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La vegetazione del comprensorio del Monte Peglia

Roberto Venanzoni Daniela Gigante

Quaderni di Educazione Ambientale Provincia di Terni

Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale

Universit degli Studi di Perugia

Ministero dellAmbiente e Tutela del Territorio

Indirizzo degli autori: R. Venanzoni, D. Gigante Dip. di Biologia vegetale e Biotecnologie agroambientali e zootecniche Universit degli Studi di Perugia Borgo XX giugno, 74 - 06121 Perugia e-mail: rvenanzo@unipg.it

Provincia di Terrni Servizio Pubblica Istruzione e Universit Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale Via Plinio il Giovane, 21 - 05100 Terni tel: 0744 483 534/539/566 fax: 0744 483 522 e-mail: labeduamb@provincia.terni.it www.provincia.terni.it/educazioneambientale Dirigente: Dott. Lucio Del Corn Responsabile: Dott.ssa Anna Di Antonio

Realizzato con il contributo del Programma INFEA Regione dellUmbria 2002-2003 2

Presentazione Per una buona politica del territorio, non sono sufficienti le leggi di tutela ambientale se parallelamente non intervengono iniziative di educazione allambiente basate su una conoscenza tecnico-scientifica del patrimonio ambientale su cui i regolamenti si applicano. Questa pubblicazione avente per argomento La Vegetazione del Comprensorio del Monte Peglia stata curata dalla Dott.ssa Daniela Gigante con la supervisione del Prof. Roberto Venanzoni del Dip. di Biologia Vegetale e Biotecnologie Agroambientali e Zootecniche dellUniversit degli Studi di Perugia, e si basa su studi floristico-vegetazionali triennali compiuti per lelaborazione di un Dottorato di ricerca. Limportanza della conoscenza tecnico-scientifica del patrimonio naturale da parte degli Enti locali fornisce una buona base di partenza per attivare politiche di salvaguardia, conservazione e progettazione sostenibile del territorio, la presentazione di dati scientifici in chiave didattico-divulgativa permette la conoscenza delle risorse naturali a tutti i livelli culturali, e non solo agli addetti ai lavori: questo pu solo favorire la comprensione dellimportanza della conservazione del patrimonio ambientale e la formazione di una coscienza di rispetto e di uso sostenibile delle risorse. Questo contributo va ad arricchire la Collana Strumenti per lEducazione Ambientale promossa dal Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale presente allinterno dellAssessorato alla Pubblica Istruzione e Universit della Provincia di Terni, che ha gi visto la pubblicazione di una guida ai percorsi di educazione ambientale presenti sul territorio e di un contributo sulla predisposizione di supporti didattici per capire lambiente che ci circonda. Esprimiamo tutto il nostro ringraziamento per il contributo che la Dott.ssa Gigante e il Prof. Venanzoni hanno voluto mettere a disposizione di tutti coloro che desiderano avvicinarsi alla conoscenza del patrimonio vegetale presente nel Comprensorio del Monte Peglia.

Arch. Giuseppe Chianella Assessore alla Pubblica Istruzione e Universit Provincia di Terni

Presentazione

Premessa Le ricerche botaniche relative al comprensorio del M. Peglia non sono numerose. Gi Calestani (1907) commentava nel suo contributo alla vegetazione dei dintorni di Orvieto Le alte zone del sistema collinare del Peglia, ove leocene e il giurese prendono il posto delle sabbie plioceniche, non furono da me esplorate che molto imperfettamente. Ne colpa lesser quelle regioni molto distanti da Orvieto, disabilitate, senza possibilit, n di recarvisi comodamente, n di comodamente soggiornarvi.. Informazioni sulle specie vegetali presenti sono deducibili dai diversi contributi, sia a livello regionale che locale, di Batelli (1886, 1887, 1888) Bellini (1899), Calestani (1907), Barsali (1929-1933), Lippi-Boncambi (1952). Apporti pi recenti sono quelli sulla Flora officinale (De Capite e Menghini, 1975) e sulle pinete del M. Peglia (Menghini 1981). Negli ultimi anni sono stati pubblicati alcuni contributi sulla biodiversit di questo territorio (Menghini et al., 1996) e sugli aspetti floristici, faunistici e micologici del territorio del Monte Peglia (Farnesi et al., 1998). Il territorio considerato presenta una ricchezza floristica, vegetazionale e paesaggistica notevole e inesplorata che ancora merita studi approfonditi. Larea risulta in gran parte inclusa nel Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico-Ambientale Monte Peglia e Selva di Meana (S.T.I.N.A.), istituito con la L.R. 4 del 13.01.2000. I dati qui esposti rappresentano una breve sintesi delle attuali conoscenze floristiche e vegetazionali del M. Peglia (Gigante, 2001). Lambiente fisico Il comprensorio del Monte Peglia un territorio dalla morfologia articolata. Il paesaggio fisico si presenta come una successione di colline di modesta elevazione (la quota maggiore raggiunta dal M. Peglia: 837 m s.l.m.) solcate da numerosi impluvi e vallecole di piccole dimensioni. Dal punto di vista idrografico larea appartiene interamente al bacino del F. Tevere. Il corso dacqua principale rappresentato dal T. Chiani che, dopo aver attraversato con corso sinuoso le formazioni terziarie entro le quali ha prodotto unangusta e profonda incisione, scende rapidamente al F. Paglia che incontra presso Orvieto, alla quota di 111 m s.l.m. Il F. Paglia a sua volta confluente nel F. Tevere. Tra i corsi dacqua minori pu essere ricordato il T. Fersinone, affluente del F. Nestore. Linquadramento climatico dellarea fa riferimento alle stazioni presenti sia allinterno del territorio che in zone limitrofe (stazioni termopluviometriche di Orvieto, Corbara, Alviano Scalo, Todi, Acquapendente, Perugia; stazioni pluviometriche di Ficulle, Montegabbione, Prodo, Fratta Todina, Compignano, Torgiano) (Venanzoni et al., 1998). Sulla base dellapplicazione degli Indici Bioclimatici di Rivas-Martnez, lintero territorio appartiene al Macrobioclima Temperato, nellambito del quale molto diffusa risulta la Variante Submediterranea. Tutta larea compresa nel Piano bioclimatico Collinare. Gli ombrotipi rappresentati sono il Subumido e lUmido (Fig. 1). Il territorio risulta molto diversificato dal punto di vista geolitologico, a causa delle molte e varie formazioni che vi affiorano che, in linea molto generale, posso5

Introduzione e Paesaggio fisico

no essere riunite in quattro gruppi: carbonatico, terrigeno, post-orogenico e vulcanico (Jacobacci et al., 1970). Il complesso carbonatico comprende le formazioni appartenenti alla serie Umbro-Marchigiana, in particolare Maiolica, Scaglia rosata, Scaglia rossa, Scaglia bianca, Marne, calcari e calcari marnosi di M. Peglia, Scaglia cinerea. Le formazioni calcaree affiorano in un territorio di estensione limitata, localizzato in corrispondenza delle cime dei M.ti Peglia e Piatto. Il complesso terrigeno include le formazioni generatesi a seguito di processi sedimentari di natura

ACQUAPENDENTE (425 m s.l.m.)

mm

300 200 100 80 60 40 20 0 -20

TODI (411 m s.l.m.)

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300 200 100 80 60 40 20 0 -20

PERUGIA (493 m s.l.m.)

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60 50 40 30 20 10 0 -10 G F M A M G L A S O N D

60 50 40 30 20 10 0 -10 G F M A M G L A S O N D

60 50

40 30 20 10 0 -10 G F M A M G L A S O N D

Introduzione e Paesaggio fisico

ORVIETO (315 m s.l.m.)

mm

300 200 100 80 60 40 20 0 -20

ALVIANO SCALO (89 m s.l.m.)

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CORBARA (119 m s.l.m.)

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300 200 100 80 60 40 20 0 -20 60 50 40 30 20 10 0 -10 G F M A M G L A S O N D

300 200 100 80 60 40 20 0 -20

60 50 40 30 20 10 0 -10 G F M A M G L A S O N D

60 50 40 30 20 10 0 -10 G F M A M G L A S O N D

MONTEGABBIONE (594 m s.l.m.)

mm 300

FICULLE (437 m s.l.m.)

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PRODO (404 m s.l.m.)

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TORGIANO (219 m s.l.m.)

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FRATTA TODINA (214 m s.l.m.)

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COMPIGNANO (264 m s.l.m.)

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Fig. 1. Diagrammi climatici delle stazioni termopluviometriche e pluviometriche presenti allinterno del territorio o nelle aree limitrofe. 6

torbiditica, comprendenti Macigno del Mugello, Scisti varicolori e Nummulitico; esse sono largamente rappresentate nel territorio, caratterizzando estese superfici. Il complesso post-orogenetico comprende i depositi affioranti nei fondovalle e nelle aree collinari accumulatisi a partire dal Pliocene inferiore e riferibili principalmente ad Argille, Alluvioni, Detrito. Questi litotipi sono poco diffusi e limitati a ridotte aree basso-collinari e di fondovalle. Il complesso vulcanico comprende i depositi piroclastici formatisi a seguito delle eruzioni vulcaniche dellarea vulsina; ad esso pu essere riferito lApparato di S. Venanzo dove affiorano delle vulcaniti che comprendono tufi e meliliti leucitiche. Flora La Flora del comprensorio del Monte Peglia si presenta molto ricca e diversificata in relazione allelevata variet degli ambienti presenti ed al loro stato di conservazione, generalmente buono. Il macroclima dellarea presenta caratteristiche di transizione tra il Mediterraneo e il Temperato e la flora esprime appieno questa particolarit con la presenza di numerose entit steno- o euri-mediterranee accanto ad altre con diffusione prevalentemente centro-europea. In considerazione della brevit della trattazione viene riporto un elenco delle entit pi significative osservate nel territorio. Le specie contrassegnate con * sono di nuova segnalazione per la Regione, mentre le successive sono meritevoli di menzione perch rare o interessanti. Per ciascuna di esse si indica brevemente lhabitat in cui sono state osservate e, in parentesi, la categoria di rischio a cui vengono riferite se incluse nella Lista Rossa regionale delle piante dItalia (Conti et al., 1997). I campioni derbario sono depositati presso lerbario del Dipartimento di Biologia vegetale e Biotecnologie agroambientali dellUniversit di Perugia *Alcea setosa (Boiss.) Alef.: diffusa lungo i margini stradali, di probabile diffusione antropogena; *Orchis antropophora (L.) All. x Orchis simia Lam.: entit ibrida nota solo per il territorio marchigiano (Crescentini e Klaver, 1997); rara nelle formazioni erbacee su arenaria (Fig. 2); *Scorzonera hirsuta L.: localizzata nei pascoli xerici su calcare del M. Piatto; Andryala integrifolia L.: rara negli ambienti aridi disturbati, su arenaria; Asterolinon linum-stellatum (L.) Duby: rara nei pratelli terofitici su arenaria affiorante; Carex pallescens L.: diffusa negli ambienti umidi al margine delle cerrete mesoacidofile; Carpinus orientalis Mill. ssp. orientalis: non frequente, in contatto con la lecceta, soprattutto negli impluvi; Centaurium maritimum (L.) Fritsch: rara nei pratelli terofitici su arenaria (Lista Rossa Regionale: LR); Centaurium tenuiflorum (Hoffmgg. et Lk.) Fritsch: rara nelle aree di ristagno dacqua su marne; Crucianella latifolia L.: rara nelle aree di erosione calanchiforme;
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Aspetti floristici

Danthonia alpina Vest: rarissima nelle radure delle cerrete termoacidofile; Holcus mollis L. ssp. mollis: diffusa al margine delle cerrete mesoacidoflie; Hymenocarpus circinnatus (L.) Savi: nei pratelli terofitici su marne, a margine dei sentieri; Isolepis cernua (Vahl) R. et S.: rarissima nelle pozze temporanee su arenaria (Lista Rossa Regionale: VU); Jasione montana L.: rara nelle garighe su arenaria, in contatto con le cerrete termoacidofile; Juncus capitatus Weigel: rara nelle pozze temporanee su arenaria (Lista Rossa Regionale: EN); Juncus conglomeratus L.: rara nei pressi delle pozze temporanee, su arenaria; Melilotus neapolitana Ten.: piuttosto diffusa nelle cenosi terofitiche ruderali su arenaria; Minuartia mediterranea (Link) Maly: rara nei pratelli terofitici su arenaria (Lista Rossa Regionale: LR); Onobrychis alba (W. et K.) Desv. subsp. tenoreana (Lacaita) Pign.: abbastanza diffusa nei pascoli xerici su calcare del M. Peglia; Polygala monspeliaca L.: frequente nei pratelli terofitici su arenaria (Lista Rossa Regionale: LR); Psilurus incurvus (Gouan) Schinz et Thell.: non frequente nei pratelli terofitici su calcare; Ranunculus illyricus L.: sporadica nei pascoli xerici su calcare delle aree sommitali del M. Piatto; Silene viridiflora L.: frequente nelle cerrete mesoacidofile; Teesdalia coronopifolia (Bergeret) Thell.: rarissima nei pratelli terofitici su arenaria; Trisetaria michelii (Savi) D. Heller: rara nei pratelli terofitici su arenaria; Veronica montana L.: localizzata nei boschi dimpluvio a Carpinus betulus su calcare; Vicia cassubica L.: rara, a margine delle cerrete mesoacidofile (Lista Rossa Regionale: LR); Xeranthemum cylindraceum S. et S: diffusa nei pascoli xerici su calcare e calcare marnoso. Le orchidee Unanalisi esaustiva della flora meriterebbe una trattazione pi ampia e dettagliata, ben aldil degli intenti di questa pubblicazione. Si quindi scelto di porre maggiore attenzione ad un gruppo di specie che, sia per bellezza che per importanza come bioindicatori, possono rivestire un interesse particolare ed incuriosire anche i meno esperti: le orchidee. Si riporta lelenco completo delle specie di questa famiglia osservate nel territorio del M. Peglia. Anacamptis pyramidalis (L.) l.c. Rich. Cephalanthera damasonium (Miller) Druce Cephalanthera longifolia (Hudson) Fritsch Cephalanthera rubra (L.) L.C. Rich. Epipactis helleborine (L.) Crantz Epipactis microphylla (Ehrh.) Swartz
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Aspetti floristici

Fig. 2. Orchis anthropophora; ibrido di Orchis anthropophora x Orchis simia.

Aspetti floristici

Himanthoglossum adriaticum H. Baumann Limodorum abortivum (L.) Swartz Neottia nidus-avis (L.) L.C. Rich. Ophrys apifera Hudson Ophrys bertolonii Mor. (Fig. 3) Ophrys fuciflora (Crantz) Moench (Fig. 3) Ophrys fusca Link Ophrys insectifera L. (Fig. 3) Ophrys sphegodes Miller (Fig. 3) Orchis antropophora (L.) All. x Orchis simia Lam. Orchis antropophora (L.) All. Orchis italica Poiret Orchis maculata L. Orchis morio L. Orchis papilionacea L. (Fig. 4) Orchis pauciflora Ten. (Fig. 4) Orchis provincialis Balb. Orchis purpurea Hudson Orchis simia Lam. Orchis tridentata Scop. Orchis ustulata L. Platanthera bifolia (L.) Rchb. Serapias lingua L. (Fig. 4) Serapias vomeracea (Burm.) Briq. (Fig. 4).

Aspetti floristici

Fig. 3. Ophrys fuciflora, Ophrys insectifera, Ophrys sphegodes, Ophrys bertoloni.

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Fig. 4. Orchis papilionacea, Orchis pauciflora, Serapias vomeracea, Serapias lingua.

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Aspetti floristici

Vegetazione e Paesaggio vegetale Il comprensorio del Monte Peglia un territorio ricoperto da estesi lembi di vegetazione boschiva, governata perlopi a ceduo; in alcune zone sono in atto pratiche di avviamento ad alto fusto. Sono presenti alcuni impianti di rimboschimento monospecifici, prevalentemente a pino marittimo, pino nero, pino domestico, pino dAleppo, localizzati soprattutto nella zona sommitale del M. Peglia. Il paesaggio agrario di modesta estensione e generalmente si caratterizza per unagricoltura non intensiva. piuttosto diffuso il fenomeno dellabbandono delle colture ed quindi elevato il numero di aree agricole non pi utilizzate soggette a ricolonizzazione da parte di specie selvatiche erbacee ed arbustive. La vegetazione dellarea viene descritta attraverso lutilizzo delle Serie di Vegetazione. Per Serie di Vegetazione si intende il complesso delle comunit vegetali presenti in un territorio omogeneo dal punto di vista ecologico. Tali comunit vegetali sono collegate tra loro da una relazione dinamica, sono cio tappe di un processo di successione che, in condizioni naturali, partendo da comunit pioniere e semplici, tende a costituire tipi vegetazionali stabili e complessi (ad es., nei nostri climi, un bosco). Escludendo le catastrofi naturali e levoluzione interna, luomo il principale responsabile della differenziazione delle comunit vegetali allinterno delle Serie, attraverso lutilizzazione del territorio! Le diverse comunit vegetali incluse in una serie di vegetazione sono dette tappe di sostituzione. Uno schema interpretativo di questo percorso, valido in linea generale per il territorio in esame, si potrebbe articolare nelle seguenti tappe: prateria annuale, prateria perenne, orlo, mantello o arbusteto e bosco. Scopo principale di questo studio proprio lindividuazione di tutti gli aspetti dinamici in cui si articola la vegetazione del comprensorio del M. Peglia, e la ricostruzione dei legami esistenti tra loro e con le caratteristiche ambientali: clima, geologia, geomorfologia. In questottica, ogni Serie di vegetazione lespressione sintetica dei parametri ecologici che caratterizzano il territorio in cui essa si sviluppa. Ciascuna Serie di vegetazione definita da una frase diagnostica che indica ordinatamente, oltre ai fattori ecologici e geografici pi significativi, la caratterizzazione biogeografia, il tipo bioclimatico, laffinit edafica e quindi la specie dominante della comunit matura o testa di serie. Ai fini dellesposizione e delle caratteristiche vegetazionali si fa riferimento ai principali substrati. La denominazione viene completata dal nome dellassociazione fitosociologica che rappresenta la testa di serie. La descrizione di ciascuna serie accompagnata da un disegno schematico, rappresentativo della distribuzione spaziale e dei rapporti dinamici e catenali esistenti tra le varie formazioni coinvolte.

Paesaggio dei calcari

PAESAGGIO DEI CALCARI OSTRIETO APPENNINICO MESOFILO SU CALCARE Serie climatofila appenninica mesotemperata neutrobasifila del carpino nero Scutellario columnae-Ostryo carpinifoliae var. a Quercus cerris sigmetum

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Lintervallo altitudinale in cui si sviluppa questa Serie di vegetazione compreso allincirca tra 500 e 837 m s.l.m., quota massima raggiunta dal M. Peglia. Dal punto di vista bioclimatico questi tipi di vegetazione sono collegati alla Regione Bioclimatica Temperata, Orizzonte bioclimatico Collinare superiore, Ombrotipo Umido inferiore. Si localizzano sui substrati calcarei e calcareo-marnosi comprendenti le Formazioni della Scaglia rosata, Scaglia rossa, Scaglia bianca, Maiolica, Calcari e calcari marnosi di M. Peglia. Caratterizzano le aree medio-alte del M. Peglia e del M. Piatto. Lassociazione testa di Serie Scutellario columnae-Ostryetum carpinifoliae var. a Quercus cerris si riferisce ai boschi a dominanza di carpino nero (Ostrya carpinifolia), molto diffusi sui rilievi calcarei dellAppenno cetrale. Nellarea calcarea del M. Peglia e del M. Piatto i boschi osservati presentano spesso, accanto al carpino nero, la codominanza del cerro e vengono per questo riferiti ad una variante a Quercus cerris. La tendenza del cerro a prevalere nella composizione dei boschi di queste aree
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Paesaggio dei calcari

Principali stadi della Serie bosco: Scutellario columnae-Ostryetum carpinifoliae var. a Quercus cerris mantello: Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii mantello elio-xerofilo: Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii juniperetosum oxycedri orlo: Digitalido micranthae-Helleboretum bocconei var. a Anemone apennina prateria mesofila: Brizo mediae-Brometum erecti frammenti prateria xerofila: Asperulo purpureae-Brometum erecti var. a Centaurea splendens veg. a crassulacee: Petrorhagio saxifragae-Sedetum sexangularis pratelli terofitici: Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyrophori

Fig. 5. Arbusteto riferibile allassociazione Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii.

Paesaggio dei calcari

ricollegabile da un lato allampia diffusione di questa specie nel settore tirrenico della penisola, e dallaltro alla gestione del bosco che, nei decenni passati, ha privilegiato la diffusione di tale entit per scopi produttivi (principalmente per la produzione di traversine ferroviarie). Tra le specie arboree pi frequenti in questi boschi, oltre al cerro e al carpino nero, si possono ricordare lacero dUngheria (Acer obtusatum) e lorniello (Fraxinus ornus). Al loro interno sono presenti numerose specie erbacee nemorali quali il forasacco maggiore (Bromus ramosus), la scutellaria di Colonna (Scutellaria columnae), la consolida femmina (Symphytum tuberosum), la primula comune (Primula vulgaris), il paleo silvestre (Brachypodium sylvaticum), la dafne laurella (Daphne laureola), la campanula selvatica (Campanula trachelium), lerba-lucciola di Sieber (Luzula sieberi). Tra gli arbusti sono frequenti la berretta da prete (Euonymus europaeus), il biancospino comune (Crataegus monogyna), il biancospino selvatico (Crataegus oxyacantha), il corniolo (Cornus mas). In contatto con i boschi si possono frequentemente osservare le formazioni arbustive di mantello a dominanza di ginestra odorosa (Spartium junceum) e citiso a foglie sessili (Cytisus sessilifolius), generalmente accompagnati da cornetta dondolina (Coronilla emerus ssp. emeroides), vitalba (Clematis vitalba), ligustro (Ligustrum vulgare), ginepro rosso (Juniperus oxycedrus) (Fig. 5). Questultima specie mostra un carattere marcatamente eliofilo e tende ad invadere le aree aperte con individui isolati che danno origine a delle tipiche formazioni di prateria arbustata, inquadrabili nella subassociazione juniperetosum oxycedri. Queste formazioni hanno unevoluzione molto lenta in relazione ai lenti ritmi di accrescimento del ginepro, specie di elevata longevit. Le formazioni di orlo che si sviluppano nelle stazioni fresche ed ombrose, a ridosso della vegetazione arborea o arbustiva, sono caratterizzate dalla dominanza
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Fig. 6. Helleborus bocconei.

Fig. 7. Polygala flavescens.

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Paesaggio dei calcari

Paesaggio dei calcari

dellelleboro di Boccone (Helleborus bocconei, Fig. 6) e della digitale appenninica (Digitalis micrantha) dellassociazione Digitalido micranthae-Helleboretum bocconei. Nel territorio del M. Peglia questa associazione si differenzia dal suo aspetto pi tipico per una particolare abbondanza di anemone dellAppennino (Anemone apennina) e cicerchia veneta (Lathyrus venetus), che danno origine ad una variante. Le praterie secondarie presenti in questi territori calcarei, molto estese soprattutto nelle aree sommitali dei M.i Piatto e Peglia, sono generalmente molto discontinue, povere e sassose. Le aree in cui si sviluppano sono piuttosto acclivi ed i suoli, soggetti a continui fenomeni di erosione, sono ricchi di scheletro ed interessati da frequenti affioramenti rocciosi. Dal punto di vista fitosociologico queste formazioni erbacee vengono riferite allassociazione Asperulo purpureae-Brometum erecti, che ha unampia diffusione sui substrati calcarei dellAppennino centrale. Gli aspetti pi xerofili vanno inquadrati nella subassociazione cephalarietosum leucanthae. Si tratta di praterie magre, con scarso valore pabulare ma molto ricche floristicamente; particolarmente elevato risulta il numero delle specie di orchidee: in tutto il territorio indagato ne sono state rinvenute circa 30 tra le quali appaiono particolarmente interessanti lorchidea calabrese (Orchis pauciflora), lorchidea a farfalla (Orchis papilionacea), lofride insettifera (Ophrys insectifera) (Fig. 3 - 4). Tra le entit pi caratterizzanti si possono citare le vedovine a teste bianche (Cephalaria leucantha), la calcatreppola ametistina (Eryngium anethystinum), la radicchiella laziale (Crepis lacera), laglio delle bisce (Allium sphaerocephalum), il camedrio polio (Teucrium polium ssp. capitatum), la stellina purpurea (Asperula purpurea), la salvastrella minore (Sanguisorba minor ssp. muricata), la scorzonera irsuta (Scorzonera hirsuta), questultima di nuova segnalazione per la regione Umbria. Nelle vicinanze delle formazioni arbustive, in presenza di arbusti isolati o nelle radure, su suoli meno pietrosi rispetto allassociazione precedente, si sviluppa unaltro tipo di prateria xerica, con aspetto pi chiuso e compatto. La specie dominante il paleo rupestre (Brachypodium rupestre), accompagnato dallendemica poligala gialla (Polygala flavescens, Fig. 7) e dallononide spinosa (Ononis spinosa); dal punto di vista fitosociologico queste formazioni vengono riferite allassociazione Polygalo flavescentis-Brachypodietum rupestris. Nelle aree pi pianeggianti, come ad esempio le spianate sommitali, sempre di dimensioni molto modeste, i suoli divengono pi evoluti e meno pietrosi e la vegetazione erbacea si arricchisce di entit mesofile come lerba mazzolina (Dactylis glomerata), la fienarola dei prati (Poa pratensis) e la festuca falascona (Festuca arundinacea). Questi aspetti non sono per sufficientemente differenziati dal punto di vista floristico da giustificarne linquadramento in unassociazione a se stante; vengono pertanto interpretati come frammenti di prateria semi-mesofila. Unaltra tipologia particolare di vegetazione erbacea quella che si sviluppa sugli affioramenti rocciosi subpianeggianti, in corrispondenza dei piccoli accumuli di suolo che si fermano nelle fessure e nelle crepe delle rocce. La vegetazione di questi ambienti dominata da diverse specie del genere Sedum (borracina acre: S. sexangulare, borracina bianca: S. album, borracina rupestre: S. rupestre), entit di piccole dimensioni, con foglie carnose e succulente. Dal punto di vista fitosociologico queste cenosi vengono riferite allassociazione Petrorhagio saxifragae-Sedetum sexangularis. In mosaico con essa, ed in tutte le situazioni in cui il substrato viene ad affiorare a causa dellerosione, sono molto frequenti delle formazioni a
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Fig. 8. Mosaico di anella serie del querceto appenninico termofilo su calcare: frammenti di bosco e di arbusteto.

Fig. 9. Aree di erosione accentuata, colonizzate dagli arbusteti e dalle garighe della serie del querceto appenninico termofilo.

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Paesaggio dei calcari

Fig. 10. I caratteristici inspessimenti della corteccia di Quercus dalechampii.

dominanza di specie annuali di piccola taglia, a sviluppo primaverile, come il paleo cigliato (Vulpia ciliata), liberidella rupina (Hornungia petraea), la draba primaverile (Erophila verna), lalisso annuo (Alyssum alyssoides), la costolina annuale (Hypochoeris achyrophorus), il trifoglio scabro (Trifolium scabrum). Vengono inquadrate nellassociazione Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyrophori nella variante a dominanza di grano delle formiche (Aegilops geniculata)

Paesaggio dei calcari

Aspetti edafo-mesofili Boschi di forra a Carpinus betulus Carpino betuli-Coryletum avellanae I boschi che si sviluppano nelle stazioni di forra, sul fondo dei canaloni e degli impluvi freschi e ombrosi, soprattutto se esposti a settentrione, mostrano un carattere pi mesofilo degli adiacenti boschi di versante. Si tratta di aspetti poco diffusi, di notevole pregio naturalistico per la particolarit ecologica e la ricchezza floristica. La specie arborea dominante in questi aspetti il carpino bianco (Carpinus betulus), spesso accompagnato dal ciliegio selvatico (Prunus avium) e, nello strato arbustivo, dal nocciolo (Corylus avellana). Le specie erbacee sono numerosissime; particolarmente abbondante la componente di geofite a fioritura tardo invernale-primaverile. Tra le entit del sottobosco pi significative possono essere menzionate lelleborine comune (Epipactis helleborine), la veronica montana (Veronica montana), la viola di Rivinus (Viola riviniana), lerba-maga comune (Circaea lutetiana). Dal punto di vista fitosociologico, queste formazioni vengono riferite alla suballeanza appenninica Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli.
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QUERCETO APPENNINICO TERMOFILO SU CALCARE Serie edafo-xerofila preappenninica mesotemperata neutrobasifila della roverella Scutellario columnae-Ostryeto carpinifoliae cytiso sessilifolii sigmetosum Principali stadi della Serie bosco: Scutellario columnae-Ostryetum carpinifoliae cytisetosum sessilifolii mantello: Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii var. a Rhamnus alaternus orlo: Asparago acutifolii-Osyridetum albae prateria xerofila: Asperulo purpureae-Brometum erecti var. a Centaurea splendens La Serie edafo-xerofila della roverella rappresenta gli aspetti di vegetazione pi xerica che, allinterno dei territori di competenza della Serie del carpino nero, colonizzano le stazioni pi povere dal punto di vista edafico, caratterizzate da suoli poco evoluti, in erosione, generalmente ubicate sui versanti esposti a sud (Fig. 8 9). La vegetazione arborea che si sviluppa in tali condizioni frugale, poco strutturata, costituita spesso da boscaglie aperte pi che da veri e propri boschi; viene riferita alla subassociazione Scutellario columnae-Ostryetum carpinifoliae cytisetosum sessilifolii. La specie arborea dominante in questi aspetti la roverella (Quercus pubescens), spesso accompagnata dalla quercia di Dalechamps (Quercus dalechampii), facilmente riconoscibile dai caratteristici inspessimenti costoluti della corteccia (Fig. 10). Gli stadi arbustivi si caratterizzano per la presenza del legnopuzzo (Rhamnus alaternus), specie mediterranea sempreverde che trova in questi ambienti soleggiati condizioni ottimali di sviluppo. Altri arbusti frequenti in queste formazioni, attribuite alla variante a Rhamnus alaternus dello Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii, sono la ginestra odorosa (Spartium junceum), il citiso a foglie sessili (Cytisus sessilifolius), la rosa selvatica comune (Rosa canina). A ridosso degli arbusteti possibile osservare le comunit termofile di premantello riferibili allassociazione Asparago acutifolii-Osyridetum albae. Si tratta di una vegetazione di taglia medio-bassa caratterizzata dalla dominanza di ginestrella comune (Osyris alba), specie mediterranea sempreverde dallaspetto che ricorda quello di una ginestra. Altre entit frequenti in queste formazioni sono lasparago pungente (Asparagus acutifolius), la robbia selvatica (Rubia peregrina), ledera (Hedera helix), il paleo rupestre (Brachypodium rupestre). La vegetazione erbacea, a carattere marcatamente xerico e ricca di camefite, viene riferita alla variante a Centaurea splendens dellAsperulo purpureae-Brometum erecti. Le entit caratterizzanti queste praterie sono il forasacco eretto (Bromus erectus), il fiordaliso cicalino (Centaurea deusta ssp. splendens), il garofano selvatico (Dianthus sylvestris ssp. longicaulis), i perpetuini dItalia (Helichrysum italicum).

PAESAGGIO DELLE ARENARIE CERRETA PREAPPENNINICA TIRRENICA MESOFILA SU ARENARIA Serie climatofila preappenninica tirrenica mesotemperata subacidofila del cerro Cephalanthero longifoliae-Querco cerridis sigmetum
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Principali stadi della Serie bosco: Cephalanthero longifoliae-Quercetum cerridis mantello termofilo: Calluno vulgaris-Sarothamnetum scoparii orlo mesofilo: aggr. a Viola canina e Holcus mollis orlo termofilo: aggr. a Genista tinctoria e Centaurea nigrescens ssp. neapolitana prateria: Trifolio incarnati-Brometum erecti La Serie alto-collinare del cerro su arenaria presente nel territorio a quote comprese tra circa 500 e 800 m s.l.m. in aree che, dal punto di vista bioclimatico, sono riferibili alla Regione Bioclimatica Temperata, Orizzonte bioclimatico Collinare superiore, Ombrotipo Umido inferiore. I substrati srettamente correlati a questo complesso di vegetazione sono rappresentati dalle arenarie turbiditiche della Formazione del Macigno del Mugello e dai depositi piroclastici affioranti nel complesso di S. Venanzo. Lassociazione testa di Serie rappresentata dal Cephalanthero longifoliae-Quercetum cerridis corrispondente a cerrete mesofile subacidofile che nello strato arboreo ospitano spesso, accanto al cerro dominante, il sorbo comune (Sorbus domestica), il ciliegio selvatico (Prunus avium), talora la rovere (Quercus petraea) e il castagno (Castanea sativa). Lo strato arbustivo rappresentato principalmente dal biancospino selvatico (Crataegus oxyacantha), dal perazzo (Pyrus pyraster- Fig. 11), dalla ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius - Fig. 12), dal prugnolo (Prunus spinosa). Molto ricco lo strato erbaceo, che presenta con frequenza la platantera comune (Platanthera bifolia), la cefalantera maggiore (Cephalanthera longifolia), lo sparviere dei boschi (Hieracium sylvaticum), lerba-fragolina (Sanicula europaea), la primula comune (Primula vulgaris), lerba-lucciola mediterranea (Luzula forsteri), liva comune (Ajuga reptans), la cicerchia montana (Lathyrus montanus), la silene a fiori verdastri (Silene viridiflora), la verga doro comune (Solidago virgaurea). Gli aspetti arbustivi di sostituzione ed i mantelli sono caratterizzati dalla forte dominanza della ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius), che d origine ai cosiddetti scopeti. La specie dominante accompagnata da rosa serpeggiante (Rosa gallica), ginepro comune (Juniperus communis), ligustro (Ligustrum vulgare), tamaro (Tamus communis), vitalba (Clematis vitalba), rovo tomentoso (Rubus canescens), rosa cavallina (Rosa arvensis), felce aquilina (Pteridium aquilinum). Si tratta di cenosi caratteristiche dei substrati arenacei compatti che danno origine a suoli oligotrofici Vengono inquadrate nellassociazione Calluno vulgaris-Sarothamnetum scoparii. In contatto con i mantelli arbustivi, nelle stazioni ombrose e nelle radure, sono presenti cenosi di orlo a dominanza di viola selvatica (Viola canina), bambagione aristato (Holcus mollis), cicerchia montana (Lathyrus montanus), fior di cuculo (Lychnis flos-cuculi), fragola comune (Fragaria vesca), riferibili allalleanza Melampyrion pratensis. In condizioni di maggiore insolazione, in stazioni calde e soleggiate, la vegetazione di orlo si caratterizza invece per la dominanza di ginestra minore (Genista tinctoria), fiordaliso napoletano (Centaurea nigrescens ssp. neapolitana), finocchio-acquatico comune (Oenanthe pimpinelloides); anche questa tipologia di vegetazione viene inquadrata nellalleanza Melampyrion pratensis. Le praterie secondarie, non molto estese, sono rappresentate da brometi mesofili subacidofili a dominanza di forasacco eretto (Bromus erectus) con paleo odoroso
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(Anthoxanthum odoratum), covetta dei prati (Cynosurus cristatus), erba-lucciola multiflora (Luzula multiflora), cappellini delle praterie (Agrostis tenuis), prunella gialla (Prunella laciniata), lino selvatico (Linum bienne), raponzolo (Campanula rapunculus), sparviere fiorentino (Hieracium florentinum), costolina giuncolina (Hypochoeris radicata). Sono inoltre presenti numerose orchidee tra cui librido di Orchis antropophora x Orchis simia, di nuova segnalazione per la regione Umbria (Fig. 2). Dal punto di vista fitosociologico queste praterie possono essere riferite allassociazione Trifolio incarnati-Brometum erecti. La serie mesofila del cerro su arenaria molto diffusa sui rilievi arenacei circostanti il complesso M. Peglia-M. Piatto. Aspetti edafo-mesofili Boschi di forra a Carpinus betulus Cephalanthero longifoliae-Quercetum cerri var. a Carpinus betulus In situazioni fresche, principalmente nei canaloni esposti a settentrione, la cerreta acidofila si arricchisce di carpino bianco e viene provvisoriamente riferita ad una variante a Carpinus betulus con significato edafo-mesofilo. Il corteggio floristico complessivo analogo a quello dellassociazione tipica, da cui si differenzia per la presenza di carpino bianco (Carpinus betulus) con elevati valori di copertura, talora accompagnato da acero di monte (Acer pseudoplatanus), tiglio selvatico (Tilia cordata),
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Fig. 11. Pyrus pyraster.

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Fig. 12. Cytisus scoparius.

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olmo montano (Ulmus glabra), e faggio (Fagus sylvatica), presenti a quote notevolmente al di sotto del loro consueto limite altitudinale inferiore. Nel sottobosco compaiono alcune entit mesofile come la consolida femmina (Symphytum tuberosum subsp. nodosum), la salvia vischiosa (Salvia glutinosa) e lorchidea nido duccello (Neottia nidus-avis). Aspetti edafo-xerofili Gli aspetti edafo-xerofili presenti allinterno del territorio di pertinenza del Cephalanthero longifoliae-Querco cerri sigmetum sono interpretabili come tappe dellErico arboreae-Querco cerri sigmetum, diffuso nellOrizzonte bioclimatico sottostante, che in condizioni di particolare povert edafica si spingono al di sopra del proprio limite altitudinale superiore.

CERRETA PREAPPENNINICA TIRRENICA TERMOFILA SU ARENARIA Serie climatofila preappenninica tirrenica submesomediterranea subacidofila del cerro Erico arboreae-Querco cerridis sigmetum Principali stadi della Serie bosco: Erico arboreae-Quercetum cerridis prebosco: Erico arboreae-Arbutetum unedonis arbusteto: Cisto incani-Ericetum scopariae brughiera: Danthonio decumbentis-Callunetum vulgaris orlo mesofilo: aggr. a Lathyrus niger e Teucrium siculum orlo termofilo: aggr. a Inula salicina e Dorycnium pentaphyllum ssp. herbaceum prateria: aggr. a Bromus erectus e Agrostis tenuis prateria terofitica: aggr. a Polygala monspeliaca e Aira elegans prateria terofitica subnitrofila: aggr. a Melilotus neapolitana e Vicia bithynica A quote comprese tra circa 300 e 500 m s.l.m. si sviluppa la Serie dellErico arboreaeQuercetum cerridis. Il substrato correlato a queste tipologie vegetazionali rappresentato ancora una volta dalle arenarie turbiditiche della Formazione del Macigno del Mugello; dal punto di vista bioclimatico ci troviamo per nella Variante Submediterranea della Regione Bioclimatica Temperata, allinterno dellOrizzonte bioclimatico Collinare superiore, con Ombrotipo Umido inferiore/Subumido superiore. Le cenosi forestali corrispondenti alla tappa matura sono rappresentate dalle cerrete dellassociazione Erico arboreae-Quercetum cerridis in cui, oltre al cerro (Quercus cerris), sono spesso presenti il leccio (Quercus ilex), lorniello (Fraxinus ornus), lacero loppio (Acer campestre - Fig. 14). La principale caratteristica di questi boschi quella di ospitare sia elementi tipici dei boschi caducifogli che entit proprie della vegetazione mediterranea sempreverde. Nello strato arbustivo sono frequenti allinterno del bosco il corbezzolo (Arbutus unedo), lerica arborea (Erica arborea), lerica da scope (Erica scoparia), il viburno-tino (Viburnum tinus), la rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens - Fig. 15), la robbia selvatica (Rubia peregrina), il pungitopo (Ruscus
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aculeatus), il biancospino comune (Crataegus monogyna). Tra le erbe del sottobosco le pi frequenti e caratterizzanti sono il camedrio siciliano (Teucrium siculum), la cicerchia nera (Lathyrus niger), il ciclamino primaverile (Cyclamen repandum), il cardo-pallottola meridionale (Echinops siculus), la festuca dei boschi (Festuca heterophylla), la cinquefoglia fragola-secca (Potentilla micrantha). Le tappe di sostituzione del bosco, particolarmente diffuse nei primi stadi successivi ad intense ceduazioni o ad incendi, sono rappresentate da formazioni di prebosco o macchia, con altezza media attorno ai 4-5 m, a dominanza di corbezzolo ed erica arborea (Erica arborea) con fillirea comune (Phillyrea latifolia) e ginepro comune (Juniperus communis) riferibili allassociazione mediterranea Erico arboreaeArbutetum unedonis. Si tratta di formazioni molto fitte, monostratificate, che si sviluppano in tempi brevi grazie alla capacit del corbezzolo di produrre polloni a rapido accrescimento; si originano cos delle macchie impenetrabili molto povere di specie nello strato erbaceo, a causa del costante ed intenso ombreggiamento che caratterizza il sottobosco. Tra le poche entit erbacee presenti si possono ricordare lincensaria odorosa (Pulicaria odora - Fig. 16) e la veronica medicinale (Veronica officinalis), inoltre al loro interno frequente la presenza di giovani piante di cerro rinate da seme. In contatto dinamico con i preboschi sono presenti le formazioni arbustive a dominanza di erica da scope (Erica scoparia) con cisto rosso (Cistus creticus ssp. eriocephalus), ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius), erica arborea (Erica arborea) riferibili allassociazione Cisto incani-Ericetum scopariae (Fig. 17). Formazioni arbustive di taglia pi bassa sono rappresentate dallassociazione Danthonio decumbentis-Callunetum vulgaris a dominanza di brugo o calluna (Calluna vulgaris), indicativa di suoli oligotrofici. La calluna, specie a distribuzione circumboreale, trova in Umbria e Lazio il suo limite meridionale di areale. Le formazioni arbustive cui d origine, costituite da poche specie, si caratterizzano per la frequente presenza di cisto femmina (Cistus salvifolius) e dantonia minore (Danthonia decumbens). Le
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Fig. 13. Aspetto dellErico arboreae-Querco cerridis sigmetum.

volta di difficile interpretazione, poich specie di taglia molto diversa si rimescolano costituendo formazioni piuttosto eterogenee. La vegetazione di orlo che si sviluppa a ridosso degli arbusteti presenta una diversa composizione floristica in relazione alle differenti caratteristiche stazionali. Nelle stazioni fresche ed ombreggiate il ruolo dominante svolto dalla cicerchia veneta (Lathyrus niger) e dal camedrio siciliano (Teucrium siculum), accompagnate dal cicerchione (Lathyrus sylvestris), dallerba di s. Giovanni (Hypericum perforatum) e dalla fragola comune (Fragaria vesca). Laggruppamento viene inquadrato nellalle25

Paesaggio delle arenarie

Fig. 14. Acer campestre.

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Fig. 15. Rosa sempervirens.

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Fig. 16. Pulicaria odora.

Fig. 17. Il mosaico di vegetazione costituito dagli arbusteti dellassociazione Cisto incani-Ericetum scopariae con i preboschi dellassociazione Erico-Arbutetum unedonis, allinterno della serie della cerreta tirrenica termofila su arenaria.

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anza Geranion sanguinei. Nelle esposizioni calde, invece, in condizioni di buona insolazione, si sviluppano formazioni aperte, eliofile e termofile caratterizzate dalla presenza sempre molto abbondante di enula aspra (Inula salicina), accompagnata da trifoglino erbaceo (Dorycnium pentaphyllum ssp. herbaceum), prunella gialla (Prunella laciniata), clinopodio dei boschi (Clinopodium vulgare), betonica comune (Stachys officinalis), agrimonia comune (Agrimonia eupatoria). Anche in questo caso linquadramento fitosociologico fa riferimento allalleanza Geranion sanguinei. Le praterie secondarie presenti allinterno di questa Serie, a carattere subacidofilo, sono rappresentate da cenosi a co-dominanza di forasacco eretto (Bromus erectus) e cappellini delle praterie (Agrostis tenuis), accompagnate da dantonia minore (Danthonia decumbens), poligala comune (Polygala vulgaris), ginestra spinosa (Genista germanica), veronica medicinale (Veronica officinalis), cinquefoglia tormentilla (Potentilla erecta), lilioasfodelo maggiore (Anthericum liliago), codolina di Bertoloni (Phleum bertoloni). Degna di nota la presenza di alcune orchidee del genere Serapias come la serapide lingua (S. lingua) e la serapide maggiore (S. vomeracea) e del genere Ophrys (ofride di Bertoloni: O. bertolonii, ofride fior delle api: O. apifera, ofride verde-bruna: O. sphegodes) (Fig. 3 - 4). Le praterie effimere a dominanza di specie annuali che si sviluppano in primavera sono diffuse sulle rocce affioranti ed in tutte quelle situazioni caratterizzate da suoli molto sottili, in erosione o quasi assenti. Si differenziano per la presenza di numerose specie, in alcuni casi di minuscole dimensioni, quali la poligala di Montpellier (Polygala monspeliaca), il lino stellato (Asterolinon linum-stellatum), la nebbia minore (Aira elegans), i sonaglini maggiori (Briza maxima), il trifoglio lappaceo (Trifolium lappaceum), il trifoglio arvense (Trifolium arvense), il trifoglio striato (Trifolium striatum). Vengono riferite allalleanza silicicola mediterranea Tuberarion guttatae. A margine dei sentieri, in condizioni di lieve disturbo, la vegetazione annuale effimera si arricchisce di entit subnitrofile, in grado di sopportare con successo limpatto correlato alla vicinanza di zone antropizzate. Le cenosi di questo tipo sono caratterizzate dalla dominanza di meliloto napoletano (Melilotus neapolitana), che forma dei festoni lungo i margini stradali, ben visibili allepoca della fioritura (fine maggio-inizio giugno). La specie dominante accompagnata da veccia dentellata (Vicia bithynica), silene gallica (Silene gallica), lanutella comune (Andryala integrifolia), logliarello ruderale (Catapodium rigidum). La serie termofila del cerro su arenaria molto rappresentata nel territorio, soprattutto nel settore occidentale. Aspetti edafo-mesofili Nelle stazioni particolarmente fresche la vegetazione non mostra delle modifiche sostanziali; la vegetazione forestale sempre dominata dal cerro, e nel sottobosco si assiste allingressione di diverse entit mesofile senza che per si verifichi linsediamento di una tipologia vegetazionale diversificata. Aspetti edafo-xerofili Gli aspetti edafo-xerofili presenti allinterno del territorio di pertinenza dellErico arboreae-Querco cerridis sigmetum sono interpretabili come tappe del Cyclamino repandi-Querco ilicis sigmetum, diffuso nellOrizzonte bioclimatico sottostante, che
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in condizioni di particolare povert edafica si spingono al di sopra del proprio limite altitudinale superiore.

LECCETA MESOMEDITERRANEA TIRRENICA TERMOFILA SU ARENARIA Serie climatofila subcostiera tirrenica mesomediterranea (submesomediterranea) subacidofila del leccio Cyclamino repandi-Querco ilicis sigmetum Principali stadi della Serie bosco: Cyclamino repandi-Quercetum ilicis prebosco: Erico arboreae-Arbutetum unedonis arbusteto: Pistacio lentisci-Juniperetum oxycedri gariga: aggr. a Cistus salvifolius prateria xerofila: aggr. a Stipa bromoides e Dorycnium hirsutum prateria terofitica: Tuberario guttatae-Plantaginetum bellardi La serie tirrenica del leccio presente nel territorio del M. Peglia a quote generalmente inferiori a 400 m s.l.m., ma pu eccezionalmente spingersi fino a 500-550 m s.l.m., come avviene sul M. Melonta. Essa diffusa sulle arenarie turbiditiche della Formazione del Macigno del Mugello, nei territori che dal punto di vista bioclimatico rientrano nella Variante Submediterranea della Regione Bioclimatica Temperata,

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nellOrizzonte bioclimatico Collinare inferiore con Ombrotipo Subumido superiore, che sfuma verso il Piano Bioclimatico Mesomediterraneo. La vegetazione forestale rappresentata da leccete quasi pure, a dominanza di sclerofille e pressoch prive di specie caducifoglie. Oltre al leccio (Quercus ilex), sempre dominante, lo strato arboreo ospita pochissime entit tra cui frequente il corbezzolo (Arbutus unedo), con individui anche di notevoli dimensioni. Nello strato arbustivo si trovano con costanza il viburno-tino (Viburnum tinus), la fillirea comune (Phillyrea media), il ginepro rosso (Juniperus oxycedrus), lerica arborea (Erica arborea), meno frequentemente il lentisco (Pistacia lentiscus) e il bosso (Buxus sempervirens). Numerose sono le liane tra cui lo stracciabraghe (Smilax aspera), la rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens), la robbia selvatica (Rubia peregrina), la clematide fiammola (Clematis flammula). Lo strato erbaceo allinterno del bosco poverissimo, come tipico delle leccete pure. Tra le entit pi ricorrenti si possono citare lasparago pungente (Asparagus acutifolius), lasplenio maggiore (Asplenium

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Fig. 18. Aspetti di sostituzione su substrati in erosione della serie tirrenica termofila del leccio su arenaria. 30

Fig. 19. Lupinus angustifolius.

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onopteris), la carice mediterranea (Carex distachya), la viola di Dehnhardt (Viola alba ssp. dehnhardtii), il ciclamino primaverile (Cyclamen repandum), lipopitide (Monotropa hypopitys), il fior di legna (Limodorum abortivum). La vegetazione preforestale, molto diffusa in conseguenza delle frequenti ceduazioni, rappresentata da una macchia sempreverde, di altezza media variabile tra i 3 e i 6 m, a dominanza di corbezzolo (Arbutus unedo) e erica arborea (Erica arborea), accompagnati da viburno-tino (Viburnum tinus), fillirea comune (Phillyrea latifolia), ginepro rosso (Juniperus oxycedrus). Gli arbusteti di taglia pi bassa vengono riferiti allassociazione Pistacio lentisciJuniperetum oxycedri: si tratta di formazioni di altezza media (attorno ad 1,5 m) a dominanza di ginepro rosso (Juniperus oxycedrus) e lentisco (Pistacia lentiscus), con mirto (Myrtus communis), stracciabraghe (Smilax aspera), fillirea comune (Phillyrea latifolia) e in alcuni casi erica multiflora (Erica multiflora). Le garighe che si sviluppano in contatto con gli arbusteti, in stazioni particolarmente aride e caratterizzate da estese porzioni di arenaria affiorante, sono costituite principalmente da cisto femmina (Cistus salvifolius), accompagnato da cisto rosso (Cistus creticus ssp. eriocephalus), citiso argenteo (Argyrolobium zanonii), timo (Thymus pulegioides), perpetuini dItalia (Helichrysum italicum), issopo meridionale (Micromeria graeca) (Fig. 18). Vere e proprie praterie emicriptofitiche non riescono a svilupparsi in questo complesso di vegetazione, principalmente a causa del contesto climatico caratterizzato dalla marcata aridit estiva. Le cenosi erbacee, ove presenti, sono costituite da formazioni miste a dominanza di camefite ed emicriptofite, intermedie tra una gariga e una prateria. Esse vengono inquadrate allinterno della classe che raggruppa le garighe (Rosmarinetea officinalis). Le specie dominanti allinterno di queste formazioni sono il lino delle fate minore (Stipa bromoides) e il trifoglino irsuto (Dorycnium

hirsutum), accompagnate da numerose altre piccole specie suffruticose a cuscinetto come la fumana comune (Fumana procumbens), la fumana mediterranea (Fumana ericoides), leliantemo rupino (Helianthemum oelandicum ssp. obscurum), talora il lupino selvatico (Lupinus angustifolius - Fig. 20). In mosaico con la vegetazione perenne, nelle aree prive di suolo e nelle piccole radure della gariga, si insediano le cenosi effimere di piccola taglia a fioritura precoce (tardo primaverile) riferibili allassociazione mediterranea Tuberario guttataePlantaginetum bellardi. Al suo interno si possono osservare diverse entit poco diffuse in Umbria, poich tipiche degli ambienti costieri e subcostieri, come il fior gallinaccio comune (Tuberaria guttata), la minuarzia mediterranea (Minuartia mediterranea), oltre alle pi frequenti euforbia sottile (Euphorbia exigua), piantaggine di Bellardi (Plantago bellardi), caglio sottile (Galium parisiense). La serie del leccio localizzata principalmente sul M. Melonta e sui versanti della Valle dellElmo (soprattutto quello meridionale, in sinistra idrografica), ove rappresentata da estesissime porzioni di bosco e macchia e, solo in piccola parte, da frammenti delle restanti tappe di sostituzione. Aspetti edafomesofili Nelle stazioni fresche di impluvio e nelle forre la vegetazione forestale sempreverde si arricchisce di elementi caducifogli, come il cerro (Quercus cerris), il ciliegio selvatico (Prunus avium), il sorbo comune (Sorbus domestica), lacero loppio (Acer campestre). Nello strato erbaceo compaiono entit tipiche dei boschi decidui, come Melica uniflora e Carex sylvatica. Queste formazioni vengono riferite ad una variante a Sorbus domestica della lecceta Cyclamino repandi-Quercetum ilicis. La variante a sorbo domestico stata osservata lungo i principali impluvi presenti sui versanti della Valle del T. Chiani, in particolare il F. dellElmo e il F. di Melonta e Montarsone, e nei fossi minori. Al passaggio nellorizzonte bioclimatico collinare superiore essa indica il contatto catenale con lErico arboreae-Quercetum cerri. Da segnalare la presenza, in alcuni impluvi dai versanti molto acclivi, a valle di Morrano Vecchio, di boscaglie di taglia media a dominanza di carpinella (Carpinus orientalis). In queste formazioni il corteggio floristico non pi quello dei boschi sempreverdi mediterranei ma presenta unimpronta chiaramente mesofila come indicato da specie quali la viola silvestre (Viola reichenbachiana), la primula comune (Primula vulgaris), liva comune (Ajuga reptans), il carpino bianco (Carpinus betulus), il nocciolo (Corylus avellana).

Paesaggio delle marne

PAESAGGIO DELLE MARNE CERRETA PREAPPENNINICA TIRRENICA TERMOFILA SU MARNE Serie climatofila preappenninica tirrenica submesomediterranea neutrobasifila del cerro Lonicero xylostei-Querco cerridis sigmetum Principali stadi della Serie bosco: Lonicero xylostei-Quercetum cerridis
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La serie del cerro su marne presente a quote comprese tra circa 300 e 600 m s.l.m., su substrato marnoso rappresentato dalle Formazioni della Scaglia cinerea e del Bisciaro, e dagli strati marnoso-calcarei e argilloso-marnoso-siltosi affioranti nellambito della Formazione del Macigno del Mugello. Dal punto di vista bioclimatico ci troviamo nella Variante Submediterranea della Regione Bioclimatica Temperata, allinterno dellOrizzonte bioclimatico Collinare superiore, con Ombrotipo Umido inferiore/Subumido superiore. La vegetazione matura rappresentata da formazioni forestali decidue a dominanza di cerro con marcato carattere termofilo; la caratteristica principale di questi boschi proprio quella di contenere sia specie tipiche dei boschi caducifogli, che entit proprie delle vegetazioni sempreverdi mediterranee. A differenza dei boschi dellErico-Quercetum cerridis, molto simili dal punto di vista dellaffinit climatica, manca del tutto la componente di specie acidofile. Oltre alla specie dominante sono presenti nello strato arboreo il leccio (Quercus ilex), lorniello (Fraxinus ornus), la roverella (Quercus pubescens), lacero loppio (Acer campestre), talora il carpino nero (Ostrya carpinifolia). Nello strato arbustivo le specie pi frequenti sono il sanguinello
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Paesaggio delle marne

mantello sciafilo: aggr. a Prunus spinosa e Ligustrum vulgare mantello eliofilo: Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii var a Coronilla emeroides orlo: aggr. a Geranium sanguineum prateria mesofila: Centaureo bracteatae-Brometum erecti prateria xerofila: Coronillo minimae-Astragaletum monspessulani gariga: aggr. a Cistus creticus ssp. eriocephalus gariga bassa: aggr. a Helichrysum italicum e Reichardia picroides prateria terofitica: Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyrophori

(Cornus sanguinea), il prugnolo (Prunus spinosa), il caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca), ledera (Hedera helix), il ginepro comune (Juniperus communis), e numerose specie lianose tipiche dei boschi di sclerofille, quali lo stracciabraghe (Smilax aspera), la rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens), la robbia selvatica (Rubia peregrina), il caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa). Nello strato erbaceo si rinvengono con frequenza la viola di Dehnhardt (Viola alba ssp. dehnhardtii), lerba-perla azzurra (Buglossoides purpurocaerulea), lenula baccherina (Inula conyza), la crocettona glabra (Cruciata glabra), il paleo dei boschi (Brachypodium sylvaticum), il forasacco maggiore (Bromus ramosus). Le tappe di sostituzione sono rappresentate, per quanto riguarda mantelli ed arbusteti, da due tipologie principali. Una, a carattere sciafilo, si sviluppa nelle stazioni ombrose e fresche ed differenziata da prugnolo (Prunus spinosa) e ligustro (Ligustrum vulgare), accompagnate da agazzino (Pyracantha coccinea), berretta da prete (Euonymus europaeus) e biancospino comune (Crataegus monogyna) (Fig. 20). Unaltra, ad ecologia eliofila e a maggior potenziale invasivo delle aree abbandonate, viene invece riferita allassociazione Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii nella variante a Coronilla emeroides, a dominanza di cornetta dondolina (Coronilla emerus ssp. emeroides) con rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens), ginestra odorosa (Spartium junceum), vitalba (Clematis vitalba), tamaro (Tanus cmmunis), robbia selvatica (Rubia peregrina). Gli orli di vegetazione che si sviluppano nelle aree aperte e di radura al margine tra gli arbusteti e le praterie sono differenziati da geranio sanguigno (Geranium sanguineum), viola di Dehnhardt (Viola alba ssp. dehnhardtii), paleo rupestre (Brachypodium rupestre), elleboro puzzolente (Helleborus foetidus), erba-limona co-

Paesaggio delle marne

Fig. 20. Aspetto invernale dei mantelli a Prunus spinosa e Ligustrum vulgare, con frammenti di bosco in secondo piano, della serie della cerreta termofila su marne. 34

Fig. 21. Versante marnoso soggetto a erosione calanchiforme, colonizzato dalle praterie xeriche dellassociazione Coronillo-Astragaletum in mosaico con la microgariga ad Helichrysum italicum e Reichardia picroides, allinterno della Serie della cerreta termofila su marne.

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Paesaggio delle marne

mune (Melittis melyssophyllum). Le praterie di sostituzione, mai molto estese a causa dellutilizzo a scopo agrario (seppure non intensivo) di questi territori, sono rappresentate da brometi riferibili allassociazione Centaureo bracteatae-Brometum erecti. Le specie dominanti in queste cenosi sono il forasacco eretto (Bromus erectus) e il paleo rupestre (Brachypodium rupestre), accompagnate da fiordaliso bratteato (Centaurea bractaeata), caglio bianco (Galium album), cicerchia dei prati (Lathyrus pratensis), caglio zolfino (Galium verum), erba mazzolina (Dactylis glomerata), trifoglio rosso (Trifolium pratense), ginestrino comune (Lotus corniculatus), ononide spinosa (Ononis spinosa), millefoglio comune (Achillea collina), pratolina comune (Bellis perennis), festuca falascona (Festuca arundinacea) oltre ad alcune orchidee come lorchidea minore (Orchis morio), lorchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis), lofride scura (Ophrys fusca), il barbone adriatico (Himantoglossum adriaticum). Gli aspetti di prateria xerofila, caratterizzati da coperture molto discontinue, vengono invece riferiti allassociazione Coronillo minimae-Astragaletum monspessulani. Si tratta di formazioni erbacee miste emicriptofitiche e camefitiche, differenziate da astragalo rosato (Astragalus monspessulanum), cornetta minima (Coronilla minima), lupinella comune (Onobrychis viciifolia) (Fig. 21). Le aree in erosione, caratterizzate da rocciosit affiorante e pendenze molto accentuate, vengono colonizzate da formazioni pioniere di gariga e di micro-gariga, a carattere xerico, la prime a dominanza di cisto rosso (Cistus creticus ssp. eriocephalus), la seconda a dominanza di perpetuini dItalia (Helichrysum italicum) e caccialepre (Reichardia picroides), con vedovelle dei prati (Globularia cordata), timo (Thymus

Paesaggio azonale delle sponde

longicaulis), vedovina marittima (Scabiosa maritima) (Fig. 21). Le radure interne alla micro-gariga ospitano la vegetazione annuale di piccola taglia dellassociazione Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyrophori, differenziata da numerose specie erbacee a fioritura primaverile quali la costolina annuale (Hypochoeris achyrophorus), il trifoglio scabro (Trifolium scabrum), lalisso annuo (Alyssum alyssoides), il bupleuro odontite (Bupleurum baldense), lerba-medica minima (Medicago minima var. recta), la radicchiella minore (Crepis neglecta), la bambagia (Micropus erectus), i perpetuini mezzani (Xeranthemum inapertum), il lino minore (Linum strictum), la lupinella cresta di gallo (Onobrychis caput-galli). La Serie del cerro su marne caratterizza il territorio che da Montegiove e Montegabbione scende fino a Parrano e Olevole, passando per Cerqueto e Castel dei Fiori. Nel settore nord-orientale diffusa sui versanti occidentali del M. Citt di Fallera e nei dintorni di Sanguineto. La zona a sud di Rotecastello vede inoltre unampia diffusione di queste cerrete. Questa Serie d origine in molti casi ad un complesso mosaico di vegetazione con la Serie dellErico-Quercetum cerris, al variare del substrato. Le due Serie occupano infatti lo stesso Orizzonte bioclimatico. I frammenti di vegetazione forestale naturale sono numerosi ma generalmente di modeste dimensioni.

PAESAGGIO AZONALE DELLE SPONDE La vegetazione azonale quella che risente meno delle condizioni bioclimatiche e del substrato geolitologico del luogo in cui si sviluppa, essendo correlata principalmente alla presenza dellelemento idrico, sia sotto forma di acqua superficiale, corrente o stagnante, che sotto forma di falda freatica (purch sufficientemente prossima alla superficie). Nel comprensorio del M. Peglia le tipologie di vegetazione azonale sono riconducibili al paesaggio delle sponde fluviali, che si sviluppa, in forma pi o meno frammentaria a seconda dei casi, in fasce parallele ai corsi dacqua di vario ordine. La distribuzione in fasce causata dal fatto che le diverse tipologie di vegetazione ripariale tendono a collocarsi secondo un gradiente di igrofilia decrescente man mano che ci si allontana dalla sponda, fino ad entrare in contatto spaziale con la vegetazione climatofila di versante. Lhabitat spondicolo molto complesso e presenta notevoli variazioni sia nel tempo (in relazione al regime idrico dei corsi dacqua) che nello spazio (in relazione alla distanza dallalveo). A complicare ulteriormente la lettura del paesaggio subentra lelemento antropico, che nella grande maggioranza dei casi ha alterato la naturale distribuzione della vegetazione, sottraendole spazio ed impoverendone la struttura e la composizione floristica. Vegetazione arbustiva ed arborea La vegetazione arbustiva a dominanza di salice rosso (Salix purpurea) che si sviluppa sulle alluvioni fluviali attuali, localizzandosi nella fascia pi prossima allalveo, in contatto con il corso dacqua, va riferita allassociazione Saponario officinalis36

Fig. 22. Alnus glutinosa.

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Paesaggio azonale delle sponde

Salicetum purpureae. Si tratta di formazioni a carattere pioniero, soggette a frequenti inondazioni. Queste cenosi sono tipicamente paucispecifiche, poich sono interessate da apporti periodici di limi e fanghi che non consentono la formazione di un vero strato erbaceo. Tra le specie pi frequenti si possono ricordare la saponaria comune (Saponaria officinalis), la tossilaggine comune (Tussilago farfara), i cappellini comuni (Agrostis stolonifera), il vilucchione (Calystegia sepium). Il saliceto a salice rosso presente con frequenza lungo i corsi dcqua di ogni ordine. Nella fascia immediatamente a monte del Saponario-Salicetum purpureae, su alluvioni fluviali terrazzate, attuali e recenti, si sviluppano le foreste a galleria a dominanza di salice bianco (Salix alba) dellassociazione Salicetum albae. Questo saliceto arboreo correlato ad unattivit esondativa meno marcata rispetto al precedente, ma comunque presente. Lo strato arbustivo generalmente costituito da sanguinello (Cornus sanguinea), rovo bluastro (Rubus caesius) e rovo comune (Rubus ulmifolius). Fra le liane dominano ledera (Hedera helix), il luppolo (Humulus lupulus) e la vitalba (Clematis vitalba). Nello strato erbaceo sono frequenti lequiseto ramosissimo (Equisetum ramosissimum), la canapa acquatica (Eupatorium cannabinum), il giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus), la carice maggiore (Carex pendula). Il Salicetum albae diffuso lungo le sponde dei principali corsi dacqua, ma generalmente ridotto ad una fascia di larghezza esigua. In contatto con il saliceto a salice bianco si sviluppano le cenosi boschive a dominanza di ontano nero (Alnus glutinosa - Fig. 22) dellassociazione Aro italiciAlnetum glutinosae. Questa vegetazione si insedia generalmente nelle zone non pi soggette ad inondazione e quindi su suoli piuttosto maturi. Tra le specie pi frequentemente rinvenibili al suo interno si possono menzionare la dulcamara (Solanum dulcamara), la carice tagliente (Carex acutiformis), il ranuncolo strisciante (Ranunculus

Paesaggio azonale delle sponde

repens), lerba soldina (Lysimachia nummularia), il sambuco nero (Sambucus nigra), lequiseto dei campi (Equisetum arvense). La sua presenza molto pi rarefatta di quella delle cenosi precedenti; stata osservata esclusivamente sui terrazzi del T. Chiani nel tratto allincirca compreso tra Parrano e Morrano. Sui greti ciottolosi dei corsi dacqua maggiori sono presenti frammenti di vegetazione forestale a dominanza di pioppo nero (Populus nigra - Fig. 23) e salice bianco (Salix alba), riferibili allassociazione Salici-Populetum nigrae. Va considerato il fatto che molto spesso i popolamenti di pioppo nero derivano da impianti artificiali. Tra le specie pi frequenti in questi ambienti ci sono il biancospino comune (Crataegus monogyna), il ligustro (Ligustrum vulgare), la girardina silvestre (Aegopodium podagraria), il geranio di S. Roberto (Geranium robertianum), la carice maggiore (Carex pendula). Questa tipologia di vegetazione poco diffusa ed stata osservata solo lungo brevi tratti del T. Chiani. Nella fascia pi esterna del sistema di vegetazione ripariale, quando questa non occupata dai campi, talvolta anche in corrispondenza di fossi a regime periodico purch i suoli siano sufficientemente umidi e piuttosto maturi, si localizzano le formazioni a dominanza di pioppo canescente (Populus canescens - Fig. 24). Il pioppo canescente un ibrido naturale stabilizzato risultante dallincrocio del pioppo bianco (Populus alba) con il pioppo tremulo (Populus tremula). Esso presenta caratteri morfologici intermedi tra le due entit dalle quali deriva, ma generalmente considerato specie a s stante. Questa specie tollera i suoli pesanti e argillosi e sembra avere diffusione soprattutto nei climi submediterranei, dove verosimilmente vicaria il pioppo bianco. Nelle cenosi osservate lolmo (Ulmus minor) quasi sempre presente, accanto a diverse specie arbustive e numerose erbacee quali la consolida femmina (Symphytum tuberosum subsp. nodosum), la melica comune (Melica

Fig. 23. Populus nigra.

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Fig. 24. Populus canescens.

uniflora), il ranuncolo serpeggiante (Ranunculus repens), la stregona dei boschi (Stachys sylvatica). Piuttosto marcata la presenza di specie mediterranee come lasparago pungente (Asparagus acutifolius), la fillirea comune (Phillyrea latifolia), la robbia selvatica (Rubia peregrina) che hanno valore di differenziali rispetto alle altre formazioni arboree ripariali, ad indicare una certa correlazione con il clima submediterraneo. Queste formazioni forestali sono diffuse lungo i corsi dacqua principali. La fascia pi esterna del sistema della vegetazione spondicola quella caratterizzata dallolmo (Ulmus minor - Fig. 25), che in condizioni naturali si sviluppa sui terrazzi dellultimo ordine. La specie appare oggi relegata quasi esclusivamente a filari e siepi interpoderali, che in molti casi costituiscono le ultime vestigia di una vegetazione ormai interamente soppiantata dalle coltivazioni intensive. In condizioni naturali lolmo d origine a formazioni basso-arboree caratterizzate da elevate coperture di arbusti, principalmente il prugnolo (Prunus spinosa), il sanguinello (Cornus sanguinea), il ligustro (Ligustrum vulgare), il biancospino comune (Crataegus monogyna), il rovo comune (Rubus ulmifolius). Vegetazione erbacea terrestre ed idrofitica La vegetazione erbacea palustre ed acquatica molto poco rappresentata nellarea del Monte Peglia, limitandosi a frammenti distribuiti lungo le sponde dei corsi dacqua principali. Lungo il corso del T. Chiani, nellultimo tratto prima della confluenza con il F. Paglia, in corrispondenza di una vecchia chiusa artificiale di tronchi che ha dato origine ad una sorta di isolotto, sono presenti alcuni interessanti frammenti di
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Paesaggio azonale delle sponde

Paesaggio azonale delle sponde

Fig. 25. Ulmus minor.

cariceto a carice elata (Carex elata) inquadrabile nellassociazione Caricetum elatae, che in Umbria molto rara e nota solo per pochissime localit. Si tratta di una fitocenosi tipica di stazioni con acque meso- o eutrofiche, caratterizzate da forti variazioni di livello. I cespi sono circondati da uno strato di foglie morte e possono raggiungere unaltezza massima di 80 cm; pi alto il livello massimo dellacqua durante lanno (di regola in primavera), pi alti sono i cespi di Carex elata. Altre specie presenti sono la menta acquatica (Mentha aquatica), la cannuccia di palude (Phragmites australis), la mazza doro comune (Lysimachia vulgaris), la salcerella comune (Lythrum salicaria) lerba-sega comune (Lycopus europaeus). Sempre lungo il T. Chiani sono stati osservati alcuni lamineti a dominanza di brasca comune (Potamogeton natans), riferibili allassociazione Potametum natantis. In forma molto frammentaria sono poi presenti piccoli popolamenti di coltellaccio maggiore (Sparganium erectum), lisca maggiore (Typha latifolia), cannuccia di palude (Phragmites australis), giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus - Fig. 26). Vegetazione delle pozze temporanee Svincolata dal sistema della vegetazione ripariale, ma comunque dipendente dalla presenza, seppur discontinua, dellelemento idrico, la vegetazione delle pozze temporanee. Si tratta di ambienti molto particolari e pregevoli per la particolarit floristica che talora li contraddistingue. La loro genesi correlata alla presenza di lenti di argilla nel substrato che, agendo come catini impermeabili, favoriscono nel periodo primaverile la temporanea permanenza di piccoli specchi dacqua destinati a prosciugarsi gradualmente con lavanzare della stagione estiva. La loro natura temporanea non consente quindi lo sviluppo di comunit ripariali o palustri, ma opera una selezione sulla flora ospitando specie effimere o perenni il cui svi40

Fig. 26. Iris pseudacorus.

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Paesaggio azonale delle sponde

luppo vegetativo procede di pari passo con levoluzione della pozza stessa. Molto diffusa in questi ambienti la vegetazione a giunco comune (Juncus effusus). La specie dominante d origine a popolamenti quasi monospecifici ed accompagnata da poche altre entit, quali il ranuncolo serpeggiante (Ranunculus repens), la veronica acquatica (Veronica anagallis-aquatica), la carice verde-pallida (Carex pallescens) e la carice a spighe distanziate (Carex distans) Queste formazioni si sviluppano in pozze profonde almeno 20 cm. Juncus effusus ha unecologia molto ampia e i popolamenti cui d origine non sono sempre classificabili come associazione a s. Si rinvengono anche in ambienti disturbati dalluomo come presso sentieri e viottoli. Le piccole pozze a bassa profondit (10-15 cm) sono invece colonizzate dalla lisca delle pozze (Isolepis cernua), ciperacea annuale di piccole dimensioni piuttosto rara per la regione. Altre specie presenti allinterno di queste interessanti cenosi sono il lino dacqua (Samolus valerandi) e il ranuncolo sardo (Ranunculus sardous). Questi aspetti vegetazionali sono presenti allinterno del Bosco dellElmo. Con veli dacqua profondi pochi cm si sviluppa la vegetazione igrofila effimera a dominanza di piccoli giunchi annuali, principalmente il giunco a capolino (Juncus capitatus), il giunco annuale (Juncus bufonius) e il giunco delle pozze (Juncus tenageja), accompagnate da poche altre entit come il nontiscordardim ramosissimo (Myosotis ramosissima) e la salcerella annuale (Lythrum hyssopifolia). Le comunit vegetali legate invece al progressivo disseccamento delle pozze sono caratterizzate da sagina senza petali (Sagina apetala), specie di piccolissime dimensioni che colonizza le superfici fangose lasciate scoperte dal ritirarsi delle acque gi sul finire della primavera. Questa cenosi tollera anche un certo disturbo legato al calpestio.

Schema sintassonomico POTAMETEA Klika in Klika & Novk 1941 POTAMETALIA Koch 1926 Nymphaeion albae Oberd. 1957 Potametum natantis So 1927 PHRAGMITO-MAGNOCARICETEA Klika in Klika & Novk 1941 MAGNOCARICETALIA Pignatti 1954 Magnocaricion elatae Koch 1926 Caricetum elatae Koch 1926 POLYGONO ARENASTRI-POETEA ANNUAE Riv.-Mart. 1975 POLYGONO ARENASTRI-POETALIA ANNUAE Txen in Ghu, Richard et Txen 1972 corr. Riv.-Mart. 1989 Polycarpion tetraphylli Riv.-Mart. 1975 Aggr. a Sagina apetala STELLARIETEA MEDIAE Txen, Lohmeyer & Preising ex von Rochow 1951 BROMETALIA RUBENTI-TECTORUM (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1973 Taeniathero-Aegilopion geniculatae Riv.-Mart. et Izco 1977 aggr. a Melilotus neapolitana e Vicia bithynica TRIFOLIO-GERANIETEA SANGUINEI Mller 1962 ORIGANETALIA VULGARIS Mller 1962 Trifolion medii Mller 1962 Digitali micranthae-Helleboretum bocconei Biondi, Carni, Vagge, Taffetani & Ballelli 2001 Geranion sanguinei Txen in Mller 1962 Aggr. a Lathyrus niger e Teucrium siculum Aggr. a Inula salicina e Dorycnium pentaphyllum ssp. herbaceum Aggr. a Geranium sanguineum MELAMPYRO-HOLCETALIA MOLLIS Passarge 1979 Melampyrion pratensis Passarge 1979 aggr. a Viola canina e Holcus mollis aggr. a Genista tinctoria e Centaurea nigrescens ssp. neapolitana HELIANTHEMETEA GUTTATI (Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Ngre 1952) Rivas Goday & Rivas-Martnez 1963 em. RivasMartnez 1978 TRACHYNIETALIA DYSTACHIAE Riv.-Mart. 1978 Trachynion dystachiae Riv.-Mart. 1978 Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyrophori Lapraz ex Biondi, Izco, Ballelli & Formica 1997 HELIANTHEMETALIA GUTTATI Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 Tuberarion guttatae Br.-Bl., in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 Plantago bellardi-Tuberarietum guttatae Aubert et Loisel 1971 aggr. a Polygala monspeliaca e Aira elegans FESTUCO-BROMETEA ERECTI Br.-Bl. & Txen ex Br.-Bl. 1949 BROMETALIA ERECTI Br.-Bl. 1936 ARTEMISIO ALBE-BROMENALIA ERECTI Biondi, Ballelli, Allegrezza & Zuccarello 1995 Phleo ambigui-Bromion erecti Biondi & Blasi ex Biondi, Ballelli, Allegrezza & Zuccarello 1995 Brizo mediae-Brometum erecti Bruno in Bruno et Covarelli 1968 corr. Biondi et Ballelli 1982 Asperulo purpureae-Brometum erecti Biondi et Ballelli ex Biondi, Ballelli, Allegrezza et Zuccarello 1995 cephalarietosum leucanthae Baldoni, Ballelli, Biondi, Catorci et Orsomando 1996 LEUCANTHEMO VULGARIS-BROMENALIA ERECTI Biondi, Ballelli, Allegrezza & Zuccarello 1995 Bromion erecti W. Koch 1926 Trifolio incarnati-Brometum erecti Oberdorfer et Hofmann 1967 aggr. a Bromus erectus e Agrostis tenuis Coronillo minimae-Astragaletum monspessulani Biondi & Ballelli in Biondi, Ballelli & Principi 1985 Centaureo bracteatae-Brometum erecti Biondi, Ballelli, Allegrezza, Guitian & Taffetani 1986 SEDO-SCLERANTHETEA Br.-Bl. 1955 Alysso-Sedetalia albi Moravec 1967 Alysso-Sedion albi Oberd. & T. Mller in T. Mller 1961 Petrorhagio saxifragae-Sedetum sexangularis Venanzoni et Gigante 1999 MOLINIO-ARRHENATHERETEA ELATIORIS Txen 1937 HOLOSCHOENETALIA VULGARIS Br.-Bl. ex Tchou 1948 Molinio-Holoschoenion vulgaris Br.-Bl. ex Tchou 1948 Aggr. a Juncus effusus

Schema sintassonomico

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ISOTO-JUNCETEA BUFONII Br.-Bl. et Txen ex Westhoff, Dijk et Passchier 1946 Nanocyperetalia Klika 1935 Nanocyperion Koch ex Libbert 1932 Aggr. a Juncus bufonius Aggr. a Isolepis cernua CALLUNO VULGARIS-ULICETEA Br.-Bl. & Txen ex Klika & Hadac 1944 ULICETALIA MINORIS Quantin 1935 coll. provv. Genisto-Vaccinion Br.-Bl. 1926 coll. provv. Danthonio decumbentis-Callunetum vulgaris Pedrotti 1982 ROSMARINETEA OFFICINALIS Riv.-Mart., Daz, Prieto, Loidi & Penas 1991 ROSMARINETALIA OFFICINALIS Br.-Bl. ex Molinier 1934 Cisto eriocephali-Ericion multiflorae Biondi 2000 Aggr. a Cistus creticus subsp. eriocephalus Aggr. a Stipa bromoides e Dorycnium hirsutum Aggr. a Cistus salvifolius Artemisio albae-Saturejion montanae Allegrezza, Biondi, Formica & Ballelli 1997 Aggr. a Helychrisum italicum e Reichardia picroides RHAMNO-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. & Borja ex Txen 1962 PRUNETALIA SPINOSAE R. Txen 1952 Cytision sessilifolii Biondi in Biondi, Allegrezza & Guitian 1988 Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii Biondi, Allegrezza & Guitian 1988 juniperetosum oxycedri Blasi, Fortini et Di Pietro 2001 var. a Rhamnus alaternus var. a Coronilla emeroides Asparago acutifolii-Osyridetum albae Allegrezza, Biondi, Formica & Ballelli 1997 Pruno-Rubion ulmifolii O. Bols 1954 Sarothamnenion scoparii Oberd. (1979) 1983 Calluno vulgaris-Sarothamnetum scoparii Malc. 1929 em. Oberd. 1957 SALICETEA PURPUREAE Moor 1958 SALICETALIA PURPUREAE Moor 1958 Salicion albae So 1930 Salicetum albae Issler 1926 Salicion eleagni Aich. 1933 Saponario officinalis-Salicetum purpureae (Br.-Bl. 1930) Tchou 1946 QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. ex A. & O. Bolos 1950 QUERCETALIA ILICIS Br.-Bl. ex Mol. 1934 em. Riv.-Mart. 1975 Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia et Gigante 2003 Cyclamino repandi-Quercetum ilicis Riv.-Mart., Cant, Fernndez-Gonzlez & Snchez-Mata 1995 PISTACIO LENTISCI-RHAMNETALIA ALATERNI Riv.-Mart. 1975 Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau 1944 em. Riv.-Mart. 1975 Pistacio lentisci-Juniperetum oxycedri Allegrezza, Biondi, Formica & Ballelli 1997 Ericion arboreae (Rivas-Martnez ex Rivas-Martnez, Costa & Izco 1986) Rivas-Martnez 1987 Ericenion arboreae Rivas-Martnez, Costa & Izco 1986 Erico arboreae-Arbutetum unedonis Molinier 1937 Cisto incani-Ericetum scopariae Biondi, Orsomando, Baldoni & Catorci 1995 QUERCO-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. & Vlieg. in Vlieg. 1937 FAGETALIA SYLVATICAE Pawl. in Pawl, Sokolowski & Wallisch 1928 Erythronio dentis-canis-Carpinion betuli (Horvat 1958) Marincek in Wallnfer, Mucina et Grass 1993 Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli Biondi, Casavecchia, Pinzi, Allegrezza et Baldoni 2002 Carpino betuli-Coryletum avellanae Ballelli, Biondi et Pedrotti 1980 QUERCETALIA PUBESCENTIS-PETRAEAE Klika 1933 corr. Moravec in Beguin et Theurillat 1984 Carpinion orientalis Horvat 1958 Laburno anagyroidis-Ostryenion carpinifoliae (Ubaldi 1981) Poldini 1990 Scutellario columnae-Ostryetum carpinifoliae Pedrotti, Ballelli & Biondi ex Pedrotti, Ballelli, Biondi, Cortini & Orsomando 1980 cytisetosum sessilifolii Biondi, Allegrezza, Taffetani & Giustini, 1990 var. a Quercus cerris Lauro nobilis-Quercenion pubescentis Ubaldi (1988) 1995 Lonicero xylostei-Quercetum cerridis Biondi et Allegrezza 1993 em. Biondi et al. 2002 Teucrio siculi-Quercion cerridis Ubaldi (1988) 1995 em. Scoppola & Filesi 1995 Cephalanthero longifoliae-Quercetum cerridis Scoppola & Filesi 1998 var. a Carpinus betulus Erico arboreae-Quercetum cerridis Arrigoni in Arrigoni, Mazzanti & Riccieri 1990

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Schema sintassonomico

POPULETALIA ALBAE Br.-Bl. ex Tchou 1948 Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Aggr. a Populus canescens Alnion incanae Pawlowski in Pawlowski, Sokolowski & Wallisch 1928 Aggr. a Ulmus minor Alnenion glutinoso-icanae Oberd. 1953 Aro italici-Alnetum glutinosae Gafta & Pedrotti 1995

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Le foto e i disegni sono degli autori

In copertina: Ophrys fuciflora; lecceta dellassociazione Cyclamino repandi-Quercetum ilicis; serie di vegetazione dellErico arboreae-Querco cerridis sigmetum 47

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