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Il farmaco principale utilizzato nel trattamento endocrinologico del carcinoma mammario stato per molti anni,
ed per molti versi tuttora, il tamoxifen.. Sempre nuove evidenze cliniche stanno per imponendo gli inibitori
dell'aromatasi (in particolare quelli di nuova generazione) come farmaci ormonoterapici del futuro,
potenzialmente anche in chiave preventiva.
evidenziato che la somministrazione per alcuni mesi di anastrozolo, letrozolo o exemestane in grado di
determinare riduzioni del volume tumorale superiori a quelle ottenibili con tamoxifen, consentendo nella gran
parte dei casi il ricorso ad una terapia chirurgica conservativa.
Gli inibitori dell'aromatasi possono anche provocare un aumento del colesterolo totale ed HDL. Ulteriori studi
sono per necessari per chiarire il significato clinico di tali modificazioni del quadro lipidico.
Conclusioni
Gli inibitori dell'aromatasi hanno dimostrato una elevata efficacia nel trattamento (terapia neoadiuvante, terapia
adiuvante, terapia di prima e seconda linea del carcinoma avanzato) delle neoplasie mammarie con recettori
estrogenaci positivi, in donne in postmenopausa. La loro buona tollerabilit li rende farmaci discretamente
maneggevoli ed adatti, almeno per quanto fino ad oggi noto, a trattamenti prolungati.
BIBLIOGRAFIA
I.E. Smith et al.: "Aromatase Inhibitors in Breast Cancer", N Engl J Med 2003; 348:24312442.
P.E. Goss et al. " Aromatase Inhibitors in the Treatment and Prevention of Breast Cancer", J
Clin Oncol 2001; 19: 881-894.
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