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Dip G.F.

Ingrassia, Igiene e Sanit Pubblica Universit degli Studi di Catania Master universitario di secondo livello

Monitoraggio e valutazione del rischio ambientale mutageno, cancerogeno e teratogeno Modulo : Tecniche di monitoraggio e valutazione dellimpatto sullambiente e sulla salute da Rischio Biologico Prof.ssa Oliveri Conti Gea

CHE COSA E LAMBIENTE ? Il concetto lambiente vegetazione dalluomo. di ambiente stato espanso a comprendere comprende sia naturale comprendente aria, terreno, acqua, e fauna selvatica sia lambiente costruito

La nostra salute e quella del nostro ambiente naturale correlata alla qualit dellaria, dellacqua, del cibo e del suolo.

Principali matrici attraverso le quali siamo esposti a contaminanti ambientali.

Ma esiste anche la connessione fra salute umana e lambiente costruito, costruito che definito come costruzioni, spazi e prodotti che sono creati o significativamente modificati dalluomo. Lambiente costruito comprende le nostre case, scuole e luoghi di lavoro, parchi, aree commerciali e strade. Esso si estende al di sopra del paese sotto forma di linee di trasmissione di energia, al di sotto del paese sotto forma di siti di eliminazione di rifiuti e attraverso il paese in forma di grandi vie di comunicazione.

COME PUO LAMBIENTE INFLUIRE SULLA NOSTRA SALUTE ?


Quello che noi trasferiamo nel nostro ambiente pu alla fine essere ritrasferito a noi spesso con conseguenze avverse. A certi livelli di esposizione, i contaminanti presenti nella nostra aria, acqua, cibo e suolo possono causare vari effetti avversi sulla salute, come cancro (cancerogenesi), malformazioni congenite (teratogenesi), malattie respiratorie e indisposizioni gastrointestinali. Nellambiente costruito, i fattori collegati allabitazione, qualit dellaria indoor, progettazione dei quartieri e dei sistemi di trasporto possono influenzare il nostro benessere psicologico e fisico.

L Igiene ha come obiettivo la tutela e la promozione della salute umana

Il fine ideale cui tendono l Igiene e la Medicina Preventiva che ogni persona nasca sana e mantenga il proprio stato di salute al pi alto livello fino al naturale compimento della vita.

IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA


Demografia Epidemiologia Programmazione Statistica Sanitaria Sociologia

MEDICINA DI SANITA PUBBLICA

Prevenzione delle malattie Promozione della salute

Definizione di Prevenzione
Atti finalizzati a eradicare o eliminare le malattie e le disabilit o a minimizzare il loro impatto. Il concetto di prevenzione poi articolato in livelli, che definiscono una prevenzione convenzionalmente chiamata primaria, una secondaria e una terziaria Dizionario di Epidemiologia, IV Edizione a cura di John M. Last
John Last una figura leggendaria nel campo della prevenzione, riconosciuto da molti come il padre della prevenzione. John Last ha ricoperto incarichi accademici nel British Medical Research Council di Londra, nelle Universit of Sydney, Vermont (USA) e Edinburgo, ed stato professore di epidemiologia e medicina di comunit allUniversit di Ottawa dal 1969. Ha curato l11a, la 12a e la 13a edizione di Public Health and Preventive Medicine ed stato curatore emerito della 14a edizione ("Maxcy-Rosenau-Last"), curatore delle edizioni 1a, 2a, 3a e 4a del Dictionary of Epidemiology, e autore della 1a e della 2a edizione di Public Health and Human Ecology.

Ma cosa si intende per salute ?

DEFINIZIONE DI SALUTE La salute uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale non la semplice assenza dello stato di malattia o infermit.
(OMS 1948)

DETERMINANTI DI SALUTE
Il termine determinante della salute una etichetta collettiva data a molteplici fattori che sono ora ritenuti contribuire alla salute delle popolazioni. Essi comprendono cose come dotazione biologica delle persone e risposte individuali, lambiente sociale e fisico nel quale esse vivono, le condizioni economiche della loro societ in termini di produttivit e ricchezza, e laccessibilit e qualit del sistema sanitario.

FATTORI AMBIENTALI
Sono legati a due aspetti. 1)Ambiente BIOLOGICO: BIOLOGICO lambiente formato dallinsieme di organismi vegetali ed animali e microorganismi che possono condizionare la salute;

2)Ambiente FISICO: FISICO la salubrit (o meno) delle grandi matrici ambientali abiotiche (acqua, aria, suolo).

FATTORI LAVORATIVI Sono connessi al tipo ed allintensit di attivit lavorativa svolta, ed alla presenza di fattori di rischio e/o danno ad essa legati. Il danno pu essere prodotto da fattori chimici, fisici, biologici, biologici ma anche organizzativi e manageriali, ed esso pu colpire anche solo il lato psicologico.

FATTORI INDIVIDUALI Sono i fattori comunemente legati alla individualit di ogni soggetto, mediata dalla componente genetica e dalla sua interazione con quella ambientale. Un cambiamento nel materiale genetico che non venga riparato dai meccanismi di riparazione costituisce una mutazione. mutazione Le mutazioni possono essere spontanee oppure causate da agenti fisici, chimici o biologici. biologici

Le mutazioni sono la principale causa della variabilit genetica. Costituiscono il substrato su cui opera la selezione naturale ed un elemento fondamentale per levoluzione. Prodotto di mutazione sono tra laltro i microorganismi resistenti ai farmaci antimicrobici, le malattie genetiche, il cancro. cancro

Dimostrazione della validit della teoria della mutazione spontanea: il test di fluttuazione. (Lurea e Delbruck, 1943)

Gruppo di anomalie congenite che si manifestano non per cause intrinseche (genetiche), ma per cause estrinseche durante lo sviluppo del feto. Le alterazioni possono avvenire durante lo sviluppo dell'embrione (5-10 settimana), durante l'organogenesi o ancora in momenti successivi. Le anomalie (comunemente dette "malformazioni") possono essere anatomiche, funzionali, o spesso anatomo-funzionali (cio constano di un'anomalia anatomica con associato danno funzionale, come accade nelle anomalie cardiache o per i difetti di sviluppo del sistema nervoso).

Le cause possono essere: Biologiche (virus, batteri, funghi, parassiti protozoi) Chimiche e Fisiche (sostanze tossiche o da radiazioni) Metaboliche Nutrizionali

Le alterazioni causate da agenti biologici sono quelle pi note da un punto di vista clinico e fisiopatologico. fisiopatologico I virus per esempio determinano gravi danni a carico del sistema nervoso ed ematologico del feto inducendo, a seconda della gravit, ritardo dello sviluppo, malformazioni, morte prenatale (aborto). La diagnosi dell'avvenuta infezione intrauterina si esegue mediante la rivelazione di IgM specifiche presenti nel sangue fetale o nel cordone ombelicale, dato che queste Ig non sono in grado di attraversare la placenta. Un risultato positivo indica quindi l'avvenuta infezione e risposta immunitaria dell'embrione.

I patogeni maggiormente responsabili di effetti teratogeni sono raggruppabili con il nome di TORCH:

Toxoplasma (parassita) Rosolia Citomagalovirus Herpex virus (inclusa la varicella)

Inoltre, possono essere teratogeni il Morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae) ovvero il "morbillo", i Parvovirus, e alcuni batteri: Listeria, Micobatteri (TBC/tubercolosi), Salmonella Typhi, Stafilococco. Non certo che il virus influenzale sia in grado di danneggiare il feto in modo specifico. Vi pu essere un danno aspecifico dovuto all'aumento di temperatura corporea proprio dello stato febbrile, o ad un'ipossia fetale legata a complicanze bronco-polmonari nella madre. Il virus HIV presente nella madre - affetta o meno dalla relativa manifestazione clinica (AIDS) - pu causare AIDS neonatale, ovvero un completo malfunzionamento del sistema immunitario del neonato.

Definizioni:

Cancro, neoplasia e tumore sono sinonimi

Il cancro una malattia del genoma Il genoma inteso come sequenza nucleotidica. Il genoma inteso come organizzazione cromosomica.

Esistono forme di cancro diverse a seconda del tipo cellulare da cui derivano. I cancri che derivano da cellule epiteliali sono detti carcinomi. I cancri che derivano da tessuti mesenchimali o muscolari sono detti sarcomi. I cancri del sistema immuno-ematopoietico sono detti leucemie e linfomi. Esistono poi i cancri che derivano dal sistema nervoso. La trasformazione neoplastica di una cellula inizia a causa di una mutazione nella sequenza delle basi del DNA. Mutageni chimici, fisici e virali aumentano il tasso di mutazione.

Nel 1800 e prima della II Guerra Mondiale, il cancro dello stomaco e del fegato causavano, insieme, pi morti di qualsiasi altro tipo di cancro, seguiti dal cancro al colon, al seno ed alla prostata. Nel 1912, quando Isaac Adler pubblic in un volume la prima rassegna dellanatomia e della patologia del tumore polmonare e si sent in dovere di scusarsi per aver trattato di una malattia cos rara ed insignificante. Oggi possiamo affermare che la maggior parte (80-90%) dei cancri derivano da cause ambientali che possono essere evitate.

Il cancro deriva da una singola cellula Lorigine monoclonale del cancro dimostrata nei mosaici dovuti allinattivazione di uno dei due cromosomi X. La traslocazione tra i cromosomi 9 e 22 responsabile della leucemia mieloide cronica.

I promotori possono essere sostanze fisiologiche e il cancro il frutto di stili di vita.

Esistono due tipi principali di geni che, se mutati, danno origine al cancro: oncogeni dominanti e geni oncosoppressori recessivi

Una sola mutazione non sufficiente perch il cancro si affermi. Spesso vengono attivati diversi oncogeni con effetti sinergici.

Riconosciuta la dipendenza della salute umana da un ampio ventaglio di fattori ambientali cruciali e sottolineando limportanza vitale di prevenire i rischi per la salute proteggendo lambiente, ogni organismo pubblico o privato deve valutare le proprie attivit e portarle avanti in modo tale da proteggere la salute della gente da effetti nocivi legati allambiente fisico, chimico, biologico, microbiologico e sociale. Lapproccio preferito dovrebbe essere quello di promuovere il principio che prevenire meglio che curare.

Il mondo pieno di rischi e nessuna attivit, procedimento o prodotto senza rischio. Alcuni rischi derivano da una scelta personale, personale come scalare montagne o lanciarsi con il paracadute o anche non guardare da ambedue le parti prima di attraversare la strada. Altri derivano da sostanze, processi o prodotti presenti nellambiente. La responsabilit di proteggere la nostra salute distribuita fra singoli individui, comunit, imprese commerciali e tutti i livelli di governo. E importante prendere in considerazione anche la percezione del rischio e di inserire la comunicazione del rischio all'interno del processo di valutazione del rischio e di gestione del rischio, rischio per poi proporre una strategia di gestione generale del rischio.

Vi sono tre ampie categorie di contaminanti ambientali: ambientali agenti biologici, sostanze chimiche e radiazioni. radiazioni
Gli agenti biologici comprendono organismi viventi, come batteri, protozoi, virus, funghi ed alghe (come pure i sottoprodotti che questi organismi producono); acari della polvere di casa; allergeni stagionali, come i granuli di polline. Gli agenti biologici sono presenti naturalmente nel nostro ambiente e possono anche essere rilasciati con le attivit umane, quali lagricoltura o le acque di scarico. A seconda della dose, i differenti agenti biologici possono produrre vari effetti sulla salute, salute che variano da allergie a problemi respiratori, malattie gastrointestinali e, nei casi pi severi, alla mutazione, alla teratogenesi, al cancro ed alla morte.

I contaminanti dellaria esterna derivano da fonti naturali e umane. Fonti naturali umane comprendono fumi da incendi boschivi, polveri sollevate dal vento dal suolo e vulcani, funghi, batteri, piante e animali. La qualit dellaria interna un problema sempre pi importante. importante La nostra popolazione passa circa il 90 % del suo tempo allinterno e le persone che sono particolarmente suscettibili agli effetti degli inquinanti dellaria, come i bambini, gli anziani e gli infermi, probabilmente passano anche pi tempo allinterno. Linquinamento dellaria interna pu avere origine da fonti esterne e da fonti interne. ne Ad esempio, gli inquinanti rilasciati dai veicoli a motore e dalle fabbriche come monossido di carbonio e particelle fini possono contaminare anche laria interna come risultato del flusso naturale dellaria dentro e fuori delle costruzioni.

I contaminanti biologici, come le muffe e i batteri, si trovano generalmente a livelli pi elevati allinterno. La scarsa ventilazione pu aumentare il livello di contaminanti dellaria interna. I bambini sono generalmente pi vulnerabili allinquinamento dellaria degli adulti sotto i 65 anni di et perch essi tendono a passare pi tempo allesterno ed hanno un ritmo respiratorio superiore a quello degli adulti, il che significa che essi assorbono pi aria (e quindi anche pi inquinanti dellaria) per chilogrammo.

Gli agenti biologici comunemente trovati nellaria dellambiente indoor sono i microrganismi come funghi e batteri; batteri gli acari della polvere e allergeni stagionali come i pollini (questi sono anche un problema per laria esterna). Al contrario, la maggior parte dei virus non sopravvive per lunghi periodi nellaria indoor, indoor anche se lumidit relativa, la temperatura e la presenza di altri inquinanti possono agire sulla loro sopravvivenza e diffusione. Fattori che promuovono la crescita di microrganismi e acari della polvere sono umidit e inadeguata ventilazione.

Rosolia (Teratogena) Varicella (Teratogena) Morbillo (Teratogena) Parotite (Teratogena) Influenza (Teratogena)

Funghi: Funghi I funghi, particolarmente le muffe, sono in grado di


crescere virtualmente su ogni superficie. Le muffe si sviluppano nellambiente umido associate con crepe della costruzione, allagamenti o eccesso di umidit ( nei seminterrati, nei bagni e nelle cucine).

Batteri: Batteri Come le muffe, i batteri si sviluppano in ambienti umidi.


Essi possono crescere direttamente nellacqua e sono dispersi allinterno sia come spore sia tramite minuscole goccioline di acqua sospese nellaria, chiamate aerosol. Aerosol contenenti batteri sono rilasciati principalmente dalluomo e animali (durante starnuti, colpi di tosse, o parlando) o da sorgenti idriche come umidificatori, docce e rubinetti. Una volta dispersi nellaria, i batteri possono sopravvivere per significativi periodi di tempo, in base alla dimensione della gocciolina, la temperatura dellaria e lumidit relativa. Alcuni batteri di origine idrica normalmente sono trovati nellambiente esterno.

Si pu essere esposti a contaminanti derivati dallacqua per differenti vie. vie Ad esempio, le persone possono ingerire piccole quantit di inquinanti bevendo lacqua; acqua possono assorbire i contaminanti attraverso la cute mentre fanno il bagno o la doccia e durante attivit ricreative; possono inalare goccioline sospese nellaria o vapori mentre fanno la doccia. doccia Esse possono anche ingerire cibi che sono stati contaminati da inquinanti di origine idrica. Generalmente, lacqua potabile una fonte minore di esposizione a contaminanti ambientali rispetto ad altri media, come il cibo e laria, anche se la nostra principale fonte di esposizione a sottoprodotti della disinfezione dellacqua (es. trialometani) e ad alcuni microrganismi. microrganismi

Le malattie di origine idrica causate da batteri, virus e protozoi sono i pericoli pi comuni per la salute associati allacqua potabile (e acqua ad uso ricreativo). Lesatta incidenza delle malattie di origine idrica difficilmente quantificabile, quantificabile perch la maggior parte dei casi presentano sintomi leggeri, simil influenzali, che non richiedono trattamento medico. Rifiuti umani ed animali sono le principali fonti di contaminanti microbiologici trovati nellacqua potabile. potabile I microrganismi possono penetrare nei corpi acquiferi da acque di scolo inadeguatamente trattate, deiezioni degli uccelli e dilavamento dei terreni coltivati e di strade di citt. Inoltre, alcuni batteri possono colonizzare sistemi di distribuzione dellacqua e apparati di trattamento dellacqua.

Parassiti

Schistosoma Opistorchis Clonorchis


Batterio

Sospetti fattori di rischio per il cancro

Helicobacter pylori

Cancro gastrico

Sebbene la maggior parte delle persone ritenga che laria sia la via principale attraverso la quale i contaminanti ambientali ci raggiungono, i fatti indicano invece che il cibo il mezzo principale con cui la maggior parte dei contaminanti che si trovano nellambiente entrano nel nostro organismo. organismo Il cibo pu diventare contaminato mediante contatto con microrganismi (e loro tossine) durante il trattamento e il confezionamento, durante la manipolazione e la conservazione, o attraverso una scorretta preparazione dei cibi nei ristoranti o nelle case. La contaminazione pu avvenire nel luogo di produzione, nellimpianto di lavorazione, nel centro di distribuzione, nei punti di vendita al dettaglio, nel nostro frigorifero o anche sul nostro bancone di cucina.

Listeria monocytogenes (teratogena) Toxoplasmosi (teratogena) Citomegalovirus (Teratogeno) Micotossine (Aflatossine, Ocratossine, Zearalenone, Fumonisine, tutte cancerogene) L'acido okadaico e Yessotossine (mutageni e promotori tumorali). Schistosoma (promotori tumorali) Opisthorchis (promotori tumorali) Clonorchis (promotori tumorali) Helicobacter pylori (cancerogeno)

Gli agenti biologici sono riscontrabili in numerosi settori, ma, essendo raramente visibili, non sempre i rischi che comportano vengono opportunamente percepiti. Si tratta di batteri, virus, funghi (lieviti e muffe) e parassiti.

Che cosa il rischio Biologico? Il rischio biologico la probabilit di sviluppare una malattia in conseguenza di contatto con un agente biologico

Che cosa un agente Biologico? qualsiasi microrganismo che pu provocare infezioni, allergie o intossicazioni
Classificati in quattro gruppi in base alla valutazione delle loro propriet allergeniche, tossigeniche e di pericolosit, quali infettivit, patogenicit, trasmissibilit neutralizzabilit

Si definisce Microrganismo lentit microbiologica cellulare o non cellulare capace di replicarsi e di trasferire materiale genetico

Gli agenti biologici non vengono identificati per le loro specifiche caratteristiche ma per gli effetti patogeni che sono in infettivo, grado di determinare: allergico, tossico. Ai fini della valutazione del rischio e della profilassi significativo il parametro della soglia di infettivit DL0 (dose al di sotto della quale il contagio non produce infezione). Alcuni virus hanno una DL0 pari a 1.

Caratteristiche di pericolosit

Prevenzione rischio biologico: riferimento normativo


La norma di riferimento il D.Lgs. 81/08 che al Titolo X si occupa della prevenzione rischio biologico per i lavoratori esposti. Si riporta l' Art. 268 del decreto che propone la "Classificazione degli agenti biologici". 1. Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di infezione: a) agente biologico del gruppo 1: 1 un agente che presenta poche probabilit di
causare malattie in soggetti umani; b) agente biologico del gruppo 2: 2 un agente che pu causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; poco probabile che si propaga nella comunit; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; (Bacillus anthracis;
Campylobacter jejuni; Helicobacter pylori, Mycoplasma pneumoniae, Ascaris lumbricoides, Dracunculus medinensis, Toxoplasma gondi)

c) agente biologico del gruppo 3: 3 un agente che pu causare malattie gravi in soggetti umani e
costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico pu propagarsi nella comunit, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

(Brucelle, Shigella dysenteriae, Virus dell'epatite


Taenia solium;

E,C,D; Echinococcus; Leishmania; Plasmodium spp;

d) agente biologico del gruppo 4: 4 un agente biologico che pu provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e pu presentare un elevato rischio di propagazione nella comunit; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche. (Variola major &
minor) virus; Whitepox virus (variola virus) ecc..);

Luoghi soggetti al rischio di esposizione ad agenti biologici Industria alimentare Agricoltura Lavoro con contatto animali e servizi sanitari Laboratori clinici, veterinari e diagnostici (esclusi i laboratori di microbiologia) Smaltimento e raccolta rifiuti (riciclo compreso) Depurazione acque di scarico Riuso delle acque reflue

Va lu ta z io ne

ente g a rva e s ne i o i R s l espu i d ante t Via t e f in e ione s s s o i m ed o s s Tras gre n i i d one Via i one z i a z z a z ni cu b o l n i o i C od d o i Per

eno g o t pa

de lr i sc hi o

Quando un microrganismo penetrato allinterno del corpo umano la sua presenza non sempre determina il manifestarsi di uninfezione. Nella maggior parte dei casi linsorgenza di uninfezione dovuta ad una serie di complesse interazioni che avvengono a carico di molteplici componenti in correlazione allagente infettivo, alla suscettibilit dellospite e alle modalit di trasmissione.

Nelle situazioni dove previsto un uso deliberato di questi agenti biologici logico, opportuno e necessario, adottare a priori una serie di misure tecniche preventive e di contenimento, prescindendo, di fatto, dalla valutazione della reale entit del rischio; ladozione di tali norme nelle altre attivit presenta serie difficolt poich incerta lentit del rischio che lesposizione potenziale comporta. In questi casi il termine potenziale comprende leventualit di un possibile contagio, il cui avvenimento per remoto o non ben definibile in termini quantitativi. noto come la valutazione del rischio sia, in generale, costituita da due momenti: la valutazione del pericolo la valutazione del danno.

La stima della pericolosit e della dannosit degli agenti biologici di non semplice esecuzione. Molti dei concetti e delle metodologie ormai consolidate dallIgiene Industriale per la valutazione dellesposizione (es. a sostanze chimiche), non sono immediatamente trasferibili ai microrganismi: La variet e lubiquitariet delle specie batteriche e virali aerodisperse rendono il monitoraggio ambientale problematico. problematico Altrettanto difficoltoso lutilizzo del monitoraggio biologico nella valutazione dellavvenuto contagio da microrganismi, poich risulta molto articolata la risposta adattativa o immunitaria dellorganismo umano ospite. Non sono disponibili inoltre sicure relazioni dose-risposta (in termini di entit del contagio-infettivit) per nessuno dei microrganismi di maggior interesse patologico o di larga trasmissibilit.

La mancanza di questa conoscenza non permette in buona sostanza: di definire delle dosi che abbiano funzione di soglia per discriminare tra condizioni di presenza o assenza di rischio, o meglio, tra situazioni con grado di controllo accettabile o non accettabile di conoscere con buona approssimazione, ad una certa entit di esposizione = contagio, qual la frequenza di danno atteso nel gruppo di soggetti esposti

Nonostante questi limiti, la stima del rischio risulta comunque essenziale e deve ricondursi a categorie conoscitive logiche e concretamente applicabili.

La pericolosit biologica biologica di un ambiente di lavoro o di una specifica attivit per un gruppo di soggetti rappresentata: dallesposizione al pericolo (in termini di intensit e durata) durata dalla frequenza o proporzione di soggetti che risultano operare in determinate condizioni espositive. La scelta dei metodi di monitoraggio e degli indicatori di esposizione deve tenere conto: delle vie di esposizione, della possibilit di una misura diretta o indiretta della contaminazione ambientale, dellavvenuto contagio a seguito dellevento espositivo.

La sieroconversione o il riscontro della malattia, possono essere utilizzate quali indicatori di avvenuta esposizione e sono da considerare approcci elettivi nei casi in cui la misura ambientale della contaminazione (aerodispersa o delle superfici) risulti difficile o dove la via di contagio sia prevalentemente parenterale.

In questo caso la pericolosit e la dannosit di un certo ambiente di lavoro o di una singola attivit lavorativa forniscono delle stime di rischio per eventi o situazioni gi verificatisi ed il rischio viene detto rischio osservato per distinguerlo dalla situazione opposta di rischio atteso in cui il pericolo, pur presente al momento della valutazione, non abbinato al danno, ma la cui comparsa attesa in un tempo successivo.

complicato effettuare stime di rischio atteso, poich diventa difficile misurare lentit dellesposizione ed quasi impossibile stimare quale sar il reale danno ad esse associato.

Il rischio osservato, osservato quindi, va necessariamente calcolato stimando la pericolosit e la dannosit gi manifestatesi, manifestatesi osservate con accurati programmi: di monitoraggio degli eventi accidentali e degli infortuni a rischio di sorveglianza dello stato di salute della popolazione esposta. Anche se solo per fini preventivi, utile assumere che il contagio sia molto pericoloso: cos, ad esempio, la puntura con un ago sicuramente infetto viene considerata come se fosse un evento portatore di malattia certa.

Nellottica della riduzione ed abbattimento del rischio biologico, per molti agenti biologici lesistenza di una profilassi vaccinale rappresenta un intervento di protezione efficace.

Il D.Lgs. 81/08 riporta alcune misure tecniche, organizzative e procedurali per eliminare o ridurre al minimo il rischio di esposizione, ad esempio: "evitare l'utilizzo di agenti biologici nocivi se il tipo di attivit lo consente; ridurre per quanto possibile il numero di addetti esposti, o potenzialmente esposti, al pericolo; adottare le misure per prevenire o ridurre al minimo la propagazione accidentale all'esterno dell'area di lavoro" (ad esempio misure collettive di protezione ovvero misure di protezione individuali qualora non sia possibile evitare altrimenti l'esposizione);

"esporre in modo chiaro e visibile il segnale di rischio biologico; mettere in atto le procedure idonee per il prelievo, la manipolazione e il trattamento dei campioni di origine animale ed umana; definire le procedure di emergenza in caso di incidente; evitare l'utilizzo di contenitori non idonei e/o sprovvisti di indicazione del contenuto; adottare misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la propagazione accidentale di un agente biologico fuori dal luogo di lavoro; verificare la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoro al di fuori del contenimento fisico primario, se necessario o tecnicamente realizzabile.

Per lungo tempo il rischio biologico in ambito lavorativo stato considerato soprattutto come rischio infettivo per quei gruppi di lavoratori esposti a microorganismi in ambito sanitario e per quelli a rischio di contrarre zoonosi (veterinari, agricoltori ecc.) Solo successivamente tra i rischi di natura biologica sono stati riconosciuti quelli allergici, tossici e cancerogeni" cancerogeni ed stato cos possibile 1. ricondurre ad esposizioni lavorative a muffe, funghi, endotossine batteriche ed enzimi, sindromi irritative delle mucose e delle prime vie respiratorie, 2. riconoscere i rischi cancerogeni (connessi ad es. con l'esposizione alla polvere di legno o a linee cellulari tumorigene).

Attivit con uso deliberato di agenti biologici: Universit e centri di ricerca (laboratori, ricerca e sperimentazione biologica) Sanit, zootecnia e veterinaria (laboratori, prove, ricerca e sperimentazione) Farmaceutica (produzione vaccini e farmaci, kit diagnostici con prove biologiche) Alimentare (produzione vaccini e farmaci, kit diagnostici con prove biologiche) Chimica (produzione per biotrasformazione di composti vari, es. detersivi) Energia (produzione per biotrasformazione di vettori energetici, es. etanolo, metanolo) Ambiente (trattamento rifiuti, impianti di depurazione acque, ecc.) Miniere (uso di microrganismi per concentrazione metalli da soluzioni acquose) Agricoltura (fertilizzazioni colture, inoculazione micorrize, uso antiparassitari) Industria delle biotecnologie (produzione di microrganismi selezionati) Industria bellica (produzione armi biologiche)

MISURE TECNICHE, ORGANIZZATIVE, PROCEDURALI (Art. 272, D.Lgs. 81/2008)

evitare o ridurre luso di agenti nocivi limitare il numero degli esposti progettare in funzione della riduzione del rischio adottare misure collettive di protezione adottare misure protettive verso lambiente esterno segnalare il rischio elaborare sicure procedure di lavoro elaborare un piano di emergenza e contenimento controllare lo stato di contaminazione esterno smaltire i rifiuti in assoluta conformit e sicurezza

Il camice cambiato con sufficiente frequenza Maschere, schermi facciali e occhiali da indossare quando prevedibile l'esposizione delle mucose orali, nasali e congiuntivali a schizzi di sangue o altro materiale biologico. Le maschere facciali possono proteggere anche dagli aerosol infetti.

La direttiva impone al datore di lavoro: di contenere il rischio cui sono esposti i lavoratori eliminandolo o sostituendolo, ricorrendo alla prevenzione ed al controllo dellesposizione, formando ed informando i lavoratori, di assicurare, se necessario, la sorveglianza sanitaria.

opportuno valutare se le misure esistenti garantiscono una protezione adeguata e quindi valutare cosa si dovrebbe fare in pi per ridurre i rischi, inoltre ci si deve porre la domanda se sia possibile liberarsi del tutto del rischio ricorrendo ad un altro agente biologico o ad un processo di lavorazione diverso.

Le misure di controllo devono essere commisurate al processo di lavorazione opportuno evitare la formazione di aerosol e polveri sospese, anche nelle fasi di pulizia o durante le operazioni di manutenzione (dato che molti agenti biologici vengono trasmessi tramite laria, come i batteri da esalazione). Elementi chiave di condizioni di lavoro sicure sono: le Procedure di lavoro igieniche e luso di segnaletica di avvertimento. Prevedere misure di decontaminazione dei rifiuti, delle attrezzature e degli indumenti, nonch adeguate misure igieniche cui i lavoratori devono attenersi. Le misure di prevenzione arrivano a comprendere la vaccinazione da praticare ai lavoratori su base volontaria.

GLI INTERVENTI DI MITIGAZIONE PER LA RIDUZIONE DEI RISCHI SONO FINALIZZATI ALLA: PREVISIONE PERICOLOSO DEFINIRE QUANDO UN PROCESSO DIVENTERA

PREVENZIONE - DEFINIRE DOVE E CON CHE INTENSITA POTRA AVVENIRE UN PROCESSO PERICOLOSO

PREVISIONE: lobbiettivo degli studi di previsione quello di ridurre il rischio definendo quando, dove e con che intensit avverr un processo pericoloso per poter effettuare in tempo utile interventi che permettano di ridurre il rischio.

- localizzazione della area interessata; - monitoraggio sulle cause innescanti il processo ; - utilizzo di sistemi di allerta. allerta
PREVENZIONE: ha come obiettivo la riduzione della vulnerabilit* delle

attivita antropiche mediante: - localizzazione delle aree interessate dai processi e delle strutture presenti; - definizione della intensita con cui potrebbe verificarsi levento. Le attivit antropiche sono vulnerabili sia in relazione alle strutture coinvolte, sia per la funzione che svolgono.

Ingresso

Microrganismi di provenienza fecale


Umani ed animali, in gran parte non patogeni. Patogeni se nel bacino di raccolta sono presenti malati o portatori o animali serbatoio. Variabili a seconda dellarea geografica, del bacino di raccolta e nel tempo.

I patogeni potenzialmente presenti possono essere batteri, virus, funghi, protozoi e vermi (oltre 70 specie). In gran parte sono di gruppo 2 (ma anche tra questi ci sono agenti da non sottovalutare, come Leptospira e virus dellepatite A). Alcuni di gruppo 3 (tra questi soprattutto Salmonella typhi e altri enterobatteri).

Contatto con i Liquami Schizzi e Gocce Aerosol: goccioline invisibili che fluttuano nellaria diametro circa 10 m Si producono dove c maggior movimento delle acque.

Maggior frequenza di disturbi aspecifici negli addetti ai depuratori rispetto alla popolazione generale. Sporadici, e pi frequenti nei primi mesi dallassunzione. Estato chiamato sewage workers syndrome (o sindrome dei fognaioli) - quadro benigno e transitorio di malessere generale, brividi, febbre e congiuntivite. Sembrerebbe causato da endotossine batteriche e si riscontra anche in lavoratori addetti a discariche e impianti di compostaggio.

VIE DI ESPOSIZIONE Contatto con rifiuti durante la normale attivit e durante le pulizie e la manutenzione degli impianti; inalazione di polveri ed aerosol organici negli impianti e negli uffici. Tagli, punture, abrasioni, contatto, ingestione accidentale (mani contaminate).

Il

Morbillo una delle malattie pi contagiose che si conoscano; si

trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse con tosse, starnuti o semplicemente parlando. Il periodo di contagiosit va da poco prima del periodo prodromico a 4 giorni dopo la comparsa dellesantema. Se non si avuta la malattia naturale o se non si stati vaccinati, siamo tutti a rischio di contrarre il morbillo. Il morbillo lascia unimmunit che dura per tutta la vita; anche limmunit indotta dal vaccino di durata lunghissima.

Da Ministero della Salute


http://www.salute.gov.it/malattieInfettive/paginaInternaMenuMalattieInfettive.jsp?id=837&lingua=italiano&menu=malattie

La varicella una malattia infettiva altamente contagiosa provocata dal virus Varicella zoster (Vzv), della famiglia degli Herpes virus. Insieme a rosolia, morbillo, pertosse e parotite, la varicella annoverata fra le malattie contagiose dellinfanzia, che nella maggioranza dei casi colpiscono i bambini tra i 5 e i 10 anni. Luomo lunico serbatoio noto di questo virus: la malattia si trasmette quindi soltanto da uomo a uomo. Sintomi e decorso clinico Dopo unincubazione di 2 o 3 settimane, la malattia esordisce con un esantema cutaneo (o rash), febbre non elevata e lievi sintomi generali come malessere e mal di testa. Per 3-4 giorni, piccole papule rosa pruriginose compaiono su testa, tronco, viso e arti, a ondate successive. Le papule evolvono in vescicole, poi in pustole e infine in croste granulari, destinate a cadere. Tipicamente lesantema costituito da 250-500 lesioni.

Linfezione produce immunit permanente in quasi tutte le persone: raramente una persona pu sviluppare due volte questa malattia. Tuttavia, il virus non viene eliminato dallorganismo, ma rimane latente (in genere per tutta la vita) nei gangli delle radici nervose spinali. Nel 10-20% dei casi il virus si risveglia a distanza di anni o di decenni, solitamente dopo i 50 anni, dando luogo allherpes zoster ofuoco di SantAntonio. Se la varicella viene contratta da una donna allinizio di una gravidanza (nei primi due trimestri di gestazione) pu trasmettersi al feto, causando una embriopatia (sindrome della varicella congenita). I bambini che sono stati esposti al virus della varicella in utero dopo la ventesima settimana di gestazione possono sviluppare una varicella asintomatica e successivamente herpes zoster nei primi anni di vita. Se invece la madre ha avuto la malattia da cinque giorni prima a due giorni dopo il parto, pu verificarsi una forma grave di varicella del neonato, la cui mortalit pu arrivare fino al 30%.

Modalit di trasmissione
La varicella una delle malattie infettive pi contagiose, soprattutto nei primi stadi delleruzione. La trasmissione da persona a persona avviene per via aerea mediante le goccioline respiratorie diffuse nellaria quando una persona affetta tossisce o starnutisce, o tramite contatto diretto con lesione da varicella o zoster. La contagiosit inizia da 1 o 2 giorni prima della comparsa delleruzione e pu durare fino alla comparsa delle croste. Durante la gravidanza, il virus pu essere trasmesso allembrione o al feto attraverso la placenta.

In generale, si consiglia di isolare i pazienti per evitare la diffusione del contagio.

Prevenzione
Dal 1995 disponibile un vaccino, costituito da virus vivo attenuato che alcuni Paesi, tra cui gli Usa, raccomandano per tutti i bambini nel secondo anno di vita . Il vaccino sicuro e ben tollerato e la protezione sembra essere di lunga durata. consigliato soprattutto per le persone che per motivi professionali hanno un maggior rischio di acquisire linfezione (come il personale scolastico) o trasmetterla a persone ad alto rischio di complicanze gravi (come gli operatori sanitari). Inoltre, la vaccinazione particolarmente indicata anche per le donne in et fertile che non hanno gi avuto la malattia, per evitare uneventuale infezione in gravidanza e i conseguenti danni al bambino.

La parotite, conosciuta anche con il nome scientifico parotite epidemica e con il pi popolare orecchioni, una malattia infettiva acuta molto contagiosa. una delle tipiche malattie infantili, ma non esclusa la sua comparsa anche in et adulta. La causa dellinsorgere della parotite un virus appartenente alla famiglia dei Paramyxovirus, il Myxovirus Parotidis. Il virus si trasmette prevalentemente per via aerea, mentre il contagio per contatto con oggetti contaminati molto raro, anche se non impossibile.

Incubazione, contagiosit e durata della parotite: Il periodo di incubazione varia dai 14 ai 18 giorni, mentre la malattia ha una durata di circa 2 settimane. La parotite una malattia contagiosa; contagiosa solitamente lammalato contagioso a partire dai 2-3 giorni precedenti allinsorgere degli orecchioni fino ai 9-10 giorni successivi. I bambini, oltre ad essere predisposti a causa della mancanza delle difese immunitarie, sono particolarmente soggetti al contagio anche perch vengono frequentemente a contatto (a scuola o in altri luoghi di aggregazione) con altri coetanei durante il periodo di incubazione. La malattia si manifesta inizialmente con mal di testa, dolore ai lati del collo, sotto le orecchie, fastidio quando si apre la bocca, si mastica o si deglutisce. Talvolta si nota la comparsa di febbre.

La Rosolia una malattia infettiva causata da un virus del genere rubivirus, della famiglia dei Togaviridae. Come morbillo, varicella, pertosse e parotite, una malattia pi comune nellet infantile e si trasmette solo nelluomo. Esternamente, si manifesta con uneruzione cutanea simile a quelle del morbillo o della scarlattina. Di solito benigna per i bambini, diventa pericolosa durante la gravidanza perch pu portare gravi conseguenze al feto. Una volta contratta, la rosolia d unimmunizzazione teoricamente definitiva. In un numero elevato di casi, i sintomi della rosolia possono passare inosservati, un fatto pericoloso nel caso che la malattia venga contratta da una donna incinta. La rosolia presenta infatti alti rischi per il feto, sopratutto se la madre contrae la malattia allinizio della gravidanza.

http://www.epicentro.iss.it/problemi/rosolia/rosolia.asp

http://www.epicentro.iss.it/problemi/rosolia/rosolia.asp

La Rosolia si trasmette da persona a persona con le goccioline della tosse o degli starnuti. Sintomi febbre lieve, rigonfiamento doloroso delle linfoghiandole dietro il collo, eruzione cutanea (rossore) generalizzata di brevissima durata (spesso inapparente).

Complicazioni

dolori articolari, trombocitopenia (1 ogni 3000), encefalite (1 ogni 5.000).

La rosolia nelle donne in gravidanza spesso porta alla sindrome della rosolia congenita (CRS) che pu danneggiare il bambino. E una grave malattia caratterizzata da sordit, ritardo mentale, cataratta ed altre affezioni degli occhi, malattie congenite del cuore, nonch a malattie del fegato e della milza che possono provocare una riduzione del numero delle piastrine con petecchie (piccoli sanguinamenti) sotto la pelle.

Le donne che si sono infettate nel primo trimestre di gravidanza, andranno incontro ad un aborto o potranno avere un bambino con rosolia congenita nell'85% dei casi. Un bambino con Sindrome da Rosolia Congenita pu eliminare virus per via urinaria per circa un anno e quindi essere fonte di infezione per altre donne non immuni.

Bibliografia Epidemiology & Prevention of Vaccine-Preventable Diseases "The Pink Book" 8th Edition 2004. http://www.cdc.gov/nip/publications/pink/mumps.pdf National Network for Immunisation Information (NNii) 8 aprile 2004 http://www.immunizationinfo.org/vaccineInfo/vaccine_detail.cfv?id=23 The Children's Hospital of Philadelphia - Vaccine Education Center - A Look at Each Vaccine: MMR (Measles, Mumps and Rubella) Vaccine http://www.chop.edu/consumer/jsp/division/generic.jsp?id=75727 Protocole d'immunisation du Qubec . Aprile 2004. Vaccins contre la rougeole, la rubole et les oreillons http://ftp.msss.gouv.qc.ca/publications/acrobat/f/documentation/piq/chap1_18/chap 8a.pdf American Academy of Pediatric s- Rapporto del comitato sulle malattie infettive Red Book ed. 2003 - Piccin editore - Capitolo Parotite:38 - 391 Measles, mumps and rubella vaccine use and strategies for elimination of measles, rubella and congenital rubella syndrome, and control of mumps (ACIP recommendations) (1998). MMWR, 47 (N. RR-8: 1-57)

Citomegalovirus

Papillomavirus umano HPV6 e HPV18


lagente etiologico del carcinoma della cervice uterina cos come delle verruche cutanee e genitali, pu integrarsi nel genoma o rimanere in forma episomica permanente.

Virus dellepatite B umana HBV


Virus a DNA virus che codifica per 4 geni

Causa il carcinoma epatico (30-50 anni dopo linfezione) Aspettativa media di vita dopo la diagnosi di carcinoma 6 mesi

Virus di Epstein-Barr EBV


Agente causale della mononucleosi infettiva; associato a: -- linfomi in soggetti immunodepressi, -- carcinoma nasofaringeo -- Linfoma di Burkitt (endemico; 8/100.000 bambini in Africa e Papua Nuova Guinea); -- cofattore per i linfomi di Hodgkin disease (30 anni dopo linfezione); In circa 1/3 del mondo I bambini sono infettati da EBV; Nella maggior parte delle nazioni industrializzate circa il 50% della popolazione risulta infettato.

TOXOPLASMOSI

Ospite definitivo

Listeria monocitogenens
Alimenti coinvolti: latte e suoi derivati habitat: mondo animale e vegetale, luomo portatore sano intestinale al 15% temperatura di crescita batterica: 2-8C (in frigorifero) sintomi: febbre, cefalea,tremori, faringiti prevenzione: Cottura di qualsiasi cibo di provenienza animale, pulizia accurata della verdura, astensione dal consumo di latte e latticini non pastorizzati, lavaggio delle mani e degli utensili venuti a contatto con alimenti crudi. Separazione tra zona di materia prima e zona di preparazione, adeguata pulizia, adeguata igiene del personale
Donne gravide, neonati, malati di tumore,emodializzati o persone con sistema immunitario compromesso costituiscono i soggetti a rischio maggiore.

Three genera of parasites are known or suspected risk factors for cancer in humans: Schistosoma (cancro alla vescica), Opisthorchis and Clonorchis (cancro al fegato).
Infection with the bacterium Helicobacter pylori is an important cause of stomach cancer

Opisthorchis viverrini and Clonorchisn sinensis (cancro al fegato). class Trematoda; phylum Platyhelminthes;
The adult of O. viverrini and C. sinensis are usually about 1025 mm in length and 35 mm in width. Three families of freshwater snails (Hydrobiidae, Bithyniidae, and Melaniidae) are first intermediate hosts. Over 130 species of fish (belonging to 16 families) are secondary intermediate hosts.

Epidemiology of infection Human liver fluke infection is endemic in China, Thailand, Republic of Korea, Democratic Peoples Republic of Korea, Viet Nam, Lao Peoples Democratic Republic, and Cambodia. Endemicity for C. sinensis is also suspected in the Russian Federation long the Amur River. Persons from Singapore and Malaysia with C. sinensis infection have been reported infrequently; many of them may be infected during travelling in other countries or through eating imported fish. fish It has been reported that C. sinensis may survive up to 26 years in a human host. Diffuse nitrosative and oxidative DNA damage (8-nitroguanine and 8-oxo-7,8dihydro-2'- deoxyguanosine [8-oxodG]) has been reported in the biliary epithelium of hamsters infected with O. viverrini (Pinlaor et al., 2003). These DNA lesions still persisted for at least 180 days post-infection. Moreover, repeated infections with liver flukes result in enhanced biliary DNA damage (Pinlaor et al., 2004a,b).

Schistosoma haematobium Cancer of the urinary bladder and adenocarcinoma of the prostate

Schistosomes are parasitic blood-dwelling fluke worms belonging to the phylum Platyhelminths, class Trematoda. The adult worms are 12 cm long with a cylindrical body The cercariae survive for up to 72 hours and use water turbulence and skinderived chemicals to locate the human host. They attach to and penetrate the human skin within 35 minutes. Contact with contaminated freshwater is the major risk factor of infection. The main risk groups are school-age children, specific occupational groups (fishermen, irrigation workers, farmers), and women and other groups using infested water for domestic purposes (WHO 2002).

Numerous studies have provided epidemiological and clinical evidence that people living in endemic areas acquire some form of protective immunity after years of exposure.

Several studies indicate that the carcinogenicity of S. haematobium is a multifactorial and multistage process where several mechanisms are involved. involved S. haematobium eggs induce a chronic inflammation and irritation in the urinary bladder that seems to be associated with an increased initiation of cancer at the site of inflammation. The eggs gives rise to genotoxic factors and products that may cause genomic instabilities of host cells, leading to modifications in the regulation of tumour-suppressor genes and oncogenes as well as stimulating a proliferative response of the host cells to repair tissue damage caused by the inflammation Furthermore, schistosomiasis-induced inflammatory cells have been shown to participate in the metabolic activation of procarcinogens, such as aflatoxins, and in the formation of carcinogenic nitrosamines from nitric oxide.

Helicobacter species can be divided into gastric and enteric or enterohepatic Helicobacter types. H. pylori is the Helicobacter species of humans. H. pylori isolation from several other animal species (monkey, pig, cat, dog) has been reported, but these reports were anecdotal, and these bacteria were most likely acquired from humans. The most common test used to determine the prevalence of infection in healthy populations is serology for H. pylori igG by ELISA. H. pylori infection is common, with a global prevalence of over 50%, but with substantial country-to-country variations.

Prevalence rates differ by age, race/ethnicity, and socioeconomic characteristics. As a rule, rates are higher in developing countries than in developed ones; however, in several eastern European countries the prevalence of infection is high. Humans are the only known significant reservoir of H. pylori Person-to-person route

Transmission

Oral-oral route Faecal-oral route Waterborne transmission

At present there is no vaccine available

The intense gastric inflammatory infiltrate (gastritis) that accompanies gastric colonization by H. pylori in humans (or by related Helicobacter species in animal models) can generate potentially genotoxic reactive oxygen and nitrogen species from the inflammatory cells themselves, and from adjacent gastric epithelial cells.

Cancer of the stomach

Le micotossine rappresentano un gruppo eterogeneo di sostanze chimiche, per lo pi a basso peso molecolare, prodotte dal metabolismo secondario dei miceti e tossiche per lanimale e per luomo.

Nonostante gli sforzi per il controllo della loro diffusione, i funghi tossigeni sono onnipresenti in natura e le contaminazioni si verificano regolarmente a carico di molti prodotti alimentari.

Si differenziano dalle tossine batteriche in quanto presentano basso peso molecolare, non mostrano attivit antigenica ed hanno una notevole resistenza nei confronti di agenti fisici e chimici. Possono venire introdotte con gli alimenti e provocare danni di tipo acuto o cronico. Attualmente sono note pi di 300 micotossine e sono stati elencati parecchi generi di funghi produttori di micotossine.

Esse possono causare vari effetti tossici: di tipo acuto, subacuto, teratogeno, mutageno, cancerogeno, ecc.; le micotossine evidenziano diversi tipi di tossicit in dipendenza della dose, dell'organo interessato, del sesso, dell'et e della specie.

La presenza e crescita dei funghi responsabili della produzione di micotossine, dipendente da fattori climatici, ambientali e dalle modalit di raccolta e conservazione dei vegetali.

Sono molto resistenti al calore e non vengono distrutte dalle normali operazioni di cottura, n dai diversi trattamenti a cui vengono normalmente sottoposte le derrate durante i processi di preparazione e conservazione degli alimenti.

Le pi importanti micotossine sono prodotte da funghi che appartengono ai generi Aspergillus, Fusarium, Penicillium e Claviceps.

Prodotti Chimici Aflatossine Tricoteceni Ocratossina A Ergotina, ecc. Fumonisine Patulina Zearalenone

Fonte

Alimento associato

Aspergillus flavus e A. Grano, arachidi, alberi di parasiticus noce, latte Principalmente Fusarium Cereali e altri cibi Penicillinum verrucosum Frumento, orzo, mais A. ochraceus Carne Claviceps purpurea Fusarium moniliforme P. expansum Fusarium spp Segale, orzo, frumento Mais Mele, pere Cereali, olio, amido

Le tossine di primaria importanza sono: le Aflatossine, lOcratossina A (OTA), il Deoxinivalenon, le Fumonisine, il Nivalenon e gli Alcaloidi.

ORGANI BERSAGLIO DI ALCUNE MICOTOSSINE


I principali effetti biologici sull'uomo comprendono in sintesi: 1. tossicit acuta fino al decesso 2. riduzione o inibizione del sistema immunitario 3. sviluppo di neoplasie
Micotossina Aflatossina Ocratossina A Tricoteceni Ergotina Zearalenone Bersaglio Fegato Rene Mucosa Sistema vascolare periferico Tratto uro-genitale

Effetti delle micotossine sulla salute delluomo ed animali


Micotossine
Aflatossine

Effetti tossici
Epatiti, nefriti, cancerogenesi, genotossicit Epatiti, nefriti, teratogenicit, neurotossicit, genotossicit Ipofertilit, azione estrogenica
Vomito, rifiuto del cibo, gastroenteriti ulcerative, emorragie intestinali, immunosoppressione, dermotossicit dermotossicit edemi polmonari

Ocratossine

Zearalenoni Tricoteceni

Fumonisina B 1

Cancerogenesi (neurotossicit, citotossicit)

Nefrotossicit Teratogenicit Immunotossicit Genotossicit Effetti sinergici


Si presume che la formazione di tumori sia innescata da alterazioni cellulari riguardanti ladesione e la comunicazione intercellulare. Inoltre la somministrazione di OTA nei ratti ha mostrato linibizione di una serie di processi enzimatici implicati nella protezione dallo stress ossidativo.

Le Ocratossine sono un gruppo di almeno sette metaboliti strutturalmente correlati tra i quali solo lOcratossina A (OTA) sembra dotata di notevole attivit tossica. LOTA un contaminante naturale di molti prodotti come grano, orzo, mais, frumento, pistacchio, legumi. inoltre presente in altri alimenti come vino, birra, caff, cacao e frutta secca. La si ritrova anche nelle carni di animali allevati con mangimi o foraggi contaminati.

Laflatossicosi principalmente una epatopatia, che, in animali da allevamento, causa diminuzione della produzione di latte e uova, del tasso di accrescimento, dellaumento della suscettibilit a parassiti ed infezioni, aborti, disfunzioni gastro-intestinali, anemia, affaticamento, ittero. I giovani individui sono pi sensibili degli adulti.
Il nome aflatossina deriva proprio da quello di A. flavus, responsabile della prima epidemia da micotossine descritta, riscontrata nel 1961. Queste muffe producono almeno 13 diversi tipi di aflatossine. Le B1, B2, G1 e G2 sono considerate tra le pi pericolose, di cui la B1 la pi tossica e anche la pi diffusa.

Vi sono altre aflatossine minori (M1, M2, B2A, G2A, GM1, parasiticolo e aflatossicolo).

Tra i vegetali a rischio vi il grano, il sorgo, lorzo, il riso e la soia. Esistono quattro principali aflatossine (B1 , B2 , G1 , G2) e due prodotti metabolici (M1 e M2) di grande importanza diagnostica se ritrovati nei vegetali. M1 e M2 vennero ritrovate nel latte di animali nutriti con preparazioni di aflatossine. Le aflatossine possono ritrovarsi nei vegetali sia prima che dopo il raccolto. Dopo il raccolto la crescita fungina facilitata da condizioni di umidit e dalla presenza di micro e macroparassiti. I prodotti maggiormente a rischio sono: frumento, arachidi e semi di cotone, seguiti in misura minore da: latte, formaggio, mandorle, nocciole, fichi, spezie, uova e carni.

Patulina
Questa micotossina prodotta da funghi dei generi Penicillium, Aspergillus e Byssochlamys, con Penicillium expansum probabilmente il microrganismo pi importante. La patulina stata rinvenuta in numerosi alimenti ma le principali fonti alimentari sono le mele ed loro derivati. La patulina viene inattivata durante la fermentazione alcoolica , pertanto un prodotto come il sidro ne virtualmente esente, essa relativamente termostabile, particolarmente a bassi pH. Trattamenti ad alta temperature hanno infatti determinato riduzioni di questa micotossina non superiori al 20%. La patulina dotata di propriet antibiotiche ed riconosciuta come genotossica , mentre non vi accordo sulla sua possibile carcinogenicit

Zearalenone
E' una micotossina prodotta da diversi miceti del genere Fusarium ed in presenza di condizioni climatiche favorevoli pu essere rinvenuta anche in Italia. I ceppi tossigeni iniziano la loro attivit in campo e possono proseguirla anche nei silos, qualora il contenuto di umidit della granella superi il 20%. I substrati maggiormente contaminati sono costituiti dai cereali e dal mais in particolare. Lo zearalenone una molecola dotata di attivit estrogenica, in grado di legarsi ai recettori uterini degli estrogeni determinando alterazioni nei cicli riproduttivi degli animali, con ipofertilit ed iperestrismo. Nella zona di Porto Rico sono stati accertati numerosi casi di pubert precoce provocati dalla costante assunzione di alimenti contaminati, seppur a basso livello, con zearalenone .

Fumonisine
Le Fumonisine sono prodotte da funghi del genere Fusarium, soprattutto F. verticilloides e F. proliferatum. Le fumonisine attualmente studiate sono la Fumonisina B1, B2 e B3. Il cereale pi frequentemente contaminato da queste tossine il mais, ma la tossina stata ritrovata anche nel sorgo e, a livelli modesti, nella birra e nel cacao. I requisiti minimi per la produzione di fumonisine da parte dei diversi tipi di funghi sono caratterizzati da una temperatura ottimale di crescita del fungo produttore pari a 25C e da valori di acqua libera (Aw) compresi tra 0.90 e 1.

Si ritiene che la tossicit della FB1 sia legata all'analogia strutturale con la sfingosina, componente della membrana sfingolipidica. Da un punto di vista epidemiologico non sussiste ancora una correlazione diretta tra incidenza di tumore esofageo e consumo di mais contaminato da fumonisina, anche se la maggior parte degli studi propende per una possibile interrelazione. Studi di tossicit sugli animali evidenziano che il fegato un organo bersaglio in tutte le specie studiate e il rene solo per alcune di esse. esse

Nel 1993 l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ha classificato la Fumonisina B1 nel Gruppo 2B, cio come "possibile agente cancerogeno per l'uomo".

Le micotossine continuano a rappresentare un rischio attuale per la salute umana e animale e costituiscono un problema sanitario globale ampiamente ignorato. quanto emerso dal World Mycotoxin Forum (Noordwijkerhout, Olanda; 8-10 novembre 2010). La contaminazione alimentare da micotossine non in genere sufficientemente elevata da causare malattia conclamata, tuttavia lingestione di basse quantit di tossine pu causare disordini metabolici che danneggiano la salute animale. Tali disturbi sono spesso difficili da riconoscere e la diagnosi di micotossicosi complessa. Tra le possibili prospettive diagnostiche si parlato anche di analisi dell'espressione genetica.

E' proprio l'assunzione, da parte della popolazione generale, di basse dosi di micotossine per lunghi periodi a destare sempre pi crescenti preoccupazioni all'attenzione negli operatori pubblica di Sanit solo Pubblica. recentemente. In Italia il problema del rischio alimentare da micotossine stato posto dell'opinione Alla fine del 2003 sui giornali sono cominciate ad apparire alcune segnalazioni preoccupanti per contaminazione di alimenti da aflatossine (latte, mais, spezie, frutta, secca, ecc.).

Gli animali sono spesso esposti a un cocktail di micotossine che interagiscono tra di loro. La maggior parte delle interazioni avviene tra aflatossina e ocratossina A, aflatossina e fumonisina, fumonisina e moniliformina, aflatossina e tossina T2 e ocratossina A e citrinina. Combinazioni di micotossine che singolarmente sono presenti a basse concentrazioni possono avere effetti negativi sulla salute animale. Le raccomandazioni e la legislazione attuali si basano sulle singole micotossine e non considerano le multi-contaminazioni

Un'altra sfida rappresentata dalla lotta alle micotossine mascherate o coniugate (Ghost mycotoxin). mycotoxin L'attenzione verso queste ultime iniziata alla fine degli anni 80 perch, in alcuni casi di micotossicosi, le osservazioni cliniche negli animali non concordavano con il basso contenuto di micotossine identificato nei mangimi. L'inaspettata elevata tossicit era stata dunque attribuita alla presenza di forme coniugate di micotossine non identificabili. La ricerca sulle micotossine mascherate ancora attiva.

CHE COSA SONO LE BIOTOSSINE ALGALI?


Sono sostanze tossiche prodotte da alghe unicellulari (Dinoflagellati, diatomee), sia in acqua dolce che salata, anche se non ancora noto il ruolo di queste molecole nel metabolismo delle alghe.

Secondo lOMS, i dati disponibili suggeriscono che il rischio per la salute umana, associato alla presenza di alghe tossiche marine, limitato a poche specie ed aree geografiche.

stato ritenuto pertanto inappropriato raccomandare valori guida di carattere generale, consigliando piuttosto di condurre adeguati piani di monitoraggio e di sorveglianza nelle aree potenzialmente interessate e attivit di valutazione e gestione del rischio, compresa la comunicazione ai cittadini.

Alte densit microalgali rappresentano un beneficio per :


le reti trofiche, produttivit degli ecosistemi acquatici, processi di rimozione di anidride carbonica, rilascio di ossigeno nellatmosfera.

Tuttavia, questi organismi possono avere un impatto negativo, soprattutto se presenti in densit elevate come quelle registrabili durante una fioritura, che pu causare fenomeni di ipossia o anossia dei fondali, impatto sanitario ed economico.

A seconda degli effetti tossici prodotti, possono essere classificate in

Fioriture che provocano una colorazione dellacqua Fioriture di specie che producono potenti tossine che si accumulano nella rete trofica e che possono arrivare fino alluomo Fioriture di ceppi produttori di ittiotossine dannose per pesci e invertebrati Fioriture di specie produttrici di tossine che vengono trasportate nellaerosol dallarea di fioritura fino alla costa
Paralitiche (Paralytic Shellfish Poisoning, PSP) Le tossine sono state raggruppate in cinque sottogruppi a seconda della sintomatologia provocata Neurotossiche (Neurologic Shellfish Poisoning, NSP) Diarroiche (Diarrhetic Shellfish Poisoning, DSP ) Amnesiche (Amnesic Shellfish Poisoning, ASP) Ciguatera (Ciguatera Fish Poisoning, CFP)

QUANTI TIPI DI BIOTOSSINE ALGALI SI CONOSCONO? Le biotossine algali vengono suddivise in base alle caratteristiche di solubilit in idrosolubili e liposolubili. Paralytic Shellfish Poisoning (PSP): responsabile dellavvelenamento la saxitossina (idrosolubile). Diffusa in tutto il mondo, particolarmente presente in Alaska e nella Terra del Fuoco, dove associata a vistose fioriture algali che danno il nome alla cosiddetta marea rossa (red tide). In Europa i paesi sul versante atlantico sono esposti al rischio PSP. Nelle acque costiere italiane questa biotossina rara, pur essendo stati segnalati casi di presenza in mitili. Amnesic Shellfish Poisoning (ASP): responsabile dellavvelenamento lacido domoico e suoi isomeri (idrosolubili). Riconosciuta per la prima volta come causa di avvelenamento in Canada nel 1987. Questa biotossina presente nelle acque costiere del Nord Europa. Nel Mar Mediterraneo non mai stata segnalata presenza di ASP adesso pi frequente. Diarrethic Shellfish Poisoning (DSP): appartengono a questa categoria lacido okadaico (OA) e suoi derivati chiamati dinophysitossine (DTXs), composti polieterei liposolubili. Hanno una diffusione cosmopolita. Episodi di intossicazione sono stati segnalati anche in Italia. Yessotossine (YTXs): composti liposolubili ad azione tossica nel topo. A tuttoggi non sono segnalati casi di intossicazione umana. Presenti nel Mar Adriatico. Pectenotossine (PTXs): composti liposolubili, ad azione tossica nel topo. Segnalati in Italia. Azaspiracid (AZP): composto liposolubile. Presente nelle aree costiere del Nord Europa.

QUALI SONO I PRINCIPALI SINTOMI DELLINTOSSICAZIONE DA BIOTOSSINE ALGALI? PSP: fenomeni di tipo paralitico, esordio dopo 1-2 ore dallingestione, con

formicolo e bruciore delle labbra, senso di pesantezza degli arti, astenia, atassia, episodi di nausea e vomito, fino, nei casi pi gravi, alla morte, che si verifica in un lasso di tempo di 3-12 ore per paralisi respiratoria. ASP: nausea, anoressia, vomito, crampi addominali, diarrea e perdita di memoria. DSP: sintomi prevalentemente di carattere enterico: diarrea, dolori addominali, vomito. Incubazione da 30 minuti a 7 ore. AZP: sintomi enterici nelluomo.

L'acido okadaico e le Yessotossine sono mutageni e promotori tumorali.

Il genere comprende 9 specie, per lo pi bentoniche ma anche epifite di macroalghe e planctoniche O. siamensis O. ovata
Mar Mediterraneo

E stata isolata per la prima volta nel 1971 alle Hawaii, dal celenterato marino Palythoa toxica Palythoa toxica

Il massimo accrescimento di Ostreopsis viene favorito da condizioni meteo marine stabili, con moto ondoso estremamente ridotto, che determina un debole ricambio idrico, e da un elevato irraggiamento solare che porta lacqua a temperature di 25-26C. La suddetta microalga anche in grado di resistere e superare il rigore invernale formando delle cisti. Queste specie algali erano gi state individuate nel Mediterraneo sin dagli anni settanta, ma la loro presenza si intensificata dal 1989 in relazione ad una maggiore pressione antropica che si verifica maggiormente nelle aree costiere, dove maggiore lapporto di nutrienti (sali di fosforo e azoto, silicati, ecc) in diverse regioni tra cui Liguria, Toscana, Puglia, Lazio e Sicilia.

La palitossina prodotta da Ostreopsis una delle pi potenti e letali tossine marine conosciute. Il meccanismo molecolare attraverso cui agisce sulle cellule di mammifero un legame diretto con la pompa NA-K-ATPasi, che viene trasformata in un canale ionico sempre aperto, con conseguente aumento della permeabilit ionica. Sugli eritrociti provoca una imponente perdita di potassio concludendosi infine in una emolisi di tipo colloide-osmotica Stimola il metabolismo dellacido arachidonico e la produzione di prostaglandine Gli effetti tossici a carico del cuore sono una potente vasocostrizione che si traduce in ischemia, depressione della funzione cardiaca, danno al miocardio, fibrillazione ventricolare e blocco cardiaco

LD50 di circa 0.75 g/Kg b.w.

Nel litorale apuano nel 1998 sono stati manifestati irritazioni congiuntivali e delle prime vie aeree, dolori muscolari e articolari, tosse e febbre da alcuni turisti che soggiornavano in un tratto di costa con evidenti fioriture di O. ovata. A Bari a partire dal 2001, stata accertata la presenza di aerosol marino tossico in concomitanza alla fioritura algale, che ha provocato sindromi simil influenzali e febbre negli abitanti della zona. A Genova nellestate del 2005 si verificato il caso pi eclatante. 240 persone che avevano soggiornato in riva al mare o in zone adiacenti, senza immergersi in acqua, hanno manifestato: febbre, faringodinia, tosse, dispnea, cefalea, nausea, rinorrea, vomito e dermatite. In quel tratto di costa sono state osservate contemporaneamente fioriture di ostreopsis; da qui state dunque ritenute lagente etiologico (Icardi e Marensi, 2005). Dal 2005 nel comune di Bagheria.

Regioni in cui stata segnalata Ostreopsis spp . nel 2005 ( in arancione)

Aerosol = vettore

Regioni in cui sono stati segnalati disturbi respiratori

Tra

litorali

siciliani,

in

modo

particolare nei comuni di Bagheria, Ficarazzi, S. Flavia Capaci, Isola delle Femmine, Terrasini, Tappeto,

Balestrate ed Erice, sono stati superati i limiti di guardia della fioritura di O. ovata e sono state appurate ripetute e preoccupanti malesseri. intossicazioni e vari

Le Guidelines for safe recreational water environments dellOMS rappresentano la base scientifica sulla quale stata elaborata

Direttiva Europea (2006/7/CE del 15 febbraio 2006), relativa alla gestione della qualit delle acque di balneazione Escherichia coli Enterococchi intestinali

Alghe tossiche marine

Qualora il profilo delle acque di balneazione mostri una tendenza alla proliferazione di macroalghe e/o fitoplancton marino, vengono svolte indagini per determinare il grado di accettabilit e i rischi per la salute e vengono adottate misure di gestione adeguate, che includono linformazione al pubblico;

C IL RISCHIO DI INTOSSICAZIONE DA BIOTOSSINE ALGALI? Il rischio di intossicazione da biotossine algali principalmente legato al consumo di molluschi bivalvi filtratori (soprattutto i mitili), che possono accumulare queste sostanze a seguito del proliferare nellacqua di particolari generi di alghe unicellulari tossiche (fitoplancton). Attualmente il problema sta assumendo dimensioni preoccupanti per laumento del numero di alghe tossiche, dovuto da un lato alleutrofizzazione delle aree marine costiere e dallaltro alla progressiva diffusione di fitoplancton in nuove aree geografiche attraverso, ad esempio, lacqua di zavorra trasportata dalle navi da carico. Il fenomeno pertanto in continua evoluzione.

QUALI COMPORTAMENTI ALIMENTARI POTREBBERO CAUSARE UNINTOSSICAZIONE DA BIOTOSSINE ALGALI?

Consumare molluschi bivalvi (crudi o cotti), provenienti da aree non controllate per presenza di biotossine algali. Le biotossine, inoltre, sono composti termostabili e pertanto la cottura dei molluschi non riduce il rischio di avvelenamento.

QUALI COMPORTAMENTI SI POSSONO RIDURRE IL RISCHIO DI INTOSSICAZIONE?

ADOTTARE

PER

Consumare molluschi bivalvi (crudi o cotti), di origine certa: controllare letichettatura.

Il monitoraggio microbiologico ambientale viene eseguito effettuando controlli dellaria e delle superfici di lavoro. In tutti i tipi di campionamento, le cellule microbiche sospese nellaria o presenti sulle superfici vengono prelevate e fatte moltiplicare su idonei terreni di coltura, in modo da poterle poi quantificare ed eventualmente identificare.

Esistono in commercio diversi modelli di campionatori attivi, basati su vari principi di funzionamento (campionatori per impatto, per filtrazione, per gorgogliamento). I campionatori attivi aspirano volumi predeterminati di aria, convogliandoli su un terreno di coltura liquido o solido. solido I microrganismi presenti nellaria aderiscono al terreno e, dopo un adeguato periodo di incubazione, danno origine a colonie visibili a occhio nudo, che si possono numerare e, dopo isolamento, identificare. Il livello di contaminazione microbica si esprime come Unit Formanti Colonie (UFC) per m3 di aria. Vantaggi: Vantaggi permette laspirazione di grandi volumi di aria confinata, minimizzando le differenze di distribuzione dei batteri dovute alle correnti, alla temperatura e alle dimensioni degli aggregati aerodispersi.

Nel campionamento passivo si espongono nellambiente in esame, per opportuni intervalli di tempo, piastre contenenti idoneo terreno di coltura: su di esse si raccolgono per sedimentazione i microrganismi veicolati da particelle solide o liquide sospese nellaria. Dopo opportuna incubazione delle piastre, si procede alla conta del numero di colonie cresciute.

Lutilizzo di piastre di sedimentazione, rispetto al campionamento volumetrico dellaria, presenta il vantaggio di essere pi semplice ed economico. Esso particolarmente vantaggioso per il monitoraggio dellinquinamento microbiologico in una camera operatoria, in una camera asettica o in una azienda alimentare, in quanto permette di avere una stima diretta del numero di microrganismi che si depositano sugli oggetti o sugli alimenti presenti in questi luoghi. II metodo passivo presenta tuttavia diversi svantaggi: non quantitativo, non permette di correlare il numero di microrganismi a un volume noto di aria, ha una bassissima sensibilit,

I metodi di monitoraggio che prevedono la conta batterica su terreno solido e liquido sono in grado di rilevare solo la frazione microbica vitale metabolicamente attiva e, di conseguenza, in grado di riprodursi e di formare colonie visibili. E necessario, a tal proposito, ricordare che la dispersione dei microrganismi nellaria e le stesse tecniche di campionamento, possono determinare una condizione di stress per i microrganismi stessi, compromettendone la vitalit e la capacit di riprodursi su un terreno di coltura e comportando una possibile sottostima del rischio biologico.

Applicazione di piastre Petri di tipo a contatto : consentono di determinare il valore di UFC riferito allarea di contatto della piastra con la superficie interessata dal prelievo.
In particolari situazioni, ad esempio nel caso in cui le superfici da monitorare siano bagnate, irregolari o non facilmente accessibili, puessere necessario lutilizzo di tamponi o di membrane di nitrocellulosa, anzichdi piastre.

Campionatore: strumento portatile utilizzato per il monitoraggio microbiologico ambientale. Il campionatore aspira volumi predeterminati di aria e li convoglia su un terreno di coltura liquido o solido. I microrganismi presenti nellaria aderiscono al terreno e, dopo incubazione, danno origine a colonie. Esistono diversi tipi di campionatori basati su vari principi di funzionamento (campionatori ad impatto, per filtrazione, per gorgogliamento.) Carica microbica a 22C: indica il numero di batteri (psicrofili) che formano colonie visibili su un determinato terreno di coltura dopo incubazione a 22C per 72 ore. E un valido indicatore della contaminazione batterica ambientale. Carica microbica a 37C: indica il numero di batteri (mesofili) che formano colonie visibili su un determinato terreno di coltura dopo incubazione a 37C per 48 ore. Fornisce il livello di contaminazione microbica di origine ambientale e umana nellambiente campionato.

Indicatore di contaminazione microbica: esprime il livello di contaminazione microbica sottoforma di Unit Formanti Colonie (UFC) per m3 di aria. Sono indicatori: carica batterica totale, carica fungina totale (lieviti e muffe); concentrazione di stafilococchi, Gram negativi totali, coliformi. Indice di contaminazione microbica: valore che indica la misura dellinquinamento microbico ambientale. Spesso si utilizzano gli indici proposti da Dacarro e collaboratori. Indice globale di contaminazione (IGCM) per la misura complessiva dellinquinamento microbico ambientale: IGCM = UFC/batteri(37C) + UFC/batteri(20C) + UFC/miceti(20C) Indice di contaminazione da batteri mesofili (ICM) per valutare il contributo dei batteri di origine umana e animale, tra i quali possono essere presenti specie patogene: ICM = UFC batteri (37C) / UFC batteri (20C)
Surface Air System

Indice di amplificazione (IA) per analizzare le differenze tra i livelli di contaminazione esterni ed interni, conseguenti alla attivit lavorativa svolta: IA = IGCM(interno) / IGCM(esterno)

E. Cavallari, L. de Lellis, G.P. Stefanelli, T. Lorenzini. Il rischio biologico nei laboratori biologici e chimici non sanitari. G Ital Med Lav Erg 2008; 30:1, 22-32

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