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la ghirlanda di Tago
nasce il Therabuti, otto-nove e settantuno
poema in dodici canti a causa di una sosta, per via d'un infortuno
Sai Shirdi sul Biedano, fascia la sua gamba
inizia ad incantarla, e innalza una capanna
Inizio di vendemmia, Esìodo dice ottobre Vinifico in due tini, legno di castagno
quand’Orione e Sirio, si levan metà notte cedono tannini, al succo che fa il bagno
l’uva sia dapprima, esposta bene al sole uso botti nuove, abbonite con il mare
ad aumentare bene, lo zuccherin fervore Evito le nuove, di plastica oppur rame
l’Etruria dà le Apianae, uve molto dolci
nella vinificazio, è calore e nutrimento
che attiran le api, che miele fanno buono
segreto della vita, del lievito fermento
Campania e la Sicilia danno l’uve Aminee
da Ventidue a trenta, tieni i rossi vini
da cui viene Falerno, Lucano e medicine
Taras suggerisce, col mosto giù nei tini
un ottomana dopo, di grande ebollizione
il mosto è travasato, in altre damigiane da diciassette a venti, tieni vini bianchi
filtrato dà residui, con un setaccio grano potrebbero partire, l'altre fermentazio
fermentazione lenta, fà in seconda mano puoi fare due travasi, allà luna calante
Uno sia novembre, marzo l’altro fante
Lascia un pò dell'aria, fin sotto l’orlatura
è fermentazione, digestio zuccherina
non chiudere se vedi, ch'è forte bollitura
prodotta da micròbi, in cerca di energia
trasferito è vino, a più stadi di fermento
a mantener la vita, in primordiale brodo
Metto in bottiglioni, per magazzinamento
si ciban di glucosio, espellono etanolo
dopo una vendemmia, ripianto barbatelle
il Saccar. cerevise, vive sopra i succhi
attorno d'ogni pianta, scavo le buchette
Le foglie son raccolte, poi nelle fossette di lacerata uva, e viaggia con l'insetti
Buche che saranno, a marzo ricoperte già poca quantità, avvia fermentazione1
se manca non vedrai, la trasformazione
Arriva Tramontana, è tempo svinatura
Spesso avant’inverno, termin bollitura Lente spremiture, fermentan più veloce
da varie damigiane, fò vino travasato Zucchero e calore, san lievito produrre
provo pur la botte, di legno rabbonato Ossigeno richiedon, per moltiplicazione
I saccaromiceti, che fan fermentazione
Vino si raffredda, col tempo le stagioni
Risveglia in cicli e fasi, delle lunazioni Fermentazio mosto, dura fino a quando
i modi son migliaia, per farlo in mille modi Lievito ti muore, in alcol che ora è tanto
la vite è il suo segreto, frutt’interni moti Latini usavan mosto, bollito concentrato
a corregger vino, asprò non conservato
più muovi più raffina, da tino a botte sia
cioè il vino depurato, ancor ribolle ossia Gessato oppur salato, con un pò di argilla
da ottobre sin gennaio, scarica la feccia Latte capra o albume, o bacche di mirtilla
toglila ogni tanto, vino a te s’intreccia dopo un anno due, l’asprezza ingentilisce
Il tartaro in cristalli, sul fondo poi finisce
Il rosso in settimana, bolle con piacere
Vino bianco và, pur troppo lentamente 1
Taras: “Fò 2 rimonte al giorno, ogni 12 ore sennò piglia
durante settimana, aveva rinfrescato d'aceto; se accade, correggo con resine di quercia o noce. Fò
il lievito rallenta, lo zucchero rest’alto vini medicinali agg.propoli, salvia e rosmarino (zucchero o
miele rifermentano il vino alzando il grad.alcolico). Se dalle
tue parti scarseggiano i fermenti naturali, aggiungi lieviti.”
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 3
Il tannino delle bucce, colora e da sapore raccontano i Sumeri, l’avvento civiltà
feccia antiossidante, abbonda e dà calore Enki saggio vive, nell’acque dell’abisso
Mezza fermentazio, produce un vino dolce le tavol del destino, lui tien di civiltà
aggiunta di miel d’api, innalza alcoli gocce e all’umana specie, il tesoro elargirà
Brocche a becco uccello, filtrano bevande Inanna figlia d’Enki, è Regin dei Cieli
a mezzo della lana, con frutte mescolanze ebbe assai pietà, dei popol della terra
Malt’orzo pino e quercia, e resine di cedro veleggia con sua nave, a casa di suo pà
Buoni antiossidanti, e rallentano l’aceto accolta è con banchetto, cibo e vin avrà
Bere vin corretto, con resina di quercia Enki amò sua figlia, oltre la saggezza
Uomo e vin malati, li cura e li preserva prese più bicchieri, vin che lei porgerva
i Vin medicinali, fà giungendo al mosto ubriaco l'accordò, qualunque desiderio
Pino e melagrana, e spezie del tuo posto pur tavole destino, e cultural imperio
antiche birre infuse, radici d'erbe amare Inanna caricò, gli oggetti sulla barca
avena migli miele, aggiunti a fermentare e in cielo veleggiò, ad Erech sua città
Cervogia la migliore, tien segal cereale poi sveglio da stupore, Enki rimembrò
luppol strozzapiante, aròm particolare ciò che aveva fatto, e si rammaricò
Decotto d'orzo al sole, in birra fermentò trucchi tenta prova, Inanna gli resiste
germoglio disseccato, il malto chiamerò così presso i Sumeri, arrivan le stagioni
orzo a germogliare, tutt'anno artificiale l’agricoltore Enkidu, e il Dumuzi pastore
fa birra primavera, assieme l'autunnale Istruiti e coccolati, le fan favor d’amore
Acqua calda muta, l'amido in un mosto le fecer doni al cuore, frutti e lana pura
è spontaneamente, rifermenta un frutto Dumùzi favorito, il cuor scaldò con cura
mosto a vari stadi, chiuso là in bottiglia mito ci ricorda, ogni disputa che avviene
fù spedito al mondo, da Britàn famiglia tra nomadi e stanziali, cioè Caino e Abele
và nei reni e pelle, e la tolleran nervosi Al regno dei morti, viaggia lei nel mito
adatta a tutti i climi, la dò ai tubercolosi presso la sorella, rende or suo convito
Chi troppò ne beve, ingrassa pur a iosa la Regin del Cielo, che lasciò suo posto
ebbrezza sonnolente, al ridere si sposa morta per 3 giorni, questo fù suo costo
come ogni cereale, tien la sua cervogia Inanna iniziò, passàr tra sette porte
fermentazioni son, la chica e sake rosa l'obbliga in ciascuna, cedere un vestito
lor boli insalivati, tre giorni al sole posti Nuda fu alla fine, ai piedi di Ereshkigal
Li bevono ballando, gli Inca allegri forti che presa la legò, chiuse sua vagina
Raseno narra vino, che toglie inibizioni Inanna allora muore, assieme la natura
e in rito e medicina, allevia pur dolori e la Regina d'Est, va in cerca dell’aiuto
vin murratum che, si dava ai condannati per mezzi del dio Enki, trova soluzione
ad annebbiar coscienza, di pene capitali Lei rinascer può, se ha la sostituzione
Tàl dramma rituale, nella cultur Sumèra Narra del suo viaggio, irp ubriaco nome
realizza nel profondo, una lezione intera da testa dell'aruspe, uscì la vigna in fior
la morte non è ostile, al mare della vita Dio-falco dell’Egitto, dei morti e dei vivi
Porta a nuovo ciclo, la vita conseguita Figlio delle stelle, nel Nilo e suoi declivi
L’egizian Sinuhe, è buona ter Yah-hè Chi così berrà, fermento del suo frutto
Produce fichi e uva, olio latte e miele avrà pensier mansueti, come dolce putto
uccide poi un leone, bagna attorno il fusto
In essa scorre vino, e dolci cantilene
Così chi ancor berrà, sarà un leòn robusto
Io son la vite e Tu, i tralci mio Daniele
e infine Satanasso, gli fà una burlonata
la vite per gli Ebrei è l'albero messia
ripete col maiale, la stessa sceneggiata
pur in Paradiso, dimora misto al fico
sa quel momento chi, troppo berrà il vino
Israel è vigna, Yavìn è il succo d’uva
sfrenat'intemperanza, avrà del porcellino
fermento della vita, Lot è ubriacatura
Socrate insegnava, follia è dono divino
ci son torri giganti, in campi nei frutteti
Trasmette bocca-bocca, erotica suo vino
Capanne pur in pietra, belle con 2 piani
sapere condiviso, la maschera intravede
il piano superiore, arredato per sdraiarsi
arcaica mente s’apre, e cura ti concede
Mangiare bere vino, e d’aria rinfrescarsi
1 uomo santo sono, questo vai dicendo
a pian terra è la cantina, dove si fà vino
Ubriaco e malizioso, pure tu m’hai visto
si tengono raccolti, per l’inverno arrivo
Meglio oppure peggio, d’altro io non sòn
quelle torri in pietra, e ripari stagionali
Ma visto ho la visione, e vita mia consòl
affiancan le capanne, di pelli di animali
Epicuro uomo sano, sapiente tien il vino
in Tabernacol festa, ebraica di capanne
igiene e medicina, controveleno ai mali
si abita là dentro, per sette giorni sante
si basta a rallegrare, il desco quotidiano
a ringraziar i cieli, dei frutti della Terra
in acqua fuoco cibo, miele vino e festa
un vino di collina, d'argilla o di vulcano
abusi di alcolismo, han paranoie varie così pur poeti turchi, cantan stesso vino
astinenza isolamento, rimedi a tali guai qual zolfo d'alchimia, qual liquido rubino
perfin i puritani, frodavano gli indiani scaccia via veleni, è un medico dei cuori
ubriacandoli intascando, i loro beni vari Vino è Teriaca, primo igiene dei dottori
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 7
esilarante medicina, riduce distruzione acqua mista a miele, fù prima bevanda
ebbrezza salute, compensa nutrizione idromèle dei latini, in succo d'uva canta
compagno del lavoro, musica d'artista fermentan tutti frutti, popoli del mondo
dà calor sudore, a pelli secche in pista affar e fantasia, aumentan loro conto
principe par Vino, fra l'alimen nervosi Dessèr vini liquori, son forti tumultuosi
sue infinite varietà, e migliaia di sapori irritan la donna, ai nervosi son dannosi
cur a molti mali, scintilla d'entusiasmo i vini dolci invece, san esser digestivi
sprona ad ogni età, gioie senz'inganno in piccine quantità, dopo var spuntini
in alcuni climi, fermenta l’uva in grappi i vini amari hanno, più toniche virtù
animali e uccelli, ne mangiano ghiottoni amici della pancia, e dèi nervì dei più
il moscerìn di frutta, e il lievito del pane Vin amaro è caro, proverbio del toscano
Assieme all’elefante, s’ubriacano col cane Chianti vini bruschi, barbera dolc-amaro
Uomo primitivo, fermentazion del mosto son gli aromati vini, di facil digestione
vede misteriosa, un fenomeno nascosto
salati e traspiranti, salbèrri e vaporosi
euforia d’ebbrezza, a ricchi e poveretti
prendono di più, le gambe che il cervello
Espressa da divini, microbi e folletti
Lanùsy di Sardegna, e Monvecchio bello
dal sancrito vena, vuol dir delizioso
i pesanti Vini sono, gli insipidi ordinari
inebriante liquore, drogato e vinoso
ai Vinalia dei lidi, può tacere la fame manca zuccher-alcol, hanno sol tannini
l'espongono al sole, rasna e romane Buòn vino fà bon sangue, indi bon umori
umori bon pensieri, di oper buon padroni
Succo dell'uva, fermenta più o meno
converte in alcòl, carbon-acido intero la donna beva vino, buono in medicina
con vinacce residue, si fabbrica posca ai vecchi sia da poppa, tepor all'alma fina
miscel d'acqua-aceto, dato alla mosca cavallo del poeta, Bacco è pur pennuto
poiché sollleva in alto, l'uomo reso nudo
il profùm di molti vini, or si po' imitare
se l'aci carbo eccede, vino fà spumante Venere sen Bacco, tiene freddo ardore
l'azzurro delle bucce, per l'acidi fà rosso Donna che ne beve, appanna suo pudore
il vino contien pure, un eter sale e solfo vìn pessimi indigesti, dan coliche diarree
assièm l'adulterati, ammazzano chimere
Palato è giudicante, capacità inebriante
avanti l'occhi e naso, resta sorseggiante no vino per fanciullo, poco a giovinetto
in lingua palleggiato, il vino lentamente bev'acqua avanti pranzo, e vino sulla fine
scivola alla gola, in sapori di gradiente meglio poco e buono, chè molto e cattivo
chiaro amaro vecchio, gioventù ravvivo
in paesi freddi vedi, gagliardi trincatori
con prostitute fabbri, fornai e muratori buòn vin impolverato, ristora la vecchiaia
oppiaceo del cervello, stimola endorfine passato appar più rosa, futuro più sereno
con relazion sociali, oltre ogni confine la vita appar felice, perfìn nell'ora tarda
ricorda saggezza, è moderazion costanza
Vini indecomposti, dolci un pò indigesti
son zuccherini cibi, poco aci digestivi un giorno con il vino, Raseno ci ha lasciati
a fermentar di più, faràn asciutti secchi col canto e con il gallo, è lì fra gli antenati
aiuto a ventri pigri, e latte per i vecchi Taras per custode, lignaggio ci ha lasciati
Io seguo il terabai, Sebango i diari canti
Stato di-vino, ebbra luna d'acqua bosco Or bevi ché tu nulla, sai di dove venni
l'acqua di balchè, ridesta un cuore fosco lieto resta poi, non sai dove tu andrai
In catarsi spettatori, son resi pure attori porgi il bicchierino, che mondo è fiaba
trascesa è dualità, son tutti spett-attori porgilo in fretta, la vita passa e sfiata
Son io distaccato, in grazia della coppa Esser e non esser, salvezza e destino
ogni azion che feci, esente fu da colpa cielo inferno misteri, son parolaio fino
stupido e ordinare, a chi no sa obbedìr in tutto il mio studiare, vidi sol confino
peggio poi sarebbe, se Dio và incollerir resta sol quaggiù, profondo solo il vino
Giardino Therabuti, fu sorto dai boccioli ognun Ti cerca, non sa che Ti possiede
ogn'alba ricevette, l'acqua pei suoi fiori come sale in mare, ci sei e non Ti vede
dall'essere ubriachi, gli uomini veggenti Ti chiama e Tu sei, là nel suo chiamare
distillatori d'acqua, misteri impenitenti davanti un caro viso, sosti ad ebriulare
Perché mai, tanta foga di sapere? Chi non peccò? La vita o Dio che vale
l'avvenir, indagar il sen profondo fuori l'ebbrezza, esiste il condannare
Sta allegro e bevi! a fare il mondo il bene e mal, ch'io faccio tu lo vuoi
nessuno, ha chiesto un tuo parere! e s’io mi vesto, i panni son pur tuoi
Fugge il tempo, nell'attimo cui scrivo Miglioramen del cuore, quotidiano sia
più non è! trinca e parla allegramente al fin di realizzare, una personale via
La fortuna? È un bel sogno fuggitivo! Dissimili possiamo, essere dagli altri
la giovinezza? l'acqua d'un torrente! nell’interiore spazio, fior aperti scaltri
Rasen citava Vico, a svelàr tramà poiesi Epicuro in 4 passi, aiuta far passaggio
inguaribil Pan-teista, ovunque vede Dei! la morte non è fine, felice faccio il salto
su fantasia si fonda, divina trascendenza estingui la paura, di Dei e dell’al-di-là
prende corpo in tutto, è poetica sapienza
thanato non c’è, se l'anima è ancor quà3
Poiesi è persuasione, la maxima orazione
un vuoto di piacere, io curo dimostrando
riassume Cicerone, è magìs del testimone
ch’è facile ottenere, senza sforzo tanto
storia è luce vita, dellà memòr dei tempi
piacere è sensazione, pilastro della vita
si affida a voci forti, degli oratori eterni
guidato da saggezza, salute ver invita
Poiesi è devozione, l'incanto del cuore Un fisico dolore, al tempo vien legato
che trae la passione, dal Sole interiore Breve transitorio, se acuto dura poco
è la forza del num, che s’agita dentro esce o porta morte, un lieve sai lenire
Fuoriesce travasa, comun sentimento a mezzo terapia, amicizia per guarire
qualunque civiltà, coltiva sua memoria 1
Educar significa e-duscere, tirar fuori da dentro; l'uomo non
a mezzo testi sacri, giustifica una storia è vaso da riempire, ma fuoco da suscitare; l'anima ha bisogno
il politico v’attinge, lezion per l’operare di relazionar e comunicar per svilupparsi in autonomia.
2
Lo storico oratore, ne celebra il morale Se perdendo tal cosa o persona, ciò mi sconvolge,
significa che ne ero dipendente; che importa quanto
Poi è il fabulatore, ornato e cadenzato potente sia l'uomo che temi se il male massimo che ti può
cagionare te lo può cagionare chiunque?”
che i miti ricolora, per lode all’antenato 3
Epicuro: “se ci siamo noi non c'è la morte, se c’è la
coscienza che ritorna, Achille fa Maciste morte non ci siamo noi. Morte è privazione di sensazioni
d’Annunzio con la penna, miti trasferisce e l'anima è un vento caldo (vir, pneuma, num) diffuso in
tutto il corpo. Alla morte, separazione di tutti gli atomi ,
cessano sensazioni.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 10
Pur quattro rabbini, una nottè di luce
modello educativo, vigente è superato Un angelo risveglia, e in alto conduce
non educa gli umani, e non dà filosofia vedon sette volte, la ruota d’Ezechiele
cosmo gran pensiero, dice fisio inglese sùlla via ritorno, il primo non ci viene
Reale è un illusione, e Lisa già l'intese
e il secondo dice, esser solo un sogno
Son tutte malattie, malesser di morale terzo ossesso và, chiarire bene voglio!
è morale imposta, la malattia più grave Quarto è poeta, e lo trascrive in rima
sorgenti di morale, interiore sai cercare poi canta e ri-vive, meglio di prima
così ricorda Kant, se credi puoi donare
L'esperien satori, cugine ai luci sogni
filosofia non è, un ostèntazion discorsi se ne perd'essenza, oppur loro ricordi
è pratica di fatti, dzochen dei riscontri ripeterle si tende, l'istinto sa e riprova
Natur esige poco, opinioni esigon molto fin chè torni chiara, come prim'aurora
I falsi desideri, nascondono tuo mondo
Il senso del rito, è costruito dal gruppo
è nostra natura, simile a un cristallo serve affermare, e trasmetter messaggi
Spazio interior mente, pacifi e naturale Esiste un legame, tra studioso e società
l’emozion inquiete, distruggono la pace Il primo dà risposte, l'altro può innovàr2
sol vacuità del sè, spettacol và mirare
Mentalità d'un luogo, fan storie culturali
Sostanza ver del cosmo, è illuminazione sempre fu mestiere, o frutto di artigiani
la pace del tuo cuore, è real liberazione Gigàro maculatus, lingua che si sdoppia
c'accompagna pure, duràn morir uscire In uva della serpe, e signorin di stoppia
senza più paure, e senza alcun soffrire
Re-bis è il suo nome, cosa doppia in sè
Se sacrifichi il presente, per idea futuro Tutti or siamo artisti, artigiani e poietè
alla fin sarà tuo stile, sentiero vita scuro giace dentr'ognuno, uomo-don che sia
apprendi l'umorismo, la morte non esiste Antica e originaria, è natur androginìa
scoprir l’eterno riso, che liber ogni triste1
giace nella donna, l'animus maschile
Cosciente dell’eterno, presente dentro tè L'anima nascosta, in uomo è femminile
trovare dentro sè, lo specchio del divino
un dì potran morire, sott'ombrello Zen
è vivere il mistero sempre e di continuo
accompagnato poi, in modo ver più bello
col canto degli amici, e versi a carosello
Pulsion di libertà, vuoi Seba realizzare?
bisogna riconosca, lo scopo dell’amare
a livello emozionale, non solo razionale
Conoscenza e libertà, amore e poesia
se solvi le memorie, estingui sabotaggio
Piè quadrangolare, che un tutt’uno sia
gioca con la sabbia, e vedi che riaffior
emozion profonde, d’immagini interior amar è comprender, natura del doppio
Rebis o androge, di nostra psiche sotto
esiston tre satori, o qualità di ananda conoscere co-nascer, nascere di nuovo
son figlie di livelli, profondi di coscienza Amàti nell'altro, e raccoglierai rinnovo
Uno intuisci o vedi, è l‘Himalay lontano
2 raggiungi vetta, tre rimane in mano
2
Carlo Levi: “in Lucania, significare qualcosa con parole,
1
Lisa:” Aiuto i bambini a trasformare la loro rabbia e odio è realtà, una cosa che agisce, un poter magico che
in amore, grazie al senso dell'umorismo, vera lingua di magnetizza lo spirito incantato, onde provocare piogge o
Pan.” guarigione”.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 11
Faccio ogni poesia, a letto con amore il tabù della morte, è tabù molto forte
Arde lor entrambe, fuoco d'interiore ogni rito attualizza, l'intera sua notte
Vita e teoria, son 2 aspetti dell’Uno è data tal scuola, nei culti dei Faune
che volan mutando, dentro ciascuno nel num che ribolle, nel Buiti nel Daime
Viver unità tra uomo e il suo operato Infinito e discontinuo, vortice del mondo
è Ardhanarishvara, alchemico trovato che lega or tutte cose, con l’unica scintilla
trasforma tutti mondi, in unità totale la prima e ulti del corpo, pneuma soffio qi
consegue minerale, Pietrà Filosofale Vittima e suicida, il Giorno è insiem così
e appare decisivo, lo stato mio mentale riscoprono Jurema, del cuor il sol aiuto
al momèn che avviene, l’attimo cruciale i nuclei familiari, di produzion consumo
a morir serenamente, senz’attaccamenti il gruppo convocato, esegue cerimonie
oggetti materiali, sbarazzo sen commenti convoca il pajè, per scuole ambulatore
gli abiti mentali, le idee e le convinzioni Pajè fa pulizia, i malocchi scioglie pure
son tutte senza senso, e senza condizioni Radici foglie e fiori, servon bagni cure
così che nella morte, avrai minore brama Le acacie del deserto, aiutano alcolati
desidèri che, ogni mente afferra e trama rizomi usàn Pajè, pestati e macerati
Yatra amica a Lisa, staser al Therabuti Radice vien raspata, a eliminar la terra
ci narra dei Kariri, e dei culti lor aiuti lavata e tra due pietre, posta poi pestata
in terra Brasiliana, studia coi Kariri la massa qui formata, in acqua macerata
il culto da Jurema, e gli ouricuri riti spumosa poi fermenta, catino birra data
Terra dei kariri, ha semi-arìdo clima Calma mal di denti, dolori della testa
fiumi intermittenti, rare piogge in rima contrasta malattie di venere in trasferta
chiedono allo stato, espellono invasori Radici e foglie infuse, son birra preferita
nei latifondi chiusi, fanno occupazioni d’esseri Encantados, alla Toré impartita
stringon rapporti, con gruppi qua di là è Rito del Toré, lor parte di credenze
avviano pur azioni, che creano identità Jurema identità, è centro di esistenze
credono processo, organizzar conviene vino che s'incontra, nel modulo rituale
ògni nucleo case, or tiene consigliere simbolo d’unione, uman e sovrumane
semplifican Kariri, forzà sopravvivenza Toré vien realizzato, sabato alla notte
pur colonizzati, ri-elaboran credenza in un terreiro ampio, recinto con 2 porte
re-inventano passato, e identità tribali che ospita quel vino, in vaso da jurema
che limitan confini, di territor rituali dove poi si svolge, sequèn rituale intera
deserto non consente, vari ben primari Defumador limpeza, è lavor di pulizie
reinveston in paese, cooperative vari diretta dal pajé, per mezzo delle pipe
intercalano fagiolo, piantato con il mais copre inter terreiro, fumo grandi pipe
aprile tutto maggio, raccolto agosto vai inizia là ingestione, delle jurèm bebide
il Pajè inizia il Torè, danza orar rituale Foresta d'Ouricurì, un set di riti e feste
flauto suoni danza, attòr fuoco centrale Mata dos encanto, e insieme di credenze
presenti qui riuniti, con birra di Jurema potèr v'è rilasciato, a mezzo piante frutti
entran alla danza, sciolto ogni patema Caboclos della mata, ritual curano tutti
qual medium festanti, danzano il Torè tal riti nel passato, son feste Varakidra
chiedon guarigione, li guiderà il Pajé durante la stagione, del Cocos coronata
tramite la danza, purgàn sofferenze la palma i quali frutti, chiaman Ouricuri
affumican più mali, tramite l'essenze incarna Warakidra, Dio Jupiter dei Tupi
ciàscuno diviene, a modo suo mediùm “Ouricuri tien segreti, invisibili rituali
scendono nei corpi, encantado de Luz A volte pur Pajè, invita i non-indiani
Son spiriti uccelli, di primàr memoria solo per 2 ore, poi invita lasciar rito
Cantaci ora Yatra, Juremà sua storia Confine e identità, è politico convito
sue scorze radici, nel sole nascente Cura religione, viaggiano d'assieme
batto con coccio, o contro la roccia L'essere curati, è un esser benedetti
tutto poi spremo, del loro possente la person malata, ha spiri intrappolato
e schiuma surplus, scòl via coerente parzialmèn rapito, o vittima d’un mago
e raccolgo in bacile, radice interiore I contatti con Jurema, curàn loro gente
mollo una notte, in acqua freddore ingeriscono divino, in albero presente
strizzo l’ammasso, e l’acqua colora li abilita a vedere, il mondo spirituale
diventa marrone, rossiccio vin ora” ripieno delle forze, di sinergia tribale
1
Yatra: “I defunti nel Brasile del nord-est, seppelliti vita, è il loro essere originale. Per essi, bisogna divenire
vicino le radici, si legano e incarnano in alcuni alberi sacri foresta-alfabetizzati al fine di decifrare suoni e significati
così com in India avviene per le vacche sacre. Molti che tracciano la loro comune origine con altri esseri della
chiedon a tali piante di mostrare il loro destino in sogno. I foresta co-participanti nel loro presente”. Pajè Francisco
Kariri percepiscono le piante come simboli viventi dei Suira: “Il jurema che noi prepariamo non ci rende
loro antenati dove le radici e il tronco dell’albero della ubriachi, ma possiam parlare con gli antenati”.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 14
là si danza e prega, dentro d'una grotta
Cabocla possessione, inizia infine monta
d'intorno poche piante, ostili del deserto
assieme Rio Francisco, seguono l'evento
Pianta mama coca, vecchia delle Ande Inibisce facoltà, offrèn profondo sonno
i semi di brugmansia, bevanda del malato
forza materiale, pur anche spirituale
maestro poi trasporta, paziente sott’ipnosi
è radice identità, dei popoli dell'Ande
al fin diagnosticare, in olistica simbiosi
nativi resistenti, a sforz'acculturante
l'Aapus antenati, guidaron greggi e clan Osserva mani e occhi, inizia l’orazioni
nei luoghi inospitali, sulle ande a far città Invoca l'antenati, latin e pure quechua
Apu e Pachamama, sòn montagna e terra continua nel silenzio, fumar nero tabacco
forza ed ombelico, villaggio Q'uero eterna beve pure vino, brinda Pacha e Bacco
energia delle montagne, è l'Apu collettiva foglie masticate, offre a suo paziente
effonde dalle punte, forza Pacha Mama le mette fra le dita, e oracola corrente
è Num già sibilante, sotterranea Mana quello che succede, successe od accadrà
riflette psiche-corpo, nella storia umana se soffre di malocchio, spavento susto sà3
al suo lavor profondo, include spiri piante Daño od inganno, per malesser ribelle
da cui fan suggerire, ogni metodo curante preghier consultazio, a scoprir i nemici
con spirito pianeta, è capace a lavorare è un invidia o gelosia, causar maleficio
prescrive una dieta, quale cur sacrificio
Mangia inquinamenti, Brujo sa stroncare
2
l porcellini d’India (Cuy) di color nero, sono usati dai
curandero per l’Ars Haruspicina, il maestro si accoccola,
1
colui che con il continuo lavoro con foglie e intuizione davanti la mesa e invita il malato o chi chiede una esame
ha raggiunto un grado di sensibilità tale da poter leggere, 3 sintomi del Susto sono l’insicurezza, sobbalzi quotidiani
senza accessori, l'energia degli umani e decifrarla in sofferti dal paziente dovuti a forte emozione o a una
maniera esatta caduta
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 16
Perseguitata è pianta, dai colonizzatori i figli d'indio bianchi, son chiamati chinos
che dietr’inquisizione, celan fame d’ori meticci di più incroci, li chiamano ladinos
Foglia mama coca, pur tolleràn sociale
comunità e famiglie, in spiri solidale Coquero riconosci, somiglia a ruminante
consumato il bolo, depone da viandante
Media nei conflitti, è mezzo transazioni sui cumuli di pietre, saluta amici stirpe
funziona da cambiale, in riconciliazioni solidar costume, che la fatica estingue
usata da millenni, a esprimer gratitudi
in riti Pacha Mama, e agli ospiti venuti sen coca non c'è vita, lavor o godimento
ribella l'indio privo, padron e firmamento
Le piccole sue foglie, calmano la fame
lo san latifondisti, l'aggiungon al salario
tristezza con dolore, ridàn tono vigore
in dose di bisogno, l'abuso è loro danno
conforto e di supporto, a offese dignità
sa molte malattie, vedere e poi curàr1
coquero ch'è formato, tutto ha rinunciato
Dimentica lavoro, famiglia e suo denaro
oracola il destino e gli eventi naturàl serve la passione, compra il necessario
grandine oppur gelo, il corpo s'adattar ritira boschi e monti, delirio in solitario
Andini senza pianta, cioè loro identità
Chi cerca sradicarla, ne mina eredità più giorni ebbro felice, torna poi lavoro
ottiene delle foglie, e tornano le voglie
con fame con fatica, legame dritto ha Errante e religioso, fan culti e idolatria
aiuta a sopportare, l'estrema povertà il Coquero è già felice, il resto vola via
malesser'altitude, il freddo e avversità
gorni sen mangiar, permette camminàr ride sgangherato, in capanna sola sola
ebbrezza della coca, pensier esalta vola
arbusto delle valli, cald'umido vuol star sogni dolci e vivi, e bevande riscaldanti
Prospera in declivi, e terreni sen calcar freddo come fuoco, entrambi pur amanti
al fondo delle valli, si semina o si pianta
alberelli da vivaio, dopìanno si trapianta tra fremiti sussulti, super ogni amplesso
Pancho bol in bocca, mastica da 1 pezzo
già in fila gli alberelli, formano il Cocàl vede l'antenati, ballare attorno al fuoco
ogni tre mesi vanno, infestanti eliminar vede may Capàc, e mama Coca in coro
dopo 3 anni buoni, può farsi la raccolta
costume rito è, ai morenti coca in bocca vede in profezia, “il sole e luna forti
sciolgon oro-argento, e fucili con motori
Coltiva il popol Inca, per l'uso a nobiltà un giorno fonderanno, siem ad ogni cosa
concessero i spagnoli, alle masse in libertà su lago incandescente, l'arca poi si posa
n'imposero balzelli, i compagni di Pizarro
sostanza è capitale, social abuso un danno May Capac suoi figli, ripesca con la rete
saliti sulla barca, nuovo mondo insegue
in fredde secche Ande, prospera la coca dall'ombelico quattro, regni sorgeranno
e un clima caldo sai, virtù la rende fioca allora i figli copia, sul fondo resteranno
1
Taras: “Erithroxylon coca, cresce in luoghi caldi e umidi ricorda cerimonie, dei sacerdoti Apùs
dell'Ande, nelle Yungas (valli Aymara)”. La foglia contiene
più proteine (20%) della carne (19,4%), più calcio (2%) del per aprire il ponte, dello hanàk Pacha
latte, ed è più ricca di vitamina B-1 delle carote fresche. La mondo conscio è, il visibil Kay Pacha
foglia fresca è rimedio per il trattamento di malattie fisiche e l’interior inconscio, detto l'Uku Pacha2
psichiche, grann restauratore d'energia di stomaco e intestino;
allevia affezioni di laringe e corde vocali, previene vertigini,
2
regola pressione arteriosa, il metabolismo dei carboidrati, le Le Apu son ponte tra Kay e Hanak Pacha e veicolan
prestazioni sessuali. In masticazione o infuso aiuta il corpo. l’amore
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 17
Pà sole è Tayta Inti, fulmin par Kaya il beato volto suo, commuove mi contagia
Wayra pare vento, pioggia sarà Para Romul ora cita, più sogni ch'egli assaggia
Qaqa sarà tuono, Nina e il fuoco Illa che portano l'indio, ballar con le creature
le stelle son Coyllòr, la luna sarà Killa curare dar ebbrezze, al cuore di strutture
Tago è Waskarinka, primo sovran inka Coca ha l'influenza, diversa sulle razze
ombelico spirituale, di civiltà dell’Inkà su climi e istituzioni, lui cita Mantegazza
che vive sotto lago, al centro Titikaka di effetti dell'abuso, l'indio men risente
Regno sotterraneo, detto di Ukupacha mentre alienazione, il nero vive e sente
Tago e Waskarinka, araldi età dell’oro Stess'infuso coca, impiega altre 2 volte
giacciono qual semi, cuori sotto suolo breve sia distanza, degrada umido forte
dall’inconscio mondo, lor riemergeranno sbianca pure i denti, abituale masticata
e un nuovo ciclo storia, inaugureranno pur se li consuma, fa sani a lunga data
Tago e Waskarinka, invocati dai fedeli Eritrossilo pur purga, il fetore delle feci
prestano linguaggi, risolvono problemi Che ora dà l'odore, di pianta che ricevi
cantan inno mito, di fondazione Inca eccessi danno febbre, ridotta da sudore
uiracocha hualpa, che fài ogni meraviglia aumenta pur orina, gli occhi fan rossore
Terra insegnami, a rigenerar il seme asceta sii tranquillo, eritrossil cuor felici
e a dimenticarmi, come bianca neve cald'acqua sale polso, scende poi sopisci
insegnami il ricordo, della gentilezza assente debolezza, in corpo immunizzato
i campi nella pioggia, dopo la secchezza Eritrossilo rafforza, ben l'immuno-stato
Sei l'alito è voce, che odo nel vento Eritrossilo all'inizio, ravviva intelligenza
Pachamama casil, lacta mio portento riduce tedio vita, depressio e debolezza
quispillacta capac, Inga io tuo figlio accresce resistenza, al clima più alterato
huahuay marcar atalli, tien ben arzillo cura agisce lento, profondo inarrestato
Pancho al fuoco dona, ora il bol succhiato Agisce pur sui chakra, e rete delle nadi
chiede foglie fresche, da sacc'appeso a lato un bel ronzio soave, provano le orecchie
tre giorni ho lavorato, or tre secoli riposo cerca tu lo spazio, per-correre orizzonte
balsamo mia coca, in viaggio mi ritrovo vita fa robusta, la forza ha nuova fonte
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 18
sopor alcun precede, a lor coscienza forze come vin rallenta, regressio d'organismo
s'aumentano le dosi, gentil ebbrezza morde poi nutre senza cibo, e il corpo resta vivo
diversa dall'alcoli, la forza inzuppa tutto alimento più potente, dice il Mantegazza
godiàm accoccolati, mondo innanzitutto a volte ad alte dosi, fa vita lieta e pazza1
all'oppio si avvicina, la foglia boliviana consiglio per i vecchi, malati pur robusti
scrisse Mantegazza, che scivola in ananda a meticci ai colorati, neri bianchi ed indi
ogni sforzo fà molesto, sebben ogni tantino prezioso al digerente, già lente di per sé
la forza muscolare, invita a cambiar giro coquero ha denti bianchi, e zero flatulèn
un agilità prorompe, nei salti assai sicuri consiglio dentifricio, decotto concentrato
uno yoga è regalato, in pochi più minuti con cui lavar la bocca, un due volte al dì
l'ozio beato torna, e si ride pazzamente o pulire con la foglia, quan la carie denti
il dialogo è scandito, or più lentamente vien dallo scorbuto, in gengive penitenti
dietro prime dosi, qualcun ha capo grave un Tè coca regolare, è igiene senza pari
qualcuno nube attorno, ad altri il capo sale a minatori e chi, è in paludi e viaggi vari
immobile beato, il sorriso budda emerge lo consiglio pur, chi ha sensi tropp'accessi
oscilla dormiveglia, sonno pur sommerge a donne delicate, e person assai nervose
immagini e poesia, spazi e molti mondi nei brividi di freddo, e le febbri di malaria
l'un più bel dell'altro, alzo dose e affanni con l'albero Chinino, un infuso ci curava
or incubo si staglia, terribil spettri teschi poi fu brevettato, il suo thè dimenticato
tornan poi tranquilli, l'estetici più freschi uscito da commercio, danno è consumato
Tre ore or sono calmo, con polsi a 120 i brividi di freddo, della malaria febbre
3 ore sonno infine, ritorno a quotidiano risposta son del corpo, a milioni d'invasori
mi sento più capace, di studi sen fatica entrati in globi rossi, fan cellule scoppiar
sen cibo quarant'ore, è forza ver antica nel fegato alla fine, si van moltiplicàr
giorni seguenti, nessun languor depresso Plasmodia loro nome, agiscon coordinati
leggera stitichezza, tepore porto addosso attaccan tutti insieme, ogni due/tre giorni
eccellenti digestioni, ancor mi fà trottare l'infezion traduce, in cicli a febbre acuta
resisto freddo clima, bene pur viaggiare seguiti dalla calma, tregua che poi sfuma
Virus con batteri, han varia strategia la loro architettura, economica in azioni
studiata e utilizzata, da immunologia vàluta in moneta, non vede altre missioni
le malattie infettive, diffuse là nel mondo inutile incolparli, son casta di mercanti
Malaria lebbra e altre, restan senza fondo trovare soluzioni, è cuor lungimiranti
Mycobacterium Lepre, batterio della lebbra don Romulo prosegue, la storia di Yagè
contagi che leggenda, spesso ha ingigantito del tempo in cui più clàn, perser la salute
il dolore và tacere, con l'oppio e la morfina un dì arrivò al villaggio, donna con bebè
oppure con l'ormoni, detti d’endorfina alla Maloca entrò, col bimbo suo Yagè 1
Le cellule quando, invase da un virus permise la mamà, che suo divin bambino
ormone interferone, emettono in surplus smembrato e offerto fosse, lor in sacrificio
avvisan celle accanto, con segnal'allarme ciascuno ne mangiò, e i resti del banchetto
incombe l’invasore, destate pure l'arme interrano in foresta, seguèn vision intento
tra cellule del corpo, l'ormoni messaggeri su alberi attorciglia, la prima liana pianta
ci avvisano di tutto, son cerebro forieri a cercar la via del cielo, è lo spirito yagè
protein piccine, tra di esse è l’insulina liana d’ayahuasca, che sale senz’affanno
ormone che conserva, la dose zuccherina A casa fa ritorno, gli uomini or lo sanno
Brujos non sapendo, fanno nefandezze Dicon gli Shipibo, che le piàn maestro
sommersi da velen, dubbi ed incertezze son muraya-cai, creatrici-di sciamani3
un altro poveraccio, attende fuori stanza rivelan vero mondo, normal è l’illusorio
d’esser risvegliato da sonno d'ignoranza in varie e più figure, fan lor’ostensorio
persi nella selva, segui un corso d'acqua Lei dragone madre, tutto accoglie in sè
qualunque rio va ben, inseguo la corrente Mali e sofferenze, discarica sul ventre
porta a rio più grande, fin al Rio Amazòn Purga con la luce, in sauna di metallo
al mare sboccherà, floresta e corazò Stomaco è fornace, seme dello sballo
tra indio della selva, alla maloca Boras un gesto amore vale, a dar benedizioni
Tamburo d’anaconda, il Romulo si trova vita è una sequenza, infinita di stagioni
tamburo inizia batter, ritmo sul terreno un amoroso gioco, tra la madre e figlio
affondi con rilasci, del piede ritmo vero già ogni cosa sai, ridi a gran bisbiglio
Don Romulo ci dice, “inarrestabil fiume Thera Mà yagè, al mondo dona senso
sono le intuizioni, un corpo come piume gruppi di tribù, media a far consenso
apri porte a inconsci, e viaggia la visione cosmico riabbracci, il bimbo dentro te
la medicina intanto, lavora a profusione Amore pace e baci, ferite puoi chiudèr
comunica le menti, e corpi a lei prestati la ruota gir in ciclo, muta e fa stagioni
infonde amore danze, attorno fuochi dati il volo del dragone, vedi in ombre fuori
è un aquila sivango, che vola sopra i veli stratifica a panino, caapi poi chacruna
cura e nutre gruppi, coi pensier più veri in pentola con acqua, a far la bollitura
In mandala li vedi, sòn tele di ragno Pressione con calore, risale dentro me
Spazi interi noti, da cristallo marmo Paura del distacco, nel corpo sta yajè
L'eco della luce, in polvere diffonde immagini cangianti, al canto dell’icarò
fabbrica materia, dentro te risponde sprazzi di passato, futuro a zigo-zago
1
giaguaro d’amazzonia, forza d'otorongo
Parola quechua, Sachamama è spirito madre della giungla, vomita e ruggisce, potenza a tutto tondo
serpente su cui cresce tutta la vegetazione che può divorare il
cacciator incosciente che inciampi sul suo corpo. Yacumama, il malessere s'esprime, al fin di liberàr
anaconda madre dell’acqua, vive nel fondo di laghi e fiumi. turbina la mente, mosaico a riordinar
tutti i fiumi portano al Rio delle Amazzoni , nuotare, remare
e usar machete aiuta; così come il fiuto un compagno cane.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 23
la mente dell'infanzia, fu piena di paure Inizia il santo Daime, dentro la foresta
peccati originali, s'incarnano in creature a mezzo guarigione, Raimùnd Irine Serra
molte proibizioni, che imbrigliano l'istinti incanala rivelazio, d'una dottrin lunare
piaceri punizioni, si mischiano indistinti bevanda di foresta, Dai-me a rimirare
Dante gira in tondo, tossine vuol vedèr Irinèu guarito, è un mestre ora rinato
Manzoni e Michelange, lavoran con yagè impiega la bevanda, nel culto derivato
Gesù spezzo prigioni, di schemi irrigiditi proseguono visioni, di Vergine Regina
Le regole svelò, nel cuor deglì israeliti
Seduta sulla luna, gli parla sopraffina
Paura non esiste, se riconosci in tutto
Ritir nella foresta, e segue dieta stretta1
Gioco di finzione, risata in bimbo putto
finisce poi a Mapiá, e diviene imperatore
bimbi si ritorna, al gioco con l'inconscio
invisibile d'un culto, a Virgem Conceição
l’acqua appare sacra, oracolo responso
fondàr nuova dottrina, sarà la sua missão
Esotico è un sogno, che può far fuggire
nel quadro paesaggio, di là dal soffrire raggiungono i fedeli, il banco eucarestia
che annusa l'odori, e d'immaginazione ottengon bicchierini, dosati alla persona
accade e dà forma, interiore esteriore sapore amaro purga, risolve le afflizioni
di anima e di corpo, dopo le assunzioni
Villavicencio scrive, che usan la datura
l'indio a divinare, risposte ambasciatura lascia vibrar corpi, candele o lucernario
casi gravi guerra, scoprir piani al nemico a ritmo di emozione, degl’inni dell’hinario
tener amor di mogli, e la visita di amico danzi fluidamente, in maniera poi gioiosa
Psiche segue il corpo, in ritmo senza posa
chiama lui tag huasca, decotto di bejuco
ne beve indio stratega, nei simposi unito tal uso sacramento, accresce nel rituale
e inizia a risvegliar, intero viaggio aereo in stato di Rio Branco, un culto Daime sale
Ognuno bello e brutto, vede il fato vero famil Juramidàm, attiva un mito grande
Fuor della foresta, yagè bevanda spande
prova lui tahuasca, e vertigo s'innalzava
vedeva gran città, i ponti e selva mata Don Bosco salesiano, predisse tal’evento
assalito dalle fiere, difende strenuamente la nascita di culti, in ecumenismo avvento
dorme si risveglia, emicrani leggermente emergon dal Brasile, più chiese innovative
diffondono nel mondo, speranze curative
molte volte beve, l'indio coi compagni
necessita d'un gruppo, a prevenir i danni Ecclesia fa i suoi passi, tra mille ostilità
di furia ed invettive, lanciati a mali spettri discepolo del Mestre, pà Sebastião sarà
quan svegliasi ricorda, bene propri intenti fin a suo trapasso, sviluppa la missione
al figlio Alfredo Grego, lascia direzione
sessione d’ayahuasca, azzera differenze
allinea grupp’intero, su natural frequenze Vino d’ayahuasca, ha spirito insegnante2
aiuta in spostamenti, di scale e priorità Liana sposa foglia, maschile e femminile
ripristina speranze, nei gruppi identità Daime forza Daime, Daime luce e amor
insegna l’inno Mestre, al Terabuti ancor
la Yatra sertaneia, giunta dall'Olanda
parla di yajè, e del culto Daime santa
uscita da eroina, lei mette su un rituale
1
capace di aiutare, i malesser rigettare manioca bollita; l’ayahuasca è brasilianizzata in “Dai a me’
2
Il viticcio/liana dà la forza maschile, mentre la foglia a lui
sposata, dà luce, capacità di visione e intuizione femminile
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 24
.11 novembre, Seba: in 2 parti suddivisi, a pascolo la prima
l'altra in 4 lotti, che ruota i var raccolti1
una dozzin galline, e pur un bel maiale
forniscono pollina, assieme del letame
Arde fuoco al centro, a cuocer riscaldàr il verde in animali, diventa poi letame
pitture su pareti, un lavoro da impegnàr Nutrono l’un l’altro, piante col bestiame
son fatte le pareti, di pelli tese ai rami vedo tra di loro, uno scambio ricorrente
Infissi nel terreno, o tramite pietrami dopo aver passato, apparato digerente
Delimitato spazio, chiuso che protegge pur resti di cucina, e residui di raccolto
dalle piogge e pur, dormire mi consente nutrono i maiali, assieme col composto
due sgabelli e sedia, e drappi color vari nulla vien sprecato, perfino var giornali
Vasi in terracotta, accostano incensari fuoc'oppur pacciame, lettiera d'animali
situata sul pendio, o terrazza artificiale i maiali sono bravi, contàdin di natura
le capanne Creta, han forma circolare mi dice Emilia che, miglioran la struttura
apron ad oriente, il tetto è fatto a cono aggiungon al contempo, la concimazione
fin che deteriora, coi resti ne fàn nuovo pollame pur aiuta, se và in circolazione
Fatte in sassi e legni, case greche sono Utile è il pollame, che mangia parassiti
e mattoni argilla, asciutti e cotti al sole Fornisce più prodotti, pollina piume uova
I tetti ricoperti, di paglia e pasta argilla Calore per le piante, d'inverno più sicure
pavimento in terra, battuta a parapiglia gratta via malerbe, specie per agrume2
pur case qual rifugi, scavati nella roccia Emilia suggerisce, se spazio lo consente
composti da tettoia, ed uno o due locali alleva pur bestiame, a foraggi sufficiente
intorno d'un cortile, interno cielo aperto Jersey alla cavezza, s’abitua docilmente
prendono la luce, fuor non è permesso sana ed affettuosa, è mucca resistente
L'uomo sedentario, coltiva ora suo cibo 1 mucca salvaguarda, intero familiado
spuntano i villaggi, e cerami vasellame dona latte e caglio, urina e un letamaio
allevano più bestie, e spunt'agricoltura formaggi molli-duri, e siero per pollame
con fibre vegetali, per far la tessitura prospera salute, di umani e di bestiame
1
1 ettar Therabuti, domani vò scoprire “uno ad erba spontanea per 4 anni, gli altri a patate, legumi e
cavoli. Se Jersey non mangia tutta l'erba, falcio a fare fieno.
fan diecimila metri, quadri d’accudire Ciò che per il coltivatore divien farina e focacce, nel pastore
se li cammino tutti, farò dieci kilome si converte in latte e formaggio”. Emilia
podistica salute, ai nervi pure il cuore 2
aria, acqua, sole, cibo, riparo, protezione, cura. Un bisogno
non soddisfatto è lavoro in più, così un prodotto non usato è
spreco o inquinamento.Osserva, trasforma problemi in risorsa
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 25
La fatta di ogni specie, rivela sua salute Caprini pure ghiotti, del sale minerale
sana digestione, rispecchia in escrementi Tienili in recinto, alto almeno un metro
letami verde scuro, contiene più fermenti Capre men concime, e poco latte fanno
di aromi officinali, mangiate nell'armenti fertilità al terreno, più lenta compiranno
il Fieno proveniente, da aree inacidite la mucca devi munger, dieci mesi l’anno
cattiva composizio causa in sangue mite almen 2 volte al giorno, pur dieci minuti
Attir più parassiti, di pelo e della pelle è un divertimento, se impari a farlo bene
Nocciòlo con betulla, purgano le celle Rinunci alle vacanze, vedi se conviene
Emilia da pastora, segue 2 momenti fornisce molto latte, modesta pur in cibo
allevamento prima, lavorazione dopo volendo può svernare, a fieno del tuo silo
parto e svezzamento, sino a macellata si scaldano a vicenda, là nei freddi spinti
alleva ovi caprini, e lavora latte e lana i bovi che da sè, san viver loro istinti
l'indole animale, lei sfrutta in efficenza Raccogli nell’estate, secca per l'inverno
a capre dà comandi, a pecore dà il capo mazzetti poco stretti, per evitar la muffa
questi guida il gregge, è il kabru mudùllu Acaci con castagno, nocciolo gelso e vite
se è nel gregge capre, sarà kabru sonàllu ottimo foraggio, per capre e ovi bovine
sol corpo ben temprato, affront’avversità Galega e fieno greco, stimolano il latte
Il clima incide molto, sul cibo e quantità e pure all’appetito, in bovi e ovi caprini
tramanda conoscenze, veterinarie base vò seminarli assieme, a orzo e girasoli
Per là competizione, in solitaria fase dieci kili un ettar, aggiungi pur fagioli
Taras concia pelle, di quattro pecorelle Galega è foraggio, selvatico sui prati
cucite insiem a dare, un ottima mantelle Radici fittonate, e più steli con fogline
stringhe son di cuoio, lana è sull’esterno cogli avan fiorita, seme un poco lascia
chiamala Mastruca, o abito d’inverno batti bene bene, separa semi e paglia
Abitua ovin bovini, caprini e pur suini in malattie di pelle, è diurèsi sudorifer
puoi sin da piccolini, come i cagnolini è potente vermifugo, in turbe digestive
Mucche son golose, sàl grosso marino se mescoli al mangime, d’ovaiol gallina
se mesci nel foraggio, stimoli al confino aumenta produzione, uova e di pollina
cener sopra neve, discende nel disgelo legume trigonella, in Cina è usato in tè
invece d'usar sale, disseccator davvero per tutte congestioni, della respirazione
in cassetta nel pollaio, aiuta le galline i montanar'Armeni, ne bevon ogni giorno
nel loro spollinar, piumaggio bello fine prime e pure dopo, un raffreddor ritorno
è calda e riscaldante, in pentola metallo poi l’alito pesante, sal in bocca amara
la metto al centro serra, calore mi dà tanto eruttazio e aerofagia, s’aprono la strada
cappotto per carciofi, impedì ristagni marci circòla mal sangue, e non libera le scorie
drenante ed antigelo, come sal che spargi Reni ed altri filtri, subiscon stesse storie
l'aggiungo nell'acqua, spruzzo sulle piante I due reni filtri corpo, bloccati da uremìa
assieme dell'ortiche, in più giorni macerate è dolor a schiena, rivers’urea nel sangue
assieme all’Equiseto, per piante indebolite la pianta or li pulisce, assieme agli ureteri
nell'epoche di attacchi, di molte parassite previene sì la morte, d’arresto organ interi
100 grammi a litro, per afta contrastar è l’alimentazione, il cuor di ogni salute
pur trenta minuti, corteccia a sbollentar l’istinto questo sa, tu lascialo condurre
per ulcer persistenti, geloni e bruciature Spolvera la terra, ogni animal malato
gli zoccoli friziono, e la bocca bovi pure a coricarsi sopra, le forze ha contattato
dov’erba permanente, non indica salute sul fondo sta la terra, per rifornir la flòr
il numer organismi, è prova che confuta battèr microrganismi, inizian decompòr
osservo nel terreno, pur la grumosità cener feci e carta, finiscono all'interno
ampio oppur stentato, apparato radicàl urina incanalata, colta in vas'esterno
Apparato radicale, è cuore delle piante Acqua per pulire, e cener per coprire
se bene si sviluppa, cresce poi restante intorno alla latrina, siepi ad abbellire
radici miste a suolo, fanno ecosistema insetto repellenti, salvie e rosmarino
calderon di vita, ed humus del pianeta Emilia apporta fieno, un poco fino fino
Lavoràr terreno, è natur delle radici Mi spiega che l'urina, è in acqua diluita
rapporto d'uno a 4, come avvien in Cina
simili al cervello, stan sotto superfici
giunta nel composto, o sparsa su colture
struttura colloidale fa suolo bello vivo
dona urea che aiuta, salir temperature1
così lo nutre bene, ogn’anno di continuo
pure umane feci, vanno nel composto
Miliardi di organismi, nutrono le piante assieme coi residui, d'orto e cibo cotto
che crescono portente, viril e profumate
con paglia con terra, ricopro cumulante
la vita è nel terreno, fin dove son radici
a prevenir azione, di vento disseccante
degradano i batteri, e fissan più felici
e se l’ossigen manca, il cumul soffrirà
Sul suolo compattato, radici sono scure
intestino costipato, l'ingrato odor darà
son gonfie di nitrati, ancor non enzimati
composti azoto-zolfo, attirano le mosche
Microbi son scarsi, pianta assorbe male
che in putrefazione, lavorano composte2
l'azoto accumulato, è tossico asfissiare
se più terreni vivi, uccidon gli anaerobi
Nitrati pur in sangue, sposano l'ammine
a causa del calore, di microbi antibioti
che dàn nitrosammine, càncerose infide
rendono il composto, igienico e sicuro
poi giunge debolezza, che pianta colpirà
entro dieci giorni, se c’è l’ossige puro
e frutta fatta d’acqua, soltanto ti darà
quan fermentazione, aerobica diviene
se hai terreno morto, lo devi riattivare nessuna mosca resta, poco gli conviene
con efficace enzima, e in fibra paccimare pulire stalle e luoghi, ov è compostaggio
a mezzo d’un’azione, dinami complessiva elimina problemi, in semplice passaggio
che stimoli la vita, a far tornar l’enzima
1
Organismi degradanti necessitan molto azoto a decomporre
da humus della terra, e luce dell’astrale l’organica materia; l’azoto, incorporato nei corpi dei microbi
in Pianta vanno forze, capaci di fruttare al lavoro, sarà rilasciato alle piante a decomposizion ultimata.
2
se polvere si forma, suolo è sen collante spesso nelle piccole pozze attorno ai mucchi di letame delle
stalle, assieme al sudiciume, accade fermentazion anaerobica
necessita del nero, burro equilibrante (putrefazione) che genera germi e insetti che diffondono
infezioni patogene; ciò si risolve areando e pulendo le stalle e
Corpo sa produrre, chimiche sostanze i luoghi compostaggio. Sebbene nocivi alla salute umana, tali
adatte per il suolo, a far fertilizzante patogeni svolgono il proprio ruolo: putrefare finchè possa
partire la decomposizione aerobica dove, a causa del calore,
400 kil d’urina, dona maschio adulto
moriranno i virus di polio, epatite, strepto-micrococchi, varie
50 kil di feci, in un anno di consulto salmonella, tubercol mycobacter e la brucella. Resistono solo
il bacillo anthracis e tetano clostridium che abitano il suolo.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 28
luogo compostaggio, ideale è nel bosco rivolto con forcone, l'enzima gira e vive
1 orto angolino, asciutto un pò inclinato in giusta umidità, fermento sopravvive2
acqua se stagnante, pregiudica processo Cresce nell’interno, calore aerobi fuoco
fà che sia presente, fuori d’ogni eccesso vince odor e mosche, e perdita d’azoto
Lontan dalle conifer, dedico uno spazio durante prima fase, aumentano batteri
poiché la trementina, tarda fermentazio che mangiano carbonio, lavorano forieri
scelgo nuda terra, erba dono al mucchio il lor proprio calore, trasmettesi alla pila
così che var erbacce, bene pure sfrutto al centro sessan gradi, in 5 giorn arriva
e talvolta s'hanno sacche, scarse dell'O2 Quand'è terminato, calore pure scende
s'innescano fermenti, ànaerobici di gas loro combustione, muor oppur attende
metan e aci butirri, sgradevole d'odore iniziano i lombrichi, cen-piedi millepiedi
fò fori d'aerazione, a mezzo di bastone sempre degradare, assieme funghi medi
se l’azoto scarsa, rallenta pur composto sui terrèn pesanti, letamo in superficie
ma tende a dilavare, s'è presente troppo mentre sui leggeri, intèr profondamente
così io perdo azoto, e cattivo odore sale in lungo compostaggio, burro ner arrivo
rapporto carbo/azoto, Emilia mi fa fare1 lavoro ch'è finito, odor di bosco fino3
concime d’animali, al suolo cede azoti son segatur pollina, un acida e alcalina
un cumulo in fermento, tien i suoi calori degradan composto, che rapido raffina
quel troppo bagnati, funzionano pianino interro segatura, sei mesi prima d'orto
ingrato odore danno, rivoltali un tantino sennò giovan germogli, cedono l'azoto
Leggera umidità, assenza muffa e odori carenze dell'azoto, son foglie scolorite
accrescono lombrichi, e fauna d’inferiori germogli e getti pure, deboli e stentati
aerazion corretta, del cumulo è centrale dato nel trapianto, cede assai graduale
fondamento base, di aerobi fermentare nell'accrescimento, rigoglio accelerare4
1
si ha perdite di azoto sotto forma di ammoniaca. Il
rapporto C:N 30:1 è ideale ai microbi composto (30 kg 2
Una cassetta alta raccoglie residui. Quando è piena si toglie
foglie quercia e 1 kg di stabbio). A ragg. equilibrio, dosa i il blocco già in fase di decomposizione e lo si aggiunge al
materiali nel composto o aggiungi sorgenti di azoto. cumulo. Ricetta riscaldante per l'autunno: in 10 lit.di acqua
Tessuti vegetali vecchi o maturi, trucioli di legno, lolla di calda 40°, sciogliere un dado di lievito e 300 gr di acqua
granturco, carta, lignina, disgregano piano poiché hanno zuccherina e a piacere, 4 kg di cenere di legna, fin 20 kg di
poc'acqua e azoto. Scarti cucina, sfalci freschi d'erba, pollina, fin 20 kg farina di basalto o 5kg di alghe verdi, irrora
3
hanno più acqua con azoto e degradano prima. Esempi di per aumentar calore nel cumulo letame, annaffio con
rapporto C:N: letame suino 6:1; pollina 10:1; rifiuti vino, lievito e melassa; dopo un anno di compostaggio,
vegetali 15:1; rifiuti di erbe e letame bovino 20:1; stabbio avrò il famoso burro nero, prodigio dei giardinieri (anche
25:1; residui di infusi 20:1; foglie 60:1; steli mais 60:1; il letame equino-ovino scalda molto ed è adatto ai suol
corteccia 120:1; carta 150:1; segatura 400:1. pesanti). Seba
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 29
ecco succo piume, in tin acqua piovana la calce disinfetta, e delimita le aiuole2
macera 2 mesi, all'ombra è fò innaffiata più alber'incavati, contengono terriccio
sull'argilloso suolo, potassio bene campa eccellenti in qualità, figliòl del nidiaticcio
se potassio manca, cereale pure stanca la torba idrata lenta, ma vince siccità
dà e togli alla cisterna, è buon anticalcar
potassio fa sviluppo, colori fiori-frutti1
aiuta tuberose, bulbose e forma i frutti è spugna vegetale, il pesante leggerisce
i bordi della foglia, carèn potassio scola e sostanze nutritive, solubil proferisce
pallidi fà i fiori, e dei frutti gran cascòla asciutta buon cappotto, piante freddolose
d'estate fa isolante, che accoglie le golose
Cenere di legna, ha potassio per radici
elementi lei rilascia, in presenz'umidità sacchetti carta riempio, torba-terra-pianta
adatta per liliace, i frutti e il pomodoro pon in buca terra, col bordo che fuoriesce
cede suo potassio, ai fiori ed al fagiolo piantina và protetta, raggiunge primavera
sacchetto deteriora, radice espand'intera
accumula potassio, l'Achillea davvero
raccogl'attorno a se, l'umico terreno uso pur le giare, di grosse dimensioni
tracce calcio e cloro, zolfo e aci silice a collo stretto e pancia, interro poco fuori
Come l’altre piante, più mineral indìce riempio di drenaggi, e piante da verande
oppure nell'estate, d'acqua per le piante
in aiuto dello zolfo, potassio sal ai fiori
sviluppa aromi forti, di grande medicina il fosforo sostiene, apparato radicale
combatte più disturbi, ai reni e la vescica Legno e fioritura, e carnoso carotare
Con menta e camomilla, i topi pure sfida se fosforo carente, radici e fusto molle
scarsi son i fiori, e violace son le foglie3
Achillea dei prati, sa essere infestante
fiori bianchi o rosa, cicàtrizzàn calmante la Valeriana aiuta, il fosfor minerale
aggiunta a minestroni, amari e digestivi radici sue schiacciate, odorano d’estate
è un ottim'insalata, vince scabbia ovini attrae alla superfice, lombrichi digestori
in acqua a macerare, là in contenitori
sui viottoli Achillea, si lascia calpestare
così come puleggia, e la menta piperita Luce dà fittone, penombra dà germoglio
aumenta qualità, aromatica di ortaggi o Steiner biodinami, enzimi buoni voglio
fien oppure infuso, dà salute ai greggi è battesimo d’acqua, umidità irrigazione
è battesimo fuoco, lucè sol maturazione
Calcio fa sgonfiare, Potas-Sodio gonfiare
ticchiolatur di melo, carenza calcio appare Insegnò corno-letame, così corno-silice
un suolo sol calcareo, erode piano muore donàr su suolo e foglie, su loro superfice
con del letame vacca, fresco senza paglia
4
“l’Azoto mobile, passa dalla pianta al terreno attraverso un riempi corno mucca, interra dentro faglia4
continuo cambio di forme (umico, ammoniaca, nitrato), è
concentrato al suolo dopo il ciclo organico delle leguminose
che liberano più sostanza dei cereali, aumentando il capitale
organico che circola nell’azienda. Suoli pesanti han maggior
contenuto d'azoto, così l'erbe infestanti, i parassiti, ceneri di 2La calce dà il pH e disinfetta pareti e tronchi frutta. A
legna, residui flora-fauna decomposti, letame, foglie, sangue, frenar l'erosione in suolo asciutto, povero e calcareo,
cheratina, lana, pollina e l’acqua piovana con tracce di nitrati. tappezzo con edera e vinca, mentre in suolo umico,
1
Potassio asciutto (facile dilavam.da piogge): ceneri consolida e borragine.
vegetali di giunco, felce e ginestra (30%). Se il suolo è 3
Fondi tè-caffè sparsi nel solco di semina, decompongono e
acido, si può usare bicarbonato di potassio , se basico, liberano fosforo utile alle radici e germinaz.di cipolle e carote
4
cloruro o solfato di potassio (utile per cavoli avidi di il cornoletame, allestito nell’autunno a fine di settembre,
zolfo). suol argilloso ne K. vuole letame di vacche lattifere che abbiano già figliato.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 30
comincia nella buca, l’attività di enzimi
fermenta il preparato, 6 mesi nella terra in contrasto con silice, sta il calcare che
un dì l'impiegherò, dinamizzato in acqua attivo in processi, ricambi suolo e piante
200 grammi d’esso, in 50 litri annacqua1 è il carbonato calcio, calcare parte attiva
calcio-argilla misti, buon humus deriva
a primavera entrata, scavo il preparato
tirato fuor i corni, letame è trasformato Folletti fate e ninfe, ovunque dimorati
Ridotto è il suo volume, fin della metà tra i microrganismi, lor piccoli aggraziati
l’odor di sottobosco, riesco ad annusàr provengon dimensione, parallel del canto
in terra richiamati, dai figli dell’incanto
al suolo lo diffondo, in acqua spruzzatore
or cornosilice, apprendo in successione Microrganismi cibi, sòn alghe nutrienti
cristal di quarzo fine, molato e macinato schiacciati ed essiccati, d'origini di tempi
duràn la primavera, nel corno va stipato gl'indio del Texcoco, preparan le focacce
con l'alga spirulina, raccolta con bisacce2
autunno successivo, l'estraggo sotto sole
l’uso in primavera, nell’alba rifrazione Clorella e Spirulina, son oggi coltivate
pur tale preparato, vien dinamizzato in pozze artificiali, per uomini e bestiame
venti giorni dopo, l'altro che ho passato nutrite con petrolio, in lucro senza fine
Pan che fame togli, nutriente resti infine
Silice nelle piante, elemento formatore
fa scudo a vari funghi, e a insetti parassiti o Alga della vita, pioniere senz'eguali
una parte và nel suolo, e riscalda rizosfera ti nutri in minerali, che trovi là nei laghi
tropp'cqua la dilava, disgrega forma intera ti usaron a Berlino, in zuppe dei soldati
l'autosufficienza, procuri ai tuoi affidati
Argilla in stato secco, è un silicato fine
quand'umida diventa, di plastico sentire Sopravvivi in tutti, l'ambienti di Piacca
in glomer umi-sabbia, ha ruolo di legante aiuti corpi e suoli, che battono la fiacca
Aiuta i minerali, a entrar vive sostanze Ti assumo nel digiuno, o in dispepsìa
con il Kefìr e miele, forza Tua mi dia
3 grammi cinquan litri, su foglie nebulizzo
pompa con pressione, le gocce micronizzo infuso alghe marine, rafforza cheratina
così che sospensione, non scoli dalle foglie cellule del corpo, capelli ed unghia fina
fissi micronube, su chiome non più spoglie riesce a eliminare, metalli radioattivi
assieme coi pesanti, in corpo molt’attivi
è il messagger di luce, lo Zolfo minerale
Silice sta alla roccia, lui a regno vegetale adatte con la frutta, verdura e cereali
assiem ad altri gruppi, sostanze minerali a fare compostaggi, in polvere od intere
verran dinamizzati, dal qi del biodinami oggi in quelle mare, può esservi mercurio
ricorda che metalli, assorbon dallo spurio
Luce arcobaleno, quand’è micronizzata
silici e quarzo fino, son luce condensata 2
Lago d’acque alcaline del Messico. La Spirulina
al sole si conserva, un buon corno-silice maxima è alga raggomitolata, seccata al sole dà proteine
dentro vaso vetro, traspare in superfice fin 70% peso. “Il crollo del potere nutritivo degli
alimenti, causa patologie degenerative, raffreddori
1
la dinamizzazione a mano per circa 1 ora, chiede acqua costanti, influenze, allergie, ansie, depressioni,
bio (il cloro uccide tutti i batteri pro ed anti) sui 37° per stanchezza e mancanza vitalità. Klamath dal lago Upper
stimolare gli enzimi efficaci. Rimescola la miscela nei due Klamath in un parco protetto dell'Oregon, ha tutti e 20 gli
sensi di rotazione rotti ogni volta che si forma il vortice aminoacidi nelle proporzioni ideali, le sue proteine sono
profondo al centro del secchio, ciò rende il beverone assimilabili al 73%, contro il 18% delle carni rosse.”
sensibile al mana. Taras
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 31
ogni Cellula respira, giù nei mitocondri
di oceani tutti mari, pur dell'acqua dolce un tempo avea batteri, ospiti simbionti
colore verd'azzurre, brune oppure rosse piano l’ha integrati, entro propri mondi
l’alga Fuco è detta, il musco dell'Irlande e crebbe Dienneà, danzando girotondi
presa nel cammino, è integratore grande
l’enzima clorofilla, tien il color verde
Riduce la fatica, dolor affanno al petto interno ai cloroplasti, di celle vegetali
così pur gli alpinisti, le portano rispetto come i mitocondri, ha origin da simbiosi
Fuco ai giapponesi, appar erba del cielo tra fotosìn batteri, e celle di eucarioti2
è base delle dieta, longeva senza meno
più cellul'aggregate, fan organi e tessuti
Gelìdium armansili, detta algà Kantèn assolvono funzioni, nei gruppi più sparuti
da te s’estrae l’agàr, l'addensante che collaboran dan vita, a più sistemi esperti
ant’infiammatorio, proteggi ogn’intestino di scatole cinesi, neuroni e reti aperti
se presa a dosi alte, sei purga lassativo
il fenomeno di osmosi, pratican le celle
Klamàth efficace, rallèn degenerazio tra due soluzioni, a diversa concentrazio
antidepressiva, contieni antiossidanti passa la men densa, verso la più densa
immun regolatrice, cur traumi cerebrali solvente nel soluto, stempera l’essenza
Sei base di catene, intere alimentari
e pù atomi diversi, danno più composti
legati da elettroni, o iòn tra lor opposti
Producono le piante, material vivente
e trasportano gli enzimi, ioni idrogenò
nell’acqua e la CO2, incorporan la luce
da zucchero ad Ossige, fornendo H2O 3
poi lieviti e batteri, spezzan il glucosio
per estrarre il sole, lavoran sen riposo1
gli efficien Batteri, pur vengono inibiti
da il calore e freddo, oltrèmisur forniti
consuman gli animali, l’organica sostanza
amano un preciso, grado del piH-acca
tutto ciò che vive, in non-vita tienistanza
fuor sterile luogo, il fortè prim'attacca
scende giù dal sole, e nei vivi è circolante
in alto poi ritorna, grazie ai degradante Piacca Sette dà, equilibrio acidi e basi
Sangue ed acqua pura, saliva e sudore
conseguono l'enzimi, a lungo ripetendo tra sette e l’otto scopri, l'ocean salinità
un ciclo metaboli, l'organico esaurendo il bicarbonato sodio, al piacca 9 andrà
se tieni ben fissati, li incolli o li confini
li usi e li ri-usi, efficienti dentro ai tini Fosfati e candeggina, a pH 10 muove
la soda per bucato, pH 12 raggiunge
ossigeno s’è poco, il ciclo sta incompleto Idrossido di sodi, quattordi fine soglia
lo zucchero è spezzato, all'etilico livello pH 6 l'urina, è assieme con la pioggia
vino a noi ci piace, per lievito è uno scarto
concentra la bevanda, il lievi muor intanto
2
la Fotosintesi clorofilliana cattura la luce minerale (6
scambi tra interspecie, è strategia di vita CO2 più 6H2O +lux =C6H12O6), mentre ll'Ossidazione
(leggi da dx) degrada e restituisce luce, calore, Acqua,
cellule ed ambiente, barattan ogni sfida
Carbonio CO2 .(in poco O2 dà ossidio carbonio, gas che
così esclericha coli, s'adatta all’intestino asfissia grad.sino morte
spegne var enzimi, e gluco mangia fino 3
la Scala del pH in una sostanza, misura la
concentrazione di ione idrogeno (H+ acidi, e OH- basici).
Se le sostanze sciolte in acqua non dividono, H+ e OH-,
1
Autotrofi: alghe e batteri. Eterotrofi: i consumatori son dette neutre, altrimenti se prevale l'una o l'altra, son
erbivori, carnivori e saprofiti. Monocotiledoni: banano, acidi o alcali. Il Metabolismo è: Catabol. Reazioni
palme ecc. (degradan sostanze) +Anaboliche (aggreg)
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 32
L’aceto sta nel 4, con cocacol arance producon l’amilasi, batteri ben simbionti
piacca 2 è limone, cloridro a zero tace che vivon in bovini, intestini loro mondi
enzimi hanno natura, animal e vegetale spezzan cellulosa, altr'ospiti pian piano
Fungina pur battere, o muffa lievitante così fanno letame, e producono metano
Carenza di enzima, matèr grezza lascia un Metano dai rifiuti, è il fatuo di palude
a monte di reazione, rimasta là bloccata brucia in cimiteri, raffredda pur la cute
carenza di prodotti, o tossicità del grezzo usato da millenni, in India pur Sichuàn
comportan disfunzioni, ereditario prezzo per cucinar i cibi, e la casa riscaldar
Nomadi viaggiando, con latte in otri ovìn dopo tre quattr’ore, è divenuto yogurt
il latte oscilla e sbatte, separa le pallìn Ideale è farlo a sera, così può riposare
lo scolan entro forme, per asciugar al sole ben tutta la notte, coperto con un panno
poi col sale in ceste, fan conservazione lassi è curd in acqua, diluito senz’affanno
per avere burro, puoi sbattere del latte un paio giorni buono, pure senza frigo
In un bottiglione, bene chiuso e stretto e lasciane da parte, qual lievito continuo
io ricavo il ghee, un burro senza grasso aggiungi pure miele, banana varia frutta
lo filtro dalle schiume, in alto come basso grande digestivo, usato in Asia tutta4
il buon latte materno, un neonato beve ora hai latte soia, puoi far fermentare
gli enzimi e immunità, in esso lui riceve tratta col nigari, cioè caglio minerale5
quel pastorizzato, integrato a vitamine la proteica parte, forma una sostanza
diventa un alimento, di sintesi confine Precipita e coagula, tofu bella bianca
Kefìr ottieni se, a latte fresco aggiungi pur liquido miso, gran brodo d'enzimi
il grano di Kefìr, che ha lieviti congiunti supporto alla flora, di suoli e intestini
quel latte or digerito, a noi fa medicina fermento di Soia, con orzo con miglio
tuberco e febbre tifo, difteri pur confina2 è salsa in minestra, all'alghe frammisto
L'enzima papaina, è di Ababai Papaia più microbi viventi, rispetto quelli d'aria
predigerisce tutto, è medicin dei Maya sopra suoli e acque, presenza ricca varia
ammorbidisce carni, in acido o alcalino ma in campi coltivati, vi è concetrazione
unico tra enzimi, è un gran vulcano fino dei molti microbioti, della putrefazione
Alber medicina, tuo frutto acerbo sacro ogni pianta sviluppa, 2 direzion di forze
solve indigestioni, tuo succo ver incanto in alto come in basso, corpo e diffusone
enzima selettivo, disgrega ciò ch’è morto la forza và nei fiori, radici oppure foglie
e guarisce più tumori, sen toccare il corpo odor aromi vari, irradia oppur accoglie
process’infiammatori, porti a pus d’ascessi
nel rumine bovino, si assimilan ai fiori
orecchie pelli e milza, con fegato tu sgrossi
L'ormon riproduttivi, animali superiori
pur l'ulcer emorroidi, sfiammi a dar sorriso
la donna questo sa, istintiva antichità
assieme le mammelle, macchie pelle viso
fiòr stimola fiorente, ognì sua fertilità
Tuoi semi contro vermi, giù nell’intestino
Natura e Cultura, han comune radice
ferite or cicatrizzi, e tumor converti fino
in colpo di genio, di spugna e di psiche
pur ananas d’Hawaii, tua piccola cugina
da facil-complesso, aggregan strutture
pure ti somiglia, suo enzima bromelina
Tra più ecosistemi, e artigiane colture
seguendo la ricetta, ch'Emilia diede ieri
comunità e concetti, moltiplican frattali
ottengo in beverone, il gruppo di batteri
le forme sono idee, livelli o enzimi vari
una zuppa primordiale, di lieviti antenati
presenti dappertutto, scoperti e ritrovati
incubano le forze, o accumulo energia
per riorganizzare, una vita in sinergia
irroro su composto, alimento fermentazio
io Seba con badile, sollevo sposto terra
estinguo malodori, prevengo putrefazio
la zappa rompe zolle, e sradica la flora
assicuro umidità, quaràn percento al cubo
rastrello la rimuove, livella poi la terra
continuo ad irrorare, trattar ogni rifiuto
ricopre pur i semi, leggeri li sottoterra
già nacquero così, scoperte accidentali lubrifico or mie lame, le forbici soffrego
numerosi al mondo, alimenti fermentati su là pietra mola, che regolar io impiego
Saké fu riscoperto, quan qualcuno sputò tolgo via lo sporco, con pannocchia mais
riso messo in bocca, che a terra fermentò e spalmo con pennello, oli o grassi vari
Scomparsa nella Tuscia, la canapicoltura nel Nèpal sono nudi, i culiès raccoglitori
sebben resiste l’uso, è canapa anti-usura In Persia si raccoglie, in tele grossolane
fu torcolo d'Onano, uno stretto arrotolare ha colore grigio scuro, piacevole l’odore
stender e asciugare, attorcere e pressare caldo ed amarogno, ed acre suo sapore
Taras ora parla, gitàn mille e 1 notte in India come Nepal, ganja tiene ruolo
Sherazade chiama, i colori della sorte pieno e religioso, dai tempi primo uomo
Ib-na-al-qunbus, già figlia dell'umano si mescola a dottrine, pratiche montane
è Banga la nocciola, palma della mano Scuole Siva-Devi, e miscele tibetane
viaggiano coi morti, in fumi d'amicizia nei regni Bengalesi, culmine raggiunse
Raseno ci ricorda, dei popoli di Scizia così in Himalayani, periodi medievali
in saune capanne, riuniti senza vesti Mahanirvana Tantra, in versi pure narra
Gettan suoi semi, su pietre roventi ciò che è praticato, dentro indiani sabba
Pianta quando inizia, i semi riportare yoga fà del sesso, sentiero di sâdhana
Essuda una materia, narcoti resinosa via che poi produce, kundàlin risvegliata
base principale, di tutte forme hashìsh un sesso religioso, re-stimola in diletto
gli inglesi la raccolta, spiegano così a livello esperienziale, Dioniso è diretto
dal frullamento emerse, pur veleno che Effetto di sostanza, uccide e vien uccisa
coi fumi suoi potenti, ferma un universo il pover sufi vedi, pulcin che vagabonda
Dio Siva allora tenne, veleno nella gola ucciso dalla verde, ovvero n'è sconvolto
divenne gola blu, così ci appar tutt’ora tal è suo costume, uccider esser morto
permetti che realtà, io veda delle cose Intona suoi dhikr, per far vorticare
così libero sia, dai danni e false pose batte dhamaru, pei passi accordare
lavo la mia faccia, e chiarisco la voce la sua pipa di pace, poi fà circolare
Canto poi la lode, al creator d'amore delirio e torpore, astanti a esaltare
Sfiamma pur ascessi, la canapa pestata suo spirito di flora, trova anima umana
contrasta mal otite, in olio vien spalmata la penetra e conduce, in essere fiumana
Giovanni ventunesi, è papa Pietro ispano dona al bevitore, prontezza della mente
scrive il trattatello, a curare suo contado fravashi della Banga, kundalini corrente
Shiva seminava, orando il mantra Banga Bevono del Bhang, come fan sannyasi
suono di guardiano, che taglia l'ignoranza Studenti di Benares, prima di studiare
tutto il giorno in acqua, fior e foglie lascia conforto nel disagio, in cura e malattia
ripete il nome santo, e fumiga le braccia aiuta attraversare, miseria e carestia
allinea i desideri, a preparazion bevanda le più pulite foglie, bollite in latte e poi
immagina poi Devi, l'offre dolci e mantra son mutate in burro, verde grasso d'oli
versa sul suo Linga, e gli incubi van via majoon è miscela, in datter fichi miele
fuggono i nemici, assiem la malattia che gatti ed animali, lieto ben trattiene
è dote degli sposi, speziato ricco Bhang asciuga gli umori, impedèn movimento
la sposa prima e dopo, beve in Gujarat Fà l'umido in caldo, saliva seccando
sacra cerimonia, preparazion di Bhang rossore degli occhi, e pallore del volto
dagli ospiti bevuto, hindu e musulmàn livor della bocca, e un fegato ingrosso
allontana la stanchezza, panico e timòr per evitar l'effetto, verso entro narici
pur durante guerra, vien asperso Linga
goccia olio d'oliva, e bevo acido latte
Raji senza scampo, slaccia suoi capelli
l'indebolisce pur, nuoto in acqua fresca
spirito di Bhang, non trov'impedimenti
mangiar acida frutta, bere senza fretta
agisce sulla febbre, in indiretto modo il Bibra racconta, di aver fame cane
calma assai gentile, le cause d'ogni dolo
gli sembran parole, venir da lontane
versalo su linga, e dio n'è compiaciuto
sussurran orecchie, i giochi dei sensi
l'alito raffredda, e il corpo n'esce puro
son moti del corpo, pesanti e diversi
malati son seduti, versano nel tempio
i polsi sono tesi, ma batton normali
Bhanga sopra Linga, curano lo scempio
la pelle raffredda, gli occhi iniettati
pur la dissenteria, e var colpì di sole
dopo una mezz'ora, arrivan le visioni
stemperan ascessi, con moderazione
i volti dei vicini, fàn metà-morfosi
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 40
ridono i più, e schiamazzano lieti nasce un movimento, automatico di mani
altri arrabbiati, diventan guerrieri smette e si rinnova, più volte sin domani
il clima n’ha parte, il caldo rallegra assisto spettatore, idee in concatenazio
fin al delirio, dottòr Moreau spiega elettrica corrente, invade corpo spazio
descrive Moreau, gli inizi in affanno sale per la spina, e dilata nelle braccia
avvolge poi volto, calor dolce manto scuote pur violente, continua nel salire
va nel cervelletto, percuote dall'interno
prova allegrezza, interna e in risate
credo che ne muoio, continua carosello
sensi più acuti, e armonie dilatate
gli atti esterni poi, precedono coscienza
“m'avvènne guardàr, un vivo ritratto
di aver la volontà, di compierli da me
mi parlan suoi occhi, in magico atto
assiste volontà, a un fatto già compiuto
presto ti accorgi, veder ciò che vuoi
morte io non temo, non odio non rifiuto
sfior le tue vesti, e scenè son fuori
cambiano di posto, il freddo con calore
son agili idee, voluttà penetrante secondo l'individuo, varia convulsione
siddhi e devozio, epicureo nel bosco
il clown gesticolante, o tonico tarante
un harem di oggetti, cari e antenati
ipnosi cataletti, o immobile variante
centuplican gioco, e ardenti essudati
I dolori al corpo pure, sento alleggerire
sangue ribollente, corre oppur innalza
nulla mi dispiace, ho sete d'acqua fresca
sento di morire, vedo la mia infanzia
al colmo nella stanza, salto con le braccia
bevo sento meglio, l'acqua fresca sazia
bevo l'acqua fresca, così l'arsura scaccia
lavo la mia faccia, collo e pur le braccia
Ecco un pò di tregua, danza ricomincia
vacuità e pienezza, sento nel cervello a battere coi piedi, seduto mi costringe
fischio nell'orecchie, diviene bollimento passa per le braccia, sale su al cervello
insieme a soffi caldi, montano alla testa dirigo tal'orchestra, stanco m'interpello
il cranio par sollevi, scoppia qui la festa
all'atto del pipì, va sciogliersi l'ascismo
lingua s'ingarbuglia, imbrogliano l'idee
e l'intensità cessò, col vomito gradito
scoppia la risata, immensa e fragorosa
Fu vomito copioso, nel tipo più nervoso
si ride di sè stesso, e infine poi la scena
modesto nel sanguigno, linfatico a riposo
cambia e fa piccante, ragione si dispèra
Il professor De Luca, del Collegio Francia
piano essa dissolve, radice colgo intera
sente movimento, dall'alluce alla pancia
e tutto s'abbellisce, intorno è luce vera
è sensazion di ortiche, simil a formiche
inonda i volti vari, in serafico apparire
che van camminare, numerose amiche
canto e sfoggio versi, belli da sentire
senza turbamento, sveste va nel letto
a volte borboritmi, e fitte addominale
vede il suo passato, scorre con diletto
la nausea fà sentire, evacuazione sale
assai di voluttà, contempla i fatti suoi
copiosa e semiliqui, i sintomi conclude
lo auspica per tutti, 4 ore e torna poi
dissipa nel sonno, ebbrezza pare chiude
Mi par l'abuso d'hashi, simil a pazzia
Ciascuno meraviglia, sentirsi non padròn
specie a giovinetti, che viziano suvvia
di propri atti e pensieri, coscienti testimòn
manicomio Dakka, tièn più smoderati
vissute ed oscurate, impressioni rinnovate
succo lime aceto, i contravveleni dati
ogni cosa appare nuova, così la vita piace
O Shiva Nilakantha, che tien la gola-blu narraci ora Taras, la cura del malocchio
per salvare il mondo, il velèn bevesti Tu fuoco sant'Antonio, al ballo di san Rocco
la Tua divina gola, produsse tal destrezza e il fungo parassita, di segale e dell'orzo
la fine macchia blu, accrebbe Tua bellezza la fredda sudorazio, tremore senza sforzo
Vasuki era chiamato, il serpente velenoso già detti fuoco sacro, di Antonio dell’Egitto
che l’Universo intero, lambiva minaccioso ergot epidemie, convulsus o gangrenu
Tu onni compassione, volta ad ogni razza legate all’ingestione, Pan segale cornute
i Demoni con Dei, salvasti da minaccia curate d’Antoniani, grassò maiale e cute
Tu ridi fragoroso, supremo senza fine scopriron maialino, che cura fuoco sacro
Frantumi ogni timore, vibri ogni confine assieme l’acqua e vino, oggetti simulàcro
cancella mie paure, e l’oceano inimicizie l’Ordine arricchendo, va poi degenerando
proteggimi da tutte, le subdole sporcizie vietato infine và, giràr solo questuando
Sei tu che danzi-giochi, giù nei crematori Meri dea del mare, cereale e protezione
ti chiamano Bairava, il Rosso che ululava hai diecimila nomi, sei luna madre al sole
Mahakala Dio del fato, e irato distruttore Cultura con salute, doni sempre a umani
assieme con la Devi, tagli ogni illusione finita via terrena, vedrò brillar tue mani
il cielo e pur le stelle, in alto son colpiti Vergine che crei, dall’utero tuo tempio
da ondosi tuoi capelli di canapa scolpiti Jesu con Francesco, stelle dell'esempio
eretto sulla Yoni, Tuo Linga è venerato produci e riproduci, la buon comunità
ci parla dell'eterno, tuo soma profumato or al Therabuti, ti vengo a ringraziàr
emersi tuo gran linga, narra antico mito Dea di guarigione, adorata nei santuari
il giorno cui Vishnù, a Bràhma s’era unito lenisci ogni ferita, dei pellegrin umani
Discutono fra tutti, chi sarà il più grande oh Brigida dei celti, Minerva dei romani
passano pù prove, d'ebbrezza esilarante Bagno Spa sia tempio, or acque termali
infine apparve loro, un Linga di gran luce Ergòt ergotamina, nel Delysid arriva
Chi trova inizio-fine, di certo sarà il duce! dove Albèr Hoffmàn, poi lo sintetizza
Brahma in forma cigno, cerca da pell’alto scrive che rilassa, riduce ansie nevrosi
Vishnu da cinghiale, grugna scava basso cauto coi pazienti, depressi pur nervosi
passano su fiume, sopra stretto ponte Tu che guidi il coro, di stelle respiranti
che tra vivi e morti, rappresenta il fronte sei guardiana Fuoco, di parol notturne
pellegrin raccolti, ora vengono insultati fanciulla sei di Giove, visibile d’intorno
da oscen'imitatori, da Iambe mascherati con folle celebranti, in danze di ritorno
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 45
Bella sei qual sole, Biàn più della luna Poeta bardo antico, viaggi nell’Egitto
Stella del mattino, e Mater Flora musa leghi con i canti, il multiforme attinto
Virgo veneranda, energia di pentecoste cetra tuo strumento, suoni nel rituale
di mari terre e cieli, sei nume dragoste cantami una storia, aiutami a vibrare
felice è colui, che ha vissuto tal cose quan trascorre vita, solo non sei mai
quando rientrerà, nel grembo dell’Ade Stella del Cammino, ier oggi e domani
Dioniso guida, qual Erme psicopompo Canta più forte, sua gioia può scaldarti
Raseno canta i versi, all’eco di ritorno se sentirai dolor, quan vita và mancarti
Poiesi sei musa, di natura e cultura come il Trittolemo, col don dei Cereali
Sei regina Kalì, Sei l’oscura struttura divengon iniziati, a mezzo d’esperienza
Sei la voce del tuono, fiore che sboccia potranno ora vedere, segreto l’alternarsi
Sei amor e la morte, dentro una goccia di nascita e di morte, rinascer rinnovarsi
oh Amrita-veleno, cioè senso e memoria Terra ora si svela, non sol dimor di morti
nel rito del lutto, fai l’eroe e fai la storia ma cibo inestinguibi, riserva di conforti
ecatombe supplizio, riesci a trasmutare Di sé e divinità, occasione di scoperta
Mediator d’interessi, in gruppi a trattare a trasformar la vita, adulta più perfetta
Erme psicopompo, itifallico compagno nei tempì di crisi, emergono più dubbi
dell’anime farfalle, nel viaggio d’aldilà crollano i modelli, e fioriscono più culti
oltre la materia, nel cuor del sottosuolo a soddisfar gli umani, e ritrovar gli Dei
Spande col suo fallo, gocce spermaforo provano gli artisti, le chiese ed i musei
Spir di Verità, il mondo ora non vede Storia vien da Istor, figlia di Taumante
voi lo conoscete, perché dimora in voi eterno testimone, che vede le vicende
orfan non vi lascio, e ritornerò da voi oltre il vel dei fatti, segue l'intuizione
e riconoscerete, voi siete in me io in voi collega Istor ai fatti, della transizione
scoprir in noi qualcosa, pure non ci piace Omero cieco è, poeta ha sguardo vero
se annulla l'illusione, d'una moràl sociale Radice del sapere, è l'interior pensiero
libertà interiore, spaventa perchè rende capace devastare, se partorisce oggetto
persi nel rapporto, umano che sottende potente ed incapace, di circolar contento
fù mito di Cerère, esperito fin a quando Telemaco suo figlio, lontano sulla riva
Alarico re dei Goti, invase Ellade intanto prega la Divina, signora schiuma viva
santuari son distrutti, la fine d'un impero l'oppio di Minerva, tosto poi lo spinge
le leggi di Teodosio, avvian altro mistero d'iniziare il viaggio, che l'interiore tinge
trappola di agone, trama forza e astuzia cresce di stupore, ricerca di suo padre
distacca civiltà, coscienza è frantumata quel farmaco nel vino, l'ira sa calmare
la cura del destino, nevrotico Occidente butta via il dolore, l’uomo ad impazzire
ritorni l'esperir, l'unione mondo-mente dimentica la casa, la patria col soffrire
Vello del'agnello, serbava pure il soma viaggi oltre la terra, oltre dell'Egitto
che bardi rishi d'India, tengono d'allora le anime guidate, vanno nel tragitto
matur in sottosuolo, stilla nel suo grasso dagli antenati totem, spiriti or alati
virtù del soma stà, nell'inno del suo canto che assistono ispirando, con i loro fiati
drago di sapienza, apre un occhio a volta Taras coglie spunto, narraci del succo
non correre và piano, velèn è dietro porta fetido di fiori, papaver Oppio appunto
consegui vie dei canti, dovè riposa il mito in Arabo è ufiyun, ufèem in Indostani
decanta ogni veleno, nel quotidiano rito ò-fu-jung in Cina, la capsula essudati
Argo è cane a Ulisse, gli tiene fedeltà I semi spremuti, dan pane detto khari
conosce suo padrone, che travestito và a poveri e bestiame, e cataplasmi fare
scisso nei 2 sessi, maschile femminile dove è povertà, si beve anche decotto
a causa dei giudizi, che posero il confine Capsule che già, latte hanno prodotto
gli olivi secolari, un antico lasciar fare Olio vero dell'oliva, sà cuocer e condire
dopo il primo innesto, la piàn libèra sale legumi e vegetali, col pesce e i cereali
cresce s’organizza, attor leadèr centrale sopporta i centottanta, gradi di fritture
si snoda poi sinuosa, a liàn stratificare in periferia rimane, di cibi e di cotture1
a olivo acqua di giugno, par rovini tutto ricco in carotene, permette assorbimento
mentre dà olio e mosto, pioggia dell'agosto lipo vitamine, che scioglie in un momento
l’oliva quan più pesa, tanto par più rende Pomodori e funghi, conserva dignitario
terre assai sassose, ama com ambiente lubrifica intestini, e lo stomaco vicario
l'Olio ora s'estrae, molando in frangitura Cenere dei rami, spargo nei miei campi
tramite molazza, la polpa or si frantuma rito avan la Pasqua, domeniche di palme
assieme coi nocciòli, a far da drenatori Raseno poi ci narra, la storia dell'unzione
poi la gramolatura, rimescola ulteriori d'un Albero d'Oliva, sorgente d'elezione
rompe l’emulsione, d'olio misto d'acqua gli alberi di Biblos, si misero in cammino
la Pressatur estrae, duràn la terza tappa nel darsi un nuovo Re, proposero l’Ulivo
il torchio a vite preme, i fiscoli con pasta questi lor rispose, non posso rinunciare
centrifuga separa, infine l'olio e l'acqua à produrre l’olio, pel fin di comandare
unguento dei messia, dei Re dei sacerdoti io Seba son lucano, ma vengo da Milano
lampade e lucerne, nelle nozze e giochi Pamela li conobbi, in seguito ho sposato
Cristo n’è l’unzione, crisma dei malati ho girato molti posti, al fin di lavoràr
Olio degli infermi, e delizia dei palati sofferto migrazione, verso gran città
Raseno mi presenta, ai vari coinvitati emigro per trovare, spazio alla mia vita
Seba con Pamela, son italian migranti un sogno realizzàr, sfamar una famiglia
il Sebàstian lucano, cercava suo lavoro fuggivo carestie, e angustie di un paese
Racconterà perchè, arriva qui al ritrovo costretto itineràr, sàl-scendo le scoscese
“Caddi in depressione, lascio poi la casa lavor or soddisfatto, modello var capigli
dei miei genitori, e inizio una mia strada guadagno la clientela, parenti son benigni
farma dipendenza, assieme depressione in cerca di sostegno, avanzan più pretese
libera d’un tratto, provai la sensazione baston alla vecchiaia, mi voglion in paese
presi varie strade, più dipendenze date Seba vien convinto, Pamela ancora narra
un giorno a primavera, sposo Seba vate Chiuder suo negozio, e l'amor filiale s'alza
transizion mi cambia, efficace silenziosa vane le promesse, assieme a vecchie sfide
la mente piena muta, si libera spaziosa minacce emozionali, asfissiano sua psiche
Pamela col bambino, fasciato sul torace Torna su a milano, e un ferrovier diviene
lavora come sarta, girando per le case rinasce la sua vita, ed apre ancor le vele
mentre suo marito, tra fabbriche e binari avversari in gelosia, tramano gli agguati
arriva a fine mese, con gli acciacchi vari Cambia lui lavoro, tra fabbriche più vari
con Seba io mangiavo, fave con crostini Industrie segherie, in milàn periferie
alla sera minestrine, all’erbe odori fini Io con due bebè, fò sartoria da casa
oppur a colazione, il pan e fichi secchi aiuto il calzificio, lavor anchè da tata
cacio con le pere, buon sapor azzecchi con gioia con fatica, arriva prima casa
poi le zuppe farro, cipolle con legùm Spogli di consigli, i parenti son lontani
preparo le piadine, simili al cous cous Casa umida fredda, tra mobili già usati
l'impasto piano piano, e muta lor colore
disturbi di salute, aumentan ricorrente
tal poltiglia al fuoco, cambia di sapore
fabbrich’esalanti, stagnano l’ambiente
la Dora mi ricorda, la storia di mia nonna “una vera cura poi …, al villaggio si sarà
malata di rimorsi, miseria in dura prova è diagnosi dell'argia, scoprir sua identità
il dolore lei mutava, nel morso di taranta Tutto quel villaggio, indaga s’argia in posto
veleno mi diceva: mi spinge far la danza Ricerca tutto unito, il carattere nascosto
Rinnova crisi e ballo, in stagione dei calori con femminili vesti, malato vien coperto
tra tra molte privazioni, pagava i suonatori ed entro 2-3 giorni, s’argia è allo scoperto
la vita mi fa stanca, e domando alla taranta in sposa o vedovella, o zita è ravvisata
dammi tua grazia, leggèr fai tutta quanta con riti con sue danze, alfin accontentata
Una musica s'affianca, al cibo corporale l'allegro benesser, pur spira l’Egitto
Nutre cuori-danze, la mente pur globale grazie ai pigmei, che noie han trafitto
Narcis Orfeo Dionìso, opposti a Prometèo Melodie commoventi, fan risonanze
Liberan dal tempo, e rovesciano il trofeo
figlie di Rasna, orientali maestranze
Conciliano con Eros, e Thanato signore
Due musiche frasi, s’inseguon errando
Offrono l’unione, col canto comunione
in ipnotica ruota, in continuo rimando
mondo è liberato, ovver non dominato
Chi ha gusto le sente, corron su pelle
piacere và redento, tempo s'è arrestato
gli uccelli ed anfibi, le fan ricorrente
più Estasi eremite, contemplano ritorno
Sibilanti e vibranti, roboàn crepitanti
tornare alle radici, dell’antenato mondo
s’incontrano i suoni, prim 1 poi tanti
L’uomo primitivo, coi piedi eccitamento
dan corpo a più miti, attuati nei riti
batte su terreno, offrendo suo tormento
mutando i bisogni, nei sogni infiniti
e ciascuno strumento, tien protettore
1 suono trasmesso, tramite un aria
1 spirito e suono, di gruppi e nazione
entra in tuo corpo, e placa malaria
Rombo di tuono, Dio Tìnia ha donato i dolori d’artrite, punture d'insetto
Chi l’ha ronzato, la pioggia ha evocato sciatica e gotta, analgesico effetto
se hai indigestione, vuoi che si stappa in origine è verbo, il verbo era canto
Ascolta la cetra, o un brano di arpa Creava ogni cosa, a mezzo d’incanto
e questa concilia, un dolce pensare La genesi compie, in stato di sogno
che bene si culla, nel Dao meditare e piste disegna, a estinguer bisogno
nel dì della sua festa, ci narra Microbio Giove generò, quan Moire lo concesser
al tempio di Saturno, piè Campidoglio Dio con corna toro, e corona di serpenti
sua statua è slegata, dai lacci continui le menadi pertanto, si cingono le chiome
e scatena gli effetti, benèfici e ambigui ad imitar la forza, che cura e le fa nuove
Sue forze anteriori, d'inizio del tempo quan flauto melodioso mormora di Bacco
di un era dell’oro, e del sogno portento scattan le baccanti, muovon piede tacco
fra avvento rinnovo, euforia e penitenze col tirso vedi una, percuotere una roccia
la gran confusione, sconvolge coscienze così ne sgorga fonte, di acqua rugiadosa
Saturno ha le chiavi, del Cosmico Gioco innamora di suo ruolo, profeta itinerante
Rilancia i suoi dadi, poi oracola al fuoco bimbo che compiace, e ama senza pace
Signor della tombola, giustizia e misure contento del suo dono, vede solo quello
Con scacchi ed azzardo, ci da le visure lo perdo coi titani, e scopre poi il tranello
Esiliato fu un giorno da Zeu successore Tornato dal deserto, dopo di cinque anni
improvviso scomparve in eterne dimore Ritorna l'esperienza, dell'estasi per anni
ma Giano romano, creator d’eccellenza Gira lungo il mare, creste avvallamenti
accolse nel Lazio, Saturno in quiescenza l’ego perde tutto, se gasa e fa commenti
Bambino immortale, è dio addormentato Dioniso è dio Shiva, scuote la sua chioma
Attende il risveglio a suo tem destinato e porta nelle donne, la frenesia rinnova
Saturno vien dunque, dall’artica notte ha pelle di cerbiatto, sua veste sacra viva
rinasce tra noi, se il tempo è alle porte che danze e gridi gioia, eccita e ravviva
qual Visnu dio indù, un tempo fu pesce a Delfi ancor lo vedi, su rocce far la danza
apparve a buon Manu, dando una legge balzar con torce pino, sul piano tra 2 picchi
fai una gran barca, ai germi del mondo brandir e scuoter ramo, bacchico infuriante
annuncio che l’acqua, andrà tutto tondo
tal dio è divinatore, quànd’entra delirante2
Donne normali, in famiglie affaccendate
2 volte nato è, da femmina e da maschio
attendon la chiamata, stagioni ritornate
di acqua del terreno, e divino fuoco cielo
Dioniso le chiama, al baccanal robusto
Angizia Dea dragone, androge sovrumano
in ciclica tempesta, dell'emotivo flusso
Migra tra i paesi, con vino coppa in mano
Scuote loro corpi, e le anime profonde
1
si sciolgono vestiti, suonano le trombe “Le partecipanti, al grido rituale: elelèn, evohè e jacche, si
ubriacano, si spogliano, squassano i tirsi, urlano e si eccitano
la donna che resiste, a Dioniso riunire selvaggiamente; un capretto o cerbiatto è smembrato crudo.
ammalata cade, e villaggio può soffrire Nutrono e allattano Dioniso infante che, adulto, si preparano a
ricevere come sposo nelle nozze hierogamiche”. Hilman
tornan donne nude, da moral e intrighi
2
Euripide (Baccanti 99-104). “gli Sciti biasimano i Greci
La ragion dissolve, e nascon nuovi figli riguardo alla frenesia bacchica: dicono infatti che non è
ragionevole trovare questo dio che induce l'uomini alla follia.
procession baccanti, attraversano città Ci deridete perché dio ci possiede, ora tal Dio ha preso anche
falli accompagnando, cembali a vibràr il vostro re e costui infuria ed è folle per opera sua.. chi di voi
è pronto, può essere iniziato ai misteri del frenetico”. Erodoto
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 59
Nutrito con il miele, da capre in una cava corpo con tremore, vive la sua scienza
apprende dai suoi boschi, forza della cura viaggio di scoperta, o festa di coscienza
ha origine da mito, il fallo assè del mondo sottile godimento, i moti propri al corpo
Là nell’uter grotta, danza e vola in tondo vertigine che toglie, l'ego dal suo posto
cavalca suo totèm, un fallo avente occhio Siamo noi l’ananda, convito dei bambini
luce interna accende, e ogni mal disperde che danzano nei corpi, visioni oltre confini
emerge come Tage, Erittonio corpo serpe festanti ed ispirati, sdoppiati nel sarcasmo
L'Albero del rito, tra i mondi lo protende diam forma num, al mito ed allo spasmo
Corè è Madre d'Asia, che tien i coribanti Platon dice che, poeta è un posseduto
Spiriti del mondo, antichi assai festanti da genio della lingua, antico scriba muto
colpiscon di fedeli, le interior coscienze sua erotica energia, scatena l’intuizione
Rituali possessioni, speciali ricorrenze che dal liminale, trascrive sensazione
la diagnosi rivela, il dio che li possiede narra il ditirambo, Titani egò di argilla
ognuno ha suo colore, offerte cibo chiede dipinti bianco viso, smembrano sua fibra
parole canti ritmo, profumo suo speciale al piccolo Zagreo, danno giochi a incanto
discende dall’olimpo, suo spiri oracolare lo mangiano bollito, lascian cuore intatto
più formule sonore, richiaman contenuti dal cuor rinascerà, l’inter Zagreo divino
le storie sono scritte, in corpi posseduti Titani ancor faranno, maschera caolino
Cavalli son gli umani, di numi coribanti se iniziano un fratello, o fanno loro cura
s’ingaggiano con essi, i concili riparanti invitan l’antenati, biàn maschera l’aiuta
Dioniso bambino, accogli nel tuo grembo Ombelico di Dea, è mister maternità
avvertirai l’urgenza, a danzar il ditirambo Pelasgi del deserto, vanno giù emigràr
scopri esser te stesso, salvi intero mondo Si portano la Dea, fin sul fiume Niger
accetta la chiamata, gioca in tale sfondo fin l'impero Ghana, tra le bantu effige
il mondo divien fiaba, vita acquista senso Il culto degli Akàn, quel popolo formò
risuoni con gl’eventi, chè le dan consenso Afrodite la lunare, divenne dea Ngamè
scopri cuore psiche, drammatico teatrale Camaleonte guida, gruppi di emigranti
rispondi alla chiamata, ritrovat’incantare Fu regina madre, diè figli a tutti quanti
Yatra s'alza e parla, a Pamela lega il filo Quan più divinità, vanno ad emigrare
il tempo sogno torna, eterno a noi vicino adattano al contesto, geografico sociale
gli eventi ieri ed oggi, van concatenarsi dall’Africa Yoruba, Vodùn divien Orisha
viaggi con scrittura, chiariscono catarsi dal Brasile e Haiti, l'America conquista
“Emerse e vagò, Afrodìte dal Caos1 riunivano gli schiavi, riducono distanze
Eurinome d’inizio, Dea d’ogni Cosa con terra d'antenati, ed african istanze
Danza sull'onde, e separa le acque il ritmo dei tamburi, gli oceani superava
dal mare la terra, e il cielo brillante raggiunge libertà, in umbanda brasiliana
ogni casa culto, ha calender celebrazio In Etiopia è gurri, il moto della trance
stilate dai suoi Pãe, oppure Mãe do Santo segna la vittoria del genio sul prescelto
Festa poi comincia, ai ritmi di tamburi Esso mai bandona, il fedele posseduto
a consacrar locale, chiamar fedeli e furi Resta in lui latente, entro suo vissuto
lo spirito di festa, tra scherzi risa e cibo Si manifesta il genio, nel rito religioso
alcoliche bevande, il corpo sarà un rito oppur durante il sogno, o una malattia
preso nelle danze, sfrenate della festa presenza è segnalata, pur da un isteria
Dove un Loa divino, entra dalla testa che sarà guarita, con cerimonia attiva
1
Lisa: “Ogni creatura è retta da più Orìsha, conoscerli sarà
conoscersi: Exù, Ogun, Oxossi Omolu, Nanã, Oxum,
Oxalá, Oxumarè, Xango, Ossain, Iemanja, Iansà. “La cambiamento qualitativo della coscienza ordinaria della
trance è un comportamento del corpo, modellato da percezione di spazio e tempo, di immagine del corpo e
cultura a cultura in vari momenti storici; realizza un identità personale.” G. Lapassade
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 62
Orishà e divinità, son ampio repertorio Sei forza naturale, che genera il creato
ruoli personaggi, per maschere teatrali Primo messaggero, tra uomini e orishà
Esibirsi nel teatro, in un travestimento Per primo ti saluto, oh fallo eretto sù!
Libera il bisogno, d’un comportamento Oh Laro-iè Exù, oh Mojubarè Exù !
Messi in scena cura, forme di tormento senza dar assenso, nulla viene fatto
pubblico ti crede, senza far commento potente guaritore, e mago educatore
sè hai la buona fede, esce la coerenza ti trovi negli incroci, e spazi dello svago
nata dall’ambiente, di comun credenza custode della soglia, case e dell’invaso
spazio dovrai fare, a più spiriti plurali Bevi il vin cachaça, e credi fermamente
son estàsi con trance, fenomen speculari ambiguo e provocante, sai ispirar fiducia
l'estasi è un'uscire, dell’anima dal corpo ne abusi sei ambizioso, eccelli nel raggiro
Mentre nella trance, tù gli presti il posto sei l'attimo fuggente, coscienza del finito
Vodun vuol dire sacro, insito alla terra Agisci come un bimbo, fluido con l’istinto
Dio che vuol parlare, dell'Africa più bella nel gioco con le forze, incapace di giudizio
Shango è tuono fuoco, saetta viril ballo Secondo vien Ogun, l’istinto di conquista
fondò regno di Oyò, nei secoli a cavallo Forza primordiale, vagabonda sulla pista
Gli Orishà son Rè, Regine d’una volta Ogun vuol dire spada, imprese e libertà
Poi divenuti Dei, antenati della terra Blu scuro del metallo, cuor generosità
A loro apparteniamo, come eredità Fagioli e vino mangi, proteggi gli affidati
Siamo i loro figli, e la loro umanità Fedel al sacrificio, del re dei cieli amati
Compito Orishà, è gestir distribuire Ogùn impatto sei, cuor che forte batti
a umani loro figli, axè della creazione Reazione più veloce, fase di passaggio
Olorùn supremo, crea il pianeta terra È la disperazione, che nutre la tua furia
dà 16 destini, e ciascun Orisha insigna Coraggio e ardimento, la libertà più pura
Tal divinazione, fatta con conchiglie Odè secondo nome, in Yorubà sta per Re
Ti svela l’Orishà, che hai nella cabeça energia della natura, a caccia di bellezze
un Babalorixà, ti svela a chi sei figlio Proteggi cacciatori, la caccia ed animali
Lancio le conchiglie, e calcolo puntiglio Insedi nuovi siti, villaggio degli umani
esempi dopo un lancio, dei sedici buziòs hai l’arco con le frecce, sorvegli territorio
Quindici son chiuse, una sola è aperta Inquietudine ti porta, far nuov'esperienze
Sapremo che a parlare, è numer 1 Eshù Mangi suino e vino, sei artista esploratore
Se aperte sono due, silenzio parla Ogùn foglie delle piante, t’insegna, guarigione
Ti cibi di tabacchi, miele frutti e foglie Orisha d'acque dolci, e di amor felicità
visibile tra i rami, monello d’un folletto concèpimento parto, rottur dell'acqua và
accumula ricchezze, formica senza posa Placenta gestazione, corteggio esibizione
ne intende senso-fine, quando si riposa Venere che nasci, da spuma d’ogn’amore
Accanto al focolare, sorseggi una tisana Eshù ti dà l’embrione, che porti dentro Tè
Sei ciclo di stagione, enzima vita umana fai nascere creature, e l'affidi a Yemanjà
Quinto Oshumarè, serpente Arcobaleno Ami dolci e frutta, giall’oro il tuo colore
Ewà e tua controparte, oscura col veleno Temi la vecchiaia, solitudine e dolore
Sette tuoi colori, compreso bianco e nero Decimo è Yansa, dea fuoco di tempesta
Forza evanescente, ricchezza e povertà slancio di passione, il vento è la tua festa
Mordi la tua coda, impedisci il disgregare Orgasmi senz’intento, ingenua capricciosa
al mondo che circondi, intento a riparare follia senza contegni, idealista coraggiosa
Ci incanti con magia, ogn’attimo tu cogli Sei Oya dea del vento, tuono ed uragano
Tuo ciclo sta nell’acqua, cielo terra scogli Potere femminile, assertivo assai veloce
tu energia di scambi commerci col denaro strega pur guardiana, ponte di tra morti
passaggi delle cose, sorpresa d’un regalo In casi malattia, t’invocan cambiar sorti
Ewà tuo arcobaleno, che giace sottoterra Tifon in passaggio, estuario fiume Niger
è parte oscura che, fa là trasformazione fuor di forma umana, sei bufalo di acqua
di stati di materia, da liquido a gassoso corni vuoi su altare, ti piace carne capra
allegro e contadino, sensuale più focoso fagioli son tuo cibo, assiem a vino palma
incanta come fiaba, continuo movimento Devoti veston rosso mercòledi tuo giorno
umore repentino, bellezza cambiamento per tuo piacere e, quand’entri nella danza
seguente è Obaluiè, Signor di carestie giravolti con spada, fantasmi rendi inerte
che affliggono la terra, come epidemie Frenetica Tu danzi, pure a braccia aperte
Paglia in viso e corpo, coperti dal vaiolo Yansà gran libertà, e regina degli Egùn
Mamma tua Nanà, è incapace d’accettarti assieme a Obaluiè, guidi anime dei morti
Sempre t’abbanda, per senso d’impotenza Purifica oh Iansà!, guarisci ogni contagio
nessun ama guardàr, la propria sofferenza figli abbandonati, accudisci pur adagio
Sei un fine cantastorie, e burle tu ami far Madonna protettrice, speranza del ritorno
Mòrmorio dei boschi, l’eterno vai aspirar tristezza dopo il parto, i bimbi tien’intorno
Sei bruco e la farfalla, nelle mutazioni Madre della testa, dai vita al pensamento
e sosti sulla soglia, di mille iniziazioni Fratelli fai riunire, duràn festeggiamento
Signora fiume Obà, è la dodeca Orishà Ecco il Dio del fuoco, è l’Orishà Shangò
Signora di Nigeria, in amore con Shangò impavido guerriero, mondano donnaiolo
Alluvioni inondazioni, rancore senza posa Ha folgore giustizia, emette le sentenze
Oshùn la sua rivale, comun marito sposa Fratello di Omolù, Signor di pestilenze
Quando Lei alla gara, in amore t’ingannò Incline comandante, Giove passionàl
un orecchio ti tagliasti, l’offristi come cena rocce con montagne, sabbie e temporal
s’allora le tue figlie, soffrono a un orecchio se monta uno dei figli, pone dure prove
ferita o sordità, rancor ch’esce dal secchio con giravolte salti, toccàr il fuoco vuole
Obà grande guerriera, sai essere spietata Energici i sui figli, festosi e pur bugiardi
Ogùn sol ti sconfisse, in inganno superata Attributi suoi colori, sòno rossi e bianchi
Intuito di successo, e gran sopportazione Coppe-fallo-spada, assiem ascia bipenne
Perdona e datti shans, sarà la guarigione la Barbara tempesta, lo sincretizza bene
Segue ora Nanà, guardiana della soglia tribùn in parlamento, leadèr comunità
La madre di Omolù, la moglie di Oxalà Sapienza equa divina, vulcàn della pietà
Generi Tu l’Iku, passaggio alla non vita odi le ingiustizie, componi ogni conflitto
Conchiglia rosa sei, sussurro che confida giochi coi destini, fai re l’ultimafflitto
Nanà sei la più vecchia, temuta rispettata Ultimo è Oshalà, il principio dell'amore
Reggi tu la porta, tra mondo vivi e morti fin di un lungo viaggio, Cristo redentore
Signora di paludi, dimori presso il fango giovane Oshoguàn poi vecchio Oshalufà
Nutrice di vita, il sangue chiedi in cambio che vive dei ricordi, e lungimirante sà
Sei madre del vaiolo, esperta guaritrice Sei Bradipo indeciso, autonomo all’agire
Nonna che racconta, guerre fame e fiabe realizzi gli obiettivi, con studi da eremita
così curando i mali, presso ognì villaggio Temi ogni conflitto, l’ansia e l‘impazienza
conosci ben i bardi, sosti lor passaggio Scappi ti nascondi, sei forza d'esperienza
Muovi le maree, per tutti a prosperare Yatra fà danzare, tutto il gruppo intero
Fin ad arrivare, te stessa prosciugare stasera c'introduce, nel culto brasilero
Materna e protettiva, regina riluttante a teatro degli Orisha, divinità africane
Legame viscerale, inglobi figlio amante inizia coi tamburi, e canti da intonare
chi tizzoni ardenti, strofina sotto ascelle Dio dà la Giraffa, con un fuoco al centro
volano scintille, qualcuno ride o scappa Se il fuoco fai morire, canterai nel buio
altri in kia bocconi, vengon massaggiati Frecce di Gao Na, ci colpiranno in pena
con sudori unguenti, così son riposati Fuoco ha stesso num, là nella tua vena
Parlano animati, con Dei ed antenati Dio ha creato i canti, dotandoli di num
per salvar le vite, umane dei congiunti l’ha dati alle persone, in sogni con visioni
qualcuno sofferente, smette di danzare tramite intuizione, o a mezzo imitazione
num vuol raffreddare, Kia sa rimandare viaggiano tra i gruppi, senza protezione
Num non positiva, nemmeno negativa ora i canti num, son cantati ovunque
Esiste in molte cose, vive e inanimate più d’ogni altra cosa, pure da chiunque
nelle passeggiate, al lavoro o nel relàx
è libido d’inconscio, isterico arrembaggio
Energia del sole, di morte n’è passaggio per deliziare bimbi, od altre cose fàr
“Dio venne su terra, narra la leggenda Rilascian loro num, solo nelle danze
làggiù nel Kalahari, tra noi e gli animali Con i danzatori, scambiano le istanze
dormire con la moglie, non sapeva fare quàndo poi una donna, canta va nel kia
in tutti modi prova, non riesce a penetrare Uomo è allegria, suo num lo ravviva
gente poi l’insegna, a prendere una donna I canti sono storie, vicende della vita
che gravida dà frutti, due splendidi gemelli a caccia od in miniera, umano si confida
i figli Kana e Xoma, allegro cresce e pasce le migrazioni o crisi, nutrirono le danze
e loro danno nome, a tutto ciò che nasce interazion tra sessi, è medicin più grande
serviti dai gauwasi, gli spiriti antenati sensualità nel ritmo, e crescere del canto
son Gao-Na e Kaùha, altri Dei primari calore seduzione, sudor che va danzando
hanno mogli figli, con sembianze umane così và nel massaggio, ch’aiuta sfrega via
sebben hanno potere, e forze sovrumane e infine nel rilascio, ch’è abbandon al kia
Beffati e impoveriti, son da umana fame cantar e batter mani, aiutano a scaldare
scherzano tra loro, in agguati disumane il num dei danzatori, e possono guidare
Soggetti alle passioni, noià e stupidità viaggi nella morte, e rinascita alla cura
fan del cibo e sesso, la loro priorità di guaritori che, han vinto ogni paura
1
Hxabe: felicità, cibo del cuore, libero sentire del corpo,
2
“canto e num fanno si che tu possa avere Hxabe” Kinaciau Carne, latte, uova, pesce, pane, noci, miele. No in gravidanza
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 70
a volte la tua danza, kia divien selvaggia Nocciolo è la lotta, artè del guaritore
causa delle pene, num che bolle in vene viaggio che rischioso, riporterà il calore
battono i tuoi piedi, più forti sul terreno si vede il num salire, negli altri guaritori
zoccolan i passi, respiro e cuore fiero si scopre l’operato, di var disturbatori
Num ti scuote a volte, forte oltremisura strappar la malattia, viene detto Twe
Un altro guaritore, t’aiuti a raffreddarlo s'impongono le mani, offrir sudore che
quando si raffredda, pronto puoi tirare Sàl quale vapore, da stomaco bollente
dopo aver danzato, inizi poi a curare veicolo del num, spalmato sul paziente
Num vien travasato, gestito e regolato si trova sulla testa, schiene petti ascelle
a renderlo adattato, alla cura del malato sfregato sopra e dentro, corpo ribollente
se una difficoltà, in kia nasce frattanto il num viene scambiato, con la malattia
lavorano i vicini, sfregandolo pertanto corpi lì a contatto, scambiano energia
ciascuno sul gebesi, sfrega a raffreddare usate a volte sono, specie dalle donne
dal centro verso i lati, respiro a ritornare Piante che hanno num, in polvere ridotte
in te può contagiare, e inizi allor scaldare miste con il grasso, dentro le conchiglie
sale in te il sudore, riprendi a controllare1 tizzoni a fumigare, num è senza briglie
se ciò viene ben fatto, urla e poi rinasce Stimolano il kia, e san mitigar paure
eurèka che kowhedili! riprende respirare Gaise noru noru, è radice pur di cure2
L’anima rientra, piange e vive ancora! ben ti fa sentire, qualcosa che si muove
a turno tutti gli altri, s’aiutan or in ora da stomaco lei sale, petto fino al cuore
apprendere a morire, chiave della cura giunge sulla schiena, sensazion d’affondo
Accetta la tua morte, gestendo la paura senti la tua spina, pulsare come il mondo
puoi così accettare, penosi cambiamenti inizi tu a tremare, e sudare con calore
Tosto trasformati, in ricchi giacimenti mosso da una scossa, arrivi all'ulteriore
malattia è uno sforzo, fatto dai gauwasi Tu devi lavorare, tuo corpo riadattare
che voglion i malati, presso loro gruppo le pene nel gebesi, annuncian arrivare
è lì presso la danza, che tentano di più in un parziale kia, l’anima è nel corpo
Spiriti assai forti, ma vincerli puoi Tu quando divien pieno, viaggi fuori porto
Sotto alla vincella, Jurema appare fior I caboclos battaglieri, brillano col fuoco
nasce dall'incanto, di luna assieme Sol danzan come vento, all'area di ritrovo
brillano alla luna, le piume di speranza appar or la regina, del mare Yemanjà
riflette molto amor, al circo della danza creatrice difensora, di sue profondità
Figli dell'Umbanda, Daime eppure Buti Madre Yemanjà, comanda sue legioni
e Nativi Amercani, aborigeni a conviti sopra le onde mare, riesce a bilanciàr
acqua fuoco e stelle, riflessi sulla riva il fuoco di jagubi, e l'acqua della foglie
Signori della pace, la vite e la Regina caboclo le bilancia, e cura le sue doglie
Dammi 1 vino fino, Raseno professor unito a sua regina, è Logun Edé segreto
Tal vino tien parola, in verità di cuor figlio a Oxossi e Oxùm, seme del terreno
uniòn delle correnti, è vino di foreste Logun Edé mistero, germe che guarisce
guru delle stelle, Tago nostro Mestre uno a uno cura, al ballo che ci avvince
Yatra sertaneia, con Romulo cantava Logun Edé Orishà, androgino che cura
icaros con inni, per cura e festeggiar Cacciator in selva, ricerchi l'avventura
qui nella sessione, regina coi cabolcos Sei dono di cascata, acqua di Salmace
scendon abbracciare, 1 popolo rinnovo puro uomo-donna, sacro sei berdache
natura coi suoi fiori, canta notte e giorno e cantan i guerrieri, coi lor cavalli neve
viva nostra festa, Sai Shirdi è nuovo dono traversano tormente, sudore pure viene
amor nel cuore vino, salute e pur perdono uniti al sole e luna, cavalcano ogni cielo
in tutti sensi colpa, la pace è cuore nuovo Ricevono lezioni, alla corte dell'impero
e forza sua nel cuore, m'aiuta battagliare Grazie a tutti voi, e Oxum e Yemanjà
nel mondo di passioni, m'aiuta bilanciare Ossain e Shangò, Oxumarè ed Oxalà
Yatra si trasforma, è madrina della festa siete grazia e forza, al cielo di stasera
con Kinaciau lenisce, l'angosce della testa Grazie a voi orishà, stelle del pianeta
“m'imbarcai sul fiume, sacro del Biedano Oxum Mamà dell'acqua, lavi mie ferite
perchè Raseno e Lisa, chiesero una mano nel cuore castigato, a lenire la cicatrice
mi disser Yatra vieni, ad innestar 1 posto tu regni tal giardino, di lacrima creatura
Tago una cabocla, attende in tale bosco cascata di empatia, dolor lenisci e cura
il giorno dell'arrivo, vado a presentarmi occhi miei tu lavi, fiore d'acqua Oxum
pur non conoscevo, Sesto coi compagni Tu sei l'emozione, che lavi il cuore pur
Tutti alla Ghirlanda, riuniti van cantare splendor della natura, piccola brillante
Inni dei miei canti, così per festeggiare lenisci sofferenza, o voce di diamante
appresi quell'istante, ciò che Tago dava spirito Quimbanda, è 1 esser celestial
Era quel calore, che a lungo mi fermava salve al mio papà, alla stella di Oxalà
così iniziai lezioni, innesti alla Ghirlanda lui abita nel mare, ed è spirito foresta
e la festa alla Vincella, ricorda tale data spirito di luna, Oxum che brilla a festa
Raseno offriva vino, tisane e vari snacks Giunge con la pioggia, l’acqua necessaria
ciascuno ne prendeva, a turno convenièn come in Palestina, o deserti dell'Australia
il fuoco scoppiettante, scalda l'autostima necessita serbarla, per mezzo di cisterne
fuori sta la pioggia, la notte arriva prima bacini di raccolta, piscin piovane interne
riti d’acqua estivi, malesser fan cessare e division del mondo, sono tutte falsità
Sammartino al vino, dà l’acqua minerale mondo e la coscienza, son unica realtà
femmina è la sbornia, marza dell’innesto L’infimo è lo stesso, identi al superiore
Rospo metamorfo, è la fata fungo lesto1 niente esterno è, e niente è l’interiore
per virtù dell’acqua, che feconda e guazza non esiste un corpo, e l'anima non c'è
è sposa ch'è bagnata, la sposa fortunata Corpo e psiche sono, nord e sud in Tè
il ventiquattro giugno, la notte del Battista fuori di creazione, non trovi spazi dati
siede nuda all’erba, rugiada lava e strizza danza e danzatore, non sono separati
Raseno ascolta Emilia, calmo silenzioso Se distruggi allora, cattivo non sarai
non cerca nulla più, l’io l’h’abbandonato successo vien piccino, piano ingrandirai
neutro senza sforzo, agisce con wu-wei 1 forza dirompente, si èsaurisce e posa
permacultor diviene, e dona versi pieni occhio col tramonto, son la stessa cosa
Tien luce sole e luna, solo per natura Senza usare i tuoi, organi e pur sensi
cuòr senza tendenze, par cenere spenta immobile ti siedi, e osservi sen consensi
il gran Dao percepirà, e in sé risveglierà unito in contemplazio, scuoti come tuono
Saggio alcuna traccia, poi non lascerà Cièl s’adatta ai moti, Dao di fondo suono
Uomo fluisce in vita, ed esce nella morte Permanèn realtà, quel del cambiamento
vita è un’astrazione, come il mondo sorte Quando s’interrompe, sta il decadimento
il fatto che tu sei, è il grande tra i misteri osservo il panta rei, di ciò che mi circonda
né chiesto guadagnato, accade che ci sei Eraclito e Lao Tsu, nell'uno l'altro affonda
comprendere la vita, sta per rilassarsi Tutto appar diviene, in cicli fasi opposte2
cosmo già perfetto, non vuole migliorarsi come là nel fuoco, mondo inter si svolge
l'astri sopra il cielo, continuano danzare Muove và e diverge eppur è sempre uguale
Cantano gli uccelli, e i fior van sbocciare Istante è fotogramma, illude eppur rimane
Pure tu puoi farlo, appartieni all'universo Panda bianco nero, pur il Chuan insegue
In te accadrà sublime, la consapevolezza nel folto di foreste, sciamano ridiviene
Sboccia e fiorirà, tuo interno Fiore d'oro ogni movimento, ambiguità racchiude3
esistenza ha cur di te, dice in te Io sono vita d'ogni giorno, a saggezza lo conduce
1
“Serpenti, ragni, cavallette e altri animali legati
all’acqua, piogge e tempeste. Il saettone, rettile bonario 2
Eraclito di Efeso, ritirato nel tempio di Artemide si nutre di
non mortifero è così chiamato per la rapidità del bacche ed osserva: “il fuoco si condensa in acqua e poi terra,
movimento. A guarire da insolazione metto1 bicchier poi rarefa e diviene ancora acqua e poi fuoco. La legge del
d’acqua sulla nuca e tolgo dopo aver sorbito calor in mondo risiede nel Dao, salita e discesa son punti di vista”.
eccesso.” Taras 3
L'arte Shaolìn fu appresa dall'osservazione di molti animali.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 74
il Panda ama pendici, umide e montuose
a sud di Tatsienloù, lo vedi ancor andare Rifonda l’atomismo, Democrito di Abdera
rocciose ben scoscese, mite vegetazione son atomi nel vuoto, che vorticano sfera
subtropicale clima, bambù per colazione Formano ogni cosa, in scatole cinesi
La fisica dei quanti, oggi li ha ripresi
Animale solitario, che scende per amori
si sposta segue sempre, identici sentieri Tao che tiene nome, non è l'eterno tao
aprile maggio coppie, riesci d'incontrare Nome che pronunci, è solo 1 surrogato
dà vita 1 sol bebè, in tane sotterranee Il senza-nome è, principio cielo e terra
Mentre il nome crea, sopra e sottoterra
Vive in alti boschi , di neve pacciamati
sui monti Hasifàn, Sichwan occidentali un grave si alimenta, dallà radice lieve
riposa in piccol grotte, od alber cavità disordinato moto, il calmo ritmo segue
Giacigli fatti in foglie, rinfuse qua di là vedo io Raseno, mai abbandona calma
in gloria o povertà, resta non s'affanna
il Panda cinese, sovvien da Pleistocene
40 molar denti, e massiccio capo tiene l'azione più efficace, è quella preventiva
Divor assai bambù, al giorno vari fusti su cause germinazio, esercita effettiva
in poltiglia li riduce, molari tien robusti quan la luna è piena, calàr vedi comincia
mio Seba và imitar, filosofia del ninjia3
Vista e udito acuti, l'artigli afferran cibo
olfatto e gusto tiene, in sviluppo fino fino Mondo tramit'occhio, entra dalla porta
compie brevi salti, in torrenti e vari fiumi Penetra nell'io, e lo altera e trasporta
dell’orso ha l’andatura, mugge suoni cupi Gl'interiori sensi, soffoca e allontana
Morale fa corazza, a natùr spontanea
emette se aggredito, o in estro tal muggiti
in Cina gode affetto, rispetto ed attenzione e vien abbandonata, ognì emotiva vita
in successo vien portato, a far riproduzione poter sottile donna, è apparen passività
Allevato in vari zoo, è nutrito in variazione che maschio a calamita, attira lega a sé
come Valle bassa, attrae l’acqua da sé
Parmenide coscienza, porta all’essenziale
pensar aver coscienza, d’esister osservare L'uomo teme morte, invece della vita
Freccia e tartaruga, esiste in chiaro-scuro
quella trova presa, se vita afferra vita
moto è la sequenza, di foto all'occhio suo1 bram'attaccamento, è arma più possente
che morte tien in pugno, l'usa ricorrente
filosofo Empedocle, spiega in Agrigento
gli atomi son semi, archetipi al contempo Conoscere se stessi, è già illuminazione
Amore tende unirli, Discordia a separarli Conoscere gli altri, è saggezza in fiore
Anassagora ologramma, riesce ad animarli Dominare gli altri, è la forza vera orsù
Dominar se stessi, è superior Sun Tzu!
trenta raggi ruota, convergono nel mozzo
è vuoto dentro mozzo, essenza della ruota Aristotele ci dice, l’umano appar felice
i vasi son d’argilla, il vuoto ne fa essenza se compie suo lavoro, bene da se stesso
di casa ben murata, spazio è consistenza2 Felice il suonatore, è quando suona bene
1
Parmenide (550 a.C) e Kung sun Lung (400 a.C.) esposero
accorda sua ragione, alla virtù che tiene
identiche teorie: il moto, come nel panda bianco-nero, è una
seq.di fotogrammi davanti alla coscienza (illusione cinema).
2
Mura, porte e finestre formano una casa ma è il vuoto di contengono il seme dell'altro all'interno di sè (occhio del
essi che ne fa l'essenza; nel T'ai qi t'u (simbolo Tao), 2 pesce). Paralleli: Luna-sole, Madre-bambino.
pesci (yin-yang) girano l'un l'altro mutando 3
l'uomo è un bimbo nato a mezzanotte quando vede l'alba
costantemente. Uno diventa l'altra ed entrambe crede che ieri non sia mai esistito; non dar nulla per scontato
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 75
Le forme di governo, adattano a natura Avverti distaccato, l'essenza misteriosa
In var costituzioni, d’umani e geografia limita il tuo sguardo, se desidèr t’offusca
Monarca è uno solo, aristo è minoranza quello le apparenze, mostra del principio
nessun eterarchia, Polita è maggioranza Ignora il qi del Vuoto, al fondo d’artificio
il popol iniziale, ignora i suoi sovrani L’azione nell'impero, scaltra non diretta
Venner successivi, amati ed esaltati così evita finire, a far contraria specchia
Appresso i successivi, furono temuti complesso delicato, è organismo impero
presto disprezzati, sovràn sleali sputi a regole decreti, non si confòr davvero!
l'impero segue Dao, cavalli aràno campi Ritorna dove gli altri, sòn oltre passati
quan se n’allontana, son cieli oscuri fanti a seguir pesantemente, scopo tu lo perdi
e cede a cupidigia, ogni limite scompare obbligo istruzione, per masse illuminar
Cresce avidità, e insoddisfazione sale è social calamità, di ier oggì e domàn
1
“come il lavoro di una formica, attraverso il facile
compiere il difficile, attraverso il piccolo compiere il
grande. Abbatter l'albero al posto del taglialegna ferisce
facilmente le mani; il forte non muore di morte naturale.”
Lao Tsu, Raseno
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 77
al tempio della sera, incontrerò Martìn imparan il dolore, acquistan eloquenza1
apprendista di Chiviliu, sciamano Tzutujil
ci narra la sua storia, e le veglie di Maria Lottare con la morte, è lotta d’eloquenza
la Saggia mazateca, di seguito in Sabina è tentare d’ingannarla, ucciderla non puoi
se tenti di carpirle, l’affar più vantaggioso
Morto il suo maestro, n'eredita i pazienti su altrè person ricade, costo più oneroso
fin a trenta mila, persone inter villaggio
un dei suoi doveri, è accrescer giovinetti non rifiutar l'offerta, lei è l'opportunista
con riti iniziazioni, per farne veri ometti d'anime è affamata, e di pensieri umani
la tua immaginazione, falle ben trovare
visse ad Atitlán, Santiago in Guatemala Felice lei si ferma, un poco a dimorare
Patria d’una guerra, brutale poco umana
il governo dominante, messo su dai gringo ogni uman possiede, un anima indigèn
vieta tradizione, vuol consumismo spinto e in ego ambient’ostile, lotta per vivèr
civili oppur tribali, consumiamo essenza
Martin può fuggire, è in pericolo sua vita Pei fini imperituri, de là sopravvivenza
in lui Chiviliu vuòl, serbar sapienz'antica
trascrive musicando, l'indigen tradizione ogni debito creato, è natur spirituale
la porta camminando, di nazion nazione torna esiger conto, rispondi col lodare
Gaia sempre chiede, continua distruzion
Apprese molti anni, correggere squilibri la cura o la risposta, produce sua reazion
rapporti di persone, con spiriti antenati
Chiviliu mi chiamò, “preserva tradizone se noi per var ragioni, cibo non gli diamo
Viaggio tra i confini, nell’ora del terrore sogno allor prosciuga, piano noi moriamo
connettersi col luogo, quotidian passaggio
dop’uragan passaggio, torno nel villaggio è spiritualità, non un week-end assaggio
riporto l'antenati, del tempo primo saggio
vado reinsegnando, lor miti assai profondi umani coi lor suoni, nutrono quel mondo
foro al centro tempio, tunnel di fra mondi reame che in ritorno, grassa nostro mondo
Spiriti e antenati, nei mondi e nella psiche
questo luogo cavo, partorisce il mondo Ci cantano alla vita, siam loro sogno fine
un albero produce, con frutti e vari fiori
fatti con un suono, che viene giù di là poi avendoci cantati, portati all’esistenza
noi li mangeremo, nell’anno che verrà se tu non li alimenti, prendono insistenza
veniàm su questa terra, al fine di sognare
l’Albero del mondo, ha radici in al di là ovvero ricordare, altro mondo alimentare
noi non le vediamo, ma quelle dan vigore
il mondo che tu senti, bevi oppure mangi villaggio paga prezzo, della sua esistenza
di certo può fallire, se l’altro tu lo sganci Sogna ed alimenta, ricorda l'altro mondo
Seduto in uno stagno, canta lor canzone
da quell'altro mondo, tutti noi veniam Che torna come eco, e fa da nutrizione
dopo esser cresciuti, poi dimentichiam
ricordi d'altro mondo, ai bimbi eliminiam
a ritrovare la storia, la vita poi spendiam
1
più giovani iniziandi, vanno giù nel buco “Durante l’iniziazione i giovani lottano con la morte, cioè
firmano un contratto che dice:"io rinuncio all’illusione di
sin all'altro mondo, per l'alber rianimàr vivere per sempre". Poi la loro anima ritorna; in cambio
l'istinto della morte, portan a coscienza dovràn sempre tornare all'altro mondo una percentuale dei
frutti della loro creatività, eloquenza e immaginazione.
i Maya ci ricordano che l'altro mondo ci canta assieme alle
esperienze che facciamo da svegli, noi siam la loro canzone.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 78
così un regal spedito, in ogni direzione sciamano di villaggio, cattura tal fantasma
com’eco ti ritorna, e varia in vibrazione divide componenti spedisce all’altro mondo
e tutte le invenzioni, furon già sognate Assieme alla famiglia, imposta un rituale
tradotte nella terra, ancor non ricambiate e attiva relazione, o gestione regolare
son frutti con raccolti, di sogni precedenti Alimenti coi tuoi riti, in regali ricorrenti
cantati da antenati, aggiunti come anelli le storie d’antenati, i ricordi nei presenti
nelle cultur più sane, l’abilità inventare il morto è divenuto, parte al panorama
si paga con i riti, a evitar d’indebitare1 Viver tuo dolore, alimenta vita umana
Nascono gli umani, sen debito o peccato Vivendo ad Atitlán, mio bambino persi
debito l’abbiamo, con esser d’altro mondo causa febbre tifo, pagai col mio dolore
il debito è la fonte, al dolore e depressione nacque l’amicizia, con un bel rito artista
salda con il rito, con danza e con canzone Mi trovo residente, ecco mia conquista
Rapporti sganciati, con spiriti d’inconscio Ognì luogo recinto, viene poi toccato
finiscono a sottrarre, il cibo di tua psiche ristabilir villaggio, è il tutto confermato
Solo vita e morte, vissute con passione le sòl case robuste, le fanno gli affaristi
nutrono di senso, antenati a profusione2 i missionar statisti, e più solitar turisti
fantasmi di chi uccidi, pòrtan depressione Verbo essere non ha, la lingua Tzutujil
antenati senza onore, lascian confusione nulla è bianco-nero, tutt’è ugual sostanza
se nulla a loro dai, se pensi d’esser solo il creato è stato fatto, tu fa manutenzione
Combattere dovrai, in te l’influsso loro Nulla è permanente, sia la tua lezione
alimenta loro vita, con lingue di parole tutti vogliam fare, qualcosa imperituro
ornate di poesia, e la devozion di cuore non la casa in sè, ma il gruppo duraturo
all’invisibil mondo, motore d’ogni brezza questa sia la meta, cuor d’ogni villaggio
paga con degl’inni, danze e tua bellezza Sola permanenza, nel terreno viaggio
se la persona morta, è priva iniziazione
Romulo poi parla, continua la sua storia
ignor luogo partenza, ovver destinazione
vissuta nel Perù, ai confini con Colombia
suo spirito ora vaga, fuor d’orientamento
l'amico Padre Cocco, vent'anni yanomani
Si arrangia a dimenar, cerca compimento
l'invita allo sciabono, a curare nuovi mali
1
“Un coltello è un attrezzo dal debito grande nei confronti
3
delle divinità coinvolte nella sua fabbricazione. Al termine è La chiave della generosità è l'inefficienza e decadimento
un dente di terra che taglierà legno carne e piante; se snobbi i della materia, ciò porta gli abitanti di un villaggio a riunirsi
rituali sdebitanti, può volgersi a tagliar l’umano stess. Martin almeno una volta l’anno per lavorare su qualche capanna da
2
man mano che si invecchia, la vita diviene più significativa, rinnovare. I Maya e i loro eredi non aspettano le crisi per
poiché si fanno sempre più regali-cibo all'altro mondo. trovar l’unità, le creano ritualmente di continuo.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 79
Impiega lui l'argilla, vaccini e infusi vari le donne catturate, ai nemì sconfitti
a bloccare più infezioni, inedite ai locali diventano di tutti, presso i vincitori
ma impara pure lui, lor arte della caccia sfogo degli istinti, stimola la guerra
lor collezion veleni, e l'epena sulla faccia in var comunità, presenti sulla terra
Tra fiume e foresta, l'amore fanno bello son spirito giaguaro, tapiro ed anaconda
s’accoppiano d’istinto, avvinti dalla terra dell'armadil gigante, scimmia marimonda
Bagnano nel fiume, poi escono parlando dell'ara e pappagallo, tucano e tartaruga
affetto desiderio, trasmettono guardando Giaguaro sopra tutti, l’altri mette in fuga
La lor letteratura, è grazie all’epenà1 soddisfa istinti di trascendenza, ma è gestita da elite separate”
2
Presa la decisione a divenire pagè, il novizio è posto sotto
1
Padre Cocco: “l'uso di epenà, evasione innocua da millenni tutela dei pagé della comunità che s'incaricano di iniziarlo al
se tolto agli Yanomami, per assimilarli ai nostri costumi, li mondo degli spiriti e inalare l'epenà per contattar gli hekurà.
porterà a cercare nell'alcool lo scampo e lo sfogo, con ovvia In sogno o durante una caccia, l'uomo prova sensazione di
fine della loro cultura e mondo spirituale. Televisione, erede claustrofobia, gli sembra che la foresta chiuda su di lui e che
dell’oppio, è surrogato che immerge nei mondi immaginari, gli animali che caccia scoppino in una risata demenziale”.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 81
sbavando vomitando, si rotola su terra l'hekur dell'anaconda, è Wakugnariwe
privo delle forze, oppur di conoscenza Arari uccello ara, armadillo è Wakariwe
pure se non scappa, preda d’emozioni il primo ha molta forza, l'alberi sorregge
Intense dell’ignoto, accede alle visioni durante le bufere, poi ragno tel distende
Febbre e raffreddori, diarree lui curerà il fumo tabacco, con foglie fa sventaglio
Eccessi sesso e cibo, e gli sforzi eviterà Il fuoco col calore, nel quarzo fa signore
in acqua non s’immerge, usa precauzione Intravede ora il pagé, ci spiega le visioni
simil donna in cinta, d’hekùr fà gestazione Cerca le risposte, in canti e invocazioni
Per essere pajè, beve àcqua da cascata Aspiro l'epenà, e mi invasano hekurà
avverte pian cantare, sonora bassa voce dipinto con disegni, tatuati col carbone
segue ad alta voce, ripete ciò che sente chiedo d’incarnar, drago o scimmiottino
Fuori e dentro l’eco, è suono ricorrente per salire al cielo, a recuperar bambino
È il giaguar vorace, mangia molta carne seduti son a terra, con dialogo ritmato
nello sciabòn cercava, girava casa a casa scambiano fraterni, pacche sulle spalle
Rubava cacciagione, e cruda la mangiava suggello e garanzia, la festa era piaciuta
Yoawe scopre un dì, l’epena che fiutava Reaho di fratellanza, l’opera ha compiuta
Vennero hekurà, a frotte or verso lui Raseno qui ci spiega, mitologia di fuoco
divenne gran pagé, ed ebbe suo potere riprende le parole, di Cesar poeta noto
si mise a far l'amore, e odore vaginale che cerca con i miti, di uscire dalla storia
fuggì tutti hekurà, lui smise di cantare purgare le brutture, e vincere ogni noia1
Il vento soffiò forte, e altrà epenà inalò a umano vien imposta, dur discesa in sé
scopre coi compagni, causa di tempesta con la peranza folle, di rubacchiar barlume
cantàr or ricompone, ritornan gli hekùra da scintilla prima, evento-avvento in sè
il vento ora si calma, la folgor spegnerà che mente vuol tradurre, in logos-mithos e
Al tempo del Rehao, yanomami festa pensare quel momento, ripeter raccontarlo
s’invitano gli amici, sparsi là in foresta è lingua necessaria, nel tramite col mondo
mito Agnacorami, vive attorno al fuoco Istante in cui l’impronta, indelebile fu dono
ricorda i doni avuti, là nel primo luogo Ciascuno lo rincorre, sèn sosta a suo modo
Pesce e selvaggina, e mais nella fossa l’avverte nel profondo, ciascun lo trasfigura
chiude inter rituale, la cenere dell'ossa Secon la personale, mitologia in sua vita
baratti e strategie, si scambiano regali l’impronta frantumata, conserva quale faro
Visita ai parenti, occasione di legami che illumina la via, per luogo a lui più caro
di festose grida, risuona la foresta son Luna coi falò, villaggio dell'infanzia
pappa di banana, sgarbo se ne resta
a cui si vuol tornare, nel moto della vita
gli uomini riuniti, accoccolano a terra
a poter scoprir di nuovo, lo cose le storielle
inalano l'epèna, danza arriva afferra
provare un deja-vù, cioè sogno a fil di pelle
Iniziano a invocare, gli spiriti hekurà
mani ben alzate, picchian piedi terra
calata poi la notte, al cenno del pagè 1
“Ritrovarmi in mezzo alle colline mi sommuove profondo,
Entrano le donne, in scena nell’arèn rivedere l’albero, la casa, la vite, il sentiero, la sera mi da un
senso di straordinar potenza fantastica, come se mi nascesse
dentro l’imago di queste cose, ora ci vuole un mito”. Pavese
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 84
poiché s’è soli al mondo, necessiti di mito oggigiorno tutti, siam ceppo coltivato
che guidi in un percorso, ellittico sciamano perderci possiam, nel bosco ritrovato
al fin d'avvicinarsi, all’essenza che distante lascio una casa e job, e inizio la ricerca
ci appar al contingente, colta è nell’istante selvaggità interiòr, archetipa ed incerta
Ognuno tien rinchiuso, in fondo dentro sé Pien di belve sta, ostile è ogni Foresta
intatta infanzia voce, del vento sacro che in ogn'incontro d'altro, lascia sicurezza
resiste e non si perde, di là di tutti i lutti sai essere disposto, ai freddi ed alla fame
l'infanzia eterno giorno, posa in miti flutti qualsiasi cosa mangi, è un solitario pane
sole cos'aspetti, a infondere incendiare può darsi pure che, non vedi la mia casa
frutto uman compiuto, alfin carbonizzare Affiorino mie ossa, nel fango di fiumana
Pavese traducendo, mitologie degli altri in cambio libertà, fa esser scollegato
vede riapparire, la propria sugli spalti pazzo per un pò, e all'umil collegato
Selvaggi e contadini, res-rustica sofferta Rompe ogni tabù, poiché porta sull’orlo
il fuoco ambivalente, s’esprime nella festa della trasgressione, con-senza ritorno
al nesso fuoco-feste, sangue-morte dove su pian spirituale, processo ci richiede
il gruppo s'accomuna, al mito fondatore accettar noi stessi, nell'altro che si vede
da sempre i contadini, accesero i falò Ciò sul piano mito, è fonte narrazione
Fuochi gioia viva, ballar saltarvi sopra viaggio dell'eroe, diffuso in ogni dove
ardono i fantocci, in certi giorni d’anno ogni luog'esperienza, è centro del mondo
capre sacrifici, e guerre auspici affanno emotivo e cosciente, sacro tuo mondo
è destin dell’uomo, soffrir per cieca mano Sostenì modello, di produzion consumo
a causa sua energia, mortifera violenta s'un pianeta tondo, necessita di un ciclo
quando non gestita, preme uscire fuori tutto non riesce, di crescer al contempo
dia voce lo scrittore, ai selvatici rinnovi stagion è soluzione, muta spazio in tempo1
desidera il selvaggio, ciò che sol conosce È tempo nomadismo, tempo di ascoltare
appaga facilmente, sue minime richieste L’uomo denudare, da spinte monetarie
e conosce solo ciò, che facile può avere tornare nella fonte, del sogno ripartire
tale illuminazio, Rasèn Roussou ripete la mente và leggera, e Thera può nutrire
a entrare nell'ignoto, occorre del coraggio Era dio Calendae, il primo dì del mese
e da disperazione, può nascere l'assaggio Nucleo religione, è vision storica tempo
il saggio panteista, incontri pure un Tago Scandivano campane, coatta regolazio
sue immagini proietti, o Seba mio rinato! Tempo a società, in artificio spazio
L'orologio non batte, per l’uomo felice È nemica autorità, la tua creatività
mi disse il Raseno, nel suo carpe diem Che libera s’irradia, da indìvidualità
una civiltà del tempo, obbliga e ipoteca invenzione d’orologio, offrì opportunità
presente per futuro, e vita tua rinnega d’opprimer libertà, e creàr nuovà realtà
È l'età del sogno, ritmo non progresso Scandìr ordine imposto, rivolta contadini
L’attività creativa, è il suo riferimento contro il tempo storia, o burocrati servili
Prima di comparsa, di tempo e civiltà orologio è gabbia, Rousseau lo gettò via
Natura offrì segnali, con stagionalità Simbolico rifiuto, a forzàr la propria vita
Giornate del bambino, sfuggon ad adulti l'ansia e tempo sono, strette e collegate
Un sogno immaginario, abitato dal reale L’evitan l’orgasmo, ed estasi svariate
Fuori i vigilanti, attendono che i bimbi desidèri inconsci, son estranei a tempo
Entrino alle classi, a spegnere gl’istinti odia il narcisista, e nega imposto tempo
Sul tempo basa il mondo, tecno capitale l’ambiente militare, impone un celibato
Registra i suoi progressi, e l'esistenziale incide su processi, di ciò che vien pensato
lentamen il tempo, vien dato per scontato la mente vien riempita, dell’addestramento
da conscia produzione, è quindi eliminato produrre l’obbedienza, o condizionamento
tempo appar umano, narrazio di giornale Vita militare, è una prova di passaggio
un simbolo che sgancia, vive la sua vita monotonia apparente, gerarchico disagio
Yidàm artificiale, prodotto della mente dopo avvio ribrezzo, emerge spazio gioco
la logica supporta, dellà civil corrente se lasci la natura, esprimere il suo fuoco
Umano è progettato, creàr suo paradiso bimbi con anziani, barbon disoccupati
In Terra mentre è vivo, diventa l’infinito Malessere per primi, tutti han rivelati
nella diverse forme, Dio s’è reincarnato poi Dioniso in follia, segnò fase finale
l'uomo vede questo, nel sogno ritrovato erutta vasta morte, è rinascita da fare
La Fisica dei quanti, or tiene analogie Entomi piccini, poi vanno ad impigliare
con vision del mondo, sociali primitive Entomi più grossi, riescono a sbrigliare
la legge d’entropia, riflette gran paura per guadagnar salario, in continuazione
Futùr del capitale, lontan dalla natura1 lavoro non creativo, esilio e perdizione
le principali banche, ch’emettono moneta Debito economi, ha depressiòn risvolti
son’organi privati, che creano dipendenza svilisce nel rancore, inquina più rapporti
ai singoli e agli stati, come in medi-evi Paesaggi ecosistemi, affar di piantagione
siamo noi venduti, a pezzi oppur interi Industrie disumane, annientano coesione
Pur la tua salute, il cibo e innovazione Gandhi ben predisse, la lotta dei passivi
finisce in dipendenza, di gruppi di poter Civil disobbedienza, ai monopoli infidi
Controllan W-H-O, finanzier del mondo che nutron cecità, orgogli ed ignoranza
Impongono i vaccini, ai popol girotondo l'idea di povertà, regresso intolleranza
bisogni elementari, uman di sussistenza Utopia del capitale, regge sul filmato
Spesso disattesi, deviata è l'esistenza di ciò che terrorizza, in naturale stato
Il grado violazione, assiem a disistima vision di verità, di colpo denudata
Traduce in malattia, il livel disarmonia attacca monopoli, e morale radicata
la gioia mai nasce, nel cuore ch'è malato Bellezza e giovinezza, frizzano nell'aria
nel popol che geme, di fame oppur fiato formano sciogliendo, assa icombinazioni
tra oppressor-oppressi, regna menzogna son orge baccanali, rumòr musica e salti
cita Mantegazza, Raseno sen vergogna san muscoli svegliare, cervelli cuori saldi
Epicuro pedagogo, spegne roghi d'odio l'ebbrezza muscolare, è amica della festa
col nettare di feste, cibi e unzione d'olio partecipa del gusto, di olfatto vista e udito
uomo assiem danzando, vive gioia invito con maschere circensi, e fuochi d'artificio
in comune sentimento, dilegua l'individuo Spettacoli e tornei, performano l'officio
la festa svuota sempre, la sua tazza bona i Saturnali a Roma, come feste d'India
poiché tutto soddisfa, in una volta sola più canzon scurrili, licenze a fare l'orgia
i muscoli e la pancia, cuore con la mente Gauri moglie a Siva, vuol riti primavera
esalta l'autostima, e salute ricorrente Cerère Romana, a equinozi l'orzo spera
Son feste religiose, strumèn di civiltà e le Bajadere avanti, san folla dilettare
e rapirono agli inizi, in deliri alimentàr in lascivi movimenti, e i canti baccanale
pur feste parentali, le cosmiche e sociali sannyasi fanno chiasso, fachìr pirobazie
rimescolan le masse, in turbe magistrali son feste dei latini, com indie acrobazie
l'occhi lancian fiamme, corruscano faville Ognì paese tiene, un suo cibo prediletto
dal petto pur di chi, già è men fortunato che svela le passioni, e abitudini di letto
sorge l'onda calda, d'amor fosforescente l'amor o la gialappa, producon la diarrea
che cerca simpatie, in altre ugual essenze che l'ansia d'un attesa, o il vegetale crea
Gatti ad inebriarsi, mangian valeriana “il fuoco di Gesù, sincretico che piange
così elefanti renne, cani scimmie e rana piange dell’amore, oltre il riso estremo
ricercano piacere, animali con le piante libera il divino, l’ama sempre ovunque
allietan loro vita, ristoro più importante Om nama shivaja, grida Lui per dunque
Festa come igiene, è il cuore del sociale Se tieni amor divino, accetti tutti i fatti
un mezzo per mangiare, vivere e curare far case di capanne, o dolce lavar piatti
ebbrezza medicina, rimedi alla sfortuna Arte o religione, risolvon depressione
civile con selvaggi, molte ne consuma vestono d'incanto, assieme Pan signore
Le feste selvagge, e le feste civili Sovràn sempre sarò, solo nel deserto
Formano paesaggi, lascivi e virili Corpo sarà l'ombra, respiro sarà vento
Storia dell'uomo, convito di amici Cavalcherò con l'ali, della polver vasta
dal sesso fra due, ai Radenje felici Ovunque tenderò, oblio pulisce spazza
mi vengono alla mente, i rimedi di Taràs Compagno di lavoro, tenace non febbrile
che un giorno ci spiegò, citando Mantegà cancella ogni apatia, conversazion aiuta
lui l'alimèn nervosi, raggruppa con aromi la fogliolin cinese, dei monti del Fokièn
fermenti e distillati, caffeici e poi narcoti1 Commercio moderato, aiutan sostener
gioia con ebbrezza, riduce a trasmissione lattuga usa Galeno, vecchio e logorato
degl'interiori moti, od esterio impressione concilia bene sonno, dopo aver cenato
gestiòn calor e moto, e ossidazion tessuti il succo lattucario, ha narcosi proprietà
questi in equazione, ci fan loquaci o muti un salutar sopore, lactuca riesce a dar
Faccio tè alla menta, foglia fresca miele la teoria del sonno, Paolo Mantegazza
ripenso alle parole, di Taras e il suo tè Fonda sull'azione, di cibo che strapazza
nasce nella Cina, da palpebre di Darma eccitazio inibizione, del nervò motore
portate nell'Europa, viaggia con l'Olanda veglia con pensieri, e canali sensazione
è cibo per alcuni, nutrièn sostanza fina gli alimèn nervosi, allontanano la noia
detto vien legume, per via dell'albumina destando sensazioni, fino alla paranoia
acuisce pure i sensi, di meno che il caffè mutano i piacere, se addestri situazioni
risvegli senza scosse, carezza dolce il Tè anestetici già fanno, tacere i gran dolori
Lontani sono pure, gli estremi di narcosi e sostengono i caffè, le industrie civiltà
assopimèn tabacco, letargo coca ed oppi son stimoli sostegni, ai bisogni attività
delirio più baccante, coquero grida esalta l'azioni di Colombo, conclusero i cinesi
l'oppiofago denuda, psiche oscur e santa finendo ferrovie, tra i continenti estesi
ebbrezza par naufragio, tutto vien a galla già Ferdinàn Cortès, parlava a Carlo V
come la baccante, schiamazza sen pudòr di cocolat infuso, del Montezuma invitto
invasa d'entusiasmo, che agita memorie vien dall’Amerìga, pur mate e guaranà
speranze con passioni, liber da più scorie Thea viene dall’Asia, Coffea dall'Africà
ogn'alimèn nervoso, produce guai d'abusi Indigeni avan Cristo, coltivano il cacao
che porta a disgustare, i vecchi cibi d'usi l’usano in bevanda, e monete passamano1
il recettor nervoso, è sospeso in malattia narra leggenda, che pianta nacque un dì
s'annuncia la salute, quan torna simpatia da sangue di regina, che molto ne soffrì
in medicina sappi, conviene indovinare moneta a Chicken Itza, più d’altri tesori
sperimentare spesso, rima con sperare ed imperiali editti, imposer piantagioni
chi tenta ha più fortuna, è storia naturàl stimati suoi mercanti, erano esentasse
nelle diarrè emicranie, impiego guaranà e i sudditi coi semi, pagavano le tasse
S'inviano le nazioni, idee come le droghe Montezuma capo, ne beve quaran tazze
bottìn di viaggiatori, smerci ludi e glorie polver essiccata, aggiunta ad altre spezie
là in paesi caldi, il guaranà in pastiglie i semi fermentati, danno un tè bollente
rinnova molte forze, in viaggi parapiglie al popolo di Aztechi, regala dio serpente
1
10 semi per un coniglio, 12 una sacra prostituta, 100 uno schiavo
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 91
il nome cioccolata, è l’azteco xocolatl Bevon montanari, millenni latte capra
Atl sta per acqua, xoc è schiuma e fiori Calda la bevanda, ad aver sonnifer sacra
fusion di Xochipilli, e Quetzalcoa divino e i pueblo d'Arizona, i funghi stesso scopo
Dio serpen piumato, Dio dei fiori il primo ricchi in vitamine, a calmàr pensiero moto
in Messico t’accade, non poter star senza amici del pensiero, e dei sensi eccitatori
colpito chi è privato, da sintò dipendenza le bevàn nervose, apro-chiudono i sensori
t'aiuta tutto il giorno, senza mangiar altro ogni bevàn chiamata, dall'Arabi kahwèh
in feste cerimonie, adatto è lui senz’altro da Etiopia originaria, è medicinale che
L’indio ne consuma, fresco e macinato passa nella Mecca, e sposa pure il Kat
a polpa di banana, il succo è mescolato Raseno raccontava, d'un arabo pastore
Mangiato a fine pasto, comè tonificante uscito col suo gregge, errando qua di là
gustato lentamente, è farmaco eccitante arriva a un verde prato, e lì và riposàr
quan bevi cioccolato, piace e giova assai cinto era quel prato, da piante di Caffè
adatto pei malati, in bevanda calda sai che aveano frutto secco, già caduto a tèr
spagnoli e torinesi, caff-latte e cioccolato ne mangiano le capre, adescate dall'odòr
Bevon la mattina, con spezie mescolato belando nella notte, poi svegliano pastòr
La cioccolata calda, è cibo con bevanda Lui corre dalle capre, a confutar malìa
divina broma che, il clero pur domanda e passa intera notte, a cercar l'anomalia
servita nelle chiesa, durante le funzioni all'alba torna al prato, visto giorn avanti
là nel settecento, a dame e buon signori Le fave del caffè, ignote scorge innanzi
mercanti dell’Olanda, presto fanno ricchi datti pace figlio, che il male cessa presto
barattan schiavi neri, contro semi amari il gregge n'esce sano, frutto avrà digesto
sviluppano consumi, Europa loro empori l'acre umor infuso, li fè vegliar fuor d'uso
diffòndon piantagioni, e creano monopoli anch'io sovente sai, nei lunghi studi l'uso
c’è chi lo produce, chi gusta chi guadagna abbrustolito pria, nell'acqua faccio infuso
Molti produttori, rifiutan quel d’industria duràn l'ore notturne, sonno lascia il fuso
spesso mescolato, con zuccher raffinato e stillo mio cervello, fino al Sol novello
che sali e vitamine, sottrae e ti fa malato alfin pur i Persiani, raccontan Mito bello
lungo Rio Galvèz, Brasil Perù amazzonia Vàn fuor di controllo, funzioni corporali
Terra di caimani, serpenti e pur giaguari sbavare e lacrimare, orinare e defecare
Malaria e febbre gialla, parte di quel ciclo sommerg’ogni rumor, corsa martellante
Vivon i Matses, fier del mon contiguo sangu'accelerato, dolòr divienta grande
più spiriti di piante, confidano segreti or ad Hasoriwe, dei semi lui consegna
se a genio tu gli vai, fuòr di libri appresi avvolti nella foglia, li mise in una pigna
mezzo caccia e pesca, e medicin umana Mentre gliene dava, gli disse fai così
è il secreto sapo, da un arborea rana Pulisci del terreno, sterpaglie brucia lì
la polvere nù-nù, è verde e visionaria Sopra semi soffia, e ricoprili con terra
con foglie di tabacco, e cener mescolata se pianticel trapianti, coprile con foglie
o con la corteccia, dell’albero macambo sole non le brucia, aspetta gran fogliàr
al tramonto infuoca, ciel a tutto campo1 staccale dal nervo, su fuoco fai seccar
Pablo e suoi discenti, ai margini foresta seccate a fuoco appese, durano di più
danno inizio al rito, del sapo come festa quando voglia tieni, macera due foglie
Grattan bastoncino, su cui è depositato i acqua e cenerè, e rotol tra gengive
Mescolan saliva, un braccio và ustionato mastica tabacco, avrai più forze vive
Pelle vien spellata, da ramoscel rovente Hasoriwe fece salti, tanto fu il piacere
e il sapo liquefatto, or s'applica su piaga andò nella foresta, divenne cuchi-cuchi
l’ustionata zona, uguàl capocchia spillo anche Thomiriwe, fa la trasformazione
corpo scalda ed arde, suda fà zampillo và dentro la selva, e diventa roditore
al fumo del tabacco s'associano più idee contrasta scorbuto, la foglia tabacco
religione e culto, che devozione tiene assai dilagante, tra navi equipaggio
tra popoli nativi, è una piàn rivelatrice soffron soldati, e tormentan la noia
giunta in vari modi, nave ambasciatrice fuman la carta, se manca la foglia
poi arrivan censure, divieti con editti cronico abuso, produce alienazione
ma in cerchi di salotti, crescono conviti soffre evacuazione, così respirazione
quel fumo nicoziana, al cuore dà calore stomatite glossite, dolor addominale
in palazzi oppur capanne, sa lenìr dolore corizza e catarro, asma bronchiale
Tabako par la pipa, nella lingua Haitiana La cute fa gialla, eruzion foruncolari
la pianta invece è, chiamata la cohiba gambe anestesia, tremiti di membra
nel Perù è sàyri, nel Messico è la yetla convulsi movimenti, vertigini elevate
raccontaci o Raseno, l'islamica storiella! croni nicotismo, angoscia maniacale
Maometto nel dolore, pur evita il rancore il continuo nicotismo, irrita mucose
non vuole la sua morte, veleni sugge fore pur se fumatòr, conforto ha nel dolore
sputa giù per terra, tabacco poi ne nasce sente men l'azione, dellà piantà cicuta
miracolo che purga, contrasto tra 2 razze tosto assai sentita, a chi non ne fuma
Tabacco giunge a Giava, India con Malesia velèn di nicotina, è cardiaco vascolare
Cina poi Giappone, con navi e carovane come belladonna, su cuore e vasi sale
presso i siberiani, e tribù inter'africane nicotismo acuto, paralizza cuor respiro
sino nell'Australia, un ocean di nicoziane palpitazion dispnea, dolor angina alfino
con caminetto in mani, dopo var fumate orina con sudore, fenomen secondari
all'ospite la porge, poi a ciascun astante figli dall'aumento, pression d'arteri vasi
tutti hanno fumato, patto fatto è inteso tabacco a basse dosi, stimol nervo vago
amicizia e buona fede, circola in esteso contrazi muscolari, a stomaco ed invaso
La rondine chiama, la pioggia del cielo Quan nuvole vedi, andare al mare
per sue necessità, e quelle di creature Prendi pur la zappa, vai a zappare
vola bassa bassa, prega venga l’acqua
Quando le nuvole, vanno al monte
prega Pan e il sole, rondin del signore!
prendi gli arnesi, raggiungi la corte
Bel tempo sarà, se sole s’alza chiaro
Se tuona su albero, senza le foglie
e se nubi all’aurora, vanno nell’ovest
allor pochi frutti, stagione, ne coglie
Pioggia ora nell’aria, è caso di aspettare
Canta l’usignolo, alle notti di aprile
e mordon moscerini, zanzare con tafàne
Segna il bel tempo, stabile a offrire
quando canta rospo, inverno pare morto
in toscana primo canto, tien a fine marzo il ventisei di luglio, ristora i mietitori
Tartarughe e piante, escon dal letargo pianto Madalena, pioggia sacra manna
1 è l’ora del pastore, tregua sopraggiunta
così pure gli umani, come fosse incanto
sibilo ad’orecchio, pioggia pur annucia
ad April la lepre, ha finito di svernare
Ma se coperta sta, tempo va cambiare
quan cambia tempo, galleggia lordura
l’uccello fici-fici, fà suono tintinnante “Dum tepore mutant, stercora natant
se vien brutto tempo, pur cigola legno
quando primavera, diviene più costante
di porte e finestre, armadi e bracello
nuvol verdi e scure, tempesta e saette
se mare molto scuro, pioggia sta sicuro chiara montanga, bevi va in campagna
sento in quel fondo, gracidar la rana a chiara marina, mangia e sta in cucina
se montagna è chiara, la marina scura
indizio certo è, di unà futur piovana
Và bosco e campi, senza alcun paura
Se sono i greggi, tutti attorno sparsi
ad acque d’aprile, quercia lava e riveste
e cercano all’ovile, pur approssimarsi
e con sughero e fico, la folgor apprende
avidamente gustan, elettrica pastura
all’acque di maggio, il fico apre la soglia
Pecore irrequiete, rivèl pioggia futura finchè s’infoglia, minchion chi si spoglia
pur la vaccherella, in quella falda piana
Marzo fuor la gemma, aprile dopo l'apre
aspetta l’acqua, che non par lontana Maggio poi la tiene, giugno poi la rompe
e narici allarga in alto, così le giova Acqua di Maggio, vale più di buoi e carro
gode a respiràr, l’ar ionizzata nuova 1 acqua aprile-maggio, pane tutto l’anno
cuor di fiocchi neve, è polvere che viaggia Libeccio Sud-ovest, detto Africo Garbino
vento porta in alto, ed umi nube abbraccia Libico oppur Lips, port’acqua è violentino
al freddo si ghiaccia, cade e assume forme avàn scopre i pagliai, quindi poi ci piscia
A terra sudiciume, rilascia quan si scioglie dopo grande vento, viene pioggia fissa
febbraio in tabarro, Anton barba bianca Primi tuon di marzo, serpe esce dal balzo
qualora non piovesse, neve non ci manca risvegliano i cursùni, è odor di primavera
se è sole o solicello, è solo mezz’inverno Muor radic’inverno, d'april dolce dormire
sempre s’equilibra, tempo brutto e bello Uccelli lì a cantare, e gli alberi a fiorire
se prima v'è vento, e poi segue brina equinozio plenilunio, goccia o fontanile
L’acqua giù in terra, starà domattina Aprìl freddo gentile, non ti alleggerire
Cielo grigio mattino, è segno bel tempo Maggio e maggione, tieni il tabarrone
Quan canta il merlo, và fuori l’inverno a luglio gira ignudo, il sole è nel leone3
Scirocco Sud-est, nasce secco Sahara Luglio gran caldo, bevi vino batti saldo
e l'umido raccoglie, il mare traversando Agosto cap’inverno, nasce nodo freddo
quan soffia scirocco, nubi dietro la porta Notte di Lorenzo, carbone piov'addosso
scirocco oggi soffi, domàn fai la scroscia Francesco poi rinfresca, verso 2 agosto
Austro è detto Noto, ovver il Vento Sud fin acqua d’agosto, por uomo ti conosco
del caldo mezzogiorno, porta nubi e più Settembre porta via, ponti o secca fonti
Vento e tempesta, e perigli ai naviganti Settembre mutamento, aria settembrina
assieme con Borea, nomina i quadranti Fresca or è la sera, e fresca è la mattina
Austro e Borea, son due stelle rilucenti parton le mosche, giornate sono fosche
di antica nebulosa, Presepe mangiatoia Ottobre è speculare, al marzo carnevale
costellazion in cielo, vedo nord di cancro Qualche scampagnata, ancor sa regalare
pronostica tempo, secon chi sta brillando2 butta poi le ghiande, a suino da grassare
2
1
Maestrale è asciutto e gelido d’inverno, assieme a Ponente, Le due stelle brillanti di Borea e Austro, son dette Asini,
Tramontana e Greco porta prevalentemente sereno (quadrante mentre quella di mezzo è il presepe (mangiatoia). Se
W-NW-N-NE); i restanti 4 venti portan pioggia: E-SE-S-SW. sfavilla una e nasconde l’altra allora spira Noto (austro),
Borea od Aquilone, vento freddo e impetuoso, per gli antichi, sennò Borea
3
suscita tempeste e terremoti, fischia conchiglie rapì fanciulle Dopo tanta rugiada a marzo, segue tanta pioggia ad
la Bora quan lampeggia porta sereno, quan tuona la pioggia aprile
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 98
Novembre Martino, 3 giorni e un pochino Vento Grecale, che spir dal Nord-est
Alla festa dei santi, la neve è per i campi Cecia è chiamato, e porta grandolone
Alla festa dei morti, la neve è negli orti Neve e burrasche, è fredd’umido nembo
Giunge a monte e piano, nel 18 e rotti Grecu e livanti, acqua dietro e davanti
La nebbia bassa, quel che trova lascia affitta ogni frantoio, per guadagnar alfine
3 nebbie fan pioggia, 3 pioggie la piena a Omero lui fa l’eco, su acque prim'archè
dopo tre brine, sarà pioggia a mezzane la terra vi galleggia, e l’umido dà il caldo
se muro trasuda, temporal può arrivare vapore torn all’aria, cuor di legno saldo
Più occhi luminosi, appaion nella notte un canto d'usignolo, modula il respiro
gatti daini e cani, e animali della corte su note variazioni, del suo nottur sospiro
la luce di più fari, è riflessa dal guanino un albero del gufo, è ai margini del bosco
cristallo microscopi miglior campo visivo poiché la borra pasti, vedo là sul posto
ossa penne e odori, davàn la tana volpe appaion strigiformi, rapaci uccel notturni
mentre par pulita, la tana tasso a monte immobil occhi grandi, becchi assai ricurvi
topìn campagna bosco, si visitan fra loro tonda loro testa, massiccia con due ciuffi
in cunicol sotterranei, osservo nel lavoro mobili l'orecchie, penne espanse a sbuffi
leprotti abbandonati, trovo lì nel campo a breve distanza, si servono del tatto
e mancano di odore, sfuggono alla volpe presbiti lor sono, fuor di loro anfratto
due volte al dì la madre, và per allattarli usan le vibrisse, alla base loro becco
se voglio che continui, io evito il toccarli a spezzettare cibo, fresc’oppure secco
ha tane sui pendii, e scava buche attorno In oscurità totale, distinguono alcunché
riparo dai nemici, e dorme tutto il giorno allora usàn l'udito, a localizzar le prede
il coniglio pure figlia, in tane superficie percepire i suoni, da infra ad ultrasuoni
imbottite di suo pelo, e sotterra l'edifice ossia loro richiami, mammifer bassi toni
Gufo reale plana, traversa inter vallate Falco cresce nido, per anni stesso posto
immobili tien l’ali, e fa lunghe scivolate maschio caccia prede, femmina è nutrice
seguendo fluttuazioni, di flussi roditori perde le sue penne, alla muta del rapace
là in carenza cibo, è spinto a migrazioni sott'albero le trovi, l'adoper chi è capace
scarso cibo spinge, giorno pur cacciare Merlo ha suo linguaggio, melodico flautare
Civette Barbagianni, d’inverni o nuvoloso centocinquanta strofe, diverse sa fischiare
Volan deltaplano, a san spirito chiamato corteggi e chiacchericci, delimi spazio cova
è volo a bassa quota, alì battèn planato graduale duc-duc, ghic-ghic allarme prova
Civetta nella caccia, vola a spiro santo merlo avvisa tutti, con tsii assai penetrante
capriolo dà l'allarme, in grido acuto grande
senza posatoio, leggèr tende l’agguato1
perlustra poi rastrella, zona delle prede
in febbraio la civetta, in amore fa uh-uh
prima dell'agguati, fissa ed intravede se a notte sai imitarla, ti vien vicino pur
lor alimenti base, son piccol roditori Sensibili le gazze, a oggetti scintillanti
i rettili ed anfibi, uccelli pesci e insetti ad uova chiar di nidi, di var uccell canori
carogne nel bisogno, nutresi qual cibo un oggetto riflettente, posto nel giardino
aiutan la biosfera, a far ordin stabilito la incanta e la distrae, dai nidi là vicino
Nacque dal Tuo ventre, intera umanità lo chiaman dio Pan, che tutti l'incantava
come un bimbo nato, dice ciao mammà col canto che propizia, nell’animo l’amòr
visser tutt’assieme, umani con ambiente Tramite zampogna, lui suona nella sera
Fin a ché un idea, Ti escluse dalla mente flauto che prevede, l'unire canne e cera
“Tu sei l'En to Pan, l'Uno e pure il Tutto Pan amò più ninfe, sette più cannucce
Natura naturata, che gode del suo frutto Eco e la Saetta, Siringa e ora Pamela
Pan sei penetrante, vulcano primordiale tra più alberate valli, và solito d'errare
un Lazio di Saturno, aspetta a ritornare assieme le sue ninfe, gioie nel danzare
Pan o Dio dei boschi, camminami vicino Pan dolce signore, chiome abbondanti
dietro e dentro me, prestami i tuoi occhi Hai dorso coperto, con manto di lince
fai vivere quel bosco, delle sue creature Irsuto Tu regni, sulle vette dei monti
Ninfe fauni ed elfi, gnomi e fate pure! sugli aspri sentieri, sassosi errabondi
Cantan lavorando, diversi per fattura e vaghi qua e là, in boscaglie intricate
ballano sequenze, gli enzimi di natura Ora sei attratto, dà acque immacolate
fan celebrazione, fermentan ogni cosa Corri attraverso, montagne cui aleggi
danzano in continuo, quasi senza posa Siedi e contempli, dall'alto tue greggi
oh Tago di Pannonia, Apollo dell’Etruria col tuo riso sonoro, risvegli ogni bosco
Pane misterioso, di boschi monti ed uva fai stragi di fiere, se accingi alla caccia
nasci dall’unione, di Drupe della Quercia alla sera ritorni, suonando una siringa
enzima messaggero, vin e fuoco d’Esta Musica serena, melodia che avvinghia
fenomeno d'un bimbo, sei nato a recitar il Tago eterno Pan, dei nativi in Thera
se dormi il mondo tace, attende risvegliar vive l'avventure, folletto di Pannonia
col fango tu modella, sentieri e personaggi tra miti canti e storie, vision filosofie
col manto della madre, li vesti li fa saggi natura e medicine, nei versi di poesie
Conialo pur Ticone, ti chiamano a Volterra Pan sei cacciatore, sdoppi nei 2 sessi
per zoccoli di capro, con cui percuoti terra nei satiri maschili, e le ninfe femminili
sei colui che scuote, ogni polver di materia Sei l’unica realtà, attrice e spettatrice
tramite l'impronta, dai forme d'ogni sfera fatta di pensieri, mente incantatrice
Là Tua faccia rossa, è cielo che rosseggia Esisti solo Tu, Sei multi ed universo!
tieni lunga barba, e bastone da passeggia Amore per te stesso, ieri com adesso
Pan vecchio-fanciullo, oltr'uman saggezza Tu sei l'inventore, là in masturbazione
1 piede all'altro alterni, pièn di leggerezza Suoni flauto e danzi, in continuazione
Al centro della danza, ci guidi gradualmen Flauto a sette canne, son i sette centri
col batter dei tuoi piedi, che fai rapidamèn cui danzàn le Ninfe, amate e ricorrenti
Chi scopre la tua danza, ride con costanza Ninfe trasformate, in canne voci e pini
un gioco circolare, or vede in ogn’istanza dissolvono nel tutto, gli ego lor confini
Le ninfe Eco e Siringa, cantan melodia Pan sei Tu natura, profonda della vita
sfere in movimento, creando l’armonia Dio Thera proprietà, confini e identità
rane e ninfe d’acqua, cantano e fan l’eco Erri là nei campi, boschi monti e grotte
Limpido tuo canto, godiamolo completo contrade solitarie, avvolgi giorno-notte
Diraman le tue corna, Satiri e Panisci Fauno primo antico, dio del Palatino
infinite sfaccettate, entità della natura del romano colle, padrone sacro amico
Diabolico vuol dire, dividere due a due Tu desti i Lupercali, ai popoli anteriori
divider cielo-terra, moltiplicar creature feste popolari, che spogliano gli attori
Sei detto Pan Liceo, cuor d’ogni natura più satiri discorsi, si oscenano nel foro
Shiva Pasupati, che nasce a nuova luna e avviene l’erezione, feconda come toro
Grande sciamano, cornuto e saltellante invoca bon raccolti, l'anno che or arriva
di piante e animali, sorgente e garante pro eventibu semìnum, la formula latina
Insegni rispetto, nel bosco tuo tempio Matrona là incorona, nella pompa magna
se sei disturbato, abusato con scempio 1 solenne fallo, che vien dalla campagna
Intervieni di certo, lanciando il pavòr portato sulle spalle, grande processione
il Gran panico d’urla, terrore e dolor! intorno alla città, per dar benedizione
l'Eròs appaga istinti, Filia dà l’amicizia Nel campo pigmei, presso fiume Congo
capacità d’ascolto, che cur ogni sconfitta uomini tenevan, lance ed archi in pugno
poi Agape passione, brucia non s’arrende nel centro di radura, presso lor capanne
è kundàlini che sale, amore trascendente nel mattino presto, fuochi accesi fiamme
ognì sezion del clan, a fin di conservar In origine il senato, romano consisteva
salute in territorio, fa riti a incrementar dei capi delle gens, dei popoli che aveva
con susseguir di canti, di eventi naturali Patres pur chiamati, chiusi ai nuovi nati
invoca tal’azioni, accompagnati da rituali dop'espulsion di Rè, vengon rimpiazzati
Fan stimol emissione, del potenzial vitale figli d’ogni gruppo, in casta son ammessi
di speci-fìco luogo, d’un Essere Ancestrale con riti iniziazione, che a cibo son conessi
C’è chi compie il rito, chi sorveglia questo prima non è membro, quel cibo gli è tabù
così che sia corretto, tutti han ruolo netto Mangia e poi rinasce, alla festa clan tribù
in bosco molte tracce, portano alle terme Mantengono adivasi, tribal federazione
pozza con argilla, pantano del cinghiale come i primi Rasna, senza impor nazione
dov'esso regolare, si ruzzola e fa il bagno i membri dei var clan, facean comunità
duràn peregrinaggi, notturni senz'affanno in feste e sacrifici, antenato a ricordàr
e si libera da insetti, quan l'argilla secca presso dei Romani, e presso gli Adivasi
strofina dopo il bagno, ad albero sen fretta Son feste funerali, banchetti rinomati
strofina per più ore, corteccia è consumata Fatti sulle tombe, per convitàr defunto
d'argilla inzaccherata, di zanne và intaccata spartire coi presenti, i benefici appunto
Per fare un cittadino, romano v’era il rito il valor del privilegio, sepàr popolamento
del Suovetaurilia, cioè sacrificio in cibo cresce l'eldorado, produce inurbamento
Agro è àger latino, un origìnar terreno crescon il possesso, recinto del confine
tutto controllato, da capo gens intero tra i primi villaggi, restan pochi alfine
stretta comparazio, tiene casta e gens dai popoli di mare, vien una memoria
In società romana, e società dell’India quan Tirreno Rasna, apre nuova storia
Ogni gens o clan, traccia discendenza emigra lui da Lidia, è dà nome fecondo
di antenà comune, scritto in desinenza al mare che saprà, accoglierlo errabondo
è mitico Dardano, progenitor dei Rasna Tago è pure gnomo, folletto dispetto
il fondator di Troia, figlio a Elettra ninfa Rinasce ogni tempo, con abito diverso
sorella di Kabera, e delle Pleiadi stelle che tenta di opporsi, alla sopraffazione
nate da Proteo, che in mare tien insegne un mito del riscatto, rinnova nell’azione
una stella è pure Circe, figlia del dio Sole Ciò che Anima vuole, chiede per enigmi
che genera da Ulisse, Agrio e Latin stirpe essèn della sapienza, fuor del razionale
Figli d’Odissea, son Smisurato e Forte è la follia divina, divisa in quattro parti
che ai popoli Tirreni, legan loro sorte appoggia quattro Dei, eccone i riparti
Tinia Giove Cielo, fulmini poi scaglia Fuor d bocca folle, esce allor sapienza
a dar segnali vari, e figli sottopaglia Parla per enigmi, esprime un evidenza
le vision trascritte, nei papir di Tebe Molti portan tirso, son pochi i posseduti
servon ricette, che Aruspice gli chiede son mantica e mania, poiesi già compiuti
così corallo che, nasce dentro al mar Venner dall’oriente, nuove cerimonie
tien colore verde, esce e muta all’ar per la fertilità, misteri e iniziazione
Rosso ti diventa, hà virtude alquanto a ognì divinità, fu un mese consacrato
folgor e tempeste, fa cessar d’incanto ed anima le feste, del calendario Giano
Tinia detto Giove, lancia saette diurne e gusta buona pizza, è mese di febbraio
s’è Satur Summano, lancia le notturne arde fuoco al centro, e Martin gioca gaio
tal fulmini lanciati, detti son manubie racconta del mistero, del cervo della rosa
undici son certe, le altre sono dubbie insegna pur un canto, che dento ci riposa
Dimostrativo d’ira, quello ostentatorium guardo sulla destra, vedo enorme quercia
Utile o dannoso, invece il peremptorium con radici salde, che addentrano la terra
il devasta tutto cambia, tutto ritrasforma fà piacer guardare, quest'albero proteso
Il presagum avverte dissuade o conforma1 che sua la forza, dall'intemperie ha preso
Dopo aver sedotto, primàr divinità Sibila quel pino, al vento giù dal nord
Romani militari, conquistan le città simile a un custode, presso la mia casa
invitata trasferirsi, a Roma come culto Vive una sua vita, a ognì stagionamento
la casta sacerdoti, risiede in fisso punto vivo suoi silenzi, in continuo mutamento
riuscita d’evocazi, è conoscer vero nome ogni albero il vigore, succhia dalla terra
del Dio della città, e sedurlo a profusione si libra poi su tutto, e assorbe Licea luce
oggetto di rispetto, di culto a condizione da viscere del mondo, nell’anima racchiude
Nemico sia sconfitto, ricatti e seduzione Quel fremito legnoso, e lento vita schiude
1
“Il presagio varia secon l’intenzione dell’operatore: se ha in Dona vita agli altri, spesso ci incontriamo
mente uno scopo, fulmine è consigliere, in itinere è autorità,
approva o disapprova il progetto; se il consultante non chiede penetra mia vita, a vicenda c’influenziamo
nulla di specifico, il lampo, a seconda della casella cui parte o Lui parla la sua lingua, in amore cerca me
ritorna, indica il campo d’azione (dio nume) verso cui agire o Rivendica esistenza, più o meno come Te
da cui guardarsi, infine il fulmine prorogativo indica evento
nella vita del consultante, che può esser prorogato.” Raseno
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 112
Gli viene da di dentro, or sua resistenza il profùm del pino, brucia e pare miele
Magnifico contrasto, di tronco nerboruto Martin suggerisce, fermo e non parlàr
Sento che mi cambia, la vita nel profondo Altrimenti la parola, darà la morte a Pan
fremo di energia, che eman a tutto tondo Dio che può soffiar, nel flauto a sette càn
Tenace esprime vita, pur irraggia attorno Riscopro che lo scopo, di viver la mia vita
vigor di sua presenza, e fiero io ritorno è viverla profonda, con ciò che mi circonda
selvatico mi forma, sua forza lui mi dà è vivido rapporto, tra l’uomo e l’universo
spande suo profumo, che d’erotismo sa ciò ch’esprime vita, in modo multiverso
esàlo trementina, par che gli assomigli Quando vien mattino, il fuoco pare morto
oh albero concedi, un poco tuo potere! Le cener della notte, restano sul posto
Aiutami alla vita, ti do un pò dell’umàn Su di esse soffierò, a ridestar contatto
brandelli di mia veste, strappi col tuo ràm tra l’essere partito, e l’essere ch’è intatto
Albero Tu grande, T'ergi con gran forza c'è una grande roccia, s’erge sulla pista
Assorbi dalle viscer, la linfa della terra oh tu grande roccia! Aiutami alla caccia
Guardati da me, o vecchio antico Pan Dammi la fermezza, io ti farò un omaggio
Ti toglierò la vita, per ceppi e travi far uno stupa piccolino, ti dono qual assaggio
è l’atteggiamento, il punto della svolta Se oggi tra i nativi, dio Pan ancora vive
Martin mi ricorda, d'aprire la mia porta Ma piano sta morendo, a suon di civiltà
“piano accrescerai, la sensazion che tutto se gl’offri l'occasione, esser meccanizzato
possiede sua ostinata, esistenza dopotutto il selvaggio uccide Pan, più del civilizzato
Guardo sua fiamma, resto in piedi scaldo le cose conquistate, l’uomo invero perde
con voluttà le cosce, le natiche e le spalle Un mondo reso schiavo serve poco o niente
contempla coi tuoi occhi, danza delle fiàm Riduce quel mistero, che le anime connette
In faccia tu vedrai, un legger sorriso Pan L’incontro viene meno, la vita resta inerte
Bevo tuo calore, l’assorbo nel mio corpo fuggi la conquista, se vuoi che Pan ritorni
Prendo la tua vita, ad alimentar la mia puoi vivere per viver, non per conquistar
Albero son caldo! son forte e son felice! soffrir potrai la fame, oppure le fatiche
In questa notte fredda, tempio benedice ma cosmo a te vivente, parla e pure ride
Torna pure o fuoco! come miele torna pur il civilizzato, può scegliere universo
meccani conquistato, o quel vivente in Pan
Miele della vita, fissato dentro un pino
Poter antico vedi, che gioca ad infiammare
nel sole risiedevi, poi l’albero ti prese
e in un bicchier di vino, cura a rallegrare
ora là sul fuoco, ritorni in tue distese
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 113
Ecco là la Luna, che affiora su nel cielo respirano le Rose, rugiada soffia pura
mi turba nella sera, mentre la contemplo ai piedi di Lehùnar, Wiri e Wirikùta!
le donerò qualcosa, a mezzo d'una donna
voglio ringraziarla, al don delle sue corna germoglia il Mais, la Rosa sboccia
e canta la Rosa: Io sono il Cervo
Martin poi racconta, del cacciator silenzio e canta il Cervo: Io sono la Rosa
fa cuocere la carne, e il cervo dà l’assenso Solo a Wirikòta, tale canto è strofa!
spossato e tuttavia, lui eman una potenza
raccolta da suo ventre, di grata riverenza1 odo nostri-Padri, cantan nostre-Madri
i monti le colline, e cantan fiori amati
il vecchio cacciatore, fucile oppure altro cercarti son venuto, vita dei miei cari
in suo animo profondo, parla col cerbiatto oh Figlio di Tatèi, Wèrika ed Huimàri
Dimmi dove sei, con le agili tue zampe
Ti sento ti conosco, donami tuo sangue i sentieri dei Fiori, i sentieri delle Rose
passan Wirikòta, e bianc'Oriente sposa
si muove ora furtivo, proietta fuor di sè Perdonami se impuro, puro mi vorresti
la primitiva essenza, dell’uomo cacciatore Perdonami le colpe, così con te io resti
trova infine preda, con psiche non a caso
Prende poi la mira, per volitivo incanto A Wirikòta venni, in cerca del tuo volto
a meritar la vita, più vita in cuore colmo
“Ascolta la mia voce, fa quel che ti canto
Se non c'è difetto, in sua astratta volontà
imita mio Fiore, al Centro d'ogni incanto
bersaglio sarà preso il cervo è soggiogato
Egli avrà lasciato, sua vivida coscienza
Martin poi ci narra, il mito sierra madre
Resti ipnotizzata, da cacciator essenza la semina-raccolto, di mais il cibo base
rito mais-azzurro, Emilia ben rincuora
o Pan divin dei monti, d’Africa e Oceania
i popol della Sierra, continuano tuttora
l’America ti vive, da Europa fino all’Asia
sui monti nelle valli, deserti e le foreste
Huichole o Wiràrika, indio della Sierra
fuoco saturnale, Sei l’acqua di tempeste
tra gole aridi piani, arrangian loro tierra
2 loro stagioni, la secca e quel di piogge
Son Cervo dell’Oriente, Sòn Jìkuri verde adoran molti Dei, nuove e antiche fogge
accanto la montagna, sole già risplende
sotto albero fiorito, mio cuore sta felice Derivan loro storia, dai nomadi di caccia
sotto albero fiorito, resta il più felice! Cervo lor emblema, accosta trina faccia
Tago nel deserto, li guida in nuove terre
son Cervo dell’oriente, Son Jìkuri verde li sposa con il Mais, insegna nuove feste
a tutti dò mio canto, chi lo canta primo?
ora m'alzo all’alba, per salutare il Sole cuor mito Wirarìka, segna del passaggio
m’inginocchio pure, respiro suo calore dallà nomade vita, allò stanzial villaggio
Watakàn cacciatore, è l’antenato errante
Le ghirlande Fiori, e turbini di Vento di un popolo Wirari, riunito nelle danze
Tu non poi vedermi, dove vad'eterno
dove Rose nascon, dove Rosa sboccia canta lo sciamano, leggèn di Watakàme
son Cervo dell’Oriente, ìkuri a Wirikòta incontro con fanciulla, Mais-Azzurro mare
Storia che lui dona, ai presenti della festa
quan la nebbia sale, Azzurro Cervo sale finchè l'identità, del gruppo resti desta
se la pioggia scende, Kayumàri scende
1
a inizi dell'inverno il cervo maschio perde le corna. Al
sesto anno i corni son robustie e in vecchiaia si riducono a
pugnali
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 114
Watàkame viveva, dentro una capanna Watakame or sente, liber da incertezza
in fianchi soleggiati, di grandè montagna di nomade sua vita, radici mette in fretta
insiem ad una donna, che l'adottò piccino taglia varie piante, e incendia le ramaglie
caccia d'arco e frecce, prede varie in giro la cenere è tappeto, per mais'inseminare
la casa è pietra paglia, la porta è piccolina perfora Mais-Azzurro, suòl di suo bastone
al centro il focolare, con stuoia a lei vicina in terra mentre invoca, semi mais depone
il piatto in terracotta, per cuocere tortiglia ringrazia Watakame, le capricciose pioggie
polenta e fagottini, e zucche per stoviglia il sole e i protettori, dal vento soffio forte
Sentieri gole e monti, valica ogni giorno tempo di raccolti, catasta le pannocchie
così bel dì t'incontra, fanciulla girotondo nellè casette-tempio, a mezzo mecapàl
quella si presenta, con zucca cioto piena usa una bandana, su fronte sulle spalle
porge una bevanda, la giovan forestiera che leghi lui la cesta, fatta di più canne
Bevilo sii sazio, è una Pianta della Vita! ma Watakàme infine, perse compagnia
insieme ai genitori, io sto su una Collina di Mais azzurra pupa, rimane contadino
indomani Watakami, ben sistema l'arco e duro ancor lavora, con gesti con parole
con faretra in spalla, và cercar l'incanto ciclo inter del Mais, la fame ancor rimuove
ai lati del sentiero, che sale su zig-zàg e rivivon l’epopea, del vecchio Watakàme
Distese coltivate, di Mais và osservàr nei campicelli sparsi, sassosi con calcare
azzurre rosse bianche, son le varietà a Giugno prime piogge, semin si può fare
in cima una casetta, alfine può avvistar assièm fagioli e zucche, màise può legare
vecchio gli rispose, disseta alla sorgente san Rosa Veracrùs, divenne madre màis
ed agitò lo scettro, di penne in ricorrente bimbo lei abbandona, in campi seminati
da casa uscì ragazza, e venne lor incontro protegge loro terra, il cervo e le sementi
Yowime mais Azzurro, nome rende conto la forza della pioggia, tuono coi serpenti
“Figlia vuoi seguire, tal giovan cacciatore Cervo celestiale, è chiamato Káyümari
oh Padre se tu vuoi, allor pur io vorrò! sacerdote huichole, ossia un Maràkame
così che Watakàme, iniziò la nuova vita fratello Kauyumàri, ci guidi fai sciamani
divenne agricoltore, in maise compagnia insegnaci nel canto, curar oggi domani
Yòwin mais azzurro, g'insegna preparàr Insegna a loro guide, far pellegrinaggio
tortiglie di granturco, con l'atole bevàn ogn’anno a Wirikuta, rinnovar passaggio
mostra l'ornamenti, per case magazzin Caccia a hikuri cervo, rinnovi mais e fiòr
e propiziar le buone, spighe mais divin con riti a garantire, il cambio di stagiòn
se tarda la coscienza, più si sottomette Spiri greco primo, cercò una soluzione
Flora e fauna Igea, a steril falsa mente integrare la visione, apollinea razionale
meditazione zen, e i misteri pian divini della separazione, di soggetto e oggetto
aiuteran visione, nei prossimi cammini sanando la frattura, in Dios'inebriamento
Uscì scoperto l'ego, e calpestò la terra scrive pure Nietzsche, durante primavera
condusse le battaglie, usando il potere Natura ci risveglia, pervade impulsi gioia
di fronte la materia, si pone ora diverso svanisce soggettivo, oblio d'esaltazione
l'esamina e divide, classifica ogni pezzo il legame si restringe, è riconciliazione
Natura poi divenne, concetto sciagurato Cuoriosi guaritori, curan con passione
cui l'occidente lotta, senza mai afferrarlo usan ciò che piace, a far la transizione
sacrific'ecatombe, di sangue ed armonia chiamano a raccolta, singoli dal mondo
catastrofe ha la forma, social morale sia fuor di egemonie, dipingon loro mondo
quotidiano fatto, è gioco del linguaggio ipnosi pur diverte, ma svela le apparenze
piccole teorie, che impongono credenze ricerca oltre la coltre, di là della corrente
giro giro il mondo, di convinzioni diffuse cosmo emette segni, mente può scoprìr
e vivo storie cui, le origini ho confuse1 Disegni pien di senso, Lei và poi nutrir
Crear vuoto mentale, è là regola di base Martìn usa linguaggio, tipico di media
con cui funzion cervello, così l'ipnosi fase fà il suo bricolage, e sfrutta pur la rete
con del cambiamento, da li posso tornare don Tonio Wirarìka, indossa il Topolino
marcato oppure lieve, assente o ritentare ricicla per istinto, ne fà strumento fino
credenze radicate, prodotte da etichette profeti tra i Paiute, e Cheyèn Navajo pur
diffuse propagate, in scientifiche barchette fecero esperienza, del rito Tarahumara
attirano consenso, per via coinvolgimento Ideò la danza spettri, il mitico Wovoka
abitan più teste, martellano in tormento Annuncio del messia, libèrazion invoca
Alce Nero Oglala, sostava là sul monte e cantati sono in gruppo, fuòr significato
or intorno vede, cerchio inter del mondo con ritmi ton accento, da tutti consacrato
vide oltre misura, capì d'oltre ogni modo aggiungi suon sonaglio, scosso da cantòr
Forma d'ogni cosa, vide in un sol fuoco ognuno avrà suo turno, nel cantar ancòr
l'intero popol suo, vide in sacro cerchio Peyote è benedetto, in è circolo passato
anello ch'era parte, d'uno ben più ampio così come tamburo, a turno vien sposato
largo come luce, del giorno e delle stelle ognuno può mangiar, liber quanto vuole
e un albero fiorito, vide al centro crebbe gli effetti del rituale, salgon col calore
riparo a tutti figli, quello è centro mondo Acqua di tamburo, energia di pelle daino
ovunque Tu risiedi, gran spirito del mondo accoglie vocalizzi, e fà l’eco piano piano
Ti chiesi di chinarti, scoltar mia flebil voce ritmo del sonaglio, piume a spirar vento
rivolgo la preghiera, che lacrima diffonde sottile verso fuoco, in lento movimento1
Tu dissi che dovevo, far l'albero fiorire Inizia medicina, a parlar al mio sistema
ma l'albero appassito, vedo ancor soffrire purga nel bisogno, e in vomito li esterna
“ma forse una Radice, piccina ancora vive dopo sento meglio, e ritorna l’attenzione
Tu nutrila con canti, d'uccelli a rinverdire sparisce l’ansia e vièn, vital ristorazione
lascio dietro me, ogni dubbio ogni paura o Gran medicin Tepì, riuniscici alla notte
che il popolo ritrovi, ancor la strada pura a trovar significati, nel cuore della sorte
Fauno Wakan tanka, io canterò tue gesta intuito rivelato, realizza ogni esperienza
così Tua medicina, avrà mio cuor in festa accresce l’empatia, amicizia consistenza
Hai fatto i cieli sopra, il sole il mar e i fior coglimi son pianta, a mezzo di tue mani
il don assai più bello, la vita col suo amor mangia la mia forza, sete e fame evadi
abbandono la tristezza, assiem ogni dolòr Io sài ti guiderò, fìn dentro la tua casa
inizio lungo viaggio, nell'inno del tuo nom Porta-mi qual pace, in tua tribù rinata!
poi intonan canti sacri, riuniti nel Tepè l’incontro medicina, lo guida Roadmàn
Navajo con sonagli, tamburi d’acqua che Uomo del sentiero, aiuto apprendimento
ciascun intona a turno, voce gran potere io vedo l’uomo fuoco, l’uomo del tamburo
Inanna Wakantanka, per Gaia sostenere Donna madre l'acqua, a dissetar ciascuno
Vibran loro voci, emoziòn condivisioni il Capo del Sentiero, panno avanti stende
riempiono la tenda, ritmi suggestioni allinea oggetti sacri, ventagli poi protende
Luce del gran fuoco, brilla gran Tepì Tambur sottil bastone, ornato con perline
e il Capo della Via, seduto aspetta lì la salvia fumigazio, e tabacco zea cartine
è l’altar di sabbia, a forma lun crescente e guardo nel creato, in cui risplende il sole
Medicina al centro, che guida le preghier in cui brillan le stelle, in cui ristàn le pietre
stessa appar la strada, della sacra via vivèn crescono piante, il fauno sente vive
I canti condivisi, accrescon l’empatia nell’anima Io guardo, ciò che sopravvive
a mezzanotte il Capo, esce dal Teepì Gran spirito di Pan, intessi sole e luce
soffia flauto d'osso, in quattro punti lì là nel vasto spazio, e nell’anima produci
acqua vien portata, adorata condivisa a Te Divino Tago, pregando vo parlare
pur versata a terra, per dissetar l’amica forza e benedizione, in Terabuti amare
suono del fischietto va in ogni direzione Padre-Madre soffi, di Vita e fonte suoni
dentro della testa, rimbalza contro cranio azioni sen parole, creator di cosmi nuovi
nausea preme pur, angoscia della morte fai brillar la Luce, dentro e intorno a noi
libera mio pensiero, dal monopolio forte così da trasformar, nell'armonie a colori
frutto d'albicocca, pruno dell'armenia se vento spezza rami, si porta pur i sani
secca è lassativa, cruda è anti diarrea poto legno vecchio, ridò la forma ai rami
ricca in minerali, ferro calcio e sodio ogni lesiòn del legno, tratto con impasto
sali di magnesio, potassio fino fluoro buchi là nei tronchi, riempio senza scasso3
Aranci con limoni, son piante freddolose or ossido di zinco, tièn l'acqua piovana
che sotto dello zero, soffron distruzione raccolta da grondaia, in zinco modellata
pacciamo nell'autunno, colletti lor arbusti adatta per il pesco, contro mal di bolla
e a primavera poto, i gelati loro fusti Frammenti io sotterro, vicin radice fonda
calcicole piantine, io scelgo per tal zona nutrir uccel d'inverno, è scambio sinergia
ed evito le querce, castagne e acida flora con semi e fiocchi avena, sorbe frutti vari
rimuovo i sassi grandi, cavol or impianto seccate congelate, d'autunno son raccolte
carota ok biforca, susino interro franco2 son scorte vitamine, duran l'inverno forte
cresce in aci suolo, mirtillo ed asperella al fianco d'un ciliegio, vedo una presenza
giunco muschio felce, lupino campanella pianta di bambù, l'annaffio con pazienza
castagno e pin silvestre, erica e ginestra da canna sotterrata, una fila nodi caccia
la primul digitale, e veronica lo infesta resiste a meno 20, se gela un dì ricaccia
quando alla Maremma, siamo noi ridotti così l’anni venturi, discende nelle messi
ognuno pensi a sé, e i numi poi per tutti un orfano or adulto, cui tremàn le falci
tutti posson dire, Maremma di Maremma e pensa lacrimando, che tal spiga forse
il giovan che ci va, ci perde la sua penna Crebbe sopra l’ossa, paterne mai sepolte
l'Acqua di Maremma, bene pur ambiguo1 un giovane pastore, incontra dea Giunone
tosto è convertito, potabile mio amico che allatta suo bambino, presso gigli fiore
ovver tagliar in tufo, drenare trasudare Parla poi gli mostra, sorgiva d’acqua polla
coglier nelle polle, conconi qual fontane dono per sua gente, in paese lui racconta
andando in campagna, si beve alle polle alla notte di Diana, plenilunio ferragosto4
in torrenti e rigagni, soffiàn filastrocche Tago fuor dal solco, il diciannove agosto
e poter taumaturgi, hanno quell’acque quando inizia bene, maturazion dell’uve
presso gli asceti, negli eremi a parte la danza del sudore, purga e nutre pure
Raseno raccontava, paterne situazioni Nei cerchi di funghi, Diana attira danze
di crisi con riscatto, risposte e soluzioni per mezzo dei puffi, folletti elfi e fate
le semine granturco, ne lè paludi basse adorata coi fuochi, e palline dei puffi
dolor e sofferenze, ribelli terre sparse Paneole paplle, che emettono sbuffi5
Malaria di maremma, in acque di palude può sdraiare a terra le piante, scatenando l’umidità, la
nessuna comunanza, febbre tutto chiude predazione di animali del suolo e la fatica del taglio. Un
più mietitori al sole, abbaian impazziti espediente era quello di portare tra i mietitori vino e un
vino sfogo insulti, incanata chiamo i riti3 giovane che suonava l’organetto. Questo, con saltarelli o
motivi veloci dava ritmo accelerato alla mietitura. Poi, con
stornelli romantici ed osceni, teneva alto il livello di ironia
1
In mezzo a una cerchia montuosa, su colline decrescenti si dei mietitori, senza concedere pause o rallentamenti. Emilia
svolge la regione della Maremma, fatta da vaste depressioni 4 Natura e cultura rinnovano a mezzo dell’acqua, fuoco e del
impaludate e sommerse dal mar Tirreno. Le acque di fiumi e rito del solco, aperto al frutto che si fonde ai corpi e le menti:
torrenti che non trovano sfogo in mare, allagano le basse “ciò che si raccoglie è del popolo, ma viene dalla divinità alla
campagne e danno origine ad immense paludi malariche. quale il rituale rende omaggio con danze e sudore, dove sta il
2
Acquacotta: zuppa con pane raffermo, erbe bollite e 1 uovo. innovamento (purga e catarsi), e il seme potrà rigerminare”.
5
Pasto di mietitori e dicioccatori di latifondi nati in zone di Per gli antichi irlandesi il mondo dei morti e il regno delle
paludi (Maremma, Pontina, ecc.) dove si rischiava malaria. fate (Faery) era contiguo a quello dei vivi e in particolari
3
Il grano matura prima in fondovalle assolato poi sui versanti giorni come l'ultima notte di Ottobre (Halloween) questi
collinari. La Mietitura doveva esser veloce (6-9 gg) poiché nei invadevano il mondo dei vivi oltrepassando speciali porte
primi 3 le spighe sono acerbe, nei secondi 3 mature e negli come banchi di nebbia o circoli megalitici. Questo scambio
ultimi 3 iniziano a sfaldarsi e un temporale d’acqua e vento fatato e notturno fra umani e Piccolo Popolo, al chiarore della
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 125
Acqua di Eurinome, sei Atropa Minerva un battesimo rituale, pratican più scuole
Fiore loto e ruota, sull'acqua di riserva Esseni guaritori, in comuni monasteri
l'occhio del lago, postvorta e antevorta in acque di Giordano, esercitan giustizia
sul lago di Bolsena, dell'Ade sei la porta immerge battezzandi, là Giovan Battista
sul Montè Soratte, Silvestro con Romana e pulisce dagli errori, cambiàn mentalità
preservan le fonti, galassie d'acqua sana Gesù predicatore, in acqua unzion avrà
le donne senza latte, bevono tal acqua conosce or lui discesa, di Spirito-Oxalà
bagnan le mammelle, da là fontè lattaia appena battezzato, il cielo a lui aprirà
l'orfani piccini, Vivenzio e san Mammante Nel delta di più fiumi, arrivano i coloni
irrorano col latte, più terre abbandonate A bonificar malaria, in stagni paludosi
vincendo la palude, qual drago dell’oblio abbondanza d’Acqua, sà dare sofferenza
bonificano un sito, e riattivano un convito così come scarsezza, riduce vita essenza
bonifica quei posti, e la fonte bon rispunta l'Acqua ambivalente, è confin del mondo
Senzìa patròn di Blera, Spoleto e di Lucca ponte mediazione, con l'altro continente
Sant Orsio de Vejano, è morto de la sete
è fonte di memoria, e fonte dell’oblio
e noe bevemo vita, nei riti tutti assieme
L'acqua della vita, ed acqua morte limo
l'Acqua offre legame, social comunitario
Tevere Acheronte, chiamato già Tibrìn
È mito fondazione, è femmina d’umano
Santi ed eremiti, trasporta nel dormìr
che suscita e rinsalda, legam identitario
sin al mar dei morti, il corpo fà da barca
si dona con fatica, in travaglio quotidiano
traghetta la coscienza, sopra flutti barda
fem impossessata, è donna che s’impone
I riti longobardi, riplasman vecchi miti
col peso sulla testa, fatica or signoreggia
di Marte e le vestali, sul ponte dei Sublici
coscienza sua s’aliena, fugge dal presente
eroico suo vitale, la vita ancor consente onoran gli Argèi, qui giunti con piroghe
a propiziar raccolti, e conquistar le spose1
di notte alla fontana, nude e con la brocca
l'acqua è compagna, nell’ultimo assaggio
sonnambule talvolta, l'Emilia ci racconta
richiama defunti, che nutre per viaggo
nessun le può toccare, sennò le piglia male
è un via vai di umani, migranti sui mari
Ritornan loro casa, nel letto a dimorare
un ponte tra i mondi, e sede annegati
Cariatidi tal donne, han corona sulla testa
portano i conconi, pesanti d’acqua essenza la nostalgia di vita, è nostalgia ritorno
presa alla fontana, che veglia l’omo saggio l’acqua mar racconta, dolor distacco fondo
su eremo sorgivo, ad alimentar villaggio trauma d'emigrante, obbliga a staccarsi
lasciàr proprie radici, significa straziarsi
le fonti le sorgenti, sempre van protette
privati degli affetti, famiglie con villaggi
da epidemie disturbi, e lucri che sottende
consumano più lutti, al fin ricompattarsi
un acqua è collegata, al latte della donna
partire ugual morire, viaggio nell’ignoto
madre che natura, emàna qual madonna
un ponte ritrovato, lenisce un terremoto2
seno inturgidisce, per acqua far sgorgare
la terra penetrare, nei solchi a fecondare 1
Il rito delle vestali sul Tevere, ricorda il mito iniziatico
sant’Agata i suoi seni, ci offre in vari riti dove il nume Romolo-Quirino, è smembrato e gettato nel
a vincer siccità, e curare buon convivi fiume tra la vita-e-la-morte, in attesa del passaggio delle
insegne regali.
donna pare l'acqua, l’acqua pare donna 2
L’esperienza dell’emigrazione/iniziazione è segnata
La vita e identità, rigenera ogni volta dalla paura dell’ignoto e di non poter realizzare un ponte
se mi farà freddo, accenderò tuo foco di pianto e conforto che addomestichi la morte. La
voi coll’acqua mia, lo spegnerete dopo morte/dipartita del congiunto, potrà essere superata solo
dopo riti che creano un ponte che colleghi i morti ai
viventi colpiti dal lutto/perdita.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 127
Raseno un'altra storia, narra quella sera la Mama sulla strada, lungo fium appare
ad ostium foce Tivr, lavòr 2 taglialegna ma recinzione poi, villaggio mi nasconde
or perde l'equilibrio, dall'aber uno cade Con un'iscrizione, è impossibile passare
batte testa e poi, è fra compagne bracce Penso alla mia nonna, nulla pur appare
Pochì minuti vita, lui affida lacrimando rinuncio vado a vuoto, verso una parete
la moglie e figlioletti, alla carità compagno Fatta della gomma, colòr rosso-marrone
il taglialegna chiuse, gli occhi dell’amico Parete s’avvicina, somiglia a uno sfintere
bagnandosi le dita, con lacrime del viso comincia pur aprirsi, e nulla mi trattiene
Involontar toccò, la palpebra sua proprie È buco circolare, di rosso striato in nero
guard’intorno e l’erba, appar colore viola Diametro quaranta, centimetri che apre
Il mare è porporino, e il Tevere annerito su galleria scavata, percorso irregolare
in mezzo sta il vascello, il popol è sul rivo par fatta da lombrico, in lento lavorare
una folla di fantasmi, assiepa quel pontile al centro della grotta, vedo afro Nzamé
in lunga fila sale, su quel velièr gentile che danza sulla terra, cambia pelle che
Angeli al timone, alle vele e le gomene diventa più figure, cristiane con pagane
Buddha Shiva e altre, scorron a fiumane
la nave prende il largo, verso le maree
immago bruno-rosse, fluttuan sulla volta
Il taglialegna seppe, vicin appresso folla
Riflettono le teste, rossastre della grotta
le anime dei morti, giungevano tal porto
indican pareti, con segni in molte lingue
ad imbarcarsi verso, il purgatorio mondo
estinte sconosciute, ma tutte ben distinte
Visione a lui concesse, lacrim moribondo
Pamel ha sensi colpi, decesso della nonna
finito mio soggiorno, riparto da Grosseto
cendo sulla costa, del rasna mar Tirreno
ma poi sente leggera, forza che rinnova
alle rive del Biedano, mi fermerò in ritiro la vede nello specchio, piano fà invadente
al tempio Therabuti, scuola col giardino s’apre porticina, un sorriso poi l'attende
assiem alla Pamela, voglio qui purgare Nonna appar radiosa, Pamela cuore piange
chiedo lor custode, permesso meditare abbraccia l'emozione, scalda piano espande
là stavà Mallendi, un ganga per guidare sparisce tale scena, Pamela l'occhi asciuga
sessioni con tre notti, a guarire ritornare s'apre un altra porta, è cugina deceduta
“Lasciate far la pianta, amici d'avventure scema la sua colpa, si sente perdonata1
dimenticate angosce, timori e le paure ha fatto lei la pace, còn sua psiche innata
appuntamento giù, ore 10 in sala bona Ognì nascosto peso, sale sù ogni volta
puliti e preparati, Sesto passa in zona al fine vomitare, e curare quella porta
sopra video schermo, sfilano più imago Difficil giudicare, capisco a suon di scherzi
Mallendi par pigmeo, suona soave fiato raccontano un percorso, senza far falseggi
passero che danza, vision di mio passato si nutre dagli amici, ogni tuo appetito vita
traccia nel percorso, un passato rettiliano ringrazio con bassé! bassé che lor invita
al suon di melodia, nell’aria par vibravo Musica qual corda, seguo sopra al vuoto
un piede sul trapezio, in salti mi libravo su essa io cammino, mentre ganga danza
comprendo essere vata, ver natura d’aria tutto intorno a me, per celebrar il viaggio
mi muovo in elemento, d’oralità più varia Filan miei pensieri, a velocità di razzo
e quando un antenato, termina sua puja poi prendo bacinella, a vomitar la bile
sento l’aria in gola, dell’umido si asciuga Iboga fa gli scherzi, mi dice son rinato
sento allor bisogno, dell’acqua sorseggiàr l'addome si straluna, purifico e mi stendo
tramite il respiro, entràn escono entità Tago vedo dentro, un cuore nuovo tengo
Dopo apocalisse, su cosmico quadrante Rivivi obliati eventi, serbati nel cassetto
una clinica ritorna, al teatro dilettante Conversi con soggetti, parti di Te stesso
s’entràr volessi pur, da professionista e plastici neuroni, in sinapsi a collegare
quell’abito dovrò, svestire sulla pista attivano cervello, in frattale organizzare
Fuori son chi vuoi, dentro come tutti rimostra la tua psiche, in psicoterapia
ricercator di luce, fuor monopoli flutti comprendere ti fa, ogni tua patologia
Inizio fare gruppo, quando l’io si stanca taglia dipendenze, spontaneità riassorbi
Le regole rispetto, del conduttore ganga vita sembra un film, errore vedi e solvi
Mallendi poi m'invita, far un bagno piante Quaran minuti dopo, orecchio sèn ronzio
mi veste in perizoma, Tago appare grande Annunzian le visioni, di luce e vari luoghi
in musiche di buiti, concentro la memoria Esperienze di passato, sgancian emozioni
mi siedo avanti a lui, e inizio cerimonia Rinsalda mio cervello, legami fra neuroni
Radice preme cuore, calore con ardore I condizionamenti, vedi e puoi sganciare
freccia m'attraversa, e testa fuor esplode Vinci dipendenze, acquisite nel passato
il cuore col respiro, par si fermi e muore Tal fase intensità, lentamen scompare
la mente si rilassi, Mallendi questo vuole Dopo trenta ore, nel capogir segnale
Seba sii assertivo, non esser arrabbiato Vedo ultime elite, uscir da questa casa
Là c’è decisione, qua un confuso stato seduto sulla sedia, è l’astronauta papa
t’insegnano maestri, la via delle virtù morente Dalai lama, coperto su lettiga
belle o brutte sono, a deciderlo sei tu Siàm tutti compagni, sento mi confida
Pellegrino sono, che viaggia sulla terra S’oscura minaccioso, ed odo suono cupo
paura ancor m’ottiene, pur se sottoterra vedo nubi scure, poi gocce su ogni muro
guru di me stesso, guardo mostro antico violente tintinnanti, m’innalzo per vedèr
e Mi scopro ballerino, dal cuore primitivo Cielo già oscurato, il mare v'accoglièr
Ascolto poi Sebango, vision adolescente copron l'alte onde, il sole di ponente
esce dal camino, assieme d'altra gente s'abbattono su costa, erodon ricorrente
bimbi d'ogni sorta, scendono passaggio grossi pezzi spiaggia, inzian scomparìr
cunicoli del vento, che suona tal saggio costa e casolari, al mar si vann'offrìr
Tirate e sollevate, i talenti in superficie! Spettacol’oscurante, drammatico eseguìr
la voce fuori campo, racconta il divenire Sviluppasi la cresta, s’ode un suono ming
Eduscere in latino, è tirar il partoriendo un immediato scioom, l’acqua fino a costa
Tirar dalla persona, innato suo talento Abbatte con violenza, ed ogni cosa sposta
s'alza uno di loro, e inscena triste nenia Alzo le mie carte, e un vento mi solleva
infelice abbandonato, corpo crebbe tenia Mandandomi veloce, arrivo a prima vera
mostra la sua morte, e offre mazzo chiavi Assieme ad altri due, che volano con me
che apre luogh'infanzia, agli occhi d'invitati arrivo in cima a strada, discesa avanti c’è
si vede or su piroga, ed entra il tale mondo Vedo mar smeraldo, di là del montarozzo
accorcia le distanze, a cavalcion di tronco e cerco di arrivarci, sen caderci in mezzo
nel mar dall’acque alte, pensa sia la fine ho un fardel di carte, nuotare non saprei
entra in una baia, e scorge il negro alfine strumenti libri d'aria, in acqua non vorrei
lui spazza sulla riva, lo vedo e lui mi vede mollarli od affogare, è l’amara decisione
riconosciam vicenda, è il servo della villa abbandonar conquiste, frutto di ricerche
rinasco dalla gioia, felice corre incontro ritrovo sulla riva, assieme due compagni
Tutto si ravviva, è idillio sullo sfondo sopra-sotto sono, mi tolgon dall'affanni
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 131
scomodo agli sguardi, in letto mi ritrovo Tal radice iboga, vien pure preparata
nulla ho più con me, una borsa solo noto col succo di canna, latte o vino palma
la borsa incustodita, avanti la mia branda vomiti e amarezza, questo ben riduce
la prendo come mia, dentro stà bevanda Masticare è prova, coraggio riproduce
bevanda mi pulisce, ed elimina le scorie Tonico anti febbri, allevia mal di denti
a mezzo dei canali, mentali e intestinali Iboga qual compressa, è detta Lambarèn
son feci come i sogni, rivelan la salute usata in depressione, sforzo corpo mente
difese e parassiti, che l'emozin produce Malattie infettive, astenìa convalescente
Eroe dai mille volti, viaggia con coraggio l'Ibogain principio, del MAO è inibitore
entro le leggende, è cuori del messaggio Defatican calmante, vince dipendenze
la monaca di Dresda, sul mondo profetò prolunga vigilanza, aiuta le onde lente
al compito è concluso, la porta chiuderò l'usa tradizione, purgàr vita incoerente
Sesto già narrava, la vita sua in Gabòn Oppiacei e cocaina, con alcol e tabacco
al tempio del villaggio, del Buiti mitsogò persino anfetamine, Lei riduce in scacco
2 file di capanne, una grande per il Buiti lo stimolo impazzito, in rilascio dopamina
pareti senza porta, un palo al centro vidi lei ben normalizza, ad arte come prima
radici sono attive, dai quattr'anni età L'iniziazione al Bwiti, è rito di passaggio
in buche laterali, il raccolto van scavàr dall'adolescenza, all'adulto nome saggio
per asportar soltanto, radici secondarie gruppo riprogramma, la nuova identità
la principale cresce, senza noie varie bimbo or condivise, normè in comunità
Dibenga cacciatore, della tribù Missoko Unione ed armonia, del gruppo necessari
vide un porcospino, raspare una radice a successo cerimonie, spir’insieme chiami
scaglia la sua lancia, su carne d’animale Banza Corpo Guardia, è la casà del Buiti
Estrae poi l'intestine, buon medicinale quà sotto alla Vincella, vi narro fatti vivi
Sul fuoco li cucina, mangia amara carne Nzambe-Kana un dì, rivela di cercare
a letto se ne và, si sente un poco strano arbusto di foresta, capace a traghettar
nota un auditorio, effetto uguale all’eco chiese ai suoi fedeli, di far la cerimonia
distante poi va fuori, alla luna fà ripiego al fine di trovarlo, e veder umana storia
Rivede scena caccia, l’arbusto visualizza or Bwiti gli antenati, invoca come guida
il giorno dopo torna, a capir la situazione durante la ricerca, dell’êbôghê in foresta
incontra ora pigmei, disposti tutti attorno quindi ha sviluppato, var stil cerimoniali
lo guidano graduale, a capire suo ritorno l’origine si perde, tra i rivoli ancestrali
Inizia presso Tsogo, un Bwiti senza Iboga Disordine apparente, defunti ed antenati
Bwiti vien da ebweta, emergere arrivare Geni femminili, Ya Mwei di corsi d’acqua
Eboga è da boghaga, ovvero traghettare Tutto appare sacro, è visione panteista
Tsogo nella cura, e nel culto và adottare l’umano di 3 parti, alfine tien provvista
Bwiti è lunga scuola, filosofia di vita Il corpo è detto oto, lo spirito è ghedidi
Mwiri la prosegue, è forest’ecosistema l spirito tien ombra, ghedi-nadina detta
in Kono poi finisci, è laurea dottorato Ghedidi dopo morte, è in culto familiare
Màllendi la foresta, qui ci ha riportato invocato in ogni rito, esce a mascherare1
Bwiti come scuola, svela gradualmente rettangol capanna, di legno con corteccia
talvolta chiede prezzo, riapre la corrente aperta una parete, antenati fanno breccia
Tu parli e fai domande, ricevi poi risposte una coppia genitori, di tutta razza umana
Ognuno può parlare, aperte son le porte ecco nell'ingresso, Disumba-Zambe Kana
1
i ghedidi divengono mighonzi, antenati con maschere di rito
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 133
il tetto a foglie palma, bwenzè è sagrestia Seduta ella rimane, e inizia a fare sogni:“
Piccola stanzetta, che un iniziando stipa scendi nel Mogobe, qual vermi intestinal
nascita e trapasso, è cranio al candidato discendi alle cascate, sopra fino al fiume
bicchiere con bevanda, aperto e mescolato d’allora cominciò, il bwiti a noi comune”
Ngenza e ibog'assieme, riportan a foresta a Ginevra poi conosce, Nìma detto Sesto
ch’è libreria computer, farmacia più desta là per il congresso, sul volontario intento
maestri or gli elefanti, insetti e scimpanzé scambiano l'un l'altro, modi d'assistenza
con gli alberi e coi fiumi, insegnano per te a giovani alienati, da tossi-dipendenza
Nzambe Kana vièn, chiamato in cerimonie Sesto và in Gabòn, inizia al culto Buiti
Koumba con Dissumba, omo-prima donna stasera ci trasporta, negli africani miti
Accanto agli antenati, ci son genì e folletti mentre Mallendì, suona col mongongo
Mare e corsi d’acqua, foreste ed elementi ecco la piroga, viviamo il suo racconto
Montagne cosmo intero, ovver radici Buiti Rivivon gl’iniziati, un Ciclo di creazione
Sole detto Kombe, la moglie Luna Ngonde scoperta di radice, da parte di Banzioku
Minanga e Ngadi sono, stelle e lampi figli Banzioku prima donna, or èl'arpa ngombi
Dissumba primo ramo, di bwitisti insigni risuon insegnamenti, di spiriti oltremondi
Dibenga primo nganga, presso gli Tsogò L'arco tende e vibra, niente ancor esiste
chiamato pur Mapenga, presso Babongò l'uomo non è ancora, pensiero di Nzamé
Antenato le cui dita, sepolte sotto terra ancora non è nato, Nzamé là dentro l'uovo
Originano eboga, arbusto che ci afferra assieme l'altri 2, attende un segno nuovo
presso i Fang pur, un pigmeo scompare or l'arco dei babongo, inizia tende e vibra
la moglie và cercare, col suono musicale una lunga melopea, nel vento piange grida
così trovò le ossa, ai piedi iboga arbusto la corda ha già 3 nodi, il vento soffia forte
una voce poi l’invita, mangia tuo defunto lampo figlio al vento, ha rotto l'uovo sorte
Così potrai parlare, all'arbusto tuo marito ..cola via placenta, e i tre son fuori Pange
gradual inter villaggio, segue stess'invito i primi canti al vento, Nzame grida piange
suon di madre arpa, echeggia dai fondali sorella sua Ningone, e suo fratello None
figlia di Mogongo, Mosuma viene ai piani seminano il vento, di pazze grida nuove
sale alla nazione, che guida nella morte è notte e l'acque nere, gridi ed arpa và
cade nel Mogobue, cioè fiume vibrazione il sole con la luna, lor tempo può iniziàr
amar radici ingoia, le pene e più fantasmi e segnano l'inizio, la fine di ogni cosa
ascolta suon radici, di arco arpa e sonagli Dio scende sull'acque, voga su piroga
l'acqua và la donna, l'uomo va la terra Nòn può fabbricare, attrezzi a non finire
acqua rest'aperta, all'uomo che l'afferra nell'acqua di marmitta, d’origin femminile
Evùs è la placenta, sepolta alla boscaglia Mebeghe vede tutto, frutto trasgressione
che a volte si ridesta, e inizia la battaglia del primo suo divieto, terren ripartizione
Mebeghè al principio, pose l’uovo-feto allora invia Ekurana, per attaccar l'Evùs
nel caos originario, Nzame n’era uscito lo getta sulla terra, assiem a umani pur
solo lui piangeva, e Mebeghe gli ordinò gli uomini implicati, fan combattimento
di smembrar il corpo, e mondo si formò Vivono nel sogno, illusione del momento
Esce poi dall'uovo, sorella sua Ninegone Ningone con Evù, rubò poter del mondo
con gli orifizi in corpo, ancora tutti chiusi Viene condannata, portar la ter in testa
infine il pupo None, venne al suo natale accadon tali eventi, a cospetto degli Dei
resta la placenta, e cordone ombelicale poi su prima coppia, o umani loro alfieri
Nzame è incaricato, produrr natur ed uomo Geloso del fratello, l'uccide và in foresta
a sua imago poi risiede, in uno dei Mogongo la mamà, gli da seme d’eboga
quadranti Così potrà vedere, il fratello suo defunto
ai due punti cardinali, sòn None e Ninegòne e i propri genitori, dopo morti appunto
Evù nella boscaglia, nessun sconfin altrove
Legge dell'Evùs, è visione conoscenza
dio Nzame inizia poi, a produrre umanità a mezzo sacrificio, d’un proprio parente
Ningone và gelosa, viaggia alla boscaglia cresce piant'eboga, su prim Adamo morto
alla palude arriva, e invita Evù a villaggio incarna Mukengué, è Jesu Nzambia-Pongo
apre le sue gambe, lui penetra passaggio
Gesù figliò d’Egnèpe, Maria reincarna Eva
l'Evùs all'indomani, le dice di aver fame Muor sempre 2 volte, in Adamo poi Judea
Mangia allor la capra, davanti sua capanna prima d’incarnarsi, Gesù ha Ekurana frère
Finirono le capre, ma Evùs ancora ha fame Bibbia con eboga, scelser chi appartiene
chiede la sua figlia, che muore come pane
1
Ningone e None dei Missoko, diventan Mukuengue
Nzame poi ritorna, ignaro dal suo viaggio (fungo, Adamo-Jesù) e Mongongo (arpa, Eva-Maria)
non riconosce più, il suo natio villaggio presso i Fang. Cresce la figura di Caino (uomo-tra-la-vita-
e-la-morte Abonà -Litogo), simbolo del popolo nero che,
capisce che l'Evùs, è qui dalla boscaglia accusato di fratricidio, riceve la possibilità di redimersi e
e l'arte della caccia, soddisfa la sua pancia chiarirsi con Abele. Infine Massana (Teresa), è la donna
comune sposata dai due fratelli secondo il costume
e Nzame si ritira, deluso dal suo mondo diffuso della poliandria Fang. Nzambia (Jesù) prima di
Donna con l'Evù, fan leggi a tutto tondo venire nel seno di Maria (Egnépe), era vicino a Dio,
Ningone s’avvicina, al suo fratello None assieme a suo fratello Ekurana (Michele Nzambia-
Vanga). Solo lui (primo uomo), ha peccato e ora mostra la
Desidera un bambino, prim incesto vuole via della redenzione e risveglio alla sua discendenza.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 135
Jesu scelse primo, prese bibbia e vino e naviga radice, dell’Africa che espande
scese presso bianchi, accolto con inchino Barca che ritorna, dal fiume Congo grande
volle andar dai Neri, e i Bianchi ingelositi Sarvognan de Brazze, chiuse esplorazione
L’uccisero pertanto, Michèl l’ha redarguiti assiem ad un pigmeo, Mumba fa di nome
Michele con Eboga, scende insegnar buiti Mbumba è nom feticcio, crani d’antenati
Un seme seminò, su tomba di Mukengué coppa di alleanza, tra umani e naturali
Fratello tanto amato, radice di Nzamè Sesto dice è il ventre, l'utero del Buiti
Michele è l'Ekurana, e Jesù vuol rivedèr Buco ch’è scolpito, nel palo dei conviti
nell'Africa centrale, Dio Padre tien due figli Lungo vie commerci, nascono cappelle
Maggior ha pelle nera, minor invece bianca emerge identità, in colonia ormai ribelle
Un dì Divin decide, insegnar ai figli il vero matura fin l'azione, di stato indipendente
trascrive su 2 libri, tuttò il sapere intero e sveglia coscienza, curando corpo-mente
a ognuno ne dà uno, l’esorta poi a studiàr nel culto derivato, d'eboga e possessione
I due figli pien di gioia, a casa van tornar già stimola visione, possessio guarigione
ma poi durante viaggio, il nero fà popò quello dell’Ombwiri, a prevalenza donne
entra là in foresta, poggia il libro un po’ una cura dei malati, in eredità raccoglie1
Il figlio nero vede, e pensa che disgrazia! Inizio con Mallendi, esperienza Missogò
Or ho perso tutto, ma ho fratellino bianco in privazion di sonno, e privazion di cibo
Sicur mi presterà, il suo libro per studiar ad acceder a più sogni, ludici e coscienti
Giunt alla sua casa, può tutto raccontar si da comunicàr, compagni lor discenti
Ma piccolo fratello, suo libro fermo nega L’azion cerimoniale, si snoda in 3 sentieri
Se perdi pure questo, cosa mai accadrà! strada di villaggio, chiamata pure mbanza
Il figlio nero triste, fa visita a Dio Padre lo spazio nella macchia, detto pure nzimbe
Racconta la vicenda, e rifuti di suo frate in palizzata in tronchi, confine bene cinge
Dio comprende tutto, dice che il fratello Tempio Buiti mbanja, è il corpò di guardia
da sé comprenderà, l’egoico trattamento Grande casa in legno, aperta su di un lato
sappi o figlio nero, che vèr non può morir Rifugio e intimità, scuol d’ogni passaggio2
cerca dov’è andato, inchiostr a scomparir assemblea cappella, e riunioni di villaggio
D’allora figlio bianco, nel Libro legge vero Ricevon qui gli amici, e stranier visitatori
il figlio nero mangia, l’arbusto del sentiero avanti tien sculture, una trave con piroga
radice dell’Iboga, su cui caddè l’inchiostro totem è piantato, al centro entrata-uscita
Verbo di Nzamè, che vive in ogni posto un fuoco in una buca, arde scalda e guida
tempio forma d’uomo, tien trave centrale Kombo sacerdoti, più svegli resteranno
Che sostien il tetto, è colonna vertebrale Radice pure a bimbi, l'offron granellino
Il cuore n’è l'altare, la sagrestia la testa Il Neofita è portato, al centro della sala
Porte son orecchie, fallo è palo a festa I fedeli alle pareti seduti come in gala
in cima al palo scorre, una ragnatel di fili or è accompagnato, dentro alla foresta
su cui corrono geni, o numi oltre confini Confessa la sua vita, agli spiriti di festa
la trama sotto tetto, veste in foglie mais Buona confessione, prelude buon visione
tempio appare corpo, pulsante nei rituali scatena maremoti, nasconder omissione1
Viaggi in altro mondo, tutto equipaggiato Un cucchiaio dopo l'altro, fanno quantità
In destra man clochette, producon crepitio io vomita ogni tanto, reflusso è separato
Il cast a centro mbanza, ai fedeli si rivolge Su foglie di banano, è attento esaminato
Seduti alle pareti, nel cuor tutti coinvolge Madrina pur l’assaggia, fà diagnosticato
Siedono gli arpisti, cima al fondo tempio Come si comporta, l'iboga nella pancia
Arpa tra le cosce, con testa vers esterno Ognuno tien suoi tempi, organico lavoro
ai suoi lati son i due, suonatori del bâkê aiutano le danze, e le musiche dell’arpa
Batton con bastoni, creano il ritmo che avvolgono d’amore, come calda sciarpa
Sonagli con due uova, pien di grani secchi Assòrbendo iboga, raggiunsi più visioni
sul manico infilati, accompagnano discorsi più vomiti violenti, il ventre sputa fuori
vi son pur dei biomba, cioè corni d’appello l’andar nell'aldilà, richiede azion morire
Chiamano antenati, e astanti al carosello corpo con gli anziani, e spiri può partire
crescon i tamburi, le danza delle fiamme pure s’affamato, avrai il cibo più sazio
mutano le scene, con maschere di canne pur in debolezza, raggiungi realizzazio
l’arpa la sua voce, impon al chiacchiccio se scoraggiamento, sfiora nell'impegno
tra mondi vivi e morti, aperto è l'orifizio tuo cuore riconosci, come sol sostegno
Altri avvenimenti, il teatro rendon vivo privato del potere, d'oscure forze d’ego
ciascuno vien chiamato, entro rito fino giocattolo diventi, dell'energia dei suoni
Luogo della corsa, giù al limite foresta preso al loro campo, in lòr mental’imago
Picchetti fissi a terra, delimitan la festa Dimentichi l’ambrosia, o libertà d’innato1
a fin iniziazione, v’è un dialogo privato Uomo fa esperienze, legate alle sue idee
al Kombo di rituale, vision ha raccontato fatte da intelletto, e perpetua le catene
rispondo alle domande, miran a scoprire poter della parola, pronto ad offuscare
s'io ho veduto bene, bandzi è bene-dire la natur del Sé, profonda ed essenziale
Cibo e lungo sonno, e alfine son rinato se vado ignorando, mistero profondo
nell'esisten terrena, verso normal stato Recito invano, ogni Veda del mondo
gli effetti iniziazione, dureranno ancora e mantra coi salmi, offerte di fuoco
postumi nel corpo, 1 settimana buona Senza i misteri, è fumo che invoco
Tua conoscenza, smetta il giudizio Dopo ogni marea, pur ritorna quiete
Tuo fremito amore, in 1 abbi sfizio eterna legge sempre, uguale si ripete
nascita e fine, evoluzio e progresso dopo pace o guerra, l'uomo avanzerà
assiem a nirvana, son privi di senso nella imperfezione, la perfezion sarà
Emilia pure canta, ispirazion a Thera mente invade corpo, uscendo da confini
al cuore ricevuta, duràn tal primavera addestral esser calma, in semplici raggiri
e Martin traduceva, 1 canto dei Navaho ognuno sperimenti, var gradi di samadhi
Lei sentì l'intesa, e scrisse questo brano Bhakti van spontanei, a mezzi canti dati
Thera insegnami, a ricordare il tuo legame se busso col canto, o un arpa ngomo
Dammi occhi per vedere, e forza per capire Sette chiese o stazioni, rotanti vedrò
e sol qel tuo potere, mi fa affrontare i venti Vortici o chakra, di possente energia
da Te solamente, posso aver insegnamenti
Dormiente nel basso, oh bella regina!
or insegnami la calma, di pietre di memoria
È sposa di shiva, e cerca il suo sposo
coraggio ed umiltà, dell'albero con storia
traversa i sei centri, fedele allo scopo
e la rassegnazione, di foglie dell'autunno
Raggiunto si unisce in un fiore dorato
fammi sopportare, l'errori e ogni rifiuto
nasce bel bimbo, nel cosmo infiorato
seduta e rilassata, osservo mio respiro
avan di svegliare, il drago nel porto
pur percorro il bosco, persa in ogni filo
Preparati bene, in spirito e in corpo
osservo miei pensieri, segnali di natura
Thera ben accoglie, seduto in amore
e tutto vien e và, in ondosa partitura
Yab-yum è respiro, l'orgasmo di fiore
seguo mio respiro, un certo pun s’arresta
Continua binario, a inalare esalare
da qualche parte ferma, presso l'ombelico
bosco è respiro, ghiandolar pineale
un attimo si ferma, ma poi riprende e sale
se muscoli tendo, trattengo tensione
Verso esterno ma, la pausa è sacro mare
nel coccige sento, ronzio calabrone
realtà presente ora, è mare calmo e puro
blu brillato al sole, canto avanti un muro “Om nàmo bhaga-bata, Basu-dabaya
così mi apparirà, un universal vicenda salendo scendendo, respiro m'abbaia
a rifletter verità, sua semplice esistenza se il numero vario, del capo rotazio
Canto alta voce, in Samadhi sabazio
1
“La fonte della coscienza ti sfugge poiché ti allontani
dallo Spontaneo per immaginare una tripla via. Il Om namo bhagavate vasudevaya (bis)
Vijñânabhaïrava dice: la meditazione è anch'essa una rete Om Nama Shivaja, Om Nama Shivaja
illusoria, riconosci l'essenza divina nel tuo fremito Om Namo Bhagavate Shivanandaja
interiore; prima di desiderare e sapere Chi io-sono, dove
Om Namo Bhagavate Vasudevaya
sono, semplicemente tu sei quello! (Je suis nganga),
l'unica vera natura-sorgente dell’Io. raseno Om Namo Bhagavate Venkate Svaraja
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 141
Om Namo Narayanaya (quatris)
Shivaja Nama Om Nama Shivaja (bis) Poeta blu cobalto, sei una fata e gnomo
Shiva Shiva Shiva Shiva, hari hari hari.. Mulino d'acqua vento, Mater Dei rinnovo
Om Nama Shivaja | shivaja nama shiva leggera atassìa, accompagn'inebriamento
shivaja nama om nama shivaja (bis) sei Tago di stasera, tempio del momento
Mantra cantando, Nà-Ma-Sii-Vaa-Ya Gnomo della casa, sei Tago blu Coboldo
vedo i Wanniya, che danzano a Kanda un genio che ama pure, rider tutto tondo
assieme con Sesto, dimentico impegni in comunitari scherzi, ravvivi e ridai tòno
il respir della mente, par che si fermi mi mostri var insetti, o folletto di Petrolo
Accade perché, in un punto son presa Fuor dalla ribalta, per quattrocento anni
e il corpo richiede, più ossigen discesa Savia tu crescesti, all’ombra della forre
il respiro mio torna, al ritmo scorrendo fosti sempre là, durante tutto il tempo
l'osservo a sapere, che sto progredendo pur dimenticata, mai lamen commento
staser Emilia canta, amor della sua savia labirinto e sala specchio, Iside turchese
la foglia che Martìn, le diede in dono Sabia aroma del giardino, o rombo del terrore
apprende nella notte, i segreti delle piante amante vulcaniana, in mondo parallelo
le var consociazioni, nel buio riposante Poeta di veggente, e Luna mio veliero
La salvia mi bisbiglia, a volte pure grida Parli giù nel buio, mi fai la tua lezione
mi dice di cantare, si prende la mia voce soffice o profonda, avanti a colazione
cammina via mi lascia, pure senza l'occhi mi porti in foresta, di liane rampicanti
col genere di voce, uguale a dei rintocchi abbracci con ardore, e penetri coi canti
Siam noi che dobbiamo, diventare divini Ami andare oltre, più interazion sociali
Siamo noi che dobbiamo, salvare gli Dei amica sei Pastora, dei gruppi marginali
uguali a Salvadora, e i sabi de los sabios s'insisto ragionare, mi lasci come psiche
in tutti noi possiamo, capir vedere il fato La fiaba di Apuleio, pur bène ti descrive
Emil Maria Pastora, idrofita e squadrata Non vedi nessun io, neppure tuo non-io
Rischiari tu la bocca, e sei l'alba ritrovata ubriaca in Te mi sento, nuda sen confino
d’un anima hai bisogno, vicina che ti stilla mi vedo in relazione, con vari più neuroni
Tuo corpo è l'alambicco, da sola si distilla e liane han intessuto, più interconnessioni
Person ed animali, son nate sen coscienza rifletti ciò che sono, futuro e mio passato
acquistano mangiando, la vegetal essenza già son ch'incontrerò, venuto pur andato
tu formi l’alleanza, attraverso mar e monti nel buio mostri tutto, o Kali mia radiante
Dovunque vai ricrei, invisibili tuoi ponti mi dici che già sono, tuo Siva copulante
Sei verde pastorella, di greggi da guidare or la luce e le facce, mentali che vedo
piante ed animali, azzecchi a consociare Sono quelle che porto, in te le rivedo
già in molte epifanie, timide o irruente Un posto nascosto, alle foglie non c'è
la Sabia t'incontrò, in oracolo potente e suono intonazione, tessono per me
vestita da gigante, immensamente antico fai lucido il mio sogno, Sabia interattiva
indosso hai la cintura teschi umani al dito visibile alla mente, terz'occhio di Shiva
quando evocata Sei, Tu esigi motivazio sorgono i pensieri, li vedo nel formare
curiosità punisci, là in banal assaggio Diventano persone, discorsi da rifare
Donna di Potere, tu che hai visto tutto Chi calmerà Regina, tuo adirato cuore?
Morte conquistato, e i regni posseduto l'alma Tua Pastora, vuol soddisfazione
Oh Menerva della selva, cantaci la via Truppe d’ignoranza, son ora in ritirata
dell’energia diretta, emana noi vicina la gioia è ritornata, e s’è l’ira dipanata
Apri ora le porte, agli spiriti antenati Bambino del Dio Luna, tu fai rigonfiare
Guardiani del sapere, tribù spirituali in soffice germoglio, in tuo abito talare
Donna d’intuizione, della notte nera Tu sei mammella, sei MA-TE-RE TE-JA
Rossa bianca luna, che Venere rivela siamo tuoi bambini, figli a Mater theia
Io negli esser sono, l’uni desiderio mar brillato al sole, puro inconsistente
matrice di natura, d'ogni vivo imperio aiutami a trovare, il disagio ricorrente
Prìncipio del mondo, e germe di vite vicin la luce giunsi, calore mi bruciava
Accendo in unione, coscienze sopite e piano la tua birra, ferite mie curava
Hai visto ed ora sai, tutto in Te riluce Pur raggiunta una, tutto ci scompare
Recuperi i gioielli, e torna la tua luce Spuma bellezza, emerge poi dal mare
risali dagli infèri, riacquisti tuoi diritti L’eterno è presente, vivo e cangiante
Là il tuo mito eroe, t’aiuta a rivestirti Ti gusta e ti sente, curioso eccitante
Yapukiliwa shiva, nel cuor mi fai pulsar Chi vive non teme, sua morte paura
sgorghi amor cantato, tu navaho Samàn un falso pensiero al tempo non dura
hanna yo we innaio, ahanna yo we innho vita è una scelta, o pura intenzione
Inanna yo we neye, yo we inneiye innho Perfino la morte, è contemplazione!
Addome ha 7 anelli, s’innesta sul torace i fuchi sono i maschi, del popol dell'api
al fondo il pungiglione, è dote femminile più grandi di operaie, tozzi ’addomi bassi
col melario sacco, riposto nell'addome più lunghe hanno le ali, e volo rumoroso
e ghiandole per cera, poste sott'addome inadatti a bottinare, li nutrono a riposo
l'intestino medio, degrada gli alimenti Nascon dalle uova, per nulla fecondate
intestino posteriore, accumul escrementi In celle più grandine, a fine dell’inverno
per mesi o settimane, specie nell'inverno Ventiquattro giorni, per diventare adulti
quando si rimane, al caldo dell’interno Per fecondar regina, non copulano tutti
operaie son lunghe, fin dodici millìmi Duràn bella stagione, fuchi fan convegno
Nascono da uova, deposte e fecondate in sciami a forma sfera, oppure di cometa
Le mette la regina, al fondo d’ogni cella Si librano nell’aria, in volteggi evoluzione
Tre giorni dopo schiude, nasce larvarella attraggono regine, con grand'eccitazione
l'uovo è un bastoncino, bianco e cerulèo Una regin s’accoppia, con diversi maschi
schiude e da 1 larva, più piccola dell'uovo fin chè spermateca, riempie dello sperma
questa sta sul fondo, e muove alla moviola Dopo accoppiamento, fuco cade e muore
è bianco vermiciattol, sensibile a ultraviola gli organ genitali, ha persi nell’unione
Lei mangia gelatina, deposta da regina Vivono assai breve, fin cinquanta giorni
La larva di operaia, passa cinque mute producono calore, poche altre mansioni
Residui digestione, sono espulsi in fondo niente pungiglione, le anten sofisticate
Prima di ninfosi, digiuno e bozzo mondo Sensibili agli odori, son più sviluppate
dopo sette giorni, le celle saran chiuse hanno grandi occhi, che coprono la testa
con un tappo in cera, e cibo vien sospeso presenza e odor dei fuchi, stimola operaie
comincia metamorfo, le larve or sono pupe fan guardia protezione, duràn volo nuziale
completan dode giorni, ed escono da buche così regina d’arnia, morir non và rischiare
dopo ventun giorni, diventeranno adulte Sui litoral d'Italia, nascono in febbraio
cambiano pur spesso, l’occupazione tutte Liberamente vanno, in tutti gli alveari
spazzine oppur nutrici, con cera muratrici qualcuno pure sfugge, a eliminazione
Riparan favi e celle, guardiàn bottinatrici Passerà l'inverno, nell'arnia di adozione
Vivono sei mesi, le nate a fine estate ogn'ape tien ampolla, di profum melissa
le altre vivon meno, poiché v’è attività feromon profumo, che sventola su pista
Frenetica raccolta, di polline con nettar captato da compagne, serve raggruppar
estinguono energie, prima e pure in fretta invitare più operaie, a uscire bottinàr
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 145
api stravaganti, van per propria strada
piuttosto che seguire, 1 via determinata Miscela di sostanze, gommose e resinose
esploran le sorgenti, sfruttabili d'intorno colte su corteccia, gemme appena schiuse
se trovan fiori ricchi, danzano al ritorno enzimi e secrezioni, a balsamo dan forma
la linfa della pianta, in propoli trasforma
Danza tien azione, eccitante su novizie
chiamate a bottinar, sorgenti nutritizie Il propoli contiene, sostàn battericide
alcune fan riposo, dopo i vol su e giù molti antiossidanti, e varie funghicide
lontano dalle danze, lor ozio fà virtù enzimi inibitori, del germinar del seme
pur la cera favi, un poco ne contiene
non sono preparate, abitudinarie api
ai turbamenti forti, di eventi naturali solubile nell'alcol, amoniaca ed acetone
l'ape è abituata, associàr cibo-profumo tien sapore acre, e variabile ha il colore
colori fior sorgenti, l'inverni uccider fuco da giallo chiaro-verde, sino bruno scuro
sprigiona sopra fuoco, balsamo più puro1
L’ape vive con, l’ambiente circostante
com un orologio, riflette cosmo e piante Usato da più genti, nell'imbalsamazione
le meteo condizioni, seguon la ritmìa fù in dote pei soldati, per cicatrizzazione
di musica a sfere, magnifica armonia in olio vien spalmato, contro le infezioni
rigenera i tessuti, in ferite e pur’ustioni
Sostanze del fiore, nutron coscienza
racchiudono in sè, del sole l’essenza in quei rari casi dove, manca sinergia
nel favo son poste, in esagonal celle contatti con la pelle, san dar un allergia
L’Acqua propolìs, n’è soluzione acquosa
motori d’orgone, han cera per pelle
in sciacqui gargarismi, fatti senza posa
apicoltori e pastori, medesima stella
Protegge pur ferite, di ogni potatura
appare alla pasqua, stagione risveglia
nelle piante a cui, re-stimol cucitura
più stelle d’Ariete, influiscon sull’ape
Silice zolfo e sodio, van ad integrare
il propoli e miele, e sciame che accade
Buon insetticida, ed anti-gritto-game
Se l'ape è allevata, dall’uomo dipende
ma poi allo sciamare, l'istinto riprende
nell'affumicatore, per calmar le api
Vive in comune, simbionte animale gradevole d'inverno, nei camini dati
si dà in sacrificio, al corpo suo sciame incenso che fragrante, aiuta devozione
Se lo impieghi in tantra, o meditazione
Taras apre l’arnia, rompe quel sigillo
Fatto di propòl, e porta lo scompiglio Cera d'api tiene, gli alcoli con grassi
la raccolta miele, fà in taluni giorni calòr scioglie fonde, sessantàdue gradi
di luce e di calore, là nei mezzogiorni in acqua galleggia, la sciolgo bollente
i residui del fondo, do a piante contente
il cosmico furore, esercita un azione
ricorda quand'Emilia, fà dinamizzazione la cera poi fusa, io verso entro stampi
l'òrganismo d'arnia, tutto viene scosso se oliati l'estraggo, poi in poch’istanti
come quando suolo, dentro viene smosso e l'uso a lucidare, i pavimenti e porte
lenire scottature, e mal schiena forte2
quel propoli dell'api, cemèn comunità
L’usano a sbarrare, davanti arnie città
1
mastice vernice, spande aroma intesa Friabile e duro a 15°, il propoli ammorbidisce a 30 gradi
e liquefa a 60° separando in due parti: liquido aromatico
su ingressi di alveari, a scopo di difesa
che galleggia in alto, è cera viscosa e malleabile su fondo.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 146
allevano gitani, in bugni ed arnie paglia Steiner ben descrive, l’origine dell’ape
in accampamenti, ai margini boscaglia emersa piano piano, assieme con umane
l'Arnia nuova in legno, coi melar telai crebbero simbionti, l’umano con l’insetto
fà la concorrenza, a quella d'artigiani Fin che vita nova, prese forma e aspetto
o Seba apicoltore, fai questo domani intensiv'apicoltura, mio Seba tien principi
l’arnia costruisci, da te con le tue mani spazio per famiglia, adatto a caldi offici
con regole e misure, del tutto personali 2 piccin famiglie, men miele d’una grande
scegli pur la paglia, per favi e materiali covata a fin inverno, a scorte sia bastante
Scegli come sede, siepi o avvallamenti a riunir famil diverse, uso metodo giornale
ai margini del bosco, microclimi templi soppeso pur ascolto, ronzi che riesce fare
da fabbriche distanti, e campi d'irroràr d’inverno l’alveare, è ben non disturbare
protezion dai venti, e assenza umidità1 leggi solo strisce, sul fondo di alveare2
un ape è disturbata, quando vola in alto la quantità di cera, che vedi sgretolata
se vede testa d’uomo, contro cielo spalto Ti dice quan riserva, invernale fu sfruttata
ha stimoli puntura, poiché vede minaccia controlla sui telai, quanti api sono morte
dalle un tetto rami, sopra la tua faccia rintraccia se fra esse, regina n’ebbe sorte
Le erbe officinali, dan salute a sciami se invece troverai, delle api fuchi morti
e integran la dieta, invernale delle api sappi che la famiglia, regin ottenne tardi
infusi camomilla, melissa e rosmarino questa non potendo, unirsi in vol nuziale
menta maggiorana, salvia oppure timo i fuchi si mantenne, a lungo da svernare
un forte odor cavalli, l’ape può irritare a inizi primavera, vò a controllare i teli
specie se nell’aria, arriva un temporale veder se c’è varroa, o più escrementi veri
t'insegno far sciroppi, inverno vall'offrire posizione e spazio, che occupa che piglia
melassa zuccherina, oh Seba fai bollire dice quant’è grande, nel favo la famiglia3
i rumori dei motori, accendono furori se la mellifer ape, la smerciano gli umàn
disturbano le danze, assieme lor odori è nota predatrice, disposta a saccheggiar
segnano gli odori, più piste del bottino vola assai più ampia, per fonti più lontan
ricerca l'armonia, l'ape è insetto fino pur l’ape indiana caccia, dall'area natural
2
s'è difficile estrarre i pani di cera dagli stampi, introduci 2
strisce centrali lunghe (colonia popolata); detriti con ninfe
nel freezer per 20 minuti. Se la vuoi sterile, bolli 1 ora in (regina ha iniziato l’ovodeposizione); detriti di colore scuro
tegame inox. Cera frammista a resine allevia reumatismi, (favi vecchi); detriti su un lato (le api si trovano sul lato più
mentre con olio oliva a bagnomaria è lenimento e crema caldo); strisce sottili e basse (le api consumano poche scorte).
ammorbidente. Metodo giornale: togli tetto e spruzza l’acqua di timo sopra
1
quando si tratta di un luogo di montagna è preferibile favi, poni sul nido di covata fogli di carta giornale buchettati
avere gli apiari in basso rispetto alle fonti di raccolta in con ago (dividon la cassetta posta sopra e l’arnia sottostante).
modo che le api possan fare i percorsi in salita scariche e Le famiglie riuniranno, allargando i fori a morsi. Taras
3
in discesa a pien carico; fra un posto sempre ombreggiato A far l'analisi degli escrementi, rimuovi i teli qualche
ed uno soleggiato è meglio quest'ultimo. Tepor del sole giorno prima del volo di depurazione, o rischi che li
anticipa l'ovodeposizione ripuliscono.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 147
Varroa va silenziosa, al buio d’alveare simile all’uomo, che cambia morfismo
Per vittima cercare e un ovo penetrare
in cov'opercolata, si nutre poi scompiglia da dode gradi in su, io visìto all’interno
vive a loro spese, e perisce inter famiglia osservo la covata, le scorte e la salute
a marzo primavera, stessa investigazio
diffuse epidemia, assieme lucro intento sviluppo di famiglia, regin covata spazio
commercio di regine, e buon adattamento
Varroa tien 8 zampe, e l'apparà succhiante al mar mediterraneo, regina ricomincia
sverna sull’addome, dell'operaia grande uova sue deporre, quan mandorlo fiorisce
là sulla montagna, e nelle zone interne
Maschio di varroa, non è dannoso all’ape ritarda un paio mesi, schiusa uova belle3
Femmina rossiccia, capocchia spillo pare
con suo apparà boccale, copula e trasale Dopo dell’inverno, fan volo depurazio
entra in cella calda, con larve disarmate Api amàn colore, bianco giallo arancio
un dì vider miei panni, stesi ad asciugare
le visite alla sera, conserva ad altri riti li presero per fiori, iniziaron a chiazzare
in tempi d’abbondanza, l’api son più miti
ogni visita di giorno, duri il necessario Vol depurazione, è un giorno affascinante
chiaro nel da farsi, sennò raffreddan favi dopo gran silenzio, colòn esce alla grande
clàn in viaggio canta, la nuova partitura
febbraio-marzo d’occhi, vedi dall’esterno di fascino più grande, è sol la sciamatura
annota su una scheda, tenuta sotto tetto
Lavor bottinatrici, a capir forza famiglie se nulla par accade, colonia pò esser morta
Sul predellin osserva, cadaver ninfe figlie1 l’inverno non passò, esaurita la sua scorta
apro arnia per vedere, i fori chiudo bene
nell'arnia le api fanno, un grappolo calore saccheggio eviterò, chè da fuor proviene4
di trentasette gradi, se v'è covata in fiore
scende a venticinque, se manca la covata Api esploratrici, già cercan nuove fonti
la scorta in miele resta, meno consumata impiegano la danza, comunicar simbionti
distanza e direzione, con quantità di cibo
se il freddo-pioggia và, lungo ad infierire tracciano in figure, ch'evolvono col rito5
l’ape smette uscire, colonia può morire
l’apicoltor sorveglia, l’irregolar stagione Danzano freneti, se il cibo è più vicino
pronto a intervenire, con miel e beverone orientano col sole, e l'ultravioletto fino
danzatrice al favo, trasmette suo ronzio
Picchiando contro l’arnia, si leverà brusio qualcuna lo raccoglie, forgia suo destino
normale breve lieve, allarm'intenso lungo
Rivèl regina assente, ora valuto le scorte
soppeso l’alveare, con man sollevo forte2 3
A fine inverno son circa un milione di operaie, poi con
nove gradi minimo, l'ape esce all'aperto, il cibo cresce e la
In quelle famiglie, riuscite a svernare regina arriva fino a 3.000 uova al giorno. Alle larve
servono 37°
un anno dell'api, potrà or cominciare 4
Se alcune famiglie non sono volate via, osserva bene i
ogni alveare, è un insieme organismo fori di volo dell’arnia, ausculta e diagnostica: se senti bel
ronzio la famiglia è tardataria, ancor priva di regina e farà
1
Api morte sul predellino rivelan malattie di api adulte o il volo di depurazione a nuovo giorno; se invece v’è
avvelenamenti; presenza di cera indica saccheggio; presenza silenzio, prova a risvegliarla picchiettando leggermente
di ninfe morte: abbassamento temperatura o termine scorte; l'arnia con le dita.
tracce d'escrementi brunastri rivela fenomeni diarroici. Taras 5Se il cibo è in raggio di 100 metri d’aria, danzan in cerchio
2
Solleva il bordo posteriore dell’arnia e valuta le scorte. Se orario e antiorario; se supera i cento, l'ape danza con addome,
fuor aumenta gelo, nell'arnia sale il ronzio, il moto caldo e il traccia un otto su cui muove e vibra diagonalmente. Karl
consumo di nutrimento. Con covata la temperatura è sui 34°. v.Frisch
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 148
Se un area di fiori, bottinan coerente nutrita a pappa reale, durante sua larvata
assicurati oh Seba, piantar ricorrente
1 chilometro quadro, ricopre normale per questo cresce molto, più delle operaie
mà un ape costretta, sà pur sconfinare Vivrà fin quattro anni, cinque s’è virtuosa
sedi giorni impiega, a diventare adulta
Dodici kilome, il massimo suo raggio Fino a due centime, riesce essere lunga
volo dopo quelli, non vale pur il rancio
dispendi d'energia, pari a suo raccolto le riconosci bene, l’addome è assai lucente
bilancio negativo, appare tal rapporto produce tutto il giorno, le uova di famiglia
Fin duemila al dì, ed escon da alveare
un ape poi ritorna, con il suo bottino solo per sciamare, oppur volo nuziale
in bocca lo depone, delle sorelle alfino
rigurgita insaliva, tra stomaco l'enzima Ella ha pungiglione, sciabola mai usato
riposto nelle celle, in miele si raffina adatto a eliminare, sol là rivàl di stato
se entro 20 giorni, regina non s’accoppia
vesti e copri capo, con colore chiaro rimane fucaiola, famiglia allor l’accoppa
di lino o di cotone, chiusi al collo piano
ti lasci traspirare, sudor non emanare Duràn le sciamature, le vergini regine
odore troppo forte, aiuta punzecchiare vengono allevate, e vibrate da cugine
questo poi influenza, destino di prescelta
l'uncino delle zampe, facile s’impiglia quella più vibrata, canterà più in fretta
nei tessuti maglie, capelli oppure barba
la conseguenza spesso, par una puntura se a primavera i prati, iniziano a fiorire
minaccia ha percepito, là social creatura nettare e pollìne, son pronti a comparire
molte piante in fiore, aiutan sciamatura
prova ad instaurare, empatici contatti Colza e Ravizzone, e più fori di natura
usa il velo e i guanti, sol se necessari
Non far le attività, insieme alla paura in giorni soleggiati, fan sciami vol nuziali
tieni cuore aperto, e l’anima più pura tra le dieci e l'una, tranne i meteo vari
l’impulso per sciamare, è d'istinto antico
ho pipa da tabacco, per affumicatore nomade rituale, presente in ogni mito
fumo vò soffiare, invece che aspirare
se non ho tabacco, ho fiori Tanaceto Colonia sciamerà, rafforza e sdoppierà
lolla oppure fieno, o legno di vigneto lo sciame quattro giorni, sull’albero starà
spruzzo io con acqua, a farle raggruppare
troppo affumicare, serve poco o niente
piano senza fretta, riesco a far calmare
non usare torba, o cartone puzzolente
pian disperdi fumo, su sommità di favi usa poi canestro, e la stecca agitarame
pur le piume d’oca, allontanano le api riprovo a catturare, attiràr maestà reale
lo sciame or introduci, dentro alla cassetta
Aprile è sciamatura, controllo cèl reali intorno al for di volo, melissa don essenza
a maggio giugno fò, la posa dei melari
aumento il loro spazio, riduce sciamatura se vedo che usciranno, dopo una mezz’ora
escludo la regina, andar nuova struttura1 vuol dir che la regina, manca da buon ora
lo sciame si riforma, làddove è la regina
calmo ricomincio, l’agguato come prima
da uova fecondate, or nascono regine
deposte in cel reali, più grandi delle altre
a forma stalattite, o a ghianda rovesciata
1
a nido pieno se v'è cera candita, è tempo di aggiunger melari
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 149
di sera quan le api, saràn tutte rientrate o metto in nutritori, sciroppi dolci vari
lascio lor cassette, chiuse ed oscurate ai lati sposto i favi, vecchi od ammuffiti
per ventiquattr’ore, sapràn configurare osservo sempre volo, delle bottinatrici
un grappolo di vita, pronto a dimorare
Taras poi mi parla, di miele delle api
se usi un’arnia usata, passal alla fiamma figlio del fruttosio, di fiori ed essudati
così da eliminar, più parassiti in canna lo zucchèro mi dice, è figlio del solvente
la propoli residua, sciogli poi con calma veloce carburante, ti rende dipendente3
vedrai conferirà, profumo sano all’arnia
Diabete correlato, a zuccher raffinato
nell'arnia sporca muffa, sciame si disturba bianco trattato, da industria brevettato
purifica con Menta, sennò rischi che fugga quan miele dell'api, è messo a relegare
Melissa strofinata, seduce il nuovo sciame fugge l'occasione, di prevenir un male
Ricorda che 2 giorni, le scorte san durare
così la raffineria, purifica il prodotto
Regin il feromone, trasmette alla famiglia con acido di calcio, e quello solforoso
Scopo di coesione, inibisce ciò che impiglia a dare colore bianco, ovvero saccarosio
Profumo che regale, annusano più antenne cibo privo d’acqua, in giro sen riposo
mano che s'invecchia, piano piano spegne
scaten or ingerito, diverse più reazioni
Moltiplico in 3 modi, famiglia in sciamatura e si alza glicemia, assieme a eccitazioni
Regin di nuovo sciame, il trono s’assicura segue spossatezza, di corpo della mente
famil insoddisfatta, rinnova quella vecchia bisogni stimolanti, accende nuovamente
regina suppletiva, emergenza si rispecchia1
e questi a loro volta, dann’iperglicemìa
famiglia numerosa, e spazio insufficiente seguita pure questa, da un'ipoglicemia
spinge le operaie, a nutrir giovani larve lo zucchero nel sangue, gioca all’altalena
con pappà reale, per farne gran regine innalza irritazione, stempera ogni vena
spingono poi l’altra, di fuori dal confine
zucchero or combina, facile col calcio
il primo sciame può, averne dei seguenti per neutralizzarlo, corpo cerca calcio
composti da regine, ancor non fecondate lo toglie da riserve, denti oppure ossa
in vecchi tronchi o, caminio abbandonato fragile diventa, non reggono la scossa
fondan la colonia, e il ciclo è rinnovato
sistem'immunitario, piàn si neutralizza
luglio agost'osservo, le porticin di volo preso a lungo tempo, l'intestino vizia
à settembre pur, attèn saccheggiamento e pigro ti diventa, scopri conseguenza
riduco ingresso nido, fò l’ultima smielata dà tossicomania, e crisi di astinenza
poi vedo se regina, tiene o no covata2
Provoca le placche, l'origine di carie
se pareggio scorte, scambio miel telai Turba l'equilibrio, di flora intestinale
1
scatena fermentanti, e i putrefattivi
La regina vecchia è soffocata o vola via e poi muore. Le assiem eccessi di, frutta oppure vini
nuove sono allevate tra estate e autunno. La regina
suppletiva è ricavata in casi estremi dove la famiglia
rischia di perire, saran sostituite nell’anno successivo.
2 3
Il saccheggio può essere latente o violento: nel latente le Tra i due zuccheri principali del miele, il glucosio è
api rubaro provviste di nascosto; nel violento le api di un quello meno solubile e tende a cristallizzare.Mieli ricchi
alveare attaccano quelle di un’altro clan. in autunno, gran in fruttosio rimangono liquidi a lungo. La cristallizzazione
provviste e covata son garanzia di precoce e vigorosa rallenta col riscaldamento poiché i granuli di glucosio
ripresa primaverile. vcngono sciolti.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 150
Miele riscaldato, rimargina le piaghe settembre giovan ragni, specie varie date
cura pur carbonchio, e l’ulcer purulenta arrampican su piante, muri e staccionate
unguento per ustioni, foruncoli e vaiolo emetton filamenti, lucenti e assai sottili
riduce le allergie, con polline suo oro volano col vento, su piante e lontan lidi
contienè potassio, che assorbe umidità Ragno croce tesse, la tela ogni 2 giorni
in vasi terracotta, miel può conservàr inizia da cornice, e irradia fil dal centro
nei dolor d’orecchi, verso gocce calde collega con spirale, e un fil segnale che
do ai tubercolosi, miele in latte capre l'avvisa quando rete, impiglia un cibo vèr
polline permise, i cinesi sopravviver vibra e lui capisce, s'è calabro o uno stelo
durante carestie, e nei giorni di confine a predigerirne molti, lui inocula un veleno
un pilota americano, in guerra torturato precipita su insetto, l'uccide con 1 morso
dagl'indio fu accudito, con polline curato avvolge nella tela, succhia sen rimorso
La dieta lor di carne, è conigli tartarughe han vellutata pelle, toraci snellli e forti
Lucertola e cinghiale, cotture più diffuse corpo lor eretto, e penetranti gli occhi
Arrostite sui tizzoni, oppure affumicate fianchi lor sinuosi, stile più aggraziato
secche poi riposte, in miele conservate facili al sorriso, camminano in ritmato
Pesce vien pescato, con esc'avvelenata Sesto vide amica, dei Kandè Wanniya
Cotto in latte cocco, assieme la patata Piant'erbà di tigre, li cura e li bisbiglia
Uccidono per cibo, nulla danneggiando gli elefàn longevi, nè mangiàno tanta
Dividon tutti frutti, scarso oppure tanto allunga lor la vita, scòdella dell’acqua
surplus viene deposto, in alber incavato seguono Elefanti, alla selva di Ceylòn
chiuso con la creta, per epoca scarsezza affrontano perigli, e scopron colaziòn
gennaio le patate, tutt’anno cacciagione appar idrocotìle, o gotu kòl veddanta
giugno-luglio miele, e frutta di stagione Asiatica cèntella, e longeva loro pianta
Maschi in perizoma, donne pezzi stoffa adattogen di fatica, calmante dello stress
dall'ombelico in giù, sino alle ginocchia l’esaurimèn nervoso, costante lei previèn
ora usàn saròng, nei maschi vita in giù razione giornaliera, di succo fresco foglie
Donna mezzo sari, copre un po’ di più rinforza apprendimenti, oltre senili soglie
Narra la leggenda, d’origin dei Wanniya l’acqua cocco riempie, vaso Kir-koraha
il capo Katargama, trovò la bimba figlia con il forcuto ramo, raschia noce cocco
in campo di patate, all'interno di foresta latte và schizzato, su lui e su spettatori
la chiama Valli Mala, patata dolce festa cade pur in vaso, assieme foglie e fiori
cresce lei piccina, attaccata sul terreno ora tutti assieme, fanno danza in tondo
càn foglie ventaglio, uguàl lobi cervello intreccian loro mani, mimano il contorno
l'ottimismo e acutezza, dona costante giungono al climàx, lo stato semi-trance
sino alla vecchiaia, seren ed appagante Ascia di traverso, monil da mogli avràn
Valli a dodici anni, innamora Kande Yaka collane braccialetti, Tissami tien in mani
Dio della Montagna, sceso ad incontrarla Mormora scuotendo, il corpo con collane
dopo più avventure, sposa giungla intera porta assiem ad altri, offerte a Valli Mala
Ganesha è Kande yaka, cuor ecosistema moglie Kande Yaka, centella aiuta brava
quan la caccia tarda, a dare cacciagione Tissami immerge mano, ora dentro vaso
uno spirito parente, bisogn esser placato permette gocciolare, latte giù dal braccio
invoca Kande yaka, la danza del mortaio continua la sua danza, ed agita sue mani
è vaso con le foglie, posto in piedistallo1 tambur ancora suona, passi e battimani
Quel vaso accoglierà, il latte noce cocco Versare latte al braccio, mima l'elefante
assieme le 8 frecce, a terra là sul posto auspici a Kande Yaka, animal sacrificare
frecce già spalmate, di succo di timbiri il resto di riunione, poi vede i cacciatori
Vedda batton mani, sui corpi più virili danzar e recitare, incantesimi e rumori
Sesto fù invitato, e ritma sui tamburi termina ciascùn, cadèn su spalla d’altro
tutti miman vaso, e afferrano le frecce Tissamy col suo clan, spirito ha placato
appoggian sulle teste, quindi sulle spalle e il vaso fà girar, qual trottola sull’asse
Pure van cantando, più chiassosi carme gli spiriti e i presenti, ritornan loro case
Comincian eccitarsi, al fare mezzo giro Sesto la sua storia, desider continuare
Poggiano le asce, traverse sulle spalle dopo civil guerra, da lo Sri Lanka parte
Salmodian desideri, uno e tutti in file Viaggia alla Tailandia, presso i Teravadi
Recitan più strofe, allo spirito scurrile assiste a cerimonia, dei mediume locali
Ganesha prende corpo, pure d'una donna Indossan gli Arunta, copricapo in piume
L’abate allor la chiama, ad istruir la folla aumentano gli Emù, imitandone le danze
Invita guaritori, che curan mal di schiena vedo il Clan canguro, erige il grande palo
Con balsamo e pugnàl, togli la mia pena decorato in piume, a imitare il simulacro
Kratom è la foglia, Mitragyna Speciosa Tribù del canguro, nasce da suo totem
Albero che cresce, in Tailandia deliziosa e recita antenati, del tempo di Jukurpa
chiamato con più nomi, locali ad indicar Lor imitano i balzi, del mitico canguro
Papua Niù Guinea, Malesya con Miamar corrobori danze, alimentano il futuro
Distinguon i locali, tre tipi di Tom-tom Thera parve piatta, nei tempi dell’inizio
in base a venatura, centrale della foglia Serpente arcobaleno, dormiva in orifizio
rossa verde e bianca, stimola e sostiene al centro della terra, là per lungo tempo
Fatiche quotidiane, dolori e anti-diarree risveglia e sale sù, quan matura intento
In medicina Thai, Tòm tratta la diarrea Rompe poi la crosta, inizia col viaggiare
la dipendenza d’oppio, cura pure intera attraverso della terra, vuota senza luce
abitanti di villaggi, l'impiegan in cucina potente tien magia, causa forte pioggia
assiem agli operai, in aiuto a dura vita solco del suo corpo, in fiumi pure foggia
1
Knauft: “ La lunga-casa (23 metri) dei Papua Gebusi, è è segnal di pace, auspicio riesce dare
costruzione singola, dove risiedono tutti i membri della radice dello scambio, buon a divinare
comunità. I Gebusi, come altre popolazioni della Melanesia, consacra bimbi e, insegna le salmodie
ritengono che i ragazzi crescono e si sviluppano mediante
ritmi d’hula danza, lìbagion cerimonie
l'ingestione del seme dei loro fratelli maggiori. La bevuta di
kava e cameratismo scherzoso con richiamo a tale scambio fra
maschi. L'effetto generale del kava è il cameratismo e a Tahiti
era bevuta dai guerrieri per vincere l'insonnia e dalle donne
per urinare e curar malattie veneree prese dei marinai.”
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 157
In isole piovose, assolate in Polynesia sudor ed erotismo, copioso può apparire
cresce rigogliosa, provien da Melanesia Inizia tal ebbrezza, passati i vèn minuti
il'acqua mescolata, produce fermentazio secòn la dose dura, da due fin le sei ore
amar color marrone, calmante satisfazio secòn costituzione, interior disposizione
Per malesser vari, impiego nell'infuso prosegue una serata, Taras il gitano1
foglie oppur radice, fin decotto chiuso che narra l'esperienza, di guaritore nato
elimina tensioni, nei gruppi da curare sciamano intitolato, girava la campagna
corpo ti rilassa, crampi ed emicranie trova nella Tuscia, Emilia sua compagna
uso pur le foglie, a far le fumigazio Osservo gli animali, a capir la medicina
per i reumatismi e, dolori articolazio d’istinto usan le piante, come un officina
salva i prigionieri, concilia coi nemici Scimpanzé con renne, serpenti cani gatti
Connette agli antenati, lì all’isole Fiji insegnano kung fu, clisteri ed altri fatti
Kawa li a Tahiti, d'acqua stemperando Quando stanno male, Cicogne fan clisteri
tritan grattugiata, preparan masticando spruzzano col becco, un pò d’acqua salata
impregnata da fanciulle, còn loro saliva Oche anatre ed uccelli, selvatici dell’acqua
và nel latte cocco, o acqua sfatta e via buon erba siderìte, cercan a ogni pasqua
“Datemi del kava, datemi del kawa! Fiorisce celidonia quan rondine ritorna
chiedon fanciulli, in cerchio a masticar dà vistà ai lor piccini, muor a migrazione
impiegan 2 minuti, e bolo viene posto Pollastre pur malate, cercan foglie alloro
su foglia di banano, al capo sottoposto adattano stagione, a mezzo purghe d’oro
s'appare sufficente, mesce bolo e acqua Laurètum boschi sono, luogo di Ciuffenna
con spugna vegetale, si filtra si fa chiara templi di Pan Cervi, ed Edera in insegna
allora mescitore, la versa ai commensale l'aroma è penetrante, richiama vaticinio
il succo nelle tazze, la spugna deve dare di Pizia e di Sibilla, Rasèn ricorda Plinio
L'infuso suo combatte, sifilide importata così l’alloro pianta, saette tien lontane
ebbrezza di sudore, dose va aumentata Là dov’esso cresce, è l’oro del poetare
quan parton marinai, a lenire dolor folli ai dafnofagi di Delfi, Plutarco fa le lodi
fan giorno di sudore, donne degli atolli mastican le foglie, del lauro i sacerdoti
Ama buon Raseno, un incenso fumigato uso in mal di gola, fomenti di eucalipto
aroma del lauretum, poiesi ha stimolato peperoncin piccante, foulard al collo fitto
foglie frutti impiega, in piatti cacciagione Sciacqui a gargarella, d'acqua ossigenata
usa unguèn laurino, a lenir ogni dolore salata o con aceto, la tosse ho pur sedata3
gli macero in oliva, buon olio laurinato Freddori sinusiti, fomenti timo e menta
Lenimento a spasmi, e traumi articolato castàn ippocastano, trito annuso in tenda
contrasta la fatica, insonnia la bronchite tisane bacche fiori, d'alloro e camomilla
antisettico che sfiata, il peto meteorite la polver sternutoria, mio naso ben distilla4
Mal gola e gengivite, salvia e rosmarino Tisan in latte miele, con orzo e timo sfizia
bollire com infuso, più volte sciaqui al dì Tisana digestiva, è finocchio e liquirizia
infiammazion ad occhi, bollire fior di tigli Ipofisi massaggia, con l'alluce del piede
filtra e fanne impacchi, mattin e sera pigli Sua nervosa fibra, qui termina si siede
In difficile ferita, assiem rose canine L’infuso liquirizia, se preso dopo i pasti
Parietaria in vino, sfiamma le gengive aiuta digestione, alleviàn costipazione
calma la Rauwolfia, emotiva inondazione aiuta l’escretore, il nervò e respiratore
l’Enula campana, ridà fibra a polmone2 buona lassativa, sedante ed emuntore
e dava polmonaria, in decotti polmonite pulisce bocca e denti, allevia pur la tosse
Ingoiava pure piombo, in casi appendicite! congestio raffreddore, infus'espettorante
e nell'indigestione, 3 petal bianche rose emetico e antimuco, a stomaco e rinite
bolliva in camomilla, con anice lor spose Antidoto efficace, per ulcera e gastrite5
3
1
“Taras: infuso di petali essiccati di rosolaccio seda la
Sminuzza 6 foglie secche in tazza bollente (10g in tosse. Sciroppo tosse: bolli un quarto d’ora in mezzo litro
mezzo litro d'acqua), dopo 10 min filtro e bevo 3 tazze al d'acqua , un pugno di salvia, una mela sminuzzata, anice,
dì. Bevuto prima di coricarsi fa sudare molto riuscendo camomilla, una manciata di fior di tiglio, uva sultanina e 2
spesso a impedir l’evolversi di un raffreddore o influenza. fichi secchi. Filtra lo sciroppo e bevi più volte specie
Se sorseggio dopo i pasti tisana calda con eucalipto e prima di coricarti. Per raucedine: cuoci 5 carote in poca
lavanda, lauro vince cattiva digestione e gas, depressione acqua un quarto d’ora, versa il succo in bicchier acqua
e stanchezza. La polvere delle bacche essiccate, 1-2 tiepida e bevi 6 volte al dì”
cucchiaini al dì, aiuta contro influenza, raffreddori, 4
Seccare fiori e foglie di alloro, origano e basilico, ridurle
malattie nervose e paralisi”. Taras in polvere fine con pestello, quindi sniffare a piccole dosi.
2
sciroppo cinese per tosse e bronchite: bolli in tegame 5
“Aglio, finocchio, liquirizia e menta, aiutano salivazione
radice d'enula campana e trifogli, lentamente, finchè e secrezioni gastriche. Masticare un bastoncino di
ammorbidisce, filtra, dai miele e imbottiglia. 1 cucchiain liquirizia pulisce boccae denti, arrestandone le carie. 2 o 3
ogni 4 ore. Tè di salvia per febbre, dispepsia e flatulenza: bicchieri di infuso molto carico di Glycyrrhiza glabra,
30gr di foglie tritate, 60 gr di miele, 3 cucchiai di succo provocheranno nausea o vomito, aiutando a rimuovere
limone in acqua bollente, copri e lascia riposare 40 min; l’eccesso di muco accumulato nello stomaco o nel petto”.
filtra e tieni al fresco”. Taras Taras
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 159
Linum usatissimu, pur Lino dei tessuti spennella torcicollo, con buon peperoncino
ha semi lassativi, in espettoranti infusi lasciato macerare, ventiquattr’or in vino3
di ser una tazzina, mattina muco e feci Fascia poi con sciarpa, di lana per scaldare
mitiga pur l'asma, e le tossi d'indifesi fà scioglimenti sfiamma, alfìn lo scapolare
allevia costipazio, e gonfior addominale l'aria fresca e sole, son cibo e medicina
con Zenzero bollito, lenisce mar di mare di zingari gitani, più amici e pan-indiani
Musica ed incenso, e l'azzurro lumicino assieme l’ottimismo, la mente sen tensioni
leniscon mal di testa, col balsamo tigrino Vivon il presente, scansàn preoccupazioni
l'acqua cavol foglie, panacea per tutto ciascuno d’essi sà, che fìnche c’è salute
assieme ai pediluvi, mare e limon succo e cibo a conservarla, son ricchi pien di luce
e radici di gramigna, pei calcoli renali Ma se scompaion loro, assiem all’erbe varie
fò bollir e bevo, con mais e officinali il veleno si fa strada, in brevetti sol ed arie
infesta la gramigna, e cur costipazione Pane muffo cura, infezioni com impiastro
con cicoria e ortica, ha ombrellife azione la nonna l’insegnava, a Taras giovinastro
Decotto paritaria, per stipsi indigestione mangiava Orzò tostato, e infuso rincuorava
pulisce bene gli orci, di vini-ficazione Penicillin diceva, è il pane che invecchiava
ferite infette Taras, fa urìn disinfettare Mezzo litro d'acqua, e un cucchiaio bacche
ed usa bacche vischio, pesta già seccate Tè d’ogni due ore, produce un gran sudore
sui Porri lui vi spalma, latte foglie fico è buon respirazione, così espettorazione
e l’erba balsamita, per dar profumo fino1 acciacchi dell’inverno, in grappa fa furore
Ezechìa re di Giudea, curava con i fichi islandica Cetraria, Lichene delle rocce
schiacciati sulla pelle, foruncoli e fastidi pioniere come l’alghe, ross'oliva ha foglie
con succo fichi miele, a vapore con limoni cespugli per la tosse, secca e persistente
polmoni congestioni, mal gola indigestioni fatica cuor e sonno, la Cetra cura sempre
incapace se ti senti, a far l’atto sessuale2 Mangiano i gitani, funghi assiem patate
è psiche indebolita, è insonne nevrastene al posto di lavarli, strofinan quei col sale
fà infusi aranci vino, e papaver passiflora a pulire loro pelle, e in malattie cutane
mangia fichi e ceci, e la fantasia rinnova mangiano patate, crude e grattuggiate
i Fichi eccellon bene, contro l'impotenza Taras fa frittate, con fiori di sambuco
coi ceci in zuppa calda, titillan genitale radici con corteccia, fa l'unguento puro
Mirto e vino bianco, con aglio a stimolare Lozione per sanàr, le ustioni e le ferite
e Rucola insalata, con mela a rinfrescare Ulcer della pelle, di bocca e di gengive
sappi cura d’uva, arresta pur l'artrosi Decotto al cavo orale, l’afta ben riduce3
pazienti in polmonite, e la tubercolosi bacche dentro vino, fan tonico antitosse
persone che guarite, tornano graduali infuso sfiamma pure, artriti e reumatismi
consumàr più cibi, sen dolci e carboidrati affezion respiratorie, la gola in gargarismi
cur dell’uva agisce, sola e indipendente il tè trifoglio rosso, contièn fosfor e calcio
da cibi fuor di Lei, non vuol interferenze contrasta rachitismo, pertosse e fragil denti
adivasi e primitivi, conoscon tal digiuno il tè trifoglio bianco, previene gli orecchioni
in epìdemia d’otite, và mièl se fuor stagioni
di sola frutta che, risvegli il primo fiuto
la foglia di achillea, blocca sangue al naso
Gandhi nei digiuni, chiè succo d'uva puro
emorroidi emorragie, e regola mestruale
così il poter dell'uva, lavora più sicuro
mentre succo rumex, detto erba brusca
tu gli acini con semi, masticane tanti
alitosi e dermatosi, tratta con la frusta4
rinforzano gengive, coi denti traballanti
rabarbar digestivo, contien acido ossali
così mele cotogne, e cocomeri con semi
in corpo lega calcio, formando l'ossalati
abbassano pressione, depurano tuoi reni
crea problemi reni, in soggetti ereditari
un tè cocome semi, per contrastar’infarti
contrasta cavolernia, in pezzi sotterrati5
Lenir le pelli rosse, curàr vermi testardi
Gichero eman'odore, di forte putrefazio
Cocomeri li spacco, bene con le nocchie
col dito medio l’apro, e bevo come coppe
per attrar l'insetti, nel suo fiore spazio
se sete ancora resta, mordo bord'interno fondo ben più caldo, mosche intrappolate
così fan pur maiali, che l’amano più bello col polline sui peli, costringe al fecondare
3
“a Bomarzo uso le foglie fresche lavate e applicate sulla
A ber la mia pipì, un dì Taràs m'invita parte infiammata: pelle, bocca, ascessi (possibili reazioni
Amaròli acqua di vita, è urinoterapia allergico-irritanti su pelli sensibili). Steli svuotati del midollo,
assieme con digiuno, e disintossicazio sono usati come cerbottane e pifferi di Pan”. Taras
4
astension da cibi finti, darà rigenerazio Rumex Acetosa perenne: succo depurante, digesti
lassativo, astringente, antireumatico (controindicato in
1
Il dottor Swinburne Clymar, come i tupinamba del Brasile, coliche, gastriti, calcolosi ed artriti gottose), vince
autorità nel campo della Passiflora scrive: “va somministrata scorbuto ed eccesso sudore.
5
in tutti gli stati febbrili accompagnati da estremo nervosismo acido ossalico in 4 frammenti di fusto di rabarbaro infilati
e insonnia, poiché calma il sistema nervoso più dei narcotici” nel terreno a ridosso delle radici del cavolo, limitano il
2
Taras: “fai macerare in un litro di vino bianco 30g cannella e fungo parassita che produce l'ernia, specie in suoli acidi
sedano per 10 giorni, filtra, smiela e bevi 2 bicchierin al dì mal drenati.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 161
l'Arum maculatu, dà nome alla famiglia infuso esternamente, è shampo per capelli
di Aracee ben diffusa, in tutti i continenti che lucida e scurisce, in 2 litri d'acqua belli
inverno sta nel bulbo, riesce a primavera decotto foglie fresche, in bagni antireumati
Nitrofila dei boschi, è disinquinante vera1 in pomata io friziono, sugli arti addolorati
pei frutti arancio rosso, gradevole sapore pestate foglie fresche, o succo delle bacche
accadon ai bambini, frequenti intossicazio l'applico all'esterno, le nevralgie combatte
Mà i bruciori in bocca, durante masticazio Bevute con cautela, son purghe antibiliari
assiem odor carogna, riduce alto dosaggio catarro bronchi gola, e cefalee mestruali
usavo foglie fresche, applicate sulla fronte più vasi con tal succhi, quàl disintossicante
contro mal di testa, analgesico risponde conservano i gitani, sempre in loro tende
foglie sue pestate, a foruncoli applicate il timo per la tosse, e fogl'edera in aceto
2
oppure in un decotto, antiemorroidi date in lunghi viaggi a piedi, rinforza lor segreto
detto Pan di bisce, o lingua della serpe con Edera frustini, percuoton loro corpi
calla o erba Saetta, oppur erba da piaghe stimolan passioni, le menadi dei boschi
Magica è seccata, sacchetti anti malocchi protegge loro casa, è rifugio dei folletti
fiore nella culla, è a protezion marmocchi sull'edera Raseno, offre suoi commenti
tossiche ad umani, le bacche e derivate 2 Taras: “a Bomarzo ponevo una foglia direttamente su
specie alle persone, allergiche o malate pelle ispessita, trattenendola con fasciatura o facendo
infuso foglie estive, seccate lentamente macerare le foglie in aceto. Contro artrosi e sciatica
porta via la tosse, l'impiego cautamente pratico impacchi ad azione analgesica e antinevralgica
con decotti di foglie più piccole e attive nate sul versante
1
Il gichero ha proprietà: antiasmatiche, antitussive; contro a tramontana della quercia. Decotti ed unguenti (edera
emorroidi e polipi del naso, Radici e foglie fresche (bollite polverizzata + grasso) uso a guarir foruncoli, piaghe,
sgrassan e candeggiano la biancheria) uso per ferite difficili e scottature e rimozion di calli duroni. I gitan vivono coi
bruciature; contro i reumatismi schiacciavo e strofinavo su piedi, li rinforzano camminando scalzi sull’erba coperta di
parte dolorante le bacche rosse, inizia forte bruciore ma poi rugiada e li sfregano con acqua salata e infuso di foglie
passa; la polpa-tubero tien caustici cristalli d'ossalato calcio. d’edera, pestate e macerate per 2 giorni in aceto caldo”
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 162
suoi getti novellini, nei rami a primavera a Delfo come a Quero, l'usan già le pizie
rossastri e teneroni, od Asparagi turioni più i sacerdoti indiani, per visitar parenti
amarognoli con gusto, cimo per cucina strazio e convulsioni, accettan di durata
solo pochi sanno, è alimento medicina1 trovan bruji e ladri, rimedi a malparata
Narra con ardore, Taras mio gitano Ladri e prostitute, giò l'usan loro scopi
il gruppo solanacee, che usa triptofàno metel medicina, che più bevande sposi
bocca secca danno, e sete più ampliata pur cortigian amanti, sciolgono l'ardori
pression tachicardia, e pupilla dilatata d'uomini disposti, pagar giostre d'amori
Solànum dulcamara, contiene solanina Siamo cibo e cura, riparo e sesso forza
così Solanum nigrum, legger allucinanti ostinano le piante, comunicar qualcosa
dàn senso d’ebbrezza, ansia o rilassanti l'origine dell'orge, dei sabba e culti vàr
cefalea ed insonnia, ninfomani eccitanti risiede in un comune, substrato naturàl
l'erbe delle streghe, son in tale gruppo suave la datura, in Perù è la borrachera
bassi-alti dosaggi, dipende il loro frutto cioè l'ubriacatura, data al can che mena
in macchie di radure, a limite boschive la mente pare morta, recupera la vita
atròpa belladonna, dà nere ciliegine quando annusa aceto, i sensi ben riattiva
benesser e paesaggi, dàn dosaggi bassi Datur annual’eretta, frutt'ovo tien spinose
mentre alle alte dosi, midriasi deliranti in tutti i continenti, ha foglie scùr rugose
calor e polso scende, s'offusca psiche via atropina e iosciamina, e scopolamina tiene
L’avvelenato in coma, muore in asfissia prodotte da radici, e pur da foglie e seme
Il giusquiamo nero, è piantà biennale Atropin in via intestino, circola più energi
sparso nell'Europa, in foglie tien alcale calma asmè bronchiali, è un anticolinergi
in frutti e pure semi, tien scopolamina Datura cur ferite, fratture è antidolore
che ritual dosaggio, azione sua raffina2 in forma di bevanda, o foglie al fumatore
Dature ad inebriarsi, usa tutto il globo I nativi americani, san già di affinità
sanguinea borachero, dett'erba di tombe tra stato delle piante, e uman sessualità
fa visitar ebbrezza, morti e propri spettri l'atto dell'amplesso, ed atto d’ingestione
da semi fan la tonga, bevàn amar effetti è capace a rivelare, l'identità interiore
1
Smilax aspera lianosa perenne, fusti teneri giovan rossastri. I là in Costa d'Avorio, le donne sacerdote
fiori (set-nov) piccoli, bianchi, profumati riuniti in grappoli, Lavano nel fiume, alla festa della prima
frutti son piccole bacche rosse non commestibili ma innocue.
2
hyoscyamus produce sintomi da intossicazione simili alla accoppiano coi maschi, oggetti desideri
belladonna; differisce per il minor eccitamento motorio che a loro volontà, subiscono sparvieri
(non dà stimol a saltare, ridere, esagerar i movimenti).
L'azione ipnotica che esercita, è più marcata e con cefalea, coito di banana, in Azande alto Congo
vertigine, minor sensibilità, sussurri alle orecchie, si eccitano tutte, toccando clito a fondo
ambliopia, fotofobia, afonia e minor olfatto, ma più introducono l’un l’altra, frutti di banana
sonnolenza con allucinazioni audio-visive di tipo così da stimolare, piacer e cura umana
Apollinare (spiri.profetico) o terrificante (scopolamina).
L'acetato di ammoniaca risveglia dal torpore.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 163
nell'area della danza, cresce l'erotismo Ermafrodito spiri, ottien dai genitori
donne aprono gioco, senza fanatismo Chi alla fonte và, e merge suoi dolori
indossa la regina, maschera da toro tocchera subito, medesima sua sorte
mima bene maschio, coito di rinnovo Metamorfosì, che apre-chiude porte
se nasce una coppia, di bimbi gemelli traduce tale mito, conflitto dellla mente
il padre felice, è invitato ai presenti di parte femminile, assieme la maschile
fà un gioco e rimuove, fior di banano ma allo stesso tempo, indica in fusione
da femmina che, tal parto ha donato gran superamento, della dissociazione
Solo suo pene, può compiere evento Nell'isola di Bali, l'uomo occidentale
davanti al villaggio, augurio portento è turista percepito, quale transessuale
quindi s’accoppia, con moglie eccitata a causa dei costumi, detto fù Berdache
applaudon poi tutti, la grande parata l'uomo dominante, vinto è da Salmace2
Raseno qui allaccia, la Venere Lupa Ciukci di Siberia, son essi pur sciamani
Afrodite la rossa, approda in etruria Amati e rispettati, se ottengon risultati
Dea Lupa che nutre, i gemelli latini in cure-guarigioni, risoluzion problemi
L'Acca Laurenzia, Dea boschi nativi1 nell'animo dell'uomo, e in ecosistemi
poi narra del mito, Ovidi Ermafrodito Yellama dei fiumi, Dea del sud India
da Naiadi allevato, là su un lago Frigio ha poter di mutare, sessi a chiunque
lascia a quindici anni, monti suoi nativi gli ermafroditi, suoi maschi devoti
giunge in altre acque, a togliersi vestiti traveston per lei, in feste e rinnovi
a riva venne visto, da là ninfa Salmace i sadhu Vaishnava, Krishna pur Rama
Argia che innamora, fuoco senza pace su vie Villipuram, la notte àmavasya
il giovinetto ignaro dell’amore linfa al Tempio Kothandar, riattuano mito
rifiutò le dolci, richieste della ninfa rinnovan le nozze, e la morte marito
tre cucchiai mistura, 3 volte al dì si beve Giardino evoca stile, di popoli del mare
ciò dura per 3 giorni, astièn cipolla cruda foreste e pur deserti, i bimbi far giocare
non beve l’acquavite, almen 2 settimane raccolgo frutti ortaggi, zen meditazione
ne latte fresco e var, cibarie zuccherate il giro a labirinto, impronta suo creatore
bicchieri foglie menta, trito al frullatore2 etto le sue foglie, per tarme allontanare
filtro nebulizzo, nell'orto ogni otto giorni tannini amar principi, mastico a curare
repell'afidi larve, assièm formiche guaio infezioni bocca e gola, gengive ed alitosi
e mastico la foglia, rinfresca dopo l'aglio strofino ben sui denti, per l'igiene a iosi
menta più invadente, metti in cocci vaso fò bollir le foglie, assièm buccia limone
che lasci fuoriuscire, il bordo da interrato sul fegato e l'addome, rilassa pur dolore
cimo i nuovi getti, per renderla compatta dai getti non fioriti, talea fò fin estate
ne metto alla dispense, o cumulo disfatta immerg'ormoni rovo, e l'uso alle tisane
e sincopi e vertigi, combatte assieme con in impacchi cicatrizza, e serva carni grassi
l'amica maggiorana, cresce in tutti suoli unguenti in oli oliva, in corpi molto stanchi
Calma il nervosismo, e vince indigestioni i fior di rosmarino, bolliti e aggiunti al vino
risolve il meteorismo, e aiuta sensazioni fan l’alito più fresco, puliscono il mio viso
1
la gommoresina della corteccia di commiphora myrrha, è
stimato antidoto dei morsi, profuma e disinfetta ambiente e 3
cavo orale e accelera la guarigione di piaghe e ferite. Con aglio e rosmarino (proprietà simili) forma una triade
2
Un pizzico di polvere pesa circa 3g, un cucchiaio a raso 12g unica. Ricetta bomarzo: fai bollire assieme in aceto forte,
una manciata 50g. 1m. cubo di terra una tonnellata, il doppio una manciata di sale e foglie salvia, crisantemo e
se umida (come un m3 di pietre). Una carriola ha capacità di rosmarino, poi bagna delle pezze e pratica impacchi sulla
80 litri cioè il rinvaso di 100 piante in vaso da 10cm. parte dolorante.
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 170
Re Davide l’Issòpo, usava esser pulito Lavanda dopobarba, gengive alito fresco
in salmi decantava, suo vino sopraffino usata nei massaggi, e capanne sudatorie
suo tè qual collutorio, per vincer infezioni lo stomaco mi calma, infuso caldo al latte
curàr vesciche e reni, aver traspirazioni fastidi mal di testa, calmano all’istante
Curò l’epilessia, suon arpa in sinergia in bagni con massaggi, bene bimbi aiuta
Issopo e rosmarino, a Saul ormai senile buon espettorante, e ferite taglio cura
Issopo antipidocchi, ungento vermifugo poi uccide var batteri, cura bruciature
contengono sue foglie, penicillina fungo e l'olio suo profumo, risolve le punture2
nell'oli odor sgraditi, raccolti nelle foglie insapora le vivande, estragon dragoncello
riserva medicine, che dona nell’infuso e riduce acidità, di aceto in condimento
adatto per calmare, i dolòr cicli mestruali tritato aromatizza, sciapi e insipi piatti
sedar attacchi isteri, e colìche intestinali1 riduce fabbisogno, di sale sen privarti
serve nei lavaggi, nei casi di glaucoma Tanaceto su scaffali, buono repellente
a chi soffre di riniti, cron naso catarrale contro le formiche, mosche pulci stende
decotti d’erba ruta, cucchiaio e 2 bicchieri cresce dappertutto, odore suo esibisce
in batuffolo di ovatta, in narici 3 dì interi ha immortale fiore, secco non vizzisce3
Lavanda in suolo secco, detesta umidità Timo infiorescenza, attir farfalle ed api
pianto di fra i cocci, inverno a pacciamàr e avrò nuov'infiorati, se poto i getti dati
recido a inizi luglio, fiori avàn schiusura respinge parassiti, tra libri e tra scaffali
secco rovesciati, asciutt'ombreggiatura prim afferràr conigli, sfrega le tue mani
son ricche degli ormoni, adatti alle talee se faccio una talea, e non sia lignificata
bianche radichette, in acqua a macerare alla base incido X, infilo un chicco grana
immergo vari getti, che voglion radicare lego con la rafia, una notte lascio a bagno
che lascio vari giorni, sì da stimolare trapianto vaso misto, sabbia terra sfagno
le more zuccherine, han potassio e calcio più tener è talea, più sabbia vuol drenare
che corpi adolescenti, sentono in bisogno la taglio sotto-gemma, per facil radicare
è tal ghiottoneria, bisogno a svilupparsi proteggo pur da sole, le dò calor di fondo
linguaggio fra nature, che san comunicarsi manteng'umidità, papir ha testa in fondo
per farne marmellate, cuoci a fuoco lento per far durar le rose, taglio ancor in boccio
More con del miele, finchè n'avrai sciroppo tolgo spin da fusto, a bere l'acqua in coccio
poco al giorno ai bimbi, portan giovamenti ferite porte-aperte, aumenta assorbimento
brucior d’urina spegne, senza far commenti cald'acqua rosa chine, vigor in un mometo
foglie con germogli, contengono tannino d'edera fò siepi, basse 1 metro e mezzo
astringono pertanto, in un litro di decotto così talee d'estate, pianto il mese dopo
Vincendo la diarrea, pur d’età infantile di getti ben fioriti, sen pigli rampicanti
dissenteria con sputi, sangue senza fine abbino con la rosa, e garofani brillanti
se poto le mie rose, da legno malandato rizoma suo essiccato, dona odor di viola
via getti alla rinfusa, succhioni poto raso si fissa nei profumi, d'altri e propri aroma
la potatura corta, dà fiori grossi al taglio polvere d'aggiunta, a risciaquo del bucato
e la potatura media, poto sol un palmo3 persiste in farmacia, tal fiore è rinomato
nasturzio presso fave, cavolo e zucchine Fior arnica montana, infusi oppur clisteri
dirotta insetti afìdi, da ortaggi su sue file usavo in contusioni, ematomi distorsioni
ai piedi delle rose, e degli alberi di melo Foruncoli carbonchio, catarr al digerente
attira su suoi fiori, estrania senza meno Su 80 grammi fiori, verso acqua bollente
Accorcio pure getti, Tagete freddo teme Vento e troppo sole, l'occhi fan soffrire
pianta messicana, invaso a fin settembre con sabbia e luce forte, cerca di coprire
dopo qualche tempo, la pianta rifiorisce palpebre con occhi, lavare massaggiare
fuòr rischio di gelate, nell'orto stabilisce durante giornata, spesso risciacquare2
radici del Tagete, respingon nematodi quando tu li senti, irritati e pur confusi
inizia l'anno dopo, e perdura per 3 anni Eufrasia cura l'occhi, in abluzion infusi
Aiuta i pomodori, patate fave e rose contrasta l'amnesie, ad occhi pur legate
Prezzemolo talvolta, fa le stesse cose Memorie chiar imago, t’aiuta ricordare3
fiore crisantemo, la polverin si stima pur l'uomini del Bieri, usano il collirio
d'infusi di Piretro, efficace insetticida accrescono visione, in acuto cacciatore
crisante balsamita, gradevole in cucina ricadon sui lor occhi, poche gocce succo
in frittate ed insalate, è buona digestiva Vite congolensis, cui ne pressan frutto
Calendula fiorisce, giugno fin novembre Sesto dice in Bieri, Alchòrnea floribunda
semi in semenzaio, duràn la primavera in decotto poi collirio, l'usarono a stordire
trapianto vaso terra, in luoghi soleggiati ingerito addormentava, neofiti con schiavi
spontanea poi da sé, dissemina i selciati vista confondeva, e calmava imprigionati
quando c'è visione, assente è l’illusione donne Mor Tam Yae, son brave levatrici
vedo e dunque sò, vedere ugual sapere che girano campagne, tramandano l’offici
guardo a confrontar, le mie aspettative esiste poi massaggio, diffuso nel paese
Vari preconcetti, con più realtà fattive fatto d’ambosessi, che ogni famiglia tiene
Occhio dominante, visione del pianeta Massaggio imita il sole, irraggia l’energia
ciò che noi pensiam, tosto ci aspettiam Lo yoga imita il fuoco, respira e vola via
e salute in tutti sensi, eman dall'energia brucia senza fiamma, i trentasette gradi
di libido investita, sul soma e vista fina1 Ossida i composti, nel corpo conservati
un occhio vede bene, se ha rilassamento due legate cause, sono vento e sangue
muscoli del corpo, e mente sen tormento Vento è detto lom, tutti avvolge langue
fluttua la mua vista, seconda circostanze eccessi oppur carenza, porta variazioni
in emozion rimosse, e tension d’istanze Paralisi degli arti, o malesser rotazioni3
la tensione crea, oculare contrazione l'eccesso vento dà, veleni e cuor dolori
ciò che ne risulta, appare distorsione squilibri li riceve, da sangue-cibi-odori
rieduca tuoi occhi, curando la tensione cibo mal digesto, e più velenose azioni
se scegli di vedere, bimbo tuo interiore fan di sangue e vento, contaminazioni
Sangue Drago rosso, un lattice viscoso Ridurre diffusioni, con erbe riti e diete
estratto di corteccia, del lechleri Croton è terapia è isolare, l'agente del veleno
il Romulo mi dice, è buon cicatrizzante scopo è l’espulsione, dalle parti interne
guarisce più ferite, è medico importante2 con riti-strategie, interne oppur esterne
Le medicin mio Seba, dei popoli tribali Percezion del freddo, o caldo del cliente
le pratican villaggi, in zone ancor rurali diagnostica malesser, e cura d’applicare
tramandano l’orale, Thai Lanna tradizione è una febbre calda, neutra oppur fredda
gruppi etnie del nord, a rischi d’estinzione indizio al guaritore, in diagnosi corretta
Risolvi tuoi conflitti, sul senso della vita È contro debolezza, dell'udito e vista
appar un correttivo, un emersa malattia come pure l'alghe, var erbe spontane
non è una punizione, né crudel azione acqua tonica chinino, aiuta lor nervino
indica conflitti, nel mondo tuo interiore allevia mal di testa, indigestion in giro
L’anima tua cerca, sempre a rifiorire orecchie naso gola, reumatiche affezioni
quan non vi riesce, travagli và soffrire apparato digerente, gastriti più infezioni
specchiasi nel corpo, in-elaborati lutti Eczemi sulla pelle, e le malattie veneree
rabbia più sconfitte, cedi a Thera flutti poiché di microflora, disturban le maree
Conflitto apparente, fra l'io e il tuo Sè Una prima digestione, inizia nella bocca
in squilibri di vita, rispecchia in concrè zucchero con frutta, lontani dalla pancia
il Platone ci dice, che un arte oratoria se prote pur associ, ad amido inglobato
all'Anima arriva, curàn sommatoria Inizia a fermentare, resta intrappolato
dentizion per carne, l'umano poco ha Acqua tien memoria, saune pur fomenti
suo intestino è lungo, fatica a eliminàr è base di una vita, e cura più tormenti
i carnivor l’hanno corto, sino a 5 volte nelle città d’india, metropoli han perduto
lor evacuazione, accade senza toppe l’ancestral saggezza, del curandero fiuto
fo diagnosi del volto, e vedo borse gonfie i cadaveri persone, di malattie infettive
è insufficen renale, hai troppa ritenzione Una volta sotterrati, non infettan terra
Borse al terzo occhio, il fegato è malato se poi li dissotterri, dopo qualche giorno
s'è sotto narice, polmon è impantanato microbi scomparsi, vedi dentro e intorno
borsa in punta naso, è cuore disturbato Più è l’argilla esposta, aria sol e pioggia
un naso rosso dice, è difficil circolazio più diventa attiva, e suo potere sfoggia
Borse centro mento, problemi ai genitali La chimica silice, è un buon battericida
aiuto dan massaggi, ginnastiche facciali A purificare l’acqua, l’argilla tu confida
fò dei cataplasmi, freddi sul suo ventre Argilla molt’attiva, duràn luna crescente
tiene grande febbre, in modo ricorrente èccellen rimedio, in mal di testa schiena
Febbre fù reazione, di gastroenteri nervi purga fiammazioni, ed elimina ulcerazio
a stati eccitazione, d'infiammator eventi distorsion gonfiori, ascessi intossicazio
e Romulo rispiega, il potere dell'argilla Con acqua d'argilla, sfrego bocca gola
qui nel Terabuti, ai presenti la consiglia scavo nella terra, 1 fossa per la doccia
per vie respiratorie, bronchiti polmoniti Metto acqua fangosa, lascio 1 ora stare
Cataplasmi ai bronchi, gola e ventri lidi E nell’argilla melma, infango l’animale
metto il cataplasma, diretto sulla piaga corpi estranei in corpo, terra pur estrae
lo spurga lo rafforza, Romulo richiama a causa magnetismo, senza preoccupare
riassorb'infiammazioni, cura pur i nervi Aderente cataplasma, un dì te l’estrarrà
dormire nudi a terra, cur organi interni1 uguale a Cavol foglie, stessa azion farà
l’argilla per via orale, cura bene i reni in appendiciti ed ernie, locali cataplasmi
gotta arteriosclero, diabete pelli e dreni servon a sfiammare, sedare pure spasmi
pur fegato con bile, graduale rinsavisce disturbi intestinali, limone ed acqua calda
sovran del digerente, ben ristabilisce dissenteria diarrea, minestra aiuta franca
dieta innaturale, è una causa malattie per coliche renali, fai cataplasmi ai reni
l'organi affatica, produce gran tossine se urini sangue pus, continua coi clisteri
argilla è guarigione, è il terren dottore tiepida argill’acqua, aggiungi olio d’oliva
snobbato sconosciuto, lavora guaritore dieta frutta ortaggi, dai pasti il sale via
Unguento io prepara, miel e argilla fina Sesto pur aggiunge, carote con l'argilla
Burro o vaselina, mischiati in polverina in leucemia del sangue, emofila anemia
se asciugata al sole, risolve le verruche usata contro lebbra, a depurar il sangue
geloni coi gonfiori, macchie rosse pure assieme con diguni, e la centèl veddante
Polver molto fine, dinamizzata al sole nei casi epidemia, il Romulo racconta
cospargo su ferite, e piaghe ai genitali le farmacie son chiuse, argilla solo conta
oppur faccio fiutare, in corizze sinusiti assorbe al suo passaggio, microbi veleni
L’acqua sua pur uso, nèi clisteri offici ingerisci 3 cucchiai, nei casi di avveleni
bagni vento e luce, nellà lezion gitana Indigeni Taiwan, tagliuzzano corteccia
prevenzione Taras, pelle nuda all’aria d’albero canfòra, a bollir a fuoco lento
alghe con agrumi, e usan pure ghiacci aspirano vapori, a libràr testa polmoni
sopra lor fratture, anestetici passaggi pur ne fan un olio, per naso far frizioni
Nell'insolazione, s’hà un colpo di sole Fomento calma dolo, acuto pur che sia
è gran mal di testa, vertigo con deliri e vesti di flanella, strizza in acqua calda
in zona d'ombra vai, l'abiti poi slaccia agiscono attirando, sangue a tale punto
e acqua fredda dà, sulla fronte faccia Si da riscaldàr, decongestione appunto
ricorda tutti i virus, distrugge bollitura lavar piedi dolenti, è sollievo da fatica
acqua calda espande, tessuti partitura agiscon pediluvi, sul sistem nervoso
fredda inver contrae, sauna questo sà lor tempo dedicato, è oro investimento
Nei bagni ci rilassa, o può corroboràr termina la cura, in buon frizionamento2
bagno per la pelle, clistere d’intestino l'impacco con lenzuola, attir rifiuti pelle
Bagni caldi-freddi, temprano ravvivo semplice efficace, bagno io un lenzuolo
50 gradi maxi, fanno un bagno caldo mett'impermeabi, che copra materasso
Sotto ai 37, daranno il freddo intanto su d'esso due coperte, di flanella caldo
purifica il caldo, addolcisce pelle dura stendo su di esse, mio lenzuol bagnato
muscoli rilassa, ma indebolisce corpo1 imbevuto bene torto, fin non gocciolare
riduce la frequenza, di respiro e polso nudo ci si stende, in posizio orizzontale
apre pori pelle, correnti d’aria in corso braccia unite corpo, fino impacchettare
Tu richiudi i pori, poi con acqua fredda Fermato da legacci, la testa resta fuori
ad evitar l’effetto, delle correnti d’aria mentre piedi sono, in involucro raccolti
Rafforzi immunità, ne avrai in vitalità come mummia resta, volto nei 2 strati
questo bagno infine, Pamela sa curar un massimo mezzo’ora, durin tali stati
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In idroterapia conta la reazione e il tiepido non dà effetti. Il nel piede le ghiandole secretorie sono più grandi che in altre
corpo immerso in acqua, aggiusta gli organi interni, li spazia parti della pelle, ciò facilita la traspirazione e l’effetto pompa.
liberamente e allevia la pressione di ciascuno contro l’altro. Il Le mestruanti lavino con spugna, di sera prima coricarsi, dalla
bagno caldo rende più deboli e va fatto ogni tanto, il bagno vita sino a giù e al mattino, alzando, dalla vita in su. Se
forte va bene anche ogni giorno, così quello di mare e sole. Il l’infermo è di costituzione debole bagna il lenzuolo in acqua
fomento è un vasodilatore locale (applicazione esterna di tiepida e non fredda; se non è a proprio agio, l'impacco non è
acqua calda), la compressa d'acqua fredda è il suo opposto. ben fatto, viceversa, la cura avrà esito positivo. Taras
LIBER TAGES – la ghirlanda di Tago 183
Egli s’addormenta, io interrompo cura la Lisa và nell'acqua, ascolta suo respiro
lascio lui dormire, sorveglio suo calore e narra che suo corpo, dilata suo confino
il tempo poi riduco, fin 20 venti minuti accesce sicurezza, combatte dissociazio
Sudorazion malato, qui è del tutto inuti L’estasi è vicina, in emozionale spazio1
Vi sòn molte neurosi, legate ad ideali corpi poi vibrando, si muovon a piacere
d'uomin sospinti, sempre nel domani Fiorisce l’erotismo, inonda tutto il corpo
Oggi è peccato, il futur sempre bello Risveglia corp’antico, là sua possessione
e il bisogno vero, soffre da zimbello inizia ad ondeggiare, danza con l’orgone
consiste la neurosi, nel far divisione è femmina che vibra, l’energia d’orgone
sentire e pensare, fanno confusione Rivela tuo mistero, nellà vivente unione
sentire soccombe, pensar fà morale la forzà possente, che da tempo antico
Emerge la colpa, forgiata in vietare Fonde due gameti, ìn un figlio amico
accade che tuo sonno, diviene disturbato Cervelli femminili, fanno fluttuazioni
precoce eiaculazio, vien quindi alimentato Secondo la presenza, dei livelli ormoni
ansia e senso colpa, rinviano giorni mesi restringesi cervello, durante gravidanza
mentre corpo cuore, soffrono qui offesi 6 mesi dopo parto, riprende la sostanza
d'ogni sofferenza, inganno e tuo dolore son uomin più capaci, nel classificare
prendine coscienza, vedrai tua divisione nelle investigazio, e lo studiar graduale
come un trampolino, puoi usare il sesso tendono soffrire, neuròn degenerazio
Sii nella realtà, coraggio con Te stesso! morbi ritardanti, o spazio coordinazio
più sopprimi sesso, più vi indulgerai
Glande è volontà, vuol dire penetrare
L’orgonica energia, muove e si rigira
durezza perspicacia, incidere aumentare
proietta su ogni cosa, pallido riflesso
a seminare il verbo, della conoscenze
vedèr così potrai, ciò che fu represso
nella yoni o mondo, teatro d'esperienze
ogni cuore chiede, di venire amato entri ed esci in esse, giungi fin orgasmo
Tal bisogno base, è fonte del creato godimen di tutte, le forme dello spasmo
il sesso è situazione, non sol felicità si da trarne gioie, gioielli e informazioni
Cessazione d’ego, di tempo e civiltà e l'essere viaggiare, in altre dimensioni
l'uomo religioso, che sà legare assieme s'arrampica su altura, inizia col cantare
ciò che appar diviso, e all'unità perviene Urla e danza Uzume, e inizia a denudare
sviluppa allor la Fede, ch’è fiducia in Sé tintinna i genitali, col ritmo dei suoi piedi
vita acquista un senso, da goder in sé Danza poi selvaggia, fa rider Dei ripieni2
diviso il Sé non crede, soffre indecisione Raseno ben ricorda, l'erotiche sculture
Ha colpa insicurezza, in ogni situazione sui templi Kajuraho, posture kamasutre
riunisci e ricomponi, diverso altro-da-tè accoppian le Dee, contemplano l'unione
itrova un senso vita, a far brillar tuo Sé amor in mille forme, i giochi del signore