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LA GRANDE GUIDA AI

MONDIALI 2010
Una produzione
Fantagazzetta.com

Progetto Grafico
Nino Ragosta

Hanno Collaborato
(in ordine alfabetico)

- Simone Alpi
- Andrea Ammannati
- Ciro Avventurato
- Marco Bonserio
- Dario Stipa Carotenuto
- Manuela Cinus
- Luigi Cutolo
- Andrea De Pasquale
- Alfredo De Vuono
- Marco Gay
- Cosimo Lanuzza
- Fabio Mauro Giambò
- Valentino Iorio
- Alberto Russo
- Paolo Russo
- Nicola Sbetti
- Fabrizio Felice Scoglio
- Alessandro Silvestri

Foto: Getty Images

DATA PRIMA
PUBBLICAZIONE ON-LINE
01 GIUGNO 2010

“Fantagazzetta” è un marchio
registrato Quadronica s.r.l.

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Ci sono sogni che a volte si avverano
ed altre no;
obiettivi che talvolta si realizzano
ed altre volte vengono degradati
al rango di desideri.

Grazie ad ognuno di voi,


meravigliosi utenti di Fantagazzetta,
i nostri sogni ed i nostri obiettivi
cominciano a combaciare
e ad unirsi in un unico flusso di energia che non
smette di portare nuovi successi.

È grazie a tutti voi che noi esistiamo


e continueremo a sognare e farvi sognare.

Nino Ragosta
M
ontevideo, 30 luglio 1930 - I giocato-
ri dell’Uruguay sono raggiunti dalla
folla mentre effettuano un trionfale
giro d’onore dopo la vittoria per 4-2 contro
l’argentina.
Da sinistra: L.Andrade, L.Fernandez,
J.Nasazzi, E-Ballesteros e P.Dorado che ha
in mano un trofeo simbolico. La coppa verrà
infatti consegnata durante la cena con il
presidente della FIFA Jules Rimet
(Foto Popperfoto / Getty Images)

Ciak si inizia !

L
a bellissima storia dei Mondiali di cal- Nonostante le motivazioni sopracitate non tut-
cio inizia il 13 luglio del 1930, giorno in ti gli europei accettano la scelta della Fifa. Il
cui a Montevideo prende il via la prima viaggio è troppo lungo e sfibrante e poche
edizione. L’idea di un torneo mondiale per na- federazioni possono permetterselo. I club dei
zionali risale già al 1904 – anno di fondazione professionisti non hanno poi alcuna intenzione
della FIFA – ma solamente dopo il Congresso di pagare atleti e i dilettanti non possono per-
di Amsterdam del 1928 il campionato viene uf- mettersi di perdere il posto di lavoro. E’ così che
ficialmente organizzato e viene scelto come il 5 luglio, insieme alla coppa e alla delegazio-
sede della manifestazione l’Uruguay, il picco- ne della Fifa, sbarcano dal transatlantico “Conte
lo paese sudamericano che veniva dalla doppia Verde” solamente le delegazioni di Francia, Bel-
vittoria olimpica del 1924 e del 1928. gio, Jugoslavia e Romania. Rimet aveva dovuto
utilizzare tutto il proprio prestigio per costituire la
A supporto dei meriti calcistici, l’Uruguay era in- selezione francese e in Romania lo stesso ave-
dubbiamente infatti la maggior potenza calcisti- va fatto il re Carol, grande appassionato di sport.
ca al mondo in quel momento: la designazione
uruguayana viene scelta anche per celebrare
il centenario dalla sua indipendenza e dalla di- Alla fine sono così 13 le nazionali che marciano
chiarazione costituente. per le strade di Montevideo per la sfilata inau-
gurale.
Il torneo, che si disputa dal 13 al 30 luglio, viene

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inaugurato da Lucient Laurent che, nell’incontro che vede la Francia prevalere sul per Messico 4 a 1, realizza il pri-
mo goal della storia dei Mondiali. Curiosità vuole che l’unica rete dei messicani venga segnata proprio a Laurent,
che era stato durante la partita retrocesso in porta per sopperire all’infortunio del portiere Thépot.

Questa prima edizione mostra come era lecito aspettarselo un calcio ancora acerbo, il gioco individuale prevale
infatti sui tatticismi e le squadre adottano in gran parte il cosiddetto “Metodo danubiano” ossia un modulo ad “albero
di natale” rovesciato.

La formula dei raggruppamenti adottata è molto semplice, le 13 squadre vengono divise in un gruppo da 4 e altri 3
da 3 squadre e le prime di ogni gruppo si classificano per le semifinali. Ad avere la meglio e approdare in semifinale
sono l’Argentina, l’Uruguay padrone di casa, gli Stati Uniti e la Jugoslavia, capace quest’ultima di battere un Brasile
penalizzato dal boicottaggio dei giocatori del campionato Paulista.

L’Uruguay e l’Argentina, entrambi finaliste nella finale olimpica di Amsterdam due anni prima, hanno la meglio su Ju-
goslavia e Stati Uniti con l’identico punteggio di 6-1 ed approdano entrambe alla prima storica finale dei Campionati
del Mondo, una finale caratterizzata da una rivalità storica esistente già da anni. I timori di scontri fanno sì che le
autorità riducano la capienza dello stadio e malgrado molti tifosi argentini - fra i quali fu anche riconosciuto qualche
esponente della criminalità organizzata - attraversino il nebbioso Rio de la Plata con coltelli pistole petardi e morta-
retti, la finale viene giocata davanti a un pubblico sostanzialmente disciplinato e tranquillo.

I padroni di casa nonostante la pesante assenza del formidabile portiere Mazali, cacciato dal ritiro e escluso dai
mondiali perché si era incontrato con la moglie, si impongono sugli acerrimi rivali per 4 a 2 grazie alle reti di Dorado,
Cea, Iriarte e Castro decretando così l’Uruguay come la prima nazionale campione del mondo della storia.
Mentre l’intero stadio intona l’inno nazionale Rimet può così consegnare la prima Coppa del mondo (che era stata
scolpita dall’orafo Abel La Fleur) a capitan Nasazzi, in tutto il paese viene dichiarata così festa nazionale mentre in
Argentina l’ambasciata uruguayana viene presa a sassate.

L’eco del primo campionato mondiale giunge debole in Europa, Mitteleuropei e Italiani si consolano della loro assen-
za organizzando la “Coppa Internazionale”, quadrangolare vinto dalla nostra nazionale contro Ungheria, Austria e
Cecoslovacchia, massimi esponenti del calcio danubiano.

Con la pittoresca manifestazione in terra uruguayana (gli arbitri dirigevano le partite in giacca e cravatta con calzoni
alla zuava) caratterizzata dai problemi tipici che hanno le grandi novità, inizia così questa lunga e bellissima sto-
ria che verrà raccontata nelle prossime pagine. Buona lettura!

L’arbitro della finale, il belga Langenus, diede l’assenso ad arbitrare l’incontro solo due
Totale partite giocate: 18 ore prima dell’inizio a causa del clima di tensione. Minacciato di morte pretese un’as-
Numero di gol: 70 sicurazione sulla vita e una nave pronta a salpare subito dopo la fine dell’incontro.
Media gol a partita: 3,89 Hector Castro, colui che nella finalissima aveva realizzato l’ultima rete, era mon-
Capocannoniere: G.Stabile (Arg) 8 co della mano destra a causa di un incidente sul lavoro all’età di tredici anni.
R
oma, 10 giugno 1934 - La squadra
Italiana posa prima della finalissima
con la Cecoslovacchia vinta per 2-1
ai supplementari. Al centro, con la bandiera
Giuseppe Meazza
(Foto AFP/Getty Images )

I Mondiali dell’Italia fascista

L
a Federazione italiana, incaricata di or-
ganizzare la seconda edizione del cam- Alla seconda Coppa del Mondo aderisco-
pionato del mondo, corona un desiderio no 32 delle 50 nazioni affiliate alla FIFA.
del regime fascista. Le nostre strutture calci- Scontate le assenze della Federazione urugua-
stiche sono di prim’ordine, seconde sole a gia campione in carica, in seguito alle vicende
quelle inglesi e, con la raggiunta stabilità interna del ‘30, al pari dell’Inghilterra ancora in guerra
del regime fascista e la scelta di Mussolini di far con la FIFA, della quale non riconosce l’autori-
parte del fronte comune antigermanico (scelta tà. La sola sorpresa dei turni eliminatori deriva
poi rivista, come tristemente noto), la decisione dall’imprevedibile esclusione della Jugoslavia
della Fifa fu nel complesso meritata. (giunta terza quattro anni prima in Uruguay), a
favore di Romania e Svizzera.

S
La situazione politica in Europa è in piena ebol-
lizione: gli omicidi politici di Alessandro di Jugo- edici formazioni dunque prendono par-
slavia e del ministro degli esteri francese Jean te alla fase finale. Dodici europee, tre
Louis Barthou a Marsiglia e la «notte dei lunghi americane ed una africana.
coltelli» in seno al partito nazista, non impedi- I favori del pronostico che indicano l’Austria e la
scono a centinaia di migliaia di persone di assi- Cecoslovacchia come probabili finaliste tengono
stere alle partite della competizione mondiale o, in dovuta considerazione anche la Spagna di Za-
altrimenti, di seguirle via radio per tramite della mora e la Germania di Szepan e Conen. Quanto
voce di Nicolò Carosio. alle sudamericane Argentina e Brasile, esse

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prendono parte alla competizione con squadre composte da dilettanti per il rifiuto delle società di concedere i
migliori elementi alle selezioni nazionali; c’è il timore fondato che i calciatori non tornino dall’Europa (cosa avvenuta
alle olimpiadi di Amsterdam nel ‘28).
Agli azzurri la stampa continentale non concede molto in sede di pronostico, anche per l’avvento di Vittorio Pozzo
alla carica di Commissario Unico della Nazionale. Da tempo si tentava di riportare nell’ambiente della nazionale
Pozzo, che dopo una breve parentesi nella federazione, aveva preferito un più remunerativo lavoro di funzionario
alla Pirelli di Milano. Da tempo non seguiva neanche più le partite del campionato (“per non cedere alla tentazione”),
ma le insistenze della federazione alla fine hanno ragione della sua ritrosia e, pur a condizione di mantenere il lavoro
alla Pirelli, l’ex allenatore di Torino e Milan accetta di allenare temporaneamente la nazionale. In realtà quello che
erroneamente riteneva essere un impegno di pochi mesi, durò quasi vent’anni. Un record assoluto.

Al di là dei tratti del carattere chiuso, Vittorio Pozzo è un tecnico all’avanguardia; usa infatti informarsi minuziosa-
mente del calcio di ogni nazione e studia attentamente la psicologia degli uomini da mandare in campo. Tutore della
disciplina e dell’amor di patria, è un uomo in perfetta sintonia con il suo tempo; cionondimeno, i successi del calcio
azzurro di quegli anni nascono anche dalla razzia di talenti calcistici sudamericani: sfruttando il riconoscimento della
doppia nazionalità agli emigranti e ai discendenti, il calcio azzurro si trova a poter disporre di autentici fuoriclasse che
consentono alla nostra rappresentativa un notevole salto di qualità. Ma a pochi mesi dal mondiale arriva una netta
sconfitta con gli austriaci a consigliar prudenza.

La situazione politica internazionale suggerisce prudenza, ma il sorteggio per gli accoppiamenti degli ottavi non
viene pilotato. E’ per pura fortuna dunque che la prima giornata di gare non offre scontri atti a pregiudicare il pacifico
prosieguo del torneo. Uniche difficoltà vengono dal confronto tra Austria e Francia a Torino, ma solo in minima parte
di natura politica. I favoriti austriaci, infatti, trovano molte difficoltà nell’affrontare la Francia schierata con lo schema
WM e solo la disputa dei supplementari sancisce il 3-2 e la vittoria dei danubiani.
L’Italia ha facilmente la meglio sugli Stati Uniti (3 reti di Schiavio) e le uniche, e abbastanza relative, sorprese sono
determinate dalla eliminazione di Argentina e Brasile che del resto schieravano formazioni di secondo piano.
Agli ottavi arrivano Italia, Cecoslovacchia, Germania, Austria, Spagna, Svizzera, Svezia e Ungheria.

I quarti promettono scintille in campo sopratutto nei derby tra le “danubiane” Austria e Ungheria e le “latine” Italia e
Spagna. Ostacolo durissimo la Spagna di Zamora.
La partita, caratterizzata dal gioco rude dei difensori, si risolve con un pareggio per 1-1 dopo 120’ di lotta. Si rende
necessario un altro incontro; a distanza di ventiquattrore, Pozzo si limita a quattro sostituzioni. Più rimaneggiati i
“rossi”, forse, c’è chi mormora, per ordini politici, forse perché i tifosi fiorentini, stazionando tutta la notte davanti
all’albergo che ospitava gli iberici con trombe e tamburi, impediscono alle ‘furie rosse’ il sonno che meritavano.
Comunque, pur pesantemente rimaneggiati nella formazione, gli spagnoli non concedono alcun respiro agli azzurri:
la fatica pesa sulla precisione nelle conclusioni dei ragazzi di Pozzo che passano alle semifinali solo con il minimo
punteggio, scaturito da un gol nel primo tempo di Meazza.

Gli altri incontri dei quarti vedono l’Austria prevalere sui tradizionali avversari ungheresi dopo una dura battaglia di-
sputata ai limiti della correttezza. Facile invece la vittoria dei tedeschi di Otto Nerz sulla Svezia. L’ultima sfida vede i
rossocrociati svizzeri ad un passo dall’eliminare la favorita Cecoslovacchia, che prevale con un misero 3-2.

Austria-Italia e Cecoslovacchia-Germania sono gli accoppiamenti delle semifinali.


Quattro nazionali per tre modi distinti di concepire la tattica del gioco: la Germania schierata a WM e quindi orientata
sulla strada anglosassone; Austria e Cecoslovacchia e il loro gioco danubiano: manovra in linea e fitta ragnatela di
corti passaggi con il centromediano che appoggia l’attacco ed il centravanti leggermente arretrato per lanciare le
mezze ali deputate al gol; infine l’Italia e il metodo uruguagio e cioè centromediano arcigno in fase difensiva e ca-
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pace di rilanciare il gioco con lunghi passaggi e mezze ali arretrate rispetto alla prima linea. In fase difensiva, mediani
sulle ali e due terzini liberi da marcature, pronti a spazzare l’area e spezzare le trame offensive.

E’ l’ora delle semifinali.


La prima non offre sorprese. Nessuno scampo per i tedeschi: gli uomini di Otto Nerz, pur forti di una condizione fisica
ottimale, non riescono ad infrangere la cortina fittissima di manovre messe in opera da Svoboda e compagni. La diffe-
renza la fa Oldrich Nejedly, attaccante tecnico e opportunista, grande figura dello Sparta Praga, che con una tripletta
mette fine ai sogni tedeschi e si assicura il trofeo di capocannoniere.

L’altra semifinale, fra Italia e Austria, si gioca a Milano il 3 Giugno. Partita tiratissima, combattuta sul filo dell’equilibrio
e decisa da un gol che in molti giudicano irregolare; è il 19’ e, sfruttando una indecisione del portiere austriaco Platzer
successiva ad un tiro di Schiavio, Guaita riesce nella deviazione vincente. Ma prima dell’intervento decisivo dell’ala
oriunda, Meazza, cadendo, ostacola il portiere austriaco impedendogli un possibile recupero del pallone. L’arbitro non
interviene e, anche per non aver concesso un paio di presunti rigori, viene poi definito codardo dalla stampa viennese.
Ogni sforzo degli austriaci per agguantare il pareggio è vano nonostante Sindelar si rende protagoni-
sta di una partita esemplare. Combi è grandissimo in diverse occasioni e nell’unica occasione in cui è bat-
tuto, proprio allo scadere, è Sindelar, «der Wiener Fussball Idol», sfiancato anche dal gioco duro dei no-
stri difensori, a fallire una deviazione a portiere battuto che avrebbe portato il match ai supplementari.

Tocca a Italia e Cecoslovacchia dunque disputarsi la statuetta d’oro.

La finale ha luogo allo Stadio Nazionale dì Roma il 10 giugno.


Gli azzurri sono nervosi e non vanno oltre un paio di tiri di Meazza e Schiavio cui si oppone l’ottimo portiere dei rossi
Planika.

A metà della seconda frazione le cose si complicarono ulteriormente per i padroni di casa, poiché i cechi passano
in vantaggio con un tiro ad effetto scagliato da posizione decentrata da Puc che inganna Combi. Paradossalmente
quell’episodio sveglia dal letargo agonistico gli azzurri. Cambiati di posizione Schiavio (sfinito) e Guaita che passa al
centro, Pozzo si pone dietro la rete boema per incitare i suoi e il pareggio arriva in soli dieci minuti grazie ad un tiro a
mezz’altezza di Orsi.
Si va ai supplementari e stavolta a fare la differenza è Schiavio (all’ultima apparizione azzurra), che raccoglie i frutti
di un azione corale battendo Planika con un tocco ravvicinato. E’ una mazzata che i cechi non s’attendevano visto il
maggior logorio degli azzurri. Quella squadra dall’enorme talento non è più in grado di riproporre le manovre ubriacanti
che hanno tenuto banco nella prima ora di gioco. L’Italia conquista così la sua prima coppa Rimet.

Su quella vittoria azzurra si scatenò una caccia alle streghe sui media europei. In particolare fu la stampa francese
a descrivere il clima come “intollerabile”, definendo parziale l’operato degli arbitri e raccontando di pressioni politiche
sulle ambasciate per piegare gli avversari dell’Italia.
Al di là delle tesi dei transalpini, la seconda edizione della Coppa del Mondo confermò l’atteggiamento di favore da
parte degli arbitri per la rappresentativa di casa, ma va anche detto che per vincere il titolo gli azzurri non si avvantag-
giarono con alcun accoppiamento di comodo: Austria Spagna e Cecoslovacchia erano le squadre più competitive del
torneo e gli italiani dovettero soffrire parecchio per averne ragione.

La coppa Rimet non fu l’unico trofeo alzato dai ragazzi di Vittorio Pozzo, la propa-
Partite giocate: 17 ganda fascista volle che la squadra vincitrice sollevasse anche “la coppa del duce”
Gol segnati: 70 un trofeo molto più sfarzoso della statuetta forgiata nel 1930 dall’orafo Abel La Fleur.
Media Gol: 4,12 Ogni azzurro ebbe in premio 20.000 lire: a quei tempi si poteva acquistare un ap-
Capocannoniere: Nejedly (Cec) 5 partamento a Milano
P arigi, 19 giugno 1938, Italia Ungheria 4-2. La
squadra festeggia dopo aver conquistato per
la seconda volta consecutiva il titolo.
(Foto Popperfoto/Getty Images )

Uno spiraglio di pace in un clima di tempesta

I
n un Europa sconvolta da drammatici con- manifestazione al livello delle precedenti per or-
trasti politici, i delegati della FIFA, convenuti ganizzazione e numero degli spettatori.
a Berlino nel ‘36, in occasione del torneo
Olimpico vinto clamorosamente dall’Italia, de-
cidono di non tener conto della clausola che
stabilisce la designazione quadriennale alter-
F rancia e Italia accedono alla fase finale di-
rettamente per il nuovo principio introdotto
della qualificazione diretta per nazionale deten-
nata tra Europa e Sudamerica e, premiando gli trice e ospite. Altre 13 Federazioni (l’Austria, già
indiscutibili meriti di Jules Rimet, assegnano qualificata, è costretta al ritiro) concorrono alla
l’organizzazione della Coppa alla Federazione competizione senza dar luogo a eliminazioni cla-
francese, rigettando la candidatura argentina. morose. Dal continente americano giungono le
sole Brasile e Cuba, mentre l’Inghilterra continua

L a guerra incide già in Spagna, che è nel


pieno dramma della Guerra Civile e nell’Au-
stria annessa al terzo Reich nazista. Si moltipli-
la sua guerra alla FIFA; l’Argentina non partecipa
in segno di protesta per la mancata assegnazio-
ne e l’Uruguay rimane fedele al comportamento
cano i trattati e le alleanze per arginare l’espan- di rappresaglia assunto nel ‘34. Sono defezioni
sionismo del nazionalsocialismo tedesco. La importanti che pesano notevolmente sul presti-
Gran Bretagna riconosce la sovranità italiana gio della Coppa del Mondo. Piu’ dell’Argentina
sull’Abissinia e Mussolini, di rimando, si impe- e dell’Uruguay, pesa l’assenza delle britanni-
gna a ritirare i volontari italiani dalla Guerra Ci- che ed in particolare dell’Inghilterra: il ruolo
vile spagnola. Hitler è in Italia in maggio, in cer- di prima potenza calcistica gli era riconosciuto
ca di alleanze, ma non ottiene quel che cerca. praticamente da tutti.
Quando torna in patria assume il ministero delle
Forze Armate: la Grande Guerra è alle porte.

L a Francia è in piena crisi istituzionale; l’eco-


nomia è in crisi e il governo radicale di Da-
E ’ presente invece il Brasile con una formazio-
ne agguerrita, pronta a riscattare la lezione
del ‘34. La rappresentanza europea che sconta
ladier è costretto a chiedere i pieni poteri per l’assenza di Jugoslavia e Spagna (a causa del-
riassestare le strutture. Tutto ciò non im- la guerra civile) è molto competitiva: Ungheria e
pedisce ai francesi di organizzare una Cecoslovacchia sono indicate come grandi favo-
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rite al pari della nazionale azzurra di Pozzo e della Grande Germania che, annessa l’Austria, convoca nove austriaci
(alcuni di origine ebrea) mentre i primi lager nazisti vengono aperti dal Reich. Di questi i titolari saranno tre, ma non
c’è il più forte di tutti, il Mozart del calcio, l’uomo capace in 90minuti di umiliare la nazionale ungherese con 3 reti e
5 assist: Matthias Sindelar. Lui si è negato, adducendo problemi al ginocchio (che portava sempre fasciato), dopo
aver segnato nell’ultima amichevole tra Austria e Germania in presenza del fuhrer. Il selezionatore tedesco, Sepp
Herberger, dirà poi: «Mi accorsi che c’erano altri motivi per cui non voleva giocare e io decisi di lasciarlo in pace,
anche se sapevo che era ancora il più forte». Oltre ad aver deciso quel match, Sindelar fu tra i pochi a non alzare il
braccio al termine della partita. Pagherà con la vita qualche mese dopo, vicino al suo corpo quello di una ragazza
italiana. Ma questa è un’altra storia.

I mondiali cominciano col botto: la Svizzera, tutta difesa e contropiede, fa fuori proprio la Germania. Il tentativo di
fondere due scuole diverse (tedesca e austriaca) da vita ad un gioco confuso e lento e i rossocrociati prevalgono
nella ripetizione del match d’esordio finito in parità. Tocca poi alla Romania subire un umiliante eliminazione da
parte dei cubani, nella ripetizione di un match finito in pareggio (3-3) dopo i primi 120’. Le sorprese finiscono qui:
la Francia fa fuori il Belgio, la Cecoslovacchia ne segna 3 (ma nei supplementari) all’Olanda, l’Ungheria 6 alle In-
die Olandesi, mentre il Brasile ha la meglio sulla Polonia al termine di una battaglia entusiasmante e fortemente
indirizzata dall’andamento delle condizioni meteorologiche: col campo asciutto i latinoamericani avevano inflitto un
perentorio 3-1 in 45 minuti, grazie alla buona vena di Leonidas. Nell’intervallo un improvviso temporale infradicia il
terreno di gioco. L’arbitro nega ai brasiliani la possibilità di giocare scalzi e i polacchi fanno valere l’abitudine
a correre e manovrare sul terreno fangoso e la maggiore fisicità, incarnata perfettamente in Ernest Willimowski,
il gigante biondo, che riesce a spingere i suoi ai supplementari sul risultato di 4-4. Torna il sole e Leonidas ne fa
due, Willimowski un altro (il quarto) e la partita termina così 6-5 per i brasiliani. Per completare il tabellone dei
quarti manca solo la vincente tra Italia e Norvegia (la Svezia, sorteggiata con l’Austria, è di fatto già ai quarti).
La partita si gioca in una bolgia. A Marsiglia sono stati fatti confluire non meno di una decina di migliaia di italiani
dissidenti che prendono a fischiare la nazionale e ad insultare i giocatori che, guidati da Pozzo, sfidano la platea con
un doppio saluto romano.

O ltre al contesto, a complicare la vita ai favoriti azzurri, si aggiunge il gioco all’inglese della Norvegia, veloce e
solido. I norvegesi marcano stretto, giocano d’anticipo, ed entrati in possesso di palla scagliano fiondate verso
Arne Brustad (un lungagnone potente col vizio del gol) che conclude la fase d’attacco. I 90 minuti si concludono sull’1-
1 per le reti di Ferraris e dello stesso Brustad (cui viene annullato un secondo gol allo scadere per sospetto offside).
Si rendono necessari i supplementari ed è Piola a fissare il punteggio sul 2-1, con un gol di rapina. Il migliore dei
nostri è Olivieri, autore di formidabili parate sui potenti tiri dei norvegesi e l’Italia vince grazie ai singoli e alla fortuna.
Sulla strada degli azzurri c’è ora l’ambiziosa Francia. Davanti ai 60.000 accorsi a Parigi, l’Italia offre una presta-
zione perfetta testimoniata dal 3-1 finale. La Svezia liquida per 8-0 Cuba e l’Ungheria per 2-0 la Svizzera. L’ultimo
quarto vede il confronto tra Brasile e Cecoslovacchia. Si gioca a Bordeaux, capitale del rugby francese e il match
ne richiama più la rudezza che la correttezza. La partita termina 1-1 per le reti di Leonidas e Neyedly, che pareggia
su rigore nonostante un piede fratturato (andrà in ospedale subito dopo la marcatura). Sul campo è battaglia, ne
escono acciaccati praticamente tutti, in molti finiscono in ospedale e altri espulsi. Alla ripetizione del match, due gior-
ni dopo, i cechi si ritrovano senza il portiere Planika (spalla fratturata) e Neyedly (già capocannoniere dell’edizione
del ‘34). Il Brasile ricorre al turn over: confermati solo Leonidas e il portiere Walter. Il Brasile soffre nuovamente la
marcatura stretta dei cechi che passano in vantaggio prima di cedere nel finale. Il 2-1 firmato Leonidas e Roberto
apre ai brasiliani la strada delle semifinali. A Parigi si gioca Ungheria-Svezia. Ma la semifinale delude le attese
e dura di fatto 19’. Poi i danubiani prendono il sopravvento e schiantano con un perentorio 5 a 1 gli scandinavi.

Italia-Brasile promette maggiore equilibrio, ma i sudamericani sono alla terza partita in sei giorni e l’allenatore
Pimenta, non senza un pizzico di presunzione (testimoniata dalla prenotazione dell’unico aereo Marsiglia-Parigi in
tempo per la finalissima), tiene a riposo i fuoriclasse Leonidas e Tim. Confermata in toto la formazione che aveva
eliminato i padroni di casa, Pozzo mette in campo una squadra gagliarda, che tiene nel primo tempo e sfrutta i primi
segni di stanchezza dei verdeoro piazzando l’uno-due decisivo nel primo quarto d’ora della ripresa. I brasiliani non
vanno oltre il gol della bandiera e Pimenta è costretto a cambiare biglietto e migrare verso Bordeaux per la finalina
con la Svezia (vinta poi facilmente per 4 reti a 2).

I l 19 giugno del 1938 si ritrovano nuovamente di fronte Italia e Ungheria, una classica del calcio di questi tempi.
Davanti ad uno stadio pieno e ancora una volta decisamente ostile, Vittorio Pozzo, da abile psicologo, approfitta
della situazione stuzzicando l’orgoglio dei suoi uomini e la partita è a senso unico: alle doppiette di Piola e Colaussi
si contrappongono le reti ungheresi di Titkos e Sarosi per un 4-2 finale senza appello. E’ trionfo e anche il pubblico
si scioglie infine in un lungo tributo per gli uomini di Vittorio Pozzo, al secondo titolo consecutivo.

Il mondiale dell’Italia fu assai politicizzato e risentì molto del pesante cli-


Partite giocate: 18 ma nazionalistico che precedette lo scoppio della seconda guerra mondia-
Gol segnati: 84 le. Da un lato ci fu la propaganda e il telegramma “vincere o morire” di Mus-
Media Gol: 4,67 solini scritto agli azzurri alla vigilia dei mondiali, dall’altro i fischi e gli insulti
Capocannoniere: Leonidas (Bra) 7 degli esuli italiani antifascisti dinnanzi al saluto romano dei propri beniamini
R io de Janeiro, 16 luglio 1950 - I giocatori dell’Uru-
guay posano prima della finale al nuovissimo sta-
dio Maracana vinta contro i padroni di casa, davanti
a 200.000 spettatori allibiti, per 2-1.
(Foto Bob Thomas/Popperfoto/Getty Images)

Il disastro del Maracanà

D
opo dodici anni dovuti all’orrore della nifestazione solo perché la FIFA aveva deci-
seconda guerra mondiale riprende la so di accollarsi i costi della spedizione.
nostra storia con la quarta edizione
dei Campionati del Mondo svoltisi in Brasile nel Al via si presentano 13 squadre e a causa dei
1950. forfait di India, Scozia e Turchia le nazionali ri-
La designazione del paese sudamericano era manenti vengono divise in maniera bizzarra: due
obbligata dal momento che l’Europa era im- gruppi da 4 squadre, uno da 3 e uno addirittura
pegnata nella difficile ricostruzione postbellica da 2 composto solamente da Uruguay e Bolivia.
così si era preferito ripartire dal Brasile piutto- L’Italia si presenta guidata senza un allena-
sto che rischiare di avere uno stop ulteriore del tore ma da una commissione tecnica capita-
torneo. nata dal presidente Novo e composta anche da
L’elenco dei paesi partecipanti viene con- Bardelli, Copernico e Biancone. Gli azzurri ven-
dizionato dalle precarie condizione econo- gono inseriti nel girone da tre insieme a Svezia
miche di molti Paesi che ancora portano i se- e Paraguay e nell’esordio contro gli scandinavi,
gni del conflitto mondiale più alcune Nazionali nonostante il vantaggio iniziale segnato da Ca-
escluse d’ufficio come Germania e Giappone rapellese, gli Azzurri vengono rimontati e battuti
(cosa questa accaduta anche in occasione del- per 3-2 (inutile la rete della bandiera di Mucci-
le Olimpiadi di Londra del 1948). Alcune nazio- nelli).
nali come la Scozia e l’India avevano poi rifiuta- Nel secondo incontro del girone la Svezia pareg-
to di partecipare e l’Italia campione in carica gia contro il Paraguay per 2-2 e si assicura così
aveva deciso di prender parte alla ma- la promozione per le semifinali mentre all’Italia

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non resta che chiudere anzitempo il suo mondiale nella partita contro i sudamericani ottenendo un’inutile vittoria per
2-0 (a segno ancora Carapellese e Pandolfini). Il primo mondiale del dopoguerra si conclude così in maniera
mediocre per gli azzurri che possono però appellarsi alla tragedia di Superga avvenuta solamente un anno prima
che aveva spazzato via il “Grande Torino” nonché fatto venir meno nove titolari della nazionale.

Per la prima e unica volta nella storia dei Mondiali la formula prevede che non ci siano semifinali e finali ma che le
quattro squadre rimaste si affrontino in un girone finale da quattro il cui esito avrebbe determinato la vincente.
Ad approdare al girone finale sono il Brasile padrone di casa, la Svezia giustiziera dell’Italia, la solida Spagna che
aveva concluso a punteggio pieno il girone contro Inghilterra, Stati Uniti e Cile; e l’Uruguay, squadra che con la Boli-
via aveva composto il girone da due e che nell’unica partita disputata aveva demolito gli avversari per 8-0.
L’ultima fase inizia con la roboante vittoria del Brasile contro la Svezia per 7-1 caratterizzata dal poker di Ademir
(futuro capocannoniere della manifestazione con nove centri) mentre nell’altro incontro della prima fase Spagna e
Uruguay pareggiano per 2-2 lanciando così i verdeoro soli in vetta al girone.
Nella seconda giornata il Brasile continua la sua marcia inarrestabile battendo per 6-1 la Spagna mentre l’Uruguay
battendo per 3-2 la Svezia si presenta all’ultimo appuntamento contro i padroni di casa in seconda posizione.
Il 16 luglio del 1950 in un Maracanà pieno in ogni ordine di posti si affrontano così il Brasile e l’Uruguay
nella gara che decide il mondiale. Ai brasiliani basta solamente un pareggio per conquistare davanti al proprio
pubblico il primo storico trofeo e tutti i pronostici lasciano presagire che l’epilogo del Mondiale sia una grandissima
festa verdeoro.
Stime ufficiali parlano di 170.000 persone presenti al Maracanà mentre più di una fonte certifica che il numero si
aggirasse intorno ai 200.000, per le strade si era già improvvisato un carnevale e la partita come era da pronostico
inizia subito con le offensive dei padroni di casa contro la porta uruguayana difesa da Maspoli.
Dopo un primo tempo finito a reti bianche ci pensa Friaca al 47’ a portare in vantaggio il Brasile e a far esplodere la
torcida al Maracanà, è l’inizio della festa.
Gli spalti sono festanti, il Brasile a cui basta un pareggio è sopra di un gol ma l’Uruguay non si scoraggia e Schiaffino
prende in mano la squadra così lo stesso “El pepe” approfittando di un’incursione sulla fascia di Ghiggia riporta il
risultato sul pari.
Nonostante il pareggio premiasse ancora i brasiliani, la rete di Schiaffino diventa un colpo micidiale per i padroni di
casa che di fatto smettono di giocare per la preoccupazione di una clamorosa beffa. Beffa che arriva al 79’ quando
Ghiggia approfitta di una distratta retroguardia avversaria e deposita in rete il pallone del 2-1 che fa calare il gelo sul
Maracanà.
I giocatori e i tifosi restano pietrificati e così al triplice fischio finale dell’arbitro nel silenzio e nell’incredulità brasiliana
l’Uruguay può alzare al cielo il secondo trofeo mondiale.

Cronache dell’epoca raccontano che al fischio finale una decina di persone morirono di infarto e le autorità brasiliane
lasciarono il palco lasciando solo Rimet a consegnare il trofeo alla “celeste”. I festeggiamenti preparati alla vigilia
erano stati rovinati dalla clamorosa vittoria dell’Uruguay e le migliaia di medaglie fatte stampare dalla Federcalcio
brasiliana in onore alla vittoria dei propri giocatori furono rimandate in fonderia. L’inno uruguayano non fu suonato
dalla banda presente e Rimet evitò il discorso di premiazione in quanto ne aveva preparato solamente uno in por-
toghese.
Mentre il Brasile viveva ciò che ancora oggi è noto come “Il disastro del Maracanà” tanto che furono pro-
clamati tre giorni di lutto nazionale, in Uruguay ci fu festa grande per le strade e i giocatori furono accolti in
patria da eroi. A chi andò decisamente male fu al decisivo Ghiggia che nel post partita fu aggredito e pestato così
si presentò alla premiazione a Montevideo con una gamba rotta e in stampelle.
Numerosi furono poi i suicidi tra i brasiliani, soprattutto da parte di coloro che avevano scommesso tutti i propri averi
nella vittoria della propria squadra, l’allenatore Flavio Costa fu costretto a scappare in Portogallo e il difensore Danilo
tentò il suicidio.

Nonostante la qualificazione, l’India non prese parte al torneo perché il regolamento


Partite giocate: 22 Fifa obbligava i giocatori a indossare le scarpe mentre abitualmente gli indiani gio-
Gol segnati: 88
cavano scalzi. Gli Indiani si rifiutarono di giocare con le scarpe e quindi rifiutarono
Media Gol: 4
Capocannoniere: Ademir (Bra) 9 di partecipare.
B erna, 4 luglio 1954 - Il capitano
della Germania, Fritz Walter, mo-
stra vittorioso la coppa del mondo ai
suoi uomini dopo la vittoria sull’Unghe-
ria per 3 a 2.
(Foto Popperfoto/Getty Images )

Il miracolo di Berna

L
a quinta edizione dei Campionati del cosa questa che gli permette di approdare allo
Mondo si svolge in Svizzera nel 1954, spareggio qualificazione dove però viene battu-
luogo designato a causa della sua neu- ta con lo stesso risultato e costretta a lasciare il
tralità politica nonché sede della FIFA che in torneo anzitempo nella prima fase. La strage di
quell’anno festeggia i propri cinquant’anni. Superga che solo cinque anni prima aveva fatto
sparire una generazione di campioni dà ancora
Ai nastri di partenza si presentono sedici squa- i suoi effetti.
dre tra cui per la prima volta la Corea del Sud, Chi invece si rende protagonista di una prima
la Turchia (che aveva eliminato al sorteggio la fase esaltante è l’Ungheria di Puskas e Koc-
Spagna), la Scozia e la Germania Ovest. sis, autrice di diciassette reti in due partite (9-0
L’Italia capitanata da Boniperti viene inserita all’esordio contro la Corea del Sud e 8-3 nella
in un girone difficile con i padroni di casa della seconda gara contro la Germania Ovest).
Svizzera, l’Inghilterra e il Belgio e le cose ini-
ziano a mettersi male già nella gara d’esordio Il Brasile e l’Uruguay, finaliste nella precedente
dove gli azzurri vengono sconfitti dalla Svizze- edizione, passano agevolmente anche loro la
ra per 2-1. prima fase concludendo il proprio raggruppa-
mento in prima posizione mentre Jugoslavia,
Nella seconda partita del girone l’Italia si ri- Austria e Germania Ovest concludono il quadro
scatta avendo la meglio per 4-1 sul Belgio, delle qualificate ai quarti.

16
17

I quarti si aprono con l’incredibile eliminazione della Svizzera padrona di casa per mano dell’Austria con un pirotecnico
7-5 mentre l’Ungheria con un netto 4-2 manda a casa il Brasile vicecampione in carica. Per 4-2 vince anche l’Uruguay
contro l’Inghilterra mentre la Germania Ovest è la quarta semifinalista grazie al successo per 2-0 sulla Jugoslavia.

La semifinale tra Ungheria e i campioni del mondo in carica dell’Uruguay sa di finale anticipata e ad avere la meglio è
ancora una volta lo squadrone ungherese sempre per 4-2 al termine dei tempi supplementari dopo che gli emozionanti
novanta minuti regolamentari si erano conclusi sul 2-2.
Ad affrontare i magiari in finale è la Germania Ovest che dopo un inizio difficile di torneo conclude in crescendo e
nella propria semifinale demolisce l’Austria con sei reti trovandosi così a disputare la prima finale della propria storia.

A Berna il 4 Luglio del 1954 tutto lascia presagire che sarà una festa ungherese dopo che Puskas e compagni a suon di
gol avevano dominato il torneo e dopo la vittoria per 8-3 nella prima fase proprio contro i tedeschi.
La partita inizia secondo le aspettative e dopo soli otto minuti Puskas e Czibor portano l’Ungheria in vantaggio per 2-0 .
Ma a questo punto accade l’incredibile, ciò che è passato alla storia come “il miracolo di Berna”: sotto 0-2 la Germania
con due reti in otto minuti riporta il risultato in parità e a sei minuti dalla fine dei tempi regolamentari Rahn segna il
clamoroso gol che consegna il titolo ai tedeschi dinanzi l’incredulità del mondo intero.

Sotto il diluvio di Berna la tenacia e la fisicità tedesca hanno la meglio sulla tecnica di quella che è considerata come
una delle squadre più forti della storia, un’impresa mitica ma dai molti lati oscuri, basti pensare il misterioso ricovero in
ospedale della squadra tedesca il giorno dopo la partita.
La vittoria della Germania in finale non è però frutto del caso, c’è da precisare che nella gara della prima fase in cui i
tedeschi avevano subito otto reti, il commissario Herberger aveva schierato una squadra piena zeppa di riserve per stu-
diare al meglio le qualità degli avversari senza scoprire le proprie carte e aveva messo in marcatura il roccioso Liebrich
su Puskas, cosa questa che aveva provocato un infortunio del giocatore ungherese dopo un intervento durissimo di
Liebrich e l’aveva costretto a saltare il resto del mondiale per infortunio salvo tornare in finale in condizioni visibilmente
precarie.

Un’edizione, quella del 1954, che si conclude con la sorpresa finale e che si contraddistingue per l’altissimo numero di
reti e per il gioco meraviglioso dell’Ungheria, orchestrato da una generazione di calciatori che resterà una meteora ma
di cui tutti gli amanti del calcio terranno un piacevole ricordo per sempre.

L’organizzazione fu “svizzera” in tutto e per tutto. Si trattò dei primi mondia-


Totale partite giocate: 26 li televisivi e l’intero torneo e il calendario furono organizzati in modo da far an-
Numero di gol: 140 dare avanti le squadre più forti e massimizzare così gli incassi. Non a caso
Media gol a partita: 5.38 i mondiali si chiusero con un attivo di circa un milione di franchi svizzeri.
Capocannoniere: Kocsis (Ung) 11
S toccolma, 29 giugno 1958 - La
squadra brasiliana esegue
un giro di campo con la bandiera
svedese dopo aver vinto la finale
per 5 a 2.
(Foto Popperfoto/Getty Images)

L’incoronazione di “O Rei”

G
iugno 1958: nella verde ed austera più nero degli azzurri è scritto. Fuori va anche
Svezia, nel pieno della breve estate l’ex vincente Uruguay, a spuntarla è inaspetta-
nordica, si gioca la sesta edizione del- tamente il Paraguay.
la Coppa del Mondo. Senza le due Nazioni che Ai nastri di partenza in pole c’è la Cecoslovac-
vincendola avrebbero potuto chiudere il discor- chia di Masopust, Novak e Pluskal, il sovracitato
so del primo ciclo della manifestazione - Italia e Brasile, l’Argentina, reduce dalle vittorie nei cam-
Uruguay - uno dei Brasile più forti della storia si pionati continentali del ‘55 e del ‘57, la Svezia di
aggiudica il torneo. Liedholm, l’Inghilterra e la Germania Ovest.

La civilissima Svezia ottenne l’organizzazione Il primo match vede di fronte proprio tedeschi
della manifestazione 4 anni prima, in virtù della ed argentini: la prestanza atletica degli europei
qualifica di paese non allineato: questa scelta, spazza via la tecnica sudamericana, i cui lampi
in tempo di guerra fredda, favorì la partecipa- di gioco si rivedono poco dopo, nella vittoria per
zione al mondiale di 51 Federazioni fra le quali 3-1 contro l’Irlanda. I “Portenhi”, però, vengo-
l’URSS ed il Regno britannico. no umiliati (1-6) dalla Cecoslovacchia nell’in-

N
contro decisivo, e vengono così accolti da
oi non partecipiamo. Nonostante una pioggia di monetine al loro ritorno in pa-
l’apparente stato di forma dei nostri tria. Alla fine, nel gruppo 1, passano Germania
club - Milan e Fiorentina su tutti - l’Ita- e Irlanda.
lia esce nei turni eliminatori, a causa del grave
equivoco tattico che aveva stravolto gli orienta- Nel gruppo 2, facile il cammino di Jugoslavia e
menti dei vivai, introducendo un certo grado di Francia, che eliminano l’accreditata Scozia: tra
specializzazione dei ruoli che chiudono la no- i Galletti, effetto suscitano i 6 gol già realizzati
stra squadra in angusti schematismi. da Just Fontaine, che sarà il capocannoniere del
A farci fuori è l’Irlanda, a Belfast: Ghiggia, torneo, e le giocate del regista “Napoleon” Kopa,
Schiaffino e Montuori non bastano, il giorno nel pieno della sua maturità, atletica e mentale.

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19

Nel 3 va fuori il Galles di John Charles, mentre l’Ungheria, vedova dei grandi del ‘54, riparati all’estero dopo i moti
del ‘56, esce battuta solo nello spareggio proprio dai gallesi. Il girone lo vince la Svezia orchestrata dalla regia im-
peccabile di Liedholm e trascinata dai gol dell’ “uccellino” Hamrin.
Lotta dura nel gruppo 4: Brasile, Inghilterra ed URSS schiacciano l’Austria, ma alla fine una di loro esce. Si segnala
proprio l’URSS di Jascin, che inchioda sul pari i britannici e poi li fa fuori nello spareggio resosi necessario poiché le
due squadre s’erano piazzate a pari punti, alle spalle del Brasile.

Delusione, dunque, per Inghilterra, Galles, Scozia e Argentina: stava affacciandosi alla ribalta un nuovo calcio, meno
romantico e più ancorato alla realtà, che però non basterà a frenare la perfezione calcistica del Brasile.
Nei quarti, accade poco o nulla, le favorite dominano le loro avversarie: Hamrin trascina la Svezia che supera
l’URSS, Fontaine - che segna un’altra doppietta - la Francia contro l’Irlanda, il giovane Pelè abbatte il Galles privo di
Charles, i tedeschi battono 1-0 la Jugoslavia.
Molto si decide in semifinale. Il Brasile, che intanto viene osannato in tutto il mondo con titoli imperiosi (“Nessuno
può battere questo Brasile”), affronta la Francia.
Mister Feola recupera Vavà, che non aveva giocato contro il Galles, e ripropone il modulo che tanto bene aveva fatto
sinora: quattro difensori sulla linea dei terzini che marcavano a zona e due centrocampisti, un laterale a sostegno
ed un interno. In avanti due attaccanti esterni che coprivano le fasce e sul centro la figura del doppio centravanti:
Vavà e Pelé. Senza possesso, l’estremo Zagalo, tatticamente intelligentissimo, svolge le mansioni del tornante.
Fin dal ‘56 i verdeoro hanno abbandonato la celebre “diagonal”, e giocano con il modulo che diviene brasiliano per
definizione: il 4-2-4. Opposti a loro, i transalpini del modulo “WM”, in cui i terminali offensivi sono proprio il mobile e
potente Just Fontaine, originario di Marrakech, e la funambolica mezzala Raymond “Kopa”, che ancora oggi, a
50 anni di distanza, si contende con Platini il ruolo di giocatore francese migliore di tutti i tempi. La partita è
bella e combattuta: Vavà porta i suoi in vantaggio dopo solo 2 minuti; Fontaine replica e pareggia dopo pochi istanti.
Arriva poi il brutto infortunio allo stopper Jocquet ed il gol spezza-gambe di Didì, che dai 35 metri trafigge il portiere
francese. La partita finisce qui: la tripletta di Pelè ed il gol di Piantoni nel finale servono solo ad inturgidire il vigore
della stella del fuoriclasse sudamericano.

L’altra semifinale oppone i padroni di casa della Svezia ai temibili tedeschi. I nordici, che dispongono dell’apporto
dei professionisti Liedholm, Gren, Hamrin, Gustavsson, Skoglund, Selmosson e Mellberg, non hanno ancora stam-
pata addosso l’etichetta di squadra omogenea. Il passaggio agevole del girone, ma soprattutto l’aver domato i russi,
sono però un biglietto da visita assai confortante per Liedholm e compagni. Gren dominava a centrocampo, dietro
l’atalantino Gustavsson dava sicurezza, davanti l’ ‘uccellino’ Hamrin a destra ed il fromboliere Skoglund davano
forte sostegno al biondo centravanti Simonsson. I tedeschi, quadrati nella loro forza ed esplosività atletica, passano
in vantaggio con Schaffer, ma è Skoglund a pareggiare, mentre Hamrin prende quota in fascia: tutto propedeutico
all’espulsione di Juskowiak, ed ai gol vittoria di Gren e dello stesso Hamrin.

L
a finale si gioca il 29 giugno 1958, Stoccolma. Feola allinea: Gylmar; Dyalma Santos, Bellini, Orlando, Nilton
Santos; Zito, Didi; Garrincha, Vavà, Pelé, Zagalo. Un impressionante undici per caratteristiche tattiche e tec-
niche, in casacca verde e pantaloncini bianchi. Raynor sceglie l’undici tipo, e propone: Svensson; Bergmark,
Axbom; Borjesson, Gustavsson, Parling; Hamrin, Gren, Simonsson, Liedholm, Skoglund.
Arbitra il francese Guigne. L’inizio è tutto dei nordici: il vantaggio, dopo soli 5 minuti, è del cartesiano Liedholm, con
un destro rasoterra. Tutto inutile, però, perchè, trascinati dal veterano Didì e dalle impressionanti folate di Garrincha,
i brasiliani trovavano il pari con Vavà dopo soli 4 minuti. Il resto è storia. Pelè, al 34’, ricevuta palla al limite, con-
trolla di destro e supera Gustavsson con un palleggio aereo, per poi trafiggere al volo di sinistro l’angolino
alla destra di Svensson.
La partita non è ancora finita, e già in Brasile si scatena la festa. Che prosegue in campo, con il secondo gol di Vavà
e di Pelè, l’unico gol mondiale del futuro selezionatore Zagalo, e l’inutile, quarto centro di Simonsson che rende
meno gravoso lo «score», che comunque si fissa sul 5-2. Si chiude qui il Mondiale. Strameritato da una squadra
inarrivabile, che lancia, per l’occasione, nell’Olimpo degli Dei del calcio l’astro nascente di Pelé, ai suoi primi
Mondiali, appena diciassettenne. Nessuna parola, se non le immagini, sarebbero in grado di descrivere l’armo-
niosità e la bellezza di quel gruppo. Rimangono le parole, qualche sfocato video in bianco e nero, ed i numeri. Da
ricordare anche questi: soprattutto nel caso di Just Fontaine, capocannoniere del torneo, che chiude regalando ai
suoi un ottimo terzo posto grazie ad un poker di reti nella finale per la medaglia d’argento. 13 gol in soli 6 match per
lui, rappresentano ancora oggi il record assoluto in una singola edizione dei mondiali.

Eduard Streltsov, il “Pelé russo”, attaccante della Torpedo Mosca e trascinatore


Partite giocate: 35 all’oro dell’Urss alle Olimpiadi di Melbourne del 1956, fu vittima di una personalissi-
Gol segnati: 126 ma purga di Beria e fu escluso dalla selezione del mondiale. Gli fu fatto pagare il fatto
Media Gol: 3,6 di aver sempre rifiutato le proposte del Cska Mosca e della Dinamo Mosca, squadre
Capocannoniere: Fontaine (Fra) - 13 dell’esercito e dei servizi segreti nonché il rifiuto di sposare la figlia di un “pezzo grosso”.
S antiago del Cile, 17 giugno
1962 - Il capitano del Brasile,
Mauro, solleva al cielo la Coppa
Rimet dopo aver sconfitto, con
il suo team, la Cecoslovacchia
per 3 a 1.
(Foto Popperfoto/Getty Images )

La battaglia di Santiago

D
opo 12 anni la Coppa del Mondo tor- to grazie alla doppia vittoria contro Israele: 4-2
na ad esser organizzata da un paese all’andata e 6-0 al ritorno. Capitiamo nel grup-
sudamericano: stavolta tocca al Cile. po 2, insieme ai padroni di casa del Cile, alla
Gran merito di questa designazione si deve al temibile Germania dell’Ovest ed alla Svizzera.
dirigente cileno Carlos Dittbron Pinto che, sfrut- Nella prima partita del girone, infatti, non andia-
tando l’appoggio di tutti i paesi sudamericani, mo oltre lo 0-0 contro la Germania dell’Ovest: la
riesce, grazie anche ad un’opera diplomatica stampa surriscalda il clima in patria, mentre ci
straordinaria, nell’impresa di far organizzare si appresta ad affrontare, in un clima surreale,
l’evento alla sua Nazione. Non poche sono le proprio i Cileni.
polemiche che scaturiscono dopo la desi- Dopo le pesanti critiche rivolte dai giornali, questi
gnazione: anche l’Italia è contro la scelta, ed ultimi vogliono a tutti i costi vendicarsi delle dure
giornali italiani non esitano a definire il Cile un parole usate contro di loro. Il 2 giugno 1962, a
paese “sottosviluppato e afflitto da tutti i mali Santiago del Cile, si gioca una partita che sarà
possibili”. ricordata per molto tempo. Un giornalista inglese
la introduce così: ”Buon pomeriggio. L’incontro a
Partecipano alle qualificazioni 56 nazioni. Solo cui state per assistere è l’esibizione di calcio
4 città - Santiago, Rancagua, Vina del Mare e più stupida, spaventosa, sgradevole e vergo-
Arica - ospitano nei loro stadi le 16 finaliste. gnosa, possibilmente, nella storia di questo
L’Italia, guidata dal duo Ferrari - Mazza, vanta sport” (la cronaca avveniva in differita). L’arbitro
una la rosa assai competitiva, nella quale spic- designato per l’incontro è l’inglese Aston, fino ad
cano la stella Rivera e gli oriundi Sivori, Altafini allora impeccabile nelle sue direzioni di gara.
ed Humberto Maschio.
La partita è condizionata subito dall’espulsione
Gli azzurri sono riusciti a qualificarsi all’even- dell’italiano Fabbrini, che reagisce in modo duro

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per un fallo subito da Honorino Landa. Durante la rissa Maschio viene colpito da un pugno, e nonostante il naso rotto
rimane stoicamente in campo fino alla fine. Il match viene interrotto a ripetizione, e per ben 3 volte la polizia di Stato
cilena interviene per calmare gli animi dei giocatori in campo.
Il Cile vince per 2-0 e riesce a segnare il primo goal solo al 78° minuto, nonostante l’Italia abbia giocato in 9, a causa
di due espulsioni, e con Maschio a mezzo servizio.
Roventi sono le polemiche post-partita sia per gli azzurri, caduti nel tranello dei cileni, sia per l’arbitro Aston, reo
d’aver visto solo la violenza degli interventi dei giocatori italiani e non quella dei sudamericani.

Nella terza ed inutile partita l’Italia vince per 3-0 contro la Svizzera grazie ai goal di Bulgarelli (2) e Mora: ai quarti
passa il Cile, l’Italia torna mestamente a casa.
Nel girone 1 i campioni d’Europa dell’Urss passano senza conoscer sconfitta: a fargli compagnia è un’altra compa-
gine dell’est, la Jugoslavia, che, grazie alle floride vittorie contro Colombia e Uruguay, accede ai quarti ed eguaglia
il suo record nella competizione mondiale.

I brasiliani, pur senza la stella Pelè, riescono a vincere il girone 3, battendo nella terza partita la Spagna allenata da
Helenio Herrera. Seconda qualificata nel girone è la Cecoslovacchia, riuscita nell’impresa di fermare (0-0) i campioni
in carica verdeoro. Nel gruppo 4 si rivede la forte Ungheria, che chiude al primo posto, mentre un giovane Charlton
guida gli inglesi nei quarti di finale.
Grande protagonista del Mondiale, soprattutto dai quarti in poi, è il brasiliano Garrincha che, grazie alle sue auree
giocate, alle funamboliche discese sulla fascia ed ai suoi assist millimetrici, porta il Brasile in finale. A farne subito
le spese, proprio nei quarti, è la temibilissima Inghilterra: il difensore britannico Wilson - che più di una volta si vede
superare da Garrincha - rimedia una delle figure più brutte della sua carriera.
La partita termina 3-1 in favore del Brasile: Garrincha (2) e Zito ne sono gli artefici. A sorpresa anche il Cile passa alle
semifinali battendo - sempre per mezzo d’un gioco duro e senza esclusione di colpi - la temibilissima armata russa
per 2-1, grazie ai goal di Sanchez e Rojas.

Le altre due semifinaliste sono la Jugoslavia, che a sorpresa batte la Germania dell’Ovest con Radakovic allo sca-
dere, e la Cecoslovacchia, che continua la sua marcia trionfale battendo la rinata Ungheria.

Nelle semifinali il Brasile, supportato sempre da uno strepitoso Garrincha, supera per 4-2 il Cile, nell’ennesima par-
tita caratterizzata da un gioco molto violento e poco spettacolare da parte dei padroni di casa.

La loro tattica riesce addirittura a far espellere Garrincha, che reagisce all’ennesimo fallaccio dei rocciosi difensori
casalinghi. Il verdeoro, poco prima di entrare negli spogliatoi, viene addirittura colpito in testa da un sasso, che gli
procura una ferita molto profonda: servono ben tre punti di sutura per curarlo.
Nell’altra semifinale la Cecoslovacchia, sorretta dalle strepitose parate del portiere Schroiff, ha la meglio sulla Jugo-
slavia, ed accede alla finale grazie ad un 3-1 raggiunto solamente nei minuti finali.
A Santiago del Cile, il 17 giugno, si disputa la finalissima tra il Brasile - privo di Pelè dalla seconda partita, ma con un
Garrincha in forma strepitosa - e la Cecoslovacchia, che ha nell’insuperabile Schroiff la propria punta di diamante.
La partita è molto tattica. A passare in vantaggio, nello stupore generale, è proprio la formazione dell’Est Europa, con
Masopust al 14’. Ma lo squadrone verdeoro reagisce con il vigore di Amarildo e lo straordinario stato di forma di
Vavà: il pari è precoce, ed arriva proprio grazie ad Amarildo.
Nel secondo tempo un assist del fantasista brasiliano smarca Zito, che insacca e porta in vantaggio il Brasile; nel
finale anche Vavà timbra il cartellino e fissa il risultato sul 3-1.

Il Brasile trionfa, per la seconda volta consecutiva, nella competizione mondiale. Nonostante la pesantissima as-
senza di Pelè, i verdoro, guidati in panchina da Aymorè Moreira, riescono nell’impresa di vincere ed allo stesso far
divertire i propri tifosi sugli spalti. In squadra, protagonista assoluto è sicuramente Garrincha, che a suon di goal
ed assist ha trascinato i suoi al trionfo finale. Momenti di gloria, però, anche per Vavà, Amarildo - che sostituisce in
modo impeccabile Pelè - ed il giovane Zagalo: uno che, qualche decennio più tardi, riuscirà a trionfare nella stessa
competizione anche da allenatore.

Garrincha, dopo aver “matado” il Cile con una doppietta fu squalificato per un fallo di rea-
Partite giocate: 32 zione al difensore Rojas. Il Brasile avrebbe dovuto giocare la finale senza il suo giocatore
Gol segnati: 89 più in forma e rappresentativo. Dopo le pressioni del governo e della federazione, una
Media Gol: 2,78
controversa decisone della Fifa permise però all’ala del Botafogo di disputare la finale.
Capocannoniere: 6 pari merito a 4 reti
W embley, 30 luglio 1966 - La squadra inglese
con il trofeo dopo la vittoriosa finale vinta per
4-2 contro la Germania Ovest
(Foto Popperfoto/Getty Images)

Il “gol fantasma” più famoso della storia

L
’Italia ha una Caporetto anche in ambito ai sudamericani, esclusi per la prima volta dalle
sportivo. È datata 1966: l’anno dell’ottava semifinali del Mondiale.
edizione dei mondiali di calcio, ospitata – Il Brasile in particolare si dimostra alla fine di un
e vinta non senza polemiche – dall’Inghilterra di ciclo d’oro, coronato dalle vittorie a Svezia ’58 e
Charlton, Banks e Moore. La Nazionale azzurra Cile ’62. Nel girone incappa nelle débâcle contro
guidata dal c.t. Edmondo Fabbri inciampa con- Ungheria e Portogallo che mettono fine al suo
tro la Corea del Nord e non riesce a qualificarsi cammino. Complici sono un infortunio alla stella
per i quarti di finale. Una sconfitta clamorosa per Pelé e le assenze di Didì, Vavà e Zagalo.

L
la depressione di un’intera Nazione, che porta
strascichi durati anni. Alla vigilia, i bookmaker ’Italia può invece contare su un dream
inglesi davano i nostri favoriti per la vittoria fina- team comprendente tra gli altri Rivera,
le, subito dopo i padroni di casa inglesi. Mazzola, Bulgarelli, Facchetti, Burgnich e
Albertosi. Controverse sono però le esclusioni di
Cornici storiche: Wembley, Manchester, Li- Picchi e Riva da parte di Fabbri, il quale sembra
verpool. Quattro gironi all’italiana per 16 par- più vicino alle idee tattiche del Bologna-champa-
tecipanti. Ma le polemiche che caratterizzano gne di Bernardini che a quelle dell’Inter tutta di-
Inghilterra ’66 montano fin dalle qualificazioni: fesa e contropiede di Herrera. Col Mago, Fabbri
ad Africa, Asia e Oceania è assegnato soltanto non è in sintonia. In effetti le ricche vittorie nelle
un posto e per protesta quasi tutte le Nazionali partite di preparazione sembrano dargli ragione.
di queste federazioni si ritirano. Restano Co- Quando l’Italia si presenta a Middlesbrough per
rea del Nord e Australia e gli asiatici hanno la la partita decisiva, ha all’attivo 2 punti: ha vinto
meglio nel doppio confronto dello spareggio. 2-0 contro il Cile (Mazzola, Barison) e ha per-
Ai nastri di partenza non mancano le assenti so meritatamente 1-0 con l’Urss. Basta così un
di lusso, come Svezia, Scozia e Jugoslavia. Si pareggio, e quella contro la Corea sembra la
afferma un calcio fisico, attendista (difesa a classica sfida tra Davide e Golia. Gli asiatici
4 per molti team), poco spettacolare (è una si sono dimostrati veloci e ben organizzati, ma
delle edizioni con meno gol), che esalta sono dilettanti dall’altezza media di 1,67 m. Sto-
le Nazionali europee e taglia le gambe rico commento della vigilia di Valcareggi, vice di
22
23
Fabbri: «Sembrano tanti Ridolini».

«Cielo, hanno vinto, quello che succede qui è fantastico» è invece la sbalordita annotazione del cronista ufficiale
inglese al termine di una gara che smentisce chiunque. La situazione si era messa male da subito. La squadra az-
zurra, rivoluzionata dopo l’ultima sconfitta, spreca tre occasioni da rete con Perani; Bulgarelli dà forfait e la squadra
resta in 10 (le sostituzioni non sono ancora previste). All’88’ il diagonale in corsa di Pak Doo Ik supera Albertosi,
qualifica i coreani e chiude le porte dei quarti agli azzurri. Segna un’epoca. Il ritorno in patria, a Genova e non a
Milano come di consueto, è accompagnato da uova marce e pomodori scagliati dai tifosi traditi. Fabbri avrebbe poi
sostenuto una teoria del complotto: droghe agli azzurri per sfavorirli. Ascoltato dalla disciplinare, sarà licenziato in
tronco e squalificato per 11 mesi a causa di queste oscure dichiarazioni.
Pur senza le eliminate eccellenti Brasile e Italia, the show goes on. Ai quarti l’Urss ha la meglio sull’Ungheria, l’In-
ghilterra supera di misura l’Argentina e la Germania Ovest disintegra l’Uruguay. La città operaia di Middlesbrough
adotta la Nazionale coreana, cui aveva portato fortuna contro l’Italia, e segue gli asiatici a Liverpool, dove affrontano
il Portogallo. È la sfida più spettacolare dell’intera manifestazione. Dopo 25 minuti, sulle ali dell’entusiasmo, la
Corea si porta avanti di 3 reti. Sale quindi in cattedra Eusébio: la Pantera nera sigla 4 gol e la partita termina 5-3 per
i portoghesi.

Le semifinali sono Germania-Unione Sovietica e Inghilterra-Portogallo. La prima sfida, diretta dall’italiano Lo Bello,
non è esente da polemiche arbitrali. Sono una costante di questi mondiali: in precedenza i tedeschi sono stati spesso
favoriti con dubbi cartellini rossi sventolati sotto il naso degli avversari; Svizzera e Brasile hanno avuto di che lamen-
tarsi nelle partite del girone; un rosso al biancoceleste Rattin in Inghilterra-Argentina è stato definito quale “el robo
del siglo” (il furto del secolo). In generale l’arbitraggio è stato sempre filo-europeo. Contro la Germania, l’Urss schiera
il miglior portiere del mondo, il leggendario Lev Yashin, ma gioca in 9 (un giocatore è espulso, l’altro infortunato) e
soccombe 2-1, con la rete decisiva dell’asso tedesco Beckenbauer.
Nell’altra semifinale il pericolo maggiore per la Nazionale dei Tre Leoni si chiama Eusébio. Il Portogallo, alla prima
partecipazione alla fase finale dei mondiali, è la rivelazione del torneo e lo deve soprattutto al suo giocatore-simbolo,
che chiuderà da capocannoniere con 9 reti. Movenze felpate, agilità e tecnica fuori dal comune, il lusitano di origini
mozambicane terminerà una carriera legata in gran parte al Benfica con in bacheca 11 campionati portoghesi, 5
Coppe di Portogallo, 2 Coppe dei Campioni, 2 Scarpe d’Oro e 1 Pallone d’Oro. Quello del 1966 è il suo mondiale.
Intende dimostrarlo fino alla fine, e firma un gol su rigore anche contro l’Inghilterra, che però è già in vantaggio con
una doppietta di Bobby Charlton: 2-1 il finale. Ancora grazie a un penalty, la Pantera nera compare nel tabellino della
finalina per il 3.o posto, che consegna il bronzo al suo Portogallo impegnato contro l’Urss.

Inghilterra-Germania, dunque, è la finalissima del mondiale. È una delle più attese della storia ed è universal-
mente considerata come quella più discussa. I migliori giocatori tra i padroni di casa sono Gordon Banks, forse il
miglior portiere inglese di tutti i tempi; Bobby Moore, libero, capitano e gentiluomo; e soprattutto Bobby Charlton,
uno dei Busby Babes sopravvissuti al disastro aereo di Monaco che coinvolse la squadra del Manchester United nel
‘58: calciatore completo, capace di giocare a tutto campo, fare assist, segnare, tutto con il massimo fair-play. Il c.t. è
Alf Ramsey, ex terzino della Nazionale, che appena è stato nominato nel ’63 ha promesso il possibile e oltre per fe-
steggiare la vittoria nei mondiali casalinghi. Ha quindi isolato la squadra mettendosi contro la stampa: un Lippi ante-
litteram. Nella finale del 30 luglio, sotto gli occhi dei 93000 spettatori di Wembley, le cose sembrano mettersi male
per la Nazionale d’Albione, quando al 12’ Haller porta in vantaggio la Germania. Di lì a poco un colpo di testa di Hurst
riporta la situazione in parità. La sfida si riaccende nel finale: prima Peters ribadisce in rete una respinta di Tilkowski,
poi un gol allo scadere di Weber chiude il tempo regolamentare sul 2-2. Per decretare il vincitore di Inghilterra ’66
servono i tempi supplementari. Al 98’ il gol fantasma più celebre della storia: la palla calciata da Hurst dopo il
passaggio di Alan Ball sbatte contro la parte inferiore della traversa e rimbalza sulla linea di porta. L’arbitro
svizzero Dienst si consulta col guardalinee sovietico Bakhramov e in quel confronto si mescolano storia
e leggenda. Qualcuno sostiene che il dialogo si svolse soprattutto a gesti, qualcun altro che dagli spalti, rivolto al
russo che pure era stato un sergente dell’Armata Rossa nella Seconda Guerra Mondiale, si alzò l’urlo: «Ricordati di
Stalingrado». Ad ogni modo il fischietto decide di convalidare la rete. Rete che, discussa fino ad oggi, di fatto spiana
la strada agli inglesi, i quali mettono al sicuro il risultato con un altro sigillo di Hurst per il 4-2 definitivo. Ancora oggi
il protagonista di quel pomeriggio di Wembley è l’unico ad aver siglato una tripletta in una finale mondiale.
Si chiude in questo modo la rassegna calcistica più importante del 1966. La swinging London, e tutta l’Inghilterra,
sono un punto di riferimento in tutto il mondo nei campi della musica, dell’arte, della moda. Grazie alle imprese di
Charlton e compagni, e – fa parte del calcio – a una decisione arbitrale più che dubbia, gli inglesi trionfano anche in
ambito sportivo: il capitano Bobby Moore, dopo essersi pulito le mani ancora sporche di fango col panno di velluto
che ricopre il piedistallo del trofeo, può ritirare la Coppa Rimet direttamente dalle mani della Regina Elisabetta. Gli
antichi maestri, per la prima e finora unica volta, sono i campioni del mondo.

Per fini commerciali, fu introdotta per la prima volta nei mondiali di calcio una mascotte.
Partite giocate: 32 Tra le soluzioni proposte fu scelto il leoncino Willie, in onore dell’animale simbolo del
Gol segnati: 89 Regno Unito. L’esperimento ebbe enorme successo, tanto che è stato replicato per
Media Gol: 2,78
tutti i mondiali successivi, fino alla mascotte di Sudafrica 2010, il leopardo Zakumi.
Capocannoniere: Eusébio (Por) 9
C itta del Messico, 21 giugno
1970 - Il capitano del Brasile,
Carlos Alberto, solleva la Coppa
Jules Rimet dopo la vittoria per 4 a
1 sulla nazionale Italiana.
(Foto Popperfoto/Getty Images )

El partido del siglo

L
a nona edizione della Coppa del Mon- quattro anni dalla finale mondiale vinta dai bri-
do si svolge in Messico nel 1970 ed è tannici con gol fantasma di Hurst. Il match è
l’ultima a intitolarsi a Jules Rimet poiché emozionante e a venti minuti dalla fine i cam-
la nazionale vincitrice, il Brasile, vince la coppa pioni in carica conducono per 2-0 ma le due reti
definitivamente per la terza volta. tedesche nei minuti finali portano le squadre ai
supplementari dove il gol di Muller qualifica cla-
L’Italia di Valcareggi si presenta ai nastri di morosamente la Germania.
partenza con molte aspettative, gli azzurri in- Nei supplementari si decide anche la sfida tra
fatti sono campioni europei in carica, possono Uruguay e Urss grazie a una rete di Esparrago
schierare il pallone d’oro Gianni Rivera e le due per i sudamericani mentre il Brasile spettacolare
squadre di club milanesi avevano dominato la di Pelè batte per 4-2 il Perù realizzando la dodi-
scena del calcio mondiale degli ultimi anni. Gli cesima rete in quattro incontri.
azzurri vengono inseriti nel gruppo 2 con Sve- All’Italia autrice di una sola rete in tre partite
zia, Israele e Uruguay e per la prima volta dal spetta il difficile compito di affrontare i padroni
dopoguerra passano il turno grazie alla vittoria di casa del Messico ma gli uomini di Valcareggi
contro gli scandinavi nella gara d’esordio (gol sfoderano una grandissima prestazione, un pe-
di Domenghini) e i due pareggi a reti bianche rentorio 4-1 firmato Riva (doppietta), Rivera e un
contro le altre avversarie. autogol messicano che ammutolisce gli spetta-
Nessuna eliminazione clamorosa avviene nella tori presenti a Toluca e qualifica gli azzurri alle
prima fase così tutte le più grandi squadre pre- semifinali.
senti accedono ai quarti dove spicca il match Tre delle ultime quattro squadre rimaste a con-
tra Germania Ovest e Inghilterra a distanza di tendersi il trofeo sono passate vincitrici per due

24
25
volte della Coppa del Mondo e a questo punto ciò che si riteneva possibile diventa una quasi certezza: la Coppa
Rimet verrà definitivamente assegnata in questa edizione.

Nel derby sudamericano tra Brasile e Uruguay i carioca dapprima vanno in svantaggio a causa di una rete di Cubilla
ma Clodoaldo, Jairzinho e Rivelino ribaltano il risultato così Pelè e compagni si trovano a disputare la terza finale
nelle ultime quattro edizioni.
L’altra semifinale vede di fronte allo stadio Azteca di Città del Messico Italia e Germania in quella che viene ribat-
tezzata “la partita del secolo”. Valcareggi per l’occasione lascia ancora una volta in panchina il pallone d’oro Rivera
preferendogli Mazzola nella celeberrima staffetta ma gli azzurri partono forte e dopo soli otto minuti Boninsegna
porta in vantaggio i suoi. Sembra il preludio a un facile successo ma non è così.
Con il passare dei minuti la partita diventa eroica, i tedeschi attaccano in continuazione alla ricerca del pari mentre
l’Italia alza una stoica barricata difensiva che grazie alle numerose parate di Albertosi consente di mantenere il
vantaggio acquisito. Al 90’ il risultato è ancora di 1-0 e tutto sembra presagire che la difesa dell’Italia abbia definiti-
vamente bloccato l’offensiva tedesca ma all’ultimo minuto di recupero il milanista Schnellinger realizza il gol
dell’insperato pareggio che porta le due squadre ai supplementari. Da questo punto la partita diventerà leggenda.
Gli azzurri sembrano accusare il colpo e Muller nei primi minuti supplementari realizza il gol che sembra affossare
inevitabilmente la nazionale italiana ma quando tutto sembra perso Burgnich approfitta di uno svarione avversario
e realizza la rete del 2-2.
Dal baratro al paradiso: passano appena sei minuti dal gol di Burgnich che l’Italia ribalta clamorosamente il van-
taggio grazie a un gol di Riva negli ultimi secondi del primo tempo supplementare, “Rombo di tuono” ancora una
volta fa impazzire l’Italia.

La Germania è a pezzi, sotto di un gol alla fine del primo tempo supplementare e con Beckenbauer che in seguito
a un infortunio subisce una sublussazione alla spalla: nulla lascia speranze ai tedeschi ma ancora una volta non è
così. Beckenbauer nonostante la spalla ko si fa fasciare e resta eroicamente in campo a guidare la propria squadra
nonostante l’handicap, il giocatore è il simbolo dell’orgoglio tedesco e al 113’ Muller di testa realizza il gol dell’in-
credibile 3-3.

L’Italia è incredula, Rivera che era sul palo a difendere lascia incredibilmente sfilare il pallone in rete e subisce gli
insulti di Albertosi, le squadre sono nuovamente in pari in questa partita pazzesca che sembra non finire mai.
E la partita non è davvero finita, un minuto dopo il gol tedesco l’ultracriticato Rivera ottiene il suo riscatto personale
e al termine di una bellissima azione corale di 11 passaggi consecutivi di piatto realizza il gol del 4-3. Stavolta i tede-
schi non riescono più a segnare e al fischio finale è il tripudio: l’Italia è dopo 32 anni in finale!

La Germania si riscatta in parte battendo nella finalina per il terzo posto per 1-0 l’Uruguay mentre l’Italia si presenta
all’appuntamento finale fisicamente a pezzi dopo l’incredibile match giocato solo quattro giorni prima e con venti-
quattro ore in meno di riposo nelle gambe rispetto agli avversari.
Il Brasile, più fresco e con un organico che può contare su campioni assoluti come Pelè e Jairzinho nonché Carlos
Alberto, si presenta all’appuntamento con i favori del pronostico ed è proprio “O Rey” a portare i verdeoro in van-
taggio con un bellissimo colpo di testa al 18’. Sembra l’inizio della goleada brasiliana ma l’Italia non muore mai e
Boninsegna di prepotenza realizza il gol del pari che chiude il primo tempi sull’1-1.
Nel secondo tempo l’Italia però crolla dal punto di vista fisico e il Brasile ne approfitta portandosi in vantaggio con
Gerson e dilagando con Jairzinho e Carlos Alberto, finisce 4-1, il Brasile è il vincitore della Coppa Rimet.
L’Italia termina così un esaltante mondiale al secondo posto che non esenta però da critiche Valcareggi a causa
della staffetta tra Mazzola e Rivera, soprattutto in finale quando il milanista viene mandato in campo solamente a sei
minuti dalla fine a risultato già compromesso.
Nonostante questo la gente non smetterà mai di ringraziare i giocatori capaci dopo decenni di riportare le persone
in piena notte per strada a festeggiare ma soprattutto autori della partita più bella della storia del calcio, “el partido
del siglo”.

Vengono introdotti i cartellini colorati per sanzionare i giocatori


Partite giocate: 32
Gol segnati: 95 Il terzo portiere della nazionale italiana, Lido Vieri, durante la competizione si fidan-
Media Gol: 2,97 zò con la figlia del vicepresidente messicano e cominciò a gustarsi le partite del
Capocannoniere: Muller (Ger) 10 reti Mondiale in tribuna d’onore.
M onaco, 7 luglio 1974 -
Franz Beckenbauer, capitano
della Germania Ovest, solleva la
Coppa dopo aver vinto il trofeo
in finale contro l’Olanda con il
risultato di 2 a 1.
(Foto Popperfoto/Getty Images)

L’era del “calcio totale”

N
el 1974 lo scenario internazionale non sparisce infatti l’eliminazione diretta dando spa-
era certo dei più tranquilli, il terrori- zio al cosiddetto doppio girone. Nella prima fase
smo dava il meglio (o peggio) di sé le squadre sono divise in 4 gruppi e le prime due
in un’inquietante sequenza di eventi che vanno classificate si qualificano per la fase successiva.
dal massacro della scuola superiore di Maalot in Nella seconda fase le squadre venivano divise in
Israele, alle stragi dell’Italicus e di piazza della altri due gironi e le due vincitrici si sarebbero poi
Loggia in Italia; la guerra in Vietnam continuava sfidate nella finale (le seconde avrebbero gioca-
a far sentire la sua eco in tutto il mondo mentre to la finalina per terzo e quarto posto).
scoppiava lo scandalo Watergate; il 25 aprile il
Portogallo si liberava della dittatura Post-sala- Protagonista assoluta di questo mondia-
zarista di Caetano con la pacifica Rivoluzione le è l’Olanda, sia per il gioco espresso che
dei Garofani. per le innovazioni proposte a livello tattico.
L’Olanda allenata da Michels infatti è la massima
In un simile contesto storico, la Germania Ovest espressione del Calcio Totale, una tipologia di
non era il luogo ideale dove ospitare un even- gioco che in quegli anni stava prendendo forma.
to internazionale seppur sportivo, visto anche Il calcio totale, spiegato, somiglia tremendamen-
quanto accaduto due anni prima agli atleti isra- te alla Bi-Zona di Oronza Canà; come spiega in-
eliani durante le Olimpiadi di Monaco. fatti il mitico allenatore della Longobarda, nella
indelebile pellicola di Sergio Martino, “mentre
Ma dopotutto è l’anno in cui esordisce in tv i 5 della difesa salgono in avanti, i 5 attaccanti
“Happy Days” e, forse grazie alla tranquillità tornano a difendere” ...creando una incredibile
ispirata da Fonzie, la prima “Coppa del mon- confusione generale. Scherzi a parte, il calcio
do FIFA” si gioca senza incidenti ed è ricor- totale si traduceva in una serie di movimenti dei
data solo per il calcio. dieci giocatori che li portasse a coprire più ruoli
La denominazione del torneo è cambiata. Quat- contemporaneamente, la difesa era schierata a
tro anni prima infatti la coppa Rimet è stata con- zona mentre centrocampisti e attaccanti erano
segnata al Brasile e, con la nuova coppa, cam- impegnati in un pressing alto sui portatori di palla
bia anche il nome del torneo: per la prima volta, avversari. La fase offensiva era invece caratte-
si usa l’attuale nome di “Fifa World Cup”. Ma rizzata da continue sovrapposizioni, movimenti e
il cambiamento non è solo formale, an- discese lungo la fascia dei terzini per cercare di
26 che la formula è totalmente rinnovata: tenere sempre uno o più uomini smarcati.
27
L’Italia vice-campione dei Mondo è ancora affidata a Ferruccio Valcareggi. Qualche elemento è logoro e non
ha più stimoli, dunque il ct procede a pochi e mirati cambi, dando spazio a volti nuovi come Benetti, Capello, Bellugi.
La nazionale così rinnovata raggiunge l’apice del suo percorso in quel di Wembley. E’ il 14 novembre 1973, quando
una rete di Capello consente agli azzurri di iscriversi al novero delle pochissime nazionali uscite vincenti dal tempio
del calcio.
Nella formazione ‘tipo’ del nuovo ciclo di Valcareggi, Burgnich è libero e la fascia di capitano è affidata a Facchetti
sia per il numero di presenze che per il comportamento sempre meritevole del terzino che, dopo la finale messica-
na, era stato chiamato più volte a far parte delle rappresentative continentali Europee, che a quel tempo giocavano
prestigiose amichevoli in giro per il mondo.
Come da tradizione, mille polemiche si abbattono sulla nazionale di Valcareggi, ma il ct resiste fino al debutto mon-
diale, al pari della porta difesa da Zoff che arriva alla massima competizione internazionale, imbattuta da 1097’.

Inizia il mondiale e gli azzurri sono inseriti nel gruppo 4.


Nel primo gruppo è la Germania Est a imporsi con due vittorie e un pareggio, i cugini dei padroni di casa si qualifi-
cano come secondi, perdendo solo la partita contro i vicini d’oltrecortina, in una di quelle partite il cui significato va
oltre il valore sportivo; Cile e Australia non riescono invece a vincere neanche una partita.

Storia diversa invece nel gruppo due.


Lo Zaire, fa la differenza: l’incontro finito 0 a 9 con la Jugoslavia (a causa di una ingerenza politica) contribuì in modo
decisivo a determinare la classifica tra le tre squadre che finirono a pari punti. Dietro gli slavi il Brasile di Rivelino e,
sfortunata terza, la Scozia, eliminata al pari della squadra africana che non segna neanche un goal e ne subisce ben
14. Per fortuna, qualche mese dopo, lo Zaire conoscerà una pagina grandiosa di sport con il match tra Foreman ed
Ali, ma quella è un’altra storia.

Nel gruppo 3 è l’Olanda a guadagnare il primo posto, fermata sul pareggio solo dalla Svezia di Edstrom seconda nel
girone chiuso da Bulgaria e Uruguay entrambe tornate a casa senza nessuna vittoria.

Veniamo a noi. Nel gruppo 4 veniamo sorpresi dalla Polonia che passa il turno a punteggio pieno, lasciandosi dietro
Argentina, comunque qualificata per la fase successiva, Italia e Haiti. Gli azzurri di Valcareggi non riescono a far va-
lere il peso dell’esperienza e deludono sopratutto in fase realizzativa. Sarà infatti decisiva la differenza reti a favore
dell’Argentina, ed in particolare le sole tre reti fatte nel match d’esordio con Haiti (che era passata clamorosamente
in vantaggio interrompendo a 1143 i minuti di imbattibilità della porta difesa da Zoff). La sconfitta patita nell’ultimo
match del girone con la Polonia, segna la fine della carriera azzurra per Mazzola e Rivera giunto al quarto mondiale.
Gli italiani sono delusi, in special modo dal capocannoniere della Lazio, Giorgio Chinaglia, il cui apporto significativo
si limita ad un gestaccio verso la panchina dopo la sostituzione durante l’unica vittoria azzurra contro Haiti. Troppi i
clan creatisi all’interno dello spogliatoio azzurro e Valcareggi, ripudiato da stampa e opinione pubblica, cederà
poi il posto a Enzo Bearzot.

I gironi delle semifinali offrono sfide affascinanti come Argentina-Brasile e lo scontro fra le rivelazioni Jugoslavia e
Polonia.

Nel primo gruppo l’Olanda umilia con un sonoro 4 a 0 l’Argentina, offre una lezione di Calcio al pluridecorato Brasile
e non delude contro la Germania Est. Il tabellino del girone parla chiaro: 3 vittorie, 8 goal fatti e 0 subiti per gli “aran-
cioni” di Cruyff e del centrocampista Neesckens autore di 5 goal in questo mondiale. Un poco esaltante Brasile si
dovrà accontentare della finalina.

Nel secondo gruppo la germania di Beckenbauer, un libero di vecchio stampo strepitoso in fase difensiva e illumi-
nante nel proporre il gioco, chiude anch’essa a punteggio pieno sconfiggendo anche la sorprendente Polonia che
guadagna la finalina grazie ad i goal di Lato, terza la Svezia vincente solo contro una deludente Jugoslavia che
chiude il secondo girone a 0 punti.

All’Olympiastadion di Monaco di Baviera, la Polonia, grazie al settimo goal del capocannoniere Lato, batte 1 a 0 il
Brasile negandogli anche l’ultima soddisfazione.

Nello stesso stadio si gioca anche la finale. Due visioni del calcio quasi opposte, la moderna e veloce Olanda contro
il calcio più classico del Germania Ovest; davanti ad oltre 75mila spettatori l’Olanda passa in vantaggio dopo appena
due minuti grazie al rigore trasformato da Neeskens. Ma al 25’ è di nuovo l’arbitro Taylor a essere protagonista asse-
gnando un rigore alla Germania Ovest che pareggia con Breitner. Al 43’ il sorpasso definitivo e la festa per i padroni
di casa che sorprendono tutti con Muller che segna la sua quarta rete nel mondiale.
Spesso succede che la storia premi una squadra perdente, ma per la prima volta ciò accade in un mondiale
di calcio: Germania ‘74 viene infatti ricordato non per la vittoria del paese ospite, ma per lo spettacolo offerto
da Cruyff e compagni.

L’11 settembre 1973, alla vigilia dei playoff fra Urss e Cile, nel paese sudamericano un
colpo di stato militare rovesciò il governo di Allende e instaurò una sanguinosa dittatura
Partite giocate: 38
militare guidata dal generale Pinochet. L’andata a Mosca finì 0 a 0 ma al ritorno i sovieti-
Gol segnati: 97 ci optarono per il boicottaggio politico. Pinochet però mise in campo una farsa: davanti
Media Gol: 2,55 a una folla festante i cileni scesero comunque in campo e al fischio dell’arbitro il capita-
Capocannoniere: Lato (Pol) 7 no segnò a porta vuota. Seguì poi un’umiliante amichevole che finì 5 a 0 per il Santos.
B uenos Aires, 25 giugno 1978 -
L’argentina celebra la propria
vittoria ai danni dell’Olanda battuta
per 3 a 1
(Foto Getty Images)

La marmelada peruana

L
’undicesima edizione dei mondiali di cal- ni. La nostra nazionale, che si è riuscita a quali-
cio è affidata all’Argentina che proprio ficare solo grazie ad una migliore differenza reti
in questi anni vive momenti delicati dell’Inghilterra, è molto giovane ed è composta
dal punto di vista politico. La nazione, infatti, è in buona parte da giocatori juventini. In porta c’è
sotto un regime militare guidato dal generale il veterano Zoff che guida la difesa con Cabrini
Vileda che ha spodestato Isabela Peron come sull’esterno e Scirea centrale; a centrocampo
Capo di Stato. La presenza di tale regime e la giocano Tardelli e Causio mentre in attacco ac-
violazione continua dei diritti umani ha messo in canto a Bettega c’è il giovane Paolo Rossi.
dubbio la partecipazione a tale torneo di molti
paesi. A rinunciare alla competizione mondiale Le squadre partecipanti sono 16 e sono divise
non saranno intere nazionali ma bensì due cal- in quattro gironi in cui le teste di serie sono la
ciatori di fama mondiale: Johan Cruijff e Ruud Germania, l’Argentina, l’Olanda (che prende il
Krol che protestano, in questo modo, contro posto dell’Italia, per volere del presidente della
il regime dittatoriale. Così l’Olanda perde il ca- Fifa Artemio Franchi) ed il Brasile. L’Italia capita
pitano ed il trascinatore di quella squadra che nel girone con Argentina, Francia, in cui gioca la
quattro anni prima era arrivata in finale, battuta stella Platini, ed Uruguay, non certo un girone
solo dalla Germania dell’Ovest. Non partecipa- semplice. Ma l’Italia sorprende tutti e all’esordio,
no a questo mondiale, ma solo per puri meriti grazie ad un gioco veloce e spettacolare, riesce
sportivi, molte squadre blasonate tra cui l’In- a battere la Francia per 2-1 grazie ai goal di Pa-
ghilterra, la Cecoslovacchia, che aveva vinto olo Rossi e Zaccarelli. Anche l’Argentina vince i
l’ultima edizione degli Europei, la Jugoslavia, suoi primi due match contro Francia ed Unghe-
che era giunta quarta nell’ultima edizione in ria, anche se con non poche polemiche a causa
Germania, e l’Uruguay, già due volte campione di arbitraggi molto discutibili. La squadra italiana,
del mondo. guidata magistralmente da Bearzot, continua a
L’Italia è guidata da Enzo Bearzot che duran- stupire il mondo intero vincendo sia contro l’Un-
te le qualificazioni ha preso il posto di Bernardi- gheria sia contro i padroni di casa per 1-0 grazie

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29

ad un goal di Bettega. Ad accedere alla seconda fase a gironi, che decreta le finaliste, sono tra le altre anche l’Olan-
da priva del leader Cruijff, il Brasile, la Germania e la forte Polonia.
Nel secondo girone l’Italia si ritrova con Olanda, Austria e i campioni uscenti della Germania dell’Ovest.
Nell’altro girone ci sono le tre sudamericane, Brasile, Argentina e Perù, e la Polonia.

Nella prima partita l’Italia impatta contro la Germania per 0-0, in una partita in cui spreca molto contro una Germania
ormai satolla del trionfo di quattro anni addietro. Intanto l’Olanda vince prima per 5-1 contro l’Austria e poi impatta
contro la Germania per 2-2 in un revival della finale del 1974. L’Italia dopo la vittoria contro l’Austria solo per 1-0 ha
bisogno di una vittoria contro l’Olanda per poter arrivare in finale, traguardo impensabile ad inizio torneo. Grazie ad
un’autorete di Brandts l’Italia passa in vantaggio e vede la finale sempre più vicina, ma i sogni degli azzurri vengono
infranti proprio da Brandts, che si fa perdonare dell’autorete, e da un gran tiro dalla distanza di Haan al 76’. L’Olanda
ritorna in finale mentre l’Italia si deve accontentare della finalina per il 3° e 4° posto. Nell’altro girone vanno
avanti senza problemi sia il Brasile che l’Argentina che vincono facilmente contro Perù e Polonia e poi pareggiano
0-0 nello scontro diretto. Nell’ultima e decisiva partita il Brasile gioca alle 16:45 contro la Polonia e vince facilmente
per 3-1, mentre l’Argentina affronta il Perù alle 19:45 a Rosario. Per poter accedere alla finale, i padroni di casa de-
vono vincere con almeno quattro goal di scarto. A difendere la porta del Perù c’è Ramòn Queiroz, portiere che gioca
in Argentina e che è proprio di origini argentine, essendo nativo di Rosario. La squadra guidata da Menotti passa
subito in vantaggio con Kempes ed al 50’ è già sul 4-0. A balzar agli occhi di tutti ci sono le “non-parate” dell’estremo
difensore peruviano che alla fine raccoglie ben sei palloni finite alle sue spalle. Fino a quel momento l’Argentina ave-
va segnato in tutto sei goal mentre il Perù in cinque partite ne aveva subiti sei. La partita sarà ricordata da tutte le
cronache mondiali come la Marmelada peruana. Anni dopo quella finale il portiere Queiroz confesserà tutto e nel
2007 Fernando Rodriguez Mondragon, figlio del narcotrafficante Gilberto Rodriguez, confesserà nella sua biografia
che “era stata consegnata un’ingente somma di denaro per far sì che il Perù perdesse quella partita e che il Brasile
non arrivasse in finale al posto dell’Argentina.”

Nella finale per il terzo e quarto posto l’Italia affronta il Brasile a Buenos Aires davanti a 70,000 spettatori giunti allo
stadio Monumental per ammirare le due squadre che forse avevano mostrato il calcio migliore fino ad allora. L’Italia
passa in vantaggio con Causio ma il Brasile rimonta grazie con due conclusioni dalla distanza di Nelinho e Dirceu
su cui il nostro portiere Zoff non può nulla. L’Italia torna a casa con un quarto posto che porta fiducia alla squadra di
Bearzot mentre il Brasile, nonostante non abbia mai perso in questa edizione dei mondiale, chiude mestamente in
terza posizione, dopo aver assaggiato l’amara, per i carioca, “marmellata peruviana”.

Il 25 giugno 1978 a Buenos Aires si gioca al finale del campionato del mondo davanti ad oltre 70,000 spettatori già
festanti sugli spalti. Anche l’Italia è presente in quello stadio grazie a Sergio Gonnella che arbitra la finale nonostante
avesse avuto alcune critiche nelle prime partite dei gironi. In finale si affrontano due squadre che mai prima di allora
avevano vinto un campionato del mondo. L’Olanda è migliorata molto durante la competizione, anche grazie alla for-
ma strepitosa del bomber Rob Rensenbrik ed alla sagacia tattica del tecnico austriaco Ernst Happel, mentre l’Argen-
tina guidata in difesa da Passarella ed in attacco dai goal di Kempes è balzata agli occhi delle cronache soprattutto
per alcuni arbitraggi sospetti e per la combine, fino ad allora solo sospettata, con il Perù. Alle ore 15,00 Gonnella
fischia il calcio d’inizio di una partita che regalerà mille emozioni agli spettatori di tutto il mondo. L’Olanda parte forte
e con contrasti duri ma l’arbitro Gonnella ammonisce solo gli Orange risparmiando Passarella che con una gomitata
fa saltare due denti a Neeskens. Al 38’ lo stadio scoppia di gioia: Luque imbecca con un passaggio filtrante il bomber
Kempes che con un rasoterra beffardo trafigge la porta difesa da Jongbloed. L’arbitro Italiano fischia la fine del primo
tempo sotto il tripudio generale dei tifosi della Selecciòn. Nella ripresa gli Orange partono forte cercando subito il pa-
reggio ma la difesa argentina riesce senza molti problemi a respingere gli attacchi olandesi. Mentre tutti già pensano
che la squadra padrone di casa porterà senza alcun problema il trofeo nelle proprie bacheche, l’attaccante Nanninga
beffa il portiere Fillol con un tocco sotto misura dopo il colpo di testa del difensore Poortvliet. Al 90’ lo stadio Monu-
mental si chiude in un silenzio tombale quando l’attaccante degli Orange, Rensenbrik, trova un varco nella difesa
argentina ma il palo respinge la conclusione dell’attaccante. Si va velocemente ai supplementari, per la gioia di tutti
i tifosi. L’Argentina rientra in campo più motivata, di contro l’Olanda è stremata e forse demoralizzata dopo il palo
colpito al 90’. Al 115’ Bertoni serve Kempes che, dopo aver saltato due difensori, riesce a far carambolare il pallone
in rete grazie ad un rimpallo dopo la respinta del portiere Jongbloed. Al 116’ Kempes ricambia il favore e fornisce
un assist a Bertoni che insacca e chiude la partita sul 3-1. Può cominciare la festa del popolo sudamericano
che, almeno per qualche ora, dimentica i problemi che attanagliano la nazione, proprio come prevedeva ed
auspicava il dittatore Videla.

Non ci furono soltanto le origini argentine dell’estremo difensore del Perù Quiro-
ga dietro al celebre scandalo della “marmelada peruana”. Sembra che per as-
Partite giocate: 38
sicurare il passaggio dell’albi celeste alle semifinali furono concessi al Perù
Gol segnati: 102 35.000 tonnellate di grano e 50 milioni di dollari di credito finanziario. Il succes-
Media Gol: 2,68 so argentino fu anche macchiato dal fantasma del doping visto che la pipi in pro-
Capocannoniere: Kempes (Arg) 6 vetta di un giocatore argentino corrispondeva a quella di una donna incinta.
M adrid, 11 luglio 1982 - Dino
Zoff riceve la Coppa del Mon-
do dal Re Juan Carlos. Con lui a
festeggiare Bergomi e Gentile.
(Foto: Steve Powell/Getty Images)

Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!

A
lla dodicesima edizione del Campio- lo scandalo del calcio-scommesse la strada si
nato del Mondo prendono parte per la mette subito in salita.
prima volta 24 squadre appartenenti a Chi invece viaggia a gonfie vele è l’Inghilterra
tutte le confederazioni compresa quella oceani- che nonostante un girone sulla carta compli-
ca grazie all’esordio nella rassegna iridata della cato domina il proprio raggruppamento contro
Nuova Zelanda. Francia, Cecoslovacchia e Kuwait. Quest’ultima
L’inizio del Mondiale come spesso accade è nazionale in particolare si rende protagonista di
di quelli che non ti aspetti, nella gara inau- un episodio che ha fatto discutere a lungo du-
gurale giocata a Barcellona l’Argentina campio- rante il match perso contro i transalpini quando
ne in carica con in campo per la prima volta in lo sceicco in persona Fahad Al-Ahmed Al-Jaber
un Mondiale Diego Armando Maradona viene Al-Sabah scende in campo ottenendo dall’arbi-
sconfitta di misura dal Belgio grazie a una rete tro l’annullamento di un gol.
di Vandenbergh nella ripresa; non meglio va Anche il Brasile spettacolo di Telè Santana con-
alla Germania Ovest che capitola per 1-2 contro clude a punteggio pieno il proprio gruppo mentre
l’Algeria di Madjer. la Spagna padrona di casa fatica tantissimo pa-
reggiando contro l’Honduras e perdendo contro
L’Italia dopo un ottimo girone di qualificazione l’Irlanda del Nord ma la vittoria ottenuta contro la
che l’aveva qualificata con un turno d’anticipo Jugoslavia qualifica gli iberici.
debutta a Vigo contro la Polonia in un noioso Chi soffre tantissimo è la Germania che dopo
0-0, per la nazionale di Bearzot reduce dalle l’inaspettata sconfitta iniziale contro l’Algeria si
polemiche sulle mancate convocazioni ro- rifà contro il Cile e nell’ultima partita contro l’Au-
maniste e il caso Paolo Rossi al rientro dal- stria vince per 1-0 inscenando con gli austriaci

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una fischiatissima melina che qualifica entrambe le squadre ed elimina di fatto l’Algeria per differenza reti (ancora
oggi la partita tra Austria e Germania è noto come il “Patto di non belligeranza di Gijon”).
Anche l’Argentina dopo la sconfitta all’esordio si qualifica grazie alle due successive vittorie contro Ungheria ed El
Salvador mentre la fischiatissima Italia pareggia anche contro i modesti Perù e Camerun per 1-1. Gli azzurri si qua-
lificano così per la fase finale dietro alla Polonia ma davanti al Camerun grazie al maggior numero di gol segnati
a dispetto dell’identica differenza di reti.
Al termine della prima fase le dodici squadre qualificate vengono divise in 4 raggruppamenti da 3.
La Polonia, il Belgio e l’URSS compongono il girone A mentre la convincente Inghilterra, la Germania e la Spagna
vengono inserite nel gruppo B; Francia, Austria e Irlanda del Nord sono le squadre del gruppo D.
L’Italia viene inserita nel girone C contro Brasile e Argentina: il girone impossibile.

Mentre Germania Ovest, Francia e Polonia vincono i propri gironi, l’attenzione del mondo intero si riversa su quello
dell’Italia, considerato da tutti il girone di ferro per eccellenza. A causa dei numerosi insulti piovuti contro la nazionale
Bearzot impone il silenzio stampa e decide che a parlare sia il campo rischiando così il tutto per tutto in due
partite toste ma dal fascino indiscutibile.
Contro l’Argentina campione mondiale in carica sono in tanti a scommettere sul primo ko dell’Italia ma i ragazzi di
Bearzot sfoderano una prestazione di sostanza e al 55’ è Tardelli a sbloccare il risultato al termine di un’azione in
velocità coronata da un triangolo con Antognoni. Maradona colpisce una traversa su punizione e Zoff si esalta su un
colpo di testa di Passarella, sembra il preludio al pari argentino ma la difesa italiane regge e al 67’ Cabrini su assist
di Conti regala un fantastico 2-0 all’Italia. All’83’ Passarella accorcia le distanze ma è troppo tardi: l’Italia inizia a
sognare.
Nel secondo incontro del girone il Brasile grazie a Zico, Serginho e Junior demolisce per 3-1 l’albiceleste e così
nell’ultima partita si presenta in campo contro l’Italia con i favori di chi ha a disposizione due risultati su tre.
Insieme a quello del 1970 il Brasile di Telè Santana è riconosciuto da tutti come la nazionale verdeoro più forte di
tutti i tempi e quando sempre a Barcellona gli azzurri scendono in campo la nazione intera sa che non servirà una
grande partita, servirà una partita eroica.
L’inizio è di quelli che non ti aspetti, l’ultracriticato Rossi dopo 5 minuti di testa manda il pallone in rete su cross di
Cabrini e manda l’Italia in vantaggio. E’ il gol della liberazione per Rossi, la rete che da il via a una giornata che non
cambierà solo la carriera di un giocatore ma anche la vita di un uomo.
Il Brasile come prevedibile si riversa in avanti alla ricerca del pari così dopo soli sette minuti dal vantaggio azzurro
ristabilisce le sorti in parità grazie a Socrates che approfitta di un geniale assist tagliante di Zico per battere Zoff sul
proprio palo.
I verdeoro, si sa, giocano per vincere sempre e comunque e continuano così a fare la partita ma al 25’ l’Italia ripassa
clamorosamente in vantaggio ancora con Rossi che approfitta di una leggerezza difensiva di Junior e da vero rapi-
natore d’area cattura il pallone e lo scaraventa in rete alle spalle di Waldir Peres.
Al termine del primo tempo le due squadre vanno negli spogliatoi con l’Italia in vantaggio per 2-1 ma un Falcao
lasciato colpevolmente solo al limite dell’area distrugge al 69’ i sogni azzurri grazie a un potente tiro che fissa il pun-
teggio nuovamente in parità. Il rammarico è tanto per l’Italia, il Brasile alla ricerca del pareggio aveva lasciato molte
occasioni ma i giocatori italiani non erano stati capaci di realizzare il gol della sicurezza.
Quando tutto sembra perso Rossi diventa definitivamente “Pablito” e a 14 minuti dalla fine devia in rete da due
passi un tiro di Tardelli su azione di calcio d’angolo: l’Italia è in paradiso. Gli ultimi minuti sono un assedio brasiliano,
Antognoni vede una sua rete ingiustamente annullata per fuorigioco ma Zoff para l’impossibile e la difesa italiana
regge così al triplice fischio finale l’Italia si qualifica clamorosamente per le semifinali. Le polemiche e i litigi vengono
mandate in soffitta, la gente scende per le strade, la bella stagione si tinge di azzurro.

In semifinale un’Italia carica a mille dai successi contro Argentina e Brasile si sbarazza agevolmente della Polonia
grazie a un gol di Rossi per tempo e accede così alla finalissima a distanza di 12 anni dall’ultima volta.
L’altra semifinale vede di fronte Francia e Germania Ovest in quella che giustamente è stata definita una delle partite
più belle della storia del calcio, nella serata ribattezzata “La notte di Siviglia”.
A sbloccare il risultato è il tedesco Littbarsky grazie a una corta respinta del portiere avversario ma pochi minuti dopo
Platini pareggia su un calcio di rigore concesso dall’arbitro olandese Corver, il caldo torrido dell’Andalusia strema le
due squadre e i tempi regolamentari si concludono così sull’1-1.
All’inizio del primo tempo supplementare Tresor e Giresse portano la Francia sul 3-1 ma al 102’ il neo entrato Rum-
menigge accorcia le distanze e riapre incredibilmente una partita che sembrava già chiusa. Il secondo tempo sup-
plementare è una costante iniziativa tedesca e Fischer agguanta l’insperato 3-3 che porta le due squadre ai calci di
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rigore. Quelli di Stielike per i tedeschi e di Six per i francesi sono gli unici errori dal dischetto di entrambe le squadre
e così questa infinita semifinale viene così decisa ad oltranza dove Schumacher para il rigore del francese Bossis e
manda la Germania Ovest in finale contro l’Italia.
Per una generazione di campioni francesi guidati da Platini è la grande beffa, una finale accarezzata e quasi raggiun-
ta mandata in cenere nonostante un vantaggio di due reti nei tempi supplementari. I transalpini si rifaranno solo due
anni dopo vincendo l’Europeo ma la leggendaria partita di Siviglia segnerà per sempre le loro vite.

Dopo che la Polonia aveva battuto per 3-2 la finalina per il terzo posto contro la Francia, al Santiago Bernabeu Italia
e Germania Ovest scendono in campo per l’ultimo atto di questo bellissimo Mondiale.
Gli azzurri sono lanciati dall’esaltante cammino percorso mentre i tedeschi hanno nelle gambe la tremenda fatica
della semifinale disputata solo 72 ore prima.
Nonostante l’indisponibilità di Antognoni e l’infortunio di Graziani è l’Italia a fare la partita grazie a un indiavolato
Conti che conquista al 25’ del primo tempo un calcio di rigore, sul dischetto va Cabrini ma manda la palla a lato e
così dopo la prima metà di gara le due squadre vanno negli spogliatoi a reti bianche.
Nonostante il rigore sbagliato l’Italia non demorde e al 57’ passa in vantaggio ancora con Rossi che di testa batte
Schumacher su cross di Gentile. L’Italia è ben messa in campo e controlla il match, tiene in mano il pallino del gioco
e al termine di una lunghissima azione Tardelli al 69’ con un tiro da fuori realizza il gol del 2-0. Negli occhi e nei
cuori di milioni di italiani resta impressa l’immagine dell’urlo liberatorio di Tardelli, l’urlo di chi per anni ha
inseguito un sogno mondiale senza riuscirci, la gioia negli occhi di un popolo che in quella sera spagnola si siede in
vetta al mondo intero.
Altobelli realizza il gol del 3-0 mentre Breitner la rete della bandiera e così al termine dell’incontro può inizia-
re in campo e nelle città una festa attesa per decenni.

Un Mondiale nato male e iniziato peggio si conclude con il più inaspettato e per questo più bello dei trionfi, Paolo
Rossi oltre a essere il capocannoniere della manifestazione è il simbolo di un’Italia mai doma che nonostante le
difficoltà e gli insulti non molla e riemerge dalle ceneri quando tutto sembra perduto. Come non ricordare le parate
di Zoff, la difesa impeccabile del tanto amato Scirea, di Gentile, di Collovati e la spinta sulla fascia di Cabrini. Come
non citare anche chi in quel mondiale c’era ma non ha giocato come i portieri di riserva Bordon e Galli o i giovani
difensori in rampa di lancio del calibro di Bergomi, Baresi e Vierchowod .

Come è bello ricordare la classe di Antognoni, il dribbling di Conti, il cuore di Oriali e di Tardelli o l’importanza di
giocatori come Causio, Dossena o Marini. E oltre a Paolo Rossi come non citare i compagni di reparto Graziani,
Altobelli, Selvaggi e Massaro?

E infine come non ringraziare Bearzot, condottiero di un miracolo impensabile alla vigilia e per questo orgoglio na-
zionale per decenni?

I Mondiali del 1982 sono stati una grande manifestazione sportiva, uno spettacolo che ha attraversato tutti
i continenti ma cosa ancora più bella una festa italiana, un momento che fa tremare tutti al solo pensiero –
anche chi non era ancora nato.

Nella partita fra Francia e il debuttante Kuwait si sfiora il grottesco. Sul 3 a 1 per la Fran-
cia segna Giresse ma gli arabi protestano veementemente chiedendo l’annullamento
Partite giocate: 52
della rete. Un fischio proveniente dagli spalti li avrebbe distratti. Succede il finimondo
Gol segnati: 46 tanto che scende in campo persino il presidente - Sceicco Fahid Al-Ahmad Al-Sabah
Media Gol: 2,81 minacciando di ritirare la squadra. L’arbitro sovietico Strupar è incapace di ristabilire
Capocannoniere: Rossi (Ita) 6 l’ordine e finisce per piegarsi alle proteste. L’incontro finirà comunque sul risultato di 4 a 1
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C ittà del Messico, 29 giugno
1986 - Maradona celebra la
vittoria della Coppa del Mondo
contro la Germania Ovest, battuta
in finale per 3 a 2.
(Foto Getty Images)

“La mano de Dios”

I
ll mondo è scosso dal recente disastro di ospitare il torneo) che si trovò a rinunciare per
Cernobyl. E’ il secondo duro colpo all’im- problemi organizzativi. E’ un’edizione particolar-
magine del progresso scientifico nell’arco di mente tribolata giacché proprio Città del Mes-
pochi mesi: a Gennaio era stata niente di meno sico, nel Novembre dell’85, quindi a 8 mesi dal
che la NASA ad offrire in diretta tv mondiale il calcio d’inizio, era stata epicentro di uno dei più
macabro spettacolo dell’incidente allo shuttle disastrosi cataclismi naturali della storia recente.
Challenger; impietoso il verdetto che il 9 Giugno Un terremoto che aveva mietuto più di 10.000
emise la Commissione Rogers al riguardo: la vittime, oltre a ingenti danni alle infrastrutture, tra
causa dell’incidente era dovuto a un prevedibile cui lo stesso stadio Azteca, e che aveva messo
cedimento strutturale. Il 23 Giugno Eric Thomas di nuovo in discussione la sede del mondiale. Ma
sviluppa Listserv, il primo software di gestione il popolo messicano diede prova di una unità e di
delle mailing list. una determinazione fino ad allora sconosciute,
In Italia sono gli anni di fango. Gli adolescenti ‘’la societa’ ha deciso di prendere nelle sue mani
si dilettano giocando a Bubble Bobble ed Arka- il suo destino. In quel momento il Messico cam-
noid, in edicola si trovano i primi numeri di Dylan biò per sempre, e i giorni che seguirono mostra-
Dog, al cinema spopolano Top Gun e Platoon e rono i valori piu’ profondi del popolo messicano’’
la nazionale di Bearzot mette in palio il titolo di ebbe a dire in seguito il presidente Vicente Fox
campione del mondo nell’edizione messicana. Quesada.

Il campionato del Mondo torna in Messico a di- Alla fase finale partecipano tutte le nazionali più
stanza di soli 16 anni. Il paese sudamericano è titolate meno l’Olanda, al secondo forfait conse-
il primo a ospitare due edizioni di questa com- cutivo. L’Italia di Bearzot è rimasta praticamente
petizione e ciò avviene a causa della defezione la stessa di quella campione del mondo in Spa-
della Colombia (originariamente designata a gna (motivo questo di cocenti critiche della stam-

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pa), con l’innesto dei giovani e talentuosi Vialli e De Napoli. A contenderle il titolo il solito Brasile, di Telé Santana, che
può schierare talenti del calibro di Sòcrates, Junior, Careca e Alemao; l’Argentina di Maradona e Valdano; la Francia
di Platini, Tigana e Papin; la Danimarca di Michael Laudrup, l’Inghilterra di Lineker, Hateley e Brian Robson e, la
favorita della vigilia, Germania dell’Ovest del tecnico Beckenbauer che, tra gli altri, schiera le nostre “conoscenze”
Rummenigge, Briegel, Matthaus e Brehme.

Rispetto al Mundialito spagnolo cambia la formula: prima fase “morbida”, sei gironi di quattro squadre a qualificare
le prime due di ogni raggruppamento e le quattro migliori terze (cioè 36 partite per eliminare solo 8 partecipanti); poi
eliminazione diretta per ottavi, quarti e semifinali, con i calci di rigore in caso di parità dopo i supplementari. L’Italia
è stata inserita dal sorteggio nel primo gruppo, con Corea del Nord, Argentina e Bulgaria. Nella partita d’esordio,
il 31 Maggio, davanti a 95.000 spettatori dello stadio Azteca, nello stadio già teatro della partita del secolo (Italia-
Germania 4-3), gli azzurri non vanno oltre un noioso 1-1 contro una pur spenta Bulgaria. Un altro punto arriva dal
pareggio con l’Argentina e la qualificazione agli ottavi è decisa da un tribolato 3-2 sulla Corea.
Dagli altri gironi non emergono particolari sorprese, a meno dell’eliminazione del Portogallo, in un girone F inaspet-
tatamente vinto dal Marocco, davanti alle ben più blasonate Inghilterra e Polonia.

Il mondiale entra nel vivo con gli ottavi di finale. Gli azzurri di Bearzot si trovano di fronte la Francia di Henri Michel.
La partita è a senso unico di marca francese: Platini e Stopyra realizzano le marcature (una per tempo) e spengono i
sogni azzurri di un bis mondiale. Nella conferenza stampa che segue la partita, il ct azzurro avrà modo di esternare:
“Credevo ci mancasse qualcosa, invece ci mancava tutto”.

I quarti di finale vedono ben 3 partite terminare ai rigori. Prevalgono Francia (sul Brasile), Gemania dell’Ovest (sui
padroni di casa del Messico) e il Belgio sulla Spagna. L’ultimo quarto di finale è particolarmente suggestivo.

S
i affrontano in uno stadio Azteca gremito di 115.000 spettatori, Inghilterra e Argentina. Gli attriti tra le due
nazioni per il conflitto nelle isole Falkland sono recenti e i biancocelesti scendono in campo disposti a tutto
per vendicare il loro popolo. E’ in questo scenario che Diego Armando Maradona sfodera una prestazione
leggendaria. Due gol che sono memoria collettiva. Il primo di mano, “la mano de Dios” commenterà a fine gara; il
secondo, partendo da centrocampo, scartando con colpi di suola e finte di corpo, uno ad uno, tutti i difendenti com-
preso il portiere Shilton.

Le semifinali non regalano spettacolo di pari livello. La Germania dell’Ovest prevale per 2-0 su una irriconoscibile
Francia; l’Argentina, sull’onda dell’entusiasmo, supera la squadra rivelazione del torneo, il Belgio di Scifo, ancora
con una doppietta del suo capitano.

La finale del 29 giugno vede dunque contendersi il titolo Argentina e Germania dell’Ovest. Maradona e i suoi sem-
brano gestire la partita senza patimenti: passano al 23’ col terzino Brown, raddoppiano al 55’ con Valdano. Proprio la
seconda marcatura argentina sembra destare i tedeschi da un insolito torpore. Gli uomini di Beckenbauer comincia-
no a correre, pressare alti, costruire azioni da gol, mentre Maradona e compagni si chiudono in difesa quasi impauriti
di fronte a tanta veemenza, non riuscendo neanche a ripartire in contropiede. Al 74’ Rummenigge realizza il meritato
2-1, 6 minuti dopo, Voller, l’insperato pareggio. Nello stadio che 16 anni prima li aveva visti sconfitti nella partita del
secolo sembrò, in quegli istanti, concretizzarsi una impresa irripetibile, tale da cancellare quell’onta sportiva di marca
italiana; i tedeschi, nelle loro divise verdi per l’occasione, col sangue negli occhi, coerenti con la loro indole, non si
accontentarono del pareggio e continuarono a spingere per cercare il gol della vittoria con lo stremo delle loro forze.
Il sogno durò soli tre minuti, quando Maradona, che non aveva ancora inciso nel match, trova con un perfetto assist
Burruchaga; lanciato nel più classico dei contropiedi, il numero 7 dal nome buffo, corre allungandosi il pallone, regge
il contrasto di un difensore, entra in area e batte il portiere tedesco Schumacher regalando al popolo argentino la
gioia del secondo titolo mondiale.
Tornata in Italia, la nazionale azzurra è accolta da feroci polemiche che costano la panchina a Bearzot, colpevole
di aver portato in Messico giocatori a fine carriera e senza stimoli. Di quei giorni, del vecio, ricordiamo un’altra frase
emblematica: “Io spero solo che i giovani possano trovare un posto sicuro nel nostro campionato”.

Nel 1974 la Colombia fu selezionata dalla Fifa per ospitare i Mondiali dell’1986 ma
Partite giocate: 52 nel 1982, per gravi problemi finanziari, il paese sudamericano dovette abbandona-
Gol segnati: 132 re l’impresa. A quel punto si fecero avanti Canada, Usa e Messico, che fu scelto
Media Gol: 2,54 all’unanimità perché già dotato di infrastrutture. Otto mesi prima del mondiale il pae-
Capocannoniere: Lineker (Ing) 6 se centroamericano fu colpito da un terribile terremoto che però lasciò intatti gli stadi.
R oma, 8 luglio 1990 - Lo stadio Olimpico è
una bolgia. Maradona reagisce con un “hijos
de Puta” ai fischi receuti durante l’inno nazionale
dell’Argentina che sarà battuta in finale dalla Ger-
mania grazie ad un contestatissimo calcio di rigore.
(Foto Getty Images)

Notti Magiche

A
i nastri di partenza della quattordice- L’Italia di Vicini debutta contro l’ostica Austria,
sima edizione dei Mondiali si presen- squadra che per tutta la partita contiene grazie
tano 24 squadre, all’appello mancano alla propria fisicità le iniziative azzurre. L’Italia fa
clamorosamente la Francia e la Polonia, due la partita ma stenta a creare occasioni da rete,
squadre protagoniste della scena mondiale per i minuti passano e a un quarto d’ora dalla fine il
tutto il decennio precedente appena conclusosi. c.t. Vicini decide di mandare in campo l’ultima
Tra una festa di musica e colori che coinvolge carta: Totò Schillaci al posto di Carnevale. Al 79’
l’intero paese – e che fa dimenticare per qual- Vialli crossa in area e Schillaci, proprio lui, svetta
che giorno le astronomiche cifre spese per gli in cielo e di testa trafigge Lindenberger. E’ l’inizio
stadi, le opere pubbliche non completate e le delle notti magiche.
infinite cause in tribunale – il Mondiale ha final- L’Italia grazie a una rete di Giannini si ripete –
mente inizio con il match inaugurale tra l’Argen- nonostante l’errore dal dischetto di Vialli - an-
tina campione del mondo in carica e il Camerun. che contro gli Stati Uniti con l’identico risultato e
La nazionale sudamericana, favorita della com- nell’ultima partita del girone affronta la Cecoslo-
petizione insieme a Italia, Germania e Olanda, vacchia per giocarsi la prima posizione del rag-
sembra pagare lo scotto dell’esordio e al 66’ la gruppamento. Al 9’ Schillaci porta in vantaggio
punta camerunese Omam-Biyik di testa manda l’Italia e al 78’ Roberto Baggio inventa il gol più
in rete con la complicità del portiere Pumpido. bello del Mondiale partendo defilato da centro-
Il Mondiale inizia con la più clamorosa delle vit- campo, dribblando mezza squadra e tirando alla
torie. destra del portiere. L’Italia è in delirio: tre vittorie
in altrettanti incontri, difesa imbattuta, Schillaci

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trasforma in oro ogni pallone che tocca, sembra di vivere in un sogno.

L’Italia conclude così la fase a gironi vincendo a punteggio pieno il proprio gruppo A davanti a Cecoslovacchia, Austria
e Stati Uniti.
Nel girone B il sorprendente Camerun bissa la vittoria dell’esordio sconfiggendo la Romania con una doppietta dell’eter-
no Milla e nonostante lo 0-4 subito dall’URSS conclude al primo posto davanti all’Argentina e alla Romania.

L’Argentina soffre tantissimo in questa prima fase e il successo contro l’URSS è macchiato da una “mascalzonata” di
Maradona che su un tiro sovietico destinato a finire in rete, devia con la mano a lato senza che l’arbitro se ne accor-
gesse.
Nel gruppo C il Brasile, trascinato dai gol di Careca e Muller, vince a punteggio pieno il proprio girone davanti alla so-
prendente Costa Rica di Milutinovic, alla Scozia e alla Svezia.
Anche la Germania va come un treno e seppellisce di reti sia la Jugoslavia che gli Emirati Arabi, pareggiando poi a
qualificazione già ottenuta contro la Colombia. I tedeschi concludono così in testa davanti a Jugoslavia, Colombia ed
Emirati Arabi.
Più combattuto il girone E dove, a parte il fanalino di coda Corea del Sud, Spagna, Belgio e Uruguay si danno filo da
torcere a vicenda. A spuntarla sono gli iberici dinanzi ai belgi e ai sudamericani.
Nell’ultimo raggruppamento, quello F, l’Inghilterra si aggiudica il primato dinanzi a Irlanda, Olanda ed Egitto. Irriconosci-
bili gli Orange, campioni d’Europa solo due anni prima, che collezionano solamente tre pareggi.

Gli ottavi di finale vedono all’Olimpico l’Italia affrontare l’Uruguay. Dopo un primo tempo conclusosi a reti bianche ci pen-
sa il solito Schillaci al 65’ a rompere il ghiaccio e a portare in vantaggio gli azzurri con una fucilata da fuori area mentre
Serena nei minuti finali mette il sigillo sul risultato siglando la sua prima rete del mondiale.
Il Camerun continua il suo stratosferico mondiale battendo per 2-1 la Colombia con una doppietta di Roger Milla nel
secondo tempo supplementare prima del gol della bandiera colombiana firmato da Redin.
La favola della Costa Rica si ferma invece agli ottavi contro la Cecoslovacchia.
Nel match clou Brasile-Argentina i carioca assediano la difesa avversaria e colpiscono al 18’ un palo con Dunga. Al 52’
Alemao colpisce il secondo palo per il Brasile e Careca manca una nitida occasione di testa. Ma quando in campo c’è
un genio chiamato Maradona può accadere di tutto e così a dieci minuti dalla fine Diego semina gli avversari e serve
Caniggia a cui non basta altro che dribblare Taffarel e insaccare a porta vuota. Dopo che il Brasile ha dominato per tutta
la partita a passare è quindi l’Argentina grazie a un lampo nel buio di Maradona e Caniggia. Il calcio, si sa, è fatto anche
di questo.

L’ottavo tra Germania e Olanda è una vera e propria guerra. I “buu” tedeschi contro i giocatori di colore olandesi infiam-
mano gli animi in campo e i giocatori gettano benzina sul fuoco con numerosi falli, insulti e polemiche. Al 21’ l’attaccante
tedesco Voller falcia il portiere olandese Van Breukelen, Rijkaard infuriato dalla situazione e dai continui insulti razzisti
ricevuti sputa addosso all’avversario. Vengono entrambi espulsi.
La partita viene decisa da una rete di Klinsmann e da un tiro da fuori di Brehme. All’88’ Koeman su rigore riaccende le
speranze olandesi ma a passare sono i tedeschi. Un’Olanda presentatasi ai Mondiali come il fantasma di sé stessa esce
così dalla competizione senza aver vinto nemmeno una partita.
L’Irlanda contro la Romania ottiene il quarto pareggio in altrettante partite e a decidere le sorti del match sono i calci di
rigore. A spuntarla sono gli Irlandesi.
L’ottavo tra Spagna e Jugoslavia si decide invece ai supplementari. È Stojkovic con una magistrale punizione a quali-
ficare gli slavi.
L’ultimo ottavo tra Inghilterra e Belgio viene decisa da un gol di Platt all’ultimo minuto del secondo tempo supplementa-
re, si completa così il quadro delle otto nazionali qualificate.

Contro l’Irlanda Vicini conferma il tandem Baggio-Schillaci in attacco e al 37’ su una respinta del portiere Schillaci segna
il gol dell’1-0 portando così l’Italia sulla luna. Nella ripresa ancora Schillaci colpisce la traversa su punizione ma il risul-
tato non cambia: Italia in semifinale.
Il quarto di finale tra Argentina e Jugoslavia si conclude ai rigori dopo lo 0-0 dei centoventi minuti regolamentari. Le due
stelle Stojkovic e Maradona sbagliano entrambi, l’argentino Troglio colpisce il palo e manda la sua squadra a un passo
dal baratro. A questo punto però emerge il portiere sudamericano Goycoichea che para due rigori e qualifica gli argentini
in semifinale.

A completare il quadro delle semifinali sono la Germania, che batte la Cecoslovacchia per 1-0 grazie a un rigore di
Matthaus, e l’Inghilterra.
Inghilterra-Camerun è una partita bellissima: Platt porta in vantaggio gli inglesi nel primo tempo ma nella ripresa prima
un rigore di Kunde e poi Ekéké ribaltano il risultato in favore degli africani prima che all’83’ un rigore di Lineker fissi il
risultato sul 2-2. Le due squadre vanno ai supplementari ed è ancora un rigore diLineker al 105’ ad eliminare il Camerun
che esce a testa altissima dal Mondiale tra le lacrime dei milioni di tifosi che si erano innamorati di quella bellissima
squadra.

La prima semifinale vede di fronte in un incandescente San Paolo di Napoli l’Italia e l’Argentina. Al 17’ Giannini si inventa
una giocata delle sue, il pallone finisce a Vialli che calcia in porta, il portiere respinge ma irrompe Schillaci che porta in
vantaggio l’Italia. Gli azzurri sono a un passo dal sogno ma l’Argentina ha il gran merito di non scomporsi così al 68’
Caniggia di testa anticipa Zenga in uscita e realizza il gol del pareggio. Dopo 518 minuti il portiere è così finalmente
battuto dopo aver realizzato ciò che è ad oggi il record di imbattibilità in un mondiale.

Vicini sostituisce Vialli con Baggio e nei supplementari l’attaccante su punizione indirizza il pallone sotto l’incrocio ma è
miracolosa la parata di Goycoichea che nega il gol agli azzurri e salva il risultato: si va ai calci di rigore.
Dal dischetto gli argentini sono infallibili mentre Goycoichea ripete l’impresa dei quarti di finale parando ancora due
rigori, questa volta a Donadoni e a Serena.
L’Argentina è la prima finalista, all’Italia non resta altro che giocare la finale di consolazione per il terzo posto tra la la-
crime dei giocatori e di tutto il Paese che aveva sognato con loro.
Anche l’altra semifinale tra Germania ed Inghilterra si conclude ai calci di rigore dopo l’1-1 dei tempi regolamentari decisi
dai gol di Brehme e Lineker. Dal dischetto gli errori di Pearce e Waddle mandano i tedeschi in finale a giocarsi la rivincita
della finale di quattro anni prima contro l’Argentina.

Dopo che nella finale per il terzo posto l’Italia grazie alle reti di Baggio e ancora Schillaci aveva battuto l’Inghilterra per
2-1, allo stadio Olimpico di Roma Germania ed Argentina si giocano la finale del mondiale.
Lo stadio intero tifa per la Germania e vergognosamente l’inno argentino viene sommerso di fischi. Maradona, inqua-
drato dalle telecamere, commenta dicendo “hijos de puta” al pubblico.

La partita è noiosissima, le due squadre sono stanchissime e il risultato si trascina senza reti verso il finire della partita
quando è l’arbitro a diventare protagonista.
All’84’ un fallo di Sensini su Voeller (dubbio, molto dubbio) decreta un rigore a favore dei tedeschi, Matthaus non se la
sente di calciare e lascia l’incarico a Brehme che realizza dal dischetto e consegna alla Germania il terzo titolo mon-
diale.

Con la vittoria della Germania cala così il sipario su Italia ’90, un’edizione tra le più emozionanti nonostante il basso
numero di reti realizzate.
La festa finale tra giocatori e tifosi di Italia e Inghilterra spazza via l’incubo dell’Heysel di cinque anni prima, il Camerun
apre una nuova era per il calcio africano e la Germania ottiene la sua vendetta.

Quando si pensa a Italia ’90 affiora in tutti noi un po’ di malinconia. Malinconia non solo per le occasioni sprecate ma
anche per quella festa che per un mese intero caratterizzò tutti gli Italiani.
Quelle di Italia ’90 erano davvero notti magiche, notti che hanno regalato emozioni, gioie e in più di qualche caso amori.
I Mondiali sono fatti così, ti prendono, ti avvolgono, ti portano in una dimensione che trascende dalla realtà.

Le qualificazioni mondiali cominciarono nell’agosto del 1988 con la Germa-


Partite giocate: 52 nia Est da un lato e la Germania Ovest dall’altro. Quando l’8 luglio 1990 Lothar
Gol segnati: 115 Matthäus sollevò la coppa del mondo esisteva ormai una sola Germania ri-
Media Gol: 2,21 unificata politicamente. Il muro di Berlino era caduto il 9 novembre 1989, quan-
Capocannoniere: Schillaci (Ita) 6 do mancava ancora una partita da giocare per concludere le qualificazioni.
P asadena, 17 luglio 1994 - Il capitano del Brasi-
le, Dunga, solleva al cielo la Coppa del Mondo
ricevuta dal vice presidente Al Gore dopo aver
battuto l’Italia in finale.
(Foto Mike Hewitt / Getty Images)

Lacrime del Picinin

I
mondiali sbarcano negli U.S.A. , annunciati due blocchi: quello parmense e quello milanista.
il 4 luglio 1988 addirittura da Henry Kissin- I rossoneri erano diventati, pochi giorni prima,
ger. La cassa risonante è incredibilmente penta-campioni d’Europa nello storico 4-0 sul
gonfia, le aspettative alle stelle: l’obiettivo non Barcellona di Atene.
è semplicemente quello di trovare una nazio- A causa del fuso, per permettere agli europei di
ne campione, ma anche quello di esportare in assistere alle partite, si gioca fra la mattina e il
America un nuovo sport, renderlo popolare e primo pomeriggio.
farlo entrare nelle vene ai figli dello zio Sam.
Obiettivo riuscito, almeno a 15 anni di distanza, I calciatori soffrono la canicola made in U.S.A., e
se si guarda alla Confederations Cup di qual- gli elevati valori di umidità.
che tempo fa.
Sacchi, mentore e guida azzurra, esordisce ma-
L’Italia di Arrigo Sacchi torna ad affrontare le lamente. Con Baggio e Signori di punta, nel suo
qualificazioni mondiali dopo 11 anni (aveva sal- classico 4-4-2, l’Italia perde 0-1 la prima contro
tato quelle del 1986 come campione uscente l’Eire di Jack Charlton. Giovedi 23 giugno ci gio-
e quelle del 1990 come paese organizzatore), chiamo già il tutto per tutto contro la Norvegia.
ottenendole a fatica. Fuori invece la Jugosla- Sacchi sostituisce Tassotti con Benarrivo, dirotta
via, dilaniata dalla guerra civile, l’Inghilterra e la Signori in fascia, e affianca Casiraghi a Baggio.
Francia. Dentro il Messico del funambolico por- Il match è un calvario: Pagliuca viene espulso, e
tiere Campos, la Colombia del ipertricotico Val- Sacchi impone che sia proprio Baggio ad uscire.
derrama, la Nigeria di Finidi e Jay-Jay Okocha. “Questo è matto”, sarà il commento dell’allora
La Nazionale si propone invece impiantata su ancora inespresso salvatore della patria. Baresi

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si fa male al menisco, e l’Italia chiude il match con due uomini in meno: sarà però un gol di Dino Baggio a regalarci
una tanto sofferta quanto utile vittoria.

Sotto 40°, invece, cinque giorni dopo, Massaro segna contro il Messico, e ci regala un misero 1-1: sarà la Russia,
invece ad offrirci la qualificazione, malmenando il Camerun nel girone B, e lasciandoci il posto agli ottavi come mi-
gliore terza. Esaudite le suppliche del CT, che poche ore prima aveva congedato gli italiani con questo saluto: “ora
non ci resta che pregare”.
Poche sorprese giungono dagli altri gironi: qualificate tutte le grandi, anche l’Argentina, che però perde per strada
la sua stella più luccicante. Maradona, da poco tornato in Nazionale, si fa nuovamente beffare dal suo cancro più
devastante: la debolezza.

Il 5 luglio a Boston c’attende la Nigeria, mina vagante della manifestazione. Maldini eredita ruolo e fascia di Baresi,
Mussi va a destra. Andiamo sotto per colpa d’una disattenzione. Sudori freddi pervadono menti e cuori d’una nazio-
ne intera, che deve anche salutare prematuramente l’estro di Zola, il cui talento avrà solo dieci minuti per esprimersi:
al 75’ il piccolo genio viene espulso ingiustamente. E qui comincia il film azzurro. Serve l’uomo dotato della luce più
nitida, per ridarci nuova vita. E’ Roberto Baggio, con due gol, uno, col destro chirurgico, a 100 secondi dalla fine,
ed uno nei supplementari, a condurci per mano ai quarti, dove giungono solo squadre Europee, a meno del Brasile.

Ci tocca la Spagna di Luis Enrique, Zubizzarreta, Guardiola e Hierro. Servono entrambi i Baggio stavolta, a far
proseguire il sogno d’un popolo. La passione azzurra però non smette di fremere: un violento raptus di Tassotti –
convertito in 8 giornate di squalifica, ed un naso rotto ad Enrique - lo costringe a chiudere anzitempo la sua carriera
azzurra. Un solo ostacolo ci divide dalla finale: la Bulgaria, rivelazione della manifestazione (“Dio è bulgaro”, dirà
Stoichkov, capocannoniere del torneo, qualche mese dopo), guidata dall’estro del futuro parmense e dal duttile
Letchkov. E’ancora il divin codino, con una doppietta nei primi 25 minuti, a guidarci alla vittoria, sotto il sole di New
York. Il primo gol è un Picasso, l’incedere zuccherino, il destro a giro un orgasmo.

L’angusto percorso si concluderà a Pasadena, il 17 luglio.


Avversario il Brasile: c’è da vendicare la sconfitta in finale del 1970, quando venimmo battuti 4-1. Sacchi recupe-
ra – questo il vero miracolo – Baresi, soli 25 giorni dopo l’operazione, e dà ancora fiducia a Baggio, nonostante lo
stiramento rimediato in semifinale.

Questa la nostra formazione: Pagliuca; Mussi, Maldini, Baresi, Benarrivo; Donadoni, Albertini, D. Baggio, Berti; R.
Baggio, Massaro. Di fronte, gente come Branco, Dunga, ma soprattutto una coppia offensiva devastante: Romario
e Bebeto. Non il Brasile migliore di sempre, ma comunque una forte compagine.

Il resto è storia, stampata in amara dattilografia ed a lancinanti tinte nei nostri ricordi. Il legno baciato da Pagliuca
dopo il tiro di Mauro Silva, l’errore di Romario a porta vuota, il dolore di Baggio, stante il dolore e l’infortunio, e la
sua mancata sostituzione. L’inevitabile 0-0 si conclude ai calci di rigore: è la prima volta che la manifestazione ha
nell’apnea dei tiri dal dischetto il suo apice. Baresi spara alto, e si chiude in un tanto candido quanto dignitoso pian-
to. Pagliuca para su Marcio Santos. Massaro sbaglia, e la chiusura del mondiale non può che ricadere sulle spalle
dell’uomo che meglio lo ha giocato: il piccolo, grande Roberto. La sua disperazione (tradotta in gloria da un recente
spot che ne alterò l’esecuzione del tiro), unita al caldo abbraccio di Sacchi a Baresi, è l’immagine più bella e triste
del torneo.

Il Brasile vince, diventa tetra-campeon, e dedica la vittoria ad uno dei suoi figli più sfortunati: Ayrton Senna, spentosi
poche settimane prima in un tragico incidente. Dall’altra parte, una nazione intera s’unisce nelle lacrime, e si stringe
in uno dei momenti più emotivamente cocenti delle nostre vite sportive. La traversata più lunga e avvincente si con-
clude nel modo peggiore, ma ha lasciato istantanee e attimi indelebili nei nostri cuori di tifosi.

La notte del 2 luglio Andréas (el caballero) Escobar all’uscita di un risto-


Partite giocate: 52 rante a Medellin fu freddato da dodici colpi di mitraglietta. La sua «con-
Gol segnati: 141 danna a morte» fu decretata per la sfortunata autorete messa a segno
Media Gol: 2,71 durante la gara persa per 2-1 contro gli Stati Uniti. Tutt’oggi non è chiaro se il mo-
Capocannoniere: Stoičkov (Bul) 6 reti
vente sia stata semplice follia calcistica, come affermarono le indagini, oppure altro
Salenko (Rus) 6 reti
P arigi, 12 luglio 1998 - L’intero team francese
festeggia il trionfo nell’edizione casalinga dei
Mondiali. Battuto in finale il Brasile per 3 a 0 con
doppietta di Zinedine Zidane.
(Foto Stu Forster /Allsport / Getty Images)

Allez Les Blues !

S
essant’anni dopo l’edizione del 1938, razione italiana decide di sollevare dall’incarico
la Francia organizza i Campionati del Arrigo Sacchi, affidando la panchina azzurra ad
mondo sotto la spinta autorevole di un tecnico “federale”: Cesare Maldini, padredi
Michel Platini. I transalpini fingono di snobbare Paolo, promosso in prima squadra dopo i nu-
il torneo, ridestandosi ad un immenso entusia- merosi successi conquistati con l’Under 21.
smo nell’immediata vigilia: alla fine investono Il tragitto per accedere al Mondiale francese è
nell’organizzazione quasi tremila miliardi di pieno di insidie e lo storico successo a Wem-
lire, e risultano tra i migliori organizzatori della bley contro l’Inghilterra non è sufficiente per
storia della manifestazione. conquistare il primo posto nel girone. Decisivo
risulta lo spareggio contro la Russia: all’andata,
Sono 32 le squadre ammesse alla fase finale in condizioni climatiche al limite del praticabile,
(scelta imposta dal presidente Blatter, e dalla l’Italia ottiene un prezioso 1-1, in una partita che
sua filosofia del “tanti in più, tutti contenti”), viene tuttora ricordata per l’esordio di Gianluigi
otto in più delle precedenti edizioni. Ma non è Buffon. Al ritorno, in un San Paolo pieno in ogni
l’unica novità: nelle eliminazioni dirette, dopo ordine di posto, gli azzurri conquistano una
l’esperimento di Euro ‘96, viene riproposta la sofferta vittoria di misura, grazie alla rete di Gigi
regola del golden-gol. La partita finisce alla Casiraghi.
prima rete messa a segno nei supplementari Le qualificazioni, però, mietono vittime illustri:
che designerà il vincitore. tra di esse la Repubblica Ceca, vice campione
d’Europa. L’altra delusione è rappresentata dal
L’Italia si presenta ai nastri di partenza voglio- Portogallo, il quale nonostante possa contare
sa di cancellare la delusione di Pasadena, su giocatori del calibro di Figo e Rui Costa non
quando l’Italia di Sacchi vide sfumare dal riesce a guadagnarsi il volo verso la Francia.
dischetto, contro il Brasile, il sogno mondia- Alla vigilia della competizione favorito è il Bra-
le. Dopo il deludente Europeo, la Fede- sile di Ronaldo, autore di una grande stagione
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con l’Inter culminata con il successo della Coppa Uefa. Ed è proprio il Brasile campione uscente ad inaugurare il
Mondiale francese, andando a soffire più del dovuto al fine di superare gli ostici scozzesi.
Poi tocca a noi. A varcare i confini, alla fine, saranno sei juventini (Peruzzi, Torricelli, Pessotto, Di Livio, Inzaghi e
Del Piero), tre rossoneri (Maldini, Costacurta e Albertini), tre interisti (Pagliuca, Bergomi e Moriero). Maldini tiene
vivo il mini-blocco parmense (Buffon, Cannavaro, Chiesa e Dino Baggio), e chiama anche, dall’estero, Ravanelli e
Vieri. Oltre a loro, inevitabilmente Nesta e Di Biagio dalla Capitale, e soprattutto Roberto Baggio, autore dell’enne-
sima rinascita in quel di Bologna: il divin codino, però, parte per la competizione con una certezza. Mai - a meno
di clamorose eccezioni - in campo contemporanemante a Del Piero, il titolare teorico. Fuori rimangono Ferrara per
infortunio, e soprattutto Gianfranco Zola, volato a dar spettacolo in quel di Londra.
Arriva anche il nostro momento. Bagniamo l’esordio contro il Cile degli ‘italiani’ Salas e Zamorano, raggiungendo
un soffertissimo pareggio solo all’84’. Con un centrocampo confuso e i difensori in difficoltà , ci vuole un supremo
Baggio per strappare il pareggio. Prima manda in gol Vieri e, dopo il sorpasso dei cileni, si procura e realizza il
dubbio rigore che ci dà il 2-2.
Dopo il sofferto pareggio contro i cileni, l’Italia sfida il temibile Camerun senza remore e si impone con un perento-
rio 3-0, grazie alla prodezze di Di Biagio e Vieri, in rete per ben 2 volte.
Nell’ultimo match l’Italia mette in mostra un ottimo calcio e si sbarazza dell’Austria senza difficoltà; ad andare in gol
è Vieri, su assist di Del Piero in campo dal 1’, ed ancora l’incontenibile Roberto. Una brutta tegola, però, accompa-
gna il passaggio del turno azzurro: Sandro Nesta, cadendo dopo uno scontro con Pfeifenberger, riporta una grave
lesione al ginocchio destro che lo bloccherà per nove mesi. Bergomi prende il suo posto.

Negli altri gironi tutte le altre grandi riescono ad accedere agli ottavi, ad eccezione della Spagna. Le Furie Rosse,
che si presentano in Francia con grandi ambizioni, si suicidano all’esordio con la Nigeria, in un match pirotecnico
deciso da un errore del monumentale portiere Zubizarreta. Gli spagnoli non riescono a reagire e non vanno oltre
il pareggio contro il Paraguay. A nulla serve la goleada con la Bulgaria ( terza al Mondiale ’94), perché lo stesso
Paraguay batte la Nigeria, sicura del primo posto, e conquista gli ottavi di finale.
La fase a girone mette in mostra tanti giovani talenti, divenuti protagonisti inattesi: la Francia, senza Zidane espul-
so contro l’Arabia, macina gioco ed avversari grazie al duo Trezeguet-Henry, entrambi poco più che esordienti.
La vera stela, però, viene dall’Inghilterra: tra i leoni esordisce e brilla di inattesa luce il diciottenne Michael Owen.
Più che i successi di Brasile, Argentina, Olanda e Germania stupisce la qualità del gioco della Croazia, trascinata
dalla classe di Boban e dai gol di Suker.

Agli ottavi di finale è il nostro turno contro la Norvegia di Tore Andre Flo, qualificatasi al secondo posto nel girone
del Brasile. La partita non è entusiasmante, e basta una rete del trascinante Vieri - su lancio di Di Biagio - per
accedere ai quarti. Ancora luci e ombre su Del Piero, sostituito non da Baggio ma da Chiesa, per evitare spiacevoli
dualismi tra i nostri due massimi talenti. Emerge sempre più il nervosismo di Cesare Maldini che così risponde ai
critici, sempre più accaniti: “Se non ho messo Baggio sono affari miei”. Del Piero, però, è in evidente ed oggettiva
difficoltà.

Dopo il successo contro la Norvegia, attendiamo il risultato di Francia-Paraguay per conoscere la nostra prossima
sfidante. I padroni di casa sottovalutano i sudamericani e rischiano di uscire a sorpresa dal Mondiale: guidati dal
loro leader Chilavert, i paraguayani dominano, ma non riescono a concretizzare. E’ lo stesso estremo difensore -
abilissimo tiratore da fermo - a rischiare la storica rete.

Sono invece i transalpini, a 5 dal termine dei supplementari, a trovare l’insperata rete di Laurent Blanc. Molto più
agevole è il passaggio del turno del Brasile di Zagallo che non fatica a sbarazzarsi del Cile, grazie ad un Ronaldo
in formato stellare. Difficoltà, invece, per Germania e Olanda, che eliminano solo negli ultimi minuti, rispettivamen-
te, Messico e Jugoslavia.
La partita più importante degli ottavi è quella tra Inghilterra e Argentina. Le due rivali storiche buttano il cuore oltre
l’ostacolo, dando vita alla partita più bella dell’intero torneo. Il primo tempo, infatti, finisce addirittura 2-2, con botta
e risposta su rigore tra Batistuta e Shearer, prima del gol più bello del torneo, messo a segno da Owen e del de-
finitivo pareggio di Zanetti. Beckham, fino a quel momento autore di un Mondiale fantastico, perde la testa e si fa
espellere.
Arriva la grintosa reazione degli inglesi, che però non trovano il gol: ai rigori, Ince e Barry sbagliano e mandano
all’inferno i britannici. L’Argentina trascinata da Batistuta accede ai quarti e intravede all’orizzonte una suggestiva
semifinale contro il Brasile.
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Poi, è Italia - Francia. Thuram, Blanc, Desailly, Lizarazu, Karembeu, Deschamps, Zidane, Henry sono solo alcuni dei
nomi forti tra i transalpini, che, sotenuti dai moltissimi del Saint-Denis, fanno paura.
Noi, invece, abbiamo rischiato poco, pur senza soffrire mai clamorosamente.
Un paese intero, però, si stringe attorno agli azzurri, e tutte le critiche antecedenti al macth vengono riposte in un
cassetto.
Cesare Maldini teme moltissimo Zidane, anche se finora lo juventino ha fatto vedere ben poco: per cautelarsi, sul
trequartista d’origini algerine mette tutta la generosità di Pessotto, scatenando le future ire, per questa scelta, di Silvio
Berlusconi, alla sua ennesima opinione fuori contesto.
La scelta, però, non premia, vista l’inferiorità numerica in mezzo al campo, dove un immenso Di Biagio cerca di con-
trastare la mediana francese tenuta su da Petit e Deschamps. La Francia fa la partita, ma denuncia quei limiti in zona
gol che già erano emersi contro il Paraguay. E comincia un breve tourbillon di violenza: Cannavaro, tra gli altri, viene
colpito al volto da una gomitata di Guivarc’h. Il solito, irriconoscibile Del Piero assiste poco e male il generoso Vieri. A
dar speranza agli azzurri è allora l’ingresso in campo di Baggio nella ripresa. La sua girata al volo, a pochi minuti dallo
scadere, è sospinta da una forza invisibile fuori dei pali: l’espressione facciale che scaturisce sul volto dell’affranto
Roberto è una malinconica cartolina indelebile per le menti di intere generazioni.
Si arriva ai rigori: Pagliuca fa il suo dovere, neutralizzando la conclusione di Lizarazu. L’Italia esulta, ma l’urlo di gioia
è presto strozzato dall’errore di Albertini. La Francia non sbaglia più e si arriva al quinto e ultimo rigore. Sul dischetto
va Di Biagio, autore di un Mondiale sorprendente: il romanista, come è solito fare, calcia senza rincorsa.
Il sordo rumore che provoca il pallone che incoccia contro la traversa decreta la fine di un sogno e l’ennesima amarez-
za a tinte azzurre. Dopo Italia ’90, Usa ’94, i calci di rigore ci sono ancora fatali. La Francia sorride e vede la finale.

Gli altri quarti vedono l’interessante match tra Brasile e la Danimarca dei fratelli Laudrup, che, sbarazzatisi con una
disarmante facilità della mina vagante Nigeria, però, nulla possono contro le giocate dei singoli. La serata è quella di
Rivaldo, che trascina i suoi con una prova di alta classe e suggella l’incredibile prestazione con il gol vittoria al 90’,
con una botta da fuori area.

Olanda ed Argentina, nell’altro quarto, regalano gol ed emozioni con Kluivert e Claudio Lopez. E’ Bergkamp, però, ad
un minuto dal termine, a dare il passaggio del turno agli orange, che vanno in semifinale 20 anni dopo l’ultima volta.
L’ultimo quarto, tra Germania e Croazia, racconta il crollo (0-3) dei tedeschi contro Suker e soci.
I francesi, in semifinale, temono appunto la mina vagante Croazia: e fanno bene. E’ proprio Suker a portare in vantag-
gio i biancorossi, che però vengono estromessi dall’incredibile trasformazione d’un terzino destro - Lilian Thuram - in
supereroe. La doppietta del parmense - unici gol della sua lunghissima militanza in Nazionale - portano i padroni di
casa in finale.

Il Brasile, nell’altra semifinale, ha la meglio sull’Olanda soltanto ai rigori, dopo il pari di Kluivert rispetto alla rete di
Ronaldo. Decisivo è Tafferel su Cocu e Ronald De Boer. Per il Brasile è la seconda finale consecutiva.
La finalina per il terzo posto vede il successo per 2-1 della Croazia sull’Olanda, con la rete decisiva realizzata da Su-
ker, che si aggiudicherà, grazie a questa rete, il titolo di capocannoniere.
E’ solo il preludio alla finale tra Francia-Brasile. La partita delude le attese, soprattutto a causa dell’inconsistenza dei
verdeoro: la Francia domina in lungo e largo, nonostante l’assenza del leader carismatico Blanc, espulso ingiustamen-
te in semifinale. Ronaldo è irriconoscibile, la brutta copia del giocatore ammirato fino ad allora. La scena se la prende
Zinedine Zidane, l’erede di Platini che aveva deluso per l’intero arco della kermesse. Come solo i grandi campioni
sanno fare, Zidane si mette le critiche alle spalle e diventa l’autentico protagonista dell’ultimo atto. Lo fa nella maniera
più inattesa, con due colpi di testa su calcio d’angolo che portano i galletti sul due a zero già nel primo tempo. Zagallo
prova a rispondere, mandando in campo Edmundo come terza punta, ma non c’è nulla da fare. La reazione brasiliana
non è consistente e Petit corona il suo grande mondiale col tre a zero finale. Un successo netto e meritato, per quanto
visto in finale, col rammarico di aver assistito ad un monologo e non ad una recita completa. Rimarrà impresso nella
scena di tutti gli sportivi, il malore di Ronaldo all’aereoporto. Per i francesi è il primo titolo e, due giorni dopo, la Nazio-
nale verrà fatta sfilare agli Champs-Elysées, in occasione della festa nazionale. Zinedine Zidane riesce nell’impresa in
cui aveva fallito “Le Roi”: la Francia per la prima volta è sul tetto del mondo ed i meriti maggiori vanno per un gruppo
unico che avrà la forza di ripetersi 2 anni dopo, in un Europeo nefasto per noi italiani.

L’Iran sconfisse per 2 a 1 gli acerrimi rivali statunitensi in un incontro storico. Le


Partite giocate: 64 piazze di Teheran si riempirono di una folla festante. Quello che non fu fatto vedere
Gol segnati: 171 né dalla regia internazionale né dalla censura iraniana furono le immagini dei dissi-
Media Gol: 2,67 denti che protestavano contro Katami o il grande palloncino arancione con il volto
Capocannoniere: Davor Suker (Cro) 6 di Rajavi che cadde in mezzo al campo pochi minuti prima dell’inizio dell’incontro.
Y okohama, 30 giugno 2002 - Il Brasile ha appe-
na battuto la Germania conquistandosi il diritto
di alzare la Coppa del Mondo
(Foto Bob Thomas/Getty Images )

Fenomeni in campo, e da baraccone

I
l campionato del Mondo sbarca per la prima ricane, nella partita tra Nazionali più sbilanciata
volta in Asia, e l’iniziativa sembra ricalcare della storia del calcio. Dentro pure Arabia Sau-
quella americana, fondata sul business e dita ed Iran, dalle Americhe viaggiano alla volta
sulla promozione del calcio in territori poco tra- asiatica anche Paraguay ed Ecuador, fuori va la
dizionali. In realtà il Giappone rappresenta da Colombia. Nessuna novità per il resto: le rivali
anni il luogo in cui si chiudono carriere più o storiche ci sono tutte, pronte a giocarcisi il tut-
meno brillanti: tra gli altri, Zico, Careca e Schil- to per tutto nella 17a edizione della Coppa del
laci hanno concluso la loro attività agonistica Mondo.
mangiando sushi e bevendo sakè.
Gli stessi nippo-coreani ammirano i campionati Gli azzurri sono reduci da un buon girone di qua-
sudamericani ed europei, ed osannano i cam- lificazione, che concludono imbattutti, mettendo-
pioni venuti da lontano a dar spettacolo. si alle spalle la Romania di Hagi. Trapattoni gui-
E’ anche la prima volta che due paesi, all’uniso- da con trasporto e pure con un pizzico di folklore
no, collaborano nell’organizzazione del torneo una Nazionale esperta ed audace, nella quale
più prestigioso: ovviamente, anche per la prima trovano spazio il blocco juventino, quello interi-
volta, sono tre la Nazionali ammesse di diritto, sta e quello rossonero, come insegna la storia
tenuto conto della Francia campione in carica. calcistica del nostro mister. Buffon è coperto da
La colonna sonora dell’evento è ‘Boom’, della Toldo ed Abbiati, dietro capitan Maldini è affian-
tenace e vigorosa Anastacia. cato dai rocciosi Nesta e Cannavaro, oltre che
da Panucci, Iuliano e Materazzi. Sulle fasce tro-
Nelle qualificazioni, fuori Jugoslavia, Olanda, vano spazio Di Livio, Zambrotta e Coco. La men-
Repubblica Ceca, Ucraina: ovvero parte inte- te a centrocampo è Gigione Di Biagio, il braccio
grante della letteratura pallonara del vecchio è Damiano Tommasi, il giovane Gattuso il suo
continente. Soffre ma ce la fa anche l’Uruguay, sostituto, Zanetti una valida alternativa. Davanti,
che allo spareggio regola l’Australia, che era viene promosso in pianta stabile, pur agendo da
stata capace di battere 31 a 0 le Samoa Ame- esterno, l’estro di Cristiano Doni, 29enne prota-

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gonista d’una straordinaria stagione bergamasca. Davanti Totti supporta il braccio armato dell’incontenibile Vieri:
dietro a loro, scalpitano Inzaghi, Delvecchio e Montella.
Clamore, malinconia ed insofferenza suscita però la scelta di lasciare a casa Roberto Baggio, che viene da una
straordinaria stagione in quel di Brescia (11 gol in 12 presenze), e da un gravissimo infortunio (rottura del legamento
crociato anteriore e lesione del menisco interno del ginocchio sinistro), dal quale aveva recuperato a tempo di re-
cord, segnando tre goal nelle ultime tre partite di campionato. Ad appoggiarne la candidatura, l’intera Nazione, che
spinge per vestire nuovamente d’azzurro il 35enne eterno divin codino.
Roberto però, anche stavolta, dopo l’esclusione del 2000 per mano di Zoff, guarderà gli azzurri da casa, conscio
di non poter raggiungere Maradona e Pelè, unici con Seeler ad aver giocato e segnato in 4 edizioni del Mondiale.

Si comincia col botto, con la splendida favola d’una debuttante, il Senegal, che supera i campioni in carica Francesi
nella partita inaugurale. La Francia stessa ricorderà quel mondiale come un incubo: non segna neanche un gol, ed
esce al primo turno dopo un pareggio e due sconfitte. La generazione di Zidane e compagni è data per defunta,
appagata dopo la vittoria del mondiale ‘98 e dell’europeo 2000. Serviranno i Mondiali tedeschi a sfatare tale teoria.
E sempre nel girone A, va fuori anche l’Uruguay, a favore dei danesi e della rivelazione Senegal. Nel girone B, tutto
facile per la Spagna, che passa insieme al sorprendente Paraguay di Cesare Maldini, tecnico più anziano della com-
petizione. Nel gruppo C, dopo uno stentato esordio con polemiche dovuto all’imbarazzante simulazione di Rivaldo
che cade a terra toccandosi il volto dopo essere stato colpito da una pallonata sulle gambe, il Brasile non fatica a
qualificarsi. Nel D, non bastano Figo e Rui Costa al Portogallo, fuori a favore della Corea del Sud. La Germania di
Ballack e Kahn, intanto, umilia con 8 gol gli Arabi, e si qualifica con l’ Irlanda di Robbie Keane. Altre sorprese le riser-
va il girone F, quello maledetto, in cui va fuori l’Argentina, eterna candidata al titolo ed eterna avversaria dell’Inghil-
terra (si incontrano nel primo girone, vincono gli inglesi 1-0 con gol di David Beckham). Passa il Giappone che mette
in vetrina Inamoto e Nakata, ed insieme ai padroni di casa anche il Belgio. Noi siamo nel gruppo G, con la matricola
Ecuador, e le pericolose Croazia e Messico. Il debutto è buono. Proponendo Doni dietro Totti e Vieri, riusciamo a
spuntarla facilmente contro i sudamericani, grazie a due gol del Bobone Nazionale, mai così in forma. E’ nella par-
tita successiva, quella con la Croazia, che ci complichiamo la vita. In campo con Zanetti al posto di Di Biagio, dopo
esser andati in vantaggio ancora con Vieri, difatti, ci facciamo rimontare ed usciamo sconfitti per 1-2. A segno va
anche l’ ‘italiano’ Rapajc. Comincia qui il nostro clamoroso credito con la buona sorte. Due reti valide, una di Vieri,
pochi minuti prima del gol convalidato, per fuorigioco, ed un’altra di Materazzi (rinvio dalla propria metacampo che
sorprende l’incerto Pletikosa dopo un mancato intervento di Filippo Inzaghi) ci vengono difatti clamorosamente an-
nullate. La terza partita, col Messico già qualificato, diviene già la nostra ultima spiaggia. A noi serve la vittoria, che
però rischierebbe di retrocedere i messicani al secondo posto nel girone. Il regalo ce lo fa la Croazia che, perdendo
con l’Ecuador, ci lancia in avanti nonostante il pari cui ci costringono Borgetti & Co. Il gol con cui chiudiamo 1-1 lo
firma Alex Del Piero, subentrato nella ripresa al posto di Totti, a 4 minuti dal termine.
Per lo juventino - che si presenta in Corea munito in viso di vistoso pizzetto dal gusto un pò retrò - è il primo gol mon-
diale. Al suo gol, scoppia di gioia pure un morigerato pezzo di storia pallonar-televisiva italiana, quel Bruno Pizzul
al commento del suo ultimo Mondiale, al confronto del quale anche Bulgarelli - suo compagno d’avventura - appare
esagitato. Si va avanti, contro tutto e tutti, in attesa dei padroni di casa Coreani. Sarà stato anche grazie alla fede del
nostro condottiero, ‘Juanin’ Trapattoni, che si porta in panchina un’ampolla di acqua santa e in occasioni particolari
ne versa un po’ nel campo. Anche poco prima che Alex vada in gol.

Agli ottavi, fuori Maldini Sr., per mano dei cinici e solidi tedeschi, e fuori anche la Svezia del giovane Ibrahimovic e
del vecchio Larsson, che impattano contro i nuovi leoni d’Africa senegalesi, compatti e volitivi, che mettono in mostra
gente come Camara, Diop, Diao, Diouf e Fadiga. Reyna e Donovan portano avanti gli USA, facendo fuori il Messico
del giovane capitano Rafa Marquez. Efficace il Brasile, che intanto ha clamorosamente ritrovato Ronaldo e Rivaldo,
e pure l’altra sorpresa Turchia, che fa fuori il Giappone. Tra le fila biancorosse giocano talenti notevoli, tutti svezzati
nei massimi campionati europei: Rustu, Hasan Sas, Emre, Okan, Hakan Sukur, Umit Davala. A vele spiegate pure
l’Inghilterra di Owen ed Heskey.

Poi tocca a noi. La Corea, che ci ospita, è squadra sottovalutata e benvoluta dagli arbitri. Il suo unico, vero talento si
chiama Guus Hiddink, l’olandese che siede in panchina. Ex mister di Real e PSV, conduce un manipolo di mediocri
verso un calcio tutto dedito alla corsa ed alla fatica, fortunato ma volitivo. E nella larga cerchia di benefattori che ne
massimizzano l’impegno c’è anche un arbitro ecuadoregno, tale Byron Moreno, che il 18 giugno, a Daejeon, arbitra
l’ottavo di finale tra la squadra di casa e gli azzurri. Veniamo accolti da 60mila tifosi in maglietta cremisi (colore nazio-
nale) con striscioni benaugurali del tipo «Welcome to Azzurri’s tomb», ed «Again 1966». La Storia adora i paradossi,
ed accade pure che i sudcoreani capitalisti inneggino a una vittoria dei nordcoreani comunisti.

Tutto ciò che accade dopo, è l’ennesima triste pagina, marchiata a truculente lettere, nell’infinito libro della nostra
memoria collettiva. Al 18° arriva la rete di Christian Vieri ma, a 2 minuti dalla fine, pure il pari di Seol Ki-Hyeon.
Proprio allo scadere il bomber dell’Inter avrebbe la possibilità di chiudere l’incontro, ma a porta vuota sbaglia un gol
fatto spedendo la palla in curva dall’area piccola coreana. Buffon aveva anche parato un rigore al perugino Ahn nel
primo tempo. Giunge a quel punto il momento di gloria dell’arbitro Moreno, già protagonista sino a quel punto
d’una direzione di gara irritante ed approssimativa. Viene annullato un gol regolare a Tommasi, ed espulso Totti per
simulazione dopo essere stato steso in area di rigore.
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Poi, al minuto 117 d’una stoica e storica partita, Ahn svetta di testa, superando il colpevole Paolo Maldini, e batte Buffon.
Comincia così, nel Belpaese, uno dei più sentiti drammi pallonari del millennio, capace di sortire effetti tanto duraturi
quanto inimmaginabili, che si riversano nella cultura e nella quotidianità con la stessa violenza con la quale le plurime
ingiustizie c’avevano colpito in campo.
Il povero coreano autore del gol vittoria verrà poi scaricato, quasi per ripicca, nel successivo mercato estivo, dal suo
lunatico e fumantino Presidente Gaucci.
Byron Moreno, colpevole tanto quanto gli azzurri della sconfitta, diventa una sorta di fenomeno da baraccone. In sua
difesa, però, giungeranno le inattese dichiarazioni di Ronaldo, Collina e Frisk. Vittima di un’intensa campagna di derisio-
ne, soprattutto via internet anche a causa dei suoi curiosi occhi sonnolenti e lugubri, verrà preso di mira per anni da un
popolo intero, quello italiano, che riuscì a creargli intorno anche un certo alone di tenerezza, ad un certo punto, quando
venne invitato addirittura in uno show Rai del sabato sera. Pochi mesi dopo, in seguito all’ennesimo scandalo che lo
vide coinvolto, venne espulso dalla federazione arbitrale ecuadoregna.
Ai più coscienziosi, rimane la convinzione d’aver giocato in maniera disordinata ma meri-
tevole, e la certezza del torto e della sfortuna. Tanto quanto basta ad alimentare
anni di giustificate e folkloristiche polemiche.

Il torneo, intanto, continua, ed entra nella sua fase più rovente. La


Corea, nei quarti, trova la Spagna. Gli iberici ironizzano sull’Italia
piangina e attaccata alle decisioni arbitrali. Proveranno sulla loro
pelle le decisioni dell’egiziano Gamal Al Ghandour, che non
concede loro due gol regolari e non espelle due coreani i cui
falli lo richiedevano. Impressi nella memoria collettiva euro-
pea rimarranno anche la disomogeneità dei titoli dei princi-
pali quotidiani spagnoli, che, da un giorno all’altro, passono
dallo sfottò ai titoli “Italia tenía razón”. Superfluo tradurre.
Con Argentina, Francia ed Italia già a casa e la Germania
grande solo di nome, la vera finale anticipata è quella che
si gioca a Fukuroi tra Inghilterra e Brasile. Rivaldo pareggia
il gol di Owen, ed è Ronaldinho a regalare la semifinale
ai suoi, con una parabola misteriosa ed imprendibile che
supera lo stordito Seaman. La Germania dello straordinario
Kahn fa fuori gli USA, la Turchia esclude il Senegal nel derby
tra outsider. A castigare i senegalesi sarà un gol dell’attaccante
di riserva Ilhan Mansiz divenuto celebre durante i mondiali per
il suo gioco di gambe col quale portava avanti la palla di tacco al-
zandola da dietro, ovvero una bicicletta di Ardiles-iana memoria. Le
semifinali mettono nuovamente di fronte il Brasile ed i Turchi, decisi a
vendicare il 2-1 del girone e la sceneggiata di Rivaldo. A pungere è invece
Ronaldo, che firma il sesto gol del suo straordinario Mondiale, con un tiro fatto di
intelligenza purissima. I turchi vanno fuori, e chiudono terzi, dopo la finalina per il bronzo. Dall’altra parte, viene final-
mente fatta fuori la Corea. Ballack, autore del gol decisivo, si fa però squalificare in vista della finale, pur mettendo fine
ai sogni di gloria dei già appagati uomini di Hiddink, che viene comunque portato in gloria da un popolo intero.

La finale mette di fronte i pluricampioni brasiliani e tedeschi. La spuntano i sudamericani, trascinati da Ronaldo, vera
stella del mondiale, che si prende la rivincita della disastrosa finale di quattro anni prima e da una serie di infortuni al
ginocchio che lo tenevano lontano dai campi di gioco per oltre due anni. Segna 8 gol, ma soprattutto gioca come non
mai. Quando vince, ringrazia tutti quelli che gli sono stati vicino, da Scolari (mister del Brasile) all’ultimo raccattapalle. Si
dimentica di una persona: Massimo Moratti, il presidente di un’Inter che decide di tenerselo anche quando è costretto a
calcare i corridoi delle cliniche al posto dei campi da calcio. Tornato in Italia, lascia Milano tra mille polemiche per volare
a Madrid. Precorrendo i tempi, rispetto ad un altro recente addio, altrettanto sofferto, che però coinvolse l’altra sponda
di Milano. Parliamo di quel Riccardino Kakà, protagonista, proprio in quei giorni, dei suoi primi minuti in un Mondiale per
Nazioni. Corsi e ricorsi storici. A proposito di Corea.

Il primo mondiale organizzato in comune da due paesi, per altro storicamente ostili
Partite giocate: 64 fra loro, permise a Giappone e Corea di migliorare le loro relazioni diplomatiche.
Gol segnati: 161 Furono fatti piccoli ma importanti passi: il Giappone eliminò la richiesta di visto per i
Media Gol: 2,52 visitatori di breve periodo in Corea, mentre Seul tolse il divieto di trasmettere musica
Capocannoniere: Ronaldo (Bra) 8 giapponese.
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B erlino, 9 luglio 2006 - Un’immagine che rimarrà
nella storia. Fabio Cannavaro solleva al cielo la
Coppa del Mondo circondato dai compagni in festa.
L’italia è Campione del Mondo per la quarta volta
dopo aver battuto in finale la Francia di Zidane
(Foto Getty Images )

Sogno (azzurro) d’una notte di mezz’estate

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Giugno 2006: nella terra dei sassoni ini- Come d’altro canto poco c’è da segnalare anche
zia la diciottesima edizione dei Mondiali per quanto riguarda la zona europea. Clamo-
di calcio. 9 Luglio 2006: esattamente un rosamente, però, va fuori la Grecia, campione
mese dopo, sulle note dell’intensa ‘Seven Na- d’Europa in carica; la seguono Russia, Norvegia
tion Army’ dei White Stripes, Fabio Cannavaro e Danimarca. Le grandi ci sono tutte: oltre alla
alza al cielo di Berlino la Coppa più bella, la- Germania, qualificata di diritto (diversamente
sciando che il cuore di 59 milioni di italiani - uniti dal Brasile campione in carica, per la prima vol-
in un simbolico abbraccio - si inebri di fragorosa ta nella storia), ci sono l’Inghilterra di Gerrard,
passione, dando sfogo alla gioia ed alla rabbia l’Olanda - tornata dopo 8 anni - di Van Nistelrooy,
repressa per 24, lunghissimi, anni. la Francia di Zidane, la Spagna di Raul ed il Por-
togallo di Cristiano Ronaldo.
Esattamente 6 anni prima, a Zurigo, si sceglie il
paese ospitante: all’ultimo turno la Germania, a C’è anche l’Italia, per la quale è doveroso aprire
seguito di una lunga serie di diatribe, batte per una lunga parentesi.
12 voti a 11 il Sudafrica, e si aggiudica l’organiz- Maggio 2006, solo due mesi prima dell’orgasmo
zazione della manifestazione. Al torneo parteci- nazional-popolare. Intercettazioni telefoniche.
pano ben 158 Nazioni, che, dopo quasi tre anni Moggi, Pairetto, Giraudo. Decine di partite sot-
di qualificazioni, si riducono a 32. Le sorprese to inchiesta, sei società coinvolte, dieci dirigenti
più grandi vengono dall’Africa: vanno fuori le accusati di frode ed illecito sportivo. Dimissioni e
blasonate Egitto, Camerun, Nigeria, e Senegal sospensioni incalzano. In questo clima arroven-
- tra la protagoniste in Corea - a favore di ben 4 tato, la Nazionale, a Coverciano, si ritrova per
esordienti. Dalle Americhe, si segnala la novità preparare la spedizione mondiale, con Buffon,
Trinidad & Tobago, e l’estromissione dell’Uru- Cannavaro, e lo stesso Lippi messi pesanta-
guay, allo spareggio, per mano dell’Australia. mente in discussione dai media.
Dall’Asia poche soprese: torna l’Iran, va fuori la L’opinione pubblica tanto ricrea, a sfumate tinte,
Cina; per il resto nessuna novità. l’immagine d’un bimbo cui è stata rubata la fan-

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tasia, e che vegeta, mogio, in uno stato emotivo che taglia la rabbia con grossi margini di malinconia. In quei giorni
gli azzurri, nervosi ma responsabilizzati dal Beckettiano clima che li ospita, prevaricano la mera professione calci-
stica, e diventano dei motivi. La Nazionale diventa l’unico appiglio per milioni di appassionati, l’unico motivo per cui
continuare a sognare, tifare, vivere.
Lippi, intanto, deve scegliere. Sceglie di portare con sè Gattuso, reduce da un brutto infortunio: “sarebbero serviti i
carabinieri per portarmi via dal pullman”, dirà. Sceglie Totti, appena tornato a calcare i campi dopo l’entrata assassi-
na di Vanigli di quattro mesi prima. Sceglie Toni a guidare l’attacco, sceglie il giovanile furore agonistico di De Rossi,
sceglie l’oriundo Camoranesi, lo stoico Iaquinta, l’eterno Inzaghi.
Una Nazionale tutta fatta d’amore. Una squadra mediterranea. Che sa di tricolore. Di passione, tanto italiana quanto
provinciale - nel senso buono del termine - nei visi, nelle parole, nell’essenza stessa dei 23. Impiantata su un gruppo
che era nato, anni prima, nell’Under, e che poi era cresciuto, gomito a gomito, nella Nazionale maggiore. Garibaldini,
folkloristici, belli, uniti: per sette di loro, è l’esordio ad un Mondiale.

Comincia il Mondiale. Nel gruppo A i padroni di casa passano a punteggio pieno, e vanno a rete con ben 6 uomini
diversi; seguiti dall’Ecuador di Delgado: fuori vanno Polonia e Costa Rica, annientata dai tedeschi nella gara inaugu-
rale. Nulla da segnalare nel gruppo B, dove l’Inghilterra, pur soffrendo, vince contro Paraguay e Trinidad & Tobago
(guidati da Beenhakker) e passa come prima. Dietro a lei, avanti la Svezia di Ljungberg, che però ancora non vede
brillare la stella di Ibrahimovic. Il gruppo della morte è il C: tra Argentina, Costa d’Avorio, Olanda e Serbia a spuntarla
sono i sudamericani sugli orange per la miglior differenza reti. Drogba non basta agli africani, gli uomini di Petko-
vic le perdono tutte. Portogallo e Messico fanno cappotto nel girone D: Angola ed Iran vengono fatte fuori con un
turno d’anticipo. Il girone E è quello degli azzurri. Con loro, statunitensi, ghanesi e cechi: questi ultimi, trascinati da
Rosicky, surclassano (3-0) gli USA alla prima. Poi è il nostro turno, contro gli africani. Gilardino sfiora il gol, poi Toni
stupra la traversa. Gli Africani tengono, Essien ed Asamoah ci provano. Al 41’ Pirlo decide di mettere in mezzo forte
a giro, Gila si abbassa e la lascia passare. Si gonfia la rete: è il nostro primo gol mondiale. Entra Iaquinta, al debut-
to: irriverente, sciolto, con il tagliente e morbido sguardo che tanto sa delle sue Calabrie. Ed in maniera altrattanto
tagliente, ruba palla ad un difensore ghanese, e la appoggia in rete: finisce 2-0. Il Ghana batterà poi 2-0 gli stessi
Cechi. Poi sono in 20 milioni davanti alla TV, per la seconda uscita azzurra contro gli americani. Un motivetto, desti-
nato a fungere da colonna sonora di qualcosa che andrà oltre la vittoria, si scatena nelle case: qualcosa di viscerale
e simbiotico. Gli USA partono forte. Al 22’, però, l’amato poporoppoppopòpò viene bruscamente interrotto da una
lieta sinfonia di violino. Pirlo è il liutaio Stradivari, Gilardino lo suona, candido come non mai: il suo colpo di testa in
tuffo è una cartolina di Monet.
Tutto troppo bello per esser vero. Il fato lo sa, e sceglie il buon Zaccardo per ripristinare gli aurei equilibri. Il giovane
difensore è tanto goffo, nell’autorete, quanto tenera è la reazione dei compagni, che lo rincuorano con un affetto che
rasenta quello materno. Rimarrà l’unico gol su azione che prenderemo nell’intero torneo. Ma c’è di più. Le vibrazioni
di cui gode De Rossi - che si scioglierà in un dilaniante pianto - diventano un ingenuo gesto che ci mette con le spalle
al muro. Un punto portato a casa, una marea di recriminazioni, ma soprattutto un motivo in più, per una certa viscida
stampa, per tornare a sferrare il colpo. L’ultima partita ci oppone a Nedved & soci: ci serve la vittoria per qualificarci,
ma anche il pareggio potrebbe bastare. Gattuso, cauto e scaramantico, già ha preparato la valigia, Nedved e Lippi
s’abbracciano. Poi è proprio l’indemoniato Pavel a dare il La al clamoroso pomeriggio di passione di Gigi Buffon. Il
ceko è incontenibile violenza fatta tiratore ambidestro, la sfida personale tra lui e Gigi tanto ricorda quella tra Rocky
Balboa e Ivan Drago. Cellulosa e calcio insegnano chi l’ebbe vinta. Nesta si fa male, ed abbandona la contesa: il suo
mondiale, per la terza volta consecutiva, finisce anzitempo. Fato incontenibile ed irriverente: al suo posto, in campo,
entra colui che scriverà il futuro. Marco Materazzi, che lotta come un leone indomabile, e che, sempre dal fato e
dal piede cartesiano di Totti, riceve un cross che tramuta in gol. Il suo primo gol azzurro è un - primo - cenno divino.
Poi arriva, inevitabile, ed a suo modo, la firma del Matusalemme del gol. Solo davanti a Cech - e con Barone, liberis-
simo, al suo fianco, completamente ignorato come nel più classico degli Inzagol - supera il portiere e scoppia nella
smorfia che tuttora continua a propinarci. Eterno, infinito, insostituibile: il girone è nostro.
Nell’altra partita il Ghana sconfigge gli statunitensi per 2-1 e ottiene la qualificazione.
Gruppo F: Kakà e Ronaldo tengono su il Brasile, ma la sorpresa viene dall’Australia. Gli uomini di Hiddink ottengono
una storica qualificazione al secondo turno di un Mondiale, cosa mai successa ad un’oceanica: fuori vanno Croazia
e Giappone. Nel gruppo G soffre la Francia, che passa come seconda dietro all’inaspettata Svizzera: out Corea
del Sud e Togo. L’ultimo girone, l’ H, è la Spagna a farla da padrona; la segue l’Ucraina di Shevchenko, anch’essa
all’esordio mondiale. Appuntamento, per tutte, agli ottavi, tra il 24 e il 27 giugno.

La Germania, grazie all’esuberanza di Lukas Podolski, estromette la Svezia. I tedeschi se la giocheranno con
l’Argentina, cui serve il vecchio Hernan Crespo per avere la meglio del Messico nel finale. L’Inghilterra continua a
vincere giocando male e ci vuole un gol su punizione di Beckham per battere l’Ecuador; il Portogallo, dopo una gara
condita da 4 cartellini rossi, elimina l’Olanda con gol di Maniche. Le cenerentole degli ottavi, Svizzera e Ucraina,
risolvono solo ai rigori la loro contesa, dopo lo 0-0 dei regolamentari: passano, per la prima volta ai quarti, gli ucraini.
Ronaldo, a centro in Brasile - Ghana 3-0, diventa il capocannoniere della storia dei Mondiali con 15 reti in tre edizioni.
Onore anche ai transalpini che, guidati dalla lucida sregolatezza di Zidane, fanno fuori a sorpresa gli spagnoli, più
quadrati e meglio preparati fisicamente: finisce 3-1, in gol vanno anche Ribery e Vieira.
Tocca a noi. La sorte ci concede un’occasione da non fallire: la rivincita su Hiddink.
Lippi ha appena sfuriato la sua tensione repressa contro i giornalisti. E sorprende il mondo intero lasciando Totti in
panchina, con Del Piero in campo, all’esordio dal 1’. Guus Hiddink non si lascia spiazzare: manda in campo una for-
mazione quadrata e chiusa che difficilmente si lascia ferire. Toni fa a sportellate, Gila incalza, i canguri picchiano come
fabbri. Materazzi soffre il clima nervoso del match, e paga in maniera eccessiva un contrasto duro: secondo rosso in 4
match per la nostra spedizione, ed un’infinita passione di biblica memoria destinata a finire bene. Lippi gioca la sua ulti-
ma, e fatata carta: Totti. Che lancia largo, a sinistra, l’uomo della Provvidenza divina: Fabio Grosso. Astuto, dinocolato,
osannato dai compagni, guadagna al 95’ un rigore destinato ad entrare nella memoria collettiva. Tribolata la scelta del
tiratore: “Chi lo doveva tirà? Io? Se non lo tirava lui...”. Queste parole sono di Rino Gattuso. Il ‘lui’ citato è Francesco
Totti. Gelido, sulle spalle e nel cuore ha una nazione intera. Altro che cucchiaio. Il suo tiro è un coltello affilatissimo che
ci porta dritti ai quarti. Con tanti saluti a Guus Hiddink che, stavolta, non ci ha fregato. Qualcosa sta cambiando nel cuore
del Belpaese.

I quarti si disputano tra 30 giugno e 1º luglio. A Berlino l’Argentina cerca la rivincita, 16 anni dopo, contro i tedeschi.
Ayala porta in vantaggio gli uomini di Pekerman, ma a 10 dal termine Klose porta la gara ai supplementari prima, ed ai
rigori poi.
Il preparatissimo Lehmann ne para due, e fa fuori Saviola & soci. A noi la sorte, ancora benevola, offre l’Ucraina. Vigilia
del match: Oddo, barbiere improvvisato del gruppo, ed unico giocatore di movimento ancora mai sceso in campo, viene
chiamato da parte da Lippi, che gli chiede se si sentisse pronto. Lui risponde di sì. “Allora passa in camera, più tardi, e
dammi una spuntatina ai riccioli, per favore”. Questo è il gioioso e leggero clima prepartita che si vive in ritiro. Intervie-
ne ancora una volta l’ambiguità del destino a rovinarlo. La triste parentesi che Gianluca Pessotto apre nella storia del
Mondiale 2006 è tanto morbosa ed avvilente, quanto confortante e vitale è la fine dell’avventura sua, personale, e del
gruppo azzurro.
La sfida contro l’Ucraina, insomma, racconta d’un motivo in più per essere combattuta. C’è la consapevolezza d’essere
più forti, la rabbia repressa per l’amico sofferente. E Zambrotta questo lo sa. Invocato da Cannavaro due giorni prima
del match, arriva il suo gol dopo pochi minuti, alla fine d’un’incontenibile e stupenda azione personale. Buffon tiene, Ca-
moranesi ci prova. E Toni decide ch’è arrivato il suo momento. Bloccato nelle precedenti 4 partite, sigla una doppietta da
inguaribile bomber di razza. Poi arriva anche il momento dell’esordio di Oddo. Cui, stavolta, Lippi non chiede di armarsi
di forbice e pettine, ma di scarpette e buona volontà.
Il giorno dopo, nella gara tra Inghilterra e Portogallo, servono ancora i rigori per far passare i lusitani: le lacrime di Terry e
compagni, ancora fuori dal dischetto dopo il ‘90 ed il ‘98, sono emblematiche. L’ultima gara è la più affascinante: Francia
e Brasile, al replay della finale del ‘98, giocano un match intenso ma spiacevole, deciso solo dal gol di Henry. I verdeoro
vanno fuori, dopo aver giocato la finale nelle tre edizioni precedenti.

Le semifinaliste sono tutte europee e non succedeva dall’ ‘82: un segno. Noi ce la vediamo coi padroni di casa. Vittoria
dopo vittoria, il disincanto degli italiani nei confronti degli azzurri s’è tramutato in zuccherina ammirazione. A risvegliare
poi del tutto l’orgoglio nazionale sopito, ci pensano i quotidiani tedeschi, sulle cui prime pagine campeggiano, arroganti,
gli sfottò e gli insulsi insulti verso gli italiani “parassiti e nullafacenti”.
C’è di mezzo la storia tra Italia e Germania. C’è un’incontenibile voglia di vincere. C’è rabbia. C’è il Westfalenstadion.
Un’arena truculenta al cui confronto l’inferno diverrebbe una culla per infante. C’è di mezzo una partita dura ed inenar-
rabile, che racconta dei pericoli minacciati da Klose e Podolski, d’un Cannavaro che, quel giorno - parole di Lippi - non
avrebbe fatto passare “manco sua mamma e suo papà”.
Ma c’è pure la divina Provvidenza. Sottoforma d’un ragazzo - mio Dio, Fabio Grosso - nato nella benevola Chieti, 29
anni prima, e che, delle sue terre, si porta dietro tutta l’infinita, umana generosità che si riesce a far sgorgare dalle pro-
prie viscere e dai propri polmoni. Che sigla, al 119’, il più stoico ed immaginifico dei gol, servito direttamente dal Dio del
calcio, migrato, per una frazione di secondo, nel geniale scarpino di Andrea Pirlo. Seguito dall’ultimo dei nostri attaccanti
ancora non andato in rete: Del Piero, che trova, in quel piattone destro che vìola l’incrocio dei pali, il momento - forse -
più alto della sua carriera. Klinsmann è una glaciale stalattite.
Proprio come in un’altra, celebre notte di ben 36 anni prima, sono i supplementari a divenire un’orgia di entusiasmo, ed
al contempo un pezzo di storia contemporanea. La voce di Nando Martellini risuona nel cuore pulsante del Belpaese.
L’altra semifinale, viene vinta, seppur con inaudita sofferenza, dalla Francia per 1-0 contro il Portogallo. Decisivo è il ri-
gore di Zidane al 33’. E’ il momento della vendetta. Dopo aver dimostrato che la pizza è meglio di wurstel e crauti, l’Italia
va a Berlino: a vedere se gli spaghetti sono più buoni financo della nouvelle cuisine.

E’ il momento delle finali. L’ 8 Luglio Germania e Portogallo, sconfitte in Semifinale, inscenano la sfida per la medaglia
d’argento: i padroni di casa, a merito, vincono 3-1, ed incoronano Miroslav Klose capocannoniere del torneo con 5 gol.
E’ festa per entrambe: per i lusitani, infatti, la quarta piazza è il miglior risultato in questa manifestazione.
Il 9 Luglio il centro e cuore pulsante del Mondo è stigmatizzato dal dischetto di centrocampo dell’Olympiastadion di Ber-
lino. Di fronte, due modi completamente diversi di vedere non solo il calcio, ma la vita: tra francesi ed italiani la battaglia
prevarica i meri confini calcistici, e sfocia nella storia, nella politica, nel costume, fino alla gastronomia.
Lippi sceglie i migliori, e tiene fuori De Rossi: in campo, davanti alla miglior difesa del torneo - Buffon, Cannavaro, Ma-
terazzi, Zambrotta, Grosso - giocano il cartesiano Pirlo ed il roboante Gattuso. Camoranesi e Perrotta danno man forte
all’estro di Totti: la boa, in attacco, è il rigenerato Luca Toni. Per mezzo d’un modulo pressocchè speculare, Domenech
s’affida all’ultima gara di Zidane, che compone, con Henry, Ribery e Malouda, un temibile poker d’assi offensivo. Non
c’è nemmeno il tempo di godere della splendida atmosfera offerta dalla serata, che la paura si tramuta tremendamente
in passione e rabbia: Materazzi sbrocca in area, Zidane calcia un rigore. Il suo tocco è un’enigmatico lob che bacia la
parte bassa della traversa per poi infrangersi pochi millimetri dietro alla linea bianca che divide il Paradiso dall’Inferno.
Le urla si strozzano in gola al mondo intero per una frazione di secondo: poi l’arbitro concede il gol. Il destino, però,
veste un’intricata maglia tessuta artigianalmente da fatate, giuste e sagge mani. Ed è il destino a volere che gli onori ed
oneri del gol del pari - che arriva solo dieci minuti dopo - siano dell’uomo che aveva procurato quell’assurda punizione:
Marco Materazzi, che libera le sue ali d’angelo, per elevarsi agli Dei dell’Olimpo pallonaro, violentando la rete avversaria
di testa, su calcio d’angolo. L’Italia gioca meglio. Materazzi ci riprova, Toni, ancora di testa, colpisce il legno maledetto,
quello superiore. La ripresa è una passione di Cristo, in cui le folate transalpine, però, non bastano ad infrangere il muro
invisibile eretto dai nostri: la guerra prosegue sino al 120’. Poi arriva il gesto violento di Zidane. Quando il duello, che ha
poco anche di rusticano, tra due interi paesi, si incarna nel corpo e nella follia dei due attori protagonisti della contesa.
Luce ed ombra, bene e male, arroganza ed umiltà, candido sogno e triste realtà sono tutte facce della stessa medaglia
che si intersecano, ambiguamente, nella macchia più intensa della carriera d’un fuoriclasse che cede alla sua essenza
più terrena e depravata.
I rigori sono solo lo strumento più onesto e candido che il fato sceglie per riportare nel Belpaese il sogno più bello. So-
gno ed incontenibile emozione che si slancia, com’è giusto che sia, sulle vene del viso pulito dell’uomo dei sogni, Fabio
Grosso. Incaricato del peso più gravoso - il rigore decisivo -, il ragazzo di Chieti sveste i panni dell’anonimo terzino di
provincia, e mette quelli, indomiti ed epici, tutti fatti di gloria urlata al mondo intero, del suo padre putativo Marco Tardelli.
Il cielo sopra Berlino si tinge non solo d’azzurro, ma di giallo, rosso, azzurro, verde. Un’arcobaleno emozionale che
bacia, con la sua luce eterea, la fronte di milioni di italiani, campioni del Mondo per la quarta volta.
Ci sono molti momenti indimenticabili nella vita d’un uomo. Momenti perfetti, che spesso capitano nel posto perfetto,
con le persone perfette, in vite spesso imperfette. Questo fu uno di quelli. Uno di quelli che ti fa capire come, nella sfera
perfetta di un pallone da calcio, possa davvero essere rinchiusa quella imperfetta del mondo in cui viviamo.

Nell’incontro fra Australia e Croazia decisivo per il passaggio agli ottavi di finale,
l’arbitro inglese, Graham Poll, ammonisce tre volte Simunić prima di espellerlo. Pool
Partite giocate: 64
infatti aveva già ammonito il difensore croato al 61° ma al 90°, dopo un brutto fallo, si
Gol segnati: 147 dimenticò della prima ammonizione e lasciò il giocatore in campo per altri tre minuti.
Media Gol: 2,3 Le ulteriori proteste del nervosissimo Simunić ristabilirono la situazione: espulso
Capocannoniere: Klose (Ger) 5 dopo tre cartellini gialli.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Superare il primo turno sembra

una missione impossibile Il ritorno delle Volpi

P
1930 Non iscritta
er la terza volta nella sua sto- dei giocatori algerini godono della doppia
1934 Non iscritta ria, e dopo un’assenza di ben 24 nazionalità ed i francesi hanno strappato
1938 Non iscritta anni, l’Algeria riesce a qualifi- loro molti giocatori di talento, uno su tutti
carsi per la fase finale dei Mondiali alla Zidane. Se il Mondiale non l’ha vista pro-
1950 Non iscritta
guida dell’allenatore Rabah Saddand. tagonista di certo non si può dire lo stesso
1954 Non iscritta L’Algeria è stata una delle ultime squadre in Coppa d’Africa: ha infatti partecipato 14
1958 Non iscritta a qualificarsi per il Mondiale e la strada per volte al torneo continentale arrivando ben
Sudafrica 2010 non è stata di certo facile. 5 volte in semifinale ma nel popolo algerino
1962 Non iscritta
Le volpi del deserto hanno dovuto affron- resta vivo il ricordo della vittoria nel 1990.
1966 Non iscritta tare due gironi di qualificazione: nel primo L’Algeria esordirà il 13 giugno contro la Slo-
1970 Non qualificata raggruppamento l’Algeria ha vinto di misura venia nella prima sfida fra le due nazionali,
su Liberia, Senegal e Gambia, nel secondo non ci sono infatti precedenti e l’obiettivo
1974 Non qualificata
raggruppamento poi le volpi si sono sfidate delle volpi è sicuramente quello di non per-
1978 Non qualificata con Egitto, Zambia e Ruanda e per decreta- dere per non chiudere il girone a 0 punti.
1982 Primo turno re la nazionale qualificata si è dovuto ricor- Senza dubbio questa è anche la partita
rere ad un match di spareggio tra Algeria ed chiave del girone. Una vittoria in questo
1986 Primo turno
Egitto, match poi vinto dagli algerini per 1-0 . match potrebbe infatti regalare qualche
1990 Non qualificata La storia della nazionale algerina è molto speranza di qualificazione al turno succes-
1994 Non qualificata recente visto che si è affiliata alla FIFA solo sivo, possibilità che potrebbe realizzarsi
nel 1962, anno della proclamazione di in- se l’Algeria dovesse battere anche gli Stati
1998 Non qualificata
dipendenza dalla Francia. Proprio perché Uniti nell’ultima partita del girone. Il sogno
2002 Non qualificata colonia francese fino a quel periodo molti è quello di raggiungere gli ottavi di finale.
2006 Non qualificata

56
I più temibili 57 Probabile Formazione
Si spera nelle giocate individuali degli uomini

YAZID MANSOURI: Il centrocampista del Lorent è un giocatore duttile visto più importanti

che può giocare anche come esterno difensivo. E’ il veterano del gruppo,
nonché il capitano, e la sua esperienza sarà essenziale per affrontare con Il ct Rabah Saadane si affiderà ad un solido

decisione ogni match. Detiene uno strano record, ovvero è il giocatore della 4-4-2 basato sulle individualità dei giocatori di

nazionale algerina che ha ricevuto più ammonizioni. maggior spicco.


In porta ci sarà il veterano Gaouaoui mentre in

NADIR BELHADJ: Il terzino sinistro può anche giocare come centrale difesa i laterali saranno Bougherra e Belhadj, al

difensivo. Ha iniziato la carriera nel 1999 in Francia con il Lens ma non centro invece agiranno Halliche e Yahia. A cen-

trovando spazio in prima squadra fu dato in prestito al Gueugnon che poi trocampo il capitano Mansouri agirà sulla fascia

lo acquisterà a titolo definitivo. Nel 2004 si trasferisce al Sedan dove gioca insieme ad Yebda mentre i centrali saranno

fino al 2007 quando viene acquistato dal Lione. Nel 2008 ritorna al Lens Ziani e Matmour (che sostituisce l’infortunato

ma ci resta solo un anno, nel 2009 infatti si trasferisce in Inghilterra al Meghni), al servizio del duo d’attacco formato

Portsmouth. da Ghezzal e Saifi.

KARIM ZIANI: Ha senso della geometria ed è l’orgoglio del popolo alge- Ghezzal Saifi
rino. Ziani ha 28 anni ed è nel pieno di una pregevole carriera da centro-
campista tra Francia e Germania ma continua a dare sempre e comunque
la precedenza alla sua nazionale. E’ stato anche il capocannoniere della
Mansouri Yebda
squadra durante la fase di qualificazione e dai suoi piedi buoni la squadra
di Saadane attende ispirazione. Ziani Matmour

ABDELKADER GHEZZAL: Vecchia conoscenza del calcio italiano, l’at- Belhadj Bougherra
taccante che gioca attualmente nel Siena garantisce gol e buone giocate. Halliche Yahia
La sua carriera è stata tutta in crescendo, soprattutto da quando nel 2005
è sbarcato in Italia, ma deve ancora sbocciare completamente. Speriamo Gaouaoui
possa farlo proprio al mondiale.

KARIM MATMOUR: Il giovane centrocampista può giocare anche come


Curiosità
attaccante. Ha iniziato la sua carriera nelle giovanili dello Strasburgo ma il
Il CT Rabah Saadane è lo stesso delle altre due
salto di qualità avvenne solo nel 2004, anno in cui fu ingaggiato dal Fribur-
go, squadra di serie B tedesca. Le sue buone prestazioni gli sono valse precedenti partecipazioni algerine ai mondiali.

un contratto con il Borussia Monchengladbach, squadra con cui gioca dal


2008.

L’Allenatore

R
Chi detiene il record di ABAH SAADANE: nato a Ba-
presenze della nazionale tna il 3 Maggio del 1946,
algerina? ha iniziato la carriera da
allenatore con la nazionale al-
gerina Under 20 che portò ai
Lakhdar Belloumi quarti di finale nel mondiale del
1976. Questo risultato gli è val-
so la panchina della nazionale
Yazid Mansouri olimpica di Mosca 80 che portò
fino ai quarti di finale. Nel 1981
assunse l’incarico della naziona-
le maggiore fino al 1986. Dopo
Mahieddine Meftah
aver vinto titoli internazionali con
il Raja Casablanca e l’Es Setif nel
2007 torna a sedere sulla panchina
della nazionale maggiore algerina.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Maradona riuscirà nell’impresa

di riportare la coppa in Da Maradona a Messi


Argentina ?

A
nche se i giornalisti del mio paese collettivo contro i boliviani. Per ottenere l’ac-
1930 Seconda classificata non approvano le mie scelte, sono cesso al Sudafrica quindi, vitali sono state
1934 Ottavi di finale convinto che vinceremo il mondiale. le vittorie contro il Perù, col famoso gol di
Parole pesanti, che facilmente possono es- San Palermo, e contro l’Uruguay. Il simbo-
1938 Rinuncia per scelta
sere usate contro di te, soprattutto se di me- lo della squadra è sicuramente Leo Messi,
1950 Rinuncia per scelta stiere fai il CT, e soprattutto se di nome fai talento per il quale Maradona stravede, e
1954 Rinuncia per scelta Maradona. Il giocatore più forte che la sto- che però, quando vede i colori della nazio-
ria abbia mai conosciuto è, in patria e forse nale, sembra improvvisamente spegnersi.
1958 Primo turno
non solo, semplicemente un idolo, e pro- L’Argentina esordirà il 12 Giugno contro la
1962 Primo Turno babilmente anche per questo, dall’Ottobre Nigeria, per poi proseguire il suo cammino
1966 Quarti di finale 2008, è stato chiamato a sostituire il dimis- contro Corea del Sud e Grecia: non proprio
sionario Alfio Basile alla guida dell’Albicele- un girone impegnativo, che almeno in teoria
1970 Non qualificata
ste, anche se con risultati non propriamente non dovrebbe pregiudicare il primo posto.
1974 Primo turno eccellenti. Il 6 a 1 subito dalla Bolivia è un Unica nota stonata, il precedente negativo
1978 Campione del mondo po’ l’emblema di una gestione quantomeno con la Nigeria, dato che nell’edizione 2002
discutibile: questa pesante sconfitta, tra l’al- entrambe le squadre furono eliminate pro-
1982 Secondo turno
tro, non è stata l’unico ostacolo a una qua- prio al girone di qualificazione: se l’Argen-
1986 Campione del mondo lificazione che più volte ha rischiato di non tina vorrà provare per davvero a vincere
1990 Seconda classificata verificarsi; partita bene con tre vittorie di fila, questo Mondiale però, dovrà mettere da
l’Argentina ha vissuto momenti difficili con parte la scaramanzia e affidarsi esclusiva-
1994 Ottavi di finale
le sconfitte subite da Cile, Ecuador e Brasi- mente alla propria forza; del resto, lo ha
1998 Quarti di finale le, oltre, naturalmente, al già citato suicidio già detto Maradona: ci sarà da credergli?
2002 Primo turno

2006 Quarti di finale


58
I più temibili 59 Probabile Formazione
Il punto fermo è sicuramente Messi

LIONEL MESSI: Oramai tutti gli aggettivi sono stati sprecati per questo
campione, che a soli 22 anni può vantare di essere il giocatore più forte al
mondo. Con la maglia del Barcellona ha incantato, deliziato e vinto prati- Nonostante i continui mutamenti operati da

camente di tutto; con la maglia dell’Argentina non sempre è stato impec- Maradona, la nazionale ha i suoi punti saldi

cabile. Solo 4 gol nelle qualificazioni e un gioco che stenta a decollare: se in Messi, pupillo e stella incontrastata, e

Maradona vorrà ambire a qualcosa di importante, dovrà capire come far Mascherano - capitano della selecciòn. Con

rendere al meglio Messi, elemento sicuramente imprenscindibile per un ogni probabilità verrà schierato un 4-4-2 con

eventuale vittoria finale. Higuain in vantaggio su Milito come partner di


messi e Gutierrez e Di Maria ad occupare le

DIEGO MILITO: Al Principe, per diventare Re, manca davvero poco: due fasce di centrocampo. In difesa insostitui-

Campionato, Coppa Nazionale e Champions sono già in archivio, mentre il bile Samuel, al suo fianco agirà Demichelis.

pallone d’oro sembra essere li ad un passo; a coronamento di una stagione


perfetta mancherebbe solo il Mondiale, che Diego non è neanche certo di
giocare da titolare.

Higuain Messi
CARLOS TEVEZ: 26 anni compiuti da pochissimo, palmares invidiabile e
oggetto di grandi colpi di mercato: da un anno al Manchester City, Tevez è
stato in passato il protagonista del trasferimento più costoso nella storia del Di Maria Gutierrez

calcio sudamericano, quando passò al Corinthians per circa 20 milioni di Veron Mascherano

dollari. E’ uno dei più forti attaccanti che ci sia, ma anche lui, con l’Argenti-
na, soffre di crisi di identità: vediamo se il Mondiale saprà riscattarlo.
Heinze Otamendi
SERGIO AGUERO: “Il migliore è lui, non sono io.” Basterebbero queste
Samuel Demichelis
parole, pronunciate da Leo Messi, per descrivere quello che è il talento di
Sergio Aguero. Colonna portante dell’Atletico di Madrid, è un attaccante Sergio Romero
rapido, dotato di buona visione di gioco e bravo nell’uno contro uno: mezza
Europa lo cerca, mezza Europa lo vuole; nel frattempo, El Kun dovrà con-
centrarsi sul mondiale dove suo suocero, insieme a tutto il popolo argenti-
no, pretende la vittoria. Curiosità

L’Argentina, assieme all’Uruguay, detiene il

JAVIER MASCHERANO: Se davanti hai un potenziale offensivo straordi- record di vittorie della Coppa America, ben 14.
nario, è fondamentale che dietro ci sia qualcuno pronto a picchiare duro,
cosa in cui Mascherano riesce egregiamente. Non ha saltato un minuto
nella scorsa edizione del mondiale e niente gli impedisce di ripetersi.

L’Allenatore

D
Il goal segnato da Caniggia iego Armando Maradona: nato a
nel 1994 contro la Nigeria è: Lanus il 30 Ottobre 1960, è alla
sua prima esperienza da allena-
tore. Le sue doti di trascinatore e l’amore
sincero che i tifosi provano per lui sono riu-
Il 100° goal dell’Argentina
ai mondiali sciti a far passare in secondo piano an-
che i risultati fin ora non eccellenti.
Il 1500° goal nella storia Maradona, genio e sregolatezza, porta
dei mondiali ai mondiali uno degli organici più forti
tecnicamente in assoluto e si sente
il primo goal subito dalla pronto a scommettere sul proprio
Nigeria ad un mondiale successo. In caso di trionfo, il mondo
che lo ha tanto criticato dovrà inchi-
narsi nuovamente al “Pibe de Oro”
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Con il ricordo del rigore di Totti

del 2006 la compagine vuole

dare il meglio di sé.

Una difficile conferma


1930 Assente

S
1934 Assente
olo un rigore di Totti allo scade- re Schwarzer, passando da Mark Brescia-
1938 Assente
re li mise alla porta nel 2006, oggi no, e concludendo con la stella indiscussa,
1950 Assente Pim Verbeek e i suoi vogliono Kewell, comunque in dubbio sino all’ultimo.
1954 Assente entrare nella storia, ma non sarà per nul- Non farà parte della spedizione il bomber
la facile per loro riuscire in tale impresa. Viduka, scelta personale del navigato attac-
1958 Assente
Inserita per la prima volta nei raggruppa- cante. Parecchi comunque i giocatori impe-
1962 Assente menti asiatici in base ad una decisione del- gnati nei vari campionati nazionali d’Europa.
1966 Non qualificata la Fifa, l’Australia ha superato due gironi La partenza sarà col botto, già alla prima
1970 Non qualificata di qualificazione prima di staccare il pass uscita Kewell e compagni sfideranno la Ger-
per il Sudafrica. Nella prima fase, i “can- mania. Uno solo il precedente, fra l’altro ab-
1974 Primo turno
guri” sorteggiati in girone con Cina, Iraq e bastanza recente: uno spettacolare 4-3 per i
1978 Non qualificata Qatar, hanno chiuso al primo posto. Nel tedeschi nella Confederations Cup del 2005.
1982 Non qualificata secondo turno di qualificazione, il fato ha Sarà un girone che, Germania a parte, vi-
messo sul cammino australiano ancora una vrà sull’imprevedibilità, e dunque non prima
1986 Non qualificata
volta il Qatar, oltre a Giappone, Baharain e della terza giornata del girone, in program-
1990 Non qualificata
Uzbekistan. Ostacolo superato agevolmen- ma il 23 giugno, si saprà chi passerà nelle
1994 Non qualificata te, addirittura un solo gol subito in 8 partite. top 16. Quel giorno l’Australia affronterà
1998 Non qualificata Chi difenderà la maglia dei Socceroos la Serbia con la speranza di poter vive-
pare non essere un mistero, buona parte re una grande serata per aver eguagliato
2002 Non qualificata
dell’ossatura ha preso parte a “Germania il traguardo degli ottavi di finale raggiun-
2006 Ottavi di finale 2006”. Non mancano i volti noti, dal portie- to quattro anni fa. Difficile sperare di più.

60
I più temibili 61 Probabile Formazione
Tutti gli occhi puntati su Harry Kewell, la star

HARRY KEWELL: importanti trascorsi nella Premier League con le maglie degli australiani

di Leeds e Liverpool, attaccante dalla discreta tecnica e dall’invidiabile


velocità nonostante una carta d’identità non più verdissima. Vanta quasi Le fortune dei “socceroos” sono legate a dop-

100 gol in carriera. Sa adattarsi anche in fascia, è in grado di tirar fuori dal pio filo alla vena della star del gruppo, Harry

cilindro buoni colpi nei calci da fermo. Gioca attualmente in Turchia nel Kewell. Il 4-2-3-1 australiano, infatti, si basa

Galatasaray, come il capitano Neill. sul nuovo ruolo dell’ex esterno sinistro del
Liverpool, specializzatosi centravanti dall’arrivo

TIM CAHILL: giocatore dell’Everton, si è messo in mostra durante “Ger- al Galatasaray. La fase difensiva, invece,

mania 2006” grazie alla doppietta realizzata col Giappone; è passato alla si basa sulla solidità dell’asse Neill-Culina.

storia del calcio australiano per essere stato il primo “canguro” capace di Verbeek punta forte anche sui tre trequartisti

realizzare una rete ai Mondiali. Centrocampista con buona visione di gioco, dietro il centravanti.

e con una certa familiarità col gol, ha sempre giocato in Inghilterra, spera
di ripetere le buone prestazioni di quattro anni fa, e confermare quanto di
buono fatto nelle ultime stagioni. Kewell

CARL VALERI: Non proprio giovanissimo, ma da italiani non lo si può non


Bresciano
citare come una delle possibili sorprese del prossimo Mondiale. Arrivato
Valeri Cahill
dalle nostre parti grazie all’Inter, è rimasto nelle giovanili nerazzurre per un
paio di stagioni. E’ un centrocampista dalle ottime capacità d’interdizione
che però non disdegna gli inserimenti non appena possibile. Attualmente Culina Emerton

in forza al Sassuolo, ma su di lui si sono già mosse alcune squadre di A,


Cagliari su tutte. Wilkshire Chipperfield

Beauchamp Neill
MARK SCHWARZER: Esperto portiere del Fulham, molto amato in patria,
uno dei leader dello spogliatoi dei Socceroos. Ha la fama di para-rigori, Schwarzer
nonostante il gol subito da Totti nell’ottavo di finale della scorsa edizione
dei Mondiali. Un’ottima stagione vissuta con la sua squadra, soprattutto in
Europa League.
Curiosità
I Socceroos vantano due delle vittorie più larghe
BRETT EMERTON: Esperienza al servizio della squadra, centrocampista mai ottenute in sfide fra nazionali: 22-0 contro
Tonga e un’altra vittoria 31-0 contro le Samoa
di qualità che ha costruito le sue fortune fra Olanda e Inghilterra. Attual-
Americane, risultati ottenuti entrambi nelle quali-
mente milita nei Blackburn Rovers, è stato eletto miglior giocatore oceania- ficazioni per i Mondiali del 2002
no nel 2002.

L’Allenatore

P
Perché la divisa della nazionale IM VERBEEK: nato a Rotterdam
australiana non rispecchia i colori
della bandiera ? il 12 marzo 1956, ha iniziato la

sua carriera allenando in pa-


Per commemorare i colori tria squadre come Sparta e Feyenoord,
della nave di W.Janszoon
ma ben presto è passato su panchi-
Per rifiuto alla somiglianza
ne internazionali: Antille Olandesi e
con la bandiera britannica
Corea del Sud prima dell’Australia.
Perché preferisce adottare i
Con la Corea ha ottenuto nel 2007,
colori della Mainland
il terzo posto nella Coppa d’Asia
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
La vittoria è l’unico obiettivo

soddisfacente

1930 Primo turno


Alla ricerca dello scettro perduto
1934 Primo turno

L
1938 Terzo posto
a gestione Dunga, iniziata dopo il cate dei singoli fuoriclasse ed acquisendo
1950 Secondo posto
Mondiale tedesco, non conosce ri- un’imponente identità di gioco, di chiaro
1954 Quarti di finale sultato diverso dalla vittoria: nel 2007 stampo europeo. La gestione Dunga è sta-
1958 Campione del mondo la Coppa America; nel 2009 la Confedera- ta improntata sulla rigida disciplina tattica, a
tions Cup, al termine di una finale al car- costo di sacrificare la fantasia, corollario del
1962 Campione del mondo
diopalma contro gli Usa, decisa dalla rete calcio brasiliano. Questo cambiamento ha
1966 Primo turno di Lucio. Il cammino di qualificazione della causato vittime illustri: Ronaldinho, Diego,
1970 Campione del mondo squadra verdeoro è partito con qualche dif- Neymar, Ganso e Pato per citarne alcuni.
ficoltà iniziale, prontamente ovviata da risul- L’esordio nella kermesse mondiale è previ-
1974 Quarto posto
tati importanti contro le massime compagini sto per il 15 Giugno contro la cerenentola
1978 Terzo posto del calcio sudamericano. Memorabile la vit- Corea del Nord. La partita chiave del girone
1982 Secondo turno toria per 3-1 in casa dell’Argentina sul cam- verrà disputata contro il Portogallo del bra-
po del Rosario. Il Brasile si è conquistato siliano Scolari, sfida probabilmente decisiva
1986 Quarti di finale
la qualificazione con 3 turni d’anticipo, con- per l’assegnazione del primato nel girone.
1990 Ottavi di finale cludendo il girone al primo posto, grazie al Per il Brasile l’obiettivo può essere solo
1994 Campione del mondo contribuito di Luis Fabiano, autore di 9 reti uno: la vittoria finale. Per arrivare in fi-
nell’arco dell’intero torneo di qualificazione. nale sarà opportuno evitare la Spagna
1998 Secondo posto
Il nuovo ct Dunga, forte dell’esperienza agli Ottavi di finale, visto il quasi certo
2002 Campione del mondo vissuta nel calcio europeo, ha stravolto primato degli iberici nel girone H. L’ulti-
2006 Quarti di finale la mentalità della sua squadra: il Brasile, mo successo mondiale è stato conqui-
infatti, ha mutato la sua fisionomia, non stato dal Brasile di Scolari nel 2002, gra-
dipendendo più esclusivamente dalle gio- zie alle prodezze di Ronaldo e Rivaldo.

62
I più temibili 63 Probabile Formazione
Pochi dubbi per Dunga, il tecnico ha le idee

LUIS FABIANO: molti giocatori quando indossano la maglia della propria molto chiare

nazionale rendono molto meno rispetto alle prestazioni con la squadra di


club. Per il giocatore del Siviglia, classe ’80, accade il contrario. La sua Nel 4-3-3 schierato da Dunga, in porta sicuro

media gol con il Brasile è di 0,7 gol a partita, avendo realizzato 25 reti in 36 del posto l’interista Julio Cesar. In difesa l’unico

match disputati. Prima punta che svaria sul tutto il fronte offensivo, consen- dubbio è sull’out di sinistra, dove nelle ultime

tendo con il suo lavoro di liberare i compagni di reparto. Lo scorso anno apparizioni è stato schierato Bastos del Lione.

ottenne il premio come miglior giocatore della Confederations Cup, in cui Maicon, Lucio e Juan completeranno il reparto.

vinse il titolo di capocannoniere con 5 reti. A centrocampo la diga mediana è occupata


da Gilberto Silva, Elano e Felipe Melo, autore

KAKA’: il giocatore del Real Madrid si presenta ai nastri di partenza del di un’annata disastrosa che comunque non

Mondiale dopo un’annata travagliata, in cui non è riuscito a mostrare il suo dovrebbe pregiudicare la titolarità in Nazionale.

talento all’esigente pubblico del “Bernabeu”. La voglia di riscatto e una In avanti pochi dubbi: Kakà e Robinho sulle ali e

condizione fisica migliore rispetto ai suoi colleghi potrebbero giovare all’ex Luis Fabiano come ultimo terminale.

idolo dei tifosi milanisti. Luis Fabiano

Robinho Kaka
RAMIRES: è l’asso nella manica di Dunga per scardinare le difese avver-
sarie a partita in corso. Il giocatore del Benfica si è subito adattato al calcio
Elano
europeo, impressionando per la sua velocità, coadiuvata da una facilità
Felipe Melo Gilberto Silva
di dribbling impressionante. E’ stato spesso impiegato al posto di Elano,
come successo nella scorsa Confederations Cup.

ROBINHO: Il passaggio, nella sessione invernale, dal Manchester City Bastos Maicon
al Santos ha giovato allla punta esterna. Il suo ritorno in Brasile è stato Lucio Juan
contrassegnato dalla ritrovata brillantezza nelle gambe e nella testa, vero
punto debole del giocatore. Nel Brasile viene impiegato come esterno J.Cesar
offensivo sull’out sinistro che gli consente di partire da lontano, sfruttando
la sua rapidità di gambe.

Curiosità
LUCIO: capitano, leader, difensore roccioso. I tifosi dell’Inter, e più in gene-
Ha l’invidiabile primato di essere l’unica
rale i calciofili italiani, hanno imparato ad apprezzare le qualità del difenso-
re brasiliano. Quasi insuperabile nell’uno contro uno, fa dell’anticipo il suo Nazionale ad aver partecipato a tutte le edizioni

punto di forza. Le sue ascese rappresentano un’alternativa offensiva in più della Coppa del Mondo.

per la nazionale verdeoro.

L’Allenatore

C
Chi detiene il record di reti con la ARLOS DUNGA: nato a Ijui il 31 Ot-
maglia del Brasile ? tobre del 1963, si è laureato campio-
ne del mondo nel 1994 con il suo
Brasile, di cui era capitano. Centrocampi-
sta atipico per i canoni del calcio brasilia-
no, faceva dell’intelligenza tattica il suo
Ronaldo punto di forza. Ha militato nel campio-
nato italiano indossando le maglie del
Pisa, della Fiorentina e del Pescara.
Pelé Ha concluso la carriera agonistica nel
2000. Nel luglio 2006 ha sostituito
Carlos Alberto Parreira sulla panchi-
Romario na della nazionale brasiliana. Nono-
stante la breve esperienza matura-
ta, ha già conquistato una Coppa
America e la Confederations Cup.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Il ricordo di Italia’90 è ancora

forte e, visto il girone, la spe-

ranza di superare il primo turno

è abbastanza realistica.
Il ritorno dei “Leoni”

L
1930 Assente
a scorsa edizione dei mondiali, il guente ultimo posto nel gruppo A. L’arrivo
1934 Assente
Camerun, l’ha vissuta con lo sguar- di Le Guen è stato dunque fondamentale
1938 Assente do attento di chi è amante del cal- e con lui sono arrivate la doppia vittoria col
1950 Assente cio, con uno spirito di solidarietà verso le Gabon e le prestazioni eroiche contro Togo
altre africane o facendo prevalere forse più e Marocco, che hanno consegnato di fatto
1954 Assente
le rivalità e i dualismi, non è lecito saperlo, il primato nel girone. Capitano con l’arrivo
1958 Assente e probabilmente con l’inevitabile tensione del nuovo CT e leader indiscusso della
1962 Assente che accompagna ogni manifestazione di squadra, Samuel Eto’o è anche il bom-
questo tipo: piccolo particolare però, sep- ber delle qualificazioni con ben 9 reti: un
1966 Assente
pur non irrilevante, i leoni indomabili non buon esito ai mondiali passerà sicuramen-
1970 Assente erano in Germania. Costretti a guardare te anche da lui e soprattutto dalla partita
1974 Assente dalla tv le 64 partite del torneo continenta- d’esordio con il Giappone e dalla seconda
le infatti, i ragazzi allenati ora da Le Guen con la Danimarca, le sfide che decideran-
1978 Assente
hanno dato praticamente tutto per cercare no, con tutta probabilità, la seconda forza
1982 Primo turno invece di esserci quest’anno in Sudafrica, del girone, dato per scontato il passaggio
1986 Non qualificata trovando una qualificazione raggiunta non al primo posto dell’Olanda; Sono tutte av-
senza ostacoli. Dopo le prime due giorna- versarie nuove per il Camerun, avversarie
1990 Quarti di finale
te del girone di qualificazione, la situazione che Le Guen dovrà quindi ben studiare. Le
1994 Primo turno era disastrosa: in due partite due allenatori, speranze attorno alla squadra sono tante
1998 Primo turno nella prima il poi dimissionario Otto Pfister anche se, in caso di passaggio del turno,
e nella seconda il temporale sostituto N’Ko- il rischio di incontrare l’Italia, campione
2002 Primo turno
no, una sconfitta e un pareggio, e il conse- del mondo in carica è davvero molto forte.
2006 Non qualficata

64
I più temibili 65 Probabile Formazione
La posizione di Eto’o in campo sarà decisiva

SAMUEL ETO’O: Il capitano della nazionale, il capobranco dei suoi felini, per le ambizioni del Camerun.

semplicemente il Re Leone. Quando Le Guen arrivò, il Camerun era in una


situazione disperata e prima della partita decisiva contro il Gabon, Eto’o La gestione di Le Guen è stata molto criticata.

rilasciò queste dichiarazioni:“Siamo quasi morti, ma non siamo ancora del In particolar modo la posizione di Eto’o, costret-

tutto morti. Anche su un piede solo si può combattere fino alla fine...”. E to a giocare come centrocampista offensivo, a

aveva ragione. Il nuovo CT capì subito con chi aveva a che fare e decise detta dei tifosi e giornalisti camerunensi, limi­

di dare a lui la fascia di capitano, togliendola alla colonna Song: il resto è terebbe le qualità d’attacco di questo splendido

storia nota e i Leoni indomabili sono ritornati a un mondiale; chissà Samuel giocatore. A centrocampo Le Guen può fare affi-

sin dove li porterà. damento su Makoun, che aveva già ai tempi del
Lione: a questo punto non resta che aspettare

JEAN MAKOUN: Nonostante la bassa statura, è il vero faro del centrocam- il mondiale per capire se quelle critiche arrivate

po dei Leoni e la pedina fondamentale nello scacchiere tattico del CT. Le qualche mese fa fossero o meno giustificate.

Guen lo ha avuto anche al Lione e di lui si fida ciecamente: dal canto suo,
Jean, può rassicurare tutti con la sua grande esperienza, che lo ha portato Webo
a essere un protagonista del campionato francese. Emana Eto’o

NICOLAS N’KOULOU: Gli esperti del settore conosceranno sicuramente il


Makoun
nome di questo ragazzone, vent’anni appena, che di mestiere fa il difenso-
re nel Monaco. N’Koulou sembra avere tutte le potenzialità per far davvero A.Song Enoh

una bella carriera: lo abbiamo potuto ammirare nell’amichevole contro


l’Italia, dove non aveva di certo sfigurato. Con l’augurio di un roseo futuro,
cominciamo a vedere come si comporterà al Mondiale. Assou-Ekotto Chedjou

Song N’Koulou
RIGOBERT SONG: Seppur detenga il poco felice record di essere stato
il primo calciatore espulso in due edizioni differenti dei Mondiali, Song è il Kameni
pilastro difensivo del Camerun, di cui ne era anche il capitano prima dell’ar-
rivo di Le Guen. Detiene il record di presenze in nazionale e questo sarà il
suo quarto Mondiale.
Curiosità
Il Camerun è la nazionale che può vantare il
IDRISS CARLOS KAMENI: Vincitore del premio “Miglior portiere Africano”
maggior numero di palloni d’oro africani, ben
nell’anno 2006-2007, Kameni, oltre ad essere un ottimo n.1, è il più giova-
ne calciatore ad aver vinto un oro olimpico con la sua nazionale. Vanta più dieci.

di 50 presenze tra i leoni indomabili, in patria contano su di lui.

L’Allenatore

P
Nel 1991 quale personaggio dedica AUL LE GUEN: nato a
una canzone a Roger Milla ed a Quimper il 1 marzo 1964,
tutto il Cameroon per le gesta del
ha iniziato la sua carriera
mondiale italiano?
da allenatore nel Rennes. Nel 2002
è passato poi alla guida del Lione,
Yannick Noah dove ha conquistato per tre volte con-
secutivamente il titolo di campione di
Francia. E’ alla sua prima esperienza
Bono Vox
da CT, e dopo aver fatto benis-
simo nelle qualificazioni, ha un
Bruce Springsteen po’ titubato in coppa d’Africa: il
mondiale, attesissimo in patria,
sarà la competizione della verità.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Manca dal 1998 e si presenta

con l’obiettivo di non sfigurare.

1930 Primo turno


Il ritorno della Roja
1934 Ritirata

D
1938 Assente
opo 12 anni, riecco ai nastri di par- Tutti giocatori con un’esperienza internazio-
1950 Primo turno
tenza la nazionale che fu di Salas nale non proprio invidiabile, ma che comun-
1954 Non qualificata e Zamorano, una qualificazione que potrebbero trovare nell’entusiasmo
1958 Non qualificata ottenuta con merito e senza grossi patemi un’arma letale per gli avversari del girone.
d’animo, anzi tutt’altro. Un ottimo secondo L’esordio dei sudamericani sarà in quel di
1962 Terzo posto
posto ottenuto nel girone sudamericano Nelspruit contro l’Honduras, l’impegno sul-
1966 Primo turno ad un solo punto di distanza dal Brasile la carta più abbordabile, ma ovviamente
1970 Non qualificata vincente. Nonostante un avvio di compe- da non sottovalutare per evitare di avere
tizione non proprio esaltante, considerate rimpianti nella fase calda. Il match-verità
1974 Primo turno
le due sonore sconfitte contro Argentina andrà in scena il 21 giugno, giorno in cui
1978 Non qualificata e lo stesso Brasile, gli uomini di Bielsa ad affrontare i cileni ci sarà la Svizzera:
1982 Primo turno hanno cominciato a macinare punti gra- uscirà probabilmente da qui la seconda
zie soprattutto alle reti di Suazo, autore forza del girone H. La sfida con la Spa-
1986 Non qualificata
di ben 10 gol durante l’intero arco di qua- gna, partita di chiusura del gruppo, non
1990 Squalificata lificazione. Da squadra navigata la gestio- dovrebbe riservare grosse sorprese, a
1994 Esclusa ne finale del vantaggio sulle inseguitrici. meno che Torres e soci non abbiano già la
La rosa non manca di importanti qualità, qualificazione in cassaforte per quella sera.
1998 Ottavi di finale
molti calciatori cileni giocano in Europa. Ol- Se, come lasciato intendere, l’avventu-
2002 Non qualificata tre al già citato Suazo, meritano citazione ra cilena dovesse andare oltre il giro-
2006 Non qualificata particolare i “nostri” Carmona e Sanchez, ne, sarà comunque difficile prosegui-
e il centrocampista Fernandez, autentico re oltre, anche se comunque nel calcio
punto di riferimento dello Sporting Lisbona. non si può mai dare nulla per scontato.

66
I più temibili 67 Probabile Formazione
Innovazione tattica per lasciare il segno.

CLAUDIO BRAVO: è il portiere dei cileni, ha militato nel Colo Colo, auten-
Bielsa sta pensando a qualcosa di innovativo
tico serbatoio di talenti da quelle parti, sino al 2006, anno in cui si trasferì
per far bella figura in questa rassegna intercon-
alla Real Sociedad, squadra con cui conobbe la retrocessione qualche
tinentale, un inedito schema a tre linee dietro
stagione fa. Milita attualmente ancora in Spagna, nazione nella quale ha
un’unica punta. La buona riuscita di tale sche-
realizzato anche un gol qualche mese fa direttamente su punizione.
ma tattico dipenderà soprattutto dai trequartisti,
chiamati ad un sa­crificio non indifferente. Suazo
HUMBERTO SUAZO: attaccante rapido, ottimo finalizzatore, attualmente dovrà assicurare buona presenza offensiva per
in forza al Real Saragozza dopo aver disputato ottime stagioni in patria nel- chiudere il cerchio progettato.
le fila di Audax e Colo Colo, e in Messico nel Monterrey. Ha realizzato dieci
gol nel girone di qualificazione trascinando i suoi al secondo posto finale
nel girone di qualificazione.

CARLOS CARMONA: lo conosciamo bene, milita nella Reggina. E’ stato


Suazo
il capitano della nazionale under 20 che si qualificò terza nel 2007, pro-
Beausejour
prio un anno prima di approdare in amaranto. E’ un centrocampista dalle
Sanchez Fernandez
spiccate qualità caratteriali, è dotato di una tecnica di qualità. Non ha un
ottimo rapporto col gol, ma Bielsa non se lo sogna neanche di tenerlo fuori
dall’undici titolare. Carmona M.Gonzalez

Tello

ALEXIS SANCHEZ: altro calciatore militante in Italia, attaccante vivace


soprannominato El Nino Maravilla, gioca nell’Udinese. Considerato fra i Vidal Medel
più promettenti talenti sudamericani, può essere impiegato sia da secon- Ponce
da punta che da esterno offensivo con ottimi risultati. E’ esploso nel River
Plate, è già alla soglia della doppia cifra di realizzazioni in Serie A. Bravo

MATIAS FERNANDEZ: giovane centrocampista argentino naturalizzato


cileno, gioca nello Sporting Lisbona. Molto duttile tatticamente, sa coprire Curiosità
con ottimi risultati sia compiti offensivi che difensivi. Temibile sui calci da Il Cile ha ospitato l’edizione del 1962 dei
fermo. Anche lui ha trascorsi nel Colo Colo, è stato eletto giocatore suda- Mondiali. I sudamericani eliminarono l’Italia fra
mericano del 2006. E’ merito del Villareal averlo fatto approdare in Europa, mille polemiche.
ma oggi su di lui c’è l’interesse dei più grandi club, anche italiani.

L’Allenatore

M
Perché il Cile fu escluso dai Mon- ARCELO BIELSA:
diali del 1990 e 1994?
Allenatore del Cile
dal 2007, ha già al-
lenato anche l’Argentina nella falli-
Rojas si tagliò con una lama
per vincere una partita a mentare esperienza del 2002, ma
tavolino
anche nelle vincenti spedizioni della

L’allenatore era in un giro di Coppa America 2004 e l’Olimpia-


scommesse clandestine
de dello stesso anno. E’ stato no-
La federazione cilena aveva minato allenatore sudamericano
tentato di corrompere quella
dell’anno 2009 proprio grazie alle
brasiliana
buone prestazioni del Cile.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
DAl 1966 questa è la prima

occasione per la Corea del

Nord di mettersi in mostra nella

vetrina offerta dal mondiale


I sogni di Pyongyang

Q
1934 Non iscritta
uarantaquattro anni dopo la pri- to in questa stagione l’AFC Challenge Cup.
1938 Non iscritta
ma ed unica partecipazione ad Il primo match mondiale per i nordcoreani
1950 Non iscritta un Mondiale, la Corea del Nord verrà disputato il 15 giugno e sarà la partita
1954 Non iscritta si ripete e vola in Sudafrica. La nazionale sognata da un intero popolo: la cenerentola
allenata da Kim Jong-Hun riesce dunque Corea del Nord contro il grande Brasile, fa-
1958 Non iscritta
nell’impresa di bissare il risultato raggiunto vorito numero uno per il Mondiale. La partita
1962 Non iscritta nel Mondiale inglese del 1966. I nordcore- che potrà regalare soddisfazioni inattese è
1966 Quarti di finale ani si sono imposti nel girone di qualifica- l’ultima del girone, contro la Costa d’Avorio,
1970 Squalificata
zione comprendente Iran, Arabia Saudita, soprattutto se il discorso qualificazione ver-
Emirati Arabi Uniti e soprattutto Corea del rà deciso già nelle prime due giornate. Le
1974 Non qualificata
Sud, squadre sulla carta nettamente fa- speranze di accedere agli ottavi sono mi-
1978 Ritirata vorite rispetto alla Corea del Nord. Ai fini nime, ma l’obiettivo minimo per la squadra
1982 Non qualificata della qualificazione sono stati decisivi la asiatica potrebbe essere quello di ottenere
continuità di risultati tra le mura amiche almeno un punto in un girone di ferro. Me-
1986 Non qualificata
ed il pareggio ottenuto nell’ultima giorna- more del campionato del Mondo del 1966,
1990 Non qualificata ta in casa dell’Arabia Saudita, in un vero l’intera nazione spera in un altro clamoroso
1994 Non qualificata e proprio scontro diretto, visto che le due risultato, ma non sarà facile ripetere l’im-
1998 Non partecipante
squadre erano a pari punti, ma la peggior presa di 44 anni fa, quando gli asiatici furo-
differenza reti, alla fine, ha punito gli arabi. no fermati solo ai quarti di finale, dopo una
2002 Non partecipante
A conferma del buon lavoro svolto da Kim sorprendente cavalcata che vide tra l’altro i
2006 Non qualificata Jong-Hun, la Corea del Nord si è aggiudica- nordcoreani imporsi sulla nostra nazionale.

68
I più temibili 69 Probabile Formazione
Nel 4-4-2 della Corea del Nord si attendono i

HONG YONG-JO: il centravanti della formazione di Hun è oggi l’unico cal- gol di Hong Yong-Jo

ciatore nord-coreano a militare in un campionato europeo. Ha giocato con


la maglia dei nordcoreani fino al 2007, quando si è trasferito in Serbia al In porta favorito per una maglia da titolare Ri
Myong-Guk, portiere 25enne. Difesa a 4, con
FK Bežanija; dal 2008 milita nei russi del Rostov FC. Con la nazionale ha
An Chol-Hyok e Ji Yun-Nam a guidare l’intero
un’ottima media-gol in nazionale con 9 centri in 11 gare, mentre nel cam-
reparto. In mediana giocatore fondamentale
pionato russo i risultati sono ben diversi: 3 gol in 29 presenze. E’ il capitano
è Ahn Young-Hak che avrà il compito di far
e rigorista della squadra.
ripartire l’azione. Decisiva sarà la posizione in
campo di Jon Tae-Se, attaccante duttile che
AHN YOUNG-HAK: il giocatore, classe ’78, rappresenta il perno del cen- spesso viene arretrato sulla linea dei centro-
trocampo nordcoreano e più in generale dell’intera nazionale. Classico cen- campisti. In avanti le speranze nordcoreane
trocampista centrale, dotato di una buona tecnica e visione di gioco. Milita poggiano tutte su Hong Yong-Jo, coadiuvato dal
nel campionato della Corea del Sud. giovane Choe Kum-Chol.

Hong Yong-Jo
CHOE KUM-CHOL: 22enne, è uno dei giovani più promettenti della Corea Choe Kum-Chol
del Nord. Viene spesso impiegato come trequartista, è un giocatore abba-
stanza tecnico, specializzato nell’ultimo passaggio. E’ l’asso nella manica
Ahn Young-Hak Jong Su-Hyok
di Kim Jong-Hun, capace di incidere sulla partita anche subentrando dalla
Jon Tae-Se Kim Kuk-Jin
panchina.

Ri Kwang-Chon Jon Kwang-Ik


JONG TAE-SE: classe ’84 è un attaccante centrale molto mobile. In patria
An Chol-Hyok Ji Yun-Nam
viene soprannominato il “Rooney d’Asia”, forte fisicamente e molto abile nei
pressi della porta. Ha segnato 12 gol in 20 presenze.
Ri Myong-Guk
Rappresenta un’importante pedina nello scacchiere di Kim Jong-Hun, gra-
zie alla sua adattabilità in diversi ruoli. Milita dal 2006 nella squadra giappo-
Curiosità
nese Kawasaki Frontale. Attualmente tutti i giocatori della Corea del
Nord militano nel campionato nazionale, tranne
i cosiddetti Zainichi (oriundi giapponesi), il
AN CHOL-HYOK: discreto difensore centrale di 25 anni molto abile in zona più famoso dei quali è Ahn Young-Hak. Date
le politiche restrittive del governo riguardo
goal, è il giocatore che assicura le maggiori garanzie nel reparto difensivo. l’emigrazione, quasi tutti i tifosi che si recano
Il suo punto di forza sono le palle alte, mentre soffre i giocatori veloci negli in trasferta a vedere la Corea del Nord sono
Zainichi.
spazi. Può essere utilizzato sia in una difesa a 4, sia in una difesa a 3.

L’Allenatore

L
Qual è il record di gol segnati in a federazione della Corea del Nord ha
una sola partita dalla squadra nor- deciso di puntare su un allenatore del
dcoreana?
proprio paese: Kim-Jong Hun. Gra-
zie ad un gioco improntato sul catenaccio
è riuscito dove gli altri avevano fallito, cen-
10 trando una storica qualificazione mon-
diale e staccando un meritato biglietto
per Sudafrica 2010. Nonostante la
17
Corea parta come sfavorita, Kim
Jong-Hun punta ai quarti di finale,
21 come ammesso prima della par-
tenza per il Sudafrica. Ha indos-
sato la maglia della nazionale
da calciatore dal 1982 al 1985.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
È dal 1986 che la Corea

del Sud non manca mai

l’appuntamento con i mondiali.

Le “Tigri Asiatiche” sempre presenti


1930 Non iscritta

L
1934 Non iscritta
a Corea del Sud è sempre stata nando tre secondi e tre terzi posti. Inol-
1938 Non iscritta
una delle realtà più forti del cal- tre, dopo il dominio olandese di Hiddink,
1950 Non iscritta cio asiatico, non a caso la nazio- Advocaat e Verbeek quest’anno il posto
1954 Primo turno nale è alla ottava qualificazione ai Mon- da CT sulla panchina coreana sarà occu-
diali di Calcio, la settima consecutiva. pato dal tecnico di casa Huh Jung-Moo.
1958 Non iscritta
Il cammino di qualificazione dei coreani è L’esordio per i ragazzi coreani è previsto
1962 Non iscritta stato tranquillo e senza ostacoli, suggellato alle 13.30 di Sabato 12 Giugno allo stadio di
1966 Non iscritta dalle 0 sconfitte in tutti e due i gironi di qua- Port Elizabeth contro la Grecia. E’ la prima
1970 Non qualificata lificazione. Le Tigri, che si sono qualificate volta in assoluto che le due squadre si sfi-
insieme ai cugini della Corea del Nord, han- dano e il match risulta essere alquanto osti-
1974 Non qualificata
no eliminato Giordania e Turkmenistan nel co visto che i greci vogliono sempre far bel-
1978 Non qualificata primo turno e Arabia Saudita, Iran ed Emira- la figura nelle manifestazioni internazionali.
1982 Non qualificata ti Arabi Uniti nella seconda e decisiva fase. La partita decisiva sarà però sicuramente
Anche se la nazionale coreana può con- quella contro la Nigeria. Se la Corea battes-
1986 Primo turno
tare su molti giocatori che giocano in Eu- se la Grecia, una vittoria contro i possenti
1990 Primo turno
ropa, sarà molto difficile ripetere l’impresa africani regalerebbe la qualificazione come
1994 Primo turno del Mondiale 2002 dove la Corea del Sud, probabile seconda classificata del girone.
1998 Primo turno che giocava in casa, si è classificata quar- Obiettivo minimo è sicuramente arrivare agli
ta. Diverso il discorso in Coppa d’Asia dove ottavi di finale. La favorita del girone è sicura-
2002 Quarto posto
ha vinto le prime due edizioni ed è quasi mente l’Argentina ma Grecia e Nigeria sono
2006 Primo turno sempre arrivata alle fasi finali, collezio- ostacoli ostici ma non impossibili da superare.

70
I più temibili 71 Probabile Formazione
A Park Ji-Sung il compito di dirigere il centro-

PARK JI-SUNG: Stella non solo della nazionale ma anche del Manchester campo.

United con cui ha vinto una Champions League nel 2007-2008 ed il relativo
mondiale per club nel 2008. Ha iniziato la sua carriera come centrocam- Il tecnico Huh Jung-Moo dovrebbe schierare

pista difensivo ma sotto la guida di Hiddink ha giocato come ala. Resta un classico 4-4-2. Ovviamente la stella del

comunque un giocatore molto versatile visto che può giocare anche in altre Manchester United Park Ji-Sung dirigerà il

posizioni, ovvero come centrale oppure su entrambe le fasce. centrocampo dove saranno anche presenti
Lee Ghung-Yong e Cho Won-Hee che militano

LEE YOUNG-PYO: E’ il veterano del gruppo, calciatore veloce e difensore nella Championship inglese. In difesa giocherà

abile nei dribbling e preciso nei cross. Gioca in Europa dal 2002 vestendo l’esperto Lee Young-Pyo, difensore del Borussia

prima la maglia del Psv Eindoven, poi quella del Tottenham ed infine quella Dortmund, mentre in attacco un posto sicuro

del Borussia Dortumund. Nel 2006 la Roma provò ad acquistarlo ma il gio- sarà di Park Chu-Young, giovane attaccante del

catore rinunciò all’ultimo momento. Young-Pyo è al suo terzo Mondiale. Monaco.

PARK CHU-YOUNG: Ha 24 anni ed è sicuramente il giovane più promet- Chu-Young


tente della sua nazionale. E’ famoso per l’impressionante agilità, la creati- Keun-Ho
vità di gioco, l’abilità nei passaggi e soprattutto per la sua velocità, si dice
infatti che riesce a correre i 100 metri in 11 secondi, inoltre è uno specia-
Won-Hee Chung-Yong
lista delle palle inattive. Dal 2008 gioca nel Monaco dove ha realizzato 13
reti su 51 presenze. Park Ji-Sung Chi-Woo

KIM DONG-JIN: E’ un terzino sinistro che può giocare anche come cen-
trale difensivo. Dopo aver iniziato la sua carriera in patria nel 2006 si è Jung-Soo Kim Dong-Jin
trasferito in Russia nello Zenit San Pietroburgo, squadra in cui ha giocato Yong-Hyung Young-Pyo
per tre anni e con cui ha collezionato 87 presenze e 8 gol tra campionato,
coppa nazionale e coppe europee. Nel 2010 è tornato in Corea vestendo la Woon-Jae
maglia dell’ Ulsan Hyudai FC.

LEE CHUNG-YONG: La carriera di questo giocatore è iniziata a 11 anni.


Curiosità
Sebbene sia considerata un’età troppo alta è riuscito comunque a mostrare
le sue potenzialità e la sua reputazione è cresciuta grazie al FC Seoul che Il 29 Settembre 2003 la Corea del Sud realizza

l’ha subito preso in squadra. E’ rimasto in patria fino al 2009 quando è stato la sua migliore vittoria vincendo per 16-0 contro

acquistato dal Bolton,squadra di Serie B inglese, con cui ha collezionato 36 il Nepal.


presenze, 5 goal e 8 assist.

L’Allenatore

H
La Corea del Sud ha esordito in UH JUNG-MOO: nato a Jindo il
un Mondiale nell’edizione del 1954
in Svizzera. Quale fu la sua prima 13 Gennaio 1955. E’ nello staff
partita ? della nazionale già dal 1989

dove ha svolto diversi incarichi, sia come


Ungheria-Corea 9-0
selezionatore che come assistente.

Ha assunto il ruolo da CT nel 2007


Corea - Messico 5-3
dopo il terzo posto nell’ultima Coppa

d’Asia. Nel 2009 ha inoltre vinto il ti-


Turchia - Corea 7-0 tolo di miglior allenatore dell’AFC,

la federazione calcistica asiatica.


(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Eriksson spera che i suoi raga-

zizi ritrovino l’energia dei gironi

di qualificazione.

Les éléphants terribles


1930 Non partecipante

D
1934 Non partecipante
opo la prestazione poco convincen- leadership sia conquistata dal Brasile, la
1938 Non partecipante
te nell’ultima edizione della Coppa partita decisiva sarà quella d’esordio in cui
1950 Non partecipante D’Africa, dove sono stati elimina- la squadra guidata da Eriksson è contrap-
1954 Non partecipante ti nei quarti di finale, gli Elefanti, guidati posta all’estroso Portogallo di C. Ronaldo.
da Sven-Goran Eriksson, vogliono dimo- Dopo la cocente delusione nella Coppa
1958 Non partecipante
strare al mondo intero il loro reale valore. d’Africa il tecnico Vahid Halihodzic rassegna
1962 Non partecipante Nelle qualificazioni la squadra africana è le proprie dimissioni ed al suo posto, dopo
1966 Non partecipante stata travolgente: ha vinto il primo girone, l’esonero a Marzo di Philippe Troussier,
nel quale militavano anche Mozambico, viene ingaggiato Sven-Goran ­Eriksson. Il
1970 Non partecipante
Botswana e Madagascar, con quattro punti tecnico svedese, dopo le deludenti esibi-
1974 Non qualificata di vantaggio sulla seconda; ciò gli ha per- zioni con la nazionale inglese prima e con
1978 Non qualificata messo di accedere al secondo girone con quella messicana poi, vuole invertire la
Burkina Faso, Guinea e Malawi. Qui ha rotta e guidare la squadra verso traguar-
1982 Non partecipante
dato il meglio di sé vincendo cinque volte di ancora non esplorati dai team africani.
1986 Non qualificata e pareggiando una sola gara, contro Mala- Il girone è davvero duro, ma l’esperienza
1990 Non qualificata wi per 1-1. Un contributo prezioso è stato delle stelle in campo, Kolo Tourè, Drogba e
fornito da Drogba che ha segnato, sola- Kalou, e del commissario tecnico svedese
1994 Non qualificata
mente nel secondo girone, ben cinque goal. possono giocare un ruolo fondamentale per
1998 Non qualificata Così come nel 2006, anche quest’anno l’ur- il passaggio del turno. Il fatto che i mondiali
2002 Non qualificata na dei sorteggi non è stata benevola: Corea siano giocati nel proprio continente potreb-
del Nord, Portogallo e soprattutto Brasile be dare quella forza necessaria che è man-
2006 Primo Turno
le sue avversarie. Presupponendo che la cata in Germania per il passaggio del turno.

72
I più temibili 73 Probabile Formazione
K.Tourè sicuro titolare in difesa, Zokora e Y.

Didier Drogba: capitano e leader indiscusso della nazionale, il bomber Tourè saranno affiancati da Romaric o Tiéné. In

ivoriano quest’anno ha segnato quasi 30 goal in Premiere League. Dotato attacco titolari certi sono Drogba e Kalou.

di straordinaria forza fisica e di una tecnica sopraffina è considerato uno


tra i tre bomber più forti al mondo. Vuole continuare nel migliore dei modi Eriksson predisporrà la sua squadra con un

la sua eccezionale stagione segnando anche con la nazionale, dove per 4-3-3 che può camuffarsi facilmente in un 4-5-1
con l’arretramento a centrocampo di Kolou e
adesso ha messo a segno 43 goal in sole 63 partite. I suoi goal saranno
Gervinho. La difesa sarà guidata da K. Tourè
determinanti per il passaggio agli ottavi di finale.
mentre sulla destra ci sarà Ebouè. A proteggere
la difesa ci sarà Zokora, in attacco la punta cen-
Salomon Kalou: pedina fondamentale nel Chelsea, l’ala ivoriana ha la
trale sarà il Didier Drogba.
capacità di adattarsi sia come centrocampista esterno sia come seconda
punta. Dotato di grande velocità e di un buon dribbling, avrà il compito di
fornire gli assist giusti al bomber Drogba. Ha già segnato 11 goal in 28 gare
con la nazionale, segno che non sente la pressione della casacca arancio- Drogba
ne. Gervinho Kalou

Kolo Tourè: dopo sette stagioni e nove goal nell’Arsenal, l’eclettico


difensore centrale quest’anno è passato al Manchester City, divenendone Y. Tourè Romaric
subito capitano. Molto abile nel colpo di testa, Kolo Tourè può esser impie-
Zokora
gato in tutti i ruoli difensivi, anche se lui giocherà prevalentemente come
centrale.
Boka Ebouè

K. Tourè Bamba
Didier Zokora: presente anche a Germania 2006, il centrocampista
centrale darà manforte alla difesa cercando di chiudere le avanzate av- Barry
versarie. L’aggressività e la combattività sono le sue armi vincenti, dovrà
contenere la sua esuberanza onde evitare cartellini che potrebbero costar
cari alla sua squadra.
Curiosità

La Costa d’Avorio gioca tutte le partite casa-


Gervais Yao Kouassi: meglio conosciuto come Gervinho, il giovane
linghe nello stadio Félix Houphouet-Boigny di
attaccante può esser la sorpresa di questa forte nazionale. Può giocare sia
Abidjan, stadio nazionale ivoriano.
come centrocampista che come attaccante sinistro e darà così la possibilità
al tecnico Eriksson di poter sfruttare più moduli a partita in corso.

L’Allenatore
S
La Costa d’Avorio ha partecipato ad un ven-Goran Eriksson: nato il 5 febbraio
incontro internazionale deciso grazie del 1948 comincia ad allenare n e l
alle serie di rigori più lunghi nella sto- 1977 e non si ferma più. In
ria. Quanti rigori son stati tirati? Italia guida la Roma dal 1984 fino
al 1987. Nel 1989 ritorna a Ben-
fica ed arriva in finale della Cop-
18 pa dei Campioni. La squadra
che lo consacra definitivamente
come allenatore vincente è la Lazio.
Nel 2001 comincia la sua non fortu-
24 nata esperienza con le nazionali.
Fino al 2006 guida la nazionale
inglese. Nel 2009 una parentesi
26 con la nazionale Messicana e a
marzo 2010 viene chiamato dalla
federazione Ivoriana che lo vuo-
le alla guida della squadra per la
kermesse mondiale in Sudafrica.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Un girone non impossi-

bile potrebbe regalare alla

Danimarca belle soddisfazioni.

Danish Dynamites per sorprendere


1930 Non ammessa

D
1934 Non ammessa
opo la mancata qualificazioni ai do di dare la spinta giusta agli scandinavi.
1938 Non ammessa
Mondiali del 2006 ed agli Europei L’esordio per i ragazzi di Morten Olsen
1950 Non ammessa del 2008, i danesi sono nuovamen- è previsto il 14 Giugno e sarà la par-
1954 Non ammessa te nell’élite del calcio mondiale e cercheran- tita più difficile del girone visto che si
no di confermare il trend positivo avuto nel- troveranno di fronte la favorita Olanda.
1958 Non qualificata
le passate edizioni a cui hanno partecipato. C’è grande rivalità tra le due, data
1962 Non ammessa Il cammino di qualificazione della Dani- anche la vicinanza geografica.
1966 Non qualificata marca è stato sorprendente, riuscendo La partita decisiva, però, potrebbe es-
ad arrivare prima in un girone ostico, nel sere quella con il Camerun di Eto’o.
1970 Non qualificata
quale ha lasciato alle spalle Portogallo Vincere questo scontro per poi battere il
1974 Non qualificata e Svezia. Una sola sconfitta, ininfluen- non irresistibile Giappone, potrebbe risul-
1978 Non qualificata te, nell’ultimo match contro l’Ungheria, tare decisivo nella corsa al secondo posto.
per il resto vittorie esterne importan- Obiettivo minimo è quanto meno arriva-
1982 Non qualificata
tissime in casa di Svezia e Portogallo. re agli ottavi di finale. Il girone non è dei
1986 Ottavi di finale La presenza di giocatori che militano nei più complicati. A parte l’Olanda, che parte
1990 Non qualificata campionati principali potrà essere utile alla con i favori del pronostico per il primo po-
squadra di Morten Olsen per riscattare le sto, il Camerun e soprattutto il Giappone
1994 Non qualificata
delusioni degli ultimi anni, in cui i danesi sono nettamente alla portata di questa
1998 Quarti di finale non si erano qualificati né per gli Europei Danimarca, che con una rosa giovane ma
2002 Ottavi di finale né per i Mondiali. Giocatori chiave come al tempo stesso con esperienza, può ri-
Bendtner, Tomasson, Jorgensen, Agger velarsi un avversario ostico per chiunque,
2006 Non qualificata
e Poulsen saranno sicuramente in gra- come ha dimostrato nelle qualificazioni.

74
I più temibili 75 Probabile Formazione
Gioventù ed esperienza le armi nelle mani del

NICKLAS BENDTNER: la giovane promessa dell’Arsenal ha il compito di tecnico Olsen

guidare l’attacco della sua Nazionale. Negli ultimi due anni con i Gunners è
riuscito a giocare con una certa continuità e ha mettersi in mostra anche in
Morten Olsen dovrebbe schierare i suoi con un
campo europeo. Con la Nazionale maggiore è già andato a segno 11 volte
equilibrato 4-3-2-1 in cui c’è un mix di gioventù
in 32 presenze, timbrando 3 volte il cartellino nelle qualificazioni.
ed esperienza, con calciatori provenienti da
campionati importanti. In avanti Bendtner sarà
JOHN DAHL TOMASSON: l’ex attaccante del Milan è attualmente in forza
supportato da Rommedhal e da Tomasson.
al Feyenoord. Giocatore su cui si può fare affidamento vista la sua capacità
Al centro ci sarà Kjaer, con Agger spostato a
realizzativa e di farsi trovare sempre pronto. Sarà uno dei veterani della sinistra.
Nazionale per cui avrà il compito di dare una mano anche ai più giovani e
di caricarsi la squadra sulle spalle. Ad un solo gol da Nielsen, miglior mar-
catore di tutti i tempi della Danimarca, cercherà di battere questo record.
Bendtner
SIMON KJAER: il difensore del Palermo, a soli 21 anni, potrebbe essere il
centrale difensivo che Morten Olsen sceglierà per affiancare Agger. Autore Rommedhal Tomasson
di un buon campionato, potrebbe pagare qualcosa a livello di esperienza,
ma ha le capacità giuste per farsi notare anche in una competizione difficile
Jorgensen
come il Mondiale.
Poulsen C Poulsen J

DENNIS ROMMEDHAL: l’ala dell’Ajax ha giocato, a parte il debutto in Da-


Agger Jacobsen
nimarca ed una parentesi al Charlton in Inghilterra, sempre in Olanda. Do-
Kroldrup Kjaer
tato di buona tecnica, è stato l’attuale ct a farlo debuttare in Nazionale nel
2000 e da allora ha sempre contato su di lui. E’ uno dei primi per quanto
Sorensen
riguarda le presenze in Nazionale ed insieme a Tomasson avrà il compito
di mandare in gol Bendtner.
Curiosità

Nel ’92 conquistò l’Europeo, ma non


DANIEL AGGER: qualche infortunio di troppo ha influenzato la carriera di
avrebbe dovuto nemmeno partecipare. Solo
questo difensore, attualmente in forza al Liverpool. Le sue prestazioni con i
Reds gli sono valse le attenzioni di importanti club europei, tra i quali il Mi- l’estromissione della Jugoslavia a causa della

lan. Morten Olsen conta molto su di lui, che dovrà guidare la difesa danese Guerra dei Balcani glielo permise

e trovare la giusta intesa con il compagno di reparto Kjaer.

L’Allenatore

M
Chi detiene il record di presenze MORTEN OLSEN: nato a Vor-
nella nazionale Danese ?
dingborg il 14 Agosto del
1949, ha iniziato la car-
riera di allenatore nel 1989 alla gui-
Michael Laudrup da del Brondby, dove ha conquista-
to due campionati di Danimarca.
Thomas Helveg Poi dal ’92 al ’94 è stato sulla pan-
china del Colonia, prima di passare

Peter Schmeichel all’Ajax, facendolo diventare cam-


pione d’Olanda. Dal 2000 è il sele-
zionatore della Nazionale danese.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Il dopo Zidane è iniziato ed il

2006 brucia ancora...

1930 Primo turno


Francia nuova, solito Domenech
1934 Primo turno

C
1938 Quarti di finale
he questo sia il dopo-Zidane o il un girone abbordabile vinto dalla Serbia.
1950 Non qualificata
dopo-Berlino, è evidente che la Ai nastri di partenza la Francia non è ci-
1954 Primo turno nazionale francese abbia attraver- tata tra le favorite (lo stesso accadeva
1958 Terzo posto sato il suo anno Zero. Scalpita una nuova in Germania, ma l’argento di 4 anni fa
generazione di prospetti che hanno anco- lascia ben sperare). In seconda fascia
1962 Non qualificata
ra tutto da dimostrare, mentre il punto di anche nei sorteggi dei gironi, ha avuto la
1966 Primo turno contatto tra le due ere è il c.t. Domenech: fortuna di pescare il Sudafrica, la Nazio-
1970 Non qualificata autore di dichiarazioni spesso sopra le ri- nale meno temibile tra le teste di serie.
ghe e contestatissimo nella stessa Francia, I francesi scenderanno in campo nella se-
1974 Non qualificata
dove si discutono convocazioni figlie del- conda sfida del gruppo A l’11 giugno contro
1978 Primo turno la cabala e continue esclusioni eccellenti. l’Uruguay, un match in cui per forza di cose
1982 Quarto posto Le ultime vittime sono Vieira e Benzema. i favori del pronostico sono tutti dei Bleus.
La partenza è stata in salita. Dopo cam- Decisiva potrebbe essere già la succes-
1986 Terzo posto
pionati europei da dimenticare, la quali- siva partita contro il Messico: se tutto va
1990 Non qualificata ficazione al mondiale è arrivata soltanto secondo i piani, si può affrontare il Suda-
1994 Non qualificata allo spareggio contro l’Eire di Trapattoni frica con la qualificazione in tasca o quasi.
e soltanto con un gol di Gallas in extra-ti- Dagli ottavi partono le sfide incrociate
1998 Campione del Mondo
me propiziato da un fallo di mano di Hen- col girone B: nel caso i Galletti confermi-
2002 Primo turno ry, una svista arbitrale che ha sollevato no le previsioni, potrebbero affrontare la
2006 Secondo posto milioni di proteste a Dublino, dintorni e Nigeria e solo nei quarti l’Inghilterra. Se
oltre. Prima del playoff i transalpini non si qualificano come seconda, incom-
erano andati oltre un secondo posto in be fin da subito lo spettro dell’Argentina.

76
I più temibili 77 Probabile Formazione
La difesa è un cantiere aperto ma Domenech

FRANCK RIBERY: Se sta bene, questo pittoresco centrocampista offensi- punta sull’estro di Gourcuff.

vo è nel gotha del calcio mondiale. Accelerazioni e dribbling sono nel suo
dna, da ala destra può garantire un discreto numero di assist. Al Bayern, da Il tecnico Domenech ha abbandonato il 4-4-2

cui forse partirà in estate – direzione Spagna – Scarface si è distinto anche per far esplodere l’estro di Gourcuff in posizione

come buon battitore di punizioni. Dello scorso aprile il coinvolgimento in di trequartista. Spazio dunque al 4-2-3-1. Henry

uno scandalo a luci rosse. può giocare prima punta o esterno (in tal caso,
spazio a Gignac o Anelka davanti). La difesa è

YOANN GOURCUFF: Le petit Zizou è maturato, e bene, a Bordeaux, nella un cantiere aperto. Abidal è la seconda scelta

squadra pigliatutto della stagione 2008/09: dopo un lieve calo nel cam- di Evra a sinistra, ma può scalare e fare il cen-

pionato appena terminato, il prossimo step è l’esplosione in Nazionale. trale. In porta Lloris è al momento in vantaggio

Centrocampista dai piedi buoni, è chiamato a innescare le punte, ma nel su Mandanda.

club appare spesso nel tabellino dei marcatori. Calciatore francese dell’an-
no solare 2009 per France Football.
Henry
ANDRÈ-PIERRE GIGNAC: È esploso nella stagione 2008/09, quando con
la casacca del Tolosa ha realizzato 24 reti in 38 giornate di Ligue 1, dive-
Gourcuff
nendone capocannoniere. Non è andata meglio nell’ultimo campionato: si
è fermato a quota 8. In Nazionale, con 4 reti nelle qualificazioni, è il miglior Ribery Malouda

bomber francese insieme ad Henry. Classe ’85, è una prima punta fisica e
abile di testa ma tecnicamente dotata. A.Diarra Toulalan

THIERRY HENRY: Approdato troppo giovane in Italia, ha dato il meglio di Evra Sagna
sé all’Arsenal, ora vive il finale di carriera al Barcellona. È una punta tec-
Abidal Gallas
nica e agile, dal gol facile (e molto spesso spettacolare): solo con i Bleus,
51 reti in 118 presenze. Protagonista nelle cavalcate vincenti di Francia Lloris
98, Belgio-Olanda 2000 e nella Confederations casalinga del 2003. Senza
Vieira è il capitano.

PATRICE EVRA: Titolarissimo al Manchester, dove si è aggiudicato 3 Pre- Curiosità

mier League, la Champions e il Mondiale per club del 2008. In una difesa La Francia è alla quarta qualificazione di segui-

spesso martoriata da infortuni e soggetta a turnover, ha il posto assicurato to ai mondiali di calcio: non era mai successo
sulla corsia mancina. In questo campionato ha messo 7 assist. Per i gol, nella sua storia.
fate riferimento ad altri.

L’Allenatore

R
Just Fontaine ha il record di goal AYMOND DOMENECH:
segnati in un mondiale. Quanti nato il 24 gennaio 1952,
goal ha realizzato l’attaccante
è stato a lungo difensore
francese?
del Lione e dello Strasburgo. Con il
Bordeaux ha raddoppiato il nume-
9 ro di trofei vinti precedentemente.
Ha allenato Mulhouse e Lione prima
di approdare sulla panchina dell’Un-
11
der 21 francese. Qui è rimasto dal ’93
al 2004 (aggiudicandosi un bronzo e
13 un argento agli Europei di categoria),
prima di essere promosso in Nazio-
nale maggiore. Il secondo posto in
Germania è il suo miglior risultato.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
La tempra tedesca potrebbe

essere l’arma in più in Niente scherzi, siamo tedeschi !


Sudafrica.

I
vice Campioni d’Europa si presentano bia e contro il Ghana, temibile soprattut-
1930 Non partecipante al Mondiale Sudafricano come sem- to dal punto di vista fisico ed ambientale.
1934 Terzo posto pre: non da favoriti assoluti, ma sempre Il girone quindi non è dei peggiori.
in grado sulla carta di arrivare in fondo o La Nazionale tedesca si basa in grandis-
1938 Primo turno
quasi e di recitare un ruolo da protagonisti. sima parte sul blocco Bayern Monaco e
1950 Non partecipante Le armi vincenti si chiamano freddezza, comprende alcune eccellenti individualità:
1954 Campioni del Mondo mentalità e forza fisica, caratteristiche che giocatori di primissimo livello come Lahm e
non mancano mai in ogni Nazionale tede- Schweinsteiger promettono di disputare un
1958 Quarto posto
sca che si rispetti. Storica, a tal proposito, grande Mondiale, mentre suscitano qual-
1962 Quarti di finale una simpatica, e anche un po’ invidiosa, che perplessità il portiere e gli attaccanti,
1966 Secondo posto dichiarazione dell’attaccante inglese Gary nonostante elementi come Klose, Cacau,
Lineker che disse: “Il calcio è un gioco Gomez e i giovani di belle speranze Muller
1970 Terzo posto
molto semplice, dove 22 uomini rincorrono e Ozil: manca il fuoriclasse. Da shock l’as-
1974 Campioni del Mondo un pallone e, alla fine, vincono i tedeschi.” senza del capitano e faro Ballack, infortu-
1978 Secondo turno Il cammino di qualificazione dei teuto- natosi poco prima dell’inizio del Mondiale.
nici non ha visto particolari grattacapi. La finale, e il titolo, non arrivano da 20
1982 Secondo posto
L’esordio per gli uomini di Low, che ha anni precisi, quindi in Germania si spe-
1986 Secondo posto ben sostituito Klinsmann quattro anni ra di tornare tra le prime squadre al Mon-
1990 Campioni del Mondo fa, è in programma il 13 Giugno con- do. L’obiettivo minimo sono le semifinali,
tro l’Australia, l’avversaria sulla carta più ma non sarà facile arrivarci visto che ne-
1994 Quarti di finale
morbida del girone D. Seguiranno poi i gli eventuali quarti ci potrebbe essere già
1998 Quarti di finale match contro la possibile rivelazione Ser- una corazzata come l’Argentina di fronte.
2002 Secondo posto

2006 Terzo posto


78
I più temibili 79 Probabile Formazione
Uno schieramento spregiudicato per imporre la

MIROSLAV KLOSE: Attaccante dotato di un incredibile fiuto per il gol, pos- forza tedesca sul campo da gioco.

siede grande abilità nel guadagnare spazio nei contrasti e un colpo di testa
letale. E’ inoltre dotato di grande astuzia in area avversaria con cui spesso Low nelle ultime partite amichevoli prima del
mette in difficoltà portiere e difensori avversari. Viene da una stagione con mondiale ha adottato uno schema molto offen-
poche presenze e pochissimi gol, ma il suo bottino in Nazionale (47 gol in sivo con ben tre trequartisti alle spalle dell’unica
91 presenze) lo rende sempre temibile. punta, di solito Klose, ma occhio anche a
Gomez (con cui è in ballottaggio anche nella
BASTIAN SCHWEINSTEIGER: Interno o esterno di centrocampo, centrale
squadra di club) o alla possibile rivelazione
con compiti di copertura o costruzione del gioco, anche esterno offensivo in
Cacau. Quasi tutto il centrocampo è affidato a
alcuni casi, il biondo centrocampista del Bayern Monaco, finalista di Cham-
Schweinsteiger, dotato anche di un gran tiro
pions League, è uno dei punti fermi della Nazionale di Low. Titolare inamo-
dalla distanza. Molto duttile Lahm che può fare
vibile e dotato di un grandissimo tiro dalla distanza, spera di confermarsi
decisivo in maglia bianca, dopo l’ottimo Europeo 2008 (in gol sia nei quarti il terzino su entrambe le fasce e anche essere

che in semifinale). Cerca in Sudafrica il 20.o gol ufficiale con la Germania. spostato più avanti, in caso di necessità.

Klose (Gomez)
THOMAS MULLER: 21enne di scuola Bayern Monaco, viene da una sta-
gione abbastanza positiva in cui ha realizzato un buon numero di gol (19
Ozil
in 49 presenze) tra Bundesliga e Champions League. Suo, per esempio, il
sigillo contro il Lione nella semifinale d’andata terminata 1-0, anche se qua- Muller Podolski

si tutto il merito è stato di Robben, autore del tiro dalla distanza, poi deviato
fortunosamente dall’attaccante. Schweinsteiger Khedira

PHILIPP LAHM: Sicuramente uno dei giocatori più forti della squadra, il
Boateng Lahm
suo piede preferito è il destro, ma ormai gioca quasi sempre come terzino
sinistro, fa della duttilità la sua forza. E’ una bandiera e un punto di forza Mertesacker Friedrick
ormai da anni del Bayern Monaco e della Nazionale; storico il suo bellis-
simo gol del 3-2 contro la Turchia con cui ha regalato alla Germania la Neuer
finale, poi persa, dell’ultimo Europeo.

MARIO GOMEZ: Attaccante altissimo e molto forte fisicamente, di madre


Curiosità
tedesca e padre spagnolo (ha scelto quindi la prima Nazionale), dopo tanti
anni allo Stoccarda è approdato al Bayern Monaco, vincendo il campionato Non sono passati mai più di 20 anni tra un suc-

al primo tentativo e segnando una decina di gol in Bundeslinga. Deludente cesso tedesco al Mondiale e un altro (l’ultimo
ad Euro 2008, cerca dopo due anni il riscatto con la maglia della Nazionale, trionfo nel 1990, cioè esattamente 20 anni fa…).
dove conta 25 presenze e 10 gol.

L’Allenatore

J
Chi ha segnato il maggior OACHIM LOW: 50 anni com-
numero di gol in maglia tede- piuti a Febbraio, una carriera
non esaltante da attaccante in
sca? squadre come Friburgo, Stoccarda ed
Eintracht Francoforte, approda sulla pan-
china dello Stoccarda nel 1996 per due
Jurgen Klinsmann stagioni, nelle quali porta a casa una
Coppa di Germania. Poi gira tra Tur-
chia (Fenerbahce e Adanaspor), an-
cora Germania (Karlsruhe) e Austria
Gerd Muller
(Tirol Innsbruck e Austria Vienna): il
suo unico trionfo è il campionato au-
striaco nel 2001-2002. Diventa C.T. del-
Rudi Voller la Germania all’indomani del mondiale
2006, in sostituzione di Klinsmann:
per lui arriva poi un ottimo secondo
posto nel 2008 all’ultimo Europeo.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Gli Ottavi nel mirino del Ghana,

ma c’è chi scommette che

arrive­­ranno ai Quarti

Le Stelle Nere nel cielo del Sudafrica


1930 Non partecipante

C
1934 Non partecipante
on ancora l’amaro in bocca per la quattro affermazioni in Coppa d’Africa, se-
1938 Non partecipante
recente sconfitta nella finale della condo quindi solo all’Egitto. Il vero tesoro
1950 Non partecipante Coppa d’Africa, il Ghana si presen- del “Brasile d’Africa” però sono i vivai gio-
1954 Non partecipante ta al suo secondo mondiale consecutivo, vanili, come dimostrano le due Coppe del
senza particolari pressioni. I ragazzi di Milo- Mondo under 17 e la storica World Cup
1958 Non partecipante
van Rajevac però rappresentano una vera under 20 conquistata nell’Ottobre scorso,
1962 Non partecipante e propria mina vagante con licenza di stupi- trofeo mai vinto da una nazionale africana.
1966 Non qualificata re. Il cammino di qualificazione delle Stelle Nella gara d’esordio il Ghana affronterà la
Nere è stato decisamente agevole; i gha- Serbia, un avversario ostico che potrebbe
1970 Non qualificata
nesi infatti sono approdati a Sudafrica 2010 creare qualche difficoltà alle Black Stars.
1974 Non qualificata vincendo il girone finale 4 dell’Africa, con 13 Se i ragazzi di Rajevac vorranno però
1978 Non qualificata punti all’attivo. Nella fase precedente, sem- avere qualche possibilità di passaggio del
pre a gironi, il Ghana era pure arrivato primo turno, dovranno quantomeno riuscire a
1982 Non qualificata
con 12 punti, ex-aequo con Gabon e Libia, strappare un pareggio. Il gruppo D potreb-
1986 Non qualificata ma qualificandosi per miglior differenza reti be risultare tra i più equilibrati della com-
1990 Non qualificata negli scontri diretti. Il Ghana, dunque, ha di- petizione, non è quindi facile individuare la
sputato 12 partite complessive, con bilancio partita chiave. Possiamo comunque defini-
1994 Non qualificata
finale di 8 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte, re molto importante la sfida in programma
1998 Non qualificata 20 reti segnate ed 8 incassate. Le sole due nella seconda giornata, quella tra il Ghana
2002 Non qualificata partecipazioni alla fase finale dei Mondiali e l’Australia. L’Obiettivo è il raggiungimen-
non devono far pensare ad una nazionale to degli ottavi di finale anche se molti sono
2006 Ottavi di finale
di poco conto; il Ghana infatti vanta ben convinti che i quarti siano alla loro portata.

80
I più temibili 81 Probabile Formazione
Tanta “Italia” nella formazione Ghanese ma c’è

Stephen Appiah:Nonostante sia praticamente fermo da due anni a que- chi dovrà lottare per un posto

sta parte, Appiah è sempre stato un punto di riferimento per il Ghana tanto
da spingere Milovan Rajevac a convocarlo ugualmente, ignorando dunque Lo schema di gioco è praticamente certo,
i problemi fisici che hanno impedito al giocatore di potersi esprimere con un Rajevac infatti si affiderà al collaudato 4-4-2.
club di livello negli ultimi tempi e che potrebbero condizionare un eventuale
I dubbi maggiori riguardano la zona mediana
rendimento al Mondiale. Anche da uomo spogliatoio comunque, Appiah
farà sicuramente la sua parte, questo è sicuro. del campo, dove Annan, Kwadwo Asamoah e il
giovane Ayew sono in lotta per l’ultima maglia
ASAMOAH GYAN: è certamente lui la “bocca di fuoco” delle Stelle nere; disponibile; certa invece la presenza in campo
come dimostrano infatti le 19 reti, messe a segno in sole 38 partite, Gyan di Muntari e del capitano Appiah.
rappresenta davvero una punta molto affidabile, veloce e con buona tecni- In avanti spazio al bomber Gyan Asamoah, sup-
ca. In Italia lo ricordano soprattutto il tifosi dell’Udinese, dove è rimasto dal
portato da Amoah, mentre a dirigere la difesa ci
2005 al 2008 (il primo anno fu girato in prestito al Modena) ed ha realizzato
12 gol. Attualmente gioca nel Rennes. sarà la coppia della Premier formata da John
Mensah e John Paintsil
ANDRE’ZY AYEW: buon sangue non mente. Ayew è infatti figlio del grande Amoah
Adebi Pelé, ex capitano e giocatore simbolo delle Black Stars; i soli quindi-
Gyan Asamoah
ci gettoni con la nazionale maggiore, peraltro con già un gol all’attivo, non
devono quindi ingannarci; il promettente centrocampista potrebbe davvero
essere una delle rivelazioni dei prossimi campionati del Mondo. A supporto Appiah Muntari
di questa tesi, va anche ricordato che il talento ghanese è stato uno dei
Kevin-Prince Boateng Kwadwo Asamoah
protagonisti nel mondiale Under 20 vinto proprio dalla nazionale africana, lo
scorso Ottobre. Più che una scommessa.

MATTHEW AMOAH: è stato il Capocannoniere nelle qualificazioni ai


Inkoom Addo
Mondiali. Con Gyan forma una coppia molto temibile, e, anche se è leg-
germente inferiore al compagno dal punto di vista tecnico, ha dalla sua la Mensah Paintsil
maggior esperienza. Dal 2007 milita nel campionato dei Paesi Bassi, più
precisamente nel NAC Breda, dove ha collezionato 56 presenze, mettendo Kingson
a segno ben 26 reti.

SULLEY MUNTARI: il ruvido centrocampista è conosciuto molto bene da


tutti i FantAllenatori; il giocatore è infatti in forza all’Inter di José Mourinho Curiosità
e non ha quindi bisogno di particolari presentazioni. Se nel campionato Gyan Asamoah ha segnato il gol più veloce del
Italiano però, è considerato un giocatore molto falloso e di seconda fascia,
in nazionale rappresenta invece una solida certezza. Muntari è secondo Mondiale FIFA 2006, dopo 68 secondi, nella

solo ad Essien come numero di presenze e vanta ben 15 reti con la maglia loro vittoria per 2-1 sulla Repubblica ceca.
delle Stelle Nere.

L’Allenatore

M
Quale è stata la miglior ILOVAN RAJEVAC: è C.T.
vittoria del Ghana? della nazionale ghanese
dall’agosto 2008, quando
è subentrato a Sellas Tetteh. Rajevac,
nato il 2 gennaio 1954 a Cajetina (Ser-
Kenya - Ghana 0-13 bia), vanta trascorsi da giocatore con le
maglie di Borac Cacak, Stella Rossa
Belgrado, Vojvodina e Sloboda. Intra-
Ghana - Etiopia 5-0
presa la carriera tecnica a partire dal
2004, guida la Stella Rossa, la Vojvo-
Ghana - Angola 12-3 dina ed il Borac, prima di essere
chiamato dalla federazione ghanese
per assumere le redini della selezio-
ne africana verso il Mondiale 2010.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Per passare il turno dovrà

vedersela con Danimarca e

Camerun

1930 Non iscritta


I “blues” di nuovo all’attacco
1934 Non iscritta

I
1938 Ritirata
l Giappone è forse uno dei paesi in cui lificazione agli ottavi di finale. La Coppa
1950 Non iscritta il calcio è seguito con maggior passio- d’Asia invece ha dato al Giappone qual-
1954 Non qualificata ne. La mania è scoppiata alla fine degli che soddisfazione in più grazie alle tre
anni 80 quando sono stati realizzati molti vittorie ottenute nel 1992, 2000 e 2004.
1958 Non iscritta
fumetti su questo sport (uno su tutti Holly e L’esordio per gli uomini di Okada avverrà Lu-
1962 Non qualificata Benji) ed in particolare con la nascita della nedì 14 Giugno contro il Camerun presso lo
1966 Non iscritta J League, la Serie A giapponese, nel 1992. stadio Bloemfontein. E’ la terza volta che le
Il Giappone è stata la prima nazionale a due nazionali si scontrano, le due partite pre-
1970 Non qualificata
qualificarsi per i mondiali 2010. Il cammi- cedenti si sono concluse con il risultato di 0-0.
1974 Non qualificata no di qualificazione è stato molto agevole, Questa è senza dubbio anche la sfi-
1978 Non qualificata dopo aver vinto il primo girone battendo da decisiva in quanto una vittoria con-
Bahrain, Oman e Thailandia, i giappone- tro i camerunensi darebbe speranza ai
1982 Non qualificata
si hanno ottenuto il pass per il Sudafrica nipponici di un possibile passaggio agli
1986 Non qualificata qualificandosi con due turni d’anticipo, ma ottavi di finali. Il tutto potrebbe avverar-
1990 Non qualificata classificandosi alla fine come seconda, nel si con una vittoria contro la Danimarca
secondo gruppo di qualificazione contro Au- che avverrà nell’ultima sfida del girone.
1994 Non qualificata
stralia, ancora Bahrain, Uzbekistan e Qatar. Obiettivo minimo per il Giappone è si-
1998 Primo turno La nazionale giapponese è al quarto curamente arrivare agli ottavi di fina-
2002 Ottavi di finale mondiale della sua storia, nonché quar- le. Senza dubbio la favorita del giro-
to consecutivo, e cercherà sicuramente ne è l’Olanda ma ottenere il secondo
2006 Primo turno
di eguagliare il risultato ottenuto nell’edi- posto contro Danimarca e Camerun è
zione casalinga del 2002, ovvero la qua- un’impresa difficile ma non impossibile.

82
I più temibili 83 Probabile Formazione
Nel 4-4-2 di Okada ritroviamo Nakamura a

TAKAYUKI MORIMOTO: Noi lo conosciamo bene, da quando è al Catania gestire il centrocampo.

ha realizzato 18 gol tra campionato e Coppa Italia. E’ stato il più giovane


giocatore ad esordire nella J-League, nonché il più giovane marcatore del Okada opta per un 4-4-2: Narazaki sarà quasi

campionato nipponico. Nel 2006 è arrivato in Italia esordendo in Serie A il sicuramente il portiere titolare anche se il

28 Gennaio 2007 nella sfida contro il Catania e realizzando il suo primo gol giovane Kawashima potrebbe prendere il suo

dopo cinque minuti dal suo ingresso. posto. La difesa sarà guidata da Nakazawa,
capitano della squadra, mentre a gestire il cen-

YUJI NAKAZAWA: Il capitano della nazionale giapponese è un difenso- trocampo ci penserà la vecchia conoscenza del

re forte, ha un buon colpo di testa nonché fiuto per il gol. Nel 1997 va in calcio italiano Nakamura ma occhio anche agli

Brasile per allenarsi con l’América Minerio ma dopo un anno torna in patria “europei” Honda e Hasebe. In attacco giocher-

giocando prima nel Tokyo Verdy 1969 e, dal 2002, negli Yokohama Mari- anno gli esperti Okazaki e Tamada ma merita

nos. Ha realizzato 28 reti tra campionato e coppe e 17 con la nazionale. sicuramente un occhio di riguardo il catanese

Morimoto.
KEISUKE HONDA: Insieme a Morimoto è una delle promesse del calcio
giapponese. E’ un centrocampista che può anche giocare come terzino Okazaki Tamada
sinistro, inoltre è anche uno specialista dei calci piazzati. Ha iniziato nel
campionato studentesco giapponese nel 1999 e nel 2004 ha esordito in
Nakamura
J-League. Il suo talento gli è valso nel 2007 un ingaggio in Eredivisie nel
VVV-Venlo, in cui ha realizzato 26 reti in tre anni, e dal 2010 gioca nel Hendo Hasebe Honda

CSKA Mosca.

SHUNSUKE NAKAMURA: Gioca preferibilmente sulla fascia destra ed è Uchida Nagatomo


dotato di un mancino preciso con cui trova spesso il gol su calcio di puni- M.Tanaka Nakazawa
zione o rigore. E’ l’attuale capocannoniere della nazionale nonché vecchia
conoscenza del calcio italiano vista la sua esperienza nella Reggina dal Narazaki
2002 al 2005. Dopo aver giocato in Europa fino al Dicembre 2009 nel 2010
è tornato in patria per giocare negli Yokohama Marinos.

Curiosità
SHINJI OKAZAKI: Nonostante sia stato ingaggiato nel 2005 l’attaccante
del Shimizu S-Pulse ha esordito in J-League nel 2006, giocando le ultime 7 Takeshi Okada è lo stesso allenatore della

partite di campionato. L’anno successivo ha conquistato il posto da titolare prima storica qualificazione giapponese, quella

e dal 2008 è entrato a far parte del giro della nazionale con cui ha già se- cioè di Francia 1998.
gnato 16 reti. Nel 2009 ha anche vinto il premio FIFA come miglior bomber
internazionale ai danni di Didier Drogba.

L’Allenatore

T
Chi è attualmente il capocannonie- AKESHI OKADA: Nato ad Osaka il
re della nazionale nipponica? 25 Agosto 1956 è stato il CT della
prima storica qualificazione mon-
diale nel 1998 e per questo fu osannato
a lungo nel suo paese. Dopo quel bien-
Hiromi Hara nio Okada ha allenato varie squadre
nella J-League vincendo due campio-
nati, 2003 e 2004, con gli Yokohama
Kazuyoshi Miura
Marinos. Nel 2007 poi la federazio-
ne nipponica ha deciso di puntare
K. Kamamoto nuovamente su di lui dopo la pro-
va scialba del suo predecesso-
re Osim nel mondiale tedesco.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Dopo l’exploit agli Europei

2004 la Grecia sembra essersi

fermata.

Battere anche la crisi


1930 Non partecipante

I
1934 Non partecipante
ncredibili Campioni d’Europa 2004, zie allo spareggio vinto contro la favori-
1938 Non qualificata
ma poi fuori dal Mondiale tedesco ta Ucraina: ad Atene e dintorni davvero
1950 Non partecipante
2006 e deludentissimi ad Euro2008: la in pochi ci credevano soprattutto dopo
1954 Non qualificata squadra sempre allenata dal grande Otto l’andata dello spareggio terminata 0-0 in
1958 Non qualificata Rehhagel torna nel calcio che conta, e casa. Ma poi Rehhagel, l’uomo delle mis-
1962 Non qualificata adesso vuole tornare a stupire anche se ri- sioni impossibili, ha stupito ancora tutti
1966 Non qualificata petere il miracolo di 6 anni fa è impensabile. e ha portato la sua creatura al Mondia-
La Grecia aveva cominciato benissimo le le, 16 anni dopo la prima, e ultima, non-
1970 Non qualificata
qualificazioni, ma poi una sconfitta inter- ché disastrosa, apparizione negli USA.
1974 Non qualificata
na contro la Svizzera ha complicato tut- Il gol decisivo per la qualificazione è arri-
1978 Non qualificata
to, spegnendo gli entusiasmi: Rehhagel vato da Dimitris Salpingidis, attaccante
1982 Non qualificata ha allora iniziato a rivoluzionare un po’ la escluso nel 2004, ma l’uomo più importan-
1986 Non qualificata rosa, facendo fuori alcuni dei campioni te è stato sicuramente Theofanis Gekas,
1990 Non qualificata d’Europa (come Basinas e Dellas), la- attaccante in forza al Bayer Leverkusen,
1994 Primo turno sciando tra i titolari fissi solo due centro- diventato capocannoniere per la qualifica-
campisti, Katsouranis e la stella Karagou- zione al Mondiale delle squadre europee
1998 Non qualificata
nis, ex Inter. E’ avvenuto poi un ricambio con 10 reti, una in più dell’inglese Rooney.
2002 Non qualificata
generazionale che, decisamente, ci voleva. Ora sotto con Argentina, Nigeria e Co-
2006 Non qualificata
Gli ellenici sono arrivati in Sudafrica gra- rea del Sud: un girone abbastanza duro.

84
I più temibili 85 Probabile Formazione
Tanti cross per Samaras nelle previsioni degli

ATHEOFANIS GEKAS: Buon attaccante di proprietà del Bayer Leverku- esperti.

sen, ma in prestito all’Herta Berlino, esordisce in nazionale all’indomani del


trionfo Euro2004, partecipa alla FIFA Confederations Cup 2005, è capocan- Maestro nel mettere la squadra in campo,
noniere della Bundesliga 2007, ed è decisivo nella qualificazione ad Euro Rehhagel dovrebbe affidarsi a una difesa a
2008, segnando 5 reti. Nell’Ottobre 2009 arriva a 40 presenze e 20 reti con
quattro e un centrocampo con tre uomini in
la maglia della Grecia, diventando il capocannoniere per la qualificazione al
Mondiale 2010 di tutte le squadre europee con 10 gol. copertura e Ninis ad inventare. In avanti ballot-
taggio per il ruolo di centravanti tra Samaras e
GEORGIOS SAMARAS: Spilungone 25enne in forza agli scozzesi del Charisteas.
Celtic, è la classica prima punta, in grado di tenere palla e forte di testa
poiché dotato di un buon fisico. Non esaltante al Manchester City (8 gol in
55 presenze), è passato poi al Celtic (prestito con diritto di riscatto, eserci-
tato) con cui vince il campionato 2008 e la Scottish League Cup 2010. Con
13 reti segnate è stato il miglior realizzatore della squadra.

GIORGIOS KARAGOUNIS: Vecchia conoscenza del nostro campionato Charisteas


con la maglia dell’Inter (due stagioni), è sicuramente una delle colonne
Gekas
della Grecia. Autore del primo gol, contro il Portogallo, ad Euro2004, la sua
è sempre stata una discreta carriera. Nel 2007 è tornato al Panathinaikos
(era già stato nel 1998-2003), club in cui vanta due campionati, una coppa Ninis
e una supercoppa nazionale.
Tsiolis Katsouranis

DIMITRIS SALPINGIDIS: Attaccante e capitano del Panathinaikos, piccolo Karagounis


e scattante, è l’uomo della qualificazione grazie al gol segnato il 18 Novem-
bre scorso, contro l’Ucraina, nello spareggio mondiale. In carriera parecchi
Seitaridis Spiropulos
gol: 50 in 103 presenze con il Paok Salonicco, 39 in 82 partite nella sua
attuale squadra. Moras Kyrgiakos

KOSTAS KATSOURANIS: Tra gli eroi greci del 2004, gioca soprattutto nel Tzorvas
ruolo di mediano, ma può essere schierato anche come difensore centrale
o come centrocampista offensivo. Più volte ha indossato la fascia di capita-
no della nazionale ellenica e ha contribuito alla qualificazione al Mondiale
2010, segnando goal importanti. Tornato in patria (nel Panathinaikos) dopo Curiosità
l’esperienza nel Benfica, nel suo palmares c’è poca roba: un campionato Otto Rehhagel, sulla panchina greca dal 2001,
greco e due coppe di lega, una greca e una portoghese.
è il c.t. più longevo della storia della nazionale.

L’Allenatore

O
Ad Euro2004 quanto è durata l’im- TTO REHHAGEL: “Re Otto” è stato
battibilità del portiere Nikopolidis un buon calciatore prima e un in-
dall’ultima partita del girone alla credibile allenatore poi. Trasfor-
finale?
ma il Werder Brema da squadra minore
tedesca a potenza calcistica assoluta,
313 minuti dal gioco spettacolare e vincente: sono
5 i titoli conquistati alla fine, tra cui due
campionati e una Coppa delle Coppe.
343 minuti Altro miracolo quello del 1998 dove
con il Kaiserslautern neo-promosso
vince incredibilmente il campionato.
328 minuti Dal 2001 sulla panchina greca, è suo
anche l’Europeo 2004, dove è diven-
tato il primo allenatore straniero della
storia a vincere questa competizione.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Dopo ventotto anni “la bicolor”

riesce a qualificarsi nuovamente

per i mondiali.

1930 Non qualificata


Arriva la “bicolor”
1934 Non qualificata

S
1938 Non qualificata
oltanto nel 1982 l’Honduras ha par- alla Reggina). In attacco il genoano Suazo
1950 Non qualificata tecipato alla fase finale dei Mondia- potrebbe far coppia con l’esperto Carlos
1954 Non qualificata li; il bis conquistato a ventotto anni Pavon, ma gli “italiani” non sono gli unici
di distanza è il realizzarsi di un sogno sia a giocare in Europa. Figueroa e Thomas
1958 Non qualificata
per la gente che per gli stessi giocatori. Per hanno disputato la scorsa stagione nel Wi-
1962 Non qualificata arrivare in Sudafrica la Bicolor ha dovuto gan mentre Palacios è stato un pilastro del
1966 Non qualificata superare le tre fasi previste nelle qualifica- Tottenham.L’Honduras debutterà nella com-
zioni centroamericane. Nel primo turno ha petizione il 16 giugno contro i sudamericani
1970 Non qualificata
avuto la meglio di Porto Rico mentre nel- del Cile, certamente superiori da un punto
1974 Non qualificata la seconda fase èstata inserita nel girone di vista qualitativo. Tuttavia il team non ha
1978 Non qualificata con Messico, Canada e Giamaica. Gli uo- niente da perdere e se riuscisse ad evita-
mini di Rueda sono arrivati primi. Il primo re la sconfitta potrebbero aprirsi scenari
1982 Primo turno
posto è valso l’accesso al gruppo finale interessanti.In un girone che vede favoriti
1986 Non qualificata dove l’Honduras, pur soffrendo, ha stacca- i campioni d’Europa della Spagna, l’Hondu-
1990 Non qualificata to l’ultimo biglietto per il Sudafrica arrivando ras deve vedersela con Cile e Svizzera per
terza in un girone con Stati Uniti, Messico, un improbabile passaggio del turno. Un pa-
1994 Non qualificata
Costa Rica, El Salvador e Trinidad & To- reggio contro i sudamericani e una vittoria
1998 Non qualificata bago. Nei 23 convocati per la spedizione contro la meno quotata Svizzera potrebbe-
2002 Non qualificata sudafricana c’è anche un po’ d’Italia. A cen- ro valere molto. Per la Bicolor esserci è già
trocampo Rueda potrà contare sulla velo- il massimo e giocare senza pensieri potreb-
2006 Non qualificata
cità di Edgar Alvarez (Bari) e la tecnica di be giocare a loro favore; sarà difficile anda-
Julio Cesar de Leon (Torino, per tanti anni re oltre il girone, ma niente è impossibile.

86
I più temibili 87 Probabile Formazione
Gli uomini di Rueda confidano nelle doti di

CARLOS ALBERTO PAVON: Il trentaseienne, miglior realizzatore della Pavon e Suazo per finalizzare il gioco.

storia dell’Honduras, ha trascinato la Bicolor durante le qualificazioni met-


tendo a segno sette reti, tutte decisive. In campo guida la squadra con la Rueda schiera i suoi con un classico 4-4-2. In
sua grande esperienza, accumulata nel corso degli anni anche in Spagna e attacco l’esperto Pavon, vero e proprio finaliz-
in Italia (brevi e non fortunate le parentesi di Udine e Napoli). A lui spetta il zatore della squadra, sarà affiancato da Suazo.
compito di finalizzare il gioco e con ogni probabilità sarà il cannoniere della Anche le ali parleranno italiano: Alvarez da una
squadra. parte e Leon dall’altra dovranno assicurare la
giusta spinta ed un buon numero di cross. A
DAVID SUAZO: Dal 1998 indossa la maglia della propria Nazionale risul-
centrocampo capitan Guevara, recordman di
tando spesso decisivo (15 gol in 45 match disputati). Alto e dotato di un
presenze in Nazionale, guiderà la squadra con
fisico possente, Suazo ha anche un discreto allungo e le sue progressioni
le sue geometrie cercando al tempo stesso di
hanno fatto storia ai tempi d’oro di Cagliari. Nella seconda parte di stagione
ha militato nel Genoa e dopo un inizio positivo si è dovuto bloccare per via dare una mano alla non imperforabile difesa..

di un infortunio. Tornato in forma a metà maggio è pronto per dire la sua in


Sudafrica, dove dovrebbe essere il rigorista della squadra. Suazo

Pavon
EDGAR ALVAREZ: Dopo una deludente annata che lo ha visto retrocedere
in Lega Pro col Pisa, Alvarez si è riscattato alla grande a Bari, dove grazie
al gioco offensivo dello stesso Ventura ha messo in mostra tutto il suo di-
namismo e l’incredibile velocità. Ha messo in difficoltà molti terzini di Serie Leon Alvarez
A sfornando tanti assist e segnando tre gol: è in grande forma e potrebbe Palacios Guevara
risultare una piacevole sorpresa anche con la maglia della Bicolor, per la
quale ha messo a segno 3 gol in 45 presenze.
Sabillon Izaguirre

WILSON PALACIOS: L’ esperto centrocampista del Tottenham voleva Chavez Figueroa


ritirarsi dal calcio lo scorso anno, dopo la morte del fratello sedicenne, ma
gli amici e la famiglia lo hanno convinto a continuare. Ed è stato meglio Valladares
così vista la grande stagione in Inghilterra e la qualificazione ai Mondiali.
L’agonismo e le grinta non gli mancano; centrocampista centrale di sicuro
affidamento per Rueda.
Curiosità

JULIO CESAR LEON: Nei tanti anni trascorsi in Italia ha raggiunto la giu- L’esordio internazionale della Bicolor risale al
sta maturazione ed è senza dubbio il giocatore più tecnico della squadra. 1921 e coincide con la peggior sconfitta della
Partirà come esterno di sinistra e a lui Rueda chiede cross invitanti e assist
storia: 10-1 contro il Guatemala.
smarcanti.

L’Allenatore

R
Come si chiama la Federazione EYNALDO RUEDA: Nato a Cali il
honduregna? 16 Aprile 1957, ottiene la laurea in
Educazione Fisica ed il patenti-
no da allenatore; dopo le esperienze con

HON Cortulià, Deportivo Cali e Independien-


te Medellìn, nel 2002 viene chiamato
alla guida della Colombia Under 20 e
FENAFUTH dopo 2 anni della Nazionale maggio-
re, rimanendo in carica fino al 2006.
HONFOOTH Dopo pochi messi arriva la chia-
mata dell’Honduras ed il successo
nella qualificazione al Mondiale.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Da troppo tempo agli inglesi

manca il successo e questa

volta hanno un organico impo-

nente.
Con “Don Fabio” si sogna

D
1930 Non partecipante
opo la mancata qualificazione derby. Solo un precedente tra le due ri-
1934 Non partecipante
agli Europei del 2008, l’Inghil- vali in Coppa del Mondo: nel 1950 a
1938 Non partecipante terra vuole rifarsi e lottare per il spuntarla furono gli americani per 1-0.
1950 Primo turno titolo che manca ormai da più di qua- Potrebbe essere proprio questa la par-
rant’anni, dall’edizione casalinga del 1966. tita chiave. Una vittoria al debutto spia-
1954 Quarti di finale
Il cammino di qualificazione degli inglesi nerebbe le porte per gli ottavi di finale e
1958 Primo turno è stato entusiasmante. Primo posto mai per il primo posto nel girone, visto che
1962 Quarti di finale in discussione in un girone che compren- Slovenia e Algeria non sembrano preoc-
deva Ucraina, Croazia, Andorra, Bielo- cupare più di tanto. Sarà importante con-
1966 Campione del Mondo
russia e Kazakistan. Nove vittorie in dieci cludere il girone al primo posto: in caso
1970 Quarti di finale partite. L’unica sconfitta è arrivata a qua- di qualificazione come secondi potreb-
1974 Non qualificata lificazione già acquisita, contro l’Ucraina. be esserci subito l’ostacolo Germania.
Questa Nazionale può vantare tanti ottimi Gli inglesi non si nascondono: il loro
1978 Non qualificata
giocatori in ogni reparto e può contare su obiettivo è sicuramente la vittoria fina-
1982 Secondo turno un allenatore vincente ed esperto come le. I quarti di finale ottenuti nelle ultime
1986 Quarti di finale Fabio Capello. Rooney è maturato mol- due edizioni non bastano, ora a Capel-
tissimo ed ha trascinato gli inglesi nelle lo si chiede di salire sul tetto del Mondo.
1990 Quarto posto
qualificazioni e tutta l’Inghilterra sogna il Sicuramente sono nel ristretto gruppo di
1994 Non qualificata bis Mondiale dopo 44 anni di astinenza. favorite, dato che la rosa è tra le migliori
1998 Ottavi di finale Il torneo per la squadra di Capello ini- delle 32 finaliste, per cui cercheranno di
zierà il 12 Giugno a Rustenburg contro rispettare quelle che sono le attese dei
2002 Quarti di finale
gli USA, in quello che sarà una sorta di bookmakers e dei sudditi di sua maestà.
2006 Quarti di finale

88
I più temibili 89 Probabile Formazione
Nonostante James, l’inghilterra ha una difesa

WAYNE ROONEY: l’attaccante del Manchester United ha vissuto una “granitica”

stagione da autentico protagonista. Con i suoi gol e le sue prestazioni ec-


cellenti ha tenuto a galla i Red Devils in campionato mentre in Champions, Capello userà il suo consolidato e classico

anche a causa di un infortunio, non è riuscito a portare i suoi in semifinale. 4-4-2. In porta James, anche se in carriera si è

Con la maglia della sua Nazionale è stato il trascinatore nelle qualificazioni, reso protagonista di qualche “papera” di troppo.

motivo in più per credere che anche al Mondiale andrà così. Una difesa granitica con Ferdinand e Terry cen-
trali, un centrocampo super e in attacco Defoe

FRANK LAMPARD: il centrocampista del Chelsea è uno degli intoccabili di insieme ad un Rooney strepitoso, che può por-

Capello. E’ sicuramente una delle stelle della squadra e uno dei giocatori di tare la sua Nazionale lontano.

fama mondiale sempre al centro delle attenzioni. Dotato di grande tecnica,


è in grado di prendersi la squadra sulle spalle e portarla lontano, grazie
anche al suo fiuto del gol. Stagione quasi perfetta col Chelsea di Ancelotti,
ora punta anche al Mondiale.

LENNON: la giovane ala del Tottenham dovrebbe essere nell’undici inizia- Rooney Defoe
le. Veloce e bravo tecnicamente, potrebbe sfornare cross importanti per gli
attaccanti. Non è un goleador, ma una possibile sorpresa.
Lennon Joe Cole

STEVEN GERRARD: il capitano del Liverpool non ha vissuto una stagione Lampard Gerrard

particolarmente brillante dal punto di vista dei risultati di squadra e nem-


meno lui è sembrato in grande condizione. Così come Lampard, è dotato
di grande tecnica e fiuto del gol al quale aggiunge tanta grinta e cattiveria Ashley Cole Johnson
agonistica, che fanno di lui uno dei migliori centrocampisti al Mondo. Se Terry Ferdinand
l’Inghilterra può aspirare a qualcosa di importante è anche grazie a lui.
James
JOHN TERRY: inizio di stagione come sempre su alti livelli, poi lo scandalo
che lo ha coinvolto ne ha condizionato le prestazioni e gli è costato la fa-
Curiosità
scia da capitano. Se riuscirà a riacquistare la concentrazione, formerà con
L’unica vittoria iridata risale all’edizione svoltasi
Rio Ferdinand una delle difese più granitiche del Mondiale.
in Inghilterra nel 1966. Vittoria contestatissima

per via della decisiva rete fantasma di Hurst.

L’Allenatore

F
Chi è stato il più giovane debuttan- ABIO CAPELLO è nato a San Can-
te della nazionale inglese? zian d’Isonzo il 18 Giugno 1946.
E’ uno degli allenatori più vin-
centi e l’Inghilterra ha deciso di af-
fidarsi a lui per vincere il Mondiale.
Owen Il curriculum da allenatore è strepitoso e
parla chiaro: 8 campionati vinti (con Mi-
lan, Roma, Juve e Real Madrid), 4 Su-
Rooney
percoppa Italiana, 1 Champions Lea-
gue ed una Supercoppa Uefa col Milan.
Walcott Per i mondiali l’allenatore ita-
liano punterà su un classi-
co e ben collaudato 4-4-2.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
I quattro volte campioni del

mondo dovranno difendere il l’operazione bis è davvero impossibile ?


titolo

P
er la prima volta nelle ultime sei Nazionale è infatti in gran parte quella del
1930 Non presente edizioni dei Mondiali la Naziona- mondiale tedesco con un Chiellini in più e
1934 Campione le azzurra deve difendere il titolo. con giocatori però più vecchi di 4 anni; anche
L’incredibile impresa del 2006, proprio nei la Confederations Cup dell’anno scorso ha
1938 Campione
mesi dello scandalo Calciopoli che ha tra- lasciato molte perplessità sull’attuale rosa.
1950 Primo turno volto il nostro calcio, è ancora fresca nella Le qualificazioni sono state superate co-
1954 Primo turno mente, e soprattutto nei cuori, di tutti noi. munque abbastanza brillantemente,
In Sudafrica mancherà, clamorosamen- grazie anche a un girone in cui gli unici
1958 Non qualificata
te, l’uomo simbolo di quel trionfo, Fabio avversari degni erano gli sfortunati irlan-
1962 Primo turno Grosso, autore di una pessima annata in desi del Trap, contro i quali sono arrivati
1966 Primo turno maglia juventina e quindi escluso da Lippi. soltanto due pareggi (in extremis quel-
Proprio sulla base di quei ricordi, il compi- lo strappato a Dublino, decisivo per la
1970 Secondo posto
to per Cannavaro e compagni è ancora più matematica qualificazione in anticipo).
1974 Primo turno duro. Il titolo va difeso con forza, dignità e E l’urna è stata benevola con gli azzurri
1978 Quarto posto onore, anche se la squadra pare meno moti- anche nell’inizio del Mondiale, visto che il
vata, e meno forte, rispetto a quattro anni fa. girone è del tutto abbordabile: l’esordien-
1982 Campione
Lippi, tornato sulla panchina azzurra dopo la te Slovacchia, la quasi esordiente Nuo-
1986 Ottavi di finale deludente parentesi Donadoni, ha cercato va Zelanda e il Paraguay, avversario più
1990 Terzo posto nell’ultimo biennio di ricompattare il gruppo temibile ma non certo irresistibile, non
e anche di trovare nuovi elementi in grado di dovrebbero creare ostacoli nel supera-
1994 Secondo posto
alzare il livello della squadra ma la missio- mento del girone. Molto più duri saranno
1998 Quarti di finale ne è riuscita a metà. L’ossatura della nostra poi eventuali quarti di finale o semifinali.
2002 Ottavi di finale

2006 Campione
90
I più temibili 91 Probabile Formazione
Il punto fermo è sicuramente la difesa con

ALBERTO GILARDINO: attaccante ex Milan, attualmente in forza alla quattro uomini

Fiorentina, sa segnare in tutti i modi e viene da una stagione discreta, con


19 gol in 48 presenze tra Campionato, Coppa Italia e Champions League. Lippi, nonostante nell’ultima amichevole contro
Letale di testa e negli spazi stretti in area di rigore, in Nazionale finora il Camerun abbia provato anche il 3-4-3, pare
conta ben 16 marcature tra cui quella decisiva a Dublino che ha regalato
intenzionato a far variare la disposizione tattica
il pareggio (2-2) e la qualificazione agli azzurri. Può ricoprire solo il ruolo di
punta centrale in entrambi gli schemi disegnati da Lippi. della sua Italia tra due schemi di base, piuttosto
simili: il 4-2-3-1 con due incontristi puri e tre
ANTONIO DI NATALE: è sicuramente il miglior attaccante italiano della giocatori liberi di svariare dietro l’unica punta
stagione 2009/2010 con un numero impressionante di gol (e che gol!) (Pirlo agirebbe più avanzato), e il 4-3-3 con un
messi a segno con la maglia dell’Udinese. Abile nel dribbling secco, bravo centrocampo più folto e compatto e due attac-
nel tiro in porta e preciso nell’assist ai compagni di squadra, Totò cerca la
canti esterni puri col compito di servire la punta
consacrazione anche in maglia azzurra dove spesso non ha inciso (basti
pensare all’Europeo 2008). centrale. Il punto fermo, evidentemente, è la
difesa con 4 uomini.
DANIELE DE ROSSI: centrocampista forte fisicamente, sempre presente Gilardino
in mezzo al campo e anche abile negli inserimenti in area di rigore av-
Di Natale Iaquinta
versaria, sia di testa che di piede. E’ stato tra gli eroi del Mondiale 2006,
anche se non solo in positivo: espulso nella seconda gara contro gli USA,
è stato squalificato e ha poi avuto la soddisfazione di segnare uno dei 5 Pirlo
rigori vincenti contro la Francia in finale. Maturato anche dal punto di vista
Marchisio De Rossi
comportamentale, se regge la pressione è uno dei centrocampisti più forti
del Mondo.

GIORGIO CHIELLINI: roccioso difensore, uno dei pochi a salvarsi nell’an-


Maggio Zambrotta
nata deludente della Juventus. Concentrazione, determinazione e forza
fisica le sue qualità migliori, insieme a un ottimo stacco di testa che può Cannavaro Chiellini
essere sfruttato anche sulle palle da fermo. Primo Mondiale per lui, dopo
un grande Euro2008, e siamo certi che non deluderà. Buffon

VINCENZO IAQUINTA: finalmente recuperato integralmente dopo i tanti


problemi alle ginocchia, Vincenzone è uno degli attaccanti più pericolosi
e duttili tatticamente, sicuramente uno dei più completi nella attuale rosa Curiosità
azzurra. Veloce, forte fisicamente e preciso nelle conclusioni, può giocare L’Italia è l’unica europea ad aver vinto nella
sia da prima che da seconda punta, e anche da attaccante esterno, dove
riesce ad ottenere anche un ottimo lavoro in copertura, grazie al grande storia due edizioni consecutive del Mondiale

fiato, e al grande cuore, che si ritrova. (1934-1938).

L’Allenatore

M
Chi detiene il record del ARCELLO LIPPI: viareggino di 62
maggior numero di presenze anni, dal carattere burbero e ab-
come C.T. azzurro? bastanza scontroso, dopo una
discreta carriera da giocatore inizia ad al-
lenare squadre minori in Toscana, prima
Giovanni Trapattoni di farsi conoscere in Serie A all’Atalanta
dove fa un ottimo lavoro. Ancora migliori
sono le esperienze al Napoli e soprat-
Vittorio Pozzo
tutto alla Juventus, dove vince tutto.
Unica parentesi negativa, e burrasco-
Enzo Bearzot sa, è quella all’Inter. Nel 2006 il mas-
simo trionfo possibile per un allena-
tore, cioè il trionfo mondiale da C.T.
della Nazionale, dove torna nel 2008.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Superare i quarti di finale è

un’impresa mai riuscita alla

formazione messicana

Gioventù ed esperienza - il mix messicano


1930 Primo turno

S
1934 Non qualificata
udafrica, Uruguay e (questa) Francia come il Messico ricca di giovani talenti.
1938 Ritirata
rappresentano un girone alla portata Si cercherà di migliorare rispetto al
1950 Primo turno per il Messico. Gli uomini di Aguir- 2006, dove l’Argentina li battè agli otta-
1954 Primo turno re cercheranno di qualificarsi agli ottavi per vi ai supplementari. La rosa a disposi-
poi diventare una possibile mina vagante. zione di Aguirre è tale da poter perlome-
1958 Primo turno
I messicani hanno incontrato più di una no eguagliare l’esito di quattro anni fa.
1962 Primo turno difficoltà nel cammino di qualificazione. I messicani avranno l’onore di giocare la
1966 Primo turno Dopo una prima fase agevole in cui han- partita di apertura del Mondiale contro il
no eliminato il Belize, la seconda fase Sudafrica. Un match delicato contro i pa-
1970 Quarti di finale
è stata più problematica. Solo la miglior droni di casa, ma i centramericani vorranno
1974 Non qualificata differenza reti ha permesso loro di supe- iniziare col piede giusto. Le due Nazionali
1978 Primo turno rare il turno nel girone con Canada, Hon- non si sono mai incontrate in un Mondiale.
duras e Jamaica. Nella fase finale, dopo La partita decisiva potrebbe essere
1982 Non qualificata
l’esonero di Eriksson e l’arrivo di Aguir- quella con l’Uruguay, l’ultima del giro-
1986 Quarti di finale re, il Messico ha recuperato terreno con ne, che potrebbe decidere quale delle
1990 Non ammessa 5 vittorie consecutive e un pari, riuscen- due squadre passerà agli ottavi di finale.
do a staccare il biglietto per il Sudafrica. Obiettivo minimo della spedizione mes-
1994 Ottavi di finale
Il leader di questo gruppo è il sempre- sicana sono appunto gli ottavi di finale.
1998 Ottavi di finale verde Cuauhtemoc Blanco, che insie- In caso di superamento del primo turno
2002 Ottavi di finale me al capitano Rafa Marquez avrà il gli uomini di Aguirre si incrocerebbero
compito di fornire quel tocco di espe- contro una squadra del gruppo B (Argen-
2006 Ottavi di finale
rienza necessaria ad una Nazionale tina, Grecia, Nigeria o Corea del Sud).

92
I più temibili 93 Probabile Formazione
Tante varianti e qualche grattacapo in attacco

RAFA MARQUEZ: Grazie alla notevole esperienza acquisita in Europa, per Aguirre

soprattutto nel Barcellona, è in grado di dare una mano ai compagni meno


esperti e caricarsi la squadra sulle spalle. Buona capacità di andare a Durante le qualificazioni sono state proposte

segno, in Nazionale vanta 10 reti in 88 presenze. Qualche infortunio ne ha diverse formazioni e svariati moduli, complice

pregiudicato l’andamento ultimamente e lo spazio nella squadra blaugrana anche il cambio di allenatore.

è ridotto, ma ciò non gli impedisce di essere comunque utilissimo per la Il dopo Eriksson è stato caratterizzato da una

sua Nazionale. ottima serie positiva ed allora è molto probabile


che Aguirre punti sul 4-3-3. modulo che gli offre

CARLOS VELA: Il giovane gioiello dell’Arsenal può giocare da attaccante maggiori garanzie.

o da trequartista e con la sua tecnica e la sua velocità è in grado di mettere I grattacapi per il mister riguardano anche

in difficoltà molti difensori. Con i Gunners non riesce a trovare spazio con l’attacco dove uno tra Vela e Dos Santos

continuità ed andare spesso a segno, ma con la Nazionale messicana le potrebbe lasciare il posto a Blanco

cose vanno decisamente meglio. Già Scarpa d’Oro ai Mondiali Under 17 .


nel 2005 (dove ha portato i suoi alla vittoria finale), ha siglato 8 reti in 23 Franco
presenze con la Nazionale maggiore. Vela Dos Santos

GIOVANI DOS SANTOS: L’ex talentino del Barcellona sembrava promet-


Castro
tere molto bene con la maglia blaugrana, poi non è riuscito a rispettare
le attese e si è un po’ perso. Più tecnico di Vela, ma meno finalizzatore, Torrado Guardado

anche lui è stato protagonista nella vittoria dei Mondiali Under 17 e con la
Nazionale maggiore ha siglato 5 gol in 22 presenze.
Salcido Magallon
CUAUHTEMOC BLANCO: Un’esperienza in Europa solo con la maglia del Marquez Osorio
Valladolid, ma è quasi una leggenda in Messico. E’ il secondo miglior rea-
lizzatore della Nazionale, dietro solo a Borgetti. Ha già partecipato a due Ochoa
Mondiali, saltando però quello tedesco, ed è famoso per il suo dribbling
speciale. Dovrebbe essere una delle prime alternative ai titolari.

Curiosità
ANDRES GUARDADO: Classe ’86 ma già discreta esperienza grazie ai
tre anni in forza al Deportivo La Coruna. Capace di andare spesso a se- Il 37enne Blanco è famoso per il suo dribbling,

gno, si è rivelato uno dei migliori marcatori nelle qualificazioni messicane. in cui si libera dell’avversario saltando con il

Potrebbe essere una piacevole scommessa di questa Nazionale. pallone stretto tra i piedi.

L’Allenatore

J
AVIER AGUIRRE: nato a Città del
Come viene chiamato il
Messico il 1 Dicembre del 1958. Dopo
dribbling speciale di Blanco?
una carriera da giocatore, il suo
lavoro da allenatore inizia nel 1996 alla
guida dell’Atlante, per poi passare al
Blanchera Pachuca. Da qui, un biennio da sele-
zionatore della Nazionale messicana,
con cui conquista l’argento nella Cop-
Cuauhtemina
pa America del 2001. Dopo questo
risultato approda nel campionato
Cuauhtemera spagnolo, dove guida prima Osa-
suna e poi Atletico Madrid, prima
di tornare alla guida del Messico
e riuscire a portarlo in Sudafrica.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Dopo la delusione del 2006,

le Aquile puntano almeno agli

ottavi di Finale

1930 Non partecipante

1934 Non partecipante Il volo delle Super Aquile


1938 Non partecipante

D
1950 Non partecipante
opo essere mancata dalla fase fina- litano in campionati stranieri, soprattutto in
1954 Non partecipante le del Mondiale per ben dodici anni, Europa. All’esordio, le Super Aquile si trove-
1958 Non partecipante la Nigeria vuole rendere al massimo ranno davanti l’Argentina di Diego Armando
sfruttando anche l’edizione in “parte casa- Maradona. Ottenere anche un solo punto
1962 Non qualificata
linga”. Il cammino della Nigeria verso Suda- contro Messi e compagni infatti varrebbe
1966 Ritirata frica 2010 non è certo stato facile. Martins e come una vittoria. Senz’ombra di dubbio
1970 Non qualificata compagni, infatti, vincono al debutto contro la partita chiave del girone sarà quella in
il Kenya ma, nella seconda giornata, pa- programma alla seconda giornata contro la
1974 Non qualificata
reggiano un po’ a sorpresa con il modesto Grecia. Entrambe le squadre dovrebbero
1978 Non qualificata Mozambico. Nella penultima giornata, una fare bottino pieno contro i Coreani, mentre
1982 Non qualificata rete di Obinna al 93esimo mantiene vive con l’Argentina sarà difficile anche ottenere
le speranze di qualificazione della Nigeria, un pari. Il match si annuncia quindi come
1986 Non qualificata
ma il vero miracolo avviene nell’ultimo tur- una vera e propria finale, valida per ottene-
1990 Non qualificata no. La Tunisia infatti perde incredibilmente re la qualificazione alla fase ad eliminazio-
1994 Ottavi di finale contro il Mozambico, le SuperAquile inve- ne diretta. Obiettivo minimo per Martins e
ce superano per 3-2 il Kenya, strappando compagni sono gli ottavi di finale. Centrato
1998 Ottavi di finale
così il biglietto per il Sudafrica. La 23esima questo traguardo, che molto probabilmente
2002 Primo turno posizione nel ranking Fifa fa ben sperare sarà raggiunto come seconda nel proprio
2006 Non qualificata i tifosi nigeriani, che confidano soprattutto girone, la Nigeria si troverà ad affrontare, la
nell’esperienza di giocatori dal calibro inter- prima classificata del gruppo A, compren-
nazionale, come Martins, Obinna e Mikel. dente Francia, Messico, Sudafrica e Uru-
Quasi tutti gli elementi della rosa infatti, mi- guay. Avversari temibili, ma non impossibili.

94
I più temibili 95 Probabile Formazione
Grande attesa per le scelte di Lagerback

MIKEL JOHN OBI: Il giocatore che, nonostante la giovane età può già van-
tare ben 19 presenze e due gol con la maglia della Nazionale, è attualmen- Grande incertezza sullo chieramento con cui
te in forza al Chelsea di Carlo Ancelotti. Mikel è approdato al club londinese si presenteranno in campo le Super Aquile.
nell’estate del 2006, quando Abramovich sborsò ben 23,2 milioni di euro Indichiamo la formazione vista nelle qualifica-
per strapparlo al Lyo Oslo. Con i Blues ha conquistato una Coppa di Lega, zioni e nella recente Coppa d’Africa. Ma dopo
una Community Shield e due Coppe d’Inghilterra. Tra le sue qualità migliori
l’arrivo del nuovo mister, l’ex tecnico della
c’è sicuramente un’ottima visuale di gioco supportata da un buona tecnica;
a livello individuale, Mikel ha vinto il premio “calciatore dell’anno Africano” Svezia, Lars Lagerback gli equilibri potrebbero

nel 2005 e nel 2006. mutare.


Con la Svezia Lagerback adottava moduli più
TAYE TAIWO: Il terzino sinistro si è fatto conoscere nei mondiali giovanili difensivi ma le maggiori qualità offensive dei
del 2005, al termine dei quali fu promosso nella nazionale maggiore. Oltre Nigeriani dovrebbero spingerlo verso un col-
a buone doti difensive, il giovane esterno garantisce una spinta costante
laudato 4-3-3.
sulla fascia e non disdegna quindi ricorrenti proiezioni offensive, come di-
mostrano le sette reti con la maglia della Nigeria. Puntare su di lui significa
ottenere buoni voti, conditi anche da qualche probabile bonus. Martins

Aiyebeni Obasi
CHINEDU OBASI: Come il suo compagno di squadra Taiwo, anche l’attac-
cante ventiquattrenne, conosciuto come Edu, ha vissuto il suo primo mo-
mento di gloria nei Mondiali Under-20 disputati in Olanda nel 2005. Sempre Kaita
nel 2005, il giocatore nigeriano è stato ingaggiato dal Lyo Oslo, squadra
Etuhu Mikel
che milita nella massima divisione norvegese, con cui ha disputato 29
partite segnando ben 14 gol. Nel 2007 si è trasferito all’Hoffenheim, dove
gioca tutt’ora e dove ha conquistato la storica promozione in Bundesliga.
In Nazionale ha anche conquistato un argento alle Olimpiadi di Pechino ed
Taiwo Echiejile
ora punta quindi ad essere uno dei protagonisti del mondiale Africano.
Apam Shittu
OBAFEMI MARTINS: L’attaccante, attualmente in forza al Wolfsburg, è
certamente noto per il suo passato nelle fila dell’Inter; in nazionale può Enyeama
vantare 27 presenze e ben 16 reti, una media quindi più che invidiabile. Il
giocatore ha dalla sua un’ottima velocità unita ad un buna tecnica, capace
di mettere seriamente in difficoltà le retroguardie avversarie.
Curiosità
YAKUBU AIYEBENI: Altro tassello fondamentale del reparto avanzato Per la Nigeria questo è il quarto mondiale asso-
nigeriano; a livello di club ha vissuto la sua annata migliore certamente nel
2007, quando con il Middlesbrough raggiunse la finale di Coppa Uefa, poi luto.

persa contro il Siviglia. Con 47 presenze è certamente uno dei pilastri dello
spogliatoio e rappresenta una garanzia per i FantAllenatori che vorranno
puntare su di lui.

L’Allenatore

L
Quale è il soprannome di ARS LAGERBACK: Il ct scan-
Martins ? dinavo, reduce dalla negativa
esperienza alla guida della
propria nazionale, con la quale non
è riuscito a qualificarsi per i Mondia-
Uba Uba li del Sudafrica, ha preso il posto di
Shuaibu Amodu, esonerato lo scor-
so 5 Febbraio al termine della Coppa
Oba Oba
d’Africa. Lagerback, che ha iniziato la
carriera allenando il Kilafors, dal 1997
L’aquila nera si è dedicato solo alla Svezia; è stato pri-
ma il vice e poi il collaboratore di Tommy
Soderberg, diventando successivamente
“allenatore unico” al termine degli Euro 2004.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
La Nuova Zelanda manca nella

massima competizione dal mon-

diale del 1982, vinto dall’Italia

Il bello di essere presente


1930 Non qualificata

L
1934 Non qualificata
nazionale neozelandese torna a esi- tare l’ultima posizione nel gruppo e spe-
1938 Non qualificata
birsi sul prestigioso palcoscenico del- rare in una clamorosa qualificazione.
1950 Non qualificata la Coppa del Mondo. Nei Mondiali di Il turno successivo la Nuova Zelanda si
1954 Non qualificata Spagna del 1982 la Nuova Zelanda aveva troverà di fronte l’Italia di Marcello Lippi,
collezionato tre sconfitte in altrettante partite squadra già affrontata un anno fa in ami-
1958 Non qualificata
con ben dodici reti subite e zero punti all’at- chevole quando gli oceanici diedero del
1962 Non qualificata tivo, obiettivo della spedizione sarà pertanto gran filo da torcere agli Azzurri e persero
1966 Non qualificata migliorare quanto fatto l’ultima e unica volta. con un rocambolesco 4-3 salvo poi rime-
La nazionale guidata da Richard “Ricky” diare in Confederation Cup due sconfit-
1970 Non qualificata
Herbert – presente all’epoca come giocato- te e un pareggio con all’attivo zero gol.
1974 Non qualificata re – ha approfittato del fatto che da questa La nazionale capitanata da Ryan Nelsen
1978 Non qualificata edizione l’Australia sia stata spostata nel nonostante il girone “morbido” resta co-
gruppo di qualificazione asiatico e così l’uni- munque una delle squadre maggiormente
1982 Primo turno
co sforzo per approdare in Sudafrica è stato indiziate per rivestire il titolo di cenerentola
1986 Non qualificata lo spareggio vinto lo scorso novembre con- dell’intera manifestazione e una sua qua-
1990 Non qualificata tro il Bahrain deciso da una rete di Fallon. lificazione al turno successivo avrebbe un
La nazionale degli “All Whites” (chiamati che di clamoroso. Dai gol del trio Christie-
1994 Non qualificata
così per differenziarli dagli “All Blacks” di Killen-Smeltz dipenderanno le sorti della
1998 Non qualificata rugby) è stata sorteggiata nello stesso squadra così come saranno decisive anche
2002 Non qualificata girone dell’Italia e debutterà a Rusten- le parate di Mark Paston, in panchina in
burg il 15 giugno contro la Slovacchia Confederation Cup ma decisivo nel parare
2006 Non qualificata
in quella che sa già di spareggio per evi- un rigore nello spareggio contro il Bahrein.

96
I più temibili 97 Probabile Formazione
Spregiudicati per sorprendere

SHANE SMELTZ: è stato eletto miglior giocatore oceanico dell’anno e


nell’ultimo campionato neozelandese è stato il capocannoniere del torneo, Per tentare di sorprendere gli avversari Herbert
qualità queste che fanno di lui l’attaccante più pericoloso della squadra. Ha si affida a un offensivo 4-3-3 con il capi-
dimostrato un’ottima intesa con Fallon e si fa apprezzare per le qualità sia
tano Nelsen a guidare il reparto difensivo. Lo
aeree che tecniche.
schermo di centrocampo orchestrato da Brown

RORY FALLON: l’attaccante del Plymouth, eroe in patria dopo il gol quali- dovrebbe garantire al trio d’attacco composto

ficazione contro il Bahrein, sarà chiamato a guidare l’attacco della propria da Smeltz, Killen e Fallon di poter liberamente
squadra nella rassegna mondiale. Essendo uno dei giocatori militanti in cercare le migliori sortite offensive.
Europa fa dell’esperienza – accompagnata a una discreta tecnica – una
delle doti che saranno necessarie per guidare i compagni. Indispensabile
per la propria squadra

RYAN NELSEN: il capitano è stato il grande assente durante la scorsa Fallon


Confederation Cup. Militante in Inghilterra presso i Blackburn Rovers, è
Smeltz Killen
lui l’anima della squadra e sarà chiamato al difficile compito di guidare
una delle difese che si preannuncia essere tra le più perforate del torneo.
Fa delle doti aeree la propria caratteristica principale, cosa che potrebbe Brown

spingerlo di tanto in tanto a cercare la via della rete in area avversaria in Elliot Bertons

occasione di palle inattive.

CHRISTOPHER JOHN KILLEN: l’ex attaccante del Celtic Glasgow, militan- Vicelich Lochead
te ora nel Middlesbrough, formerà insieme a Fallon il tandem d’attaccante
Nelsen Boyens
della propria squadra. Dopo l’ottima esperienza in forza all’Hibernian sem-
bra negli ultimi anni aver smarrito la via della rete ma il Mondiale potrebbe Paston
essere la giusta vetrina per riscattarsi dopo le ultime opache stagioni.

MARK PASTON: il portiere è stato fondamentale durante le qualificazioni


parando un rigore nel match spareggio contro il Bahrein, non è da esclude- Curiosità
Il primo incontro della nazionale si è disputato
re che si possa ripetere durante il Mondiale. Milita nel Wellington Phoenix e nel 1922 contro i rivali dell’Australia e a sor-
durante la scorsa Confederation Cup era riserva ma sul campo ha meritato presa la Nuova Zelanda ebbe la meglio per 3-1.
il posto da titolare. Sarà chiamato molte volte all’opera, cosa questa che Nel 1936 l’Australia si vendicò vincendo per
10-0.
potrebbe riservargli dei buoni voti ma anche parecchi gol subiti.

L’Allenatore

R
Contro quale squadra la Nuova ICHARD HERBERT: Dopo una car-
Zelanda ha ottenuto uno storico riera da calciatore in cui ha quasi
successo per 13-0 ?
sempre militato nel proprio Paese,
debutta in panchina nel 1990 alla guida del
Papakura City, squadra che allena per tre
Tonga stagioni. Dopo altri tre campionati al Pa-
patoetoe, è alla guida del Central Uni-
ted.
Samoa
Il rapporto con la nazionale inizia
all’indomani del titolo del 1999 quan-
Fiji do viene nominato commissario tec-
nico della nazionale Under 23.
Dal 2005 è tecnico della Nazionale
maggiore.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Migliorare la prestazione del

2006 è un obbligo per la nazio-

nale olandese

Una pericolosa outsider


1930 Non qualificata

B
1934 Primo turno
ert Van Marwijk ha a disposi- mel, vero e proprio perno del centrocampo.
1938 Primo turno
zione una discreta squadra e L’esordio mondiale per gli Orange è una
1950 Non qualificata dovrà guidarla il più lontano sfida tutta nord-europea che li vedrà di
1954 Non qualificata possibile; superare il primo turno è lar- fronte alla Danimarca. Tra i due paesi la
gamente alla portata degli “orange”. rivalità è molto alta ma sulla carta l’Olan-
1958 Non qualificata
Il cammino di qualificazione è stato esaltan- da è superiore alla Nazionale danese.
1962 Non qualificata te per gli uomini di Van Marwijk, che nell’ab- Conquistare i tre punti all’esordio sareb-
1966 Non qualificata bordabile girone composto anche da Nor- be fondamentale per l’obiettivo che si
1970 Non qualificata
vegia, Scozia, Macedonia e Islanda hanno prefigge la squadra: il primato nel girone.
totalizzato la bellezza di 24 punti in 8 gare, La partita chiave sarà quella in program-
1974 Secondo posto
vincendo dunque tutti gli scontri affrontati. ma alla terza ed ultima giornata contro
1978 Secondo posto Ha stupito soprattutto la forza della difesa il Camerun. La temibile compagine afri-
1982 Non qualificata e la compattezza della squadra, che ha su- cana, guidata dal bomber dell’Inter Sa-
bito soltanto 2 reti negli 8 match disputati. muel Eto’o, darà il massimo nella prima
1986 Non qualificata
La rosa a disposizione di Van Marwijk è una competizione mondiale disputata sul ter-
1990 Ottavi di finale delle migliori della competizione, potendo ritorio africano ed entrambe le squadre
1994 Quarti di finale contare sull’estro di molti giocatori che milita- vorranno infatti evitare la scomoda se-
1998 Quarto posto
no nei top club dei migliori campionati europei. conda posizione che con ogni probabili-
Snejder, Robben e Van Persie dovranno as- tà proietterebbe la squadra ad affrontare
2002 Non qualificata
sicurare la giusta dose di fantasia ma il leader l’Italia, Campione del Mondo in carica.
2006 Ottavi di finale della squadra rimane l’inossidabile Van Bom-

98
I più temibili 99 Probabile Formazione
Tanta fantasia a disposizione di Van Marwijk

ARJIEN ROBBEN: L’esterno del Bayern Monaco è certamente l’uomo più


in forma e più temibile di questa squadra. La sua capacità di saltare l’uomo Van Marwijk dovrebbe riproporre anche in

è impressionante almeno quanto la potenza e la precisione del suo sinistro; Sudafrica il 4-2-3-1. Snejder agirà centralmente
è stato il protagonista della Champions League 2009/2010 dal momento ed insieme a Robben e Van Persie formeranno
che i suoi gol sono stati decisivi contro la Fiorentina, il Manchester United la linea dei trequartisti alle spalle di Huntelaar o
e il Lione. L’unico difetto è l’estrema fragilità muscolare che potrebbe fargli Kuyt: nel girone di qualificazione si sono alter-
saltare qualche match. nati nella formazione titolare mettendo a segno
entrambi 3 gol. A centrocampo Van Bommel e
WESLEY SNEJDER: E’insieme a Robben il giocatore più tecnico della De Zeuuw assicureranno l’adeguata copertura
squadra ed il suo compito è quello di illuminare con velocità e passaggi fil-
mentre davanti a Stekelemburg la difesa pare
tranti il gioco degli arancioni. Una delle armi di Snejder è il calcio piazzato;
un reparto di buona affidabilità (solo 2 gol subiti
col suo destro ha spesso pennellato pericolose traiettorie che potrebbe ri-
negli 8 match di qualificazione).
proporre anche in Sudafrica. Ha l’età e l’esperienza giusta per ben figurare
e per portare l’Olanda il più lontano possibile nella competizione.
Huntelaar
ROBIN VAN PERSIE: Il talento dell’Arsenal ha rischiato di rimanere fuori
dalla spedizione per via della rottura dei legamenti della caviglia ma ad
aprile è tornato in campo ed ha ora raggiunto la forma migliore. Dovrà assi- Van Persie Robben
curare rapidità, imprevedibilità ed inserimenti pericolosi; ha grande preci- Sneijder
sione anche nei calci piazzati e potrebbe essere il rigorista della squadra.

De Zeuuw Van Bommel


KLAAS JAN HUNTELAAR: Il suo primo anno al Milan è stato a luci ed
ombre ma una volta ambientatosi nella nuova realtà ha saputo fornire
buone prestazioni segnando anche gol spesso decisivi. Nella nazionale Van Bronckhorst Van der Wiel
arancione si gioca con Kuyt il posto come perno offensivo alle cui spalle Ooijer Mathijsen
agiranno i tre trequartisti; il suo compito sarà quello di finalizzare la mano-
vra ma anche di agire di sponda per l’inserimento dei compagni. Il Mon- Stekelenburg
diale rappresenta per lui un’occasione imperdibile per rilanciarsi dopo la
deludente stagione rossonera.

VAN BRONCKHORST: Il terzino del Feyenoord è il leader sia del proprio Curiosità
club che della Nazionale olandese dove ha collezionato ben 97 presenze In passato la selezione olandese veniva sopran-
ed indossa la fascia di capitano. Gioca solitamente come terzino sinistro
nominata Arancia Meccanica.
anche se in passato è stato impiegato all’occorrenza anche come esterno
alto; è molto abile nel cross ed ha anche un ottimo tiro che nel corso della
carriera gli ha fruttato più di 50 goal tra Campionato e Nazionale.

L’Allenatore

B
Quale di questi giocatori detiene il ERT VAN MARWIJK: Nato nel 1952,
record di presenze nella nazionale ha giocato 390 partite nel massi-
Olandese ?
mo campionato olandese come
centrocampista. Si è ritirato nel 1988 ma
già dal 1982 ha iniziato la carriera da al-
Fhilip Cocu lenatore con le giovanili del Maastricht
per poi approdare al Feyenoord e al Bo-
russia Dortmund. Il massimo successo
Frank de Boer
come allenatore di squadre di club è
stata la Coppa Uefa vinta col Feye-
Edwin van der Sar noord nel 2002 e la Coppa d’Olan-
da risalente al 2008. Dopo gli Euro-
pei del 2008 sostituisce Marco Van
Basten al timone della Nazionale.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Alla quarta presenza con-

secutiva il paraguay ha voglia

di sognare
Il divertimento è assicurato
1930 Primo turno

I
1934 Non partecipante l calcio sudamericano si sa, per la sto- rardo Martino; nel quarto turno del gruppo
1938 Non partecipante ria, i trionfi e il prestigio è solo Brasile di qualificazione, i biancorossi si imposero
e Argentina. La teoria parla cosi ma ad Asunción per 2-0, in quella che proba-
1950 Primo turno
nella pratica i numeri ci dicono che da anni bilmente è stata la vittoria che ha dato la fi-
1954 Non partecipante altre 8 squadre residenti in quel “continen- ducia necessaria a tutti i giocatori per poter
1958 Primo turno te di fuoco”, provano a invertire la rotta. puntare ad essere protagonisti in Sudafrica.
1962 Non partecipante
Tra queste c’è sicuramente la nazionale “La Albirroja” farà il suo esordio il 14 giu-
paraguaiana, la cui qualificazione a que- gno a Città del Capo, contro la nazionale
1966 Non partecipante
sto mondiale non è mai stata in discussio- azzurra di Marcello Lippi, in un match che
1970 Non partecipante ne, frutto di un percorso lineare e deciso. potrebbe subito caricare emotivamente gli
1974 Non partecipante Ora viene il meglio, i numeri ci sono e il uomini di Martino abituati a dare il meglio di
gruppo pare essersi del tutto amalga- loro contro avversari sulla carta superiori.
1978 Non partecipante
mato; scommettere su di loro resta però Se l’Italia fa storia a sé, per i sudamericani
1982 Non partecipante un’incognita, ma visti i progressi com- è obbligatotio rincorrere quel secondo po-
1986 Ottavi di finale piuti nell’ultimo quadriennio, pare che sto utile per accedere agli ottavi di finale.
almeno il divertimento sia assicurato. Numeri alla mano il match decisivo per i
1990 Non partecipante
Il girone di qualificazione dei biancorossi è biancorossi sarà quello del 20 giugno a
1994 Non partecipante stato assolutamente positivo. I paraguaia- Bloemfontein contro la Slovacchia di Marek
1998 Ottavi di finale ni hanno chiuso al secondo posto distanti Hamsik, rivale sicuramente superiore alla
2002 Ottavi di finale
un solo punto dagli acerrimi rivali del Bra- Nuova Zelanda e per questo unico osta-
sile. Proprio contro i brasiliani è arrivata la colo tra i sudamericani e la seconda fase.
2006 Primo turno
vittoria più importante per i giocatori di Ge-

100
I più temibili 101 Probabile Formazione
Santa Cruz e Cardoso dovranno caricarsi il

JUSTO VILLAR: Portiere della nazionale paraguaiana dal 2003 ormai, è sulle spalle il peso dell’attacco

passato alla storia come uno dei giocatori più sfortunati in un mondiale.
Gerardo Martino ha alternato bene i suoi uomini
Nel 2006 ha giocato solo pochi minuti nel match d’esordio con l’Inghilterra
durante le qualificazioni sudamericane, le
prima di abbandonare il terreno di gioco per infortunio, 55 presenze e tanta
scelte sono quasi obbligate, in difesa gli esterni
esperienza. saranno Vera e Veron, a centrocampo ci sarà
Barreto, mediano dell’Atalanta che quest’anno
EDGAR BARRETO: Ormai più che una conoscenza per la nostra serie A. ha giocato poco e niente. In avanti accertata

Tre stagioni nelle fila della Reggina e ultimo campionato passato (più fuori l’assenza di Cabanas, il peso dell’attacco sarà

che dentro in verità), a Bergamo con l’Atalanta. E’ al secondo mondiale sulle spalle di Santa Cruz e Cardozo.

con la maglia del Paraguay, vanta tra l’altro una medaglia d’argento alle
olimpiadi di Atene del 2004.
i.

Cardozo
CRISTIAN RIVEROS: 28 anni da compiere e quasi 40 presenze con la
Santa Cruz
sua nazionale accompagnate poi, anche da 8 reti che ne fanno di fatto uno
dei punti di forza della selezione allenata da Martino. Già acquistato dal
V. Caceres Riveros
Sunderland, cercherà di dimostrare al suo nuovo team tutto il suo valore
Barreto Santana
nel mondiale sudafricano.

ROQUE SANTA CRUZ: Sicuramente il calciatore più titolato dell’intera rosa


Veron Vera
paraguaiana. “El Puntero” tra riconoscimenti individuali e titoli di squa-
Caceres Da Silva
dra ha vinto 15 trofei di cui 5 “Meisterschale” con la maglia del Bayern di
Monaco. Giocatore tormentato da vari infortuni, è l’attaccante con più reti Villar

segnate in attività con la maglia delle Guaraníes.

OSCAR CARDOZO: Prima punta di peso, sul giocatore del Benfica sono Curiosità

riposte molte delle speranze di successo dei tifosi paraguaiani. Mancino Il Team per la prima volta nella sua storia è rius-

purissimo, Cardozo è abile nel tirare autentiche bombe su punizioni. Se c’è cito a sfondare il muro dei 30 punti nel girone di

un giocatore che puo’ complicare il percorso mondiale degli azzurri, allora qualificazione al mondiale (33 per l’esattezza).

quello è il bomber del Benfica.

L’Allenatore

G
Salvator Cabanas, stella del erardo Martino: nato a Rosario
Paraguay, non parteciperà ai il 20 novembre 1962, Gerardo
mondiali per un’operazione Martino ha avuto una discreta
seguita a cosa ? carriera di calciatore prima di dedicarsi
al calcio come allenatore. L’argentino
Un incidente d’auto ha vestito le maglie di Newell’s Old
Boys ,Tenerife, Lanus, Barcelona SC
e O’Huggins. Da tecnico ha guidato le
Una caduta al parco
panchine di alcune squadre argentine e
paraguaiane prima di essere nominato
Una sparatoria commissario tecnico della nazionale bian-
corossa nel febbraio 2007. Nel 2007 è sta-
to eletto allenatore sudamericano dell’anno.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Si parte con la voglia di miglio-

rare quanto fatto di buono nel

2006

Eterna promessa in cerca di gloria


1930 Non iscritto

I
1934 Turno preliminare
l Portogallo guidato da Carlos Queiroz psicologico conterà quanto e più l’aspetto
1938 Turno preliminare
va alla ricerca della definitiva consa- tecnico. Il primo match della competizione
1950 Turno preliminare crazione, dopo anni di ambizioni e spe- è previsto il 15 Giugno e vedrà il Portogallo
1954 Turno preliminare ranze, puntualmente, disattese sul campo. affrontare la Costa d’Avorio. La partita con-
Dopo la felice gestione Scolari, il Portogallo tro gli africani sarà proprio il match chiave
1958 Turno preliminare
sembra essere meno competitivo ed a diffe- del girone, visto che con tutta probabilità la
1962 Turno preliminare renza delle passate edizioni non si presenta Costa d’Avorio sarà lo sparring partner dei
1966 Terzo posto ai nastri di partenza con il ruolo di outsider. lusitani, dando per scontato il primato nel
Le qualificazioni hanno evidenziato i li- girone del Brasile. La sfida tra Portogallo e
1970 Turno preliminare
miti tecnici di questa rosa, che vive più Costa d’Avorio sarà a forte tinte Blues, vista
1974 Turno preliminare sulle giocate dei singoli che sul gio- la presenza di Carvalho, Bosingwa, Ferrei-
1978 Turno preliminare co corale. L’accesso al Mondiale su- ra e Deco da una parte, Drogba e Kalou
dafricano è stato ottenuto solo grazie dall’altra. L’obiettivo del Portogallo è di ripe-
1982 Turno preliminare
allo spareggio vinto contro la Bosnia. tere almeno il risultato dell’ultimo Mondia-
1986 1° Turno Nel girone di qualificazione, infatti, il Porto- le, in cui i portoghesi furono fermati solo in
1990 Turno preliminare gallo non è andato oltre il secondo posto, semifinale dalla Francia. Tuttavia il traguar-
dietro la Danimarca e davanti alla Svezia. do non sembra alla portata degli uomini di
1994 Turno preliminare
Le stelle della squadra militano nei massi- Queiroz, a causa della probabile sfida agli
1998 Turno preliminare mi club europei, il che potrebbe garantire ottavi contro la Spagna. Nella breve storia
2002 1° Turno una maggiore consapevolezza nei propri mondiale (sono infatti solo 4 le partecipa-
mezzi ed una maggior esperienza nelle zioni dei lusitani) il miglior risultato ottenu-
2006 Quarto posto
partite calde del Mondiale, in cui l’aspetto to è il terzo posto dell’edizione del 1966.

102
I più temibili 103 Probabile Formazione
L’enigma della formazione di Queiroz

C. RONALDO: l’attaccante, classe ’85, è l’ancora di salvezza per tramu-


La formazione titolare che scenderà in campo
tare una squadra modesta in una pretendente al titolo. Velocità, dribbling,
è un vero enigma. Queiroz nel corso della sua
uomo d’area sono le caratteristiche del calciatore perfetto. Pallone d’oro e gestione non ha trovato una vera identità di
Fifa World Player nel 2008, ha segnato nella sua carriera 150 reti in 355 gioco ruotando spesso uomini e modulo. Punti
presenze con le maglie dello Sporting Lisbona, Manchester United e Real fermi sono Deco, Simao e Ronaldo. Proprio
Madrid. E’ stato il calciatore più pagato nella storia del calcio: il Real ha la posizione in campo della stella madrilena

sborsato 94 milioni di euro per acquistarlo dal Manchester. è determinante nell’economia della nazionale
lusitana. Liedson dovrebbe essere il termi-
nale offensivo, con ai lati l’estro di Ronaldo e
SIMAO: attualmente in forza dell’Atletico Madri è un giocatore dalle indi- l’esperienza di Simao. In alternativa possibile
scusse qualità tecniche, ma mai continuo. Predilige partire sull’esterno l’avanzamento di Ronaldo nel ruolo di punta
sinistro, ma si adatta anche al ruolo di esterno destro. Giocatore dalla spic- centrale, con alle sue spalle il trio formato da
cata propensione offensiva, ma dotato di intelligenza tattica, a tal punto da Simao-Deco-Nani, con quest’ultimo che tro-

renderlo un giocatore insostituibile. Ha sempre fallito nelle manifestazioni verebbe spazio negli undici titolari

che contano, che sia arrivato il suo momento? Liedson

Ronaldo Simao
NANI: non può essere considerata una promessa, ma si appresta ad af-
frontare per la prima volta una competizione da vero protagonista. Fergu-
Deco
son ha puntato su di lui, migliorandolo sotto l’aspetto tattico e dandogli una
maggiore responsabilità sotto porta. La cura del Sir ha dato i primi risultati, Raul Meireles Pedro Mendes

ma il potenziale di questo giocatore è ancora sconosciuto ai più. Il Mondia-


le potrebbe essere la vetrina giusta per esporre in pieno il talento cristallino
di questo 23enne. Duda Paulo Ferreira

Bruno Alves Carvalho


CARVALHO: Le fortune del Portogallo passano pure per le prestazioni
del difensore del Chelsea. Forma un’accoppiata di tutto rispetto con Bruno Eduardo
Alves, ma le condizioni fisiche, sempre precarie, lasciano qualche dubbio
sul suo rendimento. Non disdegna sortite offensive.

Curiosità
DECO: Per Josè Mourinho, la sua classe è inferiore solo a quella di Luis
Figo. Peccato che gli anni si fanno sentire per tutti e per un giocatore che Il 25 Maggio del 1947 il Portogallo, davanti ai

non ha mai fatto della forza fisica il suo punto di forza, il fattore fisico incide propri tifosi, perse con il punteggio di 0-10 con-
maggiormente. Viene da una stagione tribolata nel Chelsea, nonostante la tro l’Inghilterra.
fiducia iniziale di Ancelotti, da sempre colpito dai calciatori di gran classe

L’Allenatore

C
Chi è il goleador di tutti i tempi ARLOS QUEIROZ: nato a
della nazionale lusitana?
Nampula il 1 marzo del

1953. Il fido scudiero di

Alex Ferguson (suo vice per 7 anni),


Nuno Gomes
dopo la breve e deludente esperienza

nel Real Madrid nella stagione 2003-


Eusebio
2004, è stato prescelto come il degno

erede di Scolari per la panchina del-


Pauleta la nazionale lusitana. Nella sua car-

riera vanta un solo titolo con il Real

Madrid: la Supercoppa di Spagna.


(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Questa è la prima parte-

cipazione per la Serbia

“Indipendente”.
Un mondiale “indipendente”

L
’ imperativo è fare meglio di 4 anni con un turno d’anticipo, superando a Bel-
fa. Nell’ultima edizione dei Mon- grado la Romania con un rotondo 5-0.
diali in terra tedesca la selezione Il cambio di tendenza lo si è avuto subito
composta dai giocatori di Serbia e Mon- dopo il fallimento nelle qualificazioni per
tenegro fallì completamente l’obiettivo di Euro 2008 quando la federazione calcisti-
accedere alla seconda fase del torneo rac- ca serba ha deciso di sollevare dall’inca-
cogliendo 3 sconfitte in altrettanti match. rico di C.T Miroslav Dukic e di nominare
Quest’edizione però vedrà ai nastri di un nuovo tecnico, l’attuale Radomir Antic.
partenza una nazionale diversa; originale Le “Aquile bianche” cominceranno il loro
nella sua indipendenza politica e calcisti- cammino mondiale il tredici giugno a Pre-
ca, ma soprattutto rinnovata nell’organico toria contro la selezione africana del Gha-
e sotto il profilo tattico, doti pregevoli che na, gara che potrebbe nascondere più che
la rendono di diritto una delle out-sider un’insidia per i giocatori di Antic costretti a
più interessanti dell’intera competizione. confrontarsi con un team che potrebbe esse-
Il percorso di avvicinamento al mon- re spinto dai vicini tifosi delle “Black Stars”.
diale per i serbi è stato lineare e qua- Il match-chiave del girone potrebbe es-
si spietato nei match che contavano. sere quello contro la Germania del 18
Ritrovatisi in un girone non irresistibile giugno a Port Elizabeth, partita che ma-
con Austria, Francia e Romania a rap- gari sancirà il vero leader del gruppo o
presentare i ruoli di squadre più ostiche, che, forse, estrometterà una delle due
i balcanici sono riusciti a qualificarsi per nazionali dalla corsa alla seconda fase.
la fase finale dei mondiali sudafricani

104
I più temibili 105 Probabile Formazione
Costruita sull’inamovibile Stankovic

DEJAN STANKOVIC: Simbolo di una nazione intera, è il capitano d’espe-


Antic potrebbe variare il più classico dei 4-4-2
rienza che ogni tecnico vorrebbe avere. Conscio della sua apprezzatissi-
con il versatile 4-3-3. In una squadra dove gli
ma carriera individuale, il centrocampista nerazzurro cercherà di mettere unici titolari inamovibili sembrano essere Vidic
qualità e quantità alla causa serba. e Stankovic, la condizione pre-partita la farà da
padrone nelle scelte dell’ex tecnico del Real
Madrid. La difesa pare abbastanza rodata;
ZORAN TOSIC: Giocatore del Colonia ma di proprietà del Manchester
suscitano curiosità e interesse l’esordio sul
United, è la scommessa che rischierà Antic per tutta la durata dei mondiali.
grande palcoscenico del calcio mondiale dei
Veloce e tecnicamente pregevole, sarà sicuramente uno dei nomi caldi del giovani Rukavina e Kacar, gioiellini della nazio-
mercato post-mondiale. nale under 21 serba. In attacco si spera nei gol
pesanti della coppia Jovanovic-Zigic.

NEMANJA VIDIC: La sicurezza dei migliori al servizio di un’intera squadra.


Si sa le nazionali meno “famose”, riposano sui nomi dei loro giocatori più Jovanovic

rappresentativi, da 4 stagioni ai Red Devils, l’ex difensore del Partizan di Zigic

Belgrado ha vinto Premier e Champions League con gli inglesi, ora manca
un trofeo con la propria nazionale, a lui il compito di provarci per primo.
Stankovic Kačar

Milijas Tosic
NIKOLA ZIGIC: L’attaccante del Valencia arriverà al mondiale come miglior
bomber serbo in attività, dato che potrebbe aiutarlo molto in Sudafrica, ma
Kolarov Rukavina
che alla pari potrebbe ricoprirlo di insane responsabilità. Solo la fiducia dei
Vidic Ivanovic
tifosi e dei compagni potrà metterlo nelle condizioni migliori per affrontare
la competizione mondiale. Stojkovic

MILAN JOVANOVIC: A giugno il mondiale, ad agosto il trasferimento al


Liverpool, un’estate da sogno insomma per l’ormai ex giocatore dello Stan- Curiosità

dard Liegi. In Belgio più di 40 gol spalmati per le quattro stagioni totali con Questa è la prima partecipazione ad un mon-

la maglia dei campioni di Belgio del 2009. Servirà anche e soprattutto il suo diale per la selezione serba, indipendente cal-

cisticamente ormai da 4 anni.


fiuto del gol ai serbi per puntare in alto.

L’Allenatore

R
Quale è il record di gol se- adomir Antić: nato a Zitiste, piccola frazione
gnati in una stagione da serba a confine con la Romania, è da conside-
Stankovic ? rare un autentico serbo trapiantato in Spagna.
Il tutto a causa delle sue esperienze sulle tre panchi-
ne più ambite della penisola iberica, quelle delle
6 squadre della capitale; una parentesi di
3 mesi sulla panchina delle merengues,
prima di trasferirsi ai Colchoneros per
15
5 stagioni, e quella del Barcellona con
i quali giunse ai quarti di finale del-
11 la Champions League. E’ alla prima
competizione per nazionali, lui che
ormai da 2 anni guida il team serbo.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Per la Slovacchia è la prima

partecipazione al massimo

torneo calcistico mondiale da

quando la nazione si è separata


L’emozione dei debuttanti
dalla ex Cecoslovacchia

S e quattro anni fa il sogno degli slovacchi


si era infranto contro la fortissima Spa-
gna nello spareggio di qualificaz ione a Ger-
strare il proprio orgoglio al mondo intero.
Oltre ad Hamsik, i giocatori più cono-
sciuti e fondamentali della squadra sono
mania 2006, ora siamo a celebrare la prima il centrale di difesa Skrtel e il centra-
partecipazione della Slovacchia al massimo vanti Vittek, ma occhio anche all’omo-
torneo calcistico mondiale, da quando la na- nimo figlio del c.t. Vladimir Weiss.
zione si è separata dalla ex Cecoslovacchia. Nonostante un buon portiere, Mucha, il
La giovane Nazionale della stella parte- reparto arretrato è sembrato il punto de-
nopea Hamsik ha fatto fuori a sorpresa bole della squadra, con ben 10 gol in-
proprio la nazione gemella, la Repubblica cassati durante le qualificazioni, solo
Ceca, nelle qualificazioni: la vittoria per 1-2 Polonia e la squadra materasso San
nel derbyssimo di Praga ha tolto ogni dub- Marino hanno fatto peggio nel girone.
bio, il passaggio di consegne è completato. La Slovacchia è stata inserita nel grup-
La storica qualificazione è arrivata però in po F: l’esordio è contro la Nuova Zelanda
Polonia, sotto una fitta e quanto mai dolce e quindi i primi tre punti in un Mondiale
nevicata, grazie ad un autogol del terzino sono assolutamente alla portata, poi bi-
polacco Gancarzczyk dopo pochi minuti. sognerà sperare in un po’ di buona sor-
Alla fine dei 90 minuti un’intera, anche se te contro Paraguay e, soprattutto, Italia.
piccola, nazione ha potuto esultare e mo-

106
I più temibili 107 Probabile Formazione
Ad Hamsik il compito di costruire ed inserirsi

MAREK HAMSIK: Gli italiani, e soprattutto i napoletani, lo conoscono fin


Per far bene bisogna innanzitutto non sfigurare
troppo bene. Giovane centrocampista di belle speranze, autore già di 30
e Weiss quindi decide di partire dalla sicurezza
gol in 3 stagioni di serie A (12 quest’anno), è la stella indiscussa della squa-
di una difesa a quattro con un uomo davanti a
dra per capacità di inserimento e abilità nel tiro dalla media-lunga distanza. fare da filtro.
Dopo una discreta stagione in maglia azzurra, è forse pronto per la ribalta Tre centrocampisti appena più avanzati, tra cui
internazionale. Hamsik, che avrà anche il compito di inserirsi in
attacco e di servire le due punte sulla carta tito-

ROBERT VITTEK: Classe ’82, eletto calciatore slovacco dell’anno 2006, lari, cioè bomber Vittek e Sestak. Fondamentale
Weiss per dare velocità sulla fascia.
dopo una lunga permanenza tra Bundesliga e Seconda Divisione tedesca
con la maglia del Norimberga, è passato al Lilla in Ligue1. E’ certamente
l’attaccante più pericoloso della squadra, non può deludere.

STANISLAV SESTAK: Trasformato negli anni da centrocampista esterno


Vittek Sestak
a punta dal gol facile: con 6 gol è stato il record-man slovacco nel girone di
qualificazione. Vincitore di un campionato slovacco nel 2007 con il MSK Zi-
Hamsik
lina, è poi approdato in Germania, al Bochum, dove si sta togliendo le sue
Weiss Stoch
discrete soddisfazioni: nella stagione 2007-2008 realizza 13 reti e si piazza
quinto nella classifica dei marcatori della Bundesliga.
Strba

Zabavnik Pekarik
VLAMIDIR WEISS: Approdato meno di un anno fa in Nazionale e non solo
Skrtel Petras
per “merito” del padre c.t., è un’ala offensiva di nemmeno 21 anni che vie-
ne da una buona stagione in Inghilterra. Cerca in questo mondiale il primo Mucha
gol con la maglia della Slovacchia.

MARTIN SKRTEL: Figlio d’arte e ormai colonna del Liverpool, è sicura- Curiosità
mente una delle stelle della squadra di Weiss. Solido ed esperto come La Slovacchia è stata inserita nel Gruppo
3 di qualificazione alla Coppa del Mondo,
difensore centrale, ha anche il senso del gol visto che in Nazionale ha già
curiosamente proprio insieme ai “cugini” della
realizzato 5 reti grazie al suo fisico statuario (193 cm di altezza per 81 kg). Repubblica Ceca.

L’Allenatore

V
Da che anno esiste ufficial- LADIMIR WEISS: Da difensore ha
mente la nazionale di calcio militato principalmente nelle fila
slovacca ? di Inter ed Artmedia Bratislava,
collezionando anche 19 presenze e una
rete con la maglia della Cecoslovacchia,
con cui ha partecipato ad Italia ’90; vanta
1989 12 presenze e una rete con la maglia del-
la Slovacchia. Nel 2000 diventa allenato-
re dell’Artmedia Bratislava e raggiunge la
1991 fase a gironi della Champions; dopo una
breve esperienza in Russia, torna all’Art-
media, dove vince un altro titolo nazionale.
1993 Resterà per sempre nella storia come il pri-
mo C.T. della Slovacchia, sulla cui panchi-
na è dal 2008, qualificatosi ad un Mondiale.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
I tempi gloriosi della ex

Jugoslavia sono lontani. Adesso

si lotta e si può solo migliorare.


L’est che avanza
1994 non iscritta alle

L
qualificazioni a Slovenia parteciperà per la se- della squadra sono Novakovic, Koren e il già
1998 Non qualificata conda volta della sua breve storia citato Dedic. L’incognita è legata al poco uti-
alla fase finale di una Coppa del lizzo nei rispettivi club di alcuni giocatori che
2002 Primo Turno
Mondo, la prima risale al 2002, esatta- invece godono dell’assoluta fiducia del c.t..
2006 Non qualificata mente otto anni dopo la nascita della fe- Emblematico a riguardo il caso del giovane
derazione slovena. In Asia non andò per Krhin, centrocampista dell’Inter che di fatto
il meglio, neanche un punto conquistato. gioca nel campionato Primavera qui in Italia.
Come in occasione delle altre rassegne Il cammino sloveno vivrà tre tappe dalla diver-
internazionali a cui ha partecipato, la Slo- sissima difficoltà, e che potrebbero dunque
venia ha raggiunto la qualificazione at- aprire determinati scenari per la squadra.
traverso i playoff: dopo Ucraina agli Eu- L’esordio con l’Algeria sembra abbastanza
ropei 2000, e Romania nel 2002, anche agevole, proprio l’occasione giusta per ten-
la Russia si è arresa agli uomini di Kek. tare di portar a casa i primi punti “mondiali”
Nel girone al turno precedente, era stato rag- della storia slovena. L’appuntamento clou
giunto il secondo posto dietro la Slovacchia, sarà quello del 18 giugno contro gli USA,
ma davanti a Polonia, Rep. Ceca (l’inaspet- nazionale mai affrontata prima: qui presu-
tata eliminata del girone) e Irlanda del Nord. mibilmente si conoscerà l’avversaria della
Poi ci hanno pensato Pecnik e Dedic, con i Germania agli ottavi di finale. In ogni caso
loro gol, a staccare il biglietto per il Sudafrica. sarà difficile andare oltre. L’impegno fina-
Tanti giovani di belle speranze nella rosa che le con l’Inghilterra di Fabio Capello, team
si presenterà ai nastri di partenza. Le stelle candidato alla vittoria finale, è proibitivo.

108
I più temibili 109 Probabile Formazione
Da Handanovic a Dedic, tra passato e futuro,

MILIVOJE NOVAKOVIC: attaccante d’esperienza il cui cartellino appartie- c’è un pizzico di serie A nella Slovenia di oggi.

ne alla squadra tedesca del Colonia. Ha all’attivo un buon bottino di reti con
Kek va sul sicuro, 4-4-2 per la sua Slovenia.
la maglia della Slovenia, oltre che quasi 100 reti da professionista. Titolare
Davanti ad Handanovic, troveremo, fra gli altri,
inamovibile, l’attacco è fondato sulle sue spalle.
l’esterno del Chievo, Jokic, e l’affidabile Cesar,
difensore giramondo che sa farsi valere in
RENE KRHIN: non è un titolare inamovibile, anzi, ma le presenze già all’at- zona offensiva. Toccherà a Koren accendere
tivo con la maglia dell’Inter, e tutti i pareri di chi lo conosce bene, non pos- il gioco e soprattutto il tandem offensivo che

sono far passare come inosservato il giovane centrocampista che potrebbe verosimilmente sarà composto da Novakovic,

ritagliarsi uno spazio importante in una vetrina come questa, e magari uomo d’esperienza, e Dedic, attaccante che ha
militato anche in Serie A.
anche la giusta attenzione per cominciare a scrivere una storia trionfale.

ZLATKO DEDIC: giovane attaccante già passato dalla nostra Serie A.


Milita attualmente nel Bochum, è un prodotto del vivaio del Parma. Vanta
Novakovic Dedic
quasi 30 gol in B e C con le maglie di Cremonese, Frosinone e Piacenza,
ma non è mai riuscito ad attirare l’attenzione giusta dei club di A. E’ lui che
Radosavjevic Koren
ha siglato l’importantissima rete che di fatto ha qualificato la Slovenia per
Birsa Kirm
questi Mondiali, e per questo è considerato un eroe in patria.

ROBERT KOREN: centrocampista che milita in Inghilterra nele file del


Jokic Brecko 
West Bromwich Abion. Gode di buone qualità tecniche, non disdegna
Suler Cesar
numeri interessanti in fase offensiva, è un punto fermo dell’undici titolare di
Kek, questi punta molto sul carattere del centrocampista “inglese”. S.Handanovic

BOSTJAN CESAR: arcigno difensore che ha girato l’Europa fra Croazia,


Francia, Inghilterra e Slovenia. Attualmente in forza al Grenoble, squadra Curiosità

in cui si è reso protagonista di una stagione tutto sommato positiva. Abile Ha una certa predisposizione di andarsi a gio-

negli inserimenti sui calci da fermo, è un uomo di esperienza nonostante care le qualificazioni alle rassegne internazionali

non sia in età avanzatissima. passando dai playoff.

L’Allenatore

M
Contro quale nazionale la atjaz Kek, in carica dal 2007, è
Slovenia ha sempre perso? già nel cuore di ogni tifoso slove-
no per aver portato la
nazionale ai Mondiali. Dopo due
titoli vinti col Maribor, Kek è pas-
Lussemburgo sato a curare le nazionali gio-
vanili, in particolare l’under 15
e l’under 16. Non ha raggiunto
Oman
la qualificazione ad Euro 2008,
ma non si è lasciato sfuggire,
Emirati Arabi Uniti come noto, l’obiettivo Sudafrica
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Si presenta da vincente in

Europa per conquistare final-

mente quel titolo che le manca

Il momento perfetto
1930 Non partecipante

S
1934 Quarti di finale
ono i campioni d’Europa, hanno avu- care grandi problemi alle “furie rosse”.
1938 Ritirata
to una striscia record di trentacinque Il gruppo si trova nella piena maturità cal-
1950 Quarto posto risultati utili consecutivi, hanno ina- cistica, Del Bosque è un tecnico di espe-
1954 Non qualificata nellato quindici vittorie di fila, si presentano ai rienza internazionale e capace di dare il
nastri di partenza con la forza di chi ha vinto meglio nelle competizioni a eliminazione
1958 Non qualificata
tutti gli incontri di qualificazione, sono venuti diretta come dimostrano le due Champions
1962 Primo turno in Sudafrica con un unico obiettivo: vincere. League vinte con il Real Madrid, ci sono
1966 Primo turno Il cammino di avvicinamento alla compe- tutte le carte in regola per poter riscrivere
tizione della corazzata di Del Bosque è la storia del calcio spagnolo. Con mezza
1970 Non qualificata
stato impressionante con le sue dieci vit- squadra proveniente da Barcellona e Real
1974 Non qualificata torie su altrettante gare e le ventotto reti Madrid più due bocche di fuoco davanti
1978 Primo turno segnate a discapito di solo cinque subi- come Villa e Fernando Torres, l’obiettivo
te, la Spagna vola in Sudafrica con la se- della Spagna non può che essere infat-
1982 Secondo turno
renità dei forti e il titolo europeo conqui- ti la conquista del primo titolo mondiale e
1986 Quarti di finale stato a Vienna due anni fa le ha tolto la migliorare quel quarto posto datato 1950.
1990 Ottavi di finale pesante etichetta di “eterna incompiuta”. Dai piedi fatati di Xavi, i gol di Villa, la dut-
L’urna è stata benevola nei confronti de- tilità di Iniesta e la classe di Torres dipen-
1994 Quarti di finale
gli iberici e la Spagna esordirà a Durban derà l’esito di colei che si presenta come
1998 Primo turno il 16 giugno contro la Svizzera in quella grandissima favorita insieme al Brasile,
2002 Quarti di finale che rappresenta subito la partita chia- dopo decenni di delusioni la Spagna è di-
ve per la leadership del girone, Cile e ventata vincente in Europa e c’è da scom-
2006 Ottavi di finale
Honduras non sembrano infatti poter re- mettere che vorrà esserlo anche nel mondo.

110
I più temibili 111 Probabile Formazione
In attacco il duo delle meraviglie promette spet-

DAVID VILLA: il neoacquisto del Barcellona, capocannoniere agli scorsi tacolo e divertimento.

Europei, si presenta all’appuntamento dall’alto dei suoi 58 gol negli ultimi


due anni. E’ uno dei favoriti per la classifica dei marcatori e da lui la nazio- Del Bosque ha una varietà di scelte da fare

ne intera si aspetta i gol che consentirebbero alla nazionale di conquistare invidia a qualunque collega. Il quartetto di difesa

il primo titolo mondiale. Garanzia. è collaudato con Pique e Puyol a dirigere il


reparto, a centrocampo Xavi sarà sicuro tito-

FERNANDO TORRES: l’ex niño dell’Atletico nonostante una stagione lare con Xabi Alonso in vantaggio su Fabregas

caratterizzata da vari infortuni è pienamente recuperato e al massimo della e Busquets mentre Iniesta se starà bene

forma per l’importante appuntamento. E’ uno degli attaccanti più completi sarà impiegato sulla destra con Silva sul lato

del pianeta abbinando alle doti da realizzatore una tecnica sopraffina e una opposto. In attacco il duo Torres-Villa promette

gran fisicità. Capace di gol decisivi come quello in finale contro la Germa- meraviglie, Llorente e Pedro saranno pronti

nia agli scorsi Europei è il giocatore più rappresentativo dell’attacco iberico, quando chiamati in causa.

se sarà in forma per gli avversari saranno dolori. Fenomeno.


Torres
XAVI HERNANDEZ: è riconosciuto internazionalmente come il miglior Villa
regista al mondo e dalle sue geometrie passeranno le trame offensive
dell’intera squadra. E’ stato il miglior giocatore degli ultimi Europei ed è una
Xavi Xabi Alonso
delle bandiere del Barcellona da leggenda di Guardiola, sarà il faro del cen-
Silva Iniesta
trocampo e le sue punizioni potranno rivelarsi letali per i portieri avversari.
Fondamentale

PEDRO RODRIGUEZ: potrebbe essere uno dei giocatori rivelazione Capdevila Ramos
dell’intera manifestazione. Attaccante rapido che può ricoprire più ruoli a Pique Puyol
causa della sua duttilità potrebbe essere il dodicesimo uomo da schierare
in caso di necessità, ha segnato quest’anno in sei competizioni differenti Casillas
entrando così nella storia, vorrà timbrare anche la settima. Scommessa.

IKER CASILLAS: secondo l’IFFHS negli ultimi due anni è il miglior portiere
Curiosità
al mondo e le sue parate si sono rivelate fondamentali per la conquista del
La sconfitta contro gli Stati Uniti in
titolo europeo due anni fa. Capitano della nazionale ed esperto in campo
internazionale sarà chiamato all’opera poche volte durante le partite ma Confederation Cup ha messo fine ad una

sicuramente ancora una volta risponderà presente all’appello. Sicurezza. striscia positiva di ben 35 partite.

L’Allenatore

V
Quale di questi giocatori si trova a ICENTE DEL BOSQUE: inizia la car-
sorpresa al terzo posto nella clas- riera allenando le giovanili del Real
sifica dei marcatori con la maglia
Madrid. Nel 1999 dopo l’esone-
della nazionale spagnola?
ro di Toshack torna ad allenare la prima
squadra e la conquista della Cham-
Michél pions League gli consente di
aprire un grande ciclo di vittorie
con il Real e risultando così l’ul-
Regueiro
timo grande allenatore vincen-
te sulla panchina madrilena.
Hierro Nel 2008 all’indomani della vit-
toria agli Europei la federazio-
ne spagnola gli assegna l’in-
carico di guidare la nazionale.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Le aspettative sono molto forti.

Gli statunitensi hanno investito

molto sul soccer negli ultimi

anni.
The American Dream

D
1930 Terzo posto
opo l’ottimo 2009 che li ha vi- dell’isolamento calcistico a cui gli Stati Uni-
1934 Primo turno
sti finalisti prima in Confedera- ti ci avevano abituati nei decenni passati.
1938 Ritirata tion Cup e poi in Gold Cup, gli L’esordio per i ragazzi di Bradley è previ-
1950 Primo turno Stati Uniti si presentano al Mondiale sto il 12 Giugno contro l’Inghilterra di Fabio
1954 Non qualificata con un gruppo giovane ma consolida- Capello, partita questa che si preannun-
to sotto l’attenta regia di Bob Bradley. cia difficilissima non solo per l’avversario
1958 Non qualificata
Il cammino di qualificazione della nazio- in campo ma anche per la risonanza me-
1962 Non qualificata nale a stelle e strisce è stato agevole e diatica della sfida con tutto ciò che la ac-
1966 Non qualificata dopo aver demolito nel primo turno le Bar- compagna. Un solo confronto si registra
1970 Non qualificata bados, superato con cinque vittorie e una tra le due formazioni anglofone e risale
sconfitta la seconda fase con Trindidad & al 1950, quella volta a spuntarla furono
1974 Non qualificata
Tobago, Guatemala e Cuba, gli Stati Uniti proprio gli Stati Uniti per 1-0, gli Ameri-
1978 Non qualificata
hanno anche vinto il girone finale di qua- cani si augurano che la storia si ripeta.
1982 Non qualificata lificazione della CONCACAF togliendosi la Senz’ombra di dubbio la partita chiave del
1986 Non qualificata soddisfazione di piazzarsi davanti ai grandi girone sarà quella in programma alla se-
1990 Primo turno
rivali del Messico. Rispetto al passato nu- conda giornata contro la Slovenia. Sarà
merosi sono i giocatori della formazione a un vero e proprio spareggio che decrete-
1994 Ottavi di finale
stelle e strisce che militano nei principali rà la seconda potenza del girone. Obiet-
1998 Primo turno campionati europei, soprattutto in Premier tivo della spedizione americana sono gli
2002 Quarti di finale League, sintomo questo del superamento ottavi di finale ma sono molte comun-
que le aspettative intorno alla squadra.

112
I più temibili 113 Probabile Formazione
Resta Donovan il perno su cui far ruotare tutta

LANDON DONOVAN: E’ l’anima e il fulcro del gioco della squadra e il fatto la squadra

che sia stato il giocatore più utilizzato durante le qualificazioni fa capire


la sua indispensabilità. Centrocampista offensivo molto dinamico su tutto Nonostante il 4-4-2 schierato in Confederation

il fronte d’attacco, dai suoi piedi passeranno gioie e dolore della propria Cup, è probabile che Bradley decida di pas-

nazionale. sare al 4-2-3-1 grazie al recupero di Beasley,


assente in Sudafrica dieci mesi fa. Altidore sarà

CLINT DEMPSEY: E’stato uno dei migliori giocatori della scorsa Confede- chiamato a favorire gli inserimenti a turno dei

ration Cup nonché miglior marcatore della propria squadra. Centrocampista dinamici Beasley e Dempsey ma la chiave tat-

rapido, abile negli inserimenti e dotato di un’ottima vena realizzativa, gioca tica della squadra resta comunque Donovan,

come esterno offensivo o seconda punta in caso di necessità. Ottimo gio- giocatore da cui passeranno tutti i palloni e i

catore che con ogni probabilità timbrerà il cartellino dei marcatori almeno calci piazzati. .

una volta anche nei prossimi Mondiali.

JOZY ALTIDORE: La giovane e possente punta americana è stato il top Altidore


scorer della propria nazionale durante le qualificazioni con sei reti e sarà
il timoniere dell’attacco a stelle e strisce nei prossimi Mondiali. Militante in
Beasley Dempsey
Inghilterra presso l’Hull City, è una punta utilissima a livello tattico ma chia-
mata a migliorare sotto l’aspetto realizzativo. Donovan

Clark Bradley

DAMARCUS BEASLEY: L’ala dei Glasgow Rangers è il giocatore con


più esperienza a livello internazionale, nel 2005 è stato il primo calciatore
statunitense a disputare una semifinale di Champions League in occasione Bocanegra Spector
della sfida tra Milan e Psv Eindhoven. Giocatore dotato di scatto in progres-
Oniewu DeMerit
sione unita a una buona abilità nei cross, è un punto fermo della manovra
offensiva statunitense. Molto utile in chiave assist. Howard

TIM HOWARD: L’esperto portiere dell’Everton è chiamato a ripetere le


ottime prestazioni della scorsa Confederation Cup. Sicuro tra i pali e leader
della retroguardia sarà chiamato come sempre a svolgere del gran lavoro Curiosità
Ai Mondiali del 1950 la squadra statunitense fu
dato lo spessore tutt’altro che irresistibile della difesa statunitense. Assicura
protagonista di uno dei fatti più clamorosi nella
un rendimento senza sbavature ma una rete subita a partita è da mettere in storia del calcio, procurando all’Inghilterra la sua
conto a causa dei compagni di reparto. prima sconfitta di sempre ai Mondiali (1-0)

L’Allenatore

B
Chi è riuscito a interrompere la OB BRADLEY: nato a Montclair il 3
striscia di 58 risultati utili consecu-
Marzo del 1958, ha iniziato la
tivi casalinghi degli USA?
carriera allenando nel Cam-
pionato Universitario Statunitense.
Nella Major League Soccer ha gui-
L’Honduras dato i Chicago Fires, i New York
Metrostars e i Chivas Usa prima
di assumere nel Dicembre del
Il Messico
2006 la guida della nazionale. Al
timone della nazionale ha con-
Cuba quistato la Gold Cup del 2007
e si è classificato al secondo
posto nella Confederation Cup
e nella Gold Cup del 2009.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Il paese ospitante tenta

l’impresa di raggiungere gli

ottavi di finale.

Il vantaggio di giocare a casa


1930 Non partecipante

C
1934 Non partecipante
asa dolce casa. Da Messico ’86 chi sono riscattati nella Confederations Cup
1938 Non partecipante
ospita i mondiali di calcio vede la casalinga del 2009: quarto posto e ono-
1950 Non partecipante propria Nazionale qualificarsi agli re delle armi contro Brasile e Spagna.
1954 Non partecipante ottavi di finale. Nelle ultime 3 edizioni, i pa- Per dare continuità al risultato, il Su-
droni di casa si sono piazzati tra le prime dafrica deve maturare cinismo e non
1958 Non partecipante
quattro. E sebbene la squadra sudafricana soffrire il timore reverenziale contro gli
1962 Non partecipante non abbia una tradizione calcistica di rilie- avversari più quotati. A tale scopo è ri-
1966 Sospesa dalla FIFA vo, le statistiche e l’immancabile apporto tornato in panchina Parreira dopo la pa-
a base di tifo, balli folcloristici e vuvuze- rentesi di un anno e mezzo di Santana.
1970 Sospesa dalla FIFA
las (le rumorosissime trombette da stadio I Bafana Bafana inaugureranno i mon-
1974 Sospesa dalla FIFA locali) lasciano ben sperare. Non solo gli diali con la sfida dell’11 giugno a Johan-
1978 Esclusa dalla FIFA indigeni, ma anche chi da sempre simpa- nesburg contro il Messico. Tradizione vuole
tizza per le realtà africane, chiamate per la che l’esordio mondiale nasconda sorpre-
1982 Esclusa dalla FIFA
prima volta a ospitare i Mondiali di calcio. se, ma la sfida può essere equilibrata.
1986 Esclusa dalla FIFA In quanto Paese organizzatore, il Suda- La partita decisiva potrebbe invece essere
1990 Esclusa dalla FIFA frica è qualificato di diritto alla fase finale. l’ultima, con la Francia: se i Bleus avranno
Ha tuttavia partecipato alle gare di quali- la qualificazione in tasca, gli africani po-
1994 Non qualificato
ficazione della zona CAF, valevoli anche tranno puntare ad un risultato di prestigio.
1998 Primo turno per la Coppa d’Africa 2010. Il verdetto è Nell’eventualità della qualificazione agli ot-
2002 Primo turno negativo: secondo posto nel gruppo 4 alle tavi, il pericolo più grande è quello di trova-
spalle della Nigeria, addio Coppa d’Afri- re sulla propria strada l’Argentina di Messi.
2006 Non qualificato
ca. I Bafana Bafana (“i nostri ragazzi”) si L’orgoglio di una nazione intera ci conta già !

114
I più temibili 115 Probabile Formazione
Velocità e fantasia per il terzetto d’attacco della

STEVEN PIENAAR: è riconosciuto da tutti quale stella della formazione su- nazionale sudafricana

dafricana. Può agire esterno partendo sia da destra che da sinistra. Attual-
mente gioca titolare all’Everton (in 3 anni ha segnato 6 reti), ma si è fatto Parreira dovrebbe alternare 4-2-3-1 e 4-4-2.

conoscere all’Ajax, dove ha acquisito esperienza internazionale giocando Khune si è dimostrato portiere affidabile. In dife-

in Champions League. Ha partecipato ai Mondiali del 2002. Giocatore sa Gaxa e Masilela sono le prime scelte sulle

sudafricano dell’anno 2009. fasce, come centrale l’unico certo del posto è
capitan Mokoena. Davanti agirà il terzetto tutto

TEKO MODISE: ha 27 anni e ha sempre giocato in Sudafrica. Nonostante velocità e fantasia Pienaar-Modise-Tshabalala

la poca esperienza, è tra i prospetti più interessanti dei suoi: trequartista dietro una sola punta (Mphela o Parker), oppure

carismatico, imprevedibile, dalla buona visione di gioco e dal gol facile, in- largo al doppio attaccante, con Novmethe

sieme a Pienaar può accendere la scintilla nell’attacco dei Bafana Bafana. pronto a subentrare.

In Nazionale ha tra l’altro messo a segno tre doppiette contro Mauritius,


Canada e Camerun.
Mphela
BERNARD PARKER: bomber emergente del calcio africano, 24enne,
attualmente milita nel Twente. Più che nel club olandese, si è fatto notare Tshabalala Pienaar
soprattutto in Nazionale, dove ha messo a segno 7 reti e si è candidato
Modise
a erede di Benni McCarthy. Non ha il posto in squadra assicurato, ma
potrebbe conquistarlo definitivamente diventando una delle sorprese della
competizione. Sibaya Dikgacoi

KATLEGO MPHELA: in Francia, appena 20enne, deluse le aspettative Masilela Gaxa


e ritornò in patria. Oggi Mphela potrebbe rifarsi: senza lo storico bomber Booth Mokoena
McCarthy ha trovato sempre più spazio in prima linea e nelle amichevoli di
maggio ha realizzato ben 5 gol (2 le doppiette). È bravo negli inserimenti Khune
ed è dotato di un ottimo tiro. Ne sa qualcosa la Spagna, che nella finale per
il terzo posto della Confederations incassò da lui 2 reti

Curiosità
ITUMELENG KHUNE: da sempre milita nei Kaizer Chiefs . Tra i portieri
Dagli anni ’50 fino al 1992 la Nazionale sudaf-
sudafricani con maggior talento negli ultimi anni, si è conquistato il posto da ricana è stata esclusa da tutte le competizioni
titolare in età giovanile: durante i Mondiali compirà 23 anni, ma in Nazio- internazionali a causa della politica razzista
nale ha già oltre 20 caps. Nella fase a gironi della Confederations Cup ha dell’apartheid
parato un rigore a Fernando Torres.

L’Allenatore

C
Che vuol dire “Bafana Bafana”? ARLOS A. PARREIRA: nato a Rio
de Janeiro nel 1943, è un allenato-
re instancabile. Ha iniziato ad alle-
nare a 24 anni e finora ha accettato tra club
e Nazionali 25 incarichi. Aveva già guidato
Forza ragazzi il Sudafrica dal 2006 al 2008, poi abban-
donando la panchina per motivi familia-
ri. Con la Nazionale brasiliana ha vin-
Ragazzi del sud to Mondiali ’94, Coppa America 2004
e Confederations 2005. Con quella
sudafricana raggiungerà la quinta
I nostri ragazzi panchina internazionale ai mondia-
li con 5 compagini diverse, egua-
gliando il record di Bora Milutinovic.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
Ad Hitzfeld il compito di far

superare la fase a gironi alla

squadra elvetica

Operazione riscatto
1930 Assente

L
1934 Quarti di finale
a Svizzera è una delle naziona- centrocampisti migliori della Bundesliga, e
1938 Quarti di finale
li più longeve d’Europa. Toccherà del congolese naturalizzato Nkufo, punta
1950 Primo turno ad Ottmar Hitzfeld, noto tecnico su cui Hitfzeld ripone parecchie speranze.
1954 Quarti di finale tedesco alla prima esperienza sulla pan- L’esordio nella competizione, il 16 giugno a
china di una nazionale, provare a dare un Durban, sarà proibitivo: sfida alla Spagna!
1958 Non qualificata
po’ di splendore alla storia rossocrociata. Anche i precedenti ai Mondiali sembrano
1962 Primo turno Gli elvetici hanno staccato il “pass-mondia- voler condannare i nostri “cugini”: un solo
1966 Primo turno le” in un girone di qualificazione non pro- pareggio e ben cinque vittorie iberiche.
prio proibitivo. Il cammino non tortuoso ha Cruciale la sfida col Cile, lì si capirà se
1970 Non qualificata
fatto si che, nonostante le due prime uscite ci sarà la possibilità di approdare nel-
1974 Non qualificata subito riscattate da cinque successive vit- la top 16, proprio come quattro anni
1978 Non qualificata torie consecutive, gli uomini di Hitzfeld sia- fa. Il match di chiusura del girone con
no riusciti a raggiungere la vetta del giro- l’Honduras è un’incognita da non sotto-
1982 Non qualificata
ne. Tallone d’Achille della squadra è stata valutare se si vuole pensare in grande.
1986 Non qualificata la scarsa prolificità, solo 18 le reti all’attivo. Come facile intuire in base a quan-
1990 Non qualificata Il c.t. ex Bayern Monaco punterà su elementi to precedentemente detto, il giro-
di spessore come per esempio capitan Frei, ne H regalerà parecchie emozioni.
1994 Ottavi di finale
centravanti titolare nello scacchiere elvetico. La Spagna probabilmente farà storia
1998 Non qualificata Parecchie gli “italiani” in rosa: Lichtsteiner, a sé, ma fra Cile e Svizzera sarà bat-
2002 Non qualificata Ziegler, Inler e Padalino, ai quali si aggiun- taglia, dando per scontato che l’Hon-
gono gli ex Senderos e Behrami. Altri nomi duras non riuscirà ad inserirsi nella
2006 Ottavi di finale
interessanti sono quelli di Barnetta, uno dei bagarre. Ma nel calcio mai dire mai.

116
I più temibili 117 Probabile Formazione
Nel 4-4-2 di Hitzfeld sarà Inler a dettare i tempi

BLAISE NKUFO: Attaccante congolese naturalizzato svizzero, è appro- del gioco

dato da poco nei Seattle Sounders dopo sette anni trascorsi nelle file del
Twente, team nel quale ha realizzato oltre 200 partite con una media supe- Il disegno tattico di Hitzfeld è abbastanza
chiaro, la Svizzera si presenterà ai nastri di
riore a 0,5 gol per match. Ha esordito con la nazionale elvetica nel 2000,
partenza con un 4-4-2 classico. Benaglio difend-
ma solo recentemente è ritornato in gruppo. Protagonista della qualificazio-
erà la porta difeso, fra gli altri, dall’ex milanista
ne dei rossocrociati con 5 reti nel girone di qualificazione.
Senderos. I tempi di gioco sono affidati al
calciatore dell’Udinese, Inler. In avanti ballottag-
TRANQUILLO BARNETTA: Centrocampista del Bayer Leverkusen, gio-
gio fra l’esperto Nkufo, assente all’Europeo di
catore di chiare origini italiane. Solitamente impiegato da esterno sinistro due anni fa, e il talentino Derdiyok. Intoccabile
in un centrocampo a quattro, ha nella velocità e nel tiro da fuori le sue capitan Frei.
migliori qualità. E’ nel giro della nazionale dal 2006, ha già siglato una rete
ai Mondiali.

EREN DERDIYOK: Compagno di squadra di Barnetta, come lui di origini Nkufo Frei
straniere, precisamente curde. Non dovrebbe partire titolare, ma in Sviz-
zera parlano un gran bene di lui. Non molto prolifico, è stato il più giovane
Inler Huggel
convocato agli Europei 2008. Vanta all’attivo una rete in un palcoscenico
Behrami Barnetta
come Wembley, potrebbe ritagliarsi uno spazio importante in Sudafrica.

GOEKHAN INLER: Anche Inler ha origini non svizzere, i suoi genitori sono
Ziegler Lichtsteiner
turchi. Gioca attualmente nell’Udinese, ma sono parecchie le squadre che
Senderos Grichting
hanno messo gli occhi sul centrocampista classe ‘84. Ha superato le 100
presenze in Serie A, è ambidestro, centrocampista attentissimo in fase
Benaglio
d’impostazione e copertura, pedina fondamentale per Hitzfeld.

ALEXANDER FREI: Attaccante del Basilea, è tornato in patria all’inizio


Curiosità
della stagione 09/10 dopo le esperienze in Francia e Germania, campionati
Nel 1954, al Mondiale di casa, la Svizzera fu
dove si è fatto rispettare grazie ad un buon bottino di reti realizzate. Noto
per due episodi passati: agli Europei ‘04 sputò a Gerrard e fu squalificato, a protagonista di una rocambolesca partita persa

quelli del 2008 si ruppe i legamenti del ginocchio sinistro. E’ il record-mani contro la confinante Austria; 7-5 il risultato finale

di gol nella storia della Svizzera, 40 gol per lui allo stato attuale.

L’Allenatore

O
Solo una volta la Svizzera ha TTMAR HITZFELD: tedesco di Lor-
indossato una maglia che non sia rach, allena la Svizzera dal 2008.
rossa o bianca, di che colore era ?
In carriera ha allenato, fra le al-
tre, il Bayern Monaco, team col quale ha
vinto 5 campionati, 4 Coppe di Lega te-
Azzurro desca, 3 Coppe di Germania, una Cop-
pa Campioni e una Coppa Intercon-
tinentale. Ha vinto una Champions
Oro
League anche alla guida del Borussia
Dortmund, vanta importanti esperien-
Verde ze anche nel campionato svizzero.
(Foto Getty Images)

ALBO D’ORO
I fasti del passato sono lontani

ma l’Uruguay vuole gli ottavi per

affrontare, con ogni probabilità,

l’Argentina
Il ritorno dei Los Charrúas

D
1930 Campione del Mondo
opo aver mancato la qualificazione che l’11 Giugno giocheranno contro l’im-
1934 Non partecipa
nell’ultima edizione del mondiale prevedibile Francia di Domenech. Le due
1938 Non partecipa in Germania, l’Uruguay è riuscito squadre già si sono affrontate in un girone
1950 Campione del Mondo a qualificarsi, con non poche difficoltà, alla eliminatorio di un mondiale: nel 2002 finì
fase finale. 0-0 ed entrambe le squadre non riuscirono
1954 Quarto posto
Durante le qualificazioni, la Celeste ha avu- poi a passare il girone eliminatorio.
1958 Non qualificata to un andamento altalenante. La partita de- La qualificazione agli ottavi di finale passe-
1962 Primo turno cisiva è quella vinta sul campo dell’Ecuador rà attraverso la partita che Los Charrúas
per 2-3 con un goal segnato al 94° minuto giocheranno il 22 Giugno contro il Messico
1966 Quarti di finale
dal cannoniere Forlan su rigore. Arrivata in un match che si preannuncia già caldis-
1970 Quarto posto quinta nel girone sudamericano, l’Uruguay simo. I tre punti però dovrebbero già arriva-
1974 Primo turno si è giocato lo spareggio contro Costa Rica. re nella seconda partita contro i padroni di
Grazie alla vittoria all’andata per 1-0 con un casa del Sudafrica, a meno che Forlan ed i
1978 Non qualificata
goal di Lugano ed al pareggio fuori casa per suoi non abbiano prima stupito tutti batten-
1982 Non qualificata 1-1, si è assicurato il pass per il mondiale do i Blues. Arrivare agli ottavi di finale ed
1986 Ottavi di finale Sudafricano. avere la possibilità concreta di affrontare gli
L’esperienza dell’allenatore Tabarez, i goal uomini guidati da Maradona è un’occasione
1990 Ottavi di finale
di Forlan e la potenza del capitano Diego da non perdere per i giocatori della Celeste.
1994 Non qualificato Lugano saranno fondamentali per la Cele- Ripetere i fasti del passato sembra un’im-
1998 Non qualificato ste per poter passare il girone di qualifica- presa quasi impossibile ma se la forma
zione. sarà dalla loro, la strada che percorreranno
2002 Primo turno
L’esordio non è quello dei più agevoli visto sarà molto lunga.
2006 Non qualificato

118
I più temibili 119 Probabile Formazione
Per Tabarez un classico 4-4-2. Gli “italiani”

DIEGO LUGANO: Il capitano della nazionale sarà l’uomo che con la sua sicuri protagonisti.

esperienza ed il suo carisma avrà il compito di guidare i suoi compagni


di squadra nelle gare di questo mondiale. Difensore rude e che non bada Il tecnico Tabarez si affiderà ad un classico

all’eleganza nei contrasti con gli attaccanti, Lugano cercherà di fermare tutti 4-4-2 in cui in difesa Caceres e Pereira agi-

coloro che passeranno dalle sue parti anche grazie alla sua enorme forza ranno sulle fasce con Lugano al centro della

fisica. difesa. Al centro del centrocampo molte scelte:


Gargano, D.Perez ed Eguren oltre al giovanis-

DIEGO FORLAN: Dopo aver segnato tantissimi goal nel campionato spa- simo centrocampista Lodeiro; sulle fasce

gnolo, grazie ai quali ha vinto anche due Scarpe d’oro, il biondo attaccante agiranno M. Pereira e Rodriguez. In attacco la

della Celeste vuole esser decisivo anche in nazionale dove per adesso coppia sarà Forlan – L. Suarez con Cavani ed

ha segnato 21 reti. In patria gli rimproverano di non riuscire a sopportare il Abreu pronti ad entrare a partita in corso.

peso della maglia della nazionale: a lui ed ai suoi goal spettacolari il compi-
to di smentirli tutti.

LUIS SUAREZ: È il nuovo fenomeno del calcio uruguaiano. La giovane


Forlan Luis Suarez
punta, nato nel 1987, quest’anno con la maglia dell’Ajax ha realizzato oltre
30 goal ed è già nel mirino di molte squadre europee. Con Diego Forlan
forma una coppia d’attacco che può esser la vera rivelazione di questo M. Pereira Rodriguez

mondiale. I difensori di tutto il mondo dovranno tenerlo sott’occhio onde Eguren Gargano

evitare brutte figure.

FERNANDO MUSLERA: Dopo un inizio disastroso nel nostro campiona- Caceres A. Pereira
to, il giovane portiere è migliorato di giornata in giornata fino a divenire un
Lugano Godin
punto fermo della Lazio. A lui la formazione capitolina deve la conquista
della scorsa coppa Italia grazie ai rigori parati a Cassano, non certo uno Muslera
qualunque, ed a Campagnaro. Se regge la pressione che un mondiale può
portare, può dire la sua anche in un Sudafrica.

EDISON CAVANI: la punta palermitana partirà molto probabilmente dalla Curiosità


La prima edizione della coppa del mondo Fifa
panchina ma grazie alla sua duttilità tattica potrà esser molto spesso utiliz-
fu ospitata dall’Uruguay; in quell’occasione fu
zato dal tecnico Tabarez. Per adesso in nazionale ha segnato 2 goal e lui di proprio la Celeste a vincere la coppa battendo
certo vuole incrementare questo bottino. in finale l’Argentina per 4-2

L’Allenatore

O
Perché sullo stemma della nazio- SCAR TABAREZ: nato a Montevi-
nale campeggiano quattro stelle? deo il 3 marzo del 1947, ha comin-
ciato ad allenare nelle giovanili del
Bella Vista per poi approdare nella prima
divisione uruguaiana prima col Danubio e
Per i 4 mondiali vinti successivamente con i Wanderers di
Montevideo. Nel 1988 arriva in nazio-
nale e guida la squadra al mondiale
Per 2 Mondiali e 2 Ori alle
Olimpiadi italiano del 1990. Dopo quest’espe-
rienza allena molte squadre di rilievo
Simboli di “Pace”, “Liber- tra cui il Boca Junior ed il Milan. Nel
tà”, “Terra” e “Lavoro” 2006 viene richiamato alla guida del-
la nazionale in occasione delle quali-
ficazioni per il mondiale sudafricano.
I Mondiali dalla A alla Zeta

Nota per il lettore: l’articolo che segue è di stam- mondiali, della Coppa America, della Confedera-
po satirico e tutte le informazioni riportate sono tions e di Ciao Darwin.
da considerarsi al 100% false. L’intento è come
sempre quello di provare a trovare il lato comi- C – CONFEDERATIONS CUP. È stata la prova
co nell’universo pallonaro, che troppo spesso si generale dei mondiali in Sudafrica, voluto dalla
prende sul serio in maniera eccessiva. Fig ehm Fifa per fare dichiaratamente soldi. È in
pratica un triangolare tra 3 squadre forti (cam-
A – ANDORRA 2010. Come avrete sicuramen- pioni del mondo, campioni d’Europa, campioni
te notato sfogliando un qualsiasi recente gior- del Sudamerica) cui si aggiungono squadre alle-
nale di punto croce o di pesca d’altura, Andorra gre morbidose e coccolose: i campioni del Nor-
2010 è il prossimo mondiale di calcio, che si di- damerica, i campioni d’Asia, i campioni d’Ocea-
sputerà a brevissimo in Sudafrica. Stadi moder- nia, i campioni d’Africa, i campioni di Antartide, i
ni! Spese oculate! Spettacolo e arricchimento campioni – il sogno, i campioni di moquette e i
per tutti: niente di tutto questo sarà fruibile in Campioncini. L’Italia ha fatto cagare, uscendo ai
suddetta manifestazione. 512esimi di finale contro l’Egitto: 1-0 per gli afri-
cani, un po’ a sorpresa, visto che tutti avrebbero
giurato sulla goleada egiziana.
B – BRASIL, ‘O. Da che mondo è mondo, pal-
lone fa rima con Brasile, oltre che con licaone
e testosterone. La Nazionale brasileira è da D – DOMENECH. Grandi dubbi alla vigilia del-
sempre la più acclamata: prima tra quelle che le convocazioni per il grandissimo commissario
hanno vinto più mondiali, è top scorer nell’ancor tecnico francese: alla fine “Pù passa Paperino”
più gloriosa classifica dei capezzoli sfoggiati al è stato preferito a “Ambarabà ciccì coccò”. Che
vento sugli spalti. Nel corso degli anni, hanno poi già la lista dei probabili si era assottigliata,
vestito la casacca verdeoro moltissimi trans. escludendo Trezeguet che è bilancia, Benzema
Il Brasile ha partecipato a tutte le edizioni dei che è sagittario, Mexes che è ariete e Frey che

120
121
gli sta sulle palle.

E – EURO 2016. Più importanti dei mondiali ci sono solo gli europei di calcio. Brutte notizie per l’Italia che, battuta
da Estonia, Lettonia & Tagikistan, non potrà ospitare gli Europei del 2016. Al loro posto, saranno presenti in studio
Filiberto, Pupo e Canonici.

F – FABIO CARESSA. Ecco gli estratti delle telecronache che ci hanno fatto sognare ai mondiali di Germania: «L’ar-
bitro manda tutti a prendere un tè caldo» (Una telecronaca a caso del 2 luglio). «Palla tagliata, messa fuori, c’è Pirlo,
Pirlo, Pirlo, ancora Pirlo di tacco, TIIROOO! Toh, ha segnato Grosso. Guarda un po’.» (L’ormai mitico clamore di
Caressa in Italia-Germania). «C’è un limite nella vita di uno sportivo, un muro che divide la normalità dall’eccellenza.
Può essere un momento o una partita come questa. Se hai la forza di superarlo puoi alzare gli occhi, guardare la
luce e [PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR]» (A Caressa scappa). «Pensate all’abbraccio più lungo
che una manifestazione sportiva vi abbia regalato… Abbracciatevi forte… Abbracciatevi forte… Okkei, bene, ora lui
inizia a baciarle il collo» (Caressa intento a dare indicazioni durante la sua precedente attività di regista hard).

G – GIRONI. Anche quest’anno, per evitare gruppi alla mercé di gusti troppo popolari, per la composizione dei gironi
si è deciso di seguire le indicazioni di una giuria di qualità. La Francia, favorita in base all’articolo 1 comma 1 dello
statuto Fig ehm Fifa, è stata da questa abbinata a Vanuatu e Timor Est (la terza partita invece sarà vinta a tavolino
per evitare il pericolo di non qualificarsi). Se la vedrà nera l’Argentina proprio contro la NSM (Nazionale Scartati da
Maradona). L’Italia, in quanto vincitrice uscente, è da sola nel girone e sarà giudicata da Rudy Zerbi, Gerry Scotti e
Maria De Filippi.

H – HOLLY&BENJI, ROAD TO WORLD CUP 2010. Sto seguendo l’ultima serie di Capitan Tsubasa, che sta andan-
do in onda in Giappone in questi giorni. È in giapponese, vi do anticipazioni su quello che ho capito. Holly Hutton,
ormai 46enne, è appena approdato dal Barcellona al Milan. Da quando Benji è morto per overdose di pancarré ta-
gliato male, ha però dato l’addio alla Nazionale giapponese. Alla Niuppi è revocato lo scudetto dell’86, che resta non
assegnato, e dell’87, che va alla Toho. Roberto Sedinho è sorpreso mentre si filma a fare all’amore con la mamma di
Hutton (un porno over-65). Per distogliere l’attenzione di Holly, cerca di convincerlo a tornare in Nazionale. Il vecchio
allenatore di Mark dice: “Vaaaai Mark!”. Il drago Shenron permette di resuscitare Benji. Holly torna in Nazionale e
può giocare i mondiali in Sudafrica. Danny Mellow è un po’ gay. Il Giappone esce al primo turno.

I – INAUGURAZIONE. Sfarzosa sarà come sempre l’inaugurazione dei campionati mondiali. I Metallica featuring
Gigi D’Alessio allieteranno gli astanti con il singolo Waka-waka, inno della manifestazione, mentre Mauro Repetto
delizierà i palati più esigenti con le ormai mitiche coreografie da ossesso. Poi entrano le bandiere con i bambini, e
niente. Ah, ci sono anche i fuochi d’artificio.

J – JABULANI. È il pallone ufficiale della manifestazione. Ha la forma di un dado (solo che è perfettamente rotondo)
e la peculiarità di poter essere utilizzato con medesimo profitto sia dai calciatori destri, sia dai calciatori mancini. Con
anni e anni di studi in laboratorio, i ricercatoripampers hanno elaborato il pallone utilizzando una plastica copolime-
rica ed elastomeri termoplastici poliuretanici, che permettono tiri e cross al millimetro addirittura a Cristian Molinaro.

K – KOREA DEL NERD. È la squadra-simpatia di questi mondiali. Si sono qualificati per far colpo su una ragazza:
ci sono riusciti hackerando grazie ad un uso sapiente di Linux il mega-computer dei mondiali nella Terra di Mezzo.
I giocatori della Korea del Nerd, dotati di gobba e di alopecia incipiente, sono guidati non dal c.t. ma da un Master
dei GdR. La divisa ufficiale è dotata di pocket protector. Se segnano due gol sono convinti di vincere 10-0. Hanno in
bacheca 6 World Cup of Warcraft. Se hai capito tutto, aspiri anche tu a joinarti alla Korea del Nerd.

L – LIPPI. A chi gli chiedeva perché dopo Cassano ha rispedito a casa anche Cassani, Lippi ha dichiarato: «Giocano
in ruoli diversi. La relazione tra i due è improponibile»

M – MONDIALI DI CURLING. Tutti parlano, i mondiali di calcio, i mondiali di calcio. Ma qua sappiamo benissimo che
il vero evento sportivo di giugno 2010 è rappresentato dai mondiali di curling: dirette televisive per un totale di 19
miliardi e mezzo di ore al giorno, 72 canali specializzati, un introito previsto di 99999991 miliardi di sterline maltesi,
uno stuolo incredibile di 6 appassionati. L’edizione di quest’anno è come sempre organizzata dalla Fif ehm Fica
(Fédération Internationale de Curling Association) e si svolgerà nel corridoio di casa tua, fortemente voluta da tua
madre che aveva bisogno di una lucidata al pavimento.

N – NORME. Anche quest’anno ci saranno 10 nuove regole, imposte dall’ufficio marketing della Fig ehm Fifa per fa-
vorire lo spettacolo. Vediamole nel dettaglio: 1) I giocatori partono tutti con la freccia rossa all’insù. 2) Tutte le partite
iniziano con 2 gol per la squadra più debole e 2 gol per la squadra più forte. 3) Ci sarà la moviola in campo, con Pirlo
in campo. 4) Se la media dei difensori è 6, +1. Se è 6,5 allora +3. Se è 7, +6. E sticazzi. 5) Dagli ottavi: in caso di
pareggio fino al 90’, ci sarà l’hold’em goal, con i capitani che si sfideranno in un heads-up a poker. 6) Dagli ottavi: in
caso di pareggio fino al 120’, ci sarà La lotteria dei rigori, con tanti favolosissimi premi. 7) In caso di pareggio dopo i
122
rigori, l’intero mondiale è considerato nullo. 8) Una partita sarà per regolamento definita “una finale anticipata”. 9) Il tizio
che compra un televisore in occasione dei mondiali, partecipa all’estrazione di una coppa del mondo. 10) La squadra
che compra la coppa del mondo, partecipa all’estrazione di un televisore.

O – OKADA TAKESHI. Grandissimo allenatore, Fabio Capello dico, peccato che la C già l’abbiamo fatta e ci tocca la O
del c.t. giapponese. Fa niente, sarà per un’altra lettera.

P – PO, PO PO PO PO PO POOO. PO, PO PO PO PO PO POOO. Il commovente neo-inno della Nazionale azzurra che
fa po, po po po po po pooo, e poi ancora po, po po po po po pooo, ha finalmente soppiantato quella lagna di Mameli:
tutte le partite dell’Italia inizieranno con gli undici che cantano la cover dei White Stripes. Gravi grattacapi per Di Natale,
che sta cercando di memorizzare almeno una parte del testo.

Q – QUOTE. Ecco le quote più interessanti dei celebri bookmaker sudafricani. Spagna vincitrice 5,00. Italia vincitrice
6,50. Grazie a una testata nello sterno 5,55. (Di Zidane 15,00). Grazie a un calcio nelle gengive 7,00. Grazie a un culo
immenso 3,25. Vincono tutte le squadre e sono tutti felici 25,00. Convocazione di Schillaci per un errore all’anagrafe
3,40. Berlusconi erede di Lippi 1,25. Lippi erede di Berlusconi 120,00. Yuichi Komano capocannoniere dei mondiali
2,24. Diarrea fulminante a Buffon al 32’ di Italia-Nuova Zelanda 2300,00.

R – RITIRO. Se c’è una costante nei mondiali e negli europei, è la polemica sul ritiro degli azzurri. Quest’anno non fa
eccezione: chi propone il ritiro di tutti immediato, chi nel 2011.

S – SINDROME DI BEARZOT. La sindrome di Bearzot consiste nel convocare esclusivamente per riconoscenza gio-
catori che hanno più di 61 anni ma che hanno avuto il piacere di far vincere un mondiale. Lippi è il caso più conosciuto
in Italia. All’esordio nel girone Y, l’Italia schiererà contro il Paraguay la seguente formazione: Buffon; Zambrotta, Canna-
varo, Materazzi, Grosso; Camoranesi, Pirlo, Oriali; Maradona (naturalizzato); Toni, Scirea.
A Marcello Lippi piace questo elemento.

T – TRAP. Sarà l’allenatore più rimpianto in Sudafrica. Ricordiamolo così: «Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco»
(Trapattoni parla di arte culinaria con Bigazzi). «Strunz!» (Trapattoni all’arbitro che non fischia il fallo di mano di Henry).
«Strunz!» (Il Trap a chi lo prende in giro sulle sue frasi storiche). «Strunz!» (Trapattoni sul senso della vita). «Sia chiaro
che questo discorso resta circonciso tra noi» (Il Trap in un colloquio col rabbino Herschel Krustofski). «La nostra è una
situazione di classifica non dico tranquilla. Ma sicuramente tranquilla» / «Più che un uomo direi, appunto, un uomo»
(Trapattoni sulla polisemia).

U – URUGUAY. È la Nazionale storicamente più furba e lungimirante del mondo. Quando all’inizio del XX secolo è
riesploso lo sport come fenomeno di massa, l’Uruguay (Urrà gay secondo Homer Simpson) si è lanciato alla conquista
di più discipline col motto, segnato anche sullo stemma della Federazione, “ora i partecipanti sono 4, ci conviene par-
tecipare perché verrà un giorno in cui almeno uno di questi sport acquisterà valore”. È così che oggi i sudamericani si
ritrovano in tasca l’oro ai mondiali di calcio del 1930, ma anche il titolo dei mondiali di birdwatching del 1922; di beach
obbligo o verità del 1924; di masturbazione di gruppo in apnea del 1925; di bidet a squadre del 1929 (categorie “due
con” e “quattro di coppia”); del FantaMundial 1930.

V – VUVUZELAS. No, tutto quel casino alle partite di Confederations Cup non era dovuto alle trombette sudafricane. Il
problema era provocato solo da sciami di calabroni, gli unici che conoscono il calcio in quel paese e che amano discu-
terne leziosamente sugli spalti sorseggiando martini dry. Ah, se li incontrate evitate di parlar male di Modise e Mphela.

W – WLF. Il celeberrimo slogan dei mondiali. Sta per Viva la Fifa.

X – XXX. C’è una storia piccantissima che vi voglio raccontare, su alcuni giocatori che parteciperanno al mondiale.
L’altra domenica due modelle stupende, una mora e una bionda, quarta di seno e gambe chilometriche, entrarono
in un locale di spogliarello e chi vi trovarono se non oh a proposito, ma lo sapete che 111.111.111 x 111.111.111 fa
12.345.678.987.654.321? Veramente.

Y – YOUNG-HAK e YONG-JO. Sono gli unici due tizi (tra l’altro fortissimi: li ho visti fare una partita di shangai) che
giocano all’estero e che sono stati opzionati dalla Corea del Nord. Non che questa sia una squadra di calcio xenofoba:
non mi risulta essere una squadra di calcio.

Z – ZAKUMI. È la mascotte scelta dalla Fig ehm Fifa per quest’anno, un bel leopardo antropomorfo dai capelli verdi. Ha
avuto la meglio per un solo voto su un’antilocapra antropomorfa con le orecchie azzurre, un bradipo antropomorfo con
un testicolo marrone e un Miccoli antropomorfo con un cappello bianco.

Ok, ora sai davvero tutto su Sudafrica 2010.


123

I Mondiali dalla A alla Zeta

Il seguente articolo è frutto dell’immaginazione dell’autore e non rispecchia le reali parole dei due allenatori.

In Italia è senza dubbio la partita più attesa dell’anno. Un popolo intero è già teso e concentrato, con la mente rivolta
al prossimo 20 giugno. Ormai non si parla d’altro per strada, al bar, in palestra, in bagno. Secondo un recente studio
dell’Auditel la partitissima Italia-Nuova Zelanda sarà seguita dal 99.3% della popolazione, animali compresi.
Nei giorni scorsi abbiamo realizzato per voi un’esclusiva intervista doppia con il nostro Commissario Tecnico e quello
neozelandese. (traduzione a cura della sig.rina Glotta Poli)

NOME ?
L: Marcello.
H: Richard Lloyd (Byron James Fred John Fitzgerald Sigmund).

COGNOME ?
L: Lippi.
H: Herbert, come il pilota di F1 ma molto meno famoso.

ETA’ ?
L: Trentacinque.
H: Quarantanove, come i gol che subiremo nella prima (ed ultima) fase.

PROFESSIONE ?
L: Fumo sigari mentre dipingo carri per il Carnevale di Viareggio; nel tempo libero alleno l’Italia.
H: Per trecento giorni all’anno insegno belato melodioso ad un gruppo di pecore stonato; nei rimanenti passo di casa in
casa cercando essere umani di sesso maschile in grado di fare almeno due palleggi consecutivi.

MAGGIOR SUCCESSO SPORTIVO


L: Senza dubbio il settimo posto con la Carrarese in serie C1 nella stagione 1987/1988.
H: La doppietta di ieri sera...Ah, scusi, ha detto sportivo? (ride, NdR).

CI PARLI DEL CAMMINO DI QUALIFICAZIONE


L: Basta domande su Cassano!
H: Non è facile fare calcio in una nazione famosa solo per il rugby. Quando i ragazzi hanno capito che non dovevano
tirare sopra la traversa ma sotto sono arrivati i primi risultati, e siamo riusciti a battere Nazionali del calibro di Figi, Va-
nuatu, Tonga e Papua Nuova Guinea.

COSA PENSA DELL’ALTRA NAZIONALE?


L: Cosa penso dei Kiwi? Che mi fanno comodo quando ho problemi di intestino.
H: E’ una squadra esperta, ma credevo fosse vietato convocare più di dieci over 30.

UN GIUDIZIO SUL GIRONE?


L: A parte la Giovane Zelanda che ho già detto che fa cacare, credo che il Parmaguay sia parecchio temibile e bisogna
fare attenzione a quello vecchio, Crespo. Della Repubblica slovena ho paura solo dell’allenatore Kek e del saluto a fine
partita; ho una certa reputazione a Viareggio, io.
H: Il girone è veramente composto da quattro squadre? La Federazione mi aveva detto che erano Tre Nazioni...

SE AVESTE AVUTO UN POSTO IN PIU’ CHI AVRESTE CONVOCATO?


L: Eh eh eh eh eh eh (si scaccola, NdR). Credo un quarto portiere.
H: Il parrucchiere di Palmestron North non era per niente male.

TEME ATTENTATI TERRORISTICI IN SUD AFRICA?


L: No, temo soprattutto una nuova esplosione di balbuzie di Bagni.
H: Si. Arriveranno tante bombe dalle parti del nostro portiere Paston e la cosa mi preoccupa se penso che fino a qualche
anno fa giocava a dodgeball.

UN SALUTO AL COLLEGA
L: Ciao...ma chi è???
H: Hi (Fi)
È l’ora dei voti del Pagellone !

Spagna - voto 9 squadre sempre molto forti sulla carta. Perso


Squadra Campione d’Europa in carica, con una Beckham per infortunio, i trascinatori saranno i
rosa impressionante per qualità e intelligenza soliti Lampard, Gerrard e Rooney, ma più di tutto
tattica, le “Furie Rosse” sono a nostro parere la conterà avere la compattezza e il cinismo tipici
Nazionale più forte al momento e partono da fa- dell’allenatore friulano. Good luck “Mr. Hair”!
vorita per conquistare quel Mondiale che manca
nel palmares. Aver vinto tutte le partite di quali-
ficazione è un bigliettino da visita niente male. Brasile - voto 8,5
I verdeoro sono sempre tra i favoriti, in ogni
edizione, per classe e tradizione, anche se
Argentina - voto 8,5 quest’anno la rosa sembra meno esplosiva di al-
Nonostante la miopia dell’allenatore Maradona, tre volte. I rossoneri Dinho e Pato sono gli esclu-
che lascia a casa inspiegabilmente alcuni gio- si eccellenti, l’ex (sempre rossonero) Kakà sarà
catori fortissimi, la compagine sudamericana si il trascinatore nonostante una stagione negativa
giocherà le sue chances di vittoria finale, grazie a Madrid. Il reparto migliore sembra la difesa,
ad una rosa completa in tutti i reparti. Spaven- davvero monumentale, che si basa su Roma e
ta in particolare l’attacco, a dir poco atomico. Inter, rivali di tutta una stagione.
Una qualificazione fin troppo sofferta potrebbe
comunque culminare con un trionfo, che manca
da ben 24 anni. Germania - voto 7
Qualificatasi senza problemi e in largo anticipo,
i tedeschi appaiono la solita squadra: difesa e
Inghilterra - voto 8,5 centrocampo molto solidi e forti fisicamente, at-
I britannici si sono affidati al nostro Fabio Ca- tacco senza fuoriclasse ma con una serie di gio-
pello per spezzare una maledizione che dura catori col gol nel sangue. Il tecnico Low cerche-
dal 1966 (mondiale vinto in casa), nonostante rà di bissare l’ottimo ultimo Europeo disputato,

124
125
dove solo la Spagna campione si è rivelata migliore della Germania. Peserà l’assenza di Ballack.

Italia - voto 7
Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo! Quattro anni fa tutti noi
urlavano a squarciagola queste parole e ora la Nazionale di Lippi si ritrova a difendere il titolo di Campioni in carica.
Ripetersi sembra quasi impossibile, tirare fuori l’orgoglio deve essere, invece, un obbligo. Gli azzurri hanno un Chiel-
lini in più rispetto a Germania 2006 ma anche alcune individualità in meno o più “stagionate”.

Olanda voto 6,5


Non sembra nemmeno questo 2010 l’anno in cui gli Orange potranno trionfare per la prima volta in un Mondiale.
Sneijder e Robben sono i fari della squadra, ma forse si farà sentire l’assenza di un centravanti alla Van Nisterlooy.
Chissà se il tecnico van Marwijk riuscirà ad inventarsi qualcosa e a portare almeno in semifinale gli olandesi, inseriti,
tra l’altro, in un girone tutt’altro che facile.

Francia - voto 6,5


Giunti in maniera imbarazzante ai Mondiali, i transalpini del sempre più contestato Domenech devono far dimentica-
re le ultime figuracce in campo internazionale. Nessun convocato dalla Serie A, il compito di cancellare dalla mente
la testata di Zidane di quattro anni fa toccherà al distratto Ribery e all’arrugginito Henry, autore del famoso fallo di
mano contro l’Irlanda.

Portogallo - voto 6+
Nani, Cristiano Ronaldo e poco altro nella Nazionale lusitana che pare aver perso un bel po’ di quella qualità anni ‘90
e primi anni 2000. Queiroz ha sostituito Scolari, che bene ha fatto nell’ultimo mondiale, eliminato soltanto in semifina-
le. L’obiettivo, davvero difficile, è cercare di migliorare il terzo posto ottenuto nel 1966, finora il miglior piazzamento
nella storia rossoverde.

Serbia - voto 6
La squadra che fu prima Jugoslavia e poi Serbia-Montenegro si propone come outsider del girone D, abbastanza
complicato. Le qualificazioni sono state assolutamente convincenti, con la Romania non solo battuta ma anche umi-
liata. Non mancano le ottime individalità un po’ in tutti i reparti come Vidic, Stankovic e Krasic. Al c.t. Antic il compito
di far andare avanti il più possibile i suoi uomini.

Costa d’Avorio - voto 6


Gli elefanti si affidado come sempre al fuoriclasse Drogba, autore dell’ennesima grande stagione da protagonista
al Chelsea. Ivoriani però sfortunati nel sorteggio, hanno pescato ancora una volta un girone duro. Caos in panchina
negli ultimi tre mesi: prima Halilhodžic e poi Philippe Troussier vengono esonerati, ora il c.t. è Eriksson, a sua volta
esonerato dalla federazione Messicana.

Ghana - voto 6
Alla seconda partecipazione (dopo quella di quattro anni fa in Germania), il Ghana potrà far tesoro dell’esperienza
maturata e presentarsi con rinnovati stimoli. Il reparto meglio attrezzato sembra il centrocampo ma l’assenza della
stella Essien sarà determinante; occhio all’attacco dove Asamoah Gyan promette faville. La rosa è mediamente
molto giovane, un aspetto che potrebbe rivelarsi decisivo, nel bene (forze fisiche) o nel male (inesperienza).

Camerun - voto 6-
I Leoni vengono da anni un po’ deludenti (la Coppa d’Africa manca dal 2002), ma restano sempre tra le compagini
più temibili e agguerrite del Continente Nero. In panchina siede l’”uomo dei miracoli” Paul Le Guen che ha portato
a termine delle qualificazioni molto sudate; a capitan Eto’o il compito di ritrovare con continuità la via della rete, un
po’ smarrita in Italia.

Paraguay - voto 6-
Sempre qualificata dal 1998 in poi, la Nazionale paraguayana ha l’obiettivo di superare per la prima volta nella sua
storia lo scoglio degli ottavi di finale. Le qualificazioni sono state passate brillantemente, la rosa appare convincente
in difesa (nonostante si siano ritirati alcuni elementi chiave), meno in fase offensiva dove quasi tutto il peso è sulle
spalle di Roque Santa Cruz.
126

Uruguay - voto 5,5


La “celeste” torna al mondiale dopo 8 anni e lo ha fatto nel modo più sofferto possibile: un 5.o posto tirato per i capelli
nel girone di qualificazione e poi uno spareggio tutt’altro che esaltante vinto ai danni del modesto Costarica. Gli urugua-
yani di Tabarez hanno in rosa molti giocatori del nostro campionato, ma si affideranno soprattutto ai gol di Forlan, eroe
dell’Atletico Madrid fresco vincitore dell’Europa League.

Messico - voto 5,5


La più forte squadra del centro America, e vincitrice della Gold Cup 2009, vede in panchina Javier Aguirre, che ha sosti-
tuito Sven Goran Eriksson, colpevole di un pessimo inizio di qualificazioni Mondiali e durato meno di un anno. Marquez,
Franco e Osorio sono gli uomini di maggiore esperienza, l’incognita è il funambolico Dos Santos, persosi un po’ per
strada dopo il grande inizio al Barcellona.

Stati Uniti - voto 5


La nazionale statunitense si è qualificata per la fase finale del mondiale 2010 come prima classificata del girone conclu-
sivo della zona CONCACAF. Dopo aver stupito tutti nell’ultima Confederation Cup, ora l’obiettivo è quello di sorprendere
ancora. Molto alte le possibilità di superare il girone, toccherà soprattutto agli attaccanti Altidore e Dempsey regalare
soddisfazioni in Sud Africa.

Cile - voto 5
La “Roja” si è riscattata alla grande riuscendo a qualificarsi a SudAfrica 2010, dopo le due mancate partecipazioni pre-
cedenti. La nazionale cilena, guidata da Bielsa, ha disputato un gran girone di qualificazione, chiuso con un solo punto
in meno rispetto al Brasile. La stella è Humberto Suazo, capocannoniere del raggruppamento sudamericano con ben
10 gol realizzati.

Nigeria - voto 5
La strada per il Mondiale (quarta partecipazione assoluta) ha avuto davvero dell’incredibile, con una qualificazione
ottenuta all’ultimo respiro. Un entusiasmo che potrebbe rivelarsi fondamentale per il cammino in SudAfrica: l’allenatore
svedese Lagerback ha una rosa appena sufficiente, con tantissimi giocatori impegnati nei campionati europei, come gli
ex interisti Martins-Obinna, imprendibili in velocità.

Grecia - voto 5-
Ormai quando si parla degli ellenici, la mente di tutti va all’incredibile successo europeo nel 2004, ma i tempi da allora
sono cambiati, nonostante la Grecia abbia ancora una discreta Nazionale. Il “guru” Otto Rehhagel siede sempre in
panchina e ha selezionato giocatori quasi tutti militanti nel campionato greco: tra le eccezioni gli “italiani” Tziolis, Moras
e Papastathopoulos e i bomber Charisteas e Gekas.

Danimarca - voto 5-
Il vecchio Tomasson guiderà i propri compagni in questa nuova avventura, ottenuta inaspettatamente dopo 8 anni di
delusioni e di mancate qualificazioni a Mondiali ed Europei. L’allenatore Morte Olsen ha il non facile compito di egua-
gliare, se non proprio migliorare, i quarti di finale raggiunti in Francia nel 1998. I giovani Kjaer, acciaccato e in dubbio, e
Bendtner sono attesi all’exploit che può valere una carriera.

Sudafrica - voto 4,5


Ed eccoci ai padroni di casa, attesi come non mai in questa edizione casalinga, la prima della storia che si tiene in Afri-
ca. I “Bafana Bafana” vogliono assolutamente superare il primo turno per regalare un sogno ai propri tifosi, dodicesimo
uomo in campo: l’ultima Confederation Cup ha dimostrato che la squadra sta maturando anche se non ci sono grandis-
simi campioni in grado di cambiare da soli le partite.

Australia - voto 4,5


I canguri che hanno spaventato e quasi bloccato la nostra Nazionale quattro anni fa si ripresentano ancora, senza gros-
se ambizioni. I protagonisti saranno sempre gli stessi, dal portierone Schwarzer ai centrocampisti Emerton e Bresciano,
per finire con la punta Kewell, finita a giocare in Turchia.
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Slovenia - voto 4
La giovane Nazionale del portierone Handanovic ha staccato il biglietto per il SudAfrica facendo fuori la più quotata
Russia negli spareggi. La seconda partecipazione della propria storia non parte con grandi prospettive, già esserci è un
grande successo: le maggiori speranze si poggiano sul duo offensivo Dedic-Novakovic e attenzione anche al giovanis-
simo neroazzurro Khrin, centrocampista di belle speranze.

Slovacchia - voto 4
Il partenopeo Hamsik, l’attaccante Vittek e il giovane Weiss, omonimo del c.t., sono le stelle di questa giovane Naziona-
le, approdata per la prima volta alla fase finale di un Mondiale. Storica la vittoria in Polonia che ha sancito l’eliminazione
dei padroni di casa e lo sbarco in Sud Africa degli slovacchi. Come già detto per altre Nazionali, partecipare è già una
vittoria.

Corea del Sud - voto 4


I coreani sono alla loro ottava partecipazione, e si confermano tra squadre asiatiche più competitive. Ripetere il miracolo
“pilotato” del 2002 sarà impossibile, ma giocatori come Park Ji Sung e Ahn Jung-Hwan (incubi ancora ricorrenti nei nostri
sogni) potranno regalare qualche soddisfazione ai propri connazionali, nonostante un gruppo iniziale abbastanza tosto.

Giappone - voto 4
Anche grazie al sempre maggior crescente entusiasmo dei tifosi verso il calcio, la Nazionale allenata da Takeshi Okada
ha ottenuto il pass per i mondiali 2010. Pochissimi giocano all’estero, tra cui l’attaccante del Catania Morimoto, mentre
il trascinatore è sempre Nakamura, nostra vecchia conoscenza e ancora idolo in patria. Andare agli ottavi sarebbe già
un traguardo incredibile.

Algeria - voto 4-
24 anni di assenza dai Mondiali, 28 dall’incredibile vittoria contro la Germania per 2-1: con questi ricordi sbiaditi, l’Algeria
del tecnico Rabah Saadane si riaffaccia nella massima competizione calcistica mondiale. Ghezzal e Meghni proveranno
a dare fantasia, a Saifi il compito di buttarla dentro almeno una volta.

Svizzera - voto 4-
Nonostante una clamorosa sconfitta interna subita dal modesto Lussemburgo, gli svizzeri hanno superato lo shock e
sono riusciti a qualificarsi per questi Mondiali, guidati dal saggio Hitzfeld. Le fasce parlano italiano con Lichtsteiner e
Ziegler, il punto debole è l’attacco dove non c’è il bomber in grado di fare la differenza. Il girone iniziale non è impossi-
bile, ma superarlo sarà comunque un’impresa.

Honduras - voto 3,5


Gradito ritorno per la Nazionale caraibica, a 28 anni di distanza dalla prima e unica partecipazione finora. Le maggiori
individualità, in un contesto di squadra di livello medio-basso, vengono proprio dalla nostra nazione: il genoano Suazo,
il torinista Leon e il barese Alvarez sono le stelle del tecnico, colombiano, Rueda Rivera.

Nuova Zelanda - voto 3


Come per l’Honduras, anche per i neozelandesi si tratta della seconda uscita in un mondiale, dopo Spagna ‘82: l’obiet-
tivo è fare almeno un punto, cosa non riuscita in terra iberica. Una intera nazione che vive per altri sport (come il rugby)
porterà comunque il suo entusiasmo e trascinerà gli “All Whites” nell’impresa impossibile.
voto 3

Corea del Nord - voto 3-


Chiudiamo con un’altra squadra finora poco presente nei campionati mondiali, visto che si tratta anche in questo caso
della seconda edizione (dopo Inghilterra 1966). Questa è la prima in cui partecipa anche l’altra Corea, quella del Sud.
Praticamente tutti i giocatori della Corea del Nord militano nel campionato nazionale, tranne gli oriundi giapponesi, il più
noto dei quali è Ahn Young-Hak, centrocampista classe 1978.
I consigli di Fantagazzetta

GRUPPO A
Nonostante qualche scelta discutibile di Dome- GRUPPO C
nech, la Francia è la favorita principale in que- Per noi la favorita è l’Inghilterra, che ha una
sto girone. Messico e Uruguay sembrano sullo squadra notevolmente piu forte delle altre ed è
stesso piano e si giocano il secondo posto, ma una delle candidate alla vittoria finale. Per il se-
attenzione al Sudafrica che come ogni paese condo posto dotrebbero spuntarla gli USA, no-
ospitante potrebbe dare filo da torcere. nostante il sostanziale equilibrio con la Slovenia,
mentre l’Algeria pare più distanziata.
Vincitrice: Francia
Passano il turno: Francia e Uruguay Vincitrice: Inghilterra
Passano il turno: USA e Inghilterra
GRUPPO B
Nessun dubbio qui, l’Argentina è una delle fa- GRUPPO D
vorite alla vittoria finale e ha pescato un girone La Germania non ha un girone molto semplice,
tutto sommato favorevole. Per il secondo posto con Ghana e soprattutto Serbia che potrebbero
qualche chance in più dovrebbe averla la Nige- metterla in difficoltà. Puntiamo proprio sui serbi
ria, ma la Grecia non è molto distante. vincitori del girone, a sorpresa.

Vincitrice: Argentina Vincitrice: Serbia


Passano il turno: Argentina e Nigeria Passano il turno: Serbia e Germania

128
129

GRUPPO E
L’Olanda è senz’altro la favorita del gruppo. Camerun e Danimarca si giocheranno il secondo posto: i “Leoni d’Afri-
ca” potrebbero avere una marcia in più e spuntarla con la Danimarca che confinerebbe all’ultimo posto il Giappone.

Vincitrice: Olanda
Passano il turno: Olanda e Camerun

GRUPPO F
L’Italia, detentrice del titolo, dovrebbe riuscire ad arrivare prima nel suo girone senza troppi patemi. La Nuova Zelan-
da è l’avversario meno temibile, mentre la lotta per il passaggio sarà tra Paraguay e la Slovacchia, che affronterà la
sua prima esperienza mondiale. Qualche chance in più per i sudamericani.

Vincitrice: Italia
Passano il turno: Italia e Paraguay

GRUPPO G
Il Brasile di Dunga è il candidato numero uno ad essere non solo il primo nel suo girone, ma è anche una delle
squadre più accreditate per la finale. Al secondo posto sarà dura lotta tra Costa D’Avorio e Portogallo, che verranno
entrambe trascinate dai loro giocatori simbolo (Drogba e Ronaldo). In uno dei gironi più equilibrati, il secondo posto
dei lusitani non è scontato, e la Costa D’Avorio potrebbe centrare l’obiettivo ottavi.

Vincitrice: Brasile
Passano il turno: Brasile e Costa D’Avorio

GRUPPO H
In questo gruppo c’è una tra le favorite alla vittoria finale, la Spagna. Non ci sono dubbi sul primato degli spagnoli
nel girone, mentre al secondo posto ci sarà battaglia: il Cile forte del suo ottimo cammino nelle fasi di qualificazione
dovrebbe essere la favorita, mentre la Svizzera non dovrebbe creare grossi problemi. L’Honduras ha una buona
squadra, ma è forte il divario del livello tecnico dei vari reparti.

Vincitrice: Spagna
Passano il turno: Spagna e Cile

VINCENTE: Inghilterra
SORPRESA: Serbia
CAPOCANNONIERE: Villa (Spagna)
Alla scoperta degli arbitri in campo

E
’ il modo diverso di fare sport, è il modo frica. La FIFA, per la manifestazione mondiale,
diverso di stare in campo; in pochi vor- ha diramato una lista di 30 terne, provenienti da
rebbero essere nei loro panni, in pochi tutte le federazioni del pianeta: chi può vanta-
vorrebbero avere la responsabilità di una scelta re più arbitri è la UEFA, mentre il minor numero
che potrebbe decidere l’esito di un mondiale; in- spetta alla OFC. Andiamo quindi a dare un’oc-
somma, quello dell’arbitro, non è sicuramente chiata a quelli che potranno essere gli arbitri che
un mestiere facile, ma di indubbia essenzialità la nostra amata Italia potrà incontrare lungo il
ai fini di una partita di calcio. suo cammino, che speriamo possa essere il più
Nel nostro campionato siamo abituati a vede- lungo possibile.
re ogni loro decisione contestata, all’estero si
vantano invece di pensare solo a giocare, an- Come già anticipato, l’UEFA, con le sue 10 ter-
che se forse forse neanche loro ci credono più ne, è quella che maggiormente contribuisce alla
di tanto quando lo dicono: la verità è che negli classe arbitrale mondiale: i nomi sono quelli che
ultimi anni come non mai la figura del direttore molto spesso sentiamo in Champions League,
di gara è diventata una figura solitaria, che non con risultati a volte eccellenti, a volte da dimenti-
gode di incitamenti da parte di nessuno, e che care. Il nome da cui partire, in questa nostra ras-
al minimo errore viene fischiata e condannata. segna, è sicuramente quello di Howard Webb,
E se nei campionati nazionali un errore ti viene designato per la finale di Champions League e
rinfacciato a vita, figurarsi uno sbaglio in SudA- già rodato nella Confederations Cup: su di lui le

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aspettative sono tante e alte e la UEFA sembra essere convinta delle sue capacità. Volto sicuramente noto è poi
quello di Frank De Bleeckere, belga di origine, e famoso per lasciar molto correre il gioco; tra le sue direzioni di
quest’anno, possiamo sicuramente ricordare la semifinale di ritorno tra Barcellona e Inter. Ruolo quantomeno sim-
patico è invece quello di Massimo Busacca, passato alla storia per aver mostrato il suo dito medio ai tifosi, che dagli
spalti, almeno a sua detta, lo insultavano constantemente. Olegário Benquerença è invece il rappresentante porto-
ghese, che tutti noi ricordiamo per aver diretto la semifinale di andata tra Inter e Barcellona, in maniera non proprio
impeccabile. Qualcuno lo accusò di essere amico di Mourinho, che però, salvo imprevisti, non dovrebbe andare al
mondiale: speriamo che il povero Olegàrio avrà comunque qualche persona a lui vicina che lo accompagni in Su-
dAfrica. Il nome di Martin Hansson, forse, ai più non dirà nulla, ma vallo a dire agli irlandesi e soprattutto al nostro
Giovanni Trapattoni. Avete capito bene: quel capolavoro arbitrale che consentì alla Francia di poter accedere al mon-
diale è proprio dello svedese, che la UEFA evidentemente stima moltissimo, tanto da permettergli di potersi ripetere
a Giugno in SudAfrica, speriamo con altri esiti. Anche Stark è un nome abbastanza ricorrente nelle notti europee,
mentre Lannoy, Mallenco e Kassay, seppur siano stabilmente nel giro della Champions, non sono nomi famosissimi,
ma sicuramente di grande affidabilità.

La CONMEBOL invece, sarà rappresentata dalle terne guidate da Vazquez, Baldassi, Larrionda Pozo, Ruiz e Simon:
la tradizione vuole i sudamericani noti perlopiù per le loro abilità palla al piede, ma non sono certo da sottovalutare
quelle arbitrali, dato che, giusto per fare un nome, Larrionda è l’arbitro che diresse la semifinale mondiale tra Francia
e Portogallo. A rappresentare la CAF ci saranno Maillet, Coulibaly e Damon: quest’ultimo rappresenta l’unico arbitro
sudafricano, escludendo il suo collaboratore Molefe, e siamo sicuri che la sua voglia di fare bene sarà alle stelle.
L’AFC potrà invece contare su Nishimura, Khalil Al Ghamdi, Ravshan Irmatov e Subkhiddin Mohd Salleh, mentre
la CONCACAF porterà al mondiale Batres, Rodriguez, Archundia e Aguilar, con una certa abbondanza messicana,
anche tra gli assistenti di gara. Solo due i rappresentanti della OFC: O’Leary e Hester.

Menzione a parte merita invece la nostra terna, composta dall’arbitro Rosetti e dai suoi due assistenti Ayroldi e Cal-
cagno: nessuno dei tre ha certo bisogno di presentazioni, ma andiamo, seppur brevemente e nei punti salienti, ad
approfondire e analizzare quelle che sono state le loro carriere, prediligendo naturalmente il profilo del direttore di
gara. Rosetti ha esordito in Serie A il 19 Aprile 1988, in un Napoli Sampdoria, finito 0 a 2: da li, il fischietto di Torino
non si è mai fermato ed è arrivato a oltre 180 partite nella massima serie. Il debutto in campo internazionale è ar-
rivato l’11 Gennaio 2002 e il nostro Roberto ha da subito ben figurato, e col passare del tempo, ha saputo sempre
stupirci in positivo: può vantare infatti, il record di essere stato il primo arbitro ad aver diretto la gara di apertura e
quella di chiusura di una manifestazione continentale, nella fattispecie l’Europeo in Austria e Svizzera. Ha vinto
l’Oscar del calcio AIC per cinque anni consecutivi e, allo stato attuale, sembra essere davvero tra i migliori arbitri
al mondo, se non il primo addirittura. Calcagno, internazionale dal 2005, era con Rosetti all’ultimo europeo, mentre
Ayroldi si è unito al gruppo solo recentemente: entrambi hanno comunque grande esperienza e sono di sicura af-
fidabilità e, messi assieme, possono vantare ben più di 300 presenze nel nostro campionato nazionale. C’è quindi
solo da esser fieri di poter vantare una delle terne più preparate del pianeta: nonostante ogni santa domenica ci si
lamenti sempre degli arbitri infatti, a guardar bene negli altri campionati non è che stiano messi poi tanto meglio;
sbagliare è umano, e quando forse la maggior parte dei tifosi e addetti ai lavori lo capirà, sarà sempre troppo tardi. I
migliori auguri dunque per i nostri rappresentanti della classe arbitrale, ma non ce ne vogliano se ci auguriamo che
a dirigere la finale non siano proprio loro. 
Cosa offre il mercato dei Mondiali...

C
on l’avvicinarsi dei Mondiali di Calcio in Buffon (13) e Julio Cesar (14).
Sudafrica, eccoci pronti con un’edizione Il portiere della Juventus non ha certo vissuto la
tutta speciale della rubrica dei “FantAffari”. sua miglior stagione e difficilmente potrà ripete-
Lo sviluppo della nostra analisi sarà simile a re lo stratosferico rendimento avuto quattro anni
quello usato durante tutta la Serie A, anche se fa in Germania; a mantenere Buffon in cima alla
in questo caso, considerando che la competi- lista delle nostre preferenze c’è la sua indiscuti-
zione deve ancora prendere il via, non vi saran- bile qualità tra i pali, unita alle poche reti subite
no ovviamente né i “bocciati”, né lo specchietto di solito dalla nazionale azzurra.
finale con cessioni ed acquisti. Per ogni reparto Forse ancora meglio l’acquisto del verdeoro Ju-
analizzeremo quindi uno o due giocatori, che lio Cesar (14); il portiere dell’Inter è infatti il mag-
rappresentano l’élite del settore, ai quali poi an- giore candidato per scalzare Buffon dal trono di
dranno aggiunti altri buoni elementi, che saran- Numero Uno al mondo. Durante l’ultimo campio-
no scelti in base alle qualità tecniche, ma anche nato ha mostrato qualche insicurezza, ma con
a seconda del loro costo. la maglia della propria nazionale si è sempre
espresso ad altissimi livelli.
Nonostante l’uscita speciale, seguiamo l’ordine Molto buoni anche gli ingaggi di Lloris (12), Ca-
classico, ed iniziamo dunque la nostra analisi sillas (14), James (11), Romero (11), Butt (3),
dai portieri. Claudio Bravo (4) che rappresenta uno degli
elementi migliori della propria nazionale.
Il primo componente per ogni Fanta-squadra Più rischiosi, ma anche più economici e quindi
che si rispetti, deve infatti per forza essere una ottimi secondi, Schwarzer (6), Handanovic (5),
valido estremo difensore. A guidare gli acqui- Muslera (6), Howard (7), Sorensen (6) e Khune
sti troviamo due volti molto noti a tutti i FantAlle- (6).
natori; stiamo ovviamente parlando di Gianluigi OCCASIONE: Ochoa (4)

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Voliamo molti metri più avanti e raggiungiamo subito il reparto avanzato.
Se il portiere è importante, la scelta degli attaccanti è fondamentale!!
Le loro nazionali lotteranno fino alla fine per la conquista dell’ambitissima coppa, a fare la differenza potrebbero
essere proprio loro: Lionel Messi (36) e Wayne Rooney (33).
“La Pulce”, fresco vincitore della Scarpa d’Oro, grazie alle 34 reti stagionali, ha deliziato per nove mesi gli spettatori
della Liga (e non solo); durante le qualificazioni, forse a causa anche della poca esperienza del suo allenatore, quel
Diego Armando Maradona che era sicuramente meglio come calciatore che non come tecnico, Messi non ha brilla-
to. Siamo certi però che nel mese sudafricano, il Pallone d’Oro dimostrerà ancora una volta tutto il suo valore e si
consacrerà definitivamente tra i più Grandi Calciatori di tutti i tempi.
Molto appetibile anche il terminale offensivo a disposizione di Fabio Capello; con la partenza di Cristiano Ronaldo
infatti, Rooney è maturato molto, diventando l’autentico leader del Manchester United. Il giocatore è quindi pronto a
caricarsi sulle spalle tutto il peso della sua nazionale, chiamata finalmente a vincere qualcosa d’importante.
In alternativa o ancor meglio in aggiunta Milito (28), il capo cannoniere della serie A Totò Di natale (25), Cristiano
Ronaldo (35), Gomez (21), Robben (26), Aguero (20), Ribery (28), Luis Fabiano (30), Eto’o (23), Gilardino (27),
Klose (26) e Asamoah Gyan (16).
Anche nel reparto avanzato però abbiamo bisogno d’individuare qualche tassello non troppo costoso per completare
la rosa Alexis Sanchez (13), Tomasson(18), Amoah (7), Vela (6), Ghezzal (6), Morimoto (5), Suazo (8) fanno al caso
nostro.
OCCASIONE: Pedro (9)

Spostiamo ora il nostro sguardo nella zona nevralgica del campo.


In mediana affrontiamo per prime le possibili sorprese, che alle fine dei giochi però potrebbero davvero fare la dif-
ferenza. Giocatori come Alvarez (4), Pienaar (13), Mansouri (2), Cahill (13), Marchisio (8), Stankovic (11), Kewell
(11), Nakamura(9), Dempsey (9) e Carmona (3) non hanno infatti un’altissima quotazione ma, soprattutto nella fase
a gironi, garantiscono una buona continuità, essendo tra gli elementi di spicco delle proprie nazionali.
Decisamente più doloroso, per il nostro budget, ma di altissimo spessore, il gioiello Xavi (16).
Il metronomo del Barcellona è, insieme al compagno di squadra Iniesta (18), l’anima dei campioni d’Europa; la forza
principale delle Furie Rosse è infatti dovuta proprio alla qualità e quantità di palloni che la linea mediana spagnola
riesce a sfornare nel corso di una partita.
Nella casella degli acquisti anche Mascherano (7), Mikel (7), Lampard (27), Makoun (9), De Rossi (12), Malouda
(19), Park Ji-Sung(12), Gerrard (23), Donovan (14), Gourcuff (18), Schweinsteiger(13), oltre al funambolico Orange,
Snejider (21).
Un nota a parte per il fantasista del Brasile, Kaka (25); l’ex giocatore del Milan ha infatti vissuto la sua peggior sta-
gione, ritrovandosi spesso fermo a causa di noiosi e lunghi infortuni. Per questo, visto anche il suo alto costo, non è
stato inserito tra gli ingaggi di prima fascia.
OCCASIONE: Modise (7)

Concludiamo la nostra rubrica con l’unico reparto che manca ancora all’appello, la difesa.
Così come per i portieri, a farla da padrone sono due pilastri delle retroguardie di Brasile ed Italia: Lucio () e Giorgio
Chiellini (12).
Il capitano verdeoro è stato uno degli artefici della magnifica stagione intrapresa dall’Inter; se dovesse alzare al cielo
la Coppa l’11 Luglio, potrebbe, avendo già conquistato scudetto, Coppa Italia e Champions League, essere uno dei
maggiori candidati per il prossimo Pallone d’Oro.
Il difensore della Juventus è stato invece uno dei pochi a salvarsi dalla débacle in cui è incappata la società bianco-
nera nell’ultimo campionato; Lippi ripone grande fiducia in lui e va inoltre sottolineato che, di tutto il reparto difensivo
azzurro, Chiellini è di gran lunga il giocatore più in forma.
Entrambi i giocatori hanno una quotazione abbastanza elevata, ma dalla loro hanno anche il fatto di spingersi spesso
in avanti e potrebbero quindi finire sul tabellino dei marcatori.
Anche in questo settore però, non sono certo solo due i nomi su cui puntare. Terry (13), Carvalho (9), Lugano (8),
Marquez (6), Pique (14), Heinze (6), Lahm (12), Mensah (3), Evra (12), Maicon (15), Kjaer (8) e Van Bronckhorst (8),
sono certezze su cui costruire il nostro reparto arretrato, soprattutto se si utilizza il modificatore.
Per terminare definitivamente la nostra analisi, ecco invece qualche difensore dal rendimento leggermente inferiore
a quelli appena citati, ma comunque buono: Young-Pyo (2), Lichtsteiner (4), Mensah (3), Kroldrup (3)e Nakazawa
(3).
OCCASIONE: Criscito (5)

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