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SAMPIETRINI
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Cani da rapina di Luca Moretti 2009 Purple Press s.r.l. Prima edizione: maggio 2009 Stampato presso Iacobelli s.r.l., Pavona (Roma) nel maggio 2009 Purple Press s.r.l. Sede legale: via dei Reti 58/A 00185 Roma Redazione: via delle Vestali 15/A 00181 Roma Tel.: 0039 06 97997101 Fax: 0039 06 97997102 Email: books@purplepress.it www.purplepress.it

LUCA MORETTI CANI DA RAPINA


Purple Press

Bandog un romanzo. Nessun riferimento a soggetti esistenti o esistiti che abbiano a riconoscersi nella narrazione. Personaggi, fatti e vicende sono frutto di fantasia. Fantasia un par de coglioni, avrebbe aggiunto lo Storto.

A Shelly, chiedendole nuovamente di non morire mai

Personaggi e fedine penali

Lo Storto - Detenzione e spaccio di stupefacenti. Rapina. Lesioni aggravate a sfondo razziale. Davide - Incensurato. Brizio - Guida in stato debbrezza. Er Pitone - Detenzione e spaccio di stupefacenti. Furto con scasso. Violazione di domicilio. Violazione della libert vigilata. Er Gettone - Ricettazione. Apologia di reato. Danneggiamento della propriet pubblica. Er Delega - Rapina a mano armata. Nanni Discomusic - Ricettazione. Offesa a pubblico ufficiale. Furto con scasso. Truffa. Carminiddu da Mezzagno - Incensurato. Gigi lAmante - Omicidio colposo. Sabrinella - Incitamento e sfruttamento della prostituzione. Don Francesco - Incensurato. Gustav - Tentata strage. Occupazione del suolo pubblico. Er Pank - Detenzione e spaccio di stupefacenti. Furto. Detenzione darma da fuoco. Chicca - Rissa. Offesa a pubblico ufficiale.
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Er Cane - Maltrattamento e uccisione di animali. Lo Scenziato - Delitti contro il patrimonio. Truffa. Ricettazione. Mimmo il carrozziere - Incensurato. Bambino e Nazzareno - Guardie. Barbara - Atti osceni in luogo pubblico. Tarza - Furto. Ricettazione. Truffa ai danni dello stato. Lij - Falsificazione di documenti. Massud - Violenza carnale. Estorsione.

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PROLOGO GENEALOGIA DELLA MORALE

I pensieri sono le ombre delle nostre sensazioni: sempre pi oscuri, pi vani, pi semplici di queste.

Il mare increspava triste sugli scogli a ridosso del Faro. Alcune piccole bilance venivano sballottate dal vento. Questa era la Foce nei tempi di mareggiata. Anche lacqua sembrava rivoltarsi a bagnare quella costa, trasportava mucillagine dritto dalla citt riversando tutto sugli scogli malmessi. Carmelo non si era mai occupato di cani, maltrattare animali non gli era mai sembrato un buon business. Troppo sangue e troppe checche ad urlare: avvocati, notai, rispettabili cittadini; il circondario del Faro si era riempito di auto di grossa cilindrata e la notte sera dun tratto fatta buia. Poi avevano aperto la cancellata e fatto entrare due grossi camion della nettezza urbana. Li avevano disposti uno di fronte allaltro, i fari riempivano uno spazio di circa cinquanta metri quadrati delimitato da un muretto che ricongiungeva tutta la struttura al cancello dentrata. Una piscina di luce.
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Il muretto sera riempito di gente, alcuni tiravano, altri sorseggiavano birra da bottiglie di vetro per poi scaraventarle a terra. In poco pi di mezzora lo scintillio luccicante dei vetri aveva reso quel posto simile ad uno specchio dacqua, mentre il puzzo di gasolio che fuoriusciva dai camion si disperdeva denso sulla spiaggia circostante. Un paio di aerei sorvolarono quel tratto di costa, sembravano rimirare dallalto tanto splendore, giravano a lungo per poi atterrare nellAeroporto Internazionale poco distante. La macchina dei napoletani non si fece attendere, il primo a scendere fu un uomo distinto, giacca cravatta e cappotto, spessi occhiali scuri, osserv lora dallorologio nel taschino e lo chiam. Lui: grande, grosso e con uno sguardo inafferrabile, trasse dal cofano le due gabbie e le pos a terra. La gente sul muretto cominci ad applaudire, altre bottiglie rovinarono nellarena illuminata dai fari. I napoletani erano stati chiari, Carmelo avrebbe potuto scegliere tra le due bestie. Nella prima gabbia lo guardava minaccioso uno standard UKC: United Kennel Club, meno agile ma dalla stazza poderosa e una potenza di pulling pari a quella di un bue. Nellaltra un esemplare dellAmerican Dog Breeder Association, ADBA per chi ci capisce qualcosa di cani. Le due associazioni serano contese la gestione dello standard per anni. La bestia della Breeder non pesava pi di diciotto chili: un corpo simile a quello di un gatto e una testa da leone, contravveniva ogni legge della fisica, con un balzo sarebbe potuto salire sul tetto del camion, i muscoli guizzavano dalle zampe come nodi stretti in una morsa perenne.
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Carmelo indic questultimo. Una leggera pioggerella cominci a battere continua, i vetri si mischiarono alla fanghiglia e lui decise di far uscire la sua bestia, consapevole della situazione: niente standard in periferia, nessuna associazione del cazzo. Solo bandog: cani meticci provenienti dallaccoppiamento di diversi cani da presa. Bastardi da combattimento, cani di strada partoriti in cantina con tanta fame e la voglia di conquistare il mondo. Carmelo avrebbe potuto acquistare tranquillamente un cane darena standard, eppure la questione del meticciato lo affascinava. I bandog avevano qualcosa in pi dei cani allevati per i combattimenti, lottavano per la fame, mordevano perch odiavano il mondo e non in ossequio a unabitudine mutuata da un qualsiasi allevatore del cazzo. I bandog erano simili a lui, per questo aveva con s un bastardo e per questo su quel cane aveva puntato tutti i soldi che era riuscito ad alzare. Il bandog aveva uno sguardo fiero, doveva essere lincrocio tra un grosso molosso e un pitbull, pesava quasi il doppio dellADBA: le zampe da mastino napoletano, la coda corta, un manto tigrato e la testa di un toro senza orecchie. I cani vennero lasciati nel medesimo momento, la folla cominci ad urlare. LADBA si gonfi come un pallone aerostatico rizzando la coda ad uncino mentre il bandog sembrava ancora sonnecchiare. Si studiarono per qualche secondo come due pugili, ruotando circospetti senza mai abbassare lo sguardo. Poi uno dei napoletani batt le mani e lADBA salt sulle zampe
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posteriori raggiungendo il bandog alla gola e rimanendovi appeso. Il cane tigrato sembrava essersi risvegliato, roteava la testa facendo sobbalzare il piccolo pitbull da una parte allaltra, ben presto si stacc lembo di carne e lADBA venne scaraventato contro il muretto. Il bandog perdeva sangue dal collo ma non sembrava patire alcuna fatica, nello strattone il pitbull era finito su alcuni vetri conficcati nel terreno e mostrava diversi segni sanguinolenti sulla schiena. La pioggia cadeva lenta mentre una nube di vapore si sollevava dai corpi dei due cani che erano tornati a studiarsi. Un battito di mani e il pitbull attacc di nuovo, questa volta afferr la zampa anteriore destra del bandog che perse lequilibrio sbilanciandosi in avanti. Lo strappo era consistente, aveva raggiunto losso scoprendo i legamenti agli applausi del pubblico. La differenza tra i due cani risult evidente: quello era un combattente di professione. Un cane cos non aveva mai perso un match, i cani che perdono rimangono psicologicamente sottomessi, se non muoiono nellincontro vengono uccisi, non sono pi carne utile allarena. Il bandog per non si era arreso, era indietreggiato fino a raggiungere il muro con la coda ma non aveva ancora abbassato lo sguardo. Quella era la cosa che affascinava Carmelo, quello sguardo, la forza danimo insita nel meticciato. Quel cane, come la gente di strada, non sapeva da dove veniva n dove sarebbe andato a parare, eppure avrebbe lottato fino alla morte per un pezzo
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di carne ammuffita. Proprio cos. Nonostante i ripetuti attacchi il bandog era ancora in piedi mentre il pitbull cominciava ad ansimare, era quasi possibile osservare il cuore scoppiargli nel petto prominente. Sferr un nuovo attacco, questa volta al garrese, mentre il bandog fece per avvitarsi girandosi e rimanendo in una posizione dominante. LADBA era contro il muro. Lafferr al collo chiudendolo in una morsa silenziosa e cominciando a strappare a gran velocit, senza mai mutare la posizione delle zampe. Il sangue scorreva nel fango e il bandog continuava a strappare ritirando il collo allindietro e trascinando lADBA nella melma. Lo stratton per un minuto buono, fino a quando il ringhio non si trasform in un rantolo e poi in un silenzio tremante. Il Napoletano sera tolto gli occhiali e osservava il suo uomo raccogliere il cane in fin di vita. Trasse il ferro dalla giacca, un colpo solo: sordo, senza rinculo. La gente venne via dallarena quasi spinta dal fumo che fuoriusc dallarma. Carmelo aveva ritirato il bandog e si apprestava a raccogliere i guadagni del combattimento. Il Napoletano gli porse la mazzetta di banconote e punt larma sulluomo che aveva preparato il cane. Quello fece per inginocchiarsi nel fango, senza abbassare lo sguardo, con gli occhi fieri, senza pregare la vita che la vita la pregano solo gli stronzi.
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Don Carmelo allora si avvicin, rese i soldi del combattimento e si rivolse alluomo inginocchiato. Come ti chiami? Gigi, rispose. Da oggi Gigi lavora con me.

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UNO CREPUSCOLO DEGLI IDOLI

Al mondo ci sono pi idoli che realt.

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Davide, sai che le maree aumentano. Presto qui non rimarr nulla. Verremo tutti portati via. Il sale disinfetter tutto. Ieri guardavo il sole declinare sulla nostra spiaggia, pensavo a tutte le volte che ci siamo promessi che sarebbe stata lultima. Pensavo al tremore sudato delle nostre notti, a te e a Chicco, sempre a capo tavola. Dicono che questo non sia un tramonto naturale, che questo cielo roseo sia causato dagli aerei che vanno e vengono dallAeroporto Internazionale. Io li guardo ogni sera. Mi siedo qui, sulla spiaggia dove venivamo a fumare da bambini. Ogni aereo che parte come se tu volassi via unaltra volta. Qui le cose sono molto cambiate. Per strada non c pi nessuno. I ragazzi sfrecciano sul Lungomare con macchine di grossa cilin23

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drata, delegano i loro affari al cellulare, si sparano per la fila al semaforo, non hanno pi rispetto di niente e di nessuno. Il mese scorso hanno recintato il Parco, i bambini ora giocano a pallone in mezzo alla strada, il campo di bocce stato dismesso, ci verr costruito un ufficio di vendite immobiliari. Sono tutti andati via. Ho ricevuto il tuo indirizzo da don Francesco, in realt mi ha sconsigliato di scriverti, dice che ti sei sistemato, che hai una bimba, che lavori e che il Parco deve solo rimanere un brutto ricordo. Eppure sono sicuro che non cos, sono sicuro che ancora pensi alle nostre scorribande, allacqua fresca di quella fontana che ora non c pi. Mimmo ha chiuso la carrozzeria, una sera sono arrivati due cinesi e hanno cominciato a perlustrare la zona, poi sono entrati nellofficina, Mimmo dormiva sulla sua vecchia amaca. passata solo una settimana e hanno cominciato a ristrutturare il locale. Io nel frattempo sono riuscito a laurearmi, sono dottore in Lettere Moderne, ti ricordi di quando mi chiedevi del perch volessi studiare? Be, ora lo so: non avevo voglia di crescere, volevo continuare ad essere un adolescente per sempre. Dicono che sono un uomo colto e pieno di risorse, stanno tutti zitti ad ascoltare le mie storie e non si accorgono che tra le mani stringo soltanto un pugno di mosche, che sono un precario, che forse avrei fatto bene a fuggire anchio come te e come lo Storto. Scusa. Ti sto annoiando. Il vero motivo per cui ti scrivo un altro. Nonostante tutti que24

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sti cambiamenti, il Parco rimane il Crepuscolo degli idoli, qui tutti i nodi vengono al pettine e le cose che si lasciano in sospeso tornano. Sempre. Ieri morta la madre di Chicco. Mi venuta in mente la sua testa quadrata, quel sorriso furbo e disarmonico. Ho pensato al viso dello Storto che piangeva. Anche lui andato via, siete andati via insieme. Don Francesco teme per il suo ritorno. Non mi ha voluto dare il suo indirizzo. questo il vero motivo per cui ti scrivo. Brizio *** La luce filtra leggermente daglinterstizi nel cuneo di cemento, un ammasso di forma trapezoidale che sembra caduto dal cielo. Sincastra a perfezione sul tetto della chiesa, vincide una forma triangolare obliqua, simbologia perversa del Cristo uno e trino. Una grande porta si apre sulla navata postindustriale: un tavolaccio, un leggio, qualche fiore appassito. I fiori campeggiano ai piedi dellaltare, sono pochi ma ben nutriti, il Padovano amava il giglio, in periferia dovr accontentarsi delle margherite. Don Francesco si accorse presto desser naufragato nello sprofondo: tre o quattro nonnette oltre tempo massimo attendevano la morte nella maniera pi comoda, un paio di peccatrici sterili e una perpetua completavano il gregge, cera molto da lavorare. Per prima cosa chiam Mimmo il carrozziere e fece sistemare le
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campane, milioni di piccioni si opposero allo sgombero. Pass quindi allalta tecnologia e fece piazzare due casse allesterno della chiesa cos che tutti potessero sentire la messa, anche i pi sfaticati. Fece costruire due fioriere e le pose sulla strada, apr la stanza delloratorio e rimise in moto lorgano. In sole due settimane la chiesa torn in vita e le nonnette, da tre che erano, arrivarono a dieci. A fianco dellorgano nelloratorio piazz Burgertime: un videogame in cui bisognava atterrare panini e acciughe, in pochi giorni si sparse la voce e cominciarono ad arrivare i ragazzi. Tra il drappello di giovani che si litigava il posto per fare una partita spiccavano tre nanerottoli particolarmente agitati: Francesco, Giovanni e Mirko. Il primo doveva aver avuto problemi alla nascita: aveva il volto sproporzionato, quasi fosse stato strappato via a forza col forcipe dal ventre materno; anche laltro era molto strano: Giovanni non amava giocare alle macchinette, osservava in trance per poi accennare alcuni rudimentali passi di danza allavvio della musichetta iniziale. Mirko era il pi solingo, pieno di vertigini e rosso come la passione.

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Aveva ammucchiato i vestiti in valigia ancora sudato della notte precedente e preso lo Zerodue per laeroporto. Davide si era imbarcato sul primo aereo per lAustralia, ci aveva pensato Don Fran26

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cesco: un biglietto di sola andata, un visto turistico di tre mesi prorogabile per altri tre e una pacca sulla spalla, tutto qua. Se vuoi rimanere al caldo, trovati una moglie, cos gli aveva detto salutandolo la sera prima e cos sarebbe stato. In Australia sono razzisti e non si interessano al fatto che non hai una lira e stai scappando da qualcuno che ti vuole morto; per loro sei un nome su una lista e dalla lista non scapperai mai. Sei un turista e quindi dopo tre mesi tante grazie e due calci al culo. Potresti anche essere un operaio specializzato chiamato per lavorare in miniera, allora zitto in miniera, i due calci in culo sono soltanto rimandati a tempo determinato. Se poi hai la fortuna, nei tuoi tre mesi da turista, di trovare la donna della tua vita e di sposartela be allora le cose cambiano, potrebbero pure pensare di fornirti un visto duraturo, magari se ti comporti bene e se il tuo spazzolino continua a stare vicino a quello di tua moglie per qualche anno potresti pure divenire un cittadino vero, con tanto di assistenza sanitaria. Ma non cos facile, ci sono i servizi sociali per queste cose. Davide vomit sul passeggero che gli sedeva accanto e si garant gran parte del volo sdraiato su due sedili. Arrivato Australia, in soli due giorni aveva percorso in lungo e in largo la citt, aveva rubato caramelle a dei cinesi, mangiato a sbafo presso una mensa di pensionati e poi, ancora pi sudato, sera fatto il bagno in mutande nella piscina pubblica. La notte aveva dormito nellingresso di un grande centro commerciale aperto ventiquattro ore su ventiquattro: indossava spessi occhiali da sole, dormiva da seduto. Non se ne era accorto nessuno.
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I primi giorni fu tutto cos facile che un dubbio folto non tard a schermire la sua fronte corrucciata: in quella terra, nessuno sinteressava di nessuno. Fu cos che prese coraggio, torn alla piscina e ne usc luccicante, vest gli ultimi indumenti puliti e fece capolino al bar di Teresa. Allangolo della piscina infatti cera un lussuoso bar gestito da una famiglia italiana su cui campeggiava la scritta ex presso & cup of cino. Aveva adocchiato la ragazza alla cassa, probabilmente la figlia del proprietario, mora. Calabrese pens. Era tornato per tre giorni consecutivi alla caffetteria, Teresa continuava a sorridere sgranocchiando il dialetto che conosceva. In due mesi alla ragazza venne un forte mal di pancia, lanno seguente Davide sedeva alla cassa mentre Teresa losservava col pancione dalla piscina comunale. Quando sei un morto di fame, gli altri possono diventare le tue vittime da un momento allaltro: sono loro la carne di cui hai bisogno. Ma Davide aveva chiuso col passato, il fagotto nascosto nel pancione di Teresa era il suo e lui aveva messo la testa apposto. Certe cazzate non le avrebbe rifatte mai.

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Jale. Mote. Falopa. Merca. In Sud America ci sono molti nomi per chiamare la merce. Con la merce puoi comprare chiunque,
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anche un buttafuori, la cocaina fa gola a tutti, ma bisogna possederne in quantit. Per strada funziona che vali quanta merce pesi. Il sabato alla Kasbha era stato una vera merda, Chicco indossava una maglia aderente di latex e degli stivali torchiati sulla punta presi in un negozietto in centro. Sera guardato allo specchio, era soddisfatto dellacquisto. Avevano atteso per pi di due ore davanti allingresso. Il buttafuori li aveva osservati a lungo per poi lasciar entrare direttamente il gruppetto alle loro spalle. Il Pitone e quei pezzi di merda della Piazza. Lo Storto non sera dato per vinto, voleva dare una bella lezione a quello stronzo. Dovettero trascinarlo via a forza, raggiunsero velocemente il Parco e passarono lintera notte a fumare per sbollire la rabbia. La domenica, in questo modo, era arrivata in un batter docchio. Er Delega, tutto nfalopito, muoveva il braccio, indice dritto, a destra e sinistra. Aveva smesso di parlare, si limitava a indicare le sue proposizioni, le guance incavate e chiuse in una morsa di tigre sembravano voler dire: prendi questo qui, mettilo l, poi fai cos di questo. Perpetrava le sue attivit anche in silenzio, cos, ancheggiando leggermente dallalto della colonna dentrata del Parco dove si era appostato come un gufo. Sotto torchio cera Smanacciata: sui trentacinque, stempiato e malconcio, abiti di marca lisi che comunicavano chiaramente la giostra degli ultimi mesi. Se lo rimbalzavano a schiaffetti. Dopo tutto lavevano chiamato Smanacciata apposta: arrivava contrito e supplicante, una volta il braccialetto di mamm, laltra lanellino di
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Sonietta, avrebbero potuto mandarlo via immediatamente, felice e coglionato, ma il gusto della rivincita era troppo forte. Si litigavano il posto per la prima smanacciata, una, due, tre, tutti volevano partecipare. Lo Storto arrivava sempre per ultimo, quando la vittima era ormai esausta si alzava dalla panchina su cui aveva disegnato la forma del culo come un boss daltri tempi e prendeva due metri di rincorsa per caricare la sua smanacciata. Si rimpallavano il figlio di pap sorridendo, non cera cattiveria, era un atto goliardico, er Delega dirigeva dallalto della sua postazione con una strana smorfia sulle labbra. Lo spettacolo aveva durate diverse a seconda dei casi, dellincidere dei raggi solari sulla crosta terrestre, dellavvento di nuove e interessanti bestie. Quel giorno stavano esagerando: Smanacciata cominciava a perdere sangue dalle froge e nonostante tutto continuava a sorridere. Smanacciata era un debole, non uno stupido, sapeva che un sorriso lavrebbe portato via da l, e poi era lui che aveva bisogno, era lui che era venuto, era lui che chiedeva, era lui a chiamarsi Smanacciata e tornando quotidianamente al Parco decideva di accettare il suo ruolo. Il Parco era interrato di due metri rispetto alla strada, circa quattrocento metri quadri derbaccia, piccole scale per scendere, un purgatorio alla luce del sole. Chi scendeva le scalette sapeva che in quel luogo si scontavano le pene del crepuscolo degli idoli e le leggi perdevano di consistenza. Lo Storto scaldava la panchina di cemento da due generazioni, ripeteva spesso che Zio Primo, questo era il
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nome con cui tutti chiamavano suo padre, su quella panchina ci aveva portato pure quel frocio der Poeta, laveva schiaffeggiato come un maiale e gli aveva rubato tutto. Er Poeta sera dato a gambe inciampicando sulle scale e rompendosi il muso sul tufo muffo. Finalmente in salvo, la sua Alfa Romeo aveva sgommato avidamente sulla strada antistante. Ma non cerano solo loro. Nel Parco passeggiavano le ragazzemadri tirandosi dietro i ragazzini dichiarati figli di nessuno per metterla nel culo allo stato italiano. Insieme a loro, cerano i cani e, in un cantuccio, i vecchi del campetto di bocce. Qui crescevano le nuove leve. I ragazzetti che avrebbero preso il loro posto fin da piccoli osservavano e imparavano, desiderando di diventare presto come loro. Il Parco era una famiglia allargata, una trib, un microcosmo o addirittura uno stato. Alla resa dei conti, senzaltro pi giusto e pi vero di quello spacciato dalla televisione e dai giornali. *** Abbaiavano forte da un estremo allaltro, camminavano sulle zampe posteriori, protesi in avanti come iguana. Grande passione quella per i cani: collari da mucca chiodati e guinzagli cortissimi per tirar su vibrazioni e ruggiti fino al cuore. Cerano il Cane, lo Scenziato, tassativamente senza i, cos taggava le prodezze anatomiche che usava dipingere sui muri dei palazzi, Nanni Discomusic e Gettone. Nanni sera appartato col Gettone, la solita solfa. Il Gettone
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sinalberava per il suo soprannome, non ci stava proprio. Nanni era perentorio, e scuotendo le braccia al ritmo della musica che filtrava dalle cuffiette sentenziava: A Gett, chai la riga nmezzo e sei roscio come n pommidoro, sei solo che ngettone, stacce. Il Cane veniva chiamato cos perch ormai viveva in preda a una lenta metamorfosi, aveva occupato uno dei negozi davanti al Parco e recintato un tratto di vialetto, nel recinto aveva messo in ordine sparso: un Rotweiler, due Pitbull tassativamente a catena e il barboncino di mamma. In realt il barboncino era della mamma di un altro, ma anche la mamma del Cane voleva un barboncino e la vita talvolta produce brutti scherzi. Aveva preso in prestito il cagnolino da una terrazza in centro, cos giusto per vedere se mamma avrebbe gradito, aveva risposto agli annunci di smarrimento, era andato a ritirare la ricompensa, aveva deciso infine di tenere il barboncino perch mamma, cos diceva, sera tanto affezionata a quello scallapizzette. Insomma il Cane era un cane nei modi e nella realt. Campava con la pensione della nonna e qualche furtarello, il resto del tempo lo dedicava alle sue bestie: le portava in pineta a correre, le allenava attizzandole su tutto ci che cera in movimento. Con il tempo, aveva preso le loro sembianze. La catarsi canina dello Scenziato era pi intellettuale. Aveva passato due anni per meditare la razza perfetta, infine aveva convinto Mimmo il carrozziere a far accoppiare il suo mastino. Mimmo non sapeva del Doberman in calore della Cartolara, il risultato fu che i
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cuccioli fecero tutti una fine strana. Tutti tranne uno: Turbo, ora dritto sulle zampe posteriori. Li avvicinavano e li ritraevano, i cani muso muso sbavavano, i denti battevano come tagliole, tuttattorno un tip tap di sospiri. Dalla strada sudiva lo stereo di Nanni a palla di cannone con Nino DAngelo. Sabrinella, dal balcone, rispondeva con un Venditti attempato e calvo. Il Cane era un cane, fece finta di perdere il controllo del guinzaglio, facevano tutti cos, non erano combattimenti come li dipingono quei coglioni sul giornale, i cani si erano attaccati, si erano attaccati e punto. Attraverso la cura cosmetica della descrizione dellavvenimento, al Parco ci si dimenticava del passato e si pensava poco al futuro. Turbo attacc Borman alle zampe facendolo rotolare su se stesso. Il Cane sembr gradire la prodezza ginnica della sua bestia e cominci ad attizzarlo aspirando aria in un fischio muto, a risucchio. Fiuuuuu! Borman impettiva in stato allucinatorio, lo Storto si portava lindice alla narice destra gridando: Er cane der Cane tira pi der Cane!. Fiotti di sangue uscivano dalla pellaccia zozza di Turbo e la comitiva applaudiva contenta. Er Delega ancora applaudiva saltellando sulle punte quando arriv la 12F con Bambino e Nazzareno. I due erano vecchie conoscenze del Parco: Guardie che so peggio de noantri, aveva detto lo Storto. Viaggiavano sempre sulla stessa utilitaria scassata, ormai li chiamavano come le ultime cifre della targa: 12F.
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Bambino afferr er Delega per un braccio ritrovandosi la striscia di lumaca dellultimo tatuaggio sul palmo: PPP, Padre Pio Proteggimi. Nazzareno scese di corsa le scale venendo incontro al Cane che nel frattempo aveva ritirato Borman ancora incazzato. Intervenne Nanni, con le mani alzate in senso di giubilo: Semo innocenti, stavamo solo a fa npicnic. Diceva sempre cos quando si avvicinava la 12F. Bambino ispezion a fondo i cani, nessun tatuaggio, non risultavano registrati presso lanagrafe canina. Ho detto che so du randagi e stavamo solo a cerc de staccalli. Come al solito i cani erano randagi e loro cercavano solo di dividerli per evitare che si facessero male. Nazzareno sbuff, allung una pizza al Delega e sal in macchina facendo cenno al collega di seguirlo.

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Sabrinella era una delle ragazzemadri del Parco: non aveva colpe, era bella e formosa come il sole, basta. Sabrina sera innamorata di Davide, a soli dodici anni avevano percorso la Litoranea con un motorino rubato per andare a mangiare in un ristorante cinese a lume di candela. Davide aveva ordinato una costosissima bottiglia di vino, il cinesino aveva chiesto se era siculo, Davide aveva risposto di essere romano da tre genera34

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zioni e laveva minacciato di morte se avesse continuato a parlare con tutte quelle elle del cazzo. Davide i soldi ce li aveva, vendeva il fumo gi da diversi mesi e in tasca portava sempre un rotolo di banconote accartocciate. Ne tir fuori una manciata e le gett sul tavolino accanto al suo. Il povero cameriere non ebbe pi il coraggio di avvicinarsi. Avevano fatto allamore sulla spiaggia, Sabrina aveva gli occhi lucidi quando disse a Davide che era la sua prima volta. Davide, gi scaltro e prevenuto, non aveva dato tanto peso a quelle lacrime. Ma da quella ragazza proveniva un profumo insolito, inebriante, fresco come una bevuta alla fontanella in unestate torrida. Erano saliti sul Jolly, una vecchio peschereccio adibito a barca per gite turistiche, avevano percorso il Tevere zozzo fino a Ponte Marconi, avevano sorriso alle luci cos lontane della Capitale e si erano promessi di scappare insieme: Londra, Parigi, una citt qualsiasi, lontano da quella periferia cos triste. Serano stretti in un tenero abbraccio e Sabrina gli aveva sussurrato un ti amo allorecchio destro, lui aveva finto di non sentire. Ma il destino di Sabrina era segnato. Sabrinella faceva i bocchini con gli occhi, avrebbe sostenuto anni dopo lo Storto. Sabrinella era sola, sola come lo era stata la madre e la nonna. Sabrinella era sola e aveva deciso di dedicarsi al mestiere pi antico del mondo. Sabrinella era stata lamore illibato di Davide. Sabrinella aveva preso gusto per la merce, chiusa in casa tirava con la madre quasi
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fosse una cosa normale. Laveva tradito per una busta. E la donna che si vende per una busta non merita perdono. Davide laveva schiaffeggiata davanti a tutti, poi, solo a casa, aveva pianto a lungo. Sabrinella ora stava con lo Storto, o meglio era lo Storto che stava con Sabrinella, insomma scopavano quotidianamente ma non si poteva dire che stavano insieme perch lo Storto si sentiva uomo donore e il mestiere antico di Sabrinella non lo percepiva come lustro. In ogni caso Sabrinella era in gamba, bella come il sole, e allo Storto andava bene cos. Il giorno di Pasqua era venuto a trovarla il Pitone. Sera presentato con un uovo in mano e dieci nel culo, gli occhi scoppiati come meteore; era entrato guardando in basso, velocemente. Al Parco non se ne era accorto nessuno, quel giorno cerano solo er Delega, impalato sul pilastro, e il Pank che aveva difficolt persino a ricordarsi il suo vero nome. Solo dopo arrivarono Nanni e lo Storto, appuntati sulla saracinesca del carrozziere a discutere delle ultime modifiche da apportare a una Uno Turbo. Dun tratto le urla coprirono la voce del Venditti sulle note di In questo mondo di ladri, er Delega indic compunto la finestra di Sabrinella, Nanni guard lo Storto e in un secondo furono sul pianerottolo. Picchiarono sulluscio ma non apriva nessuno. Lo Storto spalanc la porta con un calcio. Franceschino, il figlio che Sabrina diceva di aver avuto dal capitano della Magica, piagnucolava dal seggiolone in cucina, la ragazza doveva essere in camera da letto.
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La scena era inverosimile: il Pitone laveva legata alle gambe del letto a mo di vitruviano e sera messo a rimirarla tutto nfalopito. Nanni gli assest un calcio sulle palle, cos giusto per gradire, lo Storto fece per saltargli addosso, ma il verme gi piangeva. Lo privarono del frustino sadomaso che portava nel cinturo di pelle e cominciarono a frustarlo sulla testa calva. La donna legata continuava a sbraitare, la voglia di violenza copriva tutto. Allora non sei npitone, sei solo nserpentello. Lo Storto spalanc la finestra, gi al Parco erano arrivati anche er Cane, lo Scenziato e Davide, che fingeva di guardare altrove. Legarono il Pitone e lo appesero dalla finestra, tutti dovevano ammirare latto di forza. Nanni frustava il capo del Pitone a suon di musica, lo Storto lo teneva per il collo e le nonnette del palazzo godevano dello spettacolo mentre Sabrinella si dimenava ancora legata al letto. Un urlo arriv dalla strada, era la madre dello Storto. I due fecero per stufarsi, il Pitone mugugn qualcosa del tipo non finisce cos, due calci al culo e se ne torn da dove era venuto. Sabrinella cominci a piangere, lo Storto decise di slegarla, fece per darle un bacio, lei lo schiaffeggi e corse da Franceschino che rischiava di strozzarsi a forza di lacrimare. So donne, aveva chiuso la storia Nanni con una pacca sulla spalla dellamico.

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Er Pank, punk lo era stato davvero, aveva passato una decina danni a Londra, faceva il segretario per un gallerista gay e la sera fumava eroina per dimagrire. Er Pank ormai era alla frutta, cinque anni di robba e ventidue di metadone. Si raccontava che, a rota persa, un giorno, in tutta fretta siniett uninsulina di spirito: aveva dimenticato che la pera era ancora in lavaggio, gi se la sognava nelle vene. Era finito cos allospedale in preda ai bruciori, una vampata acre gli aveva percorso il braccio tumefatto. Er Pank aveva una svastica tatuata sulla mano e un cane bianco di nome Sturzo, come don Luigi. Er Pank ci teneva a dire che lui, a scuola, cera andato. Nonostante lo scorrere implacabile del tempo, er Pank aveva un suo ruolo allinterno del microcosmo, er Pank faceva la retta. Ora: qualsiasi uomo degno dessere chiamato tale, uno come lo Storto, non avrebbe mai lasciato la merce in mano a un tossico, ma al Parco non si vendeva robba n affini, solo fumo ed eccitanti. Tutti sapevano che il Pank si sarebbe venduto per una bustina ma nella stessa maniera tutti conoscevano la triste vicenda del suo cuore, sarebbe bastata una botta di cocaina a fargli schizzare sangue dalle orecchie. Ergo: il Pank aveva tutte le carte in regola per essere luomo della retta. Non rompeva i coglioni, non aveva parenti impiccioni, non aveva mai venduto in vita sua, era un sottomesso e si accontentava di pochi spicci per tenere anche grossi carichi di fumo o cocaina.
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Nonostante questo, er Pank rimaneva uno schifoso, il suo appartamento sembrava uscito dal silenzio degli innocenti, e tutte le volte che bisognava andare a fare il taglio, in genere di gioved, allo Storto gli veniva il voltastomaco e finiva per mandarci Gettone. *** La gente fluiva ordinata, scendeva le scalette di tufo, sedeva vicino allo Storto, scambiava due chiacchiere con Nanni, sempre intento a ballare sulle punte, poi risaliva contenta e veloce. Davide contava i soldi dalla finestra verificando che ogni cosa andasse per il verso giusto. Talvolta le giornate sembravano tutte uguali. Il primo a svegliarsi era Nanni, abitava a cento metri dal Parco ma veniva comunque in macchina. Arrivava a stereo spianato, con uno stuzzicadenti in bocca spavaldo, testimone dellultima abbuffata. Parcheggiava a spina di pesce, lasciava lo stereo acceso e le portiere aperte cos che tutti savvisassero del suo arrivo e del subwoofer da mille che aveva sotto il culo. Lo Storto replicava dalla panchina: arrivato larrotino, arrivato larrotino. In realt il Parco non era stato sempre cos, era tutta colpa della Dicc. Lo Storto raccontava che ai tempi di zio Primo, al Parco non cerano case n palazzi, solo il campo di bocce e il chinotto Neri. Il bar di Franco stava cento metri pi gi, in una catapecchia di legno con il poster di Falcao affisso sulla porta dingresso. Era colpa della Dicc se avevano costruito tutti quei palazzi del
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cazzo, materiali fatiscenti, cantieri sequestrati e, come semplice risultato, occupazioni. Le famiglie erano giunte da ogni dove a occupare quei palazzoni, da Napoli, da Battipaglia, alcuni erano siciliani e altri romani di tre generazioni, venuti qui, ancora pi in periferia, come vermi reietti di un sistema edilizio centrifugo. Il Parco aveva dato una casa a tutti, anche due a chi era stato pi furbo e veloce. Dal Parco non andavi mai in vacanza, se ti allontanavi troppo o per troppi giorni, rischiavi che qualcuno ti occupava la casa dove eri andato ad abitare. Al Parco erano ammesse solo un tipo di vacanze, quelle in direzione Regina, a spese dello stato; in quel caso nessuno ti avrebbe mai occupato la casa, sarebbero intervenuti tutti. Al ritorno di don Francesco dalla Puglia, questi non aveva creduto ai suoi occhi: unintera famiglia sudamericana, cileni probabilmente, aveva occupato la sagrestia della chiesa di SantAntonio. I banchi erano stati inchiodati uno contro laltro a formare piccoli giacigli, due neonati dormivano coperti da vecchie tende annerite. Cera voluto lintervento di Davide, aveva a lungo discusso con i due uomini in una lingua mista, una sorta ditaliano spagnoleggiante. I due se ne erano andati a brutto muso con una serie di minacce mentre il povero sacerdote genuflesso pregava il Padovano.

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6.
Nanni aveva fatto il suo ingresso al Parco a soli nove anni. Era venuto qui dopo la morte del padre, originario di una paese vicino Castellammare di Stabbia. Era di discendenza zingara, come la gonna indossata dalla madre prima e dalla sorella poi. La stessa gonna, lunga fino allalluce del piede, che avrebbe dovuto indossare la sua futura moglie. Appena arrivato, aveva preso la bicicletta scassata ed era sceso. Lo Storto, er Delega e Davide tiravano a pallone alternandosi nelle posizioni di portiere e rigoristi. Era lestate del 1982, Paolo Rossi segnava e Pertini esultava rischiando un infarto, i tre non avevano mai visto un altro ragazzino al Parco per cui si guardavano bene dal passargli la palla. Era unestate strana quella, da tempo alla TV non si sentivano pi notizie sui terroristi, sembravano tutti morti, si parlava solo dei Mondiali. Poi lItalia aveva vinto e Renato Guttuso aveva immortalato Zoff mentre alzava fiero la coppa del mondo dopo averla strappata di mano al Re di Spagna. Al Parco sera festeggiato per tre settimane consecutive. Quel ragazzino aveva i pantaloncini bianchi che pareva uscisse dalla prima comunione, si presentava sempre con un lecca lecca in bocca, insomma era un alieno in un luogo come il Parco dove Delega e Storto erano neri come tizzoni e per comprare un lecca lecca una volta avevano dovuto sequestrare la bici a una bambina.
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Ma Nanni non si dava per vinto, ogni giorno scendeva al Parco, pantaloncini bianchi, lecca lecca e radio a batterie sotto braccio. Pass solo una settimana che la radio di Nanni cominci a creare interesse in uno dei ragazzi del bar di Franco. Quello si avvicin sicuro: Che bella me la fai provare?. Nanni stringeva la radio a s ma quello continuava a chiedergli: Che bella la posso provare, finch non gliela strapp. Nanni non mollava, si avvent sul cristone dandogli una craniata tra le gambe e quello prese a schiaffeggiarlo. Lo Storto aveva smesso di osservare e, seguito dar Delega, si era appostato dietro ad un albero. Davide sera avvicinato dalla parte opposta. Al Parco non cera nessun altro. Quello, sicuro di s, fece per abbassare i pantaloncini illibati di Nanni, che ormai frignava. Lo Storto per aveva capito tutto e si era mosso di conseguenza. Gli fu alle spalle, sal sul muretto e gli lanci un grosso pezzo di tufo sulla testa. Lo stronzo era a terra mentre Davide calciava duro sui coglioni, Nanni si tir su i pantaloni, riprese la radio e corse via. *** Non era sempre infanzia fatta di soprusi subiti. Molti erano cresciuti emulando Pinuccio la Rana, quello che dicevano avesse ammazzato er Poeta. La storia la conoscevano tutti: Pinuccio era un amico di zio Primo, di lui si parlava sempre al passato tanti erano ormai gli anni che stava in vacanza. Gli avevano accollato la questione dellIdroscalo, lavevano fregato, qualcuno voleva morto quel poeta e
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la Rana sera trovato in mezzo. Pinuccio non era un assassino e un marchettaro, ma solo un ragazzo di strada che si limitava a svoltare. Bella svorta del cazzo, disse Zio Primo in quelloccasione. Non si trattava di vere e proprie marchette. Una volta un vecchio dallaccento toscano aveva dato due banconote da cinquanta allo Storto e al Gettone che increduli dovettero pisciargli addosso. Un altro, aveva visto passeggiare Nanni e Gettone sul lungotevere Zozzo, li aveva avvicinati, erano scesi sul fiume e questo aveva preso a masturbarsi. Nanni laveva colpito con la catena del motorino mentre Gettone lo ripuliva per benino. Poi cerano le storie dei trans brasiliani, di Chicco che aveva contratto una malattia venerea difficilissima da pronunciare per affondare in quelle tette enormi e farsi fare un gran lavoro di bocca; cera la storia della dottoressa che pagava il Cane per farsi toccare, ma questa puzzava di cazzata e non ci aveva creduto nessuno. Il pallone del Delega raggiunse lentamente le gambe mingherline di Nanni mentre Davide riconsegnava a questultimo la sua radio. Gir la manopola, Alberto Camerini con Tanz bambolina era la hit dellestate. I quattro presero a saltellare felici. Il sodalizio era compiuto.

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Moana Pozzi, Petra, Ramba, Baby Pozzi, Eva Orlowsky girandosi la videocassetta tra le mani, lesse attentamente la trama: La
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lotta senza esclusione di colpi di un gruppo di disinibitissime ragazze per evitare che sia distrutta linvenzione del secolo: il vaccino anti-AIDS. Ogni mezzo fisico sar lecito per sconfiggere un industriale del campo dei contraccettivi e la sua banda di scagnozzi. Unautentica battaglia del sesso per vedere trionfare quel mondo dellamore libero da lungo tempo vagheggiato dalle dive pi scandalose degli anni novanta. Gustav girava per rave illegali e discoteche di periferia: di mestiere faceva il piccolo chimico e stava a catena con Tarzanello, truculento, zozzo e maleodorante. Il Gustav passava poco tempo al Parco: si presentava il venerd sera con un pacco degno di un eroe dei fumetti porno, verso mezzanotte se ne andava, pacco fortemente diminuito e tanti soldi in tasca. Il Gustav faceva il chimico e vendeva le bombe, di quelle che ti esplodono dentro. Per essere sicuro di ritrovarle sempre, le conservava tra le palle. Verso le 10 di mattina tornava, suonava al Pank, rimediava due Roip, un chinotto al campetto delle bocce ed era pronto per la trafila del sabato. Domenica mattina, il mercato si svegliava e Gustav tornava in trincea, qualche Tavor e un altro paio di Roip per smorzare e dormiva per lintera settimana. Talvolta si svegliava per abbuffarsi di schifezze, altre per masturbarsi su uno dei film della pora Moana: la Divina, lunica in quasi un secolo di storia democratica ad aver fottuto tutta la classe politica italiana. Non usciva infrasettimanale dai tempi in cui la Magica vinse la Coppa Italia nel 1990.
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Il Tarzanello invece stava sempre in giro, appizzava lappizzabile e viveva in un loft allIdroscalo. In realt il loft era lex carrozzeria di Mimmo, un capannone grigio a ridosso del campo fangoso dove avevano raccolto er Poeta. Tarza ci stava comodo: cera spazio per gli autoricambi, che di tanto in tanto rimediava per Mimmo e gli altri carrozzieri della zona, e pure per un materasso per dormire. Insomma Gustav e Tarza stavano a catena, collaboravano, erano soci. Uscivano il venerd sera dopo aver fatto un grosso carico di bombe e cominciavano un giro lungo due giorni. Ai rave illegali li conoscevano tutti, al Gustav i comunisti facevano schifo, poi se erano comunisti, figli di pap e intrippati, gli facevano pure pena, ma la catarsi era semplice: pap dava i soldi, i pupi andavano ai rave, il Gustav ritirava contraccambiando con mille bolle blue. Facile. Lattivit scientifica del Gustav non si limitava alla vendita, al contrario, consisteva soprattutto nella sperimentazione. Ne vendeva cos tante, di bombe, da potersi permettere di farne due fuori e una in bocca. Arrivato a tredici si fermava e cominciava a inveire sui quei piccoli stronzetti. Il Gustav era cinico, muoveva indice e medio davanti le labbra come per chiedere una sigaretta e chiedeva invece gli oggetti pi impensabili. Che chai no sgabello?. Gli stronzetti rimanevano attoniti e si avviavano verso casa con lidea di aver esagerato, di esserci rimasti sotto. Il Gustav si compiaceva.
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Gli illegali si svolgevano in vecchi capannoni in disuso ai bordi della citt, veniva costruito un palco di fortuna, montato limpianto e statue improbabili di metallo. Lo sciamano dirigeva i lavori dallalto della sua roulotte. Gustav e Tarza non erano i soli ad andare agli illegali, succedeva spesso che si andasse tutti insieme. Quando a muoversi dal Parco erano pi di cinque persone, trattavasi di: mbarcata. Ogni mbarcata di quelli del Parco lasciava brutti ricordi, qualche osso rotta e un precedente in pi sulla fedina penale. Una volta una volante ferm la Uno Turbo dello Storto proprio mentre erano imbarcati verso un illegale. In macchina cerano: Gustav, Tarza, Nanni e Gettone. Un intero comitato scientifico. Chicco aveva alzato le mani e aveva urlato: Sonnocente. Gli altri erano scoppiati a ridere. I poliziotti non si erano arresi, avevano levato le chiavi dal quadro della Uno e si erano chiusi nella volante con la patente dello Storto per fare accertamenti. La risposta alla richiesta fatta in centrale sembrava lunga e cos Tarza e Gettone serano messi a girare un paio dinvortini primavera. La faccia del poliziotto al suo ritorno non aveva un bel colorito: avrebbero passato la notte in albergo a spese dello stato. Allora signor Faringei Francesco, figlio di Faringei Vasco, detto Primo, deceduto nel 1980, a Latina, in dubbie circostanze, da dove vuole che comincio nella lettura del suo Curriculum Vitae?. La guardia sembrava incazzata. Lo Storto gli sbuff una nuvoletta di fumo in faccia.
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Curri che? Ma che cazzo stai a d. Sonnocente, nun cho ncazzo, famme na perquisa e manneme via!. Il poliziotto cominciava a gonfiarsi: il nuovo conio, mille euro al mese, una famiglia da campare, quattro giovani stronzi con una macchina che per mantenerla ci volevano tre stipendi statali, abiti sgargianti e costosi. Nanni Discomusic, faccia da zingaro del cazzo e mezzo chilo doro appeso al collo. Trattenne a stento uno schiaffone. Allora Signor Faringei Francesco, detto Chicco. Gi noto da anni alla questura per possesso e spaccio di cocaina; incriminato nel 1999 per la rapina ai danni del gioelliere De Cubertis in via Del Corso. Chicco diventava rosso. Era un ebreo di merda!. Ma il poliziotto procedeva spedito: Due anni di carcere per rapina e violenza a sfondo razziale. Membro per alcuni mesi del gruppo di destra Roncaglia, ben presto allontanato per lutilizzo di droghe. Chicco si stringeva le palle con la mano ferma. Ah bello, passa ar presente. Ho sbagliato, ho pagato, sonnocente. Il poliziotto era diventato rosso come un tizzone. Francesco Faringei, detto anche lo Storto per le particolari caratteristiche somatiche, attualmente avvistato in compagnia di Davide Benigna, incensurato, suo probabile socio daffari nello spaccio di stupefacenti. Devo continuare?.
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Chicco si arrese, sput per terra e pose le mani incrociate al poliziotto che stranamente gli gett in macchina chiavi e patente andando via. I ragazzi si guardarono, Nanni fece un gran tiro bruciandosi le labbra con un tizzone ardente, scoppiarono a ridere e si avviarono verso casa. La questione della rapina al gioielliere era acqua passata, eppure ancora bruciava: lo Storto e Gettone avevano rubato un motorino alla Stazione, erano entrati spavaldi in centro con tre Roip a testa nello stomaco. Chicco aveva puntato la scacciacani di Mimmo contro il De Cubertis, il vecchio gli aveva consegnato oro e gioielli da sotto il banco. I due erano fuggiti sparando due colpi per aria per fare un po di far west e sul Lungotevere Zozzo serano schiantati contro un autobus della linea urbana. Lo Storto era scappato sul ponte, sera infilato in una chiesa ed era uscito solo dopo due ore. Er Gettone sera messo a correre sul Lungotevere Zozzo come uno stronzo e le guardie lavevano raggiunto a piedi. Le firme infami del Gettone avevano fregato lo Storto che sera fatto anni due a spese dello stato e uno a casa ai domiciliari, garantendo la libert su condizionale allamico. La condizionale fu quella dellinfamit, il Gettone era ormai macchiato a vita, nessuno gli avrebbe mai pi concesso di trattare neanche un pezzetto di merda, mentre la popolarit e il fegato dello Storto erano cresciuti a dismisura.

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DUE AURORA

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Il serpente che non pu disquamarsi perisce. Cos pure gli spiriti, ai quali si impedisce di mutare le loro idee: cessano di essere spiriti.

1.
La biondina entr dalla porta di servizio del Gigol ancheggiando in un succinto abito da sera, bastarono due piroette ben assestate perch il velo le cedesse sui fianchi cadendo a terra. La gente dun tratto smise di ballare e cominci a fissare le volute sinuose della donna intenta in unoperazione di struscio millesimale. Poi quella si arrest, cal la cerniera di uno degli uomini in prima fila e cominci a succhiarglielo trascinandolo al centro della sala. Benidorm era un piccolo paese della comunit autonoma Valenciana. Si diceva che in quella baia, al riparo dai venti freddi del nord, germogliasse un clima unico, buono per gli amori estivi, di quelli consumati allaperto. Benidorm destate si popolava di tedeschi, inglesi e olandesi. An51

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davano a smaltire la noia di una vita; in quella baia si ubriacavano e accedevano a pi truculenti affari. A Benidorm, talvolta, qualcuno perdeva la vita. Per Lij, Benidorm non era una novit, era gi venuto nella baia una decina danni prima. Aveva attraversato lo Stretto a bordo di un peschereccio muffo, per tutto il viaggio aveva tenuto un ciondolo nella mano sinistra. Il tuo il nome del capo dei capi. Cos gli aveva detto la madre prima di crepare per dissenteria. Lij Tafari Makonnen era il nome di battesimo di Haile Selassie, Ras Tafari, limperatore dEtiopia: il Condottiero, il Modello, il Messia nero, la reincarnazione di Jha. Lij aveva percorso il continente a piedi, voleva raggiungere la capitale. A Benidorm aveva incontrato Massud e qui sera fermato. Massud gestiva la vendita delle pasticche di MDMA provenienti da Rotterdam e, nei due mesi estivi, calava i suoi ormeggi su quella baia ricolma di fringuelli pronti a volare. A Benidorm era tutto molto diverso dal villaggio di Lij: vestiti sgargianti, belle donne pronte a concedersi al suo proverbiale membro e tanti, tanti soldi. I ricordi della povert ormai erano lontani: si era stabilito in un alberghetto maleodorante sopra al Gigolos e la notte vendeva extasy a turisti intenti a strappare economici lavori di bocca nel locale a luci rosse. A Benidorm, Lij aveva sparato per la prima volta con la Walther P38 di Massud. Lavevano chiamato blody nigger. Il grassone aveva una quarantina danni, quando fece per voltarlo dalla pozza di san52

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gue not una grossa scritta sulla maglia blue luccicante: Proud to be english. Erano solo ricordi. Per Lij, Benidorm non era una novit, nella parentesi invernale la cittadina diveniva il luogo da dove Massud partiva con grossi carichi di cocaina alla volta del Belpaese. Arrivava sempre con un paio di giorni danticipo, Massud amava il pesce e la sangria. *** Il furgone non si fece attendere: un turbodiesel tedesco addobbato con i loghi di una grande casa sportiva europea. Quando aprirono il portellone e il contatto picchi sorridendo sulla miriade di palloni allinterno, a Lij venne in mente la palla di cartone e nastro con cui giocava nel suo villaggio da bambino. Cinquecento palloni di cuoio, sessantaquattro centimetri di circonferenza, una pressione pari a zero punto sei atmosfere. Cinquecento palloni di cuoio professionali alloggiati a dieci a dieci in cinquanta reti di stoffa. Cinquecento palloni tutti identici. Solo allapparenza. Il peso di dieci di quei palloni era di venti volte superiore alla norma. Dieci di quei palloni, solo dieci, contenevano dieci chili di polvere bianca sapientemente confezionata e distribuita. Massud sosteneva fosse un lavoro da principianti.

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2.
Brizio al Parco cera finito per un meschino gioco del destino. I genitori avevano trovato lavoro nella scuola proprio dietro il vecchio bar di Franco e acquistato un appartamento nella strada dirimpetto le case occupate. Venivano da lontano, bast un anno di permanenza perch si accorgessero dove erano finiti. Il padre e la madre di Brizio erano due insegnanti della scuola elementare Regina Pacis, il primo giorno che si presentarono in servizio trovarono le aule deserte. Dovettero pregare le madri-mignotte di mandare i propri figli a scuola ed evitare di presentarsi svestite alluscita. Dovettero replicare alle minacce di morte dei padri e degli zii. Daltronde la loro era scuola dellobbligo e tutto si stava lentamente trasformando in una missione. La radio trasmetteva le Supremes, era estate e a Brizio non era permesso di scendere a giocare al Parco. La madre stava correggendo il tema di uno dei ragazzi pi strani della zona. Gi il titolo era un programma: Il luogo dove vivo. La mia casa, il focolare domestico. Avevano tutti raccontato di calzini spaiati e finestre rotte. Pane, mortadella e frittata figuravano in quasi tutte le cene. Assenti indiscreti: i genitori. Quei bambini sembravano tutti orfani. Davide aveva concluso con poche righe sostenendo che la sua casa era la strada, che non c casa dove non c un letto e una stufa e che il caldo te lo procuri da solo, accendendo un bel fuoco in Pineta. Era una domenica assolata e Brizio aveva passato la mattina in fi54

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nestra. La polizia stava trascinando via il padre di quello che presumibilmente doveva essere il pi grande dei ragazzi che facevano gruppo allentrata del palazzone grigio. Aveva visto la madre di questo sputare ripetutamente e gridare guardie infami. Sera poi ritirato in camera a giocare quando sua madre aveva chiuso la finestra. Il pomeriggio era arrivato caldo e quei ragazzi erano ancora in strada con bandiere e gagliardetti a festeggiare la vittoria della loro squadra del cuore. Brizio stava ancora appeso alla finestra, tra una pianta di gerani e un cespuglietto di peperoncini calabresi. Arriv la sera, la madre del bambino sent sbattere la porta e cap subito che lera di quella prigione dorata finiva per sempre. In un attimo fu in cortile, via lungo la strada privata che divideva in due il palazzo, attraverso il cancello, fuori, al Parco, con il cuore in gola. Il Gettone aveva appuntato Sabrinella contro un ippocastano mentre er Delega le spingeva la testa sulla corteccia ruvida bloccandole la bocca con la mano. Il ragazzo a cui avevano portato via il padre osservava seduto sul pilastro dentrata. Doveva aver avuto problemi alla nascita, aveva il viso deforme, rispose al tartagliare di Brizio con un: Che cazzo te guardi!. Brizio si era avvicinato mentre il ragazzo con i capelli rossi tirava su la gonna di quella bambina cos bella e delicata, sera buttato a capofitto dandogli una testata allaltezza della cintola. Quello aveva sputato e sera girato per colpirlo centrandolo nellorecchio destro. Un fischio sordo.
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Le lacrime di Brizio non arrivavano alla bocca, si asciugavano acri sulle guance arrossate. I due continuavano a picchiarlo. Lo Storto, dallalto del pilastro, non muoveva un dito. A lui quelle scorribande del cazzo non interessavano, lui sarebbe diventato ricco e famoso, avrebbe sfondato e comprato un attico in centro, avrebbe scopato con la meglio delle meglio e si sarebbe potuto permettere la macchina pi grande e bella del mondo. Quelli erano solo dei morti di fame. Davide aveva appoggiato il motorino al muro ed era corso sulle scale di tufo. Con un calcio nelle palle aveva atterrato il Gettone e sera poi avventato sul Delega che gi piangeva come una femminuccia. Brizio aveva percorso le scale nel senso inverso e con i polmoni che ancora gli bruciavano era rientrato a casa. Sera chiuso nella sua camera, non aveva voluto parlare con nessuno. Poi, il tempo aveva fatto il suo corso e anche i pi duri avevano accettato la presenza di quel bambino cos timido. Dopo alcuni anni era ancora domenica, lo Storto festeggiava la vittoria della Magica con Brizio sulle spalle mentre la madre osservava muta dalla finestra dellinfanzia. Le Supremes erano ancora impigliate nellaria.

3.
Mario era lidraulico (probabilmente dorigine italiana) pi famoso del mondo. Mario aveva un fratello gemello di nome Luigi. Oltre a tubature e serpentine i due gestivano una pizzeria. Mario
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doveva attraversare il Mushroom Kingdom, annientare le truppe di Bowser e salvare la principessa. Mario eliminava i suoi nemici semplicemente saltandoci sopra. Mario amava i funghi, ne ingeriva in quantit trasformandosi in Supermario e divenendo invincibile. Mario aveva attraversato ben otto mondi esplosi alla maniera di un foruncolo dalla mente nipponica di Miyamoto ed entrati di prepotenza nelle case di tutti i ragazzi del mondo insieme a una consolle di plastica. Lo Storto e Nanni avevano percorso quei mondi nelle vesti di Mario e Luigi, serano mossi in ambienti bui e sotterranei, avevano fatto una grande scorpacciata di funghi nello schermo e playgin nello stomaco smorzando di tanto in tanto con una trentina di gocce di tavor. Per interi mesi nella camera tre per tre dello Storto serano avvicendati i ragazzi del Parco per combattere contro le armate di Bowser: il Cane si smozzicava la lingua a ogni salto mentre er Delega non riusciva mai a sopravvivere oltre il secondo livello. Quando il Gustav si present anni dopo con un francobollo contenente ben venticinque miniature di Supermario, per Chicco non ci furono dubbi, quella sera avrebbe sconfitto i nemici e fatto lamore con la principessa. Baratt il francobollo con una palla di fumo a soldi rifatti, ancora da pagare. Si lav le mani alla fontanella e ne inger un quartino, la testa del povero Mario. Dopo un bel chinotto da Franco salt sul motorino e si diresse verso
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lo smog della Capitale, la Stazione Centrale. Davide tornava dalla naja e questi voleva condividere con lamico il nuovo videogame. Lo Storto si ferm due volte in mezzo alla strada, in un bar pieno di extracomunitari cerc un chinotto ma dovette accontentarsi di una birra ghiacciata. Scipp fuori programma la borsa ad una nonnetta in un incrocio poco affollato e si diresse coi pochi spicci trafugati alla Stazione. Qui caric lamico, non si vedevano da un anno, un anno di servizio militare al nord. La fanteria dello spazio laveva chiamata Chicco: spediva mensilmente le palle di fumo che Davide vendeva ai commilitoni. Due chili, otto palle a settimana. Sabrinella sera occupata dei viaggi. Lo Storto finanziava il treno e la coca che poramamma si sparava nel naso. Davide riceveva il pacchetto e talvolta faceva allamore con Sabrina in un motel squallido. Molto spesso questo lo rendeva triste. Alla spedizione successiva restituiva al socio una quota di tutto rispetto. In caserma aveva conosciuto un altro ragazzo proveniente dalla Capitale, un tatuatore, e sera tatuato sulla spalla destra San Antonio con in braccio il Bimbo. *** Davide mont in sella senza dire nulla, accennando ad un semplice sorriso. I due attraversarono la Capitale e si diressero verso il Lungotevere Zozzo ove Chicco gli porse un quartino. Faticarono un po a riprendere il filo con le consuete cazzate, poi tracannarono due birre e altri due quartini e tutto fu pi chiaro.
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Lo Zozzo Tevere scorreva giallo come piscio di vacca e i due tiravano sassi dal ponte alle piccole imbarcazioni intente a risalire il fiume. Davide pens a Sabrina e a quella serata sul Jolly. Un pallone galleggiava trasportato dalla corrente fermandosi nei gorghi in prossimit del ponte. Sembrava rappresentare linfanzia violata. Un sassofono riscaldava laria per poche monete. Stiamo crescendo, aveva iniziato Davide. Non possiamo rimanere attaccati a quel muretto del cazzo. Guarda la citt, guarda tutta questa gente. Per loro non sei nessuno. I tratti somatici di Chicco serano dun tratto ammorbiditi, guardava lamico negli occhi, per la prima volta sembrava ascoltare e comprendere le sue ragioni. Non possiamo continuare a rimpiangere la nostra sfortuna e i palazzi grigi dove siamo nati. Dobbiamo fare un salto di qualit, concederci un futuro diverso, dobbiamo trovare la maniera di non crepare in quelle case occupate di merda. Davide tirava su con il naso e cominciava a muovere circolarmente le mascelle. Cosa ci resta dei soldi che abbiamo guadagnato arrischiandoci nella vendita di un pezzo di fumo? Nulla, un motorino e questi vestiti di marca, che tra qualche mese saranno passati di moda. Lo sai che fine fanno quelli come noi? Crepano o finiscono in Albergo, a spese dello stato. Il volto dello Storto era tornato aguzzo: Io al gabbio non ci voglio pi andare! Fanculo Regina!
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questo il punto, replicava Davide. tempo di fare un salto di qualit, di levarsi dalla strada. Non abbiamo mai lavorato e non lavoreremo mai, non vero che il mondo si conquista spaccando le pietre, il lavoro rende pi schiavi del gabbio. Dobbiamo cambiare. Lo Storto aveva ascoltato attentamente le parole di Davide, i due serano chiusi in un silenzio contemplativo. Il Tevere Zozzo continuava a trasportare mucillagine e sporcizie, Davide pens che tutti quei detriti prima o poi sarebbero arrivati nelle loro case, alla foce. Da quella Foce dovevano risalire.

4.
Lij aveva ritirato il biglietto al casello della Aigunda de la Cominitat Europea e sera diretto spedito verso la citt di Valencia. Dieci euro e trenta. Massud sonnecchiava appoggiato al vetro del furgone. La strada era deserta, una notte come tante, Lij pens a tutti quei palloni e ai bambini pakistani di sette, otto anni, intenti a cucire il cuoio. Palloni di tutte le marche e dimensioni. Una storia molto simile alla sua e a quella del suo villaggio. Guid senza fumare fino a Sagunto, qui usc dallautostrada e accost presso un bar, torn con due panini e vide Massud che lo aspettava sgranchendosi le gambe di fronte al furgone. Questo era il terzo carico per Massud, non lavevano mai fermato. Il viaggio durava quasi due giorni ma, tornato in Spagna, riusciva
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a racimolare molti soldi. Spediva la met alla famiglia. Otto fratelli e cinque sorelle. I due si alternarono alla guida per lintera nottata, pagarono pedaggio a Terragona e a Martorell. Massud vide le indicazioni per Barcellona allontanarsi. Entrarono in terra francese che albeggiava, la costa si allontanava e si apprestava una nuova sosta. Massud si ferm nei pressi di Montpellier, acquist due baguette e segu il compagno al bagno per urinare. Tornati in macchina rinfrancati dal caff fecero il pieno al furgone e ripresero il cammino alla volta di Marsiglia. Il tratto che stavano per attraversare era il pi pericoloso, Massud aveva due cugini che vivevano a Marsiglia, si sarebbe potuto fermare per riposare un po. Ma Marsiglia mostrava movimenti macabri. Linfamit era un morbo dilagante in quella citt. Uno dei suoi cugini era stato arrestato pi di una volta a causa di spiate provenienti dai suoi stessi contatti. A Marsiglia guardie e ladri erano una cosa sola, Massud lo sapeva e sapeva che nessun poliziotto si sarebbe fatto sfuggire un carico cos gustoso. Stavano ancora percorrendo il tratto di strada che da Marsiglia conduceva a Toulon quando una macchina della polizia fece segno di accostare. Massud disse a Lij di stare calmo, prese la 38 dal cassettino e lasci scivolare la canna fredda tra le mutande. Lij abbass il finestrino, fece per non capire le richieste del poliziotto rispondendo in inglese. La guardia insisteva perch facevano sempre cos, laveva raccontato il cugino a Massud: anche se capivano perseve61

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ravano le loro richieste nella lingua che credevano fosse la prima al mondo. Lij esib i documenti. I due verificarono a lungo le generalit del ragazzo: Thomas Soynka, nato a Barcellona e ivi residente, nessun precedente penale. Anche la targa del furgone risultava spagnola e registrata nella medesima citt, sembrava tutto a posto. Poi il secondo agente fece cenno a Lij di scendere e aprire il cassone dietro. Massud fece scattare la sicura della 38 e cominci a osservare attentamente il movimento dei tre dallo specchietto retrovisore. Lij e i due agenti erano scomparsi dalla visuale, mentre provenivano dei rumori dal retro. Fin per perdere la calma. Le guardie stavano toccando i palloni. Con un salto fu gi, la 38 schiacciata sulla gamba camminando raso il profilo destro del furgone. Stava per voltare sul retro con larma spianata, pronto a fare i primi due morti nella sua carriera di corriere, che subito dovette ritirare la canna negli slip sentendo delle strane risa provenire dal cassone. La guardia che li aveva fermati aveva rotto una delle sacche, i palloni serano rovesciati ambiguamente nel grande vano. Il tizio ne aveva preso uno e laveva passato al collega, poi un altro con cui aveva cominciato a palleggiare quasi a volerne saggiare la perfezione. Tutto contento aveva dato una pacca sulla spalla di Lij mentre continuava ripetere Thierry Henry, Thierry Henry. Si riferiva alle prodezze del giocatore dorigine martinicana che militava nella nazionale francese. Massud colse loccasione per unirsi al palleggio, i due agenti salutarono e portarono i due palloni nellautopattuglia. Lij torn alla guida in silenzio. Massud decise di riporre nuovamente la 38 nel cassetto.
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5.
Brizio era entrato alluniversit con un anno danticipo. Aveva comprato una vespa PX, percorreva ogni mattina la via del Mare, poi il Lungotevere Zozzo, in soli trenta minuti era in aula. Sera iscritto a un corso monografico su Alberto Savino intento a riportare alla luce il genio del povero fratello di De Chirico messo in ombra dalla maestosit di questultimo. Il pomeriggio studiava in biblioteca e seguiva dei corsi sullipermelodrammaticit dellopera almodovariana. Il sole calava insieme allo smog sulla Citt Eterna e Brizio era nuovamente in sella, trenta minuti e un chinotto al bar di Franco con gli amici. Aveva trovato un equilibrio nuovo, superiore. Sera rifiutato di conformarsi a un atteggiamento o a una classe sociale. Diveniva giorno dopo giorno avvezzo di uomini e profili. Il giorno alluniversit, lezioni interessanti, altre noiose, piccole scorribande politiche, comode e fesse allo stesso tempo. La sera tornava alla Foce, al Parco, tra i suoi amici di sempre. Con gli anni era riuscito a tenersi fuori dagli impicci, aveva resistito pi volte alle proposte inferte dallo Storto di cominciare a fare la retta, sera drogato s, ma con dovizia, senza mai sgarrare, sempre con unidea fissa in testa. Nel tempo aveva anche assunto una funzione allinterno del Parco: Chicco e Davide non facevano mai una mossa senza consultarlo, traduceva le parole astruse dei verbali, quelle dei giornali
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a volte: Blitz al Parco dove i giovani tornano dopo le incursioni in negozi e tabaccherie del centro. Altre volte sera limitato allopera di traduzione di alcune parole feconde nelluso comune ma difficili da interpretare. Un pomeriggio pass pi di tre ore in piedi sulla panchina a illustrare il significato della parola coatto. Era stato ore a spiegare il concetto sociale di costrizione a gente che si sentiva libera in tutto e per tutto. Coatto significava costretto, costretto da uno status sociale, costretto da uno status giuridico, dalla locazione geografica, dalle guardie, dalla paura del gabbio. Erano costretti dalla droga, dalla cocaina in primis, dagli abiti di marca che indossavano, dalle pubblicit di quei televisori sempre accesi che sostituivano ogni discorso famigliare, costretti da quel Parco, dalloscurit di certe notti, dalla loro provenienza, dalla Foce che non e non diverr mai la sorgente. Quella era la costrizione: due ragazzi in gamba, intelligenti come Chicco e Davide, non avrebbero mai fatto una fine degna dei loro cuori e del loro cervello. Si sarebbero sempre costretti a fuggire, a scappare dalle Madame, dalla bevuta, dal gabbio, dalla morte. Brizio aveva scritto le lettere per la madre analfabeta dello Storto al figlio carcerato, laveva accompagnata allHotel Regina, aveva parlato con un avvocato annoiato e superficiale, sera fatto carico di quelle ansie e di quelle frustrazioni, sera costretto e amalgamato con quel sistema pur rimanendo schivo e autonomo. Spesso aveva pensato che i suoi amici del Parco, da coatti che erano, fossero in realt pi liberi di molti suoi compagni delluni64

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versit. Un ragazzo al Parco guadagnava come un manager, non accumulava ricchezza perch non pensava al futuro e spendeva tutto in droga e cazzate. Un buon venditore al Parco avrebbe potuto vendere di tutto. I soldi facili andavano via felici come erano arrivati. Le ragazze del Parco nascevano adulte, allet di diciassette anni rimanevano incinta delegando a piccoli esseri in fasce un futuro migliore del loro. Talvolta Brizio aveva portato qualche amico dalluniversit, alcuni serano uniti per una notte alle scorribande sudate del Parco, tutti, poi, serano chiesti per quale motivo frequentasse quellorda di miserabili. La risposta risiedeva nella lungimiranza del ragazzo, nella truce concettualit della costrizione. Per Brizio, erano tutti dei coatti anche lavvocato dello Storto, la sua borsa di pelle, quella giacca di tweed e la tessera dei Canottieri Lazio. Tutti erano una sorta di circostanza per il Lungotevere Zozzo. Solo che alcuni erano pi fortunati di altri e Brizio proprio agli altri, ai pi sfortunati, avrebbe dedicato unopera di scrittura, un romanzo privo di pregiudizi, una storia corale. Una volta sera appuntato della bevuta dello Storto. Nazzareno aveva parcheggiato la 12F allestremit orientale del Parco, dalla parte opposta al bar di Franco. Con Bambino erano entrati nel palazzone grigio, approssimativamente alle sei di mattina, lo Storto aveva tirato tutta la notte e il Tavor aveva appena cominciato a mollare la presa della merce. I due avevano abbattuto la porta di legno marcio con una semplice
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pedata, poi Bambino aveva sparato un colpo su Mafalda, lo staffordshire della sorella dello Storto, Chicca. In realt il nome di Chicca era Concetta, ma tutti la chiamavano cos per via del fratello. I guaiti del cane, ferito a una zampa, serano sentiti per tutto il palazzo, lo Storto era stato colto da una paralisi facciale. Bambino lo ammanettava mentre Chicca sbatteva la testa sulla lettiera minacciando che li avrebbe denunciati per violenza. Per Chicco furono due notti da incubo. Torn con il sopracciglio spaccato e il labbro gonfio. Lavevano picchiato per ore in una cella piccola e maleodorante e lui, imperterrito, non aveva fatto il nome di nessuno. Erano stati costretti a rilasciarlo. Per questo avevano scaricato a pugni e calci la loro frustrazione. Non contento Nazzareno aveva deciso di illuminarlo sulle forme atipiche del suo aspetto. Gli aveva raccontato a grandi linee del ventennio che aveva portato tutti gli sfollati in quei palazzoni grigi, di suo padre, e della tossica con cui viveva che poi mise al mondo un bimbo deforme. Lo Storto ruggiva rabbia quando la 12F sgomm alzando un polverone davanti allofficina di Mimmo.

6.
La pasquetta era arrivata a mattina inoltrata. Gustav aveva gi occupato parte del campetto delle bocce con limpianto. Non mancava nulla: due piatti, il mixer e un amplificatore da mille. Er
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Delega dirigeva la disposizione delle casse valutando la diffusione del suono. Gustav aveva piazzato un cavo lungo le scale che attraversava la strada e raggiungeva la carrozzeria di Mimmo. Per loccasione Nanni aveva disposto la sua macchina a spina di pesce. Onde evitare il traffico improprio, aveva replicato a Franco quasi fosse un vigile urbano. Verso mezzogiorno serano presentate Sabrinella e Chicca e avevano cominciato ad armeggiare con il frigo, avevano cucinato per tutta la mattina. Nanni sera rivolto al cugino in una lingua zingara, mista di viaggi e sud, del tipo: muta hili, che significava sempre figlio di puttana o qualcosa di simile. Quello sera affrettato ad accendere il fuoco. Poi era arrivato lo Storto, aveva trapiantato il culo sulla panchina facendo alzare Chicca che fumava la prima canna della mattina e aveva cominciato a spillare un po di fumo con il suo Opinel piccolo e affilato. Alluna il fuoco era alto e il Gustav passava ai primi dischi techno della giornata, mentre il resto della comitiva arrivava richiamata dal suono assordante delle casse posizionate dal Delega. Lo Storto aveva appena congedato un cliente che fece capolino Spiccio dalla discesa con una vespa nuova nuova. Spiccio, il tossico che non vale neanche uno spiccio, aveva fatto due giri panoramici attorno al Parco e poi sera posizionato supplichevole al cospetto dello Storto. Spiccio veniva dalla Piazza, dalla Piazza era stato rinnegato perch caveva er vizietto de la robba e di tanto in tanto veniva al Parco per fare le sue tristi proposte commerciali. Tornava
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fresco fresco dal tribunale, uscendo sera imbattuto in quel vespino di un avvocato che stava prendendo un caff, ne aveva saggiato lo sterzo libero e con un cacciavite aveva forzato il quadro. Se nera tornato felice con la robba che gli brillava gi negli occhi. Aveva detto sessanta, lo storto aveva replicato trenta, quello aveva contrattato trentacinque, lo Storto aveva allora ricacciato il tocco di fumo tra le palle e aveva risposto: Venti e te ne vai affanculo che stamo a lavor. Quello aveva mutato la sicurezza in sudore e sera accontentato dei venti, lo Storto avrebbe fatto un bel regalo a Brizio, avrebbero rivestito la sua vespa arrugginita con la carrozzeria nuova del PX dellavvocato. Intanto il Gustav continuava a colpire laria calda con note industriali di spessore equivoco mentre Nanni era intento a girare la griglia ricolma di ali di pollo sculettando. Alcuni morti di fame della zona serano aggiunti al picnic mentre Davide scendeva dalle scalette di tufo assonnato. Chicca aveva allestito due grandi tavolacci al centro del campo di bocce e serano seduti a mangiare. Davide perlustr velocemente la tavola, cerano tutti, ma qualcosa non tornava, qualcuno mancava. Analizzava sempre tutto, questo gli aveva parato il culo in molte occasioni. Er Gettone. A tavola mancava quel roscio del Gettone. Nanni aveva un cosciotto di pollo bruciacchiato tra i denti quando sentirono un grido provenire dalla cima delle scale. Barbara, la sorella del Pitone, sbracciava strafatta. Lo Storto moll il pranzo e risal velocemente le scale con Davide.
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La sorella del Pitone era arrivata tutta infalopita in cerca di una busta. Sulle scale aveva incontrato il Gettone che aveva preso i soldi con un ci penso io scomparendo allinterno di un palazzo per poi uscire dallentrata posteriore. Quella era rimasta impalata per pi di mezzora per poi scoppiare in quelle urla isteriche che tutti avevano sentito. Davide sera inalberato ma per Chicco la Legge era pi importante, il loro problema era che Gettone avesse fatto una cosa del genere sulla loro piazza, nel luogo dove vendevano loro, non che lavesse perpetrata ai danni della sorella del Pitone. Chicco e Davide fecero spallucce e tornarono al tavolo. I problemi di Barbara non erano affar loro. La ragazza and via urlando a squarciagola, dai palazzi intorno saffacciarono molte persone. Intervenne Nanni col microfono: fateve li cazzi vostra!. Quindi lo zingaro sfoder la sua piccola collezione di vinili. Il primo assaggio di Nanni ai piatti fu Franco Califano: S, daccordo lincontro, unemozione che ti scoppia dentro linvito a cena dove c atmosfera, la barba fatta con estrema cura.... La macchina a lavare ed era ora! Hai voglia di far centro quella sera, si daccordo ma poi. Chicca e Sabrina erano salite in piedi sul tavolo e avevano preso a urlare allunisono: Tutto il resto noia, no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia. maledetta noia. Il pranzo scorreva dolce, il vino di Nanni era niente male e la musica cominciava a fluire nel copro trasportata dalle meraviglie dellalcool. Per un attimo la serenit sembro scendere su quel luogo
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come un manto candido. Anche Davide, in genere silenzioso e corrucciato, sembrava sollevato. Purtroppo quel momento suon come un attimo, stavano assaporando un caff offerto dalla madre dello Storto quando il Pitone e gli altri della Piazza invasero con una Mercedes rubata il campetto delle bocce. Quando Davide vide che allinterno della macchina cera anche Barbara cap tutto e fece scattare il serramanico sotto al tavolo. Lamante di Gianni Celeste in vinile crocchi tra le mani di Nanni proiettando quel momento in un altrove immobile. In un attimo Davide fu testa a testa col Pitone mentre dalla macchina scendeva un altro dei ragazzi della Piazza con una Browning automatica. Lo Storto non aveva dubbi, era identica a quella che avevano seppellito in pineta un anno prima, in attesa di tempi migliori. Chicco si fece avanti calmo restituendo una banconota rossa fior di conio al Pitone e replicando che non si rovinava un pranzo cos per mezza piotta. I ragazzi della Piazza tornarono alla macchina sicuri dessersi fatti rispettare mentre al Parco la bella giornata sera data per sempre.

7.
Lij e Massud avevano raggiunto Nizza in un batter docchio aiutati dallautostrada poco trafficata. Serano fermati a Cannes per il pranzo. Massud aveva ordinato delle cozze gratinate in un lussuoso ristorante con una splendida vista sulla Costa Azzurra. Avevano be70

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vuto una bottiglia di Adoration Ctes du Rhne, un vino bianco dal sapore dolciastro ma dal prezzo assai amaro. La stanchezza cominciava a farsi sentire mescolata alla leggera sonnolenza prodotta dal vino e dal pasto. Usciti dal ristorante serano recati al furgone e Massud aveva additato uno dei palloni. Voleva saggiarne un po del contenuto. Lij non era daccordo, dovevano rimanere lucidi fino alla fine del viaggio. La sua purtroppo era unopposizione debole, anche a lui era venuta voglia di assaggiare un po di cocaina. Massud sollev cinque palloni di quelli estratti dalla sacca dalle guardie francesi lasciandoli ricadere e rimbalzare nel furgone, il sesto fu quello giusto. Unincisione quasi invisibile percorreva longitudinalmente la sfera da parte a parte. Proprio accanto alla valvola per il gonfiaggio, avvicinando il pallone agli occhi, Massud riscontr la presenza di un piccolo filo di nylon spuntare ritto come un capello. Aiutandosi con un piccolo serramanico, fece per sciogliere il broglio cui il nylon sembrava legato e la palla si apr in due calotte distinte. Allinterno Massud scorse la camera daria gonfia contenente un pacchetto traballante. Bast una lieve pressione del serramanico che sput fuori laria riducendosi ad uno straccio di gomma. La merce era sapientemente incartata con del cellophane molto spesso, quindi il pacchetto era stato chiuso sottovuoto in una plastica per alimenti, questa era stata avvolta in una carta marrone completamente ricoperta di scotch da pacco. Massud cap che fare il procedimento inverso sarebbe stato impossibile per cui inizi a
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fantasticare con Lij sulla storia che si sarebbero inventati alla consegna e poi al ritiro dei soldi tornati nella Capitale. Avrebbero utilizzato la storia delle guardie marsigliesi, avrebbero raccontato di aver dovuto dividere una parte di quel pacchetto con i due stronzi per salvaguardare il resto del carico di cui i poliziotti non serano neanche accorti. Lij non sembrava molto convinto, entrambi sapevano che un solo errore in quella spedizione avrebbe significato la loro morte e che nessuna variante al progetto originario andava presa con leggerezza. Mentre parlavano chiusi nel vano del furgone, Massud aveva gia aperto il pacchetto. Lodore della squamata lo fece quasi svenire, si stava letteralmente cacando sotto. Lantro angusto del furgone sera riempito di un olezzo simile a quello dei solventi: buono e forte a un tempo. Massud aveva lasciato cadere un bel po di polvere per terra ma preso dalleuforia non se nera neanche curato. Intaccato il panetto col serramanico affilato, sera immediatamente cacciato un sassolino in bocca cominciando a smascellare pochi secondi dopo. Poi aveva preso i documenti del furgone e vi aveva steso altre due sassolini passando il tutto a Lij. Aveva diviso il contenuto del pallone: aveva stipato un quarto, di cui pi della met era rovinata a terra, in un cartoccio di giornale, il resto laveva riposto nei resti esanimi della palla, laveva ricucita alla buona, appariva sgonfia e malandata, ma si perdeva nel mucchio. Poi Lij gli aveva reso i documenti del furgone con i due sassi bian72

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chi e brillanti. Massud aveva preso a schiacciarli avidamente con una carta telefonica lanciando schegge per ogni dove. Un piccolo sassolino sincagli sul maglione di Lij che ne saggi il sapore amarognolo cominciando presto a seguire lamico nellavido gioco di mascelle. Da tutto quel lavorio risultarono tre botte lunghe circa sei centimetri. Massud tir avidamente la prima rischiando di vomitare sullamico per il singulto nervoso che ne deriv. Lij divise la sua in due che diresse in due tempi consecutivi in ambedue le narici. La terza botta venne accuratamente inserita in due sigarette cave e prive di filtro, che i due si accesero tornando al furgone e lasciandosi alle spalle nuvole bianche come un mandato di cattura. In quella mezzora la Costa Azzurra era migliorata, era ancora pi bella, il soffice tappeto sonoro del mare sera finalmente distinto dal rumore delle auto e i raggi solari attraversavano il parabrezza raggiungendo direttamente lo stomaco. Massud sorrise, quel viaggio stava prendendo una nuova piega, piacevole e calda.

8.
I giornalisti italiani sono una manica di coglioni rattrappiti. In uno dei suoi comizi pomeridiani Brizio li aveva condannati a vita. Nei trafiletti di stampa sostenevano nel Belpaese non esistesse il problema del crack. Secondo la stampa italiana, il crack, la droga che stava rovinando gli Stati Uniti, non aveva attecchito in maniera pre73

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occupante nei giovani del Mediterraneo. Troppo complesso il suo approvvigionamento, troppo devastanti gli esiti del suo consumo. Tutte cazzate. Una cosa era vera, il crack in Italia non era mai arrivato, ma solo per un motivo: nel Belpaese anche il tossico pi strafatto era in grado, con alcune semplici accortezze, di derivare il cristallo dalla cocaina smerciata ovunque. Era questo il problema del Gettone. Ormai lo sapevano tutti. Numerose volte sera smarrita la merce in sua presenza e poi questi era sparito per diversi giorni. Altre volte lavevano visto camminare da solo, gli occhi rivoltati e miotici a profetizzare la fine del mondo. Er Gettone aveva un grosso problema, er Gettone coceva, non pippava pi la cocaina, se la cucinava. Per carit, nulla in contrario, al Parco tutti avevano cotto qualche volta, lo Storto in un viaggio di canne e relax con il Nanni a Rotterdam sera fumato mezzetto in una sola notte. La cottura era una vecchia usanza. Zio Primo coceva con il bicarbonato ai tempi in cui Muhammad Ali si massacrava di botte con Frazier a Manila. La stampa aveva chiamato quellincontro: Thrilla in Manila. Quindici riprese di sangue. Per cuocere, bastava rimediare cocaina con una buona percentuale di purezza, quindi riscaldarla con lammoniaca. Ai tempi del padre dello Storto la cottura avveniva con bicarbonato e acqua, poi definitivamente sostituiti dallammoniaca a causa del basso grado di purezza della cocaina in circolazione.
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La cottura avveniva in un semplice cucchiaio riscaldato da un accendino; in pochi secondi la cocaina abbandonava tutte le impurit mostrando il cristallo base. La base libera. Il cristallo puro. Per fumarlo veniva utilizzata una lattina piegata in due al cui incavo venivano fatti dei piccoli fori su cui adagiare il cristallo, oppure un narghil artigianale ricavato da una bottiglia di plastica Con un grammo di cocaina potevi fare uno, due, massimo tre tironi. Leffetto era devastante. Un rumore di coccio rotto. Crack appunto. Bastava passare una notte a fumare per essere colpiti da cacarella e mal di stomaco allindomani, da quella voglia ambigua di cuocere ancora, di non dire mai basta, di bruciare tutto senza tener conto di niente e di nessuno. La cottura rendeva schiavi pi dogni altra cosa, questo era il problema del Gettone. La sera che Nanni e Chicco cucinarono a Rotterdam fu indimenticabile. Tirarono per sei ore consecutive e passarono il resto del fine settimana a percorrere tastoni il pavimento dellalbergo nella ricerca di qualche sasso sfuggito al computo. Il Gettone sera cotto il cervello non cerano dubbi. Frequentava sempre meno il Parco, si raccontava avesse letteralmente prosciugato il conto della nonna e venduto ogni cosa la povera vecchia possedesse. Durante le feste natalizie era entrato in cartoleria con un Opinel cinque dita e aveva rubato lincasso della giornata. Lavevano riconosciuto tutti nonostante fosse a volto co75

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perto. Non lo volle denunciare nessuno. Unaltra volta Chicca laveva visto percorrere velocemente la vietta dietro il bar di Franco con in braccio un televisore. Sera proprio rovinato. *** Il Cane stava chino sul PX di Brizio insieme a Tarza, Mimmo aveva messo a disposizione lofficina, avevano deciso di non praticare uno spoglio, la vespa dellavvocato era immacolata mentre quella di Brizio veramente da buttare. Serano adoperati con un frullino di precisione a lavorare i numeri del telaio sotto la chiappa, lavevano staccati con dovizia e con un piccolo saldatore attaccati sulla vespa malandata. Nando, il figlio di Mimmo, aveva dato il colpo di grazia con laerografo. Poi la vecchia vespa di Brizio venne consegnata al Pank. Il cretino fece una serie di acrobazie prima di piantarla definitivamente in uno dei rivoli dello Zozzo Tevere che attraversavano la Pineta. Tarza la fece affondare del tutto con una mazza. Brizio stava provando il nuovo bolide quando videro passare il Gettone scalzo e sognante. A tutti fu chiaro che non cera pi nulla da fare.

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TRE ECCE HOMO

Ascoltatemi! Poich io sono questo e questaltro. E soprattutto non confondetemi con altri!

1.
Dopo la storia con quelli della Piazza, lo Storto e Davide erano tornati a cercare la Browning che avevano seppellito in pineta lanno prima. Dovettero scavare un poco prima che il calcio si facesse visibile, avvolto da una spessa busta trasparente. Accanto allarma, in un cartoccio, erano stipati otto proiettili calibro dodici. Tutti avevano seppellito qualcosa in pineta. Un motorino rubato, un cane morto, una palla di fumo, una pistola. Tutti possedevano una pistola acquistata al mercato nero, veniva seppellita just in case, questo era il termine coniato dallo Storto. Stava diventando un tipo internazionale. Poi i due soci serano recati a casa del Pank, Chicco aveva preparato diversi stecchetti di fumo pronti per essere venduti. Aveva ri79

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posto la palla intera nel microonde e poi laveva affettata come un salame. Delle fette aveva fatto una miriade di asticelle. Dieci euro luna. Nel frattempo Davide aveva cotto cinquanta grammi di mannitolo in una scodella. Il mannitolo si scioglieva, si rapprendeva e poi veniva schiacciato e polverizzato. Era un ottimo taglio per la merce. Economico, buono e poco invadente. Quindi aveva riversato il panetto da cinquanta grammi di cocaina sul tavolo e laveva doppiato col mannitolo. Chicco aveva annuito testando con due grandi botte e accendendo subito una sigaretta. Poi Davide aveva preso una busta del supermercato e ne aveva fatto tanti piccoli pezzi circolari con una forbice affilata. Per pesare la cocaina avevano utilizzato una Tanita, lormai storica bilancia di precisione, il cui possesso, unito o meno alla presenza di stupefacenti, rappresentava di per s un mandato di cattura. Ripose la cocaina nei pezzi di plastica misurando pi di novanta dosi da zero sei. Ne porse dieci allo Storto e cacci il resto nella caldaia sul balcone. Chicco trattenne solo una trentina di asticelle di fumo e ne pass cinque al Pank per ripagarlo del disturbo. Al Parco sera presentato er Pitone tutto spavaldo con Nikita tra le gambe. Il cane del Pitone era niente male: un bull terrier puro, una testa gigante, la dentatura perfetta, in passato sera arricchito nella vendita dei cuccioli. Chicca stava pascolando Mafalda ai bordi del campo delle bocce. Il Pitone colse loccasione per sciogliere Nikita. Il bull terrier incontr il cane dello Scenziato che risaliva sciolto le scalette di tufo, si annusarono e tirarono per la loro strada.
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I cani di sesso opposto non si attaccano mai. Poi Nikita punt Mafalda avventandosi sulla preda con una grande falcata. Chicca liber lo staffordshire. Mafalda aveva ancora la zampa fasciata, pesava dieci chili in meno del bull terrier ma non si fece atterrare. I due cani si confrontarono per alcuni minuti petto a petto ringhiando come due boxeur professionisti. Poi Nikita afferr lorecchio destro di Mafalda tra i denti strappando un lembo da cui cominci a schizzare sangue. Liberatasi dalla presa, Mafalda addent il bull terrier alla testa, nello spazio tra locchio e lorecchio destro. Come dogo o molosso pronto ad azzannare senza latrato. Davide e Chicco erano corsi verso i cani che si tiravano da una parte allaltra. Il Pitone aveva afferrato il suo dalle zampe posteriori sollevandolo e tirandolo a s. Chicco aveva afferrato Mafalda dalla parte opposta. A nulla valsero le urla di Davide che invitava il Pitone a non tirare, Mafalda non mollava la presa e Nikita mostrava un taglio sulla testa che si allargava a ogni strattone. Tutta la forza dei cani si esprimeva nel chiudere la mandibola, erano tagliole con le zampe e una volta chiuse le fauci non erano pi in grado di aprirle. Poi era intervenuto lo Scenziato. Aveva infilato un tronchetto appuntito nella bocca di Mafalda facendo leva affinch mollasse. Mafalda lasci la presa. Nello stesso momento il Pitone moll nuovamente Nikita. Nella
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furia, invece di azzannare lo staffordshire, il bull terrier afferr il polpaccio dello Scenziato lasciando un segno simile ad un numero sette. I nonni osservavano dal campo delle bocce impietriti. La scena si era conclusa. I cani tornavano a catena ansimanti e insanguinati. Lo Scenziato risaliva a fatica le scale quando si vide parcheggiare davanti la 12F. Bambino e Nazzareno passarono oltre e si avviarono verso il campo delle bocce. Chicco pass il guinzaglio alla sorella facendo segno di allontanarsi dalla parte opposta mentre le guardie si avvicinavano. I due ignorarono stranamente il Pitone che risaliva le scale con il bull terrier dolorante e cominciarono la solita tarantella con Chicco e Davide. Vennero fatti mettere di spalle, gambe divaricate e mani appoggiate alla rete del campo. Bambino perquis Davide senza sortire risultati, lo stesso fu per Nazzareno con Chicco. Questultimo per, non si accontent e obblig lo Storto a denudarsi e a flettersi in mutande. Facci vedere come fai la ranocchia!. Lescrescenza che fuoriusciva dagli slip risult fin troppo evidente. Nazzareno stava ammanettando lo Storto quando intervenne Davide. robba mia. Uso personale, meno di venticinque grammi. Francesco me la stava solo reggendo. I due si avventarono su questultimo e lo portarono in caserma. Lo Storto sera salvato. La sera calava sul Parco e Davide era di ritorno: un precedente
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sulla fedina penale, diversi appuntamenti con uno psicologo e numerosi dubbi sul rapporto tra il Pitone e le guardie. Detenzione di stupefacenti, solo detenzione. Per lo Storto, con i suoi precedenti, sarebbe stato spaccio e detenzione. Davide era incensurato e in quella maniera aveva salvato lamico senza troppe conseguenze. La Browning riposava sotto un mattone allentrata del Parco. Just in case pens lo Storto.

2.
Lentrata in Italia dei due corrieri venne salutata da unalba di un rosso indefinibile. Lij osservava fuori dal finestrino dopo ore di conversazione senza pause. Avevano perso molto tempo ed erano stanchi morti. Massud gli aveva parlato di don Carmelo. Un uomo basso, severo e tracagnotto. Era nella sua villa fuori porta che avrebbero lasciato il furgone. Poi uno degli scagnozzi di don Carmelo li avrebbe accompagnati alla Stazione Centrale. Dai racconti dellamico Lij simmagin litaliano, il classico mafioso, severo e ridicolo a un tempo, e pens a tutte le spiegazioni che avrebbero dovuto rendere allarrivo. Per il ritardo, per la merce mancante. Effettivamente la novella delle guardie marsigliesi era congeniale ad ambedue le cazzate. Il rosso svaniva e gli stormi di uccelli invadevano laria con il loro cinguettio perpetuo. Massud aveva gli occhi scoppiati. Sera fermato consecutivamente in tre aree di servizio e aveva tirato come un
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elefante per tenersi in piedi. Labitacolo del furgone era pieno di fumo, intriso di un odore nauseabondo e stantio. Entrarono a Genova e qui si diressero al porto. Lij non era intervenuto con domande sulla deviazione dellamico, era il suo terzo viaggio e sicuramente sapeva cosa fare. Massud stette un po a osservare quelle navi che andavano e venivano, erano dei cargo simili a quello che aveva preso per arrivare in Europa. Lij stratton lamico e furono nuovamente in viaggio. Lautostrada italiana era stranamente deserta, raggiunsero Livorno e qui simmisero sullAurelia. Lo stomaco di Massud cominciava a brontolare. Mangiarono due bistecche in una trattoria, presero due caff amari e tornarono alla guida. Dopo un paio dore cominciarono a spuntare le indicazioni per la Capitale. La sera arrivava e la meta era sempre pi vicina. Massud decise per una nuova deviazione. Aveva continuato a tirare, la cocaina gli aveva strappato ogni volont, era divenuto un viaggio dinerzia e sera smarrito nella missione che doveva portare a termine. Percorse il Lungomare per alcuni minuti per poi svoltare in una strada deserta che attraversava un lungo tratto di pineta. Lij scorse delle piccole torce nelloscurit e cap dove stavano andando a parare. La strada nascondeva una miriade di lucciole pronte a concedersi al miglior offerente. Nel primo parcheggio incontrarono un gruppo di trans ubriachi e nudi, poco avanti tre ragazze dorigine rumena. Lij cominciava ad innervosirsi. Massud disse che sarebbero bastati pochi minuti e si sarebbe ripreso da quel torpore. Aveva preso di mira una delle ragazze del parcheggio dallaltra parte

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della strada, spiccava tra tutte in quanto era la pi vestita e aveva unaria triste e infreddolita. Savvicinarono allo sportello tre vecchie, la prima doveva avere pi di sessanta anni, la pelle logora e piccoli baffi malamente coperti da un fondotinta dozzinale. Massud fece cenno alla giovane che era rimasta indietro di avvicinarsi. Come ti chiami?, le chiese. Come piace a te, si sent rispondere. Come tua madre o come il cane tuo, dipende da cosa te lo fa rizzare. La piccola era una dura, erano bastate quelle poche parole per eccitare la fantasia allucinata di Massud. Dico davvero. Come ti chiami? Si chiama Sabrina. E tu stai buttando i tuoi soldi cazzone nero, rispose scocciata una delle vecchie. Accost il furgone dietro un cespuglio e fece segno a Lij di stare in silenzio; quindi chiam con un fischio la ragazza. Indossava una tuta sportiva e delle scarpe da ginnastica. Appena si avvicin, Massud ne pot valutare gli occhi intrisi di coca e tristezza. Apr il portellone del furgone e la fece salire sul retro. Le gambe di Sabrina affondarono nella miriade di palloni, gemette per lo stupore voltandosi verso Massud. Un letto daria solo per te. Sabrina fece per saggiare la perfezione di una di quelle sfere quando il nero la impietr strappandole di mano la palla ed invitandola a sdraiarsi senza troppi convenevoli.
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Sabrina sera innervosita, chiese una botta per riprendersi, Massud pens immediatamente al tappeto di coca su cui stavano per scopare. Lij sera acquattato nel posto di guida per non farsi notare dalle auto che transitavano in cerca di sesso a poco prezzo. Poteva sentire le voci stridule provenire dal retro, continuava a giocherellare nervosamente con il ciondolo facendolo roteare tra le dita. Sabrina sera denudata e aveva svelato un fisico esile e vulnerabile, Massud le aveva dato soldi e coca, poi, tristemente colpito dalla sua mancata volutt, laveva fatta girare e laveva presa prepotentemente da dietro. Del grosso cazzo di Massud, Sabrina non percep neanche lidea, trasportata da una paralisi muscolare simile a una ninna nanna. Dal ruggito sudato di Massud, Lij cap che avevano concluso. Sabrina si tir su i pantaloni e indoss le scarpe, quello laveva solo fottuta, non sera preso neanche la briga di palpeggiarla. Massud fece per tirarsi su i pantaloni che Sabrina apr il portellone quasi esausta di quellaria viziata, un misto di sudore e solvente per unghie. Scese dal furgone inciampando in alcuni palloni che dovevano essere fuoriusciti da una delle sacche. Una palla cadde senza far rumore, rotolando leggermente nellerbetta umida e fermandosi appena sotto la cabina di guida. Massud segu la ragazza sollevato da un grosso peso, richiudendo il portellone senza notare nulla di strano. Lij ingran la prima e venne via sgommando. Massud assaporava la notte tirando da una sigaretta spiegazzata, la vista del mare laveva calmato.
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3.
Il cortile di don Carmelo sera trasformato in un grosso posacenere. Aveva passato il pomeriggio fumando il sigaro in unattesa isterica. Quei negri di merda avevano troppe ore di ritardo sulla tabella di marcia. Il vecchio aveva inviato alcuni ragazzi della Piazza in avanscoperta. Gli aveva cacciato un mazzetto di banconote nelle tasche e chiesto di raggiungere il casello sullautostrada. Poi sarebbero dovuti tornare, osservando tutti i mezzi, senza mai superare i settanta chilometri orari. Dovevano telefonare nel caso avessero incontrato un furgone bianco con una targa spagnola. I ragazzi serano avviati increduli, avevano eseguito tutto alla regola. Con don Carmelo non si poteva sgarrare. Lui era lUomo, lunico supersite della Banda che aveva messo in sacco la Capitale. La Piazza era cosa sua. Tutti loro gli appartenevano. Purtroppo tornarono senza aver ottenuto risultati mentre don Carmelo continuava a fumare con un grosso cerchio alla testa. I cerchi alla testa del vecchio sfociavano sempre in una morte violenta. Carminiddu era nato a Belmonte Mezzagno, un piccolo paese vicino Palermo. Di qui sera allontanato ancora giovane, dalla montagna al mare, sera recato a Ficarazzi e aveva cominciato a lavorare su un peschereccio. Poi, con un grosso fagotto sulle spalle, aveva raggiunto prima il Continente e poi la Capitale. Carminiddu da Mezzagno sera fatto da solo. Divenuto un
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esperto pescatore aveva costruito una piccola fortuna con un banco di pesce in un mercato di periferia. Negli anni Ottanta era venuto a contatto con la gente che contava e da allora, ogni traffico che avesse attraversato quella porzione di costa, sarebbe divenuto affar suo. Carminiddu era stato il primo a intuire il valore dei videopoker. Ogni bar e ristorante del Litorale godeva della sua benedizione conservando allinterno due o pi macchinette. Carminiddu aveva partecipato al sacco di Roma, aveva fornito armi e uomini a quelli della Banda. Carminiddu era divenuto uno di loro. Carminiddu era potente, una sorta di Re Mida, tutto ci che toccava, trasformava in oro. I parcheggi nel periodo estivo, la prostituzione in Pineta, lo spaccio di stupefacenti, i finanziamenti comunali, i permessi dellufficio tecnico. Carminiddu aveva collaborato con la Dicci alla creazione di quelle periferie. Una leggenda raccontava avesse disegnato di suo pugno il nuovo piano regolatore. Nonostante possedesse gran parte dei cantieri del Litorale, Carminiddu non aveva mai voluto vendere il banco del pesce. Era una questione affettiva. Ricordava a tutti da quale povert fosse venuto lUomo. Don Carmelo era una celebrit. Aveva presieduto persino allinaugurazione della statua dedicata a quel Poeta morto malamente allIdroscalo. Carminiddu sapeva addirittura chi era stato ad ucciderlo. Carminiddu conservava una miriade di ricordi cos come conservava il suo banco di pesce. Tutte quelle storie sarebbero morte con lui. Don Carmelo aveva fatto costruire una villa faraonica a ridosso
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della Pineta in un tratto stranamente reso edificabile nel giro di pochi mesi. Nel grande giardino aveva messo due enormi mastini napoletani: Rocco e Siffredi. Era un amante del genere hard. Dietro la villa aveva una grossa porcilaia dove si raccontava facesse sparire tutte le bestie indegne. Tutte le strade appartenevano a Carminiddu, i ragazzi della Piazza erano i suoi manovali. Il Mare, anche il mare era suo, laveva lottizzato, chiuso, appaltato. Carminiddu era lUomo. E se stavi per strada, prima o poi dovevi fare i conti con lui. *** Sabrina sera chinata a raccogliere quel pallone insignificante mentre un liquido denso e caldo gli colava tra le gambe raggiungendogli le ginocchia. Aveva sollevato il pallone colpita del peso. Laveva lasciato rimbalzare notando lirregolarit delle sue volute. E con un calcio sgraziato laveva fatto rotolare dietro il cespuglio.

4.
Lo Storto, Brizio e Davide abbandonarono il Parco esausti dopo pi di due ore di tiri in porta. Er Delega non ne azzeccava una. Un portiere cos non sera mai visto. Avevano passato lintera serata ridendo e fumando, serano arrestati solo allarrivo dei clienti. Lo Storto elargiva stecchetti a tutto spiano e poi riprendevano a gio89

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care. Salirono sulla Uno, lo Storto alla guida, Davide accanto e Brizio dietro. Er Delega era rimasto in porta, sera appoggiato al muretto, non aveva capito che se nerano andati tutti. Percorsero il Lungomare con unandatura tenue, Brizio aveva messo una canzone di Rino Gaetano che sosteneva li riguardasse tutti. Chi sogna i milioni, chi gioca dazzardo, chi gioca coi fili, chi ha fatto lindiano, chi fa il contadino, chi spazza i cortili, chi ruba, chi lotta, chi ha fatto la spia, na na na na na na na na na. Lo Storto muoveva la testa deforme a tempo di musica. Sembrava gradire. La canzone non era ancora finita quando raggiunsero Sabrinella in pineta. Davide provava sempre una certa tristezza nel vederla in quelle condizioni. Ma non erano affari suoi. Brizio osservava stranito fuori dal finestrino. Due trans evidentemente ubriachi stavano litigando, il primo aveva strappato la parrucca al secondo rendendolo veramente ridicolo. Chicco sarrest un poco a osservare la scena. Sabrina attendeva appoggiata sulla staccionata a ridosso del grande cespuglio. Le gambe accavallate e laria imbronciata. Lo Storto scese dalla macchina e lavvolse con un abbraccio di circostanza. Davide si accese una sigaretta. Brizio calci la palla da sotto il cespuglio alle spalle di Sabrina. Voleva rompere quel silenzio cos gelido. La palla cominci a roteare radendo il suolo in maniera strana. Si appunt sul ramo ai piedi di Davide concludendo la corsa con un puff eroico. I tre sorrisero mentre Davide sollevava la palla notandone lin90

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consueta consistenza. La gir pi volte tra le mani: un cuore rettangolare con spigoli evidenti. Cacci il serramanico dalla tasca e vincise un taglio longitudinale traendone il fagotto che ne determinava il peso. Sabrinella cominci a frignare. caduta dal furgone di due negri che si sono fermati qui unora fa. Non lavevo mai visti prima. Brizio e Chicco serano avvicinati. Davide affond il serramanico nel cartone trovando una certa resistenza. Quando lo estrasse not una polvere cremisi riflettersi sulla lama. Avvicinandosi ai fari della Uno venne colpito dal bagliore delle schegge che ne derivavano. Lo Storto sintinse allora lindice alla lingua portandolo poi ad accarezzare la lama. Saggi quella polvere in pochi secondi di silenzio. A tutti sembr passasse uneternit. Appunt gli occhi alle stelle e poi al terreno, si volt verso Davide con un sorriso che sembr aprire uno squarcio nel suo volto deforme. Davide si cacci il pacco tra le palle. Serano capiti al volo. Brizio e Sabrina rimasero attoniti. Lo Storto si guard diverse volte attorno prima di fare le sue dichiarazioni saltando come un canguro. merce! Capito, merce! sana, capito, di ottima qualit. tanta, tanta come non ne ho mai vista prima, porca puttana!. Brizio cominci a capire mentre Sabrinella strafatta e annoiata si accomodava sul sedile posteriore dellauto. Davide raccolse i resti della palla e li gett in macchina, i tre mon91

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tarono quasi contemporaneamente e tornarono verso casa. Davide ordin allo Storto di guidare con cautela. Brizio non accese lo stereo nel viaggio di ritorno. Sabrina russava mentre un silenzio irreale, fatto di sogni reclusi per troppo tempo, ricopriva labitacolo scuro della Uno. I versi di Gaetano rimbombavano nella mente dei ragazzi. Un sorriso saccendeva nei loro volti. Chi sogna i milioni, chi gioca dazzardo, chi gioca coi fili, chi ha fatto lindiano, chi fa il contadino, chi spazza i cortili, chi ruba, chi lotta, chi ha fatto la spia, na na na na na na na na na.

5.
Quando Lij e Massud entrarono nella villa, don Carmelo stava tirando lombatine di carne fresca alle sue bestie. Guard con la coda dellocchio il furgone che oltrepassava il cancello mentre uno dei suoi scagnozzi lo scortava nel retro, nel capannone accanto alla porcilaia. Accese un sigaro, sembrava cercare la soluzione a quelle ore di attesa, voleva trovare le parole giuste per evitare di uccidere quei poveri stronzi. Appena Massud scese dal furgone, Carminiddu non ebbe dubbi. Un folto sciame dapi cominci a ronzargli nella testa e un cerchio simile a una grossa aureola gli si appiatt sulle tempie. Occhi scoppiati. Cocaina su per il naso. Sguardo supplichevole.
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Uno schifoso. I due corrieri aprirono il portellone senza parlare, Don Carmelo osservava a distanza. Lij e Massud cominciarono a soppesare le palle, rilanciando indietro quelle vuote. Poi lo scagnozzo di don Carmelo si present con un grosso coltello e un cartone, scans i due e si mise ad infilzare le palle una ad una gettandone i resti nel cartone e riponendo le sfere ripiene in una delle sacche. Dopo pochi minuti alz la testa e le mani, nove dita al cospetto di Don Carmelo, erano solo nove, non dieci come da accordi. La testa di Carminiddu cominci allora a fare brutti pensieri , il sigaro si stava lentamente spegnendo. Allora sono nove. Principi. Erano dieci chili e voi me ne portate solo nove. Pensate che Carminiddu da Mezzagno sia un ignorante, che non sappia contare fino a dieci.... Un rivolo di sudore colava lento sulla fronte di Massud. Lo vedete quello?, disse indicando il suo scagnozzo. Quello si chiama Gigi. Gigi lAmante. Lo chiamano cos perch lui non odia nessuno. Gigi quelli come voi non li uccide. Siete troppo giovani e carini. A Gigi, quelli come voi piacciono. Gigi gli piace farci lamore con quelli come voi. Se lincula. Ve lo mette dentro fino a quando non vi scoppia lo stomaco. Massud rischiava un infarto mentre conteneva tutte le emozioni per esprimersi nella maniera pi corretta in una lingua che aveva appena imparato.
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Deve essere un errore, abbiamo avuto dei problemi nel viaggio, perso qualche piccola parte di una palla a Marsiglia. Devono essere dieci. Lij rovistava nervosamente nella scatola senza avere fortuna. Litaliano aveva ragione, mancava una delle dieci palle. Don Carmelo si avvicin mentre Gigi lAmante accatastava i pacchetti di cocaina su un tavolaccio di legno. Uno dei pacchi era aperto, ne era rimasta solo la met. E questo? Chiese don Carmelo a Lij. Allora debbo pensare che voi negri credete che a don Carmelo ci piace prenderlo nel culo. Che nel deserto del cazzo da dove venite non c rispetto per le persone anziane. Gigi lAmante cominciava a leccarsi le labbra. Massud intraprese malamente la strada delle spiegazioni, raccont del viaggio, di come fossero stati fermati a Marsiglia da due guardie poco scaltre. Di come uno di quelli, che aveva preso a palleggiare con la palla, si fosse accorto del contenuto chiedendone la met come lasciapassare. Don Carmelo riaccese il sigaro. E voi pensate che io mi beva queste cazzate. E del liquido che ti cola da naso cosa mi dici, del ritardo. Ho passato la serata ad aspettarvi. E Carminiddu non ha mai aspettato nessuno. Massud non sapeva cosa rispondere. Carminiddu addit allora lo spazio sotto il furgone quasi avesse intravisto la palla mancante, con un gran sospiro di sollievo Massud sinchin per raccoglierla, in un secondo lAmante gli fu dietro, appoggi la canna silenziata sul fon94

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doschiena del ragazzo facendo fuoco tra le chiappe. Massud si sent percorrere da un bruciore lancinante quasi avesse deglutito a forza una bottiglia di whiskey. In un attimo una fiammata gli sfracell il retto raggiungendo lo stomaco. Lij aveva preso a tremare mentre Gigi lAmante assaporava una sigaretta come se avesse scopato con una vacca. Carminiddu savvicin tranquillo al ragazzo. Tu hai gli occhi fieri e rispettosi. Chieder a Gigi di non farti male. Mi vuoi dire dove cazzo avete messo il resto della mia merce?. Lij rispose a mezza bocca, disse di non sapere. Mostr il cartoccio di giornale che lamico serbava negli slip, disse che era lunica cocaina lamico avesse toccato. Della palla mancante non sapeva nulla. Carminiddu odiava il mal di testa, lo rendeva instabile. Strapp larma di mano a Gigi e fece fuoco tre volte. Lodore di cordite si pos lentamente tra le macerie sanguinolente di quellincontro. Lultima immagine che Lij riusc a mettere a fuoco fu quella del suo carnefice. Poi osserv i fori di proiettile sul petto. Una lacrima inumid gli occhi. Il rovescio del gioco. Erano solo ricordi.

6.
Davide gett i resti della palla in uno dei rivoli del Tevere Zozzo. In pochi minuti furono nel box occupato dello Storto. Abbassarono la serranda. Brizio e Sabrinella erano ancora in macchina, lo
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Storto aveva preso a lustrare il tetto della Uno. Davide rifletteva in silenzio. Lo Storto prese il pacchetto e lo tagli come una fetta di pane. Diverse schegge di cocaina andarono a terra, con la stessa lama acconci una botta lunga quasi la met del tettino e diede una lunga tirata. In pochi secondi fu costretto a voltarsi e vomitare. Sabrina osserv la scena e, a sua volta, prese a vomitare in macchina. Davide sirrigid. Era tutto troppo facile. Stavano sbagliando di nuovo. Si ricacci il pacco tra le palle con enorme stupore dello Storto e cominci: Questa storia non mi piace. Da dove viene questa merce? A chi appartiene?. Chicco aveva tirato fuori una Tanita da una fessura nel muro. Davide aveva acconsentito a pesare il pacchetto e aveva continuato. quasi un chilo di merce sanissima. Pu diventare tre chili a livello della strada. Spillata uno a uno in pezzi da zerosei pari a cinquemila pezzi. Calcolate le eventuali perdite pari al dieci per cento e abbiamo allincirca quattromilacinquecento pezzi a disposizione. Se poi moltiplichiamo per il costo di cinquanta euro al pezzo stiamo giocando con duecentoventicinquemila euro. Quasi mezzo miliardo in lire, poche per cambiare vita per sempre, ma abbastanza per generare altro denaro e altro ancora. Buone per garantirsi un tiro tra le palle. La nostra vita vale molto meno. Chi lha persa la verr senza dubbio a cercare. Lo Storto aveva seguito attentamente i calcoli di Davide, gli occhi
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avevano vagato nelle orbite come i rulli di un jackpot ma era la parte finale del discorso a disturbarlo. Questa robba nostra. Labbiamo trovata. Aspettavi la svolta? Be, eccoti la svolta. Lo sai con tutti quei soldi quante attivit possiamo mettere in moto? Per prima cosa ci compriamo una licenza per un piccolo bar, poi ci mettiamo dentro una decina di slot. Lo Storto era partito, sarebbe stato difficile fermarlo. Per strada non funziona pi che ti rispettano per come sei grosso o per quante volte hai parcheggiato a via della Lungara. Le cose s cambiate. Oggi vali quanta merce pesi. E noi, con questa svolta, pesiamo pi di tutti e ce li leghiamo tutti al cazzo. Davide non era convinto, certo quello che diceva Chicco era vero. Ma era tutto troppo semplice. Dobbiamo indagare e lunico modo per scoprire da dove viene questo pacco chiederlo a Sabrina. Dopo aver vomitato, Sabrinella sera appoggiata sulla spalla di Brizio che ascoltava in silenzio dalla macchina. La tirarono gi. Fecero due giri dellisolato con quella che sbraitava che voleva dormire. La portarono nuovamente nel box. Dopo due caff e una sigaretta sembr rinsavire, gli occhi ancora rivoltati. La appoggiarono sul cofano e cominciarono ad infilzarla di domande. Sabrina cap che non lavrebbero lasciata andare se non avesse prima spiattellato tutta la storia. Brizio guard lora e decise di rimandare al giorno seguente, conged gli amici e richiuse la serranda. Il racconto di Sabrina fu stranamente chiaro e spedito. La sera era molto fredda, come sempre era venuta a prenderla Titina del
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136 e serano appostate al solito spiazzo in Pineta. Titina era scomparsa con una coppia dallaccento milanese senza far ritorno e Sabrinella aveva passato tutto il tempo appoggiata alla staccionata. Dun tratto era arrivato un grosso furgone bianco con delle scritte blue e rosse sui lati. La targa non era italiana. A bordo cerano due ragazzi, sulla trentina, di colore. Uno laveva chiamata e fatta salire sul retro del furgone. Parlava italiano. Il retro del furgone era ricolmo di palloni. Probabilmente scendendo Sabrina ne aveva fatto cadere uno. I due neri se nerano andati. Senza accorgersi di nulla. Fine della storia. Erano le quattro di mattina e Davide non era ancora convinto. Certo non era nessuno della zona, un furgone carico di palloni poi, roba da film. Mollarono Sabrina, riposero il pacchetto nella fessura con la Tanita e tornarono in Pineta. Davide aveva deciso di verificare subito. Se i due neri serano accorti della perdita e avevano collegato tale perdita al tempo passato in pineta dovevano gi essere tornati indietro. Sarebbe stato facile scovare un furgone a zonzo tra le lucciole. Vagarono a lungo. Le lucciole erano andate tutte via. Lalba mostrava prepotentemente tutta la tristezza di quel luogo. I trans erano ancora l in cerca di un passaggio. Lo Storto decise per la ritirata. Si sarebbero presi alcune ore per riflettere. ***
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Gigi lAmante era salito su un volo low cost per Barcellona. Aveva indossato un pantalone mille tasche ricolmo di soldi. Un avvocato laveva scortato sino allimbarco, un avvocato lattendeva al suo arrivo. Don Carmelo sosteneva che la cartamoneta non suona, non di metallo, ma se qualcuno si fosse preso la briga di rovistare tra le tasche di Gigi, allora lavvocato sarebbe intervenuto. Con un taxi Gigi aveva raggiunto il Barrio vecchio, in una taverna piena di fumo, sera seduto e aveva atteso. Carminiddu aveva deciso di pagare il carico per intero, lAmante avrebbe spiegato laccaduto agli spagnoli. Don Carmelo aveva saziato la mancanza con due morti. Il cerchio alla testa sera placato. Un chilo in meno per noi e due corrieri in meno per voi. Quelli avrebbero apprezzato laffidabilit di don Carmelo e la volta seguente sarebbero stati pi cauti. Rimaneva la questione della coca mancante, don Carmelo aveva fatto smontare il furgone a pezzi, le domande erano, dove: a Marsiglia, in autostrada a Genova; e perch: forse i due neri erano sinceri, qualcuno laveva fottuti, meritavano comunque la morte. Don Carmelo avrebbe recuperato, la merce era molto buona, come non si vedeva da minimo due anni, sarebbe riuscito ad ammortizzare la perdita. Nei giorni seguenti i giornali riportarono la notizia del rinvenimento di due cadaveri nello Zozzo Tevere, probabilmente due immigrati senza permesso di soggiorno e senza documenti. Due corpi nudi, lunico tratto caratteristico: uno dei due aveva il retto sfondato da una pistolettata, laltro stringeva ancora un ciondolo artigianale tra le mani. Probabilmente due disperati di quelli che vivevano nelle baracche a ridosso del fiume. Nessuno ci fece caso.
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7.
La sveglia tuon nel seminterrato di Davide come un presentimento claustrofobico. Corse alla piccola finestra del bagno e guard nellandrone dei box. La serranda del numero ventisei era sollevata per met. Lo Storto non era neanche andato a dormire. Si vest di corsa, raggiunse il Parco e tir fuori la Browning dalla buca noncurante dei vecchi che losservavano dal campo delle bocce. Sollevata la serranda limmagine fu inverosimile. Lo Storto sera gi sbottonato con tutti. Er Delega spalle al muro indicava il paraurti della Uno come se volesse riparare una vecchia ammaccatura con la semplice forza del pensiero. Nanni Discomusic era in piedi sul paraurti posteriore, stereo a sfera di fuoco, faceva saltellare la macchina sugli ammortizzatori. Piegato in un angolo cera il Pank, doveva appena essere uscito dal SERT, il metadone gli galleggiava negli occhi. Gustav, er Cane e lo Scenziato osservavano il cofano della macchina come se vi fosse la reliquia di Padre Pio. Lo Storto aveva appena steso quasi dieci grammi di cocaina pura, aveva scritto sul cofano la parola Roma, sera gi pippato la erre e Gustav si stava occupando della o con una sola volata circolare. Quando Davide alz la serranda il suo sguardo non necessit di parole aggiuntive. Batt la Browning sul cofano della Uno, Gustav osserv la sicura levata. In un attimo furono tutti fuori. La serranda calava. Nonostante la serata passata a pippare lo Storto sembrava lucido.
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La sua strategia era perfetta. Davide tir un sospiro di sollievo. Aveva chiamato a raccolta gli amici fidati. Non aveva raccontato nulla della palla. Aveva lasciato che questi assaggiassero la merce proveniente dal suo nuovo contatto. Aveva poi promesso soldi a tutti. Non si trattava pi di un gioco da bambini, qui i numeri erano industriali. Tutta quella cocaina era troppa e se volevano venderla per strada, a pezzi, avevano bisogno di aiuto. Per questo aveva convocato i ragazzi del Parco. Lo Storto si sarebbe ritirato dalla vendita al dettaglio, al Parco si sarebbero piazzati er Delega con il Cane. Avrebbero funzionato da cavallucci, avrebbero spillato fino alle due di notte. Poi a nanna. A fine giornata lo Storto li avrebbe ricompensati come due dipendenti. La strategia era palese sin dal principio. Er Delega e il Cane avrebbero finito per pipparsi il guadagno, la merce faceva gola a tutti, Davide e lo Storto ci avrebbero guadagnato due volte. A Nanni Discomusic era stato riserbato un ruolo di rilievo. Si sarebbe occupato della consegna della merce a casa dei pi abbienti, di chi avesse fatto richieste superiori al dettaglio minimo. Gustav avrebbe lasciato perdere le bombe e avrebbe portato in giro i rimasugli, avrebbe venduto ai rave e alle feste in discoteca la merce uscita male, il taglio peggiore. Il Pank continuava a essere luomo della retta, con alcune precisazioni: avrebbero messo a stipendio pure lui, non avrebbe toccato nulla. Il taglio e la pesatura sarebbero sempre avvenuti nel box, non doveva accorgersi dellesatto quantitativo che avrebbero nascosto a casa sua.
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Rimaneva lenorme problema dei soldi. Questo sarebbe stato il loro reale lavoro. Brizio avrebbe conservato una sorta di libro contabile mentre lo Storto e Davide avrebbero reinvestito i guadagni prima acquistando nuova merce sul mercato di zona, giusto per non destare sospetti, giusto perch a nessuno venisse in mente di andare a rovistare a casa del Pank; e poi si sarebbero messi in societ col cugino di Mimmo il carrozziere. Avrebbero acquistato macchine di lusso incidentate in Germania per poi rivenderle sul mercato italiano. Erano anni che Chicco progettava un affare simile, era arrivato il momento. Avrebbero costituito una societ di vendita di auto di lusso usate, ne sarebbero usciti lindi come due angioletti. Davide aveva ascoltato tutta la storia con attenzione, lo Storto non lo deludeva neanche questa volta, aveva passato la notte a riflettere invece di concedersi alloblio di quella polvere del cazzo. Ci fu solo un punto su cui Davide non volle trascendere: Brizio doveva rimanerne fuori, lui non aveva bisogno di quei magheggi per sfondare, doveva rimanere pulito. Lo Storto acconsent.

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QUATTRO NASCITA DELLA TRAGEDIA

Intorno alleroe tutto diventa tragedia.

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La notte non aveva ancora consumato la sua candela quando ella si volse e disse: Frate mio, guarda e ascolta. Di subito una grande luce pervase lintorno consegnando la memoria di una malcelata consistenza di forme. Da basso lo Zozzo Tevere mut colore: risplendeva dinnanzi allardore di mille luci. La citt riposava muta e candida, rifletteva sette colori come i sette peccati rinchiusi nel cuore. Tre bestie affondavano i loro artigli nellaria satura, tiravano il carro sospendendolo nellaria. Un coro danzante accompagnava la falcata, donne bellissime e nude, meretrici di Babilonia e uomini fedeli con armi scintillanti dorgoglio. Lui, sovrano maestoso, possedeva le armi del nocchiere, osservava tutto dallalto, provava tristezza per quel mondo supino, cos prono alle sue voglie. ***
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Don Carmelo si alz con un grosso cerchio alla testa e la schiena madida di sudore. Affacciandosi dalla finestra vide Gigi lAmante. Lalba tardava ad arrivare chiusa in un manto di nubi scure. Gigi stava curando le sue bestie. Rocco e Siffredi, due teste di grifone, affondavano le zanne in una bacinella turchese. Carminiddu ripens al sogno. Aveva avuto modo di studiare per conto suo. Carminiddu amava i Classici, la maestosit al cospetto della pochezza dellumana inettitudine. Pens al sogno, ai sette lustri del carro sulla Citt Eterna: il suo Mercedes dorato e le sue bestie fidate a tirarlo verso la conquista del Mondo. Rocco, Siffredi e Gigi lAmante. Il suo Carro Allegorico gli sembr pi bello e affascinante di quello del Sommo Poeta. Avrebbe navigato ancora per molti anni, la Citt sarebbe rimasta l, silenziosa e acquattata ai suoi piedi. Dal suo carro avrebbe tenuto tutti per i coglioni. Sera inserito nello spaccio di cocaina come un condottiero, aveva messo il suo marchio su gran parte delle squame lucenti che attraversavano la Capitale. Aveva costruito un impero. Possedeva guardie e ladri, tutti riuniti sul suo libro paga. Ma non bastava, osservando un cespuglio di rovi, cap che cera di pi, che ci sono spine che arrivano pi in fondo, al centro del potere. E qui avrebbe un giorno piantato le tende, si sarebbe riposato, avrebbe persino potuto concedersi il diritto di morire in pace. Don Carmelo non aveva vizi, qualche tirata dal sigaro a seconda dellumore e niente pi, i vizi annullano la volont, i vizi vanno
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concessi alle vittime e non sono cose da condottieri. Nonostante fosse la cocaina a reggere limpero economico che andava rafforzando, detestava chi ne faceva uso, fosse un tossico o un frociacchione del jetset. Per deon Carmelo quelli erano cazzi pieni di piscio, bestie senza volont, carne e merda impastata. Puzzavano gi da vivi. Una semplice fonte di guadagno. Carminiddu non aveva amici, solo bestie fidate. I sentimenti sono fatti di fragilit e don Carmelo non ne aveva. Don Carmelo aveva solo un una sorella, Maria, e due nipoti orfani di padre, Gianni e Barbara. Don Carmelo si sentiva responsabile di quei ragazzi, erano pezzi de core, ma anche pezzi di merda, avrebbe aggiunto poi. Gianni, ormai adulto, non aveva voluto saperne di rimanere a casa della madre e, forte del suo cognome, sera stabilito nella Piazza. Si faceva chiamare er Pitone lo stronzo, girava con uno di quegli animali viscidi appesi al collo, un fenomeno da baraccone. Spacciava e consumava cocaina. Poco male, era grande, grosso e anche un po deficiente, la genealogia di Carminiddu non ne avrebbe risentito. Il grosso problema era Barbara, sin da piccola aveva emulato il fratello in tutto. Nonostante fosse bella e intelligente, negli ultimi tempi sandava rovinando a sniffare in giro per i cessi della citt. Pens alla ragazza china a succhiare luccello malmesso di uno di quegli stronzi e il mal di testa si trasform in una serie infinita di cerchi concentrici. LAmante aveva un nuovo lavoro. Gigi doveva attaccarsi al culo di Barbara, fare in modo che non si perdesse. Lo
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doveva fare in maniera tenera, senza atteggiamenti da far west, in silenzio. La mattina del Carro Allegorico Carminiddu si svegli con un grande cerchio alla testa e con un problema. Il problema andava risolto.

2.
Il Natale cal sul Parco con promesse mai viste prima. Linverno era mite e poco piovoso, Franco aveva disposto un grande Babbo Natale gonfiabile davanti al bar e al campetto delle bocce avevano appeso luci e gagliardetti. Lacqua della fontanella scorreva fresca come sempre. Lo Storto sera garantito lappartamento sopra quello della madre con un buonuscita di venticinquemila euro. Laveva addobbato come una reggia, con colonne di marmo e televisori al plasma a tutta parete. La vecchia Uno turbo ormai era solo un ricordo, sera appropriato della migliore BMW tra quelle importate. In pochi mesi la teoria era divenuta pratica e i soldi erano arrivati senza grossi problemi. Nanni Discomusic aveva lavorato sodo, sera fatto clienti per tutto il litorale, tutti volevano la merce del Parco, aveva aggiunto un aiutante al libro paga, le consegne erano troppe. Anche al Parco il commercio andava a gonfie vele, si limitavano alla piazza serale, fino alle due. Come da accordi, non dovevano dare nellocchio. I guadagni erano cominciati a fluire nellacquisto
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delle auto tedesche, venivano riparate nel loft di Tarza, lo stesso si occupava di intervenire con qualche furto quando lapprovvigionamento dei pezzi di ricambio risultava troppo dispendioso. Serano appoggiati a un autosalone della capitale per la vendita, ma di l a poco avrebbero brindato alla nascita della Luxury car societ a responsabilit limitata dedita alla compravendita e allimportazione di auto di lusso. Quella pioggia di soldi sembrava aver rimesso tutti in sesto, al Parco cominciavano a circolare moto e macchine regolari, vestiti costosissimi, tutto acquistato a suon di contanti. Quando Nanni si present per comprare una nuova Yamaha con dieci mazzi di banconote da cinquanta euro, il venditore simpietr, lesentasse cominci a fargli venire il mal di mare, chiam a raccolta persino i meccanici per contare. La merce produceva altra merce, i soldi andavano in parte ai vecchi mezzi di scambio, senza indispettire nessuno, e in parte al commercio di automobili. Tutto filava liscio. Il Parco sembrava finalmente uscito da un alone di oscurit in cui per troppo tempo era stato rinchiuso. Anche il Gettone sera ripreso, aveva passato un mese chiuso in casa, sera cacato sotto per un mese di seguito, la rota sembrava evaporata ed era pronto a partecipare alla zuffa. Davide e Chicco decisero di non fidarsi completamente, serviva qualcuno che si occupasse di recuperare i soldi a brutto muso, di allungare qualche cinquina dove necessario, i soldi da ritirare a chi era andato troppo oltre erano tanti e il Gettone era luomo adatto. Non
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avrebbe visto la merce che con il binocolo, venne ben presto messo a stipendio. Il Natale port una vespa immacolata sotto le finestre di Brizio che si commosse dallemozione e un frigo simile a un motoscafo a casa della madre di Chicco. Tutto sembrava naturale, nessuno ci aveva fatto caso. In realt tutti facevano caso solo ai fatti propri e osservare troppo dalla finestra era divenuto un delitto. La madre dello Storto aveva valutato ogni cambiamento in silenzio, si era confidata con don Francesco, cera qualcosa di strano in quei ragazzi che non avevano mai voluto lavorare e ora non avevano pi tempo per giocare a pallone ma erano sempre impegnati in questi nuovi affari. Cera qualcosa di molto strano. Durante la messa di Natale, don Francesco catapult due enormi vasi dalla scalinata della chiesa, li aveva ricevuti in dono dai ragazzi. Nel sermone principi: Fernando nacque a Lisbona da una famiglia molto ricca. Erano tempi di crociata e Fernando scelse di impugnare la fede invece che la spada, contravvenendo ai duri dettami famigliari. Indoss allora labito della povert con il nome di Antonio. Part come missionario in Marocco, al suo ritorno fu costretto da una grande tempesta a riparare sulle coste della Sicilia. Di qui part con alcuni fratelli alla volta di Assisi ove conobbe Francesco. Proteso verso un periodo di deserto interiore si ritir in un eremo nei pressi di Forl. Nel silenzio delleremo le sue qualit di predicatore furono subito manifeste ai suoi confratelli che lo invitarono a predicare tra la gente, tra i poveri soprattutto, i pi bisognosi di essere illuminati
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dal verbo di Dio. Ecco fratelli, io vengo a voi con limmagine del Padovano, vengo tra voi, tra la povera gente di questa periferia, per spronarvi alla forza, a tenere duro, a non lasciarsi trasportare dai beni fatui. La povert sar la vostra pena e la vostra salvezza eterna. Ho rovesciato i fiori della nostra scalinata in nome del Padovano, sono annaffiati di sangue, del sangue dei nostri figli, dei miei figli. Il prete aveva capito tutto.

3.
Il sole aveva ormai conquistato unampia porzione del Parco. Mafalda ruotava appesa per i denti a una gomma legata allalbero. Sabrina passeggiava con Franceschino mentre Chicca era intenta a sfogliare una rivista di moda. Era il suo compleanno, quel giorno avrebbe potuto acquistare un negozio intero. Lo Storto aveva passato la mattinata davanti allo specchio, lultima versione di un Pal Zileri da duemila euro, la giacca bianca con piccole rifiniture a squama di pesce, le scarpe nere, lucide come la notte nel deserto africano. Un Rolex doro e dei gemelli che avrebbero fatto invidia alla famiglia Agnelli. La madre osservava in silenzio dalla cucina, avevano smesso di parlare. Un astuccio doro ricolmo di cocaina e un pippotto con un diamante blue appeso al collo. Diede due tirate prima di congedare limmagine soddisfatta di s.
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Arriv al Parco con una BMW grigia, osserv compunto la figura der Delega, stava lavorando sodo. Squill il telefono cellulare, non rispose. Squill nuovamente per sole due volte. Anche Nanni aveva portato a termine il suo lavoro. Pass a prendere Davide, si concessero un pellegrinaggio sullo Zozzo Tevere, il tizio col sassofono era ancora l, sembrava ieri, lacqua del fiume sera immobilizzata, aveva cambiato il suo corso, avrebbero risalito il fiume, la storia stava cambiando per sempre. Nonostante tutto, la fronte di Davide continuava ad essere corrucciata, sembrava temere, sembrava non accontentarsi di tanta ricchezza. Decisero di cenare in un ristorante con vista sul Colosseo. Al quarto bicchiere di vino Davide cominci a sorridere e lo Storto indicando dinnanzi a s sussurr: La prossima casa me la costruisco l, dentro il Colosseo. Allingresso ci metto due leoni. Se vuoi puoi venire a stare da me. Davide aveva ripreso a riflettere: Non so se questo che cercavo dalla vita. Giriamo armati come due terroristi, non possiamo farci pi vedere insieme. Guarda la tua macchina. Non ci crederai ma io preferivo la Uno. E poi guarda come ti sei vestito. Sembri un baronetto inglese. Lanimo introspettivo di Davide non gli permetteva di gioire di quella situazione. Sentiva una parte della loro vita allontanarsi per sempre. Lacqua fresca aveva smesso di scorrere dalla fontana del Parco, erano divenuti uomini maturi nel giro di poche notti e questo gli lasciava un sapore amaro e nostalgico tra le labbra.
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Ordinarono bistecche al sangue e cicoria ripassata, il cameriere li guard in maniera strana. Alla seconda bottiglia di vino, Chicco, stufo dessere trattato come un pezzente cav un rotolo di banconote dalla tasca e li pose sul tavolo, si cacci la pistola dalle mutande e la gett sulle banconote come un fermacarte. Gli altri commensali del piccolo ristorante lasciarono i tavoli impietriti dal suono metallico dellarma. Al sopraggiungere del proprietario lo Storto gli porse la mazzetta aggiungendo che quella sera il locale con vista era affittato a loro uso esclusivo. Dovevano festeggiare. Il resto del gruppo sera recato alla Kasbha, storico locale del Litorale dove quelli del Parco non erano mai potuti entrare. In occasione del compleanno di Chicca, lo Storto aveva prenotato lintero priv e ben dieci bottiglie di Crystal. Sosteneva che le bollicine dello champagne aiutassero la cocaina a sedimentarsi nel cuore. Con una gimcana che avrebbe intimorito Nuvolari i due furono davanti al locale. Chicco parcheggi il Bmw proprio davanti allingresso affinch tutti potessero ammirare i suoi progressi. Avvicinatosi al buttafuori gli fu con le labbra allorecchio, quello scorse il calcio della pistola spuntare dai calzoni e stette ad ascoltare. Ti ricordi di me? Sono lo stronzo che hai picchiato lanno scorso coi tuoi amichetti. Volevo entrare e voi non eravate daccordo. Ricordi?. Laria si fece dun tratto gelida mentre Davide metteva mano alla sua pistola. Il ciccione sudava e con una mano allontanava gli altri buttafuori intenti ad avvicinarsi. Lo Storto non aveva terminato, gli cacci alcune banconote nella giacca nera.
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Li vedi questi soldi? Con questi pochi spicci compro la tua vita. La compro per non spararti in bocca, la compro con due spicci perch la tua vita non vale un cazzo. La compro perch nonostante la storia sia cambiata oggi il compleanno di mia sorella e mi sento felice. Davide ripose larma ed entrarono nel locale in silenzio. Luomo alla porta si frug isterico nelle tasche. Mille euro in pezzi da cinquanta e da cento.

4.
Barbara aveva seguito il Pitone e gli altri della Piazza fino alla Kasbha. Nei tre chilometri dandata avevano tirato cinque grammi di cocaina e altri tre se lerano sparati nel parcheggio. Gigi lAmante seguiva annoiato tutta la scena. Se avesse potuto, quella merda glie lavrebbe infilata su per il culo. Il Pitone aveva passato dieci grammi a uno dei ragazzi alla porta e sera fatto strada tra baci, scambi equivoci e pacche sulla spalla. Gigi lAmante era entrato con un semplice squillo al proprietario e sera appostato al bancone del bar. Allinterno lo staff inform il Pitone che non erano rimasti tavoli nel priv perch cera un tizio che li aveva prenotati tutti. Incazzati e arsi come cammelli in un deserto di merce, quelli della Piazza vennero a decifrare le sembianze dello stronzo che si celava dietro quella sparata. Arrivati al priv non credettero ai loro occhi.
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Al Pitone era giunta voce che quelli del Parco erano entrati bene, che si stavano muovendo alla grande. Ma la scena era inverosimile. Quella mignotta di Sabrina tracannava il Crystal direttamente dal collo della bottiglia, er Delega col Cane avevano occupato un intero tavolino su cui stavano pippando nascondendosi luno con il corpo dellaltro. Un altro tavolo scricchiolava sotto le gambe di Chicca, Gustav e Nanni Discomusic che ballavano quasi fossero indemoniati. Seduti al tavolo centrale cerano Davide, lo Storto e un ragazzetto dalla faccia pulita. Scommetto che sto puttanaio opera tua, cominci il Pitone rivolgendosi allo Storto. Davide torn con la mano sullarma. Gli altri del Parco serano tutti avvicinati al tavolo centrale. Chiamalo come ti pare. Dalle nostre parti siamo raffinati e lo chiamiamo garonnire. Lo Storto era multilingue mentre il Pitone sputava fuoco e cocaina dalle narici. Il divano dove posi il culo con i tuoi amici e robba mia. Chicco fece per guardarsi intorno. Scusa ma non avevo letto il tuo nome su questo divano. Ragazzi vedete la scritta Pitone da qualche parte?. Er Delega metteva fuoco dalla parte opposta: Che non lo vedi? Sto divano de pelle de serpente!. Lucertola de Piazza, aggiunse il Cane. La situazione si stava scaldando inutilmente. Davide decise di intervenire.
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Ragazzi dobbiamo smetterla di fare come guardie e ladri, stiamo tutti sulla stessa strada. Oggi il compleanno di Chicca e se volete potete aggiungervi a noi. Uno degli zingari della Piazza sera allora avvicinato a Nanni, avevano cominciato a parlare, probabilmente di politica internazionale in zingaresco, che poi significava sempre figlio di puttana rottoinculo o gi di l. Gli zingari ci godevano a non farsi capire. Gustav aveva offerto dello champagne a una delle ragazze e Barbara, che per tutto il tempo di quella discussione non aveva staccato gli occhi da Davide, si sedette vicino a questultimo, soddisfatta. Il Pitone, palle zero, incass il colpo e si diresse verso luscita. Barbara aveva i capelli neri, lunghi e fluenti. Doveva averli lavati con un fluido magico, lodore inebri subito la mente di Davide e facendoglielo diventare duro come un tubo Innocenti. Indossava una camicetta nera notevolmente avvitata, aveva dimenticato di allacciare gli ultimi bottoni da cui spuntava un seno prosperoso e sodo. Unauto di lusso senza difetti di convergenza, avrebbe detto Mimmo il carrozziere. Gigi lAmante aveva osservato tutta la scena sorseggiando una grappa al bancone del bar. La festa era andata avanti allegramente. Gli stronzetti bevevano e pippavano. Davide e Barbara avevano preso a sbaciucchiarsi parlando fitto. La serata vol via, il dj annunci che era ora di chiudere. Il gruppo si disperse. Alcuni si accoppiarono felicemente in macchina. Altri continuarono a tirare pronti a sostenere la durezza del cinguettio mattutino, Davide e Barbara si ritirarono con la macchina di
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Chicco e andarono via completamente ubriachi. Gigi lasci correre, conosceva i ragazzi del Parco e sapeva di Davide. Tutto sommato la ragazza poteva finire in mani peggiori. Appena arrivati in macchina Davide affond sicuro la mano destra nelle cosce della ragazza e cominci a carezzarla. Un caldo soffocante sera propagato da quelle carezze su per le spalle e poi gi fino allinguine, per tutto il viaggio aveva spostato la mano solo per cambiare marcia. Barbara sera concessa beata e sognante, avevano trovato rifugio in Pineta, serano avvinghiati come anguille continuando a versare champagne nello stomaco. Avevano tirato a lungo sul cd di Franco Califano, Davide sera lasciato andare. Barbara laveva percorso con le mani affusolate raschiando via con quelle unghie curatissime tutta la sua paura. Le mani avevano percorso il petto, serano accovacciate sullo stomaco, lentamente avevano sbottonato i pantaloni dirette alla volta del sesso. In quel moto la ragazza sera scontrata col calcio freddo della Browning e aveva ritirato la mano. Dubbi e rimorsi tornarono a tramare alle spalle di Davide. Le cose erano cambiate per sempre. Non cera pace in quella ricchezza, un colpo in canna navigava in tutti i suoi pensieri, non mollava la Browning neanche per andare a cacare. In quel momento gli torn alla mente un giorno destate di alcuni anni prima, fu una delle poche volte in cui Nando er Fatica sera presentato al Parco. Nando era il figlio di Mimmo. Della carrozzeria del padre, Nando conosceva solo laerografo. Nando amava disegnare su tutto ci che gli capitava a tiro. Una mattina il Trenino
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diretto alla Capitale part con tre minuti danticipo e le lunghe gambe di Nando vennero tranciate di netto mentre era intento a intervenire sul decoro metropolitano con un immenso graffito. Da quella notte tutti avevano incominciato a chiamarlo er Fatica: Nando si portava appresso una carrozzella. La discesa del Parco era ostruita da un muletto della Nettezza urbana, tentando di raggiungere gli amici facendo traballare la carrozzella sulle scalette di tufo, il ragazzo venne catapultato a terra. Non ci furono scherni o sorrisi, tutti vollero dargli una mano a rialzarsi. Erano tempi diversi, in quel momento Davide aveva potuto scorgere la scintilla dellamicizia. Poi era arrivata la merce, i soldi, tutto era cambiato. Che fine aveva fatto il povero Nando? Alle prime luci dellalba ricord la parola che per lintera nottata aveva avuto sulla punta del cervello. Era lo psicologo a utilizzarla molto spesso nelle sue noiose sedute: cocaetilene. Leffetto burrascoso della mistura tra coca e alcool, seccava le labbra e apriva la lingua, Davide in quello stato parlava troppo, diveniva un cuore senza filtro, unanima nuda. Sapeva che si sarebbe raccontato e scoperto. Un re nudo. Purtroppo al sopraggiungere di quellidea si accorse che aveva gi detto pi del dovuto, aveva raccontato alla ragazza, che insisteva sulla provenienza di quella costosa macchina tedesca, della merce, di Chicco, del progetto Luxurycar e di chiss quale altra storia. Fortunatamente Barbara aveva sorriso come si sorride nel sentire una barzelletta, non ci aveva fatto caso, riposava sul sedile in pelle nera, la gonna sollevata fino alla cintola e due chiappe da brivido.
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Pens un po a quella ragazza prima di ripartire, era una che tirava forte: un rosso vinaccio le cerchiava le narici mentre la perfetta perseveranza dei collant tirati come lenze sembrava non essere stata affatto perturbata dalla performance del ragazzo.

5.
Il motorino daccensione della 12F venne seguito da una lunga tirata di Nazzareno. Erano solo le cinque di pomeriggio. Quel vizio era tornato con la paura e lobesit del pensiero. Erano stati convocati da don Carmelo. LUomo, pur controllando tutto, era troppo raffinato per convocare i due per una sciocchezza, doveva essere accaduto qualcosa di grave. Nazzareno tirava e impauriva, impauriva e tirava, la merce diradava la nebbia della strada a ridosso del fiume, erano sopraggiunti alla villa. Rocco, particolarmente affamato nelle ore pomeridiane, si avvent sulle ruote della 12F scoppiando con i denti lanteriore destra mentre Siffredi osservava la scena ringhiando. Don Carmelo fu sintetico, si aggiust la cravatta riponendola nel gilet e odor il suo sigaro preferito. Come sapete ho una nipote. Si chiama Barbara. So che si sta rovinando con quella merda del cazzo e voglio sapere dove la compra, con chi ne fa uso. Voi non dovete assolutamente intervenire, voglio
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solo che indaghiate per mio conto. Gigi sostiene stia frequentando quei morti di fame del Parco. Allora ditemi con chi esce, cosa fa. Carminiddu dava, Carminiddu chiedeva. Aveva sistemato la moglie di Nazzareno in un ufficio tecnico del comune, poche ore al giorno e uno stipendio garantito. Ora bisognava rendere il servizio. Bambino condusse la 12F fuori dai cancelli della villa e solo dopo che questi vennero chiusi scese dallauto per riparare la ruota bucata. Don Carmelo chiedeva risultati, dovevano muoversi e dovevano farlo in fretta. *** Barbara sera presentata tre volte consecutive al Parco dopo la serata della Kasbha. La prima Davide non sera fatto vivo, la seconda sera rifiutato dincontrarla, la terza aveva incontrato il Gettone e avevano ripreso a discutere della storia di pasquetta e di quella mezza piotta del cazzo che per poco ci scappava il morto. Davide aveva sbagliato, aveva parlato di cose che devono morire in fondo al cuore. Il pensiero del povero Nando, lalcool e la tristezza per un infanzia che sfioriva senza lasciare tracce lavevano tratto in inganno e non riusciva a perdonarselo. Il culo di Barbara doveva rimanere solo un bel ricordo. La ragazza sera persa nella ricerca, le narici sempre pi gonfie, aveva cominciato a parlottare col Gettone, serano chiariti, laveva seguito in alcuni dei suoi recuperi, avevano tirato insieme e scopato in un anfratto zozzo dello Zozzo Tevere. Avevano continuato a tirare e parlare fino a mattina, poi er Get120

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tone laveva mollata come una stronza ed era tornato al Parco, la 12F laveva seguito e fermato. Lavevano perquisito: due grammi e trentacinque, lavevano rilasciato ottenendo numerose informazioni sulla ragazza. Dai racconti del Gettone, Barbara era ormai in preda alla rota da cocaina, aveva passato la notte a tirare con Davide ma questi non aveva pi voluto saperne e cos la ragazza sera concessa un giretto con lui. Niente da aggiungere. La 12F ripart sgommando. Mirko er Gettone assaporava il cambio del vento. La fortuna cominciava a girare, per anni era stato il reietto, il roscio, il tossico. Nessuno sera mai preoccupato dei problemi del Gettone, della sua solitudine e della boccetta piena di crack che portava appesa al collo. Chicco e Davide si sentivano come due dei scesi in terra, con quelle macchine del cazzo e i soldi piovuti cos, dal nulla. Il Gettone sera a lungo chiesto la ragione della sua sfortuna, da dove venisse tutta la ricchezza di quei due. Erano solo stati pi bravi o era accaduto qualcosa? La storia era pi complessa di quello che sembrava. Barbara sera denudata e aveva stretto il sesso del Gettone tra le mani, laveva prepotentemente maneggiato e nel frattempo aveva continuato a parlare di Davide, dei suoi occhi azzurri e della notte passata insieme. Il Gettone sera raggrinzito, schiacciandosi la lingua con i denti aveva assaporato il gusto marcio del sangue in bocca. Barbara aveva continuato a tirare e il Gettone, osservando lo scheletro di un motorino piantato sullargine del Tevere Zozzo, aveva approfondito alcuni dubbi attraverso la loquacit isterica della ra121

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gazza. Qualcuno aveva perso della cocaina; Davide e Chicco lavevano trovata. Fin troppo semplice ma comunque possibile. Finalmente la situazione si chiariva, tornavano i conti di tanta prudenza e ricchezza, finalmente capiva il perch della sua sfortuna. Ora bisognava andare pi a fondo, indagare.

6.
Barbara non si present a casa per tre giorni consecutivi. Quando Carminiddu sent frignare la sorella al telefono, un cobra gli sal su per il collo e si aggomitol attorno alle tempie. Accese il sigaro ma a nulla serv per annullare quel tremendo cerchio alla testa. Convoc il fido Gigi e gli ordin di trovare la ragazza. La traiettoria investigativa dellAmante fu meno superficiale di quella delle due guardie. Pass il pomeriggio nel bar di Franco, strapp da questultimo un resoconto dettagliato sulla vita di Davide e del Gettone: famiglia, amici e amori. In fin dei conti, secondo il rapporto di Bambino e Nazzareno, erano gli ultimi due ad averla vista. Di qui si diresse a casa di Sabrina che oltre ad essere una delle amichette di Davide era una delle ragazze che avevano ottenuto la concessione speciale dallo staff di Carminiddu per passeggiare in Pineta. La porta era aperta e la madre di Sabrina giaceva sul letto con un leccafiga peloso sdraiato di fianco. Gigi odiava sia i barboncini che le fighe pelose, serr la bocca della donna e le ordin di chiamare Sabrina.
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Il cellulare di Sabrina squill una sola volta, si trovava al 136, stava chiacchierando con Titina. In pochi minuti sopraggiunse e trov la madre ancora sdraiata, il barboncino appeso al nastro della serranda e Gigi lAmante che si faceva un panino in cucina. Al sopraggiungere di Gigi in camera da letto Sabrina cattur tutte le forze che aveva per smorzare un urlo di spavento. Arrivando dal 136 Sabrina aveva visto Barbara entrare in Pineta col Gettone, e lo rifer subito a Gigi, nientaltro. Questi lev le tende facendo numerose belle promesse a madre e figlia, nella stanza arrivava allora Franceschino che vedendo il barboncino penzolare dal muro quasi mor di crepacuore. *** Er Gettone aveva ragionato, sera recato al Parco e con un bel chinotto in mano aveva affondato un paio di colpi infami ai danni del Delega. Sai il fatto della Luxurycar e Chicco e Davide si sono fatti strada, certo tutto successo meritato, ma come hanno cominciato?. Insomma tirit e tarat, er Gettone aveva ripreso lantica arte della cottura, sopprimeva gli spasmi che si propagavano dallo stomaco mentre cercava di capire se le chiacchiere isteriche di Barbara erano veritiere. Ma soprattutto: dovera la merce? Nonostante la colata di muco e la parlantina anfetaminica, er Delega sembrava non sapere nulla. Ma Mirko non si arrese e con la scusa di rendere i soldi di un recupero diede un appuntamento a Nanni. Lo Zingaro arriv con lo stereo a tutto volume a bordo di una
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Jeep americana, lo stomaco del Gettone cominciava a rivoltarsi allegramente. Nanni era lucidissimo, le sue parole furono minimali. Ah Gett, fatte li cazzi tua che campi un anno de pi!. Non sapeva. Se sapeva non voleva riferire, insistere lavrebbe solo insospettito. Tornato a casa er Gettone prese la bottiglietta, un piccolo foro al centro, una penna bic e un braciere di carta stagnola, la impugn come si impugna un megafono, fece due lunghe tirate comunicando al mondo la sua vendetta. Stava osservando le ombre del lampadario, piccole e ossute forme geometriche che si riunivano. Sembrava una svastica. Er Gettone da giovane aveva fatto politica, picchiava tunisini e polacchi, ma solo di domenica mattina, nel giorno del Signore, dopo la discoteca. Non che ce lavesse proprio con quelle due popolazioni, ma si sa, bisogna accontentarsi, la casa passava solo tunisini e polacchi e gi botte su tunisini e polacchi. Il suo gruppetto di stronzi sosteneva fossero azioni di pulizia, erano volte a migliorare lo stato di sicurezza nelle strade. Poi un giorno avevano pestato a sangue un compagno di classe di Davide. Un ragazzo di origine marocchina che abitava al 136, Davide non sera scomposto affatto, er Gettone rimase appeso a testa in gi per pi di unora, i capelli rossi riflessi nelle luci ambigue dello Zozzo Tevere. Aveva capito che se voleva rimanere al Parco quelle cose non si sarebbero pi dovute ripetere. Ma quella svastica gli stava significando qualcosa di pi, un suggerimento quasi inafferrabile, qualcosa di lontano, una mano. Er Pank.
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Era stato scemo a non pensarci prima. Nonostante avessero cambiato vita e abbigliamento i due soci si recavano quotidianamente dal Pank. Er Pank era sempre stato luomo della retta e forse, anche in questo caso, serano serviti di quel tossico di merda per nascondere la cocaina. Il racconto di Barbara poteva essere vero e lunico modo per scoprirlo era recarsi a casa del Pank.

7.
Barbara non era tornata a casa, aveva continuato il suo pellegrinaggio emotivo per le vie della citt. Sera lavata e cambiata, riposata per qualche ora a casa di unamica, aveva indossato indumenti puliti e ora era pronta per riprendere la festa. Er Gettone raggiunse il bagno barcollando, guardandosi allo specchio scopr dessere invecchiato in una sola notte, colpa della cottura. Fece una doccia e in pochi minuti fu in strada, a piedi fino al 136. Cercava uno spacciatore algerino, se il Gettone avesse potuto gli avrebbe fatto ingoiare tutta quelleroina: un cartoccio con dieci grammi di brown purissima. Il tizio fece per avvertirlo: Attento che te bruci co sta braun!. Arrivato al palazzo del Pank suon tre volte al citofono e la porta magicamente si schiuse. Ricordava bene le vecchie usanze. Il Pank doveva essere solo, Chicco e Davide erano occupati a trattare con il tizio dellautosalone ormai da due giorni. Lavevano adescato con la cocaina, avevano allungato merce in prestito, il coglione sera
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perso e indebitato a dismisura, ora pretendevano in cambio una parte nella societ. Ma il passaggio si presentava lento e rischioso e ci voleva il tempo giusto per fare tutte le cose a regola darte. Quando er Gettone vide Sturzo scodinzolare alla porta si accorse che il Pank era solo in casa, un odore dolce, di caramello, arriv dalla stanza da letto, il Pank stava festeggiando ed era vulnerabile. Gli si posizion accanto allungandogli il cartoccio. Quello sgran gli occhi per alcuni minuti prima di riconoscerlo. Er Gettone pens che c solo una cosa peggiore della cottura: la Robba. Er Pank apr il cartoccio portandosi un po della polvere giallognola ai denti, quindi, senza neanche parlare, senza farsi domande doverose rispetto ad una donazione cos insolita, prese il cucchiaio e la siringa per linsulina e cominci il dolce rituale. Gi dal primo schizzo, dopo un attimo fatto di orgasmi multipli, prese a ronfare allegramente, ogni tanto apriva gli occhi per poi ricadere in un sonno assoluto. Er Gettone aveva poco tempo, stava rischiando grosso, la Browning di Davide lavrebbe bucato come uno scolapasta. Frug in bagno negli anfratti di ceramica, dietro i quadri, tra le pietanze in via di decomposizione in cucina, sotto il letto, dietro la TV. Nulla. Era passata quasi unora, il Pank sera destato gi due volte in preda ai sudori e sera concesso altri due schizzi. Al passeggio del Gettone per casa aveva opposto alcune semplici domande senza risposta per poi adagiarsi nuovamente a viaggiare supino. Il tempo passava e il Gettone non riusciva a portare a termine la
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sua missione. Stava per mollare pensando che tutti i racconti di Barbara fossero solo parole di una troietta strafatta. Si stava ritirando quando ud Sturzo, fuori dal balcone, avventarsi sulla ciotola piena dacqua. Osserv il balcone, era completamente nascosto allesterno da un filare di bacchette consunte. La caldaia rotta, inserita nellincavo del pilastro di cemento. Aveva cercato ovunque ma non nel balcone. Guard a fondo tra il mangime di Sturzo, in mezzo a vecchie scarpe ingiallite dal sole, rovist in tutte le fessure del muro e quando raggiunse con le mani lintercapedine dietro la caldaia non pot credere ai suoi occhi. Tre scatole di diverse misure. Nella prima una Tanita, nella seconda diversi panetti di mannitolo e nella terza, la pi grande, un quantitativo di merce mai visto prima, probabilmente pi di mezzo chilogrammo. Il Pank sera alzato dal letto e aveva raggiunto il balcone barcollando. Sera affacciato lentamente quando venne tramortito da un cazzotto in pieno volto. Si riprese solo dopo due ore, Sturzo gli leccava la faccia teneramente. Guardandosi attorno, il Pank cap che era la fine: la Tanita a terra e il mannitolo sciolto nella ciotola del cane. Er Gettone aveva preso la merce. Davide era stato chiaro, nel caso fosse accaduto qualcosa er Pank doveva chiamare lui, se lui non rispondeva, Chicco, se andava buca anche con questultimo Nanni. La macchinetta aveva appena trafitto lultima porzione di spalla di Nanni: Innocente, verde speranza, un tatuaggio in puro stile
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nobiliare. La vasellina colava ancora sul gomito quando ricevette la telefonata del Pank, il tossico non riusciva neanche a parlare, cap solo che era accaduto qualcosa alla merce e si diresse verso casa.

8.
Gigi lAmante perlustr la zona a piedi per diverse ore prima di rintracciare Barbara seduta sulle scale della chiesa di SantAntonio in preda ai tremori. La caric in macchina senza parlare ed in pochi minuti furono nella villa. Nel vedere la ragazza ridotta in quelle condizioni Don Carmelo fin per accendere il sigaro consunto che portava nel taschino del gilet. Doveva andare a fondo a tutta la storia. Linterrogatorio fu veloce e privo di pause. Barbara rifer della serata alla Kasbha mentre Gigi annuiva dalla parte opposta, poi raccont del Gettone e del tratto di pineta in cui serano appartati, dove quello laveva lasciata in preda ai suoi tremori. Qualcosa non quadrava, Don Carmelo non riusciva a capire perch quel rubagalline avesse lasciato Barbara, la nipote dellUomo, cos, come una zoccola qualsiasi, in pineta. Barbara allora raccont la storia di Davide e della merce trovata, del fatto che una simile cazzata avesse acceso un cos grande interesse nel Gettone. Don Carmelo decret una pausa sollevando il palmo della mano alla volta della ragazza, si port laltra mano alle tempie e stette in
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silenzio per qualche minuto. Il cerchio si chiudeva. Gli stronzi del Parco avevano trovato la sua cocaina. Questo era il motivo della crescita economica che don Carmelo aveva invece attribuito solo alla loro buona volont. Gli stronzi erano stati scaltri, non avevano tagliato i ponti con i vecchi contatti, ma avevano invece continuato a far girare i soldi e a comprare la merce dellUomo per non insospettire nessuno e rimanere saldi nella piazza. Le narici arrossate di Barbara tornarono in secondo piano. Qualcuno aveva fottuto Don Carmelo. Quel qualcuno ora doveva pagare. La sua merce andava recuperata e subito. Solo la morte di chi aveva sbagliato poteva rinfrancare lanimo affranto dellUomo. Nazzareno e Bambino vennero mandati alla ricerca del Gettone, Gigi lAmante doveva invece trovare lo Storto e Davide, recuperare la merce e uccidere quei due stronzi, doveva essere un far west, doveva farlo in mezzo alla strada, tutti dovevano capire che chi fotte Carminiddu gli casca luccello: muore ammazzato come un cane, in mezzo alla via. Gigi and prima a casa di Chicco, spacc ogni cosa trascinandosi la madre del ragazzo appesa ad una gamba. La povera vecchia non parlava, Gigi un giorno aveva avuto una madre, ora non laveva pi e decise di non esagerare, probabilmente era vero, non sapeva nulla. Decise di abbandonarla in lacrime sul pavimento e di dirigersi al Parco. Er Delega aveva appena congedato un cliente quando un colpo muto fuoriuscito dal silenziatore del ferro di Gigi lo colp alla gamba destra. Er Cane sollev le braccia al cielo mentre tutte le ser129

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rande del Parco scesero allunisono. Gigi saggi con un dito la merce che i due stavano spillando. Don Carmelo aveva ragione. Il Cane osserv il Delega che si rotolava come un anguilla sullerbetta secca, bastarono poche domande di Gigi che quello indic la casa del Pank. Di Chicco e Davide sapeva solo che erano andati a trattare lacquisto di un autosalone. Poco male, pens Gigi, innanzitutto dovevano recuperare la merce. Tutti sapevano dovera la merce, ma nessuno, tranne Chicco e Davide, conosceva la reale consistenza di quella ricchezza nascosta e la sua reale provenienza. La retta aveva un suo modo di funzionare: luomo che faceva la retta non si occupava di nulla, semplicemente conservava la merce e permetteva il libero andirivieni dei veri proprietari. Veniva pagato profumatamente per questo. Se poi le guardie trovavano qualcosa, quello doveva accollarsi la pena, i veri proprietari si sarebbero occupati di mantenere avvocati e famiglie. Queste erano le regole della retta da anni. Semplici ed efficaci. Quindi nessuno, neanche il Pank, conosceva la reale entit del carico stipato dietro la caldaia, tutti pensavano che i due soci facessero settimanalmente un nuovo carico, a nessuno venne in mente che un cos gran quantitativo di cocaina fosse sempre stato l, alla portata di tutti. Quando er Cane indic lappartamento del Pank non poteva pensare a quello che sarebbe accaduto poi. *** Tutte le paure maturate negli ultimi tempi dalla madre dello Storto serano fatte realt. I ragazzi avevano sottratto qualcosa a Don Car130

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melo, conosceva bene il suo scagnozzo, anche Primo aveva avuto a che fare con quella gente ed era scomparso in circostanze misteriose. Non sapeva se si trattasse di soldi, droga o altro, ma ora lUomo voleva il maltolto ed era sicuramente pronto ad uccidere per ottenerlo. Si rec nella chiesa di SantAntonio. Don Francesco stava lustrando uno dei candelabri quando la vide entrare in lacrime. Anche per il sacerdote non ci fu bisogno di analizzare i fatti pi del dovuto, i ragazzi dovevano andare via e dovevano farlo subito. Ci avrebbe pensato lui. Prima di arrivare al Parco aveva alloggiato in una comunit francescana al nord, lo Storto sarebbe potuto andare l, nellattesa che si calmassero le acque. Davide avrebbe potuto espatriare, sarebbe stato pi facile per il suo temperamento, lAustralia per esempio. Poteva essere loccasione per allontanare definitivamente i ragazzi dalla strada, per concedergli un futuro diverso. Dovevano sistemare quella situazione, subito.

9.
Lo zingaro percorreva il Raccordo a tutta velocit quando ricevette la telefonata del Cane a raccontargli laccaduto. Qualcosa allora sembr schiantarsi nello stomaco immobilizzandogli le braccia. Un furgone sorpassava proprio dinnanzi alla Jeep quando questa lo speron rovinando sul guard rail. Lauto fece ancora un chilometro capovolta per poi fermarsi al centro della carreggiata. Lultimo pensiero di Nanni fu rivolto al catenaccio doro che portava al collo.
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Non doveva perdere i sensi o qualcuno si sarebbe sicuramente appropriato della sua capezza. Mor felice, con la capezza al collo. Gigi entr nellappartamento del Pank senza bussare, la porta era aperta. Un tanfo dolciastro lo colp subito alle narici. Er Pank giaceva ad occhi aperti sul letto, sembrava osservare un punto indefinito del soffitto. Era a petto nudo, la siringa penzoloni dal braccio violaceo. Quando Gigi fece per avvicinarsi ricevette un morso alla caviglia dal cane che sera appostato sotto il letto e stava proteggendo il padrone, quella palla di pelo bianco non voleva mollare, due colpi in testa e anche Sturzo venne ammesso nel limbo dei tossici. Gigi rovist velocemente in tutta la casa, uscito sul balcone vide il mannitolo nella ciotola del cane, le scatole e la Tanita a terra. Era gi passato il Gettone. Bambino e Nazzareno erano entrati in Pineta, er Gettone sera seduto a fumare su un tavolaccio di legno posizionato tra due alberi sulla riva dello Zozzo Tevere. I ragazzi del Parco andavano sempre a fumare l, Nazzareno laveva perquisiti decine di volte in quel luogo ma questa volta cera poco da perquisire. Er Gettone era crepato urlando la sua rabbia in una piccola boccetta sudicia, lerba tuttintorno era bianca mentre una confezione di plastica galleggiava nellacqua. Il corpo del ragazzo era immerso nella merda dalla cintola in gi. Lo stronzo sera cacato sotto. Facendo lultimo tirone il Gettone sembr capire la differenza, aveva
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sempre preferito consumare quella ricchezza, per questo si ritrovava solo su quel fiume a tirare ancora. Lultimo tirone fin per tappargli le orecchie con un ronzio metallico, qualcosa gli scoppi nello stomaco e un rivolo di bava gli col sulla guancia adagiata a terra. Anche il Gettone mor felice. Quando sopraggiunse lAmante, cap che il Gettone era crepato di overdose da crack. La merce era caduta in acqua, riconobbe subito la confezione di cellophane e cartone che galleggiava. Il Tevere Zozzo dava, lo Zozzo Tevere portava via. Pi di mezzo chilo di cocaina ad allietare i cefali che navigavano nella melma. Di Chicco e Davide non si seppe pi nulla, passarono settimane e quei ragazzi erano spariti nel nulla; la morte di Nanni, del Pank e del Gettone sembravano aver sedato la rabbia dellUomo, certo la partita non era chiusa, ma meglio regalare la merce ai pesci che a quei poveri stronzi. Don Carmelo aveva analizzato attentamente i fatti, Gigi era tornato a casa di Sabrinella e minacciato di morte il piccolo Franceschino. La ragazza aveva fornito una versione limitata ma plausibile: i due negretti avevano perso la palla in pineta, serano sicuramente fermati per farsi una scopata. Lo Storto era luomo di Sabrinella, probabilmente era stato quetultimo a trovare la merce e a metterla in circolazione con gli altri del parco. Il Pank doveva essere solo una retta e il Gettone probabilmente un semplice tossico. Alcuni di quei ragazzi avevano pagato, due erano sfuggiti ma prima o poi sarebbero tornati, la merce era andata persa, ma Car133

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miniddu laveva gi considerata andata e aveva gi da tempo ammortizzato la perdita. Poco male. Lespressione del suo potere sera manifestata in strada nel migliore dei modi, lAmante era uno specialista, aveva esercitato la sua forza senza che ci fossero scomode ripercussioni. Tutto sommato il cerchio alla testa sembrava placarsi. Barbara era chiusa in camera, poteva uscire solo con Gigi a far passeggiare i mastini. La situazione era quasi del tutto risolta. Per diverso tempo il Parco rimase deserto, addirittura i vecchi al campo delle bocce sembravano spariti. Il silenzio sommerse quel luogo come se nulla fosse accaduto, come se non ci fosse mai stata forma di vita. Gustav venne trovato alcuni mesi dopo, un luned mattina, appeso come un maiale in un capannone di campagna mentre centinaia di ragazzi strafatti continuavano a ballare senza far caso al pendolo deforme. Brizio aveva pianto a lungo, era tornato in finestra ad osservare le cime degli alberi penzolare al soffio del vento. Qualcosa era morto per sempre. Nazzareno e Bambino tornarono a girovagare sulla 12F, nessuno colleg o volle mai collegare mai la morte di quei ragazzi, incidente stradale e overdose; nessuno denunci mai la scomparsa di Chicco e Davide. Col tempo tutto torn alla normalit e fu come se nulla fosse mai accaduto.

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EPILOGO AL DI LA DEL BENE E DEL MALE

Ci che si fa per amore lo si fa sempre al di l del bene e del male.

1.
Gli Australiani pisciano dal ginocchio. Davide continuava a stupirsi dellinconsistenza caratteriale di quella popolazione. Eppure avevano qualcosa in comune. Molti delinquenti erano stati spediti l, ai confini del mondo, lontano dallonesta e vecchia Europa, avevano costruito strade, palazzi e intere citt. Di tanto in tanto sterminato la popolazione locale. Avevano costruito un nuovo domani dimenticando il loro passato. Un domani fittizio. Falso come il fondo di una bottiglia. Come la nuova vita del ragazzo. Non cera crimine in quel paese, niente cocaina, nessun cane da presa, tutti cani con la testa grande come un melograno. Niente bandog in Australia. Ma non basta la quiete di un faro proiettata nella prospettiva delloceano a lenire le ansie del passato. Davide aveva visto crescere una bimba. Laveva accudita cos come solo un padre sa fare. Cul137

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landola aveva cercato di effonderle quel caldo che a lui era mancato. La faccia spigolosa dello Storto era stata sempre l, riflessa in ogni specchio, nelloceano come nel fondo del water. Era stato a causa sua se era andato tutto a puttane e i sensi di colpa continuavano a pungere a milioni di chilometri di distanza. Davide ricordava ancora la triste serata della Kasbha. Fu lunica volta in cui si lasci andare. In tutta la vita si lasci andare solo quella volta e questo era costato la vita a molti dei suoi amici. Non riusciva a perdonarselo. Sapeva che Chicco era fuggito al nord, impiegato in una fabbrica di gomme. Chiss cosa faceva ora, aveva imparato a lavorare? Un giorno serano giurati che non avrebbero mai lavorato, il lavoro distrugge luomo, lo rende simile alle bestie. Era stato Chicco a pronunciare queste parole. La bimba sorrideva muovendo le mani in cerca del volto del padre. Una lacrima fin per gocciolarle sulle guance rosa e cominci anche lei a piangere. Limmagine di quellinnocenza lo riport a una giornata passata sul Tevere Zozzo, il suono di un sassofono in lontananza. Una palla galleggiava impigliata in piccoli gorghi: che fine aveva fatto la sua infanzia?

2.
Erano passati pochi anni eppure la Citt continuava a cambiare. Quando lo Storto scese dal treno e si diresse fuori dalla stazione
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centrale dovette dimenarsi per allontanare un drappello di bambini rom intenti a circondarlo. Il centro era divenuto un coagulo di etnie e popolazioni, per un attimo si sent perso. Prima di avviarsi verso casa, decise di concedersi una passeggiata. Memore di mille trapassi, di morti, nascite e trasformazioni, il Tevere Zozzo era ancora l, immobile, con il suo colorito bruno, consumato, larteria di un tossico in fin di vita. Una palla galleggiava allegramente rotolando sullargine e a Chicco vennero in mente i tempi andati, le notti sudate, i sogni reclusi e gli amici morti. Pens a sua madre, alla donna che gli aveva regalato la vita e quel volto deforme, a lei che lo aveva messo al mondo con poca convinzione ma che poi sera battuta fino alla morte per tenerlo in vita. Pens a Chicca e a un capezzale vuoto. Circumnavig mentalmente il letto di morte della madre, le lenzuola bianche e consunte, quella sera avrebbero celebrato il funerale della povera vecchia, sarebbe stato molto rischioso ma non poteva mancare. La morte uno stato mentale come lamore, se continui a cercarla, se ti arrischi per ottenerla, non ti raggiunger mai. Il Trenino part con alcuni minuti danticipo alla volta del Mare, lo Storto guard la sua immagine riflessa nel finestrino, stava cominciando ad invecchiare e per un attimo pens a Nando er Fatica e alle sue gambe mozze. Quanto tempo era passato? Arrivato al Parco, not che tutto lo spazio era stato recintato, il campo delle bocce ricoperto da un solido strato di cemento, i bambini costretti a giocare per strada. Una delle serrande della carroz139

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zeria di Mimmo era chiusa, dei bambini tiravano in porta generando un gran fracasso, laltra era abbassata per met, allinterno scorse qualcosa di simile a un ristorante cinese. Tra i ragazzi intenti a giocare a pallone, riconobbe Franceschino, le gambe serano allungate e aveva messo su uno sguardo vispo e indisponente. Osservava la palla rimbalzare sulla serranda quando sent un braccio avvolgergli il collo ed il cuore saltargli in gola. Giratosi di soprassalto scopr che era Brizio, una borsa di pelle a tracolla e una barba folta, lo sguardo lucente, non era affatto cambiato. Le campane della chiesa di SantAntonio suonarono ripetutamente a morto distruggendo quellattimo di calore. Don Francesco aveva tergiversato a lungo, voleva rimandare la messa, poi il carro funebre era arrivato dinnanzi alle scale. Non ci volle molto a capire che il servizio era stato gentilmente offerto dallUomo. Larrivo del carro venne seguito da un folto gruppo di persone. Chicco riusc ad intravedere er Delega, era in compagnia del Cane, due mastini napoletani al guinzaglio e lo scagnozzo di Don Carmelo alle spalle. Serano salvati le palle passando sul libro paga dellUomo. Nessuno si avvicinava per salutarlo. Poi sopraggiunsero Chicca e Sabrinella e le lacrime cominciarono a fuoriuscire rigogliose dagli spigoli ossuti dello Storto. Don Francesco attendeva lingresso della bara dalla cima delle scale, Bambino e Nazzareno gli si erano appostati ai lati. Quel prete di merda non deve fare cazzate!, aveva ordinato Don Carmelo.
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Il becchino apr il carro osservando Gigi lAmante, tutti gli amici di un tempo rimasero a guardare con le braccia conserte. Lo Storto fece scorrere la bara e lafferr dalle due maniglie anteriori, Brizio afferr la maniglia posteriore destra, Mimmo il carrozziere sopraggiunse dalla parte opposta. Al secondo gradino si accorsero che non sarebbero riusciti ad andare oltre. Le scale erano ripide e la folla continuava a osservare a braccia conserte. La bara sera allora appesa per un fianco e stava per rovinare sulle scale quando i tre sentirono una poderosa forza risollevarla. Quando lo Storto mise a fuoco la figura delluomo che era intervenuto in loro soccorso, sent uno spillo pungergli il cuore. Davide.

3.
Don Carmelo si stava facendo vecchio ma i conti li sapeva fare ancora. Per strada prima o poi tutti i nodi vengono al pettine e le cose che si lasciano in sospeso tornano. Sempre. LAmante avvit il silenziatore sul ferro sotto la giacca e si avvicin al carro funebre facendosi scudo dellunica corona di fiori presente, Il bar di Franco. La bara era al centro delle scale quando Gigi cominci a leccarsi le labbra avendo trovato la traiettoria perfetta. La traiettoria perfetta quella che raggiunge solo i colpevoli, non
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una cosa da far west, si tratta di geometria. Due colpi. Solo due e poi via, aveva ordinato lUomo. La gente si era radunata circolarmente sulle scale, non cera rispetto o sofferenza per la donna morta ma solo sana voglia di sangue altrui. La bara non aveva ancora raggiunto la sommit delle scale quando sopraggiunse una macchina a gran velocit, svolt langolo fermandosi bruscamente dietro il carro funebre. Il Pitone scese solo e sudato, due narici da toro e gli occhi rossi come linferno. Nella mano destra aveva un grosso coltello da cucina. Non tutte le traiettorie sono perfette. Con un fendente al centro delle schiena atterr Davide, quindi colp lo Storto, voltatosi in soccorso dellamico, trapassandogli la carotide. Molti fuggirono, la bara rotol sulle scale andando a cozzare sullo sportello del carro. LAmante ripose larma nei pantaloni facendo segno a Nazzareno e Bambino dintervenire. Il Pitone, investito dalla bara, rotol sulle scale finendo tra le due auto. Le guardie gli furono subito addosso, mani dietro la schiena lo portarono via dalla scena. Lambulanza arriv solo dopo venti minuti. Lo Storto era morto sul colpo. Davide pochi minuti dopo, Brizio lo sorreggeva abbracciandolo. Franceschino sera avvicinato con la palla in mano, laveva lasciata rotolare sulle scale per raccogliere il grosso coltello. Nonostante let sembrava impassibile alla scena, sembrava gi conoscere il senso del sangue. Poi ci fu il buio assoluto.
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4.
Lo Zozzo Tevere continu il suo corso, continu nel suo tragitto attraverso i Colli della Citt Eterna, gi fino alla foce, verso il Faro e il campo malmesso dove una notte venne ucciso un Poeta. Quel fiume non si curava del sangue che scorreva nella terra circostante, tutti erano solo una circostanza per il Tevere Zozzo. Cos era sempre stato e cos sarebbe stato nei secoli. Passarono diversi anni prima che Brizio tornasse a scrivere di quella sera. Cera uningiustizia di fondo nella vita, una finzione sospesa nella mente degli uomini, qualcosa di molto lontano dalla verit delle storie e dei racconti. Solo tornare in quel luogo e raccontare come erano andate le cose avrebbe sedato il suo animo inquieto. Una palla colp il muretto di tufo. Tre ragazzi avevano scavalcato la recinzione e si alternavano nelle posizioni di portiere e rigoristi. Tra i tre riconobbe il figlio di Sabrinella, si fermava di tanto in tanto per vendere fumo dalla rete a chi si avvicinava. Un bandog di trenta chili si avventava furioso sulla corteccia di un albero. Era vero. Quei ragazzi vivevano in una costrizione, costretti da uno status sociale, costretti da uno status giuridico, dalla locazione geografica, dalle guardie e dalla paura del gabbio. Erano costretti dalla droga, dagli abiti di marca che indossavano, dalle pubblicit di quei televisori sempre accesi che sostituivano ogni discorso fa143

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migliare, costretti da quel Parco, dalloscurit di certe notti, dalla loro provenienza, dalla Foce che non e non diverr mai la sorgente. Pens che esiste solo una verit nelleterna ridondanza del peccato e solo una via nelleterno ritorno delle storie.

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Una nota e i ringraziamenti


Nonostante questa sia unopera di finzione, essa vale a definire la prospettiva entro cui si muovono molte delle realt della periferia romana. I sogni e le vicissitudini di molti ragazzi come me cresciuti su un muretto. Siamo solo dei sopravvissuti. per questo che devo un grande ringraziamento a questa Terra e a questo Mare che ci hanno accompagnato in questi anni cos difficili. Devo inoltre ringraziare gli amici: Valentina Bianchi, Antonio Bruno, Eleonora Brugiotti, Antonio Bufi, Riccardo Camangi, Gianluca Colloca, Giorgio dAmato, Alessia Esposito, Girolamo Grammatico, Stefano Scarcia e i ragazzi di TerraNullius. Questo romanzo esiste anche grazie ai loro consigli, alle letture e correzioni che vi hanno apportato. Grazie,
LM

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GLOSSARIO

Anfetamina Lanfetamina (o amfetamina) un farmaco con propriet anoressizzanti e psicostimolanti. Nel suo uso illegale la forma pi diffusa oggi lo Speed. Lo speed pu essere formato da anfetamine, sostanze metanfetaminiche, anfetamino-simili. Il suo colore varia dal bianco, al giallo, al rosa, al marrone chiaro e dipende soprattutto dalle impurit contenute nei solventi usati nel processo chimico di realizzazione della sostanza. Ansiolin Tranquillante a base di benzodiazepine. Moltissime persone lo assumono abitualmente contro lansia e langoscia esistenziale ma non raro il suo impiego nella cura della eroinomania. Cannabis La canapa una pianta a fiore che appartiene alla famiglia delle cannabinacee. La canapa una droga dispercettiva che amplifica le sensazioni. Gli effetti dellassunzione sono dunque molteplici. Tra quelli pi frequentemente descritti si possono elencare: una sen149

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sazione di benessere, ilarit, maggiore coinvolgimento nelle attivit ricreative, alterazione della percezione del tempo e lincapacit di diventare violenti (al contrario dellalcool). Cocaetilene Lassunzione combinata di alcol e cocaina, comportamento di poliabuso di sostanze psicoattive tra i pi diffusi, determina nellorganismo la formazione di un metabolita farmacologicamente attivo detto cocaetilene (estere etilico della benzoilecgonina). Lassunzione di etanolo in associazione con la cocaina non solo ne prolunga e ne potenzia leffetto euforizzante, ma produce anche unamplificata percezione di benessere psicofisico. Inoltre letanolo attenua lo stato disforico (crash) generalmente correlato con lastinenza acuta da cocaina. Cocaina Stupefacente che agisce sul sistema nervoso. un alcaloide che si ottiene dalle foglie della coca, pianta originaria del Sud America. Leffetto farmacologico principale quello di bloccare il recupero di dopamina nel terminale presinaptico. Gli effetti della sostanza si verificano pi o meno rapidamente e consistono principalmente in: distorsione cognitiva e delle capacit recettive, sensazione di aumento delle percezioni, accentuazione della reattivit fisica e mentale, euforia. Ben peggiori sono gli effetti a lungo termine: depressione, ansia, insonnia, irritabilit, paranoia e altre psicosi.

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Crack un tipo di cocaina a base libera, apparsa per la prima volta in California nel 1981 e di l diffusasi ovunque con il nome di strada di super white o super cloud. Si prepara attraverso un banale procedimento di alcalinizzazione della cocaina rispetto alla quale assai pi potente e nociva per lorganismo. Eroina una sostanza semisintetica ottenuta dallalcaloide morfina per reazione con lanidride acetica. La dipendenza da eroina identica a quella da morfina, ma si instaura pi in fretta e con quantitativi di sostanza pi bassi. Anche le dosi letali sono pi basse, per cui il rischio di overdose maggiore. A differenza della morfina, quando iniettata endovena provoca un caratteristico flash euforico della durata di circa 30-60 secondi. Alcuni consumatori definiscono il flash euforico da somministrazione endovenosa simile a una serie multipla di orgasmi disseminati in tutto il corpo. Ketamina La ketamina un anestetico dissociativo per uso veterinario e umano. A dosi sub-anestetiche causa forti dissociazioni psichiche, ha trovato perci largo uso come sostanza stupefacente. un anestetico di carattere dissociativo. Con dosaggi sub-anestetici pu portare il soggetto a forti allucinazioni visivo-auditive definite come di pre-morte, con la percezione di entit disincarnate, apparenti visioni del futuro (flashforward) e vista del proprio corpo dal151

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lesterno. Si tratta dellunico anestetico capace di permettere il respiro autonomo della persona sedata.
LSD

una delle pi potenti sostanze stupefacenti allucinogene conosciute. Una tipica dose di appena cento microgrammi pu causare alterazione dei sensi e della memoria per un periodo dalle sei alle quattordici ore. Inoltre pu produrre illusioni ottiche molto pronunciate e fantasie oniriche. Mannitolo A temperatura ambiente si presenta come un solido bianco inodore. Il mannitolo trova ampio impiego nel settore farmaceutico perch ha propriet diuretiche. In particolare, appartiene alla classe dei diuretici osmotici. Mescalina La mescalina un alcaloide contenuto principalmente nel peyote, pianta succulenta appartenente alla famiglia delle cactacee, originaria del deserto del Messico e usata per scopi stupefacenti in riti sciamanici dai nativi americani. La mescalina, qualora ingerita, inizia a manifestare effetti 45-120 minuti dopo lassunzione, a seconda del contenuto dello stomaco. Nella fase iniziale si presentano non di rado nausea e vomito, che scompaiono nellarco di unora per lasciare spazio a una grande salivazione che viene di pari passo con
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laffievolimento o la scomparsa delle sensazioni di fame, fatica e sete. Vi un incremento del battito cardiaco e della pressione sanguigna. Metadone un oppiato sintetico con effetti simili alla morfina. Venne sviluppato nel 1942 come sostituto della morfina (che durante la guerra era diventata rara in Germania) e brevettato nel 1953 come forte analgesico. Dagli anni Sessanta, e ad iniziare dagli Stati Uniti, viene utilizzato come sostituto delleroina contro le sindromi dastinenza somatiche.
MDMA

una metanfetamina, viene assunta comunemente in cristalli o pastiglie, ma viene anche somministrata sciolta in acqua o in bevande alcoliche. Gli effetti principali sono: stimolazione del sistema nervoso, euforia, diminuzione dellappetito, aumento della temperatura corporea, acidit di stomaco, perdita del controllo muscolare. Roipnol un farmaco ipnoinducente derivato dalla benzodiazepina. Ha effetto ipnotico, ansiolitico, sedativo e favorisce il rilassamento muscolo-scheletrico. La sua commercializzazione iniziata nel 1970; allinizio venne usato come ammortizzatore degli effetti di cocaina e di anfetamina, successivamente a scopo ansiolitico e, infine, come vera e propria droga, generando una certa dipendenza. Sotto lef153

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fetto di roipnol (soprattutto insieme ad alcolici e altre droghe), si perde totalmente coscienza di s e si pu avere successivamente unamnesia di ci che si fatto. Tavor Il Lorazepam, un farmaco della categoria delle benzodiazepine. Meglio noto commercialmente come Tavor, possiede propriet ansiolitiche e sedative. Il Lorazepam comunemente utilizzato per trattare lansia e linsonnia.

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Indice

p.

7 Prologo Genealogia della morale Uno Crepuscolo degli idoli Due Aurora Tre Nascita della tragedia Quattro Ecce homo Epilogo Al di l del bene e del male

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Collana Sampietrini

Poesie damore per ragazze kamikaze, Francesca Genti Cani da rapina, Luca Moretti

Di prossima pubblicazione: Suicide Casanova, Arthur Nersesian Lurlo e altre poesie illuminate, Allen Ginsberg e Eric Drooker

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