Istruzione
generale
per
gli
affratellati
della
Giovine
Italia
Tratto
da:
Documenti
storici,
a
cura
di
Rosario
Romeo
e
di
Giuseppe
Talamo,
vol.
III,
L'et
contemporanea,
Torino,
Loescher,
1969,
pp.
26-33.
LIBERT - EGUAGLIANZA - UMANIT - INDIPENDENZA UNIT
- La Giovine Italia la fratellanza degli Italiani credenti in una legge di Progresso e di Dovere; i quali convinti che l'Italia chiamata ad essere Nazione - che pu con forze proprie crearsi tale - che il mal esito dei tentativi passati spetta non alla debolezza, ma alla pessima direzione degli elementi rivoluzionari - che il segreto della potenza nella costanza e nell'unit degli sforzi - consacrano, uniti in associazione, il pensiero e l'azione al grande intento di restituire l'Italia in Nazione di liberi ed eguali, Una, Indipendente, Sovrana. - L'Italia comprende: 1. L'Italia continentale e peninsulare fra il mare al sud, il cerchio superiore dell'Alpi al nord, le bocche del Varo all'ovest e Trieste all'est; 2. Le isole dichiarate italiane dalla favella degli abitanti nativi, e destinate ad entrare, con un'organizzazione amministrativa speciale, nell'unit politica italiana. La Nazione l'universalit degli Italiani, affratellati in un patto e viventi sotto una legge comune. 3. - Basi dell'Associazione. Quanto pi l'intento di un'associazione determinato, chiaro, preciso, tanto pi i suoi lavori procederanno spediti, sicuri, efficaci. La forza d'una associazione riposta non nella cifra numerica degli elementi che la compongono, ma nella omogeneit di questi elementi, nella perfetta concordia dei membri circa la via da seguirsi, nella certezza che il d dell'azione li trover compatti e serrati in falange, forti di fiducia reciproca, stretti in unit di volere intorno alla bandiera comune. Le associazioni che accolgono elementi eterogenei e mancano di programma, possono durare apparentemente concordi per l'opera di distruzione, ma devono infallibilmente trovarsi il d dopo impotenti a dirigere il movimento, e minate dalla discordia tanto pi pericolosa, quanto pi i tempi richiedono allora unit di scopo e d'azione. Un principio implica un metodo; in altri termini: quale il fine, tali i mezzi. Finch il vero e pratico scopo di una rivoluzione si rimarr segreto ed incerto, incerta pure rimarr la scelta dei mezzi atti a promuoverla e consolidarla. La rivoluzione proceder oscillante nel suo cammino, quindi debole e senza fede. La storia del passato lo insegna. Qualunque, individuo o associazione, si colloca iniziatore d'un mutamento nella nazione, deve sapere a che tende il mutamento ch'ei provoca. Qualunque presume chiamare il popolo all'armi, deve potergli dire il perch. Qualunque imprende un'opera rigeneratrice, deve avere una credenza: s'ei non l'ha fautore di torbidi e nulla pi, promotore d'un'anarchia alla quale ei non ha modo d'imporre rimedii e termine. N il popolo si leva mai per combattere quand'egli ignora il premio della vittoria. Per queste ragioni, la Giovine Italia dichiara senza reticenza a' suoi fratelli di patria il programma in nome del quale essa intende combattere. Associazione tendente anzi tutto a uno scopo d'insurrezione, ma essenzialmente educatrice fino a quel giorno e dopo quel giorno, essa espone i principii pe' quali l'educazione nazionale deve avverarsi, e dai quali soltanto l'Italia pu sperare salute e rigenerazione. Predicando esclusivamente ci ch'essa crede verit, l'associazione compie un'opera di dovere e non d'usurpazione. Preponendo al fatto la via ch'essa crede doversi tenere dagli Italiani per raggiunger lo scopo; innalzando davanti all'Italia una bandiera e chiamando ad organizzarsi tutti coloro che la stimano sola rigeneratrice, essa non sostituisce questa bandiera a quella della Nazione futura. La Nazione libera e nel pieno esercizio della sovranit, che spetta a lei sola, dar giudizio inappellabile e venerato intorno al principio, alla bandiera e alla legge fondamentale della propria esistenza. La Giovine Italia repubblicana e unitaria. Repubblicana: perch, teoricamente, tutti gli uomini d'una Nazione sono chiamati, per la legge di Dio e dell'Umanit, ad esser liberi, eguali e fratelli; e l'istituzione repubblicana la sola che assicuri questo avvenire - perch la sovranit risiede essenzialmente nella nazione, sola interprete progressiva e continua della legge morale suprema - perch dovunque il privilegio costituito a sommo dell'edificio sociale, vizia l'eguaglianza dei cittadini, tende a diramarsi per le membra, e minaccia la libert del paese - perch dovunque la sovranit riconosciuta esistente in pi poteri distinti aperta una via alle usurpazioni, la lotta riesce inevitabile tra questi poteri, e all'armonia, ch' legge di vita alla societ, sottentra necessariamente la diffidenza e l'ostilit organizzata - perch l'elemento monarchico, non potendo mantenersi a fronte dell'elemento popolare, trascina la necessit d'un elemento intermediario d'aristocrazia, sorgente d'ineguaglianza e di corruzione all'intera nazione - perch dalla natura delle cose e dalla storia provato, che la monarchia elettiva tende a generar l'anarchia, la monarchia ereditaria a generare il dispotismo - perch dove la monarchia non s'appoggia, come nel medio-evo, sulla credenza, oggi distrutta, del diritto divino, riesce vincolo mal fermo d'unit e d'autorit nello Stato - perch la serie progressiva dei mutamenti europei guida inevitabilmente le societ allo stabilimento del principio repubblicano, e l'inaugurazione del principio monarchico in Italia trascinerebbe la necessit d'un'altra rivoluzione tra non molti anni. Repubblicana: perch praticamente l'Italia non ha elementi di monarchia; non aristocrazia venerata e potente che possa piantarsi fra il trono e la nazione; non dinastia italiana che comandi, per lunghe glorie e importanti servizi resi allo sviluppo della nazione, gli affetti o le simpatie di tutti gli Stati che la compongono - perch la tradizione italiana tutta repubblicana: repubblicane le grandi memorie; repubblicano il progresso della nazione e la monarchia s'introdusse quando cominciava la nostra rovina e la consum: fu serva continuamente dello straniero, nemica al popolo e all'unit nazionale - perch le popolazioni dei diversi Stati italiani, che s'unirebbero, senza offesa alle ambizioni locali, in un principio, non si sottometterebbero facilmente ad un Uomo, uscito dall'un degli Stati, e le molte pretese trascinerebbero il Federalismo - perch il principio monarchico messo a scopo dell'insurrezione italiana trascinando con s per forza di logica tutte le necessit del sistema monarchico, concessioni alle corti straniere, rispetto alla diplomazia, e fiducia in essa, e repressione dell'elemento popolare, unico potente a salvarci, e autorit fidata ad uomini regii interessati a tradirci, rovinerebbe infallibilmente l'insurrezione - perch il carattere assunto successivamente dai moti tentati in Italia insegna l'attuale tendenza repubblicana perch a sommuovere un intero popolo necessario uno scopo che gli parli direttamente, e intelligibilmente, di diritti e vantaggi suoi - perch, destinati ad avere i governi contrari tutti per sistema e terrore all'opera della nostra rigenerazione, ci forza, per non rimanere soli nell'arena, di chiamarvi con noi i popoli levando in alto una bandiera di popolo e invocandoli a nome di quel principio, che domina in oggi tutte le manifestazioni rivoluzionarie di Europa. La Giovine Italia unitaria: perch senza unit non v' veramente Nazione - perch senza unit non v' forza, e l'Italia, circondata da nazioni unitarie, potenti e gelose, ha bisogno anzitutto d'esser forte - perch il Federalismo, condannandola all'impotenza della Svizzera, la porrebbe sotto l'influenza necessaria d'una o d'altra delle nazioni vicine - perch il Federalismo, ridando vita alle rivalit locali, oggimai spente, sospingerebbe l'Italia a retrocedere verso il medio evo - perch il Federalismo, smembrando in molte piccole sfere la grande sfera nazionale, cederebbe il campo alle piccole ambizioni e diverrebbe sorgente di aristocrazia - perch, distruggendo l'unit della grande famiglia italiana, il Federalismo distruggerebbe dalle radici la missione che l'Italia destinata a compiere nell'Umanit perch la serie progressiva dei mutamenti europei guida inevitabilmente le societ europee a costituirsi in vaste masse unitarie - perch tutto quanto il lavoro interno dell'incivilimento italiano tende da secoli, per chi sa studiarlo, alla formazione dell'unit perch tutte le obbiezioni fatte al sistema unitario si riducono ad obbiezioni contro un sistema di concentrazione e di dispotismo amministrativo che nulla ha di comune coll'unit. La Giovine Italia non intende che l'unit nazionale implichi dispotismo, ma concordia e associazione di tutti. La vita inerente alle localit dev'essere libera e sacra. L'organizzazione amministrativa dev'esser fatta su larghe basi e rispettate religiosamente le libert di comune; ma l'organizzazione politica destinata a rappresentare la Nazione in Europa deve essere una e centrale. Senza unit di credenza e di patto sociale, senza unit di legislazione politica, civile e penale, senza unit di educazione e di rappresentanza non v' Nazione. Su queste basi e sulle loro conseguenze dirette esposte negli scritti dell'associazione, la Giovine Italia credente, e non accoglie nei suoi ranghi se non chi le accetta. Sulle applicazioni minori, e nelle molte questioni secondarie di organizzazione politica da proporsi, essa lavora e lavorer: ammette ed esamina le divergenze, e invita i membri dell'associazione ad occuparsene. L'associazione pubblicher via via scritti appositi su ciascuna delle basi accennate e sulle principali questioni che ne derivano, esaminate dall'alto della legge di Progresso che regola la vita dell'Umanit e della Tradizione Nazionale Italiana. I principii generali della Giovine Italia comuni agli uomini di tutte le Nazioni, e gli accennati fin qui sulla nazione italiana in particolare verranno predicati, svolti e tradotti popolarmente dagli iniziatori agli iniziati, e dagli iniziati, quanto pi possono, all'universalit degli Italiani. Iniziati e iniziatori non dimenticheranno mai che le applicazioni morali di principii siffatti sono le prime e le pi essenziali - che senza moralit non v' cittadino - che il principio d'una santa impresa la santificazione dell'anima colla virt - che dove la condotta pratica degli individui non in perfetta armonia co' principii, la predicazione de' principii una profanazione infame e una ipocrisia - che solamente colla virt i fratelli della Giovine Italia potranno conquistare le moltitudini alla loro fede - che se noi non siamo migliori d'assai di quanti negano i nostri principii, non siamo che meschini settari - che la Giovine Italia non setta, o partito, ma credenza ed apostolato. Precursori della rigenerazione italiana, noi dobbiamo posare la prima pietra della sua religione. 4. - I mezzi dei quali la Giovine Italia intende valersi per raggiungere lo scopo sono l'educazione e l'insurrezione. Questi due mezzi devono usarsi concordemente ed armonizzarsi. L'educazione, cogli scritti, coll'esempio, colla parola, deve conchiudere sempre alla necessit e alla predicazione dell'insurrezione; l'insurrezione, quando potr realizzarsi, dovr farsi in modo che ne risulti un principio d'educazione nazionale. L'educazione, necessariamente segreta in Italia, pubblica fuori d'Italia. I membri della Giovine Italia devono contribuire a raccogliere ed alimentare un fondo per le spese di stampa e di diffusione. La missione degli esuli italiani quella di costituire l'apostolato. L'intelligenza indispensabile ai preparativi dell'insurrezione , dentro e fuori, segreta. L'insurrezione dovr presentare nei suoi caratteri il programma in germe della nazionalit italiana futura. Dovunque l'iniziativa dell'insurrezione avr luogo, avr bandiera italiana, scopo italiano, linguaggio italiano. Destinata a formare un Popolo, essa agir in nome del Popolo e si appogger sul Popolo, negletto finora. Destinata a conquistare l'Italia intera, essa diriger le sue mosse dietro un principio d'invasione, d'espansione, il pi possibilmente vasto ed attivo. Destinata a ricollocare l'Italia nell'influenza tra i popoli e nel loro amore, essa diriger i suoi atti a provare loro l'identit della causa. Convinti che l'Italia pu emanciparsi colle proprie forze - che a fondare una Nazionalit necessaria la coscienza di questa nazionalit, e che questa coscienza non pu aversi, ogni qualvolta l'insurrezione si compia o trionfi per mani straniere - convinta d'altra parte che qualunque insurrezione s'appoggi sull'estero dipende dai casi dell'estero e non ha mai certezza di vincere - la Giovine Italia decisa a giovarsi degli eventi stranieri, ma non a farne dipendere l'ora e il carattere dell'insurrezione. La Giovine Italia sa che l'Europa aspetta un segnale, e che, come ogni altra nazione, l'Italia pu darlo. Essa sa che il terreno vergine ancora per l'esperimento da tentarsi - che le insurrezioni passate non s'appoggiarono che sulle forze d'una classe sola, non mai sulle forze dell'intera nazione - che ai venti milioni d'Italiani manca, non potenza per emanciparsi, ma la fede sola. Essa ispirer questa fede, prima colla predicazione, poi coi caratteri e coll'energia dell'iniziativa. La Giovine Italia distingue lo stadio dell'insurrezione dalla rivoluzione. La rivoluzione incomincer quando l'insurrezione avr vinto. Lo stadio dell'insurrezione, cio tutto il periodo che si stender dall'iniziativa alla liberazione di tutto il territorio italiano continentale, dev'essere governato da un'autorit provvisoria, dittatoriale, concentrata in un piccolo numero d'uomini. Libero il territorio, tutti i poteri devono sparire davanti al Concilio Nazionale, unica sorgente d'autorit nello Stato. La guerra d'insurrezione per bande la guerra di tutte le Nazioni che s'emancipano da un conquistatore straniero. Essa supplisce alla mancanza, inevitabile sui principii delle insurrezioni, degli eserciti regolari - chiama il maggior numero d'elementi sull'arena si nutre del minor numero possibile d'elementi - educa militarmente tutto quanto il popolo - consacra colla memoria de' fatti ogni tratto del terreno patrio - apre un campo d'attivit a tutte le capacit locali - costringe il nemico ad una guerra insolita - evita le conseguenze d'una disfatta - sottrae la guerra nazionale ai casi d'un tradimento - non la confina a una base determinata d'operazioni - invincibile, indistruttibile. La Giovine Italia prepara dunque gli elementi a una guerra per bande, e la provocher, appena scoppiata l'insurrezione. L'esercito regolare, raccolto e ordinato con sollecitudine, compir l'opera preparata dalla guerra d'insurrezione. Tutti i membri della Giovine Italia lavoreranno a diffondere questi principii d'insurrezione. L'associazione li svolger cogli scritti, ed esporr, a tempo, le idee e i provvedimenti che devono governare lo stadio dell'insurrezione. - Tutti i fratelli della Giovine Italia verseranno nella cassa sociale una contribuzione mensile di 50 centesimi. Quei tra loro che potranno, s'astringeranno nel momento della loro iniziazione all'offerta mensile di una somma maggiore, corrispondente alle loro facolt. - I colori della Giovine Italia sono il bianco, il rosso, il verde. La bandiera della Giovine Italia porta su quei colori scritte da un lato le parole: Libert, Uguaglianza, Umanit, dall'altro: Unit, Indipendenza.