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amanti delle novità, né essi si appoggiano, come taluni, sopra un sistema filo-
sofico umano.
Abitano in città sia greche che barbare, come capita, e pur seguendo nel vesti-
to, nel vitto e nel resto della vita le usanze del luogo, si propongono una forma
di vita meravigliosa e, per ammissione di tutti, incredibile. Abitano ciascuno la
loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutte le attività di buoni cittadini
e accettano tutti gli oneri come ospiti di passaggio. Ogni terra straniera è pa-
tria per loro, mentre ogni patria è per essi terra straniera. Come tutti gli altri
si sposano e hanno figli, ma non espongono i loro bambini. Hanno in comune
la mensa, ma non il talamo. Vivono nella carne, ma non secondo la carne.
Trascorrono la loro vita sulla terra, ma la loro cittadinanza è quella del cielo.
Obbediscono alle leggi stabilite, ma, con il loro modo di vivere, sono superiori
alle leggi.
Amano tutti e da tutti sono perseguitati. Sono sconosciuti eppure condannati.
Sono mandati a morte, ma con questo ricevono la vita. Sono poveri, ma arric-
chiscono molti. Mancano di ogni cosa, ma trovano tutto in sovrabbondanza.
Sono disprezzati, ma nel disprezzo trovano la loro gloria. Sono colpiti nella
fama e intanto si rende testimonianza alla loro giustizia. Sono ingiuriati e bene-
dicono, sono trattati ignominiosamente e ricambiano con l’onore. Pur facendo
il bene, sono puniti come malfattori; e quando sono puniti si rallegrano, quasi
si desse loro la vita». 7
I cristiani sopra menzionati non avrebbero mai potuto sopravvivere, restare fedeli, superare
sofferenze atroci e persecuzioni ed essere testimoni in ogni momento fino alla morte se la loro
vita di preghiera non fosse stata una relazione profonda con l’Amore della loro vita. Gesù era
il loro tutto e ha quindi guidato tutte le loro scelte. Questo implica conoscerlo e «entrare nel
suo spirito», secondo i consigli che San Vincenzo ha dato ai suoi confratelli:
«In ogni circostanza ci domandiamo: “Nostro Signore come ha giudicato la
tale o tal cosa? Come si è comportato in tale occasione? Che ha detto o fatto
in tale circostanza?”. E rendiamo così tutta la nostra condotta conforme alle
sue massime e ai suoi esempi. Prendiamo dunque questa risoluzione, fratelli, e
camminiamo con sicurezza nella via regia, nella quale Gesù Cristo sarà nostra
guida e nostro maestro. Ricordiamoci che Egli ha detto che il cielo e la terra
passeranno, ma le sue parole e le sue verità non passeranno mai. Benediciamo
Nostro Signore, fratelli, e cerchiamo di pensare e giudicare come Lui e fare
quello che ha raccomandato con le sue parole e con i suoi esempi. Immede-
simiamoci con il suo spirito per operare come operava Lui. Non basta fare il
bene, bisogna farlo bene, ad esempio di Nostro Signore, del quale è detto: Bene
omnia fecit, ha fatto bene tutte le cose. No, non basta digiunare, osservare le
regole, essere impegnati nelle funzioni della Missione. È necessario farlo nello
spirito di Gesù Cristo, ossia con la perfezione, gli scopi e le circostanze con cui
Lui stesso operava».8
7 Mercoledì, Ufficio delle Letture, V settimana di Pasqua, Capitolo 5, «I cristiani nel mondo».
8 SV, Brano di Conferenza, la Prudenza, n. ed. it., X, p. 44.
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Un esempio di Gesù che dovrei adottare riguarda la sua preghiera. Gesù pregava spesso riti-
randosi in un luogo di solitudine dove poteva rimanere solo con Dio Padre. Lungo la storia
e ancora oggi molti santi e altri cristiani hanno preso e prendono del tempo dai loro doveri e
servizi per andare nel «deserto» e stare soli con Gesù.
Oltre alla preghiera, comunitaria o personale, che faccio quotidianamente, settimanalmente,
mensilmente o annualmente, posso trovare altri modi per andare nel «deserto» per approfon-
dire la mia relazione intima con Gesù? Il deserto può essere un luogo dove mi reco fisica-
mente o uno stato d’animo che non è legato a un luogo concreto. Dove posso trovare questo
deserto? Quante volte posso andarci? Quanto tempo vi posso restare?
Possa la nostra preghiera diventare un dono che ci offriamo gli uni agli altri. Cerchiamo di
essere testimoni della «forza trasformatrice della preghiera».
Vostro fratello in san Vincenzo,
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