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DESU, DESHITA, DESH:

Da bambini, quando abbiamo imparato l'italiano, non avevamo la minima idea della struttura della
lingua: aggettivi, pronomi, soggetti, complementi, eccetera, erano perfetti sconosciuti ma la cosa
non ci preoccupava. Una delle difficolt del giapponese proprio il capire la sua struttura, perch
non sempre si trova corrispondenza tra le due lingue: per esempio un verbo italiano pu essere
tradotto da un aggettivo in giapponese. Quindi non ci occuperemo della struttura e, se user
termini come aggettivo o complemento, sar solo per dare una similitudine con la nostra lingua.
Un altro scoglio della lingua giapponese la sua variabilit: la stessa frase sar espressa in
maniere diverse a seconda che il nostro interlocutore sia un amico o un "superiore (insegnante,
capo ufficio, o anche solo una persona anziana o che abbiamo appena conosciuto); ci sono poi
differenze tra lingua scritta e parlata, tra espressioni femminili e maschili. Anche in italiano
abbiamo di queste differenze, ma non sono certo cos marcate.
n giapponese occorre invece distinguere tra questi stili e soprattutto tra quelli che ho accennato
per primi: verso un amico (stile piano, futsu-tai) o verso un superiore (stile cortese, teinei-tai). La
teinei-tai deve essere imparata per prima, perch quella che ci permetter di parlare con
chiunque (meglio sembrare un po' troppo gentili piuttosto che maleducati). Comunque cercher di
riportare gli esempi in entrambe le forme.
Bene, ora cominciamo.
La frase pi semplice che possiamo immaginare del tipo "X Y, dove con Y diamo qualche
informazione riguardo ad X: "il gatto nero, "lui un dottore.
n giapponese la "X Y diventa "X : Y [X wa Y desu]. La particella : normalmente definita una
posposizione (ecco uno dei termini propri della grammatica giapponese!). Questo perch deve essere
sempre pensata come collegata a ci che la precede. Esistono molte posposizioni, che ci danno vari tipi di
informazioni: per esempio . [ga] identifica il soggetto e [o] il complemento oggetto. n questo caso :
[wa] indica che X l'argomento della frase, stiamo parlando di X. Molte volte argomento e soggetto
coincidono, ma non sempre cos. Nelle frasi seguenti il soggetto sempre "bambino, ma poniamo
l'accento su cose diverse:
Il bambino nel giardino. soggetto = bambino; argomento = bambino
Nel giardino c' un bambino. soggetto = bambino; argomento = giardino.
La posposizione : [wa] per cos dire molto forte, e se ce n' bisogno, rimpiazza sia . [ga] che [o].
Sar il senso della frase a dirci se quel che precede : [wa] il soggetto o il complemento oggetto.
Torniamo a "X : Y [X wa Y desu]. L'ultima parola, [desu], non un verbo, ma la forma
cortese di chiusura per una frase che non termina con un verbo. n un certo senso si pu
assimilare alla copula italiana.
E adesso un po' di esempi (tutti i vocaboli utilizzati sono riportati in fondo):
!:' [neko wa kuroi desu]
il gatto nero
.:'` [kare wa isha desu]
lui un dottore
:'' [uchi wa chiisai desu]
la casa piccola
'!:11' [kuroi neko wa ookii desu]
il gatto nero grande
/..:`.'/ [Tanaka-san wa shinsetsuna hito desu]
Tanaka una persona gentile
:1./ [Asako wa onnanoko desu]
Asako una bambina
n questi esempi potete notare che l'aggettivo sempre posto prima del nome cui si riferisce e
questa una regola generale.
Tutte queste frasi sono in teinei-tai (lo stile cortese). E se volessimo usare la futsu-tai? Pu
sembrare strano, ma a volte parlare con un amico complica la vita. Per il momento limitiamoci a
quelle frasi in cui Y un sostantivo. La struttura di "X Y diventa "X : Y [X wa Y da]:
.:'` [kare wa isha da]
lui un dottore
.:`.'/[Tanaka-san wa shinsetsuna hito da]
Tanaka una persona gentile
:1./[Asako wa onnanoko da]
Asako una bambina
La colpa, come forse immaginate, degli aggettivi dei quali parleremo la prossima volta.
Forma negativa e passata
Vogliamo passare al negativo o al passato? Non troppo difficile, sempre se continuiamo a
limitarci ai casi in cui Y un sostantivo. Per la forma cortese si tratta di declinare [desu], come
nello specchietto seguente:
affermativo negativo
presente [desu] :'.[dewa arimasen]
passato `[deshita] :'.`[dewa arimasen deshita]
Attenzione a : che usa il fonema :, letto come wa. Le nostre frasi diventano:
.:'``[kare wa isha deshita]
lui era un dottore
.:`.'/:'.[Tanaka-san wa shinsetsuna hito dewa arimasen]
Tanaka non una persona gentile
:1./:'.` [Asako wa onnanoko dewa arimasen deshita]
Asako non era una bambina
Per la futsu-tai basta cambiare specchietto:
affermativo negativo
presente [da] :/'[dewa nai]
passato [datta] :/.[dewa nakatta]
e quindi:
.:'`[kare wa isha datta]
lui era un dottore
.:`.'/:/'[Tanaka-san wa shinsetsuna hito dewa nai]
Tanaka non una persona gentile
:1./:/.[Asako wa onnanoko dewa nakatta]
Asako non era una bambina
Futuro
Ora c' senz'altro qualcuno che si chiede: ed il futuro? l giapponese non ha un vero e proprio
futuro, si usa sempre il presente. Se per vogliamo enfatizzare l'incertezza possiamo usare `
[desh ] al posto di [desu]. Questa per solo un'espressione di incertezza, di dubbio, che pu
essere motivata dal fatto che qualcosa accadr nel futuro, ma anche dal non avere notizie certe. Se io dico:
.:'``[kare wa isha desh ]
lo si pu tradurre "lui sar un dottore, ma anche "forse un dottore. Sar il contesto in cui
inserita la frase a dirmi qual l'interpretazione corretta. Per la futsu-tai invece di ` [desh ] si
usa [dar ].
Note
Vorrei precisare alcuni punti, che sono trapelati qua e l. nnanzitutto la pronuncia di alcune sillabe.
n generale il giapponese si legge cos come si scrive, ma ci sono le eccezioni. Una delle pi
eclatanti il fonema : [ha], che si legge [wa] quando usato come posposizione o in : [dewa].
Un'altra occorrenza in cui fa eccezione nei saluti sia buongiorno, ..: [konnichiwa], che buonasera
.:.: [konbanwa]. Anche la posposizione [o] un'eccezione, perch il segno grafico quello del
fonema wo che per ogni altro uso sparito.
L'allungamento della vocale o si ottiene quasi sempre con la [u] e lo indicher . Solo raramente si usa
un'altra 1 [o]. Abbiamo visto uno di questi casi 11' [ookii], l'aggettivo grande. Altri sono: 11' [ooi]
(numeroso), 1' [tooi] (lontano) e 11. [ookami] (lupo).
Un'ultima nota per il suffisso . [san]. Vuol dire signore, signora, ma pu tranquillamente essere omesso
in una traduzione italiana. Altri suffissi sono [sama], molto pi formale, quindi dovr essere tradotto, e
. [chan] che si usa per i bambini o tra amici.
VocaboIi
! [neko] gatto
' [kuroi] nero (aggettivo)
. [kare] lui
'` [isha] dottore
[uchi] casa
'' [chiisai] piccolo (aggettivo)
11'[ookii] grande (aggettivo)
-. [-san] signore (suffisso)
`.'/[shinsetsuna] gentile (aggettivo)
[hito] persona
1./ [onnanoko] bambina
2000 2001. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
di questo documento esclusivamente a scopo educativo. E' dunque vietata la riproduzione sia parziale che totale di tutto il documento,
senza l'autorizzazione di Anna Mumei e di Alice Buda (rispettivamente autrice del testo e detentrice dei diritti per il sito Giappone
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ANCORA UN PO' DI DESCRIZIONI
Ora che abbiamo visto la struttura delle frasi del tipo "X Y, dobbiamo provare a fare qualche
esempio in pi e ad arricchire questa descrizione. Cominciamo con una buona notizia: non
abbiamo imparato solo a dire ", ma anche "sono, sei, siamo, .... Riprendiamo una delle frasi
usate come esempio:
/..:`.'/ [Tanaka-san wa shinsetsuna hito desu]
Tanaka una persona gentile
e togliamo l'argomento (che in questo caso coincideva col soggetto):
`.'/ [shinsetsuna hito desu]
una persona gentile
Abbiamo una frase che ancora corretta da un punto di vista grammaticale. l suo significato per
meno evidente. o l'ho tradotta " una persona gentile, perch stavo ancora pensando a Tanaka,
questo era l'argomento sottinteso. Ma se la sentissi pronunciata per la strada, da qualcuno che
magari parla al cellulare (cosicch io non so proprio nulla dei suoi discorsi), non potrei tradurla in
italiano. nfatti in giapponese non esiste distinzione tra le varie persone, cos come in italiano, e la
frase potrebbe essere:
sono una persona gentile, sei una persona gentile, ., sono persone gentili.
E' per questo motivo che in giapponese importante stabilire il contesto di ogni frase, cio
specificare di che cosa si sta parlando. Se vogliamo capire qualcosa, dobbiamo prima di tutto
identificare l'argomento, ed in questo ci aiuta l'uso di :[wa].
Per poter costruire qualche nuova frase, una cosa di cui probabilmente sentiamo bisogno l'uso
dei pronomi personali, quindi ecco qui un elenco:
1`[watashi] io
/[anata] tu
. [kare] egli, lui
.`[kanojo] lei
1`[watashitachi] noi
/.[anatagata] voi
. [karera] essi, loro
.` [kanojotachi] esse
n questo caso c' una completa corrispondenza con l'italiano: solo i pronomi di terza persona si
differenziano in base al genere, il pronome maschile .[karera] si usa anche per parlare di un
gruppo misto (uomini e donne insieme).
Potremo quindi scrivere:
1) /:`.'/, [anata wa shinsetsuna hito desu]
sei una persona gentile
2) 1`:23 ' [watashi wa 23 sai desu]
ho 23 anni (letteralmente: sono un 23-enne)
3) .`:.''` [kanojo wa gakusei deshita]
erano delle studentesse
4) .:``.:'. [karera wa itariajin dewa arimasen]
non sono italiani
Ho numerato queste frasi per commentarle pi facilmente. Con la 1) ho messo in pratica quello che abbiamo
detto all'inizio, ed in pi ho introdotto un kanji , [hito]. D'ora in poi cercher d'infilarne qualcuno qua e l, i
pi semplici, cos cominciamo a poterli leggere (prima dell'elenco dei vocaboli troverete i kanji).
La 2) la frase tipica per dire la propria et: ' [sai] un suffisso che indica gli anni intesi come et. La 3)
molto semplice, mentre la 4) merita un paio di annotazioni. nnanzitutto ` [itaria] scritto in
katakana e questo il destino di tutte le parole che sono state importate nella lingua giapponese. La parola
``. [itariajin] composta dal nome del nostro paese e dal suffisso `. [jin] che indica sempre
persona. n questo modo possiamo identificare tutte le nazionalit, le popolazioni:
|`. [nihonjin] giapponese
``. [amerikajin] americano
e cos via.
Genere e numero
Se avete notato tutti i possibili modi di tradurre la frase iniziale
`.'/ [shinsetsuna hito desu]
vi sarete accorti che `.'/ [shinsetsuna hito] non varia tra singolare e plurale, ma c' di
pi. Questa una regola generale: in giapponese non c' differenza di numero n di genere. Vi
ricordate ! [neko] che abbiamo tradotto come gatto? beh, vuol dire anche gatta, gatte, gatti.
Semplice, ma a volte complica un po' le cose, perch noi vorremmo essere pi precisi.
Un modo di precisare che non parliamo di una persona sola, ma che vorremmo usare il plurale,
quello di utilizzare il suffisso [tachi]: forse nell'elenco dei pronomi avete notato 1`
[watashitachi] e .` [kanojotachi]. E per dire voi si pu usare /, anche se meno
comune.
_ [kodomo] bambino, bambini
_ [kodomotachi] bambini
Se invece vogliamo precisare il genere, dobbiamo ricorrere a delle locuzioni: [otoko no]
per indicare il genere maschile e P [onna no] per quello femminile:
1( [otoko no hito] uomo
1./( [onna no hito] donna.
Posposizione [no]
Quando descriviamo qualcosa c' spesso bisogno di specificare. A volte si tratta del genere o del
numero, oppure necessario utilizzare un aggettivo, come in "il gatto nero. Ma ci sono altri casi in
cui dobbiamo utilizzare un secondo sostantivo: "la casa di Tanaka, "il libro di giapponese, . Per
collegare questi due nomi si usa la posposizione [no], che ha proprio il compito di specificatore
(un po' come la nostra preposizione "di). Attenzione per: una posposizione, perci si deve
trovare dietro al sostantivo cui si riferisce (quello che serve a precisare). Diremo perci:
/.. [Tanakasan no uchi]
la casa di Tanaka
| [nihongo no hon]
il libro di giapponese
'.''[Asako no sensei no kusuri]
la medicina dell'insegnante di Asako
1`.1 [watashi no niwa no ki]
l'albero del mio giardino
(insomma, si segue l'ordine contrario rispetto all'italiano). Le espressioni 1 [otoko no] e 1.
/ [onna no] sono altri esempi. La volta precedente avevo tradotto 1./ [onnanoko] come
bambina e quel vocabolo si forma proprio cos, come anche il suo equivalente maschile 1
[otokonoko]. l [ko] finale sta per _ [kodomo].
Con questo meccanismo si ottengono anche pronomi ed aggettivi possessivi, che non esistono nella lingua
giapponese:
. :.' [kare no kuruma wa akai desu]
la sua macchina rossa
11':1` [ookii hon wa watashi no desu]
il libro grande mio
Note
Cos come con il suffisso `. [jin] si ottiene il nome di un popolo, e con ' [sai] l'et, esistono molti altri
utili suffissi. Per esempio per la lingua si usa [go]:
| [nihongo] la lingua giapponese
` [itariago] la lingua italiana.
Per i negozi si usa [ya]:
[honya] libreria
[kusuriya] farmacia
Kanji
Non facile parlare dei kanji, come non facile imparare a leggerli e scriverli, ma tutti sappiamo
che gli ideogrammi sono un aspetto fondamentale della lingua giapponese. Qui voglio solo
radunare quelli che abbiamo incontrato. Tenete presente che ogni kanji pu essere letto in pi
modi, ma indicher solo quello appena introdotto.
( [hito] persona. E' un kanji pittografico, cio deriva da un disegno, in questo caso molto
stilizzato. Rappresenta una persona che si sta inchinando, vista di profilo. La
diagonale di sinistra rappresenta il busto e le braccia (con le mani che quasi
toccano terra), mentre quella di destra raffigura le gambe.
[ki] albero. Anche questo pittografico, la barra orizzontale rappresenta la chioma,
quella verticale il tronco e la parte pi in basso le radici.
[hon] libro. Questo kanji discende dal precedente. l piccolo segno in basso accentra qui il
suo significato: radice, quindi sorgente di vita e da qui fonte del sapere, libro.
| [nihon] Giappone. l primo kanji rappresenta il sole, il secondo ha tra i suoi significati quello
di sorgente: sol levante.
VocaboIi
-'[-sai] et (suffisso)
.'' [gakusei] studente
` [itaria] talia
-`. [-jin] popolo (suffisso)
.:. [nihon] Giappone
` [amerika] Amerika
_ [kodomo] bambino
:. [hon] libro
'.'' [sensei] insegnante
[kusuri] medicina
.1 [niwa] giardino
[ki] albero
[kuruma] macchina, automobile
.' [akai] rosso (aggettivo)
- [-go] lingua (suffisso)
- [-ya] negozio (suffisso)
2000 2001. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
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CHE ORA E'?
Prima di fare questa semplice domanda, dobbiamo imparare a costruire una frase interrogativa.
Riprendiamo la solita frase su Tanaka:
!.:`.'/ [Tanaka-san wa shinsetsuna hito desu]
Tanaka una persona gentile
sappiamo coniugarla anche al negativo (vi ricordate?):
!.:`.'/:'[Tanakasan wa shinsetsuna hito dewa arimasen]
Tanaka non una persona gentile
Ma se la volessimo porre in forma interrogativa? E' piuttosto semplice, basta aggiungere in fondo
alla frase la particella [ka] che ha la stessa funzione del nostro punto interrogativo:
!.:`.'/. [Tanaka-san wa shinsetsuna hito desu ka]
Tanaka una persona gentile?
Cos possiamo porre molte domande:
.`:.''. [kanojo wa gakusei desu ka]
sono delle studentesse?
/:`,.[anata wa itariajin desu ka]
sei italiano?
. :.'.[kare no kuruma wa akai desu ka]
la sua macchina rossa?
.:''.[tenki wa ii desu ka]
fa bel tempo? (letteralmente: il tempo buono?)
Allo stesso modo si formano le frasi interrogative passate (ricordiamoci per che per ora sappiamo mettere
al passato solo le frasi senza aggettivi!):
|`. [nihongo no hon deshita ka]
era un libro di giapponese?
/1.:.'`'.`. [anata no ot san wa kaishain deshita ka]
tuo padre era un impiegato?
E se volessimo usare la futsu-tai (forma piana)? Nessun problema, sempre . [ka] dobbiamo aggiungere.
Anzi, spesso non si fa neanche questo e si lascia che sia il tono ascendente della frase a far capire
che si tratta di una domanda. n questo caso scrivendo la frase useremo il punto interrogativo per
faci capire:
/:`,. [anata wa itariajin ka] oppure
/:`,? [anata wa itariajin?]
sei italiano?
Pronomi ed aggettivi interrogativi
Pi avanti vi parler dei vari pronomi ed aggettivi in maniera completa, per ora mi limito a dare un elenco di
quelli interrogativi per proseguire con queste note di grammatica:
/./. [nani, nan] cosa, che cosa
[dare] chi
' [itsu] quando
' [ikura] quanto
[doko] dove
Tra /. [nani] e /. [nan] non ci sono differenze grammaticali, ma solo eufoniche: si usa /.
[nan] davanti alle parole che iniziano con i suoni T, D, J, S, M, N, P e B. Gli altri pronomi si usano
pi o meno come in italiano:
/:/.'. [anata wa nan sai desu ka]
quanti anni hai?
'.'':`. [sensei wa dare deshita ka]
chi era l'insegnante?
:'. [paatii wa itsu desu ka]
quand' la festa?
:'. [kippu wa ikura desu ka]
quanto costa il biglietto? (letteralmente: quanto il biglietto)
'1.:. [heiwa no k en wa doko desu ka]
dov' il Parco della Pace?
L'ora
Finalmente possiamo chiedere l'ora:
(') J`. [(ima) nan ji desu ka]
(adesso) che ora ?
L'avverbio ' [ima] l'ho messo tra parentesi, perch possiamo tranquillamente saltarlo. Se invece gli
vogliamo dare pi importanza (come se chiedessimo l'ora per mettere a posto il nostro orologio), basta farlo
seguire dalla solita posposizione : [wa].
Adesso bisogna imparare anche a rispondere. n giapponese in genere si usano solo le ore fino al 12,
precisando P [gozen] per la mattina o [gogo] per il pomeriggio, se necessario.
L'ora si indica con [ji], i minuti con P [fun]. Quest'ultima parola per pu variare in . [bun]
o . [pun] per motivi eufonici.
Per precisare l'ora, per esempio si dir:
'.`.`. [gozen rokuji sanj gofun desu]
sono le 6 e 35 di mattina
oppure:
```. [gogo shichi ji j gofun desu]
sono le 19 e un quarto
Per indicare la mezz'ora si usa :. [han]:
.`:. [san ji han]
le tre e mezza
Probabilmente gi sapete che alcuni numeri possono essere detti in pi di un modo. Per esempio
4 . [yon], [yo] o ` [shi]. Quando si tratta di orari, bisogna attenersi a queste regole:
per esprimere le 4 o le 9 si usano sempre i numeri [yo] e [ku], quindi ` [yoji] e `
[kuji]; mentre per indicare le 7 si usa di preferenza ` [shichi].
per indicare i 9 minuti invece, si usa sempre [ky ], mai [ku].
Prima ho detto che il termine per i minuti pu variare. minuti per cui si hanno le eccezioni sono
quelli che terminano con le cifre 1, 3, 6 e 0. Queste sono le forme da usare:
'. [ippun] 1 minuto
.. [nifun] 2 minuti
.. [sanpun] 3 minuti
.. [yonfun] 4 minuti
. [gofun] 5 minuti
. [roppun] 6 minuti
//. [nanafun] 7 minuti
:. [hachifun] 8 minuti
. [ky fun] 9 minuti
` [j ppun] 10 minuti
e cos via. Per dire 8 minuti si pu anche usare la forma :. [happun ].
Note
Un'altra cosa riguardo i pronomi interrogativi. Nelle frasi interrogative usate per esempio, ho sempre messo
come argomento ci su cui ci si vuole informare. Quindi nella domanda posta per scoprire chi era
l'insegnante, ho usato '.'' [sensei] come argomento:
'.'':`. [sensei wa dare deshita ka]
Traducendola alla lettera questa frase diventa "l'insegnante, chi era?. Anche in giapponese si pu
tranquillamente porre la domanda nel modo pi diretto "chi era l'insegnante?. Bisogna per fare attenzione
ad una nuova regola: se iI soggetto di una frase interrogativa un pronome, questo deve essere
sempre seguito da [ga] (non si pu usare : [wa]):
.'.''`. [dare ga sensei deshita ka]
chi era l'insegnante?
La risposta si adegua alla domanda. Quindi se l'insegnante in questione il solito Tanaka:
'.'':`. [sensei wa dare deshita ka]
'.'':.` [sensei wa Tanakasan deshita]
oppure:
.'.''`. [dare ga sensei deshita ka]
..'.''` [Tanakasan ga sensei deshita]
Usare la prima o seconda forma indifferente, basta ricordarsi l'uso di : [wa] o .[ga].
Solo una piccola annotazione sul gentilissimo ! [Tanaka]. l significato del suo nome "dentro il
campo di riso. La maggior parte dei cognomi giapponesi, come anche i nostri del resto, deriva dal tipo di
lavoro del progenitore o dal nome della localit d'origine della famiglia. L'uso degli ideogrammi e
l'introduzione piuttosto recente dei cognomi fa s che sia ancora semplice risalire al significato originario.
Kanji
Questa volta abbiamo incontrato pochi kanji, ma ho usato una nuova lettura per un kanji gi visto
in precedenza.
![ta+naka] si tratta di due kanji pittografici. l primo rappresenta un campo, una risaia, e sono
evidenziati i canali per l'irrigazione. l secondo un rettangolo tagliato a met da
una linea verticale. E' questo il tratto che d significato al kanji: dentro, in mezzo,
tra.
J[nani] che cosa. Questo un kanji pi difficile ed composto di due parti. A sinistra c' il
radicale, che ancora quello di persona (il tratto obliquo e quello verticale), poi c'
la parte di destra che non ha significato di per s, ma che contiene il kanji di bocca
(il quadratino). Quindi possiamo aiutarci a ricordarlo pensando ad un uomo che
chiede qualcosa.
,[jin] popolazione. E' esattamente il kanji usato per [hito], persona. Non poteva essere
altrimenti, visto che il suffisso jin vuole dire persona, popolo.
VocaboIi
'' [ii] buono
' [ima] adesso
1. [ot san] padre
.'`'. [kaishain] impiegato
[kippu] biglietto
. [k en] parco
[gogo] pomeriggio
'. [gozen] mattina
` [ji] ora, orario
. [tenki] tempo (atmosferico)
[paatii] festa (dall'inglese party)
. [fun] minuto
'1 [heiwa] pace
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I VERBI
Questa volta cercher di parlarvi un po' dei verbi, sperando di riuscire ad essere abbastanza
chiara. n giapponese esistono molti modi di coniugare un verbo, che determinano il significato
della frase molto pi di quanto avviene in italiano: specificano il tempo in cui si svolge l'azione, ma
anche se stiamo facendo un'affermazione o una congettura, se esprimiamo un desiderio o un
obbligo, se chiediamo un favore o diamo un ordine. n compenso i verbi giapponesi non variano
secondo la persona.
La struttura della frase prevede che il verbo sia in fondo: X : V [X wa V] o X . V [X ga V], cio X
fa l'azione V. complementi, quando ci sono, devono essere inseriti prima del verbo. Quindi gli
elementi principali di una frase si trovano rispettivamente all'inizio (l'argomento) ed alla fine
(l'azione descritta).
o ho pi di una grammatica e, tanto per semplificare la vita, ognuna usa termini diversi per parlare
delle varie forme verbali e delle declinazioni. User quelli che mi sono pi familiari, ma dove sar
possibile vi dir anche qualche altro termine molto utilizzato. l primo termine da imparare
[kei], che vuole dire "forma ed il suffisso per tutti i nomi delle forme verbali.
Jisho-kei (forma deI dizionario)
Se vogliamo trovare il significato di un verbo italiano dobbiamo cercare nel vocabolario il modo
infinito del verbo: mangiare, andare, bere. l corrispondente giapponese la jisho-kei (``
[jisho] vuole dire proprio dizionario). La jisho-kei per una coniugazione che ha un significato di
per s, non come il nostro infinito. n questa forma tutti i verbi terminano con la vocale "u e l'ultima
sillaba (che pu essere , , , , , , , [, [u, ku, gu, su, tsu, nu, bu, mu, ru]) sempre
scritta in hiragana e quindi non fa parte della desinenza o radice del verbo.
verbi si dividono in tre gruppi o declinazioni e le coniugazioni sono un po' diverse tra i vari gruppi.
Cominciando dal fondo, abbiamo:
III gruppo (verbi irregolari): sono solo due: [suru], fare e [kuru], venire. Con [suru]
si formano molti altri verbi, facendolo precedere un sostantivo (un po' come noi che diciamo fare
una domanda, fare un lavoro.). Gi dagli esempi ne vedremo qualcuno, ma ricordate che sono
dei composti, il verbo [suru] (a volte tra il sostantivo ed il verbo si inserisce la posposizione
[o], come a dire che il sostantivo un complemento oggetto del verbo, ma quest'uso si va
perdendo).
II gruppo (verbi ichidan): sono i verbi la cui jisho-kei, scritta in r maji, termina in eru o iru: come
per esempio [taberu], mangiare e [miru], guardare, vedere. n inglese sono chiamati
"vocal stem.
I gruppo (verbi godan): tutti gli altri, che sono la maggioranza. Tra questi abbiamo ' [iku],
andare, [ [nomu], bere, ' [iu], dire e :/ [hanasu] parlare. n inglese sono chiamati
"consonant stem.
Bisogna prestare attenzione, perch alcuni verbi anche se terminano in eru o iru, fanno parte del
gruppo. Qualche esempio? . [kaeru], tornare, :` [hashiru], correre e [kiru],
tagliare. Esiste anche una regola pi precisa per determinare se un verbo appartiene al o al
gruppo, ma complicatissima e comunque non risolve la questione al 100%, quindi conviene
imparare le eccezioni a memoria, o tenere una lista a portata di mano.
Per ora accontentiamoci di sapere che la jisho-kei serve a trovare i verbi nel dizionario ed a capire
a quale gruppo appartengono.
Masu-kei
Questa una forma utilissima, perch ci consentir di comporre le prime frasi. Vediamo subito
come si forma, gruppo per gruppo.
Nel gruppo la "u finale deve essere trasformata in "i. E' facile, ma bisogna trasformarla secondo
il sillabario giapponese. Ecco un po' d'esempi:
' [iku] ' [iki]
[ [nomu] [nomi]
' [iu] '' [ii]
:/ [hanasu] :/` [hanashi]
Un'altra trasformazione che richiede attenzione quella dei verbi che terminano in [tsu] come
[matsu], aspettare, che diventa [machi].
Per il gruppo pi facile, basta togliere l'ultima sillaba [ru]:
[taberu] [tabe]
[miru] [mi]
Ed infine il gruppo, dove non c' una regola:
[suru] ` [shi]
[kuru] [ki]
Ora che sappiamo la regola, vediamo come utilizzare la masu-kei: basta aggiungere in fondo
[masu] per ottenere una coniugazione che molto simile al nostro presente indicativo:
' [iku] ' [iki] ' [ikimasu] vado, vai, va.
[miru] [mi] [mimasu] guardo, guardi, guarda.
[suru] ` [shi] ` [shimasu] faccio, fai, fa.
l finale ( [masu]) non fa parte del verbo, ma un po' come [desu] serve a concludere una
frase cortese.
Ed ora qualche esempio:
.:./ [Tanakasan wa sakana o tabemasu]
Tanaka mangia il pesce
1`:. [watashi wa uchi e kaerimasu]
io torno a casa
|.` [nihongo o benky shimasu]
studiamo il giapponese
Forma negativa, passata e interrogativa
Cos come con [desu], per formare il negativo ed il passato basta coniugare [masu] e
questo lo specchietto che ci serve:
affermativo negativo
presente [masu] '. [masen]
passato `[mashita] '.` [masen deshita]
Pi facile di , vero? Facciamo qualche frase:
|'` [Nihon e ikimashita]
sono andato in Giappone
`.'.` [Fujisan o mimasen deshita]
non abbiamo visto il Monte Fuji
1'. [osake o nomimasen]
non beve il sak
ndovinate la forma interrogativa? Eh s, basta aggiungere . [ka].
Note
Per fare gli esempi ho dovuto introdurre qualche complemento e le relative posposizioni. Per il
complemento oggetto si usa [o], per quello di moto a luogo [e]. n realt di [o] avevo
parlato all'inizio, come esempio di uno di quei fonemi che si scrivono diversamente dalla
pronuncia. Ed [e] un altro esempio dello stesso tipo, ricordatevi che in questa posposizione
l'acca non deve essere aspirata.
l significato della coniugazione di un verbo in giapponese sar pi chiaro mano a mano che ne
studieremo qualcuna. ntanto vorrei ripetere un paio di differenze dalla coniugazione italiana che
bene avere chiare:
i verbi giapponesi hanno solo due tempi: presente e passato. l futuro generalmente
espresso dal presente, con degli avverbi che specificano il tempo o qualche particella per
dare un senso di incertezza (come ` [desh ]);
la coniugazione di un verbo indipendente dalla persona che compie l'azione. Solo il
senso della frase o l'uso esplicito di un pronome permettono di precisare la persona.
Avete fatto caso al nome del monte Fuji in giapponese? E' `. [Fujisan], non Fujiyama come
siamo abituati a dire noi: tutto nato dalla doppia lettura del kanji utilizzato per monte, {, che pu
essere sia . [san] che [yama].
nfine la bevanda giapponese 1 [osake]. La prima lettera, 1 [o], un prefisso onorifico che
serve a distinguere il sak vero e proprio da altre bevande alcoliche, dette semplicemente
[sake].
Kanji
Non ho introdotto nuovi kanji negli esempi, perch era bene concentrarsi solo sui verbi, ma eccone
qualcuno per non perdere le buone abitudini.
{[san, yama]monte, un kanji pittografico. Come abbiamo visto, ha una doppia lettura: [san]
(scritta in katakana perch quella cinese) e [yama] (la parola originaria del
Giappone per montagna). Di solito si usa [san] nei composti e [yama]
come parola a s stante, ma non regola assoluta.
| [me] occhio. Anche questo pittografico, anche se pu sembrare strano che l'occhio sia
in verticale (il rettangolo centrale rappresenta la pupilla).
,[mi] la radice di , [miru], vedere, guardare. E' formato da un occhio con sotto un
paio di piedini, cio un occhio che cammina e si guarda intorno.
[i] la radice di [iu], dire. Vi ricordate che in J [nani] il quadratino rappresenta la
bocca? Qui c' ancora la bocca e dei trattini che rappresentano ci che esce dalla
bocca, cio le parole, quello che si dice.
VocaboIi
Specifico il gruppo d'appartenenza di un verbo solo per quei casi che non rientrano nelle regole
generali.
[iu] dire
' [iku] andare
1 [o] prefisso onorifico
1 [osake] sak
. [kaeru] ( gruppo) tornare
[kiru] ( gruppo) tagliare
[kuru] venire
./ [sakana] pesce
`` [jisho] dizionario
[suru] fare
[taberu] mangiare
[ [nomu] bere
:`[hashiru] ( gruppo) correre
:/ [hanasu] parlare
. [benky ] studio (l'atto di studiare, non una sala)
.[benkysuru] studiare
`{ [Fujisan] monte Fuji
[matsu] aspettare
, [miru] vedere, guardare
{ [yama] montagna
2000 2001. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
di questo documento esclusivamente a scopo educativo. E' dunque vietata la riproduzione sia parziale che totale di tutto il documento,
senza l'autorizzazione di Anna Mumei e di Alice Buda (rispettivamente autrice del testo e detentrice dei diritti per il sito Giappone
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ANCORA SULLA MASU-KEI
Poich i verbi sono senza dubbio un argomento delicato, facciamo una piccola pausa in modo da
familiarizzare con questa masu-kei e non subire troppi traumi quando faremo il prossimo passo in
avanti. Ne approfitteremo per fare un piccolo controllo su quel che abbiamo visto fino ad ora con
dei quiz. Ma non preoccupatevi, ci saranno anche delle novit.
Cominciamo con qualche esempio, per imparare dei nuovi termini:
1..` [ongaku o kikimashita]
ha ascoltato la musica
1`:. [watashi wa uchi de kakimasu]
scrivo in casa
`... [shinbun o yomimasuka]
leggi il giornale?
Esserci, esistere
n italiano usiamo tranquillamente il verbo essere per indicare l'esistenza di qualsiasi cosa,
persona, entit. giapponesi distinguono tra i soggetti animati (per i quali si usa [iru]) e quelli
inanimati (che vogliono [aru]). La frase per si forma sempre nello stesso modo e la cosa
importante da ricordarsi che si pu usare sia : [wa], che . [ga]:
.:.1.' [Tanakasan wa niwa ni imasu]
Tanaka in giardino
.` [hon ga arimashita]
c'erano dei libri
La differenza tra : [wa] e . [ga] sta tutta nell'enfasi che vogliamo dare al soggetto, quanto
vogliamo mettere su di lui l'attenzione di chi ci ascolta. n altre parole, la prima frase potrebbe
essere la risposta a qualcuno che ci chiedeva dove fosse Tanaka, mentre la seconda una
semplice descrizione dei fatti.
Se invece avessimo voluto evidenziare pi il giardino che Tanaka, avremmo detto
.1.:..' [niwa ni wa Tanakasan ga imasu]
nel giardino c' Tanaka
n realt una cosa pi facile da capire che da spiegare. l : [wa] si usa per evidenziare
l'argomento di cui vogliamo parlare; spesso questo il soggetto, ma non sempre cos. Se
riteniamo che nella frase non c' un argomento degno di questo nome (come in "c'erano dei libri)
usiamo soltanto la particella che definisce il soggetto, cio . [ga].
Avere
E' arrivato il momento di parlare anche del verbo avere, che in giapponese non esiste. non c' n
come ausiliare (io ho mangiato), n col significato di possedere (io ho una mela). E allora? Dire
che io ho una mela significa che, proprio per quanto riguarda me, esiste una mela:
1`:.. [watashi wa ringo ga arimasu]
io ho una mela
Si tratta di un nuovo uso del verbo [aru]: il possessore identificato da : [wa], la cosa
posseduta da . [ga]. Un altro esempio?
.:.'.` [Tanakasan wa kuruma ga arimasen deshita]
Tanaka non aveva una macchina
Attenzione! Se troviamo scritto, o sentiamo dire
. [hon ga arimasu]
non possiamo azzardare una traduzione, potrebbe essere sia "c' un libro, sia "ho un libro (o "ha
un libro.). Dipender tutto dal contesto della frase.
Forma esortativa
Vogliamo invitare un amico a fare qualcosa con noi? Aggiungendo [mash] alla masu-
kei abbiamo proprio quest'esortazione (si usa sempre nella prima persona plurale):
'`.j` [issho ni yomimash]
leggiamo insieme!
'.` [eiga e ikimash ]
andiamo al cinema!
Note
l complemento di stato in luogo si traduce in maniere diverse secondo il tipo di verbo. Se il verbo
descrive un'azione vera e propria si usa [de], se invece statico si usa . [ni]:
. [uchi de kakimasu] scrivo in casa
.' [uchi ni imasu] io sto in casa
A questo punto possiamo tornare un attimo a [desu]. Vi ricordate che dissi che non era un
verbo? Probabilmente sembrava una strana affermazione, anche perch l'abbiamo usato in frasi
che, nella versione italiana, contenevano il verbo essere. Adesso possiamo ripensarci un attimo e
dire che forse l'uso di [desu] e ' [iru] (o [aru]) per differenziare il senso di descrizione
da quello di esistenza non poi troppo balordo.
Kanji
[mimi] orecchio. E' un kanji pittografico, perch tutte le lineette che lo compongono
vogliono rappresentare le pieghe del padiglione.
[mon] porta. due battenti sono evidenti.
[ki] la radice di [kiku], ascoltare. E' formato dal kanji della porta e da quello
dell'orecchio: un orecchio alla porta ascolta quel che si dice.
[i] la radice di [iku], andare. E' un kanji piuttosto semplice da ricordare.
Quiz
Come ho detto all'inizio, facciamo un po' il punto della situazione. Vi do alcuni esercizi da fare, tutti
dello stesso tipo: una domanda e pi possibili (o impossibili) risposte. Quelle corrette le trovate in
fondo, dopo i vocaboli. Ma cercate di non andare a sbirciare!
l primo gruppo il pi semplice, bisogna solo ricordarsi un po' di vocaboli:
a) La bambina grande
1) 1./:11' [onna no ko wa ookii desu]
2) 1 :11' [otoko no ko wa ookii desu]
3) _ :11' [kodomo wa ookii desu]
b) L'insegnante era itaIiano
1) '.'':`` [sensei wa itariago deshita]
2) '.'':`(` [sensei wa itariajin deshita]
3) '.'':`(` [sensei wa itariajin mashita]
c) La casa rossa
1) :.' [uchi wa akai desu]
2) :.' [kuruma wa akai desu]
d) Lui americano
1) .:`. [kare wa amerikasan desu]
2) .:``. [kare wa amerikajin desu]
Adesso aggiungiamo qualcosa, l'uso di [desu]:
e) Loro sono americane (in forma piana)
1) .`:`( [kanojo wa amerika jin desu]
2) .`:`( [kanojo wa amerika jin da]
3) .`:`( [kanojotachi wa amerika jin da]
f) La casa di Asako sar piccoIa
1) :''` [Asako no uchi wa chiisai desh ]
2) :''` [uchi no Asako wa chiisai desh ]
3) :'' [Asako no uchi wa chiisai dar ]
g) II gatto nero (in forma piana)
1) !:' [neko wa kuroi]
2) !:' [neko wa kuroi de]
3) !:' [neko wa kuroi da]
Adesso qualche esercizio sulla struttura delle frasi e sulle posposizioni:
h) Chi Michiko?
1) ... [dare ga Michikosan desu ka]
2) 1.. [dare wa Michikosan desu ka]
i) Io non sono un dottore (in forma piana)
1) 1`:'`:'. [watashi wa isha dewa arimasen]
2) 1`:'`:/' [watashi wa isha dewa nai]
3) 1`'`:/' [watashi o isha dewa nai]
I) Tanaka ha Ietto un Iibro
1) .` [Tanakasan yomimashita hon]
2) .:` [Tanakasan wa hon yomimashita]
3) .:` [Tanakasan wa hon o yomimashita]
m) Cosa ascoIti?
1) J. [nani o kikimasuka]
2) J.. [nani ga kikimasuka]
3) J:. [nani wa kikimasuka]
4) J [nani o kikimasu]
ed infine i verbi:
n) Avete corso?
1) :`. [hashimasuka]
2) :`. [hashirimasuka]
o) Bevo sak
1) 1: [osake wa nomimasu]
2) 1[osake o nomimasu]
3) 1:[ [osake wa nomu]
p) Tanaka neIIa stanza
1) .:' [Tanakasan wa heya e imasu]
2) .:. [Tanakasan wa heya ni arimasu]
3) .:.' [Tanakasan wa heya ni imasu]
q) II gatto ha mangiato iI pesce
1) !:./` [neko wa sakana o tabemashita]
2) ./:!.` [sakana wa neko ga tabemashita]
3) !:./ [neko wa sakana o taberu desu]
r) Non Iegge iI giornaIe
1) `..'.` [shinbun o yomimasen deshita]
2) `..'. [shinbun o yomimasen]
3) `..:'.` [shinbun wa yomimasen deshita]
s) Sono andato in Giappone
1) |.` [Nihon ni ikimashita]
2) | [Nihon e ikimasu]
3) |` [Nihon e ikimashita]
VocaboIi
Specifico il gruppo d'appartenenza di un verbo solo per quei casi che non rientrano nelle regole
generali.
[aru] essere, esistere (per cose inanimate)
' [iru] essere, esistere (per cose animate)
'. [eiga] cinema, film
1.. [ongaku] musica
. [kaku] scrivere
[kiku] ascoltare
`.. [shinbun] giornale
[ [yomu] leggere
Risposte
a) 1 b) 2 c) 1 d) 2
e) 3 f) 1 g) 3
h) 1 i) 2 l) 3 m) 1
n) 2 o) 2 p) 3 q) 1 r) 2 s) 3
2000 2001. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
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GLI AGGETTIVI
Siamo finalmente arrivati a parlare di aggettivi. Forse qualcuno si sar chiesto cosa ci possa
essere di tanto difficile e tremendo. Non molto in verit, se non la nostra abitudine di considerare
gli aggettivi solo come qualcosa che descrive un po' meglio un nome e che pu variare solo per
genere e numero. Visto che queste variazioni in giapponese neanche ci sono, verrebbe spontaneo
pensare che stiamo partendo per una passeggiata. ma non proprio cos.
Per cercare di spiegare bene quello che so, sono andata a rileggere la grammatica italiana ed ho
scoperto (ebbene s, lo ignoravo) che per noi gli aggettivi si distinguono in due grossi gruppi: i
qualificativi (bello, buono, grande.) e i determinativi (che a loro volta si dividono in possessivi,
dimostrativi.). Benissimo! c' la stessa suddivisione anche in giapponese, cambiano solo i nomi.
nostri qualificativi sono detti semplicemente aggettivi ('` [keiyshi]), gli altri non sono
considerati aggettivi e spesso nelle grammatiche occidentali sono indicati col termine di prenomi
(perch precedono sempre il sostantivo cui si riferiscono).
GIi i-aggettivi ed i na-aggettivi
D'ora in poi parlando di aggettivo intender sempre '` [keiyshi], quello giapponese, cio
il qualificativo. Questi sono a loro volta divisi in due gruppi: i-aggettivi e na-aggettivi, che a volte si
comportano in maniera diversa. Per sapere il tipo bisogna guardare la ``' [jishokei],
perch, proprio come i verbi, gli aggettivi hanno la loro "forma del dizionario (che poi quella che
abbiamo usato fino ad oggi.). Ecco un elenco di aggettivi che gi conosciamo:
''{chiisai] piccolo i-aggettivo
' [kuroi] nero i-aggettivo
11' [ookii] grande i-aggettivo
`.'/ [shinsetsuna] gentile na-aggettivo
.' [akai] rosso i-aggettivo
ed ecco delle novit:
1'`' [oishii] buono, gustoso i-aggettivo
'/ [kireina] bello na-aggettivo
`./ [shizukana] silenzioso, tranquillo na-aggettivo
' [takai] alto i-aggettivo
../ [nigiyakana] vivace, animato na-aggettivo
`"/ [majimena] serio na-aggettivo
Quali sono i pi facili da usare? forse gli i-aggettivi, perch sono pi vicini al concetto italiano,
mentre i na-aggettivi a volte si comportano quasi come dei verbi. Oppure i na-aggettivi che hanno
regole grammaticali pi semplici? Boh, ognuno decida per s.
L'aggettivo come attributo
Quando usiamo un aggettivo davanti ad un nome, quindi come attributo di questo, dobbiamo
sempre utilizzare la sua ``' [jishokei]:
`.'/( [shinsetsuna hito] una persona gentile
'/ [kireina machi] belle citt
' [takai ki] l'albero alto
../ [nigiyakana ptii] una festa animata
L'aggettivo come predicato
Se invece usiamo l'aggettivo come un predicato, non accompagnato da un nome (come in "il cielo
azzurro) dobbiamo distinguere. Gli i-aggettivi non cambiano, mentre i na-aggettivi perdono
l'ultima sillaba / [na]:
'.:1_`' [eiga wa omoshiroi desu] il film interessante
:`. [ptii wa shizuka desu] la festa tranquilla
Ricordatevi che in queste frasi il [desu] serve a dare un tono cortese, non come il nostro
verbo essere.
La futsu-tai
Nella nostra prima lezione, parlando di [desu] e di futsu-tai (forma piana), avevamo escluso le
frasi del tipo "X Y in cui Y era un aggettivo. Ma adesso possiamo allargarci: se Y un i-aggettivo
non si aggiunge [desu], se un na-aggettivo si usa [da]. due esempi precedenti
diventano:
'.:1_`' [eiga wa omoshiroi] il film interessante
:`.[ptii wa shizuka da] la festa tranquilla
Un altro modo di vedere le cose di pensare che gli aggettivi si coniugano secondo questo
specchietto:
i-aggettivo na-aggettivo
teinei-tai -' [-i desu] - [- desu]
futsu-tai -'[-i] - [- da]
dove il trattino - sostituisce tutta quella parte dell'aggettivo che nella ``' [jishokei] precede
la sillaba finale ' [i] o / [na].
Questo e queIIo
Lo so, tra le cose in sospeso ci sono anche la forma negativa e passata delle frasi del tipo "X Y,
ma non voglio mettere troppa carne al fuoco. Lasciamo riposare gli aggettivi e passiamo a dei
prenomi. Qui saranno avvantaggiati quei toscani che ancora usano questo, codesto e quello. Per
tutti gli altri, ripassiamo velocemente la differenza:
questo per le persone o gli oggetti vicini a chi parla;
codesto per le persone o gli oggetti vicini a chi ascolta;
quello per le persone o gli oggetti lontani da entrambi.
Per i giapponesi la stessa cosa ed i prenomi usati sono rispettivamente [kono], [sono]
e [ano]:
:`. [kono heya wa shizuka desu] questa stanza silenziosa
:1_`' [sono hon wa omoshiroi] codesto (quel) libro interessante
(:`.' [ano hito wa shinsetsu da] quella persona gentile
Affinch il tutto sia pi chiaro, immaginiamo che queste frasi siano state tratte da un dialogo
telefonico tra due amici (alcune sono in futsu-tai!). Con la prima frase chi parla descrive il luogo in
cui si trova; la seconda la risposta all'amico che ci dice di avere in mano un libro che ci ha
appassionato; la terza il commento quando c'informa che quel libro glielo ha prestato il solito
Tanaka.
Aggiungiamo un altro prenome, l'equivalente di quale, una forma interrogativa. Si usa [dono].
Per esempio potremmo dire
)'`. [dono pen o kaimashita ka]
quale penna hai comprato?
.:../. [dono kaban ga anata no desu ka]
quale borsa la tua?
Di solito questo [dono] si usa quando c' un gruppo di oggetti tra cui scegliere: quale penna
tra tutte quelle che c'erano nel negozio, quale borsa tra quelle appoggiate sul tavolo.. Se invece
la scelta solo tra due oggetti si preferisce [dochira]. Perci arrivati ad un bivio:
.`'. [dochira michi ga tadashii desu ka]
quale strada corretta?
Note
Abbiamo detto che gli aggettivi si dividono in due gruppi: i-aggettivi e na-aggettivi. Di solito un
aggettivo sta o di qua o di l, ma ci sono due eccezioni, facili da ricordare perch si tratta di due
opposti:
'/{chiisana] piccolo na-aggettivo
11/ [ookina] grande na-aggettivo
Di solito si usa la forma in -/ [-na] davanti ai nomi e la forma in -' [-i] come predicativo, ma usare
sempre 11' [ookii] e '' [chiisai] non sbagliato.
L'aggettivo 1'`' [oishii] vuol dire buono, gustoso. Si riferisce al sapore di qualcosa. Un termine
pi generico per buono, positivo, l'aggettivo '' [ii] oppure ' [yoi]. Questi sono equivalenti,
anche se di solito si usa '' [ii].
Avete notato la sequenza [kono], [sono], [ano] e [dono]? Terminano tutti in -
[-no]. Non una strana coincidenza, un suffisso che li identifica come prenomi distinguendoli
dalla serie gemella dei pronomi: [kore], [sore], [are] e [dore]. Senza entrare nel
dettaglio facciamo subito qualche frase:
:'/.:. [kore wa kireina kaban desu]
questa una borsa carina
:`./:'. [sore wa shizukana heya dewa arimasen]
quella non una stanza tranquilla
:. [are wa dare desu ka]
chi quello?
... [dore ga Tanakasan no kuruma desu ka]
qual l'auto di Tanaka?
Quindi - [-no] e - [re] distinguono il prenome dal pronome, mentre - [ko-], - [so-], - [a-] e
- [do-] si riferiscono alla vicinanza o all'essere interrogativo.
A proposito di vicinanza, non dobbiamo pensarla solo come qualcosa di fisico ma anche in senso
figurato. Parlando del Giappone possiamo dire . [kono kuni], questo paese, perch
vicino a noi nel senso che ci interessa.
Kanji
' [takai] alto. Rappresenta un edificio a due piani, quindi alto. Partendo dall'alto, c' il tetto,
la finestrella del secondo piano, il primo piano con la porticina.
=' [kai] conchiglia. Anche questo un kanji pittografico, ma non conosco abbastanza le
conchiglie per capire come sia nato. Bisogna fare attenzione a non confonderlo con
, [mi]: cambia poco, il piedino di destra, ma una differenza fondamentale.
) [kau] radice del verbo comprare. La parte inferiore la conchiglia, che stata una delle
prime monete; la parte superiore una rete: prendere qualcosa con le monete, cio
comprare.
[kuruma] auto, macchina. E' un carretto a due ruote, visto dall'alto. La barra verticale l'asse
delle ruote, il quadratino centrale rappresenta il carro. kanji sono stati importati
dalla Cina e questa la rappresentazione di un risci.
VocaboIi
[ano] quello (aggettivo)
[are] quello (prenome)
'' [ii] buono, positivo
1'`' [oishii] buono, gustoso
'/ [kireina] bello
. [kuni] paese
'` [keiyshi] aggettivo
[kono] questo (aggettivo)
[kore] questo (prenome)
`./ [shizukana] silenzioso, tranquillo
[sono] codesto (aggettivo)
[sore] codesto (prenome)
`' [tadashii] corretto
' [takai] alto
[dochira] quale (tra due), chi (formale)
[dono] quale (aggettivo, tra pi oggetti)
[dore] quale (prenome)
../ [nigiyakana] vivace, animato
`"/ [majimena] serio
[machi] citt
[michi] strada
' [yoi] buono, positivo
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I CONTATORI
Quando si impara una nuova lingua, una delle prime cose da studiare a memoria la filastrocca
dei numeri da 1 a 10. Fino ad oggi ho evitato di affrontare direttamente l'argomento numeri, perch
in giapponese la questione non cos semplice. Noi diciamo: 3 giorni, 3 libri, 3 mele, 3 persone, 3
alberi. ed il numero 3 una costante, non cambia secondo ci che stiamo contando. n Giappone
no, bisogna sapere cosa si conta e. usare dei "numeri adatti, i contatori.
Sembrerebbe una tragedia. quante serie di numeri occorre imparare a memoria? n realt si va
per grossi gruppi di oggetti simili: per dire 3 libri o 3 riviste useremo lo stesso contatore, perch
stiamo parlando di oggetti stampati; anche gli ombrelli e le matite usano lo stesso contatore in
quanto sono oggetti lunghi e cilindrici. noltre esiste una specie di super contatore o contatore jolly,
che si pu usare quasi con tutto. E' il primo contatore che impara un bambino giapponese ed in
caso di necessit ci si pu sempre far capire con questo.
Come gi successo per altre cose, pi difficile spiegare cos' un contatore e come si usa, che
provare ad utilizzarlo. Ora cerco di raccontarvi qualche cosa al riguardo, ma non vi spaventate.
Forse alcuni di voi non lo sanno, ma abbiamo gi usato dei contatori nelle lezioni precedenti.
Quando noi parliamo di mele, possiamo scegliere se contare i frutti (7 mele) o se pesarli (1 chilo di
mele). Se parliamo di farina, a nessuno verr in mente di contare i singoli granellini, tutti la
misuriamo in chili (etti o tonnellate, ma non facciamo i pignoli). Allo stesso modo misuriamo i liquidi
in litri e le distanze in metri. Questo vuol dire usare delle unit di misura, che sono precise per
definizione. E' proprio per la sua imprecisione che non consideriamo il numero dei frutti come unit
di misura: le mele possono essere grandi o piccole e se si pagassero un tanto a frutto, sai che liti
dal fruttivendolo! Se per estendiamo il nostro concetto di unit di misura, anche a quelle
imprecise, ci avviciniamo al metodo giapponese, che non conta gli oggetti stessi, ma le unit. Un
giapponese non dice "ho 3 mele, ma "ho delle mele, 3 unit.
Ore, minuti ed et
Vi ricordate quando abbiamo imparato a domandare l'ora ed a rispondere?
'.`.`. [gozen rokuji sanjgofun desu]
sono le 6 e 35 di mattina
Abbiamo usato i termini ` [ji] e . [fun] per indicare rispettivamente le ore e i minuti, cio per
contarli. Possiamo dire che ` [ji] e . [fun] sono stati quasi i primi contatori che abbiamo
imparato. Non stato troppo difficile, vero? forse il problema nasceva dalle variazioni eufoniche,
perch ogni tanto i minuti diventavano . [pun] o . [bun]. Questo purtroppo vero per molti
contatori, ogni tanto si pronunciano in maniera un po' anomala. Con il tempo e la pazienza, i suoni
giusti ci sembreranno familiari.
Ancora prima avevamo accennato all'et:
1`:23 ' [watashi wa 23 sai desu]
ho 23 anni (letteralmente: sono un 23-enne)
in realt ' [sai] un contatore per l'et.
Serie cinese e serie giapponese
l Giappone, oltre che i kanji, ha importato dalla Cina anche una nuova serie di numeri, che ha
affiancato alla propria. numeri giapponesi infatti arrivano solo fino a 10, ma formano quello che
abbiamo chiamato super contatore:
[hitotsu] uno
[futatsu] due
[mittsu] tre
[yottsu] quattro
' [itsutsu] cinque
[ [muttsu] sei
// [nanatsu] sette
1 [yattsu] otto
[kokonotsu] nove
[t] dieci
l suffisso [tsu], comune a quasi tutti, vuole dire pezzo (ma non si pu usare come parole a s
stante). Questo il motivo per cui la serie giapponese pu essere usata come contatore jolly.
Ricordatevi che questi numeri, proprio perch contengono [tsu], sono dei sostantivi.
La serie cinese pi completa, consente di comporre i primi dieci numeri per contare decine,
centinaia, migliaia.. kanji utilizzati sono sempre gli stessi, cambiano le letture:
' [ichi] uno
. [ni] due
. [san] tre
`. [shi, yo, yon] quattro
[go] cinque
[roku] sei
`// [shichi, nana] sette
1 : [hachi] otto
[ku, ky] nove
` [j] dieci
Come vedete il 4 ed il 7 hanno conservato anche la lettura originaria, quella giapponese. Per il 4 la
causa l'omofonia (lo stesso suono) con la parola che indica la morte (e che preferibile non
pronunciare); per il 7 semplicemente il timore di confondersi: ` [shi] e ` [shichi] sono troppo
simili.
I numeri oItre iI dieci
numeri si compongono di unit, decine, centinaia.: 11 sar 10 + 1, 37 sar 3 volte 10 + 7, 548
sar 5 volte 100 + 4 volte 10 + 8. Abbiamo quindi bisogno delle parole cento, mille.:
[hyaku] cento
'. [sen] mille
. [man] diecimila
Ricordandosi di usare sempre la serie cinese, basta comporre tutte queste parole:
11 `' [j ichi]
37 .`` [san j shichi]
568 1 `: [go hyaku roku j hachi]
n realt ci sono alcune eccezioni. Per oggi accontentiamoci di poter contare fino a 999, cos i
nostri problemi sono relativi a:
300 . [sanbyaku]
600 [roppyaku]
800 1 : [happyaku]
cambia solo il modo di leggere i numeri, non quello di scriverli.
I Iibri
Cominciamo col contatore dedicato ai libri, alle riviste, ai quaderni: [satsu]. L'ho scelto perch
non ci crea problemi di cambiamento, sempre [satsu], cos nelle prime frasi ci concentriamo
solo sull'uso generale.
Se abbiamo un vuoto di memoria, possiamo dire
[itsutsu hon] 5 libri
con il contatore generico, ma
[go satsu no hon] 5 libri
che letteralmente sarebbe 5 unit di libro pi preciso. n una frase completa per il contatore non
si trova vicino all'oggetto, ma al verbo:
d.. [tsukue no ue ni hon ga roku satsu arimasu]
sopra il tavolo ci sono 6 libri
1`:|. [watashi wa Nihongo no hon ga ni satsu arimasu]
io ho 2 libri sulla lingua giapponese
Questo tipo di costruzioni ci suona un po' strano, perch mai la quantit non deve stare vicino agli
oggetti contati? Ma come vi dicevo all'inizio non dobbiamo pensare "ho 3 libri, ma "ho dei libri, 3
unit.
Un po' di contatori
Adesso vi do l'elenco di alcuni contatori, i pi comuni, quelli che facilmente avrete occasione di
usare. Ogni contatore ha il suo kanji, ma ne riporto solo alcuni gi noti e quello per [satsu]
(ospite d'onore). n fondo alla lista, metter le principali eccezioni:
[tou] animali grandi
[hiki] animali piccoli
' [sai] anni di et
:' [hai] bicchieri, tazze
[chaku] capi di vestiario
[hyaku] centinaia
[satsu] libri, riviste (in generale, le cose stampate)
. [fun] minuti
' [mai] oggetti larghi e piatti (fogli, francobolli...)
:. [hon] oggetti lunghi e cilindrici (matite, alberi...)
' [dai] oggetti meccanici (automobili, biciclette...)
` [ji] ore
( .. [nin] persone
1 [wa] uccelli piccoli (passeri, piccioni...)
Le persone hanno una grande particolarit, perch i primi due termini della serie somigliano alla
serie giapponese:
( [hitori] una persona
( [futari] due persone
( ... [sannin] tre persone
e poi continua regolarmente.
l contatore [hon] si comporta in modo simile a . [fun], ma fa eccezione anche l'8:
'I. [ippon] uno
.'. [sanbon] tre
I. [roppon] sei
1 :I. [happon] otto
`I. [juppon] dieci
Ricordate che anche il contatore [hyaku] ha le sue eccezioni per 3, 6 e 9.
La forma negativa degIi aggettivi
Cambiamo completamente argomento, e torniamo alla nostra prima forma grammaticale "X : Y
[X wa Y desu]. L'avevamo posta al negativo solo nel caso in cui Y fosse un sostantivo. Se Y
un aggettivo, dobbiamo distinguere il tipo di aggettivo. Per adesso limitiamoci al tempo presente.
Per i na-aggettivi non c' problema, si coniuga tranquillamente [desu] (ricordandosi di togliere
-/ [-na]):
:..:'. [ptii wa nigiyaka dewa arimasen]
il party non animato
.:.:':/' [kono kaban wa kirei dewa nai]
questa borsa non bella (in forma piana)
Gli i-aggettivi devono essere declinati. ma non difficile, si toglie la - ' [-i] finale e la si
sostituisce con -/' [-kunai]. Termina sempre con -' [-i], ed come se avessimo formato un
nuovo aggettivo con significato opposto:
' [takai] alto /' [takakunai] non alto
:/' [ano uchi wa takakunai desu]
quella casa laggi non alta
1`:/'[watashi no kuruma wa shirokunai]
la mia macchina non bianca (forma piana)
Forma passata degIi aggettivi
Anche qui abbiamo lo stesso tipo di differenza. Per i na-aggettivi basta agire su [desu]:
'.'':`.'` [sensei wa shinsetsu deshita]
l'insegnante stato gentile
:`.'.` [heya wa shizuka arimasen deshita]
la stanza non era silenziosa
Per gli i-aggettivi c' un'altra trasformazione: la -' [-i] finale diventa -. [-katta]. Questa volta
si perde la desinenza -' [-i], quindi se dobbiamo usare la forma negativa passata si fa prima il
negativo e poi il passato:
:. [machi wa ookikatta desu]
la citt era grande
`:1'`/. [sore sushi wa oishikunakatta desu]
quel sushi non era buono
Futsu-tai dei verbi
Ormai la forma grammaticale "X : Y [X wa Y desu] sappiamo come trattarla al presente, al
passato e al negativo, sia in futsu-tai sia in tenei-tai (magari sbirciando gli appunti ogni tanto). Ma
per le frasi un po' pi complesse che contengono i verbi? Con la tenei-tai ce la possiamo cavare,
perch abbiamo visto tutte le forme di - [-masu]. Andando sempre per gradi, vediamo come
fare con il presente affermativo: si usa la jisho-kei, cio non si coniuga il verbo.(si parla alla
Tarzan):
[kawa e iku]
vado al fiume
_::` [kodomo wa hashiru]
il bambino corre
Per il passato ed il negativo siate ancora pazienti. Per, considerando che ora potremo usare
spesso la futsu-tai, cercheremo di farlo (l'avevo promesso sin dall'inizio). Quindi da questo
momento cercher di scrivere ogni esempio in entrambe le forme, prima la cortese, poi la piana:
')' [kitte o nana mai kaimasu]
') [kitte o nana mai kau]
compro sette francobolli
Se non lo faccio ci possono essere due motivi: o ancora non abbiamo visto la forma piana, oppure
mi sono scordata dei buoni propositi.'. [sumimasen]!
Note
Per indicare la posizione (sopra, sotto, davanti, dietro.) i giapponesi usano dei sostantivi. La
costruzione della frase sempre dello stesso tipo: Iuogo [no] posizione . [ni]:
d. [tsukue no ue ni] sopra il tavolo
'. [isu no shita ni] sotto la sedia
La volta scorsa abbiamo detto che '' [ii] e ' [yoi] hanno lo stesso significato (buono, positivo).
Ma '' [ii] irregolare, non pu essere coniugato. Quando serve, si usa ' [yoi]:
.:/. [kin tenki wa yokunakatta desu]
.:/. [kin tenki wa yokunakatta]
ieri il tempo era brutto
Vi ricordate le serie --- [ko-so-a-do]? Abbiamo visto [kono] e [kore], prenome e
pronome. Un'altra serie dello stesso tipo relativa al luoghi, contraddistinta dal suffisso - [-ko]:
[koko] qui, qua (vicino a chi parla)
[soko] l, l (vicino a chi ascolta)
[asoko] laggi (lontano da tutti)
[doko] dove (interrogativo)
Ha una piccola irregolarit nel terzo termine, fate attenzione!
Kanji
' [ookii] grande. Non vi fa pensare ad un omone che se ne sta l a braccia larghe per
sembrare ancora pi imponente?
[kawa] fiume. Continua la serie dei kanji pittografici, l'acqua che scorre.
[ko] bambino. Sempre per la stessa serie, abbiamo un bimbo con la testa grossa e gli
arti sottili.
d [ue] sopra. Questo un kanji simbolico; in questo caso il simbolo la bandierina
orizzontale che marca la parte alta della figura.
[shita] sotto. Adesso la bandierina in basso.
| [hi] sole. E' un kanji pittografico e come spesso accade quello che nei nostri disegni
rotondo, ora squadrato.
' [shiroi] bianco. n basso si riconosce il sole, mentre il segno in alto, disegnato per primo,
indica l'inizio: il tutto ci dovrebbe far pensare alla luce bianca dell'alba.
[hyaku] cento, centinaia. Questo kanji composto da due parti: in alto c' [ichi] per
evidenziare che si parla di numeri, sotto c' il kanji di bianco che tra le sue letture ne
ha una molto simile a [hyaku].
[satsu] contatore per libri. Rappresenta delle striscioline di bamb (usate una volta per
scrivere), legate da una cordicella.
Tra i kanji che si usano per i numeri, i primi tre sono simbolici: [ichi], [ni] e [san]
rappresentano le dita estese nell'atto del contare. Tutti gli altri sono stati presi a prestito ed hanno
perso il loro significato originario.
VocaboIi
[asoko] laggi (lontano da tutti)
' [isu] sedia
d [ue] sopra
[kawa] fiume
[kin] ieri
[kitte] francobollo
[koko] qui, qua (vicino a chi parla)
[satsu] libri, riviste (in generale, le cose stampate) (contatore)
[shita] sotto
' [shiroi] bianco (aggettivo)
'. [sumimasen] scusi, scusate
[soko] l, l (vicino a chi ascolta)
' [dai] oggetti meccanici (automobili, biciclette...) (contatore)
[chaku] capi di vestiario (contatore)
[tsukue] tavolo
. [tenki] tempo atmosferico
[tou] animali grandi (contatore)
[doko] dove (interrogativo)
( [nin] persone (contatore)
:' [hai] bicchieri, tazze (contatore)
| [hi] sole
[hiki] animali piccoli (contatore)
( [hitori] una persona
[hyaku] cento, centinaia (contatore)
( [futari] due persone
[hon] oggetti lunghi e cilindrici (matite, alberi...) (contatore)
' [mai] oggetti larghi e piatti (fogli, francobolli...) (contatore)
1 [wa] uccelli piccoli (passeri, piccioni...) (contatore)
2000 2002. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
di questo documento esclusivamente a scopo educativo. E' dunque vietata la riproduzione sia parziale che totale di tutto il documento,
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POTERE, VOLERE E PIACERE
Torniamo a parlare di verbi e, a parte qualche altro uso della masu-kei, cerchiamo di studiare
questi tre: potere, volere e piacere. La prima cosa importante da dire che non c' una
corrispondenza delle forme grammaticali tra italiano e giapponese: dei tre, solo potere un verbo
anche in giapponese, piacere si traduce con un aggettivo e volere con una particolare declinazione
del verbo o un aggettivo.
Potere
Noi usiamo il verbo potere con pi significati: a volte proprio per esprimere una capacit, una
possibilit ("posso correre i 100 metri in meno di 10 secondi, "domani devo studiare e non posso
venire al cinema), altre volte per chiedere o dare un permesso ("ho caldo, posso aprire la
finestra?). Per ora limitiamoci al primo caso, che in giapponese reso dal verbo [dekiru].
Useremo questo verbo anche per tradurre frasi del tipo "Gianni sa nuotare o "io non conosco il
turco, perch si tratta sempre di capacit.
La nostra frase sar del tipo "X : Y . [X wa Y ga dekiru], dove X chi sa fare la cosa Y.
L'argomento della frase X, di lui che stiamo parlando, ma il soggetto ci che pu fare, cio Y.
Per la grammatica giapponese questo Y pu essere solo un sostantivo, quindi potremo dire:
.:`. [Tanaka san wa itariago ga dekimasu]
.:`. [Tanaka san wa itariago ga dekiru]
Tanaka sa l'italiano
`.:1... [Junko wa ongaku ga dekimasu]
`.:1... [Junko wa ongaku ga dekiru]
Junko conosce la musica
E se vogliamo usare un verbo? Dobbiamo trasformarlo, aggiungendo alla sua ``' [jishokei]
la parola [koto] che vuole dire "cosa, oggetto:
[iku] andare [iku koto] l'azione andare
1 [oyogu] nuotare 1 [oyogu koto] l'azione nuotare
Adesso possiamo sbizzarrirci:
1`:|,.'. [watashi wa nihongo o hanasu koto ga dekimasen]
io non so parlare il giapponese
'..'.` [kin eiga e iku koto ga dekimasen deshita]
ieri non siamo potuti andare al cinema
.`:1. [kanojo wa oyogu koto ga dekimasu]
.`:1. [kanojo wa oyogu koto ga dekiru]
lei sa nuotare
Vi ricordate il verbo [suru]? E' uno dei due verbi del terzo gruppo e serve a comporre molti
altri verbi, come il nostro fare:
. [benky suru] studiare
.. [unten suru] guidare (una macchina)
)'_ [kaimono suru] fare spese
'. [sentaku suru] fare il bucato
Si tratta di verbi composti da un sostantivo e dal verbo [suru]; se vogliamo renderli sostantivi
per usarli con [dekiru], basta togliere [suru]:
: .. . '. ` [Michiko wa unten ga dekimasen. Basu de
kimasu]
Michiko non sa guidare. Viene in autobus
Piacere
Questo verbo non esiste in giapponese, ma si usano dei na-aggettivi, che potremmo tradurre
"piacevole e "non piacevole:
/ [sukina] piacevole
'/ [kiraina] non piacevole
La costruzione della frase simile a quella vista per potere: "X : Y . . [X wa Y ga .], dove Y
ci che piace (o non piace) ed X la persona che prova questa sensazione. E' come se dicessimo
"per X, Y piacevole (o non piacevole):
/:./.:... [anata wa donna kaban ga suki desu ka]
/:./.:... [anata wa donna kaban ga suki da ka]
che tipo di borsa ti piace?
1`:.' [watashi wa kono hon ga kirai desu]
1`:.' [watashi wa kono hon ga kirai da]
questo libro non mi piace
Se poi ci piace mangiare, guardare un film, correre o fare qualunque altra cosa espressa da un
verbo, il trucco sempre lo stesso: usare [koto] per i verbi semplici e togliere [suru] dai
verbi composti:
[.[yomu koto ga suki desu]
[. [yomu koto ga suki da]
mi piace leggere
.:...'` [kare wa unten ga kirai deshita]
.:...' [kare wa unten ga kirai datta]
non gli piaceva guidare
Per dire che qualcosa ci piace molto, rafforzando la nostra frase, abbiamo due scelte: usare
l'avverbio _ [totemo] (molto):
`._` [tenisu ga totemo suki deshita]
`._[tenisu ga totemo suki datta]
il tennis mi piaceva molto
oppure una forma rafforzata dell'aggettivo, / [daisukina]:
|. [nihongo ga daisuki desu]
|.[nihongo ga daisuki da]
la lingua giapponese mi piace molto
VoIere (con i sostantivi)
Anche volere ha pi di un significato per noi: esprime una volont, un desiderio, oppure (in frasi
interrogative) un invito, come "vogliamo andare al cinema?. Al momento limitiamoci al primo caso.
Per tradurre volere dobbiamo distinguere se ci che vogliamo proprio un oggetto o un'azione. Se
l'oggetto del desiderio un sostantivo ("voglio una mela), il nostro volere si rende con l'i-aggettivo
:`' [hoshii], che potremmo tradurre con desiderabile, e la frase si forma come le precedenti:
"X : Y .:`' [X wa Y ga hoshii desu], cio "X vuole Y:
1`:..:`' [watashi wa ringo ga hoshii desu]
1`:..:`' [watashi wa ringo ga hoshii]
io voglio una mela
.:`/. [ano kuruma ga hoshikunakatta desu]
.:`/. [ano kuruma ga hoshikunakatta]
non volevo quella macchina
VoIere (con i verbi)
Se desideriamo fare qualcosa ("voglio mangiare, "voglio andare al cinema) abbiamo a
disposizione un verbo ausiliario -' [-tai] che si comporta come un i-aggettivo. Questo -' [-tai]
va aggiunto al verbo in masu-kei:
1`:'.,' [watashi wa eiga o mitai desu]
1`:'.,'[watashi wa eiga o mitai]
voglio vedere il film
`'.[kono rek do o kikitai desu ka]
`'? [kono rek do o kikitai?]
vuoi ascoltare questo disco?
1/. [ocha o nomitakunakatta desu]
1/.[ocha o nomitakunakatta]
non voleva bere il te
I numeri oItre iI miIIe
La volta scorsa siamo arrivati a contare fino a 999, ora andiamo avanti. Anche per le migliaia
abbiamo delle variazioni eufoniche:
1.000 '. [sen]
3.000 .'. [sanzen]
8.000 1 :'. [hassen]
ma fino a 9.999 non ci sono altre regole da conoscere:
1.703 './/. [sen nanahyaku san]
3.456 .'.` [sanzen yohyaku goj roku]
Quando le cifre aumentano bisogna applicare un modo particolare di dividere il numero. n talia
dividiamo i numeri grandi in gruppetti di 3 cifre (usando un punto per separarle). n Giappone
invece si separa a gruppi di 4 cifre:
in talia in Giappone
56mila 423 56.423 5.6423
128mila 500 128.500 12.8500
2milioni 745mila 2.745.000 274.5000
37milioni 250mila 600 37.250.600 3725.0600
125 milioni 125.000.000 1.2500.0000
Ricordando che 10.000 (o 1.0000 scritto alla giapponese) [man] possiamo comporre i numeri
formati da due gruppi di cifre inserendo [man] al posto del separatore:
56.423 5.6423 [go man roku sen yo hyaku ni j san]
128.500 12.8500 1 [j ni man hassen go hyaku]
2.745.000 274.5000 [ni hyaku nana j yo man go sen]
37.250.600 3725.0600
[sanzen nana hyaku ni j go man roppyaku]
Per l'ultimo numero (che ha tre gruppi di cifre) dobbiamo usare un nuovo termine 1 [oku] che
corrisponde a 100 milioni (cio 10mila per 10mila). Questo 1 [oku] va inserito al giusto posto:
125.000.000 1.2500.0000 1 [ichi oku ni sen go hyaku man]
Data
giapponesi esprimono la data come anno, mese e giorno, facendo seguire ogni numero dal
relativo contatore:
!. [nen] anno
) .[gatsu] mese
| . [ka], . [nichi] giorno
Lo sbarco sulla luna avvenuto il 1968 7 ) 14 |. Scrivere una data piuttosto facile, leggerla
un po' meno. Per l'anno non c' problema, si legge il numero e poi il contatore !. [nen]. Anche il
mese facile: numero e contatore . [gatsu]. nfatti i mesi non hanno un nome vero e proprio,
sono solo contati:
) '. [ichi gatsu] gennaio
) .. [ni gatsu] febbraio
) .. [san gatsu] marzo
e cos via.
Per il giorno, le cose si complicano un pochino. primi dieci giorni seguono una loro numerazione,
che ricorda la serie dei numeri giapponesi, poi si passa a quella cinese seguita da . [nichi],
tranne qualche eccezione: il 22 del mese . [nij ni nichi]; mentre il 17 .
[j shichi nichi]. Comunque ecco la litania delle date particolari:
1 | ' [tsuitachi]
2 | . [futsuka]
3 | . [mikka]
4 | . [yokka]
5 | '. [itsuka]
6 | ['. [muika]
7 | /. [nanoka]
8 1| . [y ka]
9 | . [kokonoka]
10 | . [t ka]
14 | `. [j yokka]
20 | :. [hatsuka]
24 | .`. [nij yokka]
l motivo di queste particolarit? E' storico, nell'antichit giorno si diceva . [ka].
Moto con scopo
Con potere, volere e piacere possiamo comporre delle frasi un po' pi articolate rispetto a quanto
fatto finora. Ci sono per molti altri casi in cui in italiano si usano due verbi contemporaneamente e
in giapponese non riusciremmo a cavarcela. Vediamo adesso uno dei pi semplici, un verbo di
movimento con uno scopo, per esempio "vado al ristorante per mangiare. La prima parte non ci
crea problemi: "`` () [resutoran e ikimasu (iku)]. Ma poi? Per indicare lo
scopo per il quale ci siamo mossi, si usa la masu-kei seguita dalla posposizione . [ni]:
``.`[resutoran e tabe ni kimashita]
venuto al ristorante per mangiare
.|.[gakk e nihongo o manabi ni ikimasu]
.|.[gakk e nihongo o manabi ni iku]
vado a scuola per imparare il giapponese
Invito
Prima ho detto che una frase del tipo "Vogliamo andare al cinema? (intesa come invito,
sollecitazione) non si pu tradurre col verbo volere, per vi posso subito dire come si fa. Basta
usare la masu-kei interrogativa negativa, per essere pi semplici -'. . [-masen ka]. Questa
forma valida per tutti gli inviti, anche se non sempre in italiano usiamo il verbo volere:
.:.:'.'.. [konban wa eiga e ikimasen ka]
vogliamo andare al cinema stasera?
.'.. [takushii o yobimasen ka]
chiamiamo un taxi?
`.'.. [sushi o tabe ni ikemasen ka]
andiamo a mangiare del sushi?
Note
Gli aggettivi / [sukina] e '/ [kiraina] possono essere usati anche al negativo:
..:'. [benky ga suki dewa arimasen]
..:/' [benky ga suki dewa nai]
non mi piace studiare
ma bene impararli entrambi.
n uno degli esempi comparso ./ [donna]. E' l'ultimo termine di un'altra serie --- [ko-
so-a-do], quella relativa al tipo:
./ [konna] questo tipo
./ [sonna] codesto tipo
./ [anna] quel tipo
./ [donna] quale tipo?
Stiamo quasi per completare il ciclo, ecco un altro gruppo, che parla di direzioni:
[kochira] questa direzione, da questa parte
[sochira] quella direzione
[achira] quella direzione laggi
[dochira] quale direzione?
Quest'ultimo termine l'avevamo gi incontrato come sostituto di [dono] quando si trattava di
scegliere tra due cose o persone, di essere di fronte ad un bivio. L'intera serie anche usata al
posto delle serie [kore] e [koko], soprattutto dai commessi e da chi ha, per lavoro,
relazioni col pubblico.
l volere qualche cosa di personale, un sentimento privato. Secondo i giapponesi noi non
possiamo sapere che cosa vogliono gli altri, ma soltanto ci che noi stessi desideriamo: non si pu
dire "Giovanni vuole., perch solo lui sa quello che vuole. Per questo motivo il verbo volere, sia
nella forma :`' [hoshii] sia nella -' [-tai], non pu essere usato liberamente. Se al
presente, solo in prima persona per le frasi affermative o negative, in seconda nelle interrogative.
Al passato c' pi libert, si pu tranquillamente affermare "Luca voleva., perch si suppone che
nel frattempo Luca ci abbia espresso chiaramente il suo pensiero. Altrimenti bisogna accontentarsi
di perifrasi ("Sembra che Luca voglia.) oppure di discorsi indiretti ("Luca mi ha detto che
vuole.).
La stessa cosa vale per tutte quelle espressioni che descrivono uno stato d'animo: essere felici,
tristi, contenti, depressi.
Anche se forse non proprio corretto dirlo, usando -' [-tai] trasformiamo un verbo in un
aggettivo (i- aggettivo, per la precisione). E' una regoletta semplice, che ci aiuter a formare le frasi
al negativo ed al passato.
Una piccola osservazione su tenei-tai e futsu-tai: la differenza tra -' [-tai desu] e -' [-
tai] molto simile a quella che c' in italiano tra l'uso di "vorrei e "voglio per esprimere un nostro
desiderio. n molti casi il significato lo stesso, ma lo stile no. Al collega posso dire "oggi voglio
uscire un'ora prima, ma al capo ufficio meglio dire "oggi vorrei uscire un'ora prima.
Anche sulle date ci sono delle preferenze nell'uso dei numeri: se un giorno termina con 9
solitamente si usa [ku] e se termina col 7, ` [shichi].
Per indicare l'ultimo giorno di un mese si usa anche . [misoka]. Per l'ultimo giorno dell'anno
c' . [oomisoka], perch in qualche modo il pi grande ed importante fra tutti i .
[misoka].
La frase "vado a mangiare in giapponese diventa "mangiare a vado. E' uno dei tanti casi in cui
per avere l'ordine esatto delle parole bisogna fare il contrario di ci cui siamo abituati.
Kanji
Alcuni kanji sono composti da due parti: una definisce il significato generale, l'argomento cui ci si
riferisce, l'altra d (o dovrebbe dare) un'indicazione sulla lettura del kanji. Un esempio di questo
tipo l'abbiamo visto la volta scorsa, [hyaku]. Questa volta c' [sen], per il quale l'indicazione
per la pronuncia decisamente oscura.
| [ka, nichi] giorno. Questo kanji l'abbiamo gi incontrato col significato di sole, ed il sole
scandisce lo scorrere dei giorni. Cambiano le letture: [hi] e . [ka] sono i termini
originari giapponesi, mentre [nichi] la lettura cinese importata insieme al
kanji.
[sen] mille, migliaia. Questo kanji composto da due parti: in basso c' [j] per
evidenziare che si parla di numeri, sopra c' un segno che indica la variazione di
pronuncia.
[man] diecimila. E' semplicemente un prestito, come molti degli altri kanji relativi ai numeri.
[dai] solo una nuova lettura dello stesso kanji che abbiamo visto in ' [ookii]. Si
tratta della lettura cinese, [dai], mentre 11 [oo] quella giapponese.
[manabu]imparare. Se guardate bene, vedrete un bambino con un cappellino in testa. E' il
cappello della divisa, sta andando a scuola ad imparare.
[shita] lingua. n basso c' il quadratino che rappresenta la bocca e sopra la lingua che
guizza fuori.
, [hanasu] parlare. Questo kanji formato da altri due: a sinistra c' quello di [iu], dire, a
destra quello di [shita], lingua: dire con la lingua, parlare. Attenti per, non si
tratta pi di due kanji, ma sono uniti per formarne uno solo.
) [gatsu] mese, luna. E' un kanji pittografico, che rappresenta uno spicchio di luna. Per
estensione passato ad indicare il mese.
[nen] anno.
VocaboIi
[achira] quella direzione laggi
./ [anna] quel tipo
.. [unten] guida (dell'auto)
.. [unten suru] guidare (un'auto)
. [oomisoka] ultimo giorno dell'anno
1 [oku] 100 milioni
1 [ocha] te
1 [oyogu] nuotare
| [ka] contatore per giorno
)'_ [kaimono] spese, shopping
)'_ [kaimono suru] fare spese
) [gatsu] mese, luna
'/ [kiraina] non piacevole
[kochira] questa direzione, da questa parte
./ [konna] questo tipo
.:. [konban] stasera
/ [sukina] piacevole
[sen] mille
'. [sentaku] bucato, lavaggio
'. [sentaku suru] fare il bucato
[sochira] quella direzione
./ [sonna] codesto tipo
/ [daisukina] molto piacevole
. [takushii] taxi
[dekiru] potere
[dochira] quale direzione?
_ [totemo] molto
./ [donna] quale tipo?
[nen] anno
| [nichi] giorno
` [basu] autobus (dall'inglese bus)
:`' [hoshii] desiderabile
[manabu] imparare
[man] diecimila
. [misoka] ultimo giorno del mese
` [rek do] disco (dall'inglese record)
`` [resutoran] ristorante (dall'inglese)
[yobu] chiamare (un taxi)
2000 2001. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
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VERBI: TE-KEI
Continuiamo con i verbi, ma affrontiamo una nuova forma, la te-kei. Ci servir a costruire molti
nuovi tipi di frasi: chiedere un favore (per piacere, passami il libro), chiedere o dare un permesso
(posso aprire la finestra?), fare un elenco di azioni (ho studiato, cenato e sono andato al cinema),
legare tra loro due frasi collegate dall'avverbio dopo (dopo mangiato, mi lavo i denti). e tante altre
cose. Andremo per avanti con un po' di pazienza per non fare troppa confusione e ne approfitter
per inserire qualche altra cosa, che non merita un capitolo tutto per s.
Se vi ricordate la masu-kei non termina con [masu], questo solo un suffisso. nvece la te-kei
termina proprio in [te] (o [de] in qualche caso), non ha bisogno di alcun suffisso.
Personalmente questa differenza mi ha creato qualche problema inizialmente, perch ancora non
avevo studiato usi della masu-kei senza il suffisso [masu] (o ai suoi equivalenti al passato e al
negativo). La te-kei invece va sempre usata in maniera granitica (nel senso che non si pu mai
togliere il [te], o [de]).
Te-kei
Per coniugare bene i verbi, bisogna sempre tenere presente il gruppo cui appartengono. n ogni
caso la sillaba finale cade e la si sostituisce con qualcos'altro.
l I gruppo il pi difficile, perch a sua volta si suddivide in tanti sottogruppi, sempre secondo la
sillaba finale:
- [-ku] -' [-ite]
- [-gu] -' [-ide]
-[, -, - [-mu, -nu, -bu] -. [-nde]
-, -, - [-ru, -tsu, -u] - [-tte]
- [-su] -` [-shite]
Facciamo subito qualche esempio:
ascoltare [kiku] ' [kiite]
nuotare 1 [oyogu] 1' [oyoide]
leggere [ [yomu] j. [yonde]
morire ` [shinu] `. [shinde]
divertirsi [asobu] . [asonde]
diventare / [naru] / [natte]
aspettare [matsu] [matte]
incontrare [au] , [atte]
parlare , [hanasu] ,` [hanashite]
A questa regola c' una grossa eccezione, che bisogna imparare a memoria:
andare [iku] [itte]
poich l'unica irregolarit del verbo [iku], molto meglio continuare a considerarlo di
gruppo, piuttosto che spostarlo al .
l II gruppo si coniuga semplicemente eliminando - [-ru] ed aggiungendo - [-te]:
mangiare [taberu] [tabete]
guardare , [miru] , [mite]
e i verbi di III gruppo si coniugano a modo loro:
fare [suru] ` [shite]
venire [kuru] [kite]
Chiedere un favore
Quando chiediamo qualcosa, possiamo limitarci a nominare l'oggetto che desideriamo (un giornale,
per favore) oppure costruire una frase completa, con un verbo (vieni qua, per piacere). n entrambi
i casi un giapponese pu usare il termine ' [kudasai], che corrisponde grosso modo ai
nostri "per favore, "per piacere.
Richiedere direttamente un oggetto molto semplice, basta ricordarsi di infilare la particella [o]
tra ci che vogliamo e la "parolina magica ' [kudasai]:
`..' [shinbun o kudasai] un giornale, per favore
''[kitte o j mai kudasai] 10 francobolli, per piacere
Se invece utilizziamo un verbo, lo dobbiamo coniugare con la te-kei ed aggiungere '
[kudasai]:
,' [mite kudasai] per favore, guardi
' [chotto matte kudasai] aspetti un attimo, per favore
V-' [V-te imasu]
Questa una delle costruzioni pi famose, e utili, che si possono formare con un verbo in te-kei
(con V-te ho semplicemente voluto indicare un verbo V coniugato in te-kei). La parte finale '
[imasu] viene dal verbo ' [iru], esserci. Se vogliamo utilizzare la stessa costruzione in futsu-tai,
' [imasu] dovr essere sostituito da ' [iru].
Questa te-kei in alcuni casi esprime il nostro gerundio, o la forma in -ing degli inglesi, perch
esprime qualcosa che si sta facendo in un preciso momento:
j.' [ima kono hon o yonde imasu]
j.'[ima kono hon o yonde iru]
adesso sto leggendo questo libro
. ,` ) '` [Tanaka san o mimashita. Kamera o katte
imashita]
ho visto Tanaka. Stava comprando una macchina fotografica.
E' bene dedicare qualche altra parola all'uso di questa forma, per affrontare tranquillamente quelli
che possono sembrare degli strani usi. Facciamo questi semplici esempi:
. [niku o tabemasu]
. [niku o taberu]
mangio la carne
' [niku o tabete imasu]
' [niku o tabete iru]
sto mangiando la carne
Banale vero? Per riflettiamo. Con la prima frase diciamo che in genere, o ogni tanto, mangiamo
della carne, non siamo vegetariani; con la seconda frase che ora mangiamo carne, cio parliamo
di un'azione che iniziata nel passato e sta continuando. Quest'idea di azione continuativa
quella che sta alla base della forma V-' [V-te imasu]. Spesso coincide col nostro gerundio,
ma non sempre.
Verbi continuativi
Prendiamo il verbo abitare (in giapponese [ [sumu]). Questa sicuramente un'azione
continuativa, ma noi non diciamo mai "sto abitando a Roma, tutt'al pi diremo "in questo momento
abito a Roma se vogliamo sottolineare che casa nostra da un'altra parte. giapponesi invece
usano la forma progressiva e quindi diranno:
..' [R ma ni sunde imasu]
..' [R ma ni sunde iru]
abito a Roma
questo perch l'abitare un'azione che iniziata nel passato, ma continua nel presente. Allo
stesso modo si comportano altri verbi come . [kekkon suru], essere sposati, e `
[shiru], sapere, perch si riferiscono a cose che una volta accadute non cambiano stato (almeno
non troppo facilmente).
verbi che esprimono azioni di questo tipo si chiamano continuativi ed hanno anche altre
particolarit, che scopriremo strada facendo.
Alcuni verbi continuativi si prestano ad un doppio uso della forma V- ' [V-te imasu].
Possono essere tradotti in entrambe le maniere secondo il contesto:
:''[ima hataraite imasu]
:'' [ima hataraite iru]
sto lavorando (presente progressivo)
. :'' [gakk de hataraite imasu]
. :'' [gakk de hataraite iru]
lavoro nella scuola (azione continuativa)
Verbi momentanei
All'estremo opposto dei verbi continuativi, abbiamo i verbi momentanei, per i quali l'azione si
svolge in un istante. Sar triste, ma l'esempio classico di questa categoria ` [shinu], morire. l
momento della morte ben preciso, un attimo prima si vivi, un attimo dopo no. E' vero che noi
usiamo l'espressione sta morendo, ma in quel momento la persona in realt viva. Per i verbi
momentanei non si pu usare la forma V-' [V-te imasu].
Per il momento l'importante rendersi conto che nella grammatica giapponese esistono delle
classificazioni che ci suonano estranee, come questa separazione tra verbi momentanei e
continuativi; poi, piano piano, impareremo a tenerne conto.
Un aItro verbo particoIare: _[motsu]
Anche il verbo _ [motsu], prendere, particolare perch dal momento che ho preso qualcosa,
se continuo a tenermelo (azione continuativa! si usa la te-kei), questo oggetto mio:
._' [kasa o motte imasu]
._'[kasa o motte iru]
ho un ombrello
con questa frase si intende che ho un ombrello qui con me, lo possiedo in questo istante (non che
sta a casa e quindi ora rischio di bagnarmi). Per affermare di avere un ombrello in senso assoluto
(senza sindacare se ce l'ho qui con me o se si trova da qualche altra parte) si usa il verbo
[aru], che gi conoscete.
La congiunzione e
Pu sembrare esagerato un intero capitoletto per una parolina cos semplice, ma non esauriremo
neanche l'argomento.
Prima di tutto consideriamo il caso di un elenco di sostantivi, per esempio "ho mangiato mele e
banane. Noi capiamo dall'intonazione se i frutti mangiati sono solo questi o se ce ne sono anche
altri (a volte, soprattutto scrivendo, usiamo eccetera o i puntini di sospensione). Ma i giapponesi
non usano molto l'intonazione della voce; ecco la necessit di due congiunzioni [to] per elenchi
completi e [ya] per gli altri:
.' [ringo to banana o tabete imasu]
.' [ringo to banana o tabete iru]
sto mangiando mele e banane (e niente altro)
.' [ringo ya banana o tabete imasu]
.' [ringo ya banana o tabete iru]
sto mangiando mele, banane.
Volendo inserire eccetera, metteremo / [nado] dopo l'ultimo termine dell'elenco:
_ / . [toriniku ya tamago ya kudamono nado ga suki
desu]
_/.[toriniku ya tamago ya kudamono nado ga suki da]
mi piacciono pollo, uova, frutta, eccetera eccetera
Devo ricordarvi che questo vale solo per i sostantivi (eventualmente preceduti da aggettivi o
prenomi), non per elencare aggettivi (la bandiera rossa, bianca e verde) e tantomeno verbi o per
legare due frasi.
Uniamo due frasi
Noi formiamo molto spesso dei lunghi periodi, con frasi che si intrecciano l'un con l'altra, separate
dalle virgole e legate da qualche congiunzione. Nella lingua giapponese questo pi difficile e
troverete spesso delle frasi brevi, composte da un piccolo numero di elementi. Questo non vuol
dire per che le congiunzioni siano assenti. Adesso venuto il momento di vederne un paio, per
poter iniziare a fare delle frasi pi articolate.
La prima ` [soshite], che si usa dopo il punto, per collegarsi a quanto detto prima,
aggiungere informazioni:
. : `.'/ ( ` 1` _ [Tanakasan wa shinsetsuna
hito desu. Soshite watashi no tomodachi desu]
.:`.'/(`1` _ [Tanakasan wa shinsetsuna hito da.
Soshite watashi no tomodachi da]
Tanaka una persona gentile. Ed mio amico
Non c' un modo univoco per tradurre ` [soshite]. Vanno bene e, inoltre, poi.
Se la nuova informazione che diamo, in qualche modo in contrasto con la precedente, useremo
solo una virgola per separare le frasi e la congiunzione . [ga], ma attenti all'ordine (prima la
congiunzione, poi la virgola):
`'.....'. [atarashii kuruma ga arimasu ga, unten ga
dekimasen]
ha una macchina nuova, ma non sa guidare
La stessa particella si usa per indicare un'esitazione nel parlare, quella che per noi potrebbe
essere una breve pausa:
'. . '. , . /' [sumimasen ga, kono eiga o mi ni
ikitakunai desu]
'..'.,./'[sumimasen ga, kono eiga o mi ni ikitakunai]
scusa, non voglio andare a vedere questo film
Note
Abbiamo visto che il verbo [iku] un clandestino nel gruppo, perch ha una forma irregolare.
Dobbiamo temere il crollo di questa bella idea di due soli verbi irregolari? Parrebbe di s, in poco
tempo ne abbiamo trovato un altro. No, tranquilli! E' vero che troveremo un'altra grossa
irregolarit e guarda caso ancora una volta per un verbo molto usato ( [aru], per i curiosi), ma
sar sempre ristretto ad una forma particolare. Noi italiani, pieni di verbi irregolari, in questo campo
non abbiamo diritto al mugugno.
Per richiedere un oggetto gentilmente, c' anche un'altra forma, che considerata leggermente pi
cortese; si tratta semplicemente di sostituire ' [kudasai] con 1 ! . ' `
[onegaishimasu]:
1!.'` [pen o onegaishimasu]
una penna per piacere
l termine 1!.'` [onegaishimasu] la masu-kei di 1!.' [onegai suru], fare una
preghiera; per essere ancora pi precisi, la 1 [o] iniziale il prefisso onorifico.
A volte in questa espressione si omette la posposizione [o].
Ci sono dei casi in cui bisogna usare questa forma, non quella con ' [kudasai]. l primo caso
quando cerchiamo qualcuno al telefono
.1!.'` [Tanakasan onegaishimasu]
C' Tanaka? Posso parlare con Tanaka, per favore?
Un altro caso quando stiamo chiedendo un servizio, pi che un oggetto vero e proprio:
)1!.'` [Tky eki made onegaishimasu]
alla stazione di Tokyo, per favore (ad un tassista, per esempio)
.11!.'` [denwa onegaishimasu]
un telefono, per piacere (se non vogliamo comprarlo, ma solo utilizzarlo).
Come avete visto da qualche esempio, la costruzione V- ' [V-te imasu] pu essere anche
coniugata al passato come V- '` [V-te imashita], o al negativo come V- ''. [V-te
imasen] o V-''.` [V-te imasen deshita]. l tempo della frase non determinato dalla
te-kei (che di per s priva di un tempo proprio) ma dal verbo ' [iru]
l verbo ` [shiru], che vuol dire conoscere, sapere, ha un comportamento che pu sembrare
strano (oltre al fatto che di gruppo). n forma affermativa va coniugato in te-kei, perch il sapere
un'azione che dura nel tempo:
..1:.`' [Tanaka san no denwa bango o shitte imasu]
..1:.`' [Tanaka san no denwa bango o shitte iru]
so il numero di telefono di Tanaka
ma al negativo c' un cambiamento:
..1:.`'. [Tanaka san no denwa bango o shirimasen]
non conosco il numero di telefono di Tanaka
l "non sapere non continuativo, perch tra un attimo qualcuno potrebbe dirmi questo numero di
telefono, non sono destinato a vivere nell'ignoranza.
Lo stesso comportamento lo ha anche il verbo j[ [sumu], abitare.
Anche l'uso della punteggiatura diverso tra italiano e giapponese. Prima di tutto, loro sono
molto pi poveri di noi: hanno solo la virgola () ed il punto (), un po' diversi graficamente. Dopo
la seconda guerra mondiale hanno cominciato ad utilizzare anche punto esclamativo (!) ed
interrogativo (?), ma sono acquisizioni dalle lingue estere, come i tanti vocaboli importati
dall'inglese.
Non ci sono grandi differenze nell'uso del punto, ma la virgola ha solo il compito di rappresentare
una breve pausa nel discorso, un'esitazione. Non la si pu utilizzare per racchiudere un inciso o
separare i veri termini di un elenco.
Kanji
' [kudasai] per favore. E' una nuova lettura di un kanji gi visto: ` [shita] per dire
sotto. Sono entrambe letture kun, cio giapponesi.
[niku] carne. Rappresenta una fetta di carne con le nervature. Per vederlo meglio dovete
provare a disegnarlo: si fa prima la linea verticale a sinistra, poi quella in alto,
scendendo verso il basso (e questo rettangolo aperto la fetta di carne vera e
propria); per concludere si tracciano gli altri tratti che rappresentano le nervature.
j[ [yomu] leggere. La prima parte gi la conoscete, indica la parola. La seconda, come kanji a
s stante, indica la vendita. Per vendere le proprie parole bisogna farle leggere.
, [au] incontrare. La parte pi in alto rappresenta un coperchio, quella sotto un vaso. due
pezzi sono fatti per combaciare, incontrarsi.
[ima] adesso. Non so darvi alcuna spiegazione per questo kanji, ma facile da scrivere e
ricordare. La parte superiore la stessa di ,, che compone il verbo , [au], ma
non so dirvi altro.
j[ [sumu] abitare. La parte a sinistra rappresenta un uomo, quella a destra il padrone: ognuno
padrone a casa propria, cio dove abita.
un kanji pittografico, composto da altri due che gi conosciamo: c' il sole | che
sorge da dietro un albero . l significato quello di est, in giapponese .`
[higashi].
) anche questo pittografico: in alto c' un edificio ricoperto da un tetto che sorge su
un terreno elevato: una capitale. Quindi Tokyo significa letteralmente capitale
dell'est.
VocaboIi
, [au] incontrare
`' [atarashii] nuovo
[asobu] divertirsi
[ima] adesso, in questo momento
[eki] stazione
1!.'[onegai] preghiera, richiesta
1!.' [onegai suru] pregare, chiedere cortesemente
. [ga] ma (per unire due frasi)
' [kudasai] per piacere, per favore
_ [kudamono] frutta
` [shiru] ( gruppo) sapere, conoscere
` [shinu] morire
j[ [sumu] abitare
` [soshite] e, poi inoltre (per unire due frasi)
[tamago] uovo
[to] e (per elenchi completi)
) [T ky ] Tokyo
[chotto] attimo, momento
[toriniku] carne di pollo
.1[denwa] telefono
.1:. [denwa bango] numero di telefono
/ [nado] eccetera
/ [naru] diventare
[niku] carne
: [hataraku] lavorare
[higashi] est
[made] fino a (posposizione)
[ya] e (per elenchi incompleti)
[R ma] Roma
2000 2001. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
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ANCORA LA TE-KEI
Questa volta continuiamo a parlare della te-kei per imparare altri usi (ed quasi d'obbligo dopo la
fatica fatta per ricordarsi tutti i casi.), ma aggiungeremo qualcosa di nuovo sugli aggettivi perch
tanto tempo che non ne parliamo pi. Infine ci saranno un po' di esercizi, cos ripassiamo.
Chiedere (o dare) un permesso
Se vogliamo chiedere o dare un permesso, spesso noi italiani utilizziamo il verbo potere: "posso
aprire la finestra?, "s, stasera puoi uscire. Per dire la stessa cosa i giapponesi usano un giro di
parole che potremmo tradurre (molto liberamente) "anche quell'azione va bene. In pratica si usa il
verbo in te-kei e si aggiunge l'espressione [mo ii desu], eventualmente con [ka] se
stiamo facendo una domanda. Quello [ii] che compare, non altro che il normale aggettivo
per dire buono. Traduciamo subito le frasi d'esempio? Ecco qui:
?[mado o akete mo ii desu ka]
?? [mado o akete mo ii?]
posso aprire la finestra?
y.[hai, konban dekakete mo ii desu]
y.[hai, konban dekakete mo ii]
s, stasera puoi uscire
Volendo negare il permesso, bisogna coniugare la parte finale dell'espressione che diventer
[yokunai desu] (ricordatevi sempre che quando volete coniugare [ii] e dovete
utilizzare [yoi]):
y.[iie, konban dekakete mo yokunai desu]
y.[iie, konban dekakete mo yokunai]
no, stasera non puoi uscire
EIenco di azioni
Per elencare una serie di azioni eseguite una dopo l'altra, possiamo utilizzare la te-kei per tutti i
verbi tranne l'ultimo, che sar nella forma pi adatta alla frase che stiamo componendo (ci dir se il
tempo presente o passato, se affermiamo, neghiamo o domandiamo.)
In questo modo si fa quella che si chiama una forma sospensiva, cio si lasciano in attesa una o
pi forme verbali prima di concludere la frase. E' importante che l'ultimo verbo della sequenza sia
coniugato in modo da esprimere il tempo o il senso di tutta la frase:
[kin gakk e itte, sakka o
shite, uchi e kaerimashita]
ieri sono andato a scuola, ho giocato a calcio e sono tornato a casa
Un uso molto semplice di questa forma, ma sempre utile, si ha unendo solo due verbi:
[mite, kimasu]
[mite kuru]
guardo e vengo
[mite, kimashita]
ho guardato e sono venuto
Per esempio, se andate in un negozio di abbigliamento, la commessa porgendovi un abito
potrebbe dirvi:
[kite mite kudasai]
lo provi e si guardi per piacere
V-[V-te kara]
La costruzione precedente ci consente di fare un elenco, di due o pi azioni, svolte in un certo
ordine. Ma se vogliamo essere pi precisi e specificare che facciamo una cosa dopo l'altra
possiamo usare la particella [kara], che fra i suoi tanti significati ha anche quello di "dopo,
successivamente:
.[benky shite kara, eiga o mimasu]
.[benky shite kara, eiga o miru]
dopo aver studiato, guardo un film
[tabete kara, ha o migakimasu]
[tabete kara, ha o migaku]
dopo mangiato mi lavo i denti
Anche in questo caso c' un elenco, ma invece che lasciare in sospeso la prima parte, dichiariamo
esplicitamente che poi successo qualcos'altro.
La congiunzione e (tra gIi aggettivi)
Continuiamo a parlare di questa congiunzione, perch la volta scorsa abbiamo lasciato molte cose
in sospeso. Qualcosa l'abbiamo gi visto (l'elenco di verbi si fa utilizzando la te-kei), ma un elenco
di aggettivi? Come si fa a dire che abbiamo mangiato una mela buona, grande e rossa?
Parlando degli aggettivi avevo detto che a volte si comportano un po' come i verbi, e questo
proprio uno di quei casi: anche gli aggettivi hanno una te-kei!
Per fortuna pi semplice di quella dei verbi, anche se si forma in maniera diversa per i-aggettivi e
na-aggettivi. Per gli i-aggettivi, la -[-i] finale si trasforma in -[-ku] e poi si aggiunge -[-te]:
[kiiroi] [kiirokute] te-kei di giallo
Per i na-aggettivi, basta aggiungere -[-de] alla radice (senza -[-na]):
[shizukana] [shizukade] te-kei di silenzioso
A questo punto, per fare un elenco di aggettivi, basta usare la loro te-kei (tranne per l'ultimo della
serie, esattamente come per i verbi):
.[kono ringo wa ookikute, akakute, oishii desu]
.[kono ringo wa ookikute, akakute, oishii]
questa mela grande, rossa e buona
|[kono uchi wa kireide, shizuka desu]
|[kono uchi wa kireide, shizuka da]
questa casa bella e silenziosa
In una stessa frase si possono tranquillamente mescolare i-aggettivi e na-aggettivi:
[atarashi kuruma wa shizuka de hayai desu]
[atarashi kuruma wa shizuka de hayai]
l'auto nuova silenziosa e veloce
II comparativo
Continuiamo con gli aggettivi e parliamo un po' dei comparativi: "lui pi alto di me, "questa
macchina meno cara di quella e cos via.
Il comparativo di maggioranza si rende con l'aiuto della particella [yori], che come il nostro
"pi andr messa subito prima dell'aggettivo. Questa la costruzione della frase:
A B agg [A wa B yori agg desu]
A pi agg di B
e questi alcuni esempi:
|1[kare wa watashi yori hosoi desu]
|I[kare wa watashi yori hosoi]
lui pi magro di me
.[kuruma wa jitensha yori hayai desu]
.[kuruma wa jitensha yori hayai]
l'auto pi veloce della bicicletta
Come vedete il termine maggiore l'argomento della nostra frase ( seguito dalla posposizione
[wa]), mentre il secondo termine (il paragone) ha la posposizione [yori]. Forse una traduzione
alla lettera (o meglio, parola per parola) sarebbe "l'auto, pi della bicicletta, veloce.
Per il comparativo di uguaglianza si usa il termine [onaji] (stesso), che pu essere seguito
da [gurai] (circa), per dare un'approssimazione. Questa volta i due termini che mettiamo a
confronto hanno pari dignit, per cui saranno uniti dalla particella [to], che abbiamo gi
incontrato col significato di coniugazione "e. Ecco la struttura:
A B agg [A to B onaji agg desu]
A e B sono agg uguali
e un esempio:
|[kono hon to sore onaji ookii desu]
|[kono hon to sore onaji ookii]
questo libro e quello sono grandi uguali
Normalmente il comparativo di minoranza si traduce cambiando l'aggettivo o l'ordine di paragone
per renderlo un comparativo di maggioranza; quindi invece che "l'autobus meno veloce
dell'aereo, diremo "l'aereo pi veloce dell'autobus.
Adesso vediamo come porre le domande (e dare le risposte). Se abbiamo gi un'idea, possiamo
proporla direttamente:
`[hikki wa basu yori hayai desu ka]
`[hikki wa basu yori hayai ka]
l'aereo pi veloce dell'autobus?
In questo caso la risposta sar:
[hai, s desu]
s, cos
Ma, se avessimo sbagliato, ci avrebbero risposto
`[iie, basu ga hikki yoru hayai desu]
`[iie, basu ga hikki yoru hayai]
no, l'autobus pi veloce dell'aereo!
oppure
`[iie, hikki wa basu yori osoi desu]
`[iie, hikki wa basu yori osoi desu]
no, l'aereo pi lento dell'autobus
Invece che proporre la nostra idea, nella domanda possiamo evitare ogni giudizio e fare una
richiesta diretta:
ii[Tky to Kyto dochira wa ookii desu ka]
ii? [Tky to Kyto dochira wa ookii?]
tra Tokyo e Kyoto, qual pi grande?
La risposta sar
i[Tky no h ga ookii desu]
i[Tky no h ga ookii]
Tokyo pi grande
Queste frasi hanno bisogno di qualche commento. Nella domanda Tokyo e Kyoto sono collegate
da [to] perch le abbiamo messe alla pari, non abbiamo fatto alcuna supposizione sulla loro
grandezza. Il pronome interrogativo [dochira] lo conosciamo gi e sappiamo che ha un
significato assimilabile ad un bivio. Per questo motivo, nella risposta si usa [h] che significa
direzione; in pratica diciamo che il lato di Tokyo, cio quel ramo del bivio, pi grande.
Se chi risponde ritiene le due citt grandi uguali direbbe:
() [dochira mo onaji (gurai) desu]
sono (circa) uguali
Ta-kei
Un'altra forma verbale? Ma s, intanto ve la accenno, poi ne riparleremo con tutta calma. Costruirla
semplice, ecco la ricetta: prendete un verbo, formate la te-kei, trasformate la "e finale in "a:
\[yomu] \.[yonde] \.[yonda]
[kaku] [kaite] [kaita]
[taberu] [tabete] [tabeta]
[suru] [shite] [shita]
[kuru] [kite] [kita]
Ed ora? che ne facciamo? La ta-kei finisce in [ta], e questa finale l'abbiamo gi vista in forme
passate: [deshita], [mashita], il suffisso - [-katta] per gli i-aggettivi. S, la ta-
kei la forma passata del verbo, che si usa nella futsu-tai (proprio come la jisho-kei per il
presente):
[kin tomodachi ni aimashita]
[kin tomodachi ni atta]
ieri ho incontrato un amico
[Chgoku e ikimashita]
[Chgoku e itta]
sono andato in Cina
Note
La parola y.[konban] vuol dire stasera. Il kanji iniziale lo stesso di ora, adesso; .[ban]
sera: la sera di adesso, cio stasera. allo stesso modo si formano y [ky], oggi, y
[kongetsu], questo mese, e y [kotoshi], quest'anno. Cambia il modo di leggere i kanji, ma una
volta afferrato il meccanismo si comprendono i significati.
Il verbo [dekakeru] significa uscire, ma nel senso di andare da qualche parte, incontrare
gli amici, fare una passeggiata. Uscire semplicemente (come "esco dalla stanza) si dice
[deru]; il suo contrario I [hairu], entrare. Fate attenzione, perch I [hairu] fa parte del I
gruppo.
Nell'esempio:
[kite mite kudasai]
lo provi e si guardi per piacere
abbiamo utilizzato due volte la te-kei, ma con significati diversi. La prima volta, [kite], una
forma sospensiva, la nostra frase non si conclude col verbo venire, ma prosegue. La seconda volta,
[mite] stiamo facendo una richiesta cortese: col verbo finale della catena, diamo il tono a tutto
il discorso.
Il verbo [kiru] potrebbe ricordarvi qualcosa: l'avevo usato come esempio di quei verbi che pur
terminando in "-iru, si trovano nel I gruppo. Adesso lo ritroviamo, ma con un altro significato e nel
II gruppo. Per distinguere i due verbi, o ci affidiamo al contesto (se sono scritti in hiragana o
addirittura in rmaji), o riconosciamo i kanji. Vi faccio un piccolo riepilogo:
[kiru] tagliare I gruppo te-kei: [kitte] ta-kei: [kitta]
[kiru] indossare II gruppo te-kei: [kite] ta-kei: [kita]
Ho tradotto la frase " [ha wa migaku] come "lavarsi i denti. In realt [ha] significa
proprio dente, mentre il verbo [migaku] assume questo significato solo per i denti, pi in
generale significa lucidare. Il verbo lavare tradotto con . [sentaku suru] (per il
bucato) e con [arau]. Il termine [otearai], che in Giappone indica la toilette,
deriva proprio da qui: [o] il prefisso onorifico, [te] vuol dire mano e [arai] la masu-
kei di [arau].
Questa la volta dei verbi per gli amici: dopo [dekakeru] ecco [au] che significa
incontrare qualcuno, e si pu tradurre anche vedersi. Bisogna ricordare che la persona che
incontriamo non un complemento oggetto e vuole la posposizione [ni]:
[ashita Taro ni aimasu]
[ashita Taro ni au]
domani mi vedo con Taro
Il verbo [iku], per nostra fortuna, coerente con se stesso, e come abbiamo visto mantiene la
sua irregolarit anche nella ta-kei: [itta].
Nel nome della Cina, [Chgoku], dovreste aver riconosciuto il primo kanji, che significa tra, in
mezzo. Il secondo significa paese, terra, per cui Cina vuol dire terra di mezzo. Questo il nome
che si sono dati i cinesi stessi, che probabilmente si vedevano al centro del mondo.
Kanji
Purtroppo non sempre possibile spiegare perch un kanji si scrive in un determinato modo,
comunque non in poche parole. Il discorso sui kanji meriterebbe una serie di lezioni dedicate.
Finora ho usato solo quei kanji per i quali potevo darvi delle indicazioni, ora non seguir pi questo
criterio, ma semplicemente quello della diffusione o della semplicit di scrittura. Quando sar
possibile continuer a darvi qualche indicazione, ma altre volte non scriver nulla.
[hayai] veloce. Un altro significato di questa parola presto, ed abbastanza
comprensibile: c' il sole che sorge sull'erbetta.
I[watashi] io. Questo kanji composto di due parti: a sinistra c' la rappresentazione di una
pianta di riso, a destra quella di un naso (che rappresenta l'io, il privato). Quando
noi vogliamo sottolineare che parliamo di noi stessi ci tocchiamo il petto, invece i
giapponesi si toccano il naso. In questo kanji c' inoltre tutta l'importanza che il riso
ha per il Sol Levante.
?[akeru] aprire. La porta evidente, ma perch il segno l in mezzo debba indicare l'azione
di aprire, non ve lo so proprio dire.
y.[konban] stasera. Il kanji iniziale lo stesso di ora, adesso; . [ban] sera: la sera
di adesso, cio stasera.
y[ky] oggi, il giorno di adesso.
y[kongetsu] questo mese, il mese attuale.
y[kotoshi] quest'anno, l'anno in corso.
[deru] uscire. Anche per questo kanji non vi so spiegare l'origine, ma vi consiglio di
impararlo se volete andare in Giappone. Un altro suo uso in [deguchi], la
bocca da cui si esce, cio l'uscita (in tutte le stazioni, centri commerciali, uffici.
segnalata cos).
I[hairu] entrare. In questo kanji dovreste identificare due radici che penetrano nel terreno. Si
ritrova anche nel termine I [iriguchi], entrata. Dovete fare attenzione, perch
questo kanji assomiglia a q[hito]. Si disegnano per diversamente.
[dekakeru] uscire (con gli amici, a passeggio.)
[h] direzione, lato. Io personalmente ci vedo semplicemente un omino che cammina di
lato, verso destra; qualcun altro ci vede un uomo che ara.
[kuni] paese, patria. Il disegno al centro rappresenta una regione, contornata dai suoi
confini. Questa parola l'abbiamo gi vista: [goku] una delle letture cinesi del
kanji, mentre [kuni] una di quelle giapponesi, scritta in hiragana
[Chgoku] Cina, il paese centrale. In questo caso, entrambe le letture sono quelle cinesi
(e non poteva essere altrimenti!).
i[Kyto] Kyoto. Il primo kanji fa parte anche del nome di Tokyo ed abbiamo visto che
significa capitale. La cosa strana che anche il secondo kanji significa capitale,
metropoli. Infatti per indicare la metropoli di Tokyo (cio Tokyo e provincia) si usa
i[Tkyto].
Quiz
Per ripassare un po' tutto quello che abbiamo visto, vi do alcuni esercizi da fare. Questa volta non
c' un elenco tra cui scegliere la risposta corretta, dovrete cercarla da soli.
a) Per iniziare un elenco di aggettivi, da "coniugare in tutte le forme che conoscete (affermativo e
negativo, presente e passato, futsu-tai e teinei-tai): [hoshii], [sukina], [takai],
.[shinsetsuna], [chiisai], [ookina], [akai], [kiraina].
b) Adesso delle frasi in teinei-tai, da trasformare in futsu-tai:
1. [eiga wa omoshiroi desu]
2. .[dono kaban ga anata no desu ka]
3. P`[tsukue no ue ni hon ga 6 satsu arimasu]
4. .`[Junko wa itariago ga dekimasu]
5. [Nihon no zasshi ga daisukideshita]
6. `[pan o tabetakatta desu]
7. . X [Tanaka san o mimashita. Kamera o
katte imashita]
8. |1[kare wa anata yori wakai desu]
c) ed altre per la trasformazione inversa:
1. [ptii wa shizuka da]
2. q.[ano hito wa shinsetsu datta]
3. I[watashi no kuruma wa akakunai]
4. [kanojo wa oyogu koto ga dekiru]
5. .[kono ringo ga kirai da]
6. I[watashi wa kono hon ga hoshii]
7. y`^[ima rekdo o kiite iru]
8. y . [ky benky shimasu. Ashita umi
e itte mo ii]
d) Ora diamo i numeri! Cercate di scriverli con i loro kanji, ma soprattutto leggeteli ad alta voce: 34,
567, 3, 645, 1.892, 23.673, 3.490, 27, 2.589.400, 10.000, 3.748.000, 90.
e) Questa volta dovete tradurre la frase "Nella stanza c' una persona e poi continuare a contare:
"Nella stanza ci sono due persone. almeno fino a 7.
f) Un altro esercizio simile, ma con le penne: "Sopra il tavolo c' una penna. Anche in questo caso
cercate di andare pi avanti che potete, l'ideale sarebbe arrivare a contare 10 penne.
g) Passiamo ai verbi. Metteteli tutti in te-kei: [sumu], [iku], [nomu], [iu], @
[hanasu], [matsu], [taberu], [hashiru], [miru], [suru], [kuru], .
[sentaku suru].
h) Torniamo a numerare, ma questa volta le date. Io ve ne suggerisco qualcuna, ma poi ognuno
pu sbizzarrirsi col compleanno proprio o degli amici. Anche stavolta pi che scrivere importante
leggere ad alta voce: 6 aprile, 17 giugno, 1 agosto, 25 dicembre, 14 luglio, 2 ottobre, 3 marzo, 5
maggio, 24 novembre, 4 gennaio, 29 settembre, 10 febbraio.
i) Ancora verbi, ma da coniugare in ta-kei: [dekakeru], [aru], ^ [kiku], [naru],
[motsu], I [hairu], [au], [iru], [suru], [kuru], . [benky
suru], [kiru].
VocaboIi
?[akeru] aprire
I[iriguchi] entrata
[onaji] stesso, come (nei comparativi)
[osoi] lento
[kiru] indossare, provare un abito
[gurai] circa
[sakka] calcio (da soccer, inglese)
[Chgoku] Cina
[dekakeru] uscire
[deguchi] uscita
[deru] uscire
[ha] dente
I[hairu] (I gruppo) entrare
[hayai] veloce
[hikki] aereo
[h] direzione
[hosoi] magro
[migaku] lucidare, lavare i denti
[yori] pi, nei comparativi
Risposte
Tutte le risposte le potete trovare facilmente sfogliando le lezioni, quindi cedo alla pigrizia e vi do
solo qualche piccolo avvertimento. Per gli esercizi e), f) ed h) dovete fare attenzione alle modifiche
dei contatori; per g) ed i) ai verbi che sembrano essere del II gruppo (ma sono del I) ed a qualche
variazione eufonica.
2000 2001. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
di questo documento esclusivamente a scopo educativo. E' dunque vietata la riproduzione sia parziale che totale di tutto il document o,
senza l'autorizzazione di Anna Mumei e di Alice Buda (rispettivamente autrice del testo e detentrice dei diritti per il sito Giappone
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SCUSI, DOV'E' LA STAZIONE?
Lasciamo un po' da parte la grammatica, i verbi, gli aggettivi. voliamo a Kyoto o Tokyo o
Hiroshima (ognuno pu andare dove pi desidera, purch sia in Giappone) e proviamo a muoverci
per le strade della citt, a prendere un autobus, a chiedere qualche informazione. Ci mancano
sicuramente i termini, ma le regole di base le abbiamo tutte: sappiamo fare le domande, chiedere
un favore, dire che cosa ci piace o non ci piace.
Richiamare I'attenzione
Questa probabilmente la prima cosa da fare, soprattutto se stiamo in mezzo alla strada. E' vero
che molti giapponesi offrono il loro aiuto quando vedono uno straniero in difficolt, ma se dovesse
servire dobbiamo sapere come bloccare qualcuno. Ci sono molti modi e ci accontentiamo di
vederne qualcuno, da quelli formali a quelli via via un po' pi sciolti, amichevoli:
`'.. [ano, shitsurei desu ga]
Ehm, mi scusi...
() '. [(chotto) sumimasen]
Scusi (un attimo)
[ano, chotto...]
Ehm, un attimo.
[ano...]
Ehm.
Dov' Ia stazione?
Ora che abbiamo richiamato l'attenzione, possiamo formulare la nostra richiesta. Per una frase di
questo tipo non dovremmo avere problemi, anzi sappiamo dirla in almeno due modi:
:. [eki wa doko desu ka]
:.. [eki wa doko ni arimasu ka]
dov' la stazione?
.il problema pu essere capire la risposta. Se ci capitasse questo, baster chiedere al povero
passante di ripeterci quello che ha appena detto:
_ () ' [m ichido (yukkuri) itte kudasai]
per favore, lo dica ancora una volta (lentamente)
AI semaforo giri a sinistra.
Adesso cerchiamo di interpretare la risposta, che potrebbe essere di questo tipo:
`. . . ' [kono michi o
massugu itte, tsugi no shing o migi ni magatte kudasai]
vada dritto per questa strada e giri a destra al prossimo semaforo
.:."...' [sorekara sanbanme no k saten o
hidari ni magatte kudasai]
poi al terzo incrocio giri a sinistra
:(.1 [eki wa migigawa desu]
la stazione sul lato destro
Terrificante? no, non facciamoci prendere dal panico! Qualche piccolo chiarimento e poi rileggiamo
le singole frasi. Sappiamo gi che il moto a luogo vuole la posposizione [e], e che quello di stato
in luogo vuole . [ni] o [de]; oggi aggiungiamo che il complemento di moto per luogo seguito
da [o]:
[michi o iku] camminare per la strada
. [k en o aruku] passeggiare nel parco
l verbo girare deve essere preceduto dalla posposizione . [ni]:
(.. [migi ni magaru] girare a destra
.F.[hidari ni magaru] girare a sinistra
ed il luogo in cui si gira vuole la posposizione [o].
Per indicare il prossimo, il successivo, non si usa un aggettivo, ma il sostantivo [tsugi] che in
qualche modo specifica una caratteristica del nome successivo. due sostantivi devono quindi
essere legati dalla particella [no].
Per formare i numeri ordinali, si usano i due suffissi :. [ban] e " [me]. l primo identifica i numeri
( uno dei contatori di cui abbiamo parlato tanto tempo fa), il secondo quello che definisce
l'ordine:
[go] = 5
:. [goban] = numero 5
:." [gobanme] = quinto
Quest'ultima forma non un aggettivo (come in italiano), quindi bisogna nuovamente usare la
posposizione [no].
Torniamo alle indicazioni ed esaminiamo le frasi una ad una:
`.(.F.' [kono michi o massugu
itte, tsugi no shing o migi ni magatte kudasai]
vada dritto per questa strada e giri a destra al prossimo semaforo
Ci sono due verbi: il primo, [iku], stato lasciato in sospeso, coniugandolo in te-kei perch la
frase non era terminata. l secondo, F. [magaru], ancora in te-kei ma per indicare una
richiesta cortese. Poi le spiegazioni continuano:
. :." . . F. ' [sorekara sanbanme no k saten o
hidari ni magatte kudasai]
poi al terzo incrocio giri a sinistra
. [sorekara] una di quelle congiunzioni che legano le diverse frasi (un po' come `
[soshite]). nfine:
:(.1 [eki wa migigawa desu]
la stazione sul lato destro
talmente semplice da ricordare "X : Y [X wa Y desu], ed una volta imparato che ( [migi]
destra, basta poco per indovinare che (.1 [migigawa] il lato destro.
Adesso possiamo concludere:
1.`_.' [wakarimashita, dom arigat gozaimasu]
ho capito, mille grazie
Le posizioni
Prima di vedere qualche altro esempio, dobbiamo capire come si precisano le posizioni (sopra,
sotto, di fianco.). Qualche esempio gi stato visto:
d. [tsukue no ue ni] sopra il tavolo
'. [isu no shita ni] sotto la sedia
e questa la struttura base per tutte queste indicazioni: N P [N no P], dove N sta per un
sostantivo (ci di cui vogliamo descrivere la posizione) e P la posizione stessa (sopra, sotto,
davanti.). nfatti anche la posizione espressa da un sostantivo, per cui c' sempre bisogno della
posposizione [no] per legarla al primo. Ecco alcuni sostantivi che indicano posizioni (ho lasciato
anche i termini gi noti, per avere un elenco abbastanza completo):
d [ue] sopra
[shita] sotto
| [mae] davanti, di fronte
` [ushiro] dietro
[naka] in mezzo, dentro
[soto] fuori
[hidari] sinistra
( [migi] destra
. [chikaku] vicino
[aida] tra
Qui vicino c' una banca?
Ora facciamo un altro esempio. Vogliamo andare in banca, ma non abbiamo la minima idea se ce
ne sia una nei dintorni. Potremmo formulare cos la nostra richiesta:
'. . . . . . [sumimasen, kono chikaku ni gink ga
arimasu ka]
scusi, qui vicino c' una banca?
La domanda era piuttosto facile, adesso vediamo la risposta:
..F.' [chotto itte, kado o hidari ni magatte kudasai]
vada un po' avanti e all'angolo giri a sinistra
.:| [gink wa hanaya no mae desu]
la banca davanti al fioraio
9 `. 5 ` [9 ji kara 5 ji made desu]
aperta dalle 9 alle 5
Le indicazioni sono chiare e ci hanno dato un'informazione in pi: l'orario di apertura. Questa una
delle frasi pi semplici per dirlo, l'importante ricordarsi le due posposizioni, . [kara], da e
[made], fino.
Controlliamo l'orologio e ci accorgiamo che manca veramente poco alle 5! Chiss se faremo in
tempo o se dobbiamo rimandare a domani.
.'... [gink made dono gurai kakarimasu ka]
all'incirca quanto tempo ci vuole fino alla banca?
l verbo .. [kakaru] non ha un esatto corrispettivo in italiano, si usa per indicare il tempo
necessario a fare qualcosa. La risposta ci tranquillizzer:
'.'.. [aruite gofun gurai kakarimasu]
a piedi occorrono circa 5 minuti
QuaIche espressione utiIe
Vediamo infine qualche altra espressione utile per girare in citt. Non si tratta di regole di
grammatica, ma solo di alcuni modi di dire:
P. [densha ni noru] salire sul treno
1 [densha o oriru] scendere dal treno
. [takushii o yobu] chiamare un taxi
`: [basu noriba] fermata dell'autobus
.F. [hidari ni magaru] girare a sinistra
(.F. [migi ni magaru] girare a destra
[massugu iku] andare dritti
Non sono tutti nuovi, ma oggi la volta degli elenchi. Al posto di treno o autobus potete mettere
anche altri mezzi di trasporto.
Dopo.
Alla fine della lezione scorsa abbiamo parlato brevemente della ta-kei, ricordate? Abbiamo detto
solo che si costruisce in modo molto simile alla te-kei (cambia la vocale finale) e che rappresenta
una forma passata.
Ora cerchiamo di imparare qualche altro uso. Visto che un passato la possiamo usare per
indicare quel che avvenuto prima; l'espressione
V- [V-ta ato de]
si traduce "dopo aver fatto V. E' equivalente all'espressione V- . [V-te kara], che abbiamo
gi visto (sempre nella lezione scorsa):
.``[benky shita ato de umi e ikimashita]
.` [benky shita ato de umi e itta]
dopo aver studiato, sono andato al mare
Esperienza
Un'esperienza qualcosa che avvenuto nel passato, nessuna meraviglia se ritroveremo la ta-
kei: V- . [V-ta koto ga arimasu] l'espressione che si usa per indicare l'aver
fatto l'esperienza di V, letteralmente si potrebbe tradurre "ho avuto V. La costruzione :
A : V-. [A wa V-ta koto ga arimasu]
A : V-. [A wa V-ta koto ga aru]
A ha avuto un'esperienza di V
La parola [koto] la stessa che abbiamo usato per esempio col verbo [dekiru]: fa
diventare l'azione un oggetto, in questo caso un'esperienza. Potremo dire
|` [Nihon no ryri o tabemashita]
| [Nihon no ryri o tabeta]
ho mangiato cucina giapponese
una frase che serve ad introdurre un evento, si pu poi precisare come, quando e dove ci
accaduto. nvece con:
|. [Nihon no ryri o tabeta koto ga arimasu]
|. [Nihon no ryri o tabeta koto ga aru]
ho avuto l'esperienza di mangiare cucina giapponese
affermiamo un avvenimento, ma non entriamo nei dettagli, restiamo sul generico.
La stessa espressione al negativo indica il non aver mai fatto una determinata esperienza o
azione:
A : V-.'. [A wa V-ta koto ga arimasen]
A non ha mai avuto un'esperienza di V
n generale il verbo [aru], che chiude questa costruzione, va coniugato al presente perch
oggi "possediamo l'esperienza fatta nel passato (e questo sottolineato dalla ta-kei).
Con, insieme
La posposizione [to] serve a rendere la congiunzione italiana e. Un altro suo uso tradurre la
preposizione con, nei complementi di compagnia:
.. [Tanaka san to gink e ikimasu]
.. [Tanaka san to gink e iku]
vado in banca col signor Tanaka
Un altro modo di esprimere la compagnia usare l'equivalente di "insieme:
'`.[issho ni tabemasu]
'`. [issho ni taberu]
mangiamo insieme
Note
n molti esempi ho usato solo la forma cortese, ma non perch mi sia scordata della promessa di
usare anche la forma piana, che la futsu-tai non indicata in un colloquio con estranei.
Per richiamare l'attenzione di qualcuno abbiamo usato [ano...], tradotto con ehm. Potevo
anche tradurlo mm., aah. o in qualche altro modo. E' semplicemente un'interiezione,
un'esitazione, e molto spesso pronunciata allungando la "o finale.
Tra le posizioni ho inserito [aida], tra. Questa ha una costruzione leggermente diversa dalle
altre, perch presuppone l'esistenza di due oggetti o luoghi: la banca tra la stazione e l'ufficio
postale. Queste due localit hanno la stessa importanza nel definire la posizione della banca e
quindi saranno collegate dalla particella [to]:
.:.. [gink wa eki to y binkyoku no aida ni desu]
la banca tra la stazione e l'ufficio postale
Del suffisso [ya] avevamo gi parlato all'inizio: indica il negozio in cui si vende un determinato
articolo. Adesso abbiamo incontrato un esempio: [hanaya] il luogo dove si vendono i fiori.
l verbo .. [kakaru] pu usarsi anche per indicare una necessit in soldi:
].. [niman en kakarimasu]
]..[niman en kakaru]
servono 20.000 yen
' [aruite] la te-kei del verbo [aruku], camminare; usato da solo significa
camminando, cio a piedi.
Fino ad adesso avevamo usato la posposizione [o] solo per segnalare il complemento oggetto.
Adesso sono comparsi altri tre casi: il complemento di moto per luogo, il posto in cui si deve girare,
lo scendere dal treno. n realt, tutti questi casi si possono ricondurre al lasciar libero un posto.
Useremo quindi la posposizione [o] per scendere dal treno e per alzarci da una sedia:
1 [densha o oriru] scendere dal treno
' [isu o tatsu] alzarsi dalla sedia
Anche quando ci muoviamo, noi lasciamo continuamente libero un posto per portarci un po' pi in
avanti. Se non importante sottolineare dove stiamo andando, useremo [o]. Quando arrivati
all'angolo della strada svoltiamo, abbandoniamo una posizione, ed useremo ancora [o].
Nell'esempio
.` [benky shita ato de umi e itta]
dopo aver studiato, sono andato al mare
compare due volte la ta-kei. La prima volta serve a fare una precisa costruzione grammaticale, la
seconda indica semplicemente il tempo passato (forma piana).
Kanji
| [mae] davanti, di fronte.
[soto] fuori. La parte si sinistra rappresenta la luna, parzialmente coperta dalle nuvole;
quella di destra la frattura che si cercava negli ossi degli animali per praticare una
forma di divinazione.
( [migi] destra. Le due linee pi a sinistra vogliono rappresentare una mano, mentre il
quadratino la bocca: la mano che porta il cibo alla bocca la destra.
[hidari] sinistra. Anche qui c' una mano, e quella specie di maiuscola vuole rappresentare
uno strumento, una squadra da carpentiere, che spesso usata con la sinistra.
Bisogna stare attenti nello scrivere questi due kanji, perch il segno che
rappresenta la mano si disegna con ordine diverso: in sinistra si fa prima il tratto
orizzontale e poi quello verticale, in destra il viceversa.
[aida] tra. Questo kanji rappresenta il sole visto attraverso una porta. La porta quella del
tempio, che rimane aperta durante il giorno. Da qui il significato di durata, intervallo.
' [chiisai] piccolo. n realt l'abbiamo gi incontrato, anche se non mi pare di aver detto
nulla sulla sua origine. Bisogna confrontarlo con il kanji di ' [ookii]: uno un
omone che allarga le braccia per sembrare ancora pi grande, l'altro un omino che
stringe le spalle per cercare di sparire.
` [sukoshi] poco. E' il kanji di piccolo con il segno del numero 1: una quantit piccola, un poco.
1" [tomeru] fermare. Non abbiamo mai usato questo verbo, ma volevo parlarvi del kanji.
Secondo alcuni rappresenta un piede (l'alluce da una parte, tutte le altre dita
dall'altra, il tallone in basso), secondo altri il kanji d [ue] con un tratto in pi per
indicare il terreno, dove ci si ferma. n ogni caso vuole rappresentare una sosta, una
fermata.
[aruku] camminare. La parte superiore una fermata (1), quella sotto indica un poco ():
muoversi un po' e fermarsi. camminare.
F. [magaru] girare, svoltare.
[hana] fiore. La parte superiore rappresenta dei fili d'erba che nascono del terreno, ed
comune a molti kanji che si riferiscono alle piante. La parte inferiore ci mostra una
persona, prima disegnata correttamente, poi in maniera deformata: questo
rappresenta un cambiamento. fiori sono una trasformazione dell'erba.
[ame] pioggia. Anche questa una parola nuova, ma ho bisogno di introdurre questo
kanji. Le goccioline parlano da sole, vero?
[densha] treno. l secondo kanji lo conosciamo: [kuruma], l'automobile. l primo
rappresenta questa scena: sta piovendo su un campo di riso, e cade un fulmine. l
fulmine una scarica elettrica e questo kanji rappresenta l'elettricit. La somma dei
due quindi un veicolo elettrico e per eccellenza un treno.
] [en] yen.
[tatsu] alzarsi. E' una figura, molto stilizzata, di un uomo dritto in piedi sulla terra. n pratica
si possono riconoscere la testa, le spalle e le gambe, sopra un tratto orizzontale che
indica il suolo. Significa quindi stare in piedi, alzarsi (dalla posizione seduta).
VocaboIi
[aida] tra
[ato] dopo
' [aruite] a piedi, camminando
[aruku] camminare
[ame] pioggia
'` [issho] insieme
` [ushiro] dietro
[umi] mare
] [en] yen
.. [kakaru] essere necessario, servire (per il tempo o i soldi)
. [kara] da (posposizione)
. [gink ] banca
. [k saten] incrocio
`. [shing ] semaforo
` [sukoshi] poco
[soto] fuori
[tatsu] alzarsi (da una sedia)
. [chikaku] vicino
[densha] treno
[to] con (in compagnia)
1" [tomeru] fermare
[naka] in mezzo, dentro
[hana] fiore
[hanaya] fioraio
[hidari] sinistra
| [mae] davanti, di fronte
F. [magaru] girare, svoltare
( [migi] destra
. [y binkyoku] ufficio postale
1. [wakaru] capire
2000 2001. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
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senza l'autorizzazione di Anna Mumei e di Alice Buda (rispettivamente autrice del testo e detentrice dei diritti per il sito Giappone
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IO CREDO CHE.
Anche questa volta dobbiamo parlare di molti argomenti. C' sempre la forma verbale tipica del
passato, la ta-kei, che si pu usare in molte espressioni e che dobbiamo approfondire. Ma per
variare un po', affronteremo anche altri argomenti e, primo fra tutti, il "perch.
Proposizione causaIe
Qualche tempo fa avevo iniziato a parlare dei periodi composti di due o pi frasi, e le abbiamo
collegate usando le congiunzioni ` [soshite] e . [ga]: la prima indica una prosecuzione, la
seconda un'informazione che in qualche modo contrasta la frase precedente o un'esitazione.
Adesso vediamo come esprimere la causa di qualche cosa, per esempio "oggi non vado a scuola,
perch ho il raffreddore. E' vero che possiamo sempre considerarle come due frasi separate:
|:.'..'[ky wa gakk e ikimasen. Kaze o hikimasu]
|:.'..'[ky wa gakk e ikimasen. Kaze o hiku]
oggi non vado a scuola. Ho il raffreddore.
e tutti ci capirebbero, ma senz'altro un modo un po' artificioso di parlare e non sempre utilizzabile.
l nostro "perch, almeno in molti casi, si traduce con una particella che gi conosciamo,
[kara]. Sappiamo che questa una posposizione e, come abbiamo gi detto altre volte, le frasi
giapponesi si sviluppano quasi sempre al contrario delle nostre. Nessuna meraviglia che
l'equivalente giapponesi, tradotto letteralmente suoni: "ho il raffreddore perch, oggi non vado a
scuola:
.' .| : . '. [kaze o hikimasu kara, ky wa gakk e
ikimasen]
.'.|:.'.[kaze o hiku kara, ky wa gakk e ikimasen]
poich ho il raffreddore, oggi non vado a scuola
':/..))'` [kono tokei wa takakunakatta desu kara,
sengetsu kaimashita]
,:/..)) [kono tokei wa takakunakatta kara, sengetsu katta]
il mese scorso ho comprato quest'orologio perch non era caro
Dare un consigIio
Torniamo a vedere come possiamo usare la ta-kei. Una delle possibilit quella di dare un
consiglio, un parere a qualcuno. La costruzione da usare
V-(.'' [V-ta h ga ii desu]
V-(.'' [V-ta h ga ii]
dove V rappresenta come sempre il verbo, l'azione che consigliamo. La parola ( [h] l'abbiamo
gi incontrata con i comparativi e sappiamo che indica una direzione. n pratica stiamo affermando
che l'aver fatto V una buona cosa, spingendo cos a farla:
j.(.'' [kono hon o yonda h ga ii desu]
j.(.''[kono hon o yonda h ga ii]
ti consiglio di leggere questi libri
.(.'' [san ji desu kara, densha de itta h ga ii desu]
.(.'' [san ji kara, densha de itta h ga ii]
poich sono le tre, meglio prendere il treno
'j,`(.'' [eigo de hanashita h ga ii desu]
'j,`(.''[eigo de hanashita h ga ii]
meglio se parliamo in inglese
EIenco di verbi
Usando la te-kei potevamo fare un elenco di azioni compiute tutte in successione. Ma a volte
facciamo degli elenchi con non sono cos precisi, per esempio se vogliamo semplicemente
descrivere cosa facciamo normalmente nei fine settimana. n tal caso si usa una forma
particolare della ta-kei, che vuole la sillaba [ri] inserita subito dopo [ta] (o [da]):
V-V-. [V-tari, V-tari. suru]
Questa costruzione indica una successione d'azioni non legate temporalmente. E' un elenco di
verbi, che spesso si usa per azioni che si soliti compiere. L'elenco deve essere sempre terminato
col verbo [suru], coniugato adeguatamente alla frase:
V
1
-V
2
-V
3
-`[V
1
-tari, V
2
-tari, V
3
-tari shimasu]
V
1
-V
2
-V
3
- [V
1
-tari, V
2
-tari, V
3
-tari suru]
faccio V
1
, V
2
e V
3
Un'altra possibile traduzione "a volte faccio V
1
, a volte V
2
e a volte V
3
, proprio perch si tratta di
un elenco molto generico. Potremmo dire che l'elenco di verbi costruito con la te-kei analogo a
quello di oggetti che usa il [to], mentre l'elenco con la ta-kei corrisponde all'uso di [ya].
Ecco alcuni esempi:
: . '` , ` [yoru wa rajio o kiitari, terebi o mitari
shimasu]
:.'`, [yoru wa rajio o kiitari, terebi o mitari suru]
la sera a volte ascolto la radio, a volte guardo la televisione
| . j., . ' `
[nichiybi ni hon o yondari, umi e ittari, tomodachi to dekaketari, piano o hiitari shimasu]
| . j., . '
[nichiybi ni hon o yondari, umi e ittari, tomodachi to dekaketari, piano o hiitari shimasu]
la domenica di solito leggo un libro, vado al mare, esco con gli amici, suono il piano.
Le citazioni
A volte vogliamo riportare agli altri pensieri o parole, nostri o di qualcun altro: "o credo che sia
meglio fare cos, "Giovanni ha detto che andato al mare, "Luca pensa di sposarsi. Queste sono
tutte frasi piuttosto comuni nel nostro modo di parlare, ma l'ultima non pu essere tradotta tale e
quale in giapponese. l problema che nessuno pu sapere cosa pensa veramente Luca, tranne
lui stesso. Noi eventualmente possiamo cercare di indovinare il suo pensiero, o sapere quello che
lui ci riferisce, ma non possiamo essere certi che sia realmente ci che lui pensa. n giapponese
dovremmo quindi dire "Luca dice che vuole sposarsi o "Pare che Luca voglia sposarsi.
C' comunque un modo standard per riportare le idee, le opinioni, le parole. Esaminiamo prima la
grammatica, poi torneremo su cosa si pu dire e cosa no.
Le citazioni introdotte da espressioni del tipo "o penso che., "Ha detto che. sono tradotte con
l'uso della particella [to]. La citazione stessa va in forma piana, perch una subordinata, non
la frase principale del periodo:
{futsu-tai} ' [..to omoimasu] penso che .
{futsu-tai} [..to itta] ha detto che .
l soggetto sottinteso normalmente la prima persona singolare, ma pu essere la terza in frasi al
passato, soprattutto con verbi come dire. Se si vuole usare quest'espressione per la terza persona
in frasi al presente, il verbo deve essere coniugato nella te-kei (sia con soggetto implicito, sia
esplicito):
{futsu-tai} [..to omou] penso che .
{futsu-tai} ' [..to omotte imasu] pensa che .
Perch in te-kei? Torniamo alla frase che abbiamo detto di non poter rendere in giapponese: "Luca
pensa di sposarsi; posta in questi termini, o Luca ha gi deciso e l'ha comunicato (ed allora
possiamo dire "Luca ha detto che si sposa), oppure noi stiamo facendo delle ipotesi (ma non
possiamo giurare sui suoi pensieri reali). Se invece diciamo "Luca sta pensando di sposarsi,
rendiamo un'azione che dura nel tempo e della quale Luca ci pu aver reso partecipi (del fatto che
sta pensando e valutando se il caso o meno di compiere questo passo). n realt non possiamo
sapere nulla di preciso sulle sue intenzioni, ma sappiamo che rimugina su questo argomento.
La seconda persona di solito si usa solo nelle frasi interrogative, con il tempo al presente:
{futsu-tai} '. [..to omoimasuka] pensi che .?
{futsu-tai} ? [..to omou?] pensi che .?
Queste espressioni si costruiscono solo con determinati verbi (pi o meno gli stessi che usiamo in
italiano). Questi sono i pi comuni:
[omou] pensare
[iu] dire
... [kangaeru] pensare, riflettere
. [kaku] scrivere
[kiku] sentire, chiedere
]` [shinjiru] credere
Dopo tutto ci, vediamo qualche esempio:
`('[itariajin da to omoimasu]
`( [itariajin da to omou]
penso che sia italiana
.:`_.'` [Tanakasan wa itaria no tabemono ga
suki da to iimashita]
. : ` _ . [Tanakasan wa itaria no tabemono ga
suki da to itta]
Tanaka ha detto che gli piace la cucina italiana
.:.'[Akiko san wa kekkon suru to omotte imasu]
.:.' [Akiko san wa kekkon suru to omotte iru]
Akiko sta pensando di sposarsi
Un'ultima particolarit di questa costruzione: la frase principale non pu essere negativa. Quindi
"non penso che sia giapponese diventa "penso che non sia giapponese:
|(:/''[nihonjin dewa nai to omoimasu]
|(:/' [nihonjin dewa nai to omou]
penso che non sia giapponese
La famigIia
Questo non un argomento strettamente grammaticale, ma serve per poter parlare in giapponese,
quindi mi sembra giusto affrontarlo. Anche in una famiglia giapponese, ogni membro ha un suo
nome: mamma, padre, fratello. ma le distinzioni sono molto precise. Prima di tutto, bisogna
sempre distinguere tra i membri della propria famiglia e quelli di famiglie altrui: non si pu usare lo
stesso termine per indicare la propria madre, moglie, sorella o quella di qualcun altro. Bisogna poi
tenere presente che i fratelli maggiori meritano un riguardo maggiore. insomma, districarsi in
questo labirinto di appellativi non proprio semplice, ma ci proveremo.
Cominciamo con una famiglia "ristretta: genitori e figli, e supponiamo che sia la nostra. Per
indicare i genitori si usa la parola 1 [oya]; se vogliamo specificare meglio useremo ) [haha],
mamma, e [chichi], pap.
Se per ci riferiamo a genitori altrui, questi termini non si possono usare, sarebbe molto scortese.
Le parole da usare sono 1). [oksan], madre, e 1. [otsan], padre. Come potete
vedere la pronuncia cambia totalmente, ma si usano sempre gli stessi kanji. La 1 [o] iniziale il
solito prefisso onorifico, il . [san] finale lo stesso suffisso usato per "signore.
Possiamo riepilogare con questa tabella:
famigIia propria famigIia aItrui
genitore/i 1 [oya]
madre ) [haha] 1). [oksan]
padre [chichi] 1. [otsan]
Adesso passiamo ai fratelli. Anche in Giappone vige la regola della predominanza del maschile,
quindi con "fratelli si indicano sia i soli maschietti, sia il gruppo di fratelli e sorelle. Per cercare di
essere pi chiara, metto subito la tabella e poi la commentiamo:
famigIia propria
hiragana kanji
famigIia aItrui
frateIIo/i '[kydai] [gokydai]
soreIIa/e `'[shimai] /
frateIIo maggiore . [ani] 1. [oniisan]
frateIIo minore 1 [otto] . [ottosan]
soreIIa maggiore ! [ane] / 1/. [oneesan]
soreIIa minore '_ [imto] . [imtosan]
termini relativi alla propria famiglia li ho scritti su due colonne per darvi subito sia la scrittura in
hiragana, sia in kanji (che, come vedete, sono utilizzati anche nei termini relativi alla famiglia altrui).
n totale si usano solo 4 kanji, ma ogni volta si devono leggere in maniera diversa. Gli ideogrammi
delle parole generiche, fratello e sorella, sono formati con le coppie relative al maggiore/minore
(rigorosamente in quest'ordine). Come per madre e padre, i termini per famiglia altrui si ottengono
in line di massima con 1 [o] e . [san]. Fanno eccezione fratello e sorella minore, che pare non
siano degni di un prefisso onorifico. L'altra eccezione quella dei fratelli (intesi come insieme,
come gruppo), che hanno come prefisso onorifico [go], quello di origine cinese, perch in
questo caso la lettura del kanji la on-yomi (lettura cinese).
Note
L'espressione .' [kaze o hiku], prendere (o avere) il raffreddore, va considerata nel suo
insieme, non ha molto senso tradurla parola per parola. State per attenti alla posposizione che
usate, infatti .'. [kaze o hiku] significa "il vento soffia.
Sono certa che qualcuno si sta chiedendo: come faccio a consigliare a qualcuno di non fare una
determinata azione? Abbiate pazienza, ci manca ancora qualcosa. Non appena avremo superato
qualche altro scoglio grammaticale, torneremo sui consigli.
l verbo suonare non ha un'unica traduzione in giapponese, ma si differenzia secondo il tipo di
strumento. Per gli strumenti a corda si usa [hiku], per quelli a fiato [fuku] che vuol dire
soffiare.
Una piccola precisazione sulla pronuncia. Vedendo 1_ [omou], qualcuno potrebbe aver
pensato che la [u] finale serva ad allungare la sillaba precedente e che la pronuncia sia
<omoo>; ma non cos. La [u] la "desinenza verbale e quindi questa parola va letta proprio
cos come la scriviamo in rmaji, cio <omou> (proprio per dare un'indicazione sulla pronuncia,
non la si scrive om).
Per le citazioni abbiamo usato la futsu-tai, perch si tratta di frasi subordinate. Questo il primo
esempio di periodi composti, per ora ci eravamo limitati a frasi contenenti un solo predicato verbale
(tranne gli elenchi di verbi o il perch.) Si tratta per di una regola abbastanza generale nella
lingua giapponese: la frase principale va coniugata nella forma migliore secondo il contesto, il
rapporto tra le persone coinvolte, ci che si vuole esprimere.; le frasi subordinate vanno in futsu-
tai, perch non sono complete, nel senso che non spetta a loro esprimere quanto detto prima.
Se vogliamo riportare le parole di qualcuno come discorso diretto dobbiamo sempre usare la forma
con [to]; questa volta la frase riportata manterr la sua forma (non deve essere per forza in
futsu-tai), ma scrivendo bisogna inserirla tra virgolette:
: ` : '.| '` [sensei wa "ashita watashi wa kimasen to
iimashita]
:`:'.| [sensei wa "ashita watashi wa kimasen to itta]
l'insegnante ha detto "domani non verr
Un altro termine simpatico relativo ai fratelli [teimai], che racchiude tutti i fratelli minori,
indipendentemente dal loro sesso.
Tra i kanji troverete ) [mai], col significato di ogni. Non l'abbiamo ancora usato, ma mi serve per
spiegare poi un altro ideogramma. E' molto utile per comporre espressioni del tipo )| [mainichi],
ogni giorno, )) [maitsuki], ogni mese, ) [mainen], ogni anno. n questo caso per il kanji di
mese si usa la lettura [tsuki], che quella giapponese, cio la kun-yomi. E' bene precisare
che [tsuki] la lettura corretta anche quando con il kanji ) vogliamo indicare la luna.
Kanji
E' venuto il momento di dire qualche cosa in pi sui kanji. Prendete le mie parole per quello che
sono: un commento, per darvi un'idea di concetti delicati. Non voglio (e soprattutto non saprei)
darvi un'esposizione completa, ma se non vi spiego cosa si intende per radicale ho grosse
difficolt ad illustrare i kanji via via che si fanno pi complessi.
Un radicale una parte di ideogramma che si ritrova uguale in vari kanji. Per esempio, abbiamo
gi visto che la parte in kanji del verbo [iu], dire, si ritrova come componente di altri
ideogrammi: ,, da cui , [hanasu] e j, da cui j[ [yomu]. n questi casi l'ideogramma rimane
quasi uguale a se stesso (si restringe solo un po', perdendo magari le proporzioni); altre volte le
modifiche sono pi evidenti, come nel caso di ( [hito] che diventa la parte di sinistra di J [nani] (la
barretta verticale con una piccola diagonale in cima).
n realt possiamo dire che ogni kanji ha un radicale (come ,) o lui stesso un radicale (come ).
l radicale esprime la natura pi generale del kanji, quindi quella parte che ci d un'idea sulla sua
origine, sul significato o sulla pronuncia. noltre molti dizionari ordinano gli ideogrammi secondo i
loro radicali ed il numero di segni necessari a disegnarli. Certo sarebbe bello imparare a
riconoscerli tutti.
radicali ufficialmente riconosciuti e censiti sono 214, alcuni piuttosto semplici, altri pi complessi.
Cos ad occhio pu non sembrare troppo difficile arrivare a riconoscerli tutti o quasi, e
probabilmente vero, basta impegnarsi con un po' di metodo. o adesso non vorrei scoraggiarvi,
ma fare presente alcune cose.
nnanzitutto la forma di un radicale non costante: [ima] ha lo stesso radicale di J [nani]
(quindi (), ma questa volta la forma rimasta molto pi simile all'originale ( il cappelletto in testa).
A volte il radicale ha una forma abbastanza differente dall'ideogramma da cui deriva: / [mizu],
acqua, si trasforma nei piccoli segni a sinistra di , [umi], mare. Solo per aiutarvi a rintracciarlo,
visto che non ho modo di scriverlo separatamente, ecco altri ideogrammi con questo radicale: ,
], ,.
Un ideogramma pu contenere pi parti che sono dei radicali, ma una sola di queste il radicale.
Per esempio in , potremmo pensare di riconoscere il radicale che viene da e quello che ha
origine da 1. n realt il radicale solo il primo. Come si fa a saperlo? bisogna avere a portata di
mano un dizionario dei kanji e per trovare l dentro proprio , potrebbe servire conoscere il suo
radicale.
Per questi motivi ed altri ancora, non far un discorso generale, esatto in tutti i particolari, completo.
Anzi, vi dir di pi: user il termine "radicale anche impropriamente, semplicemente per indicare
una parte del kanji principale che pu aiutarci a comprendere il suo significato (tornando al caso
precedente, ,, potrei chiamare radicale sia sia 1).
Ultimissima informazione sui radicali (reale!). radicali sono divisi in 7 gruppi (ognuno con un nome
diverso), secondo la loro posizione rispetto all'ideogramma visto nella sua totalit. l radicale infatti
pu essere la parte sinistra, la destra, quella in alto, in basso, sinistra e alto, sinistra e basso,
intorno.
Basta con le chiacchiere e passiamo alle parole con i kanji introdotte questa volta, che sono
parecchie.
/ [mizu] acqua. Vi ricordate [kawa], fiume? L'origine sempre pittografica, ma il disegno
dell'acqua che scorre meno preciso, sembra quasi di vedere gli schizzi. (che poi
diventeranno goccioline formando il radicale).
[nama] crudo, non cotto (soprattutto in relazione alle verdure. Attenzione, un prenome,
non un aggettivo!). Rappresenta una piantina che esce dal terreno: vedete la
fogliolina sulla sinistra? Questo ideogramma ha quindi a che fare con la nascita, con
l'origine delle cose, ed appare per esempio nel verbo [umareru], essere
nato.
[saki] precedente, futuro. l kanji composto da due parti: la superiore una
deformazione di [nama]; quella inferiore rappresenta un paio di gambe. l
significato "qualcosa che viene prima, precedente, ma anche "qualcosa che
avverr, futuro.
) [sengetsu] mese scorso. E' un esempio pratico dell'uso di [sen].
[sensei] insegnante. due kanji li conosciamo. Perch poi l'insieme dei due ideogrammi
significhi insegnante, non mi ben chiaro.
[sun] a questo kanji, cos da solo, non corrisponde alcuna parola, solo l'idea di misura. Le
due linee pi lunghe sono uno dei tanti modi per disegnare una mano, ed il trattino
pi corto indica il polso, o meglio il punto dove si misurano i battiti. Pare che una
volta questo kanji indicasse proprio il polso. Le pulsazioni si misurano con due dita
unite e la larghezza di queste dita, circa 3 cm, stata anche un'unit di misura. Ora
si sono persi questi significati ed il kanji usato solo insieme ad altri o come
componente, per rappresentare il concetto di misura.
[tsuchi] terra, suolo. Anche qui c' la solita piantina che nasce dal terreno, ma proprio sul
terreno, sul suolo, si vuole mettere l'attenzione.
[tera] tempio. La parte superiore proviene da [tsuchi], quella inferiore da [sun]; e
cos' che si trova ogni tanto sulla terra? Un tempio, perch sono sparsi qua e l.
[ji] ora. La parola gi la conosciamo, adesso parliamo del kanji. La parte di sinistra il
radicale di | [nichi], giorno, perch le ore servono a misurare le giornate. La parte
di destra abbiamo visto che rappresenta un tempio, dove si batte un gong per
segnare le ore che compongono il giorno.
, [tokei] orologio. l primo kanji quello di ora; il secondo formato da [iu], dire, e da
[j], dieci. n questo caso, [j] rappresenta un numero in generale, quindi dire i
numeri, cio contare. L'orologio serve a contare le ore.
j [go] suffisso per lingua. Sulla sinistra c' il radicale di parola, con la parte destra
ribadiamo che qualcosa che esce dalla bocca e diamo indicazione sulla
pronuncia: [go], proprio come per il kanji che rappresenta il numero 5.
[omo] la radice del verbo pensare. La parte superiore probabilmente vi ricorda [ta], il
campo di riso. Questa volta per vuole rappresentare un cervello, con le sue
circonvoluzioni. La parte inferiore uno dei radicali pi noti, e rappresenta il cuore,
l'animo umano. Dal cervello e dal cuore nascono i pensieri, le riflessioni...
]` [shinjiru] credere. Anche in questo caso possiamo riconoscere le due parti: a sinistra
c' un uomo, a destra le sue parole. Un uomo in piedi davanti alle sue parole
rappresenta la verit, bisogna credergli.
) [haha] mamma, madre. Questo kanji deriva da quello di [onna], donna, con una barra
orizzontale che lo taglia in due e dei piccoli tratti che rappresentano i capezzoli: una
donna che allatta una mamma.
[chichi] padre, pap. E' molto meno affettuoso del kanji di mamma, ) [haha]. Le due linee
pi lunghe sono dei bastoni, tenuti saldamente in mano (i trattini): l'autorit paterna,
che si fa rispettare.
[ani] fratello maggiore. Qui abbiamo una bocca ed un paio di gambe, che rappresentano
un uomo. Quindi questo un uomo che ha una qualche autorit per parlare: un
fratello maggiore.
[otto] fratello minore.
/ [ane] sorella maggiore. La prima parte il radicale di [onna], donna, e questo
comprensibile. La seconda rappresenta un mercato. Probabilmente le figlie
maggiori venivano mandate a fare la spesa.
[imto] sorella minore. Anche in questo caso c' il radicale di [onna], donna. La parte di
destra un albero, con un tratto in pi, quello in alto. Questo punto deve ancora
essere raggiunto dall'albero nella sua crescita, rappresenta qualcosa di incompiuto.
La sorellina perci una donna in fieri, ancora non compiuta.
[kydai] fratello, fratelli. E' composto dai due kanji di fratello maggiore e minore. Si pu
usare sia per indicare i fratelli nel loro complesso (maschi e femmine), sia per
indicare un unico fratello, ma senza specificare n il sesso, n se sia maggiore o
minore.
/ [shimai] sorella. E' composto dai due kanji di sorella maggiore e minore.
[teimai] fratelli minori. E' composto dai due kanji di fratello e sorella minore.
) [mai] ogni. l trattino superiore una variante di ( [hito], persona, mentre la parte
inferiore viene da ) [haha], mamma. Poich ogni uomo ha una madre, questo kanji
ha assunto il significato di ogni, ciascuno.
, [umi] mare. La parte pi a sinistra il radicale di acqua, poi c' il kanji che rappresenta
ogni. Che cosa fa tutta l'acqua? va al mare.
VocaboIi
[umareru] essere nato
'j [eigo] lingua inglese
[omou] pensare
... [kangaeru] pensare, riflettere
.'[kaze] raffreddore
.'[kaze] vento
.'[kaze o hiku] avere il raffreddore
.'.[kaze ga hiku] il vento soffia
. [kara] perch, poich, siccome
]` [shinjiru] credere
) [sengetsu] mese scorso
_ [tabemono] cibo
) [tsuki] luna
[teimai] fratelli minori, sia maschi che femmine.
` [terebi] televisione
, [tokei] orologio
[piano] piano
[hiku] suonare (strumenti a corda)
[fuku] suonare (strumenti a fiato)
) [mai] ogni
)) [maitsuki] ogni mese
)| [mainichi] ogni giorno
) [mainen] ogni anno
/ [mizu] acqua
. [rajio] radio
[yoru] sera
2000 2002. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
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VERBI: NAI-KEI
Adesso introduciamo una nuova forma verbale, la nai-kei, che la forma negativa per eccellenza.
Semplificando un po', si potrebbe dire che la nai-kei la forma negativa della jisho-kei; infatti
riusciremo finalmente a tradurre farsi semplici come "io non mangio la mela sia in forma cortese,
sia in forma piana. mpareremo subito alcuni possibili usi di questa forma, alcuni dei quali vanno a
coprire dei "buchi lasciati nelle precedenti lezioni.
Nai-kei
La nai-kei caratterizzata dalla vocale "a, cos come la masu-kei caratterizzata dalla vocale "i.
Questa affermazione in realt valida solo parzialmente, perch non tiene conto dei verbi
irregolari, ma pu servire come promemoria. Un altro elemento distintivo che il suffisso - [-
masu] non fa parte della coniugazione verbale, mentre il suffisso -/' [-nai] sempre presente.
ntroducendo la te-kei avevo detto che per coniugare bene i verbi, bisogna sempre tenere conto
del gruppo cui appartengono; poi si lascia cadere la sillaba finale e la si sostituisce con
qualcos'altro. Questo vero anche per la nai-kei, almeno per i verbi dei primi due gruppi (i
cosiddetti regolari), quindi cominciamo da loro.
Se il verbo nel I gruppo, la "u finale diventa "a (attenzione ad eventuali variazioni eufoniche) e
si aggiunge -/' [-nai]:
: [hataraku] :./' [hatarakanai] non lavorare
[matsu] /' [matanai] non aspettare
[iku] ./' [ikanai] non andare
[ [yasumu] ;/' [yasumanai] non riposare
Fanno eccezione i verbi in cui la "u finale preceduta da un'altra vocale (cio quando la "u una
sillaba essa stessa), perch in tal caso la - [-u] si trasforma in -1 [-wa]:
) [kau] )1/' [kawanai] non comprare
[iu] 1/' [iwanai] non dire
[omou] 1/' [omowanai] non pensare
Un'ulteriore eccezione il verbo [aru], la cui nai-kei soltanto / [nai].
Se il verbo di II gruppo, come al solito tutto pi facile: la - [-ru] finale si trasforma in -/' [-
nai]:
[taberu] /' [tabenai] non mangiare
, [miru] ,/' [minai] non guardare
nfine nel III gruppo ogni verbo va per conto suo e si perde anche la "a caratteristica:
[suru] `/' [shinai] non fare
[kuru] /' [konai] non venire
Adesso possiamo fare qualche esempio:
:.'. [watashi wa ringo o tabemasen]
:./' [watashi wa ringo o tabenai]
io non mangio la mela
.:.)''.[kare wa kasa o kaimasen]
.:.)1/' [kare wa kasa o kawanai]
lui non compra un ombrello
. '' . |j . ` ''. [atama ga itai desu kara,
nihongo o benky shite imasen]
. '' . |j . ` '/' [atama ga itai kara, nihongo o benky
shite inai]
non studio giapponese perch ho mal di testa
.:``'. [Akikosan wa s ji shimasen]
.:``/' [Akikosan wa s ji shinai]
Akiko non pulisce
.:'. [Tanaka san wa kimasen]
.:/' [Tanaka san wa konai]
Tanaka non viene
II passato deIIa nai-kei
Vi ricordate che per indicare il desiderio di fare qualcosa si usava il suffisso verbale -' [-tai]? e
che al passato questo si comportava come un i-aggettivo: diventava -. [-takatta]? Per la
nai-kei pi o meno la stessa cosa, un verbo in nai-kei assume comportamenti simili ad un i-
aggettivo, e former il passato trasformando la -' [-i] in -z1 [-katta]. Quindi:
: [hataraku] :./. [hatarakanakatta] non lavorato
[matsu] /. [matanakatta] non aspettato
) [kau] )1/. [kawanakatta] non comprato
[aru] /. [nakatta] non esistito
[taberu] /. [tabenakatta] non mangiato
, [miru] ,/. [minakatta] non guardato
[suru] `/. [shinakatta] non fatto
[kuru] /. [konakatta] non venuto
Qualche esempio? ecco qua:
:;`.:'.` [kin wa yasumi deshita kara, hatarakimasen
deshita]
|:;.:./. [kin wa yasumi datta kara, hatarakanakatta]
poich ieri era un giorno festivo, non ho lavorato
j'.` [ano hon o yomimasen deshita]
j/.[ano hon o yomanakatta]
non ho letto quel libro
.:|'.` [sakunen Annasan wa Nihon e ikimasen deshita]
.:|./. [sakunen Annasan wa Nihon e ikanakatta]
l'anno scorso Anna non andata in Giappone
Potete sbizzarrirvi ricercando le frasi lasciate solo in forma cortese nelle lezioni precedenti, perch
non conoscevamo la forma piana negativa, e trasformandole adesso.
ConsigIiare di non fare
Per consigliare di fare qualcosa si usa la costruzione V- ( . '' [V-ta h ga ii desu],
l'abbiamo imparato da poco; ma era rimasto in sospeso un aspetto: come fare a consigliare di non
fare qualcosa (o sconsigliare.)? Ora possiamo fare anche questo. La struttura la stessa, ma il
verbo deve essere coniugato in nai-kei: non fare la scelta buona. Ecco un paio di esempi:
./'(.'' [ano ringo o tabenai h ga ii desu]
./'(.''[ano ringo o tabenai h ga ii]
ti sconsiglio di mangiare quella mela
! . ' . . 1/' ( . '' [kodomotachi ga imasu
kara, Tanaka san no uchi de suwanai h ga ii desu]
! . ' . . 1/' ( . '' [kodomotachi ga iru kara,
Tanaka san no uchi de suwanai h ga ii]
poich ci sono dei bambini, meglio non fumare a casa di Tanaka
Dare un senso d'incertezza
Proprio all'inizio, oltre a [desu] abbiamo parlato anche di ` [desh ] (e del suo
equivalente in forma piana [dar ]). Si poteva usare per dare un senso di incertezza alle
affermazioni:
.:` [Honda san wa sensei desh ]
.: [Honda san wa sensei dar ]
il signor Honda forse un insegnante
il signor Honda sar un insegnante
C' una doppia traduzione in italiano, perch l'incertezza pu derivare dalla non completa
conoscenza dei fatti (espressa anche da avverbi del tipo "forse, "probabilmente.) o dalla loro
non realizzazione (qualcosa che si compir nel futuro). Se avessimo a disposizione un brano pi
lungo, un discorso completo, potremmo scegliere la traduzione pi adatta, aiutandoci con il
contesto; con una frase cos breve, si resta nel dubbio.
Ora che sappiamo padroneggiare la futsu-kei dei verbi, possiamo esprimere l'incertezza anche in
frasi pi complesse. La regola da seguire semplice: si lascia il verbo in forma piana e poi si
termina la frase con ` [desh ] o [dar ]. Ecco alcuni esempi:
}|.`[ashita ame ga furu desh ]
}|. [ashita ame ga furu dar ]
domani piove
1.:/'`[oniisan wa konai desh ]
1.:/' [oniisan wa konai dar ]
probabilmente mio fratello grande non viene
La particeIIa ([mo]
Questa posposizione l'abbiamo gi incontrata qua e l, usata in costruzioni particolari, per esempio
per la richiesta di un permesso, nella costruzione V-_'' [V-te mo ii desu].
l principale significato di _[mo] "anche. E' una posposizione che prende il sopravvento sulle
altre: se dopo una parola ci sembra di poter mettere sia [o] che _ [mo], baster mettere _
[mo]:
. : '` [. _ '` [Tanakasan wa isha desu. Kimurasan mo
isha desu]
.:'`[._'` [Tanakasan wa isha da. Kimura san mo isha da]
Tanaka un dottore. Anche Kimura medico.
|,`[kin umi e ikimashita]
|, [kin umi e itta]
ieri sono andato al mare
_ [watashi mo]
anch'io
.:``_`[Akiko san wa aisukuriimu mo tabemashita]
.:``_ [Akiko san wa aisukuriimu mo tabeta]
Akiko ha mangiato anche il gelato
La posposizione _ [mo] si usa anche con i pronomi interrogativi per rendere una negazione
assoluta (nulla, niente, nessuno.). Come spesso accade un paio di esempi saranno pi chiari dei
miei tentativi di spiegazione:
_''.[dare mo imasen]
_'/' [dare mo inai]
non c' nessuno
J_,'. [nani mo mimasen]
J_,/' [nani mo minai]
non vedo nulla
() _'.` [doko (e) mo ikimasen deshita]
() _ [doko (e) mo itta]
non sono andato da nessuna parte
ParticeIIe finaIi
Abbiamo gi detto che nella lingua giapponese non si usano molto le inflessioni della voce, il tono
sempre abbastanza piatto. Ma allora come si fa ad esprimere tutta una serie di sentimenti ed
atteggiamenti quali la sorpresa, l'essere d'accordo, il richiedere una conferma e cos via?
A questo scopo esistono tutta una serie di particelle che hanno come unica funzione quella di
evidenziare proprio questi aspetti. Sono particelle che si pongono al termine della frase e che
molto spesso caratterizzano il linguaggio maschile e femminile. nfatti nella lingua giapponese non
c' solo una differenza di "livello (noi ci limitiamo a tenei-tai e futsu-tai, ma si potrebbe anche
andare oltre), c' anche una differenza legata al sesso: certe parole o espressioni possono essere
usate solo dagli uomini o solo dalle donne. Chi parlasse usando espressioni non proprie verrebbe
considerato volgare o effeminato. Per questo motivo, bisognerebbe scegliersi un insegnante del
proprio sesso.
Le particelle in questione sono veramente tante, per ora ne consideriamo poche, usate
indifferentemente da uomini o donne. Una la conosciamo gi: . [ka] che ci consente di
trasformare qualunque frase in una domanda e che quindi ha una certa funzione grammaticale. Ma
sempre la particella z [ka] pu servire per chiedere una conferma. Per esempio, supponiamo che
qualcuno ci chieda il numero di telefono di Akiko; noi non siamo sicuri di aver capito bene il nome e
ripetiamo "Akiko?. Questa non si pu considerare una vera domanda, perch non aspettiamo la
risposta, tutt'al pi solo una smentita:
.,:.`'. [Akiko san no denwa bango o shitte imasu ka]
.,:.`'?[Akiko san no denwa bango o shitte iru?]
sai il numero di telefono di Akiko?
..'''.[Akikosan ka. ie, sumimasen]
...'.[Akikosan ka. Uun, sumimasen]
Akiko? no, mi spiace
Un'altra utile particella 1 [ne], che si usa per chiedere consensi ad una propria affermazione:
/:./`! [anata wa sakana o tabemashita ne]
/:./! [anata wa sakana o tabeta ne]
hai mangiato pesce, vero?
o per dare maggiori enfasi ad una esclamazione (in questo caso si tratta di solito di frasi
pronunciate in risposta a quanto ci viene detto):
,:] [kono tokei wa j go man en desu]
,:][kono tokei wa j go man en da]
quest'orologio costa 150.000 yen
'! [takai desu ne]
'! [takai ne]
che caro!
nfine [yo] serve a rafforzare un'opinione:
1. [wakarimasu yo]
1. [wakaru yo]
certo, si capisce!
':' [ano mise wa takai desu yo]
':' [ano mise wa takai yo]
quel negozio caro!
Note
Piccola curiosit sulla - [-u] finale dei verbi che diventa -1 [-wa] prima di aggiungere il suffisso -
/' [-nai]: pare che anticamente non esistessero verbi in - [-u], ma tutti questi terminassero in -
wu (l'hiragana si ormai perso, almeno nel mio programma di videoscrittura.). Questo
spiegherebbe l'apparente anomalia della coniugazione.
Con la nai-kei di [aru], solo /' [nai], abbiamo esaurito le irregolarit che non si trovano nel
gruppo. Facciamone un breve riassunto:
jisho-kei te-kei te-kei nai-kei
|[iku] [itte] [itta]
[aru] /' [nai]
Ho tradotto "avere il mal di testa con " . '' [atama ga itai desu]. Come in altri
casi, non c' una corrispondenza diretta tra le parole ed i termini grammaticali nelle due lingue. Noi
usiamo un verbo, mentre per i giapponesi c' un aggettivo, '' [itai], che forse potremmo
tradurre "doloroso. Questa costruzione valida in generale, per tutti i nostri dolori:
:.'' [ha ga itai desu]
:.''[ha ga itai]
ho mal di denti]
.''` [nodo ga itai deshita]
.'.[nodo ga itakatta]
aveva mal di gola
Notate che la parte dolorante il soggetto della frase, chi prova il dolore l'argomento della
conversazione:
:1/..'' [watashi wa onaka ga itai desu]
:1/..''[watashi wa onaka ga itai]
io ho mal di pancia
Dal verbo ;[ [yasumu], riposare, viene il sostantivo ; [yasumi], riposo, giorno di festa. Se ci
fate caso si tratta dellla masu-kei e questo capita abbastanza di frequente (ma purtroppo non
sempre, non una regola): la masu-kei di un verbo un sostantivo che rappresenta l'azione del
verbo stesso, a volte con l'ausilio di un suffisso:
[kotaeru] [kotae] rispondere risposta
, [hanasu] ,`[hanashi] parlare racconto
[taberu] _ [tabemono] mangiare cibo
[ [nomu] _ [nomimono] bere bibita
in particolare, negli ultimi due casi, il suffisso -_ [-mono] vuol dire "cosa (cosa da mangiare,
cosa da bere).
Fate attenzione, perch "racconto si pu scrivere anche utilizzando solo la parte in kanji, ,
[hanashi], anzi quest'ultima la forma pi diffusa.
Ho usato la parola ! [kodomotachi] per tradurre bambini. Forse sar bene ricordare che
! [kodomo] generico, non ha numero, si pu tradurre sia al singolare, sia al plurale. l suffisso -
[-tachi] indica una pluralit e pu essere aggiunto a molti termini, soprattutto quelli riguardanti
le persone.
Un'altra regola, che non usiamo molto spesso e merita una rinfrescata, quella relativa allo stato
in luogo: necessario il . [ni] se l'azione che si compie in quel luogo statica, il [de] negli altri
casi. Pu sembrare strano l'aver usato il [de] nella frase
[uchi de suu]
fumare in casa
ma fumare un'azione, lo anche dormire! n pratica il . [ni] si usa solo con i verbi di esistenza
' [iru] ed [aru].
n giapponese non esiste un verbo per "piovere, ma si usa un'espressione particolare:
. [ame ga furu]
la pioggia cade, piove
l verbo [furu] vuol dire "cadere, ma solo per i fenomeni atmosferici: pioggia, neve,
grandine.
n una delle frasi in futsu-tai, oltre alla coniugazione del verbo ho cambiato anche una parola, per
la precisione il modo di dire "no. nfatti anche "s e "no hanno una loro forma piana, o per meglio
dire sono sostituiti da dei loro sinonimi:
s . [un]
no . [uun]
Avete fatto caso a () _ [doko (e) mo]? La posposizione [e] un di pi, si pu mettere o
tralasciare a piacimento. Abbiamo detto che _ [mo] tende a sovrapporsi ad altre eventuali
particelle. Con : [wa], . [ga] e [o] la sovrapposizione totale, mentre le altre posposizioni
possono rimanere, ma sono sempre in sottordine.
Kanji
;[ [yasumu] riposare. Questo proprio facile: c' un uomo sotto un albero, riposa.
| [kin ] ieri. l secondo ideogramma quello di giorno. l primo composto di due parti: a
sinistra c' il radicale di giorno, a destra un simbolo che vuole rappresentare un
pugnale, o meglio uno scalpello. Un giorno scolpito passato, ed infatti questo kanji
indica genericamente il passato. Unito al simbolo del giorno indica un giorno
appena passato, cio ieri. Per essere precisi, questa coppia di kanji andrebbe letta
` [sakujitsu], che una parola meno usata (almeno nella lingua parlata) del
termine [kin ], ma con lo stesso significato.
[sakunen] anno scorso. l primo kanji quello del passato, il secondo quello di anno.
! [kodomo] bambino. l primo kanji quello classico per bambino, cucciolo. l secondo ha il
radicale di [hito], quindi stiamo sicuramente parlando di bambini.
}| [ashita] domani.
, [denwa] telefono. due kanji gi li conosciamo: il primo indica l'elettricit, il secondo vuol dire
parlare: il telefono ci fa parlare grazie all'elettricit, anche se siamo lontani.
VocaboIi
`` [aisukuriimu] gelato (dall'inglese ice cream)
[atama] testa
'' [itai] doloroso
. [un] s (informale)
. [uun] no (informale)
1/. [onaka] pancia, ventre
. [kasa] ombrello
[kotae] risposta
[kotaeru] rispondere
[sakunen] anno scorso
[suu] fumare (tabacco)
` [s ji suru] fare le pulizie, pulire
[nodo] gola
_ [nomimono] bibita
, [hanashi] racconto
,` [hanashi] racconto
[furu] cadere (per pioggia, neve.)
; [yasumi] riposo, giorno di festa
;[ [yasumu] riposare
2000 2002. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
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PROPOSIZIONI RELATIVE
Non sono del tutto certa dell'esattezza del titolo di questo capitolo. Abbiamo iniziato queste
lezioni dicendo che la grammatica l'avremmo utilizzata un po' alla buona, pi per comodit che per
necessit effettiva: ogni tanto aiuta far riferimento a qualche termine grammaticale. Non vorrei
quindi spaventare nessuno, non voglio addentrarmi nei meandri dell'analisi logica, ma solo provare
a raccontarvi come si possono rendere in giapponese tutto un insieme di frasi composte, in cui una
serve a descrivere meglio il soggetto o un complemento dell'altra:
l libro che ho letto interessante
La persona che sta laggi mio padre
Queste sono le foto che ho fatto io
A Tanaka piace l'automobile che ha comprato Akiko
Questo il tipo di frasi che cercher di aiutarvi a tradurre in giapponese (ho sottolineato quelle che
secondo me sono le "descrizioni). Oltre a questo, vedremo qualche altro uso della nai-kei e
continueremo ad esplorare la famiglia giapponese. Pronti?
Un po' di fiIosofia.
Visto che non vogliamo affidarci alla grammatica (forse in questo caso dovrei dire all'analisi logica),
riflettiamo un po' sulle frasi precedenti. Cominciamo dalla prima: "l libro che ho letto molto
interessante". Potremmo spezzarla in due parti:
o ho letto un libro. Quel libro interessante
l significato non cambia: abbiamo prima enunciato un fatto che ci serve a precisare di quale libro
stiamo parlando. Tra l'altro siamo anche in grado di dire la stessa cosa in giapponese:
[watashi wa hon o yomimashita. Ano hon wa
omoshiroi desu]
[watashi wa hon o yonda. Ano hon wa omoshiroi]
io ho letto un libro. Quel libro interessante
Quello che vogliamo realmente affermare che c' un libro che riteniamo interessante; il fatto che
l'abbiamo letto (magari l'anno scorso.) un di pi, una precisazione. Se il libro in questione fosse
stato a portata di mano, avremmo detto "Questo libro interessante; se fosse stato visibile, "l
libro rosso interessante; e potrei continuare con varie alternative: "l libro che mi ha regalato
Taro interessante, ".che mi ha prestato la nonna., ".citato nell'articolo., ".esposto in
vetrina. e cos via. Tutte queste frasi sono in un certo senso aggettivi per il libro.
Poich abbiamo unito due frasi, possiamo riparlare della differenza tra soggetto ed argomento. Ne
avevo accennato proprio all'inizio, con questo esempio:
Il bambino nel giardino. soggetto = bambino; argomento = bambino
Nel giardino c' un bambino. soggetto = bambino; argomento = giardino.
Nell'esempio attuale possiamo dire che "libro l'argomento di tutto il discorso o periodo, mentre
"io il soggetto della prima frase e "libro il soggetto della seconda. Questo vuol dire che,
quando saremo riusciti a comporre la nostra frase unica in giapponese, il termine "libro vorr la
posposizione [wa] ed "io si dovr accontentare di [ga].
II Iibro che ho Ietto interessante
Vi ho confuso abbastanza le idee con la filosofia? E' per questo motivo che ho riscritto quello che
in fin dei conti il nostro obiettivo, temevo che qualcuno potesse averlo perso di vista. Vorrei per
ricordarvi un'ultima cosa: molto spesso in giapponese una frase secondaria espressa in futsu-tai,
anche se ci troviamo in un contesto in cui sarebbe corretto usare la teinei-tai.
Riprendiamo le due frasi tradotte separatamente e, per semplicit, consideriamo solo la forma
cortese:
[watashi wa hon o yomimashita. Ano hon wa
omoshiroi desu]
io ho letto un libro. Quel libro interessante
Riepiloghiamo quanto abbiamo detto sulla frase secondaria: va in forma piana ed il suo soggetto
vuole la posposizione [ga]. Sono due cose che sappiamo fare:
[watashi ga hon o yonda]
io ho letto un libro
noltre tutto ci in pratica un aggettivo per il libro (argomento della frase principale), cio deve
sostituire [ano] in
[ano hon wa omoshiroi desu]
quel libro interessante
ma ripetere la stessa parola certamente di troppo, ne facciamo a meno:
[watashi ga yonda hon wa omoshiroi desu]
il libro che ho letto interessante
Molto probabilmente un giapponese avrebbe omesso il pronome "io, perch in questo caso
intuitivo, ed avrebbe detto:
[yonda hon wa omoshiroi desu]
[yonda hon wa omoshiroi]
il libro che ho letto interessante
AItri esempi
E' stata dura, ma ce l'abbiamo fatta! Adesso verifichiamo le nostre capacit con gli altri esempi.
La persona che sta laggi mio padre
Queste sono le foto che ho fatto io
A Tanaka piace l'automobile che ha comprato Akiko
Ripetiamo tutti i passaggi con "La persona che sta laggi mio padre:
1) la spezziamo in due parti:
laggi c' una persona. Quella persona mio padre
2) le traduciamo separatamente
[asoko ni hito ga imasu. Ano hito wa chichi
desu]
3) la frase secondaria va in forma piana
[asoko ni hito ga iru]
4) il suo soggetto deve avere la posposizione [ga] (questa volta gi a posto)
5) sostituiamo con questa frase l'aggettivo [ano], evitando di ripetere l'argomento [hito]
[asoko ni iru hito wa chichi desu]
Riepilogando:
[asoko ni iru hito wa chichi desu]
[asoko ni iru hito wa chichi da]
la persona che sta laggi mio padre
Adesso proviamo con "Queste sono le foto che ho fatto io, sempre passo passo:
1) la spezziamo in due parti:
io ho fatto delle foto. Queste sono le foto
2) le traduciamo separatamente
[watashi wa shashin o torimashita.
Kore wa shashin desu]
3) la frase secondaria va in forma piana
[watashi wa shashin o totta]
4) il suo soggetto deve avere la posposizione [ga]
[watashi ga shashin o totta]
5) usiamo questa frase come aggettivo del complemento oggetto [shashin], evitando di
ripeterlo
[kore wa watashi ga totta shashin desu]
Riepilogando:
[kore wa watashi ga totta shashin desu]
[kore wa watashi ga totta shashin da]
queste sono le foto che ho fatto io
E' cambiato poco: la frase secondaria fa da aggettivo di un complemento invece che del soggetto.
Nell'ultimo passo abbiamo fatto un'aggiunta invece che una sostituzione, ma questo dipende solo
da come ho spezzato la frase inizialmente. Potevo dividerla in "io ho fatto delle foto. Queste sono
quelle foto" ed avremmo ritrovato l'aggettivo [ano].
L'ultimo degli esempi dovrebbe ormai essere abbastanza semplice:
[Tanaka san wa Akiko san ga katta kuruma ga
suki desu]
[Tanaka san wa Akiko san ga katta kuruma ga
suki da]
a Tanaka piace l'automobile che ha comprato Akiko
Lo so che qualcuno avr una grande confusione in testa, ma spero che con un altro paio di esempi
riuscirete tutti a intravedere il meccanismo:
[piano o hiru tomodachi ni aimashita]
[piano o hiru tomodachi ni atta]
ho incontrato un amico che suona il piano
[koko ni wa kanojo ga taberu resutoran desu]
[koko ni wa kanojo ga taberu resutoran da]
questo il ristorante dove mangia lei
Marito, mogIie e figIi
Allarghiamo la nostra famiglia e consideriamo i rapporti coniugali. Continua ad essere valido il
discorso di differenziare i termini per parlare del proprio coniuge o di quello altrui.
famigIia propria famigIia aItrui
marito [otto]
[shujin]
[goshujin]
mogIie [kanai]
[tsuma]
[okusan]
La parola [otto] si utilizza solo per indicare il proprio marito, mentre [shujin] pu in realt
essere usato anche in termini pi generali. Con il prefisso onorifico [go] otteniamo
[goshujin].
Le parole [kanai] e [tsuma] sono equivalenti; se vogliamo essere ancor pi cerimoniosi
possiamo anche sostituire il suffisso [san] con [sama]: [okusama].
Adesso consideriamo i figli. Bisogna distinguere tra maschi e femmine, ed inoltre ci sono dei
termini specifici per indicare i maggiori in et. La deferenza verso i figli altrui mostrata dall'uso del
suffisso - [-san].
l proprio figlio maschio [musuko], mentre quello altrui [musukosan]. l figlio
maggiore si chiama [ch tan].
Per le ragazze invece abbiamo rispettivamente [musume], [musumesan] e [ch jo].
Dovere
l verbo dovere non esiste in giapponese, si usano dei giri di parole, perch l'espressione "dovere
troppo forte, troppo diretta. Non possiamo ancora capire completamente queste costruzioni, ma
considerato che sono abbastanza semplici da fare e che prevedono l'uso della nai-kei, ve le
presento.
Una prima forma in pratica proibisce di non fare. La costruzione :
V- [V-nai to ikemasen]
dove V- [V-nai] rappresenta un verbo in nai-kei e [to ikemasen] indica una
proibizione:
[benky shinai to ikemasen]
devi studiare (letteralmente: proibito non studiare)
[tabenai to ikemasen]
devi mangiare
La seconda forma forse ancora pi subdola e sembra uno scioglilingua:
V- [V-nakereba narimasen]
il verbo va coniugato in nai-kei, poi la - [-i] finale si trasforma in - [-kereba] e si aggiunge
[narimasen], masu-kei negativa del verbo [naru], diventare. Non entro nei dettagli,
ma un verbo coniugato in questo modo indica un condizionale negativo. l senso di tutta
l'espressione quindi "se non (fai) V, non diventi. Che cosa non si diventi, non espresso, rimane
una minaccia. ( per questo che la considero un'espressione subdola).
[ikanakereba narimasen]
devi andare
[minakereba narimasen]
deve guardare
Ripeto, non cercate adesso di capire il perch e il per come, prendete queste espressioni cos
come sono, soltanto per arricchire il nostro vocabolario. E non pretendete di poter subito usare
anche la forma negativa: "non devi toccare, "non devi bere birra. Abbiate pazienza!
Note
Una volta che siamo riusciti a comporre una proposizione relativa in forma cortese, basta
modificare il verbo della principale per metterla in forma piana (vale anche il viceversa!).
n italiano si usa pi l'espressione "fare una foto, che "prendere una foto. n giapponese invece,
pi la seconda. nfatti il verbo [toru] vuol dire "prendere, anche in senso di rubare. Ma
l'espressione [shashin o toru] non ha nulla di negativo.
Riguardiamo questo esempio sulle proposizioni relative:
[Tanaka san wa Akiko san ga katta kuruma ga
suki desu]
[Tanaka san wa Akiko san ga katta kuruma ga
suki da]
a Tanaka piace l'automobile che ha comprato Akiko
La posposizione [ga] compare due volte. La prima il soggetto della frase secondaria, che da
sola suonerebbe come:
[Akiko san ga kuruma o katta]
Akiko ha comprato un'automobile
la seconda volta invece parte integrante della struttura che traduce il verbo piacere: "X Y
[X wa Y ga suki desu], dove Y ci che piace ed X la persona che prova questa
sensazione.
Ricordatevi che non tutte le proposizioni che contengono il "che possono essere tradotte con
questa forma. Per esempio quelle che in realt indicano le parole o il pensiero di qualcuno hanno
tutta un'altra costruzione:
[Taro wa tenki ga yokatta to iimashita]
[Taro wa tenki ga yokatta to itta]
Taro ha detto che il tempo era buono
l kanji [ii, yoi] non molto usato, forse perch in questo caso veramente molto pi rapido
usare l'hiragana. E' per utilizzato per comporre molti altri kanji, come ad esempio in
[taberu], mangiare.
Kanji
[otto] marito. Abbiamo il kanji di [ookii], grande, con un altro segno che
rappresenta uno spillone per capelli. Siamo quindi di fronte ad un uomo fatto,
cresciuto.
[omo] signore, padrone. l segnetto in alto indica una fiamma, per la precisione quella del
fuoco sacro. La parte inferiore il suo guardiano, quindi un signore (nel senso di
persona cha ha un certo potere), un padrone.
[shujin] marito. Abbiamo il segno di padrone e quello di persona, come dire che la persona
che pu fare da padrone il marito..
[okusan] moglie (altrui). Dovete cercare di vedere questo kanji scomposto in varie
parti. Non so se riuscite a visualizzarlo abbastanza bene, ma grosso modo
formato da una linea orizzontale, sotto la quale ci sono due linee oblique. Altri tratti
servono a completare il disegno di un quadrato con uno sbuffo in cima. nfine dentro
la figura c' un altro disegno, pi piccolo, che rappresenta del riso. tratti che
completano il quadrato vogliono indicare una stanza interna alla nostra casa,
privata. La moglie colei che conserva il riso nella nostra casa (qui il riso non solo
il cibo, ma tutto ci che concorre al benessere).
[ii, yoi] buono, positivo. n questa figura c' un setaccio (i due rettangoli al centro); dall'alto
entra qualcosa nel setaccio e ci che ne esce la parte scelta, il "buono.
[taberu] mangiare. La parte superiore un coperchio, sotto c' qualcosa di buono:
del cibo tenuto in caldo per essere mangiato.
[chikara] forza. Avete presente un uomo che vuol mostrare tutta la sua forza e gonfia il torace
tenendo le braccia abbassate e leggermente allargate? un po' come nella
camminata di Braccio di Ferro. Questo kanji rappresenta proprio queste braccia
muscolose.
[otoko] uomo, maschile. l kanji composto di due parti: un capo di riso e la forza. Per
coltivare bene un campo di riso occorre la forza di un uomo.
[onna] donna, femminile. E' una donna inginocchiata: la linea orizzontale rappresenta le
braccia, quella che sporge in alto la testa, le altre sono le gambe.
[ji] questo kanji non ha un significato di per s, ma usato come prefisso in una serie
di parole ed ha un significato molto simile al nostro "auto delle parole autoritratto,
autobiografia. ndica quindi qualcosa che riguarda s stessi. l disegno viene da
quello di [me], occhio, con in pi un piccolo tratto. Cos' che si trova ad una cos
piccola distanza dagli occhi? il naso, che come gi sappiamo ci rappresenta, il
nostro io.
[iki] respiro. La parte inferiore l'abbiamo gi incontrata, un radicale che indica il cuore;
quella superiore il naso, cio noi stessi: il respiro qualcosa che viene proprio da
noi, la nostra essenza.
[musuko] figlio maschio. Un piccolo, un bambino, che viene dal nostro io.
[ch tan] figlio maggiore. l primo kanji rappresenta dei capelli lunghi, fermati sulla nuca. Era
la tipica acconciatura degli uomini, quindi passato ad indicare qualcuno gi
grande. l secondo kanji ci dice soltanto che questa persona di sesso maschile.
[musume] figlia. Questo ideogramma composto da altri due, quello di donna e quello di
buono: una figlia una donna che ancora buona.
[ch jo] figlia maggiore. E' speculare al figlio maggiore, [ch tan].
VocaboIi
[okusama] moglie (altrui)
[okusan] moglie (altrui)
[otto] marito
[kanai] moglie
[goshujin] marito (altrui)
[shashin] fotografia
[shujin] marito
[ch jo] figlia maggiore
[ch tan] figlio maggiore
[tsuma] moglie
[toru] prendere
[musuko] figlio maschio
[musukosan] figlio maschio (altrui)
[musume] figlia
[musumesan] figlia (altrui)
2000 2002. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E' consentito l'utilizzo
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