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INDICE
Introduzione 2
1.Metodologie didattiche per l’insegnamento della letteratura in lingua straniera
1.1. L’educazione letteraria oggi 4
1.2. Modelli teorici del dibattito letterario 5
1.3. Dalle teorie dell’apprendimento alla didattica della letteratura 9
1.4. Approcci alla didattica della letteratura straniera:vantaggi e criticità 12
1.5. Conclusioni 13
2. Proposte operative di glottotecnologie
2.1. Un nuovo modo di apprendere? 15
2.2. Alfabetizzazione digitale: la situazione in Italia e in Europa 17
2.3. Dispositivi digitali nella scuola italiana 20
2.4.
Apprendimento rovesciato:l’insegnamento incontra le nuove tecnologie 21
Flipping
2.4.1 una lezione di letteratura straniera 23
2.5. Apprendimento linguistico attraverso il Web (blog) 2.0 25
2.5.1. La #Letteratura attraverso Twitter 27
2.6. La competenza digitale 30
3. Simulazione di un percorso didattico
3.1. Un’esperienza di EAS per l’analisi del racconto
The TellTale Heart 32
di Edgar Allan Poe
3.1.1. La fase preparatoria 32
3.1.2. La fase operativa 35
3.1.3. La fase ristrutturativa 38
Allegati 1,2,3,4 39
Glossario
Elearning 46
Riferimenti bibliografici 47
Introduzione
L’idea di scrivere una tesi sulle glottotecnologie nasce sotto la spinta di due diverse
hitech
ragioni. La prima è legata alla mia passione verso l’informatica e il mondo . La seconda
nasce dal desiderio di far scoprire alle persone, e sopratutto ai docenti, come utilizzare le
tecnologie informatiche della comunicazione , le cosidette TIC. Abbinando questi due aspetti alle
lingue e alla letteratura, che sono state l’oggetto di studio principale durante gli anni della mia
Laurea triennale, ho deciso di investire in un progetto riguardo l’utilizzo delle tecnologie a scopi
didattici per insegnare la letteratura straniera
a scuola.
La situazione attuale di costante “mummificazione” della scuola irrigidisce a volte il pensiero
degli studenti, che lottano contro il ragionamento a senso unico dell’insegnante retrogrado. Per
questo motivo bisogna introdurre le tecnologie educative agli studenti, evitando di cadere nel
paradosso di
utilizzarle per trasmettere competenze tradizionali attraverso procedure didattiche
conservatrici.
La tesi viene suddivisa in tre capitoli. Il lavoro consta di due sezioni, che presentano
l’apparato teorico, e di un’altra, che applica i parametri teorici in precedenza descritti ad un
progetto di lezione di Letteratura Inglese in un Liceo Linguistico.
Nel primo capitolo viene descritta l’educazione letteraria nella scuola odierna (PAR. 1.1).
A seguire viene analizzato il concetto di letterarietà del testo , che è indispensabile per la buona
riuscita didattica di un’opera in classe. Grazie al modello della comunicazione linguistica
jackobsiana viene delineato un modello di comunicazione letterario (autore, testo, lettore), che
può essere applicato a qualsiasi testo (PAR. 1.2). Dalla linguistica si passa alla pedagogia per
introdurre il costruttivismo, che è considerato il perno dell’insegnamento del futuro. La didattica
tutor
in questo senso vede l’insegnante come aiutante del discente durante la composizione del
sapere e del saper fare (PAR. 1.3). Vengono passati in rassegna gli approcci e le strategie più
comuni della didattica della letteratura straniera, evidenziando vantaggi e nodi critici, che certe
scelte comportano (PAR. 1.4). Insegnare la letteratura straniera ha molteplici letture e assume
2
una natura pluridisciplinare, che si collega alla Storia, alla Filosofia e alla Psicologia e riassume i
grandi temi antropologici dell’essere umano (PAR. 1.5).
Nel secondo capitolo si procede con il dibattito
tra nativi digitali e immigrati digitali, il
digital divide,
cosiddetto che viene sostenuto da alcune teorie neuroscientifiche (PAR. 2.1).
Dopo aver mostrato in alcuni grafici la diffusione di Internet in Europa e in Italia (PAR. 2.2),
viene sottolineato l’uso limitato delle tecnologie informatiche nella scuola italiana e il loro
potenziale educativo in continua evoluzione (PAR. 2.3). Tra le nuove filosofie d’insegnamento
della scuola moderna si distingue il
flipped teaching, nato negli Stati Uniti, ma diffusosi in larga
scala anche nel resto del mondo. La “lezione rovesciata” non prevede l’utilizzo forzato delle
tecnologie, ma ne mette in mostra le capacità nascoste, fino ad ora poco applicate nel mondo
della scuola italiana (PAR. 2.4). Sulla falsariga dell’insegnamento capovolto arrivano gli EAS
in toto
(Episodio di apprendimento situato), che utilizzano le tecnologie e si adeguano
perfettamente alla struttura di una lezione di letteratura straniera (PAR. 2.4.1)
. Il blog si presta
con la sua multiformità a divenire un potente alleato dell’insegnante 2.0 (PAR. 2.5). In particolar
modo Twitter costruisce un ponte stabile per favorire continui scambi nella dialettica
insegnantediscente (PAR. 2.5.1). Nella conclusione del capitolo si evidenzia la necessità di
acquisire le competenze digitali come cittadino europeo, che sono diventate essenziali nel
post
periodo universitario, ovvero in ambito lavorativo (PAR. 2.6).
Il terzo e ultimo capitolo mostra in forma progettuale una lezione di Letteratura Inglese, con il
sostegno dei principi dell’apprendimento rovesciato nella forma EAS (PAR. 3.1). La
neo lezione,
ricca di dinamiche, viene suddivisa nel momento preparatorio, operativo e ristrutturativo,
descritti in dettaglio nei paragrafi successivi. Si conclude il lavoro con un glossario del
Elearning
, che si riferisce all’apprendimento attraverso internet.
Mi preme innanzi tutto ringraziare la Prof.ssa Edith Cognigni per la revisione e i suggerimenti. Un non
meno sentito ringraziamento alla Prof.ssa Mara Salvucci, che mi ha guidato nella fase primordiale del
progetto, rivolgendomi preziosi consigli. Ringrazio anche il Prof. Attilio Galimberti, il Prof. Graziano
Cecchinato e la Prof.ssa Daniela Sorrentino, che mi hanno fornito preziosi materiali per la ricerca.
Infine ringrazio i miei genitori Angela Savoretti e Mario Storani per il sostegno economico che mi ha
permesso di arrivare fino alla fine del percorso di studio.
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CAPITOLO PRIMO
1.Approcci didattici per l’insegnamento della letteratura in lingua straniera
1.1. L’educazione letteraria oggi
La quotidianità è pregna di riferimenti letterari di vario genere: pubblicità, canzoni, film,
giornali, fumetti, riviste, ecc. che lontano dal poter essere considerate opere letterarie, avvicinano
e coinvolgono l’homo sapiens all’esperienza della letteratura. Nella maggioranza dei casi
l’istituzione scolastica possiede il compito di educare alla letteratura, dando i mezzi critici
necessari per l’analisi dell’opera letteraria. Nell’epoca attuale tali lavori non sono trasmessi
solamente nella forma statica del libro cartaceo, ma anche nella forma digitale del Web, degli
ebook, dei blog, ecc., su cui si fonda la cosidetta “letteratura della rete”.
L’educazione letteraria diventa l’educazione che utilizza come mezzo l’opera letteraria
nelle sue varie tipologie e necessita di una preparazione consona che faciliti la decodificazione
consapevole delle sue poliedriche caratteristiche.
La scuola primaria accosta per prima un bambino ai testi letterari più semplici come
filastrocche e fiabe. Il diritto di educare alla letteratura tuttavia spetta alla scuola secondaria,
durante la quale il ragazzo acquisisce conoscenze letterarie consapevoli, grazie agli strumenti di
lavoro di analisi di lettura del testo, che l’insegnate debitamente fornisce (Balboni, 1998). Il
livello accademico successivo alla scuola superiore fa registrare un calo nello studio letterario.
Soltanto i Licei mantengono nei programmi scolastici l’educazione letteraria, quasi a voler essere
un privilegio e obbligo delle classi dirigenti (Scarpa, 2005). Nelle classi liceali tuttavia non
sempre la letteratura viene apprezzata dagli studenti come dovrebbe, a causa dell’uso di approcci
o di una selezione di autori non recenti della storia letteraria. I ragazzi vengono avvicinati ad un
canone letterario, che impone loro autori precisi − si pensi a Chaucer − , e con lo studio di quegli
autori «che vissero nell’epoca dei loro trisavoli [...] il loro studio della letteratura generalmente si
arresta» (Scarpa, 2005).
4
Occorre tenere alta la motivazione degli studenti verso la materia letteraria con tipi di
«
approcci, che prediligono in principio la focalizzazione sul testo, sulla »
sua specificità
(Balboni, 1998) e che riducono la distanza sia linguistica sia culturale tra studente e testo.
Nella società postindustriale i giovani leggono con minor frequenza; preferiscono
guardare la TV, ascoltare la musica, giocare ai videogiochi o trascorrere il tempo su un social
network. La scuola avvicina alla lettura e fa germogliare in loro una passione da coltivare. In
quest’ottica l’insegnamento deve provocare dei comportamenti non solo per la scuola, ma anche
per la vita. Un percorso di apprendimento personale nella direzione di un saper essere sconfinato,
«
oltre che verso un sapere localizzato : »
non scholae, sed vitae (Balboni, 2004).
1.2. Modelli teorici del dibattito letterario
Uno dei problemi fondamentali dell’insegnamento della letteratura è la scelta delle opere
letterarie da inserire nei programmi scolastici.
Uno scritto per essere letterario deve avere dei requisiti precisi, deve cioè possedere «una serie di
caratteristiche formali che permettono ad una società di identificare quel testo come “letterario”,
cioè diverso dai testi della quotidianietà, del discorso scientifico, dei codici penali, ecc»
(Balboni, 2004). Non si può inserire in un programma scolastico un libro di Fabio Volo né
tantomeno un testo di una canzone di Lady Gaga. Si deve distinguere tra ciò che vale la pena di
essere letto e ciò che non merita neanche di essere citato.
Che cosa stabilisce la “letterarietà” di un testo e il suo valore letterario? Il termine testo
textus,
(dal latino ,“
“intreccio” tessuto”) indica un insieme di parole scritte o orali in una
determinata lingua per la comunicazione di un messaggio, che ha senso compiuto e che è coeso e
coerente nel contesto in cui è pronunciato, «proprio come i fili di un telaio che, intrecciandosi
»
secondo lo schema imposto dalla macchina, formano un determinato tessuto (Scalamandrè,
2014).
5
L’attribuzione del valore letterario ad uno scritto è una questione della quale si può discutere,
aprendo il dibatitto sulle svariate teorie della letteratura1. Tra le definizioni più significative si
legga la seguente:
Una caratteristica qualificante, [...], perchè un testo possa essere preso in considerazione
come contributo della storia letteraria di un paese o di una lingua è la sua finalità letteraria,
cioè il fatto che l’autore abbia intenzione di comporre un testo letterario e che persegua tale
scopo specifico attraverso una serie coerente e consapevole di scelte fonologiche,
grafemiche , lessicali, ecc. A tale scopo estetico si affiancano di solito altri scopi, di carattere
filosofico, religioso, politico [...]
(Balboni, 1998).
In modo più specifico:
«Nel testo letterario, [...], ha più importanza la forma (il ‘come’ si esprime) che il contenuto (il
‘cosa’ si esprime) [...]. Si potrebbe dunque affermare, [...], che nel testo letterario la forma e la
sostanza dell'espressione diventano (forma del) contenuto» (Vitacolonna, 2004).
«In altre parole un testo letterario è identificato dallo “stile”, dalle scelte linguistiche compiute
dall’autore» (Balboni, 2004).
A sostegno delle definizioni di letterarietà del testo si richiama alla memoria la teoria sulla
comunicazione linguistica di Jackobson, che permette di scavare nelle profondità del fenomeno
testuale e cogliere la sottile differenza tra “testo” e “nontesto”. Nel 1963 il linguista russo
pubblica nell’opera
Saggi di linguistica generale uno schema sulla comunicazione linguistica,
che integra modelli precedenti di K. Bühler e di B.Malinowski
, suddividendola in sei parti
(figura 1):
1
Si rimanda alla disciplina di Teoria della Letteratura per un’analisi approfondita.
6
Figura 1. Schema della comunicazione linguistica secondo Jackobson
Egli teorizza anche le seguenti sei funzioni comunicative (figura 2), che corrispondono
ordinatamente alla sei parti schematizzate sopra:
Figura 2. Schema delle funzioni della comunicazione linguistica
Si osserva che la focalizzazione dell’emittente viene fissata sull’aspetto formale del messaggio
poetica
(la funzione referenziale
del messaggio) che, interdipendente tra contesto , contatto
fatico
metalinguistico
e codice , giunge al destinatario, il quale viene indotto ad ascoltare un
conativa
determinato messaggio (la funzione del destinatario).
7
Il modello generale di Jackobson può essere applicato alla particolare comunicazione
letteraria, «ma verrà modificato e complicato da due diversi sistemi comunicativi» (Scarpa,
2005). La relazione tra comunicazione linguistica e letteraria viene sintetizzata nella seguente
rappresentazione grafica (figura 3).
Figura 3. Schema della comunicazione letteraria
Come raffigurato sopra, il lettore
autore, che lo ha scritto, e al
testo letterario si lega all’ ,
che lo
legge. Il lavoro letterario si lega al
contesto (periodo e luogo di progettazione, contesto storico e
testo
politicosociale). Pertanto il non esiste come oggetto a sé, ma è un concetto polisemico.
racconto
Durante il processo di lettura il punto di svolta non è il , bensì ciò che si sviluppa tra
testo e lettore. Per questa ragione un testo ha «sempre due autori: il primo colui che scrive, il
secondo colui che legge. Il senso testuale si produce nel dialogo tra testo e il lettore» (Kast,
1994). Se ne deduce che un’opera letteraria è potenzialmente aperta, ossia una generatrice di
interpretazioni (Vitacolonna, 2004). Le decodificazioni testuali andranno comprovate con le
corrispondenze nel testo, che escludono le congetture avventate (Eco, 1990)2.
In conclusione, l’analisi di un testo nelle sue varie fasi (personaggi, luogo, tempo, ecc.) e del
suo contenuto tematico (forma, lessico, ecc.) è un fenomeno molto complesso. Lo spostamento
della discussione da tematiche antiche, estranee e sconosciute a tematiche attuali, familiari e note
2
Umberto Eco è teorizzatore dell’opera aperta. Si legga il libro "Il ruolo del lettore", in Lector in fabula. La
cooperazione interpretativa nei testi narrativi
, Milano, Bompiani, 1979
8
possono facilitare lo studente alla comprensione del fenomeno testuale e aumentare di
conseguenza le probabilità di successo dello studio dell’opera in classe.
1.3. Dalle teorie sull’apprendimento alla didattica della letteratura
Il costruttivismo è uno tra i rami delle teorie cognitiviste3 e trova riscontro in campi come
la Filosofia, la Psicologia e la Didattica. Secondo il principio costruttivista il soggetto apprende
nuovi concetti a partire dalle conoscenze, che ha già in suo possesso. Il soggetto è l’artefice di
ciò che apprende, poiché ricostruisce le informazioni sulla base delle esperienze e della realtà
che ha ricostruito autonomamente.
Il sapere non esiste indipendetemente dal soggetto che conosce e imparare non significa
apprendere la ‘vera’ natura delle cose, possedere cioè una oggettiva ‘rappresentazione’ del
mondo esterno, si tratta piuttosto di operare una soggettiva costruzione di significato, a partire da
una complessa rielaborazione dell’insieme di sensazioni sulle quali si orienta la nostra attenzione.
Noi non osserviamo ‘cose’, ma definiamo proprietà e relazioni che sono costruite a partire dalla
nostra azione organizzante, in funzione adattativa con l’ambiente, un processo che è allo stesso
tempo permesso e condizionato dal linguaggio, culturalmente, socialmente e storicamente
contestualizzato. (Carletti e Varani, 2006)
Nella medesima direzione si colloca, a partire dagli anni settanta del XX secolo in ambito
linguistico l’approccio comunicativo. Si tratta di un ampio approccio della pratica linguistica −
l’utilizzo funzionale della lingua, l’autenticità del materiale linguistico e la differenziazione
dell’offerta didattica −, «che concepisce la lingua come mezzo per relazionarsi con gli altri e di
conseguenza, tornando al costruttivismo, per costruire la propria conoscenza» (Oliveri, 2011). Si
approda ad un nuovo modo di utilizzare i materiali linguistici anche quelli letterari (Scarpa,
2005) sia scritti che orali.
ex novo
Per questo motivo i ruoli dell’insegnante e dell’apprendente vengono riscritti . Di
seguito, si mostra un’esemplificazione delle nuove posizioni in un triangolo equilatero4(figura 1),
3
Cognitivismo: «Approccio allo studio della mente che considera i processi psicologici come l’elaborazione e il
trattamento di simboli e informazioni, dove la mente viene rappresentata come un apparato capace di compiere tale
elaborazione» (in Enciclopedia Treccani)
4
Un triangolo equilatero è composto da tra lati della stessa lunghezza.
9
che vede lo docente
studente come il “cuore” dell’educazione e il come il mediatore tra lo
studente sapere
e il :
Figura 1. La didattica costruttivista
Il
docente costruttivista diventa una guida, un assistente e un consulente del sapere, capace di
orientare nella costruzione del “significato”, conduce lo
studente nella direzione giusta. La
lezione di Lingue e Letteratura si dirige verso una lettura del testo globalmente guidata, dove
l’insegnante fornisce assistenza per favorire la «rielaborazione dell’esperienza individuale che
resta, comunque, compito e fatica dell’alunno» (Carletti e Varani, 2006). Viene favorita
l’interazione in classe e il lavoro in cooperazione per sviluppare, nella relazione con gli altri, la
nozione di diversità e di multiculturalità (la convivenza sociale in una società multiculturale).
L’apprendimento diviene un processo constante e totalizzante, che vede l’insegnamento come
una delle tante risorse disponibili
(Carletti e Varani, 2006). Nel nuovo ambiente
d’apprendimento l’allievo assume il ruolo di attore e ricercatore attivo di un sapere che,
rielaborato e fatto proprio, riflette e si espande ai problemi della normalità − le cosidette
problem solving
competenze di −.
Le capacità della nostra struttura cognitiva [...] creano degli schemi logici capaci di metterci in
condizione di prevedere cosa accadrà in futuro. Attraverso l’applicazione di questi schemi o, per
dirla con un termine kantiano, di categorie siamo in grado di gestire situazioni analoghe in futuro.
Avremo, così, grazie all’applicazione del costruttivismo nell’ambito dell’apprendimento delle
lingue, perseguito obiettivi strategici, aiutando gli studenti a trovare le regole della sistemazione
cognitiva. (Oliveri, 2011)
10
La seguente tabella (figura 2) semplifica le tappe evolutive del rapporto tra la
didattica e il ruolo dell’insegnante di Letteratura straniera in tre parti (Scarpa, 2005):
Didattica Docente
Autore e/o periodo storico Depositario e interprete della tradizione dei
valori culturali
Testo e linguaggio: analisi testuale Tecnico esperto dell’analisi testuale
Atto di lettura e sull’interpretazione del Facilitatore, perchè da specialista del testo
lettore. letterario, accompagna l’allievo nel processo
di acquisizione del sapere letterario tra
passato e presente
Figura 2. La didattica e il docente di Letteratura straniera
5
Si approfondiscono le caratteristiche nel capitolo successivo.
11
1.4. Approcci alla didattica della letteratura straniera: vantaggi e criticità
Si premette che la letteratura in lingua straniera (LS) segue gli stessi approcci didattici di
una letteratura in lingua madre (L1). L’unica differenza risiede nel codice, nella lingua, con cui il
messaggio letterario viene veicolato. Si deve a Mariella Stagi Scarpa per i vantaggi e le criticità
degli approcci didattici più utilizzati in letteratura.
L’approccio più tradizionalista è quello storicocronologico. In esso l’insegnante viene
riconosciuto come autorità e depositario del sapere letterario.Viene introdotto prima il contesto
storico e culturale, il movimento letterario e infine l’autore. Si passa alla lettura di alcuni testi
con collegamenti alle tematiche già anticipate durante la presentazione storica. Tale approccio
permette una rappresentazione generale e unitaria della letteratura in ordine di tempo.
L’eccessivo numero di autori in programma richiede un monte ore, che la scuola odierna non
riesce a fronteggiare. Inoltre gli autori selezionati appartengono spesso a tempi remoti e per
questo motivo sono di difficile comprensione per l’apprendente in LS. Questo approccio non
rende autonomo lo studente di interpretare i testi.
L’approccio stilisticolinguistico unisce educazione linguistica a educazione letteraria. Si
concentra sull’aspetto formale del testo, ad esempio lo stile e la forma utilizzate dall’autore e
come concorrono all’efficacia comunicativa del messaggio, potenziando l’analisi fonologica,
morfosintattica e lessicale. Questa proposta riprende in parte le teorie di H. G. Widdowson, un
anglista che fu particolarmente importante per l’acquisizione di una nuova coscienza in campo
didattico. La sua “Stylistics”
divide inanzitutto la letteratura tra disciplina e materia
d’insegnamento. La Letteratura come disciplina concerne alla Critica letteraria e alla Linguistica,
mentre come materia d’insegnamento alla lingua Inglese e alla Letteratura stessa. Queste
scissioni convergono nella
Stylistics e permettono di comprendere che «lo studio della letteratura
alle superiori non è critica letteraria, e non è neppure conoscenza della storia della letteratura
[...]» (Scarpa, 2005). Tale approccio rende lo studente autonomo di leggere e interpretare i testi e
libera la creatività dello studente attraverso la scrittura di testi simili a quelli presi in analisi. Gli
unici svantaggi sono la natura tecnicolinguistica e atemporale dell’approccio.
12
L’approccio per generi suddivide le opere letterarie in generi : poesia, narrativa, teatro,
saggistica. Può essere molto utile se si osservano i generi da un punto di vista temporale, dando
un quadro storico dell’eveluzione dei generi e scoraggia l’impressionismo interpretativo, a cui
sono soliti tutti quegli studenti, che si accingono allo studio della materia per la prima volta.
Comprendere che un genere letterario ha fini comunicativi diversi l’uno dall’altro permette allo
studente di esplorare un testo, di approfondire la sua natura spesso influenzata dal contesto
sociale. La creatività dello studente viene sollecitata dalla produzione di nuovi testi per generi.
Gli svantaggi sono l’eccessiva focalizzazione nell’analisi stilistica dei generi e l’atemporalità.
L’approccio tematico, sviluppato a partire dalle teorie del costruttivismo, analizza le
macrotematiche antropologiche di epoche storiche e di generi letterari differenti. Viene
considerato più adatto ai licei tecnici che a quelli umanistici perchè non si concentra sullo stile e
brainstorming
sull’analisi del testo. I temi vengono selezionati dai discenti attraverso un in
classe. I testi in programma appartengono a periodizzazioni e a generi diversi. Se questo
approccio non viene sostenuto da una presentazione storica può diventare decontestualizzato e
atemporale.
L’approccio modulare viene considerato il più innovativo e viene utilizzato molto nelle
università. Si tratta di un programma letterario pluridisciplinare e interdisciplinare riguardo un
argomento specifico, che può essere un tema, un movimento culturale o letterario, un periodo
storico, un aspetto particolare di un genere. Si può selezionare una grande varietà di testi e si
possono applicare ecletticamente gli approcci finora menzionati. Esso incontra gli interessi degli
studenti con un metodo di studio già formato.
1.5. Conclusioni
La Letteratura, oltre che educare a riconoscere la specificità di un testo, interpretare i testi e
identificare il legame tra testocontesto storico, testoautore e testocontesto moderno è parte di
un obiettivo educativo globale, che va oltre la valutazione scolastica.
13
Durante l’apprendimento in classe lo studente entra in contatto con una miriade di informazioni,
che interpretano attraverso i segni e i simboli della lingua di riferimento fino a costruire
“significati”.
La Letteratura invita ad un viaggio e trasporta in nuovi mondi. Permette di andare oltre le
apparenze e osa interrogare noi stessi e il mondo circostante. Espande la nostra mente e non si
manifesta come materia isolata, ma come disciplina di ampio respiro, collegandosi all’Arte, alla
Filosofia, alla Storia, alla Psicologia. Anche se la Storia − si guardi il Fascismo e/o regimi
totalitari − ha dimostrato che la Letteratura non colleziona solo capolavori istruttivi, si deve
considerla anche Educazione civile, etica e sentimentale.
L’insegnante “modello” di letteratura ha l’opportunità di esporre gli studenti di tutte le età a
nuove conoscenze, prospettive, esperienze, modalità di pensiero per la crescita dell’apertura
mentale e della mondanità. Ha il dovere di promuovere il desiderio d’imparare, di considerare gli
altri e le loro idee, di trascorrere una vita attraverso una consapevolezza amplificata.
Lo studente “modello” di letteratura attraverso la produzione, la lettura, l’analisi del testo e lo
sviluppo del pensiero critico incrementa una grandiosa coscienza sociale e l’abilità di
comprendere la realtà che ogni individuo crea per se stesso.
14
CAPITOLO SECONDO
2. Proposte operative di glottotecnologie
2.1. Un nuovo modo di apprendere?
Perché esso ingenererà oblio nelle anime di chi lo imparerà: essi cesseranno di esercitarsi la
memoria perché fidandosi dello scritto richiameranno le cose alla mente non piú dall’interno di se
stessi, ma dal di fuori, attraverso segni estranei: ciò che tu hai trovato non è una ricetta per la
memoria ma per richiamare alla mente. Né tu offri vera sapienza ai tuoi scolari, ma ne dai solo
l’apparenza perché essi, grazie a te, potendo avere notizie di molte cose senza insegnamento, si
crederanno d’essere dottissimi, mentre per la maggior parte non sapranno nulla; con loro sarà una
sofferenza discorrere, imbottiti di opinioni invece che sapienti. (Platone, 1967)
L’autore di queste parole è Socrate, che Platone ha minuziosamente trascritto, come era
Fedro
solito fare, in una delle sue opere il . Nel passo riportato egli dichiara attraverso il mito di
Theuth il rifiuto di una nuova tecnologia, che stava gettando le radici proprio in quegli anni : la
scrittura.
Come 2000 anni fa, oggi nuove tecnologie si stanno espandendo in tutto il globo: smartphone,
videogiochi, tablet, smartwatch, occhialiologramma, soltanto per citarne alcune.
Il principio del problema è sempre lo stesso, vale a dire la sopravvivenza della conoscenza.
Molti sono stati gli studi condotti sul come le nuove tecnologie influenzano il modo di
apprendere e più specificatamente l’apprendimento delle nuove generazioni, che dalla nascita
sono a contatto con queste nuove tecnologie. Il nome che si utilizzerà per parlare della nuova
generazione digitale sarà
Digital Natives (Prensky, 2001), preferito per due motivi: il termine
“nativo” annette l’uso del linguaggio “madrelingua” del nativo a un nuovo modo di comunicare
digitale. Nel Digital Immigrants
digital divide i nativi digitali vengono contrapposti ai (Prensky,
2001), coloro che nel mondo erano già presenti, prima che il computer comparisse. Essi sono
simili per caratteristiche a quegli “immigrati”, che mettono piede in una terra straniera dalla
lingua e cultura diverse. Il modo di esprimersi dei nativi digitali diventa dinamico, breve e
complesso, capace di sintetizzare concetti astrusi grazie ad un’immagine anziché attraverso un
gap
testo. Si parla di generazionale tra i due gruppi.
15
Come la scrittura ai tempi di Socrate6 ha definito orizzonti mai conosciuti, al giorno
d’oggi le recenti tecnologie stanno dando vita a un’evento epocale storico, culturale e sociale che
cambia i modi di acquisizione del sapere. Internet, i social networks, l’
instant messaging, danno
facile accesso a qualsiasi tipo di informazione da dispositivi mobili e stanno trasformando il
nostro modo di conoscere. I congegni, non solo portatili ma anche indossabili, sono vissuti dai
nativi digitali «come estensioni fisiche del proprio corpo, come presenza normale e naturale nei
propri luoghi di vita, elementi costanti incorporati simultaneamente, spontaneamente e con
estrema naturalezza nelle pratiche personali e sociali» (Bevilacqua, 2011).
Le tecnologie sociali consentono alle persone di raggiungere informazioni, conoscenza e altre
persone che non sarebbero in grado di trovare offline
, sorpassando quindi qualsiasi intermediario
come scuole, postini, agenzie di viaggio e mezzi di comunicazione per incontrarsi. Il web sta
diventando il più grande luogo di convergenza degli esseri umani (Arina, 2009)
Nella società dell’informazione e della comunicazione si passa da una conoscenza, tradizionale e
enciclopedica ad una conoscenza libera e frammentaria con ripercussioni su tutti i campi del
conoscibile.
L’attenzione viene posta sui mutamenti dell’educazione nel XXI secolo, sulle
trasformazioni e sugli sviluppi del processo educativo, interconnesso alla dialettica fra
apprendimento e insegnamento, che vede da una parte lo studente, il nativo digitale e dall’altra
l’insegnante, l’immigrato digitale.
Lo studente dell’età digitale appartiene alla prima generazione a crescere con Whatsapp, Skype,
Facebook, Twitter; grazie ai quali diventano portatori di una multimedialità e di un
multitasking
fino ad ora mai così avanzati: inviare foto o video in tempo reale, tenere traccia dei propri stati
hashtag
d’animo, utilizzare gli per creare una rete di collegamenti mondiale.
Cathy Davidson dell’Università di Duke (Usa, Nord Carolina) afferma nel suo libro
Now you see
it: How the Brain Science of Attention Will Trasform the Way We Live, Work, and Learn
:
«Multitasking is the ideal mode of the 21st century, not just because of information overload but
also because our digital age was structured without anything like a central node broadcasting one
stream of information that we pay attention to at a given moment»
6
Socrate nasce tra il 470 a.C. e il 469 a.C e muore 399 a.C.
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A proposito del “fare molte cose contemporaneamente” Katherine Hayles, un’altra Professoressa
dell’Università di Duke, ipotizza l’emergere di due tipi di attenzione : l’
attenzione profonda e la
iper attenzione
. La prima viene attribuita al tradizionale stile cognitivo ed è caratterizzata dalla
focalizzazione su un singolo oggetto, come durante la lettura di un romanzo di Dickens. Durante
l’
attenzione profonda vengono ignorati gli stimoli esterni; viene preferito assimilare le
conoscenze una alla volta e si possiede un livello di attenzione molto alto. L’
iper attenzione è
caratterizzata da un cambiamento rapido della focalizzazione e dallo svolgimento di compiti
diversi. Viene preferito acquisire una molteplicità di informazioni in una sola volta; si ricerca un
livello alto di stimolazioni e si possiede una scarsa tolleranza per la noia, che difficilmente
dunque porterà alla lettura di un romanzo dell’età Vittoriana (Hayles, 2007).
Secondo queste affermazioni la costante integrazione dei recenti mezzi elettronici ha
modificato le modalità di pensiero dei nativi digitali che, a livello celebrale, sono diversi dai
predecessori.
Il Dottore Bruce D. Perry afferma che «differenti tipi d’esperienza conducono ad una differente
struttura celebrale»7. Il cervello, infinitamente flessibile e altamente stimolato dalle esperienze di
ogni genere durante la vita di un individuo, cambia e si organizza a seconda degli input che
riceve. Questo fenomeno viene soprannominato la “neuroplasticità”(Prensky, 2001).
Tuttavia «non vi sono evidenze sperimentali né di quegli effetti, né della presunta mutazione
genetica di cui i “nativi” sarebbero testimoni; semplicemente si usano le neuroscienze per
legittimare una tesi senza profondità» (Rivoltella, 2014).
Il problema della scuola di oggi si risolve affiancando la didattica abituale ai sistemi operativi
cloud computing
avanguardisti emersi con le tecnologie mobili e il medietas
,8 nella oraziana tra
vecchio e nuovo.
2.2. Alfabetizzazione digitale: la sitazione in Italia e nel resto d’Europa
Nella società postindustriale, [...], si vengono affermando nuovi valori, modelli e stili di vita
rispetto al passato. Al modello sociale industriale, fondato sui beni materiali, tangibili, succede un
modello sociale in cui la ricchezza deriva da risorse immateriali, dalla conoscenza, tanto da
7
Il testo è stato da me tradotto per una maggiore comprensione
8
cloud computing
Il (la nuova informatica) è quell’insieme di tecnologie che consentono l’archiviazione,
l’elaborazione dei dati e la virtualizzazione in Rete nell'architettura tipica del Web 2.0
17
giungere a coniare il termine
knowledge society (società della conoscenza), attribuendolo
all’odierna società. (Bevilacqua, 2011)
digital divide
Il nella
knowledge society si estende tra coloro che decidono di beneficiare delle
recenti tecnologie, i cosidetti innovatori, e coloro che le rifiutano
in toto, i cosidetti refrattari. La
crescita del consumo delle TIC9 richiede un’adeguata istruzione sul loro utilizzo. L’insieme delle
capacità di utilizzo dei nuovi media viene costruita nel processo di “alfabetizzazione digitale”.
L’edificazione di nuove competenze nel mondo delle TIC diviene di necessaria utilità nel
corrente mercato del lavoro, dove i compiti di gestione e le soluzioni di problemi delle attività
quotidiane vengono svolti attraverso le emergenti tecnologie.
Il diagramma circolare sottostante (figura 1) descrive chi tra i paesi dell’unione Europea
non ha nessuna competenza digitale (European commission, 2014). La Svezia (2 %) è la nazione
con più conoscenze digitali d’Europa, seguita da Gran Bretagna (5,5 %), Germania (7 %) e
Francia (8 %). L’Italia (19,4 %) rappresenta lo stato che per numero di abitanti ha le maggiori
difficoltà in campo digitale : 18 milioni di abitanti non sanno utilizzarle. Mentre la Romania
(24,9 %) è lo Stato con meno conoscenze d’Europa.
Figura 1. Competenze digitali in alcuni Stati d’Europa Figura 2. Connessione Internet da casa in EU nel
2014
9
TIC, acronimo per Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
18
Nella cartina europea (figura 2) possiamo invece osservare l’utilizzo di Internet da casa
nel 2014 (Eurostat, 2015). I campioni presi in analisi sono persone dai 16 ai 74 anni. Attraverso
un rapido sguardo i paesi dell’Europa meridionale, tra cui Grecia (66 %), Portogallo (65 %),
Italia (73 %), Spagna (74 %) sono i paesi in cui Internet non è diffuso tanto quanto nei paesi
nordici o centrali d’Europa, tra cui Francia (83 %), Germania (89 %), Gran Bretagna, Svezia e
Finlandia (90 %), Norvegia e Danimarca (93 %) , Islanda e Paesi Bassi (96 %).
Nell’istogramma (figura 3) viene rappresentato il medesimo aspetto biennalmente in
Italia nel decennio 20042014.(Eurostat, 2015)
La crescita appare di notevole intensità se viene considerato che nel 2004 l’accesso ad internet da
casa è solo del 34 % e dieci anni dopo sale più del doppio, al 73 %10.
Figura 3. Connessione Internet da Casa in Italia 20042014
L’evoluzione tecnologica rappresenta l’unica certezza mondiale del futuro prossimo. Lo
studente, quindi, «per contribuire attivamente e consapevolmente alla costruzione della
conoscenza, deve poter sviluppare metacompetenze, che gli consentano, in un’ottica europea, di
muoversi con consapevolezza riflessiva» nei contesti meno regolati della società “liquida” della
conoscenza, organizzata attraverso le neotecnologie.
10
Dal 1° Marzo 2012 è in esecuzione l’agenda digitale italiana: un insieme di <<azioni e norme per lo sviluppo delle
tecnologie, dell'innovazione e dell'economia digitale>> (Agenzia per l’Italia digitale, 2014). Essa appartiene a una delle
principali iniziative promosse dall’Unione Europea nella strategia Europa 2020, che fissa alcuni obiettivi come lo
sviluppo di infrastrutture (“piano nazionale Banda ultra larga”) e competenze digitali entro il 2020.
19
2.3. Dispositivi digitali nella scuola italiana
L’introduzione di dispositivi digitali nella scuola è un’opera di recente formazione. Negli
ultimi anni la diffusione del computer è diventata capillare attraverso la costruzione di laboratori
multimediali, in cui gli insegnanti dirigono gli studenti per alcuni approfondimenti o progetti,
che si tramutano in sporadiche occasioni per lo studente di creazione e sviluppo delle
competenze digitali.
Ancora più recente è la diffusione della LIM (lavagna interattiva multimediale) con schermo
webcam
touch e , grazie a un Progetto del piano nazionale scuola digitale (PNSD) finanziato dal
Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca (MIUR). La LIM sostituisce la lavagna in
ardesia e il più comune “gessetto” per far spazio a pennarelli appositi alla scrittura e alla
cancellazione, rappresentando il primo vero esempio di digitalizzazione delle scuole. Per merito
di questi finanziamenti per la lavagna digitale, un numero maggiore di studenti sarà in grado di
beneficiare delle qualità di questo strumento. La LIM ha i privilegi di essere un computer dallo
schermo di grandi dimensioni: può navigare in internet, visualizzare video e salvare nuovi
documenti in un formato esportabile e digitale di facile diffusione.
tablet
Il passaggio alla LIM può facilitare anche la diffusione di strumenti personali quali ,
notebook e smartphone nelle classi 2.0. Tuttavia oltre alle difficoltà finanziarie di acquisto, non
esistono ancora risultati didattici consolidati sull’adozione di questi mezzi nelle aule. Il dibattito
a riguardo appare ancora molto aperto, in particolare sull’utilizzo del tablet, che senza i
presupposti pedagogici adatti per sfruttarne le potenzialità, dirotterebbe l’attenzione degli
apprendenti (Gui, 2014).
Le ricadute sulla didattica devono tener conto di molteplici fattori e partire dalla
concezione che «la tecnologia deve essere al servizio dello studente e dell’insegnante, cioè
dell’uomo, mai il contrario» (Freddi, 2012), secondo la lineaguida dell’usare per imparare
anziché dell’imparare ad usare. (Paper, 1994)
Secondo il pedagogista Jonassen le tecnologie fino ad ora sono state utilizzate come “nastri
trasportatori” di informazioni; ma da sole non bastano per determinare l’apprendimento degli
20
allievi. «Non si apprende leggendo o ascoltando, ma facendo» afferma Jonassen in un’intervista.
Le tecnologie non facilitano l’apprendimento, ma richiedono l’impegno e un uso critico.
Equivalgono a strumenti cognitivi, che rinforzano le abilità conoscitive, e sostengono chi
apprende nel pensare in modo significativo e ad essere padrone della propria conoscenza,
piuttosto che riprodurre quella dell'insegnante. (Marconato, 2005)
2.4. Apprendimento rovesciato :l’insegnamento incontra le nuove tecnologie
Il
Flipped Learning è un approccio pedagogico nel quale l’istruzione diretta si sposta da uno
spazio d’apprendimento di gruppo ad uno spazio di apprendimento individuale, e il risultante
spazio di gruppo è trasformato in un ambiente d’apprendimento dinamico, interattivo dove
l’educatore guida gli studenti mentre applicano concetti e si impegnano creativamente
sull’argomento.(Flipped Learning Network, 2014)11
L’insegnamento capovolto nasce negli Stati Uniti d’America nel 2007 ad opera di Bergmann e
Sams, due docenti della scuola superiore di Woodland Park (Colorado), che registrano le lezioni
di Chimica attraverso una videocamera per permettere agli studenti di frequentare a distanza e
ridurre il numero di assenze. Nel 2012, dopo essersi diffuso in altre scuole, pubblicano il
flipped
“manifesto” dell’apprendimento Flip Your Classroom
nel libro dal titolo , dove vengono
svelati i benefici anche per l’apprendimento delle lingue straniere, che può avvenire in modo
comunicativo e pratico, facendo conversazioni, leggendo testi di letteratura e producendo storie
nella lingua di destinazione. La classe capovolta prevede il rovesciamento della tradizionale
lezione frontale (figura 1), a favore di una didattica attiva della lezione posteriore (Freinet,
1978):
[...] viene spesso definito semplicisticamente come “lavoroscuola a casa e lavorocasa a
scuola”. In realtà il nuovo modello d’istruzione è un approccio che permette agli insegnanti di
leaders
implementare una metodologia o varie metodologie, nella classe. I dell’insegnamento
capovolto distinguono inoltre tra Flipped learning
Flipped Classroom (classe capovolta) e .
Questi termini non sono intercambiabili. Capovolgere una classe può, ma non necessariamente,
portare all’insegnamento capovolto. Molti insegnanti potrebbero già capovolgere la classe
11
La definizione di Flipped Learning è stata scritta dai membri della Flipped Learning Network : Aaron Sams, Jon
Bergmann, Kristin Daniels, Brian Bennet, Helaine W. Marshall, Ph.D., and Kari M. Arfstrom, Ph.D., direttore
esecutivo, con il supporto addizionale degli educatori Flipped, che hanno esperito il modello. Il testo è stato da me
tradotto per una maggiore comprensione.
21
grazie agli studenti che leggono un testo fuori la classe, guardano video supplementari, o
risolvono problemi addizionali, ma per dedicarsi all’insegnamento capovolto, gli insegnanti
devono incorporare i quattro parametri della
FLIP nella pratica.(Flipped Learning Network,
2014)
FLIP:
F per
Flexible Enviroment (ambiente d’apprendimento flessibile), L per
Learning
Culture (apprendere la cultura),
I per
Intentional Content (contenuti intenzionali),
P per
Professional Educator
(Educatore professionale)
Figura 1. Dalla lezione frontale a quella capovolta
Il tempo per ogni materia, dopo aver subito una brusca diminuzione con la riforma
Gelmini (2010), si dilata e viene utilizzato per lo sviluppo di competenze trasversali e
disciplinari. Le lezioni, costituite da video, immagini, registrazioni audio, testi elettronici che lo
studente apprende a casa con i propri tempi e ritmi, diventano disponibili digitalmente per gli
assenti e possono essere seguite a casa dai genitori. La classe diventa un laboratorio didattico,
coach
dove il docente si trasforma in , che stimola la partecipazione, e leader socioemozionale,
che predispone le risorse, monitora e valuta l’apprendimento constantemente. Al discente è
richiesta una partecipazione attiva nel consultare l’insegnante, utilizzare le tecnologie,
confrontarsi con i compagni e cooperare con loro nelle consegne conferite dall’insegnante. Si
condivide, si ricerca, si produce e si presentano al gruppo classe tutte le conoscenze preparate a
casa attraverso il materiale accessibile online: videocast prodotti dallo stesso insegnante o trovati
nella rete web. I neo compiti a casa sono caratterizzati da informazioni essenziali sul tema,
links
accompagnati da istruzioni, procedure e utili per lo svolgimento della consegna.
Questa forma d’insegnamento, che all’apparenza può sembrare rivoluzionaria, affonda le
sue radici sull’attivismo pedagogico che, − collegato al connettivismo di George Siemens,
22
all’apprendimento esperenziale di David Kolb e al costruttivismo di David Jonassen (Galimberi,
2012) − da John Dewey teorizzava una scuola caratterizzata da: un curriculum “pensante” diretto
verso una comprensione profonda degli argomenti; un’apprendimento cooperativo all’interno del
gruppo classe; un piano di studi interdisciplinare e multidisciplinare; progetti, portfolio e altri tipi
di consegne che sfidassero i discenti a integrare idee e dimostrare le loro capacità (Smith et al.,
2005). Quando si parla di classe capovolta non vengono proposti nuovi concetti bensì un nuovo
approccio all’insegnamento, che motiva gli insegnanti a portare la tecnologia in classe attraverso
l’uso di video e gruppi classe virtuali come Moodle12 e altri strumenti (Hertz, 2012).
La lezione frontale viene vanificata, perché fonte di perdita di concentrazione nell’alunno; di
fuga delle nozioni che non rimangono impresse nella memoria; di esaurimento del tempo da
impiegare per domande; di un ascolto passivo; della costruzione dell’immagine di un’insegnante
onnipresente e superiore, depositario di un sapere inaccessibile e inviolabile; di sfiducia dello
studente verso la materia e quella dell’insegnante verso lo studente. Questi limiti sono ormai
consolidati da anni di ricerche (Gibbs, 19811; Bligh, 1998; Brandford, Brown e Cocking, 1999;
flipped learning
Butchart, Handfield e Restall, 2009). In Italia la metodologia del non ha ancora i
presupposti specifici per essere implementata su larga scala e sono poche le sperimentazioni in
atto − come ad esempio le lezioni di inglese della Prof.ssa Laura Cimetta13 del Liceo Grigoletti di
Pordenone.
2.4.1. “Flippare”una lezione di letteratura straniera
Si è pensato di utilizzare l’EAS (Episodio di Apprendimento Situato) del Professore
Rivoltella, suddiviso in tre momenti : preparatorio, operativo e ristrutturativo. Si tratta di una
didattica : della tecnologia − insegnare come si usa − ; con la tecnologia − usarla per insegnare −
; nella tecnologia − l’ambiente di apprendimento si realizza attraverso essa − . L’EAS prevede
12
Modular ObjectOriented Dynamic Learning Environment
Moodle (acronimo di ,
ambiente per l'apprendimento
modulare, dinamico, orientato ad oggetti) è un ambiente informatico per la gestione di corsi, basato sull'ideologia
costruzionista secondo la quale ogni apprendimento sarebbe facilitato dalla produzione di oggetti tangibili (fonte
Wikipedia).
13
La Professoressa Cimetta comunica con i suoi allievi utilizzando un blog (<http://www.lacimetta.com/>) e
Schoolology per sondare i progressi del gruppo classe virtuale − simile a Moodle, ma in Inglese −.
23
tre fasi, durante le quali sia docente che discente sono impegnati a pieno regime
nell’elaborazione del sapere. Se ne presentano le linee generali nella seguente tabella.
24
La fase preparatoria è la più importante perchè vede il docente a lavoro sulla fissazione
dell’obiettivo didattico, da cui dipendono le sorti del successo della presentazione dell’opera
letteraria, del tema antropologico, dell’autore al gruppo classe. L’esperienza vissuta dagli
studenti nella vita quotidiana «è il cuore di questa fase ma necessita di alcuni strumenti
“interpretativi” perchè possa essere proficuamente messa in relazione con la riflessione e il
miglioramento della persona» (Bricchetto, 2013). Il punto di partenza di questa fase deve avere
come quesito: quello che spiego è in relazione con quello che lo studente “ha dentro”? (ibidem).
Costruire un EAS in Letteratura straniera14 (e in altre materie di studio) rappresenta una sfida,
accettata soltanto da pochi insegnanti. Il risultato finale dell’EAS è sconosciuto ma «l’idea del
“montaggio culturale” è intrigante. Essa ci restituisce un’immagine della scuola come di una
bottega e del lavoro cognitivo come di un’attività artiginale», dove i pezzi della cultura vengono
smontati e rimontati (Rivoltella, 2013).
2.5. Apprendimento linguistico attraverso il blog
La definizione di Web 2.0 viene popolarizzata da Tim O’Reilly, fondatore della O’Reilly
Media, durante una conferenza tenutasi nel 2004:
Web 2.0 is the network as platform, spanning all connected devices; Web 2.0 applications are
those that make the most of the intrinsic advantages of that platform: delivering software as a
continuallyupdated service that gets better the more people use it, consuming and remixing
data from multiple sources, including individual users, while providing their own data and
services in a form that allows remixing by others, creating network effects through an
“architecture of participation,” and going beyond the page metaphor of Web 1.0 to deliver rich
user experiences (O’Reilly, 2005).
Stando a O’Reilly il Web 2.0 è caratterizzato da creatività, condivisione e collaborazione, grazie
alle quali si genera “un’architettura di partecipazione”, secondo uno schema (figura 2) che si
immagina di questo tipo:
14
Nel capito III viene costruito un progetto didattico sul modello EAS.
25
Figura 2. L’architettura di partecipazione alla base del Web 2.0
26
1. Il blog dell’insegnante
(Tutor blog) è un portale, dove vengono messi a disposizione dello
studente i compiti a casa e i siti web (contentbased websites learning) per la ricerca di
nuovi testi letterari; sprona gli studenti a scrivere un commento attraverso domande o
proporre nuove tematiche per la lezione del giorno dopo, oltre che rappresentare una
fonte per lo studio individuale nella pluralità di contenuti disponibili.
2. Il blog dello studente
(Learner blog) è una pagina di uno o piccoli gruppi di apprendenti.
Sono utili per lo scambio di opinioni sul romanzo o di poesie lette in classe o a casa, ma
anche per lo sviluppo di progetti collettivi in un’atmosfera di apprendimento collettivo.
Lo studente può utilizzare questo spazio per la pratica nella produzione di testi personali
e per ricevere
feedback sui suoi pezzi, oltre che per sviluppare competenze di ricerca di
fonti.
Class Blog
3. Il blog di classe ( ) nasce come spazio di condivisione degli obiettivi raggiunti
dalla classe. Può essere utile per pubblicare messaggi, immagini e collegamenti per
arricchire un dibattito già aperto in classe o per una nuova tematica presentata in classe.
Inoltre può essere occasione di apertura a scambi internazionali.
L’utilizzo di queste risorse oltre che ampliare le competenze linguistiche può essere utilizzato
durante l’insegnamento di lettaratura in lingua straniera (si veda il Blog dello studente e/o quello
di classe) nell’ottica del costruttivismo sociale.
2.5.1. La #Letteratura attraverso Twitter
Twitter15 è il più conosciuto e utilizzato microblog del pianeta. La sua interfaccia semplice e
intuitiva rende Twitter meno dispersivo di Facebook, da cui si distanzia per il “rapporto di
reciprocità” (Bencivenni, 2013). Possiamo infatti essere
followers tanto del nostro scrittore
preferito quanto del nostro professore, senza la distinzione tra “diventare fan” e “essere in
amicizia”. Twitter ci permette, oltre che cercare le persone più stimate, anche di scovare le
tematiche, le parole pubblicate e gli hashtag
più interessanti. L’hashtag è “parola o frase
15
Come Facebook, Twitter è un social network proveniente dagli Stati Uniti, che conta ancora pochi iscritti in Italia
we are social (
secondo i dati del sito web http://wearesocial.it/) il 41 % degli italiani possiede un account, contro il 91
% di Facebook. https://twitter.com/
Per accedervi basta digitare su Internet il link e iscriversi inserendo i dati richiesti.
27
preceduta dal simbolo cancelletto (#), che permette di contrassegnare i messaggi con una parola
chiave utile a classificarli, rendendoli facilmente reperibili agli utenti interessati all’argomento”
(Garzanti online, 2015)16. L’aspetto caratterizzante di Twitter come microblog è il limite della
lunghezza di ogni post, che non può superare i 140 caratteri (figura 3).
Figura 3. Modello di
Tweet
L’estrema sintesi di ogni post costringe ad “organizzare bene pensieri e parole, aiutando a
cristallizzare i concetti nella mente” (Bencivenni, 2013). Questa limitazione diventa in realtà un
vantaggio perché lo studente evita di cadere nella prolissità e deve prestare attenzione all’uso
preciso delle parole scelte.
Per inserire Twitter nella classe di letteratura è indispensabile che gli studenti si registrino
tweets17
con nuovi account specifici per la letteratura, così da avere accesso ai di letteratura senza
la distrazione di quelli privati. Kunze dell’Università dello Stato della Luisiana ha utilizzato
Twitter per l’insegnamento della letteratura Americana ed ha invididuato cinque possibili
approcci:
● Adattamento letterario
Dopo la lettura del testo, il discente viene esortato ad adattare l’intero testo o un frammento
verso una serie di
tweets di massimo 140 caratteri ognuno. L’adattamento al limite di caratteri
produce nella ripetizione della storia un genere completamente nuovo del testo letterario e
sviluppa la chiarezza del contenuto. Il genere della poesia, caratterizzato dalla stessa precisione e
16
De Agostini spa, 2015, in <
http://www.garzantilinguistica.it/>
17
Tweet
La parola si riferisce al testo pubblicato via Twitter.
28
tweets
brevità, potrebbe portare alla riflessione : i costituiscono un poema in prosa, o un nuovo
genere narrativo?
● Gioco di ruolo
Il discente viene incoraggiato a riscrivere la storia attraverso la prospettiva di uno dei
tweets
personaggi. I in questo caso vengono utilizzati anche per una maggiore focalizzazione sui
cambiamenti del personaggio nel corso della storia. Gli studenti, impersonificando uno dei
personaggi della storia, possono creare un account Twitter, che avrà la fotoprofilo e una piccola
biografia allegata. Il profilo può essere presentato dallo studente in classe. Questo esercizio
permette di contrastare ciò che lo psicologo americano Elkind definisce “l’egocentrismo
adolescente”, ovvero l’incapacità degli adolescenti di distinguere tra ciò che gli altri pensano di
loro e ciò che le persone pensano realmente.
● Antefatto & Seguito
Un approccio produttivo per gli studenti si trova nel ricercare lo scopo del testo, che può essere
tweets
trascritto attraverso una breve produzione narrativa (dagli 8 ai 12 ) riguardo gli eventi
accaduti prima dell’inizio o dopo la conclusione di un libro. Da una parte, fornendo un antefatto,
il discente comprende i momenti clou della narrazione e la caratterizzazione di un personaggio
nel corso della storia. Dall’altra parte, occupandosi di un seguito della storia, il discente
immagina come i personaggi proseguiranno le loro vite e che fine faranno. Tale strategia
risponde alle domande di studenti curiosi sulle storie lette a cui l’insegnante evita di rispondere
e sviluppa la consapevolezza che il testo non appartiene soltanto all’autore, ma anche al lettore, il
quale produce nuovi significati e interpretazioni.
● Impressioni del lettore
L’apprendente registra le impressioni sul testo durante il processo di lettura. Si può avvalere
della linea guida, chiamata QQC (Jones, 2011) dall’inglese, sta per Quotation, Question, e
Commento ovvero pubblicare attraversi un
tweet la citazione preferita, una domanda e/o un
commento sul testo che si sta leggendo. Grazie all’aiuto dell’insegnante il lettore può liberarsi di
dubbi o perplessità e condividere con gli altri le parti del libro migliori.
● Lezione streaming in classe
29
Scegliendo un’hashtag unico per la classe (ad esempio: #lettingl2015, che sta per
letteratura inglese 2015) è possibile far interagire attraverso i loro dispositivi personali gli
tweets
studenti, che come compiti a casa sottopongono a domanda i del testo analizzato e letto
pubblicati dai compagni di classe. È possibile quindi svolgere in seguito una lezione in classe
attraverso una proiezione in
streaming sulla LIM dei compiti svolti dal discente. Durante la
proiezione lo schermo della LIM è suddiviso in due parti: da una parte gli aggiornamenti di
Twitter sotto l’hashtag (es.#lettingl2015) e dall’altra la presentazione del concetto spiegato
dall’insegnante. In alternativa, se non si dispone delle tecnologie adeguate, l’insegnate può
selezionare le pagine di Twitter che vuole utilizzare a lezione, stamparle e distribuirle in classe.
La lezione viene conclusa da un dibattito sui temi emersi tra gli alunni e l’insegnante, che riveste
il ruolo di moderatore.
2.6. La competenza digitale
La parola competenza deriva dal latino
compĕtentĭa
(simmetria, proporzione), sostantivo del
competĕre
verbo competo
(competere), che deriva dal latino tardo cum
, formato da e
peto
(chiedere, dirigersi)
. L’etimologia del termine sembra discostarsi dalla connotazione che
“competenza” assume nel linguaggio comune, ossia quella di sapere e essere capaci di fare
qualcosa. In campo didattico la competenza è quell’insieme di capacità personali e
metodologiche, che l’insegnante mette a servizio del discente e che il discente deve dimostrare di
aver acquisito per ottenere la promozione. In questo senso il termine si lega alla sua etimologia
originaria: il chiedere e il dirigersi dell’insegnate verso il discente e viceversa nell’armonia del
gruppo classe.
Una parte costitutiva dell’EAS è, come già descritto, l’utilizzo delle tecnologie come strumento a
fini didattici. Per questo la competenza digitale è fondamentale. Nella Raccomandazione del
18.12.2006 secondo il Parlamento Europeo essa consiste
[...] nel saper utilizzare, con dimestichezza e spirito critico, le tecnologie della società
dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata
dalle abilità di base nelle TIC (Tecnologie di Informazione e di Comunicazione): l’uso del
computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni
nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet.
30
Un anno dopo, il MIUR, con il DM 139 del 22.08.2007, recepisce la Raccomandazione europea
e la introduce tra le competenze chiave di cittadinanza. La competenza digitale, che sia studenti
sia docenti devono possedere, sono pertanto: saper usare i dispositivi tecnici (TIC), saper
consumare criticamente le informazioni del WEB e saper produrre e pubblicare
responsabilmente i contenuti (Rivoltella, 2013).
31
CAPITOLO TERZO
3. Simulazione di un percorso didattico
Si procede con l’elaborazione di un percorso didattico atto a simulare un ipotetico uso del
flipped teaching utilizzando il modello EAS, che è stato presentato da Pier Cesare Rivoltella nel
libro Fare Didattica con gli EAS
, nell’insegnamento di un racconto di Edgar Allan Poe dal titolo
The TellTale Heart
, di Letteratura americana. Si illustrano i tre momenti diversi del modello
EAS : fase preparatoria, operativa e ristrutturativa.
Si ricorda che ogni procedimento descritto non è mai stato messo in pratica nella realtà e che
ad hoc
qualsiasi allegato è stato creato per l’occasione a scopo illustrativo.
3.1. Un’esperienza di EAS per l’analisi del racconto
The TellTale Heart di Edgar Allan
Poe.
Si ipotizza una lezione sul modello EAS ad una classe di studenti del quinto Liceo
linguistico, che possiede conoscenze linguistiche di una lingua straniera e competenze di analisi
di un testo in lingua straniera più approfondite rispetto ai colleghi di altri indirizzi di studio. Per
questo motivo la lezione e il materiale messo a disposizione sarà interamente in inglese.
L’argomento dell’EAS è incentrato sul genere “gotico” e si analizza un racconto dello scrittore
americano Edgar Allan Poe, uno degli esponenti del gotico del XIX secolo.
3.1.1. La fase preparatoria
In primo luogo si procede con la progettazione del primo momento, la fase preparatoria
(designed). L’insegnante conosce bene il testo che somministra agli studenti e pianifica
un’azione di rinforzo linguistico per facilitare la lettura del testo in lingua originale. La parte
fondamentale, affinché un testo possa essere letto e capito, è la sua morfologia verbale. In un
programma di quinto Liceo linguistico l’illustrazione della morfologia verbale inglese è ultimata
32
nella sua interezza. L’insegnante può optare per una lezione in classe di ripasso delle forme
verbali presenti nel testo di Poe (
simple past, past perfect, past perfect continous) o dare per
compito a casa il ripasso delle suddette forme verbali.
Il secondo passo è volto a far emergere le rappresentazioni mentali e le esperienze personali
degli studenti riguardo il genere Gotico. Viene spiegato che tale genere è antecedente
horror
dell’ detective stories
, del giallo e della attuali. Successivamente si dà spazio agli studenti,
che raccontano alcuni tra gli episodi personali misteriosi o polizieschi del vivere quotidiano. Il
tempo di tale attività è ben speso se viene attentamente connesso al nuovo contenuto che
l’insegnante sta per spiegare. Se ad esempio un discente racconta di aver vissuto come
protagonista la vista di spiriti in una vecchia casa colonica abbandonata e di esserne stato
terrorizzato, non si deve deridere l’episodio, ma spiegare che tra gli elementi principali del
genere Gotico ci sono il “terrore” e “l’orrore” e che tra i più famosi racconti che Poe scrisse, c’è
The Fall of the House of Usher
un racconto intitolato , ambientato in una casa dove il
protagonista crede di vedere degli occhi al posto delle finestre e di sentire voci terrificanti.
L’insegnante presenta la storia del genere nato nel XVIII secolo in opposizione alla razionalità
dell’Età dei Lumi. Il Gotico appartiene alla tradizione letteraria nordica di lingua inglese e si è
diffuso sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti d’America, da dove proviene uno dei massimi
esponenti del Gotico del XIX secolo: Edgar Allan Poe.
Il passo successivo consente un giro di ricognizione intorno il tema attraverso una mappa
concettuale fornita dall’insegnante, che viene mostrata di seguito (figura 1):
33
Figura 1. Mappa concettuale sul Gotico, costruita usando
bubbl.us
(https://bubbl.us)
Grazie a questo mezzo lo studente focalizza l’attenzione sull’oggetto di lavoro, escludendo i filtri
interpretativi soggettivi emersi precedentemente.
Si prosegue dando agli studenti i compiti a casa. Lo studio del glossario è uno di questi incarichi.
in itinere
Esso contiene le parolechiave, che vengono menzionate . In questo modo lo studente
34
familiarizza con il linguaggio dell’EAS e amplia il lessico personale (Ferrari, 2013). Il glossario
18
Google Drive19
viene condiviso con gli studenti via internet attraverso la piattaforma , dove si
trova una cartella condivisa e accessibile a tutta la classe.
La fase preparatoria si conclude con la lettura in lingua originale della
short story dal titolo
The
TellTale Heart20 di Edgar Allan Poe
, che sarà oggetto di analisi nella fase successiva.
file
L’insegnante condivide il del testo con la classe inserendolo nella cartella condivisa di
Google Drive e introduce gli studenti alla pagina Twitter di letteratura attraverso la LIM in
classe.
Inoltre lo studente ricerca la biografia e le opere dell’autore, che gli serviranno in classe nella
fase successiva, quella operativa.
3.1.2. La fase operativa
Il momento operatorio è quello dedicato alla produzione e alla condivisione di ciò che si
(designing)
produce . Per questo motivo si presta ad essere la fase più lontana dalle abitudini
didattiche tradizionali. (fonte?)
Dopo aver letto il racconto a casa, lo studente senza l’aiuto di altri inizia l’operazione di
comprensione del testo. Per questo motivo l’iscrizione a Twitter è fondamentale perchè mette in
connessione lo studente con l’insegnante, che apre e guida il dibattito sull’opera nella pagina
Web. Nella seguente immagine si presenta la prima pagina di questo microblog (figura 2),
composta da immagine profilo, immagine copertina, nome del gruppo e numero di post
pubblicati.
18
Per il glossario e lavoro di confronto terminologico si veda allegato 1.
19
Per Google Drive (https://drive.google.com).
20
Per il racconto integrale si veda allegato 2.
35
Figura 1. Profilo Twitter “Literature Class” creato dall’insegnante, che ha allestito la pagina secondo il tema della
lezione in atto: Edgar Allan Poe e il suo racconto “The TellTale Heart”
Inoltre, su Twitter lo studente risponde alle domande e commenta video e immagini (figura 3),
condivise dall’insegnante.
Figura 3. Immagini e video di varie interpretazioni del racconto “The TellTale Heart”, pubblicate e
proposte dall’insegnante allo studente
36
In questo processo didattico viene utilizzata la tecnica di impressione del lettore (QQC), che si
screenshots
illustra in altri del profilo (figura 4):
post
Figura 4. I pubblicati dall’insegnante sul profilo Twitter, dove tutti gli studenti devono partecipare con l’hashtag
“#lettingl2015”
Durante la prima iniziativa da proporre in aula si suddivide la classe in gruppi per favorire sì il
cooperative learning ma anche per coprire la vastità dell’argomento e toccare tutti i punti
fondamentali negli orari a disposizione.
Inizia il lavoro sull’analisi testuale, che non prevede le modalità della lezione tradizionale. I
personaggi, le figure retoriche, la struttura grammaticale e le tecniche narrative devono essere
ricercate nel testo dagli studenti, a cui viene consegnata una scheda di lavoro21 , che li orienti nel
mare magnum dell’analisi testuale. La scheda deve essere compilata in classe, singolarmente o in
gruppo. Pertanto il docende deve intervenire quando l’allievo si scoraggia o non è in grado di
procedere.
21
Allegato 3. Schedaracconto da un’idea di Enrica Bricchetto.
37
3.1.3. La fase ristrutturativa
Nell’ultimo momento, quello ristrutturativo si sviluppano due azioni didattiche:
discussione e pubblicazione
(Redesigning) (Carenzio, 2013)
. Per discutere vengono adoperate
checklist22
due tipologie di attività. La prima prevede la preparazione di una da parte
dell’insegnante per ascoltare le restituzioni degli studenti, che illustrano il lavoro svolto
sull’opera. Si inizia con la lezione streaming in classe dei
tweets presentando sulla LIM i
post
sotto l’hashtag “#lettingl2015”, mentre l’insegnante valuta gli elementi emersi. Dopo aver
spuntato nella checklist i punti adeguatamente trattati dal gruppo classe, l’insegnante deve
concentrarsi sui temi del gotico non emersi, per discuterli con una lezione a posteriori, che colmi
le mancanze.
La seconda attività prevede un confronto tra passato e presente, osservando come si è evoluto nel
tempo il genere in letteratura. Può essere utile un
brainstorming per sintetizzare e ripassare le
nozioni apprese.
L’EAS si chiude con la pubblicazione, che prevede la condivisione del materiale creato su
internet attraverso un blog, che l’insegnante ha realizzato per esporre tutte le conclusioni di ogni
EAS svolto. In questo modo l’allievo ha sempre a disposizione il programma svolto durante tutto
l’anno scolastico o degli anni passati. Infine il materiale proposto (il glossario, la
schedaracconto, la mappa concettuale e la checklist) può essere condiviso su
Google Drive con
tutta la classe, che troverà disponibile l’occorrente ad ogni ripasso. Questo dà vita ad un vero e
proprio
Eportfolio, di cui lo studente usufruisce per un lavoro di collegamento e “affiliazione”
con le altre discipline.
Inoltre, parlando di un quinto Liceo linguistico, esso è utile per il ripasso in vista dell’esame di
Stato.
22
Allegato 4. CheckList sul Gotico
38
Allegato 1
Glossary
uncanny (n/adj): Strange, and mysteriously unsettling (as if supernatural); weird.
Mental disorder (n) : Any of the various diseases affecting the mind onset by brain
damage or genetics.
Suspence (n) :the pleasurable emotion of anticipation and excitement regarding the
outcome or climax of a book, film etc.
Supernatural (n/adj):Above nature.
Horror (n/adj):An intense painful emotion of fear or repugnance.
Terror (adj) : Intense dread, fright, or fear.
Short Story (n): A work of fiction that is shorter than a novel. Characterized by solidity
and coherence. It can be divided into three sections: complication, resolution, evaluation.
Addressee (n): The person to which something, such as a letter or message, is addressed
or sent.
Vocabolary Comparison:
➢ Supernatural vs fantasy
➢ Horror vs Terror
Source:
● http://en.wiktionary.org/wiki
39
Allegato 2
THE TELLTALE HEART.
——
TRUE! — nervous — very, very dreadfully nervous I had been, and am; but why will you
say that I am mad? The disease had sharpened my senses — not destroyed — not dulled them.
Above all was the sense of hearing acute. I heard all things in the heaven and in the earth. I heard
many things in hell. How, then, am I mad? Harken! and observe how healthily — how calmly I
can tell you the whole story.
It is impossible to say how first the idea entered my brain; but, once conceived, it haunted me
day and night. Object there was none. Passion there was none. I loved the old man. He had never
wronged me. He had never given me insult. For his gold I had no desire. I think it was his eye!
— yes, it was this! He had the eye of a vulture — a pale blue eye, with a film over it. Whenever
it fell upon me, my blood ran cold; and so, by degrees — very gradually — I made up my mind
to take the life of the old man, and thus rid myself of the eye forever.
Now this is the point. You fancy me mad. Madmen know nothing. But you should have seen
me . You should have seen how wisely I proceeded — with what caution — with what foresight
— with what dissimulation I went to work! I was never kinder to the old man than during the
whole week before I killed him. And every night, about midnight, I turned the latch of his door
and opened it — oh so gently! And then, when I had made an opening sufficient for my head, I
first put in a dark lantern, all closed, closed, so that no light shone out, and then I thrust in my
head. Oh, you would have laughed to see how cunningly I thrust it in! I moved it slowly — very,
very slowly, so that I might not disturb the old man’s sleep. It took me an hour to place my
whole head within the opening so far that I could see the old man as he lay upon his bed. Ha! —
would a madman have been so wise as this? And then, when my head was well in the room, I
undid the lantern cautiously — oh, so cautiously (for the hinges creaked) — I undid it just so
much that a single thin ray fell upon the vulture eye. And this I did for seven long nights —
every night just at midnight — but I found the eye always closed; and so it was impossible to do
the work; for it was not the old man who vexed me, but his Evil Eye. And every morning, when
the day broke, I went boldly into his chamber, and spoke courageously to him, calling him by
name in a hearty tone, and inquiring how he has passed the night. So you see he would have been
a very profound old man, indeed, to suspect that every night, just at twelve, I looked in upon him
while he slept.
Upon the eighth night I was more than usually cautious in opening the door. A watch’s
minutehand moves more quickly than did mine. Never, before that night, had I felt the extent of
my own powers — of my sagacity. I could scarcely contain my feelings of triumph. To think that
40
there I was, opening the door, little by little, and the old man not even to dream of my secret
deeds or thoughts. I fairly chuckled at the idea. And perhaps the old man heard me; for he moved
in the bed suddenly, as if startled. Now you may think that I drew back — but no. His room was
as black as pitch with the thick darkness, (for the shutters were close fastened, through fear of
robbers,) and so I knew that he could not see the opening of the door, and I kept on pushing it
steadily, steadily.
I had got my head in, und [[and]] was about to open the lantern, when my thumb slipped
upon the tin fastening, and the old man sprang up in bed, crying out — “Who’s there?”
I kept quite still and said nothing. For another hour I did not move a muscle, and in the
meantime I did not hear the old man lie down. He was still sitting up in the bed, listening; — just
as I have done, night after night, hearkening to the deathwatches in the wall.
Presently I heard a slight groan, and I knew that it was the groan of mortal terror. It was not a
groan of pain, or of grief — oh, no! — it was the low, stifled sound that arises from the bottom
of the soul when overcharged with awe . I knew the sound well. Many a night, just at midnight,
when all the world slept, it has welled up from my own bosom, deepening, with its dreadful
echo, the terrors that distracted me. I say I knew it well. I knew what the old man felt, and pitied
him, although I chuckled at heart. I knew that he had been lying awake ever since the first slight
noise, when he had turned in the bed. His fears had been, ever since, growing upon him. He had
been trying to fancy them causeless, but could not. He had been saying to himself — “It is
nothing but the wind in the chimney — it is only a mouse crossing the floor,” or “it is merely a
cricket which has made a single chirp.” Yes, he had been trying to comfort himself with these
suppositions; but he had found all in vain. All in vain: because death, in approaching the old man
had stalked with his black shadow before him, and the shadow had now reached and enveloped
the victim. And it was the mournful influence of the unperceived shadow that caused him to feel
— although he neither saw nor heard me — to feel the presence of my head within the room.
When I had waited a long time, very patiently, without hearing the old man lie down, I
resolved to open a little — a very, very little crevice in the lantern. So I opened it — you cannot
imagine how stealthily, stealthily — until, at length, a single dim ray, like the thread of the
spider, shot from out the crevice and fell full upon the vulture eye.
It was open — wide, wide open — and I grew furious as I gazed upon it. I saw it with perfect
distinctness — all a dull blue, with a hideous veil over it that chilled the very marrow in my
bones; but I could see nothing else of the old man’s face or person; for I had directed the ray, as
if by instinct, precisely upon the damned spot.
And now — have I not told you that what you mistake for madness is but over acuteness of
the senses? — now, I say, there came to my ears a low, dull, quick sound — much such a sound
as a watch makes when enveloped in cotton . I knew that sound well, too. It was the beating of
the old man’s heart. It increased my fury, as the beating of a drum stimulates the soldier into
courage.
41
But even yet I refrained and kept still. I scarcely breathed. I held the lantern motionless. I
tried how steadily I could maintain the ray upon the eye. Meantime the hellish tattoo of the heart
increased. It grew quicker, and louder and louder every instant. The old man’s terror must have
been extreme! It grew louder, I say, louder every moment: — do you mark me well? I have told
you that I am nervous: — so I am. And now, at the dead hour of the night, and amid the dreadful
silence of that old house, so strange a noise as this excited me to uncontrollable wrath. Yet, for
some minutes longer, I refrained and kept still. But the beating grew louder, louder! I thought the
heart must burst! And now a new anxiety seized me — the sound would be heard by a neighbor!
The old man’s hour had come! With a loud yell, I threw open the lantern and leaped into the
room. He shrieked once — once only. In an instant I dragged him to the floor, and pulled the
heavy bed over him. I then sat upon the bed and smiled gaily, to find the deed so far done. But,
for many minutes, the heart beat on, with a muffled sound. This, however, did not vex me; it
would not be heard through the walls. At length it ceased. The old man was dead. I removed the
bed and examined the corpse. Yes, he was stone, stone dead. I placed my hand upon the heart
and held it there many minutes. There was no pulsation. The old man was stone dead. His eye
would trouble me no more.
If, still, you think me mad, you will think so no longer when I describe the wise precautions I
took for the concealment of the body. The night waned, and I worked hastily, but in silence. First
of all I dismembered the corpse. I cut off the head and the arms and the legs. [page 31:] I then
took up three planks from the flooring of the chamber, and deposited all between the scantlings. I
then replaced the boards so cleverly, so cunningly, that no human eye — not even his — could
have detected anything wrong. There was nothing to wash out — no stain of any kind — no
bloodspot whatever. I had been too wary for that. A tub had caught all — ha! ha!
When I had made an end of these labors, it was four o‘clock — still dark as midnight. As the
bell sounded the hour, there came a knocking at the street door. I went down to open it with a
light heart, — for what had I
now to fear? There entered three men, who introduced themselves,
with perfect suavity, as officers of the police. A shriek had been heard by a neighbor during the
night; suspicion of foul play had been aroused; information had been lodged at the policeoffice,
and they (the officers) had been deputed to search the premises.
I smiled, — for what had I to fear? I bade the gentlemen welcome. The shriek, I said, was my
own in a dream. The old man, I mentioned, was absent in the country. I took my visiters all over
the house. I bade them search — search well. I led them, at length, to
his chamber. I showed
them his treasures, secure, undisturbed. In the enthusiasm of my confidence, I brought chairs into
the room, and desired them here to rest from their fatigues; while I myself, in the wild audacity
of my perfect triumph, placed my own seat upon the very spot beneath which reposed the corpse
of the victim.
The officers were satisfied. My manner had convinced them. I was singularly at ease. They
sat, and, while I answered cheerily, they chatted of familiar things. But, ere long, I felt myself
getting pale and wished them gone. My head ached, and I fancied a ringing in my ears: but still
42
they sat and still chatted. The ringing became more distinct: I talked more freely, to get rid of the
feeling; but it continued and gained definiteness — until, at length, I found that the noise was not
within my ears.
No doubt I now grew very pale; — but I talked more fluently, and with a heightened voice.
Yet the sound increased — and what could I do? It was a low, dull, quick sound — much such a
sound as a watch makes when enveloped in cotton . I gasped for breath — and yet the officers
heard it not. I talked more quickly — more vehemently; — but the noise steadily increased. I
arose, and argued about trifles, in a high key and with violent gesticulations; — but the noise
steadily increased. Why would they not be gone? I paced the floor to and fro, with heavy strides,
as if excited to fury by the observations of the men; — but the noise steadily increased. Oh God!
what could I do? I foamed — I raved — I swore! I swung the chair upon which I had sat, and
grated it upon the boards; — but the noise arose over all and continually increased. It grew
louder — louder — louder!
And still the men chatted pleasantly, and smiled. Was it possible they
heard not? Almighty God! — no, no! They heard! — they suspected! — they knew! — they were
making a mockery of my horror! — this I thought, and this I think. But anything [[was]] better
than this agony! Anything was more tolerable than this derision! I could bear those hypocritical
smiles no longer! I felt that I must scream or die! — and now — again! — hark! louder! louder!
louder! louder ! —
“Villains!” I shrieked, “dissemble no more! I admit the deed! — tear up the planks! — here,
here! — it is the beating of his hideous heart!”
43
Allegato 3
The TellTale Heart by
Analysis of Edgar Allan Poe
Name and Surname…………………………….Group.………………………………………
Introduction (subjctive impression and hypothesis)
1. If you had to rate the story on a scale of 110, what would it be? Why?
2. Give your personal reaction and comments.
The analysis
1. In one sentence, summarize the plot.
2. What subject does the story examine? (What does the story seem to be worried about?)
3. Where is the climax or turning point(s) in the story? Give examples.
4. How does the setting (environment as well as objects) support the theme?
5. What is the narrative point of view? What seems to be the addresseee?
6. What is the author's attitude toward his or her main character? What adjectives, metaphors, or
similes are used to describe that character?
7. Choose any one sentence from the story that seems to you particularly significant (for any
reason) and copy it, identifying the paragraph. Then explain the reason for your choice.
8. List the characters of the Story. Start with the main character and continue in order of
importance.
9. Analyse the main character as much as you can. Is there any links between the Telltale Heart
and the main character?
10. Try to divide the text into three sections and find the complication, the resolution and the
evaluation. Those sections are typical of one sort of text. Which one?
Comparison
1. Can you connect elements of this story to another text you've read or movie you've seen?
2. Compare the story to others you have read.
44
Allegato 4
Checklist:
○ Definizione di Uncanny
○ Luoghi del Gotico
○ Gotico del XVIII
○ Gotico del XIX
○ Edgar Allan Poe: presentazione autore
○ Edgar Allan Poe: il racconto Eleonor
○ Trama The TellTale Heart
○ Personaggio principale: caratterizzazione
○ Personaggio secondario: caratterizzazione
○ Significato simbolico del racconto
○ Analisi testuale pragramatica :
○ Autore (Autore reale, Narratore)
○ Destinatario
○ Canale di distribuzione e Mezzo
○ Funzione del testo e obiettivo autoriale
○ Analisi testuale superficiale:
○ Layout
○ Tipo di carattere
○ Punteggiatura
○ Analisi testuale tematica:
○ Nucleo tematico
○ Sviluppo tematico (Complicazione, risoluzione, giudizio)
○ Analisi testuale grammaticale:
○ Lessico (Figure retoriche)
○ Morfologia verbale
○ Confronto intertestuale : tra testo e altri testi
○ Confronto intertestuale : tra testo e il genere testuale
45
Glossario
ELearning
○ Account
:
in informatica, indica quell'insieme di funzionalità, strumenti e contenuti
attribuiti ad un nome utente in determinati contesti operativi, spesso in siti web o per
usufruire di determinati servizi su Internet.
○ Cloud Computing
: insieme di tecnologie che consentono l’archiviazione, l’elaborazione
dei dati e la virtualizzazione in rete nell’architettura tipica del Web 2.0
○ Cooperative learning
: Apprendimento cooperativo, in gruppo
○ Digital divide
: La diatriba tra Digital Immigrants e Digital Natives
○ EAS
: Episodio d’apprendimento situato, che utilizza le tecnologie multimediali e internet
○ EPortfolio
: Raccolta di artefatti in formato elettronico, ovvero consultabile da dispositivi
elettronici, quali computer, tablet e smartphone.
○ File
: Documento informatico
○ Flipped teaching
: insegnamento rovesciato
○ HTML
: tipo di linguaggio di scrittura di pagine Web
○ LIM
: Lavagna interattiva multimediale
○ Moodle
: apprendimento modulare, dinamico, orientato ad oggetti
○ Multitasking
: attività multioperativa, ovvero svolgere più di un compito
contemporaneamente. Proprio di un dispositivo mobile quando riesce ad utilizzare più di
un programma alla volta.
○ Screenshot
: Immagine scattata in un preciso istante sullo schermo del computer
○ TIC
: Acronimo per Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
○ Web 2.0 file
: Creazione, collaborazione e condivisione di via Internet
46
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