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Sintesi di

chemioterapici

struttura

simile al cloroamfenicolo

Tesi di laurea

presentata alla
Scuola Politecnica Federale in

Zurigo

per il

conseguimento

del

grado

di Dottore in Scienze Tecniche

da

Sergio

Contini

ing. chini, dipi. SPF da Magliaso (Ticino)

Relatore

Prof. Dr. J. Buchi

Correlatore

Prof. Dr. PI. A. Plattner

ZURIGO

1951

BUCHDRUCKEREI

NEUE

ZURCHER

ZEITUNG

pap,

mamma e
e

Benita

il frutto delle mie

loro fatiche

Il chiarissimo Maestro

Prof. Dr. J. Buchi


trovi in queste

gratitudine

per l'interesse

righe l'espressione della mia pi profonda e gli aiuti prodigatimi nel corso

del presente studio.

Al

caro

amico

Dr. R. Lieberherr

esprimo

pi vivi ringraziamenti

per i

consigli pratici.

Indice

A. Introduzione

B. Parte 1.

generale
Cenni storici Struttura chimica Sintesi
e

Capitolo a) b) e) d) e) f) g)
7

propriet

fisico-chimiche

....

biologica
in vitro

10
11 15 17

Sintesi totale

Propriet biologiche
Risultati clinici

Farmacologia
sintetici

19

2.

Capitolo
Studi
e

chemioterapici

sulla

molecola

del

cloro21

amfenicolo
3.

Capitolo
Piano di studio
39

C. Parte

sperimentale Preparazione
delle amine

41 41 41
49

I. Considerazioni teoriche
1.
2. Metodi di acilazione

IL Sintesi 1. 2.

49

Preparazione delle Preparazione degli


dei

amine esteri
e

49

cloruri

degli

acidi

....

53 57

3. Sintesi

derivati

4. Studi sulla molecola della fenilserina

64

III. Risultati delle ricerche sull'attivit antibatterica

....

66

D. Riassunto

70

A. Introduzione

La definizione di antibiotico risale all'epoca di Pasteur, il quale nel 1877 not che la crescita del bacillo della rabbia veniva in certo qual modo ritar data dalla presenza di certe particelle contenute nell'aria. A questo feno
meno

Pasteur diede il

nome

di Antibiosi. Basandosi
la

su

queste

osserva

zioni, credette di individuare


alcune infezioni. La crescita di
in

possibilit di

una

lotta efficace contro

una

serie di bacilli viene disturbata, almeno

vitro, dalla

presenza di altri fattori. Come

oggi

si

pu affermare, questo

produzione da parte di batteri antagonisti di sostanze aventi particolarit chimiche, fisiche e biologiche caratteristiche. Queste
Il
anno

fenomeno basato sulla


sostanze di sintesi

biologica

vengono denominate Antibiotici.


un

per l'uso pratico di in cui Emmerich e Loew tentarono la

primo esperimento

antibiotico risale al
e

1899,
della

terapia della rabbia

difterite mediante i prodotti di secrezione della Pseudomonas aeruginosa. Queste ricerche non portarono mai a risultati clinici positivi. Si possono quindi definire Pasteur e collaboratori fondatori della moderna chemio

terapia.
L'era degli antibiotici propriamente detti ha avuto inizio nel 1922. Fleming isol in quell'anno un fermento denominato Lysozym avente una grande attivit antibatterica. Nel 1924 Dath e Gratia descrivono l'actinomicetina, una sostanza con potere antibatterico prodotta da definiti ceppi di actinomiceti. Nel 1928 Fleming osserv per la prima volta, lavorando con colture di stafilococchi, la formazione di una sostanza che doveva in seguito risultare essere la penicillina. Nel 1931 Hetherington e Raistrick comunicano la scoperta della citrinina prodotta da una specie di penicillium, dotata di attivit antibatterica marcata contro batteri gramnegativi. Nel 1936 Weidling e Emerson citano la gliotossina, prodotta dal Tricodema ligrorum. Due anni dopo Anslow e Raistrick scoprono la fumigatina pro dotta dall'Aspergillus fumigatus ed avente una spiccata attivit contro batteri grampositivi. Efficace contro tali batteri pure la gramicidina scoperta da Dubos nel 1939, prodotta dal Bacillus brevis. Il nome di gramicidina viene in seguito mutato in tirotricina, essendosi dimostrata la gramicidina originale, miscuglio di due sostanze distinte: la gramicidina pura e la tirocidina. Nel 1940 Waksman e Woodruff scoprono la actinomicina A e B prodotte dallo Actinomyces antibioticus. Waksman comunica nel 1942 la scoperta della streptotricina, prodotta dall 'Actinomyces lavandulae. Nello stesso anno vengono continuate le ricerche sull'acido penicillico, gi scoperto nel 1913 &W Alsberg ; Florey e Jennings scoprono la patulina prodotta dal Penicillium claviforme e Waksman la fumigacina dall'Aspergillus fumigatus, lo stesso organismo dal quale venne isolata nel 1938 la fumigatina, in seguito la clavacina prodotta dall 'Aspergillus clavatus. Nel 1943 le ricerche di Withe
e

Hill portano alla identificazione del

l'acido

aspergillico

dallo

flavacina simile alla

Aspergillus flavus. Nello stesso anno si separa la penicillina, pur avendo maggior effetto su alcuni ceppi

grampositivi.
5

lina del 1944: la

grande scoperta nel campo degli antibiotici dopo la penicil streptomicina, isolata da Schatz, Bugie e Waksman dall'Actinomyces griseus. La flavacidina viene isolata da McKee, Rake e Houck dall'Aspergillus flavus. Nel 1947 Stansly e coli, portano a cono scenza la scoperta della polimicina e Ainsworth quella della aerosporina. La terza tappa si pu considerare cos terminata. Incomincia quella nuova dominata dalla cloromicetina, isolata da Ehrlich e Gottliei alla fine del 1947 da colture di Streptomyces venezuelae. Dello stesso anno la scoperta della nisina da colture di Streptococcus lactis da parte di Mattick e Hirsch. La serie continua colla gramicidina S, la notatina o penicillina B. Una pietra di grandissimo valore posata nel 1948 colla scoperta della aureomicina da parte di Duggar da colture di Streptomyces aureofaciens. Le im mense ricerche di questi ultimi anni portarono alla scoperta della borrelidina, citromicetina, terramicina, enniatina, griseina e neomicina per citare soltanto i pi notevoli. Il presente lavoro tocca uno dei capisaldi del complesso ed illimitato edificio iniziato nel 1922 ed assurto in pochi anni a altezze vertiginose: la
La seconda

cloromicetina

NHCOCHCL,

NO,/===\CHGH CH.OH
v y

OH

B. Parte Generale

1. CAPITOLO:

a) Cenni storici
Le
da

prime notizie riguardanti


terreno del Venezuela una
una

il cloroamfenicolo datano dal 1947

anno

in cui studiosi dell'universit di Yale


un

(SU)1
di

riuscirono

coltivare

isolare
su

specie
a

streptomicete,

le cui colture

agar mostravano

notevole attivit antibatterica contro diversi micro


a

organismi. Contemporaneamente
versit di Illinois2 riuscirono

isolare da

queste ricerche altri studiosi dell'uni un terreno dell'Urbana una

specie di actinomicete capace di produrre un antibiotico, avente particola rit simili a quelle del prodotto ottenuto dagli studiosi della Parke-Davis. Studi posteriori hanno dimostrato l'identit dei due prodotti. L'organismo produttore del nuovo antibiotico venne denominato Streptomyces venezuelae. Dal liquore delle colture madri si ottenne, per estrazione, una sostanza cristallina uniforme, avente le stesse caratteristiche antibatteriche gi riscontrate nelle colture. Al nuovo antibiotico venne dato il nome di
cloroamfenicolo. Le ricerche condotte dalla Parke-Davis per la caratterizza zione chimica e fisica del nuovo composto, portarono in tempo primato alla

identificazione certa e assoluta della formula di struttura.3 Due anni dopo la scoperta di Ehrlich e coli.1 entrava in funzione negli Stati Uniti la prima fabbrica per la produzione industriale del cloroamfenicolo. Le ricerche chi
miche continuate ininterrottamente fruttarono nuove vie di sintesi pi spiccie e meno costose. La presenza nella molecola del cloroamfenicolo di

quattro gruppi funzionali apriva al chimico


innumerevoli

una

immensa

zona

di studio

con

possibilit di variazione. Il miraggio di nuovi prodotti pi efficaci del cloroamfenicolo spingeva i vari ricercatori in una febbrile lotta al primato. Le recentissime pubblicazioni su isomeri ed analoghi vanno vieppi confermando la stretta ed indivisibile specificit dei quattro gruppi funzionali citati. Tra la centuria di derivati sinora sintetizzati, si annovera soltanto un caso di maggiore attivit antibatterica rispetto alla sostanza madre. Tale attivit tuttavia ristretta ad un unico ceppo di germi. Le in dagini in vitro ed in vivo sul cloroamfenicolo hanno dato dei risultati cos
notevoli da permettere di annoverare, senza tema, questo nuovo antibiotico fra le maggiori scoperte degli ultimi anni nella chimica organica.

b) Struttura chimica
Il cloroamfenicolo
una

propriet

fisico-chimiche

sostanza cristallina incolore

p. f.

149,7
e

150,7.
siede
i

E'

otticamente attivo

(a) =25,5

in acetato di etile

pos

una

propriet fisica caratteristica:

lo spettro di assorbimento nel-

2 s

Ehrlioh, Bartz e Smith, Science 106, 417 (1947). Carter, Gottlieb e Anderson, Science 107, 113 (1948). Rebstock, Crooks, Controulis e Bartz, 3. am. chem. Soc. 71, 2460 (1949).
7

l'ultravioletto presenta un massimo a 2780 A (E}0^ 298). Nei filtrati mantiene la propria attivit per 24 ore da un dei liquidi culturali a 25 pH 0,4 ad un pH 9,56, mentre che ad un pH 10,82 viene inattivato per
=

l'87

%.

anzi assai alcool

E' solubile in acqua, glicole propilenico al 70 % e puro, meglio, in vari solventi organici quali l'acetone, etere

inoltre, etilico,

invece in benzolo

metilico, etilico, butilico, acetato di amile, acetato di etile; insolubile e etere di petrolio. Il peso molecolare di 310 g stato determinato col metodo crioscopico della canfora. Il cloroamfenicolo si dimostrato essere un corpo neutro contenente C, H, N e cloro non ioniz zato. Rebstock e coli.3 pervennero dopo accurati studi sullo spettro di assor bimento nell'ultravioletto, alla conclusione che la molecola consiste in un derivato del nitrobenzolo con una catena alif atiea in posizione para. Poich non si era mai riscontrato in prodotti di sintesi biologica la presenza di un gruppo nitrico si dovette procedere con cautela. Il prodotto di riduzione mostr una curva di assorbimento uguale, se non identica, a quella della p-toluidina. Le prove con idrato ferroso svelarono la presenza di un gruppo
nitrico ossidato. Ci si trov di fronte ad autori citati riuscirono
a

un

derivato del nitrobenzolo. Gli

dimostrare la presenza di due

gruppi ossidrilici.

Per idrolisi sia acida che alcalina si ottennero l'acido dicloroacetico ed


un

mente

prodotto bianco cristallino, otticamente attivo, da cui si ottenne facil un cloridrato cristallino. Il carattere basico del prodotto di idrolisi

dovuto alla presenza di un gruppo aminico primario che pu essere deter minato col metodo di Van Slyke. La stessa prova eseguita sul cloroamfeni

colo diede invece risultato


da
una

negativo.

Il cloro presente

non

viene attaccato

soluzione di nitrato di argento al 3 %, n a temperatura ambiente n alla ebollizione. Il cloroamfenicolo non viene attaccato dall'acido perio valenti di acido. I

dico, il prodotto di idrolisi invece consuma per grammomolecola due equi prodotti di degradazione : p-nitrobenzaldeide, ammoniaca,
e

formaldeide amfenicolo

acido formico mostrano chiaramente la struttura del cloro

NHL

N02<f

V-CH CHCHjOH
OH

HI04

N02<T

V-CHO + NH, +
+ HCHO +

(HCOOH)

La formula di costituzione coincide colla formula bruta stabilita dal l'analisi percentuale ed stata confermata dalla sintesi totale:

NHCOCHCl2

OH

carbonio asimmetrici

L'attivit ottica traspare chiaramente dalla presenza di due atomi di non equivalenti. Sono quindi possibili quattro forme
:

steriche

NO,

HeOH

I
HCNHR RHNCH
RHNCH

CRjOH

CH2OH
R
=

CH2OH
COCHCL

Dal punto di vista stereochimico il cloroamfenicolo si appartenente alla serie dell'efedrina:

pu considerare

la

quale possiede

pure due centri asimmetrici. Le

quattro forme possibili

sono:

HCOH

HOCH

I HgCHNCH
CHg
(+)V

I HCNHCHj
CHg
(-)-V

propriet chimiche dell'antibiotico, cio la sua stabilit nell'idrolisi e acetilazione, come pure il valore assoluto del potere rotatorio, lo rotatorio del pongono nella serie pseudo pi stabile; dal segno del potere cloroamfenicolo, da quello della base che si forma nell'idrolisi e del rispet tivo cloridrato, si deduce che l'antibiotico un derivato della ()-/'-efe drina. Il cloroamfenicolo per analogia si pu quindi definire :
Le

nella

()-^-l-p-nitrofenil-2-dicloroacetamido-l,3-propandiolo.
9

Osservando che la
catena

uguale

disposizione spaziale degli atomi di carbonio nella quella del d-treosio, ci si pu riferire al sistema stereochie

mico

degli

zuccheri

definire il cloroamfenicolo

d- ()

-treo-1-p-nitrofenil-2-dicloroacetamido-l,3-propandiolo.
NHCOCHCL
H

OH

NO,<
2

>CHCHCH.OH
2

V^

!
OH

h/

}CCCCH.OH
|
OHH

d-treosio

c) Sintesi biologica:
streptomicete che produce il cloroamfenicolo molto simile allo Streptomyees lavandulae produttore della streptotricina, diverso per le sue caratteristiche morfologiche fisiologiche da tutti quelli finora noti. Per questo nuovo ceppo stato proposto il nome di Streptomyces venezuelae.
Lo
Isolato per la

prima volta da Burkholder


sebbene

*> *5

da

un

terreno di Caracas

contemporaneamente,
ottenere buone
rese
e

indipendentemente,
sono

da

Gottlieb
sono

2>6

da

un

terreno di Urbana. Le condizioni di cultura mentate da Smith

estremamente delicate per

di antibiotico. Le condizioni

migliori

state

speri

coli.5

da Gottlieb
a

coli? Autori italiani7 confermano

la delicatezza del processo in base

studi

propri.

biologica stato ideato da studiosi della Parke-Davis.s Originariamente doveva servire alla produzione di strepto micina. Nel 1948 lo si adatt al nuovo processo. Tutte le operazioni inerenti la
L'impianto
usato per la sintesi

viene usata
mediante
a

fermentazione vengono eseguite rigorosamente asettiche. L'acqua potabile che come solvente dopo essere stata deionizzata viene conservata in

recipienti di alluminio. L'aria che circola nell'impianto viene purificata un filtro elettrostatico. La fermentazione propriamente detta ha
inizio in serbatoi di 250 litri. Il
10 .
mezzo

nutritivo viene caricato

raffreddato

speciali accorgimenti che assicurano la sterilit del processo, si lascia che la fermentazione si sviluppi per 24 ore, dopo di che si pompa con aria compressa il liquido in caldaie di 2000 litri. Appena la fermentazione in una di queste caldaie raggiunge Dopo
aver con

inoculato mediante

siringa

un

limite, la coltura viene inviata mediante aria compressa in una gi riempita di soluzione nutritiva. Dopo 24 ore il contenuto della caldaia viene inviato in serbatoi di 20 000 litri dove dopo 72 ore la fermencerto

caldaia

s i s

Ehrlich, Gottlieb, Burkholder, Anderson e Pridham, J. Bact. 56, 467 (1948). Smith, Jostyn, Gruhzit, McLean, Penner e Ehrlich, J. Bact. 55, 425 (1948). QottUb, Bhattaoaraya, Anderson e Carter, J. Bact. 55, 409 (1948). Pauletta e Defranceschi, Il farmaco 4, 700 (1949).
Chemical

Engineering,

ottobre

Schweiz. Pat. 267 223 Parke-Davis

1949, 110. (1950).

10

tazione pu munito di

Ogni recipiente di fermentazione serpentini che permette, in caso di formazione di schiuma, di immettere nella soluzione antischiumeggianti. A fermen tazione ultimata il liquido viene filtrato con filtropresse. Si ottiene in tal modo una soluzione acquosa di cloroamfenicolo priva di micelio. Si prosegue quindi la lavorazione estraendo il liquido in controcorrente con acetato di amile. Un controllo meticoloso dell'acidit reso superfluo dalla grande
essere
un

considerata terminata.
a

impianto

di soluzione

stabilit del cloroamfenicolo nelle colture. Per la estrazione di 20 000 litri occorrono 4000 litri di acetato di amile che vengono in seguito

ricuperati.
35 ed

La soluzione

di

acetato

concentratore di acciaio inossidabile che ad


a una

pressione di 0,3 mm una lavorazione, che consiste in 180 litri di soluzione concentrata, viene purificata mediante acido solforico, bicarbonato sodico ed infine con acqua deionizzata. Dopo concentrazione a 910 litri si lascia riposare per 8 ore a 5 per completare la cristallizzazione. Il prodotto
amile. Il residuo di

d'amile viene quindi inviata in un una temperatura inferiore ai permette l'evaporazione dell'acetato di

cristallino viene sciolto in acqua e trattato con carbone assorbente. Per raffreddamento si ottiene un prodotto puro, che seccato nel vuoto, costi

tuisce il prodotto commerciale.

d) Sintesi totale :
prodotto ottenuto per via sintetica possiede le stesse particolarit chimiche, fisiche e biologiche riscontrate nel prodotto ottenuto per via bio logica. Sono noti tre metodi di sintesi che pi o meno permettono una pro
Il

dell'antibiotico. E' opportuno ricordare che il clo e finora l'unico antibiotico di cui sia riuscita la sintesi totale e la produzione per questa via su scala industriale. I chimici sono stati aiutati in questa realizzazione dalla stabilit del cloroamfenicolo
duzione
su

vasta scala

roamfenicolo il

primo

dalla formula di struttura relativamente

semplice. Il lavoro compiuto

non

deve per essere sminuito da questa apparente semplicit. Se si considera infatti la molecola del cloroamfenicolo si osserva che, su uno scheletro di nove atomi di carbonio della base libera sono presenti quattro gruppi fun
zionali. La presenza di due atomi di carbonio asimmetrici ardua la sintesi, in quanto occorse innanzitutto individuare
che si formano nelle reazioni
e

rese ancora pi gli stereoisomeri studiare in seguito le possibilit di separa

zione

degli stessi,

ci che

non

fu sempre facile.

1." metodo:

Questo procedimento
sazione di benzaldeide

stato elaborato da Controulis


con

coli." Per conden

jS-nitroetanolo in presenza di metilato di sodio, si ottiene l'l-fenil-2-nitro-l,3-propandiolo (I) che viene ridotto cataliticamente con ossido di palladio a l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo (II).

Controulis, Eebstoclc

Croolcs, Am. Soc. 71, 2463 (1949).

11

N02
CHO +

CH2CR.OH

<.

yCH(OH)CH(N02)CHjOH
(I)

CH(OH)CH(NH2)CH2OH

>

^CH(OH)CHC^OCOCHj
NHCOCH3 (IH)

v.

/>CHCH CHjOCOCHg
OCOCHg
(IV)

N02<,

J^CHCHCHjOCOCH,,
OCOCHj
(V)

NHCOCH8

NHCOCHg

NH,

N02<

V- CHCHCtLOH
OH

N02\

V-CHCHCHjOH
OH

NH,

(VI)

|
OH

(vn)
NHCOCHCi,

N02/"""V-CHCHCHjOH
(Vili)

La miscela dei racemati delle forme treo ed eritro viene sottoposta

cristallizzazione frazionata, per cui si ottiene una separazione delle due forme. La forma treo viene purificata per trasformazione in N-O-diacetilderivato

(III).

Per ulteriore acetilazione si ottiene il triacetilderivato

(IV)

che viene nitrato mediante miscela nitrica. Si ottiene il triacetilderivato

deird,l-treo-l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo (V) che per idrolisi d la base libera (VI). Il racemato viene scomposto negli antipodi ottici
mediante cristallizzazione frazionata del sale ottenuto
con

l'acido d-canfo-

solfonico; quest'ultimo viene in seguito idrolizzato ottenendo in tal modo la base libera d()-treo che fatta reagire con dicloroacetato di etile d il cloroamfenicolo levogiro (Vili).
2." metodo:

Elaborato da

Long

Troutman

,0

permette

una

produzione

su

vasta

scala. Come prodotto di partenza usa il cloruro dell'acido p-nitrobenzoico che viene condensato coll'estere dietilico dello acido malonico.
1

Long

Troutman, Am. Soc.71; 2473 (1949).

12

-COCHj
(I)
->NO< <,

>-

N02<C

V-COCH2Br
(II)

^^COCH2-[(GH2)8N,]Br
(III)

N02-^(

V-COCH^NH^
(IV)

HC1

-NO,-^

V-COCH2NHCOCH3

NO,.

CO-CH-CH2OH
NHCOCH^

NHCOCHCI2
2^

jrCHCHCRjOH
OH

Dopo saponificazione e decarbossilazione si ottiene il p-nitroacetofenone (I) dal quale per bromurazione si arriva al p-nitro-w-bromoacetofenone (II) che viene fatto reagire con esametilentetramina ottenendo il rispettivo sale (III). Per idrolisi acida si ha il cloridrato del p-nitro-a-aminoacetof enone (IV) dal quale si ottiene il p-nitro-a-acetamidoacetofenone (V) per acilazione con anidride acetica. Questo prodotto condensato con aldeide formica d il p-nitro-P-ossi-a-acetamidopropiofenone (VI). Per riduzione con isopropilato di alluminio si ha con buone rese il, d,l-treo-l-p-nitrofenil-2acetamido-l,3-propandiolo (VII) accanto a piccole quantit di racemato d,l-eritro. Per idrolisi si ottiene il d,l-treo-l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo (VIII). Mediante condensazione con acido d-canfosolfonico e cristallizzazione frazionata si separano gli antipodi ottici. La base d()treo condensata con dicloroacetato di metile d il cloroamfenicolo (IX).
3." metodo:

Questo metodo elaborato da autori italiani nel 1949 "ia, riduce sensibil passaggi di preparazione nei confronti delle due sintesi precedenti. Recentemente autori svizzeri1S hanno comunicato di aver eseguita indipenmente i
12

13

Carrara e Weitnauer, G. 79, 856 (1949). Alberti, Asero, Camerino, Vercellone, Chimica ed Industria 31, 169 (1949). Vogler, Helv. 33, 2111 (1950).

13

dentemente
al brevetto.

dagli

autori italiani la stessa sintesi che stata annunciata

con

Quale prodotto di partenza serve la benzaldeide che viene condensata glicocolla dando la fenilserina (I).
Ntt,
CHO +

NH
CHCHCOOH

CH,COOH

i
(I)

NH,
-CHCHCOOR
<.

NH

;>CHCHCH2OH

A
(II)
NHCOCH

(HI)

NHCOCHj
*

CHCHCHjOCOCHj

N02/

V-CHCHCHjOCOCH,,
OCOCHj
(V)

COCH,
(IV)
NH

HC1

NH

.N02/

Y-CHCHCH^OH
OH
OH

(VI)

(VII)

Esterificando in soluzione alcoolica


con

con

acido cloridrico gasoso si ottiene

che viene sottoposto a riduzione con idruro di litio ed alluminio ottenendo in tal modo il fenilserinolo (III). Per acerese

buone

l'estere

(II)

tilazione

che viene nitrato

anidride acetica si arriva al triacetilderivato (IV) (V). L'idrolisi acida permette di ottenere il cloridrato del d,l-treo-l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo (VI). Con etilato di sodio si libera la base cristallina (VII) che condensata
con
e con

piridina

acido nitrico fumante

con

dicloroacetato di metile d il cloroamfenicolo racemico.


E
'

interessante notare che usando questa sintesi

non occorra

la separa

degli isomeri treo ed eritro, in quanto che dalla reazione di benzal deide con glicocolla secondo Erlenmeyer u e Rosenmund15, come pure col metodo indicato da un brevetto tedesco16, si ottiene quasi quantitativamente la forma treo desiderata. Questa ipotesi accettata dagli autori italiani venne
zione

"

Erlenmeyer e Frtihstck, Ann. 284, 36 (1894). Bosenmund, Ber. 52, 1734 (1919). DRP. 632 424 (1935) Gesellschaft fur Kohletechnik

MBE.

14

recentemente

dimostrata.

In

base ad

uno

studio

approfondito Vogler13

arriva alla conclusione precisa che nel ottiene l'isomero di forma treo.

caso

della sintesi di Erlenmeyer si

e) Propriet biologiche in vitro :


Gli studi in vitro riguardanti l'attivit del cloroamfenicolo su germi patogeni hanno assunto una tale proporzione da rendere quasi impossibile una esatta riproduzione dei risultati sinora raggiunti. Noi citeremo alcune tra le principali pubblicazioni a tale riguardo, allo scopo di chiarire, ac canto ai problemi chimici del cloroamfenicolo, gli interessantissimi risultati raggiunti nel campo biologico.
e coli." dimostrarono la particolare attivit del cloroamfenicolo seguenti organismi : Aerobacter aerogenes, Bacillus subtilis, Staphylococcus aureus, Agrobacter tumefaciens, Streptococcus faecalis, Streptococcus lactis, Streptococcus haemolyticus, Brucella abortus, Salmonella schottmuelleri, Shigella paradysenteriae.

Gottlieb

sui

e coli.1 hanno paragonato il cloroamfenicolo su base ponderale, streptomicina sulla attivit contro il micobatterio tubercolare. L'atti vit di quest'ultima 10 volte superiore a quella del cloroamfenicolo. Nel caso dello Staphylococcus aureus il rapporto di 2:1. Sulle specie gramnegative il cloroamfenicolo si dimostrato da 2 a 16 volte pi attivo. Con frontato colla penicillina 736 volte pi attivo contro ceppi gramnegativi : possiede 1/50 della attivit rispetto allo Staphylococcus aureus. E con

Ehrlich

alla

'

siderevolmente attivo contro la Borrelia recurrentis.


Youmans
e

Osborne

"

bacillo della tubercolosi. La


poca

hanno comprati studi col cloroamfenicolo sul sua attivit contro bacilli umani virulenti di

con quella della strepto p-aminosalicilico (PAS). La maggior parte dei 19 ceppi studiati vennero inibiti nella crescita da quantit che variano da 6,3 a 4,4) in presenza di siero. L'attivit tubercolostatica della 12,5 v/ccm (W e del PAS non sub alcun influsso in seguito ad aggiunta di streptomicina cloroamfenicolo. Uno studio approfondito sulla attivit del cloroamfenicolo 1S che indaga pure contro l'Escherichia coli stato eseguito da Benigno l'influsso di questo ceppo sul grado di attivit antibatterica dell 'antibiotico parallelamente alla formazione di prodotti di riduzione. McLean e coli.1" riportano dati sulla sensibilit in vitro di oltre 200 ceppi rappresentanti 25 generi di batteri. Sono state osservate considerevoli variazioni di sensi bilit, sia tra i generi che tra le specie e persino tra stipiti diversi di una stessa specie. Con le tecniche impiegate sono stati trovati sensibili a con centrazioni di 10 v/ccm o meno, indicanti possibili applicazioni cliniche, 21 generi tra cui: Aerobacter (2/2), Bacillus (6/6), Brucella (7/7), Corynebacterium (3/3), Diplococcus (3/3), Escherichia (11/11), Haemophylus

importanza, quando la si voglia confrontare


e

micina

dell'acido
=

"

is
i

Youmans e Osborne, Proe. Soc. Exp. Biol. Med. 67, 426 (1948). Benigno, Il farmaco 5, 254 (1950). McLean, Schwab, Hillegas e Schlingman, J. Clin. Invest. 28, 953 (1949).

15

(7/7), Klebsiella (11/12), Micrococcus (19/19), Neisseria (4/4), Pasteurella (8/8), Proteus (8/10), Pseudomonas (1/19), Salmonella (37/37), Sarcina (3/3), Shigella (16/16), Streptococcus (8/8), Vibrio (1/1). I numeri tra parentesi indicano i rapporti ceppi sensibili/ceppi provati. Tra i 40 ceppi di funghi sperimentati solo due actinomiceti si dimostrarono sensibili: Actinomyces bovis (5 y/ccm) e Nocardia asteroides (20 y/ccm). Tra le spi rochete ed i protozoi (7 ceppi saggiati in vitro) solo la Borrelia recurrentis si dimostr sensibile (2,5 y/ccm). Seligmann e Wassermann20 presero in esame le salmonelle : mentre la maggior parte di ceppi di Pseudomonas aeruginosa ed anche qualche ceppo del gruppo del coli presentavano solo una modesta sensibilit, tra 23 ceppi di salmonelle prese in esame 19 erano sensibili a 2 y/ccm. Gauld e coli.11 dimostrarono la sensibilit in vitro del Vibrio comma (5 y/ccm). Bumball e coli.22 trovarono molto sensibile al cloroamfenicolo (2,5 y/ccm) un ceppo di Salmonella typhi isolato da un portatore sano. Yow e Spink23 in vista
della inefficacia del trattamento di casi clinici di brucellosi
con

strepto

micina associata
al

sulf adiazina,

a causa

del
un

rapido insorgere della resistenza


vasto
sua

studio sull'efficacia del azione in vitro. Sono stati studiati 25 stipiti di Brucella: 14 abortus, 10 melitensis e 1 suis. La loro sensibilit stata trovata aggirarsi tra i limiti di 1,566,25 y/ccm. Alexander e coll.2i hanno studiato i rapporti di attivit del cloroamfenicolo,

primo antibiotico, hanno iniziato

cloroamfenicolo iniziando coll'analisi della

polimixina,

aureomicina

su

si dimostrata insufficente

come

agenti casuali contro i quali la streptomicina rimedio terapeutico pratico.


sono

I risultati di queste ricerche

raccolti nella seguente tabella:

Inibizione in

y/ncm

Ceppi Streptomicina
Polimixina B Cloromicetina Aureomicina

Bacillus influenzae

13 3

0,3
15

1 1

0,51
3 5<25 35 525 3

Baeillus

pertussis

Escherichia coli

7,525
25 25200

0,53
1
15

5<25 310
5

Shigella
Salmonella

Salmonella

typhosa

2575 100200 >25

0,5
13
5

35 >100 3

Pseudomonas Bacillus

aeruginosa

50
5<10

parapertussis

20
21 22

24

Seligmann e Wassermann, Proc. Soc. Exp. Biol. Med. 71, 253 (1949). Gauld, Schlingman, Jakson, Manning e Batson, J. Bact. 57, 349 (1949). Simboli e Moore, Brit. Med. J. 4612, 943 (1949). Yow e Spink, J. Clin. Invest. 28, 871 (1949). Alexander, Leidy e Sedman, J. Clin. Invest. 28, 867 (1949).

16

Mentre i risultati ottenuti contro batteri in prove di efficacia in vitro

coincidono coi dati ottenuti in vivo, per le infezioni da virus alcuni protozoi tali dati costituiscono un fatto nuovo perch,

rickettsie

come

noto,

questi ultimi

non sono

coltivabili artificialmente.25

Azione contro virus: L'efficacia del trattamento di embrioni di

pollo

topi infettati con rickettsie mediante cloroamfenicolo stata dimostrata da Smith e coli?, Smadel e coll.n e da Smadel, Jackson e Cruise." Sia gli esperimenti condotti su embrione di pollo come quelli su topi o cavie hanno
dimostrato brione di
un

evidente effetto rickettsiostatico del cloroamfenicolo. E' in


e

teressante notare che mentre Smadel

Jackson26

McLean

coli.1" nell 'em

pollo hanno ottenuto dei risultati negativi, risultati incoraggianti mediante forti dosi nel topo.
Smadel
con

hanno potuto ottenere

e coli.2" hanno paragonato l'effetto del cloroamf enicolo naturale quello sintetico su embrioni di pollo infettati con cinque specie diverse di rickettsie e con gli agenti della psittacosi e del Linfogranuloma venereo.

I risultati furono identici anche in base ad

una severa

statistica.

Azione

su

batteri

protozoi:

Seligman e Wassermann2' hanno trattato con cloroamfenicolo per via e parenterale topi infettati con Salmonella typhimurium trovando che l'antibiotico capace di prolungare in modo significativo il tempo di soprav vivenza degli animali infettati senza riuscire per a guarirli tutti completa mente. Anche dopo il trattamento per, il ceppo isolato conservava la stessa sensibilit che aveva all'origine. Nel topo infettato col Mycobacterium tuberculosis, il cloroamfenicolo si dimostrato a Youmans et coli.11 pratica
orale somministrato per via sottocutanea, mentre se sommini quantit variabili fra 0,25 e 0,5 % possedeva una certa attivit tubercolostatica. Gould e coli.21 hanno dimostrato in base ad una estesa casistica l'attivit positiva del cloroamfenicolo nella terapia dei topi
mente inattivo
se

strato colla dieta in

infettati

sperimentalmente

col bacillo del colera.

f) Risultati clinici:
Dopo le brevi citazioni sull'attivit del cloroamfenicolo in vitro e su terapia sperimentale di infezioni da virus e batteri, ci sembra opportuno descrivere brevemente i risultati delle diverse applicazioni cliniche del cloroamfenicolo. Anche in questo settore la lette ratura ha assunto tali proporzioni da rendere quasi impossibile una rappre
alcuni risultati ottenuti nella

sentazione chiara

Noi ci limiteremo ad esporre concisamente accessibili anche al profano.

sistematica dei risultati ottenuti nelle diverse cliniche. quei casi comuni o perlomeno
e

Febbre

tifoide:

Woodward

coli.2' descrivono i risultati

raggiunti nel
In

trattamento di tifo endemico in Malesia mediante il cloroamfenicolo.


25
26

27
28 2

Pauletta, Defranceschi e Weiss, Il farmaco 4, 711 (1949). Smadel e Jackson, Science 106, 418 (1947). Smadel, Jackson e Cruise, J. Immunol. 62, 49 (1949). Smadel, Jackson e Lewthwaite, Proc. Soc. Exp. Biol. Med. 70, Woodward, Smadel, Ley, Green e MankVkar, An. Int. Med. 29,

191 131

(1949). (1948).
17

quasi tutti i casi si raggiunse un sensibile miglioramento gi dopo tre giorni dall'inizio della terapia. Gli autori elevano il cloroamfenicolo a chemioterapico specifico nella cura della febbre tifoide. Lo stesso Wood ward comunica di aver trattato un'altra serie di pazienti con risultati altrettanto brillanti. Infinite sono le pubblicazioni riguardanti questa terapia. Gli autori giungono pi o meno sempre alla stessa conclusione. Uno studio particolarmente interessante stato eseguito in Italia durante una epidemia di tifo causato dall'Eberthella typhosa." In uno studio com parativo sulla attivit antibiotica del cloroamfenicolo racemico e levogiro in 139 soggetti, gli autori hanno constatato una attivit del prodotto race mico uguale, se non maggiore, di quella della modificazione levogira. E' interessante notare che nei casi di recidiva, una ripresa della cura, porta sempre alla guarigione completa. Recentemente Stryker** cita un caso in cui si raggiunse una guarigione apparente. Infatti dopo aver raggiunto uno stato normale si not nel paziente una riapparsa brusca di bacilli, senza
che si potesse individuare il focolaio di infezione.

Infezioni delle vie urinarie


ziosamente.33S4-35

da bacilli

cocchi; L'attivit del cloroamfe

nicolo nelle infezioni delle vie urinarie stata

In considerazione dei risultati

ratorio nel trattamento

sperimentata alquanto minu positivi raggiunti in labo della flora batterica del colon col cloroamfenicolo,

si ritenne opportuno saggiare il preparato anche clinicamente. A 50 pazienti affetti da diverse forme di infezione sono stati somministrati 23 g di bacilli dalle urine

giornalmente. In tutti i casi si pot osservare la scomparsa di gi dopo 13 giorni. E' notevole il fatto che infezioni da Escherichia coli, Aerobacter aerogenes, Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella pneumoniae, Salmonella schottmuelleri e Proteus vulgaris nella serie di malati citati rispondano perfettamente alla terapia del cloro
antibiotico

amfenicolo.

primissimi tentativi in tal senso sono stati fatti per il epidemia di tifo esantematico a Puerto Acosta in Bolivia nel 1947. Payne e coll.u ottennero in 22 pazienti con somministra zione orale o endovenosa la remissione completa dei sintomi entro tre giorni anche in casi gravissimi. Favorevole esito ebbero pure i casi trattati al Mes sico da Smadel et coli." In base ai successi ottenuti in questa affezione, sostenuta dalla Rickettsia mooseri (tifo endemico) fu tosto tentato l'im piego del cloroamfenicolo in una malattia affine, il tsutsugamushi, malat tia febbrile propria delle regioni tropicali dell'arcipelago nipponico. Risul tati incoraggianti sono stati comunicati da Smodel. Con esito favorevole
trattamento

Rickettsiosi: I
di

una

pure stata trattata la febbre esantematica


a 'i sa a si ss
so

fivre boutonneuse del

37

ss

Woodward, An. Int. Med. 31, 53 (1949). Cantalamessa, Paolillo, Marsilio e Salzano, Bass. Medica IV, 51 (1950). Strylcer, New England J. Med. 242, 782 (1950). Chittenden, Glazko e Schlingman, J. Clin. Invest. 28, 1052 (1949). Chittenden, Sharp, Von der Eeide, Bratton e Glazko, J. Urol. 62, 771 (1949). Garvey, Cline e Meads, South. M. J. 43, 85 (1950). Payne, Sharp e Enaudt, Trans. E. Soe. Trop. Med. Hyg. 42, 163 (1948). Smadel, Leon, Ley e Varela, Proc. Soc. Exp. Biol. Med. 68, 12 (1948). Smadel, Traub, Ley, Philip e Woodward, Am. J. Hyg. 50, 75 (1949).

18

bacino mediterraneo da Jaribon. Una rickettsiosi assai diffusa in America, denominata febbre purpurica delle Montagne rocciose, si dimostrata al quanto sensibile al cloroamfenicolo.40
Brucellosi: Infezioni sostenute da Brucella
sono

state curate

con

successo

da Woodward

29>so e

suis, abortus e melitensis da Walley e Cooper.*1


sono

Gli effetti curativi riscontrati nel trattamento col cloroamfenicolo

quelli di ogni altra terapia tentata nelle brucellosi, compresa l'associazione streptomicina-sulfamidici. In particolare le forme di brucel losi con carattere di acuzie rispondono in modo notevole al cloroamfenicolo,
superiori
a

che da ritenersi il trattamento di scelta.42


Altre

infezioni: Qualche

caso

di

polmonite atipica primaria ha risposto

al trattamento col cloroamfenicolo.80'43

Lymphogranuloma venereum: Questo linfogranuloma infettivo che at gli organi genitali viene presumibilmente causato da un virus avente un corpuscolo intracellulare determinabile. Dosi di cloroamfenicolo di 3 g ogni otto ore per 14 giorni portarono alla guarigione clinica. Il corpuscolo intracellulare era per sempre reperibile nei tessuti. Questa terapia port alla guarigione di casi resistenti ad altri chemioterapici.44 Granuloma inguinale: Questa malattia che viene generalmente classifi cata quale venerea sebbene non venga diffusa per via sessuale si manifesta
tacca
con

ulcerazioni. E
'

'

stato dimostrato che dosi di cloroamfenicolo di 2040 g

portano alla

guarigione di lesioni aventi una estensione di 70 cm2.45>46 Sifilide: E ormai assodato che la Spirochaeta pallida risponde al cloro

amfenicolo;
tie
veneree

quindi possibile che l'uso di questo antibiotico


una

in altre malat
reso

mascheri

eventuale sifilide. Bomanski

coli." hanno

esperimenti su 24 soggetti. Robinson e coli?8 giungono alla conclusione: Chloromycetin is effective in healing the lesions of primary and secondary syphilis.
noti i risultati di

g) Farmacologia :4>
Uno studio completo sulla tossicit del farmaco stato eseguito da e cli? in via preliminare e poi ripreso ed esteso da McLean." Nel
e

Smith

topo, per via endovenosa, la DL50 stata calcolata per differenti prepara
zioni differenti veicoli

peritoneale ed orale
orale la
s *>

245,0, 109,5, 195,4 e 202,6 mg/kg. Per via intra2460 mg/kg rispettivamente. Nel cane per via somministrazione cronica di dosi da 10200 mg/kg al giorno cos
a

1320

*>
47

Janbon, Presse Med. 1949, 70, 1026. Pinkoffs, Guy, Lister e Woodward, An. Int. Med. 29, 656 (1948). Walley e Cooper, Brit. Med. J. 1949, 265, 4621. Long, Chandler, Bliss, Bryer e Schoribach, J. Am. Med. A. 141, 315 (1949). Hewitt e Williams, New England J. Med. 242, 119 (1950). Greenblatt, W'ammode, Dienst e West, J. Med. Ass. Georgia 38, 308 (1949). Dienst, Chen e Greenblatt, Urol. & Cutan. Eev. 53, 537 (1949). Greenblatt, Wammock, Dienst e West, J. Med. Ass. Georgia 38, 206 (1949). Bomanski, Olanshi, Taggart e Bobin, Science 110, 639 (1949). Bobinson, Fox e Duvall, Am. J. Syph. Gonor. & Ven. Dis. 33, 509 (1949). Pauletta, DefrancescM e Weiss, Il farmaco 4, 712 (1949).

19

quelle di 12,52550 mg/kg per via endovenosa non causano alcun effetto tossico. La pressione e la respirazione restavano inalterate. Scarse le reazioni gastrointestinali; assenti disturbi ai riflessi somatici, oculari e alle
come

funzioni uditive. Le

propriet farmacologiche del prodotto sintetico si

sono

dimostrate identiche a quelle del prodotto ottenuto per via biologica. Nessun effetto tossico attribuibile al cloroamfenicolo mai stato notato nei casi clinici riferiti in letteratura. E stato riferito un caso in cui sono stati
'

somministrati fino a 50 g in dosi ripetute ininterrottamente senza reazioni tossiche od allergiche di sorta. Ley e coli.50 hanno potuto somministrare per
via orale il cloroamfenicolo
a volontari, senza osservare alcun segno n ogget soggettivo di intolleranza. Assorbimento, distribuzione, inattivazione ed eliminazione: Studi a tale riguardo sono stati eseguiti da diversi autori americani.6-so- "62-63 I risul

tivo n

tati di queste ricerche

sono

stati riassunti da autori italianiM in


a

un

riassunto
in

alquanto dimostrativo. Noi ci limiteremo poche righe l'essenziale.


orale ci
e

sfiorare il

problema rendendo

Nell'uomo l'acme della concentrazione ematica dopo somministrazione raggiunto dopo 2-4 ore ritornando poi normale nelle 22 ore. Non

sono differenze molto notevoli tra i dati forniti dal dosaggio biologico quelli col dosaggio chimico. Quest'ultimo d dei risultati lievemente supe riori; ci significa che nel sangue circolante la maggior parte dei nitrocomposti sono presenti sotto forma di cloroamfenicolo attivo. La concentra zione massima raggiunta in seguito a somministrazione orale proporzio nale alla dose impiegata, con un valore medio di 17 y/ccm per la dose

iniziale di 1 g. Nelle 24
si
sostanza

ore

dalla somministrazione orale del cloroamfenicolo

% della dose somministrata come attiva, determinata col metodo biologico, mentre che col metodo chimico se ne ritrova circa il 90 %. Resta cos dimostrato che la maggior parte della droga eliminata sotto forma di nitrocomposti derivati inattivi che non sono dosabili col metodo biologico. La velocit di eliminazione proporzionale alla concentrazione ematica raggiunta. Nelle feci raccolte fino a 50 ore dopo la somministrazione si ritrova circa l'I % della base come nitrocomposti e arilamine. Per quel che riguarda la distribuzione viscerale sulla base di esperimenti su animali, si dovrebbe concludere che le pi alte concentrazioni si ottengono nel rene, nel fegato, con livelli decrescenti nel polmone, milza, cuore, muscolatura schelettrica e cervello. Secondo Boss
ritrova nelle urine soltanto il 10
e

nel

coli.65 il cloroamfenicolo passa la barriera emato-encefalica e liquor concentrazioni che corrispondono al 303550 % di

raggiunge quelle tro

vate nel circolo

sanguigno.

Il cloroamfenicolo pure capace di passare la

barriera

placentare raggiungendo nel circolo fetale concentrazioni corri spondenti al 5075 % di quelle del sangue materno. La rapida inattiva zione sarebbe dovuta secondo Glazko alla azione di enzimi tissulari.53 Questi
so si sa 53
5i

55

Ley, Smadel e Crochet, J. Baot. 54, 26 (1947). Glazko, DUI e Wolf, J. Clin. Inv. 28, 1051 (1949). Grvihzit, Fisken, Eeutner e Martino, J. Clin. Invest. 28, 943 (1949). Glazko, Wolf, DUI e Bratton, J. Pharm. Exp. Ther. 96, 445 (1949). Pauletta, Defrancesch e Weiss, Il farmaco 4, 713 (1949). Boss, Bishoff, Preisser e Orr, J. Clin. Invest. 28, 1050 (1949).

20

autori hanno potuto osservare, in vitro, che il cloroamfenicolo in presenza di fettine di fegato e rene di ratto o cavia veniva in parte inattivato rapida
mente. L'azione enzimatica
era

inibita da cianuro
per

Veniva

invece

soppressa

completamente

e da idrogeno solforato. riscaldamento a 60 per

M ha dimostrato che per l'azione dei tessuti si ha riduzione del gruppo nitrico con formazione di una arilmina che in parte viene copu lata. Lo studio dei nitrocomposti presenti nelle urine dell'uomo, del topo e

5 minuti. Santi

del

dopo somministrazione dell'antibiotico, ha portato all'isolamento prodotti": cloroamfenicolo, la base libera del cloroamfenicolo e la monoglucuronide rispettiva. Tali prodotti corrispondono in totale al 7590 % della dose di antibiotico somministrata. La struttura del mono glucuronide interessante la funzione alcoolica primaria del cloroamfenicolo stata dimostrata mediante degradazione con acido periodico che conduce a p-nitrobenzaldeide e formaldeide.
cane

di 3

2. CAPITOLO:

Studi sintetici

Riassunto

chemioterapici sulla molecola del cloroamfenicolo degli isomeri ed analoghi reperibili in letteratura
e

cloroamfenicolo,
nell'immenso

Alle pubblicazioni riguardanti le sintesi sia americane che italiane del ha fatto seguito un periodo di intense ricerche chimiche
campo

delle
una

possibili

variazioni

offerte

dalla

molecola

dell'antibiotico. Se da

parte queste ricerche hanno permesso di inda gare nuove vie di sintesi, pi o meno identiche alle precedenti, dall'altra hanno portato alla luce risultati tutt'altro che disprezzabili ai fini dell'iden tificazione e razionalizzazione del rapporto struttura-attivit antibatterica.
La vasta gamma di derivati finora sintetizzati permette di trarre delle con clusioni specifiche sull'opportunit o meno di portare in questo o in altro
gruppo funzionale della molecola delle variazioni. Ci premesso, utile notare che purtroppo, escluse pochissime eccezioni, nessuna o quasi delle

rispetto
tuzione

modificazioni eseguite ha portato ad una esaltazione dell'attivit antibiotica a quella della sostanza madre. Uno sguardo alla formula di strut
tura ci apre l'orizzonte delle immense
:
NHCOCHCL

possibilit di modifica
"2

di sosti

NO,C
Ra"
"

>CHCHCH2OH
~

^l"X/
R5

OH

***

comparativo dei diversi prodotti sintetizzati dai vari autori quasi impossibile dalla diversit delle tecniche usate nella determina zione del potere inibitorio. Una rappresentazione schematica resa pure assai ardua dalla grandissima variet delle modificazioni eseguite, che alle

reso
se "

Uno studio

Santi, BoU. Soc. It. Biol. Sper. 25, 1226 (1949) ; 25, 1227 (1949). Glazko, DUI e Belstoch, J. Biol. Chem. 183, 679 (1950). 21

volte mutano

zione citeremo dove

quasi completamente la struttura base. Nella seguente esposi perci i singoli lavori a nostra conoscenza, cronologicamente,

prodotti, limitandoci ad esporre possibile il punto di fusione ed il potere antibatterico. Le conclusioni cui giungono i singoli autori verranno elencate alla fine di ogni lavoro. Le prime variazioni eseguite sulla molecola del cloroamfenicolo sono quelle di Bebstock e coli. che gi pongono in evidenza la specificit di alcuni gruppi funzionali. E' appunto da questi studi che risult essere la forma treo alla base di ogni attivit antibiotica del cloroamfenicolo. L'atti vit di questi derivati stata determinata sulla Shigella paradysenteriae. Quale limite si scelto il 50 % di inibizione della crescita e quale standard
tralasciando i dati delle analisi chimiche dei
il cloroamfenicolo sintetico.

NHRj

R2_/==\__CHCH CtLjOH
OH N.o Prodotto

Potere inibitorio
sulla Shigella paradysenteriae

B,=

R2

Controllo :

CAF naturale sintetico:

100%
100

D-()-treo
L-()-treo

0,5
50 0

D,L-treo

D,L-eritro

Sostituzione del gruppo dicloroacetico


I
H

N02

1,8
3 6

II III IV V

00CC2H5
OCC6H4N02

N02 N02 N02 N02

OCCH,
CSNHC6H5

14,3
4

Riduzione del

nitrogruppo
VI
VII Vili

COCH,
Il

NH2
NH2 NH2

0,1 0,1

COCHCU

58

Bebstock, Crooks, Controulis

Bartz, J.

am.

chem. Soc. 71, 2461

(1949).

22

Il fatto che il prodotto IV, privo dei due atomi di cloro, presenta una attivit notevolmente ridotta rispetto al CAF (la denominazione CAF significa CloroAmFenicolo) sintetico o naturale, mostra chiaramente la specificit degli atomi stessi sul potere inibitorio. Le attivit dei prodotti
VI
e

saria la presenza di

VII fanno presumere che ai fini del principio antibiotico sia un nitrogruppo allo stato ossidato.

neces

In un lavoro di Buu-Hoi e coli?9'60 vengono descritti alcuni derivati del CAF in cui nell'anello al posto del gruppo nitrico subentrano alogeni:

NHCOCHCL,

-/^-CH-CH-CH.OH

Br

IX X
~

C1
"

Ah
Il bromoderivato

XI

XII

possiede

una

attivit pari ad 1/s di quella del CAF

aureus, Escherichia coli e Bacterium paratyphi. Poich la tossicit assai minore si sono iniziati studi clinici. Il derivato al cloro presenta una attivit pi o meno identica a quella del CAF, mentre che gli

sullo

Staphylococcus

isomeri al fluoro ed allo iodio sono molto attivit pari ad V30 della sostanza madre.
L'isomero XIII
non

meno

efficaci presentando

una

privo del

possiede alcuna attivit, mentre che il derivato primario (XIV) inibisce completamente la gruppo crescita dello Staphylococcus aureus ed Escherichia coli ad una concentra
alcoolico

zione di 6.10-5

NHCOCHCL,
-CCHjjOH
XIII

CH2OH
Dell'isomero XIV sono stati sintetizzati i derivati alogenati in para. Di non viene reso noto alcun risultato di studi biologici

questi ultimi

NHCOCHCL,
R
==

N02
CI
Br

XIV XV XVI

CHCH,

Ah
I

prodotti

IXXII

sono

stati sintetizzati pure da Bambas

coli.*1 che

danno i seguenti
5
60

punti di fusione :
Khoi, J. chem. Soc. 2766, 1950. Khoi, C. r. 230, 662 (1950). Long, Am. Soe. 72, 4445 (1950).
e e

BvM-Eoi, Hoan, Jacqmgnon Bim-Hoi, Soan, JaoqyAgnon


Bambas, Troutman
e

23

IX
X

Br

p. f. 134135

CI F
I

118120 121122

XI
XII

82 84

I risultati

degli studi farmacologici dovrebbero venir pubblicati


m-

pros

simamente.

Long
non

JeweseZ68 descrivono la sintesi del


a

ed o-nitrocloroamfenicolo

accennando

risultati di ricerche

biologiche.

NHCOCHCL,

<T=V-CH-H-CHfOH X /| R
^

-N02m-N08

p.f.125155

XVII XVIII

OH

Buu-Hoi e coli.'3 i quali pubblicazione cecoslovacca che verr citata pi tardi descrive il medesimo prodotto confermando il p. f. di Long asserendo inoltre che il prodotto di Buu-Hoi non corrisponda alla
Il prodotto XVIII
come

era

gi

stato sintetizzato da

indicano

p. f. 153 . Una recentissima

formula desiderata. Nello stesso lavoro Buu-Hoi cita il seguente


alcuna attivit antibatterica:

prodotto di

cui

non

indica

NHCOCH,
yr-

CHOHCHCH2CHCHOH/

NO,

^HC0CH
XIX

p.f.

215

220

Buoff

Miller

"*

hanno sintetizzato
essere

CAP che dichiarano

un altro isomero di posizione del sprovvisto di ogni attivit antibatterica:

CH2OH

N02/

\CNHCOCHCL;
GH2OH

XX

2 s <

Long

Jenesel, Am. Soe. 72, 4299 (1950).


e e Khoi, C. r. 229, 1345 (1949). Miller, J. am. chem. Soc. 72, 1417 (1950).

Buu-Eoi

Buoff

24

Wagner-Jauregg

Wagner-Vorderbank**

sono

riusciti ad isolare

un

prodotto

struttura simile al eloroamfenicolo che trovarono essere attivo


umana
:

contro bacilli avirulenti della tubercolosi

NH,
.

/>NHCH2CH2OH

XXI

estesa pubblicazione Rebstock'" porta a conoscenza una lunga composti, di cui finora purtroppo non si conoscono i risultati di ricerche biologiche. Alcuni di questi derivati si presentano nella forma di racemati d,l-, altri invece sono stati scomposti negli antipodi ottici d rispet
una

In

serie di

tivamente 1.
NHR

OH

N.o

Sostituzione

Forma

p. f.

Catene normali
e

ramificate

XXII XXIII XXIV XXV


XXVI

COCH3 COCH3 COCH2CH3 COCH2CH3 COCH2CH2CH3

DL

166167 125126
131132

D DL
D
DL

108109
130131

XXVII XVIII
XXIX XXX

COCH(CHS)2 COCH(C2H5)2 COCH2CH(CH3)2 COC(CH3)3


CH
=

DL DL DL DL DL

147148
127128

125126
112113

XXXI

CHCH3

129130

Vorderiank, Die Pharaazie 8, 381 (1950). Mbstock, J. am. ehem. Soe. 72, 4800 (1950).

25

NHR

N02/^V-CHCHCH2OH
OH

N.o

Sostituzione

Forma

p. f.

Acidi alifatici

bromosostituiti
XXXII
XXXIII XXXIV

COCH2Br COCHBrCH,

DL DL DL DL DL DL DL
D

130131
159160 123125 112113

XXXV XXXVI XXXVII XXXVIII

COCHBrCH2CH, COCBr(CH,)2 COCHBrCH2Br COCBr CH2


=

155157 125126
152153

COCHBr2 COCHBr,

XXXIX

152153

Acidi alifatici clorosostituiti


XL
XLI

XLII XLIII XLIV

C0CH2C1 COCHC1CH, COCHClCH2CH, COCC12CH,

DL
DL DL DL

99100 138139
92 93 119120

C0CC1(CH,)2
COCCI, COCCI, C0CH2CH2C1

DL DL
D

124125
148149

XLV XLVI XLVII XLVIII


IL
L

101102
155156 103104 148149

DL
DL

COCH2CHClCH, COCHCl CH2Ci


COCC1
=

DL DL

CH2

122123

Acidi eterociclici

LI

CO

150151

\o/

LII

CO

DL

138139

\o/

26

NHR
/r- CH CHCH.OH

-^

N.o

Sostituzione

Forma

p. f.

Acidi alifatici

fluoro-iodiocloro-sostituiti
LUI

LIV LV
LVI LVII LVIII

COCH2F COCH2F COCHF2 COCF,


COCHFCl

DL D D

120121

144145
94 95 103104

DL
D DL

101102
107108 138139 128129

LIX
LX

COCF2CI COCH2I COCF3

DL
D

Acidi aromatici
CI

/
LXI

-CO-<_>-C1

DL

149151

LXII
Br

DL

184185

LXIII

CO<^~^_N02

DL

204205

Carrara

saggiando

le

coli." hanno sintetizzato alcuni analoghi del cloroamfenicolo rispettive attivit antibatteriche sulla Shigella paradysenteriae

secondo un metodo indicato da Ginouhliac " * basato sulla elaborazione statistica dei risultati col metodo della retta d'azione
"
8

Carrara, Ckiancone, D'Amato, Martinuzzi, Weitnauer GinouhUao, Boll. Soc. It. Biol. Sper. 26 (1950). Carrara e Ckiancone, Lo sperimentale 96, 49 (1942).

Ginouhliac,

G.

80,

709

(1950).

27

NHR

NO,<f==VCHCHCHOH
OH
N.o B
=

Attivit antibatteriea Cloroamfenieolo


racemico
=

100

p. f.

Forma

LXIV

CO<f==Y-NO,

177179

d,l-treo

LXV

COCHOH/"""^
I

175177

d,l-treo

LXVI

-C0-Cy
i

200202

d,l-treo

LXVII

COCCI,

148150

d,l-treo

32

LXVIII

COCHBr2

153154

d,l-treo

50

Rt R,

COCHCl2

N02-<^^d,l 3,5

LXIX

2CH2CHCH2OH
NHRj

LXX

R_CHCHCH,

II OH NHRj
LXXI

d,l-eritro

R2CHOHCH2-NHR,
NHRj

LXII

I^CHCHCH3
OH

d,l-treo

NHRj
d,l-treo
0

LXIII

R2CHCHCOOC2H5
OH

LXXIV

R^CH20Rj

28

Gli autori sebbene il loro studio

non

sia

ancora

terminato

giungono alle

seguenti constatazioni :
1. Il residuo dicloroacetico all'N sul carbonio 2 della catena propilica notevolmente specifico. Si ha infatti una discreta attivit coi residui degli acidi tricloro e dibromoacetici (LXVII e LXVIII), attivit che scompare

sostituendo altri residui acidi pur dotati di

una

certa attivit

antibatterica

(LXIV, LXVeLXVI).
2. L'OH in 1
pure
non

piccola

permane anche

sembra assolutamente necessario. Una attivit sia con la sua scomparsa (LXIX).

3. Il CH2OH terminale risulta strettamente necessario alla attivit antibiotica. La sua scomparsa (LXXI) e la sua trasformazione in un gruppo metilico (LXX e LXXII) 0 in un estere (LXXIII) annulla totalmente la sua attivit antibatterica. Notevole l'inefficacia del composto LXXII che

differisce dal cloroamfenicolo esclusivamente per la sostituzione

con

un

idrogeno
che

del gruppo alcoolico

primario.

La sintesi del

prodotto LXXI era gi stata eseguita da Buu-Hoi e Khoi peraltro indicano p. f. assai differenti da quelli constatati dagli autori

italiani. Cestari
amfenicolo
sostanze

e e

Bezzi

hanno

rese

note le sintesi di alcuni derivati del cloro

saggiate
state
erano

teri. Tali attivit


sono

sono

rispettive attivit su alcune specie di bat saggiate col metodo delle piastre; tutte le studiate in soluzione acquosa al 0,01 % di modo che in
in vitro le
state

ogni pozzetto

si riferiscono al

raggio della

contenuti 10 y di sostanza. I valori indicati nelle tabelle corona circolare data dall'alone di inibizione
sono

dello sviluppo della patina batterica. I composti ammidici

stati otte

nuti per condensazione della base libera del cloroamfenicolo con gli esteri e coi cloruri degli acidi desiderati; i derivati immidici invece per conden
sono

sazione della base con aldeidi. I valori indicati nelle tabelle per le attivit confrontati con quelli del cloroamfenicolo racemico. Tutte le sostanze
sintetizzate appartengono alla serie treo racemati.
Come si
mentre altri
e

si presentano

sotto

forma di

pu

sono

vit

pi

0 meno

alcuni derivati non posseggono attivit alcuna, efficaci. I derivati alogenati presentano quasi tutti atti ' spiccata nei confronti dei germi studiati. E di particolare
osservare

interesse il fatto che il derivato monocloroacetilato ha dato in confronti della Eberthella


a

vitro, nei

typhi,

un

alone di inibizione superiore del 40 %

quello del cloroamfenicolo racemico.

Bw-Ho
7i

Cestari

Kioi, C. r. 230, 967 (1950). Bezzi, Il farmaco 6, 649 (1950).


29

NHE.

N02<C==>CHCHCHjOH
OH

Attivit

ca

N.o

p.f.
c

Tifo

Partifo
0,9
0,2 0,9

Coli

PI
Oi
00 m

Brucela
1,4 0,3 0,7

Stafiloc
0,7 0,5 0,5

Proteus
0,9
0,4 0,5

CAF raeemico
LXXV LXXVI
LXXVII

1,0

0,9 0,6 0,9

0,9 0,5 1,0

CAF-diacetilato

91,593
120122 122124
154 155156

0,3

C0CH2C1
COCH2I
COCHBrCl

1,4

LXXVIII
LXXIX

0,5

0,2
0,2

0,1 0,2

0,5

0,5
0,8 0,5

COCHBr2

0,5 0,8
0,5 0,4

0,2
0,2

0,2 1,0

0,2

LXXX LXXXI LXXXII


LXXXIII

-^COCCl,

147148 154155
157
171

0,6 0,3
0,3

0,4 0,2
0,4

0,3 0,2 0,3

COCHBrCH,
COCH2CN CO(CH2)2COOH

0,5
0,9

0,3 1,2

0,7 0,7

LXXXIV

-c0-O
COCH./"""^

152

LXXXV

161

0,7

LXXXVI

CO

\o/

184

1,0

Bezzi71 traggono da questi studi interessantissime conclusioni. primo luogo osservano una diversit di comportamento in vitro ed in vivo per quel che riguarda i fenomeni di assorbimento, di eliminazione e di
Cestari
e

In

trasformazione subite ad opera di tessuti animali


30

di

germi.

NH-S02^^-R
NOr-/=\-CH-CH-CHsOH
OH
Attivit

N.o

p.f.
c

Tifo

Partifo

Coli

Disentria Brucela Stafiloc


0,4

Proteus
0,7

LXXXVII LXXXVIII LXXXIX


XC

210 206 225 252

0,4 0,2 0,4

CH,
CI

NHCOCH,

0,2

0,2

0,2

0,4

0,1

0,1

N=R

N02-^===\CH
OH

CH CHjOH

XCI

=ch-0

155

0,2

XCII

=CH-^^-OH
OC^
=CH

121

xeni

\o/

175

0,5

31

Cos ad esempio alcuni prodotti come il derivato dell'acido cianacetico (LXXXII) introdotti per via sottocutanea si fissano con predilezione sul polmone, altri come il derivato acetilsolfamidico (XC) scompaiono nell'or ganismo con estrema facilit e ci non in rapporto alla loro solubilit in acqua. La inattivazione da parte degli organi quantitativamente assai diversa. Anche le prime ricerche sull'attivit enzimatica dei germi come la respirazione, hanno dimostrato comportamenti caratteristici per le varie sostanze, alcune essendo pi altre meno attive del cloroamfenicolo, indi pendentemente dall'attivit antibatterica. Per esempio uno dei composti pi attivi sulla respirazione di tutti i germi saggiati, il derivato acetil-

sulfamidico assai scarsamente batteriostatico.


Fusco
e

Trave

eseguendo ricerche
un

per lo

sviluppo di
non

una

nuova

via

di sintesi, sono riusciti a isolare vit. Per azione di ammoniaca


ottenuto il

isomero di cui

indicano alcuna atti

sull'alcool p-nitroepossicinnamico hanno p-nitrofenil-l-amino-2,3-propandiolo, cui si pu giungere anche per nitrazione dell'l-fenil-l-amino-2,3-propandiolo ottenuto per azione di ammoniaca sull'alcool epossicinnamico. Ulteriori studi dovrebbero portare alla determinazione della forma sterica dei composti sintetizzati. Un lavoro simile era gi stato eseguito da autori americanin che giungevano allo stesso prodotto facendo agire ammoniaca sulla bromidrina dell'alcool epossicin

namico.

NO,C

>CHCHCH2OH
NR, OH

XCIV

Dornow e coli.1* in uno studio sulle possibilit di sintesi degli aminoalcoli per riduzione degli aminoacidi mediante idruro di litio e alluminio, sono riusciti a preparare l'N-dicloroacetil-1-Tirosinolo di cui non indicano alcuna attivit antibatterica.

NHCOCHCL,

HO/==\CH2CHCI^OH

XCV

Sorm

coll.n in

una

recente

che, oltre
"
?*

aver

servito allo

pubblicazione citano i risultati di un lavoro sviluppo di una sintesi pi breve di quella ori-

Fusco

?s

e Trave, Q. 80, 366 (1950). Controulis, Bbstock e Croks, J. am. chem. Soc. 71, 2463 (1949). Dornow, Gunter e Messwaro, Ber. 83, 445 (1950). Sorm, Gut, Suohy e Beichl, Coli. trav. chim. Tohecoslovaquie 15, 501 (1950).

32

ginale

notevoli

descritta da Long e Troutman n, ha portato alla luce dei risultati riguardanti il rapporto struttura-attivit antibiotica. La nuova via

di sintesi parte dal p-nitro-a-aminoacetofenone cloridrato (a) preparato secondo il metodo indicato da Troutman.7" Mediante dicloroacetilazione si ottiene il dicloroacetilderivato d il

(XCVI) che condensato con aldeide formica p-nitro-a-dicloroacetamido-/3-idrossipropiofenone (XCVII) da cui per riduzione secondo Merwein-Ponndorf si giunge al d,l-treo-l-p-nitrofenil2-dicloroacetamido-l,3-propandiolo identico sotto ogni aspetto a quello otte nuto dagli autori americani :

2/

V-COCH2NH2
(a)

HC1

N02<f

Y-COCH2NHCOCHCl2
XCVI

NHCOCHCl2
^

yyCOCHCH2OH

>

CAF

Nello stesso lavoro viene citata la sintesi di un isomero del CAF in cui il gruppo alcoolico secondario viene sostituito da un gruppo metilenico. Secondo gli autori tale prodotto non presenterebbe alcuna attivit ponde

rabile contro la Salmonella

typhosa :

NHCOCHCl2

N02^^^V-CHaCH~CH2OH

XCVIII

I dati riguardanti il potere inibitorio dei prodotti sintetizzati si rife riscono alla concentrazione di antibiotico necessaria per provocare l'arresto della crescita e vengono espressi in y/ccm.

A. sta ad indicare che alla concentrazione massima alcuna attivit

saggiata

non

si ottenne

B. indica

una

ponderabile. parziale inibizione ad


non

una

concentrazione di 10

bizione totale

si ottenne

nemmeno a

concentrazioni

y/ccm. L'ini maggiori.

nella

prodotti sintetizzati stato saggiato su Salmo Mycobacterium tuberculosis (H37Rv). Per il CAP gli autori danno delle concentrazioni di inibizione di 5 rispettivamente 15 y/ccm
II potere antibiotico dei

typhi

mentre che Yournans

Osborne

"

lavorando
a

con

bacilli virulenti umani

della tubercolosi ottengono l'inibizione


'

concentrazioni di 12,5 y/ccm. (1949).


33

Long

Troutman, J.

am.

chem. Soc.

71,

2473

<C~y~COCH2NHR2
Ri p.f.
C N.o

Concentrazione di inibizione in

y/ccm

E,

Salmonella

Xv2

paratyphi

H37Rv

CAF IC C
CI

15 A

p-NOa p-NOr p-N02


m-N02

COCHCl2 COCH2CI COCCI,


C0CHC12

147

134136 131132

CU CHI
CIV

106107
161 127128

o-N02

CV evi CVII CVIII CIX

p-Cl p-Cl p-Cl


H

H H

COCHCI2 COCH2CI COCHCI2 COCCI, COCH2CI COCHCI2 COCCI,

138
88 118 121123
86

A A

A A

NHR2

/T^XeCHCH2OH
^

OH

ex
CXI

H1-NO2

COCHC12

134

30

p-Cl
H

CXII

COCHCl2 COCHCI2

118119
125128

95
A

A A

NHR2

k^
*

/T=\.caech2oh
1
OH

1
CH2OH

CXIII

P-NO2

COCHCI2

149150

34

NHR2

<^=V-COCHCH2OH
p.f.
c

Concentrazione di

inibizione in

y/eexa

N.o

K1

B,=

Salmonella

paratyphi

H37Ev

CXIV CXI CXVI


CXVII

p-N02 P-N02 p-N02


m-N02

COCHCl2 C0CH2C1

121 119121 127129


142

A A
A A

7,5
5 7

CXVIII
CXIX cxx CXXI CXXII

o-NOs

COCCI, COCHCl2 C0CHC12


C0CH2C1 C0CHC12 C0CH2C1 C0CHC12 COCCI,

132
123

p-Cl p-Cl
H

A
A

40 A 40 30

128 128 135137 84 85

A A

CXXIII

NHR2

/"^COCCH2OH
R*
CH2OH

CXXIV
cxxv

p-N02 p-N02

COCHCl2 C0CH2C1

132133 140141

A A

40
A

Crooks

coli.17-

'8

citano in due brevetti americani

una

serie di derivati

del cloroamfenicolo in parte gi descritti da Rebstock."* Soltanto di una piccola parte di questi prodotti vengono resi noti punti di fusione. Per completare il quadro delle variazioni sinora eseguite sulla molecola del
ci limiteremo ad una esposizione schematica dei derivati descritti. Dei prodotti descritti in questi brevetti non viene resa nota alcuna attivit antibatterica.

cloroamfenicolo,

non ancora

78

Crooks, Rebstock, Controulis Crooks, Bebstock, Controulis

e e

Barts, US-Pat. 2, 483, 884 (1949). Bartz, TJS-Pat. 2, 483, 885 (1949).

35

NHR

N.o

Forma
=

sterica

p. f.

Brevetto

CXXVI CXXVII

C0CC12CH2C1

DL-treo DL-treo

8991

COCH2CH2COOH

178179 167169

2 2
2

CXXVIII
CXXIX CXXX
CXXXI

-co-<Z> COCH2<^>
COCHOHCH,
COCH2CN

D()treo
DL-treo DL-treo
DL-treo DL-treo

2 2
2

CXXXII

-co-<c>
COOH

CXXXIII

COCH=C(CH8)2

DL-treo

CH,

/CH\
CH2
1

CH2
1

CXXXIV

coch20ch

ch2

DL-treo

171172

\ch/

/CH\
CH3
CXXXV
CO

CHj,
DL-treo 136 2

\o/

CXXXVI
CXXXVII

COCHjOCHg
COCHCH,

DL-treo

DL-treo

1 OCOCH,
N

CXXXVIII

r l -co-V

D()treo

36

NHRj
N02

'/T'Y-CHCHCH2OH

N.o

B1

K2

Forma

sterica

Brevetto

CXXXIX
CXL

COCHCl2

o-CH3 m-OCH3

DL-treo

1
1 1

D()treo COCHCl2
DL-treo

D()treo
,

1
1
2

CXLI

-co-<Z>
-CO^^^CH^ -CO^^-CH,
B

DL-eritro

m-OCH3

DL-eritro

CXLII

m-CH3 m-OCH3

DL-treo

CXLIII

DL-treo

HO

NHR,

V=\

<S
R
^

i JCCHCH2OH
i
'

CHg

N.o

E1

Rz

E8

Forma
=

sterica

Brevetto

CXLIV
CXLV

COCHCL. COCHs

p-N02
o-Cl

DL-treo

1 1

m-N02

DL-eritro

OH

NHR,

2x=\

Rg-^g;
*i

J>CHCHCH2OH

N.o

E,=

XV2

==

B3

R4

Forma
=

sterica

Brevetto

CXLVI
CXLVII

o-N02
o-N02

P-CHS
P-CH3-

m-CH3 COCHCl2
m-CH3

DL-eritro
DL-eritro

1 2

-c-C3

37

descrivono la Long e Troutman sintesi di due nuovi composti: il D,L-Treo-2-dicloroacetamido-l-(4-nitro-lnaftil)-l,3-propandiolo (CXLVIII) ed il D,L-treo-l-(2-naftil)-2-dicloroacetamido-l,3-propandiolo (CIL).
una

In

recentissima comunicazione

"

NHCOCHCl2

N02<

>CCCH2OH
I
I
OHH
H

p.f.

181182

CXLVIII

NHCOCHCI2

-CCCH2OH
y

p.f.
aL

153155

,//

OHH

I risultati delle ricerche

biologiche

non

vengono comunicati.

Alberti
sono

coli.80 in

uno

studio inerente alla sintesi del cloroamfenicolo

configurazione stereochimica del composto eritro. Per azione di agenti disidratanti sulle -ossiacilamine si ottengono le 2-ossazoline. Applicando appunto questa reazione all'l-fenil-2-amino-l,3propandiolo gli autori line, dalle quali,
Molto
per
sono arrivati alle ossazoline desiderate. I derivati della serie eritro si trasformano per azione di cloruro di tionile in ossazo

riusciti ad invertire la

saponificazione

si

giunge

composti della serie

treo.

pi complesse si presentano queste reazioni quando

si parta da deri

vati della serie treo. Si formano delle ossazoline che per idrolisi ridanno le basi di partenza, senza che si inverta la configurazione stereochimica.
H

CH3

CHCHCH2OCOCH3

4
H

<f

^>C x

CCH2OCO

NHGOCH3
NH2
_--

CH3

CCCH2OH

OHH

Come risulta dalla esposizione precedente esiste talora una dissonanza assoluta tra i dati forniti dai diversi autori per gli stessi prodotti. Per evi tare il pericolo di emettere qualche giudizio temerario, ci siamo limitati ad elencare oggettivamente tutti i derivati reperibili in letteratura, trala
sciando ogni discussione del

chiarificazione spontanea

problema, sperando di vedere un giorno una completo vantaggio della ricerca scientifica.
5

Long e Troutman, J. am. chem. Soe. 73, 542 (1951). Alberti, Camerino e Vercellone, La chimica e l'industria 33,

(1951).

38

Vagliando

i risultati

conclusioni che

raggiunti nei lavori citati si possono potrebbero essere considerate quasi definitive:

trarre delle

1. Il gruppo dicloroacetico sembra aver influsso predominante sul grado di attivit antibatterica dell'antibiotico, sempre per in unione cogli altri

gruppi funzionali della molecola del cloroamfenicolo; sottraendo infatti un qualsiasi altro componente il potere massimo di inibizione viene ridotto se non eliminato completamente.
2. Il gruppo nitrico pare
essere

specifico. La
o

sua

attivit tuttavia

legata alla
o

presenza del gruppo dicloroacetico

del gruppo acetico tricloronon

dibromosostituito.
3. La presenza del gruppo alcoolico secondario sembra
essere asso

lutamente necessaria ai fini del potere antibatterico.

dispensabile
scomparsa

4. Il gruppo alcoolico finale della catena alifatica da considerare in per il raggiungimento di una attivit ponderabile. La sua
o

la

sua

trasformazione porta

con

s, inevitabilmente,

una

dimi

nuzione del potere inibitorio.


nicolo si

5. Considerati questi fattori inerenti ai pu giungere alla constatazione


o

gruppi funzionali del cloroamfe che, eccettuato un sol caso, una

modificazione della molecola annulla batterica della sostanza madre.

almeno diminuisce l'attivit anti

3. CAPITOLO:

Piano di stadio

All'inizio del nostro lavoro non esistevano in letteratura altre comuni cazioni che toccassero il problema chimico del nuovo antibiotico, oltre a

quelle di Rebstock e coli.3 riguardante la identificazione della formula di 10 che descrivono alcuni struttura, Controulis e coli.' e Long e Troutman
metodi di

sintesi, infine Rebstock

coli.58 che rendono noti i

primi derivati

sintetizzati colle rispettive attivit antibatteriche. Scopo del nostro studio era di portare a compimento sintesi di prodotti non ancora descritti, nel l'intento di
a

indagare le possibilit di una esaltazione dell'attivit rispetto quella del cloroamfenicolo. Abbiamo quindi ritenuto opportuno ed inte ressante saggiare l'influsso dei singoli gruppi funzionali in seno alla mole cola sul grado di attivit del composto. Partendo da questi presupposti ed
non

in considerazione del fatto che

esistessero

ancora

pubblicazioni

tale

riguardo,
zare

una

ci siamo addentrati nello studio collo scopo precipuo di sintetiz certa quantit di base libera, cio di d,l-treo-l-p-nitrofenil-2in

amino-l,3-propandiolo al fine di poter


desiderate.
Un
mese

seguito eseguire

le sostituzioni

dopo l'inizio del nostro lavoro, quando cio le nostre ricerche ad uno stadio embrionale, apparvero in due pubblicazioni ita liane, Carrara e coli.11, Alberti e coli.12, due nuove vie di sintesi pi o meno identiche, facilmente accessibili e che offrivano dal punto di vista chimico un pi vasto orizzonte per le variazioni sulla molecola del cloroamfenicolo.
erano ancora

39

quindi abbandonato la prima via indicata da Long e coli, per abbracciare la seconda che ci permise nel giro di poche settimane di giun gere alla meta prefissa. Tutti i nostri prodotti appartengono alla serie treo, identificata da Carrara e Weitnauer11 nella condensazione di benzaldeide con glicocolla secondo Erlenmeyer e Fruhstuck.u La presenza della forma treo in tale condensazione stata recentemente dimostrata da Vogler.13 Abbiamo tra
Abbiamo lasciata la l'intento di

separazione dei prodotti sintetizzati negli antipodi ottici, coleseguire la suddetta separazione qualora si osservasse per il
una

prodotto racemico terapia.

attivit interessante dal punto di vista della chemio

Il presente studio si svolge nelle seguenti direzioni : 1. Sintesi totale del cloroamfenicolo.

2. Studio di composti dell'estere etilico della fenilserina:


NHR

\_ CHCH
OH

COOC2H5x5

estere etilico dell'acido

l-fenil-l-ossi-2-aminoproprionico.

3. Studio di composti del fenilserinolo :


NHR

/^NCHCHCH2OH
OH

l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo
4. Sostituzione del gruppo dicloroacetico nella molecola del cloroamfeni con acidi aromatici ed eterociclici :
NHR

colo

N02<^==^>CHCHCH2OH
OH

l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo
5. Alcuni di
un
un

saggi sull'estere etilico della fenilserina e tentativo di sintesi analogo della cloromicetina per sostituzione dell'anello benzolico con

anello eterociclico.
Leuna

Ci preme esprimere da queste righe i pi vivi ringraziamenti alla petit 8. p. A. di Milano che generosamente ci ha messo a disposizione parte della base usata per lo sviluppo del nostro lavoro di promozione.
40

C. Parte

Sperimentale

/. Considerazioni teoriche

Gli schemi di sintesi

possibili

sono

gi

stati elencati in

un

precedente

capitolo. Qui ci fermeremo in modo speciale su quelle reazioni e su quei pro dotti che sono entrati quale parte integrante nel nostro studio. Non entre
remo nei particolari delle sintesi americane che d'altronde abbiamo soltanto sfiorato. Ci preme invece considerare da vicino lo schema della sintesi ita liana, che dal punto di vista economico ci sembrata pi adatta e pi facilmente accessibile ed in considerazione del fatto che per uno studio

individuale quale il nostro, questa via presentava minori difficolt che le altre, pi o meno concepite per una produzione su scala industriale.

non

1.

Preparazione delle amine :


Sintesi della

fenilserina:

NH2

/>CHO

+ CH2-COOH

Nella letteratura

sono

descritti diversi metodi di condensazione.81'82,83'84'86

Questa avviene nuta si giunge


mund82 usando

in presenza di idrato di sodio. Dalla base di Schiff otte per idrolisi acida alla fenilserina. In particolare Rosenun

metodo adatto per la sintesi di diversi aminoacidi sosti esegue la reazione con sodio metallico in solu zione eterea assoluta. La reazione avverrebbe in due stadi: formazione di CH2 COOH) che per addizione di una un benzilidene (C6H5CH=N tuiti nell'anello

aromatico,

sperimen quello indicato dal brevetto tedesco ci port a risultati migliori. 800 g di benzaldeide vengono colati sotto agitazione in una soluzione di 300 g di glicocolla e 240 g di idrato di sodio in un litro di acqua badando che la temperatura non superi i 10 . Dopo qualche tempo si ottiene una soluzione limpida che lasciata riposare si rapprende in una massa duris sima. Il giorno dopo si tagliuzza accuratamente in piccole particelle che
molecola di benzaldeide d la base di Schiff. Dei due metodi tati
81'83

vengono trattate l'agitazione fino


e sa 83
8* ss

con
a

500

ccm

scomparsa

di acido cloridrico concentrato. Si continua completa dei grumi e si porta il tutto in

e Friihstiick, Ann. 284, 36 (1895). Bosenmund, Ber. 52, 1734 (1919).

Erlenmeyer

BKP. 632 424


Fourneau
e

(1935) Gesellsehaft fwt Kohletechnik GBE. Billeter, Bull. Soo. Chim. 7, 593 (1940).

Dalgliesh, J. chem. Soo. 1947, 658.


41

per una notte. La polvere formatasi viene filtrata. Ridisciolta in acqua bollente e precipitata con etanolo possiede un p. f. 194195 . Resa 530 g = 73 % della teorica.

refrigerante

Estere della

fenilserina:
NH2

NH2

CHCHCOOH
OH

/==\CHCHCOOR
OH

Secondo Carrara

Weitnauer

la fenilserina viene sospesa in alcool

assoluto. Facendo passare attraverso la soluzione una corrente di acido cloridrico secco, si nota dapprima il passaggio in soluzione della fenilserina
con rispettiva formazione di cloridrato (p. f. 157 ) ed in seguito la forma zione del cloridrato dell'estere. La soluzione alcoolica viene evaporata alla pompa e il residuo lavato con etere. Per l'ottenimento della base libera si

scioglie
di
i
un

la

massa

in

pochissima

acqua

gelata

la

soluzione, previa aggiunta


preparati

eccesso

di carbonato di

potassio

estratta con etere. Dalla soluzione

eterea concentrata si separa la base libera cristallina. Sono stati

seguenti esteri :

p.f
E
=

C
Cloridrato
Eese

Base

-CH,

62 86 57
52

156

75

C2H5 C3H7 C4H0 -C12H25

138 129 116


110

72,5
72 81
67

50

Un altro metodo indicato da Alberti e coli.12 per l'esterificazione consiste nel portare alla ebollizione per due ore una soluzione di fenilserina in eta nolo assoluto contenente il 9 % di acido cloridrico gasoso. Si evapora la

soluzione alla pompa


formio
e

40
a

si

ridiscioglie

il residuo oleoso in poca acqua


con

che viene alcalinizzata

pH 8

con

bicarbonato di sodio. Si estrae

cloro

dopo essicamento evaporata e il residuo cristallizzato da etere. Un metodo vantaggioso da noi usato riunisce i due procedimenti indicati, in quanto dopo aver saturato per diverse ore la solu zione con acido cloridrico si porta alla ebollizione per ^4 d'ora continuando poi come sopra.
42

la soluzione cloroformica

Riduzione del gruppo carbossilico:

Alberti

coli.1* riferiscono alcune

possibilit di riduzione

del carbossile

negli a-aminoacidi.
NH2

|
CHCHCOOR

LiAlH4
>-

OH

Tale riduzione si esegue sugli esteri col metodo classico di BouveaultBlanc che pu essere migliorato procedendo sugli esteri acilati86 o sugli
aminoesteri benzoilati87 oppure
se

Anche la riduzione catalitica


successo

con

si impiega n-butanolo anzich etanolo.88 cromito ramico 87-8B o con Raney-nichel


e

ha dato buoni risultati. Recentemente Karrer

Portman81 hanno usato

con con

per la sintesi di a-aminoalcoli da a-aminoacidi la riduzione

procedimento venne adattato alla sintesi dell'l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo da Carrara e coli.11 e Alberti e coli.12 che tranne alcune piccole modificazioni seguono la stessa via.
idruro di litio ed alluminio. Tale Triacetato del

fenilserinolo:

NHCOCH,

I v_CHCHCHaOCOCHj OCOCH3
Acetilando triacetato in
con piridina e anidride prismi a p. f. 8081 .

acetica si ottiene molto facilmente il

Nitrazione del triacetato:

NHCOCHg

N024

VCHCHCH2OCOCH3
COCH,

86 ?
88

si

Karrer, Helv.5, 469 (1922); 6, 905 (1923). Stoll, Peyer e Hofmcm, Helv. 20, 929 (1943). Barrow e Ferguson, J. chem. Soc. 1935, 410. Christmann e Levene, J. Bol. chem. 124, 453 (1938). Ovkman e Christmann, J. Biol. chem. 134, 151 (1940). Karrer e Portman, Helv. 31, 1617 (1948). 43

Tale nitrazione che avviene mediante acido nitrico fumante descritta da Controulis
e

era

gi

etata

viene estratto

con

coli.'2 Il prodotto di reazione versato in ghiaccio cloroformio. Ricristallizzato da etere il prodotto si pre

prismi allungati a p. f. 134136 . Applicando questo procedimento abbiamo ottenuti dei risultati soddisfacenti.
senta sotto forma di

D,L4reo-l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo:
NH2

N02/==\CHCHCH2OH
OH

Secondo Alberti

coli.12 il triacetato viene sciolto in etanolo

tenuto

alla ebollizione per due ore dopo aver aggiunto acido cloridrico. Si evapora alla pompa e si riprende con ammoniaca alcoolica. Si filtra dal cloruro di
ammonio formatosi luto de acetone
e

si evapora

secco.

Il residuo oleoso cristallizza da

acetone. La base libera si ottiene


e

addizionando la

sospendendo il cloridrato in etanolo asso quantit teorica di sodio sciolto in alcool.


acqua
a
e si evapora alla pompa. p. f. 138139 .

Si

raccoglie

su

filtro il cloruro di sodio formatosi

Il residuo cristallizza in

polvere da
"

Carrara
fenilserina

Weitnauer

studiando le varie possibilit di acetilazione della


:

sono

giunti alle seguenti constatazioni

1. 20 g di f enilserina vengono mescolati con 50 ccm di anidride acetica a ricadere per 5 minuti, dopo di che si evapora alla pompa. Il residuo sciolto in alcool viene colato in acqua. Si separa una massa di
e

riscaldati

cristalli

gialli

p. f. 151152 . Kesa

13,2
e

g di 2-metil-4-benzalossazolone

gi

descritto da

Erlenmeyer93

da Heller

Lauth

2-metil-4-benzalossazolone

2 s
m

Controulis, Sebstock e Crooks, J. am. ehem. Soc. 71, 2463 (1949). Erlenmeyer, Ann. 337, 265 (1904) ; 284, 47 (1895). Seller e Lauth, Ber. 52, 2297 (1919).

44

Trattando il lattone
scissione
con

con

alcali

cuocendo

lungo

con

acqua si ha

una

formazione dell'acido acetilaminocinnamico. Tale reazione


con

nuovo

reversibile; infatti trattando quest'ultimo al prodotto di partenza:

anidride acetica si

giunge di

CH=CCO
N

<"
NaOH 7
>

V-CH=CHCOOH
^

A
C

| NHCOCHj

Anidride

CE,

Per acetilazione della fenilserina secondo Schotten-Baumann si ottiene


un

prodotto bianco

p. f. 153

di cui

gli autori dichiarano

essere

intenti

alla identificazione della struttura. Un p. f. del miscuglio di quest'ultimo coll'azlattone ottenuto precedentemente non subisce depressione alcuna.

2. Acetilazione dell'estere etilico della

fenilserina:
un

Carrara

Weitnaueru

descrivono

metodo

di

acetilazione

che

dovrebbe portare all'N-0-diacetilderivato. 10 g di estere vengono riscaldati per 15 minuti su b. m. con 30 ccm di anidride acetica. Dopo aver versato il
tutto in 100 g di

alcune

ore.

Il

ghiaccio agitando energicamente, si lascia riposare per prodotto bianco viene filtrato e lavato con acqua. Resa 12,7 g

a p. f. 169170 . Lo stesso prodotto viene ottenuto per acetila zione dell'estere con anidride acetica e piridina. Ripetendo per alcune volte

di diacetato

questa reazione abbiamo


lino
a

sempre ottenuto

un

prodotto bianchissimo cristal

i cui dati di analisi dimostrarono trattarsi di un p. f. 174175 monoacetilderivato. Acetilando tale prodotto in presenza di piridina e

anidride

acetica

si

ottenne

senza

difficolt il

diacetilderivato

p. f.

descritto in letteratura. Un p. f. del miscuglio del monoacetil 169170 derivato col diacetilderivato sub una depressione di 20 . Cestari e Bezzi95 hanno pure assodato che nelle condizioni sperimentali citate cio in presenza di un eccesso di anidride acetica a caldo si ottiene Pacilazione del solo
" hanno sottoposto il diacetilderivato gruppo aminico. Carrara e Weitnauer a riduzione con idruro di litio ed alluminio ottenendo a p. f. 169170

presumibilmente l'N-acetilderivato del fenilserinolo che sottoposto ad ace tilazione con anidride acetica e piridina diede il triacetilderivato gi otte
nuto per acetilazione diretta del fenilserinolo.

Le reazioni elencate per la sintesi del cloroamfenicolo si possono rias sumere nel seguente schema:
95

Cestari

Bezzi,

Il farmaco

6,

649

(1950).
45

NH2
-CHO + CH2COOH

NH2
CHCHCOOH

A
NHCOCHj
CH CHCOOR

NH2
CHCHCOOR

OCOCH,
NHCOCHa
v,

H
NH2
<v

wCHCHCH2OH
OH

CHCHCH2OH Oh

NHCOCHj
^
wCH CHCRjOCOCHj

OCOCH,
NH2
NO,

NHCOCH8

-CHCHCH2OH

N02

-rCH CHCHaOCOCHj

OCOCH,

Come gi abbiamo accennato prima, il vantaggio di questa sintesi con siste nella facilit delle reazioni e nella totale formazione di prodotto ap partenente alla serie treo, di modo che per lo ottenimente del cloroamfenicolo occorre soltanto la separazione negli antipodi ottici senza preoccupa zione circa la forma sterica.

per portano ad un miscuglio delle precedentemente. Long e TroutmanM in un modello di sintesi descrivono appunto la possibilit di giungere alla base desiderata cio al d,l-treo-l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo partendo dall'acetofenone attraverso i seguenti passaggi:
forme treo ed eritro
erano

Altre sintesi del fenilserinolo che

gi

state studiate

COCHj

COCH2

<x

^COCHCH2OH
NHR

NHR

NH2

CHOHCHCH2OH
NHR

^-CHCHCH2OH
01)H

dove

COCHj
am.

CO

Long

Troutman, J.

ehem. Soc.

71,

2469

(1949).

46

mediante

L'a-benzamidoacetofenone stato sintetizzato dall'isonitrosoacetof enone riduzione con cloruro stannoso coi procedimenti indicati da

M ' e susseguente benzoilazione. e Claisen e Manasse L'a-aminoacetofenone pu essere sintetizzato dagli alogenuri fenacilici attraverso i complessi con esametilentetramina secondo Mannich e Hhn.n I primi esperimenti per la idrossimetilazione in presenza di un equivalente di formaldeide e poco carbonato di potassio portarono all'isolamento di un

Rupe

prodotto ad elevato

p. f.

-COCHCH2CHCO^^^
ROCNH

NHCOR

il

Eseguendo invece la reazione in presenza di carbonato di sodio si ottenne prodotto desiderato, l'a-benzamido-/8-idrossipropiofenone alquanto puro.

La riduzione del gruppo chetonico avvenne mediante Kaney-nichel. Il pro dotto ottenuto poteva essere separato negli isomeri treo ed eritro mediante

cristallizzazione
mostrato

frazionata l'uso
e

da
e

etanolo-acqua.

Altri

esperimenti

hanno secondo

che

dell'a-acetamidoacetof enone
m

sintetizzato alcuni

Gabriel100, Pidet

Oams

Wolfheim m, presenta

vantaggi rispet
a

to al derivato benzamidico. L'a-acetamidoacetofenone viene condensato con

formaldeide in presenza di bicarbonanto sodico in soluzione acquosa L'a-acetamido-j8-idrossipropiofenone precipita dalla soluzione come

35 .

mono

idrato. La riduzione del gruppo chetonico avviene nelle medesime condizioni citate prima. La separazione degli isomeri avviene per cristallizzazione fra
zionata da acetato di etile.

possibilit di sintesi del fenilserinolo stata sperimentata da 1M nella reazione coli.103 Applicando le condizioni di Rosenmund e di benzaldeide con /3-nitroetanolo si giunge facilmente all'l-fenil-2-nitro-l,3propandiolo che viene isolato come sale di sodio da metanolo. Per riduzione catalitica di quest'ultimo con ossido di palladio si giunge con buone rese
Un'altra
Controulis
alla base desiderata :

N02

N02

/==\_CHO

+ CH2CH2OH

/^XCHOHCHCH2OH

CHOHCH(NH2)CH2OH
' a

w io ioi "2

103
104

Rupe, Ber. 28, 254 (1895). Claisen e Manasse, Ber. 20, 2194 (1887). Mannich e Hahn, Ber. 44, 1545 (1911). Gabriel, Ber. 43, 1283 (1910). Pictet e Gams, Ber. 43, 2388 (1910). Wolfheim, Ber. 47, 1442 (1914). Controulis, Bebstock e Crooks, J. am. ehem. Soe. 71, 2464 (1949). Sosenmund, Ber. 46, 1034 (1913). 47

Il

prodotto

ottenuto

aveva un

aspetto resinoso. Per estrazione

con

cloro

formio si potevano separare due prodotti : uno cristallino, l'altro gommoso. Il primo fu sottoposto a dicloroacetilazione. Soltanto dopo acetilazione dei

gruppi alcoolici si pot eseguire


avviene nel
caso

la

nitrazione,

il contrario cio di quanto

dell'efedrina la quale pu essere nitrata anche senza pro tezione dei gruppi aminico ed alcoolico. Per idrolisi secondo Kunzm si ottenne il cloroamfenicolo di forma eritro. Il prodotto gommoso invece trie

acetilato, nitrato

disacetilato, diede coli'estere etilico dell'acido dicloro-

acetico il cloroamfenicolo racemico della forma treo. In una recente pubblicazione Carrara e coll.m riferiscono i risultati rag giunti nello studio di nuove vie di sintesi. In particolare viene specificata
la sintesi del fenilserinolo della serie eritro attraverso i

seguenti passaggi:

/^"V-COCHijCOOCaHjj

<^==\COCCOOC2H3
NOH

\CHCH CHaOCOCHj
O

-.

^^COCH COOC2H5
NHGOCHj

NHCOCH3

OCH3
Dal benzoilacetato di etile ottenuto secondo McElvain arriva col metodo di
e

Weber107 si

Wolff e Hallm all'isonitrosobenzoilacetato di etile. Ad un miscuglio di quest'ultimo con acido acetico, ghiaccio ed anidride acetica si aggiunge lentamente zinco mantenendo la temperatura sotto i 10 . Dopo alcune ore si aggiunge etere e si filtra. Lo strato etereo neutralizzato viene evaporato. Il residuo cristallizza. Il prodotto, l'acetilaminobenzoilacetato di etile cristallizza da alcool in scagliette a p. f. 95 . Per riduzione con idruro di litio e alluminio e successiva acetilazione con piridina e anidride a acetica si giunge al d,l-eritrotriacetil-l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo p.f. 116. Dall'acetilamino-benzoilacetato di etile si giunge per trattamento con acido cloridrico al 10 % alla ebollizione per 4 ore al cloridrato dell'aminoacetofenone che viene in seguito acetilato secondo Schotten-Baumann a
a-acetilaminoacetofenone
a

p. f. 8788 .

<Z>-C0-2
NHCOCHs
i5

io "

48, 1982 (1926). Carrara, D'Amato e Bellenghi, Q. 80, 826 (1950). McElvain e Wber, Org. Synthesis 23, 35 (1943). Wolff e Hall, Ber. 36, 3614 (1903).
Kwns
e

Hudson,

J.

am.

chem. Soc.

48

2. Metodi di acilazione: L'acilazione delle amine per la sostituzione del gruppo dicloroacetico pu avvenire in diversi modi :
con

altri radicali

a) Derivati amidici:

ammina + estere ammina + cloruro ammina

+ anidride + aldeide
con

b) Derivati imidici:
Mannch
e

ammina

Thiele

descrivono alcune condensazioni di esteri

amino-

alcooli, impiegando quantit equimolari di reagenti che vengono riscaldati per alcune ore a ricadere in soluzione alcoolica assoluta, oppure lasciati a s per alcuni giorni. Le benzoilazioni vengono eseguite per lo pi usando il
metodo indicato da Schotten-Baumann
m

oppure in soluzione di benzolo

toluolo anidri in presenza di piridina a temperature basse (3050 )67 o ancora in soluzione acquosa a basse temperature come indicato in brevetti americani.77-78 Cestari e Bezzi n pur non indicando il metodo esatto impie anidridi

gato asseriscono di aver eseguite le condensazioni coi cloruri degli acidi e usando quantit stechiometriche di a temperature prossime a 0

reattivi allo scopo di evitare acilazione oltre che all'azoto anche all'ossigeno, operando in soluzione acquosa acetonica tamponata con bicarbonato di sodio. Un procedimento che porta generalmente a risultati soddisfacenti
stato elaborato da Buchi
ruro
e

Lieberherr111,

che fanno

agire

l'amina col clo

dell'acido desiderato in soluzione anidra di acetone alla presenza di soda anidra per legare l'acido cloridrico che si sviluppa nella reazione. Nei saggi da noi eseguiti abbiamo potuto constatare che qualora l'acetone non
fosse completamente assoluto, la condensazione non ha luogo, ottenendo invece il cloridrato della base. L'acilazione con esteri stata eseguita sia operando a temperatura elevata sia a temperatura ambiente eventualmente
in presenza di solventi inerti.

II. Sintesi
I

punti

di fusione

sono

stati determinati nel blocco di

Kofler

e non sono

corretti. Le analisi

sono

state

eseguite

nel laboratorio di microanalisi della

sezione organica-tecnica del Politecnico federale di Zurigo sotto la direzione delle Signorine G. Aebi e E. Kunz che da queste righe vogliamo ringraziare.
1.

Preparazione delle amine :


Sintesi della

fenilserina: lentamente, tenendo glicoeolla e 240 g di

1. Procedimento:

il

liquido

in continua

agitazione,
con

800 g di benzaldeide vengono aggiunti ad una soluzione di 300 g di

soda caustica in 1000


io no in

di acqua. La temperatura viene mantenuta sotto i 10 .

Mannich
Schotten Buchi
e

Thiele, Arch. Pharm. 253, 181 (1915). Baumann, Ber. 23, 3430 (1890). Lieberherr, Helv. 32, 2310 (1949).
e e

49

sospensione che si ottiene, dopo circa 20 minuti si trasforma in una soluzione limpida che a poco a poco si rapprende in una massa bianca durissima. Dopo 8 ore quest'ultima viene tagliuzzata e spappolata. Si agita quindi con 500 ccm di acido cloridrico concentrato fino a scomparsa completa dei grumi e si lascia riposare per una notte in refrigerante. La polvere bianca formatasi viene filtrata e lavata con alcool. La si ridiscioglie in acqua bollente; dopo aver decantata la benzaldeide che si separa alla superficie, si lascia raffreddare. Per aggiunta di etanolo si ottiene una sostanza bianca cristallina in piastrine lucenti a p. f. 193194 (letteratura 194195 ). 73 % della resa teorica Besa: letteratura 530 g
La
=

1. Prova 2.a Prova

460 g 510 g

63
70

% della % della

resa
resa

teorica teorica

2." Procedimento: Ad una soluzione di 37 g di glicoeolla in 200 ccm di acqua vengono aggiunti 106 g di benzaldeide, 100 ccm di alcool e 50 g di soda caustica in 200 ccm di acqua. Si ottiene una soluzione che, come sopra descritto, indurisce lentamente. Il

prodotto pressato
il
sale

viene riscaldato dell'acido

pi volte

con

alcool

su

b.

m.

Il

residuo

costituisce

sodico

fenil-benzalamido-lattieo

che

viene

ricristallizzato da acqua. Il prodotto sciolto in poca acqua viene idrolizzato per acidificazione con acido acetico. Per aggiunta di etere si separa la fenilserina sotto
forma di

scagliette

lucenti

p. f. 193194 .
=

Resa: 110 g

64

% della
della

resa

teorica.

Esterificazione

fenilserina:

assoluto.

1. Procedimento: 50 g di fenilserina vengono sospesi in 150 ccm di alcool etilico Si fa passare attraverso la sospensione una forte corrente di acido
secco.

cloridrico

Dapprima

si

osserva

il
a

passaggio
a

in soluzione della fenilserina

con

successiva formazione di cristalli che

scompaiono. La soluzione si riscalda da s quasi ore la reazione pu considerarsi ter minata. Si evapora a secco alla pompa, il residuo ripreso con poca acqua ghiacciata viene trattato con un eccesso di carbonato di potassio ed estratto sempre a freddo con etere. Evaporata la soluzione eterea previamente essicata, dal concentrato si
poco alla ebollizione. Dopo 8
poco

separa il cristallo che per raf reddamento aumenta sensibilmente. Per ricristallizza zione da etere si ottengono dei prismi allungati a p. f. 8485 (letteratura 86 ).

Rese: letteratura
1. 33 g 2. 38 g

3. 35 g 4. 40 g 5. 39 g

72,5 % 57 % 66 % 61 % 70 % 68 %

della della della della della


della

resa
resa

teorica teorica teorica teorica teorica teorica

resa
resa

resa
resa

2." Procedimento: Dopo aver proceduto come sopra si riscaldata a ricadere per y d'ora la soluzione del cloridrato dell'estere. Si quindi evaporato alla pompa, ripreso il residuo con acqua e ghiaccio e trattata la soluzione con un eccesso di carbonato di potassio ed estratto con etere. Si sono ottenute in tal modo delle rese migliori che col primo processo. Da 50 g di fenilserina si sono ottenuti:

43 g di estere 41 g di estere 39 g di estere

75
72

68

% della % della % della

resa

teorica
teorica

resa
resa

teorica

p. f. 8283

50

Sintesi del

fenilserinolo:

l.a Prova: 20 g di estere etilico della fenilserina vengono sciolti a caldo in un litro di etere assoluto e colati lentamente nella soluzione torbida di 10 g di idruro di litio e alluminio in 300 ccm di etere anidro, preparata in precedenza in un

pallone
e

tre colli munito di

refrigerante

termometro. Si mantiene la soluzione continuamente in

ricadere, agitatore, imbuto contagocce agitazione. Si osserva un

violento sviluppo di idrogeno, la soluzione si riscalda alla ebollizione da se. Ter minato lo scolamento si mantiene alla ebollizione ancora per un'ora, quindi avendo cura di raffreddare energicamente con miscela refrigerante, si aggiungono con molta
cautela 24
ccm

di acqua. Si filtra in
a

filtrato

previamente essicato si ottiene


con

seguito la soluzione. Dalla distillazione del un olio giallognolo che impastato con etere

assoluto cristallizza
vuoto ed estratto

p. f. 8687 . Il residuo della filtrazione viene essicato sotto

etere assoluto in Soxhlet. Dopo due ore si nota nel pallone dell'apparecchio, la formazione di una polvere cristallina che aumenta col proseguire dell'estrazione. Dopo una notte si filtra e dalla soluzione eterea evaporata si ottiene un olio che manipolato con etere anidro cristallizza. Le tre frazioni cristalline riunite rieristallizzate da cloroformio-etere danno una polvere bianca cristallina a
p. f. 8889 .

Resa:

letteratura 51
1. 2.

8,5 8,8

53

% della % della 55 % della


ccm
sono

resa resa resa

teorica teorica teorica

2.a Prova: Da 40 g di estere in 800 litio e alluminio in 300 ccm di etere si

di etere riducendo

con

20 g di idruro di

ottenuti
=

1.

17,5

g g g

2. 16

3. 17

54,5 % % 53 %
50

idruro in 200

3.a Prova: Da 40 g di estere in 800 ccm di etere assoluto ridotti mediante 20 g di ccm di etere anidro si sono ottenuti

1. 18 g 2. 17 g

56 53

% %

Triacetilderivato del

d,l-treo-l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo

31

10 g di fenilserinolo vengono riscaldati a ricadere per un'ora con 75 ccm di piridina ccm di anidride acetica, dopo di che si evapora alla pompa. L'olio che rimane
e

cristallizza da etere

etere di
a

prodotto bianco cristallino


Rese: 1.

p. f. 7980

petrolio. Ripetendo la cristallizzazione (letteratura 81 ).

si ottiene

un

letteratura 83

14,5

g
g

83 85

2. 15

% della % della % della

resa resa resa

teorica teorica
teorica

acetica

Da 20 g di fenilserinolo acetilato mediante 150 sono stati ottenuti:

ccm

di

piridina
teorica

62

ccm

di anidride

29,5
a

84

% della

resa

p.f.

7880.

51

DrL-treo-l-p-nitrofenilS-amino-lfS-propandiolo-triacetato
fumante
15 g di triacetato del fenilserinolo vengono aggiunti a 150 g di acido nitrico (d 1,53) avendo cura che la temperatura non superi i 0 . Terminata
=

l'aggiunta si continua l'agitazione per altri 15 minuti, indi di ghiaccio e si alcalinizza con carbonato di sodio a pH 8
tura sempre sotto i 0 .

si

versa

il tutto in 200 g

Si

osserva

mantenendo la tempera la formazione di una sostanza gommosa che


su

viene estratta

con

400

ccm

di cloroformio. Gli estratti riuniti essicati

solfato di

sodio vengono evaporati; il residuo oleoso cristallizza da etere assoluto in prismi bianco giallognoli a p. f. 125126 (letteratura p. f. 115120 per il prodotto
grezzo
e

135136

per il

prodotto purissimo).
=

Resa: 14 g

82,5 % della

resa

teorica
sono

Da 44 g di triacetato

440 g di acido nitrico fumante si


46 g
=

ottenuti

92

% della %.

resa

teorica.

Nella letteratura

sono

citate

rese

del 94

D^-treo-l-p-nitrofenl-2-amino-l^-propandiolo-cloridrato
16 g di triacetato vengono sciolti in 150 ccm di etanolo. Dopo aggiunta di 15 ccm di acido cloridrico concentrato si mantiene alla ebollizione per due ore su b. m. Si evapora alla pompa. Il residuo viene ripreso con ammoniaca alcoolica scaldando

leggermente.
sotto vuoto.

Il cloruro di ammonio formatosi viene filtrato Si essica infine il residuo


con su

la soluzione evaporata

riprende
170 . 174175

l'olio rimasto

anidride fosforica. Dopo due giorni si acetone. Si ottiene una polvere giallognola cristallina a

Ricristallizzata

da

alcool-etere

presenta
64

un

p. f.

175176

(letteratura

).

Si

sono

ottenuti in tal modo


g di cloridrato
ccm
=

7,6
Da

%
e

della

resa

teorica.

33,8 g di triacetato, 300 si sono ottenuti


Da 8 g di triacetato sono ottenuti
75

di etanolo 78
e

30

ccm

di acido cloridrico concentrato

17 g di cloridrato
con
ccm

%
7

della
ccm

resa

teorica.

di alcool
=

di acido cloridrico concentrato si


resa

4,5
In letteratura
sono

g di cloridrato
rese

83

della

teorica.

citate

del 78

%.

D,L-treo-l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo
12,45 g di cloridrato vengono sospesi in 60 ccm di etanolo assoluto e 40 ccm di acetone. Si sciolgono 1,15 g di sodio metallico in 30 ccm di etanolo assoluto che
vengono

aggiunti
e

alla

prima

soluzione.

Dopo

10 minuti si filtra dal cloruro di sodio

si evapora alla pompa a 40 . Si riprende con poca acqua bollente. Per raffreddamento si ottiene un prodotto giallognolo cristallino a p. f. 137138 formatosi
non

(letteratura 138139 ). Un punto di fusione del miscuglio col prodotto Lepetit subisce alcuna depressione. Si sono ottenuti 9,2 g di base libera corrispondenti all'88 % della resa teorica. preparazione di alcuni derivati aeilati mediante condensazione con esteri impiegato direttamente il cloridrato, senza separazione della base libera cristal lina, come verr indicato pi oltre.
Per la

si

52

2.

Preparazione degli esteri

cloruri di acidi:

Estere etilico dell'acido dicloroacetico112: 42 g di ferrocianuro di potassio vengono sciolti in 125 eem di acqua. A questa soluzione vengono aggiunti 50 g di idrato di cloralio. Si riscalda il tutto a ricadere; quasi immediatamente incomincia

di una polvere verde che dopo due ore aumenta sensibilmente causando ebollizione alquanto irregolare. Si filtra e il residuo lavato con acqua. La solu zione acquosa viene tenuta alla ebollizione fino a scomparsa completa della reazione
una

la

separazione

sul ferrocianuro potassico. Alla fine si ottengono oltre a 17 g di ferrocianuro di potassio, cloruro potassico ed il sale di potassio dell'acido dicloroaeetico. Il filtrato viene evaporato di alcool e dopo
dare. Il
a secco su

aggiunta di

fiamma diretta. Il residuo di 38 g viene sospeso in 75 ccm 25 ccm di acido solforico concentrato si lascia raffred

prodotto

di reazione viene

sottoposto

distillazione al vapore. Si ottengono

29 g di estere pari al 62 % della resa teorica. In letteratura col medesimo proce dimento sono state ottenute quantit di estere oscillanti fra 29 e 30 g corrispondenti al 62 rispettivamente 63 % della resa teorica.
Estere etilico dell'acido tricloroacetico113,lu: 32,50 g di acido tricloroacetieo vengono sciolti in 10 g di alcool assoluto. Si fa passare attraverso la soluzione una corrente di acido cloridrico secco fino a separazione del liquido in due strati. Si

lava

acqua fino a reazione neutrale. Dopo essicamento su solfato pallone di Hickmann. Si ottengono in tal modo 32 g di estere rettificato a 6770 ad una pressione di 11 mm Hg. La resa corrisponde all'84 % di quella teorica. In letteratura sono citate rese del 90 % per un prodotto che distilla a 166 a pressione normale. Un controllo per il nostro prodotto alle stesse condizioni
con

quindi il prodotto

di sodio si distilla in

un

diede

un

p.

e.

di 163164 .

Estere etilico dell'acido

[-bromopropionico

lu: 5 g di acido

/?-bromopropionico

vengono sciolti in 50 ccm di etanolo assoluto. Dopo aver fatto passare attraverso la soluzione una corrente di acido cloridrico concentrato per tre ore, si evapora al
vuoto. Dal residuo

sottoposto

6566 ad
Resa: 83

una

pressione

di 1820

distillazione si ottengono 4,8 g di estere a p. e. mm Hg (p. e. letteratura 4050 mm Hg=89).

% della quantit teorica.

Cloruro dell'acido 2-ossicinconico 116.\


COC1

5 g di acido 2-ossicinconico* vengono trattati con 5,5 di pentacloruro di fosforo in un pallone a collo dilatato posto obliquamente. Allo sbocco dell'apparecchio

abbiamo combinato
2 3
4

un

refrigerante

ricadere.

Dopo

aver

riscaldato per due

ore

in

"5
il

WaUach, Ber. 10, 1527 (1877). Spiegel e P. Spiegel, Ber. 40, 1734 (1907). Clermont, C.r.133, 737 (1901). Lederer, J.pr.42 (2), 284 (1890). IAeierherr, Diss. ETH 1950, 89.
L.
*

L'acido 2-ossicinconico stato


che

messo

disposizione

dal Dr. Lieberherr del nostro

Istituto,

qui vogliamo ringraziare.


53

bagno d'olio a 140 si rettifica il prodotto direttamente nell'apparecchio dove stata eseguita la reazione. All'inizio si ottiene una certa quantit di ossicloruro di fosforo e pentacloruro che vengono allontanati per leggero riscaldamento del collo dilatato. Il cloruro dell'acido passa a 168169 ad una pressione di 12 mm Hg. Dopo alcuni istanti l'olio distillato si rapprende in una massa di cristalli giallognoli che viene rettificata nuovamente, ottenendo alla fine un prodotto puro a p. e. 172174 a 15 mm Hg. Resa: 5,6 g di cloruro corrispondenti al 94 % della quantit teorica (letteratura: p. e. 170 a 11 mm Hg; resa 98,5 %).

Cloniro dell'acido

p-nitro-m-butossibenzoico 1":
a

30

ccm

di benzolo assoluto

caldo.

Dopo
e

cloruro di tionile fresco dalla

ampolla

5 g di acido vengono sciolti in raffreddamento si aggiungono 3 g di si cuoce per 90 minuti su b. m. dopo di che

si evapora il benzolo alla pompa. Si ottiene una massa gommosa che dopo alcuni istanti cristallizza. Si raccoglie in poco benzolo e si rettifica in un pallone di Hickmann

ottenendo un'unica frazione

p.

e.

140151

0,6

mm

Hg (letteratura:

p.

e.

152

1,2

mm

Hg;

resa

cloruro di
resa

fosforo). Si

sono

3 g = 61,6 % della quantit teorica usando penta ottenuti 4,7 g di cloruro corrispondenti al 91 % della

teorica.

N02<

>COG1

Cloruro dell'acido anisico "8: 7,6 g di acido vengono fatti reagire con 10,4 g di pentacloruro di fosforo. Si riscalda per 6 ore a b. m., quindi si rettifica al vuoto. Si ottengono 7,9 g di un prodotto a p. e. 135139 a 16 mm Hg. Resa 92 % della teorica (letteratura: p.e. 145 a 14 mm Hg; resa 8798 %). Il liquido raffreddato con ghiaccio cristallizza in bellissimi aghi allungati a p. f. 22 .

CHsOCloruro dell'acido 2-ossi-6-nitrocinconico-4m: 5 g di acido 2-ossi-6-nitrocinconico vengono riscaldati con 13 g di pentacloruro di fosforo per un'ora a ricadere a 160 . Il prodotto di reazione viene sottoposto a distillazione in un pallone a collo dilatato. Si ottengono 5,3 a 12 mm Hg pari g di cloruro a p. e. 228230 all'84
93

% della quantit teorica (letteratura: %).

p.

e.

11

mm

Hg

226228

resa

COC1

"7 "8 ii

Stnzi, Diss. ETH 1950, 55. Schoonjans, Bull. Ac. roy. Belgique 33, 810 (1897). Buchi e Lieberherr, Helv.33, 862 (1950).

54

Cloruro dell'acido
mescolati
con

20,85
85

g di

p-clorobenzoico pentacloruro
della
resa

120:

15,6 g di acido p-clorobenzoico vengono di fosforo e riscaldati a 140 in un bagno di


un prodotto a p. (letteratura: p. e. e.

olio
mm

ricadere. Si distilla al vuoto ottenendo Resa:

9095

Hg.

teorica

Ili

18

mm

0,40,5 Hg;

220222

760

mm

Hg).
svolge
attraverso i

Cloruro dell'acido o>-diclorotoluico: La sintesi si

seguenti

passaggi:

m,m: 100 g di p-Xilolo vengono riscaldati in un pallone refrigerante a ricadere, tubo di raccordo che pesca sul fondo e termometro, a 136 . Da un pallone esterno si distillano lentamente nella massa liquida 300 g di bromo che viene immesso mediante il tubo di raccordo. Il bromo viene previamente
Bromuro di Xililene

munito di

essicato
a

su

acido solforico concentrato. La

temperatura

aumenta lentamente da 136

e infine a quantit di bromo aggiunto. , dopo aver riscaldato ancora per cinque minuti a 200 si versa la massa liquida in una capsula di porcellana. Dopo alcuni minuti per raffreddamento si ottiene una massa di cristalli leggermente colorati di bruno con odore penetrante e pungente (lacrimogeno!). Il prodotto spezzettato viene pressato in tela. Il residuo quasi bianco ha un p.f. 137138 (letteratura 135138). Sono stati ottenuti 220 g di bromuro pari all'88 % della resa teorica (letteratura 9698 %). Aldeide tereftalica18S: 40 g di bromuro vengono sospesi in 400 ccm di acqua. Si aggiungono 40 g di nitrato di piombo e si cuoce a ricadere su fiamma diretta per

140

170

200

eoU'aumentare della

Alla

fine

ore.

Dopo circa

30 minuti di riscaldamento si

osserva

la formazione di ossidi di

di gas tende a cessare si aggiungono alcuni mg di nitrato per riattivare la reazione. Si filtra a caldo. Il residuo cristallino raccolto su filtro costituito da acido e aldeide-aeido tereftalico. Il filtrato viene trattato con solfato
azoto.

Quando

lo

sviluppo

a completa precipitazione del solfato di piombo. Si filtra caldo. Per raffreddamento si ottiene una massa di cristalli sotto forma di aghi bianchissimi che dopo filtrazione vengono trattati con una soluzione di carbonato

di sodio cristallino fino

di

sodio

residuo, l'aldeide tereftalica cristallizza da acqua a p. f. 116 116 ). Resa 4,5 g pari al 22 % della resa teorica (letteratura 23,5 %) (letteratura + 2 g di un miscuglio acidoaldeideacido. Il resduo cristallino della prima filtrazione viene sottoposto al medesimo trattamento con solfato di sodio in acqua bollente.

carbossilieo.

per Il

portare

in

soluzione

l'acido

tereftalico

l'acido

aldeido-

Si ottiene in tal modo

una

ulteriore

quantit

di

miscuglio.

Acido aldeidocarbossilico: 124>125

in 120 tenenti
120

ccm

1,5

di acqua, si aggiungono g di bicromato di potassio. Si riscalda

2 g di aldeide tereftalica vengono sciolti 50 ccm di acido solforico diluito (3,75 g) con
a

b.

m.

bollente. L'aldeide passa

1" ira
123 i2i 125

Emmerling, Ber. 8, 881 (1875). Low, Ann. 231, 363 (1885). Hmg, M.9, 1153 (1888). Wegscheider e Snida, M. 33,1005 (1912). Wegscheider e Suida, M. 33,1008 (1912). Low, Ann. 231, 365 (1885). 55

quasi
Dopo

subito in soluzione. In
12
ore
e

seguito
e

si

osserva

la formazione di cristalli bianchi.

si lascia raffreddare

si filtra. Il residuo si

riprende

con una

soluzione
un

di soda
con

quindi filtrata. Per acidificazione


di monoacido
un
e

della soluzione di soda si ottiene


su

miscuglio

diacido che viene essicato di Noli


a

acido solforico ed estratto


due

cloroformio in

apparecchio

caldo.

Dopo

giorni si

evapora la

soluzione cloroformica alla pompa. Il residuo, acido aldeidocarbossilico ha un p. f. di 246250 e si presenta in pagliette lucenti con leggera sfumatura giallognola.
Rese:

1,5 1,5 %
a

g
g

67

67

% della % della

resa resa

teorica
teorica

(letteratura: 1,43
riscaldati
a

63

p. f. 246

).
2 g di acido aldeidocarbossilico vengono

Cloruro dell'acido m-diclorotoluico :


b.
m. a

126

pentacloruro di fosforo. Dopo 30 minuti la soluzione viene colata in acqua. Si separa un olio giallo-bruno che agitando ener gicamente e decantando a pi riprese l'acqua si trasforma in aggregati cristallini. Dopo essicamento sotto vuoto il prodotto presenta un p. f. 4849 (letteratura: 5052 ). Si sono ottenuti 2,5 g di cloruro pari al 73 % della resa teorica. Il pro dotto cos sintetizzato non puro, pu tuttavia essere impiegato per ulteriori rea
ricadere
con

5 g di

zioni

senza

disturbi.

Cloruro dell'acido

N-p-toluolsulfonil-antranilico:127

8,4
si

aggiungono lentamente,
con

g di acido antranilico vengono sciolti in 50 ceni di soda al 20 mantenendo la soluzione sempre alcalina,

%. Riscaldando 9,3 g di cloruro


cuoce

dell'acido

p-toluolsolfonico

in

piccole porzioni.
e

A reazione finita si

per

alcuni minuti

quasi limpida viene colata in acido cloridrico concentrato agitando continuamente. Il prodotto pol veroso viene ridiseiolto in alcool all'80 % a caldo. Per raffreddamento si ottengono 13 g di cristalli a p. f. 216 corrispondenti ad una resa del 93 % (letteratura: p. f. 217 ; resa 13,5 g 97 % della quantit teorica).
=

carbone assorbente

si filtra. La soluzione

6 g di acido vengono sciolti in 20 g di benzolo assoluto. Dopo aver aggiunto 4 g di pentacloruro di fosforo si riscalda a b. m. fino a soluzione completa (30 minuti) ; quindi, agitando si raffredda in ghiaccio. Il cloruro si separa sotto forma

128

di

polvere
ore su

p. f. 126127

(letteratura 128129 ). Resa 6,2

96

%.

Cloruro dell'acido
4 b.
m. a

/3-bromopropionico:129
M.

70
e

con

5 g di acido vengono riscaldati per 4 g di cloruro di tionile. Si rettifica il prodotto di reazione

127

Wegscheider
Vllman
e

SiMa,

33,1026 (1912).

12

Beier, Ber. 35, 4274 (1902). Schroter e Eisleb, Ann. 367, 111 (1909).
Tale reazione stata

eseguita

secondo il metodo indicatoci dal Dr. Lieberherr.

56

in

un

pallone di Hickmann

5758

ad

una

pressione di
resa

1213

mm a

ottengono 5,5 g di cloruro corrispondenti ad una teorica (letteratura: p. e. 5657 ali mm Hg).

del 98

% rispetto

Hg. Si quella

3. Aclazione delle amine coi cloruri

cogli

esteri

degli acidi

Prodotto 1:

p-Nitrobenzamide

dell'estere etilico della

fenilserina.

4,18 g di estere vengono sospesi in 30 ccm di acetone assoluto. Dopo aver aggiunto 1,06 g di soda anidra, si colano nella sospensione 3,70 g di cloruro dell'acido p-nitrobenzoico in 20 ccm di acetone assoluto. Si osserva una reazione alquanto esotermica con sviluppo di gas. Si riscalda per due ore a b. m. in un pallone con refrigerante
a

ricadere munito di

una

valvola al cloruro di calcio

alla pompa ottenendo una massa etilico. Si cuoce per alcuni minuti
Al filtrato concentrato
e

giallognola
con

che viene

quindi si filtra. Si evapora ripresa con poco alcool


e

carbone assorbente

si filtra nuovamente.

alcune gocce d'acqua. Si forma subito un intorbidamento con susseguente cristallizzazione. Dopo aver lasciato in ghiaccio per alcuni minuti si filtra ottenendo un prodotto cristallino giallognolo.

raffreddato si

aggiungono

Per ricristallizzazione da
con

una

resa

del 71

preparata

per

etanolo-aequa si ottengono 5,1 g di benzamide a p. f. 119 % rispetto a quella teorica. Una piccola quantit di sostanza l'analisi da etanolo presenta un p. f. costante di 119 e diede i

seguenti

risultati :

22,10
per

mg diedero

48,89
cale.
trov.

mg

C02

10,03

mg

H20

C18H1806N2

(358,34)
Prodotto 2:

60,33 % C 60,37 %

H H

5,07 % 5,08 % fenilserina.

p-Toluolsulfonilamide

dell'estere etilico della

4,18 g di estere, 3,80 g di p-toluolsulfocloruro e 1,06 g di soda anidra, vengono riscaldati a ricadere per due ore su b. m. Si filtra e si riprende con etanolo a ealdo con carbone attivo per alcuni minuti. Per raffreddamento si separa un prodotto
cristallino sotto forma di

piastrine
diedero

p. f. 103104 . All'analisi si hanno i

lucenti. Ricristallizzato da etanolo presenta seguenti risultati:


mg

un

19,80
per

mg

43,12
cale.
trov.

C02
C C

10,36

mg H20
H

C18H2105NS

(363,42)
Prodotto 3:

59,49 % 59,43 %

5,83 % 5,86 %

p-Aminobenzamide
12 g di

dell'estere della

fenilserina.
vengono trattati

Preparazione
con una

del catalizzatore:

lega nichel-alluminio

soluzione di 24 g di soda caustica in 600 ccm di H20 distillata. Si osserva intensa effervescenza che a poco a poco diminuisce. Si riscalda allora per una 40 minuti a 50 su b. m. Si decanta e si lava con acqua distillata fino a reazione neutrale indi due volte
con

alcool puro. Il catalizzatore cos

preparato viene

usato

immediatamente per la riduzione.


10 g di
ottenuta

alcool puro in

p-nitrobenzamde preparata come sopra vengono sciolti in 250 ccm di Si aggiunge la quantit di catalizzatore un pallone di riduzione. scomponendo 12 g di lega e si sottrae l'aria contenuta nel pallone
57

idrogeno. La curva di assorbimento raggiunge il massimo dopo quantit di idrogeno assorbita, 1850 ccm, corrisponde al 98,5 di quella teorica (1881 ccm). Verso la fine della reazione si osserva nel recipiente la formazione di una sostanza cristallina in piastrine bianche. Si riscalda il contenuto
sostituendola
circa due
con ore.

La

alla ebollizione

sostanza in fiocchi binanchissimi.

si filtra. Dal filtrato per raffreddamento si separa di nuovo la Dopo ricristallizzazione da etanolo si ottengono

5 g di sostanza pura in piastrine allungate lucenti. Evaporando il filtrato si ottiene una ulteriore quantit di prodotto. Le due frazioni riunite ricristallizzate da alcool
puro si

presentano

sotto forma di

Si

sono

quella

ottenuti 7 g di aminobenzamide teorica (9,16 g).

aggregati cristallini bianchissimi a p. corrispondenti ad una resa


45,08
cale.
trov.
mg

f. 194195 .

del

76,4 % di

18,71
per

mg

diedero

C02

10,23
% %

mg

H20

CtsHaoOiNa (328,30)

C 65,85 G 65,75

H H

6,14 % 6,12 %

Prodotto 4:

3,5-Dinitrobenzamide

dell'estere della

fenilserina.

1 g di estere, 0,25 g di soda anidra e 1,1 g di cloruro dell'acido 3,5-dinitrobenzoico vengono riscaldati in 30 ccm di acetone assoluto a ricadere per un'ora. Dopo aver proceduto come al solito si riprende con alcool. Il derivato cristallizza da etanoloacqua ed ha
un

p. f. 149 . Si

sono

ottenuti

1,7

g di dinitrobenzamide

corrispondenti

ad

una

resa

presenta

dell'87 % rispetto alla quantit teorica. Il derivato dato all'analisi si sotto forma di scagliette lucenti.

11,16
per

mg

diedero

21,78
cale.
trov.

mg

C02
C
C

4,41

mg H

H20

C18H1708N, (403,34)

53,60 % 53,26 %

4,25 % 4,42 %

Prodotto 5:

p-Metossibenzamide

dell'estere della

fenilserina.

e 0,9 g di cloruro dell'acido anisico vengono ricadere per due ore e mezza con 30 ccm di acetone assoluto. Evaporato alla pompa e ripreso con alcool il derivato cristallizza per reffreddamento dalla

1,1

g di

estere, 0,3 g di soda anidra

riscaldati

soluzione concentrata. Si ottengono


P. f. 131 .

1,3

g di amide

pari

al 75

% della

resa

teorica.

10,10
per

mg diedero

24,60
cale.
trov.

mg

C02

C19H2105N

(343,3)
Prodotto 6:

66,46 % C 66,47 %

5,57mgH20 H 6,16 % H 6,16 %


della

p-Clorobenzamide dell'estere

fenilserina.

2,09 g di estere vengono riscaldati a ricadere per 3 ore con 0,7 g di soda anidra e 1,75 g di cloruro dell'acido p-clorobenzoico in 40 ccm di acetone assoluto. Dopo aver proceduto come al solito si cristallizza da alcool puro. Si ottiene un prodotto cris tallino a p. f. 100103 . Ricristallizzato due volte da alcool possiede un p. f. 106107 , resa 1,9 g di p-clorobenzamide pari al 55 % della resa teorica. 17,73
per mg

diedero

40,56
cale.
trov.

mg

C02

8,46

mg

H20

C18H1804NC1

(347,8)
58

62,16 % C 62,43 %

5,22 % 5,34 %

Prodotto 7: 2-Clorocinconilamide dell'estere della

fenilserina.

g di estere, 0,6 g di soda anidra e 2,26 g di cloruro dello acido 2-ossicinvengono riscaldati a ricadere con 30 ccm di acetone assoluto per 4 ore. Procedendo come al solito e ricristallizzando da alcool puro si ottengono 2,5 g di amide

2,09 eonico,

corrispondenti ad una cristallina giallognola, giunge ad un prodotto


17,28
per

resa

del 65
un

ha
a

p. f.

% rispetto a quella teorica. Il prodotto, polvere 176 . Dopo due cristallizzazioni da alcool si

p. f. 178 .

mg

diedero

40,27
cale.
trov.

mg

C02

7,58

mg

H20 4,91 %

C21H1904N2C1

(398,8)

63,24 % C 63,60 %

H 4,80 % H

Prodotto 8: Dicloroacetilamide dell'estere della

fenilserina. pallone a completa.

2,09
b.
m.

con

g di estere etilico della fenilserina vengono riscaldati in un piccolo 5 ccm di estere etilico dell'acido dicloroacetico fino a soluzione

Dopo

tre

giorni

si

osserva

sensibilmente. Si lascia

ancora

la formazione di cristalli che per sfregamento aumentano per un giorno in refrigerante e quindi si filtra. Il

cristallo raccolto sul filtro ed essicato alla pompa possiede un p. f. 103 . Dopo 4 ricristallizzazioni da alcool al 90 %, si ottengono dei cristalli bianchi a p. f. 149150 . Resa

2,1

g di N-dicloroacetilderivato

pari
e

al 65

% della 4,72 % 4,72 %

resa

teorica.

14,82
per

mg

diedero

26,21
cale.
trov.

mg

C02
C
C

6,28mgH20
H
H

C13H1504NC12

(320,2)
Prodotto 9:

48,76 % 48,26 %

p-Bromopropionilamide

dell'estere della

fenilserina.

2,09
pompa
e

di cloruro sciolti in 30
si del derivato in

g di estere vengono riscaldati a ricadere con 0,6 g di soda anidra e 1,71 g ccm di acetone assoluto per 5 ore. Si evapora quindi alla

riprende con etanolo. Per aggiunta di acqua si ottiene una cristallizzazione scagliette lucenti a p. f. 118119 . Resa: 2,3 g di amide corrispon denti al 66 % della resa teorica. Una piccola prova ricristallizzata quattro volte da etanolo-acqua possiede un p. f. 120122 . All'analisi si hanno i seguenti risultati:
14,80
per mg

diedero

26,79
cale.
trov.

mg

C02

7,37

mg

H20

C14H1804NBr

C C

48,85 % 49,36 %

H H

5,27 % 5,57 %

Prodotto 10:

DJj-treo-l-Fenil-2-(p-nitrobenzoil)-amino-lf-propandiolo.

1,67

aggiunta
riscalda
alcool
e

g di fenilserinolo vengono sciolti in 20 ccm di acetone assoluto e dopo di 0,5 g di soda anidra e 1,85 g di cloruro dell'acido p-nitrobenzoico si

ricadere per due ore, dopo di che si evapora alla pompa. Riprendendo con aggiungendo alcune gocce d'acqua si ottiene una cristallizzazione in fiocchi giallognoli che vengono filtrati e lavati. Per ulteriore aggiunta di acqua si giunge ad una cristallizzazione completa. Dalla soluzione etanolica trattata con carbone assorbente e filtrata, per raffreddamento si ottengono dei bellissimi aghi con leggera sfumatura paglierina a p. f. 190 . Per ulteriori quattro cristallizzazioni da etanolo si giunge ad un prodotto purissimo a p. f. 192193 .
a

59

All'analisi diede i

seguenti
mg

risultati:

20,86
per

diedero

46,47
cale.
trov.

mg

C02

9,72

mg

H20

C16Hj605N2

C C

(316,3)
Prodotto 11 :

60,75 % 60,79 %

II H

5,21 % 5,21 %

DfL-treo-l-Fenil-2-(p-toluolsulfo)-amido-l,3-propandiolo.

1,67 g di fenilserinolo vengono riscaldati per 2 ore e ^ con 0,5 g di soda anidra 1,9 g p-toluolsulf ocloruro in 25 eem di acetone assoluto a ricadere. Cristallizzato 53 % della resa da alcool-acqua si ottiene un prodotto a p. f. 120 . Resa 1,7 g
e
=

teorica. Il derivato

purificato
mg

per l'analisi ha

un

p. f. 121122 .

19,27
per

diedero

42,35
cale.
trov.

mg

C02

10,51

mg

H20

C18H1904NS

C C

59,81 % 59,97 %

H H

5,96 % 6,10 %

Prodotto 12:

DrL-treo-l-Fenil-2-(p-clorobemoil)-amido-l)3-propandiolo.
0,7 g di soda d'abitudine,
del

1,67
anidra

in

dell'acido p-clorobenzoico e g di fenilserinolo, 1,75 g di cloruro 30 ccm di acetone assoluto vengono fatti reagire come

ottenendo delle

zioni da acetone si

piastrine bianche da acetone a p. f. 168 . Dopo giunge a un prodotto puro a p. f. 180181 66,5 % (g 2,3) rispetto a quella teorica.
15,00
per mg

alcune cristallizza
con una resa

diedero

34,29
cale.
trov.

mg

C02

7,17

mg

H20

C16H1608NC1

C C

(305,75)
Prodotto 13:

62,85 % 62,38 %

H H

5,27 % 5,35 %

DJj-treo-1-F'enil-2-(p-metossibenzoil)-amiiio-l,3-propandiolo.

1,67 g di fenilserinolo, 0,6 g di soda anidra in 30 ccm di acetone assoluto e 1,7 g di cloruro dell'acido anisieo vengono riscaldati a ricadere per due ore su b. m. con Procedendo come al solito si sono ottenuti 1,9 g di cristalli a p. f. 175176
una resa

del 66 %. Il derivato ricristallizzato da alcool diede all'analisi i


p. f. 176177.

seguenti

risultati:

14,88
per

mg

diedero

36,61
cale.
trov.

mg

C02

8,40

mg

H20

CI7H1904N

C C

67,76 %
67,14 %

H H

(301,3)
Prodotto 14:

6,35 % 6,32 %

B^-treo-l-Fenil-2-tricloroacetamido-l,3-propandiolo.

1,67 g di fenilserinolo vengono riscaldati su b. m. con 5 ccm di estere etilico dell'acido trieloroaeetico per 5 minuti. Si lascia quindi riposare la soluzione limpida tre giorni. Si filtra e dal filtrato per aggiunta di etere di petrolio si ha una ulteriore
cristallizzazione favorita alquanto da uno sfregamento sulle pareti. Il cristallo viene ripreso con metanolo e trattato a ealdo con carbone assorbente. Dopo concentrazione

60

della soluzione per aggiunta di acqua si ottiene di nuovo il cristallo a p. f. 105106 leggermente colorato di giallo. Resa 1,8 g 57,7 % della teorica. All'analisi diede:
=

16,82
per

mg

diedero

26,14
cale.
trov.

mg

C02

6,08

mg

H20

CnH1203NCl3 (312,58)

42,26 % 42,41 %

H H

3,87 % 4,05 %

Prodotto 15:

D,L-treo-l-p-Nitrofenil-2-(p-toluolsulfo)-amido-l,3-propandiolo.

2,12 g di p-nitrofenilserinolo vengono sospesi in 20 ccm di acetone assoluto e dopo aggiunta di 0,5 g di soda anidra e 1,90 g di p-toluolsulfocloruro, si riscalda a ricadere per 2 ore e %. Si filtra a caldo ottenendo per raffreddamento una sostanza cristallina che dopo evaporazione viene ripresa con alcool bollente e trattata con carbone assorbente. Si ottengono dei prismi bianchi lucenti a p. f. 205 . Dopo 4 cristallizzazioni si ottiene un prodotto purissimo a p. f. 206 . All'analisi si hanno i seguenti risultati:

15,46
per

mg

diedero

29,77
cale.
trov.

mg

C02

7,06

mg H20 H H

C16H1806N2S (366,4)
rese

C 52,46 % C

52,55 %

4,95 % 5,11 %

Si

ottengono

delle

del 79

% rispetto

alla

quantit

teorica.

Prodotto 16:

D,L-treo-l-p-Nitrofenil-2-tricloroacetamido-l,3-propandiolo.

2,12

trieloroaeetico in
lasciando

g di nitrof enilserinolo vengono mescolati con 5 ccm di estere etilico dell'acido un piccolo matraccio e riscaldati leggermente per 1 ora a b. m.

quindi

il tutto per

una

settimana

temperatura ambiente. Si aggiungono

alcune gocce d'acqua e quindi etere di petrolio, causando la separazione del liquido in due strati. Per sfregamento si favorisce la crescita del cristallo che, raffreddando
aumenta sensibilmente. Si
resa

raccoglie

su

filtro

si pesa. Resa

2,1

pari

al 60

della

teorica. La sostanza si presenta sotto forma di grossi cristalli giallognoli a p. f. 145 . Dopo 4 cristallizzazioni da etanolo-acqua si giunge ad un prodotto purissimo
a

p. f. 147148 . All'analisi:

17,34 mg diedero 23,56


per

mg

C02

4,99

mg

H20

CuH110BN,Cli, (357,6)

cale.
trov.

C
C

36,94 % 37,08 %

H
H

3,10 % 3,22 %

Prodotto 17:

D-treo-l-p-Nitrofenil-2-(3,5-dinitrobenzoil)-amino-lf-propandiolo.

1,06 g di nitrofenilserinolo e 1,15 g di cloruro dell'acido 3,5-dinitrobenzoieo ven gono riscaldati a ricadere per 1 ora con 30 ccm di acetone assoluto contenente 0,3 g di soda anidra. Si procede come al solito cristallizzando alla fine il prodotto dalla
soluzione alcoolica per aggiunta di acqua. I cristalli a p. f. 190-191 vengono ricristallizzati pi volte da etanolo-acqua e presentano alla fine un p. f. 194195 . Si ottengono

1,6

g di

sostanza, corrispondenti

al 78

della

resa

teorica.

All'analisi si hanno i

seguenti

risultati:

10,77
per

mg

diedero

18,79
cale.
trov.

mg

C02

3,51

mg

H20

C16H1409N4 (406,3)

C
C

47,29 % 47,61 %

H
H

3,47 % 3,65 %
61

Prodotto 18:

DfL-treo-l-p-Nitrofenil-2-(p-clorobenzoil)-amino-l)3-propandiolo.

2,12 g di nitrofenilserinolo, 1,75 g di cloruro dell'acido p-clorobenzoico e 0,7 g di soda anidra vengono riscaldati a ricadere in 20 ccm di acetone anidro per 1 ora e y<z. Si ottengono 2,5 g di prodotto pari al 71 % della resa teorica. P. f. 159160 . Dopo
4 ricristallizzazioni da alcool si hanno dei cristalli bianchi
a

p. f. 161162 .

All'analisi si ottengono i

seguenti

risultati:

17,48
per

mg

diedero

35,05
cale.
trov.

mg

C02

7,05

mg

H20

CH1505N2C1

(350,75)
Prodotto 19:

54,79 % 54,72 %

H H

4,31 % 4,51 %

DJi,-treo-l-p-Nitrofenil-2-(p-metos8benzoil)-amino-l,3-propandiolo.
nitrofenilserinolo, 0,3
ccm

g di soda anidra e 0,9 g di cloruro dell'acido di acetone assoluto vengono riscaldati per 3 ore a ricadere. Si ottengono 1,3 g di cristalli, corrispondenti al 75 % della resa teorica. Ricristallizzati da etanolo mostrano un p. f. 160162 . All'analisi:

1,06

g di

anisico in 30

13,88
per

mg

diedero

30,31
cale.
trov.

mg

C02
C

6,74

mg

H20

C17H1806N2 (343,33)

58,95 % 59,59 %

H H

5,24 % 5,43 %

Prodotto 20:

D-treo-l-p-NitrofeniL2-(<-diclorotolil)-amino-l,3-propandiolo.

2,12 g di nitrofenilserinolo vengono riscaldati a ricadere con 2,23 g di cloruro dell'acido w-diclorotoluico e 0,7 g di soda anidra in 30 cem di acetone assoluto.
con etanolo bollente, per aghetti lucenti a p. f. 179180 . Dopo quattro cristallizzazioni da alcool puro si giunge ad un prodotto che fonde a 185186 decomponendosi. Si ottengono 1,6 g di prodotto pari al 57 % della resa teorica. All'analisi si hanno i seguenti risultati:
e

Evaporata

la soluzione alla pompa

ripreso

il residuo

raffreddamento si ottiene il cristallo sotto forma di

16,161
per

mg

diedero

30,50
cale.
trov.

mg

C02

6,10mgH2O
H H

C17H1605N2C12

(399,23)
Prodotto 21 :

51,14 % C 51,46 %

4,04 % 4,22 %

DfL-treo-l-p-Nitrofenil-2-(2-cloro-6-nitro-cinconil-4)-am,ido1,3-propandoo.

2,12 g di nitrofenilserinolo, 2,71 g di cloruro dell'acido 2-ossi-6-nitro-cinconico 0,5 g di soda anidra vengono riscaldati a ricadere per 90 minuti in 30 ccm di acetone assoluto. Usando il solito procedimento si sono ottenuti 2,2 g di sostanza, corrispondenti al 50 % della resa teorica, a p. f. 160162 . Da 4 cristallizzazioni si giunge a un prodotto a p. f. 165166 , che all'analisi diede i seguenti risultati:
e

11,13
per

mg

diedero

21,01
cale.
trov.

mg

C02
C C

3,29

mg

H20

C,9H1607N4C1 (446,80)

51,07 % 51,51 %

H H

3,38 % 3,31 %

62

Prodotto 22:

DJj-treo-l-p-Nitrofenil-2-(2-clorcinconil-4)-amino-l,3-propandiolo.
g di cloruro dell'acido 2-clorocinconico e 0,7 g vengono riscaldati per 2 ore su b. m. Col solito metodo si pari al 65 % della resa g di sostanza cristallina a p. f. 195196 4 ricristallizzazioni da metanolo si ha una polvere cristallina legger

2,2
di

g di

nitrofenilserinolo, 2,26

soda

anidra

ottengono 2,6 teorica. Dopo

mente colorata di

giallo
mg

p. f. 205206 .

All'analisi si hanno i

seguenti dati:

17,80
per

diedero

37,31
cale. trov.

mg

C02
C

6,61

mg H H

H20

CuH^OsNjCl

56,79 % C 57,20 %

4,01 % 4,16 %

Prodotto 23:

D^L-treo-l-p-Nitrofenil-2-dicloroacetilamino-l,3-propandiolo ( Cloroamfenieolo ).

dell'l-p-Nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo vengono sospesi e 8 ccm di acetone. Si aggiungono quindi 0,23 g di sodio metallico sciolti in 6 ccm di etanolo. Dopo 10 minuti si filtra dal cloruro di sodio formatosi e si evapora a 40 alla pompa. Si aggiungono 1,57 g di estere etilico dell'acido dicloroacetico, riscaldando leggermente. Dopo un riposo di tre giorni si evapora alla pompa e il residuo cristallizzato da metanolo-acqua. Occorre sollecitare la cristallizzazione mediante sfregamento. Si ottiene un prodotto cristallino a p. f. 144146 . Dopo 3 ricristallizzazioni si hanno dei piccoli aghi 65 % della quantit teorica (letteratura: giallognoli a p. f. 147148 . Resa 2,1 g 80 %). p. f. 147148 ; resa 2,6 g
in 12
ccm

2,49

g di cloridrato

di etanolo assoluto

Prodotto 24: Condensazione

dell'acido

dell'l-p-nitrofenH-2-amino-l,3-propandiolo p-toluolsolfoantranilico.

col cloruro

g di soda anidra e 3,1 g di cloruro dello acido p-toluolsolfo di acetone assoluto vengono riscaldati a ricadere per 6 ore. Dalla soluzione acetonica per aggiunta di alcune gocce di acqua si ha separazione di un olio che messo in ghiaccio cristallizza in prismetti bianchi a p. f. 9899 .

2,12

g di

amina, 0,7
ccm

antranilico in 30

p. f. 102103

Dopo ripetute cristallizzazioni da acetone-acqua si ottiene una polvere cristallina a ; la fusione chiara si osserva soltanto a 170 . All'analisi si hanno i seguenti risultati: 4,681 mg diedero 0,24eemN2 22/720mm N 5,62 % trovato
1. 2.

15,932 14,441

mg

diedero diedero

mg

35,05 31,50

mg

mg

C02 7,74 C02 6,85


H

mg mg

H20 H20

1. trov. 2. trov.

C C

60,04 % 59,53 % 6,04


mg

5,44 % 5,31 %

8,140

mg

diedero

BaS04

trov.

10,19 %

Non si potuto stabilire la formula di struttura adatta ai risultati delle analisi. Prodotto 25:
Condensazione

dell'l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandolo

coll'estere

ed il cloruro dell'acido

/3-bromopropionico.

1.
gono

2,12

g di amina

procedendo

come

2,8 g di estere vengono riscaldati per 1 ora su b. m. Si otten d'abitudine, 1,8 g di un prodotto cristallino a p. f. 137138 .
63

4,05 5,855

mg

diedero

0,285
N

ecm

N2

24 /726

mm

trov.

7,73 %
mg

mg

diedero
trov.

2,64 29,70
C

Br

AgBr 19,19 %
C02

16,139
2.

mg

diedero
trov.

mg

7,43
H

47,18 %

mg H20 5,15 %
e

2,12

g di

amina, 1,71

g di cloruro dell'acido

/?-bromopropionico

0,5

g di soda

riscaldati per 90 minuti in 30 ccm di acetone assoluto a ricadere. Si ottengono 1,9 g di un prodotto cristallino a p. f. 138139 . Ricristallizzato, il pro diede all'analisi: dotto a p. f. 138139
anidra
sono

18,15

mg

diedero C

trov.

31,17 mg C02 8,35mgH20 H 5,14 % 46,87 %

cloruro,

Un p. . del miscuglio dei due prodotti, quello ottenuto dall'estere e quello dal non subisce depressione alcuna. Non si potuto stabilire una formula che

coincida eoi dati dell'analisi.

Prodotto 26: Condensazione

dell'acido

dell'l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo p-nitro-m-butossibenzoico.

col cloruro

1,06 g di base, 0,3 g di soda anidra e 1,25 g di cloruro in 30 ccm di acetone assoluto vengono riscaldati a ricadere per 2 ore. Dopo aver proceduto come d'abitu dine si ottenuta una massa vischiosa che fu impossibile trasformare allo stato
cristallino. Dopo
acetone
e

aver
a

lasciato per

un

mese

in

refrigerante,

si

ripreso

con

poco

sottoposto

qui purtroppo

distillazione al vuoto spinto in un senza successo poich si osserv la


una massa

pallone

di Hickmann. Anche

scomposizione

totale

della

sostanza, trasformatasi in

resinosa

nera.

4. Studi sulla molecola della fenlserna

Monoacetilderivato dell'estere etilico della

fenilserina:

10 g di estere etilico della fenilserina vengono sospesi in 30 ccm di anidride e riscaldati per 15 minuti a b. m. Si cola quindi il prodotto in 100 g di ghiaccio tritato agitando energicamente. Si lascia riposare per 5 ore. Si raccoglie

acetica

sul filtro 171172

si lava

con

che ricristallizzata da alcool al 95


sono

acqua, ottenendo 10 g di sostanza cristallina bianca a p. f. % si presenta in piccoli cristalli

bianchi

p. . 174 . All'analisi si

avuti i

seguenti
C02

risultati:
mg

15,31
per

mg

diedero

35,11
cale.

mg

9,68

H20
N

C15H1905N (diacetato) (293,30)


C13H1704N (monoacetato) (251,30)

61,42 %
62,16 %

6,53 %
6,82 %

4,83 %
5,58 % 5,55 %

per

cale.
trov.

H H

N N

62,53 %
N2

6,96 %
mm

5,318
64

mg

diedero

0,77

ccm

21/716

monoaeetilderivato. Col medesimo


il diacetilderivato
a

Secondo i dati forniti dall'analisi si deve concludere che si in presenza di un procedimento Carrara e Weitnauer 130 ottengono
p. f. 169170

che per riduzione

con

idruro di litio

alluminio

trasformano nel fenilserinolo acilato in N. Per dimostrare la fondatezza del nostro punto di
di reazione descritte si ha solo aeetilazione ottenuto sopra ad
una nuova

vista, cio che alle condizioni dell'azoto, abbiamo sottoposto il prodotto aeetilazione in presenza di piridina. fenilserina.

Diacetilderivato dell'estere etilico della


5 g di ore a b.

dei

primi

p. f. 174 vengono sciolti in piridina e riscaldati a ricadere per di anidride acetica. Si evapora alla pompa fino a comparsa m. con 30 ccm cristalli. Si raffredda, per sfregamento sulle pareti si ottiene una massa

prodotto

cristallina che filtrata


p. f.

lavata

con

etere di

Per ricristallizzazione da benzolo si

petrolio possiede ottengono degli aghi a

un p. f. 166167 . p. f. 169170 . Il
una

del miscuglio del prodotto depressione di 20 . All'analisi si

di

hanno i

partenza col prodotto aeetilato subisce seguenti dati:


mg

16,22
per

mg

diedero

36,60
cale.
trov.

C02

9,52

mg

H20

C,5H1905N (293,31)

C 61,42 % C 61,58 %

H H

6,53 % 6,57 %
fenilserina.

Azione di ammoniaca in soluzione alcoolica sull'estere della

aver

3 g di diacetato a p. f. 169 vengono sospesi in 100 ccm di etanolo assoluto. Dopo fatto passare nella sospensione per 10 minuti una corrente di ammoniaca, si

passaggio in soluzione del diacetato. Si continua la saturazione per altre quindi riposare per una notte. Si evapora alla pompa ottenendo una massa bianca che ridiseiolta in metanolo, per raffreddamento cristallizza in piccoli prismi bianchi a p. f. 167168 . Un p. f. del miscuglio col diacetato non subisce depressione alcuna. All'analisi si hanno i seguenti risultati:
osserva

il

dieci

ore

lasciando

15,69
per

mg

diedero

35,36

mg

COj

9,24

mg

HsO

C 59,08 % cale. CtjHuAN, (264,28) Ammide dell'acido

H 6^0 H

per

C15H05N

cale.

61,42 %

6,53 % 6,59 %

(293,30)

Diacetato dell'estere trov.

C 61,50 %
non

Si deve concludere che l'ammoniaca alcoolica della fenilserina risultati dell'analisi

diacetilata, nelle condizioni da dimostrano, il prodotto di partenza.


un

agisce affatto sull'estere etilico noi sperimentate, ottenendo, come i

Tentativo di sintesi di In

isomero del

cloroamfenicolo.

questo tentativo di sintesi,

aromatico del cloroamfenicolo reazione di furilica


is

con un

con

Erlenmeyer91 glicocolla.
e

per la

quale scopo la sostituzione dell'anello eterociclico, abbiamo voluto imitare la sintesi della fenilserina, condensando l'aldeide
avente

anello

Carrara

Weitnauer, G.79, 856 (1949).

65

NHC0CHC12
-CHCHC-CH2OH

0'

I
OH

90 g di furfurolo vengono colati lentamente in una soluzione di 50 g di soda caustica e 37 g di glicocolla in 100 ecm di acqua. La temperatura viene tenuta costan
temente sotto i 0 .

Dopo qualche tempo


e

si

osserva

la formazione di

una

sostanza

resinosa
una

nera

insolubile in alcool

purificazione. Si pu
condensazione

in acqua, della quale non siamo riusciti a ottenere ammettere che si abbiano delle reazioni secondarie dovute

alla facile ossidabilit del furfurolo in ambiente


avere una vera e

alcalino, prima

che si abbia ad

propria

nel

senso

della reazione di

Erlenmeyer.

IH. Risultati delle ricerche sull'attivit antibatterica

Il
mente

sperimentato dal Dr. H. Humi nel laboratorio di ricerche scientifiche (sezione batteriologia) della 8. A. Dr. A. Wander di Berna, cui esprimo i miei pi vivi ringraziamenti.
Le sostanze

grado di attivit antibatterica dei prodotti sintetizzati

stato

gentil

saggiate
avere

sono

state
un

in modo tale da

sempre

sedimento del

aggiunte ai liquidi culturali in prodotto in esame.

eccesso,

I
zione

prodotti 13, 10,


su

11 e 15 sono stati saggiati nel loro potere di inibi Streptococcus haemolyticus ed Escherichia coli. Mentre alle stesse

nie,

condizioni il cloroamfenieolo inibiva completamente l'espansione delle colo nessuna di queste sostanze ha mostrato una qualsiasi attivit batterioLe sostanze

statica.

49, 1214, 1619


aureus

2022

sono

state

sperimentate

su

ed Escherichia coli. Soltanto i prodotti 16, 17 e 20 mostrano un certo potere batteriostatico, inferiore tuttavia a quello del cloroamfenieolo. I rapporti di tale attivit sono visibili nel seguente spec

Staphylococcus

chietto :

Concentrazione di inibizione

Staphylococcus
aureus

Escherichia
coli

Cloroamfenieolo
16

1 1

20000 1000

10000

1:500

17
20

1:1000
1
:

inattivo
1
:

2500

2500

66

1. Derivati dell'estere etilico della


NHR

fenilserina:

-CHCHCOOC2H6
OH

N.o

p.f.

119

-so. '2<c.

ychs

103104

co-

-NH2

195

N02
co

149

N02

CO^^

V-OCH3

131

-co<<

v- ci

106107

ci

178

-CO

COCHC12

150

COCH2CH2Br

120122

67

2. Derivati del

fenUserinolo:

NHR.

/^XCHCHCH2OH
OH

N.o

p.f.

10

192193

11

S02-

-CH,

121122

12

-co-\

y-^

180181

13

-CO-

-OCH,

176177

14

-COGGlj

105106

68

3.

Omloghi del cloroamfenicolo:


NHR

N02<{=^\CHCHCH2OH

N.o

p.f.

15

-SO

// -CH,

205206

16

COCCI,,
N02

147148

17

co

194195
NO,

18

-co^

>-cl

161162

19

co-

-OCH,

160162

20

-coC

V-CHCI2

185186

NT

CIf \

\/
21 -CO

205206

UU-N2
22
-co

165166

69

D. Riassunto

1. E' stato dato

biotici

uno sguardo d'assieme sullo sviluppo storico degli anti particolare del cloroamfenicolo. Vengono descritte le pro priet fisico-chimiche, la dimostrazione della formula di struttura, la sintesi biologica e chimica, le propriet biologiche in vitro, i risultati clinici e la farmacologia del nuovo antibiotico.
e

in

2. Si

sono

elencati

cronologicamente i lavori sintetici


e

chemioterapici sulla

molecola del cloroamfenicolo


tizzati

raccolti in tabelle i derivati sinora sinte citando dov'

studi

reperibili in letteratura, batteriologici.

possibile, i risultati degli

3. Sono stati sintetizzati alcuni derivati dell'estere etilico della fenilserina allo scopo di saggiare l'influsso della scomparsa del gruppo nitrico e del gruppo alcoolico primario sul grado di attivit antibatterica.
4. Sono stati sintetizzati 5 nuovi derivati del fenilserinolo per determinare la specificit del gruppo nitrico sul potere d'inibizione, parallelamente

alla sostituzione del gruppo dicloroacetico nella molecola del cloroam fenicolo.
5. Il gruppo dicloroacetico dell'antibiotico stato sostituito con gruppi aromatici ed eterociclici al fine di ottenere una esaltazione dell'attivit

antibatterica della sostanza madre.


6. Come risulta dai dati delle ricerche

batteriologiche,
e

in

nessuno

dei deri

raggiunto un potere inibitorio ponderabile. Degli altri prodotti sintetizzati, soltanto tre posseggono una certa attivit, inferiore tuttavia a quella del cloro amfenicolo: il derivato dell'acido tricloroacetico, dell'acido 3,5-dinitrobenzoico
e

vati dell'estere etilico della fenilserina

del fenilserinolo si

dell'acido -diclorotoluico.

70

Curriculum vitae

Nato

Magliaso (Cantone Ticino) il


e

16 settembre 1925 da

Manlio Contini

Rita Selva.

Frequentate le scuole primarie al paese natale, ho assolto le prime tre classi ginnasiali all'Istituto Elvetico e le rimanenti al Ginnasio Cantonale di Lugano. Dopo 3 anni passati al Liceo Cantonale della stessa citt ho superato nel 1944 gli esami di maturit federale tipo C.
Causa il servizio militare ho dovuto
anno

i miei

interrompere per un studi, immatricolandomi all'inizio del semestre inver

nale 19451946 alla sezione di chimica del Politecnico federale


in nella

Zurigo. Dopo aver assolto il piano di studio normale ottenevo primavera del 1949 il diploma di ingegnere chimico.
Nel settembre dello stesso
anno

potevo iniziare la presente

tesi di laurea all'Istituto di Farmacia del Politecnico federale


sotto la

direzione del Prof. Dr. J. Buchi che mi tenne occupato


mese

sino alla fine del

di

marzo

del 1951.

71

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