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TERZO RAPPORTO
SULLINNOVAZIONE NELLE
REGIONI DITALIA
2005

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Questa iniziativa editoriale stata realizzata nellambito del Progetto CRC


(Centri Regionali di Competenza per le-government e la societ dellinformazione),
promosso e nanziato dal Ministro per lInnovazione e le Tecnologie (MIT).
Il Comitato di Direzione del Progetto CRC, presieduto da Giulio De Petra del CNIPA,
composto come segue: Carlo Buttari, Marco Cinquegrani, Carlo Durante, Stefano
Kluzer, Sandra Lotti, Lucia Pasetti, Anna Picot, Luca Rigoni, Elena Tabet.
Il Formez, su incarico del MIT, il soggetto attuatore del Progetto CRC.
Responsabile dellattuazione Carlo Buttari.
Il Terzo Rapporto sullinnovazione nelle regioni dItalia si compone di 20 rapporti
regionali contenuti nel cd-rom allegato, realizzati a cura dei CRC, e del presente
rapporto nazionale di sintesi strutturato in tre parti.
Le Parti I e II del rapporto nazionale sono state prodotte in collaborazione tra lArea
innovazione per le Regioni e gli Enti locali, AIREL del CNIPA e lo staff centrale
Formez del Progetto CRC, con contributi e supporto alla revisione da parte del
Comitato Tecnico della Commissione permanente per linnovazione e le tecnologie.
La Parte III stata realizzata dal gruppo di lavoro sulle-learning del Progetto CRC.
Gli autori dei diversi capitoli sono citati allinizio di ciascuno di essi.
Il coordinamento della realizzazione dei rapporti regionali e del rapporto nazionale
stato curato da Giada Maio dellOsservatorio CRC e da Stefano Kluzer, coordinatore
scientico del Progetto CRC.
Coordinamento editoriale a cura di Maria Beatrice De Camillis e Mauro Savini
(staff centrale Progetto CRC)
Impaginazione e stampa a cura di Legoprint - Lavis (TN)
Finito di stampare nel mese di giugno 2005.

II

Indice
INTRODUZIONE

XIII

Premessa

XIII
XVI

La struttura del Rapporto 2005


PARTE I

QUADRO GENERALE E LETTURA TRASVERSALE


DEI RAPPORTI REGIONALI

1.

LINNOVAZIONE NELLE REGIONI:


NOVIT E SVILUPPI RECENTI

1.1

Politiche regionali e attori per le-government e la SI

1.2

I progetti di innovazione e i loro risultati

2.

GLI ACCORDI DI PROGRAMMA QUADRO


PER LA SOCIET DELLINFORMAZIONE

2.1

LIntesa Istituzionale di Programma e gli APQ

2.2

Gli APQ per la societ dellinformazione

2.3

Le risorse finanziarie per gli APQ SI

2.4

La stipula e attuazione degli APQ SI

2.5

Gli APQ SI stipulati ad aprile 2005

23
24
25
28
31

3.

LA REVISIONE DI MEDIO PERIODO DEL QCS OB. 1


E LA SOCIET DELLINFORMAZIONE

39

3.1

Il Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 1

3.2

La SI nel QCS Ob. 1 pre-revisione

3.3

La revisione del QCS sui temi della SI

3.4

La revisione dei Programmi Operativi e la SI

39
41
50
60

4.

AVANZAMENTO DEI PROGETTI 1 AVVISO

69

4.1

I progetti 1 Avviso e il loro monitoraggio

4.2

Stato di attuazione dei progetti 1 Avviso

4.3

I risultati conseguiti

69
72
77

4.4

Alcune considerazioni a un anno dallavvio


del monitoraggio

82

3
9
23

III

5.

LAVVIO DELLA FASE 2 DELLE-GOVERNMENT

85

5.1

Lavviso sui servizi infrastrutturali SPC

5.2

Lavviso CNIPA sul T-government

5.3

Il riuso per diffondere le-government

5.4

Lavvio della linea promozione servizi

86
89
93
98

6.

I PROGETTI PER LA CITTADINANZA ELETTRONICA

99

6.1

Lavviso per i progetti di e-democracy

6.2

Analisi dei progetti

6.3

Conclusioni

99
103
115

7.

SVILUPPI DEL SISTEMA PUBBLICO DI CONNETTIVIT


E COOPERAZIONE

117

7.1

Il nuovo modello per linteroperabilit


e la cooperazione applicativa

7.2

Il Progetto ICAR

117
128

8.

LA DIFFUSIONE DELLE CARTE PER LACCESSO AI SERVIZI

141

8.1

La Carta Nazionale dei Servizi

8.2

La CNS nel mondo camerale: diffusione e servizi

8.3

La Carta Regionale dei Servizi in Lombardia

141
148
152

9.

I SERVIZI ON LINE PER CITTADINI E IMPRESE:


UNA ANALISI QUANTITATIVA SUI COMUNI

157

9.1

Introduzione e note metodologiche

157

9.2

I risultati: servizi on line dei Comuni sopra


i 10.000 abitanti

9.3

Conclusioni

162
185

10.

LEVOLUZIONE DELLA RETE DEI CENTRI REGIONALI


DI COMPETENZA PER LE-GOVERNMENT E LA SOCIET
DELLINFORMAZIONE

187

10.1

Introduzione

187

10.2

Governance e organizzazione della Rete:


livello di sistema e livello locale

188

10.3

Le Azioni di Sistema: linee di attivit


e risultati raggiunti

10.4

Il Piano delle Azioni di sistema per il 2005

191
197

10.5

Specializzazione della rete CRC su alcuni temi


delle-government

198

IV

PARTE II

SCHEDE REGIONALI DI SINTESI

205

PREMESSA ALLE SCHEDE DI SINTESI REGIONALI

207

REGIONE ABRUZZO

208

REGIONE BASILICATA

213

REGIONE CALABRIA

218

REGIONE CAMPANIA

223

REGIONE EMILIA-ROMAGNA

227

REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA

232

REGIONE LAZIO

237

REGIONE LIGURIA

242

REGIONE LOMBARDIA

246

REGIONE MARCHE

252

REGIONE PIEMONTE

257

REGIONE PUGLIA

263

REGIONE SARDEGNA

267

REGIONE SICILIA

272

REGIONE TOSCANA

277

REGIONE UMBRIA

283

REGIONE VALLE DAOSTA

287

REGIONE VENETO

291

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

295

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

300
307

PARTE III
INDAGINE SULLE POLICY DI E-LEARNING
NELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME

309

I RISULTATI DELL'INDAGINE: LE-LEARNING NELLE REGIONI

312

La produzione documentale negli anni

312
314

Il numero e la tipologia di documenti per regione


Gli ambiti di impatto e i beneficiari delle iniziative
di e-learning

321
324

Progettazione e gestione del processo di e-learning

Laccreditamento di strutture formative


e la certificazione di materiali didattici

VI

332

INDICE DELLE TABELLE


PARTE I
Tabella 1 Iniziative sulla banda larga segnalate
nei Report regionali CRC

Tabella 2 Finanziamenti per la societ dellinformazione,


FAS 2003-2005 e 2004-2007
Tabella 3 APQ societ dellinformazione stipulati al 30.04.2005

27
32

Tabella 4 Fonti di finanziamento degli APQ SI stipulati


al 30.04.2005

33

Tabella 5 Composizione per macro-finalit degli APQ SI


stipulati al 30.04.2005

34

Tabella 6 Quadro dei progetti MIT per il Mezzogiorno


finanziati dal CIPE sul FAS 2003-2005 e 2004-2007

37

Tabella 7 Le strategie per la SI nelle regioni Ob.1


(prime versioni)

44

Tabella 8 Misure e risorse dedicate alla SI nei POR Ob.1


pre-revisione fine 2003 (valori in )

47

Tabella 9 Contributo comunitario nei POR per la SI


(tutte le misure) e destinazione per obiettivi (gen. 2004)

48

Tabella 10 Contributo comunitario nei PON per azioni sulla SI


e destinazione per obiettivi (gen. 2004)

49

Tabella 11 Peso azioni SI su contributo CE totale


dei singoli PO, milioni di euro e percentuali (gen. 2004)

50

Tabella 12 Le tappe nella revisione di medio periodo dei POR


e CdP delle regioni Ob.1

61

Tabella 13 Variazioni nelle misure e risorse dedicate alla SI


nei POR delle regioni Ob.1 (valori in )

64

Tabella 14 Riferimenti dei CdP regioni Ob.1 ai programmi


nazionali per la SI nel Mezzogiorno e non solo

66

Tabella 15 Fascia di eccellenza: progetti con SAL


verificato superiore a 70%

Tabella 18 Stato di rilascio dei servizi infrastrutturali

75
79
80
81

Tabella 19 Quadro sinottico delle ricadute previste


da 106 progetti

81

Tabella 20 Progetti co-finanziati per i servizi


infrastrutturali e SPC

88

Tabella 16 Progetti che hanno rilasciato servizi ai cittadini


Tabella 17 Progetti che hanno rilasciato servizi alle imprese

VII

Tabella 21 Progetti co-finanziati dal MIT


per il T-government
Tabella 22 Progetti 1 Avviso e offerte di riuso

92
94

Tabella 23 Soluzioni delle offerte di riuso per ambito


tematico/settoriale

95

Tabella 24 Soluzioni delle offerte di riuso per tipologia


di servizi
Tabella 25 Criteri di valutazione

95
103

Tabella 26 Partecipazione degli Enti territoriali ai 129


progetti presentati

104

Tabella 27 Dimensioni economiche dei progetti


presentati (valori in migliaia di )

105

Tabella 28 Distribuzione territoriale e ruoli dei 129


progetti presentati

105

Tabella 29 Enti partecipanti suddivisi per regione


e tipologia di ente
Tabella 31 Adesione agli interventi ICAR

106
136
137

Tabella 32 Esperienze e progetti presenti


nei Rapporti Regionali

147

Tabella 30 Interventi progettuali di ICAR

Tabella 33 Prime 12 camere di commercio per numero


di smart card distribuite alle imprese
Tabella 35 Prestazioni analizzate

150
158
160

Tabella 36 I servizi pi diffusi tra i Comuni > 10.000 ab.


Offerti dai siti web istituzionali

164

Tabella 37 I servizi interattivi pi diffusi


tra i Comuni > 10.000 ab. Offerti dai siti web istituzionali

169

Tabella 38 Copertura del servizio pagamento ICI


nei siti web istituzionali dei Comuni > 10.000 ab.

171

Tabella 34 I Comuni > 10.000 ab. e relativa popolazione

Tabella 39 Supporto dei CRC ai tavoli di coordinamento


e concertazione con gli EELL
Tabella 40 La collana editoriale

192
197

PARTE II

VIII

Tabella 1 Quadro delle principali politiche regionali


per la SI in Abruzzo

208

Tabella 2 Gli interventi dellAPQ SI Regione Abruzzo


del 2002

209

Tabella 3 Gli interventi dellIntegrativo APQ SI Regione


Abruzzo del 2004

210

Tabella 4 Progetti cofinanziati alla Regione Abruzzo


sui bandi della II fase

210

Tabella 5 Le novit nel quadro delle politiche regionali


per la SI

213

Tabella 6 I progetti cofinanziati alla Regione Basilicata


sui bandi della II fase
Tabella 7 Gli interventi dellAPQ SI Regione Basilicata del 2004

215
215

Tabella 8 Gli interventi dellIntegrativo APQ SI Regione


Basilicata del 2005

215

Tabella 9 Le novit nel quadro delle politiche regionali


per la SI

219

Tabella 10 I progetti cofinanziati alla Regione Calabria


sui bandi della II fase
Tabella 11 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI 2005

219
220

Tabella 12 Le novit nel quadro delle politiche regionali


per la SI

224

Tabella 13 I progetti cofinanziati alla Regione Campania


sui bandi della II fase
Tabella 14 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI 2004

224
225

Tabella 15 Le novit nel quadro delle politiche regionali


per la SI

228

Tabella 16 I progetti cofinanziati alla Regione


Emilia-Romagna sui bandi della II fase
Tabella 18 Il quadro delle politiche regionali per la SI

228
229
233

Tabella 19 I progetti cofinanziati alla Regione Autonoma


Friuli-Venezia Giulia sui bandi della II fase

233

Tabella 20 Interventi e costi dellAccordo di Programma


Quadro SI

234

Tabella 21 I progetti cofinanziati alla Regione Lazio


sui bandi della II fase

239

Tabella 22 I progetti cofinanziati alla Regione Liguria


sui bandi della II fase

242

Tabella 17 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI 2004

Tabella 23 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI


Integrativo II 2005
Tabella 24 Il quadro delle politiche regionali per la SI

244
246

Tabella 25 I progetti cofinanziati alla Regione Lombardia


sui bandi della II fase

248

Tabella 26 Elenco degli interventi e costi degli APQ SI 2003


e APQ Integrativo 2005

249

IX

Tabella 27 Le novit nel quadro delle politiche regionali


per la SI
Tabella 28 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI 2004

253
253

Tabella 29 I progetti cofinanziati alla Regione Marche


sui bandi della II fase

254

Tabella 30 Le novit nel quadro delle politiche regionali


per la SI

258

Tabella 31 I progetti cofinanziati alla Regione Piemonte


sui bandi della II fase
Tabella 32 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI 2004

259
260

Tabella 33 Le novit nel quadro delle politiche regionali


per la SI

263

Tabella 34 I progetti cofinanziati alla Regione Puglia


sui bandi della II fase
Tabella 36 Il quadro delle politiche regionali per la SI

264
265
268

Tabella 37 I progetti cofinanziati alla regione Sardegna


sui bandi della II fase

268

Tabella 38 Elenco degli interventi e costi degli APQ SI


e Integrativo

269

Tabella 39 Le novit nel quadro delle politiche regionali


per la SI

273

Tabella 35 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI 2004

Tabella 40 I progetti cofinanziati alla Regione Sicilia


sui bandi della II fase
Tabella 41 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI 2005

274
274

Tabella 42 Le novit nel quadro delle politiche regionali


per la SI

278

Tabella 43 I progetti cofinanziati alla Toscana sui bandi


della II fase
Tabella 44 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI 2004

279
280

Tabella 45 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI


Integrativo I 2005

280

Tabella 46 Le novit nel quadro delle politiche regionali


per la SI
Tabella 47 Gli interventi dellAPQ SI Regione Umbria
Tabella 48 Progetti cofinanziati alla Regione Umbria
sui bandi della II fase
Tabella 49 Le novit di policy regionali per la SI
Tabella 50 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI 2005

284
284
285
288
288

Tabella 51 I progetti cofinanziati alla Regione Veneto


sui bandi della II fase
Tabella 52 Elenco degli interventi e costi dellAPQ SI 2004

292
293

Tabella 53 Quadro delle principali politiche


nella Pv. Autonoma di Bolzano

295

Tabella 54 I progetti cofinanziati alla Pv. Aut. di Bolzano


sui bandi della II fase
Tabella 56 Le novit nel quadro delle politiche per la SI

296
298
301

Tabella 57 I progetti cofinanziati alla Provincia Autonoma


di Trento sui bandi della II fase

302

Tabella 55 Progetti finanziati dal POR Ob. 3 in ambito SI

PARTE III

324

Tabella 1 Variabili/caratteristiche del processo di e-learning


INDICE DELLE FIGURE
PARTE I
Figura 1 Dimensioni economiche dei progetti 1 Avviso

70

Figura 2 Distribuzione dei progetti per tipologia


di servizi previsti

71

Figura 3 Confronto tra avanzamento previsto e avanzamento


effettivo aggregato relativi ai 130 progetti attivi

73

Figura 4 Distribuzione dei progetti per ritardo, avanzamento,


dimensioni economiche

74

Figura 5 Diagramma a rete che descrive il grado di rilascio


dei servizi infrastrutturali, alla imprese e ai cittadini

78

Figura 6 I piccoli Comuni: le dimensioni


della partecipazione

108

Figura 7 I finanziamenti per Ente Coordinatore


suddivisi per Regione

Figura 11 Interventi progettuali di ICAR

109
111
114
133
136

Figura 12 Numero di smart card Infocamere distribuite


dalla rete camerale a imprese e intermediari

149

Figura 13 Andamento delle tipologie di pratiche ricevute


e gestite dalle CCIAA (2000-2004, in %)

152

Figura 8 La distribuzione dei progetti sulle politiche


Figura 9 Le tecnologie per la partecipazione
Figura 10 ICAR - Architettura logica

XI

Figura 14 Presenza di sito web istituzionale, di almeno


un servizio e di almeno un servizio interattivo nei siti web
istituzionali dei Comuni > 10.000 ab.

163

Figura 15 Servizi offerti dai siti istituzionali


dei Comuni > 10.000 ab, classificati per area tematica

165

Figura 16 Servizi offerti dai siti istituzionali


dei Comuni > 10.000 ab, classificati per tipologia di servizio

167

Figura 17 Diffusione del servizio pagamento ICI in almeno


un sito web istituzionale di un Comune della provincia
e livello massimo di interattivit

170

Figura 18 Numero medio di servizi on line per Comune


offerti dai siti web istituzionali

172

Figura 19 Numero di siti web istituzionali che offrono


un dato numero di servizi on line (in %)

174

Figura 20 Numero medio di servizi per Comune offerti


dai siti web istituzionali, divisi secondo il pi alto livello
di interattivit raggiunto (scala eEurope) e raggruppati
per classe dimensionale

175

Figura 21 Correlazione tra numero di servizi on line offerti


dai siti web istituzionali dei Comuni > 10.000 ab.
e dimensione dellente
Figura 23 Modulistica: destinatari e caratteristiche del modulo

176
178
179

Figura 24 Servizi interattivi: destinatari, autenticazione


e pagamento

180

Figura 25 Correlazione tra numero di servizi offerti


dai Comuni > 10.000 ab. Sui siti istituzionali e numero
di aree tematiche coperte

182

Figura 26 Numero di Comuni > 10.000 ab. In grado di coprire


un dato numero di aree tematiche e di tipologie di servizio

183

Figura 22 Distribuzione dei servizi per livello di interattivit

PARTE III
Figura 1 produzione documentale per anno
Figura 2. Tipologie di documenti e produzione annuale
Figura 3 Distribuzione geografica
Figura 4 Le tipologie di documenti
Figura 5 Gli ambiti di impatto
Figura 6 I beneficiari delle azioni di e-learning

XII

312
313
315
316
311
312

Introduzione
di Giulio De Petra
Responsabile Area Innovazione per le Regioni e gli Enti Locali del CNIPA

Premessa
Lo sviluppo dei processi innovativi prodotti dalluso delle tecnologie dellinformazione e
della comunicazione, e in particolare quelli relativi alle pubbliche amministrazioni, presenta
indicatori particolarmente positivi a livello locale. La pi recente indagine Assinform, a
fronte di una moderata crescita del mercato ICT nel 2004 (+1,5%, rispetto allo +0,1% del
2003) segnala infatti la performance particolarmente positiva del segmento della Pubblica
Amministrazione Locale (+2,7%), seconda soltanto al settore consumer (+3,6%). Il
mercato della PA centrale registra invece un calo di -1,2%.
Al dato quantitativo corrisponde la ricchezza e la variet delle iniziative e dei risultati che
abbiamo descritto in questo rapporto ma, soprattutto, dal punto di vista della interpretazione
dei fenomeni, il manifestarsi, a met del 2005, di una evidente discontinuit.
Questa discontinuit resa tanto pi significativa dallessere il prodotto dellintreccio
delle discontinuit relative a due diversi dimensioni dellinnovazione delle pubbliche
amministrazioni: quella della governance dei processi innovativi e quella della
realizzazione delle-government, entrambe descritte puntualmente nei capitoli di questo
rapporto.
Negli ultimi anni, a partire dalla definizione e dalla prima attuazione dei piani
nazionali di e-government, si posto il problema di come garantire che i processi
innovativi potessero coinvolgere le diverse amministrazioni e tipologie di enti locali che
caratterizzano lamministrazione pubblica italiana. Questa necessit non derivata da
pratiche concertative tipiche di altri e pi tradizionali settori, ma stata richiesta dalla
natura stessa delle tecnologie per le-government. Essa ha assunto inoltre particolare
rilievo nel momento in cui larchitettura istituzionale del paese si orientata fortemente
verso modelli di tipo federale ridisegnando, nei fatti prima e pi che nelle norme, la
mappa dei processi e delle competenze delle pubbliche amministrazioni.
Lobiettivo di una governance federata dei processi di e-government stato, fin
dallinizio, una sfida e una condizione di successo a tutti i livelli in cui stato posto.
Lo stato per i rapporti tra amministrazioni statali, spesso faticosamente costrette a
parziali cessioni di sovranit, per cercare di garantire economie di scala e integrazione dei
processi.

XIII

Lo stato per i rapporti tra amministrazioni statali e regioni, laddove emergeva la


necessit di un quadro di riferimento che evitasse il rischio di segmentare verticalmente
i diversi settori, riproducendo a livello locale la stessa frammentazione del livello statale,
e dove si sperimentato per la prima volta, in questo settore, lo strumento delle
programmazione negoziata (gli Accordi di Programma Quadro).
Lo stato per i rapporti tra le amministrazioni regionali e gli enti locali, che ha
rappresentato lambito di pi forte sviluppo di una consapevole capacit di governo
a livello territoriale, costruita a partire da una effettiva ed efficace capacit di
pianificazione, di servizio a livello infrastrutturale, di sostegno a livello locale (sono
questi i fenomeni ai quali il rapporto dedica le indagini pi complete).
Lo stato per una inedita e promettente cooperazione a livello interregionale sui temi
delle-government.
Questo complesso e articolato processo di governance si basato su un insieme di tavoli,
commissioni, gruppi di lavoro che, nonostante le difficolt prodotte dalla numerosit,
riuscito a imporre un metodo di lavoro coronato dalla definizione di piani e strumenti
di attuazione che sono stati periodicamente condivisi dalla Conferenza Unificata e che
hanno garantito la possibilit di uno sviluppo coerente ai diversi livelli istituzionali e
amministrativi. Fattore di coesione e di promozione della governance, come abbiamo
sottolineato nei precedenti rapporti, stata la comunit professionale che si formata
nel lavoro comune sui diversi tavoli di confronto e che lautore collettivo di questo
rapporto.
Ma questo metodo di lavoro reclama oggi un salto di qualit. Il ciclo della governance
avviato e sperimentato in questi anni giunge alla sua conclusione. La complessit e
la rilevanza dei fenomeni da governare non pu pi essere affrontata da una pluralit
di istituti di concertazione, che tendono oltretutto a moltiplicarsi. Occorre valorizzare
il metodo sin qui seguito e progettare una nuova architettura organizzativa e nuovi
strumenti, sia a livello nazionale che a livello territoriale, capaci di garantire il governo
dei futuri sviluppi delle-government.
La necessit di un salto qualitativo negli strumenti di governo dellinnovazione resa
ancora pi evidente, e viene riempita di contenuti, dalla parallela discontinuit che
si manifesta nel ciclo di sviluppo stesso delle-government, cio proprio del processo
innovativo che deve essere governato.
E utile richiamare brevemente i diversi passaggi di questo processo, cos come sono
avvenuti negli anni pi recenti, e in particolare a partire dai primi utilizzi delle risorse
destinate alle-government locale provenienti dalle vendita delle licenze UMTS.

XIV

Abbiamo assistito, durante una prima fase delle-government, allavvio di una molteplicit
di progetti a livello locale caratterizzati da un quadro comune di riferimento capace di
garantire coerenza di obiettivi e di strumenti tecnologici di riferimento, ma ancora troppo
generale per garantire leliminazione di ogni incoerenza e sovrapposizione.
Obiettivo di questa prima fase stato consentire alla capacit innovativa che si era
accumulata a livello locale di confrontarsi con impegni realizzativi su larga scala, e con
modelli avanzati di gestione e di monitoraggio dei progetti. Parallelamente, stata
promossa la realizzazione delle infrastrutture a livello territoriale, che in alcune regioni si
sviluppata con grande rapidit.
Ne derivato, come documenta il rapporto, un patrimonio di realizzazioni in corso di
sviluppo, un numero significativo delle quali destinato a concludersi positivamente
entro il 2005. Ne derivato, soprattutto, un insieme comune di riferimenti professionali,
una cultura delle-government capace di produrre innovazione nelle pubbliche
amministrazioni locali ben oltre i risultati attesi dai progetti in corso.
Ma anche questa dimensione del processo innovativo non pi sufficiente. Non utile
e non necessario promuovere nuovi progetti di innovazione con le stesse modalit
utilizzate nella fase di avvio, se non per ambiti tematici limitati e fortemente innovativi
(come stato ad esempio nel caso della e-democracy e del t-government).
Diversi sono le priorit e gli obiettivi da perseguire oggi.
Occorre coinvolgere e includere nelle iniziative di innovazione tutte le amministrazioni e
gli enti locali, superando il digital divide territoriale. Questo richiede politiche nazionali
che incentivino il riuso delle soluzioni e la diffusione della banda larga, ma, soprattutto,
una capacit di governo e di supporto a livello regionale.
Occorre completare linnovazione dei servizi mediante la riorganizzazione e lintegrazione
dei back office. Questo richiede che le infrastrutture regionali aggiungano ai servizi di
connettivit i servizi di cooperazione applicativa. In tal modo, il territorio si candida ad
essere un soggetto che promuove e sostiene la cooperazione tra le amministrazioni e non
unappendice di processi di cooperazione settoriali.
Occorre passare dalla realizzazione dei progetti allesercizio e alla gestione delle soluzioni,
promuovendo condizioni organizzative ed economiche che consentano di recuperare i
benefici degli investimenti fatti nellinnovazione dei servizi. Le iniziative che le regioni
stanno definendo per la costituzione di centri di servizio territoriali gestiti dai comuni e
con particolare attenzione ai piccoli comuni, vanno in questo senso.
Proprio queste priorit e questi obiettivi reclamano una diversa e pi solida capacit di
governo, sia a livello regionale che a livello nazionale.

XV

Allinizio del 2005, il ciclo di sviluppo delle-government e il ciclo della governance


raggiungono insieme un punto di discontinuit, insieme segnalano la necessit di un
salto di qualit negli strumenti di governo e di attuazione delle-government.
Il recente avvio di una nuova legislatura nel governo di quindici regioni italiane su 19,
e la promulgazione in alcune regioni di prime leggi relative alla societ dellinformazione
rappresentano un contesto favorevole a decisioni di lungo respiro su questo tema che
appare decisivo per consolidare e sviluppare il percorso avviato.

Struttura del Rapporto 2005


Come dabitudine, anche il Rapporto 2005 composto dal presente Report nazionale
diviso in tre parti- e dai Report regionali.
I Report regionali sono inclusi in versione completa nel CD allegato e sul sito www.
crcitalia.it, mentre sono riassunti nelle schede di sintesi della Parte II del rapporto. Le
Regioni Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Sardegna e Veneto hanno anche pubblicato
una versione cartacea dei rispettivi Report regionali 2005, ottenibile direttamente dai
singoli CRC.
La Parte III del Report nazionale contiene questanno la sintesi della ricerca realizzata
da un gruppo di lavoro della rete CRC sulle politiche per le-learning a livello regionale.
Nel CD allegato si trovano anche il rapporto completo della ricerca e larchivio di tutta
la documentazione analizzata e opportunamente codificata (attraverso un apposito
collegamento su Internet, si pu navigare la documentazione sfruttando tali codifiche).
Riguardo alla Parte I del Report nazionale, il capitolo 1 fornisce una lettura trasversale
dei Report regionali, evidenziando come le politiche e iniziative in atto nelle regioni
diano sempre pi importanza allobiettivo di portare laccesso a banda larga nei piccoli
Comuni e alla maggiore inclusione e partecipazione della cittadinanza nei processi di
innovazione.
Il capitolo 2 presenta limpostazione e lavanzamento degli Accordi di Programma Quadro
per la societ dellinformazione (APQ SI), emersi nellultimo anno come strumento
principale per lattuazione delle politiche di innovazione in vari ambiti, nel Mezzogiorno
e non solo. Al 30 aprile 2005 erano stati stipulati 17 APQ con altrettante Regioni e 7
integrativi per un valore di quasi 500 milioni di euro.
Il capitolo 3 illustra come la revisione di medio periodo del Quadro Comunitario di
Sostegno e dei programmi operativi regionali Obiettivo 1, che ha interessato nel 2004
tutte le Regioni del Mezzogiorno, abbia prodotto un sostanziale riallineamento della

XVI

programmazione 2000-2006 con gli orientamenti e le priorit recenti maturati a livello


europeo e nazionale.
Spostando lattenzione dalle politiche alla progettualit, il capitolo 4 propone una
fotografia sullavanzamento dei progetti del 1 Avviso di e-government, alla data di fine
febbraio 2005, mentre il capitolo 5 tratta lavvio operativo della fase 2 delle-government,
con gli avvisi per il Sistema pubblico di connettivit (SPC), il cosiddetto T-government,
le offerte di riuso e la promozione dei servizi. Il capitolo 6, a sua volta, interamente
dedicato allavviso per i progetti sulla cittadinanza elettronica.
Gli sviluppi negli strumenti e servizi abilitanti le-government sono trattati nel capitolo 7
che presenta il nuovo modello per linteroperabilit e la cooperazione applicativa del
SPC e il progetto interregionale ICAR che lo sperimenter in vari campi e nel capitolo
8, dedicato alle iniziative sempre pi numerose per la diffusione delle carte di accesso ai
servizi secondo lo standard della Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Il capitolo 9 presenta i risultati della prima rilevazione dellOsservatorio sui servizi on
line (SOL) attivato dalla rete CRC a fine 2004. Si segnala lampiezza della ricognizione
che ha coperto tutti i Comuni con pi di 10.000 abitanti - e la specifica metodologia
utilizzata, basata su una lista normalizzata di circa 450 servizi a cittadini e imprese.
Il capitolo 10, infine, propone come di consueto il quadro dellavanzamento del progetto
CRC, evidenziando in particolare le specializzazioni e iniziative maturate nellultimo
anno nella rete CRC su temi quali: laccessibilit ai servizi di e-government; le-democracy;
le soluzioni alternative per la banda larga in aree periferiche; linnovazione dei piccoli
Comuni; la misurazione della societ dellinformazione e il riuso delle soluzioni di egovernment.

XVII

XVIII

QUADRO GENERALE E LETTURA


TRASVERSALE DEI RAPPORTI
REGIONALI

Parte I.

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

1. Linnovazione nelle regioni:


novit e sviluppi recenti1
In questo capitolo introduttivo, si presentano in sintesi gli elementi principali
che emergono dai Report regionali curati dai singoli CRC, rimandando agli stessi report o
ad altri capitoli del presente rapporto per gli approfondimenti del caso.

1.1 Politiche regionali e attori


per le-government e la SI
Lultimo anno - 2004, inizio del 2005 - stato caratterizzato rispetto alle attivit
di politica e programmazione regionale per linnovazione da due processi significativi che
hanno investito tutte le regioni italiane, in quanto di matrice nazionale e comunitaria:

la stipula generalizzata degli Accordi di programma quadro per la societ


dellinformazione (APQ SI) e dei primi integrativi, legata allimpiego delle risorse
stanziate dal CIPE nel 2003 e 2004, ma anche di una parte delle risorse UMTS della
fase 2 del piano di e-government e ovviamente di risorse regionali e comunitarie.
LAPQ, in pratica, diventato la modalit prevalente per lattuazione degli interventi
condivisi tra Governo nazionale e Regioni sulla societ dellinformazione;

il completamento del processo di revisione di medio periodo del Quadro Comunitario di


Sostegno e dei relativi POR e PON per le regioni Obiettivo 1 (ma anche ovviamente per
lObiettivo 2 e 3). Rispetto allavvio dellattuale ciclo di programmazione dei fondi di
coesione 2000-2006, le priorit e le strategie per la societ dellinformazione sono state
rivisitate in modo signicativo, alla luce degli sviluppi comunitari (piano di Lisbona,
programmi e-Europe ecc.) e nazionali (Linee guida per la SI, piano di e-government
ecc.), con ripercussioni sul quadro di riferimento e sui programmi operativi.
I due processi vengono illustrati in dettaglio nei successivi capitoli 2 e 3, ai

quali si rimanda di conseguenza il lettore. opportuno comunque segnalare che tali


sviluppi mostrano una significativa convergenza di finalit generali e unevidente complementariet negli interventi promossi e sostenuti. Ci conferma la maturazione di
una visione comune, presente ai diversi livelli di governo, che riguarda certamente la
costruzione delle-government, ma anche altre priorit come si dir pi avanti - delle
politiche per la societ dellinformazione. Prima fra tutte, vi la lotta al digital divide
3

Il presente capitolo
stato redatto da Stefano
Kluzer e Giada Maio dello
Staff Centrale progetto CRC.

RAPPORTO NAZIONALE 2005

territoriale nellaccesso ai servizi di comunicazione a banda larga, riconosciuto come cruciale per lo sviluppo socio-economico nel presente e futuro prossimo da eEurope 2005,
fino al Piano per la banda larga promosso nel 2003 dal Ministro per lInnovazione e le
Tecnologie (MIT) e dal Ministro delle comunicazioni, e ai sempre pi numerosi piani e
iniziative regionali sul tema (si veda pi avanti).
Laltro aspetto da evidenziare, che accomuna e in parte salda i processi in
questione, il consolidarsi di un sistema di governance condivisa dei processi di innovaSi veda al riguardo il
Rapporto innovazione 2004,
pp. 8-10.
2

zione, forse fin troppo articolato almeno al livello nazionale2 (diversi tavoli, commissioni,
gruppi di lavoro), ma in grado di garantire una buona circolazione di informazioni tra gli
attori chiave coinvolti: MIT, Ministero per leconomia e le finanze, Regioni e organismi di
rappresentanza degli Enti locali.
A livello regionale, in particolare, si segnala come effetto diffuso della stipula
degli APQ SI, e dei meccanismi di concertazione preliminare e di gestione che li caratterizzano, il rafforzamento dei sistemi di coordinamento e concertazione sulle iniziative
per la SI tra le stesse strutture interne alle Amministrazioni regionali (ad es. tra area
programmazione, area sistemi informativi e altre aree specifiche, quali la sanit) e con il
mondo degli Enti locali (si veda anche la Tabella 1 nel cap. 10). Organismi e processi a ci
dedicati, avviati in molti casi per lattuazione della prima fase del piano di e-government,
hanno assunto oggi carattere pi continuativo e strutturato.

1.1.1 Il consolidamento della programmazione


per la SI a livello regionale
Il passaggio a una fase di maturit, di regime pi ordinario, nellaffrontare
la societ dellinformazione da parte delle politiche regionali in termini di attenzione
politico-programmatica, di risorse e strumenti attuativi - documentato in molti Report
regionali.
Lobiettivo di sviluppo della SI presente, con articolazione sempre maggiore,
in molti piani di sviluppo regionale (tra le novit, il Piano strategico regionale previsto
dal Regolamento di organizzazione dellAmministrazione della Regione Autonoma Friuli
Venezia-Giulia), viene quindi ripreso negli aggiornamenti annuali nei DPEFR (ad es. quello 2005-2007 del Piemonte), nei piani e strategie per la SI (tra le novit, il Programma
RUPAR2 del Piemonte; il Piano dAzione per lo sviluppo della SI eSudtirol 2004-08 della
Prov. Aut. di Bolzano; il progetto La Societ dellInformazione (e-society) della Prov. Aut.
di Trento) e nei programmi di attuazione degli stessi, aggiornati oramai anchessi su base
annuale da diverse Regioni, ad es. Lombardia, Emilia-Romagna, Prov. Aut. di Trento.

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

La trasversalit del tema SI nelle politiche settoriali delle Amministrazioni


regionali un altro segnale di tale maturit (che solleva peraltro problemi non sempre risolti di coordinamento interno). I Report regionali di Piemonte, Emilia-Romagna,
Toscana e Campania documentano in modo particolarmente ricco le iniziative per la SI dei
diversi settori regionali. Il Report regionale Marche, a sua volta, illustra nel dettaglio il
complesso modello di governance che stato predisposto per il Piano dazione regionale
per le-Health. La sanit certamente il settore trattato pi frequentemente nei Report
regionali, e per questo ci si torner sopra pi avanti.
Gi citate lo scorso anno, si segnalano infine le prime leggi regionali per la
SI. Dopo Toscana ed Emilia-Romagna, che hanno approvato la loro legge per la SI nel
corso del 2004, nella Prov. Aut. di Bolzano stata avviata la preparazione di una legge
quadro in materia di SI, con listituzione del Comitato Guida e-government offensiva
2004-2008 che dovrebbe predisporre il disegno di legge, a valle di un ampio processo di
consultazione con gli attori del territorio.

1.2.2 Le nuove politiche regionali per la banda larga


La moltiplicazione di strategie e piani regionali per garantire la massima copertura territoriale di infrastrutture e servizi di accesso a banda larga uno dei tratti salienti
che emergono dallanalisi delle politiche per la SI dellultimo anno. In particolare, oltre
al piano Lepida dellEmilia-Romagna, gi in corso di attuazione, si segnalano la recente
definizione e/o lavvio di piani regionali su larga scala in Piemonte, Lombardia, le due
Province Autonome di Bolzano e Trento, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Puglia, Basilicata
e Sardegna.
La seguente tabella riporta, oltre a tali iniziative, interventi in genere di carattere pi localizzato segnalate dai CRC nei rispettivi Report regionali (la rassegna quindi
ampia, ma non esaustiva).
Molti di questi interventi sono legati ai finanziamenti della linea 1 della seconda fase del piano di e-government (cosiddetto avviso SPC, si veda il cap. 5) e a quelli
del programma MIT per il Mezzogiorno Sviluppo dei servizi a larga banda, che prevedono
entrambi il potenziamento degli accessi al Sistema Pubblico di Connettivit (SPC). Alcuni
interventi nel Mezzogiorno sono legati anche ai finanziamenti assegnati dalla delibera
Cipe n. 17/2003 al Ministero delle Comunicazioni3 e gestiti dalla societ Infratel, per la
creazione di MAN e reti di accesso sul territorio.

Si tratta di 150 milioni


di euro, complementari a
quelli assegnati al MIT per
lo sviluppo dei servizi a
banda larga.

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Tabella 1 Iniziative sulla banda larga segnalate nei Report regionali CRC
Regione

Iniziativa

Abruzzo

Estensione della COMNET-RA per la copertura di siti svantaggiati, intervento APQ SI (Integrativo 2004).

Basilicata

Piano di sviluppo per la realizzazione della Infrastruttura a Banda Larga sul territorio della regione Basilicata Aprile 2005.

Calabria

Ampliamento dei servizi regionali a larga banda del Sistema pubblico di connettivit intervento del Programma MIT banda larga
per rete di accesso sia cablata che wireless.

Campania

Laggiornamento del Piano strategico per la societ dellinformazione della Regione Campania prevede interventi sulla banda larga
legati alla realizzazione del SPC.

Emilia
Romagna

Piano telematico regionale 2002-2005 - Piano operativo Lepida e rete radiomobile R3 (per la protezione civile) 2005 (luglio 2004).
Rete privata a banda larga per la PA e attivazione di relativi servizi infrastrutturali nel basso ferrarese intervento APQ SI.
Piani telematici provinciali.

Friuli Venezia
Giulia

Progetto BroadBand Regionale non ancora approvato.


Studio sulle infrastrutture di rete a larga banda nella regione Friuli Venezia-Giulia (Univ.di Udine) elaborato nel 2004.

Lazio

Progetti Megalab e Picolab presentati sullavviso SPC.


Linee guida del Piano dInnovazione Digitale della Provincia di Roma (aprile 2004).

Lombardia

Piano per la banda larga in Lombardia - Protocollo dintesa siglato il 29 marzo 2005 tra la Regione Lombardia e i principali
operatori di telecomunicazione (Albacom, Colt, Fastweb, Telecom Italia, Wind), aperto anche ad altri operatori.
Interventi APQ SI: Siscotel - attivazione dei sistemi informativi di comunicazione telematica degli enti locali e creazione di reti
locali a banda larga e Rete wireless Comunit Montane Arco Alpino.

Marche

Progetto Marche-Way - intervento APQ SI di infrastrutturazione a banda larga nelle aree Obiettivo 2. Due bandi in attuazione: Rete
a Ponti Radio MarcheWay e progetti nalizzati alla realizzazione di reti Wireless di Zona.
Progetto Tac-Line (Trans Adriatic Communication Line) sul programma PIC Interreg III A 2004-2007 - sperimentazione di un
sistema a banda larga per linterconnessione della rete telematica Marche con le infrastrutture telematiche territoriali delle zone
transfrontaliere (Croazia).

Piemonte

Programma pluriennale RUPAR2 con attivazione di sette progetti integrati, per dotare entro il 2007 il territorio di una nuova
infrastruttura di connettivit.
Decreto di rimodulazione Patti Territoriali: Piano di Intervento per lo sviluppo della Societ dellInformazione nelle aree dei Patti
territoriali della provincia di Torino.
Iniziative legate al Programma Azioni Innovative - PRAI Dai distretti industriali ai distretti digitali, per sviluppare infrastrutture a
banda larga da rendere disponibili a soggetti pubblici (e genericamente enti no-prot), e nanziare la creazione di hot spot Wi-Fi.

Puglia

Interventi sulla Misura 6.3 del POR Puglia 2000-2006.


Potenziamento delle infrastrutture telematiche regionali (RUPAR2/SPC) con progetti infrastrutturali in speciche aree svantaggiate
secondo due loni:
infrastrutture di comunicazione (wireless e satellitari) per la protezione civile e rete del 118
reti sse e mobili per servizi a banda larga per amministrazioni locali, cittadini e imprese.

Sardegna

Interventi inseriti nella Strategia e Piano dAzione per la realizzazione delle Rete Telematica Regionale (RUPAR) nellambito dello
sviluppo della SI secondo il modello del SPC approvato il 23.03.20054.

Regione

Iniziativa

Essendo successiva al completamento del


Report regionale Sardegna, questa iniziativa
non vi riportata. In breve prevista la messa
a disposizione dellAmministrazione regionale,
per un periodo di almeno 15 anni, di una dorsale in fibra ottica, connessa alle MAN nelle citt
capoluogo, complementare, al fine di dare connettivit diffusa al territorio, ai servizi del progetto Connettivit Regionale (inserito in APQ
SI) di estensione e completamento del progetto
MARTE (nato per il mondo scolastico).
4

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tabella 1 Iniziative sulla banda larga segnalate nei Report regionali CRC (segue)
Sicilia

Infrastruttura a banda larga - intervento 9 dellAPQ SI Sicilia. La Strategia regionale per la SI prevede la copertura completa del
territorio con una infrastruttura di rete a banda larga che colleghi tutti i Comuni e gli enti regionali.

Toscana

Legge Regionale n. 1 del 2004, Promozione dellamministrazione elettronica e della societ dellinformazione e della conoscenza
disciplina organizzativa della RTRT nel sistema regionale. Disciplina della Rete telematica regionale toscana. Riprende gli obiettivi
sulla RTRT e la politica telematica toscana gi sanciti dal Piano per la societ dellinformazione e-Toscana, approvato nel 2002)
Accesso alla banda larga per gli enti attualmente non coperti da tale servizio c.d. Intervento S1003 dellAPQ SI

Valle DAosta

Nel Piano triennale settore informatica di Aosta previsto il cablaggio dellintero Comune Capoluogo.

Pv. Aut.
Bolzano

Piano dazione per lo sviluppo della societ dellinformazione - eSdtirol 2004 08 prevede:
- accesso a Internet su tutto il territorio provinciale, mediante la messa a disposizione delle necessarie infrastrutture di base (con
tecnologie a banda larga - punto 3.3) e contenimento e superamento del digital divide (punto 3.7);
- avanzamento iniziative di cablaggio di Brennercom SpA, previste dallAccordo quadro sulle TLC rmato con il Ministero delle
Comunicazioni nel 2002.

Pv. Aut.
Trento

Progetto La societ dellinformazione (esociety), approvato ottobre 2004, azione realizzazione su tutto il territorio provinciale
di uninfrastruttura di rete a banda larga che supporti laccesso a servizi altamente interattivi, attuata anche attraverso il Progetto
CABLA (avviso SPC).
Linee guida per la realizzazione della rete urbana per la banda larga approvate agosto 2003. Delinea la topologia della rete e di
tracciati di massima dei cavidotti. Nel 2004 si proceduto con la redazione di parte del progetto denitivo infrastrutturazione della
rete provinciale per la larga banda - dorsale, individuando i tracciati nali per i cavidotti e le aree per la realizzazione dei nodi di
rete.

Fonte: elaborazione Osservatorio CRC

1.1.3 Novit rispetto agli attori e alla governance


Il periodo di fine legislatura per molte Regioni ha comportato una situazione
di sostanziale continuit negli assetti politici e organizzativi relativi ai temi dellinnovazione, almeno a livello di Amministrazioni regionali. Lanno trascorso quindi segnato
per gran parte delle Regioni, come gi accennato, dal consolidamento delle strutture
esistenti, soprattutto per quanto riguarda i processi di concertazione con gli Enti locali,
stimolati dalla stipula degli APQ SI, dallesigenza di coordinare le proposte del territorio
in risposta ai primi avvisi della fase 2 delle-government (si veda il cap. 5) e di preparare
gli altri interventi - sul riuso e sui centri servizi territoriali - che richiedono unazione
ben calibrata a livello di sistema regionale.
In questo quadro generale, si segnalano comunque alcune novit, che hanno
interessato, salvo eccezioni, realt non coinvolte dalla fine di legislatura.
In Toscana (uneccezione), a seguito della L.R. 01/2004 sono stati rinnovati e/o
ampliati gli strumenti di governance: Comitati della Rete Telematica Regionale Toscana,
Intesa con ANCI, URPT e UNCEM e relativo Comitato dellAccordo di Programma Regionale
(maturato anche in funzione dellAPQ SI).

RAPPORTO NAZIONALE 2005

In Sardegna, stata istituita una cabina di regia regionale per la definizione


e attuazione della nuova strategia per la SI ed prevista lapertura del CRC alle rappresentanze economiche e sociali.
In Puglia, il rapporto della Regione con Tecnopolis Csata S.c.r.l., gi soggetto
gestore del Centro Tecnico della Rupar, si ulteriormente rafforzato nella preparazione
dellAPQ SI e in diversi processi a valle di esso (che hanno visto anche una partecipazione
significativa del CRC). anche stato istituito ad hoc un Tavolo di Consultazione delle
Autonomie Locali, con la partecipazione di ANCI, UPI, UNCEM regionali.
Nella Provincia Autonoma di Bolzano, stato istituito il gi citato Comitato
Guida e-government offensiva 2004-2008 per la preparazione del disegno di legge
sulla SI.
Nella Provincia Autonoma di Trento, il Comitato Tecnico di esperti per lE
society, gi operante dal maggio del 2003, passato dai 9 membri precedenti ai 19
attuali, comprendendo personalit politiche, del mondo della ricerca e delluniversit, del
mondo imprenditoriale e dirigenti provinciali. Per garantire unazione efficace, il Comitato
attiver appositi tavoli tecnici dedicati a (ipotesi attuali): formazione per la esociety;
interoperabilit e open source; concertazione fra Provincia ed enti locali per la gestione
delle reti di accesso locali; sostegno alla nuova imprenditorialit.
Sviluppi a livello provinciale nei Report regionali, in particolare di EmiliaRomagna e Toscana, si illustrano in modo esteso gli sviluppi dellinnovazione anche a
livello delle singole province, evidenziando in alcuni casi lesistenza di piani locali e
strumenti di coordinamento e attuazione con gli enti locali.
In Emilia-Romagna, ad esempio, si segnalano i tavoli di concertazione provinciali di Piacenza (Nucleo strategico per linnovazione e Forum degli innovatori) e
di Bologna, dove lAccordo territoriale per linnovazione dei servizi attraverso lICT e il
Tavolo di lavoro permanente con gli enti del territorio stanno portando allistituzione di
un Ufficio comune per le-government.
Nel Report ragionale Lazio si segnalano due sviluppi importanti a questo livello. Il primo la decisione della Provincia di Roma di lanciare un Piano dellInnovazione
Digitale che prevede lattivazione di un Comitato tecnico-scientifico, un Comitato degli
Assessori, un Tavolo Provincia-Comuni sullICT (per laggregazione della domanda e per il
supporto operativo) e un Tavolo delle forze sociali ed economiche.
Il secondo la stipula in ottobre 2004 del Protocollo di intesa tra la Regione
Lazio e le cinque Province del territorio (Roma, Viterbo, Rieti, Latina, Frosinone), che
prevede a sua volta due strumenti operativi:

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

un tavolo strategico, che cura tutti gli aspetti generali dellaccordo, elaborando
indirizzi, strategie di intervento, e realizzando una rappresentanza unitaria nei
confronti di tutti gli altri soggetti istituzionali nazionali e regionali;

un tavolo tecnico, che segue la realizzazione di ogni iniziativa individuata dal tavolo
strategico, tenendo presenti le necessit territoriali, ottimizzando quanto gi realizzato
individualmente, privilegiando il riuso delle buone pratiche, anche a livello nazionale,
favorendo la crescita dellimprenditorialit regionale.

1.2 I progetti di innovazione


e i loro risultati
Riassumere la gamma ampia di iniziative gi in atto e di quelle in partenza nelle
realt regionali un compito estremamente difficile, data la particolare ricchezza di esperienze e progetti documentati questanno nei Report regionali. Di seguito, si evidenziano
quindi soltanto i temi principali che risaltano dalla lettura dei Report, con riferimenti
e citazioni puntuali agli stessi, che vengono proposti a titolo esemplificativo, senza la
pretesa di richiamare tutti i casi che sarebbero di volta in volta pertinenti. Di ci ci si
scusa con il lettore e con gli autori dei Report regionali.

1.2.1 Reti regionali e nuovo SPC


I Report regionali evidenziano uno stato di avanzamento complessivamente
buono del processo di costruzione delle infrastrutture e dei servizi abilitanti delle-government, a partire dalle reti regionali che dovranno confluire nel nascente Sistema Pubblico
di Connettivit e Cooperazione (SPC).
In molte regioni, la creazione delle infrastrutture e dei servizi di base delle reti
regionali pu considerarsi completata o in avanzato stato di realizzazione, con tassi di
adesione degli enti locali molto elevati, ci vale per: Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli
Venezia-Giulia, Lazio, Liguria, , Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria,
Veneto e le due Province Autonome.
Gli sviluppi ulteriori, in questi casi, riguardano il potenziamento della capacit
trasmissiva di dorsale e di accesso (si veda la sezione precedente sulla banda larga); dei
servizi di gestione tecnica e della sicurezza; ladeguamento o la creazione dei servizi per
linteroperabilit e la cooperazione applicativa, secondo il nuovo modello definito per il

RAPPORTO NAZIONALE 2005

SPC (si veda il cap. 7); i servizi per la gestione delle carte di accesso ecc. Questi interventi ricadono in gran parte nella linea 1 della seconda fase del piano di e-government e
sono inseriti negli APQ SI, rispetto ai quali assorbono attualmente il 25% dei circa 500
milioni di euro impegnati (si veda il cap. 2).
Nellottica del nuovo SPC, ad esempio, si sono creati o si stanno creando vari
nodi di gestione-ottimizzazione del traffico dati detti NAP (Neutral Access Point) - Topix
in Piemonte, TIX in Toscana, VSIX in Veneto, BIX in Puglia - presentati nei rispettivi
Report regionali.
Sempre nellottica del SPC si muovono anche le iniziative, inserite negli APQ o
finanziate interamente con fondi POR, intraprese dalle Regioni che stanno avviando ora la
costruzione dei SPC regionali. Vanno in questa direzione, ad esempio, lintervento di iniziativa regionale e-government Regionale inserito nellAPQ SI Sardegna e la Strategia
e Piano dAzione per la realizzazione delle Rete Telematica Regionale (RUPAR) nellambito
dello sviluppo della SI secondo il modello del SPC, approvata il 23 marzo 2005 (di cui
alla precedente nota 4).
Le infrastrutture e i servizi per la gestione dei flussi documentali e aspetti
connessi (protocollo, carte e firma digitale) sono in fase avanzata di realizzazione in
molte regioni. La Regione Marche, in particolare, ha proposto sviluppi interessanti con
il progetto PADOC (linea 1 della seconda fase del piano di e-government), relativo alla
gestione e conservazione a lungo termine del patrimonio documentale (archivi di protocollo e archivi documentali). Questa iniziativa collegata anche allistituzione del Centro
interdisciplinare per la trasparenza amministrativa e i flussi documentali.

1.2.2 Linclusione dei piccoli Comuni


Lobiettivo di garantire un accesso alle reti regionali sufficientemente veloce
anche ai piccoli Comuni delle aree periferiche e di attrezzare tutti i Comuni con le strumentazioni e le competenze necessarie per sfruttarne i servizi laltra finalit prevalente
di molti progetti e, forse, costituisce la sfida pi grande in tutte le regioni - per la
costruzione del nuovo SPC.
Tra le esperienze volte a mettere i piccoli Comuni nelle condizioni, in primis
tecnologiche, per potersi connettere (sempre pi a banda larga) e fruire dei servizi a
loro rivolti si possono citare dai Report regionali le seguenti (lelenco esemplificativo
e non esaustivo; altri interventi specificamente dedicati alla banda larga si trovano nella
Tabella 1):

10

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

il progetto Entiloc@li in rete della Basilicata (5 M), che ha consentito ai Comuni


la realizzazione o adeguamento della rete LAN interna, integrata con la rete telematica
regionale (RUPAR), dei servizi di base per linteroperabilit dei servizi anagraci e
tributari, del sito web dellEnte e di un piano di formazione per lalfabetizzazione
informatica del personale;

il progetto PiCoLaB (APQ SI Lazio) che nellambito dellevoluzione della RUPAR intende
dotare le sedi di 210 Comuni (sotto ai 5.000 abitanti) sui 378 del Lazio con un
accesso a banda larga, sfruttando soluzioni tecnologiche alternative per le localit
non raggiunte da bra ottica o servizi x-DSL;

il bando rivolto in ottobre 2004 dalla Regione Marche ai piccoli Comuni per la
distribuzione di scanner, penne stampanti e altri accessori per poter fruire no in
fondo dei servizi per la gestione documentale sviluppate dal progetto di e-government
1 Avviso FDRM;

numerose iniziative della Regione Piemonte per contrastare con soluzioni wireless
lisolamento dei Comuni montani (si veda lo specico focus del Report regionale,
dedicato alle diverse dimensione del digital divide);

la Misura 6.3 POR Puglia Sostegno allinnovazione degli Enti Locali, che prevede
il sostegno agli EELL per garantirne lintegrazione in RUPAR2/SPC, relativamente
allaccesso a banda larga, allintegrazione delle anagra comunali nel sistema di
cooperazione applicativa, alla realizzazione di sistemi di workow documentale
e integrazione con i servizi RUPAR di posta elettronica certicata e di protocollo
informatico;

lintervento dellAPQ SI Sicilia Promozione della S.I. e dell'e-government negli EE.LL,


che prevede un capillare programma di informatizzazione degli EELL siciliani, che
saranno dotati di protocollo informatico e soluzioni Intranet, anche per avviare servizi
di e-government ai cittadini ed imprese;

diverse iniziative delle Regione Toscana rivolte ai piccoli Comuni e alle aree periferiche
(tramite le Comunit Montane), per il potenziamento degli accessi alla RTRT e delle
dotazioni tecnologiche necessarie per i servizi regionali, ad esempio quelli legati al
sistema di cooperazione applicativa CART;

11

RAPPORTO NAZIONALE 2005

il progetto INA/SAIA dellUmbria ha coinvolto la totalit dei Comuni nel popolamento

e aggiornamento dellIndice Nazionale delle Anagra (INA), creando le condizioni


per la prossima attivazione della Carta dIdentit Elettronica e altri servizi basati
sullINA;
gli interventi inseriti nellAPQ SI Veneto per sostenere linformatizzazione dei piccoli

comuni, soprattutto nelle zone obiettivo 2. Il monitoraggio delle applicazioni effettuato


dal CRC tramite losservatorio Reseau Veneto (si veda il Report Regionale, cap. 7)
ha mostrato infatti che, mentre linformatizzazione delle funzioni amministrative anagrafe, personale, tributi ecc. - alquanto avanzata, nellarea tecnica licenze
commerciali, pratiche edilizie, opere pubbliche, cartograa, sportello unico, polizia
municipale, biblioteche, gestione cimiteri - tuttora decisamente pi arretrata.
Un altro approccio rispetto allo stesso obiettivo quello che vede alcune
Regioni, Province e in prospettiva veri e propri centri servizi mettere a disposizione dei
piccoli Comuni piattaforme e servizi ad essi dedicati (lelenco seguente esemplificativo
e non esaustivo):
sul portale Basilicatanet i Comuni possono gestire i servizi della polizia locale, servizi

di pagamento e altri;
con il progetto E-GOV PLAT (APQ SI), la Regione Lazio si propone di realizzare una

piattaforma tecnologica infrastrutturale di interoperabilit e cooperazione applicativa


per realizzare un Centro Servizi Regionale, tra laltro anche per offrire servizi sussidiari
ai piccoli Comuni che non sono in grado di attivare autonomamente i servizi per gli
utenti nali;
in Emilia-Romagna ma casi analoghi sono segnalati anche in altre regioni - sono

numerose le esperienze di Sportello Unico per le attivit produttive (SUAP) con soluzioni
unicate gestite a livello provinciale con apposite piattaforme tecnologiche;
sempre in ambito servizi SUAP, il Friuli Venezia-Giulia conosce limportante esperienza

cresciuta inizialmente attorno alla Camera di Commercio di Pordenone del sistema


Enterprise, poi estesa a livello regionale con il progetto ImpresaFuturo;
in Lombardia, il progetto ITP (APQ SI) prevede lo sviluppo di una infrastruttura

tecnologica provinciale di Mantova che comprende anche lerogazione di servizi in


modalit ASP;

12

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

in Piemonte, stato messo a disposizione di tutti gli utenti della RUPAR uno specico
portale, Ruparpiemonte, per la fruizione dei servizi rivolti agli enti stessi, che
comprendono applicazioni cooperative (SUAP, Anagrafe delle Attivit Economiche e
Produttive, Servizio Riscontro Autocerticazioni e altri), nonch applicazioni gestionali
in rete (modalit ASP) per la gestione del personale, servizi di protocollo, gestione
delle diverse tipologie di atti, gestione pratiche ecc.;

in Provincia Aut. di Trento, il progetto PI-TRE (Protocollo informatico Trentino) prevede


lo sviluppo di una soluzione comune che coinvolger 200 Aree Organizzative Omogenee
(su 223 Comuni), circa 2000 persone e un carico di 2,5 milioni di documenti su base
annua. A sua volta, il Consorzio dei comuni trentini sta predisponendo un nuovo
portale per gli enti locali che metter a disposizione di tutti funzionalit semplici, ma
avanzate, per poter gestire anche autonomamente un proprio sito (il 50% dei Comuni
risulta non disporre ancora di un sito, ma si ricorda che i Comuni trentini sono quasi
tutti molto piccoli);

la Provincia di Ragusa con il progetto HYBLAE (avviso reti civiche del POR Sicilia)
sta predisponendo servizi anche applicativi per i Comuni del territorio;

in Umbria, il progetto PITS Portale regionale dei servizi conterr il Sito dei servizi
dellente, integrato con quello istituzionale di ciascun ente, eventualmente ospitato
sullo stesso sito. Il progetto InterPA punta invece ad offrire in modalit remota (ASP)
servizi applicativi a norma per il protocollo informatico, la gestione documentale e la
rma elettronica certicata;

il WP6 dellAPQ SI Veneto prevede di mettere a disposizione degli EELL in modalit


ASP soluzioni informatiche per: demograa e stato civile; contabilit nanziaria
ed economico patrimoniale; personale; tributi e ICI; attivit produttive e gestione
pratiche edilizie (soluzione sviluppata nellambito del progetto 1 Avviso SUAPED).
Il WP11 a sua volta metter a disposizione in modalit ASP il portale per gli EELL MY
Portal.
Infine, con una logica che spesso incrocia quelle precedenti, il sostegno ai pic-

coli Comuni passa e passer sempre di pi attraverso la promozione e il sostegno di forme


aggregate, associative, che garantiscano il raggiungimento di soglie minime di scala per
la gestione dei servizi. Al di l delle numerose esperienze di sviluppo di servizi di e-

13

RAPPORTO NAZIONALE 2005

government in forma aggregata nellambito del 1 Avviso di e-government, si riportano


dai Report regionali altri casi (lelenco seguente esemplificativo e non esaustivo):
in Basilicata, i multiprogetto di Entiloc@li in rete, proposti dai Comuni in forma

aggregata, hanno beneciato di un nanziamento aggiuntivo del 30%;


in Campania liniziativa del POR Cluster - Progetti idea Pubblica Amministrazione ha

nanziato iniziative che coinvolgono quasi tutti i Comuni e le loro forme associative,
raggruppate per temi afni: accessi per soggetti svantaggiati e disabili, anagrafe
integrata, gestione del territorio, riorganizzazione dei processi interni ecc.;
in Emilia-Romagna, le esperienze di gestione associata a Parma (polo catastale Terre

Verdiane), Reggio Emilia (sperimentazione di VPN per condividere risorse informative


e altre risorse), Modena, Bologna e Ferrara;
Di particolare interesse
sono i dati, riportati nel
cap. 10 del Report Regionale
Lombardia, sui costi annuali di gestione dei Siscotel
(totale e per abitante),
nonch i costi per i servizi pi comuni (demografici, territoriali e gestione
entrate/uscite comunali).
Importanti, anche se non
troppo incoraggianti, sono
le considerazioni sulle difficolt realizzative e gestionali dei Centri Servizi.
5

in Lombardia, forse liniziativa pi importante al momento a livello nazionale, vi il

programma Siscotel per la creazione di reti e la gestione associata di archivi informativi


e servizi tra piccoli Comuni e il collegamento in banda larga alla rete regionale. Sui
bandi dal 2001 al 2003 sono stati nanziati i progetti di 52 aggregazioni con ben 518
Comuni coinvolti, per un valore di quasi 40 M(5);
in Piemonte, i progetti afferenti alle Iniziative a Supporto dellAssociazionismo e della

Cooperazione tra Comuni progetto ISACCO, tendenzialmente centrate su soluzioni


wireless e il progetto SiFa (Sperimentazione dellInnovazione nelle Forme Associative),
volto a promuovere linnovazione tecnologica e la cultura del lavoro in rete nelle forme
associative di Comuni (nato nel 2003, coinvolte circa 50 Comuni);
in Puglia, molti dei 18 progetti nanziati sulla Mis. 6.2 del POR azione c) bando

Iniziative a sostegno del sistema delle Autonomie Locali prevedono iniziative


congiunte tra enti per lo sviluppo di portali territoriali, sportelli unici ecc.;
in Sicilia, sullavviso reti civiche sono stati nanziati 46 progetti che coinvolgono

360 Comuni (il 92% del totale regionale) per un valore di 33 M;


in Veneto, il Docup obiettivo 2 comprende due progetti di centri tecnici e di servizi

per il territorio che coinvolgono 60 Comuni nel bellunese e altrettanti nel basso
veronese.

14

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

1.2.3 La sfida dellerogazione dei nuovi servizi e del loro


utilizzo
La ricognizione svolta sinora ci permette di dire che, dallattenzione prevalente
sino a qualche anno fa allinnovazione interna dei sistemi informativi di ciascun ente,
in particolare delle Regioni e degli Enti locali di medio-grandi dimensioni, si passati
sicuramente questo lelemento caratterizzante della fase attuale - allinnovazione di
sistema, che punta a coinvolgere linsieme degli enti territoriali nella costruzione appunto
di un sistema a rete di servizi per i cittadini e le imprese.
La sfida attuale verso linterno della PA quindi, come abbiamo visto, la costruzione del nuovo sistema di connettivit e cooperazione, garantendo in questo linclusione dei piccoli Comuni e, a breve, sar quella della riorganizzazione e integrazione del
back-office della PA (sfruttando anche le potenzialit della banda larga) e delladozione
di modelli gestionali sostenibili, che diano evidenza di una maggiore efficienza, possibilmente generando risparmi da reinvestire nellinnovazione.
La sfida principale verso lesterno con ripercussioni in ultima istanza anche
sulle precedenti - chiaramente quella della rapida messa a disposizione dei nuovi servizi
sempre pi in ottica multicanale, compreso lutilizzo della televisione digitale terrestree della loro promozione, affinch gli utenti ne facciano quanto prima un utilizzo intensivo, con i benefici attesi che dovrebbero derivarne per gli utenti stessi e per la PA.
Una fotografia dello stato attuale dei servizi disponibili online, in particolare
sui siti dei Comuni con pi di 10.000 abitanti, fornita nel capitolo 9 del presente rapporto e, con maggiori dettagli per le singole realt territoriali, in unapposita sezione di
ciascun Report regionale. La situazione che emerge da unanalisi sistematica e cos su
larga scala quindi non dalla considerazione di singoli casi eccellenti - non particolarmente positiva, dato che solo il 25% dei siti analizzati presentava almeno un servizio
interattivo e su circa 15.000 servizi censiti, solo 620 (il 4%) erano di tipo interattivo
(possibilit di inoltro on line di dati/pratica ed eventualmente di completamento della
transazione, senza lo spostamento fisico dellutente).
Nel capitolo 4 del rapporto, lanalisi dello stato di avanzamento dei progetti 1
Avviso che comunque coprono solo una parte dei processi di innovazione in atto sul
territorio - fornisce una parziale spiegazione della situazione sopra evidenziata, mostrando come i progetti di tipo infrastrutturale siano mediamente in una fase pi avanzata

15

RAPPORTO NAZIONALE 2005

di realizzazione rispetto ai progetti che dovranno erogare i servizi agli utenti finali. Le
infrastrutture sono in genere appunto abilitanti per la gestione ed erogazione dei servizi,
quindi corretto e opportuno che siano pronte per prime. I progetti per i servizi finali,
daltro canto, sono spesso molto complessi e articolati da gestire e scontano quindi anche
ritardi sulla tabella di marcia prevista inizialmente. Molti di essi, inoltre, prevedono il
rilascio dei servizi tutti assieme alla fine del progetto.
Un aspetto che attiene sempre al tema delle soluzioni abilitanti la diffusione delle smart card per laccesso sicuro ai servizi on line (e per la firma digitale), oggi
standardizzate e normate come Carta Nazionale (o Regionale) dei Servizi (CNS/CRS)
- sta conoscendo unimportante accelerazione nellultimo periodo, descritta in sintesi nel
capitolo 8 del presente rapporto e documentata meglio in numerosi Report regionali.
Mentre i vari tasselli stanno componendo il quadro delle condizioni ottimali per
il pieno dispiegamento dei servizi di e-government, le esperienze sul territorio stanno
comunque moltiplicandosi, raggiungendo in alcuni casi una scala di utenza significativa.
Sanit
Il settore della sanit emerge certamente in gran parte delle regioni come
oggetto di importanti investimenti, culla di sviluppi innovativi e prime esperienze di
utenza su larga scala.
Nellambito degli APQ SI, la sanit appare come settore destinatario diretto del
12% degli investimenti previsti in gran parte, in questo caso, per gli interventi dei
programmi del MIT per il Mezzogiorno (e nel Lazio) - ma la numerosit delle iniziative in
tutte le regioni riflette chiaramente investimenti significativi con fondi propri regionali.
Rispetto ai finanziamenti CIPE-MIT, di particolare interesse risulta la strategia
definita dalla Regione Sardegna sulla sanit, che vede lintegrazione dei tre progetti dei
programmi MIT per il Mezzogiorno Rete dei Medici di Medicina Generale, telemedicina
specializzata e tele-formazione con servizi a banda larga - in ununica iniziativa per la
Sanit elettronica e azioni ad essa complementari nellintervento APQ SI e-Government
Regionale, in particolare, sottointervento sui servizi ai cittadini, centrato sulla creazione
dellanagrafe degli Assistiti (che sar aggiornata tramite i servizi INA-SAIA, portati a tutti
i Comuni anche a questo fine).
La sanit il settore nel quale stato definito lo stesso standard della CNS e, in
generale, per i cui servizi previsto lutilizzo su larga scala delle carte a microprocessore.
In attesa che vengano utilizzati tutti i 9 milioni di carte distribuite ai cittadini lombardi,
le transazioni sul SISS - Sistema di comunicazione e cooperazione per strutture e ope-

16

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

ratori socio-sanitari e cittadini, rappresentate soprattutto da prescrizioni farmaceutiche


o ambulatoriali, sono gi aumentate da 1,9 milioni nel 2003, a 5,4 milioni nel 2004 e,
proiettando i dati di inizio 2005, potrebbero raggiungere i 10 milioni entro fine anno.
Anche Friuli Venezia-Giulia (progetto SMART), Liguria, Toscana e Veneto prevedono la distribuzione di CRS per laccesso a servizi della sanit. LAbruzzo la regione che
ha sperimentato per prima su larga scala la Tessera Sanitaria (con sola banda magnetica)
e lesperienza dovrebbe essere estesa allUmbria.
Sempre in tema di innovazione, la migliore gestione della spesa sanitaria la
prima finalit per la quale sono stati attivati mercati digitali e sistemi di e-procurement
a livello regionale in Emilia-Romagna (progetto Intercent), Lombardia (progetto SInTel),
Marche (progetto e-Market) e Provincia Autonoma di Trento (progetto Centrale acquisti/eprocurement).
Nel campo della sanit si registrano gi esperienze interessanti di collaborazione e riuso delle soluzioni (ad es. il progetto ASSIST vede Umbria e Veneto collaborare sul
sistema di gestione delle prescrizioni) e le compensazioni sanitarie sono uno dei temi
prescelti per lo sviluppo di soluzioni di cooperazione applicativa interregionale nellambito del progetto ICAR (si veda il cap. 7.2).
Anche sotto il profilo dellinnovazione organizzativa e culturale, il Report
regionale Marche documenta lampio processo di cambiamento della sanit regionale,
fortemente basato sulle ICT, ma anche sulla riorganizzazione profonda del comparto
(con listituzione dellAzienda Sanitaria Unica Regionale, ASUR), avviato nelle Marche nel
2004 con il Piano Regionale di Azione per le-health. La migliore gestione delle risorse e
dellaccesso alle prestazioni dei cittadini sono i due obiettivi principali, ma si segnalano
anche la volont di dare massima trasparenza allazione amministrativa (tutti gli atti
sono pubblicati su web), di creare un magazzino della conoscenza del sistema sanitario
regionale e di migliorare la comunicazione istituzionale sia verso gli operatori sanitari,
sia verso il cittadino.
Altre esperienze di servizi diffusi
Al di fuori del settore sanitario, alcune esperienze di servizi gi utilizzati su
larga scala citate nei Report regionali sono:

in Lombardia, la gestione delle pratiche agricole sul sistema SIARL con 280.000
transazioni nel 2003 e circa il doppio nel 2004; diversi servizi gi attivi del progetto
PolisComuneamico.net (Bergamo);

17

RAPPORTO NAZIONALE 2005

in provincia di Bolzano, i servizi dedicati al mondo del lavoro. Borsa Lavoro attivo

dal 2000, ha attualmente circa 40.000 visitatori mensili e oramai il 50% delle offerte
di lavoro e il 30% delle domande passano online. Il servizio Notel/ProNotel, per la
notica di assunzione/cessazione online dei rapporti di lavoro riguarda oggi il 16%
delle notiche, con lobiettivo del 50% entro il 2008;
in provincia di Trento, il portale vivoscuola con servizi di informazione, community, ma

anche interattivi (es. prenotazione incontri con docenti) registra una media giornaliera
di oltre 10.000 accessi (3 milioni nel 2004). Il sito gestito dall'Ufcio del F.S.E. della
Provincia offre alle imprese e agli enti di formazione professionale diverse funzionalit:
registrazione utente; accreditamento (strutture formative); presentazione proposte
progettuali; gestione dei progetti e svariate funzioni amministrative connesse. In
totale, sono stati presentati on line 2.148 progetti formativi (437 aziendali e 1.711
attivit corsuali), dei quali nanziati e in gestiti on line 1.168;
in Toscana, il sistema di servizi IDOL per il lavoro e il sistema per la formazione a

distanza realizzato dal progetto TRIO, gi in uso per la formazione professionale e in


estensione al mondo scolastico.
In generale, i dati sui nuovi servizi di e-government sono in rapida evoluzione;
la curva di rilascio dei servizi ha infatti avuto nella prima met del 2005 una significativa
impennata.
Multicanalit e intermediari
Lo sviluppo di unofferta multicanale appare chiaramente sempre pi importante
nella prospettiva di ampliare lutenza dei nuovi servizi, raggiungendo in particolare le
fasce di popolazioni che non utilizzano il computer.
La televisione digitale interattiva (TDT) rappresenta unopportunit importante
in tale direzione e, oltre alla breve sintesi nel capitolo 5 sugli avvisi nazionali del 2004
per il cosiddetto T-government, i Report regionali documentano ampiamente le proposte
avanzate dalle Regioni ed Enti locali su tali avvisi.
Esperienze che riguardano invece lo sviluppo di centri servizi al cittadino con call
Entro i primi 6 mesi di funzionamento, il canale CUP
arrivato a coprire quasi il
16% delle 80.000 richieste
di prenotazione registrate
nel mese di dicembre 2004.
6

center, sistemi di messaggistica sms e simili sono descritte in particolare nei Report di:
Basilicata, dove il Centro Servizi della Regione svolge funzioni di Call Center Sanitario6,

di Contact Center, di Supporto allInnovazione Dipartimentale e Servizi Informativi e


di Animazione Multimediale per il portale Basilicanet.it,

18

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Lazio, che segnala tra gli altri il servizio Viterbo SMS, che consente, ad utenti iscritti,
di ricevere notizie (allinizio solo informative) su eventi e news pubblicati sul sito
comunale e, in prospettiva, scadenze o esiti di procedimenti che interessano il singolo
cittadino;

Umbria, con riferimento ai progetti SAC (Servizi al Cittadino) e Contact Center CCUmbria.
In unaccezione diversa, il problema dellarticolazione dei canali di erogazione

dei nuovi servizi funzionale alle diverse categorie di utenza richiama la questione fondamentale del coinvolgimento dei cosiddetti intermediari associazioni di categoria e
ordini professionali - in particolare per quanto riguarda i servizi alle imprese, ma anche
per i servizi al cittadino: si pensi al ruolo di commercialisti, geometri ecc. ma anche delle
associazioni di volontariato in campo socio-assistenziale. Le esperienze in questa direzione non sono ancora moltissime, ma iniziano ad essere significative:

in Basilicata, il progetto Internet Social Point ISP, prevede lattivazione presso


associazioni no-prot di punti di accesso assistito ai servizi della PA;

nel Lazio, il progetto eGov_Plat prevede servizi specicamente rivolti a professionisti


e associazioni di categoria, in quanto utilizzatori intensivi ed evoluti dei servizi egovernment per cittadini e imprese;

in Puglia, la Misura 6.2 area 1 del POR specicamente orientata al terzo settore
e alleconomia sociale, mentre nella stessa Misura, lazione c) bando Iniziative a
sostegno del sistema delle imprese e professioni ha nanziato 29 progetti proposti
dalle rispettive associazioni di rappresentanza, con oltre 30 M di contributi per
50 M di costo degli interventi. molto interessante lanalisi proposta nel Report
regionale sui servizi previsti dai progetti, che danno unidea della gamma ampia di
innovazioni (pi o meno innovative) che potrebbero intraprendere le associazioni e
gli ordini professionali a benecio dei propri associati;

in Toscana, nella direzione che pervade in modo molto marcato le nuove politiche
della Regione per la SI di sempre maggiore coinvolgimento della societ regionale nei
processi di innovazione, previsto lo sviluppo di un rapporto sistematico e capillare
con le associazioni di categoria, gli ordini professionali e altre realt associative
nei progetti co-nanziati dalla Regione, in particolare tramite i bandi linea 2 di
e.Toscana.

19

RAPPORTO NAZIONALE 2005

1.2.4 Azioni per diffondere le conoscenze e laccesso


alle nuove ICT
Per quanto si possa intervenire sulla progettazione dei servizi e sui loro canali
di erogazione per facilitarne lutilizzo da parte dei cittadini, evidente che esistono
numerosi ostacoli da superare anche dal lato degli utenti stessi, in termini soprattutto
di conoscenze e capacit di utilizzo dei nuovi dispositivi di erogazione/accesso, in particolare di tipo informatico, e di disponibilit degli stessi. Si ritiene inoltre giustamente
che, al di l dellaccesso ai servizi di e-government, lutilizzo delle nuove tecnologie sia
funzionale oramai a sfruttare innumerevoli altre opportunit che incidono sulla vita personale, famigliare e professionale.
Per queste ragioni, diverse amministrazioni hanno avviato iniziative rivolte ad
affrontare direttamente questi problemi, nei confronti della popolazione in generale o di
categorie specifiche (anziani, disabili, genitori ecc.):
la Regione Basilicata ha portato avanti negli anni scorsi il progetto Un computer

in ogni casa (40.000 PC distribuiti) e ne ha rinnovato le nalit con svariate nuove


iniziative del programma Cittadinanza elettronica (sostenuto anche dalliniziativa
SAX promossa dal MIT per il Mezzogiorno), tra cui lassegnazione di contributi
allacquisto di PC, allottenimento della patente ECDL e alla dotazione di CNS a circa
50.000 cittadini che hanno presentato domanda;
le altre Regioni del Mezzogiorno che hanno aderito ai progetti CAPSDA e SAX vedranno

anchesse interventi per agevolare le dotazioni tecnologiche, per la creazione di centri


di accesso pubblico a Internet pi o meno presidiati ecc.;
in Calabria, il Progetto CISD (APQ SI) prevede che i Comuni organizzino iniziative

informative sulle opportunit della SI rivolte a speciche categorie della societ


civile;
in Campania, liniziativa del POR Cluster - Progetti idea Pubblica Amministrazione

vede nel cluster Accessi semplicati tre progetti rivolti specicamente a soggetti
svantaggiati e disabili. Inoltre, la riprogettazione del portale della Regione Campania
stata tutta improntata a garantire la massima accessibilit e usabilit del sito;
in Emilia-Romagna, le esperienze di promozione e di monitoraggio dei Punti di accesso

pubblico a Internet nelle province di Parma e di Modena;

20

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

in Liguria, le due integrazioni dellAPQ Liguria in rete hanno riguardato la Terza


et e Welfare nella Societ dellInformazione e poi la Carta Regionale dei Servizi
per la Terza et. Il Report regionale illustra in dettaglio i risultati ottenuti, tra i
quali: 4090 anziani che hanno partecipati al progetto, 45.000 cittadini che si sono
rivolti agli sportelli Liguria informa e due Call Center aperti (uno con un numero verde
informativo e uno per assistenza alla formazione) che rispondono rispettivamente a
circa 700 e 100 chiamate al giorno;

nel Lazio, il progetto CADIT (APQ SI) render disponibili sul territorio 70 Centri di
accesso e diffusione dellinnovazione tecnologica, con connessioni a banda larga
e accesso ai servizi a costi molto contenuti, fornendo nel contempo opportunit
di acquisire le conoscenze di base e avanzate sia della tecnologia che dei servizi
disponibili;

in Piemonte, la Provincia di Torino e lAssociazione Torino-Internazionale, insieme a


20 Comuni e a 7 Comunit Montane, hanno realizzato una rete di centri sul modello
degli Internet-Caf destinati ai giovani e gestiti da giovani, per favorire la creativit
culturale e artistica, utilizzando le nuove ICT;

in Puglia, i 18 progetti nanziati sulla Mis. 6.2 azione c) bando Iniziative a sostegno
del sistema delle Autonomie Locali propongono diverse combinazioni di attivit per
i cittadini di formazione, semplicazione, stimolo alla partecipazione ecc. dotazioni
tecnologiche nelle famiglie e punti di accesso pubblici ai servizi in rete;

sempre in Puglia, si segnala la particolare attenzione della politica regionale per la SI


ai disabili (oggetto di specico focus nel Report regionale). Tra laltro, le prime 25.000
CNS previste per l'introduzione sperimentale presso un gruppo di utenti selezionati
riguarderanno proprio i disabili, nell'ambito di una strategia pi articolata mirata
proprio a sfruttare al massimo le opportunit delle ICT a loro benecio;

nella provincia di Bolzano, il progetto KidsNet (linea 1 della seconda fase di egovernment) svilupper infrastrutture e servizi per dare ai genitori e altre gure di
riferimento per i giovani (comprese scuole e centri giovanili) un aiuto pratico per
lutilizzo di Internet in modo regolamentato e sicuro;

21

RAPPORTO NAZIONALE 2005

in Toscana prevista la creazione della rete di Punti di accesso assistito ai servizi

(PAAS), con 250 punti gi proposti a marzo 2005 su un obiettivo di circa 380 in tutto
il territorio regionale.
Al di l delle iniziative segnalate, si possono certamente considerare parte di
unazione volta ad aumentare la conoscenza e il coinvolgimento dei cittadini nella SI
tutte le iniziative che ricadono nel programma di sviluppo delle-democracy lanciato dalla
linea 4 del piano di e-government fase 2. Dei progetti presentati e approvati sul relativo
avviso si parla in modo aggregato nel capitolo 6 del presente Rapporto, ma anche in modo
alquanto dettagliato in quasi tutti i Report regionali.
Nella Provincia di Trento, il progetto ProVotE ha realizzato un interessante processo di preparazione e analisi sociale sulle propensioni allutilizzo del sistema di voto
elettronico e altre problematiche inerenti il coinvolgimento della popolazione nell'uso
delle nuove tecnologie, sviluppate in collaborazione con lUniversit di Trento.

22

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

2. Gli accordi di programma quadro


per la Societ dellInformazione7
2.1 LIntesa Istituzionale di Programma
e gli APQ
Da qualche anno, la cornice dei rapporti tra Stato e Regioni finalizzati a favorire lo sviluppo socio-economico, nella prospettiva di trasformazione dello Stato in senso
federale, rappresentata dallIntesa Istituzionale di Programma (IIP)8, atto politico
siglato con il Governo da ciascuna Regione. Tutte le Regioni italiane e le due Province
autonome hanno sottoscritto lIntesa e buona parte di esse ha gi provveduto a integrare
il testo originario, individuando per lo pi nuovi settori di intervento. Con lIIP, infatti, si
concordano gli obiettivi, i settori e le aree dove effettuare gli interventi infrastrutturali
di interesse comune per lo sviluppo del territorio regionale.

Il presente capitolo
stato redatto da Anna
Picot, responsabile Ufficio
Rapporti e Accordi di programma con le Regioni e gli
Enti Locali, CNIPA Airel,
e da Milena Fasanella Staff
Centrale progetto CRC,
con contributi di Stefano
Kluzer, Giada Maio e Marco
Schiaffini.

LIIP istituita con la


legge n.662 del 23 dicembre
1996 che detta una nuova
disciplina per la programmazione negoziata. La delibera CIPE n.29 del 21 marzo
1997 e successive delibere
integrative o modificative
specificano le finalit, le
modalit attuative nonch
gli impegni dei soggetti
sottoscrittori dellIIP.
8

In questo quadro, si colloca lAccordo di Programma Quadro (APQ) che si configura come lo strumento di programmazione negoziata che pi si adatta alle azioni di
coordinamento dei diversi livelli istituzionali (locale, regionale, nazionale, europeo) coinvolti nellattuazione di processi di sviluppo economico territoriale. LAPQ sottoscritto dai
dirigenti di settore della Regione, del Ministero dellEconomia e delle Finanze (MEF) e dellAmministrazione centrale competente per la natura e il settore di intervento previsti.
Gli APQ consentono di integrare e rendere coerenti le strategie definite nei piani
e nei programmi strategici di settore europei, nazionali e regionali, raccordando le diverse
fonti di finanziamento e generando significativi incrementi delle risorse disponibili.
Tale strumento di programmazione, inoltre, per la natura dei soggetti coinvolti
nel processo, promuove la logica della condivisione e della partecipazione attiva degli
enti locali presenti sul territorio.
Gli APQ e le IIP, infine, sono stati dotati di adeguate strutture di governance per
laccompagnamento, lattuazione e il coordinamento delle azioni previste, costituite dal
Comitato Istituzionale di Gestione (CIG) - organo politico, composto dai rappresentanti del Governo e della Giunta della Regione o Provincia Autonoma - con il compito di
verificare periodicamente il raggiungimento degli obiettivi previsti nei programmi, che si
avvale, per gli aspetti tecnici, del Comitato Paritetico di Attuazione dellIntesa (CPA),
organo tecnico composto dai rappresentanti (direttori generali) delle amministrazioni
coinvolte. Nel caso degli APQ per la societ dellinformazione, stata introdotta, su proposta del CNIPA, una specifica struttura di accompagnamento: il Comitato tecnico dellAPQ.
23

RAPPORTO NAZIONALE 2005

La delibera CIPE n. 20 del 29 settembre 2004 introduce un percorso di semplificazione e modifica della disciplina sulle intese; in particolare si prevede lemanazione
di una delibera del CIPE, sentita la Conferenza Stato-Regioni nella quale ..verranno
disciplinate le modalit per rafforzare il governi delle Intese istituzionali di programma
ed in particolare il ruolo dei Comitati istituiti nel loro ambito, al fine di garantire che,
allulteriore rafforzamento delle Intese come strumento di programmazione economica
integrata, si accompagni lefficace attuazione degli interventi.
Nelle more delladozione di tale delibera si indica il percorso semplificato per
la riprogrammazione delle eventuali economie determinatesi, anche individuando nuovi
interventi mediante comunicazione al CIG da parte del Responsabile dellAPQ condivisa
con i soggetti sottoscrittori. Anche questultima condivisione riportata in sede di
Comitato tecnico dellAPQ.

2.2 Gli APQ per la societ


dellinformazione
Si fa riferimento ai documenti Le-government per
un federalismo efficiente:
una visione condivisa, una
realizzazione cooperativa,
approvato dalla Conferenza
Unificata nella seduta
del 24 luglio 2003 e Legovernment nelle regioni e
negli enti locali: II fase
di attuazione approvato
dalla Conferenza Unificata
nella seduta del 26 novembre 2003.
9

LAPQ stato individuato quale strumento principale per lattuazione delle politiche di sviluppo della societ dellinformazione e delle-government nei territori regionali, sia nel documento della cosiddetta Visione Condivisa, sia nel piano di attuazione
della fase 2 delle-government9.
In particolare, nella Visione Condivisa previsto il ricorso allAPQ quando lattuazione dellinnovazione preveda sul territorio:
un insieme di azioni relative allattuazione o al riuso dei principali sistemi federati

di settore, . Obiettivo di questo insieme di azioni sar il completamento di processi


innovativi avviati con i progetti di e-government, sia per ci che riguarda la copertura
dei servizi prioritari, sia per ci che riguarda le amministrazioni coinvolte;
la condivisione e la partecipazione attiva di tutte le tipologie di enti locali del

territorio: Comuni, Province, Comunit montane;


forme di co-nanziamento per garantire adeguate strutture di attuazione e gestione

delle azioni previste, anche mediante lutilizzo dei Centri Regionali di Competenza per
le-government e la societ dellinformazione.
Analogamente, il documento sulla seconda fase di attuazione prevede la realizzazione di parte degli interventi delle linee dazione con linserimento degli stessi in APQ.
Ladozione dellAPQ come strumento di attuazione sul territorio delle politiche
nazionali di settore stata una scelta derivante soprattutto dalle seguenti considerazioni:

24

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

la molteplicit dei nanziamenti nazionali e comunitari, destinati o destinabili allegovernment e in generale alla SI, convergenti sulle regioni, necessita di un quadro
programmatico unitario che garantisca la migliore efcacia degli interventi da
realizzare;

listituzione del Ministro per linnovazione e le tecnologie, e delle strutture di cui si


avvale, ha contribuito a sviluppare e consolidare un insieme di relazioni bilaterali e
multilaterali tra Governo, Regioni e Autonomie locali, che ha permesso di elaborare e
condividere strategie e programmi per linnovazione del settore pubblico locale.

2.3 Le risorse finanziarie per gli APQ SI


Data la natura dellAPQ, possono confluire in esso diverse tipologie di fondi,
destinati in modo certo alla copertura finanziaria degli interventi che lo costituiscono:

risorse ordinarie, nazionali e regionali

risorse aggiuntive nazionali per le aree sottoutilizzate (FAS)

risorse aggiuntive comunitarie

Risorse ordinarie
Le risorse ordinarie nazionali del MIT che finanziano interventi degli APQ SI
sono rappresentate, fino ad oggi, da una quota dei fondi nazionali derivanti dalla vendita
delle licenze UMTS (DPCM del 14 febbraio 2002) destinati allattuazione del piano di egovernment. Attualmente convergono negli APQ i cofinanziamenti della seconda fase di
e-governmet assegnati alla linea 1 per lo sviluppo di servizi infrastrutturali locali e SPC
(per un totale di 35 milioni di Euro).
Secondo le procedure previste dallapposito Avviso per la selezione dei progetti,
pubblicato in G.U.R.I. n.127 del 1 giugno 2004 (si veda il cap. 5), a fine aprile 2005,
sette Regioni avevano sottoscritto con il CNIPA APQ contenenti tali interventi: Friuli
Venezia-Giulia, Veneto, Sardegna, Valle dAosta, Basilicata, Lombardia e Toscana. Entro
lestate prevista lintegrazione di gran parte degli Accordi con le restanti Regioni, destinatarie dei cofinanziamenti.
Negli APQ convergono anche le risorse ordinarie regionali, assegnate al settore
societ dellinformazione con leggi regionali, per la realizzazione dei piani e programmi
strategici di cui ogni Regione si dotata in questi ultimi anni. La Tabella 3 pi avanti
mostra che il valore di questi fondi negli APQ stipulati al 30 aprile 2005 si avvicina ai
50 milioni di Euro.
25

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Risorse aggiuntive nazionali per le aree sottoutilizzate: "FAS"


Le risorse aggiuntive nazionali, espressamente destinate alle aree sottoutilizzate, sono quantificate ogni anno dalla legge finanziaria e assegnate dal CIPE con lobiettivo di perseguire il riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese, sancito
dal V comma dellarticolo 119 della Costituzione.
La legge n. 289 del 27 dicembre 2002 (Finanziaria 2003) ha introdotto, con gli
artt. 60 e 61, disposizioni che migliorano lefficacia e accelerano leffettivo utilizzo delle
risorse aggiuntive nazionali destinate alle aree sottoutilizzate, coincidenti con lambito
territoriale delle aree depresse di cui alla legge n. 208/98. In particolare, la finanziaria
2003 ha unificato tutte le risorse aggiuntive nazionali in due Fondi intercomunicanti per
le aree sottoutilizzate, attivi presso il Ministero dellEconomia e delle Finanze e presso il
Ministero delle Attivit Produttive. I due Fondi, caratterizzati dalla comune ispirazione e
dalla gestione unitaria (demandata al CIPE), possono considerarsi alla stregua di un unico
Fondo per le Aree Sottoutilizzate denominato FAS.
Le disponibilit del FAS sono suddivise annualmente dal CIPE tra programmi
nazionali e programmi regionali. Le risorse destinate ai programmi regionali sono ripartite, sempre mediante delibere CIPE, tra le regioni/province autonome sulla base di coefficienti concordati in sede di Conferenza Stato-Regioni, in coerenza con il criterio generale
di destinazione territoriale delle risorse.
Il CIPE stabilisce anche i criteri e le modalit di attuazione degli interventi,
degli investimenti pubblici, degli incentivi a valere sulle risorse del predetto Fondo per le
aree sottoutilizzate, da attuarsi nellambito e con le procedure previste per gli APQ.
In coerenza con i principi comunitari per lutilizzo dei fondi FESR, le delibere
CIPE prevedono nei confronti delle Amministrazione centrali e delle Regioni/Province
Autonome adempimenti perentori che:

in caso di mancato rispetto, comportano il taglio dei nanziamenti;

stabiliscono e mettono in relazione il monitoraggio degli interventi e il prolo di


spesa ad alcune performance di premialit;
attribuiscono, inne, risorse premiali ovvero determinano decurtazioni progressive

delle risorse assegnate qualora non siano raggiunti gli obiettivi pressati.
Il riparto del FAS per il periodo 2003-2005, adottato con delibera CIPE del 9
maggio 2003 n.17, Ripartizione delle risorse per interventi nelle aree sottoutilizzate,
rifinanziamento della legge 208/1998 per il triennio 2003/2005, e successive integrazioni, ha assegnato diverse quote di finanziamento al MIT e alle Regioni per programmi
di sviluppo della societ dellinformazione.
26

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Similmente, con il riparto del FAS del 2004, adottato con la delibera CIPE del 29
sttembre 2004 n. 20, Ripartizione delle risorse per interventi nelle aree sottoutilizzate,
rifinanziamento della legge 208/1998 periodo 2004/2007, sono stati assegnati finanziamenti per le iniziative per la societ dellinformazione indicate nei programmi nazionali
del MIT e per i programmi regionali.
Nello stesso anno, con delibera CIPE n.19 del 29 settembre 2004, su richiesta del
Ministro per lInnovazione e le Tecnologie, stata assegnata alle Regioni del Centro-Nord
una ulteriore quota destinata ad interventi nel settore della societ dellinformazione.
Alcune Regioni, inoltre, hanno destinato parte della quota FAS, ad esse assegnata dal CIPE per programmi a titolarit regionale, ad interventi nel settore societ dellinformazione, portando lammontare complessivo di finanziamenti CIPE disponibile ad oggi
per tale settore a 894 milioni di Euro, distribuiti come indicato nella tabella seguente.
Lelenco dei progetti che compongono i programmi del MIT per il Mezzogiorno.
riportato alla Tabella 6, in fondo al capitolo.

Il valore riportato in
fase di definizione.
10

Tabella 2 Finanziamenti per la societ dellinformazione, FAS 2003-2005 e 2004-2007


Programma

Risorse assegnate
(mln )

Programma per il Sud e non solo

126

Obiettivi di rafforzamento della societ dellinformazione Programma ICT


per leccellenza dei territori

100

Programma per lo sviluppo dei servizi a banda larga nelle Regioni del
Mezzogiorno

150

Delibera CIPE 17/2003


Programmi di competenza regionale

Risorse gestite da Regioni del Centro Nord destinate ad iniziative per la SI

39

Risorse gestite dalle Regioni, da queste assegnate al settore SI

108

Delibera CIPE 20/2004


Programmi Nazionali del MIT per le
regioni del Mezzogiorno

Interventi di nanza innovativa per lo sviluppo dellHigh Tech nel Mezzogiorno 100

Delibera CIPE 17/2003


Programmi Nazionali del MIT per le
regioni del Mezzogiorno

Piano integrato per formare la societ del Sud allutilizzo della Rete

19

Integrazione delle-government regionale e centrale nelle regioni del Meridione 12


- IRE-SUD

Delibera CIPE 20/2004


Programmi di competenza regionale

Delibera CIPE 19/2004


Programmi di competenza regionale

Ponte digitale dellarea dello Stretto

Risorse gestite da Regioni del Centro Nord destinate ad iniziative per la SI

23,8

Risorse gestite dalle Regioni, da queste assegnate al settore SI

187,510

Risorse gestite da Regioni del Centro Nord destinate ad iniziative per la SI

21

Totale

894,3

Fonte: dati CNIPA-AIREL

27

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Risorse aggiuntive comunitarie


11
Affinch le risorse comunitarie trasferite allItalia per lObiettivo 1 siano
riconosciute addizionali
rispetto al complesso dellintervento nazionale, pena
la sospensione di tali contributi, lItalia deve rispettare
obiettivi di spesa interna.
Questi obiettivi finanziari
sono fissati nel c.d Quadro
Finanziario Unico dove vengono presentate, distintamente per il Mezzogiorno
e per il Centro- Nord, previsioni programmatiche di
spesa in conto capitale
della PA, distinti per risorse comunitarie, risorse per
aree sottoutilizzate e risorse ordinarie.

Negli APQ in materia di SI, sono confluite risorse comunitarie del QCS 20002006 - Programmi operativi regionali (POR) per le regioni Obiettivo 1, e dei Documenti
unici di programmazione (DOCUP) per le aree obiettivo 2 delle regioni del CentroNord.
Tali risorse assumono carattere di aggiuntivit rispetto ai fondi ordinari nazionali e regionali, in quanto finalizzate a ridurre il divario nei livelli di sviluppo tra le regioni europee
(come indicato nel Trattato dellUnione europea e negli obiettivi sanciti nel Consiglio
europeo di Lisbona nel 2000 e riconfermati nel Consiglio europeo di Goteborg nel 2001).
Forte attenzione rivolta alla verifica delleffettiva aggiuntivit11, soprattutto da parte
della Commissione europea.
Altre risorse
Negli APQ SI rientrano, infine, finanziamenti provenienti dai bilanci degli Enti
locali e fonti di finanziamento di privati, attraverso forme di cooperazione pubblicoprivato, in particolare nei settori dove gli interventi realizzati creano infrastrutture che
generano rientri tariffari o comunque entrate nette consistenti.

2.4 La stipula e attuazione degli APQ SI


Gli APQ in materia di societ dellinformazione vengono istruiti dallufficio
Rapporti e Accordi di programma con le Regioni e gli Enti locali dellArea Innovazione
per le regioni e gli enti locali del CNIPA, che opera per questo in stretto raccordo con gli
uffici del MEF e con il Dipartimento per linnovazione e le tecnologie. Con tali soggetti
e con le diverse Regioni e Province autonome, vengono definiti, secondo un processo
complesso, il programma e le modalit attuative degli interventi di interesse comune, per
lo sviluppo della SI da inserire in APQ.
Il processo di stipula di tali Accordi pu essere sintetizzato in 3 fasi principali:

concertazione e predisposizione dei documenti

istruttoria tecnica e stipula dellAPQ

monitoraggio e verica
In ciascuna fase, lAIREL, con il supporto delle altre Aree e centri di competenza

del CNIPA e del DIT, svolge attivit di supporto alle regioni,e province autonome.

28

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Concertazione e predisposizione dei documenti


La fase di concertazione propedeutica alla stipula e spesso strettamente
legata alla natura dei fondi di cui ciascuna amministrazione dispone per la realizzazione
del programma di interventi che si propone di attuare tramite APQ.
Nel caso di copertura finanziaria a carico di fondi ordinari UMTS destinati
alla II fase di e-government, le Regioni e il MIT hanno concordato la realizzazione dei
progetti tramite APQ, avviando la concertazione sui tavoli istituzionali istituiti presso il
Assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti: lobbligazione giuridicamente vincolante nasce
nel momento in cui la stazione appaltante assume un
obbligo giuridico nei confronti dei soggetti terzi, in
capo ai quali viene conseguentemente a determinarsi
il diritto alladempimento
dellobbligo.
12

CNIPA.
Nel caso di programmazione di risorse provenienti dal FAS, il percorso indicato
dalle delibere CIPE che dettano modalit, tempi di concertazione e di stipula degli accordi, nonch lscadenze da rispettare per limpegno e la spesa delle risorse stesse.
La tabella che segue illustra i principali vincoli temporali introdotti con le
ultime due delibere CIPE di riparto del FAS anche ai fini dellattribuzione delle quote
accantonate per la premialit, ed evidenzia leffetto di marcia forzata che il ricorso agli
APQ produce sugli investimenti pubblici.

Fasi

Delibera 17/03

Delibera 20/04

Programmazione

Entro il 31/12/03 Presentazione


alla Segreteria del Cipe di un cronoprogramma
con una stima
di impegno e di spesa e di un elenco di
progetti/programmi.

Entro il 31/11/04 Presentazione alla Segreteria del Cipe, da


parte delle Regioni, del riparto programmatico per settori
con una relazione che individui lo stato di avanzamento della
programmazione, modalit di individuazione degli interventi,
eventuale fabbisogno di risorse aggiuntive.
Entro 31/03/05 Presentazione alla Segreteria del Cipe di un
cronoprogramma con una stima di spesa e di un elenco di interventi.

Stipula

Entro 31/12/03 Comunicazione alla Segreteria


del Cipe delle date di stipula concertate

Entro 31/01/05 Comunicazione alla Segreteria del Cipe delle date di


stipula concertate.
Entro 31/12/05 Stipula APQ nanziati con Delibera 20/04

Impegno

Entro 31/12/05 Assunzione di impegni


giuridicamente vincolanti12

Entro 31/12/07 Assunzione di impegni giuridicamente vincolanti

Spesa

Entro 31/12/05 Rispetto della tempistica del


prolo di spesa prevista dal cronoprogramma
presentato al 31/12/03.
Raggiungimento di un target di spesa pari
al 25% di ciascun accordo stipulato entro il
31/12/02

Entro 31/12/07 Rispetto della


tempistica del prolo di spesa prevista dal cronoprogramma
presentato al 31/03/05.
Raggiungimento di un target di spesa pari al 25% di ciascun accordo
stipulato tra il 31/12/02 e il 31/12/06

Anche in relazione alle sopraindicate scadenze, previste dalle delibere CIPE,


parallelamente alle attivit di concertazione con le Regioni, il CNIPA mantiene un
costante coordinamento con gli uffici del MEF, in particolare il Servizio per le politiche di
sviluppo territoriale e le Intese e la Segreteria del CIPE.
29

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Istruttoria tecnica e stipula dellAPQ


Conclusa la fase di concertazione, si svolge la definizione della progettazione
degli interventi da realizzare - fase che riguarda tutte le Regioni e Province autonome
coinvolte nei tavoli di lavoro gi istituiti o appositamente istituiti (Comitati guida dei
singoli Programmi/interventi) per la quale si procede con incontri bilaterali tra il MIT
(CNIPA e DIT) e ciascuna Regione per la valutazione puntuale degli interventi da avviare
sui territori. E in questa fase che con le Regioni si definiscono gli atti che compongono
lAPQ: articolato, relazione tecnica e schede-intervento.
Monitoraggio e verifica
Per procedere alla stipula di un APQ e al successivo trasferimento delle risorse
finanziarie, i dati relativi agli interventi programmati devono essere inseriti nel sistema
di monitoraggio degli APQ, denominato Applicativo Intese. Tale sistema informativo,
sul quale si fonda la gestione degli APQ, accessibile a tutte le Amministrazioni sottoscrittrici.
Attraverso le procedure di monitoraggio, viene verificato semestralmente lo
stato di avanzamento degli interventi inseriti nell APQ. La verifica si compone di due
attivit:
l'aggiornamento dei dati di ogni scheda-intervento inserita nell'Applicativo Intese

rispetto a quanto riportato al monitoraggio precedente alla stipula;


la redazione del Rapporto di monitoraggio, nel quale si d una rappresentazione

sintetica dellandamento dellAPQ e si segnalano le principali criticit nanziarie e


attuative.
A partire dal primo semestre successivo alla stipula dell APQ, entro il 28 febbraio e il 30 settembre di ogni anno, il Responsabile dell Accordo invia al MEF e al MIT
il Rapporto di monitoraggio sullo stato di attuazione dellAPQ. Il trasferimento da parte
del CIPE delle risorse per le aree sottoutilizzate attualmente subordinato alla chiusura
dei due monitoraggi dell anno precedente.
Alla predisposizione dei Rapporti di monitoraggio, al rispetto del cronoprogramma di ciascun intervento e al raggiungimento della prefissata percentuale di spesa sono
ancorati inoltre alcuni degli obiettivi di premialit stabiliti dalle delibere CIPE di riparto
del FAS.

30

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Organi di accompagnamento alla gestione dellAccordo


Come si detto, la normativa vigente attribuisce i compiti di verifica degli
interventi ricadenti nelle IIP e negli APQ ai Comitati istituzionali di gestione (CIG), di
natura politica, e ai Comitati paritetici di attuazione (CPA), di natura gestionale.
Oltre a tali organismi, negli APQ in materia di societ dellinformazione il CNIPA
ha proposto la creazione di una particolare struttura di accompagnamento dellAccordo
denominata Comitato tecnico dellAPQ (CTA). Tale comitato si configura come tavolo
tecnico di lavoro, nato dalla comune esigenza del MIT e delle Regioni, a garanzia di unefficace cooperazione tra le parti e della verifica costante sullattuazione degli interventi
programmati. Il CTA chiamato a svolgere attivit di supporto tecnico sia nella fase di
pianificazione, sia in quella di realizzazione degli interventi, con poteri di proposta e
verifica tecnica sulle attivit svolte e sui risultati degli interventi che costituiscono lAPQ,
al fine di assicurarne leccellenza e la coerenza con gli standard tecnici e gli indirizzi
strategici.
I Centri Regionali di Competenza per le-government e la societ dellinformazione svolgono attivit di segreteria e supporto tecnico ai Comitati, come esplicitamente
previsto dagli stessi Accordi, per facilitare lo svolgimento delle attivit dei referenti tecnici delle Regioni e del MIT (CNIPA e DIT) circa lo stato di avanzamento degli interventi
compresi in APQ.

2.5 Gli APQ SI stipulati ad aprile 2005


A partire dal 2002 ad oggi, sono stati stipulati diciassette APQ e sette Accordi
Integrativi13 nel settore societ dellinformazione.
La Tabella 3 riporta il quadro completo degli APQ SI stipulati, ordinati per data
di stipula e con indicazione del valore complessivo di ciascuno. Una breve presentazione
di ciascun Accordo stipulato fornita invece nelle Schede regionali di sintesi nella Parte
2 del rapporto.

31

Si definiscono Accordi
integrativi gli atti successivi alla stipula del primo
Accordo nel settore di riferimento che integrano e completano il quadro programmatico degli interventi.

13

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Tabella 3 APQ societ dellinformazione stipulati al 30.04.2005


Valore totale
APQ (Euro)

Regione

Tipo atto

Data di stipula

Abruzzo

APQ

15-lug-02

27.553.635

Liguria

Integrativo I

08-apr-03

17.537.268

Lombardia

APQ

24-dic-03

8.057.824

Liguria

Integrativo II

27-feb-04

4.981.000

Basilicata

APQ

25-mar-04

12.500.000

Emilia-Romagna

APQ

31-mar-04

9.423.508

Toscana

APQ

02-apr-04

5.635.500

Piemonte

APQ

30-apr-04

7.604.415

Abruzzo

Integrativo I

30-apr-04

24.750.000

Marche

APQ

31-mag-04

8.954.576

Friuli Venezia Giulia

APQ

30-giu-04

6.191.400

Lazio

APQ

30-lug-04

15.554.000

Puglia

APQ

04-ago-04

67.420.000

Veneto

APQ

28-set-04

8.005.850

Umbria

APQ

25-ott-04

4.806.588

Campania

APQ

20-dic-04

38.540.000

Sardegna

APQ

28-dic-04

55.226.000

Sicilia

APQ

07-mar-05

52.575.995

Valle dAosta

APQ

10-mar-05

2.588.777

Basilicata

Integrativo I

31-mar-05

16.725.000

Lombardia

Integrativo I

04-apr-05

11.607.308

Sardegna

Integrativo I

13-apr-05

35.360.000

Calabria

APQ

21-apr-05

38.511.966

Toscana

Integrativo I

29-apr-05

9.580.359
489.690.969

TOTALE
Fonte: CNIPA-AIREL

32

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

La Tabella 4 evidenzia a sua volta il valore assoluto e la quota percentuale delle


fonti di finanziamento dei quasi 500 milioni di Euro degli APQ stipulati alla data.
Tabella 4 Fonti di nanziamento degli APQ SI stipulati al 30.04.2005
Fonte

Milioni Euro

Quota %

Risorse aggiuntive CIPE - Quota regionale

197,181

40,2%

Risorse aggiuntive CIPE - Quota nazionale MIT

126,724

25,9%

Risorse ordinarie nazionali UMTS

12,166

2,5%

Risorse ordinarie regionali

49,031

10,0%

Risorse comunitarie

94,518

19,3%

Altre

10,071

2,1%

489,691

100%

Totale
Fonte: dati CNIPA-AIREL

Si evidenziano due aspetti significativi che emergono dal quadro sopra esposto:

la quota prevalente (40% del totale) di nanziamento derivante dalle risorse CIPE
Quota regionale, che comprende sia le risorse assegnate dal CIPE con il vincolo di
destinazione a interventi nel settore SI nelle Regioni del Centro-Nord (39 M della
delibera 17/2003), sia le risorse attribuite ai programmi regionali, senza vincolo
settoriale dintervento, che le Regioni, soprattutto quelle del Mezzogiorno, hanno
destinato ad iniziative per la societ dellinformazione;

il consistente contributo dei fondi comunitari poco meno di 100 M relativi a risorse
FESR di pertinenza POR Obiettivo 1 e DOCUP Obiettivo 2- che conferma il sostanziale
allineamento degli interventi inseriti in APQ non solo con le strategie regionali e
nazionali, ma anche con gli obiettivi della programmazione comunitaria.
Operando una classificazione univoca, quindi forzata, dei 162 interventi inse-

riti negli APQ stipulati alla data, abbiamo evidenziato nella Tabella 5, seguente, la concentrazione su alcuni temi e settori di intervento. Le celle colorate mettono in evidenza
le finalizzazioni pi consistenti in termini di valore economico percentuale calcolato sul
valore totale dellAPQ.

33

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Tabella 5 Composizione per macro-nalit degli APQ SI stipulati al 30.04.2005

Regione

Reti e servizi
infrastr.

Innovaz.
interna PA

Accesso/
erogaz.
inclusione

Sanit

Imprese compet.
locale

Sistemi
informativi
territoriali e
ambientali

7,6%

6,1%

Totale

Abruzzo

49,9%

25,8%

10,6%

Basilicata

13,7%

13,7%

49,0%

7,9%

15,7%

100,0%

Calabria

14,0%

14,5%

15,4%

17,1%

38,9%

100,0%

21,8%

25,5%

23,8%

28,9%

100,0%

Campania
Emilia Romagna

100,0%

Friuli Venezia Giulia

100,0%

21,7%

Lazio

10,3%

Liguria

58,2%

20,1%

100,0%

38,4%

51,3%

100,0%

100,0%

Lombardia

14,6%

64,4%

Marche

50,5%

11,5%

38,0%

Piemonte

100,0%
21,0%

100,0%

100,0%

45,2%

17,5%

8,5%

24,1%

4,7%

Sardegna

17,6%

30,9%

5,3%

10,9%

15,0%

58,8%

26,4%

9,5%

5,2%

Toscana

50,6%

34,0%

15,5%

Umbria

32,7%

20,8%

16,0%

Valle DAosta

100,0%
100,0%

Puglia
Sicilia

100,0%

100,0%
20,3%

100,0%
100,0%
100,0%

0,0%

30,5%

100,0%

100,0%
100,0%

Veneto

44,1%

13,8%

31,8%

Media nazionale

25,1%

25,5%

20,7%

11,9%

5,7%

4,5%

100,0%

11,2%

5,6%

100,0%

Fonte: elaborazione Osservatorio CRC su dati CNIPA-AIREL

Per chiarire la questione, al momento in cui si


scrive, gi programmatala da parte degli uffici
CNIPA-Airel la stipula, entro
lestate 2005, degli APQ con
la Regione Molise e con
la Provincia Autonoma di
Trento e di otto Accordi
Integrativi.

Prima di commentare la tabella, frutto di un primo esercizio di classificazione,

14

essenziale ricordare che i dati fissano una situazione in realt molto in movimento, in
quanto si considerano gli interventi inseriti negli APQ SI e relativi Accordi integrativi a
fine aprile 2005, lasciando fuori dallelaborazione, in particolare, la gran parte dei progetti della linea 1, seconda fase di e-government (cosiddetti progetti SPC), gi approvati
per il co-finanziamento ed in fase di inserimento negli Accordi integrativi, nonch altri
importanti interventi in fase istruttoria14.
Con queste cautele, alla luce delle tipologie di interventi oggi prevalenti negli
APQ SI, si proceduto a classificarli in funzione di tre macro-obiettivi di carattere trasversale e tre macro-obiettivi di carattere settoriale. I primi tre sono
1. reti e servizi infrastrutturali comprende interventi di cablaggio o tecnologie
alternative (wireless, satellite ecc.) per laccesso a banda larga e tutto ci che attiene
ai servizi di trasporto e sicurezza in ottica SPC;

34

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

2. innovazione interna PA comprende interventi di innovazione e riorganizzazione del


back-ofce della PA, incluso lo sviluppo di sistemi per linteroperabilit e la cooperazione
applicativa (si veda il cap. 7), sia a ni di efcienza interna (informatizzazione, eprocurement, centri servizi, formazione dipendenti ecc.), sia a supporto dei nuovi
servizi di e-government. Sono compresi qui anche alcuni interventi di rafforzamento
della capacit di governo e programmazione rispetto alla SI (osservatori ecc.);
3. accesso ed erogazione comprende interventi per laccesso sicuro ai servizi digitali
(carte, rma digitale, ecc.), per la creazione o estensione dei canali di erogazione/
accesso ai servizi (multicanalit, punti/centri di accesso pubblico alla rete) e per la
formazione, alfabetizzazione e inclusione dei cittadini, contro il digital divide;
I tre macro-obiettivi settoriali evidenziati sono invece:
4. sanit comprende differenti interventi nellambito delle strutture e dei servizi per la
salute;
5. imprese e competitivit comprende interventi per la competitivit e linnovazione
delle imprese (distretti produttivi, sportello unico per le attivit produttive, ecc) e
servizi per il lavoro;
6. sistemi informativi territoriali e ambientali comprende interventi per la gestione
territoriale, monitoraggio ambientale, gestione mobilit/trasporti e relativi strumenti
ecc..
In base a tale classificazione, guardando al valore medio nazionale, si conferma
limpronta originaria dello strumento APQ stesso, strutturalmente indirizzato a interventi
infrastrutturali e in senso lato a finalit di riequilibrio territoriale delle dinamiche di
innovazione e sviluppo locale. Queste ultime, nella societ dellinformazione, sono oggi
declinate in particolare in termini di contrasto del digital divide e inclusione di particolari
categorie di cittadini (es. anziani , disabili, ecc.).
In media, infatti, oltre il 70% delle risorse, con un sostanziale equilibrio tra i
tre obiettivi, impegnato nello sviluppo vero e proprio di infrastrutture e relativi servizi per dare laccesso a banda larga, in aree sottoutilizzate, agli enti locali, coinvolti in
processi di innovazione che sempre pi necessitano di tali servizi (si veda il cap. 1), e
ai cittadini, tramite postazioni pubbliche e soluzioni analoghe. Dei circa 100 milioni di
euro alla voce accesso-erogazione, quasi i due terzi sono destinati proprio ad interventi
sulle dotazioni tecnologiche e sui centri/punti di accesso a Internet.

35

RAPPORTO NAZIONALE 2005

I temi dellinclusione (Liguria e Basilicata) e quello dellaccesso sicuro dei


cittadini con le smart card, (Friuli-Venezia Giulia e Marche) sono oggetto di particolare
attenzione in alcune regioni.
Gli interventi sullinnovazione interna della PA riguardano principalmente i
piccoli Comuni (soprattutto nellottica di soluzioni condivise/associate) e sono presenti
un po ovunque, con una focalizzazione particolare di Lombardia (sostegno ai Siscotel),
Toscana e Sicilia.
Gli obiettivi di carattere settoriale in particolare sulla sanit e sulle impreseriflettono invece, come prevedibile, le priorit definite dai programmi MIT Per il Sud e
non solo e Sviluppo dei servizi a larga banda per le regioni del Mezzogiorno (si veda
la Tabella 5). Gli interventi sui sistemi informativi territoriali e servizi ambientali sono
invece pi trasversali.
La Tabella 6, che segue, elenca gli interventi che sono compresi nei suddetti
programmi nazionali, nonch quelli del programma ICT per leccellenza dei territori
focalizzato quasi interamente sui settori produttivi, con interventi integrati a livello
locale- e gli interventi che costituiscono il Programma nazionale del MIT per le regioni
del Mezzogiorno finanziato sul riparto FAS della delibera CIPE 20/2004.

36

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tabella 6 Quadro dei progetti MIT per il Mezzogiorno nanziati dal CIPE sul FAS 2003-2005 e 2004-2007
Progetti

Valore

Programma per il Sud e non solo CIPE 2003-2005


Centri di Servizio Territoriali per le-government nei piccoli e medi comuni (CST)

26.590.000

Centri territoriali per laggregazione dei processi di acquisto degli Enti locali delle regioni del Mezzogiorno (CAT)
Centri di accesso pubblico a servizi digitali avanzati (CAPSDA)

8.405.000
22.384.000

Servizi di telemedicina specializzata

4.320.000

Rete dei medici di medicina generale

25.829.000

Sistema di Vigilanza Ambientale: Centro servizi regionale

3.000.000

Distretti digitali a supporto della liera produttiva del tessile abbigliamento nel Mezzogiorno

13.700.000

Scrutinio elettorale semiautomatico

12.072.000

Numero unico delle emergenze

9.700.000

TOTALE

126.000.000

Programma per lo sviluppo dei servizi a larga banda CIPE 2003-2005


Servizi di telemedicina specializzata e di teleformazione nel settore oncologico

22.700.000

Interventi per la digitalizzazione delle imprese della liera agroalimentare nel Mezzogiorno

19.400.000

Ampliamento dei servizi regionali a larga banda del Sistema Pubblico di Connettivit (SPC)

26.000.000

Estensione dei servizi informativi integrati per la gestione del territorio

26.000.000

SAX Sistemi avanzati per la connettivit sociale

30.000.000

Servizi avanzati nelle scuole del Sud

25.900.000

TOTALE

150.000.000

Programma ICT per leccellenza dei territori CIPE 2003-2005


Abruzzo - Il distretto del turismo termale: tra tradizione e tecnologia

3.872.000

Basilicata - Sviluppo competitivo delle aziende operanti nel distretto dellimbottito attraverso lutilizzo del ICT

3.997.000

Calabria - Agroalimentare biologico: potenziamento delle infrastrutture tecnologiche per la connettivit tra imprese
e mercato

10.980.000

Campania - Realizzazione di un metadistretto regionale relativo al settore dellICT

21.528.000

Molise - Processo di sviluppo e consolidamento di reti dimprese promuovendo la connettivit e linfrastrutturazione


digitale

2.500.000

Puglia - Innovazione di prodotto e di processo del distretto calzaturiero attraverso lICT

5.700.000

Puglia - ICT per rinnovare il vantaggio competitivo della componentistica auto barese

9.000.000

Sardegna - Sviluppare la liera della bioinformatica e del biomedicale nel distretto di Cagliari-Pula

10.778.000

Sicilia - Medicina rigenerativa: dalla ricerca allimpresa attraverso le tecnologie ICT

5.300.000

Sicilia - ICT per lEtna Valley: rafforzare la rete di PMI

9.328.000

Sicilia - Innovazione e sviluppo imprenditoriale a partire dalla ricerca in ambiente marino e ittico

7.017.000

Azioni di sistema

10.000.000

TOTALE

100.000.000

Programma nazionale per la SI nelle regioni del Mezzogiorno CIPE 2004-2007


Interventi di nanza innovativa per lo sviluppo per lHigh Tech nel Mezzogiorno

100.000.000

Piano integrato per formare la societ del Sud allutilizzo della Rete

19.000.000

Integrazione delle-government regionale e centrale nelle regioni del Meridione IRE-SUD

12.000.000

Ponte digitale dellarea dello Stretto

4.000.000

TOTALE

135.000.000

Fonte: CNIPA-AIREL

37

RAPPORTO NAZIONALE 2005

38

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

3. La revisione di medio periodo


del QCS Ob. 1 e la societ
dellinformazione15
3.1 Il Quadro Comunitario di Sostegno
Obiettivo 1
Il Quadro Comunitario di Sostegno per le regioni italiane dellObiettivo 116 (QCS
Ob. 1) definisce i principali elementi di riferimento - strategia generale e per assi prioritari, obiettivi e linee di intervento, criteri e indirizzi per lattuazione, risorse disponibili
e altri aspetti - per lutilizzo dei Fondi strutturali comunitari17 a sostegno dello sviluppo
del Mezzogiorno, in coerenza con il Piano di Sviluppo del Mezzogiorno e altre politiche
nazionali.
Nellattuale ciclo 2000-2006 di programmazione dei Fondi strutturali, le regioni
italiane Ob. 1 sono Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia. Il Molise
beneficia dei fondi in regime di sostegno transitorio, mentre lAbruzzo, presente nella
precedente programmazione 1994-1999, uscito dalle regioni in ritardo di sviluppo a
partire dal 1997 (e rientra oggi negli Ob. 2 e 3).
Nella programmazione 2000-2006, le risorse totali assegnate dalla Commissione
europea allItalia per lOb.1 ammontano a circa 23.760 milioni di euro (comprese le quote
di riserva), pi circa 200 milioni per il sostegno transitorio (Molise), per un valore complessivo di circa 24 miliardi di euro. Al contributo comunitario corrisponde un contributo
di risorse pubbliche nazionali quasi equivalente di 21,5 miliardi di euro (17 miliardi a
carico dello Stato e 4,5 delle Regioni), a cui si aggiungono circa 600 milioni di euro di
risorse private. Il volume complessivo di finanziamenti per il QCS Ob.1 ammonta quindi
a circa 46 miliardi di euro.
In termini di impostazione generale, il QCS Ob.1 articolato in sei grandi aree
di intervento gli assi prioritari - che mirano a valorizzare le risorse del contesto economico e territoriale del Mezzogiorno: risorse naturali, risorse culturali, risorse umane,
sistemi locali di sviluppo, citt, reti e nodi di servizio. Larticolazione della strategia nei
sei assi prioritari punta a concentrare gli interventi su quegli ambiti suscettibili di avere
un impatto pi rilevante sulla produttivit totale dei fattori e, di conseguenza, sulla crescita economica, che lobiettivo di fondo principale della strategia nel suo complesso.

39

Il presente capitolo
stato redatto da Elisa
Dardanello (esperta del
Servizio per le Politiche dei
Fondi strutturali Comunitari,
Dipartimento per le Politiche
di Sviluppo, Ministero dell'Economia e delle Finanze)
e Stefano Kluzer.

15

16 Nellambito dellattuale
programmazione dei Fondi
strutturali, lObiettivo 1
riguarda il sostegno alle
aree in ritardo di sviluppo
(Mezzogiorno), lObiettivo 2 il sostegno alle aree
in declino industriale e/o
rurali (nel Centro-Nord del
paese) e lObiettivo 3 lo sviluppo delle risorse umane,
delloccupazione ecc. nelle
regioni del Centro-Nord
(nelle regioni Ob. 1, questo obiettivo, sostenuto
ovunque con risorse FSE,
ripreso come uno degli
assi prioritari di intervento,
Asse III).

I Fondi strutturali sono


il Fondo Europeo per lo
Sviluppo Regionale (FESR),
il Fondo Sociale Europeo
(FSE), il Fondo Europeo di
Orientamento e Garanzia
per lAgricoltura (FEOGA)
e lo Strumento Finanziario
Operativo per la Pesca
(SFOP).
17

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Sotto il profilo realizzativo, il QCS prevede lindividuazione di Programmi


Operativi (PO) e la conseguente attribuzione di compiti e funzioni tra i diversi livelli dellamministrazione centrale, regionale e locale, partendo comunque dal ruolo centrale assegnato alle Regioni, anche con riferimento alle linee di intervento per la cui formulazione
e attuazione vengono mantenuti rilevanti poteri alle amministrazioni centrali. La scelta di
centralit del territorio e, conseguentemente, di modalit di intervento regionalizzate, da
un lato riflette levoluzione generale in direzione del decentramento, dallaltro valorizza
lesercizio del ruolo di indirizzo e di coordinamento attribuito alle amministrazioni centrali in tutte le fasi del ciclo di programmazione: programmazione, gestione e attuazione,
monitoraggio e valutazione.
18
I criteri che motivano la
definizione di un PON sono:
la valenza strategica del
Programma e la rilevanza
di un approccio unitario per
la sua efficacia; la presenza
di effetti macro in ambiti
pi ampi di quelli di localizzazione degli interventi;
la presenza di esternalit
significative in ambito pluriregionale; le economie
di scala ottenibili da una
gestione centralizzata di un
intervento; levoluzione nellattribuzione di competenze tra Stato e Regioni e dei
tempi e modalit di concreto trasferimento di compiti
e di funzioni amministrative
a queste ultime.

Il QCS comprende quindi, quale ambito di programmazione prioritario in cui


attuare gli interventi, i Programmi Operativi Regionali (POR), predisposti dalle sette
Regioni interessate, pi alcuni programmi a valenza nazionale (Programmi Operativi
Nazionali, PON), che rappresentano uneccezione motivata concordata in fase di programmazione del QCS stesso18.
I POR assumono la stessa articolazione di obiettivi globali e i sei assi prioritari
di intervento del QCS, costituendone di fatto una specificazione regionale: il modo in cui
nella singola regione si conseguono gli obiettivi generali, secondo una strategia costruita
sulla base delle scelte che la Regione ha fatto in relazione alle risorse di cui pi dotata
e che vuole valorizzare e al mix di obiettivi specifici che ne discendono.
Le linee di intervento a valenza nazionale attuate attraverso PON sono:

Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno;

Ricerca Scientica, Sviluppo Tecnologico, Alta formazione;

Trasporti;

Scuola per lo Sviluppo;

Pesca;

Sviluppo imprenditoriale locale;

Assistenza Tecnica e Azioni di sistema.


I PON sono formulati e successivamente attuati con la partecipazione delle

Regioni, anche attraverso eventuali accordi di programma, nellimpostazione delle linee


programmatiche e nella selezione delle priorit di intervento. Alle Amministrazioni centrali titolari di PON compete anche di assicurare un ruolo di indirizzo e coordinamento,
oltre che di assistenza tecnica e di monitoraggio.

40

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Nellambito del Programma Operativo Nazionale di Assistenza tecnica al QCS


2000-2006 sono previste specifiche misure di intervento, affidate alle Amministrazioni
Centrali trasversali (non titolari di PON) per rafforzare e sviluppare le funzioni di indirizzo
metodologico attinente agli standard, ai requisiti dei programmi, alla coerenza tra essi,
agli indicatori di verifica compiuti da parte delle Amministrazioni centrali interessate.

3.2 La SI nel QCS Ob. 1 pre-revisione


La versione originaria del QCS individuava gi la societ dellinformazione come
tematica rilevante e strategica nellambito pi generale dello sviluppo del Mezzogiorno.
Proponendo una strategia di rottura con il passato, basata sullazione concertata del QCS e di politiche coerenti complementari a livello, nazionale, volte a indurre
riforme strutturali con lobiettivo di generare una discontinuit nei comportamenti e negli
atteggiamenti degli operatori economici, il QCS riconosce che gli investimenti pubblici
in capitale umano e di conoscenza sono cruciali per potenziare la produttivit totale dei
fattori di una regione e, di conseguenza, per raggiungere un tasso di crescita pi elevato
nel lungo periodo. Gli investimenti sono quindi stati scelti per comprendere non solo la
formazione professionale e la promozione dellimprenditorialit locale, ma anche il sostegno dellinnovazione tecnologica e della societ dellinformazione, che possono svolgere
un ruolo chiave nellaumentare la competitivit (p. 34).
NellAsse VI Reti e Nodi di Servizio, dove vengono concentrati gli interventi principali per la SI, si afferma inoltre che Lo sviluppo della SI costituisce uno dei
principali fattori propulsivi delleconomia europea. Essa consente in primo luogo di
aumentare la produttivit del fattore lavoro, un obiettivo che di particolare importanza
per il Sud In secondo luogo, linformation technology aumenta significativamente la
possibilit di accrescere la qualit del capitale umano, gi cos fortemente penalizzato
nel Mezzogiorno In terzo luogo, linnovazione tecnologica nel campo dellinformatica e
delle telecomunicazioni riduce sensibilmente, in quasi tutti i settori di attivit economica, i costi di transazione, sia nei cicli interni di produzione che in quelli della commercializzazione dei prodotti. Infine, alla diffusione della societ dellinformazione associato
lo sviluppo di nuovi settori produttivi di beni e servizi e nuova imprenditorialit. (p.
128-129)
Questi riferimenti riflettono in modo evidente il periodo in cui veniva definito
il QCS 2000-2006 gli ultimi anni 90- che vedeva lesplosione su larga scala del fenomeno Internet e delle aspettative di avvento della cosiddetta new economy (risultate poi,

41

RAPPORTO NAZIONALE 2005

almeno nel breve termine, sovrastimate). A livello europeo, lobiettivo di una societ
dellinformazione per tutti era chiaramente identificato tra le priorit della politica
comunitaria e con il Piano di azione eEurope 2002, a fine 1999 e giugno 2000, venivano
anche proposti obiettivi comuni da perseguire con le singole politiche nazionali. In Italia,
il Forum per la Societ dellInformazione, promosso dal governo e da numerosi altri attori
istituzionali e non, stava ponendo nel corso dellanno 2000 le basi per il programma
nazionale di e-government e altri interventi coerenti con eEurope. Lesperienza maturata
nella seconda met degli anni 90 con le iniziative comunitarie pilota per la promozione
della SI a livello regionale (programmi RISI e IRISI, Regional e Interregional Information
Society Initiatives) aveva inoltre mostrato proprio limportanza dei sistemi regionali
come livello ottimale per la definizione e attuazione di politiche per la SI.
Tutti questi elementi, tuttavia, stavano maturando e acquistando una forma pi
compiuta e sistematica sotto il profilo delle politiche pubbliche proprio in contemporanea, o con un leggero ritardo, rispetto al processo di definizione del QCS Ob. 1, fornendo
ancora pochi indirizzi precisi a questultimo sui temi della SI. Lassenza di un preciso
referente politico-istituzionale e di un programma a livello nazionale in questo campo
(il Ministro per lInnovazione e le Tecnologie verr nominato solo con il nuovo governo
Berlusconi a met 2001) accentuava ulteriormente tale criticit. In effetti, si dovr attendere la primavera 2002 per conoscere nel merito i contenuti del Piano di e-government
(1 fase) e delle Linee guida per la SI, pubblicate dal governo nel giugno 2002.
Pur con queste incertezze, sotto il profilo economico, il riconoscimento dellimportanza strategica del tema nel QCS evidente, con la decisione di assegnare allo
sviluppo della SI un ammontare di risorse dei Fondi strutturali almeno pari a 570 milioni
di euro (quindi circa il doppio come investimento complessivo) ed eventuali ulteriori
risorse della riserva di premialit.
Sotto il profilo delle priorit e delle linee di intervento, il QCS indicava tre
aspetti meritevoli di unattenzione particolare:
la sensibilizzazione di imprese, cittadini, associazioni e operatori pubblici sulle

possibilit offerte dalle ICT e lalfabetizzazione e lo sviluppo di capacit per il loro


utilizzo. I docenti e i giovani, la scuola e luniversit venivano identicati come
ambiti prioritari di intervento;
lammodernamento della pubblica amministrazione, in particolare regionale e locale,

con enfasi sui servizi resi ai cittadini e alle imprese;

42

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

lutilizzo delle ICT da parte delle piccole e medie imprese (PMI), con lo sviluppo in
particolare di servizi che agevolassero il ricorso al commercio elettronico.
Era evidente sin dallinizio e, come si vedr pi avanti, cos stato - che le

azioni da realizzare su questi aspetti trovavano spazio non solo nellAsse VI, ma anche nel
III (risorse umane) e nel IV (sistemi locali di sviluppo), e non solo nei POR, ma anche nei
PON, in particolare Scuola per lo Sviluppo, Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico,
Alta formazione, Sviluppo imprenditoriale locale e Sicurezza per lo sviluppo.
Rispetto ai POR, proprio la trasversalit degli interventi attinenti alla SI e il
conseguente rischio di elevata dispersione e/o duplicazione degli stessi portavano a
richiedere ad ogni Regione di elaborare una propria Strategia regionale per la SI. La
strategia doveva basarsi sugli indirizzi in via definizione a livello nazionale ed europeo,
sullanalisi dei bisogni delle diverse componenti socioeconomiche regionali e su un
processo di consultazione e riflessione aperto ed inclusivo degli attori rappresentativi
del territorio: Tale approccio strategico una condizione preliminare per garantire che
le singole misure siano adeguate alla struttura socioeconomica regionale (p. 138). In
attesa della definizione e approvazione ufficiale delle rispettive strategie per la SI, le
Regioni erano vincolate a non spendere pi del 30% delle risorse allocate sulle misure
dedicate alla SI.

3.2.1 Le strategie regionali per la societ


dellinformazione
I risultati della richiesta del QCS sono presentati nella Tabella 7, che evidenzia
come due regioni avessero in effetti gi definito una strategia regionale per la SI al
momento di avvio della nuova programmazione e come le altre si siano adeguate entro
la scadenza prevista o successivamente. Entro il 31/12/2001, scadenza fissata dal QCS,
avevano presentato la propria strategia tutte le Regioni, eccetto il Molise. A seguito di
unapposita valutazione richiesta dal gruppo di lavoro Societ dellinformazione del QCS,
sono state in seguito apportate modifiche ed integrazioni a diversi di questi documenti; ci spiega le date posteriori di approvazione finale da parte delle rispettive Giunte
regionali. Per la Regione Calabria, la revisione definitiva a seguito della valutazione di
cui sopra, stata completata nel 2004. Diverse Regioni hanno poi aggiornato la loro strategia, anche a seguito della revisione di medio periodo qui in esame (si veda al riguardo
pi avanti la Tabella 12).

43

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Tabella 7 Le strategie per la SI nelle regioni Ob.1 (prime versioni)


Regione

Piano strategico e data di approvazione ufciale

Basilicata

Piano BasiTel - Lo Sviluppo della Societ dellInformazione e della Comunicazione e dei Servizi di Rete della Pubblica
Amministrazione in Basilicata (novembre 1998), aggiornato nel luglio 2003 con il Piano Basitel+ Strategie e Piano di
Azione per lo Sviluppo della SI in Basilicata

Calabria

Strategia e Piano di Azione per lo Sviluppo della Societ dellInformazione in Calabria (febbraio 1999)

Campania

Piano Strategico della Societ dellInformazione nella Regione Campania (dicembre 2001)

Molise

Piano Strategico di Attuazione del Sistema Telematico Molise STM (giugno 2003 e maggio 2004)

Puglia

Piano Regionale per la Societ dellInformazione (settembre 2001) aggiornato con 2 revisione (novembre 2002)

Sardegna

Strategia per lo sviluppo della SI in Sardegna (dicembre 2002)

Sicilia

Quadro di riferimento strategico regionale per lo sviluppo della SI (agosto 2002)

Fonte: documenti vari del Comitato di Sorveglianza QCS Ob. 1, Gruppo di lavoro per la Societ dellInformazione

La valutazione dei suddetti piani regionali, effettuata nel 2002 e nel 2003 da
un apposito Gruppo tecnico di valutazione attivato dal Gruppo di lavoro per la Societ
dellInformazione del Comitato di Sorveglianza QCS Ob. 1, ha prodotto alcune considerazioni trasversali che si riportano in sintesi qui di seguito:
punti di forza dei piani regionali
i piani sono stati elaborati tutti, come previsto, attraverso il coinvolgimento, a diversi

livelli e con differenti modalit, del partenariato istituzionale e socio-economico;


i piani prevedono azioni coerenti con le politiche e le priorit nazionali e comunitarie

in materia di SI, adottando correttamente un approccio intersettoriale centrato sulla


domanda di servizi dei cittadini, della PA e delle imprese;
i piani presentano molte azioni comuni che potrebbero portare alla costruzione di reti

di cooperazione tra le Regioni in fase di attuazione;


criticit dei piani regionali
la struttura, larticolazione e i contenuti dei diversi piani sono molto eterogenei. Ci

risultato in parte dalla diversa visione rispetto alle nalit della redazione dei piani
stessi. Alcune Regioni hanno considerato il piano prioritariamente come documento

44

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

di strategia e di comunicazione pubblica e non di azione; altre hanno inteso il piano


come strumento per individuare una tantum tutte le possibili azioni ammissibili e
rinviare le scelte operative a successivi piani di attuazione;

i piani si limitano a effettuare una programmazione limitata, almeno per le risorse


nanziarie, ai soli Fondi strutturali. I piani non presentano quadri nanziari adeguati
ad individuare le risorse previste per i settori e le azioni prioritarie e le fonti di
nanziamento da attivare (regionali, nazionali, comunitarie, private);

le analisi dei contesti regionali presentate nei piani sono quasi sempre nalizzate a
misurare i divari con le altre regioni e con il paese e sono di tipo desk, contribuendo
quindi poco alla costruzione dei quadri logici propedeutici alla denizione di obiettivi,
strategie e azioni;

quasi tutti i piani sono carenti nel passaggio metodologico e logico che dalla fase di
analisi porta alla selezione degli obiettivi generali e specici e quindi delle azioni.
Lo sviluppo e lattuazione delle strategie regionali per la SI, come ha conferma-

to un successivo rapporto di analisi prodotto dal Gruppo di lavoro per la SI in occasione


della revisione di medio-periodo19, continua ad essere un processo con aspetti positivi
la presenza della strategia stessa, che fornisce una visione complessiva e indirizza gli
interventi su alcune priorit - e con diverse criticit, soprattutto la difficolt a livello
operativo di coordinare e rendere complementari e funzionali fra loro le numerosissime
iniziative legate alla SI (riassunte nella prossima sezione).
Come ha messo inoltre in evidenza sempre il suddetto rapporto, solo in un caso
nel campo delle-government e dei temi legati alla pubblica amministrazione digitale
- sono maturati a livello nazionale un indirizzo strategico chiaro e condiviso, condensato
nel documento noto come Visione condivisa, approvato dalla Conferenza Unificata nel
luglio 2003, e un processo di attuazione e di governance fase 1 e fase 2 del piano di
e-government, comitati misti di concertazione e cos via - che hanno impresso unaccelerazione e un forte orientamento comune ai processi di innovazione. Ci ha chiaramente
consentito di precisare e rivedere come si dir meglio pi avanti - anche le strategie
regionali e i programmi operativi relativamente agli interventi su questo fronte.

45

19 Societ dellInformazione. Analisi e indicazioni


per la riprogrammazione
delle risorse del Quadro
Comunitario di Sostegno
2000-2006 a cura del
Gruppo tecnico di valutazione del Gruppo di lavoro per
la Societ dellInformazione
del QCS Ob. 1, pubblicato dal
Ministero dellEconomia e
delle Finanze, Dipartimento
per le Politiche di Sviluppo,
maggio 2004.

RAPPORTO NAZIONALE 2005

20
La mancanza di una metodologia comune utilizzabile
dalle Autorit di Gestione
dei PO, sia per identificare
le misure e le azioni correlabili agli obiettivi SI, sia
per quantificare la quota di
spesa pertinente, ha prodotto come segnalato nello
stesso rapporto di cui alla
nota precedente - un risultato certamente eterogeneo
e approssimativo. Gli ordini
di grandezza delle risorse
in gioco sono comunque
rappresentativi. Sempre per
le incertezze relative alle
componenti di costo da
considerare (in particolare
per quanto riguarda le risorse dei privati, pi o meno
da rendicontare, presenti in
alcune misure), nelle tabelle del testo si scelto di
riportare i soli valori del
contributo comunitario,
ad eccezione delle misure
dedicate alla SI in Tabella
8, che presentano il quadro completo delle risorse

disponibili.
Il Complemento di
Programmazione, cos come
stabilito dallart 9 del regolamento CE 1260/99, il
documento di attuazione
del Programma Operativo,
contenente gli elementi dettagliati a livello di
misura, elaborato dallAutorit di gestione del PO,
approvato dal rispettivo
Comitato di Sorveglianza e
trasmesso alla Commissione
europea a titolo informativo. Il Complemento di
Programmazione non essendo un documento sottoposto a Decisione comunitaria un documento snello
che pu, pur rimanendo
coerente con il PO, essere
rivisto pi volte nel corso
della programmazione.

3.2.2 Gli interventi per la societ dellinformazione


nei POR e nei PON
In occasione della revisione di medio-periodo, stato ricostruito il quadro complessivo degli interventi e delle risorse per la SI allinterno del QCS, identificando per la
prima volta, con la collaborazione delle rispettive Autorit di Gestione (AdG), non solo
le misure e le risorse dedicate specificamente alla SI nei POR, ma anche quelle presenti
allinterno dei PON e di altri assi e misure dei POR, in questo caso, procedendo ad una
stima di massima delle risorse coinvolte20.
In sintesi, la rilevazione ha consentito di:
vericare il pieno conseguimento e superamento dellobiettivo iniziale di destinare

alla SI almeno 570 milioni di euro di risorse dei fondi strutturali. Infatti, il contributo
comunitario supera i 500 milioni nelle sole misure dedicate alla SI dei POR (Tabella 8)
e si avvicina a 1,9 miliardi di euro aggiungendo anche le azioni SI di altre misure dei
POR (Tabella 9) e quelle dei PON (Tabella 10). Considerato che mediamente il valore
complessivo delle risorse pubbliche investite nei PO circa il doppio del contributo
comunitario, si tratta di circa 3,8 miliardi di euro di risorse pubbliche, con unincidenza
vicina al 16% dellinvestimento complessivo attivato dai fondi strutturali;
constatare che il 60% delle risorse per la SI fa capo agli interventi dei POR e il 40% fa

invece capo ai PON. In particolare, il PON Sicurezza per lo sviluppo presenta unelevata

21

incidenza di risorse per la SI (quasi il 50%) e rappresenta quasi il 40% del costo SI
afferente ai PON;
confermare la notevole trasversalit degli interventi per la SI, che sono presenti in

misura variabile in tutti gli Assi del QCS, con una maggiore concentrazione prevedibile
nellAsse VI (40% del totale), ma anche nellAsse III risorse umane (25%) e Asse IV
sviluppo locale (18%);
constatare nel complesso la prevalenza degli interventi nalizzati alla modernizzazione

della PA (e-government), che assorbono il 54% delle risorse complessive, seguiti dagli
interventi per le imprese (28%) e quelli dedicati alla alfabetizzazione e sensibilizzazione
dei cittadini e di altri soggetti (18%).
Guardando pi da vicino ai POR, la Tabella 8 fornisce il quadro delle misure
specificamente dedicate alla SI e delle relative risorse nei singoli Programmi Operativi e
Complementi di programmazione21, prima della revisione di medio-periodo.
46

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Le misure dedicate alla SI sono sempre comprese nellAsse VI e ammontano


a oltre 900 milioni di euro di risorse pubbliche (di cui quasi 500 milioni di contributo
comunitario), pi circa 200 milioni di risorse previste dal co-finanziamento di privati
(soprattutto nelle azioni rivolte alle imprese).
Tabella 8 Misure e risorse dedicate alla SI nei POR Ob.1 pre-revisione ne 2003 (valori in )
Misura
Basilicata

6.2 Azione A Sviluppo SI

Calabria

di cui contributo
CE

Investimenti
privati da non
rendicontare

Totale risorse

54.130.000

26.380.000

54.130.000

6.3a Pianicazione strategica della SI

6.800.000

3.400.000

6.800.000

6.3b Promozione della SI

6.800.000

3.400.000

6.800.000

6.3c Diffusione della SI nel settore


pubblico

27.212.000

13.606.000

27.212.000

6.3d Diffusione della SI nei settori


produttivi

27.212.000

13.606.000

18.140.000

45.352.000

68.024.000

34.012.000

18.140.000

86.164.000

129.505.200

64.752.600

129.505.200

6.3 Sostegno allo sviluppo SI nel tessuto


produttivo

86.336.800

43.168.400

86.336.800

6.4 Promozione SI, rafforzamento


potenziale umano, imprenditorialit
e competitivit imprese. Promozione
internazionalizzazione.

70.915.000

55.156.000

70.915.000

286.757.000

163.077.000

286.757.000
21.605.135

sub-totale
Campania

Risorse pubbliche

6.2 Sviluppo della SI.

sub-totale
Molise

6.3 Societ dellInformazione

21.605.135

9.265.531

Puglia

6.2 Societ dellInformazione

161.600.000

80.800.000

161.570.000

323.170.000

6.3 Realizzazione RUPA regionale

96.000.000

48.000.000

22.500.000

118.500.000

6.4 Risorse umane e SI

53.846.000

35.000.000

311.446.000

163.800.000

6.3 Societ dellInformazione

94.660.000

47.330.000

94.660.000

6.4 Formazione per la SI

41.634.000

20.817.000

41.634.000

sub-totale

136.294.000

68.147.000

136.294.000

6.05 Reti e servizi per la SI

83.000.000

37.350.000

83.000.000

939.651.000

492.766.000

sub-totale
Sardegna

Sicilia

Totale complessivo

53.846.000
184.070.000

202.210.000

Fonte: Rielaborazione su dati documento MEF Gruppo di lavoro SI, maggio 2004. Vedi citazione in nota 20.

47

495.516.000

1.141.861.000

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Sotto il profilo delle finalit, i titoli delle misure e sottomisure evidenziano


interventi a largo spettro genericamente di sviluppo della SI - e/o la ricorrenza dei
temi/obiettivi proposti dal QCS, in particolare lo sviluppo delle risorse umane tramite la
formazione e il sostegno delle imprese e dei settori produttivi.
La rilevazione effettuata a fine 2003 dal MEF ha rivelato inoltre una presenza
molto significativa (almeno sotto il profilo delle risorse in gioco) di azioni per la SI anche
nelle altre misure dei POR. La prima colonna della Tabella 9 assomma il valore del contriPer poter misurare il contributo delle azioni per la SI
ai diversi obiettivi del QCS,
si dovuto necessariamente associare ciascuna azione ad un obiettivo, anche
quando lazione come
spesso accade - riguardava
pi obiettivi. Il risultato
rappresenta quindi una forzatura della realt.
22

buto comunitario delle misure dedicate SI (prima colonna della Tabella 8) con quello della
quota attribuita dalle AdG dei POR alla SI nelle altre misure dei POR. Il valore complessivo
del contributo comunitario, cos calcolato, supera 1,1 miliardi di , rivelando un investimento sostanzialmente equivalente sulla SI nelle misure dedicate e nelle altre misure.
Tale constatazione, come vedremo pi avanti, ha portato in fase di revisione del QCS ad
insistere per il rafforzamento del coordinamento delle numerose e spesso frammentate
iniziative distribuite nelle diverse misure dei POR.
Guardando alla destinazione delle risorse rispetto ai macro-obiettivi del QCS per
la SI, la Tabella 9 evidenzia la netta predominanza (eccetto per Calabria e Sicilia) degli
interventi per lammodernamento della pubblica amministrazione locale, che nel tempo
hanno assunto sempre pi chiaramente i connotati delle-government. Gli interventi sui
cittadini e le risorse umane in generale e quelli sulle imprese riflettono invece priorit
diverse nei diversi contesti regionali.

Tabella 9 Contributo comunitario nei POR per la SI (tutte le misure) e destinazione per obiettivi22 (gen. 2004)
POR

Contributo CE
(milioni di euro)

Basilicata

Destinazione contributo CE
Alfabet.

Imprese

e-Gov.

Totale

83,55

40,7%

0,0%

59,3%

100,0%

Calabria

99,99

29,6%

29,8%

40,6%

100,0%

Campania

274,89

22,8%

20,3%

57,0%

100,0%

Molise

16,70

36,6%

1,3%

62,1%

100,0%

Puglia

197,98

4,3%

0,0%

95,7%

100,0%

Sardegna

98,49

27,3%

0,0%

72,7%

100,0%

Sicilia

379,53

13,7%

30,4%

55,9%

100,0%

19,1%

17,5%

63,5%

100%

219,47

201,16

730,50

Valore medio
Totali 1151,13

Fonte: Rielaborazione su dati del documento MEF Gruppo di lavoro SI, maggio 2004. Vedi citazione in nota 20.

48

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Per quanto riguarda i PON, la Tabella 10 mostra una chiara e prevedibile specializzazione degli stessi rispetto ai tre macro obiettivi definiti per la SI dal QCS: la
destinazione delle risorse SI del PON Scuola quasi al 100% sullobiettivo alfabetizzazione e formazione; quella del PON Sviluppo imprenditoriale locale lo sulle imprese;
e quella del PON Sicurezza lo sul potenziamento delle strutture pubbliche impegnate
sul tema. Il PON Ricerca vede giustamente la destinazione delle risorse SI distribuita
sullobiettivo dellalta formazione e sulle iniziative di innovazione delle imprese, mentre
il PON Assistenza tecnica e azioni di sistema (Atas) distribuito trasversalmente sui tre
obiettivi.

Tabella 10 Contributo comunitario nei PON per azioni sulla SI e destinazione per obiettivi (gen. 2004)
Destinazione contributo CE

Contributo CE
(milioni di euro)

alfabet.

imprese

e-gov

Totale

Scuola

170,5

92,8%

0,00%

7,2%

100%

Sviluppo locale

103,0

0,0%

100%

0,0%

100%

Sicurezza

284,8

0,0%

0,0%

100%

100%

Ricerca

206,4

43,0%

57,0%

0,0%

100%

Atas23

20,1

63,1%

13,2%

23,7%

100%

Totali/medie

784,8

33,1%

28,5%

38,4%

PON

Fonte: tabelle 9, 10 e 11 del documento MEF Gruppo di lavoro SI, maggio 2004. Vedi citazione in nota 20.

La Tabella 11 evidenzia anche la particolare importanza della destinazione SI


rispetto allinsieme delle risorse nel caso gi accennato del PON Sicurezza (le ICT svolgono un ruolo chiaramente sempre pi importante negli interventi in questo campo) e del
PON Scuola, dove le azioni riconducibili a tecnologie e applicazioni della SI raggiungono
rispettivamente quasi il 50% e il 36% del contributo comunitario dei programmi operativi.

49

Per quanto riguarda il PON


ATAS, si evidenzia che i dati
sono sotto-stimati, in quanto il valore economico
stato fornito solo per met
circa delle linee di azione
segnalate come rilevanti ai
fini della SI.
23

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Tabella 11 Peso azioni SI su contributo CE totale dei singoli PO, milioni di euro e percentuali (gen. 2004)
Contributo
CE SI

Contributo
CE totale

Quota SI su
totale

POR

Contributo
CE SI

Contributo CE
totale

Costi SI su
costi totali

Scuola

170,5

472,6

36,1%

Basilicata

83,55

742,8

11,2%

Sviluppo locale

103,0

1978,9

5,2%

Calabria

99,99

1.994,2

5,0%

Sicurezza

284,8

573,1

49,7%

Campania

274,89

3.824,9

7,2%

Ricerca

206,4

1191,5

17,3%

Molise

16,70

180,7

9,2%

Atas

20,1

312,4

6,4%

Puglia

197,98

2.639,5

7,5%

Totale/media

784,8

4528,5

17,3%

Sardegna

98,49

1.946,2

5,1%

Sicilia

379,53

3.857,9

9,8%

Totale/media

1151,13

15.186,35

7,6%

PON

Fonte: Elaborazione su dati documento MEF Gruppo di lavoro SI, maggio 2004 (vedi citazione in nota 20) e QCS 2000-2006

Nel caso dei POR, le spese per la SI appaiono mediamente pi basse, come
prevedibile dato il carattere intersettoriale di questi programmi operativi. significativo
tuttavia notare che vi sono differenze notevoli tra le Regioni, con una intensit di spesa
per la SI nel POR Basilicata pi che doppia rispetto a quella registrata nei POR Calabria
e Sardegna.
Si segnala, infine, che la rilevazione effettuata dal MEF per la revisione di
medio periodo ha evidenziato un avanzamento delle azioni per la SI al 30 settembre 2003
(misurato in termini di percentuale di risorse impegnate sui costi totali) decisamente
maggiore nel caso dei PON (intorno all80%) rispetto alla situazione dei POR, le cui azioni
SI allepoca erano tutte con un avanzamento inferiore al 40%, ad eccezione della misura
VI.2 della Basilicata, gi interamente impegnata.

3.3 La revisione del QCS sui temi della SI


3.3.1 Il nuovo quadro di riferimento
Nel corso del 2004, tutte le Regioni e i Ministeri titolari di PO sono stati impegnati nel processo di revisione di met periodo, che ha visto il coinvolgimento delle
Autorit di Gestione, degli organismi politici regionali e del partenariato economico,
sociale ed istituzionale al fine di re-indirizzare le scelte strategiche effettuate nel 1999
alla luce dellattuazione del QCS e dei PO e dei nuovi contesti economici e sociali di
riferimento.
50

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Il processo si concluso con lapprovazione, da parte dei rispettivi Comitati di


Sorveglianza, della nuova versione del Quadro Comunitario di Sostegno e dei Programmi
Operativi che troveranno attuazione fino alla fine del 2006. Alla stessa stregua sono stati
revisionati i Complementi di Programmazione, quale strumento attuativo dei Programmi
Operativi e da cui si possono dedurre gli interventi relativi alla societ dellinformazione
che saranno ancora co-finanziati in questa restante parte della programmazione 20002006.
La revisione di medio-periodo del QCS, effettuata nel 2004 ha tenuto in conto
per quanto riguarda i temi della SI due insiemi di elementi:

le evoluzioni e novit di contesto politico e istituzionale emerse a livello europeo e


nazionale n dallinizio del ciclo di programmazione e giunte a maturazione in questo
periodo;

gli aspetti emersi dallesperienza di attuazione dei programmi nella prima fase del
ciclo.
In generale, rispetto al testo originario, la versione aggiornata del QCS tratta la

tematica SI in modo molto pi articolato e maturo, sia nelle parti di carattere generale,
sia nelle parti interne agli Assi III e VI, che sono quelli pi direttamente interessati.
Questa diversa attenzione riflette la significativa evoluzione delle cose intervenuta
nella materia comprese le battute darresto registrate su vari fronti nei primi anni
2000 rispetto alle aspettative iniziali della new economy - e la maggiore comprensione
dei fenomeni di innovazione, del ruolo che le politiche pubbliche possono giocare a vari
livelli (dalla regolazione, alla facilitazione di processi di mercato, allintervento diretto)
e del contributo che possono dare allo sviluppo locale e alla crescita economica.
Un esempio al riguardo rappresentato dallintroduzione nel testo dellAsse VI
del concetto di frattura digitale (digital divide) - come problema da contrastare e di cui
appare sempre pi evidente lesistenza e limportanza a vari livelli (geografico, socio-economico, culturale), anche allinterno del Mezzogiorno - al posto dellenfasi della versione
originaria del testo che sottolineava solo le opportunit portate dalle nuove tecnologie.
Un altro esempio di evoluzione delle cose, che sar ripreso anche pi avanti,
riguarda il sostegno allo sviluppo della banda larga. Su questo la posizione della stessa
Commissione europea passata da una visione iniziale molto ottimista rispetto alla capacit del mercato di garantire la diffusione generalizzata delle nuove infrastrutture e relativi servizi di accesso a fronte del boom degli investimenti nelle telecomunicazioni di fine
anni 90 - ad una visione pi possibilista rispetto allintervento pubblico (e al ricorso ai
Fondi strutturali per sostenerlo, ovviamente sotto determinate condizioni). Ci derivato

51

RAPPORTO NAZIONALE 2005

proprio dalla crisi intervenuta nel frattempo nel settore e dallevidente abbandono da
parte degli operatori delle aree territoriali meno redditizie (in quanto deboli, periferiche
ecc.). Questa evoluzione nellorientamento della Commissione ricaduta ovviamente
anche nella revisione del QCS.
Lesperienza e la consapevolezza maturate nella prima fase di attuazione portano anche ad affiancare, nel nuovo testo, le opportunit identificate originariamente per
poter affrontare le sfide della SI presenza nel Mezzogiorno di importanti centri di competenze e di ricerca, di iniziative imprenditoriali di eccellenza e di grande disponibilit di risorse professionali adeguatamente formate - con alcuni fattori che costituiscono
ancora oggettivamente un freno allo sviluppo della SI:
un basso livello di cooperazione e poca propensione allinnovazione da parte delle

imprese;
il mercato che tende a non investire sufcientemente nelle nuove infrastrutture di

telecomunicazioni al di fuori delle grandi aree metropolitane;


al di l della forte propensione delle famiglie al consumo delle nuove tecnologie, un

decit ancora generalizzato di consapevolezza, cultura e competenza, che attiene sia


alla dimensione tecnica, non solo in termini di alfabetizzazione di base, oramai in via
di diffusione, ma soprattutto in termini di disponibilit di competenze avanzate, sia
alla dimensione gestionale e strategica;
il fatto che le istituzioni non percepiscono, se non ritualmente, la SI come una

priorit senza svilupparne pienamente le potenzialit e coglierne le implicazioni


strategiche essenziali per lo sviluppo economico e sociale (p.200).
Per superare tali sfide, la nuova stesura del QCS propone un approccio strategico
e condiviso allo sviluppo della SI da parte delle Regioni del Mezzogiorno, collocato, come
si detto, nel nuovo quadro di riferimento nazionale ed europeo. Gli elementi principali
di novit di tale quadro citati nel QCS sono:
ladozione delliniziativa e del piano dazione eEurope 2005, i cui obiettivi sono cos

riassumibili:
o dotare tutto il territorio europeo di uninfrastruttura a banda larga, gi in gran
parte disponibile, per i cittadini come per le imprese, a prezzi accessibili risultando
la problematica legata alla sicurezza;
o sviluppare servizi e contenuti adeguati, per le amministrazioni pubbliche (egovernment), per le attivit imprenditoriali attraverso un ambiente elettronico
52

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

dinamico (e-business), per i cittadini attraverso servizi telematici per la sanit


(e-health) e lapprendimento elettronico (e-learning).

il perfezionamento e aggiornamento delle disposizioni comunitarie in materia di

gli indirizzi di politica nazionale formalizzati nelle Linee guida per la Societ
dellInformazione24 e nel Piano di e-government25;

nel campo specico delle-government, la Visione Condivisa26 come quadro di


riferimento comune, per unattuazione coerente e coordinata dei processi di egovernment in tutto il territorio nazionale, salvaguardando lautonomia decisionale e
gestionale degli Enti locali;

il Piano per linnovazione digitale nelle imprese27, che rappresenta un ulteriore tassello
nellattuazione delle Linee guida per la SI;

ladozione di specici indirizzi nazionali di intervento per le aree sottoutilizzate, con


lo stanziamento dal Cipe di risorse ingenti per il triennio 2003-2005 a favore di
interventi nei settori dei servizi e delle infrastrutture per la SI (si veda il capitolo
precedente).
Come si pu osservare, molte novit del quadro nazionale discendono dallisti-

tuzione e dalloperato del Ministro per lInnovazione e le Tecnologie e delle strutture DIT
e CNIPA che ad esso fanno riferimento.
Nel secondo periodo di programmazione del QCS, alla luce dellevoluzione intercorsa nelle politiche e priorit europee e nazionali in materia di SI e in coerenza con
in Piani regionali per la SI, i tre obiettivi prioritari originari vengono aggiornati come
segue:

da sensibilizzazione e alfabetizzazione ad attuazione di strategie per e-learning,


formazione ICT, life-long learning (LLL) e sviluppo di servizi a supporto di tali
processi;

da ammodernamento della PA alla realizzazione di servizi di e-government tenendo


conto di quanto stabilito nel Piano di e-government, nei Piani regionali per la SI e nel
documento Le-government nelle regioni e negli enti locali: II fase di attuazione28;

Il Piano di e-government,
impostato inizialmente nel
giugno 2000, stato via
via precisato nella concertazione con il sistema delle
Autonomie Locali e definitivamente formalizzato con
DPCM del 14 febbraio 2002.
25

comunicazioni elettroniche;

25
Linee Guida per la SI,
approvate dal Comitato dei
Ministri della societ dellInformazione nel maggio
2002.

da utilizzo delle ICT da parte delle PMI alla denizione di strategie di e-business,
ovvero iniziative integrate per la denizione e realizzazione di nuovi servizi per le

53

Approvata dalla Conferenza Unificata Stato


Regioni, Citt e Autonomie
Locali luglio 2003.

26

27
Approvato dal Comitato
dei Ministri della Societ
dellInformazione a luglio
2003 - www.innovazione.
gov.it/ita/.

Documento approvato
dalla Conferenza Unificata
il 26 novembre 2003.

28

RAPPORTO NAZIONALE 2005

imprese, viste in chiave di liera, distretto, catena di fornitura ecc. per la formazione
di competenze ICT e manageriali adeguate, per la creazione di un ambiente favorevole
allinnovazione (compresi i servizi pubblici alle imprese).
Oltre a tale aggiornamento degli obiettivi specifici dellAsse VI, la revisione del
QCS ha portato a sottolineare limportanza di maggiori sinergie e coordinamento con gli
interventi per la SI negli altri ambiti e in particolare di quelli sulla ricerca e linnovazione. A questo fine, il Gruppo di Lavoro SI stato esteso ed oggi denominato Ricerca,
Societ dellInformazione, Innovazione, anche per promuovere maggiore cooperazione
tra strutture di ricerca e sistema produttivo nelle iniziative per la SI. Inoltre, si prevede
che tale Gruppo mantenga un collegamento con le attivit dei Gruppi di Lavoro Sviluppo
Locale e Internazionalizzazione e Risorse Umane, effettuando approfondimenti periodici su tali tematiche, al fine di orientare concretamente lattuazione degli interventi di
SI nei singoli Programmi Operativi e contribuire ad un efficace raccordo con le iniziative
promosse a valere sulle risorse nazionali (p. 208).

3.3.2 Le linee di intervento rivisitate


Sotto il profilo delle azioni da intraprendere, la nuova stesura del QCS fornisce
indicazioni ben pi ricche e dettagliate rispetto al quadro iniziale sulle seguenti sei linee
di intervento, riportate qui in sintesi.
I. E-learning/ICT training/Life-long learning
Gli interventi in questo campo, alla luce del nuovo approccio al tema, riguardano cinque ambiti distinti di azione:
formazione specica sulle ICT, formazione permanente e formazione a distanza basate

sulle dellICT;
formazione di docenti (prima alfabetizzazione, gestione delle reti, utilizzazioni delle

ICT nella didattica, tecnologie didattiche);

alfabetizzazione dei giovani e degli adulti occupati e disoccupati;

cablaggio delle sedi scolastiche, creazione di reti e postazioni tecnologiche, laboratori


e sistemi multimediali per la didattica, sistemi informativi integrati per la gestione
delle attivit scolastiche, reti tra scuole per la condivisione delle risorse didattiche;
formazione a contenuto ICT per il mondo delle imprese (alfabetizzazione e conoscenza

di applicativi specici; problematiche e impatto dellinnovazione digitale nelle imprese

54

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

e per lo sviluppo economico e produttivo; beneci dei nuovi servizi di e-government


alle imprese).
II. E-government
Riconosciuto che il tema dell e-government sicuramente giunto in Italia ad
uno stadio avanzato di maturazione, anche grazie dallesperienza maturata negli ultimi anni, si ribadisce che le iniziative per lammodernamento della PA nel Mezzogiorno
dovranno procedere in modo coerente, funzionale e complementare agli obiettivi e alle
logiche architetturali definite nella cosiddetta Visione Condivisa e nel documento
sulla seconda fase di attuazione del piano di e-government, approvato dalla Conferenza
Unificata a novembre 2003.
Significativo anche il richiamo ai problemi di accessibilit dei servizi e, quindi
di inclusione, delle fasce pi deboli della popolazione (es. disabili, anziani), oggetto
peraltro dellapposita legge nazionale 9 gennaio 2004 n. 4, approvato a fine 2003 e il cui
regolamento attuativo atteso per marzo 2005.
III. E-business
Riconoscendo che il problema delladozione su larga scala delle ICT da parte
delle imprese e il loro efficace sfruttamento, non circoscrivibile solo a questioni di investimento si individuano tre sfide che le ICT possono contribuire a vincere nei sistemi
imprenditoriali del Mezzogiorno e riguardano i seguenti ambiti di intervento:

innovazione nei processi organizzativi e nei processi produttivi delle aziende;

sostegno alla creazione ed al funzionamento di reti e sistemi di imprese;

potenziamento e qualicazione del portafoglio prodotti/servizi delle imprese


tradizionali.
Inoltre, si ritiene che linnovazione delle imprese utilizzatrici di ICT, vada

affiancata da politiche rivolte in modo specifico alle imprese produttrici delle stesse ICT
e, soprattutto, dei servizi che su di esse si basano. Ci importante al fine di garantire
un rapporto virtuoso tra domanda e offerta e far s che si traduca in effetti benefici sullo
sviluppo locale (e non in squilibri eccessivi di bilancia tecnologica con altre regioni e
nazioni) (p. 210).
Garantendo il necessario coordinamento con quanto promosso dal Piano per
linnovazione digitale delle imprese del luglio 2003, gli interventi previsti riguardano
quindi:

azioni dedicate alle singole PMI, (innovazione dei sistemi organizzativi, dei processi
produttivi, dei prodotti/servizi e delle relazioni con i mercati);
55

RAPPORTO NAZIONALE 2005

iniziative di liera o per i raggruppamenti di imprese a livello settoriale e/o territoriale

(produzione di servizi per la logistica, per la gestione di sub-fornitura e rapporti con


il mercato, di infrastrutture e territorio, di salute, ambiente, sicurezza, formazione e
mobilit);
sostegno alle aziende del settore ICT e servizi collegati (compresa nuova imprenditorialit)

in coordinamento con il PON Ricerca ed il PON Sviluppo Imprenditoriale Locale.


IV. E-health
Nella stesura originaria del QCS, il tema delle applicazioni delle ICT ai servizi
sanitari e alle pratiche mediche era solo accennato. Nella revisione del QCS si riconosce
invece con forza che la cosiddetta e-health costituisce la frontiera attuale dellevoluzione
dei sistemi sanitari e un campo nel quale, ancora una volta, le nuove ICT possono dare
un contributo prezioso per ottenere al tempo stesso un miglioramento della qualit dei
servizi, il contenimento dei costi e una relativa omogeneit di prestazioni per i cittadini
in tutto il territorio nazionale (p. 211).
Le tipologie di interventi da realizzare in questo ambito riguardano:
la gestione ed erogazione dei servizi sanitari per il cittadino e il relativo back-ofce

(ricerca e prenotazione delle prestazioni, pagamento dei servizi, gestione della cartelle
cliniche, reti informative per i medici di base, ecc.);
servizi medici in senso stretto (diagnostica, consulto e sorveglianza a distanza,

trasmissione di immagini, operazione in remoto di strumentazione e cos via), per i


quali la disponibilit di servizi a banda larga risulta indispensabile.
Data la mancanza di un quadro di riferimento nazionale che metta a sistema e
indirizzi strategicamente gli interventi per le-health, si raccomanda unattenzione particolare a garantire lintegrazione, la coerenza e lefficacia alle azioni poste in essere in
questo settore.
V. Sviluppo della banda larga
Le condizioni sono elencate, oltre che nel documento di riferimento della
Commissione, anche nel
rapporto MEF di cui alla
nota 20., pp. 10-11.
29

Come gi accennato, la Commissione europea ha approvato nel luglio 2003 le


nuove Linee guida sui criteri e le modalit di implementazione dei Fondi strutturali in
materia di comunicazioni elettroniche (SEC(2003)895) che consentono, per la seconda
fase di attuazione, a particolari condizioni29, di investire in infrastrutture banda larga per
superare il digital divide. In ogni caso, tali interventi devono essere funzionali a innescare un meccanismo virtuoso di promozione di servizi pubblici on line e di sviluppo di

56

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

infrastrutture in grado di sostenere la domanda di servizi, al fine di creare una dinamica


in cui la crescita di un fattore induca la crescita dellaltro (p. 211)
A livello nazionale, inoltre, stato approvato dal Cipe il Programma per lo
sviluppo della banda larga nel Mezzogiorno, con il conseguente stanziamento di 300
milioni di euro (delibera n. 17 2003), finalizzati da un lato alla rimozione degli ostacoli
che impediscono laffermarsi di condizioni di mercato favorevoli, abbassando il costo
dellinvestimento richiesto ad operatori privati di servizi avanzati di telecomunicazione,
dallaltro, allo sviluppo e promozione di servizi on line ad alto consumo di banda (si veda
anche la Tabella 6 nel Capitolo 2).
In questo mutato contesto, il ruolo delle Regioni e la conoscenza delle politiche di sviluppo che esse attuano, incidendo in vario modo sulle diverse aree del territorio,
diventano fondamentali. Per questo, vanno garantiti e rafforzati opportuni meccanismi di
confronto e coordinamento tra di esse e gli altri attori che intervengono per lo sviluppo
della banda larga con risorse pubbliche (p. 221). In generale, inoltre, le analisi effettuate per la revisione di medio termine del QCS hanno evidenziato il moltiplicarsi di soggetti
con iniziative in questo ambito inserite nei PO e ci porta a chiedere per la seconda fase
di programmazione unattenzione particolare affinch:

non si verichino duplicazioni;

non restino escluse dal benecio parti signicative del territorio;

non vi siano incompatibilit o squilibri nelle scelte tecnologiche;

non vi siano incoerenze nelle scelte e nelle modalit attuative, che riducano lefcacia
potenziale degli interventi;

non si perdano opportunit di economie di scala o sinergie fra interventi (p. 211).
Fatte salve queste cautele, gli interventi previsti possono riguardare i seguenti

ambiti di azione:

realizzazione di infrastrutture e servizi di connettivit a banda larga, secondo i nuovi


criteri indicati dalla Commissione europea nel luglio 2003, nalizzati a contrastare il
digital divide e a sostenere progetti di sviluppo delle aree marginali e rurali;

realizzazione e potenziamento di servizi on line sia infrastrutturali (cio di supporto e


abilitanti allerogazione di servizi nali, in particolare nel campo delle-government),
sia indirizzati ad utenti nali, che facciano ricorso o benecino della banda larga,
nonch azioni di stimolo e aggregazione della domanda di servizi a banda larga;

57

RAPPORTO NAZIONALE 2005

iniziative di sensibilizzazione rivolte agli enti locali e agli altri attori del partenariato

e iniziative di collaborazione e scambio su base inter-regionale, anche con le regioni


Ob. 2, nellottica di programmare adeguatamente e ottimizzare le iniziative rivolte allo
sviluppo della banda larga sul territorio (p.222).
In relazione al secondo punto, nella sezione dellAsse VI sui Criteri e gli indirizzi per lattuazione degli interventi per la SI, si richiede in particolare una chiara
divisione dei compiti di gestione dei servizi infrastrutturali tra gli attori coinvolti (a
partire dalla Regione e dagli Enti Locali, anche in forma associata), al fine di garantire la
sostenibilit dei nuovi sistemi e nella prospettiva di aggregare tramite le reti regionali la
domanda di banda larga collegata a servizi pubblici avanzati (p. 226).
VI. Assistenza Tecnica
Nella prima fase di attuazione del QCS, lassenza di un referente istituzionale
nazionale dedicato ai temi della SI aveva portato a costituire, nellambito del Comitato di
Sorveglianza del QCS, il Gruppo di lavoro per la SI, con rappresentanti del MEF, della CE,
delle Regioni Ob. 1, dei Ministeri responsabili di PON settoriali o titolari di azioni di assistenza tecnica e di sistema (PON Atas), degli allora uffici del Dipartimento della Funzione
Pubblica responsabili per il piano di e-government, del Ministero delle Comunicazioni,
degli attori del partenariato e altri soggetti interessati. Il Gruppo, come si gi visto, si
dotato a sua volta di un Gruppo tecnico di valutazione che lo supportasse e sostenesse
le Regioni nella predisposizione e verifica dei Piani strategici regionali e successivamente
in altri compiti (ad es. la predisposizione del rapporto di analisi per la revisione di met
periodo di cui alla nota 20). Recentemente, come gi in precedenza accennato, stato
poi esteso e integrato divenendo il Gruppo di Lavoro Ricerca, Societ dellInformazione
e Innovazione.
Con la costituzione del MIT e levoluzione delle strutture ad esso associate (DIT
e CNIPA), il processo di accompagnamento delle Regioni per il periodo di programmazione restante sugli interventi relativi alla SI ha potuto arricchirsi e prendere una forma
pi solida e articolata con lattivazione di unapposita azione nellambito del PON ATAS,
affidata al CNIPA, denominata Progetto Operativo Societ dellInformazione, POSI.
In generale, sempre nella sezione sui Criteri e gli indirizzi per lattuazione
degli interventi per la SI, rispetto a tale processo daccompagnamento delle Regioni si
afferma che esso debba puntare a garantire:
la coerenza delle strategie regionali con le evoluzioni di policy sia a livello nazionale

che a livello comunitario, garantendo sinergie adeguate tra gli interventi (iniziative
nazionali, PON Ricerca e Scuola);
58

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

la promozione di un approccio comune a tutte le regioni per garantire l'interoperabilit


dei sistemi attraverso ladozione di standard comuni che possano facilitare laggregazione
della domanda di servizi a banda larga;

la realizzazione di azioni che consentano un reale ravvicinamento e standardizzazione


degli indicatori SI a livello regionale, che permetterebbe di operare un'azione reale di
monitoraggio sulle realizzazioni e sugli impatti;

la denizione di azioni comuni per la costituzione di reti di cooperazione tra Regioni


nella fase di denizione degli interventi e in quella successiva di realizzazione per
lidenticazione e lo scambio di buone pratiche e di esperienze innovative nei settori
prioritari d'intervento (e-government, e-learning, ecc.) (p. 226).

3.3.3 Le indicazioni per lattuazione e limportanza


del coordinamento
Al di l di quanto gi citato in precedenza, la sezione sui Criteri e indirizzi per
lattuazione del QCS relativa agli interventi per la SI pone lattenzione su altri aspetti e
proposte, scaturiti in parte proprio dallesperienza maturata nella prima fase di programmazione:

come gi previsto in precedenza gli interventi saranno nalizzati alla realizzazione dei
Piani strategici regionali, che sono oramai tutti presenti e approvati e che saranno
adeguati al progressivo evolversi di nuove opportunit e indirizzi;

levoluzione delle strategie sar accompagnata, anche a livello partenariale,


valorizzando e rafforzando le esperienze e le prassi esistenti e attraverso la
denizione e applicazione di un modello comune di valutazione strategica dellimpatto
delle strategie stesse sullo sviluppo socio-economico regionale (p. 225);

per ciascun POR, sar individuato un referente per il coordinamento dellattuazione


della Strategia Regionale della SI al ne di assicurare una gestione coerente e unitaria
di tali interventi;

vanno individuate modalit adeguate di integrazione e raccordo tra programmazione


comunitaria, nazionale e regionale sulla SI, tenuto conto della molteplicit di iniziative
previste dalle politiche nazionali (risorse Cipe, piano di e-government ecc.) e dalle
strategie regionali;

59

RAPPORTO NAZIONALE 2005

va incoraggiato l'utilizzo di indicatori regionali e di sistemi di valutazione (in particolare

per quanto riguarda levoluzione della domanda) che misurino l'azione compiuta in
materia di sviluppo regionale, ricorrendo, per quanto possibile, agli indicatori previsti
per e-Europe 2005 opportunamente adattati al contesto regionale;
il Comitato di Sorveglianza del QCS, con il supporto del Gruppo di Lavoro Ricerca,

Societ dellInformazione, Innovazione, dovr essere regolarmente informato, come


gi accade, dellevoluzione dei Piani e degli interventi in materia di SI.

3.4 La revisione dei Programmi Operativi


e la SI
La revisione di medio termine del QCS accompagnata da quella dei PO, e ancor
pi dei rispettivi Complementi di programmazione (CdP) che danno loro attuazione. In
effetti, la revisione del quadro generale ha visto il contributo degli attori coinvolti nei
PO, accogliendo quindi molti stimoli gi maturati nelle iniziative regionali o di settore.
Al tempo stesso, essa ha razionalizzato tali stimoli e incorporato gli elementi di novit
derivanti dal contesto generale europeo e nazionale, producendo cos indirizzi spesso
nuovi, che devono essere appunto recepiti nei PO e nei CdP.
Nei Report regionali curati dai CRC delle regioni obiettivo 1, che fanno parte
come gli altri del Rapporto 2005 complessivo, vengono fornite informazioni pi di dettaglio sulle variazioni introdotte nei singoli CdP alla luce della revisione di medio termine
e sulle motivazioni che le hanno prodotte. Qui di seguito si fornisce un quadro sintetico
delle novit relative ai programmi regionali. Per quanto riguarda i PON, non si segnalano
cambiamenti significativi dal punto di vista delle tematiche legate alla societ dellinformazione.

3.4.1 Principali elementi della revisione


dei POR rispetto alla SI
30 Trattandosi di informazioni reperite dai Report
regionali curati dai CRC e
non essendovi un Report
per il Molise, i dati per tale
regione non sono inclusi.

Le principali tappe del percorso di revisione dei POR e dei relativi Complementi
di programmazione sono riassunte nella Tabella 12, che richiama anche i documenti e gli
atti di riferimento30.

60

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tabella 12 Le tappe nella revisione di medio periodo dei POR e CdP delle regioni Ob.1

Basilicata

16 dicembre 2004, Comitato di Sorveglianza approva proposta di adattamento del CdP e del relativo piano nanziario
20 dicembre 2004, Decisione n. 5450 della CE che approva la riprogrammazione del POR Basilicata.
14 marzo 2005, DGR n. 582 approva il nuovo CdP del POR Basilicata 2000-2006 con modiche e integrazioni

Calabria

7 dicembre 2004, Comitato di sorveglianza approva le integrazioni da apportare al CDP del POR Calabria 2000-2006, che
recepisce le strategie indicate nellaggiornamento del Piano strategico e dazione per lo sviluppo della SI (versione 1.4.1 luglio
2004).
I5 dicembre 2004, Decisione n. 5187 della CE approva la nuova versione del POR Calabria 2000-2006.
30 marzo 2005, DGR n. 480 approva il Piano strategico e dazione per lo sviluppo della societ dellinformazione in Calabria
(versione 1.4.2)

Campania

15 dicembre 2004, Decisione n. 1588 della CE approva riprogrammazione del POR Campania 2000/2006.
22 dicembre 2004, DGR n. 2376 approva laggiornamento del Piano Strategico per la Societ dellInformazione della Regione
Campania, a valle della riprogrammazione

Puglia

30 marzo 2004, DGR n. 383 approva il documento di Revisione di met periodo del QCS I Proposta di rimodulazione del Por
Puglia 2000-2006.
4 giugno 2004, Comitato di Sorveglianza approva la revisione del POR.
2 dicembre 2004, Comitato di Sorveglianza approva adeguamento del CdP e da mandato allAdG di apportare correzioni o
modiche a seguito di osservazioni prodotte da Autorit nazionali e Servizi CE
15 febbraio 2005, DGR n. 81 approva il POR Puglia 2000-2006
7 marzo 2005, DGR n. 253 approva del Complemento di Programmazione POR Puglia 2000-2006

Sardegna

1 giugno 2004, Comitato di Sorveglianza approva la revisione del POR.


15 dicembre 2004, Decisione n. 5191 della CE approva riprogrammazione del POR Sardegna 2000/2006.
21 dicembre 2004, Comitato di Sorveglianza approva nuovo CdP con modiche nella Mis. 6.3 e AdG dichiara volont di
procedere a modica del POR stesso, tra laltro, per consentire il pieno recepimento delle linee indicate dal QCS per la SI.

Sicilia

31 maggio 2004, DGR n. 206 approva il documento per la riprogrammazione di met periodo del POR Sicilia 2000/2006.
15 dicembre 2004, Decisione n. 5184 della CE approva riprogrammazione del POR Sicilia 2000/2006.
21 dicembre 2004, con deliberazione n. 404 adotta il CdP contenente le modiche della revisione di met periodo e con
deliberazione n. 405 modica il Quadro di Riferimento Strategico Regionale per lo sviluppo della societ dellinformazione
(QRS).
26 gennaio 2005, con DGR n. 23 Regione Siciliana adotta il nuovo POR.

Fonte: Report Regionali dei CRC delle Regioni Ob.1.

In Basilicata, la riprogrammazione ha portato ad una integrazione pi chiara


degli obiettivi strategici, compresi quelli nuovi indicati nella revisione del QCS (europei
e nazionali), nei processi di attuazione. Non vi sono per variazioni sostanziali del POR,
per quanto riguarda la SI, anche se le risorse ad essa destinate sono aumentate di circa
20 M (si veda la Tabella 13 pi avanti).
In Calabria, la revisione di medio-periodo coincisa con il processo di aggiornamento della Strategia e piano dAzione per lo sviluppo della societ dellinformazione in
Calabria, elaborati nel 1999 e ha portato alla revisione/creazione di alcune linee di intervento in coerenza con il nuovo quadro delle politiche nel settore della SI, tenendo conto
anche delle strategie di intervento delineate nel nuovo QCS per le regioni dellObiettivo
1 e nelle nuove politiche nazionali di settore.
In Campania, il processo di revisione di medio periodo ha confermato, alla luce
degli esiti della valutazione intermedia e, in linea con gli indirizzi di revisione del QCS
Ob. 1, la validit delle precedenti scelte strategiche fondamentali del POR Campania,
61

RAPPORTO NAZIONALE 2005

estendendone lorizzonte - per gli obiettivi di maggiore complessit - oltre la chiusura


dellattuale ciclo di programmazione, verso il 2007-2013. La revisione non ha comportato
modifiche sostanziali al POR, ma ha costituito loccasione per rilanciare alcune tematiche
prioritarie, in linea con levoluzione degli orientamenti strategici della CE e nazionali. Il
soddisfacente progresso nel conseguimento degli obiettivi di medio termine e dei traguardi di spesa fissati per la prima fase di programmazione ha consentito di assegnare
alle Misure 6.2 e 6.3 una quota di premialit, aumentando le risorse disponibili per le
due misure di 40 M.
A valle della riprogrammazione, la Regione ha anche predisposto, con un intenso processo partenariale, laggiornamento del Piano Strategico per la Societ dellInformazione della Regione Campania, che riprende i macro-target strategici gi fissati nella
versione 2001 PA, tessuto produttivo e capitale umano - aggiornando gli interventi in
una logica di stretta integrazione con le diverse tipologie di risorse disponibili (in particolare, quelle nuove derivanti dal FAS- CIPE) e con i nuovi obiettivi nazionali ed europei.
Alla luce di tale aggiornamento, lammontare di risorse oggi disponibili (451 M) per
lattuazione dei 36 interventi di attuazione della strategia cos suddiviso sui tre obiettivi strategici: 56% alla promozione della SI nella PA, 34% alla promozione della SI nel
tessuto produttivo e 10% al rafforzamento del potenziale umano.
Anche in Puglia, la riprogrammazione stata loccasione per una maggiore integrazione dei nuovi obiettivi del QCS obiettivo 1. Alla Misura 6.2 stato cambiato nome da
Societ dellinformazione a Promozione della SI Promozione dellinternazionalizzazione, sono stati raggruppati gli interventi in quattro aree (comunit dei cittadini, pubblica
amministrazione, imprese e osservatorio) e sono state aumentate le risorse disponibili
per quasi 35 M. La Misura 6.3 Sostegno allinnovazione degli enti locali concentrer i
suoi interventi nella fase 2004-2006 sul potenziamento delle infrastrutture telematiche
in ottica RUPAR2/SPC, sostegno agli EELL per lintegrazione nella nuova rete regionale e
sviluppo del Sistema informativo territoriale regionale.
In Sardegna, per ottenere il recepimento integrale delle linee del QCS sulla SI
nella misura 6.3 (ad essa interamente dedicata) prevista una ulteriore modifica del POR
stesso, con linserimento di azioni per favorire limpatto delle nuove tecnologie nella cultura e nei contenuti; per lo sviluppo delle-learning/ICT training/life-long learning; per
lo sviluppo delle-business; lo sviluppo delle-health. Questi temi sono stati anche assunti
anche nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2005-2007 (DPEFR),
allinterno del quale viene dato ampio risalto alla SI.

62

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Rispetto alle revisioni gi effettuate, la Misura 6.3 ha visto le seguenti modifiche:

lunicazione delle due azioni Regione Digitale e Isola Digitale in ununica azione
Interventi per la realizzazione delle-government, prevalentemente orientata agli
Enti Locali, dato che un grosso intervento di e-government per la Amministrazione
regionale previsto nellAPQ SI;

la trasformazione dellAzione RUPAR nellazione Interventi per la realizzazione del


Sistema Pubblico di Connettivit e Cooperazione Regionale;

due nuove azioni, gli Interventi per la diffusione della Banda Larga e la Rielaborazione
e aggiornamento della Strategia e del Piano dAzione per la SI.
La Misura 6.4 Formazione per la SI stata invece inserita, con la numerazione

3.18, nellAsse III, che vedr un maggiore coordinamento dei diversi interventi per la SI
a valere sul FSE.
In Sicilia, a seguito della riprogrammazione del POR, si proceduto alla modifica
del Quadro di Riferimento Strategico Regionale per lo sviluppo della SI (QRS) e pure il
CdP ha subito una profonda revisione per quanto concerne le misure che, direttamente ed
indirettamente, riguardano la SI. In particolare, nella Misura 6.05 - dedicata interamente
alla promozione e sviluppo della SI - le modifiche hanno portato a una semplificazione
del quadro complessivo con labrogazione dei seguenti interventi: carta di identit elettronica, portale per i servizi per limpiego, sportello ambiente, e il sistema informativo
per il commercio.
Come si pu osservare dalla seguente Tabella 13, Sardegna e Sicilia, cos come
la Calabria, hanno lasciato invariate le risorse delle misure SI.

63

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Tabella 13 Variazioni nelle misure e risorse dedicate alla SI nei POR delle regioni Ob.1 (valori in )
POR
Basilicata

Risorse pubbliche

Misura
6.2 Azione A Sviluppo SI

Pre-revisione

Post-revisione

54.130.000

73.144.000

Variazione

Calabria
Campania

+ 19.014.000

6.3 Societ dellInformazione

68.024.000

6.2 Sviluppo della SI.

129.505.200

154.505.200

6.3 Sostegno allo sviluppo SI nel tessuto produttivo

86.336.800

101.336.800

3.2 (ex 6.4) Potenziale umano, imprenditorialit, ecc.

70.915.000

Variazione

Molise
Puglia

+ 40.000.000

6.3 Societ dellInformazione

21.605.135

6.2 Promozione della SI Promozione della internazionalizzazione (ex


Societ dellInformazione) solo quota SI

145.000.000

179.500.000

6.3 Realizzazione RUPA regionale

96.000.000

101.000.000

6.4 Risorse umane e SI

53.846.000

Variazione
Sardegna

+ 39.500.000

6.3 Societ dellInformazione

94.660.000

3.18 (ex 6.4) Formazione per la SI

41.634.000

83.000.000

944.656.135

1.043.170.135

Variazione
Sicilia
6.05 Reti e servizi per la SI
Totale complessivo
Aumento complessivo

+ 98.514.000

Fonte: Report Regionali dei CRC delle Regioni Ob.1.

Volendo sintetizzare quanto emerge dai nuovi POR/CdP e in alcuni casi dalle
strategie aggiornate, si possono evidenziare quindi tre aspetti:
un aggiornamento complessivo delle misure e azioni, in modo coerente con le nuove

indicazioni del QCS e quindi col quadro europeo e nazionale di riferimento;


alcuni interventi di razionalizzazione e semplicazione delle misure, con leliminazione

di azioni divenute obsolete o affrontate in altri ambiti programmatici;

64

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

soprattutto, lintegrazione di iniziative connesse al piano nazionale di e-government


(fase 1 e 2) e, per alcune Regioni in modo molto netto, ai nuovi programmi promossi
dal MIT Per il Sud e non solo, ICT per leccellenza dei territori, Sviluppo di
servizi a banda larga- in gran parte nanziati con le risorse stanziate negli ultimi
anni dalle delibere CIPE sul fondo per le aree sotto-utilizzate, FAS.
La Tabella 14 stata predisposta proprio per evidenziare tale convergenza tra

programmazione dei fondi di coesione e programmazione nazionale di settore. La X segnala infatti la presenza nel testo dei CdP di riferimenti diretti o indiretti ai temi/interventi
della politica nazionale MIT-CNIPA per le-government e la SI (riferimenti necessari per
poter co-finanziare gli stessi con fondi POR), ovvero il gi avvenuto impegno di fondi
POR su tali interventi, in genere in fase di stipula degli APQ31. La Tabella 4 nel capitolo
2 quantifica il contributo di risorse comunitarie (in gran parte POR obiettivo 1) agli APQ
SI in circa 95 M (al 30 aprile 2005), il 20% del finanziamento totale.
Lassenza di X nella tabella non significa ovviamente che la Regione non aderisca al programma-intervento in questione, ma semplicemente che non prevede di ricorrere
ai fondi POR per co-finanziare tali iniziative.
La maggiore chiarezza dintenti e il chiaro riferimento al modello del nuovo
Sistema Pubblico di Connettivit (SPC) sono elementi di novit evidenti in quasi tutti
i CdP, laddove le azioni originarie riferite alle cosiddette RUPAR erano spesso alquanto
vaghe. Oggi sono previsti gli obiettivi del SPC (gestione, qualit e sicurezza dei servizi
di trasporto, servizi per linteroperabilit e la cooperazione applicativa ecc.) e in diverse
regioni si prevede il concorso di risorse POR per diffondere la banda larga nella rete di
accesso periferico da parte degli enti locali collegati.

65

31
Ad esempio, il fatto che
nella misura 6.3 del CdP
Puglia sia previsto lo sviluppo di nuove infrastrutture di comunicazione, come
quelle wireless e satellitari,
che rappresentino il potenziamento della Rupar per il
supporto di specifici servizi
avanzati per lutenza mobile
qualificata come quelli concernenti la Protezione Civile
ed il Servizio di emergenza
sanitaria (118), ha portato ha segnare una crocetta
nelle righe attinenti al SPC
e in quella del Numero
unico delle emergenze del
Programma per il Sud e non
solo.

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Tabella 14 Riferimenti dei CdP regioni Ob.1 ai programmi nazionali per la SI nel Mezzogiorno e non solo

I Fase e-government (Sviluppo servizi a cittadini e imprese)

Bas

Cal

Cam

Pug

Sar32

Sic

II Fase e-government
Sviluppo servizi infrastrutturali e SPC
Diffusione territoriale servizi cittadini e imprese (riuso)

X
X

Inclusione dei piccoli Comuni (CST)

Sviluppo cittadinanza digitale (e-democracy)

X
X

Promozione dei nuovi servizi e-gov


Servizi e-gov. su piattaforma digitale terrestre (T-gov)

Programma Per il Sud e non solo


CAPSDA - Centri di accesso pubblico a servizi digitali avanzati

Servizi di telemedicina specializzata

Rete medici di medicina generale

Sistema vigilanza ambientale

PMI - Distretti digitali tessile- abbigl. nel Mezzogiorno


Seggio Elettorale Elettronico

Numero unico delle emergenze


CST - Centri Servizi Territoriali per le-gov nei piccoli comuni

CAT - Centri Territoriali dAcquisto degli EELL nel Mezzogiorno

Programma Banda Larga - servizi


Formazione nel settore sanitario (MMG e pediatri, telemed oncologica,
formazione continua in e-learning operatori socio-sanitari, aule MM x
e-learning)

X
X

PMI liera agroalimentare


Formazione (docenti) e sviluppo di contenuti digitali nel sistema
scolastico
Ampliamento SPC (videoconferenza, relativi centri tecnici, wireless)

Sistemi informativi integrati per la gestione del territorio


Sistemi avanzati per la connettivit sociale SAX-B

Sistemi avanzati per la connettivit sociale SAX-P

Sistemi avanzati per la connettivit sociale SAX-I


Programma ICT per leccellenza dei territori

Programma Banda Larga - infrastrutture

33

Fonte: Elaborazione sui CdP delle regioni Ob.1, post revisione di medio-periodo e Report regionali 2005

Si ricorda che la Regione Sardegna intende aggiornare il


POR proprio per comprendere temi attualmente non considerati, come evidenziato anche dalla presente tabella.
32

33 Questo programma fa capo non al MIT, bens al Ministero


delle Comunicazioni e viene attuato dalla societ Infratel.
comunque complementare al programma banda larga servizi, che agisce in modo sinergico sul lato della domanda.

66

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Interventi per la banda larga, in genere a complemento delle risorse FAS inserite negli Accordi di Programma Quadro SI, riguardano anche altri soggetti coinvolti nei
programmi del MIT per il Mezzogiorno - in particolare i diversi attori del sistema sanitario (medici di base, pediatri, ASL e strutture ospedaliere), le scuole (in particolare in
Sardegna e Sicilia) e i centri di accesso pubblico ai servizi avanzati, ospitati da strutture
associative e altri organismi.
Rispetto ad altri temi del programma nazionale di e-government, sono stati
inseriti nei CdP, prevedendone quindi il co-finanziamento con risorse POR: interventi per
il digitale terrestre in Puglia (servizi a cittadini e imprese) e Sicilia (servizi del portale
regionale della scuola); interventi a sostegno della partecipazione dei cittadini tramite
le-democracy (in Calabria e Puglia); interventi per la promozione dei servizi telematici al
pubblico e alle imprese, presenti in alcuni casi gi da prima, ma ripresi e rafforzati nella
prospettiva della linea 5 del programma di e-government per la promozione dei servizi a
cittadini e imprese (Basilicata e Calabria).
Altri temi che hanno registrato una maturazione a livello nazionale, anche sul
piano normativo, e che vengono richiamati in appositi interventi nei CdP sono:

tecnologie assistitive, accessibilit e in generale utilizzo delle ICT per i disabili, che
trovano riferimenti molto forti nella misura 6.2 in Puglia (con unazione specicamente
dedicata a questo) e in relazione ai progetti delle reti civiche per lo sviluppo di
servizi ai cittadini e imprese in Sicilia;

tecnologie evolute per la gestione del documento elettronico (protocollo informatico,


posta elettronica certicata ecc.), il cui utilizzo oggi chiaramente richiamato negli
interventi di ammodernamento dei sistemi informativi della Regione e degli Enti locali,
in particolare in Calabria e Sicilia.
Gli interventi sui servizi per il lavoro e lorientamento professionale, gi previsti

in tutti i POR nelle azioni dellAsse III, vedono un aggiornamento per garantire la conformit ai nuovi standard richiesti dalla Borsa Nazionale del Lavoro, in particolare nel caso
di Basilicata, Sardegna e Sicilia.
Infine, il tema della formazione a distanza e e-learning, spesso citato solo genericamente nelle versioni precedenti dei CdP, ha oggi una presenza pi forte e sistematica.
Ad esempio, nel CdP Basilicata viene richiamato molto spesso come metodologia da utilizzare nelle azioni relative alla formazione. La Campania prevede il ricorso alle-learning
in tutte le numerose iniziative volte al potenziamento del capitale umano sulle ICT. La
Puglia prevede di sviluppare uninfrastruttura regionale di e-learning, basata sulla Rupar

67

RAPPORTO NAZIONALE 2005

e principalmente orientata alla formazione continua della pubblica amministrazione. In


Sardegna, prevista lattuazione dello studio di fattibilit sulle-learning realizzato dal
progetto Diesis sviluppato nellambito del programma azioni innovative finanziato dalla
CE. In Sicilia, le-learning previsto trasversalmente nel rafforzamento del sistema regionale della formazione professionale. Su questo tema, ulteriori informazioni sono disponibili nella Parte III del presente Rapporto.

68

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

4. Avanzamento dei progetti


1 Avviso34
4.1 I progetti 1 Avviso e il loro
monitoraggio
Come oramai noto, sono 134 i progetti cofinanziati nella 1 fase del piano di
e-government. Essi vedono la partecipazione di tutte le Regioni, 93 Province, pi di 170
Comunit Montane e pi di 4.000 Comuni.
La variabilit di enti aggregati estremamente ampia; si va infatti da progetti
mono-ente (direttamente gestiti dalle Regioni), fino a progetti con oltre 600 enti aggregati. Il 50% dei progetti aggrega 18 soggetti o meno, un altro 25% ne aggrega tra 19 e
68, lultimo quarto ne aggrega tra 69 e 605.
Altrettanto ampia la distribuzione dei progetti per dimensione di costo complessivo illustrata dalla seguente Figura 1 dove le classi di costo sono espresse in milioni
di euro. Il costo dei progetti varia da un minimo di 0,12 ad un massimo di 30,2 M. Il
25% dei progetti ha un costo allincirca inferiore al milione, un secondo 25% compreso
tra 1 e 2 milioni circa, il terzo 25% compreso tra 2 e 4, mentre lultimo quarto contempla
progetti tra i 4 ed i 30 M.

69

Il presente capitolo
tratto dalla Terza relazione
sulla prima fase del piano di
e-government derivante dal
monitoraggio dei progetti
- Situazione risultante al 28
febbraio 2004, curata da
Marco Gentili responsabile dellUfficio Monitoraggio
e gestione progetti delle
Regioni e degli Enti locali
del CNIPA AIREL.
34

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Figura 1 Dimensioni economiche dei progetti 1 Avviso

40
35

N Progetti

30
25
20
15
10
5
0
<1

1-2

2-3

3-4

4-5

5-6

6-7

7-8

9 - 10

> 10

Costo Totale Progetti

Fonte: CNIPA-AIREL

La seguente Figura 2 mostra la distribuzione dei 134 progetti per tipologia di


servizi previsti (molti progetti ripartiscono i loro obiettivi su pi fronti): 97 progetti
hanno come oggetto la realizzazione di servizi on line per cittadini e altri 79 progetti
quelli per le imprese, coprendo linsieme degli 80 servizi indicati come prioritari nellavviso. Anche i 75 progetti sui servizi infrastrutturali nelle Regioni e nelle Province
coprono tutte le tipologie previste: dai servizi di trasporto, a quelli di interoperabilit,
di cooperazione applicativa, di sicurezza e autenticazione e di accesso ai servizi tramite
carte digitali.
Come illustrato gi nel Rapporto 2004 (cap. 3), tutti i progetti cofinanziati sono
posti sotto monitoraggio da parte dellUfficio Monitoraggio e gestione progetti delle
Regioni e degli Enti locali del CNIPA.
Il monitoraggio configura un modello di cooperazione tra DIT e CNIPA, Regioni e
CRC, Enti coordinatori e aggregati con un approccio innovativo e il meno invasivo possibile
nei confronti dei progetti ai quali richiesto di documentare quanto dichiarato con evidenze oggettive gi in loro possesso. Il monitoraggio permette di evidenziare le best practice,
dando visibilit al progetto; per questo non un monitoraggio finanziario, concentrandosi
sul raggiungimento dei risultati piuttosto che sulla rendicontazione delle spese.
70

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Figura 2 Distribuzione dei progetti per tipologia di servizi previsti

Imprese

Cittadini

15

31
13

29

24
18
Servizi
Infrastrutturali

Ovviamente il monitoraggio garantisce lerogazione dei cofinanziamenti coerentemente ai risultati raggiunti dai progetti, ma in aggiunta:

sensibilizza i progetti sui temi della pianicazione e della governance;

stimola il raggiungimento degli obiettivi pressati;

consente il confronto e lautodiagnosi producendo indicatori di benchmark;

supporta la comunicazione dei risultati raggiunti da parte del MIT, del CNIPA, delle
Regioni e CRC, Enti coordinatori e progetti.
Ogni progetto visitato dal monitoraggio (assessment) almeno due volte in

corso dopera e una terza, tre mesi dopo il completamento del progetto, per la verifica
finale sui servizi rilasciati in esercizio. Ad ognuna di queste visite si lega lerogazione di
una tranche di cofinanziamento. Se un assessment non trova soddisfatte le condizioni
per lerogazione della concomitante tranche di cofinanziamento, viene successivamente
ripetuto a valle del completamento delle attivit previste35.
Ad ogni assessment o verifica condotta su un progetto, si associa lemissione di
uno specifico rapporto. A questi rapporti di dettaglio, si aggiungono 6 rapporti di sintesi
prodotti a cadenza semestrale, che sintetizzano i risultati del monitoraggio del periodo
di riferimento. In particolare, il rapporto di sintesi presenta lavanzamento delle attivit

71

35 Nel primo anno dellattivit di monitoraggio - da


fine marzo 2004 ad aprile
2005 - risultano completati 170 assessment, dove
si intende completato un
assessment il cui rapporto stato approvato dal
CNIPA e reso pubblico sulla
base informativa di monitoraggio. Altri 38 risultano
attualmente in corso, distribuiti nelle varie fasi in cui
si compone lassessment. Su
170 assessment, 132 hanno
portato ad erogare tranche di cofinanziamento per
un totale di 62.960.000,
comprensivi della quota
iniziale erogata alla firma
della convenzione.

RAPPORTO NAZIONALE 2005

di progetto (stato avanzamento lavori o SAL), gli eventuali ritardi e le stime a finire,
riportando una valutazione sulla situazione complessiva dei progetti.
Il quadro dinsieme dellavanzamento lavori presentato di seguito quello che
emerge dal secondo rapporto di sintesi riferibile alla data del 28 febbraio 2005.
Alla data del 16 maggio 2005, l'Ufficio Monitoraggio e Gestione progetti delle
Regioni e degli Enti Locali del CNIPA ha pubblicato un nuovo stato di avanzamento
lavori, dal quale risulta che i 134 progetti hanno portato a termine il 62% del lavoro,
rilasciando il 30% dei servizi previsti, ovvero pi del doppio rispetto a quelli del precedente rilevamento.

4.2 Stato di attuazione dei progetti


1 Avviso
4.2.1 Stato di avanzamento lavori
Dallanalisi dei dati relativi ai 134 progetti presenti nel sistema informativo di
monitoraggio, emerge che lavanzamento medio, in termini di costo delle attivit maturato alla data del 28 febbraio 2005, pari al 54%, considerando solo i 130 progetti attivi
(escludendo cio 4 progetti che non erano ancora partiti alla data). A novembre 2004,
considerando i 129 progetti allora attivi, lavanzamento era uguale al 47%.
Lavanzamento previsto, e cio il costo pianificato al 28 febbraio 2005 (come
risultante dai piani esecutivi di progetto originari approvati allatto della stipula della
convenzione con il CNIPA) avrebbe dovuto essere pari all92%.
Mettendo a confronto le due curve dellavanzamento previsto ed effettivo rappresentate in Figura 3, il ritardo nellavanzamento medio dei progetti stimabile in 9 mesi:
i progetti nel loro complesso avrebbero infatti dovuto raggiungere il 54% a inizio giugno
2004. Lo stesso metodo di misura aveva permesso di valutare un ritardo pari a 7 mesi al
30 novembre 2004 e a 5,5 mesi al 15 settembre 2004, quindi in progressivo aumento.
Rispetto alle caratteristiche dei progetti, dai dati risulta che presentano un
avanzamento maggiore:

i progetti coordinati da enti locali del Nord rispetto a quelli del Centro e del Sud;

i progetti di dimensione economica minore (< 1 M), anche se non sembra esserci
correlazione diretta tra SAL e costo;
i progetti a cui partecipa un solo ente, il cui avanzamento del 40% superiore alla

media;
72

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Figura 3 Confronto tra avanzamento previsto e avanzamento effettivo aggregato relativi ai 130 progetti attivi
Costo aggregato
450.000.000
Avanzamento previsto
400.000.000

Avanzamento effettivo

350.000.000

Avanzamento previsto al
28/02/2005: 92%

300.000.000
250.000.000
200.000.000
150.000.000

Ritardo alla data di


sintesi: 9 mesi
Avanzamento effettivo al
28/02/2005: 54%

100.000.000
50.000.000

28/02/2005

m
ar
-0
m 3
ag
-0
3
lu
g03
se
t-0
3
no
v03
ge
n0
m 4
ar
-0
4
m
ag
-0
4
lu
g04
se
t-0
4
no
v04
ge
n0
m 5
ar
-0
m 5
ag
-0
5
lu
g05
se
t-0
5
no
v05
ge
n06

i progetti coordinati dalle Regioni (che sono infatti spesso mono-ente) rispetto a
quelli coordinati da Province, Comuni e Comunit Montane.
Per quanto riguarda il ritardo, la met circa dei progetti (68) ha un ritardo com-

preso tra i 6 e i 12 mesi. I progetti in linea o con ritardi contenuti (inferiori ai 4 mesi)
sono 27, pari al 20% del totale, mentre per converso 27 progetti (sempre il 20%) hanno
superato i 12 mesi di ritardo rispetto alla pianificazione originaria (erano 12 progetti a
fine novembre 2004, confermando quindi lallungamento dei tempi almeno per una parte
dei progetti).

4.2.2 Posizionamento dei progetti


in base allavanzamento e al ritardo
Considerando contemporaneamente le dimensioni di avanzamento e ritardo, e
introducendo anche la dimensione economica, possibile posizionare i progetti in tre fasce
a seconda del SAL (Figura 4). Per tutti i progetti stato calcolato il SAL % al 28 febbraio
2005, estrapolandolo dal SAL verificato dal Monitore nellultimo assessment. Le fasce rappresentate nella seguente figura sono pertanto fasce di SAL estrapolati, mentre nelle liste di
progetti contenute nei paragrafi successivi, si fa riferimento alle fasce di SAL verificati.

73

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Figura 4 Distribuzione dei progetti per ritardo, avanzamento, dimensioni economiche

Avanzamento
Ritardo 6 Mesi

Fascia di eccellenza
51 Progetti

100%

80%

SAL 70%
Fascia di normalit
67 Progetti

60%

40%

SAL 15%

20%

Fascia critica
16 Progetti

0%
0

9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

Ritardo (mesi)

Fascia di eccellenza: SAL superiore al 70%


Si tratta di 51 progetti con avanzamento calcolato al 28 febbraio 2005 superiore al 70%, con dimensione economica prevalentemente piccola o medio-piccola, ma
anche con alcuni progetti di elevata dimensione. La maggior parte dei progetti ha ritardi
contenuti (inferiori ai 6 mesi), ma vi sono anche alcuni progetti con ritardi significativi.
Di questi 51 progetti, 36 hanno un SAL verificato dal monitore superiore al 70% (tali
progetti sono riportati in Tabella 1).
Fascia di normalit: SAL compreso tra 15% e 70%
Si tratta di 67 progetti che hanno uno sviluppo lento o che sono partiti in
ritardo. Vi sono infatti progetti di grande dimensione economica con ritardi contenuti e
numerosi progetti con ritardi nella media.

74

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Fascia critica: SAL inferiore al 15%


Si tratta di 16 progetti con un avanzamento calcolato al 28 febbraio 2005
inferiore al 15% e ovviamente un ritardo elevato, pari o superiore alla media a cui si
aggiungono 5 progetti che dichiarano di non essere partiti (SAL = 0%). Sono progetti
complessi, che presentano criticit di gestione, in qualche caso appena partiti dopo aver
incontrato varie difficolt nella fase di avvio. Vi sono in questa fascia numerosi progetti
di piccole o medio-piccole dimensioni.
Per quanto riguarda i progetti con SAL verificato dal monitore, tutti i 21 che
rientrano nella fascia critica hanno un avanzamento verificato in sede di assessment
inferiore al 15% o non sono partiti.
I progetti nella fascia di eccellenza
Alla data del 28 febbraio 2005 il monitoraggio ha permesso di verificare 36
progetti con SAL superiore al 70% (9 in pi rispetto a fine novembre 2004), riportati qui
di seguito con le principali caratteristiche e la data di riferimento del SAL verificato.
Tabella 15 Fascia di eccellenza: progetti con SAL vericato superiore a 70%
Costo totale

Conanziamento

Avanzamento
vericato
(%)

Data
verica

Avanzamento
estrapolato al
23/02/05 (%)

Provincia di
Bolzano

250.000

80.000

100%

07/10/04

100%

ENTERPRISE

Comune di
Pordenone

223.500

550.000

100%

07/04/04

100%

189

Sviluppo SIARL

Regione Lombardia

273.363

1.000.000

100%

16/07/04

100%

227

IPNet Veneto

Provincia di
Belluno

5.306.000

2.260.000

98%

23/11/04

99%

024

SUAPED

Regione Veneto

373.338

110.000

96%

10/11/04

99%

143

SSB

Provincia di Brescia

197.599

170.000

94%

21/04/04

100%

163

@LI

Regione Lombardia

240.000

920.000

93%

02/04/04

100%

080

MI.Porti

Comune di Milano

600.000

180.000

93%

04/08/04

100%

425

IRIDE

Regione Piemonte

481.000

610.000

92%

06/10/04

100%

200

SISTERLAZIO

Regione Lazio

676.800

180.000

92%

22/09/04

100%

168

Portale RL

Regione Lombardia

1.291.513

790.000

92%

23/07/04

98%

153

INTRAEELL

Regione Friuli
Venezia Giulia

225.000

40.000

92%

22/11/04

100%

234

Comunica

Comune di
Ventotene

159.000

50.000

92%

20/05/04

98%

033

CRS-SISS

Regione Lombardia

15.065.480

5.650.000

90%

24/01/05

91%

Codice

Acronimo

Ente Coordinatore

052

BORSTUDIO

121

75

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Tabella 15 Fascia di eccellenza: progetti con SAL vericato superiore a 70% (segue)

730.000

Avanzamento
vericato
(%)
90%

26/11/04

Avanzamento
estrapolato al
23/02/05 (%)
97%

4.435.164

1.000.000

90%

28/04/04

98%

Regione Lazio

731.458

240.000

90%

30/06/04

100%

IDO

Regione Friuli
Venezia Giulia

370.000

120.000

88%

04/08/04

95%

086

PROTINT

Regione Friuli
Venezia Giulia

200.000

70.000

86%

05/07/04

100%

037

Si.Pro.Ci.

Provincia di
Macerata

324.200

110.000

86%

11/01/05

98%

368

Ci-Tel

Comune di Pisa

3.353.592

630.000

86%

06/12/04

94%

051

SPOT

Provincia di Trento

1.078.375

360.000

83%

15/09/04

94%

201

SUSILAZIO

Regione Lazio

930.480

240.000

83%

15/06/04

98%

202

TURISLAZIO

Regione Lazio

791.890

210.000

80%

21/10/04

98%

402

Minosse

Comune di Prato

432.433

240.000

80%

26/11/04

94%

048

SERV_VR

Comune di Verona

2.801.647

900.000

80%

20/07/04

100%

084

A-1

Regione Toscana

4.693.997

1.100.000

80%

22/06/04

100%

018

CT-RVE

Regione Veneto

236.990

220.000

79%

01/06/04

100%

031

SISRCR

Regione Friuli
Venezia Giulia

2.752.782

670.000

77%

23/04/04

100%

118

CAT@HOSPITAL

Provincia di
Catanzaro

894.600

300.000

77%

21/04/04

97%

157

I.A.E.W.

Provincia di Parma

1.404.190

830.000

76%

07/05/04

98%

267

LC-Card

Provincia di Lecco

1.103.000

400.000

76%

08/02/05

77%

117

EGOVSICILIA

Comune di
Barrafranca

6.379.163

2.150.000

76%

05/11/04

87%

338

GP&D

Comune di Roma

1.350.446

450.000

76%

09/12/04

89%

134

Siter@

Provincia di
Bergamo

75.600

40.000

74%

27/07/04

94%

055

WEGE 2002

Provincia di
Bolzano

1.066.407

370.000

72%

05/08/04

96%

Codice

Acronimo

Ente Coordinatore

Costo totale

Conanziamento

175

RA-RCT

Regione Piemonte

1.320.942

431

COMNET Umbria

Provincia di
Perugia

197

PROPOCERT

152

76

Data
verica

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

4.3 I risultati conseguiti


4.3.1 Stato di rilascio dei servizi
Nel diagramma di Figura 5 riportato in maniera sintetica il grado di rilascio di
servizi ai cittadini, servizi alle imprese e servizi infrastrutturali. Per questi ultimi, si sono
considerate separatamente le cinque categorie di servizi infrastrutturali.
Va sottolineato che il dato complessivamente riferito ai 127 progetti che
hanno effettuato almeno una seduta di assessment, e in particolare che il dato sul rilascio effettivo dei servizi e delle infrastrutture relativo, per ciascun progetto, alla data
di riferimento dellassessment. In qualche caso, tra tale data e la data a cui si riferisce il
presente rapporto (28 febbraio 2005) i progetti possono avere nel frattempo rilasciato dei
servizi o delle infrastrutture, ma tale informazione, non potendo essere verificata, non
stata presa in considerazione. La situazione quindi approssimata per difetto.
In misura inferiore al 10% sono stati rilasciati i servizi ai cittadini e i servizi
GIS. I servizi di cooperazione applicativa si attestano al 12,9% mentre i servizi alle imprese ed il protocollo informatico risultano rilasciati in percentuali di poco sotto il 20%. Ad
avanzato stato di rilascio vi sono le carte servizi (oltre il 90%) e i servizi di trasporto ed
interoperabilit (oltre il 73% delle amministrazioni gi connesse). Questultimo dato in
particolare spiegabile con il fatto che la connessione in rete in molti casi propedeutica
allimplementazione e rilascio dei servizi applicativi.

77

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Figura 5 Diagramma a rete che descrive il grado di rilascio dei servizi infrastrutturali, alla imprese e ai
cittadini
Servizi ai cittadini
(% Servizi rilasciati)

7,8%

%Rilascio

100%
90%
80%

GIS
(% Kmq di territorio urbano acquisito)

70%

Servizi alle imprese


(% Servizi rilasciati)

60%
50%

4,2%

18,8%

40%
30%
20%
10%
0%

Trasporto ed interoperabilit
(% Amministrazioni connesse)

Carte Servizi
(% Numero carte distribuite)

73,4%

90,3%

Protocollo informatico
(% Aree organizzative omogenee)

Cooperazione applicativa
(% Numero servizi condivisi)

19,8%

12,9%

Servizi ai cittadini
I progetti che prevedono di erogare servizi ai cittadini sono 97, per un totale
di 2.125 servizi ai cittadini. Hanno incominciato ad erogare servizi 27 progetti. Risultano
gi rilasciati 166 servizi, pari all8% del totale (erano il 6,9% a novembre 2004).
La popolazione gi raggiunta dai servizi, stimata sulla base dei Comuni partecipanti, 10,9 milioni di cittadini, pari al 29% dei 37,4 milioni di cittadini residenti nei
Comuni coinvolti da tutti i progetti 1 Avviso, in leggera crescita rispetto ai 10,7 milioni
di novembre 2004.
I progetti che hanno rilasciato servizi ai cittadini sono riportati nella Tabella
16.

78

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tabella 16 Progetti che hanno rilasciato servizi ai cittadini


Cod_Prog

Acronimo

Rilasciati

Previsti

%Rilasciati

019

IESS

50,0%

033

CRS-SISS

12

15

80,0%

037

Si.Pro.Ci

100,0%

039

POLESINE-gov

13

13

100,0%

042

SAC

10

37

27,0%

045

STUdiARE

33

27,3%

048

SERV_VR

18

27,8%

052

BORSTUDIO

100,0%

070

EtWEB

11

18,2%

076

AtoC Piemonte

11

9,1%

080

MI.Porti

100,0%

118

CAT@HOSPITAL

100,0%

121

ENTERPRISE

100,0%

127

SPORVIC

62,5%

141

VICINO

39

15,3%

143

SSB

100,0%

153

INTRAEELL

100,0%

157

I.A.E.W.

33,3%

168

Portale RL

13

30,8%

169

SIL

50,0%

178

PORTICI

34

43

79,1%

200

SISTERLAZIO

12

12

100,0%

215

eVai!

55,6%

243

Sanit@inrete

20

25,0%

306

eDOC

33,3%

368

Ci-Tel

14

18

77,7%

392

Polis

57

7,0%

79

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Servizi alle imprese


I progetti che prevedono di erogare servizi alle imprese sono 79, per un totale
di 2.072 servizi alle imprese previsti. Hanno incominciato ad erogare servizi 14 progetti. Risultano gi rilasciati 389 servizi, pari al 19% del totale (erano 17,9% a novembre
2004).
Le imprese gi raggiunte dai servizi, stimate sulla base dei Comuni partecipanti,
sono circa 400.000, pari al 17% dei 2,3 milioni di imprese localizzate nei Comuni coinvolti da tutti i progetti 1 Avviso, in crescita rispetto alle 300.000 raggiunte a novembre
2004.
I progetti che hanno rilasciato servizi ai cittadini sono riportati nella Tabella
17.
Tabella 17 Progetti che hanno rilasciato servizi alle imprese
Cod_Prog

Acronimo

Rilasciati

Previsti

%Rilasciati

024

SUAPED

100,0%

048

SERV_VR

100,0%

080

MI.Porti

100,0%

121

ENTERPRISE

333

333

100,0%

134

Siter@

100,0%

168

Portale RL

33,3%

169

SIL

100,0%

178

PORTICI

42,9%

187

AGRISERVIZI

10

50,0%

189

Sviluppo SIARL

100,0%

200

SISTERLAZIO

11

11

100,0%

245

PO.LI.S.

16

37,5%

292

Intercent-ER

13

30

43,3

368

Ci-Tel

85,7

Servizi infrastrutturali
Il grado di rilascio dei servizi infrastrutturali pi avanzato, soprattutto per
quanto riguarda le reti di trasporto e le carte servizi, come indicato nella Tabella 18, dove
i servizi sono raggruppati per le cinque tipologie individuate dal CNIPA.

80

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tabella 18 Stato di rilascio dei servizi infrastrutturali


N. progetti
totali

N. progetti che
hanno rilasciato
servizi

Trasporto e interoperabilit

42

19

Amministrazioni connesse

74%

Cooperazione applicativa

41

Servizi condivisi

13%

Carte servizi

Carte distribuite

90%

Protocollo informatico

Aree Org. Omog. attivate

20%

Sistemi di digitalizzazione del territorio

Kmq territorio digitalizzato

4%

Tipologia servizi

% risultato

Indicatore di risultato

4.3.2 I benefici dei servizi


Le ricadute raccolte dal Monitore presso gli enti coordinatori dei progetti corrispondono a 3 differenti risparmi:

risparmio nel tempo dellutenza;

risparmio nel tempo di lavoro del personale della PA;

risparmio nellacquisto di beni e servizi.


Mentre le prime due ricadute sono state espresse in valori temporali (anni-uomo/

anno), la terza stata raccolta in valore economico. Convertendo in valore economico


anche le prime due, tramite una stima del valore del tempo del cittadino o dellimpresa,
i risparmi annuali indotti da met dei progetti di e-Government (complessivamente 106
progetti hanno dichiarato il dato sulle ricadute previste) sono illustrati nella Tabella 19.
Tabella 19 Quadro sinottico delle ricadute previste da 106 progetti
(k/anno)

Serv. cittadini

Serv. imprese

Serv. infrastr.

Totale

Risparmio tempo utenza

587.107.164

681.891.075

n.a.

1.268.998.239

73%

Risparmio tempo lavoro P.A.

212.947.750

141.913.500

50.886.000

405.747.250

23%

Risparmio beni e servizi P.A.

16.691.000

25.677.000

32.536.000

74.904.000

4%

Totale

816.745.914

849.481.575

83.422.000

1.749.649.489

100%

47%

49%

5%

100%

81

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Il risparmio totale previsto derivante dai 106 progetti considerati ammonta ad


oltre 1.749 milioni di euro.
I progetti appaiono fortemente spostati, come obiettivi di risultato, verso
lutenza e la razionalizzazione dellinterfaccia con essa, pi che verso i risparmi interni e
il rapporto con gli altri enti della PA.

4.4 Alcune considerazioni a un anno


dallavvio del monitoraggio
4.4.1 Limpatto del monitoraggio sul piano
di e-government fase 1
Limpatto del monitoraggio sui progetti della fase 1 del piano di e-government
continua ad essere positivo. Si conferma la spinta allorientamento al project management
che lazione di monitoraggio ha impresso a tutti i progetti ed da considerarsi molto
positivo il fatto che tutti i progetti abbiano la pianificazione esecutiva.
Il monitoraggio mantiene peraltro alta la tensione sullavanzamento dei progetti, i quali utilizzano il monitoraggio stesso da un lato per tenere a loro volta sotto pressione i fornitori e gli enti aggregati nel rispetto delle attivit assegnate e delle scadenze,
dallaltro per mantenere una visibilit del progetto verso il CNIPA. Infatti, i progetti che
avevano incontrato particolari difficolt o avevano registrato consistenti ritardi in avvio
hanno effettuato il primo assessment anche se non avevano completato tutte le attivit,
al fine di certificare lavvio effettivo dei lavori.
Ci si tradotto in una accelerazione degli assessment a fine anno 2004, che
ha ridotto a solamente due i progetti senza assessment (oltre ai 4 progetti non ancora
partiti).

82

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

4.4.2 Lo stato di avanzamento dei progetti


di e-government fase 1
I dati mostrano chiaramente lesistenza di due ondate distinte di progetti:
1. una trentina di progetti con percentuali di avanzamento elevate e ritardi contenuti,
che in generale risultavano gi partiti alla rma della convenzione, e che si avviano
pertanto verso la conclusione;
2. il restante centinaio circa di progetti, generalmente partiti da zero alla rma della
convenzione, che mostrano avanzamenti nettamente minori.
Le due ondate di progetti peraltro tendono a saldarsi, per il duplice effetto dei
ritardi di qualche progetto dellondata pi avanzata e del buon andamento (e la minor
durata) di alcuni progetti della seconda ondata che sono gi vicini alla conclusione.
Un discorso particolare meritano quei progetti che manifestano forti ritardi e
difficolt di varia natura che ne bloccano le attivit. Sono i progetti nella cosiddetta
fascia critica (identificata con la soglia del 15% del SAL verificato), che sono molto
indietro e gi superano abbondantemente i 12 mesi di ritardo.
Nel complesso va registrato un ritardo dei progetti e un impatto sullintero
piano che tende a farsi evidente.
Limpatto comincia ad apparire importante anche perch i progetti inizialmente
tendevano a sottostimare le conseguenze sulla durata progettuale dei ritardi accumulati
nel primo periodo, non ripianificando la data di fine progetto. Ora, man mano che i progetti avanzano, sembrano rendersi conto di non poter recuperare integralmente il ritardo,
e conseguentemente allungano la durata del progetto.
Ne testimonianza anche il manifestarsi di esigenze di apportare varianti ai
piani esecutivi di progetto, fenomeno che era stato molto limitato nei primi mesi, ed ora
comincia ad evidenziarsi.
La situazione, tuttavia, in forte evoluzione. Come gi segnalato, infatti, si
osserva che nei mesi di aprile e maggio 2005 vi stata una forte impennata nel rilascio
dei servizi, che prelude allo scalino atteso per la fine del 2006. Si ricorda, al riguardo,
che la gran parte dei progetti prevede di rilasciare i servizi verso la fine delle attivit.

83

RAPPORTO NAZIONALE 2005

84

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

5. Lavvio della fase 2


delle-government
Lanno 2004 ha visto lavvio sul piano operativo della seconda fase del programma di e-government, la cui impostazione era stata definita nel documento Le-government nelle regioni e negli enti locali: II fase di attuazione approvato dalla Conferenza
Unificata nella seduta del 26 novembre 2003.
Le linee previste per la seconda fase erano originariamente cinque, ma viene
considerata parte del programma anche liniziativa per il cosiddetto T-government, maturata nel frattempo:
1. sviluppo dei servizi infrastrutturali locali nella prospettiva del Sistema Pubblico di
Connettivit (SPC)
2. diffusione territoriale dei servizi per cittadini ed imprese tramite il riuso
3. inclusione dei comuni piccoli nellattuazione dell e-government tramite i Centri Servizi
Territoriale (CST)
4. sviluppo della cittadinanza digitale (e-democracy)
5. promozione dellutilizzo dei nuovi servizi presso cittadini e imprese
6. sviluppo dei servizi e-government sulla piattaforma digitale terrestre (T-government)
Le linee attivate con la pubblicazione di avvisi nel corso del 2004 sono state,
in ordine temporale:

e-democracy, avviso pubblicato il 13 aprile e chiuso il 12 luglio 2004;

T-government, avviso pubblicato il 21 giugno e chiuso il 20 settembre 2004;

servizi infrastrutturali locali e SPC, avviso pubblicato il 1 giugno e chiuso il 15


settembre 2004;

riuso, avviso per le offerte di riuso pubblicato il 27 ottobre 2004 e chiuso il 25


gennaio 2005;

promozione dei servizi, bando di gara per lappalto di servizi pubblicitari, emanato in
novembre 2004 e chiuso ad aprile 2005.
In pratica, le linee 1, 4 e 6 della fase 2 sono state attivate in modo gi defini-

tivo, mentre le linee riuso e promozione servizi hanno avviato i primi passi attuativi.

85

RAPPORTO NAZIONALE 2005

La linea sui CST stata attivata nel 2004 solo nelle regioni del Mezzogiorno,
con linserimento negli APQ SI degli interventi sui CST previsti nel programma Per il Sud
e non solo, con finanziamento CIPE. Laltra fonte di finanziamento per i Centri Servizi
Territoriali nella fase 2 del piano di e-government i 15 M destinati per questa finalit ai
piccoli Comuni dalla Legge finanziaria 2003 - verr attivata nel corso del 2005 attraverso
la selezione e il co-finanziamento di progetti proposti da Regioni ed Enti locali, nel quadro
di unadeguata concertazione con tutto il sistema delle Autonomie locali di ciascuna realt
regionale (al momento in cui si scrive, il processo ancora in via di definizione).
Nel seguito di questo capitolo si illustrano brevemente limpostazione e i risultati principali degli avvisi su: i servizi infrastrutturali e SPC (il tema della cooperazione
applicativa ripreso anche nel capitolo 7); il T-government; le offerte di riuso; la promozione dei servizi. Ai risultati dellavviso e-democracy seguito in modo particolare dal
progetto CRC- dedicato invece lapposito capitolo 6.

5.1 Lavviso sui servizi infrastrutturali SPC


A fronte di risorse complessive pari a 35 milioni di (fondi UMTS), la prima
linea della fase 2 di e-government punta a conseguire in tutti i territori regionali la
disponibilit di servizi infrastrutturali adeguati. I servizi infrastrutturali comprendono,
in unaccezione estesa, tutti quei servizi che unamministrazione regionale o provinciale
mette a disposizione degli Enti locali del proprio territorio e che sono necessari per realizzare i servizi di e-government finali. In questa categoria rientrano le seguenti quattro
tipologie di servizi:

Si fa riferimento alle
specifiche per i servizi di
trasporto e di sicurezza illustrate gi nel capitolo 4 del
Rapporto sullinnovazione
nelle regioni dItalia 2004
e a quelle nuove definite
dal modello di cooperazione applicativa illustrato nel
capitolo 7.1 del presente
rapporto.

di connettivit delle reti regionali e territoriali e le strutture per la loro gestione;

di gestione delle carte dei servizi per laccesso ai servizi a livello regionale;

per linteroperabilit dei protocolli e della gestione documentale;

per linteroperabilit e la cooperazione applicativa in senso pi generale.


Lavviso di giugno 2004 ha previsto il co-finanziamento di progetti selezionati

36

per garantire la copertura territoriale di tutto il paese e per promuovere ladeguamento


dei servizi infrastrutturali in corso di attuazione presso le regioni e le province alle specifiche del SPC36. Per i territori coperti dagli interventi del Programma per lo sviluppo dei
servizi a banda larga del MIT, oppure per iniziative gi parzialmente realizzate alla data
di stipula degli APQ SI (si veda il capitolo 2), si data anche lopportunit di potenziare
la banda delle reti regionali e provinciali, a beneficio in particolare dei piccoli Comuni in
aree periferiche.
86

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

I progetti potevano essere presentati esclusivamente da amministrazioni regionali e dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, che hanno risposto tutte (eccetto il
Molise) presentando al CNIPA 58 progetti per un valore di 100 milioni di .
I progetti ammessi al co-finanziamento dalla Commissione di valutazione istituita presso il CNIPA, che ha concluso i suoi lavori allinizio del 2005, sono stati 56. Il
loro valore complessivo pari ad oltre 96 milioni di euro, con una componente di oltre
64 milioni investiti direttamente dalle Regioni e dalle Province Autonome e di oltre 32
milioni di co-finanziamento. Il completamento dei progetti dovr avvenire entro 36 mesi
dallerogazione della prima tranche di finanziamento.
In diverse regioni stato ammesso al co-finanziamento pi di un progetto e
uno dei progetti presentati ICAR - in realt un progetto interregionale composto da
10 sotto-progetti al quale hanno aderito 16 Regioni e una Provincia autonoma (a questo
progetto dedicato il capitolo 7.2 del rapporto).
Rispetto agli obiettivi, dei 56 progetti co-finanziati 31 puntano al miglioramento della cooperazione applicativa tra le varie amministrazioni, per ottenere i benefici di
efficienza interna e di semplificazione per gli utenti descritti pi avanti nel cap. 8.1. Altri
18 progetti riguardano la costruzione o il potenziamento di reti e il miglioramento della
sicurezza; 4 gli adeguamenti necessari per lutilizzo della Carta Nazionale dei Servizi (si
veda il cap. 9) e 3 i sistemi di protocollo informatico e gestione documentale.
La Tabella 20 a pagina seguente elenca tutti i progetti co-finanziati, il loro
costo e il contributo dei fondi nazionali. Come si pu notare, la Regione con il maggior
numero di progetti approvati la Lombardia (8), che ottiene anche il co-finanziamento
totale pi alto (3.625.000 ). A seguire il Piemonte (6 progetti e 2.505.000 ) e il Lazio
(6 progetti e 2.348.000 ). La Sicilia si aggiudica in totale 2.700.00 per un solo progetto, mentre al Veneto vanno 2.264.000 per 5 progetti.

87

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Tabella 20 Progetti co-nanziati per i servizi infrastrutturali e SPC


Ente proponente

Acronimo

Costo totale

Co-nanziamento

Abruzzo

ICAR-ABRUZZO

2.208.000

1.104.000

Basilicata

eBAS.SPC

808.780

404.390

ICAR-BAS

995.220

497.610

SPC CAMPANIA

1.500.000

651.000

ICAR CAMPANIA

283.200

130.000

CAI CAMPANIA

3.600.000

1.540.000

DOCAREA+

3.500.000

985.000

LEPIDASERVIZI

1.995.800

490.000

CENTER

700.000

350.000

ICAR-Emilia_Romagna

989.342

421.700

SMART

702.000

351.000

INTERPRANA

1.345.000

299.000

ICAR-FVG

1.617.542

298.000

MEGALAB

2.744.000

259.600

SIRCCLA

3.860.000

527.500

EGOV_PLAT

2.250.000

259.600

CSRC

1.850.000

259.600

ICAR

1.200.000

291.700

PICOLAB

4.309.200

750.000

ICAR-LIGURIA

2.266.442

812.821

SPC-LIGURIA

385.058

114.179

RELIT

1.200.000

400.000

ITP

802.220

400.000

ACROSS

965.000

150.000

ICARO

1.100.000

500.000

SICA

670.000

200.000

SINTEL

4.600.000

1.375.000

LI

925.846

200.000

ICAR-REGLOMB

1.344.242

400.000

ICAR-MARCHE

265.500

132.750

CGS-RTRM

644.500

322.250

FDRM -PADOC

700.000

350.000

JOBCARD

600.000

300.000

Campania

Emilia-Romagna

Friuli-Venezia Giulia

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

88

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tabella 20 Progetti co-nanziati per i servizi infrastrutturali e SPC (segue)


Ente proponente

Acronimo

Costo totale

Co-nanziamento

Piemonte

CSSP

1.015.000

280.230

SPIN

2.995.720

827.083

PBG

738.000

203.753

EPROC

861.000

237.712

ICAR-PIEMONTE

1.609.464

444.354

LDS

1.854.000

511.868

Puglia

ICAR-PUGLIA

5.084.042

2.174.000

Sardegna

ICAR-SAR

1.492.920

746.460

SQCN

2.129.080

1.064.540

Sicilia

SICARS

5.400.000

2.700.000

Toscana

ICAR-TOSCANA

1.755.300

650.000

TICAT

5.289.239

1.569.000

Umbria

CA-UMBRIA

1.778.802

888.000

Valle dAosta

ICAR-RAVDA

1.038.777

473.000

Veneto

WP2-RVE

1.208.000

604.000

WP3-RVE

1.400.500

700.000

WP4-RVE

575.000

287.500

WP13-RVE

763.500

381.750

ICAR-RVE

581.500

290.750

SIS-ACCESS

1.690.018

250.000

KIDSNET

1.576.770

500.000

ICAR-PAT

1.033.800

291.700

CABLA

2.000.000

406.000

Bolzano

Trento

Fonte: CNIPA-Airel

5.2 Lavviso CNIPA sul T-government


5.2.1 La novit del digitale terrestre
La televisione digitale terrestre (TDT) costituisce uno sviluppo importante dei
sistemi televisivi. Considerando la grande diffusione delle apparecchiature televisive nelle
famiglie (il 96% della popolazione italiana possiede la televisione), si ritiene che in breve
tempo la TDT sar in grado di veicolare servizi e applicazioni di carattere innovativo in
molti campi, compresa larea dei servizi pubblici e dellinterazione tra cittadini e ammi89

RAPPORTO NAZIONALE 2005

nistrazioni pubbliche. Anche se al momento sono poco pi di 2 milioni i possessori di un


decoder digitale terrestre, in previsione dello switch off (ovvero il passaggio definitivo
dalla TV attuale al digitale terrestre), si avviato il processo per far trovare le PA pronte
allappuntamento
In questa prospettiva, il Ministro per lInnovazione e le Tecnologie ha istituito
presso il CNIPA un Gruppo di Lavoro interno incaricato di delineare le iniziative propedeutiche e le possibili applicazioni della TDT nellambito delle politiche di e-government.
Sulla base delle conoscenze acquisite, il gruppo ha identificato le modalit di attivazione
di progetti per il cosiddetto T-government, nellambito dei finanziamenti previsti dal
Comitato dei Ministri per la Societ dellInformazione: 10 milioni di euro di cui 3 a carico
del Ministero delle Comunicazioni e 7 a carico del MIT.
Il 21 giugno 2004 stato quindi pubblicato il bando CNIPA per la selezione e
il co-finanziamento, con i 7 M, di progetti per lo sviluppo dei servizi di e-government
sulla piattaforma digitale terrestre, con scadenza 20 settembre 2004.
Al bando hanno risposto
18 progetti e 6 sono quelli
co-finanziati: Servizi al cittadino via DTT; Servizi del
comune di Parma; Servizi
socio-sanitari al cittadino informativi e con carta
regionale dei servizi; Cinque
applicazioni
interattive
DTT; T-islessia; Canale DTT
Lavoro. Maggiore informazione sui progetti disponibile alla URL: http://www.
fub.it/dvb/dvbt/index.html.

Il bando aveva lobiettivo di creare una piattaforma sperimentale per la realizza-

37

zione di servizi informativi che abbiano modalit di fruizione semplici, con considerevole
accessibilit e intuitivit di utilizzo. Lo scopo quello di erogare servizi di e-government,
attraverso il mezzo televisivo, con particolare attenzione verso quei cittadini in genere
esclusi da altri canali informativi. La sperimentazione sostenuta dal MIT riguarda quindi
applicazioni semplici, informative, ad elevata multimedialit e bassa interattivit remota
(ovvero con uso limitato del canale di ritorno).
Il bando della Fondazione Ugo Bordoni, pubblicato l1 luglio 2004, ha stanziato
viceversa gli altri 3 milioni di euro per servizi di T-government ad elevata interattivit
remota, ossia con lutilizzazione di un canale di ritorno a banda larga anche wireless,
oppure lutilizzazione di procedure basate su smart card37.

5.2.2 La risposta al bando CNIPA


In risposta al bando CNIPA sono stati presentati 56 progetti, che coinvolgevano
250 enti e 150 imprese, tra emittenti e aziende del settore informatico.
Tra i 250 enti che hanno risposto allAvviso, da soli o consorziati tra loro, vi
sono quasi tutte le Regioni, 30 Province, 182 Comuni (molti dei quali di grandi dimensioni) e 16 Comunit Montane. Numeroso anche il coinvolgimento delle imprese: circa 40
societ televisive, tra cui Rai, Mediaset e numerose televisioni locali, che metteranno a
disposizione le proprie infrastrutture per la messa in onda dei servizi, e imprese operanti
nel campo informatico e della comunicazione.

90

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

I servizi proposti dai progetti sono per lo pi servizi informativi per il cittadino
(si veda oltre) per quasi il 90% gi fruibili attraverso il web.
Il valore complessivo dei progetti presentati stato pari a 44 milioni di euro,
con una richiesta di co-finanziamento di 20 milioni di euro circa.

5.2.3 I progetti co-finanziati


I progetti ammessi al co-finanziamento sono stati 29 elencati nella Tabella 21
- e dovranno essere portati a termine entro 10 mesi dallapertura dei cantieri.
I progetti co-finanziati coinvolgono 13 Regioni capofila di progetto, 25
Province, 164 Comuni, 15 Comunit Montane e 40 emittenti tv tra locali e nazionali. Dal
punto di vista territoriale, i progetti interessano lintera penisola: con 16 regioni interessate, la Lombardia quella che ha avuto il maggior numero di progetti (5), seguita da
Toscana (4) e Puglia (3).
Il target primario dei progetti sono anziani, utenti di prestazioni sanitarie, studenti, genitori con figli piccoli e turisti. Le tipologie di servizi co-finanziati rispecchiano
questo target: i pi numerosi sono quelli relativi a lavoro e occupazione, quindi salute e
benessere, assistenza sociale, turismo e attivit istituzionali, scuola e universit, viabilit, manifestazioni ed eventi, cittadinanza ed elezioni, terza et, asili nido, scuole materne e ambiente. Ulteriori informazioni sui progetti di t-government presentati e approvati
sono fornite nei singoli Report regionali a cura dei CRC.

5.2.4 Centri di competenza sul t-government


Per assistere le amministrazioni pubbliche interessate a sperimentare la nuova
tecnologia, il MIT ha disposto la costituzione presso il CNIPA del Centro di Competenza
sul Digitale Terrestre. Il Centro di competenza svolger le seguenti ulteriori attivit:

raccoglie i risultati delle sperimentazioni in una base di conoscenza sistematica che


sar resa disponibile pubblicamente;

controlla lo stato di avanzamento dei progetti locali attraverso unopera congiunta


con i responsabili delle Regioni e Enti Locali;

valuta i risultati dei progetti e la rispondenza rispetto al piano di attivit


predisposto;

denisce, a partire dalle esperienze realizzate, i principi base per lo sviluppo, la


manutenzione, la semplicazione della fruizione dei servizi di T-government;
91

RAPPORTO NAZIONALE 2005

pubblicizza i risultati della sperimentazione, anche mediante la partecipazione ad

iniziative esterne, organizzazione di convegni sul tema, redazione di contributi al sito


web del CNIPA, alla newsletter ed alle pubblicazioni CNIPA.
Uniniziativa analoga stata avviata anche a livello regionale (si veda il Report
Toscana 2005). A fine 2004 stata infatti deliberata dalla Regione Toscana la creazione
del Centro di Competenza sul digitale terrestre denominato DTLAb finalizzato a: assistere i
soggetti del territorio nelle sperimentazioni; promuovere la collaborazione con universit,
enti di ricerca, aziende ed enti locali; sviluppare le competenze professionali innovative
richieste in questo campo ecc. Alliniziativa partecipano, oltre alla Regione, il Centro
di Eccellenza per la Comunicazione e lIntegrazione dei Media dellUniversit di Firenze
(MICC), il CSP di Torino e lUniversit degli Studi di Siena.

Tabella 21 Progetti co-nanziati dal MIT per il T-government


N.

Acronimo

Ente Coordinatore

Territorio regionale

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29

CASPER
PRODIGIT
DTToscana
TI-RECS
DTTSiena
PARTECIP@RE
BLL
e-govDT-RA
TV-DICO
SenzaBarriere.TV
T-E_J
T-Sei
GPC
META FVG
Territorio in Onda
T-Liguria
AMICA-TV
DiLucca
T.CiTel
Digimarche.DIT
viviCITTA
DTT-Umbria
QMIC
TVarese
ComOnAir
ChiariTeVi
DITEMI
Puglia-Tgov
T-Basilicatanet

Regione Emilia Romagna


Comune di Roma
Regione Toscana
Comune di Bari
Comune di Siena
Provincia di Lecce
Regione Lombardia
Regione Abruzzo
Comune di Palermo
Comune Venezia
Provincia di Genova
Comune di Reggio Calabria
Regione Lombardia
Regione Friuli Venezia Giulia
Comune di Pesaro
Regione Liguria
Provincia autonoma di Trento
Comune di Lucca
Comune di Pisa
Regione Marche
Comune di Bassano del Grappa
Regione Umbria
Comune Torino
Comune di Varese
Comune di Como
Provincia di Cosenza
Comune di Milano
Regione Puglia
Regione Basilicata

Emilia Romagna
Lazio
Toscana
Puglia
Toscana
Puglia
Lombardia
Abruzzo
Sicilia
Veneto
Liguria
Calabria
Lombardia
Friuli Venezia Giulia
Marche
Liguria
Provincia di Trento
Toscana
Toscana
Marche
Veneto
Umbria
Piemonte
Lombardia
Lombardia
Calabria
Lombardia
Puglia
Basilicata

Fonte: CNIPA-Airel

92

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

5.3 Il riuso per diffondere le-government


5.3.1 Il riuso dalla prima alla seconda fase
del piano di e-government
Il riuso uno dei principi cardine su cui si basa, fin dai primi passi, la strategia di sviluppo delle-government in Italia. Gi il 1 Avviso per la selezione dei progetti
presentati da Regioni ed Enti Locali, pubblicato nella primavera del 2002, prevedeva
un punteggio rispetto al riuso (10% dellintera valutazione) e ad ogni progetto veniva
richiesto di definire, seppur a grandi linee, quali oggetti potevano essere realisticamente
riutilizzabili e il relativo piano di riuso.
Coerentemente con tale indicazione, la Convenzione stipulata fra il Dipartimento
per lInnovazione e le Tecnologie e il coordinatore di progetto, stabiliva allarticolo 8 il
diritto di riuso delle soluzioni realizzate nellambito del progetto stesso.
Nel definire la fase 2 del piano di e-government, dal confronto fra il CNIPA, le
Regioni e gli Enti Locali, emersa fra le cinque linee di azione prioritarie una dedicata
esclusivamente alla diffusione territoriale dei servizi ai cittadini ed alle imprese, sostanzialmente tramite il riuso di quanto in via di realizzazione nellambito dei progetti cofinanziati con il 1 Avviso.
A questa linea di intervento sono dedicati 60 milioni di euro derivanti dai fondi
UMTS. Altri 26 milioni di euro da fondi CIPE - Programma per lo sviluppo dei servizi a larga
banda sono dedicati allo sviluppo di servizi informativi integrati per il territorio, anchesso
basato sul riuso delle soluzioni in via di implementazione nei progetti 1 Avviso.
Lattuazione della linea per la quota fondi UMTS stata definita nel corso del
2004 e prevede un processo in due fasi:
1. la realizzazione di un catalogo delle soluzioni di e-government;
2. la successiva presentazione di progetti di riuso basati su tali soluzioni.
Grazie a questo processo, le amministrazioni che non hanno partecipato alla
prima fase di e-government potranno avvalersi di strumenti di innovazione gi collaudati,
non solo potendo riutilizzare il software, bens acquisendo anche linsieme di competenze
progettuali e di esperienze pratiche ad esso connesse. Riusare una soluzione, nellaccezione che stata qui data, non significa replicare in blocco un intero progetto o un singolo
servizio in realt territoriali diverse, ma rispondere allesigenza di un ente in termini di
servizi finali con soluzioni gi sperimentate.

93

RAPPORTO NAZIONALE 2005

5.3.2 La costruzione del catalogo delle soluzioni


per il riuso
Per costruire il catalogo, stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 253 del 27
ottobre 2004 un avviso da parte del CNIPA, con il quale si richiedeva ai progetti co-finanziati dal 1 Avviso di presentare e descrivere (attraverso una modulistica appositamente
predisposta) le soluzioni candidabili al riuso da parte di altri enti. Non era previsto alcun
finanziamento per la presentazione delle soluzioni da inserire nel catalogo.
Potevano presentare offerte di riuso gli enti coordinatori dei progetti co-finanziati nel primo avviso che avessero sviluppato (o avessero ad un determinato stato di
avanzamento) servizi a cittadini e imprese. Erano dunque potenzialmente interessati 96
progetti su 134, gli altri essendo di tipo infrastrutturale. stato possibile presentare le
offerte fino al 25 gennaio 2005. Per verificare i dati disaggregati per le due Provincie
Autonome, si rimanda ai singoli Report Regionali.
Tabella 22 Progetti 1 Avviso e offerte di riuso
Regione

Progetti I avviso

di cui proponenti offerte riuso

N soluzioni offerte

Abruzzo

11

Basilicata

Campania

Calabria

21

Emilia-Romagna

15

Friuli-Venezia Giulia

10

Lazio

19

14

43

Liguria

10

Lombardia

18

36

Marche

13

Molise

Piemonte

10

Puglia

Sardegna

Sicilia

17

Toscana

17

12

37

Trentino Alto Adige

Umbria

Val dAosta

Veneto

10

24

Totale

134

84

270

Fonte: CNIPA AIREL

94

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tabella 23 Soluzioni delle offerte di riuso per ambito tematico/settoriale


SOLUZIONI PER AMBITO TEMATICO
Agricoltura, allevamento e foreste

Lavoro, disoccupazione e formazione professionale

11

Ambiente, ecologia e inquinamento

Mobilit,trasporto pubblico e privato

Anagrafe, Stato civile, leva e servizio statistico

20

Ricettivit turistica ed eventi tradizionali e


folkloristici

Arte, cultura, beni ed eventi culturali

Salute e benessere

14

Assistenza sociale

Scuola, Universit e diritto allo studio

16

Cittadinanza (diritti e doveri del cittadino)

14

Sepoltura, cremazione, cimiteri

Commercio, turismo e artigianato

14

Suolo, strade pubbliche, viabilit

Disabilit e invalidit

Tempo libero, spettacolo e sport

Igiene e sanit

Territorio (urbanistica, protezione civile e igiene


urbana)

17

Immobili e fabbricati

21

Trasporti, dogane e navigazione

Impresa, industria e attivit produttive

22

Utenze

Infanzia, maternit, paternit, famiglia

2
Totale

208

Tabella 24 Soluzioni delle offerte di riuso per tipologia di servizi


SOLUZIONI PER TIPOLOGIA DI SERVIZI
Autocerticazioni/dichiarazioni, attestazioni, atti notori, dichiarazioni sostitutive

Autorizzazioni, nulla osta, concessioni, licenze, permessi e proroghe

34

Banche dati e servizi informativi

31

Cartograa

Certicazioni, estratti degli atti, copie integrali e autenticazioni

Contributi, nanziamenti, agevolazioni e indennizzi

Erogazione modui e contenuti formativi

Erogazione moduli e contenuti formativi

Iscrizioni, attivazioni, richieste, prenotazioni

30

Istanze di accesso, visure, consultazione stato avanzamento pratiche, verbali o referti

16

Pagamenti e versamenti

28

Partecipazione a gare e concorsi

Registrazioni, comunicazioni e denunce (dichiarazioni), depositi

15

Segnalazioni, reclami, ricorsi, istanze di autotutela e denunce (per reati o abusi)

Servizi push (notiche scadenze, avvisi trafco ecc.)

Servizi nali senza prenotazione o iscrizione

Totale

192

95

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Ogni offerta di riuso doveva descrivere le soluzioni candidate, e in particolare:

il dettaglio dei servizi e delle modalit con cui vengono erogati;

la componente tecnologica necessaria per lerogazione dei servizi;

la componente organizzativa coinvolta nellerogazione dei servizi;

lamministrazione che assume il ruolo di referente per la soluzione.


Come in altre occasioni (si veda anche il cap. 7 sulle-democracy), per dare

chiarimenti sul testo dellavviso e sugli allegati stato istituito un servizio di help desk
sul sito www.crcitalia.it e allindirizzo riuso@crcitalia.it.
A fronte dellavviso, come mostra la Tabella 22, ben 84 progetti di e-government
(sui 96 potenziali), praticamente da tutte le regioni, hanno presentato 270 soluzioni per
il catalogo.
La validazione delle offerte di riuso, al fine della loro inclusione nel catalogo,
stata avviata da unapposita Commissione di valutazione con il supporto del CNIPA per
listruttoria tecnica. Una volta completata, il catalogo verr reso disponibile e consultabile sul sito del CNIPA (presumibilmente nellestate 2005).
Il catalogo sar ordinato per aree tematiche e ogni soluzione proposta sar
corredata di informazioni anagrafiche (progetto di origine, amministrazione di appartenenza, tipologia, servizi erogati) e di un documento analitico. La Tabella 23 e la Tabella
24 illustrano le aree tematiche/settori e le tipologie delle soluzioni proposte nelle offerte
di riuso.
Contestualmente alluscita del catalogo sar pubblicato lavviso che consentir
agli enti di scegliere tra le soluzioni presenti disponibili e di presentare un vero e proprio
progetto di riuso, valutato da una commissione ad hoc che decider su un eventuale
co-finanziamento.
Il catalogo del riuso, al di l dellavviso, da considerarsi uno strumento flessibile sul quale auspicabile convergano altre iniziative al fine di implementarlo costantemente.

5.3.3 I progetti di riuso


Successivamente alla pubblicazione del catalogo contenente le offerte di riuso,
verr pubblicato un Avviso volto a favorire la presentazione e selezione di progetti di
riuso che dovranno individuare chiaramente obiettivi, risorse, vincoli e sostenibilit delloperazione di riuso.

96

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Il progetto di riuso sar presentato congiuntamente fra le amministrazioni che


cedono soluzioni (ovvero che le hanno proposte per il catalogo) e quelle che intendono
acquisirle.
Fino ad un massimo del 30% del budget del progetto di riuso potr essere destinato allestensione dellofferta del progetto riusato (sviluppo di nuovi servizi; nuovi
canali di erogazione; nuove piattaforme tecnologiche; miglioramento dellaccessibilit).
Il processo per arrivare alla presentazione di progetti di riuso pu essere sintetizzato in:

realizzazione e popolamento del catalogo

pubblicazione dellAvviso per la selezione dei progetti di riuso

presentazione e valutazione delle proposte di progetti di riuso

co-nanziamento ed avvio dei progetti di riuso

5.3.4 Il ruolo della rete CRC


Al di l dei servizi di help-desk curati nel periodo di risposta allavviso, il progetto CRC ha dato altri due contributi importanti (si veda anche, al riguardo, il cap. 10).
Nella fase propedeutica alla preparazione dellavviso per le offerte di riuso, tra la fine del
2003 e la primavera del 2004, il CRC Veneto ha promosso e coordinato uniniziativa che ha
portato al progetto denominato Agor del riuso (inserito nellAPQ SI Veneto) e che ha
offerto numerosi spunti anche per limpostazione a livello tecnico dellavviso nazionale.
Grazie a un percorso di incontri con i referenti di progetti 1 Avviso veneti, con i loro
fornitori e altri soggetti, stato infatti possibile realizzare un confronto approfondito e
unanalisi delle principali problematiche tecniche, organizzative, contrattuali-amministrative e anche culturali emergenti dagli stessi progetti e quindi arrivare a configurare un
modello di riuso compatibile con i vincoli (e le opportunit) identificati38.
Su un altro fronte, le attivit di normalizzazione della denominazione dei servizi
on line e la loro riclassificazione, funzionali alle attivit dellOsservatorio CRC dei Servizi
On Line (si veda il cap. 10 del presente Rapporto), hanno consentito di proporre le nuove
etichette e tassonomie ai progetti chiamati a definire le offerte di riuso, ottenendo una
risposta omogenea, evidenziata nelle Tabella 23 e Tabella 24 illustrate in precedenza.

97

La presentazione completa di questa esperienza e dei suoi risultati si


trova nella pubblicazione
Per una strategia locale
del riuso per le-government
Lesperienza della regione
Veneto della Collana CRC.
Informazioni sintetiche sul
tema sono presenti anche
nel capitolo 10 e nel Report
regionale Veneto, che fa
parte di questo Rapporto
(disponibile nel CD allega-

38

to).

RAPPORTO NAZIONALE 2005

5.4 Lavvio della linea promozione


servizi
Come descritto nel documento di attuazione della II fase di e-government, per
dare completa efficacia ai nuovi servizi messi a disposizione dai progetti di e-government
necessario promuoverne luso presso cittadini e imprese, con lobiettivo di spostare
fasce consistenti di utenza dalla fruizione tradizionale alla fruizione mediante le nuove
modalit di erogazione.
A questo fine, stata individuata una specifica linea di azione, la 5, denominata La promozione dellutilizzo dei nuovi servizi presso cittadini e imprese, per la cui
realizzazione sono stati stanziati 9 milioni di euro.
Di questi fondi:
la met stata messa a gara per lindividuazione di un fornitore che realizzi una

campagna di comunicazione a livello nazionale e denisca le linee guida per la


realizzazione delle campagne locali;
laltra met servir per nanziare, tramite inserimento di progetti in APQ, la realizzazione

di campagne di comunicazione da parte di Regioni e Enti Locali.


Il bando di gara per lappalto dei Servizi pubblicitari per divulgazione e conoscenza del piano nazionale di e-government, rivolto ad imprese e RTI, stato emanato
dal CNIPA a novembre 2004; a fine aprile si conclusa la fase di presentazione delle
offerte tecniche ed economiche e mentre si scrive in corso la valutazione delle stesse
da parte di unapposita commissione.
Una volta individuato il fornitore, questo dovr:
ideare i messaggi e sviluppare una campagna di comunicazione ombrello, focalizzata

i sui beneci dei servizi di e-government e rivolta allintero territorio nazionale;


predisporre delle Linee guida rivolte alle Regioni e agli Enti Locali, nalizzate ad

avviare delle attivit di comunicazione integrata a livello locale con un approccio


coerente e sinergico con la campagna nazionale.

98

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

6. I progetti per la cittadinanza


elettronica39
Questo capitolo descrive il percorso seguito dal CNIPA per lattuazione della
quarta linea di azione prevista dalla seconda fase del piano di e-government40, ovvero
quella riguardante lavviamento di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale (edemocracy). Dopo una breve introduzione sullAvviso e-democracy emanato dal Ministro
per lInnovazione e le Tecnologie, viene fornita unanalisi dei progetti presentati e dei
progetti ammessi al co-finanziamento, sia dal punto di vista quantitativo (il numero dei
progetti presentati, il loro valore, la loro distribuzione territoriale ecc.), sia dal punto di
vista qualitativo (suddivisione dei progetti per soggetto proponente, per politiche, per
tecnologie utilizzate ecc.).
Ulteriori informazioni ed approfondimenti sui progetti sono riportati nei singoli
rapporti regionali.

6.1 Lavviso per i progetti di e-democracy


La quarta linea di azione stata attuata mediante lemanazione, da parte del
Ministro per lInnovazione e le Tecnologie, di un Avviso pubblico, su scala nazionale,
e destinato agli Enti locali (Regioni, Province, Comuni, Unioni di Comuni, Comunit
Montane e Isolane). LAvviso, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 86 del 13 aprile, con
scadenza il 12 giugno, e successivamente prorogato fino al 12 luglio 2004 (data entro la
quale dovevano essere presentate tutte le proposte di progetto), aveva lo scopo specifico
di individuare e co-finanziare progetti che, attraverso lutilizzo delle ICT, avessero come
fine la promozione della partecipazione dei cittadini alle attivit delle pubbliche amministrazioni locali e ai loro processi decisionali, con lobiettivo di migliorarne lefficacia,
lefficienza e la condivisione da parte degli attori coinvolti.
I processi decisionali possono essere descritti in termini di ciclo di vita delle
politiche locali. Dal punto di vista della partecipazione dei cittadini, il ciclo di vita di
una politica locale, inteso come processo di definizione ed implementazione di una politica, comprende varie fasi che schematicamente possono essere cos distinte:

emersione e denizione dei problemi e dell'arena degli attori;

individuazione delle soluzioni alternative;

selezione delle soluzioni praticabili;


99

Questo capitolo stato


curato da Luca De Pietro
e Miriam Tedeschi, esperti
di e-democracy del progetto CRC, con la supervisione
di Elena Tabet di CNIPA
AIREL.
39

Cfr. il documento Legovernment nelle Regioni e


negli Enti locali: II fase di
attuazione, approvato nella
seduta della Conferenza
Unificata del 26 novembre
40

2003.

RAPPORTO NAZIONALE 2005

scelta della soluzione;

attuazione, implementazione, gestione, monitoraggio-valutazione.


In ciascuna di queste fasi del ciclo di vita decisionale, il dialogo, il confronto,

la cooperazione fra cittadini e amministratori possono essere promossi e arricchiti anche


attraverso l'uso delle ICT.
I progetti dovevano essere presentati da Enti locali individuali o in partenariato
tra loro, con il coinvolgimento di attori locali quali:

associazioni di rappresentanza degli interessi produttivi e sociali;

cittadini, nei loro ruoli di soggetti socio-culturali e produttivi;

gruppi informali di cittadini.


I progetti dovevano inoltre fornire lanalisi del contesto organizzativo, sociale

e culturale nel quale si colloca lintervento, lutilizzo di tecnologie adeguate in termini


di affidabilit e accessibilit, la promozione della partecipazione attiva dei cittadini, la
garanzia del coinvolgimento effettivo dei decisori pubblici, la valutazione dei risultati
del processo di partecipazione. Le tecnologie utilizzate potevano prevedere anche forme
di consultazione certificata tra i soggetti coinvolti.
LAvviso prevedeva il co-finanziamento (al massimo al 50 per cento), per un
ammontare complessivo di 9.500.000 , di progetti della durata massima di 24 mesi,
dando particolare rilevanza al pi ampio coinvolgimento possibile dei destinatari delle
politiche e al rafforzamento della partecipazione dei soggetti tendenzialmente esclusi.
F. De Cindio, L. De Pietro,
A.C. Freschi, (a cura di),
Linee guida per la promozione della cittadinanza digitale: e-democracy,
FORMEZ-Progetto CRC,
2004.
41

F. De Cindio, L. De Pietro,
A.C. Freschi, (a cura di),
E-democracy: modelli e
strumenti delle forme di
partecipazione emergenti nel panorama italiano,
FORMEZ-Progetto CRC,
2004.
42

Come allegato tecnico di riferimento per la presentazione dei progetti sono


state predisposte delle Linee guida per la promozione della cittadinanza digitale: edemocracy41, realizzate nellambito del progetto CRC dal Formez, in collaborazione
con il Dipartimento di Scienza della Politica e Sociologia dellUniversit degli Studi di
Firenze e con il Dipartimento di Informatica e Comunicazione dellUniversit degli Studi
di Milano.
Sempre nellambito del progetto CRC, e in collaborazione con le due Universit,
stato anche predisposto, come approfondimento e completamento delle Linee guida,
il rapporto di ricerca E-democracy: modelli e strumenti delle forme di partecipazione
emergenti nel panorama italiano42.

100

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

6.1.1 Le attivit a supporto dellAvviso


Per quanto riguarda la promozione dellAvviso, stato realizzato un piano che
ha previsto due azioni specifiche, una di promozione sul territorio attraverso eventi ad
hoc, laltra di comunicazione in rete.
La promozione dellAvviso sul territorio
La promozione sul territorio ha visto la realizzazione di 3 eventi di 1 giornata
ciascuno, uno di lancio al Centro a Roma il 27 aprile 2004 , un secondo al Nord a
Genova il 19 maggio e un terzo al Sud a Palermo il 24 maggio.
La comunicazione in rete ha visto la realizzazione, sul sito www.crcitalia.it, del
canale e-democracy, che comprende le seguenti sezioni: una prima sezione introduttiva/
informativa; una seconda dedicata allAvviso, alla documentazione tecnica a supporto dellAvviso e alle Linee guida per la promozione della cittadinanza digitale: e-democracy;
una terza dedicata allHelp Desk e alle FAQ, rivolte agli Enti che richiedevano supporto
per la presentazione di progetti; una quarta dedicata agli approfondimenti e alle news
sul tema.
Il servizio di Help Desk
Dal primo aprile al 12 luglio 2004, stato attivato sul sito www.crcitalia.it un
servizio di Help Desk accessibile sia tramite posta elettronica, sia con un form da compilare on line, per dare supporto agli Enti locali nella presentazione dei progetti. I tempi
di risposta previsti erano da uno a cinque giorni lavorativi. Sono pervenute alla casella
di Help Desk circa 400 domande sulla cui base sono anche state predisposte delle FAQ
cos articolate (la somma delle risposte supera il numero totale delle richieste, perch
spesso in una stessa mail venivano poste pi questioni, relative a diversi temi):

139 domande relative agli aspetti economico-amministrativi (Enti abilitati a presentare


il progetto o a parteciparvi, o in aggregazione, o in partnership con lEnte capola,
informazioni su delibera di giunta attestante limpegno di spesa, protocollo dintesa,
convenzione con il CNIPA, lettere di partenariato con le associazioni o, pi in generale,
rappresentanti della societ civile, eventuale rendicontazione, modalit di erogazione
del co-nanziamento e suoi destinatari ecc.);

71 domande relative alle modalit di invio del progetto di e-democracy al CNIPA (quali
e quanti le inviare, problemi relativi alla rma digitale ecc.);

101

RAPPORTO NAZIONALE 2005

66 domande generali sullAvviso, sulle date di uscita dellAvviso e della relativa


scadenza/proroga della scadenza , sulla modulistica e sua compilazione, sulle date di
pubblicazione delle Linee guida, del rapporto di ricerca associato e della modulistica
(nonch informazioni sul loro reperimento URL preciso ecc.);

59 domande relative ai costi del progetto di e-democracy (costi generali, interni,


software e hardware, consulenza e risorse umane ecc.);

22 domande relative a scopi e caratteristiche richiesti ai progetti di e-democracy;

11 domande relative all'organizzazione dei progetti di e-democracy (piano delle


attivit, struttura organizzativa, tempistica);

9 domande relative al contesto di riferimento territoriale e amministrativo interessato


dal progetto (esperienze pregresse dei soggetti proponenti, congruit con il progetto
di e-democracy di eventuali precedenti interventi formativi o di e-government ecc.);

6 domande relative alle modalit e ai tempi di valutazione dei progetti presentati;

4 domande relative alle soluzioni tecnologiche da adottare per la realizzazione del


progetto di e-democracy.
Le domande sono pervenute da circa 185 soggetti diversi.
Dopo la chiusura del servizio di Help Desk, sono pervenute altre richieste (circa

20), in cui, in genere, si richiedeva entro che tempi sarebbe stata pubblicata la graduatoria dei progetti finanziati.

6.1.2 I criteri di valutazione


I 129 progetti pervenuti sono stati valutati, tra luglio 2004 e marzo 2005,
da una Commissione appositamente istituita dal CNIPA (ai sensi del DPCM 14 febbraio
2002), che ha formulato una graduatoria sulla base di criteri di valutazione predefiniti:
qualit del soggetto proponente, qualit del partenariato, qualit del progetto, qualit
della soluzione tecnologica, qualit del processo partecipativo al ciclo di vita, quota di
co-finanziamento richiesta, modalit di riuso dellesperienza progettuale e realizzativa.
Nella Tabella 25 sono esplicitati, per ogni criterio, i sottocriteri utilizzati per la valutazione, e il relativo punteggio assegnato. Come si vede, un alto punteggio stato attribuito
alla qualit del processo partecipativo, in quanto lobiettivo principale dellAvviso, come
ricordato sopra, era proprio la promozione della partecipazione dei cittadini alle attivit
delle pubbliche amministrazioni locali e ai loro processi decisionali. Il criterio qualit

102

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

del partenariato, a cui sono stati attribuiti 15 punti, indica la rilevanza che, allinterno
dei progetti, doveva avere il coinvolgimento degli attori locali.

Tabella 25 Criteri di valutazione


Criteri

Punteggio

Qualit del soggetto proponente in termini di:


esperienze pregresse ed in corso in progetti analoghi comprese attivit di promozione della partecipazione dei
cittadini ai processi decisionali anche senza luso di tecnologie ICT

Qualit del partenariato in termini di:


ruolo e pertinenza degli attori coinvolti nel partenariato attestato da specici accordi

15

Qualit del progetto in termini di:


chiarezza degli obiettivi che si intendono raggiungere
coerenza con gli allegati tecnici
adeguatezza del piano di attivit agli obiettivi di progetto
pianicazione del progetto
completezza della documentazione di progetto
congruit dei costi

20

Qualit della soluzione tecnologica in termini di:


caratteristiche tecnologiche del progetto
adeguatezza rispetto agli obiettivi del progetto
usabilit e accessibilit

20

Qualit del processo partecipativo al ciclo di vita in termini di:


chiarezza delle regole di partecipazione
coerenza dei processi attivati sul territorio con i processi interni alle amministrazioni
modalit di autovalutazione
adeguatezza del piano di promozione e analisi della soddisfazione dellutenza

30

Quota di co-nanziamento richiesta

Modalit di riuso dellesperienza progettuale e realizzativa in termini di:


esistenza di un piano di trasferimento del progetto
scalabilit della soluzione ed economicit del trasferimento
supporto nellattuazione di interventi analoghi in altri cicli di vita interni allamministrazione proponente

Totale Punteggio

100

Fonte: Avviso per la selezione di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale

6.2 Analisi dei progetti


Tutti i progetti sono stati
inviati in formato elettronico e firmati digitalmente; non vi stato nessun
invio di documenti cartacei.
Anche gli atti di delibera
che in genere accompagnano le proposte sono stati
scannerizzati e allegati.
43

6.2.1 Dati generali


I progetti presentati
In risposta allAvviso sono stati presentati, da Regioni ed Enti locali, 129 progetti43.

103

RAPPORTO NAZIONALE 2005

La tabella seguente mostra il numero di amministrazioni partecipanti in tutte


e 129 le proposte progettuali. Il dato che emerge interessante, in quanto mostra come
lAvviso sia riuscito a mobilitare tutte le Regioni, 48 Province su 100, 639 Comuni (sugli
oltre 8000 Comuni italiani) e 83 Comunit Montane su 350. Questi numeri esprimono
sicuramente linteresse con il quale le Regioni e gli Enti Locali hanno guardato, e partecipato, allAvviso nazionale di e-democracy: interesse che trova le sue origini, pi che nel
valore assoluto del finanziamento circa 10 milioni di euro , nella possibilit per queste
Amministrazioni di sperimentare, allinterno di un quadro nazionale condiviso, iniziative
originali per il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini, attraverso lutilizzo delle
tecnologie ICT, alla vita dellamministrazione pubblica.
I progetti presentati si caratterizzano per unampia variet aggregativa
(numero di enti aggregati): ovvero vi sono progetti mono-ente fino a progetti con oltre
150 Enti aggregati. importante ricordare che in questo Avviso non era contemplato
un incentivo allaggregazione, ovvero non erano state poste soglie minime dimensionali
(come avvenne per esempio con il primo bando di e-government, che richiedeva ai progetti di rappresentare almeno 100.000 abitanti), quindi la costituzione di unaggregazione doveva essere strettamente funzionale agli obiettivi e alle finalit del progetto. In
questo contesto comunque alcuni sistemi territoriali sono riusciti a costituire aggregazioni estese, riuscendo in alcuni casi (come lUmbria e le Marche cfr. Tab. 5) a fare rete sul
territorio. Per il dettaglio sul numero di amministrazioni partecipanti per ogni progetto,
si rimanda ai report regionali.
Tabella 26 Partecipazione degli Enti territoriali ai 129 progetti presentati
Totale Amministrazioni partecipanti

Amministrazioni capola

Regioni

21

15

Province

48

17

Comuni

639

79

Comunit Montane

83

68

Unioni di Comuni

Fonte: CNIPA AIREL

Come si vede dalla seguente tabella, altrettanto ampia la distribuzione dei


progetti presentati per dimensione di costo complessivo. Il costo dei progetti compreso
tra un minimo di 20.000 e un massimo di 7.500.000 . Il costo medio di progetto di
600.000 . I co-finanziamenti complessivamente richiesti sono di 35.500.000 , pari a
circa 4 volte il finanziamento messo a disposizione dal CNIPA (9.500.000 ).
104

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tabella 27 Dimensioni economiche dei progetti presentati (valori in migliaia di )


Valore complessivo dei progetti

73.000.000

Costo medio di progetto

600.000

Costo minimo

20.000

Costo massimo

7.500.000

Conanziamento medio

260.000

Co-nanziamenti complessivamente richiesti

35.500.000

Fonte: CNIPA AIREL

Significativi anche i ruoli assunti dalle amministrazioni, in termini di sviluppo


e riuso dei progetti, come illustrato nella seguente tabella: nei 129 progetti presentati,
si segnala che, a fronte di 145 Comuni che hanno un ruolo di sviluppo, ben 296 si sono
assegnati un ruolo di riuso dei progetti. Questo indice dellattenzione sempre pi forte
delle amministrazioni al tema del riuso dei progetti, oggetto anche della seconda linea
di azione della seconda fase del piano di e-government.

Tabella 28 Distribuzione territoriale e ruoli dei 129 progetti presentati


Il ruolo delle Amministrazioni
Tipo

Sviluppo

Riuso

Sviluppo e riuso

Totale

Regioni

13

21

Province

17

19

43

Comuni

145

296

159

600

Comunit Montane

10

62

80

Totale complessivo44

185

311

248

744

Fonte: CNIPA AIREL

Nei 129 progetti, un totale complessivo di 744 amministrazioni dunque coinvolto nello sviluppo e nel riuso delle soluzioni. Di queste 744 amministrazioni, la maggior
parte si trova nellItalia centrale, che vede la partecipazione di 413 Enti, contro i 151 del
Nord e i 157 del Sud. Il Lazio e la Toscana, con oltre 60 Enti coinvolti, e ancor di pi le
Marche con 157 amministrazioni e lUmbria (che con solo due progetti ne ha aggregate
108), sono sicuramente i territori pi dinamici dal punto di vista del coinvolgimento e
dellaggregazione degli Enti.

105

44 I totali non sempre coincidono, a causa di incompletezza della modulistica o


di inesattezze nella compilazione della stessa da parte
degli EELL.

RAPPORTO NAZIONALE 2005

Sugli oltre 700 Enti partecipanti solo 40 partecipano a pi di un progetto; gli


Enti che partecipano a pi progetti sono Enti di grandi dimensioni: Regioni, Province,
grandi Comuni, che vengono quindi ad assumere un ruolo aggregante. Qui sotto una
tabella con il prospetto, per regione e tipologia di Ente, degli Enti partecipanti. La tabella
indica inoltre, per ciascuna regione, quanti progetti sono stati presentati. Si rimanda ai
report regionali la suddivisione per regione/provincia e ruolo previsto nel progetto.

Tabella 29 Enti partecipanti suddivisi per regione e tipologia di ente

Regione

Comune

Comunit
Montana

Abruzzo
Basilicata

14
18

7
5

2
-

1
1

N. di progetti
presentati da Ente
coordinatore della
Regione
6
5

Calabria
Campania
Emilia-Romagna

1
16
16

5
9
3

5
2
3

1
1
1

3
16
5

Friuli-Venezia Giulia

21

Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Provincia Autonoma di Trento
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana

63
11
35
155
36
29
8
13
35
49

5
3
4
2
5
2
5
1
13

2
3
1
2
4
1
3
5

1
1
1
1
1
1
1
1

16
4
11
6
1
8
3
3
3
13
12

97
11

9
3

2
2

1
1
1

2
5

Provincia Autonoma di Bolzano


Umbria
Valle dAosta
Veneto

Provincia

Regione

Fonte: CNIPA AIREL

Per i progetti con pi


Enti si fa riferimento alla
Regione dellEnte coordinatore.

Le regioni pi attive dal punto di vista del numero dei progetti presentati45 sono

45

sicuramente Lazio e Campania con 16 progetti, Sicilia 13, Toscana 12 e Lombardia 11,
mentre lUmbria ha presentati 2 progetti; la Valle DAosta e il Molise un solo progetto a
testa.

106

Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

I progetti ammessi al co-nanziamento


Dei 129 progetti presentati, la Commissione di valutazione (istituita dal CNIPA
ai sensi del DPCM 14 febbraio 2002), che ha svolto i suoi lavori tra luglio 2004 e marzo
2005, ne ha positivamente valutati 57, per un co-finanziamento totale di 9,5 M. Ogni
progetto stato presentato da un Ente locale che assume il ruolo coordinatore; a questo
Ente capofila si potevano poi aggregare altri Enti locali, oppure, in qualit di partner,
soggetti portatori di interessi collettivi interessati alle diverse fasi del ciclo di vita delle
politiche.
Circa la met dei progetti ha un costo complessivo inferiore a 0,5 M. Limporto
complessivo dei progetti finanziati 41,5 M, mentre il co-finanziamento medio ammonta a 165.000 M. La percentuale media di co-finanziamento del 22% (escludendo il
progetto di maggiore entit, in termini di dimensioni e di costo, la percentuale media
aumenta al 33%).
Informazioni e approfondimenti sui progetti presentati e su quelli approvati
sono riportati nelle schede di sintesi della Parte II del presente rapporto, nei singoli
rapporti regionali e nel canale e-democracy sul sito www.crcitalia.it.
La distribuzione dei 57 progetti ammessi per tipologia di Ente coordinatore
la seguente: la maggior parte dei progetti ammessi dei Comuni (52%), seguiti dalle
Regioni (23%), dalle Province (15%) e dalle Comunit montane (9%).
Il grafico successivo prende in esame solo i Comuni, e mostra la suddivisione
dei 57 progetti ammessi per numero di abitanti: i Comuni sotto i 5.000 abitanti rappresentano pi della met degli Enti ammessi al co-finanziamento (questa situazione vale
analogamente per linsieme dei progetti presentati). Un maggior c