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lite amministrativa. Un paradosso che rendeva la burocrazia fragile e lo stato, per usare
unaltra metafora dello stesso autore, fin troppo opprimente nella sua capillare presenza ma
spesso introvabile per i cittadini.
3. IL NUOVO SISTEMA AMMINISTRATIVO TRA INNOVAZIONI E RESISTENZE
3.1. Un lungo processo di riforma
Dopo la lunga fase di immobilit che aveva caratterizzato Tamministrazione italiana durante la
Prima Repubblica, molte proposte di riforma hanno occu-pato lagenda legislativa, alcune delle
quali sono andate in porto modificando vari aspetti del sistema (box 8.3). Alla discussione in merito
alle riforme ha contribuito, il caso di ricordarlo, la nascita anche in Italia di una moderna Scienza
dellamministrazione, sviluppatasi con il concorso di politologi, giuristi e sociologi, alcuni dei
quali hanno partecipato direttamente al processo di riforma, con ruoli tecnico-consultivi e talvolta
anche politici.
Non casualmente, il ruolo di ministro per la Funzione pubblica stato co-perto, a partire dal 1994,
da personalit come il politologo Giuliano Urbani, il costituzionalista Franco Bassanini, e
lesperto consigliere di stato Franco Frattini, che hanno legato i propri nomi a importanti leggi di
riforma. Assieme ad altri esperti e politici, come i pi recenti ministri Nicolais e Brunetta, essi
hanno scommesso sulla riforma dello stato, producendo in meno di ventanni cambiamenti
probabilmente pi incisivi rispetto a quelli prodotti nei precedenti centotrentanni di stato
unitario. Qualcuno ha parlato di una fase di riforma permanente Capano 2000, Altri studiosi hanno
enfatizzato le inevitabili resistenze e le difficolt di un processo tuttaltro che concluso.
Torneremo sulle interpretazioni, ancora tutte da sviluppare, di questa fase di riforme, non prima di
averne riportato brevemente le tappe fondamentali, e presentato in dettaglio gli aspetti peculiari e
innovativi dellattuale sistema amministrativo italiano.
BOX 8.3.
Legislazione rilevante in materia di riforma della pubblica amministrazione (1990-2009)
Legge 142 di riorganizzazione del governo locale. Legge 241 in materia di diritto allaccesso ai
documenti, trasparenza e responsabilit degli atti D.lgs. 29: responsabilit dirigenziale e
privatizzazione del pubblico impiego; riorganizzazione dei servizi; istituzione degli Uffici per le
relazioni con il pubblico D.lgs. 77: imposizione del controllo di gestione agli enti locali Legge 127 :
autocertificazione e semplificazione degli atti amministrativi D.lgs. 80: contrattualizzazione della
dirigenza statale
Legge 50: prima legge sulla semplificazione amministrativa. D.lgs. 286 sul controllo di gestione
esteso a tutti i comparti della pubblica amministrazione. D.lgs. 300 e d.lgs. 303 sulla
riorganizzazione ministeriale
Legge 150 sulla funzione di comunicazione esterna di ogni ente pubblico D.lgs. 165: testo unico sul
pubblico impiego Legge 145: disposizioni sulla dirigenza statale
Legge 262: legge sul risparmio (riforma Banca centrale e nuove prerogative di alcune autorit )
Legge 15d.lgs. 150: riforma Brunetta
3.2. Svuotamento dello stato e ristrutturazione amministrativa
Gli interventi successivi al 1992 hanno toccato molti aspetti del sistema ammi-nistrativo. Come
primo punto si deve menzionare il cambiamento strutturale nellamministrazione centrale, che
include una nuova organizzazione interna dei ministeri, degli enti pubblici locali ed economici e delle
agenzie. Il secondo punto riguarda la riforma dell e funzioni amministrative e delle procedure. Un
terzo tema rilevante concerne il nuovo sistema di controlli amministrativi, focalizzati pi
sullefficienza e sulla qualit dei servizi pubblici piuttosto che sul rispetto della regolarit
procedurale. Le reiterate riforme del processo di bilancio e dei suoi criteri informatori in varie
branche dellamministrazione rappresentano un quarto rilevante elemento di cambiamento,
mentre il quinto aspetto da tenere dati da excel in considerazione la riforma del pubblico
impiego, in particolare le novit a livello di dirigenza amministrativa.
Relativamente agli aspetti organizzativi, un mutamento decisivo e giustamente ricordato in molte
analisi stato quello promosso nel 1999 da due decreti legislativi inclusi nel pacchetto di misure
scaturite dalla cosiddetta riforma Bassanini, che riduceva drasticamente a 12 il numero dei
ministeri. La spinta innovativa della riforma stata tuttavia frenata dai provvedimenti di chi
avrebbe dovuto implementare queste decisioni: sia il governo Berlusconi del 2001 che quello Prodi
del 2006 hanno infatti nuovamente aumentato i ministeri, e con essi le spoglie politiche disponibili
(cfr. cap. 5). Lattuale configurazione basata su 14 unit ministeriali, relativa al governo
Berlusconi IV (tab. 8.1), pu essere
TAB.8.1. Le strutture ministeriali nel 2011 (governo Berlusconi IV)
STRUTTURA
GENERALE PRINCIPALI CORPI ORGANIZZATIVI
Presidenza del Consiglio Mista Segreteria generale della presidenza del Consiglio
5 Dipartimenti sotto il controllo del Pdcm e 10 guidati da ministri senza portafoglio
Affari esteri Gerarchica Segretariato generale 8 Direzioni generali
Interni Dipartimentale 5 Dipartimenti
Grazia e giustizia Dipartimentale 4 Dipartimenti
Economia e Finanze Dipartimentale 4 Dipartimenti Agenzie fiscali
Sviluppo economico Mista 4 Dipartimenti
2 Direzioni generali (ex ministero del Commercio estero)
Istruzione, universit e ricerca Dipartimentale 3 Dipartimenti
Lavoro e politiche sociali Gerarchica 13 Direzioni generali Agenzie (Italia Lavorolsfol)
Difesa Gerarchica 10 Direzioni generali
Politiche agricole, alimentari e forestali Ambiente e tutela del territorio Dipartimentale 2
Dipartimenti
10.627 0,3
16.689 0,5
330.548 9,8
132.582 3,9
1.136.229 33,7
688.570 20,4
115.339 3,4
34.145 1,0
589.976 17,5
3.369.490 100,0