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CAP.V
IL COMPARTO
ACQUA
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G.PERIN - ECOTOSSICOLOGIA - CAP.V - ACQUA ED.16/06/2004 - 5.1
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Gia' il termine richiesta da indicazioni sul significato del processo considerato. In effetti, si
tratta delle quantità d'ossigeno che sono richieste nei vari processi di trasformazione del carbonio
presente nei campioni. Cosi' l'ossidazione teorica o stechiometrica di tutti gli atomi di carbonio sara' il
ThOD, l'ossidazione chimica di tutte le sostanze in grado di ridurre una miscela chimica ossidante (e
solo esse) sara' il COD, la trasformazione in CO2 di tutto il carbonio presente mediante sistemi ad alta
temperatura sara' il TOC e, infine, la trasformazione metabolica del carbonio biodegradabile da parte
di microorganismi sara' il BOD. Ognuno di questi parametri ha un suo significato in funzione del
modo con cui sono calcolati e misurati. É intuitivo che il ThOD rappresenta la quantità massima
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possibile d'ossigeno consumato da una molecola ma, in realta', uno stato d'ossidazione cosi'
profondo non si raggiunge mai in natura ed anche nei processi tecnologici difficilmente s'avvicina alla
trasformazione al 100 % del carbonio nei suoi derivati ossigenati. Quindi il ThOD rappresenta il 100 %
della trasformazione e sara' appunto questo il suo ruolo.
Il TOC ha, invece un valore, piu' pratico, perché rappresenta realmente il massimo d'ossigeno
consumabile dalla molecola in condizioni drastiche come quelle di un'ossidazione catalitica ad alta
temperatura. I suoi valori si avvicinano a quelli del ThOD ed é possibile, mediante appositi artifizi,
ottenere il TOC della fase organica e quella della fase inorganica (carbonati e bicarbonati),
informazioni preziose nella valutazione della qualita' dell'acqua considerata. Il COD ha alcuni limiti in
quanto l'effetto ossidante delle miscele usate (Bicromato di potassio in ambiente fortemente acido o
Permanganato di potassio)
Se é nota la formula del composto organico che costituisce la sostanza organica si puo'
calcolare il ThOD che rappresenta la quantità d'ossigeno necessaria per ossidare totalmente il
composto. La quantità necessaria é data dall'ossigeno richiesto per portare ogni elemento allo stato
ossidato meno l'ossigeno presente inizialmente nel composto.
La relazione rappresentativa é data da:
CcHhOoNnPpSs+ (c+0,25h-0,5o+1,25n+1,25p+1,5s)O2 →
→cCO2+(0,5h-0,5n-1,5p-s)H2O+nNO3-
+pPO4-3+sSO4-2+(n+3p+2s)H+
Il test del COD determina l'equivalente d'ossigeno della sostanza organica ossidata da un
forte agente ossidante in mezzo acido, ad elevata temperatura ed in presenza di un catalizzatore
(solfato d'argento). Usando un eccesso di bicromato, la reazione puo'essere rappresentata da:
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Il test del COD non differenzia tra composti organici ed inorganici e puo' quindi subire molte
interferenze. Ciò nonostante é un test rapido e tecnicamente facile per cui ha trovato
un'applicazione assai vasta.
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BOX 5.1
Determinare il ThOD di una soluzione contenente 200 g m-3 di glicina (ossia la quantità
d'ossigeno necessaria per ossidare la glicina (CH2.NH2.COOH) a biossido di carbonio, ammoniaca
ed acqua.)
Soluzione
con :
c=2 h=5 o=2 n = 1 p = 0 s = 0
e quindi :
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5.2.1.0.- Premesse
Il test del BOD rappresenta la misura indiretta della sostanza organica carbonacea
biodegradabile da parte dei microorganismi presenti ambientalmente in un sistema ossidativo. É
quindi un test che indica la capacita' dell'ecosistema di accogliere e mineralizzare la sostanza
organica ed é di grande aiuto sia per la previsione della risposta degli ecosistemi ad uno stress
chimico organico non tossico sia per la progettazione degli impianti di depurazione in grado di
raggiungere limiti, negli scarichi, terminali, biocompatibili.
Il concetto base del test del BOD é quello di seguire nel tempo il consumo d'ossigeno
operato da parte di batteri selezionati in condizioni ottimali di loro vita biologica. Tale consumo di
ossigeno é strettamente legato alla quantità di sostanza organica carbonacea utilizzata dal
processo vitale ossidativo dei batteri, processo mediante i quelli essi utilizzano la sostanza
organica per scopi plastici (costruzione della cellula microbica) e per scopi energetici.
Il consumo di ossigeno é direttamente proporzionale alla scomparsa dal sistema della
sostanza organica carbonacea che passa nella biomassa e viene quindi separata dal mezzo
acquoso ed é quindi anche direttamente proporzionale alla crescita plastica della biomassa. Se
esprimiamo come BODt il consumo di sostanza organica dopo un tempo t, con lo stesso modo
esprimeremo la sostanza organica parallelamente consumata.
Dobbiamo qui sottolineare, ed in parte ripetere, un punto che spesso crea confusione: il BOD
non è la sostanza organica; é un modo indiretto per misurarla espressa come la quantità di
ossigeno consumato dai microorganismi necessario per trasformare (metabolizzare) qualla
data quantità di sostanza organica carbonacea.
Quindi vi é corrispondenza, per una data temperatura, tra ossigeno consumato e sostanza
organica trasformata e/o mineralizzata. Il parametro del BOD é, pertanto, un artifizio che consente di
avere una rapida, generica e generale informazione (quindi aspecifica non indicando nessun
composto specifico ma solo la globalità di tutti quelli che possono essere digeriti dai
microorganismi) su come si comportano i microorganismi stessi nel consumare la sostanza organica
carbonacea visto attraverso il consumo di ossigeno presente nel sistema.
Poiché il consumo di ossigeno da parte dei microorganismi é esprimibile con una cinetica del
primo ordine del tipo:
d [O2 ]
= −k1 [O2 ]
dt
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d(BOD r )
= −k (BOD r )
dt
dove :
BODr = BOD rimanente al tempo t
k = costante cinetica (t-1)
BOD r
ln = − kt
BOD u BOD r = BOD u .e − kt
ove BODu é il carico totale organico del campione ossia il BOD al tempo infinito (o L0); ora
il BOD ad un certo tempo t é ovviamente uguale
Il calcolo della cinetica del primo ordine richiede la determinazione dei valori del coefficiente.
Il valore terminale del BOD sara' indipendente dal sistema ma cio' non si verifichera' , invece, per la
k che dipendera' dalla cultura batterica usata od esistente e da altri fattori, in aggiunta a quello della
temperatura.
A tal proposito é bene ricordare che, essendo tale cinetica fortemente dipendente dalla
temperatura, tale parametro deve essere accuratamente controllato, secondo i protocolli fissati,
durante l'esecuzione di test del BOD.
Per il calcolo della k il metodo piu' semplice , ricordando l'andamento della curva del BOD e
l'espressione esponenziale della cinetica, é quello di realizzare una breve serie di valori del BOD a
cinque o sei giorni, con intervallo di 24 ore ciascuno (di solito) e elaborando i dati con il metodo dei
minimi quadrati. I risultati che fittano con il minimo di spostamento dalla linea media sono espressi
dalle seguenti equazioni:
na + bΣy − Σy ' = 0
aΣy + bΣy 2 − Σyy ' = 0
dove:
y = BODt (g m-3), n = numero dei valori del BOD, b = -k ( giorni -1 in base e), a = -bBODu
(g m-3die-1), y' = (yn+1 - yn-1) /2∆t
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Biomassa
Fase di mortalita'
Fase di crescita stazionaria
Fase di crescita logaritmica (log phase)
Fase di induzione (lag phase)
teorica
reale
Tempo BOD r
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BOX 5.2
Determinare il valore di k dai dati sperimentali ottenuti dopo sei prove giornaliere del BOD su un
campione d'acque che viene scaricata in un fiume da una condotta di drenaggio di un terreno
agricolo. I dati sperimentali sono i seguenti:
Giorno 1 2 3 4 5 6
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BOD g m-3 15,8 26,7 37,4 45,9 50,1 56,1
Soluzione
Organizzare i dati secondo la tabella prevista:
t y y2 y' yy'
-3 -3 2 -3 -1
giorni gm (g m ) gm d (g m-3d)2d-1
0 0 - - -
1 15,8 249,6 13,4 211,7
2 26,7 712,9 10,8 288,4
3 37,4 1398,9 9,6 359,0
4 45,9 2106,8 6,4 293,8
5 50,1 2510,0 5,1 255,5
6 56,1 3147,2 -1- -
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Per comprendere meglio il significato del BOD, vediamo come si realizza sperimentalmente
la sua misura.
Un campione dell'acqua di cui si vuol determinare il contenuto in sostanza organica viene
diluito con acqua contenente sali nutritivi e che viene preventivamente saturata con aria pura. Viene
misurato il contenuto in ossigeno iniziale ed il campione viene poi collocato in un termostato a 20°C
per il tempo richiesto. Se la valutazione viene effettuata a cinque giorni, (BOD5), si lascia il
campione per cinque giorni in termostato e, dopo tale tempo, si rianalizza il contenuto in ossigeno.
La differenza tra l'ossigeno iniziale e l'ossigeno terminale, moltiplicata per la diluizione e riportata al
volume di 1000 ml rappresenta il BOD5 (mg l-1 di sostanza organica espressa come ossigeno
consumato).
Se la misura dell'ossigeno deve essere fatta seguendo il consumo d'ossigeno con
continuita' si puo' usare il metodo manometrico respiratorio (Warburg) oppure con il sistema di piu'
campioni preparati contemporaneamente ed analizzati a tempi successivi.
Se il campione non contiene biomassa batterica sufficiente, é opportuno inocularlo con
liquame di impianto di depurazione aerato; poiché anche tale insemenzamento ha un suo proprio
BOD, bisognera' tenerne conto nel calcolo e sottrarlo dal valore del campione. Nella figura che
segue é riportato lo schema classico pratico di operazione della misura del BOD.
Una rappresentazione schematica del concetto di BOD é riportata nella Figura per un BOD
realizzato con acqua di diluizione insemenzata.. La concentrazione iniziale del bianco (B1) e del
campione diluito (D1) sono differenti. Questa differenza é dovuta la fatto che la concentrazione di
ossigeno disciolto nel campione indiluito é normalmente minore di quella dell'acqua di diluizione.
B1
D1
B2
D1 = OD del campione diluito 15 minuti
B2
Ossigeno disciolto nella
bottiglia del BOD (mg/l)
Tempo (giorni)
L'assorbimento di ossigeno da parte dell'inoculo viene assunta essere la stessa del bianco
inoculato. Pertanto la differenza tra il BOD del campione ed il BOD del bianco, corretta per la
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quantità di "seme" usato nel campione, rappresenta il vero BOD. Il valore del BOD al tempo t viene
calcolata dalla seguente relazione:
BOD =
(D1 − D 2 ) − (B1 − B 2 ) × f
P dove
BOX 5.3
Un campione d'acqua viene diluito di un fattore di 10 con acqua di diluizione insemenzata. Il
contenuto in ossigeno viene analizzato ogni giorno ed i risultati sono qui elencati. Calcolare il BOD in
funzione del tempo.
Soluzione
Tempo O2 nel campione O2 nel bianco
insemenzato
0 8,55 8.75
1 4,35 8,70
2 4,05 8,66
3 3,35 8,61
4 2,75 8,57
5 2,40 8,53
6 2,10 8,49
7 1,85 8,46
usando l'espressione precedente:
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f = 90 % P = 30 ml = 0,
100% 300 ml
0 0,00
1 41,5*
2 44,2
3 50,8
4 56,4
5 59,5
6 62,2
7 64,4
Le acque superficiali contengono sostanze organiche che vengono utilizzate per nutrimento e
produzione di energia da parte dei microorganismi normalmente presenti nelle acque stesse,
attraverso i processi di decomposizione. Se la concentrazione della materia organica da
decomporre é eccessiva, la concentrazione dell'ossigeno disciolto puo' scendere sotto livelli
pericolosi per la vita acquatica o, addirittura, puo' rendere il sistema anaerobio con produzione di
metano ed acido solfidrico in ambiente estremamente riducente.
In un corpo d'acqua come un fiume si puo' esaminare accuratamente l'andamento
dell'ossigeno disciolto lungo l'asta del fiume stesso utilizzando equazioni cinetiche combinate che
consentono di valutare, con semplici calcoli, i valori critici e le condizioni reali in qualsiasi punto del
corpo d'acqua medesimo, noto il carico iniziale e le costanti cinetiche caratteristiche.
Se rappresentiamo diagrammaticamente l'andamento dell'ossigeno rispetto alla distanza
lungo l'asta del fiume calcolata dal punto di immissione di uno scarico di sostanza organica
carbonacea biodegradabile, possiamo notare come l'ossigeno segua una curva che é
rappresentabile come una curva a sacco.
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In realta' l'andamento della curva dell'ossigeno é la risultante dei vari processi che portano
alla sottrazione di ossigeno e di quelli che apportano ossigeno al sistema.
Esaminando i vari processi potremo individuare due gruppi:
I processi A2, A3, A4 e B2, B3 interessano il bilancio globale di ossigeno in condizioni di volta
in volta specifiche. I processi A1 e B1 sono invece sempre presenti nei corpi d'acqua.
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curva di desossigenazione = k ∫ L dt 1 0
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− k ∫ D dt − a ∫ dt
2
In ogni punto lungo l'asta del fiume la velocita' di cambiamento del deficit di ossigeno col
tempo é data dalla risultante delle due equazioni soprascritte:
dD
= (−k D + k L ) − a
2 1 0
dt
con:
D = il deficit di ossigeno in mg l-1 (*)
L0 = BOD terminale = BODu (mg l-1)
t= tempo di flusso (giorni)
k2 = costante di riaerazione (giorni -1)
k1 = costante di desossigenazione
a = produzione di ossigeno nella zona eufotica
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Curva di desossigenazione
Ossigeno Disciolto
Ldt
Ossigeno consumato
tra a e b
Curva di L
[- (k1 + k 3) L] dt
+p
0
0 a b Tempo di flusso (gio
Fig.5.5 Curva a
sacco (sag curve)
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BOX 5.4
É opportuno richiamare qui alcuni concetti importanti per la comprensione delle formule che
stiamo utilizzando: parliamo, infatti, di Deficit di ossigeno in un corpo d'acqua per una data
temperatura ricordando che la solubilita' dell'ossigeno nei fluidi é funzione, principalmente della
temperatura e della forza ionica del fluido stesso nonché della pressione. Diversa sara' pertanto la
solubilita' dell'ossigeno in acqua distillata o deionizzata dall'acqua di mare e diversa ancora sara' la
solubilita' in acqua a 4 °C rispetto a quella a 30 °C.
Ad esempio la solubilita' dell'ossigeno in acqua distillata a 4 °C é di 13,9 mg l-1 mentre a 30
°C é di 7,54 mg l-1; per le stesse temperature le solubilita' a 3 % (acqua salmastra) le solubilita' sono
di 10,73 mg l-1 e di 6,39 mg l-1, rispettivamente.
Per una certa temperatura ed una certa salinita', avremo, quindi, una quantità massima di
ossigeno che si solubilizzera’, quantità che é indicata come concentrazione di saturazione
dell'ossigeno. La differenza tra il valore di ossigeno rilevato sperimentalmente in un acqua e quello
che si avrebbe in condizioni di saturazione viene indicata come Deficit di ossigeno alla
temperatura indicata. Tale parametro, oltre ad avere interesse nell'ingegneria ambientale é un
buon indicatore dello stato di benessere di un acqua ai fini della conservazione ottimale delle
biocenosi.
D0
D
Ossigeno fornito
OD curva a sacco
curva di
desossigenazione
O=0
0 t1 t2
Tempo di flusso in giorni
Il valore critico del deficit Dc viene raggiunto al minimo della curva di ossigeno quando la
derivata prima é uguale a zero ossia quando dD/dt = 0. e quindi
k1 Lc − k1t c
Dc = e
k2 dove L = il valore del BOD al fondo della curva. Conoscendo k1, k2 ed
c
1
⎡k ⎛ D (k − k )⎞ ⎤
kD
Lc = 2 c tc = ln ⎢ 2 ⎜ 1 − 0 2 1 ⎟ ⎥
k1 k2 − k 1 ⎣ k1 ⎝ k1 L0 ⎠⎦ xc = t cu
e
dove tc é il tempo a cui si verificano le condizioni di deficit critico e xc la distanza in metri lungo l'asta
del fiume; u é la velocita' della corrente in m s-1.
Nella relazione dD/dt = (-k2D + k1L0) - a; L0 é una variabile indipendente e D la variabile
dipendente il cui valore dipende da L. Il valore di L in una stazione puo' essere calcolato rispetto al
valore di un'altra stazione attraverso la:
dL
= −(k + k )L + p
1 3 0
dt
dove -k1L0 é la velocita' di desossigenazione in mg l-1 die-1, -k3L0 é la velocita' di
sedimentazione di BOD al fondo del corpo d'acqua e p é la velocita' di ritorno di BOD all'acqua
sovrastante da parte del deposito bentonico. Integrando l'equazione tra le stazioni a e b:
⎛ p ⎞ − ( k1 + k 3 ) t p
Lb = ⎜⎜ La − ⎟⎟.e +
⎝ (k1 + k3 ) ⎠ (k1 + k3 )
⎛ p⎞ p
L = ⎜⎜ L − ⎟⎟.e +
−k t
1
b a
⎝ k⎠ 1
k1
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Se poi c' é sedimentazione di BOD ma il fondo rilascia quantità trascurabili di BOD, vale la
relazione:
Lb = La .e − ( k1 + k 3 )t
Lb = La .e − k t 1
Analogamente il valore del deficit di ossigeno Db puo' essere calcolato in un punto qualsiasi
b dell'asta del fiume dalla equazione generale, dove le costanti hanno lo stesso significato di prima.
⎡ p ⎤
× [e ]× kk ×
k
D = × ⎢L − −e
( − k1 + k 2 ) t −k t
2
⎥
1 1
k −k −k ⎣ (k + k ) ⎦
b a
2 1 3 1 3 2
⎡ p a⎤
×⎢ − ⎥ (1 − e ) + D .e
−k 2 t −k 2 t
⎣ (k + k ) k ⎦
a
1 3 1
Analogamente a quanto visto per il valore del carico organico Lb, anche per Db valgono le
semplificazioni discusse, nel caso in cui non vi sia liberazione di BOD dal fondo del corpo d'acqua,
non vi sia sedimentazione ecc.; nel caso in cui venga rilasciato BOD dal sedimento ma é
trascurabile la sedimentazione, la relazione diventa:
⎡ p⎤
× ⎢ L − ⎥ × [e − e ]+
k
D = 1 −k 1 t −k 2 t
k −k ⎣
b a
2
k⎦ 1 1
⎡1 ⎤
+ ⎢ ( p − a )⎥ (1 − e ) + D .
−k 2 t −k 2 t
a
⎣k 2 ⎦
Se, invece, c'é sedimentazione ma é trascurabile l'apporto di BOD dal fondo , la relazione diventa:
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× L [e ]− a ×
k
D = −e
1 − ( k1 + k 3 ) t −k 2 t
k −k −k
b a
2 1 3
k 2
× (1 − e ) + D .e
−k 2 t −k 2 t
a
Infine, se la fotosintesi é nulla, la relazione si riduce alla equazione originale di Streeter e Phelps:
L [e ] + D .e
k
D = −e
1 −k1t −k 2 t −k 2 t
k −k
b a a
2 1
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dL
Hp = − =k L d
4 d
dt
con Hp viene qui indicata la richiesta areale di ossigeno in g m-2 die-1, con H la profondita’ del fiume,
con p la velocita’ di aggiunta di BOD all’acqua sovrastante in mg die-1. Ld é il BOD areale totale del
deposito di fondo in g m-2 ad ogni tempo t dopo che é iniziato il processo di decomposizione e k4 é
la costante di richiesta biochimica di ossigeno areale. La relazione integrata da:
Ld = Ld 0 e − k 4 t
dove Ld0 rappresenta la richiesta areale al tempo t = 0.
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5.3.1.0.- Calcolo di k2
(Du)1 / 2
k 2 = 294
H 3/ 2
dove
DL = coefficiente di diffusione molecolare dell'ossigeno (m2 die-1)
u = velocita' media del fiume (m s-1)
H = profondita' media
La variazione di D2 con la temperatura é data dalla relazione usuale :
Per fiumi con profondita' tra 0,6 e 3,4 m e velocita' tra 0,5 e 1,5 m s-1 si puo' usare anche
una formula empirica:
5.23 u
k2 =
H1.67
Il livello d'inquinamento di un corpo d'acqua puo' essere tale da modificare la sua stessa
usabilita'. É chiaro, infatti che, in funzione del tipo e del carico d'inquinanti che s'incontrano in un
corpo d'acqua, il destino dell'acqua stessa é diverso.Un'acqua batteriologicamente carica non si
presta per uso di balneazione o ricreazionale, un'acqua con metalli pesanti o pesticidi non puo'
essere usata come sorgente di acqua potabile. Un' acqua con un elevato carico in cloruri non puo'
essere utilizzata in agricoltura sia per la difficolta' di trovare culture alofile (che sopportano carichi di
salinita' elevata) sia per l'alterazione tissutale del suolo che il cloruro provoca.
Conseguenza immediata della carenza di ossigeno provocata dal processo del BOD é la
distrofia biologica del corpo d'acqua. In un fiume, ad esempio, la facies biologica a monte ed a
valle del punto di scarico sono significativamente diverse come fortemente diversa é la biodiversita'.
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Invertebrati, plancton e la stessa fauna ittica modificano completamente la loro facies in aree
inquinate carenti di ossigeno come si puo' vedere dalla Fig. 5.7. Man mano che ci si avvicina alla
zona di anossia specie sensibili e/o ossigeno dipendenti, si riducono o scompaiono.Nel caso del
plancton l'Oedogonium, la Navicula, il Dinobryon fanno posto ai Parameci, alle Beggioatoa, allo
Stentore, successivamente in condizioni anossiche, le Oscillatorie, lo Spherotilus la Melosira; tra gli
invertebrati compaiono i Chironomidi che scompaiono per lasciar posto ai Tubificidi. La popolazione
ittica normale del corpo d'acqua passa a specie piu resistenti (carpa, pesce gatto, luccio) fino a
scomparire del tutto nelle condizioni di anossia piu' drastiche.
O2 CONDIZIONI
VISIVE
DELL'ACQUA BIOMASSA PRESENTE
+ - limpida e
senza odori
TORBIDA
E
SCURA
Ambiente degradato
con fango di fondo
galleggiante e odori
sgradevoli di gas
provenienti da
anaerobiosi
IN FASE DI
MIGLIORAMENTO
limpida e
senza odori
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É da ricordare, qui, che la contaminazione organica, nel tempo, si accumula nel fondo del
corpo d'acqua con formazione di un fango avido di ossigeno. Tale fango continuera' nel tempo a
consumare ossigeno mantenendo condizioni di anossia nell'acqua sovrafluente. Inoltre, per la
corrente dell'acqua sovrastante, il processo di avvezione spostera' il fronte del fango sempe piu' a
valle allargando la fascia di distrofia del corpo d'acqua e, quindi, la fascia di interruzione biologica tra
la parte a monte e la parte a valle del fiume. Si crea cosi' un "tappo" ecosistemico che degrada la
qualita' del corpo d'acqua con gravi ripercussioni anche a livello economico.
BOX 5.5
Un impianto di trattamento di acque di rifiuto serve una popolazione di 50.000 abitanti e
riceve un flusso di 250 litri per abitante per giorno con un carico di BOD5 di 70 grammi al giorno per
abitante. L'effluente dell'impianto é scaricato in un fiume la cui portata é di 1 m3 s-1, un BOD5 di 2 mg
l-1 ed un ossigeno disciolto (DO) di 9 mg l-1. Se il BOD5 del fiume immediatamente prima dello
scarico non sorpassa 4 mg l-1 qual'é il BOD5 massimo ammesso per lo scarico e quale dovra' essere
la percentuale di efficienza dell'impianto ?
Soluzione
Il BOD5 necessario é calcolato dal bilancio di massa; giacche ' il carico di massa complessivo del
BOD5 = portata x concentrazione del BOD5:
BOX 5.6
Per le condizioni descritte nell'esempio precedente, qual'é il valore critico della
concentrazione di ossigeno nel fiume ed a quale distanza questo si verifica a valle dello scarico? La
temperatura é di 20 °C per tutto il tratto del fiume, k1 = 0,1 die-1, per la miscela effluente/fiume, k2 =
0,3 die-1, la velocita' del fiume é 0,1 m s-1, la saturazione in ossigeno é 9,17 mg l-1 e la
concentrazione dell'ossigeno nell' effluente é di 5,0 mg l-1. (Nota: le k sono espresse in base 10)
Soluzione
Quindi la concentrazione critica di ossigeno = 9,17 - 1,29 = 7,88 mg l-1 si verifica alla distanza a
valle dello scarico data
da = tc x la velocita' = 1,81 x (86400/1000) x 0,1 = 15,64 km.
Le relazioni che abbiamo visto finora si riferivano ad uno specifico, per quanto fondamentale,
processo naturale: la desossigenazione e la riossigenazione di un corpo d’acqua e tutti i fenomeni
naturali ed artificiali ad essi collegati. Cosi’ il processo del BOD, pur se processo naturale, puo’
essere utilizzato per il calcolo dell’inquinamento da sostanza organica biodegradabile in riferimento
alla sua scomparsa ed al consumo di ossigeno.
Spesso, peraltro, ci trova davanti alla necessita’ di valutare quale sia la concentrazione di un
tossico non biodegradabile (ma anche per quelli biodegradabili o soggetti a processi di idrolisi,
ossidazione e/o precipitazione) ad una certa distanza dal punto di scarico, valutato, comunque, il
punto di completa miscelazione dello scarico con il corpo d’acqua recipiente.
In questo caso dobbiamo applicare relazioni che considerano i processi di diffusione laterali
e longitudinali per valutare le concentrazioni ad una certa distanza dalla emissione.
La dispersione degli inquinanti in un corpo d'acqua trova il suo esempio piu' classico nella
dispersione in un fiume. Uno scarico industriale, immesso in un corpo d'acqua segue inizialmente le
regole della diluizione di cui al punto precedente ma una volta realizzatasi la miscelazione completa,
permangono i fenomeni di diffusione. La trattazione completa di tali fenomeni consente di ottenere
una previsione accettabile delle concentrazioni a valle dello scarico sia che il composto sia
persistente (non biodegradabile, né ossidabile ecc.), sia che subisca vari processi di scomparsa dal
sistema. In quest'ultimo caso si dovranno introdurre nelle formulazioni i valori delle cinetiche
interessate.
Alle volte appare difficile far comprendere come la diffusione non sia solo quella nel senso del
movimento della massa d'acqua ma possa realizzarsi anche nella direzione opposta; d'altro canto
una volta che lo scarico ha raggiunto la stessa velocita' della corrente del fiume, la direzione del
movimento é per lui ininfluente. Un esempio assai chiaro é fornito dalla conduzione del calore in un
mezzo. L'equazione differenziale generale che descrive il comportamento di una sostanza miscibile in
un corpo d'acqua é data da:
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δc = −D δ 2c + D δ 2 c + D δ 2c − ⎜⎛u δc + v δc + w δc ⎞⎟ ± ΣS − ΣS
δt x δx2 y δy2 z δz2 ⎝ δx δy δz ⎠ 0 t
dove c(x,y,z,t) é la concentrazione della sostanza al punto ed al tempo esaminato nel corpo
d'acqua, Dx,Dy,Dz sono i coefficienti di dispersione nelle direzioni longitudinale, laterale e verticale e
u,v e w le componenti di trasporto medie secondo le direzioni x,y,z. Il termine ∑So rappresenta tutte
le cause che provocano aumento di concentrazione della sostanza mentre il termine ∑St le cause
che provocano diminuzione. Tali termini sono noti come i fattori source e sink. É importante notare
che nella soprascritta espressione il trasporto della materia é dovuto alla advezione:
⎛
δc δc δc ⎟⎞
−⎜ u + v + w ⎟
⎜
⎝ δx δy δz ⎠
Dx δ c2 + Dy δ c2 + Dz δ c2
2 2 2
δx δy δz
Cosi' un osservatore che si muove con le componenti advettive di velocita'u, x, z vedrebbe
solo la diffusione fickiana.
Il rilascio della sostanza inquinante puo' avvenire in vari modi: istantaneo, per un certo tempo
t o ad un'emissione costante nel tempo. Noi considereremo solo il primo caso lasciando a modelli
piu'complessi l'esame delle altre.
L'equazione differenziale che governa il rilascio istantaneo in un corpo d'acqua per uno
scarico istantaneo di massa M é data da:
δc + u δc = D δ 2c + Mδ (x,t)
δt δx x δx 2
dove:
c = concentrazione media areale calcolata sulla sezione perpendicolare alla velocita' advettiva u, (in
kg m-3)
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2 -1
Dx il coefficiente di dispersione laterale, (m s ).
∂(x,t) = la funzione di Dirac
M = la massa scaricata in chilogrammi
− (x −ut )
2
Mu 4Dx t
c (x ,t ) = e dove:
Q 4πDx t
L'applicazione di questa equazione (che é perfettamente analoga a quella gia' vista nelle
emissioni a puff nei modelli di diffusione dell'inquinamento atmosferico e a quelli, che
vedremo piu' tardi di diffusione degli inquinanti emessi istantaneamente nel sottosuolo) é la
seguente. Supponiamo di collocare tre osservatori,muniti di un analizzatore opportuno per quello
specifico inquinante, in un punto x = 2 km dalla sorgente d'inquinamento. Tale sorgente immette nel
fiume uno scarico puntuale ossia una certa quantità d'inquinante tutta in una volta o per lo meno in
un tempo relativamente breve (tra pochi minuti e poche ore). Le molecole del composto chimico
verranno trascinate dal flusso della corrente e diffonderanno, per il principio della fugacita', nel
senso della corrente (direzione +x) ove la concentrazione del composto é zero e, quindi, il
potenziale chimico é anche zero. Poiché, peraltro, anche a monte dell massa inquinante il composto
non incontra concentrazioni di sé stesso (C = 0), la legge della fugacita' impone che il composto
diffonda anche nella direzione contraria al flusso della corrente d'acqua (direzione -x). In tal maniera
la massa inquinante si diluisce nelle due direzioni e non solo nella direzione del flusso (avvezione).
I nostri osservatori, al tempo t = 0, ossia allo sversamento del carico inquinante nel fiume,
incominceranno a vedere l'arrivo dell'inquinante in tempi diversi in funzione della velocita' della
corrente del fiume. Se iniziano ad analizzare l'acqua ed a riportare in un diagramma
concentrazione/tempo i risultati della analisi (I°, II° e III°), le figure rappresentative del fenomeno
saranno quelle riportate nella figura seguente (Fig. 5.7)
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C max
C=0 C
t=0 tempo di persistenza dell'inquinante
II°
t
C max
comparsa dell'inquinante
C=0t=0
t
C max
C=0 t=0
t
comparsa dell'inquinante
Il diagramma sara' diverso a seconda del punto d'osservazione nel senso che sara' sempre
rappresentato da una gaussiana ma il cui valore massimo diminuira' sempre piu' man mano che ci si
allontana dalla sorgente di contaminazione. Se il massimo diminuisce si nota, peraltro, che il tempo
di persistenza dell'inquinante, contemporaneamente, aumenta. Quindi, se é vero che la diluizione
procede nei due sensi e quindi facilita la scomparsa del composto (o meglio, il raggiungimento di
valori cosi' bassi da poter essere considerati tossicologicamente insignificanti) é altrettanto vero che il
fenomeno d'inquinamento si protrae per tempi sempre piu' lunghi man mano che ci si allontana dal
punto di sversamento. Di cio' deve essere tenuto conto.
Ad esempio, nel caso dello sversamento accidentale in un fiume, le cui acque siano destinate
al trattamento di potabilizzazione, di una sostanza tossica é possibile calcolare con buona
approssimazione quando detta sostanza perviene all'impianto e per quanto tempo dura il fenomeno
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⎡ (x − ut )2 ⎤
⎢− 4D t ⎥ −kt
Mu
c (x ,t ) = e ⎢⎣ x ⎥⎦
Q 4πDx t
BOX 5.7
Soluzione
Applicando la relazione su riportata e ricordando che per x = ut (ossia alla distanza x da noi scelta,
nel nostro caso 60 km) la parte in parentesi quadra é uguale a zero e, quindi, che l’esponenziale di
zero é 1, la relazione stessa diventa
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c (x ,t ) = Mu =
(454)(0,3) = 7,84.10− 5 mg m − 3
Q 4πDx t (283) (4)(3,14)(15)(200000)
tenendo conto che la distanza di 60 chilometri implica, con una velocita’ dell’acqua di 0,3 m s-1, un
tempo di percorrenza t = 60.000/0,3 = 200.000 secondi e che 454 kg corrispondono a 454.106
milligrammi, con k = 0,01 d-1 , trasformando tale costante da d-1 in s-1 , ricordando che i secondi
contenuti in un giorno sono 86.400 (0,01/86.400 = 1,16.10-7) si ottiene:
c (x ,t ) =
Mu
e −kt =
(454)(0,3) e −1,16.10 (200000 )
− 7
(
Q 4πDx t )(283) (4)(3,14)(15)(200000)
= 7,66.10− 5mg m − 3
Per calcolare i valori prima e dopo del massimo rappresentato da c(x,t), basta introdurre i valori di x-ut
pari alla distanza a monte ed a valle che si desidera (ad esempio, nel nostro caso x - ut = +2000 m e
- 2000 m. Il calcolo, poi, é elementare.
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5.5.1.0.-Premesse
L'immissione di una massa di inquinanti in un corpo d'acqua puo' essere considerata come
la fase di interazione all'interfaccia tra i sistemi suolo/acqua. Lo scarico dall'impianto tecnologico nel
fiume, nel lago , nella laguna o nel mare attraverso un artifizio (condotta di scarico) o il run-off dal
suolo agricolo o dalle strade cittadine negli stessi ambiti, provoca una prima interazione che é
rappresentata dalla miscelazione dell'effluente con la massa dell'acqua recipiente.
Il primo impatto sara' quindi quello di rapida miscelazione dei composti chimici contenuti
nell'effluente con progressiva omogeneizzazione fino a raggiungere la miscelazione totale. Da
questo punto in poi si verifica la diffusione degli inquinanti secondo le relazioni di Fick e,
contemporaneamente, le reazioni di biodegradazione e di ossidazione chimica.
In realta' tali reazioni iniziano nel momento stesso in cui le due acque (dell'effluente e del
corpo idrico) si incontrano ma, poiché le cinetiche di reazioni sono, in genere, abbastanza lente, si
puo' ritenere che il bulk del processo si verifichi dopo la miscelazione stessa.
Pertanto, il primo processo da valutarsi quantitativamente per una reazione all'interfaccia
suolo/acqua é quello della miscelazione.
É, infatti, estremamente importante individuare esattamente ove un certo input viene ad
essere omogeneizzato con il sistema recipiente per valutare, in termini quantitativi la risposta
dell'ambiente.
Tutte le valutazioni inerenti il bilancio di massa che abbiamo precedentemente esaminato
partono dalla presunzione che l’inquinante sia completamente mescolato con l’acqua
recipiente. Cio’ é una condizione sine qua non e va, pertanto, accuratamente verificata prima di
effettuare valutazioni di diluizioni e, soprattutto, campionamenti fiscali.
Non é, infatti la prima volta che i magistrati si sono avvalsi, senza saperlo, di campionamenti
effettuati in fiumi ove lo scarico inquinante scorreva parallelo al flusso del fiume mantenendo quasi la
concentrazione iniziale e non quella conseguente ad una debita diluizione. Cio’ altera i risultati
perché i campioni prelevati, sia per motivi di ricerca che per motivi fiscali, non rappresentano la
condiziona normale del fiume piu’ il carico polluente che, necessariamente, presenta una sua
capacita’ di recezione e di autodepurazione che non puo’ essere verificata con siffatti campionamenti
errati.
La miscelazione, infatti, non avviene alle volte con rapidita’ e l’osservazione visiva non aiuta,
soprattutto per effluenti non colorati o corpi d’acqua torbidi. É quindi estremamente importante
valutare accuratamente ove si realizza la miscelazione completa del refluo scaricato con la corrente
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del fiume ed effettuare i campionamenti dopo di tal punto nonché applicare le relazioni dei modelli di
diffusione e biodegradazione assumendo, come punto zero, il punto di miscelazione totale.
Tipico, in tal genere, é il comportamento di grandi e lenti fiumi che ricevono apporti cospicui di
vari effluenti. Ad esempio il Rio delle Amazzoni, visto dall'aereo, presenta piu’ correnti colorate,
dovute alla confluenza di piu’ affluenti, che corrono parallele, fino quasi alla foce con un effetto
cromatico curioso e gradevole (Rio Negro ad esempio). Analogamente il Rio de La Plata in Argentina
sfocia nell’Oceano Atlantico in piu’ correnti ricche di materiale sospeso colorato che hanno percorso
le ultime centinaia di chilometri praticamente senza miscelazione.
uw 2
Lm = 0.4
Dy
ove :
Lm = lunghezza di spostamento della massa d'acqua dal punto di immissione fino al punto di
completa miscelazione (m)
u = velocita' media advettiva (m s-1 )
w = larghezza del fiume (m )
Dy = coefficiente di dispersione trasversale (m s -1)
Il calcolo di Dy non é facile per fiumi lenti ma puo' essere calcolato secondo:
Dy = 0.6 (±0.3)hu *
con
u* = velocita' shear (m s-1)
= (u/C)√g con g = accelerazione di gravita' = 9,81 m s-2;
C = coefficiente di Chezy
Il coefficiente di Chezy puo’ essere calcolato dal coefficiente di Manning (nmanning), anch’esso, come
il coefficiente di Chezy, indicatore della rugosita’ del sedimento di fondo, secondo la:
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1.5R1/6
C= h
n
manning
Il coefficiente di Manning varia da 0.02 per fiumi normali a 0.035 per fiumi di montagna ad
elevata turbolenza. Rh é il raggio idraulico e puo’ essere calcolato dalla seguente relazione:
wh
Rh =
w + 2h
ove w = larghezza del fiume in metri, h = profondita’ in metri.
BOX 5.8
Uno scarico di 15 m3 s-1 si sversa in un fiume dalla portata di 300 m3 s-1. Il fiume ha una larghezza di
300 metri ed una profondita’ media di 6 metri con un gradiente idraulico di 0,001 m m-1. Determinare
la distanza della completa miscelazione dello scarico con l’acqua del fiume.
Soluzione
Calcoliamo prima il valore di Dy e quindi necessitiamo del valore di u* che é dato da (g*Rh*S)1/2. Rh é
data dalla sezione del flusso divisa per il perimetro bagnato. Nel nostro caso la sezione é
300*6=1800 m; il perimetro bagnato é (600*2)+(300*2) = 612 metri. Rh é quindi 1800/612 = 2,92. u*
é quindi (9,81*2,92*0,001)1/2 = 0,169 da cui Dy = 0,2*6*0,169 = 0,202. Poiché la velocita’ del fiume
(u) é data dal rapporto tra la portata e la sezione, ossia u = 315/1800 = 0,175 m.s-1, il valore di Lm é
dato da Lm = (0,03 * 0,175 * 3002 )/0,02 = 2339 metri
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