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chemioterapici
struttura
simile al cloroamfenicolo
Tesi di laurea
presentata alla
Scuola Politecnica Federale in
Zurigo
per il
conseguimento
del
grado
da
Sergio
Contini
Relatore
Correlatore
ZURIGO
1951
BUCHDRUCKEREI
NEUE
ZURCHER
ZEITUNG
pap,
mamma e
e
Benita
loro fatiche
Il chiarissimo Maestro
gratitudine
per l'interesse
righe l'espressione della mia pi profonda e gli aiuti prodigatimi nel corso
Al
caro
amico
Dr. R. Lieberherr
esprimo
pi vivi ringraziamenti
per i
consigli pratici.
Indice
A. Introduzione
B. Parte 1.
generale
Cenni storici Struttura chimica Sintesi
e
Capitolo a) b) e) d) e) f) g)
7
propriet
fisico-chimiche
....
biologica
in vitro
10
11 15 17
Sintesi totale
Propriet biologiche
Risultati clinici
Farmacologia
sintetici
19
2.
Capitolo
Studi
e
chemioterapici
sulla
molecola
del
cloro21
amfenicolo
3.
Capitolo
Piano di studio
39
C. Parte
sperimentale Preparazione
delle amine
41 41 41
49
I. Considerazioni teoriche
1.
2. Metodi di acilazione
IL Sintesi 1. 2.
49
amine esteri
e
49
cloruri
degli
acidi
....
53 57
3. Sintesi
derivati
64
....
66
D. Riassunto
70
A. Introduzione
La definizione di antibiotico risale all'epoca di Pasteur, il quale nel 1877 not che la crescita del bacillo della rabbia veniva in certo qual modo ritar data dalla presenza di certe particelle contenute nell'aria. A questo feno
meno
Pasteur diede il
nome
di Antibiosi. Basandosi
la
su
queste
osserva
possibilit di
una
una
vitro, dalla
oggi
si
pu affermare, questo
produzione da parte di batteri antagonisti di sostanze aventi particolarit chimiche, fisiche e biologiche caratteristiche. Queste
Il
anno
biologica
primo esperimento
antibiotico risale al
e
1899,
della
difterite mediante i prodotti di secrezione della Pseudomonas aeruginosa. Queste ricerche non portarono mai a risultati clinici positivi. Si possono quindi definire Pasteur e collaboratori fondatori della moderna chemio
terapia.
L'era degli antibiotici propriamente detti ha avuto inizio nel 1922. Fleming isol in quell'anno un fermento denominato Lysozym avente una grande attivit antibatterica. Nel 1924 Dath e Gratia descrivono l'actinomicetina, una sostanza con potere antibatterico prodotta da definiti ceppi di actinomiceti. Nel 1928 Fleming osserv per la prima volta, lavorando con colture di stafilococchi, la formazione di una sostanza che doveva in seguito risultare essere la penicillina. Nel 1931 Hetherington e Raistrick comunicano la scoperta della citrinina prodotta da una specie di penicillium, dotata di attivit antibatterica marcata contro batteri gramnegativi. Nel 1936 Weidling e Emerson citano la gliotossina, prodotta dal Tricodema ligrorum. Due anni dopo Anslow e Raistrick scoprono la fumigatina pro dotta dall'Aspergillus fumigatus ed avente una spiccata attivit contro batteri grampositivi. Efficace contro tali batteri pure la gramicidina scoperta da Dubos nel 1939, prodotta dal Bacillus brevis. Il nome di gramicidina viene in seguito mutato in tirotricina, essendosi dimostrata la gramicidina originale, miscuglio di due sostanze distinte: la gramicidina pura e la tirocidina. Nel 1940 Waksman e Woodruff scoprono la actinomicina A e B prodotte dallo Actinomyces antibioticus. Waksman comunica nel 1942 la scoperta della streptotricina, prodotta dall 'Actinomyces lavandulae. Nello stesso anno vengono continuate le ricerche sull'acido penicillico, gi scoperto nel 1913 &W Alsberg ; Florey e Jennings scoprono la patulina prodotta dal Penicillium claviforme e Waksman la fumigacina dall'Aspergillus fumigatus, lo stesso organismo dal quale venne isolata nel 1938 la fumigatina, in seguito la clavacina prodotta dall 'Aspergillus clavatus. Nel 1943 le ricerche di Withe
e
l'acido
aspergillico
dallo
Aspergillus flavus. Nello stesso anno si separa la penicillina, pur avendo maggior effetto su alcuni ceppi
grampositivi.
5
grande scoperta nel campo degli antibiotici dopo la penicil streptomicina, isolata da Schatz, Bugie e Waksman dall'Actinomyces griseus. La flavacidina viene isolata da McKee, Rake e Houck dall'Aspergillus flavus. Nel 1947 Stansly e coli, portano a cono scenza la scoperta della polimicina e Ainsworth quella della aerosporina. La terza tappa si pu considerare cos terminata. Incomincia quella nuova dominata dalla cloromicetina, isolata da Ehrlich e Gottliei alla fine del 1947 da colture di Streptomyces venezuelae. Dello stesso anno la scoperta della nisina da colture di Streptococcus lactis da parte di Mattick e Hirsch. La serie continua colla gramicidina S, la notatina o penicillina B. Una pietra di grandissimo valore posata nel 1948 colla scoperta della aureomicina da parte di Duggar da colture di Streptomyces aureofaciens. Le im mense ricerche di questi ultimi anni portarono alla scoperta della borrelidina, citromicetina, terramicina, enniatina, griseina e neomicina per citare soltanto i pi notevoli. Il presente lavoro tocca uno dei capisaldi del complesso ed illimitato edificio iniziato nel 1922 ed assurto in pochi anni a altezze vertiginose: la
La seconda
cloromicetina
NHCOCHCL,
NO,/===\CHGH CH.OH
v y
OH
B. Parte Generale
1. CAPITOLO:
a) Cenni storici
Le
da
anno
(SU)1
di
riuscirono
coltivare
isolare
su
specie
a
streptomicete,
le cui colture
agar mostravano
organismi. Contemporaneamente
versit di Illinois2 riuscirono
isolare da
specie di actinomicete capace di produrre un antibiotico, avente particola rit simili a quelle del prodotto ottenuto dagli studiosi della Parke-Davis. Studi posteriori hanno dimostrato l'identit dei due prodotti. L'organismo produttore del nuovo antibiotico venne denominato Streptomyces venezuelae. Dal liquore delle colture madri si ottenne, per estrazione, una sostanza cristallina uniforme, avente le stesse caratteristiche antibatteriche gi riscontrate nelle colture. Al nuovo antibiotico venne dato il nome di
cloroamfenicolo. Le ricerche condotte dalla Parke-Davis per la caratterizza zione chimica e fisica del nuovo composto, portarono in tempo primato alla
identificazione certa e assoluta della formula di struttura.3 Due anni dopo la scoperta di Ehrlich e coli.1 entrava in funzione negli Stati Uniti la prima fabbrica per la produzione industriale del cloroamfenicolo. Le ricerche chi
miche continuate ininterrottamente fruttarono nuove vie di sintesi pi spiccie e meno costose. La presenza nella molecola del cloroamfenicolo di
una
immensa
zona
di studio
con
possibilit di variazione. Il miraggio di nuovi prodotti pi efficaci del cloroamfenicolo spingeva i vari ricercatori in una febbrile lotta al primato. Le recentissime pubblicazioni su isomeri ed analoghi vanno vieppi confermando la stretta ed indivisibile specificit dei quattro gruppi funzionali citati. Tra la centuria di derivati sinora sintetizzati, si annovera soltanto un caso di maggiore attivit antibatterica rispetto alla sostanza madre. Tale attivit tuttavia ristretta ad un unico ceppo di germi. Le in dagini in vitro ed in vivo sul cloroamfenicolo hanno dato dei risultati cos
notevoli da permettere di annoverare, senza tema, questo nuovo antibiotico fra le maggiori scoperte degli ultimi anni nella chimica organica.
b) Struttura chimica
Il cloroamfenicolo
una
propriet
fisico-chimiche
p. f.
149,7
e
150,7.
siede
i
E'
otticamente attivo
(a) =25,5
in acetato di etile
pos
una
2 s
Ehrlioh, Bartz e Smith, Science 106, 417 (1947). Carter, Gottlieb e Anderson, Science 107, 113 (1948). Rebstock, Crooks, Controulis e Bartz, 3. am. chem. Soc. 71, 2460 (1949).
7
l'ultravioletto presenta un massimo a 2780 A (E}0^ 298). Nei filtrati mantiene la propria attivit per 24 ore da un dei liquidi culturali a 25 pH 0,4 ad un pH 9,56, mentre che ad un pH 10,82 viene inattivato per
=
l'87
%.
E' solubile in acqua, glicole propilenico al 70 % e puro, meglio, in vari solventi organici quali l'acetone, etere
inoltre, etilico,
invece in benzolo
metilico, etilico, butilico, acetato di amile, acetato di etile; insolubile e etere di petrolio. Il peso molecolare di 310 g stato determinato col metodo crioscopico della canfora. Il cloroamfenicolo si dimostrato essere un corpo neutro contenente C, H, N e cloro non ioniz zato. Rebstock e coli.3 pervennero dopo accurati studi sullo spettro di assor bimento nell'ultravioletto, alla conclusione che la molecola consiste in un derivato del nitrobenzolo con una catena alif atiea in posizione para. Poich non si era mai riscontrato in prodotti di sintesi biologica la presenza di un gruppo nitrico si dovette procedere con cautela. Il prodotto di riduzione mostr una curva di assorbimento uguale, se non identica, a quella della p-toluidina. Le prove con idrato ferroso svelarono la presenza di un gruppo
nitrico ossidato. Ci si trov di fronte ad autori citati riuscirono
a
un
gruppi ossidrilici.
mente
prodotto bianco cristallino, otticamente attivo, da cui si ottenne facil un cloridrato cristallino. Il carattere basico del prodotto di idrolisi
dovuto alla presenza di un gruppo aminico primario che pu essere deter minato col metodo di Van Slyke. La stessa prova eseguita sul cloroamfeni
negativo.
Il cloro presente
non
viene attaccato
soluzione di nitrato di argento al 3 %, n a temperatura ambiente n alla ebollizione. Il cloroamfenicolo non viene attaccato dall'acido perio valenti di acido. I
dico, il prodotto di idrolisi invece consuma per grammomolecola due equi prodotti di degradazione : p-nitrobenzaldeide, ammoniaca,
e
formaldeide amfenicolo
NHL
N02<f
V-CH CHCHjOH
OH
HI04
N02<T
V-CHO + NH, +
+ HCHO +
(HCOOH)
La formula di costituzione coincide colla formula bruta stabilita dal l'analisi percentuale ed stata confermata dalla sintesi totale:
NHCOCHCl2
OH
carbonio asimmetrici
L'attivit ottica traspare chiaramente dalla presenza di due atomi di non equivalenti. Sono quindi possibili quattro forme
:
steriche
NO,
HeOH
I
HCNHR RHNCH
RHNCH
CRjOH
CH2OH
R
=
CH2OH
COCHCL
pu considerare
la
quale possiede
sono:
HCOH
HOCH
I HgCHNCH
CHg
(+)V
I HCNHCHj
CHg
(-)-V
propriet chimiche dell'antibiotico, cio la sua stabilit nell'idrolisi e acetilazione, come pure il valore assoluto del potere rotatorio, lo rotatorio del pongono nella serie pseudo pi stabile; dal segno del potere cloroamfenicolo, da quello della base che si forma nell'idrolisi e del rispet tivo cloridrato, si deduce che l'antibiotico un derivato della ()-/'-efe drina. Il cloroamfenicolo per analogia si pu quindi definire :
Le
nella
()-^-l-p-nitrofenil-2-dicloroacetamido-l,3-propandiolo.
9
Osservando che la
catena
uguale
disposizione spaziale degli atomi di carbonio nella quella del d-treosio, ci si pu riferire al sistema stereochie
mico
degli
zuccheri
definire il cloroamfenicolo
d- ()
-treo-1-p-nitrofenil-2-dicloroacetamido-l,3-propandiolo.
NHCOCHCL
H
OH
NO,<
2
>CHCHCH.OH
2
V^
!
OH
h/
}CCCCH.OH
|
OHH
d-treosio
c) Sintesi biologica:
streptomicete che produce il cloroamfenicolo molto simile allo Streptomyees lavandulae produttore della streptotricina, diverso per le sue caratteristiche morfologiche fisiologiche da tutti quelli finora noti. Per questo nuovo ceppo stato proposto il nome di Streptomyces venezuelae.
Lo
Isolato per la
*> *5
da
un
terreno di Caracas
contemporaneamente,
ottenere buone
rese
e
indipendentemente,
sono
da
Gottlieb
sono
2>6
da
un
di antibiotico. Le condizioni
migliori
state
speri
coli.5
da Gottlieb
a
studi
propri.
biologica stato ideato da studiosi della Parke-Davis.s Originariamente doveva servire alla produzione di strepto micina. Nel 1948 lo si adatt al nuovo processo. Tutte le operazioni inerenti la
L'impianto
usato per la sintesi
viene usata
mediante
a
fermentazione vengono eseguite rigorosamente asettiche. L'acqua potabile che come solvente dopo essere stata deionizzata viene conservata in
recipienti di alluminio. L'aria che circola nell'impianto viene purificata un filtro elettrostatico. La fermentazione propriamente detta ha
inizio in serbatoi di 250 litri. Il
10 .
mezzo
raffreddato
speciali accorgimenti che assicurano la sterilit del processo, si lascia che la fermentazione si sviluppi per 24 ore, dopo di che si pompa con aria compressa il liquido in caldaie di 2000 litri. Appena la fermentazione in una di queste caldaie raggiunge Dopo
aver con
inoculato mediante
siringa
un
limite, la coltura viene inviata mediante aria compressa in una gi riempita di soluzione nutritiva. Dopo 24 ore il contenuto della caldaia viene inviato in serbatoi di 20 000 litri dove dopo 72 ore la fermencerto
caldaia
s i s
Ehrlich, Gottlieb, Burkholder, Anderson e Pridham, J. Bact. 56, 467 (1948). Smith, Jostyn, Gruhzit, McLean, Penner e Ehrlich, J. Bact. 55, 425 (1948). QottUb, Bhattaoaraya, Anderson e Carter, J. Bact. 55, 409 (1948). Pauletta e Defranceschi, Il farmaco 4, 700 (1949).
Chemical
Engineering,
ottobre
10
tazione pu munito di
Ogni recipiente di fermentazione serpentini che permette, in caso di formazione di schiuma, di immettere nella soluzione antischiumeggianti. A fermen tazione ultimata il liquido viene filtrato con filtropresse. Si ottiene in tal modo una soluzione acquosa di cloroamfenicolo priva di micelio. Si prosegue quindi la lavorazione estraendo il liquido in controcorrente con acetato di amile. Un controllo meticoloso dell'acidit reso superfluo dalla grande
essere
un
considerata terminata.
a
impianto
di soluzione
stabilit del cloroamfenicolo nelle colture. Per la estrazione di 20 000 litri occorrono 4000 litri di acetato di amile che vengono in seguito
ricuperati.
35 ed
La soluzione
di
acetato
pressione di 0,3 mm una lavorazione, che consiste in 180 litri di soluzione concentrata, viene purificata mediante acido solforico, bicarbonato sodico ed infine con acqua deionizzata. Dopo concentrazione a 910 litri si lascia riposare per 8 ore a 5 per completare la cristallizzazione. Il prodotto
amile. Il residuo di
d'amile viene quindi inviata in un una temperatura inferiore ai permette l'evaporazione dell'acetato di
cristallino viene sciolto in acqua e trattato con carbone assorbente. Per raffreddamento si ottiene un prodotto puro, che seccato nel vuoto, costi
d) Sintesi totale :
prodotto ottenuto per via sintetica possiede le stesse particolarit chimiche, fisiche e biologiche riscontrate nel prodotto ottenuto per via bio logica. Sono noti tre metodi di sintesi che pi o meno permettono una pro
Il
dell'antibiotico. E' opportuno ricordare che il clo e finora l'unico antibiotico di cui sia riuscita la sintesi totale e la produzione per questa via su scala industriale. I chimici sono stati aiutati in questa realizzazione dalla stabilit del cloroamfenicolo
duzione
su
vasta scala
roamfenicolo il
primo
non
deve per essere sminuito da questa apparente semplicit. Se si considera infatti la molecola del cloroamfenicolo si osserva che, su uno scheletro di nove atomi di carbonio della base libera sono presenti quattro gruppi fun
zionali. La presenza di due atomi di carbonio asimmetrici ardua la sintesi, in quanto occorse innanzitutto individuare
che si formano nelle reazioni
e
zione
degli stessi,
ci che
non
fu sempre facile.
1." metodo:
Questo procedimento
sazione di benzaldeide
jS-nitroetanolo in presenza di metilato di sodio, si ottiene l'l-fenil-2-nitro-l,3-propandiolo (I) che viene ridotto cataliticamente con ossido di palladio a l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo (II).
Controulis, Eebstoclc
11
N02
CHO +
CH2CR.OH
<.
yCH(OH)CH(N02)CHjOH
(I)
CH(OH)CH(NH2)CH2OH
>
^CH(OH)CHC^OCOCHj
NHCOCH3 (IH)
v.
/>CHCH CHjOCOCHg
OCOCHg
(IV)
N02<,
J^CHCHCHjOCOCH,,
OCOCHj
(V)
NHCOCH8
NHCOCHg
NH,
N02<
V- CHCHCtLOH
OH
N02\
V-CHCHCHjOH
OH
NH,
(VI)
|
OH
(vn)
NHCOCHCi,
N02/"""V-CHCHCHjOH
(Vili)
cristallizzazione frazionata, per cui si ottiene una separazione delle due forme. La forma treo viene purificata per trasformazione in N-O-diacetilderivato
(III).
(IV)
deird,l-treo-l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo (V) che per idrolisi d la base libera (VI). Il racemato viene scomposto negli antipodi ottici
mediante cristallizzazione frazionata del sale ottenuto
con
l'acido d-canfo-
solfonico; quest'ultimo viene in seguito idrolizzato ottenendo in tal modo la base libera d()-treo che fatta reagire con dicloroacetato di etile d il cloroamfenicolo levogiro (Vili).
2." metodo:
Elaborato da
Long
Troutman
,0
permette
una
produzione
su
vasta
scala. Come prodotto di partenza usa il cloruro dell'acido p-nitrobenzoico che viene condensato coll'estere dietilico dello acido malonico.
1
Long
12
-COCHj
(I)
->NO< <,
>-
N02<C
V-COCH2Br
(II)
^^COCH2-[(GH2)8N,]Br
(III)
N02-^(
V-COCH^NH^
(IV)
HC1
-NO,-^
V-COCH2NHCOCH3
NO,.
CO-CH-CH2OH
NHCOCH^
NHCOCHCI2
2^
jrCHCHCRjOH
OH
Dopo saponificazione e decarbossilazione si ottiene il p-nitroacetofenone (I) dal quale per bromurazione si arriva al p-nitro-w-bromoacetofenone (II) che viene fatto reagire con esametilentetramina ottenendo il rispettivo sale (III). Per idrolisi acida si ha il cloridrato del p-nitro-a-aminoacetof enone (IV) dal quale si ottiene il p-nitro-a-acetamidoacetofenone (V) per acilazione con anidride acetica. Questo prodotto condensato con aldeide formica d il p-nitro-P-ossi-a-acetamidopropiofenone (VI). Per riduzione con isopropilato di alluminio si ha con buone rese il, d,l-treo-l-p-nitrofenil-2acetamido-l,3-propandiolo (VII) accanto a piccole quantit di racemato d,l-eritro. Per idrolisi si ottiene il d,l-treo-l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo (VIII). Mediante condensazione con acido d-canfosolfonico e cristallizzazione frazionata si separano gli antipodi ottici. La base d()treo condensata con dicloroacetato di metile d il cloroamfenicolo (IX).
3." metodo:
Questo metodo elaborato da autori italiani nel 1949 "ia, riduce sensibil passaggi di preparazione nei confronti delle due sintesi precedenti. Recentemente autori svizzeri1S hanno comunicato di aver eseguita indipenmente i
12
13
Carrara e Weitnauer, G. 79, 856 (1949). Alberti, Asero, Camerino, Vercellone, Chimica ed Industria 31, 169 (1949). Vogler, Helv. 33, 2111 (1950).
13
dentemente
al brevetto.
dagli
con
Quale prodotto di partenza serve la benzaldeide che viene condensata glicocolla dando la fenilserina (I).
Ntt,
CHO +
NH
CHCHCOOH
CH,COOH
i
(I)
NH,
-CHCHCOOR
<.
NH
;>CHCHCH2OH
A
(II)
NHCOCH
(HI)
NHCOCHj
*
CHCHCHjOCOCHj
N02/
V-CHCHCHjOCOCH,,
OCOCHj
(V)
COCH,
(IV)
NH
HC1
NH
.N02/
Y-CHCHCH^OH
OH
OH
(VI)
(VII)
con
che viene sottoposto a riduzione con idruro di litio ed alluminio ottenendo in tal modo il fenilserinolo (III). Per acerese
buone
l'estere
(II)
tilazione
anidride acetica si arriva al triacetilderivato (IV) (V). L'idrolisi acida permette di ottenere il cloridrato del d,l-treo-l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo (VI). Con etilato di sodio si libera la base cristallina (VII) che condensata
con
e con
piridina
con
non occorra
la separa
degli isomeri treo ed eritro, in quanto che dalla reazione di benzal deide con glicocolla secondo Erlenmeyer u e Rosenmund15, come pure col metodo indicato da un brevetto tedesco16, si ottiene quasi quantitativamente la forma treo desiderata. Questa ipotesi accettata dagli autori italiani venne
zione
"
Erlenmeyer e Frtihstck, Ann. 284, 36 (1894). Bosenmund, Ber. 52, 1734 (1919). DRP. 632 424 (1935) Gesellschaft fur Kohletechnik
MBE.
14
recentemente
dimostrata.
In
base ad
uno
studio
approfondito Vogler13
arriva alla conclusione precisa che nel ottiene l'isomero di forma treo.
caso
Gottlieb
sui
e coli.1 hanno paragonato il cloroamfenicolo su base ponderale, streptomicina sulla attivit contro il micobatterio tubercolare. L'atti vit di quest'ultima 10 volte superiore a quella del cloroamfenicolo. Nel caso dello Staphylococcus aureus il rapporto di 2:1. Sulle specie gramnegative il cloroamfenicolo si dimostrato da 2 a 16 volte pi attivo. Con frontato colla penicillina 736 volte pi attivo contro ceppi gramnegativi : possiede 1/50 della attivit rispetto allo Staphylococcus aureus. E con
Ehrlich
alla
'
Osborne
"
hanno comprati studi col cloroamfenicolo sul sua attivit contro bacilli umani virulenti di
con quella della strepto p-aminosalicilico (PAS). La maggior parte dei 19 ceppi studiati vennero inibiti nella crescita da quantit che variano da 6,3 a 4,4) in presenza di siero. L'attivit tubercolostatica della 12,5 v/ccm (W e del PAS non sub alcun influsso in seguito ad aggiunta di streptomicina cloroamfenicolo. Uno studio approfondito sulla attivit del cloroamfenicolo 1S che indaga pure contro l'Escherichia coli stato eseguito da Benigno l'influsso di questo ceppo sul grado di attivit antibatterica dell 'antibiotico parallelamente alla formazione di prodotti di riduzione. McLean e coli.1" riportano dati sulla sensibilit in vitro di oltre 200 ceppi rappresentanti 25 generi di batteri. Sono state osservate considerevoli variazioni di sensi bilit, sia tra i generi che tra le specie e persino tra stipiti diversi di una stessa specie. Con le tecniche impiegate sono stati trovati sensibili a con centrazioni di 10 v/ccm o meno, indicanti possibili applicazioni cliniche, 21 generi tra cui: Aerobacter (2/2), Bacillus (6/6), Brucella (7/7), Corynebacterium (3/3), Diplococcus (3/3), Escherichia (11/11), Haemophylus
micina
dell'acido
=
"
is
i
Youmans e Osborne, Proe. Soc. Exp. Biol. Med. 67, 426 (1948). Benigno, Il farmaco 5, 254 (1950). McLean, Schwab, Hillegas e Schlingman, J. Clin. Invest. 28, 953 (1949).
15
(7/7), Klebsiella (11/12), Micrococcus (19/19), Neisseria (4/4), Pasteurella (8/8), Proteus (8/10), Pseudomonas (1/19), Salmonella (37/37), Sarcina (3/3), Shigella (16/16), Streptococcus (8/8), Vibrio (1/1). I numeri tra parentesi indicano i rapporti ceppi sensibili/ceppi provati. Tra i 40 ceppi di funghi sperimentati solo due actinomiceti si dimostrarono sensibili: Actinomyces bovis (5 y/ccm) e Nocardia asteroides (20 y/ccm). Tra le spi rochete ed i protozoi (7 ceppi saggiati in vitro) solo la Borrelia recurrentis si dimostr sensibile (2,5 y/ccm). Seligmann e Wassermann20 presero in esame le salmonelle : mentre la maggior parte di ceppi di Pseudomonas aeruginosa ed anche qualche ceppo del gruppo del coli presentavano solo una modesta sensibilit, tra 23 ceppi di salmonelle prese in esame 19 erano sensibili a 2 y/ccm. Gauld e coli.11 dimostrarono la sensibilit in vitro del Vibrio comma (5 y/ccm). Bumball e coli.22 trovarono molto sensibile al cloroamfenicolo (2,5 y/ccm) un ceppo di Salmonella typhi isolato da un portatore sano. Yow e Spink23 in vista
della inefficacia del trattamento di casi clinici di brucellosi
con
strepto
micina associata
al
sulf adiazina,
a causa
del
un
studio sull'efficacia del azione in vitro. Sono stati studiati 25 stipiti di Brucella: 14 abortus, 10 melitensis e 1 suis. La loro sensibilit stata trovata aggirarsi tra i limiti di 1,566,25 y/ccm. Alexander e coll.2i hanno studiato i rapporti di attivit del cloroamfenicolo,
polimixina,
aureomicina
su
si dimostrata insufficente
come
Inibizione in
y/ncm
Ceppi Streptomicina
Polimixina B Cloromicetina Aureomicina
Bacillus influenzae
13 3
0,3
15
1 1
0,51
3 5<25 35 525 3
Baeillus
pertussis
Escherichia coli
7,525
25 25200
0,53
1
15
5<25 310
5
Shigella
Salmonella
Salmonella
typhosa
0,5
13
5
35 >100 3
Pseudomonas Bacillus
aeruginosa
50
5<10
parapertussis
20
21 22
24
Seligmann e Wassermann, Proc. Soc. Exp. Biol. Med. 71, 253 (1949). Gauld, Schlingman, Jakson, Manning e Batson, J. Bact. 57, 349 (1949). Simboli e Moore, Brit. Med. J. 4612, 943 (1949). Yow e Spink, J. Clin. Invest. 28, 871 (1949). Alexander, Leidy e Sedman, J. Clin. Invest. 28, 867 (1949).
16
coincidono coi dati ottenuti in vivo, per le infezioni da virus alcuni protozoi tali dati costituiscono un fatto nuovo perch,
rickettsie
come
noto,
questi ultimi
non sono
coltivabili artificialmente.25
pollo
topi infettati con rickettsie mediante cloroamfenicolo stata dimostrata da Smith e coli?, Smadel e coll.n e da Smadel, Jackson e Cruise." Sia gli esperimenti condotti su embrione di pollo come quelli su topi o cavie hanno
dimostrato brione di
un
Jackson26
McLean
pollo hanno ottenuto dei risultati negativi, risultati incoraggianti mediante forti dosi nel topo.
Smadel
con
e coli.2" hanno paragonato l'effetto del cloroamf enicolo naturale quello sintetico su embrioni di pollo infettati con cinque specie diverse di rickettsie e con gli agenti della psittacosi e del Linfogranuloma venereo.
una severa
statistica.
Azione
su
batteri
protozoi:
Seligman e Wassermann2' hanno trattato con cloroamfenicolo per via e parenterale topi infettati con Salmonella typhimurium trovando che l'antibiotico capace di prolungare in modo significativo il tempo di soprav vivenza degli animali infettati senza riuscire per a guarirli tutti completa mente. Anche dopo il trattamento per, il ceppo isolato conservava la stessa sensibilit che aveva all'origine. Nel topo infettato col Mycobacterium tuberculosis, il cloroamfenicolo si dimostrato a Youmans et coli.11 pratica
orale somministrato per via sottocutanea, mentre se sommini quantit variabili fra 0,25 e 0,5 % possedeva una certa attivit tubercolostatica. Gould e coli.21 hanno dimostrato in base ad una estesa casistica l'attivit positiva del cloroamfenicolo nella terapia dei topi
mente inattivo
se
infettati
sperimentalmente
f) Risultati clinici:
Dopo le brevi citazioni sull'attivit del cloroamfenicolo in vitro e su terapia sperimentale di infezioni da virus e batteri, ci sembra opportuno descrivere brevemente i risultati delle diverse applicazioni cliniche del cloroamfenicolo. Anche in questo settore la lette ratura ha assunto tali proporzioni da rendere quasi impossibile una rappre
alcuni risultati ottenuti nella
sentazione chiara
sistematica dei risultati ottenuti nelle diverse cliniche. quei casi comuni o perlomeno
e
Febbre
tifoide:
Woodward
raggiunti nel
In
27
28 2
Pauletta, Defranceschi e Weiss, Il farmaco 4, 711 (1949). Smadel e Jackson, Science 106, 418 (1947). Smadel, Jackson e Cruise, J. Immunol. 62, 49 (1949). Smadel, Jackson e Lewthwaite, Proc. Soc. Exp. Biol. Med. 70, Woodward, Smadel, Ley, Green e MankVkar, An. Int. Med. 29,
191 131
(1949). (1948).
17
quasi tutti i casi si raggiunse un sensibile miglioramento gi dopo tre giorni dall'inizio della terapia. Gli autori elevano il cloroamfenicolo a chemioterapico specifico nella cura della febbre tifoide. Lo stesso Wood ward comunica di aver trattato un'altra serie di pazienti con risultati altrettanto brillanti. Infinite sono le pubblicazioni riguardanti questa terapia. Gli autori giungono pi o meno sempre alla stessa conclusione. Uno studio particolarmente interessante stato eseguito in Italia durante una epidemia di tifo causato dall'Eberthella typhosa." In uno studio com parativo sulla attivit antibiotica del cloroamfenicolo racemico e levogiro in 139 soggetti, gli autori hanno constatato una attivit del prodotto race mico uguale, se non maggiore, di quella della modificazione levogira. E' interessante notare che nei casi di recidiva, una ripresa della cura, porta sempre alla guarigione completa. Recentemente Stryker** cita un caso in cui si raggiunse una guarigione apparente. Infatti dopo aver raggiunto uno stato normale si not nel paziente una riapparsa brusca di bacilli, senza
che si potesse individuare il focolaio di infezione.
da bacilli
sperimentata alquanto minu positivi raggiunti in labo della flora batterica del colon col cloroamfenicolo,
si ritenne opportuno saggiare il preparato anche clinicamente. A 50 pazienti affetti da diverse forme di infezione sono stati somministrati 23 g di bacilli dalle urine
giornalmente. In tutti i casi si pot osservare la scomparsa di gi dopo 13 giorni. E' notevole il fatto che infezioni da Escherichia coli, Aerobacter aerogenes, Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella pneumoniae, Salmonella schottmuelleri e Proteus vulgaris nella serie di malati citati rispondano perfettamente alla terapia del cloro
antibiotico
amfenicolo.
primissimi tentativi in tal senso sono stati fatti per il epidemia di tifo esantematico a Puerto Acosta in Bolivia nel 1947. Payne e coll.u ottennero in 22 pazienti con somministra zione orale o endovenosa la remissione completa dei sintomi entro tre giorni anche in casi gravissimi. Favorevole esito ebbero pure i casi trattati al Mes sico da Smadel et coli." In base ai successi ottenuti in questa affezione, sostenuta dalla Rickettsia mooseri (tifo endemico) fu tosto tentato l'im piego del cloroamfenicolo in una malattia affine, il tsutsugamushi, malat tia febbrile propria delle regioni tropicali dell'arcipelago nipponico. Risul tati incoraggianti sono stati comunicati da Smodel. Con esito favorevole
trattamento
Rickettsiosi: I
di
una
37
ss
Woodward, An. Int. Med. 31, 53 (1949). Cantalamessa, Paolillo, Marsilio e Salzano, Bass. Medica IV, 51 (1950). Strylcer, New England J. Med. 242, 782 (1950). Chittenden, Glazko e Schlingman, J. Clin. Invest. 28, 1052 (1949). Chittenden, Sharp, Von der Eeide, Bratton e Glazko, J. Urol. 62, 771 (1949). Garvey, Cline e Meads, South. M. J. 43, 85 (1950). Payne, Sharp e Enaudt, Trans. E. Soe. Trop. Med. Hyg. 42, 163 (1948). Smadel, Leon, Ley e Varela, Proc. Soc. Exp. Biol. Med. 68, 12 (1948). Smadel, Traub, Ley, Philip e Woodward, Am. J. Hyg. 50, 75 (1949).
18
bacino mediterraneo da Jaribon. Una rickettsiosi assai diffusa in America, denominata febbre purpurica delle Montagne rocciose, si dimostrata al quanto sensibile al cloroamfenicolo.40
Brucellosi: Infezioni sostenute da Brucella
sono
state curate
con
successo
da Woodward
29>so e
quelli di ogni altra terapia tentata nelle brucellosi, compresa l'associazione streptomicina-sulfamidici. In particolare le forme di brucel losi con carattere di acuzie rispondono in modo notevole al cloroamfenicolo,
superiori
a
infezioni: Qualche
caso
di
Lymphogranuloma venereum: Questo linfogranuloma infettivo che at gli organi genitali viene presumibilmente causato da un virus avente un corpuscolo intracellulare determinabile. Dosi di cloroamfenicolo di 3 g ogni otto ore per 14 giorni portarono alla guarigione clinica. Il corpuscolo intracellulare era per sempre reperibile nei tessuti. Questa terapia port alla guarigione di casi resistenti ad altri chemioterapici.44 Granuloma inguinale: Questa malattia che viene generalmente classifi cata quale venerea sebbene non venga diffusa per via sessuale si manifesta
tacca
con
ulcerazioni. E
'
'
portano alla
guarigione di lesioni aventi una estensione di 70 cm2.45>46 Sifilide: E ormai assodato che la Spirochaeta pallida risponde al cloro
amfenicolo;
tie
veneree
in altre malat
reso
mascheri
coli." hanno
esperimenti su 24 soggetti. Robinson e coli?8 giungono alla conclusione: Chloromycetin is effective in healing the lesions of primary and secondary syphilis.
noti i risultati di
g) Farmacologia :4>
Uno studio completo sulla tossicit del farmaco stato eseguito da e cli? in via preliminare e poi ripreso ed esteso da McLean." Nel
e
Smith
topo, per via endovenosa, la DL50 stata calcolata per differenti prepara
zioni differenti veicoli
peritoneale ed orale
orale la
s *>
245,0, 109,5, 195,4 e 202,6 mg/kg. Per via intra2460 mg/kg rispettivamente. Nel cane per via somministrazione cronica di dosi da 10200 mg/kg al giorno cos
a
1320
*>
47
Janbon, Presse Med. 1949, 70, 1026. Pinkoffs, Guy, Lister e Woodward, An. Int. Med. 29, 656 (1948). Walley e Cooper, Brit. Med. J. 1949, 265, 4621. Long, Chandler, Bliss, Bryer e Schoribach, J. Am. Med. A. 141, 315 (1949). Hewitt e Williams, New England J. Med. 242, 119 (1950). Greenblatt, W'ammode, Dienst e West, J. Med. Ass. Georgia 38, 308 (1949). Dienst, Chen e Greenblatt, Urol. & Cutan. Eev. 53, 537 (1949). Greenblatt, Wammock, Dienst e West, J. Med. Ass. Georgia 38, 206 (1949). Bomanski, Olanshi, Taggart e Bobin, Science 110, 639 (1949). Bobinson, Fox e Duvall, Am. J. Syph. Gonor. & Ven. Dis. 33, 509 (1949). Pauletta, DefrancescM e Weiss, Il farmaco 4, 712 (1949).
19
quelle di 12,52550 mg/kg per via endovenosa non causano alcun effetto tossico. La pressione e la respirazione restavano inalterate. Scarse le reazioni gastrointestinali; assenti disturbi ai riflessi somatici, oculari e alle
come
funzioni uditive. Le
sono
dimostrate identiche a quelle del prodotto ottenuto per via biologica. Nessun effetto tossico attribuibile al cloroamfenicolo mai stato notato nei casi clinici riferiti in letteratura. E stato riferito un caso in cui sono stati
'
somministrati fino a 50 g in dosi ripetute ininterrottamente senza reazioni tossiche od allergiche di sorta. Ley e coli.50 hanno potuto somministrare per
via orale il cloroamfenicolo
a volontari, senza osservare alcun segno n ogget soggettivo di intolleranza. Assorbimento, distribuzione, inattivazione ed eliminazione: Studi a tale riguardo sono stati eseguiti da diversi autori americani.6-so- "62-63 I risul
tivo n
sono
un
riassunto
in
sfiorare il
problema rendendo
Nell'uomo l'acme della concentrazione ematica dopo somministrazione raggiunto dopo 2-4 ore ritornando poi normale nelle 22 ore. Non
sono differenze molto notevoli tra i dati forniti dal dosaggio biologico quelli col dosaggio chimico. Quest'ultimo d dei risultati lievemente supe riori; ci significa che nel sangue circolante la maggior parte dei nitrocomposti sono presenti sotto forma di cloroamfenicolo attivo. La concentra zione massima raggiunta in seguito a somministrazione orale proporzio nale alla dose impiegata, con un valore medio di 17 y/ccm per la dose
iniziale di 1 g. Nelle 24
si
sostanza
ore
% della dose somministrata come attiva, determinata col metodo biologico, mentre che col metodo chimico se ne ritrova circa il 90 %. Resta cos dimostrato che la maggior parte della droga eliminata sotto forma di nitrocomposti derivati inattivi che non sono dosabili col metodo biologico. La velocit di eliminazione proporzionale alla concentrazione ematica raggiunta. Nelle feci raccolte fino a 50 ore dopo la somministrazione si ritrova circa l'I % della base come nitrocomposti e arilamine. Per quel che riguarda la distribuzione viscerale sulla base di esperimenti su animali, si dovrebbe concludere che le pi alte concentrazioni si ottengono nel rene, nel fegato, con livelli decrescenti nel polmone, milza, cuore, muscolatura schelettrica e cervello. Secondo Boss
ritrova nelle urine soltanto il 10
e
nel
coli.65 il cloroamfenicolo passa la barriera emato-encefalica e liquor concentrazioni che corrispondono al 303550 % di
sanguigno.
barriera
placentare raggiungendo nel circolo fetale concentrazioni corri spondenti al 5075 % di quelle del sangue materno. La rapida inattiva zione sarebbe dovuta secondo Glazko alla azione di enzimi tissulari.53 Questi
so si sa 53
5i
55
Ley, Smadel e Crochet, J. Baot. 54, 26 (1947). Glazko, DUI e Wolf, J. Clin. Inv. 28, 1051 (1949). Grvihzit, Fisken, Eeutner e Martino, J. Clin. Invest. 28, 943 (1949). Glazko, Wolf, DUI e Bratton, J. Pharm. Exp. Ther. 96, 445 (1949). Pauletta, Defrancesch e Weiss, Il farmaco 4, 713 (1949). Boss, Bishoff, Preisser e Orr, J. Clin. Invest. 28, 1050 (1949).
20
autori hanno potuto osservare, in vitro, che il cloroamfenicolo in presenza di fettine di fegato e rene di ratto o cavia veniva in parte inattivato rapida
mente. L'azione enzimatica
era
inibita da cianuro
per
Veniva
invece
soppressa
completamente
M ha dimostrato che per l'azione dei tessuti si ha riduzione del gruppo nitrico con formazione di una arilmina che in parte viene copu lata. Lo studio dei nitrocomposti presenti nelle urine dell'uomo, del topo e
5 minuti. Santi
del
dopo somministrazione dell'antibiotico, ha portato all'isolamento prodotti": cloroamfenicolo, la base libera del cloroamfenicolo e la monoglucuronide rispettiva. Tali prodotti corrispondono in totale al 7590 % della dose di antibiotico somministrata. La struttura del mono glucuronide interessante la funzione alcoolica primaria del cloroamfenicolo stata dimostrata mediante degradazione con acido periodico che conduce a p-nitrobenzaldeide e formaldeide.
cane
di 3
2. CAPITOLO:
Studi sintetici
Riassunto
chemioterapici sulla molecola del cloroamfenicolo degli isomeri ed analoghi reperibili in letteratura
e
cloroamfenicolo,
nell'immenso
Alle pubblicazioni riguardanti le sintesi sia americane che italiane del ha fatto seguito un periodo di intense ricerche chimiche
campo
delle
una
possibili
variazioni
offerte
dalla
molecola
dell'antibiotico. Se da
parte queste ricerche hanno permesso di inda gare nuove vie di sintesi, pi o meno identiche alle precedenti, dall'altra hanno portato alla luce risultati tutt'altro che disprezzabili ai fini dell'iden tificazione e razionalizzazione del rapporto struttura-attivit antibatterica.
La vasta gamma di derivati finora sintetizzati permette di trarre delle con clusioni specifiche sull'opportunit o meno di portare in questo o in altro
gruppo funzionale della molecola delle variazioni. Ci premesso, utile notare che purtroppo, escluse pochissime eccezioni, nessuna o quasi delle
rispetto
tuzione
modificazioni eseguite ha portato ad una esaltazione dell'attivit antibiotica a quella della sostanza madre. Uno sguardo alla formula di strut
tura ci apre l'orizzonte delle immense
:
NHCOCHCL
possibilit di modifica
"2
di sosti
NO,C
Ra"
"
>CHCHCH2OH
~
^l"X/
R5
OH
***
comparativo dei diversi prodotti sintetizzati dai vari autori quasi impossibile dalla diversit delle tecniche usate nella determina zione del potere inibitorio. Una rappresentazione schematica resa pure assai ardua dalla grandissima variet delle modificazioni eseguite, che alle
reso
se "
Uno studio
Santi, BoU. Soc. It. Biol. Sper. 25, 1226 (1949) ; 25, 1227 (1949). Glazko, DUI e Belstoch, J. Biol. Chem. 183, 679 (1950). 21
volte mutano
quasi completamente la struttura base. Nella seguente esposi perci i singoli lavori a nostra conoscenza, cronologicamente,
prodotti, limitandoci ad esporre possibile il punto di fusione ed il potere antibatterico. Le conclusioni cui giungono i singoli autori verranno elencate alla fine di ogni lavoro. Le prime variazioni eseguite sulla molecola del cloroamfenicolo sono quelle di Bebstock e coli. che gi pongono in evidenza la specificit di alcuni gruppi funzionali. E' appunto da questi studi che risult essere la forma treo alla base di ogni attivit antibiotica del cloroamfenicolo. L'atti vit di questi derivati stata determinata sulla Shigella paradysenteriae. Quale limite si scelto il 50 % di inibizione della crescita e quale standard
tralasciando i dati delle analisi chimiche dei
il cloroamfenicolo sintetico.
NHRj
R2_/==\__CHCH CtLjOH
OH N.o Prodotto
Potere inibitorio
sulla Shigella paradysenteriae
B,=
R2
Controllo :
100%
100
D-()-treo
L-()-treo
0,5
50 0
D,L-treo
D,L-eritro
N02
1,8
3 6
II III IV V
00CC2H5
OCC6H4N02
OCCH,
CSNHC6H5
14,3
4
Riduzione del
nitrogruppo
VI
VII Vili
COCH,
Il
NH2
NH2 NH2
0,1 0,1
COCHCU
58
Bartz, J.
am.
(1949).
22
Il fatto che il prodotto IV, privo dei due atomi di cloro, presenta una attivit notevolmente ridotta rispetto al CAF (la denominazione CAF significa CloroAmFenicolo) sintetico o naturale, mostra chiaramente la specificit degli atomi stessi sul potere inibitorio. Le attivit dei prodotti
VI
e
saria la presenza di
VII fanno presumere che ai fini del principio antibiotico sia un nitrogruppo allo stato ossidato.
neces
In un lavoro di Buu-Hoi e coli?9'60 vengono descritti alcuni derivati del CAF in cui nell'anello al posto del gruppo nitrico subentrano alogeni:
NHCOCHCL,
-/^-CH-CH-CH.OH
Br
IX X
~
C1
"
Ah
Il bromoderivato
XI
XII
possiede
una
aureus, Escherichia coli e Bacterium paratyphi. Poich la tossicit assai minore si sono iniziati studi clinici. Il derivato al cloro presenta una attivit pi o meno identica a quella del CAF, mentre che gli
sullo
Staphylococcus
isomeri al fluoro ed allo iodio sono molto attivit pari ad V30 della sostanza madre.
L'isomero XIII
non
meno
efficaci presentando
una
privo del
possiede alcuna attivit, mentre che il derivato primario (XIV) inibisce completamente la gruppo crescita dello Staphylococcus aureus ed Escherichia coli ad una concentra
alcoolico
zione di 6.10-5
NHCOCHCL,
-CCHjjOH
XIII
CH2OH
Dell'isomero XIV sono stati sintetizzati i derivati alogenati in para. Di non viene reso noto alcun risultato di studi biologici
questi ultimi
NHCOCHCL,
R
==
N02
CI
Br
XIV XV XVI
CHCH,
Ah
I
prodotti
IXXII
sono
coli.*1 che
danno i seguenti
5
60
punti di fusione :
Khoi, J. chem. Soc. 2766, 1950. Khoi, C. r. 230, 662 (1950). Long, Am. Soe. 72, 4445 (1950).
e e
23
IX
X
Br
p. f. 134135
CI F
I
118120 121122
XI
XII
82 84
I risultati
pros
simamente.
Long
non
ed o-nitrocloroamfenicolo
accennando
risultati di ricerche
biologiche.
NHCOCHCL,
<T=V-CH-H-CHfOH X /| R
^
-N02m-N08
p.f.125155
XVII XVIII
OH
Buu-Hoi e coli.'3 i quali pubblicazione cecoslovacca che verr citata pi tardi descrive il medesimo prodotto confermando il p. f. di Long asserendo inoltre che il prodotto di Buu-Hoi non corrisponda alla
Il prodotto XVIII
come
era
gi
stato sintetizzato da
indicano
prodotto di
cui
non
indica
NHCOCH,
yr-
CHOHCHCH2CHCHOH/
NO,
^HC0CH
XIX
p.f.
215
220
Buoff
Miller
"*
hanno sintetizzato
essere
CH2OH
N02/
\CNHCOCHCL;
GH2OH
XX
2 s <
Long
Buu-Eoi
Buoff
24
Wagner-Jauregg
Wagner-Vorderbank**
sono
riusciti ad isolare
un
prodotto
NH,
.
/>NHCH2CH2OH
XXI
estesa pubblicazione Rebstock'" porta a conoscenza una lunga composti, di cui finora purtroppo non si conoscono i risultati di ricerche biologiche. Alcuni di questi derivati si presentano nella forma di racemati d,l-, altri invece sono stati scomposti negli antipodi ottici d rispet
una
In
serie di
tivamente 1.
NHR
OH
N.o
Sostituzione
Forma
p. f.
Catene normali
e
ramificate
DL
166167 125126
131132
D DL
D
DL
108109
130131
XXVII XVIII
XXIX XXX
DL DL DL DL DL
147148
127128
125126
112113
XXXI
CHCH3
129130
Vorderiank, Die Pharaazie 8, 381 (1950). Mbstock, J. am. ehem. Soe. 72, 4800 (1950).
25
NHR
N02/^V-CHCHCH2OH
OH
N.o
Sostituzione
Forma
p. f.
Acidi alifatici
bromosostituiti
XXXII
XXXIII XXXIV
COCH2Br COCHBrCH,
DL DL DL DL DL DL DL
D
130131
159160 123125 112113
155157 125126
152153
COCHBr2 COCHBr,
XXXIX
152153
DL
DL DL DL
99100 138139
92 93 119120
C0CC1(CH,)2
COCCI, COCCI, C0CH2CH2C1
DL DL
D
124125
148149
101102
155156 103104 148149
DL
DL
DL DL
CH2
122123
Acidi eterociclici
LI
CO
150151
\o/
LII
CO
DL
138139
\o/
26
NHR
/r- CH CHCH.OH
-^
N.o
Sostituzione
Forma
p. f.
Acidi alifatici
fluoro-iodiocloro-sostituiti
LUI
LIV LV
LVI LVII LVIII
DL D D
120121
144145
94 95 103104
DL
D DL
101102
107108 138139 128129
LIX
LX
DL
D
Acidi aromatici
CI
/
LXI
-CO-<_>-C1
DL
149151
LXII
Br
DL
184185
LXIII
CO<^~^_N02
DL
204205
Carrara
saggiando
le
coli." hanno sintetizzato alcuni analoghi del cloroamfenicolo rispettive attivit antibatteriche sulla Shigella paradysenteriae
secondo un metodo indicato da Ginouhliac " * basato sulla elaborazione statistica dei risultati col metodo della retta d'azione
"
8
Carrara, Ckiancone, D'Amato, Martinuzzi, Weitnauer GinouhUao, Boll. Soc. It. Biol. Sper. 26 (1950). Carrara e Ckiancone, Lo sperimentale 96, 49 (1942).
Ginouhliac,
G.
80,
709
(1950).
27
NHR
NO,<f==VCHCHCHOH
OH
N.o B
=
100
p. f.
Forma
LXIV
CO<f==Y-NO,
177179
d,l-treo
LXV
COCHOH/"""^
I
175177
d,l-treo
LXVI
-C0-Cy
i
200202
d,l-treo
LXVII
COCCI,
148150
d,l-treo
32
LXVIII
COCHBr2
153154
d,l-treo
50
Rt R,
COCHCl2
N02-<^^d,l 3,5
LXIX
2CH2CHCH2OH
NHRj
LXX
R_CHCHCH,
II OH NHRj
LXXI
d,l-eritro
R2CHOHCH2-NHR,
NHRj
LXII
I^CHCHCH3
OH
d,l-treo
NHRj
d,l-treo
0
LXIII
R2CHCHCOOC2H5
OH
LXXIV
R^CH20Rj
28
non
sia
ancora
terminato
giungono alle
seguenti constatazioni :
1. Il residuo dicloroacetico all'N sul carbonio 2 della catena propilica notevolmente specifico. Si ha infatti una discreta attivit coi residui degli acidi tricloro e dibromoacetici (LXVII e LXVIII), attivit che scompare
una
certa attivit
antibatterica
(LXIV, LXVeLXVI).
2. L'OH in 1
pure
non
piccola
permane anche
sembra assolutamente necessario. Una attivit sia con la sua scomparsa (LXIX).
3. Il CH2OH terminale risulta strettamente necessario alla attivit antibiotica. La sua scomparsa (LXXI) e la sua trasformazione in un gruppo metilico (LXX e LXXII) 0 in un estere (LXXIII) annulla totalmente la sua attivit antibatterica. Notevole l'inefficacia del composto LXXII che
con
un
idrogeno
che
primario.
La sintesi del
prodotto LXXI era gi stata eseguita da Buu-Hoi e Khoi peraltro indicano p. f. assai differenti da quelli constatati dagli autori
italiani. Cestari
amfenicolo
sostanze
e e
Bezzi
hanno
rese
saggiate
state
erano
sono
rispettive attivit su alcune specie di bat saggiate col metodo delle piastre; tutte le studiate in soluzione acquosa al 0,01 % di modo che in
in vitro le
state
ogni pozzetto
si riferiscono al
raggio della
contenuti 10 y di sostanza. I valori indicati nelle tabelle corona circolare data dall'alone di inibizione
sono
stati otte
nuti per condensazione della base libera del cloroamfenicolo con gli esteri e coi cloruri degli acidi desiderati; i derivati immidici invece per conden
sono
sazione della base con aldeidi. I valori indicati nelle tabelle per le attivit confrontati con quelli del cloroamfenicolo racemico. Tutte le sostanze
sintetizzate appartengono alla serie treo racemati.
Come si
mentre altri
e
si presentano
sotto
forma di
pu
sono
vit
pi
0 meno
alcuni derivati non posseggono attivit alcuna, efficaci. I derivati alogenati presentano quasi tutti atti ' spiccata nei confronti dei germi studiati. E di particolare
osservare
vitro, nei
typhi,
un
Bw-Ho
7i
Cestari
NHE.
N02<C==>CHCHCHjOH
OH
Attivit
ca
N.o
p.f.
c
Tifo
Partifo
0,9
0,2 0,9
Coli
PI
Oi
00 m
Brucela
1,4 0,3 0,7
Stafiloc
0,7 0,5 0,5
Proteus
0,9
0,4 0,5
CAF raeemico
LXXV LXXVI
LXXVII
1,0
CAF-diacetilato
91,593
120122 122124
154 155156
0,3
C0CH2C1
COCH2I
COCHBrCl
1,4
LXXVIII
LXXIX
0,5
0,2
0,2
0,1 0,2
0,5
0,5
0,8 0,5
COCHBr2
0,5 0,8
0,5 0,4
0,2
0,2
0,2 1,0
0,2
-^COCCl,
147148 154155
157
171
0,6 0,3
0,3
0,4 0,2
0,4
COCHBrCH,
COCH2CN CO(CH2)2COOH
0,5
0,9
0,3 1,2
0,7 0,7
LXXXIV
-c0-O
COCH./"""^
152
LXXXV
161
0,7
LXXXVI
CO
\o/
184
1,0
Bezzi71 traggono da questi studi interessantissime conclusioni. primo luogo osservano una diversit di comportamento in vitro ed in vivo per quel che riguarda i fenomeni di assorbimento, di eliminazione e di
Cestari
e
In
di
germi.
NH-S02^^-R
NOr-/=\-CH-CH-CHsOH
OH
Attivit
N.o
p.f.
c
Tifo
Partifo
Coli
Proteus
0,7
CH,
CI
NHCOCH,
0,2
0,2
0,2
0,4
0,1
0,1
N=R
N02-^===\CH
OH
CH CHjOH
XCI
=ch-0
155
0,2
XCII
=CH-^^-OH
OC^
=CH
121
xeni
\o/
175
0,5
31
Cos ad esempio alcuni prodotti come il derivato dell'acido cianacetico (LXXXII) introdotti per via sottocutanea si fissano con predilezione sul polmone, altri come il derivato acetilsolfamidico (XC) scompaiono nell'or ganismo con estrema facilit e ci non in rapporto alla loro solubilit in acqua. La inattivazione da parte degli organi quantitativamente assai diversa. Anche le prime ricerche sull'attivit enzimatica dei germi come la respirazione, hanno dimostrato comportamenti caratteristici per le varie sostanze, alcune essendo pi altre meno attive del cloroamfenicolo, indi pendentemente dall'attivit antibatterica. Per esempio uno dei composti pi attivi sulla respirazione di tutti i germi saggiati, il derivato acetil-
Trave
eseguendo ricerche
un
per lo
sviluppo di
non
una
nuova
via
isomero di cui
sull'alcool p-nitroepossicinnamico hanno p-nitrofenil-l-amino-2,3-propandiolo, cui si pu giungere anche per nitrazione dell'l-fenil-l-amino-2,3-propandiolo ottenuto per azione di ammoniaca sull'alcool epossicinnamico. Ulteriori studi dovrebbero portare alla determinazione della forma sterica dei composti sintetizzati. Un lavoro simile era gi stato eseguito da autori americanin che giungevano allo stesso prodotto facendo agire ammoniaca sulla bromidrina dell'alcool epossicin
namico.
NO,C
>CHCHCH2OH
NR, OH
XCIV
Dornow e coli.1* in uno studio sulle possibilit di sintesi degli aminoalcoli per riduzione degli aminoacidi mediante idruro di litio e alluminio, sono riusciti a preparare l'N-dicloroacetil-1-Tirosinolo di cui non indicano alcuna attivit antibatterica.
NHCOCHCL,
HO/==\CH2CHCI^OH
XCV
Sorm
coll.n in
una
recente
che, oltre
"
?*
aver
servito allo
pubblicazione citano i risultati di un lavoro sviluppo di una sintesi pi breve di quella ori-
Fusco
?s
e Trave, Q. 80, 366 (1950). Controulis, Bbstock e Croks, J. am. chem. Soc. 71, 2463 (1949). Dornow, Gunter e Messwaro, Ber. 83, 445 (1950). Sorm, Gut, Suohy e Beichl, Coli. trav. chim. Tohecoslovaquie 15, 501 (1950).
32
ginale
notevoli
descritta da Long e Troutman n, ha portato alla luce dei risultati riguardanti il rapporto struttura-attivit antibiotica. La nuova via
di sintesi parte dal p-nitro-a-aminoacetofenone cloridrato (a) preparato secondo il metodo indicato da Troutman.7" Mediante dicloroacetilazione si ottiene il dicloroacetilderivato d il
(XCVI) che condensato con aldeide formica p-nitro-a-dicloroacetamido-/3-idrossipropiofenone (XCVII) da cui per riduzione secondo Merwein-Ponndorf si giunge al d,l-treo-l-p-nitrofenil2-dicloroacetamido-l,3-propandiolo identico sotto ogni aspetto a quello otte nuto dagli autori americani :
2/
V-COCH2NH2
(a)
HC1
N02<f
Y-COCH2NHCOCHCl2
XCVI
NHCOCHCl2
^
yyCOCHCH2OH
>
CAF
Nello stesso lavoro viene citata la sintesi di un isomero del CAF in cui il gruppo alcoolico secondario viene sostituito da un gruppo metilenico. Secondo gli autori tale prodotto non presenterebbe alcuna attivit ponde
typhosa :
NHCOCHCl2
N02^^^V-CHaCH~CH2OH
XCVIII
I dati riguardanti il potere inibitorio dei prodotti sintetizzati si rife riscono alla concentrazione di antibiotico necessaria per provocare l'arresto della crescita e vengono espressi in y/ccm.
saggiata
non
si ottenne
B. indica
una
una
concentrazione di 10
bizione totale
si ottenne
nemmeno a
concentrazioni
nella
prodotti sintetizzati stato saggiato su Salmo Mycobacterium tuberculosis (H37Rv). Per il CAP gli autori danno delle concentrazioni di inibizione di 5 rispettivamente 15 y/ccm
II potere antibiotico dei
typhi
Osborne
"
lavorando
a
con
Long
Troutman, J.
am.
chem. Soc.
71,
2473
<C~y~COCH2NHR2
Ri p.f.
C N.o
Concentrazione di inibizione in
y/ccm
E,
Salmonella
Xv2
paratyphi
H37Rv
CAF IC C
CI
15 A
147
134136 131132
CU CHI
CIV
106107
161 127128
o-N02
H H
138
88 118 121123
86
A A
A A
NHR2
/T^XeCHCH2OH
^
OH
ex
CXI
H1-NO2
COCHC12
134
30
p-Cl
H
CXII
COCHCl2 COCHCI2
118119
125128
95
A
A A
NHR2
k^
*
/T=\.caech2oh
1
OH
1
CH2OH
CXIII
P-NO2
COCHCI2
149150
34
NHR2
<^=V-COCHCH2OH
p.f.
c
Concentrazione di
inibizione in
y/eexa
N.o
K1
B,=
Salmonella
paratyphi
H37Ev
COCHCl2 C0CH2C1
A A
A A
7,5
5 7
CXVIII
CXIX cxx CXXI CXXII
o-NOs
132
123
p-Cl p-Cl
H
A
A
40 A 40 30
A A
CXXIII
NHR2
/"^COCCH2OH
R*
CH2OH
CXXIV
cxxv
p-N02 p-N02
COCHCl2 C0CH2C1
132133 140141
A A
40
A
Crooks
coli.17-
'8
una
serie di derivati
del cloroamfenicolo in parte gi descritti da Rebstock."* Soltanto di una piccola parte di questi prodotti vengono resi noti punti di fusione. Per completare il quadro delle variazioni sinora eseguite sulla molecola del
ci limiteremo ad una esposizione schematica dei derivati descritti. Dei prodotti descritti in questi brevetti non viene resa nota alcuna attivit antibatterica.
cloroamfenicolo,
non ancora
78
e e
Barts, US-Pat. 2, 483, 884 (1949). Bartz, TJS-Pat. 2, 483, 885 (1949).
35
NHR
N.o
Forma
=
sterica
p. f.
Brevetto
CXXVI CXXVII
C0CC12CH2C1
DL-treo DL-treo
8991
COCH2CH2COOH
178179 167169
2 2
2
CXXVIII
CXXIX CXXX
CXXXI
-co-<Z> COCH2<^>
COCHOHCH,
COCH2CN
D()treo
DL-treo DL-treo
DL-treo DL-treo
2 2
2
CXXXII
-co-<c>
COOH
CXXXIII
COCH=C(CH8)2
DL-treo
CH,
/CH\
CH2
1
CH2
1
CXXXIV
coch20ch
ch2
DL-treo
171172
\ch/
/CH\
CH3
CXXXV
CO
CHj,
DL-treo 136 2
\o/
CXXXVI
CXXXVII
COCHjOCHg
COCHCH,
DL-treo
DL-treo
1 OCOCH,
N
CXXXVIII
r l -co-V
D()treo
36
NHRj
N02
'/T'Y-CHCHCH2OH
N.o
B1
K2
Forma
sterica
Brevetto
CXXXIX
CXL
COCHCl2
o-CH3 m-OCH3
DL-treo
1
1 1
D()treo COCHCl2
DL-treo
D()treo
,
1
1
2
CXLI
-co-<Z>
-CO^^^CH^ -CO^^-CH,
B
DL-eritro
m-OCH3
DL-eritro
CXLII
m-CH3 m-OCH3
DL-treo
CXLIII
DL-treo
HO
NHR,
V=\
<S
R
^
i JCCHCH2OH
i
'
CHg
N.o
E1
Rz
E8
Forma
=
sterica
Brevetto
CXLIV
CXLV
COCHCL. COCHs
p-N02
o-Cl
DL-treo
1 1
m-N02
DL-eritro
OH
NHR,
2x=\
Rg-^g;
*i
J>CHCHCH2OH
N.o
E,=
XV2
==
B3
R4
Forma
=
sterica
Brevetto
CXLVI
CXLVII
o-N02
o-N02
P-CHS
P-CH3-
m-CH3 COCHCl2
m-CH3
DL-eritro
DL-eritro
1 2
-c-C3
37
descrivono la Long e Troutman sintesi di due nuovi composti: il D,L-Treo-2-dicloroacetamido-l-(4-nitro-lnaftil)-l,3-propandiolo (CXLVIII) ed il D,L-treo-l-(2-naftil)-2-dicloroacetamido-l,3-propandiolo (CIL).
una
In
recentissima comunicazione
"
NHCOCHCl2
N02<
>CCCH2OH
I
I
OHH
H
p.f.
181182
CXLVIII
NHCOCHCI2
-CCCH2OH
y
p.f.
aL
153155
,//
OHH
biologiche
non
vengono comunicati.
Alberti
sono
coli.80 in
uno
configurazione stereochimica del composto eritro. Per azione di agenti disidratanti sulle -ossiacilamine si ottengono le 2-ossazoline. Applicando appunto questa reazione all'l-fenil-2-amino-l,3propandiolo gli autori line, dalle quali,
Molto
per
sono arrivati alle ossazoline desiderate. I derivati della serie eritro si trasformano per azione di cloruro di tionile in ossazo
riusciti ad invertire la
saponificazione
si
giunge
treo.
si parta da deri
vati della serie treo. Si formano delle ossazoline che per idrolisi ridanno le basi di partenza, senza che si inverta la configurazione stereochimica.
H
CH3
CHCHCH2OCOCH3
4
H
<f
^>C x
CCH2OCO
NHGOCH3
NH2
_--
CH3
CCCH2OH
OHH
Come risulta dalla esposizione precedente esiste talora una dissonanza assoluta tra i dati forniti dai diversi autori per gli stessi prodotti. Per evi tare il pericolo di emettere qualche giudizio temerario, ci siamo limitati ad elencare oggettivamente tutti i derivati reperibili in letteratura, trala
sciando ogni discussione del
chiarificazione spontanea
problema, sperando di vedere un giorno una completo vantaggio della ricerca scientifica.
5
Long e Troutman, J. am. chem. Soe. 73, 542 (1951). Alberti, Camerino e Vercellone, La chimica e l'industria 33,
(1951).
38
Vagliando
i risultati
conclusioni che
raggiunti nei lavori citati si possono potrebbero essere considerate quasi definitive:
trarre delle
1. Il gruppo dicloroacetico sembra aver influsso predominante sul grado di attivit antibatterica dell'antibiotico, sempre per in unione cogli altri
gruppi funzionali della molecola del cloroamfenicolo; sottraendo infatti un qualsiasi altro componente il potere massimo di inibizione viene ridotto se non eliminato completamente.
2. Il gruppo nitrico pare
essere
specifico. La
o
sua
attivit tuttavia
legata alla
o
dibromosostituito.
3. La presenza del gruppo alcoolico secondario sembra
essere asso
dispensabile
scomparsa
4. Il gruppo alcoolico finale della catena alifatica da considerare in per il raggiungimento di una attivit ponderabile. La sua
o
la
sua
trasformazione porta
con
s, inevitabilmente,
una
dimi
3. CAPITOLO:
Piano di stadio
All'inizio del nostro lavoro non esistevano in letteratura altre comuni cazioni che toccassero il problema chimico del nuovo antibiotico, oltre a
quelle di Rebstock e coli.3 riguardante la identificazione della formula di 10 che descrivono alcuni struttura, Controulis e coli.' e Long e Troutman
metodi di
primi derivati
sintetizzati colle rispettive attivit antibatteriche. Scopo del nostro studio era di portare a compimento sintesi di prodotti non ancora descritti, nel l'intento di
a
indagare le possibilit di una esaltazione dell'attivit rispetto quella del cloroamfenicolo. Abbiamo quindi ritenuto opportuno ed inte ressante saggiare l'influsso dei singoli gruppi funzionali in seno alla mole cola sul grado di attivit del composto. Partendo da questi presupposti ed
non
esistessero
ancora
pubblicazioni
tale
riguardo,
zare
una
ci siamo addentrati nello studio collo scopo precipuo di sintetiz certa quantit di base libera, cio di d,l-treo-l-p-nitrofenil-2in
seguito eseguire
le sostituzioni
dopo l'inizio del nostro lavoro, quando cio le nostre ricerche ad uno stadio embrionale, apparvero in due pubblicazioni ita liane, Carrara e coli.11, Alberti e coli.12, due nuove vie di sintesi pi o meno identiche, facilmente accessibili e che offrivano dal punto di vista chimico un pi vasto orizzonte per le variazioni sulla molecola del cloroamfenicolo.
erano ancora
39
quindi abbandonato la prima via indicata da Long e coli, per abbracciare la seconda che ci permise nel giro di poche settimane di giun gere alla meta prefissa. Tutti i nostri prodotti appartengono alla serie treo, identificata da Carrara e Weitnauer11 nella condensazione di benzaldeide con glicocolla secondo Erlenmeyer e Fruhstuck.u La presenza della forma treo in tale condensazione stata recentemente dimostrata da Vogler.13 Abbiamo tra
Abbiamo lasciata la l'intento di
separazione dei prodotti sintetizzati negli antipodi ottici, coleseguire la suddetta separazione qualora si osservasse per il
una
Il presente studio si svolge nelle seguenti direzioni : 1. Sintesi totale del cloroamfenicolo.
\_ CHCH
OH
COOC2H5x5
l-fenil-l-ossi-2-aminoproprionico.
/^NCHCHCH2OH
OH
l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo
4. Sostituzione del gruppo dicloroacetico nella molecola del cloroamfeni con acidi aromatici ed eterociclici :
NHR
colo
N02<^==^>CHCHCH2OH
OH
l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo
5. Alcuni di
un
un
saggi sull'estere etilico della fenilserina e tentativo di sintesi analogo della cloromicetina per sostituzione dell'anello benzolico con
anello eterociclico.
Leuna
Ci preme esprimere da queste righe i pi vivi ringraziamenti alla petit 8. p. A. di Milano che generosamente ci ha messo a disposizione parte della base usata per lo sviluppo del nostro lavoro di promozione.
40
C. Parte
Sperimentale
/. Considerazioni teoriche
possibili
sono
gi
stati elencati in
un
precedente
capitolo. Qui ci fermeremo in modo speciale su quelle reazioni e su quei pro dotti che sono entrati quale parte integrante nel nostro studio. Non entre
remo nei particolari delle sintesi americane che d'altronde abbiamo soltanto sfiorato. Ci preme invece considerare da vicino lo schema della sintesi ita liana, che dal punto di vista economico ci sembrata pi adatta e pi facilmente accessibile ed in considerazione del fatto che per uno studio
individuale quale il nostro, questa via presentava minori difficolt che le altre, pi o meno concepite per una produzione su scala industriale.
non
1.
fenilserina:
NH2
/>CHO
+ CH2-COOH
Nella letteratura
sono
in presenza di idrato di sodio. Dalla base di Schiff otte per idrolisi acida alla fenilserina. In particolare Rosenun
metodo adatto per la sintesi di diversi aminoacidi sosti esegue la reazione con sodio metallico in solu zione eterea assoluta. La reazione avverrebbe in due stadi: formazione di CH2 COOH) che per addizione di una un benzilidene (C6H5CH=N tuiti nell'anello
aromatico,
sperimen quello indicato dal brevetto tedesco ci port a risultati migliori. 800 g di benzaldeide vengono colati sotto agitazione in una soluzione di 300 g di glicocolla e 240 g di idrato di sodio in un litro di acqua badando che la temperatura non superi i 10 . Dopo qualche tempo si ottiene una soluzione limpida che lasciata riposare si rapprende in una massa duris sima. Il giorno dopo si tagliuzza accuratamente in piccole particelle che
molecola di benzaldeide d la base di Schiff. Dei due metodi tati
81'83
con
a
500
ccm
scomparsa
Erlenmeyer
(1935) Gesellsehaft fwt Kohletechnik GBE. Billeter, Bull. Soo. Chim. 7, 593 (1940).
per una notte. La polvere formatasi viene filtrata. Ridisciolta in acqua bollente e precipitata con etanolo possiede un p. f. 194195 . Resa 530 g = 73 % della teorica.
refrigerante
Estere della
fenilserina:
NH2
NH2
CHCHCOOH
OH
/==\CHCHCOOR
OH
Secondo Carrara
Weitnauer
assoluto. Facendo passare attraverso la soluzione una corrente di acido cloridrico secco, si nota dapprima il passaggio in soluzione della fenilserina
con rispettiva formazione di cloridrato (p. f. 157 ) ed in seguito la forma zione del cloridrato dell'estere. La soluzione alcoolica viene evaporata alla pompa e il residuo lavato con etere. Per l'ottenimento della base libera si
scioglie
di
i
un
la
massa
in
pochissima
acqua
gelata
la
eccesso
di carbonato di
potassio
seguenti esteri :
p.f
E
=
C
Cloridrato
Eese
Base
-CH,
62 86 57
52
156
75
72,5
72 81
67
50
Un altro metodo indicato da Alberti e coli.12 per l'esterificazione consiste nel portare alla ebollizione per due ore una soluzione di fenilserina in eta nolo assoluto contenente il 9 % di acido cloridrico gasoso. Si evapora la
40
a
si
ridiscioglie
pH 8
con
cloro
dopo essicamento evaporata e il residuo cristallizzato da etere. Un metodo vantaggioso da noi usato riunisce i due procedimenti indicati, in quanto dopo aver saturato per diverse ore la solu zione con acido cloridrico si porta alla ebollizione per ^4 d'ora continuando poi come sopra.
42
la soluzione cloroformica
Alberti
possibilit di riduzione
del carbossile
negli a-aminoacidi.
NH2
|
CHCHCOOR
LiAlH4
>-
OH
Tale riduzione si esegue sugli esteri col metodo classico di BouveaultBlanc che pu essere migliorato procedendo sugli esteri acilati86 o sugli
aminoesteri benzoilati87 oppure
se
con
con con
procedimento venne adattato alla sintesi dell'l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo da Carrara e coli.11 e Alberti e coli.12 che tranne alcune piccole modificazioni seguono la stessa via.
idruro di litio ed alluminio. Tale Triacetato del
fenilserinolo:
NHCOCH,
I v_CHCHCHaOCOCHj OCOCH3
Acetilando triacetato in
con piridina e anidride prismi a p. f. 8081 .
NHCOCHg
N024
VCHCHCH2OCOCH3
COCH,
86 ?
88
si
Karrer, Helv.5, 469 (1922); 6, 905 (1923). Stoll, Peyer e Hofmcm, Helv. 20, 929 (1943). Barrow e Ferguson, J. chem. Soc. 1935, 410. Christmann e Levene, J. Bol. chem. 124, 453 (1938). Ovkman e Christmann, J. Biol. chem. 134, 151 (1940). Karrer e Portman, Helv. 31, 1617 (1948). 43
Tale nitrazione che avviene mediante acido nitrico fumante descritta da Controulis
e
era
gi
etata
viene estratto
con
coli.'2 Il prodotto di reazione versato in ghiaccio cloroformio. Ricristallizzato da etere il prodotto si pre
prismi allungati a p. f. 134136 . Applicando questo procedimento abbiamo ottenuti dei risultati soddisfacenti.
senta sotto forma di
D,L4reo-l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo:
NH2
N02/==\CHCHCH2OH
OH
Secondo Alberti
tenuto
alla ebollizione per due ore dopo aver aggiunto acido cloridrico. Si evapora alla pompa e si riprende con ammoniaca alcoolica. Si filtra dal cloruro di
ammonio formatosi luto de acetone
e
si evapora
secco.
addizionando la
Si
raccoglie
su
Il residuo cristallizza in
polvere da
"
Carrara
fenilserina
Weitnauer
sono
1. 20 g di f enilserina vengono mescolati con 50 ccm di anidride acetica a ricadere per 5 minuti, dopo di che si evapora alla pompa. Il residuo sciolto in alcool viene colato in acqua. Si separa una massa di
e
riscaldati
cristalli
gialli
p. f. 151152 . Kesa
13,2
e
g di 2-metil-4-benzalossazolone
gi
descritto da
Erlenmeyer93
da Heller
Lauth
2-metil-4-benzalossazolone
2 s
m
Controulis, Sebstock e Crooks, J. am. ehem. Soc. 71, 2463 (1949). Erlenmeyer, Ann. 337, 265 (1904) ; 284, 47 (1895). Seller e Lauth, Ber. 52, 2297 (1919).
44
Trattando il lattone
scissione
con
con
alcali
cuocendo
lungo
con
acqua si ha
una
nuovo
anidride acetica si
giunge di
CH=CCO
N
<"
NaOH 7
>
V-CH=CHCOOH
^
A
C
| NHCOCHj
Anidride
CE,
prodotto bianco
p. f. 153
di cui
essere
intenti
alla identificazione della struttura. Un p. f. del miscuglio di quest'ultimo coll'azlattone ottenuto precedentemente non subisce depressione alcuna.
fenilserina:
un
Carrara
Weitnaueru
descrivono
metodo
di
acetilazione
che
dovrebbe portare all'N-0-diacetilderivato. 10 g di estere vengono riscaldati per 15 minuti su b. m. con 30 ccm di anidride acetica. Dopo aver versato il
tutto in 100 g di
alcune
ore.
Il
ghiaccio agitando energicamente, si lascia riposare per prodotto bianco viene filtrato e lavato con acqua. Resa 12,7 g
a p. f. 169170 . Lo stesso prodotto viene ottenuto per acetila zione dell'estere con anidride acetica e piridina. Ripetendo per alcune volte
di diacetato
sempre ottenuto
un
i cui dati di analisi dimostrarono trattarsi di un p. f. 174175 monoacetilderivato. Acetilando tale prodotto in presenza di piridina e
anidride
acetica
si
ottenne
senza
difficolt il
diacetilderivato
p. f.
descritto in letteratura. Un p. f. del miscuglio del monoacetil 169170 derivato col diacetilderivato sub una depressione di 20 . Cestari e Bezzi95 hanno pure assodato che nelle condizioni sperimentali citate cio in presenza di un eccesso di anidride acetica a caldo si ottiene Pacilazione del solo
" hanno sottoposto il diacetilderivato gruppo aminico. Carrara e Weitnauer a riduzione con idruro di litio ed alluminio ottenendo a p. f. 169170
presumibilmente l'N-acetilderivato del fenilserinolo che sottoposto ad ace tilazione con anidride acetica e piridina diede il triacetilderivato gi otte
nuto per acetilazione diretta del fenilserinolo.
Le reazioni elencate per la sintesi del cloroamfenicolo si possono rias sumere nel seguente schema:
95
Cestari
Bezzi,
Il farmaco
6,
649
(1950).
45
NH2
-CHO + CH2COOH
NH2
CHCHCOOH
A
NHCOCHj
CH CHCOOR
NH2
CHCHCOOR
OCOCH,
NHCOCHa
v,
H
NH2
<v
wCHCHCH2OH
OH
CHCHCH2OH Oh
NHCOCHj
^
wCH CHCRjOCOCHj
OCOCH,
NH2
NO,
NHCOCH8
-CHCHCH2OH
N02
-rCH CHCHaOCOCHj
OCOCH,
Come gi abbiamo accennato prima, il vantaggio di questa sintesi con siste nella facilit delle reazioni e nella totale formazione di prodotto ap partenente alla serie treo, di modo che per lo ottenimente del cloroamfenicolo occorre soltanto la separazione negli antipodi ottici senza preoccupa zione circa la forma sterica.
per portano ad un miscuglio delle precedentemente. Long e TroutmanM in un modello di sintesi descrivono appunto la possibilit di giungere alla base desiderata cio al d,l-treo-l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo partendo dall'acetofenone attraverso i seguenti passaggi:
forme treo ed eritro
erano
gi
state studiate
COCHj
COCH2
<x
^COCHCH2OH
NHR
NHR
NH2
CHOHCHCH2OH
NHR
^-CHCHCH2OH
01)H
dove
COCHj
am.
CO
Long
Troutman, J.
ehem. Soc.
71,
2469
(1949).
46
mediante
L'a-benzamidoacetofenone stato sintetizzato dall'isonitrosoacetof enone riduzione con cloruro stannoso coi procedimenti indicati da
M ' e susseguente benzoilazione. e Claisen e Manasse L'a-aminoacetofenone pu essere sintetizzato dagli alogenuri fenacilici attraverso i complessi con esametilentetramina secondo Mannich e Hhn.n I primi esperimenti per la idrossimetilazione in presenza di un equivalente di formaldeide e poco carbonato di potassio portarono all'isolamento di un
Rupe
prodotto ad elevato
p. f.
-COCHCH2CHCO^^^
ROCNH
NHCOR
il
Eseguendo invece la reazione in presenza di carbonato di sodio si ottenne prodotto desiderato, l'a-benzamido-/8-idrossipropiofenone alquanto puro.
La riduzione del gruppo chetonico avvenne mediante Kaney-nichel. Il pro dotto ottenuto poteva essere separato negli isomeri treo ed eritro mediante
cristallizzazione
mostrato
frazionata l'uso
e
da
e
etanolo-acqua.
Altri
esperimenti
hanno secondo
che
dell'a-acetamidoacetof enone
m
sintetizzato alcuni
Gabriel100, Pidet
Oams
Wolfheim m, presenta
vantaggi rispet
a
formaldeide in presenza di bicarbonanto sodico in soluzione acquosa L'a-acetamido-j8-idrossipropiofenone precipita dalla soluzione come
35 .
mono
idrato. La riduzione del gruppo chetonico avviene nelle medesime condizioni citate prima. La separazione degli isomeri avviene per cristallizzazione fra
zionata da acetato di etile.
possibilit di sintesi del fenilserinolo stata sperimentata da 1M nella reazione coli.103 Applicando le condizioni di Rosenmund e di benzaldeide con /3-nitroetanolo si giunge facilmente all'l-fenil-2-nitro-l,3propandiolo che viene isolato come sale di sodio da metanolo. Per riduzione catalitica di quest'ultimo con ossido di palladio si giunge con buone rese
Un'altra
Controulis
alla base desiderata :
N02
N02
/==\_CHO
+ CH2CH2OH
/^XCHOHCHCH2OH
CHOHCH(NH2)CH2OH
' a
w io ioi "2
103
104
Rupe, Ber. 28, 254 (1895). Claisen e Manasse, Ber. 20, 2194 (1887). Mannich e Hahn, Ber. 44, 1545 (1911). Gabriel, Ber. 43, 1283 (1910). Pictet e Gams, Ber. 43, 2388 (1910). Wolfheim, Ber. 47, 1442 (1914). Controulis, Bebstock e Crooks, J. am. ehem. Soe. 71, 2464 (1949). Sosenmund, Ber. 46, 1034 (1913). 47
Il
prodotto
ottenuto
aveva un
con
cloro
formio si potevano separare due prodotti : uno cristallino, l'altro gommoso. Il primo fu sottoposto a dicloroacetilazione. Soltanto dopo acetilazione dei
la
nitrazione,
dell'efedrina la quale pu essere nitrata anche senza pro tezione dei gruppi aminico ed alcoolico. Per idrolisi secondo Kunzm si ottenne il cloroamfenicolo di forma eritro. Il prodotto gommoso invece trie
acetilato, nitrato
acetico il cloroamfenicolo racemico della forma treo. In una recente pubblicazione Carrara e coll.m riferiscono i risultati rag giunti nello studio di nuove vie di sintesi. In particolare viene specificata
la sintesi del fenilserinolo della serie eritro attraverso i
seguenti passaggi:
/^"V-COCHijCOOCaHjj
<^==\COCCOOC2H3
NOH
\CHCH CHaOCOCHj
O
-.
^^COCH COOC2H5
NHGOCHj
NHCOCH3
OCH3
Dal benzoilacetato di etile ottenuto secondo McElvain arriva col metodo di
e
Weber107 si
Wolff e Hallm all'isonitrosobenzoilacetato di etile. Ad un miscuglio di quest'ultimo con acido acetico, ghiaccio ed anidride acetica si aggiunge lentamente zinco mantenendo la temperatura sotto i 10 . Dopo alcune ore si aggiunge etere e si filtra. Lo strato etereo neutralizzato viene evaporato. Il residuo cristallizza. Il prodotto, l'acetilaminobenzoilacetato di etile cristallizza da alcool in scagliette a p. f. 95 . Per riduzione con idruro di litio e alluminio e successiva acetilazione con piridina e anidride a acetica si giunge al d,l-eritrotriacetil-l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo p.f. 116. Dall'acetilamino-benzoilacetato di etile si giunge per trattamento con acido cloridrico al 10 % alla ebollizione per 4 ore al cloridrato dell'aminoacetofenone che viene in seguito acetilato secondo Schotten-Baumann a
a-acetilaminoacetofenone
a
p. f. 8788 .
<Z>-C0-2
NHCOCHs
i5
io "
48, 1982 (1926). Carrara, D'Amato e Bellenghi, Q. 80, 826 (1950). McElvain e Wber, Org. Synthesis 23, 35 (1943). Wolff e Hall, Ber. 36, 3614 (1903).
Kwns
e
Hudson,
J.
am.
chem. Soc.
48
2. Metodi di acilazione: L'acilazione delle amine per la sostituzione del gruppo dicloroacetico pu avvenire in diversi modi :
con
altri radicali
a) Derivati amidici:
+ anidride + aldeide
con
b) Derivati imidici:
Mannch
e
ammina
Thiele
amino-
alcooli, impiegando quantit equimolari di reagenti che vengono riscaldati per alcune ore a ricadere in soluzione alcoolica assoluta, oppure lasciati a s per alcuni giorni. Le benzoilazioni vengono eseguite per lo pi usando il
metodo indicato da Schotten-Baumann
m
toluolo anidri in presenza di piridina a temperature basse (3050 )67 o ancora in soluzione acquosa a basse temperature come indicato in brevetti americani.77-78 Cestari e Bezzi n pur non indicando il metodo esatto impie anidridi
gato asseriscono di aver eseguite le condensazioni coi cloruri degli acidi e usando quantit stechiometriche di a temperature prossime a 0
reattivi allo scopo di evitare acilazione oltre che all'azoto anche all'ossigeno, operando in soluzione acquosa acetonica tamponata con bicarbonato di sodio. Un procedimento che porta generalmente a risultati soddisfacenti
stato elaborato da Buchi
ruro
e
Lieberherr111,
che fanno
agire
dell'acido desiderato in soluzione anidra di acetone alla presenza di soda anidra per legare l'acido cloridrico che si sviluppa nella reazione. Nei saggi da noi eseguiti abbiamo potuto constatare che qualora l'acetone non
fosse completamente assoluto, la condensazione non ha luogo, ottenendo invece il cloridrato della base. L'acilazione con esteri stata eseguita sia operando a temperatura elevata sia a temperatura ambiente eventualmente
in presenza di solventi inerti.
II. Sintesi
I
punti
di fusione
sono
Kofler
e non sono
corretti. Le analisi
sono
state
eseguite
sezione organica-tecnica del Politecnico federale di Zurigo sotto la direzione delle Signorine G. Aebi e E. Kunz che da queste righe vogliamo ringraziare.
1.
1. Procedimento:
il
liquido
in continua
agitazione,
con
Mannich
Schotten Buchi
e
Thiele, Arch. Pharm. 253, 181 (1915). Baumann, Ber. 23, 3430 (1890). Lieberherr, Helv. 32, 2310 (1949).
e e
49
sospensione che si ottiene, dopo circa 20 minuti si trasforma in una soluzione limpida che a poco a poco si rapprende in una massa bianca durissima. Dopo 8 ore quest'ultima viene tagliuzzata e spappolata. Si agita quindi con 500 ccm di acido cloridrico concentrato fino a scomparsa completa dei grumi e si lascia riposare per una notte in refrigerante. La polvere bianca formatasi viene filtrata e lavata con alcool. La si ridiscioglie in acqua bollente; dopo aver decantata la benzaldeide che si separa alla superficie, si lascia raffreddare. Per aggiunta di etanolo si ottiene una sostanza bianca cristallina in piastrine lucenti a p. f. 193194 (letteratura 194195 ). 73 % della resa teorica Besa: letteratura 530 g
La
=
460 g 510 g
63
70
% della % della
resa
resa
teorica teorica
2." Procedimento: Ad una soluzione di 37 g di glicoeolla in 200 ccm di acqua vengono aggiunti 106 g di benzaldeide, 100 ccm di alcool e 50 g di soda caustica in 200 ccm di acqua. Si ottiene una soluzione che, come sopra descritto, indurisce lentamente. Il
prodotto pressato
il
sale
pi volte
con
alcool
su
b.
m.
Il
residuo
costituisce
sodico
fenil-benzalamido-lattieo
che
viene
ricristallizzato da acqua. Il prodotto sciolto in poca acqua viene idrolizzato per acidificazione con acido acetico. Per aggiunta di etere si separa la fenilserina sotto
forma di
scagliette
lucenti
p. f. 193194 .
=
Resa: 110 g
64
% della
della
resa
teorica.
Esterificazione
fenilserina:
assoluto.
1. Procedimento: 50 g di fenilserina vengono sospesi in 150 ccm di alcool etilico Si fa passare attraverso la sospensione una forte corrente di acido
secco.
cloridrico
Dapprima
si
osserva
il
a
passaggio
a
con
scompaiono. La soluzione si riscalda da s quasi ore la reazione pu considerarsi ter minata. Si evapora a secco alla pompa, il residuo ripreso con poca acqua ghiacciata viene trattato con un eccesso di carbonato di potassio ed estratto sempre a freddo con etere. Evaporata la soluzione eterea previamente essicata, dal concentrato si
poco alla ebollizione. Dopo 8
poco
separa il cristallo che per raf reddamento aumenta sensibilmente. Per ricristallizza zione da etere si ottengono dei prismi allungati a p. f. 8485 (letteratura 86 ).
Rese: letteratura
1. 33 g 2. 38 g
3. 35 g 4. 40 g 5. 39 g
72,5 % 57 % 66 % 61 % 70 % 68 %
resa
resa
resa
resa
resa
resa
2." Procedimento: Dopo aver proceduto come sopra si riscaldata a ricadere per y d'ora la soluzione del cloridrato dell'estere. Si quindi evaporato alla pompa, ripreso il residuo con acqua e ghiaccio e trattata la soluzione con un eccesso di carbonato di potassio ed estratto con etere. Si sono ottenute in tal modo delle rese migliori che col primo processo. Da 50 g di fenilserina si sono ottenuti:
75
72
68
resa
teorica
teorica
resa
resa
teorica
p. f. 8283
50
Sintesi del
fenilserinolo:
l.a Prova: 20 g di estere etilico della fenilserina vengono sciolti a caldo in un litro di etere assoluto e colati lentamente nella soluzione torbida di 10 g di idruro di litio e alluminio in 300 ccm di etere anidro, preparata in precedenza in un
pallone
e
refrigerante
violento sviluppo di idrogeno, la soluzione si riscalda alla ebollizione da se. Ter minato lo scolamento si mantiene alla ebollizione ancora per un'ora, quindi avendo cura di raffreddare energicamente con miscela refrigerante, si aggiungono con molta
cautela 24
ccm
di acqua. Si filtra in
a
filtrato
seguito la soluzione. Dalla distillazione del un olio giallognolo che impastato con etere
assoluto cristallizza
vuoto ed estratto
etere assoluto in Soxhlet. Dopo due ore si nota nel pallone dell'apparecchio, la formazione di una polvere cristallina che aumenta col proseguire dell'estrazione. Dopo una notte si filtra e dalla soluzione eterea evaporata si ottiene un olio che manipolato con etere anidro cristallizza. Le tre frazioni cristalline riunite rieristallizzate da cloroformio-etere danno una polvere bianca cristallina a
p. f. 8889 .
Resa:
letteratura 51
1. 2.
8,5 8,8
53
di etere riducendo
con
20 g di idruro di
ottenuti
=
1.
17,5
g g g
2. 16
3. 17
54,5 % % 53 %
50
idruro in 200
3.a Prova: Da 40 g di estere in 800 ccm di etere assoluto ridotti mediante 20 g di ccm di etere anidro si sono ottenuti
1. 18 g 2. 17 g
56 53
% %
Triacetilderivato del
d,l-treo-l-fenil-2-amino-l,3-propandiolo
31
10 g di fenilserinolo vengono riscaldati a ricadere per un'ora con 75 ccm di piridina ccm di anidride acetica, dopo di che si evapora alla pompa. L'olio che rimane
e
cristallizza da etere
etere di
a
p. f. 7980
si ottiene
un
letteratura 83
14,5
g
g
83 85
2. 15
teorica teorica
teorica
acetica
ccm
di
piridina
teorica
62
ccm
di anidride
29,5
a
84
% della
resa
p.f.
7880.
51
DrL-treo-l-p-nitrofenilS-amino-lfS-propandiolo-triacetato
fumante
15 g di triacetato del fenilserinolo vengono aggiunti a 150 g di acido nitrico (d 1,53) avendo cura che la temperatura non superi i 0 . Terminata
=
l'aggiunta si continua l'agitazione per altri 15 minuti, indi di ghiaccio e si alcalinizza con carbonato di sodio a pH 8
tura sempre sotto i 0 .
si
versa
il tutto in 200 g
Si
osserva
viene estratta
con
400
ccm
solfato di
sodio vengono evaporati; il residuo oleoso cristallizza da etere assoluto in prismi bianco giallognoli a p. f. 125126 (letteratura p. f. 115120 per il prodotto
grezzo
e
135136
per il
prodotto purissimo).
=
Resa: 14 g
82,5 % della
resa
teorica
sono
Da 44 g di triacetato
ottenuti
92
% della %.
resa
teorica.
Nella letteratura
sono
citate
rese
del 94
D^-treo-l-p-nitrofenl-2-amino-l^-propandiolo-cloridrato
16 g di triacetato vengono sciolti in 150 ccm di etanolo. Dopo aggiunta di 15 ccm di acido cloridrico concentrato si mantiene alla ebollizione per due ore su b. m. Si evapora alla pompa. Il residuo viene ripreso con ammoniaca alcoolica scaldando
leggermente.
sotto vuoto.
la soluzione evaporata
riprende
170 . 174175
l'olio rimasto
anidride fosforica. Dopo due giorni si acetone. Si ottiene una polvere giallognola cristallina a
Ricristallizzata
da
alcool-etere
presenta
64
un
p. f.
175176
(letteratura
).
Si
sono
7,6
Da
%
e
della
resa
teorica.
di etanolo 78
e
30
ccm
17 g di cloridrato
con
ccm
%
7
della
ccm
resa
teorica.
di alcool
=
4,5
In letteratura
sono
g di cloridrato
rese
83
della
teorica.
citate
del 78
%.
D,L-treo-l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo
12,45 g di cloridrato vengono sospesi in 60 ccm di etanolo assoluto e 40 ccm di acetone. Si sciolgono 1,15 g di sodio metallico in 30 ccm di etanolo assoluto che
vengono
aggiunti
e
alla
prima
soluzione.
Dopo
si evapora alla pompa a 40 . Si riprende con poca acqua bollente. Per raffreddamento si ottiene un prodotto giallognolo cristallino a p. f. 137138 formatosi
non
(letteratura 138139 ). Un punto di fusione del miscuglio col prodotto Lepetit subisce alcuna depressione. Si sono ottenuti 9,2 g di base libera corrispondenti all'88 % della resa teorica. preparazione di alcuni derivati aeilati mediante condensazione con esteri impiegato direttamente il cloridrato, senza separazione della base libera cristal lina, come verr indicato pi oltre.
Per la
si
52
2.
cloruri di acidi:
Estere etilico dell'acido dicloroacetico112: 42 g di ferrocianuro di potassio vengono sciolti in 125 eem di acqua. A questa soluzione vengono aggiunti 50 g di idrato di cloralio. Si riscalda il tutto a ricadere; quasi immediatamente incomincia
di una polvere verde che dopo due ore aumenta sensibilmente causando ebollizione alquanto irregolare. Si filtra e il residuo lavato con acqua. La solu zione acquosa viene tenuta alla ebollizione fino a scomparsa completa della reazione
una
la
separazione
sul ferrocianuro potassico. Alla fine si ottengono oltre a 17 g di ferrocianuro di potassio, cloruro potassico ed il sale di potassio dell'acido dicloroaeetico. Il filtrato viene evaporato di alcool e dopo
dare. Il
a secco su
aggiunta di
fiamma diretta. Il residuo di 38 g viene sospeso in 75 ccm 25 ccm di acido solforico concentrato si lascia raffred
prodotto
di reazione viene
sottoposto
29 g di estere pari al 62 % della resa teorica. In letteratura col medesimo proce dimento sono state ottenute quantit di estere oscillanti fra 29 e 30 g corrispondenti al 62 rispettivamente 63 % della resa teorica.
Estere etilico dell'acido tricloroacetico113,lu: 32,50 g di acido tricloroacetieo vengono sciolti in 10 g di alcool assoluto. Si fa passare attraverso la soluzione una corrente di acido cloridrico secco fino a separazione del liquido in due strati. Si
lava
acqua fino a reazione neutrale. Dopo essicamento su solfato pallone di Hickmann. Si ottengono in tal modo 32 g di estere rettificato a 6770 ad una pressione di 11 mm Hg. La resa corrisponde all'84 % di quella teorica. In letteratura sono citate rese del 90 % per un prodotto che distilla a 166 a pressione normale. Un controllo per il nostro prodotto alle stesse condizioni
con
quindi il prodotto
di sodio si distilla in
un
diede
un
p.
e.
di 163164 .
[-bromopropionico
lu: 5 g di acido
/?-bromopropionico
vengono sciolti in 50 ccm di etanolo assoluto. Dopo aver fatto passare attraverso la soluzione una corrente di acido cloridrico concentrato per tre ore, si evapora al
vuoto. Dal residuo
sottoposto
6566 ad
Resa: 83
una
pressione
di 1820
5 g di acido 2-ossicinconico* vengono trattati con 5,5 di pentacloruro di fosforo in un pallone a collo dilatato posto obliquamente. Allo sbocco dell'apparecchio
abbiamo combinato
2 3
4
un
refrigerante
ricadere.
Dopo
aver
ore
in
"5
il
WaUach, Ber. 10, 1527 (1877). Spiegel e P. Spiegel, Ber. 40, 1734 (1907). Clermont, C.r.133, 737 (1901). Lederer, J.pr.42 (2), 284 (1890). IAeierherr, Diss. ETH 1950, 89.
L.
*
messo
disposizione
Istituto,
bagno d'olio a 140 si rettifica il prodotto direttamente nell'apparecchio dove stata eseguita la reazione. All'inizio si ottiene una certa quantit di ossicloruro di fosforo e pentacloruro che vengono allontanati per leggero riscaldamento del collo dilatato. Il cloruro dell'acido passa a 168169 ad una pressione di 12 mm Hg. Dopo alcuni istanti l'olio distillato si rapprende in una massa di cristalli giallognoli che viene rettificata nuovamente, ottenendo alla fine un prodotto puro a p. e. 172174 a 15 mm Hg. Resa: 5,6 g di cloruro corrispondenti al 94 % della quantit teorica (letteratura: p. e. 170 a 11 mm Hg; resa 98,5 %).
Cloniro dell'acido
p-nitro-m-butossibenzoico 1":
a
30
ccm
di benzolo assoluto
caldo.
Dopo
e
ampolla
5 g di acido vengono sciolti in raffreddamento si aggiungono 3 g di si cuoce per 90 minuti su b. m. dopo di che
si evapora il benzolo alla pompa. Si ottiene una massa gommosa che dopo alcuni istanti cristallizza. Si raccoglie in poco benzolo e si rettifica in un pallone di Hickmann
p.
e.
140151
0,6
mm
Hg (letteratura:
p.
e.
152
1,2
mm
Hg;
resa
cloruro di
resa
fosforo). Si
sono
3 g = 61,6 % della quantit teorica usando penta ottenuti 4,7 g di cloruro corrispondenti al 91 % della
teorica.
N02<
>COG1
Cloruro dell'acido anisico "8: 7,6 g di acido vengono fatti reagire con 10,4 g di pentacloruro di fosforo. Si riscalda per 6 ore a b. m., quindi si rettifica al vuoto. Si ottengono 7,9 g di un prodotto a p. e. 135139 a 16 mm Hg. Resa 92 % della teorica (letteratura: p.e. 145 a 14 mm Hg; resa 8798 %). Il liquido raffreddato con ghiaccio cristallizza in bellissimi aghi allungati a p. f. 22 .
CHsOCloruro dell'acido 2-ossi-6-nitrocinconico-4m: 5 g di acido 2-ossi-6-nitrocinconico vengono riscaldati con 13 g di pentacloruro di fosforo per un'ora a ricadere a 160 . Il prodotto di reazione viene sottoposto a distillazione in un pallone a collo dilatato. Si ottengono 5,3 a 12 mm Hg pari g di cloruro a p. e. 228230 all'84
93
p.
e.
11
mm
Hg
226228
resa
COC1
"7 "8 ii
Stnzi, Diss. ETH 1950, 55. Schoonjans, Bull. Ac. roy. Belgique 33, 810 (1897). Buchi e Lieberherr, Helv.33, 862 (1950).
54
Cloruro dell'acido
mescolati
con
20,85
85
g di
p-clorobenzoico pentacloruro
della
resa
120:
olio
mm
9095
Hg.
teorica
Ili
18
mm
0,40,5 Hg;
220222
760
mm
Hg).
svolge
attraverso i
seguenti
passaggi:
m,m: 100 g di p-Xilolo vengono riscaldati in un pallone refrigerante a ricadere, tubo di raccordo che pesca sul fondo e termometro, a 136 . Da un pallone esterno si distillano lentamente nella massa liquida 300 g di bromo che viene immesso mediante il tubo di raccordo. Il bromo viene previamente
Bromuro di Xililene
munito di
essicato
a
su
temperatura
e infine a quantit di bromo aggiunto. , dopo aver riscaldato ancora per cinque minuti a 200 si versa la massa liquida in una capsula di porcellana. Dopo alcuni minuti per raffreddamento si ottiene una massa di cristalli leggermente colorati di bruno con odore penetrante e pungente (lacrimogeno!). Il prodotto spezzettato viene pressato in tela. Il residuo quasi bianco ha un p.f. 137138 (letteratura 135138). Sono stati ottenuti 220 g di bromuro pari all'88 % della resa teorica (letteratura 9698 %). Aldeide tereftalica18S: 40 g di bromuro vengono sospesi in 400 ccm di acqua. Si aggiungono 40 g di nitrato di piombo e si cuoce a ricadere su fiamma diretta per
140
170
200
eoU'aumentare della
Alla
fine
ore.
Dopo circa
30 minuti di riscaldamento si
osserva
la formazione di ossidi di
di gas tende a cessare si aggiungono alcuni mg di nitrato per riattivare la reazione. Si filtra a caldo. Il residuo cristallino raccolto su filtro costituito da acido e aldeide-aeido tereftalico. Il filtrato viene trattato con solfato
azoto.
Quando
lo
sviluppo
a completa precipitazione del solfato di piombo. Si filtra caldo. Per raffreddamento si ottiene una massa di cristalli sotto forma di aghi bianchissimi che dopo filtrazione vengono trattati con una soluzione di carbonato
di
sodio
residuo, l'aldeide tereftalica cristallizza da acqua a p. f. 116 116 ). Resa 4,5 g pari al 22 % della resa teorica (letteratura 23,5 %) (letteratura + 2 g di un miscuglio acidoaldeideacido. Il resduo cristallino della prima filtrazione viene sottoposto al medesimo trattamento con solfato di sodio in acqua bollente.
carbossilieo.
per Il
portare
in
soluzione
l'acido
tereftalico
l'acido
aldeido-
una
ulteriore
quantit
di
miscuglio.
in 120 tenenti
120
ccm
1,5
2 g di aldeide tereftalica vengono sciolti 50 ccm di acido solforico diluito (3,75 g) con
a
b.
m.
1" ira
123 i2i 125
Emmerling, Ber. 8, 881 (1875). Low, Ann. 231, 363 (1885). Hmg, M.9, 1153 (1888). Wegscheider e Snida, M. 33,1005 (1912). Wegscheider e Suida, M. 33,1008 (1912). Low, Ann. 231, 365 (1885). 55
quasi
Dopo
subito in soluzione. In
12
ore
e
seguito
e
si
osserva
si lascia raffreddare
si filtra. Il residuo si
riprende
con una
soluzione
un
di soda
con
miscuglio
cloroformio in
apparecchio
caldo.
Dopo
giorni si
evapora la
soluzione cloroformica alla pompa. Il residuo, acido aldeidocarbossilico ha un p. f. di 246250 e si presenta in pagliette lucenti con leggera sfumatura giallognola.
Rese:
1,5 1,5 %
a
g
g
67
67
% della % della
resa resa
teorica
teorica
(letteratura: 1,43
riscaldati
a
63
p. f. 246
).
2 g di acido aldeidocarbossilico vengono
126
pentacloruro di fosforo. Dopo 30 minuti la soluzione viene colata in acqua. Si separa un olio giallo-bruno che agitando ener gicamente e decantando a pi riprese l'acqua si trasforma in aggregati cristallini. Dopo essicamento sotto vuoto il prodotto presenta un p. f. 4849 (letteratura: 5052 ). Si sono ottenuti 2,5 g di cloruro pari al 73 % della resa teorica. Il pro dotto cos sintetizzato non puro, pu tuttavia essere impiegato per ulteriori rea
ricadere
con
5 g di
zioni
senza
disturbi.
Cloruro dell'acido
N-p-toluolsulfonil-antranilico:127
8,4
si
aggiungono lentamente,
con
g di acido antranilico vengono sciolti in 50 ceni di soda al 20 mantenendo la soluzione sempre alcalina,
dell'acido
p-toluolsolfonico
in
piccole porzioni.
e
A reazione finita si
per
alcuni minuti
quasi limpida viene colata in acido cloridrico concentrato agitando continuamente. Il prodotto pol veroso viene ridiseiolto in alcool all'80 % a caldo. Per raffreddamento si ottengono 13 g di cristalli a p. f. 216 corrispondenti ad una resa del 93 % (letteratura: p. f. 217 ; resa 13,5 g 97 % della quantit teorica).
=
carbone assorbente
si filtra. La soluzione
6 g di acido vengono sciolti in 20 g di benzolo assoluto. Dopo aver aggiunto 4 g di pentacloruro di fosforo si riscalda a b. m. fino a soluzione completa (30 minuti) ; quindi, agitando si raffredda in ghiaccio. Il cloruro si separa sotto forma
128
di
polvere
ore su
p. f. 126127
96
%.
Cloruro dell'acido
4 b.
m. a
/3-bromopropionico:129
M.
70
e
con
127
Wegscheider
Vllman
e
SiMa,
33,1026 (1912).
12
Beier, Ber. 35, 4274 (1902). Schroter e Eisleb, Ann. 367, 111 (1909).
Tale reazione stata
eseguita
56
in
un
pallone di Hickmann
5758
ad
una
pressione di
resa
1213
mm a
ottengono 5,5 g di cloruro corrispondenti ad una teorica (letteratura: p. e. 5657 ali mm Hg).
del 98
% rispetto
Hg. Si quella
cogli
esteri
degli acidi
Prodotto 1:
p-Nitrobenzamide
fenilserina.
4,18 g di estere vengono sospesi in 30 ccm di acetone assoluto. Dopo aver aggiunto 1,06 g di soda anidra, si colano nella sospensione 3,70 g di cloruro dell'acido p-nitrobenzoico in 20 ccm di acetone assoluto. Si osserva una reazione alquanto esotermica con sviluppo di gas. Si riscalda per due ore a b. m. in un pallone con refrigerante
a
ricadere munito di
una
alla pompa ottenendo una massa etilico. Si cuoce per alcuni minuti
Al filtrato concentrato
e
giallognola
con
che viene
carbone assorbente
si filtra nuovamente.
alcune gocce d'acqua. Si forma subito un intorbidamento con susseguente cristallizzazione. Dopo aver lasciato in ghiaccio per alcuni minuti si filtra ottenendo un prodotto cristallino giallognolo.
raffreddato si
aggiungono
Per ricristallizzazione da
con
una
resa
del 71
preparata
per
etanolo-aequa si ottengono 5,1 g di benzamide a p. f. 119 % rispetto a quella teorica. Una piccola quantit di sostanza l'analisi da etanolo presenta un p. f. costante di 119 e diede i
seguenti
risultati :
22,10
per
mg diedero
48,89
cale.
trov.
mg
C02
10,03
mg
H20
C18H1806N2
(358,34)
Prodotto 2:
60,33 % C 60,37 %
H H
p-Toluolsulfonilamide
4,18 g di estere, 3,80 g di p-toluolsulfocloruro e 1,06 g di soda anidra, vengono riscaldati a ricadere per due ore su b. m. Si filtra e si riprende con etanolo a ealdo con carbone attivo per alcuni minuti. Per raffreddamento si separa un prodotto
cristallino sotto forma di
piastrine
diedero
un
19,80
per
mg
43,12
cale.
trov.
C02
C C
10,36
mg H20
H
C18H2105NS
(363,42)
Prodotto 3:
59,49 % 59,43 %
5,83 % 5,86 %
p-Aminobenzamide
12 g di
dell'estere della
fenilserina.
vengono trattati
Preparazione
con una
del catalizzatore:
lega nichel-alluminio
soluzione di 24 g di soda caustica in 600 ccm di H20 distillata. Si osserva intensa effervescenza che a poco a poco diminuisce. Si riscalda allora per una 40 minuti a 50 su b. m. Si decanta e si lava con acqua distillata fino a reazione neutrale indi due volte
con
preparato viene
usato
alcool puro in
p-nitrobenzamde preparata come sopra vengono sciolti in 250 ccm di Si aggiunge la quantit di catalizzatore un pallone di riduzione. scomponendo 12 g di lega e si sottrae l'aria contenuta nel pallone
57
idrogeno. La curva di assorbimento raggiunge il massimo dopo quantit di idrogeno assorbita, 1850 ccm, corrisponde al 98,5 di quella teorica (1881 ccm). Verso la fine della reazione si osserva nel recipiente la formazione di una sostanza cristallina in piastrine bianche. Si riscalda il contenuto
sostituendola
circa due
con ore.
La
alla ebollizione
si filtra. Dal filtrato per raffreddamento si separa di nuovo la Dopo ricristallizzazione da etanolo si ottengono
5 g di sostanza pura in piastrine allungate lucenti. Evaporando il filtrato si ottiene una ulteriore quantit di prodotto. Le due frazioni riunite ricristallizzate da alcool
puro si
presentano
sotto forma di
Si
sono
quella
f. 194195 .
del
76,4 % di
18,71
per
mg
diedero
C02
10,23
% %
mg
H20
CtsHaoOiNa (328,30)
C 65,85 G 65,75
H H
6,14 % 6,12 %
Prodotto 4:
3,5-Dinitrobenzamide
dell'estere della
fenilserina.
1 g di estere, 0,25 g di soda anidra e 1,1 g di cloruro dell'acido 3,5-dinitrobenzoico vengono riscaldati in 30 ccm di acetone assoluto a ricadere per un'ora. Dopo aver proceduto come al solito si riprende con alcool. Il derivato cristallizza da etanoloacqua ed ha
un
p. f. 149 . Si
sono
ottenuti
1,7
g di dinitrobenzamide
corrispondenti
ad
una
resa
presenta
dell'87 % rispetto alla quantit teorica. Il derivato dato all'analisi si sotto forma di scagliette lucenti.
11,16
per
mg
diedero
21,78
cale.
trov.
mg
C02
C
C
4,41
mg H
H20
C18H1708N, (403,34)
53,60 % 53,26 %
4,25 % 4,42 %
Prodotto 5:
p-Metossibenzamide
dell'estere della
fenilserina.
e 0,9 g di cloruro dell'acido anisico vengono ricadere per due ore e mezza con 30 ccm di acetone assoluto. Evaporato alla pompa e ripreso con alcool il derivato cristallizza per reffreddamento dalla
1,1
g di
riscaldati
1,3
g di amide
pari
al 75
% della
resa
teorica.
10,10
per
mg diedero
24,60
cale.
trov.
mg
C02
C19H2105N
(343,3)
Prodotto 6:
66,46 % C 66,47 %
p-Clorobenzamide dell'estere
fenilserina.
2,09 g di estere vengono riscaldati a ricadere per 3 ore con 0,7 g di soda anidra e 1,75 g di cloruro dell'acido p-clorobenzoico in 40 ccm di acetone assoluto. Dopo aver proceduto come al solito si cristallizza da alcool puro. Si ottiene un prodotto cris tallino a p. f. 100103 . Ricristallizzato due volte da alcool possiede un p. f. 106107 , resa 1,9 g di p-clorobenzamide pari al 55 % della resa teorica. 17,73
per mg
diedero
40,56
cale.
trov.
mg
C02
8,46
mg
H20
C18H1804NC1
(347,8)
58
62,16 % C 62,43 %
5,22 % 5,34 %
fenilserina.
g di estere, 0,6 g di soda anidra e 2,26 g di cloruro dello acido 2-ossicinvengono riscaldati a ricadere con 30 ccm di acetone assoluto per 4 ore. Procedendo come al solito e ricristallizzando da alcool puro si ottengono 2,5 g di amide
2,09 eonico,
resa
del 65
un
ha
a
p. f.
% rispetto a quella teorica. Il prodotto, polvere 176 . Dopo due cristallizzazioni da alcool si
p. f. 178 .
mg
diedero
40,27
cale.
trov.
mg
C02
7,58
mg
H20 4,91 %
C21H1904N2C1
(398,8)
63,24 % C 63,60 %
H 4,80 % H
2,09
b.
m.
con
g di estere etilico della fenilserina vengono riscaldati in un piccolo 5 ccm di estere etilico dell'acido dicloroacetico fino a soluzione
Dopo
tre
giorni
si
osserva
sensibilmente. Si lascia
ancora
la formazione di cristalli che per sfregamento aumentano per un giorno in refrigerante e quindi si filtra. Il
cristallo raccolto sul filtro ed essicato alla pompa possiede un p. f. 103 . Dopo 4 ricristallizzazioni da alcool al 90 %, si ottengono dei cristalli bianchi a p. f. 149150 . Resa
2,1
g di N-dicloroacetilderivato
pari
e
al 65
resa
teorica.
14,82
per
mg
diedero
26,21
cale.
trov.
mg
C02
C
C
6,28mgH20
H
H
C13H1504NC12
(320,2)
Prodotto 9:
48,76 % 48,26 %
p-Bromopropionilamide
dell'estere della
fenilserina.
2,09
pompa
e
di cloruro sciolti in 30
si del derivato in
g di estere vengono riscaldati a ricadere con 0,6 g di soda anidra e 1,71 g ccm di acetone assoluto per 5 ore. Si evapora quindi alla
riprende con etanolo. Per aggiunta di acqua si ottiene una cristallizzazione scagliette lucenti a p. f. 118119 . Resa: 2,3 g di amide corrispon denti al 66 % della resa teorica. Una piccola prova ricristallizzata quattro volte da etanolo-acqua possiede un p. f. 120122 . All'analisi si hanno i seguenti risultati:
14,80
per mg
diedero
26,79
cale.
trov.
mg
C02
7,37
mg
H20
C14H1804NBr
C C
48,85 % 49,36 %
H H
5,27 % 5,57 %
Prodotto 10:
DJj-treo-l-Fenil-2-(p-nitrobenzoil)-amino-lf-propandiolo.
1,67
aggiunta
riscalda
alcool
e
g di fenilserinolo vengono sciolti in 20 ccm di acetone assoluto e dopo di 0,5 g di soda anidra e 1,85 g di cloruro dell'acido p-nitrobenzoico si
ricadere per due ore, dopo di che si evapora alla pompa. Riprendendo con aggiungendo alcune gocce d'acqua si ottiene una cristallizzazione in fiocchi giallognoli che vengono filtrati e lavati. Per ulteriore aggiunta di acqua si giunge ad una cristallizzazione completa. Dalla soluzione etanolica trattata con carbone assorbente e filtrata, per raffreddamento si ottengono dei bellissimi aghi con leggera sfumatura paglierina a p. f. 190 . Per ulteriori quattro cristallizzazioni da etanolo si giunge ad un prodotto purissimo a p. f. 192193 .
a
59
All'analisi diede i
seguenti
mg
risultati:
20,86
per
diedero
46,47
cale.
trov.
mg
C02
9,72
mg
H20
C16Hj605N2
C C
(316,3)
Prodotto 11 :
60,75 % 60,79 %
II H
5,21 % 5,21 %
DfL-treo-l-Fenil-2-(p-toluolsulfo)-amido-l,3-propandiolo.
1,67 g di fenilserinolo vengono riscaldati per 2 ore e ^ con 0,5 g di soda anidra 1,9 g p-toluolsulf ocloruro in 25 eem di acetone assoluto a ricadere. Cristallizzato 53 % della resa da alcool-acqua si ottiene un prodotto a p. f. 120 . Resa 1,7 g
e
=
teorica. Il derivato
purificato
mg
per l'analisi ha
un
p. f. 121122 .
19,27
per
diedero
42,35
cale.
trov.
mg
C02
10,51
mg
H20
C18H1904NS
C C
59,81 % 59,97 %
H H
5,96 % 6,10 %
Prodotto 12:
DrL-treo-l-Fenil-2-(p-clorobemoil)-amido-l)3-propandiolo.
0,7 g di soda d'abitudine,
del
1,67
anidra
in
dell'acido p-clorobenzoico e g di fenilserinolo, 1,75 g di cloruro 30 ccm di acetone assoluto vengono fatti reagire come
ottenendo delle
zioni da acetone si
piastrine bianche da acetone a p. f. 168 . Dopo giunge a un prodotto puro a p. f. 180181 66,5 % (g 2,3) rispetto a quella teorica.
15,00
per mg
alcune cristallizza
con una resa
diedero
34,29
cale.
trov.
mg
C02
7,17
mg
H20
C16H1608NC1
C C
(305,75)
Prodotto 13:
62,85 % 62,38 %
H H
5,27 % 5,35 %
DJj-treo-1-F'enil-2-(p-metossibenzoil)-amiiio-l,3-propandiolo.
1,67 g di fenilserinolo, 0,6 g di soda anidra in 30 ccm di acetone assoluto e 1,7 g di cloruro dell'acido anisieo vengono riscaldati a ricadere per due ore su b. m. con Procedendo come al solito si sono ottenuti 1,9 g di cristalli a p. f. 175176
una resa
seguenti
risultati:
14,88
per
mg
diedero
36,61
cale.
trov.
mg
C02
8,40
mg
H20
CI7H1904N
C C
67,76 %
67,14 %
H H
(301,3)
Prodotto 14:
6,35 % 6,32 %
B^-treo-l-Fenil-2-tricloroacetamido-l,3-propandiolo.
1,67 g di fenilserinolo vengono riscaldati su b. m. con 5 ccm di estere etilico dell'acido trieloroaeetico per 5 minuti. Si lascia quindi riposare la soluzione limpida tre giorni. Si filtra e dal filtrato per aggiunta di etere di petrolio si ha una ulteriore
cristallizzazione favorita alquanto da uno sfregamento sulle pareti. Il cristallo viene ripreso con metanolo e trattato a ealdo con carbone assorbente. Dopo concentrazione
60
della soluzione per aggiunta di acqua si ottiene di nuovo il cristallo a p. f. 105106 leggermente colorato di giallo. Resa 1,8 g 57,7 % della teorica. All'analisi diede:
=
16,82
per
mg
diedero
26,14
cale.
trov.
mg
C02
6,08
mg
H20
CnH1203NCl3 (312,58)
42,26 % 42,41 %
H H
3,87 % 4,05 %
Prodotto 15:
D,L-treo-l-p-Nitrofenil-2-(p-toluolsulfo)-amido-l,3-propandiolo.
2,12 g di p-nitrofenilserinolo vengono sospesi in 20 ccm di acetone assoluto e dopo aggiunta di 0,5 g di soda anidra e 1,90 g di p-toluolsulfocloruro, si riscalda a ricadere per 2 ore e %. Si filtra a caldo ottenendo per raffreddamento una sostanza cristallina che dopo evaporazione viene ripresa con alcool bollente e trattata con carbone assorbente. Si ottengono dei prismi bianchi lucenti a p. f. 205 . Dopo 4 cristallizzazioni si ottiene un prodotto purissimo a p. f. 206 . All'analisi si hanno i seguenti risultati:
15,46
per
mg
diedero
29,77
cale.
trov.
mg
C02
7,06
mg H20 H H
C16H1806N2S (366,4)
rese
C 52,46 % C
52,55 %
4,95 % 5,11 %
Si
ottengono
delle
del 79
% rispetto
alla
quantit
teorica.
Prodotto 16:
D,L-treo-l-p-Nitrofenil-2-tricloroacetamido-l,3-propandiolo.
2,12
trieloroaeetico in
lasciando
g di nitrof enilserinolo vengono mescolati con 5 ccm di estere etilico dell'acido un piccolo matraccio e riscaldati leggermente per 1 ora a b. m.
quindi
il tutto per
una
settimana
alcune gocce d'acqua e quindi etere di petrolio, causando la separazione del liquido in due strati. Per sfregamento si favorisce la crescita del cristallo che, raffreddando
aumenta sensibilmente. Si
resa
raccoglie
su
filtro
si pesa. Resa
2,1
pari
al 60
della
teorica. La sostanza si presenta sotto forma di grossi cristalli giallognoli a p. f. 145 . Dopo 4 cristallizzazioni da etanolo-acqua si giunge ad un prodotto purissimo
a
p. f. 147148 . All'analisi:
mg
C02
4,99
mg
H20
CuH110BN,Cli, (357,6)
cale.
trov.
C
C
36,94 % 37,08 %
H
H
3,10 % 3,22 %
Prodotto 17:
D-treo-l-p-Nitrofenil-2-(3,5-dinitrobenzoil)-amino-lf-propandiolo.
1,06 g di nitrofenilserinolo e 1,15 g di cloruro dell'acido 3,5-dinitrobenzoieo ven gono riscaldati a ricadere per 1 ora con 30 ccm di acetone assoluto contenente 0,3 g di soda anidra. Si procede come al solito cristallizzando alla fine il prodotto dalla
soluzione alcoolica per aggiunta di acqua. I cristalli a p. f. 190-191 vengono ricristallizzati pi volte da etanolo-acqua e presentano alla fine un p. f. 194195 . Si ottengono
1,6
g di
sostanza, corrispondenti
al 78
della
resa
teorica.
All'analisi si hanno i
seguenti
risultati:
10,77
per
mg
diedero
18,79
cale.
trov.
mg
C02
3,51
mg
H20
C16H1409N4 (406,3)
C
C
47,29 % 47,61 %
H
H
3,47 % 3,65 %
61
Prodotto 18:
DfL-treo-l-p-Nitrofenil-2-(p-clorobenzoil)-amino-l)3-propandiolo.
2,12 g di nitrofenilserinolo, 1,75 g di cloruro dell'acido p-clorobenzoico e 0,7 g di soda anidra vengono riscaldati a ricadere in 20 ccm di acetone anidro per 1 ora e y<z. Si ottengono 2,5 g di prodotto pari al 71 % della resa teorica. P. f. 159160 . Dopo
4 ricristallizzazioni da alcool si hanno dei cristalli bianchi
a
p. f. 161162 .
All'analisi si ottengono i
seguenti
risultati:
17,48
per
mg
diedero
35,05
cale.
trov.
mg
C02
7,05
mg
H20
CH1505N2C1
(350,75)
Prodotto 19:
54,79 % 54,72 %
H H
4,31 % 4,51 %
DJi,-treo-l-p-Nitrofenil-2-(p-metos8benzoil)-amino-l,3-propandiolo.
nitrofenilserinolo, 0,3
ccm
g di soda anidra e 0,9 g di cloruro dell'acido di acetone assoluto vengono riscaldati per 3 ore a ricadere. Si ottengono 1,3 g di cristalli, corrispondenti al 75 % della resa teorica. Ricristallizzati da etanolo mostrano un p. f. 160162 . All'analisi:
1,06
g di
anisico in 30
13,88
per
mg
diedero
30,31
cale.
trov.
mg
C02
C
6,74
mg
H20
C17H1806N2 (343,33)
58,95 % 59,59 %
H H
5,24 % 5,43 %
Prodotto 20:
D-treo-l-p-NitrofeniL2-(<-diclorotolil)-amino-l,3-propandiolo.
2,12 g di nitrofenilserinolo vengono riscaldati a ricadere con 2,23 g di cloruro dell'acido w-diclorotoluico e 0,7 g di soda anidra in 30 cem di acetone assoluto.
con etanolo bollente, per aghetti lucenti a p. f. 179180 . Dopo quattro cristallizzazioni da alcool puro si giunge ad un prodotto che fonde a 185186 decomponendosi. Si ottengono 1,6 g di prodotto pari al 57 % della resa teorica. All'analisi si hanno i seguenti risultati:
e
Evaporata
ripreso
il residuo
16,161
per
mg
diedero
30,50
cale.
trov.
mg
C02
6,10mgH2O
H H
C17H1605N2C12
(399,23)
Prodotto 21 :
51,14 % C 51,46 %
4,04 % 4,22 %
DfL-treo-l-p-Nitrofenil-2-(2-cloro-6-nitro-cinconil-4)-am,ido1,3-propandoo.
2,12 g di nitrofenilserinolo, 2,71 g di cloruro dell'acido 2-ossi-6-nitro-cinconico 0,5 g di soda anidra vengono riscaldati a ricadere per 90 minuti in 30 ccm di acetone assoluto. Usando il solito procedimento si sono ottenuti 2,2 g di sostanza, corrispondenti al 50 % della resa teorica, a p. f. 160162 . Da 4 cristallizzazioni si giunge a un prodotto a p. f. 165166 , che all'analisi diede i seguenti risultati:
e
11,13
per
mg
diedero
21,01
cale.
trov.
mg
C02
C C
3,29
mg
H20
C,9H1607N4C1 (446,80)
51,07 % 51,51 %
H H
3,38 % 3,31 %
62
Prodotto 22:
DJj-treo-l-p-Nitrofenil-2-(2-clorcinconil-4)-amino-l,3-propandiolo.
g di cloruro dell'acido 2-clorocinconico e 0,7 g vengono riscaldati per 2 ore su b. m. Col solito metodo si pari al 65 % della resa g di sostanza cristallina a p. f. 195196 4 ricristallizzazioni da metanolo si ha una polvere cristallina legger
2,2
di
g di
nitrofenilserinolo, 2,26
soda
anidra
mente colorata di
giallo
mg
p. f. 205206 .
All'analisi si hanno i
seguenti dati:
17,80
per
diedero
37,31
cale. trov.
mg
C02
C
6,61
mg H H
H20
CuH^OsNjCl
56,79 % C 57,20 %
4,01 % 4,16 %
Prodotto 23:
D^L-treo-l-p-Nitrofenil-2-dicloroacetilamino-l,3-propandiolo ( Cloroamfenieolo ).
dell'l-p-Nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo vengono sospesi e 8 ccm di acetone. Si aggiungono quindi 0,23 g di sodio metallico sciolti in 6 ccm di etanolo. Dopo 10 minuti si filtra dal cloruro di sodio formatosi e si evapora a 40 alla pompa. Si aggiungono 1,57 g di estere etilico dell'acido dicloroacetico, riscaldando leggermente. Dopo un riposo di tre giorni si evapora alla pompa e il residuo cristallizzato da metanolo-acqua. Occorre sollecitare la cristallizzazione mediante sfregamento. Si ottiene un prodotto cristallino a p. f. 144146 . Dopo 3 ricristallizzazioni si hanno dei piccoli aghi 65 % della quantit teorica (letteratura: giallognoli a p. f. 147148 . Resa 2,1 g 80 %). p. f. 147148 ; resa 2,6 g
in 12
ccm
2,49
g di cloridrato
di etanolo assoluto
dell'acido
dell'l-p-nitrofenH-2-amino-l,3-propandiolo p-toluolsolfoantranilico.
col cloruro
g di soda anidra e 3,1 g di cloruro dello acido p-toluolsolfo di acetone assoluto vengono riscaldati a ricadere per 6 ore. Dalla soluzione acetonica per aggiunta di alcune gocce di acqua si ha separazione di un olio che messo in ghiaccio cristallizza in prismetti bianchi a p. f. 9899 .
2,12
g di
amina, 0,7
ccm
antranilico in 30
p. f. 102103
Dopo ripetute cristallizzazioni da acetone-acqua si ottiene una polvere cristallina a ; la fusione chiara si osserva soltanto a 170 . All'analisi si hanno i seguenti risultati: 4,681 mg diedero 0,24eemN2 22/720mm N 5,62 % trovato
1. 2.
15,932 14,441
mg
diedero diedero
mg
35,05 31,50
mg
mg
mg mg
H20 H20
1. trov. 2. trov.
C C
5,44 % 5,31 %
8,140
mg
diedero
BaS04
trov.
10,19 %
Non si potuto stabilire la formula di struttura adatta ai risultati delle analisi. Prodotto 25:
Condensazione
dell'l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandolo
coll'estere
ed il cloruro dell'acido
/3-bromopropionico.
1.
gono
2,12
g di amina
procedendo
come
2,8 g di estere vengono riscaldati per 1 ora su b. m. Si otten d'abitudine, 1,8 g di un prodotto cristallino a p. f. 137138 .
63
4,05 5,855
mg
diedero
0,285
N
ecm
N2
24 /726
mm
trov.
7,73 %
mg
mg
diedero
trov.
2,64 29,70
C
Br
AgBr 19,19 %
C02
16,139
2.
mg
diedero
trov.
mg
7,43
H
47,18 %
mg H20 5,15 %
e
2,12
g di
amina, 1,71
g di cloruro dell'acido
/?-bromopropionico
0,5
g di soda
riscaldati per 90 minuti in 30 ccm di acetone assoluto a ricadere. Si ottengono 1,9 g di un prodotto cristallino a p. f. 138139 . Ricristallizzato, il pro diede all'analisi: dotto a p. f. 138139
anidra
sono
18,15
mg
diedero C
trov.
cloruro,
Un p. . del miscuglio dei due prodotti, quello ottenuto dall'estere e quello dal non subisce depressione alcuna. Non si potuto stabilire una formula che
dell'acido
dell'l-p-nitrofenil-2-amino-l,3-propandiolo p-nitro-m-butossibenzoico.
col cloruro
1,06 g di base, 0,3 g di soda anidra e 1,25 g di cloruro in 30 ccm di acetone assoluto vengono riscaldati a ricadere per 2 ore. Dopo aver proceduto come d'abitu dine si ottenuta una massa vischiosa che fu impossibile trasformare allo stato
cristallino. Dopo
acetone
e
aver
a
lasciato per
un
mese
in
refrigerante,
si
ripreso
con
poco
sottoposto
qui purtroppo
pallone
di Hickmann. Anche
scomposizione
totale
della
sostanza, trasformatasi in
resinosa
nera.
fenilserina:
10 g di estere etilico della fenilserina vengono sospesi in 30 ccm di anidride e riscaldati per 15 minuti a b. m. Si cola quindi il prodotto in 100 g di ghiaccio tritato agitando energicamente. Si lascia riposare per 5 ore. Si raccoglie
acetica
si lava
con
bianchi
p. . 174 . All'analisi si
avuti i
seguenti
C02
risultati:
mg
15,31
per
mg
diedero
35,11
cale.
mg
9,68
H20
N
61,42 %
62,16 %
6,53 %
6,82 %
4,83 %
5,58 % 5,55 %
per
cale.
trov.
H H
N N
62,53 %
N2
6,96 %
mm
5,318
64
mg
diedero
0,77
ccm
21/716
Secondo i dati forniti dall'analisi si deve concludere che si in presenza di un procedimento Carrara e Weitnauer 130 ottengono
p. f. 169170
con
idruro di litio
alluminio
trasformano nel fenilserinolo acilato in N. Per dimostrare la fondatezza del nostro punto di
di reazione descritte si ha solo aeetilazione ottenuto sopra ad
una nuova
vista, cio che alle condizioni dell'azoto, abbiamo sottoposto il prodotto aeetilazione in presenza di piridina. fenilserina.
dei
primi
p. f. 174 vengono sciolti in piridina e riscaldati a ricadere per di anidride acetica. Si evapora alla pompa fino a comparsa m. con 30 ccm cristalli. Si raffredda, per sfregamento sulle pareti si ottiene una massa
prodotto
lavata
con
etere di
un p. f. 166167 . p. f. 169170 . Il
una
di
hanno i
16,22
per
mg
diedero
36,60
cale.
trov.
C02
9,52
mg
H20
C,5H1905N (293,31)
C 61,42 % C 61,58 %
H H
6,53 % 6,57 %
fenilserina.
aver
3 g di diacetato a p. f. 169 vengono sospesi in 100 ccm di etanolo assoluto. Dopo fatto passare nella sospensione per 10 minuti una corrente di ammoniaca, si
passaggio in soluzione del diacetato. Si continua la saturazione per altre quindi riposare per una notte. Si evapora alla pompa ottenendo una massa bianca che ridiseiolta in metanolo, per raffreddamento cristallizza in piccoli prismi bianchi a p. f. 167168 . Un p. f. del miscuglio col diacetato non subisce depressione alcuna. All'analisi si hanno i seguenti risultati:
osserva
il
dieci
ore
lasciando
15,69
per
mg
diedero
35,36
mg
COj
9,24
mg
HsO
H 6^0 H
per
C15H05N
cale.
61,42 %
6,53 % 6,59 %
(293,30)
C 61,50 %
non
Tentativo di sintesi di In
isomero del
cloroamfenicolo.
con un
con
Erlenmeyer91 glicocolla.
e
per la
quale scopo la sostituzione dell'anello eterociclico, abbiamo voluto imitare la sintesi della fenilserina, condensando l'aldeide
avente
anello
Carrara
65
NHC0CHC12
-CHCHC-CH2OH
0'
I
OH
90 g di furfurolo vengono colati lentamente in una soluzione di 50 g di soda caustica e 37 g di glicocolla in 100 ecm di acqua. La temperatura viene tenuta costan
temente sotto i 0 .
si
osserva
la formazione di
una
sostanza
resinosa
una
nera
insolubile in alcool
purificazione. Si pu
condensazione
in acqua, della quale non siamo riusciti a ottenere ammettere che si abbiano delle reazioni secondarie dovute
alcalino, prima
che si abbia ad
propria
nel
senso
della reazione di
Erlenmeyer.
Il
mente
sperimentato dal Dr. H. Humi nel laboratorio di ricerche scientifiche (sezione batteriologia) della 8. A. Dr. A. Wander di Berna, cui esprimo i miei pi vivi ringraziamenti.
Le sostanze
stato
gentil
saggiate
avere
sono
state
un
in modo tale da
sempre
sedimento del
eccesso,
I
zione
11 e 15 sono stati saggiati nel loro potere di inibi Streptococcus haemolyticus ed Escherichia coli. Mentre alle stesse
nie,
condizioni il cloroamfenieolo inibiva completamente l'espansione delle colo nessuna di queste sostanze ha mostrato una qualsiasi attivit batterioLe sostanze
statica.
2022
sono
state
sperimentate
su
ed Escherichia coli. Soltanto i prodotti 16, 17 e 20 mostrano un certo potere batteriostatico, inferiore tuttavia a quello del cloroamfenieolo. I rapporti di tale attivit sono visibili nel seguente spec
Staphylococcus
chietto :
Concentrazione di inibizione
Staphylococcus
aureus
Escherichia
coli
Cloroamfenieolo
16
1 1
20000 1000
10000
1:500
17
20
1:1000
1
:
inattivo
1
:
2500
2500
66
fenilserina:
-CHCHCOOC2H6
OH
N.o
p.f.
119
-so. '2<c.
ychs
103104
co-
-NH2
195
N02
co
149
N02
CO^^
V-OCH3
131
-co<<
v- ci
106107
ci
178
-CO
COCHC12
150
COCH2CH2Br
120122
67
2. Derivati del
fenUserinolo:
NHR.
/^XCHCHCH2OH
OH
N.o
p.f.
10
192193
11
S02-
-CH,
121122
12
-co-\
y-^
180181
13
-CO-
-OCH,
176177
14
-COGGlj
105106
68
3.
N02<{=^\CHCHCH2OH
N.o
p.f.
15
-SO
// -CH,
205206
16
COCCI,,
N02
147148
17
co
194195
NO,
18
-co^
>-cl
161162
19
co-
-OCH,
160162
20
-coC
V-CHCI2
185186
NT
CIf \
\/
21 -CO
205206
UU-N2
22
-co
165166
69
D. Riassunto
biotici
uno sguardo d'assieme sullo sviluppo storico degli anti particolare del cloroamfenicolo. Vengono descritte le pro priet fisico-chimiche, la dimostrazione della formula di struttura, la sintesi biologica e chimica, le propriet biologiche in vitro, i risultati clinici e la farmacologia del nuovo antibiotico.
e
in
2. Si
sono
elencati
chemioterapici sulla
studi
3. Sono stati sintetizzati alcuni derivati dell'estere etilico della fenilserina allo scopo di saggiare l'influsso della scomparsa del gruppo nitrico e del gruppo alcoolico primario sul grado di attivit antibatterica.
4. Sono stati sintetizzati 5 nuovi derivati del fenilserinolo per determinare la specificit del gruppo nitrico sul potere d'inibizione, parallelamente
alla sostituzione del gruppo dicloroacetico nella molecola del cloroam fenicolo.
5. Il gruppo dicloroacetico dell'antibiotico stato sostituito con gruppi aromatici ed eterociclici al fine di ottenere una esaltazione dell'attivit
batteriologiche,
e
in
nessuno
dei deri
raggiunto un potere inibitorio ponderabile. Degli altri prodotti sintetizzati, soltanto tre posseggono una certa attivit, inferiore tuttavia a quella del cloro amfenicolo: il derivato dell'acido tricloroacetico, dell'acido 3,5-dinitrobenzoico
e
del fenilserinolo si
dell'acido -diclorotoluico.
70
Curriculum vitae
Nato
16 settembre 1925 da
Manlio Contini
Rita Selva.
Frequentate le scuole primarie al paese natale, ho assolto le prime tre classi ginnasiali all'Istituto Elvetico e le rimanenti al Ginnasio Cantonale di Lugano. Dopo 3 anni passati al Liceo Cantonale della stessa citt ho superato nel 1944 gli esami di maturit federale tipo C.
Causa il servizio militare ho dovuto
anno
i miei
Zurigo. Dopo aver assolto il piano di studio normale ottenevo primavera del 1949 il diploma di ingegnere chimico.
Nel settembre dello stesso
anno
di
marzo
del 1951.
71