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GLI SRG PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO ED IL

CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI IN MURATURA:


NUOVE SPERIMENTAZIONI E NUOVE
APPLICAZIONI
Antonio Borria, Giulio Castoria, Marco Corradia,
Andrea Grazinia, Andrea Giannantonib, Emanuela Speranzinia
a

Dip. di Ingegneria Civile e Ambientale, Facolt di Ingegneria, Universit di Perugia


b
Libero professionista

ABSTRACT
Larticolo illustra una serie di esperienze condotte recentemente con i compositi SRP/SRG,
finalizzate allimpiego di questa nuova tipologia di compositi nel settore del consolidamento e
del miglioramento sismico degli edifici esistenti in muratura.
Le sperimentazioni eseguite hanno riguardato travi-cordolo in muratura armata, nastrature
pretensionate applicate per cerchiature di edifici, rinforzi di archi e volte e per il ripristino
della geometri di una volta depressa. Viene infine illustrata una nuova tecnica di rinforzo di
murature verticali che utilizza i trefoli degli SRG sia come armature dei giunti di malta che
come collegamento tra i diversi elementi murari.
PAROLE CHIAVE: SRG, Materiali compositi, Muratura armata
1. INTRODUZIONE
Nello scenario delle applicazioni dei materiali compositi agli edifici esistenti in muratura si
affacciata recentemente una nuova generazione di materiali compositi: gli SRP e gli SRG. La
possibilit di impiegare tali materiali, realizzati con fili di acciaio ad alta resistenza intrecciati
a formare corde immerse in una resina epossidica o in una matrice cementizia per interventi di
consolidamento, muove dallidea di abbinare ai tradizionali vantaggi propri dei materiali
compositi (facilit di applicazione, bassa invasivit, ridotti tempi dintervento, ecc.), le
capacit prestazionali di un materiale che, facendo dellacciaio il proprio elemento di rinforzo,
consente la realizzazione di interventi di rinforzo in tutto e per tutto analoghi a quelli
realizzati con gli FRP, ma con costi pi contenuti, e con la possibilit di incrementare la
duttilit dellelemento rinforzato in misura maggiore a quanto non si ottenga con rinforzi in
vetro o carbonio.
Da considerare poi il vantaggio, nellipotesi di impiego degli SRG (quelli cio nei quali si usa
malta cementizia), di ovviare ai problemi di resistenza al fuoco e di posa in opera che talvolta
penalizzano i materiali a matrice polimerica.
Molte sono state le prove sperimentali eseguite dagli autori riguardanti limpiego di questa
nuova tipologia di compositi nel consolidamento e miglioramento sismico. Allo stato attuale,
tutte hanno confermato lefficacia di questo tipo di applicazione, come anche la possibilit di
un utilizzo combinato di tali materiali con dispositivi di ancoraggio e di pretensionamento
derivati dalla comune carpenteria metallica.

Nel presente lavoro vengono riassunte alcune delle esperienze condotte pi recentemente e
vengono presentate alcune nuove sperimentazioni.
2. CORDOLI DI SOMMIT
Un cordolo di sommit realizzato in muratura armata con materiali compositi (moderna
evoluzione della muratura armata gi proposta da Giuffr e Cangi negli anni 80) rappresenta
una soluzione particolarmente affine con la muratura sottostante e capace di assolvere, con
pesi ridotti, alle stesse funzioni dei classici cordoli in calcestruzzo armato, coniugando le
eccellenti caratteristiche resistenti in compressione del laterizio con le ottime caratteristiche
prestazionali dei compositi.
Negli ultimi decenni, con il fine di migliorare il comportamento meccanico di un edificio in
muratura soggetto alle azioni sismiche, si fatto ampiamente ricorso allutilizzo di cordoli in
calcestruzzo armato, con effetti per che sono stati anche molto negativi, come i sismi pi
recenti hanno dimostrato.
In anni recenti stata condotta dagli autori una ricerca sperimentale che aveva come fine
quello di proporre cordoli in muratura armata con i materiali compositi, che, grazie al loro
modesto peso e alla elevata resistenza, possono rappresentare una soluzione innovativa per
migliorare le propriet meccaniche delle strutture sommitali di cordolatura.
Le sperimentazioni pi recenti hanno riguardato alcuni elementi della lunghezza di 4 metri e
dimensione in sezione pari a 380x180 mm, realizzati mediante la sovrapposizione di tre strati
di mattoni semipieni alternati a tre strati di materiale SRG tipo 3X2 a media densit immerso
in due diverse tipologie di matrici cementizia (standard e bicomponente).

Figura 1. Trave in laterizio lamellare, costituita da elementi semipieni, malta cementizia e trefoli UHTSS.

Tre campioni sono stati sottoposti a prova di rottura su quattro punti per carichi applicati nelle
due diverse direzioni di rigidezza, mostrando ottime capacit portanti. Si riporta a titolo di
esempio il grafico carico abbassamento per uno dei campioni testati (Fig. 2).

Figura 2. Diagramma carico-spostamento per la trave di Fig.1 sottoposta a prova di flessione su quattro punti.

Altri due campioni sono stati sottoposti a prove cicliche tali da mettere in evidenza la
capacit dissipativi di questi elementi. Come mostrato nel grafico seguente (Fig. 3), relativo
ad una prova di carico ciclica realizzata su uno dei campioni con carico pari al 30% del carico
di rottura e cicli di applicazione di 2 minuti, la trave mostra un ciclo di isteresi
particolarmente marcato in grado quindi di dissipare energia senza danneggiarsi
significativamente.

Figura 3. Grafico carico abbassamento per una trave in muratura ed SRG soggetta a carichi ciclici.

Per quanto riguarda il comportamento sotto carichi di lunga durata stato realizzato un
ulteriore campione, che stato lasciato sotto un carico costante uniformemente distribuito pari
a circa il 20% del carico di rottura e misurandone nel tempo gli abbassamenti in mezzeria. La
prova di carico, ancora in corso, ha indicato come landamento degli abbassamenti sia del
tutto analogo a quello atteso per una analoga trave in calcestruzzo armato.

Abbassamenti prova di lungo termine


0
-1 0

20

40

60

80

100

120

abbassamenti (mm)

-2
-3
-4
LATLAM

-5

CLS

-6
-7
-8
-9
-10
giorni

Figura 4. Abbassamenti in mezzeria di una trave in laterizio lamellare lasciata sotto carico.

3. CERCHIATURE PRETENSIONATE
3.1.

Introduzione

Il meccanismo di collasso che pi frequentemente si presenta in edifici in muratura soggetti


ad un sisma quello del ribaltamento di pareti murarie che si licenziano rispetto a quelle
ortogonali, quando non ben collegate ad esse e non trattenute da altri elementi (catene o travi
di solai).
Lintervento con una cinturazione capace di impedire con grande efficacia e semplicit
linnesco del meccanismo, agendo in un duplice modo: da un lato come incatenamento della
parete che tende a ribaltare, dallaltro come rinforzo flessionale della parete stessa, che
diventa, nella porzione rinforzata, una trave in muratura armata con FRP/SRG . La
possibilit di una cerchiatura completa (caso di edifici isolati) rappresenta indubbiamente il
caso pi favorevole; con opportuni ancoraggi e qualche accorgimento lintervento pu essere
applicato e mantiene la sua efficacia anche in situazioni pi articolate (edifici a schiera, in
aggregato, etc).
Prima di effettuare una cinturazione su un edificio reale sono state condotte varie
sperimentazioni sia per la caratterizzazione dei materiali SRG utilizzati sia per indagare sulla
efficacia di un sistema di ancoraggio del nastro e di un sistema di pretensionamento dello
stesso, ottenuti con una semplice carpenteria metallica. Per brevit si rinvia a precedenti
articoli per una loro descrizione, come anche per interventi di cerchiatura completa di edifici.
3.2.

Gli archi del teatro romano di Spoleto

Si tratta di una sperimentazione eseguita per la messa in sicurezza di alcuni archi nel Teatro
romano di Spoleto (DL Arch. Bruno Gori).
La struttura consiste in un porticato realizzato nel XVIII sec. come ampliamento e
collegamento di due porticati pre-esistenti, delimitanti il cortile dellex-Monastero del
Palazzo. Tale porticato risulta costituito da una successione di sette archi in muratura disposti
in pianta secondo landamento ellittico dei anfiteatri romani. Tale disposizione planimetrica
peraltro motivata dal fatto che gli edifici realizzati nel corso dei secoli in questa zona si sono
sviluppati sulle rovine di un preesistente Anfiteatro Romano risalente al II sec. d.C.,
conservandone globalmente landamento planimetrico originario.

Figura 5. Gli archi oggetto dellintervento di messa in sicurezza.

Gli archi sono a tutto sesto e sono costruiti con mattoni pieni in pietra naturale, aventi le
stesse dimensioni dei conci utilizzati per la realizzazione dei piedritti (7x15.5x31 cm),
disposti in modo tale che ogni arco abbia spessore 15.5 cm e profondit di 48 cm. Ogni arco,
di luce di circa 300 cm, realizzato con 65 conci, ad eccezione del quarto arco che,
presentando una luce maggiore pari a 331 cm, costituito da 69 elementi.
Lintervento di rinforzo e messa in sicurezza stato eseguito mediante lapplicazione di nastri
in SRG che verranno poi riutilizzati completamente nellintervento definitivo (questa la
particolarit pi significativa dellintervento), quando verr realizzato un piano al di sopra
delle arcate in oggetto.
I rinforzi sono stati ancorati ai piedritti con piastre metalliche e tramite lausilio di un apposito
dispositivo di pretensionamento sono stati posti in leggera trazione, con la finalit qui non
tanto di fornire agli archi un adeguato stato di compressione (comunque utile alla stabilit dei
manufatti almeno fino a quando non verranno caricati con le murature sovrastanti) bens cos
di ottenere un presidio attivo, importante soprattutto per poter contare da subito sul
coinvolgimento delle fibre.
I nastri utilizzati nellintervento su un singolo arco sono complessivamente cinque: due di
lunghezza 220 cm fissati tra una piastra allimposta e la piastra del sistema centrale, due di
lunghezza 180 cm ancorati tra la seconda piastra di imposta e la piastra intermedia ed un
nastro di 115 cm, di collegamento tra la piastra intermedia e quella centrale. Dopo la tesatura
stato ancorato alla piastra e quindi opportunamente tagliato.

Figura 6. Tensionamento dei trefoli UHTSS per la messa in sicurezza degli archi.

Figura 7. Estradosso dellarco a intervento terminato.

3.3.

Le volte di Palazzo Jacobilli in Foligno (citare Ing. Fabrizio Menest)

Palazzo Jacobilli, posto nel centro storico di Foligno, stato seriamente danneggiato dagli
eventi sismici del 1997, con aggravio di una situazione statica che in alcune sue componenti
appariva gi da tempo precaria, anche a seguito di antichi eventi traumatici. Lanalisi del
degrado statico ha evidenziato infatti vari tipi di patologie afferenti lossatura principale
delledificio. In questa sede vengono messe in evidenza quelle riguardanti due volte a
padiglione per le quali si deciso di intervenire con materiali compositi in fibra dacciaio (DL
Ing. Fabrizio Menest).
.Le volte in questione sono ubicate in corrispondenza del primo livello delledifico, fungendo
da copertura rispettivamente per la Sala del Sacrificio e per la Sala della Musica.
Entrambe presentano una geometria a padiglione classica e sono state realizzate con
apparecchio di mattoni a coltello. La lettura del quadro fessurativo ha evidenziato una forte
asimmetria con concentrazione delle lesioni in corrispondenza della parete di facciata.
Le deformazioni di allungamento con apertura di lesioni nelle unghie in corrispondenza della
parete di facciata, trovano riscontri anche allesterno, ove si notano lesioni in corrispondenza
del paramento murario.
La volta della Sala della Musica presentava inoltre unampia e significativa depressione,
sempre in prossimit della parete di facciata, attribuibile, probabilmente, ai lavori di
ampliamento eseguiti in corrispondenza di tale sezione delledificio nel XVIII secolo.
In entrambi gli interventi, tramite lausilio di un apposito sistema di monitoraggio stato
possibile registrare gli spostamenti in chiave e alle reni manifestati dalla volta a seguito del
carico di presollecitazione indotto dalla tesatura del rinforzo.
Per la Sala del Sacrificio, dopo aver provveduto alla messa in sicurezza della struttura tramite
lallestimento di un apposito ponteggio, si proceduto alla rimozione del pavimento e del
sottostante rinfianco.
Lintervento ha previsto nel caso specifico lapplicazione di due ordini di rinforzo: due
trasversali ed uno longitudinale. I rinforzi trasversali sono chiamati a raccogliere la spinta
orizzontale gravante sulla parete di facciata, mentre il rinforzo longitudinale viene ad
esplicare prevalentemente una funzione di raccordo. Ciascun rinforzo stato realizzato
tramite una coppia di nastri in fibra dacciaio di larghezza pari a 10 cm. Per entrambi i nastri
una delle due estremit stata vincolata alla piastra dancoraggio presente allimposta, mentre
laltra stata serrata alle piastre del dispositivo di tiro.
Mediante lausilio di una chiave dinamometrica ciascun nastro di rinforzo stato messo in
tensione, conferendo un carico di circa 4000 N. La scelta dellentit del pretensionamento
giustificata dalla volont di realizzare, come detto, un intervento di presidio attivo, piuttosto
che assegnare una precompressione di rilievo alla struttura. Terminata la fase di tiro, il nastro

stato bloccato mediante una contropiastra metallica analoga alle precedenti. Dopodich il
dispositivo di tiro stato rimosso.
Tramite lausilio di flessimetri, durante lesecuzione dellintervento sono stati monitorati gli
spostamenti subiti da parte della volta.

Figura 8. Sala del sacrificio: intervento ultimato.

Nella Sala della Musica lintervento di rinforzo ha visto lapplicazione di due ordini di
nastratura: quattro rinforzi trasversali ed un rinforzo longitudinale. In questo caso si cercato,
sempre con lutilizzo dei nastri SRG, di ripristinarne la configurazione geometrica
compromessa in corrispondenza di una zona depressa. Sfruttando il fatto che il nastro teso
tende a disporsi secondo la corda delloriginario andamento geometrico della volta, il
collegamento, realizzato tramite piastrine metalliche fissate allestradosso della volta tramite
perfori, del rinforzo con la compagine muraria in corrispondenza della zona depressa ha
permesso di generare le sollecitazioni radiali atte a favorire il recupero della depressione.
Infatti, nel momento in cui stato teso, il rinforzo ha sollevato la depressione ripristinando
(parzialmente) la geometria originaria. Anche qui, durante lesecuzione dellintervento,
tramite lausilio di flessimetri sono stati monitorati gli spostamenti subiti dalla volta.

COLLEGAMENTI METALLICI
VOLTA
RINFORZO

F F

F F

a)
Figura 9. a) principio di funzionamento, b) tensionamento del nastro mediante chiave dinamometrica.

b)

a)

b)

Figura 10. a) bloccaggio del nastro mediante contropiastre, b) Sala della Musica: intervento ultimato.

Data la modesta entit della pretensione non si ottenuto un completo ripristino della forma
geometrica originaria della volta, ma non era questo lobiettivo proposto bens quello di
rinforzare la volta in questione, facendo in modo che i nastri applicati sulla zona depressa, che
viene cos appesa ai trefoli, in caso di sisma applichino una azione che tende a ripristinare la
forma geometrica corretta e non a far progredire il dissesto.
4. ELEMENTI DIMOSTRATIVI DELLA INNOVAZIONE NEL LATERIZIO ARMATO
Per evidenziare le potenzialit che questi nuovi materiali hanno nel settore delle strutture
murarie, sono stati ideati e realizzati, in tempi successivi, due elementi in muratura armata,
dimostratori concreti di questa possibile innovazione.
Il primo, presentato al SAIE del 2006, consiste in un arco in muratura che risulta incastrato ad
un estremo e libero allaltro (denominato Arcus interruptus).
Il secondo una vera e propria scultura in laterizio, chiamata LateroGrifo ed stato
realizzata in occasione della mostra a Roma sulle opere di Eladio Dieste, come omaggio al
grande ingegnere uruguaiano ed anche come suggestione rivolta verso nuove frontiere per
le architetture in laterizio. Costruito in mattoni ed SRG, presenta elementi che sfidano la
statica delle murature: archi che si protendono nel vuoto interrompendosi nellaria senza
contrasti o sostegni; muretti che, come ali, si alzano sicuri verso il cielo.

Figura 11. a) Arcus interruptus b) Laterogrifo.

5. RETICOLATUS: un nuovo sistema di rinforzo delle murature storiche


Il sistema Reticolatus (ideato e brevettato dalla Unilab srl, spin-off dellUniversit di
Perugia) pu essere utilizzato sia a livello locale, ovvero per singoli pannelli murari di edifici

esistenti (come anche per mura di cinta quali, ad es., le mura urbiche di una citt), sia a livello
globale, ovvero come sistema di rinforzo di una costruzione in muratura nel suo
comportamento di insieme, con particolare, anche se non esclusivo, riferimento al
comportamento in presenza di sisma.
Mediante questa tecnica possibile rinforzare elementi murari senza limpatto e linvasivit
di altre metodiche, e risulta perci particolarmente indicata per le murature di edifici vincolati
ai sensi della legge di tutela degli edifici e dei manufatti in genere di interesse storico e
architettonico.
Il sistema, in sintesi, costituito da una maglia continua realizzata con trefoli in acciaio
UHTSS , perfettamente inserita nei giunti di malta ed inglobata cos in modo naturale nella
muratura (cio senza intaccare gli elementi lapidei).
Tale tecnica di rinforzo pu essere applicata sia a murature regolari (mattoni di laterizio o
blocchi lavorati) sia a murature irregolari (elementi lapidei naturali di varia forma e
dimensione); comunque per questo secondo caso, nel quale peraltro si ha, in genere, una
maggiore necessit di incrementare le caratteristiche meccaniche della muratura, che la
tecnica proposta presenta un maggiore interesse, dato che le possibilit offerte dalle tecniche
attuali possono avere scarsa (o dubbia) efficacia (ristilatura non armata o iniezioni in murature
poco iniettabili perch compatte) o risultano invasive e inaccettabili dal punto di vista della
conservazione (intonaco armato).
ancoraggio in
sommit

trefoli

trefoli
ancoraggio in sommit

trefoli

collegamento tra le pareti


(continuit del trefolo)

ancoraggio alla
base

ancoraggio alla base

Figura 12. Particolare zona dangolo risvolto e ancoraggio dei trefoli

I miglioramenti conseguibili non risiedono solo in un miglioramento puntuale delle


caratteristiche meccaniche della muratura su cui si interviene. Infatti, lo scheletro armato
della maglia continua inserita nella muratura oltre a rinforzare il pannello murario, va a
collegare tra loro i diversi elementi murari contigui (pannelli ortogonali adiacenti,
orizzontamenti, fondazioni, etc) costituendo quindi un vero e proprio sistema completo di
rinforzo dellintera fabbrica muraria.
Le dimensioni ridotte degli elementi di rinforzo ed il loro agevole inserimento nei giunti di
malta consentono inoltre di realizzare un intervento diffuso che evita nocive e pericolose
concentrazioni di sollecitazioni che si hanno, ad esempio, con limpiego di barre metalliche.
Al fine di indagare sulla efficacia della tecnica di rinforzo precedentemente descritta stata
programmata una serie di sperimentazioni, di cui sono state gi eseguite le prove con
martinetti piatti doppi, che hanno evidenziato un sostanziale incremento della resistenza a
compressione ed un ancor pi rilevante incremento del modulo elastico.
Le prossime sperimentazioni indagheranno sugli incrementi nella resistenza a taglio e a
flessione. Sono previste prove di compressione diagonale in sito, su pannelli non rinforzati e
rinforzati, ed anche prove di carico di pannelli che verranno prima rinforzati, tagliati e poi

ribaltati, disponendoli orizzontalmente, per portarli quindi a rottura sotto lapplicazione di


carichi verticali.
6. STUDI E RICERCHE: Tecnologie innovative per le nuove costruzioni in muratura
Non solo il settore degli edifici esistenti ad essere interessato dalle ricerche basate sulla
nuova tecnologia dei compositi: labbassamento dei costi e la semplicit di realizzazione
rendono competitivo limpiego dei compositi anche nel settore delle nuove costruzioni.
Un esempio concreto costituito da alcune sperimentazioni avviate ed in corso di
realizzazione in collaborazione con ANDIL-Assolaterizi. In Fig. 13 riportato il cosiddetto
pignattone, un elemento in laterizio lamellare costituito da una serie di forati assemblati tra
loro mediante compositi SRG: malta cementizia e rinforzi di fibre di acciaio UHTSS.
La sezione tipo formata da una pignatta (dimensioni 60x25x8 cm), al cui intradosso
vengono disposti gli SRG (malta +rinforzi fibrosi in acciaio ad alta resistenza) che forniscono
la necessaria resistenza a trazione, e, sopra alla pignatta, alcuni elementi forati, anche questi
rinforzati con SRG allintradosso.
Lassemblaggio dei vari elementi conduce ad un monolite (il pignattone) che ha capacit
portante elevata, in grado di sopportare abbondantemente i carichi che in cantiere possono
verificarsi nelle fasi di preparazione del solaio. E cos possibile realizzare un solaio in modo
rapido ed in completa sicurezza, semplicemente affiancando i diversi pignattoni portati in
cantiere gi della luce prevista per il solaio e, dopo aver disposto le tradizionali barre di
acciaio dei travetti, gettare il calcestruzzo senza alcun bisogno di puntellature.

Cassaforma per getto del travetto

Figura 13. Il pignattone realizzato in laterizio lamellare: cassaforma autoportante per solai in latero cemento.

Altre sperimentazioni, anche queste in corso, riguardano elementi (balconi, pannelli verticali,
etc) in muratura a faccia vista, realizzati in stabilimento con la tecnica del latero-composito e
trasportati in cantiere per il successivo montaggio in opera.
Una ulteriore ricerca, ancora nelle fasi iniziali, riguarda la realizzazione di volte in laterizio
lamellare prefabbricate. Realizzare volte di forma particolare richiede lo sviluppo di unopera
di centinatura, la cui progettazione e realizzazione pu rivelarsi ardua ed onerosa quanto la

realizzazione della volta stessa con lo svantaggio poi di poter essere utilizzata solo per quella
forma e dimensione prestabilita (o con poche varianti).
Da qui lidea di realizzare le volte appoggiando su di un opportuno elastomero (inizialmente
sostenuto in posizione orizzontale) vincolato ad un telaio metallico dei trenini di coppie di
mattoni ed SRG. Rilasciando il sostegno del telo in elastomero i trenini, sotto il peso proprio
possono disporsi lungo una forma che pu essere determinata ed assegnata agendo sulle
condizioni di vincolo dellelastomero e sulla sua tensione.
Sono state effettuate delle prime valutazioni numeriche del sistema, che sembra prestarsi bene
a tali realizzazioni, anche se sono ancora sotto svolgimento analisi teoriche e tecnologiche per
leffettiva prototipizzazione del sistema.

Figura 14. Analisi teoriche per la prototipizzazione del sistema.

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