Fondatore: Giacomo Lodetti / Direttore: Giorgio Lodetti / Direttore Artistico: Roberto Plevano / Progetto Grafico: Franco Colnaghi
Anno V, N. 17 • Aprile-Giugno 2006 • Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano • Tel. 02 86462321 02 860806 fax 02 876572
zio che altri non è se non la madre, vera, del suo approc-
Lorenzo Piemonti cio al MADÌ (Materia e Dimensione o se preferite
Materialismo Dialettico come viene più comunemente
Neoplasticoncreto chiamato dagli storici dell’arte) al quale approderà sola-
mente trentacinque anni dopo.Ho visto le sue opere degli
Cromoplastico 904, 2006 Alessio Calestani anni ’70 ed ’80, quelle della maturità Concretista, attraver-
acrilici e rilievi in legno so le quali l’allievo dà una lezione di stile al maestro, i
cm 70 x 70 x 7 “La sapienza è figliola della sperienza” Cromoplastici,ancora oggi parte della sua produzione,attra-
Leonardo Da Vinci verso i quali Piemonti mette definitivamente in atto la
lezione di Max Bill con linee purissime di colore che si
È difficile, davvero difficile raccontarvi un artista come stagliano sulle sue tele prive di qualsiasi sfumatura croma-
Lorenzo Piemonti. Raccontarlo significa, prima di ogni tica a identificare quella purezza matematica che in realtà
altra cosa, prendere coscienza di cinquanta anni di storia non abbandonerà mai, nonostante il tradimento delle sue
dell’arte, da lui vissuti in prima linea, da protagonista vero. Accellerazioni, che faranno il loro ingresso in scena sola-
Il mondo della critica internazionale parla di lui in ter- mente negli anni ’90, (Accellerazione 1, 1995 ), risultato di
mini concretisti e, a ben pensarci, è anche piuttosto nor- un’analisi compiuta su se stesso per esprimersi anche attra-
male nella misura in cui è difficile non venire etichettato verso il metodo della sfumatura cromatica, dove l’accelle-
come tale, dopo aver passato dieci anni, fianco a fianco, razione non è intesa nel suo significato sociale o fisico ma,
nello studio svizzero di Max Bill che,del Concretismo,ha in termini squisitamente emozionali. Libertà del fenome-
fatto il motivo stesso della sua esistenza ma, volerlo collo- no coloristico, così caro alla cultura pittorica italiana, libe-
care unicamente all’interno di questa sfera culturale rato dal rigido vincolo della razionalità.Chiamare in causa
diventa tremendamente riduttivo. È pur vero che “il Max Bill è molto facile, è talmente lapalissiana l’apparte-
Piemonti”(come lui stesso si definisce quando parla di sé) nenza di stile di Piemonti al lavoro del suo maestro, più
ha vastamente studiato il rigore matematico applicato alla complesso è notare,in un ristretto gruppo di opere,lo stu- tra volta ancora, in una nuova sfida. I musei lo cercano di
pittura, concetto di base del Concretismo, passando quo- dio che l’artista mette in atto su un altro grande maestro nuovo, nel 2003, a Belgrado prima e Dallas poi. Proprio al
tidianamente ore ed ore nello studio di Max Bill in qua- della pittura Neo-Plastica, Piet Mondrian. Da zero a totale, MADÌ Museum di Dallas-Texas, sono esposte, in perma-
lità di discepolo prediletto ma,è altrettanto vero che la sua del 1973 è forse l’opera più rappresentativa di questo avvi- nenza, le sue opere MADÌ, imperitura testimonianza del
gamma produttiva spazia a trecentosessanta gradi negli cinamento. Linee rigorosamente verticali ed orizzontali suo lavoro. Non si conclude qui la storia di Piemonti, è
ambienti concettuali internazionali, a partire dagli anni aprono un immaginario diaframma fotografico attraverso destinata a proseguire, ancora molto a lungo, nella ricerca
’60 a oggi, affrontandoli con grande rigore, nella ricerca, il quale Piemonti analizza i principi di stile della pittura di qualcosa di nuovo ed intrigante a noi ancora scono-
neanche tanto razionale, di un contesto coinvolgente e Neo-Plastica alla ricerca di quell’immaginario e possibile sciuto, di questo sono certo. Quando mi è stato chiesto di
unico. Ho visto le opere degli anni ’50, le sue “macchine rapporto di connubio che esiste tra questa ed il scrivere questa breve presentazione della sua personale alla
da cucire”, che indagano la figurazione Metafisica di De Concretismo di Bill legando a doppio filo i due in una Libreria Bocca mi è stato chiesto di essere breve,cosa que-
Chirico e De Pisis riuscendo a concentrare su di esse il ricerca che trova proprio in Piemonti il suo punto di sta che io non so fare e tanto meno mi riesce quando
suo piacere per il design. Ho visto i suoi manichini in incontro. Per certi versi è come se lui fosse riuscito nella devo analizzare il lavoro di un artista come questo, bisogna
vetroresina, realizzati su commissione dalle maggiori magia di creare una sorta di Neo-Plasticismo-Concretista, anche onorare le esigenze di chi il lavoro lo commissiona:
Maison modaiole degli anni ’60, oggi esposti al Moma di inevitabile conseguenza della sua indagine pittorica.Arriva eviterò, quindi, di entrare nel merito del racconto dell’uo-
New York a perenne ricordo di un design essenzialista la fine degli anni ’90 e con questa il MADÌ Italiano fon- mo Lorenzo Piemonti. Concedimi, prestigioso editore, di
tornato in auge negli anni ’70 e ancora copiato alle porte dato proprio da Lorenzo Piemonti, incapace di fermarsi, dire a chi mi leggerà che: se avrà la fortuna che ho avuto
del nuovo millennio.Ho visto uno dei primi tentativi,che di non tentare un’altra via evolutiva, di non gettarsi, un’al- io, vale a dire quella di entrare nel maniero di Carate
la storia dell’arte ricordi, di estroflettere o se preferite Brianza nel quale Piemonti vive e, proprio come me,
sagomare la superficie pittorica attraverso le sue opere in potrà sedersi per qualche ora attorno ad un tavolo, assie-
Vacuum, risalenti alla metà degli anni me a lui, che ti accoglie indossando
’60 (Superficie Gravida, Pancia del quel camice bianco da scienziato
1966),che basano la propria ese- pazzo alla Christopher Lloyd in
cuzione sull’utilizzo di questo Ritorno al Futuro, e alla signora
materiale plastico sagomato Francesca, allora forse sarà
attraverso l‘intervento di una anche così fortunato di poter-
pressa a caldo su di una lo ascoltare mentre parla di
forma in legno, opere che storia dell’arte, di esperienza,
sono la più lampante dimo- di ricerca, di matematica, di
strazione di quanto, ancora passione e di mille altre cose
oggi, per i più Lorenzo ancora,comprendendo,maga-
Piemonti sia un artista di avan- ri non a pieno ma, almeno in
guardia. Ho visto le sue opere realizzate parte,cosa significhi,per davvero,esse-
a partire dal ’64 circa, sulla cui superficie è pos- re un grande artista, non un grande pittore,
sibile iniziare a leggere la contaminazione derivante dal- un grande artista.
l’applicazione del rigore matematico in pittura, quelle
Terzo millenio, 1999 sulla cui superficie si scorgono ovali sagomati nel legno o
acciaio patinato nei materiali plastici piuttosto che linee orizzontali e ver- SpazioBoccainGalleria
cm 50 x 70 x 15 ticali sagomate nella materia protese a dar vita a quella Mercoledì 17 Maggio 2006 - ore 18,30
limpida ricerca relativa alla libertà delle forme nello spa-
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CRISTIANO TASSINARI
cristianotassinari@genie.it
Matteo Soltanto
Viaggio al termine
del ritratto
Roberto Cresti
lontana, perché assembla immagini ritagliate da giorna- ra, con il tasto dell’ironia, vogliono demitizzare o rico-
li e riviste, è molto particolare e nuovo. struire alcuni valori considerati ormai obsoleti.
L’ho incontrato l’altro giorno e gli ho fatto alcune Ti sei divertito?
domande proprio su questo suo lavoro. Molto, perché considero ognuno di questi lavori come un
L.V. Quali sono le immagini che principalmente ti interessano? grande puzzle in cui la scommessa è inventare un senso
G.G. Sono quelle pubblicitarie ad alta definizione tec- all’assemblaggio di frammenti totalmente incongrui.
nico-visiva e quindi più facilmente manipolabili.
Dialogo fra due assenze, 2006, collage
Manipolabili in che senso?
le e intellettuale della persona custodita (e protetta).
tante facce e ciò che si cela al di là di queste non ne è esserci. È infatti sull’onda invisibile ma palpabile di
Katerina Lukasova che l’anima: storica, artistica, emotiva. Katerina Luka- questa tensione, l’invito ad addentrarsi nel loro
sova è una giovane artista della Repubblica Ceca che universo psico-somatico, le cui porte sono carne,
I Ritratti solleva, con la delicatezza del rispetto, i fili trasparenti
di questa caotica, colorata e poliglotta anima contem-
pelle, ombra, ed i percorsi per passarvi attraverso,
come stregati dall’incantesimo del corpo, infiniti e
Viola Lilith Russi poranea, fissandone, nei suoi Ritratti, una soggettiva sui fascinosamente rischiosi. Scorrono fiumi in piena
così simili/così differenti universi umani. I volti delle di memorie e tradizioni, terre ed emozioni, silen-
Idealizzanti o celebrativi, romantici o psicologici, i
persone da lei “ridisegnati”sembrano cristallizzati in un silen- ti quanto burrascosi, al di là di uno sguardo che
Ritratti artistici hanno sempre “dato un volto”,
zio che ne blocca i movimenti, le impercettibili fissa la sua luce su di te. E i “bagagli a mano” che
incarnandone sguardi e lineamenti, allo
smorfie;fermi e partecipi della sottaciuta galleggiano su queste acque di vita, portandosi
spirito dei tempi.
intenzione di non esprimere null’al- dietro tesori di storie e generazioni, sono esatta-
Cosa essi debbano sottolineare,
tro di sé se non quella naturale mente ciò per cui brillano l’interesse e l’arte di
esaltare o drammaticamente
intensità del proprio esistere, Katerina Lukasova. La “nudità” di un volto, in
rappresentare, lo si può leg-
nascosta nei tratti e vertigi- tutta la sua bellezza, prelude o conclude, a secon-
gere attraverso le ombreg-
nosamente profonda, oltre da del punto di vista di chi lo osservi dall’esterno
giature, le sfumature, i
l’immobilità dello sguar- o da chi invece se lo porti dentro da una vita (!),
dettagli di espressione o
do. Gli occhi dei perso- un viaggio attraverso spazi e tempi che l’artista
di ornamento, dei for-
naggi ritratti dalla coglie con acuta e commovente intelligenza in
tunati soggetti per
Lukasova, e parlo di tutta la sua “mobilità”. A partire dal ritratto stesso Autoritratto, 2004
l’appunto ritratti di
personaggi cogliendo di Pasolini, che l’autrice letteralmente “apre” in matita su cartoncino
volta in volta, a fissa-
il suggerimento dai profondità, congeniando un sistema di fruibilità cm 50 x 70
re i tratti somatici di
titoli dati dall’artista ai interattiva dell’opera da parte di chi la voglia
un’epoca. L’estetica
suoi lavori: Etrusca, esplorare, addentrandosi nelle stratificazioni dei
contemporanea,fran-
Siciliana, Gloria di Li- piani di vita e dell’arte del soggetto, cui l’utente
tumata nella miriade
sbona…, guardano drit- può accedere giocando a spostare i differenti e
di mondi possibili e
to in fronte a loro, quasi sovrapposti livelli di lettura. Come dimostra l’in-
immaginabili dettati
volendo somigliarsi e tera opera della Lukasova, riassunta forse nel
dal virtuale e dalle
confondersi l’un l’altro Globo, presentato e selezionato al “Salon primo
nuove tecnologie,ma
nel gioco del fermo- 2005” presso il Museo della Permanente di
prima ancora dalla
immagine, senza tra- Milano, è il magico intreccio fra cultura e memo-
compenetrazione
dire alcun indizio che ria di provenienza, con l’infinito e trasversale oriz-
umana “globale” di
possa svelare la luce zonte di incontri che cambiano ed impreziosisco-
razze, culture e siste-
del proprio piccolo, no il proprio tesoro, a far vibrare e fortunatamen-
mi di comunicazio-
immenso “tesoro a te ancora girare il mondo.
ne che ci “avvicina-
mano”. “Prova a definir-
no”,è dunque apparente-
mi, ad indovinare da dove vengo,
mente libera da maschere e calchi
a spingerti in un qualche giudizio!”, Siciliana, 2004 Gloria di Lisbona, 2004
catalogabili e prevedibili. Essa trova nella
sembrano sussurrare i pensieri di questi matita su cartoncino matita su cartoncino
sensibilità di ciascun artista una delle sue
volti ritratti, sul filo sottile e sospeso del loro cm 50 x 70 cm 50 x 70
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Riccardo Dametti
Viola Lilith Russi
Giuseppe Gogeni
Rossella Noris
“…nel tormento interiore mi aggrappo alla vita a volte sfuggente;
E nella gestualità, nello scorrere la mano,
fermo per un istante il tempo che mi passa tra le dita…”
L’arte di Giuseppe Gogeni si esprime in una pittura incessantemente e che non lascia via di fuga allo spetta-
non figurativa, che poggia le sue basi sulla concezione tore, che ben presto si trova immerso in un vortice di
di derivazione futurista della velocità e del movimento colore, di luci ed emozioni. Giuseppe instaura un rap-
ma anche sull’inconscia ma costante ricerca della più porto quasi magico tra luce e colore, fa sì che questi due
pura e lirica forma di emozione dell’io. Segno e colo- elementi si trasmutino incessantemente l’uno nell’altro,
re sono scelti ed isolati come oggetti di attenzione e di intessendo meravigliosi giochi di trasparenze cromati-
esplorazione, diventando così i protagonisti principali che. Le tele si illuminano di colore e agiscono affinché
delle opere. Gogeni riproduce il movimento del suo lo spettatore si adagi in uno spazio indeterminato, fatto
animo e del suo pensiero, che non approda mai ad un di luce e vita, di mille sensazioni e sentimenti simulta-
fine, tramite la forte sensazione di dinamismo ed ener- nei che sono l’espressione materica delle più intime
gia che imprime nelle sue tele. La pelle della pittura sensazioni del pittore. Dipingere è per lui l’unico modo
viene, infatti, solcata da innumerevoli scalfitture, che per afferrare l’inafferrabile, per ricomporre la realtà
“scavano” nella materia dei suoi quadri, così come la frammentata del quotidiano. Egli opera attraverso un
sua sensibilità “scava”, cercando di squarciare il muro percorso di ricerca soggettivo: la sua pittura equivale alle
materialista che rende l’esistenza stessa un intollerabile pulsioni e alla frenesia dei sentimenti, a volte anche vio-
e malato gioco di assuefazione. L’estremo dinamismo è lenti, che muovono il suo essere. Ogni tecnica nasce di
l’unica via che gli permette il riscatto dall’inerzia della getto ed è legata ad una sensazione particolare che
vita e del mondo circostante. L’arte di Gogeni è il flui- rispecchia la volontà di regalare qualcosa di unico ed
La Timidezza re diretto della sua emotività nelle opere che si colloca- irripetibile all’interlocutore. Il suo gesto pittorico nasce
acrilico su tela no al di là di ogni connotazione spazio-temporale. dall’inconscio e vitale desiderio di liberare, per un istan-
cm 65 x 95 In ogni creazione è presente un turbinio vitale che pulsa te, il proprio essere dalla stasi che sovrasta la vita.
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CÉSAR
le, si è avvalsa con profitto degli insegnamenti di due gonisti di piccoli set pubblicitari e narrativi, a metterla a
Margherita Premuroso piccoli grandi maestri del settore, la giappo- parte di un utile segreto del mestiere: l’uso di un mate-
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mani, alzate in un ultimo disperato gesto di aiuto, di tafora dell’uomo, nella propria vicenda di singolo e
Riccarda Montenero preghiera o d’amore; oltre quello strato soffocante di essere sociale, gli avanzi di un passaggio tumul-
Ora-mai… è troppo tardi di terra c’è una tragica storia di uomini, c’è la me-
tafora di un’umanità che, nelle sue avventurose
tuoso e repentino, le uniche tracce di un’identità (e
di un’umanità) sconfitta.
Lorella Giudici migrazioni, si schianta, è travolta, inghiottita e ab- Presente e passato per un momento si confondono.
bandonata, risucchiata prima di tutto dall’indiffe- I ricordi e le emozioni si accalcano, affiorano senza
Ci sono almeno due punti fondamentali su cui renza di chi ha assistito all’odissea e non ha fatto ordine e senza freni. E con loro mille domande:
Riccarda Montenero e Ruggero Maggi amano nulla per porvi rimedio. perché? quando? come? chi?
riflettere e confrontarsi, che sono poi gli stessi sui Quei resti foscoliani (solo ora, riconoscendoli, lo Solo ora vorremo che tutto questo non fosse mai
Riccarda Montenero
e Ruggero Maggi
quali trovano il terreno di convivenza: il tempo e la sono diventati), allarmanti e dolorosi, sono la me- accaduto, ma oramai è troppo tardi.
memoria. Due aspetti che, tra l’altro, come vedre-
Ora-mai… mo, tenderanno magicamente a fondersi in un’uni-
ca inquietante realtà. Ma, andiamo con ordine. realizza un’opera affronta il problema di cosa vuole
è troppo tardi
Sulla loro idea di tempo molto
è già stato detto e scritto, tal-
Plevano incontra realizzare e di come ottenerlo: ecco dunque che
deve individuare la soluzione e tra le tante quella
mente tanto che sembrerebbe
quasi superfluo riprendere per Adriana Contarini che ritiene la migliore, la più congeniale a sé o la
più semplice o la più facile o la più romantica o la
l’ennesima volta l’argomento. più aspra o la più concettuale o… Ora sento il
Eppure, forse proprio perché è R.P. Quando e come il tuo incontro con l’arte? desiderio di esprimermi attraverso i miei lavori
il punto attorno al quale, bene A.C. Era l’ottobre del 1994 quando ho riaperto che cerco siano il più possibile corrispondenti
o male, insistentemente ruota- una porta socchiusa tanti anni prima e sono passata all’idea che ho di ciascuno di essi prima di realiz-
no la maggior parte degli inter- nelle stanze dell’arte incominciando da quella dove zarlo. Qualche anno fa ho presentato alla Libreria
venti critici precedenti, credo si disegna con la matita, si guarda, si osserva e si crea Feltrinelli di via Manzoni una mostra dal titolo
che valga la pena ragionarci su una propria interpretazione della realtà, passando Altri Spazi; ecco quando lavoro mi colloco in un
ancora un po’. E, sia chiaro, poi attraverso le altre: quella della pittura ad olio e a altro spazio e lì ricerco la realizzazione dell’idea.
non è per mera insistenza che si procede, ma per tempera, quella dell’acquerello difficile intrigante… Spesso sono i giovani ad apprezzare le mie opere e
amore dell’analisi, per quell’insaziabile bisogno di trasparente per poi sostare a lungo nella stanza del- ciò mi fa molto piacere perché ho l’impressione di
andare sempre più a fondo o, se preferite, per quel l’incisione dove odori acri di acidi, antichi torchi, avere ancora cose da dire e sono molto contenta
senso del dovere e di pignoleria critica che mi porta dorate scaglie di colofonia, calore di una fiamma, quando ho l’occasione di lavorare con i ragazzi o
spesso a spaccare il capello in quattro. E sia. Si tempi di attesa o effetti immediati, sgorbie, brunitoi con i bambini: sono più liberi di esprimersi e di
potrebbe cominciare affermando che la nozione di e bianco di Spagna mi sospingevano in un mondo usare il linguaggio artistico. Fare una mostra per
tempo che entrambi sposano (seppure con sfumatu- ricco di effetti speciali! Per alcuni anni con ritmo me vuoi dire non solo esporre alla fruizione altrui
re diverse, con materiali affatto dissimili e con per- incalzante ho desiderato imparare per poi iniziare dei lavori, ma partire da un titolo, da un argomen-
corsi assolutamente differenti) è quella legata, per un percorso mio facendo uso di elementi presenti to, da un colore, comunque da un elemento che
così dire, a una dimensione nelle varie tecniche. accomuni le opere esposte e lavorare per ottenere
archeologica, storica, alla ricer- Come realizzi quindi i tuoi lavori? un “ritmo astratto”. Dopo le prime mostre collet-
ca di accadimenti ormai tra- Procedo iniziando dalle forme degli elementi com- tive giovanili sono venute quelle degli anni No-
scorsi (più o meno recente- positivi: devono stare bene insieme, parlarsi o crea- vanta per poi cimentarmi negli ultimi anni in
mente), soprattutto di quelli re un accordo forte o delicato, raffinato o irruente, mostre personali.
rimossi o dimenticati. Quel avere richiami, rimandi, creare dei primi piani e Quali artisti italiani ti affascinano o incuriosiscono?
passato che, come sempre degli sfondi. Poi interviene il colore a farla da Dovrei fare una lunga lista di nomi, ma al momen-
avviene, ha lasciato dietro di sé padrone a volte pieno, denso altre volte trasparen- to ne scelgo tre: lontano nel tempo ma sempre
delle tracce, degli oggetti, dei te, lieve, sottile e poi qualche segno, qualche vuoto attuale e presente Leonardo da Vinci, irripetibile
labili segni viene tenacemente pieno di bianco. E così a volte da un lavoro ne per la sua ricchezza scientifica, artistica, culturale e
riportato alla luce da Maggi e nasce un altro perche è l’idea che si sta realizzando: capace di spaziare in ogni direzione dell’intelletto;
Montenero. Scavando ostinata- all’inizio erano solo pensieri, forme nella mente, in un recente passato Umberto Boccioni per l’in-
mente tra le macerie della memoria, entrambi sve- colori in libertà, ora sono lì come li avevo pensati, tensità e la forza dei suoi lavori, la capacità di inte-
lano realtà incredibili che in un attimo sembrano ecco, come dovevano essere! Questi sono momen- riorizzare gli esterni ed esteriorizzare gli interni
trasportarci in sogno terribile. Il più delle volte, ti in cui puoi veramente dire che l’arte crea piace- cioè fare posto a tutti gli spazi; nel presente
infatti, dietro a questi ritrovamenti (sarei tentata di re cioè piacere di creare per te stesso perché il dia- Mimmo Rotella perché le sue opere sono intri-
aggiungere casuali, se non sapessi che, al contrario, logo è tra l’artista ed il lavoro che sta facendo. Se il ganti, ci sono sempre oltre al primo un secondo, un
alle spalle ci sono interminabili ore di lavoro) sem- dialogo tra l’artista e l’opera non è fluido, diventa terzo e ancora altri piani nascosti e per l’uso che fa
bra celarsi un mistero, un enigma, un dramma col- difficile, stenta a procedere, allora meglio aspettare della carta che è un materiale molto interessante
lettivo o anche una vera e propria catastrofe. Lo sce- un momento migliore perché poi arriva la soluzio- come strumento creativo, realizzando quegli “strap-
nario è alquanto eloquente, mentre un senso di ne. E quando giunge magari si porta con sé l’inizio pi”che interrompono ma che danno forza alla
abbandono e di solitudine atta- di tanti altri lavori e così continua la storia dell’ar- composizione.
naglia lo spirito. Tutt’intorno tista e delle sue opere. Cosa pensi dell’attuale approccio all’arte?
mani turgide, ma così poco Cosa ti aspettavi nel riprendere il tuo cammino artistico? Attualmente tutti siamo più attenti alle manifesta-
umane, affiorano da una terra Quando ho riaperto quella porta sull’arte non zioni artistiche, molte più persone, rispetto solo ad
brulla o da superfici bianche sapevo dove mi avrebbe portato questa esperienza alcuni anni fa, si recano a vedere mostre, a visitare
come sudari; bagagli di lamiera ma era intenso in me il desiderio di riprendere un musei o a conoscere opere d’arte e questo è molto
giacciono abbandonati, come discorso iniziato negli anni giovanili e mai com- positivo anche perché è un valido modo per educa-
se non avessero mai cominciato pletamente interrotto durante quelli dedicati alla re all’arte le nuove generazioni; uno sforzo in più
il loro vero viaggio o come matematica. Ecco proprio lei, la matematica, è stata andrebbe fatto nell’avere maggior coraggio ed en-
relitti di un disastro aereo o di un’amica che come l’arte ho amato fin da giovane trare nelle gallerie, vedere di più e con più disinvol-
un naufragio. E dietro a quelle e come l’arte è ricca di fantasia che è “colei” che tura la produzione artistica di oggi.Tanta gente nel
valige deformate, divelte e al momento opportuno ti suggerisce possibili tempo libero va per negozi o a vedere le proposte
annerite; tra quelle lamiere tortuosamente piegate e soluzioni ai problemi siano essi matematici o arti- della moda e allora perché non andare anche per
marchiate con inutili e ossessivi orologi; nel loro stici, purché si conoscano le “tecniche” per opera- gallerie e vedere cosa offre l’arte oggi?
carico di ricordi e di speranze deluse; in quelle re o se ne introducano di nuove. Quando l’artista Potrebbe essere una valida alternativa.
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pre guardato.Cosa ci veda,se un ordine,un disegno segre-
Paola Blasi to, ma esplicito, inaspettato e sorprendente, o un tetto di
Skies piombo, non mi è dato saperlo. Fatto sta che dal cielo è
attirata da sempre.Pur nei casini,lo guarda.E,fin qui nien-
Vladek Cwalinski te di strano. Il fatto, sorprendente, e, appunto, inaspettato, è
che ha iniziato anche a trovarvi una forma adeguata, per
Quello che è successo a Paola Blasi, ragazza con la fissa dipingerlo questo “Ciel di Lombardia che è così bello quando
della pittura che, intrappolata in un accademismo forzato, è bello”, come scriveva Alessandro Manzoni nei Promessi
studiato, imposto, sopportato, accettato, ma mai amato, in sposi. Con carte, pigmenti, colori, resine, lucidi, sabbie, che,
fondo, è una vera e propria liberazione. Come una specie da un lato dicono, dalla liberazione, dell’impossibile quanto
di terremoto sotterraneo che tutto, ma proprio tutto, ha irrinunciabile aspirazione dell’animo; dall’altro la macula,
squassato per tornare, finalmente a ricostruire, dalle fon- il nostro lato tenebroso, oscuro, quando lui, di fuoco si
damenta, dalle basi. Devo ammettere che la cosa, inaspet- tinge e, sembra che tetti, case, automobili, autobus, tram,
tata, quanto segretamente desiderata, ha sorpreso anche rimangano per un attimo immobili, attoniti, tanta è la
me. Non me l’aspettavo. Ecco. Nasce così questa serie dei sproporzione. Un attimo solo, perché poi si riprende a far
cieli. Skies. Omaggio al linguaggio internazionale. E pla- business. Ma quello basta, come una ferita, a squassare
netario.Anche.“Ma a te cosa piace dipingere?”“Il cielo!”. tutto, e la Blasi se ne è accorta, nonostante la noncuranza,
È nata così l’idea di questa mostra. Semplicemente. cieca,di chi il cielo,forse,lo guarderà solo quando gli cadrà
Partendo da ciò che piace. Perché da cosa si dovrebbe un meteorite sulla capoccia. Cieli, dunque. Limpidi, pieni
partire, altrimenti, in pittura, con la pretesa che essa porta, di luce, lux, con colori tenui e delicati, intrisi, o sporchi,
da sempre,da Giorgione a Tiziano,da Turner a Constable, quasi che assumano in sé per pulirle,tutte le rogne,le maga-
da van Gogh a Kiefer, se non da ciò che può potrebbe, gne, le ferite e le pustole, anche, della terra. Lucenti, limpi-
potrà,forse,dar pace all’animo? Pur nella miseria,nei casi- di,tersi o tenebrosi poco importa.Fatto sta che le carte,reg-
ni, nella rogna, nella peste, anche, di cui questa città, sem- gono. Eccome. È un inizio. Come ho già detto dove que- SpazioBoccainGalleria
bra (sembra…) impiastrata fin nelle viscere? Anche quel- sto porterà non mi è dato saperlo.Per ora c’è.Pittura,dolce, Mercoledì 7 giugno 2006 - ore 18,30 Sky, 2005
le dell’arte. Cieli, dunque. Perché la Blasi il cielo l’ha sem- limpida e bastarda insieme. Basta osservarle. Cielo! acquarello, cm 40 x 50
Gio Ross riali.Tanto che può risultare difficile, se non vano, cerca- no attorno e della loro ricostruzione arbitraria secondo Formula magica, 1997
re di incasellare il suo lavoro in una corrente, una fami- codici espressivi connotati ora da pulsioni estetizzanti olio su masonite
L’archeologia del glia, un apparentamento, operazione peraltro spesso pra-
ticata dalla critica più per pigrizia mentale e — ahimè
ora, più spesso, da istanze comunicative. […]
Si è detto della natura evolutiva del lavoro di Giò Ross,
cm 60 x 80