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Novembre 2016

gratuita

n. 41 anno 4

Genova

Fischi di carta
LETTERE DI GIOVANI FISCHIANTI

Il mare non mai stato amico delluomo. Tuttal pi stato complice della sua irrequietezza.
Joseph Conrad, Lo specchio del mare

CROWFUNDING

iniziata la nostra raccolta fondi online


per diventare associazione culturale e registrarci al
tribunale di Genova come rivista riconosciuta.
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www.fischidicarta.online

E D I T O R I A L E
NOVIT

di Federico Ghillino
Questo un editoriale inusuale, di semplice comunicazione: abbiamo due grandi
novit che sto per esporvi. Procediamo con ordine.

fischidicarta.online
Come avrete gi notato seguendoci su Facebook o guardando la quarta di copertina
del cartaceo che tenete tra le mani, il sito internet ha un nuovo indirizzo, accompagnato
da uno spirito rinnovato. Abbiamo sempre trattato il nostro vecchio fischidicarta.
it soprattutto come un archivio, ora labbiamo ricostruito e rivisto perch non fosse
pi solo quello di prima, ma un nuovo spazio. Sempre fischidicarta insomma, per
reinterpretato: con nuove risorse e possibilit per chi gi nel progetto e per chi vorr
entrarvi. Per noi aggirare in primis il limite di battute/parole, croce di ogni articolista;
per voi fruire delle potenzialit che offre la rete. Racconti di nuova generazione, poesia
aumentata, articoli ipertestuali.

Crowdfunding
Ogni questione burocratica/legale sempre un grattacapo per chi non ne mastica
quotidianamente. Noi per primi. Sappiamo che una rivista tale solo dal momento in cui
viene registrata ad un tribunale. Questioni di firme, carte da bollo e qualche centinaio
di euro. Abbiamo dunque deciso di lanciare allinizio di questo mese una campagna di
raccolta fondi online sulla piattaforma Produzioni dal Basso: per diventare rivista, s,
ma anche associazione culturale, cos da rendere questi fogli pinzati (che questo mese
compiono quattro anni) una realt riconosciuta. Vogliamo diventar rivista vera.
Da aggiungere poco o nulla: leggeteci (sul cartaceo ed online) e, se volete, sosteneteci
(partecipando alla raccolta fondi). Diteci la vostra e discutiamo, confrontiamoci,
cresciamo

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ADRIATICA
di Emanuele Pon

Sera qui che si pensava al mare


dallaltro lato rispetto al litorale
che ci crebbe il fiato
dellAdriatico salmastro di palude
che lo tocchi a perdita docchio
o di passo oltre il frangiflutti,
oltre i rumori, i passi incerti di tutti
i giorni del tempo che abbiamo
come venduto al miglior offerente
e senza un come un perch, camminiamo
avanti in bilico sulla secca costante
della fonda adriatica, cercando la fine
tra il verde e le alghe (il non toccare
pi, la cognizione del fondale
che ci accompagna, tesori come scarti
da scandagliare); tu forse la ami
la meccanica di questacqua strana
che almeno non ti sprofonda io solo spero
di discernere, alla fine, unaltra sponda.

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BOTECO

di Alessandro Mantovani
Hanno sussurrato per i bar di San Vitale
che non ci avrebbero pi visti
cos ben allineati, anche senza biciclette;
che saremmo rimasti
a mordere i marciapiedi
senza precise gravitazioni.
Io invece ho detto che solo questione
di eventi interstellari il tempo
che non possiamo contenere
nel continuo oltrepasso dei confini.
Abbiamo dimostrato il primato
dellazione, sgominando i pensatori,
tirando con precisione, dritto sul bersaglio.
Ora che la caccia finita, amico,
in quei bar di noi si mormorano
mani, si parla di ununit dispersa
tra numeri meridiani e paralleli.
E tutta la notte una coordinata
per tradurre ancora il tempo in parole.

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PLANETARIO

autori

JOHN DONNE

A METAPHYSIC WIT: UN ARGUTO POLIMORFISMO AMOROSO


di Andrea Lanzola
Tennyson e Browning sono poeti, e
pensano; ma essi non sentono il loro pensiero immediatamente come lodore di
una rosa. Un pensiero per Donne era una
esperienza; modificava la sua sensibilit. Cos T. S. Eliot designa in un lampo
la fresca, inimitabile poliedricit dello stile
di John Donne (1572-1631) allinterno del
suo saggio The Metaphysical Poets (1921).
Ed proprio questo immediato, immortale profumo a raggiungere chi si accosti ai
versi di colui che, compagno di taverna di
Shakespeare e Ben Johnson sotto il regno di
Elisabeth I Tudor, decise di dedicare la propria esistenza intellettuale alla produzione
poetica tout court negli anni che vedevano
sopraggiungere quella incerta fase di passaggio tra Rinascimento e Barocco ancora
oggi definita Manierismo. Progressivo
scardinarsi di certezze, perdita delle coordinate che lInghilterra, prossima al conflitto
politico-religioso con la Spagna (del 1588
la sconfitta di Filippo II) in nome di unautonomia sempre difesa allultimo sangue,
realizza in modo particolare rispetto al resto dEuropa, dimostrandosi pi incline ad
una cultura dallimmediato risvolto pragmatico se pur complesso nella ratio filosofica, luminosa e oscura, evidente e criptica al
tempo stesso.
Su questa linea si muove la produzione lirica amorosa di Donne, e soprattutto
nella raccolta Songs and Sonnets (1633) com-

prensiva di liriche giovanili e non. In essa si


avvicendano varie combinazioni metriche
basate sullo zoppicante giambo tipico del
teatro per la cui irregolarit, secondo Johnson, egli avrebbe meritato limpiccagione.
Se i classici greci e latini restano la base imprescindibile, seguiti subito dallo Stilnovo e
da Petrarca, Donne crea un Canzoniere
dove proprio la discordia concors dalle poliedriche declinazioni a dominare; allinterno di questa dimensione trovano posto
concetti metafisici espressi tramite un wit
(arguzia, facezia) gi tipico dellhumor che,
proprio degli inglesi, sar tanto amato da
Wilde e dai suoi successori. Ecco allora
avvicendarsi testi come The Flea, dove lardita struttura demonstrativa si gioca su
una pulce nelle cui punture il sangue degli
amanti si mescola e uccide al tempo stesso,
oppure The good-morrow, dove il buongiorno
degli amanti suggella il reciproco amore,
luno nello specchio degli occhi dellaltro
come i due complementari emisferi terresti, rinnovando tale promessa ogni mattina. Ad essi si contrappongono lortodosso
libertinismo di The indifferent in cui lamante insaziabile giustifica, col beneplacito di
Venere, il suo diritto di essere libero e svincolato beffandosi degli eretici fedeli o la
truce e sanguigna atmosfera di The apparition, dove il fantasma dellamato tradito
ritorner durante lamplesso della donna
col nuovo uomo. Le strutture formali della

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tradizione, molte delle quali prevedevano


un accompagnamento musicale, vengono
variate in libert per consentire uno stile
adatto alla poliedricit di arditi giochi lessicali e letterali, doppi sensi, sdoppiamenti di personalit, dialoghi immaginati e
immaginari che spesso ribaltano il senso
del testo, iperboli troncate, ardite architetture ragionativo-filosofiche. Le metafore di viaggio, cos come le similitudini
dal mondo quotidiano o dalla natura, si
rivelano, accanto ad oggetti/concetti simbolo preludio di quel correlativo che
vedr la propria piena realizzazione nel
Novecento con Eliot e Montale, Savinio e
De Chirico veicoli privilegiati di questa
poetica. Emerge cos uno stile donniano
protobarocco dove il concettismo fine a se
stesso, cos caro in Italia ai coevi Marino
ed Achillini, viene respinto in nome di una
volubile filosofia che ben pu essere sintetizzata in ambito visivo dal precocissimo
dipinto degli Ambasciatori di Hans Holbein
(1533). Nel dipinto in questione, infatti,
luniverso della cultura, dei viaggi, delle
scoperte rappresentato dai tangibili oggetti, dove, a mo di disco volante lanciato
sulla scena, compare il teschio del memento
mori a cui lo stesso Donne guarder dopo
la scomparsa dellamata moglie Anne, il
rifiuto quasi totale delle opere giovanili e
la conversione al Protestantesimo con lassunzione dei voti; ne testimone lultima
parte della sua produzione poetica, in particolar modo lultimo sermone pronunciato il 25 febbraio 1631, un mese prima
della morte, poi pubblicato postumo con il
titolo di Deaths Duell.

IL SOGNO (THE DREAME)


di John Donne

Caro amore, per niente di meno che te


Avrei interrotto questo felice sogno;

era un tema
per la ragione, troppo forte per la fantasia,
perci saggiamente mi hai svegliato; tuttavia
il mio sogno non lhai interrotto, ma continuato.
Tanto tu sei verit, che bastan pensieri di te
Per fare i sogni verit e le favole storie vere;
entra tra queste braccia, poich se hai creduto meglio
che non sognassi tutto il mio sogno, mettiamo in atto
il resto.
Come un lampo o una luce di candela
I tuoi occhi, e non il tuo rumore, mhanno svegliato;

tuttavia ti ho creduta
(poich tu ami la verit) un angelo, a prima vista;
ma quando ho visto che vedevi il mio cuore
e sapevi i miei pensieri, ben oltre arte dangelo,
quando hai saputo cosa sognavo, quando hai saputo
quando
leccesso di gioia mi avrebbe svegliato, e sei venuta
allora,
devo confessare che non poteva che essere
profano il pensarti altra cosa che te.
Il tuo venire e restare han mostrato te, te
Ma lalzarti mi fa dubitare che ora

Tu non sia tu.
debole quellamore in cui altrettanto forte
Il timore;
non tutto spirito, puro e ardito,
se si mescola a timore, vergogna e onore.
Forse, come le torce, che devono essere pronte,
vengono accese e spente, cos tu fai con me;
sei venuta ad attizzare, te ne vai per venire;
sogner dunque quella speranza ancora, ch
altrimenti morirei.

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LINDIFFERENTE (THE INDIFFERENT)


di John Donne

Io posso amare sia la bionda che la bruna,


lei che labbondanza sceglie, e lei che lindigenza
tradisce,
lei che ama la solitudine, e lei le mascherate e le commedie,
lei allevata in campagna, e lei in citt,
lei che si fida, e lei che mette alla prova,
lei che lacrima sempre con occhi come spugne,
e lei che sughero secco e mai non piange;
io posso amare lei, e lei, e te, e te,
io posso amare ognuna, solo se fedel non .
Nessun altro vizio vi accontenter?
Non vi servir fare a vostra volta come fecero gi le
vostre madri?
O avete consumato tutti i vecchi vizi, e altri ora ne
cercate?
O vi tormenta un timore, che gli uomini sian fedeli?
Oh, non lo siamo, e non lo siate voi.
Chio ne conosca venti, e voi altrettanti.
Rapinatemi, ma non legatemi, e lasciatemi andar via.
Devo io, che venni a viaggiarvi dentro,
diventar vostro suddito fisso perch siate fedeli?
Venere mi ud sospirare questa canzone
E, per la Variet, la pi dolce qualit dellamore, giur
Di non averla mai finora udita, e che mai pi dovesse
Esser cos.
And, indag, e presto ritorn
e disse: Ahim, ce ne sono due o tre
laggi, poveri eretici in amore,
che pensano di stabilire una costanza pericolosa,
ma a loro ho detto, dacch volete essere fedeli,
fedeli sarete a quelle che infedeli vi saranno.

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LA PULCE (THE FLEA)


di John Donne

Basta che osservi questa pulce, e osserva in questo


Quanto sia poco quel che tu mi neghi;
me ha succhiato per primo, e ora succhia te,
e in questa pulce mischiato il nostro sangue;
tu lo sai che ci non si pu chiamare
peccato, o vergogna, o perdita di verginit,
eppure questa gode prima di corteggiare,
e, satolla, sinturgida di un sangue fatto di due,
e questo, ahim, pi di quanto noi faremmo.
Oh, frmati, risparmia tre vite in una pulce,
dove noi siamo quasi, anzi pi che sposati:
questa pulce tu e io, e questo
il nostro letto nuziale, e tempio nuziale;
se recalcitrano i genitori, e tu, noi siamo congiunti
e claustrali in questi viventi muri di giaietto1.
Pur se luso ti rende atta ad uccidermi,
non lasciar che a questo si aggiunga il suicidio,
e il sacrilegio: tre peccati nellucciderne tre.
Crudele e avventata, hai nel frattempo
Imporporato la tua unghia nel sangue dellinnocenza?
Di che cosa poteva aver colpa questa pulce
Se non di quella goccia che da te aveva succhiato?
Eppure tu trionfi e dici che
non trovi pi deboli ora n te, n me:
vero, impara allora quanto sono false le paure;
proprio altrettanto onore, quando mi ti concederai,
sar sprecato, quanto la morte di questa pulce di
vita ti ha privato.

Lignite nera, termine allepoca indicante anche un tipo di marmo.

BIBLIOGRAFIA
John Donne, Poesie, a cura e con traduzione di Alessandro Serpieri e Silvia Bigliazzi, Milano, BUR, 2015
8

Fischi di carta

LE
POESIE
DEI
LETTORI

POESIA SENZA TITOLO


di Luca Ventura
ma che bella eredit
scivola nelle le mie mani
un cielo viola, violato
da antenne, scie, luminarie
e in mezzo, mezzo affogata
in questa via lattea rancida
una luna andata a male
come una mozzarella blu
ma che bella umanit
con la sua striscia di lumaca:
un lascito di rifiuti
ai lati dogni carreggiata.
il bicchiere mezzo vuoto e
il ghiaccio che si scioglie
la vigna delle nubi
devastata
dalla botrite
ma che bella eredit
come posso rifiutare
come posso rifiutare
no, davvero, come si fa?

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ELEMENTI

riflessioni

GOTICO ITALIANO
di Martina Podest

Era il 1764 quando usciva Il castello


di Otranto di Horace Walpole, primo
romanzo gotico della storia che ebbe
il merito di dare avvio alla narrativa
dellorrore: da met Settecento un
esercito di fantasmi, vampiri e scienziati
pazzi invase la letteratura mondiale.
Nel corso dei secoli, per, lItalia
sembr resistere con forza a questa
invasione; escludendo le influenze
gotiche di alcune opere degli Scapigliati,
e i romanzi di autori come Mistrali e la
Invernizio, nellOttocento questo genere
ebbe ben poca presa sugli autori italiani.
La situazione nel Novecento non
sembra cambiare; il racconto dellorrore
prerogativa di divertissement isolati, e
sebbene alcuni scrittori come Mario
Soldati nelle sue Storie di spettri affrontino
temi tipicamente gotici, le influenze
orrorifiche per lo pi si limitano a fare
da sfondo nei capolavori di Landolfi, o
nei racconti del mistero di Buzzati.
solo negli anni Novanta che la
letteratura di genere in particolare
quella dellorrore fiorisce: nel 1994 un
gruppo di scrittori e registi si riunisce
attorno alla figura di Dario Argento
creando il gruppo neo-noir, che si
proponeva di trasferire le atmosfere
sanguinose dei film di Argento in racconti
fulminei, crudi, in cui protagonisti non
sono fantasmi e vampiri bens serial
killer.
10

Ci troviamo in presenza della


negazione del genere giallo: non esiste
alcun detective, non c giustizia;
ogni atto, anche il pi terribile, resta
impunito. Ci che importa a questi
autori descrivere londata di violenza
immotivata che aveva sommerso lItalia
in quegli anni, limmaginazione degli
autori si intreccia ai pi neri fatti di
cronaca.
Nel 1996, invece, Einaudi lancia
sul mercato unantologia che far
da spartiacque alla narrativa horror
successiva, Giovent cannibale, che
vedeva in Ammaniti e Nove i principali
esponenti. Centrali, nei loro racconti,
branchi di giovani instupiditi dalla
televisione e dalla pubblicit, figli di
pap annoiati che usano la violenza
come unalternativa alla solita serata
di svago. La crudelt talmente spinta
da diventare grottesca; un umorismo
caricaturale nei confronti dei personaggi
creati permea tutti i lavori di questi
autori.
La corrente neo-noir e quella
Cannibale hanno in comune lassenza
dellelemento
soprannaturale:
a
terrorizzare
non
sono
creature
immaginarie ed oscure, ma la follia di
persone che potremmo incontrare tutti
i giorni.
Che fine ha fatto allora lhorror
soprannaturale, popolato di mostri e

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creature immaginarie, allinterno della


narrativa italiana?
Lorrore soprannaturale non
sparito, relegato ai margini della
letteratura, affidato per lo pi a riviste e
siti specializzati, o annidato nelle opere
minori di alcuni autori: nei racconti di
Lucarelli, molto meno conosciuti dei
romanzi, troviamo fantasmi assassini;
domestiche con poteri stregoneschi,
ombre demoniache; ci troviamo di fronte
a racconti che potrebbero essere inseriti
in una raccolta di novelle dellorrore
del Novecento come Horroriana, edita da
Mondadori.
tuttavia nei racconti di un altro
autore, Eraldo Baldini altro giallista
che fa incursione nellhorror, come
il collega Lucarelli che ci troviamo
davanti ad una mitologia del terrore del
tutto nuova e italiana; le atmosfere sono
quelle agresti dei campi e dei boschi della
Romagna in cui i bambini si muovono con
le loro biciclette inseguiti dalle creature
della leggenda: nascosta nella nebbia c
la terribile Borda che con una corda e
con una legaccia, prende i bei bambini e
poi li ammazza; con una corda di canapa
rozza, prende i bei bambini e poi li
strozza. Certo, abbiamo anche elementi
classici come fantasmi, o animali
indemoniati, ma nei racconti di Baldini
tutto rielaborato e filtrato in unottica
italiana, rurale. Protagonisti sempre i
bambini; terrorizzati o crudeli, vittime
o carnefici: la descrizione dellinfanzia
come periodo di scoperta delle proprie
paure, di conoscenza del male, , come
nei racconti di King, fondamentale.
Anche lambientazione scelta dai due
autori molto simile; siamo in paesini di

provincia in cui il tempo sembra essersi


fermato, in cui i bambini si muovono
in comitiva, ai margini dei boschi,
imbattendosi nel nuovo, nel diverso: la
Romagna di Baldini il Maine di King.
Baldini ha creato un nuovo genere,
quello del Gotico rurale (dal titolo di una
sua raccolta di racconti): ha creato quindi
qualcosa di nuovo partendo da elementi
e spunti dellhorror classico. Molti altri
autori italiani, come Valerio Evangelisti
o Michele Mari hanno saputo intrecciare
lhorror ad altri generi e rielaborarlo in
unottica personale, creando ibridazioni
del tutto originali: questo genere in Italia
resta per emarginato ad un pubblico
di soli appassionati, non conosciuto,
nascosto nellombra, come i fantasmi da
cui muove i primi passi

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OGNI ADOLESCENZA COINCIDE CON LA GUERRA


di Diletta Porcheddu

Il periodo della vita che va dai 13 ai


19 anni forse soggetto del pi grande
numero di luoghi comuni che siano
mai stati creati dal linguaggio umano.
Rivaleggia solo con il tempo, ma vince
al fotofinish grazie a definizioni come
Gli anni dello sviluppo, Una fase di
transizione o la pi utilizzata di tutte:
Gli anni pi belli.
Forse non tutti saranno daccordo
con questultimo giudizio sugli anni
delladolescenza; tuttavia, ci sono
oggettive ragioni per considerarli
quantomeno come i pi interessanti,
sia a livello psicologico che soprattutto
sociale.
Ed appunto questo il motivo per
cui la sensibilit di molti artisti ne
stata affascinata a tal punto da renderli il
centro della loro attenzione; i primi anni
del Novecento tedesco, in particolare,
sono stati il fulcro di alcune delle migliori
opere sulladolescenza del secolo.
Che gli scrittori del periodo, vivendo
il cruciale passaggio tra due secoli
diversissimi tra loro, caratterizzato da
estrema incertezza e timore per il futuro,
abbiano avuto reminiscenze di un
momento della loro vita in cui, in piccolo,
le sensazioni erano state le stesse?
Questa una teoria come unaltra,
ma indubbio che i romanzieri tedeschi,
con le loro svariate opere, abbiano saputo
trattare il tema con una profondit rara,
ai limiti del filosofico.
E parliamo sia di libri conosciutissimi
come il Siddartha di Herman Hesse (1922),
romanzo simbolo delladolescenziale
12

ricerca di se stessi, sia di altri ugualmente


belli ma meno conosciuti dal grande
pubblico, come Il giovane Trless di
Robert Musil (1906).
Trless un ragazzo dotato di una
spiccata sensibilit che studia in un
collegio militare asburgico. Il romanzo si
concentra particolarmente sulla sua vita
interiore, ed egli appare sempre come
spettatore esterno dei tragici eventi che
lo vedono coinvolto.
Egli ne diventa partecipe solamente
quando, bisognoso di sfuggire alla sua
onnipresente noia, alla ricerca della
seconda vita delle cose, la quale in
realt non si rivela essere altro che la
ricerca di se stesso portata avanti in
modi molto diversi tra loro, per esempio
studiando Kant e i numeri immaginari
in matematica, ma anche soddisfacendo
segrete pulsioni.
Per contro, uno dei momenti pi
interessanti del libro il paragrafo in cui
ci viene concessa unocchiata alla vita
del Trless adulto: egli liquida quelle
che prima gli sembravano domande
importantissime,
fonti
di
infiniti
turbamenti e angosce notturne, con le
parole una piccola dose di veleno, per
togliere allanima una salute troppo
tranquilla e sicura.
evidente come Musil, che scrisse
questo romanzo mentre studiava
psicologia sperimentale a Berlino, abbia
colto perfettamente lessenza effimera,
la caducit del particolare stato danimo
che accompagna ladolescenza, in fondo
il motivo dellatavica incomprensione tra

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chi quel periodo lo sta vivendo e chi lha


gi superato.
C anche per chi invece non riesce a
dimenticare cos prontamente le proprie
turbe adolescenziali, ed destinato a
ritrovarle nella vita adulta, in negativo o
in positivo.
Decisamente negativo il resoconto
di Franz Kafka, che nella sua Lettera al
Padre (1919) racconta di come il cattivo
rapporto che aveva col padre in giovent
abbia influenzato tutta la sua vita adulta,
mentre una prospettiva pi ottimista
viene offerta da Thomas Mann nella
sua novella Tonio Krger (1903), il cui
omonimo protagonista lalter ego dello
scrittore stesso.
Tonio vive in un quartiere borghese, e
mentre i suoi coetanei sono tutti animati
da, a suo dire, sane passioni, quali
lo sport e i libri sui cavalli, lui invece,
musicista e avido lettore di classici, si
sente costantemente straniero tra gli
altri ragazzi.
Questa sua diversit gli provoca
sentimenti contrastanti: da una parte
la detesta, poich vorrebbe essere
rispettabile come i suoi compagni di
scuola e come il suo stesso padre, ma in
fondo sottilmente orgoglioso di non
possedere la solida mediocrit degli
altri.
Alla fine della novella egli, divenuto
scrittore, capir che la sua adolescenza
stata fondamentale per la sua futura
carriera; che il forte turbamento che
provava altro non era che la radice della
sua sensibilit artistica, e che avrebbe
potuto sublimarlo in unopera senza
tempo. Tonio, a quel punto, accetta i
sentimenti provati durante quel periodo.

Ma, daltra parte, egli un artista,


una condizione piuttosto simile a quella
di un adolescente: entrambi, in fondo,
hanno una profonda connessione con la
propria vita interiore e una sensibilit pi
acuta verso il mondo e i suoi problemi,
che spesso risulta in un tormento sottile
e costante. La differenza sta tutta nella
capacit di espressione dei sentimenti
e dei pensieri, uno dei peggiori incubi
delladolescente
incompreso
dai
professori, dai genitori, da se stesso.
E forse, il compito degli artisti che
scrivono di adolescenza proprio questo:
dare voce a chi si ritrova categorizzato in
un luogo comune

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MIGRAZIONI

traduzioni

Dylan Thomas nasce nel 1914 a Swansea, nel Galles. Talento precoce, comincia a scrivere poesie da giovanissimo e lavora a Londra come sceneggiatore.
Soggiorna a pi riprese negli Stati Uniti, dove viene invitato a leggere i suoi componimenti. Per molti larchetipo del poeta maledetto per via della sua dipendenza
dallalcool, viene ricoverato nel 1953 a New York per coma etilico, ma muore pochi
giorni dopo di polmonite.
Traduzione di Maurizio Brancaleoni.
MY HERO BARES HIS NERVES

IL MIO EROE SNUDA I NERVI

My hero bares his nerves along my wrist


That rules from wrist to shoulder,
Unpacks the head that, like a sleepy ghost,
Leans on my mortal ruler,
The proud spine spurning turn and twist.

Il mio eroe snuda i nervi su quel mio polso


che governa da polso a spalla,
spacchetta la testa che, come uno spettro assonnato,
si appoggia sul mio mortale governante,
la fiera spina dorsale sdegnante curve e torsioni.

And these poor nerves so wired to the skull


Ache on the lovelorn paper
I hug to love with my unruly scrawl
That utters all love hunger
And tells the page the empty ill.

E questi poveri nervi cos connessi al cranio


dolgono sulla carta priva damore
che abbraccio per amare con i miei scarabocchi
disordinati che manifestano tutta la fame damore
e raccontano alla pagina il vuoto male.

My hero bares my side and sees his heart


Tread, like a naked Venus,
The beach of flesh, and wind her
[bloodred plait;
Stripping my loin of promise,
He promises a secret heat.

Il mio eroe snuda il mio fianco e vede il suo cuore


solcare, come una Venere nuda,
la spiaggia della carne, e annodare la treccia
[rossosangue;
spogliando i miei lombi di promessa,
promette una segreta calura.

He holds the wire from this box of nerves


Praising the mortal error
Of birth and death, the two sad knaves of thieves,
And the hungers emperor;
He pulls the chain, the cistern moves.

Lui tiene il cavo di questa scatola di nervi


lodando lerrore mortale
di nascita e morte, quei due tristi furfanti di ladri,
e limperatore della fame;
lui tira la catena, e la cisterna si muove.

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Fischi di carta

PROSSA NOVA

racconti

LUNA STORTA
Di Amelia Moro

Ti amo. Dal profondo del cuore.


Fottiti
Per qualche motivo, il suo coinquilino riusciva sempre a renderla nervosa. Eccolo l, steso sul divano, con quel
suo odore forte da adolescente, di alcool, sudore e deodorante da pochi soldi,
un braccio penzolante appeso alla sua
maglietta mentre lei in ritardo. Dai
Francesco, non fare lidiota. Devo andare a lezione! si sgancia dalla presa e
si precipita al bagno. Chiuso. Riprova,
ma proprio chiuso a chiave. Come
si chiama questa? urla verso il salotto
Iris, si chiama Iris le risponde Francesco ridacchiando. Anna fa un profondo
respiro e si appende alla maniglia: Iris,
tesoro, tu non mi conosci, sono Anna, la
coinquilina di Francesco, e vedi, io abito
qui e questo il mio bagno, e io ne ho bisogno adesso Iris, proprio adesso, perch
devo andare a lezione e sono maledettamente in ritardo. Iris mi senti? e prende
a dare dei colpetti non proprio delicati
alla porta. Quellidiota di Francesco si
rotola sul divano, e ride, come ride. Ride
troppo. Cosa nascondi, infame? Parla!
Ma che c da ridere? Non si chiama non si chiama Iris E allora?
Che vuoi che me ne importi? Tanto domani in quel bagno ce ne trovo unaltra,
non sto certo ad impararmeli tutti, i loro
nomi lui le fa un sorriso da Stregatto:
Ma questa questa Selene.
Quel nome Anna se lo ricorda trop-

po bene. Era lunica ragazza che, a sua


memoria, avesse mai respinto Francesco.
Una sera, dopo aver suonato in qualche
locale, lui era tornato a casa senza aprire
bocca, sembrava un albero schiantato. Si
era chiuso in camera con la sua chitarra,
ripetendo per ore gli stessi tre accordi lamentosi che Anna aveva ascoltato tutta
la notte, sdraiata nel letto attaccato alla
parete che separava le due stanze.
In seguito, era riuscita a scoprire molto poco sulla ragazza misteriosa
che tanto lo aveva fatto soffrire: Francesco era evasivo, si tormentava il ciuffo
e accennava un sorriso mesto prima di
cambiare argomento. Suggestionata dal
nome, Anna la immaginava lunare, con
unaura mistica, i capelli lisci, lunghi, di
un biondo freddo dalla luce argentea. E
ora la risposta allenigma sta l, chiusa
nel suo bagno, ad un passo da lei. Guarda Francesco e lo percepisce autenticamente felice dalla risata gorgogliante e
sonora, simile a quella di un bambino
piccolo, cos diversa da quella strascicata, distaccata, che usa di solito. Ed felice per lui, anche se questo non ha senso.
Dai, non andare a lezione. Resta
a fare colazione con noi! Bruciamo la
scuola! Io non vado pi a scuola Francesco, vado alluniversit, e anche tu
dovresti andarci. O almeno, farti vedere qualche volta. ma il tono affettuoso
smorza il sarcasmo delle sue parole E
va bene, entrer per la seconda lezione.

Fischi di carta

15

Tanto, ormai. E poi, inutile negarlo,


curiosa di vedere Selene. Quanto si era
tormentata su quel nome, chiedendosi
cosa avesse di straordinario, cosa avesse
pi di lei.
Si chiude in camera sua e si fissa nello specchio, poi dice, a bassa voce, ma
risolutamente: Non puoi amarlo, un
idiota ma dice idiota e le viene da sorridere, dice idiota, e le piace di pi. Lo
sbircia dalla porta: ancora arenato sul
divano, con il suo libro, una copia delle
Elegie Duinesi di Rilke, tutto frusto, con
le pagine ondulate, macchiate di caff e
zeppe di sottolineature. Era lunico libro
che Anna gli avesse mai visto leggere.
Non lo finiva mai? Lo finiva e lo ricominciava ogni volta? Faceva solo finta,
per darsi un tono? Di certo lo portava
sempre con s, in una delle enormi tasche del suo cappotto nero. Anna era
affascinata dalla sua dedizione, anche
senza comprenderla. E se era vero, come
dicevano, che ogni scrittore non fa altro
che copiare, mettendo dentro il suo libro
tutto ci che ha letto e ascoltato nella
sua vita, allora si poteva concludere che
in ciascun libro ci fossero tutti i libri. E
allora forse leggere un solo libro, a patto
che lo si facesse con instancabile puntiglio ed esclusivo amore, equivaleva ad
averli letti tutti.
In quel momento la porta del bagno si apre, e Anna rimane congelata a
guardare in faccia lenorme differenza
tra realt e fantasia, che si concretizza
di fronte ai suoi occhi nel corpo e nel
volto di una ragazza dagli occhi scuri,
con la bocca grande e i denti un po cavallini, un nastro nero che le decora il

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collo. Non che fosse brutta, ma poteva,


poteva mai essere Selene quella ragazza
cos, cos ordinaria?
Intorno al tavolo della cucina laria
sembra di ghiaccio. Anna si sente in dovere di sciogliere la tensione: Sai che il
tuo nome in greco significa luna? Oh,
ma che bello! Ma tu sai il greco! Deve
essere molto interessante! Ho fatto
il classico taglia corto Anna. Anna
straordinaria dice Francesco, convinto
studia sempre, studia matematica adesso. Ma fa anche un sacco di volontariato aggiunge, indicando come prova la
maglietta dellassociazione che Anna
porta addosso, con un planisfero rappresentato al contrario e la scritta questione di punti di vista. Lei Lei e
prende a fare disegni in aria con le dita,
disegni in cui Anna vede tutte le cose
belle, tulipani, brioches calde, temporali
lei un eroe dei nostri tempi. Secondo me, poi. Sentendo quel complimento, Anna percepisce un palloncino
arancione, frizzante come aranciata, che
le si gonfia nel petto. Caff? chiede
Francesco. Per s, aveva preso una birra. Una birra anchio fa Selene. Anna
lo guarda aprire il frigo, tirare fuori la
bottiglia e appoggiarla sul collo delicato della ragazza. La vede sobbalzare al
contatto del vetro ghiacciato sulla nuca
e qualcosa sobbalza anche dentro di lei.
Forse solo il palloncino arancione che
scoppia. Francesco, muovendosi come
un gatto per la cucina, prende un pacco
di biscotti, come a voler dare a quella
strana colazione una parvenza di normalit. Prendete e mangiatene tutti
dice, lanciandolo sul tavolo. Aspetta

Fischi di carta

questa battuta di che film era? gli


chiede Selene, con uningenuit troppo
autentica per essere simulata. Anna decide che si fatta del male a sufficienza
e si alza per prepararsi ad uscire. Mentre mette il cappotto, nota che Francesco lha seguita, ed alle sue spalle. Sei
arrabbiata No gli risponde lei, con
la gola stretta Ma senti fa lui laltra
notte io sei tu che non hai voluto
Si, infatti Io non ti capisco non capisco cosa vuoi ma Anna non sa spiegarglielo. Non vuole essere un nome tra
i nomi nella lista delle ragazze che sono
transitate dal suo bagno, tra Iris, Selene
e chiss chi. E allora cosa vuole? Una
storia seria, sposarlo e vissero tutti felici e ma no, immaginare Francesco in

quella veste come pensare ad un elefante come animale domestico, acconciato da ballerina. Cosa vuole? Vuole
lui, e lei, sempre cos, Francesco vestito
di nero, che suona la chitarra sul divano, lei sdraiata sul tappeto, che gioca
a far centro con le olive nel bicchiere.
Semplicemente cos, per per sempre si
pu avere? E siccome tutti questi pensieri non riesce ad esprimerli in un modo
che abbia un senso, si gira ed esce. Gi
sulle scale le viene da piangere, ma poi
ripensa a Prendete e mangiatene tutti
e comincia a ridere. In strada la vedono
piangere e ridere, e pensano che sia pazza, ma tutta colpa del suo coinquilino,
riesce sempre a renderla nervosa

PROSSA DEI LETTORI


Fa teatro ma non un attore e nemmeno un regista. Fa musica ma non un cantante e non sa
suonare. Scrive ma non un autore. Non niente, purtroppo o per fortuna. A scrivere per lui ci pensa un
personaggio appena nato, ancora ben nascosto dentro il suo inconscio: Alessandro Marafioti

VANIGLIA

di Alessio Aronne
Vivo per nuocere a me stesso, ho il cancro. Spero di morire domani. Ho paura. Sono
una moltitudine, non ho pensiero. Vivo per ammazzare il tempo. Ho mal di pancia.
Sono io.
Non credo che questo sia un libro, credo che sia
A qualche coglione questa roba potr piacere, parlo di quei coglioni che oggi chiamiamo intellettuali. Parlo di quelli che vanno a teatro a vedere il teatro diverso, che
cazzo vuol dire teatro diverso? un genere teatrale?
Ora penso a come spacciare il mio libro, la mia ragazza in Spagna che piange al
telefono e io sto qui a fantasticare sul successo di una cosa che definisco merda ma che in
realt non vedo l'ora che diventi un fenomeno di massa in grado di farmi fare quei soldi

Fischi di carta

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che faccio finta di disprezzare. Mi comprerei una bella macchina, una bella casa con
governante annessa (e poi camerieri, maggiordomi e autista) e soprattutto mi comprerei
delle donne, mi piace masturbarmici dentro. Non voglio pagarle, potrei anche farlo ma
a patto che riescano a convincermi che quello che sto facendo... a loro piaccia sul serio.
Si vede che ho fatto Ragioneria? Scusate... Si legge che ho fatto Ragioneria? Grassano! questo il... No, solo colpa mia.
Pi vado avanti e pi scrivo, questo non il computer per le seghe, su questo computer faccio solo le cose serie, per masturbarmi uso il vecchio fisso; xvideos.com (ho messo
un punto e virgola, ci sta) tre puntini il sito che uso ma preferisco di gran lunga
Pornhub, il migliore di tutti, Youporn mette troppi virus e ha una qualit pi bassa.
Non so come mai ma avevo l'impressione che sarei finito a parlare di siti porno, sono
la mia vita, me la distruggono e io continuo a farmici mangiare il cazzo. Madison Ivy,
Asa Akira, Jessica Jaymes... No, non un libro sulla dipendenza da pornografia, anche
perch questo non un libro, pi
Sto solo fingendo di fare quello strano,
sperando che nessuno s'accorga
del mio pessimo italiano.
Titolo poesia: Sborra
Autore: Alessandro Marafioti
Opera: Raccolta 1987 2015
Questo il mio primo ditoscritto, perch ora non si scrive pi con le mani... ma con
le dita. (sono talmente un genio che morir cornuto!)

INFISCHIATENE

recensioni

ALEJANDRO ZAMBRA

RISPOSTA MULTIPLA (SUR, 2016)


di Irene Buselli
La particolarit pi evidente di Risposta multipla, lultimo libro del cileno Alejandro
Zambra, sicuramente la sua struttura: modellato sulla Prova di Abilit Verbale che,
insieme a quella di Abilit Matematica, costituiva la Prova di Attitudine Accademica adottata
in Cile dal 1966 al 2002 il suo aspetto in tutto e per tutto quello di un eserciziario
a crocette.
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Fischi di carta

40. Gli studenti vanno alluniversit per


A) dormire
morire
B) bere
pensare
C) studiare
protestare
D) piangere
leggere
E) comprare

guardare le vetrine
La prima tematica del libro , quindi,
intrinseca alla sua forma: pagina dopo pagina, quello che pu sembrare un semplice
gioco linguistico si rivela una critica profonda al modello educativo cileno. Critica che si esprime quasi esclusivamente in
modo implicito, attraverso la straordinaria
parodia che Zambra fa scaturire dallaccostamento di quesiti in cui lassurdo e il
reale si mescolano fino a confondersi.
Come nella maggior parte dei test a
risposta multipla, infatti, appare presto
chiaro che per rispondere alle domande
non era necessario saper scrivere, non
era necessario farsi unopinione, non era
necessario esprimere niente, nessuna idea:
bastava barrare le caselle e indovinare il
trabocchetto.
Il messaggio affidato a questa struttura
cos particolare, tuttavia, non si limita alla
caricatura di un paradigma scolastico. Anche quando il gioco diventa poco pi di un
pretesto, il lettore continua a sentirsi chiamato, se non a rispondere, a esaminare
le opzioni date alla ricerca di risposte che
spesso non esistono, a studiare i suggerimenti casella per casella, scoprendo che
essi possono essere troppi, troppo pochi,
talvolta persino tutti uguali. Il coinvolgimento del lettore diventa parte integrante
dellopera, mostrando come per lautore
luso della lingua assuma una forte valenza
etica. In questo e, in generale, nel vedere
la sperimentazione letteraria come opposizione a forme e poteri dominanti Zam-

, non per

bra si avvicina molto a Roberto Bolao,


scrittore che egli stesso ha definito come
un fratello maggiore.
Ma il vero punto di forza di questo libro ci che lo distingue definitivamente
da un esercizio di stile la sua capacit di
raccontare storie e di farne percepire al lettore la potenza narrativa sfidando la frammentariet della lingua. E queste storie
hanno, ciascuna a proprio modo, un protagonista comune: il Cile. Ogni frammento di narrazione disegna tratti diversi della
societ cilena, perlopi evidenziandone le
contraddizioni e rimarcandovi passo per
passo limpronta del pinochetismo.
In questo senso, Risposta multipla pu
essere anche definito un romanzo sul
conflitto: quella che viene messa in luce
soprattutto la tensione tra io e noi, che
si esprime tanto nella descrizione dei rapporti familiari quanto nella profonda critica politico-sociale che si insinua in ogni
pagina.
Noi viviamo nel paese dellattesa, passiamo la vita ad aspettare, il Cile unimmensa sala dattesa e moriremo aspettando il nostro numero.
Affrontare una materia cos disorganica e densa allo stesso tempo, muovendosi
spesso sul confine tra fiction e non fiction,
significa correre un rischio. Ed questo rischio che rende Risposta multipla unopera per molti aspetti straordinaria

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Laura Calpurni, Anna Denaro, Edoardo Garlaschi, Enrico Giomi,
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