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BORSA ITALIANA, STRUMENTI E TEORIA FINANZIARIA

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LA BORSA ITALIANA
Mercato organizzato sul quale si negoziano strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, Titoli di Stato,
strumenti derivati, titoli rappresentativi di merci, valute) ad un prezzo che nasce dallincontro tra domanda e
offerta. La principale funzione della Borsa consiste nel garantire unefficiente allocazione delle risorse
finanziarie dai datori di fondi (tradizionalmente i risparmiatori) ai prenditori di fondi (societ emittenti e
Stato), concentrando gli scambi entro limiti spazio-temporali ristretti. In effetti la Borsa costituisce il luogo
in cui si incrociano la domanda e lofferta di capitale, attraverso la negoziazione in titoli. La Borsa
garantisce, dunque, la negoziabilit degli strumenti finanziari, grazie alla trasparenza nelle modalit di
formazione dei prezzi, alla rapidit delle transazioni e alla garanzia contro il rischio di insolvenza della
controparte. Viene sancita, inoltre, la liquidit del mercato attraverso la presenza di operatori disposti a
concludere in ogni momento transazioni di compravendita sui singoli strumenti finanziari. Landamento della
Borsa strettamente connesso allo sviluppo delleconomia del Paese di appartenenza: una crescita del
mercato di Borsa dovuta al rafforzamento delle imprese in esso quotate e, quindi, ad un consolidamento
dello sviluppo economico; viceversa, la presenza di un mercato al ribasso sintomatico di una crisi, che pu
interessare singoli settori o lintero sistema economico.

MTA (MERCATO TELEMATICO AZIONARIO)


Comparto della Borsa valori italiana in cui si negoziano, per quantitativi minimi (lotto minimo) o loro
multipli, azioni (azioni ordinarie, azioni privilegiate, azioni di risparmio), obbligazioni convertibili, warrant,
diritti d'opzione e certificati rappresentativi di quote di fondi mobiliari e immobiliari chiusi quotati in Borsa
(articolo 1.3 del Regolamento dei mercati organizzati e gestiti dalla Borsa Italiana S.p.A.).
Gli orari sono definiti in base al segmento di appartenenza dell'azienda:
segmento blue chip
aziende con capitalizzazione > 800 milioni di euro
segmento star
aziende con flottante minimo:
se in prima quotazione almeno pari al 35% del capitale rappresentato dalle azioni aventi diritto di
voto nell'assemblea ordinaria
se gi quotate pari ad almeno il 20% del capitale rappresentato dalle azioni aventi diritto di voto
nell'assemblea ordinaria

Orario segmento blue chip & star


08.00 - 09.15 asta di apertura-fase di preapertura
09.15 - 09.20 asta di apertura-fase di validazione
09.20 - 09.30 asta di apertura-fase di apertura
09.30 - 17.30 negoziazione continua
oppure
segmento borsa ordinaria
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tutte le aziende che non rientrano nei due segmenti blue chip e star; divisa in classe 1 e 2 in funzione della
capitalizzazione

Orario segmento borsa ordinaria classe 1


08.00 - 09.15 asta di apertura-fase di preapertura
09.15 - 09.20 asta di apertura-fase di validazione
09.20 - 09.30 asta di apertura-fase di apertura
09.30 - 17.30 negoziazione continua

Orario segmento borsa ordinaria classe 2


08.00 - 11.45 asta di apertura-fase di preapertura
11.45 - 11.50 asta di apertura-fase di validazione
11.50 - 12.00 asta di apertura-fase di apertura
12.00 - 15.30 negoziazione continua

E' effettuato un controllo automatico di tre tipi:


limite massimo di variazione del prezzo delle proposte rispetto al prezzo di riferimento del giorno
precedente:
per azioni, diritti, obbligazioni convertibili, quote di fondi chiusi + - 90%
limite massimo di variazione dei prezzi dei contratti (prezzo teorico di apertura) rispetto al prezzo di
riferimento del giorno precedente:
per azioni, quote di fondi chiusi +/- 10%
warrant e diritti +/- 30%
obbligazioni convertibili +/- 5%
(Questa la condizione per la validazione del prezzo teorico di apertura)

limite massimo di variazione dei prezzi fra due contratti consecutivi:


per azioni, warrant, quote di fondi chiusi +/- 5%
per diritti +/- 15%
per obbligazioni convertibili +/- 2.5 %

INFORMAZIONI AL PUBBLICO SUL MERCATO MTA


1. Per agevolare le decisioni di investimento, di disinvestimento, nonch la verifica delle condizioni di
esecuzione delle operazioni nei mercati, la Borsa Italiana provvede, attraverso le strutture telematiche di
supporto alle negoziazioni, alla diffusione tempestiva al pubblico, anche per il tramite di terzi, delle
informazioni riguardanti le condizioni di mercato e le operazioni effettuate per singoli strumenti finanziari.

2. Ogni giomo, al termine delle negoziazioni, la Borsa Italiana provvede altres a diffondere mediante
supporto informatico il Listino ufficiale, contenente le informazioni relative ai contratti conclusi per ciascuno
strumento finanziario.
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3. La Borsa Italiana non diffonde al pubblico informazioni relative all'identit degli operatori contraenti.

Durante la fase di pre-apertura sono disponibili al pubblico in tempo reale, per ciascuno strumento
finanziario, le seguenti informazioni:
a) prezzo teorico di apertura e relativa quantit negoziabile;
b) prezzi e quantit della migliore proposta in acquisto e in vendita;
c) quantit presenti in acquisto e in vendita per i cinque migliori livelli di prezzo.

Durante la fase di negoziazione continua sono disponibili al pubblico in tempo reale, per ciascuno strumento
finanziario, le seguenti informazioni:
a) prezzi e quantit della migliore proposta in acquisto e in vendita;
b) quantit presenti in acquisto e in vendita per i cinque migliori livelli di prezzo;
c) prezzo dell'ultimo contratto concluso, orario di conclusione e relativa quantit negoziata;
d) quantit e controvalore negoziati cumulati.

Il Listino ufficiale riporta, per ciascuno strumento finanziario, almeno le seguenti informazioni:
a) numero dei contratti conclusi;
b) quantit totale negoziata;
c) prezzi minimo e massimo e relative quantit negoziate;
d) prezzi di apertura, ultimo, di riferimento e ufficiale.

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L'AZIONE
L'azione una frazione del capitale sociale di un'azienda. Comprando un'azione si acquista quindi una parte
della societ. Ogni azione ha lo stesso valore nominale e conferisce ai possessori uguali diritti.

Azione ordinarie
Le azione ordinarie sono nominali e cio intestate al proprietario.
Le azioni ordinarie danno i seguenti diritti:
Dividendi: una parte proporzionale degli utili netti
Opzione: sottoscrizione di azioni o obbligazioni convertibili nel caso di aumento di capitale.
Assemblea: partecipare con diritto di voto alle assemblee.
Recesso: il diritto di vendere le proprie azioni e di ottenerene la liquidazione

Azione privilegiate
Le azioni privilegiate sono nominali e cio intestate al proprietario.
Le azioni privilegiate danno i seguenti diritti:
Dividendi: fruiscono di una specifica quota di utili distribuibili precedente all'assegnazione degli utili alle
azioni ordinarie.
Dividendo cumulabile: danno diritto per un certo numero di anni al recupero di dividendi non corrisposti .
Dividendo limitato:un dividendo minimo prioritario con un'eventuale ulteriore limitata assegnazione degli
utili, successiva al soddisfacimento dei diritti di altre categorie di azioni.
Dividendo illimitato: un dividendo minimo prioritario con un'eventuale ulteriore assegnazione illimitata
dell'utile distribuibile residuo.
Scioglimento della societ: pu essere stabilito un privilegio nel rimborso del capitale.
Assemblea: diritto di voto limitato unicamente alle assemblee straordinarie.

Azione di risparmio
Le azioni di risparmio possono essere al portatore e cio non intestate al proprietario.
Le azioni di risparmio danno i seguenti diritti:
Dividendo: un minimo del 5% sul valore nominale e comunque maggiore di quelle delle azioni ordinarie di
almeno il 2% sul valore nominale. Nel caso di mancata distribuzione di utili in un esercizio, pu essere
recuperato nei due esercizi successivi.
Opzione: diritto di ricevere nuove azioni di risparmio. .
Scioglimento della societ:diritto al rimborso del valore nominale.
Assemblea: non vi diritto di voto.

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GLI AUMENTI DI CAPITALE
L'azione una frazione del capitale sociale di un'azienda. Comprando un'azione si acquista quindi una parte
della societ. Ogni azione ha lo stesso valore nominale e conferisce ai possessori uguali diritti.

Aumento di capitale gratuito


L'aumento avviene con due operazioni contestuali:
trasferimento in sede di bilancio di riserv3 o fondi disponibili a conto capitale
assegnazione gratuita ai soci di azioni di nuova emissione in proporzione di quelle gi da essi possedute
oppure aumento del valore nominale delle azioni esistenti
L'azionista fruisce del Buono di sottoscrizione.

Aumento a pagamento
L'aumento avviene con due operazioni contestuali:
i soci attuali della societ e/o terzi conferiscono nuovo denaro o beni in natura
la societ emette nuove azioni; le nuove azioni possono essere alla pari oppure gravate da un cosidetto
sovraprezzo

Il diritto di opzione
Il diritto di opzione da al proprietario di azioni ordinarie e al proprietario di obbligazioni convertibili il diritto
di sottoscrivere le azioni di nuova emissione con preferenza rispetto a terzi. Tale diritto pu essere esercitato
in proporzione al numero di azioni gi possedute o, nel caso di obbligazioni convertibili, in base al rapporto
di cambio.
Nel caso di partecipazione all'aumento di capitale si parla di diritti esercitati, mentre se NON avviene la
partecipazione allora i diritti non sono esercitati e finiscono sul mercato.
Il nuovo investitore pu comprare il diritto e successivamente il titolo oppure direttamente il titolo.

Aumento di capitale in forma mista


L'aumento avviene con operazioni sia di aumento di capitale a pagamento sia di aumento di capitale gratuito.
Ne derivano sia il diritto di opzione sia del buono di sottoscrizione.

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Rendimenti
Il rendimento del tuo investimento pu derivare da interessi e dividendi, e in questo caso si parla di redditi da
capitale, oppure da crescite del valore del capitale, e in questo caso si parla di guadagni di capitale.

Interessi e cedole
Gli interessi sono un importo fisso, pagato per un periodo di tempo determinato. Se si chiede per esempio un
finanziamento alla propria banca si pagher un tasso d'interesse. I titoli che pagano interessi sono le
obbligazioni, definite infatti titoli a reddito fisso. Il rendimento stabilito a priori ed pagato periodicamente
al sottoscrittore attraverso le cedole oppure come differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di rimborso
alla scadenza. Se un' obbligazione con scadenza tra 10 anni rende il 5% all'anno, vuol dire che chi ha
investito 100 milioni ricever ogni anno, per 10 anni, 5 milioni. Nei mercati finanziari un rischio pari a zero
non esiste per definizione. Ma gli interessi delle obbligazioni e soprattutto di quelle emesse dallo Stato (titoli
di Stato) sono la forma di rendimento pi sicura.

Dividendi
Non sono altro che una quota dei profitti realizzati da una societ. Quando realizzano profitti, le societ
possono decidere di distribuirli ai soci sotto forma di dividendi. L'ammontare di dividendi che spetta a ogni
socio proporzionale alle azioni della societ in suo possesso.
Spesso le piccole societ preferiscono reinvestire i profitti, per incrementare o consolidare la propria attivit;
quelle grandi invece, pi facilmente decidono di destinare parte dei profitti al monte dividendi.

Guadagni da capitale
Quando si vende un titolo a un prezzo maggiore di quello al quale lo si acquistato, si realizzato un
guadagno da capitale, detto anche plusvalenza (o, in inglese, capital gain ). Chi investe sulle azioni quotate in
Borsa, punta prevalentemente ai guadagni da capitale. I guadagni di capitale sono la forma pi incerta di
reddito finanziario. I prezzi dei titoli possono infatti salire, ma anche scendere. Ricorda che guadagni e
perdite di capitale si possono realizzare anche con le obbligazioni: se dopo l'emissione vengono scambiate in
un mercato, avranno infatti un prezzo che pu salire e scendere.

Redditi e tasse
Pagare le tasse sugli investimenti abbastanza semplice: in gran parte dei casi, pensa a tutto l'intermediario.
Inoltre interessi, dividendi, plusvalenze di Borsa e rendimenti di gestioni e fondi comuni, sono tassati tutti al
12,5%. Un'aliquota del 27% prevista solo in alcuni casi particolari. Tra questi rientrano gli interessi delle
obbligazioni private e dei prodotti bancari che hanno una scadenza inferiore a 18 mesi e le plusvalenze
realizzate da vendite di azioni che rappresentino almeno il 2% di una societ quotata.

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Interessi di obbligazioni e titoli di Stato
L'imposta prelevata alla fonte, il risparmiatore non deve fare alcun adempimento.

Dividendi azionari
Sono tassati con il prelievo alla fonte, salvo che il risparmiatore non scelga di inserirli nella dichiarazione dei
redditi (conviene a chi ha un'aliquota Irpef bassa). In questo caso, per determinare la tassa da pagare si deve
fare un calcolo piuttosto complesso, basato sul credito di imposta, che un credito che il fisco concede al
contribuente.

Guadagni da capitale
Le plusvalenze sulla vendita di azioni si determinano calcolando i guadagni, anche se solo teorici, al netto
delle perdite. Le perdite si deducono dai guadagni realizzati ogni anno; questo vuol dire che se quest'anno ho
guadagnato 100 euro, ma l'anno scorso ne avevo persi altrettanti, al fisco non devo nulla. Per la tassazione
delle plusvalenze azionarie la legge prevede sostanzialmente due modi alternativi di pagare le imposte:
quello del risparmio amministrato e quello della dichiarazione, un po' come avviene per i dividendi.
Nel regime del risparmio amministrato, l'imposta viene pagata direttamente dall'intermediario, cio la banca
o la societ d'intermediazione; In questo caso, l'investitore evita la dichiarazione e il versamento.
Nel regime della dichiarazione invece, l'intermediario si limita a segnalare, al fisco e all'investitore, tutte le
operazioni effettuate per suo tramite. L'investitore deve quindi, indicare i guadagni ottenuti (o le perdite)
nella dichiarazione annuale dei redditi e versare, se dovuta, la relativa imposta.
La scelta tra un regime d'imposta o l'altro, va fatta al momento di stipulare il contratto con l'intermediario.

Fondi di investimento
Per i fondi italiani la tassazione, sempre del 12,5%, si applica sul rendimento complessivo (dividendi e
plusvalenze), ottenuto dalla gestione. Ogni giorno la societ di gestione deve accantonare una cifra
corrispondente alla teorica plusvalenza realizzata. Il risparmiatore non deve pagare nulla, perch le imposte
sono prelevate direttamente dal patrimonio del fondo.
Il valore delle quote dei fondi italiani pubblicato sui giornali al netto dell'imposta. Quando si decide di
riscattare l'investimento e incassare il guadagno, al fisco non si deve pi nulla.
Nel caso di fondi gestiti da societ che risiedono all'estero, invece, il guadagno tassato al momento del
disinvestimento.

Propensione al rischio
una regola sempre valida: maggiore il rischio, maggiore il potenziale guadagno. Gli investimenti il cui
valore instabile, sono quelli in grado di produrre i pi alti ritorni; i rendimenti certi, invece, sono molto
bassi. In termini finanziari, questo ci che viene definito il "rapporto rischio/rendimento", o "premio di
rischio" dei titoli.

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Una questione di scelte. Quanto desideri che sia il tuo potenziale guadagno? Se cerchi rendimenti medi del
10% annuo o pi, per esempio, devi puntare sulle azioni o sui fondi comuni, i cui prezzi di mercato per
salgono e scendono. Se ti basta il 4%, sono meglio i pi tranquilli titoli di Stato.
Il lato buono della questione che l'orizzonte temporale ti aiuter nella scelta. Con un obiettivo di lungo
periodo, puoi puntare ad alti rendimenti diminuendo il rischio. Per il momento, vediamo cosa pu succedere
se non metti la propensione al rischio in relazione a precisi obiettivi.

Accidenti, sto perdendo dei soldi


Immagina di aver investito 10 milioni, su consiglio di un amico che reputi esperto, in un'azione quotata in
Borsa. Dopo poche settimane il valore del tuo investimento sceso a 8 milioni. Hai gi perso due milioni! La
fiducia nell'amico "esperto" crolla e ti domandi se non sia meglio vendere ora, per limitare i danni e mettere
il denaro restante in un sicuro Buono postale. La tua propensione al rischio velocemente diventata pari a
zero. Il problema che hai investito con poca consapevolezza e nessun obiettivo. E stai per fare un altro
passo sulla stessa strada, vendendo in perdita.
Prima di decidere quale investimento intraprendere ci sono invece, almeno tre domande alle quali devi essere
in grado di dare una risposta:
- Che funzione ha nel tuo budget attuale questo denaro?
- Cosa vuoi ottenere dall'investimento?
- Per quanto tempo puoi tenere il denaro immobilizzato?
Il denaro che serve alle tue spese correnti, o di cui comunque potresti aver bisogno tra poco, va parcheggiato
in investimenti cosiddetti "liquidi" o "monetari", come le obbligazioni e i titoli di Stato a breve scadenza.
Sono gli impieghi meno rischiosi in assoluto. Naturalmente, sono anche i meno remunerativi. Oggi, ottenere
su questo genere di titoli il 4% annuo rappresenta gi una buona performance. A investimenti che hanno un
maggiore grado di rischio va destinato solo il denaro di cui pensi di poter fare a meno per qualche tempo. Se
vuoi ottenere un reddito costante, attraverso un flusso di cedole fisse, ti conviene sottoscrivere obbligazioni o
titoli di Stato a lunga scadenza. Offrono rendimenti migliori rispetto agli impieghi monetari. Anche il loro
grado di rischio leggermente superiore, perch i prezzi di questi titoli oscillano. Ma si tratta sempre di
rischi contenuti e che, in ogni caso, non interessano il sottoscrittore che tiene i titoli fino alla scadenza.

L'orizzonte temporale
Avere un obiettivo di investimento in l nel tempo, oppure a breve scadenza, fa una grossa differenza. I
rendimenti medi migliori si ottengono investendo il capitale per un periodo lungo. Se il periodo invece
breve, o ci si accontenta di rendimenti molto bassi, oppure pi che un investimento si sta facendo una
scommessa.
Durata e rischio. C un rapporto molto stretto tra durata dell'investimento e rischio. Prendiamo gli
investimenti con alte potenzialit di guadagno, quelli in azioni. Se acquisto un'azione oggi, pu darsi che
domani valga meno e dopodomani meno ancora. Se acquisto per un gruppo di azioni e lo tengo per un

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periodo sufficientemente lungo, probabilmente ne otterr un buon rendimento, superiore a quello offerto da
altri tipi di investimento. Il tempo diminuisce la rischiosit dell'investimento azionario, perch le Borse, sul
lungo periodo, hanno la tendenza a crescere, lo dicono tutte le statistiche. Quando un periodo
sufficientemente lungo? Una risposta precisa non c', un suggerimento convenzionale quello di considerare
almeno cinque anni per gli investimenti azionari.

Borsa e montagne russe


Negli ultimi 25 anni, i mercati azionari europei hanno reso mediamente il 13% all'anno. La Borsa italiana
andata ancora meglio: le azioni quotate a piazza degli Affari, dal 1975 a oggi, hanno reso mediamente il 18%
all'anno. si tratta, appunto, di una media. Se si guarda l'andamento dell'indice di Borsa anno per anno, si
scoprono alti e bassi vertiginosi. Nel 1977, per esempio, le quotazioni sono scese del 23%, nel 1980 sono
salite addirittura del 122% (il maggiore rialzo degli ultimi 25 anni), nel 1987 sono crollate del 32% (il pi
grave ribasso); nel 1993 sono salite del 37%, nel 1997 del 58%, nel 1998 del 41% e nel 1999 del 22%.

Prudenza e tempo
Se investo 10 milioni oggi in una titolo di Stato che rende il 4%, quanto sar il guadagno totale dopo 10
anni? Considerando anche la capitalizzazione degli interessi (vale a dire il reinvestimento delle cedole), tra
10 anni avr 14 milioni e 194 mila lire. Il risultato al netto dell'inflazione, mettiamo il 2% annuo, sarebbe
pari a 11 milioni e 694 mila lire. Cosa succede invece, se investo lo stesso capitale negli alti e bassi della
Borsa, per esempio attraverso un fondo azionario? Non avr nessuna certezza, ma un'alta probabilit di avere
un rendimento medio annuo superiore. Mettiamo che questo rendimento sia del 10%, che meno di quanto
hanno fatto le Borse europee negli ultimi 25 anni. Tra dieci anni avr 24 milioni e 28 mila lire. Al netto
dell'inflazione sarebbero 19 milioni e 711 mila lire. Se si considerano i mancati guadagni come perdite, la
scelta pi prudente l'avr fatta investendo in Borsa. Calcola quanto ci vuole a raddoppiare un capitale in base
a diversi tassi medi di rendimento.

L'orizzonte temporale un riferimento


Per mettere a punto una buona strategia, non necessario che tu sappia adesso, con precisione, quando
liquiderai il tuo investimento. La cosa migliore bilanciarlo secondo delle ragionevoli aspettative. Una parte
in titoli stabili, che si possano vendere in qualsiasi momento senza correre il rischio di perdite, e una parte in
titoli pi volatili. Una strategia efficace quella di modificare l'investimento nel corso del tempo. Un
esempio: il tuo obiettivo mettere da parte una somma che servir per l'universit di tuo figlio, che ora ha tre
anni. Ne mancano circa 15 al momento in cui il denaro comincer a servire, c' quindi, un orizzonte
temporale sufficiente per investire quasi tutta la somma in azioni, per esempio attraverso un fondo comune,
senza preoccuparsi dei momentanei alti e bassi. Tra dieci anni, quando tuo figlio uscir dalle medie, potrai
decidere di rendere pi stabile una parte del capitale, sottoscrivendo titoli di Stato a cinque anni, una
scadenza che coincide con la fine del ciclo delle superiori. Al momento dell'iscrizione all'Universit, dovrai

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iniziare a usare il capitale messo da parte; a questo punto potrai liquidare tutte le azioni e impiegare il denaro
in strumenti monetari. Una formula efficace quella che suggerisce la ripartizione tra obbligazioni e azioni a
seconda dell'et. La quota percentuale di obbligazioni nei propri investimenti deve corrispondere all'et
anagrafica. A trent'anni, il 30% in obbligazioni e il 70% in azioni, a quarant'anni il 40% in obbligazioni e il
60% in azioni... e cos via.

Diversificazione
Una regola fondamentale per investire con successo quella di distribuire il capitale in diversi titoli e
strumenti. La diversificazione diminuisce il livello di rischio e permette di cogliere le migliori opportunit di
rendimento. Come in una dieta sana, si tratta di trovare un equilibrio tra le diverse componenti. Alcuni
principi sono sempre validi, ma sta a te trovare la formula che meglio soddisfi le tue esigenze.

Ripartire i rischi
Cosa succede se metto tutti i miei soldi in un investimento che va male? Perdo parte del mio denaro.
Probabilmente me la prender per aver fatto la scelta sbagliata e, insieme alle risorse economiche, diminuir
il mio grado di auto stima e la fiducia negli investimenti. Cosa succede invece, se divido i miei soldi in
quattro investimenti e uno di questi va male? Succede solo che mi ritrover con un rendimento inferiore
rispetto a quello che avrei potuto ottenere. Se diversifichi l'investimento, il risultato finale sar una media tra
i rendimenti migliori e quelli peggiori. vero che se azzecchi il singolo investimento giusto, puoi ottenere un
guadagno pi alto, ma in questo modo lasci maggiormente nelle mani del caso il destino del tuo capitale, una
scelta imprudente. Tieni presente che la soddisfazione derivante dai guadagni meno importante della
privazione derivante dalle perdite.

Pi fonti di reddito
Se punti su un solo tipo di investimento ti conviene limitare la scelta ai titoli a reddito fisso, come le
obbligazioni. In questo caso devi per accontentarti di rendimenti bassi. Se, invece, fai una diversificazione
tra obbligazioni, azioni e titoli esteri, puoi aumentare la redditivit complessiva dell'investimento
mantenendo un buon grado di sicurezza.

Diversificare in Borsa
La diversificazione tra diversi titoli d'obbligo quando si investe nel mercato azionario, siamo infatti, in un
territorio dove l'incertezza regna sovrana. Anche quando la Borsa in generale va bene, ci sono una quantit di
azioni i cui prezzi scendono; perch gli ultimi profitti sono stati inferiori alle attese, perch le prospettive del
settore sono cambiate, o per qualsiasi altro evento considerato negativo. Puoi selezionare accuratamente i
titoli o ascoltare i migliori esperti, ma non ti metterai al riparo dall'eventualit che a scendere sia proprio il
titolo che hai acquistato tu. Per questo l'unico modo efficiente di investire in Borsa quello di acquistare pi
titoli. Bisogna, inoltre, puntare su diversi settori. Lo stesso evento pu infatti avere conseguenze negative per

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un settore e positive per un altro. Se, per esempio, ho acquistato solo azioni di una societ del settore
trasporti e il prezzo del petrolio va alle stelle, probabilmente il valore delle mie azioni ne risentir. Se invece,
nel mio portafoglio ci sono anche azioni del settore alimentare, assicurativo (indifferenti ai rincari) e
petrolifero (che si avvantaggia dei rincari), il risultato complessivo dell'investimento sar migliore. Ricorda
che in Borsa, pi ampio il ventaglio delle azioni, pi sicuro l'investimento. Una soluzione per ottenere
una diversificazione comprando pochi titoli pu per essere quella di investire prevalentemente in azioni
delle grandi societ di partecipazioni, societ finanziare la cui caratteristica principale quella di possedere
un gran numero di altre societ attive in diversi settori. In Italia, societ come Mediobanca (banche,
assicurazioni, industrie chimiche, tessili, cartarie, delle costruzioni e del cemento) o Ifil (auto, grande
distribuzione, alimentari, turismo, banche) sono grandi finanziarie di partecipazioni.

Fondi comuni
Un fondo investe il patrimonio affidatogli dai risparmiatori in decine di titoli; chi lo sottoscrive acquista
quindi un pezzetto di un portafoglio molto vario.
quindi sufficiente acquistare un solo fondo bilanciato, oppure uno flessibile, per ottenere un livello di
diversificazione difficilmente raggiungibile da un investitore singolo.

Asset Allocation
Quanto devo investire in Bot e Cct? Quali fondi mi conviene sottoscrivere? Quale peso dare alla Borsa e ai
titoli esteri? Se la diversificazione degli investimenti il principio generale, la composizione del portafoglio,
detta anche asset allocation, invece qualcosa di molto personale. la tua ricetta particolare; prima di
metterla a punto, per, devi stabilire quali sono gli obiettivi del tuo investimento e vedere quali tipologie di
titoli sono adatte a soddisfarli.

Gli ingredienti fondamentali


Il mercato finanziario offre una quantit di prodotti d'investimento; tre per sono le tipologie fondamentali:
obbligazioni, azioni e strumenti monetari. Vediamo la diversa funzione che possono svolgere.
Obbligazioni: se vuoi un portafoglio prudente, devi metterci molte obbligazioni. Possibilmente con
diverse scadenze, cio sia a lungo termine (offrono i tassi pi alti), sia a breve termine. Le obbligazioni
offrono un rendimento certo: chi le acquista sa fin dal principio, quale sar il guadagno alla scadenza
(fanno eccezione quelle a tasso variabile, considerate investimenti monetari). Il loro prezzo di mercato
in realt pu fluttuare, ma questo interessa pi che altro chi investe con ottica speculativa e vende i
titoli prima della scadenza.
Azioni: se punti ad alti guadagni investi la maggior parte del portafoglio in azioni. Ma devi avere un
orizzonte temporale abbastanza lungo, altrimenti, rischi di perdere soldi. I prezzi delle azioni salgono e
scendono di continuo, riflettendo soprattutto le aspettative degli investitori. Se le aspettative non si
realizzano, o si realizzano solo in parte, il prezzo pu anche crollare. Sul lungo periodo per, le azioni

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sono l'investimento pi remunerativo. Alcune societ ripagano i propri azionisti ogni anno,
distribuendo alti dividendi, che possono essere considerati una fonte di reddito, come le cedole delle
obbligazioni.
Strumenti monetari: le obbligazioni a brevissima scadenza (come i Bot), quelle a tasso variabile (come
i Cct), i depositi bancari e tutti gli strumenti liquidabili in qualsiasi momento senza rischio di prezzo,
sono considerati investimenti monetari. Danno rendimenti molto bassi e vanno utilizzati solo come
parcheggio della liquidit. La quota di strumenti monetari in portafoglio dovrebbe quindi essere
minima. I fondi comuni sono, invece, servizi finanziari messi a punto dall'industria del risparmio e
permettono di investire in modo efficiente nelle tre tipologie fondamentali. Il prospetto informativo di
ogni fondo spiega in quale tipologia di titoli investito il patrimonio. Il sottoscrittore pu cos
individuare i prodotti giusti per la composizione degli investimenti che desidera. Un discorso a parte
meritano anche i titoli esteri. Neppure loro rappresentano una tipologia a s d'investimento.
Semplicemente, sono azioni, obbligazioni o titoli monetari, emessi e quotati all'estero. Il loro
rendimento quindi influenzato, anche dall'andamento della valuta estera.

Molti investitori si sforzano di individuare il momento giusto e il mercato giusto per investire. Il problema
che il mercato che giusto oggi, domani potrebbe rivelarsi quello sbagliato e il momento giusto, potrebbe
essere gi passato. invece dimostrato che il rendimento di un portafoglio, alla fine, dipende soprattutto
dalla composizione degli investimenti. Da un buon equilibrio dei diversi elementi, reddito fisso, azioni e
fondi, titoli esteri e titoli monetari, dipender il grado di soddisfazione del tuo investimento.

Portafogli "aggressivi" e "conservativi"


Si definiscono "aggressivi" i portafogli investiti massicciamente in azioni e titoli esteri, "conservativi" quelli
investiti quasi esclusivamente in titoli a reddito fisso e strumenti monetari; una via di mezzo tra questi due
approcci, si pu definire una composizione di portafoglio "bilanciata". Nell'industria del risparmio in voga
la tendenza a proporre asset allocation super sofisticate, secondo il principio che a ogni profilo di investitore
deve corrispondere una determinata composizione di portafoglio. In teoria cos, ma in pratica le linee guida
all'interno delle quali si pu fare una diversificazione sono poche e semplici.

Ecco tre ipotetici portafogli:


Aggressivo: 80% azioni e titoli esteri; 15% obbligazioni domestiche; 5% liquidit. un portafoglio
adatto a chi ha un orizzonte temporale lungo e una buona propensione al rischio.
Bilanciato: 50% azioni e titoli esteri; 40% obbligazioni domestiche; 10% liquidit. Adatto a chi ha
un orizzonte temporale medio/lungo e una moderata propensione al rischio.
Conservativo: 20% azioni e titoli esteri; 60% obbligazioni domestiche; 20% liquidit. Adatto a chi ha
un orizzonte temporale medio/breve e una bassa propensione al rischio.

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Sono solo tre esempi, rappresentativi degli approcci fondamentali alla composizione di portafoglio. La
distribuzione percentuale delle diverse componenti la scelta fondamentale. Dopo si tratter di selezionare i
singoli mercati e titoli, un' operazione pi complessa e "tecnica". Costruire un portafoglio diversificato
richiede infatti, la capacit di scegliere tra molti strumenti e servizi finanziari diversi, avendo ben chiare le
loro potenzialit di rendimento. Per individuare i singoli investimenti, se non te la senti di fare da sola,
affidati a un buon consulente, un intermediario o un esperto di fiducia. Tutti i promotori finanziari
consigliano ai clienti un'asset allocation. Ma ricorda che il promotore, in Italia, ha un rapporto esclusivo con
la societ d'intermediazione di cui vende i prodotti. I suoi suggerimenti sono condizionati da questo vincolo.

Un buon portafoglio regge a lungo


Diffida degli intermediari che ti spingono a modificare continuamente gli investimenti. vero, le opportunit
di mercato cambiano. Se qualche titolo azionario ha avuto delle elevate rivalutazioni, per esempio, pu
essere opportuno liquidarlo, per portare a casa i profitti e reinvestire in altri titoli o mercati. Insomma, l'asset
allocation non deve essere qualcosa di simile a un monolito. Nondimeno, un buon portafoglio quello che
regge a lungo, perch sufficientemente diversificato ed equilibrato. Cambiare investimenti di frequente
sintomo di poca convinzione sulle scelte fatte, e serve solo ad aumentare le commissioni percepite dagli
intermediari.

Le azioni e la borsa
Le azioni sono frazioni del capitale di una societ. Chi acquista un' azione diventa socio, cio proprietario di
un pezzo della societ proporzionale alla quantit di azioni che possiede. Se gli affari della societ vanno
bene, le azioni si apprezzano, se vanno male, le azioni scendono. In realt, l'andamento dei titoli in Borsa
condizionato anche dall'andamento generale dell'economia. Se gli investitori sono fiduciosi sulle prospettive
dell'economia, investono di pi in Borsa e tutti i titoli quotati se ne avvantaggiano, se sono pessimisti,
abbandonano gli investimenti azionari e il mercato tende al ribasso. La Borsa , spesso, associata al concetto
di speculazione. vero che con le azioni si pu guadagnare o perdere molto velocemente, anche da un
giorno all'altro, ma la crescita dei mercati azionari si basa sui profitti generati dalle imprese. Quelli azionari
sono, perci, investimenti nell'economia reale. Sul lungo periodo, l'investimento in Borsa si dimostrato il
pi sicuro e redditizio, perch basato sulla naturale tendenza dell'economia a crescere. Acquistare azioni di
qualche societ solida e promettente il modo migliore per garantirsi buoni redimenti.
Un mercato virtuale. Fino a poco tempo fa, la Borsa era il luogo fisico dove avvenivano le contrattazioni. Gli
agenti di cambio e i loro procuratori si ritrovavano in una grande sala, dove facevano le loro proposte di
acquisto o di vendita per i diversi titoli. La sede storica della Borsa italiana a Milano, in piazza degli Affari.
Oggi le contrattazioni sono telematiche: ogni operatore immette nel circuito elettronico della Borsa le
proposte di acquisto o vendita, standosene comodamente seduto nel proprio ufficio davanti a un computer. E
con la diffusione del trading on-line anche i piccoli risparmiatori possono comprare e vendere azioni
direttamente dal computer di casa.

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Azioni ordinarie e di risparmio. I titoli azionari si dividono in due categorie principali: le azioni ordinarie e
quelle di risparmio. Le prime danno a chi le possiede il diritto di votare nelle assemblee della societ, dove si
prende ogni decisione importante. Le azioni di risparmio non danno invece, la facolt di partecipare alle
assemblee, ma in cambio offrono dividendi pi interessanti. Pagano, infatti, un dividendo minimo garantito
(ovviamente, a patto che la societ realizzi profitti) e hanno un rendimento da dividendo pi alto di quello
delle azioni ordinarie. Simili alle azioni di risparmio sono le azioni cosiddette "privilegiate". La somma del
valore di tutte le azioni ordinarie, di risparmio e privilegiate, d la capitalizzazione di Borsa di una societ.
Un valore che cambia ogni giorno. La capitalizzazione complessiva della Borsa data dalla la somma delle
capitalizzazioni delle societ quotate. Vent'anni fa le azioni quotate nella Borsa italiana erano 170, ora sono
pi di 300, per una capitalizzazione complessiva di circa 600 miliardi di euro. Alla Borsa di New York, il
principale mercato azionario mondiale, sono quotate oltre 3 mila azioni, per una capitalizzazione
complessiva di oltre 10 mila miliardi di dollari (oltre 20 milioni di miliardi di lire).

Privatizzazioni e Opv
A partire dagli anni '90 lo Stato, ha cominciato una campagna di privatizzazioni e collocamenti in Borsa delle
principali aziende pubbliche: banche, societ industriali, di servizi di pubblica utilit. Le privatizzazioni sono
avvenute attraverso Offerte pubbliche di vendita (Opv), che sono assegnazioni dei titoli, a chi ne fa richiesta
(in banca o presso una societ d'intermediazione), prima che le azioni siano collocate in Borsa. La maggiore
Opv stata quella del colosso dell'energia elettrica Enel. Sottoscrivere azioni in occasione di queste offerte
stato finora, nella maggior parte dei casi, un buon investimento. Sul mercato sono state immesse societ
risanate e redditizie. Una privatizzazione, non per necessariamente sinonimo di buon affare. Ogni offerta
va valutata attentamente. Oltre alle aziende pubbliche, un numero crescente di piccole e medie societ sono
state collocate in Borsa negli ultimi tempi. In alcuni casi, sottoscrivere queste offerte prima dell'arrivo dei
titoli in Borsa ha portato a notevoli guadagni. In altri, a cocenti delusioni. Come si fa a individuare le azioni
migliori? Ogni giorno un esercito di professionisti (analisti finanziari, gestori di portafogli, economisti e
intermediari) si dedica a una specie di gara, per individuare quali saranno i migliori titoli azionari. Si
analizzano i bilanci delle societ e le notizie sui settori in cui operano, si interpellano gli amministratori e si
fanno ipotesi sulle prospettive degli affari. Soprattutto, si cerca di scoprire qualche dato positivo prima degli
altri; prima cio, che le buone notizie facciano salire il prezzo delle azioni, rendendo l'acquisto meno
conveniente. In realt, come ha evidenziato l'economista inglese John Maynard Keynes, uno dei padri
dell'economia moderna, la logica per individuare l'azione vincente simile a quella di un concorso di
bellezza. Non importante individuare la pi bella, ma individuare quella che la maggior parte della giuria
reputer pi bella. In ogni caso, selezionare le azioni di grandi societ, che realizzano buoni prodotti e
distribuiscono con continuit un dividendo, gi un buon criterio. Forse non si individuer il titolo con le
performance pi spettacolari, ma ci si terr alla larga dalle peggiori delusioni. La scelta delle azioni un
lavoro abbastanza difficile... se si vuole investire in Borsa una fetta importante dei propri risparmi meglio
affidarsi a professionisti, attraverso fondi comuni, gestioni patrimoniali o altri intermediari specializzati.

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LE OBBLIGAZIONI
Le obbligazioni sono titoli di credito. Chi le emette, in sostanza, chiede un prestito, che si impegna a
restituire con gli interessi. A chiedere il prestito pu essere lo Stato, e in questo caso si parla di titoli di Stato,
un altro ente pubblico, o una societ privata. Le obbligazioni, sono i titoli pi sicuri e quelli in cui pi facile
investire, poich la durata prestabilita e il rendimento, se si aspetta fino alla scadenza, certo. In ogni
portafoglio prudente, le obbligazioni dovrebbero quindi, avere una parte importante. Due sono le
caratteristiche fondamentali di un'obbligazione: il tasso d'interesse e la durata. Il tasso d'interesse il
rendimento annuo. Se si sottoscrivono 100 milioni di obbligazioni che hanno un tasso del 5%, si riceveranno
5 milioni di interessi ogni anno, fino alla scadenza del titolo, quando si rientrer in possesso dei 100 milioni.
Le durate possono andare dai tre mesi ai trent'anni (o in casi eccezionali, anche di pi). Le obbligazioni con
le durate pi brevi sono definite titoli monetari, perch hanno quasi la stessa funzione del denaro contante. Il
loro rendimento , per, inferiore a quello delle obbligazioni che scadono dopo molto tempo.
Anche le obbligazioni hanno un prezzo.
Buona parte degli investitori acquista obbligazioni per garantirsi un flusso di reddito costante e non si
preoccupa dei titoli fino al momento del rimborso. un buon atteggiamento. Ma c' un'altra possibilit:
quella di vendere le obbligazioni prima della scadenza. In questo caso, bisogner fare i conti con il prezzo di
mercato. Dopo l'emissione, gran parte delle obbligazioni vengono quotate e scambiate in Borsa, proprio
come le azioni. Considerato 100, per convenzione, il prezzo di emissione e di rimborso, il prezzo di mercato
pu andare, per esempio, a 95 o a 105. Le oscillazioni del prezzo dipendono dall'andamento dei tassi
d'interesse ufficiali, oltre che dalla durata del titolo e dalla situazione economica dell'emittente. Si tratta di
solito di variazioni meno ampie di quelle cui sono soggette le azioni, ma possono incidere molto sul
rendimento durata del titolo.

CEDOLE E "ZERO COUPON"


Alcune obbligazioni, tra le quali i Bot (Buoni ordinari del Tesoro), non pagano gli interessi sotto forma di
cedole, ma come differenza tra il prezzo di acquisto e quello di rimborso del titolo. Una specie di acquisto
con lo sconto. Facciamo l'esempio di un Bot annuale che paga il 5% di interesse. Il prezzo di sottoscrizione
sar pari al 95% del prezzo di rimborso. Si pagheranno, cio, 95 milioni per avere indietro, tra un anno, 100
milioni. Questi titoli sono definiti "zero coupon", che significa proprio "zero cedola". Tassi e valore di
mercato. Il livello dei tassi d'interesse in un Paese, o in un'area economica, stabilito dalla banca centrale.
uno strumento per regolare l'economia. Il costo del credito viene abbassato quando si vuole stimolare
l'attivit e alzato quando c' il rischio di una forte inflazione. La politica dei tassi nei Paesi dell'euro, quindi
anche dell'Italia, stabilita dalla Banca centrale europea. Tutti i tassi, da quelli sui prestiti e sui mutui, a
quelli delle obbligazioni pubbliche e private, tendono ad adeguarsi al livello dei tassi ufficiali. Un fenomeno
che modifica il prezzo di mercato delle obbligazioni gi in circolazione. Vediamo come: quando i tassi
d'interesse salgono, i prezzi delle obbligazioni gi emesse scendono, perch il loro rendimento diventa meno
conveniente rispetto a quello offerto dai nuovi titoli.

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Se, per ipotesi, ho pagato 100 un'obbligazione che offre una cedola del 5% e i tassi generali salgono al 6%,
difficilmente riuscir a vendere il mio titolo allo stesso prezzo. Gli investitori preferiranno investire nei titoli
nuovi, pi redditizi. Il prezzo di mercato della mia obbligazione dovr allora scendere. Quanto? Quanto basta
a far s che il rendimento, si avvicini al 6%. Se ho un titolo che scade tra un anno, il suo nuovo prezzo di
mercato, sar attorno a 99 centesimi, in modo che all'importo della cedola, si aggiunga un 1% data dalla
differenza tra nuovo prezzo di mercato e prezzo di rimborso.
Per lo stesso principio, quando i tassi scendono, il prezzo delle obbligazioni che sono in circolazione sale.
Perch il loro rendimento d'un tratto diventato migliore di quello che daranno le nuove emissioni.
Pi lunga la durata dei titoli, maggiore la reazione del prezzo al variare dei tassi d'interesse generali. I
Buoni del Tesoro poliennali (Btp), che hanno durate fino a 30 anni, sono i titoli di Stato pi redditizi e quelli
soggetti a maggiori oscillazioni di prezzo.
Tieni a mente questo schema:
tassi in salita = prezzi delle obbligazioni in discesa
tassi in discesa = prezzi delle obbligazioni in salita
lunga scadenza = ampie variazioni di prezzo
breve scadenza = scarse variazioni di prezzo

Ricorda per, che le variazioni di prezzo non interessano chi tiene i titoli fino al momento del rimborso.
Le obbligazioni a tasso variabile. C' un' eccezione al meccanismo dei tassi e dei prezzi che abbiamo visto: le
obbligazioni a tasso variabile (o "indicizzate"). Sono titoli che hanno una cedola il cui importo varia, a
seconda dell'andamento dei tassi d'interesse generali. I pi noti sono i Cct (certificati di credito del Tesoro),
con cedole semestrali. Quando i tassi salgono, vengono aumentati gli importi delle nuove cedole e vice versa.
Grazie a questa variabilit delle cedole, il prezzo di queste obbligazioni rimane quasi fermo. Le obbligazioni
a tasso variabile sono un investimento molto prudenziale, perch non hanno rischio di prezzo. Sono, inoltre,
titoli particolarmente convenienti quando l'inflazione e i tassi tendono a crescere. La credibilit tutto: il
rischio emittente. Il rendimento delle cedole, determinato anche dall'affidabilit finanziaria dell'emittente,
che il debitore. Meno affidabile l'emittente, pi alti sono gli interessi che paga. Lo Stato, che per
definizione non pu fallire, di solito il debitore pi affidabile. Le cedole delle sue obbligazioni sono basse,
molto vicine al livello dei tassi d'interesse ufficiali. Un'azienda pu invece fallire e trovarsi a non poter
ripagare i suoi creditori, compresi i sottoscrittori delle obbligazioni. Per questo motivo, le obbligazioni delle
aziende hanno cedole superiori a quelle dei titoli di Stato. Gli investitori sono disposti ad assumersi un
rischio maggiore solo in cambio di rendimenti pi alti. Il discorso dell'affidabilit vale anche per i titoli di
Stato emessi da Paesi che hanno seri problemi finanziari, come quelli dell'America Latina o dell'Europa
dell'Est. Le loro cedole sono infatti, molto alte. Ci sono agenzie internazionali specializzate nell'analisi
dell'affidabilit di credito. Le pi note sono Moody's e Standard-Poor's. I loro giudizi vanno da A, il migliore,
fino a C, dato alle situazioni di reale rischio d'insolvenza. Le obbligazioni classificate con la C mostrano
rendimenti molto alti, ma alte sono anche le probabilit di perdere parte dei soldi investiti.
LE GESTIONI PATRIMONIALI
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Investimento fai da te o risparmio gestito? L'investitore fai da te quello che possedendo una buona cultura
finanziaria, una buona propensione al rischio e abbastanza tempo, sceglie di entrare direttamente sui mercati
finanziari, seguendo costantemente l'andamento dei propri investimenti. Chi invece, si affida al risparmio
gestito, dopo aver stabilito le proprie esigenze di investimento, delega le scelte operative agli esperti del
settore, i gestori. Nelle gestioni patrimoniali il risparmiatore sceglie soprattutto la "linea" (da quella pi
prudente a quella pi aggressiva) e il gestore fa il resto: anzitutto l'asset allocation, ossia la suddivisione del
capitale in diverse tipologie d'investimento (azioni, obbligazioni, titoli esteri) e, quindi, la selezione di singoli
titoli. Il principio delle gestioni non molto diverso da quello dei fondi comuni. Si basa infatti su un
contratto con una banca o una Sim, alle quali il cliente affida il proprio patrimonio. Ma le gestioni richiedono
un capitale pi elevato di quello richiesto per investire in un fondo comune. Occorre per, fare una
distinzione tra gestione personalizzata o individuale, e gestione costituita da linee di gestione predefinite. Le
prime sono gestioni pi evolute, dedicate a chi dispone di ingenti patrimoni. Il rapporto con il gestore
diretto e costante. La composizione degli investimenti viene discussa periodicamente, in modo che rispecchi
al meglio le particolari esigenze e aspettative del cliente. In questo genere di gestioni patrimoniali rientra il
private banking. Nel secondo caso, che il pi comune e dove l'investimento minimo pu essere limitato a
poche decine di milioni, esistono invece linee di gestione precostituite che si differenziano tra loro secondo il
grado di rischio e le opportunit di rendimento.
Prudenti, bilanciate e aggressive. Le linee di gestione conservative, o monetarie, investono principalmente in
strumenti a breve termine come i Bot; le linee obbligazionarie, invece, aggiungono agli strumenti monetari
obbligazioni pi redditizie, quelle a lunga scadenza, e qualche titolo estero. La componente azionaria, pi
rischiosa, in queste prime due linee di solito minima o del tutto inesistente. Ci sono poi, le linee bilanciate,
in cui le componenti obbligazionaria e azionaria si equilibrano e le linee cosiddette "aggressive" o azionarie,
in cui la quota principale del capitale investita in azioni e titoli esteri. Scelta la linea di gestione,
l'investitore non fa pi nulla. Ricever a casa, trimestralmente i rendiconti sull'operato del gestore e sui
risultati raggiunti. I titoli da comprare saranno scelti nel rispetto dei limiti imposti dal contratto.
L'indicazione del benchmark, obbligatoria per legge, una questione di trasparenza. Sapere che una gestione
ha come indice di riferimento il tasso dei Bot, piuttosto che l'andamento medio delle azioni mondiali, aiuta
l'investitore a capire anzitutto, il rischio a cui si espone scegliendo questa o quella linea di gestione. Inoltre, il
riferimento contribuisce a far comprendere quanto stato bravo il gestore. L'analisi delle performance infatti,
non va fatta sul rendimento assoluto della gestione, ma su quanto tale rendimento superiore all'andamento
medio del mercato in cui si investito. Non detto infatti, che la gestione della societ X, che ha reso il
20%, sia stata migliore della gestione della societ Y che ha reso il 19%. Se il benchmark della societ X nel
periodo salito del 15%, mentre quello della societ Y salito del 10%, il secondo gestore stato pi bravo.

Lo switch: passare da una gestione all'altra. Che fare se sale la nostra propensione al rischio, si allunga
l'orizzonte temporale dei nostri investimenti, o il nostro consulente finanziario ci convince che il momento
di investire in azioni, in previsione di un andamento positivo delle Borse? Dobbiamo poter effettuare uno

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switch, cio trasferire il nostro capitale da una linea di gestione a un'altra, per esempio da una linea
obbligazionaria a una bilanciata. bene verificare se la societ cui abbiamo affidato i risparmi ci permetter
di fare questo cambiamento di strategia senza chiedere commissioni aggiuntive.
I costi. Come per i fondi comuni, anche per le gestioni patrimoniali esistono varie tipologie di costi e
commissioni. Ci sono innanzitutto, le commissioni d'ingresso, pagate solo all'inizio in una percentuale che
varia secondo il capitale conferito. Esistono anche delle gestioni no load, senza costi all'ingresso, che tuttavia
presentano commissioni di uscita nel caso in cui il disinvestimento venga effettuato prima di un certo
periodo (per esempio tre anni). Poi ci sono le commissioni di gestione, che vengono prelevate
periodicamente in percentuale fissa sul valore del patrimonio. Sono pi salate per le linee rischiose, pi basse
per quelle obbligazionarie e monetarie.
Infine, qualche societ applica commissioni di performance, prelevate quando il rendimento supera di una
certa percentuale il benchmark di riferimento.
Ogni societ, si regola in modo diverso sull'entit delle commissioni. Anche in questo caso, prima di
scegliere bene farsi un'idea chiara dei diversi costi.
Tutto chiaro?

I DERIVATI
Siamo nel terreno della super speculazione, roba da giocatori di poker. La rischiosit degli strumenti derivati,
come i future, i warrant e le opzioni, tale che in alcuni casi si pu perdere pi del capitale investito. Oggi il
loro utilizzo per diffuso, anche tra i piccoli risparmiatori, che in questo modo cercano di mettere un po' di
pepe nei loro investimenti. Questi strumenti si definiscono "derivati", perch non vivono di vita propria: sono
scommesse a termine sull'andamento di un'attivit sottostante. Hanno una scadenza e si possono utilizzare
per speculare al rialzo o al ribasso. Se si azzecca la scommessa si pu guadagnare molto. I derivati sono
utilizzati, dagli investitori professionali, soprattutto come una forma di assicurazione contro i rischi dei
mercati. Per esempio, i fondi comuni che hanno grossi investimenti azionari, in periodi di particolare
incertezza delle Borse, assicurano il portafoglio titoli acquistando derivati al ribasso. Se la Borsa scende, i
guadagni realizzati con i derivati compensano la perdita.

FUTURE, WARRANT E OPZIONI


I future sono i contratti pi rischiosi. Nei mercati mondiali ne sono quotati diversi tipi; ci sono quelli sul
prezzo del succo d'arancia o della pancetta (trattati nella famosa Borsa merci di Chicago), quelli sulle valute,
sulle obbligazioni e sulle azioni. Nella Borsa italiana ci sono future sull'andamento dei Btp (Buoni poliennali
del Tesoro), denominati Mif, e future sull'andamento dell'indice di Borsa Mib30, denominati Fib. Dal luglio
2000 c' anche un Mini Fib, contratto sull'indice Mib30 che si pu sottoscrivere con un investimento molto
contenuto. Ci che rende i future pi rischiosi di altri contratti a termine il fatto che la perdita pu essere
addirittura maggiore dell'investimento iniziale: se il valore del titolo sottostante scende per esempio da 10 a 8
euro, chi ha sottoscritto il future, oltre ad avere perso l'euro investito, dovr risarcire all'intermediario un

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altro euro. L'effetto "leva"E' un meccanismo moltiplicatore. Per fare un esempio, si investe su un titolo da 10
euro pagando un euro. Se il titolo sale da 10 a 11 euro, si guadagna sulla differenza, cio un euro, che
corrisponde a un guadagno del 100%. Ma a moltiplicarsi sono anche le possibili perdite. Le opzioni e i
warrant sono invece, contratti con i quali si pu perdere, al massimo, il denaro impiegato. Si tratta anche in
questo caso, di scommesse sull'andamento futuro di un'attivit quotata (un'azione, un indice, una valuta, un
paniere di titoli, o altro ancora). In sostanza il contratto, che ha un costo, d il diritto di ritirare l'attivit
sottostante entro una data prefissata a un prezzo prefissato (il cosiddetto strike price). Se il prezzo dell'attivit
sottostante alla data di scadenza sar superiore al prezzo prefissato, chi ha sottoscritto il contratto incasser la
differenza. Se invece, il prezzo dell'attivit sottostante sar pari o inferiore allo strike price, il derivato non
avr pi alcun valore.

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Capitalizzazione; il valore complessivo che la Borsa attribuisce a una societ. Se si moltiplica il prezzo di
un'azione per il totale delle azioni in cui diviso il capitale della societ, si ottiene la sua capitalizzazione. La
principale societ quotata in Italia, Telecom, ha una capitalizzazione di quasi 60 miliardi di euro, qualcosa
come 120 mila miliardi di lire.
Price/earnings (P/e), oppure Prezzo utile (P/u): l'indicatore pi importante e pi utilizzato per valutare le
azioni quotate in Borsa. Indica il rapporto tra il prezzo delle azioni e l'utile netto realizzato dalla societ. In
sostanza, indica quante volte il prezzo delle azioni incorpora gli utili realizzati annualmente dalla societ. Se
per esempio, il P/e di un'azione pari a 20, significa che a quel livello di utili annuali ci vorranno 20 anni per
recuperare il capitale investito nell'azione. Minore il rapporto, migliore l'investimento: un'azione con un
P/e di 10 pi conveniente di un'azione con un P/e di 20 (naturalmente, a parit di altri fattori).
- Dividendo/prezzo (in inglese: dividend yield). Si indica in percentuale ed , semplicemente, il rendimento
da dividendo. Se un'azione costa 10 euro e paga un dividendo di un euro, il rendimento da dividendo sar del
10%. Di solito, i rendimenti da dividendo sono pi bassi, dei tassi d'interesse pagati dalle obbligazioni.
- Prezzo/patrimonio netto (in inglese: price/book value, P/bv). Esprime la solidit patrimoniale di un' azione.
Indica il rapporto tra il prezzo di Borsa e il patrimonio della societ, che il valore delle attivit (denaro in
cassa, immobili, macchinari, scorte, ...) al netto degli eventuali debiti. Se un'azione ha un rapporto
prezzo/patrimonio netto pari a 1, vuol dire che il suo prezzo uguale al valore del patrimonio (ovviamente,
diviso per il numero di azioni). Quando il rapporto inferiore a 1, vuol dire che il prezzo delle azioni
inferiore al valore patrimoniale dell'azienda. In genere le societ quotate hanno multipli superiori a 1, anche
di molto. Questo perch il loro prezzo di Borsa incorpora anche le aspettative sugli utili che verrano.
- Roe (return on equity, in italiano: redditivit del patrimonio netto). l'indicatore pi sintetico della
redditivit di una societ, cio della sua capacit di fare profitti. Esprime il rapporto tra i profitti e il
patrimonio netto (vedi sopra). Pi alto questo rapporto, meglio , perch significa che maggiore la
capacit della societ di realizzare guadagni con la propria attivit.

Gli indici di Borsa. Mib, Comit, Dow Jones, Nasdaq sono invece indici, misure che riassumono l'andamento
medio di un mercato. Ci sono indici relativi alle azioni, ma anche alle obbligazioni e a qualsiasi altro tipo di
valore quotato. Gli indici sono costruiti mettendo insieme i valori di un paniere di titoli rappresentativo del
mercato e misurandone poi, le variazioni di prezzo. La differenza tra i titoli e l'indice che mentre i prezzi
dei titoli sono espressi in moneta, gli indici sono espressi con un valore convenzionale, per esempio 100.
Facciamo un esempio: se a un indice dato un valore base pari a 100 all'inizio dell'anno e dopo tre mesi i
prezzi dei titoli che lo compongono sono mediamente saliti di un quarto, il valore dell'indice sar 125. La
ragione di tutto ci sta semplicemente nella comodit

Comit, Mib e Mibtel I principali indici di Borsa italiani sono il Comit, che il pi vecchio, il Mibtel, il Mib
corrente (la cui base fissata all'inizio di ogni anno a 1000 punti), e il Mib 30, che comprende le 30 societ
pi grandi.

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