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Martina Manoni e Virginia Mantia I A

La nascita degli dei


Fin dall’inizio della vita sulla Terra gli esseri umani sono stati affascinati
dalla bellezza della natura e dai suoi misteri.
Gli uomini primitivi erano spettatori di eventi naturali che per loro erano
inspiegabili: il sorgere del Sole, l’apparizione della Luna e delle stelle, i
temporali con tuoni e lampi, il vento, la pioggia, il succedersi delle
stagioni, il fuoco, la nascita, la morte. Pensavano che molti degli eventi cui
assistevano fossero originati da forze misteriose.
Inseriti nella natura e dipendenti in tutto da essa, i primitivi imparavano ad
amare il mondo in cui vivevano e a temerlo. Agli occhi dell’uomo
primitivo il mondo era animato da forze divine che controllavano i
fenomeni naturali e gli eventi quotidiani. Nella preistoria si possono
riconoscere segni e testimonianze dell’esistenza di un senso religioso.
Religione è una parola che deriva dal latino, dal verbo ‘religare’ che
significa legare. Quando parliamo di religione parliamo di tutto ciò che
lega l’Uomo a Dio, che crea dei rapporti tra la vita dell’ Uomo e quella
divina.
L’Uomo preistorico del Paleolitico sviluppa una coscienza della vita
ultraterrena, crede nell’esistenza della vita oltre la morte. Le tombe
trovate nelle caverne Paleolitiche testimoniano una fede nella vita
ultraterrena.
Il Paleolitico, l’età della pietra levigata’ si divide in Paleolitico Inferiore
(2,5 milioni -120.000 anni fa), Paleolitico medio (120.000-36.000 anni fa)
e Paleolitico Superiore (36.000-10.000 anni fa).
Le prime sepolture scoperte si trovano in Palestina e risalgono al
Paleolitico medio, 90.000 anni fa. Dai ritrovamenti di pollini nei luoghi di
sepoltura sembra probabile un uso cerimoniale dei fiori come l’erba di san
Giacomo, il fiordaliso, l’achillea, i muscari.
A partire dall’età dell’uomo di Neanderthal (70.000 anni fa) compare la
sepoltura dei defunti e la deposizione di oggetti presso il cadavere, con la
convinzione che tali oggetti servissero nell’aldilà. I morti venivano
pietosamente composti, talvolta in posizione di sonno, isolati o a coppie, in
piccole celle di pietra, protetti da lapidi poste sopra la tomba.
Vestivano i loro abiti e i loro ornamenti e spesso venivano spalmati con
ocra rossa. Accanto al cadavere disponevano oggetti come armi, utensili,
provviste di cibo.
In Iraq è stato ritrovato uno scheletro con datazione 50.000 anni fa deposto
su un giaciglio di rami ornato di fiori gialli e blu. Tali reperti indicano che
l’Uomo del paleolitico credeva in una prosecuzione della vita.
Reperti risalenti all’epoca dell’Uomo di Cro-Magnon (34.000 anni fa) del
Paleolitico superiore dimostrano l’esistenza di sepolture in cui venivano
usati oggetti ornamentali come conchiglie e denti. Verso la fine del
Paleolitico ci sono evidenti testimonianze di veri e propri riti funerari e di
sepolture dei defunti con deposizione di oggetti presso il cadavere.
L’uomo del Paleolitico attraverso le prime forme di arte compiva gesti
capaci di influenzare le forze misteriose che dominavano il mondo.
Attraverso disegni primitivi di scene di caccia e di figure di animali si
propiziava la caccia o la fecondità degli stessi. Si trattava di riti
propiziatori, di celebrazioni magiche. Le prime rappresentazioni di
carattere simbolico ritraggono bisonti, cavalli, cervi isolati o in gruppi e in
alcuni casi le figure appaiono affiancate a figure umane, come nel caso
delle pitture parietali trovate in una grotta in Dordogna, Francia.
La grotta fu scoperta nel 940. La bellezza delle sue pitture policrome ci
indicano le enormi capacità estetiche dell’ uomo di Cro-Magnon, oltre che
la profondità del loro linguaggio mitico-religioso. I disegni, le incisioni e
le pitture dell’uomo preistorico si trovano sulle rocce, in grotte trasformate
in santuari in cui venivano eseguiti riti di iniziazione e offerte sacrificali.

Arte parietale del Paleolitico Superiore (Dordogna, Francia)

Durante il tardo Paleolitico l’Uomo acquisisce delle abilità con le quali


è capace di dominare in parte la natura e cerca un ordine delle cose e
attribuisce a entità divine poteri sovrannaturali.
Si tratta delle prime forme religiose antropomorfe (dal greco
àntropos=uomo e morphè=forma)in cui le divinità assumono sembianze
umane. Questa tesi nasce dalla scoperta di reperti come la Venere di
Willendorf venuta alla luce nel 1908 in Austria e risalente a 25000 a.C. La
statuetta ha caratteristiche femminili molto marcate per sottolineare la loro
funzione di donatrice di vita.

Venere di Willendorf, Austria (25000 a.C.)

Gli uomini si rivolgevano a queste divinità chiedendone protezione e aiuto


e ingraziandosele con offerte di fiori o frutta o offrendo un animale preso
dai loro allevamenti.
Studiando i comportamenti dell’ Uomo preistorico ci si rende conto che le
prime divinità compaiono nel Paleolitico superiore e perdurano nel corso
del Neolitico.

Il Neolitico, cioè “Età della pietra nuova”, è quel periodo che comincia
nell’ 8.000 a.C.e finisce nel 5000 a.C. con l’inizio dell’età dei metalli.
Il Neolitico ci ha lasciato una vasta documentazione funeraria: ceramiche e
vasi di offerte nelle tombe, decorazione di crani, abbellimenti di corpi,
occhi ravvivati dall’uso di conchiglie nelle orbite oculari.
Teschio rinvenuto in Giordania, Gerico.

Con il passare dei secoli il villaggio neolitico si organizza in società


organizzate con una precisa gerarchia. Gli uomini anziani erano i
depositari della magia e nei villaggi alcuni ambienti delle abitazioni furono
adibiti a luoghi di culto. Il culto religioso era in predominanza centrato
sulla Dea madre. Praticamente, in tutti gli insediamenti del neolitico sono
state trovate alcune statuette che possono essere fatte risalire alla Dea
madre. In quanto madre progenitrice dei figli, la donna divenne sacra e
posta sul gradino più alto della storia. È la forza creatrice della vita.
Il periodo del neolitico è dunque ricco di rappresentazioni femminili come
la Dea madre, rinvenuta in Italia vicino a Parma del 5000 a.C. e la Dea
seduta sul trono del 6000 a.C. Raffigurazioni neolitiche della donna e del
toro si diffondono come personificazioni di divinità. Si tratta dei primi
simboli del divino Un toro in terracotta proveniente da Tello (Iraq)
documenta uno dei primi simboli maschili. Il simbolo religioso del toro
rappresenta la forza e il dominio sulla natura.

Dea seduta sul trono di Catal Huyuk (6.000 a.C) Statuetta in ceramica, Vicofertile, Parma (5000 a.C.)
Nel Neolitico L’uomo ha sentito il bisogno di realizzare spazi più ampi
adibiti a luoghi di culto di divinità.
I primi luoghi di culto sono le costruzioni megalitiche:
 i menhir, pietre erette (monoliti)
 i dolmen, tombe a camera megalitiche
 i cromlech, menhir disposti in cerchio o semicerchio

I menhir più noti sono quelli di Stonehenge a nord di Salisbury in Gran


Bretagna. Si tratta di pietre giganti che delimitavano un vasto spazio in cui
si compivano cerimonie religiose e sepolture. Ha orientazioni
riconducibili a studi astronomici e probabilmente era destinato al culto del
Sole. La realizzazione dei menhir viene collocata nell'arco di tempo che va
dalla fine del V millennio a.C. alla fine del III millennio a.C.
I dolmen sono costituiti da due o più lastroni verticali che sorreggono uno
o più lastroni orizzontali (piatta banda o architrave). La costruzione era in
origine ricoperta, protetta e sostenuta da un tumulo.
Molti esempi di questo tipo, o con temi architettonici più evoluti, sono stati
ritrovati anche in Europa. In particolare si possono trovare nel Regno
Unito, in Irlanda, in Francia, in Germania, in Spagna, in Portogallo e in
Italia (precisamente in Sardegna e in Puglia)

Menhir di Stonehenge, Gran Bretagna. Dolmen, Gran Bretagna

A partire dal 10.000 a.C. sono documentate società matriarcali con la


formazione dei primi villaggi in Anatolia, Palestina e sud Europa.
Con il passare dei secoli il villaggio neolitico si organizza in società rurali
e sedentarie, organizzate con una precisa gerarchia. Verso il 4000 a.C.
l'aratro assume il ruolo principale nel campo e la pastorizia diviene più
importante dando maggior rilievo alla figura dell’ uomo nella coltivazione
dei campi e nell’allevamento del bestiame. Il ruolo della donna diviene
così minore. Questo determina l’instaurarsi del patriarcato nel nucleo
familiare. Si affermano pertanto le prime divinità maschili.
L’uomo religioso delle prime civiltà della Mesopotamia rappresenta con
sembianze umane i propri dei e le proprie dee.
Con il termine pantheon (dal greco pan=tutto e theòs= dio) si indica
l’insieme degli dei che presiedono tutti gli aspetti della vita dell’uomo.
I Sumeri intorno al 3000 a.C. elaborano la prima forma di politeismo e le
divinità hanno caratteristiche umane definite antropomorfe. Gli dei sono
capricciosi, ambigui e incostanti. Fra i popoli prevale dunque il timore di
incorrere nella punizione degli dei.
Le statue degli dei non rappresentano solo la divinità , ma ne costituiscono
la presenza reale. Si riteneva che la divinità prendesse possesso dei
materiali scolpiti dagli artigiani.
La fede nell'aldilà non conforta gli uomini con la prospettiva di una vita
migliore, come documentato nell’era preistorica. Nella civiltà nei popoli
della Mesopotamia il defunto, nella vita oltre la morte, si allontana verso
Occidente e si nutre di polvere e fango.

Il senso religioso era ancora legato la magia. L’astrologia, attraverso


l’osservazione degli astri, aveva lo scopo di prevedere la volontà degli dei.
Per la prima volta compaiono le figure dei sacerdoti che mettono in
comunicazione gli uomini con gli dei. Un’abbondante documentazione
fornita da migliaia di tavolette d’argilla ritrovate, ci rivela i miti di
creazione del cosmo e dell’ uomo.
Anu, il dio supremo detiene la regalità e delega parte dei sui poteri al suo
vicario sulla Terra, il re, che ha il compito di condurre il popolo, di far
celebrare il culto divino nei templi e di organizzare le feste in onore degli
dei. Nasce una casta sacerdotale, insieme ai primi rituali: compare per la
prima volta la preghiera collettiva, il culto pubblico, le feste e le
celebrazioni solenni presiedute da un sacerdote.
Nella storia delle religioni l’uomo saprà creare in modi diversi il suo
legame con Dio attraverso i simboli sacri, gli oggetti sacri, gli spazi sacri,
le azioni sacre, le persone sacre.

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