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Dalla Costituzione

alla tutela civile e penale

Relatore: Avv. Maria Teresa ALTAMORE


(Insegnante scuola primaria)

La Legge tutela le Vittime e


condanna il Bullo
Spesso un atto di bullismo viene ignorato o sottovalutato
perch
considerato una ragazzata; ma i danni fisici, morali e
materiali che la vittima subisce in alcuni casi, possono essere
gravi.

COME DIFENDERE LA VITTIMA???


Con lapplicazione della Legge Penale e/o Civile che
condanna il Bullo anche se minorenne.

La Costituzione Italiana
La campagna di prevenzione contro il bullismo trova il suo
fondamento in alcuni articoli della Costituzione che assegna allo
Stato, il compito di promuovere e favorire il pieno sviluppo
della persona umana enunciando i seguenti principi:

Art. 3
Art. 33

Art. 34

comma 1 - UGUAGLIANZA FORMALE


comma 2 - UGUAGLIANZA SOSTANZIALE

comma 1 - DELLA LIBERTA di INSEGNAMENTO


comma 2 - DELLA PRESENZA di SCUOLE STATALI
comma 1 - LIBERO ACCESSO ALLISTRUZIONE SCOLASTICA
comma 2 - OBBLIGATORIETA E GRATUITA DELLISTRUZIONE DELLOBBLIGO
comma 3 - IL RICONOSCIMENTO del DIRITTO di STUDIO

La Normativa .
I principi ispiratori sono espressi nella normativa, ed diretta a
delineare iniziative ed interventi preventivi con lo scopo di contrastare il
fenomeno nelle sue molteplici manifestazioni.
Direttiva Ministeriale del 2007: Linee di indirizzo generali ed azioni a
livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo, prevede:
Attivazione n verde
800669696

per segnalare casi, chiedere informazioni sul


fenomeno, sul come comportarsi in situazioni
critiche.

Elaborazione e diffusione del Codice di regolamentazione dei mezzi di


comunicazione e delle rete informatiche.
Costituzione presso ciascun Ufficio scolastico regionale, di osservatori
regionali permanenti sul fenomeno del bullismo che saranno centro
polifunzionale al servizio delle istituzioni che operano, anche in rete, sul
territorio.

Direttiva Ministeriale n. 1455/06


Lo studente ha il diritto:
1. di essere informato sulle decisioni e norme che regolano la vita della
scuola,
2. di partecipare attivamente e con responsabilit alla vita della scuola.
Con ladozione delle Direttive, il Ministero vuole favorire un piano di
sensibilizzazione del personale scolastico e delle famiglie ed un maggior
coinvolgimento degli studenti ritenendo che :

Art. 4

prevede che le scuole adottino un proprio regolamento disciplinare con il


quale si affrontino le questioni connesse con il bullismo, ponendo da un
lato procedure snelle ed efficaci e, dallaltro, una variegata gamma di
misure sanzionatorie nel rispetto del principio di proporzionalit tra
sanzione irrogabile ed infrazione disciplinare commessa.

comma 7

il temporaneo allontanamento dello studente dalla comunit


scolastica pu essere disposto solo in casi di gravi o reiterate infrazioni
disciplinari, per periodi non superiori a quindici giorni.
DEROGA: - Quando siano stato commessi reati
- Quando vi sia pericolo per lincolumit delle persone
Art. 5 bis
adozione del Patto Educativo di
Corresponsabilit

DESTINATARI: Genitori, ai quali la legge attribuisce il


dovere di educare i figli.
SCOPO: impegnare le famiglie, fin dallatto delliscrizione, a
condividere con la scuola i nuclei fondanti dellazione
educativa.

Il Regolamento recante modifiche ed integrazione al D.P.R. 24 giugno 1998 n. 249, ha


consentito di superare un modello sanzionatorio di natura esclusivamente repressiva,
punitiva, introducendo un nuovo sistema ispirato al PRINCIPIO EDUCATIVO in base al quale il
provvedimento disciplinare deve prevedere anche comportamenti attivi di natura
riparatoria - risarcitoria.

FORME DI TUTELA CIVILE E PENALE


Bullismo uguale violenza
BULLISMO:

Relazione violenta che poggia su unasimmetria di potere


tra il Bullo e la sua Vittima, che vede un soggetto
vessarne un altro con le modalit pi varie e reiterate nel
tempo.

Il sillogismo non quindi violenza uguale bullismo, ma bullismo uguale violenza


SI:questo possibile dirlo.
Non c occasionalit nei comportamenti, bens un disegno preciso, quello che in
giurisprudenza definito:

DOLO UNITARIO

lintenzione di ledere il soggetto passivo nel suo complesso, nella sua integrit
fisica o morale. Un disegno che viene perseguito con un complesso di atti, anche
diversificati tra loro, reiterati con continuit secondo un arbitrio completo, che
pu riprendere o cessare nelle modalit pi diverse.

Il Codice Penale
Nelle continue innovazioni legislative che traducono in norme giuridiche le
nuove categorie morali, trova spazio:

il riconoscimento giuridico delle condotte vessatorie e persecutorie.


Art. 612 C.P. (Codice Penale) forme risolutorie dei fenomeni di
Stalking. Non di meno esse si possono applicare a casi di bullismo, anche
perch al momento non esiste una fattispecie legislativa per il bullismo.

BULLISMO e STALKING

Denominatore comune sono: le dinamiche comportamentali


che, se gravi, di fatto distruggono la qualit della vita della Vittima,
precipitandola in unatmosfera di ansia, paura, depressione e caduta
verticale dellautostima (il ritiro dalla scuola una conseguenza molto
frequente di questo stato danimo).

REATI CONNESSI AL BULLISMO


Bullismo o reato?
Il bullo pone in essere comportamenti pi mirati che possono integrare
autonome fattispecie di reato sanzionabili.
I comportamenti del Bullo sono illeciti quando viene violata la legge penale e
civile.
REATI SANZIONABILI (Codice Penale)
1. percosse (art. 581 c.p.),
2. lesioni personali (art. 582 c.p.),
3. ingiuria (art.594c.p.),
4. diffamazione (art. 595 c.p.),
5. violenza privata (art. 610 c.p.),
6. minaccia (art. 612 c.p.),
7. danneggiamento (635 c.p.).

Il bullismo non una problematica


criminale che pu essere risolta
con una legislazione repressiva
bens, un fenomeno sociale che
necessita di:
RISPOSTE TEMPESTIVE

STRUMENDI IDONEI A
CONTRASTARLO
va affrontato nella sua complessit solo nei contesti multidisciplinari che
tengono conto di:
1. ASPETTI GIURIDICI
2. ASPETTI EDUCATIVI

Art. 357 Codice Penale


linsegnante come Pubblico Ufficiale
In giurisprudenza, linsegnante delle scuole pubbliche e paritarie assume durante il servizio, la
qualifica

PUBBLICO UFFICIALE:

1. Ha obblighi e prerogative
2. Rappresenta la pubblica amministrazione nella quale si articola lo Stato

Linsegnante, come ogni altro pubblico ufficiale, ha lobbligo di :


1. riferire le notizie di reato di cui venga a conoscenza nellesercizio delle sue
funzioni allAutorit Giudiziaria .
Linadempienza verso tale obbligo comporta una sanzione penale nei confronti del pubblico ufficiale
chiamato a rispondere di un reato proprio, integrato dalla sua specifica omissione.
Art. 361 c.p.:
c.p viene punito, con la multa da euro 30 a euro 516,

Il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare allAutorit


giudiziaria, o ad unaltra Autorit che a quella abbia obbligo di riferirne,
un reato di cui ha avuto notizia nellesercizio o a causa delle sue funzioni.

Alcuni esempi
Un alunno tutti i giorni ottiene la
merenda da un compagno dopo
averlo minacciato di botte.

Un alunno minaccia direttamente


linsegnante dicendo che se non
la smette di prendersela con lui gli
succeder qualcosa.

reato, l inquadramento
giuridico di tale condotta
previsto dall art. 629 c.p.
Estorsione.

reato, minaccia a
pubblico ufficiale. Art. 336
codice penale.

Un insegnante colpisce con uno


schiaffo un alunno, oppure lo
insulta.

reato, nel primo caso percosse


(art. 581 codice penale), nel
secondo ingiurie (art. 594
ingiurie).

CHI RISPONDE???
Responsabilit dei docenti
Da un punto di vista giuridico esistono vari tipi di responsabilit:
1. CIVILE: si ha quando si responsabili di un fatto che abbia causato un danno a terzi, con
conseguente obbligo di risarcimento al danneggiato;
2. PENALE: si ha quando viene commesso un reato e la legge prevede lerogazione di una pena
che pu implicare restrizione della libert personale (arresto o reclusione ) o pu essere di
carattere pecuniario (multa o ammenda).
La responsabilit dei docenti ha dei precisi limiti temporali e territoriali. Terminato lorario e
fuori dellambito scolastico la responsabilit a carico di chi esercita la patria potest.
La prima fondamentale norma giuridica da cui deriva la responsabilit degli insegnanti :

ART. 28 della Carta Costituzionale


I funzionari ed i dipendenti dello Stato e degli Enti pubblici sono
direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili ed
amministrative, degli atti compiuti in violazioni di diritti.In tali casi
la responsabilit si estende allo Stato ed agli altri enti pubblici.

CHI E RESPONSABILE ,
CHI PAGA?
Art. 2043 del Codice Civile

Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto obbliga
colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.
Occorre fare una distinzione tra:
bullo maggiorenne

in questo caso la responsabilit solo sua

bullo minorenne

la colpa sua nei limiti della sua capacit di


intendere e volere

lart. 2047 del Codice Civile riguarda il danno causato da chi incapace di intendere e di volere,
In questo caso il risarcimento addossato a chi era tenuto alla sorveglianza, salvo che provi di non
aver potuto impedito il fatto.
Lart.2048 del Codice Civile, invece, indica gli insegnanti come precettori.

I precettori e coloro che insegnano un mestiere o unarte sono responsabili del danno cagionato dal
fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. Le
persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilit soltanto se provano di
non aver potuto impedire il fatto.

Corresponsabilit tra
Insegnanti e Genitori
con

conseguente suddivisione dellobbligo di risarcimento dei danni.


La legge prevede la non responsabilit di chi provi di non aver potuto
impedire il fatto dannoso, dimostrando di aver adottato in via
preventiva , le misure organizzative idonee ad evitarlo.
Ne consegue che in linea generale spetta al danneggiato provare i
danni, nel caso dei docenti vige
il principio della presunzione di colpa,
pertanto linsegnante sempre chiamato a dimostrare di essere stato
materialmente presente tra gli alunni e, inoltre di aver utilizzato
tutti gli accorgimenti, previsti da una normale diligenza, per evitare
eventuali incidenti.

ESEMPI DI SENTENZE DELLA CORTE DI


CASSAZIONE
La Cass. con sent. n. 12501ha stabilito che la responsabilit per il fatto commesso da un minore capace di
intendere e volere mentre affidato a persona idonea a vigilarlo e controllarlo non sono tra loro
alternative, giacch laffidamento del minore alla custodia di terzi solleva il genitore dalla presunzione di
colpa in vigilando (dal momento che di questultima risponder il precettore a cui stato affidato il
minore), ma non anche da quella di colpa in educando, rimanendo comunque i genitori tenuti a
dimostrare, per liberarsi da responsabilit per il fatto compiuto dal minore in un momento in cui lo stesso si
trovava soggetto alla vigilanza di terzi, di aver impartito al minore stesso uneducazione adeguata a
prevenire comportamenti illeciti, uneducazione normalmente sufficiente ad impostare una corretta vita di
relazione in rapporto al suo ambiente, alle sue abitudini, alla sua personalit.
Ne consegue che la responsabilit dei genitori e quella dei precettori, concorrono essendo esse rispettivamente
fondate sulla colpa in educando e su quella in vigilando.
Colpa in educando che si deduce in particolare dalla condotta dellalunno, nel momento in cui questultimo violi
i regolamenti e le leggi.
La responsabilit civile extracontrattuale dellAmministrazione Scolastica per fatti imputabili ai propri dipendenti
attiene da un lato allomissione rispetto all obbligo di vigilanza sugli alunni minori e dallaltro lato
allomissione rispetto agli obblighi organizzativi e di controllo e di custodia. Nelluno e nellaltro caso la
sussistenza della responsabilit civile dellAmministrazione consegue alla responsabilit civile dei propri
dipendenti tenuti agli obblighi predetti, in relazione ai propri specifici doveri dufficio. In particolare lobbligo
di vigilanza sui minori fa capo in generale al personale docente e, nei limiti determinati dagli artt.
36,comma 2 lett.d CCNL 1999al personale ATA, gli obblighi organizzativi di controllo e di custodia fanno
capo al dirigente scolastico.
Nel giudizio di risarcimento del danno, causato a terzi per culpa in vigilando dal personale docente
dellamministrazione pubblica, legittimato passivo non il docente, ma unicamente lamministrazione, ai
sensi dellart. 61 legge 11 luglio 1980 n. 321. Lammi. , adempiuta lobbligazione risarciatoria, avr poi
azione di regresso nei confronti del docente.

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