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In questo governo del Cln si rispecchiava una larga parte della popolazione che aveva preso parte al movimento di liberazione dal nazifascismo. Dopo che il 25 aprile 1945 i partigiani liberarono Milano e Torino dalloccupazione fascista, in queste si erano insediati nuovi amministratori nominati dal Clnai (un'associazione di partiti e movimenti oppositori al fascismo). Essi tentarono subito di porre rimedio ai problemi pi immediati delle grandi citt: Approvvigionamento; Ristabilimento di condizioni di sicurezza; Mancanza di alloggi e di lavoro.
Il governo del Cln che segu non pot fare altrettanto a causa dei contrasti tra i partiti: La componente di sinistra voleva nuove elezioni sperando di ottenere un forte successo elettorale. Le forze moderate volevano mantenere lequilibrio presente, con il sostegno delle forze di occupazione angloamericane e della chiesa. I due schieramenti si scontrarono principalmente su due problemi: Lepurazione: Allontanamento di chi aveva occupato posizioni di responsabilit nel passato regime. Ci sarebbe servito ad un rinnovamento istituzionale (con la definitiva chiusura col fascismo) ma non fu mai portato a termine a causa delle forze moderate. La riforma tributaria: Associare al riordino monetario unimposta progressiva sui profitti di guerra per frenare linflazione. Ma lopposizione liberale fu ostile agli interventi di regolazione delleconomia.
Si ebbe la crisi del governo Parri. Al nuovo governo, stabilito a dicembre con a capo De Gasperi, fu sottoposta lItalia settentrionale, prima in mano agli Alleati. Lapplicazione dei decreti emanati nel 1944 dal comunista Fausto Gullo a favore di una riforma agraria (la terra ai poveri) fu ostacolata dai latifondisti appoggiati da democristiani e liberali.
La paura di una spaccatura tra lelettorato moderato e i partiti quasi interamente repubblicani fece preferire lindizione di un referendum contemporaneo alle elezioni della nuova Assemblea costituente. Alle elezioni del 2 giugno 1946, le prime a suffragio universale, vinse la repubblica e il sovrano Umberto II fu esiliato. Alle elezioni per lAssemblea costituente: 35% Democrazia cristiana, 20% socialisti, 19% comunisti, 26% altri.
Lunit tra socialisti e comunisti bilanciava la preminenza della Dc. I partiti di massa diventavano a pieno titolo i protagonisti della politica.
LA MATRICE ANTIFASCISTA
Allinterno della Costituente, in un clima di collaborazione e di superamento delle ostilit, fu possibile elaborare un testo che disegnasse i principi fondamentali del nuovo stato. La nuova Carta costituzionale, risultato di un compromesso tra forze di opposto orientamento politico e ideale ed approvata dallAssemblea costituente, entr in vigore il 1 gennaio 1948. Repubblica democratica parlamentare fondata sul pluralismo dei partiti e sul riconoscimento dei diritti fondamentali (civili e politici) e dei diritti sociali (lavoro, studio e salute) delluomo. Le forze che avevano condotto la Resistenza volevano creare un regime privo da ogni rischio di ricadute autoritarie: Nella Costituzione italiana sono definiti i fondamentali diritti di libert individuale e i limiti dellautorit pubblica. La Costituzione italiana democratica e antifascista. Nel concreto dellesperienza storica italiana, una repubblica democratica non avrebbe potuto sorgere se non assumendo lantifascismo quale condizione inalienabile della sua stessa Costituzione.
Trieste fu divisa in due aree: Zona A: Citt e dintorni, sotto il controllo britannico (poi passata allItalia). Zona B: Capodistria e dintorni, sotto il controllo jugoslavo.
Nel 1974 si attu la divisione definitiva dellEuropa tra il blocco occidentale e quello orientale e dellinizio della guerra fredda. Tra i partiti italiani vi fu, come si poteva prevedere, una frattura: Blocco atlantico: Dc, Pri, Pli. Neutralit: Pc e Psi.
Dal Psi si form un altro partito: il Psdi (Partito socialdemocratico italiano) moderato e anticomunista. Psi, repubblicani e liberali condivisero il progetto di De Gasperi di dare vita ad una nuova formula di governo, fondata sullesclusione dei comunisti e dei socialisti e sulla creazione di una maggioranza centrista. Il presidente Truman e il segretario di Marshall ritennero opportuno appoggiare la Dc come forza di stabilizzazione occidentale. De Gasperi, in seguito, riusc a creare un esecutivo formato da soli democristiani, escludendo Pci e Psi e sancendo la fine dellunit antifascista che si era costituita durante la Resistenza.
La ricostruzione
LA POLITICA ECONOMICA DELLA RICOSTRUZIONE
Allindomani della guerra regnavano miseria, distruzione e disoccupazione. Infrastrutture e vie di comunicazione furono gravemente danneggiate. La disoccupazione aument con il ritorno dei soldati e la mancanza di materie prime. I salari diminuivano e i prezzi aumentavano. Il governo di De Gasperi affront gli anni pi delicati della ricostruzione optando per una politica liberista. Considerando ogni programmazione pubblica come residuo del passato regime, si arriv allidentificazione tra antifascismo e liberismo economico. Il processo di ricostruzione fu interamente gestito dal settore privato, e quindi spontaneo ed incontrollato. De Gasperi chiam Einaudi al dicastero del Tesoro e con lui var una drastica politica di risanamento economico con lobbiettivo di fermare linflazione della Lira. Einaudi bas la sua politica deflazionistica sullinnalzamento del costo del denaro, allo scopo di ridurre la quantit di moneta circolante. Ci caus un calo degli investimenti innescando un ciclo recessivo: la disoccupazione divenne drammatica. Il governo abbandonando il programma economico della sinistra (profitti di guerra e riforma agraria), punt sugli aiuti americani previsti dal piano Marshall (1 miliardo e mezzo di dollari) che favorirono la ripresa industriale, ma non sanarono le problematiche di fondo. I salari restarono bassi, cos la domanda interna rimase scarsa, con effetti negativi sulla produzione dei beni di consumo.
Il sud continuava a restare indietro rispetto al nord: la riforma agraria non fu portata a termine e i pochi provvedimenti presi fallirono, creando un fenomeno di migrazione dal sud al nord.
Il movimento sindacale italiano usciva dunque dagli anni quaranta in condizioni di grande debolezza sia per le divisioni interne di per latteggiamento repressivo verso le manifestazioni dei lavoratori.