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DI
vili
BENEDETTO CROCE
LA SPAGNA
BARI
I
GIUS.
LATERZA
& FIGLI
TIPOGKAFI-EDITORI-UBKAI
1017
]]
/
-/
vV
.
PROPRIET LETTEKAKIA
A
KORMA
Vecchi e C.
AD
EUGENIO MELE
AVVERTENZA
Le
ricerche, che
condotte da
scrivere
me
tra
un'ampia
Italia dal
1892 e
storia
il
Senonch, essendo
dell'influsso
il
spagnuolo
in
secolo decimottavo.
da
altri studi,
l'argomento
avessi
pubblicato in
atti
accademici e
o nella
era in
dell'Italia
con
la
il
Seicento che
incompiuta;
feci
ma
of-
mia
qualche
sulla letteratara
ita-
AVVKUTKN/.A
vili
i;
nella
s<;coiiiia
edi-
lavoro
io
liiiianeggiare
niiu
il
l di
vecchio
pubblicazioni
sempre quella
rato, e
che
in
essi
di
si
Italia le
il
loro
fatiche agli
Eugenio Mele,
al cui
me
volsero poi
vecchio amico
intitolato.
B. C.
Introduzione.
brSpagna
e Italia
vissero
o,
come
diceva, la
si
dimora
pivano
liani
come
noi,
la
rie
era
avevano preso
Spagna,
corte
magistrati
ita-
lingua e costumanze di
anche
gli
vincoli
borbonica
di
si
allentarono;
principi
il
secolo
della
fa-
sivamente
di
si
si
fecero sempre pi
ita-
Z
liani
SI'AflNA
I.
l'eHcaciu
dolla
all'Austria
politica
spagnuola;
al-
tantoch
si
repubblicani di Napoli,
ribelli ai
Bor-
ispana.
Le vicende
menti
siciliani
trastare, uniti
con
nale spagnuola:
della
gli
eserciti
come pi
secondo
tardi,
spagnuole
si
papa contro
darono pi
varie correnti
le
politica
carlisti, e le milizie
repubblicani di Roma, e
il
man-
legittimisti
briganti
cctbecilla,
e Italia si sciolse:
due popoli
si
si
Spagna
straniarono; appena so-
pravvisse qua e
che
l,
colonia spagnuola;
di
tradizioni
vive, nulla
quasi: la
comunione
di
un gran romanzo
Senonch nelle
storico,
sue figure e
le
che in quel-
suoi colori.
storie,
state
un periodo
di avversione a
due popoli,
influssi di cultura ,
o,
come ora
si
dice,
sull'altro.
I.
indagini, restringendole
all'efficacia
ad
sull'Italia, e lasciando
mio
le
Non mi
nemmeno
di fare
ma
di
li
si tratti
l'al
ad annunziare programmaticamente
mai eseguirla nel fatto.
la
necessit
imprendere
nell'
storia dell'in-
la
per l'appunto dalla dominazione spagnuola, s'indirizzi anzitutto lo sguardo ai tempi nei quali di quel
quell'influenza
si
cavano del
videro
cominciamenti, e agli
le relazioni tra
tutto,
dominio e
altri
di
pi
senza ripe-
Spagna romana
gna
cristiana, e senza
circa
e la primitiva Spa-
il
stati affetti
ria) dal
morbo
trasmesso agli
Spagna
queir
quando
si
che
pi
Italia,
rifacciamoci
^,
tempo
al
delle
entrarono in
cosi
Per pi
paesi,
smo
Si
quando
Visigoti, che
spagnolismo,
iu
S^tggi sulla
le
sorti
dei
due
in proposito nel
mio
scritto Secenti-
L_
Sl'ACNA K ITAt-IA
1.
ciosi
ritalin,
si
che
MKDIO RVO
Nr'J,
s'impadronirono
vi
vi restava
dell' iiiui-a
dominio
del
gli
tro
ramo
e Ataulfo visigoto
pi civili tra
ed accogliere
aveva gi sognato
Roma,
di
Sessant'anni
j^enisola.
essi,
i
dopo,
come
barbari,
l'ali
me-
cultura romana;
la
fondare un grande
di
nessuno dei
due
primo cadde
romano-germanici
stati
il
dell'
Impero
ma non
di
armi bizantine,
Oriente quando
un
iberica
tratto di
dagli arabi,
si
le
Ma
'.
dimostr vitale,
venne pi
perch
tardi invaso
la
Spagna
ro-
con assidui
sforzi si
riform e
si
allarg,
ma
tendendo
coli
-.
si
formazione sociale e
il
nemico
domini vari
politica,
non eb-
',
Si
vedano
le
Rime
RR.
del Chariteo,
ed.
Prcopo (Napoli,
1S92),
I.
lutare
il
glorioso
(912-61), si
Europa mandarono a
Cordova Abd-ur-Rahman
principi di
Calilfo
di
Sicilia
s'
impadronirono
chiesa di
versale
sa-
III
am-
gli
mai consi-
fosse
si
suoi
dii'itti
su
la
Spagna
conoscenza
fu nella
e nel
Europa) principalmente
il
si
combatteva una
stessa.
minacciava
Ancora nel Seicento c'era chi ricordava
le
per
le
tutto, in
modo che
anco
si
raccoglievano
le
elemosine
cemente
si
infeli-'.
ragioni di propria difesa, rafforzate da zelo religioso, spinsero non poche volte
nuovi
stali italiani
a dar la
vano con
ria^; e Pisa e
Lakuente,
Genova
Hiat. de
si
contrassegnarono
Espann,
II,
321
ligtstico,
agli
trova-
XX
del
I,
im-
Musidmani,
Alme-
in siffatte
Amari, Storia
cfr. 73.
3
si
I,
mano
174.
p. 71,
SI'ACiNA
I.
la
spedizione alle isole Baleari, eon trecento navi, accompagnati e hcnedctti dal legato del papa e dal loro arcivescovo
Pietro, aiutali dal conte
Raimondo
pisani
da
di Barcellona e
altri
impresa
prima s'impadro-
rando
gli schiavi
tormentavano,
che
cristiani
barbari crudelmente
<[nc
quali
il
re Burabe, che
pisanam
tandem
monstrum
come canta
il
a cui
erano
si
battuto
rivolti
Navarra
e di Barcellona, e, oltre
commerciali, acquistarono
redente-. Altres
bottino e
il
dominio
il
genovesi con
sovrani di Castiglia,
dai
aiutati
una
di parte
di
vantaggi
terre
delle
pagamenti
da quelle
tributi e a concessioni
di
e
lotte
da quei negoziati
si
commerciali
tennero
spagnuole
^
al tutto in
disparte
principi
Caffaro, Ami.
Almeira;
cfr.
I,
Amador de
Canale, op.
La Lumia,
cit.,
I,
132-42,
Storie siciliane,
cfr.
Ca-
I,
483-9.
di
I.
si
era recato a
schiera di crociati
il
li
contro Alcal.
suoi
Europa
vi
accorrevano
*.
e volontari di varie
Roma
solenne fu in
il
terre
giorno
al
popolo di aver favorevolmente accolto l'arcivescovo di Segovia, inviato dal re di Castiglia a chiedere aiuti per la
crociata contro gli Almohadi, e concedeva indulgenze per
che
tutti quelli
i
prendessero parte
vi
-.
Navas de
far
Tolosa.
della
il
Magno contro
saraceni di
Spagna,
dolorosa rotta,
la
quale fu tratto
ses de
il
Cantar d Fierahraccio
et
primi
Fierabras, dal
il
Ulivieri, e 'Ai-
Andrea da Barberino
di
Ranke,
Lafcente, op.
Inferno,
Gescli. d.
gemi.
cit..
XXXI,
u.
*.
xxi-ii.
Ili, 359-8L.
16-17.
Dugento
ciclo
nel
ital.,
pp.
1.
jjoich
SPAGNA E ITALIA
tra
stella,
dove
laggi
si
uno
visita Galizia
di rf-hizi'^ni
santuario di
il
cori)o del
il
modi
jarone,
Compoper cui
se-
colo
di
venerava
si
vari
luoghi di jicllegrinaggio,
(jiientati
MKDIO KVO
NF.I,
Spagna,
nono
e del
fu l'asserito
reva subito
all'antica
il
mori.
Iberia:
lo
si
volgeva
la
breve
Ragona, e del re
Na varr,
di
e di Por-
d'Italia
si
donazione
la citt di Pistoia
vescovo di Compostella^.
fattale dal
numerevoli pellegrinaggi
che
italiani
si
un
per pubblica
degl'in-
*.
Seconda Spagna
XXV,
in Rass.
ma
avvi,
si
Il
che non
port a
bihl. d. teff,
ital.,
Farad.,
et
la
I (1893), p.
174 sgg.
41-2; cfr.
Dittamondu,
17-8.
II,
il
IV, 27.
3
Studi di atitica
*
letter.
A. Bartoli, Storia
d.
leti, ital.,
IV, 164-7: e
cfr.
l'ingegnoso opu-
Cavalcanti
1899).
I.
Aix una
volta presso
frotta di
donne
che alla
e donzelle,
domanda risposero essere romane e recarsi a Compostella ^ E il Pulci accenna alle mirabili cose che narravano
sua
pellegrini di
come avessero
San Iacopo
visto
Durlindana, e
di spezzar
tutti
grande
il
il
ancora espresso
sasso e
Roma
come
corno fesso
il
^.
lo stesso
di
corno di richia-
d'aver veduto
ricompensa
e rosso
sull'altare:
riportai! di Galizia
Circa
di
il
enormissime scelleraggini
sue
aggiunta penitenza
un
tal
per
ricevette
San Iacopo^. E
ancora nel Cinque
di recarsi a
suoi fedeli
di
per l'indulgenza,
Settecento vi
recavano
si
il
conte di
como Casanova
"'.
I
la Spagna che aveva rinomedio evo, non era quella degli spagnuoli, ma
degli arabi e dei giudei. Gli studi di matematica e
manza
l'altra
di
nel
altre
citt
talch
quando alcuno
di essi,
come
ste
in questa e in
Fakinei.m, in Giorn.
star.,
XXIV,
208
la
(Il
prima
volta,
una lunga
XXV,
Morgante,
XXVII,
Xovellitio,
nov.
Bibliogi'afia in Farinelli,
108: cfr.
263.
16.
1.
e.
10-5.
10
ITAMA NKL
SI'Af;NA
I.
clic
vano
e rozzi
.MKDIO
KVO
Aral>i e giudei
'.
Europa;
zioni
in
Federico
Sicilia
li
'^.
della
a (lucila scuola
mona, traduttore
fia
ed astronomia
roismo
iu
^
;
che
il
di
veramente Delle
magiche
ambi: entrambi
Hohenstaufen
questi ultimi
in Sicilia^.
Europa
Perve-
la novel-
della
orientale,
maggiore
Spagna,
quel
gioco
il
la
scuola di traduttori
Italia,
frodi seppe
rela-
si
di
ebbe
Raimondo (1126-1150)^.
ti-ova-
si
Spagna come
di Pietro Alfonso,
si
cre-
Decameron
nel
Per
gli
".
arabi,
y religiosa de
2 Schack, op.
los
cit.,
II,
Mensdez y Pelavo,
Inferno,
Menndez y Pelavo,
Discipl. cericalis,
pp. xii-xiii;
cato da P.
Arahef en Espana,
Amador de
XX,
los
806 sgg.
Historia de
los
op. cit.,
404-7.
heterodoxos,
I,
393 sgg.
116-7.
ed.
di
I,
un i'rammento dell'antica versione toscana fu pubbliPapa (Firenze, 1891): cfr. Riv. cr. d. lett. Hai, VII (1892),
e. 212.
"
len des
Dee, pp.
79-83.
Landau,
Qtiel-
I.
adempivano
nel
eli
mondo
11
della cultura,
ufficio
che
presentavano alla
si
si
uno
gna,
che
filosofo
e fece
uomo
, e di
un messere
Franco Sacchetti
e presso
^
;
pagano,
al tutto
il
quale era
La Spagna
-.
in
logna
diritto,
il
a Toledo
demoni, dannones. Ed
stata
Questa
pubblicamente
e di
si
leggea
piromanzia;
e molti
idromanzia;
openion di sciocchi,
Per
altri rispetti,
rari
ed
Cfr.
op.
moderne europee
Morganle,
ricordi di
XXV,
I,
*.
stata
non
nel
575-7; Fauinelli,
e di
Avicenna
medio evo,
1.
II,
solo esagerata,
.let-
ma
Cordoba antica
CoMPARETTi, Virgilio
cit.,
occhi
terature
gli
e di
98;
e, pp. 207-S.
Averrois
(XXV,
254).
Menndf.z y Pelavo,
12
SPAGNA
I.
F,
si
Anche
'.
la letteratura
perch
liana,
le
lati,
perch
le
donde
fonti
si
somiglianze che
belli
si
buoni erano
Tassoni
dal
ai
le
le
che
derisi,
del
^,
VAmadis,
il
Petrarca avesse
un secolo dopo
*.
E suggerimenti
dell'Amador de
los
moderne
Ancora
lo
me-
Rios, che
Sciiack (op.
II
vugari eloquenlia,
domanda
cit., II,
critici,
non era
quale lingua
si
curioso notare la
De
parlasse in Ispagna.
le
letterati
del
vocabolo
f.
nel
p. 366)
3.
di
asserzioni
f.
aver letto
dovesse
j)el
le
due. Spropositi
suoi tempi
in-
teresse
stesse
-,
I.
novellisti spagnuoli,
giungere
il
la gloria del
13
Decameron
'.
il
caso
le relazioni
in Ispagna
del
sul
decimo-
suo potere
il
Gregorio VII
(e
segno di ci fu
la sostituzione
riconoscendo
al
e,
omaggio
pontefice faceva
del rito o
o mozarabico), pi volte
debrando,
Spagna
cristiani di
breviario
ma
all'Italia*.
la teoria di Il-
Pietro
Innocenzo
III
e farglisi
traevano
la
volontariamente tributario.
Decadendo sempre pi
converso
si
l'
importanza
gli
le citt
di quelle
italiane, a queste
di
Padova aveva
Brunetto Latini,
al
alle universit di
diritto
e
Bo-
canonico furono a
Raimundo de Pefiafort, e
un rettore spagnuolo.
nel 1260
muletto baio
ultime
uno scolaro
i[ualc
che
su un
apprese no-
Op.
Cfr. Fauineli.i,
cit.,
V, 43-4.
1.
e,
p. 215.
14
1.
KI'ACiNA
Pi
Ijartidas.
tarili,
ossia nel
secolo
del
Collegio di
il
Spagna in
levava intanto alto la fama
da tutte
Si
reali di
le parti
Spagna,
della
due
prin(;ipali case
il
santo
Ara-
ebbe conquistato
supremazia in Granata
lere la sua
como
delh;
di studiosi
'.
Cordova
Italia
conquistatore
il
leone e soggioga
il
Aragona.
e in ilurcia, e re Gia-
fu impadronito di Valenza,
si
^,
dei rossi
pali
di
mercatura
^.
Alfonso
il
quel santo
la
saggio,
lia;
si
re, di
si
principi di
sani
lui
fecero
l'impero,
re,
il
re Nanfosse ,
si
mandando in Ispagna il
ambasciatore Baudino Lancia in nome commiinis Piet tofiiis Italics et totius fere mundi e ottenendone in
innanzi a offrire a
loro
Germania non
pisani
TiCKNOK,
liist. d.
frane,
I,
e.
di Firenze,
18; Farinelli,
Heerera
statint.
Canale, op.
cit.,
II, 473-86.
I,
458-4, 455-8.
I.
Brunetto Latini:
la
all' alto
corona imperiale,
verit:
Non
lignaggio
N per
circa questo
non
gliel
15
che attendeva
contende ; che
in
si
alto
Com'esto re Nanfosse
Spagna
re di
se Dio
sotto la luna
EVO
:^IEDIO
la
prima volta
me
Manfredi';
pii.
ancora col
l'angioino, Arrigo
si
pi di ottocento
agguer-
ma
rirono
il
l'agilitti
sta
gli
nemico
nuovo modo
col loro
onde scagliavano
le
lance
contro
Nel
fiorentini
X,
si
resti di
que-
ritrovavano in que-
Ad
Alfonso
il
Boc-
I.
combattere e con
*.
hastiia
di
E^orse
Tesoretto, e. II.
caccio, Decameron,
^.
diplom. angioino,
10:
II, 9.
gyrum, vibrando lanceas compellebant hastas ocius volare per auras, quandoque hostiiim obviantium transfigentes praecordia fixo
Del
Giudice,
Don Arrigo
et aliis
>.
cfr.
duni
Si
Per
veda
la
il
can-
sento. Sicque,
II
.1 primo vero
I.
nisola
ma
Castiglia,
non
si
ai catalani e ai re
come porto
suoi traffici,
europee
^:
ma
Le
citt
con
novesi
si
conti
di
-.
in molteplici relazioni
:
nel 1127
ge-
ricordato
le
ed esen-
saraceni. Altri
merci orientali ed
bliche italiane,
ai re di
citt di Bar-
zioni^; e gi abbiamo
e pisani
quella so-
di deposito delle
d'Aragona. La
la loro
in
quella contea
nel 1157
come
trattati
le
pi
Capmanv, Memrias
Beer, op.
cit.,
I,
214.
I,
forti
213-7;
las arles
II.
17
coi pisani nel 1233 ^ con questi e coi genovesi nel 1265, che
modo
cialmente
mercio
-.
lombardi,
Ma
fiorentini e
luccliesi
da quel com-
la
germi
di
gii
lotte.
re
rum
altri?
quando, merc
sero
un varco
domini
il
Ma non
sul
mare
e aggiunsero
Ge-
et
era pi cosi,
nuovi paesi
si
aper-
ai loro
^.
efifetto
"*.
si
let-
Capmany, op.
comune
432.
I,
cit.,
II,
di
D'Ovidio,
A Jordi,
1.
f.
5.
e.
poeta vissuto
attribuito l'originale di
ma
il
un
secolo
XV
(cfr.
Ticknoii,
I,
300-1 , e
Amador de
18
II.
CATALANI K
fir/
ITALIANI
il
sagg-io ^
re
penisola e sul
ebbero gridato
mora, mora
contro
signoria
la
d'Aragona.
ereditario,
<|uale
Il
gi pronto
ei'a
e,
pi ancora, con
con
all'impresa,
le
sue
parvero
fusi in
un
sol
la
potenza del
fin allora
non toccato
popolo; e
re
gli
del re di Francia:
mari senza
Re
gnava
*.
Spagna
alla frontiera di
Ma
egli lasci
nome
in
non restringendosi
di mettersi a
guerra
la
lo
Pietro,
Nessun
si
lo
raffigurava nel
membruto
a sal-
la
corda
^:
(=
lano
.
Farinelli,
1.
DE Vasconcellos, u
e, pp. 217-9:
Zeitsclir. f.
D'EscLOT,
ma
si
vedano dubbi
della
II,
Michalis
p. 71 sgg.
146.
II.
compendiava
e Giovanni Villani
nella Cronaca:
Il
19
il
me
nullo re che
regnasse
al
suo tempo
11
Boccaccio
lui, nella
una giostra che l'aragonese tenne in Palermo coi suoi ba armeggiando alla catalana , s'innamor del re; e,
infermata pel grande e disperato amore, fu dal re, che ne
roni
bascio
no,
il
re
visitata, confortata
e
le
pellarsi,
il
(aggiunge
mantenne
la
il
lei
che un sol
sem-
and ch'egli
altra
giovane mandata
gli fosse .
il
brac-
con l'imperatore
si-
gli si volse
Sicilia
le
sue
di
ma non
dendone
pisani che ne
la
mano
avevano
il
se
non nel
Manno,
esclu-
132.",
*.
Non
riusci
20
II.
(\r,\i,ANi
.i/n.M.iAM
i-.
Corsica,
lolla
una prima
tentarono di strapparla
nunziarvi con
la
pace del
lo.O<j
catalani
volta, o dovettero
ri-
nelle
14."')5
si
difese eroicamente; e
acque
in lostes, agebantur
Aragona (come
di
presero
modo
costumanze
attesta lo stesso
parlamento
parlamenti
tolte ai
nome
di
bracci
ma
siciliano),
vi-
si
Sicilia, in
che
anche nel
Moltissime
'^.
fa-
gli
Alagona (una
Moncada,
e X. Cfr.
III, 80,
Peralta,
Valguarnera,
Un poema
Calcerando,
Cabrer,
Lillori ^;
M. Villani,
Op.
cit.,
in fine.
Per
le
mo,
17,
genovesi,
cfr.
II, 27,
G.
35,
De Gregorio,
1805-16),
3
Un
catalana d
il
Capmanv, Del
de Calaluna en las
islas
establicimiento de
y reynos de Aragn,
II, 37.
II.
formarono
quello
il
partito
cimoquarto, avendo
principale
rono
nel
come
si
catalane
valle
loro
il
nucleo
Xoto ^ Penetra-
di
siciliano
testi dalla
dialetto
vede nei
da quando
poi, ossia
famiglie
le
Catania e nella
in
allora
talani,
catalano
21
latino ,
E anche
nell'architettura
tracce, perch,
di
Napoli
deva
il
lo
come
il
gotico detto
fiammeggiante
si
le
diffon-
adottato di prefe-
monumenti
e di esso sono
sue
regno
le
isole
chiese di
cattedrale
la
di
^.
Ma
osservano nel
di siffatta architettura si
assai piti
profonda fu
il
la
trasformazione
baronato catalano,
si
La Lumia, Matteo
Palizzi ovvero
Latini e
si-
IDp.
67-84.
detto che
Secondo
el
il
Picatoste, op.
cit.,
I,
Dante avrebbe
178-9,
G. Morosi, Uodierno
dialetto catalano di
Alghero
in
Sardegna niella
IX, 261-4.
22
II.
CATALANI K
La lingua catalana
isola
cui, olti-c
in
dialetti
dialetto
di
ITALIANI
e ])oi la casti^Miana
un paese,
colo in
(il/
colta geiKTalniente
vennero perci
jiulililicatc
catalana e poi
castigliana
fu
Sardegna per pi
secoli'.
tutta
Le
letteratui'a
la
generali
corti
vocabolo spaglinolo
stamenti
di
Aragona).
di
Senoncli
(gli
dell'isola
con
dissero
si
<
della
la
propriamente
alla storia
ita-
le
Quattrocento all'Aragona
^.
efiPetto
comparsa nelle
mate in Italia
nione
ToDA Y
Manno,
Si veda
gonesi
pili
i
I.
si
sul
La Lumia,
reame,
erano
for-
continente
(Madrid, 1890,.
x, pp. 260-5.
Spagna
in unico
dominio spagnuolo steso su tanta parte d'Italia, ricordavano con orgoglio che essi non erano stati conquistati, ma si erano
spontaneamente dati alla corona di Aragona: cfr. docum. in La Lunel generale
Per
la
guerreggiai-e e rapinare
l'opera del
griegos,
nei
territoi'i
dei
mori)
si
cosi
dal
loro
Moncada, Expedicin de
stampata nel
del E,ivadeneyra.
Tra
1620, e
i
Al-
II.
23
vinetto,
il
quale, gio-
come ostaggio
prima come
la
tal
quali la pi ragguarde-
le
di
regno
principessa Violante,
la
Roberto
e famigliari del re
si
annoveravano
Cardona
di legge
altri,
Arnaldo
Tra
i.
di Villanova
spagnuolo Giovanni
lo
medico
^.
e astrologo e dottor
ammazzarono
lo
re
lo
consiglieri
il
Corso Donati e
-.
mariscalco per
e,
Toscana
"*.
le vie di
Firenze
dugento cavalieri
e trecento
re,
almogaveri
di
gnoni,
nell'oste
mugavares
ris,
catalani era,
che,
fiorentina
''.
recava a
si
^.
Una
tedeschi
E nel
Roma
schiera
borgo-
comandata da Raimondo
1903).
1
Decameron, VI,
^no di Napoli,
Cfr.
3.
De
Si
Ammirato, Fani.
^ Gr.
III, 1-34.
stor.
leti,
82, 90.
ital.,
Ist.
di Napoli,
XXIV,
219-20.
1.
v.
24
di
li.
f.\TAI,AM
Anche
fll/
];
riAMANI
d'Altopnscio
la battaglia
lo2r)
'.
Bernardo
contro Genova
tempo Firenze
'.
Barcellona con
le citt italiane
^.
il
commercio
arse la rivalit di
fiore, e piti
Sicilia,
procurando insieme
di
aveva confermato
tempo
ai catalani di
loro
consoli
fu allora che
della
privilegi
data
citt,
sappiamo
li,
dei
si
come
pisani
*.
In Napoli, pel
nomi
^.
catalani
che ancora
gi re Pietro
non iscontentare
si
se allora o pi tardi
Ma
Op.
cit.,
Nuova
IX, 300.
copiosi e importanti
d'Aragona
documenti pub-
berto in
2
un catalano
infranciosato.
si riferisce
un racconto contenuto
nelle Facezie del piovano Arlotto (ed. Baccini, Firenze, 1884), pp. 108-10.
3
Di
ci
prova anclie
la
grande diffusione
le isole del
Mediterraneo:
cfr.
Fixke,
5
la
Camera, Annali,
345
II,
II,
I,
154.
n.
biscaino
>.
II.
fare amplissima
ammenda
verso
mandar liberamente
armature
pisani, facolt di
coi
non lavo-
di
il
campana
anche
prima aveva
catalani, che
scacciati, e
rato,
ZO
CATALANI E GL ITALIANI
le vesti
fogge introdotte in
le
catalana
alla
gamente
sulle
coste
ma
lo
Da
favorirono.
cata-
quale la
della
italiane,
ricordano
^ N, a dir vero,
commercio,
il
pirateria
la
Italia, si
continue
le
allora in poi
raro
cum aliontm
admodum
quidem populorum tum genuensium prcecipue prmda alepacata maria, hispanique
hantur
pirata',,
^.
cerco
dotti,
messo
Spagna
il
di pirati
loro
catalani,
jjanes,
la
se per
dagni
parte
al
quanto
ferace
grano
di
industrioso e vlto
catalanes, che
los
*.
carattere
Tkonci, op.
cit., II,
79, 179,
gua-
ai
una
Hai., 1S70,
XII,
cfr. A-clt.
stor.
pp. 88-108.
II,
Mekkel,
C.
Fakaglia, in AUi
poli, cfr.
cio,
mano
in
Sicilia
la
Bracellei, op.
TiieWAnloniis (in
Gerona
d.
s.
p. 529.
Pei
Accad. Pontan.,
XXIV,
p. 24.
cit.
f.
86). Cfr.
Masuc-
nov. 48.
Non nimium
stanpluosi ,
FiNKE, op.
cit., p. 635).
II, 70):
Mira qua
es
li
XXII
,in
ij
atra en
26
II.
CATALANI K f;i/nAMANI
intenso odio,
si
form
in-
Dove gik quando una comitiva di caNapoli per condurre sposa a Giacomo
present
si
d'Aragona
lasciarono
l'
in
i>rincipessa
la
'
come
ca-
comune
giudizio
si
ode
la
riso-
fa
al fra-
spinse gi a rivolta
mio
se
Palermo:
i>opolo di
il
Catalogna
l'avara povert di
dicono che
e dietro a lui
-.
pi dei comen-
si
si
Ma
quel re.
fir
danno
a re Rol^erto
fuggire
suoi cortigiani o
da essi?
Si sa
rizia
chiamato
der compiuto
muerie
il
in
paragonando
d' Italia:
la loro avarizia
^.
fonte d'ava-
Onde
a ren-
industre gente
il
Roma
>
il
se
a quella di una
vido en CataluHa
Sull'avarizia catalana
1524 e
il
'27,
fiorentini.,
si
veda
Torino,
ISci, cfr.
pp. 38-9).
',
i290 ^Napoli,
1887), p. 86.
11.
il
Caorsa
infatti
soggiunge
et
provvederebbe
Elli
a suo vivere e
Anche
lani,
ma
alli
abbandone-
catalani
'.
il
le
genere, e non
nieri in
cordati
terpetra
27
caratteristico
-.
contengono nulla
cata-
gli stra-
particolare o
di
cata-
lani attestato
un Pietro
si
gente
la
guardasse
il
marito che
liere, le
come sono
nostro regno
invano
de pratiche e
si
il
tratti
novel-
note per
lo
ma
guardare,
vergogna
offenderli con
rendono testimonio
di le esperienze ne
un papa barbaro
e catalano!
loro
la
Chiose
dell'
natura
ci
I,
326)
il
lusso
il
Farinelli,
Nov.
Lettera da
*.
Molte
Itali.
si
esitanza de
catalani, e
I,
sa*^
diftcolt
e.
1243;
Co-
L'Amari (Guerra
conftt
grido
Valenza:
a re Giacomo d'Aragona:
contro
la
Regnano
si
III, di
Vedete per
Dio come
E un
^.
1.
cit.,
uno statuto
p. 86).
e, pp. 228-9.
40.
Roma
-h
II.
oppose
A'IALAM K
stahilimoiilo
allo
quest'odio contro
ITALIANI
r.L
d'Aragona
,Aironso
di
catalani:
<i(m (dice
in
Italia
Cam]tano_) nih/l
il
cissent
e frequenti erano
';
Il
tumulti
Fontano
Napoli e in
in
Roma
il miglior modo di provvedere ai prouna volta tra le tante). Non contrarre mai
mutuo con mercante catalano ^. Quando il cardinal della
Qual
II,
al
da Roma per
fuggi
duca
le
sue discordie
di Calabria,
non voleva
talani
che
di
esclamazioni di or-
le
*
;
stoccata catalana
Dio
micidiale.
ammonisce:
e diffuso,
che egli
si
dire colpo
le
capitasse
frasi
commettere
'.
rore per
Un
le
per
ti
napoletano
lanzata catalana
^.
cit.,
pp. 240-1.
RR.
XIX,
Vila Brachii, in
Per
es..
II.
SS.,
Galateo, Esposiz.
I,
1.
590.
f.
88
t.).
e. 2.
A<Si]\
Ri-
matori napol. del Quattrocento, ed. Mandalari, pp. 10-11. Serafino Aquilano, alludendo all'elezione di Alessandro VI, lamenta che la nave
vento in poppa
il
mar
e,
presa,
che corse gi
pata nella
col
va
in servit
in Iberia
S.
Proverbi
Salomone Marino,
sicil.,.J,
p. cxcii.
XIX,
233-4;
Pitr,
II.
Se col nome di
i
catalani
29
s'intendevano di
solito tutti
gnuoli
meglio
si
spa-
castigliani, o
erano meno
godevano
frequenti, e che
in Italia reputazione
rati
homines
cio,
alludendo
^,
chiamava
al loro
che
li
principi spagnuoli
continuo guerreggiarsi
fisico ossia
il
il
Boccac-
e di quella
colore cadave-
colore spa-
vano
essi
nell'arme
liberti,
Quando
s'
si
che
li
gli
uomini vidi
*.
da Braccio da Montone,
timo, racconta che tra
i
Campano, biografo
il
il
re e
il
di quest'ul-
lit e
il
vantavano
di
combattere
al
modo energico
una
dei tedeschi e
De
il
rinascimento, trad. ital., II, 345-7; e Filocolo, ed. Moutier, p. 365: cfr.
Farinelli,
il
1.
di Lanciano).
*
Diltamondo, VI,
e.
27.
(p.
colore spagnuolo
si
veda anche
30
li.
con
francesi,
(lei
strage con
lare
'andare
gran numero
in
italiani
campo,
il
numero
piccol
loro
il
alla
guerra e
rimanevano prigionieri;
mici
agli
('AIAI.ANl K (.l'italiani
modo
fiacco
che mettevano
di soldati
guerreggiare,
di
Ma
in
pochissimi
Braccio rispose a
ma
valore non
il
nella
prudenza dell'animo:
nella
gran
milizia, ignari
dell'arte
con
la vostra
folla alla
che potete.
modo
furiosa
spagnuoli,
Voi,
e la vostra
aggiunge
si
la
pel
numero:
alla
riscossa....
tutti alfine
gli italiani
ma
precipitosa,
occasione
il
dei soldati
un
altro
col
sopravanzano per
spagnuoli e
gli
francesi
saggio consiglio
tratto
caratteristico
da notar quasi
Vita Brachii,
l'ira
spagnuoli,
gli
regis,
d'
tal
segno
dicendoli
nazioni
le
l'arte,
^ In questa stessa
Alphons
si
pugnano
non con
g' italiani
La disputa
^.
spagnuoli fino
Panormita,
il
gli studi
dell'umanit
1.
e,
coli.
584-9:
cfr.
Paxormita,
IV, 44.
(ivi,
e. 580).
II.
spendevano
il
tempo
fossero
il
pi alto segno
1454),
ai
'.
Pure, tra
ita-
Petrarca segnatamente
il
ed imitati in Ispagna
studiati, tradotti
dei re di Castiglia e di
sui libri
nuova letteratura
31
alle
corti
tempi di Giovanni
II di Castiglia (1407-
gna anche
Op.
Cfr. Farinelli,
cit., I,
si
4.
1.
e, pp. 230-B4;
influssi
1902);
(Giorn.
cfr.
Corhaccio
nella
Spr.
in caslilian
u.
Liter., 1906); C.
and catalan
(ivi,
XLIV,
Spagna medievale
spagn. (Milano,
nell'et
inedia
leti,
in
Ispagna
nell'et
literature (in
<
f.
Decameron"
1-282).
Ili
La corte spagnuola
DI
A..d
Alfonso d'xVragona
in
Napoli.
ad Alfonso che
s'
insinu
nelle
del
regno
spetta
',
trapiantato
l'avere
nel
rettamente
l'efficacia del
suo popolo.
si
a lui ripensavano
facevano a rintrac-
Fu
il
nome spagnuolo
vi regnasse lungo
in Italia
tempo
N. F. Faraglia, Storia
vi aggiunse le provincie
un
la
stirpe
il
Giovio)
spagnuola perch
della
Aragona
Renato d^Angi
1908).
<
ed. Gravier, p.
scoli.,
2
lice
po' pi tardi
^.
Spagna
imposuit
p. 135).
>
[Opu-
1-15).
ut in
III.
l'umanesimo
33
spagnuoli con
gli
ancora l'umanesimo
italiano, e pi forse
ita-
liano con gli spagnuoli; tanto che egli passato alla sto-
come uno
ria
principali
dei
come
stesso
era detto
padre
parum
Alfonso,
di
excultus
si
visto, le lettere;
valoroso re Ferdinando,
il
sebbene ut
liten's,
ilio sceculo et
Ma
Alfonso
dell'
si
opponeva
tale
ignoranza K
presenza
il
le lettere
detto di
un sovrano
a nobile e generoso
compiacque
si
con
e di disputare
Spagna:
di
uomo
non convenir
era da re,
di circondarsi
ma
da bue
^.
di dotti ita-
^.
di re Alfonso
e barbaro*.
si
De
si
vedeva intorno o
coi
Hispan.
script.,
Fran-
Panorjiita, op.
Ad
Alfonso
si
cit.,
I,
5,
6, e
(Gr.
relativo
soleva attribuire
M. Alessandri,
Il
Ci mette in luce
il
Riferito dal
Eios, op.
K. OliOCK,
cit.,
Lucena
Amadok de
i.os
VI, 389.
La Spagna nella
vila italiana
34
LA CORTK
IH.
di onori
che
Fece
'.
i^vo
il
ALFONSO o'aKA<;ONA
DI
gli
mentre
naso,
ho pubblicato
io
una sua
tornato
dalla
egli
Test
rajjito
Manetti.
allora
mosca
quando
caccia
<
avea
gli
no avia comido
in-
le
pure
otro interi-aio
iii
gnuola:
lettore
egli,
studi teologici,
la
assiduo della
sempre circondato da
prelati e frati
scendeva
l'
accompagnava
di cavallo e lo
infermo; e
il
^,
il
spa-
sacramento,
*.
Insieme
col
popolare
^.
Il
vioderandos
era gi
Panormita, op.
Cfr., p. es.,
Panormita, op.
SoMMONTE, Hintoria,
netto
tempo
si
lo
cant
la
ammira
il
XI,
cit.,
cit.: cfr.
Gothein, op.
Arch.
stor.
cit.,
435
n.
un
so-
127-8.
101.
III, 118;
De Jennaro
IV, 18.
I,
Oratio
ad Alph.
iunior.,
Isabella,
mo-
il
15,
Gotheix,
1.
ff.
e.
58-63:
su
III.
gua spagnuola
come
di
si
III)
spagnuoli erano
^
;
ricordava sovente
sazioni
Con Alfonso
si
cose
le
cerimoniale e
il
lin-
Enrico
e nelle
con-
sue conver-
Spagna
di
le
e a esse
si
^.
effettu un'altra
immigrazione spagnuola,
si
Da
la
madre
e
da
la bellicosa
verran
di cui
intima Esperia,
regno Ausonio,
li
Oh
che
'i
quanto
il
legno
fla
degno
di gloria,
il
gnuolo di Barcellona
Tra quei
fratelli
*.
d'un
duo Aveli
in
lo stesso
sol terren
da due
un
sol
quattro
poeta dice:
radici,
di
prima linea
genti,
Vespasiano da Bisticci,
Panormita, op.
cit.,
Op.
Op.
cit.,
cit.,
Vite,
IV, 18.
IV, 33.
II, 414.
II,
412-13.
m.
'.'A't
COUrK
I,A
ALFONSO
AKA(;OVA
I)
si
Ribadoo,
di
seguire
dei
parti
le
aveva perduto
(|ualc
il
di
fratelli
avevano accompagnato
Ed
Alfonso.
re in
il
tutte
le
di Castiglia o
quattro
alterne
vicende
nome
scara
di
,
Conte Camerlengo
era stato
prigione con
e
lui
di
in
Marchese
di
Pe-
la
conquista.
definitiva
represse pi tardi nelle Calabrie la prima rivolta dei baroni ^ Innico di Guevara, particolarmente caro ad Alfonso
come compito
giordomo
2,
ma
in-
divenuto mag-
il
girato
il
mondo
in
un cavaliere tedesco
di
e vintolo
^,
il
^ pass
93-113, e la biografia di
citi.: cfr.
Ammirato, Fam.
^.
Vite, ed.
T. Caracciolo,
De
I,
II,
cit.,
II,
415.
De
Lellis, Disc,
cit.,
LA CORTE
III.
Rimase
nella
ALFONSO d'ARAGONA
DI
memoria
37
Don
Cervantes nel
il
Guevara, che
donde
se
fti
Qujote ricorda
don Fernando de
duque de Austria
^;
e Tirso
dramma
el
pez,
il
De
quale
la
espanola naclon
e figlio di
un Ruy Lo-
vino d
Italia...
el
prinero,
yanando
immortai de su memoria.
No
le
al esfuerzo
atribuyese
y al valor
baroni napoletani
Enrique de Avalos
soy,
marques
y Pescara
del Basto
de la diligencia nia,
reyno
afi<cion,
gran privado
he de dar ejemplo d
Parte
I,
e.
49.
todos...
38
III.
Insieme
nllla o
elio di
Avalos
C(>n gli
Oucvaru vennero
e coi
impresa contro
noli'
, il
(|uale fu
Car-
Caba-
primo
fiorentini';
telles,
il
Bernardo
^;
Cen-
Francesco
camerlenghi del
re"';
di Alife e castellano
di
'';
Mila di Valenza,
Bisballi
successori di Alfonso*;
Castclnuovo
'';
gli
Sanz,
di
dei quali
con Pietro,
stellano di
l'elenco,
bastando rinviare
le
e,
p. 107: cfr.
Sdmmonte, op.
De
Tom
varietale cit.,
De
Op.
Ammirato,
Ard.
<-
Ammirato, op.
Op.
Lellis, Disc,
cit.,
I,
152-6.
cit., I, 284.
star,
cit.,
cit., II,
II. 838-42:
lis,. I, 89-92.
'8
Op.
cit.,
Op.
cit., I, 79-80.
i"*
De
II, 55-6.
Lellis, op.
cit.,
I,
453-60.
1.
e.
nob., 161-2:
De Lel-
ITI.
maso, unica
gine alla
irvc)^.r\\p.
^;
Hgliuola
Sanseverino,
"Cvella
marchese
figliuola del
duca
del
Degni
di
39
il
Siscar.
matrimoni della
d'Ayerbe,
Laura
San Marco
di
Sancio
il
amata, l'una a
l'al-
'\
feudi
allora
pi vari
moltissimi
uffici
si
altri
spagnuoli occuparono
dell'amministrazione
per
es., di
pagine
e le
nomi
come,
del re e vicer di
di
Lope Ximenes de
genovesi*^; di frate
una schiera
Luigi Dczpuch,
Ortafif,
in soccorso dello
catalano, che
Skanderbeg
^
;
pp. 131-2.
3
Summonte,
Summonte,
III, 111
Summonte,
III,
'
Summonte,
III, 79;
Summonte,
III, 161.
Minieui Hiccio,
Minieri Riccio,
1.
I,
Minieri Hiccio,
1.
1.
e.
e.
41, III, 3, 9.
e.
40
III.
Alfonso
Callisto,
fu
Bor;j;'ia,
pur
ai servigi
hanno sull'universit
si
papa
Sacro
ufiicio gli
che
del
il
di Alfonso stette
tizie,
lituro
]|
presiilente
i)riiiio
Le scarsissime no-
'^.
Napoli
di
tempo,
in (|uel
ci
un Diego spagnuolo
Moltissimi
prelati
spaglinoli, Giovanni Soler, l'umanista Fernando di Cordova, Filippo Fagadell, Giovanni Garzia, -Melchiorre MiCardona, e
fsica
'.
maestro Cabanes
ralles,
Domenico Exarch,
fra
*.
Martino
e luogotenente di questo
confessore,
di
Terra
della provincia di
SUMMONTE,
Sua biografia
NIERI liiccio,
3
III, 187;
MlNIKKI Riccio,
e,
cit.,
cit., I, 49.
si
Il
degli accademici
discorrer pi oltre),
f.
clxxix, giudica
menziona
altri
d morir en
logia
en.
y maestre Fernando :
mero de
requerido por
los quales, ni
rogado por
el rey,
li
fi-
e.
mano de
1.
Valenza e poi
MiNiERi Hiccio,
che Alfonso
di
governatore del
e.
pontaniani. Cfr.
Cannavale, Lo
p. 44.
*
1.
il
Lavoro
di
l'Eximenez
lui,
el
el
MiNiERi Riccio,
1.
e.
MiMERi
1.
c:
Riccio,
e cfr.
Arch.
stor.
esco-
ar^obispado de
el postri-
papa, ni
III.
41
che ^ Pittore
di
attribuito qualche
di Napoli
-.
impiegati, di ne-
nomi
dello
speziale
vede
si
ricorrono
Ferrer,
lito
come
^.
Spagnuolo era
altres
nome
si
mestiere
morto
sebbene
in Napoli,
il
campanelli ^
effigie
con
le
tutta la citate
si
ammira
al
elogio di Napoli
ey piena
vede-
si
an-
orecchie di matto e
che di catalani
nuovo
in
Na-
Panormita)
(2ul ctini
ut essent (scrive
il
Ardi.
stor.
l'art,
725.
II,
XXII,
Memorias de
e altre notizie in
Ardi.
stor.
la
Vespasiano da Bisticxi,
Op.
II, 22.
le
royaume d''Ara-
di
le/ras
Jayme
M. de Bofarull.
'J30.
cit.,
Eyck dans
Acad. de buenas
una memoria
nap., IV,
vati
iliPOLL, nelle
nap.,
".
p.
55: cfr.
Gothein, op.
cit.,
p. J14.
42
LA cortf: di alfonso
III.
senso
In certo
gnuolo
il
normanni
procurando
si
forte
imbaldanzita sotto
di Napoli, gi assai
clic
d' Aragona
angioini, dopo
gli
mano
e svevi
di stabilire
monarcato assoluto.
il
di ferro,
ATfbiTso, pro-
sodare
fosse guidato
di renderseli favorevoli e
preparare grandi
dificolt al figliuolo
quali prima
Comunque,
si
Aragona
si
chiamava
la
^ Derivazione
il
tavoliere di Puglia
il
glio,
nali
ufficio,
facevano
re e imitato dal
al
Cancelleria era
il
circa
il
Consiglio di eguale
della
i
conti
continu a redigerli
si
fin
1480 ^
la vita so-
divertimenti; tra
quali
Si
veda in pi'oposito
Lebeigsnscliaft
und Hrlgkeit
Europa
;St.
GiANNONE, Storia
Barone, in Arch.
civile,
1.
XXYI,
stor. naii.,
IX,
e.
S.
Aufhehung der
4.
III.
4o
balli inai'avigliusi,
li
da catalani
tratti
mumi
loro
li
giusi,
mumi
gioiosi , ossia
momos
tempo appunto
^.
vescovo di Cartagena
il
vamente agora
se
usa de
los
momos
giudicando che
maduretat
aiui-
est onestai
pei'0 escandelizase
La
le
stessa
palomello
le
spagnuole.
talani, e di
le
moresche
le
base e
-.
le
danze avante,
e le alte appresso;
e le
alte ,
viomos
fatti
alla
con
intrecciate
corte aragonese,
si
da catrovano
^.
da pensare che gi
cascarde
le
basse
frequenti accenni
Ed
balli
gravetat entera,
moresche
danze, e
tempi
ai
di re Alfonso si des-
canne ,
hanno precise notizie negli anni della seconda
met del secolo per Roma. In genere, il medesimo poeta
sopracitato ammirava il lusso che fioriva allora per Nasero in Napoli
dei quali
cacce di
e bella
cappuzi
si
e giuochi di
lo sfoggio delle
diversi de
tori
si
magna
poli
vesti,
cavalcature e delle
velluti
corduni
con
pizi
tanti,
maniche
, le
ai Ti i malori
naj. dei
Quat-
Oit.
Si
di Napoli,
nuova
n.
LA CORTK
44
HI.
aniinirava
la
^alantcria
dd costumo
galantaria
ALK<NSO d'aRACONA
DI
l'affascinante
*,
travolgente
e.
insemi
tutti (juanti
si
gala il
modo
lo t|ualit
do]
galan deve
traer,
en coplas y consonantes,
de cavalleros andantes
leer historias
la siila
Ma
la
libros.
los eslribos
gala concurdantcs... ^
la letteratura in
quale
il
scarsissimi
sono
E veramente
monumenti
napolitani
dantesca El giardeno
',
e al
di quel
tempo
volgare
in
ita-
poema
d' imitazione
di
monumenti
Cfr.,
il
Cablai' sabre
la
il
I,
ed. 1573,
ff.
si
79-80.
471-5.
il De Jennaro,
componevano versi
Coletta e lo Spinello,
^i prima del 1458. Lodi alla d'Alagno nei versi a pp. 52-3, 72-3, 132, 189.
III.
45
stesso
egli
come,
compi
la fusione
polazioni
litica
lo ac-
la
sua
nei quali
si
di
'.
penna
la
e la
tra
Lope
castigliani,
Juan de Tapia, Juan de Andjar; tra gli aragoJuan da Moncayo, Juan de Sess, Hugo de Urries,
Fedro Xiraenes de Urrea, Juan Krnandez de Ixar, Garda de Borja, Pero Cucilo, Fedro de Santa F, e altri miCastillo,
nesi,
nori;
e,
tra
Juan Ribellas
il
Carvajales.
buona
Si
II
veda introd.
Madrid, Venezia e
Roma
^.
Poesie
al
stato pubblicato:
aiora
in
nome
di Cancionero de Stiiniga,
XV,
descritto dal
1867; e quello della Casanatense, da E. Teza, Il Cancionero della Casanatense {Venezia., 1899).
Su
non esistono
strati
il
in
di Parigi, e
li
espagnoh
et
niantcscrili
ha
illu-
des mss.
46
LA anni:
IH.
liriche
come
parte,
j^ranrlissiuia
in
alfonso n'AUAfJONA
in
si
conveniva a ^ente
composizioni e nelle
di.s(juisizioni
lilosoliche
versi'; e
in
Se
marchese
il
di Santillana
Juan de Tapia
la prigionia,
rammenta
giacquero
lano
-.
compagni
la
sott'occhio
remoto
il
il
del
tempo
cfr.
di Alfonso. Codici
Francia,
I,
115.
Mazzatinti, Mss.
Espana moderna,
poesia di
Juan de
la sottoscrizione
Sant Vincent
Si
fase, di
Dueiias,
giugno
La
cfr.
Ama-
leggono nel
(Menndez y Pelavo,
1894, p. 162).
iaodeavior, reca in
La molto divulgata
un codice parigino
WoLF,
il
la
torre de
IV (Madrid,
1893).
Studien, p. 212.
et
si
Valenza:
Composizioni catalane
n.
de
Sti'm.,
la fija del
pp. 203-4).
Comiat entre
rey Alfonso en
el
el
viage
pia
e di varie
*;
d' ARAGONA
LA CORTE DI ALFONSO
III.
di
47
Aderno, moglie
Carvajales
dame spagnuole
e del Tapia
a gara
amata
la
e italiane,
^.
la bella
dal re.
_al vencedor
di
della moglie di
^,
da Fernando de
tate
"-',
Lucrezia,
il
Tapia
le altre,
Niccol d'Alagno,
la figliuola di
la
chiama
la
il
Carvajales
al
Lohores al
reyna de Aragon
Cano. de
Siil.,
Op.
pp. 329-30.
Op.
cit.,
pp. 195-6.
Op.
cit.,
tellas e
comincia
la
la
lambiscono,
muy
excellente
cit.,
non
pp. 192-4.
La prima
diretta
a Francesco Cen-
damas que
en belleza soberanns
vi
Aderno, una Gatula (o Gattola), una LuNido (forse la d'Alagno), una Camilla del
seggio di Capuana, un'altra Lucrezia, e Margherita Minutolo, moglie
di mossen Gallarte (sulla quale cfr. Fontano, De bello neap., nel 1. I).
Nella seconda canzone, quella del Tapia, loando et nombrando todas
e le sei sono la contessa di
las
damas de Turpia{?)
italiani.
e
Op.
cit.,
pp. 207-8.
un lungo catalogo
di
nomi spagnuoli
48
IH.
Como entrc
lieta,
il
Torrcilas e altri
y ramas
flores
-
il
'.
I)rl
rAndJar,
pari,
])or
Roma
i)cr sollecitare
papa
dal
si
rec a
lo
1426 e
Valenza un
'44 dirigeva in
il
mandava ad Alfonso
coneria e
da lui
una poesia
quale, chiedendogli un falco, ria Napoli
falconi
fatti
indirizzata al
nella
re,
Alti'i
ancora
e rali
riferiscono
si
> *.
ai
divertimenti della
zanzare o
dormire
amori siano
gli
il
altri
al
sentenza
la
conte ca-
al
di
quale
Fernando de
sei
Torre", o
la
papaveri {adormideras) e
li
di
Lope de
Stfiiga,
un
di-
___! Op.
2
cit., 305-8.
Sulla D'Alagno e
cato da
veda
si
il
mio
scritto: L. d^A., in
Nuova
anto-
me
in Arci. utor. p.
le
prov. nap.,
XL,
605-8.
Cane, de
Stii.,
p.
336.
March
Op.
'
Op.
cit.,
cit.,
71-9:
pp. 273-93.
l'ed., p. 415.
LA CORTE
III.
landoli tutti,
li
DI
ALFONSO d'ARAGONA
49
dame, perch
lor
da sfondo
alle
Carvajales,
via
sulla
il
tra
luoghi
avventure amorose di
altri poeti,
ci
come
Roma,
contorni di
ai
del
trasporta ora
contadina
Donde
Respondi mansa
Mia madre
io,
misser, napolitana...
de Aversa,
".
]\Ia
le
pressa
et sin
di
un
altro
cerretano,
una sorta
Juan de Valladolid,
il
quale
^,
le
compo-
di giullare e
si
trattenne
in
altre
parti
Sulla
d'Italia.
lo
raccomandava
duca
al
di
il
Milano
come Zuan de Vagliadolid, poeta ispano et vulgare secondo lui , e, sempre secondo lui, uomo et cortegiano
de la Maiest del re de Ragona et de Xavarra, etc, et
sapia dir in rima
e il marchese
Mantova lo lodava per le virtude
promptezza del dire improviso. in rima ben
Ludovico Gonzaga
suo o per
la
il
di
in lingua spagnola
Op.
cit.,
pp. 2'J4-5.
Op.
cit.,
p. ;57i3:
e nel
stesso, per
un gentiluomo
di Nola.
3
poeta
Ediz. di L. Usoz
.
y Rio (Londres,
1841):
le
poesie di
.Juan
B. Croce,
La Spagna
fO
III.
LA (ORTF.
raccomandazioni
affermato
et
commendatizie
di
multo dclectarsi
in soneti
cui gli
si
danno nuove
p(!r
Mantova
e Milano,
mu-
duchessa
fli
estando
che aveva
dice ancora
Ferrante e della
di
tale
la p^randine... e
d' ARAGONA
di
che sa incantare
lui
ALFONSO
DI
los
dos en Ndpoles
in
delle
che
'\
gli
I
giorni
lieti
fecero
e delle avversiti;
udire
e la
la loro
morte
di
mosse
alla
devisa
all'impresa, di re Ferrante:
Devisa que
los
metales
pasa su fortaleza
y gran
pocos
valia,
te
fueron
mostrando
et
ironia
.'
la
leales,
su tilesa
^.
una dama
in
un suo
Maria
Docum. pubbl. da
Mantova
Milano, in Ardi.
stor. lovih.,
XVII
Y Pelavo, Antologia de
*
los
I,
592-600, e nel
Mesndez
III.
51
domelln italiana,
que ya fuiste aragonesa,
eres tornada francesa,
no
Infetti
il
si
si
la figliuola , invece,
della quale
fe
si
la
in una
novembre 1459 -,
menzione
Ma
timento.
il
amica
Si la rueda de fortuna
y la tu grand formosura.
Faser t'ian geciliana.
aunque
eres calabresa;
ti,
madama
Carachula
figlio
Nel 1448
I,
X. A.
2
f.
3,
Maria,
sobrenombre,
Johanne de Tapia
es el
te
la terra
hombre,
envia
'.
210): cfr.
f.
il
cui
De
LKr.Lis,
Cane, de
2,
ff.
19, 210-
238.
XVIII,
nap.,
el
Calabria,
211,
in tono di sfida:
Stila.,
pp. 198-202.
52
L\ (OKTK
in.
Per contrario,
ni
stesso
lo
alfonso d'araoona
di
reve-
di
(della quale
Mariano d'AIagno
fji^ura
in Xapoli)
vede ancora
si
la
San Domenico
cliiesa di
nella
la
ci
con
f,
amor y
verdat,
et
casa Ursina:
suonano ingiuria
Altri canti
ai
baroni
come
sleali
quello
ed elogio
con
data
la
tempo alcuni
del
distici
sotto
24 febbraio 1460
del
Pontauo
spagnuolo comincia
guerriere davano
ecco
le
il
si
fune-
leggevano un
^,
^.
Il
rimatore
campo
dell'eroe.
segno;
il
Sepolto
^.
l'epigrafe
zione delTuscita in
ai
Carvajales
del
il
Albeggiava;
le
trombe
nubi: ed
genti
con armi
descrive
scintillanti, vestito di
il
Op.
cit.,
pp. 218-9.
Op.
cit.,
pp. 381-3.
De
tumulis,
I,
31,
in.
p. 460.
II, 185.
III.
Dum
occubaf
si
invece
il
l a Napoli,
nella
fatto
duolo,
et vieti vietar
ab ense radit :
Capua
e di
patria.
Carvajales
5B
Ad
il
accrescere
Fontano,
il
il
E
una
sobre todos
(erniosa
mas duelo
duenna
fazia
6 donzella,
E anche
si
corria...
rappresentato
il
il
.Bios,
VI, 486-7.
'.
IV
SpAGNUOLI e cose Si'AGNUOLE
ALLA CORTE
FERRANTE
DI
DI
NAPOLI.
X^*'"
L,
l'ci
morte di Alfonso
il
Sardegna
e della Sicilia,
anche da
quelli
in Italia, e
furono
avevano seguito
lani,
quel
il
il
regno
mastro Francisco
tigiano di re Renato,
dolo
Anche durante
conquistatore.
di lui era
il
lo
maldiceva, di
re
il
che a fatica
richieste,
gli riusciva di
malanimo
dei
napoletani
come
vedeva
lo
colle parole
quale, par-
francesi
immune
attestato
da Tristano
"'.
De
baroni
ad Alfonsum
IV.
OO
le
a Innigo d'Avalos,
riproccia
Alfonso,
li
>
(^reproche)
in
^;
e,
malattia, subito
di essi, e
cavalcare per
la citt
il
loro per.
che gi
Taranto,
di
contro
nuovo
il
fare no-
lev tu-
si
principe
uomini
suoi,
vit
Il
tutti
catalani
li
discendente di Iacopo
col
Caldera, la cui
di
il
limpio, battersi
egli, cavaliere
re,
ai
Si vuole che
^.
tu^
re
il
figliuolo di allontanar
e valersi di italiani'*.
si
apparecchiava a
ri-
Sforza che Alfonso non aveva tenuto alcun conto dei suoi
servigi, a causa dei catalani,
maxime de
valenti
nemici de
cum
strinze
se
sigli e ricordi
notare che
simi
andati
tutti italiani et
maggior momento
li
al
catalani
quali ancora
man mano
({uasi tutti
erano
partiti, e
pochis-
si
"'.
Costanzo, Hhtoria,
il
Cardona,
il
Soler,
xix.
l'i44
(ed. Graviei",
pp.
130-1).
3
'
stato spesso
5
nimo
p.
71.
Nunziante, op.
veronese, ed. dal
per
cit.,
es.,
in
Giannone, Storia
XVIII, 411,
429-83. Cfr.
Soranzo (\'enezia,
civile^
la
1915), p. 112.
XXVI,
G.
Cronica di Ano-
IV.
5r.
1*1
I<M:F?RANTE
Guillcrmo de Puigdorfila, e
dei poeti. Diego del Castillo faceva lamentare cosi, nella sua
Vision,
/;
(Ili
tal rey,
g
moribondo:
compaflero de
toflos tjgual?...
rcsribidos,
A dnde podrmos
fallar
un
tal viejo
jjastor,
^.
ed risaputo
il
che
tentativo
principe di Viana,
come
rante, per
di
figlio
proclamazione
alla
di
tribuissero,
al
ramo
di
Spagna^;
gli
napoletani d'interessi^.
E sebbene
re Giovanni
contro
\i
p.
il
dell'armata
di
si
affrett
far
Menndez y Pelavo.
Cfr.
Costanzo,
Histoi-ia,
1.
xix.
IV.
0<
Quando, a guerra
finita,
Ferrante
si
signore
ritrov
Aragona rimase
Per incarico e a nome di Ferrante, Diomede Caconte di Maddaloni, componeva un memoriale di av-
iberica.
rafa,
una
delle tante
occasioni in cui
principe sconsi-
quel
^.
Quei legami di
af-
monio
che fu poi
re Cattolico
il
di colui
'.
Rapidamente progred la nazionalizzazione degli aragonesi di Napoli ', il cui governo era nei rispetti politici ed
economici indipendente dalla Spagna, e solo bisognava che
come diminu
vi diminuisse,
tamento esercitato
immigrati.
nella
nomi
stori a
degli
scomparve,
Ferrante,
lo sfrut-
taljani.^_iLbe
di
rado__co mpaiono
di
"Tiella "storia di
e quasi
sui regnicoli a
si
chiama-,
Costanzo,
1.
xx.
daloni e
di
d'Aragona (Napoli,
1894), pref.
Passaro, Giornali,
"
Si
di
Mad-
e ora la monografia di
XV
T. Persico,
(Napoli, 1899).
p. 813.
vedano in proposito
cfr.
le
cit.,
'j
primeggiano //
Kanke,
pp. 142-3.
in Ge-
58
IV.
(.OK'IK
baronali spagnuole
famiglie
le
anche
clic
marchese
148G,
di
contro
e,
il
cosi
lustro d'interessi
tra esse si
rilMlli
si
Puntano.
bene
kurantk
ebbero baroni
r;,
il
pi
come
d'innigo),
(figlio
lo stato e la vita
Ma
sarebbe
che
affermare
eccessivo
l'elemeiiiu
sj^ail
erano gi
si
dinastici
madre
patria e di cui
si
la
dendo
lia,
in
Europa, e
coiM^quaT,
tiche;.'
le
tra
Europa anzitutto
paesi di
relazioni erano
in Ita-
pi vicine e pi an-
e,
come notava
solito
il
non
fidi
figliuoli
lo distolsero dalla
compatrioti, e non
che
gli
compagnia
'.
loro
rite-
e le paren-
si
Tristano Caracciolo,
che
la
dei
'.
non era
il
nel
tardi,
iit
omnino nostrum
il
vol-
duca
impresa
T. Caracciolo,
De
il
figliuolo
Gothein, op.
3 Si
il
il
di
p.
cit.,
pp. 523-9.
207.
p. 'i.
IV.
come
lungo
Innigo de Avalos
i
compagni
Cavaniglia,
Bisbal,
Siscar,
via discorrendo.
Anche
dati spaglinoli-,
(\
le
Cardenas,
gii
Guevara,
Ayerbe, e
anni ancora
del con-
il
',
59
come
si
uffici
^.
In ca-
'i
viaggi
da Spagna a Napoli, e
San Domenico
di
si
miei
dimora
p.
figliuoli,
morte
Passaro, Giorn.,
59
n.
Il
si
To Pere Bleza de
rondo dWragon,
reij
della
gran
Un
MCCC0LX.II1,
cfr.
don Fe-
artefici
spagnuoli sono
pittori Gillo
Rogico
(1483) e
Alvaro
cit., I, 57).
fama
Anche
Cicilia .
come
lare
dun,
Barcellona veniva
c<a
los
1509 (op.
p. 44.
38B, 572.
per rivedere
quinto anno di
al
reca la nota:
lteli
*.
io,
dove
et vita
modestissima
che
il
re diceva
homo
de singu-
e al
De Stefano,
if.
f.
117.
^v^
IV.
(iO
nome
i
di
poeti
cIm- col
italiani di
altri
Hcnodetto Gan-tli,
]-ic<pr(l;ito
jrjj'i
il
Caritco
KKHKANTE
DI
(piali
ricordo di
un suo
cant sotto
come
il
nome
di
Luna
di
Iacopo de Jennaro^.
tra
,
s'
innamor
compagni
Spagna':
di ufficio del
Gareth
spagnuoli
ai principi
ebbe a rivolgere
egli
le
ma
gato,
altresi a Pietro
Girolamo da
Coli, a
Lazaro d'Exea,
giureconsulto
al
al
conte
di Belcastro
fi-
onor de
umana
progenie pi che
dei Goti
ma anche
Si
Son.:
selona ad
ita!..,
Si
Dal barbarico
Tra
un
XX,
le
tres
all'ediz. delle
srto-al, dolce
nido
Rime.
13, 79.
la
veda in particolare
^.
venerunt
rone",, p. 74.
leu.
IV.
la/i/'s
lim
ami uxorihus
de Barchinona
*,
quali
loro
contro di
li
essi,
catalani e
mercanti; onde
colonia in Napoli, e
come
Napoli fra
eorum Neapo-
fUis
la floridezza della
dei tumulti
et
li
il
rinnovarsi
novembre 1485,
un gran rumore
nel
61
fu
in
in
li
Catalani allo
il rumore il di
Spagna come dalla Sicilia venivano donnette di piacere, come dice il Fontano, parlando
del tinir della guerra e della pace ristabilita: et iam
audio Sicilia Hispaniaque ex intima advectum nobis florem
scortillorum, recentissimum qicidem venereum mercimonium,
seguente
-.
Che pi?
dalla
..
com' ben
italiana,
noto.
Tra
le
Heredia scrisse
tesoreria
si
la Refeccin del
alma^;
si
maha
Fernando de
in lettera
spagnuola intorno
ai fal-
2 Ivi,
e.
RR.
II. SS-,
XXIII,
236.
NeWAsinus
NeVAntonitis, voi.
Amador de
f.
176.
cit., f. 89.
cit.,
VII, 60-1.
e.
232.
02
IV.
FERRANTE
DI
Nazionale di Palermo
r Ordinazione
seguendo
e ancora,
'
le
notizie delle
di casa
Manuel Diez
libro di
Manuel
scuola
conte d'Alife
et di
nei 1492, un
^.
Un
lo
leggeva nel
di
consegnato
regimento
libro spagnuolo de
libro
al
di Stato
14ti6 Ippolita
Un
na-
napoletana da
secretorum
contiene
^.
il
un sommario
quelli di Castiglia e di
al
medesimo
della
Leon
dei
storia
re
visigoti
di
dedica
mancava
Un
de sus rayces
e che sull'argomento
laddove
le
crona-
n. 594.
Mazzatinti, La
biblioteca dei re
Anche un Lbro de
Fernando de Npoles,
Ruperto Nola,
cocina di
in i?as.
VII, 26B.
2
in
Intorno a quest'opera
Grober, Grundriss,
803-5.
La traduzione ne
Andrea:
3
X,
II,
cfr.
cfr.
parte
fu fatta da
Prcopo, in Rass.
Barone, Ced. di
Morel-Fatio, Catalanische
II,
p.
un
crii. d.
tesoreria, in
113-,
ital.,
star,
Litteratur,
G-allardo, Ensayo,
esperto
lett.
Arch.
II, 130.
12.
4
Farixelli, in Rass.
Ne d
notizia
il
II,
cavallerizzo, Pietro
VII, 263.
Morel-Fatio, in Romania,
XXVI,
74-82.
IV.
sovrano occupato
Un
in
63
altro co-
IV d'Aragona
Pietro
Anche
'".
di
Sicilia, rey de
del victorioso
Noya,
armas
e a costui dedicato
^'.
avere
di
Mena
che ancora
poeti,
serbati, provenienti
sono
ci
di
altri
dalle
bi-
Guevara
cipe di Bisignano ^
Galateo
parecchi
di
autori
manza
nel 1504,
spagnuoli ben
non vennero
quando
il
tutt'
romanzo
e le
il
insieme a rino-
dolce
Laberinto
il
fci
conosciuti in
ossia
le cita-
zioni
^.
altrove
ritorna
Las Trescientas
Coronazione,
sulla
rnss.
espagnols ecc.,
cod. n. 110.
n. 408: cfr.
Mouel-Fatio, in Romania,
Cod.
ital.,
I,
1.
e.
497.
e
Mazzatinti, La
bibl.
de Mena,
lo
las tricientas
Omero spagnuolo,
>
la
Coronazione con
lo
suo comento y
lo
scritt.
Omero
De Mena
(cfr.
Amador de
los Rios,
ni
COSE SPAGNOOLK
IV.
AI.I.A
chiamandola Ijurlcscaincntc
mento
suo
Aristotele
et
autore fu
lo stesso
di
per
Frequentemente
').
don Errico
Guz-
])arla al-
le
-'.
quale coinento
(del
fine
f^nuoli
Conlubensi
De Mena, laddove
KKHKANTK
DI
(((R'I'K
di Villena, e la
le
Fatiche d'Ercole
stampata
la
poi altro se
dialogo
De
felicitate
vitce
lascia supporre
in Napoli
letti
romanzi
garavia e lor
tempo dei re Cattolici, alludendo all' alromance , con la solita voluta confusiono.
mori
tra spagnuoli e
^.
1-r.iii-
si
nutr di
sififette
let.ture ixella_-
sappiamo che
vi, 50-1);
col
ma
il
soprannome
di
Omero spagnuolo,
Homerus
ille
il
De Mena
hispanus
ai
ita-
stesso
(nel
De
educatione, p. 154).
1
Amador de
cit.,
VI, 97.
XVIII, 79; De
educatione, p. 154.
De educatione, p. 184.
^ Amador de los Hios, VI, 295-6; Ticknok, I, 379-80; De PcymaiGRE, La cour de Jean de Castille, II, 17-9: cfr. Farinelli, in Rass. bibl.
3
d.
leti,
'>
(Esp.
il
trad.
i/al.,
II, 134.
Quelli che
cit.,
p.
101).
si
Algaravia (definisce
il
La
vita del
Domenichi (Venezia,
1559),
f.
171.
>
XIX huom.
ili,,
IV.
liani
sebbene non
si
G5
Pulci e
il
il
Boiardo
lo
imitas-
/-'
".
Ancbe qualche poeta spagnuolo soggiorn allora in Nache alla corte di Ferrante, come
poli, e. gi si ricordato
a quella
di suo padre,
Un Hurtado de
ladolid
^.
gnuoli
al
di Castelnuovo,
comincia:
desir....
mata
lo
e che preceduta
parrebbe che
il
E come
di dedica fir,
donde
probabilmente intorno
si
da una lettera
furtado de Mendoca
vuestro captivo
1487
al
*.
^),
si
bilmente a
italiani.
di Francesco Galeota o di
cia
Triste,
que sera de mi
anonima, piena
e un'altra
Amador de
babile imitazione
e del Boiardo
3
Si
duelli tia
XXVII
(e.
pp. 380-1.
~,
e e.
XX)
VAmadis,
I,
cap. xxii.
di Policastro (al-
D.
70, pubbl.
CLXVII, pp. 60-5. Superfluo avvertire errata l'identificazione che fa il Miola (Arch. slor. nap., IV, 584)
di questo
Furtado col celebre Diego Hurtado de Mendoza, vissuto
nella Scelta del Eiomagnoli, disp.
Le
barzellette:
pi gran doglia
B. Ckoi'k,
Tempo
serebe
horamay
Non
credo che
Ln Spat/na
66
IV.
una terza
d'italianismi, e
uno
coplas, e
spagnuolo
buon
in
Una
".
strofetta spagnuola di
Modica
di
come
e almirante di
innanzi a re
l'amante
Los
siete
Ferrante
gozos de
scambio
lo
^.
componimenti
in italiano
il
e cant
le
amor
di
septe allegrezze de
Juan Rodriguez
fatti
del
napo-
letani
alcune
Castiglia,
''.
castif^liano
di lingua,
Padrn
PMORRANTK
napoletano di metro e
sti'ain1)otlo italiano o
spagnuoli,
DI
dimostrano, e la me-
gli
uni e
gli
altri
appartenevano, ha consigliato a dar rilievo a certe somiglianze di contenuto tra la lirica spagnuola e quella
che
liana
svolse
si
anni di Alfonso e
nella
i
ad
sulle barzellette
^.
forse,
anche
e T5occaccescaj
un
influs so
spagnuolo
quattrocentesca^_partico2armente
ita-
ultimi
j^omiglianze metriche:
1
'
oltrecheTTmitazione ovidiana
mi fazine
94, 122.
2
Ed.
cit.,
ff.
48, 121-2.
81.
p.
ponimento originale
del
Rodriguez
XX,
16. Il
com-
Sti'oiga,
pp. 53-62.
,
stor. d.
leti,
ital.,
(Palermo, 1906),
ital.,
Vili, 83-4.
XLI,
p.
ora in Trovatori
189 sgg.
e centra, E.
e poeti.
X V,
in Giorn.
Prcopo in Eass,
crit, d. lett.
IV.
J7
'
tuTri^najTn ] fatarli
al
De Jennaro,
allorRjdal
di
un anonimo
appendice
in
appen-
in
altri
in
un
altro
con
che
quelle
si
leggono in molti
provenienza napoletana \
modo
Il
de speranza
lute sua
ovvero:
ovvero ancora:
longhe dimora
tirmava:
si
La
e la principessa di Salerno
,
amore
spagnuoli
Salerno
spagnuoli di
codici
di sottoscrizione di quelle
il
La
triste
Reyna
mi penar
Est charta
ha de dar a
se
^.
scritture
letterarie,
del Quattrocento,
mo-
e basta
aprire
il
^
;
ital.,
I,
104,
II,
Galeota,
F.
Castiglione, Cortegiano,
sottoscriversi, si narra in
II, 78.
un vecchio
proposito di questo
libro
spagnuolo
1576,
la triste condesa
fatto in
quale
la
una
145)
e cosi
lettera diretta a
f.
si
senti
el triite
di
modo
(la Floresta di
avendo
costui, al
Pero Garda
68
in
IV,
KKRRANTF,
1)1
Carafa
(giocoliere),
adrendare
Diomede
negli opuscoli di
si
(fittare),
(servitori^;,
simili
nel
'
nlbardano
poema Lo
muy
al
1408,
bien, attillato
come nuovo
reale_fj
il
nome
Cariteo,
II
di infante, dato
ai
principi
casa
di
che,
toscano pi doveva stare in guardia, ha pure spanto (meraviglia), "cora^^7o(core)75'j9^^a*'e (adirare), sperar (aspet-
tare)
^.
ristT^, sar
caso (anzi
un secondo,
un primo caso
primo
se per
Lucano
come
vocabola-
si
risaputo,
di efficacia dello
ai filologi e
il
il
spagnolismo a ge-
concettismo o secentismo-,
D'Ancona, discorrendo
il
di quel
gli
'^
Flamini, F. Gafeota,
1.
e,
p.
60;
Prcopo
(Napoli, 1S93); D. Carafa, Opuscoli, cod. della Bibl. Soc. stor. napol.,
segn.
2
XX.
C. 26.
Brani editi da
me
buto
hispanique,
XIV
XXII,
632-701.
Un
contri-
Morel-Fatio, in BuUetin
clxxxix.
p.
IV.
con
il
69
una poesia,
le
cui
e di pettoruto
il
il
Cariteo,
il
_suo
j]
'^"-
se
nessuno
strampalate,
avvide che
si
si
commedia
del Salviati
da
scampati
era
in
una
Oh
notte
mie tenebre
di tutte le
perch non
sei tu
sole,
spento in eterno
divenendone
il
'1
']
'1
Geo,
Serafino, e l'Altissimo!....
di stile concettoso
alla
D'Ancona, Del
ital.
de'
primi
secoli (2*
3 II grancliio,
per tornare
allora le
III, 2.
XV,
in
pp. 188-9.
2
di Ferrante, che
cit. ediz.
delle Rime.
1.
70
ALLA CORTE
CASK SPA(iNUOI>R
1\-.
!>!
FERRANTE
Non poche
caduti
in
baschi
d'Aragona
Ferdinando
altro luogo
di
della
padre
(il
fierezza
di
un
in
paese
il
lu-llica dei
di Alfonso;-',
cronache
fino le
ac-
nazione^:
(jnellu
un Baltasino, consigliere
e discorre altrove di
-,
di
^
'^
avvenimenti
registravano
locali
venne fuori
Ilispanice
/(//^m.s'
e per-
quel
di
".
La
un complesso
persino
il
di note
tipo dello
spagnuolo
sembra
gente; e
fosse gi introdotto
si
dava
".
Tra
le
Fontano
fa oggetto di
Il_
di-
forma
di spirito.
simi di facezie
appartengono
al
di
i
essi
che
loro motti,
ed amano piuttosto
il
diletto
3
<
',
Si
nato
vedano
De
De
De
le
le
invettive e
novelle
fortitiuline (in
1,
f.
De
cit.,
I),
f.
83.
260.
Stampata
Per
"^
Castiglione, Cortegiano,
es.,
f.
II,
42.
Roma,
30-1, e passim.
p.
10.
il
riso e
uomini
35.
coi
sarcasmi che
Opera, ed.
facilissima negli
dall'allegria,
1505.
fa-
IV.
ceti
'.
gnuoli,
come
risposta
la
uomo chiamato
Eodriguillo, quella di
tissimo spagnuolo
facete e
-.
Rodrigo da Siviglia,
che da fanciullo
gona
(1
In altro luogo lo
^.
spagnuoli
'
il
la
Gusmano
Ma
^.
il
era
acutissimo e
venne subilo
come
di ampolloso,
os-
dal
scopriva pel primo segni di quel vizio nello spagnuolo Marziale, nei
acida, quod
quidem Jlispanicum
maxime ainpullosa
est
De sermone
dai_..loi\o
f.
et
*'.
di
ga-
p. 589.
^
De
3 Xovel/e,
li,
''
spagnuoli,
fi
De
il
Wolf,
86.
f.
forma
sulla
di
Studien, p. 134.
sermone, ed.
gegno spagnuoli
liosi,
218-9.
ff.
'18.
cit.,
220.
f.
Un
la
il
il
vi
si
riferisce
un
<
Ambi-
xxtj'ri,
ac
detto di
modo
di
e quella
12
IV.
bondano
le
composizioni sulla
fjfila
e,
KKKRANTP:
DI
los f/alnius.
"|ii;t>t
(Jancionero fjeneral un
nel
i'
<|ual(!
dc-ll.i
'
lodi',
lindas, hermosas,
En
el
polldos
la
mas
Galanes
'
muy
miodo
loada, De,
De dftmas
mas y de mas
Enxemplo de
preciada,
andare
e via su (jucsto
*,
descrive:
la
deleytcs abastndd,
polideza,
'.
Fon-
Il
mettendo in iscena un vecchio innamorato, che andava per le vie cantando le sue fiamme, afferma: e
media scilicet Valentia dclatinn hoc est ^; e del gi notano,
tum
tum
senes,
dilettava
si
^*
La
'.
/'
allarg,
'
tempo
La canzone
Siam galanti
si
di
dame da
Fiorenza....
nome
di essa:
di
fa-
si
^.
nel
e nobilissima citt,
le
quali
si
E dur
Bandelle:
dove
leggiadramente
)'
I
sanno invescare
la pi
NellMw<oniM5, ed.
De
De
gli
amorosa
lasciva ed
cit.,
cit.,
f.
f.
letter.
popol., ed.
il
--e
per^^ajc^etitura ci
71.
219.
Bibl. d.
<
213-4.
ff.
sermone, ed.
citt;
Canto
da
cit.,
I;,
f.
322.
dei profumieri
ed attribuito a Ia-
IV.
capita qualche
lo
radono, che
siciliane
le
non sono
elle di
di loro
io
modo
migliori n
sua commedia
tipo del
al
^,
amoroso nei
avvezzo
come
gesti,
fosse in
E Fiammetta,
^.
umide
di odori, e tutto
Fiammetta che
quella brava
in-
'.
vano occasione
iin
d'allora
portare
ad aneddoti
gli
spagnuoli^-da-
com' quello
buffi;
di
prendere parte
desinare,
al
dichiarava di
chiamarsi
l'altro
Misericordia!
Sempre
sarebbero
Parte
secondo
poi
il
I,
nov. 42:
(Venezia, 1608),
p.
6.
Fontano, pessimi
anche
cfr.
monia
La
di
cortigiana,
Moncada
le
Orlando,
XXVIII,
PoNTANo,
Bandello, Nov.,
Santa Cruz,
De
la novela,
Ho
letto
Boter
IH,
si
Me-
p. clxxiii sgg.
cartello che
manda Don
Ciri-
aneddoto
nel
52.
il
cit.,
>
del
10:
I,
al
morali
effetti
208-9.
f.
218.
Lo
stesso
IV.
<-l
taro spagnuoli
catiilaiii
KKHRANTE
DI
(!
la
giurare pel
cuore
tralico
gente,
tal
E avrebbe da
o pel
il
delle
Spagna, e l'aramira-
corpo
sarebbe
si
di
Dio; da essa
della vita di
da essa
lirio
infine sarebbe
provenuto
un paese o una
sobria e pudica
illusione
tuttavia
ciali si
psicologica e un
citt
gradito motivo
si
stava in pace
poetico,
si
pu
so-
l'accrescersi e commischiarsi
emigrando dalla
ralit e riteneva
^eWAntonim,
HEix, op.
cit.,
p. 39.
patria,
f.
69; e cfr.
le
Gli spagnuoli
in
Eoma e
in
altre parti
d' Itali.^
Al
colonizzamcnto spagnuolo
.1
di
Napoli, iniziato
quello
sura,
Roma
di
da
minore mi-
t-
l'aragonese
'.
Gi grave d'anni,
di
tempra schiettamente
Callisto per
una parte
si
mise a promuovere di
spagnuoli rispondeva a
il
sttQ^mpQlcJludrig;o_gorgia,
l'al
tro "suo
ni^^
^.
La
citt di
si
(Parigi, 1889),
cit.,
Roma
I,
1S-2L
veda Pastok,
'
Si
II,
416-b4.
cfr.
Pastor, op.
76
HOMA
SI'AfiNlOM IN
V.
K IN l'IALIA
non catalani
stato affermato
che
g'h
da allora
spagnuole e
bra per
una
la
nel 1455
Vi
^.
ebbero
si
corrh/as
priniu volta, le
fu data
Roma
s'introdussero in
l'accento
in
non
vedono
si
de
ed
costumi e logge
sem-
di corto, e
toros,
E quando
'^.
quei tempi
delle
(juali
noU'anfiteatro
papa
di
'
Callisto si
ammal
randosi a Civitavecchia
Che
*.
dai napoletani
stiero, Callisto
riti-
gran parte
mrilti
fore-
ricordi e nelle parole degli italiani, (|uale era stato ingiuriato al suo innalzamento al pontificato,
Nonostante
la
Spagna
la
un recente
(dice
barbai-u^jJO^Ki^^
scrittore)
^.
Della immi-
il
il
descritto
rato la vita e
la
tomba
Gregokovius, Storia d.
citt di
Cit. in
Gregorovius,
Farinelli, in Rass.
1.
Gnoli
lo
",
loma, trad.
io
ital.,
ho
ri-
V, 177-8.
e.
hihl. d.
leti,
ital.,
II,
138.
p. 62:
cfr.
Pastor, op.
cit.,
6
'
Cosi ancora
il
Yriarte, op.
Messer
Saiurtio., in
I,
^1504): si
veda pi
oltre.
20-1.
Nuova
Antologia, 15
maggio
SPAGNUOLI
V.
ROMA E
IN
IN ITALIA
77
*.
stolico;
da costui tenuto
anche
'^
di milizie, se nel
Hispanos
di
scrittore
cio
ijedites
zio
Francesco
1484
ha menzione
si
domlnoruni Columnensiiim
Il
Le sue
si
suoi,
Una lunga
*.
una
quell'occasione contro
il
duca
fratello
del
125
della
spa-
de burlas, col
cardinale Rodrigo e
le parti
muij gordo
il
del
chia-
divenne
I.
poesia
ms.
ebbe sem-
il
1486
El aposento en Juvera
successe
quosdam
^.
retta in
e nel
papale in Castiglia.
legato
titolo
di
,
strette relazioni.
anni
nell'uffi-
aliqui
pre cari
avvocato
e fu altres
concistoriale
Comunale
di
dirette
nel
Andrea Jacobazzi, il quale ne diresse anche ad altri personaggi spacome a un maestro Garcia, professore di grammatica, al ve-
gnuoli,
scovo di Barcellona,
al
di
vescovo Carvajal.
2
Gnoli,
'
1.
e,
p. 288.
Candori., ed. cit., pp. 7-26: cfr. l'avvertenza prelira., pp. vi-xu.
78
V. SPAGNL'OLI IN
in
per
ROMA K
ITAMA
Lucrezia, in un Ccntellas, in
la
IN
un Procida
in
un
Prada'. Tra spagnuoli si allev Cesare, il cui primo precettore fu uno Spannolio di Maiorca, appartenente all'ac-
cademia
Pomijonio Leto
di
",
carissimo
nella
si
nome suo
stro
Por ser
dia
cinquecentesca un
e della
fo.sv,
Como havemos
cappa, con
sulla
del
sua amica
le
Ile
famigliare
Nel C'ancio-
'.
relativi
alla
iniziali
intrecciate
cifra,
In una
Pedrantonio castigliano
temjo,
qualit
stessa
di Ercilla,
nero general
che
commericorda
facile
immaginare,
trovava in relazioni, pi
si
Onde
com'
e,
gli si
serrarono addosso.
chele Remolines, e di
per
fine
mano
il
Si
veda
il
il
Di quarantatre
1874), e
di Cesare.
suoi medici
si
ricordano
ital.,
Firenze,
Alvisi, op.
Bomagna
(Imola, 1878), p.
cit., p. 459.
f.
220.
L'amor
costante (1536), a. I.
31, 40, 358-64.
2.
V.
il
nel 1492,
dizione, fingeva
il
e,
mejor tiempo
Poliziano
-.
posto
il
suo buf-
11
di
un corpo
di
^.
mercenari formato
bibliotecario fu al-
lo
scoi-tillonim, anzi
flos
gallico, de-
quale ottenne
il
dal
sollecitato
inoltre presso di s
Ispagna
col
\ Suo
o Pacell,
quando
fone Gabrielletto,
De morbo
trattato
Aveva
un
un catalano Pace
invano,
in
di
79
il
gentildonne come
di quelle
que habia
di
ponteficato di Alessandro
mas putas
en
Roma
il
loro
que frailes
en Venecla
^.
trati nella
popolazione romana,
si
".
nazionali e
lui
fondamento
farli
sua forza
alla
sembra
2 Gr.
molti
altri,
207 sgg.
II,
tica dedicati
a P. C.
Faltetti,
Bologna, 1914).
dal Pauinelli, in Rass.
VII, 264.
BoRCiiARDt, Diar.,
La
nevale di
~
'
cit.
Roma
al tempo di Alessandro
... a/fectare
linis replere,
et
Romauoi
civitatis
bibl.,
VI
270.
imperium,
urbem
Il car-
eecisset, diti
80
Le cacce
forte.
non
si
erano
e sotto
roma k
in
sr.\(;Ni:()i,i
\'.
'j,
(|Urtlc
il
come anche
dei tori,
intralasciate in
pili
in
Roma
itai.ia
era
per
feste
Cesare aveva
^.
-,
presa di Granata,
suo braccio
il
giuochi di canne
Roma,
il
la
.
la pas-
24 giugno
1500, giorno di san Giovanni, dietro la basilica di san Pietro, egli, vestito di
e la muleta, a piedi,
si
con un
fendente
levando a uno di
essi la testa
una
volta, che
si
sol
cacce di
ebbero
^
;
anche
di dare al po-
un toro
abbatt,
li
furioso
^ E
tori,
altres nel
le
si
nozze di Alfonso
ma
nel ballar
spagnuola
alla
danze
di
quel paese
^;
^
;
talvolta ci
e tal'altra espertissi-
un volume di canzoni
Domenico Lopez, e uno libro
e una vita di Ges Cristo, e un
de coppie a
coi proverbi di
la
spagnola
Alvisi, op.
Si
Yriarte, op.
Alvisi, op.
"
Ili,
**
cit.,
veda pi
oltre, p. 94.
cit., I, 222-3.
cit., p.
157.
cit.,
L. Beltrami,
cfr.
pp. 256-8.
p.
La guardaroba
Farinelli, in Rass.
bihl.,
p. 209.
1867).
180.
V.
SPAGXUOLI
IN
Roma
C'erano anche in
ROMA E
81
IN ITALIA
al
muse per
pianto delle
note Collettanee, e
morte
la
chiama-
si
di Siviglia, Gio-
Un
nome
altro, di
Borgia, un
Roma
epitaffio,
era gi stato,
morte
come
di
in latino^. In
^
;
Cesare
II,
Juan
al
^
;
e qui
anche
Borgia
ma
non
li'^;
tare che
di ci
si
si
facessero recite di
drammi spagnuo-
in quella lingua
una
quando
ella si
Lucrezia,
cfr.
Forschungen,
(1898), p. 417.
D'Ancona, Studi
cit., p.
203.
cfi.'.
300;
cfr.
Giovio, Elogia
p. 545.
*
Amador de
Op.
"
B. Croce,
cit.,
p.
xi.
VII, 273-5.
La Spagna
82
KOMA K
SI'AfJM iiM IN
V.
Soys,
ITALIA
IN
quel bueno y
comunal,
el
de todos en general,
soys
Soys plaziente d
lu.s
ajenos,
amparo de
soys
amiga de
y enemiga de
E ancora
menos,
los
los buenos,
los
malos.
Pues
podra recontar,
i quien
dezir,
Un poner
de
tal for-ma
de tal tnanera,
y de
tal suerte,
A Roma
(se tale
si
si
'
di
in
VI
e,
concilio di Pisa.
Quando mori
istretta
uno dei
fac-
Siviglia,
mundo
odiosa, quai
que
nunca
Esistono nel ms. XIII. G. 42-3 della Bibl. Naz. di Napoli, e fu-
rono da
Ferrara
me
pubblicati
e delle sue
Jevista de Espafla,
giugno
cfr.
B. duchessa di
Mesndez y Pelato,
in
SPAGNUOLI IN ROMA E
V.
Hernndez)
se fiera (verseggia lo
',
sericordia divina,
Italia,
ny en
83
IN ITALIA
e scoppi ferocissima
non
ella abitar
il
onde
Carvajal apri
lo
Hernndez
la
sua casa a
eri
ri-
Tit,
el
segun
per gratitudine
una
dodici libri
De
altres
De
educatione princijpis,
tudes, e altri
dedicargli
De
Christi,
lajusticia, otto
zibles .
riprometteva di
si
una
sola fu poi
stampata, e
la Historia
parthenopea, ossia un
in onore del
opere storico-poetiche,
in quel
quale appartengono
al
il
poema
gruppo
di
citato Pa-
poema
e simili
-.
le strofe
una
di
modo
tenuto dal
De Mena
nel
mitologia,
mento
non priva
storico
Nell'opera Los
op.
Amador de
cit.,
3
e.
cloze
poema
come docu-
triumphos de
los
el
4),
Del
di qualche pregio
^.
cit.,
395 sgg.
dello
Hernndez
detti
una
nap.^
XIX,
532-49.
stor.
notizia
bibliografica e
84
V. SPAf4Ni;(M-I
E che
Homa
ROMA
la linf^uu spa<^nuola
conferma
a servire
e
tN
colU'
il
fosse
Bembo, scrivendo
il
pontefice a
il
Valenza
K IN ITALIA
Roma
usilatissima in
allora
che,
poich
le
Spagne
ai nostri
uomini
'.
Bembo
il
egli
come
tura
si
compiacque
di fare
di
Juan
matrimoni
di principi e principesse
venne
aragonesi in Milano e
spagnuolo
si
il
in Ferrara e
infiltrando.
prendessero
le
arti
della perfetta
cortigiania,
ed Ercole
Mantova
di Napoli, Ferrara,
si
e Milano^.
musici spagnuoli
gonese
di Napoli)
forme
di balli
in quella lingua,
composta probabilmente
critica d.
3
Cfr.
(Modena,
>
leti,
ital.,
sul
cfr.
cadere del
Teza, in Rivista
G. Bertoni, G. M. Barbieri
e gli studi
1905).
romanzi nel
secolo
X VI
V.
85
1480, e indirizzata a
della presa di
costoro vi commiscro
ria di
Venezia
spagnuoli
il
'.
duca
che erano
di Ferrara,
si
ai servigi del
notano
duca
Urbino ^;
di
soldatesca fiorentina
la signo-
molti fanti
'<
anno-
si
anche l'immigrazione
seguitati in Ispagna,
dove
facevano di
si
giudei e
E sopravvenne
e
di
li
come
accrebbe
Si
marrani, per-
essi
grandi bru-
marrani pubblica-
*.
con
lenti,
occhi infossati,
gli
abilis-
Italia
iucominciaro a venire
lo
segnore re
terunt in
maxima
caput bovis,
Fu
di
Spagna
'';
Roma
ste-
ibi tentoria
pubbl. Ja G. Bertoni
in
Roman. Forschungen,
numcali francesi
XX,
332: e
d'Este
(Modena, 1905%
2
Diario ferrarese, in
RR. IL
cit.,
<
SS.,
Amahile,
Il
santo
Castello, 1892),
cfr.
I, 80-1.
Sknauega,
Passaro, Giornali,
cit.
260.
p. 177.
XXIV,
pp. 292-4.
p. 56: cfr.
86
bem
modo
secreto
ROMA K
SFAf.MOI.I IN
V.
a Ferrara, nel
*;
certi
ITALIA
IN
di
lu;,'lir>,
si
jiarlu
Spagna da C lanata
>
''
il
Ferrante
alla corte di re
distinguevano per
muy
y ricos y
lora
come
In
^.
Koma
la loro cultura,
il
avendo
medio evo,
nel
immigrazione giudaica
Zos
mas
eoi
fini
ebrei spagnuoli
gli
vecios
ti-a
Senonch questa
giudei
non
solo
marrani
catalano
II,
".
marrano
come
e circonciso
il
'"'.
Ma, salendo a pi
nemmeno
lineare
si
loro letrados
in
Diario ferrar.,
e,
1.
cit.,
il
II,
XXIV,
medesimo che gi
av-
si
285:
cfr.
IV, 163-4.
Menndez
parte
l'altro
Rass.
pp. 11 sgg.
I,
Pelavo,
:
ora
H'/.
il
bihl.,
Lozana andaluza,
cariascial escili,
ed. cit.,
ed. Guerrini,
maiale
Spagna, contro
Marrano
p.
I,
Farinelli, in
138.
204-5.
<
XXVII,
Marrano
"276:
Canti
significava origi-
mal convertiti:
cfr.
sull'argomento A. Farinelli,
II,
Per
VII, 265.
nariamente
cfr.
oltre.
II. 35.
P. Rajna. Firenze,
ROMA E
87
V.
SPAGNUOLI
nel
re
circondava
gli
vertito
IN
il
IN ITALIA
all'Italia (Traiano,
Teodosio
magine
papa
II),
e gli
di prelati,
dati
Arcadie, Onorio,
Enea
Silvio l'im-
Grandeggiarono
doctriia admirahllis.
tissima,
I,
Callisto risvegliava in
papa Damaso,
del santo
Spagna aveva gi
Adriano, Teodosio
nel
infatti
Cervantes
Enea Silvio fu segretario), Giovanni Torquemada, che per venticinque anni aveva insegnato in Roma
(del quale
diritto
defensor fidei\ e
lo stesso
Enea
merit
si
il
nome
di
Antonio
e per la
le biografle
da Bisticci
-,
Ma
^.
questi
uomini rappresentavano
la
cul-
il
Panormita,
Ampiamente
1.
sotto
gna
in
vetits
II,
voi.
e nova.
rio e Pietro
Ardi.
3
di
Op.
San
I,
Arbus. Per
stor. lomh.,
cit.,
Silvio.
Anche
il
gli
XVII,
tempo
cfr.
Enea
535,
55-J.
5-J'2,
Portogallo, di Gerona,
Sisto, Mella,
Malferito, ecc.
che
le
gna.
Venezia
si
stampava
nel 1497
I,
un
\.22].
88
V.
mettersi
Italia
umane.
srA(iNi:oi.i
Fazio,
Il
in
idma
scuola
alla
il
Valla,
il
lettere
nelle
italiani
dej^li
Panormita,
il
iialia
in
j;
Filelfo
tenevano
di
letterati
mestiere, o sem-
tal
plici
concilio di
il
vescovo di Bur-
di
Basilea,
trattenne poi in
si
la
Roma
al
presso Eu-
Ma
^.
genere
in
modestia, e
essi
si
mea barbara
Hcec
Fernando Valenti al Panormita), qunm si aliquid dulce fuerit, tuuni est et non vicAnn:
cetera inculta, rugosa ac dura, mea sunt ^. Grandi elogi
profondeva Lorenzo Valla sul giovanissimo Fernando di
vides
(scriveva
ammirandone
disputare.
Ma
si
teologico e scolastico
*,
la ricca
pi
tanto
maestro
circa
spiegabili
nel
Fernando proteggesse
il
sapere
caso
il
in
Valla
Roma,
1705):
al 1456
le
l'elogia-
una dozzina
Campance
del
dal 1449
Panor-
mone
ad
altri.
la
dedica a per-
sonaggi spagnuoli.
2 Si legga la biografia che di lui scrisse Fernando de Pulgar (si
pu vedere tradotta nel De Puyjiaigre, La coiir liltraire de don Jean II
de Castille, I, 216-9). In Vespasiano si legga la biografia di Xugno
il
cit.,
si
sforzp di atte-
stor. nap.,
VI, 245.
SPAGNUOLI
V.
costretto
era
tore
riserve
fare
tanta
facidtas jJOiitica
ROMA E
IN
adest^
et
in
dicendi,
ille
desideratir ;
eo
in prosa
ornatus
in grceca lingua
e tenne in
quantam
lingua
orationis,
iactis
dcitur,
Italia
in
sive
fundamentis
uditori un'acca-
Antonio Cas-
sitie
sine
es-
harhascidns liomo,
nitor
viget,
eloquentio
vis
latina,
Ilispania docere
solum namqiie
sere stato
demia
Carmine, pr(esertim
in
sive
Breviter, stimma, ut
manus
89
IN ITALIA
come
prima che
mente presentarsi innanzi a
di averle apprese
Poliziano in
Firenze furono
Barbosa;
e Arias
Firenze
e del
Come
gli
(e basti
deliciis
et
elegantiis
il
gli
Nebrissense, Antonio
il
umanisti italiani
uffici.
il
^.
da Nebrija), cosi
in
^ Presso
umanesimo
patria
osava impudente-
Florentinorim coniunxerat
loro
le latine, e
latinis liominibus
gi nel 1433
il
sia
per
altri
1882,
XV
Cordoba y
2
K. Wotke
al
Kenacimienlo
filosufico
De
en
poetis
Espaa (Madrid,
nosb'O-uin
Una
1911).
temporum, ed.
ZARi, in
Hass.
bihl.,
X\I
90
SPACNtOLI
V.
IN
l'andata in
detto
Ispaji^na,
venne
Lucio Marineo
di
e, stabilitosi
Circa
-.
vano
Certo, la
dalla natura;
Spagna
stata
ma, paragonata
anni,
tempo,
stesso
lo
Martire
alla
atti'atto
di Castigliu;
quella
in
si
AMA
II
1486,
al
grande alniirante
rico lIenri(iuoz,
ma
'
intorno
Siculo, che vi
il
K IN
1{(M\
gli dice-
singolarmente favorita
come
la
misera
la sala
centrale.
Quale degli
non forse
all'Italia,
italiani
mercatanti e
mai andato
pellegrini?
Ed
Ispagna se
in
egli ribatteva:
brighe; e
pezzi, la
gnuoli concordi
^.
non pu
italiano
suno pari a s
divisa in tanti
salito
in
Intorno a
ci, Gr.
Romano, G.
B.,
Jri
Ardi.
un
In Ispagna
alti
gradi
le lettere
stor.
*.
XVII
aiciliano,
TiRABOscHi, Storia
d.
vedano ora:
Moti umaMariweo (Caltanissetta, 1911); P. Venna,
lett. ital.,
VI, libro
(Adria, 1906)
il
regno di Ferdinando
il
il
Cattolico
regno di F.
il
C.
(ivi,
di
III, 76. Si
1907); Nel
romeo,
6,
^ Op.
a Pietro Marso.
cit.,
1.
I,
3,
a Teodoro di Pavia,
I 51,
a Gabriele Mendoza.
1.
VII, ep. 3 e
7.
anche
il
Ma-
SPAGNUOLI
V.
consolava
lui si
di lettere
in
un nanerello
gli sparvieri,
ROMA E
Roma
tra
se
giganti?
ma
armi
dalle
impedimento
alle
si
armi?
vano procacciato
gli
'.
col poteva
alla
il
mai tra
gli
si
grande uomo
di
avevano
91
IN ITALIA
fama
In Ispagna ho
IN
Ma
le lettere
let-
siano
l'ammirazione maggiore
di
Spagna tanta
felicit di vita.
Se
due sono corpi che un medesimo spiuna medesima mente governa. Xon c' unit in na-
seguirono
il
^.
reali); cosic-
umanisti
italiani
altri
italiani,
che o praticarono
*.
la corte degli
E da
arros-
questi
Aragonesi
libri
De Aragonicz
Op.
cit.,
Op.
cit.,
ledo.
con
gli
regibus,
I,
1.
21, a
De
De laudibns
Teodoro di Pavia.
Mendoza, arcivescovo
cfr. I, 17,
gesfis, la
Ilispaiice,
'.
di To-
la milizia: e
Op.
cit.,
I,
Op.
cit.,
II, 71,
TiKAuoscHi,
6,
1.
c.
Pomponio Leto.
76.
bibl.,
VII,
2()5.
V. SI'AfiNl OLI
l'2
IMMA K
IN
ITALIA
IN
per Fer-
iiuinire.>ia
degli
italiani
seconda
nella
nieti'i
del
Napoli
di
pili
^.
E sebbene
l'adulatore
com'era
allora,
il
Enea
sub comnunitatibus
^,
quando
Silvio
dominio
,
si
di
augurasse
lui,
perch
grid
anzich
cor nobile
si
volse
Non pensar
di
perch
Ma
tu incoronarti del
regno
nome
questi sospetti
^.
la
pi lon-
mita
Bracellei,
in
nme
di
De
bello hispanico,
Alfonso
ai
genovesi
f.
e dal Bracelli, in
nome
Panor-
di questi,
ad Alfonso.
2
GoTHEix, op.
cit.,
contri) Alfonso e
suoi catalani
di
V.
SPAGNUOLI
cronista narrava
ROMA E
IN
matrimonio, con
il
Ferdinando in Castiglia
93
IN ITALIA
la
travestito,
famosa andata di
soggiungeva:
marito: di
modo
d'Aragona
e di Castiglia
magnificava come
renti
casto,
non avendo
ragione a
Vespasiano da Bisticci
religioso,
di
rispetto a persona,
signori
tutti, cosi ai
ma
signori,
non ubbidire
come
agl'inferiori
il
ed
es-
freno agli
re
il
pa-
facendo universalmente
(suoi)
lo
modo
^.
Spagna contro
timo grande episodio
stiana
Granata,
gl'infedeli e
si
E sembrava,
in
verit,
di
la
vedere
aule d'Italia
canterini e
cri-
le
conquista di
la
realizza-
piazze e per
d'Art.
Fu
il
Na-
potevano cognoscer
mani
e ogni di vi
bilt di
Spagna
di portarsi
la corte
si
vi
Vite, p.
in
Non
vi era si-
94
\.
SI-AI.
MOLI
KdMA K
IN
IIAI-IA
IN
(luanto
si
sue mani a
andavano a combattere,
()U('lli cIk;
suo lavore, e
le
armi
di
e spesso alcun
cognoscere quanto
si
di
poco animo,
ogni potente e
le
di
si
la vita
por
(die si
il
pu
Con
in
che questa
dir
'.
Italia,
la
della
notizia
stiani in Granata.
A Roma
vittoria,
si
al
un castello di
come ho gi
giuochi di canne-;
quell'occasione
da Cesena
^.
il
nome
di
Granata;
e,
si
il
dramma
Similmente
Navagero,
il
compendio
cfr. Lettere
veda anche
di
il
BuRCHARDi, Diar,,
DE Avila:
to'inan
Ya
en
Granada con
I,
Roma
sailas,
444-7, e cfr.
Aqui corren
stati,
TiCKNOR, ed.
il
s'encienden liogueras
por
toros, alti
eslo,
jueguan
Ya
fingen que
caias,
Ya
gu-
cit.).
Ba'tica, ad E,. P. Eaph8elem Eiarium cardinalem (Romse, per Eucharinum Silber, 14SB): ristampata in Hispania illustrata (Francof., 1603), II, 861-77. Nell'ed. originale si vede la musica di un canto in volgare italiano, che si ritrova
3
V.
SPAGNUOLI IN ROMA E
per l'occasione,
alleg-orici
recitarono due
si
farse
del Sannazaro \ in
95
IN ITALIA
drammetti
mostrava
si
dendo
soi
'1
gran Lion
branche
Fernando,
le
Tu
e si
molte miglia
di Castiglia Distender
Tra
ud in quegli anni
si
li
gran
il
sangue
come vedete
e bel,
rotto fu in quella
Ferdinando
di
Aragona
infatti,
discrete...
come
ranza. Egli
si
degli
italiani
musulmana;
volgeva a
lui,
1890^
il
e l'Ita-
trepida di spe-
^.
scorge dall'au-
si
lia,
guerra fortunata,
della missione
e la cui
prima strofa
Viva
con
la
viva
la
el
Spagna
La
cita
et la Castella,
!
mahometana,
potentissima Granata,
de
pagana
la falsa f
dissolta e liberata,
per virtute et
Fernando
Viva Spagna
del
man armata
et Isabella.
et la Castella,
nuova
Croce, I
teatri di Napoli,
celebranti la presa di
Granata
libi.,
e le lodi di
VII, 264.
Per
Ferdinando ed
Isabella, si
96
V.
che
SI'A(iNlOLI IN
incombeva, e nel
ii;i
f^iuj^no del
un ambasciatore, dolendosi
frf'f|U('Tili
ITAMA
149:}
inviava a
laddove
cum
teressamento che
si
et
fidci
nutriva per
le
et
egli,
vitam
pr ipsius augimento,
> '.
infidelibus
Roma
che scoppiavano
delle guerre
cristiani e cristiani,
tra
Italia
in
K IN
]().\IA
Ci accresceva l'in-
la
sua
Roma
pato
ai colpi di
un
e festeggiamenti, e
avventurosamente scam-
sicario'"^, si
un Marcellino Verardi
(nipote di Carlo)
componeva pel solito cardinal Riario la tragicommedia Carmine heroico, dai titolo: Fernandus servatus. Ad accrescere
l'aureola che lo cingeva di gloria e fortuna
negli
si
aggiungeva,
Nuovi mondi
>,
dinando
il
destava
Cattolico
per
italiana;
libert
la
nuto
E veramente
affatto italiano.
nostante
le
d'interessi,
come ben
modo
lo
giudicava
assai spiccato
BoRCHARDi, Diar.,
Si
GuiccrARDiNi
il
Guicciardini
^;
e rap-
cfr.
si
BoKcnAuui, Diar.,
la
alle invasioni
ri-
straniere, cominci e
nella
II, 80-1.
II, 27-32.
crebbe in fama e
inedite,
il
presentava in
giunti di
Italia,
le
osservazioni
1.
I.
SPAGXUOLI IN ROMA E
V.
fanatismo, religioso
97
talciic
IN ITALIA
giudei ^
E anche
quel certo che di spagnuolo che in lui era rimasto dalla sua
nascita e dalle sue consuetudini giovanili,
vedeva
si
affatto
descritto ci che di
ciolo,
predecessori,
desiderali imus,
forestiero era
uno
beneficio instanraturi
nuenint
italiano del
mevano
presagivano dal di
banda
dalla
tutto".
ma non
di B'rancia,
Passako, Giorn.,
Bandello, Novelle,
l'epistola del
quando
fuori
all'Italia,
era
te-
si
forse
cfr.
pp. 173-4:
cfr.
Gothein, op.
cit.,
Galateo, De
ge-
te noljs
Se pericoli dunque
p. 54;
32.
I,
vano
neophitis (in
Coli., Ili,
ispira-
125 sgg.).
la politica di
e sugli altri
si
Abrabanel.
meno
dove
ebi-ei,
per quel
la
Spagna,
che appare
fu
al-
dal suo testamento (in Gallo, Diurnali, Napoli, 1846, pp. 31,
37, 39).
B. Crock,
La Sjiwjna
VI
ji
Ci
lo
stupore
il
schiere di spagnuoli
lirsi
dominatori in
Non
hai
tu,
Italia.
francesi,
ma
per istabi-
E pur
lassi la
il
prima tua
si
dagli italiani,
si
veda
la
Breve
Maetnez de la Rosa, Ohras completas (Paris, 1S44), III, IIB. E si consultino ora le Crnicas del Gran Capitan, edite dal Rodriguez Villa
nel t. X della Niieva biblioteca de autores espaioles (Madrid, 1908), dove
sono Las dos conquistas del reino de Ndpoles, edite gi in Saragozza, 1554.
VI.
le altre
un pugno
aiuto
in
99
Ferrautino contro
re
uomini
di
francesi
di
stato dal
anno
ponte-
fici
Cristianit K Entrato di
la via delle
francesi, nel
giugno
anno occup Atripalda, alzando (come subito si seppe in Napoli) la bandera de Re di Spagna in
detta terra -. Parve poi cedere alla preponderanza delle
del seguente
forze
1503
la
fi-cincesi,
grande battaglia
Napoli,
il
la
riducendosi in Puglia;
il
Cerignola,
di
il
13
nell'aprile
il
del
28 vinceva
maggio occupava
gennaio
ma
gli
dtl
con che
allora la caduta di
va
e irrefrenabile
si
quiere
tambien
Si
el
lo
es subjeta,
el
Capitan,
sera Milan.
poderoso Senor,
qiiiere
l quieti sera'
defendedor?
Si su favor da favor
a ntiestro
los
GuicciAiiuiNi,
1.
gran Capitan,
franceses qu haran ?
I: cfr.
VII, 460.
2
Passauo, Giornali,
p.
129.
citt
di
Roma,
100
riAl-IASA
cll/J'lJUA
VI.
liAidlAIUK SFAONI'OLA
I.
muy
f/rand estado,
descuiden de su rmjdado,
descansen. sus corazoncs;
tir
en bien irmi,
h'u'ii
quo iodo
'.
lo f/finarnn....
trato in
Roma
tempo
al
pose in
gloi'ia
del
manifestava anche
orgoglio
Spagna.
Gran Capitano,
in
lui
modo
re Cattolici erano
suoi pessimi
nei
popolo
versi
grande
dei
I
il
incon-
abbiamo gi
tutto
di
stato
come
tra
Il
essi
sudditi
loro
della pa-
que
el
che valgono
gli
potenza francese
storo spetti
Spagna
giunge schernevolmente)
si
a-
il
campo
ma
del
la
Francia
Gran Capi-
popolo spagnuolo ha
sanno
che a co-
tano, al
quel
occidente, forze di
debellare
mondo
la
los
siglos
XV
e,
sebbene
X Fi
il
i
(Madrid,
VI.
li
superano
Yspanos ardientes y
remando
animosos.
la
dan
quales aquellos
los
muy
101
tal osadia,
Nell'entrare
ma
combattimento, sembrano
in
s'infiammano via
via,
E sono
terribilit di violenza.
lenti
molli,
los
voro e con
la
le
ventura col
la-
spada:
fuera
un
que
Onorano
chieder l'elemosina
li
d'
y va hasta
Roma haziendo
que nunca
le
falla corner
tal
prueva,
vestir.
mas no por
lisonja
da paggi presso
altri
ny
otro color.
grandi, in
tempo a servire
vi apprendano
modo che
qvnn
sotil
pena
consiste la honrra,
102
n ALIAVA
CUI.TIJKA
VI.
non possa,
di culliUM e
che
ciuci
egli
stiul,
(li
huyan
viveva
cIk-
'
H.A
in Italia o in
arnhic-ntc
Kn
o
no han
y desto
me
poncn sus
neranieno
rtdvertencia,
muy gran
Ma
SI'A( \
esquioen (i'shonrni
(lesdc p'ijes,
finsi,
y presto In
stiblx'iic
K HAl'HAIMK
quest'ultima
negligencin...
aveva stimata
restrizione
innanzi,
un
altro
scrittore spa-
lo
il
frate
in
Fabrizio Gaubcrte di
significante
della
Spagna
in
altro,
forse,
per
lo
come manifestazione
del
sentire
il
comune
Gauberte
famosos doctores
lugarteniente de justicia de
Maiote, e
tore)
il
Re Cattolico
que anadiessen en
Una
la
el
Aragon
e messer
Gaspare
l'au-
si
lett.
ItaL,
XXIII,
403-5.
VI.
mas
miicho
se le
meregia de quanto
ellos
il
prima
quali,
le
agradara
assignaran
La-
Gauberte delinea
mani,
e
que
seguii
lOo
il
corno a
Espana
non
si
degli scrittori
de su nomhre la llam
greci e romani;
tesse della
Spagna
lasciando stare
il
(col
le altre
mondo, per
terre del
le
deprimendo questa
gentili
il
da osservare
Gauberte mette
la
il
frequente
Spagna con
l'Italia,
cavalieri (egli
gli italiani:
dice),
anda mug
lexos
se
y nobleza, que
los
mds son
la gente
offlciales
y viven de sus artes, todos salen a va. Ma non solo gli uomini, si
anche
lia,
le
e per
si
di quelle d'Ita-
aspetterebbe udire da
quel monaco di San Bernardo, espresso -professo del monastero di Santa Maria de Santa F: perch le spagnuole
sono
redjji^
come
le
italiane.
Senonch
lo
non
strano elo-
104
(Tl/n UA IIAMANA
VI.
//
corno son
de
las
no
Ytalia,
Ito
l<is
di:
dn Jlrsjjdn en dexar
crimincs fieros
ci'ae
los
tan jmvorosos y
potenza
solo
ma
generosi destrieri,
suoi
mucho
les f'azen
scr f'rias,
th-
ni
ij
lo
quo
damas
l'asta Uis
aliii
HARI5AKIK SPAONLOLA
i:
capi
nello
spirituale e
cavaliere di
di
Portogallo e
all'Italia la
madre era
quell'et, la cui
Spagna
le
^
papa
maggior
ligliuola
f'
della magnilcenza:
il
del re
della
poli-
Spagna
suolo, non
la
Alfonso, che
la instruyesse y ense-
de antes ni sabian
renissimo
soberano y
fonso
festejador
Che
se
si
il
il
il
la
don
se-
Al-
medesimo
bastardo di un re spagnuolo
rey
il
magnanimo
Spagna
il
contro
il
sia per-
pericolo
francesi e la
Francia non
si
fosse
rovesciata in Italia
VI,
el
Francia que
loda
la
tal
sigvi
le
105
Christiandad....
spagniioli, consapevoli
degli
buona fortuna,
or-
sentendo
all'altro e
la
propria
invitati
stessi
ribelli
per ragioni
al
sveva
eredit
di
dominio francese
dai
diverso
siciliani
altres
da
aveva
fatta la
seconda Giovanna
Ma
e sostenuto
da una
come gi
re Alfonso e
tanti signori e
dagli italiani
buoni studi e
buon
il
latino, e
procurare di
Il
il
Fontano
un suo carme a Girolamo Borgia) venne in Italia seguendo il fiero Marte, ma a te ora piacciono non lo armi,
dolci studi delle Muse
si
in
est
advenn
tua,
quam
rigai
amnis
littoribus.
me
Pi larghi
abeqit amor.
in Rassegna pugliese,
XII
100
VI.
Te nec
Cosi del
i
iter lioslili
Cnvaniglia e
esatto parlare
della
liana, serbato
la
quale
gli
E non
-'.
spjignuoli
ita-
il
caso di Ferrante
d'Avalos, marchese
il
da fanciullo
Napoli leggeva
ii;
Perch come
leria"*.
pontaniana
con
furono or-
il
citando a riprova
di Pescara,
tenacia
Avalos e
{^li
Italia
in
ensis,
it;ili;iii.ir<nu
(;
1.A
plart-t.... .
accademie alfonina
iianiento delle
immigrati
prw(hi cruore
aininunsirono
si
i);iri
Gucvara
wreus
parta
^l'AfiM
libri
D'Avalos erano
spagnuoli di cavalstati
primi ad ac-
spagnuoli
^;
e se
il
aveva
del tutto
giovinetto Ferrante,
si
giudicato quasi traditore, ci accadde per l'appunto nel periodo della piena fortuna di quel popolo in Italia.
il
danno
si
la potenza, la
ma,
moda che
mente dilagare
re
dei
in Italia, in quei
e del
Cattolici
Spagna,
le
guaggio,
forme
loro
Gran Capitano,
le
le
nome
usanze di
il
lin-
Eridani,
Si
'3
*
f.
180.
II,
vedano
GoTHEiN, op.
La
cit.,
II, o84).
p. 406.
XIX
huom.
ili.,
cit.,
CULTURA ITALIANA
VI.
trici o
tali
Quanto
di
107
spagnuolo era gi
in Napoli e in
non
BARBARIE SPAGNUOLA
JE
in
Italia,
Roma, si ravviv e
e la Spagna parve
ma
zionale, sforzando
la
e particolarmente
si
con tutto
tradizione,
costume
il
il
la
cultura
stessa italiana.
Che
tentassero
che a
_ ign'ti
clic
'.ito
sdegnassero e
si
di
inirn.i
e<si
sera-
i^
.--^^iiiiicato
scenza e l'umanesimo,
cosa
tano e di
Ma
altri.
detto
il
trat-
un
non
col
titolo
De
educatione,
fu pubblicato
prima del
elogiato
di etica e pedagogia, e
esso
il
nome
die
del Galateo
Negli
passasse
ma
come
nessuno
si
titolo al trattato
nella prov.
di
Terra d^Otranto
bibliografiche, cfr.
XXIII,
394-7.
2 II titolo del
nome
di
libro del
Galeazzo
la
Casa
desunto,
come ora
assodato, dal
(__,..
108
toro
])roi)i'in
licnto
Il
riAl.lANA
f'I"I/n'RA
VI.
di
I-.
scrittura
(|u<ll;i
M-\(.M
I;AIv'I;aKMI:
(il.A
suo storico
del
sig^ni-
'.
'^,
conoscenza con
le principali
guerre
guito
nese
clie
avevano insanguinato
parti aragonesi
le
contro
lui
il
Regno,
italiano
aveva
egli
francesi^;
le
ma
napoletano
se-
arago,
si
animo egli
Spagna nelle
di
ma
renti,
e asservire
il
vano nel
che
giustificarlo
GoTHEiN, op.
II
da padroni e
^
;
gli stessi
ma
che
cit.,
si
allora
sostituirsi a essi,
spagnuoli
s'
imbarazza-
quadro da
il
Il
lui tracciato
pubblicate nel
t.
il
dialogo
Si
la
tonio de
Vecchi
e,
De
Il
monografia
e
A. re Fabrizio, An-
di
1908).
allora in Napoli,
que de
mano de rey de
Castil/a
y de Aragon espera
para siempre
poseerle
lo
(Hist. parthenop.,
1.
ii).
VI.
ancora
al
la
giovinetto figliuolo
(osserva
Anche
Guicciardini)
il
magnanima
si
il
duca di
non consideravano
essere
restituzione di
un tanto regno
illusi,
scettro di re Ferrante
lo
aspettava che
mano ferma
dominio
re Federico, Ferrante
di
nostro
il
109
reggere con
vecchio.
il
il
suo
Il
spiriti
italiano,
educato
in
Suo padre,
pedagoghi
re Federico, gli
il
-.
nel 1501
di
nelle
mani
Ispagna,
difesa
alla
il
Taranto;
precettore ve
e,
il
di Gonsalvo, e
la
il
Colonna
si
trov
in
lo
amicissimo
volle confidare
il
suoi
un
trattatello,
Storia
la
(.V
^,
una lunga
De
il
Italia
1.
epistola,
educatione
*,
vi.
Spicilec/iuvi,
dove
vedano versi del Fontano su Crisostomo e sul Potentino, nostfos queis licet educare reges . Sul Colonna, G. Augelluzzi,
Intorno alta vita e alle opere di Crisostomo Colonna da Caggiaiio, potitaanche (Vili, 511)
si
La data
XXIII,
^
Il
fu determinata
Galateo
gli diresse
da me, in Giorn.
parecchie epistole.
stor.
d.
letf.
Hai.,
898.
110
VI.
11/11 1{A
AI.IA.NA
II
SI'A.M'>I,A
l'.AiniAKII-;
I.
e ripetizioni
clu; vi
vi
re^na,
dal!*'
come
digressioni
sottomessa
la
ma
ad accrescere
componeva
il
di
(|U<-lla
na-
la
Aragon
',
di Dio, e
che
aveva
lo
contro
cui
il
proselyth.es,
Italice; chronistes
maior
cornlsten
celtiber ;
appello)
ipse
bestia,
sima,'
(sic
enim
se
e si-
non
et
il
possedevano come
tutti
lui
ma
che
^.
il
de' educatione.
Insolens
et
me
insanire,
gnarem,
illa
si-
ignoro responsionem
stampe citate
del
tura, recano
uoine dell'autore
il
Le due
di manoscritti o di let-
della Coronica
come Gambertus,
in-
vece di Gaubertus,
'-
'Si
versatus, linguani
tice et
non omies
ut
itisci-
VI.
una rassegna
111
compa-
si
assomma
non Hispanum.
recde,
mere
Ma importa
dipingendo, accompagnato in
di
di orrore.
domina
li
stesso
la
sugli altri e
per
ri-
Italuin
accepisti,
riordinare e riassuil
Galateo viene
unifica e segna al
lettere
si
messo in luce:
il
disprezzo
vantavano.
nobili spagnuoli
stimavano che
il
culto
compiaceva ^^
si
delle
lettere
secondo
essi,
Gau-
Il
era,
il
tempo
chiarito, e
da continue esclamazioni
lui
repugnanza, di sdegno,
tratto che
Italum
il
gi
essa,
giovane principe
del
italiana,
il
ma
non
latino
U-
assai
rati;
{fidalgus et
^.
Del pari
si
Ed.
cit.,
p.
Ed.
cit.,
Ed.
cit.,
antica, o
una
gotici ,
riempiendo
ia7.
scartata:
cfr. il
I,
400.
VI.
Ili'
carie
Jo
che
ancore e
inesplicabili ubelisclii, di
di
uncini,
di
il
(|ii,iiido
tlei
(Jt:i/ri
|)ri
li
g-li
parvero caratteri
'.
dei goti
gloria-
si
gue iberico
col
Roma
ingratitudine verso
!>iingolare
Ma
sangue romano.
goti
san-
il
erano vera-
essi
Roma;
uomini veramente
il
Villena,
contro
vano
il
tra
illustri di
Juan de Mena,
il
la
voce
non a un goto,
risaliva
la
(|uali
e,
fenici,
ma
^,
a un
ibero
quel NFiez
Castel dell'
del
educati all'italiana
stia,
giacch, diversamente da
Docampo erano
Galateo
frizzi o
Rara mode-
Docampo;
al
gonfi vantatori di s
lui,
il
*.
medesimi
donayres,
come
li
^,
e non richiamavano
Ed.
cit., p. 134.
La guardia
Capitano:
si
il
La Motte
disse le pa-
bis recepta
Ed.
cit.,
Ed.
cit.,
Ed.
cit.,
Parthenope,
1.
IL
Cfr.
VI.
liani,
mercanti e
gretti,
secondo
ma
essi,
113
sobri e gravi e
si
argomentavano
di
in
mostravano tracce
tante cose
costume arabico. E,
orientale, di persistente
pietanze bianche
che
biancomangiari
gare
il
con
(alba
minuto cerimoniale
cibi, e col
le
conseguenza
loro
corpi:
^.
Il
uomini davano ai
mani inguantate, petto
le
unguenti
profumi,
gli
si
tino
"*.
Da
vecchi mettevano
Da
^.
ci
anche
prova d'ingegno
tingevano e imbellettavano
mu-
motti, le arguzie,
il
i
tenere
come forma
frizzi, le
piacevolezze
^.
Amavano
assai
vallereschi celebravano
il
giuochi di lucro
cosiddetto
Ed.
cit.,
Ed.
cit.,
Ed.
cit.,
Ed.
cit.,
p.
Ed.
cit.,
p. 165.
145.
Ed.
cit.,
p.
138.
Ed.
cit., p.
151.
B. Croce,
La Spagna
"
;
e di quelli ca-
114
ClLTlltA riAIJANA
VI.
clic
il
non
resche, disprezz:
fuggi ed
inseguo
io
un
ma
deve,
roso e un inseguire
il
compararla a quella
lo
scudo non
al
come
da pau-
uomo
forte:
la loro
Dante
di
tu
petto
striduli e
tu insegui, io fuggo
opporre
, e
alle spalle, e
guer-
di cose
si
MAlniAIUK SPAONUO[-A
i;
gnuolo
cazione
comento?
Coroimcin, o piuttosto
la
Ed
come
dicevano
si
ma
^.
se
si
voleva intendere
tutta
la
educavano
fanciulli, all'educazione
mandavano
li
mu-
al
modo
spagnuola pa-
loro
inferiori a loro di
grossolanit e
co-
ispagnuolo (coplendores)
in
sica
di
Corni-
di costui,
a cavalieri
figliuoli
grado; e questi se ne
mettevano a praticare
coi loro
mariuoli
all'italiana); e cosi,
tavano pi pazienti
ma non
subdoli, pronti,
Davo
non da Panfilo. E
Ed.
cit.,
Ed.
cit.,
p.
Ed.
cit.,
p. 152.
p. 155.
154.
si
si
stimasse
VI.
modo
pregio, in quel
115
ingannare e de-
di educazione, sapere
prendere sul
e
serio, le quali
le
maniere tutte
rovina dell'Italia; e gi
la
la
listo (ironia
danneggiare
la
pontefice,
adoper a
si
avrebbe devastato
mato
ita--
liane
l'
Italia se la
morte non
lo
avesse fer-
chiamavano
si
ed attrasse
zio,
italiane^.
le
spagnuoli
Regno
numero, settemila
fanti
il
gli
in piccolo
proverbio
filo
d'erba
^.
Ma
ci si po-
afflitto
l'antica
vantavano
di avere,
Ma
dopo
essi
il
c'insegnarono
col
mercatura,
lidi
ma
Ed.
cit.,
Ed.
cit.,
pp. 112-4.
Ed.
cit.,
pp. 132-3.
le
Che cosa
armi,
le
la pittura, la scultura,
italiani
le lettere,
amori meretrici.
11;
IIAMVNA
(I'l,Tri{\
\I.
cantare molle e
il
proriiiiii,
le
K MAK'HAKIK .SPAfiNl'OLA
lu}^Liirc, le
pie-
letti soffici
come
tutti
meno
introdotte le
che
pompe
dopo
costumi;
gioco,
regno
particolarmente nel
giiuoli,
l'abito
lo sfrontato
avvento, cresciuto
loro
il
mentire
del
(dice in
Italia le adulazioni,
tu convertito in
voi,
il
dare a uo-
della Celsitndine,
inaili e
tutti
piccola iniuria
armas
e cliiamare
puerili ol>servantie
di
con consiglio de
per una
Ri de
arme
mandar
iniuristi, chi
lo
fava di San
Ed.
cit.,
Ed.
cit.,
pp. 121-2:
il
campo
et chi
li
Martino
et
lettere et di rispondere
ha da dare
appellandosi a certi
vane
li
arme
scara, Ri
con
sfidare
le
cavalleresche;
paroleta
gire et di nascondere, di
tili
le
las
bacio
il
per ogni
rt
dare a
il
s'intro-
costumi de
altra
il
del
nefandi,
agli italiani,
aragonesi*. Dai
gli
vizio
il
',
Gauberte attribuiva
Occidente
sono state
Xapoli,
di
et sinobe*. sot-
Ri de arme, Ri di ma ^.
E da
essi
verum
dagli
est: ante
<
XVJII,
79.
VI.
suso
e
le
latino
il
omo
onde
non intende
le
parti
sapere
il
Evangelio
lo
coble e
punto che
al
Christo
di
lemosini,
li
dilettano
come
egli,
de
stato
se fosse
quelle
in
giudicando e
al-
che
a coloro
la
latino,
il
altrimenti
leydo
lingue de
le
in di-
francese e castigliano,
si
genti
bene
chi
che insieme
mandavano
volgare,
pratico e cortesano
117
sarebbe
innocente et
nezio,
Ma, sebbene
il
altri
gli
popoli
dall'olio e
francesi e gli
paragone
al cielo al
nezia,
immagine
viveva vigoroso
l'Italia,
e soprattutto la citt di
dove soprav-
Ve-
line della
un dubbio
come
o,
che
obiezione,
coi loro
pure
riusciti vincitori
Il
di
altri
popoli, e
tacita
codesti
goti,
lissima'*.
una
barbarie, non
difetti e
De
Ed.
cit.,
p.
127.
Ed.
cit.,
p.
155.
I,
la
e
i
movizi
virt, la
IIH
VI.
fresca giovanile
irruente virt.
Ma
Galateo se la cava
il
ai
morbo non
ai
ril)(lli
egli era
fosse
il
morbo,
che
ma
la
vatrice;
e,
ria sitfatta
ragione
vanto o
di
vitto-
di gloria, talch
cartaginesi
ordinata e condotta
mettevano
il
*.
giera e superficiale;
e,
e corrottissimi
ma
leg-
vincevano
ai savi italiani,
quei leggieri
gravi e gl'incorrotti.
giovi-
Il
solo,
suo pre-
il
di
Bona Sforza*.
per
lui
cende
!)
di quel conte di
avere tramato
vecchio
^.
la
Ad
Germana
Ed.
AuGELT.uzzi, op.
cit.,
p.
principe
egli
spagnuolo,
sposava poi
di Foix,
la
il
attorniato da
vedova
del
Re
156.
illustrem doniinam
3
il
Ridiventato
il
Filippetto Coppola,
la vita
cit., p. 15:
Bonam
labria, Caracciolo.
De
cit., Ili,
1B9).
duca
di Ca-
VI.
in Valenza,
di
si
conserva
San Sebastiano, da
composta sotto
considerare
sei
titolo
il
il
fondato
lui
medesimo Galateo,
Il
lui
dove
De
educatione, cominciava a
rassegnazione, con
le
119
un
altro
pensiero di
monarchie:
assegnato
gnuoli
il
tornare in mente
fines sceciiloriiin
nuove
le
devevevunt
'.
Ferdinando
vittorie di
il
Ma
il
che
sunt in quos
il
nel 1510
facevano
gli
scosso dalle
^,
e delle scoperte
nuove
di
terre che
avuto
sua
la
cartaginesi,
Gi ciascun altro
romani,
germani; e solo
gli
goti e
dei
longobardi,
fin
greci,
franchi e
allora in
aveva
popoli
orientali,
gli
di-
liahue-
fortis-
Con
Spagna
dei romani.
re Ferdinando, che
terra di
gli
servaggio, e istruito
La
societ, che
si
El C'orlesano
Madrid,
2
De
Ad
1874).
proposito
t.
VII,
Cathoicum
le
re/jeni
Ferdlnandttm (in
cit.,
pp. 418-9.
v.
in
120
il
VI.
popolo nella
venivano ora
li.sciijlina
pi-iino
al
ndh- buone
niilitare e
erit).
essi
Ic-j^gi,
mondo
(te re-
l'Italia,
rare
si'A(ni*ola
affer-
le
protezione e salvezza.
cristianit,
ceva), ascoltate
non cattivo;
il
un
di
s))agnuoli
\at(',
lasciate sfuggire
nem; venere
detto non
l'occasione:
di-
(egli
un
nonio
vostri tempi;
non
che
fortuna
alla
di
7/e
Ma
vestra tempora!
ma
la virt,
alla forza
l'umanit.
si
ed eletto a guida
il
Posilipo,
tempo
al discorso; e:
dopo narrati
felici
il
suo
il
il
Sannazaro, reduce
il
lui
da Castel-
progressi di
fasti di
somma
con
Roma
e d'Italia,
dominatrice dell'Orbe,
tocc
vari avvenimenti de' regni,
mentre conchiudendo diceva che, ove la nazione spagnuola
era stata in cattivit, oggi, cosi vicendevolmente cambiando
e dell'altra nazione,
il
cielo
reggiava
somma
gloria signo-
'.
15913},
pp. 21-3.
VI,
La Spagna aveva
vincere
si
vinto, e, a giudizio
^Machiavelli
del
liani,
se gli
e,
del
umanisti
si
dei
Guicciardini
politici ita-
aveva saputo
^,
rassegnavano,
121
politici nostri
damente
poeta
fatto
il
sognavano
un'Italia
vigoroso e proficuo
gnuoli
come
Machiavelli,
un principe
riprendesse
italiano,
Ferdinando
il
bestemmiando, che
Si
veda
il
Quanto
Cattolico.
si
al
cati di
che adole
arti
di
mormorando
spagnuolo -.
rassegnava, solo
politico-
il
che
partiaJe o
VI
spagnuolo?
uno
dei pec-
(1525) di fra
Matteo Corhadone
(cit.
dal Capasso,
li
'-
VII
Ma.
diflfusione
in
gnuole, che
il
lamenti e
sdegni dei
gli
puri italiani,
la
Italia
delle
contro
la
moda,
la
moda
gnolismo dispiaceva, ad
facile accoglienza esso
Napoli
minio
(il
di
altri
la
Re
Francia e Spagna,
e le intim di arrendersi
allo Cattolico
anche perch
il
conte
grande aragonese
di
)
si
nel
Re
maggio del
Spagna
di
aperte
porte, en-
le
Matera (conosciuto gi
col
aragonese s'era
po-
present a Napoli
la parte
e,
e,
sentiva pi leale
Quando
la resa fu deliberata
si
la
di
do-
al
me
voce
la
le
nome
Spa-
fmiglie
VII.
123
LA SOCIET ITALO-SPAGN'UOLA
odio che
marchese
Federico e agli
offerse a re
real
altri della
casa un asilo
francesi
cosi la sua
Hernndez
lo
la
Alla so-
molto strettamente
consegn
gli
le
e lo
'.
mostr subito
si
si
affatto
di Pescara, e in Alfonso,
marchese
Senza dubbio, persistevano nel baronaggio napoletano gli avversi a Spagna, ma appartenevano di solito
del Vasto
2.
vano sostenuto
gli
angioini e poi
e che dettero ancora qualche segno di s nelle guerre seguite poi nel
Regno
che
il
li
alli
angioini
che eramo
misura
il
stati
suo
de
fine,
la parto lloro ^; e
come
si
e abilita,
Galateo osservava
riottosi, tanto
a conciliarsi quei
che ad nui
raggiunse
in larga
Ivi,
p.
138.
Per
la
e pel secondo
3
il
nostcr.,
si
stor.
veda
il
Giovio,
1.
il
e,
124
ramo
di
strato da
S(t(li:i.\
Bisifj;iiaiiu,
p(;r
rendendo
Salerno,
di
LA
\II.
aii
ALO-SPACiNrOLA
anni
liiiij^lii
spaf^iiolissinio
spagnuoii,
Il
i|U<'ll(j
giovane;
il
la'incipi
(l<.-i
ammae-
costumi,
di
Sanseve-
l'\'rrante
E quando
decenni dopo,
in costui, i)arccclu
e n'ebbe in ultimo
venuta
la
riacce-
si
la
peggio,
nuova a Napoli
(scrive
un cronista suo amico), non fu casa che non se ne affliggesse, n fu persona che non se ne dolesse insin all'anima,
parendo veramente caso molto miserabile che un si gentil
signore, di tante buone qualit com'egli era, e tanto amato
da
tutti,
ribelle,
Anzi
si
cattiva riuscita,
facendosi
gli
farlo.
con
lui
commessa
ribellione
^.
Le proteste
di essere pi
spagnolismo stesso
buon patriota
A. Castaldo,
dovere
hanno ora
che
piacenza personale
di
colgono
pi spagnuolo che
si
]\linturno^,
e di
decoro e di com-
le
proteste di essere
sincero liberale .
Istoria, ed.
Gravier,
Maria d'Aragona,
figlia
rezza di Ferrante
stramenti spagnuoii
punte quasi
e l'altro
reali
ammae-
don Giaimo
aii,
come
Castelvi,
A. Castaldo, op.
cit.,
p.
122.
p.
An-
VII.
Se a ci
si
r.A
aggiunga
la
nazionali, s'intende
125
riportavano
classe o di casta
mente
SOCIET ITALO-SPAGNUOLA
sovente su quelli
come baroni
propria-
italiani e
baroni
si
societ e patria.
gi
immaginato che
il
Re
il
Cattolico,
come
di
si
una medesima
poema aveva
affidando al Gran Capi-
sentissero componenti
dei
francesi, gli
la terra
servaruntque
et
Il
non
che ripeteva
tenne
cui lingua
ficem,
et
moribus iisdem
Gran Capitano
^.
ai tredici
di-
de-
il
Galateo)
illos
meminlsse
Italicce virtutis....
Hispanos gentem
futuram
Talch non
et
la societ
gnori napoletani
signori
che
si-
los
iinos
misms naturales de
fine.
l'H't
\ II.
ver.sas t/erras
SOCIKT ITAI/)-SI'AGNLOLA
I,.\
liumpos jjassiulus ai
rri/nos vi la/yos
li
ym-
sentes tanta
da un
tolte
assai letto
la
poi
gli
e an-
ma venne
2,
storici
Io
''.
l'attenzione,
ho rivolto
vi
letterario
(che
il
vergogno
di
tentativi
di
romanzo
chiamar
storico
),
quanto
e vi ho fatto
sebbene
sia
un romanzo a chiave.
La chiave (direbbe
il
nostro Pascoli)
La trama
il
ma
nessuno, sembra,
si
del
romanzo
la seguente.
Al tempo che
Erroneamente
il
Ticknor, op.
cit., I, 389-90,
Brunet, Man.
il
dano quella
di
Zamora,
cfr.
1.
s.
a.,
la
1539,
Medina
Ticknor
]\li
I,
p.
ma
Campo,
I,
1545,
408-10),
An-
La Questin
Menndez y Pelavo,
cccxxvii, n.
Amador de
del
VII,
cit.,
los Eios,
1.
11.
ce.
LA SOCIET ITALO-SPAGNUOLA
^1I.
127
Ciramuda (Saragozza),
una dama a nome Violina; e, negando
pa-
s'innamor
di
mente
Valdeana (Valenza),
Felersina,
di
citt
alla
e di l in
la
propria-
Italia, e
maggiore
dell' isola
di
Sicilia (Palermo).
vedono di persona,
due
si
mantengono
la
la
miano abbia
corrispon-
sventura d'innamorarsi
la
in
tempo
stesso Fla-
perdu-
in Napoli,
pu sapere
versa cagione,
tro
di lui.
da Napoli
ambedue
il
gli amici,
per di-
Flamiano spedisce
all'al-
descrive
la disputa, la
ne trascrivo
se sia
il
punto assai
da tenere pi
lungo
titolo,
infe-
che quasi uu
Una
muy
seior
Visorey de Napoles
con
ricos alaviof:
!<]
muclios cavalleros
letras et
:
donde
invenciones.
los
et
damas con
Concluye
se cuenfa el
La mayor parte de
et
obra
presente
a lodo
defectos
elio.
Iialla-
numero de aquel
luzido exercito:
es historia
et
cailas.
diversos
la
se hallo
128
\II.
lice colui
I.A
SOCIKT ITALO-SPAflSrOLA
clic
o quegli
ha per-
clif
duto per morto l'oggetto del suo amore. Questione che noi
ora troncheremmo col dire che sono entrambi sventurati,
ma,
altri
in
mente
troncarla
si
cosi
filosofica-
e sottilissime distinzioni.
una giostra o torneo, nella (juale Flamiano arfatto un nuovo scambio di lettere e menata
innanzi alquanto la disputa, l'altra descrizione di una caccia, nell'occasione della quale Flamiano ha un lungo colde justa, di
meggia
e,
ferta
suo amore.
un secondo viaggio
Onde
l'alta
ravviva, merc
si
Virgi-
di
ha un terzo viaggio
si
ai
di Felisel
Vasquiran
si
in Napoli, e, lasciate le
per
la prosecuzione,
per
la
in
Palermo
lui
istituito
opportune disposizioni
diremo
si
da
questione
solita
distante otto
liano
disputa
compongono
la
e,
ottenuto
il
napoletana
una
e in-
di che,
tela de
si
celebra
di siffatti divertimenti,
giunge
Ma
mezzo
Re
lega santa
VII.
Napoli
129
si
con a capo
il
che
la
lui
LA SOCIET ITALO-SPAGXUOLA
per
si mette in moto; Fiaraiano parte annuova guerra. Vasquiran, rimasto solo, com-
vicer,
raggiungere presto
campo
al
morte, in un mucchio di
ritiero
il
appare
Ma una
sogno Flamiano,
ferito a
in
gli
che Flamiano
la lettera
gii
come l'autore dichiara nel suo prinuna dama, che nell'opera prende il nome
por servir y complazer un cavallero, ci quien
di Belisena,
llama Flamiano,
qiie
1508 e
nesso
al
dama
aquella
come
egli
il
il
dar
cessario
por
;
reali,
respecto al tiempo
clerto
le
si
quali
que
ma
se
compone
coplas,
con nomi
escrlvi ne-
di lettere,
v-illancicos
manoscritti
probabilm<3iite girare
essere
recitati
nella
buona societ napoletana (la quale discretamente ne intendeva le riferenze e i sottintesi), o venire direttamente inviati alla corteggiata
tazioni di taccuino
anche allora
quali
la
Belisena.
di
abbiamo
riferirsi ai
fatto cenno.
loO
VII,
SOCIET ITALD-Sl'AfJNTOI.A
I.A
si
tutto
punto
le
descrizioni della
alle
Qtestin
L'autore
*).
(pie
los,
(jie
libro) alfjo
enmendar,
su parte
cjozar
proprio contributo; e
il
uomo
fosse
se l'alterazione
il
che
Perch, anzitutto,
ai
suoi critici.
nomi
finti
veri; e poi
i
cavalieri, di cui
dama
non
irriconoscibili.
riproducono sempre
colori della
la
prima
descrivono
si
vestiti delle
nali
nomi
portano sempre
vestiti,
supporre che
fa
ci
vono
detrattori, che
lettera dei
elio (nel
di
quenrin en
nullius e recarvi
non mancano
iigrnio
lo
dame,
tamente quando
vari pezzi
mondo
nomi
di
furono
Cardona conduceva
veri e storici
dei
fa di
fuori
il
Napoli,
personaggi:
ricordare
aggiunta cer-
disposti in
il
si
mettono
coloro
solo
un unico
vicer Rai-
che erano
nomi
dei
Non, per
Passaro, Giorn.
elio
reali.
'
,
Compuso
est
cit.,
altro,
la
sem-
pp. 240-58.
se
LA SOCIET ITALO-SPAGNUOLA
VII.
le
131
nome
tura o di stampa.
Ma
manzo
di
duca
di
kija de la duquesa
viuda
sefiora
poli
come
dame
tra le
dona
si
nota
-,
di
rtiuy noble
spettatrici dello
dona Bona
hija
una
tale
appena alterato
titolo
sfilare
la sehora
.
sventure di Milano e
la
guerra
aveva con
s la figliuola
dicenne, e diciannovenne
cronaca scandalosa
arditi
il
romanzo, quin-
vagheggiamenti
avrebbe ottenuto
e
al
del suo
ella
amor pi
and sposa
il
buon
che
Polonia a re Siverificate
la
re-
Passako, Giorn.
Si
cit.,
p.
cfr.
121.
voi.,
p. 118.
II,
parte
I,
p. 276.
132
LA
Nir.
S(.)(;IKT
la dote, espi'iiiicssc, la
gin;i
lusione con
Checch
un
mondo
romanzo
giovinetta Bona era
cavalleria), dal
la
*.
poetico
al
OLA
malinconico distico
sia di (n (e
realistici
lari
assai
n'AI/)-Sl'A(;NI
si
della galanteria
1508 e
il
della
1512
il
vanamente
sospi-
precisamente
chi
ma
fosse,
Ravenna
reale, ferito a
fu
morto
certamente
in
personaggio
spiega agevolmente
mo,
si
alto
volgendo
il
stinata regina:
tendere che
para
esto
il
solo
que
mi
iientes de
lui,
modo
viucho enojo,
mas para
et
te
qiie,
gli fece
hago,
aunque tu mil
que,
Regina Bona
anche
me dan
della
reciba
vidas,
com
in-
inconve-
he dicho, los
conio
Col-
non servirla
e si ritrova
ya
Nel
no solo para
esperanca de
qiie
cerravai
digo, corno
te
le
di servirla era di
inconveniente,
moria
fe-
-.
Assi que,
cit., p.
che ho potuto
ri-
Bona
sfrutta queste mie
Cfr. in
Passaro, op.
cit., p. 193, la
Giovanni
di
VII.
LA SOCIET ITALO-SPAGNUOLA
mis
liuessos
me aparte,
133
niandad sacar
est convertida
movono
si
il
Roma dopo
in
di
Savonarola, e che,
misfatti
che vi
il
mare
Vil-
gente di
di
reschi.
d'illustri
guerrieri
italiani
gona,
Bisignano e di Melfi,
principi di
duchi
di
Fer-
Bitonto, d Atella,
conti
di
Nocito, di
di
IMonteleone, di Avellino, di
Cariati,
rado
-,
il
di
priore di
Passaro, Giorn.,
^,
Diego de
p. 188-9.
2 11
f.
di
316)
una banda
di cavalli di
s'
Era capitano
di
inconti-asse coi
zio, e sul
due
medesimo
fratelli l'enavi-
figlio.
cinquanta uomini
ti'
arme
e fu
ucciso a Ila-
VII.
l;-)4
Quinoiies,
l'attore
Geronimo
spare Pomar, e
Geronimo
P"'enollet,
E spagnuole
altri molti.
Fernando Alar-
I-'crramosca,
('!ui(l<jiic
Lloriz,
cn,
le
I,A
e napoletane sono
societ: le due
in cjuesta
tristi
la
duchessa
di
Gravina
marchese
le
duchesse
di
di
sto,
di
e di Traetto, le
contesse
le
riano, di
dire delle
dame
di Vcnafro, di
parte, dove
di
alle
tutti costoro si
Mariana
il
tristi
(luello di Messina,
di Bisceglie,
regine
il
il
duca
priore
il
di Belisa
duca
il
signor
il
il
de Reyner
cardinal de Brujas
il
il
le
capitano Pomar,
il
parimenti
si
di essi cor-
cangiare
pi romanzesco)
armi,
e,
si
il
titolo
dottrinale in
un
altro
in fatto di amori, vi
si
spiegano in
pompa
tutte
assai
coltivata
d'Italia.
venna:
cfr.
il
Spagna
allora
rifiorente
infatti,
Giorn., p. 180.
allude
in
A lui,
come
si
151, 170, e
II,
78.
terra
sulla
detto,
Passaro,
il
Gian,
LA SOCIET ITALO-SPAGNUOLA
VII.
suo cuore;
dama
sua
la divisa della
135
e,
'
de seda negra
mi pena Mi
e
e col
tristeza y
quello per
il
el
agena
di
mento
al
ossia
Claro descubre
il
dolor proprio
amore ,
romanzo
le
que-
sul
e alla quale
^,
intellettuale
dame erano
esso
dovette
buona
in
una coda
di consimili questioni
Ed
^.
si
aggiunge
predi-
altri esercizi
letti
hanno parte nella Quemarchese di Pescara, Fernando de Avaera circa quel tempo pazzamente innamorato della
amor.
Il
(alla quale,
si
una colhina
di perle, e colei
giorno dopo
mand
per
es.,
2
Si
Taglietti
corno
atto di nulla,
ma
si
si
il
di
trova,
nell'Aretino.
I, 10, uno dei giochi proposti
accompagna questo passo nell'edizione
la
non fece
buellas en nueslro
romance de
XXXI,
28-81.
Si
Uamada
el
>/
Plnloculo del
LA SOCIKT ITAI.O-SPAGNUOLA
VII.
13fi
Pescara); o per
volta
die,
verseggiava
lei
vedendola sdegnata,
Pacione, maestro
tamburino
kuI
di
come una
in ispagnuolo,
scrisse
di
Mns
f y menor ventura,
memoria es mi enemiga;
mas solo en la memoria
queclard loda mi (jloria
la
e,
dama rim:
versi di
Si tu
me
en
el
mejor tiempo
la
amore
di
cierras,
Amor,
la puerta,
Pedro de Acufia
e di
^.
Diego de Quino-
Cancionero general
il
'.
Anche
il
napoletano San-
solatamente
il
triste,
Brantme
che
si
Ya paso
el
ya paso mi
Ma, ripigliando
vano
le cacce',
descritte,
il
principio
quale
y ha llegado
dare
cant
ha serbato
ci
le
ya paso mi ventura,
la h'ira
de
mi sepultura!
giuochi di canne,
le recite
irradiazione anch'esse
che
vi si tro-
ed erotica.
(e
nella
-
tenza.
Un Juan
il
de Cardona ha versi a
conte d'Avellino,
(cfr.
ff.
69,
89
non
de amor
tro
stampa
ma
Gallardo, Ensayo,
f.
clxv,
ma
il
conte di Po-
dev'essere per
al-
un Tratado
LA SOCIET ITALO-SPAGNUOLA
VII.
La
137
tro cavalieri
tra gii
una tenda
altri,
di
si
che
liere
presentasse
si
vis
galdn
con
al
cava-
due cavalli
adorni.
renti, la
marchese
il
di
Pescara, che fu
tra
concor-
medesimo
raso, ricama-
tevi sopra
se
puede
A'o se
siifrir
ed
bianco e lionato.
La
sotto specie
e
essi
agli
altri
atribidados del
festa e divertimento
di
por
cardinal Borgia,
un
mal
tutti,
ideatori,
servire ad
iotable cavallero
y manceho y
premi pei
il
cartello
vincitori,
dama meglio
in-
tan.
diamante
dallo
tribolati
siffatto
per
Un
di
sfida
compreso un
adorna, e un'
comparisse
alla
uno spiazzato
tra
l'abitato e
il
in
di
cavalieri, l'una
si
diotte, vestiti
stra-
di
13H
VII.
SOCIKT ITALO-SFAONUOLA
I.A
e,
suoi
aH'rontarono scagliando
li
con
inailo
volta, e
le
L'egloga, infine,
alludeva
di creta (alcanclas),
tui-clii
al
inseguirono
li
al
in iscena
della
ri-
spute con
lui
che interveniva,
lasciandoli
soli
li
Ma
moso
del
camposanto
bile la Morte.
il
bando
esercito,
Pisa, la gaia
di
quale
approssima con
si
di guerra, e
si
si
golare leggiadria
un
fiorito
il
si
altri
il
di cremisino fatti
all'ago
particolarmente,
in
menti,
la falce inesora-
vicer la raccoglie
il
gara dell'altro
assai
fafio-
adorno come
e di coperte
compagnia nel
los atavios
>
anzi
'.
minuziosamente,
vicer e del
del
marchese
adornaPe-
di
vembre 1511
ordine
(in
f.
170:
cfr. lettera
'
tutti
da Napoli,
no-
sontuosi e ben in
LA SOCIET ITALO-SPAGNUOLA
VII.
139
mani
nelle
finite
di soldati
francesi
'
Mariana, y
al
misvia
concie (C Avertino de la
el
el
Pacifico, y
Gruta,
la
y a Guillermo de Lauro y d su liermano el conde de Trraviestra, y mas de otros cien cavalleros espaholes y de Noplesano, y los todos con muclias heridas en sus personas
di alcuni di costoro,
tro de
Acugna
come
del
e dell'Alvarado,
magnanimo
^.
don Pie-
di Avellino,
si
de Foix
la lor vittoria
la vittoria
sanguinosa per
quale
la
gran rammarichi
e l'angosce
^.
componevano
la fede
che
li
animava, e che
per la guerra:
ch cause giuste
<
ti
Tu
(gli
fa
il
delli
riflettei
Passauo, op.
Orlando,
cit.,
XIV,
7.
p.
per
dice) puoi
muovono: prima,
si
(Passaro, Giorn.,
f.
extra-
li
havevan
fatti in
p.
173.
179).
140
VII.
pel
dd
Uiu
ve,
come
cui Dio
lutti (l(;vono;
ti
clic l'abito
fece,
seconda, quello
andalc;
lutti
iiialc
SOCIET ITALO-SPAONUOLA
I-A
tuo cuore
il
suo potere.
in
La Questin
amor non
de
spagnuola
in
iecho
italo-
un Dechado de amor,
'
deregado a la Reyna de Ndpoles, che dovette essere composto intorno al 1510, perch
ne dette
Incarico,
l'
come
1511,
il
il
anno morirono
in quello stesso
vi
sono menzionate
marchesa
sebbene
allora
due,
principesse
chiamata
aveva sposato l'Avalos nel 1509^.
';
di
Pescara
le
regine di Napoli,
come
le
di Salerno e di Bisignano, e la
le tristi
madre
s' detto,
regine
fossero
entrambe ve-
e figlia,
dove, entrambe Giovanne, e viventi insieme, sembra probabile che la sola qui
nominata
sia la
giovane, la vdova
Alla
sce
si
riferi-
forse per
vedova
Passauo, op.
cit.,
ff.
un simbolo
di
clxxxii-iii.
pp. 176-7.
La
principessa di
Bisignano
il
dame napoletane
cit., p.
57_).
162.
Gi inclusa nel Cane, de romances del 1550, si legge ora in dopredazione nel Somancero general, ed. Durn, voi. II, nn. 1249-50.
<
pia
Passaro, op.
LA SOCIET ITALO-SPAGXUOLA
VII.
dolore sconfinato.
nel
mondo
141
(cosi
la triste
tutte le lagrime
gono
intorno a
suo marito,
un suo
il
fratelli, re e
le
regno,
il
l'aiuto aspettato
il
mare
por ver
ai
suoi
vi
mai giunga
si
torre,
venian velas
:
un
Gran Capitan
caballero.
se decia:
Bien vengais,
E certamente
se
que tenta,
el caballero,
venida...
ed
Francia che
la mcis alta
tasia;
di
Suhirame d una
alta
re
minacce del re
si
il
il
ad esplorare ansiosa
io
regina di
di
re suo figliastro,
vuole- strapparle
quante perdite
lei,
commozione, come
cronista Notar
Giacomo
di tragedia,
il
racconto che
fa dell'incendio
Emperatrices y reinas,
cuantas en
las
el
inundo habia,
y huU de la alegria,
la triste Reina de Ndpoles
busca vuestra
coijailia...
accaduto
il
il
rozzo
21 di-
142
VII.
quando
San Domenico,
le casse dove
Aragona; e l'accorrere
in quel luogo della regina vedova Giovanna, d'Isabella
d'Aragona, esule duchessa di Milano, di Beatrice d'Arail
erano deposti
corpi dei
rf-ali
di
dissimo ululato
'<
le quali,
*.
due
innanzi allo
Dccluido de
il
amor
vernare
tristi
il
regine
sacrai-si alle
rito,
sebbene
legame
di
l'Alarcn
'.
lei
stessa
lei,
Ca'^triota
il
attribuissero
Oltre la Castriota,
duca
di Fer-
amoreggiamenti con
erano
loro
dame
la
du-
tutte
queste
ispirarono
il
lei e alle
'
Notar Giacomo,
XIX,
3
359-61.
FiLONico, ms.
il
lodi della
'.
ftitte le
cit.,
f.
49.
LA SOCIET ITALO-SPAGNUOLA
VII.
rati,
a ciascuna viene
indicando come
143
panno dovr
Il componi-
il
mento comincia
quanto en
alla regina, alla
mundo
el
s'encierra...,
de vir'tud y hermosura
rale
ricamare con
che
le
dame
sue
accennato
si
e che
regina gene-
osa supplicarla di
panno nell'intento
il
modo
e nel
he tenido atrevimiento
I/o
damas vuestras,
un pano de muestras,
labrar
regina, pregata
la
lei,
cielo tutto
De
stoffa
di
No
macho
es
dellas ; la
mezzo
il
salir centellas,
Castriota, di
motto:
Que
se
lavorare una
servita
mundo
el
di (lucila
seminato di
abrasse
puedan mostrar.
onde tiene
Aveva sposato
lusitana
alla
legati
dal Cardinale
I,
il
',
cuori;
un
marchese
la
Maria Henriquez,
De
Maria
ht/pocrini
Il
LA SUCIET ITALO-SFAflNM.OLA
\ II.
Muro
^),
cor-
Salerno)
di
telmo;
la
unico amore
siero
si
Do
en higar
tiadie
suo pen-
il
Ma
puede alcancar-.
Gambacorta
e della
compo-
il
dame
Pescara-,
di
Acqua-
Sannazaro
il
servita da Pedro
*),
alle
dame
veda
Si
I versi
il
Do
Pu
ferito
pinzei,
vuestro
Fam.
soys
En mi
Do
vea
seda amarilla
dama galana
Qiiien os vere
il
motto a
sola la pusiera
Carmina,
Do
los
dos de
assegnato era
Si
mas
>
nombre miremos,
una
Litta.
De
di
Ravenna
ed era servita
nob. del
Que Dios
los eslremos,
che appar-
tan ufana
Passaro, Giorn.,
p. 155.
premori
al
LA SOCIET ITALO-SPAGXUOLA
VII.
da Carlo d'Aragona,
fig-liuolo di
145
un bastardo
e
congedo
il
del vecchio
in
una lunga
due
los
estremos
del
del
para dotrina
memoria
e a
aqui
los
e gloria,
unos sabrdn
los
males qu'en
ellos
caben;
Ma non
tro
(le
solo
que
des2''ite's
passar dn.
obras de burlas
si
si
anche
nell'al-
dame
pi una
la
Diana,
Muoz
la
mosca, fratello
di
una Ynes
Maria, la
e fu poi moglie di
Ettore^), ci ripassano in
la
Giovanna,
Leonora,
cfr.
10
146
un
LA SOCIKTV ITALO-SPAGNUOLA
VII.
cahallevo, llaiKuld
una
clic
{2;Taziosissiinii
Vision
dcAtitahle
priapen.
eii'
^^
l'autore
Finj^c
nicnt'altiv!
<li
la
andare,
strada di
Capuana, quando
vi
mucha
gente en procesin,
me puso
qiie
espanto velia
ini
con plazeres,
porque luego
cotoci
en un carro triunfal,
e'I
y luego tras
muchas
e'I
tal,
suelo
el
duefias y donzellas.
venian
Las que de
ti
se desvian,
singolarmente
la
sioni di tenerezza.
carro,
Ma
il
personaggio, di
al
per
le
dame nominate, ed
vede dalla
di-
Mugnano, e Isabella
un sepolcro in Montecassino.
(che
si
sgg.
Guido mori
LA SOCIET ITALO-SPAGNUOLA
VII.
No
147
s qicn fu el airetido
"por
porque tonto
se ntrevi:
damas
tan virtuosas,
de razn,
fu
que fu bien corno en carbn
engastar piedras preciosas.
t'in filer
Que
han de
si
que
obra compuso
tal
vari componi-
la Qiiestin de
amor
si
de
se
non forse
sieme; e
al
il
Si
veda
il
Vision
la
componimenti corra
poich il Dechado porta
tre
ma
anferiores
^,
stretta relazione
il
nome
stata attribuita,
deleitable^.
di
un
Ma
non
che fra
dubbio; e
V.-zquez, s'affaccia
aut.
esp.
del
Rivadeneyra,
p. XII.
2
XXXVI
((''uriosidades bibliogrdficas),
148
VII.
alla
jjriin.'i
amico
SOCIET riAI-O-SPAfiNIOLA
I.A
])ensicro
i!
il
Vasriuiran
(li
amore.
Aquino e Palazzolo
un documento
di
*.
clcricus
in
Avila,
si
ahulcisi.s
>
ossia
2,
di
tanto pi che
il
nome
poco aggiungerebbe
hanno per
noi,
al
preciso
valore
che
come documento
questi
delle
componimenti
costumanze galanti
del Cinquecento.
p.
81 n.
di
esso
Acerra
2
Come mi
giugno
Ma
avverti
1894, p. 113.
il
Menndez
Roma, novembre
il
1527,
f.
66 (se-
Tordi).
vili
in Italia
Galateo,
sione in Italia
Ma
spagnuola.
come abbiamo
lamentava
la
diflfu-
delle
udito,
un
per
medesimo
resto esso
in
fa,
cose sue e
le
come
del
E senza
d'idee,
ira e odio, e
il
meridionali, consigliava
commercio dell'una
in
Italia,
cuna delle
dal
d'Italia la diffusione
al
spagnuola e franzese
e dell'altra
perch
il
il
mondo
si
bi-
quei termini e
^^
]')()
vili.
il
castellano ,
confermano
del Casa
e del Valds
la
damas
si
Il
come
nelle latine
manos
si
di
si
ancora
e ricorder
di lui
come
Galateo,
^,
corno
gentileza
'^
le
esplicite testimonianze
le
come
di italiani e di ypagnuoli,
un
quelle dell'Aretino,
*.
le
et come
Le commedie, particolarmente
adopera
altro in cui
la locuzione:
mui
ancora
lindo et agradable
Sancio
ombre
, e
gli
un
Aretino
muy
galani
al
, e
il
no-
mozzo
andari
mucciaccia
la
trovano
vi si
i>,
e ti chiero,
aorca, aorca
duca
di
^;
e nel
Fiorenza vi sono
contro
le
Dilogo de
Ed.
Cortigiana, li, 4,
cit.,
lanta, 1, 1, e
parte
li,
Madrid,
1873), p. 5.
6,
noW Ipocrita,
V,
6, 7; si
V, 25.
vedano
vili.
calze,
mucciaccio
il
'.
151
comme-
propria lingua
ne nascevano scene
e talvolta
di equi-
due lingue
^.
spagnuola
si
gliano in
Sardegna
si
e se
sovrappose
casti-
il
al pi
vec-
il
lin-
d'imparar bene
degli
italiani,
Le consuetudini linguistiche
l'italiano.
militari
altrimenti
impiegati
in
quelle
corti,
sillo,
continuo
dove
si
come
compagno d'armi
l'ora,
buona
e intere
frasi
castigliano,
20,
il
I,
331.
Per
es.,
al
Reno, 177l\
III,
LOMiNi,
2; e
Fuggilozio,
''
1'.
134.
152
K LKTTKHA'H KA .srAGNL'OLA
J.lNfiUA
vili.
Gi
vi
Ave
cho insalata
questa
Che nova
italiano
l'
ha dato od a
mi scordo
Il
E,
in
(jiialche volta
m'hanno quasi
giro in volta
il
uom
mia lingua
la
paia;
vi
od in Biscaia.
mano?
la
nova baia
fantasia, che
a la bocca gli
haveV
clic fatta
Mescola l'ispagnuolo e
quasi novo,
tolta
effetti,
gi,
';
dei popoli,
si
additava
fioriscono nella
legge che, se
il
letane era rozzo, non era per altro tanto guasto e mischiato
a Napoli,
il
spagnuola
come sono
lo
Op.
pp. 22-3.
me ne
del
Mauuo, Opere
burlesche,
p. 28). Si
Lingua spagnuola in
'.2
II
si
va
una commedia,
domanderesti.
I,
l'Italia
con
la
Napoli son
uno
Spagna mescolando >
veda per
altri
esempi
quale
sul
il
cfr.
V. Co-
Gli costumi,
pi
fossi
lonna, Carteggio,
lo
11
per
si
spagnuolo), non
cit.,
stato io (risponde, in
mente
Se tu
^.
le
leggi
et
l'usanze di tutte
15J3),
f.
156.
le
genti
p. A9.
.
per Giovanni
vili.
ceva
due
il
le
153
(di-
Napoli e di
citt di
quasi a forza
corrino in bocca
namenti
le
empiendo
cosi stoltamente
suoi ragio-
^ Si protestava, talvolta, per sentimento nazionale^; ma le proteste rimanevano vuote proteste. Perfino qualche italiano verseggi, come si visto,
ma
fu-
di
secolo,
il
caso inverso,
come
Bertomeu
che altro
"'.
Castelletti,
0.
che Tasso.
2
F. Panigauola,
parte, p.
3
tvrti
1.
Cfr. an-
4.
di
Na-
di
Ve-
pp.
Si
poli (da
*
XIV-XVIIU
5
Tre sonetti
italiani, oltre
un capitolo
tamente
1,
Toures Na-
trilingue, del
41-3, 126-7:
il
sorella di
Tansillo,
il
si
si
e tra essi
uno:
lo trascrisse
di-
argomento sacro;
quale forse
il
al
lo ripul.
le
Che cosa
liriche del
Nello stesso
le
154
\I1I.
Ma
la
liiif^ua
(come, del
resto,
terra), e se
innanzi
al
in
Francia e
per esempio,
mondo
era
si
in
Oorniania e
in
jiliri
;iiiit)asciatori
parlavano
Iii<,^liil-
Spagna adoperava
di
gli
lo
tutto
latto
11
Mi-
il
mozzo da spuola
ben
^:
fosse
se
com-
Anche spagnuolo
Vaio
buscare e V approvecciarsi
^,
parecchi vocaboli
due
dei quali si
degl'italiani,
S., voi.
V, parte
I,
di
da costui
VI, parte
I,
(P. Savi
fase. 31-2).
il
militari
trascritti e ripuliti
Cant, Storia
il
*.
cfr.
Fa-
VII, 270.
bibl.,
Nella satira
Per
1.
lindo, cfr.
f.
que ella
*
;
cfr.
sopra,
p.
229)',
per disinvoltura,
Tassoni, Secchia,
5
I,
Costo, Lettere,
si
veda
am.
il
II, 43.
p.
20, e cfr.
Castaldo,
vier, p. 46.
6
Mauro,
Galateo
//
onesto.
Gra-
VITI.
come
155
bardi
siciliano e poi
minor numero
in quei
lom-
^.
nuove forme
prima nel
dialetti,
Spagnolismi
chicchera.
riso, zucchero,
si
e atteggiamenti
e gi dai
si
buona
pochi esemp
aggirassero: in quelle
societ e della vita
militare e marinala.
Il
che
ci
come
l'Italia,
piuttosto
infatti,
Si
sen, 1905);
La
deg/.^
spagnuolo-porioghese :
maroma
e il
I.
En-
prof.
P importanza
atea nei
secoli 15o,
che nei
16
rami
Ilo
Il
lo
pa-
il
colti e
lavori
il
l'efficacia
rao,
spiri-'
col titolo
Un
travaso importante e
documentati.
pel
siciliano
(cfr.
pp. 13-21, e
GrOber,
I,
525; e
Wittemberg,
spagnuola in
G.
DI
stesso
dello
gi,
1855, p.
Italia,
pp. 57-8;
Castko, in Ardi.
pei dialetti
slor. lomb.,
lombardi,
IV, 491.
cfr.
ino
LlNdl'A E
vili.
opere,
con
le
LETTKHATTRA SFAONL'OLA
l<il< rat
(jtiali
ma
(nicsta
presentava a
si
tempo,
(|uel
di modelli italiani
trecenteschi;
e,
per altra
poemi
j4randi
ai
di cavalleria,
come
la Celestina o
stica,
il
la ca-
0]^ere
molto nuovo
al
paese della
non
le
si
prestavano docili
al
la cor-
e arricchirsi nella
rimaneva nascosta
si
di
e inefh-
Spagna
e a
risentirla occorre-
formarono assai pi
i^eriodo romantico. Ci
tardi, e in
insomma che
forma
ri-
della let-
si
sarebbe
Per misurare
Cinquecento
si
la
ebbe
in Italia della
letteratura spagnuola,
si
riferiscono alla
Cosi in
Roma
vili.
di spagnuoli,
157
duca
di
giungeva
il
intesa
et
nelle
bella
*
;
mani
l'avevano
soli
degli
stampa
^.
La
stessa sorte
ebbe
la
del Torres
Naharro
^,
drammi
la
'14,
Propaladki,
Pasqueto de Sallo
stampatore presso
la
mostr
di
di costui,
per Joan
chiesa dell'An-
e pi
volte in
edizioni
fu
il
tipografo
Venezia,
libri
Sabbio, trasferitosi
s'
spagnuoli
da Verona a
il
Valenza". Specialista di
Stefano
^,
Primcden
in
che era
in
quelle sue
D'Ancoxa, Origini
Si
vedano
l'edi^. del
nel 1893, e gli studi del Ootarelo, nella Empatia moderna, del 1894.
3
Barrer,
p.
722.
Hispana (Londra,
Gallardo, EnHayo,
I,
C'atdlor/o,
B. QoARiTcn, Bl.
I,
p.
386 sgg.
cccxxxn.
Gali.ardo, op.
cit.,
IV, 1174.
cfr.
1895), p.
Mennuez
LU.
y Pelavo, Orige-
158
vili.
stampe
da Domenico
assistito
(iatz(;l,
<ii
sc^^relariu
del-
le
edizioni date
nel ir)52 e
lH/i
amor,
Celestina, la Crcel de
ma
diario
Questin de amor,
sebbene
due letterature
tra le
la
',
si
l'
opere
le
Ulloa, vero
interme-
adoperasse a suscitare
anche
una Introdutione e
aggiungesse a talune
una Esposizione
di quelle edizioni
come
liani
che
il
mise
Giolito
fuori,
con
la
dell' Ulloa,
VUlixeade Omero,
*,
il
il
tipografo
l'
le
solo pi tardi
tra-
Ulloa traduceva
gram-
e proprie
ita-
!il)ri
le
cura
compro-
',
italiani
com-
'".
I,
An-
ricordato
il
Per r Ulloa
v.
il
il
Gallaudo
I,
55-6,
letter.
(Milano, 1640),
Lampillas, Saggio,
342 sgg.
II,
il
la Questin de
Si veda, per
es.,
amor (Venezia,
1554),
ff.
155-8.
1562:
si
veda
tale la tx-aduzione
in
sull'
Ulloa
l'avver-
Non
si
pu dir
cabolario latino-castigliano
del
vili.
Certamente, per
altro,
159
le coplas,
romances,
guntas, le invenciores,
villancicos,
motes, le pre-
raccolte
le glosas,
Cancio-
poi nel
Bembo,
quale gi
del
si
fatto
'
frequente se ne in-
e di
di
allora
Mario
2.
pp. 61-3.
G. Pitu, in Saggi di
Dopo
dicU.
ebbero
Miranda con
finalmente
0*-
Il
1601);
le
Giovanni Mi-
era spagnuolo;
le
Urbino
di
il
randa (Venezia,
Paragone
il
Mario Alessandri
castigliana di Gio.
et
Hai. (Bologna,
(Palermo, 1871),
critica letteraria
Grammatica spagnuola
la
2. a ed.,
e italiana
di
Firenze,
Lorenzo
stampe);
e dello stesso
(Roma,
libri
Studi di
1
1620,
innumerevoli
ri-
La
il
il
in
fil.
1891): tratte
nische Forscliungen,
2
Per
es.
XI
(1899).
nelle Frottole
di
Farinelli,
in
Rass. bibl. d.
leti,
itai, II,
ecc. Cfr. in
139.
proposito A.
100
MN(;iA
vili.
LKTIKKA'ICRA SFAONTOLA
IO
canzoni e romanzi
verchio nominare
traducendo,
altro
e gli
molti
lamentazioni
le
di
appropriare
dei
profeti,
il
so-
che veniva
versi
vezzo s])agnuolo
il
orazioni,
pareva perfino
dei
autori
gli
cia-
perch a
aflFetti
De Mena
lenguas,
quenti
'.
all'
A uno
italiano
citazioni
anche
che
Marzio,
quelle
di
strofette,
esce in
lui
domanda
sd
i/o.^
quello
tramutazionc
Qu
ristampe
j^i
correvano presso
fre-
Valds:
il
traesse
della
ossia
seco
il
interlocutori
degli
le
parafrasi
della
italiano
una
di
strofa di
erano
Furioso
di
un'ottava del
in molti
componimenti
versi della
in otto strofe,
come
si
vede
lunga serie
dall'
di versi
mutare
nostre et usai'si
Il
sulla psicologia
-
Ed.
cit.,
che suona
il
a la spagnuola
da un luogo
<
il
modo
del dire
, ecc.
una
prosa italiana
spagnuolo
>,
senza
.,
eW Amadis
e di altre nazioni.
Tansillo [Capitoli,
p. 171) allude
in
italiano, imitato
di
come fan
un
tale
gli altri,
vili.
popolari
*,
canti di quel
prime stanze
le
del
161
primi
dei
divulgatis-
Furioso (1549).
noverare
ma
anche
libri di cavalleria, e
Amadis de
cendo.
particolarmente VAmadis-,
Il
mani
nelle
Tirante
il
dame
di
era
1490)
^,
gi
e fu
WAmadis
1538.
Mambrino Roseo, da
Miranda
episodi
suoi
Il
'.
cW Amadis^
1'
e tracce
vi
come
bretone,
ma
gi
Cfr. F.
NovATi,
il
nome
di
libri
pel
ciclo
come
valleria;
esso
di
nel suo
Amadigi
carolingio
terzo
(1560), e
ordine,
il
Dolce
si
qualche anno
fa
era in vendita a
Londra presso
il
Quaritch
{liibl.
Niceo'
*
da
Si veda, oltre
il
Quadrio
lett.
veda Luzio-Renier,
si
Hai.,
XXII,
71-3.
n, 349,
3J: cfr.
pp. 177-8.
B. Cuoce,
La Hjiajna
11
1G2
K LBTTKUATrKA SPAGNUOl.A
LlNfiL'A
\III.
nel
(1502).
(XcWAmadis
poi ricordarsi
di Pdltm'.rino
dovova
Pifrnardo, Torfinnto,
li};liuolo di
fornii
il
e di f|ucsti
in
La
loro
come
Gerusalemme
della
'.
diano
'.
nomi
di
Palmerino
e di
Splan-
Italia nella
presto, e
come
redazione spagnuola
si
Valds'^; e
il
flella
Vengono
si
fin dal
ma
Campofregoso
di
*.
in
stesso dice, di
madonna
^.
II,
ad
Gentile Feltria
desi-
il
ator, d.
leti,
ital.,
Cfr.
XXIV,
Dunlop,
De
l'Amadi.1 de Gaule
XVI
et
au
2 Si
XVII
vedano
pp. 78-91; e
il
et
citato
libro
del
Baret, passim.
Cfr.
Calmo,
Lettere,
Dilogo de
Si
meschino.
veda
Una
las lenguas,
la lettera
p.
131.
il
suo Guerino o
il
il
lungo titolo
il
vili.
163
amor
}.Iilano
la tradusse in italiano e la
',
1514; e
il
nomi
et
in
Ve-
^,
la
Diana
ma
alcuni anni pi
di
di
di
di
italiauo
presto conosciuto
modo
fosse
et oi'naraento
transunto
instantia di colei,
humano. Gentil
Luzio-Rkniek,
Ofr.
Gallardo,
1.
op. cit.,
I,
Giolito.
Da me Alphonso Horde-
ha in
>
e, pp. 72-3.
386 sgg. ; Bongi, op.
il
geniale Laza-
e'
il
Romanzi
cit., I,
48-50;
Rjna,
BoNGi, op.
cit.,
p.
d(?lla
BibL del
Rivadenoyra.
*
p.
Su questa
edizione
li. J.
Coervo, in lievue
hif^paaque,
(1898),
ortografia spagnuola,
si
veda
Io stesso
Coeuvo,
ivi,
pp. 298-300.
MNCCA
\ni.
1()4
7'urucs,
rillo (le
una ristampa
(c\
elio
K l.KTTKRA'ITUA
quale
ebbe
si
dov ricevere
stumi,
gado
yachi
e fu tradotto, e as-
quasi nessuna
Lnzana andaluza
del Del-
^.
Infine, bisogna
dizione,
come
mentovare
quelli di
libri
passando poi
liana. E,
come
guerre di Carlo
de Avila,
la
le descrizioni di
Zarale, di Fernando
tico della
comen-
Colombo:
la i)arte
del
regno di
viaggio dell'Oviedo,
il
Giambullari,
nella
riguardante la Spagna
nel 1541 a
Mon-
di
diceva all'ita-
si
tar delle
non fece
del
'
il
italiano, la
aniliiciito
(li
seguente.
divnlfi^azione
in
])resonta
lo
Oh A
Sl'Af JNI
'.
stampata
Un gramma-
libri
aggiungendovi
corda parecchi
nomi degli
accennato in generale.
lettione [di Pietro
Messia]
ho
la
Vita di
Marco Aurelio
[del
Qui non
si
II,
,
:
cfr.
153.
tiene conto,
come
di cose
non pertinenti,
delle fa-
vole asiatiche che attraverso compilazioni spagnuole medievali (VEnxenplario ecc.) passarono allora in raccolte italiane: su di che cfr.
G-.
vili.
V Oratorio
tione;
tro
i
il
Lauro;
Re
Pedro de Covarrubia]
Juan de Jarava]
Messia;
Naturai
la
filosofia di
Tanco]
Zrate]
Barros;
e di
[del
Dias
Agustin de
Giovanni de
di
il
in Italia
-,
^
di
e della cui
imitazione
si
del Groto,
ma anche
VAsia
furono in particolare
Turchi
de'
letti
Geronimo Urrea]
[di
V Origine
portogliesi,
libri
In-
le Insfi-
le Sei giornate
le Historie del
stanheda],
Assai
Navarra
H istoria
la
del
Conle
Commentari
il
la Militia celeste;
[di
il
165
di
Bernardo
M. Troiano, Compendio
cit.,
TassJO, del
Parabosco, del
anche elenco
di libri
Bill, mod.,
Ili, 76-81.
2
II
primo
poi,
furono
pivi
Guevaua
(1539) fu
Gatzelu, 1545;
diversamente ripartite
il
ti-adotto
dal
le
'4G;
il
Il
il Desperlador de oh corlejanos, da
H. Vaganay, Antonio de Guevara et
italienne, nella Bibliofilia, XVII, nn. 9 10.
delectable di Alonso de la Tohre, fatta da
crit.
d.
teli.
IGfi
III.
Contile, del
zaga
e di
IMa
[vniido.
altri
tutti
Canconeros
LINT.IA K LKI
di
Sl'A'iNl'DLA
Lucifzia Gon-
M.inCrcdi, di
Ti'Ii'.
'.
o quasi
ai
TKUAriRA
codesti
tutti
libri,
romanzi cavallereschi,
dalle liriche
alle novelle di
dei
amori
prattutto nelle corti, nei circoli del bel monflo, tra la f^ente
di
un passatempo: anche
biglietti e let-
tici,
poeti,
punta
cri-
di dispregio. Si
l'at-
italiani di
il
portoghesi
Celio,
il
(il
Caado,
Tensira,
il
Resende, l'Acerseras
scrittori ispano-Iatini
il
il
il
Seplveda,
Vives)
il
Barbosa,
Pirro)
^,
in
il
lo
come
Silva,
il
genere questi
(il
latinisti italiani.
No
es posible
Farinklm,
gnuole di cortigiane,
si
veda sopra
p. 162.
Per
le lettere
spa-
cfr.
spagnuola, p. 73.
cit. Hicorda anche con lode
Manrique e Auzias March (p. 62).
Sulla corrispondttnza del dotto giurista A. Agustin con italiani si
veda Gai.lardo, Ensai/o, I. 578. Per un plagio che dal Vives fece il
tra
De
poetis nostroriim
poeti in volgare
il
temporum, ed.
De Mena,
il
vili.
italiano, tenga
buen
estilo
aveva mandato
gli
en latin
Antonio Minturno,
*.
al
poema
il
167
Gmez
Thalichristia di Alvaro
come
perch
opera pi
cotesto vostro
novello
il
quale riprese
il
Sannazaro, per-
non
a questo proposito
giu-
il
nel
latino,
volgare
Il
il
Ma
che
moderni sappiano
me
noi conosco,
ma
ch' pi malagevole,
gli
an-
non pur
^.
Garcilaso,
alcuni altri;
comune
ai cri-
come
vero, io per
dei
si
erano mesni
sguito degli
al
itjiliani,
il
quali
specialmente
il
primo fu
assai fe-
si
Dilogo de
Minturno,
le li-
si al-
lude, la Thalichristia, in quo Jesu Chrinti Redemptoris Iriuinphus redemptioninque nostra mysteria celebrantur libri
^
(Compiuti, apud
BoNGi, op.
XXV,
Gmez,
I,
412.
cfr.
Antonio, Bibl.
iova, I, 59-60.
I,
255.
11
Marino ancora
lo
ricorda
168
vili.
stolotti
((morosi
g'nuolo
il
castellanas
nel 1552
del
il
xj
I)(^iii
poeta
gentile
persona non
[,IN<.1A
E non
'.
sicuro clic
Francesco de
fosse spa-
la
si
dava
Cuori in
Venezia
rac-
.segnare, col
ed
nuovo
Ma
e letterario.
tutti
sp;ig-niiola
il
la
avendo essa
s'abbia la italiana
suoi
senonch
il
Varchi rigettava
fintanto
che non
si
dica
quali
altri italiani .
il
Il
pi
si
ambedue
il
e giudizio (che io
per
me non
quali
hanno
io
possa giudicarne)
genza
Tre
lettere
(Venezia, 1558},
f.
all'intelli-
leggiadria
40 sg^.
quello:
Posando
el
BoNGi, op.
cit.,
I,
b78.
il
LETTERATURA SPAGNUOLA
LlNCiUA E
vili.
lCi9
non poche,
mi giova n difendere alcuno o mostrarlo
ma
non
egli
grande coU'offendere
tempo intorno
da pi
diminuire
gii
altri,
n perdere
il
medesime
si
po-
Pigna scriveva:
11
fortuna
avessero in Ita-
essi
spiriti
li
miracoli,
svenimenti che
degli
delle
battaglie,
vengono
quando vede
la
'-.
Il
in
sua
mano, ed
come morto
egli
Oriana,
conflitti
all'aspetto
l'arme di
se ne
'.
che dicono
noti che
scritti
modo che
se
stampatori, e tutti pi
gli
,
quegli risponde:
come
formati
ne arricch
la
Per-
franceschi, n
nomi
vili,
grazia
della
francesca
'.
Lasca beffava
Il
i,
De' romanzi,
Speroni, Opere,
Daelii,
I, 42,
cfr. 7-S.
ITO
clo{>li
((uollo
Aniiifligi
(li
o da pedante, e
gramma
nomaccio da
non da guerriero
'
romanzo stesso. Il
oWAmddJfjl
hanno
cosi
poco pepe
il
Fontanini
o da hirro
e del
alti-i
si
possono leg-
^.
tutti
in molti altri,
mentre
imitare la
simevole da
ma
o^
meno che
volle
un epi-
lia
FiramantH
gere presso
Uiildi
Il
Irato
teatri;
non
n pure incorse
solo nell'arte
ma
di quelli
bia-
in questo errore,
che
la si
ancora
hanno pro-
^ E
si
pu imma-
italiani,
letterati
fastidio
la
lirica
corti-
lette, e
tissimo,
avevano gi
fatto
intendere
il
p. 89.
:
cfr.
L. Ruberto, Sludi
di
(si
Eloquenza italiana,
Gaula come
1.
e.
di Grecia, e
il
Primalen
per' ragioni
disposizioni sentimentali.
i
Op.
cit.,
II,
vili.
Land
si
studiare?
vicini
Ma
Ortensio
io
lettere di
171
le sirene di questi
hanno
fatto
erano
gli Assiri e
preso.
Com'
pi che non
gli
'.
.
Amaj
dis, FloriselU,
voi
il
meglio
compraste tanti
libri
se,
greci,
,/
Oh come
lil)ri
spagnuoli
fanatismo, ma,
cerimonie
come
tutte le
altre
galanterie e
pompe
sterili
di
cfleacia
1550),
modelli e ideali.
Diche vi
I marmi
scrittori antichi e
(ed. del
moderni (Venezia,
I,
280:
traduzioni spagnuol e,
delle
cose del Boccaccio, delle istorie, o delle rime e altre piacevoli cose?>.
-^
IX
Le cerimonie spagnuole
Jja sfoggiante
in Italia.
spagnuola era
gcalanteria
come
stata,
\J
dal
sin
italiani,
tempo
di
met
Quattrocento
del
'.
direbbe che
Si
il
meno
tono
del-
meno
sen-
nella
con essa
altre
talvolta
donne
si
di Valenza, la
trovano ricordate
citt
La commedia
^.
descritto
fama
e
gentilezza di
Barcellona
\ sua
la
gi accennato,
si
un giovinetto
bella e
si
Si
Si
It geloso
spasseggia sotto
si
si
bene
il
le finestre della
passionato ^;
spagnuola
fa alla
clic
s'
:
30, 71-3.
(Venezia, 1544),
I,
3.
IX.
hando
Vero
173
la
camicie e giubbone.
al
padrone,
ma non
per amanti,
meglio rappresentante
Oh corno se holgan
Meno sfortunato, e
il
Francisco Marrada
pitano don
dtVAmor
ca-
il
com-
costante,
in Italia
con
for-
la
lo
amorosa.
le
udirlo, tutte le
dame
di Pisa gli
cascano tra
chio amico di casa, dopo aver discorso con lui della co-
mune
patria e
delle
domanda
ci
stiempos,
la
verdad,
la
tierra
-.
Ma non
GV inganiati,
Uamor
IV,
cos/.a>Ue,
6.
II,
1.
suoi
primeras de
se
gli si
all'
deziros
de
las
17
IX.
coumigo
No venga
volgendosi
dice
(egli
buon multino,
gran
in
persone di
alle
Iretta,
ni
Oh
damas.
tiles
corno
me
comparila, qne
se
me pesa
han
camisa y lim.piar
est
se
me
alla
ha,
degno
zapatos
gorra.
ij
povera Agnoletta,
padrone, e
semplicemente:
sco
los
egli risponde
pateticamente
gli dice
assai
mi
V Ortensio dello
stesso
spagnuolo Rojes,
es
Mucho me
una dozena
plazer y voluntad
^ Nel-
che vuol
distoglierlo
dai
aun
suoi
allo
amori
espnhol, corno
cicio de
su nacin
^.
Monaco
di Baviera nel
Op.
L' Hortensio,
lo
cit.,
uno
12.
I,
I,
3.
scenario serbatoci da
Massimo Troiano,
e pi volte ristam-
2,
La piazza
II, 443-4.
universale di tutte
le
f.
820.
CERIMONIE SPAGNUOLE
IX.
IN ITALIA
175
nome
il
di
Per
dell'esser venuti in
ma come
commercianti,
pacifici
Italia
per effetto
non come
amorosa
mente promosse
si
in Italia, a quel
portava seco
le
citt.
esteriore, che
doveva accordarsi
gli
al
spagnuoli pas-
Uno spagnuolo
odorifero,
attilato,
schifo
gustosa-
togallese
casse,
si
ad ogni due passi, o fosse a piedi o cavalfaceva da uno dei servitori nettare le scarpe, ne
poteva sofferire
la
e la gravit,
sata
di vedersi
il
sosiego o
il
come traduceva
il
accompagnava
Castiglione,
si
riposo
le
o la
la
^.
pompa
gravit ripo-
^ Lusso
nelle vesti e
pompa
Pasqualigo,
Intricati,
II,
4i.
IV, 4.
17(
IX.
ciMiio
cai'atleri
tulli
abili
clic
notavano
.si
motivo
commedie,
ai
con
cruda
la
realt. Siccli
di
que-
contrasto
in
si
spa-
motti, alle
(conformemente all'indole
ste
ncf^li
'essi, al
in Italia
grandi signori,
cavalieri
di
scarpe di corda ^
le
i
danari di Spagna
le loro
significavano
ricchezze erano
il
monelli e fame di
di
scudieri)
si
che
a spese proprie,
il
gli
Come
le loro lesinerie.
mangiare solamente
loro
del pari
si
suole
fame
Le
^.
loro sequele di
il
come
])urc
che
estendeva
contando
il
Per
loro
il
ai
le feste
es.,
loro
ridere
si
nomi
convitati,
se
i-itrarre
celie,
uffici;
II, 49,
II,
la
venuta
Mauro,
ivi,
I,
La
Bandello,
44
Navageko,
iVou., I, 12;
Viaggio,
Turchi,
f.
10.
Lettere, p. 193;
Domenichi,
Canto de
li
canti, ed.
Croce,
I,
44.
f.
Scelta,
153; Basile,
IX.
177
di
una riunione
No me
non
trasse
se
ha de
No
conoceis vosotros
si
Chi sete
vantator spagnuolo
il
troduce, vantatore
spagnolata
prodezze,
ricchezze e di
di
spagnuolo
s'in-
un don
trova
si
parola
italiano
il
s,
rispettando
diritti
scambio
di cortesie, gli
spagnuoli
complimentosi e cerimoniosissimi
dosi le
promovendo
propri doveri e
longuerias castellanas
si
suoi
uno
acquistarono fama di
"*,
cosi
e le riverenze e gl'in-
erano considerati
^,
e ricer-
talch
spagnuolo
cortigiano
Atanagi,
diventarono quasi
dicembre
Roma:
si-
1585).
Ludovico
di
Canossa, del
25 agosto 1509).
<
Lozana andaluza,
Ruscelli,
^
B.
ivi, II,
II, Ili.
Cfr.
Mauro, in Opere
burlesche,
1,
255;
lt\3.
12
178
IX.
iioniiiii
'.
lit dei
I<](1
furono
cspertissiiiii
toiiuii
in
l'omia-
le
tuli'-
(lucili
Nonostante
la
*.
accen-
si
messo
in caricatura,
tutto in Napoli,
si
diffuse
largamente
modo
e anzi-
in Italia;
napoletani, e
napolitanerie
le
nel
tipo
al
medie dell'Aretino
comico dello
si
fino
altri si
mi parve opportuno
allora
tralasciare;
spagnolerie
napolitanerie
spagnuola annapolitanata
creanza
e del
Di una
est
Dolce,
Il
ragazzo,
corti:
I,
5:
Si
veda sopra,
rinelli, in Rass.
3
p. 116,
un brano
buona
che
ora proprio
di
bibl. d.
discorre
il
scopetta
Mauro
e della
>
il
Ga-
Fa-
Sabba da Castiglione
leti,
Non
lateo; e cfr.
, e
riverenza alla
baciar le mani
tigiano
sinonimismo tra
di
dei napoletani
anzitutto ci sa-
II, 142.
ital.,
commedia
si
veda
il
mio studio
nei Saggi sulla letteratura italiana del Seicento, pp. 271-308, e cfr. spe-
cialmente per
lo
"*
Ragionamenti, ed.
Opere burlesche,
I,
cit.,
246,
I,
10.
271-5,
280, 299.
CERIMONIE SPAGNUOLE
IX.
streglia
brava
Berni
, il
';
della
lui
godute in Napoli,
affettalo
I
letta
il
come
come
gli
che sem-
delle na-
^;
e cortigianie ,
del
procedere
ancorai E
baster.
d'amore
assassinati
, altri
179
di tale
Caporali
il
Fascitelli^;
spagnuolo o napoletano
napoletani,
buone creanze
da
politezza
IN ITALIA
seggi
damerini, vantatori,
^':
festa....
Anche
in
Roma
si
riferiscono alla
^.
questi
far
ch in una lettera di Emilia Pia del 12 giugno di quell'anno, che narra le nozze di
men
trimonio,
cerimonie
alla
si
la sposa in
spagnola
un camerino
cum
dire
lo
ma-
e le fece certe
che
lei
era
la
pa-
pagio suo
il
f'
cavare a uno
lo f' le-
Opere
urlescite,
I,
10.
Vita di Mecenate, e. 1.
Op.
Si
cit.,
veda
p.
lo
196
(lett. del
studio citato,
maggio
p. 280.
1550).
il
1547).
JSU
CKUIMOMK
1\.
Sl'Af.NnthK IN IIALIA
dcinostr quiiiito ora experto in la lengua IVancoso et spagnola, che mai lece altro che
(lucile sue. \\v\\\
costumi
Il
poich
In
;iitr(r
con pi
facilit e
vocabolo
''
Casa, nel
monie
si
"
l'itardo.
delle
sacro
ceri-
profano,
.-d
gli
modi
chiamarsi padroni e signori tra loro, inchinandosi e storcendosi e piegandosi in segno di riverenza, e scoprendosi
la
le
\ crate
Questa usanza
>>.
originale,
ma
onde che
sia,
baciandosi
sacerdoti, sa-
tempo
in qua,
opere e cogli
effetti
maniera
riso e
il
di
persone tocca
vi
erano allignate
sanno che
un ghigno e
cedenza che
il
alla tal
cotale un
alla
panchetta
meno
sulla
in Napoli gi infierivano.
poich
si
soleva
cerimoniosa spagnuola,
il
l'impropriet di usare
italiana
ge-
come denominazione
IX.
dovendo
nerale,
delle bugie
zione di
Roma
corte di
almeno
la
la
monarchia
lombarda
trarsi
181
Lom-
in
'.
ogni
modo, l'adulazione e le cerimonie s'introdussero allora generalmente in Italia, come affermava Luigi Cornaro,.
scrivendo che ci era avvenuto da non molto tempo in
qua, anzi alla mia etade
Segno
letterario di
^.
queste
fu l'adozione
Non parliamo
che in
^,
lo spirito
modo
e divent
cerimonie
di cortesia.
Italia
per
Don
forme
di allocuzione
bonaria e
si
dette e
si
d an-
*.
Ma
quello di
santi,
che
che allora
titolo
il
Signore
s'
lo
un prelato
introdusse in Italia fu
di
un servitore spagnuolo
Roma:
Signor
dir
non s'usa pi
fratello
messe
Atanagi,
Lettere facete,
p.
G. Porrino).
e.
2,
II, e. 45.
Uso scherzoso
1.
I,
II,
'83,
II, 54.
*
Cfr.
il
gno di Napoli,
nel
al
I,
5399.
Quattrocento:
cfr.
Del resto,
un brano
si
I,
137, e
Galanti, Dencr.
d. re-
modo
gi
182
i\.
<
Sitfaor
(se fosso
ben
inozzcj di situolai,
dir....'.
E, inlatti,
cortifjiaue ainhivaiio al
le
tcin|)') le
lilolo
brevemente
l'udirsi
dagli spagniioli
insueta
ai
jyara
ti ,
la
signora
sen-
di
tale
Toma mi
-.
denominazione,
amistad,
que bt/eno
Che mi
eh?
signora,
farai
^.
dei
cortigiana
adornare
orecchi.
loro
.signore
Le italiane
popolo sorridevano dapprima nel-
borghesia e del
delia
li
Agnoletta,
Basta che
ci
dolendosi
fanno
si-
gnore a tutto pasto; no, no, no, no, non l'intendono niente
bene; altro che signore, signore, signore voglion queste
donne!
*.
Allo
diremo
vando
scandalo
cosi,
moi'ale
per
l'adulazione
l'astratto
Signoria
uni quello,
si
rica-
modo
.Signore
di allocuzione.
Un
Cottra
capitolo
il
del
Euscelli, scritto al
Molza e intitolato
chiarazione
afferma che
ha
il
si
allo spagnuolo,
elegante elocuzione
tu
76-84.
Satire,
Varchi, La suocera,
I,
II,
1: Firenzuola, 1 Lucidi,
GV ingannati,
L'amor
II, 3.
costante, I, 11.
di
dove
la corti-
Signora
>.
IX.
come
se fossero furfanti;
voi
il
183
adoperava solo
si
una
e
in
terza persona:
'1
parlar s'amplia e
'1
scriver pi s'inchiostra.
larole sole
Mutansi
a'
casi sua.
le
modo
parlasi in terzo al
cortigiano
Discussero in i)rosa
questione della
la
'.
signoria
tra gli
altri,
invasioni barbariche,
Italia
turai paese
della
anche
le
Signorie
'
',
che prima in
il
lor na-
dendo
al
il
non con
la
Opere hurlesche,
B. Tasso, Lettere,
Lettera da Bruxelles,
29 luglio 1543.
^;
si
Claudio To-
121-5.
II,
I,
da Castro,
18-1
CKKIMOMF': SlA(iNrOI>K
IX.
Iniiii'i,
modo; che
persona;
(Mjnti'o
clic
signoria';
sof^rotiiri
clic
autfire-
f^"-!!
toscana
della lingua
tutti
;i
rafrioui:
di
liia
concetto di
il
una
scliiorava
>,
nincstri
voli
iiicttcndosi
i|ii.'ilc,
il
d'Italia
ITALIA
IN
in ballo
seconda
la
momento
a ogni
sorse a difendere la
ma convenendo
lascivia
cerimonie, questa
delle
il
paese dove
anche
lui
tempi nostri
fino ai
la signoria
come
perch,
Dal
^.
del
'
Voi
',
gli
'
di
ed
altri,
le,
titoli
di
il
Signore
Lei
un
altro
quali, par-
disonorarlo col
se
Insieme col
si
al so-
vede da un
si
deriv
li,
usuali
alcuni signori,
Signoria
E,
'.
con l'altra
Vostra Signoria
parimenti aumentata
'
che,
all'effi-
'
la
'
egli,
''.
Signoria
divennero
e al-
Lettere di
il
Voi
e il
IX.
tri
spag-nuolo,
185
attribuivano all'influsso
si
sottoscrizioni delle
le
il
bacio
mani
le
sebbene non
raccomando
il
bacio
sano
state
piedi
mi
vi
Si
ciali,
la
come
pei quali,
vestiti,
il
Italia;
in
Ma
sarebbe
allora introdotte in
le nazioni,
la
pom-
moda
dei
so-
preferibile
come pi grave
da tutte
anzitutto,
Castiglione giudicava
foggia spagnuola,
tra le fogge
e,
e pi facile ad accordifficile
Italia,
raccapezzarsi
che provenivano
non meno
da
l'appunto fu
la
tempo:
cappuccio e
mantello
Gi
si
il
abito
soleva
il
veramente antico
'1
e bello
Ogg'i si
come
Ruscelli, oap.
Alessandri, op.
Costo, Traltaio
J
Sul
vedano
(iel
bacio
cit.
p. 442.
Ammirato,
1.
e,
p.
447 sgg.
segretario, p. 582.
le
mani
altre notizie in
e quello,
si
JHi;
l.\.
Cosi
i
Lasca
il
quei
vano pi n
quell'oro
si
-;
ma
n scarpe francesi,
vesti
alla spagnola-'.
fioeclii,
Lozana andalnza
nella
tutto
delle
me
avrebbe chiamate
il
delle
Tirante
gnuolo
di
motti
Gazzuolo
di
ricordato
le
se contenesse motti
forme
di
grazioso di cavarsi
Un
libro
lettera
marchese
'.
italiani
il
Ed.
p. 394.
Vecellio (Venezia,
*
le
ff.
155-6,
si
vedano
gli
Habiti del
1590).
namento
5
modo
imitarono
su quelle spagnuole:
et
amorose, con
un ragio-
le
spa-
Antonia
di
dal
si
stato rego-
Gli costumi,
una
moveva appunto
come desiderato
da giuochi e indovinelli
Tra
in
*.
Amadis
Bianco
non sappiamo
tosto
il
si
in
trovavano
le quali si
(co-
lare,
moda
Italia la
usava
si
imprese galanti
usa-
si
le
s|)apnu<li
a<,''li
e (jug tanti
da
ITALIA
IN
'l'iittavia,
'.
troppi fronzoli
SI'ACMOI.K
i:UIM()NIK
IX.
spagnuoli
dagli
nello
sberrettarsi
alla
187
spagnola
^;
porte
^
;
e certe
altre
meno
scopetta dal
la
mucciaccio
, la
bassa
, la
tordiglione , la
sarabanda
e la
Anche,
descriverli'^.
'
VAKA,
2
Mauro,
^.
pavana
ciaccona
Di danze,
*.
tro-
e la pavaniglia
che
si
ma
non allora
la
il
gli
composero
giocatori di scacchi, e
tradotti in italiano
la
spagnoletta ^;
ridicola di farsi
se n'introdussero
come
dava da bere
signore, venivano
al
di uso,
si
trattati
sull'argomento,
in Opere burlesche,
I,
255. Sui
modi
S.
>
II,
pp. B4-7.
CamiUo: Eh, V.
S. entri .
Fatemi questa grazia >.(?.: Procedemo alla spagnuola che, all'entrare, entra prima lo padrone, e all'uscire esce prima lo forastiero (Intrighi d'amore, V, JO).
3 Ammirato, op. cit., Ili, pp. 37-8: cfr. un curioso aneddoto del
1580 in Verri, Storia di Milano (ed. Le Mounier), II, 281-2.
G.
No,
aff,
a V.
S. tocca
C.
il
I,
327.
di Guglielmo ebreo pesarese (Scelta del Romagnoli, n. 131), e pel Cinque e Seicento il Garoso (Il ballerino, 1550), il Negri (Nziove invntioni
di
balli,
^
Marino, Adone,
gnole et italiane
Mss. espagn., n.
et
XX,
84 sgg. Si veda
'
Villanelle spa-
Morel-Fatio,
II,
31.
cfr.
Pel-
el
Espana (Madrid,
Cortegiano,
libro di
()U7.
histrionismo en
il
1804),
Conosco
il
I,
124 sgg.
18H
rchbci'o a
Ik'ii
saporito
dismettendo
avevano
(|ue]]n
Tra
il
le
anche durante
quanto
ai
venissero
si
lo feste
Napoli
celebrarono
spaprnuoli
p^Ii
assedio
l'aspro
Lautrec
del
in
E,
^.
che ebbero
Italia
in
due
di
essi
pili
spiccatamente spa-
la caccia del
giuoco delle canne;
l'uno e
,i
(li
r'IAI.IA
me l'anno difetto,
nome !< feste che
j^raii
portai'ono in Italia:
(liceva
'.
IN
Sl'AnNlOLK
n.-.in.MONIK
IX.
il
og'gi,
pi
gi celebrati
volte in Italia nel, Quattrocento e diventati usuali ai principi del secolo seguente.
si
ha
Roma,
mente
al
tempo
(jualc
il
in
gran toriatore
si
e partecip alle
cosi
nose
in
^;
un poeta) Cacce
*;
per Siena,
la
linjj^ua
italiana da
il
toro
in
M. Giov. Dom.
G. Eosso,
Istoria, ed.
Ademollo,
Il
Leone
\^
la
Gravier,
carnevale di
Roma
G. Eosso,
p. 23.
Mauro,
in
Opere burlesche,
I,
Per giuochi
stor.
232.
nap.,
di tori
I, 626.
a S^ssa,
cfr.
IX.
nell'aprile del
Ma
esotico,
Adustos son
il
los Esjpanoles
rimase
tori
dice
il
pues
Surez de Fi-
gl'italiani
giuoco dei
gueroa
189
medesimo carattere
^.
esotico serb
il
si
hanno
notizie fre-
quando
10 agosto 1510,
il
fu dato
Roma,
la
ncHa
presa
nel
'.
di
dscherrid
^;
Si
Passaro,
Ademoli.o, op.
in Napoli
Anche
p. 91.
G-iorn., p. 170.
pp. 83-5.
cit.,
in detta
Bologna
si
sono
fatti di molti
bellissimi gio-
amore
cere dil populo per essere gioco insolito in queste nostre parti d'Italia
(Milano, 1892),
canne
mano.
>,
p. 161.
La
parola,
non
Italia,
edita da G. floMANO
('
appunto
Sull'origine,
si
vedano
i
brani del libro di Dieuo de Arce, Mida A. de Castro, Discumo sabre las coslum-
190
nel
ancora nel
alarbi
italiani
(arabi)
il
Castiglione':
^,
allude l'Ariosto
vi
canna
lo
Marineo,
il
il
nome
accennano
o vi
tra gli
Cortese,
il
la
di
il
parole dc'WOrlnnro:
nelh.-
Tunisi'; o
di
faceva senpre,
avevano preso
che
Lo descrivono
*.
re
tiirelifsca si
alla
.secolo
squadra di monelli
sua
ITALIA
IN
rec Muleassen
si
moresca o
vestiti rAii
e lo faceva
vi
(|iiaii(lo
1.')!:;,
con
SPAGNLOLK
CKRIMOXll':
IX.
vedo
si
spagnuol leggiadro
'',
il
scudo
cosi coperti
da
Dal che
si
'1
capo
palle lanciate
lo
custodito:
fuggitori
come
gi da noi
la Qiiestii de
cias
',
Ma
dicevano
si
amor,
si
caruselli
chiamavano
napoletano
in dialetto
che
il
il
in
bres pilhlicas
Perci
il
y privadas de
faceva
in
due
ispagnuolo alcan-
nome ancora
alcancias
si
di creta, le quali,
le stesse palle di
'"'.
creta
si
vivente nel
quali
(ulteriore
si
XVII
Spenis, in Arch.
(Madrid,
1881),
p. 91 sgg.
De
Cronachetta del
Capecelatro, Diario,
I,
sto?-,
15.
3 Si
*
latti,
f.
.5
Gerusalemme
"
Si
137-8.
1.
I,
CERIMONIE SPAGNUOLE
IX.
prima che
in
chiamato
191
sua variet
IN ITALIA
il
come
un passo
attesta
ludus arundintim
ludus carusellorum
il
e poi la
dicendoli
del
proisus
spiculis,
diieis
carusellorum
vero,
equester uterque...
ma
genuina, del
Ed
nome
si,
divenne
car-
mo-
altri particolari
di
ma
Italia;
in
vi
^.
Altri potr
impetunt:
cai'osello ,
di
illos
di
altre
rousel
vasculis,
testaceis
noi dob-
qui
ciale
un
la semplicit
abito di galanterie, di
dioevo che
E,
tuale,
modo
De
su questo libro
si
borghese e adottare
cerimonie, onde
pi
la
nuovi tempi.
propriamente
l'effetto sullo
il
ri-
medioevo, un me-
di
proprio animo,
p. 123. Cfr.
Le
il
di
la cultura dei
influsso
importante notarne
di atteggiare
stuma),
2
a codesto
una sorta
combinava con
si
tornando
fasto
spiri-
cio
stile,
sul
per conseguenza,
e,
prima
li, 560-2.
solis (
perch
prima volta queste corse furono fatte in onore del Sole dalla sua
figlia Circe, cui Tertulliano attribuisce tale invenzione !), ma anche
la
quelle del Diez (ElimoL Wrterb., ed. 1869-70, li, 114), da carrus, e dello
Zamijam>[
11
Diez credeva
dove
il
LiTi'Kii
il
p. 251),
carosello
garosello
da gara.
1!2
di cspi'iiiici'c
se
iioii
propri
ripijrliarf!
dente iniziavii
il
le
soMtiiiiciiti.
Aiiclie
osservazioni,
die
l'azione,
citarono, come
la
iiama
non
(pii
n(;l
faiMMiio
prece-
secolo
jsentare
srA(;Ni(M,K in
cKiUMi^N'ii':
i.\.
ma
'
;
che per
causa
ci
tale
ma
cause esterne
riti
vecchi
pensieri
formandosene ancora
di
vecchi
sentimenti, e non
])i
operosi, cio
spagnuoli, svolgendo
gli
gonfio e vuoto,
il
di
le esteriorit,
stile
con-
l'ingegnosit e
lo sforzo alla
si
lavora
si
11
il
vero
cerimo-
dettero esem-
cerimonioso e ingegnoso,
Cinquecento
il
germe
della
sua mancanza
di
sentimento
religioso,
etico e civile.
commedie
un luogo
e le tragedie,
dei suoi
dove raccomanda
di
oggidi
schivare
si
pregiati
ma
gli
ne' domestici
hanno
due
in guisa sparsi,
tre:
Si
68-71.
famigliari lettere
da lodevole scrittore.
IX.
come
CERIMONIR 8PAGNU0LE
fuggono
si
mare
nel
scogli
gii
IN ITALIA
193
da' naviganti; e di
modo
di dire porta
con esso
lui
mente
di
Spina
lo
al
amore potr
di
cito
io
quest'altro:
avere
Da
il
tor-
quale eser-
battaglia,
quali
le
co' colpi
dolce stanza?
Giraldi
Il
il
quale,
essen-
tempo
cui
le
campo
nel
della
morte
',
'
ferma
il
e scorse
piede dell'intel-
buono spazio
in
di
Ci di
il
come
fine
metafora
pari di ogni
al
altra
forma del
dire,
che di
modo efficace e proprio un determinato senDopo di che il Giraldi Cintio addita la deriva-
esprimere in
timento.
zione di
quei
modi,
pregiati (egli
dice)
da coloro che,
da non so qual maniera di favella spagnuola, hanno messo tra le rose (hila lingua italiana
tratti
dargli;
li(iuidi e
B, Cuoce, T.a
Spayna nel/n
forma
vita italiana
di
dire
lodata da
13
alcuni
nostra
modo
IN
ITALIA
liiifjTna spn^'-ii
iicll.'i
in
SPAGNUOLK
C'KRIMON'IK
IX.
li)4
vuol essere
puro
cliiaro,
Ma
il
liscio
generalmente og^getto
di
il
fossero allora
pu trarre dal
si
tragedia di Canace
la
quale
'.
modi spagnuoli
il
e,
dcio sopra
alla
filla
libriccino Giu-
et
metafore esagerate,
quale censurando lo
critico dice
11
quali
'accogliere disusati
gli
apparteneva
voci, negli
modi
intento a biasimare
intricati
di dire .
poeta, era
Speroni),
lo
l'altezza et la gravit
gonfiate
(cui
perfino
liln'o
lo
parlari, nel-
uno
di que-
sull'oratore e sul
modi spagnuoli
stile
uscendo in modi
e nel
spagnuoli da
lui biasimati.
mia memoria
fresco nella
miei desideri
agio di pascere
quanto
l'ore
Tanto
E
Io
colui
di quelli
dava come
grembo
lo-
campi del
il
I,
cielo,
sole, ecc.
primo l'attenzione
pp. 366-7.
il
dei
ebbero
delle
spagnuola
Dei romanzi,
leti.
ti
infatti
l'ombra
di dire
dello stile
aduggiava
par-
tal vizio
componenti dell'Acca-
che
la
stile
Su
Gaspary,
e,
195
IX.
per manifestare
il
Qui
et
bassa fortuna,
basterebbe ricordare
'diffusi in Italia
ma
^
;
fuor di dubbio,
dell'Aretino, dove se ne
le lettere
dar un esempia
io
di
Ber-
non
rone,
dura
commessa,
che
dubiterei
io
nostra lontananza e di
ruinata
ecc.
semischerzo:
cito questo
modi
si
il
cortigianesco:
l'uso.
pratico
evidente nel
al
^.
codesti
talvolta
si
il
Lo scherzo
del
mi guastasse
La vostra
parlare
la
coda
lettera stata
da revocare in dubbio
Spagna
stile dalla
mostrano
la realt
modelli di tale
stile
'.
provenienza di questo
sia
proposito
in
mento per
^,
la
contemporanei un
37 sgg.
la
prima
argo-
di
et
poemi (Venezia,
1566),
IV, 72-144.
2
Cfr.
De
3 Lettere,
<
Lettere,
Come
I,
ff.
fa
il
nelle
forte
di-
41, 62.
Gaspahv,
1.
e.
letter.
IX.
ll't;
Opere
ma
l(;lterario,
continuava ad ammirare
si
porche
la
arguzia'; e
sia,
spagnuole
si
di esse indica
iiifiue,
medesimo Giraldi
il
letterarie
Cintio, parlando
che
opere
talune,
in
la
gli
somma
E una
della
hanno proposta
si
che
alla
non
stina, se
continuate, di
cui
ranza d'immaginazione e
^.
libri di cavalleria,
ebbero assai
liliri
ma
non
tro che
nuove
solo
Cancioneros
come
le Lettere,
il
Marco Au-
del
strampalate e ampolloso
scintillio di pa-
lettori in Italia,
molto
di parole,
metafore
goffe
le
si
ragoni e di sinonimi
".
trovano propriamente
si
stile
in Italia e
ma
sta di fatto
che esse
invadeva
Op.
cit.,
Per
es.
II,
Dios, no corrumpas
mi
Mi-
99.
Por
in-
costume.
mi
il
el
dar
licor del
mi
Jeacanso, no agues
tm
envidiosos castigos
gusto
>
(a.
X).
All'influsso
stilistico
la recensione del
in Rev.
crit.
Farinelli intorno
de historia y
liter.
espcin.,
I,
X
Lo SPIRITO MILITARE
E LA RELIGIOSIT SPAGNUOLA.
come un ammollimento
spirito militare,
una depressione
dello
iniziata corruttela
italiana.
lusso e quel
che
del costume,
un accrescimento della
fasto
erano presso
la faccia ridente di
trionfatrice,
abbiamo
spagnuoli
gli
nient'altro
una
di
amor, che
E
i
gi
cor-
manzo
sanguinosa battaglia
di
Kavenna. h'Amadis e
e di svenevolezze,
dati
ibrmavano
com'erano
di
amori
la lettura
come
noi
ranno:
alle
gere
armi che
libri
di
romance
e di
pi inclinato
X.
l'.IH
rono
r.iiiiiiio
j)iacqu(,'
liei-oiclie
scaramucce
e guerre di Granata.
a seguire cose
molto leggero
le
di Garcilasso della
Vaga
et altri
mondo
m'inclinarono
Ma
cose maravigliose.
satisfarsi,
Keduan
fa
si
guadagner vincendo
campo
offese, et di
mi
mio nome
valieri spagnuoli,
che gi qui
si
sa
et
per questo
vendicare e
del
quella
Calatrava, e
di
Don Fernando,
come pi
in
modo
questo
le
don Quijote,
della Spagna.
Agli italiani
vera
questi
assuefatti
si
Guicciardini)
all'altra
si
un
attuarsi nella
d'Italia delle
gesta cantate
nei
il
(come scrive
eroici
ed epici risuo-
si
di/finiscono tutte
le
que-
tolica.
Et nuovamente tradotto
l'altro liuomo.
di lingua
16-17.
MDLXIX.
Si
vedano
tempo, come
Cantalicio nel
il
poema
Martis non pi
visti
cui verseggia le
in
imprese del
199
X.
di Napoli, spectacula
iampridem
exercita nia[/nis,
come
come
il
con
lui a
esclama
ammazzato nella
poema del Canta-
Infelix, nostris
miserande, furores,
et
sic,
me
decepio,
accadevano
sfide,
fa-
de Sotomayor:
le
fedel servitore
sembrano veri
manzi cavallereschi.
mettevano a paragone
Gli italiani
De
Op.
il
le attitudini
proverbio, che
bis
cit.,
1.
Ili,
p. 58.
1.
II,
O
sei
Infelice signore,
morto perch
uomini!
(ed.
ri-
Seutouio
sostituisce
il
Gravier,
si
p. 3U.
la vei-sione di
compianto:
militari
p. 64).
le
bocche degli
pel
si'iKrio
x.
2()()
])0i
gravit spagnuola
k kki.ioiosija
.Mii,ri'A)u<:
'.
fiivi;i
modo
l'onore, in
non curano
non
che, per
morte
la
e la tardit
lo
Machiavelli
e di
maculare, universalmente
la loro fanteria,
assalti
sembrava
Il
altri,
battaglie.
delle loro
molto
stimavano molto
nazione
altra
di statura agile e
Soprattutto lodava
di
forse pi che
francese
Il
modo
loro
di
sorti
cavalcare e combat-
tere a cavallo
fu
nel
si
modo
degli
per
di combattere,
le
scienza
Ma non
francesi,
dei
evitando
Accadde piuttosto
Lo
Relazione di
Commedia
si
Spagna
1.
De
<
Cortese,
Rosa
(L'Invidia).
cit.
II, e
^.
allora
dei fanti
Principe,
IV,
cardinalatu,
f.
cap.
26.
Cfr.
la
cosiddetta
2.
1.
e.
X.
nelle guerre
cip dell'Ottocento,
stranieri,
spinti
tempo
nazionale. Certamente, al
e
la loro inferiorit
litare e,
Francia
glione,
il
da un tempo
la
qua
come
la
Casti-
il
cosa era
perpetuo biasimo a
francesi;
ma
forse pi di tutti
al
gran danno,
\ Insolentissimi erano,
anche
quello
spagnuoli, pi
gli
marchese
affermavano
dice
orgoglio:
frizzi
pi che vera
che
in
nome
al
non risparmiavano
lor nell'arme
mi-
furono
guerre di Spagna
delle
201
il
spagnuolo
rifatto
che
Pescara
Torquato Tasso ritraeva {)0i,
uno dei primi abbozzi della Gerusalemme, un castigliano Hernando, insultatore dei signori italiani e della
era
il
di
in
serva Italia
dendo
il
^.
Anche
in quel
tempo
si
andava
diffon-
dire
il
l'aforismo
sti
il
L'o-legiano, I, 4'.
laceni
Myconius
Krasmum
^
valore italiano
cit.,
f.
254.
III,
.'il4.
Santa Ckuz,
cit.,
f.
'J7.
Torino, 18SG,
j).
67).
202
con
compagnie
loro
le
da
cai)itanate
mimtakk
siMinro
X,
italiani,
k ikluiosita
uomini d'armo
di
e di
fanti, che,
f,niuli.
come
Koma
me
l'assalto dato
Pescara, dove
gli
spagnuoli e
cavalieri napoletani,
tutti
il
comando
il
e,
uccisi
parecchi
alzato
del
italiani a
mura
salirono alle
coi'renza di lodo
cendo
gli
'.
e fa-
Singolare
di
l'
l'in-
e la
il
di quei gentiluomini
lettera,
soldati
una sua
comandando
fanteria italiana
gnalarono
tutti
e seguirono Carlo
tero esercito
Giovio narra
il
osservando che
le
gli italiani
prodezze
il
in
per ordinario
le
^.
La
al
in
un pezzo
il
nominato proverbialmente a
degli italiani
si
vedono
guerrier di
gli
era
Giovio, Lettere,
Mauro, in Opere
f.
Lombardia
76 sgg.
burlesche,
I,
261.
X.
gnuoli e di
del Valles
nella
altri forestieri
203
il
consimile argomento,
come
quello
-.
all'esempio
rinnovellarono
degli
spagnuoli,
come
sul loro
le
esempio
e assunsero
il
che
ha reso popolare
<he
lamente
la
nome
il
celebre
pili
pugna
Talvolta
^.
Fieramosca, fu
il
so-
erano per
duellanti
caso di quel
il
soldati
sonetto dell'Ariosto:
Tra
ignudo
ferri
quanto
Elorjia
virorum
valor
il
d' Italia
bellica virtute
hai dimostrato^.
illustrium (li), pi
volte ristam-
capitanes del
es
memorables de otros
JReij
etc.
de Espaila,
etc.
(Sara-
goza, 1557).
3
Ettore
Intorno ad esso
e la
si
veda
la ricordata
p. 179. Si
Morano,
I,
188;-}).
dell' Ariosto,
201
X.
isc'lilif'TK^
versare
il
Italia,
il)
mandassero l'accusa
che
certo, e qui
alliiliuisse
si>a^''imoli
ajrli
'
l'
imper-
e costoro ri-
sappiamo,
(Jalatfo, conio,
duelli
(lei
con l'Urrea
li
giova notare,
la
l)ene
pur
tra
le
sue esagera-
zioni ed abusi.
Pili
fu
il
la
ricostituire, e
di
condottieri.
il
Alle
d'arme spagnuoli
si
aggiunsero
dominarono,
in cui essi
nel regno di
liani, e
le
Napoli
il
cosiddetto
nazionale, poich
mancava unit
le
isti-
non un esercito
indipendenza
ita-
battaglione
di na-
abbiamo accen-
Europa nei
di
secoli
Spagna. E, a simiglianza
militari
si
di
seguenti, sotto
campi
le
di bat-
insegne di
narchie
assolute,
moimmutata
Si
de
stlencia
Italia,
veda sopra
Dialogo
cit.,
ff.
1-4.
los duelos di
Madrid, 1887,
nafios di
p. IKJ.
In Napoli fu stampato
il
II, 56-7_).
Un
expanoles en
X.
205
Il
italiani
nobile e degno.
assai
gli italiani lo
pregiarono sempre
si
contro
contro
rani,
motto
Por
diceva,
dell'una e l'altra
barbareschi, contro
lute-
francesi.
la
come
si
turchi e
si
celebravano
valenti di Spagna,
Non
c' altro
^,
scrittori stato
che
sarebbe manifestato in
si
Questo
codardo.
quanto finora
si
durante l'egemonia di
il
che sarebbe
sentimento,
mostrato,
non
esistette
contrario a
giammai presso
g' italiani.
maschera
teatrale
del
capitano spagnuolo
quale
del
commedia cinquecentesca,
Perch
il
per-
come ovvio
chico; e anche in quella antica spagnuola appare nel Centurio della Celestina, nel
Mendoza
^,
un
tal
{la figura de
PlCATOSTE, Op.
cit.,
II,
un
Naharro, successore
p.
169.
105.
di
rufidn
Lope
20()
x.
do Ruotine In
piena come
(juel tipo
Ilalia,
ai
comico; e
si
dd
i)riiicipi
Cinquecento,
anni, abbondavano
essa era di
sia
occasioni a
le
gi.'i
tutta
delineato in
incontr a Vcllctri
e ritrae
all'osteria >,
e gik alcuni
di
un
fatti
ca-
appo-
(come passarono)
passarono altres
forse del
commedia del capitano vantatore e covede nello Spampana della farsa di Ventu-
l'introduzione in
dardo, come
si
rino da Pesaro
^,
nel capitan
commedia
di quel
tempo.
gli
\
Il
miles
il
e poich
maggior contributo
alla
affatto
Qortegiano,
I,
Novati, in Giorn.
Ragionamenli, ed.
Il
>
gi
neW Anfiparnaso
leti,
ital.,
V, 279-82.
Capitan Cardona
parte
d.
"'
'
stor.
17-18.
pp. 217-9.
Callot.
e ragione d^ogni poesia, voi. Ili,
X.
gesse
come
comico
tipo
capitano spagnuolo
il
207
:
tanto pi
amore
spagnuoli era
role
Ma
hrazosf ;
los
Si
el
mttndo
capitano spagnuolo,
tipo del
drillo,
che
form intorno
si
Sangre
y Fuego
al
de Fornaris e Silvio
P"'iorillo
luogo a speciali
e dette
qui
non ci riguarda, non solo perch appartiene alla seconda met del Cinque e alla prima
del Seicento, ma anche perch affatto meccanica e poco
repertori di bravate
con
senza freschezza
la vita e
del
Le
principali
De Fornaris
commedie,
in cui
il
tipo
Porta,
il
musicale Anfiparnaso
del Vecchi (1594), Li tre capitani vanagloriosi del Fiorillo (1621). Capi-
si
vedono
nelle
Pel suo
commedie
di Virgilio
Ver-
Per
II, a.
IH,
(ri-
del
tipo, cfr.
Parigi nel 1607, e ristampate nel 1627 a Venezia dal Franciosini con
aggiunte, e pi
alti'e
volte.
Per
il
Dell'arte rappresentativa, p.
veda
si
me
ital.
in Saggi sulla
leti.
''i;
il
Molanti, Molire
et
la
cfr.
Pehrucci,
comdie
italicine
da
208
X.
fuori
ilcll.i
vita
degli italiani
dei
pili
MiMiArn-; k rkijgiosit
si'iiirro
poco rispondesse
<|uaii(o
(j
verso
gli
grandi e addirittura
Ira
il
scrittori
gli
vanta
si
operando
alla
muta
che
spa-
che non ha
quello
di
Traiano Boccalini,
italiani,
<c
nello
sentimento
al
mali
fatti
le
che parole
piti fatti
'
per-
a riconfermare
il
quando
il
capitano
commedia
si fa
in spa-
ma
vure,
cavalieri
ma
finta,
d'un
-.
guerrieri
in Italia,
un
spagnuoli
avevano, prima di
contro
lo
soldato codardie
giungere
spagnuolo
lo
g' infedeli,
ossia
beni terreni
la gloria eterna.
Dicevano appunto
le coplas del
El vivir
no
se
qiie es
Manrique
perdurable
mundanales,
ni con Vida deleiiable
donde moran
los
pecados
infernales.
letter.
242-B.
I,
p. 274. Cfr.
X. SPIRITO
Mas
MILITARE E RELIGIOSIT
los
209
buenos religiosos
pimosos
Ma
militari o quasi
liere
li
faceva degni
li
nome
del
quel cava-
ammirato da
don Quijote,
si
furono
affatto
visti
di
mundanales, a cose
intenti a estados
mondane, e persino a combattere pi volte contro il pontefice di Roma, commisti ai lanzichenecchi luterani, nel famoso sacco del 1527, quando cantarono sotto le finestre del
papa prigioniero un burlesco Paternoster ^. Certo, essi seguitarono altres a combattere, unitamente con
quantunque
glia,
talvolta venisse
idealmente ricongiunta
alla
il
gli italiani,
ma
e,
per esempio,
s'impara come
e che
stiano
tro
tal
-
Uom
morio qual
visse,
visse
del sangue
il
Moro
onde
assale ,
la religione,
ma
con-
ne impedivano
il
dominio, ne turbavano
commerci,
e die
Insomma,
Lo
il
tipo del
Roma
en
1527 (Madrid,
1875), p. 43G.
2
H. CitociK,
La Spagna
14
210
X.
piiizoclu-ro,
non
SriIUTti
Mll.nAHK K UKMCIOSIT
(^'a dog'li
spa^Minoli die
Cinciuccento, n
ai principi del
fanui
la
si
li
sporsero
in It;ilia
dipinj^eva allora
a quel modo.
Che
tosto
che,
Italia,
che
sospetto
dossia; e ci
rani,
fama che
anzi, se mai, la
il
doveva
si
prima
in
tanti
ai
Spagna,
dalla
scacciati
accompagnava, o
li
piut-
li
di tal
si
giudei e mar-
erano rifugiati
in
cuor
loro,
ingiuria di
gli
marrano
spagnuoli
marrano!
loro
clic
,
si
Onde questa
rivolga
Ah, mancator di
f,
marrani, e insomma,
loco,
motteggio
convertita.,
altro
il
esempio
cavalier di
letterario,
Spagna
tra
-.
E, per
gl'innumerevoli,
Che n'ho a
fare io
non
dite se
eh' io diventassi
'.
miseria
d' Italia,
Miranda, Osservazioni
Orlando furioso,
Atto IV,
6,
I,
V,
X. SPIRITO
MILITARE E RELIGIOSIT
211
motto del
reli-
peccadiglio di Spagna
che l'Ariosto ricorda nelle satire, spiegandolo col non credere degli spagnuoli
glio
-',
in unit di Spirito
il
Padre e
si
domma
chiamava ironicamente
della Trinit.
(e
fi-
aneddoto
i
di
quando
Peccadi-
di tutti
il
si
il
burlesco
fu confessato
^.
N erano
che
si
la
perfidia e iniqua
a la
F judaica
f cattolica , scrisse
Thalichristia, che gi
mediante
el
Baptismo venuto
deijli
am.
O come
di
la
mento-
ve>ieti,
ed. Al-
Lo narra
il
Caro
nel
Commento
Mele, in Giorn.
''
ci
In/deleit,
entrambi
LXIII,
Judaeos, Sarracenos
Un
anche
462-3.
IH, 299).
212
X.
vare \ del
MIUTAIiK K
SI'IIM'I'O
(iiwoy. di
Ciudad Kfal,
giudicava cristiana
di
l(i;M(;iOSl'l
cdic
il
.Mintiii'iio
dichiarando
sciiliiiicnU,
nome
lil)ro
deljbia loro
si
per coprire
il
della
ma
loro marranesiino,
devoti di Christo
ma
il
esser fatto
trre
di
ma
tcinpf)
non disputare,
1534
ii(-l
al
'.
E nemmeno giovava
onde
lo zelo
essi si
diedero prima
devano facilmente
dei stessi
avevano
motivi ora
fiscali
ora politici, e
sui procedimenti
e d'altronde
ebrei,
cetti e
gli
giu-
almeno
in Napoli,
spagnuole^;
mala fama,
le notizie
paurose che
si
bucinavano della
se-
provava che
gli
ci
il
che agli
popolo di Napoli
si
(col
ita-
oppose
e
con
ma
veda
Si
MiNTURNO,
Si
Cfr.
Si
buoni cristiani
li-
^.
sopi'a p. 167.
Lettere, ed. cit.,
veda Top.
di
cit.
Castaldo,
ff.
29-30.
Istoria, ed.
Gravier,
p. 66.
X.
Perfino
loro
cavalleria
di
libri
213
tamente pi
e cer-
altri libri di
il
eWAmadigi
preda
La fama
secolo.
eresia
di
Dolce
in
Sempre
nella
Italia
and scemando
^,
ultimo
dette
si
solo nella
dice
che
in
della
Poi, la parola
dizio.
questi
'.
fermamente creduta
quecento
una riposta
marrano
smarr finanche
si
il
significato preciso.
Tristano Gakacciolo, De
Tansillo, CapifoH,
Cfr,
Amabile,
1/
p.
Santo
63: T, Tasso,
//
Gonzaga
1892),
1
Cfr.
De
Dejob,
un memoriale
In
una
1,
V,
commedia
s.
3 li
di
Tede
6),
ragazzo
incredulo
(15'Jl),
II, 3.
XI
Aspetti dkl dominio e della popolazione spagnuola
IN Italia.
.1
abbiamo
descritto,
si
svolgeva ne-
gli
al
isole
continentale,
italiane,
che possedeva da pi
dell'Italia
stabiliva nella
ranza,
la
d'Aragona
con
gli
e dalla
consuetudine sociale
Gran Capitano
si
conquista
gione
alla
il
venne sospettato a
ra-
affi-
dei
francesi
Napoli,
l'ultimo vigoroso
diretto
XI.
nitivamente
il
il
il
regno l'assetto
al
spagnuola, onde
di provincia
Vicer
215
titolo di
il
gran
quartier gene-
pronte per
le
spagnuoli
gli
si
di
gi nel 1504
si
Spagna
quale
presentava in Napoli
dandose a sua
affari della
pisani,
raccoman-
mand
e quegli
loro
Re
un governatore, Fedro
gli
nevano
nelle
Puglie.
nell'occasione della
si
Lega
^.
spasi
te-
santa,
de Foix:
e poi
di
Gastone
che
battaglia,
En
aquella de Rateila,
Si
veda
voi.
IX,
s. I,
Spagna
p.
143.
e d'Italia,
da
S.
e nella
Miccio, in Ardi.
quale
si
slor. ita!,,
SIC)
DOMINIO K l'OI'OLAZlONK
XI.
tulle le sroi-iiiiic
;inii()V("i'av;iii()
SrAfiN'Li LA
rr.;iii(;csi
in
Itnlia
Infatti,
'.
Toscana
magano, e dal
aver tentato
Pescara e
il
versarono
e,
dopo
si
e fecero
guadagnarono
Borbone, sconftto
il
Piemonte
il
oper variamente in
di
]r)12 al 15ir>
e in
il
il
una punta
Bonnivct, attrain
Provenza;
e,
la battaglia di Pavia.
di
venne riunito
al
dominio spa-
(come
trionale
il
Regno
da un governatore.
suggello
le
quali
conquiste posero
il
il
tutte le
la stabilita
egemonia;
in
l'ul-
Toscana,
duca Alessandro, che era gi una creatura degli spaCosimo dei Medici, che vi esercit con
gnuoli, succedeva
fermezza
Carlo
si
soleva ingiuriarla
meretrice di Spagna
dagli
mentre
gli
spagnuoli la conside-
cit.,
Ve-
n. 342,
pp. 173-74.
2
Si
vedano
Spagna (Genova,
(ivi,
1913); ed E.
della domenica,
in
1912), e
Ancora di Genova
Mele,
XXXVII,
n. 23, 6
giugno
1915.
Spagna
XI.
iiezia
cora vi spiegava
ai
di Savoia,
di
il
che an-
la forza
come per un
217
alla
non
altro verso
la
ricostituire e rassodare
suoi
stati ereditari.
Divenuta
l'Italia
litica e delle
armi
di
Spagna,
si
oper, dimor pi o
poli, giunse,
vi
si
stabili definitivamente,
il
meno a
fiore della
lungo, e talora
gente di Spagna,
tempo
storie di quel
n, d'altra parte,
le
pu essere nostra
spagnuola
in Italia) illustrare
nemmeno
principali
connazionali:
^si
il
societ italo-spagnuola, al
Napoli circa
Luigi
Tansillo
dell' imi)resa di
il
'
modo
1510,
per
la
si
spiraglio in quella
stesso che ci
della Questin de
in
siamo valsi
componenti
potrebbero scorrere
genei-azione seguente,
le
di essa
poesie di
del
tempo
mento od ostacolo
si
alla
Garzia
Si
nipoti,
vedano
del Volpicella.
le
tutti
il
vicer
gente di guerra,
il
il
figliuolo
m.irchese del
Capitoli in quella
218
DOMINIO
XI.
I<:
I'OI'()I,AZIONK Sl'A(JNi:OLA
vivo
il
ricordo o
degno successor
salvo *;
poi
tro
turchi.
vi
venuto
che era
tanti
altri
Capitano e ne rappresentava
i)rima
minor Con-
capitani
della guar-
Consalvo
militali,
di
il
volta
in
sul
Italia
l'imperatore
come
tradizione, celebrato
la
s'incontrerebbe Garcilaso de
la
acconipagnaiido
1529,
aveva spo-
del gran
comandanti
castellani,
dia,
il
rii-an
(lei
fif^diiioia
Napoli
in
il
la
congresso
al
campagna
Vega,
la
del
finire
Bo-
di
e collaboratore,
il
Toledo.
fido
cant
la
marchesana
di Padula,
Maria
altri
e qui
Cardona, unica
di
Giovanna Villamarino e cadere giovanissimo nella battaglia di Ravenna: Rustre honor del
nomhre de Cardona, Decima inoradora de Parnaso e qui
compose un'ode per un Galeota innamorato d'una Sanseteggiare e sposare
la
E dopo
turo su nido
l'amico
La duchessa mori
dei'e
la
la fior de Guido,
Nido
(il
<
seggio di
lai
il
buon duca
un
Mauro,
uno
allor che
{Op. buri.,
di Sessa
come
Nido
colloquio, fe-
ma
I,
243).
da inten-
XI.
condo
conseguenze per
di
219
spagnuola e per
la letteratura
la
battimento salvata
en
la
parte que
gli fu
un com-
in
la vita; e
mano
diestra
la
alma
conceio del
Genova presso
Italia, e
ademp
altre mis-
il
Leyva,
il
Il
mostra anche
letterati,
Coli,
il
come
Marziale,
in
Boscn
il
con
'^j
]Minadoi,
il
il
altri
magistrati spagnuoli,
alti
Minoz,
il
Fonseca;
il
con una
e la sorella
Giovanna, moglie
Asca-
di
d'Avalos
due
e le
la
sorelle de
moglie
di
Mario
Leyva,
duca
figliuole di Antonio, e la
di
Loffredo,
Kocera, e
e
conte di Simari,
Colonna e poi
aveva sposato
Si
veda
di
il
e la Vittoria
un Mormile,
la biografia
l'Isabella
che
di
d.
l.
da
me
un
pubblicata nella
V. in Italia (Napoli,
XVII
di
Brisena, che
ital.,
Navarkete (Madrid,
2
Giovanna Carlin,
la
la
Con-
189]\
crit. d. letter.
220
XI.
ancora
*.
Nuove
Kequesens,
ledo,
Borgia,
spaf^nuolc
raini^^lic
tra
si
gli
Alnrcn,
diinorarono
Roma
chiamato
1541.
Il
pili colti
vi
:>'2
in
Napoli
venne
la
morto
in
quel frat-
cazione per
la
fede; e da
lui
di cristianesimo
non rimangono
anche, tra
il
non
se
l'appunto fecero
'34 e
il
moto
parecchi dei
d'Italia. Di
le
suoi
il
giustifi-
'36,
Ma
bi-
prima
pili
Zu-
To-
vi
di quel
tempo, e
gli
Leyva,
volta da
tempo,
osse, in <|uel
Kevertera,
il
due
italiani e
due spagnuoli
^.
la
XXVIII,
3
cfr.
da me pubbl.
doc.
151-3.
(Madrid, 1875),
si
rodoxos espan.,
Il,
vedano
il
il
Caballero, Alonso
Menndez y Pelavo,
tj
Juan de Valds
Eisloria de
Ufficio cit.
los hete-
XI.
mero \
221
essi
e della
d'Italia,
tizia degli
che
italiani
^
;
terra
^.
prese parte
al concilio
dava
prudenza
alla
degli spagnuoli
tantos
En
Italia
si
*,
notava accompagnarsi
si
{^Lozana andaliiza,
am-
e che
amanti
siffatti, politici e
che comunemente in
lode
la
Roma,
in
di
figura di Diego
la
(1553),
I,
84-6).
frate
Il
fulminando contro
Roma, de obispos
Menndez y Pelato,
piena
<
la corruttela
di
Roma,
di-
dos en
ecc. (cit.
dal
Tansillo
{Captoli, p. 148),
uom
Roma
Ross,
bibl.,
Portugal, in Revista
5),
crit.
in Revista de archivos,
offerts
3
Picot
de
bibl.
hist.
come
Farinelli (oltrech in
cfi\
viajeros
1898;
por Espafia y
Mas
apuntes ecc.,
y mus., 190B;
(I91B).
Juan de
las
Tomas
il
Muto
danza, dove
ed altri molti.
milanesi, dov'ei
francesi
la
La
liberalit,
dove
f.
spagnuoli
27).
la
prudenza
222
(li
XI.
solito la
anche
tardit
>
nel l'isolvcrsi e,
caiattei'istica,
1'
ostinatezza
Perfetta
pareva
lentezza
ma
lodevole,
politiche
meno
^
spagnuole
al
un regno od un
ci
che nei
come
farsi
si
una
regga
ne legga,
come s'arme,
terra,
un signor,
impararme
libri antichi se
s'orni
corno possa
come
esercito, e
la politica
s'egli discreto,
ne
man pu
le cui
Cesare deporre
mille regni
e star quieto^;
Perch
elle
guida
ci
o,
e la
prudenza
^.
i^or
experimentar su ventura
una commedia uno di costoro ^. Valga in esempio quella di Juan de Espinosa, che
nel 1580 pubblicava in ^Milano uu Dialogo en laude de las
mugeres, innanzi alla quale opera un amico fornisce no-
a. Ili);
loso,
in
>
lento
(Bentivoglio,
Il ge-
(Madbo, in Opere
buri., I, 230).
2
Capitoli, p. 156.
3 Capitoli,
la "parola
perch
^
tali
p. 285.
saracone
Cfr.
:
<
il
uomo
di
L'amor
costante, II, 1.
XI.
tizie circa
l'autore
Rojas in Castiglia,
'.
l'
223
di
e,
Del fanciullo
di valore.
a diciassette anni
nisi,
Espinosa
il
lo
in
sua casa,
l'AIarcn,
l'
Morto
tenne
in
Basilicata,
in
Sicilia,
segui negli
lo
uffici
lui
che
Piemonte;
in
e,
non sappiamo
cora vivente.
In Italia
il
le
cosi
Abruzzo
cosi
campo trovavano
vario
operosit,
in
ricca
gli
soddisfazione
^.
Avvertenza
geres, intilidado
di
Jernimo Serrano
al
Dilogo eh laude de
Passaro, Giornali,
p.
176.
cit.,
f.
1.
las viu-
224
XI.
cercare anche
piii
vai-ia
l'oiMuua
Mondo, come
caso
di
che narr
Guzm.-'in,
serbato
al
intitolato:
libro
(jual
el
Cesar magno,
<|u<'I
sua vita
la
Biblioteca
nella
ticamente
sente
il
el
di
sabre
fu hecho
poi'
i\c-
un manoscritto, orn
in
Nazionale
Dios
nuovo
Napoli
lodo.
ed enfa-
'
del pre-
Titillo
un cavallero yraitando
las
quel ch'egli
ci
in
Siviglia da
conte di
Portogallo;
rimasto senza
e,
madre,
donna Catalina de Guevara, muy hahladora, aunque honrada muger y buena cristiana , trovandosi nobile di lignaggio e scarso
di
bramoso
dalla povert e
flitto
sostentamento,
della ricchezza,
deliber
d buscar
sus aventuras
e usci di Siviglia
af-
si
asino,
que
es
una
que hacienda;
Segnato
I.
di
?nss.
il
anche
lui
in
si
e stava presso
Italia
Na-
fu scorto
chiail
vi-
con pi honra
il
marchese
di
Madrid:
si
veda per
la
E POPOLAZIONE SPAGNUOLA
XI. DO.MIXIO
225
cognome
tre
una mano
ed
di
di sua moglie,
la
quando
valcarla e scampare;
marqus de Luchito,
Guzmdn
commesso
si
una
marchese
il
Lucito, che
di
Perez de
al trionfo,
el
giocando
egli,
po7-
mala azione
la
di recarvi all'osteria in
il
una
citt
carcere a cui vi
as-
mia casa.
In questa casa signorile fa assai
festeggiato dal marchese e dalla marchesa, e messo a dormire in un letto di tela d'oro e di velluto e alla mattina venne un mercante con molte pezze di broccato e
segno
la
tolse
un
saio e
una cappa.
e, quando
il
si
rec
Uno
offriva
arruolamento che
chiamavano
si
bisogni
bisognevole di tutto.
come
dicevano
Il
>^,
los visohos
unendovi
il
vengono
in
Italia
con
le
B.
e gl'italiani
scarpe di corda
nuovo
il
',
da poveri
E un
verseg-
Ciiocii:,
[m Spaijna nella
vita italiana
15
XI.
l'2(j
DOMINIO K
l'<)I>(j|,.\/IO.NK
Sl'AfiNUOI.A
del
soldati novi
la
le
allegramente,
gli
K Nel maggio
le
Anche
ispida cera
afflitto,
ma
di
Napoli, e bevendo
allo
(juali,
ismontare a Napoli
strada, in
taverne
li
in contrasto
*.
tropas de nueva
mal piceden
nidos despojos
di
il
comando
resistir
tan
ma-
di
e7i
tal
condlcin y metal
Oltre
d' Italia,
le
^.
soldatesche regolari,
si
aggiravano per
dicevano arrolati
si
ma
e sul
sempre per
Del Tufo,
G. Eosso,
1576 in Ardi.
ff.
arrolarsi
la guerra,
bubbole
le citt
non
di Napoli,
103-4.
Istoria,
p. 55. Cfr.
star. itaL, s.
I,
voi.
IX,
el
XI.
si
churrulUros,
leros
mavano
famosa
a questo
(e
227
Della Porta)
devano
il
Cerrig-lio
concorrevano a capitolo
dando caccia
sette
loro
le
cappe
alle
e ai ferraiuoli, facendo
sono
quanti spen-
liberali
arti
botteghe
La fama
che
questa
di
osteria,
si
nel
mondo
internazionale,
di certi
gado annoverava
Chorrillo de Ndpoles
^.
Ora
il
nome
di chorilleros
chiacchierando
l'osteria
di milizia,
Del-
Roma, il
venne
il
il
tempo
in quel-
mai marciare
intanto, senza
rischio, e
ben
vestiti
L'astrologo, III, 1,
il
Talia o vero
alla
anche
met
11",
guerra e porre
la vita
II, 1. Cfr.
alla
al
fecciume soldatesco,
ai di-
nelle
p. 95).
1635).
un umorista
Ma
spa-
gnuolo:
diferente
qiie ser
rigi, 1912,
pp. 217-18).
cit., II,
140.
228
XI.
seriori
'
nome
ginato da un
il
locale
di chiacchie-
di ricordare quella
assai copiosa di
alle
vano
Roma
la
sediamo un libro
Madrid,
i
per
pu servir
di
clic
degli interlocutori)
ln:
de.
(Ihorillo:
il
Uaman
que
lo
Roma appunto
dei Borgia.
pos-
1550, nel
il
Napoli degli
Aragonesi e
soldados
ac
es corno
chorilleros?
il
Villa-
y hai muchoa
con
ellos,
jente
y si los topais en
y con tanta crian^a, os harn picar pensando que
Fantastica dunque la etimologia basca proaquellos bodegones:
di
Madrid,
sua
ediz. di
1913), p. 247.
v.
El casamiento enyanoso y
che
45
Si
;
veda por
1'
p. 329,
Coloquio de
in
los
una nota
alla
perros (Madrid,
nel Fedro de
(ed. cit.,
la
el
soldados
desertores , e che,
II,
A. G. de Amezua y Mayo,
Urdemalas, giorn.
nota
cit.);
nel
il
nel
Licenciado
si
Coloquio de
Quijote,
los
perros
Vidriera (ed. di N. A.
dell'Hazaiias
la
i
Delgado
p.
Michaud,
s.
a,,
III, p. 65).
e del Villaln.
(in
Los
La
sueflos,
parola anche
ed. di
Paris,
XI.
ed
la
dimor
il
229
tra
il
1523 e
il
medico
Roma
e letterato, che in
Roma
(scrive
vizcai-
persino,
pietas
correvano
mozaraves de Zocover
in tanto
numero?
E come mai
e,
vi con-
quali sono
las tnds
buenas en hondad
Oh
E ancora
occasione, la notizia
in altra
espafiolas,
tienen
benin-
las espafiolas
si
son
aggiunge,
una
Zoppino e
Luna,
lia
parte nelle
^.
Rag.
I,
Ross,
bill.,
MOLLO,
?i
cfr.
e 11.
VII, 285.
carnevale di
Roma
cit.,
una
p. 20.
Joanna spagnuola
>,
Ade-
2:50
DOMINIO K
XI.
IMI
masero
goga dei
juderia
Roma
in
confinati
castlgliani
Sl'AGNCol.A
l'')V()LA'/A()SE
dei
',
cagli
Su questo
catalani.
personaggio del
dramma Amor
l'nltro,
un
(dicf*
accaduto? E
ri-
glietto
si
che
altri
nel
di
me
che a
f|ue'l
ronicro, risponrle:
il
Una redoma
con
(o
diablos encerrados.
la
juderia de Jioma
Roma
giudei trattavano in
^.
le
falsi
ma ,y^
donne
loro
^.
c'erano
quali
come
fu
il
me
^.
e dei
contatto.
Cfr.
se
Fekorelli, op.
Napoli ebbe
il
potevano ammirare
guerrieri e cavalieri
Guevara
cit.,
p.
2B3 sgg.
nel 1535; si
vedano
le
sue
Amor y
Lozana andalnza,
Per
Anche
es.,
celos,
II, 6.
ed. cit.,
I,
60.
D'Ancona, pp.
291-3.
duomo
dodici donne catalane, viventi segretamente alla giudaica (Costo, Memoriale, p. 56).
la
prodezza
SPAGNUOLA
DOiMINIO E POPOLAZIONE
XI.
231
d'arme
fratelli
pre-
politici
gna inviava;
il
spagnuoli.
dagli
Il
Da
otto (e
un
villanello
di
Quivi
il
membro
viril,
che
sangue
ladri, del
italico si ingordi,
come
ne
lo
fa
tutti
col pillotto,
mastro Anton
schidone
starne e
le
Mauro ricorda
loro saccheggi:
lanzi
li
saccheggiaron per
di
Le
satire
et
tordi
li
fin ai
come
il
i.
tempo
in cui
spagnuoli,
italiani,
".
vignaruoli
le
loro
ferocie
in
certi
a M. Pietro An-
tonio Acciaiuoli.
'^
mutinamenti, op.
cit.,
I,
287.
I, '253:
cfr.
circa
loro terrilli
iini-
232
XI.
mori
assai
sazi
lare
di
erano
in
sangue
quanti
tutti
davano
diceva)
fa ciuci clic si
marrani, che
a)itatori
vedevano
si
della
misera
sulla testa
Un
rimatore
lamentava:
Non
ma
nemici a Cristo e
cristiani,
alli
spagnoi crudeli.
gli
si
arrabbiati cani,
pien di
tutti
vizi,
E un
altro
colore
il
con barbe
folte
ed orrido
spagnoli no,
ma
rinnegati cani
di
Roma,
'.
citt, la
seb-
come
^,
e alla quale
anche
t. I,
stor. ital.. s.
I,
1842.
2
cfr.
cit.
il
Castiglione allora
le-
ed estratti in append.
al
Eodrguez
XI.
Roma
mano
cati in
era
stata a purgare
degli spagnuoli
i),
opposta religione
si
un
ZO
suoi pec-
sentimento di
altro
vano partecipato a
C[uel
sarebbero
sacco,
mala
di
finiti
Ugo
quella di
scalata alle
la
Moncada^ affogato
di
in
mare
mura;
nella batta-
glia di
Castelnuovo
il
ma
turchcsche,
efiFetto
il
quale, vendicandosi,
cheggiarono
Meno
le
ma
alloggiamenti
esosi,
e di queste
-.
ai popoli
in
tempo
di
pace, pei
cosi
vessazioni e oppressioni
in dispregio
e sac-
sue chiese
violenti,
Roma; poich
empiamente violarono
il
un vivace
ritratto
il
vi-
un vecchio
>
statuto,
Dove aceadder
voi qui?
Questa
nosciuta.
mano
stessa
2
Koma?
degli spagnuoli, e
commedia,
I,
ai
termini di
Non
In E,onia.
la
franco
vedete
ben u'
ella ita a
purgare
suoi peccati in
>. Cf'r.
nella
17-JO),
III, 2-i5.
234
XI,
<)L\
di fio ,
e
che vanno
E come
al
campo ed
mogli bolle?
lian lo
Massimamente
li
par
O almen
morte!
la falce della
costi,
come modo
talvolta
di
vecciarsi,
per
di ricordare
effetto
il
costume
del
dei
togliendo
spagnuoli
cappa
la
proverbiale
il
il
^ N
Poesie
Per Marsala
ai
rubare
le
cappa
cappe soltanto.
va
ed. Fiorentino, p.
liriclie,
di notte
giro di notte
divent
come fanno
spagnuolo
spae qui
talch
cittadini,
pacifici
la
gi
soldati
aggiungeremo
-.
buscare e Vappro-
gli
costui
sgg.
Sicilia
(Palermo,
1865), p. 384.
veda sopra
Si
Per
es.,
sera lo trovo
strade
s.
I,
voi.
p.
154.
contorni
IX,
p. 259, disp.
sono accomodati
al
cit.,
f.
et
di notte, e
Ogni
per le
cappeare
assassinando
Li spagnoli
si
si
puole
XI.
cerca di voi
fatevi
in
costai
non
d'amore:
levi
ponga
frate, eh?
Ohim, costui
il
Similmente in un'altra:
inganni e non
e'
paggio a un
il
Spagnuolo
quell'oro.
mi
];\
una commedia^
dice in
borghese; e questi:
ZO
tanto,
occhi addosso a
gli
Intrighi
negli
^;
Perfino
^.
loro baciar
il
compaiono
essi,
che
si
vantano a gara
in
si
ripeteva
il
magagna
la citt
>
veda anche
Si
La
la
della
"
cappa
il
La
la
Spagna,
*^.
commedia
accingono a capear.
si
^.
ef-
del
Porta,
Varciif, descrivendo
tristi
il
modo
proposito
si
costuma
in Fi-
renze andar fuori assai, s'usano in capo tcchi e in dosso cappe, chia-
mate
porta
il
colla capperuccia
di cattiva vita
(Storia fiorentina
Kaineri, UAltilia, V,
Atto IV,
'
se.
non
sia,
IX,
17, ed.
di
dietro,
la
quale chi
riputato sbricco e
Le Mounier,
uomo
6.
II,
'.
Ib.
Dovizi, Calandria,
II,
7; Cecchi,
Il
Nov.
II, ly.
Loretta detta:
finissimo argento
^
Ne LHdropica
di
madre spagnuola
e di
la
cortigiana
visione, p. 34.
23(1
XI.
da pensare
quenti
le risse
(lurnnle
DOMINIO K
l'<)l'i)l,A7A(>SE
dovessero
elio
STAliNfOLA
esst-re
non
perci
infre-
come a Napoli,
bisogni
esempio,
affamati
vennero
mani
all(!
(Toledo),
il
clie
il
nel
dell'altra
fu di
parte e gran
gran dispiacere
la
allo
bisji-
vicer
sua rigorosit,
da chi venisse
letani
\ Anche
popolari,
le
ai
in
la
altri
casi
seguirono
feroci
vendette
dentro
si assetate,
sangue
di
eran
si
ingorde
spagnuoli e de la carne
Dal canto
che
si
loro, gli
^.
in guarnigione.
Rosso,
Gr.
Castaldo,
soldato.
XI.
237
un tempo
in
lui o
suoi passati
Trapani ed
in
altri
nima compositura
di danari,
con
la
quale ne pagarono un
gl'insolenti
popoli,
nelli soldati
maggior danno;
mando poco
di fare
venire
scandali maggiori
sanguinose che
si
altres le risse
'^
udiva
si
prendere
il
sentimento
oltramontani, spagnuoli
tutti gli
come
italiano
*.
Ma
la
^^;
il
tedeschi,
Berni)
ne-
estensione stessa di
marrani
veniva a com-
di odio
aveva nulla
di
barbari tedeschi;
ma
Dialogo
155.
cit., f.
che non
goffi e
t.
186, per
una
terribile e
sanguinosa
M. Bandini,
IL
campo
grido di
cfr.
Opere burlesche,
I,
I,
135.
79.
marrani? >:
una cronaca napoletana del 1585:
in
238
XI.
dominatore straniero,
clic s'
popoli,
in
})riino
La Spu-
spugna
la
di quella
et\ era
\X.. Che se ora si domandasse se questo trionfo e dominio fu un bene o un male, ci converrebbe rispondere che
la risposta stata per un verso gi data dalla nuova coscienza italiana che lo consider
ma
zione;
come obbrobrio
e abie-
implicitamente negata dalla storia, la quale non pu giudicare col sentimento della coscienza nuova italiana, degli
risorgimento,
del
italiani
della rinascenza.
ma
deve
trasferirsi
nell' Italia
poich le
mutate condizioni di Europa non le permettevano di continuare a vivere come nel Tre e Quattrocento; poich era
pur necessario che in qualche modo uscisse dal municipalismo del tardo medio evo e
si
ma
delle
per
lei, allora, il
concorse con
turco;
la
gett gi
vano
le
pericolo
turbolenti baroni e signorotti che non conoscedelle loro case; e col suo dominio,
non gl'interessi
se
il
le
con
libri
s.
la
Spagna, spugna de
di satire di L. Ariosto,
VI,
f.
112).
la
nostra etate
H. Bentivogli,
ecc.,
I.
IV,
XI.
devozione
di
Re
al
non furono
governo spagnuolo
il
campi
privi di
effetto
rono
239
di
Europa
sparsero
il
che servi-
italiani
sangue su
loro
si
anche
tutti
ma
fe-
prima met
allora, nella
del Cinquecento,
che
menava
si
al
come
il
dal barbaro
l'
Italia
due nomi
^.
Aretino,
3 II
guerre
di casa di
durante
secolo,
V.
Ipocrilo,
si
10.
si
che
napoletani,
raunano,
<
Fratello, io
ho
il
fanno assemblee,
giglio
nelle
e dei
Navarrini; e
pu vedere
si
mostrarono in Napoli
come
si
li-
>; e di
petto
nel
uno
>
si
accenna a
certi
al
(Ferrer,
Il
moda
vestire alla
e cfr.
il
duca
il
francese
p. 55.
(Filamondo,
Francesi
cn
Italie, ed.
D'Ancona, pp.
156-7.
scandalizzava
tra le accuse
di
Il
Comte de Modlle,
si
127; Mmoires
p.
spagnuoli
citi
divennero nomi
Chi pu accordare
la
Spagna con
240
XI.
bcrarc l'Italia
il
lirono niisoramonte
macchi
vari
Toscana, dei
in
tentativi
posteriori
Genova,
Fiesclii in
Burla-
del
del princii)e di
sopr'esso
contava
Paolo IV.
Il
il
Francia,
tutti sull'aiuto di
come
quale anche
invocando
lui,
libert d'Ita-
la
rimpiangeva
quattro corde
armonia
l'antica
la Chiesa, la
Milano
poli e lo Stato di
d'Aragona e
di Alfonso
guastarono
Serenissima,
il
malediceva
le
d'Italia
ritraeva
si
Regno
anime
di
nobile strumento
si
italiano),
provincia
questa
di
che
in
Na-
infelici
primi
E avversava
dall'esperienza delle
non sapevano
francesi
di
sta
e,
possedendo
desiderava anche
il
resto
di
-.
Ma
la
gramigna
parte d'Italia,
gi tanta
il
si
attac-
terreno adatto;
la lira a
quattro corde,
la
(si
Francia?
Non
sono proverbi
ancora echeggia
veda
De Leva,
Si
il
la vec-
XII
Conclusione.
La decadenza
P,ure,
descritto
il
fine
Roma
di
d'Italia, paragonabile in
e agli
effetti
delle
guerra per
Italia
la
fu spenta, la cultura
accompagnatrice,
potere ora
ruina e form
il
comincia-
manc
in
impoveri, la letteratura
che imbarocchirono.
il
ai
Chteau-Cambrsis
di
di pensiero
si
certa guisa
invasioni barbari-
abbiamo
alla
si
ispano-italiana.
ma
aperto
il
la
Spagna
non
considerata
ora arcano
che
compi
meno che
la
vita, in
non
ed artistica.
la citazione
la vita
B. Croce,
della
La Spagna
Il
le .parti
meno che
despotismo
da un libro recente)
ruppe
grande
altrove; e
della
solo
decadenza, come
autrice di questa
nazionale, cor-
16
242
XII.
a<lultci
spirito
lo
'oncllskjnk
tutte le sue
in
manifestazioni, guast
d'onore;
i
istituzioni,
uffici,
opinioni, vesti
usi,
ducili
alte
all(!
stessi
ozi,
il
frutto
d'ignavia e
di
compagnie
alle
il
corrotta dai
allo
ipocrisia;
le
fatti
Stato la corte.
le
il
una nobilt
de' banditi
la famiglia fu
;
la
religione
dai
relazioni
di
ventura, prime
di
compagnie
l'igoglio
per egregi
illustri
;
un grande
di
all'essere
punto
il
ed agli
virt,
l'
foggiarono
si
alla
titoli
e dal snssiego',
fasto e
specchio
il
linguaggio,
Ora, quadri
come
storici
tive, si
le lettere,
le arti
'.
nega-
storici,
mono
come
si
accennato, poco
di estrinseci (quale
ne assu-
di-
fatti vi
discrepanza,
deve essere
che auguriamo
il
F.
pp. 65-6.
P.
Tut-
all' Italia
fatti,
le caratte-
per
la nostra
vita del
bisogner proporsi
Cestaro, Studi
storici e
letterari
Cinque
d' investigare la
(Torino,
E.oux,
1894),
XII.
crisi della
nuova
della
lento e nascosto,
per tutte
CONCLUSIONE
il
il
243
germinare,
sia
pure
che da raccomandare
le
la
tanto sbeffeg-
Ma
intendere la qualit e
si
le
ragioni di
ita-
lia
l'Italia
fosse
congiunta
con
Spagna.
la
il
mondo
un pastor solamente ed un
lia;
con
le
in Italia,
le
*,
d' Ita-
ghese napoletano
ovile
come signore
che no-
quanto dominio
pre
le
cose
Io
mi reputo
Si veda,
tura di quel tempo, ci che detto nei miei Sat/gi sulla letteratura
liana del Seicento, prefaz., pp, vii-xxiii.
2
ita-
244
(jonclusionp:
xii.
Napoli...
'.
medesimo sentimento
il
ammirandosi
successori,
come
con raf^ionc
fa conoscerla
si
Re
animi
j^li
rive-
di
al
il
la
teinpo
suoi
maggior Re
grave e vene-
la
empiendo
(juale,
la
renza, quasi
serb verso
si
Filippo II
in
al
re di Napoli e delle
Romano...
^.
cognome
stria,
fu oftiso
il
valoroso.
Che mai
e le attribuiva
il
dallo
possesso di
unione degli
della
che con
italiani
altri popoli fu
con
gli
Casa d'Au-
La
utilit
spagnuoli a preferenza
di
si
spagnolato
avvezzo secondo
''.
dice
il
ed
Franciosini,
dominio
tuomo ":
si
lo stile
Castaldo, Istoria
S.
F. de' Pietri,
derava
il
cit.,
p. 106.
il
ff.
131-2.
DeW hitoria
sentimento di reverenza
e di fiducia
cit.,
onde
>
voc. esjMfiolado
si
consi-
pp. 58-9.
Roma,
italiani.
1620), sotto
CONCLUSIONE
XII.
*
;
per apprendere
riempivano
gli
-.
245
i
modi
di
comportarsi
gentiluomini italiani
sol-
dati
privilegio di Carlo
il
la
Il
spagnuola
alla
vigore
alla
spagnuola
corno destro ^
il
configurava
si
punto d'onore
prove di dignit e di
parve'ro
duelli
il
nazione spa-
il
mini e delle donne, queste tenute nell'ignoranza e appartate dalla vita sociale, con lode, che, cosi facendo,
spagnuolo divenne
e cortigiani
Solo
*^.
la
Un
^.
es
Cortes y
en
el cort.esano
alle
lettera di
Eugenio de Salazar,
impre-
Ne ho innanzi
la terza edi-
una
man-
Madrid
si
Madrid
si
trovano in
politico
(Na-
poli, 1755).
3
Il
11
per
la Fede,
per
lo
Na-
rino e Muzi, 1694}. Cfr. anche G. Carignani, Le truppe napoletane durante la guerra dei Trenl'anni (Firenze, 1888: estr. d. Rassegna nazionale).
*
Filamondo, op.
cit.,
hay
entre
I,
470, 222.
Un
Breve
y napoper ordine di
Di singolare importanza
la Descrizione dei
55-58.
XXIV,
costumi napoletani,
(ed. dello
Schipa, in Arc/i.
25-84, 329-50).
vedano esemp
raccolti in
La
240
xii.
che
cazioiii
coNor.rsiDNK
si
spagnuoli in i)articolare,
gli
sono per
lo
Boccalini,
lo
di Savola;
n esagerare
che
gli
qu
e irragionevole,
scagli contro
che
come
Lope de Vega:
ebbero qua
si
e l,
che conti-o
gli
spagnuoli, e
si
ostilit
Sehores Espaholes,
'.
Anche
si
le hicistes
le rivolte
come
pareva singolare
la lettera-
di
il
sua cerchia
la
accompagn
dd duca
politica e le guerre
l'importanza
il
stranieri o contro
j^li
le
il
di
fiscalismo in quanto
rivolgevano altrettanto
il
mal governo
mare adulatoria
gli
spagnuoli non
fu in Italia du-
ci
rante quel secolo e mezzo, e sta di fatto che la loro potenza cadde e disparve dall' Italia per cagioni non gi nazionali
ma
rettorici o sporadici,
Spagna
siero italiano
il
soliti
accenni o
la
cal-
famose
p. 391.
massime
di
Spagna
suoi
arcani d'impero
XII.
ai quali talvolta
credevano
CONCLUSIONE
247
loro ministri
li
che
riflesso di
il
a ingegnosi disegni
La verit circa
altro verso;
prestabiliti.
la vita di
ossia
di sviluppo, non
modo da
parte
in
resistere alle
costanti, e che, al
linee mondiali di
come altres,
era pervenuta, mancava
tura a cui
e religioso, necessario ai
con
la
nell'alto
grado
cir-
delle
fonti
di cul-
di quello spirito
etico
Ma anche
la
Spagna, che
la
conqui-
narchica e
le
milizie, era
per
altro
troppo
mancava soprat-
di
striali e
potenza
(luella
medievale e
tempi
moderni;
e ci
avvertivano
nostri
*,
come
la loro
poi notarono
il
rapido spopolarsi
Per
es.,
il
Viaggio di A.
Na-
248
XII.
guerre
\
'
]l
K medievali
'.
popoli vivono,
la
CONCLUSIONK
le
er.-iiu)
il
al
filosofia;
sic-
quando uni
allo
quando
ch,
si
farsi della
scienza e della
signore,
ai suoi
un periodo
fiore della
di crescente potenza,
ma
coglieva
ma
dogi;i
frutto e
il
il
piuttosto lo concludeva.
ini-
poi-
la
l'Italia
le
sue armi
e nell'altra
dell'
man mano
present
progresso in ogni
il
Di qui l'impropriet
malefica, esercitata dalla
di
raffigurare
Spagna
come
un'efficacia
sull'Italia, quella
che fu
analogia o
ma
perch non
si
rinnovassero
di baroni contro
si
sciolte
da Pietro
di
il
come
le
in Ispagna,
da una parte
cosa
si
Per
es.,
le
accade-
e sx.
obbedienza
in
come
Italia,
249
CONCLUSIONE
XII.
al
Italia.
ai
mere
tenerli a freno
popoli e nel
accorgimenti e
le
non pi campo
blandizie e la
gnorie,
non pi campo
l'Italia
dormente
rigore
col
grascia
repubbliche o
contesa tra
di
gli
con
ma
';
gli
l'Italia,
le
sue
si-
stati europei,
in
pa-
trizi
ora l'Italia
spirituali
ticali
ci
le
offriva
la
concetti
la
casistica
in
libri di
Mariana,
dei
ma
Escobar:
bene
Suarez e
quale
forme di
(^uel
lazioni e spesso
Sotto
il
le
coi luridi
che
Circa
il
gli
de-
citt italiane le
miseria, e la
vizi della
al dialetto
le
di coscienza.
napoletano
le
tre
si
p.
suoi successori
MI.
L'af)
ONCI.IsKjNK
ma
(jaappij
camorrista
(;
';
Ja
precedenza, merc
di
Spagna,
suo fasto,
il
il
suo
il
patria,
'
societ italiana,
ma
la
Per
medesimo
il
la
prima,
si
dignit
mancati
ideali
gli
gli
della
ozi.
veda
la
suoi grandati di
dica
si
gare
la
gi avviata la
modo d'intendere
cando
lusso, le ambizioni, le
suoi cerimoniali,
vos,
Per guappo,
cfr.
lazeria
una cronaca
viiglia di Masaniello,
(miseria, scarsezza) e
Seicento,
del
lazerado
Capasso {La
dal
cit.
guappo
fa-
spagnuola
alla
las
codiimbres de los espnnoles (Madrid, 1891), pp. 76-8. Camorrista, dal gioco
della camorra (arabo: gioco d'azzardo): cfr. Capasso,
1.
c.
derivava
alla fine
cit., p. 66;:
causa di tanti
vizi, o se
non
vi
Per
necessario vedere
le
il
spagnuola non
Fiamminghi
maligno
in-
stata ba-
CELATKO, Annali,
p. 75:
dato di Spagna,
p.
153.
cit.,
seguente Cape-
al
gran-
5.
251
CONCLUSIONE
XII.
al
alla
Spagna giovarsi
onde fu possibile
(come
vede per-
si
e all'Italia
i
modi del
concettare e metaforeggiare ^
il
e travedere
ancora
ai
principi
del
la
pochi decenni
un suo parere
duca
svelava
la
Modena
giudicava
realt in
maggior
la
la
il
infelicit
.
scritto
Portogallo,
due regioni pi
cio le
la Castiglia,
ma
desolate
Avverse erano
perdizione
mulano
il
le altre
le
vi resta
Provin-
lo stato di IMi-
, e la miseria
la Sicilia in
diftidenti o
che
lano distrutto,
di
pel
vari stati
le
italiani,
conseguenze, che
sono
Si
vedano
lelter. ital.
'ISl
1)1
XII.
ini
anno
11
roNCI.l SloNK
Maggiore
la
Repubblica
di
Roma,
e pur
tini.
troveremo forse
nerali,
perch, se verremo
ai particolari,
grandezza austriaca
non
udimmo
Maggiore l'im-
Non bisogna
clu!
la
Curoiio lo moriar-
cliic de'
era,
il
lunga distanza
met del secolo la potenza politica della Spagna precipit, rimanendo in suo luogo una mera ombra.
Anche gli eserciti spagnuoli non ricevettero pi capitani
e reggimenti dall'Italia come pel passato, e soli rinforzi vi
s'inviavano compagnie formate di banditi e galeoti. L'innella seconda
maniaco duellare
il
minciarono a partecipare
e nelle conversazioni
^,
cess, le
la lettei'atura
donne
co-
accademie
produceva pi nulla che suscitasse interessamento, la lingua spagnuola cadde in disuso sostituita dalla francese.
1
1641:
XVII
secolo
Il
Tassoni nelle
qualcosa
per compagnia
del
Doria
e circa
edito da
me
XX,
543-58.
Xir.
Fu
quello anche
si
tempo
il
un aspetto
sero
CONCLUSIONE
in cui le cose di
spagnolata
Spagna assun-
quasi ridicolo;
caricato,
vieto, gonfio,
coni la parola
253
significare tutto ci
veniva rigettato,
il
ghirigori letterari.
cese
pur difendendosi
gli italiani,
alla
Spagna
in
vorr
che alcuno
spero
particolari
secondo verit
dal
Italia
del
perseguendo
disegnare e colorire
nei
il
mezzo
*.
Cinquecento
altres
sino
alla
varie tracce di
le
una
alla
della
stessa
storia
della
Spagna
nuova: indispene
E certamente
la
di
chi
comunanza
tutta
si
l'Eu-
accinger
e le analo-
gie del processo storico perdere del tutto di vista le persistenti diversit tra
in
queir infiacchirsi
il
.insomma
le
fio-
'
Si
vedano
le
polemiche tra
i
il
254
XII.
('ONCMKIONK
positiva e
giurisiti
naturale
scuola
della
dd
e giurisdizionalisti, sostenitori
l'estero,
mentre dava
col
filosofi .sudditi
poema
Galilei,
nei
suoi
che
sparsero
si
al-
della
qua
Iti
tenace in
bile
di
sua dominatrice
nuovo moto
il
racemente
di cultura,
e di svolgerne,
di quella, tutte le
il
razionalismo,
prima
e pi fe-
mentre
la
minciava a
virt di pensiero,
rante
il
il
in
lei,
per
Fine
APPENDICE
Per
me
di
Napoli, ed
entrare nello
sue
le
scritte delle
popolo straniero che cosi a lungo convisse con noi, e quasi udire
la storia,
personaggi
si
vedevano
cano
dei
al libro
scrittori delle
il
le
monumenti serbano
Forse
in Napoli di
le
notizie
che
sue epigrafi.
Si
veda per
la storia
Napoli
nobiliss,,
258
AI'l'KNDK'K
Ma gi mono accidentali sono ricordi dei catalani che appartennero alla corte di re Roberto: della regina Saiicia di Mai
iorca,
morta nel
Croco
di
cui
la
IP 15,
Palazzo, da
tomba
si
lei
fond circa
dei
Rhat
il
i;530 la chiesetta di
re,
loro
della
Francesco delle monache il mausoleo (la scritta mentova, tra l'altro, il suo antenato Diego della Ratta, gran camerlengo di Roberto) ^, e che nel ramo secondogenito ebbero le tombe nella chiesa
dell'Annunziata^; e, infine, dei Mayrada, ai quali si riferiva una
lapide, mezzo consunta, nel pavimento di Santa Chiara con le parole: Hic iacet nob. tir Raymundus de Mayrada catalanus clarce
^: proprio uno di quei protetti e cormemorice Reyis Roberti
tigiani del re, che a costui procurarono la fama di avido e avaro
alla catalana. E, come si detto, esste ancora la strada, che prese
nome da quella colonia, la Rua Catalana.
Abbondantissimi poi i monumenti della casa aragonese di Napoli; principale tra essi il grandioso arco trionfale di Alfonso il
Magnanimo, ancora incastrato tra due delle torri di (/astelnuovo,
e che esprime nelle sue lince e nelle sue sculture l'unione della
potenza militare spagnuola con la rinascenza classica italiana.
.
una biblioteca
corpo del
di scheletri, la
Magnanimo
l'aria di
un magazzino o
il
non
lui
al-
Aragona duchi
di
D'Engeni(5,
p. 254.
D'Engenio,
D'Engenio,
p. 414.
p. 250.
ff.
129-30;
259
il
un ricordo messo
rante, l'altra
Giovanna
duca
triste
di Calabria).
regina
il
di Fer-
La vedova
con
la
sua
etfigie
'.
pel quale
soldati
di Alfonso
penetrarono in Napoli
della
Cam-
^,
^,
rono tumulati
conte camerlengo ^,
gran paladino ^, il
miglior cavalier di quell'etade ", ucciso presso Castelnuovo, combattendo per Ferrantino; laddove Innico de Guevara, morto per
le ferite riportate a Troia, ebbe sepolcro in Ariano ". Anche in
Monteoliveto sono le tombe dei Cabanilla ^ e dei Sanz ^ e del
capostipite di costoro, Arnaldo, per lunghi anni castellano del Castelnuovo, l'iscrizione tombale celebra la fedelt, perch, messo
a capo di quel castello, stretto di assedio per terra e per mare,
per non macchiar la sua fede, sprezzando i pericoli di morte, non
disdegn di mangiar la turpe carne dei muli e dei cani, n si
lasci rimover dal suo proposito per tormenti e minacce fatte a
due suoi fratelli caduti in mano del nemico, prevalendo la fortezza dell'animo ai vincoli del sangue, e di nuovo, morto re Ale
il
gli
il
il
1 SuMMONTE,
Historia, ed. del 1675, IV, 15-6; De Lellis, Agg. al
D'Engenio, ms. Bibl. Naz., X. B. 23, ff. 18-9.
2 Croce, Leggende napoletane (Napoli, 1905), pp. 83-42.
e cfr.
'
>
XXXIII,
slor.
nap.,
VI
Orlaiulo furioso,
De
33.
2G0
Al'l'ENDICE
ricche oiTorte elio gli furono fatte perch rom-
lo
sclieriii
l'oiiso,
tombe
in Santa
Maria
la
Nuova sono
di Pascasio
na^; nel
in
San
Duomo
Fontano
del
"
;
Ayerbe
Jaumot Torres, onorato da un epitaffio
Pietro Martire, di
in
di
re Ferrante^; in
Lorenzo era ricordo dei Peres^, e in San Domenico della Blancina di Barcellona, gi da noi mentovata '". La lapide di Mariella
Minatolo, morta nel 1430, che si legge in Santa Barbara di Castelnuovo, riporta a
un tempo anteriore
Aragona
e Sicilia
lei,
^i.
Vengono, dopo costoro, i capitani e i guerrieri della conquista spagnuola: dei quali giova con qualche particolarit ricordare
la rude soldatesca figura di Fedro Navarro, nato nella Navarra di
povera gente, dapprima marinaio, recatosi in Italia a cercar fortuna come staffiere del cardinale Giovanni d'Aragona, e indi
ascrittosi alle milizie fiorentine del capitano Pietro del
Monte, col
come capitano
di fanti.
Qui
si
D'Engenio,
De
De
3
4
5
6
7
8
V
9
10
p. 492: cfr.
De
Lellis, Discorsi,
I,
285-6.
voi., p. 59.
11
D'Engenio,
p.
261
con
la
mina
di
ai^rirsi e
molte persone
artificio; e
quando poi
il
Re
Cattolico (che lo
si
un momento sfavore-
la resistenza
della fan-
dei francesi,
si
chiuse allora
il
Re
Cattolico,
il
sua virt tanto volte conosciuta ^, e, dopo esser giaciuto tre anni
nelle segrete di Castelnuovo, venne liberato in vino scambio di
prigionieri. Infine, nella
A versa,
si
lasci sor-
nuovo
dove mori o fu ammazzato, che non si seppe
mai bene. Ma il nipote del Gran Capitano, il duca di Sessa, parecchi anni dopo, provando anche lui generosa indulgenza e insieme reverenza per quella traviala gloria di Spagna, fece tra-
prendere
in
Navarro.
- Celano,
3
Elorji, traci.
f.
204.
Domenichi,
ft'.
226-9, elogio
del
202
AI'l'KNUICK
Sportalo il corijo del Navarro dalla cliiosa del castello, dove giaceva senza onoro, alla sua cappella in Santa Maria la Nuova, alla
cappella del Gran Capitano, insieme col corjio del Lautrec, morto
collocare in due tombe, scol])ite da
li lece
Annibale Caccavello, con le iscrizioni composte da Paolo Giovio, il
quale in quella del Navan-o celebr ]a pray-hn-r' rlrin:: '-ri in hoste
durante l'assedio, e
admirabilis
^.
'
Nella
campo
di Saragozza,
cellona,
il
primo dei
il
Isabella di
Ed ecco ancora nella sagrestia di San Domenico la cassa funebre e la spada del marchese di Pescara, Fernando de Avalos,
vincitore di Pavia; e in San Giacomo la cappella degli Alarcn^;
e nella chiesa di Piedigrotta levarsi al nostro ricordo il non pi
esistente
monumento
di
Giovanni Dorbina,
il
pi valente capitano
Roma
del 1527
e nella presa di Castel Sant'Angelo, m.or di ferita ricevuta all'assalto di Spello nel 1529, nella spedizione del principe di
Si
Gjovio, Lettere,
2
Si
6
*
la
Napoli
nobiliti.,
V, 179-80; e
".
cfr.
51.
veda in questo
Cesar Boryia,
3
f.
Grange
D'Enge.nio,
p. 661,
Yriarte,
di
marmo scomparve
Ma
del tutto
in
marmo,
anche
riil
i.
di Toledo,
al vicer Pietro
quale, oltre le
il
con-
il
luogo e fece
la chiesa
edificare
somme
e poi
dovuta
Qui
263
tivamente dal figliuolo del Toledo, Garzia, nel 1570, ma non chiudente il corpo di lui, che mor e fu sepolto in Firenze ^. un
gran sarcofago di forma quadra, imitato, a quanto sembra, da
quello di Francesco
in
San Dionigi, sorgente sopra un basacui ripiani sono adorni di fregi e figure
del
corsaro
il
Barbarossa, e
il
statue di
le
don
Pietro,
armato
e grave, e della
Fu
litica
il
Toledo,
ridusse
il
come
regno
si
detto, colui
un
di
sua
libro di preci.
il
baro-
il
cui
Cattolico, costitu
di lui
Ed
^'.
egli
ancora dal
suo nome; e die principio alle molte opere che vi vennero compiendo, spesso con gran senso di magnificenza, gli altri vicer
De Stekano,
ff.
Celano, ed.
cit.,
XV,
82-3,
D'Engenio,
p. 661.
iu Ardi. ufor.
631.
3
*
Ardi.
stor. ital., s. I,
voi.
cit.,
IX,
'^
Si
veda
il
p.
12: cfr. p. 7.
p. 86.
I,
49-50.
napoL,
APPENDICE
2G4
non
quali
le
bl)a<fniioli,
varrebbe fare
di duo secoli
possiamo
la storia toi)ogTaflca
Ma
'.
via Meilina
perchA
oiiumerure
(jui
tanto
ni
tana
sia
mona
Medina
stata
trasferita al
Rettifilo) la via
las Torres,
di Alba, l'altra
luogo dove,
il
Pcir<'.4/^,
come
in disuso
il
Gusmn.
Mantracchio, aporte
Altri
nomi caddero
di Monteoliveto,
di strada di
dovuto
Medinaceli
di
dove
ora
allo
di ria
il
duca di
cupa di Sant'Antonio abate .
La popolazione spagnuola, dal mezzo del Ginquecento in poi,
soleva abitare di preferenza le case sorte lungo la via Toledo, e
ora
si
chiama
si
si
allogarono
soldati
spagnuoli, da cinque a
si
chia-
ma
quartiere
Le enumera,
il
soldati a Piz-
Dociim.
<
-p.
la Idd.
chese
adattando
di Trevico,
quartiere
gran
il
palazzo
265
mar-
del
Pietro d'Aragona. Ma, sebbene un adulatore di questo vicer vantasse che egli avesse ridotto
ligiosi
ad altrettanti
soldati
romiti re-
piut-
religiosi
diceva
si
fontana
Non molto
^.
presente
nevra
ruba-
gli
la
il
lungi, presso
Albergo
di Gi-
(Hotel
si
detto, al
nome
^.
gli
altri
palagi di spagnuoli,
cesco
Palma
detto
il
Mormando,
all'angolo
come
Ponte di Tnppia si disse l'altro vicolo, dal ponte che vi fece costruire il reggente Carlo Tapia per passare dalla sua casa grande
alla piccola ^);
il
Ostuni
"
;
le
fattane da Carlo V,
ondo la strada di Sajita Brigida si chiam dapprima la Giditta di
don Francesco
al vico Nardones, quella di un cavalier Nardones
piuttosto Mardones ^ e in quei contorni ancora, il vicolo
del conte di Mola rammenta le case dei Vaez, che portavano quel
la
conquista
~'
Napoli
Gelano, IV, 399.
Si
Celano,
Celano,
Celano,
Celano,
'
<"
Si veila la
veda
nobiliss., I,
131.
IV, 637.
IV, 631.
IV, 627.
IV, 618.
artefici,
I,
18, 115,
IBI, 310.
Al'rKNlJlCK
lutili
la vi'i del
titolo;
Colsi), le
(lei
nomo
barone
ile
si
presso
il
'
rillo
ponto
di
la sti'ada di
Ghiaia e
la
prossima
che
si
dice an-
De
di
altri
^.
Ghiaia era
Nella regione di
portoghesi
dei
collina,
il
il
palazzo e la villa di
Finto, principi
d'Ischitclla
^.
Gapodi-
pez'-; e
alla
prietai'io di quella
nazione
''.
come
la chiesa di
di
Miranda, quella
100.
4
''
G
"
8
9
10
II
12
13
artefici,
I,
di
di
Santa Maria di
Giovanni Tapia,
vanna de Quevedo
267
le largizioni di
Gio-
monte
poletani,
ma
monaci
due
^,
inviati
di cui
gi
nobili
spagnuoli e aveva
si
accanto
spetto
di
pegni e depositi
vavano anche
alla
^.
genti di
ri-
un banco
San Giacomo si tro-
^.
le carceri
guardiola
soldati
si
mantenimento rilasciavano
le
soldate-
un cavaliere
di cavalleria e
tutti
''.
geva un conservatorio
di convertite
Alarcn y Mendoza, e col trasferito nel 1634 dalla vieeregina contessa di Monterey, che ne fece costruire la chiesa ". In Santo Spirito
di Palazzo una lapido del 1620 ricordava il lascito fatto a quel convento dalla catalana Geronima Fernandez per dotai*e ogni anno
S.
fi
GuEKUA, Diurnali,
cit.,
p. 117.
p. 117.
p. 543,
Cai-asso,
op.
cit.,
Al'PKNDICE
208
'
''.
parecchi conventi
mercedar o di altro ordine". Due chiesette alla maFilar di Saragozza furono costruite, l'una nel 1682
presso Sant'Elmo dal castellano Luis Espluga, e l'altra presso il
Altre
Molo, per devozione dei marinai. Santa Maria del Filiere
chiese erano detto della Trinit degli Spagnuoli o di Santa Terestiniani o
donna
del
si
di
Santa
Maria a Caponapoli, e che nel ijrimo quarto del Seicento uni gl'ingegni poetici di Napoli e di Spagna, frequentata tra gli altri dagli Argensolas, dal Quevedo, dal conte di Villamediana ^.
Ma, tornando alle memorie sepolcrali, quanto o quante altre
se ne leggono o se ne leggevano nelle chiese di Napoli, di gente
d'acme, gente di toga, gente di zimarra e di cocolla! E, cominciando
dalla gente d'arme, dar un catalogo di alcuni nomi di militari che
ilo raccolti,
di
Sarmiento,
figlio
conte
del
di
nell' An-
De
De
una lapide
alla sorella
Beatrice^;
in
Santa Maria
Lellis, op.
cit.,
p.
131.
Celano, IV, 567, 627, V, 272, e passim: cfr. pei frati della Merced,
Napoli nobiliss., VI, 146-7.
^ Celano, IV, 744, 567.
5 Croce, Saggi sulla letler. Hai. del Seicento, pp. 145-7, 155-6, 158.
D'Engenio, p. 661.
"
D'Engenio, p. 524.
^ D'Engenio, p. 410.
3
di cavalleria,
alfiere
il
269
i;
Capuana
in
(1536)
in
Mon-
teoliveto,
servi
il
il
"^
Daux, che
si
trov in tutte
le
V :
magnanimo Alfonso
nando
e Carlo
e nella battaglia di
rato l'ostacolo di
Francesco
Pavia, essendo
anche
lui al
^
;
tempo
in
atter-
della presa di re
e,
ferito
a morte,
di Carlo
combatt in
96-97.
3
*
5
6
D'Engenio, p. 510.
Celano, II, 707.
D'Engenio, p. 538.
D'Engenio, pp. 533-4.
"
De
D'Engenio,
De
Lellis, p. 50.
Lellis,
p. 484.
A {/[/.,
p. 221.
270
e
Ari'KNiJicr:
Diego
Xarqtiiii
li
Aquila (1569)';
alenza, castollano di
Spagna, morto
combatt a Rodi e mori a
in San Giacomo, Diego Valdes di Villavioiosa, che
Napoli^;
milit sotto Carlo e Filippo per rpiarant'anni, morto nel 1575; Pedro
Carlo
nel
mori governatore
di
gcnorale della
1581, contabiln
re Cattolici e
cristiana
di
don Giovanni
in
Santo Spirito, Francisco Difonti, capitano, morto nel 1583''; Martino Alvaroz Ribera, generale delle galee, morto nel 1588; Stefano
de Pisa Osorio, capitano e ispettore delle milizie spagnuole del
Regno (1588) ^;
in San Giacomo, cinque fratelli Salinas, nativi di
Burgos, vissuti
tutti
e Filippo II,
uno
morti in guerra
in Santo Spirito,
Francesco
in
pace e in guerra
De
D'Engenio, p. 549.
D'Engenio, p. 536.
D'Engenio, p. 545.
D'Engenio, pp. 560-1.
D'Engenio, p. 548.
10
De
Lellis, p. 242.
Lellis, p. 242.
San Giacomo,
capitano entreteniclo
^
;
nella Solitaria,
un
271
era
altro entretenido,
2;
in Santo Spirito, Giomorto nel 1624, al quale pose
monumento il figliuolo fra Pietro, maestro di sacra teologia e priore
in Santa Maria degli Angeli, il capitano Frandel convento ^
cesco Picarte, di Cocentayna nel regno di Valenza, morto nel 1625,
e Geronimo de Oloriz y Assaj^a, cavaliere d'Alcantara, capitano di
fanteria, cavallerizzo del vicer duca d'Alba, morto nel 1628*;
nel Carmine, Pedro de Arze y Gamboa, castellano di Barletta, che
servi il re per cinquantadue anni en muy grandes ocasiones y en
diversas partes, morto nel 1634 ^
in Santa Maria degli Angeli, Manuel Carrillo y Toledo, maestro di campo del terrio di
Napoli, morto nel 1636; il capitano Pedro de Prada j Losada, di
Otalero in Galizia, che, servendo il re per quarant'anni continui,
di cui venticinque nell'armata, iizo en este tiempo muchas cosas
sehaladas cantra encmigos de la f catholica , morto nel 1642;
Luca Guttierez, contatore della gente d'arme del vicer, morto
nel 1646 ^
Filippo de Zunica Enriquez, commissario generalo
della cavalleria, morto nel 1602
in San Giacomo, Diego
Ramirez Montalvo, marchese di San Giuliano, che represse i tumulti popolari di Aversa, morto nel 1662
in Monte di Dio,
Diego Quiroga }' Faxardo, generalo d'artiglieria durante i tumulti
del 1647, morto nei 1680 .
Sono queste, di certo, alcune solamente dello memorie di militari spagmioli, sepolti nelle chiese di Napoli, ma pur ci danno coi
loro nomi, coi titoli delle cariche e col vanto dei loro servigi come
il profilo di quella societ. Della quale documento curioso l'iscrizione sepolcrale, che si legge sulla tomba del maestro di campo
Dionisio de Guzman nella chiesa di Santa Maria degli Angoli, e
che qui riferisco correggendo solo alcune delle sue stravaganze
ortografiche: D. 0. M.
Guarda este niarmol las famosas zeni-
vanni de
Gofii,
comandante
di navi,
'''
3
*
s
fi
'
**
D'Engenio, p. 542.
D'Engenio, pp. 560-1.
De Lelms, p. 241.
De
De
De
Lellis, p. 101.
21'2
aus
Ai-ricNuicK
(Jf
del abito de
Santiago
de
los consejos
arniada real y
militii
44
Italia,
este lieyno
(liios
a todos
los
fortalezas
ror de los
Falleci en
C'avaller
Su Magestad
24 de julio de
^G5-I
en las provinrias de
Estados de Flandes
ritimas
los exercitos
de Milan y Lombardia,
de guerra de
le
si
tadas castellanas
Altre iscrizioni
che
ci
danno
si
notizie di quei
castellani
dal
tempo
in
cui
il
vi-
nuovi bisogni
273.
Pi rapidamente accenner alle memorie spagnnole dei magiamministratori e altri funzionari del governo spagnuolo:
come dei Sances in Santa Maria la Nuova e nelFAnnunziata, dei
quali un Alfonso, oriundo aragonese, paggio di Ferdinando il
Cattolico, capitano e poi tesoriere generale del regno di Napoli
strati,
mori nel 1504, e un altro dello stesso nome comjji varie missioni
per la regina Giovanna d'Aragona, inviato da lei al duca di Savoia
e al fratello Re Cattolico, fu per sette anni oratore di Carlo V
presso la repubblica di Venezia e conchiuse la pace con questa
in tempi atrocissimi per l'Italia, in ultimo tesoriere anch'esso del
Regno, morto a ottant'anni nel 1564 i dei Minadoi in San Lorenzo,
;
il
Tommaso
(1505-56)
dei Solanes
matematico
filosofo,
remedium qucerens
in
dei Maiorca, dei Santa Cruz, dei Quadros, degli Aldana, degli Her-
mosa, dei Ribera, dei Santa Maria, in San Giacomo ^ dei Moles
e dei Ribera in Santo Spirito-"; e lascio andare gli altri molti,
non senza per altro trascrivere questa lapide che era in Santa
Seras
Maria la Nuova: Fay el que no soy
Soy el que no fuy
Espania me dio la cuna
Ytalia suerte y benel que yo soy
tura
Y aqui es mi sepultura Es de Roderigo Nuflez de Palma, anno D. 159/' ".
;
D'Engenio, pp.
De Stefano,
1B7
sillo,
3
-
5
6
7
8
10
11
f.
cfr. Volpicei.la,
p, 2B0.
De Stefano,
De Stefano,
ff.
f.
28-9,
158,
D'Engenio, p. 640.
D'Engenio, f. 666.
386-7.
18
APPENDICE
274
anche pi brove menziono sar (juella dulie 8crizioni sepoluomini pii, trascegliendo pochi nomi;
o, in primo luogo, s'incontrer il nomo di uno dei fondatori della
Compagnia di Ges, socio d'Ignazio di Loyola e di Giacomo
Laynez in Parigi, Alfonso Salmern di Toledo. Il quale, venuto a
Napoli la prima volta nel lol e adoperatosi con le prediche e le
crali di prelati, frati, teolog-i,
germi
dai
si
ritrasse
che gi
si
lasciativi
lo ci^bacce dell'eresia
pullulanti
suoi gesuiti
e qui
era messa
mano su disegno
del
jjadre
il
Proveda
alla
Calabria
stria e persecutore
degli
Tostado, lisbonese,
carmelitano, dottore
eretici di
di
2.
Un
fra
Girolamo
Parigi, generale
del
di
suonava la barocca iscrizione, cwi vivo arcano, corporis sepelierat, eidem mortuo condidit sepulcrum ^. Nella chiesa delle Convertite spagnuole una lapide del 1685 tramandava ai posteri il
2
3
*
5
De
De
Lellis, p. 240.
258-9.
nome
di
di
San Giuseppe,
mundi
est ,
275
secolo
al
deliciis
ad
Anna
nielio-
facendo penitenza
'.
In San
comio a un canonico
^.
che gi abbiamo ricordati pel tempo aragonese ^, un Pietro Frandocione, che i nostri scrittori chiamano lo spagnuolo e
i
cumenti presentano come -magster Petrus hispanus pictor hahiiator Neapolis, il quale nel 1510-12 eseguiva pitture pei monastero
di San Gregorio Armeno e altre opere fece in San Gaudioso e
in Santa Maria Egiziaca all'olmo, tutte perdute *;
e Francesco
Ruviales, detto il Polidorino, del quale anche le maggiori e pi
lodate opere sono i^erdute, ma rimane il quadro della Piet nella
cappella di Caslelcapuano ^. Un Pietro Prato o de la Prata o la
Piata (come variamente si trova chiamato) esegu molte sculture,
e forse l'architettura stessa, della capjjella dei Caracciolo, marchesi di Vico in San Giovanni a Carbonara, costruita e adornata,
com' noto, dal 151G al 1557'^; e probabilmente fu il medesimo
che edific nel 1547 la chiesetta parrocchiale di castel Sant'Elmo,
opera et artificio Petri Prati hispani '. Lo Scriva, gi mentovato,
che rifece quel castello e costru anche l'altro dell'Aquila, com-
^
J
199, 426;
">
Celano,
Celano,
III,
III, 60;
B22;
De
p.
59
^.
Ma un
n.
B99;
De
II, 285-6.
Dominici, op.
cit.,
II,
254-55.
"
D'Engenio, pp.
Capaccio, Forastiero,
"
160,
p.
napoL,
p.
209;
>/ favor de. las fdricas que ne Iiacen por deComendador Scriba en el Rei/no de Ndpoles y principalmetUe
de la del Castillo de San Telmo, compuesta en dilogo enlre el vulgo que
la reprueva y el Comendador que la defiende, a cura di E. Mariiltegui
signo del
(IVIadrid, 1878;.
27()
Al'PENDICE
NOTA BIBLIOGRAFICA
Le memorie
seguenti
Passegna pugliese)
4.
Di un
antico
tivo alla
romanzo spagnuolo
Amor
rela-
delle Tristi
Peg ine
(ivi,
1894:
del
(ivi,
Gran Capitano
1894:
estr.
laso de la Vega
nel
7.
(Napoli, 1894)
9.
8.
Intorno ai trattato
lelt. ital.,
estr. dalla
rivista
XV
XXVIII,
II.
1.
La
citt della
galan-
cit., voi.
XXVIII,
XV,
il
carosello (nella
84.
Abd-ur-Rahman
Abrabanel
I.
v.
III,
5.
Leone
Alvaro,
ebreo.
Acerseras, 166.
Acquaviva G. F., marchese di Bitonto, 144.
Acuna
(de)
139, 144.
R,
47.
39, 47.
>?.
64,
169,
Andrea da Barberino, 7.
Andrs G., 12.
Andjar (de) J., 45, 46, 47, 48.
Anghiera (d') P. M., 90-1, 92.
Anna, contessa di Modica, 66.
Antonio (s.) da Padova: v. BoIhen F.
poli, 264.
Aldana
Alfonso X, re di Castiglia,
Pietro
I,
Giacomo
18,
re d'Aragona, 13.
re d'Aragona, 14.
I,
Pietro, re
lia,
38, 39.
d'Aragona
Sici-
19.
12,
14-5, 18.
Henriquez, sovrano
cardinale, 34.
(d')
cilia,
Alfarabi, 10.
Alfonso
59
Aquilea
j^ittore,
Amadis,
di
Portogallo, 13.
Altissimo (1'), poeta, 69, 170.
Alvarado
J.,
INDICI-:
DEI NOMI
d'Ai'ayona, re di
50, 54-74, W'>,
104, 108, 109, 118, 258.
Ariosto
280
Fcri-aiito
Napoli, 42,
4!),
Alfonso JI d'Aragona, re di
Napoli, 97, 259.
Ferrante li d'Araj^ona, re di
Napoli, 99, 258, 2G0.
Federico d'Aragona, re di Napoli, 63, 108, 109, 123, 259.
Ferrante d'Aragona, figlio di
re Federico, duca di Calabria,
Avalos
Avalos
259.
A.,
(d')
marchese
del Va-
134.
59,
Avalos
Avalos
Avalos
., 259.
(d')
I.,
123.
F.
F.,
marchese
di
di Ferrara, 84.
210-211.
Avalos
Ferdinando d'Aragona, re di
Spagna, il Cattolico, 92-3, 95-G,
99, 102,
L,
109,
101,
"'260.
Ayerbe
Ayerbe
S., 39.
Vittoria, 219.
258.
Pietro
Napoli,
Tullia
d'Aragona, vicer di
265.
Bac
d'Aragona, cortigiana,
Bai'ardo, 199.
Baldi B., 170.
162, 166.
Arbus P., 87 n.
Arcano (d'), 180.
Arena (d') conte,
Aretino
Balhen
F., 29.
Baltasino, 70.
51.
J., 41.
281
89, 166.
Barbosa A.,
stelvetere, 219.
170.
Bargagli
Baroncelli, 165 n.
Barzizza G., 90.
Basile G. B., 227.
Bastida fam., 273.
Basuerta A., 269.
S.,
Boscn
Beaumont
(di)
seterino.
{los
Visoros),
225-6.
Blanch
R., 23.
Boccaccio
Boccalini
G.,
13,
(di)
Calvo
Camas y Requesens M.
connestabile,
Campanella
216,
140.
A., 274.
Camorrista
250.
Campano
233.
Borges
Borgia
Borgia
Borgia
Borgia
Borgia
Borgia
Borgia
P., 211 n.
Caballeria
Cabanes maestro, 40.
Cabanilla fam., 38, 59, 259.
Cabanilla G., 38.
Cabrer fam., 20.
Caccavello A., 262.
Caccia del toro, 43, 80, 94, 188-9.
Cagliostro, 9.
Borbone
Bisbal
Bisceglie (di) duca, 133, 134.
Bisignano (di) principe: v. San-
Bisogni
(de la)
I.,
Bouhours, 253 n.
Braccio da Montone,
Cappe
cappeare
234-o.
n.
182
INDK
I'.
">!).
202, 266.
Isabella, vicorog-ina,
fani., 38,
(di)
262.
Cardona
Maria,
(di)
marchesa
Cardona
(di)
capitano del ro
Roberto, 24.
Cardona
poli,
vicer
R.,
(di)
di
Na-
Carlo Magno,
Caro
v.
Giov., 78.
Cavalcanti G., 8.
Cavaniglia: v. Cahanilla.
Ceballos Anna, 275.
Ceballos (de) G., 265.
Cocchi G. M., 177, 205.
Celestina
(la),
Celio, 166.
Cerdano
A., 87.
Giuoco
delle
canv.
Carrasio R., 71, 72.
Carretto (del) G., 159.
Carrillo A,, vescovo di
n,
250
n,
251.
Pamplona,
81, 87.
Casanova
7.
Carosello
NOMI
Cardinal di Verona, 87 n.
Cardinal di Portogallo, 87 n.
Cardinal di San Sisto, 87 >?.
Cardona
Cardona
|)KI
Chorilleros , churilleros
{soldados), 226-8.
Cinico G. M., 61, 62.
Claver d'Aragona fam., 260.
Coli fam., 219, 273.
Coli (da) G., (iO.
Colombo C, 96.
Colombo F., 164.
Colonna C, 109, 111, 118, 131.
Colonna F., 133, 134.
Doria
283
A., 219.
45, 46
Capitano.
Consalvo Hernandez:
v. Sessa (di)
duca.
Concublet, duchessa di Nocera,
219.
229-30.
Coppola
Cordova
Emanuele
F., 118.
(di)
C.
Gran Capi-
v.
tano.
Cordova
Cornaro
181.
190.
Corso R,, 184.
Corella (o Coreg-lia)
Cortese
L.,
P.,
Ruiz
G., 39,
57.
Aragona,
regina
di
26.
Ermanno,
228-9.
Covarrubia (del
Cuello
P., 45.
Dante,
7,
12,
traduttore, 10.
Dezpuch
Este
Este
Este
Este
Este
(d')
Alfonso, 80.
(d')
B., 49.
(d') F.,
84, 85.
239 n.
(d') S.,
84, 85.
(d") E.,
Tanco, 165.
L., 39.
Garlon
P.,
conte
di
65, 260.
Di fonti
F., 270.
Docampo
Doni
Dorbina
J.,
88.
Alile,
Dolce
n.
Escobar, 249.
P., 165.
168.
Delgado
Dias
Diaz
Diaz
Diaz
P
Facio (o Fazio)
Fagadell F., 4.
Fansaga C,
265.
Farinelli Arturo, 277.
II,
imperatore, 10.
40.
INDK K HKI
284
Gal.jota
Ca-
14.
Muto
il
221 n.
Forramosca v. Fieramoscn.
Ferrandina (di) duca, 133.
Ferrantino: v. Ferr/oHc II d'Aragona.
Ferrariis (de) A.: v. Galateo.
Ferrer Ippolito, 41.
Ferrer Iacopo, 59.
Ferrer Vincenzo (San), 34.
Ferrera P., 23.
Ferrillo Beatrice: v.
Gravina
N<i.MI
(di)
duchessa.
Foix
Foix
G
Ga'brieletto, buffone, 79.
Galateo, 63.
.\.,
144.
Gerardo da Cremona,
Gerona fam., 76-7.
Gerona Saturno, 76.
Giacomo
10.
n.
203.
Girn
P.,
duca
di
Ossuna,
vi-
Gomez
223.
285
di
85.
Ixar
L., 134.
Mondo-
Jordi, 17 n.
Juan de Dios, 13.
Juans V., 220 n.
Jarava (de) J., 165.
Sicilia, 6.
Guzman
Guzman
Lancia
(de), 271-2.
conte di Olivares,
vicer di Napoli, 264.
(di) E.,
134.
Lampugnani, 163.
Lana (della) I., 27.
B.,
14.
di Napoli,
262."^
Lasca
(il),
169,
Latini Brunetto,
Lauria
(di)
186, 188.
8, 12, 13, 15.
R., 18.
(de), 60.
Lauro
F., 61.
Heredia
Heredia
Hermosa
Laynez
fam., 273.
Hernandez
n, 123.
Hurtado de Mendoza
G., 274.
Leyva
Leyva
Leone ebreo,
86.
2H{\
Lorris (de)
Loyola (de)
Lucano, Gb.
F., 78.
1.,
274.
Medici
Modici
Luceua
(de')
(de')
renze, 216.
(de'j Contessina,
Medici
Modici
Medina
Medina
153 n.
249.
H.,
cei-6 di
2U(),
239.
226.
Marcolini R, 158.
fam., 265, 273.
di Castiglia, regina d'Ara-
142, 145.
104,
270.
G., 178.
Mila L 75.
Minadoi fam., 219, 266, 273.
168, 212,
218.
Na-
Martino G., 86 n.
Martino sarto, 41.
Martorell, SS n.
Mauro
Mondoza, cardinale, 87 n.
Murcader M., 61-2.
Merliano G. v. Giovanni da Nola.
Messia P. v. Mi-jia P.
Michele scoto, 10.
Mila (Milano), fam., 36, 38, 60.
Mila A., 39.
G., 78.
Martin G., 260.
Matera
Matera
Mondoza
Miranda
Miranda
Marades
(la signora),
164, 165.
Minoz, 219.
Maruxa
Mardones
Maria
P.,
Mena
March
Mejia
Moncada
Moncada
Moncada
Moncavo
fam., 20.
(di) G., 47.
{di) U., 79, 233.
(de)
I.,
45.
Moute'(del)
P., 260.
Monteleone
(di)
Montemayor
conte, 133.
2M.
di
287
Monterey
(di) contessa,
g-ina di Napoli, '267.
vicere-
di Tunisi, 190.
Muioz, 145.
Oviedo, 164.
Oviedo
Oyeda
124
(d') G.,
n.
N
Pace o Pacell, 79.
Padula (di) marchese, 133,
Navagero
Palma
260-2.
Nemours
(di)
duca, 199.
il
Mormando,
Panormita
Parabosco
Pardo G.,
165.
G.,
60.
Nuze
G. F., detto
265.
Navarra, 165.
Navarro
134.
mi
Vittoria.
Petrarca
12, 17 m, 31,
F., 8,
114,
168.
Ocampo
Na-
poli, 264.
Orango
Orlando, 7, 9.
Orsi G. G., 253 n.
Orsini cardinale, 81.
Orsini G. G., 179.
Orsini Catarinclla, 52.
Ortal F., 41.
{(i)
jirincipessa.
Alfonso, 10.
arcivescovo pisano, 6.
ispano: v. Francione P.
Martire v. Ancjhiera.
Pietro, pittore, 59 n.
Pigna G. B., 169.
Pietro
Pietro,
Pietro
Pietro
288
INUlf'K LKI
i^i-riiati'iii
!:,
i;',i.
v^icore-
Pomar
G.,
i;-54,
144.
Potenza
(de)
y Losada
P.,
Prada
NOMI
271.
235,
238, 239.
66.
Rodriguillo, 71.
Roelas (de
las) F.,
22 n.
R
Raimondo, arcivescovo
di Tole-
do, 10.
Raimondo, conte
Raimondo do
di Barcellona,
Peafort, 13.
6.
Sabbio
S.,
157.
Sa de Miranda,
D., 271.
IT.
Salazar
P.,
164.
153.
di
142,
216.
144.
(di)
133, 135.
contessa, 134.
P., 112.
TansiUo
160
P., 81.
Spagna nella
Seneca, 33 ?k
Sepulveda, 166.
Serafino aquilano, 69, 170.
B. Cuoce, La
di Polonia, 131-2.
Silva, 166.
Silva (de) L. A., 269.
Simoni B., 62.
Siscar fam., 38, 59, 260.
Siscar liaura, 39.
Sisto IV, papa, 85.
Sobrar G., 81.
Solanes fam., 273.
Solanes G. B., 273.
Soler G., 40.
Soler I., 65.
Seria, 81.
Soria (de) L., 158.
Soriano (di) conte, 133.
Soriano (di) contessa, 134.
Soto (de) fam., 266.
Sotomayor (de) A., 199.
Spampana, tipo comico, 206.
Spannolio di Maiorca, 78.
Speroni S., 169, 194, 195, 233.
Spina, gramatico, 193.
Spinello F., 65.
Stniga (de) L., 45, 48.
Stiga, poeta latino, 166.
Surez F., 249.
Summonte
Segnino
Sigismondo, re
San Marco
289
n,
vita italiana
52, 84.
45,
290
INDICI-:
100,
201.
liJO,
18:3,
195,
(di)
Texeda
Toledo
Toledo
(di) G.,
(di) Pietro,
vicer di Na-
Torquemada
Torre (de
Torre (de
G., 87.
la) A.,
la)
Urrea
Urrca
G., 165.
170.
Terranova
DKI NOMI
165 n.
Valds (de)
Valds (de)
Valenti
Vargas
Vargas
Vargas
u
Ugo, re
d'Italia, 5.
Vazquez
Vazquez
Vega
Vega
Vega
20.
Traetto
Valguarnera fam.,
Vecchi
Tovar
A.,
J., 150,
F., 272.
G., 148.
0.,
206 n.
Vera
Vera
(de)
I.,
78.
Verdun N., 59 n.
Viacampo Francesca,
Viacampo L., 268.
268.
Villamarino
39.
B.,
ammiraglio, 24,
291
Villamarino
B., luogotenente di
Napoli, conte di Capaccio, 133,
262.
Villamarino
li-abella,
principessa
Xarquia
D., 270.
Ximenes de Urrea
Ximenes de Urrea
P., 4.
L., 39.
Villamediana
Villanova
(di)
A., 23.
Vciz (de)
P., 269.
Yeouda-Ibn-Ezi'a,
Ynes
9.
(signora), 145.
W
Wellington,
2.
Zrate, 164.
Zevallos: v. Ceballos.
Zoppino (\o), 229.
Zorroza S., 270.
Zufla D., 266.
Zunica (de) Enriquez F., 271.
Zunica fam., 220.
INDICE
Avvertenza
I.
Introduzione.
II. I
III.
pncf.
Spagna
e Italia nel
medio evo
catalani e gl'italiani
La
va
16
d'Aragona in Na-
poli
32
54
75
98
122
149
172
197
214
241
Napoli
V. Gli
spagnuoli in
Roma
in
altre
parti
d'Italia
VI.
La
La
societ galante
del Cinquecento
La lingua
spagnuola
prima met del Cinquecento
IX. Le cerimonie spagnuole in Italia
Vili.
X.
Lo
e la letteratura
in Italia nella
spagnuola
della popolazione spagnuola
in Italia
XII. Conclusione.
Appendice.
Nota
La decadenza
biblioghafica
ispano-italiana
la
...
Napoli spagnuola
207
277
279
GIUS.
LATERZA
TIPOGRAFI
EDITORI
& FIGLI
LIBRAI
BARI
ESTRATTO DEL CATALOGO DELLE
OPERE
PROPRIA EDIZIONE
DI
LA "critica,,
SICI
ANTICHI E MEDIEVALI
CROCE
OPEllE DI
SCRITTORI STRANIERI
CULTURA MODERNA
FILOSOFIA
CLAS-
FILOSOFI
BENEDETTO
BIBLIOTECA DI
LIBRI d'oRO
TESTI DI
OPERE d'oRIANI
OPERE VARIE.
AVVERTENZE
I libri compresi nel catalogo si spediscono /'anco diporto
Regno, contro rimessa anticipata del prezzo di copertina,
e viaggiano a rischio e pericolo del committente. Chi vuol
garentirsi contro possibili smarrimenti o avarie postali deve
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Per le richieste dall'Estero, aggiungere il 10 per cento al
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I libri commissionati non si accettano di ritorno.
Per ogni effetto legale il domicilio s'intende eletto in
Bari presso la Segreteria comunale.
nel
ANNO XIV
1916
LA CRITICA
RIVISTA
LETTERATURA, STORIA
(.SKKIE SKCONUA)
DI
FILOSOFIA
OIKKTIA DA
BENEDETTO CROCE
pubblica
(Si
il
giorno 20 di
l'
tutti
L'abbonamento decorre
La
mesi dispari)
per
Italia L. 8;
in fascicolo separato L.
l'
Eulero
L.
9;
1,50.
dal 20 gennaio e
si
paga anticipato.
Critica
la
hanno non
solo
il
programma,
la
si
documenti
sono pubbli-
relativi al
suo
ma anche
quello di
un
Croce
si
al 1900 e
libro
organicamente svolto
in cui per
opera del
Sono disponibili
prezzo di
XI
lire dieci
XII (1909-1914)
le
annate
ciascuna e
al
II e III
le
prezzo di
non appena
si
le
al
(seconda edizione),
la
otto
ciascuna. Della
seconda edizione,
annate IV,
VI
ma
(1906-1908)
SCRITTORI D'ITALIA
A CURA
KLKftANTK RACCOLTA CHE
DEDICATA A
ARETINO
(Il
P.,
SI
S.
(degli) S.,
FAUSTO NICOLINI
COMPORR DI OLTRE SEICENTO VOLUMI
M. VITTORIO EMANUELE
Carteggio
II libro delle
ARIENTI
DI
(Il I
III
Le Porretane,
(n.
66).
60).
La
BERCHET
BLANCH
CAMPANELLA
cesco Lomonaco,
(n. 43).
I (n. 74).
(n.
21).
32).
47).
FANTONI
FOLENGO
FOSCOLO
GALIANI
16, 24).
GOZZI C, Memorie
La Marfisa bizzarra,
GUARINI
G.,
gicomica,
(n.
GUIDICCIONI
lACOPONE
11
(n.
22).
Pastor fido e
il
tra-
61).
G.
COPPETTA BECCUTI
(FRA) DA TODI,
rentina del 1490, (n. 69).
Lirici marinisti, (n. 1).
F.,
Le laude secondo
liime, (n. 35
la
stampa
1.
fio-
LATERZA &
Editori GIUS.
KIGLl
Baki
Seicento, voli. 2
Poesie varie,
.METASTASK)
(n.
(n.
:VJ,.
altri
scrit-
20, 29).
51).
(n. 40).
PARINI
I,
(n.
55).
Poeti minori del Settecento (Savioli, Pompei, Paradisi, Cerretti ed altri) (n. 33).
{Mazza, Rezzonico, Bandi, Fiorentino, Cassali, Mascheron,i,
(n.
45).
POLO
M.,
PRATI
Il
Milione,
(n. 30).
Relazioni
ambasciatori veneti
dej^li
XVII, XVIII,
voli.
XVI.
Riformatori
Rimatori siculo-toscani,
VICO
G. B., L'autobiografia,
il
carteggio e
le poesie varie,
(n. 11).
Le
orazioni inaugurali, il
lemiche, (n. 67).
VITTORELLI I., Poesie, (n.
Prezzo
j.
di ogni
volume
De italorum sapientia
le
po-
12).
i'
in
brochure
,.
Si fanno
L.
5.50
7,
legati in tela
ABBONAMENTI
Prezzo d'abbonamento: per l'Italia, L. 40 per i volumi in brochure e L. 55 per quelli elegantemente legati in tela e oro; per
l'estero L. 45 in brochure e L. 60 legati.
Si paga anticipato, in una sola volta, o a rate in sette mesi consecutivi, la prima di L. 10 per l'Italia e di L. 15 per l'estero, e le
altre sei di L. 5 ognuna.
Chi in grado di fornirci buone referenze di solvibilit potr
ricevere subito ciascuna serie in brochure, pagando anticipatamente
15, se in Italia, e L. 20, se all'estero, e il resto in rate mensili
L. 5 ciascuna.
Per ogni serie rilegata la quota anticipata di L. 20 per l'Italia,
e di L. 25 per l'estero: le rate mensili di L. 7 ciascuna.
,L.
di
Editori GIUS.
Bari
BERKELEY
loghi metafisici,
(n. 2)
(3,
7,
di V.
Spampanato.
6,
Rotta,
4,
(n. 19)
DESCARTES
FICHTE
(n.
....
6,-
12)
GIO BERTI
V.,
Nuova
...
14,
HEGEL
Lineamenti
8,
18j
HERBART
uossiCH,
HOBBES
(n.
filosofia,
tradotta da G. Vi-
6,
4)
da M. Vinciguerra,
voli. 2
12,-
13)
HUME
...
JACOBI
KANT
mero
F.,
(n. 21)
5,50
3)
Critica
Critica
LEIBNIZ
5,
da A. Gargiulo, (nu-
Gentile
9)
4,50
e G.
Lom12,
da E. Cecchi,
Opere varie,
SCHELLING
10,
voli. 2 (n. 8)
scelte e trad.
F.,
da G.
Db Ruggiero,
(n. 17)
6,
tra-
6,
5)
SCHOPENHAUER
A., 11 mondo come volont e rappresentazione, traduzione di P. Savj-Lopez, voi. I (u. 20)
4,
.
LATERZA & FIGLI
Editori GIUS.
SPINOZA
testo
B., Etilica,
latino
Bari
con note
G. Gkntii.b
di
(n. 22)
VICO
(;,0
(n.
I"\
Nicomni, parte
7,O
14)
parte
parte
7,50
II
III e
ultima
10,
in
tela
pi.
Ln
M. Vai.cimkli
PLATONE, Dialoghi - Voi. V: Il Ciitofonte
tradotti da Caki.o Ork.stk Zuketti
TOMMASO D'AQUINO,
annotati da
Opuscoli e testi
Bkuno Nardi
OPERE
(voli.
,50
L.
liepubbUca,
7,50
la
ed
scelti
filosofici,
15>
2)
BENEDETTO CROCE.
DI
II.
III.
Saggi
filosofici.
I:
puro
(2*
edizione rive6,
Economica ed etica
7,
Giambattista Vico
Saggio sullo Hegel, seguito da altri
La
II.
III.
5,
filosofia di
scritti
storia
di
della filosofia
Scritti
di
6,
6,
letteraria e politica.
storia
I: Saggi
sulla lette-
6,
ratura italiana del Seicento
La rivoluzione napoletana del 1799 -Biografie, racconti e
7,
ricerche (3'' edizione aumentata)
6,50
III. La letteratura della nuova Italia -Saggi critici, voi. I
II.
6,50
IV.
voi. II
V.
voi. Ili
6,50
VI.
voi.
IV
6,50
VII.
decimottavo
Vili.
La Spagna
6,50
in
L.
2,00
in
pi.
Editori GIUS.
Bari
SCRITTORI STRANIERI.
CAMOENS L,, I Sonetti, traduzione di T. Cannizzaro, (n. 10).
CERVANTES M., Novelle, traduzione di A. Giannini, (n. 1).
Drammi
ECKERMANN
NAUONi,
9).
voli. 2 (n.
4,
6).
ERASMO DA ROTTERDAM,
GOETHE
W., Le esperienze
di R. PisANE.scHi e
Il
di
A. Spaini,
di
11).
romanze, traduzione di
(n.
Cessi, (n.
2).
Federico
di
5).
Prezzo
di
G.,
in Italia, (82)
ANILE
L. 5,50
....
3,50
da B. Croce, (GO)
Nord e Sud attraverso i secoli,
CARLINI A., La mente di Giovanni Bovio, (77)
CARLYLE T., Sartor Resartus (2* edizione), (15)
letterari raccolti
CARABELLESE
F.,
COCCniA
E.,
tura latina,
CROCK
B.,
CUMONT
4,
(16)
.
3,
4,
4,
5,
socialista,
(3).
5,
(69)
3,
(1)
DE
lisi-Meccanica, (20)
3,50
Editori GIUS.
DE GOURMOXT
Ji.,
Bari
3,50
suale,), (H)
(H.'J)
W., L'anima,
EiM1']1vS(JN R.
natura
la
i'
la saf;;;'zza.
(Sag';?'i),
4,50
(49)
FARINELLI
romanticismo
suoi drammi, ((ri)
A.,
Hebljel e
FERRARELLI
Il
G.,
Memorie
in
Germania,
3,
4,
(41)
.
militari del
Mezzogiorno
d'Italia,
3,50
(45)
FESTA
Un
G. B.,
FIORENTINO
F.,
GALIANI
ed inediti,
GENTILE
5,
5,
.44)
(.54)
(Il
scritti editi
GEBHART
Buddhismo,
del
tutti
G., Il
modernismo e
Bernardino
Telesio, (51)
il
pensiero italiano,
Spigolature
KOHLER
....
cura
di B.
Cuoce,
diritto, (33)
(52)
Socrate, (32)
LACHELIER
T.,
(7fi)
MISSIROLI
MORELLI
nel secolo
NITTI
A.,
M.,
D.
Guido
4,
Un
5,
(2=*
ediz.), (5).
5,
(60)
....
3,.50
La monarchia
3,
DALBONO
decimonono
PARODI
5,
4,
3,
5,
darwinismo, (57)
MARTIN A., L'educazione del carattere
MATURI S., Introduzione alla filosofia,
MICHAELIS
4,
3,
Db Ruggiero,
MARTELLO
3,50
3,50
G.,
LABRIOLA
(65)
2,50
GNOLI
filo-
3,50
sofia, (35)
suoi
5,
4.
(29)
2,50
5,
Editori GIUS.
PUGLISI
mito
il
3,50
....
d Cristo, (53)
ROHDE
Bari
(68)
Ges
M.,
F., I
4,3,
5,
4,
5,
8,
5,
parte II
(71-ii)
Pen-
4,
4,
Parte
La
Prime
II:
linee
d'un sistema
3,50
(48)
(38-ii).
Le quattro
concez. storiche delEssere, voi. I: Realismo, misfic. e razionai, critico, (64-i) 3,50
Parte
voi. II:
I,
Parte II:
La
La Quarta
natura, l'uomo
Concezione (64-n)
e l'ordine
4,
morale, voi.
I:
Parte
SAITTA
II,
G.,
voi. II:
SALANDRA
Politica e
A.,
legislazione.
sec.
(.58)
6,
secolo, (26)
4,
europea,
la filosofia
(31)
La
S.,
3,50
(30)
e metafisica, (46)
SPAVENTA
3,50
Saggi raccolti da
C.
Logica
3,50
XIX,
G. Fortunato, (79)
SALEEBY
Le
3,50
5,
....
5,
TOMMASI
S., Il
TONELLI
L.,
quant'anni,
TREITSCHKE
Sag-g-i
naturalismo moderno.
La
4,
5,
(70)
E.,
La Francia
tradotti da E.
VOSSLER
Rita,
....
1S70.
8,
Positivismo e idealismo nella scienza del linguaggio, traduzione italiana di T. Gnoli, (27)
4,
- \iix Divina Commedia (studiata nella sua genesi ed interpretata), voi. I, parte I: Storia dello svolyi mento religioso
K.,
filosofico,
(')4-i)
....
4,
Edi tori
10
VOSSLER
US.
La Divina Commedia
K.,
Voi.
media,
II,
La
I,
Bari
4,
(.il-ii)
4,
(34-111)
ZUMIJINI
lia,
parte I:
Voi.
B.,
W.
5,
(7;i)
in
e oro costa
tela
L.
2.00
in
pi.
LIBRI D'ORO.
I.
LHOTZKY
II.
Il
H.,
libro del
IV.
V.
L.
3,3,
III.
matrimonio
educatore
3,
3,
....
3,
TESTI DI FILOSOFIA.
CARTESIO
G. Saitta,
(n.
L.
ARISTOTELE, Dell'Anima,
zio-Allmayer,
1)
(n.
KANT
(n.
(n. 3).
3,
3,
(n. 6)
3,50
2)
Carlini,
Carlini,
estratti a
cura di V. Fazio-All2,
(u. 4)
De Ruggiero
2,-
5)
ROSMINI
2,
Genti lb
3,50
(n. 7)
I:
voi.
SCORZA
Pedagogia generale,
(n. 2-i)
...'....
G.,
Complementi
di
Geometria,
voi. I
n. 4-i).
3,
3,
3.
LATERZA &
Editori GIUS.
BAIGLI
Bari
11
disfatta,
Vortice,
L.
3,50
2,50
romanzo
Olocausto,
L.
2,50
3,50
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bivacco
di
2,50
...
3,50
Ombre
occaso
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OPERE VARIE.
ABIGNENTE F., La moglie, romanzo
AMATUCCI A. G., Dalle rive del Nilo
stro, voi. I: Oriente
Cartagine
voi. II:
Hells, voi.
Voi. II,
BAGOT
BARDI
(4''^
I,
(S''
ai lidi del
1,50
no2,50
Grecia
Roma
2,50
3,
3,
edizione)
edizione)
L.
Mar
Grammatica
....
....
A.,
OCCHIALINI
A.,
CHELLA
S.,
La
radioatti-
vit
CARABELLESE
P., L'essere e
il
3,50
4,
BATTELLI
2,50
problema religioso
8,
4,
CECI
Correspondence
DE CUMIS
T.,
Il
3,
3,
4,
1,
Stato
3,50
2,50
Gotamo Buddho
(2a edizione)
....
25,
2,50
terremoti.
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