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PETRONIO E IL SATYRICON

SATYRICON LOPERA
E unopera incompleta, scritta in et neroniana. Il titolo sarebbe Satyron libri
pu essere inteso sia come libri satirici (satire, genere in cui lautore esprime
giudizi personali) sia come avventure dei satiri(animali mitologici che
violentano le ninfe). Il titolo appare scritto satiricon ma anche saturae.
Lopera non unica: una serie di racconti nei quali ci si fa beffe di qualcosa,
scritti un in prosa e poesia.
I MODELLI DEL SATYRICON
In generale si afferma che il Satyricon un romanzo, ma si pu dire che nasca
dallincrocio di diversi generi letterari:
- Il romanzo greco erotico
- Poema epico
- Satira menippea
- Satira vera e propria
- Fabula milesia
Fabula milesia: novellla greca che si sviluppa in Ionia (luogo di contatti col
mondo orientale) tra la fine del II e linizio del I secolo a.C. grazie ad Aristide di
mileto. Ci sono spunti dalla tradizione novellistica orale e il narratore in prima
persona si riferisce i fatti narrati. I temi principali sono lamore, il sesso e la
beffa. Il linguaggio realistico e volgare.
Le storielle di genere osceno e magiche narrate nel Satyricon prendono spunto
da qui (Il fanciullino di Pergamo o La matrona di Efeso).
Il romanzo greco: si presenta come un insieme di testi riconducibili allo
stesso genere. Si sviluppa tra il II-I sec. a.C. e il IV sec d.C. Il capolavoro
Dafni e Cloe di Longo sofista. La forma pi diffusa quella del romanzo
erotico, in cui lamore idealizzato. Al centro ci sono una coppia di innamorati,
che vengono separati e giungono al lieto fine dopo numerose peripezie.
Lamore sempre casto, il viaggio e lavventura sono sempre in spazi aperti, il
lieto fine c sempre. La narrazione procede per blocchi giustapposti e non
aveva funzione educativa. I personaggi e le vicende sono sempre stereotipati e
lanalisi psicologica risulta scarsa.
Il Satyricon ne vuole produrre una parodia.
Satira menippea: genere costituito da mescolanza di prosa e poesia con
intento moralistico. Vengono condannati i vizi della societ usando ironia e
sarcasmo. Petronio riprende la forma prosimetrica.
Satira: soprattutto quella oraziana. Petronio riprende la rappresentazione
realistica dei vizi, ma osservati senza intento moralistico.
Poema epico: Petronio usa anche la parodia dei poemi epici quali lodissea,
leneide, e lopera di Lucano, dei quali riprende alcun moduli epici quali lira del
dio, il naufragio e il viaggio.
GENESI DEL ROMANZO GRECO
In generale si concordi che derivi dalla commistione o dall evoluzione di
diversi generi letterari preesistenti ma sono diverse le posizioni degli studiosi
su quali generi:

narrazioni pseudo storiche di viaggi + narrazione erotica dei poeti


ellenistici
- evoluzione della sola storiografia
- commedia ed epistolografia
- origine misterioso fica e religiosa
- evoluzione del genere epico
SATYRICON AMBIENTAZIONE
Il mondo descritto quello variegato dei liberti, le vicende e i personaggi sono
di basa estrazione sociale. I valori tradizionali sono sovvertiti. A dominare su
tutto c la celebrazione della roba, del denaro e della ricchezza. Accanto ai
temi del denaro, del cibo, e del sesso, c spesso il tema della morte.
SATYRICON LA LINGUA
Ogni personaggio ha un linguaggio caratteristico e una cadenza particolare. Il
narratore non esterno e onnisciente ma fa parte del mondo dei liberti.
Petronio usa il sermo popularis ( o sermo vulgaris): lessico e sintassi sono simili
a quelli del tardo latino. La lingua di fondo quella propria dei liberti ma ci sono
anche inserti con stile di pi alto livello con parodie e citazioni della lingua
ufficiale. Numerosi i riferimenti personaggi e polemiche letterarie dellet
neroniana. Con queste citazioni lautore si mette in connessione con il lettore
(che deve essere colto per conoscere i riferimenti)
SATYRICON SCOPO
Non c intento moralistico, la storia serve solo a far ridere. La degradazione
del modello alto il puro divertimento, il piacere di narrare (lust zu fabulieren).
Talvolta Petronio da un giudizio estetico ma mai morale: lascia comunque che si
commenti da solo.
IL REALISMO DI PETRONIO
Petronio: rappresentazione realistica degli ambienti e dei personaggi
socialmente pi bassi del suo tempo ritratti nellamoralit con sorridente
distacco. Il suo realismo non una analisi criticamente fondata della societ
neroniana. Il suo un realismo comico (non c nulla di eroico) e realismo del
distacco. Per Auerbach il limite massimo del realismo antico: le situazioni non
sono schematizzate e convenzionali. Non c una analisi storica.
Moderno: nel realismo ottocentesco vi latteggiamento della problematicit
anche verso personaggi bassi. Reputa la storia una componente inprescindibile.
LE DIFFERENZE CON LA MANIERA OMERICA
Auerbach ne individua tre principali:
- la forma del tutto soggettiva del satiricon
- Omero intecala notizie sulla vita, la nascita e lorigine dei personaggi,
conducendo a un punto saldo di riferimento mentre Petronio ci conduce
con queste notizie al farsi e trasformarsi dei personaggi
- Il satiricon si avvicina al realismo moderno non tanto per largomento ma
per la descrizione precisa.
TESTO LA CONVERSAZIONE DEI LIBERTI
Brevi monologhi in cui Petronio imita il parlato dei ceti basi, la lingua colorita
e popolaresca. Si fronteggiano i temi principali: denaro(divinit laica dei liberti)
e morte(spettro incombente).

TESTO LA MATRONA DI EFESO


Narrata dal colto Eumolpo sulla nave di Lica. E un esempio di fabula milesia. E
un capolavoro di amoralit ma lautore non giudica ne condanna, ride dei vizi
della vita reale. Numerosi i richiami antifrastici alla Didone virgiliana e al
romanzo erotico greco, attraverso larma della parodia letteraria.

TESTO FORTUNATA
Non potui amplius quicquam gustare,
sed conversus ad eum, ut quam
plurima exciperem, longe accersere
fabulas coepi sciscitarique, quae esset
mulier illa quae huc atque illuc
discurreret.
" Vxor, inquit, Trimalchionis, Fortunata
appellatur, quae nummos modio
metitur. Et modo, modo quid fuit?
Ignoscet mihi genius tuus, noluisses de
manu illius panem accipere.
Nunc, nec quid nec quare, in caelum
abiit et Trimalchionis topanta est.
Ad summam, mero meridie si dixerit illi
tenebras esse, credet. Ipse nescit quid
habeat, adeo saplutus est; sed haec
lupatria providet omnia, et ubi non
putes.
Est sicca, sobria, bonorum consiliorum:
tantum auri vides. Est tamen malae
linguae, pica pulvinaris.
Quem amat, amat; quem non amat,
non amat. Ipse Trimalchio fundos habet,
quantum milvi volant, nummorum
nummos. Argentum in ostiarii illius cella
plus iacet, quam quisquam in fortunis
habet.
Familia vero -- babae babae! -- non
mehercules puto decumam partem
esse quae dominum suum noverit.
Ad summam, quemvis ex istis
babaecalis in rutae folium coniciet.
Sed narra mihi, Gai, rogo, Fortunata
quare non recumbit? Quomodo nosti
inquit- illam, Trimalchio nisi argentum
composuerit, nisi reliquias pueris
diviserit, aquam in os suum non
coniciet.

Non riuscii pi a gustarmi niente ma rivolto


verso di lui, per raccogliere pi notizie che
potevo, incominciai a prendere il discorso
alla lontana e a chiedere chi fosse la
donna che correva qua e la.
E la moglie di Trimalchione rispose- si
chiama Fortunata, una che il denaro lo
misura con lo staio. Eppure prima, prima
cosera? Che il tuo genio mi perdoni, dalla
sua mano non avresti voluto ricevere
neanche un tozzo di pane.
Ora, ne perch ne percome, salita alle
stelle ed il tuttofare di Trimalchione.
Insomma, se in pieno mezzogiorno lei dice
che buio pesto, le crede. Lui non sa
neanche quanto ha, tanto straricco; ma
questa sgualdrinella vede tutto prima degli
altri, anche quando uno non se laspetta.
E assennata, economa, di buon senso;
tutto oro quel che vedi. Per una
linguaccia, una gatta da salotto.
Chi ama, ama; chi non ama, non ama. Lui,
Trimalchione, ha poderi per quanto ci
volano i nibbi, e soldi a non finire. Nello
stanzino del suo portinaio c pi
argenteria di quanta nessun altro ne abbia
nel suo patrimonio.
La servit poi capperi!- io credo, per
ercole, che non ce n neanche uno su
dieci che ha visto qualche volta il padrone.
Insomma, uno qualsiasi di questi parassiti
lui potrebbe cacciarlo in una foglia di ruta.
Ma dimmi, Gaio, di grazia,Fortunata perch
non viene a tavola? Come la conosci bene!
Rispose trimalchione. Se non ha messo a
posto tutta largenteria, se non ha
distribuito gli avanzi tra gli schiavi, lei in
bocca non si mette neanche un goccio
dacqua.

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