del Capo di Buo- tre contee diverse, e gli abitanti
na Speranza, di sant' Elena, di talora non sanno
precisamente a
Malta, della Nuova Scozia, delle qual giudice ricorrere. Delle qua-
Bermude, di Antigua, di Halifax, ranta contee comprese nell' Inghil-
di Bombay, di Trinqueraale, e di terra propria, sei sono del nord;
Quebec che è il più considerabile. quattro limitrofe al principato di
Le divisioni amministrative non Galles ; dodici del centro ; otto
ING ING 3?5
dell' est ; tre del sud ; quattro del- trionali, ed occidentali o principa-
l' ovest, e tre del sud-ovest. Altre to di Galles : la Scozia la divido-
dodici formarono il principato di no in parte meridionale, media,
Galles, e queste vengono divise e settentrionale ; e 1' Irlanda nelle
in sei cantoni settentrionali e sei quattro grandi provincie di Lein-
meridionali, comprendendo i primi ster, Ulster, Connaught, e Munster.

le contee di Flint, Denbigh, Caer- Quanto all' impero britannico che


narvon, Anglesey , Merioneth, e si estende in tutte le parti del glo-
Montgomery ; ed i secondi quelle bo, neir Europa comprende 1' In-
di Pvadnor, Cardigan, Pembrock, ghilterra, la Scozia, 1' Irlanda, V i-

Caermartben, Brecknock e Gla- sola d'Heligoland sul mare Ger-


morgan. Tutte queste cinquanta- manico, il regno d' Annover sino
due contee contengono diecimila al 1837, la città e territorio del-
cenlotrentatre parroccbie; ogni con- l' importante Gibilterra, 1' eptar-

tea comprende molte città, city, chia Jonica, e le isole di Malta e


che hanno sede vescovile, de' bor- Gozo sul Mediterraneo. In j^sia
ghi , borough-town^ che godono tutto r Indostan o Indie orientali
come dicemmo del diritto d' in- dal 23 latitudine nord fino al
viar membri al parlamento, e dei capo Comorino, 1' isola di Ceylan,
borghi da mercato, market- town, quella di Pulo-Pinang, o del prin-
oltre minori villaggi.
i cipe di Galles, e 1' altra di Soco-
Inoltre le città di Londra, York, tora. L' influenza inoltre ed il mo-
Chester, Bristol, Exeter, Norwich, nopolio commerciale, che quasi
Worcester, Kingston-upon-HulI e esclusivamente esercita ne' migliori
JVewcaslle, sono tante altre distin- porli dell' Asia occidentale, rendo-
te contee, separate da quelle sotto no alla potenza inglese subordinati
il cui circondario si trovano, for- eziandio i due interessanti golfi
mando ognuna una giurisdizione Persico ed Arabico. Ha x\e\V Àfrica
particolare sopra un territorio più la gran colonia Serra-Leona, i di
o meno esteso. Ecco nomi delle i vari stabilimenti lungo la Cambia,
quaranta contee. Bedford, Berks, ed il Senegal sulla Guinea, il Ca-
Buckingham, Cambridge, Chester, po di Buona Speranza, V isola
Cornovaglia,Cumberland, Derby, Maurizio o di Francia, e 1' isola
Devon, Dorset, Durham, Essex, di s. Elena. Neil' America selten-
Gloucester, Hereford, Hertford, trionale il Canada, la Nuova Bre-
Huntington, Kent, Lancaster, Lei- tagna o Nuova Galles settentriona-
cester, Lincoln, Middlesex, Mon- le e meridionale, il Nuovo-Bruns-
niouth, Norfolk, Northampton, Nor- wick, la Nuova-Scozia, e le isole
thumberland, Nottingham, Oxford, di Terranova; s. Giovanni, la Rea-
Rutland, Salop Somerset, Sout-
, le e le Bermudi sull' Atlantico ;

hampton, Staftord, Suffolk, Surrey, sul golfo Messicano poi od arcipe-


Sussex, Warwick, Westmoreland, lago delle Antille, le isole Lucaye,
Wilts, Worcester, York, oltre le la Giamaica, l' isola delle Vergini,
isole Guernsey, Jersey, Alderneuy, l'Anguilla, la Barbuda, s. Cristoforo,
Sark, e Mann. Altri geografi divi- Nievre, Antigoa Monserrato, la ,

dono r ìnghiUerra in contee orien- Domenica, s. Vincenzo, la Grana-


tali, meridionali, centrali, selten- ta, la Barbada, Tabago, s. Lucia
326 ING ING
e la Trinità. Neil* America meri- rita, e dissipare quella caligine che
dionale gli stabilimenti di Berbice, vi sparse Enrico Vili ad istigazio-
Deuaerary, ed Esseqiiibo sulla Gli- ne d' una rea passione!
lana. Neil' Oceanica la Nuova O- Siccome sopra la storia de' bri-
landa o Nuova Galles meridionale, tanni e degli anglo- sassoni, la me-
risola di Norfolk, la Terra di Van- desima storia si trova confusa par-
Djemen , la Nuova-Zelanda oltre , te per la parzialità che gli scrittori

"vari stabilimenti in più luoghi del- britanni ebbero per la loro patria,
la Polinesia. Tutte queste contrade e parte per le numerose suddivi-
compongono una approssimativa sioni di regni,in epoche remo-
ed
superficie di 1 5 i,i 56 leghe qua- te di cui la storia non può dare
drate, ed una immensa popolazio* positive notizie, così ci sembra op-
ne di più di centoquarantanove o portuno di qui premettere, a mi-
secondo altri centocìnquantadue gliore intelligenza, un'idea dei pri-
milioni di abitanti. Cioè, in Eu- mordi dei regni anglo-sassoni, se-
ropa più di venticinque milio- guendo le autorità più recenti ed
ni ,in Asia centoventìcinque ed accreditate. In quanto a ciò che
anche più milioni, in Africa circa diremo in appresso sugli stessi re-
trecentomila, in America circa due gni con qualche maggior diffusio-
milioni, neir Oceanica forse tren- ne, cioè in proporzione allo stretto
tamila abitanti. De' quali ne conta compendio che ci è imposto dal-
l'Inghilterra e la Scozia (la quale la natura di questo Dizionario^
vuoisi contare quasi due milioni e esso egualmente è tolto da molti
settecento mila abitanti) comprese autorevoli scrittori ; laonde non
le isole circa dieciotto milioni e desti meraviglia se inevitabilmente
settecento mila abitanti; e l'Irlan- s' incontreranno poi alcune ripeti-
da da sette milioni ollocentomila zioni e forse ancora qualche con-
abitanti. Questi calcoli sono ap- traddizione, dappoiché queste deri-
prossimativi, non esatti. Si vuole vano dalle differenti opinioni in
che dopo l'impero cinese niun regno argomento sì vario ed importante.
o impero conti tanti sudditi quan- Quando i britanni divennero
to r inglese se non fossero questi
: indipendenti nella prima parte del
divisi da tanti mari e da tante secolo V, i pitti e scoti comincia-
terre, chi potrebbe resistere alle rono a fare delle incursioni , alle

armi britanne? La sua grandezza quali lasciarono libero il campo le

senza la defezione di Enrico Vili dissensioni dei capi nativi. Alcuni


sarebbe stato un mezzo polente dei popoli meridionali si rivolsero
per portare la luce evangelica a invano ad Aesio generale romano
tanti lidi stranieri. Sembra però in Gallia; ma Vortigerno, il più
che cominci a conoscere gli errori potente dei re britanni, chiamò i

in cui trovasi, e perciò sono fre- sassoni, alcuni de'quali arrivarono


quenti le abiure di persone illu- e furono alloggiali coi loro ca-
minate e dottCj che inducono a s' pi Hengist ed Horsa nell' isola di

questo passo salutare per intimo Thanet l' anno 449 ^ coloni della
convincimento. Possa tutta la glo- Britannia furono principalmente
riosa nazione e pel suo e pel be- juti, angli e sassoni. I sassoni nel
ne altrui aprire gli occhi alla ve- secondo secolo aveano occupato il
,

ING 327
distretto tra l'Elbe e l'Eryde, sul tra incursione fu fatta verso l' oc-
collo del Chersoneso Cimbrico, e cidente di Kent da Aella coi suoi
fra duecento anni questo nome si tre figli. Dopo una battaglia nel
era esteso a tutte le nazioni del- 485», della quale non si dice il ri-
restremità della penisola, peninsida, sultato, e l'assedio e presa di An-
fino al Weser, all'Ems ed al Re- derid verso 490» egli fondò il
il

no. Gli angli furono micini alla regno di Sussex. Cinque anni do-
sede originaria dei sassoni verso il po un' altra truppa d'invasori ven-
nord fino al sito del borgo attuale ne sotto Cerdic e si diresse più
di Flensburgh: ed oltre gli angli verso r occidente, ma incontrando
la nazione dei juti arrivava fino la forte opposizione del re Natan-

all'oceano. I sassoni servirono Vor- leod, Cerdic dovette invitare altri


tigerno fedelmente per sei anni, ausiliari. 5oi arrivò Porta,
Nel
ma il loro numero crebbe a segno ma resistette sempre Natanleod, e
che i britanni cominciarono ad es- nel 5o8 Cerdic fu vinto da esso,
serne gelosi, e finalmente la repulsa sebbene lo stesso Natanleod fu su-
di questi a somministrargli altri bilo dopo superato da Cynric figlio
sussidii una dichiarazione di
, fu di Cerdic. A questi si unirono due
guerra. La prima opposizione dei nipoti di Cerdic, Stuifa e Whitgar
britanni produsse una battaglia nel 5i4j e finalmente la battaglia
sul fiume Medway verso il /^55, di Charford suil' Avon lo lasciò in
nella quale restòmorto Horsa, a possesso del regno di Wessex o
cui successe Oise figlio di Hen- dei sassoni occidentali.
gist ed un' altra battaglia fu fatta
; Intanto Erkenwin nel 53o as-
sul fiume Cray; dopo la quale la sunse il governo di Essex ossia dei
provincia di Kent fu lasciata ad sassoni orientali. Gli angli sbarca-
Hengist. L'ultima vittoria di Hen- rono al nord dei sassoni orientali,
gist fu nel 473 ; e morto questo ed uno dei loro capi Ida divenne
nel ^SSy il regno di Kent passò re nel 547, •' ^
regno suo, dal
al suo figlio Oise. Si vuole che la nome Bryneich ch'avea portato, nel-
storia della figlia di Hengist Rowe- la lingua dei britanni fu chiamato
na, data come moglie a Yortigern, Bernicia, del quale il confine me-
e la concessione da questo fatta ridionale fu fiume Tees. I bri-
il

ad Hengist del regno di Rent, le tanni posti sulla sponda destra del
tre battaglie fra Vortemir figlio Tees si chiamavano deiri. Erano
di Vortigern coi sassoni, l'espul- stati assaliti e vinti dal principe
sione di questo dal Kent, e final- anglo Seomil, ed Aella uno dei
mente la cessione fatta dai britanni discendenti di Seomil, ebbe il pos-
a favore di Hengist del territorio sesso pacifico del regno nel 56o
che ora forma le contee di Kent, il quale regno ritenne il nome di
Essex, Sussex e Middlesex , sieno Deira. 1 sassoni della Deira si este-
tenute come fatti favolosi inventa- sero sino air Humber , e nel 586
ti dai britanni per spiegare il pri- una colonia sotto Creoda passò
mo stabilimento de' sassoni senza questo fiume, e si diresse dietro i

l'ammissione di conquisto. I suc- sassoni orientali fino al centro del-


cessori di Hengist si contentarono l' isola. Si chiamarono in genere
del regno di Kent. Nel 477 un'al- raerciani o Middle-angles, cioè an-
,

^ttbUD^
3:>.8 ING ING
gii (li mezzo. Nei centocincjunnt'nn- rono otto, ma
dalla unione fre-
ni (lall'aiTivo di llengi«>t niriillima quente di Bernicia e Deira si sono
irittoria di Creoda, otto regni niio« per lo più considerati come sette,
vi erano stati fondati, i. Rent, onde il nome di hcplarchia deno-
ossia la contea attuale di Kent. tante sette governi. I capi che si
2. Sussex, ossia l'odierna contea di opposero ai sassoni erano: i. Aure-
Sussex. 3. Sassoni orientali i quali lio Ambrosio, il quale sembra aver
aveano le contee attuali di Essex, combattuto contro Hengist. 2. Na-
Middlesex, ed il meridionale di tanleod, oppositore di Cerdic, il

Hertford. 4- Anglia orientale, equi- quale lasciò il suo nome ad un di-


valente alle presenti contee di Nor- stretto dell'Hampshire. 3. Urien
folk, SulFolk e Cambridge, coll'isola il quale si oppose ad Ida ed agli
di Ely. Questi regni non poterono angli, nella provincia settentriona-
mai dilatarsi , ma i seguenti tro- le. 4- Arturo, il più celebre di
vandosi sui confini dei britanni si tutti, il quale fece, per quanto di-
aumentarono successi va mente. Quin- cesi, dodici battaglie di cui la mag-
di arrivati alla loro più grande gior parte sembrano essere state
estensione. 5. Il regno di Bernicia contro gli angli nel Lincolnshire;
sul nord. 6. 11 regno di Deira al e l'ultima al monte Badon contro
sud del Tees : si estendevano dal i sassoni Cerdic o Cynric.
sotto
Forlh air Humber e dal mare o- Questa battaglia o fatta da Artu-
rientale all'occidentale. 7. Wessex ro o no, restrinse gli stranieri per
confinava coi fiumi Tamigi e Se- quarant'anni. Finalmente i britan-
verna al nord, e si estendeva dal ni si ritirarono verso la parte oc-
Rent e Sussex fino alla punta della cidentale , e gli altri nella provin-
Cornovaglia. 8. Mercia aveva tutto cia di Armorica, alla quale è ri-

il centro fino alle montagne di masto il nome di Bretagna o Bri-


Galles. Le nazioni sassoni si sco- tannia minore.
prono dai loro nomi i : vincitori Nel volume seguente si daranno
di Rent e di una parte di Hants i cenni storici sul regno d' Inghil-
erano juti ; gli altri vincitori e re- terra, sui concilii e vicariati apo-
gni erano angli. Questi regni fu- stolici*

riNE DEL VOLUME TRI GESIMOQU ARTO.


BX 841 .1167 1840
sncR
Moroni, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storie o-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

You might also like