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CRASH LONG FORM narrativa

“il contatto ci manca talmente che ci scontriamo con gli altri solo per sentirne la presenza” dal film
CRASH di Paul Higgis (2004)

Obbiettivo
L’obbiettivo è quello di fornire gli strumenti per realizzare una long form di tipo
narrativa che si rifà a modelli di sceneggiature di film o romanzi che si basano
su commedie corali, come complesso intreccio di microstorie ambientate in
un "luogo più o meno chiuso".
Questo tipo di long form si ispira a tutta quella drammaturgia cinematografica
presente in film come “America oggi”, “Magnolia”, “American beauty”,
“Crash”, “Amores y Perros”, “Babel”.

Fasi
Possiamo riconoscere più fasi di esplorazione.
• Presentazione dei personaggi e delle varie vicende in modo che stiano
lontane l’una dall’altra almeno all’inizio.
• Contaminazione delle vicende e possibile incontro fra personaggi di
storie diverse.
• Creazione di un legame fra le storie.
• Modulazione di questi legami.
• Epiloghi non spiegati.

Attori e personaggi
Si cercherà di far lavorare gli attori in modo che ognuno si impadronisca del
proprio personaggio e lo sviluppi in orizzontale (facendogli compiere delle
azioni) e in verticale (facendogli compiere dei cambiamenti interiori).
Valuteremo la possibilità che un attore possa ricoprire ruoli diversi.

Drammaturgia delle storie


Per quanto sia possibile che lo spettacolo sia composto da storie imperniate
su un genere o su un ritmo prevalente (es: film d’azione piuttosto che
romantico-sentimentale), l’obbiettivo è quello di realizzare un “contenitore
drammaturgico” dove si possa avvertire un ampio ventaglio di stimoli,
garantendo più ingredienti possibili.
Tutte le storie saranno legate da un codice comune di rappresentazione (non
si potrà far convivere una storia fantasy con una storia ambientata ai giorni
nostri e con tematiche legate al quotidiano).
Tendenzialmente, ma è solo un punto di partenza, ci concentreremo sulla
contemporaneità delle vicende umane. Piccoli grandi problemi, che possano
essere condivisi dal pubblico e dove ogni spettatore possa identificarsi in quel
o quell’altro personaggio.
Privilegeremo le cose semplici, credibili, in quanto sentite veramente: la
difficoltà di un padre a parlare con il figlio, la delusione di un impiegato per
una promozione negata, gli appuntamenti sfigati di una donna appena
divorziata ecc

Montaggio
La rappresentazione delle storie utilizzerà le tecniche di montaggio
cinematografico sintetizzate in tagli e transizioni.
Il taglio ci consente di passare da una scena all’altra senza alcun punto in
comune fra le 2 scene.
La transizione, oltre a traghettare lo spettatore da una scena all’altra,
“prende” qualcosa dalla scena precedente e la “porta” in quella successiva.
Sia nei tagli che nelle transizioni non ricorreremo a “trucchi”, “scorciatoie” o
“tecniche troppo evidenti”. Il tutto verrà realizzato solo con la bravura degli
attori e correndo quei rischi di incomprensione tipici dell’improvvisazione.

Il senso in ogni scena


Ogni scena deve contenere in sé, tutti quegli elementi informativi che
rendono la scena stessa, necessaria per la storia. Una scena che non
aggiunge niente alla storia è da scartare (almeno per gli inizi).

Improvvisare come con il testo


La grossa difficoltà da superare è quella di essere economici, nelle azioni, nel
testo ovvero non abusare con i movimenti e con le parole. Solo quello che
serve e inoltre ogni cosa detta deve essere motivata, giustificata, necessaria.

Il format
Ci appoggeremo ad un format già esistente con la possibilità di adattarlo
all’esigenze del gruppo.

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