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Il vedere e il possedere

di Malte

di Anna Claudia Castiglione

anno accademico 2015/2016


Universit degli Studi di Bologna

I quaderni di Malte Laurids Brigge non pu certo


essere definito un romanzo: al racconto delle
esperienze presenti allio-narrante, si alternano
angosciosi ricordi di infanzia, e a questi, bevi
narrazioni di episodi riguardanti personaggi storici, e
ancora pensieri rivolti a grandi artisti e al loro
rapporto con lopera darte e con il pubblico,
commemorazioni di donne che amarono, per
concludere con la consapevolezza che lamore non
pu esistere.
Questo non-romanzo potrebbe forse essere
avvicinato ai romanzi dello stream of consciousness,
per via di questo narrarsi, raccontarsi, ricordarsi. La
struttura decisamente anomala, dissolta, di
questopera in prosa composta da note e appunti
che sembrano non avere alcun legame logico o
narrativo tra di loro, tuttavia giustificata dallo
scopo che Malte si prefigge: egli vuole imparare a
vedere, e vuole imparare a conoscere non solo ci
che gli presente, la vita propria e quella dei
miserabili di Parigi, o quel che vide nella sua
infanzia, ma anche e soprattutto linvisibile.
Imparando a vedere, Malte, attraverso un processo
metamorfico, vuole stabilire un rapporto di possesso
con le cose.

Chiariamo innanzitutto che col suo vedere, Malte


intende una conoscenza acquisibile attraverso tutti i
sensi - citando dai Quaderni un paio di episodi,
quello della visita agli Schulin: la mamma sente gli
odori con le orecchie, e lincontro con la giovane
cantante a Venezia: mi guardava con la bocca-, ed
unaltra conoscenza, alla quale stato iniziato da
bambino, raggiungibile anchessa attraverso
processi alchemici, che riguarda il mondo dei morti e
degli spiriti: del passato sempre presente.
E a Parigi dunque che Malte decide di imparare a
vedere: osserva e descrive lambiente che lo
circonda, case putride e cadenti, poveri e malati, e
se stesso che tenta di non apparire il povero che , e
di conservare in un modo agonizzante e oppresso
dalla rovina e dalla morte, ancora un po di dignit. Il
giovane racconta anche, brevemente, di s: un
poeta mancato di ventotto anni, ultimo discendente
di una nobile famiglia danese decaduta, soffre per
unoscura malattia causata dallangoscia e dalla
paura. Sentendosi avviato i qualche modo alla fine,
Malte sente il bisogno di vedere, per avviarsi alla
maturazione di una morte che non solo sua ma
anche della sua famiglia. Il processo della fine
stato gi iniziato dal nonno Brigge, e dal padre di
Malte, il capo-caccia di cui si dir in seguito, a
Ulsgaard , la loro avita dimora gi non pi di loro
possesso. Tutto quello che stato, la famiglia, i
possedimenti, le cariche onorifiche, ormai non pi:

a poco a poco si ritira nel mondo dellinvisibile. Malte


non vuole fermare questo processo, ma conservare
ancora un po le immagini di questa dissoluzione,
per giungere egli stesso allinvisibile, pronto a
prender parte ad un mondo completo e armonico.
Cos, pi che sulla descrizione della sua squallida
condizione presente, Malte si sofferma sui ricordi
della sua intensissima infanzia, delle sue esperienze,
della sua iniziazione allocculto. Il primo ricordo
quello della propria casa intrisa di morte: la morte
del nonno paterno, lunga due mesi, e cos rumorosa
che la si ud fin dalla fattoria. Durante la sua lunga
agonia, il vecchio ciambellano Brigge sa che la sua
fine la fine della sua famiglia e della sua
abitazione, e allora vuole, anche per confermare
ancora unultima volta il suo possesso, visitare ogni
giorno tutte le stanze, seguito da servi, camerieri e
cani; e riapre anche la camera chiusa da ventitr
anni, in cui la madre era morta - quasi un ritornare
al grembo materno sicch proprio tutta la casa
piena di morte. Questa fu certo una morte pesante e
difficile per il vecchio Brigge, che non ha potuto n
saputo maturarla. Il nonno oppresso e appesantito
dalla coscienza della morte perch non ha mai visto
in essa una nuova forma di esistenza, ed
schiacciato e reso schiavo dalleccesso di orgoglio,
volont e imperio che aveva tenuto durante la sua
vita. Ed qui il primo e pi importante esempio della
funzione negativa del possesso. Il possedere un

atto di violenza che luomo compie sulle cose, una


violenza che spesso vana e sterile, e sempre
pericolosa.
Gli adulti avvertono di non saper possedere le cose
come vorrebbero: lanima delle cose1; il bambino
invece possiede senza violenza, non desidera per
avidit, e non vuole sfruttarle perch per sua
natura affine alle cose, pertanto riesce a stabilire un
rapporto armonico e quasi intimo con esse. La
posizione del bambino quella, privilegiatissima, di
possedere rimanendo povero, di essere cosa fra le
cose, partecipe della loro anima. In realt la
principale caratteristica delle cose, quella cio di
esser morte, la causa del diverso atteggiamento
delladulto e del bambino nei confronti di esse:
questultimo, pi vicino delladulto al momento della
non-vita, ha una particolare innocenza-conoscenza
che gli permette di maneggiarle senza sentire
lorrore della morte che risiede sotto linvolucro
superficiale. Il possesso violento delladulto causa
invece la rottura di quellinvolucro e la
manifestazione di tali orrori. Ma la maledizione del
possesso ancora pi angosciante al momento del
decesso, della morte pesante come quella del
vecchio Brigge, che non riuscito ad essere cosa
fra le cose: quel peso il peso del proprio io, che
dura come residua, scoria volitiva dellio, refrattaria
alla dissoluzione, estranea alla morte anche

nellistante in cui finisce coinvolta nel possesso della


morte2.
Malte ricorda altre morti oltre a quella del nonno,
che sono per rispetto a questa molto diverse: della
morte della madre dice semplicemente che avvenne
in un momento inopportuno, e di quella della nonna
paterna ricorda di come la donna invecchiando
rimpicciolisse, e che mor indisturbata, in silenzio e
senza disturbare nessuno. Le morti femminili sono
piccole, leggere, ma maturate e porteranno
allAuflsung: la morte del vecchio Brigge invece
pesante, e caricata dei possessi e del peso del
destino.. insomma non prelude allaltra vita. Nei
Quaderni le donne sono definite armselig , misere in
quanto povere, senza cio nulla che possa
ostacolarne la dissoluzione: esse divengono man
mano meno visibili , per prender parte a un invisibile
che comprende entrambe le dimensioni. I morti che
realizzano la dissoluzione non si allontanano del
tutto dal mondo dei vivi: la giovane sorella della
madre, Ingeborg, sempre presente in casa nelle
sue azioni abituali, e come il suo cane cos anche la
sua famiglia, la sente, probabilmente la vede, forse
lha evocata essa stessa, e nessuno in fondo crede
che ella se ne sia realmente andata. Ma la pi
intensa esperienza col mondo dei morti viene vissuta
da Malte nella casa materna, a Urnekloster, dove
trascorre un certo periodo di tempo insieme al
padre. Gi il nome del castello, che significa
convento dellurna, indica un luogo in cui
avvengono operazioni alchemiche, soprattutto quella
della dissoluzione, l Auflsung.

Il nonno Brahe certo la figura pi importante della


famiglia materna: ha avuto una vita intensissima ,
della quale sentir il dovere di scrivere le sue
memorie, e narrare dei suoi incontri con interessanti
personaggi del suo tempo, quello con il conte di
Saint Germain soprattutto. Ha la stessa
dimestichezza e familiarit con morti e vivi e spesso
sconcertante il suo modo di parlare di avvenimenti
passati e futuri come se a lui fossero chiari ed
evidenti nella stessa maniera dei presenti.
Altra figura ricca di interesse quella del cugino
Erik, cieco di un occhio. Egli pu vedere il chiaro
mondo dei vivi come quello tenebroso dei morti e
per questo appare vicino al nonno: loro due sono i
veri veggenti. Malte prova una singolare attrazione
verso di lui.
Vive ancora a Urnekloster un vecchio zio, di cui si
dice che sia un alchimista, ma che di fatto non
dimostra corrispondere alla definizione, nel
momento in cui prova orrore o comunque disagio
quando lo spettro di Christine Brahe attraversa la
sala da pranzo, o per il fatto stesso di usare i suoi
esperimenti sui cadaveri allo scopo di conservali,
non di dissolverli e liberarli. Anche il suo viso
sinistro, sfigurato da tali esperimenti con delle
macchi scure, nonch dai segni evidenti di unet
avanzata, dimostra la sua effettiva estraneit nei
confronti dellalchimia: difatti, lautentico alchimista,
di cui il vecchio Brahe commemorer la grandezza,
leterno giovane conte di Saint Germain.
Ultima componente della famiglia vivente ad
Urnekloster Mathilde Brahe, anchella in contatto
col mondo dei morti: parla sempre di avvenimenti
passati ed in corrispondenza con uno spiritista

austriaco. Ma anche lei evita dimbattersi nello


spirito dellantenata defunta.
Malte e il padre non si trovano affatto a proprio agio
ad Urnekloster e a cena, quando la famiglia si
riunisce - in una sala in cui lurna alchemica si
identifica con lurna funeraria3- essi si incoraggiano
a vicenda. Lapparizione di Christine Brahe, morta
nel dare alla luce un Erik Brahe cui destinata una
tristissima fine, causa ai due Brigge una forte
emozione, mentre il piccolo Erik si mostra gentile e
cortese con lo spettro, aprendogli una porta per farlo
uscire. In questo momento, Erik si identifica con
laltro Erik, il figlio di Christine. Al cuginetto di Malte
destinata una morte precoce, ed egli ne appare
totalmente cosciente. Maturando la propria fine, pu
considerare Christine come la propria madre. La
donna, morta di parto, ha subito la violenza dellatto
di possesso di un uomo, non ha potuto avere la
possibilit di maturare completamente la propria
morte e vaga cos nel castello per compiere la sua
Auflsung. Erik, ad un tempo vivo e morto forse
reincarnazione dellantenato che sub un destino
pauroso e crudele partecipe delle sue nature e,
come il nonno Brahe, un veggente che consente di
vedere: quando Christine vorr vedersi in un ritratto,
egli le porger uno specchio. Lattrazione che Malte
prova verso di lui data dallopposizione dei loro
caratteri: Erik il bambino morto, lesemplare che
non perder mai la sua innocenza, Malte il
bambino destinato a vivere, che dovr subire la
propria natura adulta. Per nel momento in cui
ricorda linfanzia e la vede, Malte uomo, a Parigi,
riesce a riappropriarsi del suo essere bambino, e
ritrovarsi in una situazione triste e pericolosa perch,

narrandosi, si trova a dover riconoscere


dolorosamente in se stesso una specie di mostro,
una creatura ibrida, partorita dalla natura che per
violenza biologica vi ha congiunto due forme
inconciliabili; un bambino e un adulto, ma un solo
corpo, una sola sensibilit e una sola mente, in
conflitto con se stesse tanto da creare senza tregua
ostacoli allesistenza, e la percezione que la vie est
impossible4.
Lapparizione a Urnekloster causa al capocaccia
Brigge il quale non ha mai ammesso lesistenza di
alcunch doscuro, ambiguo e inspiegabile una
forte angoscia. Il vecchio Brahe, che non affatto
turbato della visione, spiega che Christine non
unestranea, ha pieno diritto di trovarsi a
Urnekloster, non solo perch la casa in cui la sua
famiglia ha sempre vissuto, ma anche perch essa
la dimora dei morti viventi, di coloro che hanno
realizzato o stanno realizzando lAuflsung. Il padre
di Malte si sottopone alla prova delle apparizioni
della morta perch esse sono necessarie alla sua
iniziazione al vedere, alla quale per avrebbe gi
dovuto esser stato avvicinato in seguito al
matrimonio con una Brahe e alle manifestazioni di
Ingeborg. Ma questa prova troppo ardua per lui e,
quando si alza inorridito dinanzi allinspiegabile
apparizione, il bicchiere che tiene in mano gli si fa
stranamente pesante. qui bene ricordare che
laggettivo tedesco schwer traduce le parole italiane
pesante e difficile. Al di l di questo caso, il termine
assume una particolare importanza quando usato
nella descrizione della morte del vecchio Brigge,
mentre il suo contrario, leicht, si adatta alle morti

delle donne e dei bambini che realizzano o possono


realizzare l Auflsung.
Ritornando al capocaccia: egli, pur avendo accettato
quella prova, a causa della sua indole
tendenzialmente pragmatica non sembra aver
compreso e tollerato la presenza dellinvisibile ne
mondo dei vivi. Quando muore, in una stanza presa
in affitto, gli viene perforato il cuore secondo le sue
disposizioni testamentarie, affinch abbia la violenta
certezza di essere morto. Vedendo il flutto di sangue
che si libera dal petto del padre, Malte ha la prova
visibile che la vita si ritirata nellinvisibile
improvvisamente, violentemente: la morte
delladulto, delluomo adulto, si rivela inconciliabile
con larmonioso morire la propria morte5.
Le donne e i bambini, di contro, realizzano l
Auflsung serenamente: i pargoli in quanto pi vicini
al momento della nascita, e quindi linizio di una vita
ed anche la morte linizio di una vita, e le donne
perch vivono le loro esistenze pi intensamente. Gli
uomini preferiscono accettare il destino, mostrando
limitatezza e ottusit ottusi si rivelano infatti il
ciambellano Brigge e il suo bisogno di possesso, e il
capocaccia con la sua necessit di certezza ; le
donne, alla continua ricerca di altri cieli, hanno
una maggiore apertura verso il mondo, e in questo
non sono mai degnamente affiancate dagli uomini.
Di questi, solo gli alchimisti come Saint Germain o il
vecchio Brahe sanno maturare la propria morte, e
non un caso che questultimo faccia parte della
famiglia materna di Malte.
La compresenza, o meglio, la sostanziale identit fra
vita e morte cos espressa nei Quaderni: Una
volta si sapeva (o si sospettava, forse), di avere in s

la morte come il frutto ha il nocciolo. Il nocciolo


teleologicamente destinato alla riproduzione della
pianta, cos anche la morte assicura la continuit
dellesistenza terrena. I bambini ne avevano una
piccola in s e gli adulti una grossa, le donna
lavevano in grembo, e gli uomini nel petto. Le si
aveva e questo dava a ciascuno una speciale dignit
e un silenzioso orgoglio.
Ritornando alla sua vita presente, Malte descrive un
ambulatorio in pagine cupe e tristi. Sulle figure dei
sofferenti sovrasta la morte, e poich lambulatorio
non Urnekloster, e i medici non sono alchimisti, qui
essa stonata, disarmonica e orrida. Per i reietti di
Parigi pare non possa esservi una morte leggera
come quella della nonna di Brigge, n la possibilit
di morire in solitudine, come fece il capocaccia. Con
poche ma intense frasi, il giovane racconta della
morte di una ragazza su un tram. Ella stava
morendo, silenziosamente, quasi di nascosto, in
mezzo alla gente stava a poco a poco ritirandosi
nellinvisibile. Ma la madre non glielo aveva
permesso. Quelli che in fondo sono comprensibili
tentativi della donna di mantenere in vita la figlia
appaiono a Malte come fastidiosi ostacoli, come dei
gesti inopportuni e quasi empi verso chi avrebbe
potuto compiere l Auflsung, essendo riuscita a
trovare la solitudine anche tra la folla di un tram.
Per Malte la solitudine uno stato di particolare
importanza per compiere processi alchemici come la
morte, e di grande vantaggio soprattutto se a
compiere tali processi sono gli artisti. Sono
introdotte qui le storie di due grandi che per motivi
opposti videro fallire lo scopo delle proprie opere.

Beethoven ebbe il dono divino di perdere ludito, e,


ci che parrebbe la peggiore delle disgrazie per un
compositore, diviene il privilegio di non subire la
corruzione dei suoni nel mondo, di avere il possesso
incontaminato della musica. Egli si trov un vuoto
che riusc a colmare da solo: fu il creatore del suono
dal silenzio. Per questo la sua creazione e pura e
divina, dovrebbe essere concepita non per gli
uomini, bens per avvolgere la Terra, ed essere
sempre presente ma irraggiungibile e incorruttibile,
come letere. Tuttavia, orecchie indigene se ne sono
impossessate e quella che doveva essere una
luminosa melodia cosmica diviene, nelle sale
dascolto un seme raggiante, e giocano con esso
come puttane, o cade come il seme di Onan fra tutti,
mentre giacciono fra i loro piaceri incompiuti.
Malte mostra poi pi palesemente il suo fallimento
come poeta attraverso la figura di Ibsen; in questo
caso per, il fallimento non dovuto alla corruzione
del pubblico, che indegno di possedere larte, ma
ad un errore dello stesso autore, che tenta di
coniugare lesterno con linterno, di zeigen dinanzi
agli altri6; Malte cita anche se stesso: la tua opera
cercava tra il visibile lequivalente per la visione
interna. Le due estremit che avevi curvato fino a
congiungerle, scattarono via luna dallaltra; la tua
forza pazzesca sfugg dalla verga flessibile, e fu
come se la sua opera non fosse stata. Ibsen
dunque un alchimista che tenta di esprimere
linteriore con lesteriore, di mostrare linvisibile
attraverso il visibile. Cercando di mantenere la sua
solitudine, guarda i passanti dalla finestra perch si
aspetta che essi esprimano la verit. Ma quello che
fu il vero alchimista si richiudeva e sfogliava dentro

da solo. Solo il grande Saint Germain riesce ad


ottenere responsi attraverso tale alchimia, possiede
la verit ma non ne sente il peso, ed per questo la
figura certamente pi positiva del romanzo. Cos ne
parla il vecchio Brigge ad Abelone: Sarebbe potuto
vivere con una verit, quelluomo, se fosse stato
solo. Ma non era affatto cosa semplice star soli con
una compagna del genere. Egli non era tanto privo
di gusto da invitare gente e farsi trovare insieme con
la sua verit; questa non doveva entrare nel
discorso: egli era troppo orientale per tollerarlo.
Adieu, Madame, le diceva veritiero, ad unaltra
volta. Forse fra mille anni si sar pi forti
indisturbati. La sua bellezza solo in sboccio,
Madame, diceva, e non era affatto per pura
cortesia. Poi usciva e fuori preparava per la gente il
suo
parco
riservato,
una
sorta
di
Jardin
dAcclimatation per le specie pi grandi di menzogne
che fra noi non si erano ancora mai sentite, una
serra per palme di esagerazioni, e una piccola
figuerie di falsi segreti. Gli ospiti vi giungevano da
ogni parte, ed egli andava in giro con fibbie di
diamanti sulle calzature, tutto dedito agli invitati.
Unesistenza superficiale, no? Ma in fondo era una
forma di cavalleria verso la sua dama, e in questo
modo egli riusc a conservarsi piuttosto bene. Il
conte di Saint Germain presentato in unaltra
immagine gentile, mentre scherza con il ciambellano
Brigge bambino in braccio. Lalchimista dunque
una persona estremamente affabile e piacevole,
leicht, nonostante la sua grandezza. Anche le donne
che fabbricarono i pizzi che Malte bambino e la
madre svolgono con emozione dovevano essere
piccole e leicht: sono riuscite a zeigen lesterno con

linterno, e sono esse stesse dentro il pizzo, cos il


pizzo le possiede ed esse possiedono il pizzo; in
questo mutuo possesso riescono ad essere cose tra
le cose, strumento cieco e puro della loro arte.
Il rapporto di possesso che luomo ha da secoli con
le cose pu per non essere sempre cos armonioso,
ma violento e malvagio. Le cose, avendo conosciuto
il comportamento umano, lo acquisiscono per
diventare anchesse insoddisfatte e vulnerabili,
oscene e curiose. necessario qui citare Malte
stesso: Ora le cose vedono questo gi da secoli.
Non c da stupire che sono guastate, se perdono
gusto al loro scopo naturale e silenzioso, e
vorrebbero sfruttare lesistenza cos come la vedono
sfruttata intorno a s. Fanno tentativi di sottrarsi al
loro uso, divengono svogliate e trascurate, e la
gente non si meraviglia affatto se le coglie in una
sregolatezza. Ma la disarmonia delle cose, riflesso di
quella umana, finisce per confondere e turbare
profondamente
luomo
solitario
che
vuole
raccogliere se stesso. Malte vittima del coperchio
di un barattolo che, non volendo stare al proprio
posto, rotola sul pavimento nellappartamento vicino
al suo, occupato da uno studente, e sconvolge con il
suo sgradevole rumore i pensieri del giovane. Malte
crede che nasca una sorta di simpatia fra vicini,
tanto che si trova anche a dover sostenere e
incoraggiare lo studente attraverso il muro. Il silenzio
che in seguito regner nellappartamento accanto gli
far per capire che il giovane ha trovato una certa
serenit, e larmonia ritornata tra le cose della sua
casa mentre egli si sfoga tra le braccia della madre.
Malte da piccolo ha per avuto una ben pi triste
esperienza, trovandosi non gi nella situazione di

non possedere e controllare le cose, ma in quella pi


drammatica di non possedere neanche se stesso:
avendo scoperto delle maschere in un vecchio
armadio il significato mitico della marionetta e
della maschera quello della morte - , egli le ha
indossate, e si guardato allo specchio. Pi cambia i
travestimenti e pi si guarda, Malte ha lenorme
soddisfazione di essere sempre se stesso, ed
orgoglioso di questa certezza di possedersi. Ma la
caduta di alcuni oggetti che per vendicarsi e per
punire la vanit di Malte da immobili sono divenuti
capaci di muoversi, causa la rottura di questo
possesso. Malte ritorna a guardarsi allo specchio, ma
adesso le parti si sono scambiate: limmagine
speculare la realt e Malte il riflesso di essa:
Fissavo quel grande, terribile sconosciuto dinanzi a
me,e mi pareva mostruoso essere solo con lui. Ma
nellistante stesso in cui pensavo ci, giunse
lestremo: persi conoscenza e semplicemente cessai
di esistere. Per un secondo ebbi un indescrivibile,
doloroso e vano desiderio di me, poi fu soltanto pi
lui, non ci fu nulla fuori di lui. Mi precipitai fuori. Ma
adesso era lo specchio che correva. Urt contro
tutto, non conoscendo la casa. Non sapeva dove
andasse.. Ero privo di sensi e giacevo l come un
pezzo fra tutti quei panni, proprio come un pezzo.
Ricordando questepisodio, Malte pu rendersi conto,
da adulto, non soltanto della vendetta del possesso,
ma anche che losceno timore provato da bambino,
ladulto timore della morte. Egli ha visto e sentito
la morte ma stato anche cosa fra le cose, ha
ottenuto di vivere questo privilegio: La descrizione
della rivincita dello specchio sul piccolo Malte
unesatta forma in cavo della situazione di grazia

che sta al termine dellapprendistato: unesatta


forma in cavo del divenire strumento cieco e puro
della forza che detta, che costringe, che pi
forte, che fa del poeta il vero specchio a solo a
solo con essa; che fa cessare di esistere come
uomo diverso dalle cose per trasformare in cosa
uguale a tutte le cose6.
La paura della morte negli adulti espressa nelle
pagine che riguardano la visita agli Schulin, famiglia
di tradizioni matriarcali. Il loro castello era stato in
parte distrutto da un incendio, e quando i Brigge vi
giungono, vagano proprio nellala incendiata, in
quella invisibile, la cui esistenza soprattutto Malte e
la madre percepiscono. Ma il momento pi
significativo quello in cui gli Schulin sentono odor
di bruciato e vengono presi da uninspiegabile
angoscia. La vecchia Schulin sente con le orecchie
un odore che dovrebbe invece vedere: la morte gi
manifestatasi con laver reso invisibile parte del
castello, che sempre presente ed evidente alla
famiglia che probabilmente tra non molto perder
quello che ancora in suo possesso, per poter infine
non far pi parte del mondo di ci che visibile.
Unaltra esperienza di perdita di possesso dolorosa
ma liberatoria quella delle amanti abbandonate
che non hanno pi o non hanno in realt mai avuto
un uomo. Malte ci da un lungo elenco di queste
donne
che
mentre
invocavano
luomo
lo
superavano: Gaspara Stampa e la Portoghese,
Saffo, Bettina Brentano di cui egli legge ad Abelone
le lettere senza le risposte e molte altre. Le donne
sono quasi per loro natura portate a soffrire per
amore: Questo accade, io credo, perch sono
stanche, per secoli hanno eseguito loro tutto

lamore, hanno sempre recitato lintero dialogo, le


due parti insieme. Luomo ha solo ripetuto male. E
ha reso loro difficile imparare la parte con la sua
distrazione, con la sua negligenza. E, ciononostante,
costoro hanno perseverato e sono cresciute in amore
e in miseria. Saffo in particolare, pare essere eretta
a simbolo stesso dellamore inteso come un divenire
di perdite di possesso: Ella dallalto del suo agire
levava la lamentazione non su quelluno che lasci
aperto il suo abbraccio, ma sul non pi possibile che
era cresciuto fino al suo amore; in tali altri addii, il
suo cuore diveniva natura.
Ma Bettina Brentano, la poetessa pi vicina
allesperienza di Malte: la promessa ancor sempre
si adempie, quel libro, non so quando, capitato fra
i miei libri, fra quei pochi libri da cui non mi separo.
Ora si apre anche per me nei punti esatti che voglio
e quando leggo resta indeciso se io pensi a Bettina o
ad Abelone. No, Bettina divenuta pi reale in me;
Abelone, quella che ho conosciuto, fu come una
preparazione di lei, e ora mi si dischiusa in Bettina
come nella propria involontaria essenza. Poich
quella strana Bettina con tutte le sue lettere ha dato
spazio, figura colma di spazio. Fin da principio si
cos diffusa nel tutto come se fosse dopo la sua
morte.
Ovunque,

penetrata
lontanissimo
nellessere, appartenendo ad esso, e ci che
accadeva a lei era eterno nella natura; l ella si
riconosceva e se ne distaccava quasi dolorosamente;
faticosamente reindovinava se stessa come se
prendesse da tradizioni antiche, si evocava come
uno spirito e si faceva durare.
Giungiamo allora, attraverso Bettina, allamore di
Malte per Abelone. La giovane zia dapprima

menzionata solo con pochi accenni, e a Malte


bambino era quasi antipatica. Abelone sapeva
cantare, ma non sapeva raccontare; era una ragazza
schiva e semplice, e non si era sposata perch non
cera nessuno. La fanciulla ha per una ricca vita
interiore, piena di emozionanti avvenimenti e proprio
il suo modo di vivere silenziosamente la propria
passionalit, la rende pi bella; la dote pi grande di
Abelone quella di possedere dentro di s una
musica forte, irremovibile che porta Malte in altri
cieli. Ella appare volutamente indifferente, cosa tra
le cose: pochi sembrano accorgersi di lei,
probabilmente solo Malte e il vecchio Brahe. Questi,
chiamandola a scrivere sotto dettatura le proprie
memorie, la inizia ad occulte conoscenze, parlandole
e mostrandole lAlchimista. Per quando Abelone
dice che ha visto Saint Germain, non chiaro se il
padre glielo ha mostrato nella luce delle candele o
se ha voluto invece farle ricordare di averlo visto,
incontrato in unaltra vita quella di Julie Reventlow.
Infatti, il dolore che ella dice di sentire alle mani non
pu essere stato causato dal dito di Brahe ma forse
dalle stimmate che Julie Reventlow ricevette come
segno dellamore corrisposto di Cristo. Ma Abelone
non cerca un amore che possa essere corrisposto e
soddisfatto per questo non vuole leggere la
risposta di Goethe a Bettina - non cerca lamorepossesso: cos, loggetto del suo amore devessere
ci che mai pu essere posseduto: Dio. per questo
che Malte parla poco della sua prima storia damore
e preferisce ricordare Abelone mentre legge la
lettera della Brentano, e la evoca narrando del suo
incontro a Venezia con una giovane che canta: Oh,
fra le braccia le persi tutte / tu sola, tu

continuamente rinasci / perch mai ti trattenni, io ti


tendo. Ma quando Abelone viene identificata nella
Dame la licorne che tiene lo specchio, ci appare
ancor pi chiaramente come veggente che fa
vedere, e ripropone, mostrando sulla superficie
convessa dello specchio, lunicorno che le accanto,
il problema dellamore come desiderio insoddisfatto
di possedere e non essere posseduto.7
Malte
ragazzo ama in Abelone tutte le donne e, quando la
giovane legge le lettere della Brentano, appare
chiaro che dovr soffrire lesperienza comune a tutte
le donne.
Alla fine del romanzo, Malte, senza riconoscere la
propria colpa di aver deluso e abbandonato Abelone
come fecero gli amanti infedeli delle poetesse, fa
sua la scoperta del figliol prodigo. Questi, ritornato
alla casa paterna, scongiura i familiari di non amarlo.
E questi, incitandosi lun laltro a mostrargli affetto,
si allontanano sempre maggiormente dalla verit:
lamore intransitivo, non pu mai avere un
oggetto, e lo stesso Dio una direzione dellamore.
con questa ultima sconfitta che Malte termina i
suoi appunti: alla morte della famiglia, alla rovina
della gente, alla negazione del possesso delle cose e
degli uomini, si aggiunge la scoperta del fallimento
di ogni tentativo di amare. Queste conclusioni non
portano per alla negazione della pi piccola
possibilit di vita; leggendo questo scritto, come
Rilke stesso controcorrente suggerisce, per evitare
funeste influenze sui giovani, nel fondo di questo
Vaso di Pandora che sono i Quaderni, resta la
speranza, la quasi certezza della morte intesa non
come rinascita, ma come liberazione e continuazione
della vita.

NOTE:
Nn. 1, 2, 3, 4, 5 : F. Jesi, Esoterismo e linguaggio
mitologico. Studi su Rainer Maria Rilke , D'Anna,
Firenze 1976
N. 6 : F. Jesi, Rilke, La nuova Italia, Firenze 1974
N. 7 : Limmagine dellunicorno il simbolo del
mercurio alchemico, elemento determinante
nell Auflsung, ma anche simbolo della
verginit che, riflettendo eternamente se stessa,
elude il possesso. La stessa immagine acquisisce
per un ulteriore significato, se si sottolinea un
altro aspetto simbolico dellunicorno: quello di
simbolo fallico. Secondo un allegoresi sia araba
che cristiana medievale, riflettere la propria
immagine nello specchio rinvia allunione con il
sovrasensibile: limmagine dellunicorno che si
specchia nell anima della donna, diventa
simbolica sublimazione delleros e dunque suo
completo asservimento.
M. Cottone, Il tema
della metempsicosi e la mistica negativa del
possesso nelle "Aufzeichnungen des Malte
Laurids Brigge" e nel Nachlass des Grafen C. W.
di R. M. Rilke.

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