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VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE

DELL’AREA PROTETTA DEL “BOSCO DELLE SORTI“ LA


COMMUNA -ZONA DI SALVAGUARDIA COMPRESA TRA LE
ZONE D’ASTI E ALESSANDRIA
2° LOTTO
IL CONTESTO AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE PAESAGGISTICA ATTUALE DEL TERRITORIO
(COMUNI DI MARANZANA, MOMBARUZZO, BRUNO, CASSINE - frazione Gavonata)
L’aspetto morfologico dell’ambiente nel territorio dell’intera Zona di
Salvaguardia, come già analizzato per il contesto ambientale del 1° LOTTO, risulta
essere dal punto di vista morfologico del terreno complessivamente ad andamento
collinare;
Si evidenzia una potenzialità paesaggistica tipica del Basso Monferrato con
presenza di aree boschive con latifoglie mesofite dall’estensione significativa.
Le caratteristiche ambientali e paesaggistiche anche di questi territori sono del
tutto analoghe a quelle dei territori già inseriti nella Zona di salvaguardia a ridosso del
Bosco delle Sorti.
L’unità ecosistemica collinare è sensibilizzata dalla presenza di insediamenti
abitativi, aziende agricole, cascine, il cui indirizzo produttivo è legato prevalentemente
alla coltura della vite.
Sotto il profilo generale verificabile nel territorio in oggetto, risulta evidente come
gli ecosistemi artificiali si integrino e si sostituiscano nel tempo agli ecosistemi naturali.
Il paesaggio contiene innovazioni, affidate agli equilibri ecologici da
salvaguardare, contestualmente alla tutela e valorizzazione dei valori storici-culturali
esistenti e alla valutazione delle potenzialità utilizzabili per una idonea valorizzazione
ambientale.
Per mezzo di immagini del territorio ottenute attraverso il telerilevamento da
aereo o satellite, una efficace ortofotorestituzione, ha potuto consentire una verifica del
patrimonio ambientale del contesto con informazioni agronomiche e di capacità d’uso
del territorio.
Il prodotto digitale ha consentito un collegamento immediato tra i terreni agricoli,
vitivinicoli, oppure appezzamenti incolti e le aree boschive,stabilendo una realtà sul
territorio di percorsi di interconnessione sull’estesa zona da salvaguardare.
UBICAZIONE - ESTENSIONE - CONFINI
La zona di Salvaguardia interessa i comuni di Cassine, Alice Bel Colle,
Ricaldone, in provincia di Alessandria, e Maranzana, Monbaruzzo e Bruno in provincia
di Asti, per una superficie totale di circa 1600 ettari.
L’area è situata sulle pendici collinari tra i bacini del Rio Bicogno, del Rio
Cervino, del Rio Buonvicino e del Rio Ghisone, affluenti di sinistra del fiume Bormida ed
il Rio Verzenasco
L’ ubicazione della zona denota la prossimità dai centri urbani interessati ed è in
posizione baricentrica rispetto a queste,con facilità di raggiungimento dalla S.S 30
Alessandria-Acqui ed all’altezza di Gamalero, si può raggiungere il comune di
Mombaruzzo e poi Maranzana oppure da Nizza Monferrato (AT)
Gavonata, frazione di Cassine, è raggiungibile dalla stessa SS 30, imboccando
via Verzenasca.
Gli interventi escursionistici che fanno parte del II° lotto coinvolgeranno
esclusivamente il comune di Maranzana (AL) con il sentiero Valdabrì e Valgrana, il
comune di Mombaruzzo (AT) con i sentieri Boschi del Presepio , Rio Secco e Solia
(quest’ultimo a prosecuzione dello stesso inserito nel I° lotto nel comune di Bruno (AT);
per quanto riguarda il comune di Cassine, in località Gavonata, il progetto prevede
l’inserimento sui terreni comunali di un primo centro informativo e divulgativo della
“zona di salvaguardia”.
AMBIENTE FISICO
1 – LITOLOGIA,GEOMORFOLOGIA, ECOLOGIA
ASPETTI GEOLOGICI DEL SUOLO E FATTORI NATURALISTICI
Utilizzando la Carta Geologica d’Italia e la Carta delle capacità d’uso dei suoli del
Piemonte,Unità del Paesaggio 88, la descrizione di tale ambiente, risulta un piano
collinare prevalentemente agricolo dai 100 ai 400 m.
Il suolo della zona studiata si trova descritto come “Associazione arenaceomarnosa
con alternanze più o meno di arenarie e sabbie con marne,marne argillose o
argilloscisti.
Il sottosuolo dell’area è interessato da estesi affioramenti delle Sabbie di Asti
(Pliocene) costituite da sabbie fini,gialle, pseudo-coerenti, alternate a lenti più compatte
di calcareniti e di calciduriti con alternanze argillose-sabbiose soprattutto sui crinali .
Le sabbie di Asti poggiano sulle sottostanti Argille di Lugagnano (Pliocene
medio inferiore) affioranti alla base dei versanti e costituite da argille marnosabbiose;
esistono ritrovamenti fossiliferi e numerosi sono noduli arenaici anche di
dimensioni notevoli.
Il profilo podologico e i parametri rilevati al suolo individuano una classificazione
degli stessi come bruni calcarei bruni calcici, o bruni debolmente lisciviati,
pertanto risultano suoli con molte limitazioni che restringono la scelta delle colture,per
tessitura eccessivamente sabbiosa;per drenaggio interno rapido, per pendenza, per
erosione .
La scarsa capacità di ritenuta idrica di questi suoli, anche se in parte compensata
dalla notevole potenza di questi depositi, può essere causa di un deficit idrico per certe
colture.
Pertanto le utilizzazioni prevalenti sono la viticoltura e localmente l’attività
cerealicola, orticoltura mentre le attitudini forestali sono determinate da fustaie di farnia
e latifoglie esigenti e cedui di castagno e robinia di buona produttività, arboricoltura da
legno.
Queste colline a clima asciutto su substrati talvolta sabbiosi mettono in risalto
talvolta reticoli di piccoli corsi d’acqua e ruscelli che solcano quest’area collinare
sempre a modesti dislivelli, mettendo in evidenza affioramenti qua e là orizzontali
argillosi o misti.
Il forte disboscamento operato in zona sin dai tempi più antichi per estendere vigne
sulle colline e prati stabili, pioppeti e colture agrarie nelle “valli” principali e la presenza
del castagno e robinia nei boschi relittuali, rendono non facile l’interpretazione della
vegetazione potenziale .
Questi territori situati in una zona di transizione tra la pianura alluvionale e le
pendici che salgono gradualmente verso la fascia appenninica, sono costituiti da
alluvioni antiche e da formazioni sedimentarie, a quote variabili tra 150 m e 300 m s.l.m.
2 - ECOSISTEMA : POTENZIALITA’ FAUNISTICA E FLOREALE
Il governo a ceduo e la parcellazione spinta del bosco, se da un lato hanno
condotto ad una modificazione della struttura potenziale del soprassuolo, dall’altro
hanno favorito una elevata variabilità ecosistemica, con la creazione di una disetaneità
a gruppi del popolamento forestale e di lunghissime fasce di transizione – ecotoni lungo
i confini particellari che determinano elevata diversità strutturale ed una ottima
potenzialità faunistica.
All’interno del bosco delle Sorti peraltro esiste un vincolo venatorio (Riserva di
Caccia-Azienda faunistico-venatoria), istituita con legge regionale 14 novembre 2001,n°
29.
.
Risultano molto importanti inoltre ai fini della varietà ecosistemica la presenza di
tipologie strutturali di uso del suolo diverse dalla forestale, inframmezzate a questa in
modo discontinuo, come vigneti, seminativi e prati stabili.
In funzione anche della posizione rispetto alle altre formazioni forestali, il bosco in
esame risulta particolarmente ricco di specie animali della fauna stanziale e migratoria:
fra i mammiferi i più frequentemente osservati sono cinghiale, volpe, lepre europea,
faina, puzzola, tasso, riccio, scoiattolo, ghiro, toporagni, chirotteri, donnole;
per l’avifauna sono segnalati il picchio rosso, il picchio verde, la civetta, il gufo, l’upupa,
la tortora dal collare, la poiana e alcune specie di interesse venatorio quali il fagiano,
la starna, la beccaccia, .la quaglia,il germano reale.
Sporadica è la presenza del capriolo.
Fra gli uccelli si ricordano starna, fagiano, passeracei, ghiandaie, gazze, picchi
rossi, capinere, pettirossi, fringuelli, cardellini, civette, gufi, poiane, usignoli, cuculi,
allodole, tordi, quaglie.
Sarebbe interessante a tal scopo studiare le reti dei corridoi ecologici che
consentano un’adeguata interconnessione ecologica.
Per uno studio mirato alla stanzialità migratoria si è scelto di collocare un punto
bird-watching nel territorio di Mombaruzzo .
3 - ASPETTO NATURALISTICO
La vegetazione attuale può essere considerata piuttosto vicina alla vegetazione
potenziale, per quanto riguarda la composizione specifica, mentre la struttura è stata
modificata nel tempo a causa del governo a ceduo.
Risultano del tutto sporadiche e contenute al margine del bosco le specie infestanti
o esotiche quali Robinia pseudoacacia, Rubus sp, Clematis vitalba, mentre l’unica
specie esotica all’interno delle cenosi forestali è il Castagno a grosse ceppaie, presenza
ormai storica, entrata a far parte degli ecosistemi forestali di tutta la fascia collinare sui
substrati acidi o neutri
Al suo stato ceduo si adatta a vivere anche in maniera rupestre ;si assiste anche
alla graduale trasformazione spontanea del popolamento monospecifico in bosco misto
per disseminazione naturale di altre speci.
Nelle zone di crinale e nelle esposizioni più calde la copertura arborea è costituita in
prevalenza da roverella (Quercus pubescens) e cerro (Quercus cerris), mentre nelle
esposizioni più fresche prevalgono la rovere( Quercus petraia) e il castagno(Castanea
sativa) accompagnate talvolta dalla farnia(Quercus robur), particolarmente in prossimità
degli impluvi.
Il governo a ceduo ha modificato la struttura della vegetazione attuale che per
composizione specifica può considerarsi molto vicina alla vegetazione potenziale
caratteristica di tale area.
Il ceduo e la parcellazione del bosco, se da un lato hanno condotto ad una
modificazione della struttura potenziale del soprassuolo,dall’altro hanno favorito una
elevata variabilità ecosistemica, con la creazione di una disetaneità del popolamento
forestale che ha determinato una diversità strutturale ed una elevata potenzialità
faunistica.
Si possono distinguere in tal modo due tipologie vegetazionali non fortemente
differenziate fra di loro, l ‘una più termofila l’altra più mesofila.
In entrambe le tipologie la composizione specifica risente fortemente della reazione
del terreno e risultano quindi diffuse le specie acidofile quali Calluna vulgaris, Cytisus
scoparius, Genista germanica, Teucrium scorodia ecc.
SPECIE PROTETTE
Risulta particolarmente interessante per il Bosco delle Sorti la presenza di specie
che a norma della legislazione regionale vigente ( L.R. 2 novembre 1982 n° 32 art. 15)
risultano classificate come specie a protezione assoluta di cui è severamente vietata la
raccolta : fra queste nei nostri rilievi sono state ritrovate alcune specie di orchidee
(Orchis morio, Orchis sambucina, Platanthera chlorantha) che con probabilità
rappresentano solo una parte di quelle che vegetano in zona.
ASPETTO NATURALISTICO NEL BOSCO DEL PRESEPIO ( Sentiero Rio Secco)
Lungo il percorso ad anello che si sviluppa nell’area boschiva che circonda la
Cappella del Presepio è possibile osservare numerosissime essenze e specie arboree
tipiche di due differenti ambienti:crinale e fondovalle.
Sulle sommità ,zone più soleggiate e aperte, si trovano essenze tipiche della flora
mediterranea quali erica, ginepro, ginestra carbonica, cisto e qualche raro esemplare di
erica arborea.
Lungo le pendici si ha la prevalenza di castagni e querce e in presenza minore di
frassini, ornelli, ciliegi.
La vegetazione nel fondovalle è tipica delle zone umide, con rigoglio di erbe, fiori e
muschi.
Ancora presente il pioppo tremulo e bianco e numerosi i ciliegi selvatici.
Tra gli arbusti il sambuco,il nocciolo, il ligustro, felci e rampicanti come il caprifoglio
e il tamaro ed erbe spontanee.
Da segnalare alcuni esemplari di orchidee non comuni nella zona.
LABORATORIO NATURALISTICO
Collocato all’interno dell’appezzamento boschivo di proprietà comunale di
Mombaruzzo denominato il “Belvedere”, è finalizzato alla conservazione di specie
vegetali e alla promozione di una educazione ambientale e naturalistica in particolare
rivolta ai ragazzi delle scuole per l’infanzia, elementari e medie della “zona di
salvaguardia”con sede a Mombaruzzo e Cassine e, più in generale, per tutte le persone
che desiderano scoprire la natura ricercandone un contatto diretto.
Tale laboratorio sarà realizzato e attrezzato presso il belvedere con aule all’aperto,
organizzato su terrazzamenti con attività didattiche e aree tematiche differenti legate
alla sensorialità , alla percezione, all’osservazione e conoscenza in genere
SALVAGUARDIA NATURALISTICA
All’ interno del programma “NATURE- GIS “gestito dalla Regione Piemonte e
attraverso la “Mappa della primavera” progetto realizzato da Federparchi, Legambiente
e Col diretti, si potrà individuare e comprendere quanto i cambiamenti climatici incidano
sul normale andamento delle stagioni e sulla biodiversità. Potrà essere registrata la
data di fioritura di alcune specie vegetali caratteristiche di questo paesaggio e si
potranno sintetizzare i risultati del GIS con vere e proprie carte che segnaleranno il
“dov’è” e il “quando” della fioritura delle diverse specie.
4 - RIFERIMENTI STORICO –AMBIENTALI
4.1 MOMBARUZZO
Il paese collocato a 275 metri di altezza sul livello del mare,in provincia di Asti;si
sviluppa su una zona collinare,sul lato sinistro del Rio Cervino,affluente di sinistra del
fiume Bormida.
Subì infinite scorrerie e per proteggersi i primi abitanti si insediarono sulla rocca e
furono sempre legati ai Marchesi di Monferrato.
“LA Comuna DI MOMBARUZZO”
Con l’istituzione della Zona Di Salvaguardia si è idealmente ricostituita la
“Comuna di Mombaruzzo “;essa era una realtà nei secoli dal XIII al XVI,quando il
patrimonio boschivo del Comune veniva in parte utilizzato in “comunis”con alcuni
borghi limitrofi.
Le attività economiche legate allo sfruttamento di questa zona boschiva sono
stati oggetto di atti giuridici nel corso dello stesso secolo,come la convenzione
stipulata con Cassine nel 1247.
Le secolari contese tra Mombaruzzo e le comunità vicine (Cassine ,in primis,ma
anche Maranzana) per i diritti di possesso e di sfruttamento dell’area,ebbero termine
solo nel 1599,quando una sentenza arbitrale stabilì il confine delle terre appartenenti a
Mombaruzzo lungo la riva sinistra del Rio Cervino.
Ai nostri giorni è ancora possibile osservare una vasta zona a boschi di querce e
di castani,che anticamente era molto più estesa e di pertinenza dei due Comuni ,area
ora compresa nella”Zona di salvaguardia del Bosco delle Sorti –La Communa”:
Dall’epoca medioevale e fino al secolo scorso il Bosco delle Sorti era di proprietà
consortile,spesso conteso fra i territori amministrativi confinanti.
Se ne ha notizie in documenti storici a partire dal 1491,periodo in cui i territori in
oggetto,denominati “communa” e suddivisi in Pian e Bosco,venivano contesi tra il
Ducato di Milano e il Marchesato di Monferrato.
Nel 1599 si giunge ad una esatta delimitazione geografica dell’area denominata
“Communa” e successivamente “ Bosco delle Sorti”
L’area del Bosco,a partire dalla fine del XVIII sec. e fine al XIX sec.subisce un
graduale processo di privatizzazione attraverso una minuziosa lottizzazione in particelle
regolari,equamente distribuite tra la popolazione,di cui si osservano attualmente i
risultati sulle mappe del Catasto Terreni dell’U.T.E. di Alessandria.
Nella zona di Salvaguardia, una forte connotazione paesaggistica è conferita a
questi territori dalla viticoltura.
La vocazione viticola della zona è infatti rappresentata dalla produzione di vini
D.O.C. di grande pregio come il Brachetto d’Acqui, il Dolcetto d’Acqui, il Barbera d’Asti
e del Monferrato,il Moscato d’Asti,il Cortese dell’Alto Monferrato, Asti Spumante.
CAPPELLA E BOSCHI DEL PRESEPIO
E’ un emergenza storica-architettonica che riveste notevole importanza affettiva
per la comunità di Mombaruzzo.
Dell’antico complesso, in seguito all’abbattimento del romitorio avvenuto nella
seconda metà del secolo scorso, rimangono solo la chiesa con il campanile.
L’attuale assetto architettonico è seicentesco ma le sue origini risalgono al XVI
sec; negli Statuti del 1337 sono in effetti citati “ i boschi e le vigne dalla Cappella” del
presepio.
Il suo nome è dovuto ad un bassorilievo marmoreo, databile alla prima metà del
XVI sec, che raffigura una Natività; ora esso è murato sopra il portale di ingresso.
La chiesa è posta sotto la protezione dei Santi Giacchino e Anna, genitori della
Madonna, la cui festa cade il 26 luglio.
Recentemente sull’altare maggiore è stato posto un presepe di fattura piemontese
ottocentesca, dono dell’Associazione ”L‘antica Comuna “,che simboleggia il primo
passo verso il recupero e la valorizzazione della Cappella e dell’area circostante
BOSCHI DEL PRESEPIO
L’area boschiva denominata “boschi del Presepio” è recentemente entrata a far
parte della “zona di salvaguardia del “Bosco delle Sorti-La Communa” istituita dalle
Regione Piemonte come ampliamento della precedente Zona di Salvaguardia del
Bosco di Cassine.
La Cappella del Presepio è situata in questa area posta a sud dell’abitato di
Mombaruzzo; essa dista circa un chilometro dal Comune ed è raggiungibile mediante
una strada comunale, in parte asfaltata.
La Cappella sorge su una collinetta attualmente interessata dalla forte crescita di
robinie che quasi ne occultano la vista.
In questa zona è ancora presente la vegetazione autoctona originaria nella sua
integrità, mentre sui versanti, verso il Rio Secco, è consistente la presenza di robinie
(Robinia Pseudoacacia); parte dell’area ha subito e continua a subire disboscamenti e
diradamenti.
Cappella (chiesetta) del Presepio in regione Vignale (Mombaruzzo)
4.2 MARANZANA
Sotto il profilo delle testimonianze storiche ed architettoniche nel comune di
Maranzana, è da evidenzare il Castello del XIV secolo, molto ben conservato, così
come le torri e la cinta muraria; sempre in paese si trova la Casa –museo di Giacomo
Bove, importante esploratore italiano.
Anticamente questo territorio fu abitato, secondo la leggenda, dai Celti che
avrebbero invaso la zona attratti dai suoi ricchi prodotti agricoli.
All’epoca Maranzana nacque come piccolo insediamento di pastori e agricoltori
subendo invasioni degli Ostrogoti,Longobardi, Franchi fino all’VII secolo e nel 951 iniziò
la dinastia aleramica che diede origine al marchesato del Monferrato.
LA COMUNA DI MARANZANA
La “Comuna di Maranzana”, già dal 2001, fa parte della”Zona di Salvaguardia”.
IL BELVEDERE
Il Belvedere,punto di osservazione, posto in una bellissima posizione panoramica,
non possiede valore storico intrinseco, ma risulta dotato di una testimonianza scultorea
che rappresenta papa Giovanni XXIII ; tale statua in cemento, alta meno di due metri, è
stata lì collocata a sue spese da un privato in segno di devozione.
IL CASTELLO
Il castello di Maranzana, di proprietà privata, costituisce un valido esempio di
costruzione fortificata e si impone per la grandiosa e austera struttura muraria,
alleggerita da alcuni elementi di qualità architettonica e
decorativa.
Statua di Papa Giovanni XXIII sul Belvedere di Maranzana in prossimità
della Cascina Colombano.
5 - VIABILITA’ E ACCESSIBILITA’ DALLE AREE URBANIZZATE
MARANZANA
La piazzola Belvedere, dedicata a papa Giovanni XXIII, è collocata nel comune di
Maranzana, facilmente raggiungibile partendo dal parcheggio in Via C. Ottazzi,
imboccando Via Giare fino alla strada in terra battuta di fondovalle, salendo da questa
alla Cascina Bianca e da lì, attraverso una stradina in terra, raggiungendo il pianoro.
Il sentiero, dalla Cascina Bianca, si biforca ed un altro tratto si protrae, nel bosco,
sino alla cascina Colombara, per ridiscendere lungo la strada comunale fino all’area di
sosta individuata nel progetto rientrante nel I °LOTTO; esso servirebbe da
interconnessione e collegamento con i comuni di Alice, Cassine, ecc.
MOMBARUZZO
Partendo dal Comune di Mombaruzzo, in prossimità della segheria, all’innesto della
S.P. Via Acqui (Cascina Calvi), si raggiunge il punto Belvedere usufruito come sosta e
ristoro, pianeggiante e di media estensione.
Nella zona ad esso adiacente, realizzato su molteplici terrazzamenti, verrà collocato
il “Laboratorio naturalistico”.
Proseguendo sulla strada comunale pianeggiante che fiancheggia il Belvedere si
raggiunge un parcheggio e imboccata sulla sinistra il tratto di strada ancora comunale,
si arriva alla Cappella del Presepio.
Da questa area attrezzata a sosta ci si inoltra nel percorso escursionisticonaturalistico
“Rio Secco” che rientra, con un giro ad anello di 2,3 chilometri, al punto di
partenza della Cappella.
BRUNO – MOMBARUZZO
A completamento del percorso a cavallo “Solia” di Bruno (I° lotto) è stato individuato
nel II° lotto un sentiero che, muovendo dall’area di sosta della chiesetta della Trinità di
Bruno, raggiunge, tra vigneti e tratti boschivi, il territorio di Mombaruzzo e scende nel
vallone del rio secco per riprendere l’ultimo tratto del percorso “rio secco” ed il tratto del
sentiero “Boschi del Presepio” dalla Cappella al Belvedere.
GAVONATA DI CASSINE
La località Gavonata (frazione di Cassine) è collegata tramite la Via Verzenasca
alla S.S 30 Alessandria-Acqui.
Da Gavonata tramite la strada vicinale carrabile con indicazione “Boschi delle Sorti”,
si raggiunge con facilità l’area scelta per la collocazione del punto informativo della
“Zona di Salvaguardia” (foglio 1, mapp.20).
6- MOTIVI DI PREGIO
interventi nella ZONA DI SALVAGUARDIA “area protetta” (II° lotto)
Riassumendo, in conseguenza alle considerazioni effettuate, si possono riconoscere
che nell’area interessata dai percorsi/sentieri individuati nel II° LOTTO per i comuni di:
MOMBARUZZO
BRUNO
MARANZANA
GAVONATA DI CASSINE
si possono riconoscere le seguenti caratteristiche peculiari di pregio :
� Unicità : dovuta all’assenza nel territorio circostante di formazioni forestali di
superficie confrontabile con caratteristiche vegetazionali ed ecosistemiche
assimilabili a quella del bosco in esame e del Belvedere.
� Isolamento e panoramicità: per la distanza rispetto ad altre formazioni forestali in
grado di costituire zone di rifugio e panoramiche.
� Importanza ecosistemica : particolarmente in relazione alle presenze faunistiche,
oltre che al ruolo di serbatoio di specie della fauna e della flora autoctona in un
ambito perlopiù fortemente antropizzato.
� Presenza di specie vegetali rare e/o protette : come alcune specie di orchidee e
della Ginestra cinerea, arbusto raro ed endemico; risulta inoltre piuttosto
anomala se non unica per il Piemonte la presenza contemporanea di ben 4
specie di querce autoctone in un’area limitata.
� Importanza storico-culturale : come evidenziato dalle relazioni a carattere storico
� Recupero di manufatti artistici:come ad esempio la statua di Papa Giovanni a
Maranzana
� Valenze turistico ricreative e paesaggistiche : le aree saranno meta frequentata
di gite e passeggiate da parte della popolazione dei dintorni di Alessandria, a
causa della sua vicinanza con i centri abitati e delle sue notevoli valenze
paesaggistiche e naturalistiche particolarmente evidenti in primavera, con la
fioritura delle ginestre ed in autunno, periodo in cui il bosco è frequentato anche
da cercatori di funghi.
� Finalità di salvaguardia e tutela.la conservazione di specie vegetali e di equilibri
ecologici.
� Promozione di attività di educazione,di formazione e di ricerca scientifica.nel
Laboratorio naturalistico presso il belvedere di Mombaruzzo
� Salvaguardia di attività .agricole e vitivinicole tradizionali
Tali caratteristiche assumono importanza ancora maggiore se considerate nel loro
insieme, poiché il beneficio economico (non inteso in senso finanziario) di più
parametri qualitativi risulta nella maggioranza dei casi superiore ai benefici
quantificabili per sommatoria degli stessi parametri considerati singolarmente.
Si ricordi, infine, a sostegno dell’importanza assunta dal Bosco delle Sorti, che l’area
è gravata da 3 vincoli di legge :
� Vincolo idrogeologico ai sensi del R.D.L. 3267/23
� Vincolo paesaggistico ai sensi della L. 431/85
� Vincolo venatorio ai sensi della L. 157/92
� L.R 14/11/2001, n°29
� L.R 2/11/1982, n° 32

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