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Sviluppi nellanalisi progettuale delle opere in

sotterraneo
Giovanni Barla*

Sommario
La conferenza esamina gli sviluppi nellanalisi progettuale delle opere in sotterraneo, a partire dalla costruzione della
rete ferroviaria nazionale ed europea sino ai nostri giorni. Allo scopo di delineare le problematiche di interesse, nel modo
in cui esse si sono poste con il graduale evolvere della tecnologia e dei metodi costruttivi, si scelto di richiamare prelimi-
narmente lo scavo dei trafori alpini tra la Francia e lItalia: il primo Traforo delle Alpi, il Traforo Autostradale del Frejus,
la Galleria di Base lungo il nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione. Per non limitarsi al solo settore alpino e per sot-
tolineare i progressi tecnologici oggi conseguiti nelle tecniche costruttive delle gallerie, si anche fatto cenno al collega-
mento ferroviario appenninico ad alta velocit tra Bologna e Firenze, in fase di costruzione.
Si trattano gli sviluppi che hanno caratterizzato il calcolo delle gallerie e delle cavit sotterranee, a partire dagli iniziali
approcci della Meccanica delle rocce, negli anni Sessanta e Settanta, basati principalmente sulle soluzioni analitiche della
Teoria dellelasticit, nonch sui metodi della Fotoelasticit. Particolare attenzione viene dedicata al metodo convergenza-
confinamento, dalla iniziale formulazione al ruolo da questo coperto ai nostri giorni. Si passano infine in rassegna i mo-
derni metodi di analisi di tipo numerico, che consentono di simulare il comportamento dellammasso roccioso in cui ubi-
cata lopera sotterranea come un continuo/continuo-equivalente o un discontinuo. Si d soprattutto rilievo al modello di
calcolo adottato, nel contesto del cosiddetto progetto geotecnico, secondo un approccio multidisciplinare, che pone al cen-
tro la continua verifica delle previsioni derivate dal calcolo con le osservazioni e le misure in corso dopera.
Si considerano tre opere in sotterraneo di un certo rilievo, tra le tante cui lautore si in particolare dedicato negli ultimi
dieci anni, in una duplice ottica, progettuale e di ricerca: il deposito sotterraneo per lo stoccaggio di idrocarburi liquidi, a
Givat Shemen, Bersheva (Israele); la caverna di Venaus, appartenente allImpianto Idroelettrico di Pont Ventoux, in Val di
Susa, Torino; le gallerie di Frasnadello e Antea, a San Pellegrino Terme, in Val Brembana, Bergamo. In ciascun caso, dopo
un attento esame degli aspetti geologici e geotecnici che riguardano lammasso roccioso, si descrivono le analisi progettuali
svolte, dedicando particolare cura alla individuazione del modello geologico e geotecnico adottato. Infine, ci si sofferma
sui pi recenti temi di ricerca affrontati, nel contesto del progetto di gallerie in condizioni difficili, tra cui in particolare
quelle caratterizzate da un comportamento dellammasso roccioso di tipo spingente.
La conferenza termina con alcune considerazioni e raccomandazioni sui possibili ulteriori sviluppi nei metodi di calcolo
delle opere in sotterraneo. Si evidenzia come questi ultimi debbano essere incentrati in modo attento e scrupoloso sulla
simulazione del comportamento dellammasso roccioso, in unottica progettuale di tipo interattivo, dove essi costituiscono,
insieme alle osservazioni e alle misure in corso dopera, una delle principali componenti dellapproccio progettuale da
adottare.

1. Introduzione Come illustrato in figura 1, alcuni di questi


modelli, oggi conservati presso il Dipartimento di
Le opere in sotterraneo sono state interessate da Ingegneria Strutturale e Geotecnica dello stesso Po-
un notevole sviluppo in concomitanza con la costru- litecnico, riguardano la costruzione di gallerie e
zione della rete ferroviaria nazionale ed europea, a rendono in modo accurato i diversi tipi di attacco e
met del XIX secolo. Una significativa testimo- le successive fasi di avanzamento dello scavo, allora
nianza di questo sviluppo data, in modo singolare pi frequentemente in uso:
e sicuramente suggestivo, dai Modelli di Costru- (a) il Metodo Austriaco-Inglese, che consisteva
zioni, veri Capolavori di Minuseria al servizio nelleffettuare lo scavo completo della sezione
della Scienza delle Costruzioni della Regia Scuola della galleria prima di eseguire il rivestimento;
di Applicazione per Ingegneri, in Torino [Politec- (b) il Metodo Belga, con cui si eseguiva il rivesti-
nico di Torino, 1989]. mento della calotta della galleria e successiva-
mente quello dei piedritti;
(c) il Metodo Italiano, con il cosiddetto attacco in
cunetta, che prevedeva la messa in opera
* Politecnico di Torino, Dipartimento di Ingegneria Strutturale dellarco rovescio in muratura, prima della chiu-
e Geotecnica sura completa dellanello.

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA 3/2005


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(a)

Fig. 2 Modelli di costruzioni del Politecnico di Torino:


Galleria dei Giovi sulla linea ferroviaria Genova-Torino.
Interventi di restauro del 1873 [Politecnico di Torino,
1989].
Fig. 2 Models for constructions of the Politecnico di Torino:
Giovi Tunnel along the Genova-Torino railway line. Repair
(b) works in 1873 [Politecnico di Torino, 1989].

(c)

Fig. 1 Modelli di Costruzioni del Politecnico di Tori-


no: (a) Metodo Austriaco-Inglese; (b) Metodo Belga; (c)
Metodo Italiano [Politecnico di Torino, 1989].
Fig. 1 Models for Constructions of the Politecnico di Torino:
(a) Austrian-English Method; (b) Belgian Method; (c) Italian
Method [Politecnico di Torino, 1989].

Fig. 3 Fotografia di armatura in legno del 1930-31 [PRA-


Linteresse del progettista e del costruttore di DER, 2000].
gallerie, allora come oggi, doveva essere rivolto an- Fig. 3 Photograph showing a timber support of 1930-31
che agli interventi di ripristino, come visibile in un [PRADER, 2000].
altro modello della stessa collezione Capolavori di
Minuseria al servizio della Scienza delle Costru-
zioni (Fig. 2), che riproduce un tratto della Galleria lare il carico sulle strutture provvisorie in legno e sul
dei Giovi, sulla linea ferroviaria Genova-Torino, rivestimento permanente.
inaugurata nel 1853. Questa galleria, scavata in ter- I primi tentativi di calcolo, che si possono fare ri-
reno che si presentava mobile (argilliti plasti- salire proprio alla met del XIX secolo, prendevano
che), sub dei guasti negli anni Settanta, cos da in considerazione i fenomeni nellimmediata vici-
richiedere, nel 1873, importanti ed impegnativi in- nanza dello scavo ed erano basati su ipotetici mecca-
terventi di restauro, [CURIONI, 1974]. nismi di rottura o su modelli semplici (vere e proprie
Ci che chiaro, osservando le illustrazioni idealizzazioni intuitive: il comportamento ad arco, il
delle figure 1 e 2, insieme alla figura 3, che riporta comportamento a trave, la teoria del silo, ).
una fotografia un po pi recente [PRADER, 2000], daltra parte interessante osservare che nel
che per lungo tempo stato necessario dedicare periodo storico appena ricordato nasce la Teoria
unattenzione del tutto particolare alla carpenteria Matematica dellElasticit ( By the Autumn of 1822
in legno e al rivestimento finale in muratura posti in Cauchy had discovered most of the elements of the pure the-
opera durante lavanzamento. Era indispensabile ory of elasticity. He had introduced the notion of stress at
valutare la stabilit del cavo e in particolare calco- a point , LOVE, 1944), per cui si fa gradualmente

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SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 13

strada lesigenza di andare oltre il semplice modello


di quantificazione del carico agente sulle strutture.
Si comincia infatti a comprendere quanto sia impor-
tante descrivere la ridistribuzione delle sollecita-
zioni e le deformazioni indotte intorno al cavo, nel
senso di quantificare la variazione che la presenza
del cavo stesso comporta rispetto ad una situazione
di equilibrio preesistente. Basti pensare alliniziale
impiego, nello studio del comportamento delle gal-
lerie allo scavo, delle classiche soluzioni in forma
chiusa della Teoria dellElasticit quali, ad esempio,
le soluzioni di LAM [1852] e di KIRSCH [1898], che
affrontano rispettivamente il problema del calcolo
di tensioni e deformazioni indotte in una piastra fo-
rata in condizioni di sforzo idrostatico e biassiale. Fig. 4 Cartolina commemorativa dellinaugurazione
Questa conferenza, che considera lo stesso pro- della galleria ferroviaria del Moncenisio [LESCA, 1998].
blema di allora, esamina i metodi di analisi delle Fig. 4 Postcard of the opening celebration of the Mont Cenis
opere in sotterraneo, con lintento di ripercorrere i railway tunnel [LESCA, 1998].
diversi tentativi fatti nel tempo a partire proprio da
quando si iniziato a comprendere limportanza di
una quantificazione dello stato di tensione e di de-
formazione indotto nellammasso roccioso
dallapertura di uno scavo in sotterraneo. Da qui na-
sce il titolo: Sviluppi nellanalisi progettuale delle
opere in sotterraneo.

2. Il passato e il presente
Prima di affrontare largomento principale di
Fig. 5 Affusto ad intelaiatura metallica con perforatrici
questa conferenza, ci soffermiamo su tre importanti ad aria compressa. Disegno originale di G. Sommeiller
opere appartenenti a tre diversi periodi storici, [Lesca, 1998].
senza con questo voler fare una ricostruzione dei Fig. 5 System with steel frame and compressed air drills
progressi tecnologici che hanno riguardato le co- mounted on it. Original drawing due to G. Sommeiller [Lesca,
struzioni in sotterraneo. Lo scopo piuttosto quello 1998].
di inquadrare il problema; quindi parso utile
prendere a riferimento un unico ambiente geolo-
MEILLER, GRANDIS e GRATTONI (Fig. 4), i quali, tra lal-
gico, interessato allo scavo dei trafori transalpini
tro, misero a punto per la perforazione della roccia
delle Alpi Cozie, tra la Francia e lItalia: il primo
scalpelli azionati pneumaticamente (Fig. 5).
Traforo delle Alpi, il Traforo Autostradale del
Si tratta del vero inizio, nel 1863, dello scavo
Frejus, la Galleria di Base lungo il nuovo collega-
meccanizzato in galleria [HARDING, 1981]. Su pro-
mento ferroviario Torino-Lione. Sempre allo stesso
getto del Sommeiller (cui era stato rilasciato latte-
fine di inquadramento, per sottolineare i progressi
stato di privativa il 30 dicembre 1858), le perfora-
tecnologici oggi conseguiti nelle tecniche costruttive
trici venivano montate (in genere in numero di 7-
delle opere in sotterraneo, che finiscono per in-
10, ma alloccorrenza fino a 12) su un affusto ferro-
fluenzare in modo rilevante i metodi di analisi,
viario, ad intelaiatura metallica (Figs. 5 e 6), dotato
menzioneremo brevemente anche il collegamento
di barre trasversali, vero precursore dei moderni
ferroviario ad alta velocit tra Bologna e Firenze.
carri jumbo.
La squadra di base, addetta allaffusto, era com-
2.1. Il primo Traforo delle Alpi posta di 37 persone: un capo-posto, 4 meccanici, 2
scalpellini minatori, 8 manovali per il maneggio e
interessante tornare al periodo storico prima il cambio dei fioretti, 9 operai per la condotta delle
ricordato (seconda met del XIX secolo) e in parti- perforatrici, 8 manovali per la messa in stazione o
colare alla galleria ferroviaria del Moncenisio, sotto il ricambio delle perforatrici, 5 ragazzi addetti ai la-
il colle del Frejus, tra Bardonecchia e Modane: il vori accessori, oltre a 2 lavoranti usati come mes-
primo Traforo delle Alpi [HARDING, 1981]. A realiz- saggeri. Di fianco alle rotaie principali, venivano
zarla furono Tre Ingegneri [LESCA, 1998], SOM- montate altre due coppie di rotaie con scartamento

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Fig. 9 Vista del fronte della galleria in calcescisti sul lato


Fig. 6 Affusto con perforatrici, in opera al fronte di scavo
Italia. visibile la bullonatura sistematica della calotta
[LESCA, 1998].
[Cogefar e CTF, 1982].
Fig. 6 System with air drills, at the face [LESCA, 1998].
Fig. 9 View of the tunnel heading in calcschist on the Italian
side. Also shown is the systematic bolting of the crown [Cogefar
and CTF, 1982].

2.2. La galleria autostradale del Frejus

Non molto lontano dal primo Traforo delle


Alpi, appena ricordato, con cui ebbe veramente
inizio una nuova era per la costruzione delle galle-
rie [PELIZZA, 1989], muovendoci dal passato verso
il presente, nella storia dello scavo delle gallerie,
deve essere ricordato il Traforo Autostradale del
Fig. 7 Squadra di operai minatori al fronte di scavo e fa-
Frejus che congiunge Bardonecchia, nel vallone di
se di smarino [LESCA, 1998].
Fig. 7 Mine workers at the heading during the mucking out Rochemolles, in Italia, con Modane, nel vallone de
operation [LESCA, 1998]. lArc, in Francia (Fig. 8). Con una lunghezza com-
plessiva del tracciato di 12.9 km e una copertura
massima di 1750 m, questo traforo segue planime-
di 60 cm, sulle quali venivano fatti scorrere i vagon- tricamente quello ferroviario per circa un terzo del
cini addetti al trasporto del marino (Fig. 7), LESCA suo sviluppo; se ne allontana fino ad una distanza di
2000 m, in corrispondenza dellimbocco francese.
[1998].
Ad eccezione delle zone di attacco, su entrambi i
Il Traforo, che era scavato prevalentemente
lati, il traforo attraversa esclusivamente la Forma-
nella Formazione dei Calcescisti Piemontesi, aveva zione dei Calcescisti Piemontesi (Fig. 9).
una lunghezza di 12.2 km. I lavori di scavo inizia- Lo scavo del traforo autostradale si caratterizza
rono nel 1857 e, procedendo sui due fronti, termi- per una serie di innovazioni, sia dal punto di vista
narono con lincontro delle avanzate il 25 dicembre tecnologico [Cogefar e CTF, 1982] che strettamente
1870; linaugurazione della galleria fu fatta il 17 set- progettuale [CANOBBIO et al., 1979; LUNARDI, 1980].
tembre 1871 e lapertura allesercizio avvenne il 16 Vale ad esempio ricordare, quasi a voler porre a
ottobre 1871. confronto il passato con il presente, la felice

Fig. 8 Profilo longitudinale del Traforo Autostradale del Frejus [Cogefar e CTF, 1982].
Fig. 8 Longitudinal profile of the Frejus Highway Tunnel [Cogefar and CTF, 1982].

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mento veniva garantita da un intervento sistematico


di stabilizzazione con bulloni (diametro 24 mm) ad
ancoraggio puntuale, con testa espandibile a sei ali
e lunghezza variabile da 3.5 a 5.0 m.

2.3. Le gallerie del nuovo collegamento ferroviario Tori-


no-Lione

Il Presidente Cavour, nel proporre alla Camera


dei Deputati nel giugno del 1857, il progetto del
primo Traforo delle Alpi affermava: LImpresa
che noi vi proponiamo, non vale il celarlo, gigantesca; la
sua esecuzione dovr per riuscire a gloria e a vantaggio
Fig. 10 Vista frontale del carro jumbo dotato di sei bracci del Paese. Noi non vi abbiamo mai dissimulato essere noi
con perforatrici idrauliche [Cogefar e CTF, 1982]. convinti che questa impresa non potesse condursi a compi-
Fig. 10 View of the jumbo equipped with six booms with mento senza vincere grandissime, immense difficolt ..
hydraulic drills [Cogefar and CTF, 1982]. Non fuori luogo ricordare queste stesse parole
oggi considerando il nuovo collegamento ferrovia-
scelta di sostituire la tradizionale perforazione ad rio Torino-Lione, che prevede nei prossimi anni lo
aria compressa con quella elettro-idraulica, mai spe- scavo di un traforo transalpino di circa 53 km con
rimentata prima di allora per tratti di galleria cos una copertura che oltrepassa i 2000 m in corrispon-
lunghi (Fig. 10). Rimanendo sempre sul lato ita- denza della cresta di confine (Fig. 11) oltre a tre lun-
liano del traforo, si pu anche ricordare che la sta- ghe gallerie in Val di Susa, tra cui quella di Busso-
bilit dello scavo a seguito del fronte di avanza- leno riportata nello stesso profilo di figura 11.

Fig. 11 Carta e sezione geologica interpretativa semplificata del Tunnel di Base e di Bussoleno lungo il nuovo collega-
mento Torino-Lione [Alpetunnel, 2001].
Fig. 11 Map and simplified geological profile of the Base Tunnel and of the Bussoleno Tunnel along the new Torino-Lione line
[Alpetunnel, 2001].

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Fig. 12 Linea ferroviaria ad Alta Velocit Bologna-Firenze. Profilo geologico longitudinale [LUNARDI, 1998b].
Fig. 12 Bologna-Firenze High Speed Railway Line. Longitudinal geological profile [LUNARDI, 1998b].

quasi superfluo sottolineare limportanza che in direzione Est-Ovest, lungo la direttrice padana,
assumono in questo caso gli studi geologici gi svolti e in direzione Nord-Sud, lungo quella peninsulare.
[SACCHI et al., 2004]. Non meno importanti sono interessante sottolineare in questa sede che
per alcuni aspetti specialistici riguardanti pi da questopera segue il primo collegamento tra Bolo-
vicino questa conferenza. Nel caso particolare sar gna e Firenze, la tuttora esistente linea Porre-
ad esempio utile chiedersi, nellesaminare lo svi- tana (i cui lavori vennero intrapresi nel 1856, en-
luppo dei metodi di analisi oggi disponibili per il trando in servizio nel novembre del 1864), e la Di-
progetto delle opere in sotterraneo, se questi pos- rettissima Bologna-Firenze (inaugurata nel
sono considerarsi adeguati di fronte alle complesse 1934), entrambe caratterizzate da importanti gal-
problematiche anticipate, per la natura dei terreni lerie di valico dellAppennino, scavate in condi-
attraversati, le notevoli coperture interessate, la lun- zioni geologiche particolarmente complesse e dif-
ghezza delle opere, i condizionamenti sui tempi di ficili. La metodologia di scavo adottata nella nuova
realizzazione, ed altro ancora. opera, a piena sezione (Fig. 13), con interventi si-
stematici di stabilizzazione/consolidamento al
fronte, rappresenta una importante innovazione
2.4. Il collegamento ferroviario ad alta velocit tra Bolo- tecnologica e costruttiva, nonch di tipo proget-
gna e Firenze tuale [LUNARDI, 1998b].
Con i suoi 73 km di gallerie, per un tracciato
che si sviluppa attraverso lAppennino per 78 km
(Fig. 12), il collegamento ferroviario ad alta velo-
3. I metodi di analisi in un breve percorso
cit tra Bologna e Firenze costituisce indubbia-
mente lopera di maggiore impegno del progetto 3.1. I primi passi
Treno ad Alta Velocit [LUNARDI, 1998a,b]. Come
noto, tale progetto ridisegna il sistema ferroviario Allepoca dello scavo delle prime gallerie ferro-
italiano sulla base del quadruplicamento delle li- viarie (met del secolo XIX), lo stato dellarte nel
nee con nuovi assi ad alta velocit, che si sviluppa calcolo delle opere in sotterraneo e delle strutture

Fig. 13 Linea ferroviaria ad Alta Velocit Bologna-Firenze. Lo scavo a piena sezione con interventi al fronte di scavo me-
diante barre in vetroresina (immagini da RockSoil e TAV].
Fig. 13 Bologna-Firenze High Speed Railway Line. Full face excavation with systematic measures at the face by using fibre-glass dowels
(photographs by RockSoil and TAV).

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agenti non superassero i valori di resistenza della


malta tra i corsi, non accettando comunque sforzi di
trazione.
Rimanendo sempre e volutamente sul testo di
CURIONI [1877], di sicuro interesse rilevare come lo
stesso autore fosse ben cosciente delle difficolt in-
contrate nel formulare ipotesi attendibili sui carichi
agenti sui rivestimenti e nella stessa soluzione del
problema in esame. Ci risulta bene nelle seguenti
parole: la risoluzione rigorosa del problema presenta dif-
ficolt serie e forse insuperabili, sia perch non si conosce
come realmente si comporta nelle intime parti una massa
di terra, allorquando trovasi in procinto di scoscendere; sia
ancora perch non ben noto il modo di resistere dei rive-
stimenti delle gallerie.
Lo stesso Curioni e altri ingegneri dellepoca,
coinvolti nella realizzazione delle importanti galle-
rie della prima rete ferroviaria del paese (nomi ben
noti sono quelli degli Ingegneri Lanino Protche
Siben), comprendevano in tutta chiarezza la
Fig. 14 Schemi geometrici del rivestimento in muratura grande importanza, in questi casi, di osservare
di galleria ferroviaria, tratti dallAppendice allArte del lopera in vera grandezza: con tutto limpegno ,
fabbricare di Curioni [1877]. approfittare dei fatti che ci permesso osservare nelle de-
Fig. 14 Geometrical schemes of the brick masonry lining of a formazioni e nella rottura delle gallerie onde vedere se
railway tunnel, as reported in the Appendix of Arte del
possibile formulare una teoria, che in qualche modo
fabbricare by Curioni [1877].
possa venire in aiuto dellingegnere costruttore nel proget-
tare [CURIONI, 1877]. Non pertanto fuori luogo
evidenziare come in queste parole siano sottolineati
di sostegno ben descritto da queste parole riprese i principi che molti anni pi tardi sarebbero stati
da CURIONI [1877]: posti alla base dellapproccio osservazionale [TERZA-
Innumerevoli sono le gallerie aperte allepoca GHI e PECK, 1967; PECK, 1969].
delle prime costruzioni di strade ferrate fino ai nostri
tempi; ed singolare come non siansi ancora formulate re-
gole certe e sicure per la determinazione pratica delle gros- 3.2. La teoria dellelasticit
sezze dei rivestimenti. Pochi precetti generalissimi hanno
finora servito di guida nel determinare le indicate gros- Abbiamo gi ricordato che con la met del XIX
sezze . secolo, proprio mentre si andavano costruendo le
si pu tralasciare ogni rivestimento alle gallerie in prime gallerie della rete ferroviaria nazionale ed eu-
roccia dura, non alterabile al contatto dellaria ropea, la Teoria Matematica dellElasticit aveva or-
necessario un sottile rivestimento murale, con gros- mai raggiunto un buon livello di sviluppo ed erano
sezza variabile da metri 0.25 a 0.40, per le gallerie state pubblicate diverse soluzioni analitiche in
entro roccia soggetta a sfaldarsi in contatto dellaria forma chiusa, che sarebbero poi state utilizzate per
indispensabile un robusto rivestimento murale, con lanalisi del comportamento delle cavit sotterranee
grossezza di metri 0.50, per le gallerie entro terra. in fase di scavo e ad opera completata, come de-
Come si gi ricordato, lattenzione era dunque scritto nei primi testi di Meccanica delle rocce [LA-
rivolta al dimensionamento del rivestimento in mu- BASSE, 1949; JAEGER, 1956; TALOBRE, 1957; OBERT e

ratura e alla carpenteria in legname; in particolare DUVALL, 1967].


si cercava di formulare delle ipotesi ragionevoli Come illustrato nella figura 15, tali soluzioni ri-
sullentit e sulla distribuzione del potenziale carico guardano il calcolo delle tensioni r, e r e degli
su questi agenti. Il calcolo veniva svolto ricorrendo spostamenti u r ed u in un punto a distanza r
a metodi di tipo analitico o grafico, in stretta analo- dallorigine degli assi di coordinate x,y o r,, in un
gia a quanto fatto per le arcate di ponti di struttura mezzo infinitamente esteso, omogeneo, Continuo
murale. Come illustrato nei diagrammi di figura 14, ed Isotropo, a comportamento Lineare Elastico
ripresi dallAppendice allArte del fabbricare dello (CILE), contenente un foro circolare, e soggetto ad
stesso CURIONI [1877], la stabilit della galleria veniva uno stato di tensione in sito idrostatico [soluzione di
valutata deducendo la mutua azione tra le parti di volta LAM, 1852] o biassiale [soluzione di KIRSCH, 1898].
limitate dai giunti alle reni e dal giunto in chiave. La ve- Una delle prime esigenze poste dalla pratica co-
rifica comportava che gli sforzi di compressione struttiva, nello studio delle tensioni e delle deforma-

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Fig. 16 Distribuzione della tensione tangenziale, al bor-


do di una galleria quadrata, in funzione del raggio di cur-
vatura () agli spigoli [BARLA, 1970].
Fig. 16 Boundary stress distribution around a square tunnel
with rounded corners for various radii() [BARLA, 1970].

Fig. 15 Illustrazione grafica dei problemi di LAM


[1852] e di KIRSCH [1898].
Fig. 15 Illustration of the LAMS [1852] and KIRSCHS [1898]
problems.

zioni indotte intorno ad una galleria, pur nelle sem-


plici ipotesi di mezzo CILE, stata quella di tenere
conto di una sezione di scavo diversa da quella cir-
colare. A tal fine, sono stati condotti numerosi studi Fig. 17 Visione fotoelastica di una lastra piana contenen-
analitici e sperimentali, volti a definire linfluenza te un foro circolare sottoposto a tensione uniassiale [DAL-
LY e RILEY, 1965].
della forma geometrica, aspetto di sicuro rilievo, so-
Fig. 17 Photoelastic pattern obtained from uniaxial tension of
prattutto per le grandi cavit sotterranee adibite a
a plate containing a circular hole [DALLY and RILEY, 1965].
funzioni civili o minerarie.
Gli studi analitici hanno in particolare riguar-
dato limpiego della teoria dellelasticit, in accordo
1967), hanno visto limpiego della fotoelasticit
alla formulazione con variabili complesse [MUSKHE-
[F ROCHT , 1941), che consente di visualizzare in
LISHVILI, 1963; SOKOLNIKOFF, 1956; SAVIN, 1961]. Un
efficace esempio di studi specifici sullargomento modo molto efficace la distribuzione delle sollecita-
[B ARLA , 1970], tipici degli sviluppi del periodo zioni intorno allo scavo, come illustrato per una
1965-1970, riportato nella figura 16, che intende galleria circolare in figura 17. Vale osservare, con ri-
evidenziare linfluenza degli spigoli sulla concentra- ferimento alle esigenze poste dalla tridimensiona-
zione delle sollecitazioni agenti nellintorno di una lit di alcuni problemi applicativi (tipico il caso
galleria mineraria di sezione quadrata, in condi- delle zone di intersezione tra gallerie e cavit di di-
zioni di carico uniassiale (v, k = h/v = 0). versa forma geometrica), che i modelli fotoelastici
Gli studi sperimentali, anchessi appartenenti sono stati anche applicati alla soluzione di problemi
allo stesso periodo di cui sopra [Obert e Duvall, tridimensionali, come illustrato dallesempio di

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SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 19

(a)

(a)

(b)
Fig. 19 Stato tensionale intorno ad intersezioni di galle-
rie: (a) Modello BEM; (b) Risultati del calcolo con il meto-
do BEM (Sezione 1).
Fig. 19 Stress distribution around tunnel intersections:
(a) photoelastic pattern; (b) BEM solution (Section1).

3.3. Il metodo convergenza-confinamento o delle curve ca-


ratteristiche

(b) Nello sviluppo dei metodi di analisi un posto del


tutto particolare deve essere riservato al metodo
Fig. 18 Studio tridimensionale delle tensioni indotte in
vicinanza ad intersezioni di due gallerie: (a) modello; (b)
convergenza-confinamento o delle curve caratteri-
visione fotoelastica [DURELLI e RILEY, 1965]. stiche [PANET, 1995], il cui uso pu essere fatto so-
Fig. 18 Three-dimensional study of the stress distribution prattutto risalire ai primi anni Cinquanta e Sessanta
around tunnel intersections: (a) model; (b) photoelastic pattern del secolo scorso e al lavoro di Rabcewicz, Pacher e
[DURELLI and RILEY, 1965]. Muller, in relazione allimpiego del cosiddetto
Nuovo Metodo Austriaco, NATM [GOLSER, 1995].
Le basi teoriche del metodo fanno riferimento in-
vece alle soluzioni derivate per il calcolo dello stato
figura 18, relativo a zone di intersezione ad angolo
tensionale e deformativo e dello sviluppo progres-
retto tra due gallerie circolari. sivo della plasticizzazione attorno a una galleria cir-
comunque evidente che oggi, con lampia dif- colare scavata in un mezzo a comportamento ELasto
fusione dei metodi di analisi numerica, su cui ci sof- PLAstico (ELPLA), sottoposto ad uno stato tensio-
fermeremo nel successivo capitolo, il calcolo dello nale in situ po e sul contorno r di tipo isotropo (Fig.
stato tensionale e deformativo intorno a gallerie di 20).
diversa forma geometrica e anche in condizioni tri- Alcune di queste soluzioni sono state sviluppate
dimensionali pu essere svolto in modo molto pi nel periodo 1930-1960 [F ENNER , 1938; L ABASSE ,
semplice. Per mettere in luce questo fatto, lo stesso 1949; TALOBRE, 1957; KASTNER, 1962]. Altre, a par-
problema affrontato con i metodi della fotoelasti- tire dallelegante soluzione proposta da SALENON
cit, illustrato in figura 18 [DURELLI e RILEY, 1965], [1969], sono state derivate pi recentemente [per ci-
tarne alcune: DAEMEN, 1975; RIBACCHI e RICCIONI,
stato risolto con il metodo numerico degli elementi
1977; BROWN et al., 1983; PANET, 1995]. Tra queste,
di contorno (BEM) e il codice di calcolo
si possono anche ricordare le soluzioni in forma adi-
EXAMINE3D [ROCSCIENCE, 1998]. Come duso in mensionale proposte da C ARRANZA -T ORRES e F AI -
questi casi, il confronto condotto riportando le li- RHURST [1999]. Di sicuro interesse poi la soluzione
nee di contorno dello sforzo di taglio massimo, se- semi-analitica elaborata da DETOURNAY [1983], ap-
condo quanto rappresentato nella figura 19. plicabile al caso di stato di tensione in situ biassiale.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


20 BARLA

Fig. 20 Metodo convergenza-confinamento: sono illustrate la curva caratteristica della galleria (LC), e la curva di reazione
del sostegno (LS) (sono indicati i casi di sostegno elastico LS1 e cedevole LS2). anche illustrata la curva spostamento-
tempo che tipica di comportamento stabile o instabile della galleria.
Fig. 20 Convergence-confinement method: the tunnel characteristic curve (LC) is shown together with the support reaction curve (LS)
(the cases of elastic LS1 and yielding LS2 support are illustrated). Also shown is the displacement-time curve which exhibits stable
or unstable conditions for the tunnel.

Queste soluzioni si differenziano per il criterio di re- per distanze superiori lammasso roccioso continua
sistenza che viene introdotto per lammasso roc- a rimanere in condizioni elastiche (CILE).
cioso, sia quello di Mohr-Coulomb o di Hoek- La LC non tiene ovviamente conto della even-
Brown. tuale presenza delle strutture di sostegno, ma de-
In sintesi, riferendo il problema ad una galleria scrive unicamente la risposta della galleria in ter-
circolare profonda di raggio a, ubicata in un mezzo mini di convergenza e di estensione della fascia pla-
continuo, omogeneo, isotropo, a comportamento stica al variare della tensione radiale applicata sul
ELPLA di tipo ideale plastico o ideale fragile, sotto- contorno della galleria. Come illustrato in Figura
20, per tenere conto dellinterazione tra la galleria
posto ad uno stato tensionale in situ isotropo po,
e la struttura di sostegno necessario rappresentare
dunque possibile, con una delle soluzioni in forma
questultima attraverso una propria curva caratteri-
chiusa prima ricordate, determinare lo stato tensio- stica (LS) ed introdurre il concetto di tensione ra-
nale e deformativo nellammasso roccioso a seguito diale fittizia [PANET e GUENOT, 1982), che permette
dello scavo, schematizzato con una progressiva di- di affrontare il problema tridimensionale caratteriz-
minuzione della tensione radiale r sul contorno del zato dalla presenza del fronte di scavo mediante
cavo. Come illustrato nella figura 20, la curva che uno schema bidimensionale semplificato.
definisce lo spostamento radiale ur sul contorno In tal modo la LC pu essere razionalmente in-
della galleria, in funzione della corrispondente ten- terpretata come un grafico rappresentativo della si-
sione r, detta curva convergenza-confinamento tuazione deformativa lungo lasse della galleria:
della galleria in esame (LC). Concordemente viene ogni punto della curva LC consente di valutare len-
anche valutata lestensione della fascia plastica, de- tit dello spostamento radiale in una particolare se-
finita dal valore del raggio plastico Rpl. zione relativamente alla posizione del fronte di
scavo. Sar cos possibile determinare anche lo spo-
Per una tensione radiale pari a po, non si ha al-
stamento radiale ur)i nella sezione in cui viene posto
cuna variazione dello stato tensionale e deformativo
in opera il sostegno.
iniziale al contorno della galleria e lo spostamento
La SC definisce lo spostamento radiale ur della
radiale ur (per r = a) nullo. Al diminuire della ten-
struttura di sostegno in funzione della tensione ra-
sione radiale r, inizia a manifestarsi lo spostamento diale r applicata su questultima. Essa general-
radiale ur che, inizialmente, cresce linearmente sino mente descritta da una relazione lineare caratteriz-
ad un certo valore della tensione radiale r,cr, detta zata dal coefficiente angolare ks, detto rigidezza del
tensione radiale critica, funzione unicamente dei sostegno, sino ad un valore massimo della tensione
parametri di resistenza di picco dellammasso roc- r che caratterizza la pressione massima r)max che la
cioso. Al di sotto del valore della tensione radiale struttura stessa in grado di sopportare. Sono dispo-
r,cr si sviluppa, intorno al cavo, la zona plastica. Il nibili in letteratura le espressioni delle rigidezze ks e
raggio plastico Rpl individua il limite di tale zona: del valore limite della pressione r)max dei sostegni

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 21

tradizionali quali ad esempio le centine metalliche, il


rivestimento in calcestruzzo spruzzato e i bulloni ra-
diali ad ancoraggio puntuale [HOEK e BROWN, 1980].
Come illustrato nella figura 20, lintersezione
tra la LC e la LS (nella figura sono indicate due
curve caratteristiche del sostegno: LS1 supporto
elastico ed LS2 supporto cedevole) permette di ri-
cavare la pressione che agisce sulle strutture di so-
stegno e lo spostamento radiale della galleria nella
situazione finale di equilibrio, a grande distanza dal
fronte di scavo. Di interesse, in unottica osservazio-
nale, come evidenziato nella stessa figura 20, an-
che la variazione di ur nel tempo t, a porre in luce
un comportamento della galleria di tipo stabile o in-
stabile.
Fig. 21 Componenti del Progetto Geotecnico.
Il metodo convergenza-confinamento stato re- Fig. 21 Components of Geotechnical Design.
centemente esteso per tenere conto delle strutture
di rinforzo e consolidamento [si vedano ad esempio:
GRAZIANI et al., 2000; ORESTE, 2002]. Dal momento Geotecnico (Caratterizzazione Geotecnica) e,
che questi interventi non possono essere considerati quindi, del cosiddetto Modello di Calcolo da adot-
in modo indipendente attraverso una propria linea tare.
di reazione, come stato fatto per i sostegni, occorre opportuno riconoscere che, con le caratteristi-
modificare la curva caratteristica della galleria onde che assunte dalle Costruzioni Geotecniche (come
tenere conto dellazione di rinforzo (ad esempio, suggerito da JAPPELLI [1999], con terminologia ana-
questo il caso dei bulloni ad ancoraggio ripartito). Si loga a quella adottata per le costruzioni idrauliche,
pu infine osservare che il metodo convergenza- stradali, civili, , le costruzioni geotecniche indivi-
confinamento, al di l delle semplificative ipotesi di duano opere e interventi di ingegneria, che intera-
base prima ricordate, che ne limitano notevolmente giscono con il terreno: il caso delle opere in sotter-
il campo di applicazione, offre una certa versatilit, raneo), indispensabile situare il problema in un
in particolare come mezzo preliminare di analisi del contesto assai ampio, che pone lesigenza di un ap-
problema progettuale in esame, che dovr poi es- proccio multidisciplinare. Ci vale in relazione alle
sere approfondito ricorrendo ai metodi di calcolo esigenze e ai vincoli posti dalle diverse problemati-
numerico. che da affrontare in fase di progetto e di costru-
zione: funzionali, ambientali, geologiche, idrogeo-
logiche, geotecniche.
4. I metodi di analisi progettuale oggi Tale approccio multidisciplinare, che tuttora
oggetto di discussione a livello internazionale
Allo scopo di descrivere i metodi di analisi pro- [JEWG, 2004), comporta il ricorso a diverse disci-
gettuale delle opere in sotterraneo, come li inten- pline e competenze:
diamo oggi, al termine del percorso precedente oc- la Geologia Applicata (Engineering Geology)
corre inquadrare questi metodi nel contesto del co- la Geomeccanica (Geomechanics), intesa come
siddetto Progetto Geotecnico. Meccanica delle terre (Soil Mechanics) e Mecca-
nica delle rocce (Rock Mechanics)
lIngegneria Geotecnica/la Geo-Ingegneria (Geo-
4.1. Il Progetto Geotecnico
technical Engineering/Ground Engineering) (1).
Secondo una efficace e sintetica definizione, La Geologia Applicata pone in luce lobiettivo di
possiamo dire che il Progetto Geotecnico rappre- definire le condizioni geologico-stratigrafiche ed
senta latto di sintesi con il quale il progettista pro- idrogeologiche del sottosuolo (il cosiddetto Modello
cede alla soluzione di un problema geotecnico. Nel Geologico), che pu essere definito attraverso un
caso specifico si tratta di individuare soluzioni ido- piano articolato di indagini geologiche, geomorfo-
nee ad istituire un corretto rapporto di compatibi- logiche, geologico-strutturali, idrogeologiche e geo-
lit tra le opere e il terreno [JAPPELLI, 1999]. Come fisiche.
illustrato nello schema di figura 21, ci comporta La Geomeccanica, che comprende la Meccanica
la pianificazione e lo svolgimento di Indagini in Sito delle terre e la Meccanica delle rocce, volta alla in-
e Prove in Sito ed in Laboratorio; queste hanno dividuazione del comportamento meccanico ed
come obbiettivo la definizione del Modello Geolo- idraulico dei geomateriali (alla scala del laboratorio-
gico (Caratterizzazione Geologica) e del Modello roccia intatta e del sito-ammasso roccioso, comprese

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22 BARLA

le discontinuit) e fa riferimento ai principi di base comprensione del cinematismo di instabilit che ca-
della Meccanica dei solidi, della Meccanica dei fluidi ratterizza lammasso roccioso (crollo, ribaltamento,
e della Meccanica dei mezzi discontinui. Sono le scivolamento, estrusione?). Allo stesso modo, la sta-
prove di laboratorio e quelle in sito che, in accordo bilit del cavo pu essere valutata soltanto se si
alle leggi costitutive scelte, concorrono alla deriva- chiaramente compreso il comportamento tensio-
zione delle propriet dei geomateriali, in accordo al deformativo dellammasso roccioso, nelle partico-
Modello Geotecnico da utilizzare nei calcoli. lari condizioni di stato tensionale che lo caratteriz-
LIngegneria Geotecnica/la Geo-Ingegneria zano.
volta ad individuare, per la costruzione geotecnica
in progetto, la soluzione ingegneristica sicura, con-
veniente in termini economici e compatibile dal 4.2. Il Modello di Calcolo
punto di vista geologico ed ambientale. Si tratta di
un momento di sintesi, tipico del processo proget- La scelta del Modello di Calcolo comporta una
tuale, in quanto ad esso concorrono il Modello Geo- schematizzazione del problema progettuale, neces-
logico e il Modello Geotecnico, che devono portare sariamente semplificata rispetto alla realt. Lo
in modo coerente allo sviluppo delle analisi proget- scopo principale quello di ottenere un modello da
tuali e delle relative verifiche. porre alla base della progettazione (Fig. 21), che
Il Progetto Geotecnico deve essere svolto appli- possa fungere, attraverso il metodo di analisi pi
cando le norme tecniche attualmente vigenti in Ita- appropriato, come strumento di previsione del
lia, riportate nel DM 11 Marzo 1988. Uno stru- comportamento della costruzione geotecnica in
mento molto efficace e di cui comunque oppor- esame, nei diversi aspetti caratterizzanti. Questo
tuno tenere conto anche lEurocodice 7 (in breve tanto pi importante quanto pi complesso il pro-
EC7). Come noto, lEC7 introduce lutilizzo, nellIn- blema applicativo affrontato, in quanto il modello
gegneria Geotecnica, del metodo dei coefficienti stesso pu essere impiegato, se del caso, per ese-
parziali di sicurezza per le verifiche agli stati limite guire analisi a ritroso, volte a perfezionare i para-
ultimi e agli stati limite di servizio. metri di progetto, nellottica del metodo osservazio-
Non certo fuori luogo ricordare che il Pro- nale (come , ad esempio, previsto dallEC7 per le
getto Geotecnico volto a definire in ogni dettaglio opere di categoria geotecnica 3).
la soluzione al problema posto, alla luce dei vincoli quindi indispensabile che il Modello di Cal-
(funzionali, prestazionali, ambientali, ) che carat- colo tenga conto del Modello Geologico e del Mo-
terizzano la costruzione geotecnica in esame. dello Geotecnico dellammasso roccioso, in accordo
Questultima risulta perlopi inserita in unopera di alle diverse leggi di comportamento individuate ed
ingegneria e conseguentemente, in sede di pro- ai relativi parametri, secondo le risultanze delle in-
getto, il grado di definizione e di sviluppo delle di- dagini e delle prove condotte. Trattandosi di di-
verse componenti, compreso il piano di indagini, sporre di un modello che consenta di eseguire le
dipendono dal livello di progettazione affrontato: analisi progettuali e le conseguenti verifiche, per ac-
preliminare, definitivo o esecutivo. certare i necessari margini di sicurezza occorre de-
comunque compito del Progetto Geotecnico scrivere in modo particolareggiato la costruzione
porre particolare attenzione agli aspetti costruttivi, geotecnica, considerando le previste fasi di costru-
curando linterazione con lammasso roccioso circo- zione e linterazione tra lammasso roccioso e i di-
stante nelle diverse fasi ed esaminando gli inter- versi elementi strutturali eventualmente presenti.
venti di rinforzo, consolidamento e stabilizzazione, Particolare attenzione dovr quindi essere po-
ove presenti, alla luce della stessa complessit sta alla simulazione dellammasso roccioso; si trat-
dellopera da costruire. opportuno richiamare il ter in particolare di scegliere, alla luce delle cono-
fatto che nelle costruzioni geotecniche, in partico- scenze acquisite in sede di caratterizzazione geolo-
lare quelle di elevata complessit, quali sono le gica e geotecnica, se rappresentare questultimo
opere/costruzioni in sotterraneo, debbono porsi a mediante un approccio di tipo continuo o disconti-
confronto pi soluzioni tecniche, senza che sia ne- nuo (Fig. 22). Allo scopo di chiarire il problema con
cessaria ladozione a priori di una tecnologia esecu- qualche esempio tratto dalla pratica, la figura 23 il-
tiva ad indirizzare le scelte. lustra alcune situazioni caratteristiche di ammasso
Da questo punto di vista risulta determinante il roccioso per cui la scelta del modello di simulazione
grado di conoscenza acquisito circa il Modello Geo- (continuo/discontinuo) da adottare pu anche es-
logico e il Modello Geotecnico sviluppato, ed in par- sere fatta in termini descrittivi.
ticolare la capacit di descrivere la risposta dellam- Come illustrato in figura 24a, quando si ricorre
masso roccioso nelle diverse fasi di realizzazione al continuo/continuo equivalente, il modo pi co-
dellopera. Ad esempio, la scelta di un intervento mune di affrontare il problema, che pare aver rice-
stabilizzante di un fronte di scavo (intervento attivo vuto ununivoca accettazione, di scalare le pro-
o passivo?) dipende in modo determinante dalla priet della roccia intatta allammasso roccioso uti-

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 23

zione delle condizioni di qualit dellammasso


stesso (Fig. 24b): elasto-plastico ideale, elasto-pla-
stico rammollente o elasto-plastico ideale fragile.
Volendo invece rappresentare lammasso roc-
cioso come discontinuo, particolare attenzione do-
vr essere posta alla descrizione quantitativa del
modello, in termini di blocchi e discontinuit. In
particolare, le discontinuit saranno caratterizzate
da un comportamento meccanico, solitamente defi-
nito da leggi di tipo elasto-plastico. Ad esempio, la
legge di Barton-Bandis [BANDIS, 1993], impiegata
spesso, richiede di valutare le caratteristiche di rigi-
dezza normale e tangenziale, la legge di plasticizza-
Fig. 22 Scelta del tipo di simulazione (continuo/discon- zione, che definisce il valore limite dello sforzo di ta-
tinuo) dellammasso roccioso. glio, nonch la legge di decadimento della resi-
Fig. 22 Selection of the simulation model (continuum/ stenza.
discontinuum) to be adopted for the rock mass. Come illustrato in figura 25, i metodi di analisi
del continuo, cui generalmente sono anche riferite
le principali soluzioni in forma chiusa di tipo clas-
lizzando relazioni empiriche quali, ad esempio,
sico (A), gi richiamate, comprendono i metodi di
quelle proposte da HOEK e BROWN [1997]. Fonda- analisi numerica (B), tra cui il metodo degli ele-
mentale in questo approccio la scelta delle leggi menti finiti (FEM) e il metodo delle differenze finite
costitutive da adottare per descrivere il comporta- (FDM), con i quali il problema simulato numerica-
mento dellammasso roccioso. In fase preliminare mente mediante una discretizzazione (in zone o ele-
viene utilizzata lelasticit lineare. Se si pone latten- menti) della regione di studio, cio dellammasso
zione alla degradazione progressiva dellammasso roccioso in cui avviene lo scavo e della costruzione
roccioso, in funzione dei carichi applicati, pi op- geotecnica in esame. Possono altres essere usati di-
portuno ricorrere ai modelli elasto-plastici, in fun- versi metodi ad elementi di contorno (BEM), che

Fig. 23 Tipici casi pratici di ammasso roccioso al fronte di scavo, per cui la scelta del tipo di simulazione (continuo/di-
scontinuo) risulta agevole gi in termini descrittivi.
Fig. 23 Cases of rock masses at the tunnel face, where the selection of the simulation model (continuum/discontinuum) is easily effected
in descriptive terms.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


24 BARLA

(a) (b)

Fig. 24 Criteri di resistenza (a) e leggi costitutive (b)


adottati nella pratica per ammassi rocciosi rappresentati
come continuo/continuo equivalente.
Fig. 24 Failure criteria (a) and constitutive laws (b) adopted
in practice for rock masses simulated as continuum or equivalent
countinuum.

Fig. 26 Confronto tra (a) modellazione continua e (b)


modellazione discontinua in unanalisi di un tipico mec-
canismo di instabilit attorno ad una galleria scavata con
TBM.
Fig. 25 Metodi di analisi progettuale per modelli conti- Fig. 26 Comparison of (a) continuum model and (b)
nui e discontinui. discontinuum model adopted for the study of a typical stability
Fig. 25 Design analysis methods for continuum and problem of around a TBM tunnel.
discontinuum models.

fusamente ed considerata relativamente nuova e


implicano invece la suddivisione del contorno dello non sufficientemente testata per essere applicata
scavo in elementi, mentre lammasso roccioso rap- per lanalisi e la progettazione in Ingegneria delle
presentato come un continuo indefinito. rocce.
Come gi detto, nei metodi di analisi del discon- Lutilizzo dei metodi numerici nella pratica in-
tinuo, principalmente di tipo numerico (B), lam- gegneristica, connesso con la necessit di adottare
masso roccioso rappresentato come un insieme di schemi concettuali (continuo/discontinuo) pi ap-
blocchi separati dalle discontinuit che possono es- propriati per lanalisi di un dato problema (am-
sere considerati sia deformabili che rigidi. Giunti e messo che siano disponibili dati sufficienti), fa s che
discontinuit sono rappresentati come giunti/inter- la modellazione delle componenti, roccia, giunti e
facce tra elementi diversi. Questi metodi sono in discontinuit sia assai pi logica e rilevante della
grado di apprezzare i meccanismi rilevanti che ca- modellazione continua. Il confronto mostrato in fi-
ratterizzano un mezzo discontinuo: (i) spostamenti gura 26 dimostra chiaramente questo punto di vista,
finiti; (ii) nuovi contatti tra i blocchi, rilevati auto- specialmente se vengono inclusi nellanalisi i mecca-
maticamente mentre il calcolo prosegue. Questi ed nismi critici del problema fisico in studio.
altri aspetti hanno portato a dare, progressiva- Un aspetto che occorre considerare con partico-
mente, sempre pi attenzione allutilizzo di modelli lare attenzione, anche come strumento di valida-
di tipo discontinuo e in particolare del metodo degli zione del modello di calcolo da adottare per il pro-
elementi distinti (DEM) [BARLA G. and BARLA M., getto, lopportunit di condurre inizialmente le
2000; BARLA et al., 2001]. Nonostante ci, la model- analisi nelle condizioni cosiddette intrinseche,
lazione di tipo discontinuo non utilizzata cos dif- cio in assenza degli eventuali interventi strutturali

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 25

Fig. 27 Problemi di instabilit durante lo scavo con TBM


aperta. visibile il sistema di stabilizzazione con bulloni (a)
sistematici ed elementi metallici di ripartizione.
Fig. 27 Instability problems during the excavation of a tunnel
with open TBM. The stabilisation system with systematic bolting,
steel plates and mesh is shown.

e di rinforzo che si prevede di adottare per la costru-


zione geotecnica in esame. Linteresse in questo
caso quello di descrivere la risposta dellammasso
roccioso, ad esempio con riferimento agli scenari
di instabilit che in esso possono svilupparsi.

4.3. Un esempio, in breve (b)

Allo scopo di illustrare con un esempio limpor- Fig. 28 Modello di calcolo di tipo discontinuo (a) e dia-
gramma stereografico a grandi cerchi dei sistemi di di-
tanza della caratterizzazione geologica e geotecnica
scontinuit presenti nellammasso roccioso (b).
e della successiva scelta del modello di calcolo, nella Fig. 28 Discontinuum model (a) and stereographic plot of the
soluzione di un problema applicativo, secondo lot- discontinuity systems in the rock mass (b).
tica sopra delineata, interessante considerare lo
scavo di uno dei due cunicoli esplorativi (diametro
3.80 m), in un ammasso roccioso flyschoide (alter- In linea con quanto anticipato, lo studio di un
nanza di arenaria e marna), tra le progressive 1750- problema geotecnico del tipo di quello in esame,
3900 m circa (2150 m di sviluppo), lungo la Va- comporta: (a) lanalisi e la previsione del comporta-
riante di Valico tra Bologna e Firenze. In tale cuni- mento allo scavo in condizioni naturali (senza inter-
colo si sono verificati sistematici fenomeni di rilascio venti, cio in condizioni intrinseche), il che contri-
sul contorno, con distacco di blocchi e lastre dal buisce alla comprensione del cinematismo di insta-
tetto e sui fianchi, che hanno reso difficile lavanza- bilit dellammasso; (b) lanalisi e la verifica dellin-
mento della TBM aperta adottata, con prestazioni tervento stabilizzante che si sceglie di porre in opera
ben al di sotto delle attese (Fig. 27). (cio del sistema ammasso roccioso-interrato). Le fi-
Lammasso roccioso, sulla base dei rilievi in sito, gure 29 e 30 illustrano i risultati di queste analisi
risulta caratterizzato dalla presenza di tre sistemi di evidenziando i valori di spostamento calcolati nei
discontinuit: la stratificazione (K1), con persistenza due casi, nellipotesi k = 1.0. utile evidenziare
100%, oltre a due sistemi di giunti (K2 e K3), con come le analisi svolte riescano a rappresentare in
persistenza 95%, che lo suddividono in blocchi roc- modo sufficientemente realistico quanto di fatto av-
ciosi. La spaziatura degli stessi giunti nota, come viene nellintorno del cavo in termini di mobilita-
note sono le relative giaciture. Utilizzando come zione di volumi rocciosi elementari (risposta
mezzo di taratura del modello di calcolo lindice di dellammasso) e come gli interventi ipotizzati rie-
qualit dellammasso roccioso Q di Barton, si otte- scano a stabilizzare il cavo (risposta del sistema =
nuta una rappresentazione realistica del disconti- ammasso e intervento stabilizzante).
nuo, come illustrato in figura 28. Le indagini svolte Lefficacia del metodo di analisi adottato nel
in laboratorio e in sito hanno fornito i dati necessari fornire una soluzione del problema in esame pu
per la scelta dei parametri di deformabilit e resi- essere ulteriormente valorizzata portando latten-
stenza dei blocchi che lo costituiscono e delle di- zione sui risultati di figura 31, dove si pongono a
scontinuit. Lo stato tensionale originario in sito confronto i valori di spostamento ottenuti con il cal-
stato assunto di tipo geostatico, con coefficiente di colo, nelle ipotesi k = 0.5, 1.0 e 1.5, e i corrispon-
spinta a riposo k compreso tra 0.5 e 1.5. denti valori calcolati con le relazioni empiriche pro-

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


26 BARLA

Fig. 29 Tipi di instabilit intorno al cavo in condizioni


intrinseche (k = 1.0).
Fig. 29 Modes of instability around the tunnel in intrinsic Fig. 31 Confronto tra correlazioni empiriche di Barton
conditions (k = 1.0). e risultati di analisi numeriche per diverse ipotesi di stato
tensionale iniziale nellammasso.
Fig. 31 Comparison of the empirical results based on Bartons
equations and numerical computations for different assumptions
for the in situ state of stress.

molto importanti del Progetto Geotecnico. Occorre


ancora ricordare, in unottica applicativa, partico-
larmente valida nel caso delle opere in sotterraneo,
lesigenza di condurre verifiche di congruit tra pre-
visioni teoriche, derivate dal calcolo, e riscontri ef-
fettivi in corso di costruzione. Ci comporta di ri-
correre al metodo osservazionale [TERZAGHI e PECK,
1967; PECK, 1969]; in modo interattivo, come illu-
strato nello schema di figura 32. I risultati delle ana-
lisi progettuali (con diversi metodi e modelli) costi-
tuiscono dunque un modello predittivo, che
rende disponibili in sede di progetto le cosiddette
grandezze attese. Sono queste ultime che, durante
lo scavo e la costruzione, dovranno essere confron-
Fig. 30 Previsione di comportamento del cunicolo pilota tate con i risultati del monitoraggio, cio con le
con intervento di stabilizzazione sul contorno di scavo cosiddette grandezze misurate. Potranno cos ve-
(k=1.0). rificarsi due diversi scenari che possono portare
Fig. 30 Prediction of the pilot tunnel response with the
(Fig. 32) alla conferma dei risultati della modella-
stabilisation system installed on the tunnel perimeter (k = 1.0).
zione o alladozione, in corso dopera, di provvedi-
menti esecutivi, comunque previsti in progetto, ed
poste da BARTON [2002] per la stima del comporta-
mento deformativo di una galleria sulla base delle
caratteristiche dellammasso roccioso e delle condi-
zioni di stato tensionale naturale in sito.

4.4. Osservazioni e misure durante la costruzione

Come anticipato, le analisi progettuali (che se-


guono la formulazione del Modello Geologico e del
Modello Geotecnico e la conseguente scelta del Mo- Fig. 32 Metodo osservazionale interattivo adottato.
dello di Calcolo da adottare) sono componenti Fig. 32 Interactive observational approach adopted.

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 27

alla modifica/revisione critica dello stesso modello,


con procedimento di analisi a ritroso.

5. Casi di studio scelti

5.1. Deposito sotterraneo per lo stoccaggio di idrocarburi


liquidi, Givat Shemen, Bersheva (Israele)

Un primo esempio di caverna in sotterraneo,


che rappresenta un caso di notevole interesse appli-
cativo, per limportanza dellopera e soprattutto per
le modalit di progettazione adottate, che fanno ri-
ferimento al procedimento prima illustrato, il De-
posito Sotterraneo di Givat Shemen, nel deserto del
Negev, in Israele. Si tratta di unopera costruita tra
Fig. 34 Illustrazione schematica del sistema Ferrari di
il 1990 ed il 1998, dalla Societ Ferrari di La Spezia tenuta idraulica dei serbatoi.
per conto di Petroleum Services, la Societ di ap- Fig. 34 A schematic illustration of the Ferrari system used for
provvigionamento di energia dello Stato di Israele. fluid containment.
Lautore ha avuto il compito di seguire in ogni
dettaglio, in fase di progettazione e di costruzione,
tale opera: ne risultata unesperienza molto signi-
ficativa sul piano progettuale e dal punto di vista
della ricerca nella soluzione dei problemi di Mecca-
nica e Ingegneria delle rocce, documentata in pi
pubblicazioni [B ARLA , S HARP e R ABAGLIATI , 1990;
BARLA, SHARP e RABAGLIATI, 1991; BARLA, 1991; BARLA
e RABAGLIATI, 1992; BARLA, MCDOWELL e SHARP, 1992;
BARLA e SULEM, 1995; BARLA, HOPE e CLAYTON, 1996;
BARLA a, 1997; BARLA b, 1997].
Si tratta di un deposito sotterraneo di idrocar-
buri liquidi, comprendente due caverne-serbatoio, Fig. 35 Sezione trasversale del serbatoio e particolare
aventi ciascuna una capacit di stoccaggio di circa schematico del rivestimento.
40000 m3. Come illustrato nella vista prospettica Fig. 35 Cross section of the deposit with a detailed view of the
composite lining system adopted.
di figura 33, le caverne, a sezione circolare, sono
parallele ed ubicate ad una profondit compresa
tra 50 e 60 m circa; hanno una lunghezza di 305 m
e un diametro di scavo di 14 m circa. La tenuta
idraulica realizzata mediante un ingegnoso si-
stema, dovuto allIngegner Franco Ferrari, che
utilizza un rivestimento (Figs. 34 e 35) costituito
da un sottile lamierino in acciaio (7 mm di spes-
sore), unintercapedine di bitume colato a caldo
(70 mm di spessore) e da un rivestimento struttu-
rale di calcestruzzo armato (30 cm di spessore me-
dio).
La giunzione tra un pannello in acciaio e
quello adiacente (Fig. 34) ottenuta ricorrendo a
particolari condotti circonferenziali, a forma di
omega, che sono portati ad un cunicolo longitudi-
nale, posto alla base di ciascuna caverna, in modo
da permettere il controllo, durante lesercizio, di
qualsiasi eventuale perdita di fluido. La fotografia
Fig. 33 Vista prospettica del deposito di idrocarburi li-
quidi di Givat Shemen (Israele). di figura 36 illustra la caverna pressoch comple-
Fig. 33 A prospective illustration of the Givat Shemen (Israel) tata, con il rivestimento finale posto in opera
deposit used for the storage of liquid hydrocarbons. sullarco superiore.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


28 BARLA

Fig. 36 Fotografia interna del serbatoio con il rivesti-


mento metallico in opera.
Fig. 36 Photograph of the storage cavern showing the
composite lining system.
Fig. 37 Sviluppo planimetrico della superficie di scavo e
risultati del rilievo geologico geomeccanico. Sono riporta-
te le discontinuit dei sistemi K1 e K2 e il relativo diagram-
5.1.1. CONDIZIONI GEOLOGICHE E CARATTERISTICHE ma stereografico polare.
GEOTECNICHE DELLAMMASSO ROCCIOSO Fig. 37 Plane view of the excavation surface showing the results
of geomechanical mapping. Also shown are the discontinuities of
Lammasso roccioso in cui ubicato il deposito the K1 and K2 systems with the stereographic plot.
un calcare tenero (chalk), a stratificazione circa
orizzontale, talora leggermente marnoso ed interes-
assai pi ampia. Le discontinuit stesse sono perlo-
sato da interstrati e lenti con silice. Come ben visi-
pi chiuse e poco scabre.
bile in figura 37, che illustra un tipico rilievo geolo-
Lammasso roccioso interessato da un sistema
gico-strutturale di dettaglio condotto sulla superfi-
di faglie, in vero non molto significative; queste
cie di scavo della prima caverna, lammasso roccioso
hanno direzione circa coincidente con quella del si-
interessato da due sistemi di discontinuit a giaci- stema K1 e sono inclinate di circa 35-40 sulloriz-
tura pressoch verticale: il primo (K1) circa orto-
zontale. Come illustrato nella sezione longitudi-
gonale allasse della caverna; il secondo (K2) a que- nale di figura 38, ottenuta mediante unindagine
sto circa parallelo. geofisica di tipo sismico, con prove down-hole in
Mentre le discontinuit appartenenti al sistema fori verticali, condotta durante lo scavo della prima
K1 possono avere persistenza pari o superiore alla caverna, quattro faglie (F1, F2, F3, F4) interessano
dimensione trasversale di ciascuna caverna (indica- il deposito: la zona di disturbo associata ad esse, ca-
tivamente 14 m), quelle del sistema K2 sono invece ratterizzata anche dalla presenza di vuoti di piccole
poco persistenti. La spaziatura del sistema K1 me- dimensioni, generalmente molto ridotta e poco
diamente compresa tra 75 e 125 cm; come ben vi- estesa in profondit. La presenza di queste strut-
sibile in Figura 37, il sistema K2 ha una spaziatura ture, evidenziata gi con gli studi geologico-geotec-

Fig. 38 Sezione longitudinale in asse alla prima caverna. Sono riportate le principali faglie (F1, F2, F3, F4) che interessano
lammasso roccioso. La situazione illustrata riguarda in particolare il rilievo di dettaglio condotto, in concomitanza con lo
scavo del cunicolo pilota, mediante unindagine con tomografia sismica in foro di tipo down-hole.
Fig. 38 Longitudinal section taken along the axis of the first cavern. The main faults which intersect the rock mass are shown. The
illustration has been obtained by a geophysical investigation carried out during the excavation of the pilot tunnel, by means of down-hole
seismic profiling in vertical boreholes.

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 29

Tab. I Sintesi dei risultati delle prove di laboratorio sul


calcare tenero.
Tab. I Summary of results of laboratory tests on chalk.
Peso specifico naturale (kN/m3) 18.93
3
Peso specifico secco (kN/m ) 15.51
Peso specifico saturo (kN/m3) 19.44
3
Peso specifico dei grani (kN/m ) 26.54
Contenuto dacqua (%) 17.42
Contenuto in CaCO3 (%) 86.00
Porosit (naturale) (%) 29.54
Porosit (saturo) (%) 28.88
Resistenza a compressione monoassiale (MPa) 12.31
Modulo elastico tangente (GPa) 7.14
Fig. 39 Risultati di unanalisi a ritroso condotta su alcu-
Coefficiente di Poisson tangente (-) 0.35 ne prove di compressione triassiale per diversi valori della
pressione di confinamento: (a) 1 MPa, (b) 2.5 MPa, (c)
7.5 MPa, (d) 10 MPa.
nici preliminari ed in particolare durante lo scavo Fig. 39 Results of back analysis of triaxial compression tests with
della galleria di accesso al deposito, aveva comun- confining pressure of: (a) 1 MPa, (b) 2.5 MPa, (c) 7.5 MPa,
(d) 10 MPa.
que comportato una modifica delliniziale orienta-
zione delle caverne, cos da intersecare le stesse fa-
glie e il sistema di discontinuit K1 nel modo pi fa- dellentit dello scorrimento che si ha nella roccia
vorevole possibile, cio circa ortogonalmente. tra grano e grano, nonch nelle micro-fessure in
Sulla base della classificazione dellammasso essa presenti. La figura 39 illustra i risultati di
roccioso, condotta durante lo scavo (per quanto i si- unanalisi a ritroso condotta su prove di compres-
stemi di classificazione fossero ritenuti non applica- sione triassiale per diversi valori della pressione di
bili allammasso in esame, in particolare per la stima sconfinamento: (a) 1 MPa, (b) 2.5 MPa, (c) 7.5 MPa,
dei parametri di deformabilit e resistenza e per la (d) 10 MPa. interessante constatare la buona cor-
scelta degli interventi di rinforzo e stabilizzazione), rispondenza tra curve sperimentali e teoriche, al-
lammasso roccioso ha un indice RMR [Rock Mass meno nella fase di pre-picco.
Rating, BIENIAWSKI 1989] compreso tra 65 e 70, di- Di rilievo il programma di prove in sito svolte
ventando mediamente pari a 40-50, in prossimit allo scopo di determinare le caratteristiche di defor-
delle faglie. mabilit dellammasso roccioso. Ci ha comportato
Mediante un esteso programma di prove in labo- lesecuzione di prove di carico su piastra e di prove
ratorio sono state determinate le propriet fisiche e dilatometriche in foro, tutte localizzate in una appo-
meccaniche del litotipo (calcare tenero, chalk) ri- sita galleria sperimentale, ove sono anche stati pre-
portate nella tabella I. Vale in particolare osservare levati alcuni dei campioni di roccia su cui sono state
linfluenza del contenuto dacqua sulle principali condotte le prove di laboratorio di cui si gi detto,
propriet meccaniche della roccia calcarea tenera: BARLA, SHARP e RABAGLIATI [1991]. Le prove di carico
ad esempio, il valore medio della velocit sonica (Vp), su piastra hanno dato, per lammasso roccioso indi-
pari a 2434 m/s in condizioni naturali, diventa sturbato (ad una profondit di 0.5 m sotto la pia-
2522 m/s sul campione saturo; la resistenza a com- stra), valori del modulo di deformabilit a carico
pressione monoassiale (c), mediamente pari a 12.31 (Ed) compresi tra 7.5 e 9.7 GPa. Le prove dilatome-
MPa in condizioni naturali, varia tra 16.27 MPa (va- triche, che hanno perlopi indicato valori dello
lore massimo) sul campione secco e 10.39 MPa (va- stesso modulo molto variabili, hanno comunque
lore minimo) sul campione saturo. confermato che lammasso roccioso non risulta ca-
I risultati di prove di laboratorio in condizioni ratterizzato da significativa anisotropia di deforma-
di compressione monoassiale e triassiale sono stati bilit.
utilizzati per individuare una legge costitutiva ela- Allo scopo di comprendere la variabilit delle
sto-plastica, con modello di comportamento incru- caratteristiche di deformabilit dellammasso roc-
dente/rammollente, basato su una funzione di pla- cioso alla scala dellopera, si anche ritenuto utile
sticizzazione non lineare dipendente dal valore condurre misure sismiche a rifrazione nel cunicolo
della pressione media [BARLA e SULEM, 1995]. In par- pilota della prima caverna [vedasi BARLA,
ticolare, in questo modello la deformazione plastica MCDOWELL e SHARP, 1992], interessandone con le
di taglio p = eijp eijp (con eijp deviatore del tensore stesse misure il piede, il tetto e le pareti. La distri-
della deformazione plastica) funge da indicatore buzione dei valori della velocit dellonda elastica

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


30 BARLA

Fig. 40 Distribuzione dei valori di velocit dellonda elastica longitudinale (Vp) lungo lasse del cunicolo pilota della prima
caverna.
Fig. 40 P-wave velocity (Vp) distribution along the first cavern pilot heading.

longitudinale (Vp) riportata nel diagramma di fi-


gura 40. Si nota che i valori di V p variano tra
1800 m/s e 2500 m/s. Di sicuro rilievo la limitata
variabilit dei valori di Vp sulla parete dellintero
cunicolo, il che pu essere assunto ad indice di una
limitata variabilit delle stesse caratteristiche
dellammasso roccioso lungo lasse della caverna.
Peraltro, anche di interesse porre a confronto il
valore medio di Vp misurato in laboratorio, pari a
2430 m/s, ed il valore medio misurato in sito pari a
2300 m/s. La conclusione raggiunta che lin-
fluenza dei sistemi di discontinuit sulle caratteri-
Fig. 41 Valori della pressione di stabilizzazione misurati
stiche dellammasso roccioso pressoch trascura-
dopo lidrofratturazione (tensione principale orizzontale
bile, avvalorando cos la scelta di considerare, ai minima) in funzione della profondit, posti a confronto
fini dei calcoli, lammasso roccioso stesso come un con il corrispondente valore idrostatico.
continuo-equivalente. Fig. 41 Shut-in pressure (minimum horizontal principal stress)
Lo stato di tensione naturale nellammasso roc- versus depth relationship relative to hydrostatic profile.
cioso in sito stato determinato ricorrendo a misure
con il metodo della fratturazione idraulica. I risul-
tati ottenuti sono illustrati nel diagramma di 5.1.2. METODI DI SCAVO E DI RINFORZO
figura 41 dove si danno i valori individuati per la
tensione orizzontale minima h in funzione della La scelta del metodo di scavo e di rinforzo
stata definita avendo ben presenti le seguenti linee
profondit, oltre ai corrispondenti valori del coeffi-
guida:
ciente di spinta k=h/v, che risulta mediamente
apertura di una prima sezione di scavo (cunicolo
pari a 0.5. Vale peraltro osservare che le stesse mi- pilota), avente dimensioni tali da garantire ap-
sure di fratturazione idraulica, volte ad individuare propriate condizioni di stabilit e da non richie-
limpronta della frattura generata caso per caso dere la contestuale posa in opera dei rinforzi;
sulla parete del foro, indicano che il rapporto tra la installazione dei rinforzi, in modo tale da per-
tensione principale minima h e quella massima H, mettere di allargare la sezione di scavo e di ri-
nel piano orizzontale, pressoch unitario, con un durre al minimo gli interventi posti in opera in
trascurabile rapporto di anisotropia. linea con lavanzamento: i rinforzi, volti a stabi-

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 31

(a)

Fig. 42 Illustrazione schematica delle fasi di scavo e rin-


forzo.
Fig. 42 Illustration of the excavation and reinforcement stages.

lizzare il cunicolo pilota, di fatto operano come


interventi di pre-stabilizzazione;
pianificazione delle successive fasi di scavo e di
rinforzo.
Le fasi di scavo e di rinforzo infine adottate pos-
sono essere sintetizzate nel modo seguente, come
illustrato nelle figure 42 e 43: (b)
scavo di un cunicolo pilota (I) in modo da con-
sentire di valutare le condizioni dellammasso
roccioso su tutta la lunghezza della caverna (nes-
suna posa di rinforzo in linea con lo scavo, fatta
eccezione per le zone di faglia): lo scavo avviene
con fresa puntuale;
posa in opera dei rinforzi a tetto del cunicolo pi-
lota (si noti che lo schema di bullonatura indica-
to in figura quello adottato per la lunghezza
predominante dello scavo, ad eccezione delle
zone di faglia);
allargo della sezione di scavo, secondo le fasi II
e III in sequenza, e installazione dei rinforzi in
linea con lo scavo: lo scavo, sempre con fresa, (c)
avviene alternativamente da una parte e dallal-
Fig. 43 Vista della caverna nelle differenti fasi di scavo:
tra (destra e sinistra) per una lunghezza di 10 m
(a) calotta (fasi I, II, III), (b) ribasso (fase IV), (c) ribasso
circa, prima di porre in opera i rinforzi; (fase V).
scavo del primo ribasso su unaltezza di 1.5 m Fig. 43 Photograph of the cavern in different excavation
circa: la sezione centrale Fase IV scavata stages: (a) heading (stages I, II, III), (b) benching down (stage
mediante ripper; la finitura, a raggiungere la se- IV), benching down (stage V).
zione finita, avviene mediante fresa;
scavo dei successivi ribassi (ciascuno di 1.75 m cir-
ca), in modo del tutto analogo, sino alla Fase V; 5.1.3. APPROCCIO PROGETTUALE
completamento dello scavo, compreso il cunico-
lo di base, con fresa, Fase VI. Preliminarmente al progetto linteresse stato
I bulloni di ancoraggio posti in opera sono co- rivolto, come duso, alle esperienze precedenti di
stituiti da barre in acciaio di diametro 25 mm e lun- scavo in formazioni rocciose simili. Si per dovuto
ghezza 3 m (come verr pi oltre precisato, nelle constatare che lesperienza al riguardo era general-
sezioni di prova sono stati anche impiegati bulloni mente limitata e che non erano stati in precedenza
dello stesso tipo ma aventi lunghezza 4 m), pretesi a condotti scavi di dimensioni equivalenti in rocce di
100 kN. La barra protetta da un sottile strato di re- simili caratteristiche meccaniche (comunque, di si-
sina epossidica a presa ritardata e rapida. curo interesse era al riguardo la caverna di Mesylat

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


32 BARLA

Zion, caratterizzata tuttavia da luci libere significati-


vamente pi piccole, pari a 6.5 m). Daltra parte, si
anche dovuto prendere atto del fatto che i sugge-
rimenti disponibili in letteratura, derivati dalle clas-
sificazioni geomeccaniche, nel caso delle rocce te-
nere sono pochi e generalmente da considerare con
cautela. Si pertanto ritenuto indispensabile porre
alla base del progetto uno studio di ottimizzazione
delle sequenze di scavo e rinforzo in tratti di prova,
in unottica progettuale di tipo osservazionale/inte-
rattivo.
Come illustrato nello schema di figura 44, si
scelto un tratto terminale della prima caverna, di
lunghezza pari a 105 m circa, in cui esaminare il
comportamento dellammasso roccioso allo scavo.
Sono state in particolare scelte tre zone di prova (A,
B, C), ciascuna di lunghezza compresa tra 30 e 40 m,
in cui sperimentare i seguenti tipi di intervento:
zona A: lo schema di intervento adottato com- Fig. 45 Schema di strumentazione adottato, comprensi-
vo di estensimetri multibase (sono indicati i soli estensi-
prende bulloni di lunghezza 3 e 4 m rispettiva-
metri MPBX1, MPBX2 e MPBX3, sullarco superiore) e
mente. La spaziatura trasversale e longitudinale strumenti di convergenza.
pari a 1.5 m, secondo una distribuzione a Fig. 45 Monitoring instrumentation adopted, showing the
quinconce. Per ragioni prudenziali, non poten- multipoint borehole extensometers (only extensometers MPBX1,
do certo consentire il verificarsi di alcun tipo di MPBX2 and MPBX3 are shown on the upper cross section) and
instabilit, si posto in opera un guscio di calce- convergence meters.
struzzo proiettato di spessore 10 cm, rinforzato
con rete elettrosaldata;
zona B: la scelta stata quella di utilizzare in spaziati di 3 m lungo lasse longitudinale della
questa zona il minimo rinforzo possibile, com- caverna.
patibilmente con il comportamento osservato Ciascuna zona stata attrezzata con estensime-
nella zona A. Pur conservando la stessa disposi- tri multibase secondo lo schema di figura 45. Si sono
zione dei bulloni, la loro lunghezza stata por- anche posti in opera strumenti di convergenza, ini-
tata a 3 m. Inoltre, stato ridotto il numero dei zialmente di tipo removibile e successivamente a
bulloni installati dopo lo scavo del cunicolo pi- controllo a distanza. Al fine di poter misurare gli
lota e si scelto di non porre in opera calce- spostamenti indotti nellintorno del cavo, in anti-
struzzo proiettato; cipo rispetto allo scavo delle fasi II e III, gli estensi-
metri MPBX2 e MPBX3 sono stati installati creando
zona C: si utilizzato uno schema di intervento
delle nicchie laterali, tali da minimizzare il disturbo
simile a quello della zona B, con i bulloni instal-
nellammasso roccioso circostante.
lati al termine dello scavo del cunicolo pilota
5.1.4. ANALISI PROGETTUALI

Avendo condotto, come gi richiamato,


unestesa campagna di indagini in laboratorio e in
sito, si scelto di analizzare, in fase progettuale ed
anticipatamente alla costruzione, il comportamento
delle caverne in accordo alle sequenze di scavo e
rinforzo previste caso per caso. Si cos fatto ricorso
alla modellazione numerica con il metodo degli ele-
menti finiti (FEM) e delle differenze finite (FDM).
Come gi richiamato, in tale contesto il problema
Fig. 44 Vista in pianta del deposito con indicazione delle
zone A, B, C nella prima caverna, utilizzate per osservare da affrontare riguarda la scelta del modello geolo-
mediante monitoraggio il comportamento allo scavo sino gico e di quello geotecnico da adottare (Fig. 21).
alla fase V. Sulla base dei dati disponibili, sono state introdotte
Fig. 44 Cavern layout showing zones A, B, C in the first le seguenti ipotesi:
cavern, used for performance monitoring during excavation up lammasso roccioso un continuo, isotropo, ca-
to stage V. ratterizzato da una legge di comportamento di

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 33

valutata la corrispondente risposta deformativa


per le diverse fasi, ponendo lattenzione sugli spo-
stamenti indotti dallo scavo lungo le diverse dire-
zioni degli estensimetri multibase.

5.1.5. CONFRONTI TRA MISURE ED OSSERVAZIONI IN CORSO


DI SCAVO DELLEZONE DI PROVA

In accordo al procedimento progettuale prima


delineato si dunque proceduto, durante lo scavo
nelle zone di prova A, B e C, allanalisi dei dati di
monitoraggio ottenuti, con il duplice scopo di valu-
tare la risposta deformativa del cavo nelle diverse
Fig. 46 Linee di livello dello sforzo di taglio massimo
fasi, in stretta relazione con gli interventi posti in
mobilitato nellintorno della caverna. (a) fasi I+II; (b) fasi opera, e di affinare al contempo il modello di com-
I+II+III; (c) fasi I+II+III+IV+V; (d) fasi portamento dellammasso roccioso individuato in
I+II+III+IV+V+VI. fase progettuale (Continuo o Discontinuo? Elastico
Fig. 46 Contour lines of the mobilised maximum shear stress o Elasto-Plastico?). Ci doveva consentire di valu-
around the cavern. (a) stage I+II; (b) stage I+II+III; (c) stage tare, dopo il completamento della zona A, se modi-
I+II+III+IV+V; (d) stage I+II+III+IV+V+VI. ficare o meno gli interventi di rinforzo da adottare
nella successiva zona B, e cos via. Un tipico dia-
gramma che illustra la distribuzione degli sposta-
tipo elasto-plastico ideale, con parametri di de- menti misurati nellintorno della caverna (nelle fasi
formabilit e resistenza circa uguali a quelli de- I-V), nella zona A, riportato nella figura 47, dove
terminati in laboratorio e confermati dalle pro- gli spostamenti misurati sono portati a confronto
ve in sito; con quelli calcolati. Si osserva che:
lo stato di sollecitazione in sito definito dal la distribuzione degli spostamenti nellintorno
rapporto k tra le componenti orizzontali h =H della caverna di tipo continuo, il che conferma
e quella verticale v pari a 0.5, come determina- che durante le diverse fasi di scavo la risposta
to con le prove di fratturazione idraulica. deformativa dellammasso roccioso, in presenza
Si cos calcolata, per le diverse fasi (I+II, degli interventi, non influenzata in modo si-
I+II+III, I+II+III+IV+V, I+II+III+IV+V+VI), gnificativo dalla presenza delle discontinuit di
la distribuzione delle sollecitazioni intorno a cia- cui si prima detto. Le condizioni di stabilit
scuna caverna come illustrato nella figura 46 (a), (b), del cavo si sono rilevate soddisfacenti, visto il
(c), (d), ove si danno in particolare le linee di livello comportamento prevalente di tipo elastico
dello sforzo di taglio mobilitato. Allo stesso modo si dellammasso roccioso, ci anche a conferma

Fig. 47 Distribuzione degli spostamenti misurati e calcolati nella Zona A della caverna.
Fig. 47 Distribution of measured and computed displacements around the cavern in Zone A.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


34 BARLA

della distribuzione calcolata delle linee di egual 5.2. La caverna di Venaus, Impianto Idroelettrico di Pont
valore del rapporto di mobilitazione nelle diver- Ventoux, Val di Susa (Torino)
se fasi (Fig. 46a,b,c,d), dove non si hanno zone
in condizione plastica; Il nuovo impianto idroelettrico Pont Ventoux-
la stessa distribuzione degli spostamenti misura- Susa dellAEM Torino (Azienda Energetica Metro-
ti simmetrica rispetto allasse verticale, con politana Torino S.p.A.), un impianto cosiddetto
una risposta deformativa simile per gli estensi- ad acqua fluente, con regolazione giornaliera, per
lutilizzazione delle acque della Dora Riparia tra
metri posti alle reni, su entrambi i lati della ca-
Pont Ventoux e Susa e, parzialmente, del contributo
verna. anche importante osservare che la ri-
idrico dellaffluente di sinistra Rio Clarea (AEM,
sposta deformativa pi significativa si ha duran-
2004). Lopera, costruita dal Raggruppamento di
te lallargo della sezione superiore (fasi II e III),
Imprese Astaldi ed Eiffage, stata progettata, per le
in quanto si osservano incrementi pressoch tra- costruzioni in sotterraneo, dallAlpina S.p.A. e, per
scurabili nei valori degli spostamenti misurati le opere a giorno, dalla Geotecna S.p.A.
nelle successive fasi IV e V. Il confronto tra i va- Come illustrato nello schema di figura 48,
lori di spostamento calcolati e quelli misurati lopera di derivazione principale costituita dallo
risultato soddisfacente, a conferma che i para- sbarramento sulla Dora Riparia a Pont Ventoux,
metri scelti per definire il comportamento dallopera di presa, da una vasca in cui sono realiz-
dellammasso roccioso e lo stesso modello geo- zati gli sghiatori e i disabbiatori, ed completata da
tecnico adottato sono da ritenersi rappresenta- un certo numero di arginature. Dallo sbarramento
tivi della situazione in esame. Considerate la sar comunque rilasciata una portata minima conti-
buone capacit predittive dello stesso modello, nua pari a 1000 l/s, per garantire la vitalit del fiume
si dunque concluso che i risultati del calcolo prima dellimmissione nello stesso di altri affluenti.
possono essere ritenuti rappresentativi delle Le acque della Dora Riparia vengono immesse
successive fasi di scavo, a completamento della in un canale derivatore in galleria a pelo libero
caverna (Fase VI). (Pont Ventoux F2 Clarea), figura 48, dimensio-
nato per una portata massima di 33 m3/s. Il canale
5.1.6. CONSIDERAZIONI si sviluppa a sinistra della Dora Riparia per una
lunghezza di circa 14 km fino al serbatoio in Val
1. Il progetto e la costruzione di un sistema di ca- Clarea (Fig. 48), con una capacit utile di circa
verne di stoccaggio di idrocarburi liquidi a Givat 561000 m3. Una galleria in pressione (Clarea
Shemen, Bersheva, Israele, in un ammasso roc- F4), lunga 4.3 km, dimensionata per 34 m3/s, col-
cioso calcareo tenero, interessato da sistemi di lega il bacino di regolazione con il pozzo piezome-
discontinuit, hanno messo in luce la possibilit trico di monte, da cui ha origine la condotta for-
di ricorrere realisticamente ad analisi proget- zata costituita da una tubazione metallica lunga
tuali di tipo numerico, dove lammasso roccioso 1320 m con diametro variabile (3.50 -3.20 -
stato rappresentato come un continuo. Si 2.80 m). Sia il pozzo piezometrico di monte sia la
fatto uso sistematico di osservazioni e misure in condotta forzata sono in sotterraneo. La condotta
corso dopera, in unottica progettuale di tipo forzata termina nella centrale in caverna (Fig. 48)
osservazionale e interattivo, dove il ruolo della dove sono alloggiati i macchinari idraulici ed elet-
modellazione numerica si rivelato particolar- trici di produzione: un gruppo binario (turbina-al-
ternatore) e un gruppo ternario (turbina-alterna-
mente utile, in fase di progetto e durante la re-
tore-pompa), entrambi ad asse verticale, della po-
alizzazione dellopera.
tenza complessiva di 150 MW.
2. Laffidabilit del sistema di rinforzo adottato
Sar cos possibile trasferire, durante le ore not-
per lo scavo delle caverne stata confermata
turne, quando normalmente in rete vi un esubero
dalle stesse misure in corso dopera, condotte in
di energia elettrica a disposizione, lacqua del serba-
concomitanza con lo sviluppo di un modello toio delle Gorge di Susa, di capacit di circa
matematico interpretativo che ha consentito, tra 420000 m3, realizzato mediante la costruzione di
laltro, di valutare gli sforzi indotti nellammas- una diga ad arco gravit in calcestruzzo, tracimabile
so roccioso nelle diverse fasi. stato cos possi- (Fig. 48), al bacino di accumulo della Val Clarea.
bile verificare la validit delle scelte fatte, a con- Lacqua cos nuovamente disponibile permetter
ferma delle condizioni di stabilit del cavo e del una produzione di circa 68 milioni di kWh annui, da
raggiungimento di una situazione stabilizzata, concentrarsi nelle ore diurne di maggiore richiesta.
come peraltro dimostrato anche dalle misure Componente decisamente importante dellim-
deformative condotte nel tempo, prima e dopo pianto la Centrale in caverna, ubicata in prossi-
la posa in opera del rivestimento finale [BARLA mit dellabitato di Venaus. Come illustrato nello
G., 1991]. schema di figura 49, che riporta il complesso nodo

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 35

Fig. 48 Illustrazione schematica del nuovo impianto idroelettrico Pont Ventoux Susa dellAEM (Azienda Energetica
Metropolitana Torino S.p.A.).
Fig. 48 Schematic illustration of the new hydroelectric scheme Pont Ventoux Susa of AEM (Azienda Energetica Metropolitana
Torino S.p.A.).

Fig. 49 Il nodo della Centrale in caverna di Venaus del nuovo impianto idroelettrico Pont Ventoux Susa (Immagine 3D
di Alpina S.p.A. modificata).
Fig. 49 The Venaus underground cavern complex of the new hydroelectric scheme Pont Ventoux-Susa (3D illustration from Alpina
S.p.A. modified).

della centrale, laccesso alla caverna ottenuto con sotterraneo prima illustrato, vale dapprima richia-
una galleria lunga circa 1170 m e con limbocco mare, pur brevemente, il contesto geologico, non-
presso la strada Venaus-Susa. In quanto segue ver- ch il complesso dei dati geotecnici acquisiti in sede
ranno brevemente richiamate alcune problemati- di progettazione costruttiva e durante la costru-
che di tipo progettuale, soprattutto con riferimento zione, cui lautore ha avuto modo di partecipare at-
alle analisi numeriche svolte. Per porre quanto di- tivamente come consulente della Committente
scusso in una giusta luce, come gi per il deposito AEM Torino.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


36 BARLA

5.2.1. CONDIZIONI GEOLOGICHE E CARATTERISTICHE piani di scistosit, determinando anche lo sviluppo


GEOTECNICHE DELLAMMASSO ROCCIOSO di fasce e livelli decimetrico-metrici di roccia relati-
vamente pi tenera. Vale osservare che allinterno
La centrale in caverna di Venaus (Fig. 50) ubi- della sequenza dei calcescisti caratteristica la pre-
cata in un ammasso roccioso costituito da calcescisti senza di bancate di gneiss albitici pi o meno quar-
carbonatici. Si tratta di una sequenza a prevalente zitici e di quarziti feldspatiche listate, con minori in-
quarzo, albite, calcite, mica bianca, grafite e clorite, tercalazioni di micascisti attribuibili ad originari ap-
con subordinate intercalazioni centimetrico-deci- porti detritici a prevalente composizione silicatica
metriche di scisti carbonatici marmorei. La tessitura (Gneiss di Charbonnel), nella sequenza sedimenta-
pi o meno foliata e laminata a seconda del conte- ria da cui derivato il Complesso dei Calciscisti Pie-
nuto in fillosilicati e grafite, il che contribuisce ta- montesi.
lora ad aumentare la fissilit della roccia lungo i Assai importante per lindividuazione delle ca-
ratteristiche geologico-strutturali e geotecniche
dellammasso roccioso stata la perforazione di un
foro verticale profondo (7S2), eseguito in fase di
progettazione costruttiva. Questo foro ha attraver-
sato il sito infine scelto per la centrale ed stato, tra
laltro, interessato da dettagliato rilievo con teleca-
mera e da prove di fratturazione idraulica. Il quadro
geologico strutturale complessivo della zona di ubi-
cazione della centrale, infine delineato, comunque
il risultato di una serie di perforazioni di sondaggio
eseguite nella stessa caverna, durante lo scavo, non-
ch dei rilievi geologici e geomeccanici che sono
stati sistematicamente condotti in una nicchia di
prova (con lunghezza di circa 20 m, aperta sul para-
mento destro alla progressiva 429 m della galleria
di fuga, figura 49), sui paramenti del cunicolo di ca-
Fig. 50 La Centrale in caverna di Venaus: (a) Sezione lotta, nonch durante gli scavi di ribasso.
trasversale; (b) Fotografia della caverna ripresa nel 2000 Di sicuro interesse sono state anche alcune inda-
(Immagini da AEM S.p.A.). gini sismiche di tipo tomografico tra foro e foro,
Fig. 50 The Venaus underground cavern: (a) Cross section; (b) sempre a partire dal cunicolo di calotta. Come illu-
Photograph taken in 2000 (Illustrations from AEM S.p.A.). strato nella figura 51a, che riporta i risultati del ri-

Fig. 51 Sistemi di discontinuit presenti nellammasso roccioso della caverna. Diagramma stereografico dei poli ottenuti
in: (a) Sondaggio con telecamera; (b) Cunicolo esplorativo di calotta.
Fig. 51 Discontinuity systems in the cavern rock mass. Plot of poles from: (a) Vertical borehole and scanning video camera;
(b) Exploratory tunnel in the crown.

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 37

Tab. II Sistemi di discontinuit caratterizzanti lammasso roccioso della caverna.


Tab. II Discontinuity systems for the cavern rock mass.
Zona A (Lato Sud della Caverna) Zona B (Lato Nord della Caverna)
Sistema Immersione () Inclinazione () Sistema Immersione () Inclinazione ()
K1 (Scistosit) 155 26 K1 152 38
K2 003 36 K2 005 46
K3 172 85 K3 176 85
K4 091 89 K4 270 87

lievo con sonda televisiva allinterno del foro 7S2, tinuit principali, oltre alla scistosit. Le disconti-
sono evidenziati nel diagramma stereografico po- nuit dei sistemi K3 e K4 sono caratterizzate da va-
lare i due sistemi di discontinuit predominanti K1 lori di persistenza compresi tra 1 m e 2-3 m, mentre
e K2, di cui il primo rappresentativo della scisto- le discontinuit del sistema K2 hanno persistenza
sit. Il risultato di questo rilievo, che tende ovvia- decametrica. Nel secondo tratto (Lato Nord), con
mente a sottostimare la presenza di discontinuit laumento della frequenza delle discontinuit lam-
sub-verticali, cio parallele allasse del foro, ben masso roccioso passa ad una qualit mediamente di-
confermato dai corrispondenti rilievi eseguiti nel
screta, con valori di RMR di base variabili tra 56 e
cunicolo di calotta, come reso nel diagramma di fi-
64. Sono qui presenti anche alcune faglie aventi di-
gura 51b dove, oltre ai gi menzionati sistemi K1 e
rezione circa parallela allasse della caverna e alto
K2, ora evidenziato anche il sistema K3. In estrema
angolo di inclinazione, cui sono talora associate fa-
sintesi, le giaciture delle discontinuit che caratte-
rizzano mediamente lammasso roccioso si possono sce di milonite con spessore di circa 20-25 cm. Men-
riassumere nel modo indicato nella sottostante ta- tre si nota in questo stesso tratto una maggiore di-
bella II, dove si individuano due zone della caverna spersione nei valori di giacitura delle discontinuit,
aventi differenti caratteristiche delle discontinuit. si ha un deciso aumento dellinclinazione della fa-
Si osserva che nel primo tratto della caverna miglia K2 pi persistente. Per sottolineare questo
(Lato Sud), dove lammasso roccioso ha qualit fatto si riportano nella figura 52 le sezioni geolo-
buona, con valori dellindice RMR di base compreso gico-strutturali schematiche, alle progressive 14 e
tra 70 e 75, si ha la presenza di tre sistemi di discon- 36 m del cunicolo di calotta dove, oltre alla traccia

(a) (b)

Fig. 52 Sezioni schematiche dellammasso roccioso nella caverna: (a) Sezione a progressiva 14 m; (b) Sezione a progressiva
36 m (ripreso dalla documentazione progettuale, Alpina S.p.A.). Note: a, giunti e faglie minori (rigetto centimetrico, ca-
taclasiti assenti); b, faglie (rigetto centimetrico/decimetrico, cataclasiti assenti o di spessore centimetrico).
Non indicata la naturale ondulazione e irregolarit delle superfici di scistosit. La spaziatura indicata non reale.
Fig. 52 Schematic cross sections of the rock mass in the cavern: (a) Cross section at chainage 14 m; (b) Cross section at chainage 36 m
(from the design documents, Alpina S.p.A.). Note: a, joints and minor faults (with centimetric offset, absence of cataclasis); b, faults (with
centimetric/decimetric offset; absence of cataclasis or centrimetric filling).
The natural undulation and morphology of schistosities is not shown. The spacing shown is not as observed in situ.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


38 BARLA

Tab. III Sintesi dei risultati delle prove di laboratorio sui di interesse rilevare che per le prove di carico su pia-
calcescisti (i valori dei parametri di deformabilit e resi- stra il modulo Ed della fascia di roccia pi superfi-
stenza indicati sono quelli medi e non tengono conto della ciale, di 0.5 m di spessore, invece compreso nellin-
direzione di carico rispetto al piano di scistosit). tervallo 5.0-10 GPa.
Tab. III Summary of results of laboratory tests on calcschists
Come anticipato, allo scopo di determinare lo
(the deformability and strength parameters are mean values and
stato di tensione in situ sono state condotte, nel foro
they do not account for the loading direction with respect to the
schistosity plane). di sondaggio verticale che ha raggiunto il sito della
caverna (7S2), prove di fratturazione idraulica che
Peso specifico naturale (kN/m3) 27.5 hanno interessato il tratto di foro compreso tra 292
Velocit sonica (m/s) 5800 e 332 m di profondit. I risultati ricavati sono illu-
Resistenza a compressione (MPa) 84.0 strati nel diagramma di figura 53, dove si danno i
Modulo elastico tangente (GPa) 40.7 valori delle tensioni principali 1, 2 e 3 in valore e
Coefficiente di Poisson tangente (-) 0.3 direzione. Si nota una sostanziale isotropia dello
stato tensionale nel piano orizzontale con una ten-
Resistenza a trazione Brasiliana (MPa) 10.1
sione h = H = 6.1 MPa. La tensione verticale v,
Resistenza a compressione, ci (MPa) 72.3
lievemente superiore alla componente geostatica,
Costante di Hoek-Brown, mi (-) 4.9 pari a 10.6 MPa. Il rapporto k tra la tensione media
nel piano orizzontale e quella verticale vale 0.52.

Tab. IV Sintesi dei risultati delle prove triassiali di labo-


5.2.2. METODI DI SCAVO E DI RINFORZO
ratorio sui calcescisti.
Tab. IV Summary of results of triaxial laboratory tests on Lo scavo della caverna stato effettuato per fasi
calcschists. successive mediante abbattimento con esplosivo. La
sequenza delle diverse fasi di scavo e rinforzo
Resistenza a compressione, ci (MPa) 72.3
dellammasso roccioso, in calotta e sulle pareti, ivi
Costante di Hoek-Brown, mi () 4.9 comprese quelle di fondo (pareti Nord e Sud) stata
Picco definita come segue:
apertura di una prima sezione di scavo (cunicolo
pilota) su tutta la lunghezza della caverna, con
della scistosit, sono anche indicati giunti principali
e faglie.
Sui provini di roccia ricavati dalle carote prele-
vate nei sondaggi sono state condotte numerose
prove di laboratorio allo scopo di determinare le ca-
ratteristiche fisiche e meccaniche dei calcescisti. I
principali risultati ottenuti per le prove di compres-
sione monoassiale sono riassunti nella tabella III,
dove sono anche indicati i valori del peso specifico
naturale, della velocit sonica e della resistenza a
trazione Brasiliana. Le corrispondenti prove di
compressione triassiale hanno consentito di deri-
vare i parametri ci e mi caratteristici del criterio di
Hoek-Brown, in condizioni di picco, riportati nella
tabella IV.
Le caratteristiche di deformabilit dellammasso
roccioso in sito sono state determinate mediante
prove di carico su piastra e prove con martinetto
piatto, tutte eseguite nella nicchia di prova di cui si
gi detto, aperta lungo la galleria di fuga, poco lon-
tano dal paramento Sud della caverna. Le prove di
carico su piastra hanno dato, per lammasso roccioso
indisturbato, valori del modulo di deformabilit a
Fig. 53 Risultati delle misure di fratturazione idraulica
carico (Ed) compresi tra 20 e 30 GPa, per livelli di ca- nel sito della caverna (ripreso dalla documentazione pro-
rico compresi tra 4 e 12 MPa. Mediante le prove con gettuale, Alpina S.p.A.).
martinetto piatto in parete si sono invece ottenuti va- Fig. 53 Results of stress measurements by the hydrofracture
lori di Ed nel campo 14-20 GPa, verosimilmente rap- method in the rock mass surrounding the cavern (from the design
presentativi di un ammasso roccioso pi allentato. documents, Alpina S.p.A.).

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 39

posa in opera immediata dei rinforzi di prima


fase; come si gi avuto modo di sottolineare, lo
scopo stato anche quello esplorativo e di signi-
ficativo approfondimento di conoscenza sulle
caratteristiche dellammasso roccioso e sulla sua
risposta allo scavo;
allargo della sezione di scavo in calotta con in-
stallazione dei rinforzi in due diverse fasi
(nellimmediatezza di ogni singolo avanzamen-
to e a presidio definitivo della caverna); scavo
dei successivi ribassi.
La calotta stata scavata in 5 fasi successive con
aperture massime di lunghezza 8 m e di 5 m di al-
tezza. Lo stesso schema stato seguito nelle fasi di
ribasso raggiunte con un sistema di rampe succes-
sive utilizzate per lo smarino; una fase tipica di scavo
quella rappresentata nella figura 54. Lo schema
dellintervento di rinforzo adottato, illustrato nella
figura 55 risulta costituito da: (1) barre passive (dia-
metro 26.5 mm e lunghezza 4.0-6.0 m), iniettate
con resina, poste in opera nellimmediatezza se- Fig. 55 Rappresentazione schematica degli interventi di
guente ogni singolo avanzamento di scavo (rinforzo rinforzo posti in opera nella caverna [FAVA e RICCA, 1997,
di prima fase), ci allo scopo di evitare ogni possi- modificata].
bile allentamento dellammasso roccioso; (2) tiranti Fig. 55 Schematic illustration of the reinforcement measures
di ancoraggio a barra (diametro 32 mm e lunghezza adopted in the cavern [FAVA and RICCA, 1997, modified].
9.0-15.0 m), di tipo permanente, iniettati con malta
cementizia e posti in opera al temine di ogni fase di
scavo (rinforzo di seconda fase), pretesi a 2/3 del va- 5.2.3. APPROCCIO PROGETTUALE
lore nominale di resistenza. Il rinforzo di prima fase
Le linee progettuali seguite per i depositi sotter-
completato da uno strato di calcestruzzo spruzzato
ranei descritti nel capitolo 5.1 hanno influenzato in
di 10 cm di spessore, armato con rete elettrosaldata.
modo significativo lapproccio adottato per la ca-
Il rinforzo di seconda fase invece completato con
verna di Venaus. Non quindi fuori luogo sottoline-
uno strato di calcestruzzo spruzzato di 15 cm di are in questa sede che, considerate le buone caratte-
spessore, fibrorinforzato. ristiche dellammasso roccioso in cui veniva ad es-
sere ubicata la caverna, la scelta fatta stata quella
di costruire una caverna di significativa luce (21 m)
senza arco strutturale in calcestruzzo. Larco stato
invece sostenuto da tiranti a barra e rivestimento in
calcestruzzo spruzzato, ci diversamente da quanto
previsto in sede di progetto preliminare ed esecu-
tivo ed anche al di l delle modalit costruttive ge-
neralmente applicate in situazioni analoghe in altre
centrali in caverna costruite in ambiente alpino.
Come illustrato nello schema di figura 32, lap-
proccio progettuale stato dunque ispirato al me-
todo osservazionale, in unottica interattiva. I risul-
tati delle analisi progettuali (con diversi metodi e
modelli) e delle misure (mediante monitoraggio) e
osservazioni (tra queste, particolare rilevanza ha as-
sunto il rilievo continuo delle condizioni geologico-
strutturali dellammasso roccioso), in corso dopera,
sono stati posti sistematicamente a confronto tra
Fig. 54 Rappresentazione schematica delle fasi di scavo loro. Lesigenza era dunque quella di condurre veri-
della calotta [FAVA e RICCA, 1997]. fiche di congruit fra previsioni teoriche e riscontri
Fig. 54 Schematic illustration of the crown excavation effettivi, cio confrontare grandezze attese e ri-
sequence [FAVA and RICCA, 1997]. sultati del monitoraggio. In estrema sintesi, si

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


40 BARLA

adottata una metodologia di tipo incrementale e


per fasi, dove ogni scelta in sede costruttiva stata
condizionata da quanto osservato nella fase prece-
dente. In tutto questo sono stati determinanti sia il
buon livello di conoscenza delle caratteristiche geo-
logiche e geotecniche, conseguito grazie allesteso
programma di indagini intrapreso in sede di pro-
gettazione costruttiva, sia la costante opera di analisi
e verifica svolta, in piena sintonia ed in modo tem-
pestivo, tra Progettista, Committente ed Impresa
Esecutrice.
Come illustrato nello schema tridimensionale di
figura 56, la strumentazione di monitoraggio posta
in opera per misurare gli spostamenti indotti
nellammasso roccioso durante lo scavo, com-
prende, tra laltro, due sezioni principali: la sezione
Sud, a progressiva 14.00 m; la Sezione Nord, a pro-
gressiva 36.00 m del cunicolo di calotta. Vale ricor-
dare che per il controllo della risposta deformativa
del perimetro di scavo si fatto anche riferimento a
misure di convergenza su base ottica, con mire al
contorno, installate durante lavanzare dello scavo,
in 5 diverse sezioni, ci allo scopo di coprire la mag-
Fig. 56 Schema di strumentazione adottato, comprensi- giore estensione geometrica della caverna.
vo degli estensimetri multibase installati nelle due sezioni
principali di controllo (dalla documentazione progettua- 5.2.4. ANALISI PROGETTUALI
le, Alpina S.p.A.).
Fig. 56 Monitoring instrumentation adopted showing the La progettazione costruttiva, avendo a disposi-
multipoint borehole extensometers installed in the two main zione le risultanze di indagini in laboratorio e in sito
monitoring cross sections (from the design documents, Alpina sufficientemente dettagliate, ha comportato luti-
S.p.A.).
lizzo di pi metodi di analisi, in relazione alle di-

Fig. 57 Risultati della modellazione tridimensionale BEM: (a), (b), (c), tensione principale massima 1; (d), zone di con-
centrazione delle tensioni (incremento della tensione 1) e di distensione (zone tese o di diminuzione della tensione prin-
cipale minima 3).
Fig. 57 Results of BEM three-dimensional modelling: (a),(b), c), maximum principal stress 1; (d) stress concentration (increase in the
stress) and stress relief zones (tensile or decrease in the 3 stress).

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 41

Tab. V Sintesi dei parametri di deformabilit e resistenza dellammasso roccioso in cui ubicata la caverna.
Tab. V Summary of deformability and strength parameters of the rock mass around the cavern.
Zona Lato Sud (*) Zona Lato Nord (*)
Resistenza a compressione monoassiale della roccia intatta (MPa) 72.3 72.3
Modulo di deformabilit dellammasso roccioso (GPa) 37.6 27.0
Coefficiente di Poisson (-) 0.25 0.25
Parametro mb dellammasso roccioso (valori di picco e residui) 1.51 0.72 1.18 0.56
Parametro sb dellammasso roccioso (valori di picco e residui) 0.026 0.0004 0.012 0.0002

(*) Il riferimento alle zone Sud e Nord della Caverna secondo quanto illustrato in figura 52.

verse problematiche poste. Con particolare ri- tensionale nellintorno della caverna, calcolato con
guardo al dimensionamento degli interventi di rin- un modello continuo, in condizioni tridimensio-
forzo della caverna si sono adottati modelli allequi- nali e bidimensionali rispettivamente, e gli sposta-
librio limite e modelli tensio-deformativi bidimen- menti calcolati nella fase di scavo della calotta, ricor-
sionali e tridimensionali [FAVA e RICCA, 1997a,b]. I rendo invece alla modellazione dellammasso roc-
primi modelli hanno comportato lanalisi statistica cioso come discontinuo.
dei dati disponibili sulle caratteristiche dei sistemi Le analisi con modello continuo riguardano i
di discontinuit e lidentificazione dei diedri di po- calcoli svolti in condizioni intrinseche, in assenza
tenziale instabilit, ponendo lattenzione sulla loro quindi degli interventi di rinforzo dellammasso
altezza e sul loro volume, nonch sulla localizza- roccioso sul perimetro di scavo. Sulla base dei dati
zione intorno al perimetro della caverna: ne sono disponibili con il complesso delle indagini svolte,
cos derivate le lunghezze delle barre a totale coper- sono state introdotte le seguenti ipotesi:
tura dei diedri generatisi nelle situazioni pi sfavo- lammasso roccioso un continuo, isotropo, ca-
revoli dal punto di vista probabilistico. I modelli ratterizzato da una legge di comportamento di
tensio-deformativi, riferiti ad una rappresentazione tipo elasto-plastico ideale fragile, con parametri
dellammasso roccioso come continuo equiva- di deformabilit e resistenza opportunamente
lente, hanno comportato il ricorso alla modella- scalati sulla base dellindice di qualit dellam-
zione tridimensionale, mediante il metodo BEM, e masso roccioso, in accordo ai concetti illustrati
bidimensionale, mediante il metodo FEM. in figura 24; i valori dei parametri adottati per i
Durante le fasi di scavo, con lanalisi di dettaglio calcescisti in cui ubicata la caverna sono rias-
delle caratteristiche geologico-strutturali dellam- sunti nella tabella V;
masso roccioso che stato possibile condurre in lo stato di sollecitazione in sito definito in base
concomitanza con lavanzare del cunicolo di calotta, ai valori determinati con le misure di frattura-
andato progressivamente delineandosi in modo zione idraulica, con un rapporto k tra la tensio-
sempre pi approfondito il modello geologico ne media nel piano orizzontale h =H e quella
dellammasso roccioso, come rappresentato nella fi- verticale v pari a 0.52.
gura 52. stato allora del tutto naturale passare alla di interesse, in un primo tempo, portare lat-
messa a punto di un modello di calcolo disconti- tenzione sulle analisi tridimensionali svolte con il
nuo, basato sul metodo DEM, ci per ottenere un codice di calcolo EXAMINE3D [ROCSCIENCE, 1998],
migliore e pi attento controllo della fase di costru- che ha consentito di ricostruire molto fedelmente la
zione. Peraltro, tale scelta andata maturando pro- geometria della caverna, prendendo in considera-
gressivamente con il progredire dello scavo del cu- zione anche la presenza delle adiacenti gallerie.
nicolo e con le prime fasi di allargo della calotta, Lammasso roccioso ipotizzato come Continuo
quando risultato del tutto evidente, come atteso, Isotropo Lineare ed Elastico (CILE), con i parame-
che i metodi BEM e FEM portavano ad una stima tri di deformabilit definiti per la zona Sud della ca-
non corretta degli spostamenti calcolati (grandezze verna (Tab. V). A scopo illustrativo la figura 57 ri-
attese) al contorno del cavo rispetto ai corrispon- porta, nei diagrammi (a), (b) e (c), la distribuzione
denti valori degli spostamenti letti (grandezze mi- della tensione principale massima 1, sul perimetro
surate) agli estensimetri multibase nel frattempo delle diverse aperture, e in (d) rispettivamente le
posti in opera. interessante in questa sede soffer- zone di concentrazione delle tensioni (incremento
marci su queste analisi, ci allo scopo di sottolineare della tensione 1) e di distensione (zone tese o di di-
soprattutto il ruolo che i diversi metodi possono as- minuzione della tensione principale minima 3).
sumere in sede progettuale. Lo faremo in breve, sce- di sicuro interesse, anche per porre ancora una
gliendo alcuni risultati rappresentativi e riguardanti volta in luce le potenzialit dei metodi di calcolo
gli studi svolti per valutare rispettivamente lo stato oggi disponibili, osservare il dettaglio con cui pu

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


42 BARLA

essere studiato lo stato tensionale indotto nellin- lit nellintorno del cavo. La figura 60 illustra le
torno della caverna, a fine scavo. zone di plasticizzazione a scavo completato: le cro-
Volendo approfondire il comportamento del cette indicano il superamento del valore deviatorico
cavo nelle diverse fasi di scavo e costruzione, oc- della resistenza dellammasso roccioso, mentre i
corre ricorrere a simulazioni numeriche, che con- punti mettono in luce le zone di distensione, indivi-
sentano di tenere conto del comportamento elasto-
plastico dellammasso roccioso. Dovendo utilizzare
in tal caso analisi bidimensionali (2D) in condizioni
di deformazione piana, necessario analizzare lin-
fluenza della tensione principale intermedia lungo
lasse longitudinale della caverna; a tal fine si sono
costruiti 3 modelli FEM in condizioni 2D (Fig. 58a),
calcolando con il codice Phase2 [ROCSCIENCE, 1990-
98] le tensioni in corrispondenza della sezioni tra-
sversali indicate in figura 58b. I risultati ottenuti nei
tre casi per la tensione principale massima 1, in ca-
lotta (A), alle reni (B) e sui paramenti (C), illustrati
nella figura 59, pongono in luce che le pareti Nord
e Sud della caverna influenzano lo stato tensionale
soltanto nel loro stretto intorno, rendendo cos
plausibile lanalisi bidimensionale nelle tre sezioni
trasversali considerate.
A scopo illustrativo possiamo allora portare lat- Fig. 59 Confronti tra i risultati della tensione principale
tenzione sulle risultanze delle analisi numeriche bi- massima 1 lungo lasse longitudinale della caverna nella
dimensionali condotte sulla sezione trasversale modellazione tridimensionale BEM e bidimensionale
della caverna, nella tratta di massima altezza. Que- FEM.
ste analisi sono riferite ai valori pi scadenti dei pa- Fig. 59 Comparison of numerical results for the principal stress
rametri di deformabilit e resistenza dellammasso 1 along the longitudinal axis of the cavern in three-dimensional
roccioso. Con esse si sono simulate tutte le fasi di BEM and two-dimensional FEM modes.
scavo, senza tuttavia introdurre gli elementi di rin-
forzo (barre e manto di calcestruzzo proiettato), con
questo esaltando volutamente i fenomeni di instabi-

Fig. 60 Zone plastiche intorno alla caverna ottenute dal


Fig. 58 Modellazione FEM bidimensionale: (a) modello modello bidimensionale FEM, nelle ipotesi di scavo in as-
della sezione 3 indicata la sola discretizzazione allin- senza di interventi e per i parametri dellammasso roccio-
terno del cavo; (b) sezioni 1, 2, 3 di calcolo. so appartenenti alla zona Nord, indicati in tabella V.
Fig. 58 Two dimensional FEM modelling: (a) model of cross Fig. 60 Plastic zones around the cavern computed with the two-
section 3 only shown is the mesh inside the cavern; (b) cross dimensional FEM model, with no reinforcement installed and for
sections 1, 2, 3 considered for computation purposes. the North zone rock mass parameters, as shown in Table V.

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 43

duate dalle tensioni principali minime di trazione,


che caratterizzano la roccia in vicinanza delle alte
pareti verticali della caverna. Queste analisi, come si
gi avuto modo di descrivere con lesempio del pa-
ragrafo 4.3, sono volte ad analizzare nel dettaglio la
risposta dellammasso roccioso, onde fare emergere
gli effetti conseguenti allo scavo. evidente che i ri-
sultati cos ottenuti hanno un valore strettamente
indicativo, dovendosi poi, con le successive analisi
progettuali e le contestuali verifiche, considerare
leffettivo ruolo stabilizzante degli elementi struttu-
rali di rinforzo.

5.2.5. CONFRONTI TRA MISURE ED OSSERVAZIONI IN CORSO


DI SCAVO DELLA CALOTTA

Come gi anticipato, durante le fasi di scavo


andato meglio delineandosi il modello geologico e Fig. 61 Mobilitazione di volumi rocciosi a tetto della ca-
geotecnico dellammasso roccioso, con la conse- verna, previsti dal modello DEM in assenza di interventi
guenza che stato possibile mettere a punto modelli di rinforzo.
di calcolo di tipo discontinuo, basati sul metodo Fig. 61 Rock volumes mobilised at the cavern crown, as
DEM ed il codice UDEC [ITASCA, 1996], ci per otte- predicted with the DEM model with no reinforcement installed.
nere un migliore e pi attento controllo della fase di
costruzione. Scegliendo di portare lattenzione sulla
sola fase di apertura della calotta, la figura 61 illu-
stra le risultanze del calcolo condotto su uno dei distribuzione degli spostamenti calcolati, ora in pre-
modelli, in assenza di interventi, per fare emergere senza degli interventi di rinforzo in calotta, con
i potenziali meccanismi di instabilit dellammasso quelli misurati. Si nota che sono riportati nella
roccioso, ci in stretta relazione alle caratteristiche stessa figura gli spostamenti corrispondenti a tre di-
dei sistemi di discontinuit introdotti. Allo stesso versi modelli (A, B, C), che differiscono tra loro per
modo, con riferimento agli spostamenti in corri- la diversa spaziatura attribuita (variabile tra 0.5 e
spondenza dellestensimetro di calotta (estensime- 2.0 m) al sistema di scistosit presente allinterno
tro E5), la figura 62 pone felicemente a confronto la dellammasso roccioso.

Fig. 62 Distribuzione degli spostamenti dovuti allo scavo della calotta: confronto tra valori calcolati (con tre diversi mo-
delli DEM) e misurati.
Fig. 62 Displacement distribution during excavation of the cavern crown: comparison of computed (with three different DEM models)
and measured values.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


44 BARLA

5.2.6. CONSIDERAZIONI so modello ha anche permesso di accertare, con


il continuo confronto tra misure e risultanze del
1. Il progetto e la costruzione della Centrale in ca- calcolo nelle diverse fasi, laffidabilit della solu-
verna di Venaus (Impianto Idroelettrico di Pont zione scelta di costruire la caverna senza arco
Ventoux-Susa dellAEM Torino), ubicata in un strutturale in calcestruzzo, cio affidando la sta-
ammasso roccioso di calcescisti di buona qualit, bilizzazione del cavo ai tiranti messi in opera.
comunque interessati da sistemi di discontinuit,
hanno posto in luce lesigenza di ricorrere reali-
sticamente ad analisi progettuali di tipo numeri- 5.3. Le gallerie di Frasnadello e Antea, a San Pellegrino
co, dove lammasso roccioso stato in particolare Terme, Val Brembana, Bergamo
rappresentato come un discontinuo. Le analisi
svolte nellipotesi di simulare il comportamento Nellambito del progetto di variante allabitato
dellammasso come un continuo equivalente si di San Pellegrino Terme (Bergamo) della strada sta-
sono rivelate comunque utili a livello progettua- tale n. 470 della Val Brembana era prevista la co-
le, nel senso di porre in luce molto bene gli effetti struzione delle gallerie Frasnadello e Antea, rispet-
tridimensionali del problema, fortemente carat- tivamente di circa 1700 e 600 m di lunghezza (Fig.
terizzato dallinterazione di un vuoto di grandi 63). A seguito delle riserve espresse dalla Societ
dimensioni con le molteplici gallerie costruite in San Pellegrino S.p.A., concessionaria delle sorgenti
adiacenza. Allo stesso modo queste analisi hanno idrotermali San Pellegrino e Pracastello, stato av-
guidato lo studio degli interventi di rinforzo in- viato uno studio, al fine di valutare leventuale inte-
torno al cavo e sono state utili nella valutazione razione tra le gallerie in progetto e le stesse sorgenti
delle condizioni globali di stabilit della caverna. [BARLA G., 2000a].
2. In unottica progettuale basata sul metodo os- Nonostante tale studio avesse di fatto escluso il
servazionale, in analogia con il caso prima di- drenaggio delle acque idrotermali da parte delle
scusso, le misure in corso dopera degli sposta- gallerie, lattraversamento di alcuni lineamenti tet-
menti indotti (le grandezze misurate) nellam- tonici potenzialmente collegati ai circuiti idroter-
masso roccioso, durante le diverse fasi di scavo, mali delle stesse sorgenti e la loro relativa vicinanza
hanno consentito di mettere a punto il modello ha comunque comportato forti condizionamenti
di calcolo di tipo discontinuo, mediante un sulle modalit esecutive delle gallerie. Si infatti
procedimento a ritroso applicato durante lo sca- resa necessaria lesecuzione di un cunicolo pilota,
vo della calotta (Fig. 62). Quindi, il modello di scavato con TBM aperta di 3.9 m di diametro, a con-
calcolo stesso diventato uno strumento di lavo- ferma degli studi preventivi allo scavo. Successiva-
ro di tipo predittivo, che ha consentito di preve- mente, stante il divieto alluso di esplosivo e le carat-
dere la risposta deformativa (le grandezze atte- teristiche dellammasso roccioso, anche per lo scavo
se) della caverna nelle successive fasi di scavo di di allargo si utilizzata una TBM di grande diame-
ribasso. Non fuori luogo affermare che lo stes- tro (11.8 m) (Fig. 64). Lautore ha avuto modo di co-

Fig. 63 Planimetria della variante allabitato di San Pellegrino Terme (Bergamo) vedi dettaglio con indicazione delle
gallerie Frasnadello ed Antea.
Fig. 63 Plane map of the variant to the town of San Pellegrino Terme (Bergamo) see detail -with the Frasnadello and Antea tunnels.

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 45

daggio) hanno consentito di delineare un quadro


geologico alquanto complesso. Come illustrato
nello schema di figura 65, nella zona di San Pelle-
grino Terme affiorano le formazioni geologiche del
Trias del Bacino Lombardo, la cui sequenza strati-
grafica (dalla pi antica alla pi recente) la se-
guente:
Formazione di San Giovanni Bianco (Carnico
Sup.), suddivisa in una porzione inferiore costi-
tuita da siltiti e arenarie fini con intercalazioni
di dolomie, e una parte superiore costituita da
gessi e anidriti;
Fig. 64 Fotografia della foratura della galleria di gran- Dolomia Principale (Norico), potente successio-
de diametro allo sbocco della galleria Antea. Nello sfondo
ne dolomitica allinterno della quale si ricono-
visibile la TBM.
Fig. 64 Photograph of the large diameter tunnel break-
scono le seguenti formazioni: a) Formazione di
through at the Antea tunnel portal. The TBM is shown in the Castro, costituita da calcari e brecce calcaree; b)
background. parte basale della Dolomia Principale, costituita
da dolo-siltiti, dolo-areniti e dolomie nere strati-
ficate; c) Dolomia Principale s.s., costituita da
ordinare gli studi geologici, idrogeologici e ge- bancate dolomitiche plurimetriche; d) Dolomie
omeccanici, e prendere parte alle fasi progettuale e Zonate e Calcare di Zorzino, eteropici, costituen-
costruttiva del cunicolo pilota e della galleria di ti la facies carbonatica soprastante la Dolomia
grande diametro. Il lavoro svolto stato descritto in Principale; e) Brecce sommitali, costituite da
diverse pubblicazioni: BARLA, G. [1992]; BARLA G. et lenti e livelli a megabrecce e ruditi dolomitiche;
al. [1995]; BARLA G. e NALDI M. [1996]; BARLA G. Argilliti di Riva di Solto (Norico Sup.-Retico
[1998]; BARLA G. [2000a]. Inf.), costituite da una facies inferiore (essenzial-
mente argillitica) e una facies superiore calca-
5.3.1. CONDIZIONI GEOLOGICHE ED IDROGEOLOGICHE. reo-marnosa.
Lassetto geologico dominato da una serie di
I risultati delle indagini (rilievi geologici, idro- sovrascorrimenti nord-vergenti delle formazioni ge-
geologici e geofisici, nonch perforazioni di son- ologiche suindicate, poggianti su un piano di scolla-

Fig. 65 Carta geologica (schematica) con ubicazione del tracciato delle gallerie e dei sondaggi.
Fig. 65 Geological map (schematic) with location of the tunnel axis and of the exploration boreholes.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


46 BARLA

mento basale costituito dai gessi di San Giovanni Lo studio idrogeologico, condotto per valutare
Bianco. La principale caratteristica tettonica rap- la potenziale interferenza dello scavo delle gallerie
presentata dalla faglia di Antea (a NE di San Pelle- Frasnadello e Antea sulle sorgenti, ha incluso:
grino Terme), con direzione NW-SE, che separa a analisi delle precipitazioni;
nord il blocco delle rocce carniche e a sud il blocco caratterizzazione delle acque sorgive e analisi
delle rocce norico-retiche. In tale contesto larea di delle portate della sorgente San Pellegrino;
indagine costituisce una finestra tettonica, con le Ar- analisi idrochimica delle acque sotterranee.
gilliti di Riva di Solto affioranti in corrispondenza del
letto del Fiume Brembo, sovrascorse dai lembi calca-
reo-dolomitici. Dal punto di vista strutturale, oltre ai (a) Precipitazioni
gi citati sovrascorrimenti, si possono distinguere fa-
glie con direzione N-S, NW-SE e NE-SW, con rigetto Nella zona di San Pellegrino lunica stazione
normale o inverso e componente trascorrente. pluviometrica localizzata in prossimit della sor-
La situazione geologica previsionale in asse alle gente, ad una quota di circa 360 m s.l.m.; tale ubica-
gallerie riportata in figura 66, dove si riconoscono, zione incompatibile con le zone di ricarica (poste
da Nord verso Sud, tre motivi litologico-strutturali a circa 1000 m s.l.m.), dove le precipitazioni sono
principali: verosimilmente maggiori. Lanalisi dei dati di preci-
il blocco dolomitico radicato della galleria An- pitazione del periodo 1921-1995 (reperiti presso il
tea; Servizio Idrografico di Torino) ha messo in evi-
denza che la media annuale di 1558 mm, con un
la sequenza argillitico-marnosa (Argilliti di Riva
minimo di 863 mm e un massimo di 2416 mm. Il
di Solto), abbassata rispetto al blocco dolomitico
periodo pi piovoso compreso tra aprile e novem-
in corrispondenza dellimbocco sud della galle-
bre con massime precipitazioni a maggio (183 mm),
ria Antea, e interessante gran parte della galle-
mentre il periodo pi secco compreso tra dicem-
ria Frasnadello;
bre e marzo, con precipitazioni minime a gennaio
il lembo dolomitico di Frasnadello, sovrascorso
(65 mm).
sulla sequenza argillitico-calcarea.
Lubicazione e la giacitura delle faglie F1-F2,
analizzate in dettaglio per le possibili interferenze (b) Caratterizzazione delle acque sorgive
con il sistema idrotermale delle sorgenti San Pelle-
grino, sono state riportate sul profilo secondo le in- Nellarea di San Pellegrino emergono diverse
dicazioni fornite dai rilievi geofisici e dai sondaggi. sorgenti, data la presenza di rocce permeabili (cal-

Fig. 66 Profili geologici in asse galleria. Confronto tra (a) la previsione e (b) lo stato di fatto.
Fig. 66 Geological profile along the tunnel axis. Comparison of (a) prediction and (b) actual conditions.

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 47

cari e dolomie) e di rocce impermeabili (argilliti, Tab. VI Suddivisione delle acque in base alle caratteri-
marne). Le acque sotterranee, presenti soprattutto stiche chimiche ed alla temperatura.
allinterno delle rocce calcaree e dolomitiche, emer- Tab. VI Water groups based on chemical characteristics and
gono essenzialmente secondo 2 diverse tipologie: temperature.
se la dolomia sovrascorsa sulle argilliti, lacqui- Na Cl Ca SO4
Gruppo TC
fero sospeso e le acque sotterranee sono gene- (mg/l) (mg/l) (mg/l) (mg/l)
ralmente fredde e poco mineralizzate; I 1012 49 833 529593 12301760
se la dolomia radicata in profondit, le acque 18.526.
sotterranee che circolano nelle fratture sono co- II 1941 3971 137208 295539
3
strette a risalire qualora incontrino una barriera III 910 16 1-3 80120 46156
impermeabile, rappresentata da una faglia e/o
IV 913 0.53 15 3976 721
un contatto verticale con le rocce argillitiche e/o
marnose. In tal caso lacqua spesso calda e mi-
neralizzata a causa del gradiente termico e della
dissoluzione di rocce evaporitiche (gessi e ani- Pellegrino e Pracastello) hanno temperatura media
driti della Formazione di San Giovanni Bianco). (fino a circa 26 C), elevati contenuti in Na, Cl, Ca e
Le sorgenti San Pellegrino e Pracastello appar- SO4. Le acque del III tipo (acque sotterranee super-
tengono al secondo gruppo di cui sopra; entrambe ficiali nelle argilliti) mostrano bassa temperatura e
sono localizzate in corrispondenza di un cuneo tet- bassi contenuti in Na, Cl, Ca e SO4. Le acque appar-
tonico contornato da argilliti, dove la risalita delle tenenti al gruppo IV (acque sotterranee superficiali
acque sotterranee controllata dalle faglie. nelle dolomie) hanno valori bassi di temperatura e
Lanalisi delle portate della Sorgente San Pelle- contenuti estremamente bassi di Na, Cl, Ca e SO4.
grino si riferisce al periodo 1983-1991 ed basata Le sorgenti appartenenti al gruppo II (acque
sui dati forniti dalla Regione Lombardia (la Sor- termo-minerali) mostrano evidenti differenze com-
gente Pracastello stata sostituita da un pozzo). Tali posizionali probabilmente dovute alle diverse pro-
dati, acquisiti generalmente ogni 7-10 giorni, non porzioni di mescolamento tra acque profonde mi-
hanno consentito la definizione della curva di esau- neralizzate e acque fredde subsuperficiali.
rimento utile al calcolo dei parametri idrogeologici
dellacquifero. Lanalisi dei dati ha comunque indi- 5.3.2 CARATTERISTICHE GEOTECNICHE DELLAMMASSO
cato che: ROCCIOSO
i valori medi annuali di portata variano tra
6.4 l/s [1991] e 8.9 l/s [1985]; i valori minimi si Per procedere alla classificazione dellammasso
sono registrati nel 1987 con 2.7 l/s, mentre roccioso sono stati utilizzati i risultati dei rilievi geo-
quelli massimi si sono registrati nel 1984 con logico-strutturali lungo affioramenti in superficie;
14 l/s; inoltre, le carote estratte dai sondaggi sono state
la sorgente ha una risposta molto rapida alle sottoposte alle seguenti analisi:
precipitazioni, con forti incrementi di portata in determinazione del recupero percentuale modi-
brevi periodi. La risposta alle precipitazioni ficato (RQD);
comunque alquanto complessa e a volte di diffi- valutazione delle caratteristiche fisiche delle
cile correlazione; tale fenomeno potrebbe esse- principali fratture;
re dovuto in parte alla complessit del sistema determinazione dellindice di resistenza me-
acquifero e in parte alla non rappresentativit diante prove di punzonamento (Point Load
delle precipitazioni misurate in prossimit della Test);
sorgente e non in corrispondenza delle zone di prove di compressione monoassiale;
ricarica. prove di taglio diretto sulle discontinuit.
Per ogni litotipo sono quindi stati stimati gli in-
(c) Idrochimica delle acque sotterranee dici di qualit RMR di Bieniawski e Q di Barton; i
valori ottenuti sono riportati nella tabella VII.
Le acque sotterranee provenienti da 20 tra sor- A conferma dei risultati degli studi geologici,
genti e pozzi sono state campionate ed analizzate. In idrogeologici e geotecnici dellarea interessata dalla
base alle caratteristiche chimiche e alla tempera- costruzione delle gallerie, si dapprima proceduto
tura, le acque campionate sono state suddivise in 4 con lo scavo di un cunicolo pilota in asse alle galle-
gruppi, come riportato nella tabella VI. rie. Il cunicolo, scavato con TBM aperta di 3.9 m di
Le acque del gruppo I (nelle formazioni ges- diametro, stato eseguito nel periodo gennaio-lu-
sose) sono caratterizzate da bassa temperatura, con- glio 1994. Nella figura 67 riportato il grafico con
tenuto medio di Na e Cl, ed elevato contenuto in Ca gli avanzamenti medi settimanali in funzione del
e SO4. Le acque del gruppo II (acque termali San tempo. A sostegno degli scavi erano stati posti in

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


48 BARLA

Fig. 67 Overage weekly advance rate of 3.9 m diameter TBM.


Fig. 67 Avanzamento medio settimanale della TBM di 3.9 m di diametro.

Tab. VII Risultati classificazione dellammasso roccioso analisi e controllo comparato delle principali
in sede di progetto. caratteristiche dellacqua delle sorgenti San Pel-
Tab. VII Rock mass classification at the design stage. legrino e Pracastello (portata, conducibilit,
RMR/Q RMR/Q RMR/Q
temperatura e torbidit con frequenza quotidia-
Litotipo na; analisi chimiche e microbiologiche con fre-
(min) (max) (med)
Dolomia nera 20/0.07 41/0.71 30/0.20
quenza settimanale);
misurazione delle convergenze.
Calcare di Castro 27/0.15 57/5.30 42/0.82
I risultati dei rilievi e delle indagini eseguiti
Calcari di Zorzino 24/0.10 72/22.4 54/3.06 lungo il cunicolo pilota, riepilogati nel profilo geo-
Marne Riva di Solto 25/0.12 74/28.0 46/1.28 logico della figura 66, hanno sostanzialmente con-
Arg./marne Riva di Solto 25/0.12 65/10.3 44/1.00 fermato quelli dello studio preliminare. Il confronto
Argilliti Riva di Solto 31/0.24 75/31.3 50/1.87 tra le previsioni e lo stato di fatto, relativamente alla
situazione lito-stratigrafica, alla presenza di linea-
Dolomia principale 28/0.17 76/35.0 47/1.40
menti tettonici principali, alle condizioni idrauliche
ed alla condizioni di qualit dellammasso roccioso
evidenzia la correttezza della previsione. La tabella
opera, nei tratti di peggiore qualit dellammasso
VIII riassume le caratteristiche geotecniche delle di-
roccioso, centine e/o pannelli metallici.
verse formazioni rocciose.
Avendo una funzione principale di indagine,
Con riferimento alla situazione idrogeologica, i
parallelamente allo scavo sono state eseguite nel cu-
rilievi hanno confermato lassenza di interferenza
nicolo le seguenti attivit:
tra le gallerie e le acque idrotermali delle sorgenti
rilievo geologico e geostrutturale sulle pareti San Pellegrino e Pracastello. Nel corso dello scavo
del cunicolo, finalizzato al riconoscimento dei li- sono state rinvenute le seguenti condizioni idrauli-
totipi e alla classificazione dellammasso roccio- che:
so; nel primo tratto, allinterno della Dolomia Prin-
esecuzione di due sondaggi orizzontali, della cipale, stata intercettata una falda che ha in-
lunghezza di circa 50 m, alla progressiva delle dotto piccole venute e diffusi stillicidi lungo la
faglie potenzialmente interferenti con le sor- stratificazione e, in corrispondenza di una faglia
genti, per valutare le condizioni di qualit a progressiva 135 m, una venuta concentrata
dellammasso roccioso e verificare leventuale della portata di circa 6.5 l/s;
presenza di acqua; nel tratto del sovrascorrimento si riscontrata
censimento e controllo delle venute dacqua in presenza di stillicidio;
cunicolo, con la determinazione di temperatura nei tratti successivi della galleria Frasnadello
e conducibilit ed esecuzione di analisi chimiche (Calcari di Zorzino, Facies di transizione con le
sulle venute principali; Argilliti di Riva di Solto e Argilliti di Riva di Sol-

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 49

Tab. VIII Sintesi dei parametri di deformabilit e resistenza dellammasso roccioso interessato allo scavo delle gallerie
Frasnadello ed Antea.
Tab. VIII Summary of deformability and strength parameters of the rock mass around the Frasnadello and Antea tunnels.
Progressiva Formazione ci mi Ed mb s c
(m) Rocciosa (MPa) (-) (GPa) (-) (-) (MPa) ()
0-155 Dolomia nera 20-36 7 4.0 1.0 3.9x10-3 1.2 27
-3
155-300 Calcare di Castro 42-45 7 11.0 1.5 7.5x10 1.8 32
310-425 Calcare di Zorzino 128-192 7 4.5 0.091 1.8x10-3 2.4 38
Calcare di Zorzino/
425-565 30 7 3.5 0.088 1.6x10-3 1.1 26
Argillite marnosa
565-842 Argillite marnosa 30 10 3.0 1.3 1.8x10-3 1.2 29
842-1310 Argillite 60 10 6.0 1.7 4.8x10-3 1.7 34
-3
1310-1715 Argillite 60 10 4.5 1.5 2.5x10 1.7 35
0-215 Dolomia massiva 150 7 24 2.5 4.0x10-2 7.1 42
2
215-630 Dolomia fratturata 150 7 13 1.4 6.7x103 3.6 40

Nota: ci = resistenza a compressione monoassiale della roccia intatta; mi = parametro del criterio di Hoek-Brown per la roccia intatta;
mb, s = parametri del criterio di Hoek-Brown per lammasso roccioso; c, coesione ed angolo di attrito dellammasso roccioso.

to) non stata riscontrata presenza di acqua ad I lavori di scavo delle gallerie Frasnadello e An-
eccezione di stillicidi o deboli venute in corri- tea, con TBM scudata di diametro di scavo 11.8 m
spondenza delle faglie; (Fig. 68), sono iniziati nel mese di maggio 1996 e
nella dolomia principale, entro la galleria An- sono terminati nel settembre 1997. Nella figura 69
tea, contrariamente a quanto previsto, si sono riportato il grafico con gli avanzamenti nelle due
solamente manifestati limitati stillicidi alla pro- gallerie in funzione del tempo.
gressiva 90 m ed in corrispondenza delle zone Nellaprile 1997, preventivamente alla ripresa
di faglia. degli scavi di allargo, sono stati rimossi i sostegni
I parametri chimico-fisici (conducibilit norma- (pannelli metallici e centine) a suo tempo posti in
lizzata a 20 e temperatura) hanno sempre indicato opera. A seguito di tale attivit si sono verificati lo-
che le acque incontrate erano provenienti da falde calmente alcuni fenomeni di dissesto con distacco di
superficiali. Anche le analisi chimiche complete, ef- cunei di roccia, nella formazione lapidea, e caduta
fettuate su campioni prelevati da piccole venute en- di argilla, clasti di argillite, calcare e dolomia, nella
tro le Argilliti di Riva di Solto, hanno evidenziato so- zona del sovrascorrimento a progressiva 300 m
stanziali differenze tra le caratteristiche chimiche circa, dove si era determinato un aumento della
delle acque incontrate in sotterraneo e quelle prove- quantit dacqua nel cunicolo, passata da stillicidio
nienti dalle sorgenti. a venuta di circa 1-2 l/min. Lesame delle caratteri-

(a) (b)

Fig. 68 The 11.8 m diameter TBM: (a) at the outlet of the Frasnadello tunnel; (b) between the Frasnadello and the Antea
tunnel.
Fig. 68 La TBM di 11.8 m di diametro: (a) allo sbocco della galleria Frasnadello; (b) tra la galleria Frasnadello e la galleria Antea.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


50 BARLA

Fig. 69 Avanzamento medio settimanale della TBM di 11.81 m di diametro.


Fig. 69 Average weekly advance rate of the 11.81 diameter.

stiche dellacqua (temperatura e conducibilit), la galleria di grande diametro, le zone di plasticiz-


pressoch identiche a quelle della venuta di pro- zazione intorno al cavo, a scavo ultimato, e le ten-
gressiva 135 m, aveva confermato che esse apparte- sioni indotte nel rivestimento in calcestruzzo in
nevano allo stesso acquifero ospitato allinterno del conci prefabbricati, posto in opera subito a tergo
complesso dolomitico-calcareo, posto a sud del so- della macchina di scavo. Nel secondo caso, linte-
vrascorrimento. resse stato invece rivolto alla quantificazione, a
Lo scavo con TBM di grande diametro stato complemento delle indagini idrogeologiche svolte
condotto con buona velocit di avanzamento ed illustrate prima, delleventuale interferenza tra
(Fig. 69), tranne la zona del sovrascorrimento, ove si lo scavo della galleria e le sorgenti San Pellegrino.
avuta uninstabilit sul fronte di scavo della galle- La figura 70 illustra la sezione trasversale della
ria che ha determinato larresto della TBM. Solo galleria di grande diametro, ove sono riportati il ri-
ladozione di un complesso intervento di stabilizza- vestimento di prima fase in conci prefabbricati, ol-
zione del terreno nellintorno della fresa (le venute
dacqua nellintorno del sovrascorrimento erano nel
frattempo aumentate sino a circa 6-8 l/s) condotto
dal cunicolo esplorativo, permetteva di liberare la
testa della fresa e di riprendere lo scavo [BARLA G.,
1998; BARLA G. e BARLA M., 1998 BARLA G., 2000a].

5.3.3. ANALISI PROGETTUALI

Il caso di studio in esame offre lopportunit di


discutere brevemente alcuni aspetti riguardanti le
analisi progettuali delle opere in sotterraneo, sinora
non affrontati in modo specifico in questa confe- Fig. 70 Sezione trasversale della galleria di grande dia-
renza. Si tratta del calcolo dei rivestimenti di galle- metro. Rivestimento di prima fase a conci prefabbricati e
rie e delle condizioni di flusso idraulico negli am- rivestimento finale gettato in opera.
massi rocciosi fratturati. Nel primo caso, il pro- Fig. 70 Cross section of the large diameter tunnel. Primary
blema stato in particolare quello di calcolare, per lining in concrete segments and final casted concrete lining.

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 51

mento al cunicolo pilota che alla galleria di grande


diametro. Pu essere di interesse in questa sede illu-
strare le analisi svolte in relazione alle condizioni di
stabilit durante lo scavo ed al dimensionamento del
prerivestimento. La sezione della galleria Frasna-
dello, nel tratto compreso tra le progressive 940 m e
980 m, nella Formazione delle Argilliti di Riva di
Solto, stata assunta come rappresentativa delle con-
dizioni pi gravose per la valutazione della stabilit
del cavo e del prerivestimento. Si sono esaminate:
(a) la stabilit della galleria durante lavanzamento,
ad una distanza di 9 m dal fronte di scavo, dove
prevista la messa in opera del prerivestimento;
(a) (b) linterazione tra il prerivestimento e lammasso
roccioso.
Le analisi progettuali sono state svolte in condi-
zioni di deformazione piana ricorrendo a modelli
FDM ed al codice calcolo FLAC [ITASCA, 1995]. Il
pre-rivestimento stato simulato come continuo me-
diante elementi trave, senza tenere conto della pre-
senza dei giunti tra conci adiacenti. Per il calce-
struzzo si assunto un modulo elastico pari a
30 GPa, unarea della sezione trasversale di 0.3 m2/m
ed un momento dinerzia di 2.25 10-3 m4/m. In con-
siderazione della incertezza nella scelta del coeffi-
ciente k = h/v, le analisi sono state svolte in modo
parametrico con riferimento a valori di k nel campo
0.5-1.5. I calcoli di stabilit del cavo sono stati con-
(b) dotti nellipotesi di rilascio completo delle tensioni
agenti sul contorno della galleria, valutando la mas-
Fig. 71 Fotografie della galleria di grande diametro: (a)
sima estensione della zona plastica epl,max e il valore
durante la costruzione con il solo rivestimento di prima
fase; (b) a galleria ultimata. massimo dello spostamento radiale smax.
Fig. 71 Photograph showing the large diameter tunnel: (a) In accordo a quanto suggerito dallEC7, si sono
during construction with the primary lining installed; (b) the introdotti i seguenti fattori parziali di sicurezza sui
completed tunnel. parametri dellammasso roccioso, i cui valori sono
stati scelti secondo quanto indicato nella
tabella VIII:
tre al rivestimento finale in calcestruzzo armato,
Modulo di Coesione Angolo di attrito
gettato in opera. Le fotografie riportate nella deformazione (Ed) (cm) (tanm)
figura 71 mostrano in (a) il rivestimento in conci ed
1.0 1.6 1.25
in (b) la galleria ormai completata con il rivesti-
mento finale. Si osserva che il rivestimento di prima
fase (Fig. 70) consiste in un anello di 5 conci, oltre Assumendo i seguenti valori limite per lam-
al concio chiave, in arco rovescio. Ciascun concio, di masso roccioso: epl,max a, smax (ascudo a), con a rag-
1300 mm di lunghezza, varia in spessore tra 29 cm, gio della galleria e (ascudo a) pari al lasco tra scudo
valore minimo, e 59 cm valore massimo. Il rivesti- e pre-rivestimento, si trovato con le analisi svolte
mento finale, di 35 cm di spessore, stato posto in che entrambe queste condizioni sono soddisfatte
opera interponendo tra i due rivestimenti una per k = 0.5 e 1.0; al contrario, risultato che per k
membrana in polietilene e geo-tessuto, ci allo = 1.5 epl,max = 5.9 m.
scopo di isolare la galleria stessa dallambiente cir- Per quanto riguarda invece il pre-rivesti-
costante. mento, la condizione di carico pi gravosa consi-
derata ha fatto riferimento a potenziali volumi
rocciosi detensionati nellintorno del cavo, definiti
(a) Analisi tensio-deformative in accordo alle osservazioni in vera grandezza
fatte durante lo scavo del cunicolo pilota. Il rive-
Le analisi tensio-deformative svolte, hanno ri- stimento stato discretizzato con elementi rettan-
guardato una molteplicit di situazioni, sia con riferi- golari piani aventi tutti le stesse dimensioni e si

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


52 BARLA

tenuto conto dellinterazione tra rivestimento e sione principale massima per un carico verticale v
roccia introducendo elementi interfaccia dotati di costante e pari a 0.22 MPa. I corrispondenti dia-
resistenza a trazione nulla e angolo di attrito pari grammi per lo sforzo normale, il momento flet-
a 30; le rigidezze normali kn e di taglio ks sono tente e leccentricit dello stesso sforzo normale
state definite pari a 3000 GPa/m e 300 GPa/m ri- sono riportati nei diagrammi di figura 73. Vale os-
spettivamente. servare come lanalisi numerica possa nel caso spe-
La figura 72 illustra in (a) un tipico diagramma cifico diventare strumento progettuale molto utile
della deformata e in (b) la distribuzione della ten- per il dimensionamento del pre-rivestimento e
della sua armatura.

(a) (b)
Fig. 72 Spostamenti indotti nel rivestimento a conci (a) e corrispondente distribuzione della tensione principale massima (b).
Fig. 72 Displacements in the primary lining (a) and maximum principal stress distribution (b).

Fig. 73 Sforzo nomale (a) momento flettente (b) eccentricit (c) nel rivestimento in conci. Carico gravitativo.
Fig. 73 Axial forces (a), bending moments (b), eccentricity of axial force (c) in the primary lining. Gravity loading.

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SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 53

Tab. IX Sintesi dei parametri di conducibilit idraulica attribuiti ai sotto-domini (blocchi elementari) e alle strutture idro-
conduttrici (faglie), basati sui valori di conducibilit idraulica ottenuti con le prove nei fori di sondaggio lungo le due gal-
lerie.
Tab. IX Summary of hydraulic conductivities assigned to the sub-domain (rock blocks) and conductive structures like faults, based on
measured hydraulic conductiviters in boreholes along the tunnels.
Formazione geologica Conducibilit idraulica (m/s)
Sotto-domini (blocchi) Ammasso roccioso fratturato
-10
Calcare di Zorzino 1.10 1.10-8
-9
Dolomia Principale 1.10 1.10-4
Gesso (San Giovanni Bianco) 1.10-11 1.10-11
-10
Argillite (San Giovanni Bianco) 1.10 1.10-9
Siltiti e Arenarie (Gorno e Val Sabbia) 1.10-9 1.10-7

(b) Analisi di flusso mini (blocchi elementari), ciascuno corrispondente


alla formazione geologica di interesse; ove presenti,
Per valutare linfluenza della costruzione delle le strutture idroconduttrici (faglie) sono state rap-
gallerie sulle sorgenti sono state condotte analisi di presentate da zone del modello suddivise, come i
flusso con il metodo FEM ed il codice di calcolo blocchi, in elementi finiti piani a tre nodi. In ra-
GGWP (Golder Associates, 1983). I modelli nume-
gione della sezione geologica e idrogeologica rico-
rici messi a punto hanno riguardato le sezioni geo-
struita e delle risultanze delle prove idrauliche nei
logiche tracciate in direzione ortogonale allasse
fori di sondaggio, si sono attribuiti alle diverse for-
delle gallerie. In analogia con i problemi descritti in
precedenza, si trattato innanzitutto di decidere se mazioni ed alle zone di faglia i valori di conducibi-
ricorrere, per lammasso roccioso, ad un modello lit idraulica riassunti nella tabella IX. La sezione
continuo o discontinuo. Con riferimento alle condi- verticale considerata dal modello (Fig. 74) si
zioni geologiche ed idrogeologiche prima illustrate, estende verso monte per circa 9 km ed in profondit
si deciso di adottare un modello continuo-equiva- per 3 km; essa comprende 5488 elementi triango-
lente, suddividendo lammasso roccioso in sotto-do- lari con funzione di forma quadratica e 2911 nodi.

Fig. 74 Modello idrogeologico rappresentativo, trasversale alla galleria Antea. Risultati numerici ottenuti in condizioni
di flusso stazionario, espressi in termini di linee equipotenziali e di direzioni di flusso idraulico.
Fig. 74 Hydrogeological model for a cross section through the Antea tunnel. Numerical results obtained in steady state conditions,
showing the groundwater heads and flow directions.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


54 BARLA

La galleria corrisponde, nel modello, ad un In modo simile a quanto appena descritto per la
punto nodale. La presenza della sorgente simu- sezione di figura 74, si sono condotte numerose
lata, nello stesso modello, introducendo alcuni nodi analisi di flusso ipotizzando pi scenari, tutti stretta-
in superficie e appartenenti ad elementi che simu- mente connessi con quanto emerso dalle indagini
lano la presenza della faglia idroconduttrice. geologiche ed idrogeologiche svolte. Lesame dei ri-
Avendo scelto di ricorrere ad un modello continuo sultati ottenuti ha consentito di concludere che
equivalente, stato giocoforza riprodurre la zona di lunico scenario per cui si verifica un potenziale im-
faglia cui corrisponde la sorgente con elementi patto delle gallerie sulle sorgenti quello ove la
piani di conducibilit idraulica equivalente. Partico- zona di ricarica sia sul versante NE ed i valori di con-
lare attenzione, nel predisporre il modello, stata ducibilit idraulica lungo le idrostrutture assumano
dedicata alle condizioni al contorno. In particolare, valori decisamente pi elevati di quelli determinati
lungo il bordo orizzontale inferiore, ad una profon- con le indagini idrauliche in sito. Ne derivata, con
dit di 1600 m (scelta anche per limitare linfluenza le analisi numeriche svolte, una conferma dei risul-
delle condizioni di bordo), non stato consentito tati delle indagini geologiche e idrogeologiche e del
flusso idraulico in direzione normale. Allo stesso modello idrogeologico ricostruito che porta ad
modo, lungo i bordi verticali che delimitano il mo- escludere ogni potenziale impatto delle gallerie
dello lateralmente non stato consentito flusso sulle sorgenti.
idraulico; essi sono stati posti a distanza notevole ri-
spetto alla sorgente ed alla galleria, allo scopo di si- 5.3.4. CONSIDERAZIONI
mulare il regime di flusso a carattere regionale e mi-
nimizzare linfluenza delle stesse condizioni di 1. Le analisi progettuali svolte con riferimento alle
bordo. gallerie Frasnadello ed Antea, a San Pellegrino
Un aspetto particolarmente delicato stato Terme, in Val Brembana (Bergamo), hanno
quello di verificare lattendibilit del modello in avuto il duplice scopo di concorrere allesame
relazione alla capacit dello stesso di simulare in delle condizioni di stabilit durante lo scavo del
modo convincente le condizioni di flusso indistur- cunicolo pilota e della galleria di grande diame-
bato, cio indipendentemente dalla presenza della tro ed alla determinazione dello stato di solleci-
galleria, riproducendo quindi in corrispondenza tazione sia del prerivestimento che del rivesti-
della sorgente un valore medio di portata pari a mento finale, ci ai fini di un loro dimensiona-
quello misurato. La maggiore difficolt incontrata mento. Esse hanno altres consentito, mediante
ha riguardato la scelta di consentire il flusso idrau- analisi di flusso idraulico, strettamente guidate
lico ad Est e/o ad Ovest della sorgente, limitando dal modello idrogeologico ricostruito attraverso
in ogni caso il flusso stesso lungo le strutture idro- le numerose indagini svolte, di valutare lin-
conduttrici. di sicuro interesse, per illustrare la fluenza della costruzione delle gallerie sulle sor-
problematica, il diagramma di figura 74, che ri- genti. In entrambi i casi il modello di calcolo
porta, oltre al modello idrogeologico assunto, an- adottato quello continuo-equivalente, che tie-
che i risultati numerici ottenuti in condizioni di ne comunque conto della presenza delle princi-
flusso stazionario per lo scenario che comporta pali strutture idroconduttrici (faglie). Nelle pa-
linstaurarsi del flusso su entrambi i lati della sor- gine precedenti stata presentata una sintesi di
gente. Lipotesi che in tali condizioni la galleria tali analisi, soffermandoci su alcuni aspetti, che
sia ubicata nella Dolomia fratturata, attraversata sono stati scelti tra quelli ancora non trattati nei
dalla galleria Antea. casi di studio prima esposti.
immediato notare che il pi elevato gradiente 2. Da una parte stato possibile constatare, con ri-
di flusso quello che interessa la Dolomia a NE. ferimento al calcolo dello stato tensio-deforma-
Lacquifero risulta alimentato nella zona di ricarica, tivo presentato e riguardante il solo pre-rivesti-
a circa 1000 m di quota; attraverso le faglie verticali mento, come le analisi numeriche si prestino ad
ben radicate in profondit, il flusso idraulico si in- esaminare diverse problematiche progettuali,
staura nella zona di fratturazione tra la stessa Dolo- potendo ricorrere a schemi di calcolo che posso-
mia e la Formazione del Gesso di San Giovanni no simulare in modo molto verosimile le reali
Bianco, per risalire in corrispondenza di una faglia condizioni di interazione terreno-struttura. Pe-
verticale, in prossimit della galleria, e soprattutto raltro, per le variabili caratterizzate da maggio-
nella zona della sorgente. Allo stesso modo, si in- re incertezza, stato anche possibile ricorrere
staura un flusso idraulico a WSW della sorgente, al ad analisi di tipo parametrico in modo molto ef-
contatto tra la Dolomia e le sottostanti Argilliti; si ha ficace, evidenziando il campo di variazione delle
cos una risalita in corrispondenza della faglia verti- grandezze caratteristiche. Dallaltra parte, con
cale lungo cui ubicata la sorgente e la portata le analisi di flusso, si concorso ad illustrare e
uscente valutata pari a 8.5 l/s, per una conduttivit quantificare una serie di scenari possibili, tutti
idraulica della stessa zona di faglia di 5.10-4 m/s. volti a confrontare, attraverso lesame delle li-

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 55

nee equipotenziali e delle corrispondenti dire- anche verificare in rocce rigonfianti. Nonostante i
zioni di flusso idraulico, le condizioni in assenza fenomeni siano originati da cause differenti, molto
ed in presenza della galleria. Non fuori luogo spesso difficile distinguere fra comportamento
evidenziare il ruolo assunto, in questo caso, dal- spingente e comportamento rigonfiante, in quanto
le analisi numeriche, nel senso che esse hanno i due processi si verificano in concomitanza e sono
fornito una verosimile quantificazione di un fenomenologicamente caratterizzati da effetti simili
problema assai complesso, ovviamente alla luce (Fig. 76).
delle risultanze di una estesa indagine geologica Per esempio, nelle argille sovraconsolidate, il
ed idrogeologica, assistendo il committente nel- rapido scarico tensionale dovuto allo scavo di una
le conseguenti decisioni da assumere. galleria conduce ad un incremento del deviatore di
tensione e ad una simultanea comparsa di pressioni
neutre negative. In condizioni non drenate il mezzo
6. Le ricerche sulle gallerie in condizioni difficili si trover in condizioni tensionali non particolar-
mente accentuate per il comportamento spingente;
Infine, interessante portare brevemente lat- tuttavia il comportamento rigonfiante avr inizio a
tenzione sulle gallerie in condizioni difficili e in causa delle pressione negativa e la sua dissipazione
particolare sul cosiddetto comportamento spin- comporter un pi veloce raggiungimento delle
gente. Questo tema stato affrontato, tra gli altri, condizioni di deformazione a carico costante. Se il
nellambito di progetti di ricerca cofinanziati dal rigonfiamento impedito, come per esempio in
Ministero dellUniversit e della Ricerca Scientifica presenza di rivestimento, nella zona sotto larco ro-
negli anni 1997-2003 e coordinati dallautore. vescio si verificher un incremento di tensioni, che
render pi probabile linnesco del comportamento
spingente.
6.1. Comportamento spingente
Le condizioni spingenti hanno suscitato grande
Come definito da unapposita Commissione interesse in generazioni di esperti: esse infatti molto
ISRM (International Society for Rock Mechanics), il spesso sono state la fonte di notevoli difficolt
comportamento spingente (squeezing) identifica le nellesecuzione dei lavori in sotterraneo, con in-
grandi deformazioni che si sviluppano attorno ad genti ritardi nella costruzione e conseguente lievita-
una galleria, nel tempo; il fenomeno si verifica zione dei costi. Nonostante i notevoli progressi in
quando la combinazione di tensioni indotte e pro- campo teorico e sperimentale nellIngegneria Geo-
priet meccaniche del terreno porta determinate tecnica, i meccanismi fondamentali del comporta-
zone attorno al cavo oltre il valore di tensione di ta- mento spingente non sono ancora oggi ben chiari,
glio limite in corrispondenza della quale hanno ini- come stato gi posto in luce [BARLA, 1997; KOVARI,
zio fenomeni deformativi dipendenti dal tempo 1998; BARLA G. 2000b; 2002].
(creep). Il processo deformativo pu terminare du-
rante lo scavo o pu continuare per lunghi periodi
di tempo [BARLA, 1995; 1997; 2000b].
Lentit della convergenza della galleria
(Fig. 75), la velocit di deformazione e lestensione
della fascia plastica nel suo intorno dipendono dalle
condizioni geologiche e geotecniche, dal rapporto
fra stato tensionale in sito e resistenza dellammasso
roccioso, dal flusso dacqua nello stesso e dalla rela-
tiva pressione nei pori. Il comportamento spingente
dunque sinonimo di plasticizzazione e dipendenza
dal tempo; strettamente correlato alle tecniche di
scavo, di sostegno/stabilizzazione ed alle sequenze
costruttive adottate: se linstallazione del rivesti-
mento ritardata nel tempo, lammasso roccioso si
muove verso linterno della galleria e contempora- Fig. 75 Comportamento spingente osservato nella galle-
ria del Gottardo: il fenomeno dovuto al raggiungimento
neamente si verifica una ridistribuzione tensionale
di stati tensionali che superano il valore limite per cui si
attorno al cavo; al contrario, se le deformazioni innescano deformazioni dipendenti dal tempo (creep) (fo-
sono impedite, il comportamento spingente porter tografia di K. Kovari).
ad un incremento di carico sul sostegno, crescente Fig. 75 Squeezing behaviour in the Gotthard tunnel: the
nel tempo. deformation, which is time dependent, is due to the level of
Deve essere osservato che le grandi deforma- induced stresses around the tunnel which is beyond the limiting
zioni legate al comportamento spingente si possono shear stress at which creep starts (photograph by K. Kovari).

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


56 BARLA

6.2. Problematiche aperte

Tra i principali fenomeni associati al comporta-


mento spingente in galleria durante lo scavo, per i
quali sono in corso studi ed approfondimenti (dal
duplice punto di vista teorico e sperimentale), e che
hanno importanti conseguenze sulle analisi da con-
durre in sede progettuale, possiamo citare:
(a) lo stato tensio-deformativo tridimensionale che
caratterizza la zona in prossimit del fronte di
scavo (cio la zona retrostante e oltre il fronte) e
linnesco della plasticizzazione nellammasso Fig. 77 Modello FDM tridimensionale per la simulazio-
roccioso; ne dello scavo di una galleria circolare profonda senza
rinforzo/sostegno. anche riportata la zona plastica.
(b) lo sviluppo delle deformazioni nellintorno del-
Fig. 77 Fully three-dimensional FDM model for the excavation
la galleria, in particolare quando queste sono di- simulation of a deep unsupported tunnel. Also shown is the
pendenti dal fattore tempo. plastic zone around the tunnel.

(a) STATO TENSIO-DEFORMATIVO


Tab. X Caratteristiche geotecniche dellammasso roc-
Lo stato tensio-deformativo in condizioni tri- cioso in cui ubicata la galleria circolare di figura 77.
dimensionali in prossimit del fronte di scavo di Tab. X Geotechnical properties of the rock mass surrounding
una galleria durante lavanzamento pu essere the circular tunnel shown in Figure 77.
chiarito portando lattenzione sulle risultanze di
Resistenza a compressione monoassiale (MPa) 7.7
analisi numeriche ed in particolare sul percorso di
sollecitazione calcolato in punti caratteristici Modulo di deformazione (GPa) 6.0
dellammasso roccioso [BARLA M., 1999 e 2000]. Coefficiente di Poisson (-) 0.3
Come illustrato nella figura 77, un modello FDM
Coesione (MPa) 2.0
tridimensionale consente di simulare lo scavo di
Angolo di attrito () 30

una galleria circolare (diametro 8 m), ubicata in


un ammasso roccioso di propriet geotecniche
scadenti (Tab. X), sottoposto ad uno stato tensio-
nale naturale di tipo idrostatico ( v = h = 10
MPa). In tali condizioni, senza introdurre alcun
elemento di rinforzo e/o sostegno e volendo visua-
lizzare la sola risposta dellammasso roccioso allo
scavo (cio in condizioni intrinseche), la fascia pla-
stica si sviluppa intorno alla galleria secondo
quanto illustrato nella stessa figura 77. allora
possibile calcolare lo sforzo normale medio s = (v
+ h)/2 e lo sforzo di taglio massimo t = (v h)/2
sul contorno della galleria (S, in parete; C,I in co-
rona ed al piede) durante lavanzamento del
Fig. 76 Comportamento rigonfiante e spingente osserva- fronte di scavo, come illustrato dalle curve (3D) ri-
to nella galleria di San Donato (Firenze): il fenomeno do- portate nella figura 78.
vuto ad un significativo incremento di volume dipendente di sicuro interesse porre a confronto il per-
dal tempo, causato da un duplice effetto connesso alla re- corso tensionale calcolato mediante lanalisi 3D con
azione chimico-fisica di alcuni minerali rigonfianti presen- quello che corrisponde invece alla soluzione in
ti nelle argille scagliose, a contatto con lacqua, e ad una forma chiusa, in condizioni di deformazione piana,
variazione dello stato tensionale indotto intorno al cavo.
rappresentata nella figura 78 dalla retta verticale a
Fig. 76 Combined swelling and squeezing behaviour in the San
tratto indicata con 2D. evidente che il calcolo
Donato tunnel (Firenze ): the phenomenon is associated with a
significant time dependent volume increase of the ground, due to svolto in condizioni 3D mostra come allavanzare
a combination of physico-chemical reaction of swelling minerals del fronte di scavo lo sforzo normale medio non ri-
contained in the clay shales, involving water, and stress changes manga costante ma vari in modo assai complesso
induced around the tunnel. allincrementarsi dello sforzo di taglio massimo, con

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 57

una chiara tendenza a crescere, mentre il fronte si aspetti del comportamento dellammasso roc-
avvicina alla sezione di interesse, ed a diminuire cioso durante lavanzamento, tra cui in partico-
mentre lo stesso fronte se ne allontana. Allo stesso lare la deformazione del fronte di scavo;
modo, vale dedicare attenzione alla figura 79 che il- la variazione dello stato tensionale in elementi
lustra la distribuzione degli spostamenti del perime- ubicati nellammasso roccioso intorno alla gal-
tro di scavo e del fronte, nellipotesi che lammasso leria influenzata in modo determinante dalla
segua un comportamento elasto-plastico ideale. Si presenza del fronte; il percorso delle sollecita-
osserva lazione esercitata dal fronte nel diminuire zioni risulta significativamente diverso da quel-
sensibilmente lo spostamento radiale del perimetro lo valutabile con soluzioni bidimensionali, ove
lo scavo della galleria approssimato da un
di scavo, mentre ci si avvicina ad esso; anche inte-
graduale rilascio delle tensioni sul perimetro
ressante porre in luce lo spostamento longitudinale
di scavo;
che si verifica sullo stesso fronte. Ne derivano le se-
lo sviluppo delle deformazioni del fronte e del
guenti osservazioni:
nucleo di roccia davanti allo stesso fronte duran-
la distribuzione delle tensioni e delle deforma- te lo scavo sono aspetti di notevole interesse, so-
zioni al fronte di scavo di tipo tridimensionale, prattutto quando si tratta di valutare le condi-
cos che le usuali analisi bidimensionali portano zioni di stabilit della galleria, in relazione al
necessariamente a trascurare alcuni importanti modello di comportamento scelto per lammas-
so roccioso.

(b) DIPENDENZA DAL TEMPO

Nel paragrafo precedente abbiamo posto in


luce come lo scavo di una galleria (di conseguenza,
anche lanalisi progettuale ed il corrispondente mo-
dello di calcolo) sia un problema di natura tridimen-
sionale. Le analisi svolte hanno fatto riferimento a
leggi di comportamento volutamente semplici, di
tipo elasto-plastico, che sono anche quelle spesso
usate nella pratica progettuale: certamente utile
ricordare al riguardo il procedimento di H OEK
[2001] che, proprio con riferimento al comporta-
Fig. 78 Percorso di sollecitazione nei punti C (corona), I mento spingente e ad una sua quantificazione, sug-
(arco rovescio) e S (pareti). Lammasso roccioso ha com- gerisce di ricorrere, in tali condizioni, al calcolo
portamento lineare elastico ed isotropo. delle deformazioni indotte durante lo scavo ed in
Fig. 78 Stress path at points C (crown), I (invert) and S particolare allo spostamento radiale della galleria
(sidewalls) around the tunnel. The rock mass is linearly elastic ur, ad una certa distanza dal fronte, ed allo sposta-
and isotropic.
mento longitudinale del fronte uf (Fig. 79).
Come gi anticipato, lo sviluppo delle deforma-
zioni nellintorno di una galleria, in presenza di
comportamento spingente, spesso condizionato in
modo significativo dalla dipendenza dal tempo, il
che pu rendere il metodo suggerito dallo stesso
Hoek poco cautelativo. Ne consegue lesigenza di
approfondire tali aspetti del problema, in partico-
lare con riferimento alle problematiche che caratte-
rizzano le cosiddette formazioni complesse. Ci
fatto attraverso studi sperimentali e teorici [BARLA
M., 1999; BONINI, 2003; BONINI et al., 2003; BARLA G.
et al. 2004 a, b; DEBERNARDI, 2004] che considerano
il duplice aspetto della modellazione del comporta-
mento del terreno e delle operazioni di scavo.
Fig. 79 Distribuzione delle deformazioni nellintorno
della galleria (uf =spostamento longitudinale al fronte;
ur =spostamento radiale della galleria). Lammasso roc- (b.1) Studi sperimentali
cioso ha un comportamento elasto-plastico ideale.
Fig. 79 Displacement distribution around the tunnel Gli studi sperimentali hanno, tra laltro, com-
(uf =longitudinal displacement at the face; ur =radial tunnel portato la costruzione e messa a punto, presso il La-
wall displacement). The rock mass is elastic perfectly plastic. boratorio di Meccanica delle Rocce del Diparti-

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


58 BARLA

massima di 1 MPa [BARLA M., 1999]. La cella HPTA


(Fig. 80b) permette invece di operare alla massima
pressione di confinamento ottenibile di 64 MPa e
con una pressione interstiziale massima di 32 MPa
[DEBERNARDI, 2004]. Nei due casi possibile la mi-
sura locale della deformazione assiale e della defor-
mazione radiale. Di particolare interesse, in en-
trambe le apparecchiature, la possibilit di simu-
lare, alla scala del laboratorio, le condizioni di solle-
citazione a cui viene sottoposto un elemento di ter-
reno nellintorno della galleria durante
lavanzamento del fronte di scavo (Fig. 78).
Tra le diverse rocce di interesse (ad esempio: le
(a) (b) argille indurite, alcune argilliti, le rocce cataclasti-
Fig. 80 Celle triassiali del Laboratorio di Meccanica delle che il caso delle zone di contatto tra i Calcescisti
Rocce del Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotec- Piemontesi e le rocce della Formazione dellAmbin,
nica del Politecnico di Torino (tra breve: DIPLAB Geo- ecc.), possiamo riferirci alle prove svolte ed in corso
meccanica): (a) cella SRTA; (b) cella HPTA. di svolgimento per la caratterizzazione geotecnica
Fig. 80 Triaxial cells of the Rock Mechanics Laboratory delle Argille Scagliose del Complesso Caotico Tet-
Department of Structural and Geotechnical Engineering tonizzato dellAppennino, nel tratto tra Bologna e
Politecnico di Torino (in the near future: DIPLAB Firenze, ove sono in corso di scavo le gallerie lungo
Geomeccanica): (a) SRTA cell; (b) HPTA cell. il collegamento ferroviario ad alta velocit o lungo
la cosiddetta Variante di valico, intervento di ade-
guamento dellAutostrada Milano-Napoli (Fig. 81).
mento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica del Tra le numerose prove svolte [BONINI, 2003; BONINI
Politecnico di Torino (tra breve: DIPLAB Ge- et al., 2003; BARLA G. et al. 2004 a, b], vale soffer-
omeccanica), di due apparecchiature triassiali: lap- marci sui risultati di alcune prove triassiali condotte
parecchiatura triassiale per rocce tenere SRTA su campioni prelevati al fronte di scavo della galle-
(acronimo di Soft Rock Triaxial Apparatus) e lap- ria Raticosa [LUNARDI e FOCARACCI, 1999], alla pro-
parecchiatura triassiale per rocce di elevata resi- gressiva 30+116 m, a 22 m di profondit (2): nella
stenza HPTA (acronimo di High Pressure Triaxial figura 82 sono in particolare riportati i diagrammi
Apparatus). Entrambe le apparecchiature sono state della velocit di deformazione assiale in funzione
concepite per lesecuzione di prove in cui possibile del tempo, nel corso della cosiddetta fase di creep
controllare in modo completo ed automatico tutti i (cio quando lo stato tensionale mantenuto co-
parametri di prova. La cella SRTA (Fig. 80a) carat- stante e non si consente il drenaggio del campione);
terizzata da una massima pressione di confina- nella figura 83 i diagrammi della deformazione as-
mento di 2 MPa, con una pressione interstiziale siale in funzione del tempo.

(a) (b)
Fig. 81 Fotografie delle Argille Scagliose: (a) campione cubico prelevato al fronte della galleria Raticosa; (b) preparazione
del provino per lesecuzione di prove triassiali.
Fig. 81 Photographs of Clay Shales: (a) cubic sample taken at the Raticosa tunnel face; (b) sample preparation for triaxial testing.

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 59

Fig. 82 Prove di deformazione a carico costante (creep) su campioni di Argille Scagliose: deformazione viscosa assiale in
funzione del tempo.
Fig. 82- Creep tests on Clay Shales samples: axial viscous strain versus time.

Fig. 83 Prove di deformazione a carico costante su campioni di Argille Scagliose: velocit di deformazione assiale in fun-
zione del tempo; q/qf rappresenta il livello di sforzo deviatorico mobilitato.
Fig. 83 Creep tests on Clay Shales samples: axial strain rate versus time; q/qf stands for mobilised deviatoric strength level.

(b.2) Studi teorici [2002] allo studio della risposta deformativa nel
tempo di gallerie scavate in formazioni rocciose di
Nellambito degli studi teorici svolti, partico- marna. Lobiettivo quello di riuscire a descrivere
lare attenzione stata dedicata allo sviluppo di le modalit di comportamento dipendente dal
leggi sforzi-deformazioni di tipo elasto-viscopla- tempo, osservate nel corso delle prove sperimen-
stico a potenziale, tra cui in particolare il modello tali. Il modello di Lemaitre, almeno nellattuale
di Lemaitre, recentemente applicato da BOIDY et al. forma messa a punto nel codice di calcolo FLAC,

LUGLIO - SETTEMBRE 2005


60 BARLA

caratterizzato da un comportamento lineare ela- boratorio sufficientemente approfondita, condurre


stico, per quanto riguarda la parte sferica della de- delle analisi a ritroso con lintento di mettere a
formazione, e da un comportamento elasto-visco- punto dei procedimenti di calcolo sufficientemente
plastico per la componente deviatorica. Esso stato attendibili. Studi di questo tipo hanno anche linte-
utilizzato per interpretare le prove di creep ese- resse di approfondire le problematiche connesse
guite sui campioni di Argille Scagliose della galleria alla quantificazione delle condizioni di stabilit
Raticosa. Come illustrato nella figura 82, si pu os- della galleria in termini di fattori di sicurezza nel
servare una buona corrispondenza tra le curve spe- breve e nel lungo termine. Occorre infatti ricono-
rimentali e quelle teoriche derivate ricorrendo alla scere che in questi casi non si dispone ancora di me-
modellazione numerica. todi di dimensionamento e verifica degli interventi
dunque interessante descrivere in quanto se- che consentano, ad esempio, di giustificare con
gue un esempio di modellazione della risposta de- chiarezza il numero degli elementi di rinforzo da
formativa della galleria durante lo scavo, in una ti- porre in opera durante lavanzamento. Il che pu
pica situazione di comportamento dipendente dal portare ad incertezze anche importanti con riferi-
tempo. Lo scavo di questa galleria avvenuto a mento alla valutazione anticipata del costo delle
piena sezione con interventi sistematici di stabilizza- opere, con ovvii riflessi nella conduzione dei lavori.
zione/consolidamento al fronte, seguiti dalla rapida Prendiamo allora in considerazione le misure di
messa in opera dellarco rovescio in calcestruzzo estrusione alla progressiva 30+102 della galleria
(Fig. 13). Il fronte stato rinforzato mediante una
Raticosa secondo quanto illustrato nella figura 84,
serie di barre in vetroresina, oltre a barre dello
dove si riportano i risultati relativi ad un periodo di
stesso tipo poste in opera sul contorno del profilo di
tempo di osservazione assai prolungato. Vale ripor-
scavo a formare un arco di terreno rinforzato. La se-
tare una breve cronistoria delle sequenze costrut-
zione tipo prevede il ricorso ad un rivestimento di
tive, anche per comprendere bene quanto osservato
prima fase, costituito da uno strato di calcestruzzo
in relazione alla dipendenza dal fattore tempo, dei
spruzzato, armato con fibre, di spessore media-
fenomeni deformativi al fronte di scavo. Linstalla-
mente pari a 30 cm, oltre a centine 2IPN180/m (lo-
zione dellestrusometro al fronte e la lettura di zero
calmente 2IPN220/m o HEA300/m), chiuse con una
centina arcuata in arco rovescio. Il rivestimento de- sono avvenute il 28 giugno 1998, dopo un arresto
finitivo invece formato con calcestruzzo armato in dellavanzamento di circa 13 giorni. Lo scavo ri-
arco rovescio e murette e calcestruzzo non armato in preso l1 luglio, per proseguire in modo regolare
calotta. fino al 6 luglio (progressiva 30+112), quando si
Il progetto della galleria stato predisposto in avuta una seconda interruzione dellavanzamento di
accordo al metodo ADECO-RS [L UNARDI , 2000] circa 8 giorni. Tenendo conto che le misure di estru-
dove sostanziale comprendere il comportamento sione rappresentano lincremento di spostamento
del fronte di scavo per garantire la stabilit della longitudinale dei punti dellasse della galleria, nella
galleria. Tale comportamento pu essere compreso zona di terreno antistante il fronte, rispetto allo spo-
mediante il controllo sistematico della variazione stamento di riferimento, che si aveva al momento
dello spostamento longitudinale al fronte uf e dello dellinstallazione dello strumento, avendo come
spostamento radiale della galleria ur (Fig. 79), da punto fisso un punto a 30 m di distanza, si com-
eseguirsi rispettivamente con misure di estrusione e prende come le deformazioni abbiano avuto modo
di convergenza durante lavanzamento dello scavo. di svilupparsi in modo significativo nel tempo.
In unottica di applicazione del metodo osservazio- Daltra parte, le misure dei giorni 4, 5 e 6 luglio
nale, ci comporta la messa a punto, in sede di pro- sono avvenute in una fase di avanzamento dello scavo
getto, di un modello predittivo che consenta di sostenuto, con bassa influenza delle deformazioni vi-
conoscere anticipatamente le grandezze attese scose e le misure dei giorni 15 e 16 luglio sono state
con cui poter confrontare, in corso dopera, i risul- eseguite dopo diversi giorni di fermo, permettendo
tati del monitoraggio (Fig. 32). Tuttavia, la com- ancora una volta alle deformazioni viscose di assu-
plessit del comportamento deformativo del cavo, mere valori rilevanti. allora evidente che il valore
in particolare quando questo si presenta con chiara dellestrusione misurato dipende da diversi fattori,
dipendenza dal tempo, rende lo sviluppo di tale tra i quali assumono importanza: (a) la velocit di
modello quanto mai difficoltoso, cos che si tende a avanzamento corrente dello scavo; (b) la storia dello
procedere piuttosto allesecuzione dello scavo in scavo antecedente e in particolare le interruzioni
unottica di progettazione in corso dopera, il che dellavanzamento immediatamente precedenti; (c) la
non certo condivisibile. distanza del tratto finale dellestrusometro. Quindi,
allora importante, disponendo proprio per la soltanto tenendo conto di questa complessit nelle
galleria Raticosa dei risultati di misure sistematiche fasi esecutive e del comportamento deformativo nel
durante lavanzamento dello scavo (3) e di una carat- tempo che caratterizza il mezzo, si potr in qualche
terizzazione geotecnica dei terreni alla scala del la- modo fornire una simulazione ragionevole del feno-

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 61

meno. quanto si cercato di fare ricorrendo alla dello elasto-viscoplastico di Lemaitre, in accordo
modellazione numerica [DEBERNARDI, 2004]. ai parametri viscosi determinati in laboratorio ed
Tenendo conto delle esigenze di: (a) riprodurre incrementando il modulo di deformazione; per il
le caratteristiche reali del problema, con particolare terreno al fronte di scavo e nellintorno del cavo,
attenzione al fattore temporale, (b) ricorrere a sche- rinforzato con chiodi in vetroresina, anchesso si-
matizzazioni semplici, la cui influenza sul modello mulato con il modello di Lemaitre, si raddop-
sia facilmente individuabile, riducendo al minimo i piato il modulo di deformazione rispetto al valo-
tempi di modellazione, si deciso di ricorrere ad un re assunto per il terreno naturale, lasciando inve-
modello numerico in condizioni di assialsimmetria, ce inalterati i parametri viscosi;
secondo la schematizzazioni di figura 85. Senza en- il rivestimento di prima fase, per il quale si
trare nel dettaglio dei diversi aspetti concernenti la ipotizzato un comportamento elastico lineare,
modellazione svolta, ci limiteremo a ricordare che: con parametri equivalenti a quelli dellanello co-
lo stato tensionale iniziale stato assunto di tipo stituito dal calcestruzzo proiettato e dalle centi-
geostatico, con una tensione isotropa pari a ne, stato attivato per fasi in modo da seguire la
1.25 MPa. Le analisi sono state svolte in condi- sequenza costruttiva, anche in relazione allatti-
zioni idrauliche accoppiate, non drenate e con vazione degli elementi introdotti per simulare
assenza di flusso idraulico nel mezzo. La pres- gli interventi di rinforzo del terreno davanti al
sione interstiziale iniziale stata scelta costante fronte e nellintorno del cavo.
e pari a 400 kPa; I risultati della modellazione numerica svolta
il terreno naturale, ossia non interessato da inter- sono illustrati nella figura 84, dove si confrontano i
venti di rinforzo, stato rappresentato con il mo- valori teorici con quelli derivati dalle misure. Te-

Fig. 84 Misure di estrusione al fronte di scavo della galleria Raticosa, alla progressiva 30+102 dal Portale Nord. Confron-
to con i risultati della modellazione numerica.
Fig. 84 Extrusion measurements at the face of the Raticosa tunnel, chainage 30+102 from the North Portal. Comparison with
numerical modelling results.

Fig. 85 Modello assialsimmetrico usato per il calcolo degli spostamenti longitudinali davanti il fronte di scavo.
Fig. 85 Axis-symmetric model used for computation of the longitudinal displacements ahead of the tunnel face.

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62 BARLA

nuto conto della complessit del problema, si pu in alta velocit Bologna-Firenze, dove lo scavo sta-
ogni caso affermare che il modello elasto-viscopla- to condotto a piena sezione con sistematici inter-
stico messo a punto riproduce complessivamente, in venti di rinforzo/stabilizzazione. Disponendo dei
modo soddisfacente, il comportamento dello scavo. risultati di misure sistematiche delle deformazio-
ni al fronte durante lavanzamento dello scavo, si
sono condotte delle analisi a ritroso con lintento
6.3. Considerazioni di mettere a punto dei procedimenti di calcolo
sufficientemente attendibili, in particolare in quei
1. Si sono discusse le problematiche connesse allo casi dove il comportamento del mezzo in cui av-
scavo delle gallerie in condizioni spingenti, sot- viene lo scavo sia influenzato dal fattore tempo.
tolineando alcuni dei principali aspetti che oc- Nonostante la complessit delle fasi esecutive e
corre considerare durante lo svolgimento delle dello stesso comportamento deformativo osserva-
analisi progettuali in tali condizioni. Si in par- to si riusciti a riprodurre il fenomeno in modo
ticolare posto in luce come le analisi non possa- soddisfacente, potendosi cos concludere che la
no prescindere dallo studio dello stato tensio- procedura adottata sia assai promettente e meri-
deformativo tridimensionale che caratterizza la tevole di successivi approfondimenti, cos da ren-
zona in prossimit del fronte (cio la zona anti- derne possibile ladozione in sede progettuale.
stante e retrostante il fronte) e linnesco della
plasticizzazione dellammasso roccioso in cui av-
viene lo scavo. Considerato che il comporta- 7. Conclusioni
mento spingente identifica le grandi deforma-
zioni che si sviluppano attorno ad una galleria 1. Le analisi con soluzioni in forma chiusa, nume-
nel tempo, si anche sottolineato come, in alcu- riche, o assistite da osservazioni e misure in cor-
ni casi, quando le analisi sono talora riferite a so dopera sono una parte molto significativa
leggi di comportamento di tipo elasto-plastico, del progetto delle opere in sotterraneo. indi-
si debba tenere conto delle limitazioni connesse spensabile un loro utilizzo in un contesto reali-
con tale modo di procedere, che pu rivelarsi, stico, che ponga al centro la comprensione
in presenza di fenomeni deformativi dipendenti delleffettivo comportamento dellammasso roc-
dal tempo, poco adeguato e non cautelativo. cioso allo scavo. Modello geologico, modello ge-
2. Si fatto cenno agli studi condotti ed in corso di otecnico e modello di calcolo, componenti es-
svolgimento con riferimento a tali problemati- senziali del progetto geotecnico, vanno dunque
che, soffermandoci in particolare sulle apparec- intesi in modo unitario, nel convincimento che
chiature sperimentali concepite per lesecuzio- il modello geologico e il modello geotecnico si
ne di prove triassiali in cui possibile controlla- completano a vicenda, via via che prosegue la
re in modo completo ed automatico tutti i para- costruzione; peraltro, il modello di calcolo, non
metri di prova (carico assiale, pressione in cella, troppo semplice o eccessivamente complesso,
pressione interstiziale, deformazioni locali), po- deve essere scelto in modo da consentire una si-
tendo in particolare simulare, alla scala del la- mulazione esauriente dei principali aspetti di
boratorio, le condizioni di sollecitazione a cui comportamento dellopera.
viene sottoposto un elemento di terreno nellin- 2. Nei casi di studio presentati in questa conferen-
torno della galleria durante lavanzamento del za le analisi, con soluzioni in forma chiusa o
fronte di scavo. Con linteresse di sottolineare svolte a mezzo di metodi numerici, hanno sem-
limportanza del fattore tempo e con riferimen- pre guidato il progettista nelle scelte pi impe-
to a recenti studi sulla caratterizzazione delle gnative. Per i depositi di stoccaggio in sotterra-
Argille Scagliose del Complesso Caotico Tetto- neo, a Givat Shemen, Bersheva (Israele), il mo-
nizzato dellAppennino, nel tratto tra Bologna e dello di calcolo, verificato sin dalle prime fasi
Firenze, ci si soffermati sui risultati di alcune mediante osservazioni e misure in corso di sca-
prove triassiali, nel corso della cosiddetta fase di vo, ha consentito di ottimizzare gli interventi
creep (cio quando lo stato tensionale mante- stabilizzanti da adottare, nel senso che la loro ti-
nuto costante e non si consente il drenaggio del pologia e la sequenza delle fasi connesse alla
campione). Particolare attenzione stata dedi- messa in opera, sono state scelte in ragione della
cata allo sviluppo di leggi sforzi-deformazioni di stessa risposta dellammasso roccioso allavanza-
tipo elasto-viscoplastico a potenziale, riuscendo mento. Per la caverna idroelettrica di Venaus, le
a descrivere in modo molto soddisfacente le mo- analisi svolte hanno reso possibile la scelta
dalit di comportamento dipendente dal tem- dellarco di rinforzo in calotta, escludendo cos
po, osservate nel corso delle prove sperimentali. il ricorso allarco strutturale in calcestruzzo, ge-
3. stato quindi considerato il caso della galleria neralmente adottato in opere di analoghe carat-
Raticosa, lungo il tratto della linea ferroviaria ad teristiche e in un simile contesto geologico-

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 63

strutturale e geotecnico. Per le gallerie di San anche a confronto tra loro, in modo da ottimiz-
Pellegrino Terme, scavate in condizioni geolo- zare le scelte. allora evidente che le analisi
giche e idrogeologiche complesse, le analisi di progettuali possono anche contribuire a defini-
flusso idraulico hanno consentito, tra laltro, di re, nei diversi casi, le condizioni critiche corri-
escludere il potenziale impatto sulle sorgenti. spondenti al raggiungimento dei valori limite di
3. stato posto laccento sullimportanza di basare grandezze significative, da porre sotto controllo
le analisi progettuali su un modello geologico e e verifica in fase di costruzione mediante osser-
geotecnico, nonch di calcolo che possa rappre- vazioni e misure, in unottica che rientra piena-
sentare in modo realistico il reale comporta- mente nel metodo osservazionale, visto in modo
mento dellammasso roccioso in esame, evitan- interattivo, in un continuo confronto tra previ-
do in ogni modo ladozione di soluzioni analiti- sioni analitiche e/o numeriche e prestazioni.
che o numeriche da adattare alla simulazione
di tale comportamento. In questo contesto, si
sottolineata lesigenza, in sede progettuale, di Ringraziamenti
considerare attentamente la scelta tra i due ap-
procci possibili, del continuo/continuo equiva- Desidero ringraziare: Monica Barbero, Marco
lente e del discontinuo. infatti fuori dubbio Barla, Maria Cristina Bonini; i Dottorandi di questi
che sono oggi disponibili strumenti di indagine ultimi tre anni: Giuseppe Cammarata, Luigi Mar-
che consentono di quantificare le complessit tino, Stefania Stefanizzi e Roberto Valentino; gli stu-
che caratterizzano gli ammassi rocciosi e il loro denti di questanno e in particolare: Daniele Deber-
comportamento molto meglio che in passato, nardi e Marco Camusso.
per cui occorre comunque, con riferimento alla A tutti loro, che hanno contribuito con idee,
modellazione nella pratica ingegneristica, por- suggerimenti e impegno allattivit di ricerca di tipo
tare lattenzione su approcci che concorrano a teorico e sperimentale pi recente, svolta presso il
dare unimmagine realistica e rappresentativa Politecnico di Torino, va il mio pi profondo af-
dellammasso roccioso con cui lopera chiama- fetto, sicuro che essi vorranno continuare a lavorare
ta ad interagire. con me, con lo stesso entusiasmo di oggi, negli anni
4. doveroso riconoscere che, nella pratica cor- futuri.
rente della progettazione delle opere in sotter- Per gli esempi di studio presentati in questa
raneo, anche in un periodo come quello che conferenza sono grato: allImpresa Ferrari di La
stiamo vivendo nel nostro Paese e in Europa (si Spezia e a Petroleum Services Ltd. per i Depositi di
pensi alle opere in corso di costruzione e pro- Givat Shemen, Bersheva (Israele); allAEM di To-
gettazione), si tende chiaramente a sottovaluta- rino, Azienda Energetica Metropolitana di Torino,
re il ruolo delle analisi progettuali, come se que- allImpresa Astaldi di Roma, allAlpina di Milano,
ste fossero un semplice corollario al progetto, per la Centrale in Caverna dellImpianto Idroelet-
con una evidente sopravalutazione degli aspetti trico di Pont Ventoux; allImpresa Collini di Trento
tecnologici e costruttivi. Questo stato di cose e allANAS Compartimento di Milano, per le gal-
dovuto indubbiamente allassenza di linee guida lerie Frasnadello e Antea di San Pellegrino Terme.
sulle opere in sotterraneo, che possano essere Per il continuo sostegno e lambiente sereno che
prese a riferimento da parte dei Committenti e ha favorito la mia attivit di docente e ricercatore
dei Progettisti, attribuendo a queste opere, in sono riconoscente al Politecnico di Torino e al Di-
sede di progetto, lo stesso livello di attenzione, partimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica
cura e dettaglio, che viene attribuito alle altre dello stesso Politecnico. Desidero anche ricordare il
opere di ingegneria. invece evidente che le sostegno finanziario, tra gli altri, del Ministero
analisi progettuali, correttamente intese, posso- dellUniversit e della Ricerca Scientifica e Tecnolo-
no contribuire alle scelte progettuali, come indi- gica, connesso con i progetti 40% sulle Gallerie in
spensabile strumento di previsione, verifica ed condizioni difficili e sullo Scavo meccanizzato di
ottimizzazione della soluzione da adottare. gallerie.
5. Lauspicio, al termine di questa conferenza, Un particolare pensiero di gratitudine anche
quello di aver dimostrato, con casi di studio e rivolto agli amici della Geodes di Torino: Riccardo
progetti riguardanti opere in sotterraneo, co- Amici, Antonella Chiappone, Domenico Parisi, Ugo
struite in diverse condizioni geologiche e geo- Rabagliati e Luisella Vai, con i quali ho avuto la pos-
tecniche e per differenti scopi funzionali, che le sibilit di lavorare in modo serio e scrupoloso su
analisi progettuali, siano queste di tipo analiti- progetti di sicuro rilievo, particolarmente impegna-
co, in forma chiusa, o di tipo numerico, hanno tivi.
offerto e possono offrire al progettista la possi- Desidero inoltre ringraziare Enza Papalia, la
bilit di sperimentare in modo rapido le solu- mia segretaria alla Geodes di Torino, per avermi
zioni ingegneristiche individuate, mettendole aiutato nella redazione paziente e professionale del

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64 BARLA

testo di questa conferenza e delle sue numerose fi- Allegati 1-4. Per Anas, Milano (Relazione riser-
gure, che sembravano non finire mai. vata).
Un affettuoso ringraziamento, ricco damore, va BARLA G., RABAGLIATI U. (1992) Observed cavern per-
infine a Bruna, per il lungo percorso di vita insieme, formance of a large underground storage facility in
dai nostri primi giorni, alla Columbia University di weak jointed chalk. 33rd U.S. Rock Mechanics Sym-
New York, ad oggi. posium, Santa Fe, New Mexico, June 1992.
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weak jointed chalk. ISRM Symposium, Eurock 92,
(1) in corso di discussione se tale fase della progettazione debba Chester, September 1992.
essere riferita allIngegneria Geotecnica o, piuttosto, alla Geo-
Ingegneria, attribuendo a questultima un significato pi este-
BARLA G. (1995) Squeezing rocks in tunnels. ISRM
so, che va ben oltre alle sole applicazioni di Ingegneria Civile News Journal, vol. II, n. 3-4, pp. 44-49.
[JEWG, 2004). BARLA G., ARDUINO G., NALDI M. (1995) La previ-
(2) I provini sono stati prelevati al fronte di scavo a cura di Fiat sione e la prevenzione del rischio di interferenza con
Engineering S.p.A. acque sotterranee durante lo scavo di una galleria.
(3) I risultati delle misure condotte durante lo scavo della galleria Atti del II Convegno Nazionale sulla protezione
sono state rese disponibili dalla RockSoil di Milano.
e gestione delle acque sotterranee, Ed. Pitagora,
Bologna.
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RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


SVILUPPI NELLANALISI PROGETTUALE DELLE OPERE IN SOTTERRANEO 67

un nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione. Re- The developments in calculation methods which have been
gione Piemonte, Museo Regionale di Scienze applied to the study of tunnels and underground excavations are
Naturali, Monografie XLI. analysed, by describing the initial steps in the use of analytical
SALENON J. (1969) Contraction quasistatique dune solutions, in the Theory of Elasticity and of Photoelasticity,
usually applied to Rock Mechanics in the years from 1960 to
cavit symtrie sphrique ou cylindrique dans un mi-
1970. Particular attention is devoted to the Convergence-
lieu lastoplastique. Annales des Ponts et Confinement Method, from when it was proposed to the role it
Chausses, IV, pp. 231-266. plays in present design practice (see: Chapter 3, the Calculation
SAVIN G. N. (1961) Stress concentration around holes. Methods in a Brief Excursus). An account of the modern
Pergamon Press, London. methods of analysis, including computational methods, is also
SOKOLNIKOFF I.S. (1956) Mathematical theory of elas- given, by emphasising the advantages which may be gained in the
ticity. Seconda Edizione, McGraw-Hill Book understanding of the rock mass behaviour during excavation, by
Company Inc., New York. using either continuum or discontinuum modelling. The
computational methods are described in relation to the model of
TALOBRE J. (1957) La mcanique des roches. Dunod,
rock mass behaviour which is adopted, as an essential component
Parigi.
of the Geotechnical Design Approach of underground
TERZAGHI K., PECK R.B. (1967) Soil Mechanics in En- excavations. Emphasis is placed on the need to compare
gineering Practice. interactively the results of performance monitoring with the
predictions made by design analyses (see: Chapter 4, The design
analysis methods to-day).
Consideration is given to three significant underground
projects, chosen among those of interest for the author in the last
ten years, for the activities carried out in the design and research
studies undertaken: the Givat-Shemen (Berheva, Israel)
Developments of design analyses in Underground Storage Cavities; the Venaus Cavern, a major
underground excavations component of the Pont Ventoux Hydroelectric Project (Val di
Susa, Susa, Italy); the Frasnadello and Antea Tunnels near the
town of San Pellegrino Terme (Val Brembana, Bergamo, Italy).
Summary For each project concerned, following a description of both
This paper is concerned with the developments of design geological and geotechnical rock mass conditions, consideration
analyses in underground excavations. The starting point in is also given to the design analyses performed and to the
describing such developments is the construction of the railway geological and geotechnical models adopted, with the aim to
networks in Italy and Europe, to end with the present trends in reproduce satisfactorily the rock mass behaviour during
design analyses as used at the design and construction stages of excavation (see: Chapter 5, Case Studies). The main topics of
underground excavations. the research studies undertaken in the developments of methods
With the purpose to underline the main issues posed in for design analysis of tunnels in squeezing rock conditions are
conjunction with the advances of technological and construction finally described (see: Chapter 6, Research Studies on
methods in underground engineering, the choice is to make Tunnelling in Squeezing Conditions).
reference to the Alpine tunnels between France and Italy, in the Finally, the paper is to draw some conclusions on the possible
same geological environment, with the excavation taking place in developments of design analysis of tunnels and underground
the Calcschists Formation: the Primo Traforo delle Alpi, the excavations, as needed in view of modern technological advances
Frejus Motorway Tunnel, the Base Tunnel along the new and present requirements of new projects at the planning, design,
Railway line Torino-Lyon, presently at the design stage. With the and construction stages. The need to pay most of the attention
intent to wide the perspectives and to account for the remarkable and rigor in the simulation of rock mass behaviour is underlined,
advances in tunnel construction methods in recent years, always in the framework of an observational, interactive
consideration is also given to the new Bologna-Firenze High approach, where the computational methods form the essential
Speed Railway Line, presently under construction (see: Chapter components of the design approach to be adopted, in conjunction
2, the past and the present). with observations and monitoring.

LUGLIO - SETTEMBRE 2005

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