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baratro, indica ai pi giovani il percorso per reagire alla crisi: LEuropa indica una sola strada per vincere la competizione: giocare allattacco, quindi cercare di essere migliori degli altri. E per essere migliori degli altri bisogna essere bravi, competenti e arrivare prima degli altri, guardare oltre
C una parola, in particolare, che nei mesi scorsi aleggiava come un incubo e che da qualche settimana si concretizzata sullo scenario economico europeo e italiano: recessione. Se ne parla ormai apertamente, prefigurando un 2012 molto difficile dopo una crisi che dal 2008 ad oggi, in Italia, ha gi sottratto oltre 300.000 posti di lavoro. E un momento drammatico, insomma, per lEuropa, con la Grecia sullorlo del default e con altri Paesi (compreso il nostro) sotto continui attacchi finanziari e alle prese con riforme dure, radicali, improcrastinabili. Che tradotte nel linguaggio del comune cittadino significano tasse, sacrifici, incertezze. Siamo nel bel mezzo di un lungo eurotunnel, dunque. Il buio soffoca la luce e invita a giocare in difesa, salvando il salvabile, oppure ad impugnare i forconi, innescando la miccia dellantipolitica. C forse unaltra via per guardare avanti, al futuro, ritrovando un nuovo slancio e un nuovo protagonismo, mettendo le riserve di energie personali al servizio del bene collettivo e della democrazia. Ad indicarla Gianni Pittella, recentemente rieletto come primo vicepresidente del Parlamento europeo. La disoccupazione dilagante, i timori della crisi, parole pesanti come macigni (spread, recessione) che ci angosciano, i rubinetti chiusi da parte delle banche alle imprese, lindebitamento crescente delle famiglie, i fermenti post-primavera araba, il dramma della Grecia. Come si esce da questo effetto-tenaglia? Non certo con la resa, non con la violenza, non con il disimpegno, ma con una riflessione che deve coinvolgere tanto le istituzioni quanto i cittadini europei. Continuo purtroppo ad ascoltare discorsi molto superfi-
una patrimoniale sulle grandi rendite; avviando subito le dismissioni dei beni statali inutilizzati come le caserme; chiedendo un passo indietro alla politica dalla gestione di enti, societ partecipate e tutti quegli acronimi che da anni sono diventati il fulcro della lotta dei partiti. E facendo solidariet vera, non di facciata. E per questo che propongo di devolvere il 20% degli stipendi di noi politici ad un Fondo nazionale di solidariet, per sostenere l8% di poveri che ci sono in Italia.
zione, leducazione, la banda larga, lenergia rinveniente dalle fonti rinnovabili, lErasmus universale. Propositi significativi, ma lEuropa appare ancora lontana per molti italiani. C ancora tanto lavoro da fare per costruire unidentit europea? LEuropa siamo tutti noi, non unentit astratta. E ognuno dovrebbe contribuire alla sua tenuta, smettendo di sentirsi vittima o spettatore, di vivere di attese, di delegare alla politica che da sola non in grado di sostenere il progetto europeo. Dobbiamo prenderne atto con umilt e, senza tirarci indietro, dobbiamo favorire un movimento pi ampio che poggi sulle idee e la forza dei singoli che diventano squadra per lEuropa, senza logiche di appartenenza e senza schemi precostituiti. C bisogno che ognuno di noi sia sempre pi protagonista di questo nuovo approccio al cambiamento, che pu far leva sul valore dellintelligenza connettiva, su tecnologie straordinarie, su Internet. I giovani hanno gi individuato nel web lo strumento per essere protagonisti. La rete e le reti, con la loro forza esplorativa e connettiva, possono sviluppare nuove economie e lavoro. Le modificazioni che ha subito la societ europea, e quindi anche lItalia mettono al centro i lavoratori della conoscenza, nel senso che accanto alla produzione c bisogno di chi realizza dei servizi. E non c nessuna strada che ci porta allo sviluppo e a vincere nella competizione globale se non c una grande politica per la formazione, listruzione, la ricerca e le nuove tecnologie. Il punto fondamentale , allora, reti fisiche insieme a reti immateriali? Esatto. Lungo questo asse devono muoversi le Regioni, il Governo Italiano, lUnione Europea, potenziando i suoi finanziamenti su questi punti e su questi obiettivi. LEuropa ha una sola strada per vincere la competizione, giocare allattacco, quindi cercare di essere migliori degli altri. E per essere migliori degli altri bisogna essere bravi, competenti e arrivare prima degli altri, sapendo
guardare oltre. E questo si fa solo puntando sullintelligenza, sullenergia, sulla voglia di crescere individuale che diventa risorsa collettiva, sulla conoscenza che diventa consapevolezza, partecipazione, impegno. Il futuro appartiene ad ognuno di noi; non si pu pi delegare, aspettare, criticare stando alla finestra e illudersi che qualcosa intorno a noi cambi. E necessario che ognuno diventi protagonista del cambiamento. In questo ultimo passaggio c un po la sintesi della sua nuova Associazione, Prima Persona, che porta gi nel nome la sua mission... La lontananza tra chi decide e i cittadini non mai stata cos ampia ed evidente come in questo momento. Noi vogliamo ridurre questo spazio ripartendo da tre parole-chiave: persona, territorio e partecipazione, che sono state messe in secondo piano negli ultimi anni. Prima Persona un movimento ma ancora prima un aggregatore politico e sociale, di idee, che intende contribuire a far crescere in Italia nuovi spazi di democrazia, ridare credibilit alla politica, dare voce alle realt organizzate che operano sui territori e troppo spesso lo fanno in silenzio, sottotraccia, alcune volte anche volutamente (mi riferisco al terzo settore ed in particolare al volontariato). Dentro queste realt ci sono spazi di impegno vero, risorse ed intelligenze che diventano trame molto resistenti nel tessuto democratico del Paese. Ho deciso di spendermi, in prima persona appunto per richiamare anche quelle energie, trarne nuova linfa, offrire uno spazio aperto alla condivisione e al confronto, attraverso la diffusione della pratica dellopen government e della wikicrazia. Prima Persona aperta a uomini e donne provenienti da latitudini diverse, chiama a raccolta persone senza e con tessera di partito, di ogni schieramento. Vogliamo dare un contributo concreto ad una ricostruzione democratica di cui si sente davvero il bisogno, contribuendo ad alleggerire quel peso dei 30.000 euro di debito pubblico che ogni italiano porta sulle spalle. Come? Mettendo
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