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SPIEGAZIONE
DEI MISTERI
Introduzione, traduzione e note
di Luigi Longobardo
Città Nuova
INTRODUZIONE
1 D ’altra parte, come dice Paolo, noi siamo l’oleastro innestato sul tron
co dell’olivo buono che è Israele: cf. Km 11, 16-24.
6 Introduzione
1. L ’ in t e r p r e t a z io n e d e l l ’A T f in o a I l a r io d i P o it ie r s 2
3 Cf. Clemente Romano, Lettera ai Corinti23,5; 34, 6; 35, 7; 46, 2-3; Let
tera di Barnaba, 4, 7; 4,11; 5, 2.4; 6, 12; Giustino, Dialogo con Trifone, passim.
4 Da qui l’insistenza di Giustino sulla legittimità dell’uso da parte dei cri
stiani delle Scritture ebraiche, che non sono più patrimonio esclusivo dei giudei:
cf. Prima Apologia 32, 2 (continuiamo a mantenere la distinzione tra Prima e
Seconda Apologia, anche se gli studiosi tendono a considerare la seconda come
un’appendice aggiunta successivamente alla prima); Dialogo con Trifone 29,2.
5 In realtà, gli esegeti antichi, anche se talvolta si mostrano riservati quanto
all’uso di “allegoria” e derivati, non distinguono tra allegoria e tipologia, e con
siderano quella spirituale un tipo di interpretazione allegorica, accanto a quella
morale; gli studiosi moderni invece tendono a distinguere l’allegoria dalla tipo
logia vera e propria, in quanto quest’ultima ha un fondamento storico che man-
8 Introduzione
che tutti i fatti della vicenda terrena del Cristo vanno compresi quali
realizzazioni di dò che fu scritto di lui “nella Legge di Mosè, nei Profe
ti e nei Salmi”, e che la garanzia ultima di tale certezza era la sua espli
cita autorizzazione10.
Nel periodo immediatamente successivo, quello della letteratu
ra subapostolica, tra la fine del I e la prima metà del II secolo, assi
stiamo ad una varietà di atteggiamenti nei confronti dell’AT.
Clemente Romano, nonostante lo utilizzi largamente nella sua
Lettera ai Corinti, segue sempre un'interpretazione di tipo letterale,
rivelando così un certo riserbo nei confronti dell’esegesi allegorica n .
In Ignazio di Antiochia, invece, i richiami all’AT sono rarissimi, cin
que o sei in tutto, indizio del sospetto che certi ambienti cristiani di
origine pagana nutrivano nei suoi confronti, come riflesso di un forte
antigiudaismo.
Fu lo ps.-Barnaba a progredire sulla strada dell’interpretazione
allegorica dellAT: il suo scritto si caratterizza per una comprensione
spirituale della Legge, in polemica con i giudei, i quali erroneamente
le attribuivano un significato letterale n .
Questa linea si sarebbe progressivamente imposta quale lettura
autenticamente cristiana dell’AT, reinterpretato radicalmente in
chiave cristologica.
10 Cf. Le 24,25-48.
11 Solo di passaggio Clemente accenna alla corda scarlatta di Raab (Gs
2,18) come typos del sangue di Cristo (Lettera ai Corinti 12, 7), segno che co
nosceva l’interpretazione di tipo allegorico. In effetti in ambienti giudeocri
stiani più radicali si giunse alla esplicita condanna di ogni interpretazione non
letterale della sacra Scrittura.
12 Così, per lui il sacrificio di Cristo è prefigurato nei riti del giorno del
digiuno, del capro espiatorio e del sacrificio della giovenca (cf. Lettera 7-8); la
preghiera di Mosè a mani alzate durante la battaglia è typos della croce e del
crocifisso (cf. Lettera 12, 2-3); il Giosuè di Es 17 e Nm 13 è typos di Cristo; in
lui cominciano a prendere piede simbologie numeriche piuttosto elaborate: il
numero 318, relativo ai servi di Abramo, è assunto come simbolo del nome di
Gesù e della croce (cf. Lettera 9, 8).
Introduzione 11
13 Cf. nota 4.
14 La loro visione dualistica della realtà e il conseguente deprezzamento
del mondo materiale, portavano gli gnostici a svalutare anche l’AT, rivelazione
del Dio Creatore o Demiurgo, in confronto con il NT, rivelazione del Dio
sommo e buono; la contrapposizione netta fra i due Testamenti e il Dio giusto
dell’uno e il Dio buono dell’altro era anche di Marcione: cf. M. Simonetti, No
te sull’interpretazione gnostica dell’AT, in «Vetera Christianorum», 9 (1972),
pp. 331-359; 10 (1973), pp. 103-126.
15 Cf. F.C. Burkitt, Church and Gnosis, Cambridge 1932, p. 129.
16 Cf. Giustino, Dialogo con Trifone 114, 1.
17 Cf. Giustino, Dialogo con Trifone 112.
18 Basterà ricordare la correlazione antitipica Eva/Maria (Dialogo con
Trifone 100,5-6); la duplice interpretazione, escatologica e cristologico-batte-
simale, del diluvio (Seconda Apologia 7; Dialogo con Trifone138); il grande
rilievo dato alla tipologia Giosuè/Gesù, fondata sull’interoLibro di Giosuè
12 Introduzione
(Dialogo con Trifone 113); per una informazione più completa, cf. P. Prigent,
Justin et l’AT , Paris 1964.
19 Cf. Ireneo, Contro le eresie 4, 11, 4 - 12, 5.
20 Cf. Ireneo, Contro le eresie 4, 15, 1; 4, 20, 5.
21 Cf. Ireneo, Contro le eresie 4, 14, 3; 4, 20, 11; 4, 32, 2.
22 Cf. Tertulliano, Polemica con i giudei 10; Contro Marcione 3 ,5 ,3 ; cf.
T.P. O ’Malley, Tertullian and thè Bible, Nijmegen 1967.
Introduzione 13
ra, e “perfetti”, coloro che si innalzano alla conoscenza della divinità del Cristo
e del senso spirituale della Scrittura. Si tenga presente che per Origene il termi
ne “perfetto”, applicato al cristiano, è sempre relativo, perché il progresso verso
la perfezione è per lui senza fine: cf. Omelie sui Numeri 17, 4.
31 Cf. Commento al vangelo di Matteo 14, 6; Omelie sull’Esodo 1,1.
32 Cf. IPrincipi 1, 3, 8.
Introduzione 17
2. L a S p ie g a z io n e d e i m ist e r i
58 2,11; così anche nel Commento ai Salm ilM , 1: «Le cose contenute nel
la Legge... vanno ascoltate senza superficialità... Merita grande attenzione esa
minare il valore dei termini usati e conoscere il significato specifico di ciascuna
delle cose dette»; e dopo aver riportato l’esempio delle erbe raccolte da chi le
conosce bene per i diversi scopi, continua: «.. .anche le divine Scritture, se sa
ranno ascoltate da uno che ha orecchi inesperti e uno spirito incolto, esse saran
no trascurate come inconsistenti e non necessarie. Invece, se ad accostarle sarà
un ascoltatore o un lettore appassionato della conoscenza di D io... se ne servirà
secondo le capacità e le proprietà che esse posseggono per natura».
59 Per il suo carattere altamente “tecnico”, C. Kannengiesser ritiene che
lo scritto possa essere diretto ai vescovi della Gallia: cf. L'exégèse d’Hilaire, in
Hilaire et son temps, cit., p. 135.
60 La morte di Ilario viene generalmente collocata nel 367: cf. A.J. Goe-
mans, La date de la mort de saint Hilaire, in Hilaire et son temps, cit., pp. 107-
111. Per le notizie, peraltro molto frammentarie, riguardanti la vita di Ilario, e
per una informazione più completa delle sue opere, con relative indicazioni bi
bliografiche, rimando alla mia introduzione al Commentario a Matteo, pubbli-
Introduzione 27
cato in questa stessa collana (CTP 74, Roma 1988), e a quella al Commento ai
Salmi, curata da A. Orazzo sempre per questa collana (CTP 185, Roma 2005).
61 Due riferimenti lasciano intravedere un sincronismo con il Commento
ai Salmi, che risale quasi sicuramente allo stesso periodo: nel Commento ai Sal
mi 138, 4 Ilario fa un breve riferimento alla storia di Àbramo, di Giacobbe, di
Mosè, e conclude: «Ma di questi argomenti si deve trattare più opportunamen
te e diffusamente nei luoghi propri», e questo sviluppo si può riscontrare nella
Spiegazione dei misteri 1, 15.17.35; nel Commento ai Salmi 146, 12, egli fa allu
sione a un’esegesi anteriore a proposito dell’invio del corvo e del primo invio
della colomba da parte di Noè, ravvisabile nella Spiegazione dei misteri 1,13.
62 Ad eccezione dell’episodio di Raab, collegato con l’unione del profeta
Osea con la prostituta: cf. 2, 5.
63 Cf. nota 41.
64 Come risulta dal manoscritto di Arezzo dove, sul recto del secondo fo
glio, si legge chiaramente liber primus, e, alla fine del trattato su Mosè, explic.
liberpm.; incp. scds. de Osee: abbiamo seguito tale divisione, anche se essa pro
babilmente non risale a Dario, dato che non se ne vede la necessità.
65 1, 1; «L a presa di posizione in senso cristologico va sottolineata, per
ché, normale nel II e III secolo, non lo era più dopo gli anni sessanta del IV
secolo: è proprio alla riduzione della componente cristologica della Scrittura
che Ilario intende reagire» (M. Simonetti, Lettera e/o allegoria, cit., p. 259).
28 Introduzione
Metodo esegetico
fatti le loro menti furono accecate e fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo
è steso sul loro cuore” ... Ora, infatti, come dice l’apostolo, “un velo è stato po
sto sulla lettura dell’Antico Testamento”: “Quel medesimo velo rimane alla let
tura dell’AT” ... Ma se qualcuno si volge al Signore, il velo è tolto per lui. Da ciò
possiamo concludere che, finché leggiamo le divine Scritture senza compren
derle, finché ci sono oscure e chiuse, noi non siamo ancora volti verso il Signore.
Perché se fossimo convertiti al Signore certo il velo ci sarebbe tolto» (Omelie
sull’Esodo 12,1). Nell’interpretazione attualizzante di Origene, l’incapacità de
gli israeliti di contemplare il volto glorificato di Mosè, cioè di comprendere il
significato spirituale della Scrittura a partire da Cristo, viene trasferita in ambito
cristiano come incapacità di convertirsi.
70 1, 8: d .E b 10, l e Col 2, 17.
71 1,1. Questa esegesi cristologica ed ecclesiologica sfocia a volte in una
prospettiva escatologica (cf. 1, 24; 1, 31; 1, 41; 2, 10), con applicazioni anche
di carattere sacramentale (cf. 1, 40; 2, 3).
72 Così Ilario anche nell’Istruzione sui Salmi 5: «Difatti tutte le parole sono
intessute di significati allegorici e metaforici, per mezzo dei quali si rende mani
festo ogni mistero che riguarda il Figlio unigenito di Dio, presente in un corpo:
la nascita, la passione, la morte, la resurrezione, il regno eterno e il giudizio».
30 Introduzione
73 Cf. 1,4.
74 Ad esempio, E f5 , 32; G a l 4,24; 1 Cor 10,1: a proposito di questi pas
si, Ilario può scrivere: «Qui, nessuna difficoltà per me» (1, 3).
75 Come a 1, 3: «M a il Signore nei Vangeli, quando i giudei lo misero al
la prova sul diritto di ripudio, mostra che quelle parole sono state pronuncia
te da lui stesso più che da Adamo, spiegando cosi: Non avete letto che il
Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lasce
rà il padre e la madre e i due saranno una carne sola? (Mt 19, 4)».
76 Per esempio, la profezia pronunciata a proposito di Noè (cf. Gn 5,28-
29), non si è realizzata in lui, ma in Gesù Cristo (cf. Mt 11,28-39): cf. 1,12-13.
77 Cf. 1,7; 1,13; 1,29; 2, 6; 2, 9.
78 Così a 1, 2, a proposito di Paolo: «Con tutta sicurezza, quindi, e con
una conferma così autorevole».
Introduzione 31
79 2, 14; come dirà anche Agostino: «Il Nuovo Testamento era figurato
nel Vecchio, e il Vecchio è stato rivelato nel Nuovo» (Contro l’avversario della
Legge e dei profeti 1, 17.35); o ancora: «Nel Vecchio è nascosto il Nuovo, nel
Nuovo c’è la manifestazione del Vecchio» (In Vetere Novum latet, et in Novo
Vetus patet: La catechesi ai semplici 4, 8; cf. anche La città di Dio 16, 26, 2).
80 1,32; vedi anche 1,3 (Adamo ed Èva), 1, 10 (la profezia di Lamech), e
Commento ai salmi 54, 9: «Noi non distruggiamo ma costruiamo, aggiungendo
comprensione alle cose oscure e non togliendola invece a quelle chiare».
81 Cf. 1, 12 (la profezia sulla nascita di Noè); 1, 23 (la benedizione di
Giacobbe).
82 1, 25; cf. anche 1, 22; 1, 26.
32 Introduzione
Vocabolario esegetico
zato in lui solo e per mezzo di lui solo, viene prefigurato attraverso tipi,
epoche e generazioni. Certo, l’imitazione di tanti secoli non ha potuto
uguagliare la verità che è in lui solo, e tuttavia tutto è avvenuto o nei
singoli (patriarchi) o per mezzo loro in modo tale che quanto in seguito
si è compiuto o per mezzo di lui o in lui, quasi spiegasse l’imitazione
che ne offrivano i fatti raccontati» 1U.
La particolarità di questa imitazione è che essa è anteriore (prae-
missaj al modello divino, che solo offre la verità assoluta: «E sor
prendente il fatto che quanto è riportato nella storia dei patriarchi, è
accaduto in modo tale che niente sia in discordanza con ciò che si è
compiuto più tardi nel Signore, né per il luogo, né per il tempo, né
per la modalità. In lui infatti l’imitazione che lo ha preceduto rag
giunge la forma della verità assoluta e si presenta come l’immagine
del modello, che tenta di riprodurre» 112.
La pedagogia divina prepara gli uomini alla conoscenza di que
sto modello, che sarebbe stato rivelato pienamente nel futuro: «Col
lega le persone, confronta i fatti, considera le azioni: scoprirai la
verità degli avvenimenti futuri nell’imitazione offerta da quelli qui
raccontati» lu, e il lavoro dell’esegeta consiste proprio nel cogliere
questa “imitazione spirituale" nella "verità materiale dei fatti” U4.
Come appare da questa rapida scorsa, il vocabolario figurativo di
Ilario resta vario, e tuttavia esso si presenta relativamente stabile ri
spetto a quello degli scrittori anteriori o a lui contemporanei, e lo
scritto rappresenta uno sforzo di fissazione e di sistemazione: anzi,
l’uso costante di una certa terminologia da parte di Ilario permette di
stabilire una continuità sostanziale in tutte le sue opere esegetiche115.
1111,27.
112 1,32.
115 1,29.
114 1,32: «.. .tuttavia anche in questo caso l’imitazione spirituale va con
nessa alla realtà storica».
115 E quanto risulta anche dallo studio di N. Gastaldi, che partendo dal
Commento ai Salmi, mette a confronto i termini usati da Ilario con quelli delle
altre sue opere esegetiche: cf. Hilario de Poitiers exegeta del Salterio, Paris 1969,
in particolare il cap. 6.
36 Introduzione
Citazioni bibliche
116 Cf. H. Lindemann, Des hi. Hilarius von Poitiers Liber Mysteriorum,
cit., pp. 58-59; A. Feder, Studien, cit., voi. Ili, pp. 115-116; J.-P. Brisson, Trai-
té des Mystères, cit., pp. 68-70.
117 È a caso di Gen 4, 7; 4, 23; 4, 24; 5, 28; 5, 29; 27, 21; 27, 37; 27, 39-
40; Es 15, 25-27; G e r i i , 19; Mt5, 4; Gv 11, 49-51.
118 Cf. 1, 13, a proposito dell’entrata nell’arca: contaminazione tra Gen
7, 1 e Gen 7, 7; 2, 6, a proposito della pace e della divisione portate da Gesù:
contaminazione tra Mt 10, 34 e Le 12, 51.
119 A 2, 1, la citazione di Rm 9, 24-26 viene attribuita a una delle Lettere
ai Corinti.
120 Nelle note al testo segnaleremo di volta in volta questi particolari.
BIBLIOGRAFIA
E d iz io n i
S tu d i
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«Revue Bénedictine», 27 (1910), pp. 500-513.
SIG LE E ABBREVIAZIONI
P rolo go
Trinità 2, 24; 10, 15.22), qui invece, secondo Brisson, sottolineerebbe la coo
perazione delle tre persone nell’incarnazione (cf. Traiti des Mystères, 73, nota
4); di parere diverso L.F. Ladaria, secondo 0 quale il passo andrebbe interpre
tato in linea con una cristologia pneumatica espressa nelle opere precedenti
(cf. E l Espiritu Santo en san Hilario de Poitiers, Madrid 1977, p. 115).
4 In latino sacramentum, che qui indica il piano salvifico di Dio ed equi
vale al mysterion paolino: il termine assume negli altri scritti di Ilario e anche
all’interno di questa stessa opera vari significati, come risulterà in seguito; cf.
Introduzione, p. 33, nota 89.
5 L’immagine dello “specchio”, con riferimento a 1 Cor 13,12, che riflet
te “il mistero celeste” ricorre anche altrove in Ilario: cf., in particolare, Com
mento ai salmi 91, 1; 118, gimel 7; 118, daleth 5; 118, tau 2; 134, 6.
6 L’idea che Legge e Profeti preannunciano nascita, passione, morte e
resurrezione di Cristo, ritorna continuamente negli scritti di Ilario: per esem
pio, in Commentario a Matteo 4, 14: «O ra la Legge, sotto il velo di termini
spirituali ha parlato della nascita di nostro Signore Gesù Cristo, della sua in
carnazione, della sua passione, della sua risurrezione»; e nell’Istruzione sui
Salmi 5: «Difatti tutte le parole sono intessute di significati allegorici e meta
forici, per mezzo dei quali si rende manifesto ogni mistero che riguarda il Fi
glio unigenito di Dio, presente in un corpo: la nascita, la passione, la morte, la
resurrezione, il regno eterno e il giudizio».
Libro I, 1-2 45
A d a m o e d È va
II nome di Adamo
ed estranea alla sua natura10, è stata resa conforme alla gloria dello
spiritoa, secondo le parole dell’Apostolo: Il secondo uomo viene dal
cielo ed è l’Adamo celeste b, poiché l'Adamo terrestre è figura di co
lui che deve venirec. Con tutta sicurezza, quindi, e con una confer
ma così autorevole, noi assumiamo lo stesso nome di Adamo non
senza una qualche prefigurazione del futuro (Adamo).
l’osso, che Dio, che tutto può, ha tolto dal fianco di Adamo e ha ri
vestito di carne per formare il corpo della donna, quest’osso, tolto
dalla carne e rivestito nuovamente di carne, è diventato un corpo:
come «osso dall’osso», quindi, così anche «carne dalla carne».
Ma il Signore nei Vangeli, quando i giudei lo misero alla prova
sul diritto di ripudio, mostra che quelle parole sono state pronun
ciate da lui stesso più che da Adamo, spiegando così13: Non avete
letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse:
“Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e i due saranno una
carne sola?” l. Ora, quest’ultima frase viene subito dopo le parole
«carne dalla mia carne»: la profezia quindi segue immediatamente
la realtà compiuta in Adamo.
Infatti, quando il Signore, dopo aver creato l’uomo e la don
na, ha parlato di «osso dalle sue ossa» e di «carne dalla sua carne»,
dicendo per bocca di Adamo ciò che era stato realizzato intera
mente nello stesso Adamo, da una parte non ha tolto ai fatti la loro
credibilità, dall’altra ha mostrato che ciò che avveniva in un altro
era una prefigurazione derivante da lui.
Ora, poiché il Verbo si è fatto carne s e la Chiesa è membro di
Cristo h, essa che dal fianco di lui è nata dall’acqua14 ed è stata vivi
ficata dal sangue*; e ancora, poiché la carne, nella quale è nato il Ver
bo, sussistente prima dei secoli in quanto Figlio di Dio, rimane in noi
cati del termine fides in questo scritto, vedi più avanti 1,5.6.8.10.21.37; in Ilario
in generale, cf. A. Penamaria de Llano, La salvación por la fe. La noción ‘fides’ en
Hilario de 'Poitiers, Burgos 1980.
13 Già nel Commentario a Matteo 19,2, Ilario aveva spiegato l’apparente
disaccordo: «In questo discorso circa la moglie e il ripudio si nota che l’e
spressione della Genesi è differente da quella usata nel presente dal Signore.
Là infatti tutto il pensiero è riportato sotto il velo delle parole di Adamo; qui
il Signore afferma che tutto quello è stato detto da colui che ha formato l’uo
mo e ha fatto la donna».
14 La nascita della Chiesa dalla piaga del costato di Cristo, prefigurata
dalla creazione di Èva dal fianco di Adamo, fa parte della tradizione patristica:
cf. Tertulliano, Uanima 43,10; Gregorio di Elvira, Tractatus Origenis 15; Ago
stino, Contro Fausto 12, 8; Esposizione sui Salmi 138, 2.
48 Spiegazione dei misteri
i 1 Tm 2,14-15.
C a in o e A b e l e
rCf. 1 Ts 4, 16. *C f. Gal 3 ,28; Col 3,11. ‘ Cf. Gen 4,2-5. u Cf. 1
Cor 15, 27.
52 Spiegazione dei misteri
V1 Cor 15,23. w Col 1,15. x Col 1,18. y Cf. G en4, 8. z Cf. Gen
4,13. aa Cf. Gen 4,15.
24 In Dio, cioè, la conoscenza di un fatto futuro conferisce ad esso la cre
dibilità {fides) che si accorda a un fatto conosciuto come presente; per l’uso di
fides in Ilario, cf. p. 46, nota 12.
25 Così Origene: «Si allontana dal volto di Dio chi è indegno di stare al
suo cospetto. Invece i santi... tutto quello che fanno lo fanno al cospetto di
Dio» {Omelie sull’Esodo 11,5; cf. anche Omelie sulLevitico 14,3).
Libro I, 6-7 53
per tutta la terra, che accoglie il sangue di suo fratello 26. Il nome di
Caino significa “riso”, quello di Abele “pianto” 27.
peccato. Caino, infatti, per l’invidia verso suo fratello, non aveva
avuto parte alla grazia del sacrificio gradito a Dio, e, per non aver
diviso con giustizia, fu giudicato peccatore. In conformità a questo
esempio, coloro che sono sotto la Legge, se non prendono parte ai
sacrifici graditi a Dio offerti dai fedeli provenienti dalle genti, anche
se osservano con giustizia la Legge, sono colpevoli.
L am ech
La profezia di Lamech
L’interpretazione spirituale
S et
N oè
La nascita di Noè
12. Quanto alla storia di Noè, non si può negare che ess
piena di manifestazioni della potenza di Dio e di figure delle realtà
future. Infatti, per quanto sia debole l’intelligenza e ostile la volon-
a° Gen 5, 28-29.
40 Si tratta del principio fondamentale dell’esegesi tipologica: le prefigu
razioni veterotestamentarie si realizzano completamente solo in Cristo. Così
anche Origene: «Non conviene infatti a quel Noè ciò che dice suo padre La
mech. .. Se invece guardi al nostro signore Gesù Cristo... allora troverai che è
lui che ha dato veramente riposo agli uomini e ha liberato la terra dalla male
dizione» (Omelie sulla Genesi 2 ,3 ); per la tipologia Noè = Cristo, cf. Giusti
no, Dialogo con Trifone 138, 1-2.
Libro I, 12-13 59
av Cf. Le 10, 1. aw Cf. Le 10, 17. ax Cf. Gen 8, 12. ^ Cf. Gv 14,
16. azCf. Gen 9,20-21. ba Cf. Sai 80 (79), 9.
46 II Vangelo di Luca parla di settantadue discepoli, Ilario invece di set
tanta, come stranamente anche Ireneo (cf. Contro le eresie 3, 13, 2) e Tertul
liano (cf. Contro Marcione 4, 24, 1).
47 Così Ilario nel Commentario a Matteo 5,2: «L’olio è il frutto della mise
ricordia».
48 Riferimento all’abbandono di Gesù da parte dei discepoli dopo il di
scorso sul pane della vita (cf. Gv 6, 67), poiché più avanti viene contrapposto
alla fedeltà degli apostoli (cf. 1, 37); meno probabile che si tratti dell’abban
dono al momento della Passione, poiché in quella circostanza anche gli apo
stoli abbandonarono il Signore (cf. Me 14, 27).
49 Già Cipriano: «Noè per dare una prefigurazione della verità futura ha
bevuto vino e non acqua e così ha offerto un’anticipazione della Passione del
Signore» (Lettera 63, 3).
62 Spiegazione dei misteri
16. [Il fatto che Jafet dimori nelle tende di Sem be è figura
le genti che sono state introdotte alla fede; Sem invece personifica
il popolo d’Israele ...]51.
50 Così Ilario a proposito della parabola della vigna e dei vignaioli omicidi
di Mi 21, 33-44: «Intendiamo con il padrone Dio Padre, il quale ha piantato il
popolo d’Israele in vista della raccolta di frutti eccellenti» (Commentario a Mat
teo 22,1).
51 Ancora una lacuna, ma il pensiero di Ilario sembra chiaro: Jafet, che
abita nel territorio di Sem, è figura dei pagani che prendono parte ai beni che
Dio aveva riservato al popolo giudaico; sui due figli di Noè, Jafet e Sem, figu
ra di due popoli, pagani e giudei, cf. Giustino, Dialogo con Trifone 139, 1-5;
Ireneo, Dimostrazione della predicazione apostolica 20-21; Contro le eresie 5,
34, 2-3; Origene, Omelie sui Numeri 3, 4; Agostino, Contro Fausto 12, 23.
Libro I, 15-18 63
A bram o
bf Cf. Gal 4, 24-25. bs Cf. Gal 3, 16. bh Cf. Gen 22, 1-14. bi Cf.
Gen 17, 5.15. bi Mt 18, 12.
52 Stessa esegesi tipologica in Tertulliano (cf. Contro Marcione 5, 4, 8) e
in Gregorio di Elvira (cf. Tractatus Origenis 3).
53 La lacuna non ci consente di conoscere l’interpretazione dell’agnello
da parte di Ilario; il sacrificio di Isacco come figura della Passione di Cristo fa
parte di una tradizione largamente attestata: cf. Clemente Romano, Lettera ai
Corinti h i, 3; Lettera di Barnaba 1 ,3 ; Melitone di Sardi, Omelia sulla Pasqua
59, 69; Ireneo, Contro le eresie 4 ,5 , 4; Tertulliano, Polemica con igiudei 10, 6;
13, 20-21; Contro Marcione 18, 2; La pazienza 6, 1; Clemente Alessandrino,
Stromati2 , 20,2; Pedagogo 1,23; Origene, Omelie sulla Genesi 8, 6; Cipriano,
La virtù della pazienza 10; Agostino, Contro Fausto 12, 25.
54 Cioè la lettera alfa che corrisponde al numero 1: da Abramo ad Abra-
hamo.
55 Cioè la lettera rho che corrisponde al numero 100: da Sara a Sarra;
Filone ci informa di lunghe discussioni su queste aggiunte (cf. La mutazione
dei nomi 60-61), di cui troviamo un’eco in Giustino, Dialogo con Trifone 113,
2: la questione ovviamente valeva per la versione greca della Scrittura.
64 Spiegazione dei misteri
gnore, Gesù Cristo, nato dalla Vergine, e per mezzo di lui solo
sono perdonati tutti i peccati dei credenti. Così è prefigurato in
Abramo ciò che egli stesso doveva compiere: il primo, con l’ag
giunta del numero uno, è proclamato padre di una moltitudine di
popolibk, l’altro, assumendo l’unità, è costituito padre e redentore
dei popoli, poiché ha reso la centesima pecora a Sara, cioè alla
Chiesabl, primizia della Gerusalemme celeste... ] 5é.
I sacco
bk Cf. Gen 17, 4-5. bl Cf. Eb 12, 22-23. bm Cf. Gen 24, 67; 25, 20-
26. bn Cf. Gen 24; Le 14,33.
56 Ilario aveva già esposto questa stessa interpretazione nel Commenta
rio a Matteo 18, 6: «A ragione quindi questo numero è aggiunto, sotto forma
di lettera, ad Abramo e si compie in Sara: da Abramo infatti si passa al nome
di Abraamo e Sara riceve il nome di Sarra. In uno solo, Abraamo, siamo rap
presentati tutti noi e, per mezzo di noi, che formiamo tutti una sola cosa, il
numero della Chiesa celeste deve raggiungere la sua pienezza».
57 Su questo particolare, vedi l’ampio commento di Origene, Omelie sul
la Genesi 10, 2-3.
58 Così Origene: «Vuole ricevere nelle orecchie parole d’oro e avere nel
le sue mani azioni d’oro» (Omelie sulla Genesi 10, 4).
Libro I, 18-20 65
G ia c o b b e
ha benedizione di Giacobbe
L’interpretazione spirituale
bt Cf. Le 15,12-22.
63 Così Ilario anche nel Commento ai salmi 118, zade 7: «Il popolo più
giovane sa che queste primizie eterne della propria nascita non possono essere
sottratte neppure dalla morte».
68 Spiegazione dei misteri
bu Cf. Gen 42, 1. bv Cf. Gen 47. bw Cf. Gen 29, 20. bx Cf. Gen
33,3. by Cf. 1 Cor 6,2; 2 Pt 2, 4. bz Gen 27,27. ca Cf. Mt 13,38.
64 La convinzione che la benedizione di Isacco avrebbe avuto il suo com
pimento solo con Cristo è frequente nei Padri: cf. Ireneo, Contro le eresie 5 , 33,
3 (nel millennio!); Tertulliano, ControMarcione 3,24,7-8; Origene, Contro Cel-
so 7,7; Omelie sulLevitico 16, 1; Gregorio di Elvira, Tractatus Origenis 5.
65 Su Giacobbe, figura del popolo cristiano, cf. Tertulliano, Polemica con
i giudei 3, 8-10; Contro Marcione 3, 24.
66 Stessa interpretazione di Ilario nel Commento ai salmi 121,12: «Come
campo fertile e ricolmo, che rende frutto al centuplo, egli abbonderà di beni
eterni. E già fin d’ora noi siamo ricchi di frutti beati, che il mistero della Chie
sa e l’unità della pace ci offrono come immagine dei frutti d’eternità»; cf. an
che Origene, Omelie sulla Genesi 1, 3; Commento al Cantico dei cantici 2, 7;
Commento al vangelo di Giovanni 10, 38.
Libro X 23-25 69
La benedizione di Esaù
l’ho costituito tuo signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli:
l’ho provveduto di frumento e di mosto; per te che cosa mai potrei
fare, figlio m io? cd. E siccome (Esaù), con gemiti e lacrime, lo sup
plicava di benedirlo, gli disse: Ecco, la tua abitazione sarà lontano
dalle terre grasse, lontano dalla rugiada del cielo dall’alto. Vivrai del
la tua spada e servirai tuo fratello. Ma verrà il giorno in cui scuoterai
il suo giogo dal tuo collo ce.
M o sè
limitazione e il compimento
30. Il roveto brucia sotto gli occhi di Mosè e tuttavia non si con
suma co: si tratta chiaramente della Chiesa, che è circondata dalle
fiamme delle prove e delle persecuzioni dei peccatori, secondo le
parole dell’Apostolo: Sopportando le angosce e soffrendo la povertà,
ma non abbandonati; veniamo colpiti, ma non moriamo, portando
sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la
vita di Gesù Cristo si manifesti nel nostro corpo cp . C o sì gli incendi di
tutte le iniquità infuriano contro di noi senza bruciarci.
I tre segni
68 Già Tertulliano aveva visto nel serpente il simbolo del diavolo: cf. La
resurrezione dei morti 28, 2.
74 Spiegazione dei misteri
Ancora l’imitazione
“ Cf. Es 4, 6-7. ct Cf. Le 16, 22; Mt 22, 32. cu Cf. 1 Cor 15,
54. cv Cf. Es 4, 9. cw Cf. 1 Gv 5, 6.
n e75: Essi decisero a mio riguardo e dissero: “Venite mettiamo del le
gno nel suo pane” dc. E fatto di questa materia il bastone che trionfa
sui maghidd, che atterrisce il Faraone, che distrugge l’Egitto de, che
divide il mare «tf, che fa ritornare i flutti ds, che fa scaturire una sor
gente che toglie l’amarezza76, che dona la dolcezza così, è me
diante l’azione santificante di questo (legno) che i cuori degli
infedeli sono resi miti e passano dall’amarezza del peccato e dell’em
pietà alla dolcezza della fede77.
E, affinché tutto ciò che accadeva in quel periodo concordasse
con il compimento del mistero ancora nascosto, la Scrittura aggiun
ge: Là il Signore impose al popolo la giustificazione e il giudizio, là lo
mise alla prova di. Dicendo «là», non viene designato un luogo, ma
un fatto; noi infatti non siamo a conoscenza che in quel luogo siano
state date disposizioni circa la giustificazione, il giudizio e la prova.
La manna
80 «O popolo ingrato! Desidera l’Egitto dopo aver visto annientati gli egi
ziani; cerca la carne d’Egitto dopo aver visto le carni degli egiziani date in pasto
ai pesci del mare e agli uccelli del cielo» (Origene, Omelie sull'Esodo 7,4).
80 Spiegazione dei misteri
81 Per il simbolismo dell’Egitto, inteso come regno del male e del pecca
to, di cui l’uomo è schiavo e da cui Cristo lo ha liberato, cf. Origene, Omelie
sull’Esodo 1, 2; 7, 2; 8, 1.
82 Forse un’allusione ai riti sacramentali: i neobattezzati, subito dopo
l’immersione, ricevevano l’eucaristia il mattino di Pasqua, nel momento in cui
fu scoperta per la prima volta la manna; sul mangiare carne di sera e pane al
mattino, vedi l’ampio commento di Origene, Omelie sull’Esodo 7, 7, 8.
83 Anche nel Commento ai salmi 121,12, Dario sembra alludere a una disci
plina dell’Arcano: «Sotto i nomi di cose materiali e ordinarie, ci è indicato questo
mistero della speranza comune, e quanti ne hanno cognizione capiranno».
84 L’interpretazione eucaristica della manna risale a Gesù stesso (cf. Gv
6, 49), ed è tradizionale: cf. Cipriano, Lettera 69,14; Zeno di Verona, Sermoni
2, 63; Ambrogio, I misteri46.
Libro I, 39-41 81
Ciò che viene raccolto in più della misura stabilita e che avan
za al mattino, ed è quindi destinato ai vermi e alla putrefazione, si
applica senza dubbio a coloro che accumulano cose inutili oltre il
dono celeste e la dottrina spirituale: ciò che essi hanno accumulato
emana cattivo odore, cioè separato dalla verità si corrompe, bruli
ca dei vizi dei demoni, cioè è corroso dai vermi, e sarà disciolto in
acqua dal calore del sole, cioè da Cristo 85, che è il sole di giusti
zia dx, quando ritornerà per il giudizio.
dz Cf. Es 16,32-33.
LIBRO SECO NDO
O se a
1 II testo ebraico, come quello greco dei L X X , parla di Izreèl: Ilario leg
ge Israele, o perché così riportava il testo da lui usato, o perché gli serviva per
la sua spiegazione (cf. 2, 3-4).
2 L’interpretazione ecclesiologica della storia personale di Osea è tradizio
nale: cf. Ireneo, Contro le eresie 4,20,12; Tertulliano, Contro Marcione 4,16,12;
84 Spiegazione dei misteri
2. Ciò che avveniva sul piano storico nella vita del prof
cioè il matrimonio e la procreazione (dalla prostituta infatti nac
quero tre figli, dei quali il primo fu chiamato per ordine di Dio
Israele, la seconda Non-amata, e il terzo Non-mio-popolo), Dio
quindi lo conferma e lo compie per rivelarcene il significato spiri
tuale.
Il Signore, infatti, fa di questa prostituta, che il profeta aveva
unito a sé, la sua sposa nella giustizia e nella fedeltà, concludendo
un’alleanza con le bestie della terra, cioè con gli uomini che la leg
ge del mondo ha reso animali feroci, e con gli uccelli del cielo, cioè
con quelli che vivono nella vanità e nella vacuità di questo mondo,
e con i serpenti della terra, cioè con quelli che hanno nel proprio
corpo un’anima velenosa e falsa. Egli distruggerà l’arco nei serpen
ti, la spada negli uccelli, la guerra nelle bestie, cose queste che, co
me si comprende dal genere delle armi e dai nomi degli animali,
indicano le diverse passioni dell’animo umano, che egli vuole do
minare nella pace, cioè la guerra delle bestie, le frecce degli uccelli,
il veleno dei serpenti.
dRm 9, 25-26.
G io su è
Il nome di Giosuè
f Rm 9, 26.
n Cf. Dt 10, 16; Ger 4, 4; Rm 2, 29; Fil 3, 3. 0 Le 12, 51; cf. Mt 10,
34. p Cf. Gs 4. iC f. G s3 .
10 Sulla circoncisione spirituale del cuore, cf. Giustino, Dialogo con Tri
fone 113, 6-7; 114,4; Tertulliano, Polemica con i giudei 9,22; Contro Marcione
3, 16; Cipriano, A Quirino 1, 8; Origene, Omelie sulla Genesi 3, 6; Omelie su
Giosuè 1,7; 5,5.
11 Anche Tertulliano aveva visto nelle dodici pietre una prefigurazione
degli apostoli: cf. Contro Marcione 4, 13, 4.
12 Per Origene, le acque che scorrono verso il mare simboleggiano i cre
denti che dopo il battesimo si fanno prendere di nuovo dalle passioni e dalle
occupazioni mondane: cf. Omelie su Giosuè 4, 2.
Libro II, 6-9 89
L ’episodio di Raab
L ’interpretazione spirituale
10. Per sei giorni si gira intorno a Gerico, che è figura di que
sto mondo; il settimo giorno essa crolla al suono della tromba, e
tutta la casa di Raab viene risparmiata grazie a Giosuè.
I sei giorni rappresentano un’epoca di seimila anni21, durante i
quali si gira intorno al mondo e il succedersi delle generazioni trac
cia come un cerchio intorno ad esso: nel settimo millennio questo
mondo sarà distrutto al suono della tromba 22, e solo la Chiesa sarà
salvata con tutta la sua famiglia, poiché essa ha accolto gli esplorato
ri, ha confessato l’incarnazione di Dio, ha ricevuto da Gesù il segno
della porpora.
Conclusione
ab Cf. Gen 1.
21 Su questo simbolismo, cf. sopra, 1, 41 e nota 87.
22 Su Gerico come figura di questo mondo destinato alla distruzione, cf.
Origene, Omelie su Giosuè 6,4; 7,1; Commento al Vangelo di Matteo 16, 9; Gre
gorio di Elvira, Tractatus Ongenis 12.
92 Spiegazione dei misteri
agCf. Gen 1,26. Λ Cf. Gen 19,24. “ Cf. Gen 18,2. aiCf. Gen32,
25.31. Λ Cf. Gen 32,27. “lC f.D n 3,91-92. Cf. I s 7 , 14; Mt 1,23.
a"C f. 1 Cor 10,11. ao Cf. Rm 11,1;2 Cor 11,22. aPC f.M l3,23-24;
Le 1,17.
A p p e n d ic e
(1,18). Come quel padre di famiglia nel Vangelo visitò tre vol
te il fico sterile a<3, così la santa madre Chiesa ha fissato per se stessa
ogni anno un periodo particolare di tre settimane per annunciare
la venuta del Salvatore. Il figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare
e a salvare ciò che era perduto ar.
Egli venne prima della Legge, perché rivelò attraverso la ragio
ne naturale ciò che ciascuno doveva fare o seguireas. Venne sotto la
Legge, perché, attraverso gli esempi dei patriarchi e la voce dei pro
feti, riaffermò alla discendenza di Abramo i comandamenti della
Legge. Venne una terza volta dopo la Legge, per chiamare con la
grazia le genti, affinché, dal sorgere del sole al suo tramonto, i fan
ciulli imparassero a lodare il nome del Signoreat, quei fanciulli che,
fino alla fine del mondo, egli non smette di esortare al culto della sua
grandezza.
aq Cf. Le 13, 6-7. ar Le 19, 10. as Cf. Rm 1, 20. at Sai 113 (112),
1-3.
35 Sull’autenticità di questo frammento, cf. Introduzione, p. 23.
INDICI
INDICE SCRITTURISTICO *
A n t ic o T e st a m e n t o 6.8.9:1, 12
6, 18:1, 13
7, 1: Intr. 118n.
Genesi 7, 7: Intr. 118n.
1: II, 12 8, 12:1, 14
1, 2.6-7:1, 34 8, 11:1, 14
1,26: II, 13 8, 16:1, 13
2, 6: Intr. 118n. 9, 20-21:1, 15
2,21-23:1,5 9, 22-27:1, 15
2,23-24:1,3 9, 27:1, 16
4, 2-5:1,6 15, 16: II, 12
4, 7: Intr. 117η.; I, 8 (Vulg.) 17,5.15:1, 18
4, 8 :1, 6 17,4-5:1, 18
4, 13 1,6 18,2:11, 13
4, 15 1,6 19, 24: II, 13
4, 19 1,9 19, 26: II, 12
4,22 1,9 19, 29: II, 12
4,23 Intr. 117n. 2 1 ,2 6 :1 ,6
4,23-24:1,9 22, 1-14:1, 17
4,24 Intr. 117n. 2 4 :1, 19
4,25 1,11 24, 6 7 :1, 19
5,24 II, 12 25, 20-26:1, 19
5,28 Intr. 117n. 25,23:1, 19
5,28-29:1, 12 25, 3 2 :1, 20
5,29: Intr. 117n. 27, 1-26:1, 21
10, 25:1,31
5 ,7 :1 , 15 10, 34: Intr. 118η.; II, 6
7, 14: II, 13 11,23:11, 13
28, 16: II, 6 11,28-30:1, 13
11, 28-39: Intr. 76n.
Geremia 1 2 ,2 9 :1,29
1 3 ,3 8 :1,24
4 ,4: II, 6 15, 2 4 :1, 29
11,19: Intr. 117η.; I, 35 (Vulg.) 16, 18:1, 11
16, 18-22:1, 10
Baruc 18, 1 2 :1, 18
3, 38: II, 9 18,21-22:1 ,10
19, 4: Intr. 75η.; I, 3
Daniele 20, 2 2 :1, 15
21.33-44:1, 10
3, 91-92: II, 13 22,32:1,31
23.34-35:1,7
27, 28: II, 9
,:
1 2 11,1
1,3-9: II, 1 Marco
2, 20-25: II, 1 14, 27: Intr. 48n.
15, 1 7 :1, 9
Malachia
3 ,2 0 :1, 40 Luca
3,23-24:11, 15 1, 17: II, 15
6, 2 5 :1, 7
10, 1 :1, 14
10, 1-17:1,37
Nuovo T e st a m e n t o
10, 1 7 :1, 14
10, 1 8 :1, 29
12,51: Intr. 118η.; II, 6
Matteo
13, 6-7: II, app.
2, 16:1, 28 14,33:1, 19
5, 4: Intr. 118η.; I, 7 15, 12-22:1, 22
5, 5: II, 6 16, 22:1,31
102 Indice scritturistico
1 Timoteo 2 Pietro
2, 14-15:1,3 2, 4 : 1, 23
2 ,5 :1 , 13
Ebrei 3 ,8 :1 ,4 1
4, 12: II, 6
1 Giovanni
7, 1-25: Intr. 8n.
9, 19: II, 9 5 ,6 :1 ,3 1
INDICE DEI NOMI
8, 14, 16, 17, 19, 21, 23, 35, Prigent P: Intr., 18n.
41; II, 1,5, 9, 12,13
Simonetti M.: Intr., 2n., 14n.,
Lindemann H.: Intr., 39n., 65n.
116n.; Bibl.
Lubac H. de: Intr., 5n. Taziano: Intr., 6n.
Luciano di Antiochia: Intr., 33n. Teodoreto di Cirro: Intr.
Teodoro di Mopsuestia: Intr.
Novaziano: Intr., 35n. Tertulliano: Intr., 22η., 36η.; I,
2, 3, 6, 7, 8, 13, 14, 17, 19,
O ’MaUey T.P.: Intr., 22n. 2 1 ,23,31,34,35,36 ,37; Π,
Orbe A.: Bibl.; 1,2 1 ,5 ,6,12,13
Origene: Intr., 27n., 28n., 30n.,
36η., 69η., 103η.; I, 1, 3, 6, Vaccari A.: Intr., 34n.
12,13,16,17,19,21,23,24,
29,31,33,34,35,37,39,40, Wilmart D.A.: Intr., 42n., 48n.,
41; II, 2 ,5 ,6 ,7 ,9 ,1 0 ,1 2 ,1 3 50n.; Bibl.
Wutz F.: 1,2, 6, 11,20
Pepin J.: Intr., 5n.
Pietro Diacono: Intr. Zeno di Verona: Intr., 35n.,
Pitra I.B.: Intr., 39n. 36n„ 57η.; 1,40
INDICE GENERALE
Ilario di Poitiers
SPIEGAZIONE DEI MISTERI
L ibro primo ................................................................................. » 43
L ibro sec o n d o .......................................................................... » 83
INDICI
I ndice scritturistcco............................................................... » 99
I ndice dei nomi.......................................................................... » 104