You are on page 1of 1

No al governo dei tecnici e delle banche! http://www.movisol.org/10news169.

htm

MoviSol.org
Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

No al governo dei tecnici e delle banche!


di Liliana Gorini,
presidente di MoviSol

28 agosto 2010 - Al rientro dalle vacanze gli italiani si troveranno a fronteggiare la peggiore
crisi economica dal 1923, paragonabile alla Germania di Weimar perché la ricetta della
Banca Centrale Europea e della Federal Reserve è la stessa di allora: stampare denaro per
rifinanziare trilioni di dollari di titoli tossici (legati ai mutui subprime, ai derivati) imponendo
misure draconiane di austerità per salvare un sistema fallito. Non a caso la finanza ha
sperimentato una "ripresa", mentre l'economia reale continua a crollare. Si prospetta una
nuova ondata di licenziamenti in settembre; le nostre piccole e medie imprese rischiano di
chiudere per mancanza di credito. E mentre sta per colpire la "botta grossa", come l'ha
definita l'economista e leader politico americano Lyndon LaRouche, la strategia della finanza
oligarchica è chiara per chi la vuole vedere: fare di tutto per mantenere in piedi la bolla
speculativa dei derivati, che è dieci volte il PIL mondiale, imponendo una riduzione massiccia
del tenore di vita della popolazione. Naturalmente le resistenze saranno grosse, e la protesta
dilaga già tra la gente. L'impopolarità crescente di Obama, ad esempio, è il risultato
dell'assenza di una risposta seria alla crisi, con milioni di disoccupati e di pignoramenti
irrisolti, non certamente della moschea vicina a Ground Zero. Lo tengano presente i nostri
politici quando devono scegliere se piegarsi alle pressioni: gli italiani si aspettano soluzioni, e
se le aspettano adesso, non dopo altri mesi. Seguire le stesse ricette che hanno provocato la
crisi potrà solo accelerare il processo di crollo.

Con la minaccia che l'Italia potrebbe "fare la fine della Grecia" rischiamo infatti di accettare
la stessa ricetta mortale imposta dall'Unione Europea alla Grecia: distruggere l'economia
reale, il lavoro e i livelli di vita della popolazione per salvare le banche e la Goldman Sachs, la
banca d'affari che ha provocato la crisi greca coi suoi "consigli" sul debito. Non è un caso che
i nomi che emergono per la guida di un "governo dei tecnici" siano Mario Draghi e Luca
Cordero di Montezemolo; l'unico scopo di un tale esecutivo di emergenza sarebbe quello di
salvare il sistema attuale a spese di noi contribuenti e svendendo ENI, ENEL ed altre risorse
pubbliche, esattamente come fece Draghi all'epoca del vertice sul panfilo Britannia, nel 1992,
quando era direttore generale del Tesoro.

La soluzione alla crisi c'è, e chi segue il nostro sito ed il movimento di LaRouche la conosce
da molti anni: un nuovo sistema finanziario e creditizio, che metta fine alla bolla dei derivati e
degli hedge fund, separando banche commerciali e banche d'affari come fece Roosevelt nel
1933, mettendo fine al crac del 1929 con la riforma Glass-Steagall, e garantendo solo le
banche che finanziano l'economia reale, e non quelle che speculano. Grandi progetti
infrastrutturali, come il progetto NAWAPA negli Stati Uniti/Canada e Messico, il
corrispettivo odierno della Tennessee Valley Authority dei tempi di Roosevelt, o altri progetti
simili in Europa ed Africa, come il progetto Transaqua per imbrigliare le acque dei fiumi,
rendendoli navigabili ed irrigando i campi (vedi "L'alternativa: la pace attraverso lo
sviluppo"). Invece di preoccuparsi di "restare in Europa" il governo italiano dovrebbe
preoccuparsi di entrare a far parte della potenziale alleanza tra le quattro potenze (Stati
Uniti, Russia, India e Cina) in funzione di tale riorganizzazione del sistema finanziario e
creditizio, e di tali grandi progetti, gli unici che potranno rilanciare l'occupazione e
l'economia. Come dichiarò mesi or sono il ministro Tremonti, ignorare il problema della
speculazione finanziaria, "significa solo provocare la prossima crisi". È quanto ha fatto
l'amministrazione Obama, è quanto ha fatto l'Unione Europea, ed ora siamo alla prossima
crisi, che era prevedibile. Non ripetiamo l'errore del 2008: ristabiliamo il principio della
sovranità nazionale in politica economica, come ha fatto il governo tedesco mesi fa
decidendo di vietare certi tipi di derivati contro la volontà dell'UE. La Banca Centrale
Europea continua a ripetere che non gradisce alcuna riforma Glass-Steagall perché
interferisce con la libertà delle banche d'affari di succhiare il sangue all'economia reale. Lo ha
fatto più volte negli scorsi mesi, anche rispondendo a domande del nostro movimento:
ebbene, se questa è l'Europa, l'Europa delle banche d'affari, usciamo dal sistema dell'Euro e
diamo vita a quella Nuova Bretton Woods proposta da LaRouche ed invocata da più parti,
anche nel nostro Parlamento. Intorno a queste proposte, per risolvere la crisi e rilanciare
l'occupazione, sarà possibile creare un'intesa tra i partiti ed evitare un governo tecnocratico
delle banche.

1 di 1 30-08-2010 14.57

You might also like