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Normativa sismica

2.2.8 Spettri di progetto


Passando alla fase progettuale si d per scontato che per gli Stati Limite Ultimi (SLV e SLC) la
struttura vada largamente in campo plastico. Si devono quindi utilizzare metodi che consentano
di tener conto della capacit della struttura di dissipare energia in campo plastico, introducendo,
se si lavora con lo spettro di progetto, il fattore di struttura o fattore di comportamento per ridurre
le pseudo - accelerazioni elastiche.
Da ci consegue che per ottenere il previsto fattore di struttura e, dunque, unadeguata capacit
dissipativa, si deve intervenire con un complesso di regole sulle caratteristiche dei materiali, sulla
geometria degli elementi e sui dettagli costruttivi, pi o meno restrittive a seconda che si progetti
in classe di duttilit Alta (CDA) o Bassa (CDB), che verranno descritte nel seguito e che
portano alla necessaria duttilit e al rispetto della gerarchia delle resistenze.
Per quanto riguarda invece gli Stati Limite di Esercizio (SLO e SLD), nella pratica progettuale si
verifica che la struttura rimanga in campo elastico lineare sotto le rispettive azioni. Si controlla
quindi che per lo SLD gli spostamenti relativi di piano non siano eccessivi e che per lo SLO le
accelerazioni e/o gli spostamenti impressi a impianti o apparecchiature non siano troppo elevati.

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2.2.8.1 Spettri di progetto per gli stati limite di esercizio


Per gli stati limite di esercizio lo spettro di progetto Sd(T) da utilizzare, sia per le componenti
orizzontali che per la componente verticale, lo spettro elastico corrispondente, riferito alla
probabilit di superamento nel periodo di riferimento PVR considerata (2.4 e 3.2.1).
2.2.8.2 Spettri di progetto per gli stati limite ultimi
Qualora le verifiche agli stati limite ultimi non vengano effettuate tramite luso di opportuni
accelerogrammi ed analisi dinamiche al passo, ai fini del progetto o della verifica delle strutture
le capacit dissipative delle strutture possono essere messe in conto attraverso una riduzione
delle forze elastiche, che tiene conto in modo semplificato della capacit dissipativa anelastica
della struttura, della sua sovraresistenza, dellincremento del suo periodo proprio a seguito delle
plasticizzazioni.
In tal caso, lo spettro di progetto Sd(T) da utilizzare, sia per le componenti orizzontali, sia per la
componente verticale, lo spettro elastico corrispondente riferito alla probabilit di superamento
nel periodo di riferimento PVR considerata (2.4 e 3.2.1), con le ordinate ridotte sostituendo
nelle formule 3.2.4 Kcon 1/q, dove q il fattore di struttura definito nel Capitolo 7. Si assumer
comunque Sd(T) t0.2 ag.

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2.2.8 Impiego di accelerogrammi


Gli stati limite, ultimi e di esercizio, possono essere verificati mediante luso di accelerogrammi,
o artificiali o simulati o naturali.
Ciascun accelerogramma descrive una componente, orizzontale o verticale, dellazione sismica;
linsieme delle tre componenti (due orizzontali, tra loro ortogonali ed una verticale) costituisce
un gruppo di accelerogrammi.
La durata degli accelerogrammi artificiali deve essere stabilita sulla base della magnitudo e degli
altri parametri fisici che determinano la scelta del valore di ag e di SS. In assenza di studi specifici
la durata della parte pseudo - stazionaria degli accelerogrammi deve essere almeno pari a 10 s; la
parte pseudo - stazionaria deve essere preceduta e seguita da tratti di ampiezza crescente da zero
e decrescente a zero, di modo che la durata complessiva dellaccelerogramma sia non inferiore a
25 s.
Gli accelerogrammi artificiali devono avere uno spettro di risposta elastico coerente con lo
spettro di risposta adottato nella progettazione. La coerenza con lo spettro elastico da verificare
in base alla media delle ordinate spettrali ottenute con i diversi accelerogrammi, per un
coefficiente di smorzamento viscoso equivalente [del 5%. L'ordinata spettrale media non deve
presentare uno scarto in difetto superiore al 10%, rispetto alla corrispondente componente dello
spettro elastico, in alcun punto del maggiore tra gli intervalli 0.15 s 2.0 s e 0.15 s 2T, in cui T
il periodo fondamentale di vibrazione della struttura in campo elastico, per le verifiche agli stati
limite ultimi, e 0.15 s 1.5 T, per le verifiche agli stati limite di esercizio.
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Nel caso di costruzioni con isolamento sismico, il limite superiore dellintervallo di coerenza
assunto pari a 1.2 Tis, essendo Tis il periodo equivalente della struttura isolata, valutato per gli
spostamenti del sistema disolamento prodotti dallo stato limite in esame.

Limitazioni
- Luso di accelerogrammi artificiali non ammesso nelle analisi dinamiche di opere e
sistemi geotecnici.
- Luso di accelerogrammi generati mediante simulazione del meccanismo di sorgente e della
propagazione ammesso a condizione che siano adeguatamente giustificate le ipotesi
relative alle caratteristiche sismogenetiche della sorgente e del mezzo di propagazione.
- Luso di accelerogrammi registrati ammesso, a condizione che la loro scelta sia
rappresentativa della sismicit del sito e sia adeguatamente giustificata in base alle
caratteristiche sismogenetiche della sorgente, alle condizioni del sito di registrazione, alla
magnitudo, alla distanza dalla sorgente e alla massima accelerazione orizzontale attesa al
sito.
- Gli accelerogrammi registrati devono essere selezionati e scalati in modo da approssimare
gli spettri di risposta nel campo di periodi di interesse per il problema in esame.
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Accelerogrammi artificiali spettro - compatibili


Sono ottenuti mediante simulazione numerica, a partire da uno spettro di partenza.
Tra i programmi di simulazione numerica attualmente disponibili, vi SIMQKE-1 (SIMulation
of earthQuaKE ground motions), elaborato dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) e
disponibile gratuitamente in rete allindirizzo:
http://nisce.berkley.edu/software/simqke1/

Input

spettro di risposta elastico della zona considerata,

Output

numero richiesto di istogrammi statisticamente indipendenti, equivalenti


allo spettro.

In alternativa, disponibile gratuitamente allindirizzo:


http://civserv.ing.unibs.it/utenti/gelfi/
il programma SIMQKE_GR, il quale genera accelerogrammi spettro-compatibili con lOPCM
3274/2003, sulla base di assegnati spettri di risposta, essendo direttamente interfacciato con il
codice di calcolo SIMQKE-1. Il programma calcola automaticamente lo spettro di risposta di
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progetto per lo Stato Limite Ultimo (SLU), per lo Stato Limite di Danno (SLD) e lo spettro
elastico, secondo le indicazioni dellOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274
(OPCM3274).

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I dati di input sono indicati con i simboli riportati nel manuale del programma SIMQKE-1:

TS
TL
TRISE
TLVL
DUR
NCYCLE
AGMX
NPA
IIX
AMOR

Smallest period of desired response spectrum (valore inferiore dello


spettro di risposta desiderato)
Largest period of desired response spectrum (valore superiore dello
spettro di risposta desiderato)
Start of the stationary part of the accelerogram (inizio della parte
stazionaria dellaccelerogramma)
Duration of the stationary part (min 10 s) (durata della parte stazionaria,
min 10 s secondo OPCM 3274)
Total duration (durata totale dellaccelerogramma)
Number of cycles to smoothen the response spectrum (numero di
iterazioni per meglio regolarizzare lo spettro di risposta)
Maximum ground acceleration (g) (accelerazione massima del terreno:
viene impostata automaticamente)
Number of artificial earthquakes (numero di accelerogrammi
statisticamente indipendenti da generare)
Arbitrary odd integer (numero intero dispari che serve per iniziare la
generazione casuale degli accelerogrammi)
Damping coefficient (coefficiente di smorzamento viscoso)

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Accelerogrammi simulati
Si tratta di accelerogrammi generati mediante simulazione fisica della sorgente e della
propagazione, o mediante elaborazione di terremoti lievi registrati.
LIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha proposto, a tal proposito, una mappa
delle zone sismogenetiche uniformi. Ciascuna delle zone sismogenetiche associata ad una
sorgente sismo genetica caratterizzata da un determinato valore di magnitudo attesa.

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Accelerogrammi naturali
Sono ottenuti da registrazioni storiche di eventi sismici. Possono pertanto essere reperiti da
cataloghi o siti internet.
Tra questi, si ricorda il CPTI04, catalogo recentemente proposto dallIstituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia (INGV), contenente 2550 sismi italiani registrati fino al 2002.
Il catalogo disponibile allindirizzo:
http://emidius.mi.ingv.it/CPTI

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2.2.9 Combinazione dellazione sismica con le altre azioni


Nel caso delle costruzioni civili e industriali le verifiche agli stati limite ultimi o di esercizio
devono essere effettuate per la combinazione dellazione sismica con le altre azioni gi fornita in
2.5.3:
G1  G2  P  E  <2 j Qkj ,
j

dove
E
G
G1
G2
P

<2j
Qk

azione sismica per lo stato limite in esame,


carichi permanenti,
peso proprio di tutti gli elementi strutturali,
peso proprio di tutti gli elementi non strutturali,
azione di precompressione,
coefficiente di combinazione relativo al valore quasi permanente dellazione
variabile (con riferimento alla durata percentuale relativa ai livelli di
intensit dellazione variabile),
valore caratteristico dellazione variabile.

Gli effetti dell'azione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti
carichi gravitazionali:
G1  G 2  <2 j Qkj .
j

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La seguente tabella riporta i valori dei coefficienti di combinazione, secondo quanto indicato dal
D.M. 14.01.2008 - NTC2008 al paragrafo 2.5.3.
Azioni Variabili Q
Categoria A Ambienti di uso residenziale
Categoria B Uffici
Categoria C Ambienti suscettibili di grande affollamento
Categoria D Ambienti di uso commerciale
Categoria E Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti ad
uso industriale
Categoria F Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso
30 kN)
Categoria G Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso
> 30 kN)
Categoria H Coperture
Vento
Neve (a quota 1000 m s.l.m.)
Neve (a quota > 1000 m s.l.m.)
Variazioni termiche
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NTC 2008
\0

\1

\2

0.7
0.7
0.7
0.7

0.5
0.5
0.7
0.7

0.3
0.3
0.6
0.6

1.0

0.9

0.8

0.7

0.7

0.6

0.7

0.5

0.3

0.0
0.6
0.5
0.7
0.6

0.0
0.2
0.2
0.5
0.5

0.0
0.0
0.0
0.2
0.0
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3

3.1 Progettazione per azioni sismiche


Il Capitolo 7 delle NTC2008 disciplina la progettazione e la costruzione delle nuove opere
soggette anche allazione sismica. Le indicazioni in esso contenute sono quindi da considerarsi
aggiuntive e non sostitutive rispetto a quelle riportate nei Capitoli 4 (Costruzioni civili e
industriali), 5 (Ponti) e 6 (Progettazione geotecnica). Si deve inoltre fare sempre riferimento a
quanto indicato nel Capitolo 2 (Sicurezza e prestazioni attese) per la valutazione della sicurezza e
nel Capitolo 3 (Azioni sulle costruzioni) per la valutazione dellazione sismica.

7.1
7.2
7.3
7.4
7.5
7.6
7.7
7.8
7.9
7.10
7.11

REQUISITI NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE


CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE E MODELLAZIONE
METODI DI ANALISI E CRITERI DI VERIFICA
COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO
COSTRUZIONI DI ACCIAIO
COSTRUZIONI COMPOSTE ACCIAIO-CALCSTRUZZO
COSTRUZIONI DI LEGNO
COSTRUZIONI DI MURATURA
PONTI
COSTRUZIONI E PONTI CON ISOLAMENTO E/O DISSIPAZIONE
OPERE E SISTEMI GEOTECNICI

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2.3.1 Criteri generali di progettazione e modellazione


Criteri generali di progettazione
- Le costruzioni devono essere dotate di sistemi strutturali che garantiscano rigidezza e
resistenza nei confronti delle due componenti ortogonali orizzontali delle azioni sismiche.
- La componente verticale deve essere considerata solo in presenza di elementi pressoch
orizzontali con luce superiore a 20 m, elementi precompressi (con lesclusione dei solai di
luce inferiore a 8 m), elementi a mensola di luce superiore a 4 m, strutture di tipo spingente,
pilastri in falso, edifici con piani sospesi, ponti, costruzioni con isolamento
- Gli orizzontamenti devono essere dotati di rigidezza e resistenza tali da metterli in grado di
trasmettere le forze scambiate tra i diversi sistemi resistenti a sviluppo verticale.
- Il sistema di fondazione deve essere dotato di elevata rigidezza estensionale nel piano
orizzontale e di adeguata rigidezza flessionale.
- Deve essere adottata ununica tipologia di fondazione per una data struttura in elevazione, a
meno che questa non consista di unit indipendenti. Nella struttura deve essere evitato luso
contestuale di fondazioni su pali o miste con fondazioni superficiali, a meno che uno studio
specifico non ne dimostri laccettabilit o che si tratti di un ponte.
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- Le costruzioni soggette allazione sismica, non dotate di appositi dispositivi dissipativi,


devono essere progettate in accordo con i seguenti comportamenti strutturali:
a) comportamento strutturale non-dissipativo,
b) comportamento strutturale dissipativo.
- Nel comportamento strutturale non dissipativo, cui ci si riferisce quando si progetta per gli
stati limite di esercizio, gli effetti combinati delle azioni sismiche e delle altre azioni sono
calcolati, indipendentemente dalla tipologia strutturale adottata, senza tener conto delle non
linearit di comportamento (di materiale e geometriche), se non rilevanti.
- Nel comportamento strutturale dissipativo, cui ci si riferisce quando si progetta per gli stati
limite ultimi, gli effetti combinati delle azioni sismiche e delle altre azioni sono calcolati, in
funzione della tipologia strutturale adottata, tenendo conto delle non linearit di
comportamento (di materiale sempre, geometriche quando rilevanti e comunque sempre
quando precisato).
- Gli elementi strutturali delle fondazioni, che devono essere dimensionati sulla base delle
sollecitazioni ad essi trasmesse dalla struttura sovrastante (7.2.5), devono avere
comportamento non dissipativo, indipendentemente dal comportamento strutturale attribuito
alla struttura su di esse gravante.

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Strutture dissipative
Si distinguono due livelli di Capacit Dissipativa o Classi di Duttilit (CD):
- Classe di duttilit alta (CDA),
- Classe di duttilit bassa (CDB).
La differenza tra le due classi risiede nella entit delle plasticizzazioni cui ci si riconduce in fase
di progettazione. Lobiettivo della progettazione, per entrambe le classi, consiste in:
- assicurare alla struttura un comportamento dissipativo e duttile,
- evitare rotture fragili e la formazione di meccanismi instabili imprevisti,
pertanto si fa ricorso ai procedimenti tipici della gerarchia delle resistenze.

In particolare, si localizzano le dissipazioni di energia per isteresi in zone a tal fine individuate e
progettate, dette dissipative o critiche, effettuando il dimensionamento degli elementi non
dissipativi nel rispetto del criterio di gerarchia delle resistenze. Lindividuazione delle zone
dissipative deve essere congruente con lo schema strutturale adottato.
Poich il comportamento sismico della struttura largamente dipendente dal comportamento
delle sue zone critiche, esse debbono formarsi ove previsto e mantenere, in presenza di azioni
cicliche, la capacit di trasmettere le necessarie sollecitazioni e di dissipare energia.
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Tali fini possono ritenersi conseguiti qualora le parti non dissipative ed i collegamenti delle parti
dissipative al resto della struttura possiedano, nei confronti delle zone dissipative, una
sovraresistenza sufficiente a consentire lo sviluppo in esse della plasticizzazione ciclica. La
sovraresistenza valutata moltiplicando la resistenza nominale di calcolo delle zone dissipative
per un opportuno coefficiente di sovraresistenzaJRd, assunto pari, ove non diversamente
specificato, ad 1.3 per CDA, 1.1 per CDB.

Caratteristiche generali delle costruzioni


Regolarit
Le costruzioni devono avere, quanto pi possibile, struttura iperstatica caratterizzata da regolarit
in pianta e in altezza.
Se necessario, ci pu essere conseguito suddividendo la struttura, mediante giunti, in unit tra
loro dinamicamente indipendenti.
Per quanto riguarda gli edifici, una costruzione regolare in pianta se tutte le seguenti condizioni
sono rispettate:

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a) la configurazione in pianta compatta e approssimativamente simmetrica rispetto a


due direzioni ortogonali, in relazione alla distribuzione di masse e rigidezze,
b) il rapporto tra i lati di un rettangolo in cui la costruzione risulta inscritta inferiore a 4,
c) nessuna dimensione di eventuali rientri o sporgenze supera il 25% della dimensione
totale della costruzione nella corrispondente direzione,
d) gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro piano
rispetto agli elementi verticali e sufficientemente resistenti.

Sempre riferendosi agli edifici, una costruzione regolare in altezza se tutte le seguenti
condizioni sono rispettate:
e) tutti i sistemi resistenti verticali (quali telai e pareti) si estendono per tutta laltezza
della costruzione,
f) massa e rigidezza rimangono costanti o variano gradualmente, senza bruschi
cambiamenti, dalla base alla sommit della costruzione (le variazioni di massa da un
orizzontamento allaltro non superano il 25%, la rigidezza non si riduce da un
orizzontamento a quello sovrastante pi del 30% e non aumenta pi del 10%); ai fini
della rigidezza si possono considerare regolari in altezza strutture dotate di pareti o
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nuclei in c.a. o pareti e nuclei in muratura di sezione costante sullaltezza o di telai


controventati in acciaio, ai quali sia affidato almeno il 50% dellazione sismica alla
base,
g) nelle strutture intelaiate progettate in CDB il rapporto tra resistenza effettiva e
resistenza richiesta dal calcolo non significativamente diverso per orizzontamenti
diversi (il rapporto fra la resistenza effettiva e quella richiesta, calcolata ad un generico
orizzontamento, non deve differire pi del 20% dallanalogo rapporto determinato per
un altro orizzontamento); pu fare eccezione lultimo orizzontamento di strutture
intelaiate di almeno tre orizzontamenti,
h) eventuali restringimenti della sezione orizzontale della costruzione avvengono in modo
graduale da un orizzontamento al successivo, rispettando i seguenti limiti: ad ogni
orizzontamento il rientro non supera il 30% della dimensione corrispondente al primo
orizzontamento, n il 20% della dimensione corrispondente all orizzontamento
immediatamente sottostante. Fa eccezione lultimo orizzontamento di costruzioni di
almeno quattro piani per il quale non sono previste limitazioni di restringimento.

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Esempio: irregolarit in pianta

Esempio: irregolarit in elevazione (piano soffice)

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Criteri di modellazione della struttura e azione sismica


Modello della struttura
- Il modello della struttura deve essere tridimensionale e rappresentare in modo adeguato le
effettive distribuzioni spaziali di massa, rigidezza e resistenza, con particolare attenzione
alle situazioni nelle quali componenti orizzontali dellazione sismica possono produrre forze
dinerzia verticali (travi di grande luce, sbalzi significativi, etc.).
- Nella definizione del modello alcuni elementi strutturali, considerati secondari, e gli
elementi non strutturali autoportanti (tamponature e tramezzi), possono essere rappresentati
unicamente in termini di massa, considerando il loro contributo alla rigidezza e alla
resistenza del sistema strutturale solo qualora essi possiedano rigidezza e resistenza tali da
modificare significativamente il comportamento del modello.
- Gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro piano, a
condizione che siano realizzati:
o in cemento armato,
o in latero - cemento, con soletta in c.a. di almeno 40 mm di spessore,

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o in struttura mista, con soletta in cemento armato di almeno 50 mm di spessore


collegata da connettori a taglio opportunamente dimensionati agli elementi strutturali
in acciaio o in legno,
e purch le aperture presenti non ne riducano significativamente la rigidezza.
- Per rappresentare la rigidezza degli elementi strutturali si possono adottare:
o modelli lineari, che trascurano le non linearit di materiale e geometriche,
o modelli non lineari, che le considerano.
In ambo i casi si deve tener conto della fessurazione dei materiali fragili. In caso non siano
effettuate analisi specifiche, la rigidezza flessionale e a taglio di elementi in muratura,
cemento armato, acciaio-calcestruzzo, pu essere ridotta sino al 50% della rigidezza dei
corrispondenti elementi non fessurati, tenendo debitamente conto dellinfluenza della
sollecitazione assiale permanente.
- Nel caso di comportamento non dissipativo si adottano unicamente i modelli lineari.
- Nel caso di comportamento dissipativo si possono adottare sia modelli lineari sia modelli
non lineari. Il legame costitutivo utilizzato per modellare il comportamento non lineare della
struttura dovuto alla non linearit di materiale deve essere giustificato, anche in relazione
alla corretta rappresentazione dellenergia dissipata nei cicli di isteresi.
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Azione sismica
- Le azioni conseguenti al moto sismico sono modellate:
o direttamente, attraverso forze statiche equivalenti o spettri di risposta, o
o indirettamente, attraverso accelerogrammi.
- Nella definizione dellazione sismica sulla struttura, possibile tenere conto della modifica
del moto sismico indotta dallinterazione fondazione-terreno.
- A meno di analisi numeriche avanzate, la fondazione pu essere schematizzata con vincoli
visco - elastici, caratterizzati da opportuna impedenza dinamica. Questa schematizzazione
pu rendersi necessaria per strutture alte e snelle, nelle quali gli effetti del secondo ordine
non sono trascurabili, e per strutture fondate su terreni molto deformabili (Vs < 100 m/s).

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Metodi di analisi e criteri di verifica


Lanalisi delle strutture soggette ad azione sismica pu essere lineare o non lineare. Oltre che in
relazione al fatto che lanalisi sia lineare o non lineare, i metodi danalisi sono articolati anche in
relazione al fatto che lequilibrio sia trattato staticamente o dinamicamente.
Si distinguono pertanto:
-

Analisi lineare,
Analisi non lineare,
Analisi statica,
Analisi dinamica.

Analisi lineare
Lanalisi lineare pu essere utilizzata per calcolare gli effetti delle azioni sismiche sia nel caso di
sistemi dissipativi sia nel caso di sistemi non dissipativi.
- Per i sistemi non dissipativi, come avviene per gli stati limite di esercizio, gli effetti delle
azioni sismiche sono calcolati riferendosi allo spettro di progetto ottenuto assumendo un
fattore di struttura q unitario (3.2.3.4).
o Deve essere verificata la resistenza delle membrature e dei collegamenti,
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- Pag. 2.69 -

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o Non necessario soddisfare requisiti di duttilit.


- Per i sistemi dissipativi, come avviene per gli stati limite ultimi, gli effetti delle azioni
sismiche sono calcolati riferendosi allo spettro di progetto ottenuto assumendo un fattore di
struttura q maggiore dellunit (3.2.3.5).
o Deve essere opportunamente verificata la resistenza delle membrature e dei
collegamenti,
o necessario soddisfare specifici requisiti di duttilit.
Fattore di struttura
Il valore del fattore di struttura q da utilizzare per ciascuna direzione della azione sismica,
dipende da:
- tipologia strutturale,
- grado di iperstaticit della struttura,
- criteri di progettazione adottati.
Esso prende in conto le non linearit di materiale e pu essere calcolato tramite la seguente
espressione:
q q0 KR,
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dove:
q0

valore massimo del fattore di struttura, che dipende dal livello di duttilit
attesa, dalla tipologia strutturale e dal rapporto Du/D1 tra il valore dellazione
sismica per il quale si verifica la formazione di un numero di cerniere
plastiche tali da rendere la struttura labile e quello per il quale il primo
elemento strutturale raggiunge la plasticizzazione a flessione,

KR

fattore riduttivo, che dipende dalle caratteristiche di regolarit in altezza della


costruzione, pari a:
1
per costruzioni regolari in altezza,
0.8
per costruzioni non regolari in altezza.

- Per le costruzioni regolari in pianta, qualora non si proceda ad unanalisi non lineare
finalizzata alla valutazione del rapporto Du/D1, per esso possono essere adottati i valori
indicati nelle NTC2008 per le diverse tipologie costruttive.
- Per le costruzioni non regolari in pianta, si possono invece adottare valori di Du/D1 pari alla
media tra 1.0 ed i valori di volta in volta forniti per le diverse tipologie costruttive.

La scelta del fattore di struttura deve essere in ogni caso adeguatamente giustificata.
Il valore adottato deve dar luogo ad azioni di progetto agli stati limite ultimi coerenti con le
azioni di progetto assunte per gli stati limite di esercizio.
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- Pag. 2.71 -

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Per la componente verticale dellazione sismica il valore di q utilizzato, a meno di adeguate


analisi giustificative, q = 1.5 per qualunque tipologia strutturale e di materiale, tranne che per i
ponti per i quali q = 1.
Le non linearit geometriche sono prese in conto, quando necessario, attraverso il fattore T. In
particolare, per le costruzioni civili ed industriali esse possono essere trascurate nel caso in cui ad
ogni orizzontamento risulti:
T

P dr
d 0.1 ,
V h

dove:
P
dr
V
h

carico verticale totale della parte di struttura sovrastante lorizzontamento in


esame,
spostamento orizzontale medio dinterpiano, ovvero la differenza tra lo
spostamento orizzontale dellorizzontamento considerato e lo spostamento
orizzontale dellorizzontamento immediatamente sottostante,
forza orizzontale totale in corrispondenza dellorizzontamento in esame,
distanza tra lorizzontamento in esame e quello immediatamente sottostante.

Quando T compreso tra 0.1 e 0.2 gli effetti delle non linearit geometriche possono essere presi
in conto incrementando gli effetti dellazione sismica orizzontale di un fattore pari a 1/(1 T);
Tnon pu comunque superare il valore 0.3.
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Normativa sismica

Analisi non lineare


Lanalisi non lineare si utilizza per sistemi dissipativi e tiene conto delle non linearit di
materiale e geometriche.
I legami costitutivi utilizzati devono includere la perdita di resistenza e la resistenza residua, se
significativi.

Analisi statica o dinamica


Il metodo danalisi lineare di riferimento per determinare gli effetti dellazione sismica, sia su
sistemi dissipativi sia su sistemi non dissipativi, lanalisi modale con spettro di risposta o
analisi lineare dinamica. In essa lequilibrio trattato dinamicamente e lazione sismica
modellata direttamente attraverso lo spettro di progetto.
In alternativa allanalisi modale, si pu adottare una integrazione al passo, modellando lazione
sismica attraverso accelerogrammi, ma in tal caso la struttura deve essere non dissipativa.
Per le sole costruzioni la cui risposta sismica, in ogni direzione principale, non dipenda
significativamente dai modi di vibrare superiori, possibile utilizzare, sia su sistemi dissipativi
sia su sistemi non dissipativi, il metodo delle forze laterali o analisi lineare statica. In essa
lequilibrio trattato staticamente, lanalisi della struttura lineare, si modella lazione sismica
direttamente attraverso lo spettro di progetto.
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Normativa sismica

Infine, per determinare gli effetti dellazione sismica su sistemi dissipativi, si possono effettuare
analisi non lineari. In esse lequilibrio trattato staticamente (analisi non lineare statica)
modellando lazione sismica direttamente mediante forze statiche fatte crescere monotonamente
o dinamicamente (analisi non lineare dinamica) modellando lazione sismica indirettamente
mediante accelerogrammi.

2.3.2 Scelta del tipo di analisi


Analisi lineare dinamica
Lanalisi dinamica lineare consiste:
- nella determinazione dei modi di vibrare della costruzione (analisi modale),
- nel calcolo degli effetti dellazione sismica, rappresentata dallo spettro di risposta di
progetto, per ciascuno dei modi di vibrare individuati,
- nella combinazione di questi effetti.
Devono essere considerati tutti i modi con massa partecipante significativa. opportuno a tal
riguardo considerare tutti i modi con massa partecipante superiore al 5% e comunque un numero
di modi la cui massa partecipante totale sia superiore all85%.
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Normativa sismica

Per la combinazione degli effetti relativi ai singoli modi deve essere utilizzata una combinazione
quadratica completa degli effetti relativi a ciascun modo, quale quella indicata nellespressione:
E

U ij Ei E j

j i

0.5

con:
Ej

Uij

valore delleffetto relativo al modo j,


coefficiente di correlazione tra il modo i e il modo j, calcolato come
3

Uij

8 [ 2 E ij2

1  E > 1  E

ij

[ 
Eij

ij

 4 [ 2 E ij

@,

smorzamento viscoso dei modi i e j,


rapporto tra linverso dei periodi di ciascuna coppia i-j di modi (Eij = Tj/Ti).

Per gli edifici, gli effetti della eccentricit accidentale del centro di massa possono essere
determinati mediante lapplicazione di carichi statici costituiti da momenti torcenti di valore pari
alla risultante orizzontale della forza agente al piano, moltiplicata per leccentricit accidentale
del baricentro delle masse rispetto alla sua posizione di calcolo.
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Normativa sismica

In alternativa, nel caso in cui la struttura sia non dissipativa, si pu effettuare unanalisi con
integrazione al passo, modellando lazione sismica attraverso accelerogrammi, tenendo conto
delleccentricit accidentale.

Analisi lineare statica


Lanalisi statica lineare consiste nellapplicazione di forze statiche equivalenti alle forze di
inerzia indotte dallazione sismica e pu essere effettuata per costruzioni che rispettino requisiti
specifici, a condizione che:
- il periodo del modo di vibrare principale nella direzione in esame (T1) non superi 2.5 TC o
TD ,
- la costruzione sia regolare in altezza.
Per costruzioni civili o industriali che non superino i 40 m di altezza e la cui massa sia
approssimativamente uniformemente distribuita lungo laltezza, T1 pu essere stimato, in assenza
di calcoli pi dettagliati, utilizzando la formula seguente:
T1 = C1 H3/4

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Normativa sismica

dove:
H

altezza della costruzione, in metri, dal piano di fondazione,

C1

coefficiente che vale


0.085
0.075
0.050

per costruzioni con struttura a telaio in acciaio,


per costruzioni con struttura a telaio in calcestruzzo armato
per costruzioni con qualsiasi altro tipo di struttura.

Lentit delle forze si ottiene dallordinata dello spettro di progetto corrispondente al periodo T1 e
la loro distribuzione sulla struttura segue la forma del modo di vibrare principale nella direzione
in esame, valutata in modo approssimato.
La forza da applicare a ciascuna massa della costruzione data da:
Fi

Fh zi Wi
z j Wj ,
j

dove:
S d T1 W O
,
g

Fh

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Normativa sismica

Fi

forza da applicare alla massa i-esima,

Wi e W j

pesi della massa i e della massa j,

zi e zj

quote, rispetto al piano di fondazione, delle masse i e j,

Sd(T1)

ordinata dello spettro di risposta di progetto,

peso complessivo della costruzione,

O

coefficiente pari a
0.85
se la costruzione ha almeno tre orizzontamenti e se
T1 < 2TC,
1.00
in tutti gli altri casi,
accelerazione di gravit.

Effetti torsionali
Le NTC2008 impongono, anche se la distribuzione delle rigidezze e delle masse pressoch
simmetrica, uno spostamento del baricentro delli-esimo piano, secondo uneccentricit ei pari a
+/- il 5% della dimensione Li dellimpalcato nella direzione ortogonale al sisma ( ei r0.05 Li ).
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Normativa sismica

Sempre per gli edifici, nelle stesse ipotesi, gli effetti torsionali accidentali possono essere
considerati amplificando le sollecitazioni su ogni elemento resistente attraverso il fattore G:
G 1 0.6 x / Le,
dove:
x

distanza dellelemento resistente verticale dal baricentro geometrico di piano,


misurata perpendicolarmente alla direzione dellazione sismica considerata,

Le

distanza tra i due elementi resistenti pi lontani, misurata allo stesso modo.

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Valutazione degli spostamenti


Gli spostamenti dE della struttura sotto lazione sismica di progetto allo SLV si ottengono
moltiplicando per il fattore Pd i valori dEe ottenuti dallanalisi lineare, dinamica o statica:
dE

r P d d Ee ,

dove:

In ogni caso Pd 5q 4.

Analisi non lineare statica


Lanalisi non lineare statica consiste nellapplicare alla struttura i carichi gravitazionali e, per la
direzione considerata dellazione sismica, un sistema di forze orizzontali distribuite, ad ogni
livello della costruzione, proporzionalmente alle forze dinerzia ed aventi risultante (taglio alla
base) Fb.
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Normativa sismica

Tali forze sono scalate in modo da far crescere monotonamente, sia in direzione positiva che
negativa e fino al raggiungimento delle condizioni di collasso locale o globale, lo spostamento
orizzontale dc di un punto di controllo coincidente con il centro di massa dellultimo livello della
costruzione (ad esclusione di eventuali torrini).
Il diagramma Fb - dc rappresenta la curva di capacit della struttura.

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Normativa sismica

Questo tipo di analisi pu essere utilizzato soltanto se ricorrono le condizioni di applicabilit nel
seguito precisate per le distribuzioni principali (Gruppo 1); in tal caso esso si utilizza per gli
scopi e nei casi seguenti:
valutare i rapporti di sovraresistenza Du/D1,
verificare leffettiva distribuzione della domanda inelastica negli edifici progettati con il
fattore di struttura q,
come metodo di progetto per gli edifici di nuova costruzione sostitutivo dei metodi di analisi
lineari,
come metodo per la valutazione della capacit di edifici esistenti.
Si devono considerare almeno due distribuzioni di forze dinerzia, ricadenti luna nelle
distribuzioni principali (Gruppo 1) e laltra nelle distribuzioni secondarie (Gruppo 2).

Gruppo 1 - Distribuzioni principali


distribuzione proporzionale alle forze statiche, applicabile solo se il modo di vibrare
fondamentale nella direzione considerata ha una partecipazione di massa non inferiore al
75% ed a condizione di utilizzare come seconda distribuzione la 2 a),
distribuzione corrispondente ad una distribuzione di accelerazioni proporzionale alla forma
del modo di vibrare, applicabile solo se il modo di vibrare fondamentale nella direzione
considerata ha una partecipazione di massa non inferiore al 75%,
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Normativa sismica

distribuzione corrispondente alla distribuzione dei tagli di piano calcolati in unanalisi


dinamica lineare, applicabile solo se il periodo fondamentale della struttura superiore a TC.
Gruppo 2 - Distribuzioni secondarie
a) distribuzione uniforme di forze, da intendersi come derivata da una distribuzione uniforme
di accelerazioni lungo laltezza della costruzione,
b) distribuzione adattiva, che cambia al crescere dello spostamento del punto di controllo in
funzione della plasticizzazione della struttura.
Lanalisi richiede che al sistema strutturale reale venga associato un sistema strutturale
equivalente ad un grado di libert.

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Normativa sismica

Analisi non lineare dinamica


Lanalisi non lineare dinamica consiste nel calcolo della risposta sismica della struttura mediante
integrazione delle equazioni del moto, utilizzando un modello non lineare della struttura ed
accelerogrammi.
Essa ha lo scopo di valutare il comportamento dinamico della struttura in campo non lineare,
consentendo il confronto tra duttilit richiesta e duttilit disponibile, nonch di verificare
lintegrit degli elementi strutturali nei confronti di possibili comportamenti fragili.
Lanalisi dinamica non lineare deve essere confrontata con una analisi modale con spettro di
risposta di progetto, al fine di controllare le differenze in termini di sollecitazioni globali alla
base delle strutture.
Nel caso delle costruzioni con isolamento alla base lanalisi dinamica non lineare obbligatoria
quando il sistema disolamento non pu essere rappresentato da un modello lineare equivalente.
In tal caso, gli effetti torsionali sul sistema disolamento sono valutati adottando valori delle
rigidezze equivalenti coerenti con gli spostamenti risultanti dallanalisi.

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Normativa sismica

2.3.3 Risposta alle diverse componenti dellazione sismica ed alla variabilit spaziale del moto
Se la risposta viene valutata mediante analisi statica o dinamica in campo lineare, essa pu essere
calcolata separatamente per ciascuna delle tre componenti; la risposta a ciascuna componente,
ove necessario (3.2.5.1), combinata con gli effetti pseudo - statici indotti dagli spostamenti
relativi prodotti dalla variabilit spaziale della componente stessa, utilizzando la radice quadrata
della somma dei quadrati. Gli effetti sulla struttura (sollecitazioni, deformazioni, spostamenti,
ecc.) sono combinati successivamente, applicando l espressione:
1.00Ex 0.30Ey 0.30Ez,
con rotazione dei coefficienti moltiplicativi e conseguente individuazione degli effetti pi
gravosi.
La componente verticale verr tenuta in conto ove necessario (7.2.1).
Se la risposta viene valutata mediante analisi statica in campo non lineare, ciascuna delle due
componenti orizzontali (insieme a quella verticale, ove necessario, e agli spostamenti relativi
prodotti dalla variabilit spaziale del moto, ove necessario) applicata separatamente. Come
effetti massimi si assumono i valori pi sfavorevoli cos ottenuti.
Se la risposta viene valutata mediante analisi dinamica con integrazione al passo, in campo
lineare o non lineare, le due componenti accelerometriche orizzontali (e quella verticale, ove
necessario) sono applicate simultaneamente a formare un gruppo di accelerogrammi e gli effetti
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Normativa sismica

sulla struttura sono rappresentati dai valori medi degli effetti pi sfavorevoli ottenuti dalle
analisi, se si utilizzano almeno 7 diversi gruppi di accelerogrammi, dai valori pi sfavorevoli
degli effetti, in caso contrario. In nessun caso si possono adottare meno di tre gruppi di
accelerogrammi. Nel caso in cui sia necessario valutare gli effetti della variabilit spaziale del
moto, lanalisi deve essere eseguita imponendo alla base della costruzione storie temporali del
moto sismico differenziate ma coerenti tra loro e generate in accordo con lo spettro di risposta
appropriato per ciascun supporto.

2.3.4 Criteri di verifica agli Stati Limite Ultimi


Le verifiche nei confronti degli stati limite ultimi degli elementi strutturali, degli elementi non
strutturali e degli impianti si effettuano in termini di resistenza e di duttilit.
Verifiche degli elementi strutturali in termini di resistenza
Per tutti gli elementi strutturali, inclusi nodi e connessioni tra elementi, deve essere verificato che
il valore di progetto di ciascuna sollecitazione (Ed), calcolato in generale comprendendo gli
effetti delle non linearit geometriche e le regole di gerarchia delle resistenze indicate per le
diverse tecniche costruttive, sia inferiore al corrispondente valore della resistenza di progetto
(Rd).
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Normativa sismica

In particolare gli orizzontamenti devono essere in grado di trasmettere le forze ottenute


dallanalisi, aumentate del 30%.
La resistenza di progetto delle membrature e dei collegamenti valutata in accordo con le regole
specifiche indicate dalla Normativa, integrate dalle regole di progettazione definite di volta in
volta nei paragrafi dedicati a ciascuna tipologia costruttiva.
Se la resistenza dei materiali giustificatamente ridotta (anche sulla base di apposite prove
sperimentali) per tener conto del degrado per deformazioni cicliche, ai coefficienti parziali di
sicurezza sui materiali JM si attribuiscono i valori precisati nel Capitolo 4 per le situazioni
eccezionali.
Verifiche degli elementi strutturali in termini di duttilit e capacit di deformazione
Deve essere verificato che i singoli elementi strutturali e la struttura nel suo insieme possiedano
una duttilit coerente con il fattore di struttura q adottato.
Questa condizione si pu ritenere soddisfatta applicando le regole di progetto specifiche e di
gerarchia delle resistenze indicate per le diverse tipologie costruttive.
Alternativamente, e coerentemente con modello e metodo di analisi utilizzato, si deve verificare
che la struttura possieda una capacit di spostamento superiore alla domanda.

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Normativa sismica

Verifiche degli elementi non strutturali e degli impianti


Per gli elementi costruttivi senza funzione strutturale debbono essere adottati magisteri atti ad
evitare collassi fragili e prematuri e la possibile espulsione sotto lazione della Fa (7.2.3)
corrispondente allo SLV.
Per ciascuno degli impianti principali, gli elementi strutturali che sostengono e collegano i
diversi elementi funzionali costituenti limpianto tra loro ed alla struttura principale devono avere
resistenza sufficiente a sostenere lazione della Fa (7.2.4) corrispondente allo SLV.

2.3.5 Criteri di verifica agli Stati Limite di Esercizio


Le verifiche nei confronti degli stati limite di esercizio degli elementi strutturali, degli elementi
non strutturali e degli impianti si effettuano rispettivamente in termini di resistenza, di
contenimento del danno e di mantenimento della funzionalit.
Verifiche degli elementi strutturali in termini di resistenza
Per costruzioni di Classe III e IV, se si vogliono limitare i danneggiamenti strutturali, per tutti gli
elementi strutturali, inclusi nodi e connessioni tra elementi, deve essere verificato che il valore di
progetto di ciascuna sollecitazione (Ed) calcolato in presenza delle azioni sismiche corrispondenti
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Normativa sismica

allo SLD ed attribuendo ad Kil valore di 2/3, sia inferiore al corrispondente valore della
resistenza di progetto (Rd), calcolato secondo le regole specifiche indicate per ciascuna tipologia
strutturale (Capitolo 4), con riferimento alle situazioni eccezionali.

Verifiche degli elementi strutturali in termini di contenimento del danno agli elementi non
strutturali
Per le costruzioni ricadenti in classe duso I e II si deve verificare che lazione sismica di
progetto non produca agli elementi costruttivi senza funzione strutturale danni tali da rendere la
costruzione temporaneamente inagibile.
Nel caso delle costruzioni civili e industriali, qualora la temporanea inagibilit sia dovuta a
spostamenti eccessivi interpiano, questa condizione si pu ritenere soddisfatta quando gli
spostamenti interpiano ottenuti dallanalisi in presenza dellazione sismica di progetto relativa
allo SLD siano inferiori ai limiti:
a) per tamponamenti collegati rigidamente alla struttura che interferiscono con la
deformabilit della stessa
dr < 0.005 h,

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Normativa sismica

b) per tamponamenti progettati in modo da non subire danni a seguito di spostamenti di


interpiano drp, per effetto della loro deformabilit intrinseca ovvero dei collegamenti
alla struttura
dr drp 0.01 h,
c) per costruzioni con struttura portante in muratura ordinaria
dr < 0.003 h,
d) per costruzioni con struttura portante in muratura armata
dr < 0.004 h,
dove:
dr
h

lo spostamento interpiano, ovvero la differenza tra gli spostamenti al solaio


superiore ed inferiore, calcolati secondo i 7.3.3 o 7.3.4,
laltezza del piano.

In caso di coesistenza di diversi tipi di tamponamenti o struttura portante nel medesimo piano
della costruzione, deve essere assunto il limite di spostamento pi restrittivo.
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Normativa sismica

Qualora gli spostamenti di interpiano siano superiori a 0.005 h (caso b) le verifiche della capacit
di spostamento degli elementi non strutturali devono inoltre essere estese a tutti i tamponamenti,
alle tramezzature interne ed agli impianti.
Per le costruzioni ricadenti in classe duso III e IV si deve verificare che lazione sismica di
progetto non produca danni agli elementi costruttivi senza funzione strutturale tali da rendere
temporaneamente non operativa la costruzione. Nel caso delle costruzioni civili e industriali
questa condizione si pu ritenere soddisfatta quando gli spostamenti interpiano ottenuti
dallanalisi in presenza dellazione sismica di progetto relativa allo SLO siano inferiori ai 2/3 dei
limiti in precedenza indicati.
Verifiche degli impianti in termini di mantenimento della funzionalit
Per le costruzioni ricadenti in classe duso III e IV, si deve verificare che gli spostamenti
strutturali o le accelerazioni (a seconda che gli impianti siano pi vulnerabili per effetto dei primi
o delle seconde) prodotti dalle azioni relative allo SLO non siano tali da produrre interruzioni
duso degli impianti stessi.

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