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Communitas, n. 4 (2012) http://communitas.vita.it/?

p=2778 ISSN ON LINE 2280-3645 ______________________________________________________________________________________________

Jacopo Guerriero Antropologia delle transazioni. Dialogo con Andrea Zhok

Dietro a un termine di uso corrente e comune, ma largamente inflazionato si cela una realt

storicamente determinata. Una realt tanto semplice nella sua logica, quanto sconcertante nelle Per affrontare la questione-denaro, ci spiega Andrea Zhok, dobbiamo fare ricorso a strumenti e sociale. non solo necessario, ma oramai ineludibile sostiene Zhok approfondire nascita,

implicazioni e nelle conseguenze che comporta. la realt (o lirrealt, se si preferisce) del denaro. campi di ricerca apparentemente diversi tra loro: dallantropologia culturale alla storia economica e evoluzione e dinamica dello spirito del denaro, ovvero di quelle logiche della pratica monetaria strutturano la nostra societ.

che, senza possibilit di autocorrezione, finiscono per informare lagire individuale, ma soprattutto

Nella critica delle condizioni, giudicate come progressivamente degenerative per lequilibrio

individuale, sociale e naturale, imposte dal sistema di mercato come sistema globale dello scambio generalizzato, lei rifiuta una parentela stretta tanto con la teorizzazione marxiana che con quella potrebbe allargare alla critica a cui sottopone le nozioni di sfruttamento e speculazione rispettivamente in Marx e in Keynes. keynesiana. Possiamo approfondire questa differenza di impostazione filosofica? Forse il discorso si

Andrea Zhok: Il discorso diverso per Marx e per Keynes. Keynes non ha la portata n lambizione della visione marxiana e trae la sua forza storica come correttivo allinsufficienza tecnica della proposta marxiana sul piano riformista. Il peso storico della prospettiva marxiana sta nella

comprensivit della sua diagnosi storica e nel profetismo della sua prognosi. La seconda non ha pi molto credito, ma la diagnosi del senso storico del capitalismo rimane un punto di riferimento, ampiamente criticato, ma mai davvero ripensato. E questo un problema. A prescindere dallo sterile

gioco dellidolatria o demonizzazione di Marx, il vero problema sta nel fatto che a un secolo e mezzo Il tentativo che affronto innanzitutto quello di collocare loggetto di quellanalisi in una cornice storica ed antropologica molto pi ampia.

di distanza il primo resoconto del significato storico del capitalismo rimanga quello pi comprensivo.

Nel suo Lo spirito del denaro e la liquidazione del mondo. Antropologia filosofica delle

transazioni (Jaca Book, Milano 2006), lei utilizza largamente antropologia culturale, storia economica e sociale per approfondire la nascita e poi levoluzione dello spirito del denaro, ovvero le logiche della pratica monetaria che poi, senza possibilit di autocorrezione, finiscono per informare oggi lagire individuale, ma soprattutto la strutturazione delle societ. Possiamo per sommi capi ripercorrere le tappe di questo sviluppo, dello sviluppo dello spirito del denaro?

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Andrea Zhok: Posso nominare due blocchi argomentativi. Innanzitutto si tratta di vedere se e come lo scambio sia una dimensione essenziale nella natura umana. Lo scambio, nel senso di una transazione che mira ad ottenere un vantaggio oggettivo individuale, si mostra come un prodotto

tardo e secondario. Esso presuppone in termini storici, antropologici ed ontogenetici una dimensione transattiva diversa, che non mira ad un vantaggio oggettivo individuale, bens ad un riconoscimento intersoggettivo. Questa seconda dimensione transattiva la richiamo con lespressione, in uso in antropologia, di economia di dono. Come cerco di mostrare, le transazioni di dono sono e

rimangono il basamento senza cui gli scambi in senso stretto non possono sussistere. Parlando di

dono non si intende affatto qualcosa di particolarmente sublime o altruistico: il dono ad esempio la dimensione tipica in cui avvengono le transazioni nella societ omerica, dove certo non mancano n ambizione, n violenza; si tratta di una forma di transazione che presuppone, tesse e conserva uneccedenza non computabile presente in ciascuna transazione. Non niente di misterioso od irrazionale, qualcosa in cui nuotiamo naturalmente, qualcosa che, letteralmente, anche un

rapporti di riconoscimento personale. La dimensione del dono quella in cui ci deve sempre essere

bambino capisce. Ci vuole un bello sforzo diseducativo per far passare che il modello esemplare delle transazioni tra esseri umani sia qualcosa di analogo al rapporto con un distributore automatico di sigarette: puro rapporto tra dare-avere, senza resti, senza implicazioni, guidato dalla sola

comparazione interna di due funzioni di utilit. Il secondo blocco costituito da unanalisi storica che, attraverso quattro grandi esemplificazioni, cerca di vedere lemergere del meccanismo dello scambio ed il suo impatto. Protagonista di questo passaggio il denaro, o meglio, visto che il denaro non una cosa ma un modo di operare, la pratica monetaria. Ho scelto gli esempi storici per la nascita della sua dimensione sovranazionale (Atene), la prima grande prova storica della sua la sua trasformazione in capitale(Rivoluzione Industriale in Inghilterra). In ciascuno di questi esporre al meglio alcuni passaggi fondamentali nella storia del denaro: la sua nascita (Mesopotamia), capacit di dissolvimento della cultura di dono (Roma tardo repubblicana e tardo imperiale), ed infine momenti assistiamo ad alcune costanti nella pratica monetaria, come la capacit di conferire potere e di logorare le radici, ma vediamo anche di volta in volta un rinascere della pratica monetaria in forme differenti. La scelta di queste esemplificazioni storiche sinquadra nel tentativo di collocare il tutta la potenza ed inerzia. significato storico del capitalismo allinterno di un decorso di lungo periodo, che ne faccia scorgere

Lei definisce un frutto alla lunga velenoso la mancanza di limiti per le transazioni finanziarie. Restando in ambito economico quali sono le ragioni della sua affermazione?

Andrea Zhok: Gi, parlo delle transazioni monetarie (non finanziarie in senso stretto) come di un frutto naturale ed al tempo stesso velenoso. Si tratta di un frutto naturale nel senso che non il prodotto n di un errore, n di una cospirazione: il denaro nasce dallinterazione di esigenze

operative e tendenze assiologiche che sono ineludibili nelluomo. In questo senso unillusione riemerge sempre dalle sue ceneri, non appena viene meno lesplicita volont di sopprimerlo. E

(unillusione spesso percorsa nella storia) quella di pensare di poter senzaltro abolire il denaro: esso tuttavia un frutto che lasciato alla sua maturazione spontanea diviene velenoso, in quanto mosso

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da una logica (la logica dello scambio concorrenziale) che tende ad estendersi indefinitamente, e che quanto pi si estende tanto pi acquista potere per estendersi ulteriormente.

Veniamo al presente: le chiedo naturalmente quali sono gli orientamenti, determinati dalle nellOccidente contemporaneo.

mediazioni monetarie senza confine, pi perniciosi per il contesto sociale e il privato degli uomini

Andrea Zhok: La pratica monetaria pone al centro della sua razionalit la scelta razionale degli

individui ed al tempo stesso distrugge sistematicamente i pilastri che consentono ad una scelta

sensata di essere effettuata. Ci che opera la distruzione non il denaro in senso generale, ma una certa societ. Per effettuare scelte razionali un soggetto deve avere unidentit stabile, relazioni comunitarie ed istituzionali prevedibili e deve operare le scelte in un ambiente circostante

variabile di cui cerco di dare una determinazione tecnica, e cio il potere del denaro allinterno di una

relativamente stabile nel tempo. La pratica monetaria, per ragioni costitutive, erode sistematicamente e simultaneamente tutti e tre questi pilastri: rende fragili le identit personali, crea le condizioni per una crescente inaffidabilit della cornice comunitaria ed istituzionale, produce una sistematica la funzione di scelta razionale su cui pretende di basarsi.

erosione dellambiente circostante (ecologico, ma anche urbanistico). Ergo, tende a rendere insensata

Con locchio rivolto al futuro mi hanno molto colpito i suoi riferimenti alla malignit della pubblicit, al mercato del lavoro, la ripresa di Naomi Klein.

Andrea Zhok: Il marketing lanima delleconomia di scambio e lo in sempre maggior misura

quanto maggiore la scelta dei prodotti e quanto minore la competenza che ne abbiamo. Per come

funziona il meccanismo di generazione del valore, il marketing ne il cuore, giacch a prescindere del mercato, alla vendita. Dunque, la vendita determina il valore. Ergo, il marketing determina il valore. In questo quadro la pubblicit un sistema di persuasione (si abbia il pudore di non

da fatica ed ingegno che siano occorsi per produrre qualcosa, il suo valore sar noto solo alla prova

chiamarlo informazione commerciale), che mira con grande dispendio di risorse e talenti a far

convergere quanti pi soldi possibile su un certo prodotto. Ora, ogni consiglio per gli acquisti , in misura variabile ma senza eccezione, una forma di menzogna, deformazione, adescamento in cui strumentario di effetti emotivi per massimizzare le vendite. Credo sia ampiamente sottovalutato esposizione pubblicitaria. La pubblicit una fabbrica di cinismo. cose belle, prospettive affascinanti, situazioni profonde, espressioni emozionanti vengono asservite a leffetto sistematico di disillusione, disempatizzazione, disincantamento prodotto dalla quotidiana

Nelle pagine che dedica alla liquidazione dei fondamenti della scelta razionale, lei avvia peraltro una forte critica al ruolo del sindacato istituzione che pure definisce meritoria per la funzione svolta. Pu spiegare che cosa intende quando dice che oggi il sindacato tende a contribuire insieme

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al capitale al processo di distacco di ciascun agente economico dalla dimensione dellinteresse generale?

Andrea Zhok: La mia non una critica al ruolo sindacale del sindacato. Il problema il suo ruolo

come ispirazione politica, in particolare se sostenuto da forze che ambiscono a creare un mondo diverso. Latteggiamento sindacale volto alla tutela di una parte esercitando il massimo potere dello scambio concorrenziale: ne parte. Il sindacato, esattamente come lassociazione degli contrattuale possibile per favorirne le istanze, dunque il sindacato non pensa al di fuori del sistema imprenditori, ha la tendenza a pensare che il benessere della propria parte coincida col benessere generale. Le argomentazioni sono diverse, ma il risultato antropologico identico: i soggetti vengono educati (una volta di pi) alla parzialit. economici vengono educati praticamente al disinteresse per lassunzione di una prospettiva comune,

A questo punto torniamo allorizzonte filosofico che detta il titolo del suo volume, allespressione liquidazione del mondo.

Andrea Zhok: Lespressione di liquidazione del mondo vuole segnalare le tendenze distruttive

implicite nellaumento progressivo del potere del denaro. La monetarizzazione rende comparabile persona di essere tradotta in atomi di utilite per questa via di venire convertita in altro.

ogni cosa con ogni altra, consente ad ogni cosa di trasformarsi in ogni altra cosa, ad ogni valore o Ovviamente questa comparabilit universale ha il mirabile pregio di consentire (idealmente) di

esercitare confronti razionali e compiere scelte parimenti razionali tra tutte le cose; sciaguratamente, di passaggio si liquefanno tutte le strutture, gli ordinamenti, le sostanzialit, le identit personali e sociali, insomma tutti i punti fermi che rendono le scelte sensate o meno.

La secolarizzazione e il relativismo non possono essere riconosciuti anche come uno straordinario collante ideologico per le tensioni macroeconomiche che lei critica?

Andrea Zhok: Il relativismo non un errore morale ma innanzitutto una pratica di vita (o di

sopravvivenza) in un contesto storico informato dalla pratica monetaria. Limpatto sul relativismo del razionalismo scientifico sarebbe insignificante se non sincardinasse, attraverso la tecnologia, nella dimensione di mercato. C un senso in cui il relativismo (insieme agli altri fattori di liquidazione) linsicurezza (in tutti i sensi del termine). La crescita del potere del denaro dissolve identit,

non solo effetto del potere del denaro, ma lo nutre a sua volta, ed in quanto fattore che accresce comunit, ambienti; tale dissoluzione genera insicurezza e in un sistema di scambio concorrenziale allinsicurezza si fa fronte cercando di aumentare il cuscinetto tra s e ci che genera insicurezza. Ciascuno cerca di collocarsi in una posizione abbastanza alta da non dover temere lo Tsunami, se e quando dovesse avvenire. Che questonda prenda le forme del terrorismo o dellimmigrazione, della criminalit o delle depressioni finanziarie, dellinfluenza aviaria o del riscaldamento globale, in ogni caso il sistema dello scambio concorrenziale induce ciascuno a tentar di acquistare i propri beni

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difensivi su misura, monetizzando linsicurezza e dando con ci ulteriore momento al potere del denaro.

A un certo punto del suo lavoro lei parla di una provvidenza atea che si sta largamente facendo strada. A cosa allude?

Andrea Zhok: Ci cui alludo semplicemente la presunzione, frequentissima nel dibattito

economico, secondo cui il meccanismo della domanda e dellofferta garantir sempre al meglio di in verit una considerevole dose di falsa coscienza: chi si esprime in questi termini non fa che consente a ciascuno di continuare ad occuparsi del proprio orto. Qualsiasi male nel mondo si con lofferta adeguata: insomma, il migliore dei mondi possibili.

trovare soluzioni ai problemi emergenti. Credo che questo provvidenzialismo prometeico nasconda esprimere, con un po di saccenza accademica, la comoda quanto cieca fede in un meccanismo che tradurr in domanda di mercato e per ogni domanda sufficientemente intensa emerger qualcuno

Lo spirito del denaro e la liquidazione del mondo si chiude allinsegna di un pessimismo radicale. delimitazione dello spazio delle transazioni monetarie, ben lungi. Le pongo due domande:

Quel rivoluzionamento di pratiche collettive ed atteggiamenti soggettivi che dovrebbe anticipare la lalternativa cui lei allude espressamente lidea di decrescita, i modelli proposti da Latouche, per esempio? E poi: cosa si pu ribattere a chi rimprovera agli obiettori della crescita di non tenere presente il desiderio di sviluppo dei paesi pi poveri del mondo, la loro volont di espansione economica?

Andrea Zhok: Il libro ha lambizione di produrre una nuova diagnosi, non ancora una prognosi n

una terapia. La crescita economica rappresenta di per s un grande problema, ma bisogna intendersi su cosa tale problema sia. Il potere del denaro funziona in modo tale da autoalimentarsi, ma ci non distruttivo perch il mondo materialmente finito, mentre il processo infinito: la crescita

economica non necessariamente crescita di prodotto materiale, ma crescita delle aree del reale che entrano nello spazio monetizzato. Se passiamo da una comunit in cui ciascuno rassetta la propria crescita economica, anche se assolutamente niente di nuovo venuto alla luce. Limitare la crescita economica una necessit, ma non coincide col limitare lo sviluppo, neanche quello strettamente creazione di nuovi bisogni e lingresso nel mercato di bisogni prima soddisfatti al di fuori del mercato. Lemergere di nuovi mali e nuovi problemi altrettanto latore di crescita del casa ad una comunit in cui ciascuno rassetta a pagamento la casa altrui, questo computato come

materiale. La crescita economica misura in egual modo il soddisfacimento di bisogni preesistenti, la

soddisfacimento di bisogni consolidati: per ogni aumento di criminalit vender pi porte blindate, per ogni aumento di stress vender pi psicofarmaci, per ogni aumento di fenomeni atmosferici estremi vender pi polizze assicurative, ecc.. La crescita economica non una misura dello sviluppo e pu essere origine di sottosviluppo, di arretramento sociale, morale, culturale ed anche materiale. Il problema che la misura della crescita parte di un meccanismo che detta la direzione ed il ritmo

delle iniziative produttive: non si sfugge alla coazione a crescere inneggiando alla decrescita, non pi

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di quanto si limiti il male nel mondo chiedendo labrogazione dei malvagi. La crescita economica non livello di potere contrattuale nei confronti degli altri. Ma proprio in quanto volto del potere, la

in alcun modo una misura del valore, anche se lo pretende; ci che essa piuttosto misura un certo crescita economica non sar scalzata come parametro di valore da nessun piagnisteo. Il tempo

maturo per tentare di proporre un modello transattivo alternativo, ma esso va pensato fino in fondo del male, ma quello della placidit un po lamentosa, ma sostanzialmente imbelle, con cui ci stiamo ends, not with a bang but a whimper

e nei dettagli. Il problema di fronte a cui si trova il nostro tempo non quello di un attacco proditorio dirigendo ad occhi aperti verso un baratro. Per dirla con il grande T.S. Eliot: This is the way the world

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