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Risanamento
di una condotta storica
a Padova
Il rischio di collasso di un collettore fognario costruito al di sotto delle abitazioni nel centro della
citt ha imposto di operare con tecniche no-dig direttamente dallinterno del manufatto.
di Giorgio rampazzo, Alessandro rampazzo, enrico savorani

Fig.1: Tratta condotta interessata dallintervento manutentivo

allinizio dellanno, acegasapsamga


spa, gestore del ciclo integrato delle acque di Padova, nellambito del
programma di controllo delle principali condotte fognarie, riteneva in
seguito a vari indizi che il tratto terminale del Collettore mont, condotta di acque miste di rilevanti dimensioni e punto di passaggio delle
acque meteoriche di buona parte
della zona ovest di Padova, presentasse un inizio di cedimento in grado
potenzialmente di comprometterne
la stabilit strutturale.
Lo scolo Consorziale mont, di cui

il collettore odierno riprende il percorso, una delle vie storiche di


evacuazione delle acque bianche
di Padova e oggi, quasi interamente tombinato e ricostruito, riceve e
smaltisce gran parte delle condotte
fognarie a servizio della zona ovest
della citt.
il tratto terminale della condotta,
unico non ancora ricostruito, lungo circa 92 metri e costituito in gran
parte da un manufatto a volto in laterizio sezione tipo basket, realizzato ai primi del Novecento, il cui percorso si svolge in propriet privata

e in aderenza di case abitate. il suo


posizionamento (fig.1), la mancanza
di ispezioni per tutta la lunghezza
e la presenza di un flusso di acqua
notevole, anche in regime di magra,
poneva problemi non soltanto per la
manutenzione ordinaria, ma anche
per il semplice controllo periodico.
Poich la presenza di sedimento e
la mancanza di fondo di parte della condotta rendevano impossibile
la videoispezione con robot, ed essendo sconsigliata una pulizia idrodinamica alla cieca, si optato per
lispezione con utilizzo di telecame-

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Fig.2: Crollo strutturale di una parete della condotta a causa


del cedimento della fondazione

ra periscopica ad alta definizione e


lingresso di personale in condotta.
Prima dellintervento laria allinterno del collettore stata bonificata
con apparecchiature per il ricambio
forzato dellaria e lintera tratta visionata con un periscopio HD per escludere la presenza di crolli in corso.
Lispezione del tratto terminale del
Collettore ha confermato le ipotesi
di cedimento di alcuni tratti rilevando, inoltre, come la stabilit strutturale fosse molto pi compromessa di
quanto previsto: in un punto la condotta risultava completamente fratturata e in altri due le pareti erano in
fase di collasso, in gran parte dovuto
alla presenza di una forte spinta di
falda che rendeva instabili i muri in
pietrame su cui posavano le spalle
superiori del manufatto. Urgente era
pertanto il consolidamento strutturale del collettore, lavori che dovevano, vista la posizione della condotta
in propriet privata e in prossimit di
edifici ad uso abitativo, essere svolti

con tecniche no-dig.


Le difficolt, sia di natura tecnica
che di sicurezza presentate dallintervento, per di pi con tempi contingentati, erano molteplici perch
occorreva operare dallinterno di
una condotta pesantemente lesionata e a rischio di crollo, posizionata
sotto edifici abitati e con un flusso di
acqua costante, abbondante in fase
di magra e soggetta a piene torrentizie in caso di pioggia. Inoltre, i
lavori dovevano garantire non solo
il ripristino della stabilit della condotta ma, vista la presenza di edifici
in aderenza, dare anche la possibilit di ottenere un valore oggettivo a
seguito di un calcolo strutturale.
A complicare ulteriormente la situazione, poco prima dellinizio dei
lavori, il crollo parziale, a seguito di
una grossa precipitazione, di uno dei
due tratti in fase di collasso (fig.2),
che formava una grande voragine
allinterno del giardino di una delle
case in prossimit del collettore.

Fig.6: Fase di costruzione delle centinature direttamente in cantiere

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Fig.3: Sezionamento della volta del manufatto per realizzazione


di varco daccesso

Si intervenuti, pertanto, con urgenza con la costruzione di un pozzetto


nella tratta di valle, in sede stradale,
mediante la parziale demolizione di
una sezione a volta in muratura e
con la costruzione in opera di muri
di sopraelevazione, per avere un accesso in prossimit della zona collassata (fig.3-4).
Laccesso in condotta stato effettuato, dopo altre verifiche videoispettive, con la messa in opera di
sostegni di metallo e legno per prevenire eventuali crolli accidentali e
permettere al personale di accedere
al sito in sicurezza.
Trovanti e il fango accumulatosi
sul fondo del manufatto sono stati
rimossi per permettere il corretto
deflusso dellacqua e lesecuzione
del risanamento strutturale. Non
conoscendo il tipo di terreno e la
quantit di vuoti presenti allesterno
del manufatto, si deciso di costruire una centinatura interna in acciaio
per ottenere un calcolo strutturale

Fig.7: Costruzione di sostegni provvisori nelle tratte


a rischio di crollo

Fig.4: Costruzione di mura in elevazione per formazione di camera


dispezione

idoneo alle condizioni di carico pi


sfavorevoli.
Dopo la realizzazione delle barriere
idrauliche (fig.5), la messa in opera
di un bypass idraulico delle acque di
magra (realizzato con 3 elettropompe da 6, 1 motopompa da 6 e 4 linee
di collettori) e la realizzazione di 2
impianti Wellpoint per il prosciugamento delle acque di falda, a monte e a valle della zona dintervento
e con due linee posizionate anche
allinterno del manufatto, iniziato
il primo intervento di ricostruzione
che ha interessato le spalle della
condotta nelle tratte crollate. Questi
primi lavori hanno consistito in:
rimozione del pietrame e dei
mattoni dei tratti di parete
collassati
formazione di un nuovo getto
di fondazione in calcestruzzo armato
ricostruzione dei piedritti ancorati al pavimento e riempimento
dei vuoti con calcestruzzo, compre-

Fig.5: Realizzazione di barriere idrauliche mobili

sa la posa di giunti waterstop nei


punti dintersezione con le centinature
sigillatura di tutti gli interstizi e
dei vuoti esistenti tra i blocchi
di pietrame rachitico
risistemazione dei corsi in muratura, mediante iniezioni a
pressione controllata di malta cementizia, e la stuccatura finale.
Messo in sicurezza il collettore e
ripristinati i tratti crollati, si proceduto con la realizzazione di una
struttura in acciaio autoportante
mediante la posa di centinatura metallica di rinforzo per la distribuzione dei carichi al volto e sulle pareti
della condotta, costituita da profilati lavorati in sito (fig.6). Prima della
collocazione degli elementi in acciaio, per motivi di sicurezza stata
costruita una nuova serie di sostegni provvisori per prevenire eventuali crolli, permettendo laccesso
del personale nella condotta dopo il
monitoraggio dellatmosfera inter-

Fig.8: Verifica giornaliera preliminare dello stato di fatto


con telecamera Full HD robotizzata OPTO

na con multigas e verifica ispettiva


giornaliera con telecamera periscopica motorizzata ad alta definizione
in grado di rilevare la presenza di
eventuali crolli notturni (fig.7-8).
A causa della disomogeneit delle
pareti del manufatto, di originali
problemi costruttivi (la chiave di
volta non sempre risulta in asse)
e agli assestamenti provocati dai
cedimenti strutturali, ogni sezione
risultava differente dalla precedente e quindi sono state necessarie
la progettazione e la costruzione
puntuale per ogni singola centina,
anche se la distanza dinterasse di 2
metri era modesta.
Successivamente, si proceduto
con la posa dei longheroni e con la
pulizia idrodinamica delle superfici,
propedeutico alla realizzazione di
un rivestimento impermeabile di
tipo osmotico su tutte le superfici.
A questo scopo si proceduto con
lapplicazione delle malte (un premiscelato tixotropico a granulome-

Fig.9: Posa di profilati di controspinta e armatura del pavimento

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Fig.10: Tratta centinata in via di ultimazione

tria selezionata con additivi sintetici


in grado di lavorare in condizioni di
spinta negativa) e lesecuzione di
iniezioni a pressione controllata di
resina monocomponente idroreattiva nelle pareti della condotta con
la presenza di infiltrazioni di acqua
di falda e in tutti i punti in cui erano presenti tracce di percolamento
prodotto da infiltrazioni superficiali, in modo di conferire al collettore
una perfetta tenuta idraulica. In tal
senso si deciso di usare resine con
caratteristiche diverse a seconda
dellimportanza delle infiltrazioni,
con differenziazione dei volumi di
espansione in base alla quantit di
vuoti presunti allesterno del manufatto.
A causa del regime meteorologico
non favorevole, che ha impedito
laccesso al cantiere per diversi giorni, i lavori sono in via di ultimazione
e, salvo altri imprevisti, saranno conclusi entro lanno.

Fig.11: Esecuzione getto in cls. delle spalle del manufatto

Gli autori

Giorgio Rampazzo
info@rampazzobruno.com

Geometra, lavora da quasi trentanni nel campo della ricognizione della rete
secondo il modello della Ricerca Operativa presso lazienda Rampazzo Bruno,
nata nellimmediato dopoguerra, che si occupa di difesa idraulica, costruzione,
manutenzione di condotte e manufatti sotterranei.

Alessandro Rampazzo
info@rampazzobruno.com

Dottore in scienze geologiche, responsabile dello sviluppo del software di


gestione R.O. interno di Rampazzo Bruno, nonch responsabile dei processi di
problem solving e della direzione dei lavori di interventi sotterranei speciali.

Enrico Savorani
info@studiosavorani.com

Ingegnere, titolare dello studio multidisciplinare Savorani Ingegneria, specializzato in ingegneria strutturale.

Fig.12: Pulizia idrodinamica propedeutica allapplicazione


del rivestimento tixotropico

Fig.13: Risultato reale prima dellapplicazione delle malte


e dei rivestimenti impermeabili

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