You are on page 1of 2

Rappresentanze Sindacali

Unitarie

COMUNICATO

Nei giorni 27-28-29/10/2010 si è svolta la trattativa tra le segreterie nazionali e le strutture


territoriali di SLC-CGIL FISTEL-CISL, UILCOM-UIL unitamente alla RSU anche per
l’applicazione dell’accordo del 4/8/2010 con la Shared Service Center s.r.l. e Telecom Italia
s.p.a.

La trattativa ha prodotto la sigla dell’accordo di cui abbiamo dato diffusione. La delegazione


RSU di Napoli ha respinto tale accordo per i seguenti motivi:

 è stato sottoscritto impedendo ai lavoratori di SSC di discuterlo e di votarlo;


 è perseguito lo scopo di ridurre il costo del lavoro utilizzando la formazione, in modo
anomalo, per riqualificare i lavoratori in modo da ricollocarli in profili diversi da quelli di
ingresso, con un inquadramento inferiore ed una conseguente perdita salariale; anche
se l’adesione è volontaria si minaccia, in alternativa, il ripristino degli esuberi;
 è minato alla base il concetto di solidarietà; questo accordo differenzia i lavoratori
afferenti a strutture diverse e addirittura alla medesima struttura, ma con sede di
lavoro in città diverse.

Il disaccordo si basa sulle seguenti riflessioni:

La scelta industriale che ha prodotto la creazione del “recinto SSC”, isolando un pezzo
dell’informatica del gruppo, non è stata condivisa dalle OO.SS. e dai lavoratori. Non si
produce una maggior efficienza dei processi informatici frazionandoli tra Telecom ed SSC, ma,
al contrario, accorpandoli e snellendoli. L’efficienza non la si ottiene licenziando o
dequalificando i lavoratori, che rappresentano l’unica vera risorsa in questo settore, ma
attraverso una seria riorganizzazione dell’informatica di gruppo, attualmente frazionata, con
l’ausilio di mobilità professionali e di una formazione mirata.
Questo accordo non considera il problema dell’IT come un problema di gruppo, ma lo riduce a
mera problematica aziendale penalizzando ulteriormente i lavoratori di SSC.

Gli FTE in eccesso dovevano essere ulteriormente ridotti per effetto degli esodi successivi al
4/8/2010 e delle mobilità concordate, scendendo ulteriormente rispetto ai 388 FTE dichiarati
nell’accordo.
Per le mobilità ex legge n.223/91 da aprire in SSC le 50 posizioni su tutto il territorio
nazionale sono un numero insufficiente.

L’utilizzo della formazione per dequalificare, ai fini della ricollocazione, di fatto impedisce
qualsiasi discussione che preveda la mobilità professionale da un settore all’altro. Questo in
SSC che, diversamente da Telecom, è un’azienda costituita da un’unica famiglia professionale.
L’ulteriore ed immediata conseguenza è quella di aver definito CdS che non possono essere
uguali per tutti.

Il Comitato di Pilotaggio della formazione, previsto dall’accordo del 4 agosto, non decolla. Non
solo: la supervisione delle iniziative formative, più che essere elemento di confronto, è
oggetto di gestione unilaterale da parte dell’azienda.

La formazione non è usata per la crescita dei molti, ma è, invece, pianificata allo scopo di
dequalificare alcuni attraverso il meccanismo dei “bandi”, avversati fino a pochi mesi fa ed ora
previsti con accordo sindacale.
Rappresentanze Sindacali
Unitarie

In aggiunta, entrando nel merito del bando illustrato relativo a “Top Clients”, si prevede
l’utilizzo di risorse di SSC per la formazione di personale da destinare a Telecom.

Il recente piano industriale Telecom (T&O), ripreso nella stesura del piano industriale di SSC,
prevede un significativo impegno nel comparto dell’IT rispetto al driver della semplificazione
delle infrastrutture e delle architetture IT (sistemi informatici, pdl, server, data center). Per
effetto dei volumi di attività derivanti e per quelle in essere è reale il rischio, per il periodo di
vigenza dell’accordo, di avere nell’immediato la sostituzione progressiva di FTE interni lontani
dal lavoro a causa dei CDS con ulteriori consulenze esterne.
Tale rischio è reso ancora più grave dalla scelta aziendale di rendere consecutivi i giorni di
solidarietà. Infatti, date le percentuali concordate, si determinerà una pericolosa distanza tra
lavoratori e il lavoro in termini di non integrazione nel processo produttivo. Ciò fornirà una
giustificazione per ulteriori esternalizzazioni di attività, come purtroppo già sta avvenendo in
questi giorni.
In particolare nella sede di Napoli, estremamente penalizzata dall’accordo, questo stato di
cose potrebbe minare pericolosamente il ruolo della sede e la sua prospettiva futura.

Continua a non essere chiaro il piano che consentirà ad SSC di affrontare i prossimi 2 anni.
Vorremmo ricordare che il “Verbale di Assemblea Straordinaria del 28 aprile” della SSC s.r.l.
prevedeva una fase transitoria (con termine 31/12/2010) per la definizione dei livelli
quantitativi e qualitativi dei servizi (comprensivi di S.L.A.) di fornitura (da SSC a Telecom),
che sarebbero stati, poi, oggetto della “stesura e la stipula del contratto definitivo di durata
quinquennale”.
Finora, non ci sono state date garanzie, né sul livello delle attività da svolgere, né sugli
effettivi carichi. Inoltre, non sono state fornite risposte in merito agli investimenti di 34 Milioni
di euro previsti dal piano industriale nel triennio 2010/2012.
I CdS, proprio in base a quanto affermato in tale verbale, dovevano partire dal 1/01/2011,
invece, viene anticipato il sacrificio dei lavoratori senza progetti industriali concreti oltre il
biennio come contropartita.

L’unica certezza è che l’accordo permetterà all’azienda di fare cassa attingendo dalla
collettività, dalla formazione e dai lavoratori che vorranno (dovranno?) ridursi il salario per
non restare degli esuberi come espressamente dichiarato dall’azienda.

Napoli, 10/11/2010 RSU SSC Napoli

You might also like