Professional Documents
Culture Documents
OMNIAFORM
La difesa antiparassitaria
nelle aree a criticit ambientale
a cura di Emilio Bertoncini
S.E.R.E.N.A.
Sicurezza, Efficacia e Rispetto degli Equilibri Naturali nella lotta Antiparassitaria
(matr. LU20060578)
INDICE
1 - La normativa inerente lindividuazione delle aree di salvaguardia dei campi pozzi ad uso
idropotabile .......................................................................................................................................... 3
3 - Le linee guida della Regione Emilia Romagna per la difesa antiparassitaria del verde urbano:
un importante punto di riferimento .................................................................................................... 26
Introduzione ....................................................................................................................................... 26
Dieci regole doro.............................................................................................................................. 26
La difesa integrata ............................................................................................................................. 27
Mezzi biologici e biotecnici................................................................................................................ 29
Aspetti normativi della difesa antiparassitaria.................................................................................. 31
Trattamenti alla chioma con prodotti fitosanitari: precauzioni da seguire ...................................... 32
L'endoterapia ..................................................................................................................................... 33
4-
Introduzione ....................................................................................................................................... 39
La lotta integrata e guidata ............................................................................................................... 39
La prevenzione ................................................................................................................................... 40
Il monitoraggio .................................................................................................................................. 42
La lotta ............................................................................................................................................... 46
6 - Controllo delle erbe infestanti in ambito urbano: aspetti legati alla sicurezza ............................. 54
Misure a tutela dellambiente ............................................................................................................ 54
Misure a tutela dei cittadini ............................................................................................................... 55
Misure a tutela della salute dei lavoratori......................................................................................... 56
Considerazioni conclusive ................................................................................................................. 58
BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................... 69
1-
La gestione delle risorse idriche materia di competenza delle Regioni, delle Autorit dAmbito
Ottimale e degli enti locali. Lo strumento di tutela costituito dallistituzione delle aree di
salvaguardia delle opere di captazione.
La materia disciplinata dallart. 94 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in
materia ambientale". Esso prevede che le Regioni, su proposta delle Autorit d'Ambito, istituiscano
le aree di salvaguardia per mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque
superficiali e sotterranee destinate al consumo umano erogate a terzi mediante impianto di
acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse, nonch per la tutela dello stato delle risorse.
Le aree di salvaguardia sono distinte in zone di tutela assoluta e zone di rispetto.
La zona di tutela assoluta costituita dall'area immediatamente circostante le captazioni o
derivazioni: essa, in caso di acque sotterranee e, ove possibile, per le acque superficiali, deve avere
un'estensione di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione, deve essere adeguatamente
protetta e deve essere adibita esclusivamente a opere di captazione o presa e ad infrastrutture di
servizio.
La zona di rispetto costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta da
sottoporre a vincoli e destinazioni d'uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la
risorsa idrica captata e pu essere suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata,
in relazione alla tipologia dell'opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilit e
rischio della risorsa. In particolare, nella zona di rispetto sono vietati l'insediamento dei seguenti
centri di pericolo e lo svolgimento delle seguenti attivit:
a) dispersione di fanghi e acque reflue, anche se depurati;
b) accumulo di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi;
c) spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi, salvo che l'impiego di tali sostanze sia
effettuato sulla base delle indicazioni di uno specifico piano di utilizzazione che tenga conto della
natura dei suoli, delle colture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della
vulnerabilit delle risorse idriche;
d) dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche provenienti da piazzali e strade;
e) aree cimiteriali;
f) apertura di cave che possono essere in connessione con la falda;
g) apertura di pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al consumo umano e di
quelli finalizzati alla variazione dell'estrazione ed alla protezione delle caratteristiche qualiquantitative della risorsa idrica;
h) gestione di rifiuti;
i) stoccaggio di prodotti ovvero sostanze chimiche pericolose e sostanze radioattive;
l) centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli;
m) pozzi perdenti;
n) pascolo e stabulazione di bestiame che ecceda i 170 chilogrammi per ettaro di azoto presente
negli effluenti, al netto delle perdite di stoccaggio e distribuzione. E' comunque vietata la
stabulazione di bestiame nella zona di rispetto ristretta.
Le Regioni e le Province Autonome disciplinano, all'interno delle zone di rispetto, le seguenti
strutture o attivit:
a) fognature;
b) edilizia residenziale e relative opere di urbanizzazione;
c) opere viarie, ferroviarie e in genere infrastrutture di servizio;
d) pratiche agronomiche e contenuti dei piani di utilizzazione.
I criteri tecnici che devono essere seguiti per la perimetrazione delle aree di rispetto sono definiti
nellAccordo sancito dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni e le
Province Autonome che stabilisce le Linee guida per la tutela della qualit delle acque destinate al
consumo umano e criteri generali per lindividuazione delle aree di salvaguardia delle risorse
idriche di cui allart. 21 del Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 1521.
La metodologia di delimitazione si basa sul criterio geometrico per larea di tutela assoluta e, in via
provvisoria, per le aree di rispetto (minimo 200 m dalla captazione). In via definitiva per le aree di
rispetto necessario ricorrere al criterio temporale o a quello idrogeologico.
Il criterio temporale tiene conto del tempo di trasferimento attraverso la falda di eventuali
contaminazioni ed funzione anche del tempo di reazione del soggetto gestore della risorsa idrica a
fronte di fenomeni dinquinamento.
Il criterio idrogeologico si fonda sulle caratteristiche idrogeologiche specifiche dellacquifero e sui
suoi limiti. Esso prevede la protezione dellintero bacino di alimentazione dellopera di captazione
e, quando sia individuabile con precisione il bacino idrogeologico quello che consente la migliore
tutela delle acque sotterranee.
Avvicendamento colturale
La omosuccessione delle colture, cio la loro ripetizione per molti anni sullo stesso terreno, una
pratica non compatibile con la tutela della falda a causa degli effetti sfavorevoli sulla fertilit del
suolo, sul comportamento delle colture e sulla flora infestante che si specializza progressivamente
rendendone difficile il controllo. E, invece, pratica compatibile il regolare avvicendamento delle
colture, cio la successione nel tempo su uno stesso terreno di colture diverse, tecnica
tradizionalmente utilizzata per evitare gli svantaggi propri della monosuccessione.
2
Primo esempio in Toscana di istituzione e regolamentazione di unarea di Salvaguardia ai sensi del D.Lgs. 152/06
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
In linea con le indicazioni dei disciplinari relativi dellagricoltura integrata della Regione Toscana,
lavvicendamento delle colture opportuno che avvenga secondo le seguenti indicazioni:
o Divieto di coltivazione su uno stesso terreno protratta per oltre due anni consecutivi
delle seguenti colture: cereali estivi (mais e sorgo), cereali autunno vernini (grano
duro, grano tenero, orzo, avena, segale, triticale e farro), barbabietola da zucchero,
girasole, soia, colza, erbai annuali, colture ortive non altrimenti regolamentate ed
altre erbacee annuali.
o Divieto di ripetizione della coltura prima che sia trascorso un periodo pari alla
naturale durata del ciclo colturale per tutte le colture da foraggio, ad esclusione dei
prati stabili.
o Divieto di ripetizione di colture ortive prima che siano trascorsi i seguenti periodi:
due anni per cavolo (tutte le variet), cavolfiore, spinacio, bietola, patata,
pomodoro, zucchino, fava, cece, lupino, pisello, fagiolo, fagiolino, lattuga,
carota, finocchio, sedano, basilico, indivia e altre ortive per le quali non
specificato un diverso limite temporale;
tre anni per fragola, carciofo, cardo, peperone, melanzana, melone, cipolla,
anguria (cocomero) e cetriolo;
quattro anni per aglio e asparago.
o Divieto di successione di specie diverse appartenenti alla medesima famiglia
nellambito delle solanacee e cucurbitacee.
Tra le pratiche di gestione del terreno ritenute importanti ai fini della tutela della risorsa idrica
figurano le lavorazioni, la realizzazione di colture di copertura, la gestione dei terreni incolti e i
riporti di suolo nelle attivit vivaistiche di pieno campo
La lavorazione del terreno non da inquadrare come pratica agronomica capace di minacciare in
via diretta le acque di falda ma influenza le dinamiche evolutive del suolo e il movimento di
potenziali inquinanti nel profilo del terreno.
Riguardo le dinamiche evolutive del suolo, uno degli aspetti pi rilevanti quello dellinterramento
di fertilizzanti organici e residui colturali operato allatto della lavorazione principale. Un eccessivo
approfondimento delle lavorazioni conduce ad una diluizione della sostanza organica apportata in
un maggiore volume di suolo, con conseguente riduzione del tenore medio di carbonio organico nel
terreno agrario. Come sottolineato da molti autori la sostanza organica capace di adsorbire alcune
sostanze inquinanti, come gli antiparassitari, riducendone il tasso di lisciviazione3 verso la falda.
Altro possibile risvolto negativo delleccessiva profondit di lavorazione il possibile interramento
di sostanze pericolose per la falda e scarsamente mobili nel terreno. Esse possono essere spostate in
strati di suolo caratterizzati da regimi termici e di umidit spesso molto diversi da quelli degli strati
superficiali con riflessi rilevanti e imprevedibili sul loro destino ambientale.
Gli inconvenienti segnalati possono trovare
soluzione in una limitazione della profondit di
lavorazione entro i 30 cm. Per evitare i problemi
derivanti
dalla
formazione
di
suole
di
labbinamento
allaratura
della
Entrambi questi inconvenienti possono essere limitati ricorrendo a colture di copertura (cover crops)
realizzate nei periodi di non coltivazione dei terreni.
Alcuni studi dimostrano che, ad eccezione dei terreni argillosi, per tutti i tipi di suolo la presenza di
una coltura di copertura invernale realizzata con orzo determina una flessione delle perdite di azoto.
Nel caso dei terreni sabbiosi la riduzione superiore al 30%.
Tab. 1 Perdite di nitrati (Kg/ha) in terreni con coltura di copertura e terreni nudi4
Terreno
Senza coltura di
Con coltura di
Variazione
copertura
copertura
percentuale
Torboso
332
65
- 80,4 %
Granulometria intermedia
40
38
- 5,0 %
Argilloso
68
90
+ 32,3 %
Sabbioso
329
220
- 36,2 %
I terreni a riposo e gli incolti, se non adeguatamente gestiti, possono costituire spazi nei quali le
essenze erbacee infestanti si perpetuano giungendo ogni anno a seme e diffondendosi nei terreni
coltivati. A questo svantaggio diretto se ne accompagnano altri indiretti rappresentati dalla
maggiore facilit che i terreni incolti divengano sede di discariche abusive, con conseguenti rischi
di inquinamento, e dalla maggiore incidenza degli incendi che, propagandosi a materiali diversi da
quelli vegetali, possono costituire una minaccia di carattere ambientale. In questultima ipotesi,
oltre a possibili riflessi negativi sulla qualit delle acque di falda, anche le operazioni di
spegnimento potrebbero costituire un problema in chiave di tutela delle captazioni idropotabili.
Linsieme di questi fattori suggerisce, pertanto, la necessit di effettuare una regolare
manutenzione dei terreni a riposo o incolti con almeno due sfalci annuali da effettuare allinizio
dellestate e in autunno.
In presenza di incolti che stanno evolvendo verso una fisionomia arborea si pu ipotizzare
lesecuzione di interventi tesi a favorire lo sviluppo di una copertura boschiva con affermazione di
specie di pregio naturalistico con riferimento allambiente pedoclimatico locale. Tra le funzioni
4
Rielaborato da Effetti della coltura di copertura sulla presenza di nitrati in acqua di falda ed in terreni diversi, in
lisimetri coltivati a mais (P.Rossi Pisa, M. Rossi) in Agricoltura e ricerca n. 164-165-166 di luglio-dicembre 1996
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
10
rilevanti dal punto di vista ambientale figurano lospitalit per specie animali, come lavifauna, e
unazione di filtro e protezione nei confronti dei corsi dacqua. In proposito si ricorda che fasce di
vegetazione arbustiva ed arborea possono ridurre i fenomeni di deriva e ruscellamento delle
sostanze di normale impiego in agricoltura favorendo la protezione dei corpi idrici di superficie dai
fenomeni di inquinamento.
Fertilizzazione
La fertilizzazione (concimazione) una pratica irrinunciabile per la razionale coltivazione del
terreno, tuttavia pu determinare problemi di inquinamento della falda dovuti ad apporti
sconsiderati di sostanze fertilizzanti, soprattutto per quanto concerne lazoto.
La compatibilit con la tutela della risorsa idrica valutabile unicamente in funzione di un piano di
concimazione che tenga conto delle effettive necessit della coltura, delle asportazioni dovute alla
coltivazione e della dotazione di elementi nutritivi disponibili nel terreno agrario.
11
Lesame della bibliografia pi recente suggerisce di non utilizzare a fini agronomici i seguenti
materiali:
liquami, colaticci e altre sostanze liquide o solide di origine zootecnica ad eccezione del
letame bovino e dei fertilizzanti a lenta cessione (tab. 2);
pollina;
compost derivanti da R.S.U.;
fanghi e altri prodotti derivanti dalle attivit di depurazione delle acque;
scarti e sottoprodotti delle industrie agro-alimentari;
scarti e sottoprodotti di attivit produttive e industriali;
ogni altra sostanza non ricadente nella categoria dei fertilizzanti come definiti dalla
normativa vigente..
La limitazione suggerita per i liquami zootecnici, la pollina ed il compost deriva dalla loro elevata
dotazione di azoto direttamente mineralizzabile, fattore che pu favorire la percolazione in falda di
nitrati. Per gli altri materiali la limitazione deriva dalla possibilit che siano veicolo di sostanze
inquinanti di varia natura, inclusi i metalli pesanti.
ammissibile
un
apporto
colture.
Fosforo: ammissibile un apporto
massimo pari a 150 Kg/ha di P2O5 di cui
almeno il 70 % in pre-semina..
12
Potassio: ammissibile un apporto massimo pari a 200 Kg/ha di K2O di cui almeno il 70 %
in pre-semina.
Dai limiti relativi al fosforo e al potassio esclusa le concimazione di fondo delle colture
legnose ed arboree, per la quale sono suggeriti i seguenti quantitativi massimi: P2O5: 150
Kg/ha, K2O: 250 Kg/ha.
Per gli apporti di letame si propongono le seguenti prescrizioni:
o tempo minimo di maturazione: 3 mesi;
o consistenza ed umidit tali da garantirne la palabilit;
o nel calcolo della quantit di azoto apportata dal letame si dovr assumere un valore
medio di 5 Kg/m3,salvo diverso riferimento scientifico di provata validit.
Ammendanti
compostati
derivanti da RSU
Di sintesi
Organo minerali
concimi
contenenti
su:
Estratti umici
Leonardite
condensazione di urea ed
Letame
aldeidi
inibitori
Torbe
in
forma
della
nitrificazione
Umati solubili
Vermicompost da letame
incapsulamento
La distribuzione in campo dei fertilizzanti azotati non ammissibile nelle seguenti situazioni:
con terreno saturo d'acqua, gelato o innevato;
nelle 48 ore precedenti lintervento irriguo;
13
mediante fertirrigazione, salvo che per colture con irrigazione localizzata o fuori suolo;
a distanza inferiore a 10 metri dai pozzi di qualsiasi natura e dalle sponde dei corsi d'acqua.
Sono da ritenersi pratiche compatibili e, anzi, consigliabili al fine di aumentare la fertilit fisico
chimica dei suoli (con azione positiva anche sulla capacit di trattenere sostanze a rischio di
lisciviazione) le seguenti:
Sovescio - Tecnica consistente nellinterramento di una coltura di breve ciclo realizzata con
lo specifico intento di interrarne la biomassa ottenendo effetti positivi sulla fertilit del
suolo. Se realizzato con specie appartenenti alla famiglia delle leguminose permette di
incrementare il tenore di azoto organico del terreno senza apporto di fertilizzanti.
Inserimento di specie miglioratrici nellavvicendamento colturale.
Interramento dei residui colturali previa trinciatura.
In ogni caso dovr essere vietata la bruciatura, lasportazione o altra forma di eliminazione dei
residui colturali, salvo che per dimostrate ragioni fitoiatriche o, limitatamente al 50% della
biomassa, per la costituzione di lettiere zootecniche.
Trattamenti antiparassitari
In bibliografia sono disponibili diversi modelli che cercano di prevedere il destino ambientale dei
fitofarmaci. La loro applicazione accompagnata, per, da alcune difficolt riassumibili nei
seguenti punti:
A causa della natura dei dati di partenza, determinati con metodi non omogenei e talora
stimati o calcolati empiricamente, e della loro ampia variabilit, il valore di alcuni indici per
alcune sostanze caratterizzato da una forbice molto ampia. Ci determina unalea
dincertezza non accettabile a fronte della necessit di proteggere le falde idriche;
14
Nella determinazione di alcuni dati utilizzati nel calcolo degli indici, come il tempo di
dimezzamento, non possibile discernere con sicurezza dal complesso dei fenomeni di
dissipazione la lisciviazione, processo attraverso il quale pu essere contaminata la falda;
La formulazione dei prodotti fitosanitari sembra poter incidere in modo sostenuto sui
parametri chemiodinamici dei principi attivi e questo pu determinare comportamenti nel
terreno molto diversi da quelli previsti con luso di indici;
In alcuni casi documentati si riscontrata la presenza in falda di erbicidi che, sulla scorta
degli indici, dovrebbero dare ampie garanzie di tutela della medesima;
Per alcune sostanze attive limpiego di indici diversi fornisce valutazioni completamente
differenti, evidenziando i limiti di questo approccio;
Luso degli indici non permette di fare valutazioni quantitative ma qualitative, vale a dire
che possibile creare graduatorie di erbicidi a vario grado di pericolosit per la falda ma non
si riesce a determinare lesatta distribuzione degli erbicidi nel profilo del suolo o la quantit
degli stessi che pu giungere ad una data profondit.
Il quadro descritto pu essere accettabile in una valutazione di ampio respiro, come la registrazione
ministeriale dei prodotti fitosanitari o in una pianificazione territoriale su ampia scala, ma non per la
protezione locale di falde potenzialmente minacciate dallattivit agricola.
15
Sulla base di quanto descritto e per quanto concerne la contaminazione della falda da sostanze
antiparassitarie provenienti dalle aree limitrofe ai campo pozzi, lunico modo per dare sufficienti
garanzie di potabilit delle acque appare quello di una severa limitazione dellimpiego di prodotti
fitosanitari.
E, pertanto, auspicabile che nelle aree pi prossime alle captazioni (zona di rispetto ristretta ai
sensi del D. Lgs. 152/06) sia vietato limpiego di erbicidi e geodisinfestanti, poich destinati
allapplicazione al terreno o a coperture vegetali incapaci di intercettarne e metabolizzarne
quantitativi elevati, e sia prevista una riduzione sostanziale dellimpiego di prodotti fitosanitari da
applicare alla parte aerea della pianta. In questultimo caso si potr prevedere lapplicazione di
prodotti fitosanitari unicamente in presenza accertata del bersaglio (lotta guidata) e in condizioni di
copertura del suolo tale da assicurare la massima intercettazione di formulato. Si ritiene che tra i
principi attivi utilizzabili possano figurare esclusivamente quelli consentiti in agricoltura biologica.
Nelle aree pi distanti dalle captazioni (zona di rispetto allargata ai sensi del D. Lgs. 152/06), anche
in considerazione delle azioni di monitoraggio e controllo che possono essere attivate sulle acque di
falda e sulle attivit agricole, pu essere consentita una maggiore libert di scelta delle misure di
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
16
lotta antiparassitaria che possono ispirarsi ai principi dellagricoltura integrata gi normata da alcuni
disciplinari regionali, salvo alcune limitazioni nellimpiego degli erbicidi.
In particolare, nelle colture erbacee di pieno campo si ritiene opportuno limitare le possibilit
dintervento in pre-semina e pre-emergenza a favore dei trattamenti in post-emergenza che possono
essere meglio orientati sulla base delle infestanti effettivamente presenti e che non hanno come
bersaglio diretto il terreno.
Fig. 3 Lesecuzione dei
trattamenti erbicidi in presemina e pre-emergenza
una pratica sconsigliabile
nelle aree vulnerabili ai
fitofarmaci.
17
18
Pirodiserbo In contesti analoghi a quelli del punto precedente e, con le dovute cautele, pu
trovare applicazione la tecnica del pirodiserbo. Essa si basa sul principio che le piante
erbacee sottoposte ad elevate temperature subiscono una rapida denaturazione delle proteine
e la lisi cellulare. In conseguenza di tali alterazioni la pianta viene letteralmente lessata e
successivamente muore disseccando. Lazione termica pu derivare da un getto di fiamma o
dallemissione di raggi infrarossi e, in nessuno dei due casi, tale da provocare fenomeni di
combustione. Lopportuna caratterizzazione e configurazione delle macchine permette di
ottenere un diserbo localizzato lungo la fila o su tutta la superficie, prestandosi
allesecuzione di diserbi localizzati o totali. Labbinamento del pirodiserbo a false semine
(vedi oltre) pu consentire una progressiva riduzione del carico di erbe infestanti gravante
sui terreni. In ogni caso lintervento colpisce esclusivamente la parte aerea delle piante
erbacee e non attivo contro la parte ipogea delle piante perenni, che devono essere
controllate con tecniche di altra natura.
Pacciamatura - Su alcune colture ortive, ma nei primi anni di vita anche in impianti di
arboricoltura da legno5 e altre coltivazioni legnose, una valida tecnica di lotta fisica
rappresentata dalla pacciamatura. Essa consiste nella copertura del suolo con materiali in
grado di soffocare le erbe infestanti e di lasciare a libera crescita la specie coltivata. Il
sistema trova gi applicazione nellarea di studio, sebbene su superfici limitate, per alcuni
ortaggi.
Solarizzazione - Detta anche "pacciamatura riscaldante" o "pastorizzazione solare", una
tecnica che consiste nel sottoporre il terreno allazione riscaldante dei raggi solari, mediante
pacciamatura con film plastico trasparente nella stagione calda. La tecnica, nata per il
risanamento da microrganismi dannosi, si basa sul principio che linnalzamento termico nel
terreno induce modifiche nellecosistema tellurico limitando lo sviluppo di microrganismi
patogeni e favorendo quello di specie microbiche loro antagoniste. Tuttavia, le alterate
condizioni ecologiche indotte dalla solarizzazione conducono alla devitalizzazione degli
organi di propagazione delle erbe infestanti (semi, rizomi, bulbi, bulbilli, tuberi) ottenendo
un effetto secondario di controllo delle malerbe. Questa tecnica potrebbe trovare
applicazione sui terreni non sottoposti a coltura durante i mesi pi caldi.
5
19
Fig. 5 Coltivazione di
barbatelle di vite con
impiego di pacciamatura con
film plastico
Il controllo delle erbe infestanti pu essere ottenuto anche con gli usuali mezzi agronomici
interpretati come operazioni colturali realizzate con lo specifico intento di creare condizioni
sfavorevoli allinsediamento di erbe infestanti o allo sviluppo di avversit di altra natura. Nella
maggior parte dei casi si tratta di soluzioni largamente diffuse in passato e poi abbandonate a favore
di mezzi di lotta chimica.
Tra i mezzi agronomici da prendere in considerazione in una regolamentazione dellarea figurano i
seguenti:
Avvicendamento Come riferito in altra parte del presente lavoro, la omosuccessione un
fattore che favorisce la specializzazione della flora infestante e determina difficolt nel
controllo delle malerbe. Lavvicendamento colturale, gi trattato, non favorisce l'instaurarsi
di una flora infestante specializzata e tende ad interrompere i cicli di sviluppo delle specie
selvatiche sugli appezzamenti coltivati.
Sovescio Lesecuzione di un sovescio nei periodi di vuoto colturale oltre a migliorare la
fertilit dei terreni pu offrire i vantaggi tipici di una coltura di copertura, compreso il
soffocamento delle erbe infestanti.
Falsa semina La falsa semina consiste in una o pi lavorazioni del terreno non
immediatamente seguite dalla semina o dal trapianto della coltura. In tale circostanza si
verifica la germinazione delle erbe infestanti che possono poi essere distrutte mediante lotta
20
fisica o meccanica e successivo interramento allatto della definitiva preparazione del letto
di semina. In questo modo si riduce la presenza di erbe infestanti nella successiva coltura.
Questo tipo di intervento, integrato con il ricorso allavvicendamento e alla periodica
coltivazione di colture di copertura, pu sortire ottimi vantaggi nel tempo.
Gestione degli incolti Si rimanda alla gestione del suolo.
21
Box di approfondimento
Le molte agricolture
Agricoltura integrata
22
alcuni esempi: Bacillus thuringensis contro le larve dei lepidotteri, il Phytoseiulus persimilis contro
il ragnetto rosso, la Chrysoperla carnea contro alcuni afidi.
Lagricoltura integrata stata definita e disciplinata dalla Regione Toscana6 (e non solo) al fine di
rendere riconoscibili i suoi prodotti attraverso specifici marchi e fornire sostegno economico alle
aziende agricole che si convertono interamente a tale tecnica.
Per quanto riguarda il settore delle produzioni vegetali, le caratteristiche maggiormente degne di
nota della regolamentazione toscana sono:
- Riduzione dell'uso di prodotti chimici di sintesi (fitofarmaci, concimi e diserbanti)
- Mantenimento della fertilit del suolo
- Avvicendamento colturale
- Sovescio delle colture
- Prevenzione dei fenomeni erosivi
- Uso razionale delle risorse idriche
- Mantenimento e promozione della biodiversit
- Divieto di impiego di materiale proveniente da Organismi Geneticamente Modificati
http://www.arsia.toscana.it/agriqualita/agricoltura%20integrata.htm
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
23
Agricoltura biologica
24
Box di approfondimento
Le erbe infestanti costituiscono un problema rilevante in agricoltura, sia nella conduzione con
tecnica convenzionale, sia nellagricoltura biologica ed integrata. In questi casi, data la limitazione
del ricorso alluso di erbicidi, il controllo ancora pi difficile.
Molteplici sono le ripercussioni della presenza di erbe infestanti nella coltura, ma la riduzione della
produttivit senza dubbio quello di maggiore rilevanza.
I danni alla coltura dipendono fondamentalmente dai seguenti aspetti:
a) la competizione per la luce, particolarmente sentita nella coltivazione di ortaggi, spesso di
altezza ridotta e incapaci di sovrastare le erbe infestanti e di coprire interamente la superficie del
terreno;
b) la competizione per lacqua, talora rilevante a causa della rusticit delle specie infestanti e della
loro capacit di prevalere nelle prime fasi di sviluppo della coltura, cos da comprometterne lo
sviluppo;
c) la competizione per gli elementi nutritivi, che risulta significativa soprattutto quando la
concimazione prevalentemente minerale;
d) i fenomeni di allelopatia, cio riconducibili al rilascio nel terreno da parte delle specie infestanti
di sostanze che manifestano effetto fitotossico su altre specie vegetali (in particolare quelle
coltivate)7;
e) il parassitismo esercitato da alcune specie selvatiche come le orobanche e la cuscuta;
questultima parassitizza erba medica, girasole, trifoglio e barbabietola;
f) gli effetti sulla qualit dei prodotti, come nel caso delle granaglie di frumento contaminate da
avena selvatica e dei piselli contaminati da camomilla e Solanum nigrum che alterano seriamente
colore e sapore del prodotto lavorato;
g) la capacit di alcune infestanti di favorire, in quanto ospiti intermedi, la diffusione di alcune
patologie e parassitosi.
tra le altre specie infestanti si ricordano come specie con propriet allelopatiche le seguenti: sorghetta, gramigna,
avena selvatica e convolvolo (vilucchio)
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
25
3-
Introduzione
Da anni la Regione Emilia Romagna incentiva forme di gestione del verde urbano tese alla qualit e
al rispetto per lambiente. Sul portale www.ermesagricoltura.it sono attualmente disponibili le linee
guida per la difesa antiparassitaria del verde ornamentale. Esse costituiscono un vero e proprio
riferimento tecnico di qualit e sono state utilizzate per redigere questo testo.
26
7. Scegliere i prodotti fitosanitari nel rispetto delle normative vigenti prediligendo quelli a pi
bassa tossicit e a ridotta persistenza ambientale.
8. Individuare modalit di distribuzione dei prodotti capaci di ridurre al minimo le quantit
somministrate e di evitare il pi possibile la dispersione nellambiente; essi non devono
rappresentare un rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini.
9. Informare adeguatamente la cittadinanza circa gli interventi realizzati.
10. Applicare le norme stabilite dai decreti di lotta obbligatoria volti ad evitare sul territorio la
diffusione di organismi nocivi da quarantena.
La difesa integrata
In questo approccio la predisposizione dei piani di difesa del verde ornamentale deve prevedere
prioritariamente interventi preventivi di natura agronomica e applicazioni di lotta biologica
eventualmente affiancati da trattamenti chimici. opportuno ricordare che gli interventi chimici
sono da considerare metodi di contenimento solo temporanei, volti a contenere situazioni ritenute
particolarmente pericolose. A lungo termine, infatti, i trattamenti con prodotti fitosanitari aggravano
i problemi senza risolverli in quanto rappresentano un fattore di selezione che porta alla comparsa
di ceppi resistenti, alla distruzione di fauna utile, allinquinamento ed allalterazione della
biocenosi8.
Per applicare correttamente sul territorio le strategie di difesa integrata consigliabile attenersi alle
seguenti indicazioni:
conoscere la biologia dei principali parassiti vegetali e animali che possono colpire le specie
ornamentali;
effettuare accurati monitoraggi allo scopo di individuare tempestivamente la presenza di
malattie e fitofagi e di stimarne il rischio di danno;
27
28
Questo coccinellide un attivo predatore di cocciniglie sia allo stadio adulto che come
larva. Sono commercializzati barattoli contenenti 250 individui adulti, da distribuire a
spaglio sulla vegetazione. Questo predatore trova impiego in particolare contro infestazioni
di cocciniglie cotonose, ma presenta una parziale efficacia anche contro cocciniglie del
genere Ceroplastes.
Il controllo della metcalfa con questo parassitoide avviene nel lungo periodo e non ha quindi
un effetto immediato sulle piante. Le larve del parassitoide si sviluppano a carico delle
forme giovanili di metcalfa e, raggiunta la maturit, tessono un bozzolo sericeo che viene
ancorato alla foglia e dal quale poi sfarfalla ladulto. Lindividuazione del luogo di lancio
pi opportuno fondamentale al fine di favorire linsediamento e la diffusione di N.
typhlocybae. E quindi indispensabile che il punto di lancio risponda alle seguenti
caratteristiche: presenza di Metcalfa pruinosa, nessuna potatura di contenimento sulle piante
circostanti nei due-tre anni successivi al lancio; mantenimento dellerba nellarea
perimetrale il lancio da met giugno a settembre-ottobre; presenza di alcune specie vegetali
quali, ad esempio, acero, olmo o pittosporo, che favoriscono linsediamento del parassitoide
(miglior fissaggio dei bozzoli alle foglie); conservazione fino allestate successiva delle
foglie cadute a terra a fine estate sotto le piante.
29
Fra i microrganismi sono soprattutto i preparati a base di tossine specifiche di batteri a rivestire
importanza nella difesa biologica contro i fitofagi delle piante ornamentali. In particolare si
consiglia limpiego di Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki contro le larve giovani dei lepidotteri
defogliatori. Questo preparato va distribuito sulla vegetazione in soluzione acquosa ed il trattamento
va eseguito irrorando il prodotto in modo uniforme su tutta la vegetazione, soprattutto sulle parti
esterne della chioma, dove le larve si localizzano pi facilmente. Per rendere pi efficace il
trattamento si consiglia di eseguire lintervento nelle ore serali e, se necessario, di ripeterlo a
distanza di 8-10 giorni dal primo. Si raccomanda di attenersi alle dosi consigliate in etichetta e di
usare, preferibilmente, prodotti che consentano trattamenti a basso (LV) o ultra basso (ULV)
volume. I formulati a base di Bacillus thuringiensis sono innocui nei confronti delluomo, dei
vertebrati e degli insetti utili in genere.
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
30
Nella difesa biologica al verde ornamentale luso di feromoni una pratica che trova impiego
soprattutto nella lotta contro alcune specie di lepidotteri fitofagi e, negli ultimi anni, anche per il
monitoraggio del volo di Cameraria ohridella (parassita dellippocastano). Trappole a feromone
sono infatti frequentemente usate per il monitoraggio di alcuni lepidotteri defogliatori (ad esempio
Lymantria dispar e Hyphantria cunea) mentre la tecnica della cattura massale dei maschi
applicabile per alcuni lepidotteri xilofagi (Cossus cossus e Zeuzera pyrina) e per la processionaria
del pino.
I prodotti utilizzati per difendere le piante dai parassiti sono definiti dalla legge prodotti fitosanitari,
termine che ha sostituito i precedenti di presidi sanitari e presidi medico - chirurgici. Il legislatore
ha poi definito in maniera specifica gli ex presidi medico - chirurgici da utilizzare esclusivamente
sul verde in ambito domestico nominandoli prodotti fitosanitari per piante ornamentali (P.P.O.).
Quando indispensabile realizzare un trattamento antiparassitario sul verde, ci si dovr attenere alle
seguenti indicazioni:
per trattamenti insetticidi o fungicidi alla chioma su verde pubblico:
Utilizzare preparati registrati come prodotti fitosanitari (se si tratta di recenti
registrazioni) oppure come presidi sanitari. In etichetta deve essere specificato il
campo di impiego per il quale si ricorre al prodotto. In caso di utilizzo di presidi
sanitari, in etichetta deve essere almeno riportata la dicitura "colture ornamentali e/o
floreali". Oltre che per la coltura, il prodotto deve essere autorizzato anche per il
parassita che si vuole combattere il quale, di conseguenza, deve essere specificato in
etichetta
per trattamenti endoterapici
Possono essere utilizzati esclusivamente preparati appositamente autorizzati per
limpiego nei confronti del parassita o dei parassiti specificati in etichetta.
31
Utilizzare macchine irroratrici efficienti, tarate e regolate almeno una volta allanno
Utilizzare ugelli non usurati o sporchi, preferendo quelli certificati, possibilmente in
ceramica, acciaio o plastica. Gli ugelli in ottone, apparentemente meno costosi, sono pi
soggetti ad usura e quindi a malfunzionamenti.
In ambiente urbano importante utilizzare ugelli antideriva, che consentono di aumentare la
dimensione delle gocce e di limitarne la dispersione nellambiente
Ricorrere possibilmente a mezzi di distribuzione che prevedono circuiti dellacqua e del
principio attivo fra loro separati, nei quali la miscelazione avviene solo in prossimit
dellelemento di distribuzione. Questo sistema permette di regolare efficacemente la dose di
impiego, di ottenere una distribuzione costante ed omogenea e di risolvere i problemi legati
al corretto svuotamento e smaltimento della miscela residua allinterno del serbatoio.
Non effettuare trattamenti in presenza di vento.
Informare
adeguatamente
la
cittadinanza
(tramite
cartelli,
manifesti,
volantini),
relativamente allintervento che verr eseguito, con almeno 48 ore di anticipo, quando si
interviene su parchi pubblici o viali. Raccomandare di tenere porte e finestre chiuse, nonch
di raccogliere eventuale biancheria o indumenti esposti allaperto durante lirrorazione.
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
32
L'endoterapia
E una tecnica che si basa sul principio per cui, introducendo una sostanza caratterizzata da
propriet sistemiche direttamente nel tronco questa, attraverso il sistema vascolare della pianta, si
ridistribuisce nella chioma. In ambiente urbano i trattamenti endoterapici possono rappresentare una
soluzione per il controllo di alcuni parassiti (per es. Corythucha ciliata, Cameraria ohridella).
I principali vantaggi offerti da questa metodologia di applicazione consistono in:
- una prolungata persistenza dazione, che in molti casi permette di effettuare i trattamenti
ad anni alterni;
- una riduzione delle dosi di applicazione;
- una minore dispersione nellambiente, quindi un minore impatto ambientale.
33
Le considerazioni e le valutazioni che i tecnici impegnati nella gestione e difesa del verde devono
fare prima di ricorrere a tali interventi sono diverse. Prima del trattamento endoterapico occorre:
- Monitorare lentit dellinfestazione.
- Valutare il contesto in cui si trovano gli alberi infestati (una forte infestazione in
unalberatura isolata pu non rappresentare un problema; al contrario una infestazione
anche limitata su alberi vicini ad abitazioni, esercizi commerciali, hotel pu essere mal
tollerata).
- Considerare lo stato sanitario delle alberature da trattare: quelle in cattivo stato vegetativo
o cariate non devono essere sottoposte ad iniezioni; infatti lo stato sanitario degli alberi
influisce sia sulla traslocazione dei prodotti, sia sui tempi di cicatrizzazione. Una
traslocazione ridotta o rallentata, comporta necessariamente una diminuzione dellefficacia
del trattamento. Non possono inoltre essere sottoposti a trattamento endoterapico i platani
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
34
con sintomi sospetti di cancro colorato (Ceratocystis fimbriata) o quelli presenti in aree
dove sono stati identificati focolai della malattia. In entrambi questi casi, come per qualsiasi
intervento su piante di platano (compresa la terapia endoterapica) occorre preventivamente
contattare il Servizio Fitosanitario competente sul territorio (in Toscana ARPAT).
Lapplicazione di formulati per trattamenti endoterapici pu avvenire con modalit diverse che sono
descritte nel seguito.
35
Questo metodo prevede lintroduzione forzata del formulato allinterno del tronco. Le
apparecchiature che si utilizzano, seppure con alcune differenze di carattere costruttivo,
sono provviste di una pompa che preleva la soluzione da un serbatoio e fornisce il liquido
36
Metodo a micropressione
Metodo Arbosan
E un sistema a bassa pressione (1.5 - 1.8 bar) con il quale la soluzione insetticida viene
introdotta nel legno tramite aghi di diametro pari a 4 mm. I tempi di assorbimento, in
condizioni normali, consentono di trattare 2-3/alberi/ora/attrezzatura. Questo metodo
richiede ulteriori sperimentazioni per verificare la sua applicabilit su verde pubblico,
particolarmente per quanto riguarda la cicatrizzazione dei fori.
37
Lepoca in cui effettuare le iniezioni al tronco dipende dalla specie vegetale da trattare,
dallavversit da combattere, dalle condizioni ambientali, dalla tecnica utilizzata.
38
4-
Introduzione
La presenza di imprese alimentari in aree ad elevata sensibilit ambientale pone alcuni problemi in
ordine alle possibilit dintervento contro gli organismi infestanti. La normativa vigente in materia
di igiene degli alimenti impone, infatti, ladozione di misure che ne garantiscano lassenza
allinterno dei locali (onde evitare la contaminazione degli alimenti) ma ci comporta talora
lesecuzione di trattamenti con biocidi. La lotta integrata e guidata costituiscono uno strumento per
mitigare gli impatti di eventuali trattamenti svolti in ambito civile.
La combinazione di questi due concetti conduce ad una strategia articolata in tre momenti operativi
diversi:
1) prevenzione, intesa come utilizzo di tutti gli accorgimenti atti ad evitare la penetrazione degli
organismi indesiderabili nelle industrie alimentari (ma per estensione in qualunque contesto
edificato) ed il loro successivo sviluppo in sito,
2) monitoraggio, inteso come attivazione di procedure capaci di rivelare la presenza di organismi
infestanti,
3) lotta, intesa come impiego di mezzi di varia natura (chimica, fisica, comportamentale, ecc.)
capaci di ridurre o annullare lentit numerica della popolazione che sintende controllare.
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
39
Laccezione del controllo in questo caso quella di gestire il problema mantenendolo al di sotto di
una soglia accettabile. Infatti non sempre facile eliminare completamente uninfestazione ed
evitare che essa si ripresenti nel tempo.
La prevenzione
La presenza di organismi infestanti nelle industrie alimentari da ricondurre alla concomitanza di
alcuni fattori ambientali. Tra di essi risultano di fondamentale importanza la disponibilit di
substrati alimentari, la presenza di aree rifugio e le favorevoli condizioni di umidit e temperatura.
Il quadro pu risultare ancor pi favorevole agli organismi infestanti nel caso in cui le strutture
delledificio che ospita lindustria si presentino permeabili e consentano unagevole penetrazione
anche per la semplice frequentazione.
Lattenuazione dellinfluenza di tali fattori sulle popolazioni infestanti il momento fondamentale
dellopera di prevenzione ed essenzialmente legata a due aspetti: le caratteristiche strutturali
delledificio che ospita lindustria e le modalit di gestione dei processi produttivi e degli ambienti
dellindustria.
Per caratteristiche strutturali delledificio sintendono sia quelle strettamente legate alla struttura
edilizia, sia quelle relative agli impianti ed alle attrezzature collocate stabilmente nellindustria.
Esse devono evitare il verificarsi delle seguenti situazioni:
-
40
La gestione dellindustria e degli spazi e locali utilizzati determinante per attenuare eventuali
difetti di progettazione, mantenere lefficacia di accorgimenti progettuali atti a limitare fenomeni
dinfestazione e per evitare linsorgere di ulteriori problemi.
costante assenza di materiali alimentari e non alimentari che possano essere motivo di attrazione
e sviluppo di popolazioni infestanti,
assenza di locali, aree ed attrezzature non gestite e sottratte ad ogni forma di ispezione,
monitoraggio o controllo,
41
Il monitoraggio
Scopo fondamentale delle operazioni di monitoraggio quello di rilevare la presenza di organismi
indesiderabili (insetti, roditori, ecc.) negli ambienti in cui sono svolte le attivit produttive e in
quelli limitrofi o funzionalmente connessi.
I dati del monitoraggio sono indispensabili poich consentono di conoscere informazioni relative a:
42
Tali informazioni diventano fondamentali per attivare misure di lotta mirate, localizzate e a basso
impatto.
Il monitoraggio pu essere sia sensoriale che strumentale. Il primo di basa sulluso dei sensi durante
apposite ispezioni o durante le normali operazioni di gestione e produzione, il secondo prevede il
ricorso a strumenti e attrezzature di semplice utilizzo.
Le conoscenze biologiche assumono notevole importanza anche nel monitoraggio strumentale. Esso
si basa sullimpiego di strumenti di cattura o rilevazione degli organismi indesiderabili che devono
essere posizionati in modo opportuno. Tale collocazione risponde essenzialmente a due requisiti:
ridurre al minimo lintralcio alle normali operazioni lavorative (anche per evitare il danneggiamento
o la manomissione degli strumenti impiegati) e assicurare lefficacia del monitoraggio (quindi
scegliere la collocazione in funzione delle caratteristiche comportamentali della specie bersaglio).
43
la cattura di insetti volanti devono essere posizionate ad unaltezza di circa 2,5 metri, trappole per
roditori sono da collocare sul perimetro dei locali causa il loro tigmotattismo (tendenza a muoversi
in posizione protetta lungo le pareti), ecc.
Unaltra soluzione per il monitoraggio rappresentata dallimpiego di esche alimentari non
avvelenate da posizionare in aree potenzialmente soggette a frequentazione da parte dellorganismo
bersaglio. In questo caso indispensabile saper leggere il consumo, ovvero capire quale
organismo ha svolto lattivit trofica sulle esche attaccate. Ovviamente lassenza di segni di attivit
trofica segnale di una probabile assenza dinfestazione.
Fig. 10 Il monitoraggio
delle blatte (scarafaggi) pu
essere agevolmente svolto
con trappole a base collante
munite di attrattivo
Anche alcuni strumenti di lotta, come gli elettroinsetticidi, possono essere utilizzati per il
monitoraggio: il riconoscimento degli insetti neutralizzati d importanti informazioni sulle specie
presenti, sullentit della loro presenza e sulla loro distribuzione spaziale e temporale. E ovvio che
la capacit di preservare lintegrit degli insetti propria di alcuni elettroinsetticidi aiuta in questo
compito. Tuttavia, essi non possono trovare impiego in qualsiasi ambiente.
Se lesito del monitoraggio dipende in gran parte dalle conoscenze biologiche di chi lo svolge,
essenziali per il corretto posizionamento delle attrezzature, esso pu anche offrire sorprese
interessanti. Non di rado si rileva la presenza di specie diverse da quella cui ci si rivolge (specie
44
offre dati su una base temporale molto ampia e permette di costruire una storia aziendale che
risulta elemento conoscitivo fondamentale per linterpretazione di eventuali fenomeni
dinfestazione che insorgano.
45
La lotta
Quando le operazioni di monitoraggio (visivo o strumentale) evidenziano la presenza di
uninfestazione ci si trova a decidere se attivare misure di lotta e, soprattutto, ad individuare quelle
migliori. In questa fase bene distinguere tra trattamento della non conformit (la presenza di
organismi indesiderabili) e misure correttive.
Il primo anche lintervento pi urgente: nellindustria sono state rilevate presenze non tollerabili
ed esse devono essere ridotte o eliminate. Difficilmente si pu evitare lintervento chimico che
diviene il vero trattamento della non conformit. Tuttavia, esso pu essere opportunamente guidato
dai dati del monitoraggio che ci suggeriscono dove iniziata e dove si manifesta linfestazione, con
quale intensit e ad opera di quale organismo. In questo modo si pu ricorrere ad interventi chimici
localizzati e mirati (es. uso di esche insetticide in gel contro gli scarafaggi). In ogni caso si
prediligeranno i principi attivi a pi ridotta tossicit, le tecniche di distribuzione pi sicure (per il
disinfestatore, per loperatore alimentare, per gli alimenti, per lambiente, ecc.) e tutte le
precauzioni idonee a minimizzare i rischi e massimizzare lefficacia del trattamento.
Attivate le procedure per il trattamento della non conformit, si devono mettere in atto opportune
misure correttive, ovvero rimuovere le cause dellinfestazione.
In questa fase i dati del monitoraggio e quelli raccolti durante unispezione negli ambienti infestati
ed in quelli limitrofi possono offrire elementi conoscitivi essenziali. Linfestazione potrebbe essere
dovuta ad un intervenuto difetto nelle strutture (es. un vetro rotto o uno scarico difettoso), nella
gestione (inefficace controllo delle materie prime in arrivo), nei comportamenti del personale
(operazioni di pulizia mal eseguite) o ad un problema verificatosi sui terreni adiacenti allindustria
(una discarica abusiva o un deposito temporaneo di scarti alimentari), ecc. Individuata la causa si
dovr intervenire per rimuoverla (manutenzione alle strutture e agli impianti, implementazione di
un sistema di controllo delle materie prime in entrata, formazione del personale, intervento presso il
proprietario dei terreni adiacenti, ecc.).
La lotta guidata si basa sul concetto di soglia intesa come entit della popolazione infestante oltre
la quale non pi tollerabile linfestazione. Tuttavia, mentre in agricoltura questo concetto si rif a
parametri strettamente economici (si effettua il trattamento se il suo costo inferiore alla perdita
economica prevedibile) in unindustria alimentare le cose sono pi complesse.
Da un lato impossibile impedire la presenza di organismi infestanti, dallaltro lattuale normativa
pone la soglia a zero. Inoltre il danno economico dovuto allinfestazione non solo imputabile alla
46
sempre maggiore attenzione del mercato e del consumatore alla sanit e salubrit degli alimenti,
limpossibilit di dare soluzione alle infestazioni con il ricorso alla sola lotta chimica,
una nuova coscienza ambientale che sollecita la riduzione dellutilizzo degli antiparassitari e
strumenti di certificazione ambientale, sempre pi utili in chiave di mercato, che mal si
conciliano con trattamenti a calendario.
47
Sicurezza
delle
derattizzazione
operazioni
di
disinfestazione
rischi connessi con la presenza di animali molesti (punture dinsetto) e dimportanza igienico sanitaria (contaminazione biologica degli ambienti di lavoro);
le attrezzature devono essere conformi alle moderne tecniche costruttive ed alle norme vigenti;
la loro manutenzione deve assicurarne la massima efficienza ed il loro utilizzo deve essere
conforme alle indicazioni dei libretti di uso e manutenzione forniti dal costruttore, cos da
consentire unottimale esecuzione degli interventi in condizioni di assoluta sicurezza;
durante lo svolgimento dei servizi gli addetti devono muoversi lungo percorsi pedonali sicuri
individuati negli ambienti di intervento, evitando atteggiamenti che possano aumentare i rischi o
determinarne di nuovi;
si deve evitare laccesso in zone ove sono segnalati rischi particolari (es. folgorazione, caduta,
schiacciamento, esposizione a sostanze pericolose, ecc.) se non dopo aver predisposto ed
48
lorganizzazione del cantiere di lavoro deve tenere conto dei rischi legati al contesto
dintervento e saranno previste misure e procedure adeguate ad evitare situazioni di pericolo;
la scelta dei formulati (rodenticidi, disinfettanti, disinfestanti) dovr privilegiare quelli che,
compatibilmente con la loro efficacia, sono ritenuti meno pericolosi;
a pari condizioni, si preferiranno formulati il cui impiego riduce lesposizione al pericolo (es.
prodotti fitosanitari e biocidi in sacchetto idrosolubile);
gli operatori devono avere sempre a disposizione tutti i dispositivi di protezione individuale
necessari per lesecuzione in piena sicurezza degli interventi e sono tenuti al loro impiego
ogniqualvolta si renda necessario;
il cantiere di lavoro deve essere organizzato in modo da non compromettere il deflusso di mezzi
e persone e gli interventi di soccorso in caso di emergenza;
le vie d'esodo, le uscite di sicurezza ed i presidi antincendio presenti negli ambienti dintervento
devono essere mantenuti accessibili e utilizzabili;
devono essere previste opportune procedure di emergenza e gli operatori dovranno essere
adeguatamente formati per poter svolgere il primo soccorso ai colleghi in difficolt.
49
Nellevenienza
rodenticida
dellingestione
durante
il
derattizzazione
(fatto
di
improbabile)
si
dovr
immediatamente
(servizio
una
emergenza
di
servizio
per
di
assai
contattare
struttura
118)
esca
sanitaria
segnalando
il
immediato lavaggio con acqua fresca delle parti del corpo venute a contatto con il formulato;
spostamento della persona verso aree ben aerate e iperventilazione polmonare in caso di
inalazione del prodotto;
stimolazione del riflesso del vomito in caso di ingestione accidentale del formulato (salvo
diversa indicazione riportata in etichetta);
nel caso si tratti dinalazione, ingestione o contatto con aree sensibili (occhi, mucose, area
genitale e perianale) e quando si rilevi una situazione di gravit della contaminazione dovr
essere chiamato immediatamente il soccorso medico (tel. 118) segnalando il tipo di
contaminazione ed eventualmente si allerter il pi vicino centro antiveleni;
al personale di soccorso dovr essere mostrata letichetta del formulato impiegato e saranno
fornite tutte le indicazioni circa la dinamica dellincidente.
50
Tali rischi possono essere efficacemente ridotti osservando le seguenti linee guida:
-
il cittadino deve essere informato di quanto accade (volantini, comunicati stampa, manifesti,
segnaletica di sicurezza per il servizio di derattizzazione, ecc.) e delle misure che pu adottare
per ridurre il rischio;
il ricorso a metodologie di lavoro con ridotta pericolosit (misure preventive di natura fisica
e agronomica, lotta antilarvale contro le zanzare, ecc.);
utilizzo di automezzi e attrezzature in conformit alla vigente normativa (es. Nuovo Codice
della Strada), alle prescrizioni del relativo libretto duso e manutenzione e alle procedure
previste a tutela della cittadinanza nello specifico contesto dintervento.
51
La difesa dellambiente, in riferimento alla tematica trattata, passa pertanto attraverso i seguenti
punti:
-
riduzione degli interventi curativi allo stretto necessario e preferenza per la prevenzione (es.
igiene ambientale, gestione rifiuti, bonifica siti degradati, ecc.),
52
Considerazioni conclusive
La sicurezza non un concetto astratto ma qualcosa di molto pratico e le carenze in questo settore
possono avere conseguenze particolarmente gravi. Tuttavia, un atteggiamento assai diffuso quello
di considerare indicazioni come quelle fin qui fornite una buona teoria difficile da tradurre nella
pratica quotidiana. Questo non solo sbagliato, ma anche il principale limite al raggiungimento di
elevati livelli di sicurezza.
Da questo discende che la vera battaglia per la sicurezza delle operazioni di controllo degli
organismi infestanti mirata a rendere consapevoli i vari attori (le aziende erogatrici di servizi, i
loro operatori, gli enti pubblici e privati, la popolazione) che la soluzione ad alcuni problemi pu
venire da metodi talora assai semplici e di ridotta visibilit ma efficaci quanto quelli
tradizionalmente impiegati.
53
ricorso in via principale alla lotta fisica e agronomica (es. frequente taglio, rimozione e
smaltimento della parte aerea delle piante indesiderate);
rigoroso rispetto delle prescrizioni di legge con particolare riferimento allArt. 6 comma
3 della L.R. n. 36 del 01.07.1999 Impiego diserbanti e geodisinfestanti nei settori extra
agricoli (che prevede, tra laltro, lottenimento dallA.S.L. competente per territorio
del Nulla osta di carattere sanitario allesecuzione degli interventi di diserbo chimico);
54
esclusione dei trattamenti erbicidi nelle aree in cui si manifesti rischio di deriva verso
corpi idrici di superficie;
esclusione dal trattamento con formulati ad azione erbicida delle aree di rispetto dei
pozzi per il prelievo di acque ad uso potabile;
interruzione dei lavori in caso di rischio immediato per la cittadinanza e/o le persone
presenti in vicinanza del cantiere;
scelta, tra le opzioni disponibili, delle modalit operative pi sicure nei confronti della
cittadinanza.
55
esclusione degli interventi chimici in aree che non consentano un adeguato livello di
sicurezza della salute pubblica.
formazione e informazione del personale sui rischi specifici delle mansioni da svolgere,
delimitazione e segnalazione del cantiere di lavoro per evitare interazioni con il traffico
veicolare e lutenza dellarea oggetto di trattamento (con conseguenze per lincolumit fisica
dei lavoratori);
nellorganizzazione del cantiere si dovr assicurare la presenza di idonee vie di fuga in caso
si verificassero circostanze che mettano a rischio la salute degli operatori, dando la
preferenza a quelle naturalmente presenti negli spazi dintervento;
il cantiere sar altres strutturato in modo da individuare percorsi pedonali che evitino
pericolose interazioni con automezzi ed attrezzature impiegate nei lavori;
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
56
gli operatori dovranno procedere con le cautele del caso evitando atteggiamenti che possano
aumentare i rischi ed eviteranno di accedere in zone ove siano segnalati rischi particolari (es.
folgorazione, caduta, schiacciamento, esposizione a sostanze pericolose, ecc.) se non dopo
aver predisposto ed attivato opportune procedure di sicurezza;
la movimentazione degli automezzi dovr tener conto, oltre che delle disposizioni del
Nuovo Codice della Strada e del relativo regolamento di esecuzione ed attuazione, delle
possibili interazioni tra i mezzi impiegati nei lavori;
si terr conto dei principali rischi correlati con i lavori da svolgere e si predisporranno
misure tese a ridurre o eliminare i rischi individuati,
rigoroso rispetto delle prescrizioni contenute nellArt. 6 comma 3 della L.R. Toscana n. 36
del 01.07.1999 Impiego diserbanti e geodisinfestanti nei settori extra agricoli e quelle
eventualmente fornite nel Nulla osta di carattere sanitario rilasciato dallA.S.L.
competente per territorio;
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
57
esclusione dei formulati appartenenti alle classi tossicologiche tossici, molto tossici e
nocivi;
rigoroso rispetto delle norme di sicurezza indicate nelle schede tecniche, etichette e schede
di sicurezza del formulati da utilizzare;
realizzazione degli interventi in presenza del solo personale indispensabile per lesecuzione
del lavoro in sicurezza;
Considerazioni conclusive
Il controllo delle erbe infestanti in ambito cittadino spesso irrinunciabile ma ci non deve far
venire meno le ragioni della sicurezza. Per assicurare elevati livelli di sicurezza ambientale, dei
cittadini e degli operatori fondamentale effettuare scelte ponderate e guidate da un atteggiamento
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
58
culturale innovativo in cui lincolumit delle persone e il rispetto dellambiente siano presi in
adeguata considerazione allatto della destinazione di risorse economiche. In caso contrario
lesperienza insegna che la soluzione economicamente pi vantaggiosa quella in cui non si
prende in considerazione la salute e lincolumit fisica delle persone e, ancor meno, la tutela
dellambiente.
59
Il biodeterioramento
dei
vegetali
comportarsi
da
degrado strutturale
perdita di funzionalit
60
Un corretto e razionale approccio prevede che la lotta sia articolata in tre fasi successive e
strettamente complementari:
FASE 1 Devitalizzazione delle piante per mezzo di prodotti ad azione erbicida,
FASE 2 Rimozione delle piante devitalizzate,
FASE 3 Interventi chimici e meccanici di rifinitura.
Le tre fasi perseguono lobiettivo di eliminare la flora infestante e di devitalizzare gli apparati
radicali non eliminabili mediante asportazione meccanica.
Per gli esemplari con portamento arbustivo, arboreo e rampicante opportuno prevedere
unoperazione preliminare (precedente alla fase 1) di riduzione della chioma mediante tagli di
potatura. In funzione dellepoca di effettivo inizio dei lavori, tale taglio potr essere pi o meno
energico ed avere diverse finalit. In ogni caso, esso contribuir a ridurre il volume di chioma da
trattare con conseguente riduzione del rischio di deriva durante i trattamenti con erbicidi; nel caso di
interventi da realizzare nel periodo primaverile, un taglio energico potr essere seguito da un
riscoppio vegetativo che massimizza lattivit biologica della pianta e la conseguente efficacia del
trattamento erbicida.
Alle tre fasi poco sopra individuate seguiranno le normali operazioni di restauro in occasione delle
quali si potr procedere alla rimozione degli apparati radicali residui delle piante devitalizzate.
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
61
La tabella 3 fornisce indicazioni di dettaglio riguardo le modalit di esecuzione degli interventi e gli
obiettivi perseguiti nelle diverse fasi di lavoro. Le informazioni ed indicazioni operative sono state
formulate con riferimento ad un contesto operativo cos caratterizzabile:
-
realizzazione degli interventi nel periodo di massima attivit vegetativa delle piante,
assenza di scuole, asili e edifici ad uso assimilabile e punti di captazione di acque per usi
idropotabili nei pressi delle aree oggetto di trattamento,
avvenuto rilascio del nulla osta sanitario per operazioni di diserbo in aree extra-agricole
con conseguente deroga alle distanze minime dalle abitazioni e dalle vie di pubblico
passaggio,
Obiettivi
Operazioni da compiere
Intervento preliminare
su rampicanti, arbusti e
soggetti a portamento
arboreo
FASE
1
Devitalizzazione delle
piante per mezzo di
prodotti
ad
azione
erbicida
FASE 2 Rimozione
delle
piante
devitalizzate
FASE 3 Interventi
chimici e meccanici di
rifinitura
62
Le modalit operative degli interventi chimici e meccanici contemplati alle fasi 1 e 2 sono riassunte
nella tabella 4.
63
Applicazione di
erbicidi sistemici
alla pianta in
piena
attivit
vegetativa, meglio
se in fase di attiva
crescita (inclusi
gli interventi di
rifinitura)
Contesto
- Aree con diffusa presenza
di vegetazione erbacea e
suffrutici.
Modalit
operative
- Trattamento
fitosanitari
erbicida.
con
ad
Prescrizioni
comuni
prodotti
azione
- Trattamento
fitosanitari
erbicida.
con
ad
prodotti
azione
- Siti
dinfestazione
puntiformi con vegetazione
arborea,
arbustiva
o
rampicante.
- Trattamento
a
carattere
localizzato sulle sole foglie e
altre porzioni verdi della
parte aerea delle piante senza
alcuna dispersione su altre
superfici limitrofe.
- Trattamento
fitosanitari
erbicida.
con
ad
prodotti
azione
10
- Adozione di tutte le
cautele
operative
necessarie ad evitare
danni
alle
strutture
architettoniche
delle
mura.
- Impiego
di
prodotti
fitosanitari
non
aggressivi
verso
gli
elementi
architettonici
delle mura.
- Trattamento con prodotti
fitosanitari ad azione
erbicida per i quali si sia
ottenuto il necessario
nulla osta sanitario
dalla U.S.L. competente
per territorio.
- Uso
di
mezzi
di
distribuzione a bassa
pressione
muniti
di
campana,
di
barre
umettanti
o
altre
soluzioni
atte
ad
escludere fenomeni di
deriva
oppure
della
tecnica endoterapica.
- Impiego di adesivanti e
bagnanti.
- Svolgimento
delle
operazioni in condizioni
ambientali sfavorevoli ai
fenomeni
di
deriva
(assenza
di
vento,
pioggia, ecc.).
- Cantiere
di
lavoro
allestito in conformit
alle disposizioni della
normativa in materia di
igiene e sicurezza nei
luoghi di lavoro e della
L.R. Toscana 36/99.
- Rigoroso rispetto delle
indicazioni
presenti
nelletichetta
dei
formulati
e
delle
eventuali
prescrizioni
formulate dalla A.S.L. in
sede di rilascio del nulla
osta sanitario ai sensi
della L.R. 36/99.
intervento subordinato alleffettiva possibilit di ottenere un riscoppio vegetativo da verificare allatto dellesecuzione
dei lavori
64
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
Eliminazione
della parte aerea
delle
piante
devitalizzate
(inclusi
gli
interventi
di
rifinitura)
- Tutti i contesti
Rimozione degli
apparati radicali
(inclusi
gli
interventi
di
rifinitura)
Rimozione degli
accumuli di detriti
e dei potenziali
substrati
di
sviluppo
delle
piante
Lavaggio
delle
superfici
precedentemente
interessate dalla
presenza di flora
con
soluzioni
idonee
- Adozione di tutte le
cautele
operative
necessarie ad evitare
danni
alle
strutture
architettoniche
delle
mura.
- Divieto di impiego di
attrezzature generatrici di
fiamme
e
calore,
motorizzate e con organi
in
movimento
che
possano
provocare
lesioni meccaniche a
carico degli elementi
architettonici delle mura,
salvo che siano previste
per altre operazioni di
restauro architettonico.
65
66
La valutazione di compatibilit dei formulati commerciali con le prescrizioni della legge pu essere
condotta sulla base dei seguenti elementi e strumenti:
Programma informatico dbSP V.1.0 edito dallIstituto Superiore di Sanit (Laboratorio di
tossicologia applicata) e relativo alle sostanze classificate pericolose ai sensi della Direttiva
Comunitaria 67/548. Il database del programma contiene 3135 sostanze di riferimento;
Informazioni reperibili su schede tecniche, etichette e schede di sicurezza dei formulati;
Informazioni ottenute presso i competenti uffici della USL competente per territorio.
Tra le caratteristiche da valutare per ciascun prodotto figura il campo dimpiego indicato in
etichetta, caratteristica fondamentale per ottenere deroghe alle distanze minime da abitazioni,
ricoveri di animali e strade di pubblico passaggio11 ai sensi dellart. 6, comma 812 della norma di
riferimento.
11
Art. 6, comma 6: Le aree interessate dai trattamenti devono trovarsi a non meno di 10 metri dalle abitazioni e dai
ricoveri degli animali Art.6, comma 7: Le aree interessate dai trattamenti devono altres trovarsi a non meno di 10
metri dalle strade di pubblico passaggio.
12
E possibile derogare dalle distanze di cui ai commi 6 e 7 del presente articolo quando sulle stesse aree vengano
effettuati trattamenti con prodotti fitosanitari appositamente registrati presso il Ministero della Sanita per tali scopi
e distribuiti con macchine irroratrici dotate di dispositivi per caduta, per contatto o altri con effetto deriva della stessa
grandezza.
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
67
Conclusioni
Gli interventi contro la flora biodeteriogena insediata sulle cinte murarie costituiscono un caso
particolare nel quale limpiego di erbicidi costituisce solo una delle possibilit operative. Esso deve
integrarsi in un programma di azioni fortemente imperniate sugli interventi meccanici, sia per
motivi di efficacia, sia per le forti limitazioni allimpiego imposte da alcune normative di
riferimento e, in particolare, da alcune leggi regionali vigenti in Toscana.
68
BIBLIOGRAFIA
G. Cicognani, F. Taccani, C. Pedretti CRITERI IGIENICI NELLA PROGETTAZIONE DELLE
MACCHINE E DEGLI IMPIANTI PRODUTTIVI PER LINDUSTRIA ALIMENTARE - in Atti
del 2 simposio La difesa antiparassitaria nelle industrie alimentari la protezione degli alimenti
a cura di G. Domenichini Piacenza 1977
Az. Regionale per lo Sviluppo e lInnovazione nel Settore Agricolo-forestale LINEE GUIDA PER
LAPPLICAZIONE DEL D. LGS. 155/97 NELLE AZIENDE AGRICOLE TOSCANE Quaderni
ARSIA 3/98, 4/98, 5/98, 6/98
P.G. Tupini AUTOCONTROLLO, OSSIA: SCRIVI CIO CHE FAI E FAI CIO CHE HAI
SCRITTO in Alimenti & Bevande n. 9/99
LA DIFESA ANTIPARASSITARIA NELLE AREE A CRITICIT AMBIENTALE
dispensa del progetto formativo SERENA (matr. LU20060578)
finanziato dalla Provincia di Lucca su Bando Multimisura Ob. 3 FSE
69
70
STUDIO
AGRONOMICO
DELLE
AREE
DI
SALVAGUARDIA
DEI
POZZI
PER
ISTITUZIONE
71
STUDIO
AGRONOMICO
DELLAREA
INTERESSATA
DAI
POZZI
PRODUTTIVI
Deliberazione del Consiglio Regionale del Piemonte del 17 giugno 2003, n. 287-20269
72
Misura 6.2 del PSR 2001-2006 della Regione Toscana "Introduzione o mantenimento dei metodi
dellagricoltura integrata"
73