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IL ROMANZO

IL ROMANZO NEL MEDIOEVO Il termine che designa quello che per noi il genere narrativo per eccellenza nasce nel Medioevo. Roman, romance, romanzo erano termini che indicavano qualsiasi composizione tradotta dal latino al volgare. La critica non per d'accordo che anche la res designata dal termine romanzo nasca nel medioevo. Il primo dibattito sul romanzo si sviluppa in seno al classicismo del secondo Cinquecento e in relazione al tentativo di applicare ai prodotti letterari moderni le regole di una Poetica aristotelica a campionario normativo. Il romanzo medievale veniva meno a quel principio dell'unit d'azione considerato dagli aristotelici del Cinquecento uno degli imperativi categorici formali. Dalla critica di Tasso all'Ariosto nei Discorsi del poema eroico (1594) sembrano derivare la maggior parte delle posteriori reazioni negative ai romanzi medievali. Il fatto stesso che si continuasse a parlare (male) del romanzo medievale prova che tale romanzo continuava ad essere letto; soprattutto era letto in Francia fra grande e piccola aristocrazia e fra una borghesia con ambizioni di ascesa sociale. Questo pubblico tendeva a forme di autoidentificazione con gli eroi cavallereschi. Con l'affermarsi, durante il regno di Luigi XIV, dell'ideologia assolutistica non pi possibile per nessuno identificarsi con i cavalieri feudali, se non a prezzo di un totale distacco dalla realt, e il romanzo viene ormai recepito come materia totalmente fantastica, fonte di puro divertimento disinteressato. Durante il corso del Settecento, fermo restando il giudizio negativo a livello stilistico-formale, i vecchi romanzi sono recuperati sul piano del contenuto come specchio di un'epoca, anzi come specchio degli usi e dei costumi della classe dominante di quell'epoca, la nobilt cavalleresca. Per gli illuministi il romanzo medievale e da condannare in quanto specchio della barbara et feudale; per i romantici da recuperare in quanto specchio di un Medioevo rivalutato nelle sue componenti cristiane e feudali. L'interesse per la narrativa cavalleresca come documento per la conoscenza storica della societ medievale sopravviver anche alla fondazione della storiografia scientifica, come dimostra la ricerca di Leon Gautier del 1844 sulla cavalleria. Hegel vede nel romanzo l'esponente pi autentico della narrativa moderna, mirando a sottolineare la non omogeneit e linearit dello sviluppo del romanzo. Secondo Hegel nel romanzo cavalleresco c' una sfasatura tra l'eroe, cosciente di s, e il mondo in cui quest'eroe si trova ad agire, che invece ancora il vecchio mondo sacralizzato, delle grandi tensioni ideali. Solo quando il mondo in cui l'eroe romanzesco agisce si dedivinizza diventa prosaico: pu nascere il vero romanzo, che dunque destinato a essere la moderna epopea borghese. Non si parler pi di romanzo medievale o moderno ma di romanzo tout court, specchio della borghesia, e di romanzo cavalleresco. Una svolta nell'atteggiamento nei confronti dell'analisi del romanzo medievale stata svolta dallo svizzero Reto R. Bezzola: il primo vero tentativo di affrontare uno scrittore medievale senza pregiudizi, mettendone in luce la capacit di rappresentare il reale in tutta la sua ricchezza di significati, di rendere efficacemente la psicologia dei personaggi. Bezzola insiste sull'universalit e l'attualit del romanzo medievale, della precisa corrispondenza fra piano letterale e piano simbolico del racconto. DESCRIZIONE TIPOLOGICA DEL ROMANZO Classificazioni antiche La cultura dell'epoca non aveva ancora elaborato un sistema di generi per la nuova letteratura in volgare. Vi erano categorie classificatorie, come ad esempio una distinzione per materia dei diversi testi narrativi. Questa classificazione risale fra il XII e il XIII secolo, nell'ambito dell'epica. Il primo a fornire una classificazione Jean Bodel alla fine del XII secolo: le uniche materie degne di diventare oggetto di narrazione sono quella de France, quella de Bretagne e quella de Ronme la grant. Bodel intuisce la preponderanza e la ricchezza tecnica dell'intreccio nei romanzi bretoni e il forte contenuto enciclopedico di quelli antichi. Jehan Maillart creare una nuova classificazione, che taglia trasversalmente le diverse materie, in nome di un'opposizione fantastico/verosimile. Epica e Romanzo Epica e romanzo sono sempre presenti nella coscienza degli scrittori medievali, in quanto

fondamentali per la realizzazione di un possibile discorso narrativo. Si manifesta in una fase relativamente avanzata una contaminazione fra i due generi. Le divergenze tra chanson de geste e romanzo appaiono evidenti: la comunicazione epica ha carattere rituale, mentre quella romanzesca ha carattere mitico. La chanson de geste tende a stabilire la coesione ela solidariet nel gruppo dei fruitori attraverso il pathos della rievocazione, di una situazione o di un avvenimento esemplare e noti a tutti noi. Ripetitivit formulare e musicale e staticit di struttura in un assoluto presente narrativo, legato alla preconoscenza degli avvenimenti da parte del fruitore servono a comunicare un significato sacrale che va oltre la vicenda narrata. Per contro la comunicazione romanzesca ha, come quella mitica, lo scopo essenziale di fornire delle conoscenze. La conoscenza che il romanzo fornisce veicolata da un intreccio accattivante e imprevedibile, ricco di tratti favolosi ed eccezionali. Produce una reazione individuale e non collettiva nel piacere dell'ascolto. Tanto nell'epica quanto nel romanzo il fruitore avverte la superiorit ideale dei protagonisti delle storie che gli vengono proposte, ed spinto, in entrambi i casi, a un'identificazione di tipo ammirativo. L'eroe epico risponde al bisogno della memoria collettiva, glorificando un atto storico che deve restare memorabile; l'eroe del romanzo, simile al giovane principe delle fiabe, al di l della realt quotidiana, risponde al desiderio di avventure straordinarie di evasione individuale. Sul piano strutturale e formale ancora pi vistose sono le differenze: il tessuto della chanson de geste appare dominato dalla discontinuit e dalla paratassi. Il tessuto romanzesco si presente come un continuum narrativo, di tipo sintattico. Ci che distingue davvero il romanzo la sua sapiente strutturazione del suo intreccio, sorretto dal principio di causalit. Questo principio di causalit si esplica in particolare attraverso tre tipi di organizzazione del racconto: due a dominante narrativa, ossia il motivo della quete (ricerca) e il motivo del don contraignant (Dono che costringe); uno a dominante strutturale, ossia la tecnica dell'entrelacement che consiste nel portare avanti contemporaneamente pi di un'azione. Il principio di causalit ben poco congeniale alle strutture del racconto epico, che progredisce secondo la logica della contiguit, incarnandosi in ripetizioni, parallelismi, inversioni temporali. La Chanson de Geste inoltre presenta caratteristiche tendenzialmente monologiche in un'omogeneit di reazioni psicologiche e di atteggiamenti ideologici. Nel romanzo si evidenzia sempre pi la tendenza dialogica, operando una netta selezione del pubblico a vantaggio della classe aristocratica; l'aristocraticit del messaggio romanzesco non si fonda sul silenzio nei confronti delle altre realt sociali ma sul loro rifiuto; gli autori mettono in scena rappresentanti degli altri ceti o gruppi sociali per fornire in maniera dialogica dimostrazione della superiorit morale e culturale dell'aristocrazia. L'ironia, assai presente nel romanzo, del tutto assente nell'epica. Le due linee fondamentali del romanzo Il romanzo pu essere inteso come struttura narrativa coerente, dominata dal senso di causalit, e il concetto di romanzo come discorso sul mondo: la linea biografica e la linea enciclopedica. Nei romanzi a linea biografica tutto l'intreccio appare costruito in modo da privilegiare l'avventura di un particolare individuo. L'organizzazione centripeta, i diversi spunti narrativi tendono ad essere razionalizzati e ordinati nel quadro del racconto di una vicenda individuale. Si applica per la prima volta nel Medioevo i canoni della biografia a una materia diversa da quella dell'agiografia. Elemento di distinzione netta il fatto che il racconto viene tagliato prima della sua conclusione naturale, fermandosi nel momento in cui il protagonista raggiunge il massimo del successo mondano e della perfezione morale. Connessa al principio di causalit l'idea di progresso e di perfezionamento: idea che precocemente si affaccia nel romanzo del XII secolo a partire da Chrtien de Troyes. Al romanzo biografico va associato anche il romanzo di formazione ed educazione. Bachtin ha scorto il momento nel quale pi intenso diventa il rapporto fra l'esperienza del protagonista e la realt presentata come la vera e propria scuola che forma il carattere del personaggio e ne determina la concezione del mondo. I romanzi della linea enciclopedica appaiono per contro organizzati in senso centrifugo, dal momento che la vicenda individuale rappresentata tendono in essi ad organizzarsi in un quadro globale della realt: il racconto diventa cos un mezzo e talora anche un pretesto per fornire al lettore le autentiche coordinate per la conoscenza del mondo. Il vero punto d'arrivo del romanzo enciclopedico sono le Vulgate, summa di materiali storico-morali

e religiosi, noti come Bibbia laica. Altre categorie descrittive Vi sono categorie oppositive quali romanzo fantastico e romanzo realistico, oppure arturiano e idillico. Vi sono etichette come quella di romanzi antichi, come quelli di Tebe, di Toria, di Enea, di Roma e di Alessandro. Nel Grundriss der romanischen, dedicato al romanzo fino al XIII secolo vi sono tre gruppi: romanzi di Galvano, romanzi di quete e di declino del meraviglioso. GLI ALBORI (FINO AL 1155) La pi antica testimonianza il Roman d'Alexandre di Alberich von Bisinzo, il testo localizzabile all'estremo limite sudorientale dell'area d'oil; ci rimane solo un frammento di 105 ottosillabi. Il secondo dei testi romanzeschi pervenutoci il Roman de Brut (integro) del chierico Wace, legato alla corte di Eleonora d'Aquitania e di Enrico II Plantageneto. Proprio alla regina nel 1135 present la sua traduzione della latina Historia Regum Brittaniae di Goffredo Monmouth. L'Alexandre La parabola del romanzo medievale incomincia in nome di un recupero umanistico con l'Alexandre di Alberic de Pisacon. Nonostante sul piano metrico e stilistico restino piuttosto forti i debiti nei confronti dell'Epica, la struttura del racconto di tipo nettamente biografico. A causa della frammentariet del testo non sappiamo se il racconto si conclude con la morte del conquistatore macedone o se termina con qualche suo grande exploit. Nel testo di Alberich tutto tende a far risaltare l'individualit dell'eroe, la sua descrizione fisica, pur condotta attraverso stilemi epici, serve proprio a dare corporeit; il racconto della sua educazione vuole fornire basi logiche al suo futuro successo. Appare l'influsso del Roman de Brut: l'eroe diventa un esplicito modello di cortesia e di largesce (liberalit). Vengono posti in primo piano due valori che poco hanno a che fare con l'ideologia guerriera e religiosa della chanson de geste: gli aggettivi prode, generoso e cortese costituiranno la triade fondamentale di attributi riservati ai protagonisti dei romanzi medievali. Il Roman de Brut Il Roman de Brut di Wace conduce a un totale cambiamento d'atmosfera: al posto di frammenti anonimi, un'opera completa (15000 versi), provvista di explicit con tanto di data e firma. L'opera di Wace vuole essere una storia degli antenati bretoni dei monarchi d'Inghilterra e le radici di quest'ultimi vengono connesse con la progenie di Enea, poich Brut, fondatore della dinastia, un nipote del pio troiano. L'andamento del Roman de Brut di tipo cronachistico, prossimo allo stile della nascente storiografia volgare, nella quale si cimenter anche Geffrei Gaimar con il suo Estoire des Engleis. Fino a tutto il XIII secolo discorso romanzesco e discorso storiografico non differiscono molto. Ci che distingue i due generi la produttivit del genere romanzesco, in quanto ogni testo romanzesco pu essere il punto di inizio di un altro. Il Roman de Brut dunque un ibrido dei due generi. Tra gli episodi del Brut sono quelli in cui dominano i tratti di caratteri psicologico e sentimentale a godere di straordinaria fortuna, con riprese e sviluppi; come ad esempio l'episodio del tradimento della regina Ginevra con Mordret, suo nipote, che determina la fine del potere di Art. Il tema della Tavola Rotonda la vera innovazione di rilievo apportata da Wace rispetto all'Historia Regum Brittaniae. Ci che conferisce alla Tavola Rotonda un valore del tutto nuovo sono le sue implicazioni feudali-cavalleresche: la Tavola Rotonda diventa emblema del rapporto armonico che si instaura fra un monarca (primus inter pares) e i migliori cavalieri del mondo, che si dedicano a un servitium privo di costrizione. Il rapporto Art-cavalieri non riproduce il reale rapporto sovrano-vassalli dell'area franco-britannica della met del XII secolo. I ROMANZI ANTICHI (1155 1165) Provengono tutti dall'impero Plantageneto e vanno collocati secondo una successione che vede al primo posto il Roman de Thbes (forse contemporaneo del Brut), poi l'Eneas e infine Troie, l'unico dei tre testi a portare una firma (Benoit di Sainte-Maure). L'epopea classica diventa romanzo L'epica medievale fenomeno socialmente indifferenziato e dunque popolare e non pu che cercare nella propria memoria storica le fonti d'ispirazione; il fatto che i materiali epici antichi erano

considerati nel Medioevo come testimonianze storiche di un passato sta alla base della loro naturale forma di espressione nel romanzo. Le vicende della guerra di Tebe, dell'assedio di Troia e della fuga di Enea, assumono il significato di un immenso prologo al Roman de Brut. Ma questi testi rappresentano un passo avanti rispetto al Brut: da un lato, l'ampio spazio dedicato alle figure femminili e alla tematica sentimentale; dall'altro, la grande rilevanza dell'elemento fantastico e meraviglioso. Il mondo dei sentimenti appare in grande evidenza soprattutto nell'Eneas, in cui compaiono descrizioni della fisiologia e della patologia amorosa: i sospiri, i tremori, la perdita di appetito e il sonno; all'insegna di un recupero della tematica erotica ovidiana ma si creano raffinati moduli espressivi per veicolarla. Sempre pi sapiente diventa la tecnica dei dialoghi e dei monologhi degli innamorati. Vi la propensione ad inserire tratti fantastici in senso meraviglioso piuttosto che magico. Il gusto per la descrizione lussureggiante si mescola all'intento didattico e culturale, dando un impulso all'evoluzione della linea enciclopedica del genere romanzesco. La nascita del romanzo idillico La storia di Floire e di Blancheflor segna una svolta importante negli sviluppi del romanzo: non sono in gioco destini di popoli n quelli della dinastia di un sovrano n quelli di un eroe con un'altissima missione da compiere bens quelli privati di due adolescenti che si amano. I due sono destinati a diventare i genitori di Berta, la madre di Carlomagno; primo sintomo della confluenza di temi epici e romanzeschi che si produrr nel XIII secolo. I due amanti dovranno superare infinite peripezie, in una cornice Orientale colma di fantastico, lusso e magia, prima dell'inevitabile lieto fine. Emerge il gusto per la descrizione che sar caratteristica del genere romanzesco medievale. GLI ANNI D'ORO (1165 1180) Il pi antico dei grandi romanzi il Tristan di Broul, giuntoci privo dell'inizio e della fine. Attorno al 1170 sono da collocarsi le opere prime di Chrtien de Troyes e Gautier d'Arras. Non anteriore al 1170 sarebbe in effetti Erec et Enidedi circa 6900 versi. Dati gli ampi riferimenti a Nantes, si suppone che Chrtien fosse piuttosto attento agli interessi della monarchia anglonormanna. Di Gautier d'Arras il pi antico dei suoi romanzi l'Eracle, di oltre 6500 versi. Fra il 70 e il 75 viene collocato uno dei testi pi belli ispirati alla leggenda di Tristano e Isotta, quello di Thomas detto d'Angleterre, di cui restano solo frammenti per un totale di 3100 versi, il testo originario, su stima di Bdier, doveva contare 18000 versi. Sicuramente posteriore, visto che ne costituisce un'articolata risposta, il secondo romanzo di Troyes, il Cliges, databile tra il 76 e il 77. Crtien dedicher il suo Lancelot a Maria di Champagne, figlia di Eleonora d'Aquitania. Contemporaneamente al Lancelot Chrtien lavorava all'Yvain, forse la sua opera meglio strutturata e pi convincente sul piano della resa psicologica dei personaggi. L'ultimo romanzo di Chrtien il Conte du Graal, noto anche come Perceval, databile tra il 79 e l'82 dedicato a Filippo d'Alsazia, conte di Fiandra. incompiuto pur presentando pi di 9000 versi. La leggenda di Tristano e Isotta La tradizione antica di una delle pi belle storie d'amore di tutti i tempi ci pervenuta in uno stato deplorevole: sono perduti i poemi composti dal bretone Breri e da Chrtien de Troyes; ridotti a frammenti i romanzi di Broul e di Thomas. La leggenda di Tristano e Isotta una storia di adulterio, di passioni forti, non solo erotiche ma anche civili. Tristano e Isotta ricorrono all'inganno e persino allo spergiuro. una leggenda che non pu avere una matrice colta o clericale. Essa fondata sulle radici del terreno mitico della Gran Bretagna e dell'Irlanda, esistono prove di indubbia antichit a conferma di questa teoria: esistenza di racconti che parlano della liberazione di un popolo da un pesante tributo umano a opera di un eroico guerriero, come anche il rapimento della moglie di un capo; sono tematiche che ricorrono nel Tristano e Isotta. Beroul nel suo romanzo punta molto sullo stato di vittime dei protagonisti e non protagonisti attivi della vicenda sentimentale che li unisce, ma una fatalit del loro amore. Thomas d'Angleterre, chierico pi colto di Beroul ma non dotato della sua essenzialit stilistica, mira a rendere il rapporto fra Tristano e Isotta del tutto credibile sul piano psicologico, il tutto unito da un amore invincibile. Thomas sa descrivere con precisione la situazione sentimentale dei due amanti, rappresentandola attraverso monologhi di rara penetrazione psicologica. La maniera ovidiana viene surclassata nel nome di una dialettica dalle

solide basi filosofiche. Thomas vuole risaltare l'atteggiamento esemplare e problematico di Tristano e Isotta, Thomas coinvolge il suo pubblico nel discorso; egli introduce una tecnica dell'intervento d'autore che poi Chrtien de Troyes e i suoi successori utilizzeranno ampiamente. Thomas imbocca cos la strada del simbolismo che far intendere il romanzo come exemplum, grande e favolosa allegoria di situazioni e impulsi comuni agli uomini. Chrtien de Troyes La storica corte arturiana che Wace aveva concepito come simbolo del potere regio autorevole ma rispettoso delle autonomie dei vassalli subisce con Chrtien una notevole trasformazione. Non sembra interessato a mettere in risalto i presunti legami fra il regno arturiano e il mondo classico, valorizza invece un tessuto leggendario celtico che Wace solo in parte aveva utilizzato. Le fonti delle sue trame sono in larga parte diverse da quelle dell'Historia o del Brut, non sempre connesse con la leggenda arturiana. Da Chrtien in avanti l'opera di strutturazione romanzesca tender a fare della corte di re Art il quadro di organizzazione di tutti i temi di derivazione. Chrtien ha ignorato i significati e simolismi mitico-fantastici propri della matiere cui pur proclamava di rifarsi. In effetti lui stesso a sostenere nei suoi prologhi di aver dotato di un nuovo sen quei racconti tradizionali che tanto piacevano al suo pubblico. Novit come storie di autoaffermazione personale e sociale del protagonista attraverso le avventure e nella chiave di storie della sua educazione sentimentale, ossia all'amor cortese. I materiali tradizionali oltre a sorreggere nuovi significati vengono strutturati in maniera innovativa: le storie dibattono da diverse angolature proprio il cruciale problema del rapporto fra militia cavalleresca e amore. Erec e Yvain, avventura e amore, quasi gemelli nella struttura e nella questione di fondo proposta, ossia la conciliazione tra onore/prodezza con un rapporto sentimentale allineato agli imperativi dei dettami dell'amor cortese. Questi due romanzi mostrano l'aspetto pi ottimistico dell'ideologia del loro autore; vi infatti la volont di presentare come positivamente risolvibili i problemi in essi sollevati. Erec e Yvain si muovo in un universo ancora saldamente governato dalle leggi feudali, ma il loro comportamento non le vive pi in maniera conflittuale. Re Art una figura sempre pi statica e passiva e l'autoaffermazione dei vassalli sembra realizzarsi al di l del sistema feudale. Erec ed Yvain si trovano all'inizio della storia nella tipica situazione di essere senza feudo; la loro strategia di conquista prescinde da qualsiasi intervento del signore, un itinerario verso verso la gloria, la virt, l'autentica cortesia, scandito da una serie di avventure che hanno come sbocco il combattimento. Caratteristica simbolica il tipo di sequenza in cui questi combattimenti si trovano inseriti, in un crescendo di importanza e difficolt, culminate in una prova di alto significato sociale che solo un cavaliere allo stadio ultimo del suo perfezionamento pu essere in grado di compiere. Yvain liberer dalla schiavit le fanciulle prigioniere al castello di PesmeAventure. Per le due coppie, Erec Enide e Yvain Laudine, il matrimonio non significa affatto l'automatico raggiungimento di equilibrio e felicit. Il poeta si preoccupa di costruire al di l dell'atto materiale del matrimonio un'esemplare intesa fra le coppie, le due coppie entrano in crisi a met del racconto in una simmetrica disarmonia: la sequenza di avventure diventa lo strumento del riequilibrio della situazione interiore dei personaggi, la difficile conciliazione tra sentimento amoroso e spirito guerriero. Cliges e Lancelot, le avventure dell'amore. l'amore che genera avventure: accanto al Tristan di Thomas, questi due romanzi sono i prototipi di una serie di storie in cui tutto ci che accade sembra sembra in funzione del fatale rapporto che lega i protagonisti. Nel Lancelot la storia d'amore adultera l'esteorizzazione del conflitto fra una concezione ragionevole e una folle dell'amore. Il grande amore sar rappresentato come una passione che fa perdere il senso della realt. Il Cliges, risposta polemica alla leggenda tristaniana, ne controbatte l'assunto fondamentale esibendo una marcatissima mimesi tematica: la vicenda dei genitori di Cliges sembra voler sottolineare le naturali originarie virt del protagonista. Nel Lancelot il punto di partenza il rapimento della moglie di un capo (materia di Bretagna): gli sviluppi della vicenda ignorano la figura del marito della rapita; chi si incarica alla sua liberazione l'amante, ossia Lancillotto. L'eroe liberer non solo la regina ma tutti i sudditi di Art in una sorta di speculazione filosofica sugli effetti sociali di un perfetto rapporto amoroso cortese. Chrtien anticipando i poeti stilnovisti, per esaltare il valore sacrale del

sentimento usa un linguaggio religioso, costruendo un rapporto divinizzato. Percevla, l'avventura e il senso del mondo. Chrtien utilizza l'ironia per entrare nel terreno della ricerca del senso del mondo e dell'esistenza individuale. Perceval guidato da puro istinto che lo conduce in una quete apparentemente fine a se stessa; egli si sforza di mettere a frutto gli insegnamenti morali e cortesi che li vengono forniti. Spesso per il protagonista inciampa in erronee interpretazioni che scatenano buffe reazioni e situazioni. Sono le situazioni oggettive in contrasto con quelle del protagonista a essere messi in rilievo dall'ironia di Chrtienemblema dell'ambiguit del reale e delle contraddizioni dei comportamenti umani diventa il Graal, custodito dal Re Pescatore, cugino di Perceval. Percival si rivela non all'altezza del suo compito, soprattutto a causa della sua timidezza. Ci troviamo davanti a un antico mito celtico dell'abbondanza connesso al sacramento eucaristico. Il Graal e la Lancia-che-sanguina, segneranno la rovina del regno arturiano. La quete di Galvano la vera protagonista della seconda parte del romanzo, ma destinata a fallire. Viene da chiedersi perch Chrtien manifesti tanti e gravi dubbi sulla crisi del modello cortese che fino al Lancelot sembra sostenere. Con i suoi romanzi Chrtien diventa il modello con cui fare i conti tanto in ambito tematicostrutturale, quanto nella resa dei caratteri dei personaggi, quanto a livello stilistico. AVVENTURE, AMORE, EDIFICAZIONE (1180 - 1210) Poco dopo il 1180 Alexandre de Bernai compone il pi ampio e famoso dei romanzi su Alessandro Magno, in dodecasyllabe cesurato denominato successivamente alessandrino. Il Roman d'Alexandre mantiene una fisionomia ben definita, evitando di appiattirsi sui modelli narrativi vincenti di tipo cortese-arturiano, si modella su uno stile abbastanza vicino a quello epico con una certa tendenza didattico-morale. Alexandre de Bernai sembra concepire la propria opera come una sorta di speculum principis, di manuale di educazione al potere per i signori feudali e gli stessi monarchi contemporanei. Si recupera il gusto per il meraviglioso esotico, caratteristico dei romanzi antichi, sconfinando nel mitologico e nel fantascientifico. Importante Partonopeu de Blois per la sua presenza di registri stilistici e di maniere letterarie; il quadro della narrazione costutito da una storia d'amore tipicamente cortese, con lontani ricordi classici. Un ruolo fondamentale nelle vicende amorose tra Partonopeu e Melior, principessa greca, lo svolge l'intersecarsi di moduli espressivi. Un modulo storico-genealogico, in quanto Partonopeu nipote di Clodoevo antico re di Francia; un modulo epico nella descrizione degli assedi e delle battaglie; un modulo lirico poich vengono rappresentati gli stati d'animo degli innamorati. Per la prima volta la vera biografia di uno scrittore fa irruzione nella trama della sua opera. La presenza della voce narrante non serve semplicemente a commentare e invitare il pubblico a giudicare o capire i comportamenti; essa cerca di creare una perfetta interazione fra il piano reale e il piano fizionale: l'autore afferma di scrivere per divertire la propria dama e anzi di essere pronto ad abbreviare o allungare la trama a suo piacimento. Come succedera anche con il Bel Inconnu di Renault de Beaujev, per la prima volta i romanzieri medievali hanno vera coscienza della loro natura fittizia della loro produzione. Gli ancestral romances Il Guillaume d'Angleterre, che si creduto per lungo tempo di poter assegnare a Chrtien de Troyes, l'esempio migliore di romanzo d'antenati. un genere che si sviluppa nell'Inghilterra Normanna a partire dalla fine del XII sec. Questi romanzi rispondono all'esigenza di legittimazione propria di dinastie feudali di recente origine. Il Guillaume d'Angleterre narra, a vantaggio della famiglia dei Lovell, le peripezie di un leggendario re Guglielmo, il quale, privato del regno, viene diviso dalla moglie e i figli, Lovel e Marin; dopo una serie di vicende che vedono il protagonista nei panni di un mercante, Guglielmo riuscir a riconquistare il regno e riunirsi con i suoi cari. I registri sono quelli dell'avventuroso-cavalleresco e dell'edificante. Robert de Borom, nella sua trilogia del Graal, appare evidente la sua intenzione di compiere un vasto intervento di interpretazione/riscrittura dell'enigmatica leggenda in chiave mistico-religiosa. Robert collega la storia del Graal alla leggenda relativa a Giuseppe d'Arimatea, venutasi formando dai Vangeli apocrifi. Robert non si basato sul romanzo di Chrtien, poich ignora completamente la lancia-che-sanguina. La trilogia si pone come una grande e coerente storia della Salvezza, il cui

emblema costituito dal Graal, simbolo della Redenzione. Robert lo identifica con la scodella usata da Ges nell'ultima cena, nella quale Giuseppe avrebbe raccolto il sangue del Salvatore ai piedi della croce. Il protagonista del secondo romanzo Merlino, una figura che appartiene alla pi antica tradizione bretone arricchito con una matrice biblico-apocalittica. Quella di Robert de Boron una versione cristiana del mito del Graal, a differenza di quella celtica di Chrtien. TRADIZIONE E INNOVAZIONE (PRIMA MET XII SEC.) Ai primi anni del Duecento si datano i pi antichi tentativi di portare a compimento il Perceval di Chrtien de Troyes: la Continuation Gauvain, focalizzata sulle avventure del nipote di Art. Vi inoltre la Continuation Perceval. I romanzi arturiani in versi si potrebbero raggruppare sulla base di un'opposizione noto/nuovo. Molti di questi testi narrano gesta di personaggi che la tradizione romanzesca aveva portato in grande celebrit, come Galvano e Perceval. In altre opere i protagonisti sono degli sconosciuti, giovani cavalieri in cerca di notoriet, spesso effimera e dura giusto lo spazio di un romanzo. Quelli che narrano le gesta di personaggi noti sono costituiti da una sequenza pi o meno ampia di avventure giustapponibili all'infinito. Nei romanzi che hanno a protagonista un personaggio privo di pedigree letterario, troviamo avventure di carattere non molto diverso da quelle che entrano in gioco nell'altro gruppo di testi orientate in una dimensione di prova conclusiva: tipica fisionomia del racconto biografico. Esempio di quest'ultimo tipo di romanzo il Meraugis de Portlesguez di Raoul de Huodenc, dal ritmo incalzante senza monotonia. Il Jaufr, un o dei pochi romanzi provenzali giuntoci fino a noi, testimonia il rinvigorirsi di quei legami con la narrativa della Francia settentrionale sicuramente esistenti gi in epoca anteriore: gi dalla met del XII secolo la materia di Bretagna circolava ampiamente nell'area occitano-catalana. Il Jaufr esibisce i suoi prestiti da Chrtien e si costruisce sulla falsariga del Perceval. Il romanzo provenzale importa il suo recupero a un intento scherzoso e per certi tratti parodistico: ritmo indiavolato delle avventure, personaggi esagerati quasi caricaturali, non si vuole far prendere troppo sul serio la vicenda narrata. La via della prosa La letteratura francese dei primi decenni del XIII secolo ha compiuto un ultimo grande sforzo per rivalutare la materia di Bretagna: l'uso della prosa ai fini letterari. La sua prima utilizzazione volgare nelle cronache della IV crociata di Clari e di Villehardouin. La strutturazione dei romanzi che costituiscono la Vulgate denuncia le intenzioni storiche e simboliche di chi ha progettato il grande edificio in prosa. Rigorosissima la cronologia della narrazione, dalla remissione del Santo Graal nelle mani di Giuseppe d'Arimatea agli ultimi giorni del regno arturiano; sconfitto dai sassoni alleati con il traditore Mordret. Gli stessi protagonisti sembrano pervasi dall'ansia di affidare ai posteri il ricordo di tutto quanto accaduto. Emergono due grandi temi simbolici: cavalleria terrestre, con Lancillotto e Ginevra, e cavalleria celeste, che si condensa nella quete del Graal. Il testo pervaso da anticipazioni e rievocazioni. Vi l'intento di connettere i due grandi temi dell'amore cortese e del Graal attraverso la figura di un cavaliere che gi la tradizione arturiana precedente aveva ritenuto degno della massima considerazione: Lancillotto, a quest'ultimo spetta il supremo onore della conquista del santo veissel. Sar l'adulterio con Ginevra a renderlo indegno di tale compito che verr affidato al figlio Galaad, provvidenzialmente generato dalla sorella del Perceval. Si saldano assieme un'enorme massa di materiali in origine affatto estranei gli uni agli altri. La Mort Artu, non quindi provocata solo da Mordret e i sassoni, bens favorita dalle lacerazioni provocate nella compagine arturiana dalla scoperta dell'adulterio della regina con colui che era apparso agli occhi di tutti la pi perfetta incarnazione della prodezza, della fedelt e della cortesia. La tecnica dell'entrelacement usata per accordare le infinite vicende che si susseguono nel corso della narrazione; si moltiplicano i personaggi e le situazioni di peripezie. Tutto serve per dare la misura della complessit del reale e dell'animo umano; per rappresentare un mondo tentato dal profano e dal divino. Il Tristan e il Guiron sono gli altri due grandi romanzi di questo periodo, ma non presentao le complicazioni del progetto della Vulgate. La novit del Tristan risiede nella nomina a cavaliere della Tavola Rotonda di Tristano. Sono avventur fine a se stesse, non inserite in alcun disegno

compositivo di ampia portata. Siamo di fronte a un gusto per il romanzo a incastro, sono sequenze di racconti autonomi inseriti in una cornice narrativa. Spirito laico e gusto per una narrazione copiosa caratterizzano anche il Guiron le Courtois, preistoria della cavalleria bretone. I protagonisti sono i genitori di Art, Uter, di Tristano, Meliadus e di Perceval, Pellinor. I due romanzi diventeranno i modelli delle pi tarde compilazioni romanzesche di materia bretone. La corrente realista Tra XII e XIII secolo il romanzo compie un indiscusso salto qualitativo: Jean Renart il primo a scegliere programmaticamente di rappresentare situazioni e personaggi contraddistinti dal marchio inconfondibile della vertit. Si continua per ad usare il verso e non la prosa, almeno per tutto il Duecento, gli spunti narrativi da cui le narrazioni realiste prendono il via non sono storici. Essi sono collegabili a quella riserva di materiali folklorico-tradizionali normalmente utilizzata dagli autori di lais. Nei romanzi realisti emerge il senso della perfetta calibratura dell'intreccio, caratteristica di ogni novella e quindi prova dello spunto dalla tradizione narrativa breve per questo tipo di romanzo. Di contro agli schemi barocchi, spesso goffamente ripetitivi, tipici delle trame dei romanzi cavallereschi. Pur con intrecci elaborati non mancano cluchs caratteristici del romanzo arturiano, come anche si ritrovano elementi tipici nella tecnica narrativa. Ci che crea novit in questo gruppo di romanzi l'atmosfera e le sfumature. Gli oggetti delle ampie descrizioni sono sempre reali, viene bandita qualsiasi immagine di fantasia; mostrando attenzioni per i tratti pi pittoreschi della vita di tutti i giorni. Tutto viene ricontestualizzato in chiave realistico-contemporanea. Ambientazioni, oggetti e personaggi sono rigorosamente reali. I protagonisti hanno spesso agganci con la storia contemporanea, come nel caso dell'imperatore Corrado. Siamo lontani dagli ancestral romances, vi il gusto per le tristi storie di personaggi d'alto rango momentaneamente umiliati dal destino. Si descrive con minuzia il mondo degli artigiani, sfatando la visione mitica delle chanson de toile. Jean Renart inaugura un espediente destinato a grande successo: l'incastonatura di testi lirici nel tessuto narrativo. Corrado, nipote di Eleonora d'Aquitania e discendente del duca-trovatore Guglielmo IX, si trova sempre circondato da giullari che si esibiscono in canti sempre perfettamente adeguati allo stato d'animo del signore. GALANTERIE CONTEMPORANEE E CAVALLERIA MITICA (1250-1350) I romanzi dell'amore trobadorico Joufroi de Poitiers, Castelain de Coucy e Flamenca sono gli unici romanzi a mettere in scena tipiche situazioni erotiche alluse da trovatori e trovieri. I protagonisti dei primi due sono connessi esplicitamente col mondo della lirica cortese. Il primo, Joufroi conte di Poitiers, disinvolto e libertino adombra Guglielmo IX d'Aquitania, l'ingannatore di dame; il secondo quel Gui, conte di Coucy, morto durante la IV crociata di cui resta il canzoniere. I personaggi di Flamenca dimostrano di aver l'eloquenza trobadorica. Si fa largo uso della tecnica dell'inserto lirico nella narrazione. Nel caso del Castelain i frammenti citati appartengono al canzoniere del poeta protagonista. Tutt'e tre i romanzi presentano un modello narrativo analogo: gli stratagemmi di un cavaliere per godere delle grazie della propria dama nonostante il controllo geloso del marito. Il tema viene iterato pi volte, con un crescendo di astuti stratagemmi da parte dell'amante e di sospettosit da parte del marito. Polarizzando su un singolo eroe una struttura narrativa tiroirs dal tono comico si mettono le basi per la formazione del romanzo picaresco. Si associa a questo tipo di romanzo anche il Wistasse le Moine, romanzo del XIII secolo a mezza strada fra epopea, romanzo, cronaca storica e fabliau. Flamenca spicca per la sua superiorit artistica, soprattutto per mettere a frutto le fonti narrative e la recente tradizione erotico-allegorica settentrionale (Roman de la Rose) e per l'indagine sulle motivazioni psicologiche che muovono i personaggi. Spicca inoltre la descrizione precisa e acuta del quadro in cui agiscono i personaggi facendo di Flamenca il primo vero romanzo d'ambiente della letteratura medievale. La linea cavalleresco-didattica castigliana Tra XIII e XIV secolo nella penisola iberica l'esperienza romanzesca si sviluppa in una prosa di materia bretone, con componenti sia didattico-moralistiche che enciclopediche. Ci si spiega poich

i primi esperimenti iberici di scrittura romanzesca sono da associare alla tecnica letteraria dei chierici. Libro de Apolonio e Libro de Alexandre seguono la poetica oraziana: istituire dilettando. Nell'Apolonio prevalgono gli insegnamenti di carattere morale; nel Libro de Alexandre vengono accentuati i tratti didattico-esemplari ed enciclopedici: si lodano le qualit di condottiero e di esploratore del conquistatore macedone, ma si intravede l'ombra del castigo divino per troppe superbe aspirazioni nella sua precoce morte. Intenti moralistici e didattico-enciclopedici sono anche alla base del primo romanzo della letteratura castigliana, il Caballero Zifar. L'intreccio avventuroso delle vicende di Zifar, nella prima parte, e del figlio Roboan, nella seconda, si interrompe di continuo per digressioni didattiche e racconti di carattere agiografico o favoloso e perfino riassunti di romanzi arturiani come l'Yvain. La conquista dell'elevato status sociale da conseguirsi grazie al comportamento moralmente ineccepibile. Il Caballero Zifar sembra quindi proporsi come una sorta di guida per la piccola nobilt iberica, ansiosa di sfruttare a proprio vantaggio le grandi possibilit di arricchimento aperte dall'ultima fase della Reconquista. Il retaggio arturiano Il momento della pi massiccia diffusione fuori dai confini francesi della materia di Bretagna coincide con la fase della quasi totale assenza di creativit. L'unica nota originale il Blandin de Cornualha: un usuale racconto di avventure cavalleresche in sequenza che in parte svolge il motivo folklorico della Bella Addormentata. Nella regione iberica le traduzione dei romanzi francesi dilagano e si protraggono sino a met del Cinquecento. Mai il romanzo cavalleresco ha tanto influito sui costumi della piccola e grande nobilt come nel momento della sua decadenza. Il Perceforest, l'immensa storia-genealogia romanzesca, della cavalleria, dai tempi di Alessandro a quelli di Art. CENT'ANNI DI SOPRAVVIVENZA (1350-1470) Gli ultimi fuochi arturiani Nel secondo cinquantennio del Trecento si riaffaccia una foga arturiana. Vi sia un recupero di fantasioso divertissement, come nella Faula di Guillem de Torroella, dove si vede Art in un palazzo sotterraneo nell'Etna ospite della sorella Morgana; sia un recupero nostalgico come appare nel romanzo di Froissart, canonica storia d'amore tra Meliador e Hermondine nei primi anni del regno di Art. Si mette in risalto la perfezione dei loro comportamenti in qualsiasi circostanza; emerge il pessimismo circa la possibilit di veder ancora incarnati nella realt simili modelli ideali. Vi dunque nel Meliador una doppia nostalgia: per il lontano mondo arturiano ma anche per l'Inghilterra cortese del regno di Edoardo III e della regina Philippa di Hainaut, protettrice di Froissart, morta nel 1369. La Guerra dei Cent'anni e le vicende drammatiche ad essa collegate distruggono qualsiasi vano sogno di restaurazione di una cortesia arturiana. La vita vera non pi in grado di gareggiare col romanzo. Froissart si rifugia in un mito astratto che si appaga di s senza cercare nessun rapporto con il reale. Va sottolineato che in Spagna i temi arturiani sembrano mantenersi pi vitali che altrove e il recupero di modelli narrativi bretoni non rimane circoscritto all'ambito specifico dei romanzi cavallereschi, ma pu coinvolgere anche prodotti di tutt'altra materia o genere, come accade nell'Estoria de dos amadores di Juan Rodriguez del Padron. L'irruzione del mondo attuale Nell'ultima fase del romanzo medievale l'idealit cavalleresca si ricopre di panni realistici con espliciti riferimenti a fatti e personaggi contemporanei, esibendo una propensione per le situazioni economiche. Pur essendo il primo un Buldiroman cavalleresco, l'altro un romanzo idillicocavalleresco e il terzo un romanzo storico-biografico, Petit Jehan de Saintr, Curial e Guelfa e Tirant lo Blanche sono storie di cavalieri che si muovono alla conquista della gloria e dell'amore in un mondo che esattamente quello della met del XV secolo. Vi la presenza massiccia della storia. Un elemento che accomuna tutt'e tre i testi la presenza di un vivace umorismo, che sconfina spesso nella vera e propria comicit, la si usa come meccanismo per rivelare le ambiguit del reale, come dialettico controcanto rispetto a quella tendenza astrattizzzante e idealizzante della scrittura

romanzesca medievale. La modalit comica assurge a mezzo per fissare sulla pagina letteraria la complessit del mondo. Questi testi inoltre rappresentano il massimo di sperimentazione dialogica. Sono gli ultimi romanzi medievali e i primi romanzi moderni... niente separa il romanzo medievale da quello moderno: esiste solo il continuo fluire e trasformarsi di un genere che ha saputo rinnovare nei secoli tutta la sua vitalit.

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