Direttore Responsabile: Giorgio Lodetti / Direttore Artistico: Roberto Plevano / Progetto Grafico: Franco Colnaghi
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lo spreco sia alla base del processo evolutivo, che per Chernobyl for man, 2005
Roberto Plevano ottenere un buon risultato sia necessario sbagliare un acrilico su tavola
cm 150 x 100
La rinascita della vita gran numero di azioni.
Sembra che l’atrocità di una guerra con tutti i suoi
morti porti con sé la forza rigeneratrice di una nuova
Giacomo Lodetti
condizione, che la tragedia di una catastrofe nucleare
migliori la capacità di usare il cervello, sembra che per
Conosco Roberto Plevano e la sua pittura da molti tramandare ai posteri un artista, uno scienziato o un
anni e la frequentazione delle sue opere, unita a quella architetto sia indispensabile seppellirne a migliaia.
della sua amabile persona, mi hanno insegnato poco Sembra che solo un individuo, pur in possesso delle
alla volta a comprendere il suo linguaggio pittorico. stesse capacità di tutti gli altri, ma sapendone fare
Plevano uomo è generoso e come tutti coloro i quali miglior uso, possa aprire un nuovo sentiero, una nuova
sono animati da genuine passioni umanitarie dà scarsa strada a milioni di altri uomini. Sembra che far parte di
importanza al denaro; questo è uno dei motivi per i questo ciclo, senza tempo e senza spazio, all’interno del
quali i suoi quadri non hanno raggiunto ancora quota- quale tutto si ripete in forme diverse ma omogenee,
zioni considerevoli, l’autore non ne ha mai difeso il significhi sbagliare in continuazione.
prezzo, anzi è sempre stato propenso a farne regalo ad Questo mi fa pensare il suo quadro, lavoro intrigante di
amici o anche a chi se ne dimostrava solo attratto. cm 150x100, dove, su di un fondo blu, una pioggia di
Plevano lavoratore patisce la contraddizione di chi per piccole figure geometriche bianche ma con accenni di
vivere è costretto a lavorare e non ha la buona sorte, colore, disposte a triangolo, dall’alto vanno a raggiun-
riservata a pochi e felici, di fare il lavoro che ama. La sua gere una sfera, dipinta con colori caldi, posta al centro,
condizione di funzionario ricorda quella di Morlotti sospesa come un ovulo sopra al grande utero di Gaia,
che soffriva l’ambiente bancario nel quale sentiva soffo- la Terra, sottostante, pronto a riceverlo per dare origine
care il proprio naturale spirito artistico. ad una nuova vita. Dipinto esposto alla mostra Ri-
Plevano artista è una sorgente inesauribile di forme e Creazioni che si inaugura il 18 giugno alla Topcolor di
colori, è una luminosa giornata di neve i cui fiocchi a Buccinasco, ed entrato a far parte della mia collezione,
migliaia sono tra loro diversi, fantastiche forme geome- fatta di quadri-testimonianza come li definisco, perché
triche di cui non se ne trovano due eguali, conferman- acquisiti a testimoniare un rapporto amichevole instau-
do quell’aspetto della realtà in cui ogni forma di vita ha rato nel tempo coi loro autori.
fatto della diversità la sua essenza unitaria. La Terra vista
dallo spazio è una palla azzurra sulla quale non si per-
cepiscono gli innumerevoli rapporti tra maschio e fem- TOPCOLOR
mina che per dare vita ad una nuova creatura produco- Sabato 18 giugno 2005, ore 21
no e distruggono milioni di cellule. Come nell’emble- via Lomellina, 10/A - Buccinasco (Mi)
matico quadro di Plevano Chernobyl for man sembra che
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Louise Lawton Louise Lawton creates work that vies between the
individual and the collective, the familiar and the
anonymous. These two divergences are expressed
using different styles and different mediums.
Lawton’s more familiar work, for which she is
widely sought after, is made from charcoal and
gesso on board. Renditions of groups of figures and
occasional elements of landscape are set against
white or grey charcoal backgrounds. Varying in
scale, these works display incomparable traditional
techniques manifested in a highly original and
contemporary manner. Unknown figures allude to
notions of collective behavioural patterns and the
absence of identity.
Set against the above are portraits of family and
friends using oil applied to layers of resin.This work
is personalized and specific.They are intimate depic-
tions that are both familiar and personable which
describe a subject as opposed to subject as object.
People, 2004, charcoal & gesso on board, cm 35 x 45 New York (part.) , 2004, charcoal & gesso on board, cm 45 x 45
“Il mondo lontano è la nostra interiorità, universo unico per do si fa riflesso. Ogni singolo evento della sua vita è care tracce di questa,
definizione e costituzione che ci identifica e che è visibile solo segnato da una forte spinta al superamento dei limiti nelle infinite strade della
Pensiero, 2004 a noi stessi nella sua interezza”. conoscitivi, che si realizza in un’incessante e pervicace percezione e dell’emo-
geometria frazionaria Così Jeannette Rütsche, in arte Sperya, definisce con esplorazione del non noto. Il desiderio di entrare in zione. In fondo la crea-
su stampa fotografica chiarezza e sinteticità l’oggetto della sua esplorazione relazione con nuove realtà, nuovi paesaggi e civiltà la zione e la fruizione non sono altro che due facce di
Lambda cm 60 x 80
montata su bilaminato artistica, che è ricerca dinamica, in costante equilibrio porta a viaggiare lungo meridiani e paralleli, Svizzera, uno stesso gioco, in cui ci nascondiamo, ci inseguiamo,
20 mm plastificato tra un dentro e un fuori, tra un mondo lontano sempre Austria, Gran Bretagna e poi Senegal, le Americhe da ci perdiamo per ritrovarci sempre, là da dove eravamo
opaco, copia unica più visibile allo spirito e una realtà che di questo mon- Nord a Sud, i Caraibi, Canada, l’Atlantico del Nord. partiti. Il gioco dei bambini, il gioco dell’arte.
Infine, l’incontro con la magia del Sahara. Un accumu-
lo esperienziale dalle molte facce e molteplici direzio- Identità, 2004, Geometria frazionaria su stampa
ni, che trova un’unica forte intenzionalità nella profon- fotografica Lambda cm 70 x 100 montata su bilaminato
da presa di coscienza di una vita interiore che la 20 mm plastificato opaco, copia unica
costruisce e la identifica sempre più. Con la geometria
frazionaria, o geometria frattale, trova lo strumento ido-
neo a dare espressione alle forme e allo spazio infinito
della mente. I mondi possibili che Sperya esplora sono
quelli dell’interiorità, dai complessi meccanismi della
mente umana fino ai più reconditi angoli del nostro
spirito. La forza comunicativa delle opere di Sperya
risiede nella verità del suo messaggio e nella limpidez-
za spirituale che lo ha generato. Da un punto di vista
“linguistico”, l’infinita possibilità di giochi ottici che la
geometria frazionaria consente di realizzare, dà vita a
spazi prospettici inusuali e a molteplici possibilità di
visione e fruizione: lo spazio non ha carattere di pre-
scrittività per lo spettatore, lo sguardo può decidere di
fermarsi su un piccolo punto dell’opera e farsene ipno-
tizzare, perdersi nell’insieme, o penetrare più a fondo
facendosene assorbire. Sperya indica la via, sulla scia
della propria visione, allo spettatore il compito di cer-
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Galleria dell’Immagine
via Gambalunga, 27 - Rimini
Inaugurazione
venerdì 22 luglio, ore 21.00
23-24 luglio
ore 9,00 - 12.30 e 21.00 - 22.30
dal 25 luglio al 7 agosto
ore 9.00 - 12.30
Ingresso libero
Info: 0541 51105 - 0541 709792
Fiabilandia
Il parco tematico di Rivazzurra di Rimini
via Cardano, 15 - Rimini
dall’8 agosto al 4 settembre
ore 10.00 - 24.00
dal 5 al 18 settembre
ore 10.00 - 19.00
Ingresso compreso nel costo del biglietto del parco
Info: 0541 372064 - 0541 709792
In un tempo in cui si dà certo senso per osservare il valore del suo discorso
importanza al cosiddetto
Vito Ferrara creativo :“la pittura astratta ama l’analisi, l’ordine, gli
gusto oscillante, al com-
porre in nome della prov- Le armoniche astrazioni armoniosi rapporti della geometria, la chiarezza, come
d’ogni opera d’arte di qualunque tempo, da Partenone a
visorietà e dell’eventuale Ferruccio Battolini Piero della Francesca”. Come non trovare nell’opera
tout-court, con il rischio di di Vito Ferrara, sebbene con modulazioni diverse,
far saltare ogni “misura di valo- to, badando a rispettare il rigore intransigente dell’estra- quegli stessi valori fondanti?
re” e di ridurre ogni efficacia zione geometrica e non rinunciando mai a comunicare Per esempio: rigore, lucidità realizzativa, onestà, emozio-
alle impressioni costruite, rende la cifra del suo “sentimento pittorico” che fa parte inte- ni dinanzi alle forme viste nella loro originalità ordina-
fiduciosi trovarsi di fronte un grante e sostanziale della cultura che scaturisce da una ria e loro trasformazione in simboli di una realtà in con-
pittore come Vito Ferrara, in forte e motivata “napoletanità”.Colorare forme libere ed tinua mutazione, disarticolante o unificante che sia. Mi è
cerca dell’essenziale struttura inusuali significa per Ferrara dare una dimensione pitto- difficile non pensare al travaglio intellettivo di Ferrara
del momento creativo (direi fra rica anche allo spazio della consapevolezza più aperta e che “osa” proporsi, con ostentato coraggio, proprio là e
Baumgarten e Brandi), coraggiosamente ancorato a dinamica e quindi fornire una testimonianza sia di una quando vengono esaltate certe soluzioni un po’ esauste e
Astrazioni Geometriche un’opinione che ha prodotto molto nel secolo appena quota di razionalità dell’immaginazione sia dei fram- asettiche, rispettose della realtà.
2004, olio su tavola trascorso.Ferrara,un partenopeo che opera in area labro- menti meno leggibili ma determinanti di poesia della La realtà non può essere raffigurata e non può fare a
cm 50 x 50 nica, ha scelto, con gran convinzione culturale, di donar- struttura compositiva. E così viene a realizzarsi una meno della conoscenza. La “bellezza” — lo sa benissimo
ci composizioni che si rifanno all’astrattismo lirico. I “situazione pittorica” che si propone al di là d’ogni con- Ferrara — oltre che difficile è strettamente legata alla
numi tutelari, se così vogliamo chiamarli, sono, oltre a suetudine in grado di porgere speciali ed inconsueti libertà. E lui, nelle sue opere recenti, mostra la sua voluttà
Mondrian,Alberto Magnelli, Mauro Reggiani,Atanasio valori, colti nella loro più ordinaria essenzialità. Ogni di indagare oltre gli steccati, di lasciar galoppare la sua
Soldati e Gualtiero Nativi: ma sono soltanto punti di gesto creativo di Ferrara ha una sua storia, un suo per- fantasia, di rifiutare le abitudini stanche e le “modella-
riferimento da rispettare e non modelli da riproporre, corso, direi un suo codice: nessuno di quei gesti è foto- zioni” usurate, di evitare l’aneddotica per avvicinarsi il
con personali varianti sul piano pittorico e sul versante copia di un altro, non soltanto per- più possibile alla “substantia”
strettamente compositivo. ché diversi sono gli impulsi ma per- delle cose. Le sue estrazioni
Quindi non mi perderò, in questo breve saggio, nei ché ogni dipinto viene dall’artista geometriche sono ad un
complicati riscontri — confronti fra l’artista Ferrara e gli percepito come tappa di un itinera- tempo “concrete” e simboli-
altri, anzi cercherò di mettere in luce la singolarità del rio sconosciuto, sempre alla ricerca che: sono anche, a ben pen-
suo modulo, avendo compreso — durante alcune piace- di nuove armonie, di nuovi ordina- sarci, la conferma della neces-
voli conversazioni, anche telefoniche e cartacee — che menti spaziali, di nuove dimensioni sità di lottare per la libertà
Ferrara ha sposato questa tesi espressiva all’insegna di formali. Le sue opere rispondono senza cui si rischia sempre di
un'osservazione acuta e profonda del rapporto tra forme ad una forte voluttà di nettezza vedere roghi od oblii o revi-
e colori in sintonia geometrica — “l’ésprit de geome- compositiva, di congiungimenti sionismi. Concludendo direi
trie” è un’affermazione che ha trovato molti adepti nel cromatici che attivino prospettive che anche per Vito Ferrara le
secolo scorso soprattutto là dove diviene sinonimo di inedite, d’equilibri che si autogo- sue forme colore astratte
“armonia”, da intendersi quest’ultima come conoscenza vernano, di suggestioni inaspettate. sono come “esseri viventi —
libertaria d’ogni apparizione e d’ogni magia visiva —. Vorrà perdonarmi Ferrara se cito diceva Yves Klein — veri abi-
Ferrara riesce a mettere colori e forme in dialogo stret- Atanasio Soldati, ma lo faccio in un tanti dello spazio”.
Giovanni Blanco
palo telegrafico, osservato-
re attento, che nella raffi-
Cristiano Tassinari, nato nel 1980, è laureando gurazione prospettica vie-
all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e oltre a ne incontro allo spettatore
numerosi inviti a mostre e testi critici ha vinto quat- con un fascino arcano e
tro primi premi ed è stato tra i tre artisti prescelti a misterioso, magico e in-
Forlì a presentare un’opera commemorativa di Marco quietante indicatore di
Palmezano. strada, viatico che attraver-
sa la campagna e trasporta
Molti se e ma e pensieri si potrebbero fare sulla altrove verso chissà quali
pittura contemporanea, è più giusto invece tracciati del pensiero; cosi’
lasciare la memoria intrisa e impastata di testi- come i numeri e le targhe
monianze visive e poetiche, permettendo una posti qua e là sullo sfondo,
migliore lettura dei lavori di Cristiano Tassinari. a volte visibili in primo
Corre nella sua pittura l’urgenza di raccontare e piano altre volte più nasco-
raccontarsi attraverso i caratteri corporeo-figu- sti, si pongono quasi come pietre miliari sul cammino
rali che causticamente determinano la condi-
zione basica dell’uomo. È la precipua apparte-
Marco Arduini della vita, caricati di una forte simbologia, lapidi con
date dell’artista o dei suoi cari.
nenza di sé che ci riconduce alle formulate e Francesca Baboni La memoria collettiva si fa cosi’ memoria iconografica
Arreso, 2004 calibrate pose del corpo: teste, membra, articolazioni personale ed intima, sempre accompagnata da un liri-
Tecnica mista su tela che, esfoliate dalle loro apparenti sembianze, ci riman- Nelle opere dal tratto iperrealista di Arduini, inchiostri smo di sorta che la rende straordinariamente umana e
cm 70 x 50 dano in un’atmosfera complessa, in continua trasforma- e tempere su tavole di pioppo rese efficacemente con suggestiva.
zione. La forma richiama sé stessa, cerca di costruirsi nel una retinatura atta a creare le ombre del chiaroscuro,
Un giorno qualunque in una strada di Milano, 2004
ductus pittorico, materico e liquido, e tenta una via di attraverso intrecci di linee ora morbide ora dure che
inchiostro e tempera su tavola, cm 100 x 80
separazione tra l’autore e il corpo dell’immagine.Tra i assieme arrivano a comporre una felice pienezza com-
temi cari a Tassinari vi è la testa che si inscena dentro positiva, viene messa in pratica la commistione tra la
lo spazio infuocato dell’esistenza. Si comprime per non tecnologia televisiva e la memoria umana; il risultato
essere giudicata, si rapprende in sostanza pura, quasi sono dittici nel quale il racconto diviene elemento pre-
fosse un organo, per nascondere la propria incapacità di dominante ricostruito sulla base di immagini conse-
appartenere ad una dimensione “morale” che pietosa- quenziali. Il soggetto è sempre l’uomo contemporaneo
mente dovrebbe non essere predisposta al pregiudizio e colto nelle sue varie accezioni e in preda a mutevoli
alla non accettazione del diverso, dell’estraneo. Scatta sentimenti: i bambini dagli sguardi limpidi e smarriti e
Doppio, 2004 così un meccanismo “aggressivo” che consente di per- dalle mille espressioni facciali frutto della comunicazio-
Tecnica mista su tela vadere le strutture della forma di cui Tassinari, con ne mass-mediatica, volti di uomini e donne colti nella
cm 70 x 50 perizia tecnica ed emotiva, ci fa perdere le coordinate, mimica dei loro attimi d’intensità interiore, che vengo-
solleticando il movimento plastico che è insito no filtrati dall’immaginario televisivo e dalla pubblicità
nella verità dei soggetti. È curioso constatare e accostati ad elementi apparentemente contrastanti,
nelle sue opere la dialettica esistente tra il rigo- come macchine d’epoca, rottami e pali telegrafici.
re geometrico delle parti, ludicamente compo- Volti che attraverso le rughe d’espressione, rese con
ste, e la sostanza pittorica sciolta in una terragna perizia quasi calligrafica, lasciano trasparire i dati di un
e pervasiva fisicità. Nella costruzione cromatica loro personale vissuto, la loro storia individuale, fram-
delle sue figure l’esperienza tonale e quella gra- menti di ricordi lontani; il ricordo si sposa all’immagi-
fica si intrecciano, quasi a comporre due ne tecnologica nella dualità della sequenza combinato-
momenti antitetici, dando adito al senso del ria tutt’altro che casuale, nel momento in cui la figura
non finito, frattura antologica che nel gesto umana viene avvicinata a dittico con l’elemento legato
interrotto si potenzia. Questa è la realtà coin- alla memoria, sia questo un tacco spezzato nel caos me-
volgente della posizione estetica di Cristiano tropolitano, un vecchio aereo, una macchina da corsa o
Tassinari. Lo vedo come Essere che non pensa l’ombra di una città scomparsa.
più all’uomo nella sua integrità e centralità, in La figurazione dettagliata si arricchisce del dettaglio
una apparente armonia, che invece è alterata concettuale e riconfigura nella mente il momento per-
dai “festosi” e “grotteschi” grafismi dove si ada- cepito caricandolo di nuovo significato.
gia il sogno utopico, sempre affascinante, di un Elemento costante e ossessivo delle sue opere, sempre
nuovo Umanesimo. costantemente presente come presenza silenziosa, è il
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Sul filo dell’arte a cura di Stefano Soddu
arte contemporanea
V. le Col di Lana, 8 - MI
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domanda surreale fare anche perché verrebbe certamente smascherato trasmette, quasi per energia pro-
se fosse privo di coerenza e senza contenuti al di là e pria, gli impulsi che stimolano
Si può psicoanalizzare indipendentemente dalla minore o maggiore sua gra-
devolezza di facciata. In altri termini il quadro non
profonde e recondite pulsioni.
E allora, come nelle storie da
un quadro? deve portare la maschera.
b) Che l’analista sappia leggere i grandi turbamenti
rotocalco, il distaccato analista,
avvinto dalla bellezza, non può
dell’uomo e le sue più segrete pulsioni, sappia che più sottrarsi all’incontrollabile
risponde l’opera non nasce dal ricordo o dall’interpretazione voglia di possedere l’opera.
dei sogni ma che essa stessa crea il sogno attraverso i E vissero per sempre insieme
Lucio Perna materiali e i linguaggi dell’arte.
Che sia onesto e non anteponga il pensiero dell’ono-
felici e contenti.
Francesco Magli Al Caffè degli Artisti milanese, il salame d’oca, gli spaghetti alla Biffi, il nodi-
no alla crema di funghi porcini e il branzino alle olive.
L’inaugurazione del ciclo di esposizioni è avvenuta nel
Carlo Sliepcevic Giacomo Lodetti
settembre del 2004 con opere di Max Kuatty. Il ciclo è
proseguito con opere di Giovanni Sesia, Francesco
Francesco Magli è nato ad Aiello Calabro, in Pittura e cucina sono due facce dell’Arte che accom- Chieppa che ha esposto il suo Sublime Callas il 7
provincia di Cosenza, un paese di poche pagnano l’uomo da millenni, allietandolo. Sulla scia di dicembre, giorno dell’inaugurazione del rinnovato e
migliaia di abitanti, non distante dalla costa tir- questa considerazione ho dato vita al sodalizio tra due ammodernato Teatro alla Scala, Walter Valentini e
renica. Probabilmente deve a queste origini la storiche aziende della Galleria Vittorio Emanuele II, il Giancarlo Ossola. Sono previste, in futuro, esposizioni
confidenza con la semplicità un po’ boschiva Caffè Ristorante Biffi e la Libreria d’Arte Bocca, che a di Filippo Degasperi, Luiso Sturla, Adalberto Borioli e
che trasmette alle sue creazioni. La sua visione sua volta ha prodotto un programma di proposte arti- Giorgio Milani.
delle cose è pervasa da un senso profondo della stiche con l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico
realtà, come se in lui fosse presente un senso della Galleria alla produzione dei nostri più rinomati Claudio Rotta Loria è nato a Torino nel 1949.Vive e lavora a
del tempo scandito dall’immutabilità delle sta- artisti, idea che ha riscosso e sta riscuotendo un soddi- Banchette (TO). Dopo gli studi artistici si laurea in filosofia.
gioni. Questa costante entra nelle opere che sfacente consenso di pubblico. Nel mese di aprile è È cofondatore del Ti.zero, Centro sperimentale di ricerca estetica
realizza. A mio modo di vedere, l’oggetto si stata esposta un’opera di Claudio Rotta Loria Vortice di Torino. Espone in mostre personali ed è presente in numerose
erge, per Magli, a dire di sé. E questo, senza che gli avventori del locale hanno potuto godere collettive in Italia e all’estero dal 1966. È invitato alla X Qua-
ragione. E ciò prescindendo da una collocazio- accompagnando la visione con le gustose ed esclusive driennale d’Arte di Roma e alle rassegne Segundos Encontros
ne funzionale. Lasciando ad ognuno la libertà offerte culinarie del Biffi che comprendono il famoso Internacionais de Arte em Portugal (Viana do Castelo e Lisboa);
di interpretare ciò che egli realizza, nel detta- ossobuco con risotto alla milanese, la cotoletta alla Livres d’Art et d’Artistes (Paris).La scultura in carta (Fabriano);
glio, mi permetto una considerazione generale Forum konkrete Kunst; Pre-
sulle sue opere. Magli inconsapevolmente mio di Pittura Stefano Fer-
interroga le cose, perché dopo aver conferito rario; Caleidoscopio. Progetto
loro una temporalità pervasa del proprio senso Europa (Torino); Costruttivi-
Messaggio, 1992 della realta, è come se ne avvertisse la distanza dalla loro smo, Concretismo Cinevisua-
assemblaggio temporalità, e attende quindi da esse una risposta (in lismo per l’unificazione euro-
qualche modo, è un chiedimento del gesto, il suo). La sua pea (Milano).
presenza, nelle cose che realizza, è pertanto questa inter- Dal 1968 alla prima metà
rogazione. Direi che è lì che lo si trova, perché nella degli anni Ottanta sviluppa
profonda semplicità della “domanda” (che pochissimi ricerche a dominante geometri-
sono in grado di porsi) c’è la consapevolezza della pro- co-costruttiva. Dal 1987 il suo
pria inadeguatezza, e questa può essere solo dell’uomo, lavoro è orientato verso la ricer-
che quindi si può avvicinare. Potrei fermarmi qui. In ca di una spazialità trascen-
questa sorta di poesia del silenzio che è nelle sue opere. dentale che combina insieme la
E tuttavia non posso esimermi dal parlare della persona ricerca di un rigoroso linguag-
Magli che è difficilmente decifrabile. Pervaso di mitezza gio formale con l’investigazio-
e di una pacatezza un po’ selvaggia, non permette di ne di dimensioni espressive ed
capire cosa dirà o farà in un certo momento se ve lo tro- evocative di “rarefatta e indi-
vate di fronte. La sua presenza suggerisce solo rispetto. retta” spiritualità.
Nella presentazione a un catalogo delle sue opere, com-
pare questo emblematico pensiero di Garcia Lorca: “A Vortice, 2004, pigmenti
su carta incollata su tavola
questo mondo io sono e sarò sempre dalla parte dei poveri. Sarò alluminio, ferro
sempre dalla parte di coloro che non hanno nulla ed ai quali si e camera d’aria
nega perfino la tranquillità del nulla”. cm 120 x 140
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Plevano incontra P.: hai altro da dire su questo argomento?
Z.: con la parola sesso riassumo (in questo contesto)
qualcosa che va dal divorzio, all’anticoncezionale, all’a-
Z.: molti confondono ozio con noia. Come
faccio a convincerti che passeggiando in un
prato, un bosco, inerpicandomi nei monti sto
Eugenio Zanon borto, etc… Del resto, questo è un periodico che è
destinato a persone di un certo livello intellettivo e spe-
lavorando? Accidenti a sti brianzoli! Laurà,
laurà, laurà! Tutto a deturpare vita e paesaggio
cificare, a volte, mi sembra superfluo… e poi, ci sareb- ma i fa i danè!!!
Plevano: qual è per te un’opera d’arte? be da chiedersi, a proposito del XII-III MM, perché ha P.: qual è il tuo grande sogno irrealizzato?
Zanon: nel senso che non sempre riesco a individuare- elevato agli altari i carnefici? E perché tanto s’è dato da Z.: è di non essere diventato un musicista. Mea
valutare un’autentica opera d’arte ma posso infallibil- fare per l’unione delle chiese cristiane e monoteistiche culpa e della mia pigrizia.
mente dirti se un’opera non lo è. sotto un unico Papa cattolico, distruggendo il rapporto P.: che tipo di musica prediligi?
P.: vale anche per le tue opere? dialettico tra le varie fedi. Z.: per anni sono stato un cultore del jazz,
Z.: sì, compreso quello che faccio io. P.: tu da laico, anzi da anarchico, che critiche muovi nei con- quasi un fanatico; ora sono interessato alla
P.: quando lavori pensi di produrre arte? fronti della Chiesa? musica contemporanea da Varés, a Lieti, da
Z.: l’arte è sempre il risultato di un pensiero-azione Z.: Ma, di queste cose non mi interesso: sacerdozio Cage a Nono, Berio etc… e a un tempo, al
soggettivi… femminile, matrimonio dei preti, clausura… sono cose canto gregoriano, alla musica medievale sacra
P.: rigore e anarchia. Perché tu ti professi anarchico? E vanno che riguardano loro, io sono al di fuori. e profana.
d’accordo? P.: vuoi parlare di Berlusconi? P.: e la musica classica?
Z.: certo! Il mio lavoro è molto rigoroso. Chi ha mai Z.: no, c…! Su Berlusconi no! Secondo Fede è un Z.: ma certo! Anche la musica classica, i canti
detto che l’anarchia non sia una forma di pensiero “grande comunicatore”. È un imbonitore! Riesce a popolari, dai cori alpini ai canti delle mondi-
rigoroso? Solo che l’anarchia non impone, non preve- vendere politica come Wanna Marchi vende amuleti ne, della boaria, canti di protesta e politici…
de il castigo per chi trasgredisce. contro il malocchio! E la capitalizza pro domo sua; c’è P.: frequenti teatri? Vai alle prime della Scala?
P.: la tua arte si inserisce in un pensiero europeo? Soprattutto riuscito! Complimenti! Z.: ma figurati! Quelle-quelli vanno alle
oggi che vi è l’Europa unita? P.: forse conviene, allora, parlare di te? “prime” per una questione di prestigio, per
Z.: l’Unione Europea? Ho la sgradevole sensazione che Z.: oh! Parliamo di me?! Che vuoi sapere? sfoggiare i loro gioielli e la loro toelette! Di
un insieme di nazioni stiano diventando colonie P.: i pregi e i difetti. musica non capiscono nulla, si annoiano, si
Anglo-Usa. Ma perché stiamo parlando di politica? Z.: pregi e difetti, i miei pregi è presto detto: sono così guardano in giro nei palchi per vedere se ci
P.: allora vuoi parlare di religione? pochi che per dirli non serve elencarli… no, non te li sono e quali personalità alle quali sentirsi alla
Z.: va bene ma è l’ultima. Giovanni Paolo II è stato lo dico. In quanto ai difetti: sono pigro, testardo, bronto- pari. Un po’ come nelle “classi inferiori” si va
sconfitto per eccellenza: infatti sul tema del sesso non è lone, sprecone… un libro non basterebbe a elencarli a messa la domenica mattina.
stato ascoltato neppure dai seguaci di A.C. e C.L. E sulla tutti. P.: quali sono le tue letture preferite? Leggi molto?
pace? Non abbiamo forse assistito al suo funerale con P.: allora non produci molte opere! Z.: sì, leggo molto ma non abbastanza.
in prima fila i potenti della terra che mandano a mori- Z.: no, non sono un grande produttore d’arte, ho scel- P.: ma non abbiamo parlato della tua arte…
re generazioni di giovani in guerra? (forse erano lì per to di “produrre” poco, prediligo la qualità alla quantità. Z.: della mia arte preferisco non parlare, mi
assicurarsi che fosse veramente morto). P.: sicuro che sia solo per pigrizia? limito a farla affinché lei parli per me.
rischi. Il suo studio è incastrato sotto un possente mura- nate con l’azione e sviluppate con
Solaris glione costruito a secco durante il regno aragonese, in logica matematica sempre innovativa,
I percorsi del fuoco vico Perzechiello al Casamale di Somma Vesuviana, stu-
dio protetto da un cancello di ferro che raramente chiu-
capace di unire le metamorfosi e dis-
sociarle, nello stesso tempo con la
Giuseppe Antonello Leone de e dall’altra parte un cancello amicale costruito con geometricità di un’esperienza che
legno e canne.Dal piano terra si può salire,attraverso una vive nella logica personale del fare; ed
Giancarlo Ianuario, o meglio Solaris, irrompe nell’arte scala a chiocciola con l’approdo a un pensatoio, dove tra è caratterizzante dell’esplicito e per
della ceramica, avvinto dalla conoscenza per il “fuoco”, appunti e provini Giancarlo conduce il gioco. quegli impulsi che Solaris, alternando
per l’acqua, per l’aria. Ecco un’altra scala, rasenta la parte sud; scala che t’invita le sue esperienze con tecniche diver-
Nello spazio della rivalità Solaris si a scendere in due giardini contigui, dove il Distratto e se, esprime gli stessi principi del nar-
pone da mistico-neofita, si accende l’Attento convivono antropologicamente, per segnare il rato anche con l’opposto delle resi-
nell’incantesimo del sole, cercando, futuro che è sempre presente stenze materiche, così con la cartape-
poi, nelle “ventotto” dimore delle per l’innovazione crescente, sta realizza le sue volumetrie scultoree
luna, il segno; il graffiare, il fora- che Giancarlo, nel manipolare con l’immediatezza e l’amplificarsi
re per oltrepassare il campo, o modellare l’argilla, transita della sua visione. Una primordialità si
con la Kimia “alchimia”, per tra architetti mitici e totem fa strada in lui, proprio nel conciliare
poter creare infinite varianti ai iniziatici. Nel giardino, dove il l’acqua con il fuoco. Poi, il vivere
riflessi cromatici da attivare con forno per il raku, costruito e quotidiano è addolcito da Solaris,
dosaggi sapienti, ottenuti da proporzionato da Solaris, tacito curando il suo giardino, dove l’aran-
composti, derivanti dal manga- aspetta per bruciare, per narra- cio, il gelso, il fico, il nespolo fanno
nese, dall’ossido di ferro, dal re, a fuoco spento, le memorie parte di quei passi surreali, che
nichel, dall’antimonio, dal titanio, dei blu turchese, dei gialli, delle Giancarlo narra a se stesso e agli
dall’argento, dall’oro, dal cadmio e ocre dorate, dei verdi ramini amici. Per ogni giorno, ogni stagione
altro; da pilotare a temperature di dando all’uomo “cosmico” e vi è un problema e, lui alterna il fare
atmosfere ossidanti e riducenti per all’uomo “spaziale” una ritualità con la gioia di bere un po’ di vino;
dar vita a un cromatismo misterio- centellinata da solchi dinamici, con l’assaporare la varietà della sua
samente poetico. quasi scritture dell’anima. L’artista si frutta, così il mistero transita dai sensi al pensiero che si Vaso in terracotta
La sua avventura, nell’affrontare appropria, sempre più delle possibi- fa sempre più strada in Solaris, col suo modellato, sobrio h. cm 70
fulmineamente con acqua e sega- lità plastiche delle varie argille: ma esplosivo nell’immaginario spazio che apre luce nel
tura predisposta, su un corpo modella il suo diario plastico mol- rovesciamento dei piani e in quegli svuotamenti che
modellato, ingobbiato e cromato, tiplicando il metamorfismo miti- consentono al pensiero di viaggiare oltre.
incandescente, è da brivido; tutto co-religioso delle tematiche femmini-
questo per ottenere con la tecnica del raku una veloce li, perforando la materia per arricchire visioni di cieli SpazioBoccainGalleria Profilo di donna
perdita di calore ed ottenere, a rischio, l’attesa “magia”, allusivi che lo spazio connota. Giancarlo, laureato in mercoledì 29 giugno, ore 18,30 ceramica raku
di un cromatismo che si può ottenere solo con questi sociologia, sostiene che le sorti percettive vanno coordi- cm 45 x 35
Sergio Pedrocchi
Franco Patruno
L’infittirsi dei segni neri incisi, sino ad un intreccio a tal punto avvolgente da creare una sorta
di oscuramento di cielo, non appesantisce il campo visivo. Il paradosso — ma la contraddizio-
ne apparente ha alle spalle la tradizione della gloriosa follia reticolare del grande Rembrandt —
è l’effetto di leggerezza, del respiro interno, del vortice che libera inediti ed assoluti squarci. Non
ci son dubbi sull’abilità tecnica di Sergio Pedrocchi: quando, con Franco Farina, un decennio fa
ci mostrò, oltre ad una felice serie di chine macchiate sul tema del Compianto, le sue acquefor-
ti e punte secche, si pensò subito ad un’esposizione a Casa Cini che presto ebbe modo di cir-
cuitare anche in Germania. Con la velocità del tratto a pastello Sergio creò poi una sequenza
di schizzi durante un viaggio dalla Lombardia alla Sicilia. Ospitato in un convento e avvolgen-
dosi nel silenzio che gli è abituale nel suo casale alle pendici delle Dolomiti di Brenta, pensò ad
un’officina grafica che collegasse il calore dell’isola che tange il Mediterraneo con l’austerità delle
atmosfere rocciose del Trentino. Ed è effettivamente un racconto itinerante la parabola artistica
di Pedrocchi, ma con l’ostensione narrativa che prevede, come nelle cadenze del canto grego-
riano, delle pause e dei confortanti ritorni a casa. Stupisce sempre la sua riflessione grafica, per-
ché tutt’altro che umorale ed istintiva, anche se l’effetto immediato sembra quello di un Action
Painting di raffinatezza estrema. E‚ più Scanavino che emoziona l’artista, anche se l’eleganza del
pittore genovese gli è scritta nella mano ancor prima d’essere esplicita coscienza, secondo un
sentire che è un convenire ad una comune costante dell’interiore percezione dei segni. Non si
pensi tuttavia ad un esercizio puramente formale o di mera vetrina d’abilità, perché Pedrocchi
non limita al non figurativo — inteso come assenza dell’iconismo legato ai tratti contornuali
del modello umano — la sua indagine: spesso,
le atmosfere tangibili ed ombratili delle situa-
zioni esistenziali s’evidenziano in una sagoma-
tura o nel duplice effetto dell’astrazione e della
forma che ci è data non in platonica attesa della
liberazione dell’anima, ma nella sagomatura che
s’intuisce nel cuore delle sue incisioni. Anzi, è
tutta esistenziale la tensione dei tendini grafici
che sembrano esili, tanto son leggeri, quanto
impossibili ed impassibili ad ogni facile sdruci-
tura.E in quell’intensità che s’affolla,l’ansito che
preme crea varchi come pretesa d’esserci e
redenzione da ogni oscuro annullamento in un
empireo dell’indistinzione. E poi s’acquieta
l’impeto della mano, per svolgersi nel riposo
dello sguardo.
Ma per poco: l’impulso creativo, che non s’in-
venta in un mattino d’illusioni, preme.
Riprende il viaggio ed il cammino è sempre più
simile al pellegrinaggio verso una meta.
La morte di Adone
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