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TEST DELLE FASCE

Test delle fasce

SCOPO DEI TEST

Le fasce, sistema recettore sensibile nella vita quotidiana, sono sede di numerose tensioni la cui origine pu
essere:
-

traumatica

cattiva postura

chirurgicale (cicatrici,aderenze)

ostetrica

infiammatoria

accidentale

tensioni, cattive posture ( ad esempio professionali)

falsi movimenti

stress

queste aggressioni provocano una modifica biochimica allinterno del tessuto connettivo traducendosi, cos
come abbiamo visto, per modificazione delle propriet viscoelastiche, queste stesse allorigine di
modificazioni della struttura: densificazione ed orientamento delle fibre di collagene che segue le linee di
forza, perdita di elasticit tissutale. Tutti questi disturbi al livello delle fasce saranno allorigine di
acmbimenti palpabili, quantificabili qualche volta visibili.
Lo scopo del test fasciale dunque quello di indagare grazie allestrema sensibilit delle nostre mani i diversi
problemi apparsi al livello dei tessuti al fine di apportare, in un secondo momento, una risposta terapeutica
efficace.

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MODALITA DEI TEST
La ricerca delle lesioni allinterno delle fasce avviene in maniera manuale. Possiamo dire che il test una
tecnica di fascia contro fascia la

prima rivela le distorsioni laltra al suo ascolto per registrarle e

comprenderle.
Noi abbiamo parlato di una memoria delle fasce, che consiste nel registrare allinterno del tessuto
connettivo limpronta dei diversi traumi, su tutti i livelli, subiti dallindividuo. Il nostro scopo quello
indagare su questa impronta e se possibile eliminarla o almeno attenuarla.
Le fasce abbiamo visto sono dotate di un meccanismo di contrazione generate dal meccanismo
dinnervazione oltre che dalla fase embriologica. Questo meccanismo ha indotto un micro movimento
perpetuo la cui frequenza labbiamo delimitata tra gli 8 e 14 periodi per minuto. Ma le fasce giocano anche
un ruolo di corde e di pulegge per trasmettere la motricit. Ci ci porta a descrivere due modalit di test:
-

i test dascolto

i test di mobilit

questi due test non sono in opposizione. Il test dascolto infatti anche un test di mobilit, ma nella sua
espressione pi sottile manifestata tramite un micro movimento, non indotto e non visibile ma sentito.
Il test di mobilit come lo indica il nome indica uno spostamento indotto molto pi importante, visibile, con
messa in tensione.

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TESTS DASCOLTO
Consistono nel porre la mano su qualsiasi regione del corpo per registrare gli eventuali cambiamenti
sottostanti. La mano deve rimanere completamente passiva in stato di ricezione al fine di poter valutare i
movimenti nella scala di micron.
Delle misurazioni fatte al livello della sensibilit della mano hanno mostrato che essa pu percepire dei
movimenti dellordine di 10 micron e che la differenza tra i valori percepiti con la mano e i valori percepiti
grazie ad apparecchi sofisticati non che del 5%.

A- PROTOCOLLO DEL TEST


Per essere efficace un test dascolto richiede alcune precauzioni elementari in mancanza delle quali esso sar
completamente inutile. evidente che un test dascolto non si realizza spontaneamente. Esso richiede molto
esercizio per perfezionarlo e la predisposizione da parte del terapeuta ad ammettere che una mano pu
rilevare alcuni movimenti sottili. Il buon svolgimento del test dipender:
-

dal contatto manuale

dalla capacit del terapeuta di entrare in sintonia con il paziente

dalla neutralit del terapeuta.

1) il contatto manuale
dato che dobbiamo testare movimenti dellordine di alcuni micron, evidente che il minimo granello di
sabbia pu falsificare il test. In primo luogo evitare di avere le mani fredde per non scatenare un riflesso di
difesa. La mano deve essere collocata in modo piatto sulla zona da individuare e stabilire il pi ampio
contatto con i tessuti del paziente; ci per due ragioni principali:
-

quanto pi la superficie di contatto grande, tanto pi grande sar il numero di recettori che ci daranno
informazioni

pi la mano piatta, pi le fasce del paziente ci forniranno informazioni precise.

Bisogna evitare ad ogni costo un contatto con la punta delle dita, poich i tessuti sono di una sensibilit
estrema. Se la palpazione aggressiva, otterremo un silenzio da parte loro, poich essi reagiranno con uno
spasmo riflesso e molto spesso basta poco per scatenare questo ultimo.

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La pressione deve essere moderata poich se troppo consistente, superer il livello dascolto desiderato e
noi non potremo pi percepire il movimento. Sono soprattutto i recettori alla pressione che vengono
stimolati.
La mano deve riposare naturalmente sui tessuti esclusivamente con il suo peso, ma al contempo possedere
una aderenza decisa come se volessimo darle effetto ventosa. La mano rimane incollata ai tessuti per
seguirli pi facilmente nella loro motilit.
2) capacit del terapeuta di entrare in sintonia con il paziente
il test di ascolto rappresenta ci che vi di pi sofisticato come possibilit di palpazione. I tessuti hanno la
memoria del passato, quindi il nostro scopo quello di leggere la storia del paziente che si impregnata nei
tessuti. Si stabilisce cos un dialogo passivo; il paziente non domina linformazione che le sue fasce ci
trasmettono poich ci accade al livello inconscio. Se non siamo capaci di ottenere il giusto contatto, non
ci saranno risposte di ritorno. Dobbiamo considerare il paziente attraverso i suoi tessuti con molto rispetto e
agire come se dovessimo chiedere il permesso di dialogare con questi.
3) neutralit del terapeuta.
La lettura dei tessuti deve essere svolta con la maggiore neutralit per essere efficace. Il terapeuta deve
trattarli senza alcun preconcetto e rimanere completamente passivo ed esclusivamente in ascolto. Egli
deve rispettare il ritmo del paziente e non imporre il suo ritmo altrimenti la risposta non arriver o sar
completamente falsata. Ci non cos evidente, per mancanza di pratica o semplicemente perch se la
motilit tarda a manifestarsi, si tende a proiettare il proprio ritmo sui tessuti del paziente e a questo punto si
tester solo il proprio movimento. Tutta la sua attenzione deve essere portata esclusivamente su ci che
accade al contatto e deve lasciarsi guidare perfettamente dai tessuti sottostanti. Ci richiede la massima
disponibilit e concentrazione poich solo allora la risposta sar molto rapida. Solo quando tutti parametri
saranno rispettati, il test inizier veramente. E solo allora che i tessuti accetteranno di dialogare con il
terapeuta e riveleranno le loro distorsioni, la loro sofferenza: la loro storia. Se sapremo metterci allascolto
del nostro paziente, rimarremo meravigliati di constatare che molto presto i tessuti i inizieranno a
dialogare. Pi rapidamente una condizione di fiducia si instaurer, pi la risposta sar veloce. Avremo
dunque limpressione di movimenti di grande ampiezza, come se il fatto di esser in sintonia con il paziente
costituisse un amplificatore del micro movimento ricercato. Ma sar sufficiente anche un semplice momento

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di distrazione, un gesto troppo brusco o uno stato danimo particolare perch il dialogo si interrompa. Non
necessario utilizzare un tempo troppo lungo per testare la motilit. Potremmo rimanere delle ore in contatto
con un tessuto senza ricavarne la minia informazione.

B- I TEST DASCOLTO
Essi hanno per scopo di rivelarci unanomalia allinterno dei tessuti molli. Unanomalia pu definirsi solo in
rapporto alla normalit cercheremo; dunque di definire, per quanto possibile, la normalit.
1) la normalit
essa comprende diversi parametri che la mano deve registrare spontaneamente:
-

la temperatura dei tessuti; bench la pelle possa avere delle differenze di temperatura a seconda delle
zone considerate, essa deve essere compresa in un range normale perch si possa paragonare con unaltra
zona del corpo.

Spesso ci capiter di constatare un aumento di temperatura al di sopra del valore normale che tradurr una
reazione sottostante. Pu accadere anche che ci troviamo al di sotto di tale soglia; tale eventualit si riscontra
spesso in corrispondenza di piedi e mani
-

la consistenza dei tessuti; essi devono essere morbidi, piacevoli al tatto, lasciarsi facilmente comprimere,
possedere unelasticit e non essere n troppo tesi n troppo flaccidi. Tale elasticit varier in rapporto
alla fasce considerate.

Il movimento dei tessuti; sebbene alcuni tessuti abbiano una direzione di movimento preferita , come
vedremo pi in l, possiamo considerare la normalit di un tessuto se il suo movimento armonico in tutti
i piani dello spazio. Quando si poggia la mano sul tessuto dobbiamo avere la sensazione di un
galleggiamento su tutti i piani come se posassimo la mano su un corpo fluttuante sullacqua. Nessuna
direzione deve essere privilegiata rispetto ad unaltra e se si realizza un micro spostamento attivo, i
tessuti sottostanti devono seguire senza alcuna restrizione

Il ritmo dei tessuti; abbiamo detto che i tessuti sono la sede di un movimento ritmico la cui periodicit
varia da 8 a 14 cicli per minuto. Tutti i valori trovandosi al disopra o al di sotto di tale range saranno
considerati nella maggior parte dei casi anomali. Ricordiamo che alcuni pazienti possono essere al di
fuori ti tali valori senza per questo entrare nella normalit.

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Bisogna sapere che questo ritmo pu essere variabile a seconda della condizione del paziente e che pu
essere facilmente colto in alcune zone:
parte anteriore degli arti inferiori, torace, cranio; in altre regioni difficile o addirittura impossibile da
mettere in evidenza: faccia posteriore degli arti inferiori; coscia, glutei, dorso e addome. Una parentesi per
quel che riguarda laddome va aperta poich quanto pi difficile sentire il ritmo della fascia superficiale
tanto pi relativamente facile diagnosticare attraverso laddome il ritmo delle diverse fasce intraddominali.
Lanatomia umana a volte ci riserva alcune contraddizioni incomprensibili, ma che non sono meno reali.
2) lascolto in stazione eretta
molto spesso facciamo precedere i nostri test da un ascolto in posizione eretta.
-

il soggetto in piedi, con le gambe divaricate, sguardo orizzontale, occhi chiusi

il terapeuta si posiziona dietro al paziente, e poggia delicatamente la mano piatta sulla testa del paziente,
senza fare compressione. Spesso constatiamo un movimento del corpo in flessione anteriore, anterolaterale o posteriore. Il fatto di aver creato un punto fisso sul cranio creer una coppia tra il suolo e la
testa e le fasce comprese tra questi due punti potranno mettersi in movimento, se si ha un punto di
fissazione. per questa ragione che appariranno delle inclinazioni completamente involontarie, poich
il punto di fissazione costituir un punto di focalizzazione delle tensioni che a loro volta trascineranno
una flessione del corpo verso questo punto. Ci permette di notare che un problema pu esistere nel
quadrante in cui si situa, ben inteso che da questo solo test non possibile trarre una diagnosi formale.
Infatti esso illustra bene la dinamica delle fasce nella meccanica generale del corpo. Nelle persone
depresse le fasce in generale sono implicate; bisogna essere vigili con questi pazienti poich hanno la
tendenza a cadere in dietro.

3) ascolto degli arti inferiori


per quanto riguarda i test dascolto in generale, la modalit consiste nel porre la mano su una regione del
corpo con lo scopo di rivelare unanomalia sottostante. Si possono anche mettere le due mani separate ad una
certa distanza e sentire se la motilit che si stabilisce tra questi due punti di contatto normale o perturbata.
La finalit sarebbe, se accompagnata da una grande esperienza e sensibilit, di porre le mani su una qualsiasi
regione del corpo per essere informati su ogni restrizione a distanza. Ci non un semplice augurio alcune

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persone acquisiscono tale capacit, sebbene bisogna ammettere siano rare. Tornando agli arti inferiori,
possiamo descrivere il protocollo dei test con le sue differenti varianti:
il soggetto in decubito supino e perfettamente rilassato. Mettere le mani piatte sul dorso dei piedi, notare
larmonia dei movimenti o eventualmente unattrazione particolare verso una certa zona. Questa trazione
preferenziale costituir un asse lesionale; infatti un cambiamento di struttura dei tessuti connettivi in seguito
ad un trauma qualunque a creato un vettore preferenziale di movimento non fisiologico. Bisogner seguire
dunque a poco a poco la direzione della tensione per arrivare esattamente al punto o zona interessata.
Per confermare ci che si avverte passivamente sufficiente creare un micro spostamento della mano pi
intenzionale che concreto. Se si va nel senso della restrizione ci si realizzer molto facilmente. Se si va nel
senso inverso presto avvertiremo una tensione che ci impedir di andare oltre. Le modalit e i principi dei
test di motilit saranno gli stessi per qualunque regione del corpo, perci non dovremo pi descriverli
ulteriormente. Tutti i test dascolto si realizzano in decubito supino a partire dal piede risaliremo a poco a
poco al bacino.
a) ascolto delle articolazioni del ginocchio e della caviglia
- caviglia: una mano collocata sul dorso del piede, laltra sul bordo inferiore della tibia. In condizione di
normalit dobbiamo avvertire tra le nostre mani un movimento che diventa armonici in tutti i piani dello
spazio come se mobilizzassimo una rotula.
-

ginocchio: una mano in corrispondenza delle tuberosit tibilai (fig 88) laltra sulla parte inferiore del
femore ad esclusione della rotula. In condizione di normalit si sentir una libert di movimento nella
traslazione laterale, superiore, inferiore, cos come nelle rotazioni, con una predominanza di queste.

b) ascolto coscia gamba (fig 89)


-

una mano piatta nel mezzo della coscia

laltra sulla faccia antero-esterna della tibia

la mano cefalica registrer un movimento di rotazione interno ed esterno con predominanza con
predominanza della rotazione interna,

la mano caudale registrer un movimento con predominanza di rotazione esterna.

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Abbiamo visto che le fasce dellarto inferiore erano composte da fibre con direzioni diverse; nel meccanismo
congiunto coscia gamba sono le fibre con direzione obliqua ed interna a predominare in corrispondenza della
coscia e quelle a direzione obliqua esterna in corrispondenza della gamba.
c) ascolto globale degli arti inferiori (fig.90)
-

il terapeuta si colloca lateralmente al soggetto, guardando cefalicamente.

Porre una mano bene a piatto sulla faccia antero laterale della parte inferiore della coscia.
Si registrer un movimento generale dellarto inferiore con predominanza della rotazione esterna, in effetti le
fasce sono nel loro insieme pi spesse e resistenti nella parte antero esterna.
Lascolto si far in maniera bilaterale.
4) ascolto degli arti superiori
come abbiamo gi detto, lascolto tissulare dellarto superiore sar nettamente pi delicato di quanto fatto
sullarto inferiore, risulter impossibile in alcuni casi. Questo segmento ha la particolarit come di essere
avvitato al resto del corpo. Se mettiamo la nostra mano sul dorso del mano del paziente in condizione di
normalit lindicazione di motilit minore che nellarto inferiore, risulter la stessa cosa per lascolto
segmentario.
a) Ascolto braccio, avan-braccio (fig 91)
-

una mano sulla faccia antero-esterna del braccio al di sotto della V deltoidea

laltra mano al di sotto della plica del gomito sui muscoli epicondiloidei

la mano cefalica registra un movimento a predominanza di rotazione esterna

la mano caudale registrer un movimento a predominanza di rotazione interna


b) ascolto globale degli arti superiori ( fig 92)

il terapeuta si posiziona lateralmente al soggetto, guardando cefalicamnete.

La mano prende contatto sulla parte inferiore dellomero in corrispondenza dellarticolazione del gomito

Il movimento si manifester con una predominanza di rotazione interna.

Lascolto si far bilateralmente.

ci dovuto ai potenti pettorali e alle loro fasce che sollecitano larto superiore in rotazione interna?
Abbiamo gi segnalato la tendenza naturale dellarto superiore in rotazione interna. Sembra dunque che

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larto superiore funzioni nella sua motilit, in senso inverso dellarto inferiore. Tutto ci per creare un
equilibrio al fine di avere un bilancio funzionale?
5) ascolto delladdome
non andremo a descrivere sistematicamente lascolto delladdome poich stato gi fatto in altre opere.
Insisteremo solamente sulla difficolt che si presenta in questo punto. Difficolt legata in particolare al
numero delle strutture che si frappongono sotto la mano: peritoneo, fasce, legamenti, meso ed organi.
Difficolt legata anche alla profondit del campo di esplorazione. Quanti strati si interpongono tra una fasce
superficiale ed una fascia renale! Il principio generale in corrispondenza delladdome quello di porre la
mano piatta intorno allombelico e di registrare eventuali tensioni. Per perfezionare la diagnosi bisogner
spostare la mano in direzione della tensione avvertita per determinarne lorigine nel modo pi esatto
possibile. In linea di massima la motilit delladdome raggiunge quella generale dei tessuti, cio la mano
fluttua al di sopra della cavit addominale con libert in tutti i piani dello spazio.
6) ascolto del torace
ci rivolgiamo qui ad una regione dove la motilit dei tessuti molto evidente. La difficolt consister nel
realizzare un test discriminante tra la superficie e la profondit dove si situano due importanti fasce, il
pericardio, la pleura cos come nella parte inferiore del torace il diaframma. Il paziente sar in decubito
supino e il terapeuta si colloca alla testa.
a) la parte inferiore del torace (fig 93)
le mani ampiamente aperte saranno poste sulla parte laterale del torace, le dita seguono posteriormente la
direzione delle coste. I pollici orientati medialmente. Dovremo testare il torace nella sua globalit, poi
analogamente un semitorace rispetto allaltro. Nella normalit elastico e sembra che si possa posizionare in
tutti i piani senza alcuna restrizione. Una variante a questa tecnica consiste nel porsi di lato al paziente
guardando cefalicamente.
b) la parte superiore del torace (fig 94)
in questa regione la difficolt aumenta, tenuto conto del fatto che le aponeurosi superficiali si aggiungono al
pericardio, al domo pleurico in modo che le fasce prendano relais in corrispondenza della cintura scapolare.
b1) test bimanuale
-

le mani ampiamente aperte saranno collocate sulle parti laterali del torace,

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-

la radice delle mani al disotto delle clavicole

le dita largamente aperte ricopriranno i pettorali, i pollici in direzione mediale. In condizione di


normalit un movimento armonico sar avvertito sotto le nostre mani. In caso di tensioni esse saranno: in
direzione mediale per un problema riguardante la fasce superficiale che ricoprir direttamente lo sterno;
in direzione mediale ma con sensazione di affossamento della mano se il problema si situa al livello
pericardico; in direzione verticale se il problema localizzato nel domo pleurico; infine in direzione
supero esterna se il problema riguarda la regione periscapolare.

b2) test dello sterno


lesperienza ci dimostra che i problemi del torace superiore sono particolarmente localizzati in
corrispondenza dello sterno in corrispondenza di questo.
-

mettere una mano sullo sterno inglobandolo totalmente

la radice della mano si situer in corrispondenza del manubrio sternale

la mano sar il pi possibile a contatto con i tessuti come una ventosa; a partire da questo momento la
motilit delle fasce sottostanti e dello sterno potr essere facilmente rilevata. Bisogna immaginarsi lo
sterno come un sacro rovesciato. Un micro spostamento della mano potr far viaggiare lo sterno in
tutti i piani dello spazio e ci permetter di localizzare molto facilmente il punto di restrizione.

7) ascolto globale della cintura scapolare (fig 95)


-

il soggetto sempre in decubito supino

il terapeuta alla testa del paziente

pone i due pollici sul bordo anteriore dei trapezi vicino alla trasversa di C7

la mano aperta riposa sul domo pleurico, sulle clavicole e sul moncone della spalla.

I pollici registreranno le restrizioni intorno alla prima costa. Le mani quelle relative alle inserzioni fasciali
intorno alla clavicola, cos come le eventuali tensioni periarticolari. frequente notare un leggero squilibrio
tra la destra e la sinistra, nel destrimane il complesso spalla clavicola destra ha una tendenza ad orientarsi in
avanti e verso linterno. Nel mancino lopposto. Se questa tendenza molto evidente, avremo una
disfunzione.

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8) lascolto del bacino (fig 96)
il soggetto in decubito prono. Questa regione il punto di articolazione tra le potenti fasce lombo sacrali e
quelle dellarto inferiore con forti rinforzi legamentosi: i piccoli e grandi legamenti sacroischiatici. Bisogner
aggiungere tutte le strutture intracavitarie del dipendono dal piccolo bacino. Infine non si deve dimenticare
linserzione terminale della dura madre al livello del sacro. Avremo cos unidea dellinsieme di informazioni
che possono transitare in questa regione informazioni che a complicare lascolto.
-

il terapeuta si pone di lato al paziente guardando cefalicamente.

La mano ingloba il sacro, facendo effetto ventosa con il tallone in corrispondenza degli angoli inferiori
del sacro.

Se la zona funzionale, il sacro fluttuer liberamente tra gli iliaci

In caso di disfunzione:
-

se le dita della mano sono attirate cefalicamente il problema si situa probabilmente in corrispondenza
della cerniera lombo sacrale o della fascia lombare.

Se il tallone della mano attratto caudalmente, la disfunzione potr risiedere in corrispondenza del
coccige o del grande legamento sacroischiatico.

Se la mano ha tendenza ad infossarsi tra gli iliaci, bisogner pensare a restrizioni riguardanti il piccolo
bacino.

Se la mano attratta lateralmente, la restrizione potr essere dorigine sacro iliaca, del piccolo legamento
sacroischiatico o addirittura dellanca e pelvitrocanterici.

Se il tallone della mano attratto verso il tavolino e in modo cefalico, bisogner pensare ad una tensione
anormale al livello della dura madre.

9) ascolto delle fasce dorsali (fig 97)


-

il paziente in decubito prono

losteopata seduto lateralmente guardando cefalicamente

le mani sono poste bilateralmente rispetto allasse vertebrale oppure una sola mano ingloba il rachide e le
parti laterali

la motilit difficile da apprendere nella regione dorsale bassa. Infatti a questo livello avremo una
risposta in caso di una distorsione

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-

al livello dorsale superiore molto pi facile mettere in evidenza la motilit

le due mani saranno posizionate sulle scapole. Molto rapidamente si percepir un movimento di queste
come se fluttuassero sulla gabbia toracica. Linterposizione delle scapole rispetto al torace sembra
costituire un amplificatore del movimento. In caso di distorsione la scapola sar attratta in modo
particolare verso la zona in restrizione.

10) lascolto del cranio


in questa regione diversi parametri possono essere testati, il che costituisce la complessit e la difficolt della
diagnosi. Dovremo in effetti tener conto del:
-

membrane intracraniche

membrane esocraniche e dei loro prolungamenti, le aponeurosi cervicali

meningi rachidee

lasse aponeurotico centrale

la posizione del test sar in decubito supino qualunque sia lasse testato.
a) le membrane intracraniche
non abbiamo affatto intenzione di descrivere le tecniche craniche. Pensiamo che la tecnica a cinque dita sia
molto adatta ad un ascolto cranico generale. In caso di distorsione, pu essere completato da una tecnica
falce tentorio del cervelletto.
-

loccipite riposa sul palmo della mano sinistra con i pollici e lanulare diretti lateralmente come per
avvolgere la tenda del cervelletto

laltra mano messa sulla volta cranica con il medio che indica lasse sagittale della falce del cervello.
Una delle difficolt di percepire le membrane intracraniche dovuta allinterposizione tra la mano e le
membrane aponeurotiche esocraniche e di tutto il piano osseo.

Abbiamo visto che linterno del cranio in relazione con lesterno e viceversa, un parametro pu dunque
influenzare laltro sar necessario per un ascolto intracranico proiettarsi allinterno del cranio.
b) le membrane esocraniche e i loro prolungamenti
la posizione la stessa di quella vista in precedenza. evidente che le aponeurosi esterne possono essere in
restrizione. Non bisogner dunque trascurarle e in caso di tensione superficiale, sar necessario cercare il

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punto di restrizione poich questo ultimo sar perturbante per la meccanica cranica e cervico scapolare, come
vedremo pi tardi.
Abbiamo visto che la base del cranio il punto di partenza dei tiranti aponeurotici in particolare delle
aponeurosi cervicali. In caso di lesione ascendente essi costituiranno un punto frenante per la motilit
cranica. Ci particolarmente vero per le aponeurosi degli s.c.o.m. e soprattutto per laponeurosi cervicale
posteriore che ha tendenza a portare il temporale in lesione. Al momento della presa cranica, avvertiremo una
attrazione caudale della nostra mano che seguir la direzione delle fibre in questione.
c) le meningi rachidee ( fig 98,99)
-

la presa sar sotto occipitale con le dita poste le une sulle altre in V molto aperta

indurre una leggera trazione seguendo lasse intravertebrale

aumentare leggermente tale trazione per scendere progressivamente fino al livello sacrale. La dura madre
prende dei soliti attacchi al livello di C2 C3 ma con lintermediario di prolungamenti radicolari prende
anche dei soliti attacchi al livello dei fori di coniugazione bilateralmente. Questi attacchi non sono
teorici; la dura madre solidamente ancorata al periostio vertebrale che costituisce cos un mezzo di
protezione midollare e delle radici intrarachidee. Abbiamo potuto verificare la loro solidit sul maiale
dove per disinserile bisogna applicare una forza importante. Nella normalit una leggera trazione sulla
dura madre non avr risposta affermativa positiva. Questa inestensibile; in corrispondenza di ogni
fissazione sar possibile avvertirla poich non sara pi libera nel suo condotto osseo. Con una certa
pratica abbastanza facile diagnosticare le restrizioni sia in maniera scaglionata che lateralmente.

d) asse aponeurotico centrale (fig100)


-

il punto di partenza di questo asse al livello del bordo esterno del foro occipitale. Quando il potere
frenante dei diversi elementi posti lungo il suo percorso verr oltrepassato, ogni restrizione si
ripercuoter su qualunque punto del suo tragitto alla base del cranio.

Per lascolto di questo asse la presa la stessa che per lasse duramerico; dirigeremo i pollici verso
langolo mandibolare

In condizione di normalit tale asse perfettamente libero

In caso di restrizione due constatazioni si impongono:

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una sensitiva in quanto le mani sono attratte caudalmente con la sfera cranica seguendo un movimento
ritmico dato dalla respirazione;
laltra visuale in quanto se si guarda lasse centrale, constatiamo un movimento ritmico caudale cefalico e in
caso di fissazione importante vedremo la parte viscerale del collo affossarsi allinterno dellimbuto toracico
con una ampiezza di diversi centimetri.
12) lo stress
in alcune persone particolarmente stressate i tessuti hanno una motilit perturbata. Il movimento rallentato
la sua ampiezza ridotta. La sensazione percepita una mancanza di libert nel fluttuare dei tessuti, come se
questi fossero indecisi in riferimento alla direzione verso cui muoversi. Avremo in tal caso una sensazione di
retrazione, la mano avr tendenza a richiudersi. Ci pu essere avvertito in tutte le parti, ma particolarmente
nel cranio, nella regione toracica, e in modo evidente nello sterno.
13) zone particolari
alcune zone del corpo sono pi vulnerabili e lasciano dei ricordi indelebili al momenti di traumi. In queste
zone potremmo dire che le fasce hanno una memoria particolarmente durevole. sufficiente poggiare le
mani su queste zone per individuare tensioni fasciali spesso successive a degli choc antichi. Queste regioni
sono particolarmente localizzate nel cranio, nelle cervicali, nelle dorsali superiori, nello sterno, nel coccige,
nella regione epigastrica, nelle cicatrici e nei punti di impatto di choc.
a) cranio e cervicali
importante crocevia della circolazione per le vie nervose e vascolari, questa regione dotata di una grande
mobilit sia per uno scopo di un migliore funzionamento che per uno scopo adattamento compensazione. Al
livello delle cervicali superiori e delloccipite avremo uno sfociare di una moltitudine di sforzi. Questa
regione in stato di riassestamento permanente al fine di assicurare un funzionamento il pi perfetto
possibile ai centri superiori di informazione e di comando.
In caso di traumi rilevanti le cervicali e la cerniera costituiscono lultimo punto di ammortizzamento. Non
c da meravigliarsi dunque se riscontriamo delle tensioni fasciali cos come delle restrizioni di mobilit a
questo livello. in modo particolare la zona occipito cervicale ad essere maggiormente coinvolta. Si
potrebbe quasi affermare che raro non trovare delle restrizioni a questo livello. Le prime tensioni ad
imprimersi alla nascita. Non raro constatare una traslazione laterale delle cervicali con compensazione

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occipito atlantoidea causato da un vecchio incidente dauto o da uno choc laterale violento, la maggior parte
delle volte dimenticato dal paziente ma non dai suoi tessuti.
c) dorsali superiori
zona di supporto delle cervicali esse spesso subiscono gli sforzi imposte da queste ultime. Cos a seguito di
un colpo di frusta spesso questa regione a dover assorbire la maggior quantit di energia dello choc in
seguito ad entrare in disfunzione. Uno degli choc pi traumatici quello relativo alle cadute a peso morto
sul dorso soprattutto se subite durante linfanzia. Questo choc allorigine di un smarrimento molto
importante seguito da spasmo respiratorio, angoscia o addirittura panico. Il trauma si impone sui tessuti cos
come lo stress che lo accompagna. Quando andremo a poggiare la mano su questa zona si percepir una
consistente rigidit cos come una tensione del tessuto, come se la pelle fosse troppo tesa e sufficiente
interrogare il paziente perch vi riveli spontaneamente il suo trauma, dato che ha lasciato un segno
indelebile.
La regione dorsale superiore cos come labbiamo vista un importante crocevia fasciale, continuamente
sollecitata. Sotto il peso di traumi, choc, stress e tensioni, questa zona diventa la sede di restrizioni sempre
pi importanti che sono causa di modificazioni della statica. Il dorso si svuota le spalle si arrotolano in
avanti, di qui lespressione abbastanza eloquente: ho limpressione di portare il mondo sulle spalle.
c) lo sterno
una zona delezione per le tensioni successive allo stress ripetuto e non compensato. Al momento
dellascolto a questi livelli i tessuti sono tesi, fissi, e ritraendosi verso il centro, lasciano la sensazione di una
mano che ha tendenza a incavarsi quando lo sterno si ritrae successivamente. La cintura di sicurezza al
momento degli incidenti lascia unimpronta tangibile che al momento dellascolto, sotto forma di una
attrazione obliqua, barra il torace superiore.
d) il coccige
cos come una caduta di impatto sulla schiena lascia un ricordo indimenticabile, allo stesso modo un soggetto
che cade sul coccige non lo dimenticher mai. Se c un posto dove lespressione vedere le stelle si
applica perfettamente proprio in questa regione. Oltre al traumatismo locale, la caduta sul coccige molto
spesso accompagnata da un squilibrio che pu risalire sino al cranio, ma anche riguardare laddome o il

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torace. Non raro constatare, dopo un tale trauma, la comparsa di una tensione dolorosa al livello centrale di
un organo in ptosi.
Il coccige, al momento dello choc, va pi frequentemente in flessione e lateroflessione. La palpazione a
questo livello riveler lo choc anche diversi anni pi tardi e, bench la zona sia diventata silente, possiamo
dire che questo trauma lascia il segno a vita.
e) la regione epigastrica
diverse persone somatizzano lo stress al livello epigastrico; da qu lespressione avere un nodo allo
stomaco. Questo stress va ad eccitare il plesso solare, che, a sua volta causa una disfunzione di tutta la
regione sotto mesocolica.
Al momento dellascolto a questo livello, abbiamo la sensazione di una zona dura ipertesa che non si lascia
facilmente comprimere e che causa un fastidioso dolore. Alla palpazione abbiamo effettivamente
limpressione di avere una palla sotto la mano. Gli organi sono fissati e distesi e il fatto di posare la mano fa
eco ai battiti aortici che sono molto amplificati e che innervosiscono particolarmente il paziente.
f) le cicatrici
tutte le cicatrici non sono che allorigine di una disfunzione, ma come abbiamo gi visto, numerose sono
quelle che causano delle perturbazioni. Esse devono ,dunque, essere sistematicamente testate, poich quando
diventano perturbanti costituiscono la causa primaria di disfunzioni meccaniche o fisiologiche.
Lascolto di una cicatrice retratta ci riveler molto facilmente la direzione delle tensioni che avr indotto.
g) i punti di impatto degli chocs
quando il corpo subisce uno choc, esso deve essere ammortizzato perch, se non venisse ammortizzato,
potrebbe ledere gravemente le strutture fragili.
Al momento di uno choc diretto, un colpo per esempio, viene ammortizzato inizialmente dalla pelle, le fasce,
e il pannicolo adiposo. Quando giunge su una zona poco protetta come la tibia o il cranio, la zona tissutale di
ammortizzamento nettamente ridotta. Lo choc va dunque ad imprimersi sulle fasce e a costituire un punto
di fissazione che linizio di un processo lesionale. Dobbiamo ricercare minuziosamente questi segni di
punti di impatto, poich sono spesso la chiave del nostro trattamento.

Test delle fasce


Uno choc al livello del cranio, soprattutto nella parte postero laterale, va allorigine di un cambiamento del
tessuto connettivo che d origine ad una catena lesionale discendente che si trasmetter progressivamente
alla cerniera occipito-cervicale, le cervicali, la cerniera cervico-dorsale ed infine alla spalla.
Allascolto percepiremo una fissazione ,la maggior parte delle volte, puntiforme. Ma uno choc importante
come quello causato da un incidente stradale o da una caduta sul polso, per esempio, va a superare le
possibilit dei tessuti mossi e dovr dunque essere preso in carico da un tessuto sempre pi solido, ossia
linsieme periostio-osso. Losso capace di una certa plasticit, la cui struttura costituita in modo da
assorbire gli choc. Quando questi ultimi sono troppo violenti, lasciano un impronta sul tessuto osseo, punto
di partenza di un processo patologico. Es. ci viene in mente un paziente visitato recentemente in seguito ad
un incidente frontale dauto. Questo soggetto si aggrappato al volante e la gran parte dellenergia stata
assorbita dal radio sinistro.
Allascolto dava limpressione di essere piegato, come se una parte delle fibre ossee si fossero
compenetrate.Iinfatti losso era giunto al limite della rottura.

TESTS PALPATORI E DI MOBILITA


A- TESTS PALPATORI

Il test dascolto completamente passivo e si realizza con tutta la superficie della mano.
Il test palpatorio si far con il polpastrello delle dita e implicher una pressione pi o meno accentuata
seguendo la zona da testare.
Prima di andare oltre apriamo una parentesi:
necessario, prima di porre la mano sul paziente, osservare la zona da testare, poich losservazione fonte
di informazioni molto utili; colore e stato della pelle (fine, spessa, presenza di macchie, tumefazioni, ecc.).
Al livello della linea alba ,per esempio, se constatiamo una deviazione laterale di questa con una curva di
piccola ampiezza, questa segner un problema nel quadrante corrispondente alla deviazione.

Test delle fasce


Ricordiamo ,citando i cilindri di Hine, che la pelle il rivelatore di quello che accade in profondit. Lo
scopo della palpazione di mettere in evidenza ogni cambiamento che possa essere intervenuto allinterno
del tessuto. Questi cambiamennti possono essere di diversi ordini:
1. cambiamenti di struttura
2. zone dolorose

1. cambiamenti di struttura
saranno constatate, al livello della pelle, fasce sottostanti secondo una cronologia che va dalla superficie alla
profondit.
a) al livello della pelle
una pelle normale deve essere liscia regolare ed elastica. In caso di cambiamenti potr sembrare:
indurita
infiltrata
edematosa.
In tal caso saranno constatati al livello dellelasticit con diminuzione o perdita di questa. In questi casi sar
impossibile creare una plica cutanea mentre in altri, si constater una durata anormale della scomparsa di
questa plica che si traduce con unalterazione dei legami transversali.
b) al livello delle fasce sottostanti
le fasce sottostanti al rivestimento cutaneo devono essere percepite come delle strutture dotate di una certa
fermezza; essa varia di consistenza a seconda delle zone considerate, infatti si passa da zone facilmente
comprimibili ,come le fasce intorno al collo, a delle zone dalla resistenza pi forte come al livello di
inserzione delle fasce, dei legamenti o di alcuni meso.
In linea di massima una fascia funzionale pu presentare delle ondulazioni oppure no ed costituita da
strisce parallele orientate verso lo stesso senso. Al momento della distorsione va ad alterare le propriet
viscoelastiche, modificado in tal modo le sensazioni palpatorie.
La perdita di elasticit costituir un fastidio alla palpazione, che, risalir lungo la fascia tesa in maniera
anomala e necessiter di una forza pi grande per penetrare in profondit.
I mutamenti delle fibre di collagene metteranno in evidenza allinterno della fascia:

Test delle fasce


- delle bande fasciali ben individuabili molte pi tese delle strutture circostanti, con un bordo tagliente ben
distinto, aventi un orientamento obliquo o perpendicolare alla direzione generale delle fibre. Queste strisce
sono i rivelatori di sforzi anomali il cui percorso si stabilisce in funzione della direzione delle linee di forza.
Sono facilmente apprezzabili al tatto che compaiono chiaramente alla dissezione sotto forma di fasci pi
densi ed dall aspetto madreperlato.
delle bande fasciali pi tese, avvolte sul loro asse longitudinale sono costituite, seguendo lasse generale
della fascia, da una maggiore lunghezza rispetto alle bande oblique o trasversali.
Alcune fasce, come la fascia lata, hanno un aspetto ondulato. Al momento di grandi tensioni, queste
ondulazioni hanno tendenza ad aumentare assumendo laspetto di una lamiera ondulata, come se fossero
state accorciate alla maniera di unincrespatura di tenda.
In altre circostanze si percepiranno allinterno di una banda fasciale o allinterno di una fascia normale dei
granuli ovulari della misura di un grano di riso, di caff o addirittura di un nocciolo di oliva. Essi possono
essere persino arrotondati delle dimensioni di un granello di sabbia o di sale grosso.
I granuli ovulari saranno in modo particolare localizzati al livello delle membrane che separano i diversi
muscoli, mentre tutti gli altri possono risiedere dappertutto. La loro consistenza potr essere molto dura,
prossima a quella dei tessuti ossei.
infine si potranno palpare delle zone molte indurite, se non addirittura calcificate. Queste si formeranno su
un percorso di alcuni millimetri, 1 cm sino ad arrivare a 2 cm.
Si localizzeranno in modo particolare al livello della spalla, del gomito, dei legamenti vertebrali profondi e
del grande legamento plantare.
Tali zone hanno la consistenza dellosso, infatti assistiamo a questi livelli alla trasformazione da un tessuto
molle ad uno osseo. Per far fronte a degli sforzi pi grandi la fascia, il legamento o il muscolo si calcificano.
Questo fenomeno di trasformazione da un tessuto molle ad uno osseo stato studiato dall equipe di Reddi,
che, ha concluso che il passaggio dal tessuto muscolare a quello osseo possibile grazie all osteogenina.
Come vedremo in seguito, questo processo non sempre irreversibile, per fortuna.

Test delle fasce


2) Il dolore
si dice che il dolore sia menzognero e che bisogna effettivamente considerarlo con cautela, considerata la
variabilit che pu presentare da un soggetto ad un altro; oppure eventualmente quando nasconde un
problema, pu rivelarsi un buon alleato, se lo consideriamo con le dovute precauzioni.
Una fascia solitamente non causa dolore ad una pressione normale. In caso di lesione, la sua sensibilit
nettamente aumentata al punto da diventare molto dolorosa a livello delle fasce o dei punti nodulari; se non
addirittura appena tollerabile ad una palpazione leggera nelle zone di calcificazione o allinterno di alcuni
legamenti.
Il dolore va legato ad una liberazione di prostaglandine. Laspirina e gli antidolorifici bloccano la sintesi
delle prostaglandine impedendo in tal modo la produzione di questa sostanza critica che segnala il danno al
tessuto.
Quanto alla pelle pu essere la sede di dolori molti forti come bruciature spesso causate da un semplice
sfioramento. Dopo un trattamento appropriato sempre riscontrata una di una diminuzione dei punti dolorosi
se non la loro scomparsa. Questo ha un altro vantaggio, quello di far sentire nettamente al paziente leffetto
benefico del trattamento, il che non potr che tranquilizzarlo. Non lo sperimenta perch ha male in quel
punto?. Insistiamo ancora nel dire che il dolore pu essere che la punta di un iceberg poich parte
integrante di diversi fattori che costituiscono la lesione osteopatica.

B- TESTS DI MOBILITA

I test di mobilit seguono in modo naturale i tests palpatori. Essi sono strettamente connessi.
1) scopo del test
di mettere in evidenza una perturbazione della mobilit sia al livello della pelle, di un legamento, di un
viscere che di una articolazione. Ha lo scopo di confermare il test di ascolto.
Dato che si pu applicare in qualsiasi parte del corpo, esso richiede una conoscenza dellanatomia molto
avanzata. Pi le nostre conoscenze anatomiche palpatorie sono complete e pi preciso sar il test di mobilit
pi efficace sar il trattamento che ne deriver.
Il test di mobilit si far seguendo due modalit:

Test delle fasce


-

a gran leva

segmentario

1) test a gran leva


riguarda i segmenti o alcune parti pi estese. Una restrizione allinterno di una articolazione o di tutta una
zona pu essere di origine locale, ma anche provenire da tensione fasciale che crea una lunga catena di
lesionale i test a gran leva sono quanto di pi classico esista: flessione plantare, flessione dorsale, flessione
anteriore della testa e del tronco ecc.
La modalit di esecuzione non presenta alcuna difficolt. tuttavia pi difficile determinare di primo acchito
se la restrizione sia puramente di origine locale o a gran leva fasciale. Con una certa pratica si pu fare
facilmente la differenza. importante fare questa distinzione poich le tecniche correttive varieranno in
funzione dei parametri restrittivi ma anche delle zone considerate.
I test a gran leva sfortunatamente sono spesso trascurati o incompleti. Essi dimostrano al soggetto il
miglioramento apportato dal trattamento grazie al recupero di mobilit ottenuto, recupero che spesso va di
pari passo con il cambiamento della sensazione dolorosa.
2) test segmentario
un test specifico a stabilire una diagnosi molto precisa sulla parte lesionata. Permette di precisare la natura
della sua fissazione, punto di localizzazione e la sua profondit. Fa seguito al test dascolto e alla palpazione.
Permette di confermare o di confutare i diversi dati gi registrati. Sfocer infine direttamente nel trattamento
che sar tanto pi preciso ed efficace quanto pi il test segmentario sar stato realizzato con la pi grande
precisione. Richiede naturalmente da parte del terapeuta una grande pratica palpatoria una grande
precisione nella conoscenza dellanatomia topografica.
Passeremo dalla superficie alla profondit cio dalla pelle alla fasce periferiche per poi arrivare alle fasce
profonde: i visceri come noto.

Test delle fasce


a) a livello cutaneo
la pelle connessa in profondit alle fasce superficiali. Abbiamo visto che un problema profondo si
ripercuote al livello cutaneo, creando delle modifiche o persino un unione lesionale di fissazione che va dalla
superficie alla profondit. La tecnica consister nel mobilizzare con i polpastrelli di due o tre dita o con l
intera mano lestensione della zona considerata ; mobilizzando leggermente la pelle in tutte le direzioni. Si
tratta semplicemente di far scivolare un piano di tessuti su un altro. Nel soggetto sano lo scivolamento sar
equivalente in tutti i sensi. In caso di restrizione, lo spostamento nel senso opposto si riveler pi difficile se
non addirittura impossibile, il che ci evidenzier immediatamente la zona di fissazione e la sua direzione. Ed
esercitando una pressione pi accentuata, potremo indirizzarci verso zone pi profonde e testare cos piani
pi profondi.
b) Test delle fasce periferiche
Non descriviamo, ben inteso, i test di tutte le fasce, le modalit saranno approssimativamente le stesse
seguendo i segmenti considerati. Ne descriveremo alcuni che sono pi frequentemente usati e che potranno
essere la chiave di lettura dei nostri trattamenti
b1) al livello dellarto inferiore
b11 il grande legamento plantare (fig.102)
- il soggetto prono
-piegare il ginocchio, poi esercitare una pressione al livello del legamento plantare. Con facilit sentirete una
corda sotto il dita, se accentuate la pressione il dolore diventer sempre pi vivo sino a diventare
insopportabile.
- n un secondo tempo si andr ad agganciare il bordo interno del legamento delle ultime tre o quattro dita per
mobilizzarlo verso lesterno. In caso di lesione il movimento ridotto e particolarmente doloroso.
B12 la fascia antero interna della gamba
Consiste nel poggiare direttamente sulla tibia.
Il soggetto in decupito supino.
Far scivolare il polpastrello di due o tre dita lungo la fascia a partire dalla caviglia fino al ginocchio.
Fig. 103 test della fascia anterointerna della gamba

Test delle fasce


In caso di fissazione, percepiremo una zona cutanea edematosa che blocca lo scivolamento del dito. A questo
livello mobilizzeremo la pelle e la fascia sottostante. Questa mobilizzazione molto limitata e additittura
dolorosa la fascia sembra incollata al periostio. Avvolte percepiremo una banda fasciale sulla quale si
aggancia il dito. Vedremo nel trattamento linteresse di testare questa zona.
B13 loggia anteroesterna e postero interna della gamba (fig. 104 105)
Si tratta di testare i piani di giustapposizione tra le zone aponeurotiche muscolari e la tibia.
-

Il paziente in decubito supino, arto inferiore piegato, il piede poggiato sul lettino.

- on il polpastrello dei due pollici, testare dal basso verso lalto lo spazio osteo-muscolare della loggia
anteroesterna.
-Con il polpastrello delle dita testare inseguito lo spazio osteo-muscolare posteriore.
In caso di fissazione molto difficile far penetrare le dita in profondit causando dolore al paziente.
Questo test pu essere molto utile in seguito a postumi di nevralgia dello sciatico, frattura, strappi muscolari
o di dolori del polpaccio.
B14 la fascia del nervo sciatico (fig 106-106bis)
Il nervo sciatico qualunque sia il suo modo di separazione circondato da una fascia che laccompagna in
tutta la sua lunghezza. In condizione di normalit, il nervo sciatico non avvertito al momento di una
palpazione profonda. In caso contrario ne risulta una patologia.
- Il paziente in decupito prono
- Il terapeuta si colloca al lato del paziente.
Cominciare la palpazione approssimativamente sotto la plica glutea.
Lasso del nervo sciatico lasse longitudinale della coscia cio il piano di clivaggio tra il bicipite da una
parte e semimembranoso e semitendinoso dallaltra.
- penetrare progressivamente con il polpastrello delle dita in profondit poi mobilizzare i piani profondi
seguendo un asse longitudinale e trasversale.
- Scendere progressivamente fino al cavo popliteo poi fino al tendine di Achille passando tra i due gemelli.
A questo livello a volte utile mettere la gamba in leggera flessione.
In caso di patologia del nervo sciatico la mobilizzazione dei piani profondi difficile e dolorosa.

Test delle fasce


In generale le fissazioni si situano in particolar modo sulla parte superiore della coscia e in mezzo al
polpaccio. Si tratta molto spesso di una zona estesa di qualche centimetro. A volte incontreremo un solo
punto dio fissazione molto corto e localizzato alla giunzione 1/3 superiore 2/3 inferiori della coscia.
b2 al livello dorsale
b21 glutei e paravertebrali
- il paziente in decupito prono
- il terapeuta si colloca lateralmente
con il polpastrello delle dita, testare i punti di inserzione glutea superiori sotto la cresta iliaca (fig. 107).
Molto spesso a questo livello troviamo le bande fasciali molto tese e molto dolorose che perturbano la
meccanica del bacino.
- risalire poi con il polpastrello lungo i paravertebrali fino alla zona cervico dorsale e cervico occipitale fig
108.
frequente percepire, se andiamo sufficientemente in profondit, sotto le dita dei fasci arrotolati che
possono raggiungere la misura di un dito.
Una zona di tensione pu iniziare al livello lombare e risalire senza interruzione verso le dorsali.
interessante seguirla, poich spesso il suo punto finale rivelatore di una lesione dorsale in relazione con la
fissazione lombare.
Al livello dorsale superiore delle bande fasciale oblique possono essere percepite, sono in rapporto con i
legami muscolari mediali della scapola e i piccoli dentati posteriori e superiori.
Arriviamo qui al livello della cintura, punto di cambiamento di direzione e di incrocio delle fasce.
B22 la scapola ( fig 109)
-

Il paziente in decupito prono.

- collocarsi lateralmente al paziente, poi poggiare le due mani piatte sulle scapole.
- Mobilizzarle in seguito in tutte le direzioni per testare lo scivolamento dei punti sottoscapolari.
- Testare in seguito con il polpastrello la zona sovraspinosa e sottospinosa.
Al livello del sottospinoso troveremo delle zone di tensione dolorosa situate tra i fasci muscolari in direzione
orizzontale.

Test delle fasce


Al livello sottospinoso le zone di tensione saranno oblique in direzione della spalla, i punti pi evidenti si
situano al bordo esterno e superiore della scapola.
In caso di problemi alle spalle, queste regioni sono frequentemente in lesione.
B 3 in decupito ventrale
Andiamo ad analizzare soprattutto due zone particolarmente sollecitate:
- lo sterno
- la clavicola
b31 lo sterno (fig 110)
- il paziente in decubito supino
- il terapeuta posto lateralmente.
- Porre la mano piatta sullo sterno come per lascolto, ma in pi, quando si avr lo sterno sotto la mano,
mobilizzarlo in tutte le direzioni. Si pu, per una maggiore facilit, porre le due mani in opposizione, la
radice della mano superiore al livello della forchetta sternale, laltra al livello dellappendice xifoidea.
Al livello dello sterno la fascia direttamente a contatto con losso come per la tibia.
Con il polpastrello delle dita scivolare lungo lo sterno.
- in caso di lesione le dita saranno arrestate da una barriera fibrosa in direzione orizzontale. Dei punti di
fissazione spesso iperalgici saranno riscontrati al livello della linea mediana tanto quanto al livello degli
sterno-condrali.
Lo sterno una zona di ipersollecitazione tanto ascendente quanto discendente. Le disfunzioni fasciali vi
saranno dunque frequenti. Inoltre, come abbiamo gi segnalato, questa regione ad ogni sorta di stress.
B 32 la clavicola (fig 111)
Punto di relais fasciale, la clavicola una zona in costante sollecitazione. In pi, tramite i suoi legami
sottostanti, pu costituire un elemento perturbante per il plesso brachiale, larteria sotto clavicolare cos
anche per le strutture sottostanti.
Il test si rivolger soprattutto alle strutture sottoclavicolare.
- aponevrosi clavi-pecto-ascellare, leg conoidi, trapezoidi e acromion-clavficolari.
- Il terapeuta si pone lateralmente al paziente; il pollice e lindice sono posizionati al disopra al disotto della
clavicola, introdursi progressivamente sotto la clavicola per testare i tessuti molli.

Test delle fasce


In caso di rilassamento totale le due dita possono venire in contatto tra loro.
In caso di lesione, la penetrazione sar rapidamente arrestata dalle tensioni e apparir il dolore.
Per una maggiore praticit si pu sollevare la spalla con laltra mano o meglio ancora mettere il paziente in
decubito laterale, il che provoca la massima 26etenzione. In caso di grande tensione questa posizione
permette una migliore palpazione.
B4 al livello del collo
Descriveremo unicamente un test delle cartilagini e laponeurosi perifaringea.
Questa zona molto importante poich controlla la faringe, la laringe e la tiroide. Abbiamo visto in anatomia
che essa si articolava con le cervicali e che losso ioide rivestiva un ruolo importante in quanto fungeva da
ammortizzatore e ripartitore delle tensioni, trasmesse dallasse centrale.
Lo ioide e la cartilagine tiroidea sono meccanicamente legate nel fenomeno della voce, in quanto la tiroide
ha bisogno di fissarsi sullo ioide per permettere il gioco delle cartilagine aritenoidi e fare cos vibrare le
corde vocali.
Queste hanno una vibrazione ci circa 20.000 periodi, la quale pu arrivare fino a 36.000 nei soprani pi
dotati.
evidente che ogni perturbazione meccanica a questi livelli potr ripercuotersi sulla voce.
B 41 test globale (fig 112)
- il paziente in decubito supino
- il terapeuta si pone di lato
- porre la mano sinistra sulla fronte del paziente
- prendere lasse viscerale del collo tra tre dita dal lato contro laterale e il pollice dallomolaterale
- fare una rotazione sinistra della testa e contemporaneamente esercitare una trazione verso la destra con il
polpastrello delle dita
- fare dunque una rotazione destra e con il pollice spingere leggermente verso la sinistra
- per una maggiore precisione, si potr prendere lasse del collo tra il pollice e lindice e mobilizzare in
maniera pi segmentaria.
In caso di fissazione lo spostamento su un lato molto limitato di conseguenza il dolore potr essere vivo.

Test delle fasce


molto frequente scatenare un riflesso di tosse, soprattutto al livello tiroide-cricoide, quando si mobilizza il
lato fissato.
Durante questo test, non raro constatare i seguenti fenomeni:
- rumore di sfregamento che pu essere in alcuni casi molto rilevante.
In alcuni pazienti tale rumore completamente banale, non normale quando al rumore si accompagna
dolore soprattutto nella parte retrofaringea e si proietta sulle cervicali.
- un dolore vivo provocato al momento dello stiramento al livello della vertebra cervicale spesso corrisponde
ai sintomi descritti dal paziente.
Non dimentichiamo che lasse viscerale del collo collegato ai tubercoli anteriori delle apofisi trasverse con
dei tratti fibrosi in direzione antero posteriore.
B 42 test dello ioide (fig 113)
Grazie allosso ioide potremo essere informati su diverse strutture: laponeurosi cervicale superficile e
media, laponeurosi perifaringea, la sua relazione con la spina del temporale attraverso il fascio di Riolan, la
sua relazione con la scapola attraverso lomo-ioideo.
Lo ioideo una fibrocartilagine a forma di ferro di cavallo. Questa configurazione che ci distingue
dallanimale ( in questultimo lo ioide molto aperto) ci ha permesso nel corso dellevoluzione di essere
dotati delluso della parola.
Tuttavia non raro trovare delle variazioni di forma, completamente normali, che vanno da uno molto chiuso
come un diapason, comune nelle donne, ad uno molto aperto dove si percepisce la punta dei corni
caratteristica del sesso maschile.
- il paziente in decubito prono
- prendere lo ioide tra il pollice e lindice al livello delle facce laterali
- mobilizzarlo a destra, a sinistra, in avanti e in dietro poi in inclinazione laterale, mettendo un dito nella sua
parte inferiore e lopposto nella sua parte superiore. molto frequente trovare un lato pi alto dellaltro,
spesso a sinistra, se non c grossa tensione si pu essere considerare esso come in condizione di normalit.
- Si prender in seguito tra il pollice e lindice la cartilagine tiroidea e la si mobilizzer rispetto alla tiroide
fig 114

Test delle fasce


b 43 altre cartilagini
- il paziente in decubito supino
- si prender una cartilagine tra il pollice e indice e la si mobilizzer rispetto allaltra
si tester cos la tiroidea rispetto allo ioide e la tiroidea rispetto alla cricoide.
B 5 al livello del cranio
Al livello del cranio il test di mobilit consister in una mobilizzazione del cuoio capelluto rispetto al piano
osseo sottostante.
In condizione di normalit il piano cutaneo scivola sopra il sottostante senza tensione ne dolore. evidente
che questa mobilit pi importante al livello frontale e occipitale. In caso di fissazioni notoriamente dovute
a choc, come abbiamo gi segnalato avremo diverse possibilit:
- una banda fasciale molto tesa e nettamente individualizzabvile, a volte avvertita come una piccola
cordicella che si estende per diversi centimetri. Questo genere di tensioni la maggior parte delle volte
localizzato al livello parieto-temporale.
- Una zona edematosa infiltrata della misura di una moneta di 5 centesimi e che spesso presenta una
depressione al suo centro, costituente il punto di fissazione al periostio. Questa zona molto difficile da
mobilizzare, e sede di dolore paragonabile alla puntura che pu rivelarsi eccessivamente acuto.
- Un vuoto al livello dellosso. Questa situazione si riscontra al livello delle suture e delle ossa vormiane.
Esso appare sotto le dita come una zona depressa come se la fascia fosse stata aspirata dallinterno ancora
una volta la mobilizzazione dei tessuti dolorosa.
C- TEST DELLADDOME
non nostra intenzione descrivere i differenti test dei visceri. Vogliamo semplicemente insistere
sullimportanza della palpazione e dei tessuti di mobilit al livello viscerale.
Se c una zona del corpo dove le tecniche osteopatiche sono una pura applicazione dellanatomia questa
certamente la zona addominale. Per una diagnosi precisa e un trattamento efficace necessario conoscere
lanatomia topografica e palpatoria. I test dascolto sono di una grande utilit per lorientamento diagnostico,
ma non sono sufficienti. Saranno per tanto completati dalla palpazione e dai test di mobilit.
Oltre al fatto che metter in evidenza una zona sensibile o fissata, la palpazione un mezzo per conoscere lo
stato della zona in restrizione rivelata dallascolto.

Test delle fasce


evidente che se avvertiamo sotto le nostre dite dei bozzi, un indurimento, una deformazione, questo deve
farci adottare un atteggiamento di grande riserva e indirizzare il paziente verso uno specialista. Questi
cambiamenti morfologici saranno messi in evidenza da una palpazione precisa e completa.
Il problema che si presenta con laddome legato alla profondit della palpazione e linterposizione delle
diverse strutture; di qui la difficolt di stabilire una diagnosi differenziale. Tuttavia con la pratica e una
perfetta padronanza dellanatomia ci diventa pi facile.
La palpazione, abbiamo detto, deve essere il pi possibile precisa. Seguendo la struttura da palpare dovr a
volte essere profonda e, malgrado la difficolt di interposizione, farsi direttamente sulla zona mirata e non
con una semplice proiezione. Se sappiamo essere pazienti e trovare la giusta direzione, le fasce ci lasceranno
praticamente attraversare, cos si potra palpare senza grossa difficolt un mesentere un muscolo di Treitz o
un rene per via anteriore
Questa palpazione sar direttamente seguita dal test di mobilit dellorgano, del meso o del legamento
testato.
La mobilit viscerale variabile poich segue i segmenti considerati. Questo va da uno stato molto fluidico
per lintestino ad una mobilit pi ristretta per il fegato o i legamenti, se non addirittura una mobilit quasi
nulla per quanto riguarda un muscolo, la fascia di Treitz o un mesentere. Ci nonostante ricordiamoci che
ogni tessuto, qualunque esso sia, dotato di una certa elasticit. dunque questultima che bisogner mettere
in evidenza quando ci si indirizzer ad una zona di mobilit inferiore.
La palpazione e il test di mobilit addominale possono rivelarsi sgradevoli se non addirittura dolorosi.
Tuttavia lapparizione di un dolore vivo deve farci adottare la pi grande riserva. Infatti contrariamente alle
fasce periferiche, che sono la sede di dolori spesso al limite del sopportabile, senza che ci indichi un
problema grave, lo stesso fenomeno al livello viscerale spesso indica un problema grave.
D- CICATRICI ED ADERENZE
d 1) le cicatrici
come abbiamo gi segnalato, alcune cicatrici possono includere nel tessuto cicatriziale corpi estranei che
possono risultare perturbanti nei processi fisiologici e biologici. In oltre, le cicatrici possono essere la sede di
fissazioni o aderenze; esse possono causare sicuramente un cambiamento della visco elasticit dei tessuti e
trascinare un segmento, un organo in disfunzione. dunque testare sistematicamente ogni cicatrice.

Test delle fasce


- oltre al fatto di palpare il tessuto superficiale e il cordone cicatriziale bisogner mobilizzare anche il tessuto
cicatriziale sottostante.
- Con laiuto del polpastrello di uno o due dita mobilizzeremo la zona circostante alla cicatrice in tutti i punti
dello spazio accertandoci di andare in profondit seguendo la sua localizzazione.
In caso di fissazione o di aderenza avvertiremo molto facilmente una briglia pi o meno resistente che
impedisce lo spostamento. Molto spesso la fissazione si svolge in particolar modo su un solo asse.
d 2) le aderenze
Successive alle cicatrici, infezioni o infiammazioni, sono in questi due ultimi casi meno visibili e non
potranno essere messe in evidenza dalla palpazione e dalla mobilit. In linea di massima, le aderenze
risiedono al livello viscerale: piccolo bacino, addome, torace. La dissezione spesso mostra dei punti fibrosi
che si sono stabiliti tra la pleura e il polmone. La difficolt con questa zona che essa non direttamente
accessibile.
C- CASI PARTICOLARI
Un discorso a parte va fatto circa i test di alcuni legamenti, poich la loro patologia molto frequente e
spesso la chiave del successo del trattamento osteopatico. Tali legamenti sono:
- i leg ileo lombari;
- i piccoli e grandi leg sacro ischiatici;
e in misura minore:
- il leg comune vertebrale anteriore;
- il leg cervico-pleurale.

1) i legamenti ilio-lombari (fig 115)


esempio per il leg destro
- il soggetto in piedi gambe divaricate
- il terapeuta dietro il soggetto e a contatto con lui
- e con un braccio passa sotto il braccio sinistro e cinge la parte bassa del torace del paziente

Test delle fasce


- fa scivolare il pollice detsro lungo la parte discendente della cresta iliaca per poi dirigersi in basso e in
avanti al livello dello spazio L4-L5 , cresta iliaca qui entra in contatto con il leg ileo-lombare e ne apprezza
lelasticit.
In alcuni pazienti questo particolarmente deteso e difficilmente percettibile.
Nella maggior parte dei casi teso, della misura di una matita perfettamente individualizzabile e leggermente
sensibile.
In unaltra parte, infine, talmente teso che sembra come se calcificato, difficilmente mobilizzabile e
dunque di una estrema sensibilit.
Per facilitare la palpazione possiamo, se necessario, fare una traslazione sinistra del bacino accompagnata da
una inclinazione destra del tronco se non addirittura associata ad una rotazione destra. Il paziente si appoggia
sul nostro braccio sinistro per essere perfettamente rilassato.
Il test di questo legamento per essere veramente efficace e rivelatore si fa in piedi.
In posizione supina dice poco. Intervenendo soprattutto nella statica, tale legamento ha certamente bisogno
del carico per entrare in azione ed essere dunque testato pi facilmente. Alla dissezione il leg ileo-lombare
appare spesso come una struttura piuttosto circolare della misura di una matita e di un aspetto madreperlato
che traduce i cambiamenti al livello del tessuto connettivo, in seguito a sollecitazioni molto importanti.
2) i piccoli e grandi leg sacro-ischiatici
ricordiamo semplicemente che la loro palpazione si far in decubito prono, poich essi sono la sede di
tensioni grandi che possono farli sentire in alcuni casi come strutture dure. Il piccolo leg pi difficile da
evidenziare, poich ricoperto da un importante massa muscolare. Ricordiamo i loro rapporti con il
piramidale etra loro il nervo sciatico. Infine non dimentichiamo che i leg ischiatici sono in rapporto con la
regione intrapelvica.
3) il leg comune vertebrale anteriore (fig 116)
in caso di patologie lombosacrali spesso utile andare a testare questo legamento
- il paziente in decubito supino e gambe piegate
- il terapeuta si pone lateralmente
- posiziona il polpastrello delle dita di entrambe le mani sulla parte inferiore della linea bianca
- penetra progressivamente e in modo dolce in profondit fino al contatto osseo

Test delle fasce


- realizza uno stiramento longitudinale aprendo in senso opposto le dita di entrambe le mani .
- in modo dolce fa uno stiramento trasversale
la palpazione di questo legamento a volte pu rivelarsi molto doloroso e si accompagna ad una diffusione di
questo dolore a livello lombosacrale o addirittura al livello di un percorso radicolare.
evidente che questo test pu essere applicato solo a pazienti magri con un addome facilmente
comprimibile. E inutile applicarlo su un soggetto pletorico.
Nella donna si applicher molto pi facilmente. Inutile precisare che questa palpazione si fermer alla
biforcazione aortica.
3) i legamenti cervico-pleurici (fig 117)
del numero di tre fissano il diaframma cervico-toracico alla prima costa e alle cervicali. Vanno da dietro in
avanti:
- il leg costo-pleurale
- il leg trasverso-pleurale
- il leg vertebro pleurale
in caso di normalit questi legamenti sono difficilmente individualizzabili. In caso di tensione esii possono
essere percepiti facilmente.
- il paziente in decubito supino
- il terapeuta alla testa del paziente
- per facilitare la palpazione es. a destra:
- sollevare leggermente la testa del paziente con una lateroflessione dx
- con il pollice destro, passando davanti al trapezio, venire al livello della trasversa di D1 dunque del leg
costo-pleurale, poi descrivendo un arco di cerchio da dietro in avanti, cercare di individualizzare gli altri
fasci. Questa palpazione pu essere realizzata da seduti ma sar pi difficile da realizzare per il fatto che le
tensioni fasciali che si avranno. Ricordiamo che il ganglio stellare situato in prossimit del leg costopleurico e che questo ultimo termina in modo bifido, forma che libera il passaggio della radice D1.

Test delle fasce

CRONOLOGIA DEI TEST

Quando dobbiamo testare una zona qualunque del corpo, buona regola seguire una certa cronologia per
ottimizzare le informazioni.
-

prima di tutto bisogna saper osservare e ,come abbiamo gi detto, ci pu rivelarsi molto istruttivo.

In seguito fare il test di motilit che permette a sua volta di rassicurare il soggetto e di entrare ion
contatto con i suoi tessuti.

Poi procedere al test palpatorio e di mobilit.

Ci teniamo a ribadire che sarebbe pericoloso accontentarsi di un solo parametro. La diagnosi osteopatica
deve essere una diagnosi di convergenza, e deve cercare di accomunare il massimo di informazioni cliniche,
radiologiche, biologiche, test dascolto, di mobilit, per poi affermare con il minimo di possibilit di errore
lorigine del dolore del paziente.

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