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Andreotti, Fanfani, Rumor, e almeno una dozzina di altri potenti democristiani (compreso

per correttezza qualche presidente della Repubblica) dovrebbero essere, come Nixon, trascinati sul
banco degli imputati. [] E quivi accusati di una quantit sterminata di reati []: indegnit,
disprezzo per i cittadini, manipolazione di denaro pubblico, intrallazzzo con i petrolieri, con gli
industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione
straniera, collaborazione con la Cia, uso illecito di enti come il Sid, responsabilit nelle stragi di
Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacit di punire gli esecutori),
distruzione paesaggistica e urbanistica dellItalia, responsabilit della degradazione antropologica
degli italiani (responsabilit, questa, aggravata dalla sua totale inconsapevolezza), responsabilit
della condizione, come suol dirsi, paurosa, delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica
primaria, responsabilit dellabbandono selvaggio delle campagne, responsabilit dellesplosione
selvaggia della cultura di massa e dei mass media, responsabilit della stupidit delittuosa della
televisione, responsabilit del decadimento della Chiesa, e infine, oltre a tutto il resto, magari,
distribuzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori
(Pier Paolo Pasolini, Bisognerebbe processare i gerarchi Dc in Il Mondo, 28 Agosto
1975)

Mi sono caduti per caso gli occhi sulla parola petrolio in un articoletto credo de LUnit, e
solo per aver pensato la parola petrolio come il titolo di un libro mi ha spinto poi a pensare alla
trama di tale libro. In nemmeno unora questa traccia era pensata e scritta
(Appunto di Pasolini posto in calce ad un foglio dello scartafaccio del romanzo risalente allestate del
1972)

1. Petrolio, anatomia dei frammenti di un romanzo


Quando Pasolini fu ucciso stava lavorando alacramente a Petrolio.
La prima ideazione del romanzo risale alla primavera del 1972. In
un'intervista rilasciata alla giornalista Luisella Re, pubblicata
su Stampa Sera del 9 gennaio 1975, Pasolini parla del progetto a cui
sta lavorando:
Ho iniziato un libro che mi impegner per anni, forse per il resto della mia vita.
Non voglio parlarne, per: basti sapere che una specie di "summa" di tutte le mie
esperienze, di tutte le mie memorie.

Altrove, in una lettera ad Alberto Moravia, che accompagna il


manoscritto, Pasolini rende nota limpostazione narrativa che intende
dare al romanzo, da un lato metanarrativa e dallaltro antinarrativa:
un romanzo, ma non scritto come sono scritti i romanzi veri: la sua lingua
quella che si adopera per la saggistica, per certi articoli giornalistici, per le recensioni, per
le lettere private o anche per la poesia...

La lingua dei frammenti di Petrolio appare raziocinante e precisa,


talora assimilabile a quella di un saggio, avvolte assume caratteri
lirici, a volte appare maggiormente elaborata. Pasolini aspirava, nel
progetto dellopera, al raggiungimento di ogni estremo della forma
fino a quello illeggibile delle pagine in greco o in giapponese.

Oggi, a distanza di quarantanni, una possibile rilettura di


Petrolio, dovrebbe mirare allindividuazione, nellautore, di quei
percorsi utili a narrarci alcune storie, che dovrebbero, oltre a catturare
la nostra attenzione, metterci in sintonia anche col percorso compiuto
dallo stesso autore nella fase creativa del romanzo, ovvero tentare di
ristabilire una logica, laddove sembrano regnare larbitrariet e il
mistero.

Il raggiungimento di questo scopo implica, come vedremo, tentare


di risalire alle fonti del romanzo stesso e in particolare mettersi sulle
tracce di quei documenti che lo stesso Pasolini stava utilizzando per
realizzare alcune parti del libro, per consolidare, a quel punto i
riferimenti socioculturale e politico per poterli approfondire e
analizzare correttamente quei fatti di cui ancora la conoscenza pu
risultare carente.

Tornando al nostro romanzo incompiuto, il romanzo apparve


postumo in prima edizione nel 1992, a cura di Maria Cereri e
Graziella Chiarcossi. In circa 600 pagine a stampa, Petrolio appare
come un lungo lavoro filologico, che Pasolini esegu sotto la
supervisione di Aurelio Roncaglia, un lavoro che contribu, nei limiti
del possibile, a rendere pi accessibile un testo ricco di pentimenti e
vuoti da colmare, che comunque rimangono. Il libro corredato da
unimponente Nota filologica a cura dello stesso Roncaglia, che
rimane comunque essenziale per la sua comprensione. Come
accennavamo, Petrolio si presenta come uno scartafaccio di fogli
manocritti e dattiloscritti solo parzialmente numerati, con cassature,
aggiunte e correzioni spesso in contrasto tra di loro. La costante
presenza di segni manoscritti, cerchiature e segnature testimoniano la
densita magmatica del libro.

Le pagine che ci sono pervenute sono 522, di cui 492 dattiloscritte.


Roncaglia ricorda, per nella stessa Nota, che, secondo lo stesso
Pasolini, la stesura era giunta a 600 pagine. Questipotesi sarebbe
confermata, secondo il critico, da una valida prova filologica interna
relativa al capitolo scomparso Lampi sullEni, che si trova
nellAppunto 22a:
ne ho gi fatto cenno nel paragrafo intitolato Lampi sullEni, e ad esso
rimando chi volesse rinfrescarsi la memoria.

Lautografo del libro conservato presso lArchivio


Contemporaneo Alessandro Bonsanti presso il Gabinetto
Viesseux di Firenze. Assieme al manoscritto presente una copia V
non autografa che consta, oltre che di vari scritti, di tutto il materiale
giornalistico utilizzato nella stesura del romanzo e che analizzeremo
nel dettaglio, nel momento in cui passeremo in disamina le fonti del
libro.

Sono presenti quattro o cinque manoscritti del testo, tra loro talora
discordanti, per cui la ricostruzione dello stesso possibile proprio a
partire dal loro confronto. In questo processo non deve essere inoltre
sottovalutato il ruolo chiarificatore delle illustrazioni: si tratta di opere
attribuibili con buona probabilit allo stesso Pasolini e di ottima
fattura grafica. Gli innnumerevoli documenti storici, direttamente
attinenti con la cronaca, costituscono un ulteriore supporto nel
tentativo di colmare i vuoti del romanzo.

Pasolini chiam i frammenti del romanzo Appunti. I frammenti


sono numerati progressivamente e gran parte di essi, ma non tutti,
hanno un titolo. Le numerazioni giungono fino al n. 133, ma se
consideriamo i bis, ter, ecc., i numerosi contrassegni alfabetici (a,b,c
ecc.), i fogli tra un appunto e laltro e la lettera a Moravia, giungiamo
ad una stima di circa 200 unit. Se chiaro il nesso tra i frammenti in
successione, pi ostico quello tra i vari gruppi di Appunti. Sembra
difficilmente accettabile, ad ogni modo, la nozione di associazione
mentale di stampo psicoanalitico: siamo in effetti dinanzi ad una
schiziofrenia fluviale che non risponde a nessuna logica specifica.
Questa frammentariet viene chiarita dallo stesso autore:
il carattere frammentario dellinsieme del libro fa s che certi pezzi narrativi
siano in s perfetti, ma non si possa capire, per esempio, se si tratta di fatti reali, di
sogni di congetture fatte da qualche personaggio.

Pasolini ambienta questo brogliaccio incompiuto nellItalia del


boom economico, lacerata da giochi di potere invisibili, da stragi
insabbiate dal silenzio e da un trasformismo politico che ha messo
fascismo e antifascismo sullo stesso piano.

La storia di Carlo Valletti, ingegnere petrolchimico e protagonista


(scisso) del romanzo, si svolge nel contesto dellENI, lente
petrolifero pubblico italiano. I due Carlo sono scissi in un Carlo di
Polis e in un Carlo di Tetis, che poi corrispondono alle due dimensioni
in cui vive l'opera, quella del pubblico, del politico, e quella
dell'intimo, del sessuale, uno sdoppiamento che Pasolini adoper
anche altrove. Carlo di Polis viaggia in Oriente alla ricerca del
petrolio, un viaggio che riporta alla memoria quello mitico degli
Argonauti alla ricerca del vello doro: il petrolio diventa il moderno
vello doro. Carlo di Polis un cattolico moderno dellarea di
sinistra, colto imprenditore di avanguardia, completamente immerso
nelle torbide trame che governano lelitario mondo petrolifero. Carlo
rappresenta anche lambiguit di una certa fase storica della
Resistenza, legata ad un inedito connubio di situazioni
apparentemente avverse tra loro, o, se vogliamo, ai indissolubili
binomi di lobbies: laici/cattolici, fascisti/antifascisti, pubblico/privato,
politica/crimine. Carlo secondo, si muove invece tra Roma, Torino e
la Calabria. Perennemente ossessionato da pulsioni erotiche e
incestuose, si trasformer, al culmine, in una donna. Ma in realt
questa la sorte di Carlo primo, vittima, come il secondo, di un
processo di lacerazione dellidentit e di dissociazione ossessiva, che
rende questo scartafaccio un modello esemplare di antiromanzo.
Infine lultimo protagonista del romanzo lo stesso Pasolini, che
muore nel mare di Calabria, rinascendo in unacqua fetale primigenia
e fortemente esoterica.
Stragi, legami e complotti di stato costituiscono lo sfondo di un
antiromanzo di formazione, che, nello stesso tempo, si ricrea e si
distrugge. La struttura occulta delle cosiddette societ brulicanti
restituisce forma al testo conferendogli caratteristiche proprie,
generando un romanzo parallelo di genere economico-sociale
accanto a quello romanzesco-narrativo. Sembra chiaro che i modelli
sociali cui Pasolini ricorre sono Lukcs e Goldmann, che per sono
rivisitati in chiave postmoderna nellambito di un testo proliferante,
sospeso tra storia e mito, tra arcaico e contemporaneo.

Veniamo ora al tema della forma letteraria in Petrolio. Il


romanzo, come accennavamo appare uno scartafaccio illeggibile e
torbido, ma che sa fare della sua incompiutezza unarma vincente.
Unincompitezza che non assimilabile, ad esempio, a quella dei
romanzi di Kafka, ma al relativismo di una forma che nasce, cresce
e muore con la scrittura stessa. Il progetto di questo romanzo si svolge
in un disegno narrativo non tradizionale, che risulta in parte sviluppato
e coerente e in parte totalmente mozzato, con passi addirittura
totalmente estranei al testo stesso.

Il romanzo, nella sua sagoma irregolare e polimorfa, tale da


risultare impercettibile, offre svariate chiavi di lettura, probabilmente
troppe. Un numero cos elevato di interpretazioni possibili porta
irrimediabilmente il lettore ad immergersi in un caos senza fine,
essendo abituato tradizionalmente a tutta una serie di modelli e
tecniche diegetiche ereditati dalla nostra tradizione letteraria che ora
sono radicalmente sovvertiti o comunque stravolti. Questa
schiziofrenia ipertestuale pu avere come conseguenza
lallontanamento del lettore o una sorta di rifiuto inconscio da parte di
questultimo. Questo antiromanzo, nel progetto originario dellautore,
avrebbe dovuto essere una vera e propria summa della propria opera,
una sintesi del suo background esperienziale, misto di giornalismo,
poesia, narrativa, saggistica, teatro e cinema. Si trattava pertanto di un
progetto immenso che suscit sin da subito anche nella critica
sconcerto e disorientamento.
2. Le fonti del romanzo

Veniamo a questo punto alle fonti accertate

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