l’elettorato napoletano si schierò in maniera schiacciante (77%) in favore della monarchia, un voto che ebbe un notevole influsso nella vita della città nel dopoguerra, in cui la componente monarchica giocò un grande ruolo. Il Consiglio comunale scaturito dalle elezioni cittadine del 10 novembre 1946 votò come sindaco Giuseppe Buonocore, di orientamento monarchico, che ottenne 33 voti, contro i 25 concentrati sul nome di Gennaro Fermariello. I monarchici ebbero un ruolo rilevante anche nella giunta del sindaco democristiano Domenico Moscati, che amministrò la città dal marzo del 1948 al luglio 1952.
Il successo del voto monarchico diventò
la base su cui costruì le sue fortune politiche l’armatore Achille Lauro, sindaco di Napoli per lungo tempo e protagonista assoluto della vita della città per più di quindici anni. Lauro aveva avuto stretti rapporti con il regime fascista; arrestato dopo la liberazione di Napoli dagli angloamericani e accusato di collaborazionismo e illecito arricchimento, fu internato nel campo di concentramento di Padula. Nel 1945 Lauro fu assolto da ogni accusa e iniziò a svolgere un ruolo fondamentale nella vita politica cittadina. Dopo un’iniziale adesione al Fronte dell’uomo qualunque, fu fra i fondatori, con Alfredo Covelli, del Partito nazionale monarchico.
5.2 Gli anni 1950 e 1960
Lauro fu eletto sindaco nel 1952 dopo le
elezioni in cui i partiti di destra conquistarono la maggioranza assoluta del Consiglio comunale; fu sindaco dal 1952 al 1957 e di nuovo nel 1961. Ma anche nel periodo del commissario di governo Alfredo Correra, che doveva restare in carica 90 giorni e invece amministrò la città per quasi tre anni, dal 13 febbraio 1958 al 3 febbraio 1961, Lauro e il suo Partito monarchico popolare, nato da una scissione del PNM, erano al centro della vita della città e delle sue attività economiche, soprattutto quelle legate all’edilizia. Sono gli anni del cosiddetto sacco di Napoli, uno sviluppo incontrollato fuori da ogni programmazione e disegno urbanistico, di cui Lauro è ritenuto uno dei responsabili. L'armatore godeva di un ampio consenso (nelle elezioni comunali del 1956 il suo partito aveva preso il 51,76% dei voti e lui personalmente aveva sfiorato le 300.000 preferenze) ed era molto spregiudicato nell’ampliamento e nel consolidamento della sua base elettorale; nella stagione del cosiddetto laurismo, la gestione del potere era connotata da pratiche che furono considerate illegali e clientelari dalle opposizioni.
Lauro è ritenuto uno dei responsabili del
disordinato sviluppo e delle speculazioni che mutarono il volto della città, in particolare nelle aree del Vomero, di Posillipo, di Fuorigrotta. Durante gli anni 1950 si assistette anche a uno sviluppo degli arricchimenti illeciti legati alla criminalità organizzata di tipo camorristico. Il laurismo vide accelerare il suo declino nelle elezioni comunali del 1964, quando la Democrazia cristiana (DC) diventò il primo partito della città con il 34,68% dei voti, anche grazie alla confluenza nelle sue file di molti monarchici. Il nuovo soggetto politico proposto da Lauro, che aveva ricomposto la frattura avuta con Covelli alla nascita del Partito monarchico popolare, il Partito democratico Italiano di unità monarchica, ottenne soltanto l’8,36% dei consensi.
La breve stagione del centrismo,
sbocciato in netto ritardo a Napoli rispetto alla politica nazionale, si esaurì però presto: nel 1965 si costituì con il sindaco Ferdinando Clemente di San Luca una giunta di centrosinistra, con la partecipazione del Partito socialista italiano (PSI). Giunte analoghe amministrarono la città nei dieci anni successivi, guidate da sindaci democristiani, legati al leader della DC napoletana Silvio Gava, che era diventato il principale protagonista della vita politica cittadina. Giovanni Principe fu sindaco dal gennaio 1966 al novembre 1970: durante il suo mandato, varò la tangenziale, i Piani per il Centro direzionale, il secondo Policlinico e la variante per l’aeroporto di Capodichino.
5.3 Gli anni 1970.-
Nel novembre 1970 il consiglio comunale scelse come sindaco il medico Gerardo De Michele che restò in carica fino all’agosto 1974; durante il suo mandato, si trovò ad affrontare l’epidemia di colera che colpì la città nel 1973. De Michele varò nel 1970 il nuovo Piano regolatore della città, che fu approvato definitivamente nel 1972. L’idea guida era quella di trasformare N. in una città dei servizi, con al suo vertice un sistema urbano a scalare, secondo modelli gerarchici di crescita piramidale. Forse a causa del suo distacco dalla corrente gavianea, De Michele non fu ricandidato e fu eletto sindaco Bruno Milanesi, rimasto in carica dall’agosto 1974 al settembre 1975.
Nel decennio del centro sinistra a Napoli,
si registrò una continua crescita anche su un piano locale dei consensi del Partito comunista italiano (PCI). Nel 1975 alle elezioni amministrative il PCI divenne il primo partito della città: risultato che consentì la costituzione di giunte di sinistra, inizialmente minoritarie (PCI e PSI) e successivamente maggioritarie (PCI; PSI; Partito socialdemocratico italiano, PSDI; Partito repubblicano italiano, PRI). Sindaco della città divenne Maurizio Valenzi, che aveva avuto un ruolo rilevante nella storia del PCI a N. fin dall’arrivo di P. Togliatti nel 1944.
La situazione che si trovò ad affrontare la
nuova giunta era difficile a causa dei diffusi fenomeni di disagio e del dilagare della disoccupazione, di un conflitto sociale che assumeva spesso forme violente, di una presenza aggressiva della criminalità organizzata, di un degrado ambientale che creava situazioni di allarme per la salute pubblica.
5.4 Gli anni 1980
Nel periodo a cavallo tra gli anni 1970 e
gli anni 1980 si sviluppò il violento scontro fra le fazioni camorristiche Nuova camorra organizzata e Nuova famiglia per il controllo degli affari illeciti in città, con numero altissimo di omicidi. In questo quadro irruppe la tragedia del terremoto del novembre 1980, con epicentro in Irpinia, che provocò crolli e molte vittime anche nella città di Napoli.
La maggioranza di sinistra, guidata da
Valenzi, venne confermata nelle elezioni del 1980, ma nel 1983 entrò in crisi. Nelle consultazioni anticipate del 1983, i risultati furono deludenti per i maggiori partiti della città (PCI; DC; Movimento sociale italiano, MSI) mentre si segnalò un discreto incremento relativo per il PSI e per il PRI. Si era prodotta una situazione di stallo. Dopo consultazioni anticipate si susseguirono tre deboli amministrazioni, guidate dai democristiani Francesco Picardi, Vincenzo Scotti e Mario Forte. Si ebbero così tre sindaci nel giro di pochi mesi.
L’instabilità durò fino alla costituzione,
nel novembre 1984, di una giunta pentapartito (DC, PSI, PRI, PLI, PSDI) con il socialista Carlo D’Amato nel ruolo di sindaco. Questa maggioranza fu riconfermata dopo le elezioni del 1987, in cui la DC ritornò ad essere primo partito della città, con il 30,7% per cento dei voti a fronte di una flessione del PCI e di un ottimo risultato del PSI. La maggioranza di pentapartito amministrò la città fino al 1992, con i sindaci socialisti Pietro Lezzi e Nello Polese.
5.5 Gli anni 1990
La geografia politica cambiò con le
elezioni del 1992: al primo posto si confermava la DC con il 29,77 % mentre il PSI raggiungeva l’eccezionale risultato del 19,54%, a fronte del deludente esordio del Partito Democratico di Sinistra (PDS) attestatosi al 12,70%. Si formò una giunta composta da DC, PSI, PSDI, con la conferma del socialista Nello Polese come sindaco. La città fu investita nella primavera del 1993 da numerose inchieste giudiziarie che indagavano su casi di corruzione, di commistione tra politica e affari, di collusione con la criminalità organizzata, voto di scambio: il vento della cosiddetta Tangentopoli napoletana portò a numerosi arresti di uomini politici e dirigenti pubblici. Indagato, anche il sindaco Polese rassegnò le dimissioni. Nei fascicoli giudiziari finirono molti appalti, tra cui quelli relativi alla ricostruzione del dopo-terremoto.
Dopo la breve esperienza di Francesco
Tagliamonte sindaco a capo di una giunta DC, PSI, PLI e un periodo di commissariamento, nel novembre 1993 furono indette le elezioni. Condotte sulla base di una nuova legge elettorale maggioritaria, che prevedeva l'elezione diretta del sindaco, esse sancirono la vittoria dello schieramento di sinistra (Partito democratico della sinistra, PDS; Partito della rifondazione comunista, PRC; Verdi; Rete; Rinascita socialista; Progressisti laburisti; lista Sinistra per Napoli) guidato da Antonio Bassolino, che raggiunse la carica di primo cittadino, vincendo la sfida con la candidata del MSI Alessandra Mussolini.
Nel 1994 la città ospitò il vertice
del Gruppo dei Sette (G7) e la conferenza mondiale dell'ONU per la lotta contro la criminalità organizzata. Nella seconda metà degli anni 1990 venne completato il Centro Direzionale di Napoli, un complesso di grattacieli, progettato dall’architetto giapponese Kenzō Tange, e fu aperto al pubblico il primo nucleo della Città della scienza; l’immagine della città sembra rilanciarsi e si inizia a parlare del cosiddetto Rinascimento napoletano, legato alle iniziative anche comunicative della giunta Bassolino.
Nel novembre 1997 Bassolino
(sostenuto da PDS; PRC; Partito popolare italiano, PPI; Rinnovamento italiano; Unione democratici per l'Europa, UDEUR; PRI; Federazione dei verdi; Rete e altre liste minori), fu riconfermato sindaco al primo turno con una larghissima maggioranza (72,9% dei voti).
6. Il nuovo millennio
Il centrosinistra riuscì a imporsi anche
nelle consultazioni del maggio 2001: Rosa Russo Iervolino (sostenuta da Democratici di sinistra, DS; Repubblicani; Partito dei comunisti italiani, PdCI; PRC; Italia dei valori; PPI; Federazione dei verdi; Socialisti democratici italiani; Rinnovamento italiano; UDEUR e lista Civica per Napoli) riuscì infatti a battere al secondo turno, con il 52,9%, il candidato del centrodestra Antonio Martusciello (appoggiato da Forza Italia; Alleanza nazionale, AN; Centro cristiano democratico, CCD; lista Martusciello sindaco; Cristiani democratici uniti, CDU; e altre liste minori). I DS si imposero come primo partito (20,1%), seguiti da Forza Italia (17,4%), AN (9,9%), PPI (5%) e PRC (4,4%).
Russo Iervolino è stata riconfermata nelle
elezioni amministrative del maggio 2006, eletta al primo turno con il 57%. La sostenevano DS, DL-La Margherita, PdCI, PRC, Italia dei valori, Federazione dei verdi, Socialisti democratici, UDEUR- Popolari (7,1%) e altre formazioni minori. Il candidato del centrodestra Franco Malvano che era stato in passato Questore di Napoli e aveva puntato sul tema della legalità, ha ottenuto il 37,8%; era sostenuto da Forza Italia, AN, Nuovo PSI, Unione dei democratici cristiani e di centro, UDC, lista Malvano sindaco, lista Rauti e altre liste minori. Principali partiti della città si confermano i DS (18,7% dei voti), Forza Italia (17,2%), La Margherita (13%), seguiti da AN (8,8%) e UDEUR (7,1%). I due mandati delle giunte Iervolino sono stati caratterizzati dalle difficoltà di fronteggiare l’emergenza rifiuti e dalle polemiche che questa situazione ha inevitabilmente creato. Nel 2011 l’ex magistrato Luigi De Magistris si è candidato a sindaco di Napoli per le elezioni comunali di maggio. Sostenuto da Italia dei Valori, Federazione della Sinistra, Partito del Sud e dalla lista civica Napoli è Tua, al primo turno elettorale de Magistris è risultato il secondo candidato con il 27,52% delle preferenze. Al ballottaggio, in cui si confrontava con Gianni Lettieri (candidato della coalizione di centro-destra) veniva eletto sindaco con il 65,37% dei consensi.
Tra le sue principali iniziative, la battaglia
per mantenere la gestione pubblica delle risorse idriche, l’allargamento della raccolta differenziata, la diffusione del bike sharing, il risanamento delle finanze del Comune, il reddito minimo garantito e il registro delle unioni civili.
In qualità di sindaco di Napoli ha
assunto l'incarico di sindaco metropolitano ai sensi della legge n°56/2014. Nel 2016 De Magistris si è ricandidato per un secondo mandato con l’appoggio di 12 liste, tra cui molte civiche. Dopo aver raccolto il 42,82% al primo turno del 5 giugno, il 19 giugno con il 66,85% delle preferenze ha vinto nuovamente il ballottaggio contro il candidato del centro- destra Lettieri (33,15%), riconfermandosi così primo cittadino di Napoli e della omonima città metropolitana.
Geometria del male: Una misteriosa pergamena templare, una setta sopravvissuta nel corso dei millenni, una cospirazione ordita nei confronti dell'umanità