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Scirocco

A Roberta, lettrice paziente e paziente lettrice. In memoriam: Pietro Valpreda e Luigi Veronelli: perch no? Horst Fantazzini: perch s! e una Raffo ghiacciata alla salute di Mustaki.

Bisogna avere naso per sentire arrivare lo scirocco: si insinua dappertutto senza troppo rumore lasciando inchiodati.
FIORA PIRRI E LANFRANCO CAMINITI,

Scirocco.

Haud dubium erat eam sententiam altius penetrare et arcana imperii temptari.
TACITO,

Annales, II, 36.

0. Niente conclusioni frettolose

Niente conclusioni frettolose. E soprattutto, niente deduzioni!


JULES MAIGRET

1. Le due attivit principali del pancreas

Bologna. Dunque, cerchiamo di riepilogare, le spiace? Ancora? Guardi che sono tre ore che sono qui a ripetere sempre le stesse cose, le avete anche messe a verbale Ecco, allora facciamo cos. Le rileggo il verbale, e lei mi spiega. Perch, guardi, quello che mi ha detto lho sentito: ma continuo a non capirci niente. Allora, era in giro da solo, in bicicletta. Alle dieci di sera. Sar diventato un reato, girare in bicicletta di sera? No, guardi, non la metta su questo piano. solo per puntualizzare. Allora, lei aveva appena svoltato, e questo tale le viene incontro: esatto? Non che venisse incontro a me: correva nella mia direzione. Appunto. Ma correva sempre pi piano, e si fermato proprio davanti a lei. Si ferma, cade in terra Qui lei dice: cade gi come un sacco vuoto S, come un sacco vuoto. caduto su se stesso, sui suoi piedi. Ma non a terra. crollato in ginocchio. Esatto. scritto proprio cos. Poi, leggo, questuomo che non aveva mai visto apre gli occhi e guarda verso di lei. S. Come mi riconoscesse: mi guarda negli occhi e sorride. questa la cosa bizzarra: stava morendo e mi sorrideva. Gi. Una delle cose bizzarre. Poi ci sono le altre... Ma lei non si era ancora accorto del sangue. Lui sorride, lei scende dalla bicicletta, cerca di abbracciarlo per sostenerlo, e quello le dice Mi scusi, devo leggere, perch qui davvero non ci capisco niente Le dice che il pancreas ha due attivit principali: agente patogeno di giorno e guardia giurata di notte . S. Ha proprio detto cos. Sorrideva ancora, mentre me lo diceva. Poi ha rovesciato la testa, e mi sono accorto dei buchi sulla schiena, del sangue sulla mia mano, e insomma Ma proprio certo che abbia detto questa stronzata del pancreas? Sta morendo, non la conosce ma le sorride, e tira fuori questa stronzata? Sicurissimo. E come fa a essere cos sicuro? Perch questa stronzata, come la chiama lei, mia. Lho scritta io. Non vi conoscevate, e lui prima di morire le dice una cosa scritta da lei? Non sar colpa mia, adesso. Lavr letta, mi avr sentito Ma lei che cosa fa di mestiere, per scrivere questa roba? Lattore. Lattore comico. Scrivo testi, poi li recito. Testi cos? S, testi senza senso. Testi cos. Stronzate cos, se preferisce. E la gente ride? S, la gente ride. E perch scrive cose cos? Perch le barzellette sui carabinieri non fanno pi ridere nessuno.

2. Corvi

Donegal (Irlanda settentrionale). I see trees of green, red roses too I see the bloom for me and you. Cro cro cro cro cro. Il primo corvo arriva solenne, regale, leggero come una vela. Sbuca dal rossore abbagliante del tramonto che filtra dalle fessure dei monti e cola sui tetti, scivola sullaria immobile e si posa con precisione proprio l, sul filo della luce. Cro cro cro. Arrivano il secondo e il terzo, simultanei, perfetti nella virata, ali aperte, maestose. Sovrani. Sfuggono per un attimo dal campo visivo, curvano come per rientrarvi e sono l, quattro zampe sincrone agganciate al filo della grondaia. Cro cro cro cro cro cro cro cro cro cro. Il quarto, il quinto. Poi non si riesce pi a contarli. Scendono dal cielo, sbucano dal tramonto in fiamme e oscurano laria, tersa nonostante le nubi che vagano. Dopo un poco le nubi non ci sono pi, andate via, o forse distratte alla vista dal turbinio di penne scure che si infittiscono sui cavi elettrici, sugli orli dei tetti, sulle grondaie, sugli apici dei pennoni. Ovunque. Cro cro cro cro cro cro cro cro cro cro cro cro cro. Si fermano. Poi non ne arrivano pi. Sono tutti qui, sui bordi della citt che tremola: i tetti sono vivi, vibra il nerume che li ha ridipinti. Listintiva paura lascia il posto a una strana calma. I see skies of blue and clouds of white bright sunny days, dark sacred nights. Incredibile. cos ogni volta? S. Non ho mai visto un tramonto simile. C molto che ancora non hai visto. Sei troppo giovane per aver visto tutto.

E tu, Andrea? Sei abbastanza vecchio da aver visto tutto? No, non abbastanza. Io sono morto, ricordi? Ho visto quello che avevo da vedere. Mi basta. Non hai voglia di vedere qualcosa di nuovo? Non stasera. Restiamo ancora un po qui, vuoi? Finch fa buio? Pi o meno. Poi? Poi ti porto a cena. Fidati, ti piacer. S, s, mi fido. Coshai da ridere? che non sono mai stata a cena con un morto. Non che poi resusciti? No, mi spiace. Dovrai farci labitudine. Wow! Mi spiace! Non eri tu quello che non chiedeva mai scusa? Da vivo. Ora sono morto. And, I think to myself, what a wonderful world yes, I think to myself, what a wonderful world.

3. Visita di controllo

Bologna. Il portone dingresso non un problema: basta un contatto col citofono che d il tiro ai clienti. Due fili da collegare, tanto a questora non passano neanche i tossici. Il silenzio della notte bolognese. Il sommesso fruscio continuo del vecchio canale che scorre sotto i piedi: pi in l lo si vede. Poi c la finestrella che d sullacqua. Romanticismo. Qui il frusciare dellacqua si fa gorgoglio: la tromba delle scale amplifica il suono che sale dai finestroni aperti nella notte estiva. La porta questa: mano ai ferri. Cede quasi subito: lantifurto stato sconnesso tagliando il filo giusto con una tronchesina. Facile: basta sapere che c. Interno: la luce della torcia americana. Il primo dei due avanza sicuro, il secondo resta dietro la porta dingresso: a questo punto tanto vale aspettarsi sempre il peggio. La poltrona. Il trapano. Lautoclave per la sterilizzazione: gli strumenti escono imbustati. I quadri alle pareti. Le stampe: la Bologna duna volta. La macchina del caff. Archivio. I fascicoli dei pazienti. Ogni fascicolo contiene: liberatoria del paziente, panoramiche dentali, scheda con rappresentazione grafica delle arcate inferiore e superiore e annotazione analitica di ogni seduta. Data, descrizione, posizione del dente: c tutto. Le anamnesi, le prognosi. Nomi, cognomi, indirizzi, numeri telefonici. La societ del controllo applicata a una piccola porzione di individuo: da l si pu ricostruire il macrocosmo implicato nel microcosmo. Fascicolo numero uno: piuttosto consistente. Una lunga frequentazione. Fascicolo numero due: piuttosto smilzo. Paziente recente. La documentazione del fascicolo uno nel fascicolo due, la documentazione del fascicolo due nel fascicolo uno. Il limite della societ del controllo: la facilit duso dei suoi strumenti. Vetrinetta: calchi di gesso. Calchi dentari. I nomi sono scritti sulla base. Un solo calco: forse non se ne accorgeranno mai. Una morte, una resurrezione: bilancio pari. Si pu andare.

4. Ciao, come stai?

Localit non determinabili. Invio: da cellulare clonato con scheda estera a telefono fisso. Allaltro capo: tavolo in mogano anticato. Telefono nero a disco. Drn Pausa (nessuna risposta). Drn... drn Pausa (nessuna risposta). Dieci minuti dopo. Invio: da cabina telefonica pubblica a cellulare clonato con scheda estera. (La cabina dista centocinquanta metri dallabitazione dotata di telefono nero a disco). Drn... drn Pausa (nessuna risposta). Drn... drn Il ricevitore viene sollevato. Nessuna risposta vocale. alfaLetto il giornale? betaLetto. alfaCosa consigliano? betaDi aspettare. Aspettare e cercare di capire. alfaCi sto gi pensando io. Pu essere una coincidenza. betaPu essere, pu non essere. Tutto pu essere. alfaAspettare pi complicato. betaNon possiamo rischiare. Si rimanda. alfaLa pesca? betaGi partita. Sono stati puntuali. alfaAllora? betaSi cambia attracco. Si cambia mare e si va al sicuro, come in passato. Si resta in attesa. Stand by. alfaDove appoggiamo il carico? betaProva a immaginare. La Storia ha il vizio assurdo di ripetersi alfa beta alfaSar felice di rientrare nel giro. betaPazienza. Servono anche loro, per ora alfaOra? betaOra, ieri, forse domani, chiss Servono tutti, prima o poi: se tutti servono, nessuno indispensabile. alfaQuasi nessuno. betaQuasi. Ma non di questo che devi occuparti. alfaQual il problema?

betaIl belga. Senza soldi non si muove. Senza data non si muove. Lavora cos. Tu pensa al bonifico. alfaBonifico? betaSembra che qualcuno si sia spaventato. A movimentare il denaro abbiamo gi provveduto, devi solo far sbloccare il conto. alfaNessun problema. Per beta alfaPerch il belga? Non possiamo usare uno dei nostri? betaNon si usano i nostri. Niente di riconducibile. Pezzi sparsi. alfaMa adesso non pi cos. betaQuella base la pi sicura, non abbiamo alternative. Il resto procede come previsto. alfaDici che al belga il posto piacer? betaSe lo far piacere. lavoro, non vacanza. alfaLa nuova data? betaSan Michele. alfaPerch? betaLarcangelo Michele con la sua spada fiammeggiante protegge dai demoni i cavalieri erranti che vagano su questa Terra dice cos, pi o meno. alfaChi dice cos? betaUn monaco medioevale. Un mistico. alfaAncora con queste storie? betaC chi ci crede. Se basta cos poco, perch non accontentarli? alfaE tu ci credi? betaLarcangelo Michele il patrono della Guardia di Ferro della Romania. alfaQuindi? betaCosa vuoi che mi importi della Romania? Tlac (cornetta abbassata). Signore, ha finito? Mi regala la scheda per la collezione? No. Perch? Faccio anchio collezione.

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5. Il pettinato lettore di notizie con il cuore in mano

Milano. Direttore, scusi: ha sentito la radio? No, Scungio, sono appena arrivato. Cos successo? Il brigadiere Scungio respira a fatica, a bocca aperta. Ha fatto violenza ai suoi novantadue chili accumulati in trentanni di mensa carceraria e contromensa coniugale, percorrendo di corsa il corridoio che conduce allufficio del direttore. Che non ha sentito il notiziario. La brutta notizia deve dargliela lui. Allora, Scungio: ti strozzi una volta per tutte, o mi dici cosa dovevo sentire alla radio? Inspirazione: aria viziata in ingresso. Espirazione: il sottile fischio che parte dai bronchi semiocclusi e segnala il peggioramento del sistema respiratorio del brigadiere. Aria viziata-fischio in uscita. Aria viziata-fischio in uscita. Aria viziata-colpo di tosse-espettorazione: finalmente. Il fazzoletto gi nella mano braciolosa del brigadiere Scungio, pronto a raccogliere il catarro fuoriuscito dalla gola. Che schifo, Scungio! Guarda che se non la smetti con le sigarette e tutti quei grassi, a dieta ti ci metto io, senza aspettare tua moglie. Il telegiornale del mattino! Paonazzo, il brigadiere Scungio allunga la mano verso il televisore portatile sul mobiletto dellufficio, lo accende e lo sintonizza sul telegiornale delle sette e trenta. Lo stacchetto pubblicitario sfuma nella sigla. Ascolti, direttore, ascolti ma cosa fa l per terra, direttore? Raccolgo il fascicolo che hai fatto cadere con una culata, ippopotamo senza tut che non sei altro. Possibile che No, non possibile che il brigadiere Scungio si accorga dei disastri che combina ogni volta che si muove in spazi ristretti, ma non questo il momento di discuterne. Non neanche il momento di raccogliere di nuovo il fascicolo che, liberatosi dalla stretta della mano ora aperta del direttore Osvaldo Strano, obbedisce alla legge di gravitazione universale risparpagliandosi sul pavimento dellufficio. Non il momento per dire qualcosa di sensato, di intelligente, di colloquiale: non davanti a queste immagini. O meglio, non davanti a queste immagini quando non provengono dai Balcani, dal Medio Oriente, da un qualsiasi luogo che non sia Bologna, Italia. Ma cos diventata Bologna: Beirut? Palermo? Il brigadiere Scungio, che a Palermo ha fatto il servizio militare, Beirut non ricorda neanche dov, ma non ne ha bisogno per capire la gravit del momento. La foto della presunta vittima dellattentato si sovrappone ai fotogrammi dellauto carbonizzata. Il pettinato lettore di notizie sottolinea con il cuore in mano: non il suo, ovvio. La retorica gli impasta i denti sbiancati a bicarbonato: ma chi li scrive questi commenti?, pensa. Ha imparato alla scuola di dizione, a scollegare il cervello dalla lingua. Accidenti, Scungio! esclama il direttore Strano. Poi comincia a fare uno pi uno. Porca miseria Scungio, accidenti ai nomi, come diavolo si chiama quel politico bolognese che abbiamo qui? Malavasi, direttore? Cristiano Malavasi? Proprio lui. Mi sa che devi andare a chiamarmelo, perch

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Nel corso della notte un altro efferato evento sanguinoso al momento inspiegabile ha turbato la citt felsinea, continua implacabile il pettinato lettore di notizie con anonima cadenza. Il direttore si ferma. Senza rendersi conto di aver perso le carte, ripone il fascicolo immaginario sulla scrivania. Le porto il camoscio, direttore? No, aspetta un po tanto non resuscita nessuno. Fammi verificare la cosa. Faccio due telefonate, poi ti chiamo io Ma cosa diavolo sta succedendo, laggi? Al momento si ignora se i due eventi siano in qualche relazione tra loro, conclude il pettinato lettore di notizie scandendo le sillabe: come gli hanno insegnato a scuola di dizione.

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1. Limportanza della sofferenza

Tu di troppa importanza alla sofferenza.


RAV MORDECHAI SHOUSHANI

(a Elie Wiesel).

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1. Lamore una cosa meravigliosa

20 aprile 1945, tra Molinella e Bologna. Mio amatissimo Attilio, ho il cuore in gola per le notizie belle e terribili che riporto per lultima volta su questo diario prima della partenza. La mano mi trema dallemozione pensando che tra non molto potr ritrovarti e insieme torneremo in questo rifugio a riabbracciare le buone persone che per tanti mesi ci hanno nascosti, e finalmente potr donarti questo quaderno che ho scritto solo per te. Davvero non so come cominciare, ma devo far presto, perch gi i nostri pochi beni sono stati raccolti in ununica cassetta di legno: mi sembra incredibile, ora che li vedo insieme, che per tutto questo tempo abbiamo avuto cos pochi abiti per coprirci. Ma ormai finita: tra breve saremo in salvo. Ieri quel bravo giovane di cui ti ho gi scritto (come sono sciocca, vero? Come se tu potessi aver letto le pagine di questo diario: eppure a te che le ho indirizzate) tornato con la sua macchina senza copertura (era come sempre ben vestito, con un grande cappello bianco e un fiore bianco allocchiello) e ci ha recato la grande novit: gli americani hanno attraversato la stretta di Argenta, lultimo ostacolo tra la Romagna e Bologna, in breve saranno qui. I tedeschi sono in rotta, ma proprio per questo bisogna temere la loro rabbia e la loro cieca vendetta. Questo casolare che il giovane parroco di Villanova ci aveva trovato non pi sicuro: i tedeschi sbandati potrebbero rifugiarvisi, e non farebbero fatica a scoprirci. Ma non ci troveranno: il nostro salvatore gi qui, giunto di prima mattina con un furgoncino guidato da un suo fido amico per portarci in un luogo sicuro per i pochi giorni che ci separano dalla fine di questa terribile guerra. Il babbo dice che non pu che essere la ricompensa del Signore per non aver dubitato un solo giorno della sua protezione. E davvero in tutti questi mesi non passato giorno che non leggessimo la Torah, e il nostro nonno, improvvisatosi rabbino, non si preoccupasse del nostro studio. Quante volte abbiamo commentato Geremia e Giobbe, e quante volte il nonno ci ha ripetuto che le loro sofferenze anticipano le sofferenze del nostro popolo! Ma ieri abbiamo letto col cuore ricolmo di gioia le ultime pagine di Giobbe, quando il Signore restituisce al pi devoto dei suoi figli tutto quanto aveva perduto. Ti confesso che a volte la sera, dopo la preghiera comune, ho recitato in silenzio il Cantico, come quando lo recitavo a te, e nel recitarlo sentivo il calore delle tue mani sui miei piccoli seni, e ricordavo lodore delle tue labbra e dei tuoi capelli, e quasi sentivo il tuo corpo accanto al mio. Non credo che questi pensieri siano stati impuri: come pu il nostro Dio adirarsi verso chi ama, se Lui stesso ad averci dato la capacit di amare? Ma vedi che ancora una volta mi perdo in chiacchiere da ragazzina, mentre i miei fratelli gi caricano lunica cassa nel furgone che ha acceso il motore. Addio, anzi, arrivederci, amore mio. Conter i minuti che mi separano da te. Quanto tempo passeremo a raccontarci di questa guerra, e quanto ne passeremo stretti luno nelle braccia dellaltra. Vedrai, ti insegner a leggere, come ti avevo promesso lultima volta che ci siamo visti, e potremo leggere il Cantico insieme. Che lala dellangelo sia sempre stesa a proteggerti. La tua Ester

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2. Souvenirs dItalie

Il Mattino di Bologna cronaca della provincia, 20 agosto 1998 un inatteso ritrovamento riapre un antico mistero di Diego DallOlmo.

Tra i molti misteri insoluti del dopoguerra si annoverano due eventi sino a ieri apparentemente distinti: lignota sorte della famiglia Roma di Villanova, e la scomparsa dei coniugi Ravaglioli nelle campagne molinellesi. La famiglia Roma, composta dai coniugi Daniele e Rachele, dai quattro figli Ester, Giuditta, Davide e Simone e dal padre di Rachele, Isacco, scomparve nellestate del 1944 da Villanova, e di essa non si pi avuta notizia. Lallora giovane parroco villanoviano, don Ricrea, li aveva indirizzati presso un casolare abitato dalla famiglia Forni, che aveva raccolto altri profughi ebrei: ma da questa famiglia i Roma non giunsero mai. Non distante dalla fattoria dei Forni era il casolare dei coniugi Alvise e Antavleva Ravaglioli, che scomparvero alla vigilia del 25 aprile 1945. Il loro figlio, tornato dalla prigionia nel 1946, ha invano cercato una qualche notizia dei suoi genitori, dei quali non si mai saputo nulla. Sino alla scorsa settimana, almeno, quando il nipote Cesare ha iniziato i lavori per la trasformazione del Casale Ravaglioli in un agriturismo. Dietro un pesante armadio, che in tutti questi anni nessuno aveva mai spostato, stato rinvenuto un quaderno, quasi certamente il diario tenuto da Ester Roma dallestate del 1944 sino alla vigilia della Liberazione. Si ignora il motivo per cui la famiglia Roma si rifugi nel Casale Ravaglioli piuttosto che nella fattoria Forni: quel che certo che il 20 aprile 1945 la famiglia Roma intraprese un nuovo, misterioso spostamento, su sollecitazione di un giovane che offriva loro un rifugio, a suo dire, meno incerto delle campagne molinellesi, prossime a diventare terreno di scontro tra partigiani e nazifascisti. Non dato sapere se anche i coniugi Ravaglioli partirono con la famiglia israelita, n quale sorte sia loro toccata.
la Repubblica cronaca di Bologna, 22 agosto 1998 la piccola anna frank di villanova di Roberto Colasanti.

Il diario di Ester Roma, la giovane ebrea scomparsa assieme alla sua famiglia e ai coniugi Ravaglioli il 20 aprile 1945, stato visionato dal rabbino della comunit israelitica di Bologna. Era presente anche lanziano parroco di Villanova, don Ricrea, che ha ricordato con lucidit quei tragici momenti. Il parere del parroco che la famiglia Roma sia giunta per errore al Casale Ravaglioli credendolo la fattoria che lo stesso parroco aveva loro indicato e dove i Roma erano attesi, e che i coniugi Ravaglioli abbiano deciso di dare rifugio allinattesa famiglia ebraica. Il rabbino della comunit di Bologna ha confermato che nessun membro della comunit

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ebbe notizia dei Roma allindomani della guerra, e ci lascia supporre che la famiglia possa essere incappata in un tragico incontro, forse degli sbandati.
lUnit Emilia Romagna cronaca regionale, 23 agosto 1998 unico indizio: un uomo dal cappello bianco di Tommaso De Lorenzis.

La famiglia Roma abbandon il Casale Ravaglioli di propria volont, in un furgone guidato da un giovane elegante, con un cappello bianco: quanto emerge dallultima pagina del diario di Ester Roma, quella che ormai per tutti diventata lAnna Frank bolognese. Chi era quelluomo? A che titolo intervenne? E come aveva saputo dellesistenza di una famiglia ebraica nascosta nella casa dei Ravaglioli? Tra i soliti gialli estivi, montati ad arte per scaldare i pruriti di uninformazione in disimpegno, dimprovviso emerge un vero mistero. Nove persone scomparse nel nulla, la tragedia degli ebrei durante la Repubblica sociale, i drammatici ultimi giorni di guerra Purtroppo la maggior parte dei testimoni non ci sono pi, e i pochi indizi a disposizione non appaiono sufficienti, come conferma il sostituto procuratore Tomaselli, che ha aperto un fascicolo sulla scomparsa delle due famiglie: Lapertura del fascicolo un atto dovuto, ma anche un espediente tecnico che ci consente di svolgere qualche indagine. Purtroppo al momento non siamo neanche in grado di formulare unimputazione precisa contro ignoti, anche se siamo convinti che le due famiglie siano andate incontro a un tragico destino.
Corriere Padano Nuova edizione, settembre 1998 le famiglie roma e ravaglioli trucidate dai partigiani comunisti?

Secondo lo storico avv. Elio Caputti, che da tempo si adopera per sollevare il velo di complice silenzio che da cinquantanni copre i misfatti dei cosiddetti partigiani (meglio: delle bande di briganti che saccheggiarono il Nord Italia dopo la caduta del legittimo governo della Rsi), le ossa di recente ritrovate nelle campagne argentane potrebbero essere quelle della famiglia Roma e dei coniugi Ravaglioli, con tutta probabilit trucidati dai partigiani per derubarli degli ori di famiglia. Sulla vicenda stata preannunciata uninterrogazione consiliare, alla prossima riapertura del consiglio comunale di Ferrara, dallavvocato Furio Balbetti, capogruppo dei consiglieri di opposizione.

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3. I ferri del mestiere

25 agosto 1998, presso Bentivoglio (Bologna). Linsegna dice: Officina Bignardi. Cicli e moto. Accanto, linsegna Piaggio. Chiuso, dice il cartellino appeso alla maniglia. Io, a leggere, ho imparato in parrocchia. E allora? Volevo leggere la Bibbia, sono andato dal prete e ci ho detto: adesso mi impari a leggere. Non vuol dire mica niente, solo perch ho letto la Bibbia prima dei libri del Partito. Non gli mai passata al Cioccolata questa storia della parrocchia. In sezione ci scherzavano sopra, ogni volta che apriva bocca cera sempre qualcuno che diceva: Occhio, che il Cioccolata l un baciapile. E non parliamo poi di quando arrivava il commissario politico con la linea, e il Cioccolata, testa dura che non altro, non era convinto. E non gli andava mai bene niente, al Cioccolata: non gli piacevano gli americani, e va bene, ma neanche i russi, e questo gi andava un po meno bene. E i democristiani, e i socialisti, che si era tutti contro, ma in realt bisognava sempre dialogare, e anche questo il Cioccolata non lo capiva. In fondo lui voleva una sola cosa: andare a prendere i fascisti da casa uno per uno, e finire il lavoro interrotto nel 45. E non capiva perch non si poteva Di m, Cioccolata, basta romper i marn! e ogni volta quella storia della parrocchia, fino al giorno in cui il commissario politico venne da Bologna apposta per lui, che il Cioccolata se lo ricorda ancora. Cos tu, compagno, hai imparato a leggere in parrocchia. S. Cavevo ventanni, la guerra era finita, mi avevate detto di nascondere le armi e io lho fatto, e volevo imparare a leggere. Era importante saper leggere, no? Certo, compagno. Ma sarebbe stato meglio imparare a leggere ai corsi serali qui in sezione. Perch mai un comunista deve andare a imparare a leggere in parrocchia? Perch volevo leggere la Bibbia. In sezione ti avremmo insegnato a leggere sul Manifesto, poi cera il corso sul primo libro del Capitale. Secondo te non importante che un comunista conosca questi libri? Oh, compagno commissario, mettiamola l giusta: io quei libri poi li ho letti, perch lo so anchio che importante sapere certe cose. Ma non avevo mica bisogno di leggere il Capitale per diventare comunista. Mi bastava la faccia di mia madre che faceva i conti con lacqua e lerba di campo per preparare la minestra, per diventare comunista. Bastava la fame, servivano mica i libri per capirla. Non gli mai passata, al Cioccolata, quella storia del processo politico, perch mica stupido, il Cioccolata: beve troppo e dimentica le cose, e a volte le sue riparazioni non sono fatte bene (e s che bravo, il mestiere lo ha insegnato lui al Togliatti), ed per questo che lo chiamano Cioccolata, ma stupido no! Altro che discussione democratica, lo buttavano fuori del Partito se le cose andavano male. Non gli mai andata gi che gli avessero mandato quel signorino con laria da bravo ragazzo, uno che per diventare comunista aveva letto i libri di famiglia e la fame laveva conosciuta nei romanzi. Non gli mai andato gi niente, al Cioccolata. Sono passati quasi cinquantanni e ancora ci pensa. Quando beve poco. Quando il vino scende pesante, ci sono cose ancora pi vecchie che non gli vanno gi. Brutta cosa, la memoria. Ti prende la vita e te la ributta indietro, ti mangia i giorni e te li rivomita nel rancore. Il Cioccolata ha smesso di vivere nel 1945. O meglio, ha perso il presente, e di conseguenza anche il futuro. Lui non voleva costruire la societ dellavvenire: voleva solo tornare indietro ad ammazzare quelli di ieri, t m!

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Smettila con queste storie, Attilio. Cosa te ne importa ancora del Partito, che tanto non c pi, gli fa il Togliatti, pacato, armeggiando con i ferri. Ma s, va l che chai ragione, e si versa un altro bicchiere di rosso. Al Togliatti il vino non fa niente, al Cioccolata d subito alla testa. Oggi, poi, proprio non si riesce a trattenerlo. Il Togliatti neanche ci prova: se fosse al suo posto, oggi si ubriacherebbe anche lui. Allora hai parlato col parroco? Si, ci ho parlato. come dice il giornale. (non dice mica lUnit, il Togliatti: dice il giornale). lUnit l, sul bancone dellofficina in mezzo ai ferri, aperto alla pagina regionale. Il Cioccolata lha letto e riletto, quellarticolo. Un uomo dal cappello bianco. Tha detto altro? S. Una cosa che i giornali non hanno detto. Oltre al cappello bianco, aveva un fiore allocchiello. Un fiore bianco. Si guardano in silenzio. Il Cioccolata comincia a piangere. Erano pi di cinquantanni che non piangeva. Un fiore bianco allocchiello, e un cappello bianco in testa. Come fa quel magistrato a non sapere cosa vuol dire? una storia vecchia, Attilio, non la sa quasi pi nessuno. Gi cinque anni dopo, quando tornato a Bologna, se ne erano dimenticati quasi tutti. Noi no, Ruggero. Infatti, dice il Togliatti. Noi no. Questa storia la finiamo noi. A modo nostro, dice versando una goccia di olio su uno degli attrezzi del mestiere sparsi l sul bancone: chiavi inglesi, la piccola pressa da banco, cacciavite e martelli, lo svitacandela da Vespa, brugole, il barattolo di grasso, la polvere sgrassante per lavarsi le mani, il mitra Stern. Tutto quel che serve per un lavoro fatto bene.

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4. Fottiti, stronzetto

1 settembre 1998, Bologna, cinema Apollo, ore 20.30. Oh, ma quanto vecchio questo film? Eccoli qui. Chiss cosa credevano di vedere: Jean-Claude Van Damme e Chuck Norris nel Far West? Oh, ma quali ombre rosse, se in bianco e nero! Va bene, mi sposto. Non ho voglia di litigare, voglio vedermi Ombre rosse sul grande schermo a mille lire, pi mille lire per la pizza e mille lire per la birra, domani ho un caso facile facile da risolvere, perch mi devo rovinare la serata? Mi sposto dallaltra parte, scusi, mi fa passare, grazie, mi siedo e bevo un sorso dal bicchiere di plastica. Continuano a far casino, possibile? No, devessere arrivata la maschera, strano che ci sia qualcuno a far servizio in sala. E invece Eccoli che si alzano ed escono fuori tutti e cinque meglio cos. Non una maschera, si riseduto. Strano, come avr fatto a convincerli, quello l con limpermeabile? Poi la poesia di John Ford prende il sopravvento, la carovana, il parto, la prostituta, gli indiani che non uccidono il vetturino che senn il film finiva subito, i nostri che arrivano sempre, Ringo che toglie le ingiustizie dal mondo. Per resta un piccolo tarlo da qualche parte, qualcosa che mi d un leggero fastidio. Le chiavi di casa non le ho dimenticate, il telefonino lavevo spento (tanto non mi chiama nessuno, mi serve solo per il lavoro), non avevo impegni eppure eppure continua a ronzarmi qualcosa nella testa per tutto il film. Mah Il portafogli ce lho, senn come pagavo vabbe, andiamo, che entrano per laltra proiezione. Il cartellone con i prossimi film Tanto, per mille lire a film vale la pena qualunque cosa Certo che Il grande freddo dopodomani Bella quella ragazza sul marciapiede di fronte, con quella coda di cavallo mi sono sempre piaciute le ragazze con la coda di cavallo, anche se (Anche se Barbara la coda di cavallo se lera tagliata, a un certo punto?) (Idiota che sono). Certo che sono un idiota, e non solo perch non riesco a togliermi Barbara dalla testa. Sono un idiota perch quante possibilit ci sono che qualcuno vada in giro in impermeabile il primo di settembre, venga a vedere Ombre rosse e abbia la capacit di buttare fuori del cinema cinque ragazzi senza alzar la voce? Quante, oltre quella che mi pugnala alla schiena con un leggero, quasi sussurrato Ti fermi a bere un bicchiere? Non un Ciao, come stai? Non un Fai finta di non vedermi, o non mi hai riconosciuto? Non un Da quanto tempo, vero? (Da cinque anni: tra un po lanniversario). No: Ti fermi a bere un bicchiere? E niente parole tipo scusa, casomai gli si crepassero i denti nel passaggio delle parole. Andrea Vannini, cinque anni dopo. Dopo Cosa vuoi, Andrea? Bere un bicchiere in memoria dei vecchi film. E magari anche dei vecchi amici? Magari. Sei qui per caso?

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Secondo te? Sapevo di trovarti qui. Ombre rosse in videocassetta perde molto. Non ce lho il videoregistratore. Neanche il televisore. Continuo a vedere i film al cinema, come si usava un tempo. lunico modo in cui riesco a stare in mezzo alla gente. Immaginavo. Ascolta, Andrea, non ho voglia di vederti. In cinque anni ti avrei chiamato, se mi fosse passata. Prima o poi pu darsi, ma stasera ancora no. Ti spiace se vado? S. Ma puoi andare, se vuoi. Cinque anni. E non mi ancora passata. Ci sono dei limiti massimi fissati per legge, per il rancore? Ogni tot mesi di mancato perdono ne scatta uno, si mette un bollino sulla tessera e alla fine si azzera il conto? Be, non per me. il mio migliore amico. (Dovrebbe significare qualcosa che non riesco mai a dire: era il mio migliore amico?) Forse il solo amico: laltro in galera, e la mia ragazza (La mia ex ragazza: anche questo dovrebbe significare qualcosa?) morta. Com che faceva quella canzone? Bella la vita che se ne va Ecco, la mia vita sembra essersene andata. Meglio: ha cominciato ad andarsene, e ci ha messo anni per tagliare langolo. E io l, fermo, a guardarla allontanarsi senza far niente per fermarla. Scusa, hai un minuto? Poi, quando credo di essermi abituato allassenza, giro langolo e ne vedo un pezzo in fondo alla via, che mi aspetta alluscita del cinema (e se andavo al secondo spettacolo? Gi, perch per Andrea un problema vedersi Ombre rosse due volte di seguito. Magari la seconda volta gli indiani si fanno furbi, e le Giacche blu trovano un mucchio di legna arsa al posto della diligenza), per chiedermi Scusa, hai un minuto? Ma ci senti? per chiedermi Certo che ci sento, solo che ma con chi sto parlando? Scusa, non volevo disturbarti, ma stavi qui a gesticolare e mi sono detta che forse puoi aiutarmi a tornare a casa. La ragazza con la coda di cavallo. Quella del marciapiede di fronte, quella con la minigonna e le gambe lunghe. No, ero stato capace di non vederle le gambe, ma ora che la osservo seduta sui tacchi degli stivali mi accorgo che ha delle gambe lunghissime, a cosa pensavo per non accorgermene? (A cosa pensavo? Stasera, o da quando) No, scusa tu, ho incontrato un amico che mi ha fatto agitare e Un amico? Se questo leffetto che ti fanno gli amici, cosa succede quando incontri un nemico? Vi prendete a revolverate? La coda lho vista, le gambe e gli stivali anche, ora pure gli occhi verdi. Ma la sfera di cristallo com che mi sfuggita? Piacere, Lara. Scusa se non mi sono ancora presentata. Lara? Lara. Non un soprannome, mi chiamo proprio cos: prova a indovinare il film preferito di mia madre? Dove, non so, ma un giorno ti rivedr Piacere. Di cosa hai bisogno? Ne sai di motori? Il mio Vespino non vuole saperne di ripartire. Be, il motore di questo affare piuttosto semplice. Forse la candela, o forse lhai ingolfato. Hai provato a scartavetrare la candela? Guarda, non so neanche cos una candela. Di solito non ho problemi, e quando ne ho ci pensa il mio benzinaio. Me lo vedo, il benzinaio, felice come una Pasqua di poterle lumare le gambe con la scusa del Vespino che ha qualche problema Va bene, aspetta un attimo. Ho la Vespa laggi, prendo la chiave per svitare la candela e te la scartavetro. Se non va, proviamo a spinta

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Infatti la candela pulita, quasi nuova. Anche a spinta per non ne vuole sapere. Bello, una sudatina per cercar di avviare un motorino giusto per concludere la serata. A meno che Benzina, comeri messa? Ero un po scarsa, per la riserva dovrebbe esserci. La chiavetta girata sulla riserva, per Provo ad agitare il mezzo, e mi sembra di sentire qualcosa sbattere contro le pareti del serbatoio. Io unidea ce lho. Mi sa che si otturato il passaggio della riserva, quindi sei senza benzina e la riserva non ti entra nel motore. Ci mancava solo questa. Vai lontano? Torno a casa. A Casalecchio. Ho smesso adesso di lavorare. Vabbe, grazie per laiuto, chiamer un taxi. Dalla borsetta tira fuori un telefonino e comincia a smanettare sulla tastiera. Certo che proprio bella. Non ci giurerei con la scarsa luce di questangolo, ma dai riflessi direi che ha i capelli nero corvino. Magari sono tinti. Cos, a mo di saluto, tanto per rinfrescare la bocca biascico un Se vuoi ti ci posso accompagnare io, a Casalecchio. In Vespa, solo per salutarla mentre mi dice un no guardando con disprezzo le mie due ruote. Sono talmente avanti nella costruzione di unaltra serata fallimentare della mia vita, che mi sembra si rivolga a qualcun altro mentre dice Che carino che sei. Va bene. Oh, ho detto che va bene. Ma ti sei incantato di nuovo? Eh? No, scusa, che ma ti ho detto che in Vespa S, certo, la vedo la tua Vespa. Mica piove, ancora estate, il casco ce lho, dice mentre si piega per sganciarlo dalla ruota anteriore, ribadendo con quel movimento che le sue gambe sono proprio lunghe. Metto in moto, si siede dietro con leggerezza, mi cinge con un braccio e mi d un amabile Ok, vai pure a mo di comando. Dove vuoi tu, tesoro, direbbe John Wayne. Clint no. Clint partirebbe in silenzio. Come me: io sono della Colonna Clint Eastwood, i patiti del western crepuscolare. Andrea il vero patito di John Wayne. Andrea, immobile in via Turati, sotto la Banca Agricola Mantovana (tutta la storia del socialismo italiano in una via: si comincia con Turati e si finisce con una banca). Andrea, che mi guarda andar via, per una volta accompagnato. Si accende una sigaretta, tira due boccate, la spegne sotto la scarpa e si allontana. Pensoso, nemmeno a dirlo. Eri pure tu al cinema? No, ti ho detto che lavoravo. Avevo finito. Tu? Ero al cinema. No, volevo dire: lavori anche tu? S. Cosa fai? Investigatore privato. Ma di! Sembra una roba da film. Una cosa pericolosa No, tranquilla. Non io, almeno. Dove vado, adesso? Passo la Croce? S, s, vai dritto. Hai presente le case gi dal Reno, dove prima cera il canale? Capito. E tu cosa fai? Per la verit studio. Un po Scienze politiche, un po Lettere. Ma non sono iscritta. Vado a lezione, ascolto, poi magari leggo i libri. Ah E il lavoro? Con quello ci pago il mutuo, i vestiti, il mangiare Impegna poco e rende bene, cos ho tanto tempo libero. Devo ancora decidere che farne: mi guardo intorno. Insomma, non mi lamento. Vorrei vedere. Io alla sua et ero in affitto con altri cinque. cos che ho conosciuto gli altri del gruppo, i Quattro gatti. Poi prendemmo casa insieme, poi Gira a destra. Ecco, ci siamo. Oh, ma sei sempre l a pensare fra te e te?

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Scusa di nuovo, te lho detto, un amico mi ha messo in agitazione, non riesco a smettere di pensare a certe vecchie storie. Certo che sei proprio strano. Scolta, ti va di salire? Ti offro un drink, per ricambiare. Ci so fare. Un drink? Sei sicura? Certo. Cosa ti piace? Vodka, rhum, whisky? Tequila. Ce lhai una tequila? Una buona, di agave blu. Tequila Sunshine? Anche la granatina. Deve avere un bar in casa. Mettiamo in chiaro una cosa, bel moretto, mi dice voltandosi mentre fa strada su per le scale. Ho detto tequila, non scopare. Intesi? Non ci avevo ancora pensato. Non prenderla come unoffesa. Pollegg, baby. Cos non rischiamo di rovinare linizio di una possibile amicizia. Lamicizia una cosa importante, non credi? Insisto: da qualche parte ha una sfera di cristallo. Ce lha davvero! Il bar, non la sfera di cristallo. Un unico ambiente, con in fondo un piccolo bancone da bar, e dietro due mensole fornitissime. Un frigo da sogno, un Whirlpool blu con lo sportello esterno per il ghiaccio, e in giro molta plastica a colori elettrici. Quel poster? Point Break. Hai presente? Cercare londa Il mio film preferito, mi dice mentre fa colare la granatina sul fondo del bicchiere. Non ti ho chiesto se la vuoi ghiacciata. Col caldo che fa metto? Il ghiaccio? S, non molto. Cosa dicevi di quel film? Cercare londa. Surf philosophy, quella roba l. La mia filosofia di vita. Prendi. Se ne vuoi un altro, non fare complimenti. Dal fondo del bicchiere un rosso tramonto comincia a colare verso lalto, la tequila si tinge darancio, a regola darte. A me non riesce mai bene, la Sunshine. Grazie, alla tua. Dicevi? Ah, s, la filosofia Quale filosofia? Ma non hai visto Point Break? No, a dire il vero no. Merita? Ma di, come fai a non averlo mai visto? Magari la prossima volta ti invito a vederlo, cos recuperi il gap. C tutta una filosofia, in quel film. A te non piace la filosofia? Mi ci sono laureato, in Filosofia. Me lo ricordo ancora, il 38: cera il collettivo allammezzato, il dipartimento di Teoretica con le bottiglie negli scaffali, tra Aristotele e gli stoici, almeno agli inizi. Poi gli mandarono a dire che la cosa non era gradita, e le fecero sparire. Se le portarono a casa? Vorrai scherzare! Se le bevvero tutte in una mattinata. Cera tanto di quel fosforo nel dipartimento che tracimava nei corridoi. Ai piani inferiori probabilmente se lo facevano colare sulla testa, per averne un po. Poi cera il mitico bidello Mario, a far capannello con le sue avventure in riviera (Io, alla vostra et, quattro in un pomeriggio, voi dopo una siete gi spompati) E la volta che montarono una cancellata per toglierci lammezzato, e gliela riducemmo in un pomeriggio in bacchette uguali coi seghetti, tutte lunghe trenta centimetri, poi le portammo al preside, belle in ordine, sul suo tavolo. Ne ho viste di cose strane, l dentro. Per corsi di surf non me ne ricordo, mi sa che mi sono perso qualcosa. Fottiti, stronzetto. Non si impara sui libri a cavalcare londa. Neanche la filosofia si impara sui libri, se per questo. Non si impara, come non si impara a vivere. Spegnendo lalogena centrale accende altre luci. La stanza diventa blu, come un acquario. Bello, vero? Fatto io, con dei vecchi tubi della stufa forati col trapano. Dovrei venderle, lampade come queste. Ci si mette mezzora a farle, e magari me le pagano bene. Invece?

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Mah, in fondo non ne ho bisogno. Ne ho fatte un tot per un mio amico, uno a cui piacciono cose cos. Pensa che ha la casa piena di vecchi frigoriferi, li svuota e li trasforma in armadi. Le mutande nel freezer, le camicie piegate nel reparto carne Spero che si ricordi di non attaccare la spina, il suo amico. Allora, ti piace? Piccola, ma c tutto, no? S, sembra di s. Per c qualcosa che Cos che manca? La camera da letto l, senza porta (tanto, se vive da sola) La cucina dietro quella porta? No, quello il ripostiglio. Detesto i grandi armadi. Non c la cucina. Ho buttato gi la parete e ho creato ununica stanza. Scusa, magari non sono fatti miei, ma come fai senza cucina? Non cucino. No, cio, non che proprio non cucino: non uso grassi, non friggo, quindi non ho bisogno di una cucina vera e propria. Basta il microonde, quello l sulla mensola. Mangio sano. Niente carne rossa, che rende aggressivi. Non trovi che tutto quel sangue faccia male? Poi, non mi piace molto cucinare. Per lo pi mangio fuori, o mi faccio portare la cena a casa. Hanno aperto un ristorante giapponese che fa take away, a te non piace il sushi? Magari una volta ti invito, tu cosa preferisci? Perch c a chi piace pi il sashimi, magari facciamo un misto, che ne dici? Sushi? Sashimi? Non seppioline ripiene e due spaghettini col nero? E il caff? Quello il microonde non lo fa, vero? Il caff fa male. Comunque, se devo offrirlo, ho la macchina espresso bar, l in camera da letto. Lo vuoi? No, grazie, non a questora. Unaltra tequila, magari. Se vuoi faccio io. Hai un limone? Certo che ha un limone. Anzi, un lime (secondo me col lime meglio, non trovi?), tanto per insegnarmi come si sta al mondo. E un macinino in vetro per il sale (macinato fresco pi buono, con la tequila ci vuole). E dei bicchierini deliziosi (Li ho comprati alla Ciudad, del Messico, suppongo, lanno scorso, assieme al mezcal). Sale, tequila, limone, pardon, lime. Due, tre volte, tra una chiacchiera e laltra. Allora, questo amico che ti agita tanto? che mi ricorda delle cose che preferirei dimenticare. Vecchi tempi, vecchi amici. Era bello stare insieme, ora come ora non saprei neanche dirti a far cosa. Progettavamo, credevamo, ci agitavamo. Soprattutto, parlavamo. Si parlava tanto, una volta. E musica, tanta musica. Lascoltavamo di continuo. Poi le cose hanno cominciato ad andar male, come un fiocco di neve che inizia a scendere gi e cresce, rotola, rotola e cresce. Alla fine i bei tempi sono diventati brutti tempi. Non parlando che cambiano le cose, sai E comunque, pure le parole le avevamo finite. Che fine hanno fatto gli altri? Una morta, non si mai capito come. Un altro entrato nella lotta armata Vuoi dire un terrorista? Hai un amico terrorista? No, voglio dire non un terrorista ma (Ma cosa? Fa differenza? S. Fa differenza. Anche se non so qual , la differenza). lascia perdere, tanto fa lo stesso. Comunque in galera, non risponde alle lettere e dovrebbe uscire non lo so, non mi ricordo neanche quando uscir. Le volevi molto bene, vero? A chi? Alla tua amica. Si sente, sai? Cosa si sente? Il vuoto. Quando ne hai parlato, ho sentito che ti ha lasciato un vuoto. Davvero? Davvero. successo anche a me, due anni fa. Un mio amico si suicidato, e nessuno sa perch E questo amico che hai incontrato? Non lo so Cosa vuoi che ti dica, sempre stato un tipo incomprensibile. in polizia, figurati, e il bello che non so neanche perch fa il pulotto. Credo che ne abbia approfittato per far sparire qualche carta su di me Dopo larresto di Cristiano ci siamo un po persi di vista

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Poi, cinque anni fa, successo qualcosa. Una brutta storia, credo. Qualcosa di cui non ho voglia di parlare, non con lui. Cos abbiamo smesso di vederci. Sale, tequila, lime. Tu ti maceri troppo nei ricordi. Non ti fa bene, mi fa dividendo in due lultima fettina di lime per il bicchiere della staffa. Faccio male? Certo che fai male. Il tempo va avanti. Non costruisci niente, se hai la testa voltata indietro. Ti perdi la vita. Per perderla, dovrei averne una degna di essere vissuta, di vita. Non ce lhai perch non vuoi perdere quella che ti rimasta. Mi accompagna alla porta, mi d un bacetto sulla guancia e fa ciao ciao con la mano. Scendo due scalini, mi giro: ancora l a guardarmi. Sguardo strano, appena sfuggente, anche adesso che mi guarda negli occhi. Posso farti una domanda? Dimmi. Perch sei stata cos sincera con me? Che ti ho fatto di male? Fottiti, stronzetto. E fatti vivo, quando ti passata. Senzaltro. Magari senza aspettare che mi sia passata.

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5. Laperitivo in centro

2 settembre, Bologna centro, via Galliera, ore 11.30. I cadaveri sono sempre brutti da vedere. Anche quando non puzzano. Se c una cosa che Andrea Vannini ha imparato in tanti anni di polizia che da morti sono tutti uguali, e nessuno bello da vedere. Non esiste la bella morte: questa la differenza tra i vivi e i morti. Alcune vite sono belle, altre no. La morte le eguaglia, dopo. Le rende uguali proprio perch prima erano diverse. Vai a spiegarlo a certa gente, pensa Andrea. Limbrattatura di sangue scuro sulla parete color crema. I grumi di materia in rilievo sulla spatolata di sangue. La piccola macchia nera lucida sul pavimento. Le righe lasciate dalla sedia sul parquet. La scena del delitto. I due poliziotti si coprono la bocca col fazzoletto. Il tanfo insopportabile, si fatica a reprimere il conato in gola. Non cos Andrea: niente fazzoletto, nessuna reazione gastroesofagea, nessuna apparente reazione nervosa. Nessuna emozione: Andrea pensa alla morte senza sentirne lodore. Pensa anche unaltra cosa, Andrea, perch lispettore Vannini non pensa mai una cosa per volta. Pensa: questa qui una brutta storia. Non una brutta morte. Una brutta storia. Allora, ispettore? C poco da immaginare, Sandro. Lo hanno legato alla sedia, hanno trascinato la sedia da l a qui, guarda i segni sul pavimento, e lo hanno ammazzato. Gli hanno messo in bocca la canna del mitra e hanno sparato una raffica. Lunga, direi. Fagli prendere le impronte per lidentificazione. Ha dei dubbi? Neanche uno. Ho un cadavere di un uomo anziano in pigiama e vestaglia lussuosi, quindi con tutta evidenza a casa sua, nella camera da letto di un pi che facoltoso uomo anziano. che della faccia non rimasto molto: le impronte mi servono per ufficializzare lidentificazione. A giudicare dallodore, devessere successo da giorni. Andrea ragiona. Mette i fatti certi in fila e li enumera. Perch legarlo? Per farlo stare fermo: nel mentre? La combinazione della cassaforte? No, non hanno portato via nulla: niente furto come movente. Una brutta storia. Perch quando ammazzano cos il pi importante assicuratore di Bologna, e non lo fanno per rapina, di sicuro una brutta storia. Poi ci sono i proiettili: roba da museo. Una veloce telefonata conferma la prodigiosa memoria del perito balistico, che fatica a credere ai numeri letti sul fondo dei bossoli: un lotto del 45. Hanno usato un mitra della guerra. Brutta, bruttissima storia. Il morto ha pi di settantanni, larma del delitto ne avr almeno una cinquantina, se i conti tornano anche lassassino deve aver visto molte primavere passare. Gli assassini. Uno lo teneva sotto tiro, laltro lo legava: pi probabile cos. Magari era uno solo, lo ha tramortito e lo ha legato da svenuto. Di certo il segno del colpo in testa non c pi, non c pi neanche la nuca. Ma pi probabile che fossero almeno in due. Insomma, sarebbe brutta gi a raccontarla cos. Poi c quellaltra cosa. Il volantino. Sulla porta dingresso. Una stella. Garibaldi dentro la stella. Fronte democratico popolare.

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I volantini della campagna elettorale del 1948. C una sola persona capace di conservarsi i volantini del 18 aprile. Un vecchio ex ladro dappartamenti, che si diverte ad affiggerne uno sulla porta di casa a ogni elezione. Un partigiano comunista. Ruggero Passarini, detto Togliatti. Che di sicuro da qualche parte ha ancora le armi dun tempo. Che sarebbe capace di averle tenute oliate e pronte per decenni. Che non mai stato un assassino. Ladro, addomesticatore di serpenti, meccanico, ricettatore, ma assassino proprio no. E che invece ha firmato e controfirmato il suo passaggio. (C qualcosa che Andrea Vannini ancora non sa: hanno usato i guanti, non hanno lasciato impronte. Salvo che sul volantino. L le impronte del Togliatti ci sono. E anche questo non torna. Del resto, quando mai i conti tornano senza resti?) Insomma, sarebbe brutta anche senza il ritratto di Garibaldi sulla porta di Egisto Tassone, da quarantacinque anni al timone di una societ assicurativa di rilevanza nazionale. ancora pi brutta col volantino. Ma c dellaltro: c che Andrea Vannini non dovrebbe sapere tante cose sul Togliatti senza consultare larchivio in questura. Invece le sa tutte. Lo conosce bene, il Togliatti. O credeva di conoscerlo bene. Questa storia deve rimanere coperta, Sandro. Non deve finire sui giornali. E soprattutto, non devono trapelare i dettagli. Restiamo in attesa. Mettiamo sotto controllo la casa, gli uffici, i telefoni. Vediamo se qualcuno fa un falso movimento. I familiari sono ancora in vacanza: chiediamogli di aiutarci. Mandiamo qualcuno a sentirli, non facciamoli tornare. Intanto informiamoci dei loro movimenti nelle ultime quarantotto ore. Crede che serva? Non lo so. Non funziona niente, in questa scena. Lunica, per ora, sperare che qualcuno ci dia un elemento in pi. E quel volantino? Quel volantino una firma. La firma di uno abituato a vivere nascosto. Non sar facile trovarlo. Ipotesi sul movente? Nessuna. Al momento, proprio nessuna. Te lho detto: questa scena non ha senso. Ah, Sandro: fai controllare quella roba unta l per terra, le due macchie nere. Fatti dire cos, e fai controllare anche ingresso, stuoino, scale e soglia del portone. Faccio portar via il poveraccio? Chi? Tassone, ispettore: chi, se no? Non era un poveraccio. Tutto, ma non un poveraccio. Si direbbe che Andrea ha qualcosaltro da aggiungere, ma si ferma qui. Mai una parola di troppo, per lispettore Vannini. Un cicchetto, piuttosto. Ne ha proprio bisogno. Via Santo Stefano, ore 12.30. Dottor Albergani? Sono io. Piacere di conoscerla. Lei gira sempre in Vespa? Nel centro di Bologna s. Lauto dellagenzia la uso solo per rappresentanza. Rappresentanza un bel niente, non ho neanche la patente. Ma se ti capita tra le mani Orio Albergani, imprenditore e dirigente politico di primo piano, che fai? Gli dici che sei uno scalcagnato free lance del sottobosco investigativo? Venga pure. Come mi ha chiesto, andiamo nellappartamento di mio figlio, cos dar unocchiata. Faccio strada. Appartamento mica da ridere, per il giovane rampollo alternativo. Bello essere alternativi, col pap che ti compra la casa in centro. Sa, a un certo punto gli abbiamo detto che era giusto che facesse le sue scelte: ti piace cantare, va bene, canta. la tua vita. Ma non puoi passare da una casa occupata allaltra, da uno sgombero allaltro. Cos gli abbiamo comprato queste due stanzette (ottanta metri quadri in

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Santo Stefano). Qui vive, usa quelle macchine l per registrare i suoi pezzi, usa quel computer, ormai con i programmi che girano possono fare tutto in casa. Insomma, noi stavamo tranquilli. Aveva anche pubblicato un Cd, sa, a me quella musica non piace molto, sa, il rap, per vedere il nome di mio figlio sulla copertina del disco mi fa un certo effetto, non crede? Speacker dd, How Many Bastards on Saturday Night. C a chi piace. E allora? Cos successo? Mah, guardi, probabilmente niente. Infatti non ci siamo rivolti alla polizia. La settimana scorsa Davide ci telefona e ci dice che parte per un periodo di vacanza. Niente di strano, eh! Solo che partito un po in fretta. Aveva detto che andava a Londra, poi invece lo abbiamo cercato sul telefonino e la segreteria telefonica ha risposto in spagnolo Insomma, a noi basterebbe sapere perch partito cos, in quattro e quattrotto, perch ha il cellulare spento. Ci manda un messaggio al giorno, ma non ci chiama Poi c quellaltra storia che le avevo detto. Ha trovato il giornale? S, sono passato ieri in biblioteca a leggere larticolo, dico sfogliando il taccuino (daccordo, davvero sporca tirare fuori il taccuino per riassumere un trafiletto in cronaca locale, ma se questo che si aspettano, diamoglielo. Al momento di saldare la fattura gli rester qualcosa da raccontare). Un piccolo attentato incendiario contro unetichetta musicale indipendente, la Diggers Voice, tre ragazzi che entrano dentro, tirano una molotov fatta male (Lo dico con un minimo di fierezza professionale: quella volta che pioveva a dirotto, e le nostre molotov fatte a Chimica occupata non si spegnevano dovevano essere fatte proprio bene, se a distanza di ventanni ce le rinfacciano ancora Del ragazzo uscito da casa e fucilato sotto il portico di Mascarella, invece, non parlano pi: quel che resta una rosa di buchi sul muro, cerchiati col gesso e ricoperti dal plexiglas, un carabiniere imboscato da qualche parte allestero che dichiara di aver sparato in alto mentre qualcun altro sparava alle sue spalle, e una strana foto di celerini in piazza Verdi che ritrae tra loro una faccia molto, ma proprio molto somigliante a quella di un (altro?) poliziotto assassino che scendeva da una Uno bianca, rapinava le banche, ammazzava a destra e a manca e tornava in questura a timbrare il cartellino). e scappano. Una scrivania bruciacchiata, carte danneggiate pi che altro dalla schiuma dellestintore e una segretaria interinale spaventata. Solo che sfoglio ancora il taccuino, solo che si tratta della casa discografica che ha prodotto il Cd di suo figlio. per questo che siete preoccupati, vero? Infatti. La partenza improvvisa, e lattentato contro la casa discografica di nostro figlio, nel giro di due giorni Insomma, non le chiediamo certo di trovarlo e riportarlo a casa, ci mancherebbe altro. Ci dia solo qualche elemento di rassicurazione, ci faccia contattare, tutto qui. Quello, naturalmente, il computer di suo figlio. Avrei bisogno di darci unocchiata: file, contatti via e-mail, la lista dei cookies cose cos. (In pratica, tutto quello che so: ma facciamogli credere di avere a che fare con un hacker appena uscito da Strange Days). Ma certo. Le serve del tempo, immagino. (Per quello no, ma per la perquisizione della casa, possibilmente senza genitori tra le scatole) Gi. Un paio di pomeriggi, direi. Va bene. Le faccio avere anzi, guardi, le d queste ecco, una copia delle chiavi. Perfetto. Giusto un momento per concordare un anticipo che mi limito signorilmente a definire accettabile (congruo, mi corregge lAlbergani. Lesperto lui, io annuisco con aria saputa), e la mattinata assume un altro aspetto. Oggi pomeriggio, in massimo due ore, dovrei rintracciare il pupo. Magari faccio un giro in centro, alla ricerca di qualche faccia conosciuta per farmi spiegare qualcosa di questa etichetta, tanto per lumeggiare i contorni della storia. Prenda anche il Cd, lo ascolti. Sono interessanti queste libere forme di espressione della creativit giovanile, sa? Noi siamo orientati a favorirle, un altro piccolo passo verso la ricucitura di una ferita tra due culture che ormai non ha pi ragione di essere, non crede? Due culture?

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Certo, dice, come leggesse un comunicato ufficiale. La cultura dellamministrazione, con i suoi necessari obblighi, e la creativit giovanile, con la sua prorompente carica innovativa. E bravo, lOrio. Non fatico a figurarmelo ai tempi dell indispensabile controllo democratico sulla spontaneit giovanile Ora che la lunga marcia dentro le istituzioni si conclusa, si voltano indietro e scoprono che le masse avevano altro da fare che seguirli. In fondo, perch guastarmi la giornata con una polemica politica? Magari la ricucitura gliela ricarico sul conto sotto la voce spese varie, cos, tanto per suturare qualcuna delle mie, di ferite. Saluto e vado via. Laperitivo della mezza mi aspetta. Piazza San Francesco, ore 12.45. Troppo presto, per il lounge bar giapponese. Del resto, o arrivavo in tempo per lasciare il Vespino al meccanico, o trovavo aperto il Tokyo Caf ma rimanevo a piedi tutto il giorno, rimugina Lara ripassando la lista degli stuzzichini che non potr assaporare. Restare in giro per tre quarti dora vale la curiosit di scoprire la novit del Sapporo Blues, aperitivo analcolico a sorpresa, t giapponese e vassoio con salsine variabili (oggi sono allo zenzero)? Ancora una breve esitazione, poi decide che no, tanto non chiude mica oggi il lounge giapponese (poi, ripensandoci, la musica a pranzo tendenzialmente ambient, mentre la sera pi intrigante). Variazione di programma: aperitivo al Caff dei commercianti, e pasto macrobiotico al centro salutista. Deciso. Esitazione: sauna e pranzo al centro? No, meglio laperitivo fuori. A quel punto la sauna inappropriata. Alcolico o analcolico?, pensa Lara mentre si dirige verso via Bassi. Certo che chiedere alle sapienti mani di Franco e Claudio un analcolico un po una bestemmia. Daltronde, prima del tramonto magari una cosa leggermente alcolica. Fruttata, con le bollicine. di buon umore oggi, Lara. C qualcosa che le mette voglia di leggera euforia, ecco il perch dellaperitivo. Nessun interesse per lo shopping, niente voglia di spendere, solo voglia di continuare a sorridere. Non le capita spesso, soprattutto dalla morte di Lester Lester. Come si chiamava quella ragazza di cui mi diceva ieri mi sa che non me lo ha detto Lester A volte fatica a ricordarsi il vero nome di Lester, Lara. Certo che strano, si dice (be, cosa faccio? Mi metto a parlare anchio da sola? Vuoi vedere che contagioso?) Certo che strano, si ripete. Sembrava la stessa storia solo che non la stessa storia. Che Lester si sia suicidato una verit buona per la polizia, non certo per noi. Impiccato a un metro e mezzo da terra, con le gambe ripiegate balle. Ferodo non ci ha mai creduto. Anche Lara non ci ha mai creduto, non crede neppure oggi. Per oggi di buon umore, nonostante tutto. Sosta alla Feltrinelli? Ma no, non ha voglia di leggere, Lara, e i libri li compra per leggerli subito. O magari dopo pranzo, che tanto fa orario continuato. Vedremo. Qualcosa per ingannare il tempo fino alle quattro bisogner trovarlo. Sar affidabile, quel meccanico? Boh, ha detto che era una sciocchezza, un granellino di sporco che otturava non so cosa Mal che vada c sempre il solito porco, quello che mi cerca le mutandine sotto la mini ogni volta che gli porto il Vespino. Benzinaio-ginecologo. Guardare e non toccare, maiale. E neanche pagare, cos alla fine ci rimetti tu. Quasi tutti uguali, gli uomini. Quasi: il morettino di ieri sera non ci ha neanche provato Non star perdendo il mio magic touch?, si chiede dubbiosa, compiacendosi della perfezione del sorriso ironico che di sfuggita ammira nella vetrina a specchio su strada Maggiore, senza fermarsi. Lara troppo sicura dei suoi mezzi per indugiare in una verifica. Pochi metri per le bollicine fruttate. Ancor prima di arrivarci, Lara si ferma di colpo: la vita piena di sorprese. Il leggero sorriso cede il passo. Lara comincia a ridere.

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Strada Maggiore, Caff dei commercianti, ore 13. Esiste (o esistito. Fa differenza?) in quel di Bologna il Triangolo alcolico della filosofia. Un triangolo isoscele, decisamente schiacciato sullasse Roxy Bar-Caff dei commercianti; da questultimo prende lavvio il lato corto, che termina allenoteca Calzolari. Triangolo instabile, variabile, i cui punti sono determinati dagli approdi della Volante alcolica, entit mobile che flottava ora su uno ora sullaltro dei tre vertici (e anche, o altrimenti, o un tempo, sul Bar dei fiori, da Floriano e altrove), dispensando idee complesse, concetti arditi e affilati, parole difficili, pensieri ellittici. Partiva dalluniversit, al termine di una lezione o un seminario, o semplicemente perch era ora di pranzo o cena, perdeva pezzi per strada e altri ne acquistava, come un vortice che aggiunge a s gli atomi circostanti attratti dal turbinare delle menti. Tra un calice e un cocktail, intere scuole venivano confutate in poche battute, idee appena sbozzate crescevano vorticosamente, nozioni sinora accennate dimprovviso si appalesavano evidentissime, oppure entravano con passo sicuro per uscirne di soppiatto e non pi ripresentarsi. Sauro e Stefano, Franco e Claudio, Oriano e Paolo esibivano la loro gentile competenza, pareggiando il proprio sapere con quello dei filosofi. Il banco del bar non era pi un divisorio: congiungeva. Lultimo libro di un grande filosofo stato ruminato in questo triangolo. Ora che non c pi, pare quasi di udire alle spalle la sua voce interrogarti, viene voglia di voltarsi a cercarlo mentre sorseggi un merlot o un cabernet. Sembra di sentirlo ancora discutere, trattenere Sauro dal calare la saracinesca o chiedere un ultimo bianco a Claudio. bene, giusto che tutto ci venga ricordato. Che la fatica di descrivere non sia stata vana. Non piccola, Bologna. Non ha pochi abitanti. Non ha poche strade. E le sue strade sono piene di bar, caff, locali di ristoro. Dentro e fuori questi luoghi, una moltitudine di individui, per lo pi impegnati ad aggiungere la propria solitudine a quella altrui, si sposta sempre pi frenetica, troppo impegnata a portare a spasso le proprie griffe e il proprio ego. Ci giochiamo una chilata in Portanuova, afferma sicuro un fighetto parlando contemporaneamente al suo omologo a sinistra e al suo cellulare a destra. Fuori da un bar, con un Martini con goccia di Pernod e ciliegina, quattro rampolli della Bologna bene fanno e disfano lorganigramma della Lega, che rientra nel Polo, e torna a vincere, afferma con certezza il primo dei quattro, con Miglio, chiosa il secondo, certo, via Bossi ci vuole Miglio, chiude il terzo. Il quarto annuisce compiaciuto, sputando il nocciolo della ciliegia. La buona educazione della giovent dorata. Non discutono: parlano, ripetono. Si parlano addosso. Sono soli. Tra una solitudine e laltra, alcuni esseri umani hanno il problema opposto. Nella loro mente c sin troppa gente, ci sono storie che non vanno via: come riuscire a pensare a se stessi, con tutta questa confusione? Infatti non lo fanno. Non a se stesso che pensa Andrea, nel suo dubbio impermeabile, mentre attraversa il centro di Bologna senza neanche chiedersi perch. Se non sapesse che certe solitudini sono affollate quanto solitarie sono certe folle, non avrebbe tanto rispetto per la solitudine del suo unico amico. Che gi una volta ha infranto. Sarebbe bello avere qualcuno con cui confidarsi. Qualcuno cui raccontare cose che una volta dovevano rimanere nascoste, cose che oggi sembrano talmente ridicole che viene voglia di chiedersi come tutto cominciato, e come finito senza che ce ne rendessimo conto. Come la sua amicizia col Togliatti, lunico con cui potrebbe parlarne. Se Andrea non fosse quello che il Togliatti deve arrestarlo. Non c scelta. E ieri, cera forse da scegliere? C mai stato da scegliere? Tra ci che va avanti da s, e il poco, pochissimo del mondo che possiamo cambiare, c stata scelta? Sarebbe bello avere delle scelte. In genere, Andrea non ne ha. Non ne ha pi, quantomeno. Ne ha fatte alcune, forse tutte quelle di cui disponeva.

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Il resto segue a ruota. E in ogni caso, non oggi il giorno delle scelte. Perch deve trovare il Togliatti prima che si sappia quel che ha combinato. E c forse una sola persona che pu sapere dov il Togliatti. Poi bisogner spiegargli come fa lui, Andrea Vannini, a conoscere il Togliatti. Altri problemi, nessuna possibilit di scelta. Perch lunica persona che ieri sera gli ha voltato le spalle senza salutarlo l davanti, che entra nel Caff dei commercianti. Lara ride. Con garbo, senza rumore. Cos il riso? La vita che ti esce dalla gola in modo imprevedibile, subitaneo. Leffetto di qualcosa che spiazza le tue certezze, linatteso che ti saluta affabile, ciao, sono qui, non lo sapevi? Come un pupazzo a molla, come una battuta senza senso, come uno schema che salta, come una rima malandrina, come un film di Terry Gilliam. Come vedere entrare nel Caff dei commercianti quel morettino che credevi fosse un pensiero dentro di te. Chi ha detto che il ricordo solo leco sbiadita di ci che stato? Quando la memoria ti preannuncia lavvenire, come la mettiamo? Quando un ricordo involontario ti dice ci che non sai, come la mettiamo? La mettiamo cos: con una risata. Ridendo, Lara di colpo sa perch oggi di buon umore. Di buon umore? S. Una giornata che comincia bene. Vediamo di mantenerle il tono giusto. Aperitivo? Aperitivo. Poi anche piadina. Hai delle proposte? Hai una faccia da Negroni: troppo carico? Magari un Negroni sbagliato. Poi piadina con prosciutto, fontina e salsa ai funghi, e un caff doppio per chiudere. Bene. Serviti pure per gli stuzzichini. S. Una giornata positiva. Almeno fino a quando non sento chiedere Cos un Negroni sbagliato? Un Negroni con lo spumante al posto del gin, rispondo soprapensiero. Guarda che lo so come si fa. Volevo sapere com che bevi questa roba. Andrea Vannini l, appoggiato al banco. La buona giornata gi finita. Scusa, ci siamo dati appuntamento? No, un caso. Perch ti cercavo, ti avrei chiamato. Devo parlarti. La faccia dei giorni brutti. Gi capito. Niente discussioni, con quella faccia. Che c, Andrea? Cristiano? Gli capitato qualcosa? No. Non Cristiano. Il Togliatti. Devo sapere dov. Non che lo sai? Cos successo? nei guai. Grossi. Ho bisogno di trovarlo subito, poi ti spiego. Lo sai dov? Apro la mia agendina davanti ad Andrea. Prova questo numero di telefono. di unofficina a Bentivoglio, dove ogni tanto d una mano. La vera casa non la so neanchio. Prende nota mentalmente, senza scrivere. Brutto segno. Andrea, cosa c? Perch la polizia cerca Ruggero? Non la polizia. Io. Perch, scusa, tu cosa sei? Non sono la polizia. E in questo momento non sono neanche della polizia. Senti, ci sentiamo domani. Fatti trovare, o passa in questura. Non vuoi fermarti a bere quel bicchiere di ieri sera?

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No, meglio di no. Io ho fretta, e tu hai compagnia. Quale compagnia? Continua a girare con la testa altrove, amico mio. Poi non lamentarti se la vita ti passa accanto. Per fortuna, ogni tanto si ferma... si accende una sigaretta. Cosa ci trover in uno come te, mi dice con una pacca sulla spalla. Esce. Spegner la sigaretta appena fuori, lo so. E nelluscire scopre una figura coperta dalla sua presenza. Una figura alta e magra. Sorridente. Con gli occhi verdi. Leggera spruzzata di efelidi, per di pi. Lara.

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6. Cuori di ghiaccio

Bentivoglio (Bologna), ore 15.30. Sicuro di aver bussato forte, ispettore? No, perch il Cioccolata uno che non dovrei dirlo, ma poi lo sanno tutti, qui insomma, uno che beve, anche di giorno magari solo che andato a dormire Pu essere che in officina, sul retro, dove cha la brandina, ma dorme e non vi ha sentiti. Comunque in giro, perch era qui a mangiare, saranno state un paio dore. Mangiare cosa? Cosa Erminia, ti ricordi cosha mangiato il Cioccolata? Campari, lasagne monoporzione surgelate, mezzo litro di rosso, grappa, caff, altra grappa. Tutto segnato. Ecco, vede, noi segniamo sempre tutto, anche se qualche cliente dimentica di ritirare lo scontrino Oh, noi facciamo le cose per bene, mica avere problemi con la Finanza, dice sempre lErminia, che poi mia sorella. Mangiato poco e pesante, il Cioccolata. E bevuto molto. Si torna allofficina, mormora allagente Sandro Valle lispettore Vannini, accendendosi una sigaretta. Ci riproviamo? Ci riproviamo. Andrea? Di Lo so che non sono fatti miei, ma perch non smetti con le sigarette? Hai ragione. Che non sono fatti miei? Anche. Andrea? Mi spieghi cosa siamo venuti a fare qui? La cintura. Che? La cintura, Sandro: non sei Montalbano. Ah, allora li guardi anche tu? Talvolta. Presso Bentivoglio (Bologna), officina Bignardi, ore 16. Tre tazze di caff. gentile, il Cioccolata, anche se lo hanno svegliato. Poi c quel lavoro da finire, tanto vale Il caff preparato sul fornelletto a gas fa schifo, sa di gomma bruciata. Il bancone dellofficina ingombro di attrezzi, come devessere, pi o meno. Tutta lofficina come devessere, pi o meno. Ci sono foto e calendari appesi alle pareti. Fausto Coppi. Agostini. Saarinen (Saarinen?)

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( giovane, Sandro. Saarinen non lo ricorda. Veniva dalla Finlandia, prendeva le curve allesterno come scivolasse sulle piste di ghiaccio cosparse di cenere del suo paese. Morto in gara a Monza assieme a Pasolini: brutta morte). Qualche manifesto politico. Manca qualcosa. Niente donne nude sul calendario. Niente donne nude qui dentro, dice il Cioccolata. Dica, Bignardi, perch questo soprannome? Una storia di guerra, dice buttando gi anche il caff del poliziotto giovane. Quando sono tornato a casa dai monti, volevo fare un regalo alla mia morosa, perch allora la morosa il Cioccolata ce laveva, cos rubammo una cassa da un camion americano, di quelli dei viveri, carne in scatola, latte in polvere, caff, cose del genere. Cera dentro solo della cioccolata: tornai a casa con tante di quelle stecche di cioccolata da distribuire che mi ci hanno appiccicato questo nome. Poi la morosa non cera, e la voglia di festeggiare m passata. Faccia triste, quella del Cioccolata. Fissa il fondo della tazzina, quasi lo sapesse divinare. Aspetta. Non ha ancora chiesto cosa vogliono da lui, non ha iniziato la solita litania delle scuse non richieste. Neanche tirar fuori il libro delle fatture. Aspetta. Pure Andrea aspetta. Si siede di fronte. Si guardano in faccia. Non proprio negli occhi: in faccia. Bologna, bar paninoteca Prezioso. Piazza Galileo Galilei, ore 18.40. Invio: da telefono pubblico a telefono cellulare clonato con scheda estera. Allaltro capo: localit non determinabile. Drn drn Pausa (nessuna risposta). Drn drn Pausa (nessuna risposta). Drn drn Pausa (nessuna risposta). Drn drn drn Pausa (nessuna risposta). Telefonata inattesa. Non un buon segnale. Breve tocco sul mouse interrompe il rilassante scenario dellacquario tropicale. Niente pi pesci lenti e colorati: desktop. Connessione Internet: attivata. Connected with: chat-line riservata. Argomento del forum: mitologie celtiche. Nickname: Gandalf. Sono qui. Chi c nel forum? Prima risposta: Cosa vuoi da noi? Tolkien mitologia feniana, non celtica. Non vogliamo antimodernisti perditempo del cazzo nel nostro forum! Seconda risposta: Aragorn. Dimmi, Aragorn. La risposta una serie incoerente di parole. (Le parole vengono trascritte a matita, su carta). Exit. Pesce persico. Pesce palla. Pesci colorati non identificati. Acquario tropicale. Coralli. Sfondo blu. Dalle parole trascritte vengono estratte le sole iniziali. La loro successione rovesciata viene annotata. Pausa di riflessione.

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Alla sequenza di lettere viene anteposta una triplice w. Sito Web. Bottiglia in cristallo boemo. Sherry brandy invecchiato: piccola, innocua debolezza nostalgica. Un bicchiere di sherry per riflettere. Esaminare le possibili eventualit, prima di procedere. Tra Bentivoglio e Bologna, ore 16.40. Cosa te n parso? Sincero, direi. Dici di no? No, no non lo so, a dire il vero, ma non che mi aspettassi mica stupido, il Togliatti. Chi? Il suo socio occasionale, quello che non si fa vivo da un po, dice lui. Ruggero Passarini. Lo chiamano Togliatti. Luomo del volantino di Garibaldi. E tu come fai a saperlo? Secondo te perch siamo venuti fin qui? Per fare quattro chiacchiere con un vecchio ubriaco? Non siamo lAnonima alcolisti. Veramente, Andrea, non me lhai detto cosa ci venivamo a fare. Hai detto solo: metti in moto e parti. Tu Tarzan io Jane, tu dice io fa, daccordo, per non pretendere che ti legga nel pensiero. Va bene, va bene, non c bisogno che ti scaldi. Stiamo cercando luomo che ha affisso il volantino sulla porta, e ho unidea molto precisa su chi potrebbe essere. Purtroppo, se lui non lo troveremo facilmente. Questa officina lultimo suo recapito conosciuto. Quel Bignardi non ne sa niente, cos siamo a zero. Sembra che tu lo conosca bene. Lunga storia. Se tutto finisce bene, te la racconto. Se finisce bene? Se. Posso chiederti unultima cosa? Solo se davvero lultima. Perch hai detto: luomo che ha affisso il volantino? Non dovremmo dire: luomo che ha ucciso Egisto Tassone? Di m come ti pare. Fine delle trasmissioni. Sito web criptato, hot line erotica, ore 19.15. Libreria fotografica. Accesso vincolato, password required. Insert password. Wrong or invalid password, denied access. Insert password. Wrong or invalid password, denied access. Insert password. Wrong or invalid password, denied access. Insert password. Wait, please. Check password ahead. Insert your second password, please. Wait, please. Check password ahead. Welcome. Scrollare la schermata alla ricerca di qualcosa. Qualcosa come una normale foto di paesaggi collinari. Niente donne, bambini, animali. Alberi, campi, stradicciola. Nuvole vaghe. Un errore, di sicuro. Clic sullicona della lente dingrandimento. Il paesaggio non si ingrandisce: scompare. Al suo posto, un dattiloscritto. Non il testo in word: riproduzione Jpeg. Non rintracciabile da un motore di ricerca per parole chiave.
Brutale omicidio nel cuore di Bologna. Lassicuratore Egisto Tassone, di settantaquattro anni, stato rinvenuto senza vita nella sua abitazione dalla polizia, avvertita dai familiari che da giorni non ricevevano sue notizie. Pare che il facoltoso cittadino sia stato prima legato, poi finito a colpi di arma da fuoco. Si ignora il movente dellefferato delitto, anche se si pu escludere la rapina, dal momento che nulla manca dallabitazione.

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Clic sullicona della stampante. Wait, please. Print page ahead. Exit. La foto scomparsa dalla libreria fotografica. Solo donne, uomini bambini. Animali, anche. (Sospiro). Un possibile bruscolo nellingranaggio. Tavolo in mogano anticato. Telefono nero a disco. Accanto, telefono cellulare clonato con scheda estera. Lampada. Rubrica telefonica. Vuota. Il primo passo: ricezione dellinformazione. Fatto. Il sistema funziona. Passo successivo: trasmissione dellinformazione. Uso del telefono: non ammesso. Uso della chat: non consigliato. Pensare linearmente. Niente mosse oblique. La via pi facile. Trovato. Invio: da cellulare clonato con scheda estera a telefono cellulare. Numero composto a memoria. Presi accordi. Verr inviato un fax. Passo ulteriore: attendere sviluppi. Caff dei commercianti, strada Maggiore, ore 13. Cos che stai bevendo? Fai sentire Mmm, troppo forte. Mi fai un Bellini? Bellini classico? No, amore: un Bellini per me. Le hai le pesche biologiche? Certo che le ho. Solo per te, bellezza. Allora? Non sei contento di vedermi? Cosa dovrei risponderle? Per uno come me, abituato a brindare con se stesso o al massimo col barista, due brindisi in dodici ore con una quasi sconosciuta non un fatto corrente. Ecco il Bellini per te. Le presentazioni vedo che non servono, vi conoscete gi. A cosa brindiamo? A noi, bimbo. Di, vieni a sederti. Oh, non ti mangio mica: solo due chiacchiere, no? Tanto per sapere: cos quel Bellini per te? Niente di speciale: un Bellini con lo champagne al posto dello spumante. In tuo onore. Cos mi faccio perdonare. Perdonare? Cosa? Di essere arrivata senza preavviso proprio ora che avevi bisogno di stare da solo. Anche ieri sera, se per questo. Sono anni che ho bisogno di star solo. Nessuno, per, mai arrivato cos, inaspettatamente, con un sorriso in una mano e la sfera di cristallo nellaltra. Di, si vede che volevi star solo. Stavate parlando di cose serie, tu e il tuo amico. per questo che mi sono fermata sulla porta. Ma i tuoi amici, tutti musoni? Fai la raccolta, o solo una coincidenza? Nessuna raccolta: un pezzo unico. Quello l? Quello che va in giro con limpermeabile di questa stagione? Lo credo, che un pezzo unico. Volevo dire: lo stesso di ieri sera. E comunque s, non ne trovi un altro come lui. Butto gi il primo sorso di Negroni, e aspetto che il retrogusto amaro risalga. Lara fa lo stesso, inclinando il bordo del flte e sorseggiando il suo champagne alla pesca. Mi guarda: stesso sguardo sfuggente di ieri. Di, che voleva il tuo amico? Cose serie? Roba da investigatori? Cercava notizie di una mia vecchia conoscenza che vuole rintracciare, non mi ha detto il motivo. Sembravate cos preoccupati Lui lo era senzaltro. E quindi un po anchio, perch vorrei sapere cosa successo. Voglio dire, troppo preoccupato per uno che non dovrebbe neanche conoscere. Pi che altro sono

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stupito: questo Ruggero era un vecchio amico di mio padre, una specie di zio acquisito che conosco da sempre, anche se non che lo veda spesso, e Andrea non mi aveva mai detto di conoscerlo. E invece pare di s Poi Poi Poi Poi c quella storia di cinque anni fa. Io, Andrea, Cristiano e Ruggero, appunto. Ero stato proprio io ad andare a cercarlo. E quelle pistole che Andrea fece sparire dal rapporto perch io potessi restituirle le pistole del Togliatti. Che idiota che sono (Me lo dico cos, senza enfasi, quasi con rassegnazione). Come potevano non conoscersi, Andrea e il Togliatti? Come poteva non sapere Ma allora perch non mi ha mai detto di conoscerlo? Perch Perch continui a startene per i fatti tuoi? Perch Andrea Dico a te, di nuovo guarda che se vuoi che vada basta dirlo, eh? S, certo cosa? Davvero: se vuoi star solo me lo dici, se non ci stai dentro non serve che fai il numero dellintroverso. Altrimenti di segni di vita su questa Terra, invia un messaggio. Comunica, baby: la lingua fatta per comunicare, no? No. Ma lasciamo perdere. Milano, carcere di San Vittore, ore 14.30. Dimmi, direttore. Niente di particolare. Ti spiace se facciamo due chiacchiere? Tu fammi portare un caff decente, e io ti accolgo nei miei appartamenti. Ci accomodiamo in biblioteca, vuoi? Il salone di rappresentanza un po sporco, la colf in permesso. Arriva, il caff. Beato te che hai il senso dellumorismo, Cristiano. Io al tuo posto sarei gi sclerato. Tu non sei al mio posto, direttore. Io sono un libero cittadino, allinterno delle mie mura. Sei tu che non sei padrone del tuo tempo. Sei un misero salariato, ti avrei detto in una precedente vita. In questa non me lo dici pi? No, in questa no. Non perch abbia cambiato idea, Cristiano. Ha solo smesso di dire frasi inutili. Quando passi la vita a pesare le parole, poi ti passa la voglia di sprecarle. Cosa leggi? Fai dello spirito? No, figurati. Volevo dire: quale capitolo. Trentuno. Linizio della peste. Da qualche tempo, il mio preferito. Posso chiederti perch? Prima fai entrare il secondino con i caff. In carcere i piccoli piaceri sono ancora pi preziosi. Il caff, ad esempio. Non poi vero che quello del direttore sia migliore della moka da una tazza che Cristiano ha il permesso di tenere in cella. Il vero piacere poterlo bere in compagnia, sorseggiarlo facendo due chiacchiere con uno come te. Due reclusi, due prigionieri del Sistema. Allora, questa peste? Eh, la peste la peste il male, direttore. Il male sulla faccia della Terra, il marcio che corrompe la Storia. Ecco cos. Il sogno segreto degli storici: raccontare la peste perch gli uomini possano riconoscerla ed evitarla. Lamore al tempo del colera: una volta debellato il morbo, hai il resto della vita per far innamorare di te la tua donna. Descrivere la peste bubbone per bubbone per sconfiggerla. Sconfiggere la peste illuminandola, accendendo le luci perch nulla di essa sfugga allocchio dellosservatore. Sconfiggere il male.

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Sorriso ironico. Lironia della ragione nel narratore onnisciente. Linutilit del sapere: ironia. La Storia in piena luce non smette di essere oscura. Il male non si lascia abbagliare, non resta fermo al centro del mirino della ragione. Non un target, non sta di fronte. Sta dentro locchio della ragione. Raccontare lorrore non aiuta a sconfiggerlo. Serve ad altro. La corruzione, il marcio, lorrore: nulla di questo ci ignoto. Ci hanno raccontato tutto, sin nei minimi dettagli. Ti pare che il mondo sia migliorato, per il solo fatto di conoscere le molteplici incarnazioni del male in Terra? Che grondi meno sangue dal tavolo della macelleria? Sei cupo, Cristiano. Dovresti leggere qualcosaltro. Vuoi provare? No, grazie. Non sono cupo. Non ho detto che la Storia non serva. Ho solo detto che non con la Storia che il male verr estirpato dal mondo. E allora? Non piangere n ridere, direttore. Non piangere n ridere, ma comprendere, diceva un tale. E non farsi illusioni: tutto qui. Caff dei commercianti, strada Maggiore, ore 14. Fettina di arancia. La dolcezza dellagrume sullamaro del Negroni. Larancia spegne il Campari, lamaro esaltato dallarancia. Cos ci siamo ritrovati in questo bar malfamatissimo, roba che non ci potevi credere non ci stavamo dentro, figurati non che mi scandalizzasse la coca sul tavolo, o quel lenzuolo annodato nel quale si capiva cosa poteva esserci dentro ma in due, senza sapere una parola di spagnolo, con la Rover bloccata, lolio che bolliva nel motore Adesso ci violentano, poi ci scannano, poi riparano la Rover e se la portano via, faccio io. E Gina: forse prima ci scannano, poi ci violentano, poi rubano la Rover. E in quel momento ti arriva questo rocker col chiodo e la bandana nera in moto, come in un film, si ferma, guarda la Rover, entra, si guarda intorno, poi guarda verso di noi, scambia due occhiate col barista, prende una bottiglia e ci fa, in perfetto italiano: Tequila, signore? Cos, al volo. Poi prende uno straccio da dietro il bancone, va alla quattroruote, lo avvolge attorno al tappo dellolio, svita e lascia uscire uno schizzo di vapore da ustione. Insomma, controlla, poi rientra e dice come fosse il nostro meccanico che bisogna aspettare che il motore si raffreddi, quindi tanto vale fermarsi a mangiare qui. Fa portare qualche tacos, del guacamole, e versa un altro bicchiere di tequila. Dopo unoretta si rialza, prende due ferri da dietro il bancone, va a smanettare alla Rover, torna e fa: Se siete fortunate solo questa valvolina, lho tolta, la fate rimontare quando arrivate in citt. Se siete sfortunate vi partita la ventola. Lunica mettere in moto e vedere se va. Buena suerte, le uniche parole in spagnolo che abbiamo sentito. Be, aveva ragione lui, era quella stupida valvolina, siamo arrivate in albergo in due ore. Poi ci hanno detto che quel tale era un italiano, che la taverna era mezza sua, che era un posto da cui la polizia si teneva alla larga, e che si diceva che quellitaliano non potesse tornare nel suo Paese. Roba da film, no? Ma qui parlo solo io, bellezza No. Come no? Non hai detto una parola! No, non roba da film. In un film per svitare il tappo dellolio avrebbe usato la sua bandana, oppure avrebbe infilato la mano sotto la gonna a una di voi guardandola negli occhi senza parlare sino a quando gli occhi si fossero socchiusi, poi avrebbe strappato via un pezzo di gonna e lo avrebbe usato come straccio. Wow! Lhai pensata tu, questa cosa della mano sotto la gonna? No. Lho vista in un film. E con lo straccio della gonna cosa ci facevano, nel tuo film? La miccia di una molotov. Ehi! Com che ti vengono in mente queste cose, bello? Redazione del Mattino di Bologna, ore 21.20.

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Non ben visto Guido Giani, e non si dica che hanno torto. Non uno che si sbatte nel lavoro redazionale, tanto meno per le strade. Ha le sue fonti, Giani. Quali siano poi, vai a sapere. A giudicare dalla roba che porta, si direbbe che abbia un link col sito www.vocedellafogna.merda: i suoi articoli puzzano, a volte neanche tanto metaforicamente, ma qui le scuole ermeneutiche entrano in conflitto. Il partito dellinformazione pulita afferma che sono le sue notizie a emanare tanfo, pi o meno come i cadaveri dei martiri cristiani emanavano aroma di rose dopo secoli e secoli. Al contrario, il partito della coscienza pulita sostiene che la coscienza stessa di Giani a puzzare. Come fa a puzzargli la coscienza, ridacchia il cronista di nera, se non lha mai avuta? E come puoi chiamare notizie la robaccia che prende dal rusco?, dice larchivista. Alla fine concordano che Guido Giani e il sapone sono due universi che non comunicano, e tutti a riderci su. Ma quello che ride di pi Diego DallOlmo, il redattore capo. Perch Giani, detto Lercio, arriva di rado, ma sempre con qualcosa che vale la pena di pubblicare. Anche se spesso la roba che ha in mano puzza. Lancio dagenzia, capo. Poche righe, ma fai in tempo a pubblicarle in cronaca locale. Agenzia Quel manipolo di farabutti dellinformazione, buttati fuori a calci in culo dalle redazioni di mezza Italia agenzia! Ohi, capo, poche palle! Affiliata allAbc-Time. Piccola, ma si far. Probabilmente senza aspettare linverarsi del futuro. Si fanno gi, da soli. Quanto allAbcTime Insomma, lo prendi tu il lancio o vado dalla concorrenza? Guarda che la fonte sicura. Se non ti fidi mettici un paio di condizionali, poi domani la verifichiamo. C da farci su una bella inchiesta. No che non ce li metto, i condizionali. Faccio un paio di telefonate io per verificarla, e la pubblico cos. Ti pago il solito, per non farti dei viaggi sul servizio. Domani lo passo a uno serio, a un ragazzo che ha bisogno di lavorare. Lercio Giani sorride. Pi che altro ghigna. Mezzoretta scarsa per ricevere il fax dalla AbcTime, uscire dallagenzia senza dimenticare di aspirare il tirello di bianca sullo specchietto e arrivare alla redazione del Mattino. Niente male, come giornata di lavoro. Soldi trovati per terra. Come vuoi, capo. Per cos il prezzo sale. Non ci provare, che qui non sale proprio niente, Lercio. N il prezzo, n il tuo uccello da sfigato. E ringrazia che ti d da lavorare. S, s, come vuoi. Tanto il denaro non puzza. Neanche quando finisce nelle tasche di Lercio Giani. Caff dei commercianti, strada Maggiore, ore 14.15. Com che ti vengono in mente queste cose, bello? Sono io a farti questo effetto? (Non esageriamo). No, non colpa tua. il caso a cui sto lavorando. Peccato. Speravo di scaldare un po il tuo cuore di ghiaccio. Mi ripeto: non esageriamo. Me lo ripeto mentre ho come limpressione che la sedia stia diventando gelatinosa, e che io stia pian piano affondando in questa specie di budino. Allora? Allora cosa? Tell me, baby. Raccontami di questo caso. Fammi assaggiare la tua bocca nel mio orecchio. (Questa poi Ma quanti anni ha?) Conosci Allen Ginsberg? Faccio male? No, no, anzi, mi stupivo di sentirlo recitare da qualcuno al di sotto dei quarantanni, tutto qui. Comunque, non c molto da raccontare: un ragazzino partito per una vacanza senza

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salutare mamma e pap, e una bottiglia incendiaria malfatta contro una casa discografica. Devo trovare lindirizzo del pupo, e capire se le due cose sono in relazione. Stai mica parlando di Speacker dd? Proprio lui. Lo conosci? No, ma frequento lambiente. Si sa nel giro che dopodomani al concerto dar buca, anche se nel manifesto figura tra gli uomini di parola. Dopodomani sera? S, caro. Dopodomani sera c una serata spaghetti-rap con tutta la ballotta della Diggers Voice, in quel posto nuovo appena fuori citt, che poi non proprio nuovo, pi che altro cambio di gestione, non che a me piaccia granch, si vede che il nuovo gestore ha in mente la pilla, ma anche quelli della Diggers in fondo non hanno altro scopo che farsi il loro business. Per magari ci si diverte, no? Di, andiamoci: ti ci porto io, ti faccio vedere la mossa, magari ti pu aiutare. Daccordo, allora? Oh, di, non farla lunga, guarda che devo scappare, gi tardi, mi chiude il centro: dove ti passo a prendere? O ti raggiungo e mi porti in Vespa? Mi servirebbe dare unocchiata, in effetti. Vedi mai che la cosa non riesca utile. S, va bene, sto cercando un pretesto, e come pretesto non il massimo quattro scalzacani probabilmente stonati vestiti lacero-fighetto Ma detto tra me e me (che fa gi un casino di gente): che bisogno ho di un pretesto? Piuttosto piuttosto, posso chiamarti da qualche parte verso sera? Tra un po vado a cercare delle cose, e se mi manca la traduzione di qualche, diciamo cos, neologismo giovanile potrei aver bisogno di un dizionario. Tu s che sai come complimentare una signora, bellezza. Ti scrivo il numero del portatile, ma dammi il tuo numero che ti chiamo io. S, certo. Oh, scusa per quel dizionario: non ti sarai mica offesa, vero? Sorride con gentilezza, si alza agile dalla sedia facendo un cenno al barista che mette in conto, ritocca con rapidit la linea delle labbra con la matita, appoggia un bacio leggero sulla punta delle dita, lo soffia verso di me, si avvia sculettando con impercettibile ostentazione (come quando saliva le scale ieri sera?), tanto per sottolineare cosa potrei essermi gi irrimediabilmente perso, poi si volta e con sguardo amorevole sbatte le ciglia e mi sussurra un: Fottiti, stronzetto.

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7. Meglio via da qui

Bologna, questura, piazza Galileo Galilei, ore 18.10. Come, non ne sa niente? Ma se ci ha telefonato lui! No, Vannini: non stato n il figlio, n un altro familiare. La vedova quasi svenuta, quando labbiamo chiamata. Qualcuno si spacciato per il figlio di Egisto Tassone. Tutto torna: era quattro giorni che non lo si vedeva in giro, il medico legale pensa che in effetti la morte risalga ad almeno settantadue ore prima del ritrovamento Anche il questore scuro in volto. Se questa storia della telefonata trapela, la stampa ci si butter a pesce Non il caso di drammatizzare, Vannini. Magari a chiamare stato un semplice impiegato dellagenzia che per qualche motivo non lo aveva sentito, e che aveva paura di esporsi. Comunque alla stampa non siamo tenuti a dire chi ci ha messo in allarme, e nel caso possiamo tirare sempre fuori la vecchia palla della telefonata anonima. S, certo, la telefonata anonima. Magari la attribuiamo a una spogliarellista rumena, tanto per rievocare i vecchi tempi. Va alla scrivania, Andrea. Butta gi i soliti appunti frettolosi, a mano, senza neanche guardare la tastiera del computer. Quattro stronzate, scritte pi che altro per pensare con la mano destra. Un miliardario ammazzato con una raffica di mitra in bocca. Della testa rimasto poco pi che lenorme buco. Arma, proiettili, volantino: praticamente una firma. Il Togliatti? Tipo da ammazzare uno come Egisto Tassone? Dipende. Brutta persona, il Tassone. La sua faccia sorridente sui quotidiani nazionali non inganna: sorrideva anche quando cavava gli occhi ai partigiani, nei sotterranei della questura, durante la guerra. Per quando ricomparso lo hanno lasciato in pace: la guerra era finita. (Promemoria: vedere se ha subito un processo). Perch ucciderlo ora? Il Togliatti un passionale, ma quando serve tiene a bada le mani. Non a caso doma serpenti. Non uno che fa mosse azzardate. Denuncie per furto, molte. Ma mai una volta che si sia fatto prendere a una manifestazione: e s che negli anni Cinquanta se ne davano e se ne prendevano. Soprattutto: tipo da uccidere, s. Tipo da lasciare la firma, no. E allora? Attilio Bignardi. Sa dov il Togliatti? Con ogni probabilit no. Per aspettava la polizia. Qualcosa sa. Meglio, si aspetta qualcosa. Cosa? Da chi? Stava zitto, aspettava. Che voleva dire, col suo silenzio? (Disagio). un po che la fiaschetta di Bushmill non nella tasca dellimpermeabile. Se per questo, un po che Andrea ha dismesso il Bushmill. Meglio, molto meglio il Lagavulin. Che troppo caro per portarlo in giro in una fiaschetta tascabile: era un buon motivo per bere meno. Era. Comera quella battuta? Ho scelto un brutto momento per smettere Andrea si guarda intorno. Carte sulla scrivania. Qualche libro sul mobile. Due-tre ritagli alle pareti. La foto del presidente Pertini (non Scalfaro, e soprattutto non Cossiga. Pertini). Due sedie. Un appendiabiti, vuoto: Andrea non si toglie mai limpermeabile, se soprapensiero. Il cestino della carta straccia, vuoto: Andrea raccoglie la carta in uno scatolone, quando pieno

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andr a buttarlo nellapposita campana per il riciclaggio, dalla quale la carta uscir per finire non riciclata, ma gettata nel mucchio della spazzatura indifferenziata, ma limportante avere la coscienza a posto. Troppa roba inutile. Oggetti che occupano spazio. Non significano nulla. Dovrebbero scomparire. Se potesse, in questo momento Andrea trasformerebbe il suo ufficio in un loft stile zencaliforniano, pieno di spazi vuoti. Lo zen. Zen fascists will control you 100% natural. You will jog for the master race and always wear the happy face. Cantava cos, il buon vecchio Jello Biafra? I fascisti zen. Inutile cercare di raccogliere le idee, quando le orecchie rimbombano di punk Seventies. Meglio uscire. Il post-it giallo sullo stipite interno della porta. Non lo aveva notato. Ti fai sentire? No. Non stasera. Domani. Via Santo Stefano, ore 16.30. Visto lappartamento, mi concedo un caff offerto dalla cucina dello Speacker. Che anche buono: il signorino si tratta bene. Dovrei fare una perquisizione pi accurata della sommaria occhiata che ho dato qua e l in attesa che il caff venisse su dalla moka, ma non servir. Il computer bello, quantomeno sul piano estetico. Per quel che ne capisco, anche una macchina discretamente potente. Sulla mensola molti programmi, in buona parte originali. C qualcosa che mi d sui nervi, qui dentro. Arredamento stile spogliatoio americano, scarpe pump da trecento sacchi, magliette col numero appese alle grucce, felponi e cappellini con ancora attaccato il cartellino del prezzo, manifesti falso underground, persino un canestro vero, e ovviamente la palla arancio a spicchi. Virgole Nike ovunque, neanche a dirlo (poi magari sono capaci di parlarti della naic-di-Samotracia, la famosa divinit in scarpe da basket). Niente armadi: scaffalature cromate a giorno. Vestiti stirati e ripiegati con cura: chiaro che passa una donna a fare pulizie. Magari anche a cucinare gli spaghetti, non sia mai che troppi hamburger facciano tanto Alberto Sordi uotzamerican-okkei! Vedrai che finisce cos: er latte o damo ar micio maccarone, mhai provocato e me te magno. La mia paranoia galoppa, sospinta dalla profusione di gadget e oggettini. Dovrei scriverci un trattato, sulla mia paranoia. Quella di oggi pomeriggio, ad esempio, del tipo presenza in assenza: ci che mi irrita non sono le cose che vedo, ma che nessuno di questi baciaccoli un vero, valido pretesto per essere irritato. Detto come va detto: mi irrita il banale fatto di non avere un motivo valido per essere irritato. Perch un fondo di ragione nella paranoia c sempre. Se non trovi un motivo non vuol dire che non ci sia: solo che non lhai ancora trovato, per c. Prima o poi lo trovo, mi d ragione e mi calmo. Perch un motivo per avercela con questa gente c di sicuro. Va bene, finito lo sfogo vediamo di guadagnarci il pomeriggio: ars longa, vita brevis, mi hanno insegnato alluniversit: e dunque, al lavoro! La sedia ergonomica comoda, limpianto stereo di buona qualit, bevo anche la seconda tazzina e accendo. Password required. Cera da aspettarselo. Vediamo se avevo ragione a non fare una ricerca accurata tra le sue carte. Tanto per scaldarmi, proviamo con speacker. Invalid password. speackerdd. Welcome.

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Fantasia inversamente proporzionale al portafoglio. Vediamo la posta. Lettere ricevute: nessuna. Ha cancellato larchivio. Idem per le lettere inviate. Doveva sentirsi molto furbo. Proviamo a mettere in moto Explorer. Password required. Al terzo tentativo digito le iniziali del suo brano musicale, e Explorer si avvia. Ha cancellato lelenco dei siti visitati di recente. Vediamo se gli hanno spiegato cos un cookie. No: ai fighetti come questo non gli insegnano niente, n a scuola n altrove. E, come mi aspettavo, ecco un bellAlitalia tra i biscottini. andato sul sito, probabilmente avr acquistato un biglietto on line. Furbo come doveva sentirsi, sar partito da un aeroporto diverso da quello di Bologna, avr usato la carta di credito di un amico, ma ha lasciato una traccia. Ci metto un paio di giorni a trovare un hacker in grado di ricostruirmi la prenotazione. Peccato non abbia prenotato anche un albergo, ma non si pu avere tutto dalla vita. Magari non serve neppure un hacker: se riesco a rintracciare una vecchia conoscenza, lo ritrovo negli elenchi dellAlitalia. Potrei chiedere ad Andrea. In ogni caso, non mi sembra proprio il tipo che viaggia con documenti falsi. E non credo che il padre sia cos stupido da non saperlo. Se si rivolgeva alla polizia, risparmiava la mia parcella. Devessere quella storia della boccia contro la Diggers ad averlo spaventato. In realt non ha assunto un investigatore, ha solo comprato un filtro per garantire la fedina penale del figliolo, metti caso avesse preso parte al lancio. Me ne ricorder, al momento di presentargli il conto. Prendo qualche Cd dalla torre, tanto per farmi unidea di cos questa musica, stasera a casa. Chiudo, scendo le scale, esco in strada. Il bigliettino a forma di cuore col numero di telefono. Adesso la chiamo. No, ha detto che mi chiama lei. O no? Era scena, o ha davvero preso su? Cosa mi sar saltato in mente di chiamarla dizionario? Peggio per me. Se ha detto che chiama, lei lo far. E se poi non chiama? Se aspetta che lo faccia io? Basta cos, o tra un po mi ritrover a casa a girare attorno al telefono. Catena, casco, chiavi. Accensione, freccia a sinistra. Su per Santo Stefano. S, per forse dovrei prendere io liniziativa per Da dove sbuca, questo? Cazzo vai, somaro! Vado per la mia strada, idiota! Vai a prendertela in culo col tuo trabiccolo del cazzo! Leggera sbandata a destra, frenata, piede destro fuori, piattone sul copriruota posteriore, freno rilasciato, via Mi volto appena, il tempo di vederlo perdere lequilibrio e finire contro una macchina parcheggiata in divieto. Sovrapposizione di antifurto, clacson, urla. Cazzo fai, stronzo! Ti insegno a vivere, piccolo insignificante decerebrato. Tiro il fiato. La bolgia del rientro gi cominciata sui viali. Una volta sui viali attraversavo a piedi, me lo ricordo bene. Quando successo che il traffico ha cominciato a impazzire? Quando sono cominciati i colpi di clacson a ripetizione, le auto a settanta allora, i semafori bucati, gli slalom fra le tre corsie? Dovrei prendere una casa fuori, magari in campagna. S, domani rapino una banca e me la compro La banca! No, ormai chiusa. Gi, ma ho il bancomat. Dov uno sportello? Eccolo l. Mi fermo, metto in folle e scendo. Cerco il bancomat con la mano nella tasca. Luomo allo sportello volta la testa, sbianca, si gira e scappa via finendo contro un passante. Che diavolo succede? Mi fermo perplesso, sento il rumore della mia moto ancora accesa Poi il marciapiede mi piomba sulla faccia. Fermo l, coshai in mano, fermo! Sento delle voci, qualcuno parla del bancomat che ho in mano, la mano che comincia a far male, qualcosa mi schiaccia a terra. Il peso sulla schiena cessa di colpo. Vengo tirato su come uno straccio. Qualcuno si scusa. Parlano di me. No, parlano con me.

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Scusi, ma sa, lei scende di corsa senza togliersi il casco, lo sportello, la moto accesa, la banda delle Coop, la Uno bianca, aggressione agli sportelli, paura, sa che ormai Bologna Un bisonte in divisa nera, giubbotto antiproiettile, guanti di cuoio, pistola in pugno. La scritta sul giubbotto dice Sicurpool. Ha un tono quasi indifferente, da rappresentante di commercio. il mio mestiere, ero qui allagenzia di viaggi, quando lho vista ho pensato a una di quelle rapine al volo col cutter La pistola. la mia, non si preoccupi. Certo che la tua, dico con la bocca piena di polvere. Proprio per questo mi preoccupo. Rimettila nella fondina, dico sputando. Tranquillo, non si mica fatto male nessuno, mi fa sorridendo. No, non si fatto male nessuno. Non oggi, non qui. Da quando diventata cos, Bologna? Stazione di Bologna, ore 19.15. Cosavr per la testa, pensa Lara mentre parcheggia il motorino, stavo dimenticando la salsa cajun per la cena di Vera. Per fortuna il negozietto interno ancora aperto. Gi che c, potrebbe anche prendere una bottiglia di vino, Lara. Qui piuttosto caro, pazienza. Eccoci qui. Salsa cajun, un buon brunello, e magari anche uno di questi pacchi di pasta spiritosi, questi cazzetti che su quellingenuona di Vera fanno sempre effetto. Gi ce la vede, Lara, mentre arrossisce davanti ai maccheroni allusivamente fallici. No, di, povera Vera: meglio dei fusilli colorati. Povera Vera, con la vita che fa riesce ancora ad arrossire, pensa Lara. Strano sentimento, il pudore. Lara esce. Unocchiata alledicola? Intanto compone il numero di Vera, vagando distratta tra le copertine patinate. Attenzione. Il numero da lei chiamato non al momento disponibile. Si prega di richiamare pi tardi. Strano: doveva essere a casa a cucinare. Speriamo che si sia ricordata di preparare anche del pollo, perch laltra volta Differenza tra vedere e guardare. Lara, immersa nelle riflessioni sugli allevamenti di carne rossa che stanno devastando lecosistema e sulle tossine contenute nel sangue dei bovini macellati, guarda senza pensare la folla che esce in massa dallatrio centrale verso i binari, senza vedere alcun essere umano in particolare. Senza vedere una ragazza pallidissima, quasi tremante, che si fermata, sballottata e spintonata da quelli che dietro di lei non cercano neanche di scansarla. Vera. Lara! Lara! Vera! Ma allora? Che fai qui? Vengo via, Lara. Vengo in vacanza in mia Zagabria, per poco. Una, due settimane forse. Poi torna. Vacanza? Zagabria? Torni a casa? Ma stasera? Vengo via, Lara. Meglio cos. Vieni via anche tu, Lara. Meglio se vieni via, senti, Vera. Via dove? Che stai dicendo, Vera? Vera! Mi fai male, Vera! Fa male, Vera, fanno male le sue mani che stringono le braccia di Lara. Le dita sotto le unghie sono bianche per la stretta, bianche come la sua faccia. Vera sta piangendo. Io ti prega, Lara, io e te amiche, no? Vieni via da Bologna, una settimana, due, poi torna. Vieni via. Via. Via. Apre le mani quasi di scatto. Libera Lara. Si asciuga gli occhi col dorso della mano. Si guarda intorno, a scatti. Afferra il crocifisso al collo, lo bacia. Fissa Lara negli occhi e sussurra: Vieni via, Lara. Ascolta me. Meglio via da qui. Mette la mano dietro la nuca di Lara, la tira a s, la bacia forte sulle labbra. Si volta, afferra la borsa caduta per terra e scappa verso il sottopassaggio.

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Lara resta l, con rossetto sbavato, uno stupido pacco di pasta colorata, una salsa preparata a New Orleans e una bottiglia di rosso toscano. Sente strane voci. Voci femminili. Ragazze giovani. Tutte belle, molto belle. Tutte bionde, quasi tutte naturali. Qualcuna ossigenata. Voci straniere. Parlano piano, non parlano italiano. Con lo stesso accento di Vera. Una decina di ragazze croate in partenza. Nessun sorriso. Passano davanti alla lastra di vetro dalla strana forma che chiude la sala dattesa senza chiedersene la ragione, oltrepassano la preghiera del Papa scolpita nel marmo senza accorgersene, vengono ingoiate dal sottopassaggio del binario 1.

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8. Puttan Tour ad angolo B

Bologna, quartiere Bolognina, ore 19.30. Invio: da telefono cellulare a telefono fisso. Ciao, bello, ci sei? Dipende Con chi parlo? Sono Lara! Sei solo? Lara? S, certo sono solo Ascolta, posso passare a trovarti? Ho bisogno di parlarti, devo dirti una cosa. Ti disturbo? Non che hai da fare? Cosa c, Lara? Coshai? Arrivo tra un quarto dora. Non preoccuparti per la cena, la porto io. Quarto dora per modo di dire. gi qui dopo poco pi di cinque minuti, il rossetto sbavato, il giacchino sbottonato, laria stravolta e un curioso insieme di generi alimentari che dovrebbero essere una cena. Insomma, capisci che dovevamo vederci stasera, siamo tutte e due libere e ne approfittiamo per fare un po di chiacchiere tra amiche, cose cos, e invece in stazione che fugge via sconvolta, dice cose senza senso, e Va bene, adesso ti calmi, ti siedi sul no, il divano pieno di carte, ti siedi l, su quella sedia, apro il brunello e ce ne beviamo un bicchiere, poi provi a cominciare da capo. Guarda che non sono la solita donnetta isterica! Ti dico che era terrorizzata, e Vera non una che si spaventa per poco, ha visto la guerra da bambina. Ma gi, per voi uomini noi donne siamo sempre delle femminucce da poco, non vero? E no! La tirata femminista proprio no! La sua amica avr visto la guerra, ma non che le filippiche di Barbara fossero meno sgradevoli. Vado in bagno, prendo lo specchietto da barba sulla mensola, glielo metto davanti alla faccia e aspetto. Cosa dovrei farci, con questo stupido specchietto? Guardartici. Tutto qui. Ha gli occhi furenti. Per almeno mi d retta. Si guarda nello specchio. Capisce. Si siede lentamente, si vede che ha voglia di piangere. Mi fissa. Scusami. Scusami, davvero. Verso il brunello in due bicchieri poco adatti alloccasione. Non sono tipo da vini di pregio, preferisco i superalcolici, ma non si dica che non so distinguere un Montalcino da un Pagadebit. Lara si terge gli occhi con la punta di un fazzolettino, senza spandere il rimmel. Non pianger: non sembra tipo da farsi vedere con le lacrime agli occhi dal primo che incontra. Prende il bicchiere sussurrando un impercettibile grazie, tradisce un attimo di esitazione davanti al duralex a base ottagonale, allunga la mano a sfiorare il mio bicchiere col suo e beve un piccolo sorso. Mastica appena il vino, lo fa girare nella bocca, lo manda gi con calma. Aspetta. Poi beve un secondo sorso, con decisione. Te ne intendi, di vino? S, perch? Da come lo bevi sei abituata a trattarlo bene

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Il vino una cosa bella. C dentro la vita, gli odori della terra, i suoi sapori. Merita rispetto. C amore, nel vino. Lo sai che fare lamore in un vigneto migliora la vendemmia? Sicura? Fidati. Se lo dice Veronelli devessere vero, no? S, se lo dice Veronelli non pu essere falso. Massimo rispetto al vecchio Veronelli, amico e amante del vino e della libert. Oltretutto da qualche parte devo avere un suo libro. Finiamo il brunello. Verso ancora? No, non a stomaco vuoto, dice tirando su col naso. Mi guarda. Le sue difese stanno pian piano risalendo la china, ma dieci minuti fa, quando arrivata, erano davvero crollate. Cosa lavr spaventata cos? Ascolta, tu non mi conosci, ma io capisco la gente al primo sguardo. la mia arma segreta, questo che mi permette di vivere come voglio. Ecco perch ti ho fatto salire su da me ieri sera: sapevo che non ci avresti provato. Mi sono fidata. Ho avuto ragione, no? Allora, continua senza aspettare la mia risposta (la storia della mia vita: se parlo con una donna non sta ad ascoltare quel che ho da dirle, se sto zitto mi chiede perch non parlo), se ti dico che aveva paura, devi credermi. Paura non per s: per me. Resta l a guardarmi, come dovessi risponderle. Ti spiacerebbe cominciare dallinizio? Chi aveva paura? Vera: chi altri? Vera: chi altri? Ha per amica unacqua minerale, e io sto qui a chiedermi stupide pignolerie tipo chi Vera sono proprio un tipo strano. una mia amica, Vera (s, a questo ci arrivavo da solo). Lho incontrata in stazione. Fuggiva, scappava via. tornata al suo paese. In Croazia. In Croazia? S, in Croazia. Hai presente Trieste? Sempre dritto verso Zagabria. Quando ci sei, tutto intorno c la Croazia. E aveva paura. S. Mi ha implorata di andare via per una, due settimane. Non mi ha detto perch, ma era terrorizzata. Ma c unaltra cosa, che non ho ancora capito Ascolta, ti va se mangiamo insieme, poi mi accompagni a fare un giro per i viali? Per i viali? S, per i viali, quelle cose che fate voi uomini per passare la serata. Un giro in Vespa a guardare le prostitute sui viali, ti sembra difficile da capire? No, no, che vuoi che sia. Mi piomba in casa una ragazza che conosco da ieri, mi racconta una storia strana dopo avermi offerto un vino di lusso che aveva con s per caso e mi propone un Puttan-Tour. Che c da capire? Mettiamo subito in chiaro: io il giro per i viali a guardare le puttane non lho mai fatto, sono mica un maraglio. Dopo di che, se ci tieni lo facciamo, per mi spieghi perch. Intanto vedo che c da mangiare. Daccordo. Per te lo spiego dopo, non prima. Posso usare quei fusilli? Certo che puoi. Sei vegetariana? No, solo carne rossa. Cosa mi offri? dice facendo ricomparire il sorriso sulle labbra. Fusilli al gorgonzola. Non sar alta cucina, ma il tocco di vodka d quel certo aroma che non guasta. Per fortuna ho giusto pulito i piatti perch avevo bisogno di pensare Mmm, buona la tua pasta, dice mangiando con appetito. Un po squilibrata come apporto nutrizionale, ma buona. Apporto nutrizionale? Fai la dietologa? No, quale dietologa! Sto attenta a quel che mangio: tu no? Guarda che quella pancetta tra un po non va pi via, alla tua et dovresti stare pi attento. Mmm, a proposito di et, cos che stiamo ascoltando?

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I am the passenger I stay under glass I look through my window so bright I see the stars come out tonight. Iggy Pop. Troppo vecchio per i tuoi gusti? No, no, volevo solo dire che si sente che musica di ieri. Bella, per. Bella carica. Una cosa tipo Pixies. Ti piacciono i Pixies? Non li conosco. Magari puoi registrarmeli. Registrarteli? Di, te li regalo. Ti piombo in casa, ti sconvolgo la serata, ti scrocco una cena: te lo meriterai un regalino. And everything looks good tonight singing la la la la la lala la la, la la la la Redazione del Mattino di Bologna, ore 21.40. Invio: da telefono redazionale a telefono cellulare. Allaltro capo: ufficio della questura di Bologna. Ciao, sono io. Ciao, direttore. S, magari direttore. Ascolta, devo chiederti il solito favore. Devo verificarti una soffiata? S e no. Devi solo dirmi se ti risulta. Cosa? Che in un appartamento in centro stato trovato il cadavere di un facoltoso concittadino. Morto ammazzato. Ti risulta? Non vuoi aspettare domani, Diego? No, sono in chiusura della pagina, devo decidere adesso. Tu dimmi solo se pu essere vero. Credo di s. Credi? Credo. Di sicuro successo qualcosa in centro, ma non posso giurare che sia quello che dici tu. una notizia riservata, e tu non ne dovresti sapere niente. Francamente, Diego, sarebbe meglio per tutti se aspettassi un paio di giorni. No, non posso. Se non esce domani sul Mattino arriva sul tavolo di qualcun altro, ci puoi scommettere. Grazie lo stesso, comunque. Momento di riflessione. Diego DallOlmo fa appello alle sensazioni rodate da ventanni di giornalismo. Se Lercio domani non la trova, poco ma sicuro che la mette in Rete, tanto i soldi li ha gi presi. E se non lo fa lui, lo fa chi glielha passata. Tanto vale uscire per primi, magari senza risalto. Mi sa che non la metto in mano a un ragazzo qualunque, pensa Diego. Non ha laria di una storia qualunque. Circonvallazione interna dei viali, ore 22. Sar vero che le stagioni non sono pi quelle di una volta, ma linizio di settembre sempre un bel momento per girare in Vespa di sera. Frescolino il giusto. Il brunello poi comincia a farsi sentire, lincontro-scontro tra il sangue scaldato e la pelle rinfrescata dalla sera piacevole. Ti accorgi di averlo davvero, un corpo, l in mezzo, tra lo stomaco e il mondo, tra il cuore e lo smog. E il vino in circolo ti illude piacevolmente che il freddo che senti sia causato dallo sbalzo termico. Che la pelle doca sia un effetto provvisorio. Che non sia il mondo, qua fuori, a essere freddo.

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Cosa ci stia a fare io, qui, in questa situazione, un altro paio di maniche. In giro con una sbarbina da schianto sulla parte posteriore del sellino, col braccio stretto alla vita proprio l dove lo stomaco si chiude e stringe, morbidamente appoggiata alla mia schiena con i capezzoli impudicamente protesi a darmi i brividi e la sua voce che mi parla sussurrandomi di cose che in buona parte non capisco: cibi olistici, il senso della vita, lultimo editoriale di Cosmopolitan, Marie Claire che non pi quella di una volta (sar unaltra amica croata?), Keanu Reeves che lha delusa con Speed, lorientamento Feng Shui dei mobili e delle case per un miglior rapporto col tutto (e io dovrei dirle cosa ne penso?), la movida di Barcellona, la smaterializzazione del mondo (no, non ho letto Neuromagma, non so neanche cosa sia), poi ecco, accosta l, senza fermarti, guarda, l ci sono le nigeriane, tutto occhei, come, cosa tutto occhei? Va bene che stiano l a battere? No, volevo dire che sono al loro posto, tu guida e non preoccuparti, come non preoccuparti? Guarda, bello, che vero che le nigeriane lo prendono dietro senza preserva, ma siete voi a chiederlo, va bene, va bene, lo so che i veri animali siamo noi, no che non siete animali, gli animali hanno pi rispetto, e cosa siamo scusa? Uomini, ecco cosa siete, fermati un momento, anzi no, che c la pula, cosa c? Una retata? Retata cosa, bello, l ci sono le ragazzine, minorenni? S, bello, minorenni, tossiche, comunque ragazzine, e c sempre qualche pulotto a parlarci, ti scandalizzi? Ecco, ferma l che devo parlare con quella bionda. Scende, punta verso una stangona in top e tanga, capelli lunghi biondo abbagliante, tacchi altissimi. Si scambiano qualche parola, in tedesco mi pare, si salutano con un reciproco sciss, va bene, bello, andiamo, la conosci appena, abbastanza nuova, tedesca? Austriaca, una vera (come vera?), voglio dire che davvero austriaca, perch, le altre? Le altre dicono di essere austriache perch fa trendy e sparano cinquanta sacchi in pi, ma in genere sono slovene o croate. Come la sua amica Vera? Come la mia amica Vera, certo, mi dice sorseggiando il cocktail che ci fermiamo a bere dopo aver completato lanello dei viali. Come le sue amiche. Che non ci sono. Guarda davanti a s, con unespressione che mi piace poco. Non sopporto quelli che guardano avanti oltrepassandoti con lo sguardo per inseguire il punto alle tue spalle. Quelli che parlano solo per accompagnare i propri pensieri. Quelli come Andrea. Erano tutte in stazione. E infatti non ci sono. Non ci sono pi prostitute croate sui viali di Bologna. E scommetto che non c pi neanche Maric. Fammi indovinare: il loro protettore? Gi, sottolinea senza scomporsi. Un vero pezzo di merda, uno che picchia le ragazze, amico di gente ancora pi brutta di lui, giri di armi, polvere, vai a sapere. Quelli che portano le ragazze qui in Italia. Giovani, piene di speranze, la bella vita, il paese di Bengodi, guardano lItalia in televisione dalla parabola e pensano che se regaliamo milioni con quei quiz deficienti di denaro dobbiamo averne tanto. Poi si ritrovano qui marchiate come bestie, col tatuaggio che a voi piace tanto. Dovrebbero trasmettere i programmi in bianco e nero alla televisione, far vedere i film di cinquantanni fa in cui eravamo poveri, andavamo al lavoro in bicicletta o facevamo le mondine per un sacco di riso. Allora s che le cose cambierebbero. I film del neorealismo? Vuoi dire quelli? S, quelli. Cos albanesi, croati, polacchi, russi penserebbero che siamo poveri e tristi come loro, e non verrebbero qui a cercare le casette di marzapane. Invece faccio io per cercare di inserirmi. Invece gli facciamo vedere le casette di zucchero e cioccolato, ma non gli diciamo che dentro ci abita la strega cattiva. Tosta quando le gira, Lara. Faccio fatica a inquadrarla, ma mi piace sentirla parlare. E questa storia del tatuaggio? Ci marchiano le ragazze, bellezza. Ogni capo ha un suo simbolo da tatuare, le ragazze di Maric ad esempio hanno una farfalla fatta in un certo modo sullinizio del solco delle natiche, cos se mai scappano le riconoscono anche in unaltra citt. Del resto, dove vuoi che scappino, senza passaporto? Vera, a modo suo, fortunata, ha gi finito di riscattarlo, il passaporto. Le altre ancora no

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E allora perch continua a battere sotto protettore? Perch prima di tornare a casa vuole avere i soldi per comprarsela, una casa. Cos i suoi nonni avranno un posto decente in cui morire. Ordino altri due bicchieri, per mandar gi lo schifo di me stesso che mi venuto. Non centro niente, a gente come questo Maric ai miei tempi avrei spaccato il naso a colpi di spranga, ma mi faccio schifo lo stesso. Mi sembra di essere sporco dentro. Ehil, morettino, cos quella faccia triste? Guarda che non volevo prendermela con te, scusami. Magari meritavi una serata migliore, ma davvero non so cosa farci. Secondo te, tu che fai linvestigatore, che significa che tutte le croate siano rientrate a casa in fretta e furia? Non lo so, Lara. Nellarco di due Caipirinha ho imparato sulla prostituzione pi di quanto credevo di sapere. Se vuoi, domani chiedo al mio amico Quel poliziotto dallaria tenebrosa? S, giusto lui. Devo passare a trovarlo, sai S, s, ricordo. A proposito, come va la tua indagine? Trovato niente? Trovato qualcosa. So che ha preso laereo, devo solo scoprire per dove, ma mi ci vuol poco. Devo trovare qualcuno in grado di dare unocchiata pi a fondo nel suo computer, e ho fatto. Roba di un paio di giorni. Un hacker, vuoi dire? Hai bisogno di un hacker? S, certo. Ne conosci uno bravo? Ne conosco uno bravissimo, uno dei primi. Ma non si muove per una cosa come questa. Se per te ne basta uno meno bravo, ma molto pi bello, sorridente, amichevole Be, s dov questo hacker? Fottiti, stronzetto: ce lhai di fronte!

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9. Mezzanotte

Casalecchio sul Reno (Bologna), via Canale, ore 24. Struccata, Lara non pi brutta n pi bella. unaltra. Pi pallida, pi incerta. Truccarsi serve a coprire, aggiunge poco a poco uno strato sullaltro, anticipa luscita e aiuta a prepararla. Fortifica. Struccarsi fa pensare, toglie via le incrostazioni inutili della giornata per conservare quelle che vale la pena di serbare. Lara si trucca e si strucca sempre da sola. Sempre. Imparare a stare da sola, si ripete ogni volta. Imparare a pensare a te stessa. Imparare. Non si sopravvive l fuori, se non sei capace di pensare a te stessa. Lara lo ha imparato presto, le sembra di averlo sempre saputo. Una capacit che respirava nellaria sin da piccola. Come gli altri, meglio degli altri. Questione di sfumature. Che sono poi quelle che contano per davvero. Devo dirglielo?, chiede Lara al suo volto nello specchio. Quella l, nello specchio, le fa invidia. Tutte le imperfezioni, le incertezze, i dubbi che Lara sente dentro di s non traspaiono nel volto dentro lo specchio. Vorrei essere come te, si dice Lara rivolta allo specchio. Se solo quel volto parlasse, almeno per una volta. Se solo le dicesse cosa fare. Dirglielo. Devo. O no? Perch devo? A chi, devo? Non devo niente a nessuno, dice Lara parlando con lo specchio. Lara deve tutto a se stessa. A nessun altro che a se stessa. Casalecchio sul Reno (Bologna), ponte sul Reno, ore 24. Visto da qui, il Reno non sembra neanche tagliare la periferia della citt. Dimprovviso il cemento si ritrae, spuntano alberi, c lacqua che scorre sui sassi di fiume, sentila che mormora suoni dolci. Sembra una piccola gola di montagna. Doveva essere davvero bella Bologna quando lacqua la attraversava, prima che il cemento ricoprisse i piccoli corsi. Magari poi non vero. Viene sempre voglia di credere che prima le cose erano migliori. Che direbbe Lara? Vai a sapere se partirebbe in quarta con le ginocchia delle lavandaie macerate dalla pietra e dallacqua, o con lequilibrio con lambiente e il ritorno a un rapporto pi autentico con la natura. questo che mi lascia perplesso. Non riesco a capire come funziona la sua mente. Rimbalza da un estremo allaltro, dal consumismo allecologia, per dire, con una sconcertante semplicit. Chiss cosa direbbero i Quattro gatti Che ne dici, Cristiano? Entusiasmo per il cinema (come si chiama quel suo film sul surf?), ma probabilmente per lei i western sono solo cavalli e testosterone. Dici che la prendiamo con noi? Dici che impariamo a capirla, col tempo? Dico di s, dice Cristiano, dico che non lei a essere strana, sono i tuoi parametri a essere troppo rigidi. Sono passati ventanni, amico mio, il mondo cambiato, c gente nuova. Anche per te, Cristiano, sono passati ventanni. Gi ma io non giudico nessuno. Se per questo, non frequenti nessuno, a parte quelli che ti circondano e che tieni fuori della tua cella. E che qualcuno ha gi giudicato, tanto per toglierti il problema. Fatti miei, dice Cristiano. Scelte mie. E tu, Andrea? Tu non parli, vero? Cos che mi hai detto al bar? Che ci trover in uno come te Gi, che ci trover? Eppure Eppure hai visto una strada sotto un portico, lingresso di un

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bar, io che entravo e Lara che arrivava: tutto qui. Per hai subito tracciato linee di collegamento, hai gi fatto due pi due, vero? Due pi due fa sempre quattro, dice Andrea. Importa solo questo, il resto sono solo sciocchezze. E Andrea i conti non li ha mai sbagliati. Non lui. Io s, vero, dice Cristiano? Io s che li ho sbagliati i tuoi conti, i tuoi stupidi conti, dice Cristiano con laria arrabbiata delle vecchie assemblee: e allora? Quando pure li avessi sbagliati? Cosa vuoi che mi importi dei tuoi conti, Andrea? Dovrebbero andarmi a genio solo perch sono esatti? Al diavolo lesattezza! Se non mi va, due pi due pu non fare quattro, e in ogni caso non fa quattro di niente. Al diavolo lesattezza! E adesso? Adesso che il mondo si ripopola di una folla di amici, cosa dovrebbe succedere? Dovrebbe arrivare Barbara a dividere Andrea da Cristiano, Barbara con uno dei suoi il problema un altro, compagni! Un altro il problema per Barbara era sempre un altro. Certo che un altro. Lo era anche tra noi, ma tu non lo hai capito, perch non lo hai voluto capire. E anche stasera, mi fa Barbara seduta sul parapetto del ponte, anche stasera il problema un altro. Un altro? S, un altro. Non io, non Andrea, non Cristiano: il problema sei tu. Tu e Lara. Fa sempre male, Barbara. Fai male, lo sai? Lo so. Ma ne hai bisogno. Bisogno di cosa? Di trovare la tua matematica. Quella adatta a te. Perch tre meno uno non fa soltanto due, tesoro mio, piccino mio: tre meno uno fa molto pi di due, mi dice salendo in piedi sulla balaustra (No Barbara non farlo Barbara non farlo non ancora non di nuovo non farlo pi non stasera non farlo ti prego non farlo). E due pi uno non fa tre di niente, amore mio, mi dice allargando le braccia, non fa tre di niente, dice flettendosi in avanti, non fa niente di niente, dice tuffandosi in acqua. Proprio niente. Niente di niente. Bologna, via Alessandrini, ore 24. Scuusi, signoore, non avreebbe qualche soldiino? Scuusi, signoore, non avreebbe qualche soldiino? Cosa c, Raffaele? Non mi riconosci pi? Ciao, Andrea. Non ti avevo riconosciuto. Cosa fai qui? Penso. Guardo il vecchio canale delle Moline. Sei diventato romantico, Andrea? Eccolo qui, un altro pezzo di una Bologna parallela, quella che la Bologna curata e benvestita sfiora senza vedere, come fosse un fantasma. Un barbone, dicono al pi affrettando il passo. Brutto, grasso, sporco, con la mano tremante e quella frase monotona e cantilenante Scuusi, signoore, non avreebbe qualche soldiino? che sfiora appena le delicate orecchie di una Bologna da bere che cerca di assomigliare a una Milano ormai bevuta e decotta. Stasera non lavora, Raffaele: non la sua zona. La sua postazione dabitudine su via dellArchiginnasio, lentissimo, spesso immobile come uno spartitraffico tra fiumane di individui che riescono a vedere in questa via solo limitazione di via Montenapoleone. Riescono a non vedere gli archi interni, lArchiginnasio, il lato mutilo di San Petronio: tra una scarpa e una borsa la page, tra una camicia firmata e una vetrina di inutile oggettistica, riescono a non vedere la Storia e la bellezza: vuoi che vedano un vecchio fantasma, incomprensibilmente fermo a ostentare la sua stracca povert? Forse non si accorgono neanche di allungargli qualcosa, metti mai che poi debbano domandarsi perch c chi chiede lelemosina in via Montenapoleone, pardon, via dellArchiginnasio. Vive cos, Raffaele. Ci si guadagna da vivere, con quel lavoro. Ci si paga laffitto perch Raffaele non dorme nei cartoni, come altri fantasmi ancor pi invisibili che alloggiano sotto i portici di via Zamboni. Ci si pagano i libri perch Raffaele legge, e di tanto in tanto lo si rivede allUniversit. Ci si paga la vita perch otto ore sono una giornata di lavoro, che differenza c tra avvitare bulloni e ripetere con gentilezza Scuusi, signoore, non avreebbe qualche soldiino? C stato un tempo in cui Raffaele era un giovane studente arrabbiato, iscritto ad Astronomia. Una mente a suo modo geniale, in questura se lo ricordano ancora quando, seduto per terra in attesa dellinterrogatorio, fermato tra gli altri fermati, si mise

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a studiare sul libro di Geometria per lesame. Un genio della scacchiera, soprattutto. Memorabili le sue partite in simultanea all Onagro, tra vecchi anarchici e giovani ribelli. Anche dopo, quando arrivato lalcol, quando era la bottiglia a bersi Raffaele, quando ha cominciato ad accattonare. Ubriaco dallalba a notte fonda, ma sempre in affitto pagato con lelemosina, e sempre allOnagro davanti alla scacchiera. Era ubriaco, ma continuava a chiederti: Di, giochiamo, metti sulla scacchiera i pezzi, quelli che vuoi, dove vuoi. E non cera verso: alla fine vinceva lui. Durante il Mondiale di scacchi, ti chiedeva in regalo la pagina del giornale per leggersi la partita. Poi lalcol andato via, ma il mestiere rimasto. Ormai uno degli storici, ha diritto alle zone migliori allinterno dei patti non scritti tra i barboni. Una volta qui ci passava il canale, cerano le Moline e le pietre per lavare i panni. Poi hanno coperto tutto, rimasto solo questo scorcio. E la finestrella, che veniva buona per impressionare le ragazze appena arrivate a Bologna col suono di un canale quasi invisibile. Tu ce le portavi le ragazze qui, Raffaele? No, io no. Sei triste, Andrea? Cosa c, sei in crisi? No, stai tranquillo. Non sono in crisi. Ho solo bisogno di non pensare a certe cose. E magari di riflettere su altre. Ti disturbo? No, no, anzi Tanto non stasera che Sai cosa, Raffaele? Ci vorrebbe una di quelle vecchie serate, quelle con una bottiglia vicino e una scacchiera davanti. Ti va una partita? AllOnagro? Non c pi lOnagro, Andrea. Si chiama in un altro modo. Per la scacchiera c sempre. Ma non so se ti conviene: lo sai che con me perdi. Non ho detto che ho voglia di vincere. Ho voglia di giocare. Va bene. Per guarda che io non bevo pi. Sorriso accennato. Pacca sulla spalla. Due vecchie conoscenze si avviano verso piazzetta della Pioggia.

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10. Bisogna capirlo, Stephen King

3 settembre, Bologna. Questura, piazza Galileo Galilei, ore 9.10. Cascato dal letto? Sempre caro, Andrea. Probabile che gli dispiaccia di non avermi svegliato lui. Lui e Cristiano, i patiti del mattino ha loro in bocca. Io no, mai. Non quando il mattino ha in bocca il bicchiere della sera prima. No, ho dormito poco, tardi e male. Anche tu per non scherzi, quanto a occhiaie. Lavorato fino a notte? Non proprio. Ho incontrato una vecchia conoscenza, Raffaele, e abbiamo fatto le tre a scacchi. E tu? Vecchie conoscenze anchio. Fino a tardi. Il caff passa dalla macchina alle tazzine. Andrea mi porge la prima, sorridendo. Novit in ufficio, in questi cinque anni, dice indicando il bagaglio espresso. Il resto sembra uguale allultima volta che sono stato qui. Come ti va? Al solito. Eravamo tre abitudinari, forse lo siamo ancora, Andrea. Non facile cambiare, alla nostra et. Silenzio. Andrea mi guarda: strana espressione. Cosa c? Cosho detto? Te lo sento dire per la prima volta. Cosa? Che eravamo in tre. Finiamo il caff senza parlare. Non il luogo adatto per rivangare il passato, e Andrea lo sa. Magari per questo che fa il lavoro che fa. Dimmi del Togliatti. Che diavolo sta succedendo? E soprattutto Di noi? (non dice: di me e lui. Dice: di noi) Sarebbe una storia lunga. Fino a oggi pomeriggio sono libero. Hai ragione, ma temo che dovrai aspettare. Devo prima trovarlo, e parlarci. Devessere lui a dirmi se posso raccontarti. E in questo momento non il problema principale. In questo momento Andrea, hai Oh, scusi, ispettore, credevo fosse solo. Buongiorno. C il rapporto della Scientifica, aveva detto che era urgente, dice la poliziotta allungando una cartellina ad Andrea. Il referto dellautopsia sar pronto nel pomeriggio, aggiunge con voce neutra. Andrea prende la cartellina. Ringrazia. Saluta. La poliziotta saluta. Saluta anche me. Leggero imbarazzo. Chiude la porta. Andrea apre la cartellina. Annuisce. Drn drn drn

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Pronto, sbuffa Andrea. No che non lho letto, lo sai che non lo leggo. Va bene, mandamelo, anzi no, dimmelo tu, cos va bene, va bene, mandamelo, cos, hanno rubato il tridente al Nettuno? No, eh? Niente da ridere? Di mo, porta qui. Mette gi, perplesso. Mica leggi Il Mattino? mi fa. Chi, io? No, perch? Ispettore, il giornale. Di qui, Sandro. Cos che devo vedere? Giornale ripiegato sulla pagina locale. Articoletto in fondo a sinistra.
Brutale omicidio nel cuore di Bologna. Lassicuratore e. t., di settantaquattro anni, stato rinvenuto senza vita nella sua abitazione dalla polizia, avvertita dai familiari che da giorni non ricevevano sue notizie. Pare che il facoltoso cittadino sia stato prima legato, poi finito a colpi di arma da fuoco. Si ignora il movente dellefferato delitto, anche se si pu escludere la rapina, dal momento che nulla manca dallabitazione.

Sandro! Porco dun dio bastardo, torna subito indietro! Cos questa storia? Il giovane agente rientra nellufficio che aveva cercato di lasciare subito dopo aver dato il giornale ad Andrea. Resta in piedi, quasi sullattenti. Cosa avevo detto, boia dun Giuda ladro, cosa cazzo avevo detto? Allora? Ti ha mangiato la lingua il gatto? Cosa diavolo avevo detto, Sandro? Di non far trapelare la notizia? Esatto. E questo cos? Uno scherzo, o un giornale? Andrea, guarda che tu hai sempre detto che Il Mattino non lo leggi perch non un giornale, ma Ah, perch abbiamo voglia di scherzare, anche! Ma non finisce qui, boja dun Ziuda lder. Lo so io chi fa la talpa qui dentro! Gli faccio passare la voglia, a lui e a quel quel Afferra il telefono e compone nervoso un numero, picchiando con le dita sui tasti. Nel frattempo faccio le presentazioni col giovane fuscello piegato sotto la tempesta. Piacere, scusi la presenza. Piacere, si figuri, agente Valle Sandro, lo conosce da molto? Chi, Andrea? Da una vita. Ah, bene, allora non deve preoccuparsi. Pronto, Diego, guarda che ti sei giocato il culo questa volta. Come? Come, scusi? No, mi scusi, signora Moroni, no, devo aver sbagliato numero, faccia finta di non aver sentito Che diavolo di numero ha quel figlio di di Pronto, Diego? Sei tu? Guarda che ti cosa hai detto? Che ti aspettavo. Sono arrivato qui presto proprio per la tua telefonata. Diego, questa volta hai pisciato fuori del vaso, ma di brutto. Te la faccio pagare cara, a te e a quellasino che crede che io non sappia chi ti fa le soffiate da qua dentro. Lo mando a fare il vigile urbano sullAdriatico, a respingere i barconi con la paletta verde! Certo, Andrea. Per adesso ti calmi, va bene? Intanto non ho avuto una soffiata dalla questura, quindi lascia in pace quel ragazzo, che non centra. Ho deciso io di pubblicare. Se vuoi ci vediamo, ti passo a trovare e ti spiego. E ricorda che ti sto facendo un favore. S, va bene. Anzi, no, vediamoci per strada. Al bar. Quello sotto la questura? No, il bar Prezioso mi fa schifo, a cominciare dal nome. Da Sauro, tra unora, va bene? Evidentemente va bene. La tempesta cessa, il bicchier dacqua ridiventa piatto. Lagente Valle fa un cenno, Andrea annuisce e lo lascia libero. Sigaretta. Neanche accesa: la mette in bocca, la sfila dalle labbra, la guarda e la spezza tra le dita. Ho smesso. Da ieri, dice estraendo la fiaschetta piatta dal cassetto della scrivania. Vuoi un sorso? Bevo. Tabacco, torba, qualcosa di vellutato e affumicato mi scivola in gola. Buono, molto buono. Oban? Lagavulin. Ho ricominciato. Da ieri. Mi fai capire? Mi fa capire. Brutta storia, ha ragione lui. Il Togliatti non ha lanimo del giustiziere, era contrario anche alle Volanti rosse

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Ohi, mica che abbia del pelo sullo stomaco, che a quelli l tirargli fuori lanima a fucilate per vedere se puzza pi lei di loro ci starei anche, loro e quei preti l che ieri ci facevano i soldi con la borsa nera e oggi li nascondono, ma se il Partito dice no devessere no, dio boia, che senn come va a finire, poi se cominciamo ad ammazzare tutti quelli che se lo meritano non la si finisce pi! Ha le idee chiare, il Togliatti: niente colpi di testa, se non serve non serve, e quindi non lo si fa. E allora? E allora non lo so. Per il rapporto dice unaltra cosa: che sul pavimento della casa del Tassone cera una goccia di grasso da officina. E anche sotto le scarpe dei suoi assassini, perch ne abbiamo trovato tra i peli dello stuoino, e per le scale. Assassini dalle scarpe sporche ti pare lo stile del Togliatti? Lo stile del Togliatti? Mai trovata unimpronta nelle case che svaligiava, ai tempi in cui era conosciuto come lAcrobata. Vieni con me, mi fa Andrea. Facciamo un salto da Sauro, sentiamo cosa ha da dirci Diego e vediamo di capirci un po di pi. Anche questa storia della fuga di notizie non mi piace Cosa c di strano in una fuga di notizie? roba da due soldi, tempo ventiquattrore e la davamo noi, bastava venircelo a chiedere. Non il ritrovamento dellalieno mancante di Rosewell o del cervello del segretario del Pds di Bologna. Come notizia vale meno dellinvenzione della setta satanica o del mostro pedofilo. Chi che si sbatte per una cosa come questa? Non lo so. A dire il vero non so un sacco di cose. Non so come facevano quei signori di Ordine nuovo a sapere del discorso del capo del governo in televisione la sera di piazza Fontana prima di mettere la bomba, non so perch i generali si sbattono per depistare lindagine su una strage, non so perch due anni fa hanno trovato quei fascicoli degli anni Sessanta che dovevano essere stati distrutti ventanni prima, e non so neanche perch c chi si preoccupa di disegnare una falsa prova daccusa contro un paio di ragazzi vestiti di scuro che si divertono a fare messe nere. So una cosa che dice Stephen King, per. Cos che dice Stephen King? Dice che in un mondo in cui esistono Michael Jackson e uno come Axel Roses, tutto possibile. Dice proprio cos. Bisogna capirlo, Stephen King: perch lui lo non conosce Vittorio Feltri. Alto Adriatico, acque internazionali. Peschereccio San Michele, ore 12. Invio: da Ravenna, cellulare satellitare con scheda internazionale a peschereccio San Michele, cellulare satellitare con scheda croata. Sono io. Beta: Certo che sei tu. Ci sono novit. Dimmi. Beta: Problemi. Bisogna aspettare. Rimandare, forse. Non semplice. Il pesce gi nella rete. Alla lunga puzza. Beta: Fallo mettere nel congelatore. Si cambia attracco. Dove? Beta: Resta nel mezzo e punta a sud. Ti arriveranno le indicazioni col fax. Ricevuto. Chiudo. Luomo a bordo inspira laria salsa. Si gratta il pizzetto. Take me here your captain, seaman, ordina a un marinaio. Bravi ragazzi, qui a bordo. Sani, motivati. Cristiani. Il capitano di Medjugorje: c la statuetta della Madonna in cabina. Tutti col crocifisso al collo: valori autentici, valori veri. La Mara aspetter invano al porto: sar per unaltra volta, poco male. Non c solo Ravenna. Ci saranno altre puttane in altri porti.

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Bologna, enoteca Calzolari, via Petroni, ore 10.30. Due bianchi, Sauro. Fai tu. Una malvasia giovane dei colli piacentini? Leggermente zuccherina, fresca, adatta allora. Ottima. Lascia pure sul banco, aspetto un amico. No, Andrea, non con questo caldo. La ritiro fuori, non preoccuparti. Salute. Salute. Buona. Fresca. Tutti ladri e spie, qui dentro? Diego, sorridente come fosse a una festa. A Diego piace sorridere. Gli piace il suo lavoro, e lo fa bene. Per questo Andrea gli ha creduto sulla parola. Capisci che non potevo non pubblicarla: te la saresti trovata comunque in giro stamattina, e io ci facevo una figura di merda. Sono pur sempre il caporedattore, Andrea. Chi te lha portata? Sai che non posso dirtelo. Vorrei tanto, ma il segreto professionale vale anche in questi casi. Azzardo unipotesi? La voce della fogna? Lhai detto tu, Andrea. E tu che farai? Prendo in carico linchiesta. C puzza di marcio lontano un miglio, a cominciare dai postini che hanno mandato. Dammi qualche elemento, e io ti tengo al corrente. Ti chiamo domani, lasciami ancora una giornata. Devo verificare qualche movimento. Altro giro? Altro giro. Dopo la seconda malvasia salutiamo Diego. Cos questa voce della fogna? Un modo di dire. La Abc-Time, una specie di agenzia, pi che altro un posto in cui imbucano veline pronte per la stampa. C dentro della gentaglia, persino qualche vecchia conoscenza politica. Non vale la pena di metterci le mani dentro, rischi solo di trovarti contro qualche noto avvocato locale con ambizioni politiche. E comunque non ne cavi fuori niente. Basta sapere che dietro la soffiata ci sono loro. Perch? Non sei mai stato uno che si accontenta, no? Perch non dovrebbe essere roba di loro competenza. Ma se ne sono occupati, quindi un qualche motivo ci sar. Si perde per un paio di minuti in se stesso. Aveva ragione, ieri: non la polizia, e non sta agendo come uno della polizia. Sta agendo da solo, usa la polizia come user Diego: sta costruendo una specie di gruppo privato. Usciamo dallenoteca e ci avviamo. Non sembrano passati cinque anni. Non sono passati. Non abbiamo mai smesso di incontrarci, solo di vederci. E tu coshai per le mani? Robetta. Un figlio di pap da rintracciare. Oggi pomeriggio unamica mi aiuta a dare unocchiata nel suo computer, dovrebbe finire l. Amica? Gambe lunghe, stivali a tacco alto, occhi verdi, minigonna da urlo? Lhai solo incrociata ieri, o lhai fotografata? Allora lei. S. lei. Storia seria? Saperlo. Non ancora una storia. O lo gi? A proposito, devo raccontarti una storia. Una strana, ma magari tu ne sai qualcosa. Ieri sera sui viali non cera una puttana croata che fosse una. Tutte le altre s, le croate no. Sembra che siano partite nel pomeriggio, assieme a un certo Maric. Andrea mi guarda, un po stupito.

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So chi Maric. Tu che ne sai? Gi, che ne so? Gli racconto della serata passata ieri? Diciamo che lho saputo da un uccellino. Un uccellino dalle gambe lunghe, per capirci. Ne conosceva una, lha incontrata che partiva e ha notato le altre. E ieri sera ha voluto fare un giro in Vespa sui viali, e non cerano croate. A te tutto questo dice niente? No, se devo essere sincero. Non so nulla di guerre tra bande, modifiche della mappa delle zone o quantaltro. E quel Maric non tipo da farsi pestare i piedi, se cera della concorrenza tirava fuori il coltello. E comunque in genere nessuno, se sa quel che fa, viene a dar fastidio a Maric: lui brutto, i suoi amici sono anche peggio. Lamica di Lara pareva piuttosto spaventata. Ci penso su. Faccio fare un paio di controlli. Nel caso, domani mi ci fai parlare, con la tua amica, se le va. Grazie per la segnalazione. Andrea si ferma. Riflette. Qualcosa di quel che gli ho detto lo disturba. Andrea non ama le cose fuori posto. Ascolta, io devo tornare in questura. Aspetto lautopsia, poi magari ti faccio sapere. Salutami la tua amica. Si gi voltato. Si avvia. Anche tu. Si volta. Ogni tanto ci prendo anchio. Quale amica? Quella che ti entra in ufficio senza bussare dandoti del tu. Quella bionda. Sorride. Fa s con la testa. Fa per andare. Andrea? S? Fatti vivo. Anche solo per un bicchiere. Siamo stati troppo tempo in trincea, non trovi? Anche le trincee servono. Ti chiamo presto, promesso. Bologna, piazza Galileo Galilei, ore 12.10. Macchiolina di grasso. Segni della sedia trascinata sul parquet. Sangue sulla parete. Stanze in ordine. Tende tirate. Volantino sulla porta. Impronte digitali solo sul volantino. Tracce di grasso sullo stuoino. Andrea passa e ripassa la scena del delitto. C qualcosa che disturba, che stride. Meglio: stride qualcosa che dovrebbe aver notato. Un oggetto balzano, un McGuffin che non riesce a saltar fuori perch Andrea non lo focalizza. Sto perdendo la mano, pensa Andrea. Comincia a sfuggirmi qualcosa. Saluti dalla porta del bar. Il bar Prezioso: colleghi. Andrea sforza un mezzo sorriso di cortesia, senza entrare. Quel bar proprio non gli piace. Comincia da capo, prova a cambiare lordine dellelenco. Niente. tutto a posto, eppure Come siamo tenebrosi, ispettore Vannini! Chiara. Scusa, non ti avevo vista. Stavo pensando. Si vede. Lo so come sei quando pensi. Posso offrirti un caff? L dentro? Di, Andrea, non essere paranoico. Guarda che ci passano centinaia di colleghi ogni giorno, non c mica scritto Fratelli Savi sullingresso. Fratelli Savi e affini, dovrebbe esserci scritto. Non erano solo in tre, e qui dentro qualcuno fa finta di non essersene accorto. Non mi va di berci un caff insieme, neanche per sbaglio. Poi, scusa, non ho voglia di un caff. Chiara sbuffa, rassegnata. Scuote la testa. una gara persa, far cambiare idea ad Andrea. Come piantare un chiodo alla parete con la fronte. Ti passo a prendere stasera? Ceniamo insieme?

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Faccio un salto fuori nel pomeriggio, a verificare una cosa. Va bene per la cena, non garantisco sullorario. Non preparare niente di complicato, cos non rischi di mangiarlo freddo per colpa mia. Scherzerai. Mai correre rischi con te. Mi chiami, prendiamo due pizze e ce le mangiamo sul divano davanti a un film. Finale a sorpresa. Finale a sorpresa, certo. Chiara saluta, entra nel bar e ordina una piadina. Andrea la guarda tirare una sedia da sotto il tavolino per accomodarsi. Un poliziotto si scosta per farle spazio. Andrea capisce. La sedia tirata, certo. Non stata sollevata, stata tirata. Infatti ha lasciato strisce sul legno. Perch era pesante. Tassone era gi legato sulla sedia. Rewind. Tassone portato nella camera della morte legato. Tassone trascinato sulla sedia verso la camera della morte. Tassone legato alla sedia in unaltra stanza. Perch in unaltra stanza? Perch trascinato? Tassone apre la porta. Entrano. Lo colpiscono alla testa, lo legano alla sedia, lo trascinano in sala. Ecco perch non lo hanno portato prima in sala: perch era svenuto. Lo colpiscono alla testa. Perch? Perch non tenerlo sotto tiro, uno lega mentre laltro punta il mitra? Luno e laltro. Perch luno e laltro? Chi dice che fossero in due? Era uno solo. Suona, entra, colpisce, lega, trascina, porta in sala. Probabilmente fa un discorsetto. Poi gli mette la canna in bocca e spara. Tutta la raffica. Ne basta uno. Il Togliatti? E se non lui, chi altri? Se non lui. Proprio cos. Laltro. Quale altro? No. Non funziona. Il volantino. Se c il volantino c il Togliatti. Se ci sono impronte non il Togliatti. C e non c. Chiama Sandro, tanto era gi deciso. Lautopsia dir lora esatta della morte. Poi si va a trovare il Cioccolata.

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11. Fondamentale!

Presso Bentivoglio (Bologna), officina Bignardi, ore 15.30. Rumore di moto. La vecchia Guzzi fa sempre il suo dovere. Non sar bella come lHarley, non sar veloce come le giapponesi, ma d sicurezza. Con un buon pilota sopra e qualche piccola modifica una macchina perfetta. Non su un circuito, la Guzzi: in mezzo ai campi. Fa un percorso da cross, per evitare lasfalto, le auto, gli automobilisti. I poliziotti, soprattutto. Ieri sono venuti due volte, hanno detto. Forse sono in giro a sorvegliare. Comunque probabile che tornino: bisogna fare in fretta. Lofficina l. Il Cioccolata devessere dentro, a dormire. Meglio essere prudenti. Motore spento, avvicinamento a folle. Stop. Cavalletto. Qui non la si vede, dalla strada. Nessun rumore. Circospezione. Unocchiata alla Walther P 38: tutto a posto. La porta leggermente scostata. Il Cioccolata sulla branda. Entra. Riaccosta la porta. Il Togliatti si toglie il fazzoletto dal volto. Alto Adriatico, acque internazionali. Peschereccio San Michele, ore 12.40. Il fax sputa un foglio. Un porto, un numero di cellulare, un nome. Ci avrei giurato, pensa luomo col pizzetto. Non sembra una cosa da poco. Non si resta alla fonda un paio di giorni, si cambia direzione. A questo punto ci manca solo che ricompaiano i capelli bianchi di tanto vale saperlo subito. Compone il numero di telefono. Pronto. Io. Ti aspettavo. Sai gi? S. Lattracco? Ci pensiamo noi. Te lo facciamo sapere non appena siamo sicuri, tanto c tempo. Certo. A chi consegno il pesce? Cooperativa Stella Maris. Ti mandiamo la documentazione col fax, non appena pronta. Non voglio sapere quello. Dimmi chi devo incontrare. Fai mente locale e ci arrivi da solo. Imprecazione silenziosa. Mano stretta al satellitare. Non si era detto di farla finita con quello l? Sbaglio, o gli avevano mandato una fibbia in carcere? Non agitarti. unemergenza, non possiamo far scongelare il pesce. Gli facciamo solo credere di essere stato riammesso. Poi magari, una volta fatta la grigliata, la fibbia gliela mandiamo noi. Questa volta per davvero. Come so che non giocher sporco? Non lo sai. Dovrai pensarci tu.

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Via Santo Stefano, ore 16.15. Collega una scatoletta al computer. Carica due programmi. Gi che c, fa anche la scansione antivirus, metti mai che questa macchina infetta (infatti lo era) e mi rovina il giocattolo, e parte. Si muove sulla tastiera come su una macchina per scrivere, le dita cominciano piano, poi acquistano velocit. Sta reimparando. Alcune cose se me le chiedi non le ricordo pi, ma le mie dita non se le sono dimenticate. come giocare col cubo di Rubik, andare in bicicletta o scopare: basta cominciare a farlo, e non dimentichi pi come si fa. Io col cubo di Rubik non ci giocavo. Cosa stai facendo? Comincio dalla posta. Ripesco tutte le e-mail che ha cancellato, e d unocchiata ai destinatari. Nel caso vedo di entrare nel sistema per tirare gi una lista dei pagamenti ecco qui: in Portogallo. Non un posto da rapper, vero? Del resto neanche Speacker dd un rapper: pi che altro balbetta. Hai sentito che roba, il suo Cd? Dopo la prima Isola Posse, quella vera, non c pi stato niente di ascoltabile ad Angolo B. Mica come la tripla S, i Sud Sound System, che Ecco qua: ha mandato une-mail per prenotare. Aspetta, che prendo le coordinate in ogni caso ci siamo Cos che dicevo? A te piacciono i Sud Sound System? Come mai sentiti? Fuecu, quella roba l forte, davvero. Non capisco una parola, ma forte. Pi dei primi 99. Devi aggiornarti, bellezza Ecco, vieni fuori facile come sbagliare un Martini cocktail: ha pagato con una carta di credito diversa dalla sua, aspetta che ti stampo tutto Guarda qui: cifra, data della prenotazione, numero di carta. Questa le-mail di conferma con lindirizzo dellalbergo di Lisbona. Se fai un salto sul sito vedi anche com. Anzi, fammi fare un controllino no, di, lasciamo perdere. Cosa? Se vuoi posso provare a entrare nel computer dellalbergo per vedere se si registrato col suo vero nome, ma secondo te tipo da documenti falsi? No, credo proprio di no. Lo verifichiamo per telefono, da qui. Passami quel numero L sulla stampata, guarda ma sei qui! Ora ti faccio sentire! Non faccio in tempo a chiederle cosha trovato, Radio Fujiko smette allimprovviso Tu lascolti Radio Fujiko? Io preferisco Radio Kappa, ma a volte un po troppo pesante tutta quella politica, io poi non la capisco molto e dalle casse viene su un accattivante accenno di tamburi, una tarantella lenta. Ehi, nun ne fermamu moi sentitine e ballati, di nun ne fermamu moi, eniti aquai mena mena mena moi. Ai vud laik tu nou if Mister Davide Albergani is in uan ov ior ruums, pliis ies, ai ueit iu (merda, linglese sempre stato una maledizione per me, con queste tammorre salentine a palla poi) Fondamentale il ritmo fondamentale fondamentale ti dico fondamentale Seguilo con la mente ti dico non ti fermare. Ies, tank iu veri gud, cio no, non veri gud, veri mach Quello che ti dico liberati quello che ti dico muoviti ritmo del Sud raggamuffin locale.

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Riattacco, mi volto, la vedo. Sta ballando. bellissima nel suo completo in cuoio nero. Segue la musica, salta, sposta laria con le braccia. Di, cosa aspetti, lasciati andare, come fai a restare fermo con questo ritmo? Zumpa te quai zumpa te ddhrai e se la vita te pare tosta nun te arrendere mai Si avvicina ondeggiando come un cobra. O forse sono io che mi sento un topolino di campagna. Si sfila il lungo guanto senza dita, me lo passa dietro la testa. Che dici, sono stata brava? Me lo merito un bacino di ringraziamento? S, se lo merita. Per il semplice fatto di esserci. Ed qui che suona il cellulare. Il mio. Andrea. Ha promesso di farsi vivo. Andrea mantiene sempre le promesse. Scusa un secondo. Cosa c? Sto no no, Cristo, no! Passami a prendere, ti aspetto in strada. Santo Stefano. Ti vengo incontro. La guardo. Non chiedo neanche scusa. Non c bisogno. Cos successo? dice con un soffio di voce. Quel vecchio amico che era scomparso. Ruggero. Il Togliatti. Lo hanno trovato in un casolare. E allora? Gli hanno sparato hanno ammazzato il Togliatti.

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Heaven

There was a guy an underwater guy Correre. Correre correre correre. Non fa male. Non fa male non fa male non fa male. La milza non fa male, solo un segnale. Se lo ignoro posso farcela, lho letto da qualche parte. Limportante farcela. Non devo smettere di correre. Devo arrivare al Vespino, non lontano. Ho le chiavi. Dio, ho le chiavi. Le chiavi. Dove cazzo le ho messe, le chiavi? Se ce la faccio salgo sopra, metto in moto e sono salvo. La moto pi grossa, ma col Vespino posso zigzagare. Mi salvo. Mi salvo mi salvo mi salvo. Se ho le chiavi. Non dovevo fidarmi. Lo dovevo sapere che era tutto troppo perfetto per essere vero. Ci sono cascato come un fesso, cretino che sono. Dio che male. Non fa male. Non fa male non fa male non fa male. Devo farcela. Non di l, cretino. Il Vespino dallaltra parte. Devo girare attorno allisolato attorno allisolato attorno allisolato. Forse sono andati via. Non sono andati via, dio porco. Eccoli, ancora dietro. Stronza. Stronza stronza stronza. Se non la riconoscevo mi ammazzava sotto casa. Eccola l, lei quella col casco. Sin dallinizio. E io ci sono cascato. Devo farcela. Devo arrivare al Vespino mettere in moto a spinta per far prima zigzagare sul marciapiede. Devo raggiungere Andrea prima che ammazzino anche lui. Anche lui un bel niente. Non ancora morto nessuno. Ce la posso fare. Ce la faccio ce la faccio ce la faccio. Se ho le chiavi ce la faccio. Se mi ricordo dove sono mentre corro ce la faccio. Non ho tempo di fermarmi per cercare le chiavi. Devono essere nella tasca sinistra. Devono essere l. Se non sono l sono morto. If man is 5 if man is 5 if man is 5 then the devil is 6...

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2. Unaltra nube, un altro scroscio

Cos fa appunto lo scirocco: una nube, uno scroscio, unaltra nube, un altro scroscio.
FRUTTERO

& LUCENTINI

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1. Sul monte sventola bandiera nera

3 settembre, presso Bentivoglio, officina Bignardi, ore 17. Lurlo della sirena ferisce lorecchio prima ancora che compaia la volante. Freni inchiodati. Sportello aperto. Dentro. Sgommata. Sirena spiegata. Zig zag tra auto biciclette pedoni. Alla guida: Sandro Valle. Faccia distesa, concentrato ma sereno. Com successo? Non sappiamo ancora niente. Abbiamo ricevuto una telefonata anonima. I carabinieri hanno fatto un controllo, e hanno trovato un cadavere nellofficina. Un cadavere con un volantino in bocca. Un volantino? Garibaldi. Sembra una storia da fumetto, ispettore, dice Sandro quando siamo quasi arrivati a Bentivoglio. Enki Bilal, ha presente? No, Andrea non ha presente. Io s. Le falangi dellordine nero. Cos questi vecchi delle Brigate repubblicane e delle Falangi franchiste cominciano ad ammazzarsi tra loro, per ragioni che risalgono ai tempi della guerra civile. Si ammazzano per cose successe quarantanni prima. Alla fine ne rimane uno solo. Fa riflettere, no? Non c bisogno di pensare a un fumetto, dice dopo cinque minuti Andrea mentre usciamo da Bentivoglio e ci dirigiamo verso la campagna. Ci sono state cose in questa terra che non sono state dimenticate. Uomini scomparsi cinquantanni fa, che non torneranno a casa neanche per finire i loro giorni, perch altri uomini li aspettano ancora. Gente che ha denunciato il vicino, magari assieme ai suoi figli, per rubargli la terra, o magari solo per le cinquemila lire che i tedeschi davano per ogni delazione. E lei pensa che siamo dentro una storia del genere? chiede Sandro imboccando una stradina che punta verso un capanno. No. E comunque piantala di darmi del lei. unofficina. Davanti allingresso due auto scure. I carabinieri sono sulla soglia. Il maresciallo che ci viene incontro anziano, sbuffa e suda. Scambia qualche parola con Andrea. Cenno dintesa. Possiamo entrare. Il cadavere sulla branda. I mosconi ronzano. C odore di bruciato, misto a sangue. Mi avvicino. Togliatti mi teneva sulle ginocchia quando ero bambino. Lo fisso incredulo. Guardo Andrea. Andrea inclina piano la testa. Rimane immobile. Scuote il capo. Non il Togliatti. anziano, ha il fisico pesante e i capelli bianchi. Ma non il Togliatti. Attilio Bignardi, conferma il maresciallo. Il proprietario dellofficina. Lo chiamavamo Cioccolata. Una morte orribile, a occhio e croce.

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Mi avvicino ancora. Una chiazza di sangue sul ginocchio destro: sul blu della tuta non si nota da lontano. La gamba destra fa uno strano angolo: non molto evidente, ma innaturale. Spezzata al ginocchio. Anche sul ginocchio sinistro c del sangue. Il braccio destro pende gi dalla branda, come dormisse. La mano rossa di sangue. Il sangue colato forma una piccola pozza per terra. Lodore di bruciato pi forte, adesso. Gli hanno fracassato le ginocchia e i gomiti. Lo hanno torturato con la fiamma ossidrica. Devono averlo fatto prima di finirlo. Poi gli hanno infilato quel foglio in bocca. Sembra un disegno. Andrea si curva a guardare il volantino. Si intuisce, tra le pieghe, il disegno. Non c dubbio: uno dei volantini del Togliatti. I mosconi ronzano impazziti. Laria irrespirabile. Usciamo. Uno dei giovani carabinieri allunga a Sandro del rhum militare, di quello in bustine di plastica. Andrea tira fuori la sua fiaschetta. Mi appoggio con le mani al muretto, piegato in due: un groppo vorrebbe salirmi dallo stomaco. Il sapore acido mi riempie la bocca. Non riesco a vomitare. Accetto la fiaschetta da Andrea, butto gi una sorsata, respiro. Va meglio. Ci guardiamo in faccia. Tanta ferocia non lavevo mai incontrata. Andrea pi abituato: una volta ha dovuto cercare resti umani di un doppiogiochista della camorra in una mangiatoia per verri. Ha gli occhi socchiusi: sta cercando di ricostruire il film del massacro, montando gli elementi in una personale pellicola. Lo hanno torturato. Cercavano qualcosa. O qualcuno. Il Cioccolata deve aver tenuto duro. Loro sono andati fino in fondo. Poi lo hanno finito. Oppure lo hanno ucciso perch hanno capito che non avrebbe parlato. C un vento sottile. Polvere vola negli occhi. Sandro indica sul tetto. C uno straccio nero attaccato allinsegna che si agita, scosso dal vento. Ieri non cera, Andrea, sono sicuro, dice Sandro. Sembra una bandiera. Una bandiera nera. Mi volto a cercare Andrea. Prima di vederlo sento la sua voce. Una voce lontana, fredda. Una voce che viene da un altro tempo. Sul monte sventola bandiera nera: morto un partigiano per la sua terra. Cosa dici? sussurro. Una vecchia canzone dei partigiani dellAppennino. Quella bandiera sventola in segno di lutto. lultimo saluto a un compagno caduto. Ultimo saluto? Di chi? Di qualcuno che passato dopo di loro, e prima di noi. Probabilmente lautore della telefonata. Ci ha avvertito perch il suo amico non diventasse cibo per cani randagi. E perch non rimasto ad aspettarci? Perch non pu. Perch lo stiamo cercando. E non solo noi, chiaro. Non aggiunge altro. Non serve. Bologna, via Corticella, ore 18.15. Semaforo strategico. Due file di macchine, obbligo di svolta, matematico che una pulita a ogni rosso ci scappa. Il pi stato conquistare la posizione. Essere qui allalba prima degli altri, litigare, alzare le mani, finch non si arriva al dunque. A quel punto io lamico che mostra il coltello ce lho, quegli altri no, fine della storia. Questo semaforo batte bandiera kosovara. Oggi via Corticella, domani il Kosovo, dopodomani lAlbania o la Serbia: politica del carciofo in acqua saponata e spazzolone. Limportante non essere troppo triste o essere pietoso. La faccia giusta, sorriso che non si sa mai, se non dice subito no tu parti con lo spazzolone, dieci secondi di sapone sul vetro ed fatta, solo un bastardo ti nega qualche moneta. Alla fine della giornata, moneta dopo moneta, guadagno pi di Enver che rimasto in Albania e produce tomaie da scarpa per un industriale di Puglia. Roba grossa, dice lui, industria seria, il primo produttore di tomaie dEuropa! S, per la paga non n grossa n europea, coglione dun cugino coglione. E dopo dieci ore a tagliare la gomma come ti ritrovi? Qui almeno dopo una giornata di lavoro c il bar, il cinema, magari anche una donna. Magari. Magari anche no, ma prima o poi i soldi

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aumenteranno. Cos almeno dice Jakup. Jakup, lamico col coltello. Quello l, appoggiato al palazzo. Quello che sta l a guardarmi, invece di lavare i vetri anche lui. Perch non lava i vetri? Perch lavoro io per lui: non mica gratis, il suo coltello. Mica siamo cugini, io e Jakup. Guardalo l, coglione dun albanese. Perch Klodian cos coglione da essere pi albanese che kosovaro. Attraversare lAdriatico in canotto per venire qui a lavare i vetri. Qui, con tutto il denaro che c! Klodian, amico mio, basta chinarsi e raccoglierlo da terra, il denaro, in Italia: niente. Lava i vetri, lui. Ha un posto di lavoro, Klodian: il posto fisso, come dicono in Italia. Qui con la polverina e le donne ti fai tanti soldi, Klodian: ma lui niente. Ci vogliono soldi per cominciare, dice lui. Li troviamo i soldi per cominciare, dico io. Per venire in Italia i soldi li hai trovati, no? Era mica tuo padre quello del canotto, no? Partito da Valona gratis, forse? Ma lui niente. Non ho unaltra casa da vendermi, dice lui. Lavo vetri, pago te per il coltello, metto da parte, a me basta, dice lui: non faccio mica la fame. Metti da parte per cosa?, dico io. Per comprare permesso di soggiorno, dice lui: c limprenditore italiano che vende, tu paghi e lui dichiara che lavori per lui. Poi lavori sei mesi gratis per lui, e tutto a posto. E una volta a posto cosa fai? Vado in fabbrica come Enver, ma guadagno meglio di Enver. Coglione dun mezzo kosovaro. Guardalo come si sporge per lavare bene quel vetro, Klodian, cazzo fai, mica ti dnno le referenze se lo lavi bene, mica tornano apposta per farselo lavare solo da te. Una vita a lavare vetri vendere cerotti tagliare tomaie saldare circuiti elettrici: meglio restare in Albania, allora. Meglio arruolarsi e aspettare la guerra, allora. Si fanno soldi, con la guerra. No, dice Jakup, io non voglio finire cos. Non mi abbasso a pulire le scarpe degli italiani, dice Jakup sputando per terra: mi abbasso solo per raccogliere il denaro che c. Basta cominciare. Per cominciare ci vuole piccolo capitale, no? Come nel libro che dovevamo leggere a scuola: capitale, investimento, produzione, circolazione, riproduzione, circolazione allargata, diceva cos il maestro. Jakup non studiava, ma non vuol dire che non capiva. Ci vuole un piccolo capitale iniziale. Klodian ha le palle troppo molli per cominciare: Jakup far da solo. Una di queste sere, al paese. Una coppia di vecchietti, c solo limbarazzo della scelta. Il piccolo capitale crescer in fretta, dice Jakup toccando il coltello nella tasca dei calzoni con la mano. Vicino a lui la gente passa, si scansa di un passo e pensa: guardalo l che parla in chiss quale lingua da solo. Gi ubriaco a questora. Metto la sirena e passo sulla preferenziale, Andrea? dice Sandro imbottigliato nel traffico. No, dice Andrea, non che non si passi. Tanto dopo il semaforo tiriamo dritti. che ci stanno gli albanesi a pulire il vetro, al semaforo. Lasciali stare. Non serata per perseguire laccattonaggio, Sandro. Giallo, rosso. Sandro si ferma. Klodian arriva con lo spazzolone, Sandro fa cenno di no, Klodian fa finta di non capire e comincia a spandere schiuma bianca. Rotazione dello spazzolone: la schiuma viene spostata ai margini del parabrezza, poi Klodian la fa scivolare lungo i bordi. Una strisciata dopo laltra ricompare la sua faccia. Si impegna sul serio, questo qui. Quellaltro, invece, ha una faccia che non mi piace, pensa Andrea. Non perde un movimento, ma non muove un muscolo. Sandro prende qualche moneta dal posacenere e la passa allalbanese. Lalbanese allarga il sorriso con studiata spontaneit, ringrazia e mette via senza contare. Parti piano, Sandro, dice Andrea. Sandro esegue obbediente. Andrea guarda la scena nel retrovisore. Il lavavetri ritorna sul marciapiede, dice qualcosa allaltro. Laltro non gli risponde. Lo guarda con disprezzo. Andrea, mentalmente, annota. Dove hai la Vespa? mi fa Andrea. Quartiere Bolognina, ore 19. Invio: da telefono fisso a telefono cellulare. Sei tu, Lara? Ehi, che sorpresa! Non ci contavo proprio. Stai bene? Vuoi che venga a trovarti? Magari Non come sembrava. Il morto un altro. Tutto bene allora?

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Non proprio. Anche se non lo conoscevo, non una bella scena quella che ho visto. Comunque adesso sono a casa. C sempre quel concerto? Dallaltro capo della comunicazione, il sorriso di Lara si allarga fino al cellulare. Yes, baby. Passo da te tra un paio dore, prendiamo le tue ruote e andiamo. S, va bene. Ti aspetto. Ah, bello: mi raccomando Cosa? Vestiti carino, che non ho voglia di sfigurare. Carino come? Carino. Adatto allambient, cocco. Non un raduno di bykers, ma neanche il campionato regionale di tressette. Avrai qualcosa di meno triste di quello che avevi oggi, no? Mah, non so lo smoking ancora dalla stiratrice, chiss se faccio in tempo a ritirarlo. Fottiti, stronzetto. Com che si chiamava quel lavoro della Pitagora? Ci andammo tutti a vedere la bellissima, da Lucia Mondella a Mao Tse-tung nello spazio di un sorriso, sintetizz Cristiano ricordandola dieci anni addietro mentre spezzava i cuori di mezza Italia. Ma soprattutto, perch mi viene in mente adesso? Vai a sapere come funziona la mia testa, mi ripeto mentre pigio il play del lettore senza far caso a quale Cd c dentro. Comincio a scartabellare tra maglie e camicie, mentre i falsetti in crescendo di Robert Plant mi accarezzano contropelo la nuca e la chitarra di Jimmy Page aggiunge piccole dosi di carta vetrata, senza esagerare. Docili e gentili, i vecchi Zeppelin: che sia una canzone, un concerto, la carriera stessa di Plant, lo schema sempre lo stesso, un crescendo lento che parte dal blues per arrivare alla domanda fondamentale dellesistenza: theres anybody who remembers a laughter? Intanto continuo a ravanare nellarmadio, metti mai che ci sia una maglietta gi stirata, cos potrei lasciare che la scelta sia dettata da un criterio certo, figurarsi, una maglietta stirata destate, poi queste non andranno di sicuro bene, vediamo se la vecchia combinazione braghegiubbotto in jeans pu funzionare, no che non va, Paola Pitagora dallanta a specchio fa capolino, scuote la testa con aria convinta e si mette a ridere, mentre la verit mi appare folgorante a lettere doro sullo specchio: Sta per arrivare la rivoluzione e non ho niente da mettermi, si chiamava cos lo spettacolo. Sono le otto di sera, ho la testa nel pallone per leccesso di emozioni, e soprattutto sono sommerso da almeno due fondamentali incertezze: non ho la minima idea di come ci si veste per essere carini a un concerto di rap italiano, e non ho la minima idea di cosa abbia in testa Lara. Non resta che aggrapparsi alle poche certezze, che vado a enumerare come segue: primo, ho la certezza che Lara sappia perfettamente come andr la serata. Tanto vale lasciar fare a lei, qualunque cosa voglia dire quello che ho appena pensato; secondo, ho ancora la vecchia maglietta dei Led Zeppelin, e dal momento che far comunque la figura del giurassico, tanto vale affidarsi al Jurassic Rock e fare la fatica di stirarla. Il pi trovare il ferro, ma se il phon nella dispensa in cucina, il ferro di certo non sar lontano dal bagno. Rocca Messapica (Taranto), ore 20.30. Wallala! Wallaleialala! Lieblichster Albe! Lachst du nicht auch? Sul piatto: Das Rheingold. Scena prima. Alberico sbeffeggiato dalle figlie del Reno. Il chiacchiericcio delle donne. I flutti del Reno. Loro: leredit del mondo. La poltrona al centro della sala. Punto di convergenza: i suoni emessi dalle casse dellimpianto stereo. Le mani si muovono a tempo, ora posate sui braccioli, ora leggere nellaria. Il pullover estivo sulla camicia. Il foulard di seta al collo: ancora presto per le maglie a

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collo alto. Dalla spalliera sporge la testa. I capelli bianchi ondeggiano al seguito dellira di Alberico. Erzwng ich nicht Liebe, doch listig erzwng ich mir Lust? Calma dissimulata. Indizio dinquietudine: il cellulare sul tavolino, accanto al fax. Scheda telefonica appena cambiata: non clonabile, assicurano. Nel cestello del ghiaccio, Riesling. Ne versa un bicchiere, agita il calice afferrato dallo stelo, beve. La tensione sale. Alberico sta per rubare loro e maledire lamore. Loro gli dar il potere per colmare lassenza di amore. Maledette le figlie del Reno. Il furto delloro mette in moto la catena degli eventi. Allaltro capo della corda, il Gtterdmmerung. Gli di ardono nel loro castello. Inizia let delluomo. Distruzione, creazione: la catena del fato. Leterno ritorno. Il cellulare vibra sul tavolino: sembra che balli sui flutti del Reno. Eccoli. Finalmente. Denn hr es die Flut: so verfluch ich die Liebe!

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2. Hope for Happiness

Strada per Budrio (Bologna), discoteca Pagoda, ore 22. Sicura? Fidati. Io non faccio la fila in posti come questi, dice Lara. Non sono poi cos sicuro di volere entrare l dentro: sino a un minuto fa era appoggiata a me mentre guidavo, adesso dovrei gettarmi in un carnaio di salopette slacciate, braghe larghissime, felpe e cappucci. Il conflitto che sembra dividere i piedi dei presenti in fazioni avverse mi lascia indifferente cazzo, lo sai che la Nike sfrutta i bambini, sbraita il partito antivirgola, fiero della superiore eticit di scarpe Reebok o Adidas fabbricate negli stessi capannoni pakistani o filippini dalle stesse mani di bambini o di affamati; ma a noi servono braccia, non esseri umani , dicono gli egualitari padroni dei capannoni, intenti a chiedersi in quale nuovo Paese (Malesia? Guatemala?) spostare la produzione nei prossimi mesi. In un mondo di eguali, chiunque abbia due braccia pu produrre scarpe: cosa centrano i diritti umani, a questo punto? Di, non incantarti di nuovo, e mi afferra per la mano strattonandomi dentro questo piccolo fazzoletto di mondo nel quale mi trovo impigliato. Ciao, Cicci, dice a una specie di fratello cattivo di Schwarzenegger che da solo ostruisce lingresso, ciao, Lara cinguetta lorango, lui con te? Certo, Cicci, nuova fiamma? No, Cicci, il mio paparino, non vedi? Mi scusi, signore, non avevo capito, cinguetta verso di me Cicci mentre mi appone un timbro sul dorso della mano. Dentro meno peggio del previsto, spazi larghi, belle luci sempre piaciute le luci colorate e soprattutto interessante banco del bar. Breve sguardo alla lista ampia e variegata magari un po troppo Sudamerica, ma va bene lo stesso e la strana sensazione che abbiano per errore aggiunto uno zero a tutti i prezzi. Tranquillo, baby, dice Lara, ho il conto aperto: gli faccio da pierre per gli eventi importanti. Cos che gli fai? La pierre. Pubbliche relazioni. Quando c una festa gli porto della gente, sono brava in questo. In cambio ho credito illimitato. Poi non che qui ci venga spesso, perci stasera ne approfittiamo. Da cosa vuoi cominciare? Margarita. Quindi questo il tuo lavoro? Due Margarita, Billi. No, quasi un hobby quello della pierre. Vuoi che ti spieghi la mossa? La mossa poi questa: il clou della serata Neffa, lex Jeff Pellini dei Sangue misto che rapper assieme alla sua posse il successo della scorsa estate, hai presente? No che non ho presente, roba che vale? Scherzerai, mi ride in faccia Lara, poi comincia a cantilenarmi una sequenza di parole buttate l a caso... Vada come vada va da s conto solo su di me e gi so che gi sai che... Chico fa quel che sha da fare quando amore non c... No, starai scherzando, questa roba in classifica? Lunga storia, baby. Cera una volta lIsola nel Kantiere, saprai, certo che lo so cosera, mai andato? No, mai andato, ma sapevo che cera, ecco, io invece non perdevo mai un sabato sera al Ghetto Blaster. Poi sono arrivati i primi concerti, i contratti, i manager, il gran mondo della musica, meglio: piccoli omini che hanno pensato di diventare grandi facendo credere a piccoli omini che sarebbero diventati grandi. Lo vedi quello l sul palco, quello allampanato? Quello col cartellino del prezzo che pende dal berretto?

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Proprio lui: Mc Moo-D. Be, lui credeva di essere il prossimo Jovanotti. Poi cerano i passaggi televisivi, gli articoli sui giornali, erano sempre le stesse persone ad avere in pugno stampa, televisione e festival locali. Nel giro di qualche anno sono passati dalle case occupate al salotto di Red Ronnie. Fa tristezza, perch agli inizi era una bella scena, cera vita, rabbia, gioia. Stop al panico ancora un bel pezzo, carico, sincero, anche per chi come me di politica non ne capisce niente. Non so nulla di questo Stop al panico. Un pezzo inciso da tutti i rapper di Bologna contro la paura che dilagava in citt dopo i carabinieri morti al Pilastro. Era bello, come messaggio: poi era appena scoppiata la guerra, era proprio il momento giusto per lanciarlo. Non politico, dici? Cosa c di pi politico della paura provocata dalle stragi? Per essere dei ragazzini avevano capito sin troppo, Lara. E anche tu ne capisci pi di quel che credi. Dici davvero? Dico. A cosa credi che siano servite le stragi di Stato? A governare distillando panico. Nei momenti di incertezza il panico lanima del consenso. Stragi? Quali stragi? Dove? Come dove? In Italia, Lara. Le stragi. Le bombe sui treni, nelle banche, nelle piazze. Le stragi. Non so niente, amore mio. Quando successo? (Amore mio?) Unaltra volta, quando tu non ceri o eri bambina, e probabilmente ti mettevano lovatta nelle orecchie per non farti sentire del lupo cattivo al telegiornale. In unaltra vita, forse. Dobbiamo fare una giornata di aggiornamento tu e io, mi sa: tu mi spieghi questo mondo in cui vivo per errore, e io ti spiego quello che non ti hanno scritto sulla scatola delle merendine di quando eri piccola. Troppo lungo da fare stasera? Troppo lungo. Meglio concentrarsi sulla prossima tequila. Mentre Lara richiama lattenzione del barman cerco di farmi unidea di quel che succede. La musica non sempre male (ma ci metto poco a capire che viene da dischi che i ragazzotti si sono portati dietro), se ci fosse qualcuno che ha una seppur vaga idea di cosa vuol dire cantare le cose migliorerebbero. Una volta i politici andavano a lezione di canto per avere una voce pi accattivante, oggi sembra che questi qui abbiamo imparato a cantare dai nostri politici. Pensiero pericoloso, mi dico. Una volta i politici si mettevano dei sassi in bocca per imparare a parlar meglio: oggi dei sassi cosa ne facciamo? Cosa ne dovremmo fare? Allora? Buono. Calibrato bene. Il concerto? No, il Margarita. Vuol sapere del concerto, Lara. Hai ragione, le dico, fa tristezza. Non per il genere musicale, la musica che non mi piace non mi intristisce pi di tanto. Neanche per lo sfondo di denaro che luccica dai logo, dal locale, dalle consumazioni. Persino questo balbettio sdentato non mi disturba pi di tanto Anche a lei non deve piacere granch questa roba sul palco, si vede che avrebbe voglia di slegare, ma proprio non le viene. Per lei musica, solo musica. Per me no, non riesco a non sentire le parole, anche senza quellossessivo Ascoltate le parole ascoltate le parole! che risuona tra un pezzo e laltro. Perch il problema proprio questo: che io le parole le ascolto. Fotti il sistema spezza la catena! Non scendo a compromessi cerco soluzioni per la mia trib! Non ti fidare dico non ti fidare! Non ti fidare ti dico non ti devi fidare! La rivoluzione in rima baciata che ritorna ventanni dopo. Eravamo bravissimi a trovare una rima per ogni slogan: la sintesi perfetta del rapporto teoria-prassi in due endecasillabi. Veniva cos facile che ci accontentavamo di gridarli a squarciagola, senza nemmeno chiederci come si fa a realizzare quella rima baciata. Perch il mondo non in rima, diceva Cristiano. E Andrea

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annuiva. Loro due, ai cortei, non gridavano mai. Non hanno il problema della giustezza o meno di ci che gridavamo, almeno. In fondo neanchio: magari quei signori che creano famiglie felici nelle case di campagna, loro s che hanno da spiegare i loro ventanni nellottica della loro pubblicit dei buoni sentimenti. Io non ho la casa in campagna, e soprattutto non ho buoni sentimenti da dispensare: non amo gli spaghetti sino a quel punto. I loro buoni sentimenti colano gi in questa Terra nella quale non vivono come le strida dellesercito dei morti, mormoro soprappensiero. Morti? Gli zombi, quelli di Romero? Cosa dici? Lesercito dei morti delle Highlands. Quel mio amico in galera mi ha detto una volta che slogan deriva da qualcosa come sluagh ghairm, il grido di guerra che lancia lesercito dei morti che ritornano a combattersi nelle notti dinverno. Le rocce delle Highlands sono rosse per il sangue degli sluagh. una cosa macabra, scusami. Mi viene in mente ogni volta che vedo della gente riempirsi la bocca di parole e credere che basti questo per parlare bene. Yes, baby: non parlando che cambiano le cose Lo sai che hai ragione? Certo che ho ragione: me lo hai detto tu due sere fa. E tu non hai niente di meglio da fare che darmi retta? Fottiti, stronzetto. Di, andiamo sotto il palco. Aspetta un momento Cosa c? Un momento solo, vuoi? C ti raggiungo subito, devo vedere una cosa. Ma lo sai che sei strano? Va bene, hai due minuti per raggiungermi, se Mc Moo-D finisce Fotti il buio e non sei a contatto con me, giuro che te la faccio pagare. Mc Moo-D quello che non stacca il cartellino del prezzo, se ricordo bene. Con quellimprobabile cappellino calato fin sugli occhi. Gli altri della posse gli fanno da coro. Capelli rasati, o corti, o scolpiti con fulmini o arabeschi. C uno stile, nella variet. Li riconosci non solo dalle scarpe, ma anche dai capelli. Capisci che questi crani rasati non sono crani da naziskin, lo senti. Percepisci il loro essere innocui, in tutti i sensi. Loro. Quei due no. Hanno i capelli pi o meno come gli altri, ma non sono come gli altri. Non muovono la testa al ritmo, ad esempio. Sono vestiti pi o meno come gli altri, ma non sono i loro abiti consueti, si vede. E soprattutto, quelle non sono scarpe da basket, e nemmeno anfibi o Doctor Martens. roba seria, costosa. Roba militare, ma fatta con gran cura. Mi bastato vedere un taglio di capelli e un paio di scarpe per sentire uno strano brivido. E le loro facce mi convincono ancora meno: il loro modo di essere inespressivi, il loro guardare avanti senza guardare negli occhi nessuno. Neanche le belle ragazze. Se non li guardi negli occhi, loro non ti guardano negli occhi. E non si ricordano di te, quando gli chiederanno chi cera. Poco ma sicuro, conoscono la regola. E chi conosce la regola non dovrebbe stare qui, a ballare. In un luogo esposto, dove una rissa pu scoppiare da un momento allaltro. Dove la polizia pu arrivare allimprovviso per un paio di spacciatori di fumo o di paste. A meno che siano venuti qui di proposito. E non per divertirsi. Lara sotto il palco che parla con un ragazzo, riesco a vederla. Mc Moo-D continua a ripetere Fotti il buio fotti il buio. La posse continua a ripetere il buio-il buio-il buio. I due sono vicini a una porta. Uno dei due la apre, si infila, richiude. Laltro resta fuori. Cos quella porta? Non il bagno. Non unuscita di sicurezza. I ragazzi del bar entrano ed escono da unaltra porta: non neanche il magazzino. Troppo lontano dal palco, troppo scomodo: non sono i camerini. Potrebbe essere lo sgabuzzino delle pulizie. Potrebbe. Oppure no. Potrebbe essere unaltra cosa. La sala degli interruttori. Limpianto luci. Fotti il buio fotti il buio fotti il buio

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Di colpo mi sembra di avere ventanni, e non capisco perch. Corro zigzagando verso Lara, mentre la mia mano afferra al volo una bottiglietta di minerale. Lara! lara! laraa!!! Fotti il buio, fotti il buio. Il buio-il buio-il buio Nel preciso istante in cui Lara si volta sorridendo al mio grido, il buio a fottere la posse sul palco. Niente luci. Niente suono. Pi niente. Panico. Urla. Crisi isterica delleroico Mc: lo si sente urlare come una gallina strozzata. La notte moltiplica il disorientamento. Voci su voci. Accendini. Fiammelle. Afferro Lara per la vita, la sollevo per farle scavalcare qualcuno che sotto di lei inciampa e cade, la tiro verso luscita di sicurezza, veloce ma con calma. Non vedo la scritta luminosa, ma a tentoni sento il muro. Sono sicuro che pi in l. Qualcosa mi attraversa la mente. Non si sono accontentati di spegnere le luci. Non gente che scherza. Ho ancora la minerale in mano. Il boato arriva senza lampi. Al buio. lo scompiglio. Una fuga di topi, tutti contro tutti. Sbattono, cadono, si rialzano, ricadono. Corrono, inciampano, urlano. Le gole cominciano a bruciare. C qualcosa nellaria. Ecco a cosa mi serviva la bottiglietta dacqua. Bagno il fazzoletto e lo metto sulla bocca di Lara. paralizzata. Mi senti, Lara? Tienilo sulla bocca e sul naso, hai capito? Sulla bocca e sul naso. Resta qui. Torno subito. Non la vedo, la intuisco appena. Immobile. Trema. Mi stringe il braccio con tutte e due le mani. Non riesco a svincolarmi. Lasciami, Lara. Tieniti questo sulla bocca, non respirare! La stacco dal mio braccio, le metto il fazzoletto in una mano e gliela prema sulla bocca. Comincio a sentire il fumo in gola. Mi libero con uno strattone, arrivo alluscita di sicurezza strisciando sul muro. C una catenella: chiusa. Porci. con le maniglie a spinta. Le premo entrambe, spingo con forza, si apre uno spiraglio sottile. Basta questo. Il filo di luce mi aiuta. Due passi indietro, rincorsa, pedata con forza: tutta quella che ho. Una delle maniglie comincia a cedere. Di nuovo: due passi, rincorsa, calcio. Accanto a me un felpone, jeans enormi, capelli scolpiti. Mi guarda. Riesco a vederlo in faccia: non sembra stupido. Fai come me! Come me, hai capito? Ha capito. Ed il doppio di me. Io parto con la porta sinistra, lui con la destra. La catena tiene, la maniglia no. Le porte si aprono di schianto, entra luce, aria fresca, notte settembrina. Mi d il cinque. Corro a prendere Lara. La gente esce di corsa, terrorizzata. Tengo Lara per la vita, contro la parete. Meglio lasciar uscire gli altri, ora che il fumo dirada. Il B-boy che mi ha aiutato usa il suo corpo per dividere i ragazzi che fuggono, li separa in due corsie, evita cadute, afferra chi inciampa. Proprio bravo, penso. Lara non pi paralizzata. Il suo corpo si affloscia. La afferro per non farla cadere. La prendo in braccio e la porto fuori. Il B-boy mi fa cenno: tutto ok. Non sar un grattacielo in fiamme, ma i miei cinque minuti come Steve McQueen li ho avuti. Per la vita spericolata ne riparliamo pi tardi. Ore 23.10. Invio: da telefono cellulare a telefono cellulare. Uno squillo. Uno solo. Il braccio scatta, al buio. Voce bassa. Non assonnata, non impastata: soltanto bassa.

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S. Andrea? Ti ascolto. Dimmi tutto. successo un casino, Andrea. Forse una bomba. Vieni subito qui. Discoteca Pagoda, verso Budrio. Hai presente? S. Hai chiamato il 113? No no, perch? Ho chiamato te. Stai bene? Io s. Anche gli altri, direi. Nessun ferito, credo. Arrivo. Andrea scivola dal letto senza accendere la luce, si veste al volo, afferra limpermeabile ed esce. Silenziosamente. Fuoriuscendo dal lenzuolo, un braccio cerca invano la testa di Andrea nellinfossatura del cuscino. Una testa bionda sbuffa. Accende la luce. Rimette la cornetta del telefono fisso a posto. Scuote la testa. Rumore di auto partita sgommando. Si veste in silenzio. Si guarda allo specchio e vede una faccia contratta. Sguardo duro. Pelle tesa sugli zigomi. Denti serrati. Piccola ondata di rabbia sale piano. Stronzo. Capelli rassettati con due colpi di spazzola. Stronzo. Chiara esce sbattendo la porta. 4 settembre, strada per Budrio (Bologna). Discoteca Pagoda, ore 0.35. Come quei giorni di ventanni fa, mi ripeto seduto per terra di fronte al B-boy della discoteca. Destroy, si chiama. Mette sicurezza. Lara ha la testa appoggiata sulle mie gambe. Continua a singhiozzare, squassata dai tremiti, pallida, sbavata di rimmel e mascara. Non dice niente, singhiozza soltanto. Mi tiene stretto. Come ventanni fa. Il fumo dei lacrimogeni. I fazzoletti bagnati. Il mezzo limone in bocca. I sampietrini della piazza, tac tac tac. A colpi di martello sullo scalpello, uno dopo laltro, tac tac tac. Una piccola piramide accanto a unaltra, e unaltra, tac tac tac. Arrivano compagni, chiedono, scoppiano a piangere. Poi il silenzio: non parla nessuno, nessuno chiede perch i sampietrini, perch le bottiglie. Lo sappiamo tutti, perch. Tac tac tac. Barbara lo ha sentito per radio, arriva in silenzio, non dice nulla. Cristiano l, col suo scalpello, tac tac tac. Due sole parole: di qui. Cristiano capisce: questo lo posso fare io, tu servi altrove. bravo, Cristiano, altrove. Torna dopo un quarto dora, Cristiano. Con un bidoncino di benzina. Comincia subito a riempire. Io vado da lui, in due facciamo presto. Andrea arriva tardi, gli scontri sono ormai dappertutto. Sempre stato contrario alle bottiglie, Andrea. Mai voluto lanciarne una, mai presa una in mano. Discussioni feroci tra lui e Cristiano, ma soprattutto con Barbara. Ci faremo impallinare come fagiani, dice Andrea. Ancora pochi mesi e finiremo appesi, mormora nei cortei. Barbara non lo sopporta quando fa cos, a Barbara non piace che le si dia la linea. Neanche a me, del resto. Cristiano diverso: senza organizzazione lutopia lIsola-che-non-c, dice. Domani assalteremo il quartier generale della rivoluzione, dice: prima per dobbiamo farla, la rivoluzione. Cristiano nei servizi dordine, quando serve: non si tira indietro, quando serve. Anche Francesco non si tirato indietro: adesso l, sotto una rosa di fori nel muro, sotto il portico. I cerchi di gesso arriveranno tra poco, assieme al guanto di paraffina: peccato non avesse niente in mano, deve aver pensato qualcuno. Peccato non averci pensato, a mettergli in mano una pistola, deve aver pensato qualcun altro. Qualcuno avr preso appunti: prossimamente le cose saranno fatte meglio. Partiamo senza dirci niente, i sassi nel tascapane, i bastoni tenuti stretti insieme. C fumo, le gole bruciano. Anche la citt deve bruciare oggi. Abbiamo le bottiglie pronte. Cristiano un passo avanti, com naturale: e com

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naturale, alcuni parlano, altri tacciono. Si prendono decisioni. Andrea avanza, ci guarda negli occhi, toglie la bottiglia di mano a Cristiano, d fuoco allo straccio e parte. La prima macchina comincia a bruciare. Qualcuno, nei collettivi, ci guarda sorpreso: non ci facevano capaci, per loro siamo solo dei goliardi, col nostro western, i nostri volantini demenziali, la nostra musica. Non siamo considerati seri, non fino a oggi. Domani alcuni dei capetti avranno tempo e modo di far il salto della quaglia, la jacquerie ceder il passo al sorrisetto ammiccante. Oggi tiriamo la sera, tutto quello che abbiamo lanciato non basta a scaricare la rabbia. Dal Cantunzein esce di tutto: salami, prosciutti, grana. Una nonnina si avvia verso casa con una forma intera di reggiano stagionato ventiquattro mesi, facendola rotolare. Il Cantunzein non c pi: niente tartufi per il sindaco di Bologna, stasera. Il suo ristorante stasera si chiama Carbunzein. Escono fuori anche le bottiglie di vino. Andrea e Cristiano intervengono, con queste non si fanno bocce, questa roba buona, linverno che viene sar freddo, anche se solo marzo: ci scalderemo col vino dei signori, questanno. Hai cambiato idea, Andrea? No, dice Andrea guardando la sabbia che ha soppiantato lacciottolato, non ho cambiato idea. E allora, dice Barbara? Allora niente, dice Andrea. Stasera hai ragione tu, Barbara, dice Andrea: si fa quel che si deve fare, a culo la coerenza, non il momento della coerenza, dice Andrea. il momento del fuoco, dice Cristiano. Della rabbia, dico io. Della rabbia, dice Barbara, e della gioia. Della gioia. Andiamo a casa sua ad ascoltare gli Area, Tim Buckley, i Soft Machine. Hope for happiness. Hope for happiness happiness happiness. A fare lamore, anche: una delle prime volte, sulla voce straziata di Robert Wyatt. I cantt forsake you, or forsqueak you Alife my larder Alife my larder. Andrea resta tutta la notte davanti alla finestra, in silenzio, accendendo ogni sigaretta con la brace residua della precedente. Non so, non ricordo se il sapore del fumo di questa sera lo stesso di quello di ieri. So che gli occhi mi bruciano ancora, so che ho ancora una ragazza che si stringe a me. Im not your larder, Im your dear little dolly. But when plops get too helly Ill fill up your belly. Im not your larder, Im Alife your guarder. I tuoi gusti musicali sono scesi tanto in basso? Ciao, Andrea. Allora, cosa ci fai qui? Quella roba del ragazzino sparito. Sono venuto a dare unocchiata allambiente, tanto per fotografare meglio la situazione. Magari avevo voglia di passare una serata in allegria: pu capitare di averne voglia, che dici? Dico che ti sei trovato nel mezzo di un gran casino. Raccontami come ti andata, poi ti dico quel che ho saputo finora. Non avevo dubbi: lunico momento che smuove la sua espressione quando cerco di descrivere le facce dei due. Andrea sa bene cosa significano certi segni di Caino scritti con inchiostro simpatico sulla fronte. Prende nota sui suoi post-it mentali. Allora, ecco cosa sono riuscito a sapere. Hanno fatto saltare le luci, prodotto il botto e tirato dentro un fumogeno da stadio. Sei stato bravo, ma non avrai la medaglia da eroe per caso: dallaltro lato della sala avevano aperto loro stessi le uscite di sicurezza, tagliato le catenelle con le tronchesi. La roba che hanno usato sembra professionale. Sin troppo. Sin troppo? Gi. Non doveva morire nessuno, hanno calcolato ogni cosa. Tutto questo spreco di lavoro per spaventare quattro rapper bolognesi?

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No, hai ragione. Per il secondo attentato conto la Diggers Voice nel giro di pochi giorni: prima la sede, adesso la loro serata. Annuisce in silenzio. Ha qualcosa da dire, ma vuole pensarci sopra. Vannini? Ispettore Vannini? Oh, salve, De Petris. Di servizio? Io s. E tu? Ti avevano cercato a casa, ma avevi il telefono occupato. Come mai qui? Per caso. Ho fatto un paio di domande in giro, ti interessa? No, no, me ne occupo io, le faccio io le domande, se non ti dispiace. Non facciamo inutili sovrapposizioni, daccordo? Vai pure a dormire. Certo, certo. Inutile sprecare delle intelligenze, per un caso come questo. Basti tu, De Petris. Cerca solo di non fare le solite stronzate, eh? Guarda che non ho niente da imparare da te, Andrea. Lo so, lo so. Nemo ad impossibilia tenetur, De Petris. Cosa stai dicendo? Ti mando un fax domani con la traduzione, Sergio. Andiamo via, dice Andrea. Poi si ferma. Guarda Lara, un po pi calma, ancora tremante. La tua amica ha freddo, mi fa passandomi il suo impermeabile. Glielo metto sulle spalle. Lara guarda Andrea stupita. Avrai freddo tu, adesso. Allora andiamo in un posto dove possiamo scaldarci. Avete una macchina? No, siamo sulla mia Vespa. Dove ci vediamo? In una serata come questa? Da Pierino, no? Certo. Da Pierino.

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3. Pierini e tacchini

Bologna, bar Pierino, ore 1.30. Invio: da telefono cellulare a telefono fisso. Mittente e destinatario: Andrea Vannini. Non suona occupato. Non risponde. Pazienza. Andrea tira il fiato, espira, spegne il cellulare. Tre pierini belli carichi, dice Andrea quando lo raggiungiamo. Lara si ripresa, non pallida e non trema pi. Per la paura non le passata. Per una della sua et le bombe non sono unabitudine, non ha la scorza dura che abbiamo noialtri. Anche noi nel Sessantanove ci eravamo spaventati. Eravamo poco pi che bambini, con la mente ingenua e la pelle tenera e rosea. Poi, crescendo, ci venuta la crosta sullo stomaco. Cos un pierino? chiede Lara dubbiosa dopo aver annusato il liquido nel bicchiere. Sembra Pinocchio che saggia la medicina con la punta del naso. Cosa c qui dentro? Non lo so, e del resto non lo sa nessuno. Tu manda gi, che ti fa bene. A proposito, io sono Andrea. Andrea Vannini. Piacere, bello. Io sono Lara. Lara-e-basta, se ti accontenti. Grazie mille per limpermeabile. Ti spiace se lo tengo su ancora un po? Mi sento meglio con Ehi, ma cos questa roba? Buono? Scalda, se quello che vuoi dire. Anche troppo. Dici che se lo aggiungo alla miscela il Vespino va pi forte? Il pierino non fallisce mai. Solo questa bibita dagli ingredienti ignoti pu rianimare qualcuno cos in fretta. Ne ordiniamo subito un altro, mentre la bettola si riempie di nuovi reietti della notte in cerca di una sbronza facile. Lara rapita dallaria unica di questo pertugio alcolico che pare sul punto di crollare da un momento allaltro. Dicono che sar abbattuto per allargare la strada, o il parcheggio, vai a sapere. Il giorno che accadr, un pezzo di Storia sar cancellato da Bologna. Ma Bologna di questa Storia ormai se ne frega, a giudicare dai locali che pullulano in zona universitaria. E di certo non ci trovi gli studenti universitari dell Alma Mater Studiorum Secularia Nona qui dentro. Non oggi, almeno: anni fa, a colpi di pierini sono state fatte memorabili festa di laurea. Tu sei quello che non si faceva vivo da cinque anni? chiede Lara con gli occhi di bragia. S. Quello, pi o meno. E come mai eri al Pagoda? Perch mi avete chiamato. Dopo cinque anni che non vi vedevate? Ci eravamo rivisti stamattina. Comunque s, dopo cinque anni: non sono tanti, tra amici. Tu non hai amici? Uno solo, risponde Lara, di quelli veri uno solo. Chi era quel simpaticone del tuo collega? Sergio De Petris. Un coglione. Uno che nel tempo libero legge libri sui templari e il Sacro Graal. Si occuper lui dellattentato?

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Occuparsene una parola grossa. Ma a quanto pare, s. Ufficialmente. Ufficialmente? Non mi piace. E quando qualcosa non mi piace E non lunica cosa che non mi piace, in questi giorni. Anzi, dice buttando gi il secondo pierino, ce ne sono sin troppe. La morte di Tassone, unesecuzione fuori tempo massimo. La scomparsa del Togliatti, che continua a seminare volantini dappertutto. Lassassinio del Cioccolata. Un attentato compiuto con troppa maestria che replica un attentato ridicolo. E se li mettiamo insieme, c dentro anche il figlio di un noto e stimato cittadino che scompare in modo piuttosto sospetto. Sembra che allimprovviso Bologna si sia stancata di mancare dalla cronaca nera nazionale. Dimentichi le croate, si inserisce Lara decisa. Andrea la guarda perplesso, Lara insiste. Se proprio devi fare la conta degli eventi bizzarri, come la mettiamo col fatto che una dozzina di prostitute croate, tutte e solo croate, prendono il treno e tornano a casa dalloggi al domani? Ha ragione la tua amica, dice Andrea. Hai proprio ragione. Non ha senso, quindi tanto vale mettere anche questo nella lista. Sei tu lamica delle croate, vero? S, fa Lara con la testa. Dimmi della tua amica, chiede Andrea. Posso avere un secondo affare?, chiede Lara. Si chiama pierino, dico io, pierino come il vecchio Pierino, il primo proprietario di questa bettola, aggiungo mentre indico il bicchiere vuoto allerede di Pierino. Che non perde tempo a riempire. Grazie, tesoro, dice Lara schioccandomi un bacino sulla guancia. Beve un sorso (Mai visto nessuno centellinare un pierino, ma c una prima volta per tutto) strizza gli occhi per far uscire le lacrime provocate dallintruglio e risponde ad Andrea. Aveva paura, tanta paura. Non uno scherzo, mi ha detto di andar via da Bologna. Voleva dirmi qualcosa, ma aveva paura di farlo. C qualcosa nellaria che non mi piace, aggiunge abbassando la voce. Qualcosa qualcosa come le pietre rosse, mi dice, come le urla dei morti. Quali morti? chiede Andrea. Quelli scozzesi. I morti delle Highlands. Andrea mi guarda. Lo sa da dove viene la storia dei morti delle Highlands. Annuisce. Certo che qui con noi, adesso, ci vorrebbe proprio Cristiano a bere il suo pierino. Eeehi, ciaao, Andrea. Ma guarda chi si vede, Guglielmo, dopo tanto tempo. Non che avresti un soldino per un vecchio amico? Raffaele. Naturale che sia qui. E come sempre, per lui sono Guglielmo: ci ho rinunciato da tempo a dirgli che non mi chiamo cos. Certo che ho un soldino. Un biglietto da dieci, per lui. Ordina da bere. Ehi, ehi, Raffaele, non avevi smesso? Certo che ho smesso, mi fa porgendo il bicchiere. Chinotto e fetta di limone: tutto a posto. Un chinotto ogni due ore fa passare il malumore, mi dice sorridendo. Di cosa parlate con questaria seria? E questa bella ragazza chi ? La tua morosa? Sempre bravo a capire in quale piaga infilare il dito, Raffaele. E adesso cosa gli rispondo? E, per inciso, chi questa bella ragazza? Una ragazza, o la mia ragazza? In ogni caso una ragazza che sa quel che vuole, perch non perde tempo a rispondere. Dipende da lui, se sono la sua morosa. Comunque vada sono Lara. Grazie per la bella ragazza. Allora, dice serafico il vecchio barbone, di cosa parlavate? Mettevo in fila un po di dati, risponde Andrea. Li metto tutti in fila e cerco di capirci qualcosa. Guarda che poi fai la fine del tacchino, dice Raffaele masticando la fetta di limone. Cos questa storia del tacchino? Il tacchino. Quello a cui portavano da mangiare ogni giorno. Lui conta i giorni, uno dopo laltro, e dopo averli valutati uno per uno, un bel giorno conclude che la regola che ogni giorno portano da mangiare al tacchino. Purtroppo per lui quel bel giorno la vigilia di Natale. Lo guardiamo come fosse un alieno. Lara scoppia a ridere. E questa dove lhai imparata? chiede Andrea. Al Dams, risponde serio Raffaele. Lo sai che adesso studio, no? Non puoi ricavare una regola da una serie di dati singolari: non funziona.

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Lo dici tu che non funziona. Nel mio mestiere funziona, eccome. Per questa storia lho sentita anchio, interviene Lara, al corso su Popper. Perch invece per te funziona? Perch io non cerco n la regola generale, n il senso della vita. Io non vado alla ricerca della spiegazione ultima sul perch del male nel mondo quando ho davanti un cadavere. Una volta trovato il colpevole, mi fermo l con le deduzioni e vado a farmi un bicchiere di whisky, cos sono doppiamente soddisfatto. Alla faccia di Popper e dei suoi ragionamenti a pera. Usciamo. Raffaele e Lara si scambiano qualche battuta. A Lara piace Raffaele, si sforza di ascoltarlo mentre le palpebre le si fanno pesanti. Guardo il muro di fronte, con i sedili in pietra. Eravamo seduti l, Andrea. Ti ricordi? Ci sedevamo sempre l, quando cera il sole. Anche la volta che ci hai detto che entravi in polizia. No: la volta che vi ho detto che ero gi entrato in polizia. E gi che cero, che avevo fatto sparire un po di carte su tutti voi. E quelle su di te? Erano gi state fatte sparire. Sparire come? Da chi? Sparire. E allora? E allora niente. Ti accontenti se ti dico che uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare? Detto dal cantante dei Platters arrestato per lenocinio forse. Da Antonello Venditti gi meno. Detto da te proprio no, non da te. Pazienta ancora un poco, allora. Sto per finire, ormai vado per i quarantacinque, ci arrivo, prendo la pensione da mestiere usurante, anzi, da mestierante usurato, e vado via. E pensa che se volessi potrei trovarmi un secondo mestiere nelle agenzie di sorveglianza, sai non siamo pi ai tempi di Pasolini, non puzziamo pi di rancio e fureria va l, va l, porta m a dormire la tua ragazza, che non si regge in piedi e ha avuto una brutta serata. Ti chiamo domani. Raffaele sta andando via. Saluta Andrea, prende una carezza da Lara, saluta anche me. Ciao, Guglielmo. Grazie per i soldi. Non mi chiamo Guglielmo, Raffaele. Lo so che non ti chiami Guglielmo. Grazie lo stesso. Ti porto a casa, Lara? No, per favore. Non farmi dormire da sola stasera. Vengo da te, vuoi?

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4. La veste dei fantasmi del passato

Borgo Mezzo, frazione di Villanova (Bologna), ore 7.30. Cammina a piccoli passi frettolosi, la Rachele, con la sua sportina al braccio. Il litro di latte, il pane, le verdure per la minestra allungate dal fruttivendolo di fiducia che sta iniziando a scaricare la merce del mercato nelle sue cassette, la mezza caciotta di Castel San Pietro, due uova, il giornale appena comprato. Oggi anche la bottiglia di rosso della cantina sociale, un giorno s e uno no. E il toscano. Eh s, don Ricrea ha qualche piccola debolezza, qualche peccatuccio da confessare. Gli piace il bicchiere di vino dopo pranzo, e a sera gli piace il sigaro. Se li fa contare dalla sua vecchia collaboratrice, giusto per non esagerare. Probabile che la voglia che gli rimane serva a espiare il piacere della gola. Per la carne non la mangia, non ha cuore di sapere che una creatura di Dio stata uccisa per lui. Al massimo accetta il brodo, ma solo di ossa, senza pezzi di carne: tanto i tagliolini della Rachele son buoni anche cos. Ci sa fare con le braccia, la Rachele: unautentica sdaura, di quelle capaci di tirare trenta uova di tortellini e lasagne in un pomeriggio per la trattoria del paese. Vive cos, al mattino a mezzo servizio dal vecchio parroco, al pomeriggio a cottimo in trattoria, poi la sera con le sue vecchie amiche alla partita a carte nel centro sociale, due volte a settimana in balera con i vecchi filarini, sabato e domenica al lavoro alla trattoria che due cuoche da sole non bastano, che c pi clientela, di quella che ci piace di guardare in cucina e vedere le tre sdaure tirare la sfoglia allasse di legno, affettare il salame al tagliere, rimestare il rag: la Rachele, lElvira e la Giuseppa. Ora che anziana, la Rachele si scopre pi serena, la vita scorre ordinata, tutte le cose a posto: si fa meno fatica cos che alla cucitrice per dieci ore, la figliola s maritata e i soldi per i regali ai nipotini per fortuna ci sono, c finalmente il tempo per qualche svago. Poi don Ricrea tanto una brava persona, pensa la Rachele, sempre sorridente: quando cera quel prete in tiv con i suoi ragazzi, come si chiamava pure quel prete che cantava chi trova un amico trova un tesoro, tutti dicevano che sembrava lui, che gli avevano rubato la parte. Mica come quellaltro che venuto dopo, quello che si innamorava e scappava via con la morosa, bellesempio per i ragazzi, pensa la Rachele, ecco perch vengon su cos. Ci vogliono esempi, ecco quel che ci vuole: come quel prete in tiv che diceva sempre che chi trova un amico trova un tesoro, che simpatico che era. Perch assomigliava tanto a padre Ricrea, conclude la Rachele girando la grossa chiave nella porta della canonica. A ve ve, don Ricrea mattiniero pi del solito, senti lodore del caff, dice la Rachele. Non solo lodore del caff: anche unaltra voce. Non mica uno che parla da solo ad alta voce, don Ricrea: cha un ospite, un ospite mattiniero. La Rachele socchiude appena la porta, giusto quel filo per buttare unocchiata: curiosa come una biscia, la Rachele. E quella coperta l, sul divanetto? Allora non arrivato di mattina, quel signore. Vieni, vieni pure, Rachele, che senn ti si storce il collo a cercare di spiare da dietro la porta, dice una voce familiare. Ma no che non spiavo, ribatte risentita la Rachele, solo che mi sono preoccupata, chiss chi pu essere a questora, che lei non cha neanche una serratura buona, quante volte glielo devo dire che prima o poi qualche malintenzionato le fa un brutto scherzo. Va l, Rachele, chi vuoi che venga a rubare qui, in questa canonica spelacchiata? Te lho gi detto, la migliore protezione lonest. E la mano del Signore, ovvio. Un parroco con lallarme cosa farebbe pensare al buon Dio lass? Che non ci si fida pi di lui? Che la pila dellallarme pi sicura della sua misericordia?

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S, s, dica pur cos, che ne ho gi viste di brutte facce forestiere in paese. Vorr dire che uno di questi giorni la Rachele si deve trovare un altro lavoro, perch quando le avranno dato una bastonata in testa la dovranno portare al SantOrsola, e io linfermiera non la so fare. E comunque questo signore che non saluta chi sarebbe? Sarebbe un vecchio amico di tanti anni fa, Rachele. Augusto. Un amico di quando si era giovani e cera la guerra. venuto ieri sera a trovarmi, ma ti pare che lo lasciavo andar via in piena notte? Tanto alle funzioni ci pensa il nuovo parroco, io ormai sono un pensionato, e i pensionati stanno bene con i pensionati, no? Scusi, signor Augusto, certe volte sono proprio una vecchia bisbetica, vuole mai, con tutte le preoccupazioni Ma cosa fa, si ferma qualche giorno? Che se c qualcuno qui di sera sono pi sicura, sa? Solo che bisogner fare della spesa, vuole che torni pi tardi? No, no, per oggi non il caso. Ci faremo bastare quel che c, luovo che ho ancora in frigo servir a fare una bella frittata con le due che ti avevo commissionato. Per domani porterai qualcosa in pi, magari farai sentire al mio amico i tuoi famosi tagliolini, oh, guarda che vengono da fuori a mangiarli alla trattoria del paese, son famosi i tagliolini della Rachele Augusto. Devo portare anche una bella fettina di carne per lamico, don Ricrea? Che magari fa bene pure a lei un po di carne, guardi che faccia pallida che ha. No, no, lamico Augusto far a meno della carne. Un po di penitenza non guaster, abbiamo qualcosa da farci perdonare, vero? Baster dellaltro latte. E una bottiglia di vino in pi, magari. Sorride, don Ricrea. Sorride anche la Rachele, il vecchio amico del parroco sembra proprio un bravuomo, due belle braccia, due mani belle callose, si vede che ha lavorato tutta la vita. Devessere una brava persona, questo Augusto. Sorride anche il vecchio amico del parroco. Poco, a dire il vero. Non ha molto di cui essere contento, il vecchio Augusto. Bologna, rione Santa Rita, ore 7.30. Invio: da cabina telefonica a telefono fisso. Drn drn drn drn drn Telefono di merda Drn drn drn drn drn Testa sotto il cuscino. Occhi impastati, bocca da schifo. Cazzo suoni, stronzo. Cazzo vuoi. Drn drn drn drn drn Ancora nessuna risposta. Il telefono tace. Vaffanculo. Drn drn drn drn drn Ancora. Magari importante. Dio, che male alla testa. Chi cazzo ? Zeta: Impara a parlare con rispetto quando parli con i grandi! Cazzo, scusa, non Zeta: Vedi di star zitto e accendi il fax tra mezzora. S, s, certo, scusa ancora, io Zeta: Lercio? S? Zeta: Unaltra volta ti mando due amici a spezzarti le ossa una per una, tanto per insegnarti leducazione. Anche se dopo delleducazione non saprai pi che fartene. Ci siamo capiti? Scusa ancora, non volevo Telefono riattaccato. Luomo grassottello esce dalla cabina, calmo, ben vestito nel suo spigato di mezza stagione. Con le forbici taglia a met la scheda, ne butta le parti in due diversi cassonetti, entra in un bar a prendere un caff. Non affidabile quel tossico di merda, pensa sorseggiando con lentezza.

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Bisogner tenerne conto. Luomo grassottello ordina un cornetto alla crema. Andava a piedi nudi per la strada mi vide, come unombra mi segu A dotto, ma a lei je piace cantata da Bajoni? Nun era mejo prima, dotto? La notte lei dormiva sul mio petto sentivo il suo respiro su di me e poi mi dava calci dentro al letto Due tazze di caff per svegliarsi. Radio accesa. Anima mia, torna a casa tua ti aspetter dovessi odiare queste mura Ci vorrebbe uno schizzetto di coca per tirarsi su. Niente da fare, tocca arrangiarsi, uno speedball artigianale meglio che niente. Mettere sul fuoco la moka e preparare due tazze di caff forte: lultimo dito del precedente caff nellacqua per il prossimo. Intanto che il caff viene su, due zollette di zucchero come colazione. Avrei soltanto voglia di sapere che fine ha fatto e chi sta con lei Preparare lattrezzatura: cucchiaio pulito, siringa monouso, accendino. Meglio candela: laccendino dopo un po brucia le dita. Laccio emostatico, acqua distillata. Cazzo, queste fialette! Lercio Giani si succhia il pollice tagliato dalla rottura della fialetta. Succhia la goccia di sangue. Bustina di stagnola: lultimo quartino. Lametta da barba nuova: tic tic tic. Due mezzi quartini: uno adesso, laltro stasera. Prudente, Guido Giani: dopo lepatite non si scherza pi. Non ha mica voglia di fare la fine dei ragazzini dello sballo del sabato sera: laidiesse non lo frega, il Giani. Anima mia, nella stanza tua c ancora il letto come lhai lasciato tu Polvere sciolta nellacqua. Era meglio la vecchia brown al limone, ma non ne gira pi. Questa comunque non un granch. Devo cercare un giro nuovo, pensa Giani mentre tira su dal cucchiaio con la siringa. Goccia fuori dellago per evitare bolle daria: un embolo non il modo migliore per cominciare la giornata. Cazzo, il fax. Acceso. Speriamo bene, ha detto tra mezzora, mica passata. Laccio emostatico allavambraccio. La vena bene in vista. Ingresso. Attimo di luce. Calma. Pace. Caff doppio buttato gi tutto dun fiato. Controbotta. Non come con la coca, ma se non ce lhai ti arrangi. Magari con questo colpo, un grammetto o due A te che sei il mio presente a te la mia mente Squillo. Il fax in azione. Gnic gnic gnic gnic gnic

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Buone notizie. Occhiata al residuo mezzo quartino: quasi quasi E come uccelli leggeri fuggon tutti i miei pensieri Je lho mannato er faxe, dotto. Certo che Battisti sempre er mejo, no, dotto? Si je piace puro a lei che ha studiato... S, certo. Sempre er mejo. Luomo grassottello esce dal bar pensoso. Canticchia. La veste dei fantasmi del passato cadendo lascia il quadro immacolato Bologna, quartiere Bolognina, ore 4.30. La voce parla, parla, parla. Sghignazza. Ha un cappuccio senza aperture, ma io so chi . So che sta per uccidermi. Lo lascio parlare, aspetto che rida e lancio un fumogeno da stadio nella stanza. I personaggi dei quadri di Bacon appesi alle pareti della galleria darte (ma non ero a casa mia?) fuggono dalle cornici, lasciando le tele vuote. Mi tuffo dietro la poltrona, impugno una bottiglia di tequila e la punto contro i due uomini mascherati (ma non era uno solo?) Loro ridono, io sparo. Il tappo della bottiglia si trasforma in una rosa di pallini, mentre io bevo a canna servendomi delle fette di lime che sono comparse sul tavolino. I due loschi figuri sono diventati due sagome di cartone nere, traforate dai pallini. La luce filtra attraverso i fori. Lara indossa una tuta da imbianchino, e con un grande rasoio sta incidendo le tele bianche una per una: arte, baby, devi aggiornarti, mi dice. Suonano alla porta: Andrea e Cristiano entrano senza aspettare che io vada ad aprire. C un problema, dicono reggendo un enorme manifesto elettorale del 1948: hanno sparato a Togliatti. Quello vero, aggiunge Cristiano. E perch un problema?, chiedo io. Perch s, dice un rapper sulla soglia della porta, con un cappellino con su una R. Ma tu non eri al concerto?, gli chiedo. S che ero al concerto, sono il Colonnello R, il Dj: sono quello che si mette in tasca i soldi del concerto, e tu non hai pagato il biglietto. E credo che della morte di Togliatti ne sai qualcosa, aggiunge allungando unenorme pistola verso di me, ne devi sapere per forza qualcosa, perch se tu non ne sai niente io non ci guadagno niente, e io non lavoro mai gratis, hai capito? Mai, mai, mai Mi sveglio col cuore in gola. Il divano troppo stretto, stavo per rotolare gi. Vado in cucina a bere un sorso dacqua, mi sento disorientato. Cosa ci faccio sul divano di casa? Certo che sono sul divano, mi rispondo, dove altro dovrei stare? Non ce lho la camera dagli ospiti, non ho neanche la cucina abitabile, se per questo. Nel letto c Lara. Apro piano la porta: non ha chiuso a chiave. Dorme come un angelo. Mi ha chiesto una camicia da usare come pigiama, mi ha dato una lunga carezza sussurrando un grazie, mio eroe e si avvolta nel lenzuolo senza neanche verificare la pulizia del letto. Mi fa uno strano effetto vederla dentro la mia camicia bianca a righe, con le gambe scoperte e il lenzuolo arruffato. Sembra una strega. Non so cosa voglia dire questa frase, ma lunica cosa che mi viene in mente. Sciolgo il nodo del lenzuolo e la ricopro. Esco dalla stanza lasciando la porta socchiusa e torno sul divano, rincuorato dalla sua calma: beata lei che riesce a dormire. Evito la tentazione di un ulteriore cicchetto, mi basta il cerchio alla testa che ho: domani non sar una mattinata leggera. Mi riaddormento. Lara apre gli occhi.

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Bologna, questura, piazza Galileo Galilei, ore 8.30. Invio: da telefono fisso a telefono fisso. Allaltro capo: Diego DallOlmo. Capito? Certo, Andrea. In effetti una cosa strana. Tu sei convinto? Convinto no, ma non mi torna. Diciamo che se invece di sparare un titolo sulla faida tra i rapper mi aiuti a seminare qualche dubbio, forse si muover qualcosa. E in cambio? In cambio ti richiamo pi tardi, dopo aver fatto due chiacchiere col proprietario del locale. Se centra qualcosa, tu sarai il primo a saperlo. Promesso. E quellaltra storia? Tassone? Allora c un collegamento! Fregato come un pivello! A volte Andrea dimentica che Diego un bravo giornalista, ha il fiuto del cronista, non uno che scarica comunicati. Quando c una notizia lui in strada, non alla sede Ansa. Di, Andrea, ammettilo. Quel morto del pomeriggio ha a che fare con la morte di Tassone, vero? S, vero. Ma non lo puoi scrivere, e questo per davvero. Le due notizie non devono essere collegate, non per ora. Intesi? Intesi. Ci vediamo pi tardi? Magari da Sauro? Magari. Magari alla mezza. Magari con quella malvasia di ieri. Andrea mette gi. A questora Chiara dovrebbe essere gi in servizio. Inutile prendersi in giro: Andrea ha qualcosa da farsi perdonare. Diego DallOlmo mette gi. Si accende un mezzo toscano, tanto per evitare il rischio che qualcuno metta il naso nel suo ufficio. Niente gente tra le palle quando pensa: la regola del caporedattore. Il fumo del toscano un deterrente adeguato alla necessit del momento. Anche perch in genere durante il toscano Diego trova miracolosamente il filo dellarticolo da scrivere, e sono tutti pi contenti se la pagina locale parte bene. Infatti dopo pochi minuti Diego gi a scrivere una bozza. Niente di definitivo, la stesura finale aspetter gli sviluppi dellincontro di mezzogiorno: per intanto meglio buttare gi la cronaca sulla base del resoconto telefonico di Andrea. Finito. Buona cos, pensa Diego. Salva e chiude. Prende una carpetta giallina, da sotto una pila. Il modo migliore per tenere qualcosa celato agli occhi degli estranei metterlo in evidenza sulla scrivania, insegna Poe. Certo per che se allevidenza si aggiunge una discreta pila di carte, e sullevidenza si scrive un generico Ambiente e costume, si evita anche il rischio costituito dal ficcanaso colto, quello che Poe lo ha letto anche lui. Ambiente e costume. Allinterno: alcune fotocopie. Vecchi articoli di fine anni Quaranta. Il processo Tassone. A dire il vero, non c stato alcun processo. Il procedimento Tassone, diciamo allora. Il giovane Tassone prosciolto dallaccusa di aver partecipato alle gesta della famigerata Banda Tartarotti. Torture, esecuzioni sommarie: il peggio dei bravi ragazzi di Sal. Tartarotti fu fucilato, alcuni pesci piccoli riuscirono a farla franca. Egidio Tassone viene prosciolto per intercorsa amnistia: abbastanza normale, in buona parte lhanno scampata cos. A parte il ceffone il 26 luglio del 44, non lo hanno toccato: una fortuna sfacciata, niente da dire. Interessante la difesa legale: Arconovaldo Bonaccorsi, uno dei peggiori macellai della prima ora, lassassino di Anteo Zamboni, responsabile di centinaia di morti a Majorca, durante la Guerra civile, con lo pseudonimo di conte Rossi. Il suo studio legale, aperto a Bologna nel 1950, patrocina il generale Otto Wagener, criminale di guerra. Gratuitamente, come anche Tassone: e s che di soldi, tornato a Bologna, ne aveva. Lavessero ucciso in quegli anni, non si sarebbe stupito nessuno. Ma oggi? A parte quella vecchia stronza che gira per la stazione a chiedere soldi e a insultare chi non gliene d, che da un po di tempo si mette le spille fasciste al collo e va in giro a bestemmiare contro i comunisti che lei ha visto allopera nel 1945 (giusto

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quel che ci vuole davanti alla sala dattesa della stazione di Bologna), a parte quella vecchia balorda e qualche giornalista con ambizioni letterarie e pochi spunti per la trama, a chi interessa ancora? E che centra il giro di Lercio Giani e della sua agenzia di merda? Gi quellagenzia di stampa con pi di un figuro dei vecchi tempi allinterno comprese un paio di persone che hanno fatto un po di dentro-e-fuori dalle inchieste sulle stragi Diego decide che ora di far cambiare aria allufficio. Andiamo a fare quattro chiacchiere con qualche frequentatore del giro delle posse, si dice, tanto per far arrivare la mezza. Lo chiamano mentre esce dalla redazione. Scusa, Diego, non ti ho disturbato perch eri nel tuo sancta sanctorum, ma ho da dirti una cosa che non ti far piacere. Ti ha cercato Lercio. Dice se ti interessa una primizia, scusa, ha detto proprio cos. Dice se lo richiami. Merda. Quartiere Bolognina, ore 7.30. Forse sto ancora sognando: Veronica Lake mi entrata in casa e compie gesti strani in cucina. No, non sto pi dormendo. Per l, cosa diavolo fa? Non Veronica Lake. I capelli sembravano biondi per la luce. E non ha indosso un pigiama a righe, ma la mia camicia. Che comunque a righe. Ed abbottonata solo negli ultimi bottoni, giusto per tenerla ferma mentre i seni fanno capolino. Cosa fai, Lara? Ciao volevo prepararti un caff, ma non capisco come si monta questo affare. Perch questa qui una caffettiera, vero? Aspetta, faccio io. Lacqua qui, non nel pezzo col beccuccio. una napoletana, ti faccio vedere guarda nel cassetto, devesserci una striscia di carta. Questa? E a cosa ti serve? Ehi, cosa fai, uno spino appena svegliato? No, quale spino: il coppino di carta. O coppitiell e carta, come dicono a Napoli. Sembra niente, ma anche lui ha la sua funzione, diceva quello che mi ha insegnato a fare il caff. Aspetta e vedrai. Ti spiace accendere la radio, l sulla mensola? Se sente ancora freddo nella notte se ha sciolto i suoi capelli oppure no Anima mia, torna a casa tua ti aspetter dovessi Ma tu la ballavi questa, ai tuoi tempi? Fammi il favore, Lara, cambia stazione. Trova qualcosa di decente, vedi tu. Quella radio che ascoltavamo a casa Albergani va benissimo. Smanetta un po per trovare la frequenza. Non molto precisa la sintonizzazione della tua radio, bello, no, non lo , perch non prendi una radio digitale? Perch non lo so perch, forse perch non ci ho mai pensato, tanto in questi cinquanta metri quadrati basta quella l. Trovato prima Radio Kappa, fa lo stesso? Ascolta, prima che mi passi di mente: ieri, quando sono andata sotto il palco, ho parlato con uno della posse. Be, che c da sorridere? Niente, niente. Mi fa uno strano effetto sentire parlare di posse. Perch? La posse una cosa da Far West, da cow-boy. A te piacciono i western? Per niente. C troppo testosterone in quei film. Ah, s, il testosterone: lorigine di tutti i mali. Ma voi donne cosa avete invece al posto del testosterone? Fottiti, stronzetto. (Ecco, mi mancava). Ti dicevo, parlo con quel mio amico che mi dice qualcosa che pu interessarti, credo. C della ruggine tra alcuni cantanti delle posse bolognesi e la Diggers Voice. Roba di diritti dautore, sai: i pezzi sono registrati alla Siae quasi tutti a nome di un paio di persone della

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Diggers, perch hanno la registrazione alla Siae che quasi tutti i cantanti non hanno. E adesso stanno litigando di brutto perch non c molta trasparenza nella gestione di questi soldi. Insomma, la molotov contro la Diggers era nellaria, una specie di avviso, nell ambient lo sapevano tutti. E secondo il mio amico, Speacker dd se l fatta sotto e ha tagliato la corda perch non era capace di starci dentro. Chiaro? Annuisco. Questo spiega tutto. Tutto fino a ieri sera, almeno. Quando pronto il tuo caff? Be, cosa fai? Ausculti la macchinetta? Sento se ci sono gocce che cadono gi: se non ne senti pi vuol dire che sceso tutto. Mi passi due tazzine? Giusto due pulite, le altre sono nel lavello. Siamo in due, no? Abbiamo ospiti? Solo una, bello. Sentiamo il tuo famoso caff. Mmm, buono. Devo venire pi spesso a prenderlo qui da te. Puoi venire quando vuoi, le dico cullato dalla musica lenta che viene dalla radio. Lara posa la tazzina. Mi guarda negli occhi senza parlare. Posso chiederti perch tutte le volte che mi guardi c qualcosa di strano nei tuoi occhi? Segreto, bimbo. Mi passa le dita tra i capelli. Ho un quasi impercettibile strabismo, tutto qui. Strabismo di Venere. Continua a guardarmi. Cos questa musica? Alma Megretta: dub partenopeo. Bello, no? Cosa c? le chiedo. Tante cose. Nessuna facile da raccontare. Ancora sotto leffetto della serata? Anche. Non so tu, ma io in genere non vado a ballare a Sarajevo. Poi ascolta, facciamo cos: ti vengo a prendere stasera, ti porto a cena fuori, poi vediamo che succede. Magari tu mi offri laperitivo, ti va? Mi va. Mi va anche che non vada via. Mi fa ancora paura vedere una donna andar via. Succedeva ieri, succede ora. Se vuoi puoi restare qui. Non ti mando via Mi guarda di nuovo negli occhi. Sorride. Triste. Meglio di no. Devo ricompormi, ho bisogno di passare da casa. Oggi pome lavoro, ti chiamo dopo le sei, passo da te. Daccordo per laperitivo? Daccordo, certo. Purch mantenga le promesse. La musica continua a vagare lenta nella stanza. Sembra che il cantante sia napoletano. Sembra proprio: fanno musica cos, a Napoli? Musica dolce e lenta come un caff napoletano? Musica lenta e triste come la paura di rimanere solo, di vederla andare e non pi tornare?

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5. Emisferi cerebrali

Bologna, questura, piazza Galileo Galilei, ore 10.30. Andrea, posso? dice Chiara affacciandosi alla porta. Certo che puoi. Oggi non chiede: che c? Chiara stata sin troppo gentile stamattina, quando cera daspettarsi una sfuriata che non arrivata. Non preoccuparti, non successo niente, ha detto. Se mi avvertivi era meglio: tutto qui. Cos adesso ad Andrea resta un residuo di timore che la libecciata sia stata solo rimandata: dalla porta entra solo una poliziotta bionda, niente foglie secche, carta straccia, rami spezzati, rifiuti fuoriusciti da cassonetti scoperchiati, remi spezzati; nientaltro che una faccia serena. Vai a capire le donne, pensa Andrea. Per preoccupata. Andrea, guarda che ti cerca il questore. scuro in volto: non che hai fatto qualcosa? quello che Andrea si sta chiedendo: no, proprio no. Coscienza a posto, direi, pensa Andrea, a parte la camicia stropicciata e lisciata alla meno peggio per sembrare stirata. Tanto vale andare a vedere. Grazie per lavvertimento. Passo dopo a dirti. Va bene. Sono gi ai passaporti. Nel corridoio, davanti allufficio del questore, c De Petris. Brutto segno: sorride con aria di sfida. Andrea bussa, ottiene il permesso ed entra. De Petris si fa vedere sulla soglia. Venga, Vannini, venga pure. Lei resti fuori, De Petris, la chiamo io. Allora, Vannini, vediamo di non perdere tempo inutilmente: lei ieri sera era alla discoteca Pagoda, vero? Questo rapporto informale lo ha scritto lei, vero? Vero. Ho sbagliato? No, no. Magari se lo faceva avere allincaricato delle indagini, il collega De Petris il famoso lavoro di squadra, Vannini, ha presente? Quello che proprio non le riesce di far entrare nella sua testa dura, Vannini Non capisco, signor questore. Se non sbaglio ho fatto qualcosa in pi, mi sono reso utile: non dovevo? Guardi, Vannini, a parte questa rivalit tra lei e De Petris tra lei e il resto della questura, dovrei dire, ma lasciamo perdere vengo al dunque. Lei stamattina ha telefonato al proprietario della discoteca Pagoda per chiedere un incontro, vero? Vero, risponde Andrea continuando a non capire. Per un piccolo sospetto comincia a tarlargli il cervello: vuoi vedere che Vuoi vedere che, come gi in passato, lispettore Vannini si mette a giocare da solo? Col bel risultato che il signor Molina, il proprietario del locale, viene convocato una seconda volta in questura da De Petris e non capisce pi quanti interrogatori deve subire: vogliamo dare limmagine di una squadra in cui ogni giocatore nasconde la palla agli altri, Vannini? Va bene, mi scusi, vorr dire che No, Vannini, non vorr dire proprio un bel niente. Lindagine affidata a De Petris, lei mi far il favore di fargliela condurre senza interferenze. Molina appena uscito dalla questura, e non mi sembra il caso di disturbarlo ulteriormente, non crede? Fino a prova contraria la vittima, non limputato, fin qui ci siamo, non vero, Vannini? No, non vero, ma Andrea Vannini annuisce, sconcertato. Continua a non capire il vero motivo di questa piazzata. Tanto pi che il questore ha dato voce a De Petris, che entra

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sorridente come avesse risolto il gioco dei quindici: il che, considerato che ci prova da quando aveva otto anni, prima o poi per mero calcolo probabilistico dovr succedere. Ecco, giusto per chiarire una volta per tutte come stanno le cose. Lindagine sulla discoteca sua, De Petris, e lispettore Vannini qui per confermare che non ci saranno altre sovrapposizioni. Vero, Vannini? Andrea annuisce. Mastica amaro: unumiliazione del genere proprio non se la merita, Andrea. Anche perch lidiozia di De Petris non una sua illazione: risaputa. Se non ha altro da dirmi, signor questore, io toglierei il disturbo. Torno alle mie indagini, sempre che non voglia assegnarne unaltra al collega De Petris, tanto per tenere impegnati entrambi i suoi emisferi cerebrali. A proposito, De Petris, lo sai che ne hai due di emisferi cerebrali, vero? Cosha detto, Vannini? Vannini! Torni subito qui! urla inutilmente il questore. Quanto a De Petris, egli guarda non il questore urlante o lispettore uscente: guarda, e questo basti con aria ebete, come non avesse capito alcunch della discussione. In effetti, a parte la soddisfazione di vedere umiliato linsopportabile ispettore Vannini, non ci ha capito un cappero: cio nulla di maggiore delle dimensioni del suo encefalo, commenterebbe Andrea Vannini se fosse in vena di commenti. Enoteca Calzolari, via Petroni, ore 12.30. Non che stai esagerando, Andrea? Esagerando con i sospetti? Se la chiamassimo paranoia? Andrea infila distinto la mano in tasca alla ricerca del pacchetto di sigarette. Ma lispettore Vannini ha smesso di fumare, anche se il coordinamento mano-mente su questo punto ancora un po difettoso. Per essere esatti, la mano che continua a pensare da sola. Come alternativa ci sarebbe la fiaschetta del whisky, ma la malvasia di Sauro arriva prima. Chiamala come ti pare, Diego. Daccordo: paranoia. Per la mia paranoia funziona sempre. Anche se ultimamente tendo a non ascoltare i suoi segnali: magari mi sto incivilendo. A Diego la paranoia di Andrea sempre parsa un oggetto di studio. Anche lui ha fiuto per le piccolezze: cos che riuscito a diventare redattore capo di un giornale non proprio incline a condividere le sue passioni politiche e, diciamola tutta, le sue inquietudini sentimentali, peraltro mai nascoste. Resta il fatto che Diego DallOlmo un bravo diciamo pure ottimo giornalista: sente le notizie a fiuto, le annusa sottovento. Quello che proprio non capisce perch questa relazione olfattiva con lesistente debba incupirsi e incartarsi in un carattere impossibile. Come far a sopportarti quella povera ragazza che ha la sventura di condividere la tua esistenza da qualche tempo, chiede Diego? Non lo so come fa, risponde Andrea. Sar che una cosa che dura da troppo poco tempo, un paio di mesi Certe volte me lo chiedo anchio, comunque. Io, al suo posto Tu al suo posto un bel niente, sbirro: tu sei maschio, lei femmina. Poi tu ti basti da solo. E da quando sei diventato un esperto di maschile e femminile, di grazia? Da quando sono gay: non lo sai che il miglior amico di una donna un gay? Questa proprio vecchia, pensa Andrea sorridendo. Vecchia come quella degli animali preferiti da una donna Lasciamo perdere, Diego. E comunque anche lei non devessere normale, vista la pazienza che ha: sar che certi scarti di natura sono fatti per intendersi. Come la storia delle due mezze mele che si cercano, aggiunge come parlasse fra s e s. Passi tutta la vita a cercare la tua met mancante, poi magari la trovi e scopri che c dentro il baco. Ehil, che allegria! Sai, noi paranoici Verit come queste, non resta che farle suggellare a Sauro.

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Casalecchio sul Reno (Bologna), via Canale, ore 12.45. Devessercene ancora una bottiglia, quella del 95. Era una partita di quattro, tre di sicuro sono andate, lultima devessere ancora qui in cantina. Infatti c. Yeden 1995: chardonnay bianco delle alture del Golan. C guerra, c sangue tutto intorno, ma su questi colli le viti sono miracolosamente immuni dalla peste. E la vigna rende grazie alla terra con un bianco straordinario, intenso, profumatissimo. Non il profumo a renderlo pregiato: laroma cui rimanda che dovrebbero avere tutte le vigne del mondo se il mondo non fosse un banco di macelleria, ma una vigna fiorita. Niente guerre, niente sangue, niente brutture: soltanto uve da vino. E terra buona per fare lamore: solo il bene, senza il male. Cio senza uomini, pensa Lara estraendo la bottiglia e pulendola con un panno per toglier via la polvere. Questa viene buona per stasera: la migliore, finalmente loccasione giusta per aprirla. Poi vada come vada: intanto la si beve. A piccoli sorsi, degustandola, facendo s che il secondo sorso scenda nella bocca odorosa di frutti e aromi mediterranei, con quel gusto un po rtro che sa di vecchi vitigni fenici, di calma. Il terzo sorso scender sul secondo aggiungendo profumi, tonalit, sfumature. Soprattutto quelle: le sfumature. Una dopo laltra, come le pennellate di un pittore, sfumature trasparenti faranno spessore, tocchi impalpabili diventeranno sapore, limpercettibile prender sostanza. Gli altri sorsi scenderanno cantando in coro come note a cascata. Limportante che non resti memoria del ricordo che riempiva la bocca prima della degustazione. Unoccasione unica: qualcosa da inaugurare, qualcosa da dimenticare. Lorologio dice che quasi ora. Lara si aggiusta la lampo della mini di pelle, infila gli stivaletti a punta con tacco da otto e si contempla nello specchio. Sempre a posto, quella l. Mai un problema, l dentro: qui fuori, di fronte allo specchio, che le cose sono diverse. Comera quella degli animali preferiti dalle donne? La Jaguar in garage, il visone sulla pelle Lara odia le pellicce di visone: iscritta alla Lega antivivisezione. Difende gli animali, Lara. Quelli piccoli. Si sfila gli stivaletti, li mette nello zainetto Mandarina Duck, li scambia con un paio di pratici mocassini Tods in pelle morbida ed esce. Enoteca Calzolari, via Petroni, ore 12.50. Insomma, spiega Andrea, come quellintervista a Falcone, hai presente? Quella del concorso per un posto da magistrato? Quella dei tre concorrenti?, fa Diego. Proprio quella: uno preparatissimo, un altro raccomandatissimo, il terzo un imbecille e vince il concorso. S, certo, fa Diego: questa la mafia, concludeva Falcone. Ma che centra? Centra. Perch il sospetto che ho da stamattina non riguarda De Petris in s, ma il fatto che gli sia stata affidata unindagine dalla quale io devo stare lontano. Ma dimmi tu che problema posso creare se faccio qualcosa di buono e gratis: sai quante volte De Petris ha risolto un caso cos? O meglio, sai quanti casi ha risolto da solo? Zero via zero, tal dig m. Quindi? Quindi niente. Non lo so. Sono due giorni che non fanno che accadere cose incongrue. Non riesco a concentrarmi su nulla in particolare, continuo a rimbalzare da un fatto allaltro. Stai pensando a una specie di grande complotto? Un Grande vecchio che semina confusione? insinua sardonico Diego. No, no, sono serio. Piuttosto, come se ogni singolo elemento avesse i bordi fluttuanti che vanno a frammischiarsi con i bordi fluttuanti di un altro elemento, e cos via. Il quadro dinsieme sfalsato perch non si vedono i margini dei singoli elementi. Da un lato questa storia dei ragazzini, degli attentati: cose da cinnazzi mescolate con una mano daltri tempi,

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professionismo serio, da quel che pare. Dallaltra i vecchietti che si mettono a sparare e a farsi sparare, come si credessero ancora giovani, come ci fosse ancora Liberty Valance da uccidere Sin qui ci arrivo. Ma io vedo due storie distinte, non mi sembra che si incrocino. O no? Non lo so Hai ragione, in mezzo non c niente. Salvo che a Bologna di solito non succede niente, e tutta questa attivit sembra un attacco di frenesia un po troppo generalizzato, dice Andrea pagando. Salvo unaltra cosa, aggiunge. Salvo che in ciascuna di queste linee c una met di una vecchia coppia di amici che non si parlavano da cinque anni: guarda un po le coincidenze Le due mezze mele? Gi. Le due mezze mele col baco dentro. Escono. Movimenti di studenti tra pizze al taglio e piadine al volo, tossici circospetti, punkabestia e cani col collare, vecchiette ingrugnite che surfano tra un passante e laltro non fidandosi di nessuno che abbia meno di quarantanni. Ascolta, Andrea: c qualcosa che devo chiederti. Si guardano. Diego ha la faccia seria, quella che usa solo quando il caso. Andrea capisce: sinora Diego ha studiato la situazione. Sta fiutando laria. Cos questa storia dei volantini di Garibaldi? Inutile negare, pensa Andrea: se chiede vuol dire che lo sa gi. Come lhai saputo? La solita voce della fogna. tutto vero? Andrea annuisce. Brutta storia. Non mi piace per niente. E non parlarmi di paranoia. Pensi che la fonte sia sempre lAbcTime? Non riesco a pensare ad altro. Il soggetto in questione un rifiuto dellambiente, conosce mille vie ma il mestiere non lo ha mai praticato. E che io sappia, lunica agenzia con cui in contatto fa riferimento allAbc-Time. Che non ha una sede locale a Bologna Neanche in regione, se per questo. Pausa di riflessione. Fammici pensare su, Diego, dice Andrea. Sentiamoci pi tardi. Ti chiamo io, dice Diego. Sento io il signor Molina, non si stupir di essere chiamato dalla stampa, no? Grazie, Diego. Non credo ci sia da cavarne fuori niente, ma grazie lo stesso. A dopo, allora? Per forza. Se non devo titolare sulla faida tra primedonne del rap al rag, bisogner che ci inventiamo qualcosa. Bologna, zona universitaria, ore 14.30. Un pomeriggio da sfaccendato: quello che mi ci vuole, di tanto in tanto. Staccare la spina, resettare il cervello e andare a zonzo. Vagare in centro a caso, tra la parte vecchia e quella commerciale, tra il vecchio ghetto e la zona di rappresentanza. Chioschetto pieno di studenti, col cartellone di bigliettini affitto vendo dispense cerco stanza auto usata moto doccasione libri nuovi a met prezzo per lesame di gi pieno. Frapp: anche quello ci vuole. Bello perdersi in queste strade pacificate, tra un negozietto e un po troppi punti di ristoro: comincia a diventare trendy perfino il dedalo di portichetti nei quali un tempo ci si infilava per sfuggire alle cariche della polizia. Via dellInferno. In genere da queste parti mi perdo, non la imparo mai. Proviamo laggi: no, ci ho preso. Unocchiata ai dischi da Nannucci? Comera quel gruppo che doveva regalarmi Lara? Ricordarselo sar per unaltra volta. Ma no, entro lo stesso, magari ci trovo il vecchio Aramis: che infatti c. Franco Turra, alias Aramis Passepartout: una casa discografica in un solo cervello. Che ora fa il commesso, mentre Carboni continua a lamentarsi di Luca che si buca ancora. Una casa

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discografica grande quanto una stanza, con uno studio professionale in venti metri quadri e creativit a dir poco esagerata, decine di cassette autoprodotte per ottenere qualche concerto dei Bohemien Flamb, passaggi radiofonici su Citt del Capo, poche recensioni incoraggianti. Nientaltro. A proposito, lo sa Silvia che Luca si buca ancora? Quattro chiacchiere, una pacca sulla spalla, saluti. Hai saputo dei Technogod? No, tu neanche sai chi sono, fa lo stesso, tanto adesso non sono, erano: si sono sciolti. E intanto Silvia non sa che Luca si buca ancora, sono dieci anni che non lo sa, eccheccazzo: diteglielo, mandatele una lettera anonima! Fine della rimpatriata. Punto su via Indipendenza. Accidenti, mi sono dimenticato di chiedergli del gruppo. Era qualcosa tipo Trolls, qualcosa tipo folletti. Ci vorrebbe un caff. Su via Indipendenza trovo un Illy, merita. Eccolo l. Caff, cremino e unacqua minerale non gasata. Ancora in giro. Scarpe a destra e a sinistra, sin troppe. Le mie vanno benissimo, non mi fermo a guardare le vetrine: del resto hanno ancora i fondi di magazzino estivi. Nugolo di ragazzine. Bisbigli, occhiate, guardano qua e l. C qualche stella dello spettacolo al Baglioni. Gridolini: eccolo, arriva, l dentro, guarda che macchina, lui di sicuro. Macchina di lusso, autista, vetri fum. Devessere senzaltro limperdibile divo del momento, quello della soap del pomeriggio. Scattano con i diari in mano per lautografo. Il portiere in livrea si fa largo per aprire lo sportello. Mormorio di delusione: non lui, chi , uno qualunque, carino almeno, macch, un vecchio, avr quasi quarantanni. Lo sciame si disperde, le vedette tornano a disporsi sui due lati della strada. Luomo distinto scende avvolto in un abito tagliato su misura, elegante, perfetto. Allunga al deferente servo in livrea la borsa del computer portatile in pelle nera. Si gira, porge la mano alla donna che esce con aria sprezzante e sorridente dalla macchina dai vetri fum. Stivaletti col tacco a spillo. Gambe lunghe, calze velate. Minigonna in pelle, top nero, zainetto Mandarina Duck. Capelli lunghi neri. Si toglie gli occhiali scuri. Occhi verdi.

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6. Lanimale preferito dalle donne

Rocca Messapica (Taranto), ore 15. Sullo scrittoio, leggio in faggio: Platone, Politeia, Nomoi. Testo greco, senza traduzione. Qualche glossa marginale, a stilo, su carta bianca. Un possibile spunto per un ulteriore scritto sul Filosofo. Lo Stato secondo giustizia e lordine cosmico: nella necessit cosmica della decadenza, la comunit dei philosophoi si erge come punto di riferimento contro le illusorie proposte democraticistiche. La parola-verit contrapposta al relativismo, alla pseudoriflessione critica. La necessit di una guida della polis e il ruolo del filosofo. Ipotesi: il Filosofo non un vero Capo, nondimeno non conosce alcun autentico capo cui sottomettersi. Nel crepuscolo del Kali-Yuga, durante il ciclo della decadenza cosmica, non pu emergere dalloscurit un vero Capo. Dunque: il Re-filosofo come detentore del logos-basilikos, capo vicario in attesa del vero Capo cui far atto di sottomissione. Verificare alcune fonti. Comparare. Rivedere i luoghi di Evola e Guenon su Platone. Voegelin e i suoi allievi possono essere utili. Non Strauss: intelligente, ma giudeo. Luomo dai capelli bianchi sorride. Il Filosofo e il Vicario. Per anni luomo dai capelli bianchi si attribuito il ruolo di Vicario allinterno del Movimento. Un capo supplente, uno scoglio contro i flutti del crepuscolo. Mantenere la purezza anche quando la Storia ti obbliga a sporcarti le mani: quello che gli adepti non hanno capito, dilaniati in guerricciole interne. La fibbia, la coltellata in carcere: Kali-Yuga. Il gesto eroico pu invertire la decadenza del KaliYuga. Interrompere il corso della Storia: un gesto che richiede lunga preparazione. Nel frattempo: accumulare energia nel silenzio ascetico. Restare in attesa. Il furgone entra nella cittadina pugliese. Vvola, unaquila ner cielo vvola, vvola, e nun sarai mai sola!, canta lautista. Benvenuti nella citt del Primitivo, dice il cartello allingresso. Embe? Er primitivo chi, Flintstone? Ah: er vino, no? Ma che vi sape te, che sei de coccio Nnamo, va, che sinn famo notte: passa mpo sta piantina Il furgone entra nel centro di Rocca, sintriga nei sensi unici, svolta qua e l, esce e punta diretto in fondo alla strada. Porta fuori, la casa una delle ultime. Un villino. Terrazzato. Alla terrazza, due uomini col binocolo. Non solo quello, probabilmente. Il furgone rallenta, scala in seconda, in prima, ferma. Qualche metro prima del cancello: meglio farsi vedere. Meglio fare qualche metro a piedi. Laria calda: la tramontana che attraversa la campagna pugliese. Il campanello senza nome: regolare, no? Suonano. Luomo dai capelli bianchi va ad aprire. Il furgone era segnalato, i due uomini di guardia annuiscono: tutto in regola, corrisponde. Il pacco viene consegnato. Niente parole, niente firme. Il pacco sullo scrittoio. Platone cede il posto. Si torna allazione. Dentro il pacco: due telefoni cellulari, due Sim Card di ricambio, schede telefoniche. Luomo dai capelli bianchi enumera mentalmente gli oggetti contenuti. Tutto in regola. Il telefonino comincia a vibrare. Allaltro capo: luomo grassottello. La tramontana soffia caldo vento di terra sulle case di Rocca Messapica.

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Bologna, via Indipendenza, hotel Baglioni, ore 17. Dallimpianto di filodiffusione: musica lirica. Mahler, pi o meno. Fa tanto stile colto, pensa luomo sul letto: in verit tutta la stessa palla, pensa. Per fa. Che cosa non chiaro, ma fa. Come il millesimato nel flte, le lenzuola di seta richieste come corredo della suite, le primizie di bosco per accompagnare la magnum di Dom Perignon. Costo complessivo, compreso di pranzo dalla Cesarina e le due righe di coca fermamente rifiutate dalla libidinosa: una quindicina di secondi di transazioni finanziarie, pi o meno. Scaricabili come spese di rappresentanza, per di pi: volpina lidea della partita Iva individuale. Intestazione neutra: Top Economic Advice. t. e., come Top Escort: la pollastra brava a far ballare locchio sulle money, pi avanti delle sue colleghe la faina bolognese. Ciulata detraibile: doppia libidine, pensa luomo elegante guardando lo schermo del telefonino. Sms: aggiornamento sullandamento dei titoli. Lidea delle Borse asiatiche, combinata con quella dellE-business, stata vincente: Singapore una piazza ancora poco sfruttata. Sganciarsi a breve dal Far-East, dice il consulente. Il sesto senso dice che ha ragione: mai troppo a lungo nello stesso posto. Certo che in questa suite, con questa coscialunga, uneccezione si potrebbe fare. Per chiudere in bellezza: una barzelletta allusiva che funziona sempre. Oh, testina, lo sai quali sono i tre animali preferiti dalla woman? Il visone sulla pelle, la Jaguar in garage e il ghepardo nel letto, enuncia compiaciuto. Lavr capita lallusione al ghepardo? Guarda che sono quattro. Quattro? chiede con vago stupore. Unammucchiata, pensa compiaciuto dallidea. Maiale per maiale, ci si vede proprio bene nella parte del prosciutto dentro un Club Sandwich di tette e culi. Quattro. C anche il somaro che stacca lassegno, dice Lara agganciandosi il reggiseno. Localit di partenza non individuabile, ore 17.20. Invio: da telefono cellulare clonato con scheda estera a telefono cellulare clonato con scheda estera. Allaltro capo: luomo dai capelli bianchi. zetaTutto in regola? tiTutto in regola: come una volta. zetaNon ti emozionerai per cos poco. tiNon confondere lemozione del neofita col brivido che precede la rottura della quiete da parte di chi sa riconoscere il vento che arriva. zetaE tu lo scirocco lo sai riconoscere? tiNon solo quello. Limportante non il senso del vento, ma ci che esso porta. zetaForse hai ragione. Se i venti adriatici non creano problemi, il portato arriver a breve. Dovrai essere pronto e garantire il deposito. tiSolo quello? zetaNon solo quello. Lospite sta per arrivare: custodiscilo bene, come noi abbiamo custodito te. tiCredo che abbiate trovato la casa adatta. Pi o meno dove ho soggiornato io. Interessante metafora, non trovi? I ricorsi, i cicli, crepuscolo e alba zetaNon sono la mia passione, le metafore. Preferisco il romanzo realistico. tiLa tua povert spirituale sconcertante, se rapportata alla tua leale dedizione alla Causa. zetaNon sono certo i tuoi filosofi ad averti parato il culo, vecchio mio. Serviamo anche noi brutali pragmatisti. Soprattutto ora che le cose sono molto confuse. Fatti trovare pronto, per qualcuno sei ancora sotto esame. tiGrazie per lavvertimento. Fai attenzione anche tu: la notte ancora lunga.

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Luomo grassottello riattacca. La solita menata mistica, il solito dubbio: c, o ci fa? Alla fine di questa storia bisogner trovare la risposta. Una volta per tutte. Luomo dai capelli bianchi riattacca. Guarda a lungo il telefonino. Mette la mano in tasca e tocca il nuovo Nokia preparato dai suoi ragazzi. Schermato al cento per cento: su questo ci mette la mano sul fuoco. Su quelli arrivati da Roma, no. Se credono che non li conosca Luomo allascolto chiude dopo aver sentito i due clic. Si toglie lauricolare, estrae la microcassetta dal registratore e sigla con la data la custodia. Poi la porge alluomo grassottello. La lealt tutto, tra vecchi amici. Bologna, hotel Baglioni, via Indipendenza, ore 17.20. Tre ore fermo davanti al Baglioni. Tanto un posto dove andare non ce lho. Ho un appartamento di cinquanta metri quadri e due stanze pi cucinotto per dormire. Ho una citt da camminare senza meta in cui facile perdersi per riflettere sul vuoto che mi porto dentro e sul niente che sono. Ho dei bar da bere per stordirmi quando le voci di dentro si fanno troppo rumorose. Ho dei mattini in cui la congiuntivite non la causa degli occhi pieni di lacrime, e delle sere in cui il buio mi fa star meglio. Ho un libro di poesie fuori commercio che continua a commuovermi. Ho un cimitero in cui andare a leggere i versi di un poeta bolognese morto che parlava per radio proprio come Barbara. Ho un telefono cellulare che mi costa meno dellaffitto dellufficio che non ho pi. Ho un mestiere di merda. Ho un amico che lavora in un posto di merda. Ho un amico recluso in un posto di merda. Ho un amico che chiede lelemosina a gente di merda. Ho un cuore debole e idiota innamorato di una ragazza di merda. Ho una vita di merda. Ecco tutto quello che ho. Un posto dove andare qui in mezzo proprio non c. Lara esce dallascensore. Da sola. Luomo elegante rimasto a letto a copulare col modem, Oh, testina, sulla piazza di Singapore gli occhi a punta son gi l che lavorano, esserci: ecco il segreto, chi si cementa sul made in Italy fuori come un catamarano, dura minga , e via di lungo a dar vento alle gengive mentre manovra la track ball. Probabilmente avr quellorgasmo che cerca invano con prestazioni sessuali palestrate, il sciur Brambilla (Oh, testina, siamo mica tutti Brambilla sotto la Madunina ) (Ah, no? Ma tu guarda, credevo): casomai non bastasse, lo specchietto con le due righe ancora l sul comodino. Passa alla reception, si fa restituire lo zainetto che aveva consegnato entrando. Si ferma nel salottino della hall, si sfila gli stivaletti con non chalance e li sostituisce con i mocassini. Finge di riguardarsi il trucco, tanto per far ingoiare alle culone ingioiellate che la scrutano entomologicamente la geometrica perfezione del suo trucco e del suo fondoschiena. Ripassa davanti alla reception, appoggia un bacino a fior di labbra sulla punta delle dita per soffiarlo verso il portiere ed esce. Il taxi lattende. Il tassista apre la portiera misurando con gli occhi la linea perfetta del sedere. Lara si blocca: c qualcosa che la disturba, e non lo sguardo suino del tassista che crede di non essere stato visto. qualcosa di meno vicino. Dallaltro lato della strada. Due occhi che la guardano senza far nulla per nasconderlo. Lara capisce. Roxy bar, via Rizzoli, ore 19.

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Andrea sta masticando il terzo tramezzino della serata quando Diego entra. Sorriso abituale, manciata di noccioline dalla ciotola al palmo della mano, sguardo interrogativo al barista. Oban, risponde Oriano. Buona idea, commenta Diego. Credevo bevessi solo irlandese, dice il giornalista. Ho ampliato le mie vedute, risponde il poliziotto. Resoconto del pomeriggio: intervistato Alfio Molina, proprietario della discoteca Pagoda siamo pi precisi: presidente della societ proprietaria. Un coniglio bagnato, secondo Diego. Trema come una foglia, e non ha la minima idea del perch gli abbiano messo una bomba nel locale: mai avuto richieste di pizzo o altro, men che meno avuto a che fare con le dispute interne allambiente musicale bolognese. Verso il quale, peraltro, non ha alcun interesse di tipo culturale: la discoteca unimpresa di natura commerciale, acquistata da una societ che ha per finalit investimenti differenziati: era un affare, stata gi ampiamente rilanciata, entro un paio di anni contano di rivenderla a un prezzo maggiorato, avendo dimostrato che il locale funziona. Andrea non muove un muscolo: sta pensando. Quando il suo turno, ancora pi parco di parole del suo amico del Mattino: lunica cosa di cui sicuro che i ragazzi hip hop non sono in grado di organizzare una cosa del genere, posto che ne avessero avuto lidea. Prova a minimizzare, cerca di andare sul vago, suggerisce. Diego, sorridente, estrae dalla tasca una lista di date e locali. un po gonfiata, c del fritto misto, ma come fumo negli occhi pu funzionare: i locali che hanno avuto problemi negli ultimi due anni. Che te ne pare? Pare una buona idea: si resta sul vago, si adombra chiss cosa estorsioni? Racket? Creazione di un cartello monopolistico? e si vede chi si sente punto sul vivo. Di meglio, al momento, non si pu fare. Quanto alla notizia del volantino, in qualche modo bisogner pur darla. Magari in forma di smentita: anche qui, tanto vale dare parola e vedere al tavolo cosa si risponde. E Diego, con le carte da poker, non secondo a nessuno. Eccoti qui che ti ubriachi alla faccia mia, dice Chiara sedendosi. Amica tua? chiede Diego mal celando il sottinteso. Interessa larticolo? risponde Andrea rilanciando poker-faced. Chiara non capisce: deve intervenire Diego. Stia tranquilla, signorina: dei due, tuttal pi potrei essere sessualmente interessato al suo apparente compagno. Se non temessi di morire di noia nel silenzio delle sue conversazioni, aggiunge facendola sorridere. Come sapevi che ero qui? chiede Andrea intrecciandole le dita con le sue. Sandro, risponde Chiara, hai lasciato detto a lui. Lo sai che con me Sandro non ha segreti. Tremo allidea di quello che puoi avergli promesso, commenta Andrea. Chi ti dice che glielo abbia solo promesso? rilancia Chiara liberandosi con un gesto il bottone della camicetta col tono di chi sfida a venire a vedere. Allora mi controlli, prova a ribattere Andrea. Scusate, piccioncini, interviene Diego, ma restare qui nel mezzo delle vostre stucchevoli smancerie mi sembra troppo. Se la piantate vi offro la cena, altrimenti vado via: reggere il moccolo a due sbirri in versione Romeo e Giulietta non il massimo, sapete? E come sai che sono una poliziotta? chiede Chiara. Perch dalla borsetta aperta si intravede la pistola, e Andrea non pu non averla gi vista. E se qualcuno in compagnia di Andrea ha una pistola non pu che essere uno sbirro, anche se carini come te ne ho visti pochi anche tra i poliziotti, aggiunge Diego. E s che ci sono fior di maschioni nella polizia di Bologna. Che io peraltro preferisco in divisa, o quantomeno col cappello dordinanza che fa tanto Village People, UaiEmSiEi, conclude. Chiara scoppia a ridere: cosa non molto usuale, se frequenti uno come Andrea Vannini. S, c proprio bisogno di una cena in compagnia. Anche Andrea sorride. Poco, ma sorride: limportante sapersi accontentare. Hotel Baglioni, via Indipendenza, ore 17.20.

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Cosa fai qui davanti? Aspetto. Aspetto te. Tanto non piove. Da quando aspetti? Da quando ti ho vista entrare. Silenzio. Avevi da lavorare, mi hai detto. Infatti. Infatti cosa? Infatti ero al lavoro. Silenzio. Sguardo di sfida. Al Grand Hotel? Anche. Al Jolly, al Guercino, ai Commercianti. O al Baglioni: dipende. Dipende da cosa? Dipende da quanto possono permettersi. Fine della discussione. Mi giro e vado via senzaltro. Dopo qualche passo la sento chiamarmi: non rispondo. Chiama ancora: non rispondo. Chiama ancora: per favore, grida. Continuo a camminare, mi passo il dorso della destra sugli occhi per asciugarmeli. Salgo sullautobus, non mimporta quale. Il telefonino squilla. Guardo il numero sul display: spengo. Lo butto nel cestino dei rifiuti appeso al palo della prima fermata.

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7. Stai zitto e baciami

Bologna, bar Pierino, ore 23. Bevi ancora per molto, Guglielmo? Non sono cazzi tuoi. E comunque non mi chiamo Guglielmo. Lo so che non sei Guglielmo, ma non vero che non sono cazzi miei, dice Raffaele con la voce impastata che gli rimasta anche ora che astemio. Intanto perch siamo amici, e a me non piace vedere gli amici tristi che piangono. Poi perch tutti questi pierini ti fanno male. E guarda che i tuoi liquori fanno male anche a me. Ma se bevi chinotto Certo che bevo chinotto, sono diventato astemio, cosa vuoi che faccia: non posso mica ordinare un pierino ogni volta che ne ordini uno tu. E allora? E allora: a furia di chinotti mi sembra di essere diventato una botte piena di bollicine (rutto), ecco, lo vedi che mi escono fuori da ogni parte? Grasso come sono, poi, non che sia bello da vedere. Per non posso mica lasciarti bere da solo: quindi per ogni pierino che butti gi mi tocca ordinare un chinotto, educazione, lo sai che educato lo sono sempre stato. Perci vedi di smetterla, perch tutti questi chinotti mi stanno dando la nausea. Guarda: se non lo fai per te, fallo almeno per il tuo vecchio amico Raffaele. Adesso te ne vieni fuori, ci sediamo sul muretto e mi racconti tutto per filo e per segno. Poi ti porto a casa, ti rimbocco le coperte e ti d il bacino della buonanotte. Per quanto ubriaco sia, la prospettiva di un bacino della buonanotte da parte di Raffaele mi appare agghiacciante. Comunque ha ragione: ho bisogno di aria fresca, sul muretto di fronte non troppo lontano per ordinare un altro bicchiere tra cinque minuti. Non fa neanche freddo: un paio di bicchierini e potrei addormentarmi qui. Alla peggio mi svegliano i netturbini allalba, magari con uno schizzo dacqua. Il guaio che fino a quando ero appoggiato al bancone della bettola ero relativamente fermo, tranne inalberarmi per concionare con gli astanti sulla naturale perfidia delle donne. Ora che mi sono mosso realizzo che il mio problema pi immediato non la sottrazione della costola ad Adamo: il mondo che bascula pericolosamente da destra a mancina, e viceversa. Aumento vertiginoso delle oscillazioni: i muri delle case tendono verso le mie tempie. Perdita di equilibrio. Dimprovviso le oscillazioni diminuiscono di frequenza. La caduta si arresta: Raffaele mi ha preso sottobraccio e mi sorregge. Una mano sotto la spalla, laltra contro la fronte. Perch mi tiene piegato in avanti, dio cane, che la testa mi si fatta pesante? Ci metto poco a trovare la risposta: tutte le porcherie che ho bevuto oggi, a partire dal bar di fronte alla fermata dellautobus sino agli innumerevoli pierini che ho seccato gi, tutto questo liquame acido e alcolico impastato con lunico panino che ho mangiato, tutta questa roba mi ritorna su e mi esce a fiotti dallo stomaco. Una volta, due. Finita: sto meglio, dico rassicurando Raffaele. Che per fortuna non ci crede: infatti arriva una terza gettata, la pi violenta. Ci galleggiano dentro anche le due uova sode che avevo dimenticato di avere preso. Come un angelo Raffaele qui, con un bicchiere di vetro pieno di caff fumante: anche il barista doveva essere preparato al crollo strutturale della mia resistenza gastrica. E che cristo, non mica un lavandino, lo sento commentare mentre ritorna dentro. Un bicchiere pieno di caff nero, amaro: uno schifo. Dopo il primo sorso ho un altro conato, vomito anche lanima perch a questo punto chiaro che ho unanima, altrimenti non capisco cosaltro possa essere uscito dalla mia gola e riprendo a bere il caff. Meglio: col penultimo

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sorso faccio una specie di sciacquo della bocca e sputo via, come per ripulirmi. Poi bevo lultimo dito di caff, lo sento scendere graffiandomi la gola acida e piombare dolorosamente sul fondo dello stomaco. il momento dellamicizia virile, del chiarimento tra veri uomini, mi dico. In verit ho solo bisogno di raccontare a qualcuno il perch di tanto spettacolo, e Raffaele unottima spalla in questi casi: non fossaltro che per le volte che tutti noi, negli anni passati, ce lo siamo dovuti accollare sopportando le sue etiliche litanie. Quindi adesso il suo turno. Raffaele ascolta paziente, sorridente, amichevole: un vero amico sa quando il momento di lasciar dire, sa che deve accompagnare il tuo sfogo e supportarti, almeno per stasera. Domani magari avanzer unobiezione: ma del resto chi se ne importa di domani? Poi domani Raffaele mica lo vedo. ben quello: che Raffaele domani non lo vedo, e probabilmente lo sa anche lui. Oppure non un vero amico, o in ogni caso non ha quella cultura del maschio duro-lagnoso nella quale ci piace tanto adagiarci come dentro una seconda placenta piena di melliflue parole amniotiche. Raffaele parla poco, continua a sorridere, ma quando apre bocca con la mazza delle sue parole batte un home run. Da quand che sei diventato cos moralista? Bologna centro, autoparcheggio privato, ore 17.15. The atmospheres range out on the town music for pleasure its not music no more. Settore C 12. Auto registrata: Golf tdi 1900 grigio metallizzato. Ingresso registrato: 030998h2200. Uscita prevista: 070998h1200. Veloce, robusta, niente di vistoso: perfetta. Intestataria del libretto: Ludovica Forlanin. Viene a Bologna dal paesello per fare shopping, la signorina. Inserire scheda nel registro duscita. La scheda clonata ottiene il permesso di uscita anticipato. Registrazione del pagamento della sosta su c/c bancario parallelo: inserire American Card. Digitare password: ******. Ritirare prima la carta, poi il biglietto, recita la voce metallica. Un gioco da ragazzi. Lhard disc registra i movimenti di uscita sulla partizione nascosta, senza comunicarli al registro ufficiale. Non resta che occuparsi della chiave: originale non duplicabile, garantisce la casa di produzione. Canticchia. Music to dance to music to move this is music to march to to dance the war dance the war dance the war dance the war dance Apre il case da viaggio, estrae la macchinetta, la poggia sul banco. Seleziona la chiave da plasmare: originale della casa produttrice. Chiave originale nella fessura destra, chiave da modellare nella fessura sinistra: trenta secondi di lavoro. Limatina finale sui denti della chiave duplicata, goccia dolio di lino, chiave asciugata. Prova del nove: apre senza far scattare lallarme, bene cos. Antifurto banalotto: facile da sincronizzare sul telecomando universale. Prova di controllo: accensione, spegnimento. Docile come un cagnolino. Apre il cofano, mette il case allinterno, controlla triangolo e cric: meglio non correre rischi. E se uno di questi giorni ti beccano, Ferodo? E se uno di questi giorni mi cade un vaso in testa mentre passo su un tombino aperto? Il collega sbuffa. Si toglie il cappellino della ditta, si asciuga la fronte col fazzoletto. Si rimette il cappellino. Non che posso coprirti per sempre, sai.

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No, non per sempre. Solo fino a quando ti sostituisco nei turni di notte, ti aggiungo le ore di straordinario che non fai e non vado a dire in giro di quel paio di cosucce che sappiamo tu e io. Daccordo, daccordo. Non il caso di scaldarsi: dicevo solo che ci giochiamo il culo tutti e due per una sciocchezza. Tu non preoccuparti, che il tuo culo te lo copro io. Mi alzi la sbarra o faccio il numero sgommando dietro il prossimo cliente in uscita? Sbarra alzata. Stretta di mano. La Golf parte. Buon viaggio, dice agitando la mano. Nessuna risposta. Ferodo ha gi infilato gli auricolari nelle orecchie. Volume del lettore Cd: 9. Per meno, non vale la pena di ascoltare i Killing Joke. Play loud. Look at the victim sprawled on the wall you know the reason outside the door you got something nasty in your mind wanting to get out to dance the war dance the war dance Bar Pierino, ore 23.30. Da quand che sei diventato cos moralista? (Silenzio). Guarda, Guglielmo, che un lavoro un lavoro. Non mi sarai mica diventato un difensore della societ del lavoro. No che non cazzo, sono un investigatore privato, non un sindacalista! Ma c lavoro e lavoro: la mercificazione del corpo... dice la mia bocca ripescando qualche frase fatta dal baule della memoria. La mercificazione, la mercificazione Cosaltro il lavoro se non mercificazione del corpo? Cosa credi che venda loperaio al padrone: la sua bella faccia, i suoi figli che vogliono la Playstation come i figli del dottore, la sua reputazione? Vende la sua capacit di lavorare, no? E dove pensi che stia questa capacit, nelle nuvole? Nella musica che ascolta tornato a casa? Sta nelle sue mani, nelle braccia. Il padrone non pu mica assumere la mano della famiglia Addams, gli tocca prendersi tutto loperaio, ma gli paga solo la mano che pigia i pulsanti, mica il cervello che pensa alla moglie. Eh, bn bn, Guglielmo, come siamo cambiati: la mano diventa una merce, loperaio vende un pezzo di corpo mercificato, no? Ma tu, cosa credi che ti paghino quando lavori? Le mie capacit intellettuali, credo. Gli vendo quelle, non certo prestazioni sessuali! Lo vedi che sei un moralista? Chi ti dice che sesso e cervello non abbiano lo stesso valore? Credi che il cervello serva soltanto per pensare? Si capisce che non hai la televisione, altrimenti vedresti che non tutti i cervelli pensano, e che non tutti quelli che pensano usano il cervello: c quel ferrarese l, che mentre parla stacca la bocca dal cervello e si masturba aggiustandosi i capelli con la mano, dio bono. Oh, Guglielmo, cervello e corpo non sono mica mele e pere, non li puoi pesare per vedere cosa costa pi e cosa meno Scusa, Raffaele, ma questa tua filosofia proprio non la capisco. Senti, Guglielmo, non che pensi solo con il cervello e ti muovi solo col corpo, no? Pensi e ti muovi con tutto il corpo. Non puoi dare pi valore a un pezzo e meno a un altro: cos duro da farti entrare in testa? Non mi esce di bocca che un flebile: s. E chi dice che si pu vendere il cervello ma non il sesso? I moralisti, no? Li decidiamo mica qui dentro davanti a un bicchiere, i valori sociali. Che sarebbe anche una buona idea, guarda, prima farsi due pierini poi votare, tal dig m, che il Parlamento te lo faccio funzionare io come si deve. Insomma Guglielmo, bona l: se sei diventato un difensore dei valori borghesi... vuol dire che non sei mai stato un buon compagno, lo sai che lho sempre pensato.

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Da sobrio Raffaele ragiona come quando giocava a scacchi da ubriaco: scacco matto del nero in quattro mosse. Non posso dargliela vinta cos. Fossero stati veri scacchi... ma farmi mettere in buca da un barbone ex alcolizzato che crede ancora nel comunismo Va bene, va bene, per chi paga una donna per scoparci paga solo un corpo, non gliene frega niente del suo spirito: e questo non possiamo accettarlo, no? Accettare la prostituzione non come condividere la bastardaggine del cliente? Insomma, Raffaele, io la coca non la tiro perch mi fa schifo chi ci guadagna dietro. Faccio male? No che non fai male, dice una voce bassa alle mie spalle. la voce baritonale di Diego DallOlmo, col sorriso di quando si diverte e la barba di due giorni: chiss da quanto qui ad ascoltare, col suo intruglio in mano. No che non fai male: solo che non riesci a vedere le cose da ogni lato. In questo caso, visto che ci sono di mezzo i soldi, i lati sono due: quello del venditore e quello del compratore. Mi segui? S, e non solo metaforicamente: stiamo andando a prenderci una crpe per tappare lo stomaco. Allora, conciona Diego, sul lato della vendita ha ragione Raffaele: ciascuno di noi prostituisce una parte del suo corpo e la scambia non per quello che vale, ma per il valore del tempo di lavoro. Puttane, accattoni, investigatori, giornalisti, poliziotti come il tuo amico Andrea, insegnanti, manovali: il lavoro prostituzione. Almeno la tua amica Lara fa attenzione al tempo che passa e se lo fa pagare fino allultimo minuto, se sa far bene il suo mestiere. (E gi unaltra bella mazzata proprio al centro dello stomaco: bello avere degli amici, quando serve). Resta il lato dellacquisto. E qui hai ragione tu: chi paga considera una donna, o un uomo perch anche i maschietti dnno via il culetto in stazione o in Fiera, no? come un pezzo di carne da pagare a tempo. Ma che centra la tua amica? Non vorremo mica spostare le colpe degli Agnelli sugli operai, no? la cultura maschile, mica altro. Ecco, la cultura maschile. Abbastanza gay da non sentirsi parte del genere maschile, abbastanza nostalgico di Lotta continua da non aver dimenticato certe linee di ragionamento: Raffaele mi ha steso, Diego plana gi in veste di avvoltoio a finire il lavoro. Ma allora le ragazze sfruttate dal racket della prostituzione? Me lo ha raccontato proprio Lara dei tatuaggi, dei marchi da bestiame Quelle sono schiave, infatti: ecco perch noi non siamo dalla loro parte. O meglio, siamo dalla loro perch vorremmo aiutarle. Certo che se voi eterosessuali faceste calare la domanda calerebbe anche lofferta, no? Ma quelle come Lara non sono come loro, evidente. Un altro pierino? No, per carit, adesso che lo stomaco sta bene... Un caff, piuttosto: giusto per avere un sapore decente in bocca. Cosa c di evidente nella differenza tra Lara e una slava sui viali? chiedo mentre il vecchio barista mi porge la tazzina. Il tariffario? Lara una prostituta dalto bordo Non si dice pi prostituta dalto bordo, mi corregge compito il redattore capo del giornale locale. Si dice accompagnatrice, o Top escort. Va bene, una Escort Dicevo, la differenza tra unautomobile e quelle altre che battono sui viali solo una questione di tariffe? Pi ti fai pagare pi sei rispettabile? No, non una questione di tariffe. Le tariffe sono la conseguenza, mi risponde una voce alle mie spalle, sulla porta dingresso della bettola. Una voce femminile. Una voce con un leggero tremore. Una voce che ho paura di voltarmi a guardare. Una voce impercettibilmente strabica. Una voce appena spolverata di efelidi. Una voce che sa di rimmel essenziale, di eye-liner perfetto come il segno dun geometra, di rossetto shocking purpureo, di unghia smaltate color metallizzato, di profumo di pregio e di ottimo gusto. Lara.

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La questione che io sono padrona del mio tempo e della mia vita, e loro no. Ecco perch sono libera di decidere quanto darne, a quanto e a chi: il mio tempo e ne faccio ci che voglio. Sono libera di farmelo piacere se mi piaciuto, o di farmi un bagno caldo e lavarmi via lodore se non mi piaciuto. Loro non sono libere di fare quello che faccio io. Loro, aggiunge mentre la voce trema leggermente di pi, non hanno unaltra vita da pagarsi con quelle poche ore settimanali, come me. Loro non sono libere di decidere se lavorare o no. Loro non escono di casa in piena notte per venire fin qui a cercarti. Diego sorride, imperturbabile: di certo sta scommettendo con se stesso su come andr a finire. Raffaele me lo sono perso tra la crperia e qui, devessere rimasto agganciato a un altro transito notturno di anime migranti, tanto quello che aveva da fare lha fatto: langelo custode, la versione sfatta, ingrassata e comunista di James Stewart. E io cosa dovrei fare? Voltarmi, come faccio adesso? Guardare Lara che ha deciso di non darmi la soddisfazione di piangere per dimostrarmi che non valgo un trucco sbavato, ed chiaro che ne capace? Risponderle? Parlarle? tutta la sera che parlo con te, Lara. Anche se non ceri. tutta la sera che anche se non ceri sei qui a parlarmi. Sei sempre stata qui davanti. Cosaltro potrei dire, cosaltro dovrei dirti? Niente: non ho niente da dire. Non ho mai avuto niente da dire: non ho le geometriche certezze di Andrea, la parola tagliente di Barbara, lironica comprensione di Cristiano. Le parole funzionano come una racchetta da tennis usata per scolare la pasta, ha detto un filosofo: i miei spaghetti finiscono quasi tutti per terra. Passo la vita a osservare i fili di pasta attorcigliati sul pavimento della cucina, gli eventi che accadono sempre un momento prima di trovare la parola giusta da appiccicargli addosso, i sentimenti che girano langolo invece di fermarsi ad aspettare che il linguaggio li raggiunga. Il linguaggio la casa dellessere, dicono: sulla mia c un cartello con su scritto Affittasi. Cinque anni fa un amico mi ha messo in mano una pistola carica e ha aspettato che facessi fuoco. Cinque anni prima ho ritrovato la mia ragazza sfracellata sul selciato di una discoteca, la mia ragazza che mi aveva lasciato, o che io avevo lasciato perch lei mi avrebbe lasciato il giorno dopo, non ricordo neanche pi com andata. Ventanni fa andavo a vedere i western con un amico terrorista, senza sapere della sua seconda vita. Quali parole potrei usare per esprimere tutto questo? Quali parole per parlare di quello che c stato tra quegli anni e questa sera maleodorante di miscugli alcolici fatti in casa? Con quali parole potrei parlare di una ragazza che mi viene a cercare senza sapere niente di me? Il mondo non suadente: il mondo fa male. Il mondo non parla: colpisce. Il mondo non comunica: lascia il livido. Il mondo fatto di pietre, non di parole. Non ci sono parole, non ce ne sono mai state. Non nel mio mondo, non per me. Lo capisce anche Lara quando apro bocca e non ci sono parole. Non dire niente per favore, non dire niente. Stai zitto e baciami, stronzetto.

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Heaven

There was a guy an underwater guy who controlled the sea Se non sono l sono morto. Non sono morto. Sono vivo. Sono vivo sono vivo sono vivo. Se sono vivo corro. Se corro sono vivo. Ho le chiavi. Le chiavi le chiavi le chiavi. No. Sono le chiavi di casa. Qui a destra. La milza. Scoppia. La milza. Il fanale. Il fanale della moto svolta. Sempre dietro. Devo correre. La milza fa male. No. Non fa male. Non fa male non fa male non fa male. Mi tuffo per terra rotolo la moto mi sorpassa frena mi rialzo mi volto scappo. Per loro pi difficile girarsi. Prendo dei metri. Altre chiavi. Le chiavi della Vespa. Sono salvo se raggiungo il Vespino. La Vespa il Vespino la Vespa. Il Vespino. Non li vedo ancora dietro. Non mi servono le chiavi della Vespa. La Vespa sotto casa di Andrea. Mi serve il Vespino, le chiavi del Vespino. Dove sono le chiavi del Vespino? Come cominciato tutto questo? Come ho fatto a cacciarmi in questa trappola? Perch io? Perch io? Perch io? Devo avvertire Andrea. Sanno tutto. Ci seguono, ci controllano. Ci vogliono eliminare eliminare eliminare. Da quella sera gi a Rocca, quelle moto, quelle facce. Erano per noi, avevamo ragione. Ci cercavano. Dio, che male. No no no. Non fa male. Non fa male. Non ci sono pi. Non li vedo. Il fiato. Trattenere il fiato. Ansimo troppo. Trattenere il fiato. Silenzio. Non ci sono pi. Raccogliere le idee. Piegato in due. Non ce la faccio pi. La chiave. Col portachiavi a cuoricino. Il cuoricino. Era tutto preparato? E adesso? Adesso Rombo. Una moto. Dove sono? Non li vedo. Li sento, non li vedo. Li sento. Sbucano fuori dallaltra traversa. Hanno fatto il giro dellisolato a fari spenti. Hanno spento il motore. Lombra scura svolta. Mi viene incontro. Un braccio si sporge dalla massa compatta. Sono due ununica forma un braccio fuori. Una pistola. Cercano me. Con la pistola. Ricominciare a correre. Il fiato va meglio. Il fianco non fa male. Le gambe non vanno bene. Mi sento le gambe pesanti. Faranno male domani. Acido lattico. Devo correre. Se corro domani avr male alle gambe. Se corro. Ho le chiavi. Sto correndo. Sto correndo in unaltra direzione. Mi sto allontanando. Se giro lisolato capiscono e mi vengono incontro. Non ho scampo. Se continuo a correre mi raggiungono. Loro sono in moto, io a piedi. Se cerco di tornare indietro gli vado incontro. In ogni caso nessuna speranza. Doppio gioco. Faceva il doppio gioco. Sorvegliava lanello debole. Sorvegliava me. Lanello debole. Controllava Andrea grazie a me. Grazie a me grazie a me grazie a me. Andrea. Controllava Andrea. Gli ha pestato i piedi, Andrea. Ha pestato dei piedi sensibili, Andrea. Vogliono ucciderlo Andrea. Vogliono uccidere anche me.

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No che non sono perduto. Non vero non vero non vero. Non lo sanno del Vespino. Non lo sanno non lo sanno non lo sanno. Non sotto casa. dietro. Non lo sanno che ho il Vespino. Non sono in Vespa. Se torno indietro non sanno in che direzione sto andando. Devo schizzare in una traversa girare ancora girare ancora poi tornare indietro. No. Non subito indietro. Devo arrivare di lato, non di fronte. Mi aspettavano sotto casa, non mi hanno visto arrivare in Vespino. Non lo sanno. Posso farcela. Se corro posso farcela. La milza scoppia. Milza scoppia milza scoppia milza scoppia. Non fa male. Non fa male non fa male non fa male. Se mi fermo sono morto. Se fa male mi fermo. Se fa male sono morto. Non fa male. Se corro sono vivo. Se sono vivo non fa male. Non fa male. Non pu far male non adesso non adesso non adesso. Sono ancora vivo. Domani star male. Domani far male tutto. Le gambe la milza la schiena. Domani far male. Domani sar vivo domani far male domani sar vivo. Domani. Far male. Domani If man is 5 if man is 5 if man is 5 then the devil is 6 then the devil is 6 then the devil is 6 then the devil is 6

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