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DALLITALIA 15
COOPERARE E COMPETERE
l pensiero e la cultura occidentale si portano dietro da millenni delle dicotomie che ne hanno segnato lintero sviluppo, producendo forse alcuni frutti, ma creando anche tanti problemi alla vita della gente. Le dicotomie pi note sono anima-corpo, spirituale-materiale, erosagape, dono-mercato. Alcune di queste contrapposizioni si stanno superando negli ultimi secoli (penso ad anima-corpo, ad esempio), ma altre restano ben radicate nelle nostra cultura, come quella che oppone dono a contratto, gratuit a doveroso, con le gravi conseguenze di considerare la gratuit una faccenda estranea alla vita economica normale e doversi cos inventare un settore non profit o la filantropia a cui si affida il monopolio della gratuit nella vita economica e civile.
Il mercato non pu essere letto soltanto come una faccenda di concorrenza. invece unazione cooperativa e competitiva congiunta. Lesperienza lo dimostra
ria) vantaggio dallo scambio. Quando il mercato fa questo, include cio chi pi debole e lo fa diventare unopportunit per tutti, allora fa il suo mestiere di civilizzazione, allora virtuoso. Pensiamo alla grande innovazione che ha rappresentato la nascita della cooperazione sociale in Italia: i soggetti svantaggiati inclusi dentro limpresa sono spesso diventati occasioni di mutuo vantaggio, anche per limpresa che assume, e non un costo o un atto di beneficenza. Probabilmente la ragione del mancato successo della legge 482/1968 sullinserimento lavorativo di persone disabili nelle imprese sta proprio nella percezione dellassenza del mutuo vantaggio. Da quelle imprese, e dai sindacati, il lavoratore disabile era (ed ) visto essenzialmente come un costo o un peso: la cooperazione sociale ha innovato veramente, e continua ad innovare, quando ha detto che quei lavoratori svantaggiati potevano diventare una risorsa anche per lazienda. E quando non fa questo, siamo ancora nelle varie forme di assistenza, e non valorizziamo le virt del mercato.
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Luigino Bruni
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vogliamo capire la vita in comune, le organizzazioni e il mercato, dobbiamo superare la contrapposizione tra cooperazione e competizione. Certo, come leros non lagape, la concorrenza non la cooperazione, ma entrambi sono co-essenziali per una fioritura delle persone e delle comunit; e se magari andiamo a guardarli da vicino e le osserviamo nelle dinamiche storiche, ci accorgiamo che forse tra eros e dono, concorrenza e competizione, prevalgono le analogie sulle differenze. Perch, allora, il mercato che, alla luce di questo pensiero dualistico, stato ed immaginato allora come il regno della competizione o concorrenza, ha tra le sue virt anche la cooperazione? Leconomista che per primo ha colto la natura profondamente cooperativa del mercato linglese David Ricardo, il quale attorno al 1815 formul una delle pri-
ma vere teorie economiche (poich contro-intuitive). Nella teoria a lui precedente il commercio e lo scambio avvenivano quando esistevano dei vantaggi assoluti. Ma Ricardo intu e dimostr qualcosa di pi, e cio che avvenivano anche nel caso di esistenza di soli vantaggi relativi.