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GEORG WILHELM FRIEDRICH HEGEL

Porta a compimento l'esigenza sistematica , gi presente in Fichte e Shelling, di costruire un


sistema della filosofia, di un insieme organizzato di concetti, posti in relazione coerente gli uni
con gli altri e volti alla comprensione della realt.
La filosofia intesa come comprensione della totalit dell'essere: che si fondi su un unico
principio (spiegandola tramite questo). Filosofia come sistematica ed adeguata
comprensione razionale della totalit nei concetti della ragione. L'unica forma di
comprensione della realt, che corrisponde alla struttura della realt, la comprensione
tramite i concetti della ragione (concetti dialettici).
Fichte e Schelling avevano nutrito lo stesso proposito ma non lo avevano portato a
compimento per diversi motivi (si ha nel primo caso una frattura, nel secondo un
ripensamento).
Per Hegel la filosofia scienza, o meglio la scienza:
1)
Per la sua struttura sistematica, che l' unica adeguata alla forma pi alta e completa di
conoscenza vera
2)
Perch comprensione della realt, sia di quella naturale sia, soprattutto, della realt
umana, o, nel linguaggio di Hegel, dello Spirito
SPIRITO: cultura in senso ampio, includendo tutte le forme di attivit e conoscenza
dell'uomo, sia quelle individuali, sia collettive: anche nel loro divenire storico, fino a quelle
pi alte (arte, religione, filosofia)
LA FILOSOFIA COME SISTEMA
Si articola in una comprensione del reale che ha un andamento triadico, dialettico. Il sistema
Hegeliano (quello della tripartizione dialettica) si ripete in ogni momento e fase. La
tripartizione pi generale del sistema quella di assoluto/logo.
Idea in tre momenti:
1)
2)
3)
1)

Come l'idea in s e per s (Scienza o filosofia della logica)


L'idea fuori di s, il suo essere altro come natura (Scienza o filosofia della natura)
L'idea che ritorna a s dal suo essere altro come Spirito (Filosofia dello Spirito)
Momento della tesi, della posizione: il momento attivo, positivo e propositivo.
L'Assoluto (Io di Fichte, lAssoluto di Schelling) come in s e per s. E' l'insieme dei
concetti della ragione, delle essenze razionali della realt, si tratta di principi logici. Hegel
paragona l'Assoluto ai concetti presenti nellintelletto di Dio prima della creazione della
natura e dell'uomo. Togliendo ed eliminando il carattere trascendente del Dio cristiano

l'Assoluto pu essere paragonato all'intelletto divino che in un eterno presente ha in s i


modelli ideali attraverso cui tutto stato creato.
Ah, parla di questo nella Scienza della logica pubblicato a Norimberga, 1912-16.
2)

Momento dell'antitesi, della negazione. L'idea fuori di se il momento in cui l'idea


perde il suo carattere ideale e spirituale e si manifesta come materia, oggettivit.
Questo tema trattato nella sua Filosofia della natura, Enciclopedia delle scienze
filosofiche in compendio, 1817.

3)

Terzo momento: superamento che conserva i due elementi precedenti, sintesi e


conciliazione. Parliamo in senso logico e non cronologico, c' un progressivo
arricchimento dell'Assoluto nei diversi passaggi. Il terzo momento lo Spirito: l'assoluto
che comprende s stesso, che ha coscienza di s stesso, che si riconosciuto come
principio di tutto ci che . Ah, lo spirito si articola in tre momenti (vedi filosofia dello
spirito): spirito soggettivo (individuale), oggettivo (che si oggettivato, concretizzato,
manifestato nelle istituzioni sociali) e spirito assoluto: la comprensione che l'assoluto ha di
s stesso nell'arte, religione, filosofia. La filosofia l'ultimo momento dello spirito e
del sistema: nellidealismo hegeliano l'Assoluto raggiunge la piena, adeguata,
perfetta comprensione di s.

PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA FILOSOFIA HEGELIANA


A) PRIMO PRINCIPIO: la realt come totalit. La concezione della filosofia come sistema
corrisponde per Hegel ad una concezione della realt come totalit unitaria (monismo) in cui
i diversi aspetti trovano una collocazione razionale, e questa totalit intesa come una ragione
assoluta ed infinita che Hegel chiama Idea (Logos/Assoluto).
Questa concezione del rapporto tra i vari elementi della realt per Hegel la vera
caratteristica dell'idealismo: il rapporto tra l'intero e le parti non una
giustapposizione o opposizione, ma una reciproca integrazione (terzo momento del
processo triadico: conciliazione e sintesi).
All'interno di questa cornice posto la concezione del rapporto finito/infinito. In base al
monismo spiritualistico ed immanentistico dell'idealismo, dice Hegel: "Il finito, in quanto ,
infinito". I finito non ha una autosufficienza, una autonomia ontologica, solo una
manifestazione transitoria dell'Assoluto. E' una manifestazione, un modo in cui l'Infinito
si d.

Finito ed infinito non si pongono su due piani diversi, ha una concezione immanente.
L'infinito il principio ed il risultato di tutte le manifestazioni finite.
Questa concezione alternative ad altri due modelli:
1)
Alla concezione trascendente dell'infinito assoluto basata sulla frattura
finito/infinito:
Esempio perfetto del Dio cristiano, dove il rapporto corrisponde a due
rette separate, due realt asintotiche, si ha una frattura.
2)
Alla cattiva infinit di Fichte (teoria dell'Assoluto): l'Infinito, streben, il superare
il limite, per riproporlo infinitamente. Spostarlo per poi riproporlo. Concezione di infinito
come una linea retta (infinita). L'assoluto di Hegel ben rappresentato dall'immagine di un
processo a spirale, di un insieme di circoli ascendenti che trovano il loro
compimento/punto d'arresto nella filosofia. L'immagine adeguata per esprimere il
vero infinito il cerchio come figura perfetta della totalit. Secondo Hegel il
compimento, la pienezza (in senso positivo) della totalit, non dunque un limite,
non c' niente al di fuori. Hegel parla di mestizia (tristezza) del finito, il finito fatto per
essere superato, negato.

B) SECONDO PRINCIPIO: lAssoluto come dinamico e momento della dialettica. Dialettica,


principio dinamico, coscienza ed attivit. Il movimento dello Spirito la dialettica (legge,
logica ed ontologic data l'identit tra essere e pensiero). La dialettica supera il principio di
non contraddizione, ossia contraria alla logica dialica (o luno, o laltro) del principio di non
contraddizione.
La dialettica, come legge ontologica, va oltre al principio di identit: intesa l'identit come
opposizion a ci che altro.
FASI DEL PROCESSO DIALETTICO:
Nell'Enciclopedia, d un esposizione del procedimento dialettico che si compone di tre
lati/momenti:
1)
Lato astratto e astraibile o intellettuale: momento della tesi e della posizione in
cui enti reali e concetti dellintelletto si presentano come finiti e determinati, i principi che
regolano questo momento sono quello di identit e di non contraddizione. Si chiama cos
perch i concetti sono ottenuti dall'intelletto attraverso un processo di astrazione (dalla
conoscenza sensibile separo i tratti che ricorrono in tutti i diversi enti individuali e
sintetizzo queste propriet nel concetto) a partire dalla conoscenza sensibile. L'intelletto
una facolt del finito, parziale, che coglie solo le posizioni finite considerate per te.
2)
Lato dialettico/negativo razionale: momento dell'antitesi e dellopposizione.
Momento della negazione, i concetti determinati dell'intelletto - proprio per questi loro
caratteri (cio finiti e determinati) - richiamano il loro opposto: la fissit dei concetti
dell'intelletto si smuove e richiama il suo opposto. La determinazione del bianco

richiama il suo opposto, Orsi. Kant era arrivato a riconoscere questo momento di
conoscenza ma lo aveva respinto come privo di valore di conoscenza (nella dialettica
trascendentale, quando parla delle antinomie cosmologiche: si fondano su unerrata idea di
mondo, per Kant).
3)
Lato speculativo, positivo razionale, momento della sintesi e della conciliazione
degli opposti, viene negata l'antitesi nel suo carattere irriducibil e immodificabile rispetto
allantitesi (carattere di opposizione alla tesi), entrambi i momenti vengono unificati e
conciliati in una posizione pi elevata. Viene ricostruita l'unit, che accoglie in s i due
momenti pacificati. Concetto o forma di essere pi elevata, ricca, determinata. Questo
momento indicata con il termine Aufhebung: termine tedesco che significa "togliere e
conservare insieme". 'Idea si fatta soggetto, lAssoluto attivit dinamica. Hegel pone una
differenza tra intelletto (facolt del finito, parziale, che non coglie il vero) e la ragione (che
coglie l'intero, ragione dialettica, che riconosce la coincidenza degli opposti). L'intelletto
basato sul principio di non contraddizione.
C)

TERZO PRINCIPIO: coincidenza nell'Idealismo tra essere e pensiero, tra ragione e


realt. Si parla di panlogismo, TUTTO RAGIONE. Questo principio trova la sua
espressione nella prefazione di Lineamenti della filosofia del diritto: Ci che
razionale reale, ci che reale razionale. Ci che razionale reale perch rifiuta le
filosofie del dover essere, che pongono una distanza tra la razionalit e la realt (le filosofie
illuministe, la filosofia kantiana: filosofie pratica. E l' idealismo di Fichte: scarto tra ragione
e realt). Ah, realt intesa come naturale e storico-sociale, razionalit come spirito.
Critica alle varie espressioni delle filosofie del dover essere. Ci che reale razionale
perch ogni parziale finita posizione -ossia momento- della realt una delle posizioni in
cui si dispiega e si attua l'assoluto, inteso come ragione.

D)

QUARTO PRINCIPIO: funzione giustificatrice della filosofia. Non ha una funzione


critic ma giustificatrice, la comprensione razionale della razionalit del reale. Il compito
della filosofia comprendere ci che , insensato aspettarsi che la filosofia oltrepassi il
tempo. Hegel compara la filosofia alla nottol (la civetta) di Minerva che si alza in volo al
crepuscolo. La filosofia capace di comprendere il mondo concettualmente, ma solo
quando invecchiato: al tramonto. La filosofia, in quanto momento ultimo, giunge al
termine. La filosofia comprende la razionalit del reale, non solo naturale ma anche
storico-sociale. Funzione giustificatrice della filosofia: riconosce razionalmente il
carattere necessario e razionale del reale. Concezione positiva, ottimismo
metafisico: tutto ci che come deve essere. C una non sostanzialit del male: il male
visto come un momento necessario. Ah, infatti, Hegel giustifica la guerra.

VERSIONE ALTERNATIVA:
HEGEL, 11/01/13
Linfinito di Hegel compito e perfetto: non dipende da altro. Pagina 879-880
TRE LATI
1) Lato astratto-intellettuale: momento in cui gli enti/concetti si presentano come finiti e
determinati. Il principio didentit e di non contraddizione reggono tale processo. Il nome
dovuto al fatto che i concetti sono ottenuti nellintelletto attraverso un processo di
astrazione (dalla conoscenza sensibile, astraggo i tratti che ricorrono in tutti gli esseri
molteplici, e li unifico nel concetto) a partire dalla conoscenza sensibile. il momento della
tesi. Ah, per Hegel lintelletto la facolt del finito: una focalt parziale di conoscenza,
coglie solo le particolarit finite di per s.
2) il lato dialettico o negativo-razionale. il momento dellantitesi: il momento della
negazione. I concetti finiti e determinati dellintelletto richiamano inevitabilmente il loro
opposto. La fissit si smuove: il carattere finito necessit del contrario (Spinoza: omnis
determinatio est negatio). Kant era arrivato a riconoscere questo momento del processo di
conoscenza, ma laveva respinto: non aveva per lui valore di conoscenza. Ne parla nelle
antinomie cosmologiche: per Hegel non si tratta di un momento conclusivo.
3) Momento positivo o speculativo-razionale: il momento della sintesi, conciliazione degli
opposti. Viene negata la sintesi nel suo carattere di irriducibile opposizione. Entrambi i
momenti vengono conciliati in una posizione pi elevata. Unit che comprende in s i due
elementi precedenti, ora pacificati. Aufebung --> Togliere e conservare insieme (Hegel
sottolinea la natura filosofica della lingua tedesca, che presenta termini che sono
manifestazione della processualit dellEssere).

TERZO PRINCIPIO Pagina 881


Identit tra essere e pensiero e ragione e realt: Panlogismo,tutto ragione.
Lineamenti della filosofia del diritto: prefazione, ci che reale razionale e ci che reale
razionale (ogni aspetto della realt un momento del dispiegarsi dellAssoluto). Hegel rifiuta
tutte le filosofie del dover essere: tutte le filosofie che non riconoscono lintrinseca razionalit
del reale. Illuministi, Kant e Fichte. Secondo Hegel esiste un unico principio dellEssere che
il logs, per realt sintende sia quella materiale che storico-sociale.
QUARTO PRINCIPIO
La funzione della filosofia: la filosofia per Hegel non ha una funzione critica, ma ha una
funzione giustificatrice. la comprensione razionale (cio adeguata) della razionalit del

reale. La filosofia il momento ultimo dello Spirito Assoluto, giunge al termine del processo:
la nottola di Minerva che inizia il volo al calar della sera. Non solo in senso naturale e fisico,
ma anche in senso storico e sociale.
Riconosce la necessariet del reale: c un ottimismo metafisico nellIdealismo e nella
Dialettica, tutto ci che come deve essere.
C una non sostanzialit del male: il male visto come un momento necessario. Hegel
giustifica la guerra.

SCRITTI TEOLOGICI GIOVANILI


Il periodo tra il 1793 e il 1800 vede Hegel impegnato come precettore in case private a Berna e
a Francoforte. Scrive una serie di testi che non verranno pubblicati postumi agli inizi del 1900.
In questi testi si attua l'elaborazione vera e propria di un sistema filosofico.
-

Inizialmente ha un interesse teologico: non di religione dottrinale ma da un punt di


vista storico-sociale. Condivide con l'Illuminismo la concezione secondo cui una
rigenerazione morale e religiosa la condizione necessaria per una
rigenerazione politica, dovuta anche al fatto che nella germania luterana c' una
corrispondenz tra il potere politico e quello religioso.

Condivide con il romanticismo l'idealizzazione del mondo greco. La religione popolare


la religione greca, che una forma di moralit sociale e politica. I greci hanno
vissuto in uno spirito di bellezza: hanno saputo conciliare l'individuo con la polis,
l'individuo con la divinit e l'individuo con la natura. La bellezza questa conciliazione tra
diversi aspetti. C' unevoluzione logica nel corso della storia (religione popolare basata
sul mito e sul sentimento) che porta da questa religione popolare alla moralit razionale
kantiana e fichtiana: in sintonia con lo stesso insegnamento di Cristo. Hegel per distingue
nei diversi scritti tra il messaggio di Cristo e la degenerazione realizzata dalle istituzioni
ecclesiastiche (da un amore ed una religione dellinteriorit ad un insieme di norme di culto
esteriore imposte).

Hegel prende distanza dalla iniziale (inizialissima, oramai) adesione al modello


kantiano di moralit e di ragione. Critica il carattere prescrittivo, di dovere della legge
morale, e la funzione consolatoria dei postulati religiosi. C' una contraddizione, Kant da un
lato vuole fondare la morale in modo autonomo, dall'altro introduce con questa funzione
consolatoria i postulati religiosi (che va a negare l'affermata autonomia delle legge morale).

Scritto del 1800: Spirito del cristianesimo e del suo destino. Considera il
cristianesimo come la religione della vita e dell'amore, che ha superato la scissione che
governa la religione ebraica (scissione tra uomo e Dio, popolo eletto e gli altri popoli, uomo e
natura). E' la religione che coglie la vita come governata da una legge d'amore: da una
legge di conciliazione. Religione che coglie l'unit della vit.

Con il trasferimento a Iena, gli interessi culturali di Hegel si volgono dalla religione alla
filosofia. Nel 1901 pubblica Differenza tra sistema filosofico di Fichte e Schelling. Prend
posizione a favore della filosofia di Shelling, perch il suo assoluto conciliazione di
oggetto/soggetto, natura/spirito contro l'infinito unilaterale di Fichte, che si riduce all' Io, al
soggetto. In questi anni, maturando interesse filosofico, enuncia un nuovo giudizio sulla
religione, non pi concepita come comprensione della totalit, ma come "vizio filosofico".
La religione la necessaria stampella di una cattiva filosofia, che non pu comprendere
l'assoluto e la delega alla religione (proprio come fecero Kant e Fichte). Per Hegel, la filosofia
in grado di comprendere in modo razionale l'Assoluto.

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO


Testo importante pubblicato da Hegel, nel 1906-7. La prefazione importante perch in essa
contenuta la critica a Shelling. Viene criticato per la sua concezione dell'assoluto, critica la
fase dell'assoluto come indifferenziato: un assoluto nel quale sono gi contenuti la
molteplicit dei finiti (oggetti, soggetti). Indifferenziato perch sono implicite le distinzioni tra
i molteplici finiti. Questo assoluto viene paragonato alla notte in cui tutte la vacche
sono nere, l'assoluto di Schelling non permette di distinguere i diversi
determinati.
La fenomelogia dello spirito (espressione copiata da Lamber) definita come la scienza dei
fenomeni, delle apparenze e delle figure che lo Spirito assume passando da Spirito
individuale e soggettivo a Spirito assoluto. Si compone di due parti:
1)

Nella prima parte, tripartita, si parla dello spirito soggettivo (tratteremo solo questa)

2)

Nella seconda parte parla della risoluzione dello spirito soggettivo nello spirito
oggettivo e assoluto. Quest seconda parte viene omessa nell'Enciclopedia quando si
parla dello spirito soggettivo, in cui riprende solo i primi temi (perch la seconda parte
trattata pi ampiamente in altre opere di Hegel)

22/01/13
PRIMA PARTE DELLA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO
Le figure (cio le varie manifestazioni dello Spirito durante il suo attuarsi, da Spirito
soggettivo a Spirito assoluto) dello spirito hanno sia un valore ideale (momento dello
sviluppo logico dello spirito da soggettivo ad assoluto), sia un valore storico (mette in
corrispondenza i momenti dello sviluppo con le istituzioni o periodi storici).
Hegel qui (nella prima parte) svolge la trattazione dello spirito soggettivo,
individuale
La prima sezion della Fenomenologia tripartita, si divide in:
1)
Coscienza: si rivolge all'oggetto
2)
Autocoscienza: si rivolge al soggetto
3)
Ragione: il momento della conciliazione tra oggetto e soggetto. Il soggetto riconosce
s stesso come colui che pone loggetto

1)

La COSCIENZA tripartita i:

A)

Certezza sensibile. considerata dall'empirismo la forma di conoscenza pi


evidente. Nella prospettiva di Hegel quella pi povera e pi generica. Conosciamo solo
un universale generic: un questo, conosciamo l'oggetto come un qualcosa posto nello
spazio e nel tempo. Non lo conosciamo nelle sue propriet, nelle sue particolarit.
Unit indifferenziata.

B)

Percezione. L'unit indifferenziata del generico questoggetto si scinde nella


molteplicit delle sue propriet. Andare oltre allo spazio tempo. Pe Kant lintuizione
empirica

C)

Intelletto. Moment in cui il soggetto riconduce ad unit nell'oggetto la molteplicit


delle percezioni nell'unit del soggetto (unit determinata). Riconosce anche che questa
unificazione legge del soggetto che opera nella "forza rappresentata dell'oggetto", cio la
materia. Corrisponde alla categorizzazione kantiana. Cos, nel momento dell'intelletto
l'attenzione si sposta infine sul soggetto.

2)

LAUTOCOSCIENZA incentrata sul soggetto. Il soggetto, per essere tale e per


riconoscersi come tale, deve attuare quell'appetito di riconosciment nei confronti degli
altri soggetti. L'autocoscienza si riconosce e si attua nell'intersoggettivit.
L'autocoscienza non si fonda sulla conoscenza di oggetti (come la coscienza),
ma di soggetti.

Tripartizione dellautocoscienza
L'appagamento e lattuazione di questo desiderio si articola in tre momenti (storici?):
1)

Dialettica servo-padrone o signoria-servit: si manifestata nella schiavit. Il


riconoscimento reciproco, dellaltro, non pu passare attraverso l'amore ma attraverso
qualcosa di negativo: l'autocoscienza necessita, ha bisogno (in questo primo momento)
dello scontro. Nell'amore c' una unit indifferenziata (l'amore tende a togliere i confini, a
fare di due entit una, mito dell'androgin): nello scontro ognuno invece si definisce per s.

La dialettica servo-padrone si articola in tre momenti:


Il timore della morte: questo rapporto sbilanciato (tra servo e padrone) si determinato
perch il servo non ha sopportato il rischio di morire (e ha dunque accettato una
posizione subordinata). Ma il timore della morte (oltre ad essere la causa del primo
momento della dialettica servo-padrone) anche la condizione per la quale cogliamo la
differenza tra noi e l'essere indifferenziat. Assumiamo grazie (?) ad esso la consapevolezza
di noi stessi, del nostro essere. Assolut negativit come essere assolutamente altra
nell'orizzonte dell'essere. Questa paura la presa coscienza di s, del non essere l'essere
indifferenziato. La condizione per mezzo della quale arriviamo al nocciolo del nostro
essere, alla nostra essenza, la morte.
Il servizio: la capacit maturata dal servo di relazionarsi all'oggetto senza consumarlo
subito.
Il lavoro: il momento in cui si capovolge la relazione asimmetrica servo-padrone. Il
lavoro attivit formatrice: oggettivazione dell'essenza del soggetto. Con il lavoro
imprimiamo nell'oggetto il nostro segno. Attraverso il lavoro l'autocoscienza del servo
raggiunge la libert, in due direzioni: una libert rispetto alloggetto (non l'ha consumat
subito, lo ha umanizzato) e nel confronto del signore, che diventa dipendente del servo per il
soddisfacimento dei suoi bisogni.
2)

Autocoscienza stoica/scettica (consapevolezza filosofica dellindipendenza del


soggetto dalloggetto: entrambe le posizioni presentano punti assai deboli per Hegel)

Stoico, afferma lautonomia del soggetto rispetto alla realt: lasciando inalterata questa
realt. Per lo stoicismo la libert solo nel concetto e nel pensiero, astratta: per questo lo
stoico si sente egualmente libero sia in trono (Marco Aurelio) che in catene (Epittto, liberto).

Allo stoico indifferente la condizione reale, essa rimane inalterata. Nel senso che la libert
per lo stoico sempre ed esclusivamente interiore.
Chi invece nega la realt esterna nel tentativo di rendersi libero, rendendosi cos
autonomo lo scettico. Ma lo scettico si contraddice: colui che proferisce la nullit del
vedere, del sentire, del pensare e dellagire. Ma queste nullit del vedere, del sentire e
dellagire si riflettono, si ripercuotono su coloro che sentono, odono, agiscono. Cio, la
negazione delloggetto rimbalza sul soggetto: chi nega il suo agire, viene travolto da questa
negazione. In sintesi: per essere scettico non dovresti n pensare n tantomeno esistere.
Il suo operare e le sue parole si contraddicono sempre. Riprende la critica di S.Agostino:
anche lo scettico ha in s una verit incontrovertibile, cio essere soggetto dubitante.
La posizione dello scettico perci autocontradditoria.

3)

Coscienza infelice, religiosa-medioevale

Lultima figura dellautocoscienza la coscienza infelice: si manifesta nella coscienza


religiosa medievale. Viene qui in luce lo scarto tra una coscienza finita priva di valore
(definita da Hegel trasmutabile, cio: che muta) e la coscienza di un Assoluto
(intrasmutabile). Dissidio inconciliabile tra il trasmutabile e lintrasmutabile. Questa
separazione si manifesta in modo evidente nellEbraismo: la religione della divisione tra
luomo e natura, Popolo eletto ed everyman e tra uomo e creatura. Il Cristianesimo tenta
una mediazione, una conciliazione, in virt della figura di Cristo come logs.
Hegel: la mediazione del cristianesimo destinata a fallire, perch Cristo totalmente altro
rispetto a tutti coloro che non gli sono stati contemporanei, che hanno constatato la sua natura
altra. Inoltre, anche ai i suoi contemporanei Cristo ha mostrato la sua essenza divina con la
Resurrezione: ha mostrato di essere totalmente Altro.
Ah, nella distanza nel tempo (la distanza nel tempo mi pare discutibile...) Hegel
dimostra limpossibilit per il sensibile (cio la persona umana) di contenere il concetto
dellAssoluto.
La religione cristiana cerca di esprimere lAssoluto attraverso una rappresentazione sensibile,
ma essa non una forma adeguata per esprimere lAssoluto: lunica forma adeguata
il concetto filosofico.
Nel concetto filosofico c la conformit, adeguatezza tra la forma e il contenuto. LAssoluto
(per Hegel) non pu avere una forma sensibile, essa sempre inadeguata.
Tripartizione della coscienza infelice
1) La coscienza religiosa medievale si rapporta a Dio nella forma della devozione. Relazione
sentimentale che non coglie in senso razionale la relazione tra finito e Infinito. Questo
rapporto sentito nellassoluta distanza

2) Loperare, o il fare: la coscienza religiosa opera il bene ma considera il frutto del proprio
operare e la sua stessa capacit di operare un dono a Dio. offrire a Dio un dono di Dio
stesso. Nellattivit, essa ribadisce la sua dipendenza da Dio: caratteristiche ancora simili
al momento precedente, quello del rapporto di devozione
3) La mortificazione di s (progressiva affermazione del disvalore del soggetto stesso):
proseguimento dellannullamento di s. In questo processo, il soggetto arriva alla propria
nullificazione: disprezza il proprio essere fino a distruggerlo (il temine deriva dalle pratiche
dellascetismo medievale). Ci comporta la morte della coscienza singola: viene a
mancare uno dei due poli (quello transmutabile), la coscienza del singolo si immedesima
nellAssoluto. Il passaggio finale il riconoscersi nella ragione: la nullificazione del
proprio essere ci conduce allAssoluto. Ah, la processualit dello Spirito in Hegel sempre
positiva. A partire da questo momento dello Spirito, tutta la dignit ontologica
in Dio.
Nasce cos la ragione universale.
3)

RAGIONE: Terzo momento dello Spirito soggettivo. Il soggetto si considera produttore


delloggetto: avviene cos la conciliazione dei primi due momenti

Tripartizione della ragione


1)

Ragione osservativa. Storicamente si esprime nel naturalismo rinascimentale e nella


scienza moderna, cio nel pensiero della Rivoluzione scientifica. La ragione cerca di
riconoscersi immediatamente nelle leggi della natura: il fallimento dato da alcune scienze
a lui contemporanee che ritengono possibile, una paradossale affermazione, la riduzione
dello Spirito a materia, che lessere dello Spirito sia un osso (nel senso che la ragione si
identifica con un elemento naturale). Fisiognomica e la Frenologia (dalla forma del cranio
risalire alle forme comportamentali), entrambe riconducono caratteristiche spirituali a
caratteristiche fisiologiche
2)
La ragione osservativa, consapevole di tale fallimento, trapassa nella ragione attiva:
essa pretende (solo di agire sulla natura per poi riconoscersi in essa. Si articola in tre
figure:
Ricerca del piacere, il piacere e la necessit: tentativo di trasformare la realt
secondo i propri desideri. Contrasto con il determinismo naturale, invece di cogliere la vita
afferra la morte
Legge del cuore e delirio della presunzione: in questa figura la ragione attiva
cerca di imporre alla realt un proprio universale progetto sentimentale. Si scontra con
opposti progetti che hanno la medesima pretesa: luniversalit, quando invece hanno valore
individuale. Attacca le filosofie romantiche, che riconoscono alla facolt del sentimento la
capacit e la possibilit di trasformare la realt.

La virt e il corso del mondo: questa figura attacca quelle filosofie che pretendono
dimporre uninversione allinvertito corso del mondo applicando alla realt, che ne
priv, la ragione e il razionale. Fallimento che si manifesta nella Rivoluzione francese, in
generale attacca le filosofie del dover essere, che, appunto, pretendono di riempire di ragione
una realt che ne priva: non riconoscono il panlogismo

3)

Il terzo momento lindividualit in s e per s reale. C un effettiva


realizzazione nella realt della ragione, ma, poich rimane unindividualit, uno spirito
soggettivo, necessariamente si scontra con qualcosa che altro da s stesso: vive sempre la
negazione. Esso si articola in:

A)

Il regno animale dello spirito e linganno: lo spirito soggettivo si attua nella realt
nella sua sfera privata (affetti familiari, ecc...), scambia per il suo utile individuale per
luniversale: in questo sta linganno
B)
Riconosciuto linganno, si ha la ragione legislatrice: la ragione si propone di essere il
fondamento di leggi universali. C tuttavia ancora uno scarto irriducibile tra un soggetto
individuale e un oggetto che si pretende universale: fallisce ancora
C)
La ragione abbandona cos il suo progetto di presentarsi come ragione legislatrice
valida universalmente e si propone come ragione esaminatrice delle leggi: non
pretende pi di fondare una legge ma di dare una valutazione di leggi universali date, ma
anche in questo caso rimane lo scarto tra una ragione soggettiva e un oggetto universale
IMP. Polemica con Kant: critica il progetto kantiano di fondare una morale universale.
Con questo ultimo falliment, si chiude la prima parte della fenomenologia.

SCIENZA DELLA LOGICA (Primo momento dellAssoluto)


Opera in tre volumi, pubblicata a Norimberga nel 1812-16. Qui Hegel prende in
considerazione il primo momento dellAssoluto: lidea in s e per s (pagina 1). Tale idea
secondo Hegel la totalit dei concetti della ragione (diversi da quelli dellintellett: si basano
su una separazione tra realt e concett), rappresentano le essenze razionali di tutto ci

che . Il primo momento dellAssoluto viene paragonata a Dio prima della creazione della
natura e di uno Spirito finito, cio Adm. Lintero sistema dei concetti della ragione sono i
modelli ideali eternamente presenti nellIntelletto divino, prima della creazione. Pi in
generale, lintero sviluppo dellelemento logico, va da una prima generale ed indeterminata
definizione dellelemento logico ad una definizione pi ricca che ha accolto in s, attraverso il
processo dialettico, ha ricondotto a s come conciliate tutte le precedenti
determinazioni. Questultima definizione lIdea Assoluta, pu essere paragonata
allIperuranio o al Logs degli Stoici.
IMP. Considerazioni generali: nel panlogismo di Hegel vale lidentit logica-metafisica:
eliminato il dualismo essere-pensiero, lelemento logico nella realt, lessenza razionale
dellessere. Tale identit comporta differenze con:
Logica aristotelica, che una logica solo formale
Logica trascendentale di Kant. vero che la logica trascendentale si occupa di
contenuti, di concetti: rimane in Kant lo scarto tra fenomeno e noumeno
Anche la Scienza della logica si articola in tre momenti:
1) Dottrina dellessere
Qui Hegel parte dal concetto della ragione pi generale, il primo: il pi povero ed
indeterminato. il concetto di essere, che, proprio per la sua indeterminatezza trapassa
nel nulla. La verit, la loro conciliazione, laufebung dellessere e del nulla (esse sono due
astrazioni, prese di per s, non hanno autonomia: il loro essere essere conciliati nel divenire)
il divenire (Ah, fa riferimento ad Eraclito che per primo ha colto il logs come il divenire). Se
in Eraclito il divenire ciclico, in Hegel il divenire diviene e precipita nel qualcos, nel
dasain, cio nel concett dellessere determinato: lessere di qualcosa.
Hegel svolge in questa sezione una critica alle due false concezioni dellinfinito (gi trattate,
questo il testo in cui Hegel le pubblica) e propone la propria: infinito come conciliazione di
tutte le molteplicit dei finiti.
Hegel presenta a questo punto la processualit triadica del concetto dellessere
determinato: considera il concetto di quantit (antitetico rispetto alla qualit: la quantit
indifferente alla qualit): la conciliazione tra quantit e qualit il concetto di misura. Qualit
il momento primo, il come si mostra subito il dasain: il momento dellopposizione la
quantit e la conciliazione la misura.
Ah, qui i concetti passano luno nellaltr (orizzontalit): nella dottrina dellessenza si
sviluppa un analisi in profondit (verticistica: approfondimento dei concetti, esser
determinato in profondit): nellanalisi dellessenza le categorie sono implicate luno
nellaltra.

2)

Dottrina dellessenza

Lessenza, momento della posizione: la riflessione in profondit

In questa prima parte sviluppa una forte critica alla filosofia tradizionalista e pre-idealista e
alla sua assunzione del principio di non-contraddizione e didentit come suo opposto:
lintendere lidentit come la negazione della contraddizion. Per Hegel invece lidentit
conciliazione degli opposti: ununit che contiene in s i due poli della contraddizione. A sia
B che non B, B non B sono momenti della logica dialettica (Io sono figlia e madre nello stesso
tempo).
A, Hegel (necessariamente, mi verrebbe da dire) considera in questo contesto largomento
ontologico, rivalutandolo, in virt del panlogismo: identit tra il piano del logico e
dellontologico ( sulla posizione di S.Anselmo: vale solo per Dio, lo Spirito)
Il fenomeno, momento dellopposizione: Hegel critica la distinzione
fenomeno/noumeno, per Hegel tutto riconducibile nel pensiero
La realt: la conciliazione tra i primi due momenti. La verit dellessenza del
fenomeno la realt
-

3)

Dottrina del concetto: triadica progressione, lo sviluppo del concetto la progressiva


determinazione di esso, del concetto stesso, il divenir consapevole di s da parte
dellargomento logico: in quanto lelemento logico lelemento strutturale dellessere
Si articola in: Soggettivit, Oggettivit e Idea (essa si chiude con lIdea Assoluta)
IMP: Stiamo indagando le idee delle ragione, il processo logico di accrescimento di
conoscenza in Hegel. Il fine della scienza della logica giungere al concetto unitario. Esso
tale in virt di una qualit.

SCIENZA DELLA NATURA (Secondo momento dellAssoluto)

La natura il momento dellantitesi, il momento del negativo: momento in cui l'idea si


mostra come idea fuori di s, nel suo essere altro come natura (pagina 1). in questo
momento che lidea si mostra nella sua decadenza.
La filosofia della natura considerata la parte meno interessante della filosofia hegeliana:
-

Hegel non considera la filosofia della natura come sostitutiva alla scienza naturale, alla
fisica: esse sono complementari. La fisica una scienza sperimentale, la filosofia della
natura invece mostra come le scoperte della scienza naturale (ottenute sperimentalmente)
siano, esprimano lo sviluppo logico necessario dellAssoluto. La natura lidea nel suo
essere altro: vista negativamente, impoverita, mancanza di.

La filosofia della natura subisce numerose influenze:


Neoplatonismo antico di Plotino e Proclo: circolarit dellessere. Essere come manenza,
processione e ritorno: dalluno ai molti e dai molti alluno
B)
Neoplatonismo: riprende la concezione privativa della materia. La materia definita
come decadenza dellidea: lidea che ha negato il suo essere altro per mostrarsi come
accidentalit (ci che pu essere e non essere), la materia non-ens
C)
Il dogma cristiano della incarnazione, morte e resurrezione di Cristo (la natura che in
qualche modo ritorna allo Spirito)
D)
Lironia romantica, latteggiamento di distacco nei confronti di qualsiasi
manifestazione finita: inadeguata ad esprimere la sua tensione allinfinito, lo zazoo.
E)
Influenza di Fichte: grande (grandissimo, si pensi al motto Spinoziano: Deus sive
natura) distacco da Spinoza. La natura non manifestazione dellAssoluto e del divino
A)

Considerazioni generali: proprio perch la natura lespressione inadeguata dellAssoluto,


Hegel critica la prova fisico-teleologic, che conduce al Dio ordinatore della natura.
Critica alla scienza newtoniana-galileiana. Essa non ha una processualit dialettica,
considerano le leggi ordinate causalmente ( un progressivo ampliamento di conoscenze ed
avvicinamento al verosimile): non c conciliazione.
una visione statica della natura, c un fissismo che si articola in tre (statici e fermi)
momenti. La natura non ha storia (a differenza dello Spirito): ci che diviene lAssoluto nella
sua totalit. Esso nella natura si presenta in tre gradi statici (non si ha infatti alcuna
trasformazione dei fenomeni e delle leggi)

FILOSOFIA DELLO SPIRITO (Terzo momento dellAssoluto)

Hegel analizza qui il terzo ed ultimo momento dellidea filosofica: quel momento dello Spirito
in cui lAssoluto raggiunge la consapevolezza di essere tutto ci che . La filosofia dello
spirito la pi concreta delle conoscenze: perch raccoglie in s tutte le precedenti
posizioni dellinfinito.
Lessenza dello spirito la libert: autoproducentesi, posto da s stesso. Ha la sua sostanza
in s. La materia invece ha la sua sostanza fuori di s.
Lo spirito si articola in tre momenti:
1)
Spirito soggettivo e individuale: ne parla nella prima parte della fenomenologia
dello Spirit (ah, ne fa un riassunto nellEnciclopedia). Si articola in tre momenti:
antropologia (considera i rapporti anima-corpo e lemergere della coscienza dalla
dimensione corporea), fenomenologia (coscienza, autocoscienza e ragione), psicologia
(spirito teoretico, spirito pratico: che si conciliano in verit nello spirito libero). Lo spirito
libero la conclusione: ma la libert deve attuarsi in una dimensione intersoggettiva (per
non rimanere libert astratta) allinterno delle istituzioni, allinterno perci dello Spirito
oggettivo
2)

Spirito oggettivo: le istituzioni storico sociali. Ne parla (oltre che nellEnciclopedia)


nei Lineamenti ( questo il testo che considereremo). Ah, nella prefazione di questo
volume, come gi sottolineato presente la sententia ci che reale razionale e ci che
razionale reale. un testo molto importante: il termine diritto, in Hegel, ha diverse
sfumature di significato:
Un significato generale: cio come categoria omnicoprensiva. Lintero spirito
soggettivo, cio tutti i settori della filosofia pratica (che si occupano cio dellagire
delluomo). In questo senso comprende il diritto, leconomia, la morale, leconomia, la
famiglia. Il diritto in senso lato il diritto come il regno delle libert realizzate, incarnata
nelle istituzioni
In senso specifico: per indicare il primo momento dello spirito oggettivo, cio il
diritto astratto, cio il diritto privato che si riferisce al singolo individuo come persona
giuridica.
2)

Spirito assoluto

Considerazioni generali sullo Spirito (Assoluto?):


- Lo spirito, dice Hegel, una nuova versione del detto delfico-socratico: Conosci te stesso.
Esso non riferito allindividualit, non ha un significato di conoscenza di s medesimi:
significa la conoscenza della verit delluomo (verit intersoggettiva), lessenza in s e per
s in quanto Spirito, nelle sue varie manifestazioni e realizzazioni

Lo Spirito ha una storia (a differenza della natura): i tre momenti dello Spirito si
implicano vicendevolmente, gi il primo momento vive solo nei due momenti che lo
seguono. Storia come movimento e reciproca implicazione

Entriamo nel dettaglio e scendiamo in profondit:


A)
Spirito oggettivo
Ne parla nellopera Lineamenti della filosofia del diritto. Riguarda la filosofia pratica
universale, comprende tutti i settori della filosofia dell'agire: il diritto, la morale, la famiglia, la
societ e lo Stato. Il termine rect (diritto) ha un duplice significato: indica sia lintero Spirito
dispiegato nei suoi tre momenti (regno delle tre libert in senso lato), si tratta in questa
accezione di un termine omnicomprensivo, sia, con un significato specifico, indica una
parte dello spirito soggettivo: il diritto astratto, privato, riguarda il singola come personalit
giuridica, che portatrice di alcuni diritti (vedi introduzione allo Spirito oggettivo).
Hegel riformula e combina in maniera innovativa le diversi parti del diritto (nuovo
posizionamento dei diversi settori del diritto).
Ah, il termine diritto viene assunto anche in un senso non giuridico: come prerogativa,
caratteristica di propriet del soggetto (inteso come carattere, riconoscimento del
valore del soggett). Si parla di un diritto della soggettivit e di diritto assoluto della storia
del mondo.
La tripartizione dello Spirito oggettivo
Premessa: Hegel distingue tra moralit (individuale) ed eticit, tra "moralitet" e
"sittlichkeit". L'eticit la moralit sociale, il bene che si realizzato e concretizzato nelle
istituzioni sociali. Perci, la distinzione fondamentale non tra diritto e morale (come in Kant,
Fichte, Schelling) ma tra la sfera degli enti individuali e collettivi.
I primi due momenti dello Spirito oggettivo hanno a che fare con la sogettivit, il terzo
momento ha a che fare con gli enti collettivi (dunque con leticit).
Inoltre, importante considerare come la posizione di Hegel sia mutata nel tempo: negli
scritti giovanili era privilegiata l'eticit (moralit sociale, bene universale, riconoscersi
come momento dello spirito): si rimpiangeva lo spirito greco, il logs antico. LHegel

maturo, nella Fenomenologia, riconosce (nel processo storico di sviluppo della libert
dello spirito soggettivo) la centralit della sfera degli individui (della soggettivit e
dunque della moralit).
Momenti dello spirito soggettivo (nel diritto, moralit e soggettivit all'interno della societ
civile) Il fondamento il Bene, la realizzazione della libert
Hegel rifiuta il fondare lo stato sui diritti dell'individuo: l'individuo non deve essere
fondamento dello stat.
Riconosce l'affermazione dei diritti della soggettivit e dello Stato, essi hanno per fondamento
diverso rispetto a quelli dell'individuo.
Lo Stato il bene universale, si parla di Stato etico. Il problema che lo Stato, pur
riferendosi all'individuo, deve fondarsi sul bene universale (che non coincide mai con quello
individuale).
I tre momenti dello spirito oggettivo sono: il Diritto astratto, la Moralit e lEticit
1)

Diritto astratto si articola a sua volta in tre momenti: la propriet, il contratto e il


diritto contro il torto, o direi io: il diritto allla pena.

Il diritto astratto privato, riguarda il soggetto come persona giuridica. 1) La prima


manifestazione della libert immediata la libert nei confronti di un oggetto (propriet). 2)
Per essere tale deve essere riconosciuta intersoggettivamente, attraverso un contratto, che
certifica il diritto di propriet. Il diritto implica la possibilit del torto, dell'infrazione del
diritto stesso (cio della sua negazione). 3) In questo consiste la colpa, che richiama
necessariamente la pena. Essa deve essere punitiva, riabilitativa ed educativa: la pena un
diritto del delinquiente, deve riecquilibrare la colpa. Essa riflette il carattere razionale del
delinquente. Deve essere assunta interiorment, per servire veramente.
Ci porta alla moralit. Il diritto l'immediata realizzazione esteriore della libert del
possesso dell'oggetto, la moralit il ritorno all'interiorit. Hegel afferma che la bella eticit
antica si rotta con Socrate. Egli ha capovolto la tavola dei valori: dall'esteriorit
all'interiorit, ha riconosciuto l'essenza dell'uomo come anima e l'essenza del bene come virt.

Ha distinto tra eticit e moralit, tra interiorit ed esteriorit. Questo ha comportato la rottura
dell'immediata conciliazione tra polis e individuo. Socrate la moralit, Hegel l'eticit.
2)

La moralit si articola in: proponimento e responsabilit, intenzione e


benessere, bene contro male (Bene o coscienza morale). 1) Una azione bene o male se
nasce da un progetto (da unazione volontaria) di cui siamo responsabili. 2) Intenzione e
benessere: intenzione perch c' l'intelligenza di questo propronimento (in quanto esseri
razionali), si tratta di una volont assunta razionalmente. E, secondo una concezione
eudemonomistica, ogni nostra azione mira al nostro benessere. 3) Hegel prende qui in
considerazione la morale kantiana. Quando si attua il passaggio dalla dimensione
soggettiva a quella universale riconosciamo il Bene universale e la coscienza moral: il
nostro agire persegue il bene e dimostra una coscienza morale (individuale o universale?).
Ma Hegel critica Kant: questa lespressione di un bene astratto. C, ancora una volta, una
separazione tra essere e dover esser: porsi un bene che rischia di non attuarsi.

3)

L'eticit. La separazione fra soggettivit (che deve realizzare il bene) e il Bene (da
realizzare) si annulla e si risolve nelleticit, nella quale il Bene, finalmente, sinvera Studendville.

la dottrina del dovere che segue e conclude i momenti precedenti, immanente (non
trascendente: in hac vita!). Che trovano la loro oggettiva (cio universale) realizzazione
nelle istituzioni sociali. Il Bene, che nelleticit il fine universale, non deve restare all'interno
(nella socratica interiorit) ma deve realizzarsi all'esterno, nelle istituzioni sociali.
Si da al bene universale (cio al fine interiore) unesistenza oggettiva nelle istituzioni
sociali. Conciliazione tra interiorit ed esteriorit.
I questo terzo momento si conciliano interiorit ed esteriorit: il Bene universale, tema della
moralit, ed il proponimento intelligente della coscienza morale, trova attuazione
nell'esteriorit nelle istituzioni sociali: esse costituiscono l'eticit.
Diritti e doveri, se riguardano il singolo individio rimangono solo astratti: la loro
verit nell'eticit.
Leticit hegeliana tripartita in: famiglia, societ civile e Stato.

1) Famiglia:
- Matrimonio: trasforma legame naturale in legame spirituale, istituzione sociale del
matrimonio
- Patrimonio: limmediata libert della famiglia si manifesta nella propriet
- Educazione dei figli: si tratta di una vera e propria seconda nascita. Dare ai figli non
solo lesistenza naturale ma anche spirituale. Questo porta allaufebung della famiglia
ed alla dissoluzione del legame famigliare: i figli sono autonomi. Il fine delleducazione
dissolvere lunit familiare.
2) Societ civile. Distinta da Hegel dallo Stato (nella filosofia moderna termini equivalenti),
chiamato da Hegel stato esterno, dellintelletto: la societ civile il momento in cui gli
individui si presentano nella loro individualit ed entrano in conflitto tra loro. Regolazione
dei rapporti tra gli individui che si fonda sullutile individuale. Portatori di interessi
contrapposti, trovano qui una prima conciliazione. Nelluscita dallunit familiare, a partire
dalla loro condizione individualistica (con interessi contrapposti), si attua una prima
conciliazione.
Economi politica del suo tempo sfera economico sociale tra i ceti e leticit moderna. Marx lo
fraintende considera solo societ civile il primo momento sistema de bisogni.
- Sistema dei bisogni: sfera economico-sociale, gli individui con il lavoro producono i beni
necessari al soddisfacimento dei bisogni. Il lavoro implica un carattere sociale: in primo
luogo perch lindividuo isolato non produce i beni necessari a s stesso (e neanche i bisogni
necessari), si parla di primitivismo. In secondo luogo una divisione del lavoro provoca la
nascita delle classi sociali, che sono tre (classe sostanziale agricoltori, classe formale artigiani,
classe universale funzionari).
- Lamministrazione della giustizia: prima regolamentazione di questi bisogni contrapposti
privati (nella sfera economico-sociale). Diritto pubblico in relazione ai rapporti privati.
Lesercizio delle leggi in relazione a rapporti privati, dipende dal potere esecutivo, dallazione
del governo nellambito della societ civile. Per Hegel non c divisione tra potere esecutivo e
giudiziario a differenza delle concezioni liberali dello stato: il potere giudiziario dipende
dallesecutivo.
- Polizia e corporazioni: stato amministrativo che si occupa della povert (quindi anche il bene
collettivo) e prefigurazione imperfetta delluniversale prima conciliazione (che si concreter
poi nello stato) dei singoli individui nel loro ambito lavorativo. La polizia per quanto
riguarda lamministrazione pubblica. Le corporazioni sono invece istituzioni che trovano un
ambito universale a interessi individuali, di un settore lavorativo a tutela dellonore,
riconoscimento di un piano universale di interessi supera laccidentalit della condizione
lavorativa.

Questo concetto di stato criticato da Hegel. regolazione dellindividuo.


3) Stato: il compimento della societ e dellintero spirito oggettivo. Momento culminante,
riaffermazione mediata (non pi immediata come la famiglia) dellunit della famiglia che
ora in grado di conciliare in se gli interessi contrapposti della societ. Ha accolto in se
lantites.
Lo stato secondo Hegel la sostanza etica consapevole di s. Lo stato ha come suo
fondamento il bene universale, che si realizzato nelle istituzioni. Si parla dunque di Stato
etico. organicistico perch riprende la concezione aristotelica con evidenti riferimenti alla
bella eticit della societ greca: solo nello stato che lindividuo e la sua libert trova la
sua realizzazione. Lo stato non un insieme degli individui. Gli individui sono suoi momenti.
Gli individui non sono autonomi e liberi (nel senso di svincolati) si attua(no) solo nellinsieme
delle istituzioni dello stato.
Lo stato ha un Primato storico, logico e assiologico (lassiologia la teoria che studia quali
siano i valori sociali nel mondo distinguendoli dalle mere realt di fatto). Storico perch ogni
individuo nasce in una collettivit: lo stato precede perci lindividuo. Logico perch lo
stato in quanto compimento dello spirito soggettivo ha un primato, pi ricco rispetto ai due
momenti precedenti: il diritto e la moralit. Assiologico dal punto di vista del valore, perch
la libert concreta e vera solo nello Stato.
Lo stato di Kant si fonda sullindividuo.
Hegel invece rifiuta le concezioni dello stato che si basano sullindividuo e sulla garanzia e
difesa delle libert individuale: critica dunque il liberalismo e la democrazia. Nella concezione
liberale eguaglianza libert civili, contro il liberalismo e contro la democrazia. Liberalismo
garantisce eguaglianza civile ma non politica, democrazia su tutti i diritti eguaglianza.
Lo stato per Hegel poggia sul bene universale. Nella critica di questi due modelli (liberalismo
e democrazia) Hegel critica il contrattualismo, perch il contrattualismo nasce da un contratto
o patto sociale: una fuoriuscita dallo stato di natura. un patto tra uomini: il contratto
rientra nel primo momento dello spirito oggettivo, nel diritto astratto. Critica il
giusnaturalism: si fonda su un diritto non naturale, dottrina secondo cui lo stato deve imporre
il diritto naturale. Per Hegel non c un diritto pre-sociale. Non c neppure oltre lo stato. Per
la critica al giusnaturalismo Hegel riprende la posizione di Hobbes: mette in luce come n al
di fuori dello stato n oltre lo stato ci possa essere un diritto. Lo stato la garanzia del diritto.
Lo Stato si articola in tre momenti:
1) Diritto statuale interno: costituzione espressione dellethos (etica), dello spirito del
popolo e del grado di libert raggiunto da quel popolo. La costituzione perfetta compiuta

quella della monarchia costituzionale. In essa si verifica la distinzione di poteri e questo


non significa la loro reciproca autonomia: critica la separazione ipotizzata da Montesquieu.
Secondo M. solo la separazione che garantisce equilibrio poteri e libert individuale.
Per Hegel invece necessaria una distinzion, non separazione: non reciproco equilibrio ma
distinzione di poteri che risultano essere per la determinazione e la manifestazione
dellunit dello stato. I poteri considerati da Hegel sono: legislativo (il potere di stabilire leggi
universali condiviso da assemblea rappresentativa del popolo e governo), governativo o
esecutivo (sussumer il particolare dalluniversale: rappresentato dai funzionari e dal
governo) e il potere del principe (nel quale trova manifestazione visibile lunit dello stato,
manifestazione dellunit dello stato. In qualche modo la sintesi, lahufebung.
La monarchia costituzionale la costituzione della ragione pienamente compiuta, rispetto
alla quale le altre costituiscono momenti precedenti.
Nella monarchia costituzionale siffatta troviamo la conciliazione del potere di uno, del
potere di pochi (esecutivo), nel potere di molti (legislativo).
Lo stato di diritto lo stato in cui governano le leggi. La monarchia costituzionale il
grado pi alto di libert. Lo stato teofania (manifestazione di Dio, dellAssoluto), la
realizzazione dellassoluto come libert: oggettivazione dellassoluto nel momento dello
spirito e come libert. Ah, vai a rivedere lessenza dello spirito nellautoscoscienza.

2) Diritto statuale esterno: in Hegel non esiste un organismo superiore agli stati. Non esiste
un diritto internazionale. Tra gli stati Hegel concepisce anche la guerra come momento
necessario. La guerra concepita come momento necessario di sviluppo dello spirito, ha una
funzione purificatrice e perfezionatrice: pu essere paragonata al vento che elimina la
putredine (il grado inferiore di libert). La guerra elimina la posizione pi arretrata di
libert. C qui un riferimento alla filosofia della storia di Hegel enunciata nellultimo
momento dello stato che la storia del mondo. necessaria perch ci sono
contraddizioni nelle diverse forme di stato che sono espressione di diversi spirito
di popol. I diversi spiriti di popoli sono momenti diversi della razionalit, gradi diversi di
libert. Lo Spirito del mondo linsieme di tutti gli spiriti del popolo. Alla fine dunque con la
guerra si arriver a un punto di grado di libert massimo
3) Storia del mondo: filosofia della storia o storia del mondo. Si contrappone alla filosofia
della storia illuminista che nellintelletto astrae i diversi momenti storici condannandoli o
lodandoli: la sua filosofia della storia segue una facolt della totalit della ragione in grado
di cogliere il processo dialettic. Non ci deve essere un tribunale della ragione che giudica
i momenti storici. Bisogna concepire la necessit della storia.

Il fine della storia che lo spirito conosca s stesso e oggettivi (cio: renda universale) questo
sapere. lautocoscienza dello spirito, che piena la libert. Ottimismo metafisico.
Lo spirito del mondo il soggetto della storia: linsieme degli spiriti dei popoli. Anche in
questo caso il finito dei singoli individui ha un valore (funzione nella storia) solo allinterno
dellinfinito spirito del popolo e del mondo.
Hegel parla degli individui storici come degli eroi cosmico-storici che hanno realizzato il loro
fine: perch questo fine aderiva al loro spirito di popolo. Si parla di astuzia della ragione:
lo spirito usa le capacit individuali, le passioni individuali, i progetti individuali per un fine
universale. Questi soggetti sono incoscienti di essere agenti di un fine che
momento e manifestazione del fine universale. In Hegel si parla di eterogenesi dei
fini diversit tra individuale e universale. Alla storia non interessa la felicit degli individui,
sono solo strumenti della storia.
Storicamente, tre gradi libert: 1) il regno orientale in cui uno solo libero, monarca divino, 2)
il regno greco romano alcuni sono liberi e 3) nel mondo cristiano-germanico tutti hanno la
consapevolezza di essere liberi.

B)

Spirito assoluto: momento conclusivo della filosofia dello spirito e dellintero


sistema.

Momento della piena consapevolezza: autocoscienza dellassoluto. I tre momenti dello spirito
assoluto sono larte, la religione e la filosofia. Essi presentano il medesimo contenuto di
Assoluto e si differenziano nella forma in cui il contenuto espresso.
1) Arte: immediata e intuitiva. Espressione assoluto nellintuizione sensibile (la forma
lintuizione sensibile): come in Schelling. 1) Arte simbolica: arte orientale che si caratterizza
per leccedenza di forma sul contenuto (la sfing ambiguit tra figura umana e animale,
enigmaticit rispetto a s stesso, legame troppo evidente con il sensibile, poco consapevole del
contenuto, dellassoluto, la sfinge simbolo dellincomprensione, architettura). 2) Arte
classica greca: perfetta coerenza forma contenuto: equilibrio tra natura e spirito per mezzo
della figura umana. 3) Arte romantica: arte non solo 800esca ma intera civilt post-classica
cristiana. la morte dellarte, la presa di coscienza dellarte della propria inadeguatezza. Si
esprime ora nella poesia, nella musica e nella pittura: inadeguatezza forma sensibile di
esprimere il contenuto, forte valorizzazione della musica. Arte meno legata alla forma
sensibile. A proposito della musica: forma sensibile leggera. Come se lassoluto potesse
fuoriuscire da questo mezzo sensibile (la musica. A differenza di Schelling larte per Hegel
un momento dello spirito assoluto ma il pi povero, uno dei tre momenti. Limmediatezza
per Hegel un elemento di povert.

2) Religione: ha la sua forma nel sentimento e nellarte, ma soprattutto ha come sua


rappresentazione o contenuto (?) specifica la rappresentazione di un termine medio tra
intuizione sensibile e il concetto razionale. La rappresentazione non ancora in grado di
cogliere lassoluto nella sua dinamicit. E proprio per il suo carattere mediato, non in grado
di cogliere in modo unitario e dialettico i molteplici aspetti (spirito, natura, finito e infinito)
che vengono invece divisi (creato, creatore, dogma della trinit): no in grado di cogliere il
fatto che assoluto finito e infinito insieme, manca la dialettica. Dio uno e trino (
tripartito) come lo spirito di Hegel. Si tratta per di persone separate, non c dialettica non
le concilia: adialettica, manca laufebung. Per Hegel il cristianesimo la religione assoluta.
Concilia le religioni naturali, le religioni delle indivualit spirituali e la religione rivelata: il
cristianesimo anticipa la filosofia con la buona ed evangelica notizia della vita, morte e
resurrezione di Ges.
3) La filosofia esprime lassoluto nella forma adeguata attraverso i concetti della ragione:
solo nella filosofia che si ha la piena e compiuta autocoscienza dello spirito.
La filosofia per Hegel storia della filosofia nel senso che il pensiero filosofico raggiunge la
sua perfezione nellultima filosofia, lIdealismo: le filosofie precedenti sono le necessarie
determinazione di questa presa di conoscenza di s stesso da parte dellAssoluto. Le filosofie
precedenti sono momenti necessari ma parziali per la costruzione della piena
autoconsapevolezza dellassoluto.
Le varie filosofie si distinguono per Hegel in base al rapporto certezza (evidenza logica del
pensiero) e verit (ontologica) come essere: esiste un ambito del pensiero ed un ambito
dellessere. Nella filosofia antica e medievale esiste un parallelismo tra il piano della realt
(realismo) e quello gnoseologico (cio della strutturazione di una teoria della conoscenza). Il
pensiero rispecchia lessere.
Nella filosofia moderna si ha uno slittamento tra i due piani, a partire da Cartesio, che si
preoccupa di dimostrare questa corrispondenza, per arrivare a Kant (per Kant non c
corrispondenza). In conclusione, nellIdealismo tutto si concilia e si unifica nel panlogismo.

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