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TRIBUNALE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE

Ia SEZIONE COLLEGIALE
DOTT. O. ROSSI Presidente
DOTT.SSA F. AURIEMMA Giudice a latere
DOTT.SSA M. GRAZIANO Giudice a latere
VERBALE DI UDIENZA REDATTO DA FONOREGISTRAZIONE
PAGINE VERBALE: n. 93
PROCEDIMENTO PENALE N. R.G. 2861/12 - R.G.N.R. 33050/12
A CARICO DI: FABOZZI ENRICO + 8
UDIENZA DEL 07/06/2014
Esito: Rinvio al 13/06/2014
R.G. 2861/12 - R.G.N.R. 33050/12 - 07/06/2014 c/FABOZZI ENRICO + 8
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INDICE ANALITICO PROGRESSIVO
DICHIARAZIONI SPONTANEE DELL'IMPUTATO DI CATERINO EMILIO .............. 4
ESCUSSIONE DEL TESTE IOVINE ANTONIO .............................................................. 7
DICHIARAZIONI SPONTANEE DELL'IMPUTATO DI CATERINO ........................... 91
R.G. 2861/12 - R.G.N.R. 33050/12 - 07/06/2014 c/FABOZZI ENRICO + 8
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TRIBUNALE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE - Ia SEZIONE COLLEGIALE
Procedimento penale n. R.G. 2861/12 - R.G.N.R. FABOZZI ENRICO + 8 Udienza del
07/06/2014
DOTT. O. ROSSI Presidente
DOTT.SSA F. AURIEMMA Giudice a latere
DOTT.SSA M. GRAZIANO Giudice a latere
DOTT. A. ARDITURO Pubblico Ministero
SIG. C. CICCARELLI Cancelliere
SIG. D. RUSSO Ausiliario tecnico
PROCEDIMENTO A CARICO DI - FABOZZI ENRICO + 8 -
Presidente: prima che inizi l'udienza diamo atto che il
Presidente ha depositato in data di ieri il
provvedimento circa le riprese audiovisive e
fonografiche, ai sensi dell'Art. 147, disposizioni di
attuazioni, del Codice di rito. Sono state date una
serie di prescrizioni per le riprese sia fotografiche
che audiovisive. A questo punto per chiaramente devono
interloquire le Parti processuali ai sensi dell'Art.
147, appunto, se vi qualche Parte processuale,
imputati o difensori, che non vuole essere ripresa o
fotografata, pregato di dirlo a verbale. Grazie. A
questo punto le Parti non pongono problemi. Le
indicazioni le ho date prima. Oggi previsto l'esame ex
Art. 507 di Iovine Antonio. Prego, il sito.
Ausiliario: sono il cancelliere del sito riservato 2. Volevo
comunicare che il Di Caterino Emilio vuole rendere
dichiarazioni spontanee.
Presidente: prego, Di Caterino. Stacchiamo un attimo Iovine.
Perch Iovine, chiaramente, essendo teste, non pu
sentire quello che dice Di Caterino.
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DICHIARAZIONI SPONTANEE DELL'IMPUTATO DI CATERINO EMILIO
Imputato: posso, signor Presidente?
Presidente: prego, Di Caterino.
Imputato: Presidente, volevo precisare alcune vicende in
merito a questo processo. Innanzitutto volevo chiarire
la posizione, per quanto riguarda l'esame, quando
stato escusso Nicola Ferraro... Ferraro Nicola, dinanzi
a lei, Presidente, ha detto che quando veniva presso la
mia abitazione, in via Licata, 11, Casal di Principe,
diceva che c'era sempre una folla di persone
all'incontro con Guida Luigi. Non vero. Veniva di sua
spontanea volont attraverso me e Nicola Alfiero, che
gli andavamo a comunicare tutte le volte che Guida Luigi
aveva bisogno di parlare con Nicola Ferraro. Questo sin
dall'inizio del 2001, come reggente del clan Bidognetti
Guida Luigi. E non aveva solo interessi... cio il
Ferraro Nicola aveva interesse a recuperare il terreno
perduto, cio l'appalto sul territorio di Castel
Volturno, Villa Literno, Cancello Arnone, etc., perch
nell'anno 2000 Alessandro Cirillo li minacci di morte
per fare subentrare i fratelli Orsi per la raccolta
della spazzatura. Quando subentrato Guida Luigi come
reggente del clan Bidognetti, praticamente nata questa
amicizia grazie a Nicola Alfiero, nostro affiliato, e
Ferraro con Guida Luigi si spiegavano questa cosa. Di
riprendersi quello che una volta era suo. Quello di
togliere la gestione ai fratelli Orsi e di riprendersi
loro l'appalto per quanto riguarda la spazzatura nei
Comuni. Poi io non sono stato presente all'escussione
del signor Fabozzi Enrico, ma non perch ho rinunciato,
bens ero impegnato in un altro procedimento dove ero
chiamato a testimoniare. E ho rinunciato, quindi non
sono stato presente. Voglio precisare che la testa di
maiale gli stata messa dopo l'aggiudicazione
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dell'appalto per 1 milione e 350 mila euro, a Garofalo
Raffaele. Per quanto riguarda la riqualificazione
dinanzi al Comune di Villa Literno. Quindi la testa di
maiale c' stata dopo quell'appalto, non prima. La rata
di 20 mila euro di Giovanni Malinconico, io era gi
latitante, io sono stato latitante nel 2007, 7 marzo del
2007, fino al 16 ottobre del 2008. Quindi la rata, i
primi 20 mila euro che Malinconico ha versato al clan
Bidognetti attraverso Iovine Antonio, quale suo nome di
fiducia era Ernesto De Luca... cio Iovine Antonio ha
garantito a noi del clan Bidognetti il 3%, su 10 milioni
di euro erano 300 mila euro che andavano al clan
Bidognetti. E non prima. Cio (incomprensibile) si
messo a disposizione prima della testa di maiale. Non
dopo. E dico questo perch? Quando c'era questa gara si
presentato Franco Nicchiniello al Comune di Villa
Literno a fare casino. Questo era nell'estate del 2006.
Senonch stato avvertito il fratello di Nicola
Ferraro, Luigi Ferraro, e Arturo Massaro, che a loro
volta si sono recati al Comune di Villa Literno. E sul
Comune erano tutti spaventati dalla presenza di Franco
Nicchiniello, perch stava facendo dei casini. Allora si
erano un po' preoccupati. Se questo fa casini succede un
casino all'interno del Comune. Sono intervenuto io e
anche Alessandro Cirillo, in merito a questa questione.
Ed venuto presso la mia abitazione proprio il Luigi
Ferraro e Arturo Massaro, che era il suo autista. E mi
hanno spiegato questa situazione. Siccome io con Franco
Nicchiniello ci ho lavorato nell'anno 1997 a Accettura
(o simile), fino al 1998, 1999, lo conoscevo bene,
perch ero un suo dipendente. Lo chiamai attraverso
Madonna Carmine, di Casal di Principe, e lo invitai a
recarsi presso la mia abitazione, dove io gli spiegai
che quell'appalto, per quanto riguardava quell'appalto,
era una cosa gestita dal clan Bidognetti, quindi non si
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doveva piu permettere di recarsi in Comune a fare dei
casini. Lui in primis disse: non lo sapevo, vi chiedo
scusa, e lo invitai, gli volevo far dare... cio mettere
come subappaltatrice... cio di farsi 350 mila euro e un
milione di euro se li sarebbe fatti Raffaele Garofalo. E
lui si rifiut anche di questa offerta. Dice: no, no,
sar per la prossima volta. Per la prossima volta, se ci
sar la prossima volta, me lo voglio aggiudicare io,
l'appalto. E si chiuse l. Quello che voglio dire che
il sindaco, dopo l'intervento di Nicchiniello, si
rivolto ai fratelli Ferraro e i fratelli Ferraro a loro
volta a me e a Alessandro Cirillo, che in quel periodo
eravamo i reggenti del clan Bidognetti. La ringrazio,
signor Presidente.
Presidente: va bene. Possiamo ricollegare il sito di Iovine.
Prego. Pubblico Ministero, il difensore di Iovine nel
sito? S? Bene. Prima che inizi l'esame di Iovine,
chiaramente Iovine un 210 puro? Perfetto.
Ausiliario: mi sente, Presidente?
Presidente: s, la sento bene. Lei autorizzato alla
redazione del verbale in quanto ufficiale di Polizia
giudiziaria. Deve dire chi presente dinanzi a lei,
prego.
Ausiliario: adesso lo facciamo entrare, Presidente.
Presidente: va bene. Per deve alzare un po' la voce.
Ausiliario: Presidente, buongiorno di nuovo, si d atto della
presenza del collaboratore Iovine Antonio, classe 1964.
Presidente: presente l il difensore?
Ausiliario: (audio bassissimo).
Presidente: bisogna alzare un po' la voce, un po' l'audio.
Ausiliario: ora ci sente, Presidente?
Presidente: la voce ancora piu bassa.
Dif.: sono l'avvocato Maffei, Presidente, sono presente nel
sito riservato.
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Presidente: no, deve alzare la voce.
Dif.: Presidente, mi sente?! Sono l'avvocato Maffei.
Presidente: ah, s, adesso perfettamente. L'avvocato Maffei,
bene. Colleghiamo Iovine.
ESCUSSIONE DEL TESTE IOVINE ANTONIO
Teste: buongiorno, signor Presidente.
Presidente: buongiorno. Deve dire nome, cognome, dove e quando
nato.
Teste: Iovine Antonio, nato a San Cipriano d'Aversa il 20
settembre...
Presidente: no, a voce piu alta.
Teste: Iovine Antonio, nato a San Cipriano d'Aversa...
Presidente: dobbiamo alzare un po' la voce. Anche perch poi
lunghetto, non che... aspetti un attimo. Allora, il
sito riservato pu fare entrare il tecnico in aula?
Perch la voce bassissima, si sente molto male. E
autorizzato a entrare, altrimenti non si pu andare
avanti.
Tecnico: pronto, prova, dal sito...
Presidente: si sente perfettamente, adesso.
Tecnico: prova prova, sito 1. Di nuovo. Prova prova.
Presidente: prego. Iovine, si avvicini un'altra volta al
microfono.
Teste: Presidente, buongiorno.
Presidente: buongiorno, deve ripetere un'altra volta il nome,
cognome, dove e quando nato.
Teste: Iovine Antonio, nato a San Cipriano d'Aversa il 20
settembre 1964.
Presidente: si d atto che il collegamento conforme alla
normativa di cui all'Art. 147 bis, disposizioni di
attuazione. Iovine, le devo fare una domanda
preliminare. Lei vuole rispondere o no alle domande
delle Parti?
Teste: s, s.
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Presidente: prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Iovine, lei il 13 maggio del 2014 ha iniziato a
collaborare con la giustizia. Vuole spiegare al
Tribunale quali sono le ragioni per cui ha deciso di
iniziare questa collaborazione?
Teste: certamente per avere un futuro migliore... (audio
bassissimo) per dare una svolta alla mia vita.
Presidente: c' lo stesso problema di prima.
Teste: sicuramente per...
Presidente: adesso si sente, perfetto, pu andare avanti.
Teste: sicuramente per dare una svolta alla mia vita e offrire
un futuro migliore alla mia famiglia, no?
P.M.: senta, questa scelta collegata in qualche modo anche a
ragioni di carattere criminale rispetto alla vita
precedente che lei ha avuto, alla situazione del
momento?
Teste: sicuramente ho deciso di dire basta a tutto quello che
la vita passata. E quindi ho deciso di affrontare, di
dare una svolta definitiva.
P.M.: senta, lei che condanne ha avuto fino a questo momento?
Teste: ho avuto una condanna Spartacus, definitiva,
all'ergastolo. Poi ho avuto l'omicidio Diana con la
condanna all'ergastolo definitiva. E poi vari processi
che sto ancora facendo.
P.M.: ci pu indicare se ci sono processi per i quali stato
assolto, anche con sentenza passata in giudicato, ma per
i quali invece si ritiene colpevole?
Teste: il processo Griffo, il processo Scamperti...
P.M.: si tratta di omicidi?
Teste: s, s.
P.M.: quindi il primo omicidio, Griffo, ricorda le generalit
di questa persona? Griffo, e di nome...?
Teste: Nicola Griffo, di San Cipriano d'Aversa.
P.M.: era stato condannato in primo grado?
Teste: in primo grado condannato a trent'anni. Dopodich fui
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assolto in Appello.
P.M.: ha commesso questo omicidio?
Teste: s.
P.M.: ne stato esecutore materiale o mandante?
Teste: esecutore materiale.
P.M.: va bene. Poi mi parlava del duplice omicidio Scamperti,
credo.
Teste: s, padre e figlio, s.
P.M.: per questo omicidio era stato condannato in primo grado?
Teste: all'ergastolo, s. E poi in Appello sono stato assolto.
P.M.: e si dichiara responsabile di questo duplice omicidio?
Teste: s.
P.M.: l'ha commesso nella qualit di mandante o di esecutore
materiale?
Teste: esecutore materiale.
P.M.: ha commesso altri omicidi nella sua vita, oltre questi
che abbiamo citato, cio quelli indicati nel processo
Spartacus, l'omicidio di Diana Mario e questi omicidi
per i quali stato assolto?
Teste: l'omicidio Nuvoletta, l'omicidio... ora non mi
sovvengono, comunque ho gi reso dichiarazioni in
merito.
P.M.: ha fatto riferimento all'omicidio di un vigile urbano,
durante gli interrogatori.
Teste: s, Diana, un vigile urbano di (audio bassissimo).
P.M.: pu ripetere? Non si sentito.
Teste: l'omicidio del vigile urbano a San Cipriano d'Aversa,
s.
P.M.: in che epoca?
Teste: non mi ricordo...
P.M.: il periodo, piu o meno.
Teste: (non risponde).
P.M.: mi ha sentito?
Teste: s, s, mi sta venendo un vuoto di memoria, dottore. Un
attimo solo che faccio mente locale, se no faccio
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confusione... (l'audio diventa nuovamente bassissimo).
P.M.: lei si ricorda quando stato arrestato, negli anni '90?
Teste: s, sono stato arrestato nel 1991, quindi un po' prima,
s.
P.M.: quindi un po' prima del 1991.
Teste: s.
P.M.: piu recentemente, anche nella qualit di mandante, lei
ha commesso omicidi? Ha dato ordini di morte nei
confronti di qualcuno?
Teste: certamente s. L'omicidio Caterino Sebastiano,
l'omicidio (pare dica: di Peccatore), di Frignano...
P.M.: s.
Teste: e altri che...
P.M.: va bene. Vuole dire al Tribunale se ha fatto parte di
organizzazioni di stampo camorristico? Quali
organizzazioni e quando ha iniziato questo tipo di
attivit?
Teste: s. Dottore, potete ripetere la domanda? Perch non ho
sentito.
P.M.: s. Pu dire se lei ha fatto parte di organizzazioni di
stampo camorristico? Quando ha iniziato, eventualmente,
a farne parte? E quindi come inizia il suo percorso
criminale all'interno del clan?
Teste: ho fatto parte dell'organizzazione camorristica dei
casalesi e ho iniziato con l'amicizia con Bardellino,
nell'84, nell'85. Con l'omicidio Nuvoletta. Dopodich ho
proseguito in queste fasi di scissione tra Bardellino e
i casalesi, con le assunzioni di tutte le responsabilit
del clan e ho seguito fino al mio arresto tutto il clan.
Con la retribuzione degli stipendi, con tutto quello che
ne concerne.
P.M.: senta, l'amicizia con Bardellino, quindi, inizia intorno
al 1984.
Teste: s. Appena ventenne ero, s.
P.M.: lei stato affiliato al clan in modo formale, con un
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atto formale, in un momento particolare?
Teste: s, s. Con il giuramento della pungitura, diciamo
cos, dottore.
P.M.: s. Pu dire questo giuramento...?
Teste: il giuramento dell'affiliazione, s.
P.M.: in grado di dirci questo affiliamento della pungitura
quando avvenuto?
Teste: avvenuto nell'85, subito dopo l'aggressione alla casa
dei Nuvoletta, e che lo stesso Bardellino, e con De
Falco Vincenzo, mi fecero, subito dopo. Subito dopo,
dopo qualche ora che ritornammo a San Cipriano, ci fu
questo giuramento.
P.M.: quindi nello stesso giorno dell'omicidio di Ciro
Nuvoletta?
Teste: s.
P.M.: al ritorno dall'omicidio.
Teste: s.
P.M.: ci vuole descrivere quel giorno chi partecip del clan
dei casalesi all'omicidio di Ciro Nuvoletta?
Teste: certo. Partecipammo io, Bardellino Antonio, De Falco
Vincenzo, Maurizio Capoluongo, Zagaria Michele e mio
fratello Carmine, che stava con noi e con Bardellino.
P.M.: lei ha partecipato anche alle fasi esecutive di questo
omicidio, cio quando arrivaste nella villa? Come si
svolsero i fatti?
Teste: i fatti si svolsero che De Falco Vincenzo mi avvert
che la mattina presto dovevamo uscire a fare un
servizio. Non mi disse proprio in pratica che cosa
dovevamo andare a fare. Dopodich la mattina ci riunimmo
tutti quanti insieme in una casa a San Cipriano e l
capii che stavamo per commettere un omicidio. Dopodich
ci spostammo tutti quanti in una zona del napoletano, di
Quarto, in una casa di un nobile, Chiacchio, mi sembra
che si chiama. E poi da l ci unimmo ad altri gruppi del
napoletano, precisamente erano di Nola, quelle zone l,
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insomma, che poi in pratica io non li conoscevo, li
conosceva Bardellino. E dopo un po' Bardellino stesso
ebbe una chiamata che ci avvisava che stavano in quel
posto di Marano. E quindi partimmo da questa casa e
arrivammo nella zona dove poi successe l'omicidio di
Ciro Nuvoletta.
P.M.: le fasi dell'omicidio quali furono nel dettaglio? Che
cosa c'era? Una villa? Un palazzo?
Teste: c'era uno spiazzato dove ci stavano dei palazzi e di
fronte a questi palazzi ci stava una stradina di
campagna che portava in un posto secondario. E l fu
ammazzato Ciro Nuvoletta.
P.M.: chi spar?
Teste: io mentre stavo arrivando dove stava il posto vidi
Bardellino che scendeva da questo posto e mi avvisava
che stava tutto a posto. E mi disse: tutto a posto,
tutto a posto, rientriamo. Nel momento in cui stavamo
rientrando successe che un po' tutti quelli che stavano
l presenti, che erano una decina, una quindicina, si
accanirono di fronte a questa abitazione, questo palazzo
che ci stava sul lato sinistro, o destro. E quindi dopo
questo exploit di violenza, diciamo, ci mettemmo in
macchina e facemmo ritorno in questa villa da dove
eravamo partiti. Durante la strada, durante il percorso
della strada di ritorno ci fu qualcuno che esplose
qualche colpo e venne colpita una persona che stava
fuori a un bar, cos, tanto per dare un segno contro i
maranesi, in questo senso fu fatta questa cosa. Io dico
che fu fatta senza senso, per, voglio dire, qualcuno
ritenne che c'era bisogno di fare questo.
P.M.: senta, quando lei dice: qualcuno si accan contro un
palazzo, che cosa vuole dire?
Teste: che dopo avere commesso l'omicidio non c'era bisogno di
fare questa azione violenta e invece fu quasi un
coinvolgimento di tutti quanti, che si accanirono contro
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questo palazzo. Che poi alla fine non so se era un
palazzo dove abitavano i familiari dei Nuvoletta oppure
no.
P.M.: quindi a sparare, insomma.
Teste: s, s, sparare. Furono esplosi un sacco di colpi di
arma da fuoco, diciamo. Ognuno si preoccup di
partecipare a questa azione di violenza.
P.M.: lei sa dire per quale ragione Bardellino organizz
questa spedizione a Marano e ci fu questo omicidio?
Quali erano le ragioni che ci stavano?
Teste: da quello che io percepii che un po' di tempo prima
era stato ammazzato un suo amico, Ferrara Raffaele, in
Villaricca, e lui inizi a non avere piu fiducia dei
Nuvoletta. Pens che molto probabilmente volevano
ucciderlo, in qualche modo, no? Ma questo poi rientra in
un discorso un po' piu grande di me. Molto probabilmente
c'erano discorsi con i siciliani, con i corleonesi, con
tutti i gruppi che loro comunque si aggregavano. Io dico
loro, sia Bardellino che Nuvoletta. Erano cose che
magari sapevano loro, per la ragione proprio principale
che comunque era morto un amico di Bardellino. E
quindi ci fu un po' di sospetto da parte di tutti quelli
che parteciparono, sia di Nola, sia di San Cipriano.
Insomma, temevano che i Nuvoletta potessero fare
un'azione violenta nei confronti di Bardellino.
P.M.: lei poi ha saputo quali erano in quel periodo, in quegli
anni, i rapporti tra Bardellino e i siciliani?
Teste: erano rapporti turbolenti, perch i corleonesi avevano
chiesto in maniera indiretta, tramite i Nuvoletta, di
potere ammazzare Buscetta. E quindi Bardellino a sua
volta si rifiut. Non so per quale motivo, comunque si
rifiut. E da l, molto probabilmente, i corleonesi
volevano, chiaramente dietro la collaborazione di
Buscetta, i corleonesi volevano che i Nuvoletta
uccidessero Bardellino per non avere portato a termine
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questa cosa.
P.M.: le fu raccontato qualche episodio specifico rispetto a
questo fatto che Bardellino era stato richiesto di
ammazzare Buscetta?
Teste: s, mi fu raccontato un episodio di un incontro che
fece Bardellino in Brasile, con Buscetta, che comunque
in un certo senso si era preparato per ammazzarlo. Lui
con Mario Iovine. Quello che stato poi ammazzato a
Cascais. E che in un momento di chiarimento Bardellino
si lasci convincere da Buscetta che molto probabilmente
il cattivo non era lui, bens i corleonesi. E quindi
Bardellino fece... cio si prese la responsabilit di
lasciarlo andare e quindi non prese parte a nessun tipo
di ragionamento.
P.M.: e quindi fu questa la ragione per cui si ruppero questi
rapporti con i siciliani?
Teste: sicuramente s.
P.M.: e ci fu il contrasto tra Nuvoletta e Bardellino.
Teste: sicuramente s.
P.M.: senta, tornando al giorno dell'agguato a Marano lei ha
detto che siete tornati a San Cipriano e quel giorno ci
fu la sua affiliazione. Come avveniva questo rito
dell'affiliazione? Che cosa successe quel giorno?
Teste: fu una cosa alquanto particolare, perch oltre la
formula che ora in questo momento non mi ricordo perch
sono passati tanti anni e io poi non l'ho piu praticata,
questa formula, in un certo senso ti chiedevano con una
pungitura sul dito e con una macchia su un Santino di
recitare una formula di giuramento che non avresti mai
tradito, non avresti mai fatto cose che il clan non
voleva. Un po' questa era la formula.
P.M.: e quando lo fecero a lei questo rito del battesimo, del
giuramento, chi glielo fece? Chi era presente?
Teste: Bardellino Antonio e De Falco Vincenzo. Con la riserva
che se eventualmente tutti gli altri che poi decidevano
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di affiliare... comunque c'era un discorso tra quelli
che erano stati gi punti, lo dovevano sapere chi erano
gli altri affiliati.
P.M.: va bene. Senta, facendo un passo avanti, perch certo
non possiamo nel dettaglio in questa sede ripercorrere
tutto, vuole dire al Tribunale come e quando lei ha
avuto conoscenza dell'omicidio di Bardellino?
Teste: ho avuto conoscenza dell'omicidio Bardellino quando mi
trovavo in Francia. Sono stato contattato da De Falco
Vincenzo e Schiavone Francesco di Nicola, Sandokan, per
essere chiaro, di ritornare in paese perch ci stavano
delle cose da chiarire. Chiaramente per telefono non mi
dissero di che cosa si trattasse. Dopodich io ritornai
a San Cipriano e iniziai a capire che c'era in atto una
sorta di scissione, in pratica. Nel frattempo, prima di
tornare a San Cipriano, comunque ebbi l'occasione di
incontrare Mario Iovine, sempre in Francia, a Toulone,
in una casa dove era di abitudine ritrovarci, e questa
casa era di una signora di Toulone, che era fidanzata
con Franco Piacenti. E comunque noi l stavamo, ci
incontravamo, e quindi ebbi modo di incontrare Mario
Iovine, che stava facendo ritorno in Brasile. Per un
attimo si sofferm e mi chiese di andare con lui. E
siccome io non ero in possesso del passaporto gli
chiesi: ma come faccio a venire con voi? Io non ho il
passaporto. Comunque, chiarita questa cosa, lui se ne
and e quindi raggiunse il Brasile e io feci ritorno a
San Cipriano d'Aversa. A San Cipriano d'Aversa, questo
era negli anni '88, trovai una situazione gi
organizzata e quindi in una confusione totale mi trovai
a partecipare all'omicidio di Paride Salzillo. Questo
avvenne, l'omicidio di Paride Salzillo, dopo che De
Falco Vincenzo ebbe una telefonata dal Brasile, di Mario
Iovine, che lo avvisava che era stato ucciso Bardellino.
Quindi dopo questa telefonata noi ci predisponemmo per
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assaltare un po' la famiglia Bardellino, iniziando
da Paride Salzillo. Devo spiegare l'omicidio di
Salzillo?
P.M.: s, mi spieghi che cosa avete fatto.
Teste: noi stavamo in un'abitazione a Casal di Principe,
stavamo tutti quanti insieme. Tutti quanti insieme io
intendo sempre Schiavone Francesco, De Falco Vincenzo,
Giuseppe Quadrano, Diana Mario, Diana Raffaele, Giuseppe
Caterino, ora non mi ricordo gli altri, ma comunque ce
ne stava ancora qualcun altro... Schiavone Francesco
fece sapere a Bidognetti Francesco che doveva prendere
un appuntamento con i fratelli Salzillo, Paride e
Antonio, che poi a sua volta dovevano essere convocati
da Francesco Schiavone. E tutto questo avvenne tramite
Cipriano D'Alessandro. Tutto questo percorso. Dopodich
Antonio Salzillo non venne per qualche combinazione, non
si trov sul posto. E quindi venne solo Paride Salzillo.
Al che, come arriv da noi, fu reso inoffensivo perch
anche lui era armato di pistola. E quindi fu portato in
una abitazione, in un locale dove fu strangolato.
Dopodich fu occultato il cadavere in un fosso, sempre a
Casal di Principe. A questa cosa provvedette lo stesso
Cipriano D'Alessandro e Raffaele Diana. Chiaramente da
l iniziarono i problemi con i Bardellino, con Ernesto
Bardellino, i problemi in senso di volerli ammazzare,
dove si attiv un po' tutto il clan, in questa cosa.
P.M.: senta, lei fu presente a questo strangolamento?
Teste: s, s.
P.M.: chi che materialmente gli mise le mani addosso?
Teste: io, Giuseppe Caterino, Francesco Schiavone e De Falco
Vincenzo.
P.M.: e poi iniziarono questi problemi, questa
contrapposizione. Andando via via avanti si arriva
all'omicidio di De Falco. Ma lei ha avuto un qualche
ruolo oppure era a conoscenza, a un certo punto, che si
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doveva ammazzare De Falco?
Teste: s, sono stato incaricato da Mario Iovine, Walter
Schiavone e Michele Zagaria di partecipare all'omicidio
con Iovine Mario, in quanto loro stessi avevano
organizzato un appuntamento con il De Falco. E che molto
probabilmente con De Falco ci sarebbe dovuto essere lo
stesso Zagaria Vincenzo e Dario De Simone. Quindi in
pratica dovevano essere ammazzati tutti e tre. Dopodich
questo non avvenne, non so per quale motivo. Comunque io
stavo con Mario Iovine ad aspettare che loro venissero.
E comunque non vennero. Da l part questa sorta di...
questa volont di ammazzare De Falco Vincenzo. Che poi
fu ammazzato quasi casualmente, perch fu intercettato
in quella strada da Walter Schiavone, da Caterino
Giuseppe e dallo Zagaria Michele. Fu intercettato De
Falco Vincenzo quasi come se... un colpo di fortuna. E
quindi portarono a compimento questo omicidio.
P.M.: senta, e poi per quale ragione fu ammazzato anche Mario
Iovine?
Teste: perch dopo l'omicidio di De Falco Vincenzo comunque la
famiglia De Falco si riun tra di loro, si strinsero in
una sorta di autodifesa e iniziarono un po' a cercare di
capire come dovevano portare a termine la vendetta. So
che loro stessi, i De Falco, tramite Piacenti Francesco,
in un certo senso avevano comprato, tramite conoscenze
loro, la casa in Portogallo, a Cascais, a Mario Iovine,
e fu facile intercettarlo. E dietro incarico a una
persona di loro conoscenza, che io non conosco, questo
che poi port a termine l'omicidio di Mario Iovine a
Cascais, diedero incarico a questa persona che questo,
puntualmente, lo uccise in una cabina telefonica. E
quindi portarono a termine la vendetta loro. Che
comunque loro ritenevano responsabile Mario Iovine
dell'uccisione di De Falco Vincenzo.
P.M.: senta, dopo questi fatti, quindi c' stato prima
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l'omicidio di Bardellino, poi quello di De Falco, poi
quello di Mario Iovine, e quindi siamo nel 1991, in quel
momento chi era il capo del clan?
Teste: nel momento precedente al 1991?
P.M.: no, successivamente. Dopo gli omicidi.
Teste: dopo gli omicidi furono i responsabili del clan
Francesco Schiavone detto Sandokan e Francesco
Bidognetti, detto Cicciotto di Mezzanotte.
P.M.: quali erano le altre persone del clan che avevano
comunque un ruolo di responsabilit, di direttive,
organizzative all'interno del clan, immediatamente dopo
Schiavone e Bidognetti?
Teste: immediatamente dopo diciamo che sono uscito io... io
fui arrestato nel 1991 e quindi sono uscito nel 1995,
nel marzo del 1995. E da l nata questa sorta di...
che ci hanno affidata a noi la gestione del clan, sia da
parte di Schiavone sia da parte di Bidognetti. Io dico
noi nel senso di me e Zagaria Michele. Chiaramente fino
al momento in cui c' stata la scissione dei Bidognetti,
nel 1997, suppergiu.
P.M.: che cosa succede con questa scissione? C' qualcosa che
cambia all'interno dell'organizzazione del clan, a
seguito di questa scissione?
Teste: s. Cambia, nasce una sorta di freddezza tra gli
Schiavone e i Bidognetti, anche perch comunque i
Bidognetti si aspettavano che Schiavone facesse qualche
cosa in piu per cercare di aiutarli contro questi
scissionisti, che poi erano persone che comunque stavano
sempre vicine a Bidognetti. E siccome Schiavone non fece
niente allora i Bidognetti fecero un proprio clan
autonomo. Chiaramente con l'intesa con noi per fare
certe determinate cose, a livello estorsivo. Anche
perch poi i conti con gli affiliati del clan Bidognetti
se li facevano loro, gestivano un territorio che era
loro. E altrettanto facevamo noi, tra me e Zagaria, che
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poi subentr Nicola Panaro, che poi si altern con
Francesco Schiavone di Luigi. Nel tempo, io sto sempre
dicendo nel tempo. Questo successo nel tempo. Comunque
di fatto eravamo due gruppi nello stesso posto, voglio
dire.
P.M.: cio? Perch? Che vuole dire?
Teste: gruppo Bidognetti e gruppo Schiavone. Che noi
rappresentavamo.
P.M.: ho capito. Quindi questo per effetto della scissione,
giusto per un fatto di completezza vuole indicare chi
erano questi scissionisti, le persone che dettero luogo
a questa insurrezione? Ha parlato del 1997.
Teste: gli scissionisti sicuramente erano Cantiello Salvatore,
con tutta la sua famiglia, compreso Cantiello Vincenzo,
compresi tutti quelli che stavano vicino a Cantiello
Salvatore. Chiaramente con Cantiello Salvatore ci stava
Diana Luigi, Diana Alfonso, era tutto un gruppo unito da
vincoli di amicizia da piccolini. Che poi si unirono
contro i Bidognetti. Pasquale Apicella, lo stesso
appartiene a Cantiello, come cognato.
P.M.: senta, lei ha detto che in effetti i bidognettiani si
aspettavano forse un intervento piu deciso da parte di
Schiavone, no?
Teste: s.
P.M.: all'esito di questa scissione ci chiaro che il gruppo
Bidognetti va da una parte e quello che lei definisce i
casalesi, cio quelli di Casal di Principe, San Cipriano
e Casapesenna, dall'altra. Ci vuole dire, ci vuole
spiegare in questo momento storico, quindi da questo
momento, come era organizzato il clan dal punto di vista
della cassa? Cio delle entrate e del pagamento degli
stipendi? Se lei ne a conoscenza, se ha avuto diretto
ruolo di protagonista nella gestione della cassa?
Teste: s, eravamo responsabili io, Zagaria, Nicola Panaro e
Caterino Giuseppe, per quanto riguarda il gruppo
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Schiavone. Chiaramente il gruppo Bidognetti faceva casse
a parte, diciamo. Facevano i conti propri con gli
affiliati. Per quanto riguarda noi c'eravamo dati come
impegno una quota fissa a ognuno di noi, da racimolare
in vari modi. Ognuno per le sue possibilit, con i suoi
punti di riferimento. Perch poi fu stabilito anche il
territorio come doveva essere controllato da parte
nostra. Per esempio, per quanto mi riguarda, mi occupavo
di Frignano, di Villa di Briano, Casaluce, tutto quello
che riguardava gli imprenditori che si rivolgevano a me,
le conoscenze che avevo. Questo per quanto mi riguarda.
La stessa cosa la faceva Zagaria Michele, con tutto il
basso Lazio, con Casapesenna, San Marcellino, Trentola.
E la stessa cosa la faceva Panaro Nicola, con tutte le
zone che riguardavano lui, tipo Capua, Santa Maria, lo
stesso Casal di Principe, tutti questi territori
comunque erano controllati da ognuno di noi. E ognuno di
noi si era riproposto di portare una quota fissa per non
fare mancare gli stipendi a quelli che si trovavano in
carcere e a quelli che stavano fuori. Chiaramente in
tutto questo c'era il discorso del 41 bis, gli affiliati
che erano detenuti al 41 bis venivano retribuiti in una
maniera diversa, perch avevamo come entrata le
macchinette dove ci garantivano in pieno lo stipendio ai
41 bis. Era un po' impostata cos, la nostra struttura
criminale.
P.M.: senta, lei quindi ha detto che di questa cassa eravate
responsabili lei, e ci ha indicato i Comuni; Zagaria, e
ci ha indicato piu o meno il territorio; la famiglia
Schiavone, e ci ha indicato piu o meno il territorio di
riferimento, chiaramente per grosse linee. E poi
Caterino Giuseppe. Caterino Giuseppe di quale territorio
si occupava?
Teste: Caterino Giuseppe si occupava principalmente di San
Cipriano d'Aversa. E comunque aveva un contatto con
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Iovine Mario, nipote del defunto Mario Iovine morto a
Cascais. Aveva un contatto diretto con lui e con la
gestione delle macchinette. Quindi molto probabilmente
aveva il compito di comunque racimolare qualche cosa
anche lui. Si doveva impegnare con qualche amicizia che
aveva. Si doveva impegnare per portare avanti questo
accordo. Fatto tra di noi.
P.M.: quindi Iovine Mario detto Rifif.
Teste: s.
P.M.: e su San Cipriano, oltre Caterino Giuseppe, chi che
aveva un ruolo di comando insieme a lui?
Teste: sicuramente Martinelli Enrico e sicuramente Diana
Raffaele, detto Rafilotto.
P.M.: per nella cassa erano rappresentati da Peppinotto, da
Caterino Giuseppe.
Teste: certo, certo.
P.M.: quanto mettevamo ognuno di voi...? Quanto si era
impegnato ognuno di voi a mettere in questa cassa ogni
mese?
Teste: la somma era chiaramente... io faccio riferimento
all'euro, quindi 60 mila euro. Dal 2001. Ma sicuramente
prima del 2001, con l'uscita dell'euro, comunque eravamo
orientati sempre su 60, 80 milioni di lire. Comunque
dovevamo portare a termine l'intera somma che ci
serviva, che era sui 250, 300 milioni, prima dell'euro.
Dopo dell'euro comunque erano sui 200 mila euro, 220,
230. Chiaramente escludendo il discorso dei 41 bis, che
erano altri 130, 120 mila euro, voglio dire.
P.M.: quindi diciamo che ogni mese il clan aveva un fatturato
di 350, 400 mila euro, tra 41 bis e...
Teste: s.
P.M.: questo per la cassa.
Teste: s.
P.M.: oltre alla cassa e al 41 bis, ciascuno di voi, chi
poteva, chi aveva un ruolo evidentemente che glielo
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consentiva, aveva anche altre entrate, in qualche modo
personali, che gestiva autonomamente?
Teste: sicuramente s. Ognuno sfruttava le proprie risorse,
ognuno sfruttava le proprie amicizie, in senso comunque
di imprenditori che si ritenevano piu vicini a uno,
piuttosto che a un altro. Quindi c'era sempre un surplus
in piu per darsi l'opportunit, sia di essere latitante,
sia di riconoscere qualcuno che ti aiutava in qualche
modo, con qualche abitazione. Chi ti faceva un piacere,
che ti accompagnava... giustamente, per... giustamente,
poi... per cercare di andare avanti. Anche perch poi
eravamo latitanti, quindi diciamo che subito dopo la
scarcerazione io gi ero latitante e la stessa cosa lo
era Zagaria, la stessa cosa lo era Panaro. Quindi lo era
anche Giuseppe Caterino, che dopo il 1995, che
successo Spartacus, eravamo tutti latitanti. Quindi ci
impegnavamo per l'una e l'altra cosa, voglio dire. Sia
per le casse del clan, sia per le nostre esigenze.
P.M.: se lei volesse dare una indicazione su quello che
costavano queste vostre esigenze, come le chiama lei,
ogni mese, lei di quanti soldi disponeva per gestire la
propria latitanza, mantenere la propria famiglia,
svolgere le attivit che le servivano da un punto di
vista personale? Mediamente.
Teste: oltre i 100 mila, sicuramente, mi servivano. Al di
fuori dell'impegno che gi avevo personalmente.
P.M.: e che ne faceva di questi soldi?
Teste: sicuramente aiutavo la mia famiglia, sicuramente
retribuivo qualcosa a qualcuno che mi dava una mano
nella latitanza, sicuramente mi servivano per gli
avvocati.
P.M.: e di quante persone aveva bisogno da un punto di vista
numerico, della relativa disponibilit per la sua
latitanza? Tante? Poche? Alcune decine?
Teste: in tutta la mia latitanza ne sono stati parecchi,
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diciamo. Il numero non ve lo so dire, ma comunque in
alternanza ne sono state tantissime.
P.M.: nel singolo periodo, la rete di disponibilit per la sua
latitanza, tra persone che mettevano a disposizione le
case, persone che lo accompagnavano, che avevano altri
compiti, nel singolo periodo quanti erano Dieci? Venti?
Trenta? Cinque? Per capire, mediamente...
Teste: una decina sicuramente. Nel singolo periodo sicuramente
una decina, s. Ma vi riferite alle persone che mi
aiutavano o volete sapere lo stipendio che io retribuivo
a queste persone?
P.M.: le persone che la aiutavano.
Teste: s, una decina sicuramente.
P.M.: invece come stipendi suoi personali, che lei pagava...?
Teste: sempre sui 30, 40 mila euro al mese mi servivano, per
fare questo.
P.M.: quindi metteva 60 mila euro nella cassa, 30 o 40 mila
euro li stava a stipendi suoi personali, persone che
facevano capo direttamente a lei...
Teste: s.
P.M.: e queste persone erano persone in qualche modo affiliate
alla sua fazione, la fazione Iovine?
Teste: certo.
P.M.: pu fare qualche nome di questi affiliati che lei ha
avuto, in questo periodo immediatamente precedente anche
alla sua cattura?
Teste: sicuramente De Luca Ernesto stato con me dall'inizio;
Garofalo Andrea, Cerullo Antonio, Coppola Nicola...
tutte persone che comunque stavano con me. Cioffi
Antonio, ultimamente, mi ha dato una mano. Biagio
Diana... ne sono parecchie.
P.M.: ne sono tante. Senta, tornando un attimo alla cassa, voi
eravate tutti quanti latitanti, ma i conti materialmente
chi li faceva? Le facevate proprio voi in persona, cio
le persone che lei ha indicato, cio lei, Zagaria,
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Panaro, Caterino? Vi vedevate da qualche parte?
Teste: s, in un primo momento li facevamo noi, dopodich da
un certo periodo in poi ci siamo un po' allontanati per
varie esigenze, vari motivi di freddezza, di
incomprensioni. Comunque c' stato un momento dove anche
tra di noi non c' stato piu accordo. E quindi ognuno si
dedicava a mandare qualcuno, delegava qualcun altro per
fare i conti. Questo per nell'ultimo periodo della
mia....
P.M.: ci dica i periodi. Lei personalmente quando ha
partecipato, proprio personalmente, a fare i conti tutti
i mesi e si vedeva con Zagaria e con gli altri? In che
periodi? In che anni? E fino a quando?
Teste: allora, dal momento in cui abbiamo iniziato, che risale
al 1996, 1997, molto probabilmente, fino al 2006,
2005... dopodich i rapporti sono cambiati con Zagaria,
almeno per quanto mi riguarda, e penso anche da parte
degli Schiavone, e quindi ci sono state delle altre
persone che hanno fatto i conti.
P.M.: lei chi mandava di solito a fare i conti?
Teste: io facevo riferimento a Nicola Schiavone, che si
interessava lui di queste cose. E quindi eventualmente
mandavo De Luca Ernesto fino al momento in cui stato
arrestato nel 2009. E poi automaticamente lui si
incontrava con qualcuno che mandava Nicola Schiavone,
penso che si trattasse di Franco Borrata... Barbato,
Franco Barbato Francesco...
P.M.: Franco Barbato, s.
Teste: che poi si incontravano con qualcuno che mandava
Zagaria, che in quel periodo si rivolgeva a un certo
Attilio Pellegrino, di Villa di Briano, che frequentava
Zagaria. E quindi si intrattenevano tra di loro per
cercare di portare lo stipendio. Almeno fino al 2010,
dopodich a me risulta che dal 2010 in poi gli
affiliati... io parlo di gennaio del 2010, dalla
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sentenza Spartacus, definitiva, che non... per alcuni
affiliati non c' stata piu retribuzione. Quindi lo
stipendio arrivava solo a quelli che avevano il 41 bis.
P.M.: e come mai colloca questo fatto proprio dopo il
passaggio in giudicato della sentenza Spartacus?
Teste: mah, stato piu un caso, perch gi precedentemente a
questa cosa comunque si facevano i conti ogni tre o
quattro mesi. Praticamente la sentenza definitiva di
Spartacus ha dato una svolta nel non retribuire piu gli
stipendi, perch molto probabilmente ognuno si tirato
un po' indietro. Ci sono stati problemi, in questo
senso.
P.M.: c' stata quindi una maggiore frantumazione all'interno
del clan, ognuno pensava un po' a s stesso.
Teste: s, sicuramente.
P.M.: senta, vuole descrivere...? Innanzitutto lei ha detto
che per un certo periodo, piu recente, ha fatto molto
riferimento a Nicola Schiavone, intendiamo il figlio di
Sandokan. Che rapporti ha avuto in quegli anni con
Nicola Schiavone? Un rapporto intenso? Stretto? Vi siete
visti? Che rapporto c'era? Di fiducia?
Teste: diciamo che negli ultimi anni della mia latitanza ho
avuto un rapporto un po' piu intenso con Nicola
Schiavone, anche perch io in qualche maniera mi
rivolgevo a lui per ottenere delle cose che poi
giustamente, in un certo senso, mi chiedeva Malinconico
e che riguardano dei lavori fatti sul consorzio di
Caserta, e che in un certo senso Nicola Schiavone
garantiva un appoggio da parte di Natale, Enzo Natale,
che un funzionario, un responsabile, precisamente non
lo so il ruolo che aveva sul consorzio, lo stesso
Natale. E comunque io mi rivolgevo a lui perch mi
veniva chiesto in un certo senso un aiuto di questo
Natale da parte di Malinconico, e che comunque io gli
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garantivo tramite Nicola Schiavone. Comunque io mi
incontravo per stabilire la sua quota in questa
operazione. Io mi incontravo per delle cose anche cos,
avevamo un rapporto di amicizia particolare, insomma.
P.M.: senta, da un punto di vista cronologico, proprio del
tempo, lei ha detto che questo rapporto con Nicola
Schiavone stato piu intenso, stretto, buono, negli
ultimi anni precedenti il suo arresto, negli ultimi anni
della sua latitanza. In questo stesso periodo, invece,
lei ha detto prima che aveva freddezza con Zagaria.
C'erano rapporti meno intensi di prima. E cos?
Teste: s, dal 2006 ho iniziato ad avere delle discussioni con
Zagaria dove ho capito che molto probabilmente
l'amicizia che avevamo era intesa da parte sua in un
senso diverso da come la intendevo io. E quindi ci sono
state delle incomprensioni. E ognuno si fatto il suo
giudizio. E quindi ci siamo allontanati, in un certo
senso.
P.M.: va bene. Quindi...
Teste: allontanati nel senso di non incontrarci, quasi di non
sopportarci. In questo senso.
P.M.: per nel frattempo gli affari comunque continuavano ad
andare avanti insieme.
Teste: s, s, da lontani. Se mi serviva qualcosa io non avevo
problemi a farglielo sapere. Ecco, il rapporto era
limitato a dei semplici favori. Non piu come prima, dove
ci incontravamo, stavamo insieme, ci facevamo le vacanze
insieme.
P.M.: ecco, appunto. Voi eravate latitanti. Facevate le
vacanze insieme?
Teste: s, s, passavamo il mese di luglio, agosto, insieme.
P.M.: dove li facevate, di solito, questi bei due mesi di
vacanza insieme? In che territorio?
Teste: prevalentemente siamo stati un po' in tutta Europa.
Prevalentemente in Francia, poi siamo stati in
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Portogallo, insieme. Poi siamo stati in Grecia, insieme.
Questo nel corso degli anni, nel corso di alcuni anni.
P.M.: partivate con le rispettive famiglie?
Teste: s, s, partivamo con un gruppo di persone dove ci
garantivano l'anonimato. E quindi ci garantivamo una
tranquillit dovuta. Per la latitanza.
P.M.: naturalmente immagino che utilizzavate documenti con
generalit false, no?
Teste: s, sicuramente s.
P.M.: quali sono state le sue generalit di copertura?
Teste: io avevo dall'inizio... ebbi l'occasione di farmi dare
i documenti da una persona nativa di San Marcellino e
residente a Sant'Arpino, che si chiama D'Aniello
Antonio.
P.M.: quindi lei assumeva queste generalit.
Teste: s.
P.M.: siete stati controllati, qualche volta, quando stavate
all'Estero, in giro, per vacanze?
Teste: siamo stati controllati due volte dalle Polizie. Una
volta dalla Polizia Francese la Gendarmeria, e una volta
dalla Polizia spagnola, che facevamo ritorno dal
Portogallo.
P.M.: lei stava con Zagaria?
Teste: s, stavamo insieme.
P.M.: e Zagaria che documenti di copertura aveva? Li ricorda?
Teste: il nome non me lo ricordo, ma sicuramente aveva
qualcuno di Caserta. Per il nome preciso non lo
ricordo, perch un nome particolare. Ho gi avuto modo
di chiarire che non mi era facile ricordarlo.
P.M.: tra di voi come vi chiamavate? Quando dovevate parlare
tra di voi, di Zagaria, come lo indicavate, nella vostra
famiglia?
Teste: lo indicavamo come Angelo. Perch molto probabilmente
all'inizio della latitanza, dove lui stava con me, aveva
qualche documento che si chiamava Angelo. Quindi dal
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momento in cui l'avevamo iniziato a chiamare Angelo
rimasta questa cosa che i miei figli lo chiamavano Zio
Angelo.
P.M.: senta, e pu descrivere questo episodio che accaduto
in Corsica nell'estate del 2007?
Teste: certamente. Stavamo... io feci affittare una casa a
Porticcio, quasi vicino Ajaccio, e una mattina in cui
andammo a mare mio figlio, mentre andava nel ristorante
per comprare una bottiglia d'acqua, incontr... era
orario di pranzo, incontr Zagaria Michele. E corse da
me avvisandomi che stava Zio Angelo nel ristorante. Al
che, dopo qualche minuto, usc lui e mi chiamava. E
quindi avemmo questo incontro fortuito. Che poi dopo
qualche giorno lui si allontan dicendo che doveva fare
ritorno a Casapesenna.
P.M.: con chi era Zagaria? In compagnia di chi?
Teste: Zagaria era in compagnia della famiglia Inquieto e con
la sorella, ultima sorella, e con il nipote, il figlio
di Carmine.
P.M.: quando lei dice famiglia Inquieto chi ci stava degli
Inquieto?
Teste: ci stavano la moglie, il marito che stato arrestato
con lui e i figli. I due figli, un maschio e una
femmina. Poi la sorella di Zagaria, Gesualda.
P.M.: che rapporti aveva Zagaria con la famiglia di Inquieto
Vincenzo?
Teste: aveva un rapporto buono, un rapporto come se fossero
stati sempre insieme.
P.M.: quindi familiare, insomma.
Teste: s, normale, s, familiare. Complicit.
P.M.: senta, Iovine, ci vuole descrivere meglio, bene, proprio
fin dall'inizio qual stato questo rapporto che lei ha
avuto con Zagaria? Mi ha molto impressionato quando io
le ho chiesto di indicare chi dopo Sandokan comandava
nel clan e lei ha risposto subito: noi. E ha detto: per
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noi intendo me e Zagaria. Ci dice questo rapporto che
cosa stato, che tipo di rapporto personale,
economico...? Ce lo descriva bene. In quegli anni, fino
agli anni in cui poi sono iniziate alcune
incomprensioni.
Teste: il rapporto con Zagaria stato un rapporto di amicizia
che risale ad alcuni anni prima di tutto quello che
abbiamo fatto insieme. Diciamo che io l'ho ritrovato nel
1991, quando fui trasferito nella casa circondariale di
Santa Maria Capua Vetere, e l lui si mostr molto
affezionato. Poi io ho proseguito, quindi lui uscito,
nel 1995, io sono uscito nel 1995 e ci siamo ritrovati,
e da l stato sempre un crescendo, un'amicizia
sincera, un'amicizia... perlomeno da parte mia.
Dopodich ho capito che da parte sua era piu che
un'amicizia un interesse nell'appoggiarsi, nello
sfruttare la mia posizione che avevo, il mio giudizio
che avevo nel clan dei casalesi. Diciamo che l'ha
sfruttata in un modo diverso da come la intendevo io.
Dottore, per questo ve lo dico perch l'ho capito nel
corso degli ultimi anni, come si svolto il rapporto
tra me e Zagaria. Inizialmente era sicuramente un
rapporto buono, di fratellanza. Quasi quasi stavamo
sempre insieme, dopodich ai primi intoppi ho capito che
lui l'ha intesa in un altro modo. Chiaramente lui si
svolgeva le sue cose a livello di interessi, di
imprenditore, si svolgeva tutto quello che gli
apparteneva, come io a mia volta svolgevo le mie
attivit in una maniera molto autonoma.
P.M.: senta, lei ha detto proprio poco fa: Zagaria,
probabilmente, mi sono reso conto dopo che ha voluto un
po' sfruttare, un po' utilizzare il mio peso, il mio
ruolo all'interno del clan. Ci vuole dire un po' meglio,
appunto, lei all'interno di questa organizzazione...?
Abbiamo capito, naturalmente, che era un capo del clan,
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ma che tipo di ruolo, che tipo di rispetto, che tipo di
rapporti aveva con gli altri, con gli altri capi, con
gli affiliati? Chi era Antonio Iovine nel clan dei
casalesi?
Teste: diciamo che io ho sempre avuto un ruolo molto
equilibrato nel clan. In pratica, a differenza di
Zagaria che molto probabilmente cercava uno scontro
continuo per interessi e per altro, io cercavo sempre di
tenere una linea molto di discussione, di chiarimenti,
di accordi. E questo mi ha permesso di essere un po' piu
ascoltato da parte un po' di tutti, anche perch nel
momento in cui venivano da me oppure io andavo da loro,
il risultato era sicuramente quello di risolvere i
problemi, non crearne ancora di piu. Mentre con Zagaria
il discorso era abbastanza chiaro. Si arrivava allo
scontro e basta. Un po' questa la mia
rappresentazione. Questo mi consentiva chiaramente di
paragonarmi un po' con tutti. Di discutere un po' con
tutti. Perch poi alla fine mi mostravo sempre
accondiscendente a certe cose, razionale. Mi mostravo, a
parte la seriet che ci ho sempre messo, in tutte le
cose che mi sono posto, cercavo di essere serio, di non
creare problemi quando di problemi gi ne avevamo
tantissimi, in tutti i sensi.
P.M.: senta, Iovine...
Teste: e Zagaria di questa cosa ne approfittava, perch
diciamo che lui lanciava il sasso e poi aspettava che io
sistemavo in un modo come mi consono, cio con il
dialogo.
P.M.: senta, Iovine, vuole descrivere, provare a descrivere in
maniera quanto piu compiuta possibile, poi entreremo
anche nei dettagli, qual era il rapporto che il clan
aveva con gli imprenditori, con l'imprenditoria? Che
cosa accaduto in questi anni nel territorio, come
rapporto con gli imprenditori?
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Teste: il rapporto con gli imprenditori stato sempre,
dall'inizio, un rapporto dove noi li cercavamo. In
pratica aspettavamo che loro facessero i loro passi a
livello di appalti, dopodich li interpellavamo. Poi nel
corso degli anni diciamo che un po' gli imprenditori si
sono scelti il loro punto di riferimento. E quindi
diciamo che ognuno di noi, io parlo delle persone
responsabili che avevano l'impegno in questo clan,
ognuno di noi veniva scelto da uno o da un altro, e che
magari gli stessi imprenditori per una questione di
riservatezza, quindi di comodit, sceglievano Zagaria
piuttosto che Iovine, Iovine piuttosto che Nicola Panaro
oppure Nicola Schiavone. Quindi diciamo che ci
sceglievano come punto di riferimento. Per questo un
discorso solo di riservatezza che loro stessi cercavano.
P.M.: senta, quindi iniziamo con il dire che lei fa una
distinzione nel tempo, no? Cio lei ha detto: all'inizio
eravamo noi che li cercavamo. A quale periodo si
riferisce quando dice "all'inizio
Teste: io mi riferisco sempre all'uscita dal carcere, nel
1995. Perch da l io sono stato un po' piu responsabile
all'interno del clan, perch prima del 1995 ci stavano
altri personaggi che in un certo senso mi guidavano, mi
coinvolgevano. Quindi dal 1995 in poi, dove sono stato
investito da questa responsabilit nei confronti degli
affiliati, per lo stipendio e quant'altro, e tutto
quello che poteva servire, e chiaramente quelle che
erano le nostre possibilit, da questo momento in poi
era una cerchia di imprenditori che magari si
sottoponevano a estorsione. Poi nel corso del tempo le
cose sono un po' cambiate, quindi diciamo che qualche
imprenditore si avvicinato proponendomi, a me
personalmente, ma penso anche a Zagaria, come a Panaro,
si sono avvicinati proponendo delle cose concrete, degli
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appalti concreti. Questo il caso che mi riguarda, il
caso di Malinconico, poi, no? Perch stato un po' lui
a farmi conoscere questa realt a Villa Literno, come mi
ha fatto conoscere la realt che stava sul consorzio di
Caserta. In un primo momento e in un secondo momento.
Come mi ha portato a conoscenza della realt di
Piedimonte Matese, consorzio di Piedimonte Matese.
Questi sono tutti appalti che vanno da una certa cifra
in su, parliamo dagli 8 milioni di euro in su. Non so se
sto spiegando bene la realt che ho vissuto.
P.M.: s, diciamo, andiamo avanti, vorrei capire anche... poi
dopo ritorniamo anche su questo. Lei che tipo di
esperienza ha avuto rispetto al mondo degli appalti? Lei
si interessato, qualche volta, in prima persona, della
gestione degli appalti? In altre occasioni sono stati
gli imprenditori? Ci racconti il sistema di gestione
degli appalti nel territorio da voi controllato, come ha
funzionato, nelle varie modalit.
Teste: il mondo degli appalti nel nostro territorio molto
basato sulle amicizie di qualche funzionario... per
quanto mi riguarda, io ho stabilito gli appalti pubblici
nel Comune di Villa di Briano in quanto conoscevo il
responsabile dell'ufficio tecnico e quindi conoscevo
sempre tramite altre persone, comunque, e quindi in un
certo senso garantivo l'appalto a chi decideva momento
per momento. Chiaramente a questa persona che stava
sull'ufficio tecnico io retribuivo una somma come
riconoscenza. E questo...
P.M.: questo per Villa di Briano, che era un Comune che lei
controllava personalmente.
Teste: s.
P.M.: poi ha esperienza di altre vicende simili, analoghe?
Teste: per quanto mi riguarda ho avuto una societ di
refezione scolastica, dove in un certo senso funzionava
cos, perch tutti quanti conoscevano che questa era una
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cosa che mi riguardava e quindi gli addetti a questa
cosa non avevano problemi a aggiudicarsi, almeno nei
Comuni dove noi stiamo, mi riferisco all'agroaversano,
non avevano problemi a inserirsi e ad aggiudicarsi
l'appalto. Come ho avuto esperienza, tramite Della Volpe
Vincenzo, di un gruppo di imprenditori dove stabilivano
di volta in volta chi era che doveva aggiudicarsi un
appalto. Era del tutto abbastanza scontato, per quanto
riguarda gli appalti pubblici, almeno nelle zone del
casertano. Chiaramente c'era pure qualche parte dove
facevamo... non facevamo quello che volevamo, per la
maggior parte dei propositi che ci imponevamo riuscivamo
a gestire le cose.
P.M.: non ho capito che significa che era tutto abbastanza
scontato. Vorrei essere spiegato meglio il meccanismo
per cui era tutto scontato e come avveniva di volta in
volta. Questo scontato che cosa significa? Chi erano i
protagonisti di questo meccanismo?
Teste: scontato significa che con una categoria specifica che
riguarda... io sto parlando dell'episodio Della Volpe,
dove una serie di imprenditori che hanno delle categorie
specifiche si mettono d'accordo, molto probabilmente
gestiscono ogni appalto che esce. E mi riferisco al
rimboschimento delle zone dell'alto casertano, che ha
gestito in un certo senso Della Volpe Vincenzo. Dico
sempre "in un certo senso" perch era lui all'interno di
questo consorzio di imprese che venivano da Napoli e che
venivano da Caserta, e che comunque sono persone che
conosce lui, si mettevano d'accordo e praticamente di
volta in volta affidavano un appalto a chi era di turno.
Questo per quanto riguarda il rimboschimento. Per quanto
riguarda poi i lavori che uscivano sul Comune di Villa
di Briano comunque erano gestiti da me. Comunque se
veniva qualche imprenditore che aveva una qualche
piccola entrata in qualche posto si preferiva... e
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magari mi chiedevano di non far rispondere a qualche
impresa, e quindi si aggiudicavano il lavoro. In questo
senso. E comunque era una cosa gestita, avete capito che
cosa...? Era gestita proprio dagli imprenditori.
Chiaramente con l'aiuto che cercavano, di volta in
volta, sia da parte mia, sia da parte di Zagaria, sia di
chi dall'altra parte dei casalesi, Schiavone, etc., era
presente. Anche su questo nel corso degli anni comunque
si sono alternati, tra Panaro Nicola e Francesco
Schiavone di Luigi.
P.M.: senta, capisco questo, ha fatto degli esempi, ha fatto
l'esempio del rimboschimento, dove lei dice: il sistema
era quello del cartello di imprenditori che a turno si
prendevano questi appalti, gestito da Della Volpe. E
cos?
Teste: s.
P.M.: in questo sistema, per esempio, del rimboschimento,
Della Volpe Vincenzo che rapporto aveva con il clan?
Cio chi gestiva questo turno aveva un rapporto con
qualcuno del clan, Della Volpe?
Teste: no, Della Volpe propose questa cosa a me personalmente
perch all'epoca dei fatti io frequentavo casa sua.
Frequentavo nel senso che mi appoggiavo a casa sua. E
quindi ne parlammo, di questa cosa. E lui mi spieg il
funzionamento. E mi disse che chiaramente lui era un po'
l'anello che collegava tutti gli imprenditori e che tra
di loro comunque si mettevano d'accordo a chi aveva piu
esigenza di lavorare. Per tutto questo comunque veniva
retribuito da parte mia una somma che lui mi garantiva,
che era quantificata sempre sul 5%, 7%, poi dipendeva da
come si svolgeva il lavoro. Perch magari mi poteva dare
anche qualcosa in piu. Dipendeva da lui e da me
sicuramente, per le mie necessit.
P.M.: quindi Della Volpe Vincenzo era un imprenditore che
favoriva anche la sua latitanza, perch la ospitava a
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casa. Visto che lui aveva la possibilit di gestire
questa turnazione di imprenditori, che cosa gli
garantiva Antonio Iovine? Perch andava a casa di Iovine
a proporgli questo affare?
Teste: chiaramente il mio intervento era quello di far tornare
indietro qualche imprenditore che non rientrava nel
contesto che Della Volpe si aggirava. Diciamo che a
Casal di Principe ci sta qualcun altro che ha le stesse
categorie per svolgere questi lavori e quindi il mio
compito era in qualche modo di avvisare queste imprese
che non partecipassero a queste gare. Cosa che
avvenuta e che comunque io mi sono cautelato anche su
queste cose, perch parlando con Francesco Schiavone e
Giuseppe Russo... Francesco Schiavone di Luigi, sempre
di Luigi, e Russo Giuseppe, io gli chiesi se loro mi
garantissero con alcune imprese di Casale, Casal di
Principe, proprio. E loro mi assicurarono che sarebbe
stata possibile una cosa del genere. E quindi a maggior
ragione lo rassicurai ancora di piu, a Della Volpe,
dicendo: va bene, possiamo andare avanti con questo
discorso. Nel corso di questa operazione comunque c'
stato qualche piccolo intoppo, che per si risolto in
una maniera che comunque abbiamo ottenuto lo stesso
guadagno. Anche se poi comunque non che abbiamo fatto
una bella figura con il Della Volpe.
P.M.: cio, per esempio, che cosa successo? Ci faccia
capire. Capiamo che c' questo turno gestito
dall'imprenditore Della Volpe. Capiamo che lei gli
garantisce che altri non interferiscono, ne parla
addirittura con altri capi del clan perch le imprese di
Casal di Principe non partecipino. Poi succede un
intoppo. Ci faccia l'esempio specifico.
Teste: un imprenditore di Casal di Principe, che si chiama
Massaro, e che apparentato con Iorio, Gaetano Iorio,
di San Cipriano... in una maniera molto... non fu
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avvisata, questa impresa, anche se io avvisai Francesco
Schiavone, che ci stava questo problema, e alla fine
questo imprenditore si aggiudic questa gara. Che era,
mi sembra, sull'alto casertano, comunque, in un posto...
non mi viene in mente il paese dove si svolta questa
gara. Il posto non mi viene in mente. Comunque fu
interpellato da Francesco Schiavone e comunque in un
certo senso recuper i soldi che noi volevamo. In una
maniera piu estorsiva che collaborativa. Mentre con
Della Volpe magari facevamo un percorso diverso di
collaborazione in un certo senso, quindi senza usare
pure parole violente nei confronti degli imprenditori,
cosa non fu per Massaro, che comunque fu chiamato da
Schiavone, fu interpellato e quindi fu sottoposto
diciamo a una percentuale come estorsione.
P.M.: senta, ma per esempio questi appalti relativi al
rimboschimento, a cui ha fatto riferimento, queste
attivit, a che periodo risalgono? E piu o meno quali
erano i territori di interesse?
Teste: il periodo risale sempre al 2004, 2005, forse 2003. In
questo periodo qua. I punti di riferimento erano l'alto
casertano, come Sparanise, Piana di Monteverna, Sessa
Aurunca, tutti quei paesi che stanno... San Felice a
Cancello. Era l'alto casertano.
P.M.: e che finanziamenti erano?
Teste: erano dei finanzamenti provenienti dal Ministero
dell'Agricoltura. E fu proprio prospettato dal Ministro
Alemanno, questo rimboschimento. Non so ora il motivo
per cui ebbero questa esigenza di rimboscare le
montagne, per fu un intervento che veniva direttamente
dal Ministero.
P.M.: Della Volpe come aveva la possibilit di gestire questo
tipo di finanziamenti? C'erano rapporti anche collegati
ad altre persone a lei vicine?
Teste: non lo so come si trov in un discorso del genere, ma
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comunque so per certo che venivano investiti degli
imprenditori che avevano una sorta di vivai, perch
avevano le categorie giuste per fare questo tipo di
interventi. Per precisamente non lo so, perch era
tutto cos scontato, tra me e Della Volpe... nel senso:
mi posso interessare? Perch ho una serie di amicizie di
questi personaggi, di questi imprenditori, e quindi
riusciamo a fare un consorzio. Tu mi puoi garantire che
qualcuno non... che esce al di fuori del mio
controllo...? Diceva Della Volpe. E io lo rassicurai che
poteva avvenire, una cosa del genere. E quindi iniziammo
a fare questo tipo di interventi.
P.M.: senta, lei ha ricordato anche un episodio di un comizio
elettorale del Ministro Alemanno sul territorio vostro.
Di che si trattava?
Teste: nel periodo delle elezioni fu invitato da mio nipote
Giacomo Caterino, figlio di Paolo Caterino, fu invitato
il Ministro a fare un comizio nel cinema Faro, che si
trova a Casal di Principe, che era un intervento a scopo
elettorale, si appoggiavano allo stesso partito.
P.M.: e Paolo Caterino ha avuto rapporti con lei? E un
imprenditore? Una persona che stata favorita in alcune
vicende?
Teste: Paolo Caterino mio cugino, figlio della sorella di
mio padre. E insieme, a un certo punto, hanno fatto una
societ con Malinconico e hanno eseguito dei lavori, sia
per il consorzio di Sessa Aurunca, sia con il consorzio
di Caserta, e quindi in un certo senso rientra nel
discorso che io facevo con Malinconico, perch questa
una cosa che mi proposero loro, mio cugino me lo
propose, l'affare del consorzio di Caserta. Chiaramente
non quello di Sessa Aurunca perch non era di mia
competenza, ci stavano altre persone, l.
P.M.: quindi aveva rapporti con Malinconico, essenzialmente,
veniva favorito in questo. Torniamo invece a quell'altra
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ipotesi, quell'altra situazione che lei ha detto. Lei ha
detto: a Villa di Briano io avevo la possibilit di
gestire, di fare assegnare gli appalti a chi volevo
attraverso l'ufficio tecnico, etc. Ma quale era il
sistema per cui poi si riusciva a indirizzare l'appalto
a una impresa piuttosto che a un'altra?
Teste: il tema era molto semplice, era che il responsabile
dell'ufficio tecnico, la sera prima dell'apertura delle
buste, comunque si adoperava ad aprirle prima. E quindi
la ditta che noi indicavamo, con un foglio con il
ribasso in bianco, che ce lo mettevano al momento,
svolgendo la media, inserivano in questa busta, gli
imprenditori che noi... che io indicavo, inserivano la
busta con il ribasso giusto. Quindi nel momento in cui
si faceva l'apertura delle buste, e fatti i conteggi,
comunque questa gara veniva assegnata a chi volevamo
noi.
P.M.: va bene. Quindi questo era un sistema che passava per la
corruzione dell'ufficio tecnico, del funzionario, etc.,
e con questo sistema di alterazione della busta. Quindi
abbiamo visto, piu o meno, il sistema del turno, il
sistema della corruzione dell'impiegato dell'ufficio
tecnico. Poi lei ha detto che c'erano invece anche altre
situazioni in cui era direttamente l'imprenditore che
aveva delle sue personali conoscenze, entrature, etc., e
prendeva questo appalto, e poi ce lo proponeva. Ci
spiega che cosa significa?
Teste: significa che se aveva la possibilit di fare arrivare
un finanziamento dalla Regione in qualche Comune nostro,
di nostra competenza, oppure di qualche ente che noi
avevamo in qualche modo la possibilit di fare
un'operazione che vi ho raccontato prima, cio quella
dell'apertura delle buste, loro si proponevano e
facevano questa operazione. Nel senso che venivano da
noi: abbiamo la possibilit di portare tre milioni di
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euro su questo Comune. Ci garantite che noi facciamo
l'operazione? E se capitava a me dicevo di s. Se
capitava a Zagaria penso che anche lui diceva di s.
Ecco il motivo. Questa una cosa che a me capitata,
per esempio, sul Comune di Villa Literno, dove mio
cugino (pare dica: Paolo) venne da me e mi assicur che
in un certo senso lui aveva fatto arrivare questi
finanziamenti sul Comune di Villa Literno. Al che io gli
dissi: va bene, se tu sei interessato ti faccio
incontrare Nicola Ferraro. E tu ne vai a discutere con
il sindaco di Villa Literno. Cosa che avvenne. Solo che
mio cugino, con una valutazione proprio contabile, si
rese conto che molto probabilmente si andava oltre
quello che era possibile spendere. Quindi si arrivava
sul 48, 49% di media. Un lavoro di 10 milioni di euro lo
poteva eseguire con 5. E praticamente si tir indietro.
Disse che nonostante tutto, che aveva fatto arrivare
questo finanziamento, nonostante tutto, lui non si
interessava piu. Cio non si poteva piu interessare,
perch...
P.M.: ma perch si arrivava cos alti? Cio perch ci doveva
perdere tutti questi soldi, cio quasi al 50%?
Teste: perch in un'offerta al massimo ribasso e con
l'apertura delle buste prima della gara, uno doveva
calcolare la media in percentuale normale, quindi sempre
sul 33, 34%.
P.M.: e perch lui arrivava al 47, 48?
Teste: perch doveva riconoscere la politica, che in quel caso
chiedeva il 10%. Poi doveva riconoscere a noi, come
criminalit organizzata, al 6%. Quindi facendo un po' i
conti si arrivava al 48, 49%.
P.M.: quando lei dice la politica, che le doveva dare un 10%,
a chi si riferisce, nel caso di Villa Literno?
Teste: al sindaco.
P.M.: quindi il suo lavoro, che poteva prevedere un 33% di
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partenza, lui facendo i calcoli diceva: c' un 10% per
il sindaco, un 6% per il clan. E non ci stava piu alla
fine per poterlo fare, nonostante era un lavoro molto
importante. E cos?
Teste: certo, certo. Il referente del sindaco, in certi casi,
a differenza di Villa di Briano, dove per esempio nella
gestione di qualche lavoro che era non della stessa
importanza di Villa Literno, quindi molto probabilmente
potevamo in qualche modo gestire direttamente con il
funzionario dell'ufficio tecnico, per quanto riguardava
il lavoro di Villa Literno, siccome era un lavoro di 13,
14 milioni di euro, e quindi molto probabilmente questo
lavoro dovevamo rendere conto al sindaco, perch poi
alla fine bisognava rendere conto al sindaco di questa
cosa... questo per quanto riguarda quello che io so da
parte di mio cugino. Cosa che poi mi stata confermata
in terza persona anche da Malinconico. Perch
Malinconico per motivi miei di sicurezza non mi ci sono
incontrato, personalmente, ma comunque tramite De Luca
Ernesto, che era mio referente nei suoi confronti, mi ha
fatto sapere che gli avevano proposto questo lavoro e
sicuramente glielo aveva proposto le amicizie sue, non
da parte mia. Perch la differenza che lui mi dice mi
hanno proposto chiaramente non si pu rivolgere a me
dicendomi: mi hanno proposto. E quindi io deduco che mi
hanno proposto significa che la sua parte politica, le
sue conoscenze, gli avevano proposto di eseguire questo
lavoro. E siccome noi, io con mio cugino, avevo
rifiutato, avevamo rinunciato a questa cosa, non ebbi
problemi a fargli sapere che poteva procedere in questo
senso.
P.M.: questo discorso, questo approccio di Malinconico con
lei, per il tramite di De Luca, quando avvenne? Cio
l'appalto non era stato ancora assegnato? E prima o dopo
dell'appalto?
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Teste: no, dottore, tutto questo avvenuto prima
dell'appalto, perch dopo sarebbe stato abbastanza
inutile. Perch una volta assegnato l'appalto penso che
non c' bisogno nemmeno di discutere. Io personalmente
passavo la palla ai responsabili della zona, quindi
(audio incomprensibile) Bidognetti.
P.M.: quindi, voglio dire, se si fosse trattato di un momento
successivo all'appalto, toccava ai Bidognetti prendere
contatto con l'imprenditore?
Teste: s, il discorso era diverso. Era piu un discorso
estorsivo, non organizzativo, perch in un certo senso
fare appaltare un lavoro del genere a un imprenditore,
ecco perch io ho richiesto a Malinconico un surplus di
percentuale, perch intendevo stare con lui, anche se
solo di riconoscenza.
P.M.: va bene, poi dopo entriamo nel dettaglio di questa
vicenda che lei adesso ha introdotto. Per prima volevo
che lei, per completare anche un po' il quadro che ci fa
comprendere le diverse modalit con cui si potevano
gestire gli appalti, comunque il clan controllava, il
rapporto con gli imprenditori... per esempio prima lei
ha accennato al fatto che lei stato di fatto il socio
di una societ di refezione scolastica. Ci vuole dire di
che cosa si tratta? E quando lei ha detto che avete
preso gli appalti in tutto l'agroaversano come ha
funzionato questo sistema? Chi erano, innanzitutto, i
soci di questa societ e come si chiamava?
Teste: allora, la societ si chiamava Anav, si chiama. Poi
l'hanno tolta di mezzo, quindi si chiamava Anav. I soci
eravamo io, Nicola Coppola, Della Volpe Vincenzo e
Cerullo Antonio.
P.M.: sono le stesse persone che lei ha indicato prima come
persone che poi la aiutavano durante la latitanza,
Cerullo, Coppola...?
Teste: s, sono le stesse persone. E quindi...
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P.M.: perch lei dice che era socio di questa societ? In che
senso era socio?
Teste: perch quando avemmo l'input da parte di Pasquale
Esposito, che un grosso imprenditore nel campo, e
quindi venne nell'89 a San Cipriano per chiedermi se
potevo intervenire in qualche posto per farlo inserire
nella zona di Caserta, allora io ebbi la sensazione che
questa era una cosa che potevamo svolgere anche noi. E
da l partita l'idea di fare questa societ. Questa
societ chiaramente dall'inizio aveva bisogno di
requisiti, e quindi bisognava crescere piano piano, per
poi arrivare a un certo punto, da potere rispondere alle
refezioni ospedaliere e via dicendo. Per nostra sfortuna
non ci siamo arrivati a questo punto, quindi diciamo che
ci siamo limitati solo alle refezioni scolastiche che
riguardano sicuramente tutto l'agroaversano, tipo San
Cipriano Casal di Principe, Villa di Briano, Frignano,
San Marcellino, Lusciano. Chiaramente questi erano tutti
discorsi fatti in pochi, perch come societ di
refezione scolastica non che poi nelle nostre zone ce
ne sono tantissime. Ce ne sono poche. E quelle poche si
conoscono. E quindi i miei soci non avevano difficolt a
aggiudicarsi... anzi, a qualche Comune rispondevamo
anche da soli, tipo Casal di Principe non rispondeva
nessuno, stavamo solo noi che facevamo questa cosa. E
quindi in automatico ci aggiudicavamo questi appalti.
Che poi sono proseguiti nel tempo e li abbiamo gestiti,
insomma, fino a che non li abbiamo tolti di mezzo.
Dopodich ci siamo rivolti a dei conoscenti che facevano
sempre queste refezioni scolastiche e che penso ancora
oggi stanno operando, almeno nel Comune di Casal di
Principe, che una persona che noi conosciamo e che
comunque riconosce un qualcosa che deve dare al clan.
P.M.: quindi questo un settore che avete praticamente
gestito sempre voi in tutti questi Comuni. Ma si sapeva
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sul territorio, gli altri imprenditori, i politici, i
sindaci, i funzionari, che l'Anav era una societ che
faceva capo a Antonio Iovine?
Teste: certo, certo, s. Si sapeva. Dottore, ma si sapeva, si
sapeva che tutti fanno orecchie da mercante, perch
molto probabilmente hanno interessi. E sperano che
questa sorta di abitudine, che poi non per niente
legale, ma l'hanno legalizzata un po' tutti con la
mente... come se una cosa illegale fosse diventata
legale. E sicuramente c' stata una operazione non da
poco, voglio dire, che la rete del gas nei sette
Comuni dell'agroaversano, dove tutti quanti sanno,
compresi i sindaci, per, eh, dottore! Iniziando dai
sindaci, finendo al semplice operatore ecologico, sanno
che queste imprese che hanno eseguito i lavori sono
appartenenti e gestite dai vari esponenti del clan.
Capisco che una cosa che alquanto assurda, ma
esiste. E quindi sarebbe bene che la riflessione la
faremmo un po' tutti. Ci limiteremmo un po' a rientrare
tutti nella legalit, perch si perso forse questo
fatto.
P.M.: senta, ma mi dica una cosa: lei dice... io non ho
capito, per esempio, quando le ho chiesto dei sindaci,
dei politici, lei dice che c'era un interesse
generalizzato a non intervenire, a fare finta di niente,
a sapere... ma perch? A cosa si riferisce?
Teste: alcune cose si sanno, solo che non si vogliono capire.
Si sanno, gli appalti pubblici nelle nostre zone, si sa
che piu o meno... a chi appartengono, chi li gestisce.
Vedete? Io non vi so dare una spiegazione ben precisa,
per so che alcune volte si fa finta di niente, si fa
finta di non capire. Il riferimento sempre lo stesso,
perch evidente, io vi posso fare degli esempi
evidenti. Un sindaco che sta facendo un'opera importante
nel suo paese, mi riferisco sempre all'operazione del
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gas, del metano cittadino, che dico io, mi domando e
dico: ma possibile mai che un'opera del genere un
sindaco non sa chi sta eseguendo questo lavoro? E come
stato appaltato? Poi quando non ci sono le domande,
perch le domande non ci sono, allora io mi domando...
ma tutta una connivenza.
P.M.: mi vuole spiegare questa vicenda della metanizzazione? A
quali Comuni si riferisce? In che periodo? Perch una
vicenda che in qualche modo interessa anche questo
processo, come fatto collaterale in qualche modo. Mi
spieghi questa vicenda della metanizzazione dei sette
Comuni dell'agroaversano.
Teste: io la spiego con il (incomprensibile), in modo che
molto probabilmente si pu dare un'idea a quello che io
mi riferisco, perch poi fare dei riferimenti specifici
mi risulta alquanto complicato, perch sarebbero tutti
utili ma nessuno riesce a dare l'esatta giustizia della
cosa. Invece questo fatto che tra accordi di Comuni, tra
l'agroaversano, che composto da San Marcellino,
Frignano Maggiore, Villa di Briano, Casal di Principe,
Villa Literno, Casapesenna e San Cipriano, hanno firmato
un accordo con una ditta del Modenese, che si chiama la
Concordia, la quale Concordia in un certo senso
assoggettata a una impresa di Casapesenna, che si chiama
Piccolo, Piccolo Antonio, amico imprenditore di Zagaria
Vincenzo sicuramente... Zagaria Michele!... e questo
imprenditore di Casapesenna ha iniziato un discorso con
Zagaria mettendo a disposizione tutto il subappalto di
questi Comuni. Semplicemente presentando al Comune di
appartenenza un nominativo di un imprenditore.
All'attenzione del sindaco. Il quale sindaco dovrebbe in
un certo senso fare delle domande, chiedersi se questo
imprenditore affiliato oppure conoscente, oppure che
cosa pu succedere se magari qualcuno... non lo so, fare
delle domande. Vi garantisco che (sovrapposizioni di
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voci).
P.M.: come vi siete divisi questi subappalti in questi Comuni?
Quali sono state le imprese? E qual era il riferimento
camorristico della singola impresa? Me lo dica per tutti
e sette i Comuni.
Teste: s, iniziamo da Casal di Principe, l'ha portato avanti
Claudio Schiavone con l'intesa, con la famiglia
Schiavone di farsela per conto loro. Io dico per conto
loro perch immagino che gli ha portato tutto il
guadagno di questa cosa, perch poi i guadagni erano
abbastanza elevati, i prezzi erano tutti ben calcolati.
Cio stata una operazione ben calcolata. Villa Literno
stata affidata sempre a Claudio Schiavone, con
riferimento ai Bidognetti. Quindi automaticamente, tolte
le spese, tolte tutte le cose, doveva fare riferimento
Bidognetti per quanto riguarda il guadagno. Casapesenna
era lo stesso Antonio Piccolo a fare questa cosa. San
Marcellino era Di Bello Nicola, per conto di Zagaria.
Frignano Maggiore era Giovanni Di Tella, per conto mio.
Villa di Briano lo stesso Piccolo, Piccolo Antonio,
sempre per conto di Zagaria. Chiaramente erano divisi
per chilometro, quindi diciamo che in una sorta di
spartizione, chi piu, chi meno, ha avuto ognuno la sua
parte.
P.M.: senta, per farci capire, che lavori erano? Che si doveva
fare?
Teste: era il lavoro di scavo e di mettere la messa in opera
di tubi che portavano il gas. Chiaramente gli
allacciamenti avvenivano in un secondo momento perch
erano privati. Quindi gli stessi abitanti cercavano...
si mettevano d'accordo con l'impresa per fargli fare gli
allacciamenti portati vicini a casa loro.
P.M.: e questa spartizione dei subappalti chi l'ha decisa? Lei
l'ha decisa insieme a chi?
Teste: io, Zagaria... perch poi mi sono dimenticato di dirvi
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che a San Cipriano c' stato Pirozzi Pietro che ha
eseguito i lavori. E che un cugino del sindaco di San
Cipriano d'Aversa, del sindaco di allora, Reccia Angelo.
Il sindaco precedente. E quindi l'abbiamo stabilito noi,
chiaramente con la disponibilit della ditta madre che
era la Concordia, che comunque faceva da tramite tra noi
e la ditta madre, questo Piccolo Antonio. L'abbiamo
deciso noi per dare un po' di ossigeno anche a chi ne
avesse avuto un po' piu bisogno, tipo Bidognetti, tipo
Schiavone, che comunque stavano da parecchio in carcere.
P.M.: per esempio, per capire, l'accordo con la ditta a cui
avete affidato questo subappalto lei ha detto che
controllava Frignano con l'imprenditore Di Tella
Giovanni. Lei che accordo ha fatto con questo
imprenditore?
Teste: l'imprenditore? Ho fatto l'accordo di riconoscermi 10
euro al metro, che in totale risultava sui 300 mila
euro, 300 e qualcosa, poi sicuramente mi sar fatto dare
qualcosa in piu, ma era questo l'accordo che avevamo
noi, ecco.
P.M.: quindi su Frignano lei ha avuto un introito di circa 300
mila euro.
Teste: s.
P.M.: a che epoca risale l'inizio di questi lavori?
Teste: sempre nel 2002, 2003, se non vado errato. Era questa,
un po', l'epoca.
P.M.: e quanto tempo sono durati?
Teste: i lavori sono durati qualche anno. Sicuramente, s.
P.M.: va bene. Quindi prendevate questo tot a metro,
praticamente. A metro di scavo e di tubo che veniva
installato.
Teste: io dico che ognuno nella maniera in cui aveva l'accordo
con l'imprenditore ha svolto un suo interesse. E come...
per quanto mi riguarda, io ho chiesto 10 euro al metro.
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Poi pu darsi pure che Zagaria si comportato in una
maniera diversa, questo non ve lo so dire. Anche perch
io non glielo dicevo a lui, quello che mi ha dato Di
Tella Giovanni. E lui non l'ha detto a me, in pratica.
Vi so dire solo che la disposizione di Claudio Schiavone
nei confronti di Bidognetti e nei confronti di Schiavone
era totale, perch era stabilito proprio in questo
senso, che doveva solo prendersi le spese e quindi
eseguire i lavori a nome e per conto di queste persone
che noi gli avevamo chiesto.
P.M.: e quindi che vantaggio aveva, poi, Claudio Schiavone, a
fare questa cosa? Se si prendeva solo le spese...
Teste: il vantaggio che molto probabilmente avrebbe
accresciuto la sua... il suo... voi sapete che ognuno
poi lavora per i requisiti, per poi permettersi di
rispondere, per crescere come impresa. Chiaramente poi
alla fine non ci ha rimesso niente, non che poi...
credo che qualche cosa sempre... tipo, per esempio, gli
allacciamenti, che li faceva lui. Non penso che li abbia
contabilizzati nei confronti di Schiavone e Bidognetti.
Credo, eh! Questa sempre un'ipotesi. Ma vi posso
assicurare che per quanto mi riguarda, mi sono
comportato in questo modo con Di Tella Giovanni.
P.M.: va bene. Senta, in tutte queste operazioni che lei ci ha
descritto, per esempio quella dell'Anav e della
refezione scolastica, quello dei subappalti della
Concordia e della metanizzazione, sono attivit che
comunque avvengono con i Comuni e quindi c'entrano i
sindaci, etc. etc. Ma con questi sindaci il clan che
rapporto aveva? C'erano differenze, per esempio, di
provenienza politica? C'erano interessi a sostenere un
sindaco piuttosto che un altro? Cosa lei sa e come si
comportato rispetto a queste vicende?
Teste: io vi posso garantire che per quanto mi riguarda, ma
penso che... per quanto mi riguarda, mi limito a quello
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che a mia conoscenza, non ho mai avuto nessun tipo di
problema per l'appartenenza politica nei confronti dei
sindaci che si sono succeduti nei posti dove io almeno
cercavo di accaparrarmi ogni cosa possibile e
immaginabile. Vi posso dire che se eventualmente c'era
necessit di intraprendere qualche discorso con qualche
sindaco non avevo nessun tipo di problema. Chiaramente
se potevo nascondergli che gestivo l'operazione Frignano
con Villa di Briano, con il tecnico del Comune, comunque
non glielo dicevo. Ma comunque lui non si interessava
piu di tanto. Ecco perch vi ho sempre detto e chiarito
che la posizione politica era ininfluente, almeno per
quanto mi riguarda.
P.M.: sa se ci sono altre persone del clan che invece hanno
avuto interesse a sostenere l'elezione di un sindaco
piuttosto che di un altro? E in quali casi?
Teste: nel caso di San Cipriano, Martinelli sindaco, ex
sindaco, stato appoggiato e seguito, in tutti i sensi
gestito, dal cugino Martinelli Enrico e da Caterino
Giuseppe, detto Peppinotto. Quindi... ma questo, a
parte... una mia conoscenza. Poi era opinione comune,
in paese, che il sindaco non era Martinelli, in pratica
era Caterino Giuseppe, detto Peppinotto. Era di opinione
pubblica, lo sapevano tutti, forse pure i bambini. Come
per esempio conosco le ambizioni di Zagaria e
sicuramente ha lottato per mettere un sindaco di sua
appartenenza al Comune di Casapesenna.
P.M.: senta, mi vuole dire lei che conoscenza ha avuto, chi
era, che ruolo aveva, Nicola Ferraro?
Teste: Nicola Ferraro era quello che ci permetteva di ottenere
e chiedere tutto quello che era possibile, nelle zone
della politica, Caserta e Provincia, Regione, Asl, con
le sue conoscenze ci consentiva, a noi, che ci
rivolgevamo a lui, di in qualche modo risolvere
qualsiasi tipo di problema. E io personalmente facevo
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ricorso a lui, come persona che conosceva un po' tutto
quello che mi avrebbe potuto interessare.
P.M.: e quindi da questo fatto nasce quella vicenda per cui
suo cugino Paolo Caterino, interessato all'appalto di
Villa Literno, le chiede un intervento?
Teste: s.
P.M.: sarebbe stato Nicola Ferraro a dovere orientare
l'assegnazione dell'appalto?
Dif.: chiedo scusa, Presidente, c' opposizione. La domanda mi
pare suggestiva, nel senso che sta suggerendo al teste
qual era la direzione entro la quale... magari lo
facciamo spiegare al teste.
Presidente: Nicola Ferraro, in riferimento agli appalti di
Villa Literno, intervenuto? E in che misura, se lo sa?
Teste: Nicola Ferraro intervenuto insieme a mio cugino con
il chiarimento dell'intera operazione che riguardava mio
cugino, in questi termini.
P.M.: quindi quella fase iniziale, che lei sappia. E cos?
Teste: s.
P.M.: con Paolo Caterino, con la possibilit di...
Teste: dottore, che io sappia, con precisione, perch l'ho
seguita, l'ho vissuta e quindi ho partecipato in prima
persona a questa... anche perch poi in quel periodo mi
ci vedevo, con mio cugino...
P.M.: perci dico: questa parte qua, la parte relativa al
primo approccio, al primo tentativo di Paolo Caterino di
avere questo appalto, parliamo sempre prima che
l'appalto fosse espletato, in una fase iniziale, lei
l'ha vissuta in prima persona, direttamente, ne a
conoscenza, ne ha parlato con Caterino, in buona
sostanza.
Teste: s, certo.
P.M.: e il rapporto con Ferraro chi ce l'aveva?
Teste: il rapporto con Ferraro in questo caso lo ebbe
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direttamente mio cugino Paolo. Chiaramente si presentava
con la mia autorizzazione, si presentava da Nicola
Ferraro, per portare avanti questa cosa. Comunque io nei
vari momenti in cui mi sono incontrato con Nicola
Schiavone comunque lo avevo avvisato che stavo portando
avanti questa cosa e quindi diciamo che mi ero garantito
anche in un certo senso la cosa reale che riguardava mio
cugino e che era intenzionato a portare a termine questa
gara, di essere aggiudicatario.
P.M.: e come mai lei aveva ritenuto giusto, necessario,
parlare anche con Nicola Schiavone di questa trattativa
in corso, di questo passaggio?
Teste: sempre per un discorso di chiusura di ragionamento,
senza che poi, eventualmente, mio cugino si stava
interessando, sarebbe uscito fuori qualche altro
imprenditore che si attribuiva la paternit del
finanziamento, per evitare tutta questa sorta di
discussioni ecco che alcuni ragionamenti venivano
discussi preventivamente. Anche con la certezza che
comunque questa era una cosa che andava in porto, in un
modo o nell'altro. Perch la certezza c'era.
P.M.: e quindi questo il primo passaggio. Quando lei poi
dice che ebbe un contatto, se ho ben capito, mediato da
De Luca Ernesto, da parte di Malinconico, Malinconico
con precisione che cosa le mandava a dire tramite De
Luca Ernesto, rispetto a questo appalto?
Teste: Malinconico mi fece sapere, in una maniera molto
decisa, che aveva avuto una richiesta di interessarsi di
questo lavoro e che eventualmente voleva sapere da me se
era possibile che lui si interessasse, se era possibile
nel senso che non c'erano altri imprenditori che erano
interessati, della zona. E che si sarebbe attivato lui
stesso per portare a termine questo appalto. E che in
pratica cos finita, insomma, perch lui mi ha fatto
pervenire questa richiesta, dopodich io gli ho fatto
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sapere che non ci stavano problemi. Perch da parte mia
era un imprenditore che mi faceva piacere. E lui stesso
ha portato avanti... aggiunse pure, a questa sua
richiesta, che in una maniera molto decisa gli avevano
fatto pervenire che ci stava una richiesta da parte di
non so chi di portarsi insieme, in una associazione di
imprese, a Mastrominico Pasquale. Al che gli feci sapere
che anche il Mastrominico Pasquale non mi sarebbe
dispiaciuto, come... anche perch all'epoca, dottore, vi
devo dire che in un certo senso ci stava una sorta di
indagine su queste cose, perch comunque la voce si era
sparsa: questo un lavoro grande, a Villa Literno...
e quindi uscire un po' dal contesto degli imprenditori
di Casale, e quindi anche degli imprenditori che stavano
a posto, in senso di antimafia, era una opportunit. Era
un modo per navigare sott'acqua, un modo per far stare
un po' tutti quanti tranquilli.
P.M.: s. Senta, con riferimento a quello che le stato
detto, quindi senza fare deduzioni o che, rispetto a
quello che le stato detto da Malinconico, aveva la
possibilit di prendere questo appalto, gli avevano
proposto, gli avevano chiesto, diciamo, di farlo insieme
a Mastrominico. Le fu detto da De Luca Ernesto se
Malinconico disse, lui, Malinconico, da chi l'aveva
avuta, questa proposta: partecipa che prendi questo
appalto...?
Teste: dottore, sinceramente io non mi sono preoccupato di
questa cosa, di informarmi. Magari in un'altra
occasione, avendo la possibilit di poterci parlare,
molto probabilmente ci saremmo intrattenuti nel capire
un po' come lui intendesse muoversi in questa
operazione. Ma siccome stata una cosa mandata a dire
in occasione di una discussione di impegni che lui aveva
con me, Malinconico, e quindi mi fu detta proprio in
senso di avvisarmi... e che magari dovevo iniziare a
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fare qualche discorso a livello ambientale con l'altro
clan, dei Bidognetti... ecco, questa era la...
P.M.: va bene, il fatto era quindi che lui le faceva sapere
che aveva la possibilit di prendersi questo appalto.
Questo il fatto.
Teste: s.
P.M.: e il fatto era che gli avevano chiesto di farlo insieme
a Mastrominico. E cos?
Teste: s.
P.M.: ma non sappiamo la provenienza di questa richiesta.
Teste: non la sappiamo, io personalmente non gliel'ho chiesta.
Ma da come si sono svolti i fatti, che poi alla fine
stato assegnato il 30% del lavoro a Mastrominico, quindi
un altro 20% (pare dica: nel paese) che lui stesso
conosce, Malinconico, e quindi la restante parte stata
affidata a Malinconico, io non ho avuto nessun dubbio
sulle cose che mi ha detto Malinconico.
P.M.: chiaro.
Teste: quindi mi ha fatto sapere che era una cosa di cui si
era interessato lui e alla fine ha ottenuto il
risultato. Per quanto mi riguarda, mi sono accontentato
di questo.
P.M.: va bene. Poi vediamo nel dettaglio come vi siete messi
d'accordo. Presidente, posso chiedere qualche minuto di
pausa?
Presidente: per organizzarci, uno dei componenti del Tribunale
impegnato in due giudizi direttissimi, che sono
fissati all'una. Il Tribunale vorrebbe a questo punto...
facciamo due minuti. All'una sospendiamo e alle due
riprendiamo.
P.M.: va bene.
SOSPENSIONE.
IL PROCESSO RIPRENDE.
Presidente: allora, noi continueremo adesso fino alle 13 e 30.
Alle 13 e 30 sospenderemo un'ora, perch abbiamo due
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direttissime, e alle due e mezzo riprendiamo. Alla
ripresa il Tribunale gradirebbe che le riprese
audiovisive e fotografiche terminassero. All'una e mezzo
terminano le riprese sia fotografiche che visive.
Dif.: (intervento senza microfono).
Presidente: una sola. Una sola. Una sola alle due e mezzo.
Dif.: (intervento senza microfono).
Presidente: due e basta. Gli altri via, sia riprese, foto...
alla ripresa no. Allora, riprendiamo? Non vedo per
tutti gli avvocati. Arriviamo fino all'una e mezzo. Poi
break di un'ora. Prego, Pubblico Ministero. Anche se non
vedo...
P.M.: vediamo se lui c'. Siamo pronti?
Presidente: possiamo ripartire? Prego, Pubblico Ministero. Un
attimo che manca anche il cancelliere che andato a
cercare qualcuno che si perso... prego, possiamo
riprendere.
P.M.: allora, Iovine, facciamo solo un piccolo passo indietro
in modo che lei ci racconta come nasce il suo rapporto
con l'imprenditore Giovanni Malinconico.
Teste: s.
Presidente: ha sentito?
Teste: s, si sente.
Presidente: prego.
Teste: il mio rapporto con Giovanni Malinconico nato
all'inizio degli anni 2000, quando lui frequentava mio
cugino Renato Caterino e mi chiese di incontrarmi. E io
acconsentii a questa cosa. E quindi iniziammo questo
rapporto. Lui aveva un problema per quanto riguarda un
lavoro che stava facendo sulla linea veloce, che era un
lavoro di subappalto. Quindi molto probabilmente era in
opera con i suoi mezzi, a questo livello. Ora in questo
momento non mi ricordo bene a che cosa faceva
riferimento, come lavoro. Per mi chiese un intervento
da parte mia per riconoscere il clan di questo suo
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intervento. Si rivolse a me perch in un certo senso lui
gi aveva contatti con altre persone. Aveva contatti con
Pasquale Apicella, detto "'o bell'omm", che poi era
stato arrestato e quindi molto probabilmente non aveva
piu nessun punto di riferimento. Da l nata questa
amicizia e ci siamo voluti bene da lontano. Anche se poi
non che ci siamo visti... ci siamo visti qualche
volta, per l'intesa era abbastanza consolidata.
P.M.: in quella occasione, nella prima occasione, lei ebbe dei
soldi da Malinconico per il suo intervento?
Teste: s, s, chiudemmo l'operazione intorno ai 250 milioni.
E quindi era proprio, molto probabilmente, all'inizio
che usc l'euro o un poco prima. Dal 1999 al 2000,
diciamo, questo era il periodo.
P.M.: ma lei in concreto che cosa fece per avere questi 250
milioni? Il suo intervento quale fu?
Teste: niente, fu un intervento molto... cos, da garantirgli
che se eventualmente avesse avuto qualche problema da
parte di qualche gruppo che stava sulla zona, io sarei
intervenuto e gli avrei sistemato la situazione,
diciamo. A livello proprio ambientale, non di societ,
non di niente. Tutto il discorso che poi venuto dopo
nato come partecipante, in un certo senso, a quello che
lui andava a fare.
P.M.: e questo discorso di dopo, che lei ha definito proprio
di societ, che significa? Che significa che lei aveva
questo rapporto in qualche modo di societ con il
Malinconico?
Teste: significa che al di fuori della percentuale che lui
riconosceva al clan, lui era disposto a sostenere anche
la mia latitanza, nel senso che mi dava una percentuale
del 3%, del 4%, a me personalmente.
P.M.: e per quale ragione si cre questo rapporto. E quali
erano i vantaggi che lei assicurava all'impresa
Malinconico nell'espletamento dei soli lavori per cui
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lui poi le riconosceva anche questi soldi con una certa
stabilit?
Teste: i vantaggi erano che non avrebbe avuto nessun tipo di
fastidio. Io quando parlo di fastidio significa che
conoscendo gli altri rapporti, che magari aveva Zagaria,
che molto probabilmente gli chiedeva forniture, gli
chiedeva affitto dei mezzi di cui lui era in possesso,
Zagaria, io invece mi limitavo a dire: fai il tuo lavoro
e io ti garantisco che nessuno ti d fastidio, oltre al
fatto che, come successo nell'aggiudicazione del
consorzio di Caserta, e come successo anche per quanto
mi stato possibile a Villa Literno, non ha avuto
nessun tipo di problema da parte di altri imprenditori
che si sarebbero dovuti inserire in questo discorso. Lui
quando fece l'appalto di Caserta in due momenti diversi,
perch sono state due le gare che lui ha appaltato a
Caserta, nel consorzio, mi chiese l'intermediazione di
Natale, che gi vi ho spiegato prima, e io comunque
gliela garantii, che lui stava a disposizione,
rivolgendomi prima a Francesco Schiavone di Luigi e in
un secondo momento mi rivolsi a Nicola Schiavone, che a
sua volta poi si rivolsero a Natale. E quindi in un
certo senso gli garantii questa cosa. Oltre al fatto che
se eventualmente c'era qualche imprenditore che
intendeva rispondere, veniva comunque avvicinato e
veniva invitato a lasciare perdere quell'appalto.
P.M.: senta, ma questo consorzio di Caserta, per capirci, che
tipo di lavoro erano? Se lo ricorda?
Teste: erano dei lavori che riguardavano l'irrigazione dei
campi, con l'apposita tubazione che passava nei terreni.
Il consorzio agrario si interessa proprio...
P.M.: ah, il consorzio agrario.
Teste: s.
P.M.: ed erano lavori per quale entit di spesa?
Teste: il primo fu di dieci milioni di euro. Il secondo invece
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stato inizialmente di 18 milioni di euro, poi per vari
motivi mi sembra che l'hanno appaltato sui 14, sui 13 o
14 milioni di euro.
P.M.: e lei che tipo di guadagno ha ricevuto, se l'ha ricevuto
da solo?
Teste: io ho stabilito una percentuale che era sempre intorno
al 5%, di cui il 2% facevo in modo di garantire il mio
contributo al clan, e il restante, la restante somma me
la dividevo una volta con Francesco Schiavone, me la
sono divisa, e una volta con Nicola Schiavone. Che poi
chiaramente...
P.M.: Francesco Schiavone, sempre Cicciariello?
Teste: s, s.
Presidente: di Luigi.
Teste: s, anche perch l'altro Schiavone comunque stato in
carcere dal 1998, quindi faccio riferimento sempre a
Cicciariello. Francesco Schiavone, Cicciariello.
P.M.: come mai divideste con Schiavone, questo lavoro?
Teste: lo divisi perch in un certo senso lo feci entrare
nell'affare, no? Chiedendo l'appoggio di Natale, che era
persona che conoscevano poco, non la conoscevo io
direttamente, chiesi a loro l'aiuto e in ricompensa
promisi che dividevo con loro quello che sarei riuscito
a guadagnare.
P.M.: quindi il 2% lo metteste nella cassa del clan e il resto
ve lo siete divisi a met.
Teste: s, a met.
P.M.: su che somme siamo? Quanto avete guadagnato?
Teste: il 5% su 10 milioni di euro sono 500 mila euro. Diciamo
sui 400, 500 mila euro. A lavoro, per.
P.M.: erano due lavori?
Teste: s. Oltre al fatto che Giovanni Malinconico... ebbi una
sorta di (incomprensibile), perch in un certo momento
lui appalt un lavoro sul consorzio di bonifica di
Piedimonte Matese, di una somma di 8 milioni di euro. E
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quindi lui non me la disse, questa cosa. Non so per
quale motivo lo venni o sapere e quella stata una
delle volte in cui io mi sono incontrato con Giovanni
Malinconico. E gli dissi che mi doveva dare 350 mila
euro, su questo lavoro. E comunque me li feci dare.
P.M.: in questa vicenda c'entrava anche Paolo Caterino?
Teste: in questa vicenda c'entrava Paolo Caterino, a cui
chiesi di farmi un appuntamento con Giovanni
Malinconico, perch all'epoca dei fatti comunque era
socio, stavano eseguendo questo lavoro insieme a
Caserta.
P.M.: tutti questi soldi...
Teste: non era in societ con Paolo Caterino, no. Questo
lavoro l'aveva eseguito lui, da solo, Giovanni
Malinconico.
P.M.: questo lavoro qua?
Teste: s, di Piedimonte Matese.
P.M.: e invece in quale lavoro stava con Paolo Caterino, che
ci ha detto prima?
Teste: quello di Caserta. In tutti e due.
P.M.: ah, quindi proprio in quello del consorzio.
Teste: s, s.
P.M.: senta, ma tutti questi soldi che poi il Malinconico le
garantiva, come le venivano corrisposti?
Teste: una cifra mensile di 25 mila euro. E me li prendeva De
Luca Ernesto, che andava l in ufficio.
P.M.: questi fatti, cio i due lavori del consorzio, il lavoro
di Piedimonte e altri che ha indicato, sono precedenti o
successivi a Villa Literno, all'appalto di Villa
Literno? Come inizio.
Teste: sono precedenti.
P.M.: per quanto tempo sono durati? Si sono accavallati nel
tempo come pagamenti o sono finiti prima che iniziasse
Villa Literno?
Teste: no, dottore, quello stato... adesso che mi ricordo,
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uno stato precedente al lavoro di Villa Literno e un
altro stato dopo.
P.M.: dopo. Quindi c'erano...
Teste: c' stato tutto un percorso che abbiamo fatto insieme,
con Malinconico, quindi una serie di lavori dove io ho
fatto la somma e me la sono divisa con Nicola Schiavone,
di Francesco.
P.M.: va bene. Quindi facevate un conto unico, aperto, con
questi pagamenti mensili.
Teste: s.
P.M.: e questi pagamenti mensili, se lei ci volesse dare
un'idea del tempo, del periodo, cio da quando il
Malinconico le ha iniziato a dare questi 25, 30 mila
euro al mese, fino a quando glieli ha dati, negli anni?
Quando ha iniziato e quando ha finito? Se ha finito.
Teste: non ha finito perch doveva ancora darmi una somma
consistente, intorno ai 130 mila euro, fino a quando mi
hanno arrestato. Poi per problemi miei comunque non l'ho
interpellato, per tenete presente che non sempre... mi
dava questa quota di 25 mila euro al mese, ma molto
probabilmente se eventualmente mi servivano 100 mila
euro, tutti insieme, allora io glieli chiedevo qualche
mese prima in modo che lui me li preparava e poi me li
mandava. Quindi stato tutto un dare e avere, diciamo,
una contabilit abbastanza al momento, diciamo. Questo
un problema che io non ho mai avuto con Giovanni
Malinconico. E stato sempre molto disponibile alle mie
richieste.
P.M.: quindi fino a quando lei stato arrestato, questo
rapporto era un rapporto aperto e vivo. Ed era iniziato
praticamente nel 2000, quindi durato dieci anni, in
buona sostanza. Lei stato arrestato a novembre del
2010.
Teste: s.
P.M.: va bene. Adesso, tornando all'appalto di Villa Literno,
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abbiamo capito questo contatto con Malinconico, quello
che lui le ha detto tramite De Luca Ernesto, e l'ok che
lei gli ha dato. Vuole spiegare se avete poi raggiunto
un accordo rispetto a questo appalto per quanto riguarda
i soldi?
Teste: l'abbiamo raggiunto sempre in una maniera molto
normale, se si pu dire normale. Con il 5%... tutto il
lavoro abbiamo chiuso per 600 mila euro. Quindi 300 mila
euro io li ho consegnati al clan Bidognetti e 300 mila
euro sono andati nei conti che io avevo con Nicola
Schiavone.
P.M.: quindi 300... perch avete dato 300 mila euro al clan
Bidognetti?
Teste: il 3%.
P.M.: s, ma per quale ragione?
Teste: perch erano loro che gestivano il territorio,
gestivano in senso criminale, il territorio di Villa
Literno. Quindi stavano loro che garantivano che non
succedeva niente.
P.M.: chi ha dato i soldi al clan Bidognetti? E chi, per conto
del clan Bidognetti, che lei sappia, ha ricevuto questi
soldi?
Teste: allora, chi glieli ha dati... io da parte mia li facevo
consegnare direttamente da De Luca Ernesto e De Luca
Ernesto li consegnava ai vari componenti che erano al
momento disponibili, tipo Emiliotto Caterino, tipo lo
stesso genero di Bidognetti, Giovanni, tipo, non so,
ultimamente li consegnava a Nicola Schiavone e Nicola
Schiavone li dava a qualcuno che comunque conosceva i
Bidognetti. Comunque erano consegnati nelle mani
direttamente dei componenti dei Bidognetti.
P.M.: s. I pagamenti come erano? Cio ratei mensili, a
tranches, come glieli avete dati questi 300 milioni?
Teste: mensilmente. Mensilmente gli ho retribuito questi
soldi. Alcune volte tardavamo qualche mese, perch
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magari servivano a noi, a me personalmente, e quindi
subito dopo che succedeva qualche piccolo intoppo sul
cantiere diciamo che ci richiamavano un po'
all'attenzione, ci ricordavano che gli dovevamo dare i
soldi, in pratica.
P.M.: che significa qualche piccolo intoppo sul cantiere?
Teste: che magari passavano sul cantiere e bloccavano
temporaneamente quelli che stavano lavorando. E quindi
si creava una tensione, un allarmismo, perch poi ognuno
giustamente si domandava se era necessario fare qualche
denuncia, molto probabilmente qualche denuncia c'
stata. Giusto per giustificare questi atti che
avvenivano, no?
P.M.: s.
Teste: che poi puntualmente venivano risolti.
P.M.: quindi questi erano i 300 mila euro che furono stanziati
e fatti recapitare ai Bidognetti. Invece gli altri 300
mila euro a chi erano destinati? E come avvenne il
pagamento? Chi se ne occup?
Teste: erano destinati ai nostri conti. Io dico nostri, tra
l'ultimo lavoro che abbiamo concordato insieme io e
Nicola Schiavone, con questo qua di Villa Literno,
quindi facendo una somma ci dovevamo dividere sui 400
mila euro ciascuno. E allora io stabilii...
P.M.: una somma tra quali lavori?
Teste: tra quello di Caserta e il secondo, quello un po' piu
sostanzioso.
P.M.: quindi avevate insieme questi conti su questi lavori e
dovevate fare circa 400 mila euro a testa.
Teste: s.
P.M.: e quindi?
Teste: e quindi praticamente, togliendo quelli che gi avevamo
ricevuto, da parte mia e da parte sua, era rimasta una
somma consistente, che si aggirava intorno ai 200, 250
mila euro ciascuno. E allora io dissi: va beh, allora tu
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visto che hai i contatti con Mastrominico, che comunque
lui ci si rapportava, con il clan Schiavone, il
Mastrominico... dissi: te li fai dare da lui, e quelli
che arrivano da Giovanni Malinconico me li gestisco io.
E quindi in un certo senso chiarimmo questa divisione.
P.M.: quindi per questo appalto divideste a met. I soldi suoi
le furono dati da Malinconico e i soldi di Nicola
Schiavone furono dati direttamente da Mastrominico a
Nicola Schiavone.
Teste: s, s. Un dare e avere. Noi avevamo dei conti, tra me
e Nicola Schiavone. E quindi tra un dare e avere... ora
precisamente non ricordo bene quanto doveva,
Mastrominico, a questo lavoro di Villa Literno. E quanto
io dovevo a lui per quanto riguarda il lavoro di
Caserta, del consorzio di Caserta. Per vi posso
garantire che era un dare e avere, quindi diciamo che
erano dei conteggi che avevamo io e lui. E quindi io
decisi, per non creare complicazioni, anche perch ci
stavano difficolt di incontrarci e quindi molto
probabilmente non potevamo incontrarci tutti i giorni,
tu mi devi dare questo, io ti devo dare quello... grosso
modo, dissi, quello che rimane, che tu devi avere,
fattelo dare da Pasquale Mastrominico. Il resto che
manca te lo do io, appena ricevo i soldi.
P.M.: s. E...
Teste: sempre da Malinconico.
P.M.: s. E invece lei ha detto che c'erano conti aperti tra
Mastrominico e... ma quando lei dice Mastrominico a chi
si riferisce?
Teste: Pasquale Mastrominico.
P.M.: tra Pasquale Mastrominico e Nicola Schiavone, o la
famiglia Schiavone. Che cosa sa? Perch? Che cosa
significa? C'erano conti aperti? E come pervenivano i
soldi alla famiglia Schiavone, da parte di Pasquale
Mastrominico?
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Teste: come vi spiegavo prima, da un certo punto in poi
(incomprensibile) la riservatezza delle cose, perch
ognuno cercava... ogni imprenditore cercava di non
esporsi, ecco, questo un esempio classico dove siccome
il cugino di Pasquale Mastrominico, che si chiama
Mastrominico... mi sto ricordando il nome, dottore...
P.M.: s.
Teste: comunque questo cugino di Mastrominico...
P.M.: lei ha detto nel verbale del 13 maggio del 2014 che si
chiama Gennaro. E cos?
Teste: s, s, Gennarino, chiedo scusa perch... l'emozione.
E comunque Gennaro Mastrominico, siccome amico della
famiglia Schiavone, e a sua volta apparentato con la
famiglia di Pasquale Mastrominico, perch sono (l'audio
si abbassa improvvisamente), quindi per questi motivi di
riservatezza ogni volta che aveva la necessit di
mettere a posto... mettere a posto significa riconoscere
un territorio, per quanto riguarda l'estorsione, lui
preferiva anticiparsi e quindi tramite il cugino faceva
sapere agli Schiavone che magari stesse lavorando a
Villa Literno, magari stesse lavorando in qualche altro
Comune, che ora non vi so specificare perch comunque
non ho seguito il percorso lavorativo di Mastrominico,
quindi... so di questa preferenza che aveva
Mastrominico, perch mi stato riferito sia da Nicola
Schiavone, sia comunque lo sapevo, lo conoscevo,
diciamo. Anche perch tra me e Mastrominico c' un
rapporto di parentela, in quanto mia sorella si
sposata il fratello della moglie di Mastrominico. Quindi
la conosco, la storia di Mastrominico.
P.M.: senta, c'erano quindi questi conti aperti su questi
pagamenti. Ma si riferivano a lavori che si svolgevano
solo nel territorio controllato dagli Schiavone o anche
in altri territori controllati da altri criminali?
Teste: no, si svolgevano in tutti i posti che Mastrominico
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lavorava. Quindi anche al di fuori del controllo degli
Schiavone. Ma comunque questo non comportava un problema
perch gli Schiavone provvedevano a sistemare, ad
avvisare i vari gruppi che magari operavano in quelle
zone.
P.M.: senta, lei in grado di ricordare qualche episodio in
cui c' stato un intervento della famiglia Schiavone,
che abbia avvantaggiato o risolto qualche problema dei
Mastrominico?
Teste: l'episodio che piu mi ricorda, a cui ho partecipato
anche io, in varie riunioni che noi abbiamo avuto, sia
con Nicola Panaro, sia con Nicola Schiavone, riguarda
una contesa che Zagaria Michele aveva con Pasquale
Mastrominico e che riguardava un terreno di propriet di
Mastrominico, dove per qualche ragione c'era stato
assegnato il sito delle ecoballe, e che Mastrominico,
avendo ricevuto la richiesta dello Zagaria per un
eventuale intervento dello stesso Zagaria per eseguire i
lavori, si era rifiutato. E quindi Zagaria faceva
pressioni su Mastrominico. Al che intervennero gli
Schiavone e quindi chiesero allo Zagaria di lasciarlo
perdere, perch comunque interessava a loro. Era
un'impresa che comunque lavorava con loro. E quindi
diciamo che questo stato un intervento molto
significativo, dove (disturbi audio) responsabilit.
P.M.: non abbiamo sentito l'ultima frase. Dove...?!
Teste: dove ognuno si assunto la sua responsabilit. Sia da
parte degli Schiavone, nel favorire Mastrominico, sia
Zagaria nell'accettare in qualche modo che doveva andare
in quel senso, che comunque Mastrominico non poteva
cedere a questa cosa.
P.M.: senta, in grado di spiegarmi perch Zagaria accampava
pretese su questa vicenda delle piazzole delle ecoballe?
Lei che cosa sa degli interessi di Zagaria nel settore
delle piazzole delle ecoballe?
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Teste: diciamo che Zagaria vantava delle amicizie a livello
regionale, per l'esattezza all'ufficio che assegnava
queste piazzole nella zona di Caserta. E per esattezza
nelle zone di Grazzanise, Brezza, che davano proprio
indicazioni e quindi assegnavano e investivano dei soldi
per la preparazione per gli affitti e tutto. E Zagaria
vantava queste amicizie. E quindi, vantando questa
amicizia, lui pretendeva che Mastrominico gli facesse
non tanto una riconoscenza per quanto riguarda l'affitto
del terreno stesso, ma gli facesse eseguire i lavori in
quanto questo ingegnere che stava su questo ufficio
l'aveva avvisato che era in corso questa operazione, nel
terreno di Mastrominico. A sua volta Mastrominico si
rifiutava di questa cosa, perch era abbastanza sicuro
che tutto quello che era avvenuto nel suo terreno era di
sua capacit, di sua amicizia, di sua... cio mandava
questa cosa e quindi non volle tirarsi indietro. Per
quanto riguarda Zagaria, so che per sua... perch me
l'ha detto lui in prima persona, che aveva un terreno
nella zona di Grazzanise e quindi si era adoperato per
far s che si aprisse un centro l sopra, un sito di
ecoballe.
P.M.: ed era, questa vicenda del terreno di Zagaria, che
risaliva a quando?
Teste: sempre nel periodo in cui ci stava l'emergenza della
spazzatura in Campania, che decisero... ora non mi
ricordo di preciso l'anno, ma penso che sempre negli
anni 2000 c' stata questa emergenza dei rifiuti. E
quindi la Regione Campania pens bene di fare questi
siti di stoccaggio, per quanto riguarda le ecoballe, e
questa cosa Zagaria sfrutt, questa iniziativa della
Regione. Ora non so dirvi...
P.M.: sa se su uno di questi terreni Zagaria aveva interessi
economici anche con altre persone del clan?
Teste: questo un altro terreno, che voi fate riferimento. E
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quello che gi con la famiglia Bidognetti... lui tempo
fa acquist questo terreno e se lo divise con Francesco
Bidognetti. Francesco Bidognetti a sua volta lo diede a
suo cugino Domenico Bidognetti, che fece un'azienda
sopra, che poi se non sbaglio dove morto il padre,
che stato ucciso in quell'azienda, e quindi il
riferimento che voi fate questo qua. Io penso che il
riferimento che io faccio per quanto riguarda le
ecoballe un altro terreno, che comunque ha nella zona.
P.M.: e questo di Zagaria. Zona Grazzanise, avete detto?
Teste: s, Grazzanise, Brezza, s.
P.M.: queste zone qua. Invece nel caso della vicenda
Mastrominico il terreno di chi era?
Teste: di Mastrominico.
P.M.: tutte queste cose relative a questa vicenda della
piazzola delle ecoballe sul terreno di Mastrominico e
all'intervento degli Schiavone e di Nicola Panaro, da
chi le ha sapute? In quali occasioni?
Teste: al rifiuto di Pasquale Mastrominico, perch Zagaria
prima di affrontare il problema con gli Schiavone
comunque tent di contattare il Mastrominico tramite un
suo collaboratore, che si chiama Massimiliano Caterino.
Tent di contattarlo per cercare di chiarire questa
posizione, al che Mastrominico si mostr contrario a
questo chiarimento, e automaticamente noi nei nostri
incontri periodici affrontammo questo discorso sulla
necessit, perch Zagaria insisteva tantissimo affinch
Mastrominico cedesse su questa cosa. E invece
Mastrominico si fece la sua ragione nei confronti...
comunque l'affrontammo insieme...
Presidente: un attimo, mi scusi. Si fece la sua...?
P.M.: ragione.
Teste: ragione, s.
Presidente: non avevo capito.
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P.M.: quindi, stavate dicendo, comunque l'affrontammo insieme.
E chi ci stava?
Teste: io, Zagaria, Nicola Panaro, discutevamo, perch Zagaria
voleva quasi intervenire violentemente nei confronti di
Mastrominico. Quindi fu proprio l'intervento degli
Schiavone che limit il suo impeto, la sua violenza, fu
costretto un poco a fare un passo indietro, questo
tutto.
P.M.: senta, lei in grado di dire innanzitutto come
Mastrominico ebbe questa opportunit di potere fittare
il terreno suo per questa piazzola?
Teste: in grado, dottore...?
P.M.: cio se se ne parlava in queste riunioni, perch questo
il luogo in cui lei ha avuto conoscenza di questi
fatti.
Teste: tra di noi facevamo riferimento a una sua amicizia
particolare e familiare con un noto esponente politico
delle nostre zone. Per questa una cosa che noi
parlavamo tra di noi. Ci domandavamo chi mai l'avesse
potuto aiutare a questo Mastrominico in questo affare. E
quindi ognuno di noi, conoscendo un poco il
Mastrominico, perch poi in paese comunque si sanno,
queste cose, si capiscono, individuammo questo politico
che l'avrebbe potuto aiutare in questo senso.
P.M.: e chi era?
Teste: Lorenzo Diana.
P.M.: per questa fu una vostra idea, diciamo, nelle
discussioni tra voi, Zagaria e Panaro.
Teste: sapevamo dell'amicizia che lei aveva con il politico.
Per questa amicizia noi la attribuivamo a questo fatto
di... perch poi i siti delle ecoballe, dottore, non
una cosa che fanno in tutti i posti. Non una cosa che
viene individuata in una maniera tanto semplice. Non
una cosa comune. E una cosa che viene gestita in una
maniera molto probabilmente politica, con qualche
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impulso un po' piu forte. Penso che il discorso che noi
attribuivamo questa sua amicizia non era a caso. Era
proprio come referente, come una forza politica che
magari non gli hanno potuto dire di no. Era sotto questo
aspetto, diciamo. Anche se poi alla fine avete ragione
voi, perch era solo una nostra deduzione, non che
stavamo l a contrattare con Mastrominico la necessit
di fare questo sito.
Presidente: Mastrominico sempre Mastrominico Pasquale,
Iovine?
Teste: s, Mastrominico Pasquale, s.
Presidente: va bene. Prego.
P.M.: lei il fratello di Pasquale l'ha conosciuto?
Teste: s, s, lo conosco, Giuseppe, s. Per ha un ruolo un
po' piu defilato, rispetto al fratello, in queste cose.
Perch Pasquale Mastrominico che ha la parola
definitiva in tutto quello che poi si svolge come
attivit nella loro azienda. Il fratello Pasquale...
Geppino, Giuseppe, si interessa piu di seguire i
cantieri, si interessa di piu di stare attento agli
operai. Hanno dei compiti ben specifici.
P.M.: senta, alla fine di tutta questa storia io non ho capito
per quale ragione Nicola Panaro si prese la briga di
dire a Zagaria di lasciar perdere, che Mastrominico
doveva continuare a fare le cose che doveva fare su
quella piazzola, etc.
Teste: era un imprenditore che faceva riferimento sempre agli
Schiavone, perch in un certo senso tra di noi c'era
l'abitudine di assumersi la paternit di ogni cosa che
poi nasceva e quindi ci stava un po' di diffidenza. E
poi ci stava anche il fatto che tra gli Schiavone e
Zagaria c'erano a volte delle contese che riguardavano
alcuni passaggi, alcune cose. Cio non era tutto cos
rose e fiori. Ci stavano dei momenti in cui si
contrastavano anche su queste cose.
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P.M.: senta, ma quel rapporto di parentela che il Mastrominico
aveva con lei era un rapporto noto all'interno del clan?
Noto tra gli imprenditori? Noto sul territorio? Che lei
sappia.
Teste: che io sappia, a me non risulta, anche perch non era
un rapporto di parentela diretta. Era un rapporto tra
mio cognato, mia sorella... con la mia famiglia era piu
un rapporto di amicizia con Pasquale Mastrominico, non
di parentela. Anche perch anche tra di loro non hanno
avuto un rapporto di stare sempre insieme. Sono stati
distanti. Non sono stati uniti.
P.M.: e invece questo rapporto di amicizia con lei che
significa? Che vi siete frequentati? Vi siete
conosciuti?
Teste: significa che quando sono uscito nel 1995 sono stato
ospite a casa sua, significa che qualche volta che ci
siamo incontrati mi sono fermato a salutare la moglie,
che mi ha visto crescere. Insomma, un rapporto di
amicizia in questo senso, di stima. Non di altro.
P.M.: e questo rapporto di amicizia era noto all'esterno o era
un rapporto tutto vostro, interno?
Teste: no, era un rapporto tutto nostro. Anche perch poi nei
fatti era noto che per alcune cose si rivolgeva a
Gennaro Mastrominico, per rivolgersi ad altre persone,
per sistemare delle cose. Questo era noto a tutti
quanti.
P.M.: quindi dal punto di vista economico imprenditoriale era
noto il riferimento agli Schiavone, e non con lei.
Teste: s.
P.M.: va bene. Senta, sempre sulla vicenda delle ecoballe lei
ha fatto riferimento al fatto che Zagaria aveva
un'amicizia, un rapporto con una persona all'interno
della struttura regionale che se ne occupava. Avevate
idea di chi fosse questa persona? Lo qualificavate in
qualche modo dal punto di vista professionale? Chi era?
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Teste: quando Zagaria faceva riferimento a questa persona lo
individuava come un ingegnere. Vi posso per garantire
che nonostante tutta la vicinanza e la frequentazione
che noi avevamo, e la latitanza in comune, comunque
stava bene attento a non dire certe cose, che poi molto
probabilmente riguardavano la sua famiglia, i suoi
conoscenti, qualche fratello, non lo so. Comunque vi
posso garantire che stava bene attento...
P.M.: quindi lo individuavate come un ingegnere, come
l'ingegnere.
Teste: s.
P.M.: sa se ci sono state altre vicende che hanno favorito
Zagaria attraverso questo tipo di amicizie che lui
aveva, a livello regionale?
Teste: penso che vi state riferendo alla questione
dell'Alifano.
P.M.: non lo so, mi dica lei.
Teste: s, vi dico io. In un momento in cui stavamo
discutendo, perch ognuno si attribuiva la volont di
appaltare questo subappalto, io dico che tra Michele
Zagaria e Nicola Alfieri nacque una discussione, si
contendevano l'amicizia di una persona che stava in
Regione e che in un certo senso gestiva questo affare
dell'Alifano per i subappalti. Al che fummo costretti a
fare proprio una sorta di faccia a faccia. Infatti
Zagaria incaric il fratello Pasquale e Nicola Alfieri
incaric Bernardo Cirillo di incontrarsi in Regione e di
chiarire sull'ufficio di questo ingegnere chi preferiva
come amicizia. A chi era piu legato. E alla fine si
stabil che questa cosa la doveva concludere Bernardo
Cirillo, in quanto questo ingegnere si riconosceva come
amico di Bidognetti. Quindi and avanti lui, per quanto
riguada i soldi che si dovevano versare al clan. Quindi
Bernardo Cirillo provvide a portarci 50 mila euro al
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mese. And lui avanti nei discorsi. Chiaramente non lo
so nei particolari chi fece il subappalto. So solo che
in una nostra riunione Nicola Panaro, insieme a
Francesco Schiavone di Luigi diede conto a tutti quanti
che Cirillo Bernardo portava questa somma di denaro ogni
mese, per un periodo, chiaramente, che era stato
stabilito. E questo il riferimento che io ho, per
quanto riguarda queste amicizie di ingegneri che
riguardano la Regione Campania.
P.M.: senta, chiusa questa vicenda delle ecoballe, con
riferimento all'appalto di Villa Literno, quando
Malinconico le chiese se c'erano problemi, se andava
bene che lui proseguisse su quella strada, che cosa
accadde? Questo suo via libera a Malinconico che cosa
comport?
Teste: comport che lui si voleva accertare che oltre a lui
non ci stavano impegni da parte di imprenditori legati
al clan Schiavone, o al clan Bidognetti. Ecco il
motivo...
P.M.: lei fece questa verifica? Diede un via libera
all'interno del clan per dire: Malinconico...?
Teste: diciamo che poi la voce che stava in giro, dei vari
controlli per quanto riguarda gli imprenditori, gi
girava al nostro interno. Sempre tramite gli
imprenditori. Al che, siccome io mi ero incaricato in un
primo momento di seguire questa vicenda di Villa
Literno, non ebbi il problema di dirgli: non ci stanno
problemi, vai avanti. E quando lui faceva riferimento
alle sue conoscenze io deduco che lui faceva riferimento
alle sue conoscenze, non alle conoscenze di qualcuno che
gli avrebbe preferito il lavoro, io dico sempre dalla
parte del clan nostro. Non so se sono riuscito a...
P.M.: s, con il clan ve la siete vista voi, insomma, non era
questo il...
Teste: s, io gli garantivo tutto quello che riguardava in piu
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alla sua conoscenza, diciamo. Se magari qualche impresa
avesse deciso di rispondere, non avrei avuto nessun
problema per farlo tirare indietro, perch mi ero
impegnato con Malinconico in questo senso e quindi
andavamo avanti in questo senso.
P.M.: per avere un chiarimento sul punto, quando lei stato
sentito, questo proprio il primo verbale, quello del
13 maggio del 2014, lei sul punto dice: "io gli feci
sapere che andava bene, che non ci sarebbero stati
problemi. La conferma che io gli diedi non era per nulla
secondaria, perch avrei avuto la possibilit, io o la
famiglia Schiavone di parlare con Nicola Ferraro e
ottenere che l'appalto fosse attribuito a un altro
imprenditore. Per esempio, sapevo che era interessato
Schiavone Claudio, che era molto legato agli Schiavone e
ai Bidognetti. Nicola Ferraro era la persona che faceva
lui da intermediario con il sindaco di Villa Literno".
Quindi lei individua il suo intervento come un via
libera che garantiva rispetto anche a eventuali
imprenditori interessati e legati ad altre fazioni del
clan. E cita espressamente Schiavone Claudio. Volevo
sapere se appunto ricorda questo passaggio.
Teste: dell'interessamento di Schiavone Claudio? Io il
riferimento a Schiavone Claudio lo individuo sempre in
un senso di prevenzione, perch comunque era
predisposto, comunque Malinconico si preoccupava di
Schiavone Claudio perch interveniva in tutti i
discorsi. Io, per esempio, lo dovetti rassicurare per
quanto riguarda il consorzio agrario di Caserta, perch
comunque (pare dica: mi fece sapere) che aveva sentore
che Schiavone Claudio lo potesse in qualche modo
infastidire. E con riferimento a Villa Literno, se
eventualmente fosse stato al corrente di questa cosa,
comunque Schiavone Claudio non si sarebbe fatto gli
scrupoli per avvicinare qualcuno e per andare... per
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evitare tutti questi tipi di ragionamenti, e siccome io
avevo gi esperienza con mio cugino Paolo di questa
cosa, che gi la stavo seguendo, ecco che mi autorizzai
a togliersi... a togliergli qualsiasi tipo di problemi
che riguardasse la parte nostra. E quindi lo lasciai
libero per quelli che erano i suoi impegni, in tutti i
sensi.
P.M.: va bene. Un'altra domanda: sa se con riferimento a
questo appalto di Villa Literno, sempre questo appalto
dei 13 milioni di euro, rispetto ai quali lei ci ha
detto che c'erano soldi per Bidognetti, che fece avere
lei, soldi per lei, tramite Malinconico, soldi per
Schiavone, tramite Mastrominico, ci fu un qualche
interesse o tentativo di entrare in questo grande affare
anche da parte di Michele Zagaria?
Teste: ci fu un tentativo... una richiesta, non un tentativo,
di entrare in questo affare. Perch Michele Zagaria, se
eventualmente lo sapeva che ero interessato, molto
probabilmente non si interessava, per a sua volta non
si creava il problema di chiedermi se eventualmente gli
interessava di scaricare qualche cemento, qualche
calcestruzzo di sua conoscenza, non aveva problemi a
chiedermi qualche cosa che magari gli sarebbe potuta
servire. Quindi in questo senso ha cercato di chiedermi
qualcosa. Ma nella maniera piu assoluta ha cercato di
condizionare l'esito dell'appalto. Anche perch, vi
torno a ripetere...
P.M.: sull'appalto siamo d'accordo perch ci stava lei in
mezzo ed era certamente tutto sotto controllo. Lei stava
parlando del calcestruzzo. Che cosa accadde? Glielo
chiese? Di quale impresa le parl?
Teste: mi chiesi di una calcestruzzo, che lui in un certo
senso l'aveva sottratta alle grinfie dei casalesi, degli
Schiavone. E che si chiama CLS, se non sbaglio.
P.M.: s. CLS.
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Teste: che poi diventato amico suo, con non meno tarantelle,
chiarimenti e via dicendo con gli altri componenti del
gruppo Schiavone. Perch questo qua nato, questo
imprenditore, nato nelle mani di Mario la botta, di
Sebastino Panaro, che un certo periodo stato amico
loro e arrivati a un certo punto non si sono piu trovati
e questo si rivolto a Zagaria. Zagaria intervenuto
in questa diatriba e in un certo senso ha risolto in
qualche modo i problemi che c'erano tra di loro.
Dopodich diventato amico di Zagaria e Zagaria lo
portava con s in ogni posto immaginabile che Zagaria
poteva entrare. E quindi fu chiesto pure a me di
intercedere con Malinconico per farlo scaricare.
Sinceramente io non mi sono mai attivato con
Malinconico, anche perch il ragionamento tra me e
Malinconico era molto preciso. Quello di lasciarlo alle
sue scelte. E quindi di non interferire in questo campo.
P.M.: va bene. Comunque ci fu questa richiesta da parte di
Zagaria nei suoi confronti.
Teste: s.
P.M.: lo disse direttamente a lei?
Teste: lo disse a me direttamente.
P.M.: va bene.
Presidente: vogliamo sospendere?
P.M.: possiamo sospendere, Presidente.
Presidente: ci vediamo alle due e mezzo.
SOSPENSIONE.
IL PROCESSO RIPRENDE.
Presidente: possiamo riprendere o dobbiamo aspettare
l'avvocato Griffo? Riprendiamo. Prego, Pubblico
Ministero.
P.M.: Iovine, mi ascolta?
Teste: s, sono qua.
P.M.: allora, qualche domanda un po' piu specifica su qualcosa
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che sfuggito durante la prima parte dell'esame. Pu
dire complessivamente Malinconico negli anni quanti
soldi le ha dato in tutti questi affari che avete fatto
insieme, piu o meno?
Teste: intorno ai due milioni di euro.
P.M.: nei verbali lei dice sui due milioni e mezzo, queste
cifre qua.
Teste: s.
P.M.: alcuni milioni di euro.
Teste: s.
P.M.: questi soldi sono stati in parte versati nella cassa del
clan e in parte li ha tenuti per lei o in altro modo?
Teste: s, questo il totale.
P.M.: questo il totale, poi parte e parte. Invece volevo
sapere con riferimento a Nicola Ferraro se lei sa dire
se ci sono stati, e per quale ragione ci sono stati,
eventualmente, rapporti tra Nicola Ferraro e il clan
Bidognetti.
Teste: il rapporto tra il Ferraro e il clan Bidognetti non so
individuare il momento, so che in alcune discussioni
hanno avuto problemi per la questione degli Orsi che
facevano concorrenza a Nicola Ferraro e che comunque in
qualche modo si sono incontrati, per il mestiere che
appunto facevano, per la disinfestazione, per la
raccolta dei rifiuti e quant'altro.
P.M.: in questa controversia, in questo rapporto anche di
contrapposizione tra Nicola Ferraro e gli Orsi, Nicola
Ferraro da chi era aiutato, spalleggiato?
Teste: sempre dalla famiglia Schiavone. In primis.
P.M.: e poi, successivamente?
Teste: e poi successivamente lui comunque aveva le sue
attivit, quindi si rivolgeva a uno, a un altro, come
gli altri si rivolgevano a lui, perch penso che anche i
Bidognetti si rivolgevano al Ferraro, come punto di
riferimento.
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P.M.: quando ha svolto i suoi lavori sui territori di Castel
Volturno, Villa Literno, etc., con chi si interfacciava?
Con quale organizzazione?
Teste: con i Bidognetti, sicuramente. Anche se non so se
tramite gli Schiavone, come intermediari, che stavano
sempre gli Schiavone in mezzo, oppure da s si
rapportava con i vari personaggi del clan Bidognetti.
P.M.: senta, durante gli interrogatori le ho chiesto di
verificare se aveva ricordo di una vicenda che le ho
ricordato attraverso la lettura di una intercettazione,
cio di una vicenda di un contrasto tra Fontana Nicola e
Pasquale Mastrominico, per un appalto. Si ricorda questo
fatto?
Teste: s. Me lo ricordo perch questa una cosa che ho
vissuto in prima persona in quanto mi sono adoperato per
placare gli animi, perch erano intervenute le famiglie,
quindi si iniziava un po' a uscire al di fuori delle
righe, tra Mastrominico, mio cugino Paolo Caterino e mio
cognato Fontana Nicola. Si faceva riferimento a un
appalto nel Comune di Sant'Arpino o Grumo Nevano,
comunque in quella zona, al che mio cugino Paolo
Caterino e mio cognato Fontana Nicola erano interessati
a questo appalto e avendo amicizia su quel Comune gli
avevano garantito che gli facevano aprire le buste, in
pratica. Dopodich si scoperto che nello stesso
momento Mastrominico intervenne con le sue amicizie e
fece questa operazione alle spalle di mio cognato e di
mio cugino. Quindi nacque una disputa in famiglia tra la
famiglia di mio cognato e quella di Pasquale
Mastrominico. E dovetti intervenire facendoci
riconoscere, allo stesso Mastrominico, un regalo a mio
cognato, che era quantificato intorno ai 50 mila euro.
P.M.: e quindi l'appalto era stato assegnato a chi?
Teste: era stato assicurato che l'avrebbero appaltato mio
cognato e mio cugino, in societ.
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P.M.: inizialmente avevano questa aspettativa.
Teste: s, questo accordo.
P.M.: poi c'era stata l'alterazione delle buste.
Teste: s.
P.M.: e perch poi l'aveva vinto Mastrominico? Che cosa aveva
fatto a sua volta?
Teste: a sua volta molto probabilmente conosceva qualcun
altro, che poi fu chiarita, questa cosa. Era stata fatta
la stessa promessa anche a lui, e quindi fu Mastrominico
a prevalere in questo appalto.
P.M.: lei dice nel verbale, non so se corretto, me lo dir
lei: "ho spiegato che vigeva il sistema di aprire
preventivamente le buste e modificare le offerte. In
quel caso fecero proprio questo, prima fu modificata la
busta di Nicola Fontana e poi Pasquale Mastrominico
aveva, come contromossa, modificata a sua volta la
propria busta, e alla fine era risultato vincitore".
Quindi come se ci fosse stato un doppio intervento su
queste buste. Era questo il fatto?
Teste: s, s, era questo.
P.M.: chi le parl di questa vicenda? Lei con chi ne parl?
Teste: io inizialmente ne parlai con mio cugino Paolo, che
comunque era rammaricato di questa cosa, nei confronti
di Mastrominico. Dopodich...
P.M.: che cosa voleva suo cugino?
Teste: mio cugino Caterino Paolo.
P.M.: s, che voleva?
Teste: voleva che intervenissi nei confronti di Mastrominico e
comunque in un certo senso gli restituiva questo appalto
a loro stessi, no? Al che io non fui d'accordo, perch
mi limitai a dire: va beh, le cose sono andate cos,
significa che qualcuno voleva riconoscere a
Mastrominico. Quindi non voglio cambiare come andata
la cosa. Quindi al limite posso insistere per farvi
riconoscere un qualche regalo. Io la mettevo sotto il
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piano dell'accordo, del buon vivere, perch comunque
stavano in famiglia, tra mio cognato e Pasquale
Mastrominico, quindi non intendevo intervenire in una
maniera violenta nei confronti di Pasquale Mastrominico.
P.M.: queste vicende che entrano in questo processo attraverso
una intercettazione, due intercettazioni che per il
Tribunale sono indicate come 1815 e 1816 del 31 maggio
del 2005, sono intercettazioni che intercorrono tra Di
Bello Luigi e Iovine Oreste. Lei ci sa dire chi Di
Bello Luigi e se lei ha avuto rapporti con Di Bello
Luigi?
Teste: Di Bello Luigi un imprenditore di San Cipriano al
quale io mi rivolsi, con la cortesia di chiedergli di
portarsi mio nipote insieme, come socio, per inserirlo
in un contesto imprenditoriale. Magari prendendomi
qualche impegno che se avessi potuto aiutarlo in qualche
posto l'avrei fatto sicuramente.
P.M.: suo nipote chi ?
Teste: mio nipote Oreste Iovine, figlio di mio fratello
Carmine, defunto nel 1993.
P.M.: e c' stato questo connubio imprenditoriale? Cio suo
nipote ha iniziato a lavorare con Di Bello?
Teste: s, s, sono stati per un periodo di tempo insieme. E
personalmente, tramite Della Volpe Vincenzo, gli ho
consentito di appaltare un lavoro a Sparanise. L'ho
aiutato in qualche modo per quanto riguarda il lavoro
che stavano facendo a Sarno. Ogni volta che mi era
possibile comunque lo seguivo. Come ogni tanto, la
stessa cosa, mi incontravo con Di Bello Luigi per
insistere nel cercare mio nipote, di inserirlo, di
portarselo dietro, perch mio nipote poi da giovane
pensava ad altre cose, non pensava al lavoro. Quindi mi
dedicavo anche a questo.
P.M.: quindi qualche lavoro glielo ha fatto prendere lei, al
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Di Bello.
Teste: oltre quelli che loro erano capaci di...
P.M.: di prendere da soli.
Teste: di fare, s.
P.M.: e con riferimento ai lavori che loro prendevano invece
in via autonoma, erano interessati a spendere il suo
nome, visto che c'era suo nipote?
Teste: molto probabilmente a mia insaputa l'hanno fatto
sicuramente.
P.M.: senta, ricorda di avere fatto qualche intervento a
favore di Di Bello, per esempio di mediazione con altre
organizzazioni criminali?
Teste: ho fatto un intervento tramite Michele Fontana, tramite
Zagaria Michele, per quanto riguarda il lavoro della
pulizia del Sarno, il fiume Sarno. Chiesi a Zagaria
di... perch c'erano delle persone (incomprensibile) che
cercavano delle tangenti, perch furono una serie di
imprenditori che tutti insieme appaltarono un lotto
ciascuno su quel posto, sul fiume Sarno. E quindi
automaticamente ci stava pure Luigi Di Bello, in questo
gruppo di imprenditori. E quindi fu chiesta anche a lui
la tangente. E io tramite Zagaria, so che Zagaria
invest di questo incarico il Fontana Michele, detto lo
sceriffo, di portare a termine questa cosa... dopodich
mi sono tranquillizzato e non so poi alla fine se ci
hanno portato un qualche pensiero, un regalo.
P.M.: s. Senta, per esempio suo cognato Fontana Nicola
stato avvantaggiato per il fatto di essere un suo
familiare, per esempio nel rapporto con le varie
organizzazioni criminali nei territori dove svolgeva
lavori? Aveva una tutela da parte sua? Pagava
estorsioni?
Teste: mio cognato Nicola sicuramente se capitava un qualche
problema in qualche posto, tipo ultimamente stava
facendo un lavoro su Curti, dove ebbe dei problemi con
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delle persone del posto... al che io mi attivai per
evitare che gli facessero pagare, chiaramente, perch
era mio cognato.
P.M.: come si attivato?
Teste: tramite Michele Russo... Michele Iovine! Gli chiesi se
magari sarebbe passato da questa persona di Recale e se
gli avesse detto che comunque era mio cognato. E di
lasciarlo stare, praticamente.
P.M.: e questo fu una specie di incidente di percorso. Ma
nelle altre occasioni, generalmente, suo cognato pagava?
Gli veniva richiesto?
Teste: no, mio cognato non me l'ha chiesto, nello specifico,
ma eventualmente comunque sapeva che io stavo l, voglio
dire. Stavo disponibile a non acconsentire questo tipo
di discorso. Almeno nei suoi confronti.
P.M.: quindi non pagava l'estorsione?
Teste: no, no.
P.M.: questo era un fatto che avveniva in automatico, per il
fatto che si sapeva che era un suo parente? In giro si
sapeva di questo rapporto e quindi nessuno gli chiedeva
il pizzo?
Teste: no, questo un fatto che poi succedeva nel momento in
cui nasceva il problema, tipo come vi ho raccontato poco
fa nel Comune di Curti, Recale. Eventualmente
succedeva....
P.M.: il fatto che lui generalmente non pagava, visto che lei
ci ha detto che tutti gli altri pagavano, da che
dipendeva?
Teste: dipendeva che era mio cognato. Eventualmente, se lo
diceva lui stesso, se ne avesse avuto bisogno, magari me
lo faceva sapere a me. In automatico no, perch non
tutti accettavano questa pratica. Quindi ci stava sempre
qualcuno che tentava di chiedere, no? Anche se mio
cognato, come raggio di lavori, era sempre nella zona
dell'aversano. Qualche volta si spostato nella zona
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del casertano, ma non che poi abbia avuto dei grossi
impegni lavorativi.
P.M.: quindi era proprio la zona vostra, diciamo, quella
dell'aversano.
Teste: certo. So che ultimamente lavorava in un ospedale ad
Aversa, ma comunque nessuno gli ha detto niente.
Eventualmente qualcuno gli diceva qualche cosa, in un
modo o nell'altro facevo in modo da non fargli dare
niente, da non fargli cacciare niente.
P.M.: s. Senta, nell'ambito del rapporto che piu o meno lei
anche oggi ha descritto, lungo e articolato, con Della
Volpe Vincenzo, in cui ha fatto riferimento anche alla
turnazione, etc., lei ha descritto anche quelle vicende
che hanno interessato il processo Normandia, detto in
questo modo, cio degli appalti che furono gestiti da
Della Volpe e da Schiavone Nicola, classe 1978. Questo
particolare sistema come ha funzionato?
Teste: questo particolare sistema ha funzionato in una maniera
molto concorrenziale, da parte delle imprese.
Praticamente si prese l'abitudine di conoscere in
anteprima la lista degli imprenditori, anche se poi
c'era la presa visione, quindi ci stava sempre qualcuno
che comunque portava delle notizie. E che
automaticamente venivano avvisati, questi imprenditori,
o per conoscenza di Schiavone Nicola, detto 'o russo, o
conoscenza di Della Volpe Vincenzo, a nome mio, oppure
per qualcuno che avrebbe conosciuto questi imprenditori,
e comunque si instaurava questo rapporto che si
intimoriva la concorrenza.
P.M.: e diciamo che nell'ambito di questo sistema lei ha
citato anche altri imprenditori che in qualche modo si
avvantaggiavano della possibilit di fare parte di
queste turnazioni. Se ne ricorda qualcuno, di questi
nomi? Indipendentemente dal processo Normandia in s, ma
gli imprenditori che hanno partecipato con i casalesi a
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questo sistema di turnazione.
Teste: dottore, ma una cosa che si gestivano loro, in senso
che comunque partivano avvantaggiati, nel senso che
erano un gruppo di loro nati come i funghi e quindi
praticamente si mettevano d'accordo tra di loro. E molto
probabilmente non li conoscevo neanche, io, perch poi
alla fine sono tutti giovanotti e quindi non ho avuto
modo di conoscerli personalmente. Mi limitavo e si
limitavano, magari, qualcuno, a fare il nome mio, da
parte di Della Volpe, magari da parte di Nicola
Schiavone, il rosso, di fare il nome del cugino, insomma
si andava avanti in questo senso. Ce n'erano alcuni che
si lamentavano...
P.M.: ma lei poi con il Della Volpe come si regolava? Faceva
sempre parte della stessa contabilit? Lei che faceva?
Accumulava questi lavori e poi come si regolava con lei?
Teste: si regolava che mi faceva sempre della retribuzione
stabilita, come da abitudine. Sempre intorno...
bisognava stabilire pure che lavoro era, come si
sviluppava, che guadagnava, in questo senso. E giravamo
intorno al 5%, al 10%. Dipendeva da come si svolgeva la
cosa.
P.M.: va bene. Questo ci chiaro, perch il sistema della
turnazione di Della Volpe e di Nicola Schiavone, classe
1978... non dobbiamo entrare troppo nel dettaglio, per
vi erano altri soggetti imprenditoriali che in altri
contesti hanno utilizzato sistemi analoghi? Altri
importanti imprenditori che lei conosceva.
Teste: dottore, era un sistema che in quel periodo a cui lei
fa riferimento si adoperavano un po' tutti quanti.
Diciamo che io conoscevo Sebastiano Ferrara di Casal di
Principe, amico degli Schiavone, che in un certo senso
si dedicava alla conta delle imprese che dovevano
rispondere, avvisandole che non dovevano partecipare,
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oppure dovevano partecipare. Era un sistema abbastanza
collaudato, un sistema a cui tutti quanti facevano
ricorso. E che, dicevo prima, alcuni imprenditori che
magari non appartenevano a questo sistema, si
lamentavano, una volta che avevano qualche contatto con
qualcuno di noi, che c'era in atto questa sorta di
monopolio e che erano arrivati proprio sul lastrico,
perch magari non lavorando piu si sentivano un po'
oppressi.
P.M.: e voi che facevate, in questo caso? Quando c'erano delle
lamentele, c'era qualcuno che veniva da voi a dirvi: le
cose cos non funzionano bene, siamo esclusi... che
compito avevate?
Teste: c'era chi interveniva e magari cercava di... tipo
Zagaria, non era assolutamente d'accordo per quanto
riguarda gli imprenditori di Casapesenna, perch li
voleva lasciare quasi al di fuori di questo discorso,
quindi rispondevano e basta. A meno che non tramite lui
li avvisavano. E ci stava chi come me cercava di
interpellare il Della Volpe dicendo: ma fate in modo che
nessuno resta fuori. E ci stava Sebastino Panaro che
magari non gli interessava niente e continuava. Per io
non vi so dare un riferimento preciso per il semplice
motivo che c' stata confusione su questo argomento.
P.M.: mi interessa capire se c'era la possibilit, come lei ha
detto, per quello che di sua conoscenza, per quello
che lei ha fatto direttamente, di intervenire per dire:
inseriamo anche questo altro imprenditore oppure
risolvere questi conflitti tra gli imprenditori.
Teste: per quanto mi riguarda io cercavo sempre di fermare
questo fenomeno, ma non per un fatto di buonismo. Per
una questione proprio di dare qualche opportunit,
magari, e servircene pure noi, io personalmente come
appoggio, come nuove amicizie. Pensate che io ero
latitante, superricercato, e quindi avevo bisogno di
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allargare gli orizzonti, no?
P.M.: senta, nell'ambito di questi altri soggetti
imprenditoriali lei ha citato Sebastiano Ferraro. Nel
verbale del 24 maggio del 2014 fa degli altri nomi,
vediamo se ci sa dire qualche cosa. Per esempio,
"rispetto a questi sistemi di turnazione si tratta di un
sistema utilizzato anche da altri, come per esempio
Pagano Gianluca Pasquale". Lei lo conosce Pagano
Gianluca Pasquale?
Teste: s, lo conosco, un imprenditore che ha lavorato con
me alla pari di Della Volpe Vincenzo, un imprenditore
riconducibile a me.
P.M.: e Pezzella Raffaele, di Casal di Principe?
Teste: Pezzella Raffaele pure stato un imprenditore con cui
ho avuto a che fare, ma non a livello di societ. A
livello di mettere a posto alcune cose che lui stava
facendo. Nell'ambito della provincia di Caserta.
P.M.: lui faceva riferimento solo a lei per questo tipo di
sistemazione oppure anche ad altri soggetti responsabili
del clan?
Teste: no, lui faceva riferimento, come punto di riferimento,
ai Russo di Casal di Principe, nello specifico a Russo
Giuseppe. A Lello Letizia... tutto il gruppo dei Russo.
P.M.: e come mai in alcune occasioni ci ha avuto a che fare
lei direttamente e non siete passati attraverso i Russo?
Teste: perch mi ricordo che in quell'occasione avemmo noi la
notizia, in particolare Zagaria, che erano stati
eseguiti degli appalti sulla provincia di Caserta, tra i
quali c'era pure Pezzella, in societ con... ora non lo
so se ancora il sindaco di Teverola o meno, si chiama
Biagio... non ricordo il cognome. Ma sicuro sicuro era
il sindaco di Teverola, che aveva societ con Pezzella
Raffaele.
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P.M.: s. E quindi interveniste direttamente con lui? Che cosa
faceste? Vi metteste d'accordo?
Teste: s, s, ci mettemmo d'accordo che ci doveva dare il 5%
dell'importo del lavoro.
P.M.: come mai non siete passati per Russo?
Teste: perch sapemmo noi questa notizia e quindi ci
anticipammo. E quindi siccome poi in quel momento chi
sapeva le notizie quello si attivava per portare a
compimento, che era una corsa ad accaparrarsi dei soldi
per mantenere gli impegni, perch comunque ci stavano
difficolt economiche... e quindi scavalcammo questo
loro impegno e comunque la concludemmo noi, questa
situazione, insieme alle altre.
P.M.: senta, poi ha citato Pasquale Garofalo e il padre.
Teste: s. E so che come punto di riferimento avevano lo
stesso i Russo, come punto di riferimento, in quanto
ogni cosa che succedeva si rivolgevano a loro come
sistemazione, come corrispettivo di tangente.
Soprattutto il padre, perch il figlio poi subentrato
dopo il padre, ma comunque il padre per un certo periodo
ha portato avanti questa societ, avendo delle proprie
amicizie per le case popolari, un ente che proprio
appalta questi lavori, e quindi lui si dedicava... e poi
metteva a posto con i Russo.
P.M.: senta, nell'ambito di questi imprenditori che avevano
appunto la possibilit di gestire questi appalti e
queste turnazioni lei a un certo punto cita gli
imprenditori che hanno specializzazioni nella categoria
dei restauri, del restauro. Se lo ricorda, questo
passaggio?
Teste: fu un periodo dove ci fu un'ondata di soldi da
spendere, in questo campo. Siccome le categorie che sono
autorizzate a concorrere in questi appalti sono delle
categorie speciali, che nelle nostre zone sono in pochi
che ce l'hanno, diciamo che nacque una sorta anche l di
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spartizione, dove tra Cipriano Basco, con il suo socio,
tra Pasquale Mastrominico e qualcun altro che in questo
momento non mi ricordo, nacque questa sorta di
spartizione. E che comunque sono stati eseguiti dei
lavori, sia da parte degli uni che degli altri.
P.M.: che significa spartizione? Spartizione di lavori tra
queste imprese che avevano queste categorie speciali,
diciamo. Imprese di quale territorio?
Teste: sempre nelle nostre zone, quindi del casertano, e
quindi erano tutti lavori che riguardavano restaurazioni
di vecchie chiese, come vecchi posti, come l'Annunziata
di Aversa... sono tutti lavori che comunque venivano
appaltati da un ente che sta a Caserta e che
proprio....
P.M.: la Soprintendenza?
Teste: s, la Soprintendenza. La spartizione avveniva in una
maniera concordata, si mettevano d'accordo tra di loro e
facevano una volta tu, una volta io, una volta l'altro.
E quindi le varie amicizie che accompagnavano...
P.M.: e queste imprese, quando facevano questi lavori, vi
pagavano?
Teste: queste imprese erano collegate in diversi modi ai vari
esponenti che poi si sono succeduti, come per esempio i
Bardellino, con Cipriano Basco e l'altro socio suo, di
cui non mi sovviene il nome in questo momento, che
sicuramente il fratello di Giacomo Maisto, si chiama
Giuseppe Maisto. Mastrominico in qualche modo si
riferiva sempre a chi all'epoca era addetto a queste
cose, ma io vi sto parlando gi di qualche periodo fa,
non dell'ultimo momento, che...
P.M.: che epoca? In che epoca iniziato questo tipo di
settore?
Teste: negli anni '80, forse.
P.M.: e poi? Fino a quando ne ha memoria? E continuato nel
tempo?
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Teste: questo non lo so. Per penso proprio di s, perch poi
le categorie... non una cosa che poi trascurano, anche
perch poi per acquisirle ci vuole un certo tempo,
voglio dire, non che... di lavori eseguiti.
P.M.: e quindi Basco faceva capo a Bardellino. Mastrominico a
chi faceva riferimento?
Teste: in questo momento non... sicuramente a qualcuno, perch
evidentemente era nel cerchio magico, diciamo cos.
P.M.: e chi ci stava, oltre Bardellino?
Teste: Mario Iovine, tutti i capi clan che all'epoca erano...
Francesco Schiavone, De Falco Vincenzo. Tutti quanti, ci
stavano all'epoca. Io sto parlando dell'epoca in cui
stavamo in comune accordo con queste cose.
P.M.: quindi era una gestione piuttosto unitaria.
Teste: s, una gestione condivisa, piu che altro, anche perch
erano poi in pochi che facevano questo mestiere.
P.M.: lei ha detto che quindi c'era questa gestione un po',
diciamo cos, di divisione tra alcune imprese. Una volta
per uno, etc. etc. Ma se c'era qualche problema tra
queste imprese come si risolveva questo problema?
Teste: in pratica, a mio ricordo, non ho mai assistito a una
discussione di non accordo. Ma eventualmente ci fosse
stato qualche disaccordo interveniva sempre qualcuno per
farsi una ragione e per dare credito a chi era piu
vicino a lui, in pratica. E questo che succedeva. Come
succede....
P.M.: qualcuno di chi?
Teste: qualcuno sempre degli esponenti del clan. Esponenti di
primo piano.
P.M.: quindi se questo turno, se questa turnazione si
inceppava in qualche modo, il problema chi lo risolveva?
Il clan?
Teste: certo. Lo risolveva chi che... nel caso di Cipriano
Basco molto probabilmente interveniva qualche fratello
di Bardellino. Se era il caso di Mastrominico molto
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probabilmente interveniva a chi si rivolgeva
Mastrominico, che in questo momento non... anche perch
passato comunque un sacco di tempo, comunque non ho
avuto piu modo di seguire questa pratica. E quindi in
questo momento non ricordo bene.
P.M.: quello che mi interessa capire quando ci sono questi
sistemi di turnazione... lei ci ha indicato questo qua
dei restauri, poi ci ha indicato quello di Normandia
gestito da Della Volpe e da Schiavone Nicola, classe
1978, e altri imprenditori che abbiamo citato, che
comunque si inserivano in questi contesti... se quando
c'era un meccanismo di inceppo della turnazione, un
problema da risolvere, appunto chi risolveva il
problema. Mi pare che ce l'ha detto, ma se ce lo vuole
spiegare ancora una volta...
Teste: lo risolveva l'esponente del clan che...
P.M.: a cui faceva riferimento l'imprenditore.
Teste: a cui faceva riferimento, s. Anche perch io vi posso
dire questo perch nel momento in cui c' stato un
appalto nel Comune di San Felice a Cancello, che tramite
mio cugino Paolo stato interpellato da un politico che
stava sul Comune, di questo personaggio... al che io
sono intervenuto chiedendo a Della Volpe di lasciare
perdere questo appalto e in un certo senso la seguivo io
tramite altre persone. E quindi si sono tirati un po'
tutti quanti indietro, e infatti l'appalto stato
aggiudicato a chi mi aveva chiesto di poter eseguire
questo lavoro, che si chiama Criscio.
P.M.: Criscio, a San Felice. Quindi questo tipo di servizio,
di interventi, di risoluzione, di problemi e conflitti
tra imprenditori e le turnazioni, rientrava nell'ambito
di questi pagamenti che voi avevate da questi
imprenditori?
Teste: no, dipendeva da come si rapportava al personaggio che
faceva riferimento.
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P.M.: ed era collegato al fatto che voi prendevate i soldi da
questi qua. Non che lo facevate gratis.
Teste: no, no, stabilivamo... io con questo Criscio ho
stabilito che mi doveva, se voleva eseguire il lavoro,
dare il 10% dell'importo dell'appalto, che era di 3
milioni di euro.
P.M.: esatto. Perci dico: c'erano i soldi e in cambio c'era
questo tipo di interventi possibili.
Teste: s, perch comunque questa persona che venne da mio
cugino era amico di mio padre e quindi in pratica non
potevo tirarmi indietro nel dirgli: no, guarda, non
posso fare niente, perch magari ho un accordo con Della
Volpe. No, ecco, mi sentivo un po' obbligato in questo
senso e quindi preferii avvisare Della Volpe che questa
cosa doveva andare in un certo modo e comunque and nel
modo in cui io indicai.
P.M.: con riferimento sempre a Della Volpe, sa dire il Della
Volpe, per esempio, quando le doveva fare pervenire i
soldi che di volta in volta le doveva, questo tipo di
rapporto periodico e stabile che avevate, attraverso
quali persone generalmente ve li faceva pervenire?
Teste: no, dottore, io con Della Volpe mi intrattenevo a casa
sua, quindi era un discorso diretto con lui. Io chiedevo
se dovevo mandare i soldi a Francesco Schiavone, Russo
Giuseppe, facevo presente che avevo un impegno e quindi
lo dovevo mantenere e lui quindi doveva procurare questi
soldi... e mano mano lo abbiamo portato avanti in questo
senso.
P.M.: lei ha citato tra le persone che la aiutavano, ma come
attivit materiale, non prendere soldi, portare soldi
tra lei e Della Volpe, che qualche volta siete stati
anche direttamente insieme, etc.... persone come quelle
che ha citato prima, Cerullo Antonio, Garofalo Andrea...
che rapporto c'era tra queste persone e il Della Volpe?
Lo stesso Pasquale Pagano.
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Teste: a loro sono ricorso nel momento in cui ho avuto
difficolt con la sua abitazione, che praticamente non
ci andavo piu, perch praticamente c'erano state delle
perquisizioni. Quindi tenendo loro dei rapporti di
amicizia e di parentela tra Cerullo Antonio e Della
Volpe Vincenzo, io comunque facevo sapere a Cerullo di
fare pressioni su Della Volpe per portare avanti i
nostri discorsi, che erano rimasti in sospeso, no? Anche
perch poi in tutto questo comunque sono subentrate le
preoccupazioni della mia latitanza, interventi dei
Carabinieri, perquisizioni e quant'altro. Quindi
facevamo un poco il passaparola in quei tempi.
P.M.: senta, Garofalo Andrea che tipo di rapporto ha avuto con
lei?
Teste: Garofalo Andrea mi ha dato una mano in quasi tutta la
mia latitanza. Una mano in senso che mi accompagnava
all'inizio perch era insospettabile, dopodich stato
attenzionato dalle Forze dell'Ordine e quindi si
tirato un po' indietro, ma nello stesso momento comunque
mi portava a termine dei servizi che io gli chiedevo
periodicamente, e comunque si prodigava a farmi qualche
incontro con Bruno Lanza, comunque mi aiutava, mi
aiutava in tanto.
P.M.: quindi era molto legato a lei, era una persona di sua
stretta vicinanza.
Teste: s, in pratica come lo stesso De Luca Ernesto.
P.M.: e Garofalo aveva rapporti, anche lavorativi, con
Pasquale Pagano?
Teste: s, ce li aveva. Perch in un certo senso chiedeva a
Pagano di metterlo, di assumerlo come dipendente, per
non dare troppo nell'occhio alle Forze dell'Ordine, per
passare inosservato, magari per giustificarsi che
comunque si dedicava al lavoro e non ad altro.
P.M.: conosce anche un'impresa che si chiama Busiello
Costruzioni?
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Teste: (incomprensibile) Pagano Gianluca Pasquale, sono soci,
in pratica. In alcuni lavori sono stati insieme. Io
personalmente non lo conosco, Busiello, ma so che i
fratelli Pagano...
P.M.: ci hanno lavorato.
Teste: s, s.
P.M.: in grado di dire se con Della Volpe hanno lavorato
anche altri imprenditori? Le faccio dei nomi, vediamo se
li ricorda: De Luca Oreste? De Luca Giuseppe?
Teste: s, per un periodo di tempo sono stati soci. Molto
probabilmente dall'inizio di questo discorso del
seminare le piante sulle montagne, del rimboschimento.
Sono stati soci, hanno avuto anche un ufficio insieme.
Questo lo so.
P.M.: in grado di dirmi se c'erano rapporti tra Garofalo
Andrea e Paolo Caterino?
Teste: eventualmente mi serviva qualche discorso con mio
cugino e magari io non mi potevo muovere per potergli
far sapere le cose, molto probabilmente mi rivolgevo a
Garofalo Andrea per farglielo sapere. Quindi c'era un
buon rapporto, oltre questo.
P.M.: io ho finito, Presidente.
Presidente: per i controesami io prevedo che, secondo me, li
debbano fare solo la Difesa di Mastrominico e Fabozzi.
Lo rinviamo. Ma c' una data non contrattabile. Il
Tribunale, dato il ruolo che ha, aveva pensato in prima
mattinata, perch poi abbiamo una sentenza di un
processo ordinario, venerd prossimo, 13, di prima
mattina. E possibile averlo luned? Marted?
P.M.: Presidente, mercoled.
Presidente: in prima mattinata.
P.M.: tanto se lo studiano gioved notte, gli avvocati, come
sempre. Lo sappiamo. Quindi non dicano che non hanno
tempo. Mercoled all'una.
Presidente: all'una. Il rinvio venerd, ma alle 9 e 30,
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91
perch ho discussione di Parte Civile e Difesa di un
processo per violenza sessuale. Con sentenza.
Ausiliario: dal sito riservato, mi sentite? Parlo dal sito
riservato 2. Di Caterino vorrebbe fare delle
dichiarazioni spontanee?
P.M.: approfittiamo. Cos risparmiamo e la prossima volta non
lo colleghiamo.
Presidente: le faccia oggi, cos venerd... Iovine possiamo
staccarlo e diamo atto che il rinvio sar... allora,
possiamo staccare il sito di Iovine. Il rinvio alle 9
e 30, di venerd prossimo, nell'aula ordinaria. Nella
nostra aula solita del venerd. Aula numero 17. Ore 9 e
30. Possiamo staccare Iovine. Primo processo, ore 9 e
30. Il verbale ci stato assicurato che mercoled
all'una, anzi a mezzogiorno, pronto. All'una?
P.M.: Presidente, facciamo la citazione anche di Alfiero. Cos
concludiamo.
Presidente: va bene. Il Pubblico Ministero provveder... anche
al difensore?
P.M.: s.
Presidente: va bene. Stacchiamo Iovine, poi andiamo avanti con
le dichiarazioni spontanee. Posso andare? Dichiarazioni
spontanee di Di Caterino. Prego, Di Caterino.
DICHIARAZIONI SPONTANEE DELL'IMPUTATO DI CATERINO
Imputato: signor Presidente, mi scusi se ogni tanto intervengo
con queste dichiarazioni spontanee.
Presidente: un suo diritto. Qual il problema? Prego.
Imputato: voglio precisare alla Corte e alla Signoria Vostra
che in merito alle dichiarazioni di Iovine Antonio mi
ritornato in mente un incontro in base all'ingegnere di
cui si faceva cenno nelle dichiarazioni di Iovine.
Questo ingegnere venuto presso la mia abitazione in
Casal di Principe, in via Licata, numero 11,
accompagnato proprio da Gaetano (dice: Dairone), che
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noto alla Magistratura nel processo Spartacus, 1995, con
Cirillo Bernardo...
Presidente: Gaetano...? Pu parlare piu piano? Ha detto
Gaetano...?
Imputato: Gaetano (dice: Dairone), che stato implicato nello
Spartacus 1995.
Presidente: Darione!
Imputato: Dairone, Dairone Gaetano. E proprio nella mia
abitazione si incontrato Guida Luigi con questo
ingegnere di cui faceva accenno Iovine Antonio, per
quanto riguarda Califano, che era un ingegnere a
disposizione solo del clan Bidognetti. Nella maniera piu
assoluta si doveva incontrare con altre famiglie come
Iovine, Zagaria e Schiavone. Chi si doveva rivolgere a
questo ingegnere lo poteva fare solo attraverso di noi,
anche se questo ingegnere stava svolgendo dei lavori
presso le zone sotto l'influenza del clan Zagaria,
Schiavone e quant'altro. Questo volevo precisare, signor
Presidente. Grazie.
Presidente: va bene. Chiaramente per la prossima udienza vi
sar, poich possibile individuare i siti per i
collaboratori, per i venerd, questo oggettivamente
impossibile... si d atto che i tre collaboratori,
attraverso i loro difensori, rinunciano a presenziare
alla prossima udienza, quella di venerd prossimo.
Quindi venerd prossimo, ore 9 e 30, aula 17, per il
controesame di Iovine e Alfiero. Il Pubblico Ministero
provveder a citare il difensore di Alfiero. Ma Alfiero
Massimo? Qual il nome di Battesimo? Alfiero Massimo?
Bene.
Il presente verbale composto da totale caratteri (incluso
gli spazi): 156430
Il presente verbale stato redatto a cura di:
SEDIVER s.r.l.
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L'ausiliario tecnico: SIG. D. RUSSO
Il redattore: SIG. A. ZACCONE
SIG. A. ZACCONE
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