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WHO, DISTRUTTORI DI STRUMENTI!

Il percorso evolutivo e musicale degli Who uno dei pi interessanti di tutti gli anni 60 britannici. Il gruppo inizio` nei panni dei mod, dei giovani teppisti di Londra, con un sound chiassoso e testi arroganti (ad un livello sopra tutti gli altri), ma poi scopri` la propria vocazione nella rock opera (secondo una tradizione britannica che risale almeno a Dickens, e che era stata trasposta nel rock dai Kinks) e inne trovo` un curioso equilibrio fra spirito polemico e spirito "progressive", fra rock e classicismo. Di quella generazione sono probabilmente i piu` vicini al punk-rock del 1976 in tal senso quelli che sono invecchiati di meno. ! La musica degli Who e` una delle piu` autobiograche dell'epoca. Se i Kinks furono ossessionati dalla societa` in cui erano cresciuti, se gli Animals furono ossessionati dai dilemmi della propria generazione, gli Who furono ossessionati, dall'inizio alla ne, da se stessi. Nel primo periodo (quello degli inni generazionali) gli Who sfogavano la propria frustrazione con lo spirito di una squadra di teppisti ubriachi. Nel secondo periodo (quello delle opere rock) gli Who trasposero in chiave psichedelica e teatrale la loro vicenda generazionale. Facevano leva sul pi violento rock n roll per distruggere del tutto la struttura del Mersybeat (una stuttura che i Rolling Stones avevano gi incrinato con guerriglie urbane). ! All'inizio (1963) si chiamavano High Numbers e suonavano jazz e rhythm and blues (il loro primo 45 giri fu I'm The Face di Slim Harpo nel 1964). Ma la loro vera ispirazione furono i rocker virulenti e ribelli come Eddie Cochran e Gene Vincent, al cui tragico destino tutta l'opera degli Who e` indirettamente dedicata. Un'altra chiara inuenza furono Johnny Kid & The Pirates, forse il complesso piu` originale in Inghilterra prima dei Rolling Stones, i primi a usare una formazione di chitarra, basso, batteria e cantante e i primi a suonare un ruvido e potente rock and roll chitarristico. Ma Pete Townshend emerse subito come un compositore vibrante e originale, per cui gli Who non ebbero bisogno della lunga serie di cover che caratterizzo` altri gruppi dell'era.! i quattro inventarono un nuovo genere musicale con I Can't Explain (gennaio 1965), l'epico grido che per primo rivendico` un'identita` per i giovani britannici, uno "shout" che incorporava il "baby talk" accorato di Buddy Holly e il riff di You Really Got Me dei Kinks, con il drumming funambolico di Moon che oscurava quasi il canto. ! Townshend componeva ritornelli elementari, ma la sua chitarra e la batteria di Moon li trasformavano in qualcosa di epico. Townshend scriveva anche liriche piu` o meno ispirate a Dylan, ma adattando la pomposa prosa dylaniana (pensata per gli intellettuali dei sit-in e gli hippies delle marce della pace) al prosaico gergo dei teppisti di strada. Dylan scriveva salmi, comizi e profezie: Townshend scriveva inni. Daltrey era un cantante solenne, anche se poco originale rispetto agli Eric Burdon (Animals), Van Morrison (Them) e Mick Jagger (Rolling Stones) ma forse proprio per questo niva per suggestionare di piu`. L'inno anarchico di Anyway Anyhow Anywhere (maggio) faceva leva su un boogie mozzaato oscillante fra momenti di suspense e deagrazioni cacofoniche. ! Alla ne dell'anno (dicembre) l'atroce, marziale, balbuziente e prepotente slogan di My Generation, lacerato da sincopi, distorsioni, clapping e jamming generali, in un fragoroso e apocalittico satori atonale, cambio` per sempre la storia della musica rock.! Questi capolavori a 45 giri costituivano la colonna sonora di una guerra combattuta dai giovani agli inizi degli anni '60 per imporsi e farsi rispettare come classe sociale a se stante. ! Quei brani riscoprivano in pieno l'essenza violenta e ribelle del rock and roll, quell'essenza che gli idoli telegenici prefabbricati come Presley e Beatles avevano ridimensionato. Come i primi rockers del 1955, anche gli Who erano lo sfogo di rabbia di una generazione di giovani che era conscia della propria impotenza a cambiare le cose e reagiva tentando di sfasciare tutto. !

Fracassando gli strumenti sul palco, gli Who chiudevano quel circolo di ribellione che Chuck Berry e i Rolling Stones avevano tracciato a meta`, e che sara` la bibbia degli artisti piu` travagliati del rock. Con gli Who la storia del rock and roll ricominciava da zero. ! A quella base sonora gli Who accoppiavano un impeto scenico terricante. La loro fama crebbe di pari passo con l'efferatezza del loro show, un'esibizione di violenza gratuita senza precedenti sui palcoscenici del compassato Regno Unito. ! In tal modo gli Who portarono sul grande palcoscenico del Merseybeat lo schifo e la paura dei sobborghi. La sottocultura mod trovo` in loro i suoi martiri, disposti ogni sera a fracassare gli strumenti al termine di act scatenati. E la vita di strada trovo` i suoi demagoghi. ! La furia, il sadismo, la rabbia, erano il prodotto autentico di una turbolenza generazionale di cui gli Who furono effettivamente analfabeti portavoce. Ma scoprirono involontariamente un mercato gigantesco, che non era mai stato sfruttato: quel sound affascinava anche i kids piu` borghesi e conformisti. La voglia di suono "duro" era generale.!

Nessuno dei quattro era un virtuoso al proprio strumento, ma ciascuno dei quattro era un genio al proprio strumento. Sotto l'inuenza di Link Wray, Pete Townshend invento` uno stile barbaro e isterico alla chitarra, e fu uno dei primi a usare radicalmente il feedback (ma avrebbe usato qualsiasi cosa gli consentisse di produrre rumore). Roger Daltrey si faceva largo nel baccanale dei compagni con versi animaleschi che fungevano da vere e proprie urla di guerra e con un tono "vissuto" in cui si riconoscevano i kids della suburbia. Keith Moon non aveva nulla della sosticazione jazz e blues (da cui provenivano quasi tutti i batteristi dell'epoca) ma sommergeva le canzoni di battiti quasi tribali e il moto perpetuo della sua batteria invento` presto un nuovo stile. John Entwistle completava la formazione con le sue vigorose frasi di basso. Il compositore del gruppo era Townshend, geniale nel comprimere tanta violenza in ritornelli, acrobatico nello stipare accordi grezzi e assordanti dentro la forma-canzone.!

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Tommy del 1969 e` un album si` progressivo e psichedelico, ma al tempo stesso melodrammatico e pomposo, al tempo stesso affermando la statura artistica del gruppo e rinnegando le proprie radici di ribelli. ! Tommy e` innanzitutto la rock opera per eccellenza, la rappresentazione musicale di una storia che un'allegoria per la loro generazione.! La musica che l'accompagna ha perso gran parte della spontaneita` (e quindi dell'aggressivita`) dei primi 45 giri. Anzi, e` palesemente pianicata a tavolino, attenta ai dettagli, puntuale nei contrappunti e delicata nei fraseggi. Il riff, la foga corale e il ritmo d'assalto, che erano stati la struttura portante dei loro inni, vengono fusi ad arte con un lattice di pathos che indulge nel trionfalismo epico piuttosto che nello scatto fulmineo e rabbioso. E` soprattutto lo show personale di Townshend, che dimostra abilita` nel comporre e nel dirigere, anche se talvolta l'opera scade nel feuilleton, nella retorica, nell'ingenuita`.!

La parabola musicale degli Who riette tutto sommato quella ideologica della loro generazione: dallo spirito ribelle e dalle pulsioni di auto-distruzione dei primi anni, che interpretano un profondo malessere esistenziale, al rifugio qualunquista nelle droghe e alle patetiche auto-celebrazioni della tarda eta`.

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