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Per noi questa missione deve incarnare i valori senza tempo di libert, uguaglianza,
fraternit, declinati in un puntuale programma che accolga la sfida ambientale decisiva
per lumanit, al fine di prospettare una diversa via di uscita dalla crisi e rappresentare
cos una concreta speranza.
Se il mercato, divenuto decisore pressoch esclusivo della vita, sta producendo stridenti
disuguaglianze, povert e ferite allambiente, allora va rafforzata e rinnovata la presenza
del governo e dellazione pubblica nelle sue articolazioni, che chiama e coinvolge in un
progetto condiviso le forze sociali, quelle della cultura e le nuove forme di cittadinanza
attiva che agiscono sul versante della solidariet, del civismo e dei beni comuni.
A questo fine serve un intervento pubblico che per essere pi credibile ed efficace deve
liberarsi da apatia e appesantimenti burocratici ed esprimere un rinnovato spirito pubblico
e di reale servizio. Importante il ruolo delle forze sociali nella condivisione di un patto
per un nuovo sviluppo socialmente giusto e ambientalmente sostenibile.
Nella nostra regione, allinterno delle forze sociali, vi sono energie disponibili a questo
fine, consapevoli che in un territorio cosparso di ferite (le grandi disparit sociali, la
mancanza del lavoro o la sua precarizzazione, la privazione di servizi sociali, innanzitutto)
nessuno pu salvarsi, dunque interesse di tutti salvaguardare una coesione sociale che
non lascia indietro nessuno. Per questo serve una politica di redistribuzione: a chi pi ha,
pi si deve chiedere. Cos come essenziale che nuova linfa penetri nel governo pubblico
e condivida responsabilit: quella rappresentata dai fermenti e dalle organizzazioni che
danno vita nei territori a forme di solidariet, difesa dellambiente, spirito civico nella
tutela dei beni comuni e nel contrasto di una logica proprietaria e predatoria che lascia
ciascuno pi solo e pi povero. Inoltre, saranno importanti forme di collaborazione e di
azione tra le regioni vicine, quellItalia centrale che ha tante analogie, in modo da
costituire una massa critica adeguata a rispondere alle questioni comuni e avere un ruolo
importante anche sul panorama europeo.
4. Dunque, noi vogliamo una Toscana:
a. che guarda il mondo, che non si ritrae nellegoismo e nellindifferenza, ma anzi
simmerge, simpegna e si offre al pianeta nella promozione della pace, della
solidariet e della cooperazione tra i popoli, nellapertura e accoglienza di chi
fugge da guerre e miseria, come ha saputo fare nella sua storia, libera come ha
saputo essere da pregiudizi e luoghi di segregazione. A maggior ragione volge lo
sguardo al Mediterraneo, verso tutti i Paesi e popoli che vi si affacciano fino al
Medio Oriente, per contribuire da par suo ad una rinnovata visione politica (libert,
giustizia sociale, democrazia) volta a prosciugare tutti i giacimenti di odio e
fanatismo.
b. Democratica, perch ripensa e riorganizza gli strumenti della partecipazione e della
decisione. Non ci serve un principe, ma una classe dirigente diffusa; non basta
solo una istituzione regionale ben guidata, serve una costante collaborazione con
le istituzioni comunali, quelle pi vicine ai cittadini, ed una riarticolazione delle
funzioni istituzionali intermedie (compreso il settore dei servizi pubblici locali che
va escluso da processi di privatizzazione) affinch i cittadini possano interagire con
esse e non le avvertano lontane e ostili; non sufficiente il voto, pur essenziale per
determinare la rappresentanza, occorrono luoghi e occasioni per far contare i
cittadini sulle questioni essenziali. In buona sostanza, concepisce e pratica la
democrazia non come un intralcio, bens fattore di coesione e qualit di una
comunit.
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