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Bob J.

Zehmer

Kif
Hashish dal Marocco
2010 Le rotte, la corruzione, il contrasto, le mafie, le connessioni con le droghe pesanti, il riciclaggio del denaro sporco
un viaggio fra i traffici illeciti e i suoi protagonisti
Versione italiana a cura di Esme de Alma

Bob J. Zehmer

Kif
Hashish dal Marocco
Le rotte, la corruzione, il contrasto, le mafie, le connessioni con le droghe pesanti, il riciclaggio del denaro sporco
un viaggio fra i traffici illeciti e i suoi protagonisti

Una vista delle montagne del Rif nei pressi di Ashawen


Da Kif, Hashish dal Marocco, di Bob J. Zehmer, versione italiana a cura di Esme de Alma. Estratto distribuito gratuitamente su permesso dellautore in licenza creative commons, 2011. L'opera originale in lingua inglese pubblicata negli Stati Uniti da eBookIT, Dic. 2010 (Copyright by Bob J. Zehmer, 2010, USA)

Kif, Hashish from Morocco


Copyright 2010 Bob J. Zehmer all rights reserved

Sienda Productions & Promotions


This book was published by eBookIT, USA, Dec, 9th, 2010

The author may be reached at: www.bobjzehmer.com


no part of this book may be reproduced or transmitted in any form or by any means, graphic, electronic, or mechanical, including photocopying, recording, typing, or by any information storage retrieval system, without permission in writing from the author the photo on the cover and many others in this book appear courtesy of Dr Pierre-Arnaud Chouvy http://www.geopium.org Geopium.org was created and is published by Pierre-Arnaud Chouvy geographer and research fellow at the National Center for Scientific Research (C.N.R.S., Prodig unit). Copyright 2010 Bob J. Zehmer Titolo Originale Kif, Hashish from Morocco, 2010, eBookIt, USA Edizione italiana a cura di Esme de Alma Distribuito gratuitamente con licenza Creative Commons

Kif, hashish dal Marocco by Bob J. Zehmer is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.

Ringraziamenti
Voglio ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile questopera. Sono tante e non vorrei dimenticarne nessuna. Mia moglie e le mie figlie per la pazienza dimostrata a causa delle mie lunghe assenze durante la ricerca. Siddik e i suoi parenti per essere stati cordiali e prodighi di informazioni. Terrence per i suoi preziosi suggerimenti sulle questioni finanziarie, senza il suo valido aiuto questo libro non si sarebbe realizzato. E ancora, tutti gli ufficiali di polizia con i quali ho dialogato, i loro colleghi e tutti gli appartenenti allapparato delle giustizia che fanno del loro meglio per un mondo pi giusto giorno dopo giorno. Un ringraziamento speciale a Pierre-Arnaud Chouvy, geografo del Centro Nazionale delle Ricerche di Parigi, che ha gentilmente concesso le sue meravigliose foto, nonch offerto importanti indicazioni di cui ho fatto tesoro. Voglio ringraziare anche Jefferson che mi ha incoraggiato ad andare avanti quando mi sentivo demoralizzato e John per il suo interesse nel mio lavoro, i suoi spunti sono stati per me di immenso valore. Un grazie di cuore a Esme De Alma, per il suo apporto nella versione italiana dellopera. E ci sono altre persone che non posso non citare: Dominique, Teresa, Helen, Freddy, Manuel, Burt, Juan, Xavier, Liefer, Ace e Bodes, a voi tutti un sincero grazie. Tutte queste persone hanno dato un significativo contributo e senza di loro non sarei giunto in fondo al mio lavoro.

Per questo libro ho raccolto materiale attraverso interviste che hanno rivelato aspetti inquietanti e perfino sbalorditivi, anche a loro esprimo la mia gratitudine. Chiedo scusa per eventuali approssimazioni ed errori, di cui mi assumo ogni responsabilit. Ho infatti dovuto tenere conto anche di informazioni circa pratiche, fatti, costumi e attivit piuttosto lontane dalle mie conoscenze abituali. Perci, apprezzer ogni vostro suggerimento e critica che potete postare su www.bobjzehmer.com In nessun caso questo libro pu essere inteso come un invito a infrangere la legge e/o fare uso di droghe. La legge il patto sociale che abbiamo accettato per convivere in armonia, e attraverso il rispetto dei diritti umani possiamo dirci buoni cittadini ovunque. La legge pu essere emendata esclusivamente nei modi e nei termini previsti dalla legge stessa; in altre parole, le leggi possono essere modificate solo attraverso un processo democratico previsto dallordinamento giuridico. In conclusione, la mia pi viva riconoscenza a chiunque spender il suo tempo per leggere questo libro, spero di non deludervi.

La causa di tutte le guerre, rivolte e ingiustizie lesistenza della propriet privata. SantAgostino Per il burocrate il mondo un oggetto che solo lui pu manipolare. Karl Marx Unidea che non sia pericolosa non degna di essere chiamata idea. Oscar Wilde Cosa posso conoscere? Cosa devo fare? Cosa posso sperare? Immanuel Kant

Dedicato a: Tutta la mia famiglia e i miei amici Coloro che hanno sacrificato la vita per combattere le mafie Coloro che combattono giorno dopo giorno contro ogni abuso e prepotenza Chiunque cerchi e ami la verit

Contenuti
Prefazione ........................................................................................... 7 Antefatti ............................................................................................13 Hashish .............................................................................................29 Geografia dei traffici e un po di storia ........................................47 Sulla bocca del Vulcano ..................................................................67 Organizzazioni criminali.............................................................. 105 Storie raccontate dai protagonisti............................................... 127 Il riciclaggio dei capitali ............................................................... 191 Conclusioni .................................................................................... 215 Bibliografia .................................................................................... 225

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Prefazione
In questo reportage affronteremo lo scottante tema del traffico di stupefacenti con particolare riferimento al contrabbando di hashish proveniente dal Marocco. Lopera stata resa possibile grazie ad una ricerca personale durata parecchi anni, nei quali ho intervistato trafficanti e agenti di diverse forze di polizia di vari paesi europei impegnati nel contrasto. Premetto che non mio compito esaminare gli aspetti psicotropi e clinici della cannabis, citer alcuni studi ma questo un dibattito aperto e acceso allinterno della comunit scientifica e io non sono un medico e nemmeno un farmacologo. Ci a cui mi sono interessato riguarda la recrudescenza che il fenomeno dei traffici di stupefacenti ha nelle nostre societ, con particolare riferimento alle organizzazioni criminali, alla lotta operata da parte delle forze di polizia, ai drammi umani e ai danni economici che anche una sostanza annoverata tra quelle cosiddette leggere comporta. Che i fitocannabinoidi, perci i principi chimici presenti nella pianta della Cannabis sativa, siano classificati come sostanze leggere, lo si ricava dalla contrapposizione con altre sostanze come la cocaina, leroina, il crack, lecstasy e cos via. Dopotutto, la distinzione che d luogo alle varie tabelle I e II o A, B e C, a seconda del legislazione particolare di un paese, proviene pi da scelte politiche che non da vere e proprie indagini scientifiche. Altres, gli studi scientifici accertano che lhashish e la marijuana possono essere ricavati sia dalla pianta della Cannabis sativa sia da quella della Cannabis indica, cos come da variet ibride.
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In Gran Bretagna, ad esempio, la cannabis fu declassata da categoria B a C, poi, nel 2009, fu nuovamente riammessa alla B, e questo perch ci fu grande allarme per la diffusione della cosiddetta skunk, una variet di cannabis ibrida ricavata negli anni 80 incrociando la sativa con la indica. Tuttavia, il professor Iversen, farmacologo della Oxford University, sostiene che non affatto vero che la skunk contenga alte percentuali di principio attivo THC secondo i suoi studi, infatti, questa si aggira intorno al 10 12%. Ulteriori indagini scientifiche dimostrano che la tesi di Leslie Iversen del tutto fondata. Vi sono paesi, come ad esempio lItalia, che dal 2006 non fa pi alcuna distinzione tra le droghe leggere e quelle pesanti, applicando dunque le medesime pene. Associare la marijuana alle droghe pesanti una tendenza che ha cominciato ad affacciarsi a cavallo tra gli anni 80 e 90 con la teoria del 16%, secondo la quale il contenuto di THC nel tempo si quadruplicato rispetto alloriginario 4%. C da chiedersi se veramente la politica di repressione al traffico di stupefacenti sia la strada giusta da percorrere. Il filosofo francese Jacques Derrida, nel suo saggio Rhtorique de la drogue, pubblicato alla fine degli anni 80, metteva in luce come il concetto di sostanza stupefacente sia imposto nelle nostre societ solo su basi politiche e morali e senza nessun fondamento scientifico. Non ve lo far leggere tra le righe, io concordo con questa definizione, sono un antiproibizionista convinto e credo fermamente che il fenomeno del traffico di droga sia un falso problema! Con questo non voglio assolutamente dire che sono dalla parte delle organizzazioni criminali, al contrario, penso che le organizzazioni criminali subirebbero un duro colpo finanziario se finisse lera del proibizionismo!
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Non vi assolutamente dubbio sul fatto che il contrasto alle narcomafie in s una cosa buona, un mondo senza criminali quello che ogni persona onesta vorrebbe! Ma le narcomafie esisterebbero se trafficare droga non rappresentasse pi una fonte di guadagno? Ora qualcuno potrebbe dire, depenalizziamo lomicidio, cos avremo meno delinquenti, se un assassino non pi considerato un criminale allora non dovremmo nemmeno pi perseguirlo. Ebbene, mi sembra unesagerazione e nel corso del libro vedremo meglio queste posizioni. Tuttavia, in questa premessa, dico che la differenza sostanziale, poich se io uccido una persona compio un male immenso privandolo del suo diritto alla vita ma se acquisto droga in una farmacia, ad esempio, e la ingerisco, quello che sto facendo semplicemente esercitare una mia libert. Ora, sempre quel qualcuno, dir, Drogarsi non libert, schiavit, perch comporta assuefazione e morte! S, rispondo io, non credo che sarei pi libero se potessi ingerire cocaina ogni giorno, ma siamo sicuri che tutti lo farebbero? Se le persone fossero educate al rispetto della vita, propria e degli altri, se lambiente rappresentasse per la nostra civilt una risorsa invece che un serbatoio di immondezza, credete veramente che sei miliardi di persone nel mondo ogni mattina si sveglierebbero con lassillo di drogarsi? Si stima che i consumatori di stupefacenti siano intorno ai 250 milioni in tutto il nostro pianeta, la maggior parte dei quali fa uso di cannabis fra i 143 e i 190 milioni ma io resto dellidea che se le droghe fossero legalizzate, non vi sarebbero affatto pi utilizzatori.
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Dopotutto il tabacco legale, lalcol legale, eppure la maggioranza delle persone non fumano e non abusano di alcol. Un tema che ricorrente tra i proibizionisti che il consumo di droga scatena violenza in chi la assume con la conseguenza che aumenta il numero dei reati, soprattutto di sangue. A parte che non sicuramente la cannabis la droga da prendere se si vuole trovare lefferatezza di uccidere qualcuno, ma qui, ancora una volta, il problema mi sembra mal posto. Un individuo vuole fare una rapina o commettere un omicidio, e quindi assume cocaina perch cos crede di trovare la determinazione. Beh, a parte il fatto che piuttosto facile acquistare cocaina al mercato nero, vista la diffusione dei traffici, ma veramente si pu pensare di collegare lincremento dei reati di sangue con la legalizzazione delle droghe? Senzaltro, ci sono individui che assumono stupefacenti pur non avendo intenzione di offendere e poi magari compiono cose orribili perch in preda ai fumi delle sostanze psicotrope, ma ancora una volta la risposta non il proibizionismo. Le nostre societ sono cos deboli da non saper trasmettere valori e quindi di questo che abbiamo paura? Personalmente non ammetto una societ che insegni a drogarsi, che trasmetta il concetto di libert come una liberazione dai divieti della convivenza civile per cui ogni malvagit lecita, non affatto di questo che stiamo parlando. Stiamo affrontando il dilemma se valga ancora la pena di perseguire in una politica proibizionista che arricchisce sempre di pi le mafie e sprofonda miliardi di persone nel terrore, e che obbliga gli Stati a dotarsi di mezzi e di uomini per il contrasto al narcotraffico, con aggravio di costi sociali e umani. Il contrabbando di stupefacenti provoca guerre, al pari del terrorismo, ma sono entrambi
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strumenti efficacissimi per coartare i governi a imporre limitazioni sulla libert dei cittadini e far crescere la paura, e la paura un ottimo strumento di controllo sociale. O forse sarebbe pi corretto dire che un ottimo strumento per poter modellare a piacimento il mezzo per eccellenza di controllo sociale: la legge. Per cui, il narcotraffico un fenomeno planetario che scaturisce esclusivamente dal proibizionismo e quello che si chiede non la sua depenalizzazione, bens la legalizzazione delle sostanze stupefacenti sotto il rigido controllo dello Stato che, cos come avviene per il tabacco e per lalcol, sia associata ad una campagna di informazione sui rischi per la salute e che fin troppo lapalissiano! chiunque commetta delitti sotto leffetto di una sostanza psicotropa, quando stata ingerita con lintenzione di offendere, sia severamente punito senza se e senza ma! chiaro che nessuno, di buon senso, potrebbe proporre ex abrupto la legalizzazione di tutti gli stupefacenti, la questione non va presa sottogamba e richiede tuttaltro che una risoluzione superficiale, tuttavia si potrebbe cominciare proprio con labolizione del proibizionismo della cannabis. Ma in questo nostro mondo avanzato dove tutto marketing orientated, tutto visto in ottica di business e di quanto ogni vita umana si pu spremere per ricavarne il maggior lucro, vi sar mai la possibilit di aprire nelle nostre societ un dibattito serio e propositivo che sia veramente a misura duomo? Sapete, luomo compie tante azioni insensate e talvolta c da domandarsi se sia stupido o se dietro ci sia un disegno preciso di qualcuno, io credo entrambe le cose. A che serve dare ad un bambino una pistola e poi pestarlo perch vi ha sparato in una gamba?

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Durante la nostra ricerca, come evidenziato fin dal titolo, analizzeremo due delle regioni pi interessate da questi traffici, il Marocco e la Costa del Sol, quella che va da capo di Gata fino a Tarifa, nella comunit autonoma dellAndalusia nel sud della Spagna. Bench ai nostri giorni il fenomeno riguardi un po tutta la costa spagnola che si affaccia sul mar Mediterraneo, nella Costa del Sol che, quasi quattro decenni fa, tutto ebbe inizio. Fin dagli anni cinquanta la Spagna era un crocevia per i traffici di stupefacenti, personaggi di spicco della criminalit organizzata italiana e americana vi facevano scalo, ma fino agli anni settanta la cannabis non compariva tra le sostanze contrabbandate. tuttavia negli anni 80 del secolo scorso che la zona comincia a diventare un centro di interesse per la malavita internazionale. Da l partono spedizioni sempre pi ingenti di hashish che trovano mercati ricettivi e ricchissimi nellEuropa occidentale e in nord America.

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Antefatti

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Le rivolte giovanili degli anni 60


Una sommossa considerata la madre di tutte le rivolte studentesche, avviene il 18 Ottobre 1967 nel campus della Madison University nel Wisconsin. Centinaia di studenti si oppongono alla richiesta di nuove assunzioni da parte della industria chimica Dow, impedendo laccesso al palazzo del commercio delluniversit. Siamo in piena guerra del Vietnam, il famigerato 28 fanteria del 2 battaglione, i Black Lions, si trova a Ong Thanh il 17 Ottobre 1967, quando cade vittima di unimboscata da parte del fronte di liberazione nazionale del Vietnam del sud, NLF i famigerati Viet Cong in numero di ben dieci volte superiore. una carneficina, gli statunitensi vengono annientati. Gli americani si rendono conto di non essere invincibili e in patria cominciano a diffondersi le notizie della disfatta. Quei ragazzi, che non volevano andare in guerra e non volevano morire, sono immolati in nome di una libert che sempre pi difficile da comprendere. Non hanno voluto sacrificare la loro vita, la guerra che ha preso le loro vite. La gente negli Stati Uniti comincia a capire che il Vietnam si sta trasformando in un pantano, dal quale se ne uscir con gravi lutti e conseguenze incalcolabili. I ragazzi rientrano a casa dentro sacchi di plastica, quel che rimane di loro, pezzi assemblati come giocattoli smontati nella follia bellica di chi la guerra non la combatte ma la esige in nome degli affari per assicurarsi lauti introiti. La propaganda americana non pu pi arginare la rivolta e quando la Dow che produce il napalm che lesercito impiega durante gli scontri in Vietnam e che mieter molte vittime anche tra gli stessi soldati americani indice una selezione per
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nuove assunzioni, gli studenti delluniversit del Wisconsin insorgono. La disfatta dei Black Lions e la sommossa della Madison University sono pressoch contemporanee, i giovani non vogliono pi sentirsi complici di tali massacri e girano con cartelli dove scritto, Il Vietnam ai vietnamiti, ritorniamo a casa! Le autorit non possono sopportare oltre e la polizia carica, i manganelli volteggiano come impazziti, sono le propaggini repressive del demone capitalista, e il suono delle teste rotte degli universitari suona sinistro; i manifestanti riferiranno che pareva di sentire il rumore di cocomeri spaccarsi. I giovani rivoltosi vengono apostrofati come unti maiali capelloni, comunisti, rossi. Durante gli scontri si ritrovano, nelle opposte fazioni, due vecchi compagni di liceo, il poliziotto dice allo studente, Cosa fai qui?, e lo studente risponde, Cosa fai tu? Noi stiamo solamente facendo valere un diritto, sancito dalla nostra costituzione! Ci sono momenti in cui la libert di parola, bench fissata nelle leggi di uno Stato democratico, non pu essere esercitata; non a discapito degli interessi economici che quello stesso Paese ritiene precipui rispetto la libert dei propri cittadini. una giostra paradossale, come se la libert fosse garantita dal libero mercato il quale, assicurando libera iniziativa, emancipa i cittadini. Alcuni mesi dopo, nel gennaio 1968, i carri armati russi entreranno a Praga per soffocare la ribellione cecoslovacca e riaffermare il totalitarismo comunista. lordine speculare in cui il mondo si organizzato, da una parte lassolutismo della dittatura del proletariato, dallaltra la libert del mercato che fa la libert della gente, ma quando il
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mercato in pregiudizio, la sola libert che pu essere difesa la sua, nessunaltra assume pari dignit. questo che gli studenti americani capiscono ed per questo che combattono, perch non vogliono arrendersi a un mondo che contiene negli schemi del capitalismo, cos come in un sistema autoritario, i diritti e le vite degli esseri umani. Lo stesso rettore delluniversit, William Sewell, che aveva chiesto lintervento della polizia, anni dopo si pent, affermando che la reazione fu largamente sproporzionata alla minaccia rappresentata. Sewell ammise che si era trattato di una pacifica opposizione e che quei ragazzi avevano tutto il diritto di indirizzare la loro protesta contro qualcosa che era profondamente ingiusto. Pi di 70 studenti finirono allospedale, colpiti alla testa, con lesioni alla schiena e ferite alle gambe, e decine di loro dovettero ricorrere ai sanitari perch intossicati dai gas lacrimogeni. Gli studenti erano sbigottiti, pensavano di essere dei veri patrioti che facevano valere i diritti del popolo americano e di altri popoli allautodeterminazione, quei diritti umani consacrati nella loro stessa legislazione; non riuscivano a capire perch la polizia di un paese che si ergeva a emblema della libert si comportava come il braccio armato di un regime totalitario. Era un massacro, gli studenti urlavano, Fascisti!, Sieg Hail!, contro i poliziotti, i quali, non riuscendo a opporre parole alle ragioni dei dimostranti, scatenarono la violenza dei loro bastoni e delle loro bombe lacrimogene. E quando qualcuno dei giovani cercava di sfuggire allaccerchiamento, la polizia reagiva spaccandogli le ginocchia, in modo che non potesse rientrare allinterno del palazzo del commercio. il gioco triste e macabro dei proletari che difendono il regime borghese e dei borghesi in erba che lo contestano. I primi,
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impossibilitati di acculturarsi per ragioni economiche, si trasformano nella migliore milizia per la difesa dei privilegi borghesi; i secondi, acculturati e ribelli, ne minano le fondamenta, ma alcuni di loro, vinti dal trascorrere del tempo nei loro giovanili impeti, rientrano nei ranghi piazzandosi ai piani alti della scala sociale. LAmerica era gi scossa, da oltre dieci anni, dalle battaglie e dalla tenacia del dottor Martin Luther King Jr. che si opponeva alla segregazione razziale e che nel 1964, a soli trentacinque anni, ricevette il premio Nobel per la pace, per il suo impegno nella conquista dei diritti civili esercitato attraverso la non violenza. Fino a quando James Earl Ray, un delinquente abituale che era evaso dal carcere nascondendosi in un furgone per il trasporto del pane nel 1967 mentre scontava una condanna a 20 anni inflittagli nel 1959 il 4 aprile del 1968, a Memphis, pose fine alla sua vita sparandogli un colpo in testa. Era questo lhumus di unAmerica a due facce dove montavano le rivolte, e fu proprio durante la reazione alle proteste come quella della University of Wisconsin Madison che la gente cominci a domandarsi, Quali crudelt commetteranno i soldati americani durante le campagne militari allestero, se la polizia cos brutale nei confronti dei loro stessi compatrioti in casa? Nuove ondate di coscrizioni furono ordinate dal governo, che necessitava di pi combattenti nel cruento fronte vietnamita; cos altri ragazzi partivano e quei fortunati che rientravano non trovavano parate e festeggiamenti ad attenderli. La guerra del Vietnam era una guerra persa e non ci sono celebrazioni per i perdenti. Non furono accolti come i loro padri al rientro dalla secondo guerra mondiale, per loro ci fu lo scherno, il dileggio, loblio e labbandono, e una buona parte fin per delinquere e
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commettere atrocit scatenate da una mente che per un tempo lungo ed intenso aveva assorbito troppi orrori. E lorrore si infiltra e colonizza anche gli spiriti pi pronti e forti. Ma i sediziosi dellUniversit del Wisconsin non videro le loro ragioni perdersi nel nulla; nel 1973, Paul Soglin, ispiratore della rivolta, divenne sindaco di Madison. Con coerenza e coraggio si batt per i diritti delle minoranze e delle donne, costru State Street Mall, quello che oggi chiameremmo un centro commerciale naturale, ovvero una via urbana chiusa al traffico e con attivit commerciali, asili per linfanzia, centri di cultura e di arte e inaugur una stagione dove cittadini e istituzioni locali potevano dibattere i temi della collettivit in un clima di democrazia pi partecipata. Soglin si era laureato in legge nel 1972 in quella stessa universit. Nel 2005, il tenente Clark Welch, dei Black Lions, scampato allagguato del 1967, e il giornalista premio Pulitzer David Maraniss, che nel 2003 pubblic per i tipi di Simon & Shuster, They Marched into Sunlight, un resoconto della battaglia di Ong Thanh e della protesta alla Wisconsin Madison University, incontrarono in Vietnam lex colonnello Vo Minh Triet, allora comandante del 271 reggimento NLF, il quale, in un clima di serena e totale riconciliazione ammise che, Nessuno vinse in quel giorno! Ora, questa contrapposizione, tra chi detiene i fili delleconomia e quindi della politica, e i giovani che si ribellano, determina nella societ costumi e conseguenze che, nel corso degli anni, possono ben divergere dalle intenzioni iniziali e, in certi casi, degradare verso schemi di assoluta decadenza. Quan18

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do il grande potere economico intende imporre un ordine che ottenga la necessaria passivit per potersi esprimere come meglio desidera, non solo incontra delle sacche di resistenza, ma finisce per causare reazioni incontrollabili. La riproposizione di questi avvenimenti, che sembra tanto slegata dal contesto dellopera, data allo scopo di ricordare il clima in cui sono sorte le contestazioni giovanili da cui si sono poi originate quelle istanze di libert che, purtroppo, non sempre sono giunte a compimento con beneficio della collettivit. Spesso sono risultate in un progetto incompiuto che, a mio avviso, ha dato luogo in parte ad una deriva delle premesse iniziali e in parte a un riassorbimento dentro quegli schemi conservatori che si erano proposte di cambiare. Va precisato che non ovviamente questa la sede per un approfondimento di tali dinamiche sociali e che le ricostruzioni storiche sono sempre molto complesse e mai definitive. Non compito della storia quello di accertare i fatti nella loro assoluta autenticit, e ci perch una volta trascorso il tempo impossibile ricreare le stesse identiche situazioni. Non vi riesce un processo giudiziario, seppur nellimmediatezza, figuriamoci la storia. Il suo compito quello di offrire una versione verosimile, quantunque viziata dalle posizioni parziali dei suoi osservatori. Se la fenomenologia riguarda le discipline scientifiche, la storia, che scienza non , ne intrisa. Quello che per mi sembra di poter dire, che in quegli anni la protesta si rivolge al rifiuto di quellordine mondiale che ha tenuto lumanit sotto lo scacco della guerra fredda per quasi mezzo secolo e che, in seguito, si riassorbe nel costume dominante e nella pretesa di un equilibrio mai pienamente compreso.

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Se vero che il capitalismo ha mietuto molte vittime, altrettanto ha fatto suo fratello comunista nellest e la domanda che in molti si sono posti , stata una conseguenza di decisioni non sempre ponderate o cera qualcosa di preordinato?

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Breve storia del narcotraffico e delle organizzazioni criminali


Se negli anni 60 e 70 del secolo scorso, luso di marijuana trovava una ragione seppur non condivisibile nel rifiuto dellideologia capitalista e nel trionfo del rock and roll come filosofia della liberazione, gi dagli anni 80 stava gravandosi di un significato sempre pi connesso al narcotraffico e allaccumulo di capitali da parte della malavita organizzata. Il contrabbando di droghe cominci anni addietro. Gi nei primi anni del secondo dopoguerra, il boss Lucky Luciano aveva ideato la sua rete commerciale per il traffico di eroina e in seguito anche Joe Bananas Bonanno concorse ad allacciare rapporti con i cugini siciliani di cosa nostra, contribuendo alla nascita di una delle pi fiorenti industrie del crimine, venuta a galla grazie alla famosa indagine dellFBI Pizza Connection, che giunse ad una svolta il 12 luglio del 1979, giorno dellassassinio di Carmine Galante, altro boss Newyorchese di origine italiana e importante signore della droga. Lindagine americana, a cui partecip anche la magistratura italiana, mise in luce lenorme giro di affari del traffico tra Sicilia e nord America. La periferia di Palermo si era trasformata in una centrale di ricezione e lavorazione della morfina proveniente dalloriente, vere e proprie raffinerie, con attrezzature e tecnici specializzati. Leroina prendeva cos la via di New York e i capitali, frutto della combine, venivano depositati presso banche Svizzere in valuta statunitense. Tuttavia, gli arresti che seguirono allinchiesta non misero in ginocchio la mafia, n siciliana n americana. La prima aveva avuto in eredit non solo capitali ma anche un sufficiente knowhow per poter continuare limpresa e, cos, gli affari con i cugini
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doltreoceano continuarono e si espansero anche nel resto dItalia e in Europa. Quando negli anni 80 i corleonesi di Tot Riina presero il sopravvento sulla mafia palermitana, non solo ne acquisirono il controllo del territorio ma anche le attivit e i contatti. Erano anni in cui la tossicodipendenza dilagava nel mondo occidentale e cosa nostra cominci a diventare sempre pi temibile e ricca, conquistando un immenso patrimonio. Fino alla fine dei settanta, lhashish non rappresentava un punto di interesse per la criminalit organizzata. Era una droga di poco conto, i ricavi non erano assimilabili a quelli delleroina, richiedeva trasporti complessi e voluminosi e non pareva cos appetita. Ma frattanto, proprio durante la met degli anni settanta, esplose un altro conflitto interno ad unaltra organizzazione mafiosa italiana, quella napoletana. Gi nel 1970 Raffaele Cutolo, criminale italiano condannato allergastolo, in carcere definitivamente dal 1979, form la NCO (Nuova camorra Organizzata) che prese le distanze dai vecchi sistemi criminali della camorra tradizionale quella che nacque a Napoli nel XIX secolo con il nome di Bella Societ Riformata e inser nel catalogo di scelleratezze anche il traffico internazionale di droga. Napoli uno dei pi importanti porti del Mediterraneo e la quantit di merci legali e di contrabbando che da l sono sempre passate, ha spesso rappresentato fonte di guadagno per la criminalit organizzata locale. Con Cutolo la camorra diventa unorganizzazione verticistica, molto simile alla mafia siciliana, che conoscer fasti e gloria ma che i successivi avvicendamenti e guerre interne, dopo il definitivo tramonto del grande boss, porteranno via via ad una
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frammentazione in tanti piccoli Sistemi come sono chiamati in Campania originando una serie di sodalizi criminali in perenne lite per la spartizione dei territori e dei traffici. Questo non significa affatto che la loro potenza criminale venga meno e che la violenza esercitata sia meno temibile. Questi gruppi contribuiscono a far passare per Napoli tonnellate di stupefacenti, oltre che dedicarsi allestorsione, alle rapine, agli omicidi, allo sfruttamento della prostituzione, infiltrarsi nelle istituzioni e via dicendo. Pi o meno nello stesso periodo, intorno alla met degli anni settanta, il fermento bellico interess ancora unaltra organizzazione mafiosa, la ndrangheta calabrese. Fino a quellepoca la ndrangheta aveva avuto rapporti con la massoneria allo scopo di avere un referente per comunicare con le istituzioni. Tuttavia, vecchi e temuti boss come Mommo Piromalli e Paolo De Stefano, decisero di diventare massoni essi stessi per potersi garantire questi contatti in modo diretto e accrescere gli affari senza servirsi di intermediari. Gli esponenti contrari vennero contrastati e si apr una cruenta contesa che vide i primi riportare una sonora vittoria. I boss soccombenti come i Macr e i Tripodo Domenico Tripodo venne fatto uccidere in cella nel 1976 a Poggioreale su ordine di De Stefano erano ancorati ai vecchi codici mafiosi e ritenevano di non doversi alleare con altre organizzazioni, e soprattutto non prendere parte al narcotraffico e ai sequestri di persona che erano le due attivit criminali emergenti in quel periodo in Calabria. cos che, dal racket delle estorsioni e dal contrabbando di tabacco, la ndrangheta fece il suo salto di qualit inserendosi nel

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traffico internazione di stupefacenti finanziato dai sequestri di persona. Fu unascesa che non conobbe rivali e che nel 1997 si consolid con lalleanza con la AUC, Autodefensas Unidas de Colombia (Unit di autodifesa della Colombia). La AUC si costitu come formazione paramilitare di estrema destra per la difesa di alcuni territori colombiani dagli insorti che rapivano, uccidevano e saccheggiavano per linefficienza del governo di garantire la sicurezza. In realt la AUC proteggeva gli interessi dei grandi proprietari e dei benestanti soggiogando e massacrando tanta povera gente per requisirne le propriet. Formatasi dalla riunione di vari gruppi paramilitari, arriv a contare un esercito di circa 20 mila uomini e, come vedremo, avrebbe dovuto sciogliersi gi nel 2006 ma alcune fazioni rimangono tuttora attive. Uno dei suoi capi, Carlos Castao Gil, fu vittima di un attentato nellaprile del 2004, presumibilmente ad opera delle sue stesse guardie del corpo e sul cui esito si rincorrono varie voci, alcune di queste sostengono che sia stato ucciso e altre che sia scampato e si sia dato alla macchia. Poco dopo, alla fine di maggio, il suo braccio destro, Carlos Mauricio Garcia alias Doble Cero, fu rinvenuto cadavere: si era strenuamente opposto allalleanza con i narcos. Il referente della ndrangheta nella AUC era Salvatore Mancuso Gomez, detto anche Triple Cero, nato a Montera, Colombia, nel 1964 da padre italiano e madre colombiana. Mancuso studi prima ingegneria civile alla Pontificia Universidad Javeriana poi economia agraria alla Escuela de Formacin Tcnica Agricola di Bogot e ancora Inglese a Pittsburgh e in Pennsylvania. Dal 2008, in seguito ad estradizione, si trova in carcere negli Stati Uniti per traffico di stupefacenti e
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ha ammesso le sue relazioni con la ndrangheta, confessando di avere fatto pervenire almeno 8 tonnellate di cocaina al porto di Gioia Tauro. Lo stesso Mancuso, che si era impegnato con le autorit colombiane in un processo di pace, durante la sua detenzione in America ha testimoniato a favore della resa e scioglimento della AUC, dichiarando inoltre che la polizia e lesercito colombiano hanno partecipato, insieme allorganizzazione da lui comandata, a massacri compiuti contro ribelli della EPL (Ejrcito Popular de Liberacin), delle FARC (Fuerzas Armadas Revolucionaria de Colombia), della ELN (Ejercito de Liberacion Nacional) e della popolazione civile inerme. La AUC che considerata unorganizzazione terroristica da USA e UE, avrebbe dovuto definitivamente cessare entro il 2006 ma, anche dopo larresto di Mancuso nello stesso anno, e la legge di Pace e Giustizia, Ley de Justicia y Paz, che prevede unamnistia per gli ex appartenenti, alcuni gruppi sono ancora attivi e dichiarano di non volersi consegnare perch tale norma permette lestradizione per i delitti legati al narcotraffico. Accade cos che, dagli anni 80 in poi, la ndrangheta diventa la pi potente organizzazione criminale nella gestione dei traffici di cocaina, assicurandosi una quantit smisurata di denaro che reinveste nelleconomia legale e in altre attivit illecite, tra queste il traffico di hashish che trova, in Gioia Tauro e Napoli, due approdi di fondamentale importanza per il mantenimento delle posizioni di mercato. Larresto di Mancuso e la disgregazione della AUC non ha sicuramente guastato i piani del sodalizio criminale calabrese, che stato capace di inviare in Colombia uomini propri e organizzarsi ai massimi livelli.
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In questa disquisizione dei fatti preliminari che ci introducono al nostro discorso, non si voluto fare riferimento alle organizzazioni a delinquere di stampo mafioso italiane perch si vuole concentrare in esse tutta lattenzione a discapito di altri legami criminali, non questa una dichiarazione di posizioni anti-italiane. Mi sembra perfino superfluo e stupido citare che, tra milioni di persone che popolano le regioni del meridione dItalia, solo alcune migliaia sono appartenenti a cosa nostra, ndrangheta, camorra e sacra corona unita, ma se non lo facessi correrei il rischio che il mio lavoro venga frainteso. Quello che si vuole sottolineare che, grazie (sic!) a queste organizzazioni, oggi il traffico internazionale di droga come lo conosciamo, un fenomeno di portata planetaria che investe in maniera opprimente le nostre vite e le nostre economie e che si configura come un mostro quasi invulnerabile, poich gli tagli una testa e gliene spuntano altre due, gli mozzi una mano ma lui reagisce con le altre mille. Ho detto quasi, perch sono daccordo con il grande e mai abbastanza compianto giudice Giovanni Falcone, vittima insieme alla moglie e tre uomini della scorta, di una strage di mafia alle porte di Palermo nel 1992, il quale diceva che la criminalit organizzata, come tutti i fenomeni umani, prima o poi finir! Il fatto che le mafie italiane hanno fatto scuola, si sono inserite nei luoghi del potere temporale e criminale, hanno invaso le nostre societ e messo le mani in molti paesi nel mondo, questo significa che perfino quei delinquenti che non ne sono associati, finiscono per fare affari con loro. sicuro che non esiste solo una mafia italiana, ne esistono in Cina, in Giappone, in Russia, in Irlanda, in quasi ogni stato, per il punto il modo in cui quelle italiane si sono sapute im26

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porre, trovando intese al di l di fronteggiarsi in guerre interne con le loro corrispondenti straniere, di sapersi proporre anche autonomamente a livello internazionale, di dimostrare grande efficienza nel riciclaggio dei capitali e nellinfiltrarsi nelleconomia legale e nelle istituzioni. Tutto questo ha determinato una diffusione del crimine allarmante, oltre che una scia di sangue interminabile. Come sentiremo dalle testimonianze di alcuni trafficanti e di esponenti delle forze dellordine impegnate nel contrasto al narcotraffico, il fenomeno del contrabbando di hashish non avrebbe assunto dimensioni cos preoccupanti se le associazioni criminali italiane non avessero dato il loro contributo. Se vero, come alcuni dei protagonisti stessi sostengono, che questa attivit si pu fare anche da soli, senza nessuna organizzazione alle spalle, pur sempre sicuro che senza i loro soldi questi commerci non sarebbero cos fiorenti. E che siano fiorenti significa che si muovono grandi quantit di stupefacenti che richiedono preparazione logistica, relazioni commerciali, capacit di negoziare anche con le istituzioni governative e finanziarie al momento di re-impiegare i capitali. Sono gli stessi trafficanti che operano come indipendenti che ci dicono che quasi sempre la loro carriera finisce senza un soldo, a riprova di quanto asseriva Thomas Tusser poeta inglese del XVI secolo che nella sua saggezza contadina profetizz che uno sciocco e il suo denaro si separano molto in fretta. E tuttavia, se il trafficante non allineato vive nella dissolutezza e nel vizio, e finisce in galera e povero, altrettanto non si pu dire della criminalit organizzata. certo che il numero di boss arrestati sempre in aumento, cos come le confische dei loro
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beni, per, nel suo complesso, le organizzazioni mantengono posizioni forti, continuano a trafficare, assicurano un certo benessere ai loro affiliati detenuti e alle loro famiglie, governano patrimoni importanti e intessono relazioni sempre pi inquietanti anche con le autorit. Per non dire che fanno scuola, ovvero, che altre compagini, non dello stesso spessore, cercano di ricalcarne la struttura e le dinamiche. Non si pu tralasciare che il traffico di droga, come qualsiasi commercio internazionale, unattivit complessa che richiede una serie di attori che formano una lunga filiera. In conclusione, la mafia italiana stata instradata sulla via della droga dai suoi cugini espatriati negli Stati Uniti, ma stata capace di non soggiacere al ruolo di spalla; fiutato laffare ne ha subito capito i meccanismi e perfino reinventato i metodi. Qualcuno dir che proprio in Spagna stato accertato, da indagini e conseguenti arresti, che la mafia russa si era infiltrata in alcune istituzioni locali, corrompendo pubblici amministratori per ottenere concessioni edilizie, commerciali e altro ancora. Ebbene, queste sono attivit che le mafie italiane portano avanti da quando sono comparse quasi due secoli or sono! Nellolimpo criminale le organizzazioni italiane non si possono considerare un dio minore.

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Hashish

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Origini della parola Hashish


Le origini della parola hashish sono invero piuttosto controverse. C chi le fa risalire erroneamente! alla setta degli han, da cui deriverebbe la parola assassino. Essi costituivano una consorteria di Nizariti detta appunto degli Assassini, di origine ismailita, nata nellVIII secolo e attiva fino al XIV in Persia, in Siria e in tutta larea mediorientale. Inizialmente la setta non era altro che una rappresentanza di fedeli ismailiti, ossia di seguaci sciiti, in un luogo, la Persia, che allora era ancora fedele alla sunnah. Intorno alla fine dellXI secolo, sotto il comando di HasanI-Sabbh, cominciarono a seminare allarme tra i nemici politici con azioni che oggi potremmo definire di vero e proprio terrorismo suicida. La loro vittima era solitamente una persona importante che veniva uccisa in pubblico, in una moschea o in una piazza, e lassoluta freddezza con cui poi subivano la ritorsione delle guardie del corpo dellucciso, le quali reagivano massacrandoli letteralmente, diede luogo alla diceria che il torpore e la tranquillit che mostravano durante il loro linciaggio erano causati dagli effetti dellhashish assunto prima di ogni missione. In realt, in arabo, mangiatori di hashish si dice han, ma non tutti gli arabisti condividono questa tesi, Amin Maalouf, studioso e autore libanese, contesta vivacemente tale derivazione, sostenendo che la parola ass, che significa fondamenti, sia la giusta etimologia da cui proviene il nome della setta. In ogni caso, molte delle cose comunemente divulgate sulla setta dei Nizariti sono leggenda o puramente informazione di

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basso profilo senza nesso e senza fondamento proveniente da sedicenti esperti. Altre versioni, pi accettate tra gli studiosi, vogliono invece che la parola hashish derivi dallarabo ha, ovvero erba. Ancora, c chi fa risalire la parola agli ascetici sufi che facevano uso di tale sostanza. Questi erano una setta di mistici, le cui origini forse risalgono a Hasan al-Basri, vissuto tra il VII e lVIII secolo. Il sufismo anche indicato come la dottrina religiosa che fonde la mistica del Cristianesimo con il Neoplatonismo, dando luogo ad una forma di profonda spiritualit e di ricerca di Dio nellIslam. Tale dottrina sposa diversi caratteri di interiorit come quelli tipici del mondo greco, persiano e perfino ind. Nellambiente musulmano i sufi hanno sofferto di un certo ostracismo proprio a causa delluso di hashish, da loro impiegato per scopi trascendentali. Non a caso alcuni marocchini indicano la migliore qualit di hashish da loro prodotta con lespressione bismillah, che non altro che la formula Bi-smi 'llhi al-Rahmni al-Rahmi con la quale si aprono tutte le sure del corano, ad eccezione della nona, e che significa In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso. Per la verit, durante la mia ricerca, ho appurato che parecchi in Marocco e nel Rif non usano e non sanno di questo modo di dire. Nel mondo antico pare che anche i Celti e altre popolazioni germaniche, facessero ricorso allhashish come strumento di comunicazione ascetica mentre, negli anni trenta del secolo scorso, l'antropologa polacca Sula Benet ha rilevato la probabilit che gli antichi ebrei facessero uso sacro della marijuana, attribuendo alle parole kaneh bosm, pi volte citate nella bibbia
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tra cui cfr. Gen. 1:29-30; Es. 30:8-10 e 30:22-33; CdC 4: 8-14; Is. 43:22-24; Ger. 6:20; Ez. 27:19 il significato di cannabis, teoria che fu poi confermata dalla Hebrew University of Jerusalem nel 1980. Tuttavia nelle versioni in circolazione tale termine stato interpretato dai traduttori come una specie erbacea del tipo Calamo ovvero Acorus, una pianta aromatica della famiglia delle Acoraceae. Altres, i primi cristiani usavano lolio di cannabis, almeno per scopi terapeutici e come unguento per il sacramento del battesimo, a significare il passaggio dal peccato al Regno dei Cieli. Ma la ritroviamo anche nei culti Hindu e in quelli Buddisti, dove si racconta che Siddhartha, prima di divenire il Buddha, mangi per sei anni semi di cannabis, tuttavia luso ai fedeli ne assolutamente sconsigliato. Ai giorni nostri il culto religioso pi noto a fare uso della cannabis quello Rastafari, nato negli anni trenta del 1900 dal sincretismo di diverse culture cristiane in Giamaica. Il movimento Rastafari di matrice monoteista e adora Haile Selassie I nome vero Tafari Makonnen sovrano di Etiopia che regn dal 1930 al 1974, riconoscendolo come la Parusia di Cristo, ovvero il secondo avvento di Ges sulla terra. Come parecchi degli stessi aderenti al culto Rasta ammettono, pi che di una religione, si tratta di una filosofia di vita. Il movimento Ethiopian Zion Coptic Church che non ha niente a che fare con la Chiesa Copta dEtiopia e che si originato dalla tradizione Rastafari negli anni 70, incontrando intorno al 1975 forte consenso in Florida, considera la cannabis come leucaristia, facendo risalire tale credenza a una incerta tradizione orale Etiope presente fin dai tempi di Cristo.
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La Cannabis.
La Canapa, Cannabis Sativa L.1753, una pianta appartenente alla famiglia delle Cannabaceae dellordine delle Urticales. Tra gli studiosi esiste unaccesa disputa sulle sue origini ed evoluzione, dibattuto se le variet coltivate possano essere riassunte in ununica specie, Cannabis Sativa, o se possano considerarsi diverse, come quella detta indica o quella chiamata ruderalis. Due scienziati, Stanley J. Watson e Robert C. Clarke, propendono per includere tutte le variet nella specie sativa, ad eccezione di quelle coltivate in Afghanistan e in Pakistan per la produzione di hashish, che meglio troverebbero riscontro nel gruppo della Cannabis indica. Sicuramente la cannabis nativa dellAsia centrale ed stata in seguito portata in Europa e in America. Scavi archeologici in Cina fanno risalire a 2500 anni fa una quantit di semi di canapa ritrovati in una borsa di pelle. La vetust di tale specie vegetale tuttavia certa, visto che il termine compare anche nellantica lingua sanscrita con il lemma Ganja. Ritornando su alcuni aspetti botanici, la germinazione della pianta avviene in primavera e la fioritura in estate inoltrata, mentre limpollinazione si produce per trasporto del vento. In autunno fanno la comparsa gli acheni, ognuno dei quali racchiude un seme. Il suo sviluppo consente unaltezza fino a 5 metri ma solitamente si assesta tra 1,5 e 2 metri. Le sostanze stupefacenti quali lhashish e la marijuana si possono ricavare sia dalla specie indica che da quella sativa, cos come da variet ibride.

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La marijuana, erba, si ricava dalle infiorescenze femminili a seguito di processo di essiccazione; mentre lhashish la resina che si ottiene dalle infiorescenze attraverso la battitura delle cime secche. Durante gli anni trenta del diciannovesimo secolo nacquero una serie di iniziative sulluso industriale della canapa, tra cui la pi famosa fu la cosiddetta Hemp Car costruita da Henry Ford, la Ford T, interamente realizzata in canapa e che utilizzava un carburante a base di canapa. Altre applicazioni prevedevano la creazione di materie plastiche e carta. Tuttavia, il petrolio cominciava in quegli anni ad imporsi sullo scenario mondiale anche se era molto meno innocuo della canapa per lambiente. Il potente editore William Randolph Hearst, proprietario di un impero mediatico, produceva la carta per i suoi giornali con il legno e con limpiego di enormi quantit di solventi chimici che acquistava dalle industrie Du Pont. I due colossi si allearono e, grazie ai giornali di Hearst, scatenarono una campagna contro la canapa alla quale addossarono i delitti pi violenti riportati dalla cronaca. La canapa venne chiamata con il nome messicano di Marijuana, profittando del fatto che gli Stati Uniti avevano recentemente combattuto una guerra contro il Messico per una discordia sui confini, e sentimenti di rancore contro la nazione centroamericana erano ancora diffusi in tutto il Paese. In quel periodo nessuno in America conosceva quella parola e lespediente ebbe un impatto devastante; lopinione pubblica conosceva la canapa per gli usi industriali e come un calmante dalleffetto blando che non induceva affatto violenza ma semmai ilarit. Al tempo veniva infatti impiegata anche ad uso clinico.
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Altro fattore che gioc a favore di Hearst e delle industrie Du Pont, fu la profonda crisi economica dellepoca, per cui, nel 1937, il Congresso approv una legge Marijuana Tax Act che proibiva perentoriamente la coltivazione della canapa, sia quella ricca di resina, sia quella che ne era sprovvista. Di come siano andate le cose per lambiente, e anche per gli equilibri geopolitici, grazie alluso del petrolio e alla deforestazione per la fabbricazione della carta sappiamo bene. Inoltre, proprio un certo proibizionismo, unito a fenomeni ancora una volta repressivi e istiganti unindiscussa mentalit bieca e tipica del mondo capitalista, hanno favorito il consumo di cannabis come stupefacente e il fiorire dei traffici illeciti legati a questa sostanza che, a partire dalluso medico fino alle applicazioni industriali, ha parecchi pregi. In quanto al principio attivo della cannabis, il THC tetraidrocannabinolo o delta-9-tetraidrocannabinolo C21H30O2 che la sostanza con effetto psicotropo, come abbiamo gi accennato, oggetto di accese dispute nella comunit scientifica. C che asserisce che lassunzione di THC comporta assuefazione, anche se dopo un lungo periodo, cos come linsorgenza di una serie di patologie a carico dellapparato respiratorio e danni per la salute mentale; inoltre, sempre secondo tali studiosi, soprattutto se ingerito insieme ad alcol, pu causare nel soggetto un comportamento violento. Il dottor Jos Javier Fernndez, professore negli atenei di Barcellona e Madrid e gi presidente dell'International Cannabinoid Research Society (ICRS), totalmente contrario agli usi terapeutici della cannabis ma accetta limpiego dei cannabinoidi di sintesi.

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Al contrario, altri studiosi, sostengono la bont del THC nella cura di diverse patologie, per combattere lastinenza da oppiacei e da alcol, e nelle terapie del dolore in genere. La reazione psicoattiva della cannabis assicurata dai fiori femminili della pianta (la c.d. marijuana) e dalla sua resina (hashish) che, a seguito delle elevate temperature dovute alla lavorazione o alla stessa combustione quando si fumano, alterano la molecola componente il principio attivo THC favorendone lassimilazione da parte dellorganismo. Gli effetti che si possono osservare nei soggetti che ne fanno uso sono una spiccata ilarit, sensazione di benessere, un certo grado di coinvolgimento in attivit ricreative di gruppo e assenza di istinti violenti, al contrario che nei consumatori abituali di alcool. Tuttavia, la sensazione di benessere pu essere, soprattutto in soggetti poco abituati, di brevissima durata e sostituita da capogiri, nausea e vomiti, e non nemmeno raro che allo stato di spensieratezza si sostituiscano pensieri paranoici e angosciosi. Uno studio pubblicato dalluniversit di Oxford 1 , sostiene che luso prolungato di cannabis non comporta disturbi di tipo cognitivo. La rivista The Lancet 2 , ha pubblicato nel 2008 una ricerca nella quale si evidenzia che luso di cannabis meno nocivo della nicotina, dellalcool e delle benzodiazepine (sostanze
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con effetti ansiolitici, ipnotici, sedativi e anestetici). Il professor David Nutt, della Bristol University, consigliere del governo britannico per la lotta alle droghe, conferma la minore pericolosit della cannabis rispetto allalcool e alla nicotina. rilevabile come in natura esistano varie piante arbusti e alberi velenosi per luomo, eppure a nessuno verrebbe in mente di abbatterli e di scatenare una guerra contro certe specie vegetali. Che la cannabis sia un rimedio per alcune patologie umane lasciamolo decidere alla scienza medica, sicuramente limpiego terapeutico non ha niente a che vedere con il traffico illecito e con il consumo ad esso correlato. Gli usi invece pratici della cannabis, ai fini industriali, andrebbero decisamente riveduti, alla luce delle nuove conoscenze, tecnologie e capacit di controllo; perch le coltivazioni non scadano in fabbriche di stupefacenti a beneficio della criminalit. Se uno sviluppo sostenibile duopo per salvare il nostro ambiente e la nostra economia, sarebbe alquanto stupido rinunciarvi.

Infiorescenza della pianta di Cannabis

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Semi di cannabis

Kif pronto da fumare

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Due quesiti
In chiusura, due quesiti. Oltre alla criminalit, a chi farebbe paura la legalizzazione degli stupefacenti? A chi oggi ricicla i soldi, a chi pu darli in prestito cos da avere per le mani la vita di molte persone che, se quei capitali non fossero frutto di traffici illeciti, magari potrebbero conseguirli senza indebitarsi attraverso le maggiori possibilit che tutti avremmo? Chi altri? Se le droghe fossero liberalizzate e i consumatori calassero, chi comincerebbe a preoccuparsi? Provate a rispondere voi.

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Difficilmente troverete un resoconto cos dettagliato e brillante sullhashish, i traffici di droga e il riciclaggio del denaro sporco in un unico volume. Un reportage eccezionale e coraggioso. B.S. Botnick

Note sullautore: Bob J. Zehmer studioso di scienze sociali un economista indipendente e lavora come consulente economico per diverse aziende in Europa e America. Appassionato di letteratura e rock, ha pubblicato il romanzo Blue Opera Rock nel 2009 e il poema Gist & Zest nel 2008
Da Kif, Hashish dal Marocco, di Bob J. Zehmer, versione italiana a cura di Esme de Alma Estratto distribuito gratuitamente su permesso dellautore in licenza creative commons, 2011. L'opera originale in lingua inglese pubblicata negli Stati Uniti da eBookIT, Dic. 2010 (Copyright by Bob J. Zehmer, 2010, USA)

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