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prevedendo in molti casi la maggioranza qualificata in luogo dell'unanimità. Invece non è più prevista
la figura del Ministro degli esteri,né viene dato il nome di Legge ai maggiori atti normativi.
Fatto sta, tuttavia che anche la procedura di ratifica del trattato di Lisbona è entrata in una
fase di sospensione ed incertezza dopo il negativo esito del referendum svoltosi in Irlanda nel 2008.
Gli ambiti originari sono naturalmente, quelli collegati allo scopo primo dei trattati, la
creazione del “mercato comune”attraverso la libera circolazione delle persone, delle merci e dei
capitali, la definizione della politica dell'agricoltura, dei trasporti e del commercio, nonché attraverso la
disciplina della concorrenza e di altri settori almeno parzialmente assegnati fin dall'inizio alla
Comunità.
I poteri attribuiti alle Comunità, per quanto ampi, non sono solo quelle individuati dai
trattati istitutivi (in questo senso si parla di competenza d'attribuzione per indicare che le Comunità non
hanno una competenza generale). Al contrario esse sono da intendere finalisticamente comprendendo
perciò tutti i poteri che siano impliciti o che siano necessariamente sussidiar idei poteri assegnati.
La regola più generale nei rapporti tra Comunità e Stati nei settori di competenza
“concorrente” è nel senso che la Comunità interviene “soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi
dell’azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono
dunque, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell’ azione in questione, essere realizzati meglio a
livello comunitario.
Si tratta del cosiddetto principio di sussidiarietà, in virtù del quale ogni azione di governo
deve essere realizzata al livello più vicino ai cittadini, purché ciò non ne comprometta l'efficienza e
l'efficacia.
Sia per l'Unione che per la Comunità è previsto che alcuni degli Stati membri possano
mettere in comune attività e materie ulteriori rispetto a quelle previste dai trattati, utilizzando a questo
scopo le istituzioni comunitarie. Si hanno così forme di cosiddetta cooperazione rafforzata
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ordinamento giuridico autonomo e distinto sia da quello internazionale che da quelli degli Stati
membri con i quali peraltro si integra e rispetto ai quali sotto numerosi profili si impone.
Nel proprio ambito di attività la Comunità europea ha personalità giuridica, sia nei rapporti
internazionali che all'interno degli Stati membri. L’Unione europea e la Comunità europea sono istituite
per una durata illimitata.
3. l'unione europea
Si è detto che il trattato di Maastricht ha istituito, accanto alla Comunità, l'Unione europea.
L’Unione, pur sovrapponendosi alle Comunità non è una nuova e distinta organizzazione.
Essa è piuttosto la sintesi complessiva dell'istituzione e delle politiche comunitarie con gli ulteriori
scopi e politiche stabiliti dal nuovo trattato.
In particolare l'Unione si prefigge non solo di promuovere il progresso economico e sociale
degli Stati e dei popoli che vi partecipano mediante la creazione di uno spazio senza frontiere interne, il
rafforzamento della coesione economica e sociale,.l’instaurazione di una unione economica e monetaria
ma anche di affermare la sua identità internazionale, mediante una politica estera e di sicurezza
comune, nonché di rafforzare e migliorare la tutela dei diritti mediante una cittadinanza europea. e
mediante una politica di cooperazione nei campi della giustizia e degli affari interni.
Secondo l'articolo 3 del Trattato l’Unione “dispone di un quadro istituzionale unico”
Tuttavia il fondamentale organo dell’unione è il Consiglio Europeo, espressione massima
della cooperazione tra gli Stati. Esso riunisce “i Capi di Stato o di Governo degli Stati membri nonché
il presidente della Commissione europea”. Ad esso l'articolo 4 del Trattato affida il compito di dare
“all'Unione l’impulso necessario al suo sviluppo” e di definirne “gli orientamenti politici generali”.
E’ cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro, con la
cittadinanza si collegano alcuni diritti importanti: dal diritto di circolare e soggiornare liberamente nel
territorio degli Stati membri, al diritto di votare e di essere votato nelle elezioni comunali del comune
di residenza in qualsiasi Stato membro, al diritto di avvalersi della tutela diplomatica in qualsiasi Stato
membro se il proprio non è rappresentato nel paese terzo, al diritto di petizione davanti al Parlamento
europeo ed al diritto di rivolgersi al difensore civico europeo.
I trattati europei sanciscono che l'unione “si fonda su principi di libertà, democrazia,
rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali dello Stato di diritto” In particolare essa la
impegnano al rispetto dei diritti fondamentali quali sono garantiti dalla convenzione europea per la
salvaguardia dei diritti dell'uomo di cui tutti gli stati membri sono firmatari e quali risultano “dalle
tradizioni costituzionali comuni”.
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Attualmente i poteri del Parlamento Europeo sono consistenti soprattutto per quanto
riguarda come meglio si dirà subito, la composizione e la vita della commissione, il bilancio e la
produzione delle norme: anche se tuttora in nessuno di questi ambiti esso ha un potere che si possa dire
esclusivo.
Il numero dei parlamentari e fissato direttamente dal trattato per ciascuno Stato, in rapporto
tendenziale con il numero dei cittadini. I parlamentari durano in carica cinque anni.
Al Parlamento si collegano specifici diritti politici dei cittadini europei: oltre a quello
(ovvio) di voto, il diritto di petizione cioè il diritto di rivolgere all'organo rappresentativo, richieste su
materie che rientrano nella competenza della Comunità o che riguardano direttamente il richiedente.
Il Consiglio è un organo collegiale formato “da un rappresentante di ciascuno Stato
membro a livello ministeriale, abilitato ad impegnare il governo” dello Stato, in questione: perciò il
consiglio composto attualmente da 27 membri. La Presidenza del Consiglio è esercitata a turno da
ciascun membro del consiglio per una durata di sei mesi.
Il Consiglio delibera, se nulla di diverso è richiesto dal Trattato a maggioranza dei suoi
membri: Ma il più delle volte si richiede che il Consiglio deliberi a maggioranza qualificata, e molte
deliberazioni possono essere assunte all'unanimità.
Al consiglio è affidato il compito generale di provvedere “al coordinamento delle politiche
generali degli stati membri”. Ad esso spettano i massimi poteri sia normativi, sia di decisione, poteri
che talvolta può delegare alla Commissione.
Il Consiglio è coadiuvato da un organismo denominato COREPER (comitato dei
rappresentanti permanenti degli Stati membri) avente il compito di preparare i lavori e di eseguirne i
mandati da un Segretario generale).
La Commissione secondo organo decisionale della Comunità è composta attualmente in
attesa del prossimo ampliamento della comunità sa 20 membri, “scelti in base alla loro competenza
generale che offrano garanzie di indipendenza” Essa deve comprendere almeno un cittadino di ciascun
stato membro, ha sede a Bruxelles.
I componenti sono nominati per una durata prefissata pari a cinque anni: La scelta dei
componenti avviene mediante una complessa procedura che inizia con la designazione fatta di comune
accordo dai governi degli Stati, del presidente la cui nomina è soggetta all'approvazione del
Parlamento. Quindi in accordo con il Presidente designato gli Stati designano gli altri membri della
Commissione. Su questa base il Presidente e gli altri membri della commissione “sono soggetti
collettivamente ad un voto di approvazione” del Parlamento europeo e solo dopo tale approvazione
essi sono nominati dal consiglio a maggioranza qualificata.
La Commissione ha carattere diverso dal Consiglio. I suoi componenti non rappresentano i
singoli governi, al contrario esiste un preciso vincolo ad agire in piena indipendenza nell'interesse
generale della Comunità e a non sollecitare né accettare istruzioni da Governi o organismi governativi.
I compiti affidati alla commissione sono importanti e di varia natura, in primo luogo essa ha
una generale funzione di promozione che si manifesta in un potere di proposta: non soltanto in
numerosi casi lo stesso consiglio non può deliberare senza una preventiva proposta della
commissione,ma la proposta può essere modificata solo all'unanimità mentre per approvarla senza
modifiche può essere sufficiente una maggioranza. Ha alcuni poteri decisionali propri, ed è la naturale
destinataria di deleghe di poteri da parte terzo del Consiglio.
In terzo luogo essa ha un generale potere di vigilanza sull'adempimento degli obblighi
derivanti dai trattati. A questo fine essa è dotata di particolari poteri: può contestare allo Stato membro
un comportamento non conforme ai trattati, può prescrivere il comportamento da tenere e, in caso di
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mancato adeguamento da parte dello Stato, può aprire un giudizio davanti alla corte di giustizia per
ottenere la condanna dello Stato inadempiente.
In quarto luogo essa ha un importante ruolo di decisione verso gli operatori privati nelle
materie che sono direttamente amministrate dalla comunità. Infine spettano alla commissione ampi
poteri di rappresentanza delle Comunità.
La Commissione è collegata al Parlamento da un rapporto che può richiamare il
caratteristico rapporto di fiducia proprio delle forme di governo parlamentari, dato che essa può essere
costretta alle dimissioni mediante una mozione di censura.
Nell'ambito della politica che ha portato l'unione monetaria ed alla moneta unica, il trattato
di Maastricht ha previsto la Banca centrale europea ( BCE ) con sede a Francoforte, come perno del
sistema europeo delle banche centrali. La BCE è indipendente nell'azione rispetto agli Stati e alle altre
istituzioni della comunità .Essa ha personalità giuridica, ed è il “diritto esclusivo di autorizzare
l'emissione di banconote all'interno della Comunità”.
Agli organi finora considerati vanno poi aggiunti per completezza la Corte dei conti e con
caratteristiche particolari la Banca europea degli investimenti (BEI) ed ancora con funzioni
consultive da un lato il Comitato economico e sociale composto da rappresentanti delle categorie
produttive dall'altro il comitato delle regioni composto da rappresentanti della collettività regionali e
locali nominati però dai Governi.
Infine in corrispondenza con il progressivo aumento dei compiti affidati alla Comunità
europea, hanno preso vita autonoma apparati relativamente indipendenti, organizzati intorno ad un
compito specifico, secondo un modello che è stato chiamato modello dell'agenzia europea. A tale
modello sono riconducibili tra gli altri l'agenzia europea per l’ambiente, la fondazione europea per la
formazione professionale, l’osservatorio europeo delle droghe e della tossicodipendenza, l’agenzia
europea di valutazione dei medicinali, l'agenzia europea per la sicurezza sul lavoro, l'ufficio
comunitario delle varietà vegetali, l'ufficio europeo di polizia.
5. atti e procedimenti
Nei settori attribuiti alla sua competenza , la Commissione opera con vari tipi di atti.
Nei rapporti con l’esterno, spetta anche ad essa di concludere accordi internazionali
quando ciò sia necessario per raggiungere gli obiettivi posti dal Trattato; ed in taluni settori – come
nella politica commerciale comune-tale competenza ha carattere esclusivo.
L’art. 249 CE stabilisce che il “Parlamento europeo congiuntamente con il Consiglio, il
Consiglio e la Commissione adottano regolamenti e direttive, prendono decisioni e formulano
raccomandazioni e pareri”.
I regolamenti e le direttive sono atti normativi, corrispondenti a poteri di disciplina dei
comportamenti. I regolamenti sono regole stabilite in sede europea e direttamente applicabili negli
stati da parte di chiunque. Le direttive sono invece atti rivolti in via di principio agli Stati, i quali
debbono provvedere a uniformare ad esse la propria legislazione: esse vincolano gli Stati “per quanto
riguarda il risultato da raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla
forma e ai mezzi”.
Le decisioni rivolte agli individui e alle persone giuridiche sono espressione di poteri
esecutivi ed amministrativi della Comunità. La decisione è “obbligatoria in tutti i suoi elementi per i
destinatari da essa designati”.
Le raccomandazioni ed i pareri sempre secondo l'articolo 249, “non sono vincolanti”. Si
tratta cioè di strumenti utili per indirizzare i comportamenti, senza che il tenere tali comportamenti sia
in quel preciso momento legalmente obbligatorio.
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Si tratta del procedimento detto di codecisione tra Consiglio e Parlamento, disciplinato
dall'articolo 251.
Il punto di inizio di tale procedimento sta sempre in una proposta della Commissione,
presentata sia al Parlamento che al Consiglio. Se il Parlamento non suggerisce modifiche, il Consiglio
può, a maggioranza qualificata, direttamente approvare l’atto.
Se invece ritiene non accettabili le modifiche proposte dal Parlamento il Consiglio adotta
un atto con il contenuto che ritiene opportuno, ma con valore per ora soltanto interlocutorio. A questo
punto ritorna in gioco la Commissione, che esprime il suo parere sull’atto del Consiglio dopodiché la
parola ritorna al Parlamento. Se esso approva la posizione del Consiglio, l’atto si considera
definitivamente adottato senza bisogno di ulteriori deliberazioni.
Gli atti adottati con il procedimento ora descritto sono firmati dal Presidente del
Parlamento europeo e dal Presidente del Consiglio, e sono pubblicati nella Gazzetta ufficiale della
Comunità europea. Entrano in vigore nel giorno da essi stessi stabilito o, in mancanza nel 20º giorno
successivo alla pubblicazione.
Il bilancio della Comunità viene approvato mediante una caratteristica procedura stabilita
dall'articolo 372 CE. In tale procedura possiamo distinguere la fase del progetto preliminare, la fase del
progetto di bilancio, la fase della discussione parlamentare e dei connessi eventuali emendamenti e
proposte di modificazione, la fase del riesame in Consiglio, la fase delle eventuali definitive
determinazioni parlamentari.
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Alla Corte di giustizia spetta di giudicare sull'interpretazione da dare ai trattati o agli atti delle
istituzioni comunitarie, quando l'interpretazione le venga richiesta da un giudice nazionale, al fine della
soluzione di una controversia posta davanti ad esso. In altre parole, la Corte di giustizia assicura che in
tutti gli Stati della Comunità gli atti comunitari vengano interpretati uniformemente articolo 234 CE.
Il giudice europeo si limita a risolvere la questione “pregiudiziale” di interpretazione o di
validità che gli è stata posta, dopo di che il processo riprende davanti al giudice nazionale per giungere
alla sua conclusione.
Per tale ragione la procedura che investe il giudice europeo della questione si chiama
usualmente rinvio pregiudiziale
Spetta ancora al Tribunale di primo grado e alla Corte di giustizia di giudicare in materia di
risarcimento dei danni provocati dalle istituzioni o dai funzionari della Comunità.
Si tratta perciò di giudizi in materia di responsabilità extracontrattuale della Comunità. Nel
giudizio la Corte deve applicare i “principi generali comuni ai diritti degli Stati membri”(art. 288)
Infine la Corte è con il tribunale di primo grado, giudice delle controversie tra le Comunità
europee e i loro agenti.
La Corte di giustizia è composta da un giudice per ogni Stato membro, e può operare a seconda
dei casi, oltre che in seduta plenaria anche attraverso sezioni o in grande sezione (art, 222).
Essa è assistita da 8 avvocati generali , il cui compito non consiste nel rappresentare le parti del
giudizio ma nell'esprimere nel giudizio un punto di vista obiettivo ed imparziale.
Gli uni e gli altri sono nominati per la durata di sei anni dagli Stati membri di comune accordo.
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